F Nume La rivista è online all’indirizzo: www.lavoro.gov.it/lavoro/europalavoro Segreteria di redazione e-mail: [email protected] Fondo Sociale Europeo Anno 5 - Numero 1 - rivista quadrimestrale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – D.G. per le politiche per l’orientamento e la formazione iscritta al Tribunale di Roma con il n. 292 del 2 luglio 2007 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma a orm mente 2 rimes Quad L’Europa e l’Italia di fronte alla crisi Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto Formazione e sicurezza Riflessioni conclusive e sviluppi dell’iniziativa formativa per gli ispettori del Ministero del lavoro Fondo Sociale Europeo 009 Fo r m Anticipazioni su risultati e indirizzi per il futuro 6 trale Anno 5 - luglio/ago sto 2 1 L A R I V I S TA D E L L I F E L O N G L E A R N I N G F O C U S 4 ro Direttore responsabile: Coordinamento redazionale: Comitato redazionale: Segreteria di redazione: e-mail: Hanno collaborato: Stampa: Matilde Mancini (Direttore generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, Mlsps) Orsola Fornara, Elena Viscusi (Mlsps) Ludovico Albert (Upi), Monica Benincampi (Isfol), Costanza Bettoni (Tecnostruttura delle regioni per il Fse), Silvia Ciuffini (Confartigianato), Fiorella Farinelli (Mpi), Francesco Florenzano (Unieda), Pietro Gelardi (Cisl), Giovanna Grenga (Mpi), Flavio Manieri (Tecnostruttura delle regioni per il Fse), Patrizia Mattioli (Mlsps), Milena Micheletti (Uil), Dario Missaglia (Anci), Paola Nicastro (Mlsps), Paola Nicoletti (Isfol), Armando Occhipinti (Confapi), Angelo Panvini (Mpi), Antonietta Paone (Mur), Roberto Pettenello (Cgil), Francesco Scalco (Upter), Daniela Tebaidi (Confindustria), Alessandra Tomai (Mlsps), Alessandro Vecchietti (Confcommercio), Annalisa Vittore (Coordinamento tecnico delle regioni). Arianna Fabrini (Mlsps) [email protected] Orsola Fornara, Monica Lippolis, Paola Patasce, Stefania Pinardi, Elena Viscusi. Stampato in proprio presso l’editore Gli autori degli articoli contenuti in questa pubblicazione sono i soli responsabili delle idee e delle opinioni ivi espresse. Queste non riflettono la posizione degli enti di appartenenza né del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Formamente - La rivista del Lifelong Learning n. 1 anno 5 Rivista quadrimestrale del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione Via Fornovo 8 - pal. C - 00192 Roma Iscritta al Tribunale di Roma con il n. 292 del 2 luglio 2007 Sommario F O C U S : l’Europa e l’Italia di fronte alla crisi Adulti: 2 3 Riferimenti LLL Numero re i mma g i n a rsi Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto 4 Formazione e sicurezza 6 Europa e dintorni SCHEDA: Nuove raccomandazioni europee in tema di trasferimento dei crediti e qualità dell’istruzione e formazione In breve.......................................................................................... 8 8 1 F O C U S L’Europa e l’Italia di fronte alla crisi ruolo del Fondo sociale europeo Il nell’attuale contesto di crisi si rivela fondamentale per sostenere l’occupabilità delle persone Il convegno di Tivoli ha aperto il dibattito europeo sul tema L a profonda crisi economica e finanziaria, partita dagli Stati Uniti nell’estate del 2007, ha travolto le economie reali di tutto il mondo generando un drastico calo dell’occupazione. L’Unione europea, già dalla fine dello scorso anno, ha intrapreso una serie di misure volte ad attenuarne l’impatto e a fornire strumenti utili ad un graduale ritorno ad una crescita sostenibile. Il primo documento in ordine temporale è la Comunicazione della Commissione Dalla crisi finanziaria alla ripresa. Un quadro d’azione europeo (COM (2008) 706 del 29.10.2008), che rappresenta un contributo della Commissione al dibattito in corso all’interno dell’Ue e con i partner internazionali sul modo migliore di reagire alla crisi attuale e alle sue conseguenze. A distanza di un mese con la Comunicazione Un piano europeo di ripresa economica (COM(2008) 800 del 26.11.2008) la Commissione rafforza la base per un’azione comune mediante un piano volto a contenere la crisi, a stimolare la domanda e ad alimentare la fiducia. Il piano di ripresa economica è stato approvato dal Consiglio dell’Unione europea che, in occasione del vertice di Bruxelles dell’11 e 12 dicembre 2008, raccomanda all’Europa di agire in modo rapido e unito per evitare la spirale recessiva e sostenere l’economia e l’occupazione, indicando una serie di misure e linee direttrici di cui sia l’Ue che gli Stati membri dovranno tenere conto. In questo contesto, la politica di coesione e il Fondo sociale europeo offrono un importante contributo alla realizzazione del piano europeo di ripresa economica. Con la Comunicazione Politica di coesione: investire nell’economia reale (COM (2008) 876 del 16.12.2008) la Commissione vuole, infatti, sottolineare l’importanza per l’economia reale degli investimenti pianificati nel contesto della politica di coesione. A fronte dell’applicazione di queste misure, l’Unione europea ha avvertito la necessità di un maggiore coordinamento per ottimizzarne gli effetti positivi. Con la Comunicazione Guidare la ripresa in Europa (COM (2009) 114 del 4.3.2009) sono state definite le future iniziative necessarie per gestire la crisi e guidare l’Ue verso la ripresa, pro- 2 muovendo un programma di riforma del settore finanziario e riesaminando le misure adottate per sostenere la domanda, rilanciare gli investimenti e mantenere o creare posti di lavoro. Alla luce di tutte queste azioni, il Consiglio europeo di primavera (19 e 20 marzo 2009) e i tre seminari sull’occupazione svoltisi a Madrid, Stoccolma e Praga nell’aprile 2009 hanno definito tre grandi priorità: salvaguardare l’occupazione, creare posti di lavoro e promuovere la mobilità; migliorare le competenze e rispondere ai bisogni del mercato del lavoro; facilitare l’accesso al lavoro. Il vertice di Praga sull’occupazione del 7 maggio ha permesso uno scambio di idee su queste priorità e di trovare un consenso su 10 specifiche azioni. Sulla base di questo sforzo comune, la Comunicazione Un impegno comune per l’occupazione (COM(2009) 257 del 3.6.2009) propone uno sforzo ulteriore al fine di rafforzare la cooperazione tra l’Unione e i suoi Stati membri e tra le parti sociali sulle tre grandi priorità, per mezzo di azioni concrete e utilizzando tutti gli strumenti comunitari disponibili, primi fra tutti il Fondo sociale europeo e il Fondo di adeguamento alla globalizzazione. Il Fondo sociale europeo, in particolare, quale principale strumento finanziario attraverso il quale l’Ue investe in capitale umano, è un elemento chiave per sostenere l’occupazione laddove questa risulta particolarmente colpita dalla crisi economica in corso, come descritto nella pubblicazione della Commissione europea The European Social Fund: supporting economic recovery. Al fine di offrire un’occasione di condivisione delle misure nazionali adottate e di reciproco confronto su queste tematiche, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali in collaborazione con la Commissione europea ha organizzato, tra i primi paesi in Europa, il seminario internazionale Fse e Strategia di Lisbona di fronte alla crisi: rilanciare l’economia investendo sulla formazione, che si è tenuto a Tivoli il 2 luglio 2009 e i cui atti saranno integralmente pubblicati nella serie speciale della rivista Fop, edita dalla Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione del Ministero del lavoro. Nel corso del seminario, oltre a quella del nostro paese, sono state presentate le esperienze della Francia, della Repubblica slovacca, dell’Irlanda, del Galles, della Svezia, del Belgio, della Polonia, nonché dell’Unione europea, rappresentata dalla Commissione, e del Cedefop. Successivamente al seminario di Tivoli, il Ministero proseguirà l’approfondimento e il dibattito su questi temi, organizzando altri incontri tecnici, rivolti ciascuno ad un pubblico specifico. Per quanto riguarda il piano dell’azione concreta, l’Italia ha individuato una serie di linee strategiche e operative, facendo interagire le politiche passive, finanziate con i fondi nazionali e le politiche attive, realizzate con il supporto del Fondo sociale europeo. L’attuale scenario economico richiede, R if er ime n ti infatti, azioni urgenti per fronteggiare la crisi, per conservare e potenziare le competenze del capitale umano e per mantenere i lavoratori nel sistema produttivo, in particolare le categorie più vulnerabili. I sistemi della formazione e del lavoro devono offrire risposte tempestive, efficaci e pertinenti ai bisogni dei lavoratori e del contesto produttivo, anche attraverso azioni in grado di evidenziare criticità e punti di forza di interventi di welfare to work e disegnando sulla persona interessata idonei percorsi formativi per il mantenimento o l’accrescimento delle competenze possedute, in modo da favorirne il rapido rientro nel mercato del lavoro. • Paola Patasce - Mlsps [email protected] a cura di Orsola Fornara – Mlsps Percorsi di approfondimento Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Dg Pof FOP. Formazione orientamento professionale (www.lavoro.gov.it/Lavoro/Europalavoro/SezioneEuropaLavoro/DGPOF/ProdottiEditoriali/Riviste/FOP/) Fop speciale n. 1-2-3/2009, Emendamenti anticrisi ai Regolamenti dei Fondi strutturali 2007-2013 Fop speciale n. 5 /2008, Le misure dell’Unione europea per la ripresa economica FSENews. Newsletter del Fondo sociale europeo 2007-2013 Balboni C., “Regione Emilia-Romagna. Un Patto e un Piano di politiche attive per attraversare la crisi, salvaguardando capacità produttive e professionali, occupazione, competitività e sicurezza sociale”, in FSENews n. 7, luglio 2009 Cané J., “Fse e ammortizzatori sociali in Italia. Principi e attuazione delle misure anticrisi secondo la Commissione europea”, in FSENews n. 7, luglio 2009 Chorazy P., “La Polonia di fronte alla crisi. Le misure Fse per alleviare le conseguenze del rallentamento economico”, in FSENews n. 7, luglio 2009 Giugliani P., “Il contributo del Fse alla ripresa economica. Le misure straordinarie di Bruxelles semplificano l’accesso alle risorse dei fondi comunitari”, in FSENews n. 4, aprile 2009 Mangano G., “Risposte europee all’attuale crisi socio-economica. Un Dossier Isfol confronta le strategie adottate da sette paesi e dalla Ce”, in FSENews n. 7, luglio 2009 Tomai A., “Le misure anticrisi dell’Italia. Il Programma di interventi di sostegno al reddito e alle competenze per i lavoratori colpiti dalla crisi economica”, in FSENews n. 5-6, maggio-giugno 2009 Vittore A., “La centralità delle risorse umane nell’attuale contesto di crisi. Il Coordinamento delle Regioni punta su condivisione e sinergie per rilanciare politiche di lungo respiro per l’istruzione e la formazione”, in FSENews n. 5-6, maggio-giugno 2009 www.seminariofsetivoli.info Sito informativo del seminario Fse e Strategia di Lisbona di fronte alla crisi: rilanciare l’economia investendo sulla formazione. Mette a disposizione il programma, le slides degli interventi e un video sull’evento realizzato dagli allievi di un corso di formazione cofinanziato dal Fse. 3 LLL Adulti r ei mma g i na r s i Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto È in via di conclusione il progetto con cui il Ministero del lavoro ha sostenuto il reinserimento lavorativo e sociale di 2000 persone in esecuzione penale. Anticipiamo su queste pagine alcuni risultati e indirizzi per il futuro I l progetto nasceva a seguito di un Accordo quadro per l’inserimento lavorativo delle persone destinatarie della l. 241 del 31 luglio 2006 (la legge di concessione dell’indulto), siglato tra il Ministero del lavoro e il Ministero della giustizia, per rispondere, insieme ad analoghe iniziative di altri ministeri, all’emergenza successiva al provvedimento di indulto. Affidato per la sua realizzazione a Italia Lavoro spa, il progetto mirava ad accompagnare il reinserimento lavorativo degli ex detenuti beneficiari della legge tramite la realizzazione di 2000 tirocini formativi nelle 14 aree metropolitane del nostro paese1. I tirocini, per i quali era previsto un compenso, potevano essere di 4 o di 6 mesi. Nel caso l’azienda fosse successivamente interessata ad assumere la persona avuta in tirocinio, avrebbe ricevuto un incentivo di 1000 euro. Il progetto si è appoggiato, nei vari territori, su reti che hanno riunito i principali soggetti attivi a livello locale rispetto al target dei detenuti: amministrazione penitenziaria, amministrazioni locali competenti (Province, e in particolar modo i servizi per l’impiego, e Comuni, con i loro servizi sociali), e i consorzi di cooperative sociali (Federsolidarietà-Confcooperative, LegaCoop, Agci - Associazione generale cooperative, rete nazionale del Cnca - Coordinamento nazionale comunità di accoglienza). Mentre l’assistenza tecnica ha curato l’attuazione concreta del progetto, il Ministero ha indirizzato e controllato l’avanzamento delle attività a livello istituzionale, monitorandole sia rispetto ai contenuti che alle loro modalità di svolgimento. In particolare si è cercato di raccordare quanto previsto dal progetto sia con altre iniziative esistenti sul territorio e realizzate dagli enti locali, per evitare sovrapposizioni e anzi per creare sinergie positive, che con le linee di indirizzo istituzionali relative alle tematiche del progetto. Un esempio concreto è il modello di attestato di tirocinio rilasciato ai partecipanti, proposto dal Ministero. Nell’attesta1 Torino, Genova, Milano, Venezia, Trieste, Firenze, Roma, Bologna, Napoli, Bari, Cagliari, Catania, Messina, Palermo. 4 to vengono descritte le attività svolte nel tirocinio: sostanzialmente rappresenta la concreta applicazione degli indirizzi ministeriali per la certificazione delle competenze e degli apprendimenti ottenuti nei diversi percorsi formativi, indirizzi che derivano dal Tavolo nazionale sugli standard e sul libretto formativo del cittadino, istituito presso il Ministero, il quale a sua volta opera in coerenza con i processi comunitari sulla certificazione e trasparenza dei crediti formali, non formali e informali (EQF, ECVET, EUROPASS). La finalità è rendere esplicite e trasparenti, e quindi più spendibili, capacità e competenze delle persone, per potenziarne l’occupabilità: aspetto importante per tutti, e ancora di più per chi ha forti difficoltà di inserimento sociale e professionale, come è il caso dei destinatari del progetto Indulto. L’intento del Ministero è stato quindi quello di far confluire nell’esperienza del progetto quanto definito nelle apposite sedi decisionali, interpretando il proprio ruolo di indirizzo non solo in senso formale, ma in maniera concreta e qualificata. Una partenza in salita Molte difficoltà si sono dovute affrontare, innanzi tutto nell’intercettare le persone che potevano partecipare ai tiro- cini formativi. Quando il progetto è partito, infatti, una parte delle persone avevano già lasciato gli istituti penitenziari ed essendo tutelate dalla privacy, non erano più raggiungibili individualmente. Nella maggior parte dei casi solo chi si è rivolto spontaneamente ai servizi sociali ha potuto essere informato del progetto e, qualora interessato, usufruirne. In secondo luogo, ci si è trovati di fronte alla debole disponibilità delle aziende ad ospitare soggetti penalizzati da più di un fattore di pregiudizio. Questo nonostante le apposite convenzioni stipulate con le varie associazioni datoriali e la possibilità di cumulare l’incentivo del progetto con altri eventualmente disponibili grazie a provvedimenti regionali, creando una sorta di sistema di convenienze. Tuttavia, in considerazione del riscontro positivo dei territori, il Ministero ha deciso di prorogare le attività, ampliando il target dei destinatari. È stata quindi data la possibilità di partecipare a tutte le persone ex detenute o sottoposte a misure alternative, anche non beneficiarie dell’indulto, e domiciliate in territori anche diversi dalle 14 aree metropolitane. Si è potuto così sfruttare il patrimonio di relazioni nel frattempo consolidatosi sul territorio, raggiungendo e superando l’obiettivo iniziale di 2000 tirocini avviati. Qualche numero in sintesi Nelle 12 Regioni e 46 Province coinvolte sono stati avviati 2.158 tirocini. Di questi, il 20% è stato trasformato in contratto di lavoro, un dato positivo che testimonia l’efficacia del tirocinio formativo come strumento di reinserimento sociale e professionale per questo target. Il tirocinio infatti unisce l’arricchimento formativo all’aiuto economico e offre la presenza del tutor di tirocinio, figura di grande importanza, che prende in carico la persona e la accompagna nel percorso, a volte molto impegnativo anche dal punto di vista psicologico, di ri-orientamento e costruzione del piano formativo individuale e nella successiva esperienza di lavoro. I dati disponibili (al 30 aprile 2009) riguardano oltre il 70% dei tirocini e permettono quindi alcune prime considerazioni: la quasi totalità dei tirocinanti sono di cittadinanza italiana (93%) e di sesso maschile. Tuttavia le donne hanno partecipato attivamente all’iniziativa, se si tiene conto che pur rappresentando solo il 4,4% della popolazione carceraria (tra imputati, condannati e reclusi), pesano per il 9% sul totale dei partecipanti al progetto. Rispetto all’età spiccano due dati: il numero di over 50, il 3,8% dei partecipanti, i quali oltre alle difficoltà tipiche del target detenuti ed ex-detenuti presentano anche difficoltà di inserimento dovute all’età, e i giovanissimi (18 e 19enni), il 4,8%, risultato degno di nota se si pensa che i soggetti minori sono rientrati nel progetto solo negli ultimi tre mesi di attivazione dei tirocini. Come prevedibile, il livello di scolarizzazione è molto basso: più del 70% delle persone sono in possesso della sola licenza elementare (15%) o media. Coerenti con questo dato le mansioni svolte in tirocinio: nel 33% dei casi servizi di pulizia, nel 16% giardinaggio e nel 10% edilizia. Una frazione più contenuta, ma significativa, è stata inserita con mansioni più elevate: attività commerciali, logistica e attività amministrative (8%). Seguono operai generici e specializzati (poco più del 6%), artigiani (4,8%), addetti alla custodia (3,4%), servizi alla persona (2,5%), braccianti agricoli (1,7%). Residuale l’inserimento in mansioni a qualifica elevata. Sono Sicilia, Puglia, Lazio e Emilia-Romagna le regioni in cui si è registrata la maggiore adesione da parte delle aziende (più del 50%) e in cui sono stati attivati la maggior parte dei tirocini (rispettivamente il 20,4%, il 16,7%, il 12,3%, l’8,5%). Prevedibilmente prevalgono le società cooperative e i loro consorzi, con oltre il 50% dei tirocinanti, grazie anche al protocollo di intesa tra le associazioni di cooperative, e le piccolissime imprese, con 0-15 addetti, che sono il 64%. Sviluppi futuri Nella fase conclusiva del progetto sono state rafforzate le azioni di sistema, per sostenere la diffusione e la messa a regime delle attività realizzate in via sperimentale e come risposta ad una emergenza nella fase precedente. Per questo sono partiti a marzo, e sono tutt’ora in corso, alcuni seminari di diffusione (La Spezia, Torino, Cagliari, Roma, in previsione anche Bari) che illustrano quanto fatto sino ad ora, anche in parallelo con le iniziative localmente già attive grazie alle risorse dei territori. I seminari rappresentano l’occasione per riunire gli attori locali, verificandone la disponibilità e gettando le basi per eventuali nuove attività: costituire o potenziare i tavoli d’indirizzo regionali per programmare insieme iniziative a livello regionale e sub-regionale, collegare varie fonti di finanziamento, allargare la partecipazione ad altri attori e eventuali altri progetti; trasferire e rendere durevole nei territori l’esperienza maturata grazie al progetto, in concreto trasferendo metodologie e strumentazioni (ad esempio la definizione dei profili di coordinatore e tutor e i relativi moduli formativi, gli strumenti per la gestione dei tirocini e per l’incrocio domanda/offerta finalizzata al target specifico, il lavoro di rete territoriale per coinvolgere gli attori pubblico-privati nel percorso progettuale, l’attività svolta per estendere la partecipazione delle imprese profit e no-profit, i cui datori di lavoro vengono assistiti su aspetti quali: adattabilità, capacità e motivazione; regole comportamentali dei soggetti avviati al tirocinio; tutela dei diritti sociali e civili del lavoratore; tutoraggio aziendale; caratteristiche dell’istituto del tirocinio). • Orsola Fornara – Mlsps [email protected] 5 LLL Adulti Formazione e Sicurezza Il progetto, che ha formato circa 3.500 ispettori del Ministero del lavoro in tutta Italia, sta per concludersi. Un’occasione di riflessione su quanto realizzato e sui possibili sviluppi dell’iniziativa S i avvia a conclusione il progetto Adeguamento delle potenzialità ispettive alle esigenze connesse con l’implementazione della legislazione comunitaria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, finanziato dalla Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione (Dg Pof ) e realizzato in collaborazione con la Direzione generale per l’attività ispettiva e la Direzione generale per le risorse umane e gli affari generali, con il supporto di Italia Lavoro spa. Il progetto nasce dall’esperienza del progetto Call Center, sempre realizzato con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro, per sostenere l’applicazione della circolare ministeriale n. 17 del 14 giugno 2006 Collaborazioni coordinate e continuative nelle modalità di progetto di cui agli artt. 61 e ss. d.lgs. 276/2003. Call Center. Attività di vigilanza. Indicazioni operative, attraverso interventi formativi rivolti al personale ispettivo e incontri informativi, rivolti alle aziende di call center. In seguito a tale esperienza è stato progettato un primo pacchetto formativo di 10 giornate, realizzato a luglio 2007 e volto ad allineare le competenze di 75 ispettori tecnici allora appena nominati a quelle dei colleghi di maggiore esperienza. Queste due brevi esperienze hanno consentito alle tre direzioni generali e ad Italia Lavoro di progettare un intervento di più ampio respiro che ha realizzato, nell’arco di circa due anni, un articolato programma di formazione destinato al complesso del personale delle direzioni regionali e provinciali del lavoro impegnato, in 18 regioni, nell’attività ispettiva. Finalità dell’intervento è stata quella di adeguare le competenze del personale ispettivo del Ministero con le esigenze connesse all’implementazione della legislazione comunitaria in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, da tempo prioritaria per l’Unione europea: basti pensare alla Strategia comunitaria per la salute e la sicurezza sul lavoro elaborata nel 2002, che richiamava l’esigenza di consolidare la cultura della prevenzione dei rischi, applicare meglio le norme esistenti e l’impostare il benessere sul lavoro, temi poi ripresi nel Quadro strategico nazionale 2007-2013, documento di riferimento nazionale per la programmazione dei fondi strutturali, e a cascata nelle azioni di sistema previste dai nostri Programmi operativi nazionali finanziati dal Fondo sociale europeo. Il progetto rientra dunque tra le azioni di sistema del Ministero, ovvero quegli interventi che utilizzano la formazione professionale come strumento per qualificare, in questo caso specifico, il sistema dei controlli concernenti 6 la sicurezza e la salute sul lavoro e la sua regolarità. Il nucleo centrale dell’intervento, approvato dalle organizzazioni sindacali che rappresentano il personale del Ministero del lavoro, prevedeva una prima fase dedicata alla formazione di un gruppo di 534 ispettori destinati, nella seconda fase, a svolgere il ruolo di formatori dei loro colleghi sul territorio. Per questi ultimi sono stati realizzati 6 diversi percorsi formativi (vigilanza cantieri e tecniche di gestione d’aula; procedimento ispettivo; diffida accertativa e conciliazione monocratica; prevenzione e sicurezza sul lavoro: il nuovo testo unico; sicurezza nei cantieri: nuova disciplina; lavoro sommerso e appalti) erogati complessivamente a 3443 partecipanti, tra accertatori, accertatori neoassunti, ispettori dell’area tecnica, ispettori dell’area amministrativa, personale di supporto a livello territoriale. Tale programma formativo è stato completato da altri interventi progettati in corso d’opera per venire incontro a nuove esigenze. Si tratta, in particolare, di: - seminari realizzati con una delegazione di ispettori francesi ed una di ispettori spagnoli per il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia ispettiva, - seminari e incontri per la sperimentazione delle mappe delle aziende a rischio di lavoro sommerso effettuata in 7 province, con il coinvolgimento di 24 ispettori. Tre i punti di forza del progetto, che possono servire da riferimento anche per futuri interventi simili. In primo luogo, è importante evidenziare come l’intera gestione del progetto sia stata seguita con costanza dalle tre Direzioni generali coinvolte, ciascuna per quanto di sua competenza, attraverso stretti contatti e riunioni operative che hanno visto la partecipazione anche di Italia Lavoro. La definizione degli ambiti di intervento delle diverse Direzioni (la gestione amministrativa, la supervisione sulla tenuta generale del progetto e i rapporti con Italia Lavoro per la Dg Pof, la definizione dei contenuti per la Dg per l’Attività ispettiva e i contatti con il territorio per l’identificazione e le convocazioni dei partecipanti ai diversi moduli formativi per la Dg Risorse umane e affari generali) ha fatto sì che la pluralità di soggetti coinvolti nel progetto non abbia rappresentato un elemento di complicazione, ma un fattore di efficienza. L’Amministrazione nel suo complesso ha quindi potuto agire con la flessibilità e la dinamicità richieste dalle esigenze via via sopravvenute, comprese le modifiche del quadro norma- tivo di riferimento, e quindi accompagnare efficacemente il mutamento con un approccio orientato al risultato. Un secondo aspetto da sottolineare è rappresentato dall’utilizzo concreto che l’Amministrazione ha fatto dei risultati della valutazione emersi in relazione alle due brevi esperienze che hanno preceduto questo intervento (progetto Call Center e Formazione per gli ispettori tecnici di nuova nomina). Se la prima ha, infatti, consentito di affinare soprattutto gli aspetti relativi alla logistica ed alla distribuzione territoriale degli interventi, il corso per gli ispettori di nuova nomina ha consentito di ricalibrare l’organizzazione e la qualità della didattica. Sono state, infatti, proprio le valutazioni espresse dai corsisti che hanno suggerito di: - elaborare moduli formativi di breve durata, utili per garantire la più ampia partecipazione senza sguarnire di personale gli uffici di provenienza; - rafforzare le competenze didattiche dei docenti, attraverso un apposito modulo formativo sulle tecniche di gestione d’aula e di comunicazione, utile per un miglior coinvolgimento dei corsisti in aula; - pubblicare su un sito dedicato i materiali didattici e gli approfondimenti in materia. Un ultimo elemento di riflessione, infine, è rappresentato dal fatto che, oltre all’adeguamento delle competenze del proprio personale ispettivo ad una materia molto complessa e in rapida evoluzione per migliorare il sistema dei controlli per la salute e la sicurezza, il Ministero abbia voluto puntare anche ad un’azione che ricadesse positivamente sull’organizzazione del lavoro nella sua complessità, sia a tutela di chi lavora, che all’ausilio del datore di lavoro. In questo senso, quindi, il progetto rappresenta un buon esempio di come le risorse comunitarie, in particolare quelle del Fse disponibili sui due Programmi operativi del Ministero del lavoro, possono essere utilizzate per rispondere efficacemente ad esigenze concrete e immediate di aggiornamento e adeguamento delle competenze in settori strategici come quello della sicurezza e qualità del lavoro e realizzare così azioni di sistema che incidano effettivamente sul funzionamento dell’amministrazione e diano risultati duraturi e strutturali. A conferma di ciò la Dg Pof e la Dg per l’Attività ispettiva hanno sottoscritto un Accordo in base al quale quest’ultima realizzerà ulteriori interventi formativi, sempre nell’ambito del Programmi operativi del Ministero. • Elena Viscusi – Mlsps [email protected] Riferimenti www.progettoformazionesicurezza.it: sito del progetto di formazione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali rivolto al personale ispettivo del Ministero. 7 Europa e dintorni Nuove raccomandazioni europee in tema di trasferimento dei crediti e qualità dell’istruzione e formazione. Sono state adottate il 18 luglio 2009 le Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio ECVET e EQARF. La Raccomandazione ECVET (European Credit system for Vocational Education and Training), ovvero Sistema europeo di trasferimento dei crediti per l’istruzione e formazione professionale delinea un quadro metodologico comune volto ad agevolare il trasferimento di crediti per i risultati dell’apprendimento tra sistemi di qualifiche o tra percorsi di apprendimento. Mira inoltre ad incentivare la mobilità legata allo studio durante la prima formazione professionale, facilitando il riconoscimento dei risultati formativi ottenuti all’estero, nel paese d’appartenenza del lavoratore. La Raccomandazione EQARF - Quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionale prevede l’uso e l’ulteriore sviluppo del Quadro comune europeo per la garanzia di qualità (ciclo della qualità: programmazione, sviluppo, valutazione e revisione dei sistemi ai diversi livelli), dei criteri di qualità, dei descrittori e degli indicatori. Già attiva a partire dal 2005, la Rete europea sulla garanzia di qualità nell’istruzione e formazione professionale (ENQA-VET) viene ulteriormente aggiornata con la Raccomandazione. Nell’ambito di tale Rete sono stati elaborati alcuni strumenti (autovalutazione, quadro comune europeo per la garanzia di qualità) ed è stata decisa l’istituzione del Punto di contatto nazionale per la loro diffusione presso l’Isfol. Monica Lippolis - Mlsps [email protected] Indagine nazionale sull’orientamento Apprendistato un sistema plurale X° rapporto di monitoraggio. Annualità 2006-2007 e 2007-2008. Il volume è l’esito di un’analisi sui rapporti di monitoraggio presentati dalle Regioni nel corso del 2007 e del 2008, svolta dal gruppo di lavoro sull’apprendistato dell’area politiche e offerte per la formazione iniziale e permanente dell’Isfol, con il coordinamento di Sandra D’Agostino. I dati quantitativi si basano sui volumi di occupazione rilevati nelle annualità 2006-2007, le informazioni qualitative descrivono l’evoluzione dei sistemi territoriali in relazione alla regolamentazione e all’offerta formativa pubblica. Il volume è disponibile sul sito Europalavoro, sezione Novità (data 8.6.2009). 8 L’Isfol, area politiche per l’orientamento, in sinergia con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, sta avviando la prima Indagine nazionale sullo stato dell’orientamento in Italia che confluirà nel Rapporto nazionale sull’orientamento. L’indagine - svolta a livello nazionale, ma definita e differenziata per Regione - è finalizzata al censimento di tutti i soggetti, pubblici e privati, che erogano servizi di orientamento nei diversi contesti: istruzione, formazione, università, lavoro e aziende. Tutte le strutture che parteciperanno al progetto potranno: • figurare nell’Archivio nazionale dell’orientamento, la banca dati che sarà aggiornata di anno in anno e pubblicata on line, all’interno del quale sarà possibile trovare gli indirizzi e le caratteristiche di tutte le strutture censite; • entrare in un network nazionale, restando in contatto con l’Isfol e ricevendo informazioni sugli eventi più significativi a livello nazionale e internazionale; • far sentire la propria voce e dare un contributo concreto, attraverso la propria esperienza; • partecipare agli eventi organizzati sul territorio con le istituzioni; • contribuire alla realizzazione del Rapporto nazionale sull’orientamento. Per partecipare è prevista, per l’anno 2009, la compilazione di un apposito questionario differenziato in base al proprio contesto di riferimento. Il questionario è disponibile sul sito web dedicato al progetto: www.rapporto-orientamento.it o si potrà richiedere, in forma cartacea, direttamente ai promotori del progetto. Negli anni successivi verranno realizzati approfondimenti dei dati attraverso interviste, focus-group e studi di casi, dando, in questo modo, rilievo alle differenze e alle specificità delle singole Regioni. I risultati dell’indagine saranno pubblicati nel Rapporto nazionale sull’orientamento, un volume interamente dedicato al mondo dell’orientamento, che si propone, anno dopo anno, di descrivere lo stato dell’arte e di restituirne una fotografia ragionata. Per maggiori informazioni è possibile inviare una e-mail all’indirizzo [email protected] oppure contattare l’area politiche per l’orientamento dell’Isfol. Per ulteriori informazioni sul progetto: www.rapporto-orientamento.it. Direttore responsabile: Coordinamento redazionale: Comitato redazionale: Segreteria di redazione: e-mail: Hanno collaborato: Stampa: Matilde Mancini (Direttore generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, Mlsps) Orsola Fornara, Elena Viscusi (Mlsps) Ludovico Albert (Upi), Monica Benincampi (Isfol), Costanza Bettoni (Tecnostruttura delle regioni per il Fse), Silvia Ciuffini (Confartigianato), Fiorella Farinelli (Mpi), Francesco Florenzano (Unieda), Pietro Gelardi (Cisl), Giovanna Grenga (Mpi), Flavio Manieri (Tecnostruttura delle regioni per il Fse), Patrizia Mattioli (Mlsps), Milena Micheletti (Uil), Dario Missaglia (Anci), Paola Nicastro (Mlsps), Paola Nicoletti (Isfol), Armando Occhipinti (Confapi), Angelo Panvini (Mpi), Antonietta Paone (Mur), Roberto Pettenello (Cgil), Francesco Scalco (Upter), Daniela Tebaidi (Confindustria), Alessandra Tomai (Mlsps), Alessandro Vecchietti (Confcommercio), Annalisa Vittore (Coordinamento tecnico delle regioni). Arianna Fabrini (Mlsps) [email protected] Orsola Fornara, Monica Lippolis, Paola Patasce, Stefania Pinardi, Elena Viscusi. Stampato in proprio presso l’editore Gli autori degli articoli contenuti in questa pubblicazione sono i soli responsabili delle idee e delle opinioni ivi espresse. Queste non riflettono la posizione degli enti di appartenenza né del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Formamente - La rivista del Lifelong Learning n. 1 anno 5 Rivista quadrimestrale del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione Via Fornovo 8 - pal. C - 00192 Roma Iscritta al Tribunale di Roma con il n. 292 del 2 luglio 2007 F Nume La rivista è online all’indirizzo: www.lavoro.gov.it/lavoro/europalavoro Segreteria di redazione e-mail: [email protected] Fondo Sociale Europeo Anno 5 - Numero 1 - rivista quadrimestrale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – D.G. per le politiche per l’orientamento e la formazione iscritta al Tribunale di Roma con il n. 292 del 2 luglio 2007 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma a orm mente 2 rimes Quad L’Europa e l’Italia di fronte alla crisi Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto Formazione e sicurezza Riflessioni conclusive e sviluppi dell’iniziativa formativa per gli ispettori del Ministero del lavoro Fondo Sociale Europeo 009 Fo r m Anticipazioni su risultati e indirizzi per il futuro 6 trale Anno 5 - luglio/ago sto 2 1 L A R I V I S TA D E L L I F E L O N G L E A R N I N G F O C U S 4 ro