Inquinamento
atmosferico e acustico
e influssi del clima
sulla salute
1
L'ARIA CHE RESPIRIAMO
L’aria che respiriamo è costituita per il:

78,9% da azoto (N2)

20,9% da ossigeno (O2)

0,2% da anidride carbonica (CO2),
gas nobili (elio...) e idrogeno (H2).
2
Un individuo adulto respira:
in condizioni di riposo:
dai 6 ai 9 litri di aria al
minuto (circa 9-13
metri cubi al giorno)
durante una attività
fisica moderata:
60 litri al minuto
durante una attività
fisica intensa:
130 litri al minuto
Questi volumi d'aria
sono filtrati da una
superficie
respiratoria (alveoli
polmonari) che si
sviluppa per una
estensione
complessiva di ben
130-150 metri
quadrati.
3
4
L'INQUINAMENTO
DELL'ARIA CHE RESPIRIAMO
L'inquinamento
atmosferico è dato
dalla presenza nell'aria
di una o più sostanze
indesiderabili o
estranee in quantità e
per una durata tali da
alterare la salubrità
dell'aria e da
costituire un pericolo
per la salute umana.
Gli inquinanti gassosi che
giungono a livello
polmonare vengono
assorbiti dalla
superficie alveolare ed
entrano nella
circolazione sanguigna
da cui raggiungono i
diversi organi e
apparati.
5
FONTI DI INQUINAMENTO
IN ATMOSFERA
• PROCESSI PRODUTTIVI (ATTIVITÀ
INDUSTRIALI E ARTIGIANALI)
• PROCESSI DI COMBUSTIONE
(RISCALDAMENTO E TRAFFICO
VEICOLARE).
La principale fonte di inquinamento è data
dal traffico autoveicolare
6
7
Il traffico autoveicolare
Il grosso contributo del traffico
autoveicolare alle immissioni in atmosfera è
dimostrato anche dal fatto che
l'inquinamento nelle aree urbane non è più
limitato al periodo invernale ma è divenuto,
con episodi più o meno acuti, una costante
nel corso dell'intero anno.
8
Sostanze prodotte dal
traffico autoveicolare
Il traffico autoveicolare è responsabile della
immissione in atmosfera
• dei prodotti della combustione dei motori
• delle polveri che si liberano dall'usura dei
freni, dei pneumatici e del manto stradale
• degli idrocarburi che vaporizzano dai
serbatoi dei veicoli.
Gli scarichi degli autoveicoli, derivanti dalla
combustione incompleta del carburante,
comprendono migliaia di sostanze sotto
9
forma di gas e di polveri.
Sostanze prodotte dal
traffico autoveicolare
Le principali sostanze tossiche prodotte dal
traffico autoveicolare sono:
• monossido di carbonio (CO)
• ossidi di azoto (NOx)
• ossidi di zolfo (SOx)
• composti organici volatili (COV)
• particelle totali sospese (PTS) che
contengono numerosissimi inquinanti
(piombo, cadmio, idrocarburi policiclici
aromatici ecc.) – PM10
• ozono
10
GLI EFFETTI SULLA SALUTE
DELL'INQUINAMENTO
ATMOSFERICO
I danni alla salute derivanti dall'inquinamento
atmosferico dipendono, oltre che dall'azione
dei singoli inquinanti:
• dalla interazione dei diversi inquinanti tra di
loro;
• dalle condizioni atmosferiche;
• dalle condizioni respiratorie;
• dalla dose inalata.
11
COSA FARE PER TUTELARE
LA NOSTRA SALUTE
Sono CATEGORIE A
RISCHIO, cioè soggetti
per i quali è più alto il
rischio di danno alla
salute:
• BAMBINI
• ANZIANI
• CARDIOPATICI
• QUANTI SOFFRONO
DI DISTURBI
RESPIRATORI
•
Va comunque ricordato
che non solo le
categorie a rischio, ma
TUTTA LA
POPOLAZIONE è
esposta agli effetti
sfavorevoli
dell'inquinamento
atmosferico che è
comunque un fattore di
riduzione del
benessere dell'uomo.
12
OSSIDI DI AZOTO
(NO/NO2)
SORGENTI
EFFETTI SULLA SALUTE
Processi di combustione
derivanti da autoveicoli,
impianti di riscaldamento
e impianti industriali. Il
maggior contributo è
dato dal traffico
autoveicolare e, in ordine
decrescente, da diesel
pesanti, autovetture a
benzina, diesel leggeri e
autovetture catalizzate.
Riduzione della funzionalità
respiratoria e dei meccanismi di
difesa polmonari, più evidenti nei
soggetti bronchitici ed asmatici,
negli anziani e nei bambini. Gli
effetti nocivi insorgono dopo
svariate ore dalla cessazione
all'esposizione. L'esposizione di
breve durata favorisce anche la
insorgenza di fatti infiammatori
delle mucose delle vie aeree
superiori; l'esposizione protratta
facilita le infezioni respiratorie
13
profonde.
MONOSSIDO Dl
CARBONIO (CO)
SORGENTI
EFFETTI SULLA SALUTE
Processi di combustione in
carenza di ossigeno,
situazione che si verifica in
vario grado nei motori degli
autoveicoli, negli impianti di
riscaldamento e negli
impianti industriali.
Un'altra fonte
estremamente significativa
è rappresentata dal fumo
di sigaretta.
Legandosi all'emoglobina del
sangue al posto dell'ossigeno,
impedisce il trasporto ai
tessuti di quest'ultimo e
determina stato di asfissia. I
suoi effetti sono soprattutto a
carico dell'apparato
cardiovascolare (ipertensione,
infarto), del sistema nervoso
(obnubilamento fino alla morte
nei casi di intossicazione
grave) e del feto (ridotto
accrescimento).
14
BIOSSIDO DI ZOLFO
(SO2)
SORGENTI
EFFETTI SULLA SALUTE
Uso di combustibili fossili
(carbone e derivati del
petrolio).
Negli ultimi 10 anni si è osservata
una netta tendenza alla
diminuzione delle emissioni di
SO2, attribuibile alle
modifiche nel tipo e nella
qualità dei combustibili usati a
minor contenuto di zolfo
(metanizzazione)
Azione dannosa essenzialmente
sull'apparato respiratorio.
Solitamente esercita i suoi
effetti nocivi sulla parte alta
dell'apparato respiratorio,
sciogliendosi nel muco. In
associazione alle polveri e
particelle liquide, nelle quali
viene assorbito, può
raggiungere gli alveoli
polmonari sui quali esercita
direttamente un'azione tossica
ben più grave. Provoca crisi
asmatiche, in particolare nei
soggetti che già soffrono di
15
asma bronchiale.
POLVERI (particelle totali
sospese)
SORGENTI
EFFETTI SULLA SALUTE
Nella realtà cittadina la
principale sorgente è
rappresentata dal
traffico autoveicolare.
L'azione nociva è in parte dovuta
all'azione diretta sulla mucosa
dell'albero respiratorio e sugli
alveoli, in parte è indiretta e
conseguente a gas assorbiti (SO2)
e/o particelle di metalli pesanti
tossici (piombo) e di idrocarburi
policiclici aromatici adsorbite alla
superficie delle particelle stesse.
L'aumento della concentrazione
atmosferica di polveri determina un
aumento della mortalità e della
morbosità (aumento dei ricoveri
ospedalieri) prevalentemente per
disturbi dell'apparato respiratorio.
16
POLVERI (particelle totali
sospese/PM 10)
L'azione nociva delle
polveri varia con le
dimensioni delle
particelle; quelle con
diametro superiore a 30
m vengono trattenute
nella parte alta
dell'albero respiratorio
ed espulse con la tosse;
quelle con diametro
inferiore a 3 micron raggiungono direttamente gli
alveoli polmonari ove si
arrestano. Le più nocive
sono quelle con diametro
medio inferiore a 10 micron
(PM10) che si fissano sugli
alveoli, mentre quelle più
piccole tendono ad essere
espulse con l'aria espirata.
17
Dimensioni delle particelle
18
PM 10 e PM 2.5
Il PM10 è il particolato atmosferico che ha un
diametro uguale o inferiore a 10 µm
Il PM2.5 è la frazione più fine del PM10, costituita
dalle particelle con diametro uguale o inferiore a 2,5
µm
Il diametro delle particelle è considerato il parametro
più importante per caratterizzare il comportamento
fisico del particolato atmosferico
Il PM 2,5 è il particolato più pericoloso per la salute e
l'ambiente: questo particolato può rimanere sospeso
nell'atmosfera per giorni o settimane. Le particelle
maggiori (da 2,5 a 10 µm) rimangono in atmosfera da
poche ore a pochi giorni, e sono significativamente
meno dannose per la salute e l'ambiente
19
PM 10 e PM 2.5
Ne consegue che la misura del PM10 quale metodo di
valutazione dell'inquinamento da particolato fornisce
informazioni incomplete: non distingue le particelle
grossolane dal pericoloso PM 2,5. Paradossalmente, un
elevato valore del PM10 può corrispondere alla
presenza di poche particelle del tipo PM 2,5 e molte di
dimensioni maggiori (e viceversa)
Il PM 2,5 è una miscela complessa di migliaia di composti
chimici e alcuni di questi sono di estremo interesse a
causa della loro tossicità. L'attenzione è rivolta agli
idrocarburi aromatici policiclici che svolgono un ruolo
nello sviluppo del cancro.
20
PM 10 e PM 2.5
Quale sarebbe il valore del PM10 in natura senza la
presenza dell'uomo?
Le concentrazioni di PM in atmosfera dipendono sia da
sorgenti naturali che antropiche. La concentrazione di
fondo di PM è solitamente definita come la
distribuzione delle concentrazioni di PM che si
osserverebbe in assenza di emissioni antropiche di PM
(particelle primarie), e in assenza di emissioni
antropiche che precorrono la formazione di PM
(particelle secondarie).
L'intervallo atteso per le concentrazioni naturali di fondo
su base annuale varia da 4µg/m3 a 11µg/m3 per il PM10 e
da 1µg/m3 a 5µg/m3per il PM2,5 nei luoghi remoti del
Nord America.
21
PM10 a Verona, Corso Milano,
Ottobre 2003-Gennaio 2004
22
PER LIMITARE I DANNI
ALLA SALUTE
• ridurre il più possibile le uscite nei giorni e nelle
ore di maggior traffico;
• scegliere percorsi a minore intensità di traffico
motorizzato, in qualunque modo ci si muova ;
• scegliere percorsi nei parchi e nei giardini, se ci
si muove a piedi o in bicicletta;
• evitare attività sportive (tipo jogging) in zone
con intenso traffico motorizzato e nei portici
che le fiancheggiano ;
23
PER LIMITARE I DANNI
ALLA SALUTE
• evitare di portare i bambini più piccoli,
particolarmente a piedi o con il passeggino, nelle
strade a maggior intensità di traffico
motorizzato;
• spegnere il motore e chiudere i finestrini in
caso di blocco della circolazione stradale; in tali
occasioni gli abitacoli delle auto sono dei veri e
propri concentrati di gas di scarico.
24
OZONO
SORGENTI
EFFETTI SULLA SALUTE
Durante la stagione estiva,
l'azione della luce solare su
alcune sostanze presenti in
atmosfera, molte delle quali
derivanti dal traffico
autoveicolare, produce lo
"smog fotochimico". L'ozono
è il composto più
rappresentativo di questo
tipo di inquinamento.
Azione irritante sulle mucose, in
particolare delle vie respiratorie. Si
concentra prevalentemente nei
tessuti della parte terminale
dell'albero respiratorio tra
bronchioli e alveoli, ove esercita la
sua intensa azione ossidante; passa
nel sangue solo in minima quantità.
Aumenta la frequenza degli attacchi
asmatici e dei disturbi respiratori,
soprattutto nei soggetti più
sensibili. Inoltre l'ozono potenzia gli
effetti nocivi di altri inquinanti
atmosferici, in particolare:
idrocarburi, polveri, piombo e
25
biossido di azoto.
Ozono a Verona, Via Roveggia,
Giugno-Luglio-Agosto 2003
26
PER LIMITARE I DANNI
ALLA SALUTE
Per limitare i danni da SMOG FOTOCHIMICO
(ozono) nei giorni e nelle ore di massimo
soleggiamento nei mesi estivi è consigliabile:
• svolgere i lavori pesanti e l’attività fisica nelle
prime ore della giornata o in serata;
• evitare di svolgere attività fisica intensa;
• ventilare gli ambienti domestici nelle ore più
fresche della giornata (spec. di primo mattino);
• evitare le uscite nelle ore critiche (h 12- 17) per i
soggetti a rischio.
27
BENZENE
L'Agenzia Internazionale di Ricerca sul
Cancro (I.A.R.C.) ha dimostrato che la
miscela di sostanze emesse dai motori
diesel e a benzina è cancerogena.
Fra le principali sostanze cancerogene
presenti nell'atmosfera urbana e derivanti
dal traffico autoveicolare vi sono il
BENZENE e gli IDROCARBURI
POLICICLICI AROMATICI (IPA)
28
BENZENE
SORGENTI
EFFETTI SULLA SALUTE
Emissioni dei veicoli a motore
e perdite per evaporazione
durante la lavorazione, lo
stoccaggio e la
distribuzione dei prodotti
petroliferi. Il benzene è
contenuto in
concentrazione abbastanza
elevata anche nel fumo di
sigaretta.
Penetra nell'organismo soprattutto
per inalazione ed è assorbito nel
sangue in percentuale tra il 28 e
il 50% della parte inalata. E
classificato fra le sostanze di
accertata cancerogenicità
dall'Agenzia Internazionale di
Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.).
Numerosi studi sui lavoratori
esposti a benzene hanno
dimostrato un'aumentata
incidenza di leucemia;
esperimenti su animali hanno
confermato l'azione cancerogena
del benzene.
29
IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA)
(famiglia composti di cui il più noto è il BENZO(A)PIRENE)
SORGENTI
Autoveicoli, grandi impianti di
combustione, in particolare
quelli alimentati con carbone
e impianti di incenerimento.
L'efficienza della combustione è di importanza
essenziale perché, quando
questa non è ottimale,
l'emissione aumenta in
maniera rilevante.
Il fumo di sigaretta contiene
elevate concentrazioni di IPA.
Gli IPA sono contenuti anche in
numerosi alimenti (carne, pesce,
vegetali e frutta) in quantità
variabile in funzione della
modalità di preparazione
dell'alimento: la grigliatura,
l'affumicatura, la torrefazione e
la tosatura sono i trattamenti "a
maggior rischio".
30
IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA)
(famiglia composti di cui il più noto è il BENZO(A)PIRENE)
EFFETTI SULLA SALUTE
Sono veicolati nell'albero
respiratorio da particelle
sospese e, con quelle di
diametro intorno a 1 micron,
raggiungono direttamente gli
alveoli polmonari.
Il contatto diretto e prolungato
con gli alveoli facilita
l'azione cancerogena,
eventualmente potenziata
dalla presenza di piombo che
abbatte le difese organiche.
Sono noti gli effetti cancerogeni
sull'apparato respiratorio, meno
conosciuti quelli sull'apparato
digerente, anche se la quantità
di IPA ingerita con gli alimenti è
molto probabilmente assai
maggiore di quella inalata.
Gli studi epidemiologici condotti sui
lavoratori esposti hanno
chiaramente messo in evidenza il
ruolo della inalazione di IPA
nello sviluppo del cancro del
polmone.
31
PER INQUINARE MENO
Guidare meno:
• Carpooling
• Camminare, andare in bicicletta
• Usare i mezzi pubblici
Guidare meglio:
• Accelerare gradualmente
• Rispettare i limiti di velocità
• Usare l’auto solo se indispensabile
• Controlli periodici dell’auto (bollino blu)
• Scegliere modelli meno inquinanti o a metano
32
DURANTE LO SPORT /
L’ESERCIZIO FISICO
Stare lontani dal traffico (se possibile fare a. fisica
nei parchi o in campagna)
Evitare le ore di punta
Se c’è freddo e smog fare esercizio al chiuso
Controllare i bollettini dell’inquinamento e attenersi
ai suggerimenti forniti dagli esperti
Fare particolare attenzione in viaggio (i criteri per le
sostanze inquinanti variano nelle diverse nazioni)
In situazioni di inquinamento evitare l’attività fisica
33
prolungata (cammino, bicicletta)
34
Mutamenti climatici
e mortalità
Il clima sta cambiando anche sul lungo periodo; sec. L’
Intergovernmental Panel on Climate Change
(Nazioni Unite):
• la temperatura media dei suoli e delle superfici
marine è cresciuta di 0.6±2 °C dalla metà del 19°
secolo
• si è verificata una accelerazione del processo a
partire dal 1976
• la decade più calda è stata quella del 1990
• la maggior parte del riscaldamento osservato negli
ultimi 50 anni è da attribuire verosimilmente alle
attività umane, particolarmente all’immissione di
gas serra da combustibili fossili.
35
Mutamenti climatici
Isola di calore
Le condizioni climatiche estreme estive
influenzano notevolmente la mortalità,
soprattutto negli agglomerati urbani.
E' il fenomeno denominato effetto "isola di
calore urbano" (urban heat island effect),
tanto più accentuato quanto maggiori sono
l'entità della popolazione e le dimensioni
della città.
36
Mutamenti climatici e mortalità
Estate 2003
L'Istituto Superiore di Sanità ha stimato che, nel
periodo di quarantacinque giorni compreso tra il 16
luglio al 31 di agosto 2003, l’eccesso di mortalità
rispetto allo stesso periodo del 2002, tra le
persone di 65 anni e più residenti nel nostro Paese,
è stato di 7659 unità.
L’ incremento della mortalità del 2003 rispetto al
2002 aumenta progressivamente con l’aumento del
numero degli abitanti delle città.
Nelle città con un'ampiezza demografica compresa
tra 100.000 e 500.000 abitanti l'incremento
percentuale di mortalità tra le persone di oltre 65
anni è stato del 29%.
37
Centro Nazionale di Epidemiologia,
Prevenzione e Promozione della Salute
Ufficio di Statistica
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
Numero di decessi nella popolazione di 65 anni e più, residente nei capoluoghi di
Regioni e Province Autonome italiane, nel periodo estivo degli anni 2002 e 2003
4500
4000
3869
3790
3626
Numero assoluto di decessi
3500
3000
3339
3407
2881
2843
2861
2675
2614
2500
2000
1500
1000
500
0
1-15 /6
16-30 /6
1-15 /7
2002
2003
16-31 /7
1-15 /8
Istituto Superiore di Sanità - Centro Nazionale di Epidemiologia,
Sorveglianza e Promozione della Salute - Ufficio di Statistica
38
Mortalità nel periodo 16 luglio – 15 agosto
Differenze percentuali tra 2003 e 2002
per fasce di età
Centro Nazionale di Epidemiologia,
Prevenzione e Promozione della Salute
Ufficio di Statistica
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
75 anni e più
65-74 anni
6%
89%
0-64 anni
5%
39
Centro Nazionale di Epidemiologia,
Prevenzione e Promozione della Salute
Ufficio di Statistica
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
Decessi registrati tra le persone di 65 anni e più,
residenti nelle città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma.
Periodo 16 luglio - 15 agosto.
Differenze percentuali tra il 2003 e il 2002.
40
Centro Nazionale di Epidemiologia,
Prevenzione e Promozione della Salute
Ufficio di Statistica
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
Mortalità nel periodo 16 luglio – 15 agosto negli anni 2002 e 2003
Stima dei decessi avvenuti in Italia per ripartizione demografica tra le persone
RESIDENTI
Età 65 anni ed oltre
Ripartizione Demografica
Fino a 100.000 abitanti
100.001 - 500.000 abitanti
Oltre 500.000 abitanti
Totale Italia
2002
21944
4300
3652
29896
2003
Differenza
2003-2002
23379
1435
5227
927
5465
34071
1813
4175
Differenza %
6.5%
21.6%
49.6%
14.0%
Metodo di stima:
•
•
•
•
•
Sono state raggruppate le 21 città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma in ripartizioni per ampiezza
demografica(*) mutuate dall’ISTAT, e sono state calcolate le differenze percentuali tra il numero di
decessi osservati (forniti dalle Anagrafi Comunali) nei due anni.
Tali percentuali sono state applicate alla popolazione di 65 anni e oltre, appartenente a ciascuna
ripartizione demografica.
(*) Fino a 100.000
: Aosta, Bolzano, Ancona, L’Aquila, Campobasso, Potenza, Catanzaro
100.001-500.000 : Trento, Trieste, Venezia, Bologna, Firenze, Perugia, Bari, Cagliari
Oltre 500.000
: Torino, Milano, Genova, Roma, Napoli, Palermo
41
Morti a Verona
residenti a Verona ≥ 65
2002
2003
Variazione
giugno
179
162
-10%
luglio
121
146
+21%
agosto
116
189
+63%
Totale
416
497
+19%
42
2002 – 2003: residenti >65 anni deceduti a
Verona e media delle temperature massime
120
31,8
N. ASSOLUTO
31,5
30,1
82
32
31,5
29,6
108
82
97
60
80
28
61
71
81
27,5
60
75
51
40
25,9
65
30
27,2
25
TEMP. MAX
100
80
35
34,6
tot. 2002
tot. 2003
temp 2002
temp 2003
23,5
20
0
20
01-15 giu
16-30 giu
01-15 lug
16-31 lug
01-15 ago
16-31 ago
43
L’identikit del caso
La letteratura scientifica internazionale indica il
caso tipico deceduto per eccesso di calore come
un soggetto :
•
•
•
•
•
•
•
È molto anziano
Con una preesistente malattia
Vive da solo
Ha casa piccola
Abita ai piani alti
Ha basso livello socio-economico
Non ha condizionamento d’aria
44
45
INQUINAMENTO ACUSTICO
Il traffico veicolare produce anche un altro tipo
di inquinamento, molto più subdolo di quello
atmosferico, ma non per questo meno temibile:
quello da RUMORE.
I livelli di rumore presenti in molti punti nella
nostra città sono superiori ai limiti stabiliti
dalla legge.
Gli studi scientifici hanno evidenziato che tali
livelli di inquinamento acustico possono
provocare numerosi disturbi a carico di vari
organi ed apparati.
46
Disturbi da rumore a carico
di diversi organi ed apparati
apparato cardiovascolare: aumento della
frequenza cardiaca e della pressione
arteriosa;

apparato gastroenterico: aumento della
secrezione gastrica e della motilità
gastrointestinale;

apparato respiratorio: aumento della
frequenza respiratoria;

e inoltre: disturbi della visione, della
sfera riproduttiva e del sistema
immunitario.
47

Disturbi da rumore a carico
di diversi organi ed apparati
Inoltre l’inquinamento acustico è responsabile
di disturbi della sfera psico-sociale:
• riduzione dell'efficienza e del rendimento
lavorativo, soprattutto per attività di tipo
intellettivo;
• interferenza sull'apprendimento scolastico;
• aumento dell'aggressività e difficoltà nella
vita di relazione;
• peggioramento quali-quantitativo del sonno.
48
Disturbi da rumore
I disturbi da rumore aumentano
proporzionalmente con il tempo di
esposizione, si manifestano anche in
assenza di percezione consapevole e il
tempo di recupero per l'organismo umano è
più lungo di quello di esposizione.
I soggetti più sensibili a questo tipo di
inquinamento sono, ancora una volta,
bambini, anziani e degenti.
49
Inquinamento indoor
50
PROMOZIONE DELLA SALUTE
NEGLI AMBIENTI CONFINATI
Il mantenimento e il miglioramento della salute non
può prescindere dalla valutazione dei determinanti
ambientali, in particolare la qualità
• dell’aria
• dell’acqua
• degli alimenti
• dell’ambiente in toto
(Piano Sanitario Nazionale 1998-2000)
51
PROMOZIONE DELLA SALUTE
NEGLI AMBIENTI CONFINATI
La buona qualità dell’aria è un importante
determinante della salute.
La salute della popolazione può essere danneggiata
dall’esposizione a certi inquinanti dell’aria, a livelli
anche molto inferiori a quanto ritenuto qualche
anno fa, per molteplici motivi:
• prolungata permanenza delle persone negli
ambienti abitativi
• esposizione di ampie fasce di popolazione, in
particolare quelle più suscettibili (bambini, anziani,
persona affette da patologie croniche) che
trascorrono in casa una percentuale elevata di
tempo
52
SORGENTI DI INQUINAMENTO INDOOR
• ATTIVITÀ DELL’UOMO:
fumo di tabacco, processi di combustione, prodotti
per la pulizia della casa, uso di colle, solventi,
insetticidi, etc
• MATERIALI UTILIZZATI PER LA
COSTRUZIONE E L’ARREDAMENTO:
amianto, mobili trattati con sostanze chimiche,
moquette, etc
• IMPIANTI DOMESTICI:
malfunzionamento di impianti termici, di ventilazione,
di condizionamento
53
INQUINANTI INDOOR
1) INQUINANTI CHIMICI, tra cui:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
monossido di carbonio (CO)
ozono
particolato aerodisperso (PM2,5, PM 10)
composti organici volatili (VOC)
benzene
formaldeide
idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
fumo di tabacco ambientale
fumo di legna
amianto
fibre minerali sintetiche
2) INQUINANTI FISICI
3) CONTAMINANTI MICROBIOLOGICI
4) ALLERGENI INDOOR
54
55
FUMO DI SIGARETTA
“Decreto Sirchia"
• Fornire informazioni sanitarie sui danni da
fumo (attivo e passivo) facendo riferimento
anche a dati epidemiologici (possibilmente su
scala provinciale)
• Coinvolgimento di tutti i soggetti portatori di
interesse per orientarli verso scelte di salute
già in questa fase transitoria
• Coordinamento tra gli enti perché le varie
azioni di competenza puntino al
raggiungimento di questi obiettivi
56
FUMO DI SIGARETTA
“Decreto Sirchia"
obiettivi:
• interpretare concordemente la normativa (es. i
locali per fumatori devono essere separati
fisicamente dal resto del locale, possedere le
usuali condizioni di abitabilità e non devono essere
dei box, …)
• uniformare le informazioni da fornire agli utenti
per proteggere le persone dal fumo (sono in
discussione alcuni aspetti tra cui la compatibilità
della presenza di lavoratori)
57
FUMO DI SIGARETTA
Indicazioni operative
• organizzare dei corsi per i tecnici di igiene sugli
impianti di ventilazione, che forniscano elementi
molto semplici per valutarne in linea di massima
l'adeguatezza
• utilizzo di quest'anno di transizione fino
all'entrata in vigore della legge per effettuare
interventi di vigilanza in luoghi nei quali è già
vigente il divieto di fumo e che sono frequentati da
un gran numero di persone e soprattutto giovani
(discoteche, fiere,..)
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FUMO DI SIGARETTA
Alcune attività già operative
• il SISP ha tenuto un corso di aggiornamento per le
ASV addette alla vigilanza scolastica per renderle
in grado di gestire il problema del divieto di fumo
nelle scuole
• verifica dell’applicazione delle norme sul divieto di
fumo in tutte le strutture socio-assistenziali (case
di riposo, CEOD,…) in occasione del rilascio del
certificato di idoneità igienico-sanitaria
• nei pareri preventivi per pubblici esercizi si
riporta la frase: "Si ricorda che l'art.51 della
L.16.1.2003 prevede il divieto di fumo negli
esercizi pubblici, salvo adeguamenti strutturali ed
impiantistici che non diano luogo, tra l'altro, a
molestie per il vicinato"
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60
LE INTOSSICAZIONI DA
MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
Il CO è un gas che si produce nei processi di
combustione
In condizioni ottimali le quantità prodotte sono quasi
trascurabili, ma se il processo di combustione
avviene in carenza di ossigeno, o se il sistema di
allontanamento dei gas combusti non è efficace, la
formazione di CO aumenta rapidamente.
Il CO è privo di odore, colore e sapore ed è quindi un
tossico particolarmente insidioso perché
la sua presenza non viene percepita
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I SINTOMI PIÙ COMUNI
DELL’INTOSSICAZIONE DA CO
In ordine di frequenza
Mal di testa
88%
Vertigini
83%
Nausea
75%
Sonnolenza
75%
Secchezza delle fauci
44%
Diarrea
17%
Vomito
11%
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INTOSSICAZIONE DA CO: COSA FARE?
• arieggiare il locale
• allontanare prima possibile le persone
intossicate dall'ambiente contaminato, facendo
attenzione all'incolumità dei soccorritori
• chiamare immediatamente il 118
63
Dipartimento di Prevenzione ULSS 20 Verona
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