P e r i o D i C o
D i
C U L T U r a
e
i n F o r M a z i o n e
I.P.
Fondato da Carlo accossato nel 1994
CORRIEREdell’ARTE
L’autentico volto di San Sebastiano
Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino
Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - email: [email protected] - www.corrieredellarte.it
Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45%
Spedizione in abbonamento postale
€ 2,50
anno XX - n° 17 - Venerdì 24 ottobre 2014
COURRIER DES ARTS
Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno
Alla Fondazione Cosso, Castello di Miradolo – San Secondo di Pinerolo (To)
tutto cambia con guercino
e Cagnacci, che prediligono fattezze consacrate
all’estasi. La mostra propone anche soluzioni compositive diverse, che
vanno oltre il modello diffuso del giovane legato a
un palo o a un albero e
solo nel mare magnum in
cui è stato abbandonato dai
suoi aguzzini: e così lo troviamo tra la Sacra Famiglia, accanto ad altri
martiri con i quali condivide la sorte in un illusorio
superamento dei parametri
imposti dallo spazio e dal
S
MaSSiMo CenTini
an Sebastiano è per
certi aspetti una figura ambigua: si
tende come le corde degli
archi che hanno scagliato
le frecce del suo martirio;
da un lato le sue ascendenze con la tradizione pagana e dall’altro una quasi
totale imitatio Christi, fino
a quel ritorno alla vita che
lascia intravedere una
sorta di resurrezione. nel
abbiamo una traccia vivida
nella bella mostra San Sebastiano, Bellezza e integrità nell’Arte tra ’400 e
’600, allestita presso il castello di Miradolo e curata
da Vittorio Sgarbi e antonio D’amico. Una fitta
carrellata con opere di andrea della robbia, Tiziano,
rubens, guercino, reni,
Mattia Preti, caravaggeschi, ribera, giordano,
ecc., che vede accentuare
il pathos che la caratterizza con una “base” musi-
cale costituita da Il Martirio di San Sebastiano di
gabriele D’annunzio, con
le musiche di Claude Debussy. La mostra è un’interessante occasione per
scoprire tutta una serie di
aspetti che contrassegnano
uno degli “stereotipi” più
diffusi dell’arte: intanto
l’interesse per la nudità
maschile da parte della pittura del passato, poi la
straordinaria variabilità
che può essere imposta a
moduli apparentemente ricorrenti, attraverso soluzioni pittoriche spesso
geniali. Si aggiunga quella
controllata capacità di non
sfumare mai nel peccaminoso, giungendo spesso all’estrema copertura del
corpo del martire, ora con
toni efebici, ora espressione di una bellezza che,
con guido reni, cerca
un’immagine antieroica.
Di contro riemerge una fisicità quasi guerriera in
Matthias Stomer, mentre
Pieter Paul Rubens (1577-1640)
“San Sebastiano
curato dagli angeli”
© Palazzo Corsini, Roma
(opera visibile dal 30 ottobre)
tempo. i moduli compositivi
ricorrenti si smaterializzano
per esempio con Mattia Preti,
che inserisce il soggetto in
una più ampia dimensione
narrativa, creando una connessione diretta tra il martire
e il divino. Vi sono inoltre alcune tele in cui a Sebastiano
si affianca irene, artefice
della sua salvezza. Un excursus di due secoli nel quale
sofferenza ed estasi, bellezza
e martirio si compenetrano
in una sola dimensione figurativa, colma di tragedia e di
ambiguità: forse sta in questa convivenza estrema la
chiave per cogliere l’autentico volto di San Sebastiano.
Fondazione Cosso
Castello di Miradolo
S. Secondo di Pinerolo (To)
“San Sebastiano
Bellezza e integrità
nell’Arte
tra ’400 e ’600”
Fino all’8 marzo 2015
info: 0121 502761
www.fondazionecosso.com
Segantini
Palazzo Reale di Milano
grande retrospettiva
C
Lorenzo reggiani
’è un quadro
che racconta
tutto Segantini:
Ave Maria a trasbordo. Lo si incontra
con
emozione nelle
sale di Palazzo
reale di Milano
con altre 120
opere
nella
grande retrospettiva coprodotta
dal Comune di
Milano e Skira
Giovanni Segantini (1858-1899)
“Ave Maria a trasbordo” (2a vers.), 1886
olio su tela, 120x90 cm.
© Museo Segantini / Fond. Fischbacher
continua a pag. 2
Tra otto e novecento
Nelle sale della Galleria Aversa di Torino
i
gian giorgio MaSSara
mportante appuntamento
presso la galleria aversa via Cavour 13, interno cortile - in
occasione della
mostra Proposte
2014; è ormai una
lieta consuetudine
per i torinesi ritrovarsi nelle sale
della galleria all’inizio dell’autunno
per
ammirare dipinti
fra otto e novecento. La copertina
del catalogo è accattivante: il dipinto prezioso di
Alberto Pasini
“La sentinella”, 1876
olio su tela © Aversa
alberto Pasini La sentinella
(1876), con uno sfondo suddiviso in tre zone cromatiche
che spaziano dal turchese ticontinua a pag. 2
CORRIEREdell’ARTE
Pagina
2
24 Ottobre 2014
COURRIER DES ARTS
segue dalla prima pagina
Segantini
grande retrospettiva
editore con la Fondazione Mazzotta, la
prima in italia e la più ampia in assoluto
su un vero protagonista dell’arte di fine
ottocento. L’Ave Maria, rifatto in più
versioni, restituisce in un istante tutte le
dimensioni di Segantini: c’è la natura,
c’è la sospensione e il raccoglimento, c’è
il passaggio e l’intermezzo tra due confini, c’è lo stupore e la ricerca, c’è infine
la devozione alla natura, al grembo
sacro dei significati e della bellezza. il
percorso espositivo, diviso in otto sezioni, si apre con un’area introduttiva di
documenti, fotografie, lettere, libri e alcuni quadri. Segue una sezione preliminare con quasi tutti gli autoritratti, che
permettono di percepire l’evoluzione
dell’immagine che il pittore dà di se
stesso. nella prima sezione, “gli
esordi”, sono presenti i pochi lavori che
Segantini ha dedicato a Milano, centrale
nella sua vita e nella sua opera, mentre
nella seconda sezione, “il ritratto, dallo
specchio al simbolo”, si possono ammirare una serie di magnifici dipinti, tra cui
Il ritratto di Carlo Rotta (1897), o Petalo di rosa (1890), dipinto sopra il precedente Tisi galoppante del 1883, nel
quale il volto della compagna Bice al risveglio è simbolo di sensualità. La terza
sezione, “il vero ripensato: la natura
morta”, presenta una serie di straordinarie nature morte, genere obbligato alla
fine dell’800, cui Segantini si dedica con
eccellente maestria. La quarta sezione,
“natura e vita dei campi”, raccoglie i capolavori sulla vita agreste, caratterizzati
dalla presenza femminile, come La raccolta delle zucche (1886), sino al primo
paesaggio monumentale Alla stanga
(1886). all’interno troviamo una sottosezione, “il disegno dal dipinto”, a testimonianza del continuo rifacimento di
Segantini dei propri lavori. il pittore raffigura inoltre la religiosità degli umili,
cui dà voce in opere fondamentali esposte nella quinta sezione, “natura e simbolo”, come Effetto di luna (1882), il
Circolo degli Artisti di Torino
esplorando nuovi mondi
P
rosegue con buon successo di pubblico e critica, fino al 5 novembre, la
mostra Nuovi Mondi, Esperienze visionarie tra video, pittura e fumetto”,
presso le sale espositive del Circolo degli
artisti di Torino. i referenti della mostra:
per l’accademia albertina, Daniele
Gay e Pierpaolo Rovero; per l’esposizione ieD, Mauro Sacco; per l’anonima Fumetti, Domenico Vassallo.
celeberrimo Ave Maria a trasbordo
(nella seconda versione del 1886), apppunto, accompagnato con i vari disegni
precedenti e successivi alla tela. anche
qui vi sono importanti disegni tratti da
dipinti. Con il trasferimento in Svizzera
nel 1886, Segantini approda al suo personale divisionismo, spezzando la materia in lunghi filamenti di colore. ai
capolavori indiscussi del periodo di Savognino, Mezzogiorno sulle alpi (1891),
Ritorno dal bosco (1890), fanno seguito
le monumentali opere in formato orizzontale, in un divisionismo atto a rendere la luce rarefatta delle alpi, in cui il
paesaggio è maggiormente protagonista
e assurge a simbolo. La sesta sezione,
“Fonti letterarie e illustrazioni”, illustra
l’evoluzione del modus operandi del pittore attraverso importanti disegni ispirati
a scritti letterari e religiosi. nella settima
sezione, dedicata al Trittico dell’Engadina, viene ricostruita - attraverso disegni, studi preparatori e filmati - la genesi
di questa monumentale opera, concepita
tra il 1896 e il 1899 e considerata il testamento spirituale dell’artista. nella sezione conclusiva, “La maternità”, sono
esposti, tra le altre tele, lo splendido olio
Le due madri (1889), considerato manifesto del divisionismo italiano, e le opere
simboliste in cui l’uso dell’oro e argento
in polvere si abbina a una tecnica mista
di derivazione divisionista, come le due
versioni de L’Angelo della vita (1894) e
L’Amore alla fonte della Vita (1896). La
rassegna milanese rende quindi compiuto omaggio al talento multiforme di
Segantini che, come sottolinea annie
Paul Quinsac nel bellissimo catalogo
Skira, “in meno di vent’anni di attività
ha espresso tutte le angosce e i fermenti
della sua epoca in un linguaggio che,
teso tra innovazione a tradizione, risulta
di una forza senza ulteriori esempi”.
Palazzo Reale
P.za Duomo 12 – Milano
“Segantini” Retrospettiva
Fino al 18 gennaio 2015
info: 02 92800375
www.comune.milano.it/palazzoreale
Circolo degli Artisti di Torino
Palazzo graneri della roccia
Via Bogino 9 – Torino
“Nuovi Mondi
Esperienze visionarie
tra video, pittura e fumetto”
Collettiva
Fino al 5 novembre
info: 011 8128718
www.circolodegliartistitorino.it
orario:
dal lunedì al venerdì
dalle 15,30 alle 19,30
segue dalla prima pagina
Tra Otto e Novecento
pico delle maioliche mediorientali alle tonalità di grigio;
al centro un cavallo magistralmente dipinto dal pittore che
vive a Cavoretto e una sentinella dal fiammeggiante mantello. e di Pasini è altresì la
movimentata Carica di cavalleria con un gruppo di arabi
che s’inoltra fra alberi e gole
di montagne. e in oriente
s’ambienta altresì una tempera di Carlo Bossoli datata
1847 (Crimea), opera alla
quale s’accosta la luminosa
veduta veneziana che riporta
alla memoria quanto scritto da
Diego Valeri nella sua Guida
sentimentale: vi figurano la
facciata di Palazzo Ducale che
in modo quasi assurdo pone le
arcate in basso a reggere la
parte strutturale dell’edificio,
la chiesa della Salute, un grandioso veliero ancorato di
fronte alla piazzetta, il ponte e
tanti personaggi a completare
un dipinto la cui esecuzione
cade alla metà del secolo
XiX. Molto interessanti sono
i ritratti e le scene con immagini; in primis il ritratto della
Signora Ottolenghi eseguito
da Cesare Ferro certo dopo il
secondo soggiorno alla corte
del Siam. a nostro giudizio,
gli arabeschi sul rosso abito,
gli elementi di fondo ancora
denunciano il ricordo degli
anni trascorsi lontano dal Piemonte per decorare Villa Morasing. Subito appresso, in
mostra, un pregevole pastello
di giovanni B. Carpanetto, I
fiori della mamma, con una
soave immagine femminile e
una bimba fotografate contro
una betulla e un indefinito
cielo. Sia Cesare Ferro che
Carpanetto hanno lasciato importanti opere legate alle valli
di Lanzo. il Carpanetto scompare nel 1928; dieci anni più
tardi si spegne giacomo
grosso dopo aver influenzato,
dall’accademia albertina, un
gran numero di pittori; di questo maestro è esposto l’olio Il
kimono verde raffigurante una
fanciulla dagli occhi abbassati
che veste un serico e lucente
kimono, in un ambiente legato a terre lontane che consentono, negli anni Trenta, di
favoleggiare. Più severo l’Au-
toritratto che Leonardo Bazzaro (1853 – 1937) dedica
all’amico Testa nel 1892,
opera esposta nel 1939 alla
mostra-omaggio milanese:
materica nell’insieme secondo un modello pittorico
lombardo ma con il volto ben
delineato e isolato nel susseguirsi quasi casuale dei toni
cromatici. Di Luigi Crosio –
del quale si scopre che è nato
ad acqui e non a alba – è più
che convincente la tela Preparativi per la festa ambientata
nel duomo di Bergamo alta;
al drappo colorato che si trascina scenograficamente sui
gradini fanno riscontro la figura scura del religioso e
l’ombra che s’insinua fra le
arcate antiche. anche Demetrio Cosola guarda all’immagine raffigurando in Dolce
sogno una signora abbandonata sul canapè; tutto è indeterminato tranne il viso della
modella in posa. esposto alla
Biennale di Venezia del 1922
e a Settimo nel 2008 è il dipinto Ultimi raggi di andrea
Tavernier (scomparso nel
1932), pittore che traduce in
chiave contemporanea le luci
che Corot aveva scoperto durante il soggiorno romano.
Un’opera è fuori catalogo per
motivi tecnici; si tratta di un
borgo affacciato su di un torrente dipinto da Leonardo Bistolfi, l’allievo di Tranquillo
Cremona attratto dal simbolismo espresso in particolare
nelle opere in marmo. La tela
è caratterizzata da un susseguirsi di toni che spaziano dal
blu al turchese, al verde a incorniciare una “vedutina”
non priva di poesia. roberto
aversa – coadiuvato oggi
dai figlioli – ha saputo ben
scegliere le opere che comprendono altresì una tavola
del pittore russo issupoff
(scomparso nel 1957) già
avviata compositivamente
verso quel disfarsi della
forma che caratterizzerà la
pittura degli anni Sessanta.
Galleria Aversa
Palazzo rorengo di rorà
Via Cavour 13 – Torino
“Proposte 2014
Dall’800 agli Anni ’20”
info: 011 532662
www.galleria-aversa.it
CORRIEREdell’ARTE
La mostra su Lichtenstein. C’è chi dice no
24 Ottobre 2014
Pagina
3
COURRIER DES ARTS
Pareri discordanti sulla retrospettiva dedicata all’icona del XX secolo, alla GAM di Torino fino al 25 gennaio
L’essenza è nel disegno
C
Maria LUiSa TiBone
on Warhol e rauschenberg,
roy Lichtenstein è stato
l’icona più significativa della
Pop art. Ben lo comprese, in significativo anticipo, la città di Torino che,
nel 1964, dell’arte pop presentò, in
prima europea, la grande rivoluzione.
ora, cinquant’anni dopo, 235 opere
per gran parte inedite, vengono esposte alla galleria di arte Moderna a
rappresentare l’Opera Prima del
grande creatore Lichtenstein, Una
mostra irripetibile per i disegni giunti
dalla Fondazione intitolata al Maestro, da importanti musei e collezioni
d’america e ottimamente articolati
nell’allestimento dello Studio dell’architetto Simonetti. a Torino, galleria
‘il Punto’, si era tenuta dal 23 dicembre 1963 al 23 gennaio 1964, auspice
gian enzo Sperone, la prima personale dell’artista in italia e nel 1965,
sempre da Sperone, la sua opera era
stata ripresentata con la schiera
dell’arte Pop, appunto: Dine, oldenburg, Pistoletto, rauschenberg, rosenquist, Warhol, Wesselmann. La
carriera artistica di Lichtenstein, così
come è stata descritta nella mostra
alla Triennale di Milano dal 25 gennaio al 3 ottobre 2010, partiva negli
anni Sessanta, dalla rivisitazione di
opere del cubismo, dell’espressionismo, del futurismo e del modernismo
degli anni Trenta e si volgeva all’astrazione minimalista, all’action
Painting, ai generi del paesaggio e
della natura morta. oggi ciò traspare
dai piccoli e grandi schizzi che costituiscono lo svilupparsi affascinante di
queste “opere prime”. è un processo
di rivelazione estetica del piacere di
conquistare a poco a poco gli aspetti
degli oggetti della vita come avviene
inserendo nel disegno i personaggi
dei cartoons, da Mickey Mouse a
Donald Duck, alle rappresentazioni
patinate delle star, all’evocazione dei
puntinati del retino fotografico, passando attraverso la simbologia patriottica delle stars and stripes che
costituiscono la bandiera americana.
Si attua allora un processo disegnativo di conquista di un linguaggio intimo che anima tali “opere prime”;
negli anni Sessanta, la tazza di caffè,
il cono di gelato, come l’aereoplano,
diventano ambite immagini narrative,
popolari quanto basta per renderle
icone ricorrenti della società di
massa. in un saggio attento a definire
il significato appunto di tutti questi
disegni , Danilo eccher, curatore
della mostra, sottolinea l’eleganza
scenografica dei fogli, dove c’è “un
sofisticato utilizzo delle matite colorate che svelano un’intimità silenziosa e discreta nella stesura
dell’opera”. è questo il fascino del
cammino che si snoda nella gaM:
“Un percorso articolato e composito
- aggiunge eccher - dove emergono,
accanto alle citazioni del surrealismo
classico, le permanenze delle strutture tecniche per la riproduzione di
massa e l’essenzialità del cromatismo, rosso, blu, giallo e nero, la freschezza di un segno indomabile,
l’imprevedibilità di una visione simultanea”; “È una mostra che sarebbe piaciuta a Roy”, ha detto
Dorothy, seconda moglie dell’artista,
in apertura della rassegna. Questa
consente di seguire nei fogli e nei taccuini lo straordinario sviluppo di un
linguaggio: dai pensieri degli anni
Quaranta ai fogli Chinese style landscape del 1996. Come scrive ancora
eccher, “l’artista tenta la geometria
architettonica del disegno, liberando
sinuosità e dolcezze inattese; gli ultimi disegni raccolgono l’intero patrimonio di un lungo e prezioso
percorso di ricerca, gli esiti di un’accanita analisi artistica, i risultati di
una sperimentazione che si è misurata con la classicità della Storia dell’Arte”. ecco il valore della grande
raccolta di immagini oggi presentata,
che riesce a condurci con un cammino di riflessione attenta e piacevole
ai segreti dell’Opera Prima. Un
nuovo successo espositivo di Torino,
dopo quello straordinario di renoir e
prima del prossimo - già previsto per Monet. Per gli studenti, per gli insegnanti, per le famiglie, per i disabili
o semplicemente per il pubblico
adulto, il Dipartimento educazione
della gaM ha progettato riflessioni
significative su gruppi di opere esposte. Ciò offre alla mostra valenze
propositive e stimolanti in un approccio alle immagini che potrà così offrire, rivelato da precise osservazioni,
il loro messaggio più ricco e perenne.
T
La commare secca
aDriano oLiVieri
disegno dell’artista americano sebbene, a detta di eccher stesso, tale intento non si percepisca (ma allora a che
serve?). Una mostra che, se fossimo
fanatici di fantapolitica e soprattutto se
la mostra avesse quel carattere grandioso che le manca, potrebbe far pensare a una penetrante imposizione
politico-culturale filoamericana foriera
mostra attualmente dedicata a roy Lichtenstein, la gaM è cresciuta divenendo adulta, sebbene di quel tipo
particolare di adulte che alcuni coloritamente appellano: “che se la tirano”.
ora balla da sola. Dopotutto, quando
si è certi di essere belli, si crede di poter
fare a meno di essere anche simpatici
ed è così che il nostro museo ha rotto
antichi indugi che gli suggerivano una
prudente formalità, a tratti affettuosa
bisogna riconoscerlo, con i giornalisti
locali, con i vecchi professori, con le
più o meno passate glorie provinciali
della cronaca d’arte preferendo loro la
fotogenica presenza dei big della carta
stampata e della televisione. Quasi
800mila euro di spesa ci paiono davvero troppi per la presente mostra, interessante se, del grande Lichtenstein,
avesse esposto esclusivamente i fulgidi
esempi che lo collocano nell’alveo
prestigioso del XX secolo e non quelli
meno significativi degli anni ottanta
e novanta, e per un allestimento che
riprodurrebbe planimetricamente un
Roy Lichtenstein, “Oh, Jeff... ”, 1964
Collezione privata © EoRL/GAM
rascorsa l’infanzia sotto la direzione Castagnoli, la galleria di
arte Moderna ha ora consumato, sotto quella di Danilo eccher, la
propria ambigua adolescenza venendo
infine, tra luci e ombre, ad affermare
la propria matura personalità. Con la
- in un momento di rinnovate tensioni
internazionali che richiedono un compattamento ideologico - di infinite dietrologie. La pop-olare protervia,
appresa certamente sugli scranni romani, con la quale il sindaco Piero
Fassino spintonava alcuni presenti all’inaugurazione per farsi strada onde
pronunciare un trionfale quanto discutibile intervento sull’ottimale stato
di salute della cultura torinese è il
contraltare delle sorridenti hostess in
abitini a pois dell’inaugurazione.
Come chiarì a suo tempo la procura
nel caso Unipol, sponsor di questa
mostra, il nostro sindaco, allora segretario dei DS, non ebbe alcun
ruolo in quella vicenda poiché egli,
senz’ombra di dubbio, fu estraneo ai
fatti e non ne sapeva nulla. ecco proprio come adesso: il sindaco deve
essere estraneo ai fatti e non saperne
proprio nulla per parlare di ottima
salute nel caso della cultura torinese.
CORRIEREdell’ARTE
4
S
Pagina
24 Ottobre 2014
La Sacra Famiglia di gasparin
COURRIER DES ARTS
Nella Chiesa di San Leonardo Murialdo a Torino
i è inaugurato domenica 12 ottobre, presso la parrocchia di
San Leonardo Murialdo in via
De Sanctis 28 a Torino, il nuovo dipinto a olio su tavola delle dimensioni
di 230x230 cm. La Sacra Famiglia
tra Sant’Anna e San Gioacchino,
opera pregevolissima del pittore torinese Giancarlo Aleardo Gasparin:
opera che si va ad affiancare ad un’altra dello stesso artista, esposta un paio
d’anni fa nello stesso luogo, San Leonardo Murialdo nel Laboratorio degli
Artigianelli. il dipinto, che rientra nella
vasta produzione di soggetti sacri cari
al pittore, disseminati in collezioni private e in varie chiese del territorio piemontese, potente e delicatissimo al
tempo stesso, di grande maturità artistica, ospita nel suo centro la figura del
Bambino, esposto nella sua quasi nudità, posto sotto lo sguardo dolce e
consapevole della madre su quella
P
bianca tavola prolungata per gran
parte della scena e intesa come altare
a prefigurare la vittima del sacrificio
della Croce. ai lati, a chiudere e quasi
a proteggere il principale nucleo familiare, un san gioacchino importante anche nella postura che l’artista gli ha
conferito come nella ricchezza del
ricco panneggio del suo abito - nella
sua autorevolezza, pronto a comunicare al mondo sulla tavoletta che ha
tra le mani la grandezza della venuta
del Messia; e Sant’anna, partecipe
nella dolce apprensione del proprio
sguardo della missione di quel fanciullo. Un giovanile san giuseppe,
lontano da una ben diversa iconografia stabilitasi nei tempi, sorridente
nella sua toccante paternità e la Vergine (anch’essa, come il suo sposo,
aureolata)di contro mesta nello
sguardo dinanzi all’esistenza dolorosa
del Figlio completano il gruppo. Ma
gasparin va ben oltre i personaggi, sa
come un antico Maestro circondarli di
piccoli segni, forti e ben presenti, che
rimandano ad esempio alle pagine del
vangelo, come il cesto nelle mani
dell’angioletto contenente il pane e la
bottiglia di vino posta all’estremità del
tavolo che sono lì a ricordare il sacrificio eucaristico o ancora il ramo-
scello d’ulivo, come evangelico messaggio di pace. Un’opera bella,
splendidamente e criticamente “antica”, che il pubblico presente all’inaugurazione ha mostrato di
apprezzare senza riserve, un’opera
che è il dono dei commettenti ad una
comunità intera e a quanti vorranno
in futuro ancora ammirarlo. (e. rb.)
L’antieroe contemporaneo Il Veronese si fa in quattro
Ambulatorio dell’Arte – Torino
rosegue fino al 30 novembre Carlo D’Oria, Don Giampaolo, Mil’itinerario espositivo ideato da guel Lima, Gianni Gianasso, Miromano ravazzani, dal titolo chele Sardo, Giulio Vigna, Nadia
L’Antieroe, presso l’ambulatorio Gentile, Giovanni Ghigliano, Gino
dell’arte di Torino. Tale percorso te- Garrone, Alberto Caramello,
matico si snoda basandosi sulla con- Rocco Forgione, Riccardina Monsapevolezza della forza derivante tenero, Claudio Cravero, Enzo Gadalle qualità delle persone comuni. in gliardino, Fabrizio Riccardi, Lidia
mostra, gli uomini invisibili di Lo- Ines Montero, Galo e Guido Ottorenzo Alessandri; Daniele Fissore lenghi chiudono questa raccolta di
propone appunto i suoi eroi ignoti, dei opere, con l’invito a riflettere profonquali vediamo solo la schiena; Ro- damente sul destino di ciascuno di noi.
berto Zargani, testimone dell’olocausto, racconta il sacrificio dei Ambulatorio dell’Arte
bambini nel campo di Terezin; di En- Via Vassalli eandi 29 – Torino
rico Colombotto Rosso compare “L’Antieroe” Collettiva
un’opera dall’alto impatto emotivo; a cura di romano ravazzani
Daniele Ez Zaaf si sofferma sullo Fino al 30 novembre
spirito libero e la sua fisicità, mentre info: 333 9598484
Bruno Fassetta ci fa apprezzare ciò www.ambulatoriodellarte.eu
che normalmente but- Lorenzo Alessandri, “L’uomo invisibile” © aut./LdA
tiamo e ogni giorno reputiamo superfluo; eleganza
e purezza di forme appartengono alle opere di Antonella Romano; gli
“asfalti” di Pupella hanno
invece plasticità vicine
alle combustioni di Burri.
e ancora Armando Valcauda, Francesco De
Molfetta, Bruno Bozzetto, Mario Molinari,
Valentina
Corradin,
S
Alla Reggia di Venaria le allegorie ritrovate
Chiara gaLLo
ono stati resi disponibili al pubblico dal 11 ottobre scorso, le
quattro tele rappresentanti le Allegorie del pittore cinquecentesco Paolo
Veronese. Si tratta di tre figure maschili
e una femminile. allestite nella Sala
delle Cacce infernali fino al 8 febbraio
2015, le opere in parte provengono
dalla collezione della regione Piemonte e in parte dal Los angeles
County Museum of art. realizzate dall’artista veneziano probabilmente verso
il 1557 per la Libreria Marciana, questi Paolo Veronese, “Allegoria” (particolare)
preziosi dipinti sono finalmente stati riuniti. Si tratta di tre figure maschili ed una
femminile, che raffigurano rispettivamente la scienza, la navigazione, la matematica e la scultura. Le vesti e le forme riccamente delineante rispecchiano perfettamente lo stile del Veronese, lontano dalle campiture tonali di Tiziano, egli sceglie
sfumature leggere e disegnate che quasi fanno sollevare i soggetti rappresentati.
accompagnano i soggetti alcuni elementi caratteristici
delle tematiche allegoriche strumenti del passato e
simboli ancor oggi identificabili. Sebbene si tratti di
un prestito, l’allestimento temporaneo di queste ciclo
di opere si adatta alla cornice seicentesca che lo ospita.
Tornano i grandi appuntamenti con la reggia della Venaria e questo sembra essere solo un piccolo anticipo.
Reggia di Venaria
P.za della repubblica 4 – Venaria r.le (To)
“Paolo Veronese
Le quattro allegorie ritrovate”
Fino all’8 febbraio 2015
info: www.lavenaria.it
Dieci pittori per i colori di una sagra
Alla Sala Mostre del Comune di Carignano (To)
P
MariLina Di CaTaLDo
er colorare una sagra di questo
tipo (legata alla cultura e alla
commercializzazione del topinanbour, o dialettalmente ciapinabò,
ndr.) viene in supporto l’arte che, il più
delle volte, fa del colore il suo cavallo
di battaglia: si intitola, infatti, Colori per
una Sagra la mostra allestita presso la
Sala Mostre del Municipio, dove dieci
artisti sono stati invitati ad esporre le
loro opere, dando vita ad una esposizione in cui generi e soggetti si incrociano e si alternano in uno scambio
continuo di colori e di emozioni che arricchiscono e aumentano l’offerta culturale legata alla Sagra. ed eccoli i dieci
pittori, in rigoroso ordine alfabetico, invitati a far parte di questa kermesse.
Maria Rosa Gaude espone una serie
di fiori liricamente interpretati, che spingono l’osservatore a chiedersi se nel
concetto e nella forma di questi soggetti
vi siano da leggere anche significati latenti, misteriosi, di cui i fiori, da sempre
sono portatori. Ma, sia che abbiano in
sé messaggi nascosti, sia che, invece,
questo aspetto non venga preso in considerazione, le opere di Maria rosa
gaude dimostrano una grande abilità e
disinvoltura nell’uso del linguaggio pittorico. L’iraniana Mozhgan Rejaee
Ghassemi Locatelli trasmette la sua riflessione sulla realtà contemporanea attraverso opere che si esprimono con
una pittura che evita di sovraccaricare
la tela con un descrittivismo esasperato,
privilegiando invece la messa in scena
di realtà che vanno al li là della semplice
rappresentazione. Spesso, infatti, i soggetti delle sue opere vengono dipinti
come se fossero stati stracciati, a indicare la pluralità delle visioni che solo
l’arte è capace di concedere. Marta
Giacobbi non si accontenta di un unico
stile sul quale persegue la sua ricerca,
ma sperimenta varie rese, andando dal
“classico” paesaggio realista alle vaste
campiture cromatiche non naturali, passando attraverso la ricerca compositiva
monocromatica. Un’ecletticità, quella
della pittrice, stimolante e libera da ogni
orpello accademico che la distingue per
la capacità e la determinazione ad essere assolutamente se stessa, senza portarsi dietro nessun carico ingombrante.
Franco Negro lavora sui soggetti dal
vero, resi con raffinati e morbidi impasti, in grado di restituire sulla tela lo
slancio e la creatività dell’ispirazione
momentanea. L’artista mostra una
grande competenza manuale, dove le
ragioni strutturali prevalgono sul bisogno immediato di riprodurre la percezione istintiva delle immagini, così che
queste divengono immmediatamente
fruibili. La strada della tradizione, insomma, viene seguita con scrupolo e
maestria e i soggetti e i temi scelti – anch’essi tipici – vengono interpretati con
correttezza compositiva e gradevolezza
di effetti. La pittura di Maurizio Oddenino è incentrata sulla ricerca di spazi
e ritmi cromatici con i quali mira a portare in superficie ciò che non è visibile.
L’eleganza e la sequenza delle forme
che scaturiscono da questo tipo di com-
posizione, i colori brillanti con tinte
forti, il contrasto con i fondi bianchi o
neri, sono tutti elementi compositivi che
assemblano le diverse forme – ora geometriche ora organiche – in una interpretazione ritmica dello spazio, che lo
armonizzano e lo rendono piacevole
alla vista. La fermezza compositiva che
caratterizza la produzione artistica di
Nicoletta Pizzetti, radica saldamente le
proprie basi nel terreno della pittura novecentesca. gli echi lontani dei grandi
maestri, però, non sono che lo spunto
per una rielaborazione del tutto personale e fortemente interiorizzata di questa pittrice, la cui sicura padronanza
tecnica, unita ad una evidente ricerca
culturale approfondita, costituiscono gli
strumenti essenziali della sua creazione
artistica. Candide e misurate, le figure
femminili di Carla Scudieri si offrono
agli spettatori come presenza enigmatiche e disincantate. Con sobrie linee
compositive e cromatiche l’artista traduce in modo semplice la dicotomia tra
la normale esistenza quotidiana e la dimensione un po’ onirica in cui inserisce
i suoi soggetti. L’assenza di tempo e di
spazio insieme ad una diffusa poetica
malinconia avvolgono le figure, che inducono a concentrarsi su di un’intima e
personale interiorità. La lunga esperienza di Gianni Sesia della Merla si
esplica in una pittura in cui la distribuzione vibrata delle luci, la forza delle
pennellate, la vitalità ora umbratile ora
luminosa delle scelte compositive,
sfuggono all’immobilità d’una pittura
che si risolva interamente in un canone
“Le Ragazze di via Perrone”
Omaggio al Maestro
Sergio Albano
espongono
Concetta Arena, Carla Bronzino, graziella Caccia, Piera Gaia
Clara Marchitelli Rosa Clot, Valdimara Mo, Cinzia Ruffinengo
elsa Serravalle, antida Tammaro, Wally Waser
alla Galleria 20
c.so Casale 85 – Torino
fino al 4 novembre 2014
orario: dal lunedì al sabato, dalle 15,00 alle 19,00
CORRIEREdell’ARTE
24 Ottobre 2014
Pagina
5
COURRIER DES ARTS
precostituito. i dipinti di Sesia della
Merla non si piegano – non si sono mai
piegati - alle mode né alle ragioni di
mercato, ma all’opposto seguono il
corso autentico della propria ispirazione
creativa, ed è questo il loro alto valore.
“L’immagine diventa metafora stessa
della vita, concretizzando percezioni
che attengono ai molteplici stati dell’animo”: è una citazione di Gianna
Tibaldi, che riassume tutta la sua poetica e tutto il suo modo di intendere
l’arte. La sua pittura si pone, dunque,
come metafora della vita: gli alberi, in
modo particolare, diventano la chiave
di lettura per interpretare il mondo che
ci circonda. racchiuse in un cromatismo pittorico decisamente acceso, che
solo la fantasia dell’artista può rendere
accessibili, le opere della Tibaldi inviano esplosioni di ragionata passione
artistica. La creatività di Gastone Toldo
si esprime attraverso un segno sicuro e
dosato, grazie alla scioltezza delle trame
cromatiche. Le tematiche portanti delle
sue opere sono la natura, il paesaggio,
gli scorci cittadini, il mondo animale.
Dotato di buone capacità tecniche, le
composizioni di Toldo sono pervase di
compostezza e solidità dell’impianto
scenico e dell’articolazione luministica,
con cui avvolge ogni particolare della
tela. Una serenità d’animo, quella delle
sue pitture, che non si lascia turbare dal
frastuono della nostra vita quotidiana.
Sala Mostre
della Biblioteca Civica
Via Frichieri 13 – Carignano (To)
“Colori per una Sagra”
Collettiva
a cura di elio rabbione
Fino al 26 ottobre
info: 011 9698442
Sergio Albano nel suo studio, foto © aut.
CORRIEREdell’ARTE
6
Dario Egidi, il Tanaro e le sue terre
Pagina
24 Ottobre 2014
COURRIER DES ARTS
Sala Mostre della Regione Piemonte – Torino
P
rosegue sino al 30 ottobre
prossimo,
presso
la
Sala Mostre della regione
Piemonte, la mostra fotografica Terre
di Tanaro di Dario egidi, realizzata
con il patrocinio e la collaborazione
della regione Piemonte, appunto, e
dell’associazione Culturale Fotogra-
cifico l’ambiente naturale, culturale
e storico del territorio sul quale
scorre il fiume, sia attraverso la lettura facile e coinvolgente, sia attraverso le immagini fotografiche. Tale
progetto editoriale nasce dalla passione e dalla professionalità di
Mauro Pedron, giornalista esperto di
promozione turistica e di marketing
fia: sono esposte alcune delle immagini che illustrano il libro Il Tanaro,
Paesaggi, Storie e Tradizioni, scritto
da Mauro Pedron. il volume, pubblicato dalla casa editrice Primalpe,
esplora il percorso del Tanaro dalle
alpi Marittime fino alla confluenza
con il Po, documentando nello spe-
“Senza Tema” alla Galleria TeArt di Torino
Un’appassionante Collettiva dei Soci
a
niVeS Maria SaLVo
Torino è cominciata la stagione
delle mostre autunnali e la galleria Teart è in prima fila nel proporre
al pubblico una scelta di rassegne di
grande appeal. Tra esse, va senza
dubbio annoverata quella appena
conclusasi, dedicata alla passione
creativa dei suoi Soci. Vele, biciclette,
animali e vedute variopinte si danno
la mano e colloquiano con tele informali altrettanto vivide nei cromatismi, opere diverse per tecnica e
contenuti, si capisce, ma tutte rigorosamente firmate dai soci Mario
Bianco, Anna Borgna, Liana Ga-
Luisa Sartori, “Foglie” © aut./TeArt
leotti Mazzolini, Mariella Loro,
Michele Lovisolo, Laura Maggiora, Walter Naretto, Teresa Pereyra, Elena Saraceno, Luisa
Sartori, Chiara Stigliani. gli autori
hanno modellato la loro vena poetica
nel corso del ’900 attraverso la commistione delle tradizioni occidentali
e l’incontro con le avanguardie.
esposta nell’angolo in alto, dove il
soffitto incontra i muri, è appesa
anche una composizione che assembla lamiera e altri materiali. e poi tele
non figurative e non oggettive di chi
può realmente creare solo quando le
forme nei suoi quadri nulla hanno in
comune con la natura. Ma anche
linee geometriche e colori brillanti
d’uguale importanza, di chi ama invece rappresentare la natura stessa
“così com’è”, magari aggiungendovi
una nota personale, come nel caso
delle foglie viola di Luisa Sartori. nel
complesso, proprio una mostra ben
riuscita, che mette in evidenza sopratutto una cosa: la passione degli artisti
e il loro slancio generoso. Crediamo
che questi siano oggi strumenti indispensabili per superare il momento difficile che stiamo vivendo.
Galleria TeArt
Associazione Artistico-culturale
Via giotto 14 – Torino
“Senza Tema”
Mostra collettiva dei Soci
Conclusa
info: 011 6966422
Dario Egidi, Tanaro, fotocolor
© l’autore / Primalpe / Regione Piemonte
territoriale, che conta su oltre quindici anni di collaborazione con le
principali testate del settore eno-gastronomico e turistico. L’autore si dedica anche alle tematiche relative alla
cultura popolare e all’identità delle
piccole comunità. Parallelamente
alla pubblicazione, il fotografo Dario
egidi ha pensato di illustrare tutto il
percorso del fiume in maniera da
presentare il libro, ricco di idee e di
suggerimenti, corredato appunto
dalle immagini che restituiscono immediatamente al visitatore uno
sguardo sui paesaggi che variano notevolmente dalla sorgente nelle alpi
Liguri alla sua immissione nel Po, a
breve distanza dal confine con la
Lombardia. La mostra, che è stata
ospitata in numerose sedi pubbliche
(Carrù, Magliano alfieri, novello,
nucetto, rocca d’arazzo, rocchetta
Tanaro, ormea, Pollenzo, asti ed
alessandria), termina a Torino, nella
prestigiosa sede della regione. (c.v.)
Sala Mostre
della Regione Piemonte
P.za Castello 165 – Torino
“Terre di Tanaro”
di Dario Egidi
Fino al 30 ottobre
info: 011 4324111
Sette emozionanti personali
i
naugura il 24 ottobre e prosegue fino al
4 novembre la mostra “L’arte può
emozionare” 7 mini Personali, presso le
sale della galleria ‘arte Città amica’. il
percorso espositivo prevede appunto il
coinvolgimento di sette artisti che con le
loro opere hanno creato un esplosione di
forme e di colore. Luciano Amati comincia a dipingere negli anni ’70. a
grosseto frequenta l’istituto d’arte, di
Pittura e grafica. abile nel disegno e appassionato del colore. Le sue opere sono:
paesaggi, marine assolate, scorci della sua
toscana, colline di Carrara, verdeggianti
prati della garfagnana. Alessandro Criscuoli (in arte Chantal) dipinge in maniera istintiva riversando le sue emozioni
sulla tela. Le sue composizioni esaltano il
colore con naturalezza in un gioco cromatico altamente espressivo. La sua pittura e simbolo della lotta per gli ideali, per
l’amore e la libertà. Renata Ferrari,
dopo aver terminato gli studi ad indirizzo
pedagogico, si è dedica all’apprendimento delle varie tecniche nella pittura.
espone e partecipa a numerose collettive
e concorsi, con ottimi apprezzamenti da
parte della giuria e del pubblico. Gaetano
Lanatà vive e lavora a grugliasco; nel
2000 realizza alcuni lavori in america ed
è premiato dall’amministrazione di new
York per sue opere. Da oltre quarant’anni
nel mondo dell’arte, le sue creazioni sono
collezionate da un gruppo esclusivo di appassionati, che lo seguono da anni nel suo
Arte Città Amica – Torino
cammino sia in italia sia all’estero. Giuseppe Manolio, artista lucano, vive e lavora a grugliasco (To). è un autore
poliedrico, capace di spaziare da un modellato di vocazione figurativa a definizione plastiche informali. La sua abile
gestione dei volumi gli permette di raggiungere risultati di essenziale sintesi
espressiva. Paolo Pirrone è riuscito sapientemente a tesorizzare gli insegnamenti del padre, esaltando un velato
intimismo. Dalle opere giovanili di matrice impressionista, è gradualmente approdato a successive indagini tese alla
ricerca della libertà del pensiero, sino a
raggiungere gli attuali traguardi della
nuova espressione ricca di precise allusioni al nuovo millennio. Maria Spinelli
riscopre la giovanile vocazione poetica
e la coltiva, partecipando a diversi concorsi di poesia, quali il “Cardo” di Viareggio, “antares” di Catanzaro e
“Passaporto 2000” a roma, riscuotendo
significativi riconoscimenti. ha partecipato con successo a manifestazioni culturali ed esposizioni di carattere
nazionale e internazionale, riscuotendo
lusinghieri consensi e apprezzamenti.
Galleria Arte Città Amica
Centro Artistico Culturale
Via rubiana 15 – Torino
“L’arte può emozionare”
7 mini Personali
Dal 24 ottobre al 4 novembre
info: 011 7717471
CORRIEREdell’ARTE
24 Ottobre 2014
Continua voglia di scoprire
Federica Bertino in mostra a Moriondo Torinese
F
eLio raBBione
ederica Bertino ha chiuso nei
giorni scorsi con buon successo
e affluenza di pubblico (e una
parte non piccola di quel successo è da
ascriversi alla presenza dei piccoli suoi
allievi, una quindicina circa, e delle loro
opere, fiori giganti e primavere, resurrezioni e riproduzioni tra Caravaggio e
gli impressionisti, semplici ma per qualcuno già interessanti) una suggestiva
mostra dal titolo Piccola antologia, significativo dell’impronta che l’artista le
ha voluto dare. negli spazi della palestra comunale di Moriondo Torinese,
Bertino ha raccolto un (as)saggio della
propria produzione, non lasciando soltanto lo spazio ad alcune di quelle tele
di grandi dimensioni che ce la fanno
amare e che grande importanza le
vanno conferendo tra gli appassionati e
i critici di oggi, bensì ha altresì allineato
esempi fotografici come una mezza
dozzina di disegni tra gli oltre quaranta
che formano il corpus della Creazione.
Due aree diverse rintracciabili nei primi,
sette immagini che fanno parte di Genesis e che già sono state esposte in
Francia – Lione, Montpellier – e in germania (heidelberg), immagini che ci ridanno liquidi bagnasciuga stratificati di
sabbie bianche e nere, ritratti sotto la
luce radente del tramonto con tempi fotografici relativamente lunghi e su pellicole ektachrome, spazi atemporali
che intrecciano per coloro che abbiano
è
la volontà d’ascoltare delle parole, dei sussurri, dei messaggi,
dando vita ad un’alternanza di
suoni e di segnali che l’artista
attende da quelle onde tranquille, lasciando che si formino forme, linee imperfette e
giravolte leggere, spirali infinite e fuggevoli lampi; e altre
sette immagini che ci giungono dal Salento, luogo di riposo e di felicità e di riflessioni
per Federica, catturate all’interno di una
festa popolare (del 1993, presentate a
Torino alla Biennale di Fotografia “Mediterranea”), tra lampadine elettriche
che rischiarano a giorno gazebo per orchestrine o volti di ragazzine rapite da
musiche e colori, viste attraverso un
obiettivo molto luminoso che lascia al
grande uso del movimento un gioioso
quanto straniante effetto flou che si trascina i colori, uno sguardo notturno e
quasi insensibile a quanto ci circonda,
tutto “è mosso”, tutto si disperde come
le luci di uno scooter e viene quasi
messo in disparte. resta un che di vitale, forte in quel suo esserci, ma al
tempo stesso l’essenza impercettibile di
presenze fantastiche, diafane, ormai allontanate. Fantastici nel loro raffinato
divertissement risuonano i disegni a
china divisi tra “animali” e “scrittura”,
questa seconda sezione filosoficamente
intrigante, superiore mezzo di comunicazione, costruita com’è sulla fatica di
un uomo e di una donna posti sulla dop-
pia altura di una gigantesca ‘U’ a colmare con lettere dell’alfabeto o bocconi
di parole l’enorme spazio sottostante, o
sulla terrificante esondazione del mostruoso vulcano ancora fatta di sillabe e
parole, nuove, ironiche sembianze dei
lapilli e delle ceneri di oggi. Le tele infine, quattro rese con pastelli e olio su
tela (tra il 2000 e il 2009), due tra acrilici
e pastelli, più recenti, opere costruite tra
tratti tenui e decisi allo stesso tempo
come con la delicatezza di certi colori
o con la loro forte espressività. “Mentre
il lavoro che faccio sulla fotografia e sui
disegni mi spinge all’organizzazione,
allo studio, alla necessità di inquadrare
un’opera in ogni suo momento di nascita e di svolgimento, il lavoro della
pittura è quanto di più casuale ci possa
essere”, confessa Federica. Lavorando
tra il fiabesco e il realistico, abbracciando gli stimoli della natura e accarezzando quelle suggestioni che
improvvise possono nascere (nel sentimento? nei ricordi? in qualche parte
Pàleo di Sonia girotto e giulio Vigna
A destra, Giulio Vigna, “Età del bronzo”
acquerello e pastello;
qui sotto, Sonia Girotto, “Gusci rosa”, gres smaltato
© aut./ApV
7
Federica Bertino, “Mozart in Egypt 4”
2012, acrilico e pastelli a olio, © l’artista
Ceramiche e acquerelli alla Galleria ‘Arte per Voi’ – Avigliana (To)
in corso fino al 9 novembre
presso la galleria arte per Voi di
avigliana, Pàleo, arte primitiva,
mostra di ceramiche e acquerelli di
Sonia girotto e giulio Vigna. Così ne
scrive Paolo nesta, curatore della mostra: “Palaiós: antico. L’archeologia
preistorica e le piuttosto recenti paleo
scienze, compresa la paleo icnologia (la
disciplina che studia gli icnofossili, impronte o strutture biogenetiche lasciate
da organismi vissuti nel passato, come
ad esempio tracce, piste, orme, solchi,
Pagina
COURRIER DES ARTS
buchi, ecc.), ci mettono a disposizione una quantità sorprendente di documentazione,
che continua a stimolare non
solo la ricerca disciplinare,
ma anche l’abilità e la fantasia creativa degli artisti. Non
per caso il ‘primitivismo’ si
riaffaccia prepotente, come
una delle componenti fondative dell’arte del XX secolo.
Sonia Girotto, impiegando
l’antichissimo mestiere del ceramista, trapassa agilmente,
tra il serioso e il divertito, da
forme plastiche essenziali, decorate di impronte manuali, geometriche essenziali e fitomorfe, a vere e
proprie ricomposizioni misteriose di vegetali, degne
di apparire in un manuale di paleobotanica. Giulio
Vigna, invece, fantastica su mappe, incisioni e segni
rupestri; disegna e dipinge nature morte in cui vasi
preistorici sono composti sullo sfondo di disegni ru-
del corpo? dove, chissà perché...),
Bertino lascia che l’immaginazione
non trovi inciampi ma soltanto quegli
sbocchi, a lei naturalissimi, che in
modo inevitabile l’artista trova alla
fine di un viaggio. Corpi femminili,
presenze animali, macchie di colore,
impercettibili tratti, segni spezzati, un
ventaglio di verdi e gialli, di arancio
intensi e di azzurri profondi, soggetti
fantasiosi, liaisons impensabili, stranezze per chi guardi distrattamente:
poi ogni tratto s’impadronisce del proprio spazio, ogni isola s’insinua verso
questo o quel frammento, ogni sensazione personale convoglia verso un nucleo, una fiaba, un racconto. “È
proprio quando l’arte diventa totale
connubio di comunicazione e mistero
che raggiunge la sua massima aspirazione”, ha scritto di lei anita D’agnolo
Vallan: vero, mistero e comunicazione
coabitano nelle diverse parti di una
stessa attività artistica, due contrari che
si fondono altrettanto inverosimilmente nel reale e nell’onirico, nel metafisico e nella natura. C’è una tela, tra
gli ultimi lavori di Federica, che mi
piace ricordare. S’intitola Può essere,
è la resa dei conti con un tratto della
propria vita, un atto di fede, il chiarimento che ogni cosa può accadere,
tutto può rinascere e ricominciare. non
solo la vita, anche la pittura, l’arte, la
sua, è un imboccare una strada senza
soste, un desiderio di sfide e di idee e
di mezzi sconosciuti, una volontà di
scoprire, matura ed fantasiosa, lo specchio di una grande maturità espressiva.
pestri, oppure simula la riproduzione di pitture rupestri e indugia a studiare per l’età del bronzo frammenti di antichi alfabeti, ma, nello stesso tempo,
strizzando l’occhio ammiccante a quelli di Riccardo
Licata o di Giuseppe Capogrossi, non a caso fondatore nel 1951 del gruppo artistico ‘Origine’. Per i
due artisti il confronto con l’antico dà forma alla
reinvenzione di un repertorio di immagini che reca
in sé, prima di tutto, la traccia del piacere del fare;
inoltre, ha il valore di operazione di immedesimazione nell’antico (il ‘Paleo’), in cui la sfera dell’immaginario si mette in gioco rapportandosi al senso
profondo di un mito, costantemente risorgente in noi.
Si tratta di un misterioso archetipo, che da millenni
trascolora tra ricostruzioni che si presentano nella
storia culturale, di volta in volta, sotto le specie del
primitivismo ingenuo e felice,della ‘età dell’oro’,
del ‘mito del buon selvaggio’ o, tutto all’opposto,
di un mondo primigenio in cui le belve umane sono
sopraffatte dagli istinti più violenti e brutali”.
Galleria ‘Arte per Voi’ Associazione Culturale
P.za Conte rosso 3 – avigliana (To)
“Pàleo, Arte primitiva”
Ceramiche di Sonia Girotto
e acquerelli di Giulio Vigna
Fino al 9 novembre - info: http://artepervoi.it
Spettacoli
Artisti scelti dal
CORRIEREdell’ARTE
8
Pagina
P
24 Ottobre 2014
COURRIER DES ARTS
Note critiche
er arte ineterno.
Pretendiamo
messe concetquelle
che
tutte
tuali
esperienze creasottolineano
tive del singolo
l’importanza
individuo atte a
del
lavoro
trasfigurare il
dell’artista di
proprio ego in
ogni epoca che
qualcos’altro,
verrà letto e
traslando l’idea
considerato sein un oggetto
guendo le masenza tempo,
trici etiche ed
fuori dal tempo,
estetiche di quel
in quella dimentempo relativo.
sione intermeMa il vero artidia tra la realtà
sta è l’artefice
di riferimento
massimo,
il
Caspar David Friedrich
ed un ipotetico
creatore
su"Viandante sul mare di nebbia", 1818
© Kunsthalle, Amburgo
altrove. i sentiblime di mitomenti e le sensazioni divengono la logie sovratemporali che anticipano
chiave di volta di questa splendida le correnti storiche mediante una proarchitettura ideale secondo la quale i fonda immaginazione che spirituadati dell’elaborazione preconscia e lizza sé stessa sino all’ispirazione
del materiale inconscio prendono pura per sublimare alfine in intuiforma sino a congelarsi in materiale zione. il genio romantico. (a.d.t.)
Liliana CAVIGIOLI
tel. 011 9844369 - cell. 340 3597592
ogni volta che si ammira un’opera di Liliana Cavigioli, si ha la sensazione
di entrare in una zona sospesa tra questo e quel mondo: un luogo interstiziale
in cui sogno e realtà convivono senza determinare il sopravvento dell’ambito
concreto o della sfera onirica. nel caso de L’albero del sogno (2014), siamo
nuovamente in tale dimensione lirica in cui l’aspetto bucolico della natura
circostante sprofonda nel remoto luogo metafisico dei ricordi lontani, quando
l’eterna giovinezza delle anime pure era lieta di vivere il dono dell’esistenza.
Le radici sprofondano nella terra come nell’anima, i colori si sovrappongono in strati deliranti che descrivono il divenire delle passioni, mentre la
gestualità di ciò che la logica fissa in immagine si eleva a paradosso. in
questo modo la razionalità mostra l’aspetto irrazionale delle cose, esatta“L'albero del sogno”, 2014, 40x50 cm.
mente come
la vita ha in
sé il germe
della morte
o la felicità
nasconde le
sue inquietudini. L’albero della
conoscenza,
insomma,
dal quale
perdemmo
l’eternità.
P.za zara, 3 - 10133 Torino
Tel. 011 6312666 / fax 011 6317243
Marisa BORDIGA
cell. 349 3551159
Io la so lunga… vengo da lontano è il titolo dell’opera realizzata ad olio su tavola da
Marisa Bordiga: il ritratto di
un signore d’una certa età, che
osserva lo spettatore con occhi
un po’ persi, disilllusi ed ironici, ma fors’anche di sfida;
quasi una provocazione tra il
vecchio e il nuovo, tra il passato ed un presente incerto. Lo
stato di fragilità dettato dalla
posa viene controbilanciato
dalla sicurezza con la quale il
protagonista del dipinto impugna un giornale, sinonimo di
attualità. La risultante significativa è tutta racchiusa in
quello sguardo beffardo ma
sincero, pronto e nello stesso
tempo lontano, appunto. oggi,
“Io la so lunga... vengo da lontano”, 2007
che le nuove generazioni sono
olio su tavola, 40x30 cm.
così distanti. oggi che i sistemi digitali, i social network o le più avanzate tecnologie hanno creato
individui anonimi incapaci di guardarsi in faccia e dire quello che pensano.
Maria Pia F
cell. 335 6667046 - email: info@maria
nata a Padova, Maria Pia
Fransos è Socia della Promotrice delle Belle arti di
Torino, ove partecipa nel
tempo a prestigiose collettive e personali, quali,
tra le più recenti, a Savona, acqui Terme e Torino (Mausoleo della
Bella rosin, Centro incontri regione Piemonte
e altre sedi). e tra i molti
riconoscimenti ricevuti
citiamo
quello della
XXXiii edizione artistica
“il
Centenario
2013”. il percorso creativo di Maria Pia Fransos,
teso ad una ricerca estetica e pittorica, è votato
alla narrazione diretta e
precisa del quotidiano
“Mimesis”, 2014, acquerello su tavola
estrapolato da contesti
astratti e intriso di momenti reali filtrati da cristallina trasparenza.
“So chi ero quando mi sono alzata questa mattina, ma da allora devo
CORRIEREd
Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti d
Corriere dell’Arte
Anna BORGARELLI
tel. 011 837699 - cell. 329 3276323 - www.annaborgarelli.it
L’acquerello di anna Borgarelli raffigura una composizione floreale: Calle con
rosa penetra lo spazio concreto della realtà di riferimento descrivendo la leggerezza dei fiori, appunto, sino alla sublimazione simbolica d’un linguaggio eterno,
antico, naturale. Come dalla na“Calle con rosa”, acquerello, 38x28,5 cm.
tura è estrapolata la composizione, così della composizione
pittorica è colta la dimensione
intima. La tecnica ad acquerello
consente di interpretare il senso
della delicatezza, della fragilità
e della bellezza spontanea offerta dal Creato. eppure, indipendentemente dall’aspetto
tattile evocato direttamente dal
valore esecutivo dell’opera, immerge l’attenzione anche sull’aspetto olfattivo, risvegliando
indirettamente le sensazioni individuali dell’osservatore. Caratteri che inducono l’oggettività
alla soggettività interpretativa.
emerge il significato della
poetica artistica dell’autrice,
capace di proiettare nel ricordo
personale i dati del visibile.
FRANSOS
apiafransos.it - www.mariapiafransos.it
essere cambiata diverse volte” (Lewis Carroll, alice nel Paese
delle Meraviglie), cita l’artista e così prosegue: “Le mie opere
tendono a una sorta di mimetismo, quasi fossero forme musicali
e sintesi tra materia e gesto. Come scriveva Josè Ortega y Gasset
(1883-1955), il maggior filosofo spagnolo del secolo scorso: ‘Io
sono me stesso più il mio ambiente; se non preservo quest’ultimo, non preservo allora nemmeno me stesso’. Molti sono i
giorni in cui ci sentiamo leggiadri come foglie e distrattamente
non vediamo
“Lo strappo dei Dioscuri”, 2014, tecnica mista
il palo che ci
ferma
nel
cammino.
Dobbiamo ritornare a purificare
l’occhio perché contempli, la mano
perché crei , il
cuore perché
rispetti l’armonia
del
mondo che è
parte della
nostra vita”.
dell’ARTE
CORRIEREdell’ARTE
24 Ottobre 2014
a CUra Di
Pagina
ANDREA DOMENICO TARICCO
Delfina BRUNERO
tel. 011 3092562 - cell. 347 2926551
L’olio su tela intitolato Figurina Liberty costituisce un miraggio pittorico nel
quale Delfina Brunero descrive il senso mistico della bellezza: una figura femminile traspare dallo sfondo cromatico delineando i margini d’una sagoma che
prende via via forma negli occhi dell’astante sino a deflagrare nel fiore, punto
focale della concretizzazione ottica. Le tinte morbide della costruzione plastica
“Figurina liberty”, olio su tela, 70x60 cm.
precludono un divenire sincopato delle singole aree
del dipinto, una convergenza formale che si attua
conseguentemente in figurazione. Luce ed ombra, figurazione ed astrazione,
visto e non visto, si alternano dinamicamente in
quest’opera senza tempo;
senza tempo perché sfuggono i riferimenti di
un’epoca
specifica.
L’aspetto olfattivo, tattile
del fiore si eleva a potenza
nel momento in cui viene
incrociato lo sguardo della
musa che guarda il vuoto,
dal quale proviene e verso
il quale ci invia smarriti.
Gianni VERNA
email: [email protected]
Si inaugura martedì 28 ottobre alla Kasa dei Libri, in largo De Benedetti 4 a
Milano, la Mostra Quando l’Arte incontra la Poesia, aperta sino al 7 novembre. in esposizione le xilografie di Gianni Verna, dedicate alle Tante Lune di
Leopardi. C’era una volta la tecnica della xilografia, metodo grafico che utilizza
matrici in legno incise a rilievo, un’arte antica nata in oriente e poi diffusa in europa, dove diventa il principale strumento di stampa a partire dal Xii secolo. e
c’era una volta un giovane poeta,
giacomo Leopardi, appunto, che
dalla dimora paterna sui colli recanatesi guardava il mondo oltre
la siepe: alla Personale Tante
Lune, le due storie s’incontrano
nelle xilografie di gianni Verna,
artista torinese che vive appartato
dalla frenesia cittadina, dedicandosi a incidere legno e stampare
a mano, proprio come si faceva
una volta. Dalla sua casa, nascosta tra gli alberi, si vede ancora
il cielo. Quasi lo stesso cielo infinito che il poeta contemplava
dall’ermo colle a lui sempre così
caro, nelle serate di aria serena,
quand’egli - come il pastore
errante - interrogava la luna.
“Che fai tu Luna in ciel?”, xilografia
da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno
9
COURRIER DES ARTS
[email protected]
www.corrieredellarte.it
CORRIEREdell’ARTE
10
Spettacoli
Battiston si sdoppia per dar vita a Falstaff
Pagina
24 Ottobre 2014
COURRIER DES ARTS
Inaugurata la stagione dello Stabile torinese
C
eLio raBBione
’è una forte cesura, a poco
meno di una mezz’ora dalla
fine, nel Falstaff che con la
traduzione di nadia Fusini e l’adattamento e la regia di andrea De rosa
ha inaugurato la stagione dello Stabile
torinese. Una grande rete impacchetta
e solleva verso l’alto in un veloce risucchio la variopinta scenografia di
Simone Mannino (un bellissimo lavoro, suoi anche i costumi, quei pancioni che il gaudente protagonista e
altri s’appendono al collo , magari per
renderli un otre cui attingere vino,
come è suggestiva l’idea finale di quel
faccione biancastro e gommoso che
arriva ad occupare gran parte del palcoscenico), da gran bazar in quel tripudio di tappeti, coperte, divani e via
dicendo, le luci si raggelano e imbiancano là dove prima era calore e allegra luminosità e dinanzi ad un muro
completamente spoglio giuseppe
Battiston, fino ad allora Falstaff, indossa la pesante armatura di enrico
iV pronto ad impartire – il tempo del
governo -, tra i lamenti che precedono
la morte, una conclusiva lezione di
vita e di politica al figlio enrico V che
gli succederà sul trono. Un prefinale
che è un grande momento di teatro,
credo perché semplicemente più fedele alla partitura shakespeariana, più
compatto, più teatralmente collaudato. De rosa non ha voluto cimentarsi con la completezza di un unico
titolo, ma nel rendere il nucleo centrale della sua operazione il rapporto
tra padre e figlio, la figura paterna
sdoppiata nella regalità e nella suburra, s’è circondato di citazioni,
come un’antica miscellanea, come un
repertorio musicale sbocconcellato in
vari assaggi, compiacendosi di citare
il libretto di arrigo Boito per il capolavoro verdiano, Kafka con le sue
Lettere al padre, nietzsche con Così
parlò Zarathustra, sino ad arrivare ai
due marchettari di gus van Sant in
Belli e dannati. Padronissimo di portarci là dove il cuore e la mente gli
hanno dettato, ma innegabile che le
giravolte, quelle citazioni, i tanti
grumi che ritroviamo nella serata abbiano un effetto deviante, non sempre
riescano ad amalgamarsi in un corpo
unico, patendone in qualche parte la
chiarezza e la comprensione. Lo spettacolo, in questi suoi altalenanti percorsi, in questo quasi chiedere in
prestito “qualcosa”, è innegabile che
avvinca, che si muova con sicurezza,
che in tutta la prima parte renda con
smisurata vivacità i colori della taverna-bordello di eastcheap - il
tempo del divertimento - con le sue
bevute e le sue oscenità, con i corpi e
il sesso, e sia un piacere ascoltare
dalla voce del protagonista certe tirate
come quell’elogio delle virtù del vino:
ma allo stesso tempo nasce spontanea, nello spettatore tout court, nel
Messa da Requiem, esecuzioni a confronto
Noseda a Torino e Chailly a Milano
M
aLeSSanDro MorMiLe
essa da Requiem di giuseppe Verdi proposta a Torino, per inaugurare (scelta davvero insolita) la stagione lirica 2014-2015
del regio, e a Milano, alla Scala, come concerto straordinario in memoria di Claudio abbado. Due esecuzioni a confronto, entrambe valide, anche se tanto
diverse. Quella torinese, affidata a gianandrea noseda, è tesa e ricca di contrasti; interpreta la visione
laica dell’uomo dinanzi all’interrogativo su cosa lo
aspetta dopo la morte con agghiacciata, quasi inquieta evidenza sonora. La sua lettura è nervosa, tormentata, con un “Dies irae” scarnificato nelle
sonorità e reso nel contempo asciutto nonostante sia
d’effetto, mentre le oasi liriche, che tanta importanza
hanno nel Requiem, divengono spesso impalpabili,
quasi sussurrate come sintomo dell’angoscia che assale l’uomo e che poco spazio dona alla rassegnazione dell’anima turbata all’idea della morte. i
complessi del regio, che con noseda hanno portato
il Requiem in tournée a Vienna, Tokyo, Dresda e San
Pietroburgo, sempre accolti con esiti trionfali, sono
premiati anche dal pubblico torinese, che ancora non
sa se le dimissioni di noseda a Direttore musicale
del regio, per divergenze di vedute con il sovrintendente Walter Vergnano, saranno definitive, o se il
maestro milanese risorgerà come l’araba fenice, forte
dell’appoggio delle masse artistiche, grazie a lui approdate a livelli qualitativi eccellenti. Quartetto di so-
foto © Mario Spada
suo disorientamento, la domanda perché non affidarsi all’autore, alla sua
parola e alla sequenza dei fatti, mettendosi al suo servizio in modo totale,
senza trattarlo con qualche moderna
irriverenza. Battiston ricrea con De
rosa il duo del Macbeth di due stagioni fa, qui non vince con il personaggio soltanto con la corpulenza ma
questo “amore sfrontato per la vita”
che è in lui l’attore lo rende appieno
con l’intelligenza del ritratto, con
l’umorismo, con il fanfaronismo che
mette in ogni azione e in ogni sillaba.
accanto a lui, da ricordare le prove di
elisabetta Valgoi come ostessa (microfonata!), del rampollo scapestrato
di andrea Sorrentino e soprattutto
del giudice di giovanni Franzoni,
impeccabile speaker di commento.
listi di tutto rispetto, con erika grimaldi, soprano
corretta ma di vocalità poco drammatica, l’intenso
mezzosoprano Daniela Barcellona, lo svettante e
inossidabile tenore gregory Kunde e Michele Pertusi, che canta con nobiltà e con una espressività da
manuale, pur non possedendo la cavata di suono dell’autentico basso verdiano. a Milano, invece, in una
Scala gremita in ogni ordine di posti con un pubblico
delle grandi occasioni, ben quindici sono stati i minuti di applausi che hanno premiato una esecuzione
del Requiem che, all’apposto della visione di noseda, il maestro riccardo Chailly, forte di un’orchestra e di un coro superlativi, senza rivali al mondo
quando eseguono Verdi, vede come un blocco unico,
con una solidità di suono macignosa che persegue,
sulla linea di una tradizione esecutiva spiccatamente
italiana, sonorità dense ed imponenti, ma all’occorrenza anche morbide. Una visione che in apparenza
può sembrare meno ricca di contrasti rispetto a quella
di noseda ma che ha il carisma dell’eccezionalità in
certe oasi di distesa pateticità, dove il suono non si
sfibra mai, ma resta caldo, intenso, davvero commosso. ed ecco un “Lacrymosa” memorabile, tanto
per citare uno di questi momenti. Solisti vocali,
anche a Milano, di riguardo, con il soprano anja
harteros che fa dimenticare, grazie al fascino vocale,
alcune fissità d’emissione, la bravissima elina garanca, mezzosoprano dal timbro mordibo e bello
come il più prezioso dei velluti, il tenore Matthew
Polenzani, forse un poco leggero ma elegante nel donare tenerezza ad alcune frasi dell’“ingemisco” (toccante il suo “et latronem exaudisti”) e all’attacco
davvero temibile dell’“hostias”, e l’impeccabile
basso ildebrando D’arcangelo, non espressivo
come Pertusi, ma di voce timbrata e di bel colore.
NEWYORK NEWYORK
a
11
La riscoperta dell’America di Benton
24 Ottobre 2014
Pagina
COURRIER DES ARTS
Al Metropolitan Museum torna in esposizione il grande affresco in dieci pannelli
foto © aut.
DaL noSTro CorriSPonDenTe
MaUro LUCenTini
CORRIEREdell’ARTE
l pittore americano dell’epoca
déco Thomas hart Benton
viene attribuito il detto “i
musei sono la rovina dell’arte”. Ma v’è
un che di paradossale nel fatto che tale
scampolo di estetica sia tornato alla
luce in occasione di uno straordinario
omaggio tributato a questo artista dal
Metropolitan Museum di new York
con l’installazione, in sede, di un suo
gigantesco affresco che da decenni giaceva in un magazzino: creato nel 193031 e intitolato L’America oggi, il
murale in dieci pannelli rievoca con
commovente immediatezza (e vari riscontri nella situazione economico-sociale odierna) l’epoca della grande
Depressione in america alla vigilia del
new Deal. C’è da chiedersi quanto,
senza questa mostra intitolata T.H. Benton’s Mural ‘America Today’ rediscovered, l’appassionato lavoro di questo
artista sarebbe riaffiorato alla coscienza
del pubblico. Un vero e proprio pinnacolo per quanto riguarda la simbiosi tra
musei e artisti sembra d’altra parte essere raggiunto in questa ripresa autun- Thomas H. Benton (1889–1975)
“City Activities with Dance Hall”
nale dell’attività artistico-commerciale da “America Today” (part.), 1930-31
a new York. L’esempio più clamoroso ciclo di affreschi in 10 pannelli, tecnica mista
è fornito dalla decisione del Whitney, il © The Metropolitan Museum of Art, New York
più “americano” dei musei americani, dono di AXA Equitable
di estendere a ventiquattr’ore su ventiquattro, cioè giorno e notte, la retrospettiva
di Jeff Koons, durante i tre giorni precedenti la chiusura il 19 ottobre. a notte
fonda, lo stesso Koons promette di apparire per autografare i cataloghi degli ultimi esponenti della fiumana umana che durante l’estate ha visitato la sua mostra.
è la prima volta - a quanto si sappia - nella storia dell’attività espositiva che un
museo rimanga aperto la notte. avviene poi anche che in molti casi i musei, per
accomodare i prodotti degli artisti, siano costretti ad alterarsi sostanzialmente
essi stessi. La mostra dell’immenso affresco di Benton ha indotto il Metropolitan
ha ricostruire una mezza ala di gallerie. ancora più radicale è la ristrutturazione
che il Museum of Modern art ha dovuto affrontare per dare spazio alla retrospettiva del pittore, scultore e artista concettuale robert gober, attivo nel Connecticut e poi a new York da quarant’anni (Robert Gober, The Heart is not a
Metaphor). Protagonista di un’arte molto aggressiva, ricca, contrariamente alle
tendenze attuali, di narrativa e metafore, una sorta di naturalismo alienato che
scavalca contemporaneamente dadaismo e surrealismo, gober ha costretto con
le sue creazioni il MoMa a sfondare per questa esposizione la maggior parte
delle pareti di tredici sale: ciò per lasciarne protrudere membra umane (generalmente, parti di gambe e piedi normalmente abbigliati); per realizzare misteriose
porte semichiuse, da cui s’intravvedono bagni inaccessibili, nelle cui bagnarole
galleggiano corpi non si sa se vivi o defunti; e per aprire armadi tanto a muro da
non poter contenere nulla. non solo; il museo ha dovuto sfondare anche diversi
pavimenti, per mostrare tra le murature sottostanti tranquilli stagni tra gli alberi
di una foresta. Quasi dovunque, inoltre, le carte da parati hanno dovuto esser sostituite con altre di carattere polemico create da gober: una, per esempio, raffigurante miriadi di piccoli negri impiccati; un’altra, una foresta di genitali maschili
e femminili. non foss’altro che per queste trasformazioni, la produzione di gober
- come ha osservato l’astuta curatrice della mostra ann Temkin - “prova come
un artista possa influire su un museo almeno tanto quanto un museo influisce su
un artista”. non sembra una risposta alla sentenza di
Benton? Va notato infine che buona parte delle mostre
in atto in questo momento, incluse quelle di Benton e
di gober, affermano di “riscoprire” opere che non
erano state sufficientemente valorizzate. Così quella di
rudolf Bauer nella galleria espositiva di Sothebys, di
cui ho già parlato in uno degli scorsi numeri del Corriere dell’Arte. o quella dei ritagli di carta di Matisse
(Henri Matisse, The Cut-outs) anch’essa al MoMa; o
quella degli arazzi di Van aelst (Pieter Coecke Van
Aelst and Renaissance tapestry), multiforme artista del
rinascimento fiammingo, una delle più sontuose che io
abbia mai visto; o quella infine di un intero movimento
artistico tedesco contemporaneo, che sta per aprirsi al
guggenheim (Zero: Countdown to Tomorrow). Sono
grandi servizi dei musei agli artisti, appunto, o una preparazione psicologica per le aste miliardarie che stanno
per ricominciare in autunno? anche questo sospetto,
naturalmente, è intuibile nella sentenza di Benton.
The Metropolitan Museum of Art
1000 5th ave. – new York (nY)
“T.H. Benton’s Mural ‘America Today’ rediscovered”
Fino al 19 aprile 2015
info: 001 212 5357710
www.metmuseum.org
CINEMA
L’uovo di Colombo?
Box Office USA, strategie per risollevare il settore
nel secondo weekend di ottobre, coronato dal Columbus Day, che gli
Stati Uniti dedicano alla scoperta dell’america, hollywood pensa di aver
scoperto la formula per risollevare la sua industria da un recente attacco
di depressione. Quattro pellicole di carattere molto diverso - Gone Girl
(in italia, L’amore bugiardo, ndr.), un giallo sentimentale di 20th Century
Fox e new regency, Dracula Untold, della categoria orrore leggero
(Universal), Alexander and the terrible, horrible, no good, very bad Day,
film per bambini (Disney), The Judge, serio, di Warner Bros., e Annabelle, horror drammatico, pure della Warner, hanno sollevato gli incassi
nelle sale nazionali (149 milioni di dollari, nettamente al di sopra del totale registrato nello stesso periodo dell’anno precedente). La fine della
stagione primaver-estate aveva visto invece un calo relativo del 15 per
cento. Capofila del gruppo vincente, il citato Gone Girl di David Fincher,
su un matrimonio drasticamente andato a male, adattamento di un bestseller di gillian Flynn, con Ben affleck e rosamund Pike. Le aspettative
dell’industria sono ancor più incoraggiate dal successo su internet di assaggi anteprima dello science fiction Interstellar (Paramount-WarnerLegendary), ritenuto il capolavoro dello specialista Christopher nolan.
il film, che entra in circolazione ai primi di novembre, tratta del viaggio dentro una scorciatoia spazio-temporale (un worm-hole). (ma. lu.)
[i dati sugli incassi ai cinema sono forniti dall’agenzia rentrak ©]
Ben Affleck con Rosamund Pike
è il protagonista di “Gone Girl (L’amore bugiardo)”
di David Fincher
foto © aut./Fox
CORRIEREdell’ARTE
12
hans richter
Pagina
e l’avanguardia
24 Ottobre 2014
COURRIER DES ARTS
Al Museo d’Arte di Lugano
F
FrançoiS MiCaULT
ino al 23 novembre prossimo, il
Museo d’arte di Lugano ospita
un’ampia panoramica dedicata all’artista tedesco hans richter (Berlino, 1888 Minusio, 1976), che comprende ben 200
opere tra dipinti, disegni, fotografie, film,
libri e riviste, occasione unica per riscoprire questa grande figura dell’arte e dell’avanguardia del secolo scorso.
La
manifestazione è stata organizzata dal
County Museum di Los angeles e dal Centro Pompidou di Metz, in Lorena, in collaborazione con il Museo di Lugano. hans
richter ha dimostrato il suo talento in diversi campi, dalla pittura al disegno, dal cinema
alla
scrittura,
dall’editoria
all’insegnamento allo scopo di affermare la
rivoluzione modernista che ha segnato la
prima metà del novecento. il suo lungo
percorso è collegato ai fatti storici ed artistici a lui contemporanei, ha collaborato e
dialogato con i maggiori artisti, da Marcel
Duchamp a Kazimir Malevič, da Theo van
Doesburg a Kurt Schwitters, da Max ernst
a Sergej ejzenštejn, da Mies van der rohe
a Jean Cocteau. Dopo il primo periodo
sivamente un pioniere del cinema astratto,
divenendo nella seconda metà degli anni
Venti uno sperimentatore in ambito artistico. rifugiatosi negli Stati Uniti dopo
l’avvento del nazismo, richter è poi diventato grazie alla sua attività di insegnante un
modello per la nascita del cinema indipendente americano e attraverso libri e mostre
ha contribuito a scrivere la storia delle
avanguardie dell’inizio del novecento. articolato su due piani nella Villa Malpensata,
il percorso espositivo si dispiega in ordine
cronologico attorno alle grandi fasi dell’avventura artistica di richter, e sono esposte
opere di artisti quali arp, eggeling, Janco,
Jawlensky, van Doesburg, Moholy nagy,
Man ray. Vengono messe a confronto le
grandi tematiche delle avanguardie e si ha
modo di ripercorrere alcune esperienze fondamentali che hanno segnato la storia dei
rapporti tra pittura e cinema nel XX secolo.
Hans Richter, “Cohesion II”, 1970 © aut./MAL
espressionista berlinese tra il 1916 e il
1918, richter è stato uno dei protagonisti
della stagione del Dadaismo zurighese insieme a Tzara, Ball, arp e Janco, e succes-
Ossessione Pasolini
Mostra alla Martin Gropius Bau di Berlino, per i quaranta annni dalla morte del regista e scrittore
D
DaL noSTro CorriSPonDenTe
SaBaTino CerSoSiMo
opo le tappe a Barcellona, Parigi e roma,
Pasolini Roma è arrivata al Martin gropius
Bau di Berlino (già dall’11 settembre
scorso) e si protrarrà fino al 5 gennaio 2015. Lo spirito polivalente della mostra dedicata a Pier Paolo
Pasolini (Bologna, 1922 - ostia, 1975) è apparso evidente già alla conferenza stampa, con i suoi picchi
intellettuali ma anche emotivi. Se i curatori Jordi
Balló e alain Bergala, (ma anche il direttore del
museo gereon Sievernich e quello dell’istituto italiano di Cultura aldo Venturelli) hanno offerto una
chiave di lettura critica, filologica, estetica dell’opera
pasoliniana, ninetto Davoli ne ha espresso i valori
semplici, affettivi, più umani che artistici, come voleva la profonda amicizia che univa l’attore al regista.
Preambolo è il Prima di Roma, nel suo amato Friuli,
a Casarsa (Udine), dove viene licenziato dalla scuola
in cui insegna lettere per presunti malcostumi sessuali (ed espulso dal Partito Comunista cui era iscritto)... Poi, l’arrivo con la madre a roma: in ogni
sala una mappa della città descrive i luoghi legati alla
sua vita privata e professionale, con oggetti emblematici (sculture, fontane, lapidi, auto, macchinari di lavorazione e registrazione, ecc) che sono lo spunto
per le tante riflessioni offerte. appare quindi il Pa-
solini agli esordi
dietro
la
macchina
da
presa con Accattone, La ricotta,
Uccellacci e uccellini, Mamma
Roma. appare
anche il Pasolini
poco più che
adolescente degli
studi artistici e Pier Paolo Pasolini e Ninetto Davoli
dei tanti ritratti e Roma © aut. / Cineteca di Bologna
autoritratti dall’animo espressionista, che torneranno
dopo trent’anni con una ricerca ancora più sintetica.
L’estetica della tradizione artistica italiana tuttavia
resterà intatta anche nei suoi film (il Cristo del Mantegna in Mamma Roma, la ricostruzione della deposizione del Pontormo ne La ricotta, ecc). Sui muri
lettere, poesie, articoli giornalistici, sceneggiature,
video, interviste: in maniera ricchissima si traccia il
ritratto di un uomo amato e odiato. L’attacco ossessivo alla borghesia quale cancro della società moderna, e con essa la televisione colpevole
dell’assuefazione cui era condannato il popolo; il
rapporto controverso con la religione e soprattutto
con la Chiesa cattolica, e quello con il corpo e la
mente umana, generatori di piacere e orrori:
Museo d’Arte Lugano
riva Caccia 5 – Lugano
“Hans Richter
Il ritmo dell’avanguardia”
Fino al 23 novembre
info: 0041 58 8667214 - www.mdam.ch
trentadue (!) sono i processi imputati a Pasolini (conclusi sempre con piena assoluzione), con un accanimento giudiziario che solo l’italia perbenista e
ipocritamente moralista di quegli anni poteva permettersi (Teorema vince a Venezia nel 1968 il Premio dell’Ufficio Cattolico del Cinema, per essere poi
accusato di oscenità). La germania riflette su ciò che
avvicianava il nostro Pasolini al suo Fassbinder: la
politicizzazione dei loro film, l’indagine sociologica
sulla condizione sessuale e omosessuale... la censura
che in italia ha perseguitato con ossessione il regista,
in germania non ha trovato spazio, anzi: il Decameron e i Racconti di Canterbury sono vincitori
al Festival del Cinema di Berlino rispettivamente
dell’orso d’argento nel 1971, e dell’orso d’oro nel
1972. Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), uno
dei film più discussi e censurati della storia del cinema, è preso a modello da Fassbinder e Michael
haneke. L’ultima sala è dedicata a Petrolio, il romanzo incompiuto, il manoscritto perduto su corruzione e perversioni nelle società del potere, e i suoi
presunti legami con la violenta morte dello scrittore
il 2 novembre 1975. nella mostra al Martin gropius
Bau amiamo il regista ma anche il poeta, le sue
Ceneri di Gramsci, la Supplica a mia madre. amiamo il romantico e l’intellettuale, che sognava una
casa con una piccola collezione, allestita oggi per noi.
Martin-Gropius-Bau
niederkirchnerstrasse 7 – Berlino
“Pasolini Roma”
Fino al 5 gennaio 2015
info: 0049 30 254860 - www.berlinerfestspiele.de
FOTORAMA
CORRIEREdell’ARTE
Con gli occhi della foto
Reggia di Venaria (To)
a CUra Di
enriCo S. LaTerza
24 Ottobre 2014
Pagina
13
COURRIER DES ARTS
Dal libro di Calabresi, una mostra illustra
le immagini dei grandi reportage storici
Reggia della Venaria - Sala delle Armi, p.za della repubblica, 4 - Venaria r.le (To). “A occhi aperti”, Quando la Storia si è fermata in una
foto, a cura di Lorenza
Bravetta e alessandra
Mauro. Partendo dal libro
di Mario Calabresi, la retrospettiva invita virtualmente
a viaggiare per guardare gli
avvenimenti del mondo con
gli occhi (l’ottica degli
obiettivi) dei fotoreporter,
testimoni dei nostri tempi:
“Che cosa potremmo
sapere e ricordare dell’invasione sovietica di Praga,
ad esempio, se non ci fossero, impresse nella nostra
mente, le istantanee di un
‘anonimo fotografo’, che si
scoprì poi chiamarsi Josef Koudelka?”, si domanda retoricamente il direttore
de La Stampa; “Ci son fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è uno
Viaggio in italia (e altrove)
Herbert List alla Fondazione Stelline – Milano
120 scatti del fotografo tedesco tra Belpaese
e Mediterraneo negli anni Cinquanta
Fondazione Stelline, c.so Magenta, 61 - Milano. Herbert List, “The
Magical is passing”: accompagnata da un sottile senso di malinconia per
quell’antica magia perduta che non tornerà (“se giovanezza, ahi giovanezza, è
spenta”), sulle orme di goete, o di von gloeden (assonante, oltretutto), ritracciate pure dalla ingrid Bergman di rossellini, la mostra alle Stelline ripercorre
in 122 fotoimmagini in bianco-e-nero l’itinerario di List (1903-1975) - membro
dell’agenzia Magnum dell’amico robert Capa - lungo lo stivale della Penisola
(in particolare, il gambale laziale, la fibbia campana, il tacco apulo, la punta
calabro-sicula) e le sponde del Mediterraneo, negli anni ’50, passando dal purismo di forme astratte, quasi surreali, all’algida immortale bellezza classica
del mito dell’architettura greco-romana, riscoperta nelle statuarie fattezze incarne-ed-ossa (ma perlopiù muscolatura) di imberbi adoni latini, per giungere
ai ritratti di celebri artisti dell’epoca, come Cocteau, Morandi, Picasso ed altri,
sempre attraverso la luce, sia nei chiaroscuri serali o notturni sia nell’abbagliante
solarità di spiagge e corpi, lidi e volti. Magari riflessa nello sguardo intenso
pensoso trasognato della Magnani. Una visione. Fino al 9 novembre.
info:
02 45462411
www.stelline.it
Nell’immagine a lato
Anna Magnani
in uno scatto
di Herbert List
al Circeo, Roma, 1950
foto b/n
© H. List Estate
Magnum Photos
scatto che li racconta”. oltre a quelle del citato
Koudelka, sono in esposizione (mai sovresposta...) le stampe delle più famose immagini di
“mostri sacri” quali Abbas, Gabriele Basilico,
Elliott Erwitt, Paul Fusco, Don McCullin,
Steve McCurry, Paolo Pellegrin, Sebastiao
Salgado, Alex Webb. autentiche icone: Jacqueline Kennedy ad arlington durante il funerale di J.F.K. (erwitt, 1963), i soldati americani
al fronte in Vietnam (McCullin, 1968) e tante,
tante altre. Unforgettable: indimenticabili.
Fino all’8 febbraio 2015
info: 011 4992333 - www.lavenaria.it
Le immagini:
qui sopra, A. Webb, San Ysidro, California, 1979, fotocolor © Magnum/Contrasto;
in alto, E. Erwitt, Arlington, Virginia, 25 novembre 1963, foto b/n © Magnum/Contrasto
CORRIEREdell’ARTE
Pagina
14
24 Ottobre 2014
COURRIER DES ARTS
TORINO e PIEMONTE
Cecily Brown
GAM - Galleria Civica d’Arte
Moderna e Contemporanea
di Torino
Via Magenta 31 – Torino
Fino al 1 febbraio 2015
Info: 011 442 9518
www.gamtorino.it
A cura di Danilo Eccher
GAM Torino presenta una delle artiste più celebrate al mondo, Cecily
Brown. Osannata da alcuni dei protagonisti del mondo della cultura,
della musica, della moda, le sue
opere hanno raggiunto negli ultimi
anni quotazioni straordinarie e
fanno parte delle collezioni più importanti del mondo. L’eccezionalità
dell’appuntamento di Torino, prima
grande esposizione in un’istituzione
italiana con circa 50 opere, dopo
una più piccola anticipazione del
2003 presso MACRO Roma, sempre a cura di Danilo Eccher, permetterà al pubblico l’accesso privilegiato
e diretto a opere provenienti dallo
studio dell’artista e da alcune delle
più ricche raccolte d’arte private
americane ed europee. (c.s./c.p.)
“Uno sguardo
lungo vent’anni”
Personale di Simona Galeotti
Il Cassetto della Nonna
di Giovanna Demeglio
C.so Regina Margherita 148
Torino
Info: 011 5213127
Fino al 5 novembre 2014
In corso la personale di Simona Galeotti, pittrice attenta che da tempo
indaga il versante figurativo della
pittura portando avanti una personale ricerca estetica attraverso uno
studio preciso e una passione autentica. (c.s.)
“Hom’Art”
Internocortile
Spazio Arte e Design
Via Villa Glori 6 – Torino
Fino all’11 novembre
Info: www.internocortile.it
In corso il progetto espositivo
Lampade Rosaventi di Carlo
Nonnis e Silvia Beccaria.
“Editoria fotografica”
Workshop di Dario Salani
PHOS
Centro Polifunzionale
per la Fotografia
e le Arti Visive
diretto da Enzo Obiso
Via Garibaldi 35 bis
Chieri (To)
Fino all’11 novembre
Info: 011 7604867
www.phosfotografia.com
La foto-editoria, dal libro d’arte al
portfolio, all’ebook, spiegata da un
professionista del settore, in collaborazione con Prinp. (c.s./e.l.)
“Felice Casorati
Collezioni e mostre
tra Europa e Americhe”
Fondazione Piera, Pietro
e Giovanni Ferrero
Via Vivaro 49 – Alba (Cn)
Dal 25 ottobre 2014
al 1° febbraio 2015
A cura di Giorgina Bertolino
Una mostra “museo”: sessantacinque dipinti di Felice Casorati,
quaranta dei quali dalle collezioni
di istituzioni nazionali ed internazionali; la Fondazione Ferrero di
Alba e la GAM di Torino, in collaborazione con la Soprintendenza
per i Beni Artistici, rendono omaggio a Casorati (1883 – 1963) con
un’ampia antologica. (c.s./d.t.)
su questa pagina
il Corriere dellÊArte
dedica uno spazio
agli APPUNTAMENTI dÊARTE.
È possibile segnalare
eventi, mostre,
vernissage, iniziative culturali ecc.
>>> tel. 011 6312666 <<<
Vernissage
Venerdì 24 ottobre - ore 17,30
Galleria Rinascenza Contemporanea
Associazione Culturale
Via Palermo 140 – Pescara
“Ouroboros. La Fine e l’Inizio”
Personale di Sergio Galiero
Venerdì 24 ottobre - ore 18,00
Galleria Arte Città Amica
Centro Artistico Culturale
Via rubiana 15 – Torino
“L’Arte può emozionare”
7 mini-Personali
Mercoledì 5 novembre - ore 17,30
Galleria Luigi Caretto
c/o PalaAlpitour Isozaki
Via Filadelfia 82 / c.so Sebastopoli 123
Torino
“Flashback
L’Arte è tutta contemporanea”
Mostra-mercato
Carlo Bossoli, “Venezia, Palazzo Ducale”, 1849
tempera su carta © Aversa
Galleria Aversa
Via Cavour 13 (int. cortile) – Torino
CORRIERE dell’ARTE
COURRIER DES ARTS
Direttore Editoriale
Pietro Panacci
Direttore Responsabile
Virginia Colacino
Caporedattore
Chiara Pittavino
Comitato Editoriale
Giorgio Barberis, Rolando Bellini,
Massimo Boccaletti, Franco Caresio,
Angelo Caroli, Claudia Cassio,
Massimo Centini, Fernanda De Bernardi,
Marilina Di Cataldo,
Gian Giorgio Massara,
Alessandro Mormile, Massimo Olivetti,
Enzo Papa, Lorenzo Reggiani,
Gianfranco Schialvino,
Maria Luisa Tibone
Corrispondente da New York
Mauro Lucentini
[email protected]
Corrispondente da Berlino
Sabatino Cersosimo
Hanno collaborato
C. Gallo, E.S. Laterza, C. Pittavino,
E. Rabbione, A. Olivieri, N. Salvo,
A.D. Taricco, D. Tauro
Realizzazione grafica interna
a cura di E.S. Laterza
Fotografo ufficiale
Antonio Attini
Redazioni distaccate
Milano Rosa Carnevale
Tel. 339 1746312
Roma e Napoli Fabrizio Florian
Tel. 388 9426443
Palermo Caterina Randazzo
Tel. 334 1022647
Concessionaria di Pubblicità interna
Stampa e distribuzione
EditService S.r.l.
Str. Piossasco 43/U – Volvera (To)
Editore
Corriere dell’Arte
Associazione Culturale Arte Giovani
Torino
P.IVA 06956300013
Segnalazioni
in ITALIA
“In alto Milano”
Alessandro Busci
Triennale di Milano
Dal 14 al 30 novembre
Info: 02 72434208
www.triennale.org
La Triennale di Milano ospita la
personale di Alessandro Busci, in
cui l’artista riflette sulla crescita architettonica della città che, a partire dal dopoguerra, ma
soprattutto ora, all’esordio del XXI
secolo, ne ha cambiato radicalmente il volto, imprimendo al suo
orizzonte un inedito moto ascendente. L’esposizione, presentata in
catalogo da Ada Masoero, che
comprende 50 nuovi dipinti, tutti
su lastre di acciaio cor-ten e un nucleo di 40 opere su carta, ruota attorno al ciclo, appositamente
realizzato per l’occasione, che
vede protagonista la nuova Milano “verticale”, cui si affiancano
alcune vedute di metropoli simbolo, come New York, Londra e
Shanghai, in un dialogo e confronto a distanza fra memorie
di archeologie industriali e visioni di scenari futuri. (c.s./v.c.)
“Reanimation”
Performance di Joan Jonas
e Jason Moran
Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2 – Milano
In corso
Info: 02 66111573
Prima assoluta italiana della performance Reanimation, una collaborazione fra l’artista Joan Jonas
e il pianista e compositore jazz
Jason Moran in occasione della
mostra di Joan Jonas Light Time
Tales, a cura di Andrea Lissoni
(aperta fino al 1° febbraio 2015).
Abbonamenti
Annuale (22 nn.):
euro 60,00 per l’Italia
euro 120,00 per l’estero
Arretrati: euro 4,00
Antonio Mignozzi
“Lo spirito della materia”
Galleria CortinaArte
Associazione Culturale
“Renzo Cortina”
Via MacMahon 14/7 – Milano
A cura di Stefano Cortina
Info: 02 33607236
www.cortinaarte.it
Dal 4 al 29 novembre
Dopo l’apertura a Parigi alla Galerie Orenda Art la mostra di Antonio Mignozzi arriva a Milano
presso gli spazi della Cortina Arte
dove si inaugura il 4 novembre.
Antonio Mignozzi (Trebisacce, Calabria 1942) nasce in una famiglia di artisti, il padre è musicista
e pittore e lo introduce precocissimo alle arti visive. Pur usando
tecniche desuete quali l’affresco
le sue opere mantengono una vivace freschezza creativa, consegnandolo a pieno titolo alla
pittura del ’900 italiano. (c.s.)
Santi Moix
“Brooklyn Studio”
M77 Gallery
Associazione Culturale
Via Mecenate 77 – Milano
Fino al 31 gennaio 2015
Info: 02 84571243
La prima personale italiana dell’artista catalano, ma americano
d’adozione, presenterà quaranta
opere inedite, tra oli e acquerelli,
oltre a un’installazione site specific, studiata per l’occasione; il
nuovo spazio espositivo milanese per l’arte contemporanea
italiana e internazionale, presenta un evento dedicato a Santi
Moix, una delle personalità più
interessanti dell’ambiente artistico newyorkese. (c.s./p.p.)
c.c. postale n. 45958055
intestato a Corriere dell’Arte
Associazione Culturale Arte Giovani
Aut. Tribunale di Torino
n. 4818 del 28/07/1995
ABBÒNATI
al CORRIEREdell’ARTE
a soli 60 euro
per un anno
22 numeri a casa tua
Gallerie
ACCADEMIA Galleria
Via accademia albertina 3/e – Torino
Tel. 011 885408
email: [email protected]
www.galleriaaccademia.it
orario: 10,00-12,30/16,00-19,30;
chiuso lunedì
ARTE CITTÀ AMICA
Centro Artistico Culturale
Via rubiana 15 – Torino
Tel. 011 7717471 - Fax 011 7768845
email: [email protected]
www.artecittaamica.it
orario: lun. - sab.16,00-19,00; dom. chiuso
Dal 24/10 al 4/11 “L’Arte può emozionare”
7 mini-Personali
ARTE PER VOI Associazione Culturale
P.za Conte rosso 3 – avigliana (To)
Luigi Castagna - Tel. 011 9369179
Cell. 339 2523791
email: [email protected]
www.artepervoi.it
Paolo nesta - Tel. 011 9328447
Cell. 333 8710636
email: [email protected]
orario: sab. - dom. 15,00-19,00
Fino al 9/11 “Pàleo, Arte primitiva”
Ceramiche di Sonia Girotto
e acquerelli di Giulio Vigna
CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO
Palazzo graneri della roccia
Via Bogino 9 – Torino
scala B destra - 1° piano (digitare 4444+ )
Tel./fax 011 8128718
email: [email protected]
www.circolodegliartistitorino.it
orario: lun. - ven. 15,30-19,30
Fino al 3/11 “Nuovi Mondi
Esperienze visionarie tra video, pittura
e fumetto” Collettiva
LA LANTERNA Galleria
di Maristella SANDANO
Direttore artistico: Livio Pezzato
Via S. Croce 7/c – Moncalieri (To)
Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962
email: [email protected]
www.lalanternaarte.com
orario: mart. - sab. 15,30-18,30
A. Arcidiacono, V. Cavalleri, A. Ciocca,
E. Colombotto Rosso, D. De Agostini, Gigli,
E. Gribaudo, W. Jervolino, Sky Lake,
E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia,
S. Manfredi, D. Pasquero, G. Peiretti,
G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti,
G. Righini, T. Russo, G. Valerioti
inoltre pittori ucraini, naïf croati
grafica nazionale ed internazionale
LA LUNA Art Gallery
Via roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn)
Cell. 339 7108501
email: [email protected]
www.artgallerylaluna.com
orario: ven. 16,00-19,00;
sab. 10,30-13,00/16,00-19,00;
dom. 10,30-12,00
LUNA ART COLLECTION
Spazio espositivo
Via nazionale 73/1 – Cambiano (To)
Tel./Fax 011 9492688
email: [email protected]
www.luna-art-collection.com
orario: lun. - ven. 8,30-17,30;
sab. 8,30-17.30 (previa telefonata)
In permanenza serigrafie d’arte
a tiratura limitata
di Coco Cano, Francesco Casorati,
Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro,
Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg,
John Picking, Marco Puerari,
Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti,
Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo
RINASCENZA CONTEMPORANEA
Associazione Culturale
Via Palermo 140 – Pescara
Cell. 328 6979208
email:[email protected]
www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com
orario: mar. - sab. (su appuntamento)
Fino al 24/11
“Icon. Flusso post-contemporaneo”
Collettiva
Dal 24/10 al 24/11
“Ouroboros. La Fine e l’Inizio”
Personale di Sergio Galiero
CORRIEREdell’ARTE
SENESI Arte
Via S. andrea 44 – Savigliano (Cn)
orario: mar. - sab.9,30-12,30 /15,30-19,30
Tel. 0172 712922
email: [email protected]
www.senesiarte.it
SILVy BASSANESE Arte Contemporanea
Via galileo galilei 45 – Biella
Tel./Fax 015 355414
email: [email protected]
www.silvybassanese.it
orario: mart. - ven. 16,30-19,30;
sab. e festivi su appuntamento
STORELLO Galleria d’Arte
Via del Pino 54 – Pinerolo (To)
Tel. 0121 76235
orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00;
lun. e dom. chiuso
In permanenza opere di Avataneo, Carena,
Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis,
Luzzati, Massucco, Musante
TEART Associazione Artistico-culturale
Via giotto 14 – Torino
Tel. 011 6966422
email: [email protected]
orario: mart. - sab.17,00-19,00
Fino al 12/11 “I complementari”
Personale di Elena Saraceno
TINBER Art Gallery @ Pragelato
Via albergian 20 - Souchères hautes
Pragelato (To)
Tel. 0122 78461
email: [email protected]
www.tinberartgallery.it
orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00
Opere di Tino Aime, Jean-François Béné,
Andrea Berlinghieri, Gianni Bertola,
Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto,
Enrico Challier, Dino Damiani,
Pierflavio Gallina, Lia Laterza,
Claudio Malacarne, Vinicio Perugia,
Elena Piacentini, Mariangela Redolfini,
Sergio Saccomandi, Luciano Spessot
M.ro Raul VIGLIONE
Studio - Galleria - Mostra Culturale
Via Servais 56 – Torino
Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705
email: [email protected]
www.raulviglione.it
A.L.P.G.A.M.C.
24 Ottobre 2014
Pagina
BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte
Via Bonafous 7/1 – Torino
Tel. 011 8173511
www.biasuttiebiasutti.com
orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30
LA TESORIERA Centro Arte
C.so Francia 268 – Torino
Tel. 011 7792147
www.tesoriera.com
orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00;
lunedì e festivi chiuso (o su appuntamento)
Mostra di pittura dall’Ottocento al Novecento
Arte Antica
AVERSA Galleria
Dipinti dell’800 e del Primo ’900
Via Cavour 13 (int. cortile) – Torino
Tel. 011 532662
email: [email protected]
www.aversa-galleria.it
orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00
In corso “Proposte 2014
Dall’800 agli Anni ’20”
DELLA ROCCA Casa d’Aste
Via della rocca 33 – Torino
Tel. 011 8123070/888226 - Fax 011 836244
email: [email protected]
www.dellarocca.net
LUIGI CARETTO Galleria
dal 1911 Dipinti Antichi
Via Maria Vittoria 10 – Torino
Tel. 011 537274
email: [email protected]
www.galleriacaretto.com
orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30
Dal 5/11 “Flashback. L’Arte è tutta contemporanea”
Mostra-mercato
c/o Palaalpitour isozaki
(via Filadelfia 82 / c.so Sebastopoli 123 – Torino)
SANT’AGOSTINO Casa d’Aste
a Torino dal 1969
C.so Tassoni 56 – Torino
Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577
www.santagostinoaste.it
orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30
15
COURRIER DES ARTS
CORRIERE dell’ARTE - 24 Ottobre 2014
Scarica

Corriere dell`arte