febbraio n. 5 | anno 62 | 2015 Nostra intervista ai consiglieri Finozzi e Fracasso Fiera dell'Oro di Vicenza Rapporto Italiani nel Mondo 2015 I parte 3a uscita la Grande Guerra 1915 "La Grande Guerra" di Antonio Trentin icentini nel Mondo www.entevicentini.it Periodico bimestrale dell’Ente Vicentini nel Mondo Direzione, Redazione, Amministrazione via E. Montale, 27 - 36100 Vicenza | Tel. 0444 325000 | Fax 0444 528124 | [email protected] POSTEITALIANE S.p.a. Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE/VI Tassa Pagata/Taxe Perçue/Economy MANOSCRITTI E FOTOGRAFIE NON SI RESTITUISCONO Regione Veneto Regione Veneto DOPPIA IN TERVISTA Emigranti di ieri e di og gi, la Regione è presente Le nostre domande Ecco le sei domande che, sui temi dell'emigrazione, abbiamo rivolto a due consiglieri regionali vicentini: il thienese Marino Finozzi (Lega Nord), e l'arzignanese Stefano Fracasso (PD), in modo da confrontare una voce della maggioranza di governo e una dell'opposizione. 1 - Come valuta le risorse previste nel bilancio 2016 per i nostri emigranti? 2 - Cosa si può fare per captare i nuovi flussi migratori verso l'estero? 3 - Ci sono le premesse per vedere all'opera quella Consulta dei Veneti nel Mondo saltata nel 2015 per ragioni economiche? 4 - Occorre una nuova legge quadro che metta insieme risorse così sparpagliate fra enti e associazioni? 5 - È sensato avere preoccupazioni per i nostri conterranei emigrati nel Regno Unito alla luce del nuovo accordo europeo? 6 - Un'idea nuova sul tema emigrazione? A cura di Stefano Ferrio Marino Finozzi, consigliere di maggioranza, e Stefano Fracasso, che invece è all'opposizione, rispondono sulle nuove partenze per l'estero, sulla necessità di una nuova legge quadro e sulla prossima definizione del ruolo futuro della Consulta dei Veneti nel Mondo. Marino Finozzi, nato a Thiene, imprenditore, residente a Fara Vicentino, dal 1986 è iscritto al movimento Liga Veneta. Consigliere comunale di Thiene dal 1990 al 1992, consigliere provinciale a Vicenza dal 1990 al 1995, è stato vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici nel Comune di Thiene nel biennio 1996-97 e assessore provinciale ai Lavori Pubblici dal 1997 al 2000. Eletto nel 2000 in Consiglio Regionale nelle liste della Lega, è stato assessore alle attività produttive e alle Pmi fino al 2005. Riconfermato in Regione nel 2005 eletto nella lista del presidente Galan, assume la presidenza del Consiglio Regionale. Nel 2010 ritorna in Consiglio con il maggior numero di preferenze tra i candidati leghisti. Risponde Marino Finozzi, consigliere regionale di maggioranza (Lega Nord) e presidente della I Commissione Regionale (Affari Istituzionali): 1 – “Credo che, nell'ottica della spending review oggi imperante, i 500mila euro messi a bilancio 2016 per l'emigrazione costituiscano un dato importante. E' un tesoretto che, in tempi difficili, significa attenzione per i valori fondanti della cultura e dell'identità venete portati nel mondo dai nostri emigranti”. 2| 2 – “Occorre monitorare per quanto possibile i dati sui partenti dall'Italia. Penso non solo ai giovani, che si mettono in viaggio in cerca di lavoro, ma anche al crescente numero di anziani che scelgono di espatriare per vivere nel modo più agiato il tempo della pensione, per cui puntano a Paesi come il Portogallo o la Bulgaria, dove la vita costa meno e la pressione fiscale è più leggera. Trovo preoccupante un futuro in cui l'Italia sia abitata soprattutto da cittadini lavoratori di mezza età”. 3 – “La Consulta deve tornare a pieno regime, è uno strumento fondamentale per costruire relazioni costanti e utili con i nostri conterranei all'estero. Se un imprenditore veneto decide di investire in altri Paesi, questo organismo è fatto apposta per fornirgli informazioni in tempo reale, e in prospettiva. Mi risulta infatti che l'assessore agli Affari Sociali, Manuela Lanzarin, si stia attivando in tal senso”. 4 – “Penso che una nuova legge quadro sia necessaria. Considerando uno dei suoi aspetti, non possiamo più permetterci di dare la cittadinanza a discendenti di emigranti che in realtà non hanno più nulla di italiano, come è accaduto con tanti sudamericani”. 5 – “Il 23 giugno gli inglesi sono chiamati al referendum in cui decideranno se restare o meno nell'Unione Europea. In vista di questo appuntamento cruciale è stata concessa alla Gran Bretagna maggiore autonomia nell'ambito del Welfare. Da adesso in poi chi decide di trasferirsi lì ne dovrà tenere conto”. 6 – “Le Regioni hanno bisogno di maggiore autonomia. Non è accettabile che il Veneto, dove l'Inps è in attivo, e dove funzionano grandi università, pensionati e giovani partano per l'estero in numero sempre crescente. Occorrono maggiori risorse per fornire loro valide alternative nel nostro territorio”. Stefano Fracasso, nato ad Arzignano, laureato in Scienze Forestali, insegnante di Liceo. Dal 1999 al 2004 assessore all'Ambiente e ai Servizi Sociali nel comune di Arzignano, dal 2004 al 2009 sindaco di Arzignano. È stato presidente dell'Autorità d'Ambito della Valle del Chiampo dove ha seguito la predisposizione dell'Accordo di Programma Quadro per la Tutela delle risorse idriche del bacino del Fratta-Gorzone, con il Ministero dell'Ambiente e la Regione Veneto. Dal 2010 al 2015 consigliere regionale del Veneto, componente delle commissioni Sanità, Ambiente e Territorio e Affari Europei, dove si è occupato in particolare del nuovo piano socio-sanitario, degli interventi per la difesa del suolo e della programmazione europea 2014/2020. Risponde Stefano Fracasso, consigliere regionale di minoranza (PD) e vicepresidente della I Commissione Regionale (Affari Istituzionali): 1 – “Trovo la cifra abbastanza congrua, adeguata a coprire le necessità di un mondo estremanente articolato, composto da una miriade di associazioni ed enti che producono un'attività notoriamente molto copiosa”. 2 – “Quella attuale non è più l'emigrazione del XX secolo, fatta di valigie di cartone e braccia da cantiere, mosse soprattutto dalla fame. Siamo di fronte a importanti fughe di cervelli, alla nostra meglio gioventù che sceglie l'estero per realizzare progetti di ricerca e di vita. Dobbiamo relazionarci con questi nostri concittadini utilizzando linguaggi nuovi, in grado di farci comunicare con loro”. 3 – “In Consiglio Regionale, con questa nuova legislatura si è instaurato un clima diverso, più collaborativo e pragmatico. Sono le premesse giuste per conseguire un risultato importante come la definizione del ruolo futuro della Consulta dei Veneti nel Mondo”. 4 – “È necessaria una nuova legge sui nuovi flussi migratori, sia in entrata che in uscita. Tanto i nostri giovani in partenza, che i barconi dei profughi in arrivo, sono conseguenze di una crisi globale da cui verremo fuori solo esaminando le cose nel loro assieme, non divise per stralci”. 5 – “Il Welfare dimagrisce e si impoverisce ovunque. I giovani che da adesso in poi vorranno partire per la Gran Bretagna lo impareranno a loro spese, facendo i conti con un Paese che li tratterà da stranieri in Europa”. 6 – “Credo nella necessità di creare un Registro regionale dei partenti, ovviamente interattivo, dove ogni nostro giovane concittadino in partenza per l'estero abbia la possibilità di lasciare dati e recapiti, in modo da mantenere un dialogo utile con la sua terra d'origine tramite la Regione. Mi piace immaginare che, anche trovandosi all'altro capo del mondo, sia in grado di informarsi su tutto ciò che lo riguarda rispetto a disposizioni di legge, borse di studio, assegni di ricerca, opportunità di lavoro qui in Italia”. REGIONE DEL VENETO REGIONE DEL VENETO L A PA G I N A D E L L A R E G I O N E L A PA G I N A D E L L A R E G I O N E | 3 Regione Veneto Regione Veneto Assessore Lanzarin incontra i rappresentanti delle Associazioni Venete di Emigrazione Mercoledì 23 settembre il neo-assessore con deleghe ai Flussi Migratori, Manuela Lanzarin ha incontrato i rappresentanti delle Associazioni Venete di Emigrazione, a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto. Si è trattato del primo incontro ufficiale del nuovo assessore con le associazioni, in cui fin da subito è stata messa in evidenza la situazione di criticità in cui versa il bilancio regionale, destinato peraltro a subire ulteriori tagli che comportano quindi la necessità di fare il punto della situazione anche nel settore dell’emigrazione, al fine di individuare delle priorità da perseguire in questo campo con le poche risorse a disposizione. Successivamente anche le associazioni (presenti 8 su 10) hanno esposto le difficoltà che quotidianamente affrontano per mantenere in vita un minimo di attività. A tal riguardo l’assessore ha concluso che la Regione Veneto riconosce l’importanza di sostenere gli organismi rappresentativi del mondo dell’emigrazione, destinando loro risorse per il relativo funzionamento e per l’editoria di settore. Sarà quindi necessario individuare un percorso comune impostando, secondo le risorse disponibili, una programmazione rispettata e condivisa, tenuto conto che il 2015 è stato un anno di transizione nel quale non è stato possibile finanziare i consueti progetti. Con profondo rammarico ha annunciato che la Consulta e la Giornata dei Veneti nel Mondo subirà uno slittamento e verrà riprogrammata probabilmente nella prima parte del 2016: l’assessore Lanzarin ha sottolineato infatti 2015. A tal proposito il presidente dei Veneziani, Bruno Giuseppe Moretto ha chiesto l’intervento del presidente Zaia per sensibilizzare il sindaco della Città Metropolitana di Venezia Brugnaro, affinché il patrimonio sociale, culturale, storico dei Veneziani nel Mondo non venga completamente azzerato con la chiusura dell’associazione. Questo problema è stato già peraltro esaminato in un incontro tenutosi a Roma, con il Sottosegretario agli Esteri con deleghe all’Emigrazione. Sedute, da sinistra la dott.ssa Marilinda Scarpa, l’assessore Manuela Lanzarin e Silvia Brocca. Alle loro spalle i rappresentanti delle Associazioni Venete di Emigrazione I Bellunesi nel Mondo hanno ribadito che lo scopo dell’incontro non era quello di chiedere ulteriori risorse alla Regione ma che venga assicurato alle associazioni il sostegno come rimane immutata la volontà della Giunta Regionale di rinsaldare il già forte legame con le comunità venete all’estero tanto che c’è il proposito di iniziare un nuovo percorso che permetta di programmare per il 2016 iniziative ed eventi volti a valorizzare il ruolo dell’associazionismo di settore e a mantener vivo il legame con i gli emigrati veneti. accordato in passato. Dal canto loro, i Bellunesi sono autonomi sia economicamente che come sede. I Padovani nel Mondo hanno evidenziato a trovarsi senza sostegno economico e senza importanti quali la Camera di Commercio Il Governatore Zaia incontra i rappresentanti delle Associazioni Venete di Emigrazione e l’Amministrazione Provinciale, seppure quest’ultima abbia messo a disposizione un locale ad affitto concordato. Sarebbe auspicabile che Zaia si facesse promotore di un incontro tra i presidenti 4| Dall’ottobre scorso i cittadini italiani e i loro familiari che risiedono all’estero, in caso di rientro temporaneo in Italia, hanno diritto alla sola assistenza ospedaliera gratuita urgente, limitatamente alle prestazioni in forma diretta nei presidi ospedalieri pubblici e nelle strutture convenzionate (comprese le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate tramite il Pronto Soccorso) per un massimo di 90 giorni nell’anno in corso. Decorso il termine dei 90 giorni di validità assistenziale, agli interessati sono assicurate le prestazioni urgenti con oneri a carico degli stessi. Destinatari dell’assistenza sono ora esclusivamente i cittadini italiani iscritti all’A.I.R.E che siano titolari di pensione corrisposta da ente previdenziale italiano e coloro che hanno lo status di emigrato. Anche il Veneto si allinea così alle direttive nazionali in un’ottica di contenimento della spesa sanitaria, assicurando solo quanto previsto a livello nazionale e non più quindi altre prestazioni come invece avveniva in passato. come la loro associazione sia venuta di colpo sede, in seguito al recesso di soci fondatori Lunedì 28 settembre il presidente della Regione Luca Zaia ha incontrato alcuni rappresentanti delle Associazioni Venete di Emigrazione su richiesta dei presidenti delle associazioni provinciali per illustrare alcune criticità riguardanti alcune associazioni. Le difficoltà sono generate principalmente dalle ultime riforme statali in merito alla spending review, per cui alcune associazioni, fondate e sostenute dalle Camere di Commercio e dalle Province, hanno perso attualmente tutto il loro fondamentale sostegno: per tale motivo i Padovani nel Mondo vanno avanti da soli mantenendo in vita l’associazione senza nessun appoggio di enti vari mentre i Veneziani nel Mondo sono stati costretti a cessare l’attività il 31 dicembre Novità per l’assistenza sanitaria agli emigrati italiani iscritti all’AIRE temporaneamente in Italia delle Associazioni Venete di Emigrazione Provinciali e i presidenti delle Camere di Incontro in Regione con l’ambasciatore francese Il presidente della regione del Veneto Luca Zaia ha ricevuto il 23 febbraio a palazzo Balbi, in visita di cortesia, l’ambasciatore della Repubblica Francese in Italia, Catherine Colonna, accompagnata dal Console Generale Olivier Brochet e dal Console Onorario Gerard-Julien Salvi. Al centro del colloquio le prospettive di collaborazione economica e culturale tra la Francia e la nostra regione. Commercio e di Unioncamere perché riprendano, seppur in maniera diversa, i rapporti interrotti con le Associazioni di Emigrazione. Il governatore Zaia, dopo aver ascoltato con attenzione le istanze delle diverse associazioni, ha assicurato che contatterà il sindaco di Venezia per valutare la situazione dei Veneziani nel Mondo e che vedrà come agire per promuovere un incontro fra i rappresentanti delle Camere di Commercio, Unioncamere e le associazioni di emigrazione. REGIONE DEL VENETO REGIONE DEL VENETO L A PA G I N A D E L L A R E G I O N E L A PA G I N A D E L L A R E G I O N E | 5 Vita dell’Ente Vita dell’Ente Attività Attività Soggiorno anziani in Regione La Regione Veneto nuovamente al fianco delle associazioni provinciali di emigrazione, e in questo caso all’Ente Vicentini nel Mondo, nell’ambito della promozione di attività di turismo sociale rivolto a persone ultrasessantacinquenni provenienti dal Sudamerica: è con soddisfazione che si è svolto, dall’1 al 12 ottobre scorso per 12 anziani provenienti da Argentina e Brasile, un soggiorno in Veneto che ha toccato numerose città. Determinante è stata, oltre al contributo regionale, la preziosa collaborazione dei Polesani nel Mondo, Trevisani nel Mondo, Veronesi nel Mondo e Bellunesi nel Mondo che si sono prodigate con i propri collaboratori nell’accoglienza del gruppo nelle varie località, rendendo il soggiorno di queste persone veramente indimenticabile, tenuto conto che alcuni partecipanti non avevano mai visitato il Veneto, terra da dove erano partiti i loro antenati. Ecco in nomi: FRISON MARCOS LUCIANO – Argentina EGUALI FANNY MARIA – Argentina COLPO NOAL LEDI – Brasile LUVIZOTTO CORROCHER SANSON DE RESENDE MARIA ELISA – Brasile DANI PIETRO GIORGIO – Brasile SFORCINI DO REGO ESTER – Brasile PANIZZON EVARISTO – Brasile COLPO TONETTO LENIR MARIA – Brasile MAINARDI NOAL MOISES - Brasile BETTIOL VASCO – Brasile CASSOL FLAVIO – Brasile ZANELLA ARLINDO JOSE - Brasile Nella prima parte del soggiorno, il gruppo è stato ospite a Porto Viro della Casa del Polesano, dove Marco Di Lello (Polesani nel Mondo) e Gabriela Melissa Dani (Associazione Delta Polesine) hanno letteralmente coccolato i partecipanti e li hanno accompagnati nelle visite del Delta del Po, Rovigo, Venezia, Chioggia e Abano. Nella seconda parte del soggiorno, i partecipanti hanno soggiornato invece in provincia di Vicenza, a Costabissara presso Villa S. Carlo, in una struttura immersa in un parco centenario di 60.000 mq.. Da qui ogni giorno il gruppo è partito alla scoperta di qualche città veneta accompagnati da vari consiglieri e collaboratori dell’Ente Vicentini nel Mondo: Chiampo (Ferruccio Zecchin), Asiago (Alessandro Baù e Amerigo Baù), Marostica (Paolo Bonotto), Bassano del Grappa (Benito Sasso e Teresina Santini). A Montagnana la presidente dei Padovani nel Mondo Anil Celio e il segretario Fabio Vitali hanno organizzato una visita approfondita della ENTE città murata, coinvolgendo personalità locali del mondo culturale. Anche a Cittadella, i Padovani, nella figura di Leopoldo Marcolongo, hanno fatto scoprire al gruppo le bellezze di questa graziosa cittadina. I Veronesi nel Mondo, con il presidente Fernando Morando e il consigliere Benito Marchetti, hanno accompagnato il gruppo (presente per l’Ente Vicentini, Danilo Cracco) a Verona e a Bardolino, sul lago di Garda. Nel bellunese il programma prevedeva la visita di Feltre dove i partecipanti sono stati seguiti Il gruppo a Cittadella dal consigliere del Bellunesi nel Mondo Ivan Perotto. La tappa in provincia di Treviso ha visto coinvolti, per l’Ente Vicentini nel Mondo, Renato Riva, e Marco Chiarelli della Trevisani nel Mondo. Emozionante anche la visita a Venezia, dove il gruppo è stato accolto a Palazzo Balbi dal dirigente regionale ai Flussi Migratori Dott.ssa Marilinda Scarpa e dalla funzionaria regionale Silvia Brocca. Dove possibile, sono state programmate delle soste anche in alcuni paesi di origine dei partecipanti perché potessero vedere, in alcuni casi per la prima volta, da dove erano partiti i propri antenati. A detta di tutti una bella esperienza che si spera di poter ripetere in futuro. Missione Commerciale Brasiliani e argentini visitano il nostro Altopiano Sabato 10 ottobre abbiamo avuto ospiti in Altopiano, organizzati dall'Ente Vicentini nel Mondo su progetto della Regione Veneto che ha stretto un forte legame anche culturale con l'America del Sud, un gruppo di brasiliani e argentini, alcuni con radici a Enego. Quando arrivano in Altopiano restano basiti (a bocca aperta) e affascinati dalle bellezze naturali che abbondano e dai paesi e contrade disseminate in ogni dove. Bisogna ricordare che questi ospiti sono i nipoti o i pronipoti di coloro che partirono fin dal 1875 lasciando, con la morte nel cuore, la loro terra, i loro paesi, i loro affetti. Partivano 2-300 famiglie magari dello stesso paese insieme. Due mesi di viaggio per arrivare in "Merica": uomini, donne, vecchi e bambini in cerca di lavoro e dignità. Arrivano in Italia con in testa i racconti dei nonni o bisnonni, di come era il Veneto allora, una delle regioni più povere d'Italia. Per questo non credono ai lori occhi. Quasi tutti parlano il loro italiano "talian" che non è altro che il nostro dialetto veneto. Arrivati in Altopiano la prima visita è salire in visita all'Ossario del Laiten, chiedono della Prima Guerra Mondiale, perché vi sono sepolti anche gli austriaci. Leggono dei cognomi non solo veneti e allora a spiegare che la vera Unità d'Italia prima è avvenuta fra gli emigranti e poi nella Prima Guerra 15/18. Qui sono venuti a morire giovani ventenni di ogni regione italiana, giovani che non si capivano nemmeno fra loro. Quella del 1861 era l'Unità d'Italia solo sulla carta. Brasiliani e argentini solo perché sono nati là ma il cuore e la nostalgia abitano ancora qua. Non nascondono il loro orgoglio quando sono ricevuti in Municipio, nella bella e storica Sala Consigliare di Asiago, dove l’assessore Franco Sella racconta la storia di questo Altopiano, della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni che per secoli ha vissuto in autonomia economica, politica e culturale. La visita finisce a pranzo in un ristorante locale a gustare le nostre specialità e le prelibatezze di una terra unica e ospitale. 6 | numero 5.2016 Baù Amerigo del comune di Farroupilha in Italia Lo scorso settembre una delegazione del Comune di Farroupilha (Rio Grande do Sul/Brasile) è venuta in Italia per valutare nuove potenzialità in campo economico, ampliare accordi già in essere in campo tecnico-scientifico con università italiane, rafforzare i gemellaggi già esistenti (Latina) e prospettare nuovi accordi in questo campo (Caravaggio e Vicenza). Il gruppo era composto da Claiton Gonçalves, sindaco di Farroupilha; Fabiano André Piccoli, assessore comunale allo Sviluppo Economico e Turismo; Nádia Emmer Grasseli, rappresentante della Camera di Commercio; Celso Ferrarini, direttore del dell’Università di Caxias do Sul e Mirtes Verona Vanni, coordinatrice dei gemellaggi. Farroupilha è una città di 69.000 abitanti con un’economia basata sull’industria di maglieria, metallurgia, mobili, plastica, carta, calzature, abbigliamento, articoli in pelle e cuoio. Sicuramente uno dei momenti più suggestivi è stata la visita all’Expo di Milano dove erano presenti anche due grandi aziende della zona di Farroupilha: Tramontina e Grendene. La delegazione ha avuto anche un incontro molto importante con i rappresentanti del gruppo vicentino Serenissima (azienda con più di 7000 dipendenti sparsi tra Italia, Spagna e Polonia), in cui si è discusso di import ed export, di ristoranti e servizi di catering per scuole e ospedali. La Serenissima serve infatti circa 30 milioni di pasti all’anno e sta valutando la possibilità di espandere il proprio mercato anche in Brasile. A conclusione della giornata vicentina, appuntamento in Comune a Vicenza dove la delegazione è stata accolta da Federico Formisano (presidente del Consiglio Comunale), Filippo Zanetti (Assessore comunale alla Semplificazione e Innovazione) e Marco Appoggi (presidente dell’Ente Vicentini nel Mondo). Sono state ricordate le origini venete di Farroupilha, dove nel 1875 arrivarono i primi immigrati che con il loro duro lavoro e sostenuti dalla fede hanno in poco più di 135 anni costruito una civiltà dove prima c’era la foresta. Farroupiha, la culla dell’immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul, ha nella fede e nella forza creatrice della propria gente il suo maggior patrimonio e negli italiani l’impulso propulsivo allo sviluppo della città. Anticamente il suo territorio si chiamava Nova Vicenza in virtù della seconda ondata di immigrazione proveniente da Vicenza per cui si era pensato di costruire un luogo dove poter recuperare e mantenere viva la cultura della lontana Vicenza. Nel 1934 cambiò nome in Farroupilha Nel corso dell’incontro si è anche discusso sulla fattibilità di intraprendere progetti comuni per lo sviluppo e l’innovazione delle due città, oltre alla possibilità di sottoscrivere un gemellaggio per costruire rapporti di amicizia all’insegna della riscoperta delle comuni radici. Ciao Giampaolo Camplan Il 16 febbraio è venuto a mancare il nostro consigliere Giampaolo Rigoni (Camplan), a causa di una grave malattia. Lo vogliamo ricordare per la sua simpatia, il suo fare scherzoso e socievole. Giampaolo, da diversi anni, era molto impegnato nella vita politica di Asiago e dell’Altopiano. Era molto attaccato alla sua terra (era un esperto dell’arte venatoria), alla sua gente, alle sue origini, tanto da figurare anche tra i fondatori del Comitato promotore delle “Regole” dell’Altopiano dei Sette Comuni. Molti gli incarichi istituzionali ricoperti dopo il congedo dall’Aeronautica Militare con il grado di colonnello: dapprima consigliere di minoranza, poi assessore ai lavori pubblici, polizia locale e protezione civile nei due mandati precedenti, attualmente era consigliere eletto nella lista Viva Asiago dell’attuale sindaco Roberto Rigoni Stern. Nel 2006 era stato insignito dell’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Molto legato anche ai concittadini emigrati all’estero, da dieci anni era consigliere dell'“Ente Vicentini nel Mondo”, in rappresentanza del comune di Asiago e della Comunità Montana altopianese. Generoso e instancabile anche nell’organizzazione della 2^ Giornata dei Veneti nel Mondo, manifestazione voluta dalla Regione, che nel 2009 ha radunato sull’Altopiano centinaia di persone proveniente da tutti i continenti. Lo ricordiamo come un amico che guardava al futuro con tanto ottimismo e che, con il suo sorriso, ti dava la carica. Alla moglie Renata, ai figli Alberto e Valeria, alla sorella Edda, porgiamo le nostre condoglianze. VICENTINI NEL MONDO Dino Panozzo numero 5.2016 | 7 Economia VICENTINA Economia VICENTINA FIERA DELL'ORO, N UMERI IN CRESCITA Successo per l'economia vicentina: dal 22 al 27 gennaio 2016 si è svolto il Salone dell’oreficeria e della gioielleria organizzato da Fiera di Vicenza. In aumento il traffico complessivo cresciuto del 5%, con oltre 35mila presenze. Pros simo appuntamento con VICENZAORO, l’edizione di Dubai dal 14 al 17 aprile 2016. VICENZAORO January rafforza il proprio ruolo di aggregatore globale e acceleratore del business per il settore orafo-gioielliero internazionale. Il Salone, organizzato da Fiera di Vicenza, si è chiuso il 27 gennaio dopo sei giornate di Manifestazione, dedicate alla presentazione delle nuove collezioni dell’intera offerta e dei nuovi trend, al coinvolgimento dei maggiori player del comparto jewellery e allo sviluppo di relazioni commerciali tra aziende e operatori, favoriti dall’innovativo format VICENZAORO The Boutique ShowTM. Particolare attenzione è stata riservata al mondo della tecnologia. Durante la Manifestazione si è svolta anche la 39^ edizione di T-GOLD, il più importante Salone internazionale dedicato ai macchinari e alle tecnologie applicate all’oro e ai gioielli, compreso all’interno del distretto Evolution con la presenza 133 aziende, di cui ben 111 italiane. VICENZAORO January 2016 è risultata un’edizione molto positiva, sia in termini di feedback ricevuti da parte di espositori, buyer, visitatori, opinion leader e trendsetter provenienti da tutti i principali Pesi strategici del settore, sia in termini di attendance, come evidenziano i numeri in crescita. In un contesto molto raffinato, contemporaneo e di facile navigabilità, hanno fatto il loro ingresso 19.381 buyer, generando oltre 35mila presenze, con un traffico complessivo cresciuto del 5%. Gli operatori hanno potuto conoscere le novità di 1500 brand di 31 Paesi e di tutti i distretti orafi italiani, collocati nei 9 padiglioni di Fiera di Vicenza e su 29mila mq di superficie netta. A sottolineare la vocazione sempre più internazionale di Fiera di Vicenza, la crescita del 5% del numero di buyer stranieri, arrivati a 8.774 e provenienti da 130 Paesi. In aumento anche gli operatori italiani, +4,3% per un totale di 10.607, un dato che indica segnali di possibile ripresa del mercato interno. Ottimi segnali sono giunti anche dal mondo delle tecnologie, dove peraltro il Made in Italy rappresenta l’eccellenza planetaria. Analizzando i Paesi di provenienza dei buyer, hanno fatto registrare un’ottima performance alcuni Paesi del Medio Oriente, l’Egitto, l’Iran e gli Emirati Arabi Uniti, un’area tra i primi partner commerciali del Made in Italy in questo settore, così come è risultato positivo l’andamento di quasi tutti gli altri Paesi GCC. In forte crescita il numero di operatori provenienti dagli USA, che conferma la fase di ripresa dell’economia statunitense. In crescita anche i principali paesi dell’Europa (Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Polonia) mentre la Russia evidenzia ancora una congiuntura economica in contrazione. Segno più anche per Israele, India, Thailandia, Australia e per buona parte dei paesi dell’America Latina. Si registra invece un calo del numero di buyer provenienti da Cina e Hong Kong, a conferma della fase di rallentamento dell’economia cinese. Il Presidente di Fiera di Vicenza Matteo Marzotto ha dichiarato: «Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati e dell’affluenza durante questa edizione di VICENZAORO. Ci gratificano del grande lavoro svolto negli ultimi anni in termini di investimenti, visione, coraggio nell’innovazione del format e nella creazione di un network sempre più qualificato. Sia a livello nazionale - penso alla recente alleanza con Arezzo per un sistema fieristico italiano del settore - che a livello globale, grazie a cui nel 2016 saremo direttamente presenti nei principali mercati esteri. Fiera di Vicenza affronterà tutte queste nuove sfide con consapevole spirito di servizio, per fare di VICENZAORO non solo il brand di Vicenza e dell’Italia, ma, soprattutto, il simbolo di tutti i protagonisti del sistema jewellery mondiale, a partire dalla prossima nuova edizione di VICENZAORO Dubai». 8 | numero 5.2016 L’edizione 2016 di VICENZAORO January ha visto anche il lancio ufficiale della nuova veste grafica del magazine VO+, brand ambassador del “Bello e Ben Fatto” della gioielleria, rivista con oltre 30 anni di storia, presentata in un format che si farà interprete dei trend emergenti in ottica trade e lifestyle. • L ’annuncio di una partnership con il Comune di Vicenza per il progetto “The art of style”, che tra il 2017 e il 2020 proporrà un ciclo di quattro Mostre dedicate al rapporto tra arte, gioielleria e moda, che si susseguiranno nel contesto della Basilica Palladiana. Tema centrale di VICENZAORO January 2016 è stato “The Golden Voices”. Fiera di Vicenza ha dato voce agli aspetti più significativi e ai protagonisti del mondo dell’oro e del gioiello, attraverso un ricco calendario di eventi, workshop, seminari e incontri. Dai temi della Corporate Social Responsibility, all’eccellenza delle produzioni nazionali e internazionali, dall’innovazione tecnologica e la creatività manifatturiera, ai nuovi trend del settore e del mercato, alle nuove dinamiche della distribuzione. • I l Convegno internazionale sulle strategie di Corporate Social Responsibility delle imprese nel settore orafo e della gioielleria, in collaborazione con CIBJO (Confederazione Mondiale della Gioielleria), Gemfields, Branded Trust e i maggiori player del comparto. VICENZAORO January 2016 ha riproposto il format VICENZAORO The Boutique ShowTM, introdotto a gennaio 2015. Fiera di Vicenza si è presentata come una vera e propria Città del Gioiello, suddivisa in sei cluster di aziende omogenee e chiaramente riconoscibili per valori di riferimento, posizionamento, sistemi di organizzazione, tipologia di produzione ed immagine complessiva: Icon, Creation, Look, Essence, Expression, Evolution. Le community hanno offerto una visione completa dell’offerta espositiva, dei trend e del mercato globale. Buyer e gruppi d’acquisto sono stati facilitati nell’identificazione delle aziende target più appropriate, con un’ottimizzazione e semplificazione del business. Il tutto supportato da un’efficiente fruibilità sul web e dall’App ufficiale di VICENZAORO, che ha permesso ad ogni visitatore di creare un programma di business personalizzato, focalizzato sui gusti e sulle esigenze del proprio mercato di riferimento. Prossimo appuntamento con il jewellery mondiale, la seconda edizione di VICENZAORO Dubai, in programma dal 14 al 17 aprile 2016. Lo Show, organizzato da DV Global Link, joint-venture tra Fiera di Vicenza e il Dubai World Trade Centre (DWTC), è la nuova piattaforma commerciale e relazionale per le aree del Medio Oriente, Eurasia, Nord Africa e Africa Orientale, Asia Centrale e Meridionale. Tra le novità del 2016, il coinvolgimento dell’intera community del gioiello di Dubai, attraverso la presenza dei top player del Gold Souk, il mercato dell’oro famoso in tutto il mondo, che permetterà di potenziare le occasioni di business tra distributori e fornitori. Fino alla fine di marzo è inoltre in programma un fitto Road Show di presentazione dello Show in 23 Paesi e 31 città in Medio Oriente, Africa e Sud Est Asiatico per coinvolgere nuovi buyer. Tra gli eventi e i progetti più significativi di VICENZAORO January 2016 si segnalano i seguenti highlight: • La presentazione dell’Accordo tra Fiera di Vicenza e Arezzo Fiere e Congressi, favorito e supportata dal Ministero dello Sviluppo Economico, grazie al quale verrà valorizzata la gioielleria italiana nel mondo. L’intesa prevede la gestione coordinata del calendario fieristico del comparto per il biennio 2016-2017 e, come obiettivo finale, la possibile creazione di un’unica piattaforma fieristica per il settore orafo-gioielliero italiano, aperta anche ad altri player nazionali. • La presentazione dell’agenda internazionale 2016 di VICENZAORO: - VICENZAORO ad Hong Kong alla Hong Kong International Jewellery Show (3 – 7 marzo 2016); - VICENZAORO Dubai negli Emirati Arabi Uniti (14 – 17 aprile 2016); -V ICENZAORO a Las Vegas al JCK Show (31 maggio – 6 giugno); - VICENZAORO a Mumbai all’India International Jewellery Show di Mumbai (agosto 2016). • Il seminario di TRENDVISION Jewellery + Forecasting, primo e unico Osservatorio che individua le tendenze e le attitudini dei consumatori nel mondo della gioiello, del diamante e dell’orologio, che in anteprima ha presentato il consumer profile 2016. I visitatori hanno potuto conoscere le nuove tendenze, grazie al TRENDBOOK 2017+, la preziosa guida che anticipa gli stili destinati a influenzare il comparto nei prossimi mesi. • L’inaugurazione della mostra “Skin: la pelle del gioiello” al Museo del Gioiello di Vicenza, che rimarrà aperta al pubblico fino al 1 maggio 2016. L’esposizione, che raccoglie i lavori di oltre 70 artisti affermati e designer orafi italiani e internazionali, illustra le diverse interpretazioni di superfici nel gioiello contemporaneo, in particolare nella spilla, attraverso l’utilizzo di tecniche tradizionali e innovative, il colore, le strutture e i volumi. •N ell’ambito di T-GOLD si è svolta la 12^ edizione del Jewelry Technology Forum (JTF), Convegno internazionale dedicato a nuove tecnologie e tendenze del mondo produttivo orafo, realizzato da Fiera di Vicenza in collaborazione con Legor Group Spa. Ufficio Stampa Istituzionale Fiera di Vicenza Agenzia Medialab CONFARTIGIANATO: lo stato del settore orafo vicentino in occasione della fiera in corso. Per il presidente Franco Pozzebon “Qualche segnale positivo, si punta su export e giovani” Pur nel difficile contesto economico internazionale degli ultimi anni, l’artigianato orafo vicentino sta dando prova di grande reattività, portando a casa nel 2015 qualche risultato incoraggiante. “Le complesse vicende economiche e politiche hanno condizionato inevitabilmente il settore - spiega Franco Pozzebon, presidente della Categoria Metalli Preziosi di Confartigianato Vicenza -, determinando una riduzione e selezione delle imprese del tessuto produttivo vicentino, che al terzo trimestre 2015 registra 795 imprese attive, di cui 453 artigiane. La situazione ha però sollecitato gli operatori a sviluppare ulteriormente quello che è nel loro Dna, ovvero la capacità di adattamento e la flessibilità, assieme alla peculiarità di saper abbinare manualità a innovazione”. Dopo un decennio difficile per il comparto, che ha visto un dimezzamento della produzione, si osserva qualche segnale positivo: considerando la media annuale dell’indice (dati grezzi) si rileva che tra il 2009 - anno di livello minimo - e il 2014 la produzione del comparto è aumentata del 29,1%. Anche i dati del periodo gennaio-ottobre 2015 segnano per Vicenza una crescita della produzione, pari a +5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A dare qualche ulteriore segnale di fiducia è l’andamento dell’export - da sempre vocazione delle piccole imprese, grazie anche alla vetrina di Fiera di Vicenza - che continua a tenere, registrando una crescita del 5,9%, dato che deve però tener conto del valore del metallo. “Il rafforzamento del dollaro - sottolinea Pozzebon - con il conseguente indebolimento dell’euro, rappresenta un enorme vantaggio per chi esporta nel mercato americano. Un traino che si aggiunge a quello messo in campo già dalla Banca Centrale Europea, la cui politica monetaria espansiva ha contribuito negli ultimi tempi a indebolire la valuta UE nel cambio col dollaro, a tutto vantaggio dell’export europeo”. Se i principali mercati di sbocco delle esportazioni orafe vicentine, nei primi nove mesi del 2015, si confermano essere Hong Kong (19,3%), Emirati Arabi Uniti (15,8%) e Stati Uniti (12,7%), a dare le migliori performance sono mercati come Messico (+71,1%) e Sud Africa (+48,5%), che testimoniano il dinamismo delle piccole imprese a muoversi direttamente anche in nuovi contesti con un’offerta diversificata. “L’attenzione è inoltre su aree promettenti - aggiunge Pozzebon - come Iran e Vietnam, che ancora non esprimono grandi volumi ma a cui la categoria guarda con interesse, progettando attività di incoming di operatori e missioni coordinate di imprenditori”. Bene anche l’export in ambito UE, dove crescono le vendite verso Germania, Francia e Regno Unito. “Purtroppo - prosegue Pozzebon - rimane in stagnazione il mercato interno, un tempo primo acquirente per cultura e stile. Ora l’auspicio è che i timidi segnali di ripresa, accompagnati dall’uso dei contanti fino a 3000 euro, possano favorire nuovamente all’acquisto di preziosi”. “Certamente – conclude il presidente Pozzebon - molti risultati dipendono anche dai cambiamenti strategici in corso nelle imprese, dove si rileva una maggior propensione all’innovazione quando c’è un ricambio generazionale o l’inserimento di nuove competenze. Quello dei giovani orafi è un tema su cui Confartigianato Vicenza crede e vuole spingere, anche con attività legate all’utilizzo di tecniche in 3D, il futuro potrà essere vincente solo con il giusto mix di competenze tradizionali e di idee innovative”. Esempi dei nuovi stimoli produttivi è stata la “Collettiva” di aziende che Confartigianato Vicenza ha organizzato anche quest’anno nell’ambito di VicenzaOro January in Fiera. numero 5.2016 | 9 Dai nostri comuni MARANO VICENTINO La vita del seme di frumento sulla Via del Pane di Marano Una nuova artistica stele è stata inaugurata in piazzetta S. Maria dal sindaco Piera Moro, e benedetta dal parroco Don Claudio Rugolotto, stele che ricorda attraverso significative e preziose formelle in ceramica, la vita del chicco di grano che dopo tanti passaggi arriva sulla nostra tavola con il profumo e la fragranza del pane. La stele in vetro temperato, donata al Comune di Marano dalla Vetreria Torresan Roberto e Stefano snc di Thiene, sorregge 25 formelle in ceramica ideate e create dall'artista maranese Ivo Sottoriva. Questa nuova istallazione segnala l'inizio della Via del Pane che parte dalla piazzetta S. Maria. La via, inaugurata lo scorso settembre, invita a visitare e ricordare i mulini che costeggiano la roggia maestra, e che fino a pochi anni fa producevano le farine, prodotti di base che hanno reso, attraverso l 'operosità e l'ingegno tecnologico delle aziende maranesi nella produzione delle macchine per la panificazione e pasticceria, Marano Vicentino paese leader nell'arte bianca. Quest'arte trova il suo compimento nel lavoro notturno dei fornai che ci danno la possibilità di gustare un pane buono che ha percorso, dal seme alla tavola, una strada ricca di sana fatica e amoroso impegno umano. La Via del Pane Nord è percorribile a piedi e in bicicletta: è arricchita in ben tre punti da altrettanti grandi affreschi murali dell'artista Giampietro Cavedon. Il percorso verrà a breve riportato anche nelle cartografie di Marano, attualmente in fase finale di stesura da parte del gruppo culturale "Confluenze", promosso dall'assessorato alla cultura di Marano. Inaugurare questa stele, sottolinea il sindaco Piera Moro, "significa oggi mostrare a tutti che il lavoro di squadra premia sempre, e porta a rendere visibile alla nostra comunità la bellezza della semplicità, della creatività e della fatica quotidiana; un grazie speciale va anche dato al comitato S. Maria e agli alpini che hanno profuso tempo ed energia per sostenere la realizzazione di questa stele". VICENZA 14 NUOVI OLIMPICI Sono quattordici i nuovi accademici olimpici annunciati dall’istituzione vicentina, presieduta da Marino Breganze, che il 13 dicembre nell’Odeo del Teatro Olimpico ha tenuto l’assemblea annuale. Nessuna donna tra le nomine. Per la Classe di Lettere e Arti i nuovi accademici ordinari sono lo storico dell’arte Nico Stringa e gli studiosi di storia e filosofia Paolo Pozzato e Paolo Vidali; corrispondenti gli italianisti Teodolinda Barolini e Carlo Ossola. Per la Classe di Scienze e Tecnica i nuovi ordinari sono il manager Luciano Giacomelli, l’urbanista Domenico Patassini e lo zoologo e biologo Andrea Augusto Pilastro, mentre come corrispondente è stato eletto Cesare Ravazzi, studioso di scienze naturali e paleoecologia. Per la Classe di Diritto economia e amministrazione i nuovi accademici ordinari sono il diplomatico Adriano Benedetti e lo storico dell’economia Giorgio Roverato. Tre gli accademici onorari eletti quest’anno: lo storico dell’architettura Antonio Foscari Widmann Rezzonico, il designer Cleto Munari e il cardinale Pietro Parolin. L’assemblea ha poi accettato la donazione, da parte della famiglia del prof. Fernando Bandini, di libri e documenti appartenuti al poeta e studioso, già presidente dell’Accademia, scomparso due anni fa. Ecco un identikit dei nuovi ingressi. PIETRO PAROLIN. Nato a Schiavon e residente nella Città del Vaticano. Laurea in Diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana, poi nel servizio diplomatico della Santa Sede nelle nunziature di Nigeria, Messico, Venezuela. Nel 2013 è stato nominato segretario di Stato e nel 2014 creato cardinale. 10 | numero 5.2016 ADRIANO BENEDETTI. Nato a Vicenza e residente a Roma. Conseguita la laurea in Scienze politiche presso l’Università di Padova, è entrato nella carriera diplomatica diventando ambasciatore. Ha rappresentato l’Italia in Organizzazioni internazionali e in vari Stati (Venezuela, Trinidad e Tobago, Guyana, Suriname). Dal 2003 è Direttore generale degli Italiani all’estero e politiche migratorie. LUCIANO GIACOMELLI. Nato a Pedescala e resi- liceo scientifico Quadri di Vicenza. Dal 2013 è docente nel Master in «Comunicazione delle scienze» all’università di Padova. CARLO OSSOLA. Nato a Torino e residente a Revigliasco Torinese, laurea nel 1969, è stato ordinario di Letteratura italiana all’Università di Ginevra, poi all’Università di Padova e a Torino. Insegna Letterature moderne dell’Europa neolatina al Collège de France di Parigi. dente a Vicenza, laurea alla Pacific Western University e specializzazione in Marketing alla Bocconi di Milano. Ha maturato esperienze manageriali alla Campagnolo di Vicenza, Lowara di Montecchio Maggiore ed Ebara Pumps Europe spa. È presidente della Siderforgerossi, azienda leader nel mercato dell’acciaio. ANDREA AUGUSTO PILASTRO. Nato a San DOMENICO PATASSINI. Nato a Marostica, risiede lì residente, laurea e dottorato in Scienze naturali all’università di Milano. Ha insegnato alle Università di Washington, Paris Sud, Milano Bicocca e Statale. Dal 2011 è Primo Ricercatore a Milano del Cnr. a Bassano, laurea in Urbanistica allo Iuav di Venezia, si è specializzato in Analyse des données presso l’Université Paris XIV. Ha insegnato allo Iuav di Venezia dove è stato preside della facoltà di Pianificazione del territorio. PAOLO POZZATO. Nato e residente a Bassano, Vito di Cadore e residente a Vicenza, ha conseguito la laurea in Scienze forestali e il dottorato in Biologia evoluzionistica a Padova dove insegna Zoologia nel Dipartimento di Biologia. CESARE RAVAZZI. Nato ad Alzano Lombardo e ANTONIO FOSCARI WIDMANN REZZONICO. GIORGIO ROVERATO. Nato a Valdagno e resi- Nato a Trieste, risiede a Venezia. È stato docente di Storia dell’Architettura presso lo Iuav di Venezia (19712009), presidente di numerose associazioni culturali. Dal 2005 è vicepresidente della Fondazione Querini Stampalia. dente a Selvazzano Dentro, dal 1985 è professore associato di Storia economica all’Università di Padova (corso di laurea in Economia internazionale), dove insegna anche Storia dell’Impresa nel master interuniversitario «Conservazione gestione e valorizzazione del patrimonio industriale». CLETO MUNARI. Nato a Gorizia e residente a Vicenza. Amico e discepolo di Carlo Scarpa e collaboratore di Gio’ Ponti, si è imposto nel panorama mondiale per le sue straordinarie collezioni di oggetti e arredi. Sue mostre di design sono state allestite in 70 musei del mondo. NICO STRINGA. Nato a Nove e residente a Venezia, TEODOLINDA BAROLINI. Nata a Syracuse (Usa) laurea in Filosofia, attualmente insegna al Liceo scientifico Da Ponte di Bassano. Si è specializzato in storia militare dell’Otto e Novecento e sulla Grande Guerra. laurea in Filosofia alla Statale di Milano, è docente di Storia dell’arte contemporanea a Ca’ Foscari a Venezia. Collabora con la Fondazione Cini, con i Musei di Treviso, Venezia, Bassano, Genova Nervi, Roma, Faenza. PAOLO VIDALI. Nato a Vicenza e qui residente, laurea in Filosofia alla Cattolica di Milano con il massimo dei voti e la lode, insegna Storia e Filosofia al e residente a New York, s’è laureata e dottorata alla Columbia University. Ha insegnato Letteratura italiana all’università della California a Berkeley e la New York University, poi alla Columbia presidente del Dipartimento di Italiano. Il Giornale di Vicenza 14/12/2015 Colti e curiosi “expat” i migranti del XXI secolo Tendenze Lo rivela il “Rapporto Italiani nel Mondo” pubblicato a cura della fondazione Migrantes Se siete in cerca di letture utili, ma anche coinvolgenti, sul tema dell'umanità in viaggio perenne, non spaventatevi di fronte alle oltre 500 pagine del Rapporto Italiani nel Mondo 2015, pubblicato da Tau Editrice, e curato dalla fondazione Migrantes. La mole del tomo è funzionale anche alle sue diverse chiavi di interpretazione e alla nostra attitudine a consultarlo senza l'obbligo di spulciarlo parola per parola. Con una varietà di voci di cui danno testimonianza i 50 autori, italiani e stranieri, incaricati di redarre i 53 saggi dell'opera, ispirati in buona parte dalla larghezza di vedute, e dallo straordinario impegno dedicato a questa “mission” dal suo ideatore, monsignor Luigi Petris. Così si chiamava il direttore generale della fondazione Migrantes, scomparso lo scorso dicembre, all'immediata vigilia della pubblicazione di un libro che andava così a coronare dieci anni di progetto editoriale. Una grande intuizione, questa di monsignor Petris, lo si coglie solo sfogliando il Rapporto per imbattersi in un qualche suo tesoro visivo, come l'illuminante grafico di pagina 32, dove una cartina della penisola distribuisce per regione i 101mila297 italiani che hanno varcato le frontiere fra gennaio e dicembre dell'anno precedente, il 2014: non quel che si dice “una goccia”, ma piuttosto un corposo contributo a una comunità italiana all'estero che, nella stessa epoca, contava un totale di oltre 4 milioni e 636mila espatriati, ovvero quasi il 50% in più rispetto ai 3 milioni e 106mila di dieci anni fa. Tutte cifre da considerare in difetto, perché riferite alle iscrizioni all'Anagrafe dei residenti all'estero, Aire, senza poter considerare un imprecisato numero di non-registrati. Tornando al totale di prima, colpiscono le difformità con cui vi concorrono le varie regioni, fra le quali, dopo un'inarrivabile Sicilia che denuncia oltre 713mila partenze, occorre scendere alle 400mila abbondanti di Campania e Lazio. Il Veneto è sesto con 351mila migranti, preceduto anche da Calabria e Lombardia. Sono le stesse regioni che hanno fatto la storia della grande, e ben diversa emigrazione del passato, a conferma di quanto asserisce il presidente della fondazione Migrantes, monsignor Guerino Di Tora: “L’Italia è cambiata e continua a cambiare sotto i nostri occhi. Il movimento di persone è globale. Gli italiani non hanno mai smesso di partire, tornare. E oggi partono ancora, sempre più numerosi, tornano in pochi per poi ripartire. Numeri dalla lettura complessa, percorsi difficili da rintracciare e seguire. Italiani che si perdono nella mobilità globale, nella cittadinanza europea e cosmopolita, nel bisogno di lavoro soddisfatto fuori dei confini nazionali”. Per la precisione, sviscerando nel dettaglio i dati relativi al 2014, l'identikit predominante ci dice: età 18-34 anni, maschio, celibe, provenienza nord Italia, destinazione un Paese che più facilmente degli altri sarà la Germania, seguita dal Regno Unito e Svizzera. Il dato saliente della giovane età si accentua considerando il fenomeno crescente degli studenti che temporaneamente espatriano per migliorare la propria formazione durante scuola superiore e università. Con due particolarità: un crescente orientamento verso Paesi emergenti (Cina, India, Malesia, stati del centro America) durante gli anni di studio, e una decisa emigrazione di neo-laureati, motivati soprattutto (38,3%) dalla mancanza di prospettive in Italia. Con la cognizione ormai acquisita che eccellere nello studio favorisce quei dottorati di ricerca all'estero che, secondo quanto rilevato dal rapporto Almalaurea, costituiscono sempre più spesso la premessa per un espatrio definitivo. Di grande interesse, nella lettura del Rapporto, risulta l'analisi di un'ultima generazione di italiani – i cosiddetti “millenials” - dotati di quell'alta istruzione che consente loro, se lo scelgono, di incarnare una figura di migrante totalmente nuova rispetto al passato. Si tratta degli “Expat”, come vengono definiti questi italiani globe-trotter decisi a partire per realizzare all'estero ambiziosi disegni di auto-affermazione come ricercatori, imprenditori, professionisti. Esattamente come quanti li hanno preceduti anche gli Expat contribuiranno ad alimentare quel patrimonio fondamentale delle migrazioni che si chiama Memoria. Di cui ci occuperemo nel prossimo numero. (1-segue). Stefano Ferrio numero 5.2016 | 11 Libri &Recensioni Personaggi & Persone Anna Maria Zampieri Pan Il primo volume risale al 2009: questo secondo volume completa una vera e propria carrellata di personaggi con la loro caleidoscopica varietà di origini, professioni e successi, anche di quelli in sordina. Leggendo questa raccolta di Anna Zampieri Pan ci si rende conto della dignità con cui ognuno ha superato mille ostacoli, di ciò che ognuno ha fatto, di ciò che è diventato, dei successi che ciascuno ha raggiunto. La grande e ricca diversità di esempi che la raccolta offre dello spirito e creatività dell'immigrante italiano diventa uno specchio della Diaspora a Vancouver: una collettività in continua espansione grazie ai recenti arrivi da un'Italia in crisi. Infatti solo nel 2013 le partenze dall'Italia per altri paesi europei e per le Americhe hanno raggiunto un totale di 94 mila persone, secondo i dati del Rapporto Italiani nel Mondo del 2014 dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. Anche questo secondo volume è diviso in due parti: la prima inizia con una presentazione di Anna Terana, seguita da ben 24 interviste-articoli su ogni personaggio. La seconda parte contiene altri 16 articoli. Fra le due sezioni è inserito un Intermezzo sull'emigrazione ieri e oggi. Il volume si completa con un articolo intitolato "Trenta anni fa, all'antivigilia della storica EXPO 86", e un'intervista all'onorevole Bill Bennett, l'allora Premier della British Columbia. Il testo è corredato da un'appendice di 42 fotografie dei personaggi e persone in esso raccolte, dando un tocco ancora più realistico a questo mosaico di donne e uomini, giovani e anziani, laici e missionari, di origine italiana e non, ma tutti in qualche modo legati alla lingua e cultura italiana. Attraverso le sue interviste l'autrice riesce a comporre un intreccio di interessi, valori e contributi di personaggi molto diversi tra loro ma con un comune desiderio, farsi una nuova vita per sé e per i propri figli in questo paese. Ci sono vecchi e nuovi immigrati, seconde e terze generazioni, preti missionari, patronati e associazioni e infine immigrati di altri paesi che sono finiti in Canada dopo essere passati per l'Italia. Risulta inoltre che il recente esodo dall'Italia non include più solo i giovani e la cosiddetta "fuga dei cervelli". Osserva giustamente Anna Zampieri Pan che i nuovi arrivi "possiedono un bagaglio culturale che, se messo a disposizione, accettato e condiviso, va sicuramente a beneficio della comunità italiana tradizionale, ma anche di quella variegatissima comunità multiculturale che è la nostra attuale patria." La maggior parte delle interviste riguarda individui già ben inseriti nella società canadese, come dimostrano i loro successi nel campo economico, culturale, sociale e politico. Sono diventati una impor- 12 | numero 5.2016 tante risorsa umana per tutta la British Columbia e il Canada. Scorrendo le pagine scopriamo ad esempio il siciliano Salvatore Bancheri, docente all'Università di Toronto che giustamente non vuol perdere "di vista quanto c'è alle spalle in fatto di civiltà, di cultura e di umanità vissute e tramandate da chi c'era prima"; a cui fa eco Francesco Loriggio calabrese, professore alla Carleton University, per il quale l'esercizio della memoria è diventato un'irrinunciabile consuetudine; mentre il padre scalabriniano Livio Stella si impegna a creare ponti che leghino le culture e le nazioni in un dialogo di apprezzamento e mutua accettazione, e da lì sbocci il nuovo germoglio di orgogliosa italianità come nella giovane Noemi Brown, figlia di un'italiana e di un cowboy americano. Quasi a conferma del sogno di padre Stella ecco il caso di Chohre Rassekh, un'iraniana dal cuore tutto italiano che, come professoressa alla Simon Fraser University, offre con passione alla società canadese la ricchezza della lingua e cultura italiane. Incontriamo poi personaggi famosi e originali come Andrea Pontoni, il francescano che portò in salvo i figli di Galeazzo e Edda Ciano, e che a fine guerra abbandonò il saio, sposò una canadese, vinse e perse enormi somme ai casinò di mezzo mondo, e divenne infine personaggio bizarro e ben noto nella Vancouver degli anni '80; o come Roberto Albertazzi, fratello di Giorgio, che in fuga dal mondo dello spettacolo di Roma approda a Vancouver in cerca di una sua identità; fonda un gruppo teatrale di grande successo e conclude nel 2011 la sua lunga carriera allestendo la storia di Giovanni Caboto sceneggiata dalla scrittrice Marcella Uffreduzzi. Per straordinaria e fortunata coincidenza questo recital suscita l'interesse di un'altra interessante personalità italo-canadese: Giovanni Zen, avventuroso imprenditore di grande successo. Zen generosamente contribuisce alla produzione in quanto discendente proprio del navigatore veneziano Antonio Zen che avvistò le coste atlantiche del Canada un secolo prima che vi sbarcasse Giovanni Caboto. Altro originale apporto quello di Carmelo Sortino, personaggio caldo e poliedrico come la sua terra siciliana. Il suo straordinario talento passa dall'arte culinaria a quella pittorica, riversando in entrambe la sua passione e la sua fantasia. E non viene dimenticato il friulano Petronio Olivieri, che appoggiò generosamente iniziative e programmi culturali italiani. Da giovane sognava di diventare pilota di linea e finì per fondare un'industria di produzione e distribuzione della pasta a Vancouver e per pilotare il proprio aereo. Anche figure femminili arricchiscono l'intenso apporto culturale dell'etnia italiana: dalla scrittrice e poetessa Elettra Bedon, giunta in Canada da Padova nel 1983 a Rita Amabili-Rivet di seconda generazione, sintesi delle sue radici quebecchesi e italiane, il cui lavoro letterario, poetico e teatrale si è diffuso sia in Canada che in Italia; arrivando fino a Maria Francesca Giardini, che approdata bambina a Vancouver dalla Calabria, ha raggiunto le vette di una carriera legale come giudice della British Provincial Court. È inoltre menzionata l'effervescente, schietta e generosa napoletana Maria Fierro, direttrice di un programma radio, scrittrice e già editrice della rivista Canada Mirror - Italia allo specchio di Vancouver. Questa sommaria rassegna non può chiudersi senza riportare gli "eroi del quotidiano": persone intraprendenti, altruistiche, che offrono la loro esperienza e dedicano il loro tempo al servizio di altri italiani. Con il loro generoso e capace impegno attraverso le varie Associazioni e Enti facilitano la vita di molti, soprattutto gli anziani, e assicurano il successo della comunità sia a Vancouver che nella provincia: Eleonora Perizzolo del patronato ENASCO, Rocco di Trolio del patronato INCA-Cgil e Valentino Serviziati del patronato ITAL-Uil. A questi si aggiungono persone come Esterida Colussi della Famee Furlane; Teresa Cavasin Perizzolo, trevisana moderna e dinamica madre di famiglia il cui sito web è diventato per molti giovani italiani negli ultimi anni una fonte di informazione e aiuto nello stabilirsi a Vancouver; e Diego e Ilenia, due giovani friulani che col loro Diario da Vancouver hanno creato un collante per parecchi nuovi arrivati dal Nord e Sud Italia, dal Centro e dalle Isole: un gruppo spontaneo di giovani che sta emergendo a livello comunitario. Attraverso queste interviste abbiamo la storia di tante famiglie arrivate a queste sponde nel corso di mezzo secolo portandosi dietro un pezzo dell'Italia, un'Italia amata e abbandonata in cerca di un futuro, di una vita degna di essere vissuta. Una storia che nei primi tempi fu testimoniata dalla stampa comunitaria a partire dall'Eco d'Italia fondato nel 1955 e oggi incorporato nell'attuale Marco Polo. Il giornalismo è anche sempre stato un'importante attività della nostra comunità; oggigiorno, tuttavia, come fa notare Simone Schiavinato, dovrà uniformarsi alle nuove tecnologie di comunicazione per sopravvivere. Schiavinato è il nuovo direttore del bilingue Italo-Americano, un nuovo modello che permetterà di espandere "il giornalismo comunitario favorendo un servizio più interattivo" attraverso gli smart phones, tablets e PC. Egli conclude infatti dicendo che "la tecnologia ci sta dando più modi per poter continuare a promuovere e preservare il patrimonio italiano, la lingua e la cultura, tramandandoli alle generazioni future." La raccolta si snoda attraverso gli ultimi 60 anni dell'immigrazione a Vancouver, procedendo dal passato al presente e riflettendo sulle aperture verso cui nel futuro questa comunità potrà avviarsi. La recente chiusura dell'Istituto Italiano di Cultura di Vancouver pone infatti la comunità di fronte all'impegno di trovare la forza e la visione per fare convergere le competenze culturali del Consolato Italiano di Vancouver con le strutture del Centro Culturale Italiano in una presenza impegnata sul territorio e in "un costante stimolo di promozione culturale" come si ripropone Mauro Vescera, direttore del Centro. Vescera è più che mai convinto che la sfida prioritaria del Centro "resta quella di avvicinare e coinvolgere le generazioni dei più giovani... e creare un luogo dove il passato, il presente e il futuro della comunità italo-canadese si ricompongano all'interno del contesto multiculturale del Canada". Diego Bastianutti numero 5.2016 | 13 ... il personaggio Ci ha lasciati Angelina Omizzolo una protagonista del dramma dell’emigrazione come l’unica strada percorribile.(1) Chi aveva un parente o un riferimento in terre lontane, intraprendeva il viaggio verso paesi sconosciuti: l’Argentina, il Canada o l’Australia. Altri emigravano in paesi che garantivano lavori stagionali: prevalentemente la Francia, il Belgio o la Svizzera. Questa seconda soluzione compensava il limite di contratti stagionali con la possibilità di raggiungere la famiglia durante i mesi invernali. In questa difficile realtà, nei primi mesi del 1954, a Foza, sull’Altopiano di Asiago, Angelina Omizzolo, una giovane dell'età di 21 anni, si univa in matrimonio con Vigilio Gheller, di 25 anni. Andarono ad abitare in località Furlani, in una casetta, affacciata sui prati soprastanti la Valgadena, poco distante dalla strada che conduce ad Enego. Nel tardo autunno veniva alla luce la primogenita Bertilla, era una bambina dai capelli biondi, paffutella e un po’ ritrosa. A distanza di molti anni, all'inizio dell'estate del 2015, sono venuto, casualmente, a conoscenza della toccante vicenda di questi giovani sposi. La tragicità dei fatti vissuti e il loro puntuale intrecciarsi con gli eventi del più ampio contesto storico hanno suscitato in me emozione e interesse che ho ritenuto meritevoli di approfondimento. Per la prima parte della loro vita mi sono lasciato guidare da una cronaca dell'epoca, curata da Enzo Pancera(2), che riporto nella sua integrità. Il matrimonio dinnanzi alla Chiesa di Foza Casa in contrada Furlani dove andarono ad abitare Vigilio e Angelina nel 1954 Il 31 marzo 2015 Angelina Omizzolo ci ha lasciati, all'età di 82 anni. Desideriamo dedicare un ricordo particolare a questa donna che ha vissuto uno dei numerosi drammi dell'emigrazione nei nostri territori. Il periodo storico in cui Angelina vive è quello del secondo dopoguerra: alle devastazioni provocate dal conflitto mondiale si somma drammaticamente il problema di trovare lavoro in un ambiente dall'economia già molto povera e precaria. Nei paesi di montagna ci si poteva dedicare solo alla pastorizia, all’allevamento del bestiame, al taglio del bosco o alla produzione del carbone. Nasceva qualche cantiere di lavoro, ma con scarse prospettive di sviluppo. Per garantire la sopravvivenza di molte famiglie l’emigrazione si riproponeva di conseguenza 14 | numero 5.2016 “Vigilio aveva già conosciuto la via dell’emigrazione; era già stato in Francia e nell’anno del matrimonio e in quello successivo lavorò in un cantiere nell’Alto Adige, sopra Merano. Faticose e lunghe giornate di lavoro per guadagnare e mettere da parte un piccolo gruzzolo di danaro onde poter superare i mesi inoperosi del lungo inverno. Ma altri impegni si profilarono all’orizzonte della vita familiare di Vigilio Gheller, già si preannunciava l’arrivo di altra prole, e Vigilio prendeva la strada verso la Svizzera. Quando ritornò nell’autunno del 1956 trovò la sua casa allietata dalla nascita di due maschietti, Beniamino e Giuseppe, due cari bambini sani e robusti nell’aspetto, che a turno sono compiacenti e scontrosi con gli estranei. Da uno a tre figli nel giro di due anni. Nuove esigenze per la vita e il sostentamento della già numerosa famigliola. La primavera del 1957 vide Vigilio partire per i consueti lavori nelle montagne della vicina Svizzera; il ritorno avvenne con il primo annuncio dell’inverno. Giungiamo così all’anno di grazia, l’anno che resterà nella storia di Foza, contrassegnato da una tragedia singolare e dolorosa. È l’anno che invita a rinnovare gli impegni perché altre avvisaglie si manifestano nella vita della famiglia di Vigilio Gheller. Se per tutti i figli, i figli sono fonte di dolcezze ma anche di preoccupazioni materiali, quest’ultime sono più assillanti quanto maggiore è la povertà, la mancanza di una occupazione stabile, sicura, garantita anche dal punto di vista fisico. Questa la condizione umana dell’emigrante stagionale, di colui che ha per sé solo i mesi clementi, mentre lo angoscia il lungo inverno, periodo chiuso per il lavoro. Nei mesi che vanno da maggio ad ottobre la sua attività è intensa, quasi spasmodica, attenta a non lasciar sfuggire alcun momento propizio. In questo periodo le giornate di lavoro sono lunghe, interminabili, e più si vorrebbe lo fossero perché maggiore sarà il compenso per se e la sua famiglia. Dieci, dodici, quindici ore di lavoro in alta montagna, nella costruzione di gallerie, tra scoppi di mine, ma tutto veloce, anche con noncuranza. Da qui le tragedie, numerose, disgraziate, che pesano con tanta violenza nella vita delle famiglie degli emigranti. Vigilio Gheller era partito nel mese di maggio per le montagne dell’Alta Savoia e lavorava in una impresa di Aspres-sur-Buëch; lavoro sempre duro e faticoso, questa volta meno pericoloso forse; si dovevano tagliare le piante che venivano portate al piano della funivia. Ma sembrava che il destino volesse Vigilio nei posti ove il pericolo mortale è sempre in agguato. Dovette tornare a casa agli inizi di giugno per insolvenza dell’impresa a tener fede ai contratti sottoscritti da ambo le parti. Quale doveva essere lo stato d’animo di Vigilio Gheller (1) Il fenomeno era di portata così ampia che anche organismi rappresentativi, quali la Camera di Commercio di Vicenza, guidata da Giacomo Rumor, dedicarono la propria attenzione al mondo del lavoro e in particolare, al movimento migratorio. Nacque proprio in quel periodo l’Ente Vicentini nel Mondo, in collaborazione con Provincia, Comune di Vicenza ed Enti Locali. (2) S ervizio pubblicato su l’Arco Alpino del marzo 1963. Periodico del Consorzio di Bonifica Montana “Astco – Brenta – Valletta Longhella”. al suo ritorno non è possibile dire, ma è facile immaginare. Era già trascorso metà del periodo annuale di occupazione e si trovava a mani vuote ad affrontare l’inverno seppur non proprio vicino. Si diede quindi da fare per recuperare parte del tempo perduto e per utilizzare quanto ancora gli rimaneva. A rincarare la dose delle preoccupazioni materiali e morali di un onesto padre di famiglia, che altra fonte di vita e sostentamento non ha che le proprie braccia, venne l’annuncio della moglie che attendeva un ulteriore parto. Angelina Omizzolo, moglie di Vigilio Gheller, alla partenza del marito per l’Alta Savoia, era andata ad abitare presso i genitori, in contrada Lazzaretti, per sollevare la madre malata di cuore. Il 9 settembre l’ufficiale del Comune di Foza registrava nello stato di famiglia di Vigilio Gheller due nuovi componenti. Luciano e Luciana. Nel frattempo Vigilio aveva intrattenuto corrispondenza con il fratello Edmondo capo-squadra di un cantiere idroelettrico nella vicina Svizzera. Così Edmondo Gheller ci racconta gli avvenimenti che portarono alla luttuosa disgrazia. Edmondo ha 35 anni e da sette lavora stagionalmente in Svizzera. “Appena seppi, ci dice, che Vigilio era rientrato dalla Francia, interpellai la direzione dell’impresa per ottenere l’assunzione di mio fratello Vigilio. Egli partì per la Svizzera venerdì 19 settembre, dopo aver battezzato i due gemelli Luciano e Luciana. Lo attesi alla stazione ove ci incontrammo all’arrivo il giorno seguente, e rimasi insieme sino alla “fine”. Il lunedì ero di riposo e Vigilio passò la giornata con me, finché il martedì iniziò il lavoro nella mia squadra.La giornata ebbe inizio alle 6.30 e terminò alle 19. In serata ci ritrovammo ed ebbimo insieme anche Arciso (il fratello maggiore che lavorava presso la stessa impresa). Il mercoledì riprendemmo il lavoro alle 6.30 e tutto proseguì come il solito fino alle 9.30, quando sentii un improvviso scoppio. Una mina era saltata inopinatamente in aria perché venuta a contatto con un mezzo meccanico. Ero a trenta metri dal luogo della disgrazia. Accorsi insieme ad altri e vidi Emilio Martinelli tra un mucchio di sassi, già morto. Aiutato da un compagno di lavoro presi la salma dello sventurato per portarla fuori dalla galleria, ma girandomi mi accorsi di Vigilio, pure lui colpito dalla violenta esplosione. Vigilio Gheller stava azionando un “motopicco” ad aria compressa, un martello pneumatico; gli stava vicino il Martinelli che liberava con il badile i ciottoli infranti dall’azione dello strumento azionato da Vigilio Gheller. La morte era in agguato: una mina rimasta inesplosa dal brillamento effettuato a mezzogiorno del giorno precedente, al contatto con il mezzo meccanico scoppiò mandando in frantumi i massi circostanti. Vigilio Gheller riportò ferite gravi al capo, che gli procurarono la frattura del cranio, e morì dopo 36 ore all’ospedale di Martigny. Era il giovedì 25 settembre. Il triste episodio si concluse lunedì 29 nella Chiesa di Foza: la Chiesa che vide sposi felici Vigilio e Angelina Gheller. Sei baci diede la moglie Angelina all’oscuro legno che raccoglieva per il sonno eterno le spoglie mortali del suo sposo: cinque per i cinque figli, chiamandoli per nome uno per volta, uno per lei stessa. Qui si ferma la cronaca di una morte che ci tocca tutti”. La lettura di questa drammatica vicenda mi coinvolge profondamente e mi spinge a recarmi di persona a Foza, in contrada Lazzaretti. Sono luoghi che conosco bene, meta delle mie frequentazioni montane. Penso che lì potrò attingere a fonti dirette utili a completare la storia. Busso alla porta del fabbricato che fa angolo con la strada che conduce alla piana di Marcesina. Non è una scelta casuale: l'abitazione è quella di un vecchio sindaco di Foza, da me conosciuto. Mi presento alla signora che gentilmente si affaccia e spiego della mia ricerca. La signora, mi fa accomodare. Si chiama Livia Gheller ed è vedova di Ilario Omizzolo, già sindaco di Foza negli anni settanta. Ha 84 anni e dimostra una impressionante memoria dei tempi passati. Ricorda tanti particolari, anche inediti, della famiglia di Vigilio e Angelina. Chiedo notizie di Angelina Omizzolo. Lei mi raggela, dicendomi che Angelina è morta il 31 marzo del corrente anno a Cittadella. Mi accenna alle grandi difficoltà sofferte dalla famiglia di Angelina, che nel frattempo si era trasferita giu in pianura. Mi fornisce anche alcuni elementi, che si riveleranno preziosi per completare il percorso della mia ricerca. Grazie alle sue indicazioni, a settembre dell’anno in corso, posso raccogliere una terza ed ultima testimonianza che mi permette di completare il percorso. Raggiungo Bertilla, la primogenita della famiglia, che abita con il marito Santo Oro a Marchesane di Bassano del Grappa. È un incontro molto sereno e di una squisita ospitalità nella loro abitazione, interrotto soltanto dal risveglio della nipotina, dai capelli biondi e ricciolini. E’ un piacere sentire parlare Bertilla, consapevole che la vita dei suoi genitori, intessuta di tragedie e di difficoltà, è stata affrontata sempre con coraggio e dignità. Ripercorre, Bertilla, con calma la vita in montagna dopo la morte del padre Vigilio. Non erano solo loro poveri, ma lo era tutto il paese, le cui contrade vivevano dei soli frutti della terra. Stavano meglio coloro che possedevano qualche animale da latte o qualche pezzo di terreno. I negozi erano lontani e i pochi acquisti di alimentari, di frutta e verdura erano garantiti da ambulanti che settimanalmente si presentavano, richiamando la gente con il vociare o con la musica. Proprio uno di questi commercianti, un certo Toni Stropparo di Cittadella, contrada Laghi, vedendo questa situazione di povertà, volle aiutare Angelina, proponendole di trasferirsi in pianura, dove avrebbe potuto trovare un lavoro. La mamma era già morta nel ’59, e così nel 1964 viene presa l’importante decisione: Angelina con i suoi cinque figli e il padre Giuseppe scende a Cittadella, in borgo Bassano, dove si sistema in una piccola casa in vendita. La decisione non era di poco conto. Ma l’Angelina era forte e coraggiosa e sentiva la grande responsabilità per la sua numerosa e giovane famiglia. Racimola i risparmi della pensione del papà, ma anche con i prestiti di parenti e conoscenti i soldi non bastano. Del problema viene a conoscenza un secondo venditore, quello degli alimentari. E questi – un certo Costa Gaetano detto Ghitan Masi da Valstagna - , modesto commerciante, alpino, che ha partecipato alla guerra in Russia, provvede all’integrazione del necessario per Angelina con i figli Bertilla, Beniamino, Giuseppe, Luciano e Luciana. fare il grande passo. Vorrei soffermarmi un attimo a riflettere su come la generosità di persone semplici, anch’esse con problemi e preoccupazioni, ma con un cuore grande, sia riuscita ad aiutare una famiglia così numerosa, così povera ma così piena di forza di vivere. Alla storica partenza Bertilla, aveva allora 9 anni. Ricorda l’atmosfera di quel mattino: era il 10 gennaio, e l’emozione per il viaggio verso un paese sconosciuto attanagliava l’animo dei protagonisti, ma anche dei vicini di casa, tale era stato il legame solidale di tante stagioni. Dopo aver raccolto le masserizie e gli oggetti utili e più cari, salgono su un camioncino che lentamente scende lungo una strada tortuosa, in Val Frenzela, affiancata da cumuli di neve. Una volta giunta la famiglia, composta da Angelina, dal padre Giuseppe e dai cinque figli, a Cittadella le pubbliche istituzioni si prestano da subito ad aiutare i nuovi arrivati. I tre figli maschi trovano ospitalità in un collegio a Monselice, gestito da sacerdoti. La mamma va subito a far i fatti, così si diceva una volta lo svolgere servizio presso le famiglie. Per la figlia più giovane, Luciana, diventa possibile completare gli studi. Bertilla, infine, trova lavoro in fabbrica e poi in una struttura socio - assistenziale. Dopo tanti anni di sacrifici, Angelina vede i figli sistemati, attorniata dall’affetto di sette nipotini, che vivono in un’epoca migliore. Purtroppo il destino le presenta ancora un'ultima grande prova: nel 1982 il figlio Beniamino muore a Paese, nel Trevigiano, in un incidente d’auto. Angelina muore , come dicevamo, a 82 anni nella primavera del 2015. Ora riposa nel suo paese, a Foza, dov’era nata, si era sposata ed aveva avuto i suoi cinque figli. Riposa vicino all’amato marito e al caro figlio Beniamino. Alla sua terra è ritornata proprio nel centenario dell’inizio della prima guerra mondiale. Nel cimitero ai piedi delle Melette, montagna cara alla nostra memoria e così presente negli scritti di Emilio Lussu, Angelina riposa, quasi come gli eroi: anche lei ha vissuto con indomito coraggio la sua tormentata vita terrena. Benito Sasso numero 5.2016 | 15 Intanto, però, all'arretramento in Friuli era corrisposto anche un ritiro dalle montagne del Bellunese. Quando il generale Armando Diaz fu incaricato del comando supremo al posto di Cadorna, il fronte italiano si imperniò sui tre cardini Piave-Monte GrappaAltopiano dei Sette Comuni. E proprio con le difese accanite dei monti Melette e Sisemol (novembre) e del Grappa (dicembre) si chiuse l'anno più nero nella guerra degli italiani. la Grande Guerra 1917 Antonio Trentin C 'era un luogo in Francia, un modesto altopiano in Piccardia, verso il confine con il Belgio, che da un secolo e mezzo aveva un nome gentile: Chemin des Dames, la via delle dame di corte. La Grande Guerra lo fece diventare un sito tragico, ancora un esempio - tra molti altri - della devastazione di vite e di cose materiali che il grande conflitto mondiale provocava. Nell'area dello Chemin des Dames - conquistato a caro prezzo dai tedeschi già nel 1914 - dall'aprile del '17, per un paio di mesi, si sviluppò un'ennesima imponente battaglia, con un milione e mezzo di uomini in campo, di nuovo costosissima in perdite umane (350 mila tra anglo-francesi e tedeschi), di nuovo pressoché inutile sul piano territoriale. Come inutili sarebbero state altre contrapposte offensive lungo tutto il corso dell'anno. A guardarlo dal fronte occidentale, dunque, anche il 1917 quarto anno di guerra - pareva destinato, nei suoi primi mesi, a passare senza rilevanti cambiamenti, drammatico come i due precedenti, ma non risolutivo. Avrebbe invece portato importanti novità su tre altri scenari, due strategici e uno tattico riguardante l'Italia. La prima novità avrebbe impiegato un anno a produrre effetti decisivi sullo scacchiere bellico continentale. Ai primi di marzo la Russia - che stava pagando il prezzo più alto della guerra: più di un milione e mezzo di morti e vasti territori conquistati dai tedeschi - veniva sconvolta da una rivoluzione democratica e dall'abdicazione dello zar Nicola II. In autunno la rivoluzione sarebbe diventata proletaria-comunista, capeggiata da Lenin. Nel marzo 1918 sarebbe stata firmata dai russi la pace separata con gli austro-tedeschi e con i loro alleati bulgari e turchi. La seconda novità fu quella poi risolutiva nell'evolversi dell'intero conflitto. Proclamatisi neutrali nel 1914, gli Stati Uniti erano diventati presto essenziali finanziatori e fornitori di materie prime, derrate alimentari e armi per Gran Bretagna e Francia. Nel 1917 la loro economia era strettamente legata all'evoluzione della guerra in Europa e l'opinione pubblica stava virando dal neutralismo verso un'opposizione sempre più netta alla Germania. Il 7 aprile anche gli Usa entrarono in guerra, giustificati dal blocco navale tentato dalla marina e dai sommergibili (gli U-Boot) del Reich contro gli inglesi. In maggio i primi soldati americani sbarcarono in Francia. Nel 1918 sarebbero diventati quasi 2 milioni. Sul fronte italiano, poi, l'autunno del '17 ebbe un nome destinato a durare nella memoria collettiva del paese, a diventare sinonimo di disfatta: Caporetto. Alleggeriti dalle difficoltà russe sul fronte orientale, gli austro- 16 | numero 5.2016 Una trincea russa sulla linea dei monti Carpazi contro gli austro-ungarici Una pattuglia d'assalto tedesca (Sturmpatrouille) in azione nell'ottobre 1917 Il quotidiano "La Stampa" all'indomani dell'attacco a Caporetto Militari australiani con maschere antigas sul fronte occidentale contro la Germania ungarici tornarono a pianificare un'azione pesante contro l'Italia. Con loro stavolta c'erano anche reparti tedeschi: la Germania era ufficialmente nemica dall'estate del '16, mentre invece nel primo anno di guerra le triangolazioni commerciali passanti soprattutto per la Svizzera avevano in effetti mantenuto attivi gli scambi italo-tedeschi. Dopo che altre due poco produttive offensive volute dal comandante supremo Luigi Cadorna avevano sfibrato l'esercito italiano (e naturalmente anche quello asburgico), facendo conteggiare decine di migliaia di morti per poche insanguinate alture (Bainsizza, Monte Santo), vennero i giorni di Caporetto, della dodicesima e ultima "battaglia dell'Isonzo". Alle 2 di notte del 24 ottobre dai monti intorno ai paesi sloveni di Plezzo e Tolmino e alla conca di Caporetto iniziò un'offensiva caratterizzata dalla forte presenza di truppe germaniche e dalla loro tattica basata sull'azione di piccole Sturmpatrouillen di grande agilità operativa. Tra gli ufficiali di queste ultime anche un giovane destinato a diventare famoso: Erwin Rommel. Agli ordini del comandante in capo Otto von Below, tedesco, oltre 350 mila soldati dei due Imperi centrali investirono uno stretto e accidentato fronte tenuto da poco meno di 260 mila italiani. L'impostazione offensiva dello schieramento delle due armate comandate dal generale Luigi Capello e dal duca Emanuele Filiberto d'Aosta non consentì un'adeguata risposta, specie per la rapida perdita di molte artiglierie. Lo sfondamento delle linee della II Armata italiana consegnò in tre giorni il controllo dell'intera zona nord del fronte isontino a tedeschi e austro-ungarici. Il 28 ottobre fu presa Udine e, minacciata di aggiramento, la III Armata fu costretta a ritirarsi a ovest. Entro dieci giorni il controllo del Friuli fu in mano agli attaccanti, mentre gli italiani arretravano in rotta. Il caos di quella che, dopo una limitata resistenza sul fiume Tagliamento, si profilò subito come una vera e propria tragedia militare - tra mancanza di ordini precisi, incertezza degli alti comandi, cedimento psicologico dei reparti e oltre 260 mila prigionieri - fece ipotizzare una ritirata sull'Adige o addirittura sul Mincio e sul Po. Ma già intorno al 10 novembre, in realtà, fu la linea del Piave a diventare l'efficace baluardo che disse "stop" all'avanzata austro-tedesca. Profughi civili in fuga dal Friuli occupato da tedeschi e austroungarici Artiglieria italiana sul Montello dopo l'arretramento del fronte Una trincea sul monte Costòn a difesa del massiccio del Grappa numero 5.2016 | 17 NOTIZIE dai Comitati Federazione Veneta di San Paolo Veneti Il 3 ottobre scorso si è svolto presso il Circolo Italiano dello Stato di San Paolo il Ballo in Maschera. Organizzato dalla Federazione Veneta dello Stato di San Paolo e dalla Gioveb (Giovani Veneti del Brasile), ha visto la presenza dei presidenti delle principali associazioni venete: oltre alla Presidente della Federazione, Bruna Saccardo Spinelli, il presidente del Comites di San Paolo Renato Sartori e il sig. Augusto Bellon, in rappresentanza del Consolato Italiano di San Paolo. L’evento tipicamente veneto è stato ideato dalla Gioveb e ha avuto una grande partecipazione di giovani veneti di San Paolo. Tutti i dettagli sono stati pensati affinché gli invitati si sentissero proprio in una festa veneta. Il menu offerto dal Circolo Italiano prevedeva antipasti, bevande (vino e spritz), prosciutto e melone, oltre al risotto con radicchio accompagnato da vitello, per dessert è stata servita la torta millefoglie. La banda di Sergio di Rosa ha invece rallegrato la festa con le tipiche canzoni tradizionali italiane. Bruno Meneghello Presidente Gioveb Convegno Annuale Domenica 8 novembre, alla Casa d’Italia di Zurigo, la CAVES ha tenuto l’annuale Convegno. In questa giornata delle radici venete abbiamo voluto ricordare la tragedia di Mattmark e in particolar modo tutti i caduti sul lavoro dell’emigrazione italiana in Svizzera. È stata allestita una mostra fotografica che l’Associazione Italia / Valais cortesemente ha messo a disposizione. La mostra, è bene ricordarlo, era già stata esposta al Senato della Repubblica con il patrocinio del Presidente della Repubblica e del Senato. Dopo una breve introduzione di Saverio Sanvido, ha preso la parola Luciano Alban, presidente della CAVES, che, oltre al saluto, ha sottolineato l’importanza della manifestazione, cosciente che il significato di Mattmark Da destra a sinistra: Paolo Martinazzo, Matteo Toffol, non è da molti conosciuto. L’obiettivo del Convegno è quello della memoria per Luciano Alban, Console Francesco Barbaro, le prime generazioni, e consegnare una pagina di storia alle nuove generazioni. Domenico Mesiano, Saverio Sanvido e Toni Ricciardi Dopo questa tragedia c’è stata una forte evoluzione in positivo delle forze politiche, imprenditoriali e sindacali sulla sicurezza nel lavoro. Il Console Generale di Zurigo, che ha seguito tutto il Convegno, nel suo intervento ha ricordato tutte le vittime sul lavoro. Ha riferito inoltre che il sindaco di Zurigo riconosce ed elogia il lavoro svolto dalla comunità italiana per il progresso della città. Ringrazia inoltre per aver portato uno stile di vita più gioioso rispetto alle rigidità della Chiesa riformata. Gli italiani hanno cambiato il modo di vivere della comunità svizzera: nell’alimentazione, nel modo di vestire e nel modo di essere. Il prof. Domenico Mesiano, presidente dell’Associazione Italia/Valais, del comitato Mattmark 2015, curatore della mostra fotografica e del DVD che rappresenta una sintesi della tragedia, prima e dopo il disastro, ha illustrato i vari momenti della commemorazione. Ha poi invitato a visitare con attenzione la mostra fotografica. Non sono mancati riferimenti sulla sicurezza sul lavoro, in questo caso specifico, la negligenza nel collocare le officine, la mensa e le baracche degli operai sotto la scia di caduta del ghiacciaio. Alle domande: com’è stato possibile? Non ci sono state risposte plausibili. Il dott. Toni Ricciardi, storico del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Ginevra ha quindi presentato il suo libro “Morire a Mattmark”. Il Dipartimento, diretto dal Prof. Sandro Cattacin, veneto di seconda generazione, ha promosso uno studio sociologico approfondito sugli avvenimenti. Sono stati evidenziati due aspetti contrapposti. Dopo 7 anni d’istruttoria, la giustizia svizzera ha difeso (ingiustamente) in modo categorico, il principio del disastro naturale non prevedibile, assolvendo tutti gli imputati. D’altro canto, la comunità del Vallese, il Cantone e la società elettrica Kraftwerke che aveva commissionato la diga, hanno creato una grande catena di solidarietà, raccogliendo considerevoli somme a favore delle famiglie delle vittime. È evidente che la società civile ha rilevato chiare colpe morali. Rosalba Cimino ha letto una lettera del Sindaco di San Giovanni in Fiore, secondo comune più colpito dopo Belluno. Il Convegno, molto partecipato e apprezzato, ha raggiunto gli obiettivi della CAVES. Sanvido Saverio, Luciano Alban 18 | numero 5.2016 Concorso Scientifico Letterario 2015 Consegna dei Premi alla Presenza dell'Ambasciatore Castaldo. Ballo in Maschera CAVES Cava Il 12 novembre scorso, presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Argentina, Teresa Castaldo, dell’addetto scientifico dell’Ambasciata prof. José M. Kenny, del presidente del CAVA Mariano R. Gazzola e della direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura dott.ssa Maria Mazza, si è svolta la cerimonia di premiazione del Concorso Scientifico Letterario 2015, organizzato dall’Associazione Veronese L’Arena di Buenos Aires, con la collaborazione del Comitato delle Associazioni Venete del Argentina (CAVA), l’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires e con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires e del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). La cerimonia è stata aperta dalla dott.ssa María Inés Tarelli, coordinatrice del concorso, che dopo il saluto di benvenuto ha ringraziato tutti per la partecipazione e ha spiegato le caratteristiche della proposta: un concorso letterario sull’influenza della scienza e cultura italiana in Argentina, che in questa edizione era dedicato al tema dell’Expo Milano 2015“Nutrire il pianeta, energia per la vita”, incentrato quindi sulla sostenibilità alimentare e il diritto al cibo. Settanta i lavori presentati dai giovani di tutta l’Argentina. È seguito l’intervento del presidente del CAVA e consigliere del CGIE Mariano Gazzola, che ha innanzitutto giustificato l’assenza, a causa di una lieve indisposizione, del presidente dell’Associazione Veronese L’Arena Luciano Stizzoli – grande promotore di questa iniziativa – per poi ricordare la genesi di questo concorso giunto alla seconda edizione. Gazzola ha ringraziato gli sponsor e gli altri organizzatori, in particolar modo l’Ambasciatore Castaldo per il sostegno all’iniziativa, l’ing. Gabriele Paparo, precedente addetto scientifico e presente alla cerimonia, il prof. Kenny, suo successore, ha dato fin da subito la disponibilità a partecipare alla giuria e organizzazione del concorso. A conclusione del suo intervento, Gazzola ha sottolineato il fatto che sia i concorrenti sia i premiati provengano non solo da Buenos Aires ma anche da altre città, evidenziando così la capacità dell’organizzazione di raggiungere tutto il territorio argentino. Dopo il breve saluto del prof. Kenny, è intervenuto l’Ambasciatore Teresa Castaldo rilevando l’importanza di questi progetti dedicati ai giovani e congratulandosi con l’Associazione Veronese L’Arena e con il CAVA per la diffusione della cultura, della scienza e dei valori italiani. Castaldo, in un commovente discorso, si è rivolta ai numerosi giovani presenti in sala, ringraziandoli per la loro voglia di italianità ma anche, e soprattutto, per il loro interesse a riscoprire e rinsaldare i legami che uniscono Argentina e Italia, dimostrati, in questo caso, con la partecipazione a un concorso come questo che propone la scienza e la tecnologia – due temi del presente ma soprattutto del futuro - come elementi comuni ai due paesi. Prima della consegna dei premi, il prof. Kenny ha spiegato i criteri di attribuzione degli stessi, sottolineando l’alto livello dei lavori pervenuti. Accompagnato dalla dott.ssa María Ines Tarelli e dall’Ambasciatrice Castaldo ha consegnato innanzitutto un riconoscimento a due docenti che hanno collaborato in modo speciale alla diffusione del concorso, stimolando i propri studenti: la prof. Natalia Nirta del’Istituto Giuseppe Verdi di San Francisco Solano e la prof.ssa Pierina Podestà della Scuola Alessandro Manzoni di Villa Adelina. Successivamente, sono state consegnate tre “menzioni speciali” ad altrettanti lavori particolarmente meritevoli: a Oriana Di Cosco, residente a Rosario per il lavoro “Aspectos de la relación Italia-Argentina en la perspectiva de la Expo 2015 de Milan”, a Facundo Urreta Benitez di Buenos Aires per “Efectos neuroprotectores de la Dieta mediterránea, beneficios de su fomento en Argentina y en el mundo”, e a Juan Pablo Morea – residente a Mar del Plata - che ha scritto di “Gastronomía y turismo como oportunidad para el resurgir de una relación cultural Italia-Argentina”. Per quanto riguarda i premiati, il terzo posto è andato al giovane Gabriele Gentile (Buenos Aires) per il lavoro “Las verdaderas causas del hambre”. Il secondo posto è andato a Belen Valedemoros, residente a Mendoza, che ha scritto su “La incidencia de los inmigrantes italianos en la producción vitivinicola de Mendoza”. Vincitore del concorso è stato Guillermo Marinaro Montalbetti, originario della città di Salta ma che da alcuni anni residente a Buenos Aires dove lavora come giornalista, per il lavoro “El vino argentino o el mestizaje que bebemos a diario”. La cerimonia si è chiusa con la tradizionale fotografia dei premiati con gli organizzatori. Associazione Veneta di Rosario Il consiglio municipale di Rosario rende omaggio alla Famiglia Veneta di Rosario Si è svolto il 4 ottobre scorso, presso il Centro de Convenciones Metropolitano, il secondo Festival “Colectividades al Consejo”, organizzato dal Foro delle Comunità Straniere e dalla Presidenza del Consiglio Municipale di Rosario. La Famiglia Veneta di Rosario ha partecipato con il Coro Veneto, con il Gruppo Le Mascherate e con uno stand gastronomico. Dall’inizio dell’evento il Centro de Convenciones Metropolitano è diventato sinonimo di colore con la gioia, la musica e le danze di tutte le comunità straniere che hanno fatto grande Rosario, la città argentina più importante dopo la capitale Buenos Aires. Ognuna delle associazioni delle diverse comunità hanno avuto uno stand in cui sono stati esposti gli elementi culturali e gastronomici della rispettive identità. Sul palco centrale, presentati da Silvia Forte - direttrice italo-argentina del Dipartimento Educazione del Consiglio Comunale - si sono esibiti invece i cori, i gruppi folkloristici e i cantanti che hanno regalato colore e passione alle oltre 5 mila persone presenti per un pomeriggio e una serata diversi nel Centro Congressi dell'Alto Rosario Shopping. La comunità italiana è stata rappresentata da un massiccio numero di associazioni, oltre alla Famiglia Veneta, l’Ass. Alcara Li Fusi (Messina), la Casa Famiglia Siciliana, la Ass. Italiana di Pueblo Esther, la Famiglia Basilicata, la Famiglia Abruzzese, la Famiglia Molisana, la Siciliani nel Mondo “Archimede”, la Ass. Culturale Toscana, la Familia Piamontese, e la Famiglia Calabresa. Nello stand della Famiglia Veneta, curato da Maria Sparisci, Julieta Alvarez Stradiotto, Gustavo Belluomini, Lisandro Diaz Trevisan e Cristian Ballarin, non è mancato lo "spritz", il caratteristico aperitivo veneto che poco a poco sta conquistando l'Argentina. La chiusura dall’evento è stata a carico del presidente del Consiglio Municipale Miguel Zamarini, che ha ringraziato tutte le associazioni partecipanti, seguito dai Consiglieri municipali Carlos Cossia e Diego Giuliano e dal deputato nazionale Marcos Cleri ha consegnato gli attestati di riconoscimento alle associazioni più meritevoli per la loro attività. La comunità veneta ha vissuto un momento particolare, quando a nome del Consiglio Comunale, il consigliere Diego Giuliano ha consegnato al presidente Mariano Gazzola un attestato di riconoscenza alla Famiglia Veneta per il lavoro in favore della comunità italo-argentina. numero 5.2016 | 19 Circoli (5a parte) Caro Periodico, Prima de ‘ndare vanti co le me storiete, me piasaria contarve come mai che me piase cussi’ tanto el nostro dialeto. Vialtri che lezi’ ,pensari’ che el xe on dialeto come ‘naltro ! No xe mia vero! El me dialeto, la xe la “lingua” che me ga insegna’ me Mama ! Cua’, in Australia, el se ciamaria ‘mother tongue’, (lingua madre). Come che savari’, cua’, in Australia, se parla Inglese. Par mantegnerme in pratica col dialeto, lezo le storie che el Sig. Scalzotto el gavea scrito sol Periodico e che le xe sta’ mese insieme ‘nte on libretto. E, dopo, so sta’ fortuna’ che , a Wollongong, (nome Aborigeno del posto dove ca sto’),ghe xe na Biblioteca municipale piena de libri,co na scansia grandeta de libri in “Italiano”. Digo fortuna’, parche’, ani fa, gaveo trova’ el libro ‘Libera nos a malo’ del Sig. Luigi Meneghello. So quel libro, go’ capio cosa vol dire: dialeto lingua madre!!! Ma, pi’ inportante de ‘ste do’ robe, xe sta’le canzon che canta l’Anonima Magna Gati. Nel 1977, jero vegnu’a Montebelo parche’ me popa’ e me mama i fasea 50 ani de matrimonio. Tra feste, dispiazeri ,e ritrovarse coi paesani, on me nevodo el me gavea fato scoltare le canzon in dialeto de la conpagnia vicentina. So cogna’ de me nevodo, el ‘ndava ‘ncora a scola, quela par i periti industriali, e el gavea da fare na traduzion dal’ Italian al’ Inglese. Lo go’ juta’ on poco,e ,ala fine , el me ga dimanda’ cossa ca volevo, parche’, da solo el ghe gavaria meso do’ setimane. Alora ghe go’ dimanda’ se’l podea farme na Caseta de ch’ el disco de l’ Anonima Magna Gati. Xe da’ lora che me scolto cuele canzon e anca cuele che i ga fato dopo. No so’ con che parole dirve cuanto che me dispiase de aver sentio de la sconparsa del Sig. Toni Vedu’. A gaveo scomizia’ a scrivere ‘sta storia ai primi de Aprile, e me jera vegnu’ in mente de dimandarghe ai Circoli de i ‘Vicentini del Mondo ‘cua’ in Australia, de metarse d’acordo e dimandare a l’ ENTE se i gavesse podesto farli vegnere cua’ a fare el giro dei nostri posti. Varde’, xe vero che ‘desso xe tardi, ma, savendo che no saro’ l’unico in giro par el mondo a dispiaserse par la mancansa del Sig. Vedu’, saria ‘na gran bela roba se a nome d tuti i Circoli dei Due Emisferi, mi ghe disesse al’ENTE che ne DISPIASE ! MA PROPRIO TANTO !!!! A tuti cuei che ghe piase el dialeto, vuria dirghe che mi ,in te la me testa , ghe go xa’ fato on monumento al’Anonima Magna Gati. E lo go meso vizin a cuelo del Pigafetta, la’, dove che dala stazion se va’ a Porta Castelo. E voria anca dirve che el me desiderio el xe propio sceto parche’, a mi de la Lega e del Leon, no me ‘ntaresa gnente!!! Disvizieve, Inboazeve, Incasineve, Incoconeve, Insganbareve, Inzuconeve, Infritoleve, Incasineve, Inpaltaneve, Despeteneve, Desmetegheve, Disvizieve. Ronchezito, Sguaratelo, Spotaciavito, Rasentavela, Smoltonavele, Busiaro, Balengo, Pandolo, Figheti, Monaza, Cojon,Suculo, Fabioco, Insulsi, Sgrisole, Sbrindolon, Sgrafon, Sberla, Sberleta, Sberlon, Sgnarocon, Sbevacion, Sciafa, Sciafeta, Sciafon, Scoton, Visiga! ‘Ste parole, le go lete so le ultime pagine del libro: “Libera nos a malo”. Da sole, no le dise tanto, ma l’Anonima ga fato na canzon con ‘ste parole! Varde’, me ciamari’ semo , ma a mi le me ga fato vignere le sgrisole! Xe 48 ani ca son cua’, e ,se no lo savi’, in Australia, xe tuto roverso. A Vicenza xe inverno e cua’ xe ista’. A Pasqua, se magna le castagne e a Nadale se magna le zarese. Co se va’ in machina, se guida da la man zanca. E se parla senpre inglese. So la television, el xe anca merican, scozese,canadese e parfin sud African, e ve dimande’ parche’ me vien le sgrisole cuando ca sento cantare el dialeto che me ga insegna’ me mama?! E go inpara’ anca parole nove. In dialeto! Si parche’ a Montebello, no gaveo mai visto la pianta che fa le naranze. Limonari gh’in jera, a casa dei siuri, parche’i podea metarli sara’su’ cuando ca rivava l’inverno, ma le piante che fa le naranze, no le gavevo mai viste. Naranzara! Uno da Zarmeghedo me la ga fata sentire par la prima volta ‘sta parola. Sicome che cua’ no jazza mai, cuasi tuti ga na pianta o do de limon, ma ‘sto sior da Zarmeghedo, el gavea anca le Naranzare e i Mandarinari! Dovi’ anca savere che, in giro pal mondo, se vien a conosere italiani da tute le parti de l’Italia. E anca italiani riva’ cua’ da altre parti del mondo. Se sente la difarenza de come che parla Spagnolo on talian da l’Argentina e on spagnolo da l’Andalusia: l’italo argentin el dise che lu el parla castiglian e che el spagnolo el parla ‘dialetando’. Proprio i taliani de l’Argentina, del’ Uruguai e de altri Paesi sud americani, i xe i pi’ contenti de aver fato el paso che i ga’ fato de esar vegnu’ cua’. On talian-uruguajo che laorava con mi, el me diseva che’l jera resta’meraveja’ a sentirne parlare ,nialtri veneti, parche’ parlavimo dialeto come fosse gnente anca dopo tanti ani ca jerimo cua’. Luri no. Dopo on poco ,co i jera in sud America, tuti cuanti i taliani parlava spagnolo. Cuesto vol dire ca xe tanto pi’ fazile inparare el spagnolo ca no fa l’inglese. Ma mi son senpre de l’idea ca xe mejo ca me tegna tanto caro chel monumento ca go ‘nte la me testa e ca go fato metare vizin a cuelo de Pigafetta, la’, tra la stazion de la ferovia e Porta Castello. Melbourne Wollongong Myrtleford Griffith Hamilton Lione Flores da Cunha Serra Gaucha Cordóba Buenos Aires P. S. Allego una copia degli autografi dei componenti dell’ Anonima Magna Gatti, con l’Alpino Gatto, gentilmente disegnato, su mia richiesta, dal Sig. Vedù. 20 | numero 5.2016 Lino Timillero numero 5.2016 | 21 Circolo di Melbourne Circolo di Melbourne Festa vicentina È arrivato come ogni anno l'atteso giorno per il Club Vicentini nel Mondo di Melbourne di festeggiare la FESTA VICENTINA. Ovviamente a questo evento non sono venute solo persone nate o vissute a Vicenza e dintorni ma amici e parenti di questi soci che ogni anno riempiono di colori e armonia, creando una piacevolissima atmosfera. Domenica 8 novembre erano quindi presenti circa 380 persone; purtroppo molti soci non hanno partecipato in quanto erano impegnati in comunioni, battesimi e altro ma ci hanno avvisato augurandoci di passare in allegria quella giornata. Bianco e rosso è il colore che rappresenta Vicenza ma altri colori hanno fatto si che la giornata fosse ricca di emozioni , divertimento e sopratutto di solidarietà. Molte le famiglie presenti con bambini che hanno giocato a perdifiato sul castello gonfiabile e poi a "spaccare la Cucagna". Non solo divertimento assicurato per i bambini ma anche per gli adulti con la musica di Tony Villella e poi a sorpresa la partecipazione del maestro e della ballerina per la salsa latino-americana, dove molti hanno ballato seguendo appunto il maestro. Ogni anno i Vicentini di Melbourne si trovano per festeggiare questo evento in calendario ormai da diversi anni: in questa occasione era presente anche Padre Savino, il primo segretario del circolo e Frank Gazzola. Questo manifestazione è resa possibile anche grazie al sacrificio del Comitato e di alcuni volontari che hanno dedicato molto tempo ad allestire e cucinare per i soci del Club Vicentino. Manuela Scremin Il Comitato direttivo e … lavorativo! Una festa per tutte le età ricordando Luciana Dal Bosco Originaria di Piovene Rocchette, Luciana Panozzo Dal Bosco era residente a Fairfeld nello Stato del Victoria; è stata uno dei soci fondatori del Circolo Vicentini nel Mondo di Melbourne, di cui è stata presidente e anche a lungo segretaria. Dal 1968 ha fatto parte del comitato “Ladies Auxiliary” del Veneto Club, un’organizzazione benefica attiva e conosciuta in tutto lo stato australiano del Victoria per il lavoro di svolto a beneficio di moltissime associazioni. Negli anni, il comitato ha raccolto più di un milione e mezzo di dollari australiani che sono stati donati al Royal Children Hospital, alla Casa per Anziani Assisi e San Carlo. Nell’ambito di queste attività Luciana Panozzo ha ricevuto diverse attestazioni di merito per il lavoro svolto in più. Nel 2006 ha ricevuto anche la medaglia d’oro della Camera di Commercio di Vicenza nell’ambito della manifestazione Omaggio al lavoro e al Progresso Economico, nella sezione dei Vicentini che si sono particolarmente distinti all’estero: il riconoscimento ha voluto sottolineare il qualificato contributo sociale e civile, a una persona che all’estero si è particolarmente distinta a beneficio della comunità vicentina e italiana in generale, svolgendo quindi un ruolo significativo nel campo del volontariato sociale. Porgiamo le nostre condoglianze alla Una raggiante Luciana in occasione del 25° Anniversario del Circolo di Melbourne nel 2009 famiglia. Brindisi natalizio Domenica 27 dicembre 2015 presso la Sala Venezia del Veneto Club circa 300 persone si sono riunite per festeggiare assieme le festività natalizie. Due ore passate in allegria grazie alle barzellette di Duilio Stocchero con il vice-presidente Renato Rigon che presiedeva la tradizionale lotteria per i cesti di Natale. Il presidente Mario Pianezze ha ringraziato tutti i soci presenti e anche gli assenti che, per motivi di salute, non sono potuti intervenire e ai quali tutti devono far sentire la loro vicinanza. Successivamente Pianezze la letto una mail della sede di Vicenza in cui il presidente Marco Appoggi augurava buone feste, sottolineando come il Circolo Vicentini di Melbourne si distingua per la vivace attività e anticipando che, nel corso del 2016, l’Ente Vicentini nel Mondo avrà in serbo alcune novità che vedranno i circoli assumere un ruolo sempre più importante all’interno della struttura organizzativa dell’associazione, di cui a breve verranno inviate comunicazioni in merito. La bicchierata si è così conclusa tra risate e chiacchiere, e come 22 | numero 5.2016 Circolo di Wollongong Martedì 12 Dicembre 2015 si è svolta l’Assemblea Generale del Circolo di Wollongong per eleggere il Comitato Direttivo che rimarrà in carica per l’anno 2016. Il Comitato Direttivo eletto è formato da: Natale a Melbourne Duilio ha detto, “quando si ha Amore e Sorriso si è super ricchi”. Il prossimo appuntamento per i Vicentini sarà l’Assemblea Generale di febbraio per le elezioni del Comitato. Manuela Scremin Presidente Sergio Dalla Pozza Vice-presidente Luciano Ganassin Segretaria Carla Zaffonato Verbalizzante Maria Grazia Biondini Tesoriere Dario Beccia Consiglieri: Rosy Beccia, Elsa Ganassin Armando Fassone Lidia Miotto Santina Dalla Pozza Il comitato Direttivo al completo numero 5.2016 | 23 Circolo di Myrtleford tutti gli eventi del 2015 Circolo di Myrtleford Pranzo Anziani La giornata dell’armonia Torneo di lettura La Giornata Italiana Il 22 marzo i Vicentini di Myrtleford sono stati coinvolti nella Giornata dell’Armonia. Questa manifestazione è stata organizzata dalla North East Multicultural Association, che ha invitato i soci di tutti i gruppi culturali presenti a Myrtleford affinché presentassero ciascuno il proprio cibo tradizionale da condividere con i partecipanti. Lo scopo della Giornata era quello di promuovere l’armonia tra tutti i gruppi culturali attraverso la condivisione di cibo, storie e foto. È stato un bel modo di trascorrere un sabato mattino. Ogni anno, lo stato del Victoria promuove la lettura tra i ragazzi attraverso il Torneo di Lettura. In questa occasione il Circolo Vicentini di Myrtleford ha donato $160,00 in libri alla scuola primaria di St. Mary. Moltissimi libri erano sull’Italia, molto apprezzati dai ragazzi. Il 22 ottobre scorso gli studenti dell’istituto St. Mary hanno festeggiato l’annuale Giornata Italiana. La manifestazione è iniziata con il raduno degli studenti che hanno issato le bandiere italiana e australiana, e cantato l’inno italiano. Sia gli studenti che il personale della scuola erano stati invitati a indossare capi di abbigliamento di colore verde, bianco e rosso: i colori della bandiera italiana. Gli studenti hanno quindi trascorso una favolosa giornata all’insegna dell’Italia: cibo, musica, balli, giochi e teatro. La giornata è stata organizzata dall’insegnante di italiano Maria Rinaldi e dalle tante persone della comunità italiana che hanno dedicato il proprio tempo libero nel proporre ai ragazzi varie attività. Anche due membri del circolo Vicentini di Myrtleford, Lili Pasqualotto e Anna Fin Genero hanno aiutato nel preparare frittelle e savoiardi per i ragazzi. Altri volontari si sono cimentati nel preparare crostoli, cucinare un succulento pranzo a base di pasta e insegnare il gioco delle bocce. Gli studenti sono stati anche coinvolti in uno spettacolo teatrale gestito da un gruppo professionista che ha riscosso un notevole successo con scenette comiche che rappresentavano i vari personaggi della Commedia dell’Arte. Tanto divertimento per gli studenti con risate a crepapelle. La Giornata Italiana è stata dunque un trionfo e ha rappresentato uno degli eventi più importanti dell’anno scolastico. Anna Fin Genero Da sin. a destra: Caterina Revrenna, Davide e Giordana Genero con Anna Fin Genero Il presidente del circolo Fabio Genero e sua moglie Anna Fin Genero, segretaria del Circolo, con alcuni dei fortunati studenti con i loro libri nuovi Anna Fin Genero A colazione dal Presidente Anna Fin Genero Ieri e Oggi: il primo presidente Federico Fabris e quello in carica, Fabio Genero Da sin. a destra: Peter Cunico, Lelia Cossignani, Fabio Genero, Giovanna Tolardo, Serafina Ruaro; sedute, Speranza Morassut e Maria Roso ricordando Sabato 14 novembre, 60 soci del circolo si sono dati appuntamento sui prati del Club Savoy Myrtleford per assaporare uno squisitissima colazione a base di polenta, salsicce italiane, uova e pancetta. I partecipanti si sono così accomodati nel sole mattutino e hanno trascorso dei bei momenti con i vecchi amici. Ci sono state persone provenienti dalle città vicine e perfino dal Veneto e Friuli Venezia Giulia, che erano in Australia per visitare parenti. La Colazione con il Presidente è un evento che si ripete ogni anno e rappresenta una delle principali manifestazioni nel calendario del circolo di Myrtleford. Ultimo appuntamento dell’anno per il Circolo Vicentini di Myrtleford che sabato 12 dicembre 2015, ha organizzato un nuovo evento per i soci ultraottantenni. Già nel 2014 avevo proposto questa idea quando scrissi una lettera da presentare nel corso dell’incontro annuale dei Presidenti e Segretari dei Circoli Vicentini australiani tenutosi a Wollongong. In quella missiva mi dichiaravo soddisfatta degli eventi organizzati per i soci più giovani, quali la Giornata del Salame (per insegnare ai soci più giovani le tradizioni dei propri antenati), e del fatto che si stava facendo veramente un bel lavoro per coinvolgere gli attuali soci ma, forse, mi sembrava che non stessimo facendo molto per i soci più anziani, che comunque continuano a pagare la quota di adesione anche se non partecipano alle varie manifestazioni. Queste persone non devono quindi essere dimenticate e per tale motivo suggerivo di organizzare un pranzo gratuito solo per questi soci. Il nuovo presidente del circolo Fabio Genero, con l’appoggio di tutto il nuovo comitato, è stato felice di sostenere la mia idea e così l’appuntamento con i nostri ultraottantenni si è svolto al Lupo's Cafe di Myrtleford, dove i partecipanti hanno potuto gustare ottimo cibo e bevande in piacevole compagnia. Erano presenti 8 degli 11 ultraottantenni e per alcuni di loro si è trattato dell’unico evento al quale partecipano durante l'anno, per cui si è trattato di un vero successo. È stato previsto anche un servizio di trasporto per chi ne aveva bisogno e anche molti componenti del comitato direttivo si sono uniti al pranzo. Per il presidente Fabio Genero, il vice-presidente Martin e la sottoscritta si è trattato senz’altro dell’evento più riuscito dell’anno, caratterizzato da un’atmosfera serena e gioiosa: com’era commovente vedere l’attuale presidente Fabio Genero conversare amabilmente con il primo presidente del circolo Federico Fabris! In questa occasione i soci più anziani hanno potuto condividere i propri ricordi con i soci più giovani: quanta emozione ho provato nell’apprendere che la novantenne Maria Roso era a bordo della stessa nave in cui mio padre Adriano Fin è arrivato in Australia nel 1957. Speriamo che nella prossima Assemblea Generale, il nuovo comitato riproponga anche per il 2016 questo importante appuntamento. Antonio (Poncio) Revrenna È scomparso dalla nostra comunità Antonio (Poncio) Revrenna. Originario di Villaverla, dove è nato il 6 giugno 1945, è deceduto il 14 gennaio 2016 a Myrtleford. Lascia la moglie Gabriella, i figli Martino (vice-presidente del Circolo Vicentini) e la nuora Gillian, Nola e il genero Rick, e le nipotine Erika, Anika e Veronika. Poncho era emigrato nel 1964 in Australia con i fratelli Marco, Pietro e Sebastiano (per 25 anni presidente del Circolo Vicentini) e la sorella Mariuccia, mentre una sorella è rimasta in Italia. Porgiamo le nostre condoglianze e preghiere alla famiglia. Anna Fin Genero Colazione sul prato 24 | numero 5.2016 numero 5.2016 | 25 Circolo di Griffith Circolo di Lione Assemblea Generale Annuale del circolo Tombola di Primavera Si è svolta a febbraio l’Assemblea Generale Annuale del circolo in cui si sono svolte le abituali elezioni per il nuovo direttivo, che risulta essere così composto: Presidente Beniamino Fabris Vice-presidente Tony Zorzanello Segretaria Maria Martinello Assistente segretaria Nevis Muir Corrispondenza Peter Bertoldo Tesoriere Rosina Fabris Assistente tesoriere Maria Ballestrin Consiglieri Mary Bertoldo, Rosetta Raccanello, Elaine Miotello, Giulia Miotello, John Ballestrin, Anna Zorzanello, Alessio Martinelli Definito anche il programma annuale che prevede il consueto incontro mensile, la Festa delle Castagne il 17 aprile e la tradizionale Festa della Madonna di Monte Berico a settembre. Beniamino Fabris Circolo di Hamilton Ecco il nuovo comitato direttivo del Circolo di Hamilton eletto nella recente Assemblea Generale: Da sinistra a destra: Toni Spagnolo, Federico Pretto, Lucia Camposilvan, Anna Maria Venditti (presidente), Gelindo Sanmartin (tesoriere), Ottaviano Pivotto, Ezio Lacchin. Un momento dell’assemblea Numerosa partecipazione alla tradizionale tombola di primavera che si è svolta l’11 aprile 2015 presso la Casa degli Italiani di Lione. Come di consueto, anche gli amici pugliesi si sono aggregati a questa iniziativa, visto che erano già sul posto in vista del loro pranzo mensile del 12 aprile. Ai vincitori sono stati distribuiti numerosi premi in prodotti alimentari e alla fine si è svolta la tradizionale Super Tombola che ha permesso, soprattutto ai più anziani, di trascorrere momenti piacevoli con i propri amici e amiche, parlando in dialetto vicentino e scambiandosi notizie sulla comunità. Ringraziamo quindi i partecipanti e appuntamento alla prossima occasione. Gianfranco Pretto Casa degli Italiani di Lione Anche alcuni membri del Circolo Vicentini di Lione sono scesi in campo nei mesi scorsi per la ristrutturazione della Casa degli Italiani, importante centro di incontro per tutti gli italiani di questa zona. Lavori importanti che hanno riguardato tutto l’impianto idraulico con nuovi servizi per il Salone delle Feste, ora rimessi a nuovo e secondo le norme per i disabili: la vecchia struttura è stata completamente demolita e sostituita con locali più spaziosi, con nuove piastrelle, illuminazione, accesso facilitato. Sono state rifatti anche i servizi al piano degli uffici. Si è trattato di un intervento molto oneroso dal punto di vista finanziario (idraulici, elettricisti e relativi materiali), che è stato possibile attingendo dagli accorti risparmi degli anni precedenti. Per tutto il resto (centinaia di ore di lavoro) bisogna ringraziare i volontari, in gran parte del Fogolar Furlan, soprattutto per quanto riguarda la pittura, pulizia, piastrelle e pareti in cartongesso, senza dimenticare le altre associazioni che hanno dato una mano in base alle proprie forze. È certo che senza l’intervento di tutti questi bravissimi volontari il costo totale dei lavori avrebbe superato ampiamente la disponibilità finanziaria della Casa degli Italiani: non smetteremo perciò di ringraziare tutte queste persone che hanno reso più accogliente il Salone delle Feste dove prossimamente ci ritroveremo per i nostri abituali pranzi e feste. 26 | numero 5.2016 Gianfranco Pretto numero 5.2016 | 27 Circolo di Flores da Cunha Circolo di Cordóba 2° raduno della famiglia Bortoloso Nuovo Comitato Direttivo Festa dei Oto Nell’assemblea ordinaria dello scorso 1º settembre, è stato eletto il nuovo Comitato Direttivo che avrà il compito di amministrare il sodalizio per i prossimi due anni. Nella stessa giornata dell’inaugurazione del sacello della Madonna di Monte Berico, e sempre a Colonia Caroya, si è svolto il pranzo presso un ristorante tipico della zona. Un bel incontro conviviale con la partecipazione dei membri del Circolo, accompagnati da un numeroso gruppo della comunità italo-argentina di Córdoba, oltre ai locali, e soprattutto con la presenza di giovani già coinvolti nei diversi contesti dell’associazionismo. Da sottolineare la parecipazione di Prospero Sapone, segretario della Federazione dielle Associazioni Italiane di Córdoba, e di altri esponenti della dirigenza italo-argentina. L’11 ottobre si è svolto a Otavio Rocha di Flores da Cunha il 2º incontro della famiglia Bortoloso, dopo quello organizzato in passato a Videira nello stato di Santa Catarina. La famiglia è originaria di San Vito de Leguzzano, da dove erano partiti Giovanni Bortoloso e sua moglie Angela Balchiero. La coppia con i figli si stabilì nel 1882 in Travessão Marcolino Moura, territorio appartenenete alla 10ª Lega della Colonia Caxias. Giovanni e Angela sono considerati i fondatori di Otávio Rocha, avendo aperto il primo negozietto del paesino e allestito il primo campo di bocce, importante luogo di incontro per gli immigrati, ai quali seguirono la costruzione della prima cappella, sui terreni della famiglia Fracasso. Giovanni e Angela ebbero sei figli: Valentin (nato in Italia, sposato con Rosina Molon), Santa (nata in Italia, sposata con Selvino Stefanon), Luízi (nato in Italia, sposato con Antonieta Molon), Francisco (sposato con Ana Molon), Ana (sposata con Umberto Molon) e Pulguéria (sposata con Selvio Galiotto). Al raduno hanno partecipato numerosi discendenti provenienti anche da altri stati brasiliani, quali Mato Grosso, Paranà, Santa Catarina oltre a tantissime persone del Rio Grande do Sul (Antonio Prado, Caxias di Sul, Ipê, Otavio Rocha e Flores da Cunha). E’ stata una giornata ricca di eventi culminati nel festoso pranzo comunitario, dove non sono mancati i piatti della tradizione veneto-vicentina, il tutto allietato da musica e balli. L’appuntamento è al prossimo raduno che si svolgerà ad Antonio Prado. Presidente: Renzo Facchin Vicepresidente: Martha Canale Segretario: Matías Muzzolon Tesoriere: Germán Andreatta Consiglieri: Luciana Zecchin, Patricia Vicentini, Andrés Sperman Consiglieri supplenti: Marta Bosio, Daniel Anoardo Revisori dei conti: Juan Carlos Andreatta, Alicia Lascano. In chiusura di riunione, i membri hanno definito gli ultimi aspetti organizzativi della tradizionale commemorazione della Madonna di Monte Berico, e cioè il pranzo “dei Oto”, tenendo conto che è stato previsto un momento speciale riguardante la collocazione definitiva dell’immagine della Madonna in un sacello specificamente fabbricato in cristallo e marmo. Festa della Madonna di Monte Berico Domenica 13 settembre si è svolta l’inaugurazione del sacello/cappellina della Madonna di Monte Berico, che ha registrato la numerosa presenza non solo dei membri del Circolo, ma anche della collettività veneta di Córdoba e della locale comunità italo-argentina. La statua era stata portata in Argentina nel 2011 Circolo di Serra Gaucha Cena tipica vicentina di fine settembre da Giuseppe Sbalchiero e Ferruccio Zecchin. Da sottolineare la presenza del neo-sindaco di Colonia Caroya, dott. Gustavo Brandan. La bella statua, alta 50 cm., è rimasta da allora custodita nella casa di riposo Giovanni XXIII di Colonia Caroya, una cittadina distante 50 km. da Córdoba, fondata nel 1875 da immigrati friulani e veneti. D’accordo con le suore che gestiscono la casa, si è scelto un posto definitivo per installare la cappellina, fabbricata in marmo e cristallo, offrendo così una protezione trasparente per poter cogliere con lo sguardo tutto il corpo della statua con la massima luminosità possibile. La collocazione definitiva si trova nel giardino d’ingresso della casa di riposo, di fronte alla Piazza del Veneto, inaugurata nell’agosto del 2014. Importante la partecipazione di padre Sante Cervellin, parroco della Parrocchia di San Pio X di Córdoba, nato a Rosà, che ha concluso la benedizione del sacello con un breve discorso relativo all’apparizione della Madonna di Monte Berico. È stato determinante l’impegno profuso dall’allora presidente del circolo Martha Canale (oggi vice-presidente) che, con grande devozione verso la Madre di Monte Berico, ha raccolto attorno a questa idea un forte entusiasmo, riuscendo a concretizzare questa iniziativa che sembrava un sogno. Cena tipica vicentina di fine settembre per i membri dello Circolo Vicentini di Serra Gaucha/Garibaldi. All’Hotel Casacurta, i partecipanti hanno potuto assaggiare i piatti tipici di Vicenza: gnocchi con la fioreta, gnocchi di broccolo con tastasal, formaggi e mostarda vicentina, e per finire, torta putana. Prima della cena, il nostro collega Moacir Dal Castel ha parlato della Transumanza, alla quale ha partecipato nel vicentino. Cesar Nicolini Inaugurazione del sacello della Madonna 28 | numero 5.2016 Gruppo dei Vicentini con padre Sante Cervellin numero 5.2016 | 29 Circolo di Bueno Aires Circolo di Bueno Aires Settimana dei Oto Comites di Buenos Aires: una vicentina tra i cooptati Per celebrare il 57º anniversario del Circolo Vicentino, la commissione direttiva ha organizzato a settembre scorso la Settimana dei Oto, con due eventi di molto successo. Domenica 6 settembre si è svolta la bellissima e tanto attesa Festa dei Oto in onore della Madonna di Monte Berico. L’8 e 9 settembre è stato dedicato invece al seminario sulla Cucina Vicentina, organizzato presso la sede della Dante Alighieri di San Isidro, grazie alla gentile collaborazione del presidente Mario Calonico. Come già avvenuto negli ultimi tempi, la Festa dei Oto è stata organizzata nel salone principale dell’Associazione Trevisana. La giornata è iniziata con la Santa Messa, molto partecipata e celebrata da don Italo Serena, in onore della Madonna e in ricordo di tutti i soci e amici che ci hanno lasciato nell’ultimo anno. Sotto l’attenta guida di Alessandro Scopel, rappresentante del gruppo giovanile, la festa è continuata con un ottimo pranzo a base di cibo tradizionale, rallegrato dalla musica del gruppo “I Cugini”. Un’orchestra di giovani artisti italo-argentini che da qualche tempo ci accompagna nei festeggiamenti vicentini perché sono molti bravi, suonano bene e divertono tutti. L’appuntamento si è svolto in un clima amichevole e gioioso con la presenza di vicentini venuti da diversi comuni della città, della provincia e dei dintorni, grazie al servizio di pullman offerto dal circolo. A nome del direttivo che presiede, Karin Orlandi ha salutato i presenti e ha fatto un resoconto delle attività svolte nel 2015, soprattutto quelle previste per il resto dell’anno. Ha evidenziato la partecipazione del Circolo nelle ultime elezioni del Comites; la presenza di famiglie con bambini, molti di loro già di terza e quarta generazione di vicentini, che saranno sicuramente i continuatori dell’associazione; ha espresso la sua soddisfazione per la presenza del nuovo Console Generale, Riccardo Smimmo, accompagnato dalla moglie Martina, che per la sua prima uscita ufficiale con la collettività italiana ha scelto proprio la “Festa dei Oto”. 30 | numero 5.2016 Tra gli altri invitati speciali, in rappresentanza delle associazioni venete e della zona nord (Crenai), Dario Signorini, presidente di Fediba e Comites, che ha presentato le attività degli enti da lui preseduti in favore dei connazionali. Un altro momento divertente è stato quello della lotteria, sempre a carico della simpatica Paula Stella, con molti premi interessanti, donati da sponsor quali l’Electrolux, Lino Viero con la sua cantina personale e Luigi Padua che da offerto libri scritti da lui. La sig.ra Maria Fidelio è stata scelta invece come “socia dell’anno 2015” e ha ricevuto un diploma dal direttivo. Verso la fine della giornata, sempre in un clima festivo, la presidente e la vice hanno ringraziato non solo i membri della commissione direttiva che lavorano nel promuovere queste feste, altre iniziative ed eventi culturali e ricreativi, ma anche tutti i soci e simpatizzanti che, con grande amicizia e simpatia, partecipano alle diverse manifestazioni proposte dal Circolo Vicentino di Buenos Aires. Successivamente l’8 e il 9 il nostro archichef, Luca de Biasio accompagnato dallo chef Rodrigo Caumo ha condotto il seminario di Cucina Vicentina con un bel gruppo di partecipanti nella cucina dell’Associazione Dante Alighieri di San Isidro. Oltre a ricordare e introdurre la storia della cucina tradizionale veneta, Luca ha indicato i segreti di diversi piatti cari al cuore dei vicentini: Risi e bisi, gnochi sbatui o col guciaro, risi e trippe, polastro al poceto con poenta, strassetti coi funghi o brasole col pien. Finito il corso, ogni partecipante ha ricevuto un diploma e materiale di ricordo di quest’incontro molto divertente e pieno di soddisfazione. Festeggiamenti del 12 ottobre Lunedì 12 ottobre si è celebrato il Giorno del Rispetto e della Diversità Culturale (ex Columbus-Day). Per questo motivo le associazioni italiane, assieme ad altre straniere, hanno presentato un festival di ballo, dove gli italiani sono stati rappresentati dal Gruppo Santa Lucia formato da bimbe e ragazzine d’origine italiane molto carine che hanno allietato il pubblico presente per l’occasione. Le altre collettività presenti sono state: libanese, armena, peruviana, spagnola, lituana, ucraina, cinese, giapponese, ed anche gruppi di folklore e tango argentini. Il Comites di Buenos Aires ha nominati i sei membri cooptati, cittadini stranieri d’origine italiana che secondo la legge istitutiva dei Comites possono essere eletti dal Comitato su suggerimento delle associazioni della circoscrizione consolare. Su proposta del Circolo Vicentino, è stata eletta all’unanimità la prof.ssa. María de los Angeles Broggi, docente di lunga carriera prima nella scuola media (da insegnante a ispettrice) e poi come coordinatrice di programmi di alfabetizzazione e formazione di scuole tecniche: in qualità di dirigente del comune di San Isidro ha creato scuole e corsi di formazione per adulti per consentire un rapido accesso al mondo del lavoro. Molto apprezzata nella comunità della zona nord di Buenos Aires, questa socia del Circolo Vicentino (sua nonna è nata in provincia di Vicenza) ha promosso la creazione del consiglio delle associazioni italiane del Gran Buenos Aires, la celebrazione del Giorno dell’Immigrato italiano a San Isidro e dintorni, così come diverse manifestazioni culturali e sportive. Dato il suo proficuo lavoro, ha ottenuto diversi riconoscimenti come il premio “Eleonora d’Arborea” del Senato argentino, il premio alla solidarietà dell’ONG “Abriendo Fronteras”, così come menzioni delle comunità sarda, marchigiana, veneta e abruzzese. Con la designazione della Broggi, oltre a Karin Orlandi votata ed eletta segretaria del Comitato, le uniche rappresentanti venete nel Comites di Buenos Aires sono quindi due donne e vicentine. Da sin a destra: prof.ssa Broggi, ambasciatrice d’Italia in Argentina Teresa Castaldo e Karin Orlandi Emulando Marostica I bambini della scuola comunale di scacchi di San Isidro – Buenos Aires, hanno festeggiato un anno molto impegnativo con la rappresentazione di una partita a scacchi dell’ex maestro internazionale José Raúl Capablanca, campione mondiale tra il 1921 e 1927, nato a Cuba e chiamato anche “il Mozart dello scacchi”. Un bel momento per ricordare il tradizionale spettacolo di Marostica!!!! Il segretario De Biasio, Karin Orlandi, Gilda Frison, il vicepresidente del Comites, Oddo e un artista peruviano. numero 5.2016 | 31 inQUESTOnumero Doppia Intervista a Finozzi e Fracasso 2 Soggiorno anziani in Regione6 V ita dell'Ente7 V icenza Oro8 Rapporto Italiani nel Mondo11 Libri e Recensioni 12 Il personaggio: Angelina Omizzolo 14 La Grande Guerra a cura di Antonio Trentin 16 Notizie dai Comitati Veneti 18 "Dialettando" di Lino Timillero 20 N otizie dai Circoli 21 infoABBONAMENTI Ricordiamo che il giornale viene inviato solo a coloro che verseranno il contributo secondo la seguente tabella. Gli associati ai circoli possono versare la quota alla segreteria del circolo di appartenenza che provvederà in seguito a fare un unico versamento alla sede dell’Ente Vicentini. Si prega di inviare tale contributo all’attenzione di: Ente Vicentini nel Mondo Via E. Montale, 27 (c/o Camera di Commercio) 36100 Vicenza – Italy TARIFFE EUR 10,00 - CAD 15,00 (dollari canadesi) - USD 15,00 (dollari americani) AUD 17,00 (dollari australiani) - CHF 15,00 (franco svizzero) MODALITÀ DI PAGAMENTO dall’ITALIA tramite vaglia postale o bonifico bancario, dall’ESTERO solo con bonifico bancario (spese a carico del mittente), sul c/c con le seguenti coordinate: BANCA POPOLARE DI VICENZA filiale di Via Fermi, 130 - Vicenza CODICE IBAN: IT 57 M 05728 11809 113570792528 IT 57 M 05728 11809 113570792528 Paese Check Cin Abi Cab Numero conto Codice Swift: BPVIIT21113 NON INVIARE ASSEGNI BANCARI O DENARO CONTANTE INDICARE SEMPRE NOME E INDIRIZZO DEL TITOLARE DELL’ABBONAMENTO IL NUMERO DI SCADENZA DELL'ABBONAMENTO È RIPORTATO SULL'ETICHETTA/INDIRIZZO DEL GIORNALE Vicentini nel Mondo Direttore Responsabile Stefano Ferrio Ufficio Postale - Vicenza Ferrovia (Italy) - Tassa riscossa / Taxe perçue Reg. del Trib. di Vicenza N. 206 - 26 gennaio 1967 - Numero di iscrizione al ROC: 340 29/08/2001 Stampa: Tipografia UTVI - Via Zamenhof, 687 - Vicenza