Aut.ne Tribunale di Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO
Maggio 2013
Anno XIII - n° 133
L’Editoriale
di Enrico Dello Sbarba
Buona
fortuna,
Enrico!
Non vogliamo certamente covare molte illusioni ma esprimere
quella si, tutta la nostra soddisfazione per la formazione del
governo presieduto da Enrico
Letta.
E’ nato, questo governo, dopo
alcune giornate tra le più grige
nella storia della nostra Repubblica: un trauma, durato quasi
due mesi, conseguente ad un risultato elettorale per molti versi equivoco,frutto del vergognoso “porcellum” che non si è voluto modificare e che ha complicato ed aggravato il quadro
politico generale.
La impossibilità di formare un
governo con una maggioranza
“organica” in grado di guidare il paese in un momento tanto
delicato, ha determinato, dopo
la riconferma di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica, avvenuta in un contesto di alta drammaticità, specialmente all’interno del Partito Democratico, la formazione
del governo Letta che vede, insieme, PD - PdL e Scelta Civica
e che può definirsi di “solidarietà nazionale”.
E’ inutile nascondersi dietro un
segue a pag. 2
Un articolo dell’On. Ivo Butini
Memoria
Nel giugno 2007 Alessandro Campi pubblicò, nella collana “I Grilli” dell’editore
Marsilio, il saggio “L’ombra lunga di Napoleone”, dove si parla della comune passione napoleonica di Mussolini e Berlusconi.
Alla fine di marzo del corrente 2013 Beppe
Grillo affermò di volere una rivoluzione
(alla francese) però senza ghigliottina. Una
ventina di giorni prima aveva dichiarato
che Wellington e Napoleone non possono collaborare. Grillo chi è, dei due?
Il maestro Riccardo Muti conosce la musica, il mondo e la storia. Nell’ampia conversazione con Aldo Cazzullo del Corriere
della Sera si preoccupò del sentire “invocare dittature, il 100 per cento dei voti:
un’avventura che abbiamo già conosciuta e finita malissimo”.
Faceva evidente riferimento a una dichiarazione di Beppe Grillo (la Repubblica):
“vogliamo il 100 per cento dei voti del
Parlamento. Quando arriveremo al 100 per
cento, quando i cittadini diventeranno lo
Stato, il Movimento 5 Stelle non avrà più
bisogno di esistere. L’obiettivo è quello
di estinguere noi stessi”.
E poi? La storia ci avverte che le rivoluzioni vittoriose hanno un esito imperiale,
pur se cambia l’appellativo del capo supremo. O esistono una competizione politica aperta e un governo responsabile
nell’equilibrio dei poteri oppure si afferma un potere assoluto solitario. Non si
sbagliava Franco Ciarlantini quando pubblicò nel 1935 il suo libro intitolato “Il capo
e la folla”. La folla, non i cittadini.
Simone Weil scrisse nel suo celebrato
“Manifesto per la soppressione dei partiti politici” che gli eletti (a partiti soppressi) si assocerebbero e si dissocerebbero
secondo il giuoco naturale e mobile delle
affinità. La cristallizzazione artificiale in
partiti è coinciso così poco con le affinità
reali che, per tutti gli atteggiamenti con-
creti, un deputato poteva essere in disaccordo con un collega del suo partito ed
essere invece d’accordo con un uomo d’un
altro partito.
Notava la Weil che “in Germania, nel 1932,
un comunista e un nazista, parlando per la
strada, dovevano essere colti da ‘vertigini
mentali’ constatando che erano d’accordo su ogni punto”.
Un anno dopo, nel 1933, Hitler fu nomina
segue a pag. 2
Addio Giulio,
grande
democristiano!
Mentre andiamo in stampa, ci giunge la
notizia della scomparsa del sen. Giulio Andreotti, uno dei grandi protagonisti della
storia democratica del nostro paese.
Al sen. Andreotti ci legava, peraltro, una
antica amicizia documentata da una fitta
corrispondenza datata fino ai primi anni del
Duemila.
La redazione de Il Centro nell’esprimere il
più sentito cordoglio, si riserva, a breve, di
pubblicare uno speciale dedicato a questo
grande italiano.
2
Politica
dalla prima pagina
Buona fortuna,
Enrico!
dito ma “la mission” di Enrico Letta, a
cui ci lega un’antica amicizia personale
vissuta prima nella D.C e poi nel Partito
Popolare ed al quale inviamo il più affettuoso augurio di buon lavoro nell’interesse del paese in un contesto così delicato, si presenta complessa e difficile
perchè straordinariamente seria è la congiuntura che sta attraversando l’Italia.
E che il neo presidente del consiglio sia
cosciente delle difficoltà, lo conferma il
consapevole e responsabile discorso pronunciato nei due rami del parlamento
nel corso del dibattito sulla fiducia allorchè ha messo in evidenza la “eccezionalità” della collaborazione tra avversari di lunga data.
E’ accaduto quando ha chiesto, a quanti
non condividevano le larghe intese,” il
giusto rispetto per chi, al contrario, accetta la via non facile di convergenze tra
posizioni così eterogenee”.
Ha fissato un limite temporale di diciotto mesi, dopo il quale compirà una obiettiva verifica dei progressi compiuti nel
Periodico mensile
del Circolo Culturale
Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005
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DIRETTORE RESPONSABILE:
Enrico Dello Sbarba
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dialogo tra forze così diverse.
Ecco sta nella prudenza del Presidente
del Consiglio, il senso di questa “scommessa” nella quale si può configurare
questa compagine governativa composta
da forze politiche così contrapposte e
così lontane, legate solo ed esclusivamente dalla imprescindibile esigenza di dare
un governo al paese attraversato da una
crisi devastante.
Una situazione di emergenza che richiede l’adozione di interventi di risanamento, lungo il percorso portato responsabilmente dal governo Monti e quello altrettanto indispensabile del rilancio di
una economia stagnante che richiede
massicci interventi che non possono essere ulteriormente ritardati
Noi siamo certi che il discepolo prediletto di Nino Andreatta, che si presenta con
un “excursus” di primaria rilevanza, riuscirà a sollevare il paese dalle “sabbie
mobili” nelle quali è precipitato a seguito delle nefandezze della cosiddetta fallimentare seconda repubblica.
E’ sperabile che, sostenuto dal responsabile appoggio del Presidente della Repubblica e dal senso di responsabilità
delle forze politiche che lo sostengono,
riusca a a vincere questa difficile scommessa, quella cioè, di rovesciare in tempi brevi il clima di pessimismo e di rassegnazione che sta pericolosamente avvolgendo il paese.
Nemmeno vogliamo pensare, nemmeno
per un attimo, al minaccioso “ultimatum”
lanciato, appena il giorno successivo al-
l’ottenimento della fiducia, da un “largo
personaggio politico”a proposito della
irrevocabilità della eliminazione e rimborso dell’IVA versata nel 2012, richiesta fatta propria da altri esponenti del
partito di appartenenza.
Ma vogliamo proprio continuare a soffiare sul fuoco?
Memoria
to cancelliere e finì la Repubblica di Weimar. A marzo il partito comunista fu messo
fuori legge e, a luglio, il partito nazionalsocialista fu proclamato partito unico.
A Piero Ostellino l’Italia appare nella stessa situazione della Germania alla vigilia del
crollo della Repubblica di Weimar. Anche
Sergio Romano ha fatto una notazione in
merito. Entrambi fanno salvo il quadro internazionale delle democrazie liberali a protezione dell’Italia.
Piero Ostellino si chiede che cosa è il Movimento 5 Stelle. Se fosse la causa occasionale della caduta del (nostro) sistema
potrebbe alla fine risultare utile. Se fosse
l’avventura d’una disintegrazione politica
e sociale, l’Italia la pagherebbe cara (Corriere della Sera).
Piero Ottone si chiede (la Repubblica) se
l’Italia si stia sciogliendo.
Ci sono troppi “se” in questi autorevoli e
stimati commentatori.
Altri hanno la responsabilità delle risposte. La storia non si ripete.Sia. L’imitazione
è, tuttavia, una tendenza dell’animo umano. E ci sono in giro troppe vertigini mentali.
Da Enrico a Enrico
COMITATO DI REDAZIONE:
Massimo Cappelli,
Laura Conforti Benvenuti
Alberto Conti, Salvatore D’Angelo,
Francescalberto De Bari,
Davide Livocci, Mauro Paoletti,
Marisa Speranza, Franco Spugnesi.
Hanno collaborato a questo numero:
Marcello Battini, Jacopo Bertocchi,
Ettore Bonalberti, Ivo Butini, Massimo Cappelli, Bartolo Ciccardini, Milko Ferrini, Luca Lischi, Mario Lorenzini, Matteo Pieracci, Paolo Soroga, Marisa Speranza, Franco Spugnesi, Cristiano T
oncelli.
Toncelli.
STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio»,
Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno
Giornale chiuso in tipografia il 6/5/2013
(e.d.s.) - Di Enrico Letta ricordiamo con piacere l’incontro che avemmo nel giugno 2009 a Livorno,
presso la libreria Gaia Scienza, in occasione della presentazione del suo libro “Costruire una
cattedra”. Al termine di un breve e cordiale colloquio, sul libro stesso ci rilasciò la seguente dedica:
“da Enrico a Enrico con grande amicizia! Enrico Letta”.
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Politica
3
Il ruolo dei democristiani nella terza fase
di Ettore Bonalberti
Nel giorno del giuramento del governo
Letta-Alfano accade ciò che sembrava
impossibile: il ferimento di due carabinieri
per opera di un disoccupato senza speranza.
Più volte abbiamo fatto riferimento all’anomia, quella specifica condizione sociale teorizzata da uno dei più importanti
sociologi dell’Ottocento, Émile Durkheim,
che collegava il suicidio ( “ Le suicide”)
proprio a questa particolare situazione
sociale.
L’assenza di regole e di norme di riferimento, il venir meno della capacità di aggregazione e di integrazione dei corpi sociali intermedi, la discrepanza tra mezzi e
fini, la frustrazione intesa come mancato
raggiungimento dei propri obiettivi o, peggio, la perdita delle condizioni di status e
di ruolo ciascuno di noi, in una parola,
appunto, l’anomia, crea la condizione psicologica che porta in alcuni casi al suicidio e, in altri, all’aggressività sino alle azioni omicide di Piazza Colonna a Roma.
L’anomia è alla base dei molti suicidi di
imprenditori che accadono negli ultimi
tempi, così come è la condizione che ha
portato con molta probabilità Luigi Preiti,
il muratore disoccupato di Rosarno calabro, al grave gesto di ieri, giustificato come
attacco indifferenziato ai politici e alla
politica considerata come la rappresentazione del male.
Se poi si aggiunge la campagna di odio e
di faziosità che ha caratterizzato il ventennio del bipolarismo forzato e furioso, sintetizzata nel voto di protesta trasversale
preparato con lucida determinazione da
Grillo e Casaleggio dalla rete informatica
con il supplemento della piazza, è evidente che il terreno di cultura era ed è predisposto allo svilupparsi di fenomeni di ri-
bellismo sociale e di violenza individuale
e, auguriamoci non avvenga mai, di tipo
collettivo.
Ci ha fatto piacere l’immediata dissociazione annunciata sul suo sito da Beppe
Grillo, anche se i commenti dei suoi seguaci sulla rete suonano assai sinistri con
quella frase: “ aggiustate il tiro” scritta da
qualche sconsiderato grillino senza identità.
Auguriamoci che la parlamentarizzazione
intervenuta della protesta di molti italiani,
grazie al M5S, possa servire a riportare
nell’ambito del civile confronto politico il
dibattito e la soluzione dei gravi problemi
che stanno alla base dell’anomia su descritta.
Nei primi sessanta giorni, per la verità, il
Movimento cinque stelle non ha dato segnali di disponibilità, con un atteggiamento di chiusura che è stata la ragione essenziale del fallimento dell’assurda strategia post elettorale di Bersani, che, con
la sua perdita di leadership, ha portato alla
riconferma di Napolitano alla presidenza
della Repubblica e alla formazione del governo Letta-Alfano.
Ciò che è avvenuto con il discorso del
giuramento del Presidente di Napolitano,
un discorso da conservare in biblioteca a
futura memoria e con la formazione del
nuovo governo rappresenta anche esteticamente la fine della seconda repubblica
e il passaggio a una nuova fase: la terza
della storia repubblicana italiana.
Un passaggio che costringerà tutti a ripensare la propria collocazione politicopartitica e foriero di interessanti nuove
prospettive per la politica italiana.
Solo in seguito sapremo se e in che misura sarà stato recuperato il dissenso che
nel PD è scattato, dopo i due clamorosi
tonfi nelle votazioni presidenziali, sulle
candidature di Marini e di Prodi. Un primo
effetto immediato si è già consumato con
la rottura dell’alleanza elettorale PD-SEL
che sembrava a forza di bomba nelle dichiarazioni dei due leader Bersani e Vendola.
Non c’è dubbio che il governo Letta-Alfano segna il punto di convergenza delle
forze centrali presenti nei due schieramenti
sin qui alternativi del PD e del Pdl. Non a
caso nei nostri flashes elettorali sul blog
dei circoli Insieme: www.insiemeweb.net,
abbiamo inneggiato al ruolo determinante
assunto dagli ex giovani DC della Camilluccia, gli esponenti della quinta generazione democratico cristiana, che, come per
quelli della prima e seconda, tocca oggi la
pesante responsabilità di portare l’Italia
fuori dalla grave crisi in cui è caduta.
Da parte nostra siamo molto attenti e interessati a valutare ciò che accadrà nei
prossimi mesi, convinti come siamo, oggi
ancor più di prima, del contributo insostituibile che, ancora una volta, spetta ai
politici ispirati a valori della dottrina sociale della Chiesa: concorrere con gli altri
uomini e donne di buona volontà alla difesa e allo sviluppo della democrazia italiana.
4
Politica
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Esaminiamo con attenzione le cose buone di questo Governo che potrebbero maturare
in meglio e le cose oscure che si potrebbero trasformare in pericolo
Sarà un duro braccio di ferro?
di Bartolo Ciccardini
Delle elezioni scrivevamo prima come la
lunga esperienza parlamentare ci dettasse che tutto, dopo le elezioni, sarebbe cambiato.
Ed anche questa volta, seppur percorrendo un percorso labirintico e dirupato, il
cambiamento è arrivato. All’insegna della
“necessità” tutto è cambiato.
Il Governo sarà buono o cattivo, ma è l’unico possibile. E, come quando di necessità
si deve fare virtù, non ci resta che esaminare con attenzione le cose buone di questo Governo che potrebbero maturare in
meglio e le cose oscure che si potrebbero
trasformare in pericolo.
I meriti di Grillo,
nonostante tutto
Ma prima di fare questo vediamo in che
consiste il cambiamento.
Credo che il maggior merito del cambiamento lo abbia Grillo, più per i suoi difetti
che per i suoi meriti.
Infatti Grillo si è presentato inamovibile e
congelato su posizioni di estremo rifiuto,
che non potevano non essere congelanti
per tutto il sistema, data la sua forza effettiva, quasi pari a quella dei due partiti
maggiori. Un Grillo vittima di se stesso?
No, piuttosto un Grillo coerente con se
stesso. La sua forza è dovuta al rifiuto
eversivo di tutto il sistema politico: tutti i
partiti sono da cancellare, tutti gli uomini
del passato sono morti, tutti i ruderi e le
reliquie di un mondo esecrabile sono accerchiati. Un Grillo intransigente sogna di
diventare maggioranza assoluta portando, con coerente volontà eversiva, questo ragionamento alle sue estreme conseguenze.
Bersani ha tentato di riconoscere, di risvegliare, di estrarre dal movimento di
Grillo, le sue componenti di rinnovamento conciliabili con l’ordine democratico.
La premessa di questo tentativo era che i
contenuti di Grillo fossero, in definitiva,
dei contenuti di sinistra. Ma, purtroppo
per Bersani, Grillo non è né di sinistra né
di destra: è solo una forza negatrice dell’attuale assetto politico, che scommette
sul “o tutto o niente”. A Bersani è costato
assai caro questo suo tentativo, pagando
Giorgio Napolitano e Beppe Grillo
prima di persona e pagando poi con la
messa fuori gioco del Partito Democratico. La forza di Grillo è la cieca disperazione dei disoccupati, la medesima forza che
portò Hitler al potere in virtù del suo coerente rifiuto di ogni compromesso.
Ora la scommessa non è più su cosa farà
Grillo, ma su quale sarà l’esito dello scontro fra Grillo e le strutture largamente insufficienti dello Stato democratico in Italia.
Il rifiuto di Grillo ha costretto tutti ad eleggere un Presidente della Repubblica “di
necessità” ed a costituire un Governo “di
necessità”.
Lo scontro finale è fra Napolitano e Grillo.
Le ferite
del Partito Democratico
La seconda grande novità è la ferita, ancora non sappiamo se grave o gravissima,
inferta al Partito Democratico.
La condizione essenziale perchè Napolitano potesse realizzare il “governo di necessità” è stata l’azzeramento virtuale del
PD. Paralizzato nella sua incapacità di decisione, disperso dopo il parricidio di Prodi, Bersani ha consegnato la sua forza e
persino la sua vittoria, seppur parziale, a
Napolitano perché la utilizzasse al meglio.
Ma seppur disarticolato il Partito Democratico con i suoi non ignobili leader, con
i suoi nuovi Renzi ed Orlando, con il suo
nucleo di sinistra passionario e distruttivo, nel suo patrocinio ad un mondo vivace e speranzoso non può essere resettato
e le qualità straordinarie dei suoi, a cominciare da Enrico Letta, sono altrettanto
necessarie di quanto lo sia il “governo di
necessità”.
Certo, il problema del Partito Democratico, si pone in modo drammatico e deve
essere in qualche maniera risolto, nella
pausa che il “governo di necessità”, concede a loro.
La crisi del PdL
Nel panorama tutto nuovo che Grillo ha
imposto alla politica italiana, che ne sarà
del berlusconismo e del PdL?
È difficile dare un giudizio su un partito
che non è esistito mai, come tale, ed è soltanto il riflesso della personalità del suo
capo. Non si può certo dire che il Partito
esca distrutto dopo questa elezione.
In realtà Berlusconi si è salvato, e non
solo, ma è stato ricollocato in posizione
dominante dallo stesso Grillo. Ma è proprio lui, proprio Berlusconi, che sembra
cambiato. Ha concesso molto al PD, moltissimo a Napolitano e quasi tutto a Letta.
Perché lo ha fatto? Perché come al suo
solito farà saltare il tavolo alla prima occasione. Perché aspetta il momento più
favorevole a lui come gli suggeriranno i
sondaggi. Perché vuole conquistarsi una
zona tranquilla nell’occhio del ciclone giudiziario che sta per travolgerlo. Oppure
da quel grande calcolatore, astuto negoziante, intelligente mediatore ha capito che
la sua ultima possibilità è proprio in questo “governo di necessità”. Berlusconi di
segue a pag. 5
fatto
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da pag. 4
ha concesso a Letta più di quanto Letta
sperasse ed avrebbe grandi problemi al
suo interno se i suoi “criados”, i suoi cortigiani, fossero in grado di contestarlo.
Ma non c’è dubbio che al di sotto della
volenterosa leadership berlusconiana anche il PDL entra in una crisi profonda ed
irreversibile.
Luci ed ombre
del “governo di necessità”
Ed ora, diamo un’occhiata a questo governo di necessità creato da un Presidente di Repubblica “di necessità”. Diciamo
subito che il Presidente del Consiglio è il
migliore che si potesse trovare senza ricorrere ai grandi personaggi della storia
politica italiana che hanno più di un problema nei confronti degli stucchevoli nuovisti che infestano la nostra opinione
pubblica.
È preparato senza essere appariscente, è
determinato senza essere fazioso, è di buona scuola, garantito dal magistero di Andreatta e di Dossetti. Apparentemente
grigio, è stato invece presente nei punti
più importanti del laboratorio italiano. Anche per il Governo ci sono alcuni punti
positivi da registrare.
Gli esponenti del Partito Democratico hanno una quadratura tecnica interessante.
Gli esponenti del PDL o sono di Comunione e Liberazione o sono “pie donne”
del berlusconismo, non macchiate da precedenti estremisti. Il gruppo dei tecnici e
degli osservatori presi dalla squadra di
Napolitano sono di buona qualità.
Ci sono molti elementi di nuova generazione senza concessioni demagogiche.
L’unico membro che esce da questa singolarità apprezzabile è l’Emma Bonino, che
fa capitolo a sé, ma che tuttavia rappresenta con molta dignità e qualità la lunga
storia del nostro panorama politico.
Alla prima occhiata si può dire che poteva andar peggio. E che tutto sommato il
“Governo di necessità” è molto superiore
alla media dei governo politici di questi
venti anni (fatta eccezione per il Governo
Prodi, che aveva una sua valenza tutta
particolare).
Dunque di necessità si potrebbe fare virtù.
Ma a dare il giudizio finale a questo governo non saranno i curricula, ma sarà il
risultato. Se sapranno fare presto e bene
gli otto punti su cui si è trovato un accordo generale fra diversi nella “commissione dei saggi”, la situazione italiana migliorerà. Se si bloccheranno a vicenda, sarà
Grillo a trovare la soluzione. La sfida fra
Napolitano e Grillo non sarà una festa primaverile nei giardini del Quirinale, ma sarà
un duro braccio di ferro, di cui i colpi di
pistola davanti a Palazzo Chigi, sono la
prima avvisaglia.
P.S.: Dei 21 Ministri 10 potrebbero essere considerati tecnici, 5 potrebbero essere considerati in una vecchia catalogazione “comunisti”, 2 sono berlusconiani di ferro e 3 berlusconiani moderati e di chiesa.
Infine 10 sono di origine democraticocristiana. Alcuni avrebbero potuto ap-
Politica
5
partenere al gruppo doroteo, altri si sarebbero riconosciuti in Moro ed altri in
Dossetti.
Se esistesse ancora la capacità dei cattolici di essere uniti anche quando sostengono tesi non condivise, il governo,
oltre che essere necessario sarebbe perfino solido.
Ma così non è. Se i 10 si ritrovassero insieme per caso a Luglio a Camaldoli, per
ricordare il Codice di Camaldoli, che là
venne redatto, che fu il documento su cui
i cattolici rifondarono l’Italia, non troverebbero le motivazioni vere per un
nuovo miracolo italiano?
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Politica
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Quello della confluenza “a freddo” della Margherita nel Pd
Un errore storico
(e.d.s.) - Le vicende che stanno caratterizzando in negativo il Partito Democratico che sta attraversando uno dei momenti più critici della sua vita, decisamente
contrastata, colma più di spine che di rose,
ripropone, tra le altre cose, l’errore storico commesso da quei popolari, in gran
parte provenienti dalla disciolta D.C. prima e dal Partito Popolare poi che, dopo la
breve parentesi nella Margherita, optarono, con grande faciloneria, per la fusione “a freddo” con i d.s. dando vita all’attuale Partito Democratico.
Molti commentatori politici convennero
che si trattò di un’operazione rischiosa
perchè “immatura” orfana di un dibattito
propedeutico, priva di una preparazione
culturale e politica in grado di considerare la bontà di un progetto che, per la permanenza all’interno dei democratici di sinistra di solide tossine dell’antica ideologia comunista avrebbe provocato, in
itenere, problemi di difficile convivenza.
Prevalsero, dopo il fallimento dell’Ulivo
di matrice prodiana, ottimistiche valutazioni rivelatesi completamente sballate.
Si ritenne che quella fusione “affrettata”
favorisse e consolidasse quel sistema
bipolare tanto esaltato da alcuni incalliti
politolighi assertori di un sistema che nel
nostro Paese non avrebbe mai potuto
“attecchire”.
Insieme a questa errata valutazione,si
pensò che il modo migliore per contenere
prima e sconfiggere poi il fenomeno Berlusconi fosse opportuno un fronte unico
degli “anti”: il gioco valeva la candela per
cui si poteva tranquillamente rinunciare ad
una seria analisi culturale ed ideologica.
Il fallimento di questo esperimento, che
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cocciutamente si è voluto procrastinare
nel tempo, ha portato ad accentuare una
crisi nella sinistra apparsa, lungo questi
ultimi anni, senza sbocchi ma densa e piena di crescenti contraddizioni.
E’ rimasto forte il convincimento nella dirigenza del PD del concetto “nessun nemico a sinistra. Da qui gli errori clamorosi
e ripetuti delle alleanze nel 1996 e nel 2006
con Rifondazione Comunista e nelle ultime elezioni con SEL di Vendola che, addirittura ha partecipato alle primarie per il
premier indette dal P.D.
Nel frattempo il variegato mondo della ex
Margherita si è “sparpagliata” nelle varie
branche (le correnti della D.C avevano una
“nobiltà” ed “uno stile” difficilmente copiabile -sic!), contribuendo così a seminare confusione e contraddizioni in un partito privo di una linea politica e programmatica seria.
Non è sufficiente l’elezione al “supremo
soglio” del governo di Enrico Letta, a cui
naturalmente auguriamo lunga vita, per
ritenersi soddisfatti ed in pace con le loro
scelte rivelatesi sbagliate.
Anch’essi, gli ex esponenti della Margherita, insieme ai Follini ed ai Casini e compagnia di ventura, hanno concorso al disfacimento di una componente di centro
che forse avrebbe potuto evitare “il miracoloso ripescaggio” di Berlusconi dopo
che si era ritenuto di averlo definitivamente distrutto.
Si pone nuovamente la riproposizione di
un movimento politico di laici e cattolici
che potrebbe, ancora oggi, rappresentare un’alternativa per la partecipazione alla
guida di un paese in pericolo di sopravvivenza: forse, se una alternativa del genere fosse stata presente o lo fosse in
futuro, si sarebbe potuto evitare il sorgere spontaneo ed incontrollato di un movimento di matrice “anarchica” come i
“5stelle” , capace di produrre ulteriori guai
al nostro paese.
Nei confronti del neo ministro Cecile Kyenge
Incredibile degenerazione razzistica
da parte di esponenti della Lega
Non possiamo tacere di fronte all’ennesima, gravissima provocazione che esponenti leghisti, hanno rivolto alla Ministra Cecile Kyenge.
Non ci sorprende più il parlamentare europeo Mario Borghezio che,
purtroppo, si trova ancora a rappresentare il nostro paese in Europa.
Ci sorprende invece e molto la
esternazione del Presidente del Veneto - Luca Zaia - già ministro dell’agricoltura nel governo Berlusconi considerato un leghista moderato che si è aggiunto, con toni appena più dimessi, nella vergognosa
polemica contro la neo-ministra
“nera” (come la stessa si è definita) la cui nomina è avvenuta per
scelta del Presidente del Consiglio
Letta. Una scelta che ha assunto il
significato di una grande apertura
nei confronti dei tanti immigrati presenti nel nostro paese.
Siamo convinti che sia questa la
strada migliore da seguire ed in grado di annullare e mortificare le
sconsiderate e vergognose esternazioni dei leghisti Borghezio e
Zaia.
Cecile Kyenge, ministro dell’Integrazione.
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Attualità
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INTERNET
Strumento di informazione, di conoscenza
o mezzo per l’acquisizione delle nozioni?
Lo sviluppo della “rete” e la libera circolazione delle idee e del pensiero anche politico
di Milko Ferrini
In un recente incontro organizzato dal circolo culturale “IL CENTRO” si è parlato
dello sviluppo della rete Internet negli ultimi anni, soffermandosi sull’aspetto della rete quale indubbio strumento di scambio delle idee tra soggetti di varia formazione culturale, estrazione sociale ed appartenenza politica.
Nella rete in versione “web 1.0”, l’informazione era veicolata da un’unica o poche fonti cosidette autorevoli (i primi siti
Internet specializzati, le versioni on line
dei tradizionali mass media, i siti web degli enti istituzionali o di ricerca ecc) . In tal
senso l’informazione, nel senso tradizionale del concetto proprio della televisione, era veicolata da uno (o pochi) a molti
e la rete, quindi, poteva ritenersi simile al
resto dei mezzi di comunicazione.
La sua vocazione globale era pero’ già
nota ai pochi (ricercatori e studenti in primis) che sin dagli albori frequentavano le
aree riservate delle BBS (Bullettin Board
System) prima e dei newsgroups (gruppi
di discussione) poi.
Con l’esplosione dei BLOG (da weblog o
diario in rete con commenti od articoli organizzati cronologicamente) e dei social
network, i singoli utenti si sono trasformati da semplici fruitori a produttori di
informazione, oggi trasmessa da molti a
molti.
Nella rete in versione “web 2.0” ognuno
può dire la sua, ognuno può veicolare il
proprio pensiero e fare informazione (nel
senso etimologico di dare forma alla mente e trasmettere un concetto) contribuendo attivamente agli aspetti contenutistici
della rete.
Oggi la rete è considerata la più ampia
fonte d’informazione, un contenitore d’informazioni che spaziano, però, dall’attendibile, all’inattendibile, al falso.
Il problema di fondo di internet, accessibile 24 ore al giorno per 7 giorni, è dato
dall’attendibilità della fonte d’informazione. Non possiamo essere certi che ciò che
viene trasmesso da un sito web o da un
interlocutore sia conoscenza. Sarà, piuttosto, informazione da non accettare in
toto acriticamente.
Non possiamo essere certi che qualcuno
che ha un parere diverso rispetto ad un
argomento di un forum o blog , specie politico, venga rispettato (nel senso che la
sua critica venga pubblicata) o che l’autore venga bannato (dall’inglese to banish bandire) rendendo invisibile il suo
commento eventualmente contrario.
La rete amplifica le possibilità di scambiarci
informazioni, di acquisire pillole di conoscenza su un argomento ma non può farci
raggiungere la conoscenza che secondo
alcuni è in senso assoluto la metà irraggiungibile di qualunque studioso e secondo altri, in senso meno filosofico, la comprensione di fatti e accadimenti di varia
natura.
Di sicuro la rete è anche mezzo di acquisizione di nozioni (ovvero cognizione degli
elementi di base) su argomenti, temi e materie riservati a pochi studiosi e professionisti. In tal senso la rete è anche un
mezzo per molti di provare a comprendere
e quindi criticare ciò che produce il pen-
siero ufficiale nelle sue varie forme; dalla
scienza, all’economia, alla medicina ecc.
La rete, per dirla con SERRES (filosofo
francese membro dell’Academie francaise, docente presso la Stanford University, sostenitore della libera informazione e
di wikipedia) assottiglia i confini tra la gente ed i professionisti del sapere. Sul Blog
di una formazione politica che rivendica
di essere nata grazie alla rete ed alla sua
libertà è presente parte di un’intervista al
filosofo francese, il quale , per esprimere
parte del suo pensiero, ricorre ad un esempio calzante che di seguito citiamo.
Prendiamo ad esempio la medicina; oggi
un medico forse immagina che prima di
chiedere il suo parere voi possiate esservi
documentati sulla rete Internet e che quindi
possiate valutare il suo operato ed il suo
livello di conoscenza; immagina, quindi,
che il paziente possa controllarlo.
Questo è il vantaggio. La democrazia delle idee e la valutazione critica del pensiero
attraverso il confronto delle idee.
Internet rende possibile, intrinsecamente,
il confronto globale delle idee, abbattendo i confini spaziali e temporali, permettendo di superare la ristrette valutazioni
locali talvolta arroccate su pregiudizi o
verità precostituite.
Ciò che manca però, nonostante le webcam, è il pathos delle relazioni interpersonali. Secondo alcuni un limite, secondo
altri un vantaggio per la circolazione non
impetuosa e gridata dei diversi punti di
vista.
8
Attualità
Politica
e-mail: [email protected]
Comunicazione
dell’informazione
e sua attendibilità
di Paolo Soroga
Comunicazione, Informazione e sua Attendibilità: tre parole che sono tra i principali
oggetti nelle discipline dell’Informatica e
della Telematica. Tre parole che in conferenza possono tuttavia essere trattate sotto diversi punti di vista: dal sociologico al
giornalistico, dall’evoluzione tecnologica
alle implicazioni che le nuove e moderne
applicazioni comportano sul piano della
privacy in generale.
Il dr Ferrini, esperto per la Polizia Postale
nel campo investigativo sul corretto uso
delle nuove tecnologie ha trattato il tema
rappresentando le varie forme attraverso
cui attualmente può viaggiare e risiedere
il dato e l’informazione digitale: i telefoni
cellulari, i palmari, gli smartphone fino ai
più recenti tablet ed iPad e poi la TV
digitale, i PC, i Server, i Router etc. Su questi strumenti possono poi applicarsi ormai una gran quantità di applicazioni tecnologiche che trattano in modo integrato
l’informazione nelle varie forme multimediali (dati, suoni, disegni, immagini, filmati
etc) elaborando, leggendo e registrando
in forma digitale dati ed archivi pubblici e
privati.
L’informazione, che deriva sempre da una
elaborazione di dati, è comunicata via wireless o attraverso reti di telecomunicazione che utilizzano protocolli di trasmissione sempre più integrati fra loro, che favoriscono così un utilizzo sempre più massivo ed in tempo reale dell’informazione stessa da parte di tutti gli attori: cittadini, aziende e pubblica amministrazione.
La Telematica (convergenza di Telecomunicazioni ed Informatica) è la disciplina che
tratta il trasporto della comunicazione digitale avvalendosi di hardware e software
informatici, ed internet è la rete pubblica
di reti pubbliche nazionali ed internazionali che veicola con opportuni protocolli
standard dati, informazioni e servizi tra
milioni di calcolatori in tutto il mondo. I
servizi telematici principali di base riguar-
dano la posta elettronica (e-mail), il trasferimento di archivi (ftp) e le pagine WWW
con i quali vengono offerti servizi commerciali (e-commerce), servizi bancari e finanziari (e-banking, e-businnes), servizi educativi e di formazione (e-education), servizi
di governo (e-government), servizi di approvvigionamento (e-procurement) ed altri
ancora.
Internet attualmente rappresenta il principale mezzo di comunicazione di massa ed
ogni attore può essere fruitore e/o produttore di servizi.
La più recente offerta anche di servizi di
video comunicazione, di telefonia via IP
(VoIP), di TV via streaming o broadcasting
e di chat online ha favorito anche la costituzione di varie comunità virtuali quale insieme di persone interessate a specifici argomenti che in modo semplice riescono così
ad interagire in real time con altri soggetti
in tutto il mondo.
L’attendibilità delle informazioni veicolate
via rete attraverso i suddetti servizi è tuttavia poco affidabile proprio perché internet
di per sé non può fornire sicurezza sulla
segretezza, l’autenticità e l’integrità delle
informazioni trasmesse. In internet così
come nel mondo reale si possono quindi
aggirare malfattori di vario tipo che in modi
diversi possono compiere azioni illegali
contro cose e persone inclusi i minori. Si va
dal furto di identità al furto vero e proprio
sui conti correnti, all’intrusione fraudolenta via mail, all’adescamento di minori, alle
azioni di hackeraggio sui sistemi e sugli archivi, alla distruzione e manipolazione di documenti e dati; gli attacchi sono perpetrati
con software maleware quali virus, worm,
trojan, spyware ecc. e le modalità di attacco prendono vari nomi come phisching,
sniffing, spoofing ecc.
Su queste tematiche sono stati proiettati in
conferenza anche diversi videoclip altamente educativi proprio per informare e mettere in guardia adulti e minori sulle tecniche
fraudolente di approccio online, fornendo
anche numerosi e preziosi consigli di come
anche con il semplice buon senso e oppor-
tuni accorgimenti si possono scongiurare intrusioni ed incontri indesiderati.
La sicurezza informatica e telematica delle
informazioni, dei sistemi e delle reti è la
contromisura agli attacchi di cui sopra. I
programmi antivirus ed antimaleware proteggono i PC, i sistemi e le reti mentre è
ormai diffuso l’accesso via pin e password
per documenti, archivi e servizi riservati e
personali. L’identità personale si può maggiormente garantire in aggiunta al pin/
pswd anche con la dotazione personale
di apposite smart-card dotate di processore quali la Tessera Sanitaria, la Carta
d’Identità Elettronica e le Carte di Credito/Debito oppure con dispositivi di OTP
(One Time Pswd).
Per la sicurezza nella comunicazione sono
disponibili avanzate tecniche di cifratura
e crittografia con doppia chiave pubblica
e privata che garantiscono riservatezza,
autenticità e segretezza per testi, documenti e e-mail che possono così viaggiare sicuri in rete.
La firma digitale e la marcatura temporale
sono meccanismi utilizzati per apporre firma e/o data/ora a valenza legale su testi,
documenti e archivi che possono così essere trasmessi in rete oppure essere protocollati ed archiviati in modo digitale.
La garanzia sulle chiavi pubbliche è assicurata da Autorità di Certificazione che
rilasciano appositi certificati digitali che
ne attestano la validità temporale.
L’uso delle suddette tecniche viene poi
impiegata per offrire servizi ad alto contenuto di sicurezza quali la Posta Elettronica Certificata, i Pagamenti digitali, il rilascio via rete di Certicati a Attestazioni di
ogni tipo ecc..
Sui funzionamenti ed impieghi di queste
tecniche sono stati offerti in conferenza
alcuni esempi pratici che ne hanno sottolineato i vantaggi e le operatività.
FRATELLI NERI
S.P.A.
LIVORNO - ITALY
periodico online www.circoloilcentro-livorno.it
Dopo il voto del 21 e 22 Aprile
Elba Comune unico:
un’occasione perduta
di Massimo Cappelli
Il 21 e 22 Aprile si sono tenute le votazioni
in 14 Comuni della Toscana per l’unificazione degli stessi in Comuni più grandi.
Mentre Fabbriche di Vallico e Vergemoli,
Incisa e Figline, Castelfranco di Sopra e
Pian di Sco si uniranno l’isola d’Elba continuerà ad essere divisa in 8 Comuni. I NO
all’unificazione hanno prevalso sui SI
(7162 voti contro 4705); più precisamente
mentre il SI ha prevalso nel Comune di
Portoferraio, il più grande, i NO sono stati
vincenti negli altri 7 più piccoli: Campo
nell’Elba, Capoliveri, Marciana Marina,
Marciana, Porto Azzurro Portoferraio, Rio
Marina, Rio Elba.
Se esaminiamo razionalmente le motivazioni della vittoria non vi troviamo plausibili perché. Come ben spiegato dal Comitato sorto per promuovere l’unificazione
dei Comuni, i vantaggi collegati sarebbero stati numerosi. Oltre ai significativi contributi di Regione e stato per la fusione,
andati perduti, avremmo avuto minori costi nella Amministrazione.
Oggi l’Elba, che conta circa 31000 abitanti, è amministrata da 8 Sindaci, 44 assessori, 124 consiglieri, 7 segretari comunali
per una spesa stimata di circa 700 mila euro
l’anno, con la istituzione del Comune unico la dimensione rispetto agli amministrati sarebbe stata ideale con 1 Sindaco, 1
Giunta con 7 Assessori, 1 Consiglio con
24 Consiglieri e 1 Segretario Comunale, 8
Municipi con funzioni operative per il disbrigo delle pratiche in loco, con un costo stimato di circa 150 mila euro anno.
Un bel risparmio per la collettività ed una
semplificazione dell’apparato burocraticoamministrativo con conseguenti vantaggi sull’efficienza nel rilascio di permessi,
autorizzazioni, concessioni e con la eliminazione delle disparità nelle tariffe e tasse
comunali. Si pensi solo alle diverse aliquote IMU ed Irpef a seconda del Comune dell’Isola.
Un unico centro decisionale avrebbe agevolato la soluzione delle problematiche
collegate alla raccolta e smaltimento dei
rifiuti, ai trasporti aeroportuali e marittimi,
alla viabilità, alle politiche idriche, insomma alla gestione, nel suo complesso, dell’Isola favorendone lo sviluppo commerciale e turistico.
Indubbiamente l’Elba avrebbe incrementato la sua rilevanza nel contesto Regionale e la semplificazione amministrativa
avrebbe favorito le attività commerciali e
gli investimenti sull’Isola.
Perché allora hanno vinto i NO?
Sulla razionalità hanno prevalso le forti
identità municipali, il timore del nuovo, la
paura di perdere posizioni acquisite, la
sottovalutazione dei benefici economici
degli incentivi alla unificazione e di quelli
strutturali che avrebbero avuto le attività
turistiche, commerciali,industriali.
E dopo il voto?
Digerita la fase agonistica il dibattito si è
aperto sulla necessità comunque di arrivare ad una semplificazione dell’attuale
assetto.
Si parla di giungere almeno a 3 Comuni
dagli 8 esistenti allora perché non il Comune unico? Ad un osservatore esterno
risulta davvero difficile da comprendere!
TourgesT e SAT annunciano la ripresa del volo charter
Pisa-Lampedusa per l’Estate 2013
Nei giorni scorsi è stato annunciato la ripresa del volo diretto Pisa-Lampedusa per la
stagione estiva 2013. Il volo, interamente charterizzato da TourgesT.com, sarà operativo
ogni sabato dal 15 giugno al 28 settembre 2013 e sarà operato dal vettore TrawelFly by
Mistral Air con aeromobili Boing 737-400 da 165 posti.
Il volo si effettuerà ogni sabato, con i seguenti orari:
Pisa-Lampedusa: partenza 11.30 - arrivo 13.15;
Lampedusa-Pisa : partenza 8.50 - arrivo 10.35.
Attualità
9
Un ministro
pisano
all’Istruzione
di Mario Lorenzini
La scuola attende il nuovo Ministro, la
prof.ssa Maria Chiara Carrozza, direttrice dalla prestigiosa scuola Sant’Anna di
Pisa, con la speranza che sia migliore
della Gelmini e di
Profumo (quello dei
libri digitali dal
2014).
Intanto si appresta a
sottoporsi alle prove INVALSI che si
svolgeranno nel corrente mese di maggio.
Sono prove previste da una legge mal
digerita dai docenti.
A Firenze viene rivolto un invito ai genitori di tenere a casa i figli nei giorni in cui
la scuola fa svolgere questi testi. In attesa, quindi, delle proposte di un Ministro
non ci resta altro che leggere quanto i Dieci
Saggi hanno scritto sull’istruzione e consegnato al Presidente della Repubblica.
Dopo le premesse sulle necessità di aumentare l’efficienza, il Documento indica
alcune proposte:
1. riduzione dell’abbandono scolastico
mediante il prolungamento della scuola al
pomeriggio negli anni del primo ciclo evitando però la replica delle lezioni frontali
del mattino e individuando percorsi specifici per i ragazzi maggiormente a rischio
finalizzati al rafforzamento delle competenze di base come comprensione dei testi, competenze logico matematiche e
applicazioni del metodo scientifico,
2. aumento dei fondi per il diritto allo
studio
3. potenziamento delle iniziative finalizzate ad insegnare stili di vita salutati nelle
scuole e nelle università promuovendo,
sul modello americano, l’eliminazione dei
distributori automatici collocati nelle
scuole di cibo e bevande ad alto contenuto calorico.
4. miglioramento indispensabile delle infrastrutture di rete delle scuole attualmente dimensionate per la gestione amministrativa anche in vista dell’adozione dei
libri digitali previsto per il 2014
5. per l’Università sostegno all’alternanza scuola-lavoro mediante un apprendistato universitario sul modello tedesco e
austriaco. due Paesi in cui la disoccupazione giovanile è molto contenuta.
Proposte. Quale fine faranno?
Politica
10 Attualità
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Le Coop, la Finanza
ed i rischi per i Soci Prestatori
di. Marcello Battini
Dall’analisi dei valori di bilancio di 11
cooperative di consumo, operanti nel
settore della grande distribuzione, di
media grandezza, relativi all’anno
2011, si evince che l’equilibrio economico della gestione ordinaria delle
cooperative di consumo è prevalentemente e sistematicamente negativo e comunque, anche nei casi migliori, raramente si pone al livello delle
società private concorrenti.
A livello macro economico, questo fenomeno di scarsa redditività del sistema cooperativo, contribuisce ad
Filarmonica
deidel
Concordi
abbassare
la produttività
sistema
Paese che, in un’economia globalizzata, è una delle principali cause
della crisi sistemica nazionale. A livello microeconomico, questa situazione è foriera di rischi per i soci prestatori
Come risulta da una pubblicazione de
“il sole24ore”, il sistema di prestiti sociali delle Coop, nonostante coinvolga 1,2 milioni di soci e raccolga 11,6
miliardi di risparmio (circa 9.500 E. a
testa), non è presidiato da Bankitalia, né assistito da fondi di garanzia,
come avviene per la clientela bancaria (fino a 100.000 E. per depositante).
Esistono dei criteri d’investimento,
suggeriti dal livello associativo, per lo
più sconosciuti ai soci prestatori, che,
però, lasciano ampi margini di manovra ai gestori, tanto che il 60% della
raccolta è investita in attività finanziarie, compreso il 10% (1,2 miliardi)
dirottato verso gruppi finanziari come
Unipol e Mps. Prestiti sociali da destinare al conseguimento dell’oggetto sociale e che, invece, in misura
prevalente, producono finanza per la
finanza, più che per l’impresa cooperativa.
La tutela dei soci prestatori è costituita dal patrimonio dell’azienda, ma
sarebbe importante anche un intervento normativo a loro favore. Nell’attesa, le Coop dovrebbero almeno pubblicare sul sito web, il bilancio civilistico, il regolamento del prestito ed i
relativi fogli informativi, nonché le politiche d’investimento seguite, così da
consentire ai soci di essere informati, per assumere con consapevolezza il rischio comunque presente anche nei libretti delle Coop.
Il “gap” conoscitivo è uno dei più diffusi strumenti distortivi della concorrenza ed anche il sistema cooperativo, invece di combatterlo (la Coop sei
tu!), dà il suo contributo per accrescerlo.
E’ importante tenere presente che la
decisione d’impegnare una parte del
proprio risparmio in cooperativa, richiede sempre un’attenta valutazione del rendimento e del rischio insito
nel prestito sociale, così come del
resto la richiede qualsiasi forma d’investimento.
Le Coop sono impegnate a garantire
ai soci prestatori, una remunerazione sostenibile, in linea con i valori di
mercato, in concorrenza con un sistema bancario affamato di mezzi freschi provenienti da raccolta diretta,
ma i prestiti sociali, se considerati
una forma d’investimento, sottoposti
all’analisi di rischio/rendimento, uscirebbero spesso perdenti con altri prodotti finanziari.
Per concludere, poiché:
a) i rendimenti offerti dai libretti
Coop, spesso, non sono competitivi con i rendimenti di offerte concorrenti;
b) i risparmi raccolti possono essere investiti (e lo sono realmente)
anche in attività molto rischiose;
c) le tutele per i soci prestatori sono
inadeguate;
d) la normativa di vigilanza è molto
lasca;
e) lo stato di salute delle Coop che
emerge dall’analisi dei bilanci può
destare qualche preoccupazione;
f) il persistente stato di crisi dell’economia italiana fa prevedere una
caduta dei consumi interni e dei
risparmi, degli appartenenti alle
classi sociali meno agiate, con
probabile impatto negativo sulla
gestione industriale delle Coop di
consumo e nella raccolta dei prestiti sociali;allora è consigliabile
che, i prestiti sociali ( a parte quelli
che attengono a motivazioni diverse da quelle economiche) rappresentino una parte minima, nell’allocazione complessiva dei risparmi personali e/o familiari dei soci.
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Enrico Letta Presidente del Consiglio!
Una grande emozione unita ad una fiera soddisfazione assistere alla salita al
Colle di Enrico, un politico serio, moderato e rigoroso che ha fatto del dialogo il suo punto di forza. In un momento di grande crisi politica e culturale
occorreva una svolta: ecco il bisogno
di un ricambio generazionale con un
Governo di larghe intese composto da
21 Ministri, di cui 7 donne, e con una
età media di circa 50 anni. Dopo ben
63 giorni di attesa finalmente la politica
ha capito che bisognava cambiare….
A proposito di Imu nella Provincia di
Livorno, città con una valenza turistica
che la colloca tra le prime 10 in Italia,
l’Imu più alta per la prima casa è quella di Capoliveri con 495 euro. Segue
Campo nell’Elba con 439 euro e poi
Livorno con 410 euro. Cecina ha una
11
timi dati Istat danno una disoccupazione giovanile al 38,4% che significa 635
mila giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca
di lavoro. Lavoro, lavoro, lavoro! Art.
1 della Costituzione: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Priorità assoluta da attuare!
Cinguettare
di Luca Lischi
Del programma di Letta è emerso a caratteri cubitali su quasi tutti gli organi
di informazione il tema dell’Imu, la tassa sulla prima casa, che è una tassa
esosa per tutti e che ha colpito moltissimo le giovani famiglie. E tutti attendono una sua abolizione o almeno una
rimodulazione. Analizzando la media dei
versamenti Imu sulla prima casa emerge che ognuno fa come gli pare e decide quanto incassare…. .
Primo comune in Italia per Imu è Portofino con una media di 1030,81 euro e
una frequenza di 140 versamenti! Ultimo con una media di 16 euro ( si, proprio sedici euro) è Zerfaliu un piccolo
comune in Sardegna, in provincia di
Oristano.
In Toscana, tra i nostri dieci comuni
capoluogo, esistono dei divari consistenti: Siena ha una media di 567,04,
segue Livorno con una media di 410,33
euro. Le altre? Ben distanziate: Firenze
e Pisa pagano mediamente 295 euro.
Prato 234 euro e Grosseto e Carrara
213 euro. Lucca fa pagare meno della
metà di Livorno con 201 euro. Pistoia
è la più generosa: solamente 180 euro.
E’ proprio difficile trovare il sistema per
tassare in modo più omogeneo e più
giusto un bene primario come la prima
casa e uscire dalle imperscrutabili bizzarrie delle rendite catastali?
Cinguettare
media di 226 euro, Rosignano di 186
euro e Collesalvetti di 134 euro. Su 20
comuni il nostro capoluogo è sul podio! Qual’è il comune con l’aliquota più
bassa? Bibbona con 112 euro!
La grande risorsa dell’Italia è l’Italia
stessa - ha sottolineato il premier Letta.
Ecco l’importanza di rilanciare il turismo e di attrarre investimenti. Attuando l’articolo 9 della Costituzione per
promuovere la cultura e la ricerca e
custodire e valorizzare il nostro patrimonio e le bellezze del nostro paesaggio. Avere la passione e la volontà di
fare cose grandi, di costruire, come sottolineava pochi anni fa lo stesso Letta,
“cattedrali”, per non disperdere le risorse in tanti fiumiciattoli ma concentrare
le ricchezze verso grandi scopi capaci
di lasciare traccia per l’economia del nostro bellissimo paese.
Tantissime sono le priorità e le urgenze
da affrontare. Tra tutte quella del lavoro assume una priorità assoluta. Gli ul-
Prestiti
e
“Scommettere su grandi ideali”. Papa
Francesco sottolinea che “in questo
tempo di crisi è importante non chiudersi in se stessi, sotterrando il proprio
talento, le proprie ricchezze spirituali,
intellettuali e materiali, tutto quello che
il Signore ci ha dato, ma aprirsi, essere
solidali, essere attenti all’altro”. Ciascuno faccia la sua parte di bene e metta a
servizio i suoi talenti riscoprendo il dono,
la gratuità e così la crisi potrà essere
superata con un nuovo slancio di speranza, di fiducia, perché guidati e condotti da persone credibili, sobrie e rigorose.
Anche il Friuli ha mandato segnali di
disaffezione e di disincanto dalla politica. Anche lì, al nord, hanno votato in
pochi, circa la metà degli aventi diritto,
come era già successo, al sud, in Sicilia. Italiani stanchi e nauseati da una
politica che si presenta quasi come
esclusivo arricchimento personale e di
pochi intimi. Bene chi sta dando segnali di sobrietà e di richiamo all’essenziale. E non sono solo segnali da parte dei
grillini. Mario Sberna di Scelta Civica
aveva promesso, in campagna elettorale, che a lui bastavano 2500 euro (ovvero
lo stipendio percepito prima di entrare in
politica) più le spese vive (tutte documentate per il soggiorno a Roma, in un convento). Quello ricevuto in più? Tutto devoluto in beneficenza per i poveri!
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Politica
12 Intervista
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Tre-domande -tre a Gina Giani, Amministratore delegato e Direttore generale dell’Aeroporto di Pisa
Le aree di futuro sviluppo
sono orientate verso Est
Dopo qualche anno dal suo insediamento, abbiamo voluto “tastare il polso” dell’amministratore delegato e direttore generale - dott.ssa
Gina Giani - che conduce, con incomparibile
capacità, la SAT-Aereoporto di Pisa. I risultati confermano ampiamente l’eccellenza della gestione nella continuità storica del compianto, grande amico nostro, ing. Piergiorgio
Ballini che, non per nulla, l’aveva “indicata”
come “Suo successore”.
1) Il nostro paese sta attraversando una
crisi di dimensioni epocali. Quel che resta di buono del nostro sistema economico
è legato all’export ed alle cosiddette “eccellenze”. Tra queste è doveroso includerel’ aeroporto Galilei , una delle “preziosità” della nostra regione.
Definirei il percorso di SAT, dall’inizio
della crisi, come quello di una società “resiliente”, in grado cioè di vivere, crescere
e svilupparsi anche in tempi difficili. Nel
periodo 2007-2012, caratterizzato dalla
difficile congiuntura macroeconomica,
l’aeroporto Galilei di Pisa ha registrato
un tasso di crescita medio annuo composto (CAGR) del traffico passeggeri pari al
3,8%, superiore di circa 2,5 volte quello
complessivo del sistema aeroportuale italiano (1,5%). In termini di risultati economici, SAT ha chiuso l’esercizio 2012 con
un utile netto di 6,4 milioni di euro, il più
elevato mai ottenuto da SAT, con un incremento di oltre il 45% sul 2011.
Questo grazie ad un modello gestionale
ereditato dall’Ing. Pier Giorgio Ballini di
grande attenzione ai costi ed alla soddisfazione del cliente. E’ indubbio che per
affrontare questa difficile congiuntura sia
stata necessaria, e lo sia ancora oggi, una
politica di grande controllo dei costi, senza però incidere sulla qualità dei servizi
rivolti all’utente. Abbiamo insomma cercato di non perdere in competitività. Altro fattore che sta alla base dei nostri risultati è che solo un passeggero su quattro del Galilei vive in Toscana, il resto
sono passeggeri di altre regioni italiane
o stranieri che vengono in Toscana. Poter
operare inoltre 20 mercati, Stati Uniti inclusi, ha permesso alla SAT di diversifi-
La Dott.ssa Gina Giani, Amministratore delegato e Direttore generale dell’Aeroporto di Pisa
care il rischio in quanto non tutti i paesi
hanno vissuto la crisi nello stesso modo e
nello stesso tempo.
2) Che cosa dobbiamo ragionevolmente
attenderci ancora per una ulteriore estensione delle rotte e dei servizi già oggi di
notevole rilievo? E quali ulteriori livelli
di crescita è possibile prevedere nel movimento passeggeri in costante incremento?
La Stagione Estiva 2013 vede l’apertura
di 7 nuovi collegamenti da/per l’aeroporto Galilei. Nel mese di giugno riaprirà
inoltre il collegamento diretto Pisa-New
York/JFK operato da Delta Air Lines con
frequenza quadrisettimanale. Fatto non
scontato, in quanto, l’aeroporto di Pisa è
l’unico, assieme a quello di Stoccolma,
fra i quattordici aeroporti che nel 2007
avevano aperto nuovi voli della compagnia americana, ad avere mantenuto questo volo così prestigioso. Complessivamente nella Summer 2013 l’aeroporto di
Pisa è collegato con 77 destinazioni su
voli di linea, di cui 67 internazionali e 10
nazionali, servite da 15 compagnie aeree.
Nessuna città di 90.000 abitanti in Italia
può vantare, come Pisa, un aeroporto dal
4,5 milioni di passeggeri. Questo risultato nasce, in gran parte, dall’effetto combinato dell’attrattività della Toscana nel
mondo e dallo sviluppo delle compagnie
aeree low-cost.
Il fenomeno low-cost, nato nel 1997 insie-
me alla liberalizzazione in Europa del trasporto aereo, è oggi giunto a maturazione. Pertanto, una volta superata l’attuale
crisi economica, le aree di futuro sviluppo per il Galilei sono orientate verso Est.
Quest’estate il gruppo Alitalia-Air One ha
lanciato i voli di linea per Mosca e San
Pietroburgo e le attività di marketing della nostra struttura commerciale puntano
verso Instabul, Emirati Arabi e Shanghai
(Cina). Si prevede, infatti, che mentre da
qui al 2030 il trasporto aereo in Europa
raddoppierà, quello da/per l’Asia crescerà del 400%.
3) E’ prevedibile o auspicabile, secondo i
desiderata del Presidente della Regione,
la formazione di un’unica società tra i due
aeroporti di Pisa e Firenze?
Recentementeè stato stipulato un accordo da parte dei soci pubblici di SAT e
AdF, società entrambe quotate in
Borsa,per verificare la fattibilità della
costituzione di una Holding di controllo
che le gestisca.
Detto questo, aggiungo, che mentre sono
in corso i doverosi studi di approfondimento, la crisi economica rende la concorrenza tra gli aeroporti sempre più accesa, anche perché sono le compagnie a
mettere in competizione gli aeroporti fra
loro. A questo punto, due aeroporti in concorrenza, così vicini, rischiano di fare arricchire le compagnie aeree e non il territorio che servono.
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Il no di Marco Filippi
a Franco Marini
Durante le concitate giornate nel corso
delle quali si stava votando per la elezione del Presidente della Repubblica, un
folto gruppo di parlamentari del Partito
Democratico, in dissenso con le decisioni del loro partito, ha affossato prima la
candidatura di Marini e poi, non contenti,
addirittura anche quella di Prodi.
Molti di loro hanno ritenuto opportuno
avvertire, sui loro blog, gli elettori del proprio collegio.
Anche il senatore livornese Marco Filippi, secondo quanto pubblicato dal quotidiano locale, si è “premurato” di avvertire
i suoi elettori di essersi “astenuto” sulla
votazione di Franco Marini per la Presidenza della Repubblica..
Abbiamo sempre apprezzato l’equilibrio
ed il senso di responsabilità di Marco: ci
sembra che, nella circostanza, meglio
avrebbe fatto a starsene zitto o, forse, insieme al centinaio circa di suoi colleghi,
allinearsi agli organi direttivi del partito, il
PD, in grave crisi di credibilità.
Ma che c’azzecca
Beppe Grillo
con il Costarica
Matteo Renzi, replicando alle minacce ed
alle truculenti accuse dell’ex comico Beppe Grillo -il grande condottiero del movimento 5stelle- ha chiesto notizie, mai per-
Scali del Corso 11 - Livorno
Tel. 058686211000 - Fax 058686210000
e
r
u
t
lo a
g
i
Sp
venute, riguardanti le otto o nove società
che “il grande laeder” gestisce direttamente o attraverso suoi parenti od amici nel
lontano Costarica.
Insieme al Sindaco di Firenze, siamo in
molti in attesa di un doveroso riscontro.
E rieccolo
l’ex
ministrone
FOTO ONORATI
Rieccolo! L’ex ministrone, Altero Matteoli, non demorde. Si è immediatamente accodato al gruppo del falchi del Pdl guidato da Brunetta (Sic!), per “imporre” l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, nonché il
rimborso di quella versata nel 2012 secondo i desiderata del Cavaliere.
Naturalmente si guarda bene dal suggerire finanziameni sostitutivi da assicurare ai
Comuni. Ma se una volta, almeno una volta, si facesse paladino di una seria battaglia contro l’evasione fiscale....!!!
Yari De Filicaia
colpisce ancora!
Il segretario cittadino del PD, Yari De Filicaia (finalmente abbiamo capito come si
scrive) quotidianamente citato dal quotidiano livornese, ha colpito ancora.
Nel servizio pubblicato da Il Tirreno a
pag.XI ha espresso tutta la sua insoddisfazione per la formazione del governo
Letta. Avrebbe preferito, dichiara l’autorevole esponente politico livornese, un
governo di saggi (alla prossima uscita
spiegherà la differenza tra governo di tecnici e governo dei saggi, ne siamo tutti
ansiosi), per centrare pochi obiettivi e poi
subito al voto, non specifica se con questa tragica legge elettorale.
Enrico Letta, dice Yari, era vicesegretario
e tutto quel gruppo dirigente ha fallito......
Può essere anche vero! Ma il nostro cosa
aspetta a dimettersi da segretario cittadi-
Spigolature
13
no di Livorno visto lo sfascio in cui si trova la nostra città sempre amministrato dal
suo partitoP?
Ha ragione Luigi Coppola - segretario provinciale dell’UDC - quando dichiara che
Letta “è uno dei vostri”.
Ha prevalso
il buon senso
dei livornesi
Il sondaggio lanciato dal quotidiano locale sulla intitolazione del Palasport ha avuto l’esito più ragionevole ed appropriato.
Si chiamerà Modigliani in omaggio al grande artista livornese che, con le sue opere
pittoriche, è famoso in tutto il mondo.
Un grande livornese, anche se mai adeguatamente valorizzato dalla città.
Questa volta ha prevalso il buon senso
perchè il personaggio antagonista a Modigliani era il fondatore del Partito Comunista Antonio Gramsci: ma cosa c’entra
con la storia della città di Livorno?
Il Centro è in distribuizione
anche presso le seguenti punti:
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Livorno
14 Politica
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A Livorno la Festa della Famiglia nei giorni 8 e 9 giugno prossimi
Cattolici protagonisti per il bene comune
diFranco Spugnesi
Dopo i convegni di Todi che avevano
visto le varie aggregazioni laicali ipotizzare un comune impegno in politica poi
svanito o disperso per la troppo imminente prova elettorale molti pensavano
che si fosse spento definitivamente il
protagonismo dei cattolici.
Adesso la situazione veramente difficile per gli italiani e, di più, la fresca ventata di entusiasmo portata dall’elezione
di Papa Francesco, che non ha lesinato
richiami in questo senso, ha riacceso un
fuoco mai sopito nel vasto mondo del
volontariato, delle associazioni e delle
opere di presenza sociale. Così in molte
regioni, in Toscana dal 3 al 5 di questo
mese, si allestiscono le settimane sociali regionali, come non accadeva da anni,
giuristi, economisti, operatori sociali e
delegati delle diocesi toscane cercheranno di tradurre in “toscano” le conclusioni della Settimana Sociale di Reggio
Calabria 2012.
Si ripone, io per primo, molta speranza
in questa ripresa di coscienza che segue a un disinteresse trentennale, non
tanto della chiesa gerarchica, nei confronti della società e della politica, quan-
to dei cattolici semplici, frequentatori
sempre meno assidui dell’Eucarestia
domenicale e sempre più disabituati a
provare a leggere ogni fatto alla luce del
Vangelo e non giudicandolo con le categorie destra/sinistra.
Frutto, questo, amaro e avvelenato dello sciagurato clima bipolare e dalla scarsezza di bravi sacerdoti che abbiano a
cuore non solo le funzioni religiose ma,
integralmente, gli uomini e le donne del
popolo cristiano. Speriamo, dunque, che
questo nuovo corso riporti nelle nostre
parrocchie il coraggio di parlare del mondo che, come dice Benedetto XVI ha
bisogno di una prospettiva di vita eterna per immaginare il suo futuro.
Ma qualcosa si muove anche a Livorno. Particolarmente significativa l’iniziativa che parte dai periodici incontri
che riuniscono, intorno al vescovo Simone, alcuni cattolici, di varia appartenenza partitica. Nell’incontro di Pasqua è stato proposta la redazione di
una “agenda della speranza” cioè di
un documento, da elaborare congiuntamente nei prossimi mesi, che partendo delle indicazioni fondamentali della dottrina sociale della Chiesa individui una serie d’impegni e provvedimenti che il progetto culturale diocesano proporrà
a
quanti si
candideranno alle elezioni amministrative
del prossimo anno,
replicando
così il metodo già efficacemente
sperimentato nei mesi
scorsi nell’elaborazione del
documento
sulle politiche familiari
che va sotto il nome di
“Livorno,
amica della
Mons. Simone Giusti. (foto Onorati)
famiglia”.
Le aree cui dovrà far riferimento l’agenda di speranza si è convenuto che siano quelle della famiglia, del lavoro, della casa, della scuola e dell’educazione,
della qualità della vita, dell’urbanistica
e felicità, della politica come servizio,
dei servizi socio-sanitari.
La Famiglia torna prepotentemente alla
ribalta di tutta la città nei Giorni 8 e 9
giugno con una bella festa.
A iniziativa della pastorale Diocesana
con il titolo “Fede e Famiglia si può!” ci
saranno due intere giornate, sabato e
domenica, che proporranno, nei locali
e negli spazi aperti della parrocchia di
della SS. Annunziata dei Greci (alla Scopaia) oltre alla preghiera, giochi, concorsi, testimonianze ma anche dibattiti
di grande spessore su temi di carattere
sociale e educativo.
periodico online www.circoloilcentro-livorno.it
Livorno
15
È necessario reagire con un cambiamento profondo
Livorno è una città
preda degli interessi particolari
di Cristiano Toncelli
La nostra città si trova al culmine di un
declino prolungato nel tempo. Un dato
su tutti fa capire quanto Livorno sia arretrata. Il nostro porto, che negli ’80 era
uno dei più importanti d’Europa, è adesso fuori dalla lista dei primi 40. Dato che
sappiamo tutti che il porto è uno dei
motori dell’economia cittadina, si capisce bene come il declino si estenda della
città intera. Oltre che economico, però, il
declino è anche sociale.
Il PIL di Livorno è diviso all’incirca in
quattro parti uguali. Un quarto deriva,
direttamente o indirettamente, dalle attività portuali. Un quarto dall’industria e
dai servizi. Un quarto dalle amministrazioni pubbliche (attraverso gli stipendi
dei loro dipendenti). Un quarto dalle pensioni. Quindi una metà della città, quella
legata all’impiego pubblico e pensioni,
ha un reddito fisso (a parte l’inflazione
che deprime il valore del denaro e mette
in difficoltà soprattutto chi ha le pensioni minime). L’altra metà, invece, subisce
il peso della crisi attraverso il precariato,
le crisi aziendali, i fallimenti. L’esito finale è quello di una città spaccata in due.
Veduta aerea del porto di Livorno. (foto Onorati)
Metà sopravvive alla crisi, magari con
qualche sacrificio, ma l’altra metà ne viene drammaticamente colpita. Ecco allora
la disoccupazione giovanile a livelli record, il triste record nazionale degli sfratti
e l’emergenza abitativa.
Come detto all’inizio, però, questo declino viene da lontano, perché le sue radici
sono soprattutto culturali. La città dei
Medici, che era nata quando si era aperta al mondo grazie alle Leggi Livornine,
da molti anni si è invece chiusa in se stessa, diventando incapace di attuare quei
cambiamenti che la vorticosa trasformazione del mondo e dell’economia rendeva necessari. Si potrebbe dire che la crisi
c’è per tutti, ma il confronto anche solo
con la vicina Pisa è impietoso.
A Livorno la politica è incapace di superare le politiche dei veti dei tanti gruppi
di interesse che vorrebbero mantenere
rendite di posizione sempre più striminzite. Non a caso siamo la città dei comitati, perché urlare di più e battere i piedi è il
modo migliore per farsi ascoltare e ottenere qualcosa, oppure per fermare qualcosa.
Il risultato è una città preda degli interessi particolari, ma per questo incapace
di perseguire quello generale, da cui il
declino.
Cosa possiamo fare? Mai come ora è necessario reagire con un cambiamento
profondo. Perché non cambiare significa
continuare a morire di infinita inedia.
Dobbiamo recuperare le nostre origini.
Dobbiamo superare la limitazione culturale che porta questa città a cercare le
soluzioni ai problemi ossessivamente entro i propri confini. Dobbiamo aprirci al
mondo, valorizzare il merito e non l’appartenenza, chiamare chi può investire,
guardare lontano, fare squadra con il resto del territorio. E dobbiamo imparare a
scontentare qualcuno, perché la somma
degli interessi particolari non coincide
con l’interesse generale.
Per questo però serve una politica autorevole, perché quella attuale non lo è. Per
questo il 2014 sarà il momento più importante della nostra storia recente.
Livorno
16 Politica
e-mail: [email protected]
Raggiunto l’accordo
l’accordo che
che ci
ci auguriamo
auguriamo duraturo
duraturo
Raggiunto
Salvate le crociere
E’ notizia ufficiale il raggiungimento ed
un accordo che ci auguriamo duraturo che
risolve l’annoso problema dell’attracco
delle navi crociere.
A seguito di un incontro avvenuto a Palazzo Rosciano - sede dell’Autorità Portuale - è stato sottoscritto un accordo tra
la Compagnia Portuale e la soc. Porto Livorno 2000 in virtù del quale le navi da
croceria avranno “la precedenza” rispetto al traffico delle merci.
In virtù di questa attesa soluzione che
dovrebbe porre fine ad una serie di incomprensioni, battibercchi ed assurde
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la Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro.
Ha come fine ultimo quello di dare maggior
attenzione e importanza a tutto ciò che
riguarda la sicurezza e il miglioramento di
essa.
contrapposizioni, si è trovato un ragionevole compromesso in grado di garantire
l’esplosione della “pace”e l’inizio di una
organica e positiva collaborazione tra le
varie realtà operativa del Porto.
Si è trattato, in sostanza, di una intesa “ragionata” che consentirà il soddisfacimento dei molteplici interessi che insistono
nella realtà portuale.
L’intesa si è estesa anche ad una serie di
servizi che firrà con l’allargare il campo
dei rapporti tra C.P.L e Porto Livorno 2000
riguardanti uan serie di servizi collaterali.
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Evacuazione Disabili)
anche per l’essenziale ruolo svolto dal
presidente e dal direttore dell’Autorità
Portuale.
Insomma, dopo tante polemiche e contrasti, pensiamo proprio che si sia aperta
una nuova stagione nei rapporti tra le diverse realtà che interagiscono all’interno
del porto che rappresenta, ancora oggi,
una delle poche realtà concreta nel cimitero economico di Livorno.
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Livorno
17
Si è tenuto nei giorni scorsi un importante convegno
Federmanager dell’Area Vasta
Venerdi 19 aprile, presso il Palazzo Granducale della Provincia di Livorno, si è tenuta l’Assemblea di Federmanager dell’Area Vasta che raggruppa le Associazioni dei dirigenti industriali di Livorno,
Pisa, Lucca, Massa Carrara.
Due i temi del Convegno: il primo sulla
“Rappresentanza e l’impegno sociale”
dove si sono affrontati non solo gli aspetti caratteristici ed istituzionali del sindacato dirigenti, quali la tutela dei propri
iscritti, l’andamento dell’assistenza sani-
taria integrativa e dell’assistenza assicurativa, ma si è parlato anche di esempi virtuosi svolti per il rilancio delle economie
locali. Da citare quello di Federmanager di
Massa Carrara che sta impegnandosi per
rivitalizzare la “scuola del marmo”, al fine
di sviluppare tra i giovani specifiche professionalità che consentano loro impieghi
in Italia e all’estero.
Secondo tema: “La managerializzazione
delle piccole e medie imprese”. Come noto
l’industria italiana ha solo poche grandi
imprese e circa cinque milioni di imprese
piccole e spesso piccolissime, molte con
meno di quindici dipendenti. Si pensi che
di queste in sole 16 mila imprese compare
la figura del dirigente.
Il Convegno ha sottolineato come competenze professionali elevate siano necessarie per le imprese che affrontano la concorrenza e vogliono andare sui mercati internazionali. Solo lavorando sulla cultura
industriale si potrà pensare di superare il
fenomeno delle “nanoimprese”e dare più
competitività all’industria italiana.
Tra i molti qualificati interventi da citare
quelli del Presidente Nazionale Federmanager Giorgio Ambrogioni, del dott. Mario Iezzi Dirigente del Ministero dello Sviluppo, di Patrizio Gatti della Giunta Nazionale Confapi.
Grande interesse ha suscitato l’intervento dell’ing.Valfredo Zolesi, Presidente della
Kaiser spa, azienda di nicchia, che opera
nel campo aerospaziale, con sede a Livorno. Una eccellenza industriale riconosciuta
a livello euopeo e internazionale di elevatissima professionalità che ha raggiunto i
cinquanta addetti, testimonianza delle
grandi potenzialità presenti in Italia e nella nostra Regione.
Ha concluso la giornata di approfondimenti il Presidente di Federmanager Livorno, dott. Claudio Tonci ringraziando gli
intervenuti e sottolineando ancora una
volta l’importanza di operare sui territori
in sinergia, come da tempo stanno facendo le Associazioni federmanager dell’Area
Vasta.
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ROSIGNANO SOLVAY
Politica
Rosignano
18
Al vertice dell’Acli Labor
Confermato
Burgalassi
La sera del 30 aprile presso Agrihotel
Elisabetta a Collemezzano di Cecina
si è svolta l’assemblea della Cooperativa ACLI Labor con all’ordine del
giorno l’esame e l’approvazione del
bilancio chiuso al 31/12/2012, dove si
evidenzia nonostante il contesto economico che ci circonda un fatturato
superiore a 15 milioni di euro e una
presenza costante di 250 soci/lavoratori.
A seguire sono stati rinnovati gli organi sociali, confermando Paolo Burgalassi presidente, Marco Rocchi vice
presidente, Alessandro Pezzini consigliere delegato, Piero Cocchi consigliere, nuovo consigliere Marco
Pezzini che sostituisce per raggiunti
limiti di età Stefano Bandini il quale
ha ricevuto particolari elogi per quanto fatto per la cooperativa durante i
suoi 34 anni di permanenza come socio e amministratore.
Quale presidente del collegio sindacale è confermato il Dott. Paolo Gorgone.
segue a pag. 11
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L’importante struttura aperta a Rosignano Marittimo
Ma che bel Centro Feste!
Nella scorsa edizione avevamo dato notizia della inaugurazione del Centro Feste
a Rosignano M. Su questa
pubblichiamo le foto della
struttura, sia degli interni
che esterni.
D’ora in poi, grazie alla disponibilità dello Sporting
Club, della Pro Loco e dell’Amministrazione Comunale, il capoluogo potrà organizzare gli eventi tradizionali e di grande successo che
erano stati forzatamente sospesi proprio per la indisponibilità di una struttura adeguata, moderna e razionale.
L’esordio si è avuta in occasione della manifestazione
“Verde Olio”che ha visto entrare in funzione anche le
strutture del Centro Feste.
Vinicio Monnanni, bravo e noto arbitro dei campi amatoriali di calcio, è stato premiato dagli
amici per la sua lunga e onorata attività con la seguente taraga: “A Vinicio Monnanni - Le
cronache del passato lo hanno celebrato come “Bomber” oggi nella maturità lo esaltano
come arbitro”. Nella foto, da sin.: Vinicio Monnanni, Antonio Musti, Enrico Dello Sbarba,
Enrico Salvadori, Fabrizio “Peter” Gronchi , Giorgio Niccolai e Bruno Damari.
Cultura
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19
7
Il grande artista a breve “ritornerà” nella sua Campiglia con una mostra permanente
CARLO GUARNIERI, disegnatore
pittore e xilografo di fama mondiale
di Jacopo Bertocchi
Nell’era globalizzazione le differenze che
un tempo marcavano la distanza netta tra
centro e periferia sono andate scomparendo, oggi possiamo essere protagonisti della grande storia a prescindere dal
luogo dove viviamo. Non molto tempo fa
la provincia era un luogo “protetto”, lontano dalle grandi trasformazioni e dai processi culturali importanti, in quell’epoca
visse Carlo Guarnieri, campigliese, eccellente disegnatore, pittore e xilografo di
fama mondiale.
Guarnieri nasce a Campiglia Marittima il
23 ottobre del 1892, studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze, frequenta le
lezioni di Adolfo De Carolis che insegna
decorazione pittorica, del quale diviene
presto allievo prediletto. Nel 1907 tiene
la prima mostra personale a Firenze e nel
“La Fecondazione” un’opera di Carlo Guarnieri.
‘12 partecipa alla Prima Mostra xilografica a Levanto (che darà impulso al rinnovamento dell’arte incisoria italiana) e all’Esposizione Internazionale di Venezia.
Nel ‘14 è scelto fra i membri della rappresentanza italiana all’Esposizione internazionale di Lipsia, partecipa per due edizioni alla biennale di Venezia e tre volte a
quella di Roma. Considerato “inarrivabile
maestro dell’arte xilografica italiana”, viaggia e opera in tutte le maggiori realtà italiane e internazionali: a Firenze conosce
Marinetti, Prezzolini e Soffici (fondatori
della “Voce”) ma, con naturale coerenza
da artista atipico, non segue la via del futurismo, a Torino opera con Felice Carena, poi di nuovo a Livorno, Roma, Madrid.
Modigliani e Fattori i soggetti che condividono con Guarnieri l’ambito culturale e
intellettuale dell’epoca, D’Annunzio e De
Carolis (che illustrò i racconti del Vate) i
referenti del rinnovamento della xilografia italiana che trovò nell’artista campigliese uno dei momenti più alti.
Due fatti contraddistinguono la vicenda
privata del Guarnieri, i conflitti mondiali la prima guerra impone un’interruzione al
suo percorso creativo e la seconda ne decreta il ritiro a vita privata- e il fascismo
che, seppur indirettamente, segnerà la sua
vita. Nel ’25, terminato il “Dante Tirreno”
è incaricato dal Duce per scolpire una sua
raffigurazione, con lo scopo, si dirà di:
“dare al volto del Duce, una viva e luminosa espressione di serenità e di forza,
con la volontà ferma di veder incidere al
Carlo Guarnieri (Campiglia Marittima 1892 Grosseto 1988).
nuovo Artefice, l’effige del Timoniere Italico”.
Per quanto questo influenzò la sua vita e
le sue relazioni di lì a venire, con la xilografia del Duce, Guarnieri porterà definitivamente - e a livello internazionale - alla
rinascita dell’incisione su legno.
Continuerà nella sua villa museo di Campiglia, in privato e lontano dalle città, una
feconda produzione artistica fino al giorno della sua morte, il 20 luglio 1988.
A breve Carlo Guarnieri “ritornerà” nella
sua Campiglia con un apermanebte molto interessante.
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Politica
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Cultura
21
Rimossi nel 2006 dalla balaustra del moletto di Ardenza non sono stati più ripristinati
Restauriamo i “Delfini di Ardenza”
di Marisa Speranza
Era il 1839 quando vennero presentati a Firenze all’interno della “Pubblica esposizione d’Arti e Manifatture Toscane”. Si trattava di prototipi dei delfini, destinati alle nuove
Porta a Mare e Dogana D’Acqua, poi
fusi nella Fonderia Granducale di Follonica. Così eleganti e sinuosi , quei
delfini capovolti, legati per la coda,
hanno segnato a lungo con la loro
presenza un tratto del lungomare ardenzino dov’erano finiti dopo la collocazione originaria. La loro storia
viene dunque da lontano.
A disegnarli, fu Carlo Reishammer
(Firenze 1806-1883), l’architetto toscano che realizzò gli elementi in
ghisa della Barriera della Cinta Daziaria di Livorno. E in ghisa sono i
delfini rimossi nel 2006 dalla balaustra collocata presso il Moletto di Ardenza che li conteneva (ben cinque
gruppi contenenti ciascuno una doppia raffigurazione). Battuti dal libeccio, insidiati dalla salsedine, hanno
subito nel tempo una lenta e impietosa corrosione.
Attualmente nei depositi comunali,
essi attendono ora un restauro che
li renda alla città. Per promuoverlo
si sono mobilitati gli Amici dei Musei, da sempre attenti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico di Livorno.Lo ha
comunicato Annamaria Pecchioli Tomassi, presidente dell’Associazione, che ha indetto una pubblica sottoscrizione cittadina (“Livorno partecipa”) perché tutti possano contribuire al restauro. Un impegno, questo, che durerà un anno. I contributi
potranno essere dati on-line (con il
I Delfini quando erano collocati sulla balaustra del moletto di Ardenza
Un’affascinante
immagine
dell’Isola Kos
nell’arcipelago
del Dodecaneso
(Grecia)
metodo crowfunding), oppure presso
la sede degli Amici dei Musei (Scali
Manzoni 49) tutti i martedì mattina o
in occasione di altri incontri.
Coinvolte nell’iniziativa anche la Baracchina Rossa di Ardenza, la gioielleria Martignetti di via Marradi e
la libreria Erasmus (viale degli Avvalorati). Entusiasta del progetto di recupero, l’assessore alle culture Mario Tredici: “Siete dei tosti, e noi siamo al vostro fianco”, ha annunciato,
convinto della necessità di focalizzare l’attenzione sui monumenti livornesi che richiederebbero interventi urgenti (dalla statua di Leopoldo
II° in piazza XX Settembre , alla Porta San Marco).
La somma messa in preventivo è di
circa 380.000 euro, ma il patto di stabilità ha bloccato ogni possibilità di
spesa. Per quanto riguarda il recupero complessivo dei delfini occorrerebbero circa 80.000 euro. Ma, intanto, con la sottoscrizionep promossa dagli Amici dei Musei, si mira
a mettere insieme quei 7000 euro
necessari per il restauro di uno dei
cinque gruppi di delfini
.Una volta recuperati, essi verranno
esposti nel costruendo , e tanto at-
teso, Museo della città. Al Moletto
di Ardenza torneranno eventualmente solo delle nuove fusioni inattaccabili dal salmastro. Anna Laura
Bachini, a cui è stato chiesto di curare il nuovo metodo di raccolta dei
fondi basato sul “crowfunding” (già
sperimentato in altri Paesi), ne ha
spiegato il funzionamento. Basterà
visitare il sito
www.produzionidalbasso.com
ed entrando nel link “restauriamo i
delfini di Ardenza”, prenotare il versamento di una somma minima di 5
euro. Così l’interessato potrà vedere
comparire in tempo reale sulla videata il proprio nominativo a sostegno
della raccolta.
Al raggiungimento della somma preventivata chi si è prenotato riceverà
una mail con l’invito ad effettuare il
proprio versamento tramite bonifico
bancario. La raccolta sarà pure sollecitata da più parti : gli stessi soci
dell’Associazione (con tanto di tesserino di riconoscimento) potranno
riscuotere. Anche un solo euro sarà
benvenuto. Purché siano in tanti a
versarlo e si possa raggiungere lo
scopo. Quale più nobile del godimento pubblico di una bellezza?
Politica
22 Cultura
e-mail: [email protected]
ANDIAMO AL CINEMA
Cosa andare a vedere e cosa evitare
di Matteo Pieracci
Le numerose uscite di film al cinema nel
primo periodo dell’anno, compensano questa primavera cinematograficamente un po’
statica, ma che sta confermando alcune
pellicole presenti nelle sale da diverse settimane.
Mi è piaciuto per ritmo ed intensità, “Il figlio dell’altra” di Lorraine Lèvy, una pellicola che fa porre allo spettatore una domanda: “E se fosse successo a me?”. Nel
film infatti, due bambini vengono scambiati al momento della nascita per un errore
dell’ospedale di Haifa.
A diciotto anni dalla nascita, durante un
prelievo del sangue effettuato su uno dei
due ragazzi, viene scoperto l’errore che
genera confusione emotiva ed identitaria
nei due ragazzi e nelle rispettive famiglie. A
ciò aggiungiamo il fatto che le due famiglie
sono di estrazione sociale, culturale e religiosa radicalmente differenti: infatti, una è
palestinese mentre l’altra è israeliana.
Piace che un film possa parlare di Palestina
ed Israele, senza dover alzare barriere, senza il bisogno di inneggiare ad un popolo
piuttosto che ad un altro e che la storia
abbia come protagonisti principali due giovani.
Allo smarrimento iniziale di entrambi, nell’apprendere la notizia dello scambio di
identità segue infatti un percorso inedito
che vede avvicinare due famiglie, di origini
diverse e culturalmente contrastanti.
E’ il confronto senza rabbia e rancore,
l’esempio su cui si dovrebbero basare chi
comanda e chi fomenta l’odio con dannosi
radicalismi.
Non mi è piaciuto “Un giorno devi andare”
di Giorgio Diritti, che a mio modo di vedere
non bissa il
successo dei
primi due film
girati. Un po’
macchinoso e
lento, “Un
giorno devi
andare” ha il
suo punto di
forza nei paesaggi
dell’Amazzonia,
che sono estaticamente su-
perbi.
Ma per il resto? La trama è molto debole,
nonostante Diritti voglia puntare sull’introspezione emotiva del personaggio principale (interpretato da Jasmine Trinca).
Troppi argomenti trattati in maniera veloce e poco approfonditi.
Di poca sostanza, l’ultimo di Almodòvar
“Gli amanti passeggeri”. Colorato, vivace
e dai personaggi stravaganti come sempre, ma carente di quella sostanza che è il
tratto distintivo del regista spagnolo. “Gli
amanti passeggeri” fa ridere, ma neanche
più di tanto e di sicuro non sarà ricordato
come uno dei più bei film di Almodòvar.
Da andare a vedere “Hitchcock”, di cui
basta il titolo ad incuriosire tutti i cinefili
del mondo.
La locandina del film “ Il figlio dlel’altra”. A lato: quella di “Hitchcok”
periodico online www.circoloilcentro-livorno.it
CONCERTI
23
19
Lorenzo Da Ponte.
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart. Orchestra: Cantiere Lirico della Fondazione
Teatro Goldoni. Direttore: Mario Menicagli. Regia: Alessio Pizzech.
Sotto la direzione di Mario Menicagli e la
regia di Alessio Pizzech, con un gruppo
di giovani voci mozartiane selezionate
dopo un lungo periodo di studio musicale e drammaturgico dell'opera e dopo la
masterclass affidata ad una delle più raffinate belcantiste italiane, il soprano Valeria Esposito (nel riquadro), acclamata
nei più prestigiosi teatri del panorama internazionale quale interprete della Regina
della Notte del Flauto Magico.
Stefano Bollani
e Marco Angius
Venerdì 10 Maggio (h.21)
Direttore: Marco Angius
Pianoforte: Stefano Bollani
ORT Orchestra della Toscana
Programma
S. Bollani improvvisazioni al piano solo
M. Ravel Concerto in sol; Ma mère l'òye
I. Stravinskij L'uccello di fuoco, suite (versione 1945)
Stefano Bollani
Stagione 2012/2013
Teatro Goldoni
I restanti appuntamenti
di Maggio
L'ultimo concerto sinfonico vede protagonista un musicista d'eccezione come
Stefano Bollani, con le sue improvvisazioni al piano solo e l'esecuzione del bellissimo Concerto in sol di Maurice Ravel
(1875-1937), antiromantico, ironico, disincantato, con evidenti influssi jazzistici ma
capace di una struggente espressività
come nel movimento centrale. Sempre di
Ravel la suite versione 1945 del L'Uccello
di fuoco di Igor Stravinskij (1882-1971),
scritta per l'omonimo balletto messo in scena da Diaghilev e i Ballettes Russes, uno
dei primi grandi lavori dell'Ottocento.
Noto come uno dei più grando jazzisti viventi, Bollani, già insignito nel 1998 del
premio della rivista Musica Jazz e nel
2000 del prestigioso European Prize
come miglior musicista, conta numerosissime collaborazioni con vari artisti
di fama internazionale.
Dotato di tecnica prodigiosa, di straordinarie capacità compositive e improvvisazioni, Bollani è in grado di riu-
Cultura
nire il rigore del pianismo di alta scuola
con una innata vocazione allo spettacolo e all'intrattenimento, grazie anche alla
sua duttilissima vocalità e alle naturali
doti comunicative.
Sul podio dell'Orchestra della Toscana,
Marco Angius, direttore di riferimento
per il repetorio musicale contemporaneo.
Martedì 7 maggio, ore 17
- Sala Mascagni
Introduzione
a ...Angius/Bollani e l'Ort
Martedì 20 Maggio - h. 18
nella sede de “Il Centro”, via Trieste 7
conferenza sul tema
“60 anni
al servizio della musica”
1953-2013
Relatore
di Giulio Cesare Ricci
Presidente Istituto Musicicale
«Pietro Mascagni» - Livorno
FIDAPA B.P.W. Italy - Sezione di Livorno
Circolo Culturale Il Centro
Venerdì 31 Maggio - h. 17
presso Sala Conferenze Hotel Palazzo - Livorno
conferenza sul tema
LIRICA
“150° dalla nascita
Così fan tutte
Progetto Mozart
di Pietro Mascagni”
Sabato 18 Maggio (h.20,30)
Relatore il musicologo
Bruno Spoleti
Esperto vocale che presenterà in video
e in audio inediti del Maestro livornese
Dramma giocoso in due atti su libretto di
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Via dell’Industria 8 - S. Pietro in Palazzi (Cecina) - Tel/Fax 0586/669029 - Cell. 39.335.7777099 - [email protected]
ORARI: Lunedì-Venerdi: 9-12.30/14.30-19 Sabato: 9-12.30
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Mese di Maggio 2013