DISCUSSIONI
CARO POLIZZE
Camionisti
allo
sbaraglio
Le associazioni di categoria l’avevano
profetizzato: un aumento indiscriminato dei premi potrebbe
indurre qualcuno a fare a meno dell’assicurazione. E infatti, in
sette anni il numero di chi evade gli obblighi imposti dalla legge
è raddoppiato. Come affrontare il problema? I protagonisti
e i manager legati al mondo dell’autotrasporto dicono la loro
tipulare una polizza per la propria
auto in Italia costa il doppio che
nel resto d’Europa. L’accusa non
arriva dalla solita associazione dei consumatori, ma porta la firma dell’Isvap, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Con
tanto di timbro del presidente Giancarlo
Giannini sui numeri che interessano i nostri connazionali: 407 euro il premio medio lungo la Penisola, contro i 222 della
Germania, i 172 della Francia e i 229 della Spagna. Non basta: il caro polizze in
Italia ha corso più in fretta che in altre
parti d’Europa. Ecco due dati, sempre
con il marchio ufficiale Isvap: l’incremento dei premi, nel periodo 2002-2009,
è stato del 17,9% contro il 7,1% della media europea. E per quanto riguarda i mezzi pesanti? L’aumento del 2010 sul 2009
è stato del 30% circa. Lo sottolineano le
società di servizi che operano nelle associazioni di categoria dell’autotrasporto.
Ma non crescono solo le tariffe Rc Auto.
Sempre secondo l’Isvap, aumentano anche i conducenti non assicurati, i contrassegni e falsi le compagnie fantasma.
Ma andiamo con ordine.
S
IN CASO DI INCIDENTE
SONO GUAI
Il dato si ricava dal numero
dei ricorsi al Fondo delle vitti-
me della strada: le persone che hanno
avuto sinistri con veicoli non assicurati
sono sempre di più, oltre 21 mila nel
2009 contro i circa 11 mila del 2002.
Altre cifre sul fronte delle infrazioni all’articolo 193 (guida senza copertura assicurativa), le comunica il ministero degli Interni e sono riferite ai primi 11 mesi del 2010: le sanzioni sono state 31.599.
Così suddivise per veicolo: 19.635 auto,
4.769 motocicli, 4.070 ciclomotori,
3.101 autocarri e 24 autobus. Ma la stessa Isvap ammette che i numeri riportati
da più enti rivelano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che ha dimensioni
più vaste e ben più importanti. Da una
stima approssimativa dell’Ania, per
esempio, i veicoli di tutte le tipologie non
assicurati in Italia superano i due milioni
(fonte: banca dati della Motorizzazione
civile). Anche perché nell’esercito di veicoli che circolano senza Rc Auto ci sono
anche quelli che espongono falsi contrassegni, «le cui cifre sono diventate significative» avverte Giannini. Tant’è vero che, sostiene sempre il presidente dell’Isvap, si sta lavorando per realizzare contrassegni la cui difficoltà di falsificazione
sia pari a quella della carta moneta. «Il
progetto», conferma, «è in fase avanzata
di attuazione».
Infine, aumentano le compagnie che
operano senza autorizzazione, spesso società fantasma «dedite al raggiro dei cittadini con l’offerta di premi esigui, dietro
i quali non ci sono né strutture né riserve né, ovviamente, risarcimenti». Sette
sono state scovate nel 2009, otto nei primi cinque mesi del 2010. Ben 48 dal
2002 a oggi.
GARANZIE DI LEGGE
SEMPRE PIÙ SALATE
Ma per quanto riguarda il rapporto camion-Rc Auto, qual è la situazione? Dal
secondo semestre del 2010 si sta arrivando alla resa dei conti fra assicurazioni e
autotrasportatori. Le compagnie, come
hanno confermato le associazioni dell’autotrasporto, non sono più disposte ad
accettare le cosiddette polizze “a libro
matricola”, con cui consorzi e società di
servizi riuscivano ad assicurare, intestandosi tutte le polizze, migliaia di mezzi pesanti di proprietà degli iscritti. La nuova
linea adesso è questa: aumenti delle polizze dal 20% al 30%. Per tutti. E se sconti ci saranno, verranno applicati quelli
convenzionali e solo se il camionista li
merita. Sono finiti, insomma gli anni della carota: oggi è l’ora del bastone. Anche
perché, dicono all’Ania, il costo del risarcimento dei danni provocati dai mezzi pesanti per conto terzi è troppo elevato.
Testi
Sergio Cuti
Fotografie
Dra
10 hp
APRILE 2011
hp 11
DISCUSSIONI
CARO POLIZZE
I numeri, allora: su un campione di
117 mila carri pesanti è stata registrata
una frequenza di sinistri del 20%. In altre
parole, su 100 autocarri assicurati, oltre
20 sono stati coinvolti in un incidente
stradale. Per un costo medio di cinquemila euro a sinistro. Numeri di gran lunga superiori a quelli registrati per le autovetture (frequenza di circa l’8,5% e costo
medio di 3.500 euro).
Le assicurazioni, insomma, sono corse ai ripari. Anche perché le compagnie
denunciano cifre riferite all’Rc Auto ancora da profondo rosso. I
bilanci delle assicurazioni
«C’È UN MODO SEMPLICE nel 2009 (ultimo dato disponibile) sono tornati in
utile (3,9 miliardi contro
PER TUTELARE LE
una perdita di 1,9 del
2008), ma il risultato è doAZIENDE SERIE. BASTA
vuto alla forte crescita delle
polizze vita (+49%) e soCHE I COMMITTENTI
prattutto al boom delle polizze vita tradizionali
CHIEDANO DI VEDERE
(+106%). Mentre la raccolta danni è diminuita del
PATENTE E ASSICURAZIONE
2%, a quota 36,7 miliardi, a
causa soprattutto della nePRIMA DI AFFIDARE
gativa performance delle
Rc Auto, calata del 3,6%.
IL CARICO. IN CASO
DI INFRAZIONE
O INCIDENTE, INFATTI,
SCATTA ANCHE LA LORO
RESPONSABILITÀ
OGGETTIVA»
12 hp
IL PREZZO DELLA SICUREZZA:
QUANTO PAGANO I CAMIONISTI
Se queste sono le cifre dei bilanci e degli indennizzi nel settore dei mezzi pesanti, quanto pagava il premio un autotrasportatore, per esempio proprietario di
un camion di 440 quintali, prima della
stretta assicurativa? Fino a metà 2010 si
poteva ancora assicurare senza difficoltà
con una polizza gestita “a libro matricola”
e tre erano le grandi fasce di premi, a seconda che il camionista (o l’autista) avesse causato uno, due o tre incidenti negli
ultimi tre anni. Nel primo caso, il costo
della polizza era, in media, di duemila euro che aumentavano, nella seconda ipotesi, a 2.500 euro per arrivare a tremila
euro nella terza. Oggi qual è la situazione? All’Ania non hanno dubbi: «Una società di autotrasporto pagherà lo stesso
premio Rc Auto per un determinato mezzo pesante sia che lo assicuri con un contratto singolo sia che lo assicuri registrandolo in una polizza gestita “a libro
matricola”». E cioè? Cessato l’ombrello
delle società di servizi delle associazioni
di categoria, il camionista pagherà, già
nella prima ipotesi, almeno cinquemila
euro invece dei duemila concordati grazie al consorzio. Più del doppio.
Insomma, se gli autotrasportatori non
sono mai stati considerati buoni clienti,
oggi vengono giudicati proprio a rischio.
Infatti, se fino a sei mesi/un anno fa le
maggiori compagnie, pur di assicurare le
grandi flotte di camion, erano disposte a
chiudere più di un occhio sul valore dei
premi, adesso invece hanno deciso di giocare a modo loro. Il prezzo da pagare,
quindi, diventa consequenziale al rischio
assicurativo.
È un’ulteriore cattiva notizia che si aggiunge alle altre già causate dalla crisi
economica e dalla stretta creditizia. Il rincaro delle polizze, però, potrebbe far crescere il numero degli autotrasportatori
che, a causa dei committenti che non pagano o pagano in forte ritardo, viaggiano
senza essere assicurati. Un fenomeno di
cui si parla da tempo, anche se nessuno
sa fornire dati certi.
L’Ania per far fronte al problema un’idea ce l’ha. Scrive, infatti: «Per quanto
concerne in particolare il monitoraggio
dei veicoli privi di copertura assicurativa» si può «istituzionalizzare l’utilizzo
dei controlli telematici anche per questo
tipo di obbligo, attraverso le rilevazioni a
distanza della targa mediante il sistema
dei tutor, i varchi autostradali e le altre
installazioni elettroniche attive innanzitutto sulla viabilità autostradale e in seconda battuta sulla viabilità ordinaria».
Immortalata la targa del veicolo con la
telecamera, insomma, possono partire le
indagini per scoprire se il mezzo è stato
assicurato o no. Tutto semplice? Assolutamente no. «Per realizzare questo obiettivo, condiviso in linea di principio da
tutti gli operatori del settore», dicono
sempre all’Ania, «sono necessari tuttavia
sia un aggiornamento del Codice della
Strada sia l’incrocio e la gestione dei dati relativi alle targhe dei veicoli memorizzati negli attuali archivi, pubblici e
privati. Il progetto in questione potrebbe
rivelarsi particolarmente utile, per esempio, proprio per abbattere la potenziale
non assicurazione degli autocarri pesanti, la cui circolazione si svolge in misura
molto ampia sui circuiti autostradali».
Ma per avere la conferma che sia proprio questa la situazione sopra descritta,
grazie a informazioni raccolte dall’Isvap
fra i responsabili delle compagnie assicurative, attraverso i broker e l’Ania, abbiamo voluto sentire alcuni protagonisti
e manager legati al mondo dell’autotrasporto. Li abbiamo intervistati sui grandi
temi legati alla Rc Auto: caro polizze, falsi incidenti, evasione assicurativa, ma anche sui rimedi «per restituire al consumatore assicurato la percezione di pagare un
premio proporzionale al rischio che sopporta», come sottolinea l’onorevole Michele Giardiello, direttore della Fondazione Filippo Caracciolo dell’ACI.
CONFTRASPORTO:
OCCHIO AI TRUFFATORI
Giorgio Colato, assicuratore di professione, ex vicepresidente dell’Albo degli
autotrasportatori, oggi è il rappresentante di Conftrasporto nell’esecutivo della
Consulta. Puntuale il suo commento:
«Molti camionisti vivono in una situazione precaria. Pagano il gasolio perché
altrimenti non gli fanno il pieno, ma risparmiano sul costo della polizza. Cioè,
non si assicurano».
hp Come si potrebbe porre un freno a
questo fenomeno?
«C’è un modo semplice per salvaguardare le aziende di autotrasporto serie, che
l’assicurazione e i bollini della pensione
li pagano», risponde. «Basterebbe che il
committente, prima di affidargli il proAPRILE 2011
hp 13
DISCUSSIONI
CARO POLIZZE
dotto da trasportare, chiedesse al camionista di mostrargli patente, libretto e contratto assicurativo».
hp Ma un imprenditore non può vestirsi da poliziotto, Colato.
«E, invece sì. Perché è sua la responsabilità di sapere a chi affida la merce, perché
in caso di multa o di incidente scatta anche la responsabilità oggettiva del committente. E a quel punto non può più dire di non sapere».
hp Ma quali sono le imprese di autotrasporto che non assicurano i loro camion?
«Sono imprese ormai decotte. Hanno cominciato con il non pagare le tasse, poi i
contributi e oggi tentano di farla franca
anche con l’assicurazione».
E non sono pochi, secondo l’ex vicepresidente dell’Albo degli autotrasportatori, coloro che finora si sono nascosti
all’ombra dei consorzi, pur non facendone parte, per pagare molto, ma molto
meno le polizze. Ecco i conti di Colato:
assicurare un camion di 440 quintali costa in media tremila euro con la tariffa “a
«PER
delle polizze del 30-35%. E le assicurazioni plurime, dalla seconda metà del
2010 non sono più accettate dalle compagnie. Le tariffe “a libro matricola” resistono, infatti, solo per le singole aziende che hanno ognuna più di 50 mezzi pesanti. Ma mettere insieme le polizze di
diversi camionisti non è più possibile.
Questo ha messo in ginocchio soprattutto gli autotrasportatori del Sud, costretti
a pagare anche settemila euro la polizza.
Si sono puniti così sia i camionisti onesti
sia i truffaldini. Non è giusto».
hp Truffaldini perché denunciano falsi incidenti?
«Sì, dicono che ce ne siano molti. Anche
perché c’è un abusivismo che fa paura».
hp Ma c’è un sistema per porre freno a
queste truffe?
«Certo. Basterebbe mettere una scatola
nera sui camion che registri tutto quello
che succede dentro e fuori. Uno strumento che deve servire ovviamente anche
per avere informazioni sul traffico, per
mettere in comunicazione l’azienda con
i suoi autisti e per sapere, per esempio, se
ni fornisce ad Hp Trasporti un’anticipazione importante.
«Sottoscriveremo con i nostri soci un capitolato che chiameremo “professionalità
garantita”. Cioè, Fai Service garantisce
per loro se, per esempio, non pagano i
contributi, l’assicurazione o i terzi dopo
un incidente. In modo tale che le compagnie assicurative, l’Inps e le persone
danneggiate possano essere risarcite. Un
impegno gravoso. Ma ci sentiamo di assumere questo rischio».
hp Non c’è, però, solo la Rc Auto che è
obbligatoria. Per un camionista diventano indispensabili le garanzie accessorie. Santini ne propone molte ai suoi
associati. Quella, per esempio, contro
il ribaltamento del camion, o per un
anticipo sulla cauzione, o ancora per
l’indennizzo sul ritiro patente.
«Se non le hai, sei fregato».
hp Perché?
«Se si ribalta il camion, l’assistenza stradale costa anche settemila euro, mentre
pagando una semplice franchigia te la
cavi con qualche centinaio di euro. Altro
polizza di 100 euro a dipendente, gli assicuri una diaria di 50 euro per tutto il
tempo che viene concordato nel contratto. Ma questo vale anche per il padroncino: con la diaria garantita dalla polizza può affidare il camion a un autista. È
un rimedio per non uscire dal mercato».
il porto di Genova resta chiuso per le raffiche di vento. Chi accetta questa scatola ha diritto a uno sconto sulla polizza.
Chi non l’accetta diventa un sorvegliato
speciale. Bisogna, insomma, incentivare
e premiare i comportamenti virtuosi».
hp Non solo parole e promesse. Fai
Service ha settemila soci con 80 mila
camion; di questi, 30 mila viaggiano
già con la scatola nera a bordo. E il
prezzo medio della polizza è di 3.200
euro. Ma per dimostrare al settore assicurativo che la sua società è un’associazione di estrema correttezza, Santi-
esempio: se prendi una sanzione di cinquemila euro in Francia, paese inflessibile con i camionisti stranieri, che fai se
non hai i soldi con te? Grazie a un numero verde, paghi la cauzione e puoi ripartire; poi la multa ce la giochiamo in
giudizio, ma almeno riesci a consegnare
la merce e riportare il camion a casa».
hp C’è anche il caso dell’autista al quale viene ritirata la patente per sei mesi;
lui non può lavorare e quindi non guadagna, ma deve pur essere risarcito secondo contratto. Come rimediare?
«Con un’assicurazione. Se stipuli una
Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato di Novara e amministratore delegato di Confartigianato trasporti servizi (Cts), se la prende con le compagnie:
«È mai possibile che tutte, nello stesso
momento, non accettino più le polizze “a
libro matricola” e alzino i premi della
stessa percentuale? I dubbi che facciano
cartello vengono, eccome se vengono. E
questa sarebbe concorrenza libera sul
mercato?».
Impaloni è arrabbiato. Anche e soprattutto a causa del comportamento («segregazione vergognosa», accusa) delle assicurazioni nel Meridione «dove lavorano autotrasportatori seri che fanno viag-
«E fra i servizi che forniamo c’è anche
quello di brokeraggio assicurativo».
hp In parole semplici?
«Ci siamo sempre occupati noi delle polizze “a libro matricola” per chi abita a
Milano come per chi ha l’azienda a Salerno. Era evidente che questo sistema risultava più conveniente per un autotrasportatore del Meridione dove l’assicurazione è più cara. Oggi, invece, è arrivato
il diktat delle compagnie».
hp Impaloni, ci spiega di che cosa si
tratta?
«Prima ci hanno imposto di inserire “a libro matricola” solo le polizze degli autotrasportatori del Nord. Poi, dopo le nostre
rimostranze, si è arrivati al compromesso
di non inserire più nuove aziende del
Mezzogiorno. E a questi imprenditori
non resta altra alternativa che andare da
un agente che pratica prezzi molto superiori ai nostri».
hp Per esempio?
«Un camion non sinistrato negli ultimi
tre anni, da noi paga una polizza di duemila euro. Per lo stesso camion al Sud
assicurativo o gli autisti che commettono
incidenti gravi. Le assicurazioni fanno
bene a prendere le contromisure nei confronti di questi personaggi. Ma, ripeto,
nel calderone “dei cattivi” stanno finendo anche i camionisti seri».
hp E che ci dice dei camionisti che non
si assicurano?
«Ci sono, è vero. Si potrebbero scoprire
confrontando le targhe con le polizze.
Ma sembra che sia un lavoro complicato
e, quindi, non abbiamo alcuna certezza
dell’entità del fenomeno. Dico solo questo: i non assicurati nell’autotrasporto sono sub-aziende che lavorano nel sommerso. Gente che non paga neppure le
tasse. Basterebbero controlli più serrati
nelle sedi delle imprese per scovarli».
giare i camion in tutta Italia».
hp E invece che cosa succede, Impaloni?
«Succedono situazioni assurde. Prendiamo due aziende di autotrasporto simili a
Nord e a Sud, con lo stesso bilancio, il
medesimo numero di camion e di autisti,
che non hanno avuto alcun incidente
negli ultimi tre anni: la prima paga una
polizza di 2.500 euro, la seconda un premio di settemila euro».
hp Cts ha 500 soci che sono proprietari di 1.600 camion. Opera da Bolzano
ad Agrigento.
non “a libro matricola” si deve versare anche un premio di settemila euro».
hp Le assicurazioni, però, Impaloni,
l’hanno gridato ai quattro venti e più
volte: non possono continuare a lavorare in perdita in alcune regioni d’Italia dove i finti incidenti e i “colpi di frusta” al volante hanno assunto una dimensione abnorme.
«Lo so benissimo. E noi, che abbiamo
sotto controllo i nostri soci, sappiamo se
hanno sinistri e la frequenza di questi incidenti. E quindi non ci mettiamo certo
a difendere le aziende che sono a rischio
dei colleghi delle aziende di servizio delle associazioni di categoria: «Il costo delle polizze dal 2000 al 2010 era andato a
diminuire, ma dalla seconda metà del
2010 c’è stata un’inversione di tendenza;
cioè, c’è stato un incremento dei premi
che varia dal 20% al 30%».
Un aumento significativo: «Certo. Anche perché il camionista opera in un
mercato difficile. E quindi potrebbe avere difficoltà a pagare la polizza se è troppo cara. Ecco perché, a mio parere, ci sono molti che circolano senza assicurazione. Il fenomeno si è acuito da quando
CONFARTIGIANATO:
ATTENTI AL CARTELLO
CONSORZIO COLSEA:
CI VUOLE UNA BANCA DATI
È d’accordo con questa analisi Danilo
Cerri, direttore del Consorzio Colsea a
Milano che «dal 2000 tiene polizze “a libro matricola” per migliaia di camion».
E anche la sua analisi collima con quella
IL CAMIONISTA SONO
IMPORTANTI ANCHE LE GARANZIE
ACCESSORIE.
ALTRIMENTI
SI RISCHIA DI USCIRE DAL
MERCATO PER UN ESBORSO NON
PREVISTO O UN FERMO FORZATO»
libro matricola”, ma il prezzo sale a cinque/seimila euro se il premio è pagato in
agenzia.
«E il sistema dei “libri matricola” è stato
finora un escamotage, un artificio, un’anomalia. Ha solo creato una concorrenza sleale per abbattere i costi. Per fortuna
questo andazzo sembra terminato».
COOPERATIVE DI SERVIZI:
COSA DICE FAI SERVICE
È proprio così. Lo ammette Primo
Santini, amministratore delegato di Fai
Service. «Abbiamo rilevato un aumento
14 hp
APRILE 2011
APRILE 2011
hp 15
DISCUSSIONI
CARO POLIZZE
«IN ITALIA
ESISTE UN
EVIDENTE PROBLEMA DI
TRUFFE ASSICURATIVE.
le compagnie hanno cominciato a non accettare le polizze “a libro matricola”. CoVENGONO PERSEGUITE
stringendo soprattutto i padroncini ad assicurarsi in
ANCHE PER LO SCARSO
agenzia dove i premi sono superiori almeno del 50% riINTERESSE DELLE
spetto a quelli del 2009».
hp Che soluzioni propone?
COMPAGNIE, CHE SPESSO
«So di consorzi che vogliono
aprire la sede in Valle d’Aosta
NON FANNO QUERELA»
perché qui si pagano i premi
fra i più bassi del mercato».
E un dubbio Cerri ce l’ha.
È lo stesso di Impaloni. «Difficile pensare che sia casuale che tutte le compagnie
nello stesso tempo incrementino i loro
premi. E non voglio andare oltre… Così
come non posso negare che nel nostro
mondo si annidino i furbi e non penso
che tutti i soci del mio consorzio siano
onesti. Non metto la mano sul fuoco per
nessuno. Sostengo solo che una banca
dati dei sinistri, gestita dall’Isvap, nella
quale vengano immessi tutti i dati degli
autori degli incidenti, di chi è stato risarcito e dei testimoni dei sinistri, taglierebbe la testa ai falsi incidenti».
CHE
16 hp
TALVOLTA NON
TRASPORTOUNITO:
SI COLPISCE IL MEZZOGIORNO
Sul comportamento delle compagnie
e sulla dinamica delle polizze “a libro matricola” c’è l’analisi interessante di Antonio Musella, segretario interprovinciale
di Trasportounito Napoli Caserta. Dice,
infatti: «Gli assicuratori, per il periodo
compreso tra il 2003 e il 2008, hanno
acquisito e ampliato il loro portafoglio
clienti alimentando le strutture consortili. E nello stesso tempo, con questa politica hanno voluto semplificare e snellire la gestione contrattuale identificando
nel consorzio il loro soggetto contraente».
hp E quindi?
«Dal 2003 al 2008 si è assistito al proliferare di consorzi di autotrasportatori (o
presunti tali) e alla nascita di libri matricola ad essi intestati. E non c’è dubbio
che questi libri abbiano garantito una
scontistica riferita ai premi Rc Auto anche pari al 70% del prezzo di listino. Ma
nell’ultimo biennio, e soprattutto dal
2010, la situazione si è capovolta».
hp Perché?
«I fattori che hanno deciso questo cambio di rotta sono stati soprattutto due. Il
primo: la poca professionalità di molti
consorzi nella gestione del servizio assicurativo. Il secondo: la volontà, mai dichiarata, da parte delle compagnie di voler riportare la gestione delle polizze all’interno delle loro agenzie. Ecco perché
il “libro matricola” è stato messo al bando, con l’inevitabile e conseguente aumento dei premi. Ed è facile capire come
questi incrementi stiano incidendo in
modo traumatico sui bilanci delle aziende di autotrasporto. Soprattutto nel Mezzogiorno».
hp Lei condivide il nuovo indirizzo degli assicuratori?
«Assolutamente no. Capisco il loro desiderio di voler gestire le polizze in proprio
senza più la mediazioni di consorzi-assicuratori spesso improvvisati. Ma non
condivido la loro volontà di tagliare tutti i ponti, anche con i consorzi virtuosi.
È un comportamento unilaterale e scellerato, perché stanno mettendo in forse
la sopravvivenza di quelle forme cooperative che nel tempo hanno creato un
rapporto professionale con le compagnie
e gli autotrasportatori. I quali si sono visti raddoppiare improvvisamente nei bilanci la voce riferita alle spese assicurative. Con il pericolo del diffondersi a macchia d’olio della non assicurazione».
FORZE DELL’ORDINE:
SERVE MOLTA ESPERIENZA
Al ministero degli Interni, però, sostengono che il problema non è quello dell’evasione assicurativa.
Le forze dell’ordine, infatti, quando fermano un’auto o un camion per il controllo chiedono sempre: «patente, libretto e
assicurazione perché questo è l’Abc di
una verifica su strada» e «solo un camionista o un automobilista alla disperazione azzarda il sequestro del mezzo per non
essersi assicurato».
Ecco spiegato il perché sono marginali le
infrazioni all’articolo 193 del Codice della Strada: solo 3.101 sanzioni ai camionisti dal 1° gennaio al 30 novembre 2010.
Questi numeri sono riferiti alla sola Polstrada, ma è il corpo di polizia che più assiduamente presidia autostrade e strade
extraurbane. E, allora? Allora, secondo il
ministero degli Interni, il fenomeno più
preoccupante oggi sono i documenti assicurativi falsi e contraffatti.
«Per scoprirli, infatti, serve un occhio
APRILE 2011
molto attento e tanta esperienza».
E, ovviamente, non tutti gli uomini in divisa possono vantare un know-how in un
settore dove operano falsari esperti.
«Ed è per questo che il camionista rischia, pur sapendo che va incontro alla
confisca del veicolo e alla sospensione
della patente per un anno».
FONDAZIONE CARACCIOLO:
POLIZZE TROPPO COMPLESSE
Tante opinioni. Cifre. Spiegazioni. Rimostranze. Difese d’ufficio. Non poteva
mancare la voce del Centro Studi dell’ACI. La cui Fondazione Filippo Caracciolo, presieduta da Ascanio Rozera, segretario generale dell’Automobile Club d’Italia, sul tema Rc Auto ha scritto un secondo volume dal titolo Polizze e policy.
Ne parliamo con il direttore, l’onorevole
Michele Giardiello.
hp Intorno alla Rc Auto, l’interesse è
sempre pressante:
«E il motivo è semplice: dopo i costi di
acquisto e quelli del carburante, la terza
voce di spesa legata all’uso dell’automobile è proprio l’assicurazione. E la sua incidenza sul bilancio familiare sembra ancora elevata».
hp Il problema del settore è da sempre
quello di proporre polizze a minor costo, pur salvaguardando i bilanci delle
compagnie. Una sfida che è lontana
dall’essere risolta, nonostante le riforme. Perché, a suo parere?
«Per tre motivi. Il primo: la crescita sempre più elevata degli indennizzi che poi
si traduce, inevitabilmente, in tariffe più
alte per i consumatori. Il secondo: la
complessità delle polizze che rende poco
trasparenti le tariffe e ostacola la libera
concorrenza fra le compagnie. Infine, il
tema delle frodi, soprattutto in alcune regioni d’Italia, che impediscono di contenere i costi del risarcimento».
hp Quali sono le zone del paese nelle
quali le compagnie sono più restie ad
assicurare i veicoli?
«Per esempio la Puglia in cui il peso dei
sinistri con danni alle persone rappresenta il 40% del totale, contro una media
nazionale del 20% e una media europea
del 6%. Contenere comportamenti fraudolenti nel risarcimento del danno alla
persona rappresenta oggi la sfida più
complessa. Non è sempre stato così. Prima del 1992, in un periodo in cui i prezzi erano fissati dal Cip (Comitato interministeriale prezzi), i sinistri con danni
alle persone si aggiravano intorno all’8
per cento».
hp Anche i costi delle polizze erano più
contenuti. Oggi, invece, sono saliti alle stelle. Onorevole, le frodi potrebbero essere interpretate come un risarcimento nei confronti del caro polizze?
«Certo. Potrebbe diffondersi questa pericolosa visione. Mentre decisiva deve essere la lotta alle frodi. E, indipendentemente dalle stime dell’Isvap, in Italia esiste un evidente problema di truffe assicurative, che talvolta non vengono perseguite anche per lo scarso interesse delle Compagnie che in molti casi rinunciano a presentare querela. E per colpa
di qualche mascalzone, pagano gli assicurati onesti. Infatti, nel caso di danno
alle assicurazioni sono soggetti lesi tutti i
singoli assicurati della stessa compagnia
che, per effetto del sistema mutualistico,
devono compensare quanto pagato in ragione della frode».
hp Lei che cosa propone per fermare i
“mascalzoni”?
«È urgente costituire l’agenzia antifrode
che da anni viene richiesta dalle compagnie. L’idea è quella di creare un’apposita struttura specificatamente preposta al
monitoraggio e al controllo del fenomeno delle frodi, in grado di coordinare in
modo costruttivo gli sforzi delle singole
compagnie».
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