COOPERATIVE LEARNING E VALUTAZIONE “PER” e “DELL” ’APPRENDIMENTO Mario Comoglio Bardolino – 8 settembre 2006 Critica alla valutazione tradizionale Dalla fine degli anni ’60 e poi dal 1971, si è cominciato a parlare di due modalità di valutazione: “formativa” e “sommativa”. Formativa: singole e parziali valutazioni durante il processo di apprendimento per promuovere il successo dello studente. Sommativa: valutazione globale e finale di un apprendimento che ha raggiunto il suo termine. Di fatto nella prassi ordinaria le due modalità si distinguono poco poiché ambedue si caratterizzano come “verifica di” apprendimenti, conseguiti con o senza successo. Formativa: sono singole e parziali valutazioni di apprendimenti che concorrono a stabilire e fondare la valutazione sommativa. Sommativa: valutazione globale e finale di un apprendimento che ha raggiunto il suo termine. Il suo fondamento si trova nelle valutazioni formative. Interrogativi: Quanto i risultati di una valutazione formativa avvenuta durante l’anno cambia il modo di insegnare se alcuni studenti non conseguono un risultato soddisfacente? Se riceve più di una valutazione insoddisfacente, uno studente è stimolato a migliorare o ad abbandonare? Se riceve una valutazione sufficiente, quanto è spinto a migliorare? Quali sono gli effetti motivazionali di una valutazione formativa? Dopo una sequenza di valutazioni formative, quanto è flessibile al cambiamento il giudizio dell’insegnante? LA VALUTAZIONE “PER” L’APPRENDIMENTO La ricerca dimostra che l’apprendimento migliora se: 1 il feedback è efficace 2 lo studente è attivamente coinvolto nel proprio apprendimento 3 l’insegnamento tiene conto dei risultati della valutazione 4 si riconosce la profonda influenza della valutazione sulla motivazione e sulla stima di sé dello studente 5 gli studenti sono capaci di valutare se stessi e comprendere come migliorare 1 Il feedback è efficace se: è focalizzato sul compito è dato in modo regolare è ancora significativo assicura gli studenti che sono nella giusta direzione induce gli studenti a correggere gli errori o a migliorare pezzi di lavoro funziona come “scaffolding”, cioè aiuta gli studenti ad usare la propria conoscenza guida gli studenti a riflettere per trovare soluzioni alternative ad errori è dato sul progresso realizzato su un numero di tentativi più che su una prestazione isolata è fornito in un clima di reciproca comprensione e disponibilità e nella forma comunicativa orale più che scritta gli studenti possiedono le abilità del “chiedere aiuto” e il clima della scuola incoraggia a farne uso 2 Lo studente è attivamente coinvolto nel proprio apprendimento se l’insegnante: esplicita agli studenti in termini di obiettivi le ragioni della lezione o della attività da eseguire condivide i criteri di apprendimento con gli studenti aiuta gli studenti a comprendere che cosa hanno fatto bene e che cosa hanno bisogno ancora di sviluppare mostra agli studenti come usare i criteri di valutazione per valutare il proprio apprendimento. 3 L’insegnamento tiene conto dei risultati della valutazione se: prosegue a partire da tali risultati focalizza sui punti di debolezza degli studenti è condotto in funzione dell’apprendimento e non dello svolgimento del programma si adatta facilmente alle differenze individuali degli studenti 4 Si riconosce l’influenza della valutazione sulla motivazione e sulla stima di sé dello studente se la valutazione stessa: aumenta la motivazione evidenziando il progresso e il successo più che gli errori incoraggia la collaborazione e scoraggia il confronto tra gli studenti protegge l’autonomia dello studente fornendo possibilità di scelta gli studenti hanno una “immagine di sé” e questa svolge un ruolo importante nell’approccio alle attività gli studenti sono sensibili a feedback costruttivi gli studenti che sperimentano “incapacità” possono desistere dalla ricerca del miglioramento la motivazione aumenta se diminuisce la paura di commettere errori la motivazione aumenta se lo studente pensa che il successo è possibile e percepisce che l’insegnante ha grandi aspettative. 5 gli studenti sono capaci di valutare se stessi e comprendere come migliorare se: hanno la possibilità di riflettere sul proprio lavoro possono riconoscere di avere problemi senza mettere a rischio la stima di sé hanno tempo per risolvere i loro problemi hanno a disposizione un numero di soluzioni possibili prima di scegliere un corso particolare di azioni LA VALUTAZIONE AUTENTICA DELL’APPRENDIMENTO AUTENTICO Critica alla valutazione tradizionale 1. È dubbio che i ragazzi che riescono bene in prove “a scelta multipla” sappiano di più dei compagni capaci di pensiero riflessivo, critico, argomentativo, o rigoroso. 2. Le prove tradizionali di valutazione non misurano ciò che invece oggi è necessario misurare, e cioè se gli studenti posseggono strutture di conoscenza flessibili, sono in grado di ristrutturare le loro conoscenze, sono capaci di essenzializzare quantità di conoscenze per ridurre il peso cognitivo nel loro uso, sono metacognitivamente competenti da sapere quando, come e perchè è utile applicare determinate strategie. 3. Le prove uniformi a risposta unica sono poco rispettose degli studenti richiedendo loro risposte univoche, non considerando l’unicità del modo di ragionare, controllando la comprensione senza dare la possibilità di esprimersi o di esprimersi in maniera diversa da quella offerta dalle prove stesse. Soluzione La valutazione della prestazione Sostiene l’idea di verificare l’apprendimento proponendo allo studente non di eseguire prove “carta e penna” su domande brevi che chiedono di rispondere giusto o sbagliato o di indicare la risposta corretta tra varie risposte, ma di dimostrare di possedere specifiche abilità e competenze impegnandosi nell’esecuzione di compiti o attività che esigono l’applicazione di tali abilità e competenze. La valutazione autentica di una prestazione autentica Una prestazione deve essere un compito sfidante e coinvolgente molto simile a un compito o un problema che gli adulti incontrano nella vita reale. Differenze tra valutazione tradizionale e valutazione autentica Valutazione tradizionale Il tipo di prestazione richiede per lo più di scegliere una risposta. Valutazione autentica Il tipo di prestazione, di una certa complessità, richiede l’applicazione di più conoscenze e più processi cognitivi. Valutazione tradizionale Le richieste del compito sono innaturali, indipendenti da un contesto reale. Valutazione autentica Realistico, inserito nella vita reale. Le richieste del compito sono realistiche, inserite nella vita reale. Valutazione tradizionale Richiede processi di ricordo e di riconoscimento. Valutazione autentica Richiede processi di costruzione, di riformulazione, di applicazione, di interpretazione, di ragionamento, di valutazione di conoscenze. Valutazione tradizionale La risposta è preparata dall’insegnante. Valutazione autentica La risposta è costruita e strutturata dallo studente. Valutazione tradizionale Fornisce una evidenza indiretta della profondità dell’apprendimento. Valutazione autentica Fornisce una evidenza diretta della profondità dell’apprendimento. Valutazione tradizionale I criteri di valutazione sono per lo più molto precisi e quantitativi (basati su un numero di risposte corrette). Valutazione autentica I criteri di valutazione sono qualitativi, descrivono una prestazione cercando di definirla su un continuum di abilità e di conoscenze. Valutazione tradizionale La valutazione non ha valori predittivi perché lo studente non dimostra ciò che sa fare con ciò che conosce o ha appreso, ma semplicemente “ripresenta” la conoscenza trasmessa dall’insegnante o dal libro di testo. Valutazione autentica La valutazione ha valori predittivi perché si fonda sull’uso di conoscenze e abilità applicate in situazioni reali o analoghe a quelle che sono richieste nella realtà, e la prestazione è valutata secondo criteri applicati nel contesto reale. Istruzione autentica per una pedagogia autentica Pedagogia autentica Una istruzione che nella pratica quotidiana coinvolge gli studenti in prestazioni e valutazioni autentiche può dirsi “pedagogia autentica”. Istruzione autentica «Gli insegnanti devono assicurarsi che nuovi approcci all’apprendimento siano finalizzati a standard intellettivi elevati. Diversamente, il lavoro degli studenti, sebbene “attivo”, può rimanere superficiale e intellettivamente fragile» (Newmann, Marks, & Gamoran, 1995, p. 3) In particolare, una istruzione è autentica se aiuta gli studenti a conseguire tre grandi obiettivi: 1 Costruzione della conoscenza Per aiutare i ragazzi a raggiungere la competenza di adulti competenti, le scuole dovrebbero impegnarli in forme generali di lavoro cognitivo reperite nel mondo reale. 2 Uso della ricerca disciplinata per costruire un significato a La conoscenza di base pregressa Le realizzazioni umane si costruiscono su una conoscenza già accumulata in un ambito. La conoscenza di base include fatti, terminologie, concetti, teorie, algoritmi e convenzioni per condurre e per esprimere la ricerca stessa. b La comprensione profonda La ricerca disciplinata cerca di sviluppare una comprensione profonda del problema piuttosto che avere con esso solo una familiarità o esporre pezzi di conoscenza. c La comunicazione elaborata. Scienziati, giuristi, artisti, giornalisti, progettisti, ingegneri e altri adulti professionisti che lavorano dentro discipline devono svolgere forme complesse di comunicazione sia per condurre il loro lavoro che per esprimere le loro conclusioni. Il linguaggio che usano – verbale, simbolico, e visivo – include qualificazioni, sfumature, elaborazioni, dettagli e intrecci analoghi in esposizioni estese, narrazioni, spiegazioni, giustificazioni e dialogo. 3 Svolgimento di prestazioni e realizzazione di prodotti che hanno un valore e significato oltre il successo scolastico Quando scrivono, parlano una lingua straniera, progettano una casa, creano un dipinto o un pezzo di musica, o costruiscono una sala stereo, gli adulti cercano di comunicare idee, creare un prodotto o avere un impatto sugli altri oltre la semplice dimostrazione che sono competenti. Le rubriche di valutazione La forma più appropriata di esprimere il passaggio da compiti ben definiti a compiti mal definiti, dalla riproduzione alla ricostruzione della conoscenza, da processi cognitivi semplici a processi molto più complessi, dalla valutazione “del” l’apprendimento alla valutazione “per” l’apprendimento, da prove fondate sul dare risposte corrette/errate a risposte che si collocano su un continuum di abilità e/o conoscenze, è stata quella di utilizzare “rubriche” di valutazione, CONCLUSIONI: SFIDE AL COOPERATIVE LEARNING 1. Necessità di progettazione Le variabili che in un’attività didattica devono essere considerate e armonizzate sono numerose, e pertanto la loro implementazione non può avvenire senza una accurata riflessione. La progettazione di un percorso di apprendimento significativo e profondo, che può essere particolarmente lungo, richiede di coordinare in maniera progressiva una sequenza di prestazioni di comprensione che conduce a un risultato previsto. 2. Attenzione a non essere precipitosi Numerose pubblicazioni recenti mettono in guardia dal considerarsi al sicuro perchè si ritiene di aver realizzato una buona progettazione, perchè anche una buona progettazione può naufragare o dimostrarsi inefficace per le convinzioni che gli studenti hanno sviluppato riguardo all’apprendimento, alla scuola, alla valutazione, al loro ruolo e a quello dell’insegnante. 3. Non è sufficiente una buona progettazione di una unità di apprendimento È necessario stabilire una progettazione anche in prospettiva longitudinale. Proprio perché gli studenti da anni possono aver acquisito abitudini, concezioni su ruoli e convinzioni riguardo alle relazioni interpersonali, all’apprendimento e alla valutazione, l’introduzione di una buona progettazione deve avvenire in maniera progressiva. L’insegnante deve accettare di fare poco oggi, per poter fare di più domani. 4. Non affidarsi solo a strutture organizzative Quando l’insegnante decide di applicare una particolare struttura, non basta che consideri tutti gli aspetti che il metodo suggerisce (interdipendenza, abilità sociali, responsabilità individuale, ecc.), ma deve pensare anche al processo cognitivo che tale struttura induce. In altre parole, egli deve “percepire” quale processo cognitivo la struttura stimola o promuove per inserirla all’interno del percorso di una unità di apprendimento. 5. È necessario pensare ad una comunità professionale La situazione complessa e difficile in cui si trova oggi la scuola ha fatto ormai tramontare l’idea che si possa definire con chiarezza la professionalità dell’insegnante. In ogni caso, l’attività di insegnamento pone problemi di partenza e di sviluppo sempre nuovi e originali. L’intervento educativo è un’impresa corale, non solitaria. È necessario che gli insegnanti sappiano dialogare e parlare non solo “della”, ma anche “sulla” loro professione, discutendo insieme progettazioni didattiche, concordando standard di apprendimento, condividendo una visione educativa, avviando sperimentazioni controllate e revisionandole su una base di piena collaborazione.