F
Nume
La rivista è online all’indirizzo:
www.lavoro.gov.it/lavoro/europalavoro
Segreteria di redazione
e-mail: [email protected]
Fondo Sociale Europeo
Anno 5 - Numero 1 - rivista quadrimestrale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – D.G. per le politiche per l’orientamento e la formazione
iscritta al Tribunale di Roma con il n. 292 del 2 luglio 2007 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma
a
orm mente
2
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Quad
L’Europa e l’Italia di fronte alla crisi
Lavoro nell’inclusione
sociale dei detenuti
beneficiari dell’indulto
Formazione
e sicurezza
Riflessioni conclusive e sviluppi dell’iniziativa
formativa per gli ispettori del Ministero del lavoro
Fondo Sociale Europeo
009
Fo r m
Anticipazioni su risultati e indirizzi per il futuro
6
trale Anno 5 - luglio/ago
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1
L A R I V I S TA D E L L I F E L O N G L E A R N I N G
F O C U S
4
ro
Direttore responsabile:
Coordinamento redazionale:
Comitato redazionale:
Segreteria di redazione:
e-mail:
Hanno collaborato:
Stampa:
Matilde Mancini
(Direttore generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, Mlsps)
Orsola Fornara, Elena Viscusi (Mlsps)
Ludovico Albert (Upi), Monica Benincampi (Isfol), Costanza Bettoni (Tecnostruttura
delle regioni per il Fse), Silvia Ciuffini (Confartigianato), Fiorella Farinelli (Mpi),
Francesco Florenzano (Unieda), Pietro Gelardi (Cisl), Giovanna Grenga (Mpi),
Flavio Manieri (Tecnostruttura delle regioni per il Fse), Patrizia Mattioli (Mlsps),
Milena Micheletti (Uil), Dario Missaglia (Anci), Paola Nicastro (Mlsps), Paola
Nicoletti (Isfol), Armando Occhipinti (Confapi), Angelo Panvini (Mpi), Antonietta
Paone (Mur), Roberto Pettenello (Cgil), Francesco Scalco (Upter), Daniela Tebaidi
(Confindustria), Alessandra Tomai (Mlsps), Alessandro Vecchietti (Confcommercio),
Annalisa Vittore (Coordinamento tecnico delle regioni).
Arianna Fabrini (Mlsps)
[email protected]
Orsola Fornara, Monica Lippolis, Paola Patasce, Stefania Pinardi, Elena Viscusi.
Stampato in proprio presso l’editore
Gli autori degli articoli contenuti in questa pubblicazione sono i soli responsabili delle idee e
delle opinioni ivi espresse. Queste non riflettono la posizione degli enti di appartenenza né
del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Formamente - La rivista del Lifelong Learning n. 1 anno 5
Rivista quadrimestrale del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali
Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione
Via Fornovo 8 - pal. C - 00192 Roma
Iscritta al Tribunale di Roma con il n. 292 del 2 luglio 2007
Sommario
F
O
C
U
S : l’Europa e l’Italia di fronte alla crisi
Adulti:
2
3
Riferimenti
LLL
Numero
re i mma g i n a rsi
Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto
4
Formazione e sicurezza
6
Europa e dintorni
SCHEDA: Nuove raccomandazioni europee in tema di trasferimento
dei crediti e qualità dell’istruzione e formazione
In breve..........................................................................................
8
8
1
F O C U S
L’Europa e l’Italia di fronte alla crisi
ruolo del Fondo sociale europeo Il
nell’attuale contesto di crisi si rivela
fondamentale
per sostenere l’occupabilità delle persone
Il convegno di Tivoli ha aperto il dibattito europeo sul tema
L
a profonda crisi economica e finanziaria, partita dagli Stati
Uniti nell’estate del 2007, ha travolto le economie reali
di tutto il mondo generando un drastico calo dell’occupazione. L’Unione europea, già dalla fine dello scorso anno, ha
intrapreso una serie di misure volte ad attenuarne l’impatto
e a fornire strumenti utili ad un graduale ritorno ad una crescita sostenibile. Il primo documento in ordine temporale è
la Comunicazione della Commissione Dalla crisi finanziaria
alla ripresa. Un quadro d’azione europeo (COM (2008) 706 del
29.10.2008), che rappresenta un contributo della Commissione al dibattito in corso all’interno dell’Ue e con i partner
internazionali sul modo migliore di reagire alla crisi attuale e
alle sue conseguenze. A distanza di un mese con la Comunicazione Un piano europeo di ripresa economica (COM(2008) 800
del 26.11.2008) la Commissione rafforza la base per un’azione comune mediante un piano volto a contenere la crisi, a
stimolare la domanda e ad alimentare la fiducia. Il piano di
ripresa economica è stato approvato dal Consiglio dell’Unione
europea che, in occasione del vertice di Bruxelles dell’11 e 12
dicembre 2008, raccomanda all’Europa di agire in modo rapido e unito per evitare la spirale recessiva e sostenere l’economia
e l’occupazione, indicando una serie di misure e linee direttrici
di cui sia l’Ue che gli Stati membri
dovranno tenere conto.
In questo contesto, la politica di
coesione e il Fondo sociale europeo
offrono un importante contributo
alla realizzazione del piano europeo di ripresa economica. Con la
Comunicazione Politica di coesione:
investire nell’economia reale (COM
(2008) 876 del 16.12.2008) la
Commissione vuole, infatti, sottolineare l’importanza per l’economia
reale degli investimenti pianificati
nel contesto della politica di coesione. A fronte dell’applicazione di
queste misure, l’Unione europea ha
avvertito la necessità di un maggiore coordinamento per ottimizzarne
gli effetti positivi. Con la Comunicazione Guidare la ripresa in Europa
(COM (2009) 114 del 4.3.2009)
sono state definite le future iniziative necessarie per gestire la crisi e
guidare l’Ue verso la ripresa, pro-
2
muovendo un programma di riforma del settore finanziario e
riesaminando le misure adottate per sostenere la domanda, rilanciare gli investimenti e mantenere o creare posti di lavoro.
Alla luce di tutte queste azioni, il Consiglio europeo di primavera (19 e 20 marzo 2009) e i tre seminari sull’occupazione
svoltisi a Madrid, Stoccolma e Praga nell’aprile 2009 hanno
definito tre grandi priorità: salvaguardare l’occupazione, creare
posti di lavoro e promuovere la mobilità; migliorare le competenze e rispondere ai bisogni del mercato del lavoro; facilitare
l’accesso al lavoro.
Il vertice di Praga sull’occupazione del 7 maggio ha permesso
uno scambio di idee su queste priorità e di trovare un consenso su 10 specifiche azioni. Sulla base di questo sforzo comune, la Comunicazione Un impegno comune per l’occupazione
(COM(2009) 257 del 3.6.2009) propone uno sforzo ulteriore
al fine di rafforzare la cooperazione tra l’Unione e i suoi Stati
membri e tra le parti sociali sulle tre grandi priorità, per mezzo
di azioni concrete e utilizzando tutti gli strumenti comunitari
disponibili, primi fra tutti il Fondo sociale europeo e il Fondo
di adeguamento alla globalizzazione.
Il Fondo sociale europeo, in particolare, quale principale strumento finanziario attraverso il quale l’Ue investe in capitale
umano, è un elemento chiave per
sostenere l’occupazione laddove
questa risulta particolarmente colpita dalla crisi economica in corso,
come descritto nella pubblicazione
della Commissione europea The
European Social Fund: supporting
economic recovery.
Al fine di offrire un’occasione di
condivisione delle misure nazionali
adottate e di reciproco confronto
su queste tematiche, il Ministero
del lavoro, della salute e delle politiche sociali in collaborazione con
la Commissione europea ha organizzato, tra i primi paesi in Europa, il seminario internazionale Fse
e Strategia di Lisbona di fronte alla
crisi: rilanciare l’economia investendo sulla formazione, che si è tenuto
a Tivoli il 2 luglio 2009 e i cui atti
saranno integralmente pubblicati
nella serie speciale della rivista Fop,
edita dalla Direzione generale per le
politiche per l’orientamento e la formazione del Ministero del
lavoro. Nel corso del seminario, oltre a quella del nostro paese,
sono state presentate le esperienze della Francia, della Repubblica slovacca, dell’Irlanda, del Galles, della Svezia, del Belgio,
della Polonia, nonché dell’Unione europea, rappresentata dalla Commissione, e del Cedefop.
Successivamente al seminario di Tivoli, il Ministero proseguirà l’approfondimento e il dibattito su questi temi, organizzando altri incontri tecnici, rivolti ciascuno ad un pubblico
specifico. Per quanto riguarda il piano dell’azione concreta,
l’Italia ha individuato una serie di linee strategiche e operative,
facendo interagire le politiche passive, finanziate con i fondi
nazionali e le politiche attive, realizzate con il supporto del
Fondo sociale europeo. L’attuale scenario economico richiede,
R if er ime n ti
infatti, azioni urgenti per fronteggiare la crisi, per conservare e
potenziare le competenze del capitale umano e per mantenere
i lavoratori nel sistema produttivo, in particolare le categorie
più vulnerabili. I sistemi della formazione e del lavoro devono
offrire risposte tempestive, efficaci e pertinenti ai bisogni dei
lavoratori e del contesto produttivo, anche attraverso azioni in
grado di evidenziare criticità e punti di forza di interventi di
welfare to work e disegnando sulla persona interessata idonei
percorsi formativi per il mantenimento o l’accrescimento delle
competenze possedute, in modo da favorirne il rapido rientro
nel mercato del lavoro. •
Paola Patasce - Mlsps
[email protected]
a cura di Orsola Fornara – Mlsps
Percorsi di approfondimento
Ministero del lavoro, della salute e delle politiche
sociali, Dg Pof
FOP. Formazione orientamento professionale
(www.lavoro.gov.it/Lavoro/Europalavoro/SezioneEuropaLavoro/DGPOF/ProdottiEditoriali/Riviste/FOP/)
Fop speciale n. 1-2-3/2009, Emendamenti anticrisi ai Regolamenti dei Fondi strutturali 2007-2013
Fop speciale n. 5 /2008, Le misure dell’Unione europea per
la ripresa economica
FSENews. Newsletter del Fondo sociale europeo
2007-2013
Balboni C., “Regione Emilia-Romagna. Un Patto e un Piano di politiche attive per attraversare la crisi, salvaguardando
capacità produttive e professionali, occupazione, competitività e sicurezza sociale”, in FSENews n. 7, luglio 2009
Cané J., “Fse e ammortizzatori sociali in Italia. Principi e
attuazione delle misure anticrisi secondo la Commissione europea”, in FSENews n. 7, luglio 2009
Chorazy P., “La Polonia di fronte alla crisi. Le misure Fse
per alleviare le conseguenze del rallentamento economico”, in
FSENews n. 7, luglio 2009
Giugliani P., “Il contributo del Fse alla ripresa economica.
Le misure straordinarie di Bruxelles semplificano l’accesso
alle risorse dei fondi comunitari”, in FSENews n. 4, aprile
2009
Mangano G., “Risposte europee all’attuale crisi socio-economica. Un Dossier Isfol confronta le strategie adottate da sette
paesi e dalla Ce”, in FSENews n. 7, luglio 2009
Tomai A., “Le misure anticrisi dell’Italia. Il Programma di
interventi di sostegno al reddito e alle competenze per i lavoratori colpiti dalla crisi economica”, in FSENews n. 5-6,
maggio-giugno 2009
Vittore A., “La centralità delle risorse umane nell’attuale
contesto di crisi. Il Coordinamento delle Regioni punta su
condivisione e sinergie per rilanciare politiche di lungo respiro per l’istruzione e la formazione”, in FSENews n. 5-6,
maggio-giugno 2009
www.seminariofsetivoli.info
Sito informativo del seminario Fse e Strategia di Lisbona
di fronte alla crisi: rilanciare l’economia investendo sulla
formazione.
Mette a disposizione il programma, le slides degli interventi e un video sull’evento realizzato dagli allievi di un corso
di formazione cofinanziato dal Fse.
3
LLL
Adulti
r ei mma g i na r s i
Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto
È in via di conclusione il progetto con cui il Ministero del lavoro ha sostenuto il
reinserimento lavorativo e sociale di 2000 persone in esecuzione penale. Anticipiamo su
queste pagine alcuni risultati e indirizzi per il futuro
I
l progetto nasceva a seguito di un Accordo quadro per
l’inserimento lavorativo delle persone destinatarie della l.
241 del 31 luglio 2006 (la legge di concessione dell’indulto),
siglato tra il Ministero del lavoro e il Ministero della giustizia, per rispondere, insieme ad analoghe iniziative di altri
ministeri, all’emergenza successiva al provvedimento di indulto. Affidato per la sua realizzazione a Italia Lavoro spa, il
progetto mirava ad accompagnare il reinserimento lavorativo
degli ex detenuti beneficiari della legge tramite la realizzazione di 2000 tirocini formativi nelle 14 aree metropolitane del
nostro paese1. I tirocini, per i quali era previsto un compenso, potevano essere di 4 o di 6 mesi. Nel caso l’azienda fosse
successivamente interessata ad assumere la persona avuta in
tirocinio, avrebbe ricevuto un incentivo di 1000 euro.
Il progetto si è appoggiato, nei vari territori, su reti che hanno riunito i principali soggetti attivi a livello locale rispetto al
target dei detenuti: amministrazione penitenziaria, amministrazioni locali competenti (Province, e in particolar modo i
servizi per l’impiego, e Comuni, con i loro servizi sociali), e i
consorzi di cooperative sociali (Federsolidarietà-Confcooperative, LegaCoop, Agci - Associazione generale cooperative,
rete nazionale del Cnca - Coordinamento nazionale comunità di accoglienza).
Mentre l’assistenza tecnica ha curato l’attuazione concreta
del progetto, il Ministero ha indirizzato e controllato l’avanzamento delle attività a livello istituzionale, monitorandole
sia rispetto ai contenuti che alle loro modalità di svolgimento. In particolare si è cercato di raccordare quanto previsto
dal progetto sia con altre iniziative esistenti sul territorio e
realizzate dagli enti locali, per evitare sovrapposizioni e anzi
per creare sinergie positive, che con le linee di indirizzo istituzionali relative alle tematiche del progetto.
Un esempio concreto è il modello di attestato di tirocinio rilasciato ai partecipanti, proposto dal Ministero. Nell’attesta1 Torino, Genova, Milano, Venezia, Trieste, Firenze, Roma, Bologna, Napoli, Bari,
Cagliari, Catania, Messina, Palermo.
4
to vengono descritte le attività
svolte nel tirocinio: sostanzialmente rappresenta la concreta
applicazione
degli indirizzi
ministeriali per
la certificazione delle competenze e degli
apprendimenti
ottenuti nei diversi
percorsi
formativi, indirizzi che derivano dal Tavolo
nazionale sugli standard e sul libretto formativo del cittadino, istituito presso il Ministero, il quale a sua volta opera in
coerenza con i processi comunitari sulla certificazione e trasparenza dei crediti formali, non formali e informali (EQF,
ECVET, EUROPASS). La finalità è rendere esplicite e trasparenti, e quindi più spendibili, capacità e competenze delle
persone, per potenziarne l’occupabilità: aspetto importante
per tutti, e ancora di più per chi ha forti difficoltà di inserimento sociale e professionale, come è il caso dei destinatari
del progetto Indulto. L’intento del Ministero è stato quindi
quello di far confluire nell’esperienza del progetto quanto
definito nelle apposite sedi decisionali, interpretando il proprio ruolo di indirizzo non solo in senso formale, ma in maniera concreta e qualificata.
Una partenza in salita
Molte difficoltà si sono dovute affrontare, innanzi tutto
nell’intercettare le persone che potevano partecipare ai tiro-
cini formativi. Quando il progetto è partito, infatti, una parte delle persone avevano già lasciato gli istituti penitenziari
ed essendo tutelate dalla privacy, non erano più raggiungibili
individualmente. Nella maggior parte dei casi solo chi si è
rivolto spontaneamente ai servizi sociali ha potuto essere informato del progetto e, qualora interessato, usufruirne.
In secondo luogo, ci si è trovati di fronte alla debole disponibilità delle aziende ad ospitare soggetti penalizzati da più
di un fattore di pregiudizio. Questo nonostante le apposite convenzioni stipulate con le varie associazioni datoriali e
la possibilità di cumulare l’incentivo del progetto con altri
eventualmente disponibili grazie a provvedimenti regionali,
creando una sorta di sistema di convenienze.
Tuttavia, in considerazione del riscontro positivo dei territori, il Ministero ha deciso di prorogare le attività, ampliando
il target dei destinatari. È stata quindi data la possibilità di
partecipare a tutte le persone ex detenute o sottoposte a misure alternative, anche non beneficiarie dell’indulto, e domiciliate in territori anche diversi dalle 14 aree metropolitane.
Si è potuto così sfruttare il patrimonio di relazioni nel frattempo consolidatosi sul territorio, raggiungendo e superando l’obiettivo iniziale di 2000 tirocini avviati.
Qualche numero in sintesi
Nelle 12 Regioni e 46 Province coinvolte sono stati avviati
2.158 tirocini. Di questi, il 20% è stato trasformato in contratto di lavoro, un dato positivo che testimonia l’efficacia
del tirocinio formativo come strumento di reinserimento
sociale e professionale per questo target. Il tirocinio infatti
unisce l’arricchimento formativo all’aiuto economico e offre
la presenza del tutor di tirocinio, figura di grande importanza, che prende in carico la persona e la accompagna nel
percorso, a volte molto impegnativo anche dal punto di vista
psicologico, di ri-orientamento e costruzione del piano formativo individuale e nella successiva esperienza di lavoro.
I dati disponibili (al 30 aprile 2009) riguardano oltre il 70%
dei tirocini e permettono quindi alcune prime considerazioni: la quasi totalità dei tirocinanti sono di cittadinanza
italiana (93%) e di sesso maschile. Tuttavia le donne hanno
partecipato attivamente all’iniziativa, se si tiene conto che
pur rappresentando solo il 4,4% della popolazione carceraria
(tra imputati, condannati e reclusi), pesano per il 9% sul
totale dei partecipanti al progetto.
Rispetto all’età spiccano due dati: il numero di over 50, il
3,8% dei partecipanti, i quali oltre alle difficoltà tipiche del
target detenuti ed ex-detenuti presentano anche difficoltà di
inserimento dovute all’età, e i giovanissimi (18 e 19enni), il
4,8%, risultato degno di nota se si pensa che i soggetti minori sono rientrati nel progetto solo negli ultimi tre mesi di
attivazione dei tirocini.
Come prevedibile, il livello di scolarizzazione è molto basso:
più del 70% delle persone sono in possesso della sola licenza elementare (15%) o media. Coerenti con questo dato le
mansioni svolte in tirocinio: nel 33% dei casi servizi di pulizia, nel 16% giardinaggio e nel 10% edilizia. Una frazione
più contenuta, ma significativa, è stata inserita con mansioni
più elevate: attività commerciali, logistica e attività amministrative (8%). Seguono operai generici e specializzati (poco
più del 6%), artigiani (4,8%), addetti alla custodia (3,4%),
servizi alla persona (2,5%), braccianti agricoli (1,7%). Residuale l’inserimento in mansioni a qualifica elevata.
Sono Sicilia, Puglia, Lazio e Emilia-Romagna le regioni in
cui si è registrata la maggiore adesione da parte delle aziende
(più del 50%) e in cui sono stati attivati la maggior parte
dei tirocini (rispettivamente il 20,4%, il 16,7%, il 12,3%,
l’8,5%). Prevedibilmente prevalgono le società cooperative e
i loro consorzi, con oltre il 50% dei tirocinanti, grazie anche
al protocollo di intesa tra le associazioni di cooperative, e le
piccolissime imprese, con 0-15 addetti, che sono il 64%.
Sviluppi futuri
Nella fase conclusiva del progetto sono state rafforzate le
azioni di sistema, per sostenere la diffusione e la messa a regime delle attività realizzate in via sperimentale e come risposta ad una emergenza nella fase precedente. Per questo sono
partiti a marzo, e sono tutt’ora in corso, alcuni seminari di
diffusione (La Spezia, Torino, Cagliari, Roma, in previsione
anche Bari) che illustrano quanto fatto sino ad ora, anche
in parallelo con le iniziative localmente già attive grazie alle
risorse dei territori. I seminari rappresentano l’occasione per
riunire gli attori locali, verificandone la disponibilità e gettando le basi per eventuali nuove attività: costituire o potenziare i tavoli d’indirizzo regionali per programmare insieme
iniziative a livello regionale e sub-regionale, collegare varie
fonti di finanziamento, allargare la partecipazione ad altri
attori e eventuali altri progetti; trasferire e rendere durevole
nei territori l’esperienza maturata grazie al progetto, in concreto trasferendo metodologie e strumentazioni (ad esempio
la definizione dei profili di coordinatore e tutor e i relativi
moduli formativi, gli strumenti per la gestione dei tirocini
e per l’incrocio domanda/offerta finalizzata al target specifico, il lavoro di rete territoriale per coinvolgere gli attori
pubblico-privati nel percorso progettuale, l’attività svolta per
estendere la partecipazione delle imprese profit e no-profit,
i cui datori di lavoro vengono assistiti su aspetti quali: adattabilità, capacità e motivazione; regole comportamentali dei
soggetti avviati al tirocinio; tutela dei diritti sociali e civili del
lavoratore; tutoraggio aziendale; caratteristiche dell’istituto
del tirocinio). •
Orsola Fornara – Mlsps
[email protected]
5
LLL
Adulti
Formazione e Sicurezza
Il progetto, che ha formato circa 3.500 ispettori del Ministero del lavoro in tutta Italia, sta
per concludersi. Un’occasione di riflessione su quanto realizzato e sui possibili sviluppi
dell’iniziativa
S
i avvia a conclusione il progetto Adeguamento delle potenzialità ispettive alle esigenze connesse con l’implementazione della legislazione comunitaria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, finanziato dalla Direzione generale
per le politiche per l’orientamento e la formazione (Dg Pof )
e realizzato in collaborazione con la Direzione generale per
l’attività ispettiva e la Direzione generale per le risorse umane
e gli affari generali, con il supporto di Italia Lavoro spa.
Il progetto nasce dall’esperienza del progetto Call Center,
sempre realizzato con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro, per
sostenere l’applicazione della circolare ministeriale n. 17 del
14 giugno 2006 Collaborazioni coordinate e continuative nelle
modalità di progetto di cui agli artt. 61 e ss. d.lgs. 276/2003.
Call Center. Attività di vigilanza. Indicazioni operative, attraverso interventi formativi rivolti al personale ispettivo e
incontri informativi, rivolti alle aziende di call center. In seguito a tale esperienza è stato progettato un primo pacchetto
formativo di 10 giornate, realizzato a luglio 2007 e volto ad
allineare le competenze di 75 ispettori tecnici allora appena
nominati a quelle dei colleghi di maggiore esperienza.
Queste due brevi esperienze hanno consentito alle tre direzioni generali e ad Italia Lavoro di progettare un intervento
di più ampio respiro che ha realizzato, nell’arco di circa due
anni, un articolato programma di formazione destinato al
complesso del personale delle direzioni regionali e provinciali del lavoro impegnato, in 18 regioni, nell’attività ispettiva.
Finalità dell’intervento è stata quella di adeguare le competenze del personale ispettivo del Ministero con le esigenze
connesse all’implementazione della legislazione comunitaria
in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, da tempo
prioritaria per l’Unione europea: basti pensare alla Strategia
comunitaria per la salute e la sicurezza sul lavoro elaborata
nel 2002, che richiamava l’esigenza di consolidare la cultura della prevenzione dei rischi, applicare meglio le norme
esistenti e l’impostare il benessere sul lavoro, temi poi ripresi nel Quadro strategico nazionale 2007-2013, documento
di riferimento nazionale per la programmazione dei fondi
strutturali, e a cascata nelle azioni di sistema previste dai
nostri Programmi operativi nazionali finanziati dal Fondo
sociale europeo. Il progetto rientra dunque tra le azioni di sistema del Ministero, ovvero quegli interventi che utilizzano
la formazione professionale come strumento per qualificare,
in questo caso specifico, il sistema dei controlli concernenti
6
la sicurezza e la salute sul lavoro e la sua regolarità.
Il nucleo centrale dell’intervento, approvato dalle organizzazioni sindacali che rappresentano il personale del Ministero
del lavoro, prevedeva una prima fase dedicata alla formazione di un gruppo di 534 ispettori destinati, nella seconda fase,
a svolgere il ruolo di formatori dei loro colleghi sul territorio.
Per questi ultimi sono stati realizzati 6 diversi percorsi formativi (vigilanza cantieri e tecniche di gestione d’aula; procedimento ispettivo; diffida accertativa e conciliazione monocratica; prevenzione e sicurezza sul lavoro: il nuovo testo unico;
sicurezza nei cantieri: nuova disciplina; lavoro sommerso e
appalti) erogati complessivamente a 3443 partecipanti, tra
accertatori, accertatori neoassunti, ispettori dell’area tecnica,
ispettori dell’area amministrativa, personale di supporto a
livello territoriale.
Tale programma formativo è stato completato da altri interventi progettati in corso d’opera per venire incontro a nuove
esigenze. Si tratta, in particolare, di:
- seminari realizzati con una delegazione di ispettori francesi ed una di ispettori spagnoli per il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia ispettiva,
- seminari e incontri per la sperimentazione delle mappe
delle aziende a rischio di lavoro sommerso effettuata in 7
province, con il coinvolgimento di 24 ispettori.
Tre i punti di forza del progetto, che possono servire da riferimento anche per futuri interventi simili.
In primo luogo, è importante evidenziare come l’intera gestione del progetto sia stata seguita con costanza dalle tre
Direzioni generali coinvolte, ciascuna per quanto di sua
competenza, attraverso stretti contatti e riunioni operative
che hanno visto la partecipazione anche di Italia Lavoro. La
definizione degli ambiti di intervento delle diverse Direzioni (la gestione amministrativa, la supervisione sulla tenuta
generale del progetto e i rapporti con Italia Lavoro per la
Dg Pof, la definizione dei contenuti per la Dg per l’Attività
ispettiva e i contatti con il territorio per l’identificazione e le
convocazioni dei partecipanti ai diversi moduli formativi per
la Dg Risorse umane e affari generali) ha fatto sì che la pluralità di soggetti coinvolti nel progetto non abbia rappresentato un elemento di complicazione, ma un fattore di efficienza.
L’Amministrazione nel suo complesso ha quindi potuto agire
con la flessibilità e la dinamicità richieste dalle esigenze via
via sopravvenute, comprese le modifiche del quadro norma-
tivo di riferimento, e quindi accompagnare efficacemente il
mutamento con un approccio orientato al risultato.
Un secondo aspetto da sottolineare è rappresentato dall’utilizzo concreto che l’Amministrazione ha fatto dei risultati
della valutazione emersi in relazione alle due brevi esperienze
che hanno preceduto questo intervento (progetto Call Center e Formazione per gli ispettori tecnici di nuova nomina).
Se la prima ha, infatti, consentito di affinare soprattutto gli
aspetti relativi alla logistica ed alla distribuzione territoriale
degli interventi, il corso per gli ispettori di nuova nomina
ha consentito di ricalibrare l’organizzazione e la qualità della
didattica. Sono state, infatti, proprio le valutazioni espresse
dai corsisti che hanno suggerito di:
- elaborare moduli formativi di breve durata, utili per garantire la più ampia partecipazione senza sguarnire di
personale gli uffici di provenienza;
- rafforzare le competenze didattiche dei docenti, attraverso un apposito modulo formativo sulle tecniche di
gestione d’aula e di comunicazione, utile per un miglior
coinvolgimento dei corsisti in aula;
- pubblicare su un sito dedicato i materiali didattici e gli
approfondimenti in materia.
Un ultimo elemento di riflessione, infine, è rappresentato dal
fatto che, oltre all’adeguamento delle competenze del proprio personale ispettivo ad una materia molto complessa e
in rapida evoluzione per migliorare il sistema dei controlli
per la salute e la sicurezza, il Ministero abbia voluto puntare
anche ad un’azione che ricadesse positivamente sull’organizzazione del lavoro nella sua complessità, sia a tutela di chi
lavora, che all’ausilio del datore di lavoro. In questo senso,
quindi, il progetto rappresenta un buon esempio di come le
risorse comunitarie, in particolare quelle del Fse disponibili
sui due Programmi operativi del Ministero del lavoro, possono essere utilizzate per rispondere efficacemente ad esigenze
concrete e immediate di aggiornamento e adeguamento delle
competenze in settori strategici come quello della sicurezza e
qualità del lavoro e realizzare così azioni di sistema che incidano effettivamente sul funzionamento dell’amministrazione e diano risultati duraturi e strutturali. A conferma di ciò
la Dg Pof e la Dg per l’Attività ispettiva hanno sottoscritto
un Accordo in base al quale quest’ultima realizzerà ulteriori
interventi formativi, sempre nell’ambito del Programmi operativi del Ministero. •
Elena Viscusi – Mlsps
[email protected]
Riferimenti
www.progettoformazionesicurezza.it: sito del
progetto di formazione del Ministero del lavoro, della
salute e delle politiche sociali rivolto al personale
ispettivo del Ministero.
7
Europa e
dintorni
Nuove raccomandazioni europee in tema di trasferimento dei crediti
e qualità dell’istruzione e formazione.
Sono state adottate il 18 luglio 2009 le Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio ECVET e EQARF.
La Raccomandazione ECVET (European Credit system for Vocational Education and Training), ovvero Sistema europeo di trasferimento dei crediti per l’istruzione e formazione professionale delinea un quadro metodologico comune volto ad agevolare il trasferimento di crediti per i risultati dell’apprendimento tra sistemi di qualifiche o
tra percorsi di apprendimento. Mira inoltre ad incentivare la mobilità legata allo studio durante la prima formazione professionale, facilitando il riconoscimento dei risultati formativi ottenuti all’estero, nel paese d’appartenenza del lavoratore.
La Raccomandazione EQARF - Quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionale prevede l’uso e l’ulteriore sviluppo del Quadro comune europeo per la garanzia di qualità (ciclo della qualità: programmazione,
sviluppo, valutazione e revisione dei sistemi ai diversi livelli), dei criteri di qualità, dei descrittori e degli indicatori. Già attiva a partire
dal 2005, la Rete europea sulla garanzia di qualità nell’istruzione e formazione professionale (ENQA-VET) viene ulteriormente aggiornata con la Raccomandazione. Nell’ambito di tale Rete sono stati elaborati alcuni strumenti (autovalutazione, quadro comune
europeo per la garanzia di qualità) ed è stata decisa l’istituzione del Punto di contatto nazionale per la loro diffusione presso l’Isfol.
Monica Lippolis - Mlsps
[email protected]
Indagine nazionale
sull’orientamento
Apprendistato
un sistema plurale
X° rapporto di
monitoraggio.
Annualità 2006-2007
e 2007-2008.
Il volume è l’esito di un’analisi sui rapporti
di monitoraggio presentati dalle Regioni
nel corso del 2007 e del 2008, svolta
dal gruppo di lavoro sull’apprendistato
dell’area politiche e offerte per la
formazione iniziale e permanente
dell’Isfol, con il coordinamento di
Sandra D’Agostino. I dati quantitativi
si basano sui volumi di occupazione
rilevati nelle annualità 2006-2007, le
informazioni qualitative descrivono
l’evoluzione dei sistemi territoriali
in relazione alla regolamentazione
e all’offerta formativa pubblica.
Il volume è disponibile sul sito
Europalavoro, sezione Novità
(data 8.6.2009).
8
L’Isfol,
area
politiche
per l’orientamento, in sinergia con il Ministero del lavoro, della
salute e delle politiche sociali, sta avviando la prima Indagine nazionale
sullo stato dell’orientamento in Italia che confluirà nel Rapporto nazionale
sull’orientamento. L’indagine - svolta a livello nazionale, ma definita e
differenziata per Regione - è finalizzata al censimento di tutti i soggetti, pubblici
e privati, che erogano servizi di orientamento nei diversi contesti: istruzione,
formazione, università, lavoro e aziende.
Tutte le strutture che parteciperanno al progetto potranno:
• figurare nell’Archivio nazionale dell’orientamento, la banca dati che sarà
aggiornata di anno in anno e pubblicata on line, all’interno del quale sarà
possibile trovare gli indirizzi e le caratteristiche di tutte le strutture censite;
• entrare in un network nazionale, restando in contatto con l’Isfol e ricevendo
informazioni sugli eventi più significativi a livello nazionale e internazionale;
• far sentire la propria voce e dare un contributo concreto, attraverso la propria
esperienza;
• partecipare agli eventi organizzati sul territorio con le istituzioni;
• contribuire alla realizzazione del Rapporto nazionale sull’orientamento.
Per partecipare è prevista, per l’anno 2009, la compilazione di un apposito
questionario differenziato in base al proprio contesto di riferimento. Il questionario
è disponibile sul sito web dedicato al progetto: www.rapporto-orientamento.it o
si potrà richiedere, in forma cartacea, direttamente ai promotori del progetto.
Negli anni successivi verranno realizzati approfondimenti dei dati attraverso
interviste, focus-group e studi di casi, dando, in questo modo, rilievo alle
differenze e alle specificità delle singole Regioni. I risultati dell’indagine saranno
pubblicati nel Rapporto nazionale sull’orientamento, un volume interamente
dedicato al mondo dell’orientamento, che si propone, anno dopo anno, di
descrivere lo stato dell’arte e di restituirne una fotografia ragionata.
Per maggiori informazioni è possibile inviare una e-mail all’indirizzo
[email protected] oppure contattare l’area politiche per
l’orientamento dell’Isfol. Per ulteriori informazioni sul progetto:
www.rapporto-orientamento.it.
Direttore responsabile:
Coordinamento redazionale:
Comitato redazionale:
Segreteria di redazione:
e-mail:
Hanno collaborato:
Stampa:
Matilde Mancini
(Direttore generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, Mlsps)
Orsola Fornara, Elena Viscusi (Mlsps)
Ludovico Albert (Upi), Monica Benincampi (Isfol), Costanza Bettoni (Tecnostruttura
delle regioni per il Fse), Silvia Ciuffini (Confartigianato), Fiorella Farinelli (Mpi),
Francesco Florenzano (Unieda), Pietro Gelardi (Cisl), Giovanna Grenga (Mpi),
Flavio Manieri (Tecnostruttura delle regioni per il Fse), Patrizia Mattioli (Mlsps),
Milena Micheletti (Uil), Dario Missaglia (Anci), Paola Nicastro (Mlsps), Paola
Nicoletti (Isfol), Armando Occhipinti (Confapi), Angelo Panvini (Mpi), Antonietta
Paone (Mur), Roberto Pettenello (Cgil), Francesco Scalco (Upter), Daniela Tebaidi
(Confindustria), Alessandra Tomai (Mlsps), Alessandro Vecchietti (Confcommercio),
Annalisa Vittore (Coordinamento tecnico delle regioni).
Arianna Fabrini (Mlsps)
[email protected]
Orsola Fornara, Monica Lippolis, Paola Patasce, Stefania Pinardi, Elena Viscusi.
Stampato in proprio presso l’editore
Gli autori degli articoli contenuti in questa pubblicazione sono i soli responsabili delle idee e
delle opinioni ivi espresse. Queste non riflettono la posizione degli enti di appartenenza né
del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Formamente - La rivista del Lifelong Learning n. 1 anno 5
Rivista quadrimestrale del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali
Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione
Via Fornovo 8 - pal. C - 00192 Roma
Iscritta al Tribunale di Roma con il n. 292 del 2 luglio 2007
F
Nume
La rivista è online all’indirizzo:
www.lavoro.gov.it/lavoro/europalavoro
Segreteria di redazione
e-mail: [email protected]
Fondo Sociale Europeo
Anno 5 - Numero 1 - rivista quadrimestrale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – D.G. per le politiche per l’orientamento e la formazione
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L’Europa e l’Italia di fronte alla crisi
Lavoro nell’inclusione
sociale dei detenuti
beneficiari dell’indulto
Formazione
e sicurezza
Riflessioni conclusive e sviluppi dell’iniziativa
formativa per gli ispettori del Ministero del lavoro
Fondo Sociale Europeo
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Anticipazioni su risultati e indirizzi per il futuro
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Formamente n. 1/09