P e r i o D i C o D i C U L T U r a e i n F o r M a z i o n e I.P. Fondato da Carlo accossato nel 1994 CORRIEREdell’ARTE L’autentico volto di San Sebastiano Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - email: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale € 2,50 anno XX - n° 17 - Venerdì 24 ottobre 2014 COURRIER DES ARTS Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno Alla Fondazione Cosso, Castello di Miradolo – San Secondo di Pinerolo (To) tutto cambia con guercino e Cagnacci, che prediligono fattezze consacrate all’estasi. La mostra propone anche soluzioni compositive diverse, che vanno oltre il modello diffuso del giovane legato a un palo o a un albero e solo nel mare magnum in cui è stato abbandonato dai suoi aguzzini: e così lo troviamo tra la Sacra Famiglia, accanto ad altri martiri con i quali condivide la sorte in un illusorio superamento dei parametri imposti dallo spazio e dal S MaSSiMo CenTini an Sebastiano è per certi aspetti una figura ambigua: si tende come le corde degli archi che hanno scagliato le frecce del suo martirio; da un lato le sue ascendenze con la tradizione pagana e dall’altro una quasi totale imitatio Christi, fino a quel ritorno alla vita che lascia intravedere una sorta di resurrezione. nel abbiamo una traccia vivida nella bella mostra San Sebastiano, Bellezza e integrità nell’Arte tra ’400 e ’600, allestita presso il castello di Miradolo e curata da Vittorio Sgarbi e antonio D’amico. Una fitta carrellata con opere di andrea della robbia, Tiziano, rubens, guercino, reni, Mattia Preti, caravaggeschi, ribera, giordano, ecc., che vede accentuare il pathos che la caratterizza con una “base” musi- cale costituita da Il Martirio di San Sebastiano di gabriele D’annunzio, con le musiche di Claude Debussy. La mostra è un’interessante occasione per scoprire tutta una serie di aspetti che contrassegnano uno degli “stereotipi” più diffusi dell’arte: intanto l’interesse per la nudità maschile da parte della pittura del passato, poi la straordinaria variabilità che può essere imposta a moduli apparentemente ricorrenti, attraverso soluzioni pittoriche spesso geniali. Si aggiunga quella controllata capacità di non sfumare mai nel peccaminoso, giungendo spesso all’estrema copertura del corpo del martire, ora con toni efebici, ora espressione di una bellezza che, con guido reni, cerca un’immagine antieroica. Di contro riemerge una fisicità quasi guerriera in Matthias Stomer, mentre Pieter Paul Rubens (1577-1640) “San Sebastiano curato dagli angeli” © Palazzo Corsini, Roma (opera visibile dal 30 ottobre) tempo. i moduli compositivi ricorrenti si smaterializzano per esempio con Mattia Preti, che inserisce il soggetto in una più ampia dimensione narrativa, creando una connessione diretta tra il martire e il divino. Vi sono inoltre alcune tele in cui a Sebastiano si affianca irene, artefice della sua salvezza. Un excursus di due secoli nel quale sofferenza ed estasi, bellezza e martirio si compenetrano in una sola dimensione figurativa, colma di tragedia e di ambiguità: forse sta in questa convivenza estrema la chiave per cogliere l’autentico volto di San Sebastiano. Fondazione Cosso Castello di Miradolo S. Secondo di Pinerolo (To) “San Sebastiano Bellezza e integrità nell’Arte tra ’400 e ’600” Fino all’8 marzo 2015 info: 0121 502761 www.fondazionecosso.com Segantini Palazzo Reale di Milano grande retrospettiva C Lorenzo reggiani ’è un quadro che racconta tutto Segantini: Ave Maria a trasbordo. Lo si incontra con emozione nelle sale di Palazzo reale di Milano con altre 120 opere nella grande retrospettiva coprodotta dal Comune di Milano e Skira Giovanni Segantini (1858-1899) “Ave Maria a trasbordo” (2a vers.), 1886 olio su tela, 120x90 cm. © Museo Segantini / Fond. Fischbacher continua a pag. 2 Tra otto e novecento Nelle sale della Galleria Aversa di Torino i gian giorgio MaSSara mportante appuntamento presso la galleria aversa via Cavour 13, interno cortile - in occasione della mostra Proposte 2014; è ormai una lieta consuetudine per i torinesi ritrovarsi nelle sale della galleria all’inizio dell’autunno per ammirare dipinti fra otto e novecento. La copertina del catalogo è accattivante: il dipinto prezioso di Alberto Pasini “La sentinella”, 1876 olio su tela © Aversa alberto Pasini La sentinella (1876), con uno sfondo suddiviso in tre zone cromatiche che spaziano dal turchese ticontinua a pag. 2 CORRIEREdell’ARTE Pagina 2 24 Ottobre 2014 COURRIER DES ARTS segue dalla prima pagina Segantini grande retrospettiva editore con la Fondazione Mazzotta, la prima in italia e la più ampia in assoluto su un vero protagonista dell’arte di fine ottocento. L’Ave Maria, rifatto in più versioni, restituisce in un istante tutte le dimensioni di Segantini: c’è la natura, c’è la sospensione e il raccoglimento, c’è il passaggio e l’intermezzo tra due confini, c’è lo stupore e la ricerca, c’è infine la devozione alla natura, al grembo sacro dei significati e della bellezza. il percorso espositivo, diviso in otto sezioni, si apre con un’area introduttiva di documenti, fotografie, lettere, libri e alcuni quadri. Segue una sezione preliminare con quasi tutti gli autoritratti, che permettono di percepire l’evoluzione dell’immagine che il pittore dà di se stesso. nella prima sezione, “gli esordi”, sono presenti i pochi lavori che Segantini ha dedicato a Milano, centrale nella sua vita e nella sua opera, mentre nella seconda sezione, “il ritratto, dallo specchio al simbolo”, si possono ammirare una serie di magnifici dipinti, tra cui Il ritratto di Carlo Rotta (1897), o Petalo di rosa (1890), dipinto sopra il precedente Tisi galoppante del 1883, nel quale il volto della compagna Bice al risveglio è simbolo di sensualità. La terza sezione, “il vero ripensato: la natura morta”, presenta una serie di straordinarie nature morte, genere obbligato alla fine dell’800, cui Segantini si dedica con eccellente maestria. La quarta sezione, “natura e vita dei campi”, raccoglie i capolavori sulla vita agreste, caratterizzati dalla presenza femminile, come La raccolta delle zucche (1886), sino al primo paesaggio monumentale Alla stanga (1886). all’interno troviamo una sottosezione, “il disegno dal dipinto”, a testimonianza del continuo rifacimento di Segantini dei propri lavori. il pittore raffigura inoltre la religiosità degli umili, cui dà voce in opere fondamentali esposte nella quinta sezione, “natura e simbolo”, come Effetto di luna (1882), il Circolo degli Artisti di Torino esplorando nuovi mondi P rosegue con buon successo di pubblico e critica, fino al 5 novembre, la mostra Nuovi Mondi, Esperienze visionarie tra video, pittura e fumetto”, presso le sale espositive del Circolo degli artisti di Torino. i referenti della mostra: per l’accademia albertina, Daniele Gay e Pierpaolo Rovero; per l’esposizione ieD, Mauro Sacco; per l’anonima Fumetti, Domenico Vassallo. celeberrimo Ave Maria a trasbordo (nella seconda versione del 1886), apppunto, accompagnato con i vari disegni precedenti e successivi alla tela. anche qui vi sono importanti disegni tratti da dipinti. Con il trasferimento in Svizzera nel 1886, Segantini approda al suo personale divisionismo, spezzando la materia in lunghi filamenti di colore. ai capolavori indiscussi del periodo di Savognino, Mezzogiorno sulle alpi (1891), Ritorno dal bosco (1890), fanno seguito le monumentali opere in formato orizzontale, in un divisionismo atto a rendere la luce rarefatta delle alpi, in cui il paesaggio è maggiormente protagonista e assurge a simbolo. La sesta sezione, “Fonti letterarie e illustrazioni”, illustra l’evoluzione del modus operandi del pittore attraverso importanti disegni ispirati a scritti letterari e religiosi. nella settima sezione, dedicata al Trittico dell’Engadina, viene ricostruita - attraverso disegni, studi preparatori e filmati - la genesi di questa monumentale opera, concepita tra il 1896 e il 1899 e considerata il testamento spirituale dell’artista. nella sezione conclusiva, “La maternità”, sono esposti, tra le altre tele, lo splendido olio Le due madri (1889), considerato manifesto del divisionismo italiano, e le opere simboliste in cui l’uso dell’oro e argento in polvere si abbina a una tecnica mista di derivazione divisionista, come le due versioni de L’Angelo della vita (1894) e L’Amore alla fonte della Vita (1896). La rassegna milanese rende quindi compiuto omaggio al talento multiforme di Segantini che, come sottolinea annie Paul Quinsac nel bellissimo catalogo Skira, “in meno di vent’anni di attività ha espresso tutte le angosce e i fermenti della sua epoca in un linguaggio che, teso tra innovazione a tradizione, risulta di una forza senza ulteriori esempi”. Palazzo Reale P.za Duomo 12 – Milano “Segantini” Retrospettiva Fino al 18 gennaio 2015 info: 02 92800375 www.comune.milano.it/palazzoreale Circolo degli Artisti di Torino Palazzo graneri della roccia Via Bogino 9 – Torino “Nuovi Mondi Esperienze visionarie tra video, pittura e fumetto” Collettiva Fino al 5 novembre info: 011 8128718 www.circolodegliartistitorino.it orario: dal lunedì al venerdì dalle 15,30 alle 19,30 segue dalla prima pagina Tra Otto e Novecento pico delle maioliche mediorientali alle tonalità di grigio; al centro un cavallo magistralmente dipinto dal pittore che vive a Cavoretto e una sentinella dal fiammeggiante mantello. e di Pasini è altresì la movimentata Carica di cavalleria con un gruppo di arabi che s’inoltra fra alberi e gole di montagne. e in oriente s’ambienta altresì una tempera di Carlo Bossoli datata 1847 (Crimea), opera alla quale s’accosta la luminosa veduta veneziana che riporta alla memoria quanto scritto da Diego Valeri nella sua Guida sentimentale: vi figurano la facciata di Palazzo Ducale che in modo quasi assurdo pone le arcate in basso a reggere la parte strutturale dell’edificio, la chiesa della Salute, un grandioso veliero ancorato di fronte alla piazzetta, il ponte e tanti personaggi a completare un dipinto la cui esecuzione cade alla metà del secolo XiX. Molto interessanti sono i ritratti e le scene con immagini; in primis il ritratto della Signora Ottolenghi eseguito da Cesare Ferro certo dopo il secondo soggiorno alla corte del Siam. a nostro giudizio, gli arabeschi sul rosso abito, gli elementi di fondo ancora denunciano il ricordo degli anni trascorsi lontano dal Piemonte per decorare Villa Morasing. Subito appresso, in mostra, un pregevole pastello di giovanni B. Carpanetto, I fiori della mamma, con una soave immagine femminile e una bimba fotografate contro una betulla e un indefinito cielo. Sia Cesare Ferro che Carpanetto hanno lasciato importanti opere legate alle valli di Lanzo. il Carpanetto scompare nel 1928; dieci anni più tardi si spegne giacomo grosso dopo aver influenzato, dall’accademia albertina, un gran numero di pittori; di questo maestro è esposto l’olio Il kimono verde raffigurante una fanciulla dagli occhi abbassati che veste un serico e lucente kimono, in un ambiente legato a terre lontane che consentono, negli anni Trenta, di favoleggiare. Più severo l’Au- toritratto che Leonardo Bazzaro (1853 – 1937) dedica all’amico Testa nel 1892, opera esposta nel 1939 alla mostra-omaggio milanese: materica nell’insieme secondo un modello pittorico lombardo ma con il volto ben delineato e isolato nel susseguirsi quasi casuale dei toni cromatici. Di Luigi Crosio – del quale si scopre che è nato ad acqui e non a alba – è più che convincente la tela Preparativi per la festa ambientata nel duomo di Bergamo alta; al drappo colorato che si trascina scenograficamente sui gradini fanno riscontro la figura scura del religioso e l’ombra che s’insinua fra le arcate antiche. anche Demetrio Cosola guarda all’immagine raffigurando in Dolce sogno una signora abbandonata sul canapè; tutto è indeterminato tranne il viso della modella in posa. esposto alla Biennale di Venezia del 1922 e a Settimo nel 2008 è il dipinto Ultimi raggi di andrea Tavernier (scomparso nel 1932), pittore che traduce in chiave contemporanea le luci che Corot aveva scoperto durante il soggiorno romano. Un’opera è fuori catalogo per motivi tecnici; si tratta di un borgo affacciato su di un torrente dipinto da Leonardo Bistolfi, l’allievo di Tranquillo Cremona attratto dal simbolismo espresso in particolare nelle opere in marmo. La tela è caratterizzata da un susseguirsi di toni che spaziano dal blu al turchese, al verde a incorniciare una “vedutina” non priva di poesia. roberto aversa – coadiuvato oggi dai figlioli – ha saputo ben scegliere le opere che comprendono altresì una tavola del pittore russo issupoff (scomparso nel 1957) già avviata compositivamente verso quel disfarsi della forma che caratterizzerà la pittura degli anni Sessanta. Galleria Aversa Palazzo rorengo di rorà Via Cavour 13 – Torino “Proposte 2014 Dall’800 agli Anni ’20” info: 011 532662 www.galleria-aversa.it CORRIEREdell’ARTE La mostra su Lichtenstein. C’è chi dice no 24 Ottobre 2014 Pagina 3 COURRIER DES ARTS Pareri discordanti sulla retrospettiva dedicata all’icona del XX secolo, alla GAM di Torino fino al 25 gennaio L’essenza è nel disegno C Maria LUiSa TiBone on Warhol e rauschenberg, roy Lichtenstein è stato l’icona più significativa della Pop art. Ben lo comprese, in significativo anticipo, la città di Torino che, nel 1964, dell’arte pop presentò, in prima europea, la grande rivoluzione. ora, cinquant’anni dopo, 235 opere per gran parte inedite, vengono esposte alla galleria di arte Moderna a rappresentare l’Opera Prima del grande creatore Lichtenstein, Una mostra irripetibile per i disegni giunti dalla Fondazione intitolata al Maestro, da importanti musei e collezioni d’america e ottimamente articolati nell’allestimento dello Studio dell’architetto Simonetti. a Torino, galleria ‘il Punto’, si era tenuta dal 23 dicembre 1963 al 23 gennaio 1964, auspice gian enzo Sperone, la prima personale dell’artista in italia e nel 1965, sempre da Sperone, la sua opera era stata ripresentata con la schiera dell’arte Pop, appunto: Dine, oldenburg, Pistoletto, rauschenberg, rosenquist, Warhol, Wesselmann. La carriera artistica di Lichtenstein, così come è stata descritta nella mostra alla Triennale di Milano dal 25 gennaio al 3 ottobre 2010, partiva negli anni Sessanta, dalla rivisitazione di opere del cubismo, dell’espressionismo, del futurismo e del modernismo degli anni Trenta e si volgeva all’astrazione minimalista, all’action Painting, ai generi del paesaggio e della natura morta. oggi ciò traspare dai piccoli e grandi schizzi che costituiscono lo svilupparsi affascinante di queste “opere prime”. è un processo di rivelazione estetica del piacere di conquistare a poco a poco gli aspetti degli oggetti della vita come avviene inserendo nel disegno i personaggi dei cartoons, da Mickey Mouse a Donald Duck, alle rappresentazioni patinate delle star, all’evocazione dei puntinati del retino fotografico, passando attraverso la simbologia patriottica delle stars and stripes che costituiscono la bandiera americana. Si attua allora un processo disegnativo di conquista di un linguaggio intimo che anima tali “opere prime”; negli anni Sessanta, la tazza di caffè, il cono di gelato, come l’aereoplano, diventano ambite immagini narrative, popolari quanto basta per renderle icone ricorrenti della società di massa. in un saggio attento a definire il significato appunto di tutti questi disegni , Danilo eccher, curatore della mostra, sottolinea l’eleganza scenografica dei fogli, dove c’è “un sofisticato utilizzo delle matite colorate che svelano un’intimità silenziosa e discreta nella stesura dell’opera”. è questo il fascino del cammino che si snoda nella gaM: “Un percorso articolato e composito - aggiunge eccher - dove emergono, accanto alle citazioni del surrealismo classico, le permanenze delle strutture tecniche per la riproduzione di massa e l’essenzialità del cromatismo, rosso, blu, giallo e nero, la freschezza di un segno indomabile, l’imprevedibilità di una visione simultanea”; “È una mostra che sarebbe piaciuta a Roy”, ha detto Dorothy, seconda moglie dell’artista, in apertura della rassegna. Questa consente di seguire nei fogli e nei taccuini lo straordinario sviluppo di un linguaggio: dai pensieri degli anni Quaranta ai fogli Chinese style landscape del 1996. Come scrive ancora eccher, “l’artista tenta la geometria architettonica del disegno, liberando sinuosità e dolcezze inattese; gli ultimi disegni raccolgono l’intero patrimonio di un lungo e prezioso percorso di ricerca, gli esiti di un’accanita analisi artistica, i risultati di una sperimentazione che si è misurata con la classicità della Storia dell’Arte”. ecco il valore della grande raccolta di immagini oggi presentata, che riesce a condurci con un cammino di riflessione attenta e piacevole ai segreti dell’Opera Prima. Un nuovo successo espositivo di Torino, dopo quello straordinario di renoir e prima del prossimo - già previsto per Monet. Per gli studenti, per gli insegnanti, per le famiglie, per i disabili o semplicemente per il pubblico adulto, il Dipartimento educazione della gaM ha progettato riflessioni significative su gruppi di opere esposte. Ciò offre alla mostra valenze propositive e stimolanti in un approccio alle immagini che potrà così offrire, rivelato da precise osservazioni, il loro messaggio più ricco e perenne. T La commare secca aDriano oLiVieri disegno dell’artista americano sebbene, a detta di eccher stesso, tale intento non si percepisca (ma allora a che serve?). Una mostra che, se fossimo fanatici di fantapolitica e soprattutto se la mostra avesse quel carattere grandioso che le manca, potrebbe far pensare a una penetrante imposizione politico-culturale filoamericana foriera mostra attualmente dedicata a roy Lichtenstein, la gaM è cresciuta divenendo adulta, sebbene di quel tipo particolare di adulte che alcuni coloritamente appellano: “che se la tirano”. ora balla da sola. Dopotutto, quando si è certi di essere belli, si crede di poter fare a meno di essere anche simpatici ed è così che il nostro museo ha rotto antichi indugi che gli suggerivano una prudente formalità, a tratti affettuosa bisogna riconoscerlo, con i giornalisti locali, con i vecchi professori, con le più o meno passate glorie provinciali della cronaca d’arte preferendo loro la fotogenica presenza dei big della carta stampata e della televisione. Quasi 800mila euro di spesa ci paiono davvero troppi per la presente mostra, interessante se, del grande Lichtenstein, avesse esposto esclusivamente i fulgidi esempi che lo collocano nell’alveo prestigioso del XX secolo e non quelli meno significativi degli anni ottanta e novanta, e per un allestimento che riprodurrebbe planimetricamente un Roy Lichtenstein, “Oh, Jeff... ”, 1964 Collezione privata © EoRL/GAM rascorsa l’infanzia sotto la direzione Castagnoli, la galleria di arte Moderna ha ora consumato, sotto quella di Danilo eccher, la propria ambigua adolescenza venendo infine, tra luci e ombre, ad affermare la propria matura personalità. Con la - in un momento di rinnovate tensioni internazionali che richiedono un compattamento ideologico - di infinite dietrologie. La pop-olare protervia, appresa certamente sugli scranni romani, con la quale il sindaco Piero Fassino spintonava alcuni presenti all’inaugurazione per farsi strada onde pronunciare un trionfale quanto discutibile intervento sull’ottimale stato di salute della cultura torinese è il contraltare delle sorridenti hostess in abitini a pois dell’inaugurazione. Come chiarì a suo tempo la procura nel caso Unipol, sponsor di questa mostra, il nostro sindaco, allora segretario dei DS, non ebbe alcun ruolo in quella vicenda poiché egli, senz’ombra di dubbio, fu estraneo ai fatti e non ne sapeva nulla. ecco proprio come adesso: il sindaco deve essere estraneo ai fatti e non saperne proprio nulla per parlare di ottima salute nel caso della cultura torinese. CORRIEREdell’ARTE 4 S Pagina 24 Ottobre 2014 La Sacra Famiglia di gasparin COURRIER DES ARTS Nella Chiesa di San Leonardo Murialdo a Torino i è inaugurato domenica 12 ottobre, presso la parrocchia di San Leonardo Murialdo in via De Sanctis 28 a Torino, il nuovo dipinto a olio su tavola delle dimensioni di 230x230 cm. La Sacra Famiglia tra Sant’Anna e San Gioacchino, opera pregevolissima del pittore torinese Giancarlo Aleardo Gasparin: opera che si va ad affiancare ad un’altra dello stesso artista, esposta un paio d’anni fa nello stesso luogo, San Leonardo Murialdo nel Laboratorio degli Artigianelli. il dipinto, che rientra nella vasta produzione di soggetti sacri cari al pittore, disseminati in collezioni private e in varie chiese del territorio piemontese, potente e delicatissimo al tempo stesso, di grande maturità artistica, ospita nel suo centro la figura del Bambino, esposto nella sua quasi nudità, posto sotto lo sguardo dolce e consapevole della madre su quella P bianca tavola prolungata per gran parte della scena e intesa come altare a prefigurare la vittima del sacrificio della Croce. ai lati, a chiudere e quasi a proteggere il principale nucleo familiare, un san gioacchino importante anche nella postura che l’artista gli ha conferito come nella ricchezza del ricco panneggio del suo abito - nella sua autorevolezza, pronto a comunicare al mondo sulla tavoletta che ha tra le mani la grandezza della venuta del Messia; e Sant’anna, partecipe nella dolce apprensione del proprio sguardo della missione di quel fanciullo. Un giovanile san giuseppe, lontano da una ben diversa iconografia stabilitasi nei tempi, sorridente nella sua toccante paternità e la Vergine (anch’essa, come il suo sposo, aureolata)di contro mesta nello sguardo dinanzi all’esistenza dolorosa del Figlio completano il gruppo. Ma gasparin va ben oltre i personaggi, sa come un antico Maestro circondarli di piccoli segni, forti e ben presenti, che rimandano ad esempio alle pagine del vangelo, come il cesto nelle mani dell’angioletto contenente il pane e la bottiglia di vino posta all’estremità del tavolo che sono lì a ricordare il sacrificio eucaristico o ancora il ramo- scello d’ulivo, come evangelico messaggio di pace. Un’opera bella, splendidamente e criticamente “antica”, che il pubblico presente all’inaugurazione ha mostrato di apprezzare senza riserve, un’opera che è il dono dei commettenti ad una comunità intera e a quanti vorranno in futuro ancora ammirarlo. (e. rb.) L’antieroe contemporaneo Il Veronese si fa in quattro Ambulatorio dell’Arte – Torino rosegue fino al 30 novembre Carlo D’Oria, Don Giampaolo, Mil’itinerario espositivo ideato da guel Lima, Gianni Gianasso, Miromano ravazzani, dal titolo chele Sardo, Giulio Vigna, Nadia L’Antieroe, presso l’ambulatorio Gentile, Giovanni Ghigliano, Gino dell’arte di Torino. Tale percorso te- Garrone, Alberto Caramello, matico si snoda basandosi sulla con- Rocco Forgione, Riccardina Monsapevolezza della forza derivante tenero, Claudio Cravero, Enzo Gadalle qualità delle persone comuni. in gliardino, Fabrizio Riccardi, Lidia mostra, gli uomini invisibili di Lo- Ines Montero, Galo e Guido Ottorenzo Alessandri; Daniele Fissore lenghi chiudono questa raccolta di propone appunto i suoi eroi ignoti, dei opere, con l’invito a riflettere profonquali vediamo solo la schiena; Ro- damente sul destino di ciascuno di noi. berto Zargani, testimone dell’olocausto, racconta il sacrificio dei Ambulatorio dell’Arte bambini nel campo di Terezin; di En- Via Vassalli eandi 29 – Torino rico Colombotto Rosso compare “L’Antieroe” Collettiva un’opera dall’alto impatto emotivo; a cura di romano ravazzani Daniele Ez Zaaf si sofferma sullo Fino al 30 novembre spirito libero e la sua fisicità, mentre info: 333 9598484 Bruno Fassetta ci fa apprezzare ciò www.ambulatoriodellarte.eu che normalmente but- Lorenzo Alessandri, “L’uomo invisibile” © aut./LdA tiamo e ogni giorno reputiamo superfluo; eleganza e purezza di forme appartengono alle opere di Antonella Romano; gli “asfalti” di Pupella hanno invece plasticità vicine alle combustioni di Burri. e ancora Armando Valcauda, Francesco De Molfetta, Bruno Bozzetto, Mario Molinari, Valentina Corradin, S Alla Reggia di Venaria le allegorie ritrovate Chiara gaLLo ono stati resi disponibili al pubblico dal 11 ottobre scorso, le quattro tele rappresentanti le Allegorie del pittore cinquecentesco Paolo Veronese. Si tratta di tre figure maschili e una femminile. allestite nella Sala delle Cacce infernali fino al 8 febbraio 2015, le opere in parte provengono dalla collezione della regione Piemonte e in parte dal Los angeles County Museum of art. realizzate dall’artista veneziano probabilmente verso il 1557 per la Libreria Marciana, questi Paolo Veronese, “Allegoria” (particolare) preziosi dipinti sono finalmente stati riuniti. Si tratta di tre figure maschili ed una femminile, che raffigurano rispettivamente la scienza, la navigazione, la matematica e la scultura. Le vesti e le forme riccamente delineante rispecchiano perfettamente lo stile del Veronese, lontano dalle campiture tonali di Tiziano, egli sceglie sfumature leggere e disegnate che quasi fanno sollevare i soggetti rappresentati. accompagnano i soggetti alcuni elementi caratteristici delle tematiche allegoriche strumenti del passato e simboli ancor oggi identificabili. Sebbene si tratti di un prestito, l’allestimento temporaneo di queste ciclo di opere si adatta alla cornice seicentesca che lo ospita. Tornano i grandi appuntamenti con la reggia della Venaria e questo sembra essere solo un piccolo anticipo. Reggia di Venaria P.za della repubblica 4 – Venaria r.le (To) “Paolo Veronese Le quattro allegorie ritrovate” Fino all’8 febbraio 2015 info: www.lavenaria.it Dieci pittori per i colori di una sagra Alla Sala Mostre del Comune di Carignano (To) P MariLina Di CaTaLDo er colorare una sagra di questo tipo (legata alla cultura e alla commercializzazione del topinanbour, o dialettalmente ciapinabò, ndr.) viene in supporto l’arte che, il più delle volte, fa del colore il suo cavallo di battaglia: si intitola, infatti, Colori per una Sagra la mostra allestita presso la Sala Mostre del Municipio, dove dieci artisti sono stati invitati ad esporre le loro opere, dando vita ad una esposizione in cui generi e soggetti si incrociano e si alternano in uno scambio continuo di colori e di emozioni che arricchiscono e aumentano l’offerta culturale legata alla Sagra. ed eccoli i dieci pittori, in rigoroso ordine alfabetico, invitati a far parte di questa kermesse. Maria Rosa Gaude espone una serie di fiori liricamente interpretati, che spingono l’osservatore a chiedersi se nel concetto e nella forma di questi soggetti vi siano da leggere anche significati latenti, misteriosi, di cui i fiori, da sempre sono portatori. Ma, sia che abbiano in sé messaggi nascosti, sia che, invece, questo aspetto non venga preso in considerazione, le opere di Maria rosa gaude dimostrano una grande abilità e disinvoltura nell’uso del linguaggio pittorico. L’iraniana Mozhgan Rejaee Ghassemi Locatelli trasmette la sua riflessione sulla realtà contemporanea attraverso opere che si esprimono con una pittura che evita di sovraccaricare la tela con un descrittivismo esasperato, privilegiando invece la messa in scena di realtà che vanno al li là della semplice rappresentazione. Spesso, infatti, i soggetti delle sue opere vengono dipinti come se fossero stati stracciati, a indicare la pluralità delle visioni che solo l’arte è capace di concedere. Marta Giacobbi non si accontenta di un unico stile sul quale persegue la sua ricerca, ma sperimenta varie rese, andando dal “classico” paesaggio realista alle vaste campiture cromatiche non naturali, passando attraverso la ricerca compositiva monocromatica. Un’ecletticità, quella della pittrice, stimolante e libera da ogni orpello accademico che la distingue per la capacità e la determinazione ad essere assolutamente se stessa, senza portarsi dietro nessun carico ingombrante. Franco Negro lavora sui soggetti dal vero, resi con raffinati e morbidi impasti, in grado di restituire sulla tela lo slancio e la creatività dell’ispirazione momentanea. L’artista mostra una grande competenza manuale, dove le ragioni strutturali prevalgono sul bisogno immediato di riprodurre la percezione istintiva delle immagini, così che queste divengono immmediatamente fruibili. La strada della tradizione, insomma, viene seguita con scrupolo e maestria e i soggetti e i temi scelti – anch’essi tipici – vengono interpretati con correttezza compositiva e gradevolezza di effetti. La pittura di Maurizio Oddenino è incentrata sulla ricerca di spazi e ritmi cromatici con i quali mira a portare in superficie ciò che non è visibile. L’eleganza e la sequenza delle forme che scaturiscono da questo tipo di com- posizione, i colori brillanti con tinte forti, il contrasto con i fondi bianchi o neri, sono tutti elementi compositivi che assemblano le diverse forme – ora geometriche ora organiche – in una interpretazione ritmica dello spazio, che lo armonizzano e lo rendono piacevole alla vista. La fermezza compositiva che caratterizza la produzione artistica di Nicoletta Pizzetti, radica saldamente le proprie basi nel terreno della pittura novecentesca. gli echi lontani dei grandi maestri, però, non sono che lo spunto per una rielaborazione del tutto personale e fortemente interiorizzata di questa pittrice, la cui sicura padronanza tecnica, unita ad una evidente ricerca culturale approfondita, costituiscono gli strumenti essenziali della sua creazione artistica. Candide e misurate, le figure femminili di Carla Scudieri si offrono agli spettatori come presenza enigmatiche e disincantate. Con sobrie linee compositive e cromatiche l’artista traduce in modo semplice la dicotomia tra la normale esistenza quotidiana e la dimensione un po’ onirica in cui inserisce i suoi soggetti. L’assenza di tempo e di spazio insieme ad una diffusa poetica malinconia avvolgono le figure, che inducono a concentrarsi su di un’intima e personale interiorità. La lunga esperienza di Gianni Sesia della Merla si esplica in una pittura in cui la distribuzione vibrata delle luci, la forza delle pennellate, la vitalità ora umbratile ora luminosa delle scelte compositive, sfuggono all’immobilità d’una pittura che si risolva interamente in un canone “Le Ragazze di via Perrone” Omaggio al Maestro Sergio Albano espongono Concetta Arena, Carla Bronzino, graziella Caccia, Piera Gaia Clara Marchitelli Rosa Clot, Valdimara Mo, Cinzia Ruffinengo elsa Serravalle, antida Tammaro, Wally Waser alla Galleria 20 c.so Casale 85 – Torino fino al 4 novembre 2014 orario: dal lunedì al sabato, dalle 15,00 alle 19,00 CORRIEREdell’ARTE 24 Ottobre 2014 Pagina 5 COURRIER DES ARTS precostituito. i dipinti di Sesia della Merla non si piegano – non si sono mai piegati - alle mode né alle ragioni di mercato, ma all’opposto seguono il corso autentico della propria ispirazione creativa, ed è questo il loro alto valore. “L’immagine diventa metafora stessa della vita, concretizzando percezioni che attengono ai molteplici stati dell’animo”: è una citazione di Gianna Tibaldi, che riassume tutta la sua poetica e tutto il suo modo di intendere l’arte. La sua pittura si pone, dunque, come metafora della vita: gli alberi, in modo particolare, diventano la chiave di lettura per interpretare il mondo che ci circonda. racchiuse in un cromatismo pittorico decisamente acceso, che solo la fantasia dell’artista può rendere accessibili, le opere della Tibaldi inviano esplosioni di ragionata passione artistica. La creatività di Gastone Toldo si esprime attraverso un segno sicuro e dosato, grazie alla scioltezza delle trame cromatiche. Le tematiche portanti delle sue opere sono la natura, il paesaggio, gli scorci cittadini, il mondo animale. Dotato di buone capacità tecniche, le composizioni di Toldo sono pervase di compostezza e solidità dell’impianto scenico e dell’articolazione luministica, con cui avvolge ogni particolare della tela. Una serenità d’animo, quella delle sue pitture, che non si lascia turbare dal frastuono della nostra vita quotidiana. Sala Mostre della Biblioteca Civica Via Frichieri 13 – Carignano (To) “Colori per una Sagra” Collettiva a cura di elio rabbione Fino al 26 ottobre info: 011 9698442 Sergio Albano nel suo studio, foto © aut. CORRIEREdell’ARTE 6 Dario Egidi, il Tanaro e le sue terre Pagina 24 Ottobre 2014 COURRIER DES ARTS Sala Mostre della Regione Piemonte – Torino P rosegue sino al 30 ottobre prossimo, presso la Sala Mostre della regione Piemonte, la mostra fotografica Terre di Tanaro di Dario egidi, realizzata con il patrocinio e la collaborazione della regione Piemonte, appunto, e dell’associazione Culturale Fotogra- cifico l’ambiente naturale, culturale e storico del territorio sul quale scorre il fiume, sia attraverso la lettura facile e coinvolgente, sia attraverso le immagini fotografiche. Tale progetto editoriale nasce dalla passione e dalla professionalità di Mauro Pedron, giornalista esperto di promozione turistica e di marketing fia: sono esposte alcune delle immagini che illustrano il libro Il Tanaro, Paesaggi, Storie e Tradizioni, scritto da Mauro Pedron. il volume, pubblicato dalla casa editrice Primalpe, esplora il percorso del Tanaro dalle alpi Marittime fino alla confluenza con il Po, documentando nello spe- “Senza Tema” alla Galleria TeArt di Torino Un’appassionante Collettiva dei Soci a niVeS Maria SaLVo Torino è cominciata la stagione delle mostre autunnali e la galleria Teart è in prima fila nel proporre al pubblico una scelta di rassegne di grande appeal. Tra esse, va senza dubbio annoverata quella appena conclusasi, dedicata alla passione creativa dei suoi Soci. Vele, biciclette, animali e vedute variopinte si danno la mano e colloquiano con tele informali altrettanto vivide nei cromatismi, opere diverse per tecnica e contenuti, si capisce, ma tutte rigorosamente firmate dai soci Mario Bianco, Anna Borgna, Liana Ga- Luisa Sartori, “Foglie” © aut./TeArt leotti Mazzolini, Mariella Loro, Michele Lovisolo, Laura Maggiora, Walter Naretto, Teresa Pereyra, Elena Saraceno, Luisa Sartori, Chiara Stigliani. gli autori hanno modellato la loro vena poetica nel corso del ’900 attraverso la commistione delle tradizioni occidentali e l’incontro con le avanguardie. esposta nell’angolo in alto, dove il soffitto incontra i muri, è appesa anche una composizione che assembla lamiera e altri materiali. e poi tele non figurative e non oggettive di chi può realmente creare solo quando le forme nei suoi quadri nulla hanno in comune con la natura. Ma anche linee geometriche e colori brillanti d’uguale importanza, di chi ama invece rappresentare la natura stessa “così com’è”, magari aggiungendovi una nota personale, come nel caso delle foglie viola di Luisa Sartori. nel complesso, proprio una mostra ben riuscita, che mette in evidenza sopratutto una cosa: la passione degli artisti e il loro slancio generoso. Crediamo che questi siano oggi strumenti indispensabili per superare il momento difficile che stiamo vivendo. Galleria TeArt Associazione Artistico-culturale Via giotto 14 – Torino “Senza Tema” Mostra collettiva dei Soci Conclusa info: 011 6966422 Dario Egidi, Tanaro, fotocolor © l’autore / Primalpe / Regione Piemonte territoriale, che conta su oltre quindici anni di collaborazione con le principali testate del settore eno-gastronomico e turistico. L’autore si dedica anche alle tematiche relative alla cultura popolare e all’identità delle piccole comunità. Parallelamente alla pubblicazione, il fotografo Dario egidi ha pensato di illustrare tutto il percorso del fiume in maniera da presentare il libro, ricco di idee e di suggerimenti, corredato appunto dalle immagini che restituiscono immediatamente al visitatore uno sguardo sui paesaggi che variano notevolmente dalla sorgente nelle alpi Liguri alla sua immissione nel Po, a breve distanza dal confine con la Lombardia. La mostra, che è stata ospitata in numerose sedi pubbliche (Carrù, Magliano alfieri, novello, nucetto, rocca d’arazzo, rocchetta Tanaro, ormea, Pollenzo, asti ed alessandria), termina a Torino, nella prestigiosa sede della regione. (c.v.) Sala Mostre della Regione Piemonte P.za Castello 165 – Torino “Terre di Tanaro” di Dario Egidi Fino al 30 ottobre info: 011 4324111 Sette emozionanti personali i naugura il 24 ottobre e prosegue fino al 4 novembre la mostra “L’arte può emozionare” 7 mini Personali, presso le sale della galleria ‘arte Città amica’. il percorso espositivo prevede appunto il coinvolgimento di sette artisti che con le loro opere hanno creato un esplosione di forme e di colore. Luciano Amati comincia a dipingere negli anni ’70. a grosseto frequenta l’istituto d’arte, di Pittura e grafica. abile nel disegno e appassionato del colore. Le sue opere sono: paesaggi, marine assolate, scorci della sua toscana, colline di Carrara, verdeggianti prati della garfagnana. Alessandro Criscuoli (in arte Chantal) dipinge in maniera istintiva riversando le sue emozioni sulla tela. Le sue composizioni esaltano il colore con naturalezza in un gioco cromatico altamente espressivo. La sua pittura e simbolo della lotta per gli ideali, per l’amore e la libertà. Renata Ferrari, dopo aver terminato gli studi ad indirizzo pedagogico, si è dedica all’apprendimento delle varie tecniche nella pittura. espone e partecipa a numerose collettive e concorsi, con ottimi apprezzamenti da parte della giuria e del pubblico. Gaetano Lanatà vive e lavora a grugliasco; nel 2000 realizza alcuni lavori in america ed è premiato dall’amministrazione di new York per sue opere. Da oltre quarant’anni nel mondo dell’arte, le sue creazioni sono collezionate da un gruppo esclusivo di appassionati, che lo seguono da anni nel suo Arte Città Amica – Torino cammino sia in italia sia all’estero. Giuseppe Manolio, artista lucano, vive e lavora a grugliasco (To). è un autore poliedrico, capace di spaziare da un modellato di vocazione figurativa a definizione plastiche informali. La sua abile gestione dei volumi gli permette di raggiungere risultati di essenziale sintesi espressiva. Paolo Pirrone è riuscito sapientemente a tesorizzare gli insegnamenti del padre, esaltando un velato intimismo. Dalle opere giovanili di matrice impressionista, è gradualmente approdato a successive indagini tese alla ricerca della libertà del pensiero, sino a raggiungere gli attuali traguardi della nuova espressione ricca di precise allusioni al nuovo millennio. Maria Spinelli riscopre la giovanile vocazione poetica e la coltiva, partecipando a diversi concorsi di poesia, quali il “Cardo” di Viareggio, “antares” di Catanzaro e “Passaporto 2000” a roma, riscuotendo significativi riconoscimenti. ha partecipato con successo a manifestazioni culturali ed esposizioni di carattere nazionale e internazionale, riscuotendo lusinghieri consensi e apprezzamenti. Galleria Arte Città Amica Centro Artistico Culturale Via rubiana 15 – Torino “L’arte può emozionare” 7 mini Personali Dal 24 ottobre al 4 novembre info: 011 7717471 CORRIEREdell’ARTE 24 Ottobre 2014 Continua voglia di scoprire Federica Bertino in mostra a Moriondo Torinese F eLio raBBione ederica Bertino ha chiuso nei giorni scorsi con buon successo e affluenza di pubblico (e una parte non piccola di quel successo è da ascriversi alla presenza dei piccoli suoi allievi, una quindicina circa, e delle loro opere, fiori giganti e primavere, resurrezioni e riproduzioni tra Caravaggio e gli impressionisti, semplici ma per qualcuno già interessanti) una suggestiva mostra dal titolo Piccola antologia, significativo dell’impronta che l’artista le ha voluto dare. negli spazi della palestra comunale di Moriondo Torinese, Bertino ha raccolto un (as)saggio della propria produzione, non lasciando soltanto lo spazio ad alcune di quelle tele di grandi dimensioni che ce la fanno amare e che grande importanza le vanno conferendo tra gli appassionati e i critici di oggi, bensì ha altresì allineato esempi fotografici come una mezza dozzina di disegni tra gli oltre quaranta che formano il corpus della Creazione. Due aree diverse rintracciabili nei primi, sette immagini che fanno parte di Genesis e che già sono state esposte in Francia – Lione, Montpellier – e in germania (heidelberg), immagini che ci ridanno liquidi bagnasciuga stratificati di sabbie bianche e nere, ritratti sotto la luce radente del tramonto con tempi fotografici relativamente lunghi e su pellicole ektachrome, spazi atemporali che intrecciano per coloro che abbiano è la volontà d’ascoltare delle parole, dei sussurri, dei messaggi, dando vita ad un’alternanza di suoni e di segnali che l’artista attende da quelle onde tranquille, lasciando che si formino forme, linee imperfette e giravolte leggere, spirali infinite e fuggevoli lampi; e altre sette immagini che ci giungono dal Salento, luogo di riposo e di felicità e di riflessioni per Federica, catturate all’interno di una festa popolare (del 1993, presentate a Torino alla Biennale di Fotografia “Mediterranea”), tra lampadine elettriche che rischiarano a giorno gazebo per orchestrine o volti di ragazzine rapite da musiche e colori, viste attraverso un obiettivo molto luminoso che lascia al grande uso del movimento un gioioso quanto straniante effetto flou che si trascina i colori, uno sguardo notturno e quasi insensibile a quanto ci circonda, tutto “è mosso”, tutto si disperde come le luci di uno scooter e viene quasi messo in disparte. resta un che di vitale, forte in quel suo esserci, ma al tempo stesso l’essenza impercettibile di presenze fantastiche, diafane, ormai allontanate. Fantastici nel loro raffinato divertissement risuonano i disegni a china divisi tra “animali” e “scrittura”, questa seconda sezione filosoficamente intrigante, superiore mezzo di comunicazione, costruita com’è sulla fatica di un uomo e di una donna posti sulla dop- pia altura di una gigantesca ‘U’ a colmare con lettere dell’alfabeto o bocconi di parole l’enorme spazio sottostante, o sulla terrificante esondazione del mostruoso vulcano ancora fatta di sillabe e parole, nuove, ironiche sembianze dei lapilli e delle ceneri di oggi. Le tele infine, quattro rese con pastelli e olio su tela (tra il 2000 e il 2009), due tra acrilici e pastelli, più recenti, opere costruite tra tratti tenui e decisi allo stesso tempo come con la delicatezza di certi colori o con la loro forte espressività. “Mentre il lavoro che faccio sulla fotografia e sui disegni mi spinge all’organizzazione, allo studio, alla necessità di inquadrare un’opera in ogni suo momento di nascita e di svolgimento, il lavoro della pittura è quanto di più casuale ci possa essere”, confessa Federica. Lavorando tra il fiabesco e il realistico, abbracciando gli stimoli della natura e accarezzando quelle suggestioni che improvvise possono nascere (nel sentimento? nei ricordi? in qualche parte Pàleo di Sonia girotto e giulio Vigna A destra, Giulio Vigna, “Età del bronzo” acquerello e pastello; qui sotto, Sonia Girotto, “Gusci rosa”, gres smaltato © aut./ApV 7 Federica Bertino, “Mozart in Egypt 4” 2012, acrilico e pastelli a olio, © l’artista Ceramiche e acquerelli alla Galleria ‘Arte per Voi’ – Avigliana (To) in corso fino al 9 novembre presso la galleria arte per Voi di avigliana, Pàleo, arte primitiva, mostra di ceramiche e acquerelli di Sonia girotto e giulio Vigna. Così ne scrive Paolo nesta, curatore della mostra: “Palaiós: antico. L’archeologia preistorica e le piuttosto recenti paleo scienze, compresa la paleo icnologia (la disciplina che studia gli icnofossili, impronte o strutture biogenetiche lasciate da organismi vissuti nel passato, come ad esempio tracce, piste, orme, solchi, Pagina COURRIER DES ARTS buchi, ecc.), ci mettono a disposizione una quantità sorprendente di documentazione, che continua a stimolare non solo la ricerca disciplinare, ma anche l’abilità e la fantasia creativa degli artisti. Non per caso il ‘primitivismo’ si riaffaccia prepotente, come una delle componenti fondative dell’arte del XX secolo. Sonia Girotto, impiegando l’antichissimo mestiere del ceramista, trapassa agilmente, tra il serioso e il divertito, da forme plastiche essenziali, decorate di impronte manuali, geometriche essenziali e fitomorfe, a vere e proprie ricomposizioni misteriose di vegetali, degne di apparire in un manuale di paleobotanica. Giulio Vigna, invece, fantastica su mappe, incisioni e segni rupestri; disegna e dipinge nature morte in cui vasi preistorici sono composti sullo sfondo di disegni ru- del corpo? dove, chissà perché...), Bertino lascia che l’immaginazione non trovi inciampi ma soltanto quegli sbocchi, a lei naturalissimi, che in modo inevitabile l’artista trova alla fine di un viaggio. Corpi femminili, presenze animali, macchie di colore, impercettibili tratti, segni spezzati, un ventaglio di verdi e gialli, di arancio intensi e di azzurri profondi, soggetti fantasiosi, liaisons impensabili, stranezze per chi guardi distrattamente: poi ogni tratto s’impadronisce del proprio spazio, ogni isola s’insinua verso questo o quel frammento, ogni sensazione personale convoglia verso un nucleo, una fiaba, un racconto. “È proprio quando l’arte diventa totale connubio di comunicazione e mistero che raggiunge la sua massima aspirazione”, ha scritto di lei anita D’agnolo Vallan: vero, mistero e comunicazione coabitano nelle diverse parti di una stessa attività artistica, due contrari che si fondono altrettanto inverosimilmente nel reale e nell’onirico, nel metafisico e nella natura. C’è una tela, tra gli ultimi lavori di Federica, che mi piace ricordare. S’intitola Può essere, è la resa dei conti con un tratto della propria vita, un atto di fede, il chiarimento che ogni cosa può accadere, tutto può rinascere e ricominciare. non solo la vita, anche la pittura, l’arte, la sua, è un imboccare una strada senza soste, un desiderio di sfide e di idee e di mezzi sconosciuti, una volontà di scoprire, matura ed fantasiosa, lo specchio di una grande maturità espressiva. pestri, oppure simula la riproduzione di pitture rupestri e indugia a studiare per l’età del bronzo frammenti di antichi alfabeti, ma, nello stesso tempo, strizzando l’occhio ammiccante a quelli di Riccardo Licata o di Giuseppe Capogrossi, non a caso fondatore nel 1951 del gruppo artistico ‘Origine’. Per i due artisti il confronto con l’antico dà forma alla reinvenzione di un repertorio di immagini che reca in sé, prima di tutto, la traccia del piacere del fare; inoltre, ha il valore di operazione di immedesimazione nell’antico (il ‘Paleo’), in cui la sfera dell’immaginario si mette in gioco rapportandosi al senso profondo di un mito, costantemente risorgente in noi. Si tratta di un misterioso archetipo, che da millenni trascolora tra ricostruzioni che si presentano nella storia culturale, di volta in volta, sotto le specie del primitivismo ingenuo e felice,della ‘età dell’oro’, del ‘mito del buon selvaggio’ o, tutto all’opposto, di un mondo primigenio in cui le belve umane sono sopraffatte dagli istinti più violenti e brutali”. Galleria ‘Arte per Voi’ Associazione Culturale P.za Conte rosso 3 – avigliana (To) “Pàleo, Arte primitiva” Ceramiche di Sonia Girotto e acquerelli di Giulio Vigna Fino al 9 novembre - info: http://artepervoi.it Spettacoli Artisti scelti dal CORRIEREdell’ARTE 8 Pagina P 24 Ottobre 2014 COURRIER DES ARTS Note critiche er arte ineterno. Pretendiamo messe concetquelle che tutte tuali esperienze creasottolineano tive del singolo l’importanza individuo atte a del lavoro trasfigurare il dell’artista di proprio ego in ogni epoca che qualcos’altro, verrà letto e traslando l’idea considerato sein un oggetto guendo le masenza tempo, trici etiche ed fuori dal tempo, estetiche di quel in quella dimentempo relativo. sione intermeMa il vero artidia tra la realtà sta è l’artefice di riferimento massimo, il Caspar David Friedrich ed un ipotetico creatore su"Viandante sul mare di nebbia", 1818 © Kunsthalle, Amburgo altrove. i sentiblime di mitomenti e le sensazioni divengono la logie sovratemporali che anticipano chiave di volta di questa splendida le correnti storiche mediante una proarchitettura ideale secondo la quale i fonda immaginazione che spirituadati dell’elaborazione preconscia e lizza sé stessa sino all’ispirazione del materiale inconscio prendono pura per sublimare alfine in intuiforma sino a congelarsi in materiale zione. il genio romantico. (a.d.t.) Liliana CAVIGIOLI tel. 011 9844369 - cell. 340 3597592 ogni volta che si ammira un’opera di Liliana Cavigioli, si ha la sensazione di entrare in una zona sospesa tra questo e quel mondo: un luogo interstiziale in cui sogno e realtà convivono senza determinare il sopravvento dell’ambito concreto o della sfera onirica. nel caso de L’albero del sogno (2014), siamo nuovamente in tale dimensione lirica in cui l’aspetto bucolico della natura circostante sprofonda nel remoto luogo metafisico dei ricordi lontani, quando l’eterna giovinezza delle anime pure era lieta di vivere il dono dell’esistenza. Le radici sprofondano nella terra come nell’anima, i colori si sovrappongono in strati deliranti che descrivono il divenire delle passioni, mentre la gestualità di ciò che la logica fissa in immagine si eleva a paradosso. in questo modo la razionalità mostra l’aspetto irrazionale delle cose, esatta“L'albero del sogno”, 2014, 40x50 cm. mente come la vita ha in sé il germe della morte o la felicità nasconde le sue inquietudini. L’albero della conoscenza, insomma, dal quale perdemmo l’eternità. P.za zara, 3 - 10133 Torino Tel. 011 6312666 / fax 011 6317243 Marisa BORDIGA cell. 349 3551159 Io la so lunga… vengo da lontano è il titolo dell’opera realizzata ad olio su tavola da Marisa Bordiga: il ritratto di un signore d’una certa età, che osserva lo spettatore con occhi un po’ persi, disilllusi ed ironici, ma fors’anche di sfida; quasi una provocazione tra il vecchio e il nuovo, tra il passato ed un presente incerto. Lo stato di fragilità dettato dalla posa viene controbilanciato dalla sicurezza con la quale il protagonista del dipinto impugna un giornale, sinonimo di attualità. La risultante significativa è tutta racchiusa in quello sguardo beffardo ma sincero, pronto e nello stesso tempo lontano, appunto. oggi, “Io la so lunga... vengo da lontano”, 2007 che le nuove generazioni sono olio su tavola, 40x30 cm. così distanti. oggi che i sistemi digitali, i social network o le più avanzate tecnologie hanno creato individui anonimi incapaci di guardarsi in faccia e dire quello che pensano. Maria Pia F cell. 335 6667046 - email: info@maria nata a Padova, Maria Pia Fransos è Socia della Promotrice delle Belle arti di Torino, ove partecipa nel tempo a prestigiose collettive e personali, quali, tra le più recenti, a Savona, acqui Terme e Torino (Mausoleo della Bella rosin, Centro incontri regione Piemonte e altre sedi). e tra i molti riconoscimenti ricevuti citiamo quello della XXXiii edizione artistica “il Centenario 2013”. il percorso creativo di Maria Pia Fransos, teso ad una ricerca estetica e pittorica, è votato alla narrazione diretta e precisa del quotidiano “Mimesis”, 2014, acquerello su tavola estrapolato da contesti astratti e intriso di momenti reali filtrati da cristallina trasparenza. “So chi ero quando mi sono alzata questa mattina, ma da allora devo CORRIEREd Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 7.000 contatti d Corriere dell’Arte Anna BORGARELLI tel. 011 837699 - cell. 329 3276323 - www.annaborgarelli.it L’acquerello di anna Borgarelli raffigura una composizione floreale: Calle con rosa penetra lo spazio concreto della realtà di riferimento descrivendo la leggerezza dei fiori, appunto, sino alla sublimazione simbolica d’un linguaggio eterno, antico, naturale. Come dalla na“Calle con rosa”, acquerello, 38x28,5 cm. tura è estrapolata la composizione, così della composizione pittorica è colta la dimensione intima. La tecnica ad acquerello consente di interpretare il senso della delicatezza, della fragilità e della bellezza spontanea offerta dal Creato. eppure, indipendentemente dall’aspetto tattile evocato direttamente dal valore esecutivo dell’opera, immerge l’attenzione anche sull’aspetto olfattivo, risvegliando indirettamente le sensazioni individuali dell’osservatore. Caratteri che inducono l’oggettività alla soggettività interpretativa. emerge il significato della poetica artistica dell’autrice, capace di proiettare nel ricordo personale i dati del visibile. FRANSOS apiafransos.it - www.mariapiafransos.it essere cambiata diverse volte” (Lewis Carroll, alice nel Paese delle Meraviglie), cita l’artista e così prosegue: “Le mie opere tendono a una sorta di mimetismo, quasi fossero forme musicali e sintesi tra materia e gesto. Come scriveva Josè Ortega y Gasset (1883-1955), il maggior filosofo spagnolo del secolo scorso: ‘Io sono me stesso più il mio ambiente; se non preservo quest’ultimo, non preservo allora nemmeno me stesso’. Molti sono i giorni in cui ci sentiamo leggiadri come foglie e distrattamente non vediamo “Lo strappo dei Dioscuri”, 2014, tecnica mista il palo che ci ferma nel cammino. Dobbiamo ritornare a purificare l’occhio perché contempli, la mano perché crei , il cuore perché rispetti l’armonia del mondo che è parte della nostra vita”. dell’ARTE CORRIEREdell’ARTE 24 Ottobre 2014 a CUra Di Pagina ANDREA DOMENICO TARICCO Delfina BRUNERO tel. 011 3092562 - cell. 347 2926551 L’olio su tela intitolato Figurina Liberty costituisce un miraggio pittorico nel quale Delfina Brunero descrive il senso mistico della bellezza: una figura femminile traspare dallo sfondo cromatico delineando i margini d’una sagoma che prende via via forma negli occhi dell’astante sino a deflagrare nel fiore, punto focale della concretizzazione ottica. Le tinte morbide della costruzione plastica “Figurina liberty”, olio su tela, 70x60 cm. precludono un divenire sincopato delle singole aree del dipinto, una convergenza formale che si attua conseguentemente in figurazione. Luce ed ombra, figurazione ed astrazione, visto e non visto, si alternano dinamicamente in quest’opera senza tempo; senza tempo perché sfuggono i riferimenti di un’epoca specifica. L’aspetto olfattivo, tattile del fiore si eleva a potenza nel momento in cui viene incrociato lo sguardo della musa che guarda il vuoto, dal quale proviene e verso il quale ci invia smarriti. Gianni VERNA email: [email protected] Si inaugura martedì 28 ottobre alla Kasa dei Libri, in largo De Benedetti 4 a Milano, la Mostra Quando l’Arte incontra la Poesia, aperta sino al 7 novembre. in esposizione le xilografie di Gianni Verna, dedicate alle Tante Lune di Leopardi. C’era una volta la tecnica della xilografia, metodo grafico che utilizza matrici in legno incise a rilievo, un’arte antica nata in oriente e poi diffusa in europa, dove diventa il principale strumento di stampa a partire dal Xii secolo. e c’era una volta un giovane poeta, giacomo Leopardi, appunto, che dalla dimora paterna sui colli recanatesi guardava il mondo oltre la siepe: alla Personale Tante Lune, le due storie s’incontrano nelle xilografie di gianni Verna, artista torinese che vive appartato dalla frenesia cittadina, dedicandosi a incidere legno e stampare a mano, proprio come si faceva una volta. Dalla sua casa, nascosta tra gli alberi, si vede ancora il cielo. Quasi lo stesso cielo infinito che il poeta contemplava dall’ermo colle a lui sempre così caro, nelle serate di aria serena, quand’egli - come il pastore errante - interrogava la luna. “Che fai tu Luna in ciel?”, xilografia da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno 9 COURRIER DES ARTS [email protected] www.corrieredellarte.it CORRIEREdell’ARTE 10 Spettacoli Battiston si sdoppia per dar vita a Falstaff Pagina 24 Ottobre 2014 COURRIER DES ARTS Inaugurata la stagione dello Stabile torinese C eLio raBBione ’è una forte cesura, a poco meno di una mezz’ora dalla fine, nel Falstaff che con la traduzione di nadia Fusini e l’adattamento e la regia di andrea De rosa ha inaugurato la stagione dello Stabile torinese. Una grande rete impacchetta e solleva verso l’alto in un veloce risucchio la variopinta scenografia di Simone Mannino (un bellissimo lavoro, suoi anche i costumi, quei pancioni che il gaudente protagonista e altri s’appendono al collo , magari per renderli un otre cui attingere vino, come è suggestiva l’idea finale di quel faccione biancastro e gommoso che arriva ad occupare gran parte del palcoscenico), da gran bazar in quel tripudio di tappeti, coperte, divani e via dicendo, le luci si raggelano e imbiancano là dove prima era calore e allegra luminosità e dinanzi ad un muro completamente spoglio giuseppe Battiston, fino ad allora Falstaff, indossa la pesante armatura di enrico iV pronto ad impartire – il tempo del governo -, tra i lamenti che precedono la morte, una conclusiva lezione di vita e di politica al figlio enrico V che gli succederà sul trono. Un prefinale che è un grande momento di teatro, credo perché semplicemente più fedele alla partitura shakespeariana, più compatto, più teatralmente collaudato. De rosa non ha voluto cimentarsi con la completezza di un unico titolo, ma nel rendere il nucleo centrale della sua operazione il rapporto tra padre e figlio, la figura paterna sdoppiata nella regalità e nella suburra, s’è circondato di citazioni, come un’antica miscellanea, come un repertorio musicale sbocconcellato in vari assaggi, compiacendosi di citare il libretto di arrigo Boito per il capolavoro verdiano, Kafka con le sue Lettere al padre, nietzsche con Così parlò Zarathustra, sino ad arrivare ai due marchettari di gus van Sant in Belli e dannati. Padronissimo di portarci là dove il cuore e la mente gli hanno dettato, ma innegabile che le giravolte, quelle citazioni, i tanti grumi che ritroviamo nella serata abbiano un effetto deviante, non sempre riescano ad amalgamarsi in un corpo unico, patendone in qualche parte la chiarezza e la comprensione. Lo spettacolo, in questi suoi altalenanti percorsi, in questo quasi chiedere in prestito “qualcosa”, è innegabile che avvinca, che si muova con sicurezza, che in tutta la prima parte renda con smisurata vivacità i colori della taverna-bordello di eastcheap - il tempo del divertimento - con le sue bevute e le sue oscenità, con i corpi e il sesso, e sia un piacere ascoltare dalla voce del protagonista certe tirate come quell’elogio delle virtù del vino: ma allo stesso tempo nasce spontanea, nello spettatore tout court, nel Messa da Requiem, esecuzioni a confronto Noseda a Torino e Chailly a Milano M aLeSSanDro MorMiLe essa da Requiem di giuseppe Verdi proposta a Torino, per inaugurare (scelta davvero insolita) la stagione lirica 2014-2015 del regio, e a Milano, alla Scala, come concerto straordinario in memoria di Claudio abbado. Due esecuzioni a confronto, entrambe valide, anche se tanto diverse. Quella torinese, affidata a gianandrea noseda, è tesa e ricca di contrasti; interpreta la visione laica dell’uomo dinanzi all’interrogativo su cosa lo aspetta dopo la morte con agghiacciata, quasi inquieta evidenza sonora. La sua lettura è nervosa, tormentata, con un “Dies irae” scarnificato nelle sonorità e reso nel contempo asciutto nonostante sia d’effetto, mentre le oasi liriche, che tanta importanza hanno nel Requiem, divengono spesso impalpabili, quasi sussurrate come sintomo dell’angoscia che assale l’uomo e che poco spazio dona alla rassegnazione dell’anima turbata all’idea della morte. i complessi del regio, che con noseda hanno portato il Requiem in tournée a Vienna, Tokyo, Dresda e San Pietroburgo, sempre accolti con esiti trionfali, sono premiati anche dal pubblico torinese, che ancora non sa se le dimissioni di noseda a Direttore musicale del regio, per divergenze di vedute con il sovrintendente Walter Vergnano, saranno definitive, o se il maestro milanese risorgerà come l’araba fenice, forte dell’appoggio delle masse artistiche, grazie a lui approdate a livelli qualitativi eccellenti. Quartetto di so- foto © Mario Spada suo disorientamento, la domanda perché non affidarsi all’autore, alla sua parola e alla sequenza dei fatti, mettendosi al suo servizio in modo totale, senza trattarlo con qualche moderna irriverenza. Battiston ricrea con De rosa il duo del Macbeth di due stagioni fa, qui non vince con il personaggio soltanto con la corpulenza ma questo “amore sfrontato per la vita” che è in lui l’attore lo rende appieno con l’intelligenza del ritratto, con l’umorismo, con il fanfaronismo che mette in ogni azione e in ogni sillaba. accanto a lui, da ricordare le prove di elisabetta Valgoi come ostessa (microfonata!), del rampollo scapestrato di andrea Sorrentino e soprattutto del giudice di giovanni Franzoni, impeccabile speaker di commento. listi di tutto rispetto, con erika grimaldi, soprano corretta ma di vocalità poco drammatica, l’intenso mezzosoprano Daniela Barcellona, lo svettante e inossidabile tenore gregory Kunde e Michele Pertusi, che canta con nobiltà e con una espressività da manuale, pur non possedendo la cavata di suono dell’autentico basso verdiano. a Milano, invece, in una Scala gremita in ogni ordine di posti con un pubblico delle grandi occasioni, ben quindici sono stati i minuti di applausi che hanno premiato una esecuzione del Requiem che, all’apposto della visione di noseda, il maestro riccardo Chailly, forte di un’orchestra e di un coro superlativi, senza rivali al mondo quando eseguono Verdi, vede come un blocco unico, con una solidità di suono macignosa che persegue, sulla linea di una tradizione esecutiva spiccatamente italiana, sonorità dense ed imponenti, ma all’occorrenza anche morbide. Una visione che in apparenza può sembrare meno ricca di contrasti rispetto a quella di noseda ma che ha il carisma dell’eccezionalità in certe oasi di distesa pateticità, dove il suono non si sfibra mai, ma resta caldo, intenso, davvero commosso. ed ecco un “Lacrymosa” memorabile, tanto per citare uno di questi momenti. Solisti vocali, anche a Milano, di riguardo, con il soprano anja harteros che fa dimenticare, grazie al fascino vocale, alcune fissità d’emissione, la bravissima elina garanca, mezzosoprano dal timbro mordibo e bello come il più prezioso dei velluti, il tenore Matthew Polenzani, forse un poco leggero ma elegante nel donare tenerezza ad alcune frasi dell’“ingemisco” (toccante il suo “et latronem exaudisti”) e all’attacco davvero temibile dell’“hostias”, e l’impeccabile basso ildebrando D’arcangelo, non espressivo come Pertusi, ma di voce timbrata e di bel colore. NEWYORK NEWYORK a 11 La riscoperta dell’America di Benton 24 Ottobre 2014 Pagina COURRIER DES ARTS Al Metropolitan Museum torna in esposizione il grande affresco in dieci pannelli foto © aut. DaL noSTro CorriSPonDenTe MaUro LUCenTini CORRIEREdell’ARTE l pittore americano dell’epoca déco Thomas hart Benton viene attribuito il detto “i musei sono la rovina dell’arte”. Ma v’è un che di paradossale nel fatto che tale scampolo di estetica sia tornato alla luce in occasione di uno straordinario omaggio tributato a questo artista dal Metropolitan Museum di new York con l’installazione, in sede, di un suo gigantesco affresco che da decenni giaceva in un magazzino: creato nel 193031 e intitolato L’America oggi, il murale in dieci pannelli rievoca con commovente immediatezza (e vari riscontri nella situazione economico-sociale odierna) l’epoca della grande Depressione in america alla vigilia del new Deal. C’è da chiedersi quanto, senza questa mostra intitolata T.H. Benton’s Mural ‘America Today’ rediscovered, l’appassionato lavoro di questo artista sarebbe riaffiorato alla coscienza del pubblico. Un vero e proprio pinnacolo per quanto riguarda la simbiosi tra musei e artisti sembra d’altra parte essere raggiunto in questa ripresa autun- Thomas H. Benton (1889–1975) “City Activities with Dance Hall” nale dell’attività artistico-commerciale da “America Today” (part.), 1930-31 a new York. L’esempio più clamoroso ciclo di affreschi in 10 pannelli, tecnica mista è fornito dalla decisione del Whitney, il © The Metropolitan Museum of Art, New York più “americano” dei musei americani, dono di AXA Equitable di estendere a ventiquattr’ore su ventiquattro, cioè giorno e notte, la retrospettiva di Jeff Koons, durante i tre giorni precedenti la chiusura il 19 ottobre. a notte fonda, lo stesso Koons promette di apparire per autografare i cataloghi degli ultimi esponenti della fiumana umana che durante l’estate ha visitato la sua mostra. è la prima volta - a quanto si sappia - nella storia dell’attività espositiva che un museo rimanga aperto la notte. avviene poi anche che in molti casi i musei, per accomodare i prodotti degli artisti, siano costretti ad alterarsi sostanzialmente essi stessi. La mostra dell’immenso affresco di Benton ha indotto il Metropolitan ha ricostruire una mezza ala di gallerie. ancora più radicale è la ristrutturazione che il Museum of Modern art ha dovuto affrontare per dare spazio alla retrospettiva del pittore, scultore e artista concettuale robert gober, attivo nel Connecticut e poi a new York da quarant’anni (Robert Gober, The Heart is not a Metaphor). Protagonista di un’arte molto aggressiva, ricca, contrariamente alle tendenze attuali, di narrativa e metafore, una sorta di naturalismo alienato che scavalca contemporaneamente dadaismo e surrealismo, gober ha costretto con le sue creazioni il MoMa a sfondare per questa esposizione la maggior parte delle pareti di tredici sale: ciò per lasciarne protrudere membra umane (generalmente, parti di gambe e piedi normalmente abbigliati); per realizzare misteriose porte semichiuse, da cui s’intravvedono bagni inaccessibili, nelle cui bagnarole galleggiano corpi non si sa se vivi o defunti; e per aprire armadi tanto a muro da non poter contenere nulla. non solo; il museo ha dovuto sfondare anche diversi pavimenti, per mostrare tra le murature sottostanti tranquilli stagni tra gli alberi di una foresta. Quasi dovunque, inoltre, le carte da parati hanno dovuto esser sostituite con altre di carattere polemico create da gober: una, per esempio, raffigurante miriadi di piccoli negri impiccati; un’altra, una foresta di genitali maschili e femminili. non foss’altro che per queste trasformazioni, la produzione di gober - come ha osservato l’astuta curatrice della mostra ann Temkin - “prova come un artista possa influire su un museo almeno tanto quanto un museo influisce su un artista”. non sembra una risposta alla sentenza di Benton? Va notato infine che buona parte delle mostre in atto in questo momento, incluse quelle di Benton e di gober, affermano di “riscoprire” opere che non erano state sufficientemente valorizzate. Così quella di rudolf Bauer nella galleria espositiva di Sothebys, di cui ho già parlato in uno degli scorsi numeri del Corriere dell’Arte. o quella dei ritagli di carta di Matisse (Henri Matisse, The Cut-outs) anch’essa al MoMa; o quella degli arazzi di Van aelst (Pieter Coecke Van Aelst and Renaissance tapestry), multiforme artista del rinascimento fiammingo, una delle più sontuose che io abbia mai visto; o quella infine di un intero movimento artistico tedesco contemporaneo, che sta per aprirsi al guggenheim (Zero: Countdown to Tomorrow). Sono grandi servizi dei musei agli artisti, appunto, o una preparazione psicologica per le aste miliardarie che stanno per ricominciare in autunno? anche questo sospetto, naturalmente, è intuibile nella sentenza di Benton. The Metropolitan Museum of Art 1000 5th ave. – new York (nY) “T.H. Benton’s Mural ‘America Today’ rediscovered” Fino al 19 aprile 2015 info: 001 212 5357710 www.metmuseum.org CINEMA L’uovo di Colombo? Box Office USA, strategie per risollevare il settore nel secondo weekend di ottobre, coronato dal Columbus Day, che gli Stati Uniti dedicano alla scoperta dell’america, hollywood pensa di aver scoperto la formula per risollevare la sua industria da un recente attacco di depressione. Quattro pellicole di carattere molto diverso - Gone Girl (in italia, L’amore bugiardo, ndr.), un giallo sentimentale di 20th Century Fox e new regency, Dracula Untold, della categoria orrore leggero (Universal), Alexander and the terrible, horrible, no good, very bad Day, film per bambini (Disney), The Judge, serio, di Warner Bros., e Annabelle, horror drammatico, pure della Warner, hanno sollevato gli incassi nelle sale nazionali (149 milioni di dollari, nettamente al di sopra del totale registrato nello stesso periodo dell’anno precedente). La fine della stagione primaver-estate aveva visto invece un calo relativo del 15 per cento. Capofila del gruppo vincente, il citato Gone Girl di David Fincher, su un matrimonio drasticamente andato a male, adattamento di un bestseller di gillian Flynn, con Ben affleck e rosamund Pike. Le aspettative dell’industria sono ancor più incoraggiate dal successo su internet di assaggi anteprima dello science fiction Interstellar (Paramount-WarnerLegendary), ritenuto il capolavoro dello specialista Christopher nolan. il film, che entra in circolazione ai primi di novembre, tratta del viaggio dentro una scorciatoia spazio-temporale (un worm-hole). (ma. lu.) [i dati sugli incassi ai cinema sono forniti dall’agenzia rentrak ©] Ben Affleck con Rosamund Pike è il protagonista di “Gone Girl (L’amore bugiardo)” di David Fincher foto © aut./Fox CORRIEREdell’ARTE 12 hans richter Pagina e l’avanguardia 24 Ottobre 2014 COURRIER DES ARTS Al Museo d’Arte di Lugano F FrançoiS MiCaULT ino al 23 novembre prossimo, il Museo d’arte di Lugano ospita un’ampia panoramica dedicata all’artista tedesco hans richter (Berlino, 1888 Minusio, 1976), che comprende ben 200 opere tra dipinti, disegni, fotografie, film, libri e riviste, occasione unica per riscoprire questa grande figura dell’arte e dell’avanguardia del secolo scorso. La manifestazione è stata organizzata dal County Museum di Los angeles e dal Centro Pompidou di Metz, in Lorena, in collaborazione con il Museo di Lugano. hans richter ha dimostrato il suo talento in diversi campi, dalla pittura al disegno, dal cinema alla scrittura, dall’editoria all’insegnamento allo scopo di affermare la rivoluzione modernista che ha segnato la prima metà del novecento. il suo lungo percorso è collegato ai fatti storici ed artistici a lui contemporanei, ha collaborato e dialogato con i maggiori artisti, da Marcel Duchamp a Kazimir Malevič, da Theo van Doesburg a Kurt Schwitters, da Max ernst a Sergej ejzenštejn, da Mies van der rohe a Jean Cocteau. Dopo il primo periodo sivamente un pioniere del cinema astratto, divenendo nella seconda metà degli anni Venti uno sperimentatore in ambito artistico. rifugiatosi negli Stati Uniti dopo l’avvento del nazismo, richter è poi diventato grazie alla sua attività di insegnante un modello per la nascita del cinema indipendente americano e attraverso libri e mostre ha contribuito a scrivere la storia delle avanguardie dell’inizio del novecento. articolato su due piani nella Villa Malpensata, il percorso espositivo si dispiega in ordine cronologico attorno alle grandi fasi dell’avventura artistica di richter, e sono esposte opere di artisti quali arp, eggeling, Janco, Jawlensky, van Doesburg, Moholy nagy, Man ray. Vengono messe a confronto le grandi tematiche delle avanguardie e si ha modo di ripercorrere alcune esperienze fondamentali che hanno segnato la storia dei rapporti tra pittura e cinema nel XX secolo. Hans Richter, “Cohesion II”, 1970 © aut./MAL espressionista berlinese tra il 1916 e il 1918, richter è stato uno dei protagonisti della stagione del Dadaismo zurighese insieme a Tzara, Ball, arp e Janco, e succes- Ossessione Pasolini Mostra alla Martin Gropius Bau di Berlino, per i quaranta annni dalla morte del regista e scrittore D DaL noSTro CorriSPonDenTe SaBaTino CerSoSiMo opo le tappe a Barcellona, Parigi e roma, Pasolini Roma è arrivata al Martin gropius Bau di Berlino (già dall’11 settembre scorso) e si protrarrà fino al 5 gennaio 2015. Lo spirito polivalente della mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 - ostia, 1975) è apparso evidente già alla conferenza stampa, con i suoi picchi intellettuali ma anche emotivi. Se i curatori Jordi Balló e alain Bergala, (ma anche il direttore del museo gereon Sievernich e quello dell’istituto italiano di Cultura aldo Venturelli) hanno offerto una chiave di lettura critica, filologica, estetica dell’opera pasoliniana, ninetto Davoli ne ha espresso i valori semplici, affettivi, più umani che artistici, come voleva la profonda amicizia che univa l’attore al regista. Preambolo è il Prima di Roma, nel suo amato Friuli, a Casarsa (Udine), dove viene licenziato dalla scuola in cui insegna lettere per presunti malcostumi sessuali (ed espulso dal Partito Comunista cui era iscritto)... Poi, l’arrivo con la madre a roma: in ogni sala una mappa della città descrive i luoghi legati alla sua vita privata e professionale, con oggetti emblematici (sculture, fontane, lapidi, auto, macchinari di lavorazione e registrazione, ecc) che sono lo spunto per le tante riflessioni offerte. appare quindi il Pa- solini agli esordi dietro la macchina da presa con Accattone, La ricotta, Uccellacci e uccellini, Mamma Roma. appare anche il Pasolini poco più che adolescente degli studi artistici e Pier Paolo Pasolini e Ninetto Davoli dei tanti ritratti e Roma © aut. / Cineteca di Bologna autoritratti dall’animo espressionista, che torneranno dopo trent’anni con una ricerca ancora più sintetica. L’estetica della tradizione artistica italiana tuttavia resterà intatta anche nei suoi film (il Cristo del Mantegna in Mamma Roma, la ricostruzione della deposizione del Pontormo ne La ricotta, ecc). Sui muri lettere, poesie, articoli giornalistici, sceneggiature, video, interviste: in maniera ricchissima si traccia il ritratto di un uomo amato e odiato. L’attacco ossessivo alla borghesia quale cancro della società moderna, e con essa la televisione colpevole dell’assuefazione cui era condannato il popolo; il rapporto controverso con la religione e soprattutto con la Chiesa cattolica, e quello con il corpo e la mente umana, generatori di piacere e orrori: Museo d’Arte Lugano riva Caccia 5 – Lugano “Hans Richter Il ritmo dell’avanguardia” Fino al 23 novembre info: 0041 58 8667214 - www.mdam.ch trentadue (!) sono i processi imputati a Pasolini (conclusi sempre con piena assoluzione), con un accanimento giudiziario che solo l’italia perbenista e ipocritamente moralista di quegli anni poteva permettersi (Teorema vince a Venezia nel 1968 il Premio dell’Ufficio Cattolico del Cinema, per essere poi accusato di oscenità). La germania riflette su ciò che avvicianava il nostro Pasolini al suo Fassbinder: la politicizzazione dei loro film, l’indagine sociologica sulla condizione sessuale e omosessuale... la censura che in italia ha perseguitato con ossessione il regista, in germania non ha trovato spazio, anzi: il Decameron e i Racconti di Canterbury sono vincitori al Festival del Cinema di Berlino rispettivamente dell’orso d’argento nel 1971, e dell’orso d’oro nel 1972. Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), uno dei film più discussi e censurati della storia del cinema, è preso a modello da Fassbinder e Michael haneke. L’ultima sala è dedicata a Petrolio, il romanzo incompiuto, il manoscritto perduto su corruzione e perversioni nelle società del potere, e i suoi presunti legami con la violenta morte dello scrittore il 2 novembre 1975. nella mostra al Martin gropius Bau amiamo il regista ma anche il poeta, le sue Ceneri di Gramsci, la Supplica a mia madre. amiamo il romantico e l’intellettuale, che sognava una casa con una piccola collezione, allestita oggi per noi. Martin-Gropius-Bau niederkirchnerstrasse 7 – Berlino “Pasolini Roma” Fino al 5 gennaio 2015 info: 0049 30 254860 - www.berlinerfestspiele.de FOTORAMA CORRIEREdell’ARTE Con gli occhi della foto Reggia di Venaria (To) a CUra Di enriCo S. LaTerza 24 Ottobre 2014 Pagina 13 COURRIER DES ARTS Dal libro di Calabresi, una mostra illustra le immagini dei grandi reportage storici Reggia della Venaria - Sala delle Armi, p.za della repubblica, 4 - Venaria r.le (To). “A occhi aperti”, Quando la Storia si è fermata in una foto, a cura di Lorenza Bravetta e alessandra Mauro. Partendo dal libro di Mario Calabresi, la retrospettiva invita virtualmente a viaggiare per guardare gli avvenimenti del mondo con gli occhi (l’ottica degli obiettivi) dei fotoreporter, testimoni dei nostri tempi: “Che cosa potremmo sapere e ricordare dell’invasione sovietica di Praga, ad esempio, se non ci fossero, impresse nella nostra mente, le istantanee di un ‘anonimo fotografo’, che si scoprì poi chiamarsi Josef Koudelka?”, si domanda retoricamente il direttore de La Stampa; “Ci son fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è uno Viaggio in italia (e altrove) Herbert List alla Fondazione Stelline – Milano 120 scatti del fotografo tedesco tra Belpaese e Mediterraneo negli anni Cinquanta Fondazione Stelline, c.so Magenta, 61 - Milano. Herbert List, “The Magical is passing”: accompagnata da un sottile senso di malinconia per quell’antica magia perduta che non tornerà (“se giovanezza, ahi giovanezza, è spenta”), sulle orme di goete, o di von gloeden (assonante, oltretutto), ritracciate pure dalla ingrid Bergman di rossellini, la mostra alle Stelline ripercorre in 122 fotoimmagini in bianco-e-nero l’itinerario di List (1903-1975) - membro dell’agenzia Magnum dell’amico robert Capa - lungo lo stivale della Penisola (in particolare, il gambale laziale, la fibbia campana, il tacco apulo, la punta calabro-sicula) e le sponde del Mediterraneo, negli anni ’50, passando dal purismo di forme astratte, quasi surreali, all’algida immortale bellezza classica del mito dell’architettura greco-romana, riscoperta nelle statuarie fattezze incarne-ed-ossa (ma perlopiù muscolatura) di imberbi adoni latini, per giungere ai ritratti di celebri artisti dell’epoca, come Cocteau, Morandi, Picasso ed altri, sempre attraverso la luce, sia nei chiaroscuri serali o notturni sia nell’abbagliante solarità di spiagge e corpi, lidi e volti. Magari riflessa nello sguardo intenso pensoso trasognato della Magnani. Una visione. Fino al 9 novembre. info: 02 45462411 www.stelline.it Nell’immagine a lato Anna Magnani in uno scatto di Herbert List al Circeo, Roma, 1950 foto b/n © H. List Estate Magnum Photos scatto che li racconta”. oltre a quelle del citato Koudelka, sono in esposizione (mai sovresposta...) le stampe delle più famose immagini di “mostri sacri” quali Abbas, Gabriele Basilico, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Don McCullin, Steve McCurry, Paolo Pellegrin, Sebastiao Salgado, Alex Webb. autentiche icone: Jacqueline Kennedy ad arlington durante il funerale di J.F.K. (erwitt, 1963), i soldati americani al fronte in Vietnam (McCullin, 1968) e tante, tante altre. Unforgettable: indimenticabili. Fino all’8 febbraio 2015 info: 011 4992333 - www.lavenaria.it Le immagini: qui sopra, A. Webb, San Ysidro, California, 1979, fotocolor © Magnum/Contrasto; in alto, E. Erwitt, Arlington, Virginia, 25 novembre 1963, foto b/n © Magnum/Contrasto CORRIEREdell’ARTE Pagina 14 24 Ottobre 2014 COURRIER DES ARTS TORINO e PIEMONTE Cecily Brown GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino Via Magenta 31 – Torino Fino al 1 febbraio 2015 Info: 011 442 9518 www.gamtorino.it A cura di Danilo Eccher GAM Torino presenta una delle artiste più celebrate al mondo, Cecily Brown. Osannata da alcuni dei protagonisti del mondo della cultura, della musica, della moda, le sue opere hanno raggiunto negli ultimi anni quotazioni straordinarie e fanno parte delle collezioni più importanti del mondo. L’eccezionalità dell’appuntamento di Torino, prima grande esposizione in un’istituzione italiana con circa 50 opere, dopo una più piccola anticipazione del 2003 presso MACRO Roma, sempre a cura di Danilo Eccher, permetterà al pubblico l’accesso privilegiato e diretto a opere provenienti dallo studio dell’artista e da alcune delle più ricche raccolte d’arte private americane ed europee. (c.s./c.p.) “Uno sguardo lungo vent’anni” Personale di Simona Galeotti Il Cassetto della Nonna di Giovanna Demeglio C.so Regina Margherita 148 Torino Info: 011 5213127 Fino al 5 novembre 2014 In corso la personale di Simona Galeotti, pittrice attenta che da tempo indaga il versante figurativo della pittura portando avanti una personale ricerca estetica attraverso uno studio preciso e una passione autentica. (c.s.) “Hom’Art” Internocortile Spazio Arte e Design Via Villa Glori 6 – Torino Fino all’11 novembre Info: www.internocortile.it In corso il progetto espositivo Lampade Rosaventi di Carlo Nonnis e Silvia Beccaria. “Editoria fotografica” Workshop di Dario Salani PHOS Centro Polifunzionale per la Fotografia e le Arti Visive diretto da Enzo Obiso Via Garibaldi 35 bis Chieri (To) Fino all’11 novembre Info: 011 7604867 www.phosfotografia.com La foto-editoria, dal libro d’arte al portfolio, all’ebook, spiegata da un professionista del settore, in collaborazione con Prinp. (c.s./e.l.) “Felice Casorati Collezioni e mostre tra Europa e Americhe” Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero Via Vivaro 49 – Alba (Cn) Dal 25 ottobre 2014 al 1° febbraio 2015 A cura di Giorgina Bertolino Una mostra “museo”: sessantacinque dipinti di Felice Casorati, quaranta dei quali dalle collezioni di istituzioni nazionali ed internazionali; la Fondazione Ferrero di Alba e la GAM di Torino, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Artistici, rendono omaggio a Casorati (1883 – 1963) con un’ampia antologica. (c.s./d.t.) su questa pagina il Corriere dellÊArte dedica uno spazio agli APPUNTAMENTI dÊARTE. È possibile segnalare eventi, mostre, vernissage, iniziative culturali ecc. >>> tel. 011 6312666 <<< Vernissage Venerdì 24 ottobre - ore 17,30 Galleria Rinascenza Contemporanea Associazione Culturale Via Palermo 140 – Pescara “Ouroboros. La Fine e l’Inizio” Personale di Sergio Galiero Venerdì 24 ottobre - ore 18,00 Galleria Arte Città Amica Centro Artistico Culturale Via rubiana 15 – Torino “L’Arte può emozionare” 7 mini-Personali Mercoledì 5 novembre - ore 17,30 Galleria Luigi Caretto c/o PalaAlpitour Isozaki Via Filadelfia 82 / c.so Sebastopoli 123 Torino “Flashback L’Arte è tutta contemporanea” Mostra-mercato Carlo Bossoli, “Venezia, Palazzo Ducale”, 1849 tempera su carta © Aversa Galleria Aversa Via Cavour 13 (int. cortile) – Torino CORRIERE dell’ARTE COURRIER DES ARTS Direttore Editoriale Pietro Panacci Direttore Responsabile Virginia Colacino Caporedattore Chiara Pittavino Comitato Editoriale Giorgio Barberis, Rolando Bellini, Massimo Boccaletti, Franco Caresio, Angelo Caroli, Claudia Cassio, Massimo Centini, Fernanda De Bernardi, Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara, Alessandro Mormile, Massimo Olivetti, Enzo Papa, Lorenzo Reggiani, Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone Corrispondente da New York Mauro Lucentini [email protected] Corrispondente da Berlino Sabatino Cersosimo Hanno collaborato C. Gallo, E.S. Laterza, C. Pittavino, E. Rabbione, A. Olivieri, N. Salvo, A.D. Taricco, D. Tauro Realizzazione grafica interna a cura di E.S. Laterza Fotografo ufficiale Antonio Attini Redazioni distaccate Milano Rosa Carnevale Tel. 339 1746312 Roma e Napoli Fabrizio Florian Tel. 388 9426443 Palermo Caterina Randazzo Tel. 334 1022647 Concessionaria di Pubblicità interna Stampa e distribuzione EditService S.r.l. Str. Piossasco 43/U – Volvera (To) Editore Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Torino P.IVA 06956300013 Segnalazioni in ITALIA “In alto Milano” Alessandro Busci Triennale di Milano Dal 14 al 30 novembre Info: 02 72434208 www.triennale.org La Triennale di Milano ospita la personale di Alessandro Busci, in cui l’artista riflette sulla crescita architettonica della città che, a partire dal dopoguerra, ma soprattutto ora, all’esordio del XXI secolo, ne ha cambiato radicalmente il volto, imprimendo al suo orizzonte un inedito moto ascendente. L’esposizione, presentata in catalogo da Ada Masoero, che comprende 50 nuovi dipinti, tutti su lastre di acciaio cor-ten e un nucleo di 40 opere su carta, ruota attorno al ciclo, appositamente realizzato per l’occasione, che vede protagonista la nuova Milano “verticale”, cui si affiancano alcune vedute di metropoli simbolo, come New York, Londra e Shanghai, in un dialogo e confronto a distanza fra memorie di archeologie industriali e visioni di scenari futuri. (c.s./v.c.) “Reanimation” Performance di Joan Jonas e Jason Moran Pirelli HangarBicocca Via Chiese 2 – Milano In corso Info: 02 66111573 Prima assoluta italiana della performance Reanimation, una collaborazione fra l’artista Joan Jonas e il pianista e compositore jazz Jason Moran in occasione della mostra di Joan Jonas Light Time Tales, a cura di Andrea Lissoni (aperta fino al 1° febbraio 2015). Abbonamenti Annuale (22 nn.): euro 60,00 per l’Italia euro 120,00 per l’estero Arretrati: euro 4,00 Antonio Mignozzi “Lo spirito della materia” Galleria CortinaArte Associazione Culturale “Renzo Cortina” Via MacMahon 14/7 – Milano A cura di Stefano Cortina Info: 02 33607236 www.cortinaarte.it Dal 4 al 29 novembre Dopo l’apertura a Parigi alla Galerie Orenda Art la mostra di Antonio Mignozzi arriva a Milano presso gli spazi della Cortina Arte dove si inaugura il 4 novembre. Antonio Mignozzi (Trebisacce, Calabria 1942) nasce in una famiglia di artisti, il padre è musicista e pittore e lo introduce precocissimo alle arti visive. Pur usando tecniche desuete quali l’affresco le sue opere mantengono una vivace freschezza creativa, consegnandolo a pieno titolo alla pittura del ’900 italiano. (c.s.) Santi Moix “Brooklyn Studio” M77 Gallery Associazione Culturale Via Mecenate 77 – Milano Fino al 31 gennaio 2015 Info: 02 84571243 La prima personale italiana dell’artista catalano, ma americano d’adozione, presenterà quaranta opere inedite, tra oli e acquerelli, oltre a un’installazione site specific, studiata per l’occasione; il nuovo spazio espositivo milanese per l’arte contemporanea italiana e internazionale, presenta un evento dedicato a Santi Moix, una delle personalità più interessanti dell’ambiente artistico newyorkese. (c.s./p.p.) c.c. postale n. 45958055 intestato a Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Aut. Tribunale di Torino n. 4818 del 28/07/1995 ABBÒNATI al CORRIEREdell’ARTE a soli 60 euro per un anno 22 numeri a casa tua Gallerie ACCADEMIA Galleria Via accademia albertina 3/e – Torino Tel. 011 885408 email: [email protected] www.galleriaaccademia.it orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì ARTE CITTÀ AMICA Centro Artistico Culturale Via rubiana 15 – Torino Tel. 011 7717471 - Fax 011 7768845 email: [email protected] www.artecittaamica.it orario: lun. - sab.16,00-19,00; dom. chiuso Dal 24/10 al 4/11 “L’Arte può emozionare” 7 mini-Personali ARTE PER VOI Associazione Culturale P.za Conte rosso 3 – avigliana (To) Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 Cell. 339 2523791 email: [email protected] www.artepervoi.it Paolo nesta - Tel. 011 9328447 Cell. 333 8710636 email: [email protected] orario: sab. - dom. 15,00-19,00 Fino al 9/11 “Pàleo, Arte primitiva” Ceramiche di Sonia Girotto e acquerelli di Giulio Vigna CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO Palazzo graneri della roccia Via Bogino 9 – Torino scala B destra - 1° piano (digitare 4444+ ) Tel./fax 011 8128718 email: [email protected] www.circolodegliartistitorino.it orario: lun. - ven. 15,30-19,30 Fino al 3/11 “Nuovi Mondi Esperienze visionarie tra video, pittura e fumetto” Collettiva LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO Direttore artistico: Livio Pezzato Via S. Croce 7/c – Moncalieri (To) Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962 email: [email protected] www.lalanternaarte.com orario: mart. - sab. 15,30-18,30 A. Arcidiacono, V. Cavalleri, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso, D. De Agostini, Gigli, E. Gribaudo, W. Jervolino, Sky Lake, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti, G. Righini, T. Russo, G. Valerioti inoltre pittori ucraini, naïf croati grafica nazionale ed internazionale LA LUNA Art Gallery Via roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) Cell. 339 7108501 email: [email protected] www.artgallerylaluna.com orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00 LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo Via nazionale 73/1 – Cambiano (To) Tel./Fax 011 9492688 email: [email protected] www.luna-art-collection.com orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata) In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking, Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo RINASCENZA CONTEMPORANEA Associazione Culturale Via Palermo 140 – Pescara Cell. 328 6979208 email:[email protected] www.rinascenzacontemporanea.jimdo.com orario: mar. - sab. (su appuntamento) Fino al 24/11 “Icon. Flusso post-contemporaneo” Collettiva Dal 24/10 al 24/11 “Ouroboros. La Fine e l’Inizio” Personale di Sergio Galiero CORRIEREdell’ARTE SENESI Arte Via S. andrea 44 – Savigliano (Cn) orario: mar. - sab.9,30-12,30 /15,30-19,30 Tel. 0172 712922 email: [email protected] www.senesiarte.it SILVy BASSANESE Arte Contemporanea Via galileo galilei 45 – Biella Tel./Fax 015 355414 email: [email protected] www.silvybassanese.it orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento STORELLO Galleria d’Arte Via del Pino 54 – Pinerolo (To) Tel. 0121 76235 orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso In permanenza opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante TEART Associazione Artistico-culturale Via giotto 14 – Torino Tel. 011 6966422 email: [email protected] orario: mart. - sab.17,00-19,00 Fino al 12/11 “I complementari” Personale di Elena Saraceno TINBER Art Gallery @ Pragelato Via albergian 20 - Souchères hautes Pragelato (To) Tel. 0122 78461 email: [email protected] www.tinberartgallery.it orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00 Opere di Tino Aime, Jean-François Béné, Andrea Berlinghieri, Gianni Bertola, Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto, Enrico Challier, Dino Damiani, Pierflavio Gallina, Lia Laterza, Claudio Malacarne, Vinicio Perugia, Elena Piacentini, Mariangela Redolfini, Sergio Saccomandi, Luciano Spessot M.ro Raul VIGLIONE Studio - Galleria - Mostra Culturale Via Servais 56 – Torino Tel. 011 798238 - Cell. 335 5707705 email: [email protected] www.raulviglione.it A.L.P.G.A.M.C. 24 Ottobre 2014 Pagina BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte Via Bonafous 7/1 – Torino Tel. 011 8173511 www.biasuttiebiasutti.com orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30 LA TESORIERA Centro Arte C.so Francia 268 – Torino Tel. 011 7792147 www.tesoriera.com orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso (o su appuntamento) Mostra di pittura dall’Ottocento al Novecento Arte Antica AVERSA Galleria Dipinti dell’800 e del Primo ’900 Via Cavour 13 (int. cortile) – Torino Tel. 011 532662 email: [email protected] www.aversa-galleria.it orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00 In corso “Proposte 2014 Dall’800 agli Anni ’20” DELLA ROCCA Casa d’Aste Via della rocca 33 – Torino Tel. 011 8123070/888226 - Fax 011 836244 email: [email protected] www.dellarocca.net LUIGI CARETTO Galleria dal 1911 Dipinti Antichi Via Maria Vittoria 10 – Torino Tel. 011 537274 email: [email protected] www.galleriacaretto.com orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30 Dal 5/11 “Flashback. L’Arte è tutta contemporanea” Mostra-mercato c/o Palaalpitour isozaki (via Filadelfia 82 / c.so Sebastopoli 123 – Torino) SANT’AGOSTINO Casa d’Aste a Torino dal 1969 C.so Tassoni 56 – Torino Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577 www.santagostinoaste.it orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30 15 COURRIER DES ARTS CORRIERE dell’ARTE - 24 Ottobre 2014