FLPNews
umero doppio
NMarzo
PERIODICO DI INFORMAZIONE CULTURALE
POLITICA SINDACALE E SOCIALE
ANNO VII MERCOLEDI’ 07 - 21 Marzo 2012 N. 184 - 185
Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche
ELEZIONI
RSU
GRANDE AFFERMAZIONE E
CRESCITA DEI CONSENSI
DELLA FLP IN TUTTO IL
PUBBLICO IMPIEGO
20321
flp news
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MERCOLEDI’ 07 - 21 Marzo 2012 N. 184 - 185
SOMMARIO
LA NUMERO 1
pag 4
ELEZIONI RSU 2012 : GRANDE AFFERMAZIONE E CRESCITA DEI CONSENSI DELLA FLP
IN TUTTO IL PUBBLICO IMPIEGO
pUbbliCa amminiStrazione
- Grande successo della CSE
- Il Ministro Patroni Griffi propone.....
- come ti faccio partire la macchina del fango
aGenzie fiSCali
- Se non è successo questo
- Questa unità sindacale senza democrazia
aGenzie fiSCali :entrate
- No alle interpretazioni unilaterali sui titoli
- I passaggi economici....
aGenzie fiSCali :doGane
- Passaggi entro e tra le aree
Comparto miniSteri: difeSa
- Procedura ex.L.183
- Lettera aperta
- Provvedimenti di riordino dell FF.AA
- Successo liste flp nella difesa
Comparto miniSteri: GiUStizia
- Buonauscita TFS-TFR
- Geografia giudiziaria
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20
21
Comparto miniSteri: baC
- Trattenuta illegittima del 2%
- La Filp al 15%
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24
Comparto miniSteri:laVoro
-Che faccia tosta
25
dipartimento politiChe preVidenziali e
aSSiStenziali
- TFS 2° puntata
26
Varie
- Avvocatura e liberalizzazione delle tariffe forensi
27
KronoS
- La Romania
29
non Solo arte
- Maurizio Cattelan
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notizie dal Canile
- Adozioni urgenti
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retroSCena
- The Help
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l’anGolo del libro
- Nessuno si salva da solo
non Solo Vino
- La grappa
a SCUola di CUCina
- Ricette varie
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N. 184 - 185
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LA NUMERO UNO
News
ELEZIONI RSU 2012
GRANDE AFFERMAZIONE E CRESCITA DEI CONSENSI DELLA FLP IN
TUTTO IL PUBBLICO IMPIEGO
D
ai dati raccolti finora e non ancora definitivi, si profila un buonissimo risultato elettorale della
FLP sia in termini di crescita di consensi
(voti espressi dai lavoratori in favore delle
nostre liste, in certi casi anche fortemente
significativi) e di relativi seggi conquistati,
che in termini di penetrazione in molti enti
e uffici dove non eravamo presenti prima
di questa tornata elettorale.
In alcuni comparti, come quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la FLP,
unitamente allo SNAPRECOM (altro sindacato di categoria affiliato alla nostra
Confederazione) si conferma quale prima
forza sindacale con circa il 42% dei consensi complessivi, mentre nella Scuola,
Sanità, Regioni e Enti Locali, Ricerca e
Università, pur non essendo rappresentativi come FLP, siamo riusciti a “bucare”
territori dove non eravamo assolutamente
presenti nelle precedenti elezioni mentre,
in quelli dove già c’eravamo, abbiamo
consolidato e in taluni casi incrementato i
consensi e il numero delle RSU elette.
Per quanto riguarda il comparto Scuola,
ad esempio, siamo riusciti a presentare
liste in quasi il 30% degli istituti della provincia di Caserta (nel 2007 non esistevamo), e buone notizie arrivano dal
comparto Sanità, dove abbiamo conseguito un risultato di grande prestigio figurando nella città di Cosenza il sindacato
più votato con il 30,8% (anche qui non
eravamo nemmeno presenti 5 anni fa),
mentre in posti come l’Università di Messina (11% di voti) e l’Istituto Superiore
della Sanità (6,5%) abbiamo mantenuto
inalterate le nostre presenze.
Ma i risultati più positivi li abbiamo ottenuti nelle Agenzie Fiscali, nei Ministeri e
negli Enti pubblici non economici, comparti in cui eravamo già rappresentativi e
dove abbiamo ulteriormente rafforzato la
nostra presenza e consistenza.
Come sapete, in tali comparti ci siamo
presentati con la sigla FILP, un progetto
partito due anni fa con la fusione della
FLP (ministeri e agenzie fiscali) e della
FIALP (parastato) che con i risultati di
queste elezioni si appresta a diventare,
nell’ambito del nuovo macrocomparto
delle amministrazioni centrali una forza
sindacale autonoma con più del 10% di
rappresentatività complessiva.
Forniamo ora una serie di dati che danno
il senso a quanto dichiarato. Nelle Agenzie Fiscali, la FILP ottiene più di 4.300 voti
pari a circa il 10% del comparto (rispetto
ai 2.857 voti ottenuti nel 2007 - pari al
6,23%).
Nei Ministeri la FILP aumenta del 15% i
voti del 2007 ottenendo più di 9.100 voti
pari a oltre il 7% (rispetto agli 8.185 voti
del 2007 – pari al 5,58%).
Negli Enti pubblici economici la FILP conferma la sua già consistente presenza
con il 10% presso l’INPS, il 18,5% presso
l’INAIL, il 9,5% presso l’INPDAP, il 25%
presso la Croce Rossa Italiana e il 16%
presso l’ENPALS (riportiamo per brevità
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solamente gli enti principali del parastato).
La lettura “arida” dei dati, altamente positiva per FLP, lascia maggiormente soddisfatti se pensiamo ad alcune vere e
proprie eccellenze che evidenziamo di
seguito: in ambito nazionale, si contraddistingue la FLP nel ministero del Lavoro,
nella Corte dei Conti e nell’Avvocatura
Generale dello Stato dove raddoppiamo i
voti ottenuti nel 2007, nelle Agenzie Fiscali con un incremento del 50%, il ministero dell’Interno con un + 30% e il
ministero della Difesa con un + 20%;in
ambito territoriale sottolineiamo i risultati
eccellenti della FLP Difesa in tutto il Nord
Est dell’Italia con una percentuale superiore al 32%, la FLP Finanze nelle regioni
Puglia e Umbria, la FLP Giustizia negli
Uffici siciliani tra i quali spicca Ragusa
con una soglia del 63% dei consensi
complessivi, la FLP Infrastrutture a Venezia con il 36% dei voti e la FLP Interno,
primo sindacato negli Uffici Territoriali di
Trapani con il 20%; gli uffici di Roma
un’attenzione particolare la vogliamo riservare a tale realtà dove storicamente
siamo stati sempre scarsamente presenti
in quanto la FLP, è bene ricordarlo, è nata
prettamente negli uffici periferici e ha
avuto forti difficoltà di inserimento negli
uffici centrali e periferici romani. Stavolta,
invece, con il forte contributo dei nostri
quadri sindacali siamo riusciti a marcare
tantissime presenze significative anche in
questo particolare segmento.
Citiamo i risultati ottenuti agli uffici centrali
dell’Agenzia del Territorio (ex Catasto)
con un terzo dei voti totali appannaggio
della FILP (oltre il 37% dei consensi),
quelli della FLP BAC negli Uffici Centrali e
Periferici dei Beni Culturali con una percentuale superiore al 20% su tutto il territorio romano, la FLP Difesa in enti come
Maricapitale e Stato Maggiore Esercito
con percentuali superiori al 30%, la FLP
Mise (ministero dello Sviluppo Economico) e la FLP Salute (ministero della Salute) con risultati nei loro uffici centrali
superiori al 15%.
Un riconoscimento all’impegno profuso
da tutto il nostro gruppo dirigente, dai coordinamenti nazionali e territoriali di settore, alle
strutture territoriali di federazione, unitamente
al grosso sforzo di carattere organizzativo
ed economico straordinario che la Federazione ha fatto, ha consentito di rendere
la presenza della FLP e della FILP, gene-
N. 184 - 185
LA NUMERO UNO
ralizzata sul territorio nazionale e, per
certi versi ed in alcuni contesti, alla pari
delle altre organizzazioni sindacali dotate
di strutture organizzative e risorse economiche ben diverse dalle nostre.
Di fronte a questi risultati non ci appare
sbagliato affermare che è stato premiato
il nostro modo di fare sindacato, libero ed
autonomo, ma soprattutto attento ai problemi concreti della gente ed imparziale,
senza dover essere né “antagonisti” in
modo preconcetto, né “filopadronali” o
meglio “filoamministrazione”.
I lavoratori pubblici sono stanchi di essere
disprezzati e bistrattati, cercano nuove
forme di tutela sindacale e premiano chi
cerca di lavorare con professionalità, indipendenza di giudizio e passione, caratteristiche queste che noi abbiamo cercato
di mettere in tutte le nostre iniziative.
La scelta di privilegiare, ancora una volta,
la proposta sindacale e di renderla evidente attraverso i nostri manifesti, i nostri
slogan, la disponibilità dei nostri attivisti e
dirigenti sindacali hanno fatto il resto e i
lavoratori pubblici hanno riconosciuto
questo impegno e questa serietà.
Adesso occorre proseguire nel progetto
sindacale della FILP, attraverso l’ulteriore
potenziamento della FLP e della FILP che
scaturisce dal voto dei lavoratori; occorre
formare le nuove RSU elette, occorre
dare più forza alle proposte e alla nostra
presenza nelle Amministrazioni e nei territori, occorre rimanere in mezzo alle
gente con le nostre proposte e le nostre
idee.… e noi siamo assolutamente intenzionati a farlo!
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N. 184 - 185
PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
News
ELEZIONI RSU
GRANDE SUCCESSO DELLA CSE
I
risultati del voto del 5, 6 e 7 marzo per
le elezioni RSU, non ancora completi
ma per quanto ci riguarda già consolidati, hanno visto, nel complesso, il successo della CSE che mantiene e rafforza
la rappresentatività nelle Agenzie Fiscali,
Ministeri e Presidenza del Consiglio dei
Ministri e cresce in tutti gli altri comparti,
sia in termini di voti che di eletti.
Nelle Agenzie Fiscali la lista FILP cresce
di circa il 50% rispetto ai dati del 2007;
nei Ministeri la lista FILP cresce di circa il
15%; nella Presidenza del Consiglio dei
Ministri la CSE cresce ancora e si conferma come prima Confederazione con
circa il 42% dei consensi complessivi, ottenuti dai suoi sindacati di categoria, SNAPRECOM (30,67%) e FLP (10,77%).
La CSE cresce inoltre in tutti gli altri com-
parti e si consolida negli Enti Locali, nella
Sanità, nella Ricerca e nella Scuola incrementando i voti e gli eletti, con ottimi
risultati all'Istituto Superiore di Sanità, all'Università di Messina e nell'Agenzia Nazionale per i Giovani dove ottiene 2 RSU
su 3.
Cresciamo sia in numeri che in percentuale nel dato nazionale, consolidando
ed in molti casi rafforzando la nostra presenza nella gran parte delle Amministrazioni dove abbiamo presentato le liste,
anche con punte di autentica eccellenza
in alcune Regioni e in alcune Città.
Anche nelle Amministrazioni dove ci presentavamo per la prima volta, registriamo
nel complesso una significativa affermazione.
Un risultato straordinario, sul quale ritor-
neremo con specifiche informative, che
dimostra dunque che c’è uno spazio di
iniziativa e di consenso per la CSE e per
il movimento sindacale autonomo, soprattutto che questo spazio può ancora
accrescersi significativamente in tutte le
amministrazioni ed in tutte le realtà territoriali!
A chi ci ha votato, dunque, il nostro più
sentito “grazie”, con il rinnovato impegno
da parte nostra, già a partire da oggi, di
continuare a lavorare per raggiungere gli
obiettivi che ci siamo dati: dare più forza,
un ruolo qualitativamente superiore e
prospettive future più positive per le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego.
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N. 184 - 185
PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
News
IL MINISTRO PATRONI GRIFFI PROPONE ALLE OO.SS. DELLA P.A.
UN NUOVO PROTOCOLLO SUL LAVORO PUBBLICO
S
i è svolto a Palazzo Vidoni un incontro fra il Ministro Patroni Griffi,
le Confederazioni sindacali maggiormente rappresentative, le Regioni e
l’Anpi, con all’ordine del giorno la ripresa
del confronto – dopo la pausa per le elezioni RSU – sulle problematiche legate al
Pubblico Impiego.
Occorre ricordare come nei precedenti incontri e dopo una prima fase di carattere
dialettico legata alla ripresa delle relazioni
sindacali interrotte da oltre due anni per
“merito” dell’ex Ministro Brunetta, le parti
avevano concordato l’apertura di ben
quattro tavoli tecnici che avrebbero dovuto riguardare:
- il monitoraggio degli esuberi e della mobilità in ambito pubblico;
- i risparmi di gestione della PA e la contrattazione integrativa;
- il modello contrattuale unico per tutto il
Pubblico Impiego;
- la possibile rivisitazione di alcune delle
attuali norme sul lavoro pubblico, da noi
considerate “vessatorie” e sulle quali era
necessario un ripensamento anche di carattere politico.
Nella riunione , il Ministro Patroni Griffi ha
ripercorso l’agenda degli argomenti e ha
rilanciato la disponibilità a siglare un
nuovo “protocollo di intesa sul lavoro pubblico”, elencando una serie di contenuti
da inserire nel confronto che sembrano
andare in forte controtendenza rispetto al
percorso “brunettiano”.
La formazione, la riqualificazione del personale, finalmente le relazioni sindacali
con un’analisi sul tema della contrattazione e della concertazione, ed anche
l’analisi delle esigenze di personale nei
diversi settori della PA con ridefinizione
concordate delle procedure di mobilità,
sono i temi al centro della nuova fase che
dovrebbe concludersi, appunto, con la
stesura di un “protocollo di intesa sul lavoro pubblico”.
Ci è sembrata questa, nel merito e nel
metodo, una buona inversione di tendenza rispetto al passato e non abbiamo
mancato di farlo presente al Ministro nell’intervento che ha caratterizzato la nostra
Organizzazione Sindacale, intervento nel
quale abbiamo anche richiamato la necessità di una seria riflessione sulla possibilità di aprire la stagione contrattuale
nei comparti, non solo sul fronte delle
problematiche di carattere giuridico-ordinamentale, ma anche attraverso l’utilizzo
di una parte dei fondi derivanti dallo
“spending review”, dai risparmi di gestione che ogni amministrazione pubblica
dovrebbe aver messo in cantiere anche
attraverso i processi di riorganizzazione
ed il recupero degli sprechi.
In sintesi, va bene un nuovo protocollo
sul lavoro pubblico se serve a dare un se-
gnale di ritrovata democrazia e la fine di
conventio ad excludendum (che però
stanno continuando su altri tavoli in questi giorni); e va bene anche la revisione
degli spazi di contrattazione, chiusi dal
precedente governo attraverso il ricorso
alla rilegificazione del rapporto di lavoro.
Ma sia chiaro che la CSE non è intenzionata a riprendere la contrattazione per
parlare esclusivamente di mobilità ed
esuberi ma principalmente di contratti e
condizioni di lavoro.
E’ di tutta evidenza che l’agenda degli argomenti e la disponibilità manifestata a
voce dal Ministro, dovranno trovare serie
e concrete conferme nel corso dei prossimi appuntamenti e, soprattutto, alla
prova dei fatti.
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PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
News
COME TI FACCIO PARTIRE LA MACCHINA DEL FANGO!
Ovvero quando non si hanno idee e contenuti e ci si arrampica sugli specchi …
L
e elezioni RSU sono state sempre
un periodo piuttosto teso tanto che
in tutte le altre elezioni un mese, un
mese e mezzo prima i confederali e il
Salfi chiedevano i tavoli separati di contrattazione.
Ma quello che sta succedendo in questi
giorni ha caratteristiche se possibile ancora di maggiore gravità. La FLP (che si
presenta alle RSU, lo ricordiamo, con il
simbolo e il logo FILP) è oggetto di particolare attenzione da parte di tutti gli altri
“sindacati”.
La nostra colpa è quella di dire le cose
come stanno, di avere dei progetti e delle
idee e di presentarle ai lavoratori; nonché
di essere l’unico sindacato che è cresciuto negli ultimi due anni per numero di
iscritti.
Intimidazioni, minacce velate, tentativi di
bloccare le nostre assemblee e infine,
puntuale, il proliferare di comunicati su di
noi “ad personam”.
È il caso ad esempio della Uil che evidentemente è in piena confusione per
aver perso la sua guida storica, che ha
preferito prendere decisamente le distanze dalla deriva autoritaria ed inconcludente dalle politiche “sindacali“
perseguite dall’attuale “gruppo dirigente”
e di continuare la sua azione sindacale in
FLP.
La Uil che contro di noi ha incautamente
pubblicato un notiziario con argomentazioni capziose ed esempi che danno il
senso dello spessore di chi li fa.
Potremmo rispondere loro con la stessa
moneta e state certi che su di loro potremmo riempire pagine e pagine di nomi
e cognomi, di esempi e di fatti.
Di passaggi molto disinvolti da un Agenzia all’altra, di conflitti di interesse, di politiche nepotiste, di doppi e tripli incarichi
etc etc.
Ma questo, a differenza di quanto affermano lor signori, non è nostro costume.
E tra l’altro è talmente cosa nota nell’immaginario collettivo che forse non è neanche il caso di soffermarcisi troppo. Non
fa notizia. !!
Preferiamo invece parlare di politiche sindacali, quelle vere, quelle quotidiane,
quelle fatta di ideali e di battaglie a difesa
dei lavoratori.
Non quelle basate su iniziative episodiche dell’ultimo minuto, messe in campo
tra un inciucio e l’altro per distrarre, confondere, tentare di far dimenticare i guasti prodotti.
E allora, ma solo ad esempio e per brevità, perché molte altre sarebbero le questioni da evidenziare, vogliamo parlare
della presunta opposizione della UIL al
decreto Brunetta?
Guarda caso, ma è solo un caso, un’iniziativa lanciata all’immediata vigilia delle
elezioni RSU, assolutamente contraddittoria e priva di qualsiasi effetto reale.
Ma al di là dell’efficacia e della praticabilità dello strumento scelto (DDL di iniziativa popolare i cui tempi di eventuale
discussione e l’esito dello stesso sono,
per usare un eufemismo altamente incerti) è proprio il contesto che non convince.
Innanzitutto perché si dà il riconoscimento di riforma (riformiamo la riforma è
denominata l’iniziativa) ad una serie di
norme scellerate che sono invece assolutamente caratterizzate in toto da un impianto burocratico, centralista, arcaico ed
assolutamente punitivo nei confronti dei
lavoratori.
Riformare? ma quella è una legge assurda da abrogare !!
Ma questo la UIL non lo può dire perché
in questi anni a livello confederale (come
la CISL, il SALFi e l’UGL) ha dato un so-
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stanziale assenso alle scelte di Brunetta.
E questo i lavoratori lo sanno bene.
Ma quello che è simpatico e che mentre
nei volantini della Uil si inseriscono slogan di effetto scomodando anche i partigiani (?!?), mettendo tanta carne su un
fuoco che invece non è neanche acceso, tra le righe, nascoste, nelle note ufficiali di spiegazione dell’iniziativa (tra
l’altro, guarda caso, ora inviate a tutti i lavoratori utilizzando le caselle di posta
elettronica funzionale) si dice testualmente :
“…non intendiamo distruggere l’intera Riforma Brunetta, di cui non possiamo
disconoscere anche alcuni tratti positivi,
ma proponiamo di correggere gli strumenti per il conseguimento di un necessario miglioramento della qualità dei
servizi resi dalle amministrazioni pubbliche...” (tratto dalla newsletter UIL PA inviata ai lavoratori in data 28.02.2011).
In questi giorni sono passate in Parlamento alcune norme, non del tutto condivisibili, che hanno modificato parti anche
rilevanti del rapporto di lavoro pubblico
basato sull’attuale impianto normativo.
E molte altre ne sono preannunciate e saranno in discussione nei prossimi giorni.
Se si vuole veramente modificare l’attuale
sistema legislativo che disciplina il rapporto di lavoro pubblico e il rapporto tra
legge-contratto, e non fare solo “ammuina” vi sarebbero tutte le condizioni
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PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
vertenziali e propositive per farlo.
Con la lotta, la mobilitazione e il pressing
nei confronti del governo e della maggioranza che lo sostiene.
A buon intenditor…
In quanto alla trita e ritrita accusa di non
mettere la faccia sui nostri notiziari, firmati
l’Ufficio Stampa, capiamo che la democrazia fa fatica ad affermarsi in campo
sindacale.
Gli altri sono abituati agli zar, ai dictator;
la FLP Finanze invece ha una segreteria
che opera in modo collegiale.
I nostri notiziari sono quindi opera collettiva e la segreteria nazionale, con i suoi
componenti, ne risponde in ogni sede.
Una piccola rispostina la dobbiamo anche
alla CISL, che ci ha tacciato di dire ai lavoratori che la previdenza complementare è obbligatoria.
Basterebbe leggere (vedi Notiziario FLP
Finanze 24) per capire che ciò che abbiamo detto è diverso: la previdenza
complementare per ora è facoltativa ma
ci sono sindacati, tra i quali la CISL, che
stanno chiedendo che diventi obbligatoria portando a termine il più grosso scippo
di soldi a danno dei lavoratori.
A questo proposito riportiamo la dichiarazione resa all’ANSA dal Segretario Generale della CISL Bonanni che chiede
appunto al governo di rendere obbligatoria la previdenza complementare.
I lavoratori ne prendano atto!!!!!
News
Vogliamo sottolineare a quanti si affannano ad attaccarci, che non è colpa nostra se l’unico sindacato a presentare
progetti, politiche e rivendicazioni è la
FLP Finanze,Ribadiamo la nostra disponibilità a metterli a disposizione di chi idee
non ne ha perché siamo per l’unità sindacale e che quanto prima regaleremo
loro mezzi di locomozione perché senza
non riescono a starci dietro, anche fisicamente, perché mentre loro si sono limitati
a fare qualche capatina in giro con annesse promesse elettorali,o sisono rinchiusi in comodi alberghi parlando tra di
loro, la FLP ha girato palmo a palmo tutto
il territorio nazionale con centinaia di assemblee per parlare con i lavoratori non
perché ci sono le elezioni RSU ma perché è quanto noi facciamo normalmente !
In definitiva avremmo preferito che si evitassero gli attacchi e le speculazioni ma in
fondo quello che sta succedendo ci conforta: quando il “nuovo” viene attaccato
dal “vecchiume” è segno che si sta lavorando bene e che gli altri si sentono il terreno franare sotto i piedi .
Cogliamo ancora l’occasione di sottolineare l’importanza del voto RSU perché
determina le politiche nazionali e ne approfittiamo per augurare a tutti i lavoratori:
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AGENZIE FISCALI
News
SE NON È UN SUCCESSO QUESTO…
La FILP aumenta i propri consensi del 50%, nonostante le condizioni avverse. Grazie ai lavoratori che non si sono lasciati condizionare e alla grande forza dei nostri quadri territoriali.
È
stata durissima questa campagna
elettorale per le RSU: un fronte
sindacale che
sembrava non
avesse altro di cui occuparsi che contrastare la FLP, intimidazioni (da qualche
parte siamo arrivati agli atti di vandalismo
contro i nostri quadri territoriali) minacce
nemmeno tanto velate; ma noi non ci
siamo fatti intimidire, abbiamo tirato dritto
e parlato con i lavoratori dei nostri progetti, dei nostri programmi e alla fine sono
arrivati i risultati.
Dai numeri in nostro possesso, purtroppo
non ancora definitivi (ci mancano i dati di
una decina di liste), emerge chiaro un
dato: la FILP nelle AGENZIE FISCALI
cresce del 50% circa dei propri consensi
passando da circa 2.800 voti totali del
2007 agli oltre 4.200 voti del 2012 e del
35% nelle COMMISSIONI TRIBUTARIE
(da 147 voti del 2007 a più di 230 voti del
2012); il tutto senza avere cavalli nominati senatori dall’imperatore Caligola di
turno né comodi paraventi ideologici né
tanto meno i mezzi economici e di visibilità mediatica dei sindacati tradizionali.
All’Agenzia delle Entrate superiamo di
slancio il 10 per cento dei voti e risultiamo
il primo sindacato in assoluto nella regione Puglia (con il 62% della DP BAT),
alla DP di Ragusa, alla DP di Palermo,
alla DP di Agrigento, alla DRE Emilia-Romagna, al COP di Reggio Calabria e in
altri uffici, e facciamo letteralmente “il
botto” a Milano, con oltre 300 voti complessivi, a Pavia e alla DP di Perugia,
dove oltre ad essere il primo sindacato
doppiamo tutti gli altri.
Ma la crescita è generalizzata, dalla Sicilia al Veneto, dal Molise alla Basilicata, a
tutte le altre regioni; abbiamo conquistato
voti dove prima non eravamo presenti,
come in Friuli Venezia-Giulia, e in Piemonte il gruppo dirigente ha consolidato il
lavoro egregio di Beppe Morando che è
venuto a mancare due mesi prima delle
elezioni lasciandoci però in eredità i frutti
del suo lavoro al servizio dei colleghi.
All’Agenzia delle Dogane, oltre a confermare il nostro primato storico nella sede
di Ancona, risultiamo il primo sindacato a
Benevento, dove facciamo “cappotto” (32
voti su 35), a Novara, a Potenza, a Perugia; ottime conferme arrivano da Trento,
dal Veneto dalla Campania, dalla Lombardia ma in tutte le regioni la FILP aumenta il proprio dato elettorale in modo
significativo.
All’agenzia del Territorio poi, abbiamo
praticamente raddoppiato i voti del 2007,
con la punta degli Uffici Centrali, dove la
FILP non solo raccoglie il 35 per cento dei
voti e risulta il primo sindacato ma la distanza dagli altri sindacati è siderale; ma
siamo anche il primo sindacato ad Agrigento e la crescita è uniforme e spalmata
su tutti i posti di lavoro dove sono state
presentate liste FILP.
Nei Monopoli, avviati a diventare la
quarta agenzia fiscale, La FILP si affaccia per la prima volta e riesce a prendere
seggi alle RSU in 6 direzioni sulle 8 liste
presentate.
Infine, nelle Commissioni Tributarie confermiamo la nostra supremazia nella Sicilia, dove addirittura come totale dei voti
doppiamo la UIL e cresciamo in diverse
realtà dove non eravamo storicamente
presenti ottenendo risultati sopra le più
rosee aspettative, come nel caso della
Commissione Tributaria Provinciale di
Napoli dove la FILP si afferma come seconda forza sindacale.
Non c’è tempo per gioire perché la situazione è tale che non possiamo concederci pause: i passaggi entro e tra le aree
in tutte le agenzie e svariate questioni
aperte, prima di ogni altra le modalità di
finanziamento delle agenzie, da modificare radicalmente, sono problemi da affrontare e risolvere, così come è da
migliorare la situazione economica e normativa dei lavoratori delle agenzie fiscali,
che non hanno avuto sino ad ora i rico-
noscimenti che meritavano.
Continueremo a essere il sindacato delle
proposte, non saremo mai il sindacato
che alimenta strumentalmente il conflitto
ma nemmeno quello che lo anestetizza.
Vogliamo essere il sindacato che canalizza il conflitto verso accordi che migliorano le condizioni di tutti, cittadini e
lavoratori, attraverso gli strumenti che ci
hanno sempre contraddistinto: la partecipazione dei lavoratori alle nostre scelte
e la ricerca del massimo di unità sindacale possibile.
Oggi possiamo farlo con più forza grazie
ai voti che abbiamo ricevuto dai lavoratori, che non si sono lasciati incantare da
chi, dopo aver gestito potere, ha assunto
le nostre posizioni solo in vista delle elezioni RSU né da chi avrebbe voluto vedere il sindacato autonomo scomparire
per polarizzare il confronto, basandolo
solo su posizioni ideologiche che nulla
portano nelle tasche e ai diritti dei lavoratori.
Ci sono spazi di elaborazione che intendiamo coprire con il nostro lavoro e soprattutto con le qualità, anche morali, che
i nostri dirigenti sindacali territoriali hanno
dimostrato di avere conquistandosi la fiducia dei lavoratori.
A entrambe le componenti del nostro successo, lavoratori e quadri sindacali territoriali, vogliamo dire un grandissimo
GRAZIE!!!!!
Faremo di tutto per non deluderli!!!!
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AGENZIE FISCALI
News
QUALE UNITÀ SINDACALE SENZA DEMOCRAZIA??
Si continua a tentare di “imbavagliare” la FLP. L’ultimo caso è quello di Ancona dove si cerca
di impedire un’assemblea con i lavoratori; il caso del CAM di Terni: l’USB e le falsità sui passaggi economici al Territorio.
I
lavoratori in tutte le assemblee chiedono unità sindacale e ci domandano
perché i nostri programmi – che apprezzano – non sono condivisi dalle altre
organizzazioni sindacali.
Noi rispondiamo che ci piacerebbe molto
ma poi sono i fatti che si incaricano di
chiarire le cose.
Negli ultimi mesi siamo stati fatti oggetto
di una vera e propria campagna denigratoria, culminata nel tentativo di impedire alla FLP Finanze di parlare con i
lavoratori.
Gli ultimi casi sono di ieri. Appreso che
la FLP Finanze terrà lunedì un’assemblea con i lavoratori (non vietata da alcun
regolamento) ad Ancona, la CISL ha scomodato i vertici dell’agenzia delle entrate
per impedirla e la CGIL ha addirittura
scritto un documento ai lavoratori.
Siamo esterrefatti soprattutto da questi
ultimi, indignati (giustamente) quando si
tenta di imporre il silenzio alla FIOM ma
pronti a fare altrettanto nei confronti di
altri sindacati.
È il caso di dire: quant’è lontana la CGIL
Funzione Pubblica dalla FIOM……
Eppure cosa facciamo di male?? Andiamo negli uffici a spiegare ai lavoratori
che non va tutto bene come dicono altri
e a spiegare i nostri progetti che sono a
disposizione di tutte le forze sindacali.
E non lo facciamo solo in occasione delle
elezioni RSU ma 365 giorni l’anno.
Tra l’altro, i vertici CGIL FP delle Marche
dimostrano anche discreta ignoranza dicendo che in due anni non abbiamo fatto
nulla per assicurare il diritto al voto dei
lavoratori.
Dovrebbero sapere che la FLP è stata il
sindacato che più di ogni altro, a livello
nazionale, insieme alla CGIL, si è battuto
contro lo “scippo” delle RSU, perpetrato
per un anno e mezzo dalle sigle con le
quali la CGIL Marche va invece tanto
d’accordo.
Invitiamo quindi lunedì non solo i lavoratori ma anche i vertici della CGIL e della
CISL di Ancona a partecipare alla nostra
assemblea e a confrontarsi insieme a noi
con i lavoratori.
Lo scambio di idee non può che far bene
alla democrazia.
Quel che è certo è che noi non impediremo mai a chiunque di parlare e di far
sentire la propria voce!!
Certo, forse qualcuno ha paura di dover
spiegare alcune posizioni sindacali, tipo
quelle prese sulla previdenza complementare. La CISL perché sta chiedendo
che diventi obbligatoria; la CGIL perché
ha fatto magnificare le bellezze del
nuovo fondo Sirio a un signore che si
firma responsabile del dipartimento politiche previdenziali omettendo che è
anche consigliere di amministrazione del
Fondo Sirio.
Se poi partecipassero all’assemblea
anche i vertici nazionali della CGIL, potrebbero spiegare alcune prese di posizione elettorali come quelle sulla
chiusura del mini-CAM di Terni.
Già, perché la CGIL locale, dopo essere
stata, diciamo così, parte attiva nella
chiusura del mini-CAM di Terni e aver lasciato sola la FLP Finanze a battersi per
mesi contro un provvedimento che priva
sette lavoratori di una parte cospicua del
salario, solo pochi giorni prima delle elezioni e con il provvedimento di chiusura
già firmato, scrive ai vertici nazionali dell’Agenzia. Ma prima dov’erano????
Infine una precisazione sui passaggi
economici all’agenzia del territorio, bloccati grazie ad una “magnifica” iniziativa
di propaganda elettorale di USB.
La stessa USB, non sapendo come spiegare il clamoroso autogol fatto pur di farsi
un po’ di propaganda, tenta di agitare le
acque parlando di trattative vis-a-vis che
a loro detta FLP avrebbe fatto, facendo
finta di non sapere che le trattative, informali, sono state fatte con tutti i sindacati in due occasioni – dicembre 2011 e
gennaio 2012 e c’erano pure loro ben
presenti anche se senza costrutto alcuno.
Non dicono che in quella sede il direttore
del personale si era espresso favorevolmente al riconoscimento del punteggio
per gli ex-LTD e che la presa di posizione
- ripetiamo secondo noi sbagliata dell’Agenzia – è scaturita dall’iniziativa propagandistica di USB che blocca i
passaggi economici di tutti i lavoratori
dell’agenziadel territorio chissà per
quanto tempo.
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AGENZIE FISCALI
ENTRATE
News
NO ALLE INTERPRETAZIONI UNILATERALI SUI TITOLI
SI ALLO SCORRIMENTO DELLE GRADUATORIE
La FLP scrive all’Agenzia chiedendo per l’ennesima volta l’interpretazione autentica e l’applicazione dell’accordo di programma per gli anni 2011-2013. E se gli altri sindacati stavolta ci
danno una mano … economici al Territorio.
C
ome volevasi dimostrare !! Ora
sarà chiaro a tutti i lavoratori perché le graduatorie sui passaggi
economici sono state fatte uscire dopo le
elezioni RSU mentre la FLP Finanze
chiedeva con forza che uscissero prima.
Ed è chiaro anche che ci sono tante,
troppe cose che non vanno nel conteggio dei titoli e dei relativi punteggi, unitamente al fatto che l’Agenzia si era presa
l’impegno a pubblicare le motivazioni che
hanno portato alle scelte del 10 per cento
di posti che aveva tenuto per se come
“pizzo” sui passaggi e sinora non lo ha
fatto.
Per questo, nei mesi scorsi, unico sindacato a farlo, abbiamo più volte chiesto
formalmente l’interpretazione autentica
dell’accordo sindacale sui passaggi economici; l’amministrazione ha evitato con
cura che si entrasse nell’applicazione
pratica di un accordo negoziale e il sindacato ha sinora preferito delegare le
scelte all’amministrazione per “non sporcarsi le mani”; così ne stiamo vedendo di
tutti i colori e, a volte, anche decisioni difformi da regione a regione e graduatorie
uscite e poi ritirate per palesi errori di
compilazione (ma di quanti anni c’è bisogno per fare una graduatoria giusta??)
Ora però i nodi stanno venendo al pettine
e parlano di scelte unilaterali dell’Agenzia che, oltre a non condividere, riteniamo non abbiano nemmeno un senso.
Abbiamo quindi deciso di fare un ultimo
tentativo (anche se quasi fuori tempo
massimo) e chiedere nuovamente l’interpretazione autentica dell’accordo sulla
valutazione dei titoli contando sul fatto
che gli altri sindacati – passate le elezioni
RSU –ci diano finalmente una mano in
questo senso in modo da evitare la valanga di ricorsi che diversamente rischiano di abbattersi su questa proce-
procedura.
E, giusto perche gli sciacalli non mancano mai, ricordiamo che ciò che ci permette di chiedere l’interpretazione
autentica e lo scorrimento della graduatoria è proprio l’aver firmato quest’accordo anziché scegliere, come altri
hanno fatto, un comodo angolino da
dove sparare su tutti e su tutto.
La FLP Finanze ha firmato l’accordo solo
dopo un referendum vero tra i propri
iscritti, cosa che nessuno ha fatto (al
massimo qualcuno ha fatto un sondaggio
di gradimento); e i nostri iscritti si sono
pronunciati a stragrande maggioranza
per la firma, anche grazie ala presenza
dell’accordo di programma che noi oggi
rivendichiamo.
Perché si dimentica spesso che alle Entrate, oltre a far partire la procedura di
passaggio economico, l’Agenzia si è impegnata con i sindacati firmatari a far
scorrere le graduatorie con i fondi del
2011, 2012 e 2013.
Ebbene, la nostra richiesta - allegata al
presente notiziario - mira proprio a
quello: dire no alla interpretazione unilaterale dell’accordo e procedere da subito
all’individuazione dei fondi per far scorrere le graduatorie !!!
Se stavolta gli altri sindacati ci danno una
mano magari ce la facciamo a raggiungere entrambi gli obiettivi!!
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AGENZIE FISCALI
ENTRATE
News
I PASSAGGI ECONOMICI, LA DEMOCRAZIA, USB
E IL CONSENSO PERDUTO...
La manipolazione della realtà non porta risultati ai lavoratori, la nostra azione si. E continuiamo
a ricercare sugli obiettivi concreti l’ unità sindacale …
S
ono uscite le graduatorie dei passaggi economici e sono iniziate le
polemiche, ampiamente previste.
Speravamo però che finita la campagna
RSU finissero anche le mistificazioni, invece no: la CGIL e l’USB, puntuali, hanno
attaccato con comunicati discutibili (per
usare un eufemismo).
L’USB in particolare, guarda caso lascia
tranquilli i sindacati “concertativi” e attacca frontalmente la FLP, non esitando a
mistificare persino i nostri precedenti notiziari.
Evidentemente non gli va proprio giù il
nostro successo alle elezioni nell’Agenzia delle entrate, che ci ha portato a raggiungere e forse anche a superare il loro
consenso.
In merito alla considerazione “Fatta la
festa, gabbato lu santo”,ricordiamo a tutti
che la FLP è stato l’unico sindacato a denunciare con forza il tentativo (poi riuscito) di alcuni sindacati di non fare
uscire le graduatorie dei passaggi economici prima delle RSU (notiziario FLP
Finanze n. 11 del 20 gennaio) mentre
loro (e la CGIL) si accodavano silenti alla
richiesta di non far uscire le graduatorie,
salvo poi ricordarsene pochi giorni prima
delle RSU, per fare scena.
Noi in tutta questa vicenda abbiamo lavorato in piena trasparenza e siamo
pronti a ricapitolarla tutta a beneficio dei
lavoratori. USB ha già provato a fare la
campagna elettorale contro di noi sui
passaggi economici in Sicilia e il risultato
è che abbiamo preso molti più voti.
Prima di tutto cominciamo dalla parte di
notiziario del 2010 che USB ha pubblicato: è il Notiziario FLP Finanze n. 32 del
2010 e non riguarda i passaggi economici bensì quelli dalla seconda alla terza
area, trattasi quindi di mistificazione palese!!!!
Nel notiziario n. 23 del 23 febbraio 2010,
ecco invece cosa scrivevamo:
Iniziamo dai passaggi economici. Circolano da qualche tempo notizie (non riscontrate però ai tavoli di trattativa, cioè
dove le richieste dovrebbero essere fatte
ufficialmente) che vorrebbero la possibilità di un passaggio economico per tutti,
senza però specificare come e con quali
soldi…..…..la FLP Finanze ha proposto,
non solo sui comunicati ma ai tavoli di
trattativa, un nuovo percorso che passa
per la trasformazione delle somme dell’excomma 165 in fondi fissi e ricorrenti
(almeno per una buona parte) in modo
da precostituire giuridicamente con quali
soldi fare i passaggi.
Tra le altre cose questa è una proposta
fatta anche dalla parte più avanzata del
sindacato confederale.
Nel frattempo, abbiamo proposto di utilizzare i pochi fondi fissi e ricorrenti per
far ripartire i passaggi economici, ben sapendo che se ne possono fare ben pochi
con i fondi disponibili, al fine di avere comunque delle graduatorie aperte, funzionali al percorso che ci siamo immaginati.
Come si può dedurre, la strada delineata
non è né facile né veloce e, soprattutto,
non è materia da buttare lì in un notiziario, senza spiegazioni, illudendo i lavoratori per qualche voto alle elezioni RSU.
C’è da camminare e da lottare, possibilmente uniti.
Ma, come dicevamo nel titolo, ai lavoratori servono percorsi chiari, non proposte
illusorie e nemmeno presentate ai tavoli
di trattativa.
Eh già, perché è sempre stato costume
della USB fare le proposte sui notiziari
senza farle ai tavoli e senza dire dove si
prendevano i soldi.
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Noi invece lo dicevamo già allora e prevedevamo un percorso chiaro, lo stesso
che abbiamo proposto per portare salario
accessorio in busta paga e per fare i precedenti passaggi economici.
Vertenza estate 2010: nell’estate del
2010, quindi proprio per dare concretezza
ad una nuova fase di passaggi economici,
i sindacati, tutti salvo la CISL (che si aggiunse dopo), aprirono una vertenza che
ci portò a fare assemblee unitarie sui
posti di lavoro.
Ebbene, USB non volle partecipare a
quella vertenza che portò a raggiungere
obiettivi importanti alle dogane e al territorio e comunque a far ripartire i passaggi
economici alle entrate, salvo poi attribuirsi
i meriti senza aver mosso un dito;
Accordo alle entrate: quando le entrate,
dopo una fortissima resistenza , erano
ferme nella loro intenzione di “offrire” solo
4.000 passaggi economici, la vertenza
unitaria servì per portarli almeno a 12.000
e poi ad aggiungere un accordo di programma che prevedeva lo scorrimento
delle graduatorie per gli anni 2011, 2012
e 2013.
Eravamo consapevoli dell’esiguità dei
posti ma comunque si apriva una prospettiva di sviluppo per i lavoratori delle
entrate che altrimenti sarebbero rimasti al
palo a differenze delle altre amministrazioni economico-finanziarie.
Con l’accordo di programma oltre a concordare lo scorrimento delle graduatorie
cercammo anche di contrastare le scellerate norme Brunetta-Tremonti che impedivano per il triennio 2011/2013
qualsivoglia sviluppo economico ed ordinamentale per i lavoratori pubblici, visto il
blocco dei contratti e delle stesse retribuzioni.
Inoltre, per la prima volta, l’accordo ha
previsto forme di compensazione economica per coloro non avranno il passaggio
economico (maggiori quote di salario
aziendale). La vicenda del pizzo – il 10 %
che l’agenzia pretese di trattenere in capo
ai direttori regionali, proprio per la sua palese iniquità – ci spinse a non firmare in
prima battuta e a sottoporre l’accordo
prima al nostro Consiglio Direttivo Nazionale (oltre 30 dirigenti sindacali provenienti da tutte le regioni d’Italia) e poi a
referendum tra i nostri iscritti.
Una scelta che rifaremmo e che è stata
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AGENZIE FISCALI
ENTRATE
l’unica forma di democrazia praticata.
Per lanciare il referendum, tra l’altro, inviammo dei notiziari nei quali si sottolinevano gli aspetti positivi ma soprattutto
quelli potenzialmente negativi della procedura. Ci sarebbe piaciuto un referendum fatto da tutti i sindacati con tutti i
lavoratori ma poiché le posizioni erano
già chiare e delineate non vedevamo perché fare scegliere la nostra linea anche
agli iscritti a quei sindacati che avevano
preso le loro scelte, in positivo e in negativo, senza consultare i propri iscritti.
I nostri associati si pronunciarono per il si
alla firma dell’accordo con una percentuale di oltre il 65 per cento e ci invitarono
a sottolineare la nostra contrarietà al 10
per cento scelto dai direttori regionali,
cosa che abbiamo puntualmente fatto con
una nota all’accordo.
La stessa USB, evidentemente timorosa
dei possibili risultati, anziché fare un referendum con la domanda secca (bisogna
firmare o no l’accordo?) scelse la via di
un fumoso sondaggio di gradimento.
Questo solo per ribadire che noi la democrazia la pratichiamo, non prendiamo le
decisioni in quattro!
E veniamo ai giorni nostri: quello che sta
succedendo, sia nella gestione del 10 per
cento di “pizzo”, sia per la valutazione dei
titoli, sia per l’esiguo numero dei posti che
qualcuno sta spacciando per il frutto dell’accordo sindacale è esattamente il contrario cioè la violazione da parte
dell’agenzia di quell’accordo.
E proprio per questo la FLP – sinora da
sola – ha chiesto (lo ha fatto anche prima)
l’interpretazione autentica dell’accordo e
chiede che venga reso pubblico e moti-
News
vato il giudizio per i “prescelti” dai direttori
regionali, come previsto dal punto 3.3 dell’accordo sindacale.
Inoltre abbiamo già chiesto (vedi notiziario FLP Finanze n. 31) l’applicazione dell’accordo di programma per lo
scorrimento delle graduatorie che, caso
strano, l’USB e la CGIL hanno firmato all’agenzia del Territorio e delle Dogane ma
non all’Agenzia delle Entrate.
È chiaro che sia il superamento delle interpretazioni unilaterali sui titoli sia lo
scorrimento delle graduatorie possiamo
chiederle noi che abbiamo firmato l’accordo che ha fatto ripartire i passaggi e
non coloro che non lo hanno firmato ma si
sono (e continuano) a limitarsi alle chiacchiere o alle raccolte di firme, populistiche
e demagogiche.
Insomma, le cose stanno diversamente
da quanto vorrebbe far credere.
Siamo come FLP pronti a dare battaglia
per allargare da subito il numero dei posti
tramite lo scorrimento delle graduatorie,
depotenziando altresì le “castronerie” perpetrate da molti direttori regionali. Noi, nonostante le balle e le manipolazioni degli
altri, forti del consenso di cui godiamo,
per il bene dei lavoratori e per la riuscita
della vertenza siamo non solo disponibili
ad unire le forze, ma proponiamo la ripresa di un percorso unitario con tutti coloro che saranno disponibili, senza
cedimenti, a battersi per il riconoscimento
dei diritti e delle aspettative dei lavoratori
e delle lavoratrici .
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AGENZIE FISCALI
DOGANE
News
PASSAGGI ENTRO E TRA LE AREE, LE AZIONI DELLA FLP FINANZE
Scorrimento delle graduatorie, periodo di prova e definizione dei passaggi
economici.… e alla fine una querela a chi ci diffama ...
P
rima delle RSU fuoco e fiamme –
che a parole tutti i sindacati hanno
fatto – dopo, bisogna avere il coraggio di continuare a difendere i lavoratori, contrastando i comportamenti (o le
omissioni) delle amministrazioni senza
voti in ballo, semplicemente perché è nostro dovere farlo.
E qui purtroppo restiamo ancora una
volta da soli ma speranzosi che altri si vogliano aggiungere alle nostre azioni
anche se sappiamo che il coraggio chi
non ce l’ha non se lo può dare !
Così elenchiamo quanto stiamo facendo
in questi giorni all’Agenzia delle Dogane:
Scorrimento Graduatorie passaggi tra le
aree: il tempo passa ed i buoi stanno per
scappare e quindi se non chiudiamo le
stalle ci sarà poi poco da fare.
Eh, già. Perché sta per concludersi la
procedura di mobilità intercompartimentale, i posti in organico vacanti di terza
area non sono tantissimi e l’unica scusa
sinora addotta dall’Agenzia per temporeggiare è stata l’autorizzazione ad assumere che mancava.
Solo che nei giorni scorsi sono state prorogate le autorizzazioni ad assumere,
anche a parziale copertura del turn-over,
con il decreto mille proroghe e quindi c’è
la necessità di scorrere le graduatorie
fino a che ci sono posti disponibili e comunque prima della mobilità intercompartimentale.
La FLP Finanze ha quindi riscritto all’Agenzia chiedendo un incontro urgente
sull’argomento (la nota la trovate in allegato al notiziario) e se non basterà è
pronta anche a provare la via legislativa
attraverso contatti già presi con l’autorità
politicaNoi comunque lo ribadiamo sul
punto una proposta organica e precisa ce
l’abbiamo.
Proposta che deve essere discussa e definita al più presto, prima che l’Agenzia
adotti il piano di assunzioni e di copertura
delle carenze. Attualmente secondo
quanto dichiara l’Agenzia sulla base del
proprio fabbisogno organico vi sono all’incirca 455 posizioni carenti da ricoprire
all’interno della terza area, al netto di
quelli destinati alla mobilità da altre amministrazioni.
Posizioni distinte per direzioni regionali,
interregionali e centrali.
Noi riteniamo che la mobilità intercompartimentale abbia nel frattempo soddisfatto il requisito richiesto dalla norma e
dal contratto rispetto all’utilizzo del doppio sistema di reclutamento dall’interno e
dall’esterno e quindi che i posti attualmente disponibili debbano essere prioritariamente ricoperti mediante lo scorrimento delle graduatorie regionali degli
idonei dalla procedura a 550 posti fino
alla copertura di tutte le carenze.
Periodo di prova passaggi dalla II alla III
area: ricordate? Tutti a indignarsi per l’ingiustizia di dover fare un periodo di prova
che nessun contratto prevede (anzi lo
esclude) ma poi nient’altro che le chiacchiere. Noi, siccome non ci arrendiamo e
lo abbiamo detto, nei giorni scorsi abbiamo prodotto una richiesta di interpretazione autentica all’ARAN perché, come
è nostro costume, quando non ci si mette
d’accordo non accettiamo soprusi. Noi il
contratto lo abbiamo scritto e sapevamo
quello che scrivevamo, l’Agenzia delle
Dogane manco c’era e quindi non può interpretare i contratti a suo piacimento. La
richiesta è allegata al presente notiziario;
Passaggi economici: anche qui, ci troviamo in una fase di stallo ormai inaccettabile.
Come avevamo già scritto
l’agenzia ha chiesto tempo fino a fine
mese per proporre soluzioni. Fine mese
però è arrivato e allora abbiamo deciso di
sollecitare un incontro per procedere finalmente agli inquadramenti del personale nelle nuove posizioni economiche in
base alle graduatorie degli anni 2007 e
2008 e provvedere così a far partire la
procedura relativa all’anno 2010.
A chi dice che comunque oltre alla questione ricorsi vi sarebbe pure la problematica degli ex aequo ad impedire
l’inquadramento nelle nuove fasce economiche rispondiamo che è possibile riconoscere il passaggio a chi non è in
alcun modo interessato alla parità del
punteggio, facendo svolgere, da subito,
la prova per gli ex aequo, riconoscendo
ovviamente alla fine del percorso comunque la decorrenza spettante.
Diffamazione della FLP Finanze e querela: nel frattempo qualcuno ha pensato
bene di cercare di buttar fango sulla FLP
in periodo elettorale senza ovviamente
metterci la faccia. Un sedicente comitato
denominato CLAS ha scritto, tra l’altro,
che la FLP avrebbe rinunciato a far annullare il concorso di passaggio tra le
aree in cambio del passaggio del proprio
Coordinatore nazionale Roberto Sperandini. Ora, chi ci conosce - e chi soprattutto
conosce il livello di dirittura morale e la
trasparenza di Roberto Sperandini – può
solo farsi una risata di fronte a queste accuse.
Ma l’inconsistenza delle accuse è provata
dal fatto che la FLP non ha mai avuto l’intenzione di far annullare la procedura di
passaggio tra le aree perché saremmo
andati contro i lavoratori
Ciò che abbiamo fatto è tutelare le prerogative sindacali e non tanto per affermare
un potere quanto perché altrimenti i dirigenti, soprattutto a livello locale, avrebbero fatto quello che piaceva e pareva
loro. Abbiamo vinto due gradi di giudizio e
riaffermato il diritto alla concertazione dei
criteri, la concertazione si è svolta e se i
criteri non sono stati cambiati è stato per
la volontà dell’Agenzia che ha riaffermato
in quella sede le sue idee e la tiepidezza
degli altri sindacati. Detto questo non
c’era altro che, pur volendo, avremmo potuto fare. Perché come è noto la concertazione non è contrattazione ed alla fine
del percorso se non si raggiunge l’accordo l’amministrazione può proseguire
con la sua proposta iniziale ….
Anzi, no, qualcosa l’abbiamo fatta: abbiamo provveduto a sporgere la querela
che troverete allegata al notiziario contro
gente che non ha il coraggio nemmeno di
lanciare le accuse a viso aperto. Leggendola, capirete anche voi l’inconsistenza
delle accuse rivolte alla FLP.
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COMPARTO MINISTERI
News
DIFESA
IL PROBLEMA E’ EMERSO NELLA RIUNIONE A SEGREDIFESA PER
IL REIMPIEGO DELL’EX DIFESAN
PROCEDURA EX L.183 PER I REMPIEGHI? NO, GRAZIE!
S
i è tenuta a Segredifesa una riunione a tavoli uniti con le OO.SS.
nazionali che ha avuto per oggetto
il reimpiego del personale della soppressa ex Direzione Gen. per la Sanità
militare.
Come si ricorderà, dopo il primo taglio
operato dall’art. 74 della Legge
6.08.2008, n. 133 che avevano portato
alla soppressione di Teledife e alla cancellazione di 4.319 posizioni organiche di
area 2^, una situazione analoga si era riproposta con la legge 26.02.2010, n. 25,
che si è poi tradotta, con il DPR
15.12.2010, n. 270, nell’ abbattimento di
ulteriori n. 3.840 posizioni civili non dirigenziali, ancora di area 2^, e nella soppressione di quattro Direzioni Generali
Tecniche, Terrarm, Navarm e Armaereo
e appunto Difesan, i cui compiti sono
stati attribuiti in parte a Stato Maggiore
Difesa e in parte a Commiservizi.
La riunione di oggi era dunque finalizzata
alla definizione del piano di reimpiego dei
56 dipendenti dell’ex Difesan, una parte
dei quali dovrebbero trovare collocazione
in UGESAN e Commiservizi (dot. organ.
rispettivamente di n. 15 e 6 unità) e
un’altra parte in altri Enti della Difesa
della sede di Roma.
Diciamo subito che la riunione ha avuto
un carattere essenzialmente interlocutorio e che il confronto con le Parti sociali
proseguirà nel corso del prossimo incontro che prevediamo venga fissato entro
un paio di settimane.
Ma dalla riunione odierna è emerso un
problema di enorme rilevanza politica
che potrebbe avere ricadute estremamente pesanti sul piano più generale, e
peraltro proprio alla vigilia della complessa fase che si andrà presto ad aprire
nella Difesa in conseguenza del prossimo riordino in senso riduttivo dello strumento militare e del preannunciato taglio
di 10.000 posti civili.
Il problema è questo: Segredifesa ha comunicato che intende procedere al reimpiego del personale civile dell’ex Difesan
con le modalità previste dall’art. 16 della
Legge 12.11.2011, n. 183 (c.d. legge di
stabilità 2012), che ha riscritto l’art. 33
del D. Lgs. 165/2001 in materie di eccedenze del personale e sui cui contenuti
abbiano riferito nel nostro Notiziario n.
131 del 10.11.2011, a cui si rinvia.
Ove così avvenisse, la novità sarebbe
davvero notevole, in quanto l’operazione
di reimpiego non sarebbe più frutto del
confronto negoziale tra le Parti, ma di
scelte comunque unilaterali dell’Amministrazione. Questo significherebbe cancellare di fatto, per questa parte, il
contratto integrativo della Difesa, e la
cosa creerebbe indiscutibilmente un precedente pericolosissimo, con riflessi possibili e prevedibili anche in ordine ai
prossimi reimpieghi, che immaginiamo
saranno numerosi alla luce del “progetto
Di Paola”.
Per quanto ci riguarda, sul punto in questione, la pensiamo in modo completamente diverso da Segredifesa: a nostro
avviso, infatti, l’art. 16 della Legge 183
non è applicabile al reimpiego di Difesan,
come peraltro a nessun reimpiego, e
pensiamo che sia anche pericoloso di
questi tempi configurare un reimpiego
come eccedenza. In materia di reimpiego, e quello dell’ex Difesan lo è, mantiene a nostro avviso piena validità la
procedura prevista dal CCNI Difesa
6.7.2000, cosi come successivamente integrata con accordo sul tavolo politico
(procedura semplificata e procedura contrattuale). E’ un paletto per noi innegoziabile, e vogliamo immaginare lo sia
anche per tutte le altre OO.SS. della Difesa.
Per quanto ci riguarda, dunque, il pros-
simo confronto con Segredifesa ripartirà
proprio da qui: se in quella sede il Segretariato dovesse confermare questa
sua posizione, è chiaro che per noi si
aprirà un enorme problema di ordine politico che non potrà che essere rimesso
al tavolo politico, fermo restando le eventuali azioni di contrasto e di tutela che
prevediamo sin da ora di attivare nelle
opportune Sedi.
Vi terremo ovviamente informati degli sviluppi del confronto con Segredifesa, che,
per tutto quanto sopra riferito, assume
una importanza che va ben al di là del
reimpiego della stessa ex Difesan.
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DIFESA
News
LETTERA APERTA ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI CIVILI DELLA DIFESA
C
ara collega, caro collega, come dipendenti civili, viviamo da tempo
una condizione di disagio, che
rappresenta la triste eredità di un lungo e
interminabile processo di ristrutturazione
avviato a metà degli anni novanta dal Ministro Andreatta e dal prof. Zaragoza con
il consenso di CGIL-CISL-UIL, e i cui
guasti sono tuttora sotto i nostri occhi: in
“area industriale”, una situazione di
estrema sofferenza produttiva di quasi
tutti gli Enti (Arsenali, Poli, Enti AID) e, in
alcuni casi, di una caduta verticale delle
lavorazioni; in “area operativa” e “centrale”, centinaia gli Enti soppressi o riorganizzati in chiave riduttiva con migliaia
di lavoratori reimpiegati; infine, significative riduzioni nelle attività di lavoro di
molti Enti, anche in relazione alle massicce esternalizzazioni che hanno costituito una delle scelte portanti del modello
di ristrutturazione adottato, e che ora si
comincia finalmente a mettere in discussione.
Un complesso di problemi gravi ed irrisolti, dunque, ai quali si sono aggiunte le
tristi eredità delle scelte politiche di questi ultimi anni: in primo luogo, il tiro al bersaglio a cui siamo stati sottoposti come
lavoratori pubblici (blocco dei contratti;
pesante contrazione dei fondi di produttività; blocco delle retribuzioni fino a tutto il
2014; penalizzazioni sui trattamenti di
fine rapporto e previdenziali; una miriade
di norme penalizzanti; tagli di migliaia di
posizioni nelle dotazioni organiche, e
l’elenco potrebbe continuare ancora); in
secondo luogo, le tristi ricadute della c.d.
“riforma Brunetta” che hanno ridotto ai
minimi termini le relazioni sindacali, posto
in capo al Dirigente un potere smisurato
e in alcuni casi mal gestito, e introdotto
quell’autentico capolavoro che è stato il
“sistema premiale”, che nella Difesa si è
concretizzato nella Direttiva ministeriale
del 23.12.2010 sulla performance individuale, oggi opportunamente sospesa e
differita sine die anche per il decisivo
contributo arrecato dal nostro ricorso al
TAR; infine, i ripetuti tagli lineari di Tremonti, che hanno prodotto lo spolpamento della nostra Amministrazione che
ha subito un taglio del 30% delle risorse
finanziarie disponibili, mettendo in ginocchio i nostri Enti che faticano oggi a far
fronte alle più elementari esigenze. E, in
questo quadro di situazione certo poco
edificante, si innnestano le scelte della
nostra Amministrazione che ha lasciato
irrisolti molti problemi (1^area, per es.) e
che si appresta ora a nuove e pesanti
sforbiciate e a tagliare nei prossimi anni
ben 10mila posti di lavoro.
Rispetto a questo stato di cose, va detto
che un contributo importante lo hanno
certamente fornito CGIL, CISL e UIL nazionali della Difesa che, invece di mettersi alla testa del movimento sindacale
e di diventare protagonisti di una forte e
unitaria azione sindacale di contrasto,
hanno preferito rifugiarsi in questi anni
sui tavoli separati, richiesta riproposta
solo qualche settimane fa al nuovo vertice politico del Ministero e proprio nei
giorni in cui i media erano pieni di notizie
sugli intenzioni del Governo di operare
una forte riduzione del sistema Difesa e
di tagliare migliaia di posti di lavoro. Una
scelta suicida, che indebolisce l’azione
sindacale complessiva e la polverizza in
più rivoli, e fa comprendere come, per
CGIL-CISL-UIL, la controparte non sia
l’Amministrazione ma le altre sigle sindacali, in primo luogo FLP DIFESA, che
rappresenta di gran lunga l’ O.S. autonoma più consistente, che deve essere
isolata anche per quel suo pericolosissimo vizietto di informare i lavoratori su
tutto quello che succede nella Difesa.
Di fronte a questo quadro di situazione e
ai prevedibili e preoccupanti scenari futuri, occorre invertire decisamente la
marcia e imboccare strade diverse, e per
le cui prospettive il risultato che uscirà
dalle urne l’8 marzo p.v. non sarà certo
indifferente.
Un risultato elettorale che dovesse premiare ancora una volta CGIL-CISL-UIL
produrrebbe una sicura continuità di
scelte anche per gli anni a venire, per
come peraltro è accaduto in questi anni,
al di là dei Ministri di diverso colore politico che si sono succeduti in via xx Settembre.
Viceversa, un risultato elettorale che dovesse premiare le liste FILP verrebbe
letto come un atto di sfiducia palese e di
forte presa di distanza nei confronti di
quelle scelte, e costituirebbe pertanto il
miglior viatico per cambiare strada e per
raggiungere gli obiettivi che i lavoratori civili della Difesa sollecitano.
Cara collega e caro collega, ti chiediamo
pertanto di andare a votare, e di votare
la lista FILP per dare forza e gambe alle
richieste che facciamo da tempo: un deciso cambiamento di rotta verso un diverso modello di ristrutturazione che
rivitalizzi l’esistente, riduca al minimo le
esternalizzazioni, recuperi occasioni di
lavoro e investa nella valorizzazione
delle professionalità civili; che affronti e
risolva i problemi che ci trasciniamo da
tempo, come le eccedenze di area 1^ e le
inaccettabili disparità di trattamento rispetto al personale militare, indennità di
campagna in primo luogo; che garantisca
impegni chiari e risorse adeguate per
nuove assunzioni, per la formazione, per
la messa in sicurezza delle infrastrutture
e per la prevenzione dei rischi sui posti di
lavoro.
Cara/o collega, siamo certi che questa
volta il tuo voto sarà decisivo per aprire
una fase nuova e diversa fase, per dare
più forza, un ruolo decisamente maggiore e prospettive più positive per il personale civile della Difesa, che è stato
ingiustamente penalizzato nel corso di
tutti questi anni.
Un voto alla lista FILP è un voto che
serve a garantire questa nuova e diversa
direzione di marcia; un voto alla lista FILP
è un voto che pesa davvero, per cambiare questo insopportabile stato di cose
che ci trasciniamo oramai da tanti anni!
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DIFESA
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RELAZIONE DEL MINISTRO SUI PROVVEDIMENTI DI RIORDINO DELLE FF.AA
L
’art. 3, comma 3, D. Lgs. 28.1.1997, n.
464, confluito nell’art. 12, comma 2,
del Codice dell’Ordinamento militare recepito con D. Lgs. 15.03.2010, n.
66, prevede che annualmente il Ministro
relazioni al Parlamento in merito allo
stato di avanzamento del processo di
riordino delle Forze Armate.
Per quanto sopra, il Ministro Di Paola, ha
presentato in data 31 gennaio u.s., la
“relazione” di che trattasi, che alleghiamo
in copia al presente Notiziario per l’utile
conoscenza dei colleghi interessati.
I provvedimenti di riordino adottati nel
corso del 2011 hanno riguardato Esercito, Aeronautica e Arma dei Carabinieri,
e il relativo dettaglio è riportato, per ciascuna delle tre Forze armate, nella
“scheda A” allegata alla relazione, che è
articolata in due parti, “soppressioni” e
“riorganizzazioni”. La “scheda B” riporta
invece, solo per Esercito ed Aeronautica,
il dettaglio dei provvedimenti di futura attuazione. Notiamo, a tal riguardo, che tra
di essi, non sono ricompresi i provvedimenti di soppressione dei Centri Documentali (ex Distretti Militari) dell’ Esercito
conviventi nella stessa infrastruttura del
sovraordinato CME (e dunque i CEDOC
di Trento, Padova, Perugia, Napoli, Potenza -Ufficio Documentale, Bari e Catanzaro), che dunque ne avrebbe
assorbito le competenze in materia documentale, la cui data di attuazione era
inizialmente prevista entro il 30 settembre 2011 alla quale poi non si è data esecuzione.
Come si ricorderà dalla lettura del nostro
Notiziario n. 15 del 31 gennaio u.s., in risposta ad una nostra lettera che chiedeva di sapere se la mancata attuazione
preludesse in un qualche modo ad un ripensamento del disegno ordinativo, lo
SME-RPGF aveva risposto che il ritardo
nei tempi di attuazione dei provvedimenti
di soppressione di quei Centri Documentali fosse riconducibile solo ad un ritardo
nella promulgazione del relativo Decreto
Ministeriale, posto che “rimangono invariati gli intendimenti progettuali e la tempistica” relativi al riordino dell’area
territoriale dell’Esercito. Ci si chiede allora: come mai, tra i provvedimenti di futura attuazione inseriti nella “scheda B”
allegata alla relazione del Ministro, non si
fa per nulla cenno alla data di esecuzione
dei provvedimenti che interessano i
CEDOC?
Azzardiamo una possibile spiegazione:
l’Amministrazione sta attualmente lavorando intorno al progetto di riduzione
dello strumento militare presentato dal
Ministro Di Paola, di cui abbiamo ampiamente riferito nei nostri precedenti Notiziari n. 24 del 15 e n. 26 del 16 febbraio
uu.ss.: tenuto conto che nella relazione
del Ministro (pg. 12, primo capoverso) si
fa espresso riferimento alla necessità di
contrarre la presenza territoriale delle
FF.AA., è possibile che i provvedimenti
dei CEDOC rientrino nel calderone generale. Verificheremo a breve se la spiegazione da noi avanzata risponderà al
vero.
Nella relazione del Ministro non si fa invece alcun accenno a provvedimenti ordinativi di interesse della Marina, perché
non ne sono previsti. Questo però non significa che la Marina non stia pensando
a nuovi provvedimenti: nel corso di un
suo intervento in data 12 dic. u.s., il
Capo di SMM ha affermato che “sono allo
studio alcune ipotesi che prevedono la
chiusura dei Dipartimenti di Cagliari e Ancona e l’eventuale riorganizzazione dei
Dipartimenti di Taranto e La Spezia per
la costituzione di due unici Comandi territoriali, uno in area settentrionale ed uno
in area Meridionale” cui “si affiancherebbe un Comando Capitale rivisitato
anche nelle dimensioni” e “ un contestuale incremento delle funzioni svolte
dalle varie Maribase esistenti che assicurerebbero la presenza e la rappresentatività della F.A. sul territorio”.
Immaginiamo che anche questi intendimenti passeranno al vaglio del Ministro e
potrebbero rientrare nel quadro complessivo di riordino: anche per questo attendiamo di essere convocati, come il
Ministro ha promesso su nostra richiesta,
per conoscere più da vicino le linee operative del nuovo riordino.
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DIFESA
IN PERCENTUALE, VIAGGIAMO VERSO UN DATO MEDIO NAZIONALE DEL 13 %
SUCCESSO DELLE LISTE FILP NELLA DIFESA
I
risultati del voto del 5, 6 e 7 marzo per
le elezioni RSU, non ancora completi
ma per quanto ci riguarda già consolidati, hanno visto, nel complesso, il successo delle liste FILP, pur nel contesto di
situazioni certamente diverse e differenziate. Cresciamo sia in numeri che in
percentuale nel dato nazionale, consolidando ed in molti casi rafforzando la nostra presenza nella gran parte degli Enti
dove abbiamo presentato le liste, anche
con punte di autentica eccellenza in alcune Regioni e in alcune Città. Anche
negli Enti dove ci presentavamo per la
prima volta, registriamo nel complesso
una significativa affermazione.
Al momento in cui scriviamo, sulla base
dei dati già in nostro possesso, sappiamo di aver incrementato il numero già
ragguardevole dei voti riportati nella tornata elettorale del 2007 (3018) di ulteriori
500 voti circa, pari a oltre 15% in più, e
questo pur in presenza di una consistente riduzione del corpo elettorale
(4.500 elettori in meno circa) e di una minore partecipazione al voto. Le nostre attuali previsioni ci attestano su un dato
nazionale complessivo intorno al 13%,
calcolato sulla base di una proiezione
che ricomprende tutte le sedi RSU, e
dunque anche quelle in cui non abbiamo
presentato nostre liste. Tenuto conto dei
dati in nostro possesso e anche di quelli
di tendenza generale che emergono e
che farebbero registrare perdite elettorali
anche cospicue da parte di altre liste,
dalle urne FILP esce di sicuro come la
sigla che in Difesa ha rafforzato la propria presenza già importante (come FLP)
e raccolto ancor più consenso elettorale.
Non è poco, decisamente, per un sindacato autonomo che deve affrontare la
competizione elettorale in condizioni ben
diverse dalle OO.SS. che vanno per la
maggiore. Sappiamo tutti come, ogni
giorno, in ogni Ente della Difesa di ogni
territorio, ci troviamo a confrontarci e a
competere con Organizzazioni Sindacali
(il riferimento è in particolare a CGIL,
CISL e UIL) molto più robuste della nostra, che mettono in campo risorse, strutture, apparati e mezzi enormemente
superiori ai nostri e che occupano stabilmente spazi rilevanti nei media, cosa che
in campagna elettorale si traduce in pubblicità e voti. Di contro, FILP ha dovuto
affrontare la sfida elettorale affidandosi
solo alla propria capacità di parlare direttamente ai lavoratori-elettori attraverso i
propri scritti e le centinaia di assemblee
fatte negli Enti della Difesa. Se a questo
quadro, si aggiungono poi le difficoltà oggettive connesse alla presenza in competizione elettorale di un nuovo e non
ancora conosciuto logo (FILP), possiamo dire di essere andati al di là di ogni
pur ottimistica previsione.
Il positivo risultato elettorale dimostra
dunque che c’è uno spazio di iniziativa e
di consenso per FILP, e soprattutto che
questo spazio può ancora accrescersi significativamente! Per questo obiettivo, lavoreremo!
Ovviamente, non possiamo nasconderci
dietro il paravento del positivo risultato
complessivo nazionale per negare che in
alcune realtà locali si sono evidenziate
delle sofferenze in termini di voti, in alcuni casi anche gravi ed importanti come
in alcuni Enti centrali e in alcune Città,
che andranno analizzate in profondità e
affrontate rapidamente per promuovere
e rilanciare una nostra più forte presenza
anche in quelle realtà.
Nel complesso, però, esprimiamo piena
soddisfazione per il risultato ottenuto,
che è certamente frutto del lavoro e dell’impegno di tutti i nostri dirigenti e candidati, ai quali va per questo il più sincero
“grazie” da parte di tutta la nostra O.S..
E’ su questo impegno e su questo lavoro
che abbiamo costruito il positivo risultato
elettorale, ed è da essi che è scaturita la
fiducia che ci hanno accordato migliaia di
lavoratori. A chi ci ha votato, dunque, il
nostro più sentito “grazie”, con il rinnovato impegno da parte nostra, già a partire da oggi, di continuare a lavorare per
raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati:
dare più forza, un ruolo qualitativamente
superiore e prospettive future più positive
per le lavoratrici e i lavoratori civili.
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GIUSTIZIA
Buonuscita TFS-TFR dal 1.1.2011
2° puntata: Precisazioni e…convulsioni elettorali?
di Raimondo Castellana e Piero Piazza
D
opo l’emissione del Notiziario n. 5
del 21 febbraio 2012, corre l’obbligo da parte del Dipartimento
Politiche Previdenziali ed Assistenziali
FLP, di fare il punto della situazione e ribadire che, l’iniziativa suggerita degli atti
di diffida, interessa anche i colleghi assunti a partire dal 1 gennaio 2001, poiché
anche se gli stessi sono già in regime di
TFR - Trattamento di Fine Rapporto e
quindi hanno già un’altra regolamentazione
(accordo quadro 29.7.1999 e DPCM del
20.12.1999) sono attualmente assoggettati
alla ritenuta del 2,50% sull'80% della retribuzione.
E quindi diventa interessante, anzi trainante anche per i precedenti giurisprudenziali che va a creare, la sentenza non
definitiva del TAR di Reggio Calabria allegata al Notiziario n. 5.
Convinti della bontà delle nostre argomentazioni, la cosa che ci colpisce, è la
cagnara ed il polverone che si è sollevato.
Si vede che è tempo di campagna elettorale... ma la UIL sta facendo come noi le
diffide.
La CISL di Venezia, con comunicato del
22.02.2012, fa un excursus della normativa, ma si rassegna al fatto che dobbiamo subire questa rivalsa indebita,
forse perché, all'epoca l'ha condivisa
con Brunetta?
La UGL Intesa sta preparando le diffide, diffondendo un parere legale del 27.02.2012
che riprende proprio la nostra impostazione.
Il Ministero dell'Economia e Finanze con
Messaggio 29/2012, fa il punto della situazione e, premesso che il predetto art.
12 comma 10 della legge 78/2010 per
l'indennità di fine servizio - TFS ( per i colleghi assunti prima del 01.01.2001), nulla
ha variato, se non il computo delle quote
della medesima indennità relative alle annualità successive al 2010, ribadisce che
per il personale assunto dopo il 2001, in
regime di TFR, mentre da un lato la normativa prevede che la contribuzione del
2,5% a carico del lavoratore non è dovuta, dall'altro stabilisce che in ogni caso
resta immutata la retribuzione netta percepita. Alla fine conclude di non aver
avuto istruzioni dall'INPDAP, per non applicare le ritenute...ma a questo punto
sorge il dubbio? chi comanda?
...L'INPDAP?
La CGIL, in data 24.2.2012, a firma Vincenzo Di Biasi, si scaglia contro i Sindacati che hanno condiviso dapprima
questa riforma del trattamento di fine servizio e adesso, in piena campagna elettorale, patrocinano le diffide. In effetti, a
prescindere dalla precisazione per il personale interessato, cioè quello assunto
dopo il 1.1.2001, la CGIL fa una difesa
d’Ufficio, preoccupandosi di aspetti fiscali,
che per la FLP sono soltanto successivi
e conseguenziali al fatto sostanziale: non
pagare più questa ritenuta del 2,5%.
Ma la cosa comica è che qualche dirigente sindacale CGIL invia ai propri
iscritti il documento della CGIL nazionale,
unitamente ai fac-simili delle diffide… invitandoli, comunque a presentare l'atto
di diffida…
Evidentemente non si sentono sicuri?
Per la cronaca... anche Il Messaggero, in
data 28.02.2012, ed Il Tempo del
01.03.2012, quotidiani romani, dichiarano
illegittima la trattenuta del 2,5% sull'80%
della retribuzione.
Noi riteniamo di essere dalla parte della
ragione e non solo, non dobbiamo pagare
mensilmente dal 2011 la rivalsa del
2,50% sull’80% della retribuzione, e
quindi chiediamo la restituzione per le
quote illegittimamente ritenute mensilmente finora, ma rivendichiamo, come
abbiamo già fatto da un anno a questa
parte, che, non solo l'80% della retribuzione, ma il 100% della retribuzione e dei
compensi accessori vada a far parte del
coacervo assoggettato al 6,91% per determinare l'annualità ai fini del TFS.
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GIUSTIZIA
GEOGRAFIA GIUDIZIARIA!
MOBILITIAMOCI!
di Raimondo Castellana e Piero Piazza
I
l nove marzo 2012 ha avuto luogo l’incontro tra l’amministrazione Giudiziaria
rappresentata
dal
Capo
Dipartimento Dott. Luigi Birritteri e dal
Vice Capo Dipartimento dott. Mele con le
OO.SS., come da convocazione del 24
febbraio 2012 prot. n.119/2/287/MM/PM/I
con all’ordine del giorno “...Riorganizzazione e distribuzione sul territorio degli
Uffici Giudiziari” , così come richiesto
dalla FLP in una nota inviata al Ministro
Guardasigilli.
Il Capo Dipartimento ha introdotto i lavori
comunicando che su tale questione, è in
attesa di conoscere il parere del CSM e
delle competenti commissioni parlamentari, le quali, come è noto, potrebbero
aprire qualche modifica interessante (che
sarebbe il caso di caldeggiare).
Solo dopo infatti l’acquisizione di tali pareri, che hanno valore consultivo, il Consiglio dei Ministri potrà prendere le
decisioni definitive.
Nel frattempo ha quasi terminato il suo lavoro il gruppo di lavoro costituito “ad hoc”
per esaminare tecnicamente i parametri
medi sulla base dei quali valutare gli uffici
dei Giudici di Pace, delle Sezioni distaccate dei Tribunali, nonché di qualche
sede di Tribunale che non può a priori
considerarsi estranea ad un’eventuale
soppressione, nel rispetto tuttavia del
principio di mantenere almeno 3 Tribunali
per ciascun distretto di Corte di Appello e
di non sopprimibilità di quei Tribunali che
insistono nelle città capoluogo di provincia. E’ comunque evidente che la scelta
di individuare le realtà da sopprimere non
potrà dipendere solo dalle cifre che esprimono i carichi di lavoro, dovendosi necessariamente tener conto anche di altri
parametri legati alle caratteristiche sociali, economiche, culturali e criminali
delle specifiche realtà locali.
Per quanto riguarda gli uffici dei Giudici
di Pace, il Capo Dipartimento ha ritenuto
che la loro soppressione non potrà che
essere trattata contestualmente alla questione delle Sezioni distaccate dei Tribunali, fermo restando quanto previsto dalla
legge delega che al riguardo si prefigge
di realizzare economie di bilancio che, a
nostro parere, sono assai irrisorie ed il
costo in questo caso che verrebbe pagato è ben maggiore di quanto si pensa
di ottenere e di risparmiare.
Resta ovviamente in campo l’ipotesi di rilevare il servizio da parte di quei Comuni
che fossero interessati a mantenere nei
propri territori tale forma di giustizia vicina
ai cittadini.
Per quanto invece riguarda le Sezioni di-
staccate, l’amministrazione è del parere
che esse costituiscano un modello superato ed un esempio di scarsa efficienza
organizzativa.
La FLP ha rappresentato la forte preoccupazione delle lavoratrici e dai lavoratori
degli uffici del Giudice di Pace e delle sezioni distaccate dei Tribunali, criticando la
posizione della parte pubblica che nei
fatti, ha trasformato la necessità di dar
luogo ad una razionalizzazione della realtà geografica-giudiziaria, in una indiscriminata eliminazione di qualunque
realtà periferica, allontanando in questo
caso la certezza della Giustizia dall’effettivo bisogno dei cittadini in una chimera
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di fatto sempre meno praticabile e raggiungibile.
La FLP ha ribadito con forza che l’Amministrazione condividesse il principio di
procedere su tale delicata questione, non
in modo autoritativo, ma in maniera condivisa.
Sarebbe infatti un errore trattare la partita
della geografica giudiziaria e quella della
mobilità agendo unilateralmente e solo
per legge, piuttosto che cercando di trovare degli accordi, dopo aver contrattato,
con le OO.SS. su tali materie, ed eventualmente utilizzando anche lo strumento
emendativo della norma.
La FLP ha inoltre chiesto che l’Amministrazione della Giustizia si impegni ad investire di più sul personale in materia di
nuove assunzioni, (chiaramente con ingresso dalla fascia economica iniziale di
Area) di valorizzazione delle risorse
umane, di incentivi economici (indennità
di trasferimento) e di altri riconoscimenti
al personale, come per esempio la reintroduzione dell’indennità di sportello già
richiesta dalla FLP a partire dal 2010. In
mancanza di segnali certi su tali richieste,
non si potrà che valutare negativamente
l’azione dell’Amministrazione.
Il Capo Dipartimento dopo avere ascoltato le osservazioni e le richieste delle
varie OO.SS., ha accettato la proposta
della FLP di trovare un accordo sulla materia della mobilità del personale che verrebbe coinvolto dai processi di
soppressione di sedi, dichiarandosi favorevole a regolamentare i criteri per gestirla, inserendone di nuovi e non
escludendo di nuovi a priori l’uso di incentivi economici.
In questo senso ha già fissato per il prossimo 21 marzo un tavolo negoziale dedicato alla mobilità del personale e subito
dopo, fissando tre successivi incontri per
l’approfondimento delle realtà giudiziarie:
- il 3 aprile per il centro Italia (Toscana,
Umbria,
Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna),
- il 12 aprile per le regioni del Nord Italia;
- il 17 aprile per le regioni del Sud e isole.
Inoltre abbiamo sollecitato il pagamento
del FUA 2010 (….pochi spiccioli) che il
personale sta tutt’ora aspettando, in ordine al quale abbiamo chiesto che l’Amministrazione si attivi per porre fine a
GIUSTIZIA
questo ingiustificato ritardo.
Riteniamo quindi del tutto inaccettabile
che al riguardo l’Amministrazione si trinceri dietro l’indisponibilità di fondi, costituendo la difesa dei diritti patrimoniali dei
lavoratori della Giustizia un dovere irrinunciabile per la nostra azione sindacale.
Sin da adesso la FLP è disponibile a costituire le varie delegazioni di studio con-
News
sultive per i giorni su indicati con tutti i colleghi che vorranno partecipare presso
l’aula Livatino del Ministero, al calendario
di incontri.
Si chiede inoltre di far pervenire indicazioni suggerimenti, situazioni particolari e
quanto conducente alla materia con ogni
mezzo alla Segreteria Nazionale.
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BENI E ATTIVITA’ CULTURALI
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TRATTENUTA ILLEGITTIMA DEL 2%
di Rinaldo Satolli
D
iffondo il testo di un articolo pubblicato sul Messaggero del 29
febbraio 2012, il medesimo consente di rompere il muro di omertà sull'argomento.
Siamo stati gli unici alcuni giorni orsono a
diffondere la modulistica necessaria per
interrompere la decorrenza dei termini
per la prescrizione e avviare il percorso
per il recupero di somme importanti sottratte illegittimamente a due milioni di dipendenti pubblici.
Interpellati i confederali firmatari degli accordi dai quali è scaturita la L.122 del
2010 quella per intendersi che fra le altre
cose ha bloccato le nostre retribuzioni,
non hanno saputo e/o voluto dare risposte.
Uno fra i tanti elementi di riflessione.
Statali, illegittima la trattenuta del 2%
dopo il passaggio da buonuscita a Tfr
Il Tar dà torto allo stato: vanno restituite ai
dipendenti pubblici le somme accantonate dallo scorso anno
ROMA - Dal primo gennaio dello scorso
anno lo Stato sta trattenendo illegittimamente il 2 per cento dello stipendio a
circa due milioni di dipendenti pubblici. Lo
afferma il Tar della Calabria nella sentenza con la quale ha condannato l’amministrazione a restituire le relative
somme, con gli interessi, ai dipendenti
che avevano presentato ricorso, aprendo
così la strada ad azioni dello stesso tipo
in tutta Italia. Ora è prevedibile che la
presidenza del Consiglio faccia le sue
contromosse, non solo in sede giudiziaria
ma anche legislativa; il pronunciamento
della magistratura segna però un importante punto a favore dei lavoratori in una
vicenda iniziata con la manovra economica approvata dal governo nell’estate
del 2010.
Quella legge (la 122) oltre a bloccare il
rinnovo dei contratti e a congelare per tre
anni le retribuzioni dei dipendenti pubblici, cambiava il meccanismo della liqui-
dazione, trasformando la vecchia indennità di buonuscita in un trattamento di
fine rapporto (Tfr) del tutto analogo a
quello in vigore per i privati, secondo
quanto previsto dal Codice civile. La differenza tra i due meccanismi è consistente. Per la buonuscita venivano
accantonati contributi pari al 9,60 per
cento sull’80 per cento della retribuzione;
il 2,5 per cento (di fatto quindi il 2 sull’intero stipendio) era a carico del lavoratore.
Con il Tfr invece l’accantonamento è del
6,91 sull’intera retribuzione, interamente
a carico del datore di lavoro.
L’abolizione della vecchia disciplina, in
generale più vantaggiosa rispetto al Tfr,
avrebbe dovuto comportare la cancellazione della trattenuta del 2,5 per cento,
che i dipendenti vedono sul cedolino
dello stipendio alla voce «Opera di previdenza». Invece le cose sono andate diversamente. Le varie amministrazioni,
confortate anche da una circolare dell’Inpdap, hanno continuato a regolarsi come
prima, trattenendo ogni mese quella
somma (in media 35-40 euro) dallo stipendio di circa due milioni di dipendenti
pubblici, che avranno però al momento di
lasciare il servizio una liquidazione meno
favorevole. Per di più - come precisato
dalla stessa Inpdap - nonostante il passaggio al Tfr, che per i privati si calcola
su tutto lo stipendio, la base retributiva
per la liquidazione dei dipendenti pubblici
resterà l’80 per cento del totale: è un ulteriore elemento di disparità.
La novità non riguarda tutti gli statali:
sono esclusi i lavoratori assunti dal 2001
in poi, che in base ad una riforma approvata all’epoca hanno già il Tfr e non la
buonuscita. A loro la trattenuta non viene
fatta, perché la retribuzione è stata ridotta
in proporzione dal momento in cui sono
stati assunti. Una situazione non ottimale
ma comunque diversa da quella di chi tutti gli altri dipendenti - si è visto cambiare le regole in corsa.
Contro questo stato di cose qualcuno ha
deciso di scegliere la via giudiziaria: in
particolare si sono rivolti al Tar della Calabria, sezione staccata di Reggio Calabria, alcuni magistrati amministrativi. Nel
loro ricorso hanno messo in discussione
la costituzionalità del nuovo assetto
(anche per la disparità di trattamento tra
lavoratori pubblici e privati) chiedendo in
particolare che fosse riconosciuta l’illegittimità - dal primo gennaio 2011 - della
trattenuta e di conseguenza l’obbligo per
le amministrazioni di restituire gli importi
con gli interessi. Il tribunale ha emesso
una sentenza non definitiva, riservandosi
di rimettere alla Corte le questioni di costituzionalità, ma riconoscendo la fondatezza delle specifiche richieste. Ora però
le cause si stanno moltiplicando e il governo dovrà porsi il problema di cosa
fare, al di là della resistenza giudiziaria. È
chiaro che la semplice rinuncia alla trattenuta avrebbe un costo difficilmente sostenibile per le finanze pubbliche,
nell’ordine del miliardo di euro l’anno o
anche di più. La soluzione potrebbe essere l’apertura di una trattativa.
07 - 21 Marzo 2012
24
N. 184 - 185
COMPARTO MINISTERI
BENI E ATTIVITA’ CULTURALI
LA FILP AL 15%
di Rinaldo Satolli
L
a preoccupazione che ha accompagnato le scorse votazioni per
l’elezione delle RSU si è dissolta in
poche ore, dissipando il timore che la degenerazione delle recenti vicende politiche e sindacali inducesse molti lavoratori
a guardare con profonda sfiducia verso
ogni forma di libera espressione della
propria volontà. Invece così non è stato:
l’affluenza alle urne il 5, 6 ed il 7 marzo
scorsi dimostra che i lavoratori ci sono e
hanno ferma intenzione di far sentire la
loro voce.
Ed è proprio della voce e del coraggio di
tutti i lavoratori che c’è estremo bisogno
per creare le condizioni necessarie a
contrastare le minacciose spinte che nascondono dietro l’obiettivo dello “snellimento dei contratti” la volontà di revocare
anche i più elementari diritti e di rovesciare, ancora una volta, sulle spalle del
pubblico impiego ogni sorta di tagli e penalizzazioni.
La grande consapevolezza manifestata
dai lavoratori rappresenta la più incisiva
forma di contrasto del tentativo di annichilire e umiliare i pubblici dipendenti.
Se a questo si aggiunge che il consenso
nei confronti della nostra organizzazione
ha registrato un significativo incremento,
conquistando spazi fino ad oggi appannaggio esclusivo dei confederali si comprende la nostra viva soddisfazione.
C’è ancora molto da fare, ma certamente
la strada intrapresa è quella giusta considerando che la FILP si presenta come
la sola organizzazione che dalle ultime
consultazioni del 2007 ha aumentato
sensibilmente i propri voti, raddoppiando
la percentuale del consenso. LA FILP AL
15%. Questa è la situazione che si registra a conclusione dello scrutinio di oltre
l’87% dei seggi.
Vorrei ringraziare uno per uno i nostri
candidati, i quadri, i dirigenti sindacali, gli
iscritti e i simpatizzanti: un unico ideale,
forte abbraccio a tutti!
Voglio anche esprimere il più vivo apprezzamento a tutti i componenti della
Segreteria Nazionale (Pasquale Nardone, Saturnino Padovani e Giovanni
Sgambato) per il ruolo essenziale che
essi hanno svolto.
A loro va la più meritata stima, la mia
amicizia e la mia gratitudine.
Grande riconoscenza devo inoltre alle infaticabili e pazienti collaboratrici della Segreteria Nazionale (Alessandra, Anna,
Daniela, Laura, Lucia e Simonetta) per il
loro prezioso e quotidiano impegno.
Infine alla Federazione e all’intera Segreteria Generale FILP devo un tributo di
stima e di riconoscimento per la ferma e
tenace presenza senza la quale non
avremmo raggiunto gli attuali risultati.
L’intelligenza, la lungimiranza, i sacrifici
che abbiamo condiviso fanno di tutti loro
un esempio.
News
07 - 21 Marzo 2012
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N. 184 - 185
COMPARTO MINISTERI
LAVORO
CHE FACCIA TOSTA!
di Angelo Piccoli
D
irigenti nazionali UIL dove eravate:
- il 20 settembre quando avete
sottoscritto l’accordo sul FUA
2011;
- il 4 febbraio 2011 quando avete sottoscritto il protocollo d’intesa che ha “risuscitato” il sistema di valutazione della
performance;
- quando avete sottoscritto il documento
sulla performance presentato dall’Amministrazione.
Il ruolo di Cassandra non ci piace e non
amiamo dire l’avevamo detto ma purtroppo è così… Basta rileggere i notiziari
che FLP ha scritto in occasione della
mancata sottoscrizione dell’accordo sul
FUA 2011, del documento sulla performance nel quale abbiamo fatto inserire la
nota a verbale con tutte le nostre perplessità;
Le proposte che ora fate sono sempre
state tra le priorità delle nostre battaglie:
- il diritto alla contrattazione;
- valorizzare il lavoro pubblico;
- ridare dignità al lavoro pubblico;
- la radicale revisione della premialità (nel
frattempo abbiamo richiesto la sospensiva al Ministro);
- l’abrogazione della tassa sulla malattia
(abbiamo già attivato ricorsi in materia);
- lo sblocco dei contratti (ricorsi avviati
vedi iniziativa1 euro per fare giustizia);
- azioni unilaterali da parte dell’amministrazione sulla mobilità e sulla riorganizzazione degli Uffici centrali e periferici.
Tutte iniziative iniziate e posizioni prese
in tempi non sospetti e non in campagna
elettorale per le elezioni RSU.
Signori dirigenti della UIL fate un mea
culpa e abbiate il coraggio di ritirare le
firme sugli accordi perché errare è
umano!!!
News
07 - 21 Marzo 2012
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N. 184 - 185
DIPARTIMENTO POLITICHE PREVIDENZIALI
E ASSISTENZIALI
News
TFS dal 1.1.2011 – 2° puntata
Precisazioni e…convulsioni elettorali?
D
opo l’emissione del Notiziario n. 5
del 21 febbraio 2012; corre l’obbligo da parte del Dipartimento
Politiche Previdenziali ed Assistenziali
FLP, fare una precisazione e cioè che
l’iniziativa suggerita degli atti di diffida,
non interessa i colleghi assunti a partire
dal 1 gennaio 2001, poiché gli stessi
sono già in regime di TFR - Trattamento
di Fine Rapporto e quindi hanno già
un’altra regolamentazione (accordo quadro 29.7.1999 e DPCM del 20.12.1999.
E quindi comunque diventa interessante,
anche per i precedenti giurisprudenziali
che va a creare, la sentenza non definitiva del TAR di Reggio Calabria allegata
al Notiziario n. 5 e che si torna ad allegare.
Convinti della bontà delle nostre argomentazioni, la cosa che ci colpisce, è la
cagnara ed il polverone che si è sollevato.
Si vede che è tempo di campagna elettorale …. ma la UIL sta facendo come noi
le diffide.
La CISL di Venezia, con comunicato del
22.02.2012, fa un excursus della normativa, ma si rassegna al fatto che dobbiamo subire questa rivalsa indebita,
forse perché, all'epoca l'ha condivisa
con Brunetta?
La UGL Intesa sta preparando le diffide,
diffondendo un parere legale del
27.02.2012 che riprende proprio la nostra impostazione.
Il Ministero dell'Economia e Finanze con
Messaggio 29/2012, fa il punto della situazione e, premesso che il predetto art.
12 comma 10 della legge 78/2010 per
l'indennità di fine servizio - TFS ( per i
colleghi assunti prima del 01.01.2001),
nulla ha variato, se non il computo delle
quote della medesima indennità relative
alle annualità successive al 2010, ribadisce che per il personale assunto dopo il
2001, in regime di TFR, mentre da un
lato la normativa prevede che la contribuzione del 2,5% a carico del lavoratore
non è dovuta, dall'altro stabilisce che in
ogni caso resta immutata la retribuzione
netta percepita. Alla fine conclude di non
aver avuto istruzioni dall'INPDAP, per
non applicare le ritenute...ma a questo
punto sorge il dubbio? chi comanda?
….L'INPDAP?
La CGIL, in data 24.2.2012, a firma Vincenzo Di Biasi, si scaglia contro i Sindacati che hanno condiviso dapprima
questa riforma del trattamento di fine servizio e adesso, in piena campagna elettorale, patrocinano le diffide. In effetti, a
prescindere dalla precisazione per il personale interessato, cioè quello assunto
dopo il 1.1.2001, la CGIL fa una difesa
d’Ufficio, preoccupandosi di aspetti fiscali, che per la FLP sono soltanto successivi e conseguenziali al fatto
sostanziale: non pagare più questa ritenuta del 2,5%.
Ma la cosa comica è che qualche dirigente sindacale CGIL invia ai propri
iscritti il documento della CGIL nazionale,
unitamente ai fac-simili delle diffide invitandoli, comunque a presentare … l'atto
di diffida....
Evidentemente non si sentono sicuri? ….
Per la cronaca ... anche “Il Messaggero”,
quotidiano romano in data 28.02.2012,
dichiarava illegittima la trattenuta del
2,5% sull'80% della retribuzione.
Noi riteniamo di essere dalla parte della
ragione e non solo, non dobbiamo pagare mensilmente dal 2011 la rivalsa del
2,50% sull’80% della retribuzione, e
quindi chiediamo la restituzione per le
quote illegittimamente ritenute mensilmente finora, ma rivendichiamo, come
abbiamo già fatto da un anno a questa
parte, che, non solo l'80% della retribuzione , ma il 100% della retribuzione e
dei compensi accessori vada a far parte
del coacervo assoggettato al 6,91% per
determinare l'annualità ai fini del TFS.
08 - 22 Febbraio 2012
N. 182- 183
VARIE
27
News
Avvocatura e liberalizzazione delle tariffe forensi
Un reale vantaggio per l’utenza ?
di Gaetano Laghi
L
e tariffe professionali sono state definitivamente abolite,dopo la soppressione dei minimi tariffari il
governo Monti ha provveduto anche all’abolizione delle tariffe massime. L’intento
del Governo è di liberalizzare l’accesso
dell’utenza al “servizio” della prestazione
legale.
Il compenso per le prestazioni professionali e’ ,nella maggior parte dei casi, pattuito al momento del conferimento
dell’incarico professionale. Adesso è
espressamente previsto dalla norma che
il professionista deve rendere noto al
cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili
circa gli oneri ipotizzabili dal momento del
conferimento alla conclusione dell’incarico
e deve altresì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni eventualmente provocati
nell’esercizio dell’attività’ professionale.
In ogni caso la misura del compenso, previamente resa nota al cliente anche in
forma scritta se da questi richiesta, deve
essere adeguata all’importanza dell’opera
e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive
di spese, oneri e contributi. L’inottempe-
ranza di quanto disposto nel presente
comma costituisce illecito disciplinare del
professionista.
NON SEMBRA DUNQUE CHE DALLA
LETTURA DEL DETTATO NORMATIVO
EMERGANO DELLE SOSTANZIALI NOVITA’. Ciò che era prassi è diventato la
norma, la sostanziale novità del preventivo scritto è edulcorata laddove se ne
prevede non la obbligatorietà ma la facoltà del cliente di richiederla.
I cambiamenti riguardano diverse categorie professionali non solo gli avvocati ma
anche i notai agli architetti ai commercialisti e prevedono l’abrogazione dei tariffari delle professioni regolamentate da un
ordine precisando, nella parte relativa ai
contratti fra professionisti e consumatori
o microimprese, che se nel contratto
viene fatto riferimento all’utilizzazione dei
parametri tariffari (che appunto sono stati
abrogati), questo «dà luogo alla nullità
della clausola relativa alla determinazione
del compenso ai sensi dell’articolo 36
del decreto legislativo 6 settembre 2005,
n. 206».
Si diceva che oltre ai minimi tariffari, risultano oggi aboliti anche i massimi , sicché il professionista potrà pattuire
qualunque compenso con il cliente purché adeguato all’importanza dell’opera .
Si passerà , dunque, da un sistema in cui
l’adeguatezza del compenso , veniva tradotta in numeri ad un sistema in cui la valutazione della sua sussistenza rischia di
rimanere affidata a meccanismi vagamente equitativi. Con l’abolizione dell’obbligatorietà dei minimi tariffari, le modalità
di pattuizione del compenso tenderanno
a moltiplicarsi ; in riferimento alla categoria degli avvocati si possono menzionare
i compensi orari, quelli a forfait, quelli parametrati sulle tariffe ministeriali, eventualmente con uno sconto rispetto ai
minimi, i patti di quota lite, i compensi a
08 - 22 Febbraio 2012
28
minimo garantito e via
elencando. Il Governo ha
introdotto il requisito della
“analiticità”, ma non è ben
chiaro quali di queste metodologie di determinazione del compenso siano
compatibili con tale requisito.
Tuttavia, abolite le tariffe il
Governo si è immediatamente reso conto della necessità della loro esistenza,
in un sistema razionale.
Non potendo però smentire
se stesso, le ha chiamate
“parametri” affidandone la
determinazione ad emanandi decreti. (art. 9 del decreto legge n. 1 del 2012 in
vigore dal 24 gennaio
2012) Non si individua
alcun termine per l’emanazione dei decreti ministeriali contenenti i c.d.
“parametri” ai quali gli organi dovranno attenersi per
la liquidazione del compenso dei professionisti, né
si fornisce alcuna indicazione su quali debbano essere i principi generali cui ci
si dovrà attenere a livello
ministeriale in sede di elaborazione dei “parametri”
medesimi. Un ‘ulteriore lacuna è costituita dal fatto
che non si prevede alcunché in ordine alla disciplina
intertemporale da applicarsi fino al momento dell’emanazione dei decreti
ministeriali;
Per quanto riguarda il
“PREVENTIVO” bisogna
sottolineare che l’obbligo di
rendere sì noto al cliente il
preventivo in forma scritta
sussiste solo nel caso in
cui sia stata specificamente richiesto dal cliente.
Ma,và detto che se il professionista non fornisce il
preventivo richiesto dal
N. 182- 183
VARIE
cliente in forma scritta rischia solo una sanzione disciplinare.
Tuttavia c’è da chiedersi
quanto il preventivo fornito,
sia in forma scritta che
orale sia vincolante per il
professionista.
Se si affermasse la totale
invariabilità del compenso
rispetto a quanto indicato
nel preventivo, dovrebbe ricavarsi la totale irrazionalità di una norma che così
configurata imporrebbe al
professionista di prevedere
sin dall’inizio l’entità totale
del suo compenso in relazione ad una prestazione
quasi sempre del tutto incerta quanto alla sua durata, alle specifiche attività
in cui si dovrà articolare, ed
alla complessità del suo
svolgimento che, non di
rado dipende da fattori totalmente estranei al controllo del professionista
stesso.
Di fatto l’incarico assunto
potrebbe rivelarsi molto più
complesso di quanto ipotizzato al momento dell’accettazione dell’incarico per
accadimenti indipendenti
dalla volontà dell’avvocato
Si pensi ad esempio al
caso di un cliente che assumendo un avvocato perché indagato per truffa
venga successivamente
arrestato per bancarotta
fraudolenta. In questo caso
il preventivo dovrebbe essere certamente riveduto
essendo la originaria previsione del tutto inadeguata
all’attività che l’avvocato
dovrà svolgere.
Per quanto infine attiene
alla “novità” di informare il
cliente circa il grado di
complessità dell’incarico e
gli oneri ipotizzabili al mo-
mento del suo conferimento, giova ricordare che
questo vincolo risulta già
attualmente sancito dalla
totalità dei codici deontologici che , tra gli obblighi del
professionista
prevede
anche quello dell’informazione.
L’unico sostanziale e concreto elemento di novità a
garanzia dell’utente
riguarda l’obbligo per il professionista di comunicare i
dati della copertura assicurativa.
Ciò si rivela un elemento di
garanzia ove l’avvocato dovesse svolgere il mandato
in maniera negligente o
scorretta in tal caso il
cliente danneggiato avrà la
possibilità di individuare
immediatamente contro chi
rivalersi per i danni eventualmente subiti; c’è da
sottolineare che questo
(obbligo) scatta solo se in
concreto la polizza assicurativa è stata stipulata si
comprende dunque che
suddetta circostanza non
forma oggetto di alcuno
specifico obbligo generalizzato in capo ai professionisti.
Tuttavia l’utente potrà consapevolmente scegliere se
affidare o meno il caso ad
un avvocato che non sia
“assicurato”.
Le novità , all’atto pratico,
sono davvero poche soprattutto per l’utente singolo.
News
07 - 21 Marzo 2012
N. 184 - 185
KRONOS
Viaggi, Natura, Cultura, Scienza
29
News
L’isola di Pasqua
dal numero precedente....
I
grandi busti che si trovano sull'isola
vengono chiamati moai. Sull'isola esistono solamente 638 moai secondo le
ricerche condotte da Sebastian Englert.
Nonostante le ricerche condotte negli ultimi anni il loro scopo non è tuttora noto
con certezza.
Secondo studi più recenti le statue rappresenterebbero capi tribù indigeni morti,
e secondo la credenza popolare avrebbero permesso ai vivi di prendere contatto
con il mondo dei morti.
L'Isola di Pasqua è l'unica nell'area del
Sud Pacifico ad aver sviluppato nella propria storia una scrittura propria, chiamata
Rongorongo.
Tuttavia non mancarono anche al riguardo della scrittura indigena forti controversie nel mondo scientifico, e cosí
l'archeologo americano Kenneth P. Emory
sostenne che le poche tavole scritte scoperte tra il 1722 e il 1868, non fossero
altro che imitazioni fatte dalla popolazione
indigena della scrittura usata dai primi
scopritori dell'Isola di Pasqua.
Come è facile presupporre, la scrittura
Rongorongo non fu mai decifrata completamente e per molti decenni rimase incompresa.
Fu quindi solo grazie agli studi condotti
dal tedesco Thomas Barthel e alla scoperta di una tavoletta che riportava un calendario lunare (oggi conservata
nell'archivio dei SS Cuori a Grottaferrata
nei pressi di Roma), la cosiddetta tavoletta Mamari, che si poté parzialmente decifrare alcuni simboli.
In tutto il mondo esistono solamente 26
tavolette scritte in Rongorongo, delle quali
solo una minima parte poté essere tradotta.
In seguito ai cambiamenti all'interno della
società e ai cambiamenti ambientali provocati dalla popolazione indigena, si verificò anche uno stravolgimento delle
tradizioni e credenza delle tribú indigene
che popolavano l'isola. Dal 1500 d.C. in
poi non vengono più eretti nuovi moai, ma
quelli esistenti vengono bensì abbattuti.
Cessa quindi anche la venerazione degli
avi che fino ad allora rappresentava la tradizione più importante della popolazione
indigena.
Al posto degli avi si venera ora l'uomo uccello (in polinesiano: Tangata), un essere
per metà uomo e per metà uccello.
Ogni primavera le singole tribù dell'isola
sceglievano un guerriero che doveva partecipare al rito dell'uomo uccello, che consisteva nel raggiungere dal santuario di
Orongo sulla cima del Rano Kao l'Isola di
Motu Nui e riportare il primo uovo deposto
dalla Sterna fuscata.
Chi riusciva per primo a riportare un uovo
indenne diveniva il nuovo uomo uccello
fino alla primavera prossima, quando il rituale veniva ripetuto.
Quali siano le origini di questo rituale non
sono note e ancor meno si sa se la tradizione dell'uomo uccello esistesse già
prima del 1500 o sia stata frutto (come alcuni archeologi speculano) di alcune
caste di guerrieri che vollero in tale modo
garantirsi una posizione di rilievo.
Certo è che su molte isole popolate dai
polinesiani si venerava già in passato
l'uomo uccello.
Si può presupporre quindi che questo tipo
di culto abbia origini lontane e che fosse
già praticato dalla popolazione indigena
prima del 1500 anche se probabilmente
in forma minore.
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N. 184 - 185
KRONOS
Viaggi, Natura, Cultura, Scienza
Rei Miro rappresentato sulla bandiera
dell'Isola di Pasqua
Il Rei Miro è un pettorale di legno tipico
della cultura dell'Isola di Pasqua. In passato questo veniva fatto con il legno dell'albero di Toromiro, ed era decorato alle
due estremità da due teste di animali
scolpite. Il Rei Miro può sia rappresentare
un uccello che un'imbarcazione.
Alcuni esemplari riportano anche delle incisioni in Rongorongo e due fori per far
passare un piccolo spago, che probabilmente serviva per fissarlo.
Quale sia la funzione o il significato di tale
oggetto è tuttora sconosciuto.
Il Rei Miro è anche divenuto il simbolo
dell'Isola di Pasqua. Sulla bandiera dell'isola infatti è rappresentato un Rei Miro
di colore rosso su sfondo bianco.
Il dio Makemake scolpito su di una roccia
Le origini vulcaniche dell'isola hanno fatto
si che questa disponga di un numero
considerevole di grotte.
Quest'ultime, formatesi durante la fase finale delle eruzioni, quando i fiumi di
magma sotterranei iniziavano a raffreddarsi, furono usate per molti secoli dalla
popolazione indigena come luoghi di
culto.
A testimonianza di tale attività in molte di
esse si possono ancora trovare dipinti rupestri e altorilievi, che rappresentano sia
l'uomo uccello, che il dio Mache Mache.
L'esatta collocazione delle singole grotte
era un segreto ben protetto dai capi tribù
che tramandavano oralmente riti da compiersi e luoghi delle grotte a singoli membri della comunità.
Tali grotte venivano poi anche usate per
seppellire in alcuni casi i propri morti,
come testimoniano ossa umane ritrovate
in alcune di queste grotte. Nel periodo
delle deportazioni da parte dei mercanti
di schiavi tali grotte vennero poi anche
usate come nascondigli dove rifugiarsi.
Secondo alcune ricerche condotte negli
anni passati, si stima che la popolazione
dell'Isola di Pasqua durante il suo periodo di massimo splendore nel sedicesimo e diciassettesimo secolo fosse
composta da circa 15.000 abitanti.
Fu a causa del disastro ecologico causato dalle tribù indigene che la popolazione all'arrivo dei primi europei si
ridusse a circa 2.500 abitanti.
In seguito alle deportazioni e alle malattie importate da parte degli europei questo numero di abitanti si ridusse
News
ulteriormente fino a raggiungere i 900
abitanti nel 1868. Nel 1877 infine un sondaggio demografico rilevò soli 111 abitanti. Questo fu il numero più basso di
abitanti indigeni mai registrato in tutta la
storia dell'isola.
Solo nei decenni seguenti, grazie al parziale miglioramento delle condizioni di
vita della popolazione e grazie al rientro
di molti isolani deportati come schiavi, la
popolazione dell'Isola di Pasqua iniziò
nuovamente ad aumentare, seppure
molto lentamente. Secondo il primo censimento demografico condotto dal governo cileno, l'anno dell'annessione
dell'Isola di Pasqua nel 1888, l'isola era
abitata da 178 abitanti.
A causa del regime militare in vigore dal
1914 in poi, era proibito lasciare l'isola e
di conseguenza la popolazione si stabilizzò. Nonostante poi questo divieto fosse
stato abolito alla fine degli anni sessanta,
non si registrarono spostamenti demografici di rilievo verso la terraferma.
Nel 2002 infine l'isola era popolata da
3.791 abitanti.
Con ciò nel giro di soli 14 anni la popolazione era aumentata dai 1.938 abitanti
che si contavano nel 1988 a oltre 3.000
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N. 184 - 185
KRONOS
Viaggi, Natura, Cultura, Scienza
abitanti duplicando quasi il proprio numero in meno di due decenni. Sempre
secondo lo stesso censimento nel 2002
circa 2.000 dei 3.791 abitanti era autoctona, mentre oltre 2.200 Rapanui vivevano sulla terraferma.
Complessivamente i cittadini cileni originari dell'isola di Pasqua residenti in Cile
erano quindi oltre 4.000.
Infrastrutture [modifica]
Da quando, verso la fine degli anni sessanta, è stato ampliato l'aeroporto di Mataveri (IATA IPC, ICAO SCIP; il progetto è
stato per questo promosso dalla NASA
come possibile posto di atterraggio
d'emergenza dello Space Shuttle) il numero dei turisti che annualmente visita
l'isola è andato via via aumentando. Ciononostante il numero di turisti che annualmente visita l'Isola di Pasqua è
inferiore a quello che si reca in Polinesia
o su altre isole turistiche nell'area del Pacifico.
Da qualche decennio l'isola dispone
anche di un sistema di distribuzione dell'acqua centralizzato che dispone di cisterne che forniscono acqua potabile
indipendentemente dalle precipitazioni e
dal livello dell'acqua all'interno dei crateri.
La corrente elettrica viene fornita da dei
generatori diesel che dispongono di una
rete di distribuzione che copre tutto il territorio.
I centri abitati di Mataveri e Hanga Roa
sono infine collegati da una strada asfaltata che prosegue fino alla penisola di
Poike passando anche per la spiaggia di
Anachena.
Sull'isola c'è inoltre un piccolo ospedale
per le emergenze, un dentista, delle farmacie, dei supermercati e numerosi ristoranti e snack bar che si vanno ad
aggiungere a quelli degli alberghi. Su
tutta l'isola funzionano sia telefoni satellitari che cellulari. L'isola dispone anche di
collegamenti internet.
Il turismo ha raggiunto l'isola di Pasqua
solamente a partire dal 1967, quando il
primo volo commerciale raggiunse questa isola remota.
A tutt'oggi però l'Isola di Pasqua può essere raggiunta durante tutto l'anno esclusivamente dal Cile con la compagnia
LAN Chile.
News
I voli decollano normalmente da Santiago
de Chile o occasionalmente da Tahiti e la
durata del volo si aggira intorno alle 5
ore.
Per quanto riguarda le possibilità di raggiungere l'isola via mare queste sono
molto limitate. Il piccolo porto di Hanga
Roa non è in grado di ospitare grandi
navi da crociera che devono quindi far
scendere i propri passeggeri al largo per
poi portarli con dei motoscafi sull'isola. A
ciò si aggiunge il fatto che il mare in quell'area è spesso molto mosso e risulta
quindi impossibile raggiungere l'isola.
Nonostante le dimensioni ridotte dell'isola
ed il numero di turisti inferiore rispetto alle
altre isole polinesiane, l'isola di Pasqua
può vantare un ampio numero di alberghi
e resort che si collocano in un'ampia fascia di prezzi.
Ciò nonostante il costo della vita sull'isola
risulta più elevato rispetto a quello sulla
terra ferma in Cile, dal momento che tutti
i beni presenti sull'isola devono essere
importati dalla terra ferma cilena.
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N. 184 - 185
NON
NONSOLO
SOLO....ARTE...
....ARTE...
News
News
Maurizio Cattelan
M
aurizio Cattelan (Padova, 21 settembre 1960) è un artista italiano.
« Maurizio Cattelan gioca a tira e molla
con le icone della storia dell'arte, della religione e della politica nelle sue sculture,
che hanno l'imprevedibilità del Dadaismo,
l'immediatezza del Pop e la "viscosità"
della migliore pubblicità »
(Emily Stokes)
Famoso per opere e interventi provocatori, vive e lavora tra Milano e New York.
Assieme a Paola Manfrin edita la rivista
"Permanent food", e con Massimiliano
Gioni ed Ali Subtonick la rivista "Charley".
Collabora saltuariamente con la rivista
d’arte contemporanea "Flash Art".
Nel settembre 2010 ha ideato col fotografo Pierpaolo Ferrari anche un altro
progetto editoriale "Toilet Paper"
Cattelan comincia la sua carriera a Forlì
in Italia, negli anni ottanta frequentando
alcuni artisti del luogo.
Il debutto espositivo è nel 1991, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, dove
presenta Stadium 1991, lunghissimo tavolo da calcetto, con undici giocatori senegalesi e altrettanti scelti tra le riserve
del Cesena Calcio.
Le sue opere combinano la scultura con
la performance, ma spesso includono
eventi di tipo "happening", azioni provocatorie di rottura, pezzi teatrali, testi-commento sui pannelli che accompagnano
opere d'arte sue e non, articoli per giornali e riviste, ecc.
È stato definito da Jonathan P. Binstock,
curatore d'arte contemporanea, come
«uno dei più grandi artisti post-duchampiani e un furbacchione, anche».
Una delle sue opere più famose è la scultura in lattice, cera, tessuto, con scarpe
in cuoio e pastorale in argento, che rappresenta Papa Giovanni Paolo II colpito
da un meteorite (La Nona Ora, 2001).
Inizialmente l'opera era rappresentata in
piedi, poi successivamente l'artista, non
soddisfatto dell'effetto che faceva sul
pubblico (e per altri motivi) decise di tagliargli le gambe facendogli assumere la
posizione attuale.
Del 1989 è una delle sue prime opere,
Campagna elettorale, dove Cattelan pubblica una pubblicità elettorale sul quotidiano La Repubblica, che recita "Il voto è
prezioso, TIENITELO", firmato dalla sedicente "Cooperativa scienziati romagnoli".
Con questa "performance" di stampo dadaista, Cattelan crea un cortocircuito di
non-senso, citando un vecchio motto
anarchico firmato da un'assurda cooperativa, ed inserendola in una vera campagna elettorale, tra uno scudo crociato
"Vota D.C." ed una foto ammiccante di
Bettino Craxi.
Cattelan si impone all'attenzione del
mondo dell'arte con l'oprea Strategie del
1990. L'artista si impossessa di 500 numeri di Flash Art, la più nota ed influente
rivista d'arte contemporanea italiana del
tempo, e ne sostituisce la copertina con
una di sua concezione che ricalca il progetto grafico originario, ma che espone a
tutta pagina una sua opera. In tal modo
si assegna da solo il "frontespizio" di
Flash Art, e vende gli spazi pubblicitari sui
tre rimanti risvolti. L'opera raffigurata rap-
presenta un instabile castello di carte
composto dalle precedenti copertine della
rivista. È questa la "strategia" che mette
in opera Cattelan per scardinare l'attenzione dell'impenetrabile establishment
dell'arte contemporanea italiano, ed attirarre su di sé le volute attenzioni degli addetti ai lavori.
Con Fondazione Oblomov del 1992, Cattelan raccoglie più di 10000 dollari da
ignari benefattori e varie associazioni, al
fine di assegnarli al primo artista che
avesse acconsentito ad astenersi per un
anno dall’esibire il suo lavoro (premio infine probabilmente devoluto a sé stesso).
Per la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia (Lavorare è un brutto mestiere del 1993) l'artista, invece che
esporre una sua opera originale, affittò il
proprio spazio espositivo ad una agenzia
di pubblicità, che lo utilizzò per scopi
commerciali durante l’importante evento.
Con Errotin Le Vrai Lapin del 1994, riuscì
a persuadere il suo gallerista parigino
Emmanuel Perrotin a passare un mese
intero nella propria galleria mascherato
da strano coniglio rosa con le malcelate
fattezze di un enorme pene circonciso[3].
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Nel 1997, viene invitato a partecipare alla
47. Esposizione internazionale d'arte di
Venezia della Biennale, il cui tema è la
mescolanza delle generazioni nell'arte
italiana postbellica.
Cattelan porta un'opera che omaggia (o
ridicolizza) uno dei più importanti movimenti artistici italiani del dopoguerra,
l'Arte povera, movimento in cui gli artisti
realizzavano le loro opere con materiali
non convenzionali o "poveri".
Nel visitare il padiglione italiano tempo
prima della manifestazione, Cattelan lo
aveva trovato in totale abbandono e degrado, pieno di piccioni.
La sua opera, Turisti (1997), fu di lasciare
tutto come lo aveva trovato, aggiungendo
semplicemente 200 piccioni imbalsamati
posizionati sulle travi del padiglione ed
escrementi degli stessi sul pavimento.
Nel 1999 presentò come opera vivente (A
perfect day) il noto gallerista milanese
Massimo De Carlo, appendendolo ad una
parete della galleria con del nastro adesivo grigio. Al termine del lungo vernissage, lo stremato gallerista fu ricoverato
al pronto soccorso privo di sensi.
Negli anni si sono alzate spesso polemiche per il suo utilizzo di animali imbalsamati, come il cavallo appeso al soffitto di
una galleria o deposto sul pavimento con
un cartello con la scritta "I.N.R.I" conficcato nell’addome (Trotsky del 1997 e Untitled - I.N.R.I. del 2009). O lo scoiattolo
suicida dell’opera Bidibibodibiboo del
1996. Simili polemiche hanno colpito un
altro enfant terrible dell’arte contemporanea, il britannico Damien Hirst, che, in
modo ben più estremo, ha utilizzato come
opere d’arte animali sezionati in vari
modi, conservati sotto formaldeide ed
esposti in teche di vetro.
Nel 1999 insieme al curatore Jens Hoffmann creò una fantomatica mostra internazionale (La Sesta Biennale di Caraibi)
con budget, catalogo e lista di artisti tra
quelli più in voga all'epoca. Ma l’evento
non esisteva e l’opera consisteva in due
settimane di villeggiatura gratis per gli artisti invitati e nessuna opera esposta. Il
tutto con conseguente sorpresa delle delegazioni di critici accorsi inutilmente, ed
una sottointesa critica alla spropositata
diffusione di nuove biennali d'arte nel
mondo.
Del 1999 è anche la sua opera forse più
nota, La Nona Ora, scultura raffigurante
papa Giovanni Paolo II a terra colpito da
un enorme meteorite. Al centro di molte
polemiche, il lavoro è stato esposto alla
mostra londinese "Apocalypse", alla
Royal Academy di Londra e a Varsavia.
Battuto da Christiès nel 2001 per la cifra
record di 886 000 dollari.
Nel 2001 ha destato molto scalpore
anche un’altra sua scultura, Him, che ritrae Hitler in ginocchio devotamente immerso in preghiera (o in atto di chiedere
News
perdono), con occhi da bambino commossi e pieni di lacrime.
Sempre nel 2001, come evento collaterale alla Biennale d'arte di Venezia,
eresse la scritta a caratteri cubitali HOLLYWOOD provocatoriamente sulla collina
di Bellolampo, nella Conca d'Oro di Palermo a destra sopra la discarica.
Anche nel 2004 Cattelan fece scandalo
esponendo tre bambini-manichini impiccati ad un albero di Porta Ticinese a Milano, che dopo poche ore causarono l'atto
di sdegno di un passante che li tirò giù ferendosi lievemente e divenendo inconsapevolmente parte e suggello dell’opera
stessa, nonché attirando l’indignazione e
soprattutto la grande attenzione dei
media.
Del 2010 è una delle sue ultime opere,
L.O.V.E., scultura monumentale esposta
in Piazza Affari di fronte al Palazzo Mezzanotte sede della Borsa di Milano, un
edificio costruito nel 1932 con i tipici stilemi del ventennio fascista. Quest’opera
rappresenta un’enorme mano in travertino nel gesto tipico del saluto fascista a
mano tesa che “il tempo” ha rovinato privandola di tutte le falangi tranne del dito
medio irto, divenendo in questo modo,
ironia della sorte, un gesto oltraggioso e
sbeffeggiante proprio nei confronti della
sede della Borsa stessa, simbolo oggi
della moderna destra non più fascista ma
capitalista (o forse irridente proprio nei
confronti di noi impotenti cittadini, che subiamo supinamente la "moderna dittatura
del mercato").
Nel 2011, l'artista, ripropone alla 54ª edizione della Biennale di Venezia la medesima
installazione (Tourists, poi rinominata in Others)
presentata nell'edizione del 1997 (2.000 piccioni imbalsamati, invece che 200, disposti sui solai e sugli impianti dell'aria
condizionata delle sale del Padiglione
Centrale).[5] Il giorno seguente all'inaugurazione della biennale, in segno di protesta, gli Animalisti 100% hanno portato
all'interno dei Giardini degli striscioni con
scritto "Cattelan, el mona de la Biennal" e
"Illuminazione?
Biennale vergogna della nazione!" (alludendo al tema della Biennale "ILLUMInazioni") e annunciando un esposto in
Procura.
Il 30 marzo 2004 gli è stata conferita una
Laurea Honoris Causa in Sociologia
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dall’Università degli Studi di Trento. Nell’occasione ringraziò con una divertente
ed illuminante lectio magistralis che svela
a tratti la sua poetica artistica, di cui citiamo alcuni stralci:
« Ho molte ragioni per essere imbarazzato oggi, qui di fronte a voi. A scuola – è
inutile tenervelo nascosto – sono stato un
alunno terribile. In terza elementare, alla
fine dell’anno, insieme alla pagella mi
hanno dato il libretto di lavoro: avevo passato così tanto tempo in corridoio che mi
avevano assunto come bidello »
« Io, senza gli altri, non sono nessuno.
Sono davvero vuoto. Anche questo discorso l’ho scritto insieme a un amico, rubando qualche frase qua e là. È dai tempi
della scuola che vado avanti così: la mia
maestra si arrabbiava perché non avevo
neanche la furbizia di copiare dagli studenti più bravi. Come vedete, sono un
pessimo modello. A volte credo persino
che il mio lavoro incarni alcuni valori dei
quali dovremmo essere imbarazzati. Ma
l’arte è uno specchio: ci restituisce l’immagine di ciò che siamo, o di ciò che diventeremo.
E gli specchi attraggono, anche quando
sono poco lusinghieri. A guardarlo così, riflesso nello specchio dell’arte, il mondo
non è che sembri un posto particolarmente accogliente. Nell’arte e nella realtà,
a volte il mondo ci appare come se fosse
temporaneamente nelle mani di un dio
sbagliato, mentre quello vero se ne resta
fuori dal gioco. Sono un pessimista forse,
ma allo stesso tempo credo che nel
mondo ci siano molte altre consolazioni
da cui trarre beneficio: amore, cibo, musica, l’immensa varietà di lingue e di
facce, e poi il brusio continuo delle immagini. »
« Per me questa laurea non e’ una promozione: non sono io che mi innalzo,
forse sono i professori che hanno deciso
di declassarsi, di abbassarsi al mio livello.
E mi sembra un buon segno: un modo per
riavvicinarsi, per mescolare le carte. Non
so a chi si diano di solito le lauree ad honorem, o le lauree in generale, ma spero
siano destinate a chi ha ancora voglia di
imparare, e non a chi crede di sapere già
tutto. »
Nel 2008 Cattelan ha vinto il Premio alla
Carriera (medaglia d'oro) della xV Quadriennale d'arte di Roma.
News
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NOTIZIE DAL CANILE
News
ADOZIONI URGENTI
DA ADOTTARE Cucciolata dei cioccolatini
Questi cuccioli sono stati trovati abbandonati insieme alla madre in mezzo ad una strada, ora
si trovano al sicuro ma solo per poco. Vogliamo trovare una casa vera con una cuccia morbida e tanti, tanti giochi per loro.
Hanno 2/3 mesi(febbraio 2012) Sono una taglia medio piccola, la madre pesa 11 kg.
Si affidano solo a Roma e provincia. solo dopo controlli pre affido ed obbligo di sterilizzazione
a sette mesi.
Per info e adozioni contattare
Arianna 345 1899090 (se non rispondono mandare mess) [email protected]
Silvia 335 1252044 (se non rispondono mandare mess) [email protected]
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RETROSCENA
Spettacolo & Cultura
News
THE HELP
T
ratto dal romanzo omonimo di Kathryn Sockett e forte dello straordinario successo ottenuto altreoceano
la scorsa estate (uscito 154 milioni di dollari, dopo esserne costati 25, nelle prime
5 settimane di programmazione) arriva
sugli schermi italiani The Help.
Cinque nomination ai Golden Globes (un
solo premio conquistato da Octavia Spencer come miglior attrice non protagonista),
altrettante candidature ai prossimi Bafta e
- siamo pronti a scommetterci - almeno un
paio di nomination agli Oscar 2012; fanno
di The Help un film sicuramente molto atteso.
Pensate alla società americana razzista,
ottusa ed ipocrita degli Stati Uniti del Sud,
nel pieno dei ruggenti anni ‘60; alle ambientazioni di La lunga strada verso casa
(1990) e La vita segreta della Api (2008).
Fatto? Dovreste esservi fatti un’idea abbastanza precisa del contesto in cui si
muovono i personaggi del film. Nonostante le atmosfere edulcorate ed il tono
sostanzialmente leggero scelto da Tate
Taylor (qui anche sceneggiatore) per portare sullo schermo la vicenda (del resto si
tratta di una produzione Disney), siamo di
fronte ad un dramma sociale di grande
impatto, soprattutto grazie alle straordinarie performance delle protagoniste, sul
cui talento si basa l’intera pellicola. Una
storia importante di emancipazione femminile e razziale, che riesce ad equilibrare
bene sorrisi e commozione (e che
avrebbe probabilmente potuto essere un
vero gioiello, se si fosse tenuto alla larga
dalla facile retorica).
Ci troviamo a Jackson, nel Mississipi. Eugenia “Skeeter” Phelan è appena tornata
dall’università e sogna di diventare scrittrice. Il patinato mondo che la circonda le
va stretto e si sente diversa da tutte le sue
amiche d’infanzia, per le quali la massima
aspirazione sembra essere quella diventare la moglie di un buon partito, avere dei
bambini ed abitare in una bella casa. Decisa a raccogliere in un libro le testimonianze dei quotidiani soprusi, delle
ingiustizie e delle frustrazioni, che le domestiche di colore devono sopportare;
convince due di esse a raccontarle le loro
storie. Dall’improbabile amicizia dell’ereditiera bianca e delle coraggiose Aibileen
e Minny, nasce un progetto letterario segreto che ha il sapore delle vendetta ed
abbatte le regole sociali, mettendo tutte
loro a rischio.
Abbiamo già detto che la vera forza della
pellicola è rappresentata dall’ottima prova
attoriale di tutto il cast. Lo ripetiamo: Viola
Davis e Octavia Spencer sono straordinarie. Le seguono a un passo di distanza
Jessica Chastain, Sissy Spacek, Bryce
Dallas Howard e Mary Steenburgen. Fra
tutte, la meno incisiva risulta probabilmente essere Emma Stone, ma solo a
causa di un personaggio meno caratterizzato e memorabile degli altri. Buona la
regia, che accompagna senza enfatizzare
eccessivamente il susseguirsi delle varie
situazioni. Stupendi i colori saturi scelti
per i paesaggi estivi e i bellissimi abiti
d’epoca.
Anche se quella di The Help è una storia
bene o male ben nota, è comunque una
storia che merita di essere raccontata.
Non solo perchè parliamo di un buon prodotto cinematografico, che saprà accontentare i gusti di un pubblico molto
variegato; ma soprattutto perchè, anche
a quasi 50 anni dalla fine della segregazione razziale, in un momento storico che
vede un nero alla guida degli Stati Uniti
d’America, il razzismo è ancora un problema reale e tristemente attuale.
http://www.film.it
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L’ANGOLO DEL LIBRO
NESSUNO SI SALVA DA SOLO
U
n titolo molto eloquente quello del
nuovo libro della brillante Mazzantini.
Questa volta anima della storia è la coppia o meglio quella che un tempo era una
coppia.
Delia e Gaetano i protagonisti: 2 giovani
tra i trenta e i quaranta anni che hanno
vissuto un grande amore e vivono ora una
sofferta separazione. Delia e Gaetano i
genitori di Cosmo e Nico. Delia e Gaetano
artefici della costruzione prima e della demolizione poi della loro famiglia. Delia rimasta a vivere con i bimbi nella loro casa;
Gaetano sistemato in un residence.
Come sia stato possibile arrivare a tutto
ciò è una domanda destinata a restare
senza risposta.
Un tempo l’amore e la voglia di vivere, di
divertirsi insieme era enorme; ma del
fuoco e della passione iniziali è rimasto
solo cenere.
Una cenere intrisa di rabbia, dolore, ferite
che forse guariranno, ma al prezzo di un
inesorabile fluire di tempo e vita. Inevitabile chiedersi quanto tempo dovrà trascorrere per non farsi più male, per non
sentire più quella morsa che ti lascia
senza respiro, quei graffi profondi sul
cuore.
Una cena tra i due può essere l’occasione
per confrontarsi e comprendere o forse è
solo un altro, l’ennesimo, momento per
scaricarsi addosso colpe e veleni. Senso
del fallimento, inadeguatezza, ma allo
stesso tempo istinto di protezione e voglia
di guardare dove il cuore può battere ancora sono tutti sentimenti che bene emergono dalla narrazione.
Talmente attuale e per certi versi crudo
che molti di noi potrebbero riconoscersi e
immedesimarsi. La scrittura della Mazzantini è certamente interessante,non
coinvolge alla stessa stregua di “Non ti
muovere” o “Venuto al mondo”. Forse i
troppi flashback e il linguaggio a volte volgare e gratuito hanno reso la narrazione
frammentaria e sensazionalistica.
http://www.my-libraryblog.com/
News
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L
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NON SOLO Vino....
News
La grappa
a grappa è un distillato prodotto da
vinacce ricavate esclusivamente da
uve prodotte e vinificate in Italia o
nella Svizzera italiana secondo il regolamento del Consiglio Europeo N 1576/89
del 29 maggio 1989 dove si stabilisce
che la denominazione "grappa" può essere applicata solo a distillati di vinaccia
prodotti in Italia e a San Marino.
Il distillato di vinacce di altri paesi europei
non può essere chiamato grappa, ma assume altri nomi tipici facenti parte della
categoria “Acquavite di vinaccia”, ad
esempio: in Francia è detta “Marc”, il termine portoghese è “Aguardente Bagaceira”, in Spagna è chiamata “Orujo de
Galicia“, e in Grecia “Τσικουδιά/Tsikoudia”. Poiché la legislazione europea non
è applicabile nell’Uruguay, un termine
molto simile: “grappamiel”, cioè grappa
con miele.
La grappa può essere classificata in
base all'affinamento e/o lavorazioni che
seguono la distillazione: Giovane (non invecchiata); Aromatica (derivante da uve
aromatiche quali Moscato, Traminer aromatico);Invecchiata (minimo 12 mesi
d'invecchiamento in legno sotto controllo
ex UTF, oggi Agenzia delle Dogane); Riserva Invecchiata o Stravecchia (minimo
18 mesi d'invecchiamento in legno sotto
controllo UTF); Aromatizzata (con aggiunta di aromatizzanti naturali come
erbe, radici o frutti) o parte di esse.
Ovviamente le classificazioni possono
coesistere. Per esempio una grappa può
essere giovane e aromatica.
Un secondo modo per classificare le
grappe in base a come vengono distillate
le vinacce: grappa di monovitigno (se la
grappa ottenuta proviene da una singola
varietà di vinaccia);
grappa mista (se la grappa ottenuta contiene percentuali diverse di più varietà di
vinacce). Termini come "Affinata" o "barricata" che non danno nessuna indicazione del tempo di giacenza nei legni e
sono solo per grappe non sotto controllo
UTF. Questa è una garanzia della distilleria dove il periodo di giacenza è indi-
cato sull'etichetta.
Le grappe di alta qualità vengono servite
tutte a temperatura ambiente per esaltarne al meglio i profumi ed il sapore.
Spesso, per mode locali o per mascherare prodotti mediocri, la grappa viene
servita fredda o da freezer come accade
per altri distillati come la vodka. La qualità della grappa, come accade per il
vino, dipende dal tipo e della qualità delle
uve usate, ma anche dall'impianto di distillazione e dalle capacità tecniche del
mastro distillatore.
I metodi di distillazione si sono sviluppati
a partire dell'VIII ed il VI secolo a.C. in
Mesopotamia e furono presto applicati al
vino per la preparazione di acquavite.
Questi processi sono stati citato da alchimisti a partire dal xII secolo d.C.
Anche la distillazione dalle vinacce ha
probabilmente origini storiche molto lontane. Secondo una leggenda, si attribuisce ad un legionario romano del 1° sec.
a.C., dopo il suo ritorno dall'Egitto, di
aver trafugato un impianto di distillazione, e di aver iniziato la produzione di
un distillato dalle vinacce di un vigneto di
cui era assegnatario in Friuli usando le
tecniche apprese.
Lo storico Luigi Papo fa risalire la prima
produzione in Friuli nel 511 d.C. ad opera
dei Burgundi che dalla vicina Austria durante una breve installazione a Cividale
dove applicarono le loro tecniche usate
nella distillazione da sidro di mele alla distillazione a partire da vinacce, ottenendo quindi la grappa.
La nascita della Distilleria Nardini, a Bassano del Grappa (VI) nel 1779 determinò
una vera e propria rivoluzione e segnò
l'inizio della distillazione moderna in Italia, attraverso l'introduzione nel 1779 del
metodo di distillazione "a vapore".
Nel Trentino, fino agli anni cinquanta, la
distillazione a fuoco era la tecnica più
praticata. Con questo metodo si riscaldando le vinacce col fuoco e si portano a
ebollizione ottenendo l’alcool sotto forma
di gas che dopo viene condensato. Inizialmente la condensazione fu fatta a
temperatura ambiente, in seguito con il
miglioramento della tecnica si ebbe la
condensazione ad acqua.
L'evoluzione della distillazione andando
verso i sistemi moderni fu rapida. Gli impianti di distillazione a metodo discontinuo sia a vapore che a bagnomaria
permisero d'ottenere grappa di miglior
qualità. Questi impianti consentono di selezionare le singole partite di vinaccia e
di grappa. Degna di nota è la Grappa Sibona, una delle distillerie storiche del
Piemonte, che possiede la vecchia licenza di distillazione N° 1 rilasciata dall'U.T.F ( l'organo della finanza che
sovrintende a tutte le operazioni effettuate nelle distillerie ).......
Continua nel prossimo numero
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A SCUOLA DI CUCINA
News
strozzapreti infernali
Ingredienti
Acciughe (alici) 5 filetti
Aglio 1 spicchio
Capperi 2 cucchiai
Olio extravergine di oliva, 3/4 cucchiai
Pasta strozzapreti 400 g
Peperoncino rossi piccanti, 2 o 3
Pomodori polpa, 400 gr
Sale q.b.
Per preparare gli strozzapreti infernali iniziate tagliando a rondelle i peperoncini (1) e pulendo e tritando finemente l'aglio. In
un'ampia padella antiaderente ponete l'olio, l'aglio tritato e i filetti di acciuga tritati (2) e scaldate a fuoco medio facendo rosolare
l'aglio e sciogliendo le acciughe nell'olio, aggiungete poi anche i peperoncini a rondelle (3).
Fate ben insaporire l'olio e poi aggiungete la polpa di pomodoro (4) (o la passata, se preferite). Cuocete il sugo a fuoco basso
per una decina di minuti e aggiungete i due cucchiai di capperi (5) (se utilizzate dei capperi sotto sale ricordatevi di sciacquarli
bene prima di aggiungerli al sugo). Concludete aggiustando di sale.
Mentre il sugo termina la cottura, cuocete gli strozzapreti in abbondante acqua salata (6), scolandoli al dente. Fateli quindi saltare nel sugo piccante per due minuti prima di impiattarli.
Servite i vostri strozzapreti infernali ben caldi e....buon appetito!
■ CONSIGLIO
Al posto della polpa di pomodoro potete utilizzare del pomodoro fresco.
Ricordate di lavarvi le mani dopo aver maneggiato i peperoncini per evitare spiacevoli inconvenienti!
■ CURIOSITÀ
Questa ricetta, al contrario di molte altre, è italianissima: lo si intuisce anche dalla scelta degli ingredienti tutti capisaldi della cucina italiana, a partire dagli strozzapreti, tipici della Toscana, per finire con il pomodoro ed il peperoncino.
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n. 185 del 21/03/2012