G. Graffi, S. Scalise, Le lingue e il linguaggio Capitolo V La struttura delle parole: morfologia Introduzione Morfologia: studio delle parole e delle varie forme che le parole possono assumere Dà conto di tutte le conoscenze che un parlante ha delle parole della propria lingua (competenza morfologica): se una parola è ben formata o meno se una parola è possibile o non possibile a quale categoria lessicale appartiene come si può combinare con prefissi e suffissi o con altre parole Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 2 Introduzione Le parole possono essere: Semplici (senza struttura interna) [capo] Complesse (con struttura interna) Parole derivate: [ex-capo] [capetto] Parole composte: [capostazione] Sia le parole semplici che le parole complesse devono essere flesse quando sono usate in una frase: [capi], [ex-capi], [capetti], [capistazione] Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 3 1. La nozione di parola Nozione molto difficile da definire formalmente I parlanti di una lingua sanno istintivamente che cosa è e che cosa non è una parola Ma ciò che conta come «parola» in una lingua non sempre vale per altre lingue Italiano: italiano il ragazzo ha dato una rosa a Maria latino puer dedit rosam Mariae a/i precipitevolissimevolmente Eschimese: Iqalussuarniariartuqqusaagaluaqaagunnuuq ‘è stato detto che abbiamo avuto l’ordine tassativo di andare fuori a pescare pescecani’ Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 4 1. La nozione di parola: criteri definitori Definizione “grafica” Parola = ciò che è compreso tra due spazi bianchi intuitivamente semplice ed efficacie, ma funziona solo per le lingue dotate di scrittura (lineare) Lingue senza scrittura (in Somalo il sistema di scrittura è stato introdotto solo nel 1972) scriptio continua (Cinese e Latino) Composti: In. world tour / It. angolo cottura Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 5 1. La nozione di parola: criteri definitori Definizione fonologica “tutto ciò che si raggruppa attorno ad un accento principale / primario” dàglielo / telèfonagli / dìmmelo gentiluómo càpostaziòne...ma ?raccòlta Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 rifiùti 6 1. La nozione di parola: criteri definitori Definizione sintattica o distribuzionale Parola = unità della lingua che può essere usata da sola, che può da sola formare un enunciato questo criterio esclude le parole grammaticali (di, e, con ecc.) che di norma non possono costituire un enunciato Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 7 Definizione morfologica Parola = unità al cui interno non si può inserire dell’altro materiale linguistico (una sequenza in-interrompibile di morfemi) Derivazione 1) salda-tore efficiente / efficiente salda-tore vs *salda-efficiente-tore Composizione 2) aspira-polvere *aspira-molta-polvere 3) veloce treno merci / treno merci veloce vs *treno veloce merci ‘di + logica’ di complicata logica… Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 8 Le soluzioni contemporanee a questo problema distinguono varie accezioni di «parola», a seconda del punto di vista adottato parola fonologica ≠ parola morfologica ≠ parola sintattica Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 9 1.1. Tema, radice e forma di citazione Forma di citazione o lemma: forma convenzionale che nei dizionari rappresenta tutte le forme flesse che una parola può avere. In italiano: Verbi infinito Nomi maschile/femminile singolare Aggettivi maschile singolare (agg. a 4 uscite) maschile/femminile singolare (agg. a 2 uscite) = amare, libro, casa, bello, felice Tema: togliendo la desinenza flessiva -re a un verbo regolare come amare resta ama- (tema verbale) Radice: il tema si può analizzare a sua volta come una radice (am-) più una vocale tematica (-a) Le vocali tematiche dell’infinito italiano sono tre: -a (cont-a-re) -e (tem-e-re) ed -i (sent-i-re) Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 10 2. Classi di parole Le parole di una lingua sono tradizionalmente raggruppate in classi o parti del discorso, dette anche categorie lessicali Secondo le grammatiche tradizionali dell’italiano, le parti del discorso sono: variabili invariabili Nome Verbo Aggettivo Pronome Articolo Avverbio Preposizione Congiunzione Interiezione (Simona, tavolo) (camminare) (rosso, rapido) (io, lui, lo, ci) (il, la, un) (già, lentamente) (di, a, con) (e, ma, o) (ahi!, ehi!, oplà!) Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 aperte chiuse 11 2. Classi di parole L’inventario delle parti del discorso non è lo stesso per tutte le lingue del mondo! Non è quindi universale. Per esempio, il latino non ha gli articoli. Anche Russo e Cinese non hanno articoli. Molte lingue non hanno gli aggettivi come parti del discorso. Quindi i significati aggettivali sono espressi con Nomi o Verbi: in Cambogiano, i significati aggettivali sono espressi da una classe di verbi (Huffman 1970) Lo Hausa (famiglia afro-asiatica) usa i nomi per esprimere proprietà: un grande uomo = uomo con la grandezza Inoltre, le proprietà delle singole classi cambiano da lingua a lingua. Gli aggettivi sono variabili in italiano ma invariabili in inglese. Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 12 2. Classi di parole Alcune classi di parole, però, sembrano essere presenti in tutte le lingue (universali): Nome e Verbo Le parti del discorso non possono essere riconosciute in base a criteri semantici: nomi esprimono entità (festa, cerimonia, metamorfosi, -zione) verbi esprimono azioni (stare, amare, sapere) ma attraverso criteri distribuzionali (i contesti in cui possono o non possono ricorrere) Articolo = può precedere un Nome ma non un Verbo Nome = può precedere un Verbo ma non un Articolo Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 13 2.1. Categorie e sottocategorie Un parlante sa che le parole della propria lingua hanno proprietà diverse: per esempio, i nomi possono essere: Questo sistema di tratti binari (+/-) suddivide la categoria Nome in sottocategorie Ogni Nome possiede un valore per ogni tratto: ragazzo libro [-astratto] [+animato] [+numerabile] [+comune] [+umano] [-astratto] [- animato] [+numerabile] [+comune] [- umano] Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 14 2.1. Categorie e sottocategorie Anche i Verbi possono essere distinti in: [±transitivo] [±regolare] [±costruzione progressiva] [+costr. progressiva] = sto leggendo [-costr. progressiva] = *sto sapendo la risposta (verbi stativi) Le informazioni di categoria e sottocategoria lessicale regolano il funzionamento delle parole in sintassi e in morfologia Sintassi: Morfologia: Il ragazzo (*cane / *virtù/ *sporcizia) legge il libro -iera (“contenitore di N”) a. conigliera, uccelliera b. cappelliera, saliera c. *Gianniera, *Franchiera d. *virtuiera, *pazienziera suffisso –bile ? Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 15 3. Morfema Definizione: la più piccola parte di una lingua dotata di significato Ogni morfema è un segno linguistico boys libri boy = ‘umano, non adulto, maschile’ -s = 'plurale’ libr- = 'insieme di fogli stampati’ -i = 'plurale’ Classificazione: morfemi lessicali: boy, libr- (non varia con il contesto linguistico) morfemi grammaticali: -s, -i (di, a, ecc.) morfemi liberi: possono ricorrere da soli in una frase (preposizioni semplici, parole come bar, ieri, virtù, ecc) morfemi legati: non possono ricorrere da soli in una frase Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 16 3.2. Parola e morfema Le nozioni di parola e morfema non coincidono: in inglese le parole semplici sono monomorfemiche (book) in italiano, nomi e aggettivi semplici sono bimorfemici (cas+a, bell+o – in inglese: parola anche senza i morfemi flessivi) in italiano, i verbi regolari sono trimorfemici (am+a+re) le parole complesse italiane possono essere trimorfemiche e oltre (in+util+ità) Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 17 3.3. Morfema e allomorfi Morfema designa un’unità astratta realizzata a livello concreto da un allomorfo: Liv. astratto Liv. concreto Fonologia fonema allofono Morfologia morfema allomorfo Un noto caso di allomorfia è quello del plurale dei Nomi in inglese, realizzato graficamente come -s e -es. Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 18 3.3. Morfema e allomorfi Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 19 3.3. Morfema e allomorfi Allomorfia condizionata foneticamente; i diversi allomorfi del plurale inglese sono in distribuzione complementare. Un altro caso di allomorfia, in italiano: la distribuzione dell’articolo maschile, il e lo / i e gli: -prima di vocale -prima di s+Cons -prima del suono ‘sc’ in sciocchi -prima della ‘gn’ in gnomi Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 20 5. Morfologia come «processo» La morfologia cerca anche di capire e spiegare le vie attraverso cui le parole sono state formate e i principi ai quali sottostanno. Per esempio: La suffissazione di norma cambia la categoria della base [veloce]A [[veloce]A+ità]N Se non cambia la categoria, ci possono essere cambiamenti di sottocategoria. [fiore]N [-animato] [atomo]N [[atomo]N+izzare]V + ista]N [+animato] La prefissazione di norma non cambia la categoria della base. [attivo]A [in+attivo]A [presidente]N [ex+presidente]N Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 21 4. Flessione, derivazione e composizione Le parole possono subire diversi tipi di modificazione Derivazione: crea parole nuove aggiungendo una forma legata (affisso) a una forma libera Prefissazione: marito ex+marito Suffissazione: dolce dolcemente Infissazione: su:lu ‘cane’ su:kalu ‘del cane’ (Ulwa, lingua Nicaraguense) Composizione: forma parole nuove a partire da due parole esistenti (due forme libere) capo + stazione capostazione dolce + amaro dolceamaro Flessione: aggiunge alla parola di base informazioni relative a genere, numero, caso, tempo, modo, diatesi, persona, ecc. bello bella, libro libri, ama amava Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 22 Morfologia come «processo» Non tutte le combinazioni possibili di forme libere creano un composto ben formato [dolce]A [amaro]A [dolce+amaro]A [amaro]A [dispari]A *[amaro+dispari]N Per es. l’ordine dei costituenti in un composto non è libero [capo]N [stazione]N [capo+stazione]N *[stazione+capo] [porta]V [lettere]N [porta+lettere]N *[lettere+porta] Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 23 Morfologia come «processo» incredibilmente [crede]V [[crede/i]V + bile]A [in [[credi]V + bile]A]A [[in [[credi]V + bile]A]A + mente]Avv industrializzazione [industria]N [[industria]N + le]A [[[industria]N + le]A izz-a]V [[[[industria]N +le]A + izz-a]V + zione]N Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 24 Morfologia come «processo» Parasintesi prefisso + base + suffisso = VERBI o AGGETTIVI Es: ingrassare / ingiallire infornare / imbottire *in+grasso */° grass(o) + are sfegatato *sfegato */° fegat + ato Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 25 6. Allomorfia e suppletivismo Suppletivismo: quando nello stesso paradigma morfologico si trovano radicali formalmente diversi (non-relazionati) ma evidentemente legati semanticamente vad-o va-i va-nno vs. and-iamo anda-te anda-i and-rei acqua vs. idr-ico cavallo vs. equ-estre vs. ipp-ico Allomorfia: quando nello stesso paradigma morfologico si trovano alternative formali dello stesso radicale (alternanza motivata fonologicamente) Marte Marziano perfetto perfezione ( [t] [ts] ) I fenomeni di suppletivismo non sono prevedibili e devono essere esplicitamente rappresentati nel Lessico I fenomeni di allomorfia sono prevedibili (applicazione di regole) e non devono essere «scritti» nel Lessico Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 26 7. Parole semplici e parole complesse Parole semplici: non possono essere analizzate (segmentate) in morfemi. Sono «date», elencate nel Lessico ieri, sempre, ogni, bar Parole complesse: possono essere analizzate morfologicamente in costituenti (morfemi). Sono costruite tramite regole parola suffissata parola prefissata parola composta parola suffissata più volte prefissata più volte composta più volte suffissata e prefissata composta e suffissata composta e prefissata composta, prefissata e suffissata (vin+aio, bar+ista) (dis+adatto, in+elegante) (capo+stazione, alto+piano) (industri+al+izza+zione) (ex+pro+console) (tergi+lava+lunotto) (in+desider+abile) (croce+rossa+ina, ferro+via+ario) (in+vero+simile) (in+vero+simile+mente) Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 27 8. Parole suffissate La suffissazione in italiano di solito cambia la categoria/sottocategoria della base: N V -izzare (atomo atomizzare) N A -oso (fama famoso) N N -aio (giornale giornalaio) V N -zione (amministra(re) amministrazione) V A -bile (giustifica(re) giustificabile) A N -ezza (bello bellezza) A V -ificare (beato beatificare) A Avv -mente (geloso gelosamente) Ci sono anche suffissi che non cambiano la categoria della base (suffissi valutativi): -ino/-ina: libro librino, bello bellino -accia/accio: casa casaccia, grasso grassoccio Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 28 9. Parole prefissate La prefissazione in italiano non cambia la categoria della base Generalmente, in italiano, i prefissi si aggiungono più facilmente a Nomi e Aggettivi che non a Verbi Molti prefissi si aggiungono a più di una categoria: Pref+N / Pref+A = Pref+A / Pref+V = in-esperienza, in-capace (vedi anche incassare o ingiallire) stra-grande, stra-vedere Pref+N / Pref+A / Pref+V dis-armonia, dis-abile, dis-fare Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 29 10. Morfologia e significato La formazione delle parole consta di una parte formale e di una parte semantica composizionale: vino+aio = ‘persona che vende vino’ giornale+aio = ‘persona che vende giornali’ verdura+aio = ‘persona che vende verdura’ parte formale: aggiunta di -aio parte semantica: parafrasi composizionale ‘persona che svolge un attività connessa con N’ Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 30 Nomi d’azione e di risultato -mento, -zione, -tura, -io, -ata, ecc. Formano nomi ambigui fra processo e risultato del processo. - La creazione dell’ultimo modello è stata estremamente laboriosa. Azione -La tua creazione è molto elegante Risultato -La tua creazione *(dell’abito) è molto elegante Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 31 Nomi d’agente e di strumento -aio -ista -tore -ino Agente Strumento [+umano] [-umano] fioraio fiorista amministratore postino calcolatore colino N.B. nomi in –aio sono anche nomi di luogo (pollaio, formicaio, ecc.) Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 32 11. Composti dell’italiano Non tutte le combinazioni delle categorie lessicali teoricamente disponibili sono possibili Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 33 11.1. Testa dei composti Normalmente, un composto ha la stessa categoria lessicale e tratti di sottocategoria di uno dei suoi costituenti: diremo che questo costituente è la TESTA del composto Test «È UN»: camposanto «È UN» Nome perché campo è Nome (categoria) camposanto «È UN» tipo di campo, non un tipo di santo (semantica) Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 34 11.2. Ancora sulla «testa» dei composti In alcune lingue la testa dei composti può essere identificata «posizionalmente» In inglese la testa è «a destra» A+N=N P+N=N V+N=N N+A=A In italiano la situazione è più complessa: N+N N+A A+N N+N N+N black-board lett. ‘nera asse, lavagna’ overdose ‘overdose’ rattlesnake ‘serpente a sonagli’ honey-sweet ‘dolce come il miele’ pescecane camposanto gentiluomo terremoto scuolabus testa a sinistra testa a sinistra testa a destra testa a destra testa a destra Ma sincronicamente i composti italiani hanno di norma la testa a sinistra Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 35 11.6. Composti endocentrici, composti esocentrici e composti «dvandva» I composti che hanno una testa sono endocentrici Ma non tutti i composti hanno una testa (composti esocentrici): [[dormi]V+[veglia]V]N [[porta]V+[lettere]N]N [[senza]P+[tetto]N]N [[pelle]N+[rossa]A]N I composti «dvandva» o di coordinazione sono formati da due costituenti possibili teste, sia categorialmente sia semanticamente [[cassa]N+[panca]N]N [[agro]A+[dolce]A]A Graffi, Scalise - Le lingue e il linguaggio - Il Mulino, 2006 36