Manuale di Tecnologia della Confezione Cap. IX CONTROLLO QUALITÀ Le aziende di confezione di medio grande livello hanno al proprio interno dei laboratori tessili in cui poter svolgere i necessari controlli all’ingresso delle materie prime; in particolare i tessuti sono i prodotti maggiormente controllati perché l’impiego di tessuti difettosi può provocare diverse tipologie di danni all’azienda (costi aggiuntivi per scarto tessuto, diminuzione del rendimento di produzione, costi per capi eliminati, costi in contenziosi legali e richieste di danni da parte delle catene di distribuzione). Se le aziende fornitrici possono per la propria organizzazione “certificare” il proprio prodotto ed il proprio processo produttivo, i controlli potranno essere molto ridotti o non richiedere neppure, ma per le aziende fornitrici non certificate saranno messe a punto specifiche griglie di controllo per ciascun tipo di capo/tessuto. In base al grado di qualità del prodotto che un’azienda vuole ottenere, sono organizzate stazioni di controllo per verificare l’aderenza del prodotto alle specifiche di progetto ed ottenere un costante standard di qualità, sia durante la lavorazione (controlli in linea), sia alla fine della lavorazione (collaudo finale). Si avranno pertanto stazioni di collaudo intermedio e stazioni di collaudo finale; più sono le stazioni di collaudo intermedie, minori sono i difetti riscontrati alla stazione di collaudo finale e, soprattutto, maggiori sono le informazioni per intervenire sul processo e ridurre le difettosità in futuri processi produttivi. Queste stazioni possono essere per ogni sezione, oppure essere limitate alle sole operazioni base, come imbastitura dei davanti, il foderaggio, l’attaccatura maniche ecc.. Da un punto di vista dei costi, l’optimum si può determinare tracciando la curva di costo delle riparazioni, quella del costo di ispezione e collaudo e la curva dei costi totali (determinata dalla somma delle due precedenti) in funzione del numero di ispezioni. Come si vede dal grafico della fig IX-1 normalmente il minimo costo totale si ottiene da un equo compromesso del numero di ispezioni, in modo che un troppo elevato controllo non faccia lievitare il costo complessivo del prodotto finale. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 118 Manuale di Tecnologia della Confezione fig IX-1 Curva dei Costi di Riparazione e di Ispezione Nelle industrie manifatturiere in generale e in quella della confezione in particolare, il lavoro predominante è ancora quello manuale, perciò i prodotti possono differenziarsi notevolmente l’uno dall’altro. Per questo motivo si sente la necessità di controlli regolari durante tutta la lavorazione per bloccare i prodotti difettosi ed intervenire sul processo; per contenere i costi complessivi di trasformazione è consigliabile inserire un controllo intermedio alla fine di ciascuna sezione di lavorazione (comprendente, cioè, svariati posti di lavoro). Il personale addetto al collaudo deve essere altamente specializzato e, di regola, viene utilizzato personale che ha avuto esperienze di lavoro di tutte le fasi del ciclo. Inoltre il lavoro del collaudatore è un lavoro che deve essere svolto con accuratezza e per questo motivo non può seguire parametri di produttività o, peggio, essere retribuito con forme di cottimo come, per esempio, per gli addetti all’assemblaggio. Una valida guida di lavoro del collaudo è quella di catalogare tutti i possibili difetti che si possono verificare durante le varie fasi di lavorazione; nelle tabelle seguenti sono catalogati per tipo di prodotto e per sezione di lavoro i vari difetti di una giacca (fig IX-2) e di un pantalone (fig IX-3). IX.1 CATALOGO T EC NIC O DEI DIF ETTI SUL PRODOTTO FINITO Si riporta un elenco dei difetti più comuni, suddivisi per parte del modello; l’elenco è una check-list definita per i due modelli più comuni dell’abbigliamento: la giacca ed il pantalone. IX.1.1 Catalogo Difetti possibili su Giacca Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 119 Manuale di Tecnologia della Confezione Tasche 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Tasche o taschino in posizione inesatta Tasche o taschino, tiranti, lente o con soffietto Patte storte, sbordate, lente, corte Taschino storto, alto, basso Filetti mal fatti o scuciti Tasche scucite internamente o esternamente Punti sulle tasche o taschini mal eseguiti o con filo inadatto Tasche o taschini non per trama, al rovescio o quadri e righe che non combinano Angoli, tasche o taschino sfilati, mal fermati o scuciti Riprese mal confezionate o scucite Assieme 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Tasche, taschino o riprese non fermate sulla tela Tela lenta o tirante Trapuntatura mantellotta visibile Fianchi storti, scuciti o con lentezza non a posto Punti sui fianchi mancanti, male eseguiti, scuciti o con filo inadatto Spacchi laterali mal eseguiti o scuciti Quadri che non corrispondono sui fianchi Fettucce tiranti ai giri Tasche, taschino o riprese non fermate sulla tela Dietro 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Cucitura dietro mal eseguita o scucita Punti sul dietro, mancanti, mal eseguiti o con filo inadatto Spacco centrale che apre, incrocia, scucito o mal confezionato Martingala mal attaccata, fuori posto, contropelo o al rovescio Punti sulla martingala, mancanti, mal eseguiti o con filo inadatto Martingala non conforme al modello Quadri che non combinano sul centro schiena Paramonture 32 33 34 35 36 37 38 39 Fodera lunga, corta alla paramontura Riprese, cuciture, fianchi o dietro di fodera scuciti o mal eseguiti Tasche interne mal confezionate o scucite Taschino fiammiferi mal confezionato, scucito o fuori posto Profili mal fatti, scuciti o che cambiano tinta Etichetta mal applicata o scucita Filetti od occhiello tasche interne che cambia colore Maniche 40 41 42 43 44 45 46 47 48 Stiratura gomiti mal eseguita Apertura fondo manica mal eseguita Fondo manica scucito o mal ribattuto Paramani storti o mal applicati Punto sulle maniche o sul paramano mal eseguiti, con filo inadatto o mancanti Quadri maniche o paramano che non corrispondono Fodera maniche corta o lunga Fodera maniche larga o stretta Maniche scucite o con lentezza fuori posto Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 120 Manuale di Tecnologia della Confezione 49 Davanti 50 51 52 53 54 55 56 57 58 Margini davanti storti o sbordati Cran davanti mal eseguiti, corti, lunghi o disuguali Curve davanti disuguali o storte Margini o cran davanti sfilati Fondo tessuto storto scucito o con punti visibili Fondo spacchi disuguali Rimesso fondo storto Paramonture lunghe o corte Paramonture mal fermate o non fermate internamente Foderaggio 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 Fodera lunga o corta Fodera larga o stretta al fondo Fodera storta, scucita, mal ribattuta al fondo o ai fianchi Fodera fuori appiombo, tirante o lenta all'incollatura o spalle Punti visibili della ribattitura fodera fianchi o fondo Spalle che raggiano Cucitura spalle che gira sul dietro o scucita Punti sulle spalle mancanti, mal eseguiti o con filo inadatto Fodera lunga o corta Colli 69 70 71 72 73 74 75 76 Cran collo disuguale, storto, sbordato, scucito o non conforme al modello Sottocollo mal ribattuto o scucito Sopracollo tirato, lento, sbordato o storto Specchi mal cuciti, scuciti o con cucitura chiusa Punti davanti o collo mal eseguito o con filo inadatto Sopracollo con quadri o righe che non combinano Coperta lenta o tirante alla spezzatura o tela sporgente Stecchetto scucito o mal applicato Attaccature maniche 77 78 79 80 81 Maniche fuori appiombo, cucite storte, scucite, con lentezza, mal divise dx o sx Punti sui giri mancanti, mal eseguiti o con filo inadatto Giri slentati, maniche che rompono o destra o sinistra Inglassitura 82 83 84 85 86 87 Spalle con lentezza davanti Inglassitura con punti visibili, tirati, rollino tirato o mal applicato Coppino tirato sui fianchi Fodera tirante intorno al giro, davanti o dietro Ribattitura 88 89 90 91 Sopracollo mal ribattuto o scucito Giri spalle mal ribattute o scucite Ribattitura giri con lentezza fuori posto Angoli mal fatti o scuciti Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 121 Manuale di Tecnologia della Confezione 92 93 94 95 96 Coppino scucito sui fianchi Profilatura riprese non fermata Riprese scucite vicino al giro Finissaggio 97 98 99 100 101 Occhielli mal fatti, con filo inadatto, storti e fuori posto Travette mal fatte o con filo inadatto Pulitura mal eseguita Varie 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 Tessuto cambia colore Tessuto fallato Tessuto contropelo Tessuto trasparente Fodera cambia tinta Fodera fallata Fodera tagliata Fodera o tessuto macchiato Rammendo da fare Segnataglia sbagliata Melton in tinta non adatta Bottoni in tinta non adatta Fodera in tinta non adatta Misure 116 117 118 119 120 121 122 123 124 Vita ampia o stretta Spalle ampie o strette Capo più corto, più lungo Manica più corta, più lunga Rimessi non giusti al fondo o ai fianchi Stiratura finale 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 Fondo storto, slentato, gonfio Spacchi che aprono o incrociano Margini davanti sbordati, storti, gonfi, slentati, lucidi Risvolti o collo sbordati, storti, gonfi, slentati Risvolti con spezzatura lunga o corta Cran collo o davanti, storti, sbordati Spezzatura storta, slentata, gonfia, non conforme al modello, con pieghe sottocollo o sottorisvolti Spalle mal stirate, gonfie, storte, con impressioni Giro stentato, arricciato, chiusura alta o bassa, fodera mal sistemata, destra o sinistra Fondo manica o paramano mal stirati, apertura storta, destra o sinistra Bloccaggio manica mal eseguito, destra o sinistra Manica mal appiattita destra o sinistra Fodere male stirate, fondo, davanti, destro, spalle Impressioni di stiratura a mano, sotto patte, sotto risvolto, coppino, davanti, dietro, petti Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 122 Manuale di Tecnologia della Confezione 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 Cuciture gonfie, dietro, fianchi, pinces, maniche Lucidi di stiratura risvolti, collo, davanti, patte o taschino, giri, dietro, maniche, paramonture Pieghe di stiratura davanti, giri, dietro, maniche, paramonture Bottoni o controbottoni male attaccati o mancanti, davanti, maniche, interno Pelliccia collo mal attaccata o scucita Spacchi che aprono o incrociano Margini davanti sbordati, storti, gonfi, slentati, lucidi Risvolti o collo sbordati, storti, gonfi, slentati Risvolti con spezzatura lunga o corta Cran collo o davanti, storti, sbordati fig IX-2 Catalogazione difetti possibili su Giacca Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 123 Manuale di Tecnologia della Confezione IX.1.2 Catalogo Difetti possibili su Pantalone Tasche I 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Confezione pinces male eseguita o scucita Applicazione taschino male eseguita Paramonture T. L. scucite o con cuciture male eseguite Applicazione T. L. male eseguita, scucite o fuori posto Angoli T. L. scuciti o mal confezionati Punto perimetrale T. L. scucito o storto Travette fuori posto o mancanti Accoppiamento male eseguito Tasche II 11 12 13 14 15 16 17 18 Battitacco storto, o scucito Confezione pinces male eseguita o scucite Paramonture T. P. scucite o con cuciture male eseguite Applicazione T.P. male eseguita, scucita o fuori posto Angoli T. P. scuciti o mal confezionati Punto perimetrale T. P. scucito o storto Assieme I 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Rapporto Dx o Sx mal confezionati Occhielli rapporto Dx o Sx fuori posto o mal confezionati Cerniera lampo fuori posto o rotta Cintura di fodera male applicata Passanti mal confezionati o che cambiano colore Cuciture esterne storte, scucite, con lentezza Cucitura cintura storta o scucita Cucitura rapporti storta, scucita o tirante Ganci fuori posto, rotti o mancanti Passanti storti o mal cuciti Angolo Dx o Sx alto o basso Punto sul rapporto storto o scucito Rapporto tirante con raggi sul tessuto Cintura di misura stretta o larga Cuciture interne storte, scucite, con lentezza Impunture storte o scucite Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 124 Manuale di Tecnologia della Confezione Assieme II 37 38 39 340 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 Cucitura cavallo storta, scucita, accoppiamento male eseguito Occhielli tasche o al prolungamento fuori posto, mancanti o mal confezionati Travette occhielli fuori posto, mancanti o mal confezionati Angoli dietro mal confezionati o scuciti Etichetta errata, mancante o mal confezionata Punto perimetrale T. L. scucito o storto Bottoni al rapporto, alle tasche fuori posto o mal cuciti Punto al rapporto scucito, storto o con fodera mal confezionata Inglassitura cintura male eseguita, punti presi, saltati o scuciti Travetta al rapporto male eseguita Fondello tirante o lento Tic - Tic di fermatura mancanti o male eseguiti Inglassitura al fondo con punti presi, saltati o scuciti Rimbocco male eseguito o mancante Pulitura e stiratura 53 54 55 56 57 58 59 Pulitura male eseguita Stiratura gambe male eseguita, con pieghe e slentata Stiratura cavallo slentata o male eseguita Stiratura bacino male eseguita, lucidi, fodere tasche, fondi, raccordi Ripasso gambe per lucidi Varie 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 Fodera rotta da cambiare Tessuto o fodera macchiata Tessuto con strappo da rammendare Lunghezza non corrispondente Sorgetto scucito Tessuto che cambia colore Tessuto fallato Quadri non corrispondenti fig IX-3 Catalogazione difetti possibili su Pantalone IX.2 CLASSIF IC AZIONE COMMERC IALE DEI DIF ETTI Nei paragrafi precedenti sono stati identificati i possibili difetti sul capo finito, ma occorre anche definire i difetti, da un punto di vista commerciale, suddividendoli e raggruppandoli per gravità. Le categorie che possono essere individuate sono tre, ed in particolare: ä difetti primari ä difetti secondari ä difetti terziari. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 125 Manuale di Tecnologia della Confezione Al primo gruppo appartengono quei difetti visibili anche da un profano e che rendono, pertanto, il capo invendibile, oppure lo rendono declassabile e conseguentemente dovrà essere concordato con il cliente un bonifico. In funzione della gravità il cliente richiederà all’azienda la sostituzione dei capi, il rifiuto della fornitura od un rimborso; questo tipo di difetto, se frequente, porta a compromettere l’immagine dell’azienda oltre a far sollevare discussioni, lamentele, contenziosi, ecc.. Al secondo gruppo appartengono quei difetti per i quali è possibile definire delle tolleranze, sono visibili solo alla persona esperta o misurabili con strumenti e che, pur provocando malcontento da parte del cliente, con relative lamentele ed eventuali declassamenti, ecc.. non portano in generale alla restituzione del prodotto ma ad un accordo commerciale. Il terzo gruppo appartengono quei difetti per i quali non è definibile una tolleranza e che a capo finito non sono visibili, ma che, ciò nonostante, rendono il capo stesso non conforme allo standard di lavorazione col rischio conseguente di alterarne la durata d’utilizzazione. I difetti primari se non si possono riparare in modo adeguato, devono bloccare l’invio del capo al cliente. I difetti secondari, se non possono essere eliminati, devono essere comunque segnalati al cliente con relativo declassamento del capo. I difetti terziari, in considerazione che per loro natura non possono essere difetti di grande entità, devono sempre essere riparati a regola d’arte in modo che il capo possa essere posto in vendita. Per evitare che nell’elenco dei difetti presenti sul capo siano compresi anche difetti dovuti al tessuto, le aziende di confezione hanno al proprio interno dei laboratori preposti al controllo dei tessuti o, se le aziende fornitrici di tessuto lavorano in regime di qualità, hanno definito con loro delle griglie d’autocontrollo. Nel paragrafo successivo si riportano una serie di considerazioni specifiche sui difetti dei tessuti che sono particolarmente dannosi per le aziende del tessile abbigliamento. IX.3 DIF ETTI DEL T ESSUTO Le aziende di confezione devono fare, comunque, un controllo delle pezze di tessuto e, normalmente, questo controllo viene effettuato al momento dell’arrivo della pezza in azienda. In particolare, mentre viene verificata l’esattezza della fornitura da un punto di vista della spedizione, le pezze, prima di essere avviate al magazzino materie prime, sono indirizzate al reparto controllo pezze nel quale sono sottoposte ad una serie di verifiche standard che potranno essere più o meno approfondite in funzione della qualità di produzione della ditta fornitrice. I difetti o “falli” che si riscontrano nella pezza sono segnalati e normalmente non sono fatti pagare dal produttore di tessuto (vengono calcolati degli abbuoni sul metraggio di tessuto consegnato); ciò nonostante, anche se lo scarto del tessuto fosse effettivamente non pagato, viene arrecato un danno a livello di rendimento produttivo, in quanto sarà impiegato del tempo supplementare per l’eliminazione delle parti difettose in fase di piazzamento del modello sul tessuto. Illustreremo i possibili metodi che possono essere usati per eliminare i difetti, in modo da ottenere un risparmio reale se il tessuto recuperato può essere utilizzato o riciclato. Vi sono vari sistemi per operare sui difetti, quelli riportati di seguito sono quelli che sono ritenuti i più efficienti. IX.3.1 Sormonto o sovrapposizione Un sistema che ha maggior possibilità di essere usato, è quello di asportare il tessuto fallato e sovrapporre nuovo tessuto usando l’avvertenza che la congiunzione non crei disturbi all’interezza del disegno. Questo metodo chiamato appunto del “sormonto”, può risultare molto costoso e con perdite che possono superare il metro di tessuto per ottenere la corretta sovrapposizione (vincoli dovuti ai disegni, alle parti del modello, ecc); IX.3.2 Sostituzione o “cambio pezzi” Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 126 Manuale di Tecnologia della Confezione E’ un sistema che si presenta utile, quando i difetti cadono su piccoli particolari del capo d’abbigliamento; in questo caso si ritaglia completamente il particolare su di una rimanenza di tessuto a fine stesura e si sostituisce a quello difettoso. In questo caso occorre fare molta attenzione alle diverse gradazioni di colore del tessuto, o all’aspetto superficiale del tessuto dovuto a particolari processi di finissaggio, che potrebbero non rendere possibile la sostituzione. IX.3.3 Spostamento tessuto Un’altra soluzione è quella di spostare lo strato di tessuto per una piccola distanza, portando la posizione del difetto in uno spazio vuoto, cioè tra un particolare vuoto e l’altro, oppure se si tratta di una barratura, in un orlo. In questo modo la perdita netta totale si riduce a pochi centimetri, contro una assai maggiore perdita potenziale, adottando il sistema di sovrapposizione del tessuto (vedi punto IX.3.1). IX.3.4 Eliminazione strato tessuto Un’altra possibilità è quella di tagliare lo strato di tessuto con la fallatura e usarlo per un altro piazzato, sperando che detto difetto cada in una posizione meno dannosa. IX.3.5 Rotazione della pezza Quando si scopre un difetto, un sistema può essere quello di riavvolgere la parte restante della pezza di tessuto e ricominciare la stesura nella parte opposta, con la possibilità che il difetto cada nello scampolo della stessa pezza; naturalmente ciò può essere fatto solo se il tessuto e di tipo 1 o 2 (1=senza diritto, senza rovescio e senza verso, 2=con il diritto senza verso); IX.3.6 Tessuto con frequenti difetti piccoli Qualora il tessuto presenti una frequenza di difetti abbastanza alta, uno dei tanti sistemi per la loro minimizzazione, consiste nel procurare una sezione di rimanenze molto corta alla fine del materasso, la quale conterrà tutte le parti piccole del modello. Quando si riscontra la necessità di una sovrapposizione, si taglierà il pezzo relativo alla sovrapposizione e si userà per stenderlo nella sezione corta del materasso, cioè quella delle rimanenze. Se il numero delle pezze danneggiate non è sufficiente, la sezione delle rimanenze viene ad essere considerata come una normale parte del materasso. IX.3.7 Tessuti con barrature Nel caso della “barratura” sul tessuto, può risultare conveniente asportare la parte fallata per l’intera lunghezza di un capo più una piccola eccedenza e quindi ridisegnare su questo pezzo di tessuto un capo singolo con le parti posizionate in modo da evitare il difetto. IX.4 CONTROLLO PEZZE Le informazioni minime che il confezionista deve avere sulle pezze di tessuto che utilizzerà in produzione, sia che provengano direttamente dal fornitore o che siano ricavati dal proprio laboratorio interno sono sui seguenti parametri: 1. le caratteristiche descrittive e contrattuali (la lunghezza singola pezza e metraggio totale, il peso, l’altezza, la composizione, il ciclo di manutenzione, ecc); 2. i parametri fisico meccanici fondamentali (usura, resistenza a trazione, resistenza allo scorrimento delle cuciture, pilling, ecc); 3. le stabilità dimensionali; 4. le caratteristiche tintoriali (colore, solidità del colore) inoltre tutte le pezze devono essere controllate su tavoli di controllo appositi detti “TRIBUNALI” o “SPECCHI” in modo da verificare la presenza di difetti e, nel caso che siano presenti, occorre avere la mappa della dislocazione con la segnalazione convenzionale della gravità. Per la determinazione dei difetti e delle caratteristiche contrattuali si controllerà la lunghezza, l’altezza, in almeno quattro punti, si esaminerà il colore in base al campione di riferimento, e infine si segnerà la presenza di difetti o si verificherà la Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 127 Manuale di Tecnologia della Confezione presenza se il controllo è stato fatto dal fornitore con particolari campanelli disposti lungo la cimossa (fiocchetti di tessuto, o segnature con gesso, nastri adesivi, ecc.); con queste informazioni sarà più facile per l’operatore della sala taglio, individuare i difetti ed eliminarli in fase di piazzamento del modello (scartando la zona difettosa). Per il controllo del colore a campione, nei tessuti tinti in pezza, si prelevano 10 – 15 cm di tessuto in tutta la sua altezza e si prepara la cosiddetta “manichetta” per controllare che il tessuto non presenti viraggio di colore tra centro pezza e cimosse. Se la loro entità e gravità lo richiedono, le pezze valutate “non idonee” per eccesso di numero di difetti o per tonalità differente da quella ordinata o per difformità di qualche altro parametro della sezione caratteristiche contrattuali (peso, altezza minima, ecc) vengono segnalate al fornitore ed aperta una trattativa per la definizione del danno arrecato che, in ultima istanza, può arrivare anche alla restituzione della pezza. IX.4.1 Codifica dei Difetti da Segnalare sulle Pezze al controllo Riportiamo una classificazione dei difetti dei tessuti attualmente utilizzata da molte aziende di confezione e, conseguentemente, concordate ed utilizzate dai produttori di tessuto che lavorano con esse, per identificare i difetti e calcolare eventuali abbuoni. IX.4.1.1 Categorie dei difetti Normalmente i difetti nei tessuti vengono classificati in 2 categorie: A) difetti la cui natura implica un bonifico; B) difetti per i quali è possibile definire delle tolleranze. In passato esisteva anche una terza categoria per la quale non era possibile definire tolleranze, ma, ultimamente, sono stati trovati dei sistemi di misurazione oggettivi che hanno permesso di definire una tolleranza. I difetti più comuni delle 2 categorie sono: Categoria A): ä ä ä In catena: • filo grosso, fine, mancante, tirato, doppio(totale o parziale), lente, irregolare, rotto ad un'estremità; • barrature d'ordito per trasparenza, colore, sovradensità; • difetto di rincorso (intreccio sbagliato in ordito); • segno dei tempiali lungo le cimose; In trama: • trama grossa, fine, mancante (totale o parziale), tirata, doppia (totale o parziale), lente, irregolare, corta; • barrature di trama per trasparenza, colore, sovradensità; • corpo estraneo (fiamma); Non dipendenti dalla direzione: • fili tirati, lenti, irregolari nei due sensi; • piccoli strappi, campanelle, buchi, macchie, pinzatura difettosa, rammendatura difettosa; • barrature nei 2 sensi per trasparenza, colore, sovradensità; • annodatura difettosa fili d'ordito. Categoria B): ä Disegno: Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 128 Manuale di Tecnologia della Confezione ä • effetti di colore, filo d'effetto o fondo differenti; • dimensione del disegno differenti da quelle di riferimento. Massa a m2: • ä Lunghezza della pezza; • ä variazione all’interno dell’altezza (centro-cimosa), variazione tra inizio e fine pezza (testa-coda). Variazione del colore tra pezze: • IX.4.1.2 restringimento del tessuto in seguito alla stiratura a vapore. Variazione del colore all’interno della pezza: • ä serpeggiamento dei fili o delle trame rispetto alla traiettoria retta; Variazione dimensionale: • ä non ortogonalità dei fili con le trame; Sinuosità dei fili: • ä variazione della dimensione del disegno lungo la pezza; Scarto angolare: • ä altezza utilizzabile inferiore a quella richiesta; Irregolarità dei quadri lungo la pezza: • ä metraggio consegnato, per articolo e colore, superiore od inferiore al metraggio ordinato; Altezza: • ä lunghezza consegnata (difetti compresi) differente da quella richiesta; Metraggio per ordine: • ä differenza rispetto a quella definita; differenza del colore delle pezze appartenenti a lotti di produzione diversi. Stabilità dimensionale dei tessuti La stabilità dimensionale dei tessuti è uno dei parametri che occorre sempre controllare, perché la confezione di capi con tessuti che possono “rientrare” arrecherebbe al cliente un danno evidente con una conseguente perdita d’immagine del confezionista. Questa caratteristica dei tessuti non è trascurabile e risulta tutt’ora, nell’industria della confezione, la causa principale di tutte le controversie con i fornitori di tessuti. Prima di accettare la fornitura di un tessuto e quindi stoccarlo in magazzino materie prime, le pezze di tessuto sono, come precedentemente illustrato, indirizzate al laboratorio per un controllo dei parametri principali e quindi anche della stabilità dimensionale. Nel caso si rilevi una stabilità insufficiente o non conforme alle specifiche, il confezionista può provvedere a ripetere alcune operazioni come la vaporizzazione od il decatissaggio (operazioni peraltro di norma già eseguite nell’industria tessile) per stabilizzare definitivamente il tessuto prima della confezione, oppure sospendere la fornitura facendo svolgere le fasi supplementari rammentate, direttamente al fornitore. Questa fase ed il successivo controllo del tessuto è eseguito con diversa attenzione da produttori di tessuto e confezionisti in funzione del settore merceologico: in particolare per le drapperie (tessuti per uomo) si esegue una vaporizzazione ed un decatissaggio accurato cercando di ottenere i massimi valori di stabilità, senza spingere le operazioni di condizionamento a valori d’umidità e temperatura troppo alti (vicini a quelli praticati dal confezionista), per non alterare la mano e l’aspetto esteriore del tessuto. Nella laneria (tessuti donna), in generale, possono essere Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 129 Manuale di Tecnologia della Confezione accettati risultati inferiori proprio per i modelli e la tipologia del mercato a cui si rivolge il capo. IX.4.1.3 Conseguenze commerciali In funzione delle categorie di difetti le conseguenze commerciali prevedono differenti disposizione che sono, naturalmente, frutto di contratto tra le parti; le informazioni di seguito riportate devono essere prese solo ad esempio anche se sono adottate da molte aziende produttrici di tessuto e confezionisti: 1. bonifico di una certa lunghezza (categoria A); 2. nessun reclamo (categoria B con difetti entro le tolleranze); 3. riparazione del difetto da parte del fornitore (categoria B con difetti oltre le tolleranze); 4. bonifico in % sul prezzo, in % sulla lunghezza (alcuni difetti della categoria B con difetti oltre le tolleranze); 5. bonifico concordato tra le parti (categoria B con difetti oltre le tolleranze); 6. rifiuto della pezza (categoria B con difetti oltre le tolleranze). Per la categoria A, che è quella relativa ai difetti rilevabili sugli specchi di qualsiasi stato d’avanzamento della produzione (tessuto greggio, tessuto finito, tessuto accoppiato), sono previsti dei bonifici in funzione della gravità del difetto come riportato nello schema di fig IX-4. CATEGORIA A Difetto Piccolo < 10 cm Difetto Medio >10cm <70cm Difetto Grande >70cm Difetto Grande > 70cm Ordito o Trama Ordito o Trama in Trama in Ordito Bonifico Lb = 15 cm Bonifico Lb = 30 cm Bonifico Lb = 60 cm Bonifico Lb = Lungh. difetto fig IX-4 Abbuono per Difetti di Categoria A Se la somma di tutti i bonifici per pezza porta al superamento di una percentuale della lunghezza della pezza PI (ultimamente concordata nell’8%) e/o il superamento degli 8 difetti possono essere applicate le disposizioni n° 3, 5, 6 (3 - riparazione del difetto da parte del fornitore; 5 - bonifico concordato tra le parti; 6 restituzione della pezza). Dato che questo modo di conteggiare gli abbuoni non è l'unico ed a volte viene concordato con il cliente, dovrà essere definito, per ciascun cliente, la logica di calcolo ed il numero di livelli di gravità. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 130 Manuale di Tecnologia della Confezione IX.4.1.4 Identificazione dei Difetti sulla Pezza I vari segnali, posti sulle cimose della pezza (chiamati chiame, campanelli, ecc), sono normalmente di colore diverso e ciascun colore corrisponde ad un livello di gravità: A) Campanello rosso: per i difetti di lunghezza non superiori a 10 cm B) Campanello verde: per i difetti di lunghezza fra i 10 cm e 70 cm C) Campanello bianco: per difetti di lunghezza maggiore di 70 cm (con filza bianca in cimosa per tutta la lunghezza della parte difettosa, per difetti in catena) Difetti previsti per le prime due categorie (campanello rosso e verde): ä Fili grossi in catena o in trama ä Fili mancanti in catena o in trama ä Fili doppi in catena o in trama ä Fili tesi in catena o in trama ä Nodi di fili ä Rammendi difettosi ä Strappi – tagli – buchi – macchie Ogni difetto comporterà l’applicazione di un bonifico come riportato nella tabella di fig IX-4. Per la terza categoria (campanello bianco) oltre ad alcuni dei difetti precedentemente elencati ma con dimensioni di difetto oltre 70 cm, sono previste anche i seguenti difetti: ä Rigatura in catena ä Barrature in trama. Altri difetti che possono essere rilevati sui tessuti e per i quali è stata definita una tolleranza sono: ä Differenze di colore: tolleranza ammessa in funzione del tipo di fibra (∆E=0,8 o ∆E=1,2) ä Tonalità di colore variabile in trama o in catena (centro-cimosa, testacoda): per centro-cimosa tolleranza ammessa ∆E=0,5 per tessuti uniti ed in tinto filo ∆E=0,3 per tessuti color navy o nero; per testa coda tolleranza ammessa ∆E=0,6. ä Irregolarità dei quadri: tolleranza ammessa 2% ä Scarto angolare: tolleranza del 2% per tessuti a trama visibile inclusi gli stampati, 3% per tessuti a trama non visibile. ä Sinuosità in trama : tolleranza del 1,0% per tessuti a trama visibile inclusi gli stampati, 2,0% per tessuti a trama non visibile. Infine, altri difetti che possono essere rilevati sui tessuti e per i quali non è stata definita una tolleranza sono: ä Diversità di tensione in catena tra tessuto di fondo e cimosa. ä Pieghe fissate e bastonature. ä Impurità e odori sgradevoli. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 131 Manuale di Tecnologia della Confezione IX.4.1.5 IX.4.1.6 Difetti che possono determinare il reso della pezza ä Somma di tutti i bonifici maggiore dell’8% della lunghezza della pezza e/o il superamento degli 8 difetti. ä Superamento della stabilità dimensionale dichiarata nella scheda tecnica ed impossibilità del fornitore a riportare il tessuto entro le tolleranze dichiarate. ä Altezza inferiore all’altezza utile dichiarata14. Identificazione dei capi difettosi In generale, i capi difettosi che vengono trovati dal controllo finale, vengono identificati con un cartellino speciale, riportante una serie d’informazioni sui parametri che non sono conformi con le specifiche di progetto. Un tipo di cartellino utilizzato è quello riportato nella seguente fig IX-5. 14 In funzione dell’entità della minore altezza utile il confezionista può accettare la pezza con un bonifico pari al 4% più la differenza percentuale tra l’altezza reale e quella dichiarata. Nel caso in cui il confezionista costatasse un danno specifico superiore al bonifico menzionato, concorderà con il fornitore un bonifico superiore. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 132 Manuale di Tecnologia della Confezione fig IX-5 Esempio di Cartellino per Identificare un Capo Difettoso Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 133 Manuale di Tecnologia della Confezione TEST DI VER IFICA N°3 Per ciascuna delle dieci domande sotto riportate sono presenti 3 affermazioni; contrassegnare con X quelle che ritenete corrette, sapendo che possono esserci più risposte esatte. A) Il tipo d’organizzazione della sala cucito dipende dalla politica gestionale, dalla convenienza economica, dal volume di produzione e dalle linee di prodotti impostate dal marketing: 1) nell’organizzazione a pacco convenzionale si assemblano contemporaneamente più capi facendo avanzare il semilavorato con un percorso particolare: scaffale-macchina operatrice-scaffale della macchina operatrice successiva; 2) le confezioni in linea sono caratterizzate da una sequenza di operazioni consecutive raggruppabili in fasi. Il tempo di fase può essere variabile in funzione del numero delle operazioni da svolgere; 3) nelle operazioni di stiratura occorre porre particolare attenzione ai bottoni ed alle asole che possono essere danneggiati dalla pressione della pressa. B) I punti di cucitura sono classificati in 6 categorie ognuna delle quali ha una specifica caratteristica: 1) nella confezione dei tessuti ortogonali si utilizzano prevalentemente i punti delle classi 200, 300, 400 e 500; 2) i punti della classe 100 sono utilizzati principalmente per le imbastiture mentre quelli della classe 600 assicurano la necessaria elasticità nella confezione dei tessuti a maglia; 3) i punti della classe 100 sono chiamati anche punti a catenella, il punto 301 è forse il punto più noto, appartiene alla classe dei “trapunto” e risulta identico sui due lati della cucitura, infine quelli della classe 500 sono chiamati punti “sopraggitto”. C) I tipi di cuciture utilizzate nella confezione sono anch’essi raggruppati in classi, in funzione del tipo di collegamento da realizzare: 1) le classi sono identificate da una coppia di lettere corrispondenti alle iniziali inglesi del tipo di cucitura come SS (Superimposed Seam) cuciture realizzate con strati sovrapposti o FS (Flat Seam) cuciture piatte con tessuti testa a testa; 2) le impunture non sono state codificate e conseguentemente devono essere descritte nei fogli di lavorazione; 3) le sigle relative alle cuciture possono avere in aggiunta l’identificazione del numero di aghi necessario per la realizzazione della cucitura e la sigla LSa2 rappresenta una cucitura a lati sovrapposti con 2 aghi. D) La distinta base è uno dei documenti fondamentali utilizzati nella fabbricazione dei capi: 1) nella distinta base si elencano le varie componenti riportando anche il ciclo di lavorazione necessario alla realizzazione del capo; 2) nella distinta base sono riportati anche i consumi di tutte le componenti per permettere la valorizzazione del capo a livello di materie prime; 3) possono essere realizzate più distinte base per un modello, per esempio al variare della taglia. E) La scheda tecnica del modello contiene le informazioni principali relative ad un capo: 1) nella scheda tecnica del modello sono riportate tutte le componenti necessarie per la fabbricazione, compresi gli accessori, con i relativi consumi; 2) nella scheda tecnica del modello viene descritto il modello, date le informazioni principali per la realizzazione, riportato il disegno del modello ed il tessuto con cui sarà realizzato il capo base; 3) nella scheda tecnica è riportato il ciclo di lavorazione comprensivo dell’operazione, della macchina su cui realizzare ogni singola operazione, l’attrezzatura ed il tipo di punto di cucitura. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 134 Manuale di Tecnologia della Confezione F) Il controllo di qualità nella confezione prevede una serie di controlli più o meno approfonditi in tutte le fasi delle lavorazione: 1) se i fornitori di tessuto lavorano in qualità certificando ciascuna pezza le aziende di confezione possono ridurre i controlli sul tessuto in ingresso; 2) lavorare il qualità significa realizzare capi di alta qualità e perfettamente rifiniti; 3) le persone addette ai collaudi non possono seguire parametri di produttività od essere retribuite a cottimo come quelle dell’assemblaggio. G) Per realizzare un efficace controllo di qualità sui capi occorre predisporre delle griglie di controllo: 1) i capi che presentano difetti sul tessuto vengono sempre scartati perché non risulta economica la eventuale possibile riparazione; 2) le griglie di controllo permettono sia di effettuare un controllo più accurato ed obiettivo sia di valutare il capo e decidere se declassarlo oppure no; 3) le griglie di controllo dei capi riportano esclusivamente le tipologie di difetti relative alla confezione. H) I difetti che possono essere presenti sul capo finito sono commercialmente classificati in categorie differenziate per gravità: 1) i difetti sul tessuto una volta segnalati e non fatti pagare al confezionista non recano ulteriori danni alla confezione; 2) ai difetti primari appartengono i difetti visibili che comportano la sostituzione del capo o la non vendibilità del capo, mentre i difetti secondari sono quelli per cui è possibile definire delle tolleranze e che portano in generale ad un accordo di tipo commerciale; 3) i difetti riscontrati sul capo finito vengono generalmente descritti dal collaudatore in un apposito cartellino barrando la tipologia del difetto e riportando su uno schizzo del capo una croce nella zona del difetto. I) Per ovviare alla presenza di un difetto sul tessuto si possono effettuare le seguenti azioni: 1) il sormonto è la tecnica che elimina la zona difettosa sovrapponendo un ulteriore strato di tessuto non fallato ed eliminando quello difettoso. In funzione della disposizione dei pezzi nel cliché si possono avere scarti di tessuto notevoli; 2) per alcuni tipi di barrature può risultare conveniente ridisegnare il cliché per scansare la zona barrata; 3) il “cambio pezzi” è il metodo più sicuro e può essere applicato in presenza di qualsiasi tipo di tessuto (con finissaggio particolare, con disegni qualsiasi, ecc.. J) Il risultato del controllo dei tessuti viene comunicato al confezionista codificando i difetti secondo categorie concordate: 1) i tessuti che presentano barrature d’ordito o di trama, fiammature, fili lenti o tirati, restringimenti anomali, buchi, campanelle hanno difetti di categoria “A” ovvero difetti che implicano un bonifico; 2) le variazioni di massa, di altezza, di colore e di lunghezza della pezza rispetto a quella definita possono portare, come conseguenze commerciali, alla riparazione del difetto da parte del fornitore al bonifico fino al rifiuto della pezza; 3) se i difetti della categoria “A” portano su una pezza ad avere bonifici per una lunghezza complessiva del 6% della lunghezza della pezza il confezionista può rifiutare la pezza. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 135 Manuale di Tecnologia della Confezione Cap. X T ERMINI RICORRENTI NELL’ABBIGLIAMENTO Abito Termine usato per descrivere un capo d’abbigliamento che può indicare un singolo indumento oppure un completo, si riferisce ai guardaroba femminile o maschile. Nel caso di un abito femminile può essere dl linea più o meno aderente, di lunghezza variabile in base al modello ed alla moda. Nel caso d’abito maschile si riferisce ad un completo giacca e pantaloni. Abito lente Termine usato per descrivere un abito femminile di linea ampia, non aderente al corpo. Barratura Tipico effetto riscontrabile nel tessuto finito, che si manifesta con diverse sfumature nella trama, ed effetti ottici orizzontali molto visibili. Il tessuto barrato è considerato difettoso. Baschina Parte della giacca femminile, dalla vita al fianco. All'inizio del 1500 in Italia indica un vestito intero con busto e piccole falde intorno alla vita. Bermuda Termine usato per descrivere pantaloni al ginocchio di linea aderente. Body Termine usato per definire un capo aderente al corpo, simile ad un costume. Può essere senza maniche o con maniche lunghe o corte. Bordatrice (macchina) Tipo di macchinario che esegue operazioni di bordatura su qualsiasi tipo d’articolo, perché munito di braccio con forma particolare e di uno speciale beccuccio (bordatore). Bordatura Rifinitura e orlatura fatta con fettuccia o nastro, d’abiti e altri capi. Boxer Termine per descrivere un tipo di mutanda a calzoncini da uomo, generalmente aperta davanti, con spacchetti laterali. Camicia Termine usato per definire un indumento maschile o femminile con maniche corte, lunghe o senza maniche. E’ formata da un colletto di varie forme con apertura sul centro davanti, con bottoni. L’ampiezza del capo può variare a seconda del modello e dell’utilizzo, può essere sportiva od elegante, ed essere realizzata nei tessuti più vari. Camiciola Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 136 Manuale di Tecnologia della Confezione Termine usato per definire un capo intimo femminile, da portare a pelle, di linea aderente al corpo e di forma variabile a seconda della stagione. Può essere con o senza maniche, con spalla larga o stretta, con maniche lunghe o corte e scollo a V o giro collo più o meno profondo. Completo Termine usato per definire un abito maschile o femminile (in questo caso Tailleurs). Realizzato in tutti i suoi componenti con la stessa stoffa. Canotta Termine usato per definire un capo d’abbigliamento intimo e da notte femminile, di varia foggia, simile ad una T-Shirt, con o senza maniche. Per l’intimo può essere usata come una camiciola di linea più o meno ampia con o senza maniche. Canottiera Maglietta di lana, cotone o altre fibre, scollata e senza maniche, simile a quella portata dai canottieri, da cui ne prende il nome. Si usa sotto le camicie come maglieria intima, oppure in estate indossata da sola. Capispalla Termine usato nell'industria della confezione per indicare i capi d'abbigliamento maschili e femminili, quali giacche, soprabiti, cappotti, impermeabili, ecc... I capispalla femminili vengono suddivisi in cinque fasce sulla base del rapporto prezzo-qualità, firmati, di qualità fine, medio-fine, media ed economica. Nel settore dei capispalla maschili, ogni fascia di prezzo-qualità è costituita da diversi articoli: cappotti, soprabiti, giacconi, impermeabili, giacche e giubbotti, abiti completi (giacche pantaloni e giubbotto pantaloni). Cappa Un tempo mantello corto con o senza cappuccio, indossato da gentiluomini e cavalieri; oggi mantello di varia lunghezza e foggia. Nel XII sec. la cappa aveva due grandi spacchi per far uscire le braccia, ed era completata da una corta mantellina applicata. Nel XVI sec. era di moda la cappa alla spagnola, lunga fino ai piedi, di solito nera, con cappuccio molto ampio e una striscia di panno che si ripiegava sulla spalla destra. Cappotto Pastrano di pesante tessuto di lana, maschile e femminile, di vari modelli e talvolta foderato internamente di pelliccia o d’altro caldo materiale. I tessuti usati per la realizzazione dei cappotti sono: i bouclés, i panni pesanti, i velours, i garzati, i doppi crépes di lana pesante, il cammello, il knickerboker, i tweed, lo spina-pesce, ecc..., accompagnati anche da guarnizioni di tono sportivo, come i riporti in pelle o in altro materiale. Capsula Elemento del crochet avente la funzione di contenere la spolina e di tenerla in passo sul perno del cestello tramite il suo chiavistello. La capsula porta anche una molla che serve per dare la giusta tensione al filo della spolina. (Vedi Crochet) Carrello per raccolta ritagli Attrezzi usati nell'industria della confezione per la raccolta dei ritagli dei tessuti. Carrelli stenditori Attrezzi usati nell'industria della confezione per stendere i tessuti. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 137 Manuale di Tecnologia della Confezione Carta adesiva per modelli Tipo di carta usata nell'industria della confezione, da applicare sul tessuto, per poter eseguire il taglio dei modelli riprodotti. Carta per grafici Tipo di carta usata per riportare i grafici dei modelli nelle varie parti e nelle varie taglie. Carta velina Tipo di carta molto leggera, senza colla e trasparente, usata nel campo della moda per eseguire modelli. Cartoncino per Modelli Tipo di carta spessa e pesante, su cui viene riportato il disegno preparatorio dei modelli, nelle stesse dimensioni di quelli definitivi, in modo da poter essere poi riportato sul tessuto da confezionare. Casacca Lunga giacca chiusa di stampo militare, di taglio dritto e piuttosto ampio. In origine si trattava di una grossa giubba, lunga fino al ginocchio, con vita bassa e falde svolazzanti. Con o senza cintura, veniva portata sopra una camicia a tutto corpo. Aveva inoltre maniche più corte del solito, con un risvolto che arrivava a metà braccio (sec. XVII). Collezione L'insieme dei modelli, dei colori e degli articoli presentati ad ogni stagione dagli stilisti, dalle sartorie o dalle industrie. Sinonimo di campionario. Coltello rifilatore (macchina) Tipo di macchina per cucire, dotata di un dispositivo che consente di rifilare il tessuto durante la cucitura, ad una distanza prefissata. Si usa specialmente per abbinare due strati di stoffa, rispettando l'allineamento dei disegni del tessuto, o nelle operazioni di messa in fodera. Coordinato Termine usato per definire un abito composto, in due o tre pezzi diversi, combinati appositamente, si può definire anche spezzato per l’uomo e coordinato per la donna. Corpo Temine usato per definire un capo intimo maschile, simile ad una maglietta da portare a pelle, con maniche corte o lunghe. Cran Termine usato per indicare il particolare angolo di unione tra collo e rever di giacche e cappotti. Crochet Il crochet è l’organo avente la funzione di far concatenare il filo dell’ago con se stesso, o con altro filo portato dallo stesso organo o proveniente da una spolina, al fine di formare il punto di cucitura. I crochet si differenziano tra loro a seconda del tipo di punto formato ed anche per lo stesso tipo di punto esistono tipi diversi di crochet: crochet per più panno dato, che a seconda della sua forma prende il nome di navetta o gancio; crochet o gancio rotativo, comunemente montato sulle macchine per cucire veloci perché, grazie al suo movimento rotatorio, permette lo Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 138 Manuale di Tecnologia della Confezione sviluppo di velocità superiore ai 3.000 punti al minuto. Le parti che compongono il crochet sono: a) cestello; b) corpo del crochet; e) capsula; d) spolina. Drappeggio Tessuto ripreso e fissato in modo da formare un movimento armonioso d’ampie pieghe ricadenti. Anche insieme di pieghe morbide, disposte ad ornare un abito o altro. Duplicatore Macchina usata nelle industrie dell'abbigliamento per riprodurre istantaneamente le copie dei tracciati dei modelli da fissare sul tessuto per il taglio. Faldatrice Tipo di macchina costituita da un carrello che scorre sul tavolo, dotato di un porta rotolo sul quale viene posto il rotolo o falda di tessuto da stendere. Può essere corredata con diversi dispositivi che possono essere azionati a mano o automaticamente. Faldatura Operazione, nel campo dell'industria tessile, che consiste nello stendere il tessuto a strati sovrapposti l'un l'altro, allineati sui fianchi e sulle testate, sul piano di un tavolo appositamente allestito. Questo insieme di strati viene comunemente chiamato "materasso". Questa operazione ha lo scopo di permettere il taglio contemporaneo di più parti sovrapposte, riducendo il tempo di taglio e garantendo la costanza dimensionale delle varie parti tagliate. Può essere eseguita anche manualmente. Felpe Termine usato per definire un capo d’abbigliamento esterno, simile ad un maglione, realizzato con varie fogge, che prende il nome dal tessuto a maglia in trama con il quale viene fabbricato. Fuseau Termine francese che significa affusolato, viene usato nell’abbigliamento per definire quei pantaloni aderenti alla gamba realizzati con tessuto elasticizzato. Ghette Termine usato per descrivere un pantaloncino da neonato con il piede; può essere realizzato in maglia, felpa o spugna. Giacca Parte superiore dell'abbigliamento maschile o del tailleur femminile. Compare nel costume maschile a partire dal 1860 circa, di taglio diritto, lunga fino ai fianchi e monopetto con 3/4 bottoni. In seguito, agli inizi del 1900, comparve il taschino in alto a sinistra e, col passare del tempo, la linea della giacca venne man mano modificata seguendo i dettami delle varie mode. Attualmente è un capo base anche nell'abbigliamento femminile. Le forme della parte alta del revers e del collo sia del monopetto che del doppio petto sono molto varie: sportivo, a lancia, a scialle ecc. Le tasche possono essere: applicate a toppa, tagliate a filetto, con pateletta inserita ecc. La lunghezza della giacca varia secondo i dettami della moda e secondo le occasioni. Le giacche possono avere uno spacco nel centro dietro, due spacchi laterali dietro, un cannoncino dietro, nessuno spacco, ecc. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 139 Manuale di Tecnologia della Confezione Il tessuto usato varia a seconda delle stagioni e della moda. D'estate possono essere di lino, di cotone, fresco di lana, ecc.; d'inverno di gabardine di lana, ottoman, tweed, vigogna ecc. Giacca da camera Termine usato per descrivere una vestaglia da uomo, di lunghezza sotto il bacino, con abbottonatura sovrapposta, fermata da una cintura di tessuto o cordone, di linea semplice, con collo sciallato e tasche a toppa. Può variare a seconda delle mode e può essere realizzato con vari tessuti. Giaccone È un indumento che, sostituendo più volte il cappotto, ne ha assunto caratteristiche e qualità. Caratteristiche: lunghezza 3/4 - 7/8 - 9/10, ampia vestibilità, svariate linee a seconda della moda del momento, diverse interpretazioni, realizzazione in tessuti morbidi e caldi. Viene indossato con gonne e pantaloni classici e sportivi, a seconda delle occasioni. Tessuti: tweed, Knickerboker, cótelé, cannellato, diagonale, spinapesce, panno, cammello, casentino, ed anche velluto doppiato con fodera e mouflon, per le versioni più sportive. Ha tutte le caratteristiche del cappotto, quindi con colli alla coreana, asimmetrici ed allacciature conseguenti, con maniche a giro basso, raglan, ecc... che creano motivi di carré, chimoni bassi che diventano quasi maniche a pipistrello, con grandi tasche applicate, oppure tagliate con profili. Spesso il giaccone è vivacizzato da motivi d’arricciature o di pieghe sulle parti anteriori delle spalle o sul dietro del capo. Gilet Corpetto aderente, senza maniche e abbottonato davanti, da portarsi sotto la giacca; tipico dell'abbigliamento maschile. In voga dal 1600 in poi, era una trasformazione del farsetto realizzato in broccato, raso o damascato, piuttosto lungo, con o senza maniche, con tasche e scollatura a punta, da cui spuntava lo jabot della camicia in trine. Nel 1800 si semplificò divenendo monopetto con scollatura a scialle e solitamente in panno chiaro o in tessuto variegato. Tutt'ora il gilet viene usato con lo smoking ed il tight, in picchè bianco inamidato, con collo o scollatura a scialle. Giubbotto Capo d'abbigliamento sia maschile che femminile, caratterizzato da una lunghezza che non supera i 65/70 cm. circa. È generalmente di linea sportiva con spalle ampie e ampia vestibilità, maniche a giro o raglan, o a chimono, ma con motivi e tagli fantasiosi. Ma ciò che caratterizza maggiormente questo capo sono: la presenza di tasche con grandezze evidenti e motivi originali, d’alamari e stringipolsi ornati da bottoni e fibbie e dalla cintura che può essere di varia altezza, a 1 o 2 bottoni, ed a volte con passanti per l'introduzione di un'ulteriore cintura sovrapposta. L'abbottonatura può essere mono o a doppio petto, effettuata per mezzo di lampo o bottoni. I tessuti per la realizzazione di giubbotti invernali comprendono tutta la gamma dei gabardine, dei panni a diversi pesi, dei garzati, dei pied-de-poule, degli scozzesi e naturalmente, per le versioni più giovani, del jeans foderato d’orsetto o pelo artificiale. Per i giubbini primavera/estate, si passa dai pettinati leggeri, alle flanelle, agli stampati giovani e spiritosi, tra i quali i jeans fiorati, i denim, oppure semplicemente le plastiche stampate per i giubbini impermeabili. Gonna La gonna ha origini primordiali. Seguendone le varie evoluzioni, la ritroviamo sotto diverse nomenclature, fin dalla preistoria, osservando scritti, dipinti, affreschi o sculture. Ad esempio troviamo lo schemi, costituito da una minuscola fascia sui fianchi, simile al pareo, usato dagli egizi; anche le donne minoiche del 2100 a.c. indossavano una lunga gonna svasata; le donne dei barbari, inoltre, sembra indossassero gonne con laccio in vita. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 140 Manuale di Tecnologia della Confezione Nelle epoche che seguirono, ci fu un graduale abbandono di questo indumento, sostituito da abiti interi e più avvolgenti. Fu verso la fine del 1200 che cominciò a comparire il nome gonnella, che si riferiva comunque ad un indumento intero, sia maschile che femminile. Verso il 1400 la gonna o gonnella o sottana sì vede più frequentemente ricordata col nome di gamurra, camurra o camora in Firenze, e con quello di zupa oppure cotta o tunica. È alla fine del 1400 (Rinascimento Italiano), che la veste femminile si divide orizzontalmente, scomponendosi in due pezzi: corsetto e sottana. Quantunque il rapporto fra i due continui a restare stretto, questa separazione fu il sintomo precursore del desiderio di mettere in risalto i diversi piani del corpo. Oggi elemento d'abbigliamento femminile, che scende dalla vita fino alle gambe, variando di lunghezza e forma a seconda della moda. Può essere lunga con coda e strascico, gonfia, arricciata, pieghettata, sollevata in vita, aperta con spacchi o bottoni, a minareto (lanciata da Poiret), asimmetrica. Vari tipi di gonna sono: a tubo o diritta, svasata, a 1/4 di ruota, a mezza ruota, a ruota intera, a portafoglio, ad anfora, a teli, a teli con inserimenti di spicchi, a pieghe diritte, a pieghe svasate, gonna kilt, a cannoncini diritti o svasati, gonna plissé, a balze, a pantalone, a pantalone alla marocchina, alla gaucho, jeans, con baschina, asimmetrica, con linea a sirena. Gonna Pantalone Termine usato per definire un Indumento femminile di varia foggia e lunghezza, suddiviso in quattro parti per l’inserimento delle gambe. Impermeabile Termine usato per descrivere un soprabito sia maschile che femminile, realizzato in tessuto impermeabilizzato, con varie linee in funzione della moda corrente, utilizzato per ripararsi dalla pioggia. Inglassitura Operazione di confezione con cui si unisce la parte interna di un capo, ad esempio la fodera, con la parte esterna. Intacche Sono segni di riferimento eseguiti sui modelli di cartone per mezzo d’apposite pinze sagomate e sul tessuto per mezzo d’apparecchi segna-intacche. Le intacche o segni di riferimento servono per unire i vari pezzi con precisione, durante la confezione; esse devono combaciare perfettamente nelle cuciture perché il capo sia perfetto. Le intacche vengono fatte nel centro manica, nei raccordi, nelle pinces, nei punti piega, godet ecc. Intimo Per "intimo" si intende comunemente tutta la biancheria indossata sotto gli abiti (sottoveste, mutandine, reggiseno, canottiere o magliette ecc.); il pigiama; il baby doli; la vestaglia, la camicia da notte ecc.. La biancheria intima in passato era molto elaborata e ricca; si usavano tessuti leggeri di seta, lino, finissimo cotone e guarnizioni di volants, ricami, pizzi e nastri. Oggi le linee dell'intimo vengono elaborate dagli stilisti e sono quindi soggette alle variazioni continue della moda, sia per l'intimo da giorno che per l'intimo da notte. Le linee comunque sono più semplici ma tendenti al provocante e al sexy. Mantella Termine usato per definire un capo spalla ampio, a ruota, generalmente femminile, (Se maschile il termine usato è Tabarro) che copre tutto il corpo con la sua ampiezza. Modello Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 141 Manuale di Tecnologia della Confezione Termine usato nel settore dell'abbigliamento, che indica la progettazione di un capo tagliato su carta e da riportare poi su stoffa. Esistono tre metodi per eseguire i modelli. Per mezzo del "Tracciato base"; con il "Drappeggio o Moulage"; con il "modello piano". Tracciato base. Il tracciato base richiede misure complete del corpo con l'aggiunta di vestibilità. Si disegnano i modelli con precisione tecnica, usando calcoli matematici, angoli, curve e linee rette. Il metodo del tracciato viene usato solo da modellisti esperti. Drappeggio o moulage. Il tessuto, di solito mussola di cotone, viene avvolto intorno ad un manichino in modo da ottenere il modello desiderato. Il tessuto stesso diventa il modello comprendente le pinces. Si traccia sul tessuto il contorno del modello lungo le linee del corpo. Vengono puntate delle pieghe di vestibilità, che poi verranno disfatte in modo che l'abito definitivo non sia troppo aderente. Questo metodo richiede abilità e pratica. Viene usato dai sarti francesi e da alcuni modellisti americani. Modello piano. La tecnica usata dalla maggior parte degli stilisti professionisti d’abiti americani. Viene elaborato un modello base del quale vengono ricavati tutti gli altri modelli. Il modello base ha il minor numero possibile di pinces e cuciture. Tiene conto di tutte le singole caratteristiche della figura di una persona, comprendendo la vestibilità adeguata. Le componenti del modello base possono essere variate per formare nuovi motivi, spostando le pinces, aggiungendo pieghe o arricciature, cambiando la forma della scollatura e aggiungendo colli, carré ecc. Questa tecnica è molto logica. Si mettono insieme le varie parti, ma senza dover ricorrere a complicati calcoli matematici. Ogni produttore ha il suo modello base, chiamato modello di taglio (base o principale), che ritiene si adatti il più possibile alla figura media del suo consumatore; si tratta della sua «taglia di corpo standard». Tutti i suoi abiti sono disegnati in modo da adattarsi a quella figura. Mutande Termine usato per definire un capo di biancheria intima maschile e femminile, di varie fogge, creato in vari tipi di tessuti, da indossare a diretto contatto con la pelle. Orlatura Striscia di tessuto o altro con cui si orla un abito, gonna o altro. Orlo Margine estremo inferiore, generalmente ripiegato e poi cucito, di un abito, gonna, pantaloni, ecc... La profondità dell'orlo varia generalmente dai 4 ai 7,5 cm. Nell'abbigliamento per bambini si può lasciare invece un orlo di 10 cm in modo da permettere poi di ridurlo in tempi successivi a mano a mano che il bimbo cresce. Nel caso di tessuti sottili, il risvolto può essere effettuato con doppia orlatura. Il metodo di mantenimento in posizione dell'orlo varia a seconda del tessuto e del modello e bisogna quindi scegliere la rifinitura più adatta di volta in volta. L'orlo delle gonne e degli abiti e soprabiti viene misurato a partire da terra servendosi di un marcatore o di un metro per orli tenuto in posizione verticale. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 142 Manuale di Tecnologia della Confezione Pantaloni (o Calzoni) Indumento sia maschile che femminile (in questi ultimi anni), che copre la persona dalla cintola in giù, realizzato in tessuti vari ed in svariati modelli. Derivano dalle "brachae" dei Barbari, usate per ripararsi dai violenti freddi delle loro terre. Nel lungo periodo storico che seguì la loro prima comparsa, ebbero una continua evoluzione con fogge diversissime: lunghi e affusolati, corti ed attillati, gonfi e ornati di nastri, a mezza gamba, alla zuava, larghi alla caviglia, ecc... Il pantalone vero e proprio nasce in Inghilterra verso il 1830 mentre diventa indumento anche femminile a partire dagli anni delle contestazioni studentesche, dopo il 1960. I calzoni possono essere: dritti, a zampa d'elefante, a sigaretta, pantalone-palazzo, alla cinese, arricciato in vita, all'odalisca, alla cavallerizza, jeans, bermuda, corti o shorts, per tuta, con elastico in vita o cinturino, con fodera imbottita o non. Paramontura Parte interna del davanti di una giacca o di un cappotto con fodera cucita. Copririsvolto. Le paramonture rifiniscono e sostengono i bordi dell'abito come le scollature, le chiusure con bottoni e i fondi manica. Solitamente sono tagliate secondo lo stesso drittofilo del pezzo di modello corrispondente. Sono sistemate a rovescio dell'abito a meno che non debbano essere decorative. Ci sono quattro tipi di paramontura: la paramontura in sbieco, quella in forma, quella modellata e quella intera. Se non viene usato uno di questi tipi di paramontura, il bordo deve essere rifinito con una fettuccia o un orlo. Paramontura in sbieco è una stretta striscia di tessuto in sbieco totale. Viene talvolta piegata a metà con entrambi i bordi cuciti come se fossero tutt'uno con il capo. Paramontura in forma viene usata per la maggior parte degli scolli e chiusure con bottoni, di solito in corrispondenza del centro davanti e dietro. Si trova spesso nel giro manica senza maniche delle camicette, vestiti e scamiciati dato che questo tipo di paramontura può essere più largo e deve restare più aderente intorno ad un giro manica rispetto ad una paramontura in sbieco. Paramontura modellata si ha quando vengono eliminate cuciture o pinces da paramonture altrimenti in forma. Paramontura intera è tagliata in un pezzo come se fosse un'aggiunta del capo. Può essere aggiunta solo ad un bordo diritto. Viene ripiegata dietro al rovescio con una piega invece che con una cucitura durante la costruzione. Passafilo Apparecchio usato in confezione per la marcatura con filo nei materassi. Esso garantisce una presa sicura per tutti gli strati. Particolarmente adatto nei tessuti quadrettati, rigati, ecc... Perforatore Attrezzo per modellisti, utile per riportare punti di riferimento sul modello. Piazzamento È lo studio del tracciato di taglio e cioè della sistemazione dei diversi modelli nelle loro diverse taglie sulla larghezza del materasso, in modo corretto e tale che si riduca al minimo il consumo del tessuto. In origine i modelli venivano disposti da un operaio tagliatore direttamente sul tessuto e l'operaio stesso era incaricato di ricavare il migliore posizionamento. Il sistema consisteva nel disporre i modelli di cartone in scala reale direttamente sul primo strato di tessuto del materasso o su un foglio di carta apposita, ricercando contemporaneamente la migliore disposizione agli effetti del consumo di tessuto. Questo era un sistema poco razionale che richiedeva molta esperienza da parte dell'operatrice. Esso non permetteva la miglior visione dell'insieme a causa delle estese dimensioni, non permetteva un rapido calcolo preventivo degli Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 143 Manuale di Tecnologia della Confezione scarti e non consentiva di conservare precise e comode registrazioni dei disegni. Un altro passo in avanti si ebbe con l'introduzione di speciali pantografi che riducevano in scala 1:3, oppure 1:5 i modelli originali. Questi modellini in scala ridotta venivano posizionati su un tavolo graduato nella medesima scala ridotta. L'ultimo modo per studiare l'ottimizzazione del tracciato di taglio consiste nell'impiego di sistemi computerizzati. Il piazzamento computerizzato viene realizzato con una unità di lavoro indipendente preposta allo studio, esecuzione e memorizzazione dei piazzamenti per la sala taglio, tramite l'inserimento di tabelle e regole di sviluppo da tastiera con controllo e modifica dei pezzi memorizzati e preparazione di sequenze di lavoro, style, ordini di piazzamento, revisione e ristrutturazione dei files. La funzione di piazzamento è realizzata su video grafico a 256 e più colori, dal quale è altresì possibile accedere al programma di controllo e manipolazione dei pezzi digitalizzati. Quando un ordine di piazzamento viene sollecitato, lo schermo visualizzerà l'area del tessuto nella altezza selezionata ed un menu dei pezzi richiesti per lo specifico piazzamento. Pigiama Indumento da letto o da casa, sia maschile che femminile, composto da giacca e pantaloni. Realizzato in cotone, seta, felpa, o in altre fibre sintetiche. Fu introdotto in Europa nel XIX secolo ed in principio ebbe poca fortuna. Pian piano venne adottato dagli uomini in sostituzione alla camicia da notte. Negli Anni Sessanta, con "Pigiama palazzo", venne lanciato come abito da sera realizzato con tessuti eleganti e pregiati. Pince (o ripresa) Piega triangolare di tessuto cucito che da forma ad un capo d’abbigliamento e controlla il tessuto su una curva del corpo. La pince è larga dalla parte del tracciato di cucitura, dove toglie il tessuto in eccesso, e si riduce ad una punta dove c'è la sporgenza o la curva del corpo. La dimensione della pince è proporzionata all'entità della sporgenza. La posizione delle pinces, la loro direzione e collocazione, variano in base al modello e alla conformazione del soggetto. Generalmente si distinguono in pinces verticali e pinces orizzontali. Pinces verticali - sono quelle che salgono e scendono dalla spalla verso il seno; dal seno alla vita; dal collo alle scapole; dalla vita ai fianchi; dal gomito al fondo manica. Pinces orizzontali - sono quelle che si dirigono attraverso il modello e provengono dalle cuciture laterali all'altezza del seno; dal centro davanti o dal centro dietro e quelle sul centro manica o sul gomito manica. Polo Termine usato per definire un tipo di maglia esterna con colletto e apertura con bottoni che arriva all’altezza del petto. Prende il nome dalle maglie usate dai giocatori di Polo. Salopette Termine francese che significa “tuta”. Si tratta di un paio di pantaloni lunghi che continuano con una pettorina provvista di bretelle. Scollatura Apertura di un indumento, specialmente femminile, sul collo, sul petto e sulle spalle. Ve ne sono di varie linee: scollatura a giro collo, a "V", rotonda, a cuore, a canottiera, a barchetta, a cappuccio, quadrata, ecc... Nella storia del costume, le scollature con le loro varie forme hanno avuto la loro importanza. Già nel 1200 alcuni modelli d’abiti femminili erano provvisti di vistose scollature tanto che, nel 1300, una delle tante leggi suntuarie poneva parecchi limiti all'uso delle scollature. Ma le donne continueranno ad ostentare la bellezza delle proprie forme. Nel 1600 si raggiunge il culmine: le dame fanno a gara nel rendere le loro vesti più scollate che mai. Soltanto all'avvicinarsi della Rivoluzione Francese si tende a limitarle un Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 144 Manuale di Tecnologia della Confezione po', coprendole con i fichus o con nastri e fiocchi. Nei primi anni del 1800 ecco che ritornano le vere scollature, mentre dopo il 1868 le vesti scollate si porteranno solo nelle serate di gala, a teatro o ai balli. Serafino Termin e usato per definire un tipo di maglia esterna girocollo e apertura con bottoni sul davanti. Shorts Termine usato per descrivere un paio di pantaloncini corti sia da uomo che da donna. Slip Modello di mutanda a vita bassa con fianchi d’altezza variabile e con sgambatura più o meno alta. Soprabito Cappotto leggero sia maschile che femminile, realizzato con tessuti vari di peso medio, da indossare nella mezza stagione. Chiamato sopravveste, lo troviamo come capo d'abbigliamento già nel XVIII secolo, e da allora ad oggi ha subito innumerevoli modifiche e trasformazioni sempre secondo le varie mode. I primi soprabiti erano confezionati con risvolti e tasche non troppo grandi, riccamente ornati con ricami e guarnizioni varie. Verso la fine del XVIII secolo però, vennero alleggeriti di tutti i loro ricami per non avere più del tutto guarnizioni nel XIX secolo, a parte talvolta dei colli di pelliccia. Vennero confezionati con tessuti dai colori piuttosto sobri e allungati fino ai polpacci. Nel XX secolo, il soprabito è solitamente doppiopetto, in lana o vigogna, di lunghezza variabile, con tasche e bavero non troppo ampio. Viene chiamato anche paletot, e comincia ad essere confezionato anche per l'abbigliamento femminile, naturalmente con linee e tessuti diversi da quelli maschili. Sorgettare Termine usato in sartoria quando si rifiniscono due lembi di tessuto cuciti insieme, per evitare che si sfilino durante la lavorazione, con una particolare cucitura effettuata a mano o a macchina. Sottogonna Termine usato per descrivere un capo di biancheria intima femminile, di foggia simile ad un gonna con elastico in vita, di lunghezza variabile. Confezionato In vari tessuti leggeri, si porta sotto le gonne. Sottoveste Capo di biancheria intima femminile, confezionato in vari tessuti leggeri, guarnito con pizzi o di semplice fattura. Di linea aderente al corpo, va allargandosi leggermente verso il fondo ed è generalmente sorretto da spalline strette o larghe; viene usata sotto gli abiti. Spolverino Termine usato per descrivere un soprabito leggero, generalmente sfoderato, realizzato con tessuti impermeabili, ma anche con tele normali. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 145 Manuale di Tecnologia della Confezione T-shirt Termine usato per definire un tipo di maglietta di cotone a maniche corte, dalla caratteristica forma a T. E’ indossata come capo d’abbigliamento estivo. Travetta Particolare punto molto fitto a cucitura corta, programmato a punti diritti, coperto da una serie di punti a zig -zag. E' usato per fermare tasche occhielli e passanti. Tute Termine usato per descrivere un capo unico o formato da due pezzi, di linea sportiva realizzato in vari tessuti. Per l’abbigliamento infantile varia la forma e l’utilizzo, e può essere con piedi od imbottita. Tutone Termine usato per indicare un capo unico, dl solito con maniche lunghe, talvolta provvisto di cerniera od abbottonatura che va dall’inforcatura fino al collo. Capo usato come intimo notte, o come abbigliamento per stare In casa. Vestaglia Termine usato per descrivere un capo femminile o maschile di foggia varia che viene usato prima i vestirsi, di linea morbida e comoda, con maniche lunghe o corte, con apertura sul centro davanti semplice o sovrapposta, fermata dalla cintura oppure con bottoni o cerniera. Vogatore Termine usato per descrivere una canottiera realizzata in cotone o altre fibre, senza maniche, si usa come maglieria intima, oppure indossata da sola. Indumento portato dai canottieri da cui prende il nome. Il Tessuto e la Confezione: Conoscersi per Capirsi pag. 146 Manuale di Tecnologia della Confezione Sommario Cap. I Il Ciclo di Lavorazione ................................................................................ 2 I.1 Il Sistema artigianale ........................................................................ 2 I.2 Il Sistema Industriale ........................................................................ 2 I.3 I Flussi di Lavorazione dei due Sistemi............................................... 3 I.4 Il Ciclo di Lavorazione nel Sistema Industriale .................................... 4 Cap. II Le misure.................................................................................................. 5 II.1 Il Sistema Artigianale ........................................................................ 5 II.1.1 Metodologia del rilevamento delle misure di un soggetto ........ 5 II.2 Il Sistema Industriale ...................................................................... 11 II.2.1 Tabella taglie standard ........................................................ 11 II.2.2 Tabella valori di vestibilità.................................................... 13 Cap. III La progettazione del Campionario ............................................................ 15 III.1 Il Calendario Stagionale .................................................................. 15 III.1.1 Esempio di calendario stagionale (Diagramma di Gantt) ....... 16 III.2 La Definizione della Collezione ........................................................ 18 III.2.1 Analisi del campionario precedente ...................................... 18 III.2.2 Attività del reparto creativo ................................................ 18 III.2.3 Attività del reparto progettazione........................................ 32 Cap. IV La Preparazione dei Modelli ...................................................................... 38 IV.1 Lo Sviluppo Taglie .......................................................................... 38 IV.2 Il Taglio ......................................................................................... 40 IV.2.1 Il Sistema Artigianale .......................................................... 41 IV.2.2 Il Sistema Industriale .......................................................... 41 IV.2.3 I Tessuti a Fili Rettilinei (a Navetta)...................................... 42 IV.2.4 La Classificazione o Codifica dei Tessuti............................... 46 IV.2.5 Tipologie di Piazzamento .................................................... 52 IV.3 L’ Abbinamento delle Taglie............................................................. 58 IV.3.1 Il verso dei pezzi all’interno di una taglia .............................. 59 IV.3.2 Esempi di Piazzamento....................................................... 61 IV.3.3 Schema riassuntivo dei simboli............................................ 63 IV.3.4 Griglia per il Controllo di ogni Piazzamento .......................... 64 IV.4 La Preparazione del Tessuto per il Piazzamento .............................. 64 Cap. V La Sala Taglio .......................................................................................... 66 V.1 Il Disegno o Cliché.......................................................................... 66 V.1.1 Il Disegno e Taglio in Chiuso ................................................ 68 V.1.2 Il Disegno e Taglio in Aperto ................................................ 68 V.2 La Scheda Analitica per Cliché ......................................................... 70 V.3 La Faldatura o Materassaggio ......................................................... 71 V.3.1 Gli Stenditori....................................................................... 72 V.3.2 Materassaggio con Stenditore Automatico ........................... 72 V.3.3 Tipi di Faldatura .................................................................. 75 V.3.4 Accorgimenti e Controlli da effettuare durante la Faldatura ... 76 V.3.5 Capi con Tessuti a Quadri.................................................... 77 V.4 Il Taglio ......................................................................................... 85 V.4.1 Forbici elettriche ................................................................. 85 V.4.2 Taglierine Rotative .............................................................. 85 V.4.3 Taglierine verticali ............................................................... 85 V.4.4 Taglierine a nastro .............................................................. 85 V.4.5 Scheda di Lavorazione del Reparto Taglio ............................ 87 V.4.6 Preparazione del tagliato per l’immissione in cucito............... 89 Cap. VI Reparto Confezione ................................................................................ 97 VI.1 Sala cucito..................................................................................... 97 pag. i Manuale di Tecnologia della Confezione VI.1.1 Sistema di Confezione in Linea............................................ 97 VI.1.2 Sistema di Confezione a Pacco Convenzionale .................. 100 VI.2 Stiratura e Finissaggio finale ......................................................... 102 Cap. VII Le Cuciture ........................................................................................... 104 VII.1 Classificazione dei Punti di Cucitura ............................................... 104 VII.2 Struttura dei Punti di Cucitura più utilizzati..................................... 104 VII.2.1 Punto 101 ....................................................................... 104 VII.2.2 Punto 301 ....................................................................... 105 VII.2.3 Punto 400 ....................................................................... 105 VII.2.4 Punto 500 ....................................................................... 105 VII.2.5 Punto 600 ....................................................................... 106 VII.3 Classificazione dei vari tipi di cuciture ............................................ 111 Cap. VIIIDocumentazione Utilizzata nella Confezione ........................................... 113 VIII.1 Scheda del Ciclo di Lavorazione relativo all’Assemblaggio ............... 113 VIII.2 Distinta Base ............................................................................... 115 VIII.3 Scheda Tecnica del Modello .......................................................... 116 VIII.3.1 Esempio Scheda di Lavorazione della giacca ...................... 117 Cap. IX Controllo Qualità ................................................................................... 118 IX.1 Catalogo Tecnico dei Difetti sul Prodotto Finito .............................. 119 IX.1.1 Catalogo Difetti possibili su Giacca..................................... 119 IX.1.2 Catalogo Difetti possibili su Pantalone ................................ 124 IX.2 Classificazione Commerciale dei Difetti.......................................... 125 IX.3 Difetti del Tessuto ........................................................................ 126 IX.3.1 Sormonto o sovrapposizione............................................ 126 IX.3.2 Sostituzione o “cambio pezzi” .......................................... 126 IX.3.3 Spostamento tessuto....................................................... 127 IX.3.4 Eliminazione strato tessuto............................................... 127 IX.3.5 Rotazione della pezza ...................................................... 127 IX.3.6 Tessuto con frequenti difetti piccoli.................................... 127 IX.3.7 Tessuti con barrature ....................................................... 127 IX.4 Controllo Pezze........................................................................... 127 IX.4.1 Codifica dei Difetti da Segnalare sulle Pezze al controllo ...... 128 Cap. X Termini Ricorrenti nell’Abbigliamento ....................................................... 136 pag. ii Manuale di Tecnologia della Confezione Elenco Figure fig I-1 Flow-chart del Sistema Artigianale ed Industriale.................................................... 3 fig I-2 Ciclo di Lavorazione della Confezione in Serie ......................................................... 4 fig II-1 Corpo “dietro“ fig II-2 Corpo “davanti“ ............................................................. 6 fig II-3 Scollo, liv.ascel.,liv.spalle fig II-4 Liv.vita post.,larg.spalle ................................... 7 fig II-5 Livelli e circonf. su “davanti” fig II-6 Altri livelli su “davanti” ................................ 8 fig II-7 Misure per Pantaloni e Maniche fig II-8 Misure per Pantaloni e Maniche .................. 9 fig II-9 Misure Uomo .................................................................................................10 fig III-1 Esempio di Cartella Colori Tessuti .....................................................................20 fig III-2 Schizzo di un Modello di Giacca per Donna .........................................................21 fig III-3 Schizzo di un Modello di Giaccone per Donna ......................................................22 fig III-4 Associazione Modello Tessuto..........................................................................23 fig III-5 Schizzo di un Completo per Uomo .....................................................................24 fig III-6 Schizzo di una Giacca Casual per Uomo .............................................................25 fig III-7 Modello di Giubbotto con Particolari ..................................................................26 fig III-8 Modello di Pantalone con Particolari ..................................................................27 fig III-9 Associazione Modello Tessuto..........................................................................28 fig III-10 Griglia di Abbinamento Tessuto-Colore-Modello ..................................................30 fig III-11 Cartella colori Tessuto..................................................................................31 fig III-12 Sviluppo del Cartamodello di una Giacca...........................................................34 fig III-13 Sviluppo del Cartamodello di un Pantalone ........................................................35 fig IV-1 Sviluppo Taglie di un Particolare di Giacca..........................................................39 fig IV-2 Sviluppo Taglie di un Particolare di Pantalone......................................................40 fig IV-3 Elementi Principali dei Tessuti a Fili Rettilinei .......................................................43 fig IV-4 Aspetto dei Fori sul Diritto e Rovescio delle Cimose ..............................................44 fig IV-5 Altezze del Tessuto .......................................................................................45 fig IV-6 Dimensioni di Sicurezza...................................................................................46 fig IV-7 Tessuti senza Diritto Commerciale.....................................................................47 fig IV-8 Tessuti con Verso Obbligato e Semiobbligato da Disegno.......................................48 fig IV-9 Tessuti con Verso Obbligato da Finissaggio Superficiale ........................................48 fig IV-10 Tessuti con Verso Semiobbligato da Finissaggio Superficiale .................................49 fig IV-11 Verso del Velluto in Funzione del Capo .............................................................50 fig IV-12 Schema di Classificazione o Codifica dei Tessuti.................................................51 fig IV-13 Disposizione in Piedi del Modello ......................................................................52 fig IV-14 Disposizione "giù di verso" o di traverso del Modello ............................................53 fig IV-15 Disposizione in parte “in piedi” e in parte “di traverso”.........................................53 fig IV-16 Modello di Chimono Disposto “di traverso”.........................................................54 fig IV-17 Disposizione di Traverso per Valorizzazione Decorazione ......................................54 fig IV-18 Determinazione dello”sbieco”sul tessuto ...........................................................55 fig IV-19 Disposizione "in sbieco" del Modello..................................................................55 fig IV-20 Modello di Gonna a "mezza ruota"....................................................................56 fig IV-21 Disposizione COMBACIATA (es.1) ....................................................................56 fig IV-22 Disposizione COMBACIATA (es.2) ....................................................................56 fig IV-23 Simbolo della Disposizione Combaciata .............................................................57 fig IV-24 Disposizione NON COMBACIATA.......................................................................57 fig IV-25 Simbolo della Disposizione NON COMBACIATA.....................................................57 fig IV-26 Tabella dei Codici del Verso delle Taglie rispetto alla Classe di Tessuto...................58 fig IV-27 Simbolo del Pezzo ........................................................................................59 fig IV-28 Esempio di Piazzamento di Tessuti Senza Verso .................................................59 fig IV-29 Esempio di Piazzamento di tessuti con verso .....................................................60 fig IV-30 Classe 1 tg.42 – 46......................................................................................61 fig IV-31 Classe 2 tg. 40 – 44.....................................................................................61 fig IV-32 Classe 3 tg. 40 – 42.....................................................................................62 fig IV-33 Classe 4 tg. 40 – 42.....................................................................................62 fig IV-34 Tabella dei Simboli .......................................................................................63 fig V-1 Esempio di Cliché su Matrice di Carta di un Modello Sviluppato in due Taglie...............69 fig V-2 Scheda analitica per cliché...............................................................................70 fig V-3 Esempio pratico di Scheda Analitica per Cliché .....................................................71 pag. iii Manuale di Tecnologia della Confezione fig V-4 Esempio di Stenditore Meccanico (Manuale ed Automatico) ....................................74 fig V-5 Faldatura a Zig-Zag........................................................................................75 fig V-6 Faldatura Diritto contro Rovescio.......................................................................76 fig V-7 Faldatura a Diritti Combacianti ..........................................................................76 fig V-8 Esempio di Allineamento dei Quadri nella Giacca....................................................79 fig V-9 Esempio di Allineamento dei Quadri nel Pantalone..................................................80 fig V-10 Cliché per Tessuto a Quadri con Dimensione del Quadro AB-CD-DE .........................82 fig V-11 Esempio di parti Fisse e da Centrare .................................................................82 fig V-12 Esempio di Posizionamento dei Quadri di una Giacca.............................................83 fig V-13 Esempi di Tavolo con Aghi “retrattili” ................................................................84 fig V-14 Barrette in Ferro con Aghi saldati.....................................................................84 fig V-15 Esempi di Strumenti per il Taglio ......................................................................86 fig V-16 Scheda di lavorazione per Reparto taglio ...........................................................87 fig V-17 Esempio di Scheda di Lavorazione di un Reparto Taglio .........................................88 fig V-18 Flusso del Tagliato per l’Immissione in Cucito......................................................89 fig V-19 Esempio di Raggruppamento per Produzione in Linea ............................................91 fig V-20 Esempio di Etichettatura con Etichetta Soabar...................................................93 fig V-21 Esempio di Raggruppamento per Produzione a Pacco............................................94 fig VI-1 Operazioni della Confezione in Serie di un Pantalone .............................................98 fig VI-2 Esempi di Lay-out di Produzione in Linea di un Pantalone.......................................99 fig VI-3 Esempio di Lay-out di Produzione a Pacco Convenzionale .................................... 101 fig VI-4 Lay-out Stiratura in Linea ............................................................................. 103 fig VI-5 Lay-out Stiratura a Gruppi ............................................................................ 103 fig VII-1 Punti di Cucitura 100 – 200 - 300 .................................................................. 107 fig VII-2 Punti di Cucitura 300 - 400 .......................................................................... 108 fig VII-3 Punti di Cucitura 400 - 500 .......................................................................... 109 fig VII-4 Punti di Cucitura 500 - 600 .......................................................................... 110 fig VII-5 Cuciture SS LS BS FS OS EF......................................................................... 111 fig VII-6 Cuciture SSa1 SSa2 LSa1 LSa2..................................................................... 112 fig VIII-1 Esempio di Scheda per Ciclo di Lavorazione .................................................... 114 fig VIII-2 Esempio di Distinta Base ............................................................................. 115 fig VIII-3 Esempio di Scheda Tecnica del Modello.......................................................... 116 fig IX-1 Curva dei Costi di Riparazione e di Ispezione ..................................................... 119 fig IX-2 Catalogazione difetti possibili su Giacca ........................................................... 123 fig IX-3 Catalogazione difetti possibili su Pantalone ....................................................... 125 fig IX-4 Abbuono per Difetti di Categoria A .................................................................. 130 fig IX-5 Esempio di Cartellino per Identificare un Capo Difettoso ...................................... 133 pag. iv