DELLA 24 DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO ANNO SACERDOTALE L’ABBRACCIO DEI LAICI « C arissimi, noi vescovi, riuniti in Assemblea Generale, abbiamo avvertito il forte desiderio di scrivervi mentre l’Anno Sacerdotale si avvia alla conclusione”. Così inizia il “Messaggio dei vescovi italiani ai sacerdoti che operano in Italia”. “Carissimi, anche noi laici sulle strade del mondo, abbiamo avvertito, con i nostri vescovi, il forte desiderio di scrivervi mentre l’Anno Sacerdotale si avvia alla conclusione”. Non è l’inizio di un altro messaggio ai preti ma l’inizio di un breve pensiero mentre si conclude l’Anno che Benedetto XVI ha voluto offrire, non solo alla Chiesa, come una sosta di riflessione. C’è “qualcosa” nel prete che pone domande dentro e fuori i perimetri ecclesiali. Anche chi ha un’altra fede, anche chi non crede ma ama guardare oltre le siepi dell’ideologia e del conformismo si pone alcune domande avvertendo nel prete “qualcosa di altro” a partire dallo stesso celibato che il Papa nella veglia del 10 giugno, in una straordinaria piazza San Pietro, ha definito “un grande scandalo” rispetto alla cultura dominante perché, ha aggiunto, è come una “anticipazione del futuro”. Perché quella scelta? Perché quel “sì”? Perché quella vita? Perché quei gesti? Perché quelle parole? Perche? Il far nascere e l’ascoltare domande sono un primo movimento del “qualcosa di altro” che è nel prete. Comincia da qui il suo bussare alla porta della coscienza. Non entra, bussa. Sta alla porta e attende che qualcuno apra. Non smette di bussare, pur con quella delicatezza e fermezza che Benedetto XVI indica come stile della comunicazione della Chiesa, una comunicazione diversa da quelle che si sperimentano altrove. Il prete sa che bussa a nome di un Altro. “Carissimi, noi laici sulle strade del mondo…”. Anche i preti, in verità, sono sulle strade del mondo. Il richiamo della strada arriva loro attraverso i laici, giunge forte nella Chiesa dove la comunità, guidata dal sacerdote, nasce e cresce accanto alla Presenza. Con lo scorrere del tempo prende vita in questo luogo il dialogo tra le parole e la Parola che dà significato e forza al camminare sulle strade del mondo in un confronto permanente tra la fede e la ragione. È, questo, il frutto di una prossimità matura tra preti e laici che è tanto più feconda quanto più le due identità si pongono al servizio della verità comunicandola non con arroganza ma con premurosa attenzione all’altro perché l’accolga in libertà e con responsabilità. “Carissimi, noi laici… abbiamo avvertito il forte desiderio di scrivervi…”. Scrivervi non solo alla conclusione dell’Anno Sacerdotale, non solo in qual- Chiuso l’anno sacerdotale A PAGINA 4 che occasione particolare, non solo e non tanto con la penna o con la tastiera di un computer. Scrivervi con la fatica di ogni giorno per condividere la misura alta delle scelte quotidiane a partire da quella di chi mette senza riserve la propria vita nella mani di Dio dicendo, così, che solo da questo gesto radicale nasce ogni altro autentico gesto d’amore. “Carissimi, noi laici… mentre l’Anno Sacerdotale si avvia alla conclusione”. L’Anno si chiude, un soffio di tempo si esaurisce e si incastona nell’eternità. Ed è per il richiamo all’incontro tra finito e infinito che dai laici viene il grazie ultimo al prete. A questo richiamo che avviene, con parole e gesti, nei momenti più belli come in quelli più dolorosi della vita, nessuno rimane indifferente, neppure chi non crede. Soprattutto nei momenti del perdono, quando la misericordia cancella la miseria con le parole e il gesto del prete che sono le parole e il gesto dell’Altro. “Carissimi, noi laici…”. PAOLO BUSTAFFA Roma, giovedì 10 giugno 2010: Papa Benedetto XVI accoglie i sacerdoti in piazza San Pietro per la veglia di preghiera a conclusione dell'Anno sacerdotale cristian (Foto Siciliani - Gennari /SIR) Foto William Preti novelli ALLE PAGINE 8 - 11 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ANNO XXXV 19 GIUGNO 2010 E 1,20 DIOCESI COMO ECOTURISTI ANCHE A COMO n sito che raccoglie strutture e tour operator che desiderano offrire vacanze a chi cerca di appropriarsi di uno stile di vita sostenibile. Numerose anche le strutture comasche. U A PAGINA 16 COMO MOVIDA: ECCO GLI ORARI A PAGINA 17 COMO LUCE NELLA NOTTE A S. DONNINO Si rinnova, il 19 giugno, il tradizionale momento di condivisione e pregjiera promosso da “Nuovi Orizzonti”. A PAGINA 19 COMO ATTESA IN CITTÀ UN’INVASIONE ALPINA A PAGINA 21 CITTIGLIO FESTA CON L’UNITALSI A PAGINA 28 SONDRIO SEMPRE ALTA L’ATTENZIONE PER LA SICUREZZA Diminuiscono gli incidenti sul lavoro in provincia di Sondrio. Non per questo, però, si deve abbassare la guardia: sono molto importanti l’esempio e il corretto rispetto delle normative vigenti. A PAGINA 29 CHIAVENNA RIFLESSIONI SULLA CURA DEGLI ANZIANI A PAGINA 30 SONDRIO CARCERE E FAMIGLIA: QUANDO GLI AFFETTI SONO FUORI... A PAGINA 31 VALTELLINA AUGURI PER GLI ANNIVERSARI SACERDOTALI A PAGINA 32 P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 ESTATE CON I RAGAZZI MATERIALE PER CAMPI SCUOLA LIBRI E CD PER... ANIMARE I l filo conduttore di questo sussidio estivo è costituito da una spy story affascinante e piena di suspence in cui il protagonista, Ramon, ripercorre le tappe della storia biblica di Abramo alla conquista di un suo grande sogno. L’itinerario formativo del sussidio (suddiviso in 4 tappe, ciascuna di 3 puntate) porterà Ramon, e quindi i ragazzi impegnati nelle attività, alla consapevolezza di cosa sia essere un vero discepolo: “uscire” in virtù di una chiamata e di un grande sogno; prepararsi alla missione e accogliere tutti; realizzare il progetto anche a costo di sacrifici. Il sussidio è costituito da una confezione comprendente: fascicolo con la storia e l’itinerario formativo; fascicolo con i giochi e i laboratori; fascicolo con le attività di gruppo, le preghiere e le celebrazioni; Cd con le canzoni dell’estate; catalogo del merchandising (magliette, cappellini, bandane, porta-badge...); codice di accesso all’area riservata del sito del sussidio (www.sipuofare.net) da cui è possibile, fra l’altro, scaricare i video del sussidio. Si può fare, Elledici, cofanetto con tre libretti, CD, euro 27,50. orte della sua esperienza con i giovani e reduce dal successo dei precedenti sussidi fabrizio Righero propone un campo scuola su un problema quanto mai spinoso e attuale: il bullismo tra adolescenti. Durante una gita in montagna, una scolaresca rimane bloccata in una baita a causa di una copiosa nevicata. Isolati e senza la presenza degli adulti, i ragazzi si trovano inizialmente a riproporre le stesse dinamiche che emergono quotidianamente a scuola, con i due bulli della classe, Max e Barbara, che continuano a vessare le proprie vittime e a prevalere con prepotenza sul gruppo. Ma la necessità di cavarsela da soli provoca via via un avvicinamento reciproco. I ragazzi finiscono così per mettersi in discussione, fino a scoprire e attuare nuove modalità di relazione, che non passino per la violenza e la prevaricazione. Argomento di discussione ricorrente negli ambienti educativi, il tema del bullismo è sviluppato da un punto di vista diverso dal solito socio-pedagogico e con un approccio non esclusivamente psicologico: quello della fede cristiana. Seguendo la classica struttura a giornate, dopo le indicazioni rivolte agli educatori per la drammatizzazione che introduce l’episodio del giorno, ogni incontro è occasione per riflettere su una beatitudine, attraverso la presentazione di un brano evangelico, suggerimenti per le attività e spunti di riflessione per la discussione in gruppo. PATRIZIO RIGHERO (a cura di), Bull-over. Stop alla prepotenza, EDB, guida per gli animatori - pagine 96, euro 6,90, sussidio per i ragazzi - pagine 56, euro 3,90. F I giochi e le attività presentati da questo libro richiedono poca preparazione, ma garantiscono momenti divertenti, tempo che probabilmente i ragazzi trascorrerebbero davanti alla Tv. Vengono suggeriti giochi da fare all’aperto e al chiuso, in relazione alle varie stagioni. Una gran quantità di attività possono essere svolte in casa - in salotto o in cucina - con preparativi molto ridotti e materiali sempre facilmente reperibili. Ogni gioco e attività è dettagliatamente spiegato e facilmente realizzabile. Un libro che è un vero “punto di riferimento” per le attività alternative alla Tv. STEVE E RUTH BENNET, 365 giochi senza TV, Elledici, pagine 492, euro 24,90. N ata dall’esperienza e dall’incontro col mondo giovanile, Ora tocca a te è una proposta in grado di fornire idee e consigli per affrontare al meglio l’allestimento di un campo estivo e altri incontri di gruppo: dai preparativi all’organizzazione delle giornate, dai giochi ai momenti di riflessione e preghiera, il tutto accompagnato da tanta buona musica. Il manuale contiene, nella seconda parte, otto canzoni composte e arrangiate da Renato Giorgi, corredate di riferimenti biblici e tracce per riflettere. È una guida rivolta agli animatori, ai catechisti e agli educatori di adolescenti e giovani; uno strumento utile sia per coloro che si avvicinano al mondo dell’animazione per la prima volta, sia per gli operatori più esperti in campo educativo. VALERIO ANTONIOLI - RENATO GIORGI, Ora tocca a te, libro + CD, euro 18,50. NOVITÀ IN LIBRERIA a cura di AGOSTINO CLERICI PER LA FAMIGLIA È sotto gli occhi di tutti come nell’Occidente la famiglia sia in crisi. Lo dimostrano la diminuzione dei matrimoni, l’aumento dei divorzi, l’incremento delle convivenze, la ricerca di nuove forme di istituzionalizzazione dei rapporti di coppia, ma soprattutto la crisi demografica. La rinuncia intenzionale ai figli, oggi sembra essere il segno di una diffusa perdita di speranza nel senso stesso dell’esistenza umana. Francesco D’Agostino ci mostra l’urgenza di salvaguardare la famiglia per credere ancora che del nostro operare nulla vada mai perduto, ma tutto possa, con l’aiuto di Dio, essere salvato. FRANCESCO D’AGOSTINO, Credere nella famiglia, San Paolo, pagine 108, euro 10,00. Può l’amore tra un uomo e una donna trasformare profondamente la vita di due persone fino a renderla unica? Un quesito in apparenza semplice, ma di difficile soluzione, al quale è importante rispondere. Ogni giorno l’amore parla dell’affetto tra due persone con molto realismo, senza ipocrisie e falsi moralismi; prova a percorrere la “normalità” del rapporto a due alla ricerca dei momenti che lo rendono unico; tenta di leggere, dall’attimo in cui scocca la scintilla fino agli ultimi istanti della vita insieme, il senso di un incanto che sconvolge l’esistenza. VITTORIA MODUGNO - PASQUALE PELLEGRINI, Ogni giorno l’amore, San Paolo, pagine 158, euro 12,00. Sino ad ora sono apparsi quattro dei dieci libretti previsti della nuova agile collana di Città Nuova «Passaparola famiglia». Il primo affronta l’argomento sessualità e tenerezza, che Maria e Raimondo Scotto considerano inseparabili. Il secondo libretto, scritto da Anna e Alberto Friso, rivela cinque segreti per una vita di coppia felice. Il successivo, sulla paternità, è scritto dalla penna inimitabile del giornalista Gianni Bianco, che non a caso ha ricevuto molti complimenti. Giovanna Pieroni racconta invece la maternità, prima durante e dopo, con le emozioni e le riflessioni di una mamma. Sessualità tenerezza - In due (5 segreti) - Padre papà - Madre mamma, Città Nuova, pagine 64, euro 3,50 cadauno. Infine due proposte con un taglio particolare. La prima è la testimonianza di come sognano e vivono l’affettività molte donne e molti uomini che hanno un handicap mentale. L’esperienza della comunità dell’Arca di Jean Vanier testimonia come, anche nella particolare condizione dell’handicap, sia possibile e necessario - non diversamente da ciò che accade per ogni essere umano - un cammino di maturazione dell’affettività, di crescita sul piano umano e spirituale. JEAN VANIER, Uomo e donna li creò, EDB, pagine 252, euro 21,50. La seconda proposta racconta la vita quotidiana di una casalinga con lo stile ironico e piacevole, mai superficiale, di Lilia Bonomi, alle prese con i lavori in casa. E fra un angolo e l’altro di polvere da scovare, un’occhiata anche allo spirito e alla preghiera, magari quando gli occhi sono all’insù per vedere un alone sul vetro che proprio non si leva di torno! LILIA BONOMI, Siamo tutte casalinghe, Ancora, pagine 128, euro 11,50. DODICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C Parola FRA noi ZC 12, 10-11; 13, 1 SAL 62 GAL 3, 26-29 LC 9, 18-24 Gesù si dirige risolutamente verso Gerusalemme di ANGELO SCEPPACERCA QUARTA SETTIMANA del Salterio CHE VUOL DIRE «RINNEGA TE STESSO»? D omande e risposte sulla realtà che resta quella che è: la vita finisce con la morte. Gesù rompe questa legge inesorabile inserendo il seme della resurrezione. A due condizioni: crederlo figlio di Dio e fare la sua stessa strada, mettendo da parte noi stessi e accettando la croce. E’ la questione seria, per questo Gesù ha un atteggiamento severo verso i discepoli, ai quali ordina di non dirlo a nessuno. Prima devono essere consapevoli che, prima, viene il soffrire e il morire. Per questa necessità della croce e del molto patire prima della resurrezione, l’evangelista Luca quasi anticipa il momento in cui Gesù “prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. La croce fa parte del “chi è Gesù”, della sua identità. Se non si accetta la passione, vuol dire che non si conosce il Cristo di Dio, nemmeno si comprende la nostra condizione di discepoli. La preghiera del Signore è in solitudine, eppure i discepoli “erano con lui”; Gesù li mette a parte della sua unione con Dio. Ora viene la domanda sulla fede: “Le folle, chi dicono che io sia?”. Le tre risposte hanno tutte a che fare con la resurrezione; non ci si potrebbe riferire al Battista se non fosse risorto ed Elia è l’unico profeta “assunto in cielo in un carro di fuoco”; infine Gesù sarebbe uno degli antichi profeti risorto. Anche le folle sono sulla pista dell’unica risposta soddisfacente alla domanda se tutto finisce con la morte. Che vuol dire rinnega te stesso? “Non credere che, perché il mondo t’entra in casa attraverso certe radio, la televisione, e i giornali tu sia autorizzato ad ascoltare ogni programma o a vedere ogni trasmissione ed ogni manifesto. Non credere che, perché sei nel mondo, ogni maniera di vivere del mondo possa essere tua: le facili esperienze, l’immoralità, l’aborto, il divorzio, l’odio, la violenza, il furto. No, no. Tu sei nel mondo. E chi non lo vede? Ma tu non sei del mondo. La voce di Dio dentro di te ti fa entrare, se l’ascolti, in un regno dove si vivono l’amore vero, la giustizia, la purezza, la mansuetudine, la povertà, dove vige il dominio di sé. Il mondo t’investe come un fiume in piena e tu devi camminare contro corrente. Dove mettere i piedi? In quelle orme che Cristo stesso ti ha segnato: sono le sue parole. Rinnega te stesso. La vita della tua anima comincerà a crescere e fuori il mondo ti parrà di cartone” (Chiara Lubich). “Gesù si dirige risolutamente verso Gerusalemme per portare a compimento, con la morte in croce e la risurrezione, la sua missione salvifica. I discepoli sono coinvolti in questa decisione: Gesù li invita a fare una scelta che li porterà a distinguersi dalla folla per diventare la comunità dei credenti in Lui, la sua famiglia, l’inizio della Chiesa. La Croce è sempre dura da accettare. Tale è pure la fede di noi, cristiani di oggi” (Benedetto XVI). A pensarci bene, il dolore accettato per amore non è solo un accessorio obbligato della resurrezione, ne è anche il segno più eloquente e maturo. Su tutte, le parole del centurione – un pagano! – che si trovava di fronte a lui e che, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15, 39). CHIESA PRIMOPIANO P A G I N A 3 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 U na proposta. Se i contenuti di questo editoriale vi convincono, fatene una fotocopia e porgetela a un vostro familiare, amico o conoscente che sapete appassionato di calcio e a digiuno di cose africane. E, se vi va, seguite l’evolversi della vicenda. Si tratta di questo. In occasione dei Mondiali di calcio sudafricani, ogni spettatore può giocare una propria partita. Può, cioè, tentare, tra l’11 giugno e l’11 luglio, di non farsi imbrigliare dall’ipnosi del solo pallone e provare a non farsi sommergere dalla retorica della tivù che – siatene certi – deborderà dai teleschermi: i campioni conditi con i poveri e i bambini, necessariamente sorridenti, delle township, il “miracolo” economico sudafricano, la “santità” di Nelson Mandela… e via banalizzando. La partita che proponiamo va in direzione opposta. Durante il mese dei Mondiali, ponetevi dei perché sul Sudafrica, e sull’Africa, e datevi da fare per ottenere una risposta un po’ articolata. Attenzione! Non pensate che vogliamo fare gli “alternativi” a tutti i costi e indurvi a ignorare gli appuntamenti con lo stadio. Niente affatto. Però sappiamo che ogni partita ha dei momenti di stanca; qualcuna addirittura non decolla mai… E poi ci sono le pause tra un match e l’altro. In questi momenti, possiamo giocare la nostra partita. Liberi naturalmente di farvi qualsiasi tipo di domanda. Ci permettiamo, tuttavia, di suggerirne qualcuna. Per quali ragioni il Sudafrica del postapartheid, che pure è uno dei paesi più avanzati del continente in termini economici, non riesce a garantire un reddito decente al grosso dei suoi abitanti? Il cosiddetto processo di “verità e riconciliazione”, per cui è stata creata anche una commissione nazionale ad hoc, con lo scopo di fare del Sudafrica una nazione pacificata e coesa, ha portato qualche frutto? Quel processo può dirsi ultimato? Alzando lo sguardo al continente. In molte nazioni ci si trova di fronte a una classe diri- MONDIALI IN SUDAFRICA UN’OCCASIONE DA NON PERDERE PERCHE’ NON SIA SOLO CALCIO A una settimana dall’apertura della competizione rilanciamo a tutti voi l’editoriale apparso sul numero di giugno della rivista dei comboniani “Nigrizia”. Una proposta perché i Mondiali non finiscano al triplice fischio e l’Africa non torni nell’ombra, fino alla prossima partita gente non all’altezza del ruolo e delle sfide che dovrebbe affrontare. Si assiste a una crescente attenzione della Cina nei confronti dell’Africa, a un ritorno di fiamma degli Stati Uniti e a una fase di raffreddamento dei rapporti con l’Europa. Sono movimenti attribuibili a singoli fattori economici (risorse petrolifere e minerarie) e politici (lotta al terrorismo), oppure il continente potrà avere un ruolo crescente negli equilibri geopolitici mondiali? Per articolare una risposta, abbiamo pensato che non è fuori luogo ricorrere a un arnese antico e per molti superato: il libro. Ve ne proponiamo tre a mo’ di esempio e vi chiediamo un giuramento: nel mese dei mondiali leggetene almeno uno. La civiltà africana (Einaudi, 1997) dello storico britannico Basil Davidson. Poi L’Africa – Gli stati, la politica, i conflitti (il Mulino 2005) di Giovanni Carbone, docente alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Milano. E infine, La questione della terra in Sudafrica. Ridistribuzione e democratizzazione (Carocci, 2009) di Francesco Rossolini. Va da sé che scegliere alcune parole-chiave e smanettare sui motori di ricerca di Internet possono consentire di mettere a fuoco i diversi temi attraverso articoli, commenti e analisi, che di sicuro non mancano sui siti specializzati. Certo, orientarsi nella navigazione on line non è semplice (vi consigliamo tre siti www.misna.org; www.missionline.org e www.nigrizia.it ndr). Non siamo certi che questi Mondiali saranno una benedizione per il Sudafrica. Siamo invece convinti che se, attraverso il pallone, un maggior numero di italiani incontrerà il Sudafrica e l’Africa, s’innescherà un reciproco vantaggio. Nel segno di una globalizzazione multietnica, multiculturale e meticcia. TAVERNERIO UNA PARTITA SPECIALE Italia - Africa e un terzo “tempo mondiale” el nostro piccolo è stata una finale o, forse, è la prima partita di un Mondiale che continueremo a giocare nei mesi e anni avvenire. Ad affrontarsi, domenica 13 giugno, sul campo di calcio della Casa dei Saveriani di Tavernerio due squadre: l’Italia, formata da giovani di alcuni gruppi missionari della diocesi, e la rappresentativa africana, formata dal gruppo internazionale che da alcuni mesi si ritrova nella parrocchia di San Rocco a Como. Un pomeriggio d’estate concluso, dopo la messa celebrata nella cappella della congregazione, con un terzo tempo ancora più gradito: tutti insieme a condividere la cena e un momento di festa a cui hanno partecipato anche alcuni rappresentanti delle comunità di sudamericani e asiatici, arrivati insieme a don Umberto Gosparini, responsabile diocesano per la Pastorale dei Migranti; solo così la giornata poteva essere realemente “mondiale”. Quella di domenica è stata così N un’occasione di incontro e confronto tra lingue, sapori e colori diversi. Un modo per ridare al calcio quella spensieratezza che troppo spesso, non solo nei grandi appuntamenti ma anche nei tornei amatoriali e nelle competizioni di ragazzini, viene a mancare. Non entriamo nel dettaglio della partita,anche perché chi scrive ha perso lucidità dopo pochi minuti di gioco. Da sottolineare, in positivo e in negativo, solo fotoservizio PIETRO MASPERO due episodi: al decimo del primo tempo, la percussione in serpentina lungo tutto il campo di P.Mario Fugazza, uno dei gesti tecnici migliori della giornata, e al quindicesimo della ripresa il brutto infortunio al braccio di Basil risolto con una fasciatura al Pronto Soccorso dell’Osperale S.Anna. A lui, uscito dal campo letteralmente in ambulanza, tra gli applausi di giocatori e pubblico, va il no- stro “in bocca al lupo” e l’augurio di pronta guarigione. Solo per la cronaca la partita, diretta dall’arbitro internazionale Honoré, è finita 3 a 2 per la rappresentativa italiana, ma in molti pensano già alla prossimo incontro che speriamo possa coinvolgere sempre più persone e gruppi. Perché, una volta tanto, l’importante non è il risultato. MICHELE LUPPI Un matatu – il tipico furgoncino africano – un equipaggio formato da giovani italiani (tra loro anche Francesco Riedo di Cantù) e kenyani; piccole porte e palloni. Infine un lungo viaggio dal Kenya a Cape Town in Sudafrica. Sono questi gli ingredienti dell’iniziativa lanciata dall’associazione “Altrimondiali”. Il Matatu è partito a metà maggio e concluderà la sua corsa in concomitanza con la finale dei Mondiali. In ogni tappa, ospiti di altrettante ONG Lombarde, verranno organizzati tornei di calcio. Un modo per dare al pallone il suo significato più autentico e gioioso. Vi proponiamo di seguito il racconto di una tappa. Il resto lo trovare su www.altrimondiali.it Dopo la prima notte al CEFA a Dar Es Salaam alle 7 si parte con per il quartiere di Mbagala, dove già dal giorno prima è iniziato un torneo di calcio che vede coinvolte 4 scuole, una squadra di albini, una di disabili e il team CEFA-Altrimondiali. Raggiungiamo il campo da calcio, o meglio una spiaggia…tanta sabbia e un sole così forte da far rintanare i keniani del gruppo nel Matatu alla ricerca di un pò di refrigerio. Decidiamo di combattere il caldo torrido con spedizioni regolari alla ricerca di bottiglie di acqua fresca. Iniziano le finali del torneo delle scuole ed ogni gol viene suggellato da esultanze contenute (!)…balli, grida e invasioni di campo in massa, e così 2 partite da mezz’ora l’una durano circa 2 ore..that’s Africa! Iniziano anche le partite del triangolare tra le 3 squadre di ragazzi. Prima sfida tra la squadra degli albini e la squadra dei disabili, entrambi con divise complete, calzettoni, pantaloncini e maglietta da squadre serie, e tali si dimostreranno. Organizzati per ruolo, con una folta panchina, con schemi e tutto il resto. La partita è tesa fin dall’inizio, gli Albino United segnano 2 gol, ma gli avversari non mollano e guadagnano un calcio di rigore che sarà calciato dallo stesso giocatore che ha subito il fallo (uno dei migliori in campo a mio modesto parere tecnico). La palla viene posizionata a circa 10 metri dalla porta, il giocatore liscia il terreno intorno ad essa, fa qualche passo indietro e si prepara al tiro. Il pubblico in silenzio attende l’esecuzione, parte la rincorsa, 1 passo, 2 passi 3…punta saldamente le stampelle ai lati della palla e, con l’unica gamba che ha, tira di piatto una staffilata sotto la traversa! Gol! Il risultato è ora sul 2 a 1…onestamente mi interessa poco. Quel rigore è stato uno dei più importanti che abbia mai visto tirare! Penso ancora alla forza con cui è stato calciato, non del tiro in sè, ma del giocatore stesso… La seconda partita è più equilibrata, ma gli Albino United riescono a battere anche noi per 2 a 1 e si riconfermano come i più forti. Seguono le premiazioni che si traformano in una festa per tutti! Dopo altre due ore di traffico arriviamo alla sede del CEFA, e un’ottima cena ci aspetta.Poi, lentamente, affiora la stanchezza e mi infilo sotto il lenzuolo. Mi copro con la zanzariera e mi addormento pensando ancora alla forza di quel rigore…disabilità non è inabilità... EMILIANO CORBETTA P A G I N A 4 SOCIETÀ INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 ITALIA GIORNALI IN DIFFICOLTÀ SENZA AGEVOLAZIONI POSTALI La trattativa va ripresa N on si può far finta di niente. Non si può tacere. Da due mesi e mezzo, ormai, è stato emanato il decreto che, da un giorno all’altro, senza preavviso, ha eliminato le agevolazioni postali per i giornali, i periodici e i libri, comportando per Il settimanale della diocesi di Como costi di spedizione più che raddoppiati. Da quel 1° aprile in cui è entrato in vigore il decreto si sono svolti alcuni incontri a Roma tra Poste Italiane, Editori e Governo. Incontri che però non hanno prodotto il frutto sperato e nessun accordo è stato raggiunto. Per la verità, il 27 aprile i rappresentanti delle Poste e di alcuni gruppi di periodici (tra cui i settimanali diocesani) avevano delineato i tratti di una possibile intesa che, rispetto alla situazione precedente, prevedeva un aumento delle tariffe di circa il 60 per cento in tre anni, a partire dal 2011. Accordo che però non si è perfezionato perché le Poste hanno fatto presente di voler prima concludere la trattativa con la Fieg (la Federazione italiana editori e giornali) che rappresenta le testate alle quali va l’80 per cento di tutte le agevolazioni postali. Inoltre è mancata anche la disponibilità del Governo a garantire almeno una parte dei fondi che finora hanno consentito di attivare le agevolazioni (rispetto ai quasi 300 milioni garantiti nel 2009, l’ipotesi di accordo prevedeva che lo Stato mettesse sul piatto 50 milioni per il 2011, 38 nel 2012 e 28 nel 2013). Ma il Governo ha fatto sapere di non voler stanziare neppure un euro e la trattativa è saltata. Da allora il tavolo non è più stato convocato e, salvo il recupero di 30 milioni per le agevolazioni destinate a sostenere la spedizione di pubblicazioni degli enti non profit, nulla si è più mosso. Anzi, l’apertura del dibattito sulla manovra correttiva dei conti pubblici ha portato l’attenzione generale a concentrarsi su altre questioni. Di qui la necessità di riproporre con forza e chiarezza il problema, che certamente non può essere lenito o “digerito” col semplice trascorrere del tempo. Anzi! Le tariffe che sono ora in vigore stanno creando gravi difficoltà a molti giornali, mettendo anche a rischio il loro futuro. La lievitazione dei costi è di grande rilievo e il suo peso si è rivelato ancora più schiacciante perché giunto improvviso e inaspettato, quando le campagne abbonamenti erano già concluse, quando i bilanci di previsione erano già approntati, senza che ci fosse modo per le aziende editoriali di mettere in atto alcuna strategia per assorbire il colpo. Un colpo che, se non interverrà un accordo, farà sentire la sua forza d’urto anche sulle tasche degli abbonati che così vedranno penalizzato il loro desiderio di essere informati e di accedere a un prezzo contenuto a un mezzo di comunicazione di cui hanno fiducia. E’ necessario che la trattativa riparta subito, prima che l’aumento dei costi produca le sue gravi conseguenze, non solo sull’operatività dei giornali e sulla loro possibilità di giungere a destinazione, ma anche su tutto il mondo produttivo che a loro fa riferimento, dai giornalisti alle tipografie. Bisogna fare attenzione, infatti, che il risparmio sulle agevolazioni postali non si traduca poi in un costo sociale ed economico ben maggiore, oltre che nell’impoverimento di un servizio fondamentale come è quello dell’informazione. Ciò non significa che non ci si renda conto della necessità di collaborare al risanamento del bilancio pubblico anche tramite una razionalizzazione del sostegno garantito al settore dell’editoria. Ma razionalizzazione, non un colpo di spugna indifferenziato, che grava su tutti allo stesso modo, senza riconoscere la diversità esistente tra tante aziende editrici e tra tanti giornali. Non è lo stesso, infatti, che un giornale sia principalmente un veicolo pubblicitario o che invece sia voce di un territorio, specchio della sua realtà, occasione di dialogo e confronto. Non è lo stesso che un giornale venga spedito in modo anonimo e indifferenziato nelle case, magari occasionalmente per sostenere qualche campagna promozionale, o che invece raggiunga fedelmente i suoi abbonati, persone che lo apprezzano, che lo aspettano, che si fanno anche sentire in redazione se non arriva puntuale. Tagli indifferenziati che non tengono conto delle diversità delle varie realtà editoriali non hanno senso. Tanto meno se questi tagli sono totali, come è ora. La trattativa deve riprendere e se ci sarà qualcuno che commenterà: “anche i settimanali diocesani, come tutti, non cercano altro che difendere i loro interessi”, non sarà difficile rispondere che i settimanali diocesani non sono aziende a fini di lucro e che la loro vera natura, la ragione più autentica che li ha fatti nascere e continua ad animarli, è di sostenere il loro territorio e i suoi abitanti e, perciò, penalizzare i settimanali è penalizzare tutti i loro lettori. Anche per questo e soprattutto per questo la trattativa va ripresa subito e va portata avanti con la disponibilità di tutte le parti a fare qualche passo per raggiungere un punto d’equilibrio che possa essere davvero sostenibile. E’ anche una questione di rispetto della libertà di informazione e del suo pluralismo, valori irrinunciabili e fondamentali per la società. don AGOSTINO CLERICI e i direttori dei periodici della FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) BENEDETTO XVI E LA CHIUSURA DELL’ANNO SACERDOTALE I primi operai: i preti e la civiltà dell’amore ’ L uomo peccatore e Dio ricco di misericordia. Nell’undicesima domenica del tempo ordinario (13 giugno), il tema del perdono, anzi il paradosso di un amore che nasce dal perdono, è in primo piano nelle letture; c’è la donna peccatrice alla quale sono perdonati i peccati, perché ha il coraggio di riconoscersi nella estrema fragilità, di rivelare tutta la sua miseria e tutto il suo amore per Gesù. Ma proprio in quelle parole “i tuoi peccati sono perdonati… va’ in pace”, troviamo tutto l’amore del Signore, un Dio che si prende cura personalmente di noi, dell’umanità; “non sono lasciato solo, smarrito”, ricordava papa Benedetto, venerdì 11 giugno; “non è un Dio lontano”, “mi conosce e si preoccupa di me”. Bella l’immagine che il Papa utilizza per illustrare il “conoscere” di Dio: “Non è mai soltanto un sapere esteriore così come si conosce il numero telefonico di una persona” ma significa “essere interiormente vicino all’altro”. Nel primo Angelus dopo la conclusione dell’Anno Sacerdotale, il tema dell’amore di Dio per le sue creature e il paradosso di un amore che sgorga dal perdono, tornano nella riflessione di Benedetto XVI. È attraverso il sacerdote che Dio si fa presente “per gli uomini”; pur conoscendo le nostre debolezze, ricorda ancora il Papa, “ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua”. E torna, nelle parole pronunciate dallo studio che si affaccia su piazza San Pietro, l’immagine di quella moltitudine di sacerdoti, oltre 15 mila, che hanno preso parte alla veglia di preghiera, giovedì 10 giugno, e alla celebrazione eucaristica, la mattina del venerdì, nella festa del Sacro Cuore di Gesù. Giornate indimenticabili, ha detto, e i benefici che sono venuti alla Chiesa “nessuno potrà misurarli, ma certamente se ne vedono e ancor più se ne vedranno i frutti”. La più grande concelebrazione in piazza San Pietro. Immagine che diventa messaggio forte, in un tempo in cui i segni sono troppi e confusi. Il sacerdote, afferma Benedetto XVI all’Angelus, “è un dono del cuore di Cristo: un dono per la Chiesa e per il mondo. Dal cuore del figlio di Dio, traboccante di carità, scaturiscono tutti i beni della Chiesa, e in modo particolare trae origine la vocazione di quegli uomini che, conquistati dal Signore Gesù, lasciano tutto per dedicarsi interamente al servizio del popolo cristiano”. I sacerdoti sono “i primi operai della civiltà dell’amore”, amore che spinse Cristo a dare la vita e a perdonare i suoi nemici. Rimangono in primo piano le ferite di alcuni, le notizie di abusi commessi e che hanno fatto dire al Papa tutta la sua vergogna, la condanna per questo orrendo crimine e il perdono chiesto pubblicamente a Dio e alle vittime. L’immagine è quella dei vasi di creta, fragili, all’interno dei quali si cela il grande dono del sacerdozio; dono e non gloria umana, da accogliere con umiltà e coraggio. Non un ufficio che eroga prestazioni per il bisogno sociale di un po’ di religione, né una professione come le altre, ma realtà infinitamente più grande e per questo aperta al mondo. E sono proprio quei volti di sacerdoti, volti giovani e meno giovani, che quotidianamente incontriamo lungo le strade, nelle favelas e nelle baraccopoli, ma anche nei quartieri “bene” delle nostre città, a ricordarci l’audacia di Dio che prende uomini come gli altri, li sceglie e li manda per le strade del mondo. Uomini il cui “ricordo rimane indelebile nei fedeli, magari in una piccola comunità parrocchiale”, come è accaduto ad Ars per Giovanni Maria Vianney. O in Polonia per don Jerzy Popieluszko, sacerdote e martire, proclamato beato domenica 6 giugno, a Varsavia. “Ha esercitato il suo generoso e coraggioso ministero accanto a quanti si impegnavano per la libertà, per la difesa della vita e la sua dignità”, dice di lui il Papa. Un’opera, la sua, “al servizio del bene e della verità”, diventata “segno di contraddizione per il regime che governava allora in Polonia”. Proprio per spegnere la sua voce, che nelle omelie denunciava i soprusi del regime, gli arresti di dissidenti, è stato ucciso a 37 anni. La sua testimonianza “è stata seme di una nuova primavera nella Chiesa e nella società”. Di più, il Papa dice: “Se guardiamo alla storia, possiamo osservare quante pagine di autentico rinnovamento spirituale e sociale sono state scritte con l’apporto decisivo di sacerdoti cattolici, animati soltanto dalla passione per il Vangelo e per l’uomo, per la sua vera libertà, religiosa e civile. Quante iniziative di promozione umana integrale sono partite dall’intuizione di un cuore sacerdotale”. Ai fedeli venuti in piazza San Pietro Benedetto XVI propone un’altra figura di beato, il cronista spagnolo Manuel Lozano Garrido. E lo propone in modo particolare ai giornalisti, i quali, afferma il Papa parlando in spagnolo, “potranno trovare un testimone eloquente del bene che si può fare quando la penna riflette la grandezza dell’anima e si mette al servizio della verità e delle cause nobili”. Lozano Garrido, afferma ancora il Papa, “seppe irradiare con il suo esempio e i suoi scritti l’amore per Dio, anche nel dolore che lo vide costretto in una sedia a rotelle per quasi 28 anni. Alla fine della sua vita perse anche la vista ma continuò a guadagnare cuori a Cristo con la sua allegria serena e la sua fede inalterabile”. FABIO ZAVATTARO SOCIETÀ P A G I N A 5 FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 EUROPA VERSO LA SEPARAZIONE TRA VALLONI E FIAMMINGHI? L’inquieto Belgio ha votato S D Come Cincinnato o come Caligola? ialogo e compromesso. Sono le due parole ricorrenti in questi giorni in Belgio, dove si cerca di formare un governo che tenga conto dei risultati emersi dalle urne il 13 giugno: la netta affermazione dei separatisti fiamminghi nel nord del Paese, la solida vittoria dei socialisti nella Vallonia. Da una parte alza la voce Bart De Wever, il leader separatista fiammingo che vuole la “dissoluzione progressiva” del Belgio, dall’altra il capo dei socialisti, italiano d’origine, Elio di Rupo (nella foto), che si dichiara per l’unità solidale dello Stato pur in una forma accentuata di federalismo. Il piccolo Paese nordeuropeo da decenni mostra segni di inquietudine: la casa reale ha sempre fatto da collante istituzionale, ma la parte fiamminga (più popolosa e ricca), quella vallone (che arranca sul piano economico e persino demografico) e il distretto della capitale, fanno fatica a convivere. Le richieste autonomistiche del nord sono da tutti giudicate legittime, ma potrebbero mettere a rischio l’unità nazionale. I valloni si ritengono peraltro autosufficienti. Bruxelles-capitale marcia nella sua direzione, protesa verso l’internazionalità delle istituzioni europee che ospita e delle persone che, soprattutto per ragioni di lavoro, vi abitano, senza per questo sentirsi cittadini. Ma al di là delle questioni interne, peraltro di assoluta rilevanza, il Belgio deve fare i conti con ciò che oggi rappresen- ta sulla scena internazionale: non certo (i belgi non ne avranno a male) uno Stato di prima grandezza sul piano politico, economico, militare o strategico, piuttosto un simbolo. Per due ragioni almeno. Esso è stato, e per ora rimane, un angolo di convivenza tra diversi in una Europa che fa fatica ad accettare le diversità. In secondo luogo, il Belgio, e la sua capitale, sono diventati il baricentro di una Unione di 27 Stati che, pur tra mille difficoltà, mostra una certa solidità, vantaggi concreti, possibili tà di sviluppo. Una Ue per la quale proprio in questo periodo si invoca un rafforzamento sul versante economico e politico. “Più Europa”, si dice, per affrontare le sfide cui nessun Paese comunitario potrebbe affrontare da solo: lo hanno confermato a gran voce il 14 giugno i leader dei due Paesi più grandi ed economicamente solidi dell’Ue: Germania e Francia. Può, dunque, coscientemente, il Belgio marciare nella direzione opposta? La risposta, evidentemente, è “no”. I separatismi sono una scorciatoia inefficace per problemi che devono essere affrontati insieme. Il Belgio è già uno Stato piccolo, con una voce misurata sulla scena internazionale: se si dividesse, quanto conterebbero tre micro regioni del calibro delle Fiandre, della Vallonia e del distretto brussellese? Si tratta di un ragionamento banale, ma proprio attorno a questo punto il dialogo sembra decollare e il compromesso può apparire fattibile. I belgi, siano essi fiamminghi o valloni o immigrati (ce ne sono tanti, italiani in testa), filoolandesi o filo-francesi, sembrano tenuti a convivere: lo possono fare cercando strade vantaggiose per tutti, evitando la dissoluzione di una bandiera che ha contribuito a fare la storia dell’Europa; oppure possono imboccare la strada, rischiosissima, della separazione o della convivenza “armata”. In tal caso, i Balcani, l’Irlanda o la regione basca dovrebbero insegnare qualcosa. GIANNI BORSA CORSIVO di AGOSTINO CLERICI UN REBUS, TRE SCOGLI, UN SOSPETTO Le intercettazioni sono un bel rebus. Proviamo a ragionarci sopra. Come dice la parola stessa, l’intercettazione è uno strumento di indagine che serve a conoscere le comunicazioni tra due soggetti così da valutare se vi siano informazioni su reati da commettere o già commessi. Chi deve essere intercettato? Facile rispondere: i delinquenti, i mafiosi, gli assassini, i ladri (anche e soprattutto quelli con i guanti bianchi). Già, ma l’intercettazione è utile proprio perché mi fa scoprire che qualcuno - insospettabile - sta commettendo un reato o lo ha commesso. Quindi, devo intercettare gli insospettabili... Cioè: quasi tutti. Calma: l’intercettazione è decisa in base ad indagini già aperte e serve a procurarsi una prova di quanto già si sospetta. C’è una mente giudiziaria all’origine dell’intercettazione, e si suppone che sia onesta e saggia. E qui, scusate, casca l’asino! Chi mi assicura che l’intenzione inquisitoria sia retta? È questo il primo scoglio contro cui sbatte fragorosamente la barca delle intercettazioni: esse possono, di fatto, essere usate come strumenti persecutori ai danni di qualcuno per motivazioni ideologiche o politiche e niente affatto giudiziarie. Ma il rebus non è finito. C’è un secondo versante. Il tale intercettato parla con persone che non avrebbero dovuto essere intercettate, e che, quindi, diventano a loro volta intercettate. Sembra che in Italia nei tabulati delle intercettazioni negli ultimi anni sia finito un cittadino ogni cinquecento. Una media inaccettabile. Se un “delinquente” mi telefona, anche se non so che è un delinquente, la mia voce finisce registrata insieme alla sua. Certo - direte voi l’inquirente sa distinguere senza dubbio tra chi ha commesso un delitto e chi invece si è trovato semplicemente a parlare con lui al telefono. E qui l’asino casca nuovamente! Siete così sicuri che il discernimento giudiziario funzioni con saggezza e onestà? Qualche esperienza del recente passato dimostra che non è sempre così. Ma ecco il terzo scoglio, quello più pericoloso. Le intercettazioni dovrebbero essere segretate e utilizzate solo dagli inquirenti. Invece - chissà come, chissà perché - c’è qualcuno nel palazzo di giustizia che passa le carte ai giornalisti. E questi - in forza del diritto e dovere di cronaca e con un briciolo di deontologia professionale - pubblicano quanto sono venuti a conoscere, senza omissis e, spesso, senza fare troppe verifiche. Intercettazione canta! E qui l’asino casca per la terza volta e, spesso, non si rialza più. Alla luce di questo rebus, mi sembra ovvio che si cerchi di scrivere delle regole per le intercettazioni. E le regole sono fatte per porre dei limiti, anche... all’invadenza e alla leggerezza della libertà di stampa. Non capisco pertanto né gli scioperi di categoria né le pagine bianche di alcuni quotidiani. Il mestiere del giornalista è quello di sporcare d’inchiostro le pagine. Se le lasci bianche, viene il sospetto che, per riempirle, tu abbia bisogno che qualcuno ti passi le carte... ono tanti - in questi ultimi dieci anni - i libri che hanno denunciato i privilegi delle varie Caste. Tutto scritto: sprechi, inefficienze, privilegi. La documentazione offre al lettore una ricca e variegata conoscenza di una enorme quantità di privilegi. Pregio indiscutibile, sia chiaro. Ma se ci si limita a questo, il rischio reale è di gridare allo scandalo, di pensare - ingenuamente - che tutto ciò dipenda solo dal fatto che a governare ci siano le persone sbagliate (può capitare anche questo!). Gridare solo contro lo spreco, utilizzare le cifre-denuncia degli sprechi delle Caste (non solo quella dei politici) potrebbe però fornire un alibi a chi vuole far credere che è sufficiente sostituire alla testa dello Stato i disonesti con gli onesti affinché le cose cambino radicalmente. * * * E’ necessario, invece, fare un passo avanti, cercare un eventuale “nesso causale”: il rapporto, cioè, fra causa (la natura dello Stato e la cultura della sua classe dirigente) ed effetto (gli sprechi, le inefficienze, i privilegi). Si ha la percezione, ad una attenta analisi, che le varie Caste siano geneticamente connesse ad una certa concezione dello Stato ipertrofico e invasivo; di uno Stato che attraverso quanti sono eletti dal popolo a governarlo - e non fa differenza il colore di chi governa - utilizza l’eccesso di potere di cui dispone per estorcere ai cittadini quanta più ricchezza può. E la distribuisce, sotto forma di benefici, alla classe politica di governo e degli enti locali, nonché agli alti dirigenti della pubblica amministrazione; e, sotto forma di assistenzialismo, alla fetta di popolazione della quale chi governa vuole garantirsi il consenso. Si impone, allora, una bella cura dimagrante per questo tipo di Stato. Né uno “Stato massimo” (solo Stato, unicamente Stato, ma meglio organizzato e con persone più competenti), né uno “Stato minimo” (a cui spetterebbero poche competenze), ma una riduzione del suo ruolo e della sua presenza, di una radicale ridefinizione delle sue funzioni che ne riducano i poteri e ripristino il primato della società civile e del cittadino. Per questo occorre ripensare la politica se non vogliamo che altri continuino a pensare e agire per noi; tradurre lo sdegno e la protesta in pensiero politico che crei consapevol e z z a ; riscoprire il primato della persona quale soggetto politico. * * * Tutto ciò a partire dalla base perché le Caste hanno talmente utilizzato del potere a proprio vantaggio al punto tale da apparire intoccabili. E che la classe politica, su questo stato di cose, ci campi, non prova - come è stato scritto da tanti - che il Paese sia migliore di chi lo governa; prova, anzi, che il Paese ha la classe politica che si merita. “Certi fatti - scriveva Luigi Sturzo - sono sintomatici: corre voce che si vorrebbe stabilire un fondo per una cassa pensioni a favore dei deputati che avranno raggiunto un certo limite di età e di anzianità parlamentare. A me sembra aberrante fare del mandato elettorale, sì e no rinnovabile ogni cinque anni, qualche cosa che confini con la carriera impiegatizia, ovvero con il mandarinato, e sbocchi, infine, in uno stato di quiescenza a carico del pubblico erario”. Una cassa pensioni - a parte di quella che uno va maturando con il proprio lavoro - non solo viene giudicata da Sturzo come superflua, ma “ha un effetto deplorevole sull’opinione pubblica, dando l’impressione di voler creare o consolidare una casta, la parlamentare”. Ancora: “La tendenza di dare posti di consolazione a ministri, sottosegretari e deputati fuori uso, si va insistentemente infiltrando: l’ideale di Cincinnato non è più quello dei moderni uomini politici. Ma consolidare la “categoria” dandovi il carattere del “funzionario”, con il suo diritto di riposo pagato, questo eccede ogni sana concezione dell’eletto dal popolo”. Siamo nel 1950. Di tempo ne è passato. Non Cincinnato ma Caligola sembra essere diventato il punto di riferimento. Una pratica che scandalizza molti, ma non produce nuova consapevolezza politica. Perché? FUORI dal CORO ARCANGELO BAGNI RAPPORTO FAO/OCSE, QUASI UN MILIARDO LE PERSONE SOTTONUTRITE NEL MONDO Il settore agricolo si sta dimostrando “resistente alla crisi”, ma il rischio di “un nuovo picco dei prezzi, legato alla volatilità dei mercati, non può essere escluso”. Ad affermarlo è il rapporto “Agricultural Outlook 2010-2019”, realizzato dalla Fao e dall’Ocse e presentato martedì mattina a Roma dal direttore generale Fao, Jacques Diouf, e dal direttore generale Ocse, Angel Gurría. “Sebbene il pianeta produca cibo a sufficienza per nutrire la popolazione mondiale – si legge nel rapporto -, i recenti picchi dei prezzi e la crisi economica hanno portato ad un aumento della fame e dell’insicurezza alimentare”. Quasi un miliardo “le persone sottonutrite nel mondo”. Rispetto alla media del periodo 2005-2007, il rapporto sottolinea la necessità che la produzione alimentare mondiale aumenti “di oltre il 40% entro il 2030 e del 70% entro il 2050”, e informa che “circa 1560 milioni di ettari potrebbero essere aggiunti agli attuali 1,4 miliardi di ettari di terre coltivate”, la metà dei quali in Africa e America Latina. Da Diouf l’auspicio che il G8 mantenga l’impegno assunto nel luglio 2009 a L’Aquila di destinare “20 miliardi di dollari ai piccoli produttori agricoli per migliorare la produzione nei Paesi in via di sviluppo”, finora “mai arrivati”. P A G I N A 6 SOCIETÀ ECONOMIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 LA LINEA DEL GOVERNO E QUELLA DELL’OPPOSIZIONE E SE LA CRISI DOVESSE MINARE IL WELFARE? a crisi economica sembra intenzionata a proclamare la condanna a morte degli estesi e costosi sistemi pubblici di welfare. Ho usato il condizionale perché credo che “ciascuno rimane, qualunque siano le influenze che si esercitano su di lui, l’artefice della sua rinascita o del suo fallimento” (Populorum progressio, 15), ciò vale sia per le singole persone che per le comunità nazionali e statuali. In concreto, ritengo significative le parole della Spe Salvi, 34: “Diventiamo capaci della grande speranza… la speranza in senso cristiano è sempre anche speranza per gli altri. Ed è speranza attiva, nella quale lottiamo perché le cose non vadano verso la fine perversa”. Con questo non intendo dire che non vi sarà il ridimensionamento del welfare in Italia come in tutta Europa e la sua razionalizzazione. V’è chi individua come colpevole di detto ridimensionamento se non della fine ingloriosa dello Stato sociale, il “socialismo della spesa e il “cattolicesimo populista”. I due richiamati soggetti storici avrebbero condiviso l’idea che l’utilizzo della spesa pubblica potesse essere strumento di giustizia, ovvero favorisse l’equa ridistribuzione della ricchezza, permettendo così, alle classi deboli, di affermare i propri diritti. Ciò, si sarebbe concretizzato, attraverso il godimento di definite prestazioni erogate dallo Stato: scuola, asili, nidi, sanità, casa, pensione di vecchiaia, invalidità, superstiti e così via. Attraverso questa via L Sono favorevole allo Stato sociale, pertanto le mie critiche sono rivolte all’irresponsabilità di quanti hanno preteso diritti senza doveri, spesa senza copertura adeguata pagina a cura di GIANNI MUNARINI pensavano di affermare, difendere e ampliare, sia i cosiddetti diritti delle classi proletarie, che il principio di uguaglianza. In questo momento di crisi dell’economia e di dissesto dei conti pubblici, al di là degli ideali e delle buone intenzioni, ci si trova costretti a subire pesanti sacrifici, e di conseguenza si è sollecitati a prendere posizione, scegliendo fra la linea del governo e quella dell’opposizione. Non mi sento di condividere nessuna delle due posizioni. Ritengo la posizione dell’opposizione preconcetta e strumentale alla lotta contro il governo ed in particolare Silvio Berlusconi. La posizione della sinistra può così essere riassunta: il welfare non si tocca, deve venire ampliato per comprendere chi ora non ne gode; i ricchi, nella maggior parte evasori fiscali, devono essere assoggettati ad aliquote d’imposta più elevate; i posti di lavoro vanno tutelati, anche quando le aziende sono decotte, indebitate, fuori mercato, o prossime al fallimento; la lotta all’evasione deve essere intensificata e gli evasori vanno perseguiti con durezza. Non intendo cadere nelle strumentalizzazioni e nella demagogia della sinistra, né nel giustizialismo impotente e illetterato alla Di Pietro. Preferisco riflettere con pacatezza. La soluzione della situazione italiana di crisi richiede competenza, senso dello Stato, della legalità e capacità di progettare il futuro, non infantilismi scomposti. In sintesi, non condivido l’inasprimento fiscale, in quanto frenerebbe la ripresa economica e in questo caso verrebbe mirato a spesa pubblica irrazionale, quindi contraria al comune senso di giustizia e di solidarietà. Persegue inoltre un modello di uguaglianza opinabile, in quanto rende meritevoli di eguali benefici sociali gli onesti, i meritevoli, i laboriosi, gli sfaticati ed i disonesti. Il mondo imprenditoriale ama presentare, come strumenti idonei all’uscita della crisi, la competizione del libero mercato, l’intraprendenza imprenditoriale anche se poi nella quotidianità si contraddice, praticando le politiche delle provvidenze, dei sussidi, delle rottamazioni, delle sanatorie, dei condoni, degli scudi e a volte della truffa. Per documentare quest’ultimo malvezzo, ricordo tre avvenimenti: Cirio, Parmalat e Bhopal, che tanti danni hanno provocato ai risparmiatori, alla salute pubblica, alla credibilità dello Stato democratico e alla libertà d’impresa e di mercato. Evito di addentrarmi nei disastri provocati dagli operatori del mondo della finanza, perché in detto caso diverrebbe forte la tentazione di invocare un’autentica jacquerie, con tanto di incendi di palazzi e istituti finanziari, nonché di disdicevoli cacce all’uomo. Molte giustificazioni sono quindi dovute al fronte ostile, alla libera concorrenza e all’economia liberale. Ecco le ragioni per la quali è tuttora forte la cultura del dirigismo, della presenza dello Stato nell’economia e del suo ruolo di garante di un welfare diffuso e ricco di erogazioni e garanzie. Sono favorevole allo Stato sociale, pertanto le mie critiche sono rivolte all’irresponsabilità di quanti - sindacalisti, politici e rappresentanti del mondo cattolico populista - hanno preteso diritti senza doveri, spesa senza copertura adeguata e duri controlli sanzionatori. Le pensioni sono a rischio e ciò per aver rifiutato sacrifici e le Riforme che avrebbero garantito pensioni dignitose, anche alle future generazioni. Egregio lettore l’attività economica ha due fini precisi e inderogabili: creare ricchezza nazionale, remunerare gli investimenti e gli sforzi dell’imprenditore, nonché di conseguire i fini sociali previsti dalle leggi dello Stato e da quella naturale. Il disincantato sa che se non si raggiunge il primo bersaglio, anche il secondo verrà mancato. Debbo comunque dire che non è sufficiente centrare i richiamati bersagli, perché se allo sviluppo economico, alla crescita della ricchezza nazionale, al progresso tecnico, all’arricchimento del mondo imprenditoriale e del benessere della comunità nazionale “non dovesse corrispondere un progresso alla formazione etica dell’uomo, nella crescita interiore” (Spe Salvi, 22) allora lo sviluppo, la ricchezza e il progresso tecnico, si tramuteranno in una minaccia grave per l’uomo e per gli Stati. SI PARLA DI RESTYLING DELL’ARTICOLO 41 DELLA COSTITUZIONE MA NON È LA COSTITUZIONE CHE BLOCCA L’IMPRESA D ebbo a questo punto richiamare tre eventi, di loro natura preoccupanti, perché segnati da ipocrisia, demagogia, impotenza dell’intelligenza e megalomania ingenua. Detti fatti portano a sottovalutare la gravità della crisi che ha posto in ginocchio l’italietta e, ciò che è più grave, è che precludono la possibilità di progettare modelli di ripresa economica compatibili con le regole della globalizzazione e degli equilibri ecologici. La signora Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria sostiene che il Paese, pur rimanendo in declino, presenta una struttura industriale vitale. Insomma, pur avendo perso qualche decimo di punto nella classifica della produzione manifatturiera globale, passando dal 4,5% del 2007 al 3,9% del 2009, resta pur sempre la quinta potenza del mondo. La signora Marcegaglia è persona pre- parata, intelligente, di indiscussa professionalità ed esperienza, quindi sa che il rapporto sugli scenari industriali, redatto dal suo Centro studi, si presta a letture diverse, presenta verità parziali in costante mutazione, soprattutto è settoriale, quindi non esprime giudizi globali sulla situazione reale del Paese. Intendo dire che, al di là delle belle parole e dell’apparenza, l’italietta ha ancora le pezze sul fondo schiena. Il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’Economia, sostengono che la Costituzione, ovvero l’articolo 41, blocca la libertà d’impresa e frena con lacci e laccioli tutto il sistema/Italia. In sintesi prevede “programmi e controlli” tesi a indirizzare a fini sociali l’attività economica pubblica e privata. Dette indicazioni pur non essendo diaboliche, o in grado di bloccare la vita economica del Paese, sono oggettivamente ambigue, in quanto lasciano intendere auspicabile, o quanto meno accettabile, l’intervento dello Stato nell’economia. Ecco perché è legittima la riscrittura dell’articolo, anche se è doveroso far rilevare che la Costituzione non ha intralciato lo sviluppo del Paese. Il restyling all’art. 41 della Costituzione ha poco da spartire con l’opera di liberalizzazione e semplificazione, richiesta da più parti, per dare ossigeno allo sviluppo. Alle corte, la ricostruzione, il boom economico e i momenti di successo internazionale della liretta sono stati realizzati all’ombra della Costituzione. Certo erano altri tempi e soprattutto gli uomini di governo avevano taglia da statista, nonché grande cultura e competenze. La Costituzione può essere aggiornata, modernizzata e riformulata nelle sue parti storico/formali, ma non può subire ritocchi nelle disposizioni di principio, sui diritti e sulle libertà. Andando a concludere non posso non sottolineare che l’uscita dalla crisi economico e politica, presuppone la capacità e la volontà della società civile di smascherare, contrastare e battere, il conservatorismo culturale, di matrice laico reazionaria, delle sinistre, nonché il nichilismo radicale. Deve inoltre essere contrastato il tentativo di uomini del governo di addossare alla Costituzione i propri fallimenti, le proprie incapacità, la propria impotenza e la mancata rimozione degli intralci alla libertà d’impresa. Nel corso dell’ articolo ho tentato di presentare tre scenari. Il primo: l’impegno del governo a contenere la spesa pubblica e a ridisegnare, in riduzione, il Welfare State, ricercando nel contempo, di ovattare l’inevitabile aumento della pressione fiscale. Al riguardo ho sostenuto che è un’azione monca, perché non indica le vie richieste dalla ripresa economica. Il secondo: le forze in campo di governo e di opposizione, hanno dimostrato di non essere in grado di indicare politiche e strumenti, idonei alla ripresa economica, ovvero si limitano a lanciare accuse e a inondare il Paese di chiacchiere modulate sull’ottimismo o sulla demagogia. Il terzo: le alternative politiche sono pressoché inesistenti, tutto è grigio, incolore, soffocante, gli ideali e le tensioni tese a modernizzare il Paese sono finite in archivio, sepolte dalla polvere. Senza sogni, senza ideali non può esistere una politica viva, dinamica, capace di innovazione e di futuro, senza idealità forti non può nascere una cultura in grado di promuovere e innovare l’avvenire e abbattere paure e disorientamenti. I cattolici in questa lotta che chiama la società civile alla mobilitazione, debbono essere in prima fila. CHIESA P A G I N A 7 CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 LE RELIGIOSE DI ORIGINE STRANIERA CON IL VESCOVO AGENDA del La multiculturalità nella vita consacrata VESCOVO GIOVEDÌ 17 A Como, al mattino Consiglio episcopale. Foto William LUNEDÌ 21 A Roma, Commissione decennio sull’educare. MARTEDÌ 22 A Grandate, presso il monastero delle benedettine, elezione della madre superiora. A Como, in Vescovado, al pomeriggio, incontro con i sacerdoti degli anni di ordinazione 1959 e 1960. MERCOLEDÌ 23 A Milano, al mattino, Commissione della Facoltà Teologica. Al pomeriggio, udienze e colloqui personali. A Como, in Cattedrale, alle ore 18.30, Santa Messa in occasione della settimana di aggiornamento del Centro di Orientamento Pastorale. GIOVEDÌ 24 Al mattino, a Como, Consiglio episcopale. Al pomeriggio, a Como, allo Stadio Sinigaglia, Festa diocesana dei Grest. VENERDÌ 25 A Como, in serata, in Vescovado, Commissione per il diaconato permanente. SABATO 26 DOMENICA 27 Visita pastorale alla Zona Lario: Vassena, Lezzeno. DAL 28 GIUGNO AL 2 LUGLIO A Tignale (Bs), esercizi spirituali con i vescovi della Lombardia. I l giorno 12 giugno, a Como, l’Usmi diocesana ha organizzato un incontro tra tutte le suore provenienti da altri Paesi e che ora si trovano “in missione” nella nostra Diocesi. Erano presenti quarantasette religiose. Abbiamo intervistato una di loro ed ecco le sue risposte: Come mai un incontro con le Suore che provengono dalle diverse parti del mondo? «In questi giorni leggevo un piccolo libro che ho ricevuto in dono: “Miniguida dei nuovi stili di vita” di Adriano Sella e ho trovato qualcosa che riflette un po’ ciò che l’USMI ha cercato di promuovere con un incontro internazionale: I rapporti umani sono sempre più trascurati nella vita contemporanea e lasciati come l’ultima cosa da curare, perché la grande preoccupazione di oggi, diffusa dall’economia dei consumi, sono le cose e non le relazioni umane. In questo modo ci troviamo la casa piena di tante cose, ma vuota di rapporti familiari e umani. Dobbiamo ricordarci che siamo fatti di relazioni umane e non possiamo vivere senza rapportarci con gli altri; che i rapporti umani sono una grande ricchezza che nessuno potrà mai rubarci; che le relazioni interpersonali danno gusto e senso alla vita perché realizzano l’esigenza vitale dell’essere umano, in quanto è fatto per rapportarsi con gli altri. E siccome anche noi religiose possiamo cadere in questo rischio, questa iniziativa ha creato le condizioni di incontro, di condivisione e riflessione sul significato della nostra presenza qui in Italia e concretamente nella nostra diocesi di Como. Incontro che ha avuto inizio in Duomo, in occasione dell’ordinazione sacerdotale di don Lorenzo, don Fabio, don Francesco, don Samuele e don Nicolas». Cosa ci racconta dell’incontro col Vescovo? «Ogni pianta, per piccola che sia, fiorisce lì dove è seminata e ogni carisma è un dono di Dio per la Chiesa e per il mondo. Lì dove si trova una Comunità di Suore, da qualunque parte del mondo provenga, è chiamata ad essere dono, ad essere un piccolo segno dell’Amore di Dio che s’incarna e si dona. Proprio questo ci ha detto il nostro Vescovo Diego: “Siete un dono prezioso, un segno della Cattolicità della Chiesa; la diversità non è estraneità né concorrenza”. Ci ha chiesto di essere Comunità accoglienti, dove le singole persone o gruppi, possano sentirsi a casa e pregare con noi. La maggior parte di noi entrava per la prima volta nella Casa Vescovile e si poteva vedere nei volti il senso di stupore e meraviglia. Ringraziamo il Vescovo perché, nonostante le molteplice attività, ci ha donato parte del suo prezioso tempo, ma soprattutto siamo grate per l’accoglienza e la bontà che ha avuto nei nostri confronti». Cosa avete vissuto dopo? «Continuando la lettura del piccolo libro, ho trovato: L’altro non è una minaccia ma una ricchezza, è una grande opportunità di crescita umana, perché incontriamo il diverso da noi e quindi quello che non ci fa da ombra, ma che ci può arricchire umanamente con le sue differenze sociali, sessuali, culturali, etniche, religiose. “Fare spazio all’altro significa mettere ali alle nostre radici” (Enzo Bianchi). Alterità significa mettere l’essere in relazione, cioè benessere. Alterità significa anche diversità. Tendere verso l’altro vuol dire non assorbirlo nel mio essere ma entrare in un modo diverso. Con altre paro- le, non dobbiamo far diventare l’altro come noi ma aprirci verso l’altro per riscoprire la bellezza della vita coi colori dell’arcobaleno. Questo sarà possibile se abbiamo come stile di vita la capacità di relazionarci verso l’altro che sarà sempre altro, cioè diverso (www.cem.coop; Enzo Bianchi, Ero straniero e mi avete ospitato, Rizzoli, Milano, 2009). Queste parole dicono un po’ il nostro vissuto. Dopo l’incontro col Vescovo ci siamo avviate verso la Comunità delle Suore Canossiane, che gentilmente ci hanno accolto, mettendo a disposizione la loro casa… Si intuiva, appena arrivate, che ci aspettavano. Le cose più belle di solito, sono il frutto di qualcosa che non si vede. Mentre camminavamo per le strade, gli sguardi si posavano su di noi, diverse per Carismi, per l’abito religioso, per i tratti dei volti, ma con qualcosa in comune: tutte provenienti da altri Paesi…, ma soprattutto unite per la stessa chiamata: siamo del Signore. Mentre camminavo insieme alle altre, pensavo tra me, e dicevo: noi abbiamo la possibilità di essere una “finestra aperta al mondo” che, se aperta, con la nostra presenza porta un po’ di aria fresca a tutti coloro che ci incontrano». Quale l’esperienza nel pomeriggio? «Il pomeriggio è stato molto ricco e per non allungarmi, scelgo tre parole sintesi. Coinvolgimento: con l’aiuto di alcune sorelle della Segreteria USMI, ognuna di noi, presentandosi, ha potuto condividere alcune delle fatiche vissute venendo in Italia, in una cultura diversa dalla propria. Fatiche che - se vissute nella fede e con la Sapienza evangelica - certamente diventano occasione di crescita. Abbiamo poi condiviso la Parola di Dio che fondamenta il Carisma della Congregazione a cui si appartiene, ricevendo un pezzo di puzzle che, insieme a quello delle altre, andava a comporre il Volto di Gesù. Attività che ci ha ricordato come ogni Carisma contribuisce a far brillare un aspetto della vita di Gesù e che non possiamo vivere ognuna per conto proprio ciò che abbiamo ricevuto come dono. Ho provato più di una volta la gratitudine: la presenza di don Roberto Bernasconi, responsabile della Caritas, con il suo intervento: “Modalità ed occasione di relazione con gli immigrati”, ci ha permesso di allargare lo sguardo e conoscere più da vicino la realtà degli immigrati; persone che, come noi, vivono fuori della propria terra, con la differenza che noi abbiamo una Comunità. Le domande fatte da don Roberto richiederanno un ulteriore approfondimento, perché non rimangano nella teoria. Nell’intervento di don Attilio Mazzola, la parola sintesi credo sia impegno: don Attilio - a cui diciamo un grazie particolare perché ci ha accompagnato fin dall’inizio - ha sottolineato il valore grande dell’universalità, i Carismi – diceva – sono un dono per la Chiesa universale e la presenza di tante nazionalità è un dire a tutti che il dono della salvezza è per tutti. Egli ci ha stimolato a non perdere la bellezza delle nostre tradizioni popolari ricordandoci che siamo segno di missionarietà, nella gioia dell’annuncio che parte dal nostro incontrarci con Gesù. Concludo dicendo che è stato un incontro bello, ma che lascia ancora molto cammino da fare!!! C’è bisogno di maturare una presenza più libera, più inserita nel contesto del luogo in cui ci troviamo… Sono certa che, se San Paolo fosse intervistato oggi, direbbe: “Tutte voi siete figlie di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quante siete state battezzate in Cristo, vi siete rivestite di Cristo. Non c’è più latinoamericana né africana; europea o indiana...; non c’è più nera né bianca… poiché tutte voi siete uno in Cristo Gesù”. (Gal 3, 26 – 28). Ho la speranza e la fiducia che un ascolto vero e profondo della Parola di Dio e della realtà in cui siamo inserite, ci porterà senza dubbio a vivere sempre di più la nostra sequela di Gesù con più entusiasmo, gioia e libertà interiore. Infatti “La sacra Scrittura si presenta agli occhi della nostra anima come uno specchio, in cui possiamo contemplare il nostro volto interiore. In questo specchio noi possiamo conoscere la nostra bellezza e ciò che ci deturpa; possiamo prendere coscienza del nostro progresso o di quanto siamo lontani dalla mèta…” (San Gregorio Magno)». DALLA Curia DAL 12 GIUGNO I NOVELLI SACERDOTI • Bongiolatti don Samuele: vicario nella Comunità Pastorale delle parrocchie di Canonica di Cuveglio, Cavona, Duno, Rancio, Ferrera, Cassano Valcuvia (Valli Varesine); • Franzini don Francesco: vicario a Cittiglio (Va); • Mottola don Lorenzo: vicario a Chiavenna (So); • Negrini don Nicolas: vicario a San Fedele in Como e riservato per gli studi; • Rossi don Fabio: vicario a Lipomo (Co). NOMINE E PROVVEDIMENTI • Bollini don Gianluigi: parroco di Duno (Va) • Croci don Sergio: collaboratore presso la Comunità Pastorale delle parrocchie di Canonica, Cavona, Duno, Rancio, Ferrera, Cassano (Valli Varesine) • Binda don Giambattista: vicario a Como-Albate • Del Giorgio don Andrea: vicario a Mandello del Lario (Lc) – parrocchia Sacro Cuore • Bartesaghi don Roberto: parroco di Nesso, Careno, Erno, Veleso, Zelbio (Co), rimanendo al tempo stesso delegato del Vescovo per il clero giovane • Di Pascale don Alessandro: parroco di Tavernerio (Co) in vista della collaborazione pastorale con Solzago (Co) • Gianola don Michele: direttore del Centro Diocesano Vocazioni • Castelli don Savio: riservato alla preparazione per la missione Fidei Donum in Perù • Gosparini don Umberto: riservato alla preparazione per la missione Fidei Donum in Perù. P A G I N A 8 CHIESA SPECIALENOVELLI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 SABATO 12 GIUGNO IN CATTEDRALE: LA RIFLESSIONE DEL VESCOVO DIEGO NELL’ORDINAZIONE PRESBITERALE I TRE SGUARDI CHE SEMPRE DEVONO CARATTERIZZARE IL SACERDOTE: SU GESÙ, SULLA GENTE, SUI CONFRATELLI PRESBITERI e ultime parole del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, vi esortavano, cari fratelli, a diventare annunciatori della vicinanza del Regno di Dio. Mandati ad annunciare questo Regno come «vicino». L Cosa vuol dire annunciare il Regno? Scrivendo ai Romani, Paolo dice: il Regno non è questione di regole, di obblighi, di divieti, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito del Signore… Per cui bisogna servire Cristo in queste cose e dedicarsi alla edificazione vicendevole. Parlando a diverse migliaia di sacerdoti il Santo Padre qualche ora fa diceva: essere preti non è un ufficio. Non è una struttura. Non chiede soltanto di esercitare delle responsabilità, che pure ci sono, ma è un sacramento. È un segno. Voi sarete il segno della carità pastorale di Cristo, con la quale Egli segue, nutre, guida, difende il suo gregge. Quali le conseguenze? Ne traggo solo alcune, sotto il comune denominatore di “dove dovete fissare lo sguardo”. Prima di tutto dovete fissare lo sguardo su Gesù. Non conosciuto alla maniera “umana” – come ci ha raccomandato la Seconda Lettura –, ma conosciuto nella profondità di un’esperienza intima di amicizia, che si trasforma in atteggiamento di fede per cui dare la vita. Sarebbe bello che si potesse dire sempre di voi, almeno da parte di chi ha occhi per vedere e orecchie per intendere: questi sono posseduti dall’amore di Cristo! La sua Parola è affidata alle vostre labbra. Il suo Corpo e il suo Sangue sono affidati, come vedremo tra poco, alle vostre mani nella celebrazione dell’Eucaristia. Il suo Annuncio di misericordia è affidato al vostro ministero di confessoFotoservizio William ri. Non vivete più per voi stessi, ma vivete per Lui. Se il vostro sguardo si smarrisse, se perdesse la sua direzione diretta al volto di Gesù – ascoltato, adorato nell’Eucaristia, vissuto nella misericordia –, la vostra vita non avrebbe più senso. Mi viene in mente l’episodio di Pietro che vuole fidarsi di Gesù e dice: fa che anch’io cammini sulle acque. E Gesù gli dice: Vieni! Come lo dice a voi cinque questa mattina. Pietro esce dalla barca, cioè va fuori dalle sue sicurezze, dalle sue esperienze, dalla sua alta professionalità di pescatore, entra in un rapporto così profondo di fiducia con il Signore che gli permette di camminare sulle acque… ma… per il vento forte, distoglie lo sguardo da Gesù e guarda il vento. E comincia ad affondare… Ecco, allora, un altro invito a non distogliere lo sguardo dal Signore. Ma c’è una seconda condizione assolutamente necessaria per diventare annunciatori del Regno. Ed è quella di fissare lo sguardo sulla gente. In parallelo al Vangelo che abbia- mo ascoltato c’è quella bella frase del Vangelo di Giovanni al capitolo quarto: levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Uno sguardo d’amore sulla gente. Uno sguardo progettuale, sul raccolto sovrabbondante che deve diventare pane nutriente per la vita del mondo. Uno sguardo pronto a servire. Uno sguardo che annuncia la pace. Uno sguardo che non si ripiega su voi stessi, sui vostri anche legittimi desideri, sulle vostre soddisfazioni, ma che vede nei campi la messe che sta biondeggiando e che ha bisogno di operai. Ci saranno anche i lupi, ci ha detto Gesù. Non sarà sempre facile. Non ci saranno solo applausi e soddisfazioni nella vita di chi annuncia il Regno di Dio. Ma il fatto che ci siano in giro dei lupi, non deve autorizzare mai nessun cristiano a trasformarsi in lupo per fargli fronte. Perché noi siamo mandati come “agnelli in mezzo ai lupi”. E dopo lo sguardo a Gesù e lo sguardo alla gente – vista come una messe abbondante per la fame nel mondo –, io vi suggerisco un terzo sguardo. Che mi viene in mente pensando al fatto che Gesù i settantadue discepoli li mandò a due a due. Fissate lo sguardo sulla fraternità del presbiterio. Non siete soli. Non ricevete un diploma. Non diventate “responsabili di una filiale dell’azienda”. Siete inseriti in una fraternità di presbiteri, che intorno al Vescovo serve questa Chiesa, vive e muore per questa Chiesa. E allora bisogna che nella nostra vita vengano coltivate relazioni fraterne. Tra poco i preti passeranno uno a uno a imporvi le mani sul capo. Non è un gesto senza senso. È un’accoglienza. È un sentirvi inseriti in un corpo sacerdotale capace di accompagnare, sostenere, se è necessario correggere e condividere la vostra vita sacerdotale. Ecco i tre sguardi che io vi affido. E che devono diventare costanti nella vostra vita: al Signore, con grande amicizia; alla gente, con grande amore e voglia di servire e dedizione; ai confratelli nel presbiterio, con grande desiderio di comunione e di condivisione. Non dite: siamo giovani… Non abbiate paura… Il Signore è con voi. E anche se doveste attraversare una valle oscura, Lui è con voi e vi sostiene con il suo vincastro, cioè con il segno della sua carità pastorale. Non dimentichiamo che questa consacrazione presbiterale avviene all’indomani del giorno del Sacro Cuore di Gesù, conclusivo di un anno intero in cui la Chiesa ha ricordato in modo particolare nella preghiera, nella fraternità, nella stima e nella simpatia il dono del sacerdozio. E avviene nel giorno in cui la Chiesa contempla il Cuore Immacolato di Maria. Che questo Cuore entri in sintonia con il vostro. Che lo sguardo di Maria guidi il vostro sguardo. Che la sua profondissima, materna comunione con Gesù nutra i vostri sentimenti di fedeltà e di amore. P A G I N A CHIESA 9 SPECIALENOVELLI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 CINQUE NOVELLI PER LA CHIESA DI COMO foto William BERBENNO DI VALTELLINA DON SAMUELE BONGIOLATTI D opo la suggestiva celebrazione che ha visto l’ordinazione dei novelli sacerdoti, sul piazzale della chiesa di san Giacomo, tanta gente aspetta impaziente. Ci sono giovani con gli striscioni, fedeli delle parrocchie a cui i giovani sacerdoti sono stati destinati e fedeli delle loro parrocchie d’origine, amici e parenti. C’è aria di festa, e su quel piazzale ci siamo anche noi, fedeli di Berbenno, venuti con emozione a festeggiare Samuele che è da poco diventato “don”. Chissà quante volte i genitori, i suoi fratelli e le persone che l’hanno visto crescere si sono sorpresi, prima ascoltando la sua scelta di giovanissimo che ascolta la voce del Signore e poi lungo la strada che l’ha portato al dono di sé nel sacerdozio. Nel nostro mondo, dove spesso pensiamo di sapere, di capire tutto, di archiviare le esperienze in una valigia da non aprire più, il Signore riesce a sorprenderci, ogni volta e, in questo sabato di giugno, le nostre lacrime si uniscono a quelle di don Samuele, sfinito, emozionato e felice. Diventa automatico andare con la memoria al piazzale dell’oratorio, alle prime esperienze di campo estivo e ricordare di averlo accompagnato alla settimana estiva del seminario che avrebbe poi fatto sbocciare la sua vocazione. Pensarlo quando tornava d’estate e cominciava ad imbastire le prime riflessioni per i bambini che lo ascoltavano nella pausa tra i giochi e la merenda, guardarlo adesso, con la talare addosso, e cercare tratti del ragazzino dal carattere un po’ chiuso e nervoso, diventato ora un giovane uomo sereno, consapevole della cosa più bella da offrire al mondo intero: la presenza di Gesù Cristo. Ci foto William mettiamo in fila e lo accerchiamo, desiderosi di abbracciarlo e, dopo il saluto, via di corsa, perché bisogna arrivare in parrocchia e finire di preparare la festa!! In tutto il paese sono stati disposti tutti gli addobbi, e la sera la prima sorpresa per Samuele è il grande striscione di benvenuto che viene sro-tolato dal campanile; e poi, nel crocevia del paese, il brano del Corpo Bandistico e il canto del Coro Alpino, il saluto del vice sindaco (papà Pierluigi, sindaco di Berbenno, per stasera fa solo il papà!). Sul viale della chiesa parrocchiale, Samue-le riceve in omaggio una poesia recitata dal piccolo Pietro. In chiesa si svolge la Liturgia della Luce, con i vespri, e, infine, la benedizione del calice e della patena, che vengono portati all’altare dai suoi genitori. E’ tempo di riposo, o meglio, di preparare testa, cuore e anima alla Prima Messa. La mattina seguente, i coscritti di Samuele lo vanno a prendere a casa, e lo accompagnano in oratorio dove lo aspetta la gente (una parte, tutti gli altri hanno già stipato la chiesa!) e i bambini coi loro catechisti, che svento- lano le bandierine e fanno dono a don Samuele di qualche canto preparato per lui, in particolare del canto “Ma non avere paura”, che gli ricorda la storia della sua vocazione e dell’amore fedele di Gesù che lo accompagnerà sempre. In processione, con tanti sacerdoti a concelebrare, tra i quali lo zio don Livio, il parroco di Cuveglio don Gianluigi e i precedenti vicari di Berbenno raggiungiamo la chiesa dove ha inizio la celebrazione eucaristica. La Messa è intensa, sentita, accompagnata dai bei canti delle corali delle tre parrocchie berbennesi, riunite per l’importante occasione. Nell’omelia don Livio, con affetto e non senza un po’ di imbarazzo, traccia la sintesi della figura del sacerdote, imitatore di Cristo, uomo che non ha paura di copiare, perché copia tutto dal Vangelo. E ricorda a Sam che la vocazione a servire Cristo è nata nell’esperienza concreta della sua vita familiare, che può imitare bene Cristo buon pastore perché ha provato a fare il pastore con le mucche del nonno, che l’esperienza nell’apparecchiare la tavola aiuterà a preparare la Mensa del sacrificio eucaristico. Verso la fine della celebrazione, quando deve prendere la parola, don Samuele è molto emozionato; ci abbraccia tutti con lo sguardo, poi pronuncia mille ringraziamenti. In oratorio è stato preparato il pranzo e le ore scorrono veloci verso il pomeriggio, ma la festa non è ancora finita. In oratorio, alle 21, è la volta del coro di voci bianche “Giuseppe Fu-masoni”, che canta in suo onore alcuni pezzi del proprio repertorio e, successivamente, dei ragazzi e dei giovani, da quelli che con Samuele hanno condiviso gli anni dell’infanzia ai più “piccoli” che l’hanno conosciuto in queste ultime estati. E’ un momento divertente, nel quale i giovani raccontano, con scenette molto ben costruite e comiche, alcuni episodi della vita del novello sacerdote. Tra uno sketch e l’altro, canzoni suonate e cantate dal vivo, che regalano a tutti spunti di riflessione oltre al piacere della musica. E’ poi la volta di cugini e dei familiari, che attraverso foto e video ripercorrono, tra risate e parole toccanti, la sua storia. Colpisce una frase nel video, che ricorda come un sacerdote sarà tanto più un grande prete quanto più forte e vera sarà l’umanità che c’è in lui.. perché è attraverso gli uomini veri che si arriva a Cristo. Il concetto viene ripreso ancora dai giovani, con la lettura della preghiera “Si cerca per la Chiesa un uomo”: un uomo appassionato di Cristo e della Chiesa, che sappia donare Dio agli uomini e gli uomini a Dio. La festa si conclude, ma ora comincia l’avventura nella parrocchia di Cuveglio. Una vocazione che ci insegna come non dobbiamo aver paura di volare: sarà il nostro più grande amico, il Signore, a dotarci di ali più robuste, basterà volare abbracciati a Lui. Ci disseteremo di Lui che è acqua viva e vivremo le nostre giornate alla luce del Vangelo. P A G I N A 10 G rande festa a Teglio per l’accoglienza del novello sacerdote don Francesco Franzini. La comunità innità intera, i familiari, gli amici del paese e quelli venuti da lontano si sono stretti attorno a don Francesco in questi giorni di festa. La comunità tellina aveva iniziato durante il mese di maggio la preparazione a questi due giorni, in modo particolare attraverso la preghiera del rosario la domenica sera, nella suggestiva e venerata chiesetta di S. Martino (sec. XII), dove i fedeli invocano la protezione di Maria, qui venerata come Madonna del Fonte di Caravaggio. Altro appuntamento sentito sono state le Giornate Eucaristiche, svolte nei giorni antecedenti il Corpus Domini, dove, attraverso l’adorazione e la preghiera, abbiamo chiesto al Signore di accompagnare il cammino di don Francesco. Nei giorni che hanno preceduto l’ordinazione, la preghiera si è fatta sempre più intensa, grazie alle Giornate sacerdotali, vissute in parrocchia nei giorni 10 e 11 giugno. Giovedì 11 giugno la riflessione e la preghiera è iniziata al mattino, dove si sono ritrovati tutti i ragazzi della scuola elementare per celebrare la Messa di fine anno scolastico e per meditare sul tema del sacerdozio, guidati da don Flavio. La sera la S. Messa comunitaria, dove don Walter ha evidenziato l’importanza del rapporto tra i fedeli e tra i sacerdoti e i fedeli, rapporto che deve portare a una vita di gente riconciliata. “La comunità intera è chiamata ad essere corresponsabile della vita della chiesa, ognuno nella sua quotidianità” ha detto don Walter aggiungendo che si costituisce una comunità viva se “ tutti CHIESA SPECIALENOVELLI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 TEGLIO DON FRANCESCO FRANZINI insieme arriviamo a una normalità: una continua ricerca di riconciliazione. È questa la più bella preghiera per don Francesco”. Venerdì sera, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, ha guidato la preghiera don Siro, ricordando l’importanza della famiglia, da cui nasce e cresce la vocazione cristiana e quella al sacerdozio in modo particolare. Sabato mattina, in duomo a Como, il momento più importante e significativo: il Vescovo Diego, unito a tutto il presbiterio diocesano, attraverso il gesto dell’imposizione delle mani, ha accolto don Francesco e i suoi compagni, all’interno dell’Ordine sacerdotale, come nuovi sacerdoti della Chiesa di Cristo. Presenti ad accompagnare con l’affetto e la vicinanza un gruppo di giovani e di fedeli, oltre che i familiari. La sera, nella piazza antistante la bellissima chiesa di S. Pietro a Teglio (sec. XI), l’accoglienza di don Francesco da parte delle autorità civili, rappresentate dal vicesindaco Elio Moretti, delle varie associazioni telline e dalla comunità religiosa, rappresentata da Dario Caelli. Al suono festoso delle campane, il corteo si è recato nella chiesa di S. Eufemia, dove don Francesco ha benedetto il calice e la patena, che ha poi usato il giorno seguente, nella celebrazione della Prima Messa. “Don Francesco, un giovane che può essere paragonato ad un fiore, che con la tenerezza del suo stelo spacca il duro manto d’asfalto per affacciarsi alla luce; fiore che ha dove attingere forza e nutrimento: in un Dio che, in un percorso inverso è disceso dalla sua divinità per farsi carne e amare l’umanità fino alla fine” è stata questa l’introduzione alla S. Messa di domenica mattina, presieduta dal Novello sacerdote che per la prima volta ha preso tra le mani il pane e il vino, per farli diventare Corpo e Sangue. “Tutto è cominciato quella notte in cui Gesù si è messo in ginocchio e ha versato acqua di compassione per dare slancio e dignità ai passi dei suoi discepoli. Li ha purificati dentro, per renderli pronti ad affrontare ogni situazione. Ha preso tra le mani il pane per farlo diventare carne di esistenza; ha condiviso il vino dell’intimità che si trasforma in amore per ogni umanità. Don Francesco sei chiamato a fare come Gesù: curare i piedi che camminano per le strade e consumare la tua identità senza perderla” l’augurio dell’Arciprete don Flavio al termine della celebrazione, che ha visto la presenza di una chiesa gremita di fedeli. Don Stefano Garavatti, ex-parrocco di Teglio, durante l’omelia ha ricordato così don Francesco: “Già da quando facevi il chierichetto, dal giorno del mio ingresso a Teglio, ti vedevo vivace e forse guardavi già a Lui! Oggi fai a tutti noi un bel regalo! Sei diventato prete, ci fai capire la gratuità dell’Amore di Dio, che in te prende carne”. La sera, partendo dalla Chiesa parrocchiale di S. Eufemia e snodandosi per le vie del paese, si è svolta, dopo la celebrazione solenne dei Vespri, la processione eucaristica del Corpus Domini accompagnata dalle associazioni telline, Gent de Paes in costume e dai Confratelli e Consorelle. Più familiari e fraterni sono stati il pranzo di domenica, organizzato al campo sportivo per l’occasione, che ha visto invitato amici e conoscenti di don Francesco e il momento di festa che ha seguito la processione della sera, dove i giovani di Teglio hanno voluto ripercorrere con l’amico Tarty (così chiamato dagli amici a Teglio!!!) il cammino della sua vita con foto e canti, scherzando con lui. La comunità interna ringrazia il Signore per questo evento di grazia che ci ha visto impegnati nella preghiera e nella vicinanza, perché ancora oggi un ragazzo di 24 anni ha avuto il coraggio di seguire il Signore in modo definitivo. Grazie Gesù e… grazie don Francesco! I GIOVANI DI TEGLIO SAGNINO DON LORENZO MOTTOLA L a festa per l’Ordinazione Sacerdotale di don Lorenzo ha coinvolto la nostra comunità in una grande esperienza di grazia e di bellezza. “Mi hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurre”, diceva la frase di Geremia riportata sull’immaginetta del nostro “don” e anche su uno striscione fuori dalla chiesa. Queste due giornate ci hanno parlato proprio di questo amore e di questa bellezza che ha sedotto don Lorenzo nel cammino della sua risposta alla chiamata del Signore a seguirlo nella via del sacerdozio. Anzitutto la bellezza della liturgia (tanto dell’Ordinazione quanto della prima messa a Sagnino): una grande occasione di lasciarsi guidare dalla Parola per decifrare e gustare ciò che stava avvenendo e la riscoperta dell’Eucaristia come centro della vita non solo di don Lorenzo, ma di tutta la nostra comunità. Le parole delle omelie di mons. Coletti in Cattedrale e quelle di don Teresio Barbaro alla prima messa a Sagnino fotoservizio William resteranno nel cuore non solo di don Lorenzo, ma di tante persone che hanno potuto intuire meglio che cosa ci sia nel cuore di un giovane che viene scelto dal Signore. La festa “sagninese” si è aperta con l’accoglienza di don Lorenzo sabato sera alla chiesetta romanica di Quarcino per la preghiera del vespro. Un momento suggestivo con l’incontro tra la freschezza di chi è appena diventato sacerdote e una chiesa che esiste da quasi mille anni: come a dire che l’amore di Dio scorre ancora per queste strade, nella vita e nel cuore della gente di questo luogo. Moltissime persone hanno voluto condividere la gioia della prima messa presieduta da don Lorenzo domenica mattina: parenti e amici, ragazzi e adulti, sacerdoti e seminaristi. Le parole della Liturgia e quelle di don Teresio, i canti della corale e il servizio dei nostri ministranti ci hanno fatto gustare in profondità l’incontro con il Signore Gesù. Un’esperienza di gioia non solo per il novello sacerdote, ma anche per tutta quanta la comunità parrocchiale, che ancora una volta si è sentita amata da Dio, scelta per portare un frutto bello e buono per la Chiesa. Il grande impegno di molte persone della comunità si è potuto riconoscere anche nel pranzo comunitario: l’auditorium si è riempito delle ricche pietanze che hanno permesso a tutti di fermarsi a condividere un momento di al- legria e di fraternità. Infine, un po’ come la ciliegina sulla torta, abbiamo tutti assistito a bocca aperta alla bellezza del recital “Il sogno di Giuseppe” preparato dai giovani dell’oratorio. Con la recitazione, il canto, i balletti e le magnifiche scenografie i ragazzi ci hanno portato dentro una storia che parlava dell’amore di Dio, della Sua predilezione per chi sa sognare, delle fatiche della vita ma anche della consolazione e della gioia per chi continua a fidarsi di Lui nel fare il bene. La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe. Ma anche la storia di Lorenzo, figlio di Umberto e Nicoletta e di questa nostra comunità. A.Z. CHIESA SPECIALENOVELLI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 I l volto sorridente e sereno di don Nicholas davanti al retablo, sulla piazza della chiesa, durante l’accoglienza del sabato, subito dopo l’Ordinazione Sacerdotale a Como; il volto raccolto e sereno durante la Prima Messa al mattino e la Processione con il Santissimo nel pomeriggio di domenica; la faccia distesa e divertita durante il Musical proposto dalla compagnia teatrale dell’Oratorio, la sera, sono l’immagine del novello sacerdote che i parrocchiani di Caspoggio non dimenticheranno facilmente. La festa iniziata in Duomo a Como, con i 160 partecipanti venuti da Caspoggio per l’ordinazione, e in Seminario per un buffet predisposto con cura dal rettore e vicerettore, è poi continuata nella serata a Caspoggio con l’accoglienza della Comunità, sul sagrato addobbato dai giovani, e in chiesa con il saluto dei chierichetti e dei sacerdoti originari di Caspoggio. Alla fine del vespro don Nicholas ha benedetto il calice e la patena, offerti dalla famiglia, e ha voluto rendere omaggio al battistero in cui è stato battezzato, sul quale ha poi lasciato la stola come ricordo dell’ordinazione. Al termine, il prozio e padrino P. Pietro Bracelli ha CASPOGGIO DON NICHOLAS NEGRINI proposto una riflessione sul sacerdozio, particolarmente apprezzata, ricordando al nipote neo sacerdote i punti salienti della sua missione: “Profeta, conoscitore e poi amante della Parola di Dio; missionariamente disponibile non solo in diocesi ma anche con lo sguardo al mondo; quanto al servizio all’altare dà priorità ai contenuti, allo stile di Gesù, come pregava e insegnava a pregare.” Ha concluso poi con una esortazione: “Coltiva sensibilità e pazienza con tutti, coraggio e fiducia nel tuo agire”. Domenica 13 giugno don Nicholas è partita dalla casa paterna, ha percorso la via don Gatti, decorata con un arco preparato dai coetanei ed è stato accolto, sul sagrato, da quattrordici sacerdoti. Accompagnato dal canto dalla corale, è entrato in chiesa già straripante di fedeli, con accanto i Padrini, ha celebrato la sua Prima S. Messa con serenità, raccoglimento e sicurezza. Il canto è stato protagonista della celebrazione, anche perché don Nicholas, particolarmente versato nel campo musicale, ha cantato le parti centrali della Preghiera Eucaristica. Il discorso di occasione è stato tenuto dall’amico don Roberto, vicario di Ti- P A G I N A 11 rano, che ha evocato con simpatia i momenti della loro amicizia e ha proposto una riflessione sul vangelo della domenica. “Mi stupisce sempre, - ha detto - la potenza dello sguardo di Gesù verso la donna peccatrice e verso Zaccheo. Ti auguro, caro Nicholas di avere sempre la certezza di questo sguardo, quello di Gesù, puntato su di te. E’ uno sguardo che ti accompagna e che non ti abbandona mai”. I commossi ringraziamenti di don Nicholas hanno chiuso la celebrazione. Sul sagrato, è stato accolto da un’ovazione prima di dar corso al rinfresco. Dopo il pranzo, organizzato dalla famiglia in albergo, si è svolta la solenne processione con il Santissimo per le vie del paese, ornate a festa. La partecipazione numerosa, nonostante i vari appuntamenti sportivi, è stata molto raccolta e viva. Apprezzata anche la partecipazione dei quattro chierici intervenuti in segno di amicizia con Nicholas. A sera, nella palestra del centro sportivo, si è conclusa la giornata con il Musical “La matita di Dio”, appassionatamente rappresentato dalla compagnia teatrale “I RICeATTORI”, dell’oratorio S. G. Bosco di Caspoggio. E’ un dono di tutta la Comunità per il neo sacerdote! La sala era gremita da quasi mille e cinquecento persone attente e festanti. Don Nicholas, commosso, ha ringraziato prendendo spunto da una frase del musical, augurandosi di essere lui il filo diretto con Dio, per dare forza e coraggio a tutti. Lunedì la S. Messa celebrata per i sacerdoti caspoggini defunti, ormai parecchi, e per i suoi parenti scomparsi. Poi il ritorno alla normalità. LA COMUNITA’ DI CASPOGGIO LOMAZZO DON FABIO ROSSI N on si era ancora sopita la gioia per l’arrivo di don Giuseppe Romanò, che un nuovo inno di giubilo si è propagato nella Chiesa di Lomazzo. L’occasione di festa è stata l’Ordinazione Presbiterale di don Fabio Rossi. Dopo una celebrazione toccante nella cattedrale di Como, in serata don Fabio è stato accolto da un nutrito numero di fedeli all’oratorio di San Siro e da qui accompagnato alla chiesa dei Ss. Vito e Modesto. Nella parrocchia che l’ha visto crescere è stato salutato dal consiglio pastorale che gli ha augurato, prendendo in prestito una frase del S. Curato d’Ars, di poter essere sempre imitazione di Cristo poiché proprio in questo consiste la grandezza del sacerdote. Durante l’adorazione in chiesa, in un clima di grande raccoglimento, don Fabio ha regalato una bella riflessione sul buon pastore (Gv. 10, 1118) che ha subito chiarito le qualità oratorie del novello sacerdote. Al sacro è seguito il profano con un momento di intrattenimento in teatro dove c’erano tutti. C’era chi l’ha visto crescere, chi è cresciuto con lui e chi ha cresciuto lui. Ad ogni immagine cresceva l’emozione, segno dell’affetto reciproco dovuto ad anni trascorsi insieme nel rispetto e nell’amicizia vera. Anche le bambine dell’oratorio hanno voluto contribuire con un balletto mentre i giovani (e meno giovani) hanno regalato una semplice coreografia. Domenica don Fabio è giunto, con la camionetta dei vigili del fuoco, in Brolo dove lo ha accolto il gradito saluto della banda e il discorso del sindaco Rusconi. Nella sua parrocchia d’origine, don Fabio ha celebrato la prima Messa solenne con un grande concorso di popolo e di amici, presbiteri e laici, accorsi per rendere grazie con lui al Signore. Il parroco don Andrea Livio ha salutato don Fabio all’inizio della celebrazione ricordandogli di celebrare ogni Messa come fosse “la prima, l’unica, l’ultima” mentre don Gaetano Biagioni, durante la predica, ha commosso tutti con la sua simpatia e spontaneità. La festa è proseguita all’area feste comunale dove don Fabio ha salutato parenti ed amici in un momento di gioiosa fraternità. A conclusione di questa indimenticabile domenica, sono stati celebrati i Vespri Solenni nella chiesa di san Siro e, a seguire, don Fabio ha presieduto la processione Eucaristica concludendo con la Benedizione in Brolo. Don Fabio arriva in chiesa a bordo di un mezzo dei Vigili del Fuoco (fotoservizio William) Lunedì sera, al cimitero, don Fabio ha celebrato una Messa di suffragio per tutti i defunti della città ricordando in particolar modo don Elio Romanò che ha visto nascere e crescere la sua vocazione e lo ha accompagnato nei primi passi incerti del suo cammino verso il sacerdozio. In questi giorni don Fabio ha ripetuto più volte il suo grazie a tutti i presenti che, a loro volta, hanno ringraziato il Signore appendendo per la città di Lomazzo innumerevoli cartelloni da cui troneggiava la scritta “Don Fabio, sacerdote in eterno. Dono del Padre a tutti noi, grazie Signore” LA COMUNITA’ DI LOMAZZO P A G I N A 12 CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 21-24 GIUGNO A CAPIAGO LA SETTIMANA DI AGGIORNAMENTO DEL CENTRO DI ORIENTAMENTO PASTORALE Dal 21 al 24 giugno la diocesi di Como ospita la sessantesima giornata nazionale di aggiornamento del Centro di Orientamento Pastorale (Cop). Attuale il tema: Nuove forme di comunità cristiana – Le relazioni pastorali tra clero, religiosi, laici e territorio. Centinaia i convegnisti attesi da tutta Italia: l’appuntamento si terrà alla Casa incontri cristiani di Capiago (Co). «Parroci e laici sono invitati a partecipare numerosi – riflette don Piercarlo Contini, referente comasco –. Anche nella nostra diocesi stiamo vivendo una vivace attività di ridisegno delle realtà pastorali. Sarà utile confrontarsi per condividere idee e progetti, specie sul fronte della formazione». Il tema non va ridotto alla necessità di creare nuove forme di comunità cristiane per la diminuzione dei sacerdoti. «È un processo di maturazione ecclesiale – osserva il vescovo Diego Coletti –. Le unità pastorali e la pastorale integrata sono occasioni preziose per una maggiore partecipazione e corresponsabilità di tutti». La settimana di aggiornamento prevede intense giornate di confronto. Info e iscrizioni: 066390010; [email protected]. VERSO LISIEUX/8 «GESÙ, MIO SOLO AMORE»: TERESA E LA CONTEMPLAZIONE roseguiamo il nostro viaggio all’interno degli scritti di Teresa di Lisieux osservando, senza troppo approfondire, il suo rapporto con il Signore Gesù, suo unico Amore. Vivere con Cristo, rimanere sotto il suo sguardo, contemplare il Volto Santo al quale rendere culto offrendo interamente la sua vita è ciò che Teresa desidera fare, in una relazione tutta particolare con il suo Sposo. P «Madre mia, mi sembra di doverle ancora dare qualche spiegazione riguardo al passo del Cantico dei Cantici: “Attirami, noi correremo”, perché ciò che ho voluto dire mi pare poco comprensibile. “Nessuno, ha detto Gesù, può seguirmi se il Padre mio che mi ha mandato non l’attira” (Gv 6,44). Dopo, per mezzo di parabole sublimi e spesso anche senza usare di questo mezzo tanto famigliare al popolo, egli ci insegna che basta bussare perché ci venga aperto, cercare per trovare, e tendere la mano umilmente per ricevere ciò che chiediamo. Egli dice ancora che quanto chiediamo al Padre in suo nome, egli ce lo concede. Per questo senza dubbio lo Spirito Santo, prima della nascita di Gesù, dettò questa preghiera profetica: “Attirami, noi correremo”. Cos’è dunque chiedere di essere attirati se non di unirsi in modo intimo a ciò che capta il cuore? Se il fuoco e il ferro avessero intelligenza, e quest’ultimo dicesse all’altro: attirami, non proverebbe che desidera identificarsi col fuoco, in modo che esso lo compenetri e lo intrida con la sua essenza bruciante, e sembri diventare un tutt’uno con lui? Madre cara, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di unirmi a lui così strettamente che in me viva e agisca lui. Sento che, quanto più il fuoco dell’amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò “attirami”, tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo detrito di ferro inutile, se mi allontanassi dalla fornace divina) correranno anch’esse rapidamente all’effluvio di profumi del loro Amato, poiché un’anima infiammata d’amore non sa rimanere inattiva; senza dubbio resta ai piedi di Gesù, come santa Maddalena, ascolta la sua parola dolce e infuocata» (OC, 338). L’amore per il Signore Gesù riempie il cuore di Teresa che lo riconosce come il suo Sposo amato, così un anno prima della sua morte: «Oh Amato! Questa grazia era soltanto il preludio di grazie più grandi, delle quali mi volevi colmare: lascia, mio unico Amore, che te le ricordi oggi… oggi sesto anniversario della nostra unione. Perdonami Gesù se sragiono volendo ridire i miei desideri, le mie speranze che raggiungono l’infinito, perdonami e guarisci l’anima mia dandole ciò che spera! Essere tua Sposa, Gesù» (OC, 250). Teresa si accorge ben presto che per divenire sposa di Cristo è necessario seguirlo sulla via del Calvario per poter stare con lui, nel talamo della Croce. «Mia cara [Celina], la tua lettera ha lasciato una grande tristezza nella mia anima!... Povero Babbino!... No, i pensieri di Gesù non sono i nostri pensieri… le sue vie non sono le nostre vie… Egli ci presenta un calice così amaro che la nostra debole natura si ritrae spaventata. Non ritiriamo le nostre labbra da questo calice preparato dalla mano di Gesù. Guardiamo la vita alla luce della realtà… È un attimo fra due eternità. Soffriamo in pace. Confesso che questa parola “pace” mi sembra un po’ forte ma, l’altro giorno, riflettendoci a fondo, ho scoperto il segreto di soffrire in pace. Chi dice pace non dice gioia, o perlomeno gioia sentita. Per soffrire in pace, basta solo volere tutto quello che Gesù vuole. Per essere la sposa di Gesù bisogna somigliare a Gesù, e Gesù è tutto sanguinante, coronato di spine!... » (Lettera, 4 aprile 1889). Somigliare a Cristo è imparare sempre più ad avere i suoi stessi sentimenti, compiere nel concreto delle proprie giornate il comandamento della carità a partire dalle piccole occasioni quotidiane. «Non sempre con trasporti d’allegrezza ho praticato la carità, ma al principio della mia vita religiosa Gesù mi volle far sentire quanto è dolce vederlo nell’anima delle sue spose; così quando conducevo suor san Pietro, lo facevo con tanto amore che mi sarebbe stato impossibile far meglio se avessi dovuto condurre Gesù stesso» (OC, 328). Ma qual è la strada che Teresa percorre per giungere all’incontro con il Signore Gesù, quale lo strumento privilegiato per gustare del suo Amore? In un tempo in cui la Bibbia era ancora lontana dall’essere facilmente fruibile da tutti come ai nostri giorni, la spiritualità della giovane carmelitana è intrisa di espressioni della Sacra Scrittura ed in particolare di Vangelo, sua lettura preferita. «Mia cara Madre, adesso vorrei dirle che cosa intendo per “effluvio dei profumi” dell’Amato. Poiché Gesù è salito al Cielo, posso seguire solo le tracce che egli ha lasciate, ma sono tracce così luminose, così profumate! Se appena do un’occhiata al santo Vangelo, respiro il profumo della vita di Gesù, e so da quale parte correre… Non mi slancio verso il primo posto, ma verso l’ultimo; invece di farmi avanti insieme con il fariseo, ripeto, piena di fiducia, la preghiera umile del pubblicano, soprattutto seguo l’esempio della Maddalena. La sua audacia stupefacente, o piuttosto amorosa, che incanta il cuore di Gesù, seduce il mio» (OC, 339). «Quante luci ho trovate nelle opere del Nostro Padre san Giovanni della Croce! All’età di diciassette e diciotto anni non avevo altro nutrimento spirituale ma più tardi tutti i libri mi lasciarono nell’aridità, e sono ancora in quella condizione. Se apro un libro scritto da un autore spirituale (anche il più bello, il più commovente) sento subito il mio cuore serrarsi e leggo quasi senza capire, o se capisco il mio spirito si ferma senza poter meditare. In questa impotenza, la Sacra Scrittura e l’Imitazione di Cristo mi vengono in soccorso; in esse trovo nutrimento solido e puro. Ma soprattutto il Vangelo mi occupa durante la preghiera, in esso trovo tutto il necessario per la mia povera anima. Scopro sempre in esso luci nuove, significati nascosti e misteriosi» (OC, 236). don MICHELE GIANOLA CHIESA P A G I N A 13 CHIESAMONDO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 UFFICIO MISSINARIO IL BILANCIO 2009 LA SOLIDARIETA’ VA OLTRE LA CRISI ANNO 2009 ENTRATE Nonostante la crisi - complice anche il lascito testamentario di mons. Alessandro Maggiolini sono cresciute del 40% nel 2009 le offerte per la missione diocesana. Non bisogna però dimenticare che “le missioni non chiedono solo un aiuto, ma una condivisione con l’annunzio e la carità verso i poveri” T ra i compiti dell’Ufficio Missionario c’è anche quello di coordinare la raccolta e la distribuzione delle offerte con finalità missionaria promosse nell’ambito della diocesi, assicurarne l’effettiva destinazione e darne puntuale resoconto alla comunità e alla direzione nazionale di Missio. Ecco il doveroso rendiconto delle offerte gestite dall’Ufficio Missionario per l’anno 2009. Si registra, rispetto al 2008, un incremento delle offerte per le missioni diocesane (40% in più rispetto al 2008) dovuto alla presenza in Italia per periodi di vacanza dei Fidei Donum , i quali ricevono direttamente offerte per finanziare i progetti in Camerun e a un lascito testamentario di mons. Alessandro Maggiolini; sono aumentate del 5% anche le offerte raccolte in occasione della Giornata Missionaria Mondiale che vengono girate a Missio Italia (Pom) per le necessità della chiesa universale; si registra una flessione per quanto riguarda le adozioni dei seminaristi gestite dall’opera San Pietro Apostolo. Si evidenzia una minor distribuzione a favore dei progetti presentati dai missionari originari della diocesi (- 35% rispetto al 2008): non avendo più un residuo disponibile degli anni precedenti i progetti sono stati finanziati in base alla disponibilità annuale. I progetti presentati dai missionari originari della diocesi (esclusi quelli della missione diocesana) e finanziati nella campagna quaresimale 2009 sono stati 15 per un ammontare di Euro 108.000,00. L’accantonamento di 60.236,83 Euro serve in parte come copertura rischi dei 7 missionari Fidei Donum che attualmente svolgono il loro ministero nella diocesi di Maroua-Mokolo in Camerun, in parte (circa 40.000 Euro) resta disponibile al Centro Missionario per le spese che annualmente vengono anticipate per coperture assicurative e materiali riguardanti i progetti in corso. Il residuo viene sempre distribuito negli anni successivi a favore di progetti di evangelizzazione e promozione umana. Al di là delle cifre possiamo riscoprire ancora una volta nelle parole di Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Missio sull’attività missionaria della chiesa, il significato profondo di un gesto: quello di condividere le ricchezze economiche con chi è più povero. “Sono molte le necessità materiali ed economiche delle missioni: non solo per fondare la chiesa con strutture minime (cappelle, scuole per catechisti e seminaristi, case di abitazione), ma anche per sostenere le opere di carità, di educazione e di promozione umana, campo vastissimo di azione specialmente nei paesi poveri. La chiesa missionaria dà quello che riceve, distribuisce ai poveri quello che i suoi figli più dotati di beni materiali le mettono generosamente a disposizione... Circa gli aiuti materiali è importante riguardare allo spirito col quale si dona. Per questo occorre rivedere il proprio stile di vita: le missioni non chiedono solo un aiuto, ma una condivisione con l’annunzio e la carità verso i poveri. Tutto quello che abbiamo ricevuto da Dio la vita come i beni materiali non è nostro ma ci è dato in uso. La generosità nel dare va sempre illuminata e ispirata dalla fede: allora, davvero c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Redemptoris Missio 81) La gioia della condivisione a sua volta ci porta oltre. Oltre i numeri e gli euro c’è la missione fatta di annuncio, di preghiera, di relazioni, di arricchimento reciproco, di passione per la giustizia, di dono della vita perché l’esperienza dell’Amore del Padre sia per tutti, di uno stile di vita più sobrio e più povero. Nessun credente è escluso da questa chiamata, nessuno di noi è fuori da questa logica di solidarietà e di restituzione secondo le sue possibilità. Un grazie a tutti per la generosità. Pur in tempo di crisi continuiamo a fare nostri gli appelli del Papa che invita alla solidarietà reciproca e a non distogliere mente e cuore dai popoli che vivono situazioni di violenza, di guerra e di povertà. GABRIELLA RONCORONI Incontro parenti dei missionari Domenica 20 giugno nella parrocchia di Domaso: incontro con le famiglie e i parenti dei missionari. Programma: Ore 10.00 ritrovo in Parrocchia. S. Messa. Pranzo comunitario. Pomeriggio: testimonianze e riflessione. Ore 16.00 preghiera e conclusione N.B. L’esercizio intercorre dal 02/01/09 al 31/12/09. Valori espressi in EURO. OPERA DON GUANELLA UN NUOVO CENTRO A KINSHASA ’ E stato inaugurato a Kinshasa il “Centre Sainte Famille Point d’eau”, nuovo centro diurno dei guanelliani per bambini e ragazzi di strada. “Mancano poche settimane al 30 giugno – spiega fr. Mauro Cecchinato, direttore delle attività in città - giorno nel quale la Repubblica Democratica del Congo celebrerà il suo 50° anniversario d’indipendenza. Tutta Kinshasa si sta preparando all’avvenimento”. Di qui l’inaugurazione del nuovo “Point d’eau”, che accoglie quotidianamente già 120 bambini spinti “a scegliere la strada come dimora abituale” dall’accusa da parte delle loro famiglie di essere dei “sorciers” (piccoli stregoni), dalla guerra, dalla povertà, “un fenomeno che - aggiunge fr. Mauro, per molti anni al centro guanelliano di Como - rappresenta la situazione estrema Fratel Mauro Cecchinato in una foto d’archivio che vive l’infanzia congolese, specialmente nella capitale. Accogliere e ascoltare sono le prime azioni che offriamo ai nostri piccoli ‘enfants de la rue’”. Per l’occasione è stato presentato il “Progetto educativo locale” delle realtà guanelliane in terra congolese. Fissato per il 19 giugno l’ingresso ufficiale dei bambini e dei ragazzi nel nuovo Point d’eau, “che li accoglierà facendoli sentire protetti e sicuri” conclude il religioso”. Durante la notte, infatti, il centro diurno si trasformerà in dormitorio per circa 80 di loro. P A G I N A 14 Già si guarda all’appuntamento con la tradizionale Giornata in programma il prossimo 1° settembre. Lo spunto per aiutare l’uomo a porsi in una dimensione più intima e profetica nei confronti dell’ambiente che lo circonda pagina a cura del’Ufficio Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro - Salvaguardia del Creato e Stili di vita P er mercoledì 1° settembre la Chiesa italiana invita tutti i suoi membri a celebrare la Giornata per la Salvaguardia del creato, giunta ormai al suo quinto anno. Perché la ricorrenza non sia vissuta in sotto tono, le Commissioni Episcopali per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso e per i problemi sociali e il lavoro e la giustizia e la pace hanno pubblicato un interessante messaggio dal titolo: “Custodire il creato, per coltivare la pace”. I Vescovi italiani hanno così fatta propria la sollecitazione di Papa Benedetto XVI formulata in occasione della giornata della pace del primo gennaio: uno sfruttamento forsennato del creato, un accaparrarsi dei beni del creato appartenenti ad altri popoli, senza un adeguato riconoscimento economico, mette in pericolo la pace. Leggendo il messaggio dei Vescovi Italiani traspare netta la loro primaria preoccupazione. Con il messaggio essi non si preoccupano tanto di rimarcare il valore vitale dei singoli beni del creato, aria, acqua, ecc. per ogni uomo, ma di aiutare il cristiano a compiere una lettura spirituale del creato, il che significa “contemplare la bellez- CHIESA Salvaguardia Creato SalvaguardiaCreato del IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 IL 1° SETTEMBRE 2010 CUSTODIRE IL CREATO PER COLTIVARE LA PACE za della creazione, spazio in cui possiamo cogliere Dio stesso che si prende cura delle sue creature”. Il messaggio predisposto per la 5° giornata per la Salvaguardia del creato inizia con una riflessione rifacentesi alla Sacra Scrittura: “essa ha uno dei punti focali nell’annuncio della pace, evocata dal termine shalom nella sua realtà articolata: essa interessa tanto l’esistenza personale quanto quella sociale e giunge a coinvolgere lo stesso rapporto con il creato.” Sfruttamento, degrado, abitabilità della terra compromessa non solo per il presente, ma specialmente per il prossimo futuro sono sostantivi che ben descrivono l’attuale critica situazione del pianeta terra. Ma questi non bastano per descrivere la situazione di criticità, ad essi si deve aggiungere un ulteriore elemento di analisi: il pesante sfruttamento del creato a danno delle popolazioni. Esse invece di trarre beneficio dalla risorse che la natura offre loro abbondantemente devono sperimentare un aggravio di pover- tà: “bisogna anche rimarcare il fatto che in anni recenti è cresciuto il flusso di risorse naturali ed energetiche che dai Paesi più poveri vanno a sostenere le economie delle nazioni maggiormente industrializzate.” Cosa fare? Se è un dovere gravissimo consegnare alle generazioni future una terra abitabile, non è più procrastinabile “una profonda revisione del modello di sviluppo, una vera e propria ‘conversione ecologica’. Ecco la sfida lanciata dai Vescovi per la giornata per la salvaguardia del creato. In quel giorno non ci si può accontentare di elevare al cielo mugugni per il degrado ambientale e per lo sfruttamento indiscriminato e inquinante delle risorse energetiche. Il primo settembre interpella ogni cristiano, ogni uomo di buona volontà circa i propri stili di vita. Lo provoca ad una seria revisione, a scoprirsi peccatore, del peccato ecologico, ancora troppo lontano dai nostri orizzonti morali. Il messaggio dei Vescovi non invita solo ad una pace generica tra i popoli, ricorda ai cristia- LA RETE INTERDIOCESANA DEI NUOVI STILI DI VITA Il 18 giugno avrà luogo a Verona l'incontro periodico della Rete InterDiocesana dei Nuovi Stili di Vita. Ci troveremo con 30 rappresentanti della varie Diocesi del nord-centro Italia,con prevalenza dal Triveneto e dall'Emilia Romagna. In questo ambito continua lo studio ed il confronto sulle tematiche degli Stili di Vita, come cioè vivere da cristiani nel lavoro, in famiglia ed in tutti gli ambiti sociali con proposte nuove, per certi versi, ed antiche sin da tempi di san Benedetto e san Francesco per altri versi. Oggi potremmo definire i Nuovi Stili di Vita come la "Caritas del benessere", i beneficiari saremmo noi tutti con un lavoro ed un reddito,una famiglia,una casa e dei beni materiali acquistati o che potenzialmente possiamo acquistare,con tempi dedicati alla ferie ed al divertimento,un'assefuazione alla Messa domenicale in cui la religione e le tematiche dello Spirito ci interpellano sì e no quei 40 minuti di rito domenicali ed a cui magari stancamente ed anche un pò annoiati assistiamo. La sobrietà, l'essenziale francescano, l'"ora et labora" benedettino oggi sono da riproporre, da riscoprire non perchè vogliamo ridurci in povertà materiale o per vaghe nostalgie del passato ma per contrapporci al consumismo privo di senso e significato,al superfluo,al vuoto materiale che ci rende poveri non necessariamente materialmente ma soprattutto nel vivere attaccati ad oggetti ed a cose e non alla ricerca dei veri bisogni spirituali dell'animo umano. Cosa proporre in Diocesi pertanto? Pensiamo ad un ritorno alla sufficienza e sobrietà nei beni materiali: gli eccessi negli acquisti,nel possedere l'inutile dovrebbero contrapporsi all'indispensabile,alla ricerca nel tempo del lavoro e dello svago,a ricchezze dell'anima più che del consumo,al risparmio energetico,alla custodia del Creato,all'uso del'intelligenza per proseguire l'opera del Creatore e non per distruggere chi ci circonda,l'essere umano e l'ambiente in cui viviamo. Abbiamo evidenziato necessarie la formazione culturale,la pedagogia e la Teologia del Creato e dei Nuovi Stili di Vita,aventi per linea guida l'enciclica del Papa "Caritas in Veritate". Una proposta emersa e condivisa è progettare una rete diocesana interparrocchiale dei Nuovi Stili di Vita,con un allargamento e condivisione a quanti, uomini e donne delle parrocchie della nostra Diocesi vogliano partecipare ed impegnarsi in questo progetto culturale tramite il potente mezzo della rete internet. Per contattarci l'indirizzo è Commissione Diocesiana Pastorale del Lavoro,Custodia del Creato e dei Nuovi Stili di Vita,ci troverete nel nuovo sito della Diocesi che sarà on line a partire da Settembre 2010. SALVINO ZIRAFA TUTTI A PISTOIA Dal 25 al 27 giugno prossimi è in programma a Pistoia, presso la Sala dei Vescovi, l’appuntamento con il Settimo Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, dall’associazione d’ispirazione cristiana Greenaccord. Il tema 2010, rallacciandosi all’anno giubilare compostelliano è “L’umanità in cammino nel Creato”, con l’idea di riflettere sulla figura dell’homo viator, viandante sulle strade del mondo, che attraversa il Creato, vi lascia la sua orma, ma deve impegnarsi per consegnarlo alle generazioni future salvaguardato e migliorato. Tre giorni intensi, ricchi di ospiti di rilievo come il Vescovo di Pistoia mons. Mansueto Bianchi, la scrittrice Susanna Tamaro, lo storico Franco Cardini, il Sottosegretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace Flaminia Giovanelli, il Segretario Nazionale di Azione Cattolica Gigi Borgiani, e Mons. Arrigo Miglio, Presidente della Commissione Episcopale Problemi Sociali e Lavoro della Conferenza Episcopale Italiana, che introdurrà il documento CEI per la prossima giornata della salvaguardia del Creato. Per informazioni: segre [email protected]; sito internet www.greenaccord. org. ni che la giornata per la salvaguardia del creato si pone come una importante opportunità per vivere una forte esperienza ecumenica, per celebrare la giornata “in spirito di fraternità ecumenica, nel dialogo e nella preghiera comune con i fratelli delle altre confessioni cristiane, uniti nella custodia della creazione di Dio”. GIUSEPPE CORTI I COMANDAMENTI: PAROLE DI VITA E DI VERITÀ Con il decalogo Dio ci offre le 10 parole di vita che ci insegnano come amarlo e che le vie per avvicinarci a Lui hanno come punto di partenza la creazione: il mondo materiale e la persona umana. Siamo giunti nella nostra analisi dei comandamenti all’ottavo Non dire falsa testimonianza, che ci invita a ricercare e a vivere nella verità e Gesù, con i suoi insegnamenti nel Vangelo, ci indica la strada della verità nella carità. Ancora prima di rivelarsi all’uomo mediante Parole di verità, Dio si rivela all’uomo per mezzo del linguaggio universale della creazione, opera della sua Sapienza e del suo Amore. L’uomo, nell’essere creatura del Dio “Verace”, è chiamato a vivere nella verità, ma è anche naturalmente proteso alla verità. Ogni uomo ha diritto e il dovere di un’informazione fondata sulla verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà. Da una parte i mass-media hanno il dovere, nella diffusione dell’informazione, di servire la verità e di non offendere la carità, ma dall’altra parte ognuno di noi non può rimanere passivo e poco vigile di fronte a messaggi, contenuti, immagini che danneggiano il bene comune. Il nono e il decimo comandamento Non desiderare la donna d’altri e Non desiderare la roba d’altri - a differenza degli altri comandamenti che regolano i comportamenti concreti dell’uomo - riguardano l’intenzione del cuore e riassumono tutti i precetti della Legge. Questi due comandamenti ci insegnano ad orientare i nostri desideri verso il bene. I desideri sono una forza importantissima per la nostra crescita spirituale, perché hanno la funzione di colmare la distanza tra ciò che noi siamo e ciò che il Signore vuole da noi, stimolandoci ad andare sempre oltre e soprattutto a purificare il rapporto con Dio e con gli altri. Il desiderio di Dio è iscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio, e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa. (Catechismo della Chiesa Cattolica n.27). La preghiera del Padre Nostro ci viene in aiuto, interpretando i nostri desideri presso Dio e riassumendo il desiderio dell’umanità di entrare in comunione con Lui, facendo la sua volontà. ANTONELLA NICASTRO STILI DI VITA TEMPO DI VITA ALL’APERTO Il cielo finalmente sereno delle ultime settimane ci ha restituito il gusto dell’aria aperta. Approfittarne significa liberarsi la mente dallo stress e godere delle ricchezze di ciò che ci circonda, concedendoci occasioni di svago naturali e pulite. Pensiamo al fitness. In Italia circa 4 milioni e mezzo di persone praticano l’hobby della ginnastica. In palestra. Ciò significa emissioni di Co2 legate all’ illuminazione dello stabile, al consumo di acqua, al riscaldamento. Molto più sano, dunque, per se stessi e per l’ambiente, optare per un prato o un sentiero piuttosto che per un freddo tapis-rouland. E per fare del sano movimento all’aria aperta non occorre essere dei maratoneti. Ben lo sanno i circa 2 milioni di italiani dediti al fitalwalking, il semplice camminare per tenersi in forma. Ovvio? Forse non proprio se è vero che oggi il 15% degli spostamenti sotto il chilometro e il 40% di quelli tra 1 e 2 chilometri avviene in auto, moto o bicicletta. Camminare di più farebbe bene a noi, ma anche alle città in cui viviamo. Ben lo sa la Regione Lombardia che da qualche mese ha proposto, con il supporto delle Asl, la promozione di locali “gruppi di cammino”. Un modo semplice per stare insieme, godendosi l’aria aperta. Certo che camminare, a volte, stanca. Ottima, allora, l’idea di una sosta per un pic nic. Anche in questo caso l’attenzione è d’obbligo per pranzetti a reale impatto zero. La strada è quella di attenersi al rispetto di qualche regola elementare. In primo luogo sforzarsi di usare prodotti di stagione, quindi dotarsi di stoviglie biodegradabili e tovagliette in carta riciclata anzichè di stoffa (la lavatrice brucia energia!). Attenzione alla scelta degli alimenti, meglio sfusi così da evitare la proliferazione di inutili imballaggi. Non buttare gli avanzi ma conservarli per farne concime. E i rifiuti: meglio portarseli a casa, più facile, in questo modo, differenziarli che gettarli in qualche cestino che raccoglie l’indifferenziato. Il pic-nic alimenta, inevitabilmente, il desiderio di vacanze! Attenzione, allora, anche su questo fronte, a compiere scelte che siano nel rispetto dell’ambiente. Il sito www.ecoturisti.eu costituisce un buon ausilio per permetterci di scegliere e prenotare alberghi, agriturismi, residence, bed & breackfast e campeggi presenti sul tutto il territorio nazionale. Le strutture presenti sul portale hanno infatti intrapreso un percorso mirato a creare sinergie tra sostenibilità ambientale e turismo. Per chi ama i campeggi anche Legambiente (www.legambienteturismo.it) offre un ventaglio di campeggi ecologici, garantiti dal bollino blu. Le premesse per un’estate sostenibile ci sono tutte. Approfittiamone. MARCO GATTI P A G I N A 16 Como CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 ECCO COME ORIENTARSI Ecoturisti: anche a Como vacanze sostenibili U na vacanza ad impatto zero. Per chi ama l’ ambiente ed è ossessionato dalle emissioni eccessive di anidride carbonica (la famigerata Co2) oggi c’è una possibilità in più. Ad offrirla è il sito www. ecoturisti.eu, un portale che raccoglie strutture e tour operator che desiderano offrire vacanze adatte a chi cerca di appropriarsi di uno stile di vita sostenibile. Le strutture presenti nel portale hanno intrapreso un percorso mirato a creare sinergia tra la sostenibilità ambientale ed il turismo. Bastano pochi passaggi per addentrarsi in questo mondo verde e andare alla ricerca delle voci che ci interessano: 146 agriturismi, 106 alberghi, 9 appartamenti, 40 bed & breakfast, 47 campeggi. Il sito ci guida, inoltre, nel dettaglio delle camere e degli appartamenti che hanno scelto l’impatto zero, impegnandosi a compensare l’impatto ambientale di una camera singola/doppia attraverso la creazione di nuove foreste. Gli enti che hanno aderito al portale si impegnano infatti ad aderire al progetto che prevede la nascita e la tutela di nuove foreste nel Parco del Ticino, in Madagascar e in Costa Rica. In che modo? Una parte dell’importo versato per l’adesio- Estate, tempo di divertimento. Si può farlo con un occhio all’ambiente. Un sito ci accompagna nelle scelte migliori di MARCO GATTI [email protected] ne (un investimento minimo di 40 euro annuali) verrà appunto devoluto per la creazione a tutela di nuove foreste. Considerando ad esempio una camera della grandezza media di 15 mq ed un’emissione annua di 330 Kg di CO2 la compensazione avviene con la creazione di 320 mq di nuove foreste in Costa Rica. Lo stesso vale per gli appartamenti. Considerando un appartamento della grandezza media di 30 mq ed un’ emissione annua di 507 Kg di CO2 la compensazione avviene con la creazione di 497 mq di nuove foreste in Costa Rica. Una serie di loghi posti accanto alle strutture ricettive permette di conoscerne il differente livello di sostenibilità. C’è chi aderisce al progetto di riforestazione in maniera più significativa, chi mette a disposizione dei suoi clienti alimenti biologici, utilizza lampadine a basso consumo energetico, pannelli solari o risorse rinnovabili. E chi, ancora, dichiara di rendere ad impatto zero uno dei seguenti servizi o prodotti: i materiali di comunicazione, le camere, le piazzole di sosta, gli spazi co- ECCO LE STRUTTURE, PRESENTI IN PROVINCIA DI COMO, ADERENTI AL PORTALE ECOTURISTI Agriturismi Agriturismo Da Santino, Carugo; agriturismo Al Marnich, Schignano; agriturismo Cassina Enco, Rezzago; La cascina di Mattia, Cantù; Agriturismo La Ca’ Tenaia; Agriturismo La Cassinazza, Orsenigo; Agriturismo L’Agrifoglio, Cavallasca; Agriturismo Il Vecchio Fienile, Montano Lucino; Agriturismo La Fattoria, Mariano Comense; Agriturismo Grigio Giobbe, Senna Comasco; Agriturismo Lions Farm, Gironico; Agriturismo La Pioppa, Villa Guardia; Agriturismo Biologico san Damiano, Cantù. Alberghi San Marino S.r.l., Laglio (3 stelle); Hotel Britannia Excelsior, Cadenabbia (3 stelle); Hotel Ristorante Azalea, Tremezzo (2 stelle); albergo Lenno, Lenno (4 stelle); Bellagio Sporting Club, Bellagio; Hotel Bellagio, Bellagio (2 stelle); Hotel Du Lac, Bellagio (3 stelle); Albergo Ristorante Silvio, Bellagio (3 stelle); Hotel G.L.A.V.J.C., Torno (3 stelle); Hotel Vista Lago, Como (3 stelle); Albergo ristorante Il vapore, Menaggio (1 stella); Albergo Ristorante Tre Rose, Nesso; Albergo Ristorante Bar Micheletto, Valmorea; Albergo Fioroni, Carate Urio; Albergo Centrale, Cernobbio; Albergo Campeggio, Alpe del Vicerè; Albergo Arcade, Grandate; Hotel Erba, Erba; Hotel Duebi, Olgiate Comasco; Hotel Plinio Au Lac, Laglio; Hotel Asnigo, Cernobbio; Hotel Ariston, Locate Varesino; Golf Hotel La Pinetina, Carbonate; Albergo La Posta, Moltrasio; Albergo Mirabeau, Civenna; Hotel Locanda Milano 1983, Brunate; Hotel Il Corazziere, Merone; Hotel Cornelio, Bizzarone; Albergo La Collina, Casnate con Bernate; Albergo Giardino, Cernobbio; Hotel Concordia, Carlazzo; Albergo La Zuppiera, Canzo; Hotel Bellavista, Menaggio (3 stelle); Grand Hotel Victoria, Menaggio (4 stelle); Grand Hotel Tremezzo, Tremezzo (5 stelle); Grand Hotel Menaggio, Menaggio (4 stelle); Albergo Royal, Menaggio (3 stelle); Albergo Loveno, Menaggio (2 stelle); Albergo Garden, Menaggio (3 stelle); Albergo Corona, Menaggio (2 stelle); Abergo Adler, Menaggio (3 stelle); La Genzianella, Bellagio (1 stella); Hotel Villa Serbelloni, Bellagio (5 stelle); Hotel Suisse, Bellagio (2 stelle); Hotel Nuovo Miralago, Bellagio (2 stelle); Hotel Fioroni, Bellagio (3 stelle); Hotel Excelsior Splendide, Bellagio (3 stelle); Hotel Centrale, Bellagio; Hotel Aurora, Lezzeno (2 stelle); Albergo La Pergola, Bellagio (2 stelle); Albergo Europa, Bellagio (2 stelle); Hotel Florence, Bellagio (3 stelle); Albergo Belvedere, Bellagio (3 stelle); Hotel Metropole Bellagio, Bellagio (3 stelle). Appartamenti Residence Como Sole, Como; Residence I Gelsi, Domaso; Residence Letizia, Ossuccio. Bed & Breackfast B&B Breva & Tivan, Pianello del Lario; B&B Casa del Sole, Cardano – Grandola ed Uniti; B&B Villa Albonico, Laglio; B&B Al Praa Volt, Bellagio; Il Perlo Panorama, Bellagio; Balcone Fiorito, Croce (Menaggio); Albergo Milano, Blevio; B&B Marilla e Luciano, Como; B&B Leon d’Oro, Pusiano; L’Ora Sesta, Como; B&B Da Rosy, Lanzo d’Intelvi; B&B Regina, Como; B&B Valcavargna, San Bartolomeo Valcavargna; B&B Miramusi, S. Siro; B&B da Gio, Carlazzo; B&B Casapini, Griante muni, la SPA, gli omaggi agli ospiti con un certificato numerato che attesta la creazione in mq di nuo- ve foreste. E non mancano anche le strutture comasche in questo panorama verde. Siamo andati a cercarle una per una, come indicato nel box in questa pagina. Ecoturismo, un portale come guida ad una estate che possa essere davvero sostenibile. L’ASSEMBLEA DI LUNEDÌ SCORSO Confindustria: tempi duri, ma si va avanti ono tempi duri e difficili per un imprenditore, ma guai a scoraggiarsi e desistere. E in sintesi il messaggio inviato ai colleghi imprenditori dal presidente della Confindustria Como, Ambrogio Taborelli nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione, tenutasi lunedì 14 giugno all’Auditorium Spazio Como di Tavernola. L’invito del presidente Taborelli non è stato di maniera, ma confortato dai dati congiunturali che, se pur ancora molto negativi, indicano che la caduta di produzione si è S ormai conclusa. I vari settori produttivi stanno dando, seppur timidamente, segnali di ripresa. La relazione del presidente Taborelli è stata preceduta dall’intervento del prof. Marco Fortis, vice presidente della Fondazione Edison. Egli, dopo aver illustrato le cause della crisi, perché la crisi non ebbe solo una causa, ma più cause dovute agli indebitamenti fatti sia da soggetti pubblici che privati, ha invitato i presenti a prepararsi per un futuro economico che dovrà trovare le risorse non tanto negli incentivi pubblici, in quanto gli stati stan- no tirando le cinghia, ma nelle energie di sviluppo che ogni azienda sana e ben gestita ha in se stessa. Tornando alla relazione del presidente Taborelli: la ricetta per affrontare in modo vincente la crisi deve avere innanzitutto quale ingrediente base uno scatto, una cambio di marcia. Per far ciò occorre coraggio e cuore, usare tutta la passione che i piccoli e medi imprenditori comaschi hanno da sempre manifestato. Inoltre bisogna che essi abbiano la consapevolezza che per risalire dalla crisi bisogna fare un cammino duro, passo dopo passo, con pazienza e caparbietà. Ma non è sufficiente l’impegno del singolo e di filiera, occorre un lavoro di squadra affiatata. E facendo riferimento al filmato, che ha preceduto la sua relazione in cui si illustrava come le oche organizzano il loro volto di stormo, il presidente Taborelli ha ribadito con forza che solo uniti e operando in squadra solidale si potrà uscire dalle secche della crisi: “Proprio per questo servono le reti d’ impresa che, insieme con un filiera robusta e ben funzionante, rappresentano un ingrediente or- mai fondamentale per rafforzare il nostro sistema produttivo”. E da ultimo non va trascurato il metodo del dialogo. Dialogo con le istituzioni e con le forze sociali. Se si sta affrontando la crisi senza drammi sociali per la nostra realtà locale, lo si deve anche al dialogo con le forze sindacali che hanno mostrato responsabilità nella individuazione di quei percorsi necessari per superare la situazione di crisi. L’assemblea di Confindustria Como è stata anche una occasione di festa con la consegna degli at- testati di benemerenza e medaglie d’oro a dieci industriali che hanno raggiunto 50 anni di attività. Dopo l’assegnazione degli attestati è intervenuto, a conclusione dell’assemblea, il dott. Antonio Costato, vice presidente Confindustria per il federalismo e le autonomie, il quale dopo aver lanciato strali contro la cultura delle rendite facili e fasulle, ha ricordato che la vera rendita, quella su cui si deve fondare un solido futuro passa attraverso lo sviluppo del sistema produttivo. GIUSEPPE CORTI CRONACA P A G I N A 17 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 IN VIA DI DEFINIZIONE LA NUOVA ORDINANZA Movida: ecco gli orari Il documento, redatto nei giorni scorsi, è stato inviato alle associazioni di categoria per raccogliere eventuali pareri. Dopo di che ci sarà la firma definitiva pagina a cura di LUIGI CLERICI L a tanto famigerata “movida” comasca ha ora degli orari da rispettare: l’una di notte con la possibilità, a determinate condizioni, di arrivare fino alle 2. Dopo tante settimane di dibattiti, polemiche, interventi anche in Consiglio comunale ed a vari livelli, è stato presentato, al momento ai soli organi di stampa la scorsa settimana in attesa di diventare ufficiale, il testo modificato dell’ordinanza sull’ “Orario delle attività di somministrazione al pub- blico di alimenti e bevande, dei locali di pubblico intrattenimento e delle sale pubbliche da gioco” predisposto dal Settore Attività Produttive del Comune di Como. «Abbiamo raccolto tutte le osservazioni che sono state presentate - ha commentato il sindaco, Stefano Bruni - e questo provvedimento rappresenta un punto intermedio che cerca di conciliare per quanto possibile le esigenze dei residenti e degli esercenti. L’obiettivo è che funzioni con soddisfazione di tutte le parti». Ma quali sono le caratteristiche del nuovo testo. Innanzitutto è stabilito che, per gli esercizi situati in particolari aree del territorio comunale (ovvero situati nelle zone indicate con le seguenti lettere dal Piano Regolatore Generale: A, città murata; B1, B2 e B3) insieme a quelli posti a meno di 100 metri in linea d’aria, da ospedali, case di cura, case di riposo gli orari di apertura il venerdì, sabato e nelle altre giornate prefestive devono essere compresi tra le ore 7 del giorno stesso e le ore 1 del giorno seguente; negli altri giorni della settimana tra le ore 7 e le ore 24 del medesimo giorno. La chiusura può essere posticipata fino alle ore 2 del giorno seguente a condizione che il titolare, nel comunicare la scelta dell’orario, s’impegni ad installare limitatori acustici su impianti stereo, radio, tv, juke-box, video-giochi o simili così da rispettare i limiti di immissione stabiliti dalla normativa vigente in materia di impatto acustico; di garantire che gli avventori, anche quelli che stazionano sul suolo pubblico all’esterno dell’esercizio, mantengano un contegno e un tono di voce adatti al luogo; di non somministrare alimenti e bevan- CALCIO COMO: LA PREOCCUPAZIONE DEI TIFOSI Incomincia a preoccupare, a Como, il silenzio che accompagna il tanto acclamato arrivo di Raffele Ciuccariello (con tanto di presentazione ufficiale davanti ai tifosi lariani) quale nuovo presidente del Calcio Como. In città serpeggia la perplessità da parte di molti, preoccupati per il futuro dello storico club azzurro. E lo scetticismo sembra aver coinvolto anche l’ex vice-presidente Amilcare Rivetti nonché il direttore sportivo “in pectore” del nuovo Como, Mauro Traini, in attesa di istruzioni per poter partire con la pianificazione e la preparazione della squadra. Il fatto è che, anche a livello operativo (ovvero per ciò che concerne l’allestimento della squadra) nulla, ma proprio nulla, si muoverà prima che la situazione a livello societario non si sia completamente definita. La scorsa settimana sono emersi i nomi delle due società che avrebbero acquistato il Como, di proprietà dei figli di Raffaele Ciuccariello, ma la situazione resta particolare nonché caratterizzata da nessuna certezza. Traini, la scorsa settimana, avrebbe dovuto avere un primo incontro con i nuovi proprietari ma la tanto attesa riunione, al momento di andare in stampa, non si è ancora svolta. «Non sono preoccupato - ha invece spiegato il tecnico dello scorso campionato Oscar Brevi -, ma sono anch’io in attesa di sviluppi. E’ logico che finchè tutto non è definito in maniera chiara sia impossibile cominciare a fare progetti concreti. Speriamo vada tutto bene». Intanto incomincia a rumoreggiare anche la tifoseria che, finora, aveva accolto con favore l’arrivo di Ciuccariello alla guida della società anche perché incominciano ad incombere le scadenze relative all’iscrizione per il prossimo campionato. Ovviamente non è imprescindibile che la cessione da Di Bari a Ciuccariello venga sancita per forza prima di quella data, ma è fondamentale che per quella data tutto sia chiaro. E che siano pronti, senza equivoci i soldi per isciversi: 23.000 euro per la pura e semplice iscrizione, 400.000 euro di fidejussione. Cifre più alte dell’anno scorso e che hanno mandato in crisi tante società. Solo per il girone del Como si parla di ovvi problemi per l’iscrizione da parte del Pergocrema nonché del Perugia, che è fallito e ripartirà dai dilettanti, ma anche per tante altre squadre. Tornando ai tifosi, questi, si sono fatti sentire negli ultimi giorni: «Stiamo attenti a quello che succede, perché per ora non sono emersi fatti concreti che possano aiutarci ad avere fiducia nel signor Ciuccariello» hanno affermato in un cominicato invitando Di Bari e Rivetti ad iscrivere immediatamente la squadra al prossimo campionato. Come è detto preoccupa il cambio di proprietà: «Abbiamo un direttore generale valido come Traini, pronto a lavorare, e invece non può far nulla senza l’accordo tra le parti: una situazione ridicola e pericolosa». de a coloro che rimarranno, dopo l’1 di notte, all’esterno del locale, con esclusione di quelli che fruiscono di tavoli e sedie collocati nell’area assegnata in concessione all’impresa. Si tratta dei principali “imputati” delle lamentele segnalate in questi ultimi tempi dai cittadini che abitano nelle vicinanze di bar e locali. In caso di intrattenimenti all’aperto questi devono concludersi entro le ore 24, salvo casi di carattere eccezionale, debitamente motivati nel provvedimento di autorizzazione. Gli agenti di Polizia Locale vigileranno sul rispetto di tali disposizioni ed in caso di contravvenzioni scatteranno sanzioni di importo compreso tra 25 e 500 euro nonché sospensioni sulle aperture serali per 15 giorni a seguito del primo accertamento di infrazione e per un periodo non inferiore a 15 né superio- CORSE ESTIVE Treni: nuovi orari e... polemiche Arriva l’orario estivo dei treni: nuove corse ma anche tante polemiche Torna l’orario estivo dei treni e, come ogni modifica di questo tipo, le disposizioni sono state accompagnate dalle polemiche dei Comitati degli utenti e dei pendolari. Trenitalia ha disposto come, a livello regionale, siano state previste quaranta corse in più con un potenziamento del cosiddetto “quadrante nord” che interessa da vicino i pendolari comaschi. Le novità, su questo punto, sono rappresentate dall’introduzione della corsa da Milano delle 20.10 per il Cisalpino ma, contrariamente alle aspettative, non sono state ripristinate alcune corse particolarmente utilizzate come quelle delle 6.58 e delle 9.15 da Chiasso verso il capoluogo lombardo, come neppure quella in senso contrario delle 17.35 da Milano Centrale. Si tratta di tre delle undici corse che furono eliminate l’anno scorso. Nell’orario estivo presentato in regione dall’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo e dall’Amministratore delegato di Trenitalia e di “Le Nord”, Raffaele Biesuz, vi sono delle mancanze evidenti alle quali potrebbero aggiungersene altre, come ha evidenziato Cattaneo, come effetto dei tagli previ- re a 45 giorni per le violazioni successive. Per tutti gli altri esercizi ubicati nelle altre zone gli orari di rispettare dovranno essere compresi tra le ore 5 di ciascun giorno e le ore 2 del giorno seguente, in tutti i giorni della settimana. Tutte le disposizioni si applicano anche agli esercizi di commercio al dettaglio su area privata, ai panifici e agli esercizi artigianali di preparazione di alimenti e bevande, qualora consentano ai clienti il consumo immediato sul posto. I titolari di tali esercizi dovranno comunque comunicare al Comune l’orario di apertura e chiusura prescelto. Questo provvedimento è stato inviato anche alle organizzazioni maggiormente rappresentative a livello provinciale delle imprese del settore della somministrazione, dei consumatori e dei lavoratori, oltre che della locale Camera di Commercio, che sono state convocate per un incontro in Comune. Acquisiti i pareri delle organizzazioni, obbligatori, ma non vincolanti, il sindaco potrà firmare l’ordinanza che entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo a quello di affissione all’albo pretorio (questo per consentire agli esercenti di potersi adeguare alle nuove prescrizioni). sti dalla Manovra Finanziaria. “L’impatto sul trasporto pubblico di questa manovra, che mi pare non sia neppure caratterizzata da elementi di equità e proporzionalità condivisibili, è devastante – dice Cattaneo –. Si parla di minori trasferimenti per 314 milioni di euro su un totale di poco più di un miliardo che lo Stato destina a Regione Lombardia, quindi si tratta di un taglio netto del 30%. Evidentemente un taglio insostenibile. Dal punto di vista dell’impatto sui servizi ferroviari, significherebbe che verrebbero tagliati oltre 100 milioni al ferro e 200 alla gomma”. Miglioramenti sono invece previsti per i collegamenti dalla Valtellina a Milano. Dal mese di settembre diverranno operative nuove corse sulla tratta Sondrio-Tirano e in un prossimo futuro dovrebbero essere anche messi in circolazione nuove carrozze rispetto agli attuali vetusti convogli. Sul fronte lecchese il numero di corse rimane quello fissato ultimamente mentre, da Chiasso e da Milano in orario serale partiranno due convogli in più, alle 19.00 dalla Svizzera e alle 20.10 dal capoluogo lombardo. Nel frattempo, sempre in ambito ferroviario, è tornato d’attualità il progetto relativo alla “Pedemontana ferroviaria briantea”. L’obiettivo principale è ora quello di realizzare con il contributo della Regione Lombardia, uno studio di fattibilità «di un’opera che non consumerà altro territorio, permette tempi rapidi di consenso, non richiede grandi interventi - ha commentato il consigliere regionale Luca Gaffuri -. L’importante è essere operativi entro i tempi di Expo 2015». Tra le altre priorità ci sono “la gestione dei servizi di sicurezza della linea e dei passaggi a livello e nuovi treni da inserire. Ma perché il progetto possa partire, serve un accordo tra Rfi e Fnm, che porti a un’unica gestione della Pedemontana ferroviaria briantea, comprendente le linee Lecco-MoltenoComo, Molteno-Monza, Canzo-Milano, Seregno-Bergamo. P A G I N A 18 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 CRONACA Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 P A G I N A 19 SABATO 19 GIUGNO Luce nella notte a S. Donnino Si rinnova il tradizionale momento di condivisione e preghiera promosso dall’associazione “Nuovi Orizzonti”. L’evento per la prima volta si svolgerà non in S. Giacomo, ma nella chiesa di via Diaz 125. Attorno alle 20 momento di preghiera, alle 21.30 apertura del portone L a “Luce nella notte”. Cosè? Uno splendido momento di condivisione, preghiera, unità e gioia nella cornice della chiesa di San Donnino, nel centro storico di Como. L’iniziativa promossa dall’associazione “Nuovi Orizzonti” ha trovato riscontro in molte parrocchie e tantissime realtà ecclesiali che si impegnano, nell’Unità che Gesù chiede ai suoi (“Padre che tutti siano uno”), ad evangelizzare come missionari o nella preghiera, annunciando Gesù Risorto. L’equipe organizzativa coordinata dai consacrati di Nuovi Orizzonti di Como, conterà su numerose realtà del territorio lariano: la Pastorale giovanile della Diocesi, diverse parrocchie, i gruppi di Como e Lurago Marinone del movimento Rinnovamento nello Spirito Santo che svolge sempre in maniera superba il servizio dei canti e della musica, oltre a molte persone che hanno dato la propria disponibilità sia Alcune immagini delle passate edizioni per la parte operativa, sia per la parte, meno evidente, ma non meno importante, dell’appoggio nella preghiera. L’evento si svolge seguendo lo schema collaudato nei molti anni di esperienza di evangelizzazione nelle missioni di strada della comunità Nuovi Orizzonti La serata inizierà alle 20 con un momento di preghiera e canti, subito dopo verranno formate le diverse equipe: - l’equipe dei missionari che vanno per le strade a due a due per contattare direttamente e invitare le persone in chiesa - l’equipe dei missionari che accolgono le persone all’ingresso della chiesa - l’equipe musica e canti - l’equipe delle persone che, all’interno della chiesa, offrono le loro preghiere per le persone che entrano. - L’equipe dei sacerdoti per colloqui e confessioni Dopo il mandato del Vescovo o di un suo delegato, (andate in tutto il modo e predicate il vangelo ad ogni creatura - Mc 16,15), i missionari esterni usciranno per le strade e i locali della città. Nelle passate edizioni gli incontri sono stati davvero tantissimi e le persone entrate in chiesa spesso attorno dai 500 circa al migliaio. LE ALPI DELLA LUNA Sabato 19 giugno alle ore 17.00 presso la Biblioteca Comunale di Como l’associazione culturale Iubilantes invita alla presentazione del nuovo libro della socia Ilaria Bodero Maccabeo, dal titolo “Le Alpi della luna”, edito dalla comasca Elpo Edizioni. Dialogheranno con l’autrice la professoressa Serena Scionti e il critico Vincenzo Guarracino. Introdurrà l’incontro la Presidente di Iubilantes, Ambra Garancini; la presentazione sarà accompagnata con immagini dei cammini dell’Associazione. La partecipazione è libera e gratuita. Per informazioni: Iubilantes, Via Vittorio Emanuele II° 45, Como; tel. 031-279684; e-mail: iubilantes @iubilantes.it; sito internet: www. iubilantes.eu. ALCUNE TESTIMONIANZE DELLE EDIZIONI PASSATE Dei missionari: Dice Tania: “indubbiamente la cosa che più mi ha colpita è stata la forte presenza della Spirito Santo che ho sentito in un preciso momento della serata . Con altri fratelli Gesù mi ha voluta per strada a portare il suo sorriso a coloro che non lo conoscono e quando con questi nuovi amici siamo entrati nella casa di Dio, aperta per quella notte, è stato fortissimo vedere chi era in adorazione, chi portava una luce e scriveva un pensiero a Dio ricevendo dal Padre la grazia del perdono e il desiderio di stare con lui. Mi sono commossa nel vedere quanti giovani si sono voluti accostare alla confessione facendo “sgobbare” i sacerdoti per tutta la serata”. Dice Roberto: “a un certo punto sono stato chiamato all’ingresso perché avevano accompagnato un giovane scuro di pelle e con la capigliatura tipo rasta, che parlava solo inglese, l’ho accolto e gli ho fatto fare tutto il percorso poi ho scoperto che era uno studente iraniano, musulmano, quindi non gli ho proposto la confessione e l’ho salutato. Un’ora dopo lo vedo che ancora stava in chiesa, aveva pregato, era rimasto stupito dalla particolarità dell’iniziativa e non smetteva di sorridere. Alla fine è uscito dopo un lungo colloquio con un’altra missionaria. Ho saputo poi che sono arrivati anche protestanti ed ebrei, spero che si siano fatti l’idea che i cattolici sono persone che amano Dio con gioia”. Di chi è entrato in chiesa: Dice Fabio: all’inizio quando sono stato invitato in chiesa ero titubante, scettico e anche imbarazzato, ma poi mi ha colpito l’atmosfera molto positiva, la musica, le luci e soprattutto l’accoglienza calda e fraterna e la semplicità delle persone che all’ingresso mi hanno invitato all’altare e mi hanno fatto sentire a mio agio. Alla fine sono uscito molto soddisfatto, ho avuto modo anche di confessarmi, cosa che non facevo da tanto tempo. Non posso far altro che ringraziare. Luca, un ragazzo pieno di “piercing”, dice meravigliato: “stavo andando a una festa e l’ultima cosa che pensavo di fare era di entrare in una chiesa, anzi dopo la Cresima, non sono più andato a messa ed ero imbarazzatissimo nel tragitto dal portone all’altare. Poi mi hanno fatto inginocchiare davanti a quello che dicevano essere Gesù e lì mi sono messo a piangere senza sapere il perché. Ho sentito attorno a me tanto affetto e calore e per la prima volta potevo chiedere qualcosa di veramente importante per la mia vita, mi sono voltato a guardare Patrizia, la mia ragazza, e lei stava dicendo: “ho scritto questa preghiera a Dio, non voglio neanche piegare il foglietto e lo voglio firmare con nome e cognome”. Poi non so come ci siamo trovati entrambi davanti a un prete a confessarci. Incredibile!” VISITA AL MUSEO SVIZZERO ALL’APERTO DEL BALLENBERG A MOLTRASIO IL MUSICAL: “MADRE TERESA” L’Associazione Culturale Agorà Incontri Culturali Albatesi propone per domenica 27 giugno una visita al museo svizzero all’aperto del Ballenberg, in cui si potranno vedere le antiche case rurali, gli orti, i giardini e i campi coltivati secondo le tecniche tradizionali, le dimostrazioni di antiche pratiche artigiane. La partenza è fissata dal Piazzale della Piscina di Muggiò alle ore 7.00; alle ore 16.30 è invece prevista la partenza da Ballenberg per il rientro. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Eleonora, tel. 3396609251; Maria, tel. 349-6030140; Giovanna, tel. 031-590926 (ore serali); e-mail [email protected]. La parrocchia di S. Martino di Moltrasio propone per sabato 19 giugno, alle ore 21.00, sotto la tenda dell’Oratorio (o in caso di cattivo tempo presso il salone parrocchiale) il musical “Madre Teresa”, presentato dal gruppo giovani “Anania, Azaria Misaele” di Vergnasco (Biella), accompagnati e diretti da don Marco Peduzzi. La serata è a scopo benefico a favore delle missioni della Comunità Cenacolo. Il gruppo “Anania, Azaria Misaele” animerà anche la Santa Messa delle ore 11.00 di domenica 20 giugno nella Parrocchiale di Moltrasio. CRONACA P A G I N A 20 Lo scorso 11 giugno, è stato ospite della comunità, Paolo Pezzana, già consulente di Caritas Italiana e Caritas Europa, dal 2004 presidente della federazione italiana degli organismi per le persone senza fissa dimora. A lui il compito di ripercorre da un punto di vista sociologico i cambiamenti del concetto di autonomia nella società di MICHELE LUPPI L avorare per l’autonomia delle persone: questo potrebbe essere il motto dell’attuale ideologia dominante nell’ambito del lavoro terapeutico e medico-sociale. Cercare di “aiutare le persone a diventare autonome”: nessuno vi trova niente da ridire, anzi. In una società in “ Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 UN PERCORSO DI RADICI E ALI Quando l’autonomia nasce dalla relazione cui i legami sono vissuti come costrizioni o come contratti, l’essere autonomi è percepito come una qualità sociale altamente desiderabile”. Possiamo partire da questa provocazione, tratta da “l’epoca delle passioni tristi” di Schimt e Benasayag, per introdurre il cammino di formazione dell’associazione “Radici e Ali” di Fino Mornasco, realtà da anni impegnata nell’accoglienza di persone in situazioni di fragilità. “Questo percorso, ormai giunto al suo terzo incontro (su quattro previsti ndr) - ci spiega Andrea Tettamanti - è nato dall’esigenza delle famiglie e dei volontari impegnati nella nostra comunità di confrontarci sul senso di quello che facciamo. Un percorso all’interno di due concetti, libertà e autonomia, spesso dibattuti. Abbiamo avuto e avremo l’opportunità di affrontarli da diverse prospettive: quella di un teologo, di un neurispichiatra infantile, di un sociologo e, a settembre, di una pedagogista”. Proprio all’interno di questo cammino, venerdì 11 giugno, è stato ospite della comunità, Paolo Pezzana, già consulente di Caritas Italiana e Caritas Europa, dal 2004 presidente della federazione italiana degli organismi per le persone senza fissa dimora. A lui il compito di ripercorre da un punto di vista sociologico i cambiamenti del concetto di autonomia nella società. “Il desiderio di autonomia - ha spiegato Pezzana - accompagna l’intera storia dell’uomo ma, attraverso i secoli, il suo significato ha finito per cambiare radicalmente”. Da un’autonomia strettamente legata alla sopravvivenza (l’uomo primitivo) si passa alla capacità di distacco dalle cose (filosofi greci). E’ con Cristo che la relazione irrompe nel concetto di autonomia che viene concepito come dono gratuito di sé. Attraverso i secoli il concetto muterà ancora con l’introduzione nel medioevo di un ordine insito delle cose che era necessario rispettare. Un ordine che verrà sradicato dalla Riforma e poi successivamente dall’illuminismo che vedeva nell’autonomia da tutto (compresa l’idea stessa di Dio o di una qualsiasi forma di divinità) un valore assoluto da tutelare. “Quest’illusione - ha spiegato Pezzana - è andata progressivamente crollando nel corso del Novecento lasciando spazio ad una deriva che caratterizza la società odierna. Oggi l’autonomia che va di pari passo al concetto di benessere, si traduce nel ricercare la soddisfazione di voglie transitorie, uno scenario in cui si sta perdendo la dimensione stessa del desiderio”. “Nei tanti anni in cui ho lavorato a contatto con le persone in gravi situazioni di emarginazione - ha ricordato - la prima cosa che facevamo con i nuovi ospiti era capire se queste persone fossero ancora portatrici di desideri. Senza desideri si finisce, infatti, per inseguire le voglie e le pulsione del momento: passioni tristi che finiscono per essere facilmente saturate, lasciando spazio al vuoto”. E’ in questa società che l’autonomia diventa isolamento, autosufficienza. Ma, come ricorda il so- ciologo, “ci può essere pienezza solo attraverso la relazione con l’altro perché oggi l’autonomia deve essere pensata come interdipendenza”. “Dall’altra parte - ha continuato - chi vive a contatto con situazioni di grave emarginazione, deve capire che alcune persone non potranno mai essere completamente autonome ma raggiungeranno solo certi livelli di autonomia. E’ a questo limite che devono essere accompagnati non di più, perché non possiamo pretendere che si adeguino ai nostri canoni”. Per Paolo Pezzana oggi l’autonomia deve giocarsi all’interno di reti dove soggetti diversi (singoli, dai professionisti di successo alle persone costrette ai margini della società, ma anche associazioni e istituzioni) rappresentano nodi da mettere in connessione. “Uno scambio - ha concluso non esente da rischi, ma sono quei rischi che possono dare senso ad un’esistenza”. Una scelta non facile in una società in cui in nome della sicurezza si è disposti a rinunciare all’autonomia, ma è solo all’interno di questa molteplicità di reti che un uomo può raggiungere il benessere. Perché autonomia non significa autosufficienza o, più semplicemente, capacità di potercela fare da solo. CRONACA Como&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 P A G I N A 21 IL 19 E 20 GIUGNO In città attesa un’invasione alpina Attese oltre tremila penne nere dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna per il raduno sezionale in occasione delle celebrazioni per i 90 anni di fondazione U n’onda di penne nere è attesa in città per il prossimo fine settimana. Circa tremila sono gli alpini che dovrebbero confluire in convalle per prendere parte, i prossimi 19 e 20 giugno, al raduno della sezione di Como dell’Associazione Nazionale Alpini nell’anno delle celebrazioni per il 90° di fondazione. L’Ana di Como raduna, complessivamente, qualcosa come settemila iscritti e 122 gruppi sparsi sul territorio della provincia, aventi sede in altrettanti comuni. Il gruppo cittadino tocca quota seicento unità. «L’appuntamento che abbiamo organizzato - le parole del presiedente della sezione comasca Achille Gregori - è per consentire un’ulteriore occasione di incontro tra la nostra associazione e la popolazione comasca. Gli eventi di questo fine settimana rappresentano solo una piccola parte delle tante iniziative fino ad oggi organizzate, a cui se ne aggiungeranno altre entro fine anno, per celebrare degnamente questo 90°. Como ha dato i natali, nel lontano 1920, a una delle prime sezioni alpine Alcune immagini d’epoca di raduni alpini in città Stefano Bruni e Achille Gregori d’Italia. Noi siamo custodi di un prezioso bagaglio di memoria e per questo chiamati a mantenerlo vivo e a divulgarlo». Una memoria da tenere viva. Proprio a questo scopo risponde la mostra fotografica, inaugurata lunedì scorso e aperta fino a sabato 19 giugno in biblioteca comunale, dedicata agli alpini in Russia. Vi sono esposti i dipinti dell’artista-alpino Piero Gauli e una raccolta fotografica di Pasquale Corti. «Sarà una festa vera ha dichiarato il sindaco di Como Stefano Bruni come vera e di sostanza è la presenza di questi “giovanotti” sull’intero territorio cittadino e provinciale. Persone dalla comprovata passione per il bene comune». “Giovanotti” appassionati, attenti, a scapito di un’età anagrafica che fa il paio con un entusiasmo contagioso. Era il 5 luglio 1920 quando, a poco meno di un anno dalla costituzione dell’Associazione Na- zionale Alpini, nasceva presso il “Gran Bar Lario” di piazza Cavour la sezione di Como, come detto una tra le prime d’Italia. A dimostrazione della solida passione per il bene comune i numerosissimi interventi di soccorso sostenuti, negli anni, dai volontari del nucleo di Protezione Civile della sezione comasca. Servizi di carattere strettamente locale, ma anche mobilitazioni a seguito di grandi calamità nazionali e all’estero. Da annoverare anche l’impegno profuso a favore delle località colpite dal terremoto in Abruzzo. I volontari si occupano anche di prevenzione e di recupero di ambienti naturali e manufatti in degrado (da segnalare il ripristino della “Linea Cadorna” nel parco della Spina Verde). Della sezione fanno parte anche due fanfare alpine: quella di Asso e quella di Olgiate Comasco, e due cori: quello di Canzo e quello di Fino Mornasco. IL PROGRAMMA DEL FINE SETTIMANA Il fine settimana alpino avrà inizio venerdì 18 giugno con l’allestimento dell’ospedale da campo Ana in piazza Cavour, uno dei fiori all’occhiello dell’associazione. Ospedale che sarà visitabile sabato dalle 9 alle 19 e domenica dalle 9 alle 13. Sabato 19 giugno, a partire dalle 16.30 inizierà l’ “l’ammassamento” in piazza Cavour. Alle 17 prevista l’alzabandiera e la consegna simbolica all’ospedale da campo di uno sterilizzatore chirurgico (del valore di circa 50 mila euro) donato dagli alpini comaschi all’Ana. Alle ore 18.30 seguirà la S. Messa in cattedrale celebrata da mons. Flavio Feroldi. La sera quattro piazze di Como si trasformeranno in sale concerto, per ospitare altrettante bande alpine. Domenica 20 giugno gran finale con la tradizionale sfilata, per la quale sono attesi circa 3mila alpini, soprattutto lombardi ed emiliano-romagnoli. La sfilata partirà alle 10.30 da Porta Torre e raggiungerà il Monumento ai Caduti, transitando per le vie della città murata e attraverso piazza Duomo. Alle 11.15 presso il monumento ai Caduti si svolgerà la cerimonia degli onori ai Caduti. A VILLA D’ESTE MUSICA SOTTO LE STELLE Tra le rassegne musicali estive di maggior richiamo, resiste a ogni crisi la proposta di Villa d’Este, uno dei fiori all’occhiello del Lago di Como in quanto è classificato tra i migliori hotel del mondo. Gli eventi non sono riservati agli ospiti ma aperti al più vasto pubblico di appassionati, e anche quest’anno si svolgeranno in collaborazione con il Circolo Vincenzo Bellini di Moltrasio; il programma messo a punto dal direttore artistico di Villa d’Este, Emilio Vantadori, e dal direttore del festival Arte&Musica sul Lario, M° Armando Calvia, si articola in due rassegne: Classic Music Festival, e Serate di Gala sotto le Stelle. Il Classic Music Festival comprende quattro concerti di musica classica con interpreti giovani ma di sicuro prestigio, che si terranno in Sala Impero preceduti da un brindisi di benvenuto; biglietti a 30 euro con prenotazione obbligatoria (è richiesto abbigliamento formale). La serata inaugurale è il 23 giugno col Galà della Lirica dove la soprano Silvia Dalla Benetta e il tenore Gianluca Terranova saranno accompagnati al pianoforte da Mirko Godio. Seguiranno il 29 giugno i Solisti del Teatro alla Scala di Milano con Francesco Tamiati alla tromba e James Vaughan al piano, il 6 luglio il recital violino-pianoforte di Davide Alogna e Roberto Plano, e infine il 21 luglio recital della pianista Ingrid Fliter. Le ormai collaudatissime Serate di Gala si aprono alle 19.30 con un aperitivo sulla terrazza a lago, accompagnato dal pianobar di Giuliano Salerni, per proseguire con cene da grand gourmet, spettacolo e fuochi d’artificio sul lago; quest’anno i tre spettacoli allestiti nei Giardini del Mosaico sono tutti dedicati alla danza con solisti e primi ballerini della Compagnia Ariston ProBallet del Teatro Ariston di Sanremo, con coreografie di Marcello Algeri e la partecipazione di ospiti internazionali. Gli appuntamenti sono come di consueto la festa nazionale statunitense, la festa nazionale francese e Ferragosto; dunque il 4 luglio durante la cena si terrà lo spettacolo “Queen the Ballet” con musiche del celebre gruppo e la partecipazione del ballerino Kledi Kadiu, mentre al termine i commensali potranno lanciarsi nelle danze con la Doctor Beat Band; il 14 luglio lo spettacolo “Boîte de Nuit” vede la partecipazione di Anthony Heinl (già ballerino dei Momix e della Parsons Company), e fino a mezzanotte si balla con Nadia Vallesi e i DikDik; il 15 agosto la serata si intitola “Ballando con il Cinema” con ballerini del Connecticut Ballet e musiche dalle colonne sonore di Ennio Moricone. Il prezzo, 255 euro tutto compreso, non è certo popolare ma pienamente giustificato dalla qualità e dalla ricchezza delle serate. Per informazioni e prenotazioni tel. 031-348807 e-mail food.beverage @villadeste.it. GIGLIOLA FOGLIA CRONACA P A G I N A 22 e alborelle del lago di Como sono a rischio estinzione, per questo la Provincia sta pensando a nuove misure restrittive sulla pesca per il prossimo anno. La notizia è stata confermata da Carlo Romanò, responsabile dell’ Ufficio Pesca dell’Amministrazione Provinciale di Como. “Nonostante quindici anni di restrizioni ed interventi - ha spiegato il responsabile da un paio di anni la situazione è diventata più critica. Per questo non escludiamo l’introduzione di misure ancor più restrittive”. Le cause del nuovo calo, dopo alcuni anni di ripresa, sono di difficile comprensione per gli stessi addetti ai lavo- L Como&natura IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 LAGO E NATURA Alborella a rischio ri. Da alcuni anni la pesca all’alborella è limitata a tre soli giorni alla settimana ed è completamente vietata nel periodo della riproduzione: dal 1 maggio al 30 giugno. Dal 1998, inoltre, la Provincia ha avviato un progetto che prevede la realizzazione ogni anno di una decina di letti di frega artificiali - costituiti di ghia- ia di fiume - per favorire la riproduzione delle alborelle, mentre sono stati effettuati interventi anche sulla popolazione dei cormorani. Una situazione che ricalca quelle di altri laghi prealpini perché se nel Lario la popolazione sta diminuendo, nel Ceresio sono praticamente estinte, mentre nel lago di Garda e nel lago E tra i nuovi arrivati sul Lario... il siluro di MICHELE LUPPI Maggiore la loro presenza è molto ridotta. La possibile estinzione delle alborelle è una brutta notizia non solo per i pescatori comaschi ma per quanti hanno a cuore il lago e la sua salute che - alborelle a parte - viene, comunque, giudicata positivamente. “Dalle analisi che compiano regolarmente e dai riscontri sulla popolazione ittica - ha spiegato Romanò - possiamo dire che il lago sta bene. Le specie più abbondanti sono i lavarelli che costituiscono circa il 60- 70% della popolazione. Accanto a questi ci sono però delle specie, come le alborelle, che sono a rischio”. Per quanto riguarda le specie esotiche indesiderate, le più diffuse sono l’abramide, il carassio, il lucioperca, il gardon e il pesce gatto. Tra i nuovi arrivati c’è anche il siluro, la cui presenza sembra però ridotta a pochi esemplari. Una specie già da anni presente nel Po e in altri grandi fiumi italiani dove a causa della voracità e della mole (può arrivare oltre i cento chili) si è guadagnato l’appellativo di “coccodrillo del Po”. “Lo scorso anno - continua il responsabile dell’Ufficio Pesca abbiamo registrato la cattura di alcuni esemplari, UNA RISORSA PER IL NOSTRO TERRITORIO, ANCHE IN TERMINI CULINARI Esche, lische e pesci di lago L’opportunità di un viaggio tra alcune specie ittiche del nostro territorio e i loro possibili abbinamenti culinari n lago ricco di pesci. Un mondo da conoscere per gli amanti della fauna ittica ma anche… della buona cu cina! È in ancora in distribuzione, a cura della Provincia di Como e della Città di Cernobbio, un pieghevole, realizato qualche tempo fa, che fotografa le tipologie ittiche più diffuse sul Lario, accompagnate anche da qualche utile suggerimento per una loro agevole e gustosa cottura. La pesca ha tradizioni antiche sul primo lago d’Italia, per profondità, e il terzo in quanto ad estensione. Agli inizi del secolo scorso la figura del pescatore di mestiere aveva infatti una larghissima diffusione. Nel solo comune di Gera Lario, su un totale di 646 abitanti, ben 53 persone risulta vivessero proprio dell’attività della pesca, mentre erano diverse centinaia i pescatori diffusi sull’intero lago. Oggi questi numeri si sono ridimensionati. I pescatori lariani di professione sono 75, gran parte di essi ormai prossimi all’età pensionabile, testimoni di un’attività in apparente declino. In realtà i segnali arrivati negli ultimi anni testimoniano il riaffermarsi di una passione legata a questa specifica attività. Un piccolo ma determinato gruppo di trentenni ha deciso di avventurarsi in questa non facile professione. Come negli ultimi anni sono sorti laboratori specializzati nella trasformazione e nella vendita del pesce di lago, nel rispetto delle rigide normative sanitarie attuali. Un atto di fiducia nei confronti di un lago che, da parte sua, continua a fare la sua parte, non mancando di offrire pesce in abbondanza e di buona qualità. Le catture, soprattutto per quel che riguarda i lavarelli, gli agoni e i pesci persici, nell’ultimo decennio hanno sempre raggiunto e sfiorato le 150 tonnellate all’anno, a cui vanno aggiunte altre 50 tonnellate di pesci minori (bottatrici, cavedani, pighi, trote , lucci, etc.). E anche in consumatori, dal canto loro, sembrano mostrare un interesse sempre maggiore verso il pesce di lago, oggi più che mai, in un’epoca che registra il ritorno alla cucina delle origini, riscoperto e ricercato come prodotto tipico, buono da mangiare, ma che fa anche bene alla salute. U ma non possiamo sapere quanti siano effettivamente nel lago. Molto probabilmente sono esemplari arrivati risalendo l’Adda dalle dighe di Lecco. Abbiamo ipotizzato la realizzazione di maglie e reti ma queste impedirebbero la risalita anche a specie importanti come le anguille. Le caratteristiche ambientali del lago non sono comunque le migliori per la diffusione di questo pesce, che predilige fondali bassi e sabbiosi, quindi speriamo che la sua presenza resti limitata”. Per quanto riguarda la pesca di queste specie, i regolamenti di Pesca, non prevedono alcun limite di cattura e gli esemplari pescati devono essere soppressi. UNA BUONA COMPAGNIA PER LA TAVOLA Veniamo alle specie ittiche più diffuse nel nostro lago e alle modalità di cottura proposte dagli esperti. PESCE PERSICO Il pesce persico è la specie più conosciuta del lago di Como. Molto noto risulta infatti il riso con i filetti di pesce persico che rappresenta un vero vanto per la cucina lariana. Il persico vive vicino alle rive, in branchi numerosi e si nutre di invertebrati di fondo, di uova e, talvolta, di piccoli pesci. Riso con filetti di pesce persico Far dorare in abbondante burro dei filetti di persico passati in uovo e farina (4/5 per persona), aggiungerli al riso precedentemente lessato e condire il tutto con burro e salvia. COREGONE Nel lago di Como sono presenti due specie di coregone: il lavarello, introdotto nel Lario nel 1885, e la bondella, introdotta nel 1970. Le due specie risultano difficilmente distinguibili ad occhio nudo. Il coregone si nutre quasi esclusivamente di zooplancton, alimentazione che conferisce alle sue carni un gusto unico ed estremamente delicato. Si trova in commercio come pesce intero, filettato ed essiccato. Una vera specialità è poi il lavarello affumicato. Lavarello in salsa verde Tritare finemente il prezzemolo e aggiungere aglio, capperi, cipolline ed un uovo sodo, anch’essi tritati. Aggiungere poi olio d’oliva, sale e pepe, aceto bianco o limone e mescolare bene. Abbinare questa salsa ai lavarelli grigliati (meglio se alla brace) e servire con polenta. Per informazioni: Provincia di Como Sezione Gestione Ittica, tel. 031-2755575. IL CAVEDANO E IL PIGO Il cavedano ed il pigo sono due pesci poco noti dal punto di vista commerciale, ma è sufficiente assaggiarli correttamente lavorati e cucinati per goderne della qualità. Patè di lago con crostino Tritare finemente due cipolle. Rosolarle in poco burro facendole imbiondire, aggiungere mezzo spicchio d’aglio ed il filetto di cavedano tagliato a pezzetti, continuando a rosolare. Regolare di sale e pepe, bagnare con vino bianco e lasciar sfumare. Togliere dal fuoco. Far raffreddare, passare il composto tritato aggiungendo il lardo, il burro tagliato a pezzetti e il cognac. A piacere si può fare una gelatina. ANGUILLA Le catture di anguille nel lago di Como non sono molto abbondanti perché la specie sta attraversando un periodo di forte crisi in tutta Europa. I numerosi sbarramenti che interrompono il corso dei fiumi impediscono, infatti, alle giovani anguille provenienti dal Mar dei Sargassi di raggiungere le acque interne. Le carne di questa specie sono piuttosto grasse, ma particolarmente gustose. Anguilla affumicata Le fasi di lavorazione prevedono: eviscerazione, pulitura, salagione, asciugamento ed affumicamento in forno. Segue la conservazione sottovuoto spinto, per preservare integralmente profumi e fragranze. BOTTATRICE La bottatrice è una madide come il merluzzo. La squisitezza delle sue carni è nota solo a pochi affezionati consumatori. Si può trovare tutto l’anno, anche se le catture sono più abbondanti nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Bottatrice in carpione Pulire e lavare la bottatrice, infarinare i filetti, friggerli in olio ben caldo e disporli in una marmitta. A parte, in una casseruola, far rosolare delle cipolle ed aggiungere timo fresco, carote e sedano tagliati a pezzettini; poi aggiungere in parti uguali vino bianco e aceto rosso in quantità che sia sufficiente per ricoprire il pesce. Portare a ebollizione e cuocere per almeno 10 minuti, quindi versare il condimento caldo sul pesce e lasciare riposare almeno 24 ore. LUCCIO Dal capo allungato e appiattito, è praticamente impossibile confonderlo con un altro pesce. Vive solitario ed è un predatore di altri pesci, ma anche di rane e di piccoli mammiferi. Può raggiungere dimensioni considerevoli (oltre i 20 kg) e vive solo dove c’è presenza di vegetazione acquatica, su cui depone le uova. Bottarga di luccio con crostino di pane nero La bottarga è un prodotto finito che si ottiene manipolando la sacca ovarica delle specie ittiche. In questo caso meglio affidarsi a mani esperte. Dall’agone al missoltino La lavorazione degli agoni per ottenere missoltini è una pratica assai antica, nata nell’800 lungo le rive del Lario. In tempi in cui la dieta alimentare era decisamente povera di proteine nobili, la trasformazione dell’agone fresco in un prodotto “a lunga conservazione” permetteva alle popolazioni rivierasche di prolungare nel tempo in consumo di un prodotto molto prezioso, che altrimenti sarebbe stato disponibile soltanto nei mesi estivi. Anche oggi la tradizione vuole che i missoltini si preparino con gli agoni catturati nel mese di giugno, al termine del periodo riproduttivi. La pratica di lavorazione prevede l’eviscerazione dell’agone, il suo lagavvio, la salatura (40/70 gr. Pr kg di pesce), ed essiccazione. La fase di essiccazione viene tradizionalmente effettuata al sole, per 2 o 3 giorni, infilzando i pesci su un filo di canapa tenuto in tensione da una bacchetta di legno. Oggi, però, molti pescatori effettuano questa fase della lavorazione utilizzando un apposito essiccatoio, a temperature controllate di circa 20°, per 2 o 3 giorni. All’essiccazione segue la pressatura con torchio o leva continua per 60/120 giorni, finchè la carne diventa “matura”, cioè rossa. CRONACA P A G I N A Como 23 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 UNA DI NOI Il tratto rosso della penna, il sorriso contagioso, un approccio discreto e una passione viva per questo nostro, piccolo, foglio diocesano. Lisetta Caramel era una di noi. In punta di piedi, qualche anno fa, era entrata a far parte di questa nostra piccola grande famiglia. E subito se n’era innamorata. Regalandoci anni del suo tempo e dell’esperienza maturata grazie ad una vita spesa dentro il mondo della scuola. Ci piace ricordarla così: un fotogramma fermo nella memoria, con la penna in mano, attenta a scorrere le frasi, una dopo l’altra, per scovarvi l’errore fatale, il refuso, l’imprecisione. Anche grazie a lei questo giornale “artigiano”, frutto di tante mani, deve il suo salto di qualità. E con lei siamo cresciuti tutti noi, implicitamente richiamati ad una attenzione sempre maggiore, ad una cura più puntuale nel confezionare i “pezzi”, nell’approntare i titoli, nell’imbastire le pagine . Fedeli ad un impegno costante di chiarezza, precisione e responsabilità assunto nei confronti dei lettori. Alla rilettura attenta delle “bozze” di redazione Lisetta accompagnava, sempre - già lo abbiamo detto - una serenità contagiosa. La sua presenza non era mai silenziosa ma raccontava una straordinaria passione per la vita. Passione che non l’ha mai abbandonata, anche quando la malattia l’ha costretta a riprogettarsi. È cambiato il suo passo, è mutato il suo aspetto in un fisico provato, ma lo spirito no. E quel sorriso, un po’ stanco, ma sempre vivo, ha saputo regalarcelo fino alla fine. Grazie Lisetta per quanto ci hai lasciato. Con te la nostra casa ha perso una testata d’angolo. LA REDAZIONE È SCOMPARSA DOMENICA SCORSA L’ultimo saluto a Lisetta Caramel A destra l’uscita del feretro dalla chiesa di Camerlata L’impegno in Azione cattolica, presso il settimanale diocesano e la parroccchia di Camerlata. Una testimonianza viva al servizio della Chiesa e dei suoi figli C arissima Lisetta, anche oggi ci ascolti e ci parli, come ci ascoltavi e ci parlavi ieri, una settimana fa, il mese scorso, nel 2009, e andiamo indietro fino a… Ci ascolti, perché sai, da brava insegnante, che, se spieghi e interroghi, ma non conosci ciò di cui veramente hanno bisogno gli alunni e ciò che essi fanno capire con le loro domande e con i loro silenzi, la tua voce si perde nel vuoto e i tuoi giudizi restano miseri. Ci ascolti oggi, mentre parliamo di te, mentre ricordiamo tante cose di te, mentre piangiamo su di te. Ci ascolti, ci ascolti attentamente, con pazienza, senza scuotere la testa, senza dimostrare noia, senza compatirci. Ci ascolti, perché ci conosci e ci vuoi bene. *** *** *** Ci ascolti, mentre rievochiamo le tue doti di intelligenza e di cuore, il tuo carattere dolce e fermo, la tua fede schietta e matura, le tue parole misurate e concrete, i tuoi consigli pronti e saggi, la tua generosità a tutta prova. Ci ascolti, mentre espri- Il Presidente diocesano con tutta la presidenza, ed il Consiglio dell’Azione Cattolica, mentre si associano al dolore dei familiari, accompagnano con la preghiera, con un ricordo commosso, e con profonda gratitudine Lisetta Caramel Belcastro già vicepresidente, ed ora responsabile della Terza Età, una donna esemplare per la fede semplice e schietta, per la disponibilità nel servizio educativo ed organizzativo dell’A. C., e nell’aiuto a chiunque avesse bisogno, e per il generoso spirito di condivisione e di amicizia verso tutti. miamo le condoglianze e riconosciamo i volti dei tuoi famigliari, dal marito Nicola ai figli e alle figlie, ma anche ai fratelli e sorella, ai generi e nuora, per non parlar di Luisa, che era come tua figlia, e dei tanti nipoti (oh, la cara Valentina), che hai avuti festanti accanto a te il 21 aprile a festeggiare il tuo compleanno: c’era anche Sara, nata pochi giorni prima, non c’era ancora invece Samuele, venuto alla luce ai primi di giugno, proprio in tempo perché i tuoi occhi, in una delle ultimissime volte in cui si sono aperti nel tuo letto di dolore, lo ammirassero come un raggio di luce e di vita. Ci ascolti, mentre ricordiamo la tua presenza attiva e discreta in tanti ambiti, in tempi vicini e lontani, e nella tua modestia sei contenta che non possiamo ricordarci di tutto. Chi potrà contare a quanti alunni hai spezzato il pane della sapienza, in italiano e in latino, al Liceo “Giovio”, e non solo? A quanti bambini e ragazzi dell’Oratorio di Camerlata, e altrove, hai spiegato con parole ed esempi semplici le verità della fede? A quanti amici hai dato consigli ed aiuti, comprese le istruzioni sull’uso del computer? In quante riunioni hai detto la tua, con competenza e precisione? Ci ascolti, mentre cerchiamo di calcolare quante pagine in bozza del “Settimanale” della diocesi hai letto minuziosamente, fino allo scorso mese di aprile, apportando le dovute correzioni, e quanti racconti hai letto e valutato, del concorso letterario promosso dalle “Penne nere” di Mariano, o di quello organizzato dalla scuola di Capiago. Ci ascolti, mentre parliamo dell’Azione Cattolica, a cui hai dedicato anima e cuore, tempo e passione, a Como e in Valtellina (quanti amici, in valle: Paolo, Angela, Piera, Francesco, Carla…!), in momenti ufficiali e importanti, ma anche con gesti umili, apparentemente di poco conto. Ci ascolti, mentre ci diciamo che hai fatto parte del Consiglio Diocesano, e del Consiglio di Presidenza (già vicepresidente, ora responsabile della “Terza Età”) con la semplicità di chi occupa posti di responsabilità con lo stile di una famiglia; hai steso tanti ver- bali, hai tenuto tanti collegamenti, e durante i Consigli diocesani a Caspoggio, hai preparato tante volte, la domenica, di buon mattino, il caffelatte per tutti. Ci ascolti - e ti viene un po’ il magone -, mentre facciamo il conto che proprio un anno fa, il 9 giugno, quando il Vescovo è venuto in visita pastorale all’Azione Cattolica, tu sei invece entrata in ospedale, ma poi ne sei uscita e ci hai rassicurati che tutto andava bene… Facciamo anche il conto che le ultime tue presenze nel gruppo sono state il 21 febbraio, agli Esercizi spirituali a Tavernerio (e nel pomeriggio sei andata a Pianello a parlare agli amici di A.C. della zona), e il 24 febbraio a Como, a spiegare a quelli della Terza Età, anche con belle immagini e testi preziosi, che “è tempo di perdono”. *** *** *** Non ti accontenti però di ascoltarci, ma ancora ci parli, e ci parli innanzi tutto, quasi, per rimproverarci di aver tessuto un elogio che - dici tu - non meriti. Dici di non essere una star, ma una donna semplice, normale, che ha cercato di vivere, come le hanno insegnato fin da bambina. Ci parli, perché vuoi bene a tutti, e ti piace sentirti ancora a casa tua, sì, in via Guido da Como 16, e a casa tua, anche nella sede dell’Azione Cattolica. A proposito di A. C., lì dove tu sei, hai ritrovato - così ci dici - anche tuo papà, che è stato (non tutti lo sapevamo) Presidente della Giunta diocesana dell’Azione cattolica, hai ritrovato Federico, uno degli ultimi presidenti diocesani, hai ritrovato la giovane Claudia, arrivata in Paradiso, pochissimi anni fa, il giorno del suo compleanno. Ci parli, assicurandoci che al pellegrinaggio ecumenico in Svizzera, di questo fine settimana, a cui tanto ci tenevi, e che hai contribuito a progettare, ci sarai anche tu, a modo tuo (e sarà un modo particolarmente proficuo), perché hai sempre creduto all’importanza dell’unità dei cristiani. Ci parli, dicendoci di non piangere, perché non ti senti lontana da noi, perché la vita non si ferma su questa terra, perché i nostri interessi, le nostre gioie e le nostre sofferenze - dici di soffrire un po’anche tu, perché qui da noi le cose non vanno sempre proprio bene ancora si incrociano. Ci parli, dicendo che sei pronta a fare ancora qualche compitino, come quello che, per il bene di una persona cara, ti ha assegnato Marco domenica sera, di fronte alla tua bara, convinto che lì dove sei, la tua parola conta qualcosa. Ci parli, raccomandandoci la preghiera, la preghiera liturgica che tante volte hai scandita nella cappella della Trinità al Centro Cardinal Ferrari, ed anche la preghiera silenziosa… Ci parli, e noi ti ascoltiamo. ABELE DELL’ORTO LISETTA, ADDIO ! Attilio Caramèl, padre di Luciano e Lisetta,è stato per molti anni presidente della giunta diocesana di Azione Cattolica. Forse da prima della guerra ’40 – ’45. Nel dopoguerra la A.C. riprese le riunioni in via Mugiasca,dove una cappella era sempre aperta per la preghiera ed un giardino per le varie feste. Ricordo i fratelli Lisetta e Luciano attorno ad un “pozzo di S.Patrizio”,intenti,come me,a pescare cose meravigliose,in giornate di sole estivo. Il papà lo ricordo con gli occhiali, il viso serio e sorridente,come fosse alla cattedra del Liceo “Giovio”, docente di Italiano e Storia. Poi è arrivato il nostro turno. Attilio Caramel era ancora presidente, quando mi affidarono l’incarico del “Segretariato della moralità”. Più tardi la presidenza diocesana. Lisetta non la trovai propriamente come stretta collaboratrice. La scuola ed i numerosi figli,da crescere ed educare, non le lasciavano,penso,il tempo per gravosi incarichi diocesani. Però,dopo che ho terminato il mio turno, l’ho vista assumere gradualmente impegni sempre più importanti,fino ad essere una colonna della associazione. Era raro non incontrarla nei corridoi del “Centro Pastorale Card.Ferrari”,quando coincidevano le presenze o le attività in comune. Non mancava il saluto cordiale ed il sorriso di una sincera e cristiana amicizia,come tutti la ricordano. Fino all’ultimo programmava attività per gli anziani,mi dicono,fino a che l’angelo della chiamata finale non le ha chiuso gli occhi,perché li riaprisse alla luce del Volto del Signore. Più che” pregare per lei”, credo che dovremmo “pregare lei”, accolta nella gioia della Grazia. ATTILIO SANGIANI CRONACA P A G I N A 24 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 TURISMO E NATURA L’isola Comacina: un parco archeologico D al 10 giugno si apre una nuova stagione, in tutti i sensi, per l’isola Comacina, unica isola del lago di Como dalla storia ricchissima e travagliata: ultimo baluardo dell’Impero Bizantino contro i Longobardi all’epoca del Vescovo scismatico Agrippino, poi potente castello alleato dei milanesi nella tragica Guerra Decennale che oppose Como e Milano all’inizio del XII secolo, in seguito distrutta dai Comaschi (e non dal Barbarossa, come erroneamente si legge in molti punti…) e consegnata alla pastorizia, teatro di eventi mirabili che portarono nel ‘500 alla rifondazione della chiesa principale e all’istituzione della Festa di San Giovanni Battista. L’isola diventa da quest’anno una sorta di parco storico-archeologico a cui si accede con pagamento di un biglietto d’ingresso, i cui proventi sono Al sito si potrà accedere con il pagamento di un biglietto d’ingresso i cui proventi saranno destinati alla manutenzione dell’area con assunzione di un custode e due giardinieri di GIGLIOLA FOGLIA destinati alla manutenzione dell’area con assunzione di un custode e due giardinieri. Il biglietto comprenderà anche la visita all’Antiquarium (di prossima apertura), museo dell’isola ricavato sulla terraferma nell’antico ospizio per pellegrini adiacente alla chiesa di S. Maria Maddalena e intitolato all’arch. Luigi Mario Belloni, a cui tanto deve la ricerca storicoarcheologica della nostra ‘Gibilterra del Lario’. Due le biglietterie: una presso l’Antiquarium stesso, che funzionerà come punto di riferimento per informazioni, prenotazioni ecc. relativo all’intero Sistema Turistico dell’isola Comacina, e una sull’iso- la stessa presso l’attracco della navigazione pubblica. L’isola è raggiungibile con i battelli di linea oppure con taxi-boat (con la ditta Conazzi è stato concordato il prezzo di 5 euro andata e ritorno da Ossuccio). E’ stata chiesta la collaborazione delle guide turistiche abilitate per promuovere le visite guidate, che toccheranno i resti delle chiese distrutte, le tre villette razionaliste appena restaurate (che si vorrebbero riportare all’originaria funzione di Case per Artisti), la medievale casa-torre, e l’unica chiesa in attività e cioè San Giovanni (interno visitabile soltanto con la guida!). Si ricorda che la discesa nella crip- ta della paleocristiana S. Eufemia è sconsigliata per motivi di sicurezza, e che l’aula biabsidata-Battistero di San Giovanni è tuttora in restauro dopo i rilievi archeologici. Presso S. Faustino e Giovita (nei resti dell’antico convento) sono stati ricavati dei servizi igienici per i visitatori, come pure all’interno dell’Antiquarium a Ossuccio, mentre vicino a S. Giovanni è predisposta area picnic scoperta. Il Sistema turistico-culturale coinvolge un territorio ben più ampio dell’isola e dei Comuni prospicienti, allargandosi a gran parte della costa e dell’entroterra quale la Valle Intelvi; pertanto se l’Antiquarium sarà il punto di riferimento per la zona rivierasca, per la Valle Intelvi lo diventerà Palazzo Scotti a Laino. Questo sistema turistico ha già avviato in collaborazione con varie realtà alcuni piccoli e grandi progetti culturali, tra cui il 20 giugno in occasione del solstizio d’estate una giornata di studio sulle proprietà dell’”erba di San Giovanni” (iberico) tenuta da l’Erboristeria di Milano, e a luglio nell’ Antiquarium una mostra fotografica su Ossuccio antica allestita dall’Associazione Culturale Isola Comacina. Concludiamo con i prezzi per l’ingresso all’isola e all’Antiquarium: singoli adulti 5 euro, bambini fino a cinque anni gratuito, bambini dai sei ai quattordici anni 2,50 euro; anziani, studenti e comitive 4 euro, gruppi scolastici e universitari 2 euro a persona, con gratuità per insegnanti e capigruppo. Si ricorda che il percorso NON è adatto a persone con disabilità motorie, e che per tutti sono consigliate calzature di tipo escursionistico; i cani sono ammessi con guinzaglio e… apposito sacchetto. Orari: l’isola è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 17 fino al 31 ottobre. L’Antiquarium nei giorni di martedì, mercoledì, venerdi, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17. RICCO CALENDARIO DI EVENTI Lago di Como: tempo di Festival Una serie di eventi alla portata di tutti per un’estate a ritmo di musica Q uarantotto serate, trentasei comuni coinvolti (trentuno della provincia di Como e cinque della provincia di Lecco) e tanta, tanta musica. Sono questi gli ingredienti principali del “Festival lago di Como”, giunto quest’anno alla sua ottava edizione, la tradizionale kermesse che vede alternarsi, sui palchi allestiti in diversi punti del territorio, stelle della musica moderna, grandi cantautori italiani, orchestre sinfoniche, bande rock e artisti di cabaret. Articolata in cinque differenti tipologie (Lario Jazz & R’n B, Sinfo Lario, il Festival Bandistico, Lario Estival e Ridi Lario) la manifestazione avrà il suo inizio ufficiale domenica 20 giugno a Campione d’Italia (anche se qualche evento legato al Festival bandistico ne ha già anticipato la lunga “strisciata” estiva) e sempre a Campione, scelto come luogo simbolo di un progetto che ormai guarda ben oltre i confini provinciali, il Festival si concluderà il 24 settembre. «Questa iniziativa - ha spiegato l’assessore provinciale al Turismo Achille Mojoli - ha il merito di raccogliere e coordinare, evitando sovrapposizioni, iniziative musicali proposte in diversi comuni della provincia. Comuni ai quali va il nostro ringraziamento per aver, ancora una volta, deciso di restare parte di questo circuito. Tale manifestazio- ne ha due principali destinatari. Da un lato si rivolge ai cittadini dei paesi dei territori interessati dal Festival, dall’altro punta ad offrire adeguate occasioni di svago alle centinaia di migliaia di turisti (circa 900 mila all’anno) che, in particolar modo (l’80% circa) durante i mesi estivi, affollano il nostro territorio. 900 mila persone che, in media, si fermano per tre notti e che contribuiscono, in misura importante (si stima nell’ordine del 18%) all’indotto dell’economia comasca». «Quella lariana - le parole di Dario Bianchi, l’assessore provinciale uscen- te ai Grandi Eventi in virtù del suo nuovo incarico come consigliere regionale - è una terra ricca di fascino, storia, tradizioni, cultura, risorse naturali che, da sempre regala ai cittadini ed ai turisti che scelgono il comasco per le loro vacanze sensazioni ed emozioni uniche. È nella precisa e sinergica ottica di valorizzazione di un bellissimo territorio, ad alta vocazione turistica, promuovendo ed ospitando nel contempo eventi ed artisti di caratura internazionale che, negli anni, si è sviluppato ed è cresciuto il progetto “Festival Lago di Como». Al via dunque, con un’importante novità che accompagnerà l’edizione di quest’anno: una programmazione triennale alla quale avrebbe già aderito il 95% dei comuni già coinvolti nel Festival, «un passo che consente da subito - hanno dichiarato gli organizzatori - di essere già pronti con la programmazione degli eventi per il prossimo anno, così da arrivare per tempo con la necessaria documentazione informativa». Una parte degli spettacoli del “Festival 2010” sarà a pagamento. Per maggiori dettagli consultare il sito: www.festivallagodicomo.it. CHIASSO FESTATE COMPIE 20 ANNI Festate, il festival di culture e musiche dal mondo, che si terrà a Chiasso il 18 e 19 giugno, in piazza Municipio, compie 20 anni. Per festeggiare questo felice anniversario hanno pensato ad un’edizione speciale, caratterizzata da alcune proposte insolite e uniche: come quella di offrire a due straordinari musicisti come Justin Adams e Roy Paci, ‘carta bianca’, affidandosi al loro estro per realizzare eventi originali. E così, mentre Justin Adams proporrà per venerdì 18 una notte africana, accompagnato dal griot Juldeh Camara, dagli Hoba Hoba Spirit e dai Sierra Leone’s Refugee All Stars, Roy Paci sabato 19 sarà invece affiancato dagli inseparabili Aretuska e dagli Gnu Quartet. A completare il carnet della serata sarà lo spagnolo El Bicho. CRONACA P A G I N A Lago&territorio 25 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 DIECI ANNI DI SACERDOZIO Somana in festa per don Massimo ella ricorrenza della festività del Corpus Domini, la comunità parrocchia chiale di Somana si è stretta attorno a don Massimo per ricordare il suo decimo anniversario di ordinazione sacerdotale, ricevuta dalle mani del compianto mons. Alessandro Maggiolini, e ringraziare il Signore per il dono di un sacerdote, parroco e pastore che si è preso a cura la nostra Comunità, si è fatto carico delle nostre sofferenze, ha gioito con noi ed ha condiviso, e continua a condividere, il difficile cammino di crescita sia umana che nella fede. E’ stata una giornata particolare e intensa, una festa di altri tempi, ricca di momenti di vera commozione; i molti parrocchiani presenti, uniti ad un folto gruppo di fedeli delle parrocchie limitrofe, hanno voluto fare sentire a don Massimo la loro vicinanza e il loro sincero N Nella ricorrenza della festività del Corpus Domini la comunità ha festeggiato il suo pastore per l’importante anniversario affetto. All’inizio della solenne S.Messa, presenti le Autorità civili e militari, la Comunità Parrocchiale ha rivolto a don Massimo i propri saluti e ringraziamenti per il tanto bene compiuto ricordando che “il tuo modo di essere parroco, il tuo sapere ascoltare, l’instancabile disponibilità verso tutti, credenti e non credenti, parrocchiani e non parrocchiani, ci ha coinvolto da subito”. E aggiunto: “Sappiamo della tua riservatezza spirituale e, consentici, mo- destia umana; schivo ad ogni tipo di apparenza e riconoscenza che ti riguardi. Ma non possiamo non testimoniare qui, e non dirti, il nostro grazie per il bene che dai nell’assistenza spirituale, e non solo, alle persone, l’amorevole cura per la casa del Signore che ti è stata affidata e l’impegno profuso per renderla sempre più bella e accogliente, Ma soprattutto il tuo instancabile desiderio perchè la vera casa del Signore sia bella nei nostri cuori e nelle nostre famiglie”. E nel saluto non poteva mancare il ricordo dell’adorata, e da tutti apprezzata, mamma Chicca scomparsa improvvisamente meno di due anni fa “che ci teneva molto che questo anniversario avvenisse qui a Somana, nella sua Somana. E ci teneva che fossero i tuoi primi parrocchiani a festeggiare i tuoi dieci anni di sacerdozio; a lei il nostro indimenticabile ricordo”. L’intera S.Messa si è snodata in un clima rac- Don Massimo in una foto d’archivio colto e solenne, quasi surreale. Curata in ogni dettaglio: dalla preghiera dei fedeli, all’offerta dei doni (e a don Massimo si è fatto dono di casula e stola) e all’armoniosità dei canti. L’emozione e l’attenzione si sono sbloccate, come d’incanto, solo al termine della cerimonia con uno scrosciante e prolungato applauso e con il tradizionale, ma sempre attuale, canto del Tu es Sacerdos. Alla S.Messa ha fatto seguito il rinfresco, du- rante il quale tutti hanno avuto l’opportunità di salutare e ringraziare don Massimo in modo più informale, e certamente a lui più naturale e gradito, augurandogli di rimanere tra noi ancora per molti anni. Anche il canto dei Vespri e la successiva pro- cessione eucaristica tra le addobbate vie del paese, hanno richiamato numerosi parrocchiani; è stata questa una degna conclusione di una bellissima giornata di festa a ricordo dei dieci anni di sacerdozio di don Massimo, ben augurante per il futuro della nostra parrocchia. DALLA REGIONE LOMBARDIA Alluvione 2008. Per il Comasco Ottocentomila euro uone notizie per la provincia di Como, almeno secondo quanto comunicato nei giorni scorsi dall’agenzia del Pirellone “Lombardia Notizie. Attraverso un decreto della Direzione generale Agricoltura - ha fatto sapere l’Agenzia - saranno infatti erogati i fondi destinati ai Comuni che hanno subito danni a causa dell’alluvione che si è abbattuta sulla zona tra il 15 maggio e il 17 giugno 2008. Per questi Comuni sono ora disponibili 800.000 euro che potranno essere utilizzati per il ripristino di infrastrutture e strade di utilizzo agricolo sulla base di progetti esecutivi che dovranno essere presentati in Regione Lombardia entro il 10 settembre. “Esprimo grande soddisfazione - il commento dell’assessore all’Agricoltura, Giulio De Capitani - per i fondi che, attraverso la Provincia di Como, Regione Lombardia destina ai Comuni colpiti dai gravi effetti delle alluvioni del 2008. Regione Lombardia ha svolto con efficacia il proprio ruolo di intermediario con il Ministero nella richiesta dello stato di calamità e delle B risorse necessarie alla ricostruzione. Il risultato positivo di oggi premia innanzitutto la capacità di sinergia e il leale rispetto del principio di sussidiarietà che lega con profitto il territorio, Comuni, Province e Comunità montane, all’Ente regionale”. Ecco nel dettaglio i Comuni interessati dallo stanziamento di fondi e i relativi importi in euro. - Cremia (52.241,40), ripristino gabbioni, murature e regimazione acque loc. Briac, consolidamento loc. Prim-Lac vicino Monte Marte; - Dongo (50.000), ripristino strada San Gottardo-Tegano; - Dosso del Liro (20.000), rimozione materiale e sistemazione spondale loc. Prato Naro; - Garzeno (52.241,40), ripristino ponticelli loc. Carcimed-Ponte SegnoAlpeggio Gino; - Germasino (52.241,40), ripristino strada loc. Pugnano-La Motta, ripristino strada CagerinoGhidorino; - Gravedona (50.000), costruzione muratura loc. San Carlo; - Montemezzo (42.241, 40), sistemazione strada loc Alpe Piazza-Alpe Gallina; - Musso (52.241,40), sistemazione strada e consolidamento versanti loc. Montagna; - Pigra (52.241,40), ripri- stino strada ai Monti; - Comunità montana Lario Intelvese (49. 827), sistemazione strada Alpe di Sala-Alpe di Co lonno in comune di Sala Comacina; sistemazione strada Alpe GrandeCristè in comune di San Fedele d’Intelvi, regimazione idraulica e smaltimento acque superficiali loc. Santa Marta-Erboggia in comune di Schignano; - San Nazzaro Val Carvagna (40.000), ripristino strada loc. Tecchipiazza Vacchera; - Sorico (52.241,40), ripristino strada Antica Regina; - Stazzona (50.000), ripristino attraversamenti e scarpate loc. Corte Mottafoiada; - Comunità montana Valli del Lario e del Ceresio (52.241,40), ripristino strada agro silvo pastorale Garzeno-Giovo in comune di Consiglio di Rumo; - Trezzone(50.000), ripristino acquedotto rurale loc. Mattarello-Cannevella; - Val Rezzo (52.241,80), ripristino funzionalità Vallone in loc. Buggiolo Seghebbia - Mon; - Vercana (20.000), ripristino strada loc. Tabianello Pighè. NASI ALL’INSÙ SUL GALBIGA Sabato 19 giugno, a partire dalle ore 21.30 circa, il Gruppo Astrofili Lariani propone la seconda apertura ufficiale per la stagione 2010 dell’Osservatorio del Monte Galbiga a Lenno, dedicata all’osservazione della Luna al primo quarto, di Saturno e, nella seconda parte della serata, delle meraviglie del cielo estivo. L’ingresso è libero. Per chi volesse cenere, si segnala che è aperto, nei pressi dell’osservatorio, il Ristorante del Rifugio Venini (per informazioni, tel. 0344.56671, cell. 328.3896336; sito internet www.rifugiovenini.com) Ricordiamo che l’Osservatorio può essere raggiunto da S. Fedele Intelvi, seguendo la strada per Pigra, proseguendo fino al Rifugio Boffalora e quindi all’Alpe di Lenno, dove la strada asfaltata finisce. Da qui, in una ventina di minuti ad andatura blanda, si arriva al rifugio Venini-Cornelio e, prendendo la strada che passa sul retro del rifugio, dopo altri cento metri si raggiunge l’Osservatorio. La sede del Gruppo Astrofili Lariani si trova invece in via Risorgimento, 21 a Tavernerio, presso il Centro Civico Rosario Livatino; tel. 328.0976491 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 21); e-mail: [email protected]; sito web: http://www.astrofililariani.org. ...hai l'ALCOLISMO in casa? ...VUOI saperne di più? ...hai bisogno di AIUTO? I GRUPPI FAMILIARI AL-ANON condividono le loro esperienze in modo anonimo e gratuito e possono offrirti le informazioni che cerchi. telefona al numero verde 800-087897 CRONACA P A G I N A 26 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 VALLE INTELVI A scuola alla riscoperta delle antiche radici D urante questi ultimi mesi dell’anno scolastico, incaricata dall’assessora to alla Cultura della Comunità Montana Lario-Intelvese ho avuto l’opportunità di una decina di “incontri con i ragazzi dell’Istituto comprensivo statale Magistri Intelvesi di S.Fedele Intelvi. Passare qualche ora in compagnia dei ragazzi delle scuole medie è stata per me un’esperienza molto preziosa e istruttiva. Ho dovuto inventarmi argomenti che nessuno sarebbe stato capace di suggerirmi dato che si trattava di spiegare il tenore di vita della valle negli anni passati, le leggende, le storie. Soprattutto mi interessava costatare quanto ancora contasse nelle famiglie l’uso del dialetto come lingua quotidiana. Con mia sorpresa ho trovato, in questo mio “viaggio” nella memoria un riscontro immediato nei ragazzi e, dopo i primi passi incerti, ne è nata una sorta di gara per scoprire quello che “racconta la mia nonna... o il mio nonno “ Ho notato un interesse vivo per come si scrivono alcune parole e molti dialettali quasi dimenticati, le leggende, le storie inedite pervenuteci da tradizioni orali e con mia Un’esperienza interessante con i ragazzi delle medie per ridare voce a memorie e leggende del passato di RINA CARMINATI FRANCHI Le tre cime del Generoso sorpresa più le storie erano antiche e fantasiose, più questi ragazzi moderni del terzo millennio, abituati alla televisione e ai computer, erano interessati. Li ho trascinati con la fantasia, mentre fuori nevicava. Li ho “accompagnati” su per i monti a scoprire le leggende legate a luoghi quasi inaccessibili, sotto la vetta del Generoso per conoscere la leggenda delle tre cime che vuole fossero tre sorelle bisbetiche che non sopportavano la vicinanza di nessuno; quella della bolla del Tellero, addirittura dall’altra parte della Valle sulla strada del Galbiga, che racconta della storia d’amore di Francesca, una ragazza di Ponna che, innamoratasi di un soldatino napoleonico e ricambiata, fuggì con lui. I due si nascosero tra i boschi e i pascoli sull’alpe di Ponna, ma vennero scoperti. Lui fu fucilato perché disertore, lei nel trascinarlo nella bolla per un’inutile tentativo di soccorso scivolò e annegò con lui. Poi giù nella Valle del Telo per narrare la vita delle piccole filandere, che lavoravano nello “scannatoio” i bozzoli dei bachi da seta, per incontrare un personaggio tanto ammirato dalle ragazzine: Agata che con l’aiuto della fede riuscì ad ingannare e vincere anche il diavolo. Seguendo il filo conduttore di tante storie e leggende ci siamo sforzati di vedere e comprendere costumi e mentalità degli abitanti di questa nostra piccola grande valle. Abbiamo costatato quanto dovevano essere caparbi e testardi i nostri avi visto che ci è giunto, attraverso ricerche antiche, come anche i romani piuttosto che inimicarseli “Lascia- CERNOBBIO 25 GIUGNO La corale S. Nicola per l’Oratorio Don Bruno Biotto, parroco pro tempore della nuova comunità pastorale Beata Vergine del Bisbino, che comprende le parrocchie di Cernobbio, Piazza S. Stefano, Stimainico con Casnedo e Maslianico ha invitato la corale S. Nicola di Cernobbio per un concerto di beneficienza. «A questo invito - spiega il presidente della corale, il maestro Legramandi ha subito aderito all’invito, anche in considerazione degli scopi legati a questo concerto, un impegno concreto a favore dell’oratorio di Cernobbio. Don Bruno ci ha infatti comunicato essere diverse le questioni a cui porre rimedio e per le quali cercare soluzione, anche per offrire ai giovani la possibilità di frequentare un luogo in cui imparare a vivere cristianamente» Il concerto-elevazione spirituale si terrà nella chiesa del SS. Redentore di Cernobbio, la sera di venerdì 25 giugno, alle ore 21. Oltre alla corale S. Nicola ha dato la propria disponibilità a partecipare gratuitamente il soprano Ilaria Taroni. All’organo vi sarà il maestro Stefano Venturini, mentre la corale sarà diretta dal maestro Marco Monti. Splendido il programma previsto con una “chicca” di Racfhmaninov, un Ave Maria nella tradizione russa della Chiesa ortodossa, che per la prima volta sarà cantata in una chiesa italiana. Il programma prevede inoltre musiche di Cimarosa, Mozart, Haendel, Bach, Faurè, Tosti, Franck, Fletcher, Gound, Mathis oltre al citato Rachmaninov. «Naturalmente - conclude Legramandi - si spera nella generosità dei Cernobbiesi vista l’elevata finalità di questo evento». vano passare tredici uova per una dozzina”. Lungo queste tracce, passando per la storia e aggiungendovi tante tessere di fantasia, i ragazzi hanno provato un vero divertimento nello scoprire cose, situazioni e detti che prima sfuggivano alla loro attenzione. Molto gettonate sono state le scoperte dei soprannomi dei paesi, alcuni che nascono da aneddoti, altri da leggende, e la ricerca delle vecchie mulattiere acciottolate dove passavano solo carri e carrozze ,(la provinciale 36 della Valle Intelvi è stata realizzata solo nei primi anni del 1900). Così con la fantasia, partendo dalla piazza principale di Argegno, su per le stradine ripide, i ragazzi si sono sentiti coinvolti in prima persona nel percorrere quelle stradine, ormai quasi dimenticate ma così suggestive che attraver- savano i loro paesi o frazioni. La frana che negli ultimi anni del 1500 divise ben tre paesi - S.Fedele, Laino e Blessagno con liti per i confini degli stessi comuni che si trascinarono per secoli per poi accordarsi sui “termann” e dividersi così i boschi - ci ha portato alla scoperta di Vestobbia il paese fantasma, ma realmente esistito, del quale è rimasta solo la chiesa di S.Pancrazio ma che documenti antichi attestano fosse una località abbastanza grande se è vero che l’erario del 1310 obbligava il comune di Vestobbia di tenere i pesi e misure alla stessa stregua degli altri comuni della Valle ancora esistenti. Visto il vivo interesse dei ragazzi non è stato necessario spingerli, ma la loro spontanea volontà ha permesso di far affiorare soggetti e modi di dire, parole dialettali che avevano colpito la loro fantasia. E così è capitato anche che una “storia” venisse raccontata da un ragazzino di un paese della bassa Valle che però ne conosceva il… capo, invece uno dell’alta Valle si ricordava la coda... Adesso però la campanella della fine dell’anno scolastico è suonata . Il più bel ricordo che mi hanno lasciato i ragazzi è un e-mail trovata sul mio computer in questi giorni, che dice testualmente: “Quando è suonata la campanella della fine della lezione ho pensato: è già passata un’ora?... Grazie Rina”. Arrivederci ragazzi.... se qualche storia o leggenda vi è piaciuta particolarmente, ripetetela ai vostri amici, così tutti insieme riusciremo a salvare uno scampolo di patrimonio orale che ci hanno lasciato i nostri avi . VINCENZIANI LOTTERIA I BIGLIETTI VINCENTI I Gruppi di Volontariato Vincenziano di Como, con sede in via Primo Tatti 7, tel. 031-278115, hanno reso noto l’elenco dei biglietti vincenti estratti dalla recente lotteria: 1° premio: 0623; 2° premio: 1819; 3° premio 4286; 4° premio 2250; 5° premio 1347; 6° premio 1146; 7° premio 0516; 8° premio 2061; 9° premio 3816; 10° premio 1614. SOLSTIZIO D’ESTATE IN VILLA CARLOTTA Il giardino botanico (e museo) di Villa Carlotta propone per sabato 19 giugno un evento particolare per il Solstizio d’Estate 2010. Una giornata alla scoperta di un giardino ecosostenibile dove trovare spunti e suggerimenti per fare del nostro giardino un angolo rispettoso dell’ambiente, ma non solo: l’evento sarà anche punto di incontro tra presente e passato, verranno infatti riscoperte quelle ricette che utilizzavano le erbe spontanee tipiche del territorio lariano. Coloro che si destreggeranno nella realizzazione del proprio “eco-vasetto” riceveranno specie selvatiche da prato fiorito o per vasi e aiuole. L’attenzione è rivolta anche ai piccoli visitatori (già protagonisti di varie attività didattiche per scuole e famiglie) che verranno impegnati in una caccia al tesoro e invitati a liberare insetti e organismi utili per la lotta biologica ai parassiti. L’appuntamento è dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00. La manifestazione è organizzata in collaborazione con la Rete degli Orti Botanici della Lombardia. P A G I N A 28 CRONACA ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 DOMENICA 13 GIUGNO GIORNATA INSIEME A Cittiglio, festa per l’Unitalsi N el pomeriggio di domenica 13 giugno il gruppo Unitalsi di Cittiglio si è ritrovato nella chiesa parrocchiale di San Giulio per la celebrazione di una S. Messa per gli anziani ed ammalati del paese. La celebrazione, conclusasi con la benedizione eucaristica, è stata presieduta da don Gian Battista Binda, che negli ultimi anni è stato la guida spirituale del gruppo Unitalsi. Al termine della funzione, poi, tutti in Oratorio dove dame e barellieri hanno offerto una merenda ai convenuti, per un momento di semplice e fraterna amicizia e con l’impegno per tutti a ritrovarsi a metà luglio, in occasione della festa della Madonna del Carmine per festeggiare i 40 anni di attività del gruppo Unitalsi cittigliese. Nella foto un momento della festa in oratorio. Finite le scuole, inizia l’oratorio estivo. Così, rassicurati i genitori ancora al lavoro e garantiti ai ragazzi momenti ludici e formativi… tutti sono contenti. I campetti degli oratori si vivacizzano e rumoreggiano di molte voci: animatori indaffarati si distribuiscono ruoli e impegni. Parroci e suore vigilano, controllano e si gettano nella mischia. Qualche genitore di buona volontà e disponibile non si tira indietro per far meglio riuscire l’esperienza del Grest. Non mancheranno le solite uscite dal paese: quelle ormai tradizionali dei parchi di divertimento più o meno distanti,oppure ai laghi. Diversi oratori hanno programmato esperienze ai monti o al mare per dare la possibilità ai ragazzi di fare esperienze più forti e aggreganti. L’esperienza del Grest varia da paese a paese. Vi sono campi brevi, altri che si prolungano nel tempo, altri ancora che riprendono a tarda estate… Ma questa bella iniziativa che punta a sensibilizzare e a socializzare seguendo il tema proposto dalla Diocesi, “Sottosopra” vuole essere soprattutto una ulteriore possibilità di crescita cristiana, dei valori cristiani che in questi tempi di relativismo anche religioso, sembrano appiattirsi in nome di una universale identità spirituale. Viviamo questa esperienza estiva con la gioia di poter manifestare attraverso il gioco e i momenti formativi il nostro sentire spirituale e morale. La nostra appartenenza a figli di Dio e, come dice in sintesi la bella canzone che accompagna il Grest 2010: sentirci fratelli in una unica casa da rispettare splendida come il Paradiso. SERGIO TODESCHINI CAVONA Sabato 19 giugno, nono appuntamento col pellegrinaggio vocazionale di zona. Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso la cappelletta di santa Teresa per la recita del santo Rosario. Alle 7.30 Messa in Santa Casa a Cavona. Animerà l’incontro la parrocchia di Cittiglio. SANTA CATERINA UN NUOVO SERVIZIO PER L’ESTATE Treno e battello per l’Eremo... I l collegamento via lago Laveno-Santa Caterina del Sasso è stato inaugurato lo scorso lunedì 14 giugno dal presidente della Provincia di Varese Dario Galli, dagli assessori provinciali Francesca Brianza (Turismo e Cultura) Giuseppe De Bernardi Martignoni (Sport) e Bruno Specchiarelli (Agricoltura). All’inaugurazione erano anche presenti il sindaco di Laveno Graziella Giacon, il vicesindaco di Leggiuno Riccardo Valena, alcuni consiglieri provinciali e amministratori del territorio. Il collegamento Laveno – Santa Caterina sarà attivo tutti i lunedì e venerdì fino a metà settembre. «Aggiungiamo un altro tassello importante – ha dichiarato il presidente della Provincia di Varese Dario Galli – dopo la riqualificazione dell’eremo, l’acquisizione delle Ville Bassetti e del parco che diventerà un’area verde aperta al pubblico, l’inaugurazione dell’ascensore a pozze di qualche giorno fa, oggi ai cittadini e turisti offriamo anche l’opportunità di raggiungere Santa Caterina via lago e utilizzando i mezzi pubblici. L’obiettivo è agevolare l’arrivo di turisti e visitatori e dare a tutti l’opportunità di poter vivere le emozioni uniche che sa dare questo luogo incantevole. L’augurio è che i primi turisti dell’eremo e di tutti i nostri luoghi siano proprio i cittadini della nostra provincia». FINITE LE SCUOLE, ORA È TEMPO DI GREST! na: «Grazie alla Provincia di Varese e agli investimenti fatti oggi raggiungere l’eremo è più semplice anche per chi ha qualche difficoltà. Siamo contenti di questa valorizzazione che coinvolge i nostri comuni». Infine il direttore dell’Agenzia per il Turismo Paola Della Chiesa ha spiegato che «sono stati studiati pacchetti turistici mirati ai giovani e agli over 60 che offrono l’opportunità di trascorrere un’intera giornata sulle rive del Verbano oppure mezza giornata e che contemplano anche la visita al museo della ceramica e un’ascesa con la funivia di Laveno, oltre alla visita all’Eremo di Santa Caterina». Francesca Brianza, assessore Turismo e Cultura: «È una giornata emozionante, poiché da tempo avvertivamo l’esigenza di avere questo collegamento diretto da Laveno. L’augurio è che questo servizio possa cattu- rare l’attenzione anche dei giovani, oltre che di coloro che amano spostarsi con i mezzi pubblici senza l’assillo della vettura». Soddisfatti anche il Sindaco di Laveno Graziella Giacon e il vicesindaco di Leggiuno Riccardo Vale- SERATA PER SALVINI Venerdì 18 giugno alle ore 18.00 presso la sala Luigi Ambrosoli di Villa Recalcati a Varese (sede della Provincia - piazza Libertà, 1), verrà presentata l’ultima fatica della dr.ssa Serena Contini: “Il colore per me è come un delirio - Carteggi di Innocente Salvini con Siro Penagini e con Emilio Zanzi”. Il testo che si avvale della prefazione di Enrico Crispolti è stato pubblicato da Alberti Libraio Editore. A conclusione lettura di alcune lettere dei carteggi a cura di Angelo Zilio e presentazione di una biografia per immagini di Innocente Salvini opera di Stefania Peregalli e Gianni Pozzi. A.C. CON ALESSANDRO NEL CUORE Un ‘anno fa, il 13 giugno 2009, ci lasciava per sempre Alessandro Garbin, un giovane e promettente artista di Cittiglio, che si stava affermando nel mondo del cinema e dello spettacolo. nel corso del 2009 Alessandro assieme ai suoi due soci Christian Marazziti e Nicola Canonico stavano preparando insieme lo spettacolo teatrale Un minuto di silenzio, spettacolo che Alessandro non ha mai messo in scena, ma che, invece, Marazziti e Canonico - con l’apporto di Angelo Orlando, chiamato a rimpiazzare Alessandro, hanno completato e messo in sena in diversi teatri italiani (Regia di Gianni Corsi). In occasione del primo anniversario della scomparsa di Alessandro Garbin il trio Marazziti, Canonico, Orlando proporranno lo spettacolo Un minuto di silenzio a Varese, presso il Teatro Santuccio di via Sacco (davanti al Comune), alle ore 21.00 di sabato 19 giugno. Questa rappresentazione vuole essere proprio un omaggio ed un ricordo di Alessandro da parte dei suoi compagni ed amici: “Rimarrai per sempre nei nostri pensieri più belli scrivono infatti - perché tu sapevi farci sorridere ... ed ora che sei lassù farai ridere anche gli angeli! Il biglietto d’ingresso è di 12 euro e il ricavato sarà devoluto all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla: AISM - sezione di Varese. ANTONIO CELLINA ANTICHI ORGANI Viene riproposto anche per il 2010 da giugno sino ad ottobre il “Ciclo di concerti su antichi organi della provincia di Varese”, giunto alla sua 30° edizione. Nella rassegna sono coinvolti strumenti distribuiti su tutto il territorio provinciale e anche la Valcuvia e la Valmarchirolo sono ben rappresentate in questo ciclo musicale, come evidenzia il calendario dei concerti che iniziano tutti alle ore 21.00: • sabato 19 giugno: Rancio Valcuvia – chiesa parrocchiale, Organo Mascioni 1880, organista Riccardo Stella. Musiche di Muffat, Haendel, Mozart, Morandi, Foschini, Thomas e Petrali; • sabato 10 luglio: Laveno Mombello - chiesa di Laveno, Organo Biroldi 1825, organista Nicola Bisotti. Musiche di Erbach, Froberger, Buxtehude, Bach, Zipoli e Stanley; • lunedì 16 agosto: Marchirolo – chiesa parrocchiale, Organo rifatto a fine 800 da Giuseppe Vedani, con ulteriore intervento di Elia Gandini, organista Pietro Ferrario. Musiche di Storace, Bach, Pasquini, Stanley, Marcello, Lefébure e Ferrario; • domenica 12 settembre: Cuveglio – chiesa di S. Lorenzo, Organo Mascioni 1929, organista Sergio Paolini. Musiche di Mendelssohn, Frank, Bossi, Guilmant e Boellmann; • venerdì 17 settembre: Gemonio – chiesa parrocchiale di San Rocco, Organo Mascioni 1905, organista Emanuele C. Vianelli. Musiche di Pescetti, Scarlatti, Bach e Bossi. Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A P A G I N A 29 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 SONDRIO IL CONVEGNO ALL’UNIONE ARTIGIANI SU INIZIATIVA DELL’ASL PROVINCIALE Più attenzione per la sicurezza L e chiamano morti bianche. Sono quelle che piombano improvvisamente in un cantiere e si portano via giovani vite, gettando nella disperazione le famiglie e i compagni di lavoro. Al nostro sentimento comune appare come una cosa profondamente ingiusta che degli operai perdano la vita proprio nell’esercizio della loro professione e per questo, quando avvengono simili disgrazie, le massime autorità civili e religiose intervengono con forti richiami, che mettono un po’ in crisi le nostre coscienze. Che cosa facciamo, in concreto, per impedire gli incidenti sul lavoro e il diffondersi delle malattie professionali? Alcune importanti risposte sono venute da un convegno che si è svolto giovedì 10 giugno, presso la sede dell’Unione Artigiani della provincia di Sondrio, su iniziativa dell’Asl, con la collaborazione di numerosi enti ed istituzioni. È già il terzo appuntamento che si tiene su questo tema, da quando è stato elaborato il Piano Regionale 2008-2010 per la promozione della sicurezza e salute negli ambienti di lavoro. Un primo dato importante è stato evidenziato proprio nel saluto che l’assessore regionale Bresciani ha inviato al convegno e che è stato letto dal direttore Generale dell’Asl Luigi Gianola: gli incidenti sui luoghi di lavoro sono in calo e ciò dimostra che il percorso che si sta compiendo, in collaborazione con le parti sociali, sta dando buoni risultati. « È necessario acquistare una cultura della sicurezza e una cultura del lavoro – ha affermato il Consigliere Regionale Angelo Costanzo – tanto più necessarie in un momento di crisi come questo, quando si tende ad abbassare il livello di attenzione. Spesso le norme sono viste dagli imprenditori solamente come degli ostacoli; viceversa esse costituiscono un patrimonio di civiltà». Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provin- A POGGIRIDENTI UNA SERATA PREZIOSA PER PARLARE DI GIOVANI CONTROCORRENTE cia Massimo Sertori: sono spesso le scadenze ravvicinate e i ritmi pressanti oppure i lavori continuativi e abitudinari che inducono gli operai ad allentare l’attenzione. Viceversa le norme per la sicurezza devono essere osservate da tutti, sempre, con continuità. Nella nostra realtà lavorativa, come ha ricordato il presidente di Confartigianato Fabio Bresesti, ci sono numerose piccole aziende, nelle quali il titolare non è altro che un caposquadra che lavora con i suoi operai e spesso non dà il buon esempio in materia di rispetto delle norme di sicurezza. Il convegno vero e proprio è stato poi coordinato da Giuseppina Ardemagni e ha visto ben dodici relazioni (in una sola mattinata!), alcune delle quali sono risultate piuttosto tecniche e non prive di qualche ripetizione. Al folto pubblico presente non sono tuttavia mancati gli spunti di riflessione e di approfondimento, che sono stati numerosi e importanti. Quando avviene un incidente sul lavoro, ha affermato il Procuratore della Repubblica Fabio Napoleone, bisogna evitare di voler correre subito all’individuazione di un responsabile, ma occorre prima di tutto analizzare il contesto, poi, in un secondo momento, UN SUGGERIMENTO PER MANIFESTAZIONI PIÙ ECOLOGICHE In questi anni la coscienza e la consapevolezza ambientale sono diventati patrimonio di un numero sempre più ampio di cittadini. È chiaro per molti, ormai, che insieme alle grandi decisioni nazionali, addirittura internazionali, serva una partecipazione quotidiana e personale di tutti noi per mantenere in salute il nostro pianeta. In quest’ottica, in prossimità di feste, manifestazioni estive e incontri di vario genere, WWF Valtellina e Valchiavenna propone di sostituire alle normali stoviglie in plastica, delle stoviglie in materiale completamente riciclabile da conferire fra gli scarti alimentari. Il WWF ha preparato un foglio informativo da richiedere via mail all’indirizzo [email protected], presso la sede di Morbegno in via Morelli, 16. Negli ultimi tre anni gli incidenti sul lavoro, specie nel settore edile, sono diminuiti: mai abbassare la guardia e occorre lavorare sulla prevenzione di CIRILLO RUFFONI si possono approfondire le responsabilità individuali. Se si allarga lo spettro degli accertamenti, si nota quasi sempre che la causa dell’infortunio non è venuta dalla macchina o da un evento casuale, ma dalla «mancata organizzazione interna della sicurezza, da una carenza nella pianificazione del lavoro». Per chiarire meglio il concetto, il relatore ha ricordato il grave incidente avvenuto qualche anno fa all’aeroporto di Linate. Non è stata la «mancanza di qualcosa» a determinare la sciagura, ma «la cattiva organizzazione di tutto quello che c’era nell’aeroporto». Per effettuare una corretta organizzazione della sicurezza, poi, è fondamentale la valutazione dei rischi, che non deve essere copiata da un fac-simile, ma deve essere frutto di uno studio serio fatto all’interno dell’azienda. «Spesso le norme sono viste dall’imprenditore come paralizzanti - ha concluso il Procuratore -. In realtà se un datore di lavoro si attiva e cerca di promuovere la sicurezza, se fa prevenzione seria e la organizza bene, nulla gli potrà essere rimproverato». Altre relazioni hanno avuto come scopo quello di illustrare la normativa vigente, in particolare il piano regionale triennale per la promozione della sicurezza e le forme di controllo e di accertamento che vengono attuate sul territorio. I dati più confortanti sono venuti dai rappresentanti dell’Inail Parrotta e Scarpa: nel triennio 2006-2008 gli incidenti sul lavoro sono passati da 3.803 a 3.335, con una significativa diminuzione soprattutto nel settore edile, che risulta quello più a rischio. In particolare, tra il 2007 e il 2008 si è avuta una diminuzione del 37% degli incidenti mortali. Questi risultati collocano Sondrio al primo posto tra le province lombarde nella tutela della sicurezza. Per quanto riguarda le malattie professionali, invece, grazie al progredire delle conoscenze mediche, si registra una diminuzione della silicosi e delle patologie legate alla lavorazione dell’amianto, ma un leggero aumento delle altre. Vi è inoltre un problema, segnalato da Carlo Piccinato. I dati riguardano le imprese regolarmente registrate: non tengono conto del mondo del sommerso e del lavoro in nero, Una testimonianza intensa e preziosa quella resa da due giovani novizie ai numerosi ragazzi accorsi, unitamente a diverse famiglie, in un incontro promosso a fine maggio, presso l’Oratorio di Poggiridenti di don Livio De Petri. Sara Rampa, valtellinese di Piateda, e Patrizia Ameli, marchigiana di San Benedetto del Tronto : due vite controcorrente in questa società sempre più lontana dalla sfera religiosa e dove la Chiesa stessa non sembra in grado di richiamare i giovani a una scelta di vita diversa. Due ragazze intelligenti, laureate, piene di vitalità, che tra parole e immagini hanno spiegato la loro scelta di vita; scelta che le ha portate casualmente a incrociare il proprio destino presso la Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo. Due percorsi diversi quelli delle due novizie, ma entrambi segnati da un incontro: Sara, una vita più lineare, da sempre in mezzo ai giovani dell’Oratorio, che incontra Don Livio e scopre dentro di sé il desiderio di dedicarsi alla vita religiosa; Patrizia, una vita più movimentata, che dapprima ricerca nello svago, nel divertimento, nelle esperienze all’estero un qualcosa che non trova, fino a quando incontra anche lei un sacerdote che le illumina la mente ed il cuore e trova finalmente ciò che cercava. E qui nasce la prima missione in comunità,in una casa nata da poco, ma già viva e fortemente impegnata. E nel convento studiano, lavorano e soprattutto pregano, con quella preghiera che è formidabile strumento di incontro con Cristo e, attraverso Lui, con gli altri; e quindi la missione fuori dal convento, presso gli anziani, i malati, i ragazzi del catechismo. Due giovani brillanti, col sorriso sulle labbra, capaci di gioire nella vita normale di tutti i giorni, e di scherzare, come davanti a un bel piatto di pizzoccheri gustato durante la cena. Certo, hanno sottolineato, non mancano momenti difficili, impegnativi, di stanchezza, laddove anche qualche dubbio sembra riaffiorare; ma qui soccorrono gli intensi momenti di preghiera che riportano loro la tranquillità, la pace e la forza di andare avanti. Una serata di incontro, dunque, particolare, stimolante, di testimonianza di un Amore più grande, che non ha mancato di suscitare una profonda riflessione, soprattutto nei ragazzi presenti, sul vero senso della vita. NORBERTO GUALTERONI dove purtroppo si verificano spesso degli incidenti, che per di più vengono nascosti o dichiarati come avvenuti in altri luoghi. È un problema grave, come ha rimarcato il Segretario Provinciale della Cgil Giocondo Cerri. Nel mondo del sommerso ci si fa male più frequentemente, tanto che gli infortuni che sfuggono ad ogni statistica arrivano addirittura al 40%. In questo ambito è necessario effettuare più serrati controlli. Per i lavoratori che operano nei settori a rischio, come quello edile, in particolare per i neoassunti, è fondamentale anche la formazione. Appositi corsi vengono tenuti dall’Esfe (Ente Paritetico per la Formazione e la Sicurezza dell’Edilizia), come ha illustrato bene Luca Patriarca. Agli operai viene insegnato a lavorare in sicurezza, ad esempio nel montaggio e smontaggio dei ponteggi, nell’utilizzo di gru e di montacarichi e così via. L’intero convegno è stato dedicato alla preven- zione degli incidenti sui luoghi di lavoro, ma viene spontaneo osservare che la cultura della sicurezza ha poi una ricaduta importante sulla vita privata di ciascuno di noi. L’abitudine a fare un’attenta valutazione dei rischi, a rispettare le norme di sicurezza, a utilizzare gli strumenti di protezione, infatti, una volta acquisita e interiorizzata, può aiutarci a prevenire anche un gran numero di incidenti che avvengono tra le mura domestiche oppure nella pratica nei nostri hobby. Per questo, in varie relazioni, è stata sottolineata la necessità che l’educazione alla sicurezza venga impartita già nelle scuole. «La sicurezza non risiede nelle norme, ma nella testa e nel cuore», come ha dichiarato Giancarlo Viganò. Sicurezza individuale non significa soltanto benessere per noi, ma si traduce anche in un risparmio enorme per la collettività. È un tema interessante, senz’altro da proporre per un successivo convegno. P A G I N A 30 CRONACA Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 CHIAVENNA IL CONVEGNO PROPOSTO DALL’ASSOCIAZIONE ARCA Riflettere sulla cura degli anziani U per altri anziani che accedono quotidianamente mediante servizio di trasporto) e molti altri servizi sul territorio. Basti pensare al Centro di animazione sociale di Santa Croce, ai servizi di supporto alle famiglie che curano malati a casa propria, servizi sanitari socio-assistenziali e tanti altri interventi. Ebbene la cooperativa l’Arca, che vanta un numero crescente di soci, ha celebrato la ricorrenza del suo venticinquesimo ripercorrendo le tappe del proprio impegno e delle proprie realizzazioni. Momenti molto importanti, anche con cambi di rotta nelle strategie di intervento per adeguare l’offerta ai bisogni suggeriti dal territorio. Un elegante volumetto evoca le diverse tappe di un impegno che ha saputo creare servizi alle persone e alla comunità, leggendo le esigenze. Una giornata di intensi lavori con validissimi relatori che hanno esplorato l’interazione tra le diverse forme di cura e le politiche sociali di sostegno, la rete dei servizi sociali tra modelli tradizionali e le nuove forme di intervento. Sono state approfondite le risorse e le risposte della rete dei servizi socio-sanitari in Valchiavenna. Non a caso uno dei temi ricorrenti è stata la sostenibilità e le risorse che il pubblico offre e offrirà in maniera sempre più ridotta. Ecco allora le iniziative private, anche quelle del tutto particolari di una cooperativa sociale che è anche una onlus, che tuttavia ha dei costi di struttura e di personale interno che vanno oculatamente soppesati e resi compatibili con gli utenti. Proprio nella relazione conclusiva del sociologo Aldo Bonomi, che ha messo in evidenza come di fronte ad uno Stato e Enti pubblici che realizzano un welfare sempre più “tirato” nei finanziamenti e la dissolvenza del legami familiari per cui molti anziani sono soli, ci stiano gli interventi delle badanti oppu- SOMAGGIA DEDICATA ALLA MADONNA DI LOURDES re il mutualismo, ovvero dei servizi che sorgono dal territorio in risposta ai bisogni. La conclusione è che iniziative come quelle messe in campo dalla cooperativa l’Arca sono attualissime e, nonostante la storia di un quarto di secolo alle spalle, assolutamente in linea con le tendenze future. La giornata si è conclusa con un momento di festa con i soci che hanno avuto un riconoscimento per il lavoro svolto in oltre 20 anni. Un grandissimo applauso è sorto nel momento in cui Anna Fior, una coordinatrice dell’Arca, e il presidente attuale, Alfredo Ravasio, hanno consegnato una pergamena e una targa ad Elena Del Re. Elena è infatti unanimemente riconosciuta come tenace, attiva e lungimirante presidente prima e direttore dei servizi della cooperativa, un vero e proprio perno propulsivo nel realizzare quelli che ai primi soci apparivano dei sogni ambiziosi. G.Z. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ n convegno, quello proposto dalla cooperativa l’Arca il 10 giugno scorso, estremamente importante e partecipato. La “cura” degli anziani è certamente un tema che ha connessioni con le famiglie, i servizi sociali, le iniziative pubbliche e quelle private, con le politiche del welfare, ovvero dello stato sociale. A interrogarsi su questi argomenti la cooperativa, nata a Chiavenna, che si è distinta negli anni con l’offerta di servizi sul territorio. Strutture e interventi realizzati e nel tempo modificati, di cui oggi in Valchiavenna non si potrebbe più fare a meno. L’occasione del convegno, non a caso, erano le celebrazioni del venticinquesimo di costituzione della cooperativa che gestisce oggi in Valchiavenna la struttura di Bette (Comunità alloggio con accoglienza temporanea fino a 22 anziani più il Centro diurno dal lunedì al venerdì ASSOCIAZIONE VALTELLINESI A MILANO Benedetta la cappella Assegnati i Lavegin d’or l 28 maggio alle ore 20.30 si è tenuta a Somaggia, presso la casa Cavatorta, la benedizione della Statua della Madonna di Lourdes e della cappelletta in sasso, costruita per ospitarla. La benedizione è stata impartita dal Priore di Gallivaggio, don Pietro Beretta, assieme al parroco del paese, don Olinto Scaramella e al parroco di Fraciscio, don Eugenio Bulanti. I Dopo alcune raccomandazioni di don Olinto è iniziata la recita del santo Rosario. Un fatto rilevante e piacevole, è stato il gran numero dei presenti, costituiti sia dai parrocchiani, sia da un buon numero di Unitalsiani. Per capire i motivi della loro presenza così numerosa, bisogna ricostruire la storia della statua della Madonna appena benedetta. La statua, infatti, è stata acquistata a Lourdes, da Nicola, il 24 settembre proprio l’ultimo giorno di uno dei tanti pellegrinaggi che l’Unitalsi organizza durante l’anno a Lourdes. Si tratta di una copia esatta della Madonna che si trova nella grotta di Lourdes, tutta bianca con solo un velo di azzurro, alta circa 50 cm, e realizzata in vetro resina, in modo da poter rimanere senza rovinarsi anche all’esterno. Il suo trasporto in Italia non è stato facile viste le sue dimensioni e considerando che ha viaggiato sul treno dei pellegrini per una notte e un giorno! Arrivata in Italia, a Somaggia, ha poi dovuto attendere diversi mesi prima che fosse pronta la sua “dimora”. La cappelletta, appunto, è stata realizzata tutta in sasso (granito di San Fedelino, offerto dalla ditta Pelanconi Graniti), grazie alla paziente opera di Giacomi- no, muratore in pensione, sempre disponibile, e l’aiuto di altri volontari. Il tetto è costituito da un monoblocco massiccio, anch’esso in granito. Infine uno scalpellino del luogo ha inciso la scritta “Ave Maria” sul sasso che poi è stata ripassata con un colore dorato da Gino. Al termine della benedizione e del Rosario è stato offerto a tutti un rinfresco, per allietare e ringraziare i presenti, alcuni dei quali venuti anche da molto lontano (Livigno, Sondrio, Madesimo…). Si coglie l’occasione per ringraziare chi contribuito alla realizzazione dell’opera e a coloro che hanno partecipato alla sua Benedizione, sicuri che affidando alla Madonna tutti i nostri bisogni e le nostre sofferenze, Lei ci porterà tante gioie e consolazioni. P.C. associazione Culturale Valtellinesi a Milano, fondata nel 1988 e presieduta da Franco Visintin è particolarmente attiva. Si tratta di un sodalizio che riunisce molti che abitando a Milano, hanno tuttavia conservato un legame molto forte con la nostra provincia da cui provengono molte delle loro famiglie. Dal 1997 l’Associazione ha istituito un premio denominato significativamente “Lavegìn d’Or” che vuole essere riconoscimento a coloro (persone, associazioni, enti) che per capacità, intelligenza e serietà, si siano imposti all’attenzione dell’opinione pubblica lombarda, nazionale e internazionale, così contribuendo a far conoscere gli aspetti ed i valori di cultura e di civiltà della loro terra natia. Ebbene il premio, giunto alla tredicesima edizione, è stato quest’anno consegnato a Chiavenna nella sala di palazzo Salis il 5 giugno, alla presenza di un buon numero di partecipanti provenienti da Milano e convenuti da Chiavenna e L ’ dintorni. La scelta è ricaduta su due musei della Valle che per il loro accurato allestimento, capacità di accoglienza della gente e qualità dei pezzi in mostra, sono pregevoli: si tratta del Museo del Tesoro di Chiavenna e del Museo Muvis di Campodolcino. A ritirare i premi erano presenti monsignor Ambrogio Balatti, arciprete di Chiavenna e Paolo Raineri che del Muvis è l’ideatore oltre che il promotore delle tante attività culturali ospitate. Annunciata anche la prossima attività di studio, da parte della Università cattolica, della Pace di Chiavenna, preziosa testimonianza di arte orafa medioevale. TEATRO: UN CLASSICO PER GIOVANI Il testo è ormai un classico del teatro ma ha avuto anche diverse versioni cinematografiche: si tratta della commedia Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde. Silvia Montemurro, giovane chiavennasca studentessa universitaria che ha seguito corsi di interpretazione teatrale, ne ha tratto una versione originale che ha messo in scena con una compagnia di giovani studenti. Il nuovo gruppo teatrale, denominato MeraMente, ha saputo offrire simpatiche interpretazioni dei personaggi della vicenda, in cui un disincantato americano e la sua originale famiglia sono alle prese con la sistemazione in un castello abitato da uno strano fantasma. Particolarmente efficaci alcuni ragazzi del gruppo che, non a caso, hanno saputo strappare applausi al pubblico del Victoria con caratterizzazioni molto originali. È “agganciare” i ragazzi ad una forma espressiva così coinvolgente come il teatro che è capace di mettere in evidenza capacità e doti anche del tutto inattese perfino dagli stessi protagonisti. Andrea Triaca, Filippo Maraffio, Giulia Buzzella, Pietro Balatti, Davide Benedetti, Enrico Caprio, Davide Bergna, Paola Via, Natalia Lorenzini, Maria Belmonte, Cinzia Zarucchi e Paola Via, i nomi degli attori che hanno seguito l’attenta ed efficace regia della stessa Silvia Montemurro che si è avvalsa delle scene, della musica e delle luci sapientemente governate da Voicu Gadola. CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 SONDRIO UN’INTERESSANTE CONFERENZA PER RIFLETTERE Carcere e famiglia: gli affetti fuori... « C ento passi o poco più a ogni giro del cortile…». Comincia così, con quest’immagine evocativa dell’“ora d’aria”, una delle poesie lette durante la serata-evento dedicata al carcere che si è svolta lo scorso 25 maggio a Sondrio. Una immagine sferzante nella sua nuda semplicità, da cui netto emerge il senso di alienazione del detenuto, tutti i giorni costretto a compiere azioni ripetitive volte alla pura e semplice sopravvivenza. La conferenza “Affetti negati. Carcere e famiglia: quando gli affetti restano “fuori”, organizzata dalle associazioni “Quarto di Luna”, “Il richiamo di Jóbel” e cooperativa “Ippogrifo” ha visto protagonisti, nella sua prima parte, i carcerati, fisicamente assenti ma presenza viva attraverso le loro poesie e testi in prosa letti a più voci. È emersa così, dalle loro stesse parole, la sofferenza di persone – non mostri – che hanno sbagliato e, tuttavia, nutrono la speranza di una nuova vita. Non vi è buonismo, non vi è pietismo nel dire questo. Vi è solo la constatazione della verità dei loro scritti struggenti, parole d’amore, di dolore, di speranza, di solitudine. Parole di rabbia per la prigionia e di rimorso per la colpa commessa, quella colpa che riconoscono e che ha distrutto la loro esistenza. Lo dice il padre che scrive: “Figlia P A G I N A 31 MONTESPLUGA, TURISTI PIÙ INFORMATI CON L’INFOPOINT Ha riaperto i battenti l’infopoint di Montespluga e a gestirlo sarà ancora l’amministrazione di Madesimo e con un impegno maggiore rispetto a quello della scorsa estate. Comunicazione ufficiale quella giunta dalla proloco, che ha stretto un rapporto di collaborazione continuativa con l’amministrazione comunale, rispetto alla decisione di mettere nuovamente a disposizione dei turisti provenienti dal passo dello Spluga informazioni turistiche sulla Valchiavenna e, in particolare come ovvio, su Madesimo. L’infopoint rimarrà aperto fino alla fine di agosto, con chiusura prevista per il giorno 30. Per giugno, l’orario di apertura sarà limitato a sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 18. Con il prosieguo della stagione turistica è prevista l’apertura quotidiana dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 17,30 per quanto riguarda i giorni feriali, nei giorni festivi l’apertura pomeridiana proseguirà fino alle 18. L’infopoint è aperto all’interno del prefabbricato in legno presente all’ingresso della frazione di Montespluga. Per maggiori informazioni è possibile mettersi in contatto con l’ufficio della proloco Madesimo al numero 0343-53445 oppure tramite l’indirizzo e-mail [email protected]. La proloco ha attivato anche un sito all’indirizzo www.prolocomadesimo.it. Rimangono ovviamente sempre contattabili per informazioni gli uffici del Consorzio di Promozione Turistica di Chiavenna o Madesimo. D.PRA. A BERBENNO, SABATO 19 GIUGNO, A TEATRO CON I «GIOVANI TALENTI CREATIVI» dove sei? Ti porto come un dolore nel cuore... Apri un varco nel tuo cuore pieno di odio per me. Io l’ho reso arido d’amore”. E un altro: “Figlia, qui lavoro su di me. Ho smesso di bere e di fumare. Studio. Voglio darti un padre colto che ti aiuti”. «Moltissimi di loro vanno a farsi pesare tutti i giorni, ha raccontato Francesco Racchetti de “Il richiamo di Jóbel”. Il loro gesto ripetuto appare come una metafora: è la paura di scomparire, è come dirsi: “Sono una realtà fisica, dunque vivo ancora”. Non basta. “Ma che vita è?” scrive uno di loro. La risposta a questa domanda dovrebbe essere: una vita di rieducazione e riabilitazione, come dispongono ufficialmente l’articolo 27 della nostra Costituzione e il Regolamento carcerario del 2000. Il carcere dovrebbe insegnare il valore delle dignità della persona e accompagnarla verso un uso consapevole e responsabile della propria libertà, delle proprie capacità. Invece, quell’esistenza, segregata dal mondo, mina i due pilastri fondamentali su cui si regge la persona: l’autonomia e la relazione, senza i quali l’identità si perde nel vuoto dello straniamento. «Si piange molto in carcere», ha detto ancora Racchetti. «È vero ed è difficile vedere delle VISITE GUIDATE ALLA SCOPERTA DI MORBEGNO Anche quest’anno l’assessorato alla cultura del Comune di Morbegno in collaborazione con Le Nevi di un Tempo, gruppo di amici della cultura locale che fa capo alla Biblioteca Civica Ezio Vanoni, coordinatrice dell’iniziativa, propone “Morbegno: La sera è viva 2010. Visite guidate alla scoperta di Morbegno e non solo …”, giunta ormai alla diciassettesima edizione. Dopo il successo della serata dedicata al Gianolo presso la Collegiata di San Giovanni, il prossimo appuntamento è per domenica 20 alle ore 19 con ritrovo all’ingresso del cimitero. Da lì, Renzo Fallati guiderà la visita a Il cimitero di Morbegno, giardino della memoria, luogo del dolore e della speranza. Mercoledì 23, con ritrovo alle ore 20.30 davanti al municipio, Floriana Paniga guiderà la visita a Gli affreschi del centro storico di Morbegno: un itinerario tra arte, storia e leggende. Il terzo appuntamento della settimana è per venerdì 25, quando Davide del Nero nella frazione Piagno di Cosio Valtellino guiderà la visita a L’abbazia di San Pietro in Vallate. Ritrovo è alle ore 20.30 a Vallate davanti ai ruderi dell’antica chiesa, ma l’organizzazione cercherà anche di mettere a disposizione qualche posto auto, con partenza in gruppo dalla Biblioteca. Chi fosse interessato, telefoni in Biblioteca per informarsi (telefono 0342.610323, [email protected]; durante la chiusura della Biblioteca, contattare Paola Passerini Bonazzo presso Sinferie, 0342.615209). Le visite sono gratuite, durano circa un’ora e si effettuano anche in caso di cattivo tempo. TIRANO: MOSTRA DI PIRONDINI E LETTURE DI AUTORI Col patrocinio del Comune di Tirano e di una decina di altri enti, in concomitanza con la mostra Contrappunti, volti e colori in viaggio del pittore Gianfranco Pirondini, presso il Museo Etnografico di Madonna di Tirano si terrà l’iniziativa Parole in viaggio - Tre pomeriggi al Museo, con l’ascolto di brani di opere di alcuni autori locali, che hanno scritto pagine significative sul tema. La manifestazione inizia venerdì 18 giugno alle ore 16.30: dopo la visita libera al Museo, alle ore 17.00 si potrà incontrare il pittore Pirondini e, quindi, alle ore 17.30, ascoltare il giovane, ma già affermato poeta valtellinese Francesco Osti leggere Poesie in sala d’attesa. Sabato 10 luglio, oltre a poter visitare liberamente il Museo ed incontrare Pirondini negli stessi orari, alle 17.30, l’autore tiranese Enrico Beretta, da tempo noto al pubblico valtellinese, presenterà Esilio (e… ritorno), letture da racconti pubblicati e inediti. Il terzo e ultimo appuntamento sarà per sabato 24 luglio, quando sempre con le stesse opportunità e gli stessi orari, lo scrittore poschiavino Massimo Lardi, che ha pubblicato il romanzo Il Barone De Bassus, proporrà Letture sparse. La mostra di Gianfranco Pirondini rimarrà aperta con ingresso libero nei mesi di giugno e luglio tutti i giorni (escluso lunedì), al mattino dalle ore 10.00 alle ore 12.00, al pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 18.30. persone adulte piangere, ma a me piace sdrammatizzare», ha esordito Michele Augurio, il relatore della serata. Sociologo, giudice onorario del Tribunale dei Minori di Milano ha così introdotto la seconda parte della conferenza. Sdrammatizzare è necessario, dunque, per porsi le due domande fondamentali: cosa determina la carcerazione sui detenuti e sulle loro famiglie? E com’è possibile ricostruire dei rapporti affettivi lacerati da un evento doloroso e traumatico come quello della carcerazione? Perché sono due le valenze del carcere: il dentro e il fuori. La sofferenza è dentro, ma è anche e terribilmente, fuori. Come risolvere questo duplice dramma e come mettere in contatto queste due realtà, uguali e contrarie? C’è un primo passo necessario. Il detenuto deve, innanzitutto, riconoscere il trauma che ha provocato nelle sue vittime. «Quando parlo con loro lo dico chiaramente: non potete lamentarvi del vostro malessere se prima non riconoscete i danni che avete procurato», ha detto Augurio. E ha precisato: «Il ragazzo che ruba perde la sua identità rinchiuso tra le mura della prigione, ma deve capire che con il suo gesto ha derubato l’identità della sua vittima, ha deprivato e ferito un’altra persona». Il secondo passo è forse ancora più difficile: comprendere il male fatto alla propria famiglia. La rinascita, dunque, passa attraverso il recupero dell’affettività e delle emozioni. Il lavoro va fatto sia sul detenuto che sulla famiglia, sull’affettività di chi, mogli e figli, è stato tradito e nei fatti abbandonato, spesso in condizioni di dif- Sabato 19 giugno alle ore 21.00 presso il Teatro dell’Oratorio “San Giovanni Bosco” di Berbenno di Valtellina l’associazione Musicheatro dei giovani dell’oratorio San Rocco di Sondrio presenta il musical “Cose di cuore”, attualizzazione musicale sulla vita di San Giovanni Bosco Per saperne di più si può visitare il blog musicheatro.blogspot.com. L’evento rientra nel bando “Giovani Talenti Creativi” promosso dall’Ufficio di Piano dell’ambito territoriale di Sondrio, in collaborazione con il CSV L.A.Vo.P.S., e in questo caso con l’oratorio San Rocco di Sondrio, all’interno della sperimentazione nazionale Piano Locale Giovani-PLG. Il PLG dell’ambito territoriale di Sondrio vede la partecipazione di tutti i Comuni del mandamento, con il Comune di Sondrio come ente capofila, ed è promosso e sostenuto dal Dipartimento della GioventùPresidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con l’Anci-Associazione Nazionale Comuni Italiani e la Rete Iter. ficoltà anche di natura economica. Solo così, con una forma appropriata di accudimento, la famiglia può diventare una risorsa. È un lavoro molto difficile per la conflittualità in cui si dibattono i familiari, lacerati tra sentimenti di odio e di amore e anche di paura nei confronti di chi ha sbagliato. Quali le strade da percorrere? La parola, innanzitutto. La parola per comprendere e analizzare il passato, ciò che è stato, ciò che è accaduto. Il silenzio e la negazione non servono, anzi. Uccidono. Ed esigenza primaria è abbattere il muro della vergogna, lo stigma sociale che emargina anche i figli e le mogli dei detenuti nella comunità. «Il recupero dell’affettività diventa così un processo di crescita che evolve attraverso la relazione», ha concluso il giudice Augurio. Illuminante, a questo proposito, la testimonianza di una madre, Angela T. È la storia di suo figlio, tossicodipendente, detenuto in carcere. È la storia di lei, traumatizzata dal dolore e dalla vergogna, a sua volta murata dentro il rifiuto di questo figlio perduto. Poi, l’incontro di Angela con l’associazione Acat di Sondrio, dove ha cominciato a lavorare su se stessa per cercare anzitutto di capire. Finché, un giorno, ella ha coinvolto in questo lavoro di consapevolezza anche il figlio. Così lo ha ritrova- to e, insieme, hanno iniziato un nuovo percorso. Il ragazzo ha scelto quindi di entrare in una comunità ed oggi vive libero e autonomo. La serata si è conclusa con la testimonianza di rappresentanti delle numerose associazioni che a Sondrio concorrono nell’aiuto ai carcerati e alle loro famiglie. Dalle già citate “Quarto di Luna”, “Il richiamo del Jóbel”, la cooperativa “Ippogrifo” agli operatori del Comune, “Arci-Contatto”, “San Vincenzo”, “Centro Aiuto alla vita”, “Acaaf”: ciascuna con le proprie competenze e mansioni. E come possiamo non ricordare che Gesù stesso si riconosce nel carcerato: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi (Mt 25,35-36)». Gesù, che non giudica e non condanna senza scampo come fanno i tribunali delle nostre società civili. Egli muore tra due ladri, non tra due innocenti condannati ingiustamente, e a uno dei due dice: «Oggi sarai con me nel paradiso» (Lc 23,43). Non nel giudizio, non nella condanna è il senso della vita, ma nel riscatto che restituisce l’essere umano all’esistenza per la quale è stato creato. a cura di MILLY GUALTERONI P A G I N A CRONACA Sondrio&provincia 32 «Auguri» a don Rossatti S Festa per don Mario ul chiudersi dell’anno sacerdotale la comunità di Ardenno si è stretta attorno a monsignor Mario Giana per festeggiare i suoi sessant’anni di sacerdozio: ordinato nel 1950 e vicerettore del Seminario Diocesano fino al 1972, parroco di Ardenno dal 1972 al 2005. I festeggiamenti hanno avuto luogo il 6 giugno, proprio nel giorno del Corpus Domini e, per questo, nei tre giorni precedenti la parrocchia si è riunita in tre momenti di preghiera particolare: tre serate di riflessione sul ministero sacerdotale con una celebrazione eucaristica, la recita del santo rosario meditato e una serata dedicata all’adorazione. E, domenica mattina, durante la Santa Messa celebrata da don Mario, la comunità ha potuto ringraziare del prezioso dono del sacerdozio ed in particolare di quello di don Mario. Ha introdotto la celebrazione il parroco don Ilario esprimendo per primo la riconoscenza a don Mario per il bene operato nella nostra comunità. A manifestare la gioia della comunità riunita sono stati… i colori: in chiesa, nei primi banchi, il candore delle divise estive del corpo Musicale e il luccichio dei loro strumenti; a fianco il rosso acceso delle magliette del gruppo Alpini e quelle azzurre dei Giovani del Masino che, insieme, hanno voluto, ancora una volta rendere il loro prezioso servizio per i festeggiamenti ed essere co- ARDENNO PRETE DA 60 ANNI sì vicini a don Mario che in trentatre anni di ministero sacerdotale ad Ardenno molto ha condiviso con loro; numerosi i chierichetti che, con le loro vesti bianche e rosse della festa, hanno riempito il presbiterio attorno a don Mario. A suggello di questa comunità “colorata” la corale che con i canti ha reso ancor più solenne la celebrazione. Don Mario, non senza commozione, ha voluto ringraziare tutti nella sua omelia ricordando il tanto bene ricevuto nella nostra comunità, senza scordare i primi ventidue anni di sacerdozio nel Seminario diocesano e mettendo una parola di bene anche per questi ultimi anni in cui, non più parroco, ha detto di aver riscoperto il dono prezioso dell’essere prete. Ha così strappato un lungo applauso alla comunità riunita e, in seguito, non sono mancati i ringraziamenti al Consiglio Pastorale Parrocchiale che ha coordinato la giornata e alla commissione liturgica che ha curato le celebrazioni. All’uscita tutti erano attesi da un ricco ed abbondante rinfresco. Lì il sindaco ha voluto esprimere la propria stima e riconoscenza e a don Mario sono stati offerti doni dai diversi gruppi e dalla comunità tutta. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 CEPINA RICORDANDO IL CAMMINO DI QUESTI 11 ANNI elebrare il venticinquesimo di ordinazione nell’anno sacerdotale sembra voler illuminare di luce ancor più radiosa la memoria viva di un evento così grande e trasformante. Poiché ciò accade per don Claudio Rossatti, che è stato nostro parroco per quasi 11 anni, noi comunità di Cepina desideriamo sentitamente ed affettuosamente rinnovargli ogni più cordiale ringraziamento per quanto ha fatto per noi. Nel suo ministero, don Claudio ci ha sempre testimoniato l’importanza e il valore immenso di aver affidato la sua vita alla fe- C deltà del Signore e di averla tradotta in dono per tutti, vivendo la quotidianità delle persone accanto ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie, a chiunque avesse avuto bisogno di aiuto, nella semplicità di un servizio feriale ma intenso imperniato anzitutto sull’amore all’Eucaristia e volto a portare tutti ad incontrarsi con la paterna bontà di Dio. Auguri don Claudio e la nostra riconoscente preghiera! A SONDRIO LA FESTA DEI SANTI GERVASIO E PROTASIO Sabato 19 giugno, a Sondrio, in occasione della festa dei patroni santi Gervasio e Protasio, durante la solenne celebrazione eucaristica delle ore 10.00, in Collegiata, la comunità parrocchiale e la città intera esprimeranno il loro ringraziamento a monsignor Valerio Modenesi, don Silverio Raschetti, don Fabio Fornera e don Mariano Margnelli. CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 MISSIONARI INCONTRO CON MONSIGNOR LUCIANO CAPELLI Servire il Vangelo nelle Isole Solomon G li Alpini amano molto proporre uno dei loro slogan preferiti: «Dio ha creato gli Alpini e li ha scaraventati sulle montagne dicendo loro: arrangiatevi!». La frase si adatta molto bene anche al mondo missionario, se appena sostituiamo gli Alpini con i Missionari e le montagne con tutte le varie regioni del mondo. Una delle difficoltà più grandi che un missionario incontra quando inizia la sua attività, infatti, è proprio quella di essere solo e di non sentirsi seguito. Lo ha dichiarato monsignor Luciano Capelli, vescovo missionario salesiano nelle isole Solomon, nell’incontro che ha tenuto con le persone che si occupano di attività missionarie, a fine maggio, presso l’oratorio di San Rocco a Sondrio. La serata, promossa dalla Commissione Zonale della media Valtellina, coordinata da don Tullio Schivalocchi, ha avuto uno spiccato carattere di «incontro di preghiera e di meditazione». Si è infatti aperta con un canto, seguito poi dalla lettura di alcuni brani della costituzione conciliare «ad gentes», che meglio evidenziano come «l’opera evangelizzatrice (sia) un dovere fondamentale del popolo di Dio». Anche l’intervento di monsignor Capelli, a differenza di quanto avviene solitamente in queste occasioni, non ha avuto come scopo quello di illustrare ambienti, attività e problemi della sua diocesi, ma di sviluppare alcune riflessioni sulla Chiesa e la sua missione evangelizzatrice. «Nei primi tempi del mio apostolato, è stato molto positivo l’interessamento di molti volontari – ha affermato il vescovo –; mi ha fatto sentire missionario nel senso etimologico della parola, cioè mandato. Oggi è necessario un profondo rinnovamento». Per spiegare me- UN SUCCESSO IL CORSO DI ITALIANO PROMOSSO DALL’AUSER DI MORBEGNO Auser, l’associazione di volontariato maturata all’interno dell’esperienza sindacale e nata soprattutto per coinvolgere le persone anziane, presenta i risultati raggiunti col corso di alfabetizzazione e di approfondimento della lingua italiana dedicato alle donne straniere, tenutosi a Morbegno e appena giunto al termine. Le partecipanti sono state ventiquattro, di tante nazionalità diverse. Le nove insegnanti, volontarie Auser, sono soddisfatte degli obiettivi raggiunti individualmente dalle loro studenti. Le lezioni sono state utili anche per creare momenti di socializzazione per alcune donne che vivono isolate nelle loro case. «Oltre a dotare queste donne dello strumento primario per il loro inserimento sociale del nostro paese - spiegano - l’altro obiettivo a cui abbiamo teso è stato quello di evidenziare il carattere associativo e collettivo dell’iniziativa che ottiene maggiori risultati rispetto a quello individuale della pratica quotidiana che ha comportato un apprendimento della lingua insufficiente. L’Auser di Morbegno intende riproporre l’iniziativa il prossimo settembre». Ecco il racconto dei volontari. «Il corso di alfabetizzazione e di approfondimento della lingua italiana è nato quasi per caso. Ho conosciuto una donna che non sapeva leggere o scrivere né in italiano, nè nella sua lingua madre. Insegnante, da poco pensionata, mi offrii di aiutarla ad affrontare questo svantaggio, da qui l’idea di estendere questa attività, non retribuita e di volontariato, ad altre conoscenti sensibili ai problemi delle donne straniere che abitano a Morbegno e che non hanno la possibilità di frequentare, per difficoltà legate al trasporto e all’orario, i corsi promossi dai Centri territoriali di formazione permanente. Mi era noto anche il fatto che molte di loro, per tradizione religiosa e sociale sono restie a frequentare corsi di lingua italiana di genere misto o con insegnanti maschi. L’amministrazione comunale di Morbegno, contattata, ha mostrato disponibilità ed interesse al progetto, concedendoci gli ambienti necessari (aula studenti del complesso Sant’Antonio). Il progetto è stato studiato con percorsi differenziati rispetto ai livelli di competenza linguistica delle singole persone iscritte al corso. Questo ha comportato il coinvolgimento di nove docenti, volontarie, per sedici iscritte, che sono poi arrivate al numero totale di ventiquattro. Il rapporto insegnante alunno è stato generalmente di uno a due, nei casi di alfabetizzazione e di uno a quattro per le situazioni di approfondimento. L’informazione dell’esistenza del corso è avvenuta per un “passaparola” tra le interessate e su segnalazione del servizio sociale del comune di Morbegno. La frequenza alla lezioni è stata assidua. La nazionalità delle frequentanti è stata molto variegata: due cinesi, una brasiliana, una equadoregna, una bosniaca, un’ ucraina, una sudafricana, una keniota, una tunisina , una romena, le rimanenti sono marocchine. Per il gruppo di utenti di lingua araba c’è stato un considerevole sostegno da parte di quelle più progredite nella conoscenza della lingua verso le altre, in sostanza le prime hanno fatto il ruolo di interprete e mediatrice fra le insegnanti e le seconde». glio il concetto, mons. Capelli ha ricordato la sua esperienza vissuta in un istituto per i giovani nelle Filippine. Ad un certo punto era emersa una certa insoddisfazione per le pratiche religiose, le cerimonie liturgiche e i canti che apparivano un po’ troppo ripetitivi ed allora era stato chiamato un monaco benedettino, esperto in questo campo, per avere dei consigli. La sua diagnosi era stata lapidaria: «Vi sbagliate. Non dovete preoccuparvi di introdurre elementi nuovi, ma di cantare i canti vecchi con un cuore nuovo». Questo principio è valido in tutti gli ambiti della vita religiosa, ha continuato il vescovo: «dobbiamo fare le cose ordinarie in modo straordinario, come suggeriva don Bosco; dobbiamo anzitutto vivere pienamente la nostra vita cristiana, perché questa è la prima attività missionaria». Con il battesimo noi entriamo a far parte del Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa: il vero «soggetto missionario». Chi segue la vocazione non lo fa a titolo personale, ma in nome della Chiesa. «Non sono io missionario, ma Dio missionario in me; sono Cristo che va in missione». Se viene meno questo senso di apparte- nenza alla Chiesa, «c’è il rischio dell’isolamento. Il missionario in breve tempo si svuota, non riesce a ricaricarsi e rischia di fallire, perché quello che fa non è fatto con il cuore di Cristo, non è frutto della comunione della Chiesa». Questi fondamentali principi, applicati a tutto il mondo dei fedeli e, in particolare, alle nostre comunità, hanno portato monsignor Capelli e don Tullio, ad insistere molto, in piena sintonia, su un fenomeno particolare che è abbastanza facile osservare. Nelle nostre parrocchie, infatti, ci sono molti gruppi missionari e si prendono molte iniziative per raccogliere fondi e mandare aiuti, ma si ha l’impressione di una grande frammentazione, perché ognuno va per conto suo, si occupa del suo ambito e molto spesso non ci si conosce nemmeno. Se vogliamo approfondire l’analisi, possiamo aggiungere che ci sono delle associazioni molto forti, che si occupano di particolari aree geografiche, ve ne sono altre più piccole, che si interessano magari di una sola missione e c’è infine chi ha fatto una specie di «adozione a distanza» di un solo missionario. È doveroso precisare, però, che tutte queste iniziative sono nate per esigenze molto concrete, all’insegna del motto: «poche parole e molti fatti». In genere c’è una motivazione forte, perché non si agisce per un vago «aiuto alle missioni», ma le persone aiutate sono conosciute direttamente (si tratta di compaesani o addirittura di parenti). Gli interventi sono direttissimi e portano gli aiuti P A G I N A 33 finanziari e i volontari immediatamente a destinazione. Sarebbe sbagliato vedere tutto ciò solo in chiave negativa. Negativi possono essere alcuni atteggiamenti di rivalità, di concorrenza o di gelosia che a volte si manifestano fra i gruppi. Monsignor Capelli ha sottolineato con forza la necessità di incontrarsi di più, di conoscersi e di lavorare insieme. «È l’unione dei gruppi il vero messaggio missionario». Per chiarire il concetto, egli ha utilizzato la metafora molto efficace della pianta. Affinchè questa cresca, diventi alta, emetta molti rami (i gruppi) e produca i frutti, è necessario che abbia salde e profonde radici. Bisogna quindi curare prima di tutto la crescita in profondità, che significa svolgere anche attività di formazione. Nel successivo dibattito, alcuni dei partecipanti alla serata hanno sottolineato le difficoltà di incontrare gli altri gruppi, perché non ci si conosce e c’è scarsa comunicazione. Un po’ spiritosamente monsignor Capelli ha suggerito di «incominciare con una bella polenta» e, più seriamente, di promuovere anzitutto delle riunioni nelle quali ogni gruppo si faccia conoscere e illustri le sue attività. Un secondo passo può essere quello di studiare progetti da realizzare insieme, un anno da una parte, un anno dall’altra. «Se c’è la passione per Cristo e per la Chiesa – ha concluso il vescovo – allora le iniziative saranno numerose e si potranno scegliere le migliori». CIRILLO RUFFONI OPERAZIONE ANTITRUFFA DELLA GDF DI SONDRIO Mentre andiamo in stampa (martedì 15 giugno) arriva in redazione una nota ufficiale emessa dalla Guardia di Finanza di Sondrio, nella quale si comunica che nella notte (fra lunedì e martedì) sono state eseguite varie ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Sondrio. Sette gli arrestati: fra loro un professionista e persone che ricoprono o hanno ricoperto incarichi pubblici. Una cinquantina i militari all’opera, impegnati anche in attività di perquisizione. «Il provvedimento cautelare emesso dalla Magistratura valtellinese - si legge nella nota diffusa dalle Fiamme Gialle - costituisce un momento di una più vasta inchiesta concernente i reati di peculato, truffa aggravata ai danni della Regione Lombardia e concussione di decine di proprietari terrieri di Cercino» costretti a cedere ampi appezzamenti di terreno a prezzi stracciati rispetto al loro valore reale, sotto minaccia di un esproprio pubblico che avrebbe comportato l’erogazione di somme ancora più basse. L’insieme dei terreni, assommanti a circa 7 ettari, è stato poi acquisito da un importante gruppo imprenditoriale di Lecco che vi ha realizzato un grosso stabilimento di circa 18 mila metri quadrati. Il tutto ha preso le mosse da una vecchia indagine dell’ufficio giudiziario valtellinese e quindi da situazioni inerenti turbative d’aste relative ad appalti pubblici, di cui il Nucleo di Polizia Tributaria di Sondrio si era già occupato. Il relativo stralcio d’indagine ha comportato l’esecuzione di un’approfondita indagine di Polizia Economico Finanziaria, che ha vagliato il contenuto di numerosi atti e provvedimenti adottati dalla Comunità Montana di Morbegno e dalla contabilità di una società da quest’ultima controllata, la Eventi Valtellinesi srl che è da considerare “società pubblica” a tutti gli effetti. Per mezzo di carte di credito e bancomat della Eventi prosegue la nota della Guardia di Finanza - sono state pagate cene, vacanze e acquisti personali. Eventi Valtellinesi è stata utilizzata come soggetto che ha permesso di far emettere fatture per operazioni inesistenti da presentare alla Regione Lombardia per ottenere rimborsi e contributi pubblici per centinaia di migliaia di euro. Nella contabilità della società sono state rinvenute tracce di flussi finanziari riconducibili ad una società creata ad hoc per produrre studi in vista di un progetto finalizzato all’installazione d’impianti eolici su Passo San Marco. Detta società è stata costituita con l’utilizzo di prestanome, ma con soldi personalmente erogati dal presidente della Comunità Montana Morbegnese. Le fatturazioni degli studi, in realtà inesistenti, hanno permesso l’incasso di circa 50mila euro cui ha fatto seguito un veloce prelievo in contanti e la chiusura della impresa. Contestualmente, era individuata una congerie d’illeciti commessi dallo stesso presidente della Comunità Montana, insieme all’attuale direttore generale della medesima Comunità, all’ex sindaco di Cercino, al segretario del medesimo Comune e a consiglieri della passata maggioranza. In sostanza, erano commessi una serie di falsi che permetteva da un lato di modificare il P.I.P (Piano Insediamenti Produttivi) comunale e dall’altro d’eseguire gravi pressioni nei confronti di proprietari di appezzamenti di terra che erano avvicinati sia dal predetto presidente sia dal direttore generale della Comunità Montana sia dall’oggi ex sindaco di Cercino sia da altri. Sotto la minaccia di esproprio, detti proprietari sono stati costretti a vendere la loro terra a un prezzo di 11 euro al metro quadro. Questa, poi, era invece valutata dalla “Commissione per gli espropri” a un prezzo di 50 euro al metro quadrato. Ventuno, i proprietari costretti alla vendita. P A G I N A 34 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 ETICA E IMMAGINI DI ARRESTI CINEMA MON AMOUR Le manette e il codice “ I media si astengano dal diffondere riprese e fotografie di persone in manette”. Il richiamo dell’Autorità garante per la privacy ai mezzi d’informazione giunge a proposito, dopo la pubblicazione delle immagini in cui viene mostrato in manette Fabio De Santis, ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, coinvolto nelle inchieste sugli appalti per il G8. Il Garante non fa altro che ribadire una regola già in essere da tempo, sancita anche dalla Carta dei doveri del giornalista, il Codice deontologico che i professionisti dell’informazione sono tenuti a rispettare. A tutela dell’immagine e della dignità personale, il documento proibisce di mostrare le immagini video o le foto di persone con ferri o manette ai polsi, secondo il principio della presunzione d’innocenza per cui un imputato non è colpevole fino al terzo grado di giudizio, né va presentato come tale dai media prima che l’iter giudiziario abbia completato il suo corso. Gli agenti di polizia e coloro che accompagnano le persone nelle questure o nelle aule processuali dovrebbero avere per primi la sensibilità di non far sfilare gli imputati davanti a telecamere e macchine fotografiche, ma talvolta l’assedio degli operatori dell’informazione è talmente stringente che è impossibile evitarli. La responsabilità, allora, ricade proprio sugli operatori e sulle redazioni delle testate giornalistiche, che non dovrebbero pubblicare né mandare in onda le immagini, oppure che potrebbero renderle pubbliche mascherando le mani e le manette. Se una fotografia si può ritoccare mascherandone alcune parti con opportuni accorgimenti tecnici, non è altrettanto facile compiere l’oscuramento quando si tratta di riprese filmate. Infatti, è rarissimo assistere alla messa in onda di immagini parzialmente scher-mate da parte dei telegiornali nostrani, nonostante gli obblighi deontologici citati. Oltre che dalle regole codifica te e dalla responsabilità dei giornalisti, molto dipende dalla sensibilità popolare. Se il personaggio arrestato è ritenuto un pericolo pubblico o un pericolosissimo criminale, ci si fa meno problemi nel mostrarlo ammanettato. È quanto accaduto, per esempio, quando sono stati arrestati i mafiosi Giovanni Brusca e Totò Riina. Anche allora erano già in vigore le norme deontologiche, eppure i carabinieri non ebbero alcuna esitazione nel mostrare i catturati con soddisfazione e (legittimo) orgoglio, quasi come trofei di una caccia che in effetti c’era Poliziesco. Prendimi l’anima Iris, 21,0. Film di Faenza sul giovane Jung. Martedì 22. L’erba di Grace, La7, 21,10. Commedia irlandese divertente e un po’ paradossale. Circo Massimo, Rai3, 21.10. Spettacolo. Miss FBI infiltrata speciale, C5, 21,10. Commedia poliziesca. Anni 50, R4, 21,10. Sceneggiato. Tomb Raider, Rai4, 21,10. Film d’avventura con A. Jolie nei panni di Lara Croft. Jacob il bugiardo, R4, 2,15. Un bravo R. Williams nei panni di un ebreo che in un ghetto polacco tiene su il morale con falsi bollettini di guerra. Mercoledì 23. Colazione da Tiffany Rai3, 21,10. Commedia con A.Hepburn. Flickauno spirito libero, C5, 21,10. Film tv per famiglie. Top Secret: Fatima, R4,21,10. Documenti sui segreti di Fatima. Nora Roberts due vite in gioco, Rai2, 21,05. Film Tv. The others, Rai4, 21,10. Ottimo thriller con N. Kidman. Giovedì 24. Per amore dei soldi, Iris, 17,45. Film con P. Newman. SOS Tata, La7, 21,10. Reality. Il labirinto del fauno, Rai4, 21,10. Film drammatico per adulti. Visionario. Superquark, rai1, 21,20. Alice Nevers, professione giudice, il settimanale il settimanale In programmazione al cinema Astra di Como il 18, 19 e 20 giugno. stata ed era durata molto a lungo. I giornali ripresero le fotografie scattate e le pubblicarono senza censura alcuna, nemmeno parziale. Giocò la sua parte, certamente, il sentimento d’indignazione popolare, insieme alla necessità di mandare un messaggio rassicurante rispetto alla capacità dello Stato di combattere la mafia decapitandone i vertici con arresti eccellenti. Quando si tratta di personaggi meno pubblicamente noti, sembra valere un’altra misura, dettata da regole più restrittive. In realtà, il dettato della Carta dei doveri non cambia e non fa distinzione fra (presunti) criminali incalliti e malfattori non professionisti. La persona è persona sempre. Manette ai polsi o no, il caso offre il destro a una considerazione collaterale, ma di estrema attualità. Se in questo momento fosse già in vigore il disegno di legge sulle intercettazioni in discussione in questi giorni in Parlamento, che tante polemiche ha già provocato, probabilmente su De Santis e sugli altri protagonisti delle irregolarità (eufemismo) nell’assegnazione degli appalti per il G8 non si sarebbero concentrate le attenzioni degli organi inquirenti. Soprattutto, le testate giornalistiche non avrebbero potuto riferirne in alcun modo, privando così i destinatari di informazioni comunque utili a sapere come in certi ambienti funzion ano certi affarucci e quanto il malaffare sia diffuso tra le istituzioni. Altro che indignazione popolare… MARCO DERIU Tele IL comando Domenica 20. A sua immagine, Rai1, 10,30. Correva l’anno, Rai3, 13,00. Ambrosoli e Sindona i soldi del diavolo. Doc. I figli del deserto, R4, 14,30. Film comico con Stallio e Ollio. Indiscreto, Rai3, 16,40. Commedia di S.Donen con C. Grant e I Bergman. Il mio primo bacio, C5, 18,00. Commedia sentimentale. Numbers, Rai2, 21,05. Telefilm polizieschi. Dr. House, It1, 21,10. Telefilm. Ritorno a Cold Mountain, Rai3, 20,30. Film di A.Minghella ambientato durante la guerra di secessione con N.Kidman. Missione Natura, La7, 21,35. Documentari. Glob l’osceno del villaggio, Rai3, 23,25. Lunedì 21. Don Matteo 4, Rai1, 14,10. Fiction con T. Hill. (Da lunedì a venerdì) Raccontami II, Rai1, 15,05. fiction sugli anni ’60.(Da lun a ven.) Fiori d’acciaio, R4, 16,15. Bel film di H. Ross con S. MacLaine. Saga al femminile struggente e credibile. Chi l’ha visto? Rai3, 21,10. Attualità. Ice princess-Un sogno sul ghiaccio, Rai2, 21,05. Commedia Disney. Il comandante Navarro, R4, 21,10. ”Copia conforme” MARCO DERIU Rai3, 21,10. Telefilm polizieschi. Premio Ilaria Alpi, Rai3, 23,00. . Venerdì 25. Orgoglio e pregiudizio, R4, 16,15. Da J. Austen un classico del romanticismo con L.Olivier. Gli archivi della storia, Rai3, 21,10. Madre Teresa la piccola di Dio. Documentario. NCIS, Rai2, 21,05. Telefilm. L’ultima notte a Worlock, La7, 21,10. Film western. Vizi di famiglia, C5, 21,10. Film commedia di R. Reiner con K. Costner. CSI, It1, 21,10. Poliziesco. Sabato 26. Sulla via di Damasco, Rai2, 10,00. Rubrica religiosa. Cocoonl’energia dell’universo, C5, 10,05. Commedia fantascientifica. A sua immagine, Rai, 17,10.Attualità religiosa. L’emigrante, Rai3, 21,30. Film di Pasquale Festa Campanile. School of rock, Rai4, 21,10. Picevole commedia per famiglie. L’inspettore Barnaby, La7, 21,35. Poliziesco. Wallander- Legami di sangue, R4,21,30. Thriller svedese. Tg2 Dossier, Rai2, 23,40. Nuvole bianche,Rai3, 23,15. Prosa di successo. a cura di TIZIANO RAFFAINI Genere: Metafora Regia: Abbas Kiarostami Interpreti: Juliette Binoche (lei), William Shimmel (James Miller), Nazionalità: Francia/Belgio/Italia Anno di uscita: 2010. Dur.: 106' Soggetto: In un piccolo centro della Toscana, uno scrittore inglese tiene una conferenza per presentare il suo ultimo libro sul rapporto tra copia e originale. Finito l’incontro, l’uomo avvicina una donna, un’antiquaria francese. Insieme fanno una gita in macchina. Dai loro discorsi viene fuori che sono marito e moglie e che, dopo quindici anni, il loro matrimonio è in crisi. Così cercano di recuperarlo, tornando nei luoghi dove tempo prima si sono sposati. Ma ad un certo punto il gioco finisce. Valutazione Pastorale: Per il primo lungometraggio girato fuori dall’Iran, Kiarostami sceglie una storia impalpabile ed enigmatica, tutta giocata su rinvii e sottrazioni, secondo il suo stile, ma stavolta, con una decisa inversione: alla staticità narrativa oppone un dinamico stile che innerva le situazioni e arricchisce i sentimenti. Lo sguardo del regista si fa a poco a poco più ricco, incalzante, generoso, fino a sfiorare i protagonisti e a disegnare con delicatezza il coro che li circonda. Kiarostami gioca con il cinema, e l’incontro tra originale e copia diventa metafora, forse in certi momenti facile in altri commovente dell’incapacità di afferrare il vero della quotidianità. Film di forte sapore autoriale, quasi mai gratuito, più compatto dei precedenti e da valutare, dal punto di vista pastorale, come consigliabile, problematico e certo adatto per dibattiti. Elgar Concerto in mi minore, op. 85 per violoncello e orchestra G entleman inglese dell’età vittoriana e quindi edoardiana, Edward Elgar (1857-1934) era figlio di un commerciante di articoli musicali, ma era anche organista, violinista e organizzatore di attività musicali. Come compositore, Elgar rimase sempre saldamente ancorato alla tradizione, accogliendo con molta moderazione idee innovative. Considerò la musica come un semplice mezzo per esprimere la sua emotività, che espletò in modo immediato nell’afflato melodico che domina molte sue composizioni. Con un candore sorprendente ebbe a dire: “La musica è scritta sulle nuvole del cielo, è nell’aria tutt’attorno a noi, basta stendere la mano e prenderne quanta se ne vuole”. Questo suo animo semplice e nobile fu travolto dalla brutalità della Grande Guerra e dai cambiamenti che ne seguirono. Nel 1917, in preda allo sconforto, si pose questa domanda: “Tutto ciò che è buono, piacevole, pulito, fresco e dolce è lontano e non ritornerà mai più?”. Il dolore insito in questo quesito si ritrova nel suo ultimo grande lavoro, il Concerto in mi minore, op. 85 per violoncello e orchestra, composto fra il 1918 e il 1919, e portato a termine nel cottage di Brinkwells, nel Sassex. In seguito Elgar non compose praticamente più nulla. Alla crisi del momento storico se ne aggiunse una personale e gravissima: la perdita della moglie, nel 1920. Il Concerto per violoncello può essere pertanto considerato il suo testamento artistico e spirituale. La prima esecuzione avvenne il 27 ottobre 1919 alla Queen’s Hall di Londra, con la London Symphony Orchestra diretta dallo stesso compositore e F e l i x ALL'OPERA Salomon al violoncello. Probabilmente a causa del- GRAMMA l’interpretazione fu un insuccesso. In compenso il Concerto in mi minore op. 85 per violoncello e orchestra è diventato presto un caposaldo del repertorio violoncellistico e gode oggi di una certa popolarità dovuta all’interpretazione esemplare, benché con visioni contrapposte, di due grandi soliste: l’indimenticata Jacqueline Du Pré e Sol Gabetta. Costituito da quattro movimenti, il Concerto si apre con un recitativo del solista, che porta l’indicazione, cara a Elgar, “nobilmente”. Il secondo movimento (Lento-Allegro molto) è concepito secondo i dettami della classica “FormaSonata”, introdotto tuttavia da un’intensa cadenza del solista, che costituisce anche un ponte con il movimento precedente, al quale è collegato senza soluzione di continuità. Il centro tragico della composizione, intensamente emotivo, è l’Adagio (terzo tempo), che sembra quasi presagire drammaticamente la morte della moglie del compositore, a distanza di un anno. La chiusura è affidata a un Allegro-Moderato-Allegro ma non troppo-Poco più lento, in forma di Rondò, in cui il piglio popolare è stemperato dal tipico stile composto di Elgar. GUIDA PEN TA a cura di ALBERTO CIMA P A G I N A 35 LETTEREeCONTRIBUTI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 19 GIUGNO 2010 PAROLE, PAROLE, PAROLE (62) Pace, pacare, pagare, placare G Dal latino pax, pacis, con la stessa radice del verbo paciscor, faccio un accordo, un “patto” ed anche di “pacare”, mettere pace. E’ curioso il fatto che da “pacare” viene anche “pagare”, che sembra l’unico modo per tranquillizzare il creditore insistente o persino inferocito. Nel diritto romano arcaico il debitore che non placava il creditore pagando il debito poteva essere ridotto in schiavitù, finchè un parente non l’avesse riscattato, pagando. Nei codici penali fino alla fine dell”800 era prevista la prigionia per debiti. Unico residuo nel codice penale vigente è il reato di “insolvenza fraudolenta”, parente stretta della “truffa”. Si ha quando qualcuno contrae un debito avendo già l’intenzione di non pagare. Tuttavia a Napoli si diceva che “tre sono i potenti: il Papa, il Re e chi non tene nenti (è nullatenente)”. Ad un livello incomparabilmente più alto, PACE è il massimo dono di Gesù: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, con il significato di “Vi faccio miei fratelli, nella famiglia Trinitaria”. L’immagine teologica di un Padre tanto adirato con gli uomini da pretendere il massimo sacrificio del Figlio, per essere “placato”, non mi ha mai convinto. Piuttosto seguo la migliore teologia che vede nel Crocifisso la manifestazione della terribile gravità del peccato e dell’immenso amore di Dio per l’uomo. Per convincerlo che è in gioco la salvezza eterna occorreva l’estremo sacrificio di un Uomo che è anche Dio. Solo questa sublime “pedagogia” è all’altezza della posta in gioco. ATTILIO SANGIANI LETTERE AL DIRETTORE FAX: 031.3109325 POSTA: V.le Cesare Battisti 8 22100 COMO ✉ E-MAIL: [email protected] QUELL ’ASSAL TO QUELL’ASSAL ’ASSALTO AL LARGO DI GAZA: MA PERCHÉ NON DIRE TUTT A LA VERITÀ? TUTTA entile direttore, ho visto che ha dedicato la foto di prima pagina alla vicenda di Gaza, ed anche un lungo articolo che giustamente stigmatizzava l’assalto degli israeliani alle navi delle Ong (numero 22 del 5 giugno 2010). Volevo però segnalarle delle immagini che naturalmente i nostri telegiornali hanno censurato e che si trovano al seguente link www.lavocedidoncamillo.com: esse mostrano in modo inequivocabile che i soldati appena scesi dagli elicotteri sono stati attaccati dai cosiddetti pacifisti (o “pacifinti” che dir si voglia). Si evince che oltre a quello di provocare, l’intento dei pacifisti era quello di ammazzare i soldati israeliani... Si nota, infatti, la foga con cui vengono colpiti (con spranghe di ferro) i soldati e come vengano gettati in acqua. LETTERA FIRMATA Ho visto il filmato e devo riconoscere che le immagini non lasciano ombra di dubbio. Del resto, io personalmente non avevo dubbi nemmeno prima di vedere le immagini circa il fatto che le cose stavano diversamente da come erano state raccontate dai pacifisti o pacifinti (che non corrispondono agli «operatori di pace» di cui parla Gesù!). Di fatto, però, ci sono stati dei morti, e il problema del blocco di Gaza è un problema reale che merita una soluzione... pacifica. INFORMATIVA PER GLI ABBONATI La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. DELLA DIOCESI DI COMO il settimanale Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. 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