Giovanni Pierluigi da Palestrina - Cagliari
CLASSE DI ARTE SCENICA
Prof. Denia Mazzola Gavazzeni
A.A. 2010/2011
OPERA E POESIA
Concerto di fine anno
Interpreti:
Ettore Agati, Giulia Cabizza, Paola Colaceci,
Paola Cossu, Sara Delussu,
Eleonora Dessi, Fabio Fornasier,
Maria Rosaria Grisorio, Valentina Marghinotti,
Alessandra Mei, Gianluca Moro,
Nicola Ravarino Guagenti, Alice Serra
Maestri collaboratori al pianoforte:
Valerio Carta, Alessandro Porcu
Auditorium del Conservatorio
“G.P.L. da Palestrina” - Cagliari
14 Ottobre 2011 - 17h30
Ingresso libero
Crescere con la musica, crescere insieme ricercando traguardi che talvolta ci sembrano molto lontani.
crescere insieme -docenti e studenti- per arrivare a vivere la musica con professionalita, passione ed entusiasmo.
Questi gli obiettivi del nostro Conservatorio, obiettivi pienamenti raggiunti dal lavoro della scuola di
Arte scenica che con grande determinazione e impegno ci offriranno un momento musicale che sarà di
grande soddisfazione e prestigio per loro e per il nostro Istituto.
prof.ssa Gabriella Artizzu
Direttore del Conservatorio
“Giovanni Pierluigi da Palestrina ”
I “MIEI” RAGAZZI
menti di recitazione poetici davvero commoventi.
Perché, l’arte scenica – che non si riduce solo all’apprendimento del saper stare in scena – è per me materia totalizzante che
non può prescindere dalla conoscenza di quel “tutto” che sopra
ho descritto, puo’ fare di un giovane studente di conservatorio
l’artista colto, competente, pratico, sensibile, creativo: il regista
di sé stesso, insomma.
Ringrazio il Direttore del Conservatorio Prof.ssa Gabriella
Artizzu, il vicedirettore Prof.ssa Elisabetta Porrà, per la fiducia
accordatami in quest’avventura.
Ringrazio i miei colleghi e amici, Proff. Bernadette Manca di
Nissa, Elisabetta Scano, Anna Maria Pittalis, Gianluca Belfiori
Doro, - docenti delle rispettive classi di canto, per avere preparato vocalmente i miei “attori”, accogliendo l’invito a costruire
musicalmente questo programma.
Ringrazio i M. Valerio Carta, Clorinda Perfetto, Francesca
Carta, per averci sempre assistito e in maniera volontaria - attraverso mille impegni – consentendoci di avere un maestro al
pianoforte – indispensabile all’arte scenica.
Ringrazio con essi anche i volonterosissimi studenti Federico
Tuveri, Enrica Lobrano, Alessandro Porcu ed Alice Serra per
aver seduto al pianoforte più volte per accompagnare i propri
amici studenti.
Ringrazio specialmente la Fondazione Teatro di Cagliari per
averci dato la possibilità di vestire i nostri ragazzi e di fornir
loro l’attrezzeria necessaria alla propria azione.
Ringrazio i nostri Coadiutori per esserci stati vicini e averci
dato una mano volontaria, questa sera, nel back stage e in palcoscenico.
Ringrazio infine i “miei” ragazzi (Alessandra, Alice, Eleonora,
Giulia, Maria Rosaria, Fabiana, Paola, Sara, Valentina, Ettore,
Fabio, Gianluca, Nicola), per la gioia che mi hanno dato – e che
vi daranno – nel vederli così belli e credibili a raccontare – in
scena – le vicende, sempre commoventi, degli intrecci amorosi
– buffi o tragici – che la storia della musica ci invita a conoscere per ritrovare anche - perché no – un poco di noi stessi.
Buona serata a Tutti!
Prof.ssa Denia Mazzola Gavazzeni
Sono fiera di presentare in questo spettacolo gli studenti della
Classe di Arte Scenica del Conservatorio “Giovanni Pierluigi
da Palestrina” di Cagliari.
Con le speranze che abitano il cuore dello studente, con l’attesa e la certezza di voler esser – anche da subito – “artisti”, i
“miei” ragazzi (lo dico con grande affetto!) si sono applicati,
attenti e totalmente coinvolti all’apprendimento di quanto, nel
corso della mia lunga carriera, io stessa ho appreso dai grandi
maestri - registi e direttori.
Come cera, si sono lasciati plasmare in ciascuno degli atteggiamenti scenici che qui vedrete stasera: espressione del viso,
postura, gesto, consapevolezza del proprio corpo, plasticità,
appropriazione dello spazio scenico nel quale attuare il proprio
talento e carisma.
Le lezioni sono state faticose, per tutti, senza chiacchiere, tempi
morti e sempre miranti a risolvere i momenti di difficoltà, fossero essi di contingenza della struttura o di timidezza o insicurezza del giovane.
La scena sulla quale essi agiscono stasera, è la “loro” scena, perché di essa hanno imparato a conoscerne anche alcuni aspetti
tecnici, avendo avuto la fortuna di studiare in palcoscenico.
Convinta che l’arte scenica sia conseguente e compimento di
conoscenza delle parti teorico-musicologiche legate al personaggio interpretato, nonché alla parte musicale e tecnico vocale, il mio compito è stato anche quello di render sempre più
concreto lo studio teorico, contestualizzando, per esempio,
ogni scena in una realtà scenografica che, qui, il nostro pubblico vedrà realizzato con pochi elementi: sedie, leggii, e stands
porta abiti.
Ai nostri giovani, ho chiesto di immaginare, ancora prima di
iniziare un’impostazione registica del proprio personaggio, il
luogo, lo spazio, la scena nella quale il personaggio stesso avrebbe agito, successivamente, con il loro canto e il loro movimento.
Abbiamo dunque “costruito” il bosco e il mulino, nonché l’albergo della prima parte di Sonnambula, l’aia di Adina dell’Elisir d’amore, la terrazza romana di Don Pasquale e della capricciosa Norina, la prigione di Amenaide, la prigione e galleria di
Bolena e così via.
I nostri ragazzi procederanno personalmente a montare e
smontare ciascuna scena per correre poi a cambiarsi e divenire
personaggio.
Ad essi ho chiesto anche di dar prova di dizione e di intonazione nella declamazione di un testo che fosse esso di prosa o di
poesia.
Lo realizzeranno qui, intercalando le arie e i duetti, con mo2
Prima parte
V. Bellini
G. Bizet
A. Merini
W. A. Mozart
P. Neruda
G. Rossini
E. Montale
W. A. Mozart
A. Baricco
E. Montale
W. A. Mozart
Seconda parte U. Saba
W. A. Mozart
F. Petrarca
G. Donizetti
A. Baricco
G. Donizetti
G. Ungaretti
G. Rossini
G. Paolo II
G. F. Handel
U. Saba
G. Donizetti
PROGRAMMA
da “La sonnambula”
Introduzione - Tutto è gioia tutto è festa
Come per me sereno - Prendi l’anel ti dono
da “Carmen”
Habanera
da “Genesi”
Genesi
da “Le nozze di Figaro”
Deh vieni non tardar
da “Cento sonetti d’Amore” Nuda
da “Tancredi”
Di mia vita infelice
da “Ossi di seppia”
Ripenso il tuo sorriso
da “Don Giovanni”
Ho capito, signor sì!
da “Novecento”
L’America
da “Ossi di seppia”
Cigola la carrucola nel pozzo
da “La clemenza di Tito”
Come ti piace imponi
da “Il canzoniere”
da “Don Giovanni”
da “Sonetti”
da “Don Pasquale”
da “Novecento”
da “Anna Bolena”
da “Il dolore”
da “Il Barbiere di Siviglia”
da “Oasi del silenzio”
da “Rodelinda”
da “Il canzoniere”
da “L’Elisir d amore”
3
A mia moglie
Là ci darem la mano
Benedetto sia il giorno
Quel guardo il cavaliere
Tutta quella città
Piangete voi… Al dolce guidami castel natio
Tutto ho perduto
Il vecchiotto cerca moglie
Oasi del silenzio
Ho perduto il caro sposo - L’empio rigor del Fato
Città vecchia
Introduzione - Quanto è bella! - Della crudele Isotta
“LORO” (LA) PENSANO COSÌ...
Alcuni studenti del Conservatorio G.Pl da Palestrina Cagliari
Classe di Arte Scenica - Prof. Mazzola
ci rivelano il proprio pensiero…
1 - Arte scenica: solo bellezza del gesto o approfondimento, conoscenza , adesione al personaggio,
al compositore, al librettista?
Gianluca Moro - L’arte scenica è un insieme di elementi che esplode sul palco, uno studio approfondito di tutti i piccoli tasselli che permette di creare la magia e l’illusione all’apertura del sipario.
La voce è uno dei tanti elementi, ma che sta alla base di tutto l’impianto. Essa conquista tutti
librandosi nell’aria con l’ausilio di costumi, recitazione, e quant’altro.
Alessandra Mei - L’arte scenica è disciplina di tante cose: del nostro corpo, delle nostre sensazioni,
è mettersi a nudo, lasciarsi andare appieno, farsi travolgere da quello che il personaggio in un dato
brano lirico racconta di sé, secondo il volere del compositore e del librettista.
Ettore Agati - Dietro l’arte scenica esiste un percorso di studio ed approfondimento di ogni singolo gesto. Per far vivere un personaggio è necessario ricostruire la sua vita affettiva, il suo modo
di pensare e di relazionarsi partendo dal testo, dal libretto. Bisogna interrogarsi continuamente sul
suo passato e sul suo futuro: sempre meglio non muovere un passo se non si sa da dove si viene,
dove si va e perchè; quindi “vivere” il personaggio, entrare nella sua ottica di pensiero e di reazione alle circostanze più svariate, capire le sue scelte e giustificarle per poterle mettere in scena, ma
anche mettersi nei panni dello spettatore e domandarsi se siamo credibili: il teatro è un universo
effimero e i sentimenti del personaggio solo una memoria emotiva dell’attore, ma questi deve imparare a vivere la sua verità nella finzione più assoluta.
Maria Rosaria Grisorio - Arte scenica come gesto pregnante, grande approfondimento e arricchimento della stratificazione emotiva di ogni personaggio, disvelandone l’infinita ricchezza, attualità e modernità, sia pur nel rispetto del contesto storico della sua creazione.
2 - Quanto l’arte scenica o l’atteggiamento scenico aiutano e sostengono la parte vocale del canto?
Valentina Marghinotti - Penso che quando ci si pone davanti al pubblico si debba cancellare ogni
traccia del proprio sé quotidiano, abitudinario ed in qualche modo sapersi trascendere e ricreare in
modo assolutamente ‘nuovo’. L’arte scenica e l’atteggiamento scenico servono proprio a trascendere sé stessi e permettere alla voce, all’anima stessa, di trovare la giusta dimensione all’interno di
ciò che si vuole rappresentare: sia esso un dramma storico, un’opera mitologico – fantastica o la
tragedia più truce.
Nicola Ravarino Guarenti - Credo che l’arte scenica sia l’essenza dell’arte del canto, perché è nella
recitazione e nel gesto scenico che il cantante trova la piena realizzazione di ciò che ha appreso. In
più, l’atteggiamento scenico colma eventuali lacune tecniche vocali di noi studenti.
Alice Serra - l’arte scenica, e quindi anche l’adesione al proprio personaggio, sostengono sempre
la parte vocale, in quanto il suono non può scindersi dall’emozione.
Alessandra Mei - L’arte scenica è di fondamentale sostegno per il canto, lo completa, lo amplifica
e gli dà vita!
Ettore Agati - Il difficile sta nel conciliare entrambe le cose! Se si agisce pensando all’appoggio, al
sostegno, a quella nota che vien fuori sempre calante perché la muscolatura si rilassa e il diaframma
se ne va in vacanza, dall’esterno si vedrà sempre un manichino telecomandato preoccupato di una
vocalità che non arriverà mai oltre il proscenio. L’azione scenica, con la giusta dimestichezza, non
solo amplifica l’intenzione, ma la voce stessa diventa enorme e fa vibrare tutto il teatro: la tecnica
vocale rimane intatta, ma diventa parte integrante del personaggio come eco delle sue emozioni;
allora anche quella nota un pò svizzera troverà il giusto sostegno e al posto di quel manichino impacciato ci sarà un imperatore, ed il palco sarà il suo impero.
Maria Rosaria Grisorio - Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe l’atteggiamento
scenico ben sostiene la parte vocale del canto, portando più naturalmente a dare un senso
alla parola e quindi al messaggio concepito dall’autore per ogni personaggio. Paola Cossu - L’arte scenica e l’atteggiamento scenico sono fondamentali per un migliore sostegno della vocalità, permettono una più profonda immedesimazione nel personaggio da parte del cantante e ne facilitano l’espressione vocale, poichè questi attenuano
i timori causati dai vari problemi tecnici del canto.
3- Il rapporto fra lo spazio scenico (in una sala o in palcoscenico), il rapporto fra il proprio corpo e gli oggetti e il costume indossato: gioie e dolori...? quali?
Alessandra Mei - Stare sul palcoscenico comporta tante difficoltà, come riuscire a gestire
gli spazi, la postura adeguata, gli oggetti che compongono la scenografia e saper portare
nella maniera più adeguata possibile il costume di scena, ci vuole tantissimo lavoro e
tempo a disposizione, accettando con umiltà di lasciarsi condurre per mano a scavare nel
più profondo di dentro noi stessi….
Sara Delussu - Il rapporto fra il proprio corpo e il costume, fra il corpo e gli oggetti scenici comporta delle difficoltà, soprattutto iniziali, di adeguamento. Il giovane cantante
deve sforzarsi di costruire un rapporto armonico tra il proprio corpo e la scena, utilizzando al meglio lo spazio scenico, per riuscire a realizzare un’azione scenica completa ed
espressiva in accordo con la volontà del compositore e del librettista, relazionandosi con
gli oggetti in modo naturale ed evocativo. Inoltre il giovane cantante deve riuscire a valorizzare con ogni mezzo e con ogni gesto il proprio costume, che avrà così il potere di rendere manifesta al pubblico la bellezza del cantante e l’essenza più vera del personaggio.
4 -Quanto l’ artista può essere docente?
Valentina Marghinotti - Credo che l’artista possa e debba essere docente per poter far
comprendere sé stesso e la propria visione artistica, e tramandare ad altri la propria arte;
ma questo solo a patto che sappia tradurre e motivare in maniera approfondita il perché
dei sui gesti e delle sue scelte cosicché l’allievo possa apprendere così un metodo utile per
se stesso e per la propria crescita artistica.
Alessandra Mei - Non tutti gli artisti possono essere docenti e non tutti i docenti possono essere artisti.
5- Il rapporto col proprio docente..?
Alessandra Mei - Avere la fortuna di essere seguiti da un ottimo docente ci dà la possibilità di avere una buona preparazione pensando a ciò che dopo la scuola noi saremo
chiamati a fare…
Alice Serra - Credo che il docente possa trasmettere ai propri allievi tutto ciò che un
grande artista ha potuto acquisire in tanti anni di brillante carriera, con la speranza che
essi un giorno possano lavorare nel mondo dello Spettacolo.
Gianluca Moro - …Noi che abbiamo scelto di vivere questa esperienza non possiamo
far altro che lavorare duramente per auspicarci un futuro da interpreti in piena regola e
magari un domani, pronti a ricevere oggi tutto il sapere dei grandi che ci guidano, saremo
all’altezza di trasmettere il nostro bagaglio artistico a chi verrà dopo!
Paola Cossu - Sicuramente il rapporto col proprio docente è importantissimo per avere
un buon approccio con la materia; dev’essere un rapporto basato sulla fiducia e sulla
complicità, l’allievo deve quindi farsi guidare totalmente dal proprio insegnante il quale
con le proprie conoscenze e con la passione per la disciplina insegnata sarà in grado di
ottenere buoni se non ottimi risultati dai propri allievi; ciò è quello che è accaduto con
la nostra bravissima insegnante Denia Mazzola Gavazzeni!
in collaborazione con:
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