DISCUSSIONI CARO POLIZZE Camionisti allo sbaraglio Le associazioni di categoria l’avevano profetizzato: un aumento indiscriminato dei premi potrebbe indurre qualcuno a fare a meno dell’assicurazione. E infatti, in sette anni il numero di chi evade gli obblighi imposti dalla legge è raddoppiato. Come affrontare il problema? I protagonisti e i manager legati al mondo dell’autotrasporto dicono la loro tipulare una polizza per la propria auto in Italia costa il doppio che nel resto d’Europa. L’accusa non arriva dalla solita associazione dei consumatori, ma porta la firma dell’Isvap, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Con tanto di timbro del presidente Giancarlo Giannini sui numeri che interessano i nostri connazionali: 407 euro il premio medio lungo la Penisola, contro i 222 della Germania, i 172 della Francia e i 229 della Spagna. Non basta: il caro polizze in Italia ha corso più in fretta che in altre parti d’Europa. Ecco due dati, sempre con il marchio ufficiale Isvap: l’incremento dei premi, nel periodo 2002-2009, è stato del 17,9% contro il 7,1% della media europea. E per quanto riguarda i mezzi pesanti? L’aumento del 2010 sul 2009 è stato del 30% circa. Lo sottolineano le società di servizi che operano nelle associazioni di categoria dell’autotrasporto. Ma non crescono solo le tariffe Rc Auto. Sempre secondo l’Isvap, aumentano anche i conducenti non assicurati, i contrassegni e falsi le compagnie fantasma. Ma andiamo con ordine. S IN CASO DI INCIDENTE SONO GUAI Il dato si ricava dal numero dei ricorsi al Fondo delle vitti- me della strada: le persone che hanno avuto sinistri con veicoli non assicurati sono sempre di più, oltre 21 mila nel 2009 contro i circa 11 mila del 2002. Altre cifre sul fronte delle infrazioni all’articolo 193 (guida senza copertura assicurativa), le comunica il ministero degli Interni e sono riferite ai primi 11 mesi del 2010: le sanzioni sono state 31.599. Così suddivise per veicolo: 19.635 auto, 4.769 motocicli, 4.070 ciclomotori, 3.101 autocarri e 24 autobus. Ma la stessa Isvap ammette che i numeri riportati da più enti rivelano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che ha dimensioni più vaste e ben più importanti. Da una stima approssimativa dell’Ania, per esempio, i veicoli di tutte le tipologie non assicurati in Italia superano i due milioni (fonte: banca dati della Motorizzazione civile). Anche perché nell’esercito di veicoli che circolano senza Rc Auto ci sono anche quelli che espongono falsi contrassegni, «le cui cifre sono diventate significative» avverte Giannini. Tant’è vero che, sostiene sempre il presidente dell’Isvap, si sta lavorando per realizzare contrassegni la cui difficoltà di falsificazione sia pari a quella della carta moneta. «Il progetto», conferma, «è in fase avanzata di attuazione». Infine, aumentano le compagnie che operano senza autorizzazione, spesso società fantasma «dedite al raggiro dei cittadini con l’offerta di premi esigui, dietro i quali non ci sono né strutture né riserve né, ovviamente, risarcimenti». Sette sono state scovate nel 2009, otto nei primi cinque mesi del 2010. Ben 48 dal 2002 a oggi. GARANZIE DI LEGGE SEMPRE PIÙ SALATE Ma per quanto riguarda il rapporto camion-Rc Auto, qual è la situazione? Dal secondo semestre del 2010 si sta arrivando alla resa dei conti fra assicurazioni e autotrasportatori. Le compagnie, come hanno confermato le associazioni dell’autotrasporto, non sono più disposte ad accettare le cosiddette polizze “a libro matricola”, con cui consorzi e società di servizi riuscivano ad assicurare, intestandosi tutte le polizze, migliaia di mezzi pesanti di proprietà degli iscritti. La nuova linea adesso è questa: aumenti delle polizze dal 20% al 30%. Per tutti. E se sconti ci saranno, verranno applicati quelli convenzionali e solo se il camionista li merita. Sono finiti, insomma gli anni della carota: oggi è l’ora del bastone. Anche perché, dicono all’Ania, il costo del risarcimento dei danni provocati dai mezzi pesanti per conto terzi è troppo elevato. Testi Sergio Cuti Fotografie Dra 10 hp APRILE 2011 hp 11 DISCUSSIONI CARO POLIZZE I numeri, allora: su un campione di 117 mila carri pesanti è stata registrata una frequenza di sinistri del 20%. In altre parole, su 100 autocarri assicurati, oltre 20 sono stati coinvolti in un incidente stradale. Per un costo medio di cinquemila euro a sinistro. Numeri di gran lunga superiori a quelli registrati per le autovetture (frequenza di circa l’8,5% e costo medio di 3.500 euro). Le assicurazioni, insomma, sono corse ai ripari. Anche perché le compagnie denunciano cifre riferite all’Rc Auto ancora da profondo rosso. I bilanci delle assicurazioni «C’È UN MODO SEMPLICE nel 2009 (ultimo dato disponibile) sono tornati in utile (3,9 miliardi contro PER TUTELARE LE una perdita di 1,9 del 2008), ma il risultato è doAZIENDE SERIE. BASTA vuto alla forte crescita delle polizze vita (+49%) e soCHE I COMMITTENTI prattutto al boom delle polizze vita tradizionali CHIEDANO DI VEDERE (+106%). Mentre la raccolta danni è diminuita del PATENTE E ASSICURAZIONE 2%, a quota 36,7 miliardi, a causa soprattutto della nePRIMA DI AFFIDARE gativa performance delle Rc Auto, calata del 3,6%. IL CARICO. IN CASO DI INFRAZIONE O INCIDENTE, INFATTI, SCATTA ANCHE LA LORO RESPONSABILITÀ OGGETTIVA» 12 hp IL PREZZO DELLA SICUREZZA: QUANTO PAGANO I CAMIONISTI Se queste sono le cifre dei bilanci e degli indennizzi nel settore dei mezzi pesanti, quanto pagava il premio un autotrasportatore, per esempio proprietario di un camion di 440 quintali, prima della stretta assicurativa? Fino a metà 2010 si poteva ancora assicurare senza difficoltà con una polizza gestita “a libro matricola” e tre erano le grandi fasce di premi, a seconda che il camionista (o l’autista) avesse causato uno, due o tre incidenti negli ultimi tre anni. Nel primo caso, il costo della polizza era, in media, di duemila euro che aumentavano, nella seconda ipotesi, a 2.500 euro per arrivare a tremila euro nella terza. Oggi qual è la situazione? All’Ania non hanno dubbi: «Una società di autotrasporto pagherà lo stesso premio Rc Auto per un determinato mezzo pesante sia che lo assicuri con un contratto singolo sia che lo assicuri registrandolo in una polizza gestita “a libro matricola”». E cioè? Cessato l’ombrello delle società di servizi delle associazioni di categoria, il camionista pagherà, già nella prima ipotesi, almeno cinquemila euro invece dei duemila concordati grazie al consorzio. Più del doppio. Insomma, se gli autotrasportatori non sono mai stati considerati buoni clienti, oggi vengono giudicati proprio a rischio. Infatti, se fino a sei mesi/un anno fa le maggiori compagnie, pur di assicurare le grandi flotte di camion, erano disposte a chiudere più di un occhio sul valore dei premi, adesso invece hanno deciso di giocare a modo loro. Il prezzo da pagare, quindi, diventa consequenziale al rischio assicurativo. È un’ulteriore cattiva notizia che si aggiunge alle altre già causate dalla crisi economica e dalla stretta creditizia. Il rincaro delle polizze, però, potrebbe far crescere il numero degli autotrasportatori che, a causa dei committenti che non pagano o pagano in forte ritardo, viaggiano senza essere assicurati. Un fenomeno di cui si parla da tempo, anche se nessuno sa fornire dati certi. L’Ania per far fronte al problema un’idea ce l’ha. Scrive, infatti: «Per quanto concerne in particolare il monitoraggio dei veicoli privi di copertura assicurativa» si può «istituzionalizzare l’utilizzo dei controlli telematici anche per questo tipo di obbligo, attraverso le rilevazioni a distanza della targa mediante il sistema dei tutor, i varchi autostradali e le altre installazioni elettroniche attive innanzitutto sulla viabilità autostradale e in seconda battuta sulla viabilità ordinaria». Immortalata la targa del veicolo con la telecamera, insomma, possono partire le indagini per scoprire se il mezzo è stato assicurato o no. Tutto semplice? Assolutamente no. «Per realizzare questo obiettivo, condiviso in linea di principio da tutti gli operatori del settore», dicono sempre all’Ania, «sono necessari tuttavia sia un aggiornamento del Codice della Strada sia l’incrocio e la gestione dei dati relativi alle targhe dei veicoli memorizzati negli attuali archivi, pubblici e privati. Il progetto in questione potrebbe rivelarsi particolarmente utile, per esempio, proprio per abbattere la potenziale non assicurazione degli autocarri pesanti, la cui circolazione si svolge in misura molto ampia sui circuiti autostradali». Ma per avere la conferma che sia proprio questa la situazione sopra descritta, grazie a informazioni raccolte dall’Isvap fra i responsabili delle compagnie assicurative, attraverso i broker e l’Ania, abbiamo voluto sentire alcuni protagonisti e manager legati al mondo dell’autotrasporto. Li abbiamo intervistati sui grandi temi legati alla Rc Auto: caro polizze, falsi incidenti, evasione assicurativa, ma anche sui rimedi «per restituire al consumatore assicurato la percezione di pagare un premio proporzionale al rischio che sopporta», come sottolinea l’onorevole Michele Giardiello, direttore della Fondazione Filippo Caracciolo dell’ACI. CONFTRASPORTO: OCCHIO AI TRUFFATORI Giorgio Colato, assicuratore di professione, ex vicepresidente dell’Albo degli autotrasportatori, oggi è il rappresentante di Conftrasporto nell’esecutivo della Consulta. Puntuale il suo commento: «Molti camionisti vivono in una situazione precaria. Pagano il gasolio perché altrimenti non gli fanno il pieno, ma risparmiano sul costo della polizza. Cioè, non si assicurano». hp Come si potrebbe porre un freno a questo fenomeno? «C’è un modo semplice per salvaguardare le aziende di autotrasporto serie, che l’assicurazione e i bollini della pensione li pagano», risponde. «Basterebbe che il committente, prima di affidargli il proAPRILE 2011 hp 13 DISCUSSIONI CARO POLIZZE dotto da trasportare, chiedesse al camionista di mostrargli patente, libretto e contratto assicurativo». hp Ma un imprenditore non può vestirsi da poliziotto, Colato. «E, invece sì. Perché è sua la responsabilità di sapere a chi affida la merce, perché in caso di multa o di incidente scatta anche la responsabilità oggettiva del committente. E a quel punto non può più dire di non sapere». hp Ma quali sono le imprese di autotrasporto che non assicurano i loro camion? «Sono imprese ormai decotte. Hanno cominciato con il non pagare le tasse, poi i contributi e oggi tentano di farla franca anche con l’assicurazione». E non sono pochi, secondo l’ex vicepresidente dell’Albo degli autotrasportatori, coloro che finora si sono nascosti all’ombra dei consorzi, pur non facendone parte, per pagare molto, ma molto meno le polizze. Ecco i conti di Colato: assicurare un camion di 440 quintali costa in media tremila euro con la tariffa “a «PER delle polizze del 30-35%. E le assicurazioni plurime, dalla seconda metà del 2010 non sono più accettate dalle compagnie. Le tariffe “a libro matricola” resistono, infatti, solo per le singole aziende che hanno ognuna più di 50 mezzi pesanti. Ma mettere insieme le polizze di diversi camionisti non è più possibile. Questo ha messo in ginocchio soprattutto gli autotrasportatori del Sud, costretti a pagare anche settemila euro la polizza. Si sono puniti così sia i camionisti onesti sia i truffaldini. Non è giusto». hp Truffaldini perché denunciano falsi incidenti? «Sì, dicono che ce ne siano molti. Anche perché c’è un abusivismo che fa paura». hp Ma c’è un sistema per porre freno a queste truffe? «Certo. Basterebbe mettere una scatola nera sui camion che registri tutto quello che succede dentro e fuori. Uno strumento che deve servire ovviamente anche per avere informazioni sul traffico, per mettere in comunicazione l’azienda con i suoi autisti e per sapere, per esempio, se ni fornisce ad Hp Trasporti un’anticipazione importante. «Sottoscriveremo con i nostri soci un capitolato che chiameremo “professionalità garantita”. Cioè, Fai Service garantisce per loro se, per esempio, non pagano i contributi, l’assicurazione o i terzi dopo un incidente. In modo tale che le compagnie assicurative, l’Inps e le persone danneggiate possano essere risarcite. Un impegno gravoso. Ma ci sentiamo di assumere questo rischio». hp Non c’è, però, solo la Rc Auto che è obbligatoria. Per un camionista diventano indispensabili le garanzie accessorie. Santini ne propone molte ai suoi associati. Quella, per esempio, contro il ribaltamento del camion, o per un anticipo sulla cauzione, o ancora per l’indennizzo sul ritiro patente. «Se non le hai, sei fregato». hp Perché? «Se si ribalta il camion, l’assistenza stradale costa anche settemila euro, mentre pagando una semplice franchigia te la cavi con qualche centinaio di euro. Altro polizza di 100 euro a dipendente, gli assicuri una diaria di 50 euro per tutto il tempo che viene concordato nel contratto. Ma questo vale anche per il padroncino: con la diaria garantita dalla polizza può affidare il camion a un autista. È un rimedio per non uscire dal mercato». il porto di Genova resta chiuso per le raffiche di vento. Chi accetta questa scatola ha diritto a uno sconto sulla polizza. Chi non l’accetta diventa un sorvegliato speciale. Bisogna, insomma, incentivare e premiare i comportamenti virtuosi». hp Non solo parole e promesse. Fai Service ha settemila soci con 80 mila camion; di questi, 30 mila viaggiano già con la scatola nera a bordo. E il prezzo medio della polizza è di 3.200 euro. Ma per dimostrare al settore assicurativo che la sua società è un’associazione di estrema correttezza, Santi- esempio: se prendi una sanzione di cinquemila euro in Francia, paese inflessibile con i camionisti stranieri, che fai se non hai i soldi con te? Grazie a un numero verde, paghi la cauzione e puoi ripartire; poi la multa ce la giochiamo in giudizio, ma almeno riesci a consegnare la merce e riportare il camion a casa». hp C’è anche il caso dell’autista al quale viene ritirata la patente per sei mesi; lui non può lavorare e quindi non guadagna, ma deve pur essere risarcito secondo contratto. Come rimediare? «Con un’assicurazione. Se stipuli una Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato di Novara e amministratore delegato di Confartigianato trasporti servizi (Cts), se la prende con le compagnie: «È mai possibile che tutte, nello stesso momento, non accettino più le polizze “a libro matricola” e alzino i premi della stessa percentuale? I dubbi che facciano cartello vengono, eccome se vengono. E questa sarebbe concorrenza libera sul mercato?». Impaloni è arrabbiato. Anche e soprattutto a causa del comportamento («segregazione vergognosa», accusa) delle assicurazioni nel Meridione «dove lavorano autotrasportatori seri che fanno viag- «E fra i servizi che forniamo c’è anche quello di brokeraggio assicurativo». hp In parole semplici? «Ci siamo sempre occupati noi delle polizze “a libro matricola” per chi abita a Milano come per chi ha l’azienda a Salerno. Era evidente che questo sistema risultava più conveniente per un autotrasportatore del Meridione dove l’assicurazione è più cara. Oggi, invece, è arrivato il diktat delle compagnie». hp Impaloni, ci spiega di che cosa si tratta? «Prima ci hanno imposto di inserire “a libro matricola” solo le polizze degli autotrasportatori del Nord. Poi, dopo le nostre rimostranze, si è arrivati al compromesso di non inserire più nuove aziende del Mezzogiorno. E a questi imprenditori non resta altra alternativa che andare da un agente che pratica prezzi molto superiori ai nostri». hp Per esempio? «Un camion non sinistrato negli ultimi tre anni, da noi paga una polizza di duemila euro. Per lo stesso camion al Sud assicurativo o gli autisti che commettono incidenti gravi. Le assicurazioni fanno bene a prendere le contromisure nei confronti di questi personaggi. Ma, ripeto, nel calderone “dei cattivi” stanno finendo anche i camionisti seri». hp E che ci dice dei camionisti che non si assicurano? «Ci sono, è vero. Si potrebbero scoprire confrontando le targhe con le polizze. Ma sembra che sia un lavoro complicato e, quindi, non abbiamo alcuna certezza dell’entità del fenomeno. Dico solo questo: i non assicurati nell’autotrasporto sono sub-aziende che lavorano nel sommerso. Gente che non paga neppure le tasse. Basterebbero controlli più serrati nelle sedi delle imprese per scovarli». giare i camion in tutta Italia». hp E invece che cosa succede, Impaloni? «Succedono situazioni assurde. Prendiamo due aziende di autotrasporto simili a Nord e a Sud, con lo stesso bilancio, il medesimo numero di camion e di autisti, che non hanno avuto alcun incidente negli ultimi tre anni: la prima paga una polizza di 2.500 euro, la seconda un premio di settemila euro». hp Cts ha 500 soci che sono proprietari di 1.600 camion. Opera da Bolzano ad Agrigento. non “a libro matricola” si deve versare anche un premio di settemila euro». hp Le assicurazioni, però, Impaloni, l’hanno gridato ai quattro venti e più volte: non possono continuare a lavorare in perdita in alcune regioni d’Italia dove i finti incidenti e i “colpi di frusta” al volante hanno assunto una dimensione abnorme. «Lo so benissimo. E noi, che abbiamo sotto controllo i nostri soci, sappiamo se hanno sinistri e la frequenza di questi incidenti. E quindi non ci mettiamo certo a difendere le aziende che sono a rischio dei colleghi delle aziende di servizio delle associazioni di categoria: «Il costo delle polizze dal 2000 al 2010 era andato a diminuire, ma dalla seconda metà del 2010 c’è stata un’inversione di tendenza; cioè, c’è stato un incremento dei premi che varia dal 20% al 30%». Un aumento significativo: «Certo. Anche perché il camionista opera in un mercato difficile. E quindi potrebbe avere difficoltà a pagare la polizza se è troppo cara. Ecco perché, a mio parere, ci sono molti che circolano senza assicurazione. Il fenomeno si è acuito da quando CONFARTIGIANATO: ATTENTI AL CARTELLO CONSORZIO COLSEA: CI VUOLE UNA BANCA DATI È d’accordo con questa analisi Danilo Cerri, direttore del Consorzio Colsea a Milano che «dal 2000 tiene polizze “a libro matricola” per migliaia di camion». E anche la sua analisi collima con quella IL CAMIONISTA SONO IMPORTANTI ANCHE LE GARANZIE ACCESSORIE. ALTRIMENTI SI RISCHIA DI USCIRE DAL MERCATO PER UN ESBORSO NON PREVISTO O UN FERMO FORZATO» libro matricola”, ma il prezzo sale a cinque/seimila euro se il premio è pagato in agenzia. «E il sistema dei “libri matricola” è stato finora un escamotage, un artificio, un’anomalia. Ha solo creato una concorrenza sleale per abbattere i costi. Per fortuna questo andazzo sembra terminato». COOPERATIVE DI SERVIZI: COSA DICE FAI SERVICE È proprio così. Lo ammette Primo Santini, amministratore delegato di Fai Service. «Abbiamo rilevato un aumento 14 hp APRILE 2011 APRILE 2011 hp 15 DISCUSSIONI CARO POLIZZE «IN ITALIA ESISTE UN EVIDENTE PROBLEMA DI TRUFFE ASSICURATIVE. le compagnie hanno cominciato a non accettare le polizze “a libro matricola”. CoVENGONO PERSEGUITE stringendo soprattutto i padroncini ad assicurarsi in ANCHE PER LO SCARSO agenzia dove i premi sono superiori almeno del 50% riINTERESSE DELLE spetto a quelli del 2009». hp Che soluzioni propone? COMPAGNIE, CHE SPESSO «So di consorzi che vogliono aprire la sede in Valle d’Aosta NON FANNO QUERELA» perché qui si pagano i premi fra i più bassi del mercato». E un dubbio Cerri ce l’ha. È lo stesso di Impaloni. «Difficile pensare che sia casuale che tutte le compagnie nello stesso tempo incrementino i loro premi. E non voglio andare oltre… Così come non posso negare che nel nostro mondo si annidino i furbi e non penso che tutti i soci del mio consorzio siano onesti. Non metto la mano sul fuoco per nessuno. Sostengo solo che una banca dati dei sinistri, gestita dall’Isvap, nella quale vengano immessi tutti i dati degli autori degli incidenti, di chi è stato risarcito e dei testimoni dei sinistri, taglierebbe la testa ai falsi incidenti». CHE 16 hp TALVOLTA NON TRASPORTOUNITO: SI COLPISCE IL MEZZOGIORNO Sul comportamento delle compagnie e sulla dinamica delle polizze “a libro matricola” c’è l’analisi interessante di Antonio Musella, segretario interprovinciale di Trasportounito Napoli Caserta. Dice, infatti: «Gli assicuratori, per il periodo compreso tra il 2003 e il 2008, hanno acquisito e ampliato il loro portafoglio clienti alimentando le strutture consortili. E nello stesso tempo, con questa politica hanno voluto semplificare e snellire la gestione contrattuale identificando nel consorzio il loro soggetto contraente». hp E quindi? «Dal 2003 al 2008 si è assistito al proliferare di consorzi di autotrasportatori (o presunti tali) e alla nascita di libri matricola ad essi intestati. E non c’è dubbio che questi libri abbiano garantito una scontistica riferita ai premi Rc Auto anche pari al 70% del prezzo di listino. Ma nell’ultimo biennio, e soprattutto dal 2010, la situazione si è capovolta». hp Perché? «I fattori che hanno deciso questo cambio di rotta sono stati soprattutto due. Il primo: la poca professionalità di molti consorzi nella gestione del servizio assicurativo. Il secondo: la volontà, mai dichiarata, da parte delle compagnie di voler riportare la gestione delle polizze all’interno delle loro agenzie. Ecco perché il “libro matricola” è stato messo al bando, con l’inevitabile e conseguente aumento dei premi. Ed è facile capire come questi incrementi stiano incidendo in modo traumatico sui bilanci delle aziende di autotrasporto. Soprattutto nel Mezzogiorno». hp Lei condivide il nuovo indirizzo degli assicuratori? «Assolutamente no. Capisco il loro desiderio di voler gestire le polizze in proprio senza più la mediazioni di consorzi-assicuratori spesso improvvisati. Ma non condivido la loro volontà di tagliare tutti i ponti, anche con i consorzi virtuosi. È un comportamento unilaterale e scellerato, perché stanno mettendo in forse la sopravvivenza di quelle forme cooperative che nel tempo hanno creato un rapporto professionale con le compagnie e gli autotrasportatori. I quali si sono visti raddoppiare improvvisamente nei bilanci la voce riferita alle spese assicurative. Con il pericolo del diffondersi a macchia d’olio della non assicurazione». FORZE DELL’ORDINE: SERVE MOLTA ESPERIENZA Al ministero degli Interni, però, sostengono che il problema non è quello dell’evasione assicurativa. Le forze dell’ordine, infatti, quando fermano un’auto o un camion per il controllo chiedono sempre: «patente, libretto e assicurazione perché questo è l’Abc di una verifica su strada» e «solo un camionista o un automobilista alla disperazione azzarda il sequestro del mezzo per non essersi assicurato». Ecco spiegato il perché sono marginali le infrazioni all’articolo 193 del Codice della Strada: solo 3.101 sanzioni ai camionisti dal 1° gennaio al 30 novembre 2010. Questi numeri sono riferiti alla sola Polstrada, ma è il corpo di polizia che più assiduamente presidia autostrade e strade extraurbane. E, allora? Allora, secondo il ministero degli Interni, il fenomeno più preoccupante oggi sono i documenti assicurativi falsi e contraffatti. «Per scoprirli, infatti, serve un occhio APRILE 2011 molto attento e tanta esperienza». E, ovviamente, non tutti gli uomini in divisa possono vantare un know-how in un settore dove operano falsari esperti. «Ed è per questo che il camionista rischia, pur sapendo che va incontro alla confisca del veicolo e alla sospensione della patente per un anno». FONDAZIONE CARACCIOLO: POLIZZE TROPPO COMPLESSE Tante opinioni. Cifre. Spiegazioni. Rimostranze. Difese d’ufficio. Non poteva mancare la voce del Centro Studi dell’ACI. La cui Fondazione Filippo Caracciolo, presieduta da Ascanio Rozera, segretario generale dell’Automobile Club d’Italia, sul tema Rc Auto ha scritto un secondo volume dal titolo Polizze e policy. Ne parliamo con il direttore, l’onorevole Michele Giardiello. hp Intorno alla Rc Auto, l’interesse è sempre pressante: «E il motivo è semplice: dopo i costi di acquisto e quelli del carburante, la terza voce di spesa legata all’uso dell’automobile è proprio l’assicurazione. E la sua incidenza sul bilancio familiare sembra ancora elevata». hp Il problema del settore è da sempre quello di proporre polizze a minor costo, pur salvaguardando i bilanci delle compagnie. Una sfida che è lontana dall’essere risolta, nonostante le riforme. Perché, a suo parere? «Per tre motivi. Il primo: la crescita sempre più elevata degli indennizzi che poi si traduce, inevitabilmente, in tariffe più alte per i consumatori. Il secondo: la complessità delle polizze che rende poco trasparenti le tariffe e ostacola la libera concorrenza fra le compagnie. Infine, il tema delle frodi, soprattutto in alcune regioni d’Italia, che impediscono di contenere i costi del risarcimento». hp Quali sono le zone del paese nelle quali le compagnie sono più restie ad assicurare i veicoli? «Per esempio la Puglia in cui il peso dei sinistri con danni alle persone rappresenta il 40% del totale, contro una media nazionale del 20% e una media europea del 6%. Contenere comportamenti fraudolenti nel risarcimento del danno alla persona rappresenta oggi la sfida più complessa. Non è sempre stato così. Prima del 1992, in un periodo in cui i prezzi erano fissati dal Cip (Comitato interministeriale prezzi), i sinistri con danni alle persone si aggiravano intorno all’8 per cento». hp Anche i costi delle polizze erano più contenuti. Oggi, invece, sono saliti alle stelle. Onorevole, le frodi potrebbero essere interpretate come un risarcimento nei confronti del caro polizze? «Certo. Potrebbe diffondersi questa pericolosa visione. Mentre decisiva deve essere la lotta alle frodi. E, indipendentemente dalle stime dell’Isvap, in Italia esiste un evidente problema di truffe assicurative, che talvolta non vengono perseguite anche per lo scarso interesse delle Compagnie che in molti casi rinunciano a presentare querela. E per colpa di qualche mascalzone, pagano gli assicurati onesti. Infatti, nel caso di danno alle assicurazioni sono soggetti lesi tutti i singoli assicurati della stessa compagnia che, per effetto del sistema mutualistico, devono compensare quanto pagato in ragione della frode». hp Lei che cosa propone per fermare i “mascalzoni”? «È urgente costituire l’agenzia antifrode che da anni viene richiesta dalle compagnie. L’idea è quella di creare un’apposita struttura specificatamente preposta al monitoraggio e al controllo del fenomeno delle frodi, in grado di coordinare in modo costruttivo gli sforzi delle singole compagnie». hp 17