COMUNE DI FORESTO SPARSO
PROVINCIA DI BERGAMO
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
- DOCUMENTO DI PIANO -
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
- RAPPORTO AMBIENTALE -
DOTT. ARCH. PIERGIORGIO TOSETTI
via G. Paglia 22/a Bergamo 24100
tel/fax 035/220260
Collaboratori: Dott. Arch. Vittorio Pagetti
Dott. Urb. Elisabetta Crippa
1
2
INDICE
0. INTRODUZIONE ……………………………………...……………………….……7
0.1.
PREMESSA……………………………………………………………………………….8
0.2.
I RIFERIMENTI NORMATIVI………………………………………………….…11
0.2.1.
Gli atti normativi generali di riferimento………………………………….…11
0.2.2.
Il Piano di Governo del Territorio e la VAS…………………………….…..12
0.3.
IL PROCESSO DI VAS……………………….……………………..……………..13
0.3.1.
Schema operativo……………………………………………………………………13
0.3.2.
I soggetti coinvolti…………………………………………………………………..14
0.3.3.
La partecipazione……………………………………………………..…………….16
0.4.
IL PERCORSO METODOLOGICO……….………………………………………17
0.4.1.
I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale……………….…..17
0.4.2.
La redazione del Rapporto Ambientale……………………………….……..18
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE………………………..……………….…..20
1.1.
L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO………………………….…21
1.1.1.
Inquadramento generale…………………………………………………….…..21
1.1.2.
L’ “Ambito” del PTCP…………………………………………………………….…24
1.1.3.
Individuazione dell'ambito di influenza del Documento di Piano…..26
2. SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del
suolo e delle acque ………………………………..…………………………….…28
2.1.
2.1.1.
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ……………………………………29
Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n.1566/2005 e della D.G.R.
n.7374/2008 relativamente alla componente sismica dello
studio geologico ………………….……………………….……………............30
2.2.
VINCOLI…………………………….……………..……………………………………39
2.3.
DISSESTI ………………..………………..………………….………………………42
3
2.4.
CARTA DI SINTESI ………………………………………………………………..45
2.5.
CLASSI DI FATTIBILITA' GEOLOGICA ………………………………………47
2.6.
IDROGRAFIA ………………………..……………………………………………….51
2.7.
CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA …………………….59
2.8.
LA RETE FOGNARIA…….……………………………………………………......60
2.9.
RIFIUTI…………..…….……………………………………………………….………61
2.10.
ATTIVITA' DI CAVA ………………………………………………………..………64
3. PAESAGGIO E AMBIENTE………………….…………………………………..……66
3.1.
L’ "UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP………………………..……………..67
3.2.
I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL
TERRITORIO …………………..........................................................69
3.2.1.
La Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi ……………….……………69
3.2.2.
Gli aspetti geologico-naturalistici del territorio di Foresto Sparso ….69
3.2.2.1.
Gli aspetti geologici ………………………………………………………………….69
3.2.2.2.
Il paesaggio vegetale ……………………………………………………………….69
3.3.
3.3.1.
3.4.
BENI AMBIENTALI VINCOLATI………………………………………………….71
Altri elementi di interesse ambientale ……………………………………….72
IL PIANO D'INDIRIZZO FORESTALE (P.I.F.) DELLA PROVINCIA DI
BERGAMO ………………………………………………………………………………75
4. SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO ARTISTICO ……….76
4.1.
IL CAPOLUOGO E L'INTORNO ………………………………………………….77
4.2.
DATI PRINCIPALI SULL'EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE ………79
4.3.
VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE ……………………………..80
5. MOBILITA' …………………………………………………….………..…………..85
5.1.
LA VIABILITA' STRADALE ……………………………………………………….86
5.1.1.
La rete ferroviaria …………………..……………..……………………………….87
5.1.2.
Itinerari turistici ……………………………………………………………………..88
4
6. QUALITA' DELL'ARIA …………………………………….……………………..90
6.1.
RELAZIONE SULLO STATO DELL'AMBIENTE……………………………..91
6.1.1.
Le emissioni atmosferiche ………………………………………………………92
6.1.2.
La qualità dell'aria …………………………………………………………………94
6.1.3.
Indagine epidemiologica nell'area del Basso Sebino ………………….99
6.2.
DATI METEOROLOGICI E METEOCLIMATICI ………………………….102
7. INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON ED
ENERGIA …………………………………………………………………………..103
7.1.
RUMORE …………………………………………………………………………….104
7.2.
ELETTROSMOG ……………………………………………………………………105
7.3.
RADON ……………………………………….……………………………………..107
7.4.
ENERGIA ……………………………………….……………..…………………...112
8. RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO ………………………………………..114
8.1.
INDUSTRIE A RISCHIO D'INCIDENTE RILEVANTE (RIR) …………115
8.2.
IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA
AMBIENTALE (A.I.A.) ………………………………………………………….115
8.3.
ATTIVITA' ECONOMICHE …………………………………………………….115
8.4.
AREE DISMESSE …………………………………………………………………115
8.5.
AMIANTO……………………………………………………………………………115
9. SINTESI DELLO STATO ATTUALE ……………………………………………117
9. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI
OBIETTIVI ……………………………………………………………………………………………..119
LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO
10. CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP:
obiettivi generali, obiettivi specifici e azioni di piano…………..………128
10.1.
IL PGT DI FORESTO SPARSO QUALE STRUMENTO DI
5
VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' DEL TERRITORIO
E DI INCREMENTO DELLA QUALITA' URBANA E DELLA VITA ……129
10.2.
OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT….….……………………130
10.3.
FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP……….…….131
10.4.
LE AZIONI DI PIANO…………………………..…..………………….………..135
10.5.
I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO…..………..…………….……..142
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
11. CONTENUTI …………………………………………………………………….151
11.1.
I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE
STRATEGICA …………………………………………………………………….…152
12. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna………………………….153
12.1.
LA COERENZA ESTERNA ……………………………………………………….154
12.2.
VERIFICA DI COMPATIBILITA' CON IL PTCP E IL PTPR ……….....159
12.3.
VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR ……………………………………163
13. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna …………………………165
13.1.
VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP……..166
13.2.
LA COERENZA INTERNA……………………………………………..………..168
14. LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI
PIANO ……………………………………………………………....................171
14.1.
LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’…………………………………………..172
14.2.
LE ALTERNATIVE………………………………………………………………….185
14.3.
ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE…189
14.4.
GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE …………………………………………190
15. PIANO DI MONITORAGGIO ……………………………………..………….199
"OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO"………………………..………………….207
6
7
INTRODUZIONE
0.1 PREMESSA
La consapevolezza che l’origine dei mutamenti ambientali sia da ricercarsi nelle decisioni
strategiche di programmazione e pianificazione (prima che nella realizzazione di nuovi progetti) era
già stata delineata nel documento denominato “Agenda 21”, adottato a Rio de Janeiro nel 1992,
alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo.
Nel documento erano stati indicati i criteri strategici che i governi nazionali avrebbero dovuto
tradurre in Piani di Azione per uno “sviluppo sostenibile globale” nel XXI secolo.
La politica ambientale dell’ Unione Europea risale ad un documento conosciuto come “Quinto
programma d’azione per l’ambiente” (più precisamente intitolato “Per uno sviluppo durevole e
sostenibile) programma politico e d’azione della Comunità Europea a favore dell’ambiente e di uno
sviluppo sostenibile”, adottato dal Consiglio d’Europa nell’anno 1993.
Il termine «sostenibilità», in coerenza con l’indirizzo comunitario, si riferisce alle politiche e alle
strategie necessarie per perseguire uno sviluppo economico e sociale che non rechi danno
all’ambiente ed alle risorse naturali, dalle quali dipendono “il proseguimento delle attività umane e
lo sviluppo futuro”.
Il progetto ENPLAN, sviluppato tra il 2001 e il 2004 da alcune Regioni del Nord Italia e della
Spagna, vengono evidenziati i criteri operativi per il perseguimento di una “sostenibilità forte” che
propone un’impostazione “biocentrica” piuttosto che “antropocentrica”, così sintetizzabili:
•
Usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione;
•
Usare le risorse non rinnovabili, a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse
sostitutive rinnovabili;
•
Limitare l‘immissione nell’ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di
assorbimento e di rigenerazione da parte dell’ambiente.
Ciò premesso “lo sviluppo sostenibile” non deve intendersi tanto come meta da raggiungere, ma
piuttosto come un insieme di condizioni che devono essere rispettate nel “governo delle
trasformazioni del pianeta”.
Occorre ancora considerare la definizione di “ambiente”, cui la VAS è relazionata, rilevando come
questa, nella sua accezione più completa, condivisa ed appropriata ad ogni specifica situazione
territoriale, debba contemplare più che la semplice idea di un “intorno da preservare” anche quella
di un’attenta “relazione tra natura e cultura” (cioè tra dotazioni naturali ed effetti antropici sulle
stesse).
Da tale visione, che nella cultura anglosassone ha portato a privilegiare il termine di “environment”
piuttosto di quello originario di “habitat”, è stata infatti sviluppata la prospettiva dello“sviluppo
sostenibile”, in cui i fattori propriamente ambientali vengono correlati anche a quelli
socioeconomici.
8
Conseguentemente la valutazione ambientale, allorquando approccia una prospettiva di
trasformazione territoriale consistente, non può dunque limitarsi ad una “valutazione di
compatibilità”, ma deve invece strutturarsi come “valutazione di sostenibilità”: in questa ottica la
VAS comporta anche la necessità di definire un’azione continuativa nel futuro, in termini di
“monitoraggio” e “gestione”.
Con la Direttiva 2001/42 del 27/06101 lUnione Europea definiva in modo sintetico quanto puntuale
(in 14 articoli e 2 allegati) la procedura di VAS sottolineando, all’art. 1, la finalità della stessa: “La
presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di proiezione dell’ambiente e di
contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di
piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, procurando che, ai sensi della
presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che
possono avere effetti signifícativi sull’ambiente”.
La Direttiva Europea veniva dapprima recepita dalla normativa della Regione Lombardia (art. 4
della L.R. 12 del 11/03/2005) poi in sede di legislazione nazionale (“Codice dell’Ambiente” D.Lgs.
152 del 03/04/2006).
Il Codice dell’Ambiente definisce la VAS come una “elaborazione di un rapporto concernente
l’impatto sull’ambiente, conseguente all’attuazione di un determinato piano o programma da
adottarsi o approvarsi, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e
dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la
messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”.
La D.G.R. Lombardia del 15/03/06 intitolata “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di
piani e programmi” definisce invece la VAS come: “Il processo che comprende l’elaborazione di un
rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto
ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle
informazioni sulla decisione”.
Le disposizioni contenute nel provvedimento statale rispetto a quello regionale divergono
sostanzialmente circa le procedure e le modalità di approvazione, divergenza che si pone in modo
ulteriormente evidente nella DGR VIII/6420/2007.
A tale proposito va rilevato che la definizione di VAS contenuta nella DGR VIII/6420/2007 risulta
più aderente quanto a suo tempo precisato in quello che è stato considerato il testo di primario
riferimento della materia (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e
dei Programmi dei fondi strutturali dell’Unione Europea” (1998)) ovvero “un processo sistematico
inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte – politiche, piani o
iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli
effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso
piano delle considerazioni di ordine economico e sociale”
9
La VAS pertanto non può limitarsi a costituire un “corredo” o un “supporto” della pianificazione/
programmazione del territorio, ma deve piuttosto configurarsi quale “processo integrato e
costitutivo della stessa”, incidendo in tutta la sequenza di decisioni ed azioni previste.
Per questa ragione il processo di VAS che viene avviato operativamente con il presente
documento, dovrà proporsi:
•
di raffrontare compatibilità e sostenibilità degli obiettivi dei piano;
•
relazioni e concertazioni tra soggetti / autorità preposte alla gestione di territorio e
ambiente;
•
di individuare un sistema di indicatori significativi che consentano di riscontrare gli eventuali
impatti ambientali nella fase previsionale al fine di permettere interventi preliminari tali da
ridefinire, in continuità con gli stessi obiettivi, i contenuti del piano, tramite idonee azioni
correttive;
•
di strutturare un sistema di informazioni;
•
di attivare criteri di monitoraggio della relazione tra processualità di attuazione del piano ed
effetti ambientali.
10
0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI
0.2.1.Gli atti normativi generali di riferimento
•
Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 27
giugno 2001;
•
Attuazione della Direttiva 2001/42/CEE a cura della Commissione Europea;
•
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Urbani “Norme in materia ambientale”);
•
Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (“Modifiche al D. Lgs. n.152/2006”);
•
Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (“Legge per il governo del territorio”);
•
“Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, ai sensi dell’articolo 4
della L.R. 11 marzo 2005, n.12”, approvato con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/0351;
•
D.G.R. n. 6240 del 27 dicembre 2007, “Determinazione in merito alla procedura per la
Valutazione Ambientale di Piani e Programmi”.
In considerazione di quanto stabilito dalla DGR VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Valutazione
ambientale di piani e programmi – VAS ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione all’art. 4
della L.R. 11 Marzo 2005, n.12” e, più specificamente dal punto 2 del dispositivo della
deliberazione medesima si da atto “che i procedimenti di formazione e di approvazione di
Piani/Programmi già avviati alla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione
Lombardia della presente deliberazione si concludono in conformità alle disposizioni in vigore al
momento dell’avvio del procedimento stesso, ovvero secondo le disposizioni di cui all’art.4, comma
4 della L.R. 12/05”.
Si da atto che il Soggetto Proponente ha avviato il procedimento di formazione dei PGT
anteriormente alla data di pubblicazione della citata deliberazione della Giunta Regionale, e più
specificatamente prima del 27.12.2007.
In tal senso le disposizioni di riferimento sono quelle di cui agli articoli 8, 9 , 10, 11 e 12 del Dlgs.
152/2006.
11
0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS
La Legge Regionale 11 Marzo 2005 n. 12 ha ridefinito la disciplina regionale in materia
pianificatoria e urbanistica, prevedendo la predisposizione, da parte di tutti i Comuni lombardi, del
Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) entro il 31 Marzo 2009 (art. 25, comma 1).
Il P.G.T., che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale, articolato in Documento di Piano
(DdP), Piano dei Servizi (PdS) e Piano delle Regole (PdR) (art. 7), è soggetto a Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) ai sensi dell’art. 4, comma 2 della Legge Regionale n. 12/2005 e ai
sensi della Direttiva 2001/42/CEE.
Come previsto dall’allegato n. 6 del D.G.R. 8/1563 del 22/12/2005 il Comune di Foresto Sparso,
contestualmente al Documento di Piano, ha provveduto all’avvio della Valutazione Ambientale
Strategica procedendo a definire in prima istanza il presente Documento di Scoping.
Integrazione della dimensione ambientale nel PGT
Il PGT imposta ed individua, fin dal Documento di Piano, le componenti della “dimensione
ambientale” quali elementi fondanti della lettura del territorio e come base per la definizione delle
scelte e dei contenuti del DdP e degli indirizzi progettuali e normativi che saranno sviluppati anche
nelle parti di territorio da assoggettare alla disciplina del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole.
12
0.3. IL PROCESSO DI VAS
0.3.1. Schema operativo
Lo schema operativo che è stato adottato per la VAS del Documento di Piano (DdP) è illustrato di
seguito e si rapporta agli Indirizzi generali individuati dalla Regione Lombardia, sebbene il presente
procedimento potrebbe essere definito autonomamente dal Soggetto Proponente/Procedente in
quanto escluso dall’applicazione della DGR VIII/6420/2007.
Gli indirizzi regionali lasciano libertà di impostazione per il percorso di valutazione e per i contenuti
del Rapporto Ambientale: nella fase di elaborazione e redazione del Piano, l’ Autorità Competente
per la VAS collabora con l’ Autorità Procedente nello svolgimento delle seguenti attività:
•
individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della
collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze
ambientali, ove necessario anche trasfrontalieri, e il pubblico da consultare.
Sono peculiari della fase di redazione del Documento di scoping i seguenti elementi:
•
definizione dell’ambito di influenza del P/P (scoping) e definizione delle caratteristiche delle
informazioni che devono essere fornite nel rapporto ambientale;
•
individuazione dello scenario di riferimento e degli indicatori ambientali;
•
articolazione degli obiettivi generali.
Sono elementi caratterizzanti del Rapporto Ambientale:
•
coerenza esterna degli obiettivi generali del P/P;
•
definizione degli obiettivi specifici e individuazione delle azioni e delle misure necessarie a
raggiungerli;
•
coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del P/P, e confronto tra queste
e lo scenario di riferimento e con le eventuali alternative su cui si è fondata la scelta del
P/P;
•
individuazione del sistema di monitoraggio ex post.
Nella Conferenza di Scoping, sono stati esposti ed illustrati: lo schema metodologico, la portata delle
informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, la definizione dell’ambito di influenza del
Documento di Piano, e sono stati raccolti i pareri degli Enti e dei Soggetti presenti, i quali hanno
concordato sulla relazione illustrata.
Della
seduta
è
stato
redatto
apposito
verbale,
che
è
pubblicato
sul
sito
web
http://comune.forestosparso.bg.it.
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0.3.2. I soggetti coinvolti
La Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza (artt. 6 e 9) e del coinvolgimento,
sotto forma di consultazione, delle Autorità Competenti in materia ambientale (art. 6, comma 3) e
del pubblico (art. 2, lettera “d”) demandando altresì agli Stati membri (art. 6, comma 5) la
definizione delle specifiche modalità per l’informazione e la consultazione dei soggetti sopra
elencati.
In rapporto a tali principi ed in relazione alle indicazioni regionali sono stati individuati con delibera
dell’Autorità Procedente, d’intesa con l’Autorità Competente, i seguenti soggetti:
Autorità proponente e procedente (Pubblica Amministrazione che elabora lo strumento di
pianificazione e ne attiva le procedure):
Comune di Foresto Sparso - Giunta Comunale
Estensore del Documento di Piano (soggetto incaricato dalla Pubblica Amministrazione
proponente di elaborare il PGT, e nella fattispecie il Documento di Piano, oggetto della VAS):
Arch. Piergiorgio Tosetti
Estensore del Rapporto Ambientale (incaricato dello sviluppo del processo di VAS e della
redazione del Rapporto Ambientale)
Arch. Piergiorgio Tosetti
Autorità competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale,
individuata dalla Pubblica Amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente
nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della
Direttiva e degli indirizzi regionali nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale del
Documento di Piano)
Dr.ssa Rossella Orlando – Responsabile Area Tecnica
Soggetti competenti in materia ambientale (enti pubblici competenti in materia ambientale e
della salute per livello istituzionale):
•
ARPA Lombardia – Dipartimento di Bergamo;
•
ASL Bergamo;
•
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici;
•
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.
14
Enti territorialmente interessati da convocare alle Conferenze di Valutazione (enti
territorialmente limitrofi o interessati ai potenziali effetti ambientali derivanti dalle scelte di Piano):
•
Regione Lombardia – Sede territoriale di Bergamo – Struttura Sviluppo del Territorio;
•
Provincia di Bergamo – Settore Urbanistica;
•
Comuni confinanti: Berzo San Fermo, Adrara San Martino, Villongo, Zandobbio, Entratico.
15
0.3.3. La partecipazione
Oltre ai soggetti sopra indicati, la VAS prevede momenti e modalità di partecipazione estesi al
Pubblico che viene individuato:
Cittadini e/o associazioni riconosciute legalmente portatrici di interessi diffusi e che possano essere
interessate ai sensi dell’art. 9, comma 5 del D. Lgs. 152/2006.
Il processo di partecipazione integrata alla VAS del Comune di Foresto Sparso sarà sviluppato
utilizzando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti
coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo.
In particolare, si indicano gli strumenti di informazione che saranno utilizzati:
•
coinvolgimento della popolazione e delle associazioni di categoria e di settore;
•
divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il
portale comunale, accessibile dal sito http://comune.forestosparso.bg.it, di volta in volta
aggiornato con la nuova documentazione disponibile;
•
affissione presso l’Albo Pretorio degli avvisi relativi alle diverse pubblicazioni ed agli incontri
in programma.
16
0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO
0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale
L’Autorità Procedente d’intesa con l’Autorità Competente per la VAS, elabora il Rapporto
Ambientale (R.A.)
Le informazioni da fornire, ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 2001/42 CEE, sono quelle elencate
nell’allegato I della citata Direttiva:
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Ddp e del rapporto con altri
pertinenti P/P;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza
l’attuazione del Ddp;
c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Ddp, ivi compresi quelli relativi ad
aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive
79/409 CEE e 92/43/CEE;
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al Ddp, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto
di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;
f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali ad esempio il suolo,
l’acqua, l’arai, i fattori climatici, la flora e la fauna, la biodiversità, la popolazione, la saluta
umana il patrimonio culturale, il paesaggio, ecc. e l’interrelazione tra i suddetti fattori;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli
eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del Ddp;
h) sintesi delle ragioni, delle scelte delle alternative individuate e una descrizione di come è
stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio
carenze tecniche e/o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
i)
descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;
j) “Sintesi non tecnica” delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
La Sintesi non tecnica,
indicata alla precedente lettera j), è un documento di grande
importanza in quanto costituisce il principale strumento di informazione e comunicazione con il
pubblico. In tale documento devono essere sintetizzate/riassunte,semplicemente le descrizioni,
questioni, valutazioni e conclusioni esposte nel Rapporto Ambientale.
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0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale
Secondo la Direttiva 2001/42/CE il Rapporto Ambientale (RA) è il documento che accompagna la
proposta di Documento di Piano nel quale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi
che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente.
Il Rapporto Ambientale riveste quindi un ruolo centrale come garanzia della sostenibilità delle
decisioni che motivano l’intero processo di valutazione.
Il Rapporto Ambientale del DdP sarà articolato in due parti:
•
Parte I – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente
Quadro conoscitivo:
- Inquadramento del territorio comunale di Foresto Sparso e definizione delle matrici
ambientali al fine di fornire un quadro della situazione del territorio stesso, attraverso i dati
disponibili.
A tal fine sono stati raccolti ed analizzati i dati e le elaborazioni reperibili relative alle
diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, aria,
ambiti di naturalità) fornite da Enti territorialmente interessati, Autorità Competenti in
materia ambientale.
- Quadro della pressione antropica sull’ambiente, determinato da una serie di elementi
quali il traffico, il rumore, l’inquinamento elettromagnetico, il sistema acquedottistico
e
fognario, la gestione dei rifiuti, le passività ambientali, gli insediamenti produttivi, ecc.
- Individuazione degli elementi di criticità e sensibilità ambientale definita come fattore di
problematicità ambientale per il territorio,e di ricadute sulle matrici ambientali.
- Analisi degli elementi di sensibilità ambientale, intese come componenti del paesaggio
naturale e antropico, delle caratteristiche del territorio che necessitano di una particolare
attenzione in fase di pianificazione.
Individuazione delle eventuali dinamiche in atto e delle maggiori potenzialità deducibili dallo
studio del territorio.
•
Parte II – Valutazione Ambientale Strategica delle Scelte di Piano
Questa parte viene orientata all’analisi degli obiettivi generali e specifici, nonché delle azioni
previste dal DdP, effettuando, ove opportuno, la valutazione delle alternative d’intervento
eventualmente proposte dal DdP per ciascuna azione.
La valutazione ambientale è finalizzata alla verifica della sostenibilità complessiva degli
aspetti pertinenti delle previsioni del DdP e rappresenta il “cuore” del processo di VAS.
18
La valutazione è effettuata mediante la compilazione di schede che prenderanno in
considerazione gli aspetti ambientali e urbanistici significativi alla scala delle previsioni del
DdP.
Le ipotesi d’intervento formulate dal documento stesso vengono valutate in relazione all’impatto
e all’influenza che le scelte del DdP potrebbero avere su ciascuno di tali aspetti.
Il Rapporto Ambientale sarà esaminato dalla Conferenza di Valutazione, alla quale verranno invitati
gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia ambientale.
•
Il parere motivato
In relazione al Rapporto Ambientale e alle considerazioni emerse durante la Conferenza (precisate
nel Verbale), l’Autorità Competente per la VAS, esprimerà un parere motivato.
Tale
parere motivato costituirà il presupposto per la prosecuzione del procedimento di
approvazione del Documento di Piano e dovrà contenere considerazioni qualitative e/o quantitative
in merito:
a) alla qualità ed alla congruenza delle scelte del Piano alla luce delle alternative possibili, ove
individuate, e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del RA;
b) alla coerenza interna ed esterna del Piano;
c) all’efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati.
Il parere ambientale motivato potrà essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche
ed integrazioni della proposta del Documento di Piano valutato.
L’Autorità Procedente, in collaborazione con l’Autorità Competente per la VAS, provvederà,
ove necessario, alla revisione del Documento di Piano alla luce del relativo parere motivato
espresso.
19
1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE
20
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
1.1.1. Inquadramento generale
Il territorio di Foresto Sparso appartiene alla Provincia di Bergamo ed è inserito nell’ambito
geografico della “Val Calepio e Basso Sebino”.
L’ambito territoriale comprende una breve porzione di alta pianura, delimitata a settentrione dai
fronti collinari che individuano la “riviera della Valle Calepio”, il primo tratto dell’Oglio sub-lacuale e
un’ampia sezione della riva occidentale del Sebino. Inoltre, l’area è caratterizzata dalla presenza di
numerose valli che si aprono verso l’interno, articolandosi attorno al massiccio del monte
Bronzone, alla zona dei Colli di San Fermo e verso i rilievi occidentali che segnano il confine con la
Valle Cavallina.
Giovanni Battista Angelini così presentava il territorio dell’ambito in questione nei primi anni del
Settecento:
“Valle Calepia, che del suo contorno
Trentacinque più miglia si distende
D’ogni sorta de frutti è loco adorno.
Si dolce e l’aria qui, che s’è veduta
Stillar la manna in luglio a ciel sereno,
Qual manna in calabrese e fu creduta.
Ma la manna miglior del sito ameno
E’ quella che da grappoli si spreme;
Qui il buon vino è fertile l’terreno.
Di biade ancor è qui fecondo il seme
Quando nflusso non v’è d’astri maligni,
La messe in copia supera la speme.
Gandozzio ha vene d’ottimi macigni
Per macinare, al tornio livellati
Sono qui pur da picconieri insigni.
Sull’Olio fiume son questi ‘mbarcati
Alla volta del Po per il trasporto
E ne vicini, e ne lontani stati.”
[Fonte: “Caratteri del paesaggio in provincia di Bergamo”, a cura di Moris Lorenzi]
Etimologicamente “Foresto Sparso” ha significati diversi, tra loro complementari:
1- Foresto: da “foresta”, perché fino al 1400-1500, e anche dopo, vi era un’immensa foresta,
punteggiata da vari prati e campi, che da Villongo andava fino a Trescore Balneario.
2- Foresto: da “fora-stantes”, cioè coloro che abitano fuori, lontano, altrove, e quindi
forestieri, per i paesi vicini.
21
Le due spiegazioni si completano anche se tra loro in parte diversificano.
Foresto Sparso è cosiddetto perché non vi è un vero centro, questo era vero in passato, ed ancora
oggi.
Gruppetti di case sorgono sui diversi colli e dossi perché il paese visse prevalentemente ad
economia agricola.
I contadini costruivano le case possibilmente vicine ai terreni da loro coltivati, per comodità, dato
che si doveva portare tutto a spalla e per stradette e sentieri o piccole mulattiere difficilmente
percorribili da carri.
Le vecchie frazioni erano situate sul territorio di tutto il Comune.
Ancora oggi le case sono disseminate lungo le strade principali e collegano così meglio le frazioni;
un centro unito però non lo si trova ancora.
[Fonte: “Foresto Sparso”, di Piero Romualdo Tengattini]
Il territorio comunale si estende per 7,73 Kmq ed è posto ad un’altitudine media pari a 300 m
s.l.m.. Dista circa 23 Km dal capoluogo.
Foresto Sparso sorge in una conca tributaria della Val Calepio, percorsa dal torrente Uria e
delimitata dal monte Costa dei Ronchi (736 m s.l.m.), dal monte Sega (716 m s.l.m.) e dal monte
Dratto (478 m s.l.m.).
Partendo da Nord e muovendosi in senso orario, il territorio comunale confina con i seguenti
Comuni:
-
Berzo San Fermo (Nord);
-
Adrara San Martino (Est);
-
Villongo (Sud);
-
Zandobbio (Ovest).
Il Comune è composto da vari nuclei abitati, sparsi nella conca, si tratta di sei frazioni: Chiesa,
Gafforelli, Vallunga, San Michele, Tremellini; Franzi.
Noto un tempo per la produzione di vino e frutta (in particolare le pere) che veniva seccata in forni
a legna e venduta a Milano e, a partire dal XVIII secolo, per lo sfruttamento delle cave di pietre
coti (o pietra molera).
La scarsità delle risorse locali ha fatto si che per decenni l’emigrazione (soprattutto in Svizzera)
abbia costituito l’unica opportunità di lavoro per buona parte della popolazione.
Foresto è oggi un centro artigianale e industriale dove si sono sviluppate numerose attività, nei
rami dell’abbigliamento, vitivinicoltura (Pinot Grigio e Valcalepio D.O.C. bianco e rosso) e
produzione di grappa.
22
Per opera degli emigrati in Svizzera, dal 1950 si diffuse il florovivaismo, sia in serra che all’aperto,
infatti si coltivano vari tipi di fiori (crisantemi, stelle di natale, gerani, gladioli, piante ornamentali) e
si trovano insediamenti vivaistici e coltivazioni per piccoli frutteti.
L’allevamento principalmente presente è quello bovino per la produzione del latte e la
trasformazione in formaggi, e l’ingrasso dei vitelli.
Nella zona operano anche diverse aziende tra le quali: minuterie metalliche, carpenterie,
bottonifici, filature e roccature, falegnamerie, laboratori per lavorati in alluminio, officine per
stampi, articoli e lavorazioni in gomma.
Alla data del 31.12.2009 il Comune registrava 3.135 abitanti, con un numero di famiglie pari a
1.217 unità.
23
1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP
Il territorio comunale di Foresto Sparso nella suddivisione degli ambiti della Provincia di Bergamo
rientra nell’ “Ambito n. 12”, che si riferisce ai Comuni della ex “Comunità Montana del Monte
Bronzone e Basso Sebino” che, comprende anche Adrara San Martino, Adrara San Rocco,
Parzanica, Predore, Tavernola Bergamasca, Viadanica, Vigolo, Credaro, Gandosso, Villongo e
Sarnico.
Oltre ai Comuni della ex “Comunità Montana del Monte Bronzone e Basso Sebino”, si aggiungono i
Comuni di Carobbio degli Angeli, Castelli Calepio, Chiuduno, Grumello del Monte, che
appartengono all’ “Ambito n. 14”, con i quali i Comuni dell’ambito 12 conformano un “continuum”
di aggregazioni urbane e di presenze produttive sia del settore artigianale che industriale.
Un’ampia fascia collinare presente sia nell’ambito n. 12 che nell’ambito n. 14, accomuna queste
due realtà territoriali anche per elementi di continuità e di omogeneità delle tematiche relative
all’economia agricola delle aree collinari e ai temi del paesaggio e dell’ambiente che, soprattutto
per l’ambito del Monte Bronzone e Basso Sebino, registrano ulteriori elementi di caratterizzazione
nella presenza di aree montane e della fascia lacustre.
Localizzazione del Comune di Foresto Sparso, all’interno dell’ “Ambito n. 12” (Fonte: PTCP Provincia di Bergamo)
Va segnalato che sotto il profilo delle trasformazioni topografiche, i due ambiti, risentono delle
spinte all’espansione che si sono verificate segnatamente dagli anni ‘60 in poi, conseguentemente
24
al significativo sviluppo dell’economia locale e delle attività produttive, con la correlativa
espansione anche residenziale.
Nell’ambito della Comunità del Bronzone fanno eccezione i Comuni di Parzanica, verso il Lago
d’Iseo e il Comune di Adrara San Rocco, nella parte superiore della valle del Guerna, nei quali lo
sviluppo si è mantenuto più contenuto e legato soprattutto a un’espansione residenziale
parzialmente orientata all’offerta turistica.
Nella medesima Comunità, invece, i Comuni di Sarnico, Villongo, Credaro e Adrara San Martino
hanno registrato una forte espansione di tipo produttivo.
Adrara San Martino, a partire dagli anni 80, è stato inoltre caratterizzato dalla formazione di una
nuova polarità insediativa, nella parte alta dei Colli di San Fermo, condivisa con il Comune di
Grone, che oggi ha assunto una capacità insediativa di notevole importanza.
La qualità dell’ambiente collinare ha spinto, in tutti i paesi dei due ambiti, l’espansione degli
insediamenti residenziali fino a quote significative.
Per quanto riguarda la parte del comprensorio del Monte Bronzone più prettamente montano
(Adrarara San Rocco, Adrara San Martino, Vigolo e Parzanica) le caratteristiche montane sono
fortemente permanenti e generatrici di una forte valenza ambientale. Analoga valenza
ambientale/turistica/panoramica si riscontra nell’asse interurbano di connessione tra Tavernola,
Vigolo e Parzanica.
La parte del territorio più propriamente collinare, sia dei versanti della bassa Valle del Guerna
(Adrara San Martino, Viadanica e Villongo), del Foresto e di Gandosso, sia quelli della Valle Calepio
e del suo sistema orografico, presentano elementi di notevole interesse paesistico arricchiti da una
ripresa delle attività vitivinicole che, in alcune parti, hanno favorito il recupero di aree in fase di
degrado ambientale.
La strada di collegamento tra Foresto e Grumello costituisce un altro elemento d’interesse
panoramico e ambientale di particolare pregio paesistico e merita una riqualificazione ai fini della
percorribilità turistica.
I Comuni posti lungo la sponda meridionale del Sebino hanno acquisito una consolidata valenza
turistica, con una conosciuta capacità di richiamo anche se, al fine di sfruttare le potenzialità
ancora latenti, necessiterebbero di strutturarsi in modo più organico.
I territori con forti connotazioni produttive (Sarnico, ma soprattutto la bassa Valle del Guerna, da
Adrara San Martino a Villongo e di lì con una conurbazione ormai quasi senza soluzione di
continuità fino a Grumello e Chiuduno) hanno registrato una forte occupazione di ampi spazi per
l’insediamento delle attività artigianali-industriali, giungendo in alcuni casi a livelli di saturazione
delle possibilità insediative.
25
1.1.3. Individuazione dell’ ambito di influenza del Documento di Piano
L’ambito di possibile influenza delle previsioni del PGT, ed in particolare il DdP, può essere
individuato in funzione delle principali tematiche che attengono alla trattazione delle scelte
strategiche del documento stesso in rapporto all’influenza ed alle ricadute che questi possono
avere in un intorno territoriale più vasto rispetto ai confini comunali.
1.Il dimensionamento del fabbisogno abitativo e gli sviluppi residenziali.
Il PGT del Comune di Foresto Sparso mira al contenimento dell’incremento di popolazione.
Le previsioni non esercitano l’influenza fuori dal confine comunale e non incidono pertanto
sull’ambito territoriale né dal punto di vista della necessità dei servizi sovracomunali, né
dell’implemento dei flussi di mobilità.
2. Le prospettive e l’organizzazione degli insediamenti produttivi.
Gli insediamenti produttivi presenti risultano localizzati in modo puntuale e in piccoli ambiti sul
territorio comunale, in alcuni casi limitrofi al tessuto residenziale.
La scelta del Documento di Piano è rivolta al mantenimento delle attività in essere non
considerando l’inserimento di nuove aree produttive, che potranno essere valutate al loro
presentarsi in funzione di specifici indirizzi strategici.
3. L’organizzazione delle attività terziarie e commerciali.
Si registra la presenza nell’ambito urbanizzato di modeste attività commerciali di vicinato.
Il Documento di Piano e il Piano delle Regole mireranno al mantenimento e al potenziamento di tali
attività che, se ben supportate, potranno dare un impulso al recupero funzionale e alla
valorizzazione dei nuclei centrali.
4. Il sistema dei servizi.
Il Documento di Piano porrà una particolare attenzione alla struttura dell’organizzazione dei servizi
la cui dotazione si presenta già sufficiente e funzionale alle esigenze dell’intero ambito comunale.
Una ulteriore dotazione dei servizi può essere considerata in rapporto all’opportunità di aggiungere
“servizi qualitativi” a quelli esistenti.
5. Il sistema della mobilità.
La viabilità presente non produce un traffico di transito, ma di penetrazione, non essendo presente
un sistema viario di attraversamento del territorio comunale.
26
6. Le scelte in ordine all’attività agricola ed alla conduzione dei territori rurali.
Non si verifica la necessità di individuare aree da destinare all’attività agricola in senso fortemente
imprenditoriale, con ampi margini di modificazione del quadro paesistico che qualifica il territorio,
ma di incentivare la presenza delle attività agricole esistenti in condizioni compatibili con il
territorio e i suoi valori ambientali.
Per le strutture florovivaistiche e di orticoltura presenti, il Documento di Piano valuterà le modalità
di mantenimento e la loro riqualificazione per il loro più adeguato inserimento nel contesto
ambientale.
7. Il sistema paesistico-ambientale e delle reti ecologiche.
In ragione della forte valenza paesistico e ambientale del territorio non urbanizzato il Documento
di Piano rivolge attenzione ad alcune scelte strategiche:
- tutela paesistica e mantenimento/miglioramento dello stato di fatto;
- tutela e valorizzazione di percorsi e punti di visuale;
- mantenimento delle aree boscate.
8. Promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica degli edifici e il contenimento
dei carichi ambientali.
Il Comune di Foresto Sparso riconosce nella difesa dell’ambiente, nella riduzione di tutti gli sprechi
energetici e nel contenimento delle emissioni che possono alterare il clima, nonché nella
sostenibilità ambientale della crescita economica, una necessità improcrastinabile per garantire un
ambiente vivibile alle generazioni future.
In tal senso intende promuovere la sostenibilità ed il miglioramento della qualità del costruito allo
scopo di perseguire il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici tenendo conto delle
condizioni climatiche, del comfort abitativo e dei costi diretti e indiretti della produzione edilizia.
Le situazioni sopra sinteticamente individuate consentono di individuare gli ambiti d’influenza e la
complessiva porzione territoriale estesa a tutti i Comuni contermini.
27
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
2 - SUOLO E SOTTOSUOLO : geomorfologia, idrologia e idraulica;
difesa del suolo e delle acque.
28
2.1. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO
Lo Studio della Componente Geologica e Sismica è stato aggiornato di recente.
L’incaricato è il Dott. Caldarelli dello Studio Euro/Geo di Bergamo.
“La Valle di Foresto è geologicamente impostata su una piega sinclinale, formata da rocce
arenacee e pelitiche riferibili al periodo Cretacico. Le colline che delimitano a sud questa valle sono
strettamente collegate con quelle alle spalle di Gandosso e che scendono verso Grumello e Castelli
Calepio. Le formazioni di età triassica sono costituite in prevalenza da dolomie, calcari e calcari
marnosi; esse caratterizzano questo territorio solo verso nord, affiorando sui versanti rivolti al lago
d’Iseo, e verso ovest formano la piramide sommitale del monte Bronzone. Le formazioni
giurassiche affiorano alle quote più basse, verso sud, con normale passaggio stratigrafico dalle
formazioni triassiche e si presentano prevalentemente con calcari marnosi o con selci. Su parte del
territorio il substrato roccioso è ricoperto da una coltre più o meno continua e più o meno potente
di materiali di diversa origine: eluviale, alluvionale, morenica e detritica, che modella la morfologia
superficiale, formando brevi appezzamenti di terreno spesso disposti tra affioramenti rocciosi a
parete verticale, sfruttati dall’uomo nella coltivazione terrazzata dell’ulivo e della vite e, soprattutto
nel passato, come aree di pascolo. Le coltri più potenti dei depositi eluviali ricoprono le formazioni
cretacee in particolare a Gandosso e Foresto. Depositi alluvionali recenti ed attuali sono presenti in
corrispondenza dei principali alvei torrentizi, ma soprattutto lungo il fiume Oglio tra Sarnico e
Credaro, così come i depositi di origine fluvioglaciale costituiscono gli alti terrazzi di Credaro e
Villongo. […] Antichi depositi lacustri si trovano lungo il fondovalle delle Valli di Foresto, Gandosso
e di Adrara, un tempo sbarrate da masse glaciali ed ospitanti bacini lacustri ormai scomparsi. I
depositi morenici o glaciali sono collegati alla potente azione dei ghiacciai quaternari che, nell’arco
di molte decine di migliaia di anni, hanno abbandonato lungo il loro tragitto accumuli
marcatamente eterogenei di ghiaie, ciottoli e massi con matrice sabbioso-limosa.”
[Fonte: “Caratteri del paesaggio in provincia di Bergamo” di Moris Lorenzi]
29
2.1.1. Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n. 1566/2005 e della D.G.R. n.7374/2008
relativamente alla componente sismica dello studio geologico
La Legge Regionale 11 marzo 2005, n.12 “Legge per il governo del territorio” ha abrogato la
precedente l.r. 24 novembre 1997 n° 41, e le relative D.G.R. applicative: le d.g.r. n. 5/36147 del
18 maggio 1993, n. 6/37918 del 6 agosto 1998 e n.7/6645 del 29 ottobre 2001, che hanno
costituito, sino ad ora, gli indirizzi tecnici per gli studi geologici a supporto degli strumenti
urbanistici generali dei Comuni.
La Regione Lombardia, in ottemperanza all’art. 57 della L.R. 12/2005, ha approvato, con D.G.R.
n.8/1566 del 22/12/2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica,
idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio, in attuazione dell’art. 57 della l.r. 11
marzo 2005, n. 12”, le nuove linee guida per la prevenzione del rischio idrogeologico attraverso
una pianificazione territoriale compatibile con l’assetto geologico, geomorfologico e con le
condizioni di sismicità del territorio a scala comunale.
I criteri contenuti nella D.G.R. perfezionano le precedenti direttive in materia, dettate dalle citate
deliberazioni della Giunta Regionale e puntualizzano, in particolare, gli aspetti del rischio
sismico, a seguito della nuova classificazione sismica del territorio nazionale secondo l’O.P.C.M.
3274 del 20.03.2003, e secondo il d.m. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”.
La recente O.P.C.M. 3274, ha confermato le revisioni, classificando il territorio comunale di Foresto
Sparso in Zona Sismica 3 (bassa sismicità).
Le zone sismiche, in numero di quattro, sono così state definite:
I livelli di approfondimento e le fasi di applicazione richieste dalla normativa sono riassunti nella
tabella seguente.
30
La suddivisione del territorio in zone sismiche ha individuato l’ambito di applicazione di numero tre
livelli di approfondimento in fase pianificatoria.
Il primo livello di approfondimento comporta il riconoscimento delle aree nelle quali è possibile
un’amplificazione dell’effetto sismico sulla base delle caratteristiche litologiche, geotecniche e
morfologiche ricavabili dalle carte di inquadramento tematiche e confrontate con gli scenari previsti
dalle direttive tecniche. A ciascuna area individuata è attribuita una classe di pericolosità sismica e
il relativo livello di approfondimento. Le campiture che definiscono gli scenari di pericolosità
sismica locale sono rappresentate nella “Carta della Pericolosità Sismica Locale”.
Il secondo livello di approfondimento ha consentito di verificare se i valori di spettro elastico
previsti dal D.M. 14 gennaio 2008, erano adatti alle tipologie delle opere in progetto oppure se era
necessario implementare il terzo livello di analisi per la definizione di nuovi spettri.
L’analisi di terzo livello di approfondimento ha previsto un approccio quantitativo. E’ sempre stato
applicato per l’analisi degli effetti di instabilità (PSL Z1), per l’analisi dei cedimenti e/o del
potenziale di liquefazione del terreno (PSL Z2) e nel caso di progetti che prevedano la realizzazioni
di edifici con struttura flessibile e sviluppo verticale indicativamente compreso tra i 5 e i 15 piani
nelle zone soggette ad amplificazione topografica (PSL Z3).
Nelle aree soggette ad amplificazione litologica (PSL Z4) e topografica, il terzo livello di
approfondimento sismico è stato applicato quando i valori soglia stabiliti dalla Regione Lombardia
non erano verificati.
31
Con gli aggiornamenti alle direttive tecniche contenute nella d.g.r. n 8/7374 del 28 maggio 2008
tale approfondimento è stato preceduto dall’analisi della classe sismica di appartenenza del suolo.
Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto si sono definiti le seguenti categorie di profilo
stratigrafico del suolo di fondazione.
Il Primo livello
Il territorio di Foresto Sparso è suddiviso in quattro classi di Pericolosità Sismica Locale e due classi
miste nelle quali coesistono differenti scenari.
Classe Z1 – raggruppa le aree dove un potenziale evento sismico può causare effetti di instabilità.
Sono distinti i seguenti scenari:
• Z1a: movimenti franosi attivi con pericolosità H3; non sono previsti ulteriori livelli di analisi oltre
al primo poiché queste aree ricadono in classe di fattibilità 4.
• Z1b: movimenti franosi quiescenti e zone potenzialmente franose o esposte a pericolo di frana
con pericolosità H2; il progetto di edifici ricadenti nel perimetro di questo scenario richiede il terzo
livello di approfondimento.
Classe Z2 –comprende i depositi di origine antropica.
Si tratta in generale di terreni con consistenti disomogeneità tessiturali laterali e verticali e con
proprietà meccaniche scadenti. A queste zone è assegnata la classe di pericolosità H2.
Il progetto di edifici ricadenti nel perimetro di questo scenario richiede il terzo livello di
approfondimento sismico.
Classe Z3 –comprende le aree soggette ad amplificazione topografica il cui sottosuolo è costituito
da terreni con andamento delle velocità di propagazione delle onde sismiche di taglio (Vs)
maggiore o uguale a 800 m/s.
Questo scenario richiede il secondo livello di approfondimento ed eventualmente il terzo in fase
progettuale.
Sono distinti i seguenti scenari:
• Z3a: zona di ciglio con altezza maggiore di 10 metri (scarpata con parete subverticale, bordo di
cava, nicchia di distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica). A questo settore è
assegnata la classe di pericolosità H2.
• Z3b: zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo appuntita/arrotondata. A questo settore è assegnata
la classe di pericolosità H2. Gli scenari di pericolosità sismica locale Z3a, zona di ciglio, e Z3b, zona
di cresta rocciosa, sono rappresentati nella carta della pericolosità sismica locale da linee.
32
Il Fattore di Amplificazione è calcolato per la quota di cresta o di ciglio e successivamente
interpolato linearmente sino alla base del pendio dove assume valore pari all’unità. Possono
pertanto essere soggette ad amplificazione topografica anche aree non collocate nelle immediate
vicinanze delle creste e delle scarpate.
Classe Z4 – raggruppa le aree soggette ad amplificazione litologica e geometrica.
A questo scenario è associata la classe di pericolosità H2.
Sono distinti i seguenti scenari:
• Z4a: terreni di fondovalle formati da depositi alluvionali e/o fluvioglaciali con tessitura mista;
• Z4d: argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale.
In fase progettuale è prevista l’analisi di terzo livello solo qualora l’analisi di secondo livello non
soddisfi i valori soglia del Fattore di Amplificazione (Fa) fissati dalla Regione Lombardia.
Il Secondo livello
La procedura di secondo livello consiste in una valutazione semiquantitativa della risposta sismica
dei terreni in termini di fattore di amplificazione (Fa) e nel confronto con i valori soglia del territorio
comunale stabiliti dalla Regione Lombardia e dalle Norme Tecniche per le Costruzioni per ciò che
concerne gli effetti di amplificazione morfologica.
La procedura di calcolo del fattore di amplificazione è diversa per gli effetti morfologici (scenari Z3)
piuttosto che litologici (scenari Z4).
Nelle aree ricadenti nella classe Z3, la procedura presuppone l’identificazione del tipo di rilievo
morfologico mediante la misura di parametri quali l’altezza del rilievo, la larghezza della base e
l’estensione della cresta. La stima del Fa avviene mediante l’utilizzo delle schede morfologiche
preparate dalla Regione Lombardia (Allegato 1).
La procedura di valutazione degli effetti litologici (scenari Z4) presuppone la conoscenza della
litologia dei materiali presenti, della stratigrafia del sito e dell’andamento delle velocità di
propagazione delle onde sismiche di taglio (Vs) nel primo sottosuolo. Mediante queste informazioni
e l’utilizzo delle schede litologiche preparate dalla Regione Lombardia è possibile la stima del Fa.
Amplificazione topografica
I Fa calcolati nell’ambito del presente studio sono sempre risultati verificati perla categoria T4 e
talvolta non verificati per la categoria T3, nel caso specifico per le sezioni C3, C4 e C13.
In fase progettuale sarà necessario operare un’accurata analisi morfologica dell’area interessata
per definirne puntualmente le caratteristiche geometriche e i relativi valori di soglia. Non essendo
33
possibile analizzare ogni singola asperità presente sui versanti di Foresto Sparso, sarà necessario
valutare la presenza di scenari di Pericolosità Sismica Locale appartenenti alla classe Z3.
Nel caso in cui, in un intorno significativo dell’area di progetto, fossero riscontrate geometrie
compatibili con gli scenari Z3, si dovrà procedere alla verifica del fattore di amplificazione in
conformità con la normativa vigente. Se i Fa ricavati risultassero superiori ai valori soglia riportati
nella tabella di seguito riportata, si dovrà procedere all’approfondimento sismico di terzo livello.
Amplificazione litologica
I terreni appartenenti allo scenario di pericolosità sismica locale Z4a e Z4d sono stati caratterizzati
attraverso i risultati delle prospezioni sismiche riportati nella tabella di seguito riportata.
Le prove 3 e 4 sono state eseguite lungo il fondovalle del torrente Uria su terreni di natura
alluvionale. Anche in questo caso restano delle incertezze legate allo spessore del deposito e
pertanto sono stati verificati i Fa per i diversi tipi di sottosuolo. I Fa sono risultati sempre verificati
quando il sottosuolo è stato considerato in classe E. Nel caso della prova 4, il fattore di
amplificazione non è verificato per un sottosuolo di tipo C, e periodo di oscillazione 0,1-0,5 s.
In fase progettuale dovrà essere sempre verificata la classe di appartenenza del sottosuolo e
calcolato il Fattore di Amplificazione.
34
Il Terzo livello
L’applicazione del terzo livello di approfondimento prevede un approccio quantitativo per la
valutazione della pericolosità sismica locale che potrà essere svolto ricorrendo a metodologie
strumentali o numeriche.
Effetti di instabilità (PSL Z1)
L’analisi di terzo livello prevede la caratterizzazione dei singoli movimenti franosi con la valutazione
degli indici di stabilità in condizioni statiche, pseudostatiche e dinamiche.
Per i movimenti franosi di tipo rotazionale e traslazionale la relazione geologica di approfondimento
si articolerà nei seguenti punti principali:
•
ricostruzione di un modello geologico del movimento franoso tramite rilievi e/o indagini
geognostiche atti a definirne la geometria, le superfici di scivolamento, i livelli di falda ecc.,
ed individuazione di sezioni geologiche e geomorfologiche;
•
individuazione dei parametri geotecnici necessari all’analisi di stabilità: peso di volume,
angolo di attrito residuo e di picco, coesione di picco e residua;
•
individuazione degli accelerogrammi di input nel caso di analisi dinamiche;
•
analisi numeriche al calcolatore per la valutazione del fattore di sicurezza in condizioni
statiche, del valore del coefficiente di accelerazione orizzontale critica in condizioni
pseudostatiche ed in termini di spostamento atteso in condizioni dinamiche.
Per i movimenti tipo crolli e ribaltamenti la relazione geologica si articolerà nei seguenti punti
principali:
•
inquadramento geologico in un intorno significativo ed esecuzione di alcune sezioni
geologiche e topografiche;
•
individuazione dei parametri dell’input sismico (valori del picco di accelerazione, valore di
picco di velocità);
•
rilievi geomeccanici per la classificazione degli ammassi rocciosi;
•
identificazione dei principali cinematismi di rotture degli ammassi rocciosi;
•
descrizione e rilievo della pista di scendimento dei massi;
•
costruzione del modello numerico delle piste di scendimento e verifiche di caduta massi con
vari metodi e statistiche di arrivo.
Zone con terreni di fondazioni particolarmente scadenti e/o falda superficiale (PSL Z2)
Gli ambiti formati da terreni di riporto, con disomogeneità tessiturali laterali e verticali, sono stati
inseriti nello scenario di pericolosità sismica locale Z2.
I terreni appartenenti a questo scenario al verificarsi di un evento sismico possono determinare
cedimenti e, se sussistano le condizioni, liquefazione.
35
L’analisi di terzo livello prevede la valutazione quantitativa dei cedimenti mediante l’esecuzione di
accertamenti geognostici e l’impiego di procedure note in letteratura e scelte a discrezione del
professionista incaricato.
L’analisi sismica di terzo livello per il calcolo del potenziale di liquefazione del terreno dovrà essere
preceduta da un approfondimento geognostico che accerti tale pericolo mediante l’impiego di
procedure note in letteratura.
Effetti di amplificazione morfologica (PSL Z3)
Gli scenari di pericolosità sismica locale Z3a, scarpate morfologiche, e Z3b, creste morfologiche
sono rappresentati nella carta della pericolosità sismica locale da linee.
L’analisi di secondo livello condotta nell’ambito di questo studio ha individuato le creste
morfologiche principali e accertato la congruità o meno con i valori soglia previsti dalla normativa.
In fase progettuale dovrà essere considerata dal tecnico incaricato la presenza di scenari di
Pericolosità Sismica Locale che rientrino nella casistica della classe Z3 e valutato il relativo fattore
di amplificazione.
Nello scenario Z3 dovrà essere applicare il terzo livello di approfondimento sismico nei seguenti
casi:
•
aree di cresta o scarpata nel caso si prevedano costruzioni con strutture flessibili e sviluppo
verticale indicativamente compreso tra i 5 e i 15 piani;
•
aree di cresta o scarpata se in un intorno significativo dell’area di progetto si rilevino
asperità morfologiche ricadenti nella casistica delle PSL Z3 ed il fattore di amplificazione,
calcolato caso per caso, sia maggiore del valore soglia St.
La valutazione quantitativa dei fenomeni di amplificazione prevede l’utilizzo di metodologie
strumentali o numeriche, a discrezione del professionista incaricato.
Le metodologie strumentali prevedono lo sviluppo di una campagna di acquisizione dati tramite
prove specifiche.
Le metodologie numeriche consistono nella ricostruzione di un modello geometrico e meccanico
dell’area di studio e nell’applicazione di codici di calcolo (monodimensionali, bidimensionali o
tridimensionali) per la valutazione della risposta sismica locale.
La scelta del metodo e le modalità di applicazione sono a discrezione del professionista incaricato
che valuterà la possibilità di integrare le due metodologie per compensare i vantaggi e gli
svantaggi dei differenti approcci.
Relativamente agli ambiti Z3 è necessario ricordare che il fattore di amplificazione deve essere
calcolato per la quota di cresta o di ciglio e successivamente interpolato linearmente sino alla base
del pendio dove assume valore pari all’unità.
36
Possono pertanto essere soggette ad amplificazione topografica anche aree non collocate nelle
immediate vicinanze delle creste e delle scarpate.
Effetti di amplificazione litologica (PSL Z4)
L’applicazione del terzo livello di approfondimento prevede un approccio quantitativo per la
valutazione della pericolosità sismica locale che potrà essere svolto ricorrendo a metodologie
strumentali o numeriche.
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
Carta della Pericolosità Sismica Locale
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
37
Legenda Carta della Pericolosità Sismica Locale
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
38
2.2. VINCOLI
Nel territorio di Foresto Sparso sono presenti:
•
Vincoli derivanti dalla pianificazione di bacino ai sensi della L. 183/89, art. 17
comma 5 e in particolare del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, adottato
con delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po n° 18/2001 del
26/04/2001 e recepita dalla Regione Lombardia nella D.G.R. 7/7365 dell’11/12/2001.
Nel territorio di Foresto Sparso sono perimetrate le aree di dissesto idrogeologico così
classificate:
Aree franose:
o Fa, frana attiva;
o Fq, frana quiescente.
•
Vincoli di polizia idraulica: sul reticolo idrografico principale (individuato in base alla L.
1/2000 e successive modificazioni) ai sensi del R.D. n. 523/1904 art. 96 “Testo unico delle
leggi sulle opere idrauliche” e successive disposizioni regionali in materia, e su quello
minore secondo le relative direttive regionali (D.G.R. 7868 del 2002). Tali vincoli sono
descritti e approfonditi nel relativo studio del febbraio 2007 (IpoGeo) a cui si rimanda per
completezza di informazioni.
•
Aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile (pozzi e sorgenti): D.L.
152/99, D.L. 258/00 e D.G.R. 7-12693/2003:
Aree di tutela assoluta: si tratta delle aree di raggio uguale a 10 m di protezione assoluta
delle captazioni di acque sotterranee destinate al consumo umano, pozzi o sorgenti. Per tali
ambiti valgono le prescrizioni contenute nel documento “direttive per la disciplina delle
attività all’interno delle aree di rispetto (comma 6 art.21 del DLGS 11 maggio 1999, n. 152
e successive modificazioni)” approvato con D.G.R. 10 aprile 2003 n. 7/12693 e pubblicato
sul B.U.R.L. Serie Ordinaria n. 17 del 22 aprile 2003.
Le aree di tutela assoluta devono essere adeguatamente protette e adibite esclusivamente
ad opere di captazione ed alle infrastrutture accessorie.
Aree di rispetto: sono porzioni di territorio circostanti le zone di protezione assoluta e
possono essere delimitate con criterio geometrico, cronologico oppure idrogeologico, a
seconda del grado di approfondimento delle conoscenze e degli studi effettuati su ciascuna
captazione.
Delle cinque sorgenti presenti sul territorio comunale di Foresto Sparso, due (sorgente del
Tuf e sorgente del Tuf basso) sono state delimitate con criterio geometrico. L’area di
rispetto è la sezione che si estende a monte delle captazioni di un cerchio con raggio pari a
200 metri.
39
Le aree di rispetto delle sorgenti Cicogna, Pesì e Marone sono invece delimitate con criterio
idrogeologico, sulla scorta dello “Studio idrogeologico per la protezione delle sorgenti
Cicogna, Pesì e Marone” (GeoTer, 2002), a cui si rimanda per approfondimenti.
Per gli ambiti ricadenti all’interno delle aree di rispetto valgono le prescrizioni contenute nel
documento “direttive per la disciplina delle attività all’interno delle aree di rispetto (comma
6 art.21 del DLGS 11 maggio 1999, n. 152 e successive modificazioni)” approvato con
D.G.R. 10 aprile 2003 n. 7/12693 e pubblicato sul B.U.R.L. Serie Ordinaria n. 17 del 22
aprile 2003. Tale normativa dovrà essere applicata a tutti i settori di ciascuna classe e/o
sottoclasse di fattibilità inclusi nella perimetrazione dell’area di rispetto.
Nella Carta dei Vincoli, di seguito riportata, sono rappresentate le limitazioni d’uso del territorio
derivanti dalle normative in vigore di contenuto prettamente idrogeologico e/o ambientale–
paesaggistico.
Carta dei Vincoli
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
40
Legenda Carta dei Vincoli
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
41
2.3. DISSESTI
Nella “Carta del dissesto con legenda uniformata al P.A.I.”, in seguito riportata, sono stati
individuati i seguenti tematismi:
•
Aree franose:
- Fa, frana attiva – (pericolosità molto elevata);
- Fq, frana quiescente – (pericolosità elevata).
Agli ambiti ricadenti in tali perimetrazioni si applicano le prescrizioni contenute nell’art. 9 delle
Norme Tecniche di Attuazione del P.A.I. e in particolare i comma 2 e 3:
•
Comma 2: nelle aree Fa, salvo quanto previsto dall’art. 3 ter del D.L. 12/10/2000, n. 279,
convertito in L. 11/12/2000, n. 365, sono esclusivamente consentiti:
- gli interventi di demolizione senza ricostruzione;
- gli interventi di manutenzione ordinaria degli edifici, così come definiti alla lettera a)
dell’art. 31 della L. 5/08/1978, n. 457;
- gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a
migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza
cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo;
- gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche o
di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di
interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela;
- le opere di bonifica, di sistemazione e di monitoraggio dei movimenti franosi;
- le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee;
- la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite servizi pubblici
essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo
stato di dissesto esistente valicato dall'Autorità competente. Gli interventi devono
comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto
conto dello stato di dissesto in essere.
•
Comma 3: Nelle aree Fq, oltre agli interventi di cui al precedente comma 2, sono consentiti:
- gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo,
così come definiti alle lettere b) e c) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457, senza
aumenti di superficie e volume;
- gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti per adeguamento igienico-funzionale;
- gli interventi di ampliamento e ristrutturazione di edifici esistenti, nonché di nuova
costruzione, purché consentiti dallo strumento urbanistico adeguato al presente Piano ai
sensi e per gli effetti dell’art. 18, fatto salvo quanto disposto dalle linee successive;
42
- la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue e l’ampliamento di
quelli esistenti, previo studio di compatibilità dell’opera con lo stato di dissesto esistente
validato dall'Autorità competente; sono comunque escluse la realizzazione di nuovi impianti
di smaltimento e recupero dei rifiuti, l’ampliamento degli stessi impianti esistenti, l’esercizio
delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, così come definiti dal D.Lgs.
5/02/1997, n. 22. E’ consentito l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei
rifiuti già autorizzate ai sensi dello stesso D.Lgs. 22/1997 (o per le quali sia stata
presentata comunicazione di inizio attività, nel rispetto delle norme tecniche e dei requisiti
specificati all’art. 31 del D.Lgs. 22/1997) alla data di entrata in vigore del Piano,
limitatamente alla durata dell’autorizzazione stessa. Tale autorizzazione può essere
rinnovata fino ad esaurimento della capacità residua derivante dalla autorizzazione
originaria per le discariche e fino al termine della vita tecnica per gli impianti a tecnologia
complessa, previo studio di compatibilità validato dall'Autorità competente. Alla scadenza
devono essere effettuate le operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito, così come
definite all’art. 6 del suddetto Decreto Legislativo.
43
Carta del dissesto con legenda uniformata al P.A.I.
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
44
2.4. CARTA DI SINTESI
La “Carta di Sintesi”, di seguito riportata, è costituita da una serie di poligoni ognuno dei quali
definisce una porzione di territorio caratterizzata da pericolosità omogenea per la presenza di uno
o più fenomeni di rischio in atto o potenziale, o da vulnerabilità idrogeologica.
La sovrapposizione di più ambiti genera poligoni misti per pericolosità determinata da più fattori.
La delimitazione dei poligoni è basata su valutazioni della pericolosità e sulle aree di influenza dei
fenomeni.
Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti
•
sl1: area a pericolosità potenziale legata alla possibilità di innesco di scivolamenti su
versanti acclivi con copertura detritica a tessitura mista e pendenze mediamente superiori
al 35%;
•
sl2: area a pericolosità potenziale legata alla possibilità di innesco di scivolamenti su
versanti con copertura detritica a tessitura mista e pendenze mediamente comprese tra il
20 e il 35%.
Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico
•
tor: area di pertinenza torrentizia; sono le fasce perimetrali i corsi d’acqua potenzialmente
soggette a dissesto idrogeologico per l’erosione delle acque incanalate;
•
trc: area con moderato rischio di inondazione. Area individuata con criterio geomorfologico,
con espansione e ristagno delle acque di esondazione, controllata da manufatti.
Aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche
Le classi individuate rispecchia sostanzialmente la suddivisione rilevata tra i depositi alluvionali nel
fondovalle e quelli eluvio colluviali dei versanti.
•
gt1: area formata da depositi eluvio colluviali di natura argillosa con limitata capacità
portante e consistenti disomogeneità tessiturali;
•
gt2: area formata da depositi alluvionali di fondovalle di epoca postglaciale. Si tratta del
materiale depositato dal torrente Uria che presenta un maggior grado di omogeneità
rispetto ai terreni circostanti;
•
ar: area con consistenti disomogeneità tessiturali e verticali e limitata capacità portante
formata da riporti e accumuli di materiale inerte.
45
Carta di sintesi
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
46
2.5. CLASSI DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA
La D.G.R. 8/1566 del 22 dicembre 2005, successivamente aggiornata dalla D.G.R.8/7374 del 28
maggio 2008, adotta quattro classi di fattibilità così differenziate:
Classe 1 (di colore bianco) – Fattibilità senza particolari limitazioni
La classe comprende quelle aree che non presentano particolari limitazioni all’utilizzo a scopi
edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso e per le quali deve essere direttamente
applicato quanto prescritto dal D.M. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”.
La classe 1 individua una limitata porzione del territorio comunale sul crinale che collega il Monte
Sega con la cima Punta Campo Alto, nei pressi della sorgente Cicogna, lungo il confine nordoccidentale. Si tratta di un’area pianeggiante su substrato roccioso affiorante e/o subaffiorante.
Classe 2 (di colore giallo) – Fattibilità con modeste limitazioni
La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a
scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante
approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico costruttivi e senza l’esecuzione di opere di
difesa. Per gli ambiti assegnati a questa classe devono essere indicati gli eventuali approfondimenti
da effettuare e le specifiche costruttive degli interventi edificatori.
In questa classe ricadono le zone dove sono state riscontrate modeste limitazioni alla modifica
delle destinazioni d’uso dei terreni per l’entità e la natura dei rischi individuati sia localmente che
nelle aree immediatamente limitrofe.
In relazione alle condizioni di rischio riscontrate sono state individuate due sottoclassi:
•
2a, comprende la aree subpianeggianti di fondovalle.
L’utilizzo delle aree ricadenti in questa sottoclasse è subordinato alla realizzazione di
approfondimenti geognostici necessari per la caratterizzazione dei parametri meccanici del
sottosuolo, nonché della situazione idrogeologica locale.
Tale approfondimento potrà essere effettuato mediante indagini geognostiche ad hoc,
oppure essere basato sulla conoscenza della situazione geologica e idrogeologica locale
derivante dall’esperienza del tecnico incaricato.
Per la protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento le richieste di concessione
edilizia dovranno contenere:
- un’indicazione quantitativa e qualitativa degli scarichi liquidi prodotti dal fabbricato o dal
complesso di cui si richiede la costruzione;
47
- un’indicazione progettuale dei sistemi di depurazione corrispondenti e/o dei sistemi
adottati per l'eliminazione dei materiali residui e la salvaguardia idrogeologica e relativi
criteri costruttivi.
I progetti dovranno essere corredati da un’analisi di compatibilità idraulica che documenti
l’assenza di interferenze con i fenomeni idraulici naturali che possono aver luogo, o indichi i
rimedi progettuali per ovviare a tale rischio quali ad esempio sopralzi, recinzioni
impermeabili ed altri accorgimenti tecnici necessari a garantire la sicurezza dei locali in caso
di allagamento (altezza degli impianti elettrici dalla pavimentazione).
•
2b, individua le aree da poco acclivi a mediamente acclivi a pericolosità potenziale legata
alla possibilità di innesco di scivolamenti su versanti con copertura detritica a tessitura
mista e circolazione idrica superficiale canalizzata. L’utilizzo delle aree ricadenti in questa
sottoclasse è subordinato alla realizzazione di approfondimenti geognostici necessari per la
caratterizzazione dei parametri meccanici del sottosuolo, nonché della situazione
idrogeologica locale e di un intorno significativo. Tale approfondimento potrà essere
effettuato mediante indagini geognostiche ad hoc, oppure essere basato sulla conoscenza
della situazione geologica e idrogeologica locale derivante dall’esperienza del tecnico
incaricato.
Classe 3 (di colore arancione) – Fattibilità con consistenti limitazioni
La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a
scopi
edificatori
e/o
alla
modifica
della
destinazione
d’uso
per
le
condizioni
di
pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari
interventi specifici o opere di difesa.
In questa classe ricadono le zone dove sono state riscontrate consistenti limitazioni alla modifica
delle destinazioni d’uso dei terreni per l’entità e la natura dei pericoli individuati sia localmente che
nelle aree immediatamente limitrofe.
La classe 3 individua aree a pericolosità potenziale legata alla possibilità di innesco di scivolamenti
della copertura detritica su versanti acclivi con substrato roccioso affiorante e/o subaffiorante.
L’utilizzo delle aree ricadenti in questa sottoclasse è subordinato alla realizzazione di indagini
geognostiche ad hoc, necessarie per la caratterizzazione puntuale dei parametri meccanici del
sottosuolo, nonché della situazione idrogeologica locale e di un intorno significativo, al fine di
procedere all’analisi di stabilità del complesso pendio-opera.
Si applicano altresì le prescrizioni previste per le aree di dissesto P.A.I. (art. 9 delle NdA) agli
ambiti che ricadono in tali perimetrazioni.
48
Classe 4 (di colore rosso) – Fattibilità con gravi limitazioni
L'alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla
modifica della destinazione d’uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere
tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli
edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza
ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come
definiti dall'art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della l.r. 12/05, senza aumento di superficie o
volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per
l’adeguamento alla normativa antisismica.
Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico potranno essere realizzate solo se non
altrimenti localizzabili e dovranno comunque essere puntualmente valutate in funzione della
tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità
omogenea. A tal fine, alle istanze per l’approvazione da parte dell’autorità comunale, dovrà essere
allegata un’apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi
previsti con la situazione di rischio presente.
In relazione alle condizioni di rischio riscontrate sono state individuate due sottoclassi:
•
4a, ricadono le aree a forte acclività, le aree di pertinenza torrentizia, le aree interessate da
movimenti franosi superficiali. Interventi tesi al consolidamento dei versanti e/o alla
mitigazione del pericolo esistente potranno consentire una modifica del grado di rischio
attuale. Si applicano altresì le prescrizioni previste per le aree di dissesto P.A.I. agli ambiti
che ricadono in tali perimetrazioni;
•
4b, include i riporti e gli accumuli di materiale inerte caratterizzato da consistenti
disomogeneità tessiturali e verticali.
49
Carta della fattibilità geologica delle azioni di Piano
[Fonte: “Aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT”,
redatto dallo Studio Euro/Geo]
50
2.6. IDROGRAFIA
Lo “Studio per la determinazione del Reticolo Idrico Minore” è stato redatto nell’aprile 2006 dallo
studio “Ecosphera” di Palazzolo sull’Oglio - Bs (Ing. Fabrizio Bellini; Geol. Marco Carraro) e dallo
“studio associato di architettura Arch. G.Antonio Giazzi - Geom. Eugenio Bezzi” di Villongo (Bg).
Il reticolo idrografico principale di competenza regionale
L’allegato A alla DGR 25/1/2002 n° 7/7868, come corretto dalla DGR 1/8/2003 n° 7/13950, riporta,
nell’ambito del territorio del comune di Foresto Sparso, il solo torrente Uria sino all’altezza della
biforcazione in località Tremellini.
La dicitura corretta, estratta dalla citata DGR, è la seguente:
Si precisa che la biforcazione in località Tremellini coincide con la confluenza nel torrente Uria del
torrente Valle del Tuf.
Il reticolo idrico di competenza comunale
L’individuazione del Reticolo Idrico Minore è stata realizzata applicando i criteri di cui art. 4
dell’allegato B alla D.G.R. Lombardia 25 gennaio 2002, n. VII/7868, considerando inoltre l’aereofotogrammetria comunale ed un rilievo in campo, evidenziando con tali approfondimenti ulteriori
elementi inclusi per motivi di tutela della pubblica incolumità o del territorio.
51
Reticolo Idrico di competenza comunale – allegato alle NTA
In nessuno dei corsi d’acqua del Reticolo Idrico Minore sono state segnalate derivazioni idriche e
nessun corso d’acqua, oltre a quelli individuati come appartenenti al reticolo stesso, è stato
oggetto di interventi di sistemazione idraulica con finanziamenti pubblici.
Si elencano di seguito i corsi d’acqua appartenenti al Reticolo Idrico Minore con i relativi numeri di
riferimento, i codici attribuiti, le descrizioni delle caratteristiche idro-morfologiche generali e di
eventuali punti di particolare pericolosità.
52
Per la codifica si è utilizzato un numero d’ordine progressivo seguito dal nome del corso d’acqua o
da un toponimo caratteristico precedute da R. (ruscello, rio), quando non già denominato.
Le coordinate Gauss-Boaga del punto di imbocco con il corso d’acqua di ordine maggiore, riportate
in seguito alla denominazione, rappresentano un ulteriore ed univoco riferimento per il
riconoscimento dell’elemento idrico individuato.
Per ciascun corso d’acqua viene descritto il proprio bacino di formazione, ovvero le porzioni più alte
dove le acque piovane si possono raccogliere in piccoli impluvi naturali evidenziati nelle cartografie
e/o sul terreno. Gli impluvi si raccordano con il canale di scarico che costituisce il solco vero e
proprio, recapito naturale degli impluvi affluenti.
01 – R. Mearolo: (1571697E; 5059136N): si tratta di un corso d’acqua tributario destro del torrente
Uria, con punto di immissione a q. 245 m slm. Il bacino imbrifero occupa una superficie pari a
394.300 mq. La valle Mearolo si sviluppa lungo un versante con pendenza nell’ordine dei 22 – 25°
con asse vallivo disposto in senso ovest-est. Lo spartiacque è compreso fra due bricchi collinari
posti a quote intorno a 600 m slm, su uno dei quali giace la chiesetta san Giovanni delle Formiche.
02 – R. Valle Molera: (1571567E; 5059585N): è un altro immissario destro del torrente Uria, con
bacino idrografico molto ampio (sup. 1.046.140 mq). Appartiene ad un sistema vallivo disposto in
senso ovest-est, compreso fra lo spartiacque con la Valle di Zandobbio a ovest, la precedente valle
del Mearolo a sud ed un promontorio roccioso che si sviluppa fra C.na San Martino–DossaleBarzetti–incrocio strada San Giovanni delle Formiche.
03 – R. Santinelli/Spazzade: (1571626E; 5059716N): si tratta di un corso d’acqua tributario sinistro
del torrente Uria con punto di confluenza a circa q. 249 m slm. Occupa una superficie pari a
277.890 mq. Costituisce un solco vallivo inciso lungo il versante compreso fra Punta Pomaridi (525
m slm) e C.na Baita (372 m slm).
04 – R. loc. Pellegrina: (1571678E; 5059985N):
Si tratta di un piccolo impluvio (sup. 55.880 mq) a carattere temporaneo che si immette nel
torrente Uria dal suo lato sinistro (q. 254 m slm). Raccoglie le acque provenienti da prati terrazzati
ubicati fra le località Tremellini, C.na Pellegrina e le case Santinelli.
05 – R. Valle del Tuf: (1571671E; 5060064N): costituisce il più grande bacino imbrifero (sup.
1.673.880 mq) alimentante il torrente Uria, con il quale confluisce alla quota di circa 255 m slm in
53
loc. Tremellini. A valle del punto di immissione della Valle del Tuf l’Uria passa da corso d’acqua del
reticolo minore a corso d’acqua del reticolo principale.
06 – R. Valle degli Angelli - Mazzucchetti: (1571462E; 5060248N): si tratta di due assi vallivi aventi
spartiacque compreso fra il Colle Zucoli (567 m slm), il Monte Costa dei Ronchi (726 m.slm) e Villa
Airoldi (650 m slm) che si uniscono fra le località Rivellino e Franzi, a circa 267 m slm. Il corso
d’acqua orientale attraversa le località Mazzucchelli–Bettenzini e risulta intubato per un tratto di
circa 150 m poco prima dell’immissione nell’Uria, mentre quello occidentale non presenta tratti
intubati, ha un maggiore sviluppo verso monte, attraversa l’abitato Angelli.
07 – R. Foppa dell’Oliva – valle dell’Ottavio e valle dei Grapelli: (1571058E; 5060341N): si tratta
del sistema di impluvi costituito da n° 4 vallecole che scorrono in conche separate da promontori
individuabili in Tavola nelle località Angeli, Gavinelli – Case Oliva, sino al centro storico di Foresto
Sparso, compresa la chiesa parrocchiale ed il municipio. Lo spartiacque confina con Berzo San
Fermo, fra il Pizzo Mosca (693 m.slm) e Villa Airoldi. Le Stalle Mologno appartengono al bacino
della vallecola più occidentale detta valle dei Grapelli. Quest’ultima si arricchisce di altri due apporti
rappresentati dagli impluvi che separano il promontorio su cui sorge l’abitato Gavinelli. Un ulteriore
apporto, più orientale, è determinato dall’impluvio interposto fra Case Oliva e Angeli, il quale si
presenta intubato per circa 190 m immediatamente prima della confluenza con il corso d’acqua
principale sopra descritto; tale intubamento, peraltro completamente transitabile da persone, trae
origine dal riempimento per ottenere il ripiano del campo sportivo comunale. La superficie totale
del sistema di impluvi in questione risulta pari a 757.770 mq. Il punto di immissione del torrente
Uria risulta a circa 270 m slm.
08 – R. loc. c.na Cedrine: (1570725E; 5060402N): risulta un piccolo corso d’acqua avente
spartiacque a circa 400 m slm lungo la via Barzetti. Il punto di confluenza con il torrente Uria
risulta di fronte alla Piazzola Ecologica comunale, a circa q. 285 m slm. La superficie del bacino
imbrifero risulta di soli 91.130 mq.
09 – R. loc. Cavaga – Cattolici - Vallunga: (1570510E; 5060486N): si tratta in realtà di due impluvi
molto vicini che sfociano nel torrente Uria in due punti molto prossimi (305 m slm) e che hanno un
analogo sviluppo territoriale a monte. Lo spartiacque dei bacini coincide con il confine comunale di
Zandobbio ed Entratico, con punto di separazione in corrispondenza del Monte Sega. Le località
interessate risultano La Cà, Vallunga, Cavaga. La superficie complessiva del bacino di entrambi gli
impluvi risulta pari a 780.0000 mq.
54
10 – R. loc. Cavaghi: (1570376E; 5060608N): costituisce una porzione del versante con due piccoli
impluvi che transitano dalla località Cavaghi, si intubano entrambi e, dopo essersi ridotti ad un
unico corso d’acqua (365 m slm), le acque vanno a recapitare a quota 320 m slm formando il
caput fluminis del torrente Uria. La superficie occupata dal bacino del corso d’acqua n° 10 risulta
pari a circa 317.000 mq.
11 – R. loc. Gafforelli - Il Casino: (1570725E; 5060402N): esso costituisce, unitamente al r. loc.
Cavaghi descritto poc’anzi, il caput fluminis del torrente Uria. A livello gerarchico i corsi d’acqua 10
e 11 risultano quindi analoghi. La superficie del bacino idrografico risulta pari a circa 315.000 mq.
La parte del corso d’acqua demaniale è quella sotto i 475 m slm; l’affluente dx più a valle non è né
demaniale né presente sul CTR ma è confermato; la biforcazione è presente sul CTR e confermata.
Da circa quota 330, l’alveo si sviluppa su substrato roccioso. Si segnalano anche due piccoli corsi
d’acqua appartenenti ad un bacino esterno al torrente Uria, ad est della località Dosso dell’Era –
C.na Baita. Si tratta del bacino della Val Nembra, nel quale vengono evidenziati e cartografati due
impluvi che sono stati denominati 12a e 12b.
Definizione delle fasce di rispetto
Torrente Uria
La relazione idraulica allegata al progetto di sistemazione del t. Uria nel tratto urbano (redatta
secondo i criteri della LR 41/97) prevede che le opere, ormai completate, consentano al torrente,
regolarmente mantenuto, di transitare portate relative ad eventi meteorici duecentenari; certo,
fenomeni con grandi apporti solidi e di legname, ad esempio corrispondenti a smottamenti dei
versanti, non rientrano nello schema previsionale ma è ragionevole considerare che il rischio di
esondazioni risulti socialmente accettabile.
E’ pertanto ragionevole per il torrente Uria considerare in genere la fascia di rispetto di 10 m
prevista dal RD 523/1904; ciò è stato di fatto previsto in tutte quelle zone caratterizzate da muri
spondali o da sponde sulle quali non si possano ragionevolmente manifestare fenomeni erosivi o di
divagazione (buono stato dei muri, fondazioni sufficientemente al di sotto del fondo del torrente
etc.).
Nelle zone interessate da anse ed in cui le sponde sono naturali, tale fascia è stata incrementata a
20 e talvolta per minimizzare i danni da eventuali fenomeni erosivi (da San Giuseppe sino a
Villongo).
Nel tratto più a monte, quello compreso tra il tratto canalizzato (inizio del tratto in fregio alla sp
81) e le prime diramazione, la fascia è stata allargata sino a limiti naturali (solitamente orli di
scarpata) o antropici (muri, strade).
Si riporta il dettaglio delle scelte condotte:
55
Altri corsi d’acqua
Nella caratterizzazione dei corpi idrici gli aspetti idro-geomorfologici individuati consentono di
differenziare tra le zone poste al di sopra e al di sotto della quota indicativa 300 m slm:
•
per le zone al di sopra di tale quota, l’estensione laterale della fascia di rispetto non deriva
dal grado di rischio idraulico (esondazione) bensì dalla stabilità dei pendii erosi al piede dal
corso d’acqua medesimo. Dal punto di vista idraulico, al di sopra di tale quota ci si può
pertanto spingere ai limiti inferiori possibili della fascia di rispetto nel momento in cui
vengano meno i fenomeni erosivi e di instabilità dei pendii;
•
per le aree al di sotto della q.300 m slm si possono riscontrare invece possibili rischi per
esondazione ed alluvionamento fra 2–5 m di distanza dal limite di piena ordinaria; tali
situazioni non sono state segnalate nello specifico capitolo in quanto non certe; trovandosi
al di fuori delle zone abitate e in aree difficilmente accessibili durante le piogge, si può solo
ricostruire sulla base di impressioni ricavate al termine degli eventi da parte dei locali;
56
•
sempre per le aree più basse, i corpi 5, 6, 7 scorrono in profonde depressioni aventi pendii
molto scoscesi; all’interno di essi, eventuali divagazioni-erosioni possono determinare
smottamenti significativi.
Ecco pertanto i criteri seguiti nella definizione delle fasce di rispetto dei corpi idrici diversi dal t.
Uria:
•
generalmente si è considerata una fascia di 10 m anche per tutti i tratti tombinati;
•
si è considerata una fascia di 30 m per un tratto in dx al corpo 2 vista la precaria situazione
di instabilità del piede del versante;
•
si è considerata una fascia di rispetto sino al ciglio di ben definite scarpate per quei tratti
dei corpi 5, 6, 7 e 11 che corrono al fondo di veri e propri burroni;
•
la parte più a valle dei corpi idrici 9 ed il corso dell’Uria a monte del tratto urbano vengono
interessati da una fascia che considera definiti limiti naturali (orli di scarpata) o antropici
(muri o terrazzi); fa eccezione la sponda sx a valle della confluenza del corpo 7 per cui si è
tenuto la distanza di 10 m in quanto la sponda è urbanizzata e certo non a rischio
esondazione e divagazione;
•
il resto è stato considerato con una fascia a 10 m.
Per maggiori informazioni si rimanda al suddetto “Studio per la determinazione del
Reticolo Idrico Minore”.
57
Tav. 3 Individuazione Reticolo e relative fasce di rispetto, bacini idrografici e ubicazione delle fotografie
[Fonte: “Studio per la determinazione del Reticolo Idrico Minore”, redatto nell’aprile 2006 dallo studio “Ecosphera” e
dallo “studio associato di architettura Arch. G.Antonio Giazzi - Geom. Eugenio Bezzi”]
58
2.7. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA
Il proprietario della rete è il Comune, mentre la gestione è affidata alla Società “Uniacque S.p.A.”.
Domestici
Industriali
Agricoli
Altro
(zootecnici,
artigianali,
commerciali)
190.833
36.376
-
3.078
Totale
230.287
Volumi d’acqua contabilizzati per i diversi usi – Comune di Foresto Sparso – ATO 2003
Rete di distribuzione e adduzione acqua – ATO 2003
59
2.8. RETE FOGNARIA
Il proprietario della rete fognaria è il Comune, mentre la gestione è affidata alla Società “Uniacque
S.p.A.”.
La rete fognaria è di tipo misto.
Ci sono porzioni del territorio comunale non servite dalla rete, in particolare alcune contrade.
Per quanto riguarda il collegamento degli scarichi e la loro successiva depurazione, la situazione a
livello comunale è stata oggetto di censimento nel 2003 delle infrastrutture idriche esistenti e
delinea, come emerge dalla seguente tabella, una situazione di diffuso collettamento degli scarici
che per la quasi totalità vengono poi recapitati al depuratore consortile di Paratico (Bg) per il
trattamento.
Abitanti serviti
(residenti + fluttuanti)
Recapito in
Depurazione
2.800
collettore
Paratico
Collettamento e depurazione – Comune di Foresto Sparso – ATO 2003
Rete fognaria – ATO 2003
[Fonte: Agenda 21 della Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino –
“Lo stato dell’ambiente a portata di tutti”]
60
2.9. RIFIUTI
La Società “Cogeme”con sede a Rovato (Bs).
La raccolta dei rifiuti solidi urbani viene effettuata tramite la modalità “porta a porta”.
E’ presente un’Isola Ecologica, situata nell’area di proprietà comunale di Via Roma n.50.
Nell’Isola Ecologica sono accettati solo questi tipi di rifiuti:
-
R.U.P. (rifiuti urbani pericolosi): olio alimentare; oli lubrificanti; medicinali scaduti; pile
domestiche, cellulari; batterie; neon; cartucce stampanti e fotocopiatrici;
-
R.R. (rifiuti recuperabili): cartone; carta; vetro; imballaggi in plastica; metalli; legno; abiti;
frigoriferi e condizionatori; monitor, apparecchiature elettroniche; pneumatici; inerti;
potature, sfalci, foglie; cassette di plastica; sacchi e tele in plastica;
-
rifiuti urbani non recuperabili: rifiuti ingombranti.
Gli orari d’apertura dell’Isola Ecologica sono i seguenti:
-
martedì, dalle ore 14.00 alle ore 17.00;
-
venerdì, dalle ore 14.00 alle ore 17.00;
-
sabato, dalle ore 09.30 alle ore 12.00, e dalle ore 14.00 alle ore 17.00.
“La produzione media di rifiuti procapite della Comunità Montana è in costante crescita, con un
sostanziale periodo di stabilità tra il 2004 e il 2005, andamento riscontrabile in diversi Comuni al
suo interno, come per esempio Foresto Sparso”.
“La raccolta differenziata nell’anno 2006 copre tra il 20-35% dei rifiuti prodotti a Foresto Sparso”.
[Fonte: “Agenda 21 della Comunità Montana. Lo stato dell’ambiente a portata di tutti”]
Abitanti
Pro
capite
(Kg/ab*
giorno)
RD con
ing. a
rec.
(%)
Servizi
RD
(N°)
Rec.
Compl.
mat.+ en
(%)
Avvio a
Rec. di
mat.
(%)
Recup
ero di
energi
a
(%)
Smalt.
in
discarica
(%)
Smalt. in
disc.
extraprov.
(%)
Pc Raee ab.
08
(Kg/ab*anno)
Costi
(€/ab)
3.053
0,964
39,7
12
85,3
34,9
50,4
-
-
2,18
62
Comune di Foresto Sparso, consumi rifiuti anno 2007 [Fonte ARPA]
61
Abitanti
3.097
RU ind
(Kg/anno)
534.570
Spazzamento strade
(Kg/anno)
-
Ingombranti
(Kg/anno)
111.980
Tot. RD
(Kg)
446.984
Tot. Rifiuti
1.093.534
Percentuale RD
(%)
40,88
Pro capite RU ind 2008
(Kg/ab*giorno)
0,472
Variazione percentuale pro capite RU ind
2008-2007
(%)
-2,96
Pro capite RSpazz. Strade 2008
(Kg/ab*giorno)
-
Variazione percentuale pro capite
RSpazz.Strade 2008-2007
(Kg/ab*giorno)
(%)
-
Pro capite Ring 2008
(Kg/ab*giorno)
0,099
Variazione percentuale pro capite
Ring 2008-2007
(%)
-22,21
Pro capite RD 2008
(Kg/ab*giorno)
0,394
Variazione percentuale pro capite
RD 2008-2007
(%)
12,35
Pro capite rifiuti a smaltimento
(Kg/ab*giorno)
Pro capite rifiuti totali 2008
(Kg/ab*giorno)
Variazione percentuale pro capite rifiuti totali
(%)
Percentuale RD + Ing. Rec.
(Kg/ab+anno)
(%)
0,965
0,08
44,02
Comune di Foresto Sparso, produzione rifiuti urbani
[Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2008”, Provincia di Bergamo]
62
Abitanti
3.135
RUInd
(Kg/anno)
535.590
Spazzamento strade
(Kg/anno)
0
Ingombranti
(Kg/anno)
90.960
Tot. RD
(Kg)
460.539
Tot. Rifiuti
1.087.089
Percentuale RD
(%)
42,36
Percentuale RD+ing.Rec.
(%)
43,12
Pro capite annuo
(Kg)
346,76
Pro capite RUInd 2009
(Kg/ab*giorno)
0,468
Variazione pro capite (%)
RUInd 2009-2008
-0,847
Pro capite RSpazz. Strade 2009
(Kg/ab*giorno)
0,000
Variazione pro capite (%)
Pro capite RSpazz. Strade 2009-2008
(Kg/ab*giorno)
0,000
Pro capite Ring 2009
(Kg/ab*giorno)
0,079
Variazione pro capite (%)
Ring 2009-2008
-20,202
Pro capite RD 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
RD 2009-2008
Pro capite Rifiuti a smaltimento 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
Rifiuti a smaltimento 2009-2008
Pro capite Rifiuti totali 2009
(Kg/ab*giorno)
Variazione pro capite (%)
Rifiuti totali
0,402
2,030
0,548
0,000
0,950
-1,554
Comune di Foresto Sparso, produzione rifiuti urbani
[Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2009”, Provincia di Bergamo]
63
2.9. ATTIVITA’ DI CAVA
Nel territorio di Foresto Sparso, in località Tuf, nella zona boscata tra il monte Costa dei Ronchi e
col Croce, secondo il Piano Cave della Provincia di Bergamo è presente una cava di calcari e
dolomie denominata “ATEc11 (stralciata)”.
L’area è stralciata perché il polo non è mai stato attivato e l’area corrisponde ad un ambito intatto
di notevole pregio naturalistico e ambientale, ricoperto da superficie boscata.
Inoltre, con Determinazione Dirigenziale del Servizio Provinciale Ciclo Integrato delle Acque n. 66
del 20.01.2003, è stato autorizzato il Comune di Foresto Sparso alla ridelimitazione delle zone di
rispetto delle sorgenti “Tuf” e “Tuf Inferiore”, asservite all’acquedotto comunale.
L’area di salvaguardia ricomprende tutta la superficie dell’ambito.
64
[Fonte: Nuovo Piano cave della Provincia di Bergamo]
65
3 – PAESAGGIO E AMBIENTE
66
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
3.1. L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP
Il PTCP individua come unica unità di paesaggio la porzione orientale del territorio bergamasco sul
limite col confine territoriale della Provincia di Brescia.
“L’unità ambientale appartiene alla sezione intermedia del paesaggio prealpino, a quello dei laghi
insubrici e delle colline pedemontane. La superficie afferente è molto estesa e riassume alcuni dei
tratti geomorfologici e naturalistici più caratteristici della provincia bergamasca, essendo compresa
tra le morfologie glaciali dell’Alto Sebino, dai “bogn” di Castro, fino al pianalto della piana di
Villongo e poi oltre fino alle propaggini dell’alta pianura compresa tra il Cherio e l’Oglio.
Nell’area del Sebino l’espansione glaciale ha seguito due direttrici, di cui la prima è caratterizzata
da un ramo principale che dalla Valcamonica si è mantenuto lungo l’asse della valle sino ad Iseo,
mentre la seconda è caratterizzata da un ramo secondario che si diramava dal principale presso
Lovere e dirigendosi verso Pianico, dove si biforcava con una lingua diretta verso Clusone ed un
ramo diretto a sud sin quasi a Casazza.
Altro fenomeno tipico delle valli glaciali è rappresentato dalle valli sospese che si originano come
valli laterali piccole meno incise perché modellate da lingue glaciali più limitate. Infatti quasi tutte
le valli che scendono verso il lago sono valli sospese che scendono con pendenze medio-basse sino
ad arrivare a quote di 350-400 mt. dove manifestano un brusco aumento di pendenza che si
mantiene alta fino al lago stesso.
Un altro aspetto legato all’attività erosiva dei ghiacciai è rappresentato dalle rocce montonate,
rocce lisciate dal ghiacciaio secondo superfici ondulate.
Altri fenomeni geologici rilevanti sono dati dalla presenza di “massi erratici” (grossi blocchi rocciosi
trasportati dai ghiacciai a molta distanza dalla zona di provenienza) , e dalle “marmitte dei giganti”
(cavità cilindriche più o meno profonde scavate dall’azione abrasiva sulla roccia dell’alveo, lungo le
rapide o a valle delle cascate e rappresentano un’attrattività turistica lungo i corsi d’acqua).
Il masso erratico più grosso è stato rinvenuto in Val dei Fondi (in Val Maggiore), mentre i massi più
piccoli sono visibili in alta Val Fonteno, a monte di Parzanica, ed in alta Valle di Vigolo.
Le marmitte dei giganti più interessanti sono quelle di Tavernola e quelle del Torrente Guerna nel
territorio di Adrara San Rocco.
Forme di carsismo profondo generano grotte profonde,tra le più famose si segnalano il “pozzo
glaciale” ubicato a Predore e Gallinarga lungo la vecchia strada provinciale Sebina Occidentale.
Ad ovest della Val d’Adrara si sviluppa la conca di Foresto, ben racchiusa da netti crinali, dotata di
uno sbocco a valle verso Villongo, e coincidente con il paesaggio del torrente Uria tra il versante
del monte di S.Giovanni delle Formiche e quello del Monte Dratto.
Per la conformazione del luogo la percezione è quasi ovunque totale.
67
Una fascia boscata occupa la zona alta dei versanti verso il crinale e le poche accentuate sommità,
una fascia più bassa ospita gli insediamenti e le colture anche su terrazzamenti artificiali e si
confonde più a valle con la fascia meno esposta e più ricca di vegetazione, verso il fondovalle.
L’ambito cambia il suo aspetto verso lo sbocco nella piana a sud, dove i versanti del monte Dratto,
fittamente boscati, sono pezzati di ampie zone a prato destinate all’attività agrozootecnica, con
pochi e radi insediamenti.
Gli insediamenti sono formati da nuclei staccati e da cascinali.
Il santuario in rovina di S.Giovanni delle Formiche appartiene alla Parrocchia di Foresto, ed è
l’emergenza paesistica più importante della Val Calepio.
Il tessuto originario è costituito da molti piccoli insediamenti - “contrade” - sparsi sui versanti,
prevalentemente su quelli ben esposti, con un capoluogo (Foresto Sparso) all’estremità dell’asse
viabile principale proveniente da Villongo, sulla quale convergono tutti i principali percorsi rurali.
L’identità dei nuclei originari è andata in gran parte perduta a causa dello sviluppo edilizio
insediativo avvenuto recentemente lungo i percorsi, consentendo la saldatura delle contrade
sparse.
La strada ad anello che percorre interamente la conca, consente visuali abbastanze ampie sul suo
interno.”
[Fonte: PTCP Provincia di Bergamo - Localizzazione del Comune di Foresto Sparso all’interno dell’ “Unità di Paesaggio n.20” ]
68
3.2. I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL TERRITORIO
3.2.1. La Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi
Ai sensi della recente Legge Regionale 27.6.2008 n. 19 “Riordino delle Comunità Montane della
Lombardia, disciplina delle Unioni di Comuni lombarde e sostegno all’esercizio associato di funzioni
e servizi comunali”, e con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 6503 del 26.6.2009
“Costituzione della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi”, è stata costituita la COMUNITÀ
MONTANA LAGHI BERGAMASCHI - ZONA OMOGENEA n.7 per fusione della Comunità Montana del
Monte Bronzone e del Basso Sebino, con la Comunità Montana Alto Sebino, e la Comunità Montana
Valle Cavallina. La sede è stata fissata a Lovere, Villa Milese, Via G.Marconi n.23.
3.2.2. Gli aspetti geologico-naturalistici del territorio di Foresto Sparso
3.2.2.1. Gli aspetti geologici
“La Valle di Foresto è geologicamente impostata su una piega sinclinale, formata da rocce
arenacee e pelitiche riferibili al periodo Cretacico.
Le colline che delimitano a sud questa valle sono direttamente collegate con quelle alle spalle di
Gandosso e che scendono verso Grumello e Castelli Calepio.
Le formazioni di età triassica sono costituite in prevalenza da dolomie, calcari e calcari marnosi;
esse caratterizzano questo territorio solo verso nord, affiorando sui versanti rivolti al Lago d’Iseo, e
verso ovest formano la piramide sommitale del Monte Bronzone.
Le formazioni giurassi che affiorano alle quote più basse, verso sud, con normale passaggio
stratigrafico dalle formazioni triassiche e si presentano prevalentemente con calcari marnosi o con
selci. Su parte del territorio il substrato roccioso è ricoperto da una coltre più o meno continua e
più o meno potente di materiali di diversa origine: eluviale, alluvionale, morenica (o glaciale), e
detritica, che modella la morfologia superficiale, formando brevi appezzamenti di terreno spesso
disposti tra affioramenti rocciosi a parete verticale, sfruttati dall’uomo nella coltivazione terrazzata
dell’ulivo e della vite e, soprattutto nel passato, come aree di pascolo.
Le coltri più potenti dei depositi eluviali ricoprono le formazioni cretacee in particolare a Gandosso
e Foresto. Depositi alluvionali recenti ed attuali sono presenti in corrispondenza dei principali alvei
torrentizi, ma soprattutto lungo il fiume Oglio tra Sarnico e Credaro, così come i depositi di origine
fluvioglaciale costituiscono gli altri terrazzi di Credaro e Villongo.”
[Fonte: “Natura. Tra i Monti e il Lago, alla scoperta del Basso Sebino”, della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino]
3.2.2.2. Il paesaggio vegetale
“Il bacino vallivo di Foresto Sparso si presenta arioso e ricco di segni dell’intraprendenza umana
nelle coltivazioni e negli insediamenti che lo occupano abbondantemente. […] I boschi che
69
ammantano i colli sono prevalentemente dei castagneti con abbondante presenza, in alcuni settori,
di robinia. Sui versanti esposti al solatio ecco i boschi e le boscaglie di carattere termofilo con
roverella, carpino nero e orniello. I boschi mesofili con rovere, frassino maggiore ed acero di
monte occupano i versanti a settentrione fondendosi con quelli più umidi degli impluvi che, a loro
volta, sul fondo valle sfumano nei boschi ripariali a salice bianco, ontano nero e pioppo. Le pendici
terrazzate conferiscono al paesaggio una nota caratteristica ma sono solamente un ricordo i bei
colori autunnali e le forme dei vigneti un tempo diffusissimi. Il loro posto è stato preso dai diversi
alberi di frutta o, dove le condizioni lo consentono, da olivi. Le praterie falciate, anch’esse
testimoni di un’economia rurale definitivamente tramontata, sono quanto di più tipico possano
offrire i paesaggi collinari di questi luoghi. Diffuse sul fondo valle, oppure incastonate sulle medie
pendici dei rilievi, presentano come erba più comune l’avena altissima, accompagnata dal giallo dei
ranuncoli e dei tarassachi, dal blu dei fiordalisi, della salvia dei prati, dal bianco delle silene, del
caglio, delle umbellifere, dal rosa tenue dell’achillea, e dal rosso del trifoglio. Colori che si possono
cogliere, soprattutto in primavera, anche in ogni sottobosco che non sia un monotono ceduo
castanile (campanellini d’inverno, denti di cane, scille, primule, epatiche ed anemoni sono alcuni
degli splendidi fiori di questi boschi collinari). Le fertili piane, seppur di limitata estensione, sono
state da sempre il dominio dell’agricoltura che oggi ha preso il volto di un fiorente florovivaismo
contendendo terreno all’espansione industriale. Nonostante numerosi stravolgimenti urbanistici è
ancora leggibile in filigrana nel territorio l’impronta rurale fatta di casolari, strade poderali, siepi e
fossi con filari di alberi di gelso”.
[Fonte: “Natura. Tra i Monti e il Lago, alla scoperta del Basso Sebino”, della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino]
Nel“Dizionario odeporico o sia storico-politico-naturale della Provincia di Bergamo”, Giovanni
Maironi Da Ponte, nei primi anni del 1800, così descriveva il territorio di Foresto Sparso:
“Foresto, […] E’ rinserrato da una bassa giogaia tutto all’intorno, tranne il suo più alto bordo, ora
vestita da fertilissimi vigneti, non avendo sortita che dalla parte del sud, donde esce il torrente
Odria che quivi ha la sorgente. La sua configurazione è quella di un grande catino, e le tante
piccole sue contrade o casali sono disposte tutte all’intorno con vaga naturale simetria, sicchè oltre
ogni espressione è ameno il prospetto, da qualunque punto si rimiri della sua periferia. Siccome
poi il pregio massimo di questo paese è quello d’essere eminentemente fruttifero, così nella
primavera il Ciliegio, il Pruno, il Pomo, il Pero, il Persico mettendo i fiori presentano all’occhio un
universale fiorito prospetto senza pari, e che veramente incanta l’occhio. Il suo prodotto principale
è quello del vino, che vi si raccoglie in abbondanza. Il Pruno poi il Pero disseccato né forui si
smercia da que’ villici in tutta la provincia anzi anche fuori di essa, ed a Milano sopradetto”.
70
3.3. BENI AMBIENTALI VINCOLATI
I vincoli ambientali rappresentano i punti di riferimento con i quali confrontarsi per garantire la
compatibilità tra le trasformazioni del territorio rispetto alle sue peculiarità paesaggistiche.
La presenza e la tipologia dei vincoli presenti sul territorio di Foresto Sparso è stata definita
ricercando informazioni nel Sistema Informativo dei Beni Ambientali (SIBA) della Regione
Lombardia e confrontando la Tavola dei Vincoli presente nel Sistema Informativo Territoriale
(SITER) della Provincia di Bergamo.
I beni ambientali oggetto di vincolo sono:
•
il Torrente “Odria”, dallo sbocco alla biforcazione sotto Tabacchi;
•
il Vincolo idrogeologico del 30 aprile 1933.
Il territorio di Foresto Sparso non è interessato né da aree protette, né da Zone a Protezione
Speciale (Z.P.S.), né da Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.).
La Valle del Tuf
Il territorio della Valle del Tuf è dotata di eccezionale valore naturalistico per l’elevata biodiversità e
per il valore estetico del paesaggio.
La piccola vallata è parte di un pluvio aperto verso meridione, intagliato nelle pendici collinari che
rappresentano le prime increspature alpine a ridosso della pianura.
Ai piedi di Monte Costa dei Ronchi (726 m s.l.m.) e di Col Croce (712 m s.l.m.) il bacino,
interamente boscato, è di limitata estensione, con moderate pendenze e, per la natura erodibile
delle rocce che ne costituiscono l'ossatura, ha forme dolci ed arrotondate.
Le acque che vi raccolgono per buona parte spariscono nei meati della collina e le rimanenti si
gettano nel torrente uria, del cui bacino idrografico la valle fa parte.
Il territorio è parte di un'area fitogeografia, l'Insubria, di elevato valore naturalistico per l'elevata
biodiversità e per il valore estetico del paesaggio.
A quest'area appartiene anche la fascia dei grandi laghi lombardi dove la ricchezza flogistica non
ha eguali nel resto della nostra penisola eguagliando, per diversità di specie nazioni come la
Finlandia.
Questa abbondanza di specie diverse è dovuta alla varietà di ambienti presenti sul territorio,
all'arrivo spontaneo di piante che qui hanno trovato la possibilità di insediarsi ed integrarsi
stabilmente e al superamento delle vicende glaciali che hanno modellato il Sebino e fatto sentire i
loro effetti anche nei territori vicino.
Sul piano paesaggistico la vegetazione boschiva della Valle del Tuf si raccorda con continuità al
manto forestale che ricopre tutti i rilievi collinari.
71
La salvaguardia di questa vegetazione da squarci e ferite operate con l'eventuale apertura di
strade è rilevante sul piano biologico e su quello estetico.
La vallata e il suo intorno di colline rappresenta un baluardo di relativa naturalità e di rifugio
biologico ai confini con l'artificialità della pianura.
Qui si concentra un patrimonio spesso ignorato di piante ed animali che hanno dovuto sfuggire
dalla pianura e dai fondi valle popolosi, rumorosi e inquinati.
Sul piano estetico e paesaggistico l'intorno verde boschivo delle colline costituisce una cornice
ideale con altro valore creativo alle ricchezze ambientali che sono racchiuse in un territorio mai
banale come quello mosso da conformazioni collinari.
Nella valle, inoltre, la presenza di sorgenti nella zona d'impluvio con acque particolarmente dure ha
prodotto dei massicci crostoni travertinosi importanti sul piano geomorfologico ed anche biologico
in quanto la presenza di un velo d'acqua o di umidità promuove la presenza di vegetali particolari e
richiama significative presenze faunistiche.
La parte più bassa e consistente di questi depositi incrostanti è stata completamente rimossa,
mentre la parte rimanente più elevata, posta nel cuore della valle del Tuf, deve essere
assolutamente tutelata per l'intrinseco valore geomorfologico e vegetazionale.
[Fonte: www.comune.forestosparso.bg.it]
3.3.1. Altri elementi d’interesse ambientale
Relativamente ai beni di carattere ambientale si segnala inoltre la presenza di:
•
nuclei rurali a carattere permanente, cascine e roccoli:
Angelli, Bonetti (Cascina Bonetti), Bonini, Cà Alta, Cascina Gallo, Cascina Trentini, Castello,
Cavaga, Cedrine (Cascina Cedrine), Codò (Casa Codò), Contrada Barzetti (Case Barzetti),
Contrada Cadalberto, Contrada Cattotici, Contrada Donni, Contrada Tabacchi, Costiola,
Dossale, Dosso (Cascina Dosso), Fienile Airoldi, Fienile Guaste, Frattoneda (Cascina
Frattoneda), Ghisetti, Il Casino, La Baita (Cascina Baite), La Sponda, Le Ca, Locchi, Mattè,
Nucleo rurale della Cascina Tremellini, Nucleo rurale della Contrada Cavaghi, Nucleo rurale
della Contrada di Cazzanno, Nucleo rurale della Contrada di Gavinelli, Nucleo rurale della
Contrada La Ca, Nucleo rurale della Contrada S. Giuseppe, Nucleo rurale della Contrada
Vallunga, Nucleo rurale di Bettenzini (Cascine Bettenzini), Nucleo rurale di Costa (Foresto
Sparso) (Chiesa), Nucleo rurale di Dosso dell'Era, Nucleo rurale di Franzi, Nucleo rurale di
Gafforelli, Nucleo rurale di Nicolini (Case Nicolini), Oliva (Case Oliva), Pelati, Pellegrina,
Pinesso, Plagne, Porciola (Bellini), Rivellino, Robbiadecco Scattini (Cascina Scattini),
Sigolina, Zanni, Zoppini, Zucchetto, Roccolo, Roccolo (località S.Giovanni delle Formiche,
Roccolo De Micheli (località: P.zo Mosca), Roccolo del Casì (località: Loc. Rasga), Roccolo
Moltino (località: M.te Costa dei Ronchi), Roccolo Terzi (località: M.te Sega).
72
•
i numerosi sentieri che, precorrendo pascoli vallivi e i versanti boscati, salgono fino al
Monte Bronzone, in particolare:
-
sentiero 701 “Tra i Monti e il Lago”, è il percorso escursionistico più importante del
Basso Sebino. Percorrendo i suoi 58 Km di sviluppo complessivo, si attraversano
tutti i paesaggi caratteristici di questo territorio: i versanti coltivati a vite delle
conche di Gandosso e Foresto, quelli terrazzati, che spesso si affacciano
direttamente sul Lago, i castagneti da frutto ed altri ancora. Gran parte di questo
percorso si sviluppa in quota, tra i Colli di San Fermo, il Monte Bronzone e il Creò:
da qui si possono godere ampie visuali sia verso la catena alpina che verso quella
appenninica. Il sentiero 701 può essere utilizzato come percorso di collegamento in
quota tra altri sentieri CAI che su di esso si attestano, oppure può essere seguito
per tutta la sua lunghezza, dividendo l’itinerario in tre tappe giornaliere. Tra una di
queste tappe c’è quella che passa per il territorio comunale di Foresto Sparso:
“tratto Credaro – S.Fermo”: (lunghezza: 20,5 Km), parte dal municipio di Credaro ,
percorre la Strada Provinciale in direzione Castelli Calepio per circa 200 m, al
semaforo si svolta a destra imboccando Via Calvi e proseguendo per Via Alfieri,
dove l’itinerario inizia su una strada asfaltata. Il percorso attraversa paesaggi
prevalentemente collinari, con forme dolci e ondulate ricoperte da fitti boschi di
castagno che lasciano spesso il posto ad aree terrazzate e vitate. Di particolare
interesse sono la località Pitone e San Giovanni delle Formiche: nella prima è
presente un roccolo che ben conserva il suo secolare impianto di querce; la seconda
prende il nome da un Santuario del XII secolo, situato sull’omonimo colle che
domina la Valle di Gandosso e dal quale si gode un suggestivo panorama sul Lago.
Altrettanto panoramico è l’ultimo tratto del percorso, che segue l’ampia sella che
separa la Valle di Adrara da quella di Grone in Valcavallina. Il sentiero termina alle
spalle della Chiesetta di San Fermo, dove si raccorda con la Strada Verde;
-
sentiero 717 “Collepiano – Col Croce”: (lunghezza: 2,1 Km), il percorso segue una
strada rurale a destra della Chiesa di San Carlo al Collepiano, raggiungibile dalle
strade comunali che salgono da Adrara San Martino o da Foresto Sparso e che
collegano il 717 ad altri sentieri CAI. Il 717 segue, attraverso i boschi misti, la linea
spartiacque tra le Valli di Adrara e Foresto. Dalla sommità del Col Croce si aprono
visuali panoramiche sulle due valli e sul Monte Bronzone. Questo sentiero raggiunge
Col Croce tramite una stretta stradina rurale che si immette sulla principale pochi
metri prima di un’area attrezzata;
-
sentiero 718 “L’Immaccolata – Dosso dell’Era”: (lunghezza 1,6 Km): il percorso
inizia dalla Chiesetta dell’Immaccolata, passando poco a valle della stessa e
73
prosegue lungo la stradina trattorabile. Il sentiero procede poi in leggera salita,
addentrandosi nei fitti boschi di castagno che vegetano sul versante destro della
Valle del Nembra. L’ultimo tratto di questo segnavia percorre una strada rurale che
termina nell’amena frazione di Dosso dell’Era;
-
sentiero 720 “Fornace – San Giovanni alle Formiche”: (lunghezza 1,8 Km): il punto
di partenza di questo percorso è situato in località Fornace, che si raggiunge dalla
strada Villongo - Foresto Sparso, seguendo le indicazioni per la piazzola ecologica,
da qui segue inizialmente una strada asfaltata e poi un sentiero. Il percorso si
inerpica sul crinale che sale verso San Giovanni delle Formiche, seguendo ripidi
tornanti immersi in un bosco di roverella e carpino nero. Raggiunge infine il
panoramico colle da cui il Santuario domina le vallate di Zandobbio, Gandosso,
Foresto e il Sebino meridionale. Il sentiero termina su una stretta stradina che verso
destra conduce al viale che sale alla Chiesa;
-
sentiero 750 “Tremellini – Dosso dell’Era”: (lunghezza: 1,6 Km): il percorso inizia a
Tremellini, di fronte all’incrocio della strada per San Giovanni, e sale da una stretta
via immersa di vigneti. La passeggiata attraversa prati ondulati, boschi di robinia e
castagno con un rigoglioso sottobosco e porta in breve alla frazione Dosso dell’Era,
punto di arrivo, dove si incrocia con il segnavia 718. Da qui è possibile percorrere la
strada comunale che conduce a Collepiano dove prende avvio il sentiero 717.
[Fonte: Carta Escursionistica del Monte Bronzone e del Basso Sebino]
74
3.4. IL PIANO D’INDIRIZZO FORESTALE (P.I.F.) DELLA PROVINCIA DI BERGAMO
Il Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Bergamo è stato adottato dalla Giunta Provinciale
con delibera n.21 del 17.01.2011 quale Piano di Settore del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale del PTCP.
Il P.I.F. costituisce lo strumento di analisi e di indirizzo gestionale per il territorio forestale
provinciale, ai sensi della L.R. 31/2008, oltre all’aspetto settoriale.
Assume anche l’importante ruolo di porsi come strumento di raccordo tra la pianificazione forestale
e la pianificazione urbanistico-territoriale.
In tal caso il P.I.F. viene riconosciuto quale Piano di settore del PTCP i cui contenuti assumono
cogenza diretta nei confronti degli strumenti urbanistici comunali.
Con la Legge Forestale Regionale n.27/2004 - “Tutela e valorizzazione delle superfici, del
paesaggio e dell’economia forestale”-, viene attribuita una posizione significativa al P.I.F., che
assume un ruolo cardine delle scelte programmatiche, di gestione e di sviluppo del territorio
forestale su scala vasta.
Il ruolo del P.I.F. in chiave urbanistica è stato sancito dalla L.R. 12/2005, la stessa che istituisce il
PGT il cui art. 10 stabilisce che il Piano delle Regole (del PGT) recepisce i contenuti dei Piani di
Indirizzo Forestale.
La normativa regionale attribuisce, inoltre, come detto, un’importanza notevole al P.I.F. in merito
ai rapporti con gli strumenti di pianificazione territoriale a scala provinciale e comunale, in
particolare i PTCP e i PGT.
In tal senso è notevole l’importanza del P.I.F. come strumento di pianificazione territoriale anche a
scala comunale.
All’interno di questo, il ruolo del P.I.F. è fondamentale nella definizione/delimitazione delle superfici
a bosco e nella definizione delle aree boscate di possibile trasformazione.
75
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
4 – SISTEMA INSEDIATIVO E
PATRIMONIO STORICO–ARTISTICO
76
4.1. IL CAPOLUOGO E L’INTORNO
Sotto il profilo geologico, il territorio di Foresto Sparso ha tipiche caratteristiche moreniche ed
alluvionali, come tutta la zona a cui appartiene con forti presenze di detriti ghiaiosi mentre la zona
montana è formata da arenarie di varie epoche glaciali.
Ben esposto a mezzogiorno, il Comune si dispiega in un’amena conca, al cui centro spicca una
chiesa parrocchiale. Tutt’intorno frazioni e vecchi casolari sono disposti a raggiera secondo le
antiche esigenze degli agricoltori che costruivano i propri cascinali orientando la fronte, con la
loggia e l’aia antistante, verso il sole.
Sui dolci declivi circostanti spiccano macchie di bosco ceduo, inframmezzate da prati.
Al di là della dorsale della conca, verso settentrione, incomincia la Valle Cavallina, sulla quale il
Monte Sega offre una splendida vista.
Il territorio comunale è composto da vari nuclei abitati, sparsi nella conca, si tratta delle contrade o
frazioni. Queste erano costituite da gruppetti di case poste sui vari dossi perché più soleggiate e
asciutte, disposte a gruppetti di case per meglio aiutarsi e difendersi dai pericoli.
Foresto fu da sempre paese ad economia agricola, i contadini costruivano le loro case vicine ai
campi, ai prati, o ai boschi da essi lavorati per avere vicino casa e posto di lavoro e per alleggerire
la fatica dovendo trasportare quasi tutte le cose a spalla.
Angelli: questo gruppetto di case conserva impronte del 1400/1500. Il nome della contrada
facilmente proviene dal cognome Dell’Angelo, riportato nei registri parrocchiali del 1500/1600.
Betenzini: dal cognome Betenzino.
Bovini: dal cognome Boni, Bovini, Bonino. Questa contrada indica un vecchio gruppetto di case.
Costa (ora via Marconi): Così chiamata perché costa principale del paese. Su questo colle era
costruita la chiesa parrocchiale.
Donni: dal cognome di un’antica famiglia.
Dosso Dell’Era: Dosso dalla posizione. Era forse perché aveva un ampio cortile. Il Dosso Dell’Era
viene ricordato nei registri fin dal 1500.
La Cà – Cà Vaghi: indicano località antiche anche se il nome sembra portato dalla dominazione
veneta e così Cà Vaga, che facilmente facevano parte della contrada Vallunga.
Franzi: facilmente dal cognome Franzi (o Francino o Franzino), contrada nominata nella peste del
1630.
Ghisetti: forse dal cognome. Questa località è nominata nella visita di S. Carlo del 1575.
Gafforelli: forse dal cognome Gafforelli, tutt’ora esistente, o da Gaffuri, costruttore della prima
chiesa, che si ricorda in quella frazione nell’anno 1713.
Oliva: dalla posizione soleggiata e perché crescevano e si coltivavano olivi. Viene ricordata nella
peste dl 1630. Sull’arco di una casa vi sono dei segni un po’misteriosi ma certamente cristiani.
Mearolo: facilmente era compreso nella contrada di S. Giuseppe.
77
Nicolini: dal nobile Nicolini di Bergamo che nel 1700 faceva costruire il suo palazzo ora abitazione
delle famiglie Facchi e Lochis.
S. Giuseppe: località nominata nella descrizione della visita di S. Carlo quando si parla della
misericordia, che vi era in detta fraione, da poco staccatasi da Villongo.
Santinelli: forse dal cognome. Tutt’ora esistente nella bergamasca. Viene ricordato nei registri
parrocchiali.
Zoppini: già ricordati nel 1600.
Zanni di Sopra e Zanni di Sotto: ricordati per l’occasione della costruzione della chiesetta della
frazione 1728/29, ora chiamata S. Michele.
Vallunga: dalla frazione sulla valle. Longa perché si spinge sulla collina.
Tremellini: facilmente dalla posizione lungo il torrente dove esistevano tre antichi molini.
S. Michele: Comprende le antiche località Zanni di Sopra e Zanni di Sotto, da quando venne
costruita la chiesetta di S. Michele.
Barzetti: è ricordato quando si parla della chiesetta di S. Carlo, che già esisteva nel 1782. Vi era
anche la famiglia Barzetti e la casa Barzetti, ora villa Andreani.
[Fonte: “Foresto Sparso”, a cura di P.R. Tengattini]
78
4.2. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE
La popolazione del Comune di Foresto Sparso al 31.12.2010 ha registrato un numero pari a 3.135
unità, con un numero di famiglie pari a 1.217.
Nell’anno 1991 gli abitanti erano 2.387 e le famiglie 810.
Dal 1991 al 2009 la popolazione ha registrato un incremento del 10,12% (+288 abitanti; 1,27%
annuo) e, le famiglie, hanno registrato un incremento del 15,69% (+165 famiglie; +1,96%
annuo).
Nell’anno 2001 gli abitanti erano 2.847 e le famiglie 1.052.
Negli ultimi otto anni successivi al censimento del 2001 la popolazione ha avuto un incremento del
31,34% (+748 abitanti; 1,74% annuo) e, le famiglie, hanno registrato un incremento del 50,25%
(+407 famiglie; 2,79% annuo).
79
4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE
Dal punto di vista delle rilevanze architettoniche, l’ambito territoriale in esame è caratterizzato
dalla presenza di diverse testimonianze del passato.
In ordine alla presenza di beni architettonici e culturali si segnalano:
•
beni immobili d’interesse artistico e storico (ex D.Lgs.490/99, art.2):
-
la Chiesa Parrocchiale di S.Marco Evangelista, edificata su un precedente edificio religioso
(risalente circa al 1337). Tracce di quella chiesa vennero alla luce durante i lavori di
restauro generale degli anni 1977-1978, che riportarono in lista ingressi in pietra arenaria
e affreschi del primo’500 sul lato meridionale. Sulla colonna angolare del portico attiguo è
incisa la data 1605. Un’iscrizione in luogo vorrebbe che la chiesa attuale sia sorta in nove
anni, dal 1673 al 1682, ma in verità sull’architrave del portale maggiore si legge la data
1668, mentre le porte laterali di destra e di sinistra recano rispettivamente le date 1674 e
1675. La consacrazione della nuova chiesa seguì l 28 ottobre 1692 per mano del vescovo
Giustiniani che le confermava l’antico titolo di S.Marco Evangelista. La facciata è disadorna
e molto austera. Ricchissimo invece l’interno, soprattutto per la massiccia presenza di
opere fantoniane che fanno di Foresto un’isola privilegiata nella Val Calepio. Inizia la serie
l’ancona dell’altare di S.Antonio, in legno dorato e policromato, con colonne tortili e
statue, di Grazioso Fantoni (1689). Seguono, del figlio Andrea, il pulpito, splendido per
l’eleganza del taglio architettonico e per la profusione degli intagli (1690); il complesso
dell’altar maggiore con il paliotto ornato da intarsi e rilievi marmorei, la monumentale
tribuna e la finissima portella in bosso (1696-1703); il paliotto e l’ancona dell’altare del
Rosario, con intagli dorati e sculture policromate (1696-1704); e poi ancora due
confessionali (1703), il paliotto marmoreo dell’altare del Corpus Domini (1710), la cassa
dell’organo, gli stalli del coro e il banco dei parati, ricchi di fantasiose cariatidi: tutte opere
portate a compimento entro il 1721. Nel frattempo A. Litterini eseguiva la pala della
Madonna del Rosario, ora rimossa dal suo luogo originario, e la pala del Martirio dei Santi
Fermo e Rustico (1704), per la quale nel 1707 verrà approntato l’apposito altare; mentre
per interessamento degli stessi Fantoni, B.Litterini dipingeva la Predicazione ed il Martirio
di S.Marco, posizionati sul presbiterio (1707). La Via Crucis è fatica appena discreta di tal
Plebani di Foresto (1828). Tra gli arredi sacri di particolare pregio, un calice d’argento
finemente cesellato con ben nove storiette, del ‘600; altro calice datato 1762; paramenti
parte di ganzo a fondo oro con broccati, parte di raso a ricami di filo d’oro e di seta (‘700);
candelieri in bronzo tornito (‘500) e in rame sbalzato e argentato (‘600). Una nota
d’archivio dice che l’organo è della ditta bresciana C. Bolognini (1700). Il campanile con
cella ad ordine classico ebbe la strana cuspide in tempi recenti:essa venne rifatta in rame
nel 1978 ad opera di G.Tiraboschi e di M.Duci. Il concerto di otto campane in “si gr.” Già
80
integrato dalla ditta P.Capanni, venne completamente rifuso dalla ditta A.Ottolina e
consacrato dal Vescovo G.Piazzi nel 1953.
•
altre chiese d’interesse storico-artistico:
-
Chiesa di S.Giuseppe, edificata tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, venne
modificata nel corso del XX secolo, è posizionata su di un piccolo ripiano sopra la strada
per Villongo, alla quale è collegata da una scalinata. Ha pianta ottagonale, volta a crociera
e sobria decorazione in stucco;
-
Chiesa di S.Michele, realizzata qualche anno dopo la costruzione della chiesa parrocchiale,
è un piccolo edificio religioso a navata unica, scandita da tre campate e collegata al
presbiterio a pianta semiesagonale. La volta a botte è decorata con affreschi che
rappresentano l’”Annunciazione”, “l’Immaccolata” e “l’arcangelo Raffaele”. Alle pareti sono
appese interessanti testimonianze pittoriche databili dal XVIII e XIX secolo. Sul lato
sinistro dell’edificio è stato ricavato un ambiente che rende più ampia la chiesa. L’altare
sul lato destro, realizzato probabilmente su disegno fantoniano, presenta un’icona con
nicchia che ospita una lignea statua della Madonna (XVI-XVII secolo), restaurata nel 1980;
-
Ex Santuario S.Maria nei Gafforelli, situata al centro della contrada Gafforelli, al limite del
territorio parrocchiale. Questo piccolo oratorio, venne edificato in stile barocco nel 18421846 su progetto dell’architetto Marenzi di Tagliuno, sostituendo un preesistende edificio
del 1714. La chiesa sorge a ridosso delle abitazioni.
-
Santuario di S.Giovanni delle Formiche, si trova in vetta al vicino colle Conisio. Le nobili
origini di questa piccola chiesa sono provate da antichi documenti che la ricordano
funzionante insieme al vicino monastero dei Frati Serviti. Orientata secondo la tradizione
cristiana, presenta una semplice facciata che prospetta sul sagrato antistante con un
portale cinquecentesco in pietra di Sarnico, una finestrella circolare ed il tetto a due
spioventi. All’interno si configura ad una sola navata a pianta rettangolare con tetto in
legno, l’insieme è movimentato dalla cappella dell’Addolorata e dal presbiterio. La cappella
sporge considerevolmente dal perimetro della chiesa ed è raccordata ad essa da un arco a
tutto sesto. Sono presenti una Madonna col Bambino e i Santi Carlo e Giovanni Battista,
un Battesimo di Gesù, un affresco del XV secolo con il Crocifisso, un S.Carlo firmato da
Francesco Zucco.
•
museo:
-
situato all’interno del Municipio.
•
cascine/nuclei rurali/roccoli:
-
Angelli, Bonetti (Cascina Bonetti), Bonini, Cà Alta, Cascina Gallo, Cascina Trentini, Castello,
Cavaga, Cedrine (Cascina Cedrine), Codò (Casa Codò), Contrada Barzetti (Case Barzetti),
Contrada Cadalberto, Contrada Cattotici, Contrada Donni, Contrada Tabacchi, Costiola,
81
Dossale, Dosso (Cascina Dosso), Fienile Airoldi, Fienile Guaste, Frattoneda (Cascina
Frattoneda), Ghisetti, Il Casino, La Baita (Cascina Baite), La Sponda, Le Ca, Locchi, Mattè,
Nucleo rurale della Cascina Tremellini, Nucleo rurale della Contrada Cavaghi, Nucleo rurale
della Contrada di Cazzanno, Nucleo rurale della Contrada di Gavinelli, Nucleo rurale della
Contrada La Ca, Nucleo rurale della Contrada S. Giuseppe, Nucleo rurale della Contrada
Vallunga, Nucleo rurale di Bettenzini (Cascine Bettenzini), Nucleo rurale di Costa (Foresto
Sparso) (Chiesa), Nucleo rurale di Dosso dell'Era, Nucleo rurale di Franzi, Nucleo rurale di
Gafforelli, Nucleo rurale di Nicolini (Case Nicolini), Oliva (Case Oliva), Pelati, Pellegrina,
Pinesso, Plagne, Porciola (Bellini), Rivellino, Robbiadecco Scattini (Cascina Scattini),
Sigolina, Zanni, Zoppini, Zucchetto, Roccolo, Roccolo (località S.Giovanni delle Formiche,
Roccolo De Micheli (località: P.zo Mosca), Roccolo del Casì (località: Loc. Rasga), Roccolo
Moltino (località: M.te Costa dei Ronchi), Roccolo Terzi (località: M.te Sega).
•
palazzi: vari palazzi vennero costruiti nel 1700 a Foresto. Di questi se ne trovano in varie
frazioni (Nicolini, Franzi, Marconi). Anche il Palazzo Plebani che, verso il 1930 divenne
sede comunale, ora trasformato in appartamenti e modificato con poggioli esterni, risale al
1700 e richiama anche se lontanamente, il Palazzo dei Dogi di Venezia.
Tra i palazzi più importanti si rilevano: il Palazzo Gaffuri, in località Gafforelli; i Palazzi di via
Ghisetti; i Palazzi di via Marconi; il Palazzo in via Vallunga; Villa Barzetti, ora abitazione
Andreani; Palazzo Nicolini; i Palazzi di via Franzi; il Palazzo Scattini; Villa Airoldi.
•
mulino:
mulino.
•
cimitero:
dal 1337 la gente di Foresto pur restando unita a Villongo, ottenne di costruire una chiesa,
per la Messa, per i funerali, per i matrimoni e per i battesimi. Da allora si iniziò a seppellire
attorno alla chiesa. Il sagrato divenne cimitero per molti anni. Nel 1505 Foresto venne
dichiarata parrocchia autonoma, si continuerà a seppellire sul sagrato fino al 1810. Il
cimitero attorno alla chiesa era diviso in due parti: cimitero presso la Madonna della Neve
(sorgeva attorno alla chiesetta così intitolata, demolita) e cimitero di S. Sebastiano (verso
la piazzetta). Parte del terreno usato a cimitero nel 1673 venne occupato dalla attuale
chiesa parrocchiale. Il cimitero venne ampliato e benedetto nel 1683. Nel 1800 la legge
napoleonica vietava la sepoltura presso le chiese vicino agli abitati. Per il cimitero si trovò
la localizzazione attuale. Questo camposanto, pronto nel 1810, venne benedetto nel 1882,
in occasione dell’ampliamento. Nel 1961 ci fu un ulteriore ampliamento. Fu nuovamente
ampliato nel 1972.
•
santelle:
82
dopo il censimento delle santelle effettuato nel 1998, la ex Comunità Montana del Monte
Bronzone e del Basso Sebino, a dieci anni di distanza (2008), ha inteso rivedere il lavoro
svolto.
Gli stimoli sono stati diversi. Da un lato la presa d’atto della perdita definitiva di alcuni
manufatti (scomparsi per deterioramento o abbattuti per dare spazio a strade e altre
edificazioni) a fianco della realistica considerazione che trascuratezza, vandalismi ed il
semplice trascorrere del tempo, anno dopo anno rendono sempre meno leggibili gli
affreschi e diroccate le confezioni murarie. Dall’altro lato viene orgogliosamente evidenziato
il recupero di numerose santelle.
Tali interventi sono avvenuti a più livelli:
- curati da privati cittadini;
- curati da finanziatori esterni;
- curati da associazioni locali o d’arma;
- curati dalle parrocchie;
- curati dalle amministrazioni comunali.
Le santelle catalogate sono ben 154. Ovviamente non sono la totalità. La ricerca infatti non
ha considerato vari elementi minori e, come tutte le indagini che comprendono ampi
territori con centinaia di dati, è passibile di errori e lacune.
Sul territorio comunale di Foresto Sparso sono presenti numerose santelle/nicchie/affreschi,
per i quali si rimanda al censimento e alla pubblicazione della ex Comunità Montana sul sito
ufficiale della stessa e sull’opuscolo informativo “Santelle del Basso Sebino”.
- santella dedicata alla Madonna col Bambino in piedi, situata in via Nicolini, al civico n.13,
esempio di sensibilità moderna verso la forma devozionale della tribuna. Il dipinto con
firma A. Bonfanti, adeguatamente restaurato, è originale così come la croce sul tettuccio;
- bassorilievo Madonna di Lourdes, situato in località Chiesa, in via Gafforelli;
- Grotta di Lourdes, situata in località Chiesa, in via Roma;
- santella Madonna degli Angelli, situata in località Colet, in via Angelli;
- Deposizione della Croce, situata sul Colle S.Giovanni delle Formiche;
- santella Vergine Assunta in cielo, situata in località Dosso, in via Cagnoni;
- santella Santa Natività, situata in località Dosso, in via Dosso dell’Era;
- santella Madonna con Bambino–Crocefissione di Gesù, situata sul Colle S.Giovanni delle
Formiche, costruita a ridosso di un muro di recinzione in pietra, è una santella a tre
nicchie;
- nicchia di Gesù deposto dalla Croce, situata in via G.Marconi;
- edicola Tre strappi d’affresco, situata in via Angelli ;
- Crocefisso, situato in via Franzi;
83
- santella Gesù del Sacro Cuore, situata in via Gafforelli;
- Crocifisso ligneo, situato in via Roma;
- nicchia Madonna di Lourdes, situata in via Roma;
- santella Sacro Cuore, situata in via S.Michele;
- santella Madonna con Bambino e rosa tra le mani, situata in via Tremellini, all’interno di
un giardino privato;
- santella Madonna di Lourdes e Bernadette, situata in via Tremellini.
[Fonti: PTCP della Provincia di Bergamo, Repertori; “Chiese parrocchiali bergamasche. Appunti di storia ed arte”, a cura di Luigi
Pagnoni; “Foresto Sparso”, a cura di P.R. Tengattini; “Il Basso Sebino”; per l’elenco delle santelle: www.bronzone.it]
84
5 – MOBILITA’
85
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
La mobilità è un tema cruciale per le politiche ambientali, proprio per il suo forte impatto
sull’inquinamento atmosferico ed acustico e, più in generale, sulla qualità della vita (occupazione
del suolo, tempi di spostamento, sicurezza stradale, accessibilità degli spazi urbani, ecc.).
L'analisi del sistema della mobilità è parte integrante e fondamentale del quadro conoscitivo del
PGT.
Il tema della struttura viaria viene sviluppato in particolare dal Piano dei Servizi.
5.1. LA VIABILITA’ STRADALE
Foresto Sparso è ubicato in una valle a fondo chiuso, pertanto non esiste un traffico di transito
ma solo di penetrazione.
“Fino ai primi anni del Novecento si trovava solo una strada carrozzabile che da Villongo giungeva
alla chiesa parrocchiale. Tutte la altre stradette erano mulattiere che si staccavano dalla via
principale e mettevano in comunicazione le varie frazioni tra loro.
Vi erano mulattiere che conducevano alle vicine località (Selva, Zandobbio, Entratico, Berzo, Colle
S.Fermo, Collepiano, Adrara, Villongo, ecc.).
Per trovare un mezzo di comunicazione con Bergamo bisognava andare a piedi fino a Credaro,
oppure a Paratico per il treno, o nella Val Cavallina.
Queste strade erano vie di comunicazione, di commercio, di spostamento delle mandrie, ecc.
Fino al 1950 erano poche le biciclette, più rare ancora le auto, frequenti i carri trainati da cavalli.
Oggi, tutte le famiglie e tutte le frazioni sono servite da strade asfaltate”.
[Fonte: “Foresto Sparso”, a cura di Pietro Romualdo Tengattini]
Oggi al Comune si giunge risalendo una valletta che si distacca dalla Val Calepio.
La strada segue il percorso del torrente Uria.
La viabilità interna a livello di quartiere si identifica con i vecchi tracciati delle strade rurali
preesistenti.
Nell’ultimo decennio l’Amministrazione Comunale ha provveduto alla costruzione di una rete di
strade esterne per il collegamento veicolare dei vari nuclei abitati che sono stati quindi
organicamente collegati tra loro.
Da Bergamo, il tragitto più breve per raggiungere Foresto Sparso, che dista circa 30 Km, segue
questo itinerario:
-
autostrada A4 in direzione Venezia, casello di “Ponte Oglio”;
-
SP 84 “Tagliuno-Palazzolo sull’Oglio”, passando per Castelli Calepio;
-
SP 91, “della Val Calepio – Albano S.Alessandro-Sarnico”, passando per Credaro;
-
SP 81, “Foresto Sparso”passando per Villongo.
86
Non si segnalano particolari criticità in merito alla tematica “mobilità”, se non la necessità di
interventi sulla viabilità ordinaria per rendere più efficaci gli spostamenti.
5.1.1. La rete ferroviaria
Linea ferroviaria Bergamo - Brescia
La linea ferroviaria BG-BS corre distante dal territorio comunale di Foresto Sparso: le stazioni di
riferimento per il Basso Sebino sono, Grumello del Monte in provincia bergamasca e Palazzolo
sull’Oglio in quella bresciana.
Linea ferroviaria Turistica del Basso Sebino – Treno Blu
Posta decisamente a sud rispetto al territorio comunale di Foresto Sparso è attiva la Linea
Ferroviaria Turistica del Basso Sebino.
La linea ferroviaria Palazzolo sull’Oglio-Paratico-Sarnico ha origine dal quarto binario della stazione
bresciana e, dopo essersi subito staccata dalla ferrovia Bergamo-Brescia, prende a costeggiare il
fiume Oglio in un contesto ambientale a tratti particolarmente suggestivo (dal 1988 tutelato come
Parco Regionale) per giungere sulla riva meridionale del Lago d'Iseo.
Questa tratta di 10 km venne inaugurata il 31 agosto 1876 essenzialmente per il trasporto delle
merci prodotte nella zona del lago e fino ad allora trasportate verso la pianura su barconi lungo il
canale Fusia, oggi usato solo a fini irrigui. Successivamente la ferrovia costituì un importante e
veloce collegamento tra il Sebino e le città di Bergamo, Brescia e Milano, quando poco dopo anche
il turismo cominciò a svilupparsi.
Il traffico merci è sempre stato contraddistinto da un particolare servizio combinato "ferrovia +
navigazione" mediante il quale i carri ferroviari venivano caricati su chiatte che, trainate da lenti
rimorchiatori, portavano le merci ai vari approdi del lago. Questo originale servizio rimasto attivo a
beneficio delle acciaierie di Lovere, è stato l'ultimo esempio del genere in Europa poiché anche
questo, purtroppo, dal marzo 1999 è stato soppresso ed il binario che giungeva fin sulla riva del
lago è stato interrotto, sebbene restino ancora alcune attrezzature (tra cui il pontile mobile
d'imbarco) divenute ormai rari reperti di archeologia industriale.
Se il traffico merci è sempre esistito, pur con alterne vicende, il traffico viaggiatori, venne sospeso
nel 1966. Dopo anni di oblìo, per volontà di alcuni appassionati, un treno viaggiatori tornò a
percorrere la linea il 26 maggio 1991 con uno storico convoglio trainato dalla locomotiva a vapore
940-022. Sulla scia di questo primo treno si costituì il "Comitato per il ripristino della ferrovia
Palazzolo sull’Oglio-Paratico-Sarnico" che per anni chiese, con numerose iniziative, il ritorno dei
treni passeggeri sulla tratta, anche come valida alternativa all'intasamento quasi perenne delle
strade che portano al lago.
Nel 1994, il Comitato si trasformò in Associazione di volontariato senza fini di lucro con il nome di
"FBS - Ferrovia del Basso Sebino". Il 3 luglio dello stesso anno e per altre nove domeniche estive,
87
in accordo con le Ferrovie dello Stato ed alcuni sponsor, si sperimentò un servizio ottenendo un
successo superiore ad ogni aspettativa, tanto che negli anni seguenti l'iniziativa venne ripetuta per
un periodo di esercizio molto più lungo, da aprile a settembre con il nuovo nome di "TrenoBlu".
Ciò fu possibile soprattutto grazie al volontariato che, ancor oggi, promuove ed organizza il
servizio, sorveglia i passaggi a livello, si occupa della vendita dei biglietti, cura la pubblicità e
l'integrazione con la navigazione lacuale nonché il coordinamento tra gli Enti pubblici e privati
coinvolti, la pulizia delle stazioni e delle aree verdi annesse.
L'Associazione si propone così di diventare il centro di coordinamento per le attività turistiche del
Basso Sebino, della zona occidentale della Franciacorta, della Valle Calepio e del costituendo Parco
dell'Oglio. Con i prossimi interventi ed il definitivo consolidamento dell'attività, il "TrenoBlu" intende
porsi quale innovativo ed importante strumento per uno sviluppo turistico nel quale ricchezze
artistiche, paesaggistiche, ambientali e culturali siano gli elementi cardine per una corretta crescita
economica e sociale.
Il Comune di Foresto Sparso non dispone di un Piano Urbano del Traffico (PUT).
La redazione del PUT è obbligatoria esclusivamente per i Comuni con più di 30.000 abitanti (art. 36
del Nuovo Codice della Strada).
5.1.2. Itinerari turistici
La ex Comunità Montana del Basso Sebino e del Monte Bronzone ha elaborato una cartografia dei
principali sentieri presenti nel suo territorio (già citati nel capitolo 3, paragrafo 3.1. “Altri elementi
d’interesse ambientale”).
88
[Fonte: tavola n. e3_3m, PTCP della Provincia di Bergamo]
89
6 – QUALITA’ DELL’ARIA
90
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
6.1. RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
La “Relazione sullo Stato dell’Ambiente” della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del
Basso Sebino, è stata realizzata nell’ambito del progetto dell’Agenda 21 della ex Comunità
Montana. Lo stato dell’ambiente a portata di tutti”, cofinanziato dalla Provincia di Bergamo, e
segue l’adesione alla Carta di Aalborg effettuata nell’anno 2007 con Delibera del Consiglio Direttivo
del 13.03.07.
La “Relazione sullo Stato dell’Ambiente” è una componente fondamentale del percorso di Agenda
21 Locale, in quanto contribuisce a delineare il quadro di riferimento dello stato dell’ambiente e
delle risorse presenti in un dato territorio, e indica altresì le principali priorità su cui l’Ente Locale
intende concentrare la propria azione.
La “Relazione sullo Stato dell’Ambiente” (RSA) è stata realizzata sulla base di dati raccolti dal
gruppo di lavoro grazie alla disponibilità e al contributo della ex Comunità Montana del Monte
Bronzone e del Basso Sebino, di tutti i Comuni che vi afferiscono, della Provincia di Bergamo,
dell’ATO e dell’ARPA della Provincia di Bergamo.
Per ciascuna delle tematiche rilevanti (Aria ed Energia, Acqua, Suolo e Sottosuolo, Rifiuti, Natura e
Biodiversità, Agenti Fisici) sono stati elaborati degli indicatori che nell’insieme hanno permesso di
ottenere una valutazione dei diversi aspetti principali.
Vi è la presenza di altri due progetti importanti che hanno molto contribuito alla RSA anche
attraverso dati e valutazioni ambientali aggiornate e mirate al territorio della ex Comunità
Montana:
- “l’indagine epidemiologica ed ambientale sul territorio della ex Comunità Montana del Monte
Bronzone e del Basso Sebino”;
- il progetto avviato dalla Comunità Monte Bronzone e Basso Sebino unitamente ad altri partner e
finanziato dalla Fondazione Cariplo chiamato “Coordinarsi per agire insieme sulle acque del
Sebino”, propedeutico alla formazione del Contratto di Lago, per realizzare interventi finalizzati al
miglioramento delle condizioni ecologiche, dello stato qualitativo e alla rinaturalizzazione del Lago
d’Iseo.
Gli elementi che sono stati considerati per la descrizione della qualità dell’Aria nel territorio della
ex Comunità Montana sono:
- le principali pressioni sulla qualità dell’aria, costituite dalle emissioni inquinanti indotte dalle
attività che si svolgono nell’area in esame;
- l’individuazione della concentrazione di inquinanti nell’aria, e, quindi, della qualità dell’aria locale.
91
6.1.1. Le emissioni atmosferiche
I dati disponibili per stimare le emissioni atmosferiche a livello comunale sono raccolti nel database
Inemar della Regione Lombardia che suddivide le possibili fonti emissive nei seguenti macrosettori:
- produzione di energia e trasformazione di combustibili;
- combustione non industriale;
- combustione per l’industria;
- processi produttivi;
- estrazione e distribuzione di combustibili;
- uso di solventi;
- trasporto su strada;
- altre sorgenti mobili e macchinari;
- trattamento e smaltimento rifiuti;
- agricoltura;
- altre sorgenti e assorbimenti.
Gli inquinanti considerati sono:
- SO2 (biossido di zolfo);
- NOx (ossidi di azoto);
- COV (composti organici volatili);
- CH4 (metano);
- CO (monossido di carbonio);
- CO2 (biossido di carbonio);
- N2O (protossido di azoto);
- NH3 (ammoniaca);
- PM 2,5 e PM 10 (particolato fine con diametro di 2,5 o 10 µm);
- PTS (polveri totali sospese);
A queste si aggiungono alcune misure di sintesi:
- CO2 eq. (che rappresenta un’unità di misura del contributo complessivo alle emissioni di gas
serra misurato in equivalenti di anidride carbonica);
- Precurs. O3 (che raggruppa i gas responsabili dell’incremento di concentrazioni dell’ozono;
- Tot. Acidif. (H+), che considera l’insieme delle emissioni di sostanze acidificanti causa primaria
del fenomeno delle piogge acide.
92
La seguente tabella riporta le stime complessive riferite all’anno 2005 delle emissioni atmosferiche
per i Comuni della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino:
Stima emissioni atmosferiche per macrosetori (anno 2005 – Fonte: INEMAR Regione Lombardia)
Nella successiva tabella sono riportate per singolo inquinante le principali forme emissive:
Stima emissioni atmosferiche per macrosettori – valori percentuali
(anno 2005 – Fonte: INEMAR Regione Lombardia)
Dal confronto con i dati medi delle emissioni stimate per le attività economiche della Provincia di
Bergamo emerge come, rispetto al peso percentuale del territorio considerato, che si attesta
intorno al 3,7% del territorio complessivo, si evidenziano i seguenti scostamenti:
- per biossido di zolfo e ossidi di azoto, il territorio considerato mostra emissioni superiori alla
media provinciale, ma in linea con i territori “simili” per composizione demografica e attività
economica;
- per altri inquinanti, come anidride carbonica e composti organici volatili, il contributo locale è
appena superiore alla media provinciale;
- per tutti gli altri inquinanti, in particolare quelli legati ad attività di tipo agricolo, si evidenziano
emissioni di molto inferiori al peso percentuale del territorio considerato rispetto alla media della
provincia di Bergamo.
A livello comunale, il contributo dei diversi Comuni alle emissioni stimate è molto differenziato in
relazione alla presenza di attività di tipo industriale, al volume di traffico veicolare specifico e alla
densità abitativa locale.
93
La stima delle emissioni atmosferiche per Foresto Sparso (nell’anno 2005) era così composta:
SO2
NOx
COV
CH4
CO
CO2
N2O
NH3
PM10
PTS
PM2,5
1,51
27,23
132,78
89,96
175,44
8,62
4,28
25,88
8,18
8,89
7,67
CO2
Tot.
Prec.
eq.
Acidif.
O3
12,11
2,16
186,56
La stima delle emissioni atmosferiche per Foresto Sparso – valori percentuali (nell’anno
2005) era così composta:
SO2
NOx
COV
CH4
CO
CO2
N2O
NH3
PM10
PTS
PM2,5
0,61
1,37
7,16
12,62
10,85
1,53
9,75
18,15
9,86
9,28
10,79
CO2
Tot.
Prec.
eq.
Acidif.
O3
2,03
3,65
4,18
6.1.2. La qualità dell’aria
Nell’area considerata si trova una sola centralina fissa di rilevamento della qualità dell’aria situata
nel Comune di Tavernola Bergamasca.
[Fonte: ARPA Lombardia: localizzazione centraline ARPA nella Provincia di Bergamo]
94
Si tratta di una centralina di tipo industriale che rileva solo le concentrazioni di biossido di zolfo e
biossido di azoto. Le analisi dei dati rilevati all’anno 2006 evidenziano, in parallelo con quanto
emerso dalle stime di emissioni inquinanti ricavate dal database Inemar della Regione Lombardia,
una situazione di alterazione della qualità dell’aria.
Per il biossido di zolfo non si evidenziano problemi dal momento che il valore medio rilevato è pari
a 8 µg/m³, ben al di sotto del limite normativo fissato a 20 µg/m³ (DM 60/02), mentre per il
biossido di azoto la situazione è sostanzialmente diversa. Nel 2006, infatti, il valore medio di
concentrazione rilevata è stata pari a 49 µg/m³, superiore allo standard normativo di riferimento
per la protezione della salute umana (48 µg/m³). se ad oggi questo superamento appare
obiettivamente molto limitato, il problema assume una rilevanza molto più evidente se si considera
che il limite di riferimento si abbasserà nel 2010 a 40 µg/m³.
La concentrazione rilevata di biossido di azoto indica la presenza di un inquinamento di fondo
diffuso e potenzialmente significativo per questo inquinante che ha sostanzialmente origine da
processi di combustione sia di tipo industriale che da traffico.
Il rapporto sulla qualità dell’aria della Provinicia di Bergamo (anno 2006) evidenzia, inoltre, come
questa concentrazione tenda ad aumentare negli anni, aspetto in parziale controtendenza rispetto
alla media provinciale.
Non si evidenziano, invece, superamenti dei valori delle classi di qualità dell’aria per quanto
riguarda l’inquinamento atmosferico di punta.
La presenza sul territorio considerato di una sola centralina fissa di rilevamento non permette di
effettuare valutazioni generalizzate sulla qualità dell’aria dell’intera ex Comunità Montana, ma solo
di individuare alcune potenziali criticità puntuali. Il quadro della situazione si completa grazie a
diverse campagne di rilevamento della qualità dell’aria attraverso l’uso di un laboratorio mobile
svolte, a cura del Dipartimento ARPA di Bergamo.
Nel corso del 2008, grazie ad un protocollo d’intesa stipulato nel 2007 tra la ex Comunità Montana
e i relativi Comuni, Provincia di Bergamo, ASL, ARPA, Unione degli industriali della Provincia di
Bergamo, e Associazione Artigiani di Bergamo, è stata realizzata un’estesa campagna di
monitoraggio della concentrazione di SOV (sostanze organiche volatili) che ha interessato i 12
Comuni della ex Comunità Montana.
95
Rilevazione delle concentrazioni di SOV – anno 2008
Nella relazione finale di commento ai dati, ARPA evidenzia i seguenti aspetti:
-
le sostanze riscontrate e i valori medi del periodo di campionamento evidenziano, oltre alla
presenza degli inquinanti derivanti dal traffico (idrocarburi aromatici: benzene, toluene,
xileni, etilbenzene, ecc. e idrocarburi alifatici) che conferma il forte contributo dato dal
movimento
auto
(tetracloroetilene,
veicolare
all’inquinamento
tricloroetilene,
etilacetato,
dell’aria,
butilacetato,
anche
altre
ecc.)
che
molecole,
risultano
verosimilmente provenire da varie attività umane e produttive usuali e distribuite in modo
ubiquitario sul territorio, in particolare legate alla produzione di guarnizioni in gomma,
settore economico trainante a livello locale;
-
il benzene presenta un andamento stagionale massimo nei periodi di stabilità atmosferica
invernali e minimo nei periodi estivi caratterizzati da turbolenza e mobilità dell’aria; nel
caso specifico, i valori medi del periodo, riscontrati nei territori di tutti i 12 Comuni della ex
Comunità Montana, risultano essere nettamente inferiori sia rispetto al limite obiettivo di
qualità dell’aria da raggiungere entro l’anno 2010;
-
la presenza nell’aria degli altri idrocarburi aromatici rispecchia in modo proporzionale la
composizione
e
la
loro
presenza
nei
carburanti,
come
indicato
dal
rapporto
toluene/benzene che, nei casi in cui risulti inferiore a circa 4 (rapporto compositivo medio
dei due idrocarburi nelle benzine), attesta in modo certo l’origine esclusiva da traffico di
tali inquinanti, mentre nei casi in cui l’indicatore sia nettamente superiore a 4 segnala in
modo inequivocabile la presenza di altre fonti di toluene derivanti probabilmente da attività
di verniciatura o di produzione di vernici, ma anche da operazioni di adesione/incollaggio
della gomma su superfici metalliche.
Il campionamento effettuato per il Comune di Foresto Sparso è relativo al periodo 01 febbraio / 04
marzo 2008.
96
I prelievi sono stati effettuati con campionatori passivi del tipo “radiello 130” e l’analisi è stata
condotta mediante tecnica GD/FID e GC/MSD.
L’ubicazione dei campionatori ha riguardato:
97
[Fonte: Agenda 21 della Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino –
“Lo stato dell’ambiente a portata di tutti”]
98
6.1.3. Indagine epidemiologica nell’area del Basso Sebino
Il direttivo della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino, per meglio capire
le cause dell’alta mortalità registrata in zona per tumori, ha promosso nella seduta del 12/07/2007
un’indagine epidemiologica ed ambientale completando un’indagine già attivata alla fine degli anni
’90 e lasciata in sospeso.
Il Basso Sebino, infatti, rimane l’area a più alto tasso di mortalità per tumori in provincia di
Bergamo.
Perché nel Basso Sebino, territorio a prima vista poco contaminato da industrie, si muore di più per
tumori rispetto a zone con un insediamento industriale maggiore come Dalmine, Bergamo o l’Isola
bergamasca?
E’ questo l’interrogativo al quale, gli amministratori, si propongono di dare una risposta.
Il lavoro è improntato e finalizzato alla prevenzione e tutela dell’ambiente e della salute della
popolazione attraverso la conoscenza epidemiologica ed ambientale del territorio della ex
Comunità Montana, nonché all’individuazione di eventuale presenza di forme di inquinamento.
Le attività svolte e presentate nell’“Atlante di epidemiologia geografica – stato di salute nella
Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino (1999-2007)”, sono state sviluppate in
due fasi principali:
PRIMA FASE:
1.
Indagine epidemiologica descrittiva locale, spazio-temporale, su dati di:
a. mortalità generale, oncologica e per patologie respiratorie;
b. ricoveri per patologie respiratorie e tumorali;
c. attivazione di flussi informativi con i medici di medicina generale interessati:
•
segnalazione immediata di casi d’interesse all’indagine (tumori, patologie del
sistema respiratorio, …);
•
eventuali informazioni suppletive su casi per analisi su familiarità, stili di vita,
esposizioni a rischi professionali e ambientali.
d. analisi registro tumori condizionato dallo stato di aggiornamento del registro stesso.
2.
Collaborazione e supporto metodologico all’organizzazione della mappatura delle attività
produttive.
3.
Analisi dei risultati delle indagini ambientali effettuati da ARPA (n. 150 campionamenti d’aria
per un mese con campionamenti passivi; n.2 campagne di monitoraggio della qualità
dell’aria della durata massima di 4 settimane; n.1 campagna Radon in almeno 24 edifici per
la durata di 3 mesi; analisi dei risultati) e valutazione in termini di impatto sanitario sulla
popolazione.
99
SECONDA FASE:
4.
Approfondimento su alcune criticità individuate in relazione a possibili esposizioni a fattori di
rischio (professionali e ambientali)
a.
es: cancro dello stomaco e del fegato e tumore polmonare.
5.
Indicazioni preventive per la riduzione dei fattori di rischio individuati/stimati.
6.
Seminario di socializzazione dei risultati.
7.
Pubblicazione atlante: stato di salute della popolazione del territorio della Comunità
Montana.
RISULTATI PRINCIPALI DELL’ATLANTE:
Il resoconto si presenta allarmante soprattutto per quanto riguarda gli uomini con un tasso di
mortalità per tumori che arriva al 42,9%, il più alto in provincia di Bergamo.
Un po’ meglio è la situazione che riguarda le donne, con un tasso di mortalità che arriva al 31,9%,
anche se superiore alla media provinciale (30,5%).
Ciò implica che il distretto dovrà essere monitorato in futuro non solo con i dati di mortalità ma
anche mediante i dati di incidenza. I dati di ricovero sono comunque in linea con quelli della
provincia.
L’immagine seguente, tratta dall’Atlante, vuole essere una tabella di sintesi orientativa sulle criticità
evidenziate.
100
L’Atlante
evidenzia
inoltre
i
dati
riguardanti
la
mortalità
generale,
verso
la
quale,
complessivamente, la popolazione bergamasca ha un rischio di morte superiore rispetto a quella
lombarda.
Nello specifico il territorio della ex Comunità Montana presenta una mortalità più elevata rispetto
alla provincia per quanto riguarda i maschi, mentre per le femmine è sostanzialmente
sovrapponibile. La morbosità ospedaliera risulta invece più elevata in entrambi i generi.
Le piccole e significative differenze rilevate sono attribuibili al numero molto elevato degli eventi
considerati, che hanno consentito di mettere in evidenza differenze altrimenti non rilevabili.
In ogni caso, l’eccesso percentuale tra i maschi della ex Comunità Montana rispetto a quello della
provincia (+8%) è evidente, e può essere dovuto ad una maggiore esposizione ai più importanti
fattori di rischio noti (fumo, dieta, alcol, esposizione professionale), a un minor ricorso a fattori di
protezione (attività fisica, prevenzione primaria e secondaria), ma anche a differenze nell’accesso
alle cure.
101
6.2. DATI METEOROLOGICI E METEOCLIMATICI
La provincia di Bergamo in generale è caratterizzata da un clima di tipo continentale, con inverni
piuttosto rigidi ed estati calde e afose.
Le principali caratteristiche fisiche dell’area sono la spiccata continentalità, il debole regime del
vento e la persistenza di condizioni di stabilità atmosferica.
Dal punto di vista dinamico, la presenza della barriera alpina influenza in modo determinante
l'evoluzione delle perturbazioni di origine atlantica, determinando la prevalenza di situazioni di
occlusione e un generale disaccoppiamento tra le circolazioni nei bassissimi strati e quelle degli
strati superiori.
Tutti questi fattori influenzano in modo determinante le capacita dispersive dell'atmosfera, e quindi
le condizioni di accumulo degli inquinanti, soprattutto in periodo invernale, ma anche la presenza
di fenomeni fotochimici nel periodo estivo.
Per l’analisi climatologica del territorio comunale di Foresto Sparso all’interno dello Studio
Geologico redatto dal Dott. Geol. Caldarelli - Euro/Geo.
102
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
7 – INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO,
RADON ED ENERGIA
103
7.1. RUMORE
L'inquinamento da rumore è oggi uno dei principali problemi che condizionano in negativo il
benessere pubblico.
Per inquinamento acustico si intende: l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o
nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo
per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti,
dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli
ambienti stessi.
Il rumore è quindi un fenomeno che condiziona non solo il benessere umano, ma anche lo stato
delle matrici ambientali.
La Legge Quadro (L. 447/95) assegna ai Comuni il compito di suddividere il territorio in classi
acustiche in funzione della destinazione d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.),
stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti delle emissioni sonore tollerabili.
Lo strumento di pianificazione che attua tale classificazione è il Piano di Zonizzazione Acustica, che
disciplina l'uso del territorio e vincola le modalità di sviluppo delle attività su di esso svolte, al fine
di armonizzare le esigenze di protezione dal rumore e gli aspetti riguardanti la pianificazione
territoriale e il governo della mobilità.
Le classi di destinazione acustica previste sono le seguenti:
- classe I - aree particolarmente protette;
- classe II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale;
- classe III - aree di tipo misto;
- classe IV - aree di intensa attività umana;
- classe V - aree prevalentemente industriali;
- classe VI - aree esclusivamente industriali.
La classe I è dedicata alle zone più sensibili del territorio (ospedali, scuole, ecc.), mentre le classi V
e VI sono previste per le aree a destinazione industriale.
Il Comune di Foresto Sparso ha incaricato lo Studio Euro/Geo di Bergamo per la redazione del
Piano di Zonizzazione acustica comunale.
104
7.2. ELETTROSMOG
Con il termine elettrosmog si designa l’inquinamento derivante da radiazioni elettromagnetiche non
ionizzanti, quali quelle prodotte da stazioni radio base per telefonia cellulare, emittenti
radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità, come gli elettrodotti della
rete di distribuzione, ecc.
L’elettrosmog è una forma anomala di inquinamento ambientale, poichè non si ha una vera e
propria "immissione" di sostanze nell’ambiente: gli agenti fisici implicati (campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetici) sono presenti solo finchè le sorgenti che li hanno generati rimangono accese
e non danno luogo a processi di accumulo nell’ambiente.
Si tratta inoltre di un fenomeno localizzato in zone più o meno ampie nell’intorno delle sorgenti,
senza un’effettiva diffusione su scala territoriale.
Le principali sorgenti artificiali di campi elettromagnetici si distinguono in:
•
fonti
che
generano
campi
ad
alta
frequenza
(100kHz-300GHz):
impianti
per
radiotelecomunicazione, sistemi per diffusione radio e televisiva, impianti per la telefonia
cellulare o mobile o stazioni radio base, impianti di collegamento radiofonico, televisivo e
per telefonia mobile e fissa (ponti radio), radar;
•
fonti che producono campi detti a bassa frequenza (0Hz-100kHz): elettrodotti per la
distribuzione dell’energia elettrica, costituiti da linee elettriche ad altissima, alta, media e
bassa tensione, centrali di produzione di energia, stazioni e cabine di trasformazione
dell’energia elettrica, ecc.
Queste fonti sono caratterizzate da due elementi fondamentali: la frequenza di trasmissione e la
potenza di emissione, entrambi fondamentali nel determinare le caratteristiche delle onde emesse
e quindi del campo elettromagnetico generato.
I campi generati dalle fonti elettromagnetiche sono il campo elettrico e il campo magnetico, si
misurano rispettivamente in Volt/metro e in A/metro e variano in funzione della distanza dalla
sorgente.
Il DPCM 8 Luglio 2003 fissa i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici:
Intensità campo elettrico [V/m]
In condizioni normali
[3 MHz < f<3000 MHz]
Nel caso di prossimità di edifici adibiti
a permanenze prolungate (maggiori di
4 ore)
Intensità campo magnetico[A/m]
20
0,05
6
0,016
In merito agli effetti di tale inquinamento sulla salute umana, è accertato solo l’effetto delle onde
elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) che per ora sembra
105
manifestare solo un innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto
quelli più ricchi di acqua.
[Fonte: Arpa Lombardia, Dipartimento di Bergamo - Impianti radiotelevisivi nella Provincia di Bergamo]
Nel territorio comunale non transitano elettrodotti.
Nell’anno 2007, come segnalato dall’Agenda 21 della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e
del Basso Sebino, erano presenti nel territorio comunale di Foresto n.8 impianti radiobase e n.1
impianto radio-televisivo.
I dati relativi alla potenza delle antenne sono in corso di verifica.
106
7.3. RADON
La fonte principale d'esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è quella derivante dal
fondo naturale (radionuclidi naturali presenti nell'atmosfera e sulla terra) e tra questi il contributo
maggiore è dato dall’esposizione al radon negli ambienti chiusi (radon indoor).
Il radon è un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta
dal decadimento dell'uranio.
E’ un gas molto pesante che a temperatura e pressione standard si presenta inodore e incolore;
esso viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato.
Il radon proviene principalmente dal terreno, infatti viene generato continuamente da alcune rocce
della crosta terrestre ed in particolare da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti, ecc.
Altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un
ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono essere la causa
principale di elevate concentrazioni di radon.
Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è
moderatamente solubile in essa.
Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da
pozzi artesiani, poichè di norma l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene
talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per scambio con l’aria.
Il radon proveniente dal suolo, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie.
Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria e pertanto molto bassa; ma
quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per
la salute.
La via che il radon generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che
passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio
e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più
rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualità dell'aria interna delle
abitazioni ed edifici in genere.
La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che in
funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con
l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe infatti in modo
particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati.
Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni
aumenta di molto il rischio di tumore polmonare.
In Italia ancora non c'e una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di
radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla
Comunità Europea (raccomandazione 90/143/EURATOM) di 200 Bq/m3, come obiettivo di qualità
107
per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3, valore al di sopra del quale si suggeriscono interventi per la
riduzione delle concentrazioni nelle abitazioni già esistenti.
Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (D. Lgs. n° 241, del 26/05/2000) che fissa
un livello di riferimento di 500 Bq/m3.
Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad
un ambiente di lavoro.
In ogni caso i valori medi misurati nelle regioni italiane variano da 20 a 120 Bq/m3.
In particolare la Regione Lombardia ha effettuato una campagna di monitoraggio delle
concentrazioni medie annuali di radon (radon prone areas) negli anni 2003-2005, realizzando una
rete di monitoraggio di 3650 punti di misura.
Le misure sono relative al piano terreno di edifici abitativi o uffici, preferibilmente con vespaio o
cantina sottostante. La rete di monitoraggio è stata costruita realizzando delle maglie omogenee
ottenute incrociando il criterio semplicemente cartografico (CTR 1:10000), con quello geologicomorfologico regionale. Ai Comuni appartenenti ad una maglia, anche se non specificatamente
indagati, e stato associato il valore della maglia corrispondente, poichè come ipotesi di base si è
assunto che la concentrazione di radon all’interno di una maglia fosse omogenea.
I risultati delle misure effettuate, mostrano valori più elevati di concentrazione di radon indoor
nelle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese.
Nella provincia di Bergamo sono stati indagati 594 punti.
Concentrazioni annuali radon indoor – elaborazione dati campagna di monitoraggio radon prone area 2003-2005
Nei 12 Comuni della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino, è stata
condotta da parte del Dipartimento di Bergamo dell’ARPA, nel 2008 una specifica campagna di
rilevazione delle concentrazioni di radon nell’ambito del progetto dell’indagine epidemiologica ed
ambientale della ex Comunità Montana stessa.
Le misurazioni sono state effettuate con l’uso di rilevatori a tracce posizionati per circa tre mesi in
edifici comunali.
108
Per quanto riguarda il Comune di Foresto Sparso, l’indagine è stata condotta nel periodo tra il
26.02.2008 e l’11.06.2008. Il periodo di rivelazione si collocava tra la fine dell’inverno e la
primavera, quando solitamente la concentrazione di radon rilevata in un determinato ambiente è
abbastanza elevata rispetto alla media annua relativa al medesimo ambiente: durante i mesi più
freddi, infatti, fattori atmosferici quali pressione e temperatura favoriscono l’emanazione del gas
dal sottosuolo verso gli ambienti confinati, e la scarsità del ricambio d’aria ne favorisce la
concentrazione.
I risultati delle misure eseguite portano a ritenere che la concentrazione di radon media nel
periodo considerato e che la concentrazione media annua siano inferiori al livello di riferimento di
400 Bq/mq in tutti i locali esaminati.
109
110
[Fonte: Agenda 21 della Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino –
“Lo stato dell’ambiente a portata di tutti”]
111
7.4. ENERGIA
Nella gestione dei bisogni e delle fonti di energia si concentrano preziose opportunità di sviluppo
sostenibile e di razionalizzazione degli usi di risorse naturali.
I dati relativi all’energia consumata e prodotta sul territorio di Foresto Sparso, possono essere
suddivisi nei seguenti macro temi:
•
consumo di energia termica: il Comune è servito da una rete di metanodotto, gestita dalla
“Enel Gas”;
•
consumo di energia elettrica: l’ambito territoriale in esame è gestito dalla “Enel S.p.A.”.
Nel Comune di Foresto si registra la presenza di n. 26 impianti solari e fotovoltaici (con potenza
totale pari a 110 kW) installati per uso privato, secondo quanto riportato sul sito
www.atlasole.gsel.it.
Legenda:
da 1 a 66 impianti
Lista impianti nel Comune di Foresto Sparso [Fonte: www.atlasole.gsel.it]
112
I consumi energetici sul territorio comunale rappresentano un utile indicatore per indirizzare le
politiche amministrative in materia di ambiente al fine di:
- promuovere e incentivare il risparmio energetico;
- limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera.
Tuttavia, in seguito alla liberalizzazione del mercato energetico, in base alla quale l’utente finale
può decidere presso quale gestore rifornirsi, sia in termini di energia elettrica, sia di metano, i dati
relativi ai consumi di energia a livello territoriale sono di difficile elaborazione, in quanto facenti
capo a diversi gestori.
Energia fatturata nel
settore agricolo
Migl. Di kWh
Energia fatturata
nell’industria
Migl. Di kWh
Energia fatturata
nei servizi
Migl. Di kWh
Utenti domestici e
servizi generali edifici
Migl. Di kWh
613,6
5.905,8
839,4
2.527,2
Energia fatturata per tipologia di utente (anno 1999) – Comune di Foresto Sparso – Enel,1999
“Foresto Sparso, se si analizza la distribuzione di queste percentuali, è un Comune con usi
industriali dell’energia compresi tra il 50-70%”.
[Fonte: Agenda 21 della Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino –
“Lo stato dell’ambiente a portata di tutti”]
La rete gas
Il fornitore di energia elettrica sul territorio comunale è “Enel Gas”.
I dati sopra richiamati saranno fatti oggetto di opportuna integrazione del documento,
non appena disponibili dagli Enti gestori, e soprattutto costituiranno elementi da
individuare quali indicatori per la fase di monitoraggio.
113
8 – RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO
114
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
8.1. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (R.I.R.)
Il sistema industriale è caratterizzato anche dalla presenza di Aziende a Rischio di Incidente
Rilevante (RIR) (D.Lgs. 334/99).
Con questo termine si definiscono le imprese che, per la presenza nel proprio sito di determinate
sostanze pericolose in quantità superiori a determinati livelli, rappresentano un pericolo potenziale
per il territorio in caso di incidenti rilevanti.
Sulla base del rischio potenziale, ogni azienda è tenuta ad attuare politiche di prevenzione che
possono prevedere, a seconda del livello di rischio raggiunto, la predisposizione di una Scheda
informativa per la popolazione o la realizzazione di un Rapporto di sicurezza che garantisca la
giusta informazione alla cittadinanza.
Nel Comune di Foresto Sparso non sono presenti aziende la cui attività rientra nel campo di
applicazione del D.Lgs 334/99 e successive modifiche.
8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (A.I.A.)
Nel territorio comunale non sono presenti impianti la cui attività richiede autorizzazione integrata
ambientale (AIA) ai sensi del D.Lgs. 59/2005.
8.3. ATTIVITA’ ECONOMICHE
Secondo quanto citato nell’agenda 21 della ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso
Sebino dell’anno 2008, il numero di imprese presenti a Foresto relative al 2001 erano 474, delle
quali: 114 nell’industria, 40 nel commercio, 43 nei servizi, 114 nell’artigianato, 8 nelle istituzioni e
155 nell’agricoltura.
Per quanto riguarda l’agricoltura
8.4. AREE DISMESSE
Non si segnala la presenza di aree dismesse.
[Fonte: “Ricognizione dello stato delle aree dismesse e in via di dismissione in provincia di Bergamo. Dossier a schede descrittivo delle
arre censite” dell’Università degli studi di Bergamo, Centro studi sul territorio. D.A.I.S.S.I.L.]
8.5. AMIANTO
La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per se un pericolo per la
salute degli occupanti; se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è improbabile
infatti che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre.
Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o altro motivo, è
inevitabile il rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale alla salute umana; analogamente
115
se il materiale è in cattive condizioni, o se vetusta e friabile, le sole vibrazioni o le correnti d’aria
possono causare il distacco di fibre.
In questi casi è necessario ricorrere ad interventi di bonifica, che non consistono necessariamente
nella rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto, quale ad esempio il fissaggio e il
confinamento temporaneo.
In Regione Lombardia, la maggior parte dell’amianto presente è costituito principalmente da
coperture in cementoamianto; sulla base delle informazioni fornite da un telerilevamento effettuato
sul territorio di Milano nel 2005, si è potuto stimare che in Lombardia è presente un quantitativo
complessivo di coperture contenenti amianto pari circa a 22,6 kmq.
Con DGR n. 8/1526 del 22 dicembre 2005 è stato approvato il Piano Regionale Amianto Lombardia
(PRAL), con lo scopo di effettuare, entro il termine del 2008, una mappatura e un censimento
dell’amianto presente sul territorio regionale, al fine di eliminare dal territorio lombardo l’amianto,
sotto qualsiasi forma, entro il 2015.
I principali strumenti utilizzati per l’attuazione del PRAL sono:
- telerilevamento aereo della fascia di territorio regionale fino a 450 m.s.l.m.;
- censimento diretto della presenza di amianto negli edifici, effettuato da ASL e ARPA in
collaborazione con i Comuni e le Province.
Per quanto riguarda il Comune di Foresto Sparso, non è presente il censimento
dell’amianto nel territorio comunale, ma è in programma.
Secondo quanto comunicato dall’Ufficio Tecnico comunale, si indica la non presenza di
manufatti contenenti amianto presso gli edifici pubblici.
A livello territoriale si segnala una limitata presenza di coperture di edifici privati,
specie industriali.
A fronte di un’indagine più approfondita, una delle scelte strategiche della Pubblica
Amministrazione potrebbe essere quella di attivare un sistema di incentivazione per la
rimozione delle coperture in eternit ancora presenti sul territorio.
116
9 – SINTESI DELLO STATO ATTUALE
117
RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo
Nell’ambito della predisposizione del “Documento di scoping” è stata formulata una
sintesi dello stato attuale dell’ambiente che non ha subito rilievi nel corso della prima
conferenza di verifica e che qui di seguito si riporta unitamente all’individuazione delle
problematiche e degli obiettivi.
118
9.1. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI
OBIETTIVI
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
Il PGT dovrà mirare a:
-conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche;
-utilizzare e gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, le questioni connesse
all’eventuale presenza di sostanze potenzialmente inquinanti in rapporto alle
problematiche della potabilità delle acque sotterranee;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;
-dare massima attenzione agli interventi che possono incidere sulle problematiche
ambientali, e sviluppare l’istruzione/formazione in campo ambientale;
-perseguire il miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee;
-salvaguardare gli ambiti di valenza ambientale/vegetazionale e tutta la rete idrografica
presente sul territorio;
-valutare l’incidenza delle nuove previsioni in rapporto alla capacità delle reti a sostenere
i nuovi carichi e/o alla necessità di implementare la dotazione.
TEMATICA GEOMORFOLOGICA, IDROLOGICA E IDRAULICA
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
1
I dati per ora disponibili consentono di individuare alcuni elementi di rischio
idrogeologico legati soprattutto al corso del torrente Uria e a qualche esito di elementi di
franosità individuali in sede storica.
Si rimane in attesa di conoscere gli studi della Componente Geologica e Sismica e del
Reticolo Idrico Minore per individuarne le eventuali problematiche.
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
La situazione della tematica “geomorfologica, idrologica ed idraulica” presenta le
seguenti problematiche:
119
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica “difesa del suolo e delle acque” presenta la seguente
problematica:
TEMATICA DIFESA DEL SUOLO E DELLE ACQUE
Il PGT dovrà mirare a:
-usare e gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, le eventuali produzioni di
sostanze e di reflui inquinanti;
-non consentire l’inserimento sul territorio di attività con lavorazioni e produzioni di
rifiuti pericolosi ed inquinanti;
-conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
2
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Non si evidenziano particolari situazioni problematiche in ordine allo scenario esistente
che comunque potrebbe giovarsi di interventi di miglioramento e di adeguamento.
120
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della
problematiche:
tematica
“paesaggistica-naturalistica”
presenta
le
seguenti
Il PGT, in generale, dovrà mirare a:
-conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali, attraverso
un’opportuna normativa di conservazione e valorizzazione degli elementi storici;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale, attraverso il riconoscimento
degli elementi che caratterizzano il territorio;
-perseguire il contenimento del consumo di suolo mediante il recupero prioritario del
patrimonio edilizio esistente, l’utilizzazione delle aree libere interstiziali e di frangia,
l’eventuale riconversione degli elementi dismessi o non compatibili.
-migliorare la qualità ambientale e la tutela del patrimonio naturale mediante
l’individuazione di specifici ambiti da assoggettare a normativa di salvaguardia
ambientale con particolare attenzione agli elementi atti a garantire la conservazione
della biodiversità;
-utilizzare in modo efficace la normativa di salvaguardia e di valorizzazione;
-sensibilizzare la popolazione sulle problematiche ambientali e paesistiche, sviluppare
l’istruzione e la formazione in campo ambientale.
TEMATICA PAESAGGISTICA-NATURALISTICA
Il DdP definirà tra i propri obiettivi gli elementi di valenza ambientale e paesistica
presenti nel territorio comunale, individuando i criteri di mantenimento, valorizzazione e
riqualificazione:
-valorizzazione ambientale,e, per le possibili parti compromesse e recuperabili,
ricomposizione ambientale;
-mantenimento/valorizzazione degli itinerari/percorsi d’interesse ecologico e fruitivo.
3
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Necessità di salvaguardare gli scenari paesistici leggibili sul territorio.
121
La situazione della tematica del “sistema insediativo e dei servizi - patrimonio storicoarchitettonico” presentano le seguenti problematiche:
Il PGT dovrà mirare a:
-tutelare e riqualificare il centro storico;
-dettare regole per la riqualificazione fisica e funzionale degli ambiti dismessi interni
all’edificato;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale specie per quanto concerne gli
elementi connessi con la valorizzazione degli edifici e dei contesti edificati nel quadro del
sistema ambientale-paesistico;
-proteggere l’atmosfera perseguendo politiche di forte controllo delle emissioni delle
attività produttive ma anche degli impianti civili;
-contenere il consumo di suolo attraverso la limitazione di nuove previsioni insediative,
ma anche mediante, l’utilizzo delle aree interstiziali libere e mirati interventi di
riqualificazione di aree ed edifici dismessi limitando il più possibile interventi esterni agli
ambiti urbanizzati.
4
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
-Necessità di interventi di potenziamento di un sistema di accessibilità con interventi di
riqualificazione degli spazi urbani aperti e di “mobilità dolce”.
-Carenza delle aree e di organizzazione del sistema dei parcheggi.
TEMATICA SISTEMA INSEDIATIVO E DEI SERVIZI - PATRIMONIO STORICO -ARCHITETTONICO
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
122
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica “mobilità” presenta le seguenti problematiche:
Il PGT dovrà mirare a:
-migliorare la viabilità di distribuzione urbana e prevedere attrezzature e servizi di
supporto alla mobilità;
-proteggere l’atmosfera attraverso lo snellimento e la razionalizzazione dei flussi di
mobilità.
TEMATICA MOBILITA’
5
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Non si segnalano particolari criticità in merito alla tematica “mobilità”, se non la
necessità di interventi sulla viabilità ordinaria per rendere più efficaci gli spostamenti.
123
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica “qualità dell’aria” presenta le seguenti problematiche:
TEMATICA QUALITA’ DELL’ARIA
Il PGT dovrà mirare a:
-contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento
dell’inquinamento dell’aria anche in rapporto al miglioramento dell’organizzazione
complessiva della mobilità;
-promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o combustibili a basso impatto;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale anche garantendo efficienza dei
provvedimenti in materia di protezione dell’atmosfera;
-sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in
campo ambientale.
6
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Si rimane in attesa di analizzare i dati degli studi dell’indagine ambientale ed
epidemiologica per individuarne le eventuali problematiche.
124
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica “inquinamento acustico ed elettromagnetico, radon ed
energia” presenta le seguenti problematiche:
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
favorendo
il
contenimento
7
Il PGT dovrà mirare a:
-contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente
dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
TEMATICA INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO E RADON
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
Siamo in attesa di reperire il materiale relativo alle varie tematiche.
125
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica “rischi tecnologici e amianto” presenta
problematiche:
le seguenti
TEMATICA RISCHI TECNOLOGICI ED AMIANTO
Il PGT dovrà mirare a:
-disciplinare e limitare l’insediamento sul territorio di attività pericolose e a rischio
d’inquinamento;
-gestire correttamente, dal punto di vista ambientale, le sostanze e i rifiuti
pericolosi/inquinanti;
-conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche superficiali e
sotterranee;
-conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;
-proteggere l’atmosfera;
-ridurre l’inquinamento acustico.
8
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SINTESI DELLO STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
AMIANTO:
Incentivarne la rimozione dell’amianto sugli edifici privati.
126
QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO
La situazione della tematica del “contenimento dei consumi energetici e dei carichi
ambientali” presenta le seguenti problematiche:
Il PGT dovrà mirare a:
-prevedere, in termini di disciplina generale e d’indirizzo, indicazioni per il contenimento
dei consumi energetici;
-ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili;
-impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione;
-sensibilizzare la popolazione alle tematiche ambientali, sviluppando opportunità di
informazione e formazione sulle tematiche stesse.
9
INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI
SCHEDA RICOGNITIVA DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
CONTENIMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI E DEI CARICHI AMBIENTALI
La situazione complessiva degli insediamenti e dell’edificazione è da considerarsi allo
stato attuale fortemente carente in ordine alle problematiche dei contenimenti dei
consumi energetici ma soprattutto in ordine all’approvvigionamento di energia
rinnovabile e al contenimento dei carichi ambientali.
127
LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO
10 – CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP:
obiettivi gererali e specifici; azioni
128
10.1. IL PGT DI FORESTO SPARSO QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE
POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA’
URBANA E
DELLA VITA
Il Documento di Piano del PGT costituisce l’elemento essenziale di definizione degli indirizzi delle
strategie e delle scelte che l’Amministrazione di Foresto Sparso intende porre alla base della
propria azione politico-programmatica in materia urbanistica, in rapporto allo sviluppo delle
componenti sociali ed economiche della Comunità, e in funzione della quale la pianificazione
urbanistica deve definire:
•
gli elementi di organizzazione delle funzioni insediative e da prevedere;
•
la struttura dei servizi e delle attrezzature necessarie a garantire gli elementi supporto e di
accessibilità, avendo riguardo al mantenimento e al potenziamento dei caratteri qualitativi
del territorio, del paesaggio e della qualità della vita.
In questo senso il Documento di Piano:
•
definisce gli obbiettivi generali e gli indirizzi strategici che vengono posti alla base delle
scelte di sviluppo;
•
individua gli ambiti tematici che costituiscono il campo delle singole problematiche che si
intendono affrontare e/o delle opportunità che si intendono cogliere;
•
determina le linee di indirizzo e le politiche da porre alla base delle azioni di sviluppo;
•
indica le necessità di organizzare e di dotazione dei servizi, delle attrezzature e delle
infrastrutture necessarie a garantire la funzionalità dei sistemi, la qualità della fruizione e
l’accessibilità;
•
determina le linee fondamentali delle relazioni spaziali e funzionali necessarie a garantire la
qualità e la valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.
Il PGT inoltre propone una strategia che si colloca coerentemente con gli indirizzi sottesi al Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bergamo, mirando al sostegno ed alla
salvaguardia delle aree esterne all’edificato non ancora urbanizzate e alla conservazione e
riqualificazione delle attuali situazioni residenziali e produttive.
129
10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT
Il Documento di Piano, partendo dall’analisi degli elementi di criticità e potenzialità delle
componenti ambientali, sociali ed economiche emersi dal quadro conoscitivo e dalle necessità
riscontrate nonché dagli orientamenti emersi, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili, sui
quali l’Amministrazione intende puntare per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
La proposta di Documento di Piano del Comune di Foresto Sparso articola gli obiettivi generali di
pianificazione attraverso Ambiti Tematici Strategici, al fine di rendere più organizzato e razionale il
processo logico ed il complesso sviluppo delle strategie.
Gli Ambiti Tematici Strategici ai quali si fa riferimento all’interno del Documento di Piano sono i
seguenti:
•
Assetto Insediativo: Dimensionamento degli sviluppi demografici e del fabbisogno abitativo;
•
Assetto economico: Settore primario, Settore secondario, Settore commerciale;
•
Organizzazione urbana dei servizi;
•
Sistemi della mobilità e delle infrastrutture;
•
Sistema del “verde fruibile”;
•
Sistema ambientale-paesistico e reti ecologiche;
•
Efficienza energetica degli edifici e contenimento dei carichi ambientali;
•
Politiche per il turismo in ambiti montani.
A ciascun Ambito Tematico Strategico corrispondono obiettivi generali ed obiettivi di carattere
specifico, da perseguire attraverso le azioni pianificatorie del PGT.
130
10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP
Il Documento di Piano quale atto di definizione del quadro generale e strategico degli indirizzi e
delle scelte del PGT fa propri i criteri individuati dal secondo comma dall’art. 1 della Legge
Regionale 12/2005 che assume quali elementi fondativi e di indirizzo della struttura e della
programmazione e
pianificazione urbanistica del territorio di Foresto Sparso individuandone le
seguenti declinazioni:
SUSSIDIARIETA’
Il PGT riconosce nella sussidiarietà, sia “verticale” che “orizzontale” il principio fondamentale e il
metodo per il raggiungimento dei propri obiettivi individuando nel rapporto sinergico tra le Istituzioni
– nell’ambito delle diverse responsabilità e competenze – nell’iniziativa e nell’azione dei Cittadini,
delle Famiglie, delle Associazioni e delle Formazioni Sociali gli strumenti per un coordinato ed
efficace svolgimento delle iniziative e delle azioni di rilevanza sociale e di attuazione degli interventi
di crescita e sviluppo del territorio e della qualità ambientale.
DIFFERENZIAZIONE E ADEGUATEZZA
I principi di differenziazione e di adeguatezza vengono assunti come declinazione del principio di
sussidiarietà “verticale” e fanno riferimento:
•
alla “differenziazione” quale riconoscimento dei profili di diversità e competenza dei soggetti
pubblici sia sotto il profilo delle competenze, sia sotto il profilo della dimensione e della scala
degli ambiti demografici ed economici di riferimento, riconoscendo i ruoli sovraordinati della
programmazione e della pianificazione, rispetto ai quali lo strumento urbanistico locale
costituisce elemento di maggiore dettaglio nelle materie attribuite a tali soggetti con
particolare riferimento agli Organismi Comunitari, allo Stato, alla Regione, alla Provincia e
agli altri Enti e Soggetti di rango sovracomunale, così come agli organismi preposti al
controllo e all’attuazione di elementi di scala sottoordinata alle previsioni del PGT che
dovranno contribuire, secondo le proprie peculiari competenze a garantire l’efficace
attuazione della Pianificazione Locale
•
alla “adeguatezza” intesa da un lato come necessità di rapportare i programmi e le previsioni
del PGT alle effettive potenzialità del territorio e alla disponibilità delle risorse e dall’altro alla
necessità di rendere disponibili strutture organizzative idonee a gestire i programmi e le
previsioni di sviluppo che saranno formulate dallo strumento urbanistico.
PARTECIPAZIONE E COLLABORAZIONE
I principi di partecipazione e collaborazione vengono assunti quali principale riferimento per
nell’attuazione della sussidiarietà “orizzontale” e fanno riferimento principalmente alla definizione dei
rapporti tra i privati e la Pubblica Amministrazione ed in particolare:
•
la partecipazione viene intesa non solo a livello formale, come previsto nelle tradizionali
procedure di definizione degli strumenti urbanistici, come possibilità per i cittadini di
presentare osservazioni e opposizioni agli strumenti stessi ma come essenziale necessità di
131
disporre, mediante l’attivazione degli strumenti possibili, del più vasto repertorio possibile di
istanze, contributi e proposte che consentano di poter definire il quadro progettuale dello
strumento urbanistico come “risposta” organica e responsabile alle aspettative della
Comunità
•
la collaborazione viene fondamentalmente intesa come diversa modalità di approccio nei
rapporti tra pubblico e privato ove i due soggetti non debbano essere considerati come
antagonisti bensì come soggetti partecipi, pur con differenti funzioni e responsabilità del
processo di trasformazione e costruzione della città che non può avvenire in modo adeguato
se non attraverso l’azione comune e la corresponsabilità tenuto conto anche delle nuove
possibilità previste dalla riforma regionale quali gli strumenti dell’urbanistica negoziata, della
perequazione ecc.
EFFICIENZA
L’attuazione del principio di efficienza vede fin d’ora impegnata l’Amministrazione alla
predisposizione di uno strumento che conduca ad ottenere risultati tendenzialmente ottimali e con il
minor dispendio possibile di risorse mediante un apparato di scelte progettuali e disciplinari
fortemente impegnato a garantire il rispetto degli elementi di concretezza e un rapporto equilibrato
tra le esigenze sociali, quelle dell’economia e quelle ecologiche e della qualità della vita.
Il principio di efficienza trova la propria declinazione negli elementi inerenti la sostenibilità, la
flessibilità, la perequazione e la compensazione.
SOSTENIBILITA’
Il PGT deve mirare ad una pianificazione sostenibile i cui presupposti necessari sono così
sintetizzabili:
•
•
•
•
•
caratterizzazione delle specificità del territorio nelle sue connotazioni fisico-ambientali ma
anche socio-economiche, che aiuteranno a capire le strategie da adottare e quali scenari
prevedere;
programmazione di una qualità degli spazi pubblici. con un’organizzazione chiara e sicura
degli spazi aperti, delle piazze, dei giardini e anche delle strade per favorire vivibilità e
ricchezza delle relazioni;
definizione di un “sistema integrato di paesaggio” che risponda alla domanda di prestazioni
urbane sempre più di qualità;
“conservazione spinta” e rafforzamento del sistema ambientale anche con la creazione di
nuovi luoghi urbani strutturati e con forte presenza di elementi più naturali e naturalistici
affinché la natura divenga realmente elemento di caratterizzazione degli spazi della città;
utilizzo razionale delle risorse e di nuove forme di energia, determinate dai fattori climatici
locali.
FLESSIBILITA’
Il PGT deve perseguire la definizione di un progetto capace di determinare il “governo della
flessibilità” che sia in grado di gestire eventi anche difficili, da interpretare, e che consenta
adeguamenti rapidi alle situazioni sociali ed economiche in continua evoluzione.
Quindi una pianificazione avanzata, il cui “disegno” non può più passare attraverso la visione
classica “statica” dell’urbanistica ma si deve relazionare alla complessità dei fenomeni, proponendo
programmi e scenari adatti ad una visione dinamica e flessibile del territorio.
132
PEREQUAZIONE E COMPENSAZIONE
Gli interventi dovranno mirare in ogni situazione a definire un quadro organico di possibilità e di
impegni, di diritti e di doveri, nel qual le necessità del “pubblico” e della collettività non cadano a
gravare sui singoli ma siano distribuite secondo sistemi equitativi.
ACCESSIBILITA’
Le opportunità che il territorio può offrire ai cittadini sono disponibili solo se accessibili.
L’accessibilità è quindi la possibilità di disporre ed usufruire delle risorse presenti e disponibili sul
territorio, risorse che sono costituite dalle funzioni insediate, dalle attrezzature e dai servizi e dagli
elementi che caratterizzano la qualità ambientale e paesistica.
IDENTITA’
L’identità di un territorio si definisce con il riconoscimento dei suoi valori, anche simbolici, città e dall’
apprezzamento degli stessi, attraversa l’immaginario collettivo e si fonda sulla storia e la cultura dei
luoghi e sulla partecipazione dei soggetti.
Riconoscere i valori sia oggettivi che simbolici di un territorio consente di preservarli e nel contempo
di poterne definire le eventuali trasformazioni pur nel rispetto delle specificità.
L’ identità è modificabile nel tempo a condizione che l’identità esistente non venga negata ma sia
arricchita: i nuovi luoghi, i nuovi spazi dovranno quindi diventare riconoscibili e sommarsi ai valori
già strutturati.
Nelle trasformazioni necessarie allo sviluppo urbano e territoriale dovrà quindi essere posta
attenzione alla necessità che i nuovi interventi costituiscano un’addizione di spazi ed elementi
riconoscibili, così da determinare una città nella quale ogni luogo, con la sua specificità, possa
rappresentare un ulteriore elemento di qualità con caratteri propri e identificabili.
QUALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI
Per troppi anni la pianificazione ha elaborato progetti prevalentemente rivolti agli ambiti esterni al
tessuto urbano, come se tutte le aree libere potessero essere utilizzate indistintamente,
prescindendo da qualsiasi preliminare considerazione comparativa tra il loro valore paesistico,
ambientale, vocazionale e i caratteri delle trasformazioni previste .
In questa ottica non sarà più possibile edificare in modo pervasivo in ambiti esterni alla città
consolidata.
Oggi, in accordo con le direttive della pianificazione sovraordinata e nel rispetto delle vocazioni e dei
“paesaggi”, l’obiettivo deve essere quello di non consumare aree libere, con l’impegno prioritario di
intervenire sugli ambiti urbani degradati o dismessi e sulle aree libere interstiziali.
Questo significa che deve essere sempre garantito un bilancio ambientale favorevole nel complesso
delle operazioni di intervento urbanistico ed edilizio.
133
Tale obiettivo può comunque valorizzare innovativamente l’attività edilizia continuando a garantire
possibilità edificatorie che potranno rapportarsi alle effettive necessità economiche e sociali ma che
dovranno anche rapportarsi alle presenze già consolidate introducendo elementi di riqualificazione
piuttosto che volgersi a nuovi interventi di ulteriore consumo di suolo per effetto di addizioni
all’esterno dei perimetri dell’urbanizzato esistente e delle sue zone di frangia.
134
10.4. LE AZIONI DI PIANO
Con il termine “Azioni di Piano” si intendono, percorsi e metodi ben definiti, che servono per
guidare e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal
Documento di Piano per risolvere una specifica problematica e/o per raggiungere un determinato
obiettivo.
Gli obiettivi specifici sono quindi perseguiti attraverso una serie di “Azioni” che il Documento di
Piano individua, sulla base del contesto pianificatorio nel quale debbono essere sviluppate.
Per ogni singolo obiettivo specifico vengono conseguentemente definite una o più azioni.
I quadri sinottici che seguono, sono composti da tre colonne che raggruppano i tre elementi
costitutivi: Obiettivi Generali, Obiettivi specifici e Azioni, e rappresentano la sintesi dei passi
percorsi al fine di illustrare in maniera esaustiva il processo logico elaborato.
Ciascun quadro è riferito ad un “ambito tematico strategico” del Documento di Piano.
Si sottolinea che parte delle azioni individuate dal presente documento, pur se si muovono dagli
atti della pianificazione, indirizzandosi specificamente verso le tematiche ambientali, non rientrano
esplicitamente tra gli interventi previsti nel quinquennio di validità del Documento di Piano, ma
rappresentano piuttosto indirizzi strategici che rimandano ad una regolamentazione dei dettagli
sviluppata nel piano delle Regole, nel Piano dei Servizi o da definirsi in fase di attuazione della
progettazione urbanistica.
135
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Il Documento di Piano prevede un
Opzione
di
crescita
dimensionamento prevalentemente riferito alle
residenziale
contenuta
previsioni di carattere endogeno con modeste
rispetto alle potenzialità che
Adeguare l’offerta
integrazioni quantitative al fine di garantire una
il territorio può presentare.
residenziale alle previsioni di Creare condizioni abitative
crescita demografica sostenibile all’interno del
crescita della popolazione,
territorio comunale, limitando quindi le
in termini qualitativi e
A01
valutata in rapporto alla
previsioni di sviluppo alle quantità necessarie a
quantitativi adeguate per le
garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che
classi sociali presenti, in
“dimensione qualitativa
nasceranno all’interno della popolazione già
modo da soddisfare la
ottimale” della Comunità.
presente e ad una domanda esogena
domanda determinata dalla
contenuta non richiamata da fenomeni di
crescita prevista di nuove
marketing immobiliare.
famiglie.
Contenere le quote di nuovi
suoli
da
destinare
a
residenza.
Minimizzare il consumo di
suolo.
Tutela dei “sistemi della qualità” che
caratterizzano il territorio comunale (centro
A02
storico, sistema del verde di cintura dell’ambito
urbanizzato) come “invarianti urbanistiche”.
Il Documento di Piano esclude la previsione di
significative espansioni e limita il consumo di
suolo rispetto alle previsioni del vigente PRG a
A03
n.3 nuovi Ambiti di Trasformazione di modesta
entità,
poste
in
area
a
margine
dell’urbanizzato esistente.
A04
Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel
Centro Storico.
Intervenire per il recupero e
la riqualificazione urbana del A05 Recuperare i sottotetti ai fini abitativi.
patrimonio esistente.
Recuperare le aree degradate e le aree
A06
dismesse.
Promuovere interventi di completamento in
Utilizzare
prioritariamente A07 aree libere all’interno del centro edificato.
gli spazi interstiziali al
Indirizzare
gli
eventuali
completamenti
tessuto già urbanizzato nelle
A08 urbanizzativi verso la riconversione di ambiti
zone di frangia.
marginali all’urbanizzato esistente.
136
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2
POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO”
OBIETTIVI GENERALI
Mantenere
le
aree
a
destinazione
produttiva,
sottraendo tali ambiti da
possibili
interventi
di
riconversione.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
-Garantire gli attuali livelli di
gli
occupazione
per
addetti/attivi nel territorio.
Il Documento di Piano non prevede espansioni
-Limitare nuovi interventi al
insediative di natura produttiva.
minimo indispensabile per
garantire un equilibrio nel A09 Si demanda al PdR il compito della definizione e
della
localizzazione
delle
possibilità
di
rapporto
tra
i
carichi
completamento.
ambientali già presenti e il
sistema della residenza e
delle presenze di carattere
ambientale e paesistico.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3
POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE
OBIETTIVI GENERALI
Incrementare
l’attrattività
del sistema distributivo di
vicinato
per
trattenere
maggiormente all’interno del
territorio
la
domanda
commerciale dei residenti,
soprattutto
per
quanto
concerne
il
settore
alimentare e degli elementi
di prima necessità e per la
formazione di condizioni di
maggiore attrattività a i fini
della
rivitalizzazione
del
Centro Storico.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il
Tutelare le funzioni di
sistema distributivo di vicinato esistente, che
vicinato
a
livello
A10 viene riconosciuto nel suo fondamentale ruolo
commerciale
(piccola
e
urbanistico di “motore delle relazioni e della
media distribuzione).
rivitalizzazione degli spazi urbani”.
Definire sistemi appetibili di accessibilità
pedonale per favorire la fruizione delle aree
Migliorare l’accessibilità agli A11 centrali in un contesto di forte valenza
ambiti di centralità urbana
ambientale e a basso impatto veicolare.
dove risiede la maggior
parte
del
sistema
Individuare
connessioni
“appetibili”
ai
distributivo di vicinato.
A12
parcheggi.
137
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4
POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Attivare interventi negoziati per l’acquisizione e
Integrare i servizi pubblici o A13 la realizzazione di parcheggi e servizi in
Assicurare una adeguata di
interesse
pubblico
specifiche situazioni localizzative.
aree
per
dotazione,
qualità
ed (parcheggi,
Valutare la possibilità di retrocedere gli
scolastiche,
accessibilità ai servizi per attrezzature
tutte le tipologie di utenze. sportive e per il tempo A14 “standard impropri”, al fine di acquisire risorse
per il miglioramento della struttura dei servizi
libero).
di effettiva utilità.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5
INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE
OBIETTIVI GENERALI
Promuovere
la
qualità
ambientale
(riduzione
dell’inquinamento acustico e
atmosferico) e la fruizione in
sicurezza
dell’ambiente
urbano.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Mantenere e migliorare la viabilità esistente e
regolare i flussi veicolari in funzione delle
capacità di traffico delle infrastrutture, con
A15
evidenti benefici sulla qualità ambientale del
Migliorare il sistema della
nucleo centrale e sul sistema della viabilità
mobilità di accesso e
locale.
distributiva
al
centro
abitato.
Definire i sistemi di accessibilità veicolare
A16 dedicata agli spazi di sosta nelle aree centrali e
dei nuclei.
138
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6
STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE”
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Individuare una rete di fruibilità caratterizzata
principalmente da sistemi polivalenti, da un
A17 tessuto di forte naturalità e da una struttura
capace di determinare importanti connessioni
territoriali.
Assicurare una adeguata
Individuare i corridoi ecologici e i percorsi
dotazione,
qualità
ed Integrare e razionalizzare il A18 panoramici come elemento di riferimento degli
accessibilità alle aree di verde fruibile.
interventi di fruizione ambientale.
verde pubblico.
Potenziare il sistema di percorsi fruibili, non
solo ecologico-ambientali ma anche quali
A19 connessioni privilegiate tra gli insediamenti
esterni e l’ambito di centralità, anche mediante
individuazione di specifica normativa.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7
POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Mantenere le realtà agricole locali, prevedendo
la rilocalizzazione di quelle presenti all’interno
Promuovere
una A20 dell’edificato, favorendone lo sviluppo in forme
compatibili con la rilevanza ambientale e
articolazione del “territorio
paesistica dei luoghi.
rurale” che individui le aree
con
presenza
di
Promuovere forme innovative di attività
Mantenere e valorizzare le
e
insediamenti agricoli
connesse a quella agricola che possano
attività agricole presenti sul
quelle alle quali assegnare
contribuire
al miglioramento della redditività
territorio.
una preliminare funzione A21 delle aziende, rilanciando il ruolo del territorio
come “ambito di valore
sotto il profilo dell’economia rurale compatibile
paesaggistico ambientale ed
e dell’innovazione.
ecologico”.
Salvaguardare le attività presenti e i loro valori
A22 ambientali, anche con attenzione alle presenze
agrituristiche.
139
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Tutelare e valorizzare le presenze storicopaesistiche ed architettonico-ambientali (luoghi
Rafforzare l’identità dei siti e
urbani
e
dei
luoghi
di culto, della storia e della natura).
potenziare le opportunità A23 Valorizzare il sistema dei nuclei e il tessuto di
culturali e di fruizione per gli
antica formazione anche mediante la
abitanti.
previsione di una specifica azione di
Salvaguardare e valorizzare
riqualificazione.
le componenti ambientali
locali, che determinano i Tutelare tutte le componenti
Definire le classi di sensibilità paesistica del
simboliche,
valori dell’identità storica e morfologiche,
territorio, al fine di tutelare e valorizzare la
ambientali e percettive che
del paesaggio.
A24 componente del paesaggio anche attraverso la
contribuiscono
alla
tutela e la riqualificazione dei percorsi di
definizione del paesaggio
interesse paesaggistico.
locale.
i
valori
Tutelare gli ambiti di elevata naturalità ed in
Salvaguardare
e A25 particolare salvaguardare e valorizzare il
ambientali,
biologici
naturalistici.
sistema del Reticolo Idrico.
Favorire la creazione di un sistema continuo di
A26 aree verdi mediante la definizione e
Riequilibrare l’ecologia del
Conservare ed incrementare
potenziamento della rete ecologica comunale.
territorio, aumentandone la
la biodiversità.
capacità di autodepurazione.
Tutelare gli ambiti di valenza paesisticoA27
ambientale.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9
PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA
DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI
OBIETTIVI GENERALI
Indirizzare gli interventi di
riqualificazione edilizia ed
urbanistica verso risultati di
reale e positiva
sostenibilità (minimizzazione
fabbisogno di energia e
minimizzazione
consumi
idrici).
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Contenere
i
consumi
Definire una regolamentazione energetica degli
energetici e ridurre gli
A28 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del
impatti ambientali degli
Piano delle Regole.
edifici residenziali/produttivi
Definire
una
regolamentazione
di
Contenere i consumi idrici e
contenimento dei consumi idrici degli edifici
ridurre gli impatti ambientali
A29
edifici
nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano
degli
residenziali/produttivi
delle Regole.
Eliminare i carichi indotti A30 Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili
e/o di combustibili a basso impatto ambientale.
Promuovere il contenimento sull’ambiente
esterno
dei carichi ambientali sul dall’attività di costruzione
Promuovere la salubrità complessiva del sito e
territorio comunale
edilizia e dall’utilizzo e
A31
dell’ambiente urbano nel quale è collocato
gestione dei fabbricati.
l’insediamento residenziale/produttivo.
Tutela del suolo e delle
acque
Garantire
la
non
utilizzazione dei suoli in
ogni ambito a rischio
elevato di pericolosità e/o
di vulnerabilità.
A32
Prevedere l’effettuazione di preventivi studi
geotecnici e geognostici per gli interventi di
trasformazione edilizia e urbanistica nelle
aree con presenza di rischio o vulnerabilità
limitata.
140
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10
POLITICHE PER IL TURISMO IN AMBITI MONTANI
OBIETTIVI GENERALI
Favorire il turismo in ambito
montano:
la
vocazione
turistica locale, che ben si
coniuga con i caratteri del
territorio,
non
potendo
disporre di una quantità
significativa di utenza a
permanenza stagionale, può
inserirsi nel circuito a
“tempo libero”, al turismo di
fine settimana, all’utenza del
trekking e della fruizione
della naturalità.
OBIETTIVI SPECIFICI
AZIONE DI PIANO
Individuare la possibilità di
effettuare una serie di
“microinterventi” di recupero
per la realizzazione di
Proporre una politica insediativa per la
volumetrie abitative o di
formazione di interventi abitativi a valenza
“ricettività
alternativa”
turistico-paesistica.
il
criterio A33 Incentivazione del recupero del patrimonio
seguendo
insediativo
dell’edilizia
edilizio esistente dei nuclei rurali sparsi
montana
nei
caratteri
nell’ambito del territorio montano e boschivo.
dell’impianto
“tradizionale”dell’edificazione
sparsa e/o dei nuclei.
141
10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO
I quadri che seguono illustrano in modo più approfondito, seppur sinteticamente, i contenuti delle
singole “Azioni di Piano”, precedentemente esposte.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
AZIONE
CONTENUTI
Il Documento di Piano
prevede
un
dimensionamento
prevalentemente
riferito
alle previsioni di carattere
endogeno con modeste
integrazioni quantitative al
fine di garantire una
crescita
demografica
sostenibile all’interno del
territorio
comunale,
A01 limitando
quindi
le
previsioni di sviluppo alle
quantità
necessarie
a
garantire
il
soddisfacimento
dei
fabbisogni che nasceranno
all’interno
della
popolazione già presente
e ad una domanda
esogena contenuta non
richiamata da fenomeni di
marketing immobiliare.
Sotto il profilo quantitativo la verifica dell’andamento demografico della
popolazione effettuata dal Documento di Piano ha l’obiettivo di definire
da un lato un’ipotesi di crescita “minima” (al di sotto della quale non è
possibile rimanere) ed un’ipotesi di crescita “massima” (valutando quale
sia stata la crescita complessiva dovuta all’insieme dei fattori, endogeni
ed esogeni, che hanno determinato gli attuali livelli di crescita).
All’interno dei due dati il Documento di Piano sceglie il riferimento
quantitativo di crescita da prevedersi avendo la consapevolezza di non
poter scendere sotto la soglia minima che potrebbe portare alla
fuoriuscita dal territorio di parte dei nuclei famigliari che si formeranno
all’interno dell’evoluzione naturale della popolazione esistente e che, per
converso, ipotesi superiori a quella massima individuata potrebbero
essere attuabili solo prevedendo meccanismi di espansione più imponenti
rispetto a quelli verificatisi negli ultimi anni.
Il Documento di Piano propone il criterio di determinazione del
fabbisogno secondo quanto qui di seguito indicato:
1. definizione del massimo sviluppo ipotizzabile mantenendo il
trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito all’incremento dei
nuclei famigliari;
2. definizione del minimo sviluppo ipotizzabile considerando il
trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito alla crescita degli
abitanti;
3. definizione di un dato medio tra le previsioni 1 e 2 valutate in
rapporto al fabbisogno residuo di alloggi, considerati con volume
medio di 250 mc/all.
Tutela dei “sistemi della
qualità” che caratterizzano
il
territorio
comunale
A02 (centro storico, sistema
del verde di cintura dell’
ambito urbanizzato) come
“invarianti urbanistiche”.
Il territorio comunale di Foresto Sparso è interessato da ambiti di
particolare significato ambientale, paesistico e storico-urbanistico.
Il Documento di Piano classifica questi “sistemi della qualità” come
“invarianti urbanistiche”: non sono quindi considerabili elementi
territoriali disponibili per eventuali esigenze di nuova edificazione.
Il Documento di Piano
esclude la previsione di
significative espansioni e
limita il consumo di suolo
Sotto il profilo quantitativo la volumetria massima per i tre ambiti è di
rispetto alle previsioni del
14.600 mc che sarà ulteriormente da verificare in sede di assunzione del
A03
vigente PRG a n.3 nuovi
PA sotto il profilo della sostenibilità funzionale e ambientale.
Ambiti di Trasformazione
di modesta entità, poste in
area
a
margine
dell’urbanizzato esistente.
142
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1
DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO
AZIONE
CONTENUTI
Nei centri storici parte del patrimonio edilizio esistente risulta ancora
parzialmente degradata, ed alcuni volumi sono in condizioni di degrado
accentuato.
Ciò mette in evidenza la possibilità di un margine di recupero abitativo
nel tessuto di antica formazione, consentendo di non intervenire in modo
eccessivo sul consumo di nuovo territorio per la realizzazione di unità
Recuperare le volumetrie immobiliari e di non dover impegnare nuove risorse di investimento e
disponibili
nel gestione per opere di urbanizzazione.
A04 ancora
centro storico.
Tale politica di recupero verrà incentivata ed affiancata da agevolazioni
fiscali introdotte nel Piano delle Regole, da politiche sulla realizzazione di
parcheggi privati e pubblici ed interventi sul sistema della mobilità e
viabilità finalizzati a migliorare l’accessibilità al centro e ai nuclei storici.
Le norme di piano consentiranno di individuare interventi di edilizia
convenzionata nell’ambito degli interventi di riconversione e
riqualificazione, all’interno dei meccanismi degli standard qualitativi.
A05
Il Piano delle Regole dovrà individuare le zone del territorio ove è
Recuperare i sottotetti ai
possibile effettuare il recupero, senza aggravi sull’assetto paesaggistico
fini abitativi.
ed urbanistico del territorio.
Recuperare
le
A06 degradate e le
dismesse.
La presenza seppur minimale di aree dismesse è individuata come una
risorsa, capace di garantire, attraverso gli interventi del recupero,
aree
l’obiettivo del contenimento del consumo di suolo.
aree
Il Piano delle Regole individuerà gli ambiti di riconversione delle
destinazioni urbanistiche e di riqualificazione delle aree degradate e delle
aree dismesse.
Promuovere interventi di
Si prevede la possibilità di edificazione delle aree libere individuabili
completamento in aree
all’interno del territorio già urbanizzato, anche mediante eventuali
A07
libere all’interno del centro
interventi integrati di natura pubblico-privata.
edificato.
Indirizzare gli eventuali
completamenti
urbanizzativi
verso
la
A08
riconversione di ambiti
all’urbanizzato
marginali
esistente.
Il DdP propone il completamento degli ambiti pregressi di PRG in atto e
compatibilmente all’assetto paesaggistico, idrogeologico e ambientale del
territorio il Documento di Piano indica come indirizzo per il Piano delle
Regole la possibilità di individuare i futuri incrementi edificatori solo in
aree di frangia debitamente circoscritte ed in grado di intervenire sulla
riorganizzazione dei bordi urbani.
Tali interventi dovranno essere effettuati avendo quale obiettivo di
interesse generale l’utilizzo di tipologie edilizie sostenibili sia sotto il
profilo architettonico sia in grado di garantire un corretto bilancio
ambientale delle operazioni urbanistiche.
143
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2
POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO”
AZIONE
DESCRIZIONE
Il Documento di Piano non
prevede
espansioni
insediative
di
natura
produttiva.
A09 Si demanda al PdR il
compito della definizione e
della localizzazione delle
possibilità
di
completamento.
Il Comune registra una discreta presenza di attività produttive, alcune
localizzate all’interno di aree produttive “riconosciute” urbanisticamente e
altre localizzate lungo l’asse della strada provinciale.
E’ demandata al PdR l’indicazione di un’adeguata normativa volta al
mantenimento e completamento degli insediamenti esistenti, nonché per
la loro riqualificazione-sostituzione, garantendone la compatibilità
urbanistica.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3
POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE
AZIONE
DESCRIZIONE
Riqualificare,
razionalizzare
ed
ammodernare il sistema
distributivo di vicinato
esistente,
che
viene
A10 riconosciuto
nel
suo
fondamentale
ruolo
urbanistico di “motore
delle relazioni e della
rivitalizzazione degli spazi
urbani”.
Il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole prevederanno elementi di
incentivazione per l’allocazione delle attività commerciali ai piani terra e
forme di artigianato di servizio, anche innovativo, ai piani superiori ove
compatibili.
Le nuove attività commerciali di vicinato possono essere collocate
all'interno del tessuto edilizio o dei singoli complessi edilizi di interesse
storico ambientale solamente a condizione che gli interventi di carattere
commerciale non alterino i caratteri, gli elementi connotativi e le relazioni
tra le diverse parti del tessuto urbano meritevoli di conservazione e che
la riattivazione funzionale di unità edilizie esistenti sia coerente con gli
elementi tipologici, morfologici e strutturali del complesso edilizio da
trasformare.
Il Documento di Piano promuove lo sviluppo di un “progetto della
creatività giovanile” per favorire forme di artigianato leggero e di
professionalità nei settori terziari che presentano positive possibilità
insediative nei tessuti edificati residenziali.
Definire sistemi appetibili
di accessibilità pedonale
per favorire la fruizione
L’individuazione di tali percorsi verrà dettagliata nell’adeguamento del
A11 delle aree centrali in un
Piano dei Servizi.
contesto di forte valenza
ambientale e a basso
impatto veicolare.
A12
Individuare
connessioni L’individuazione delle aree di parcheggio
“appetibili” ai parcheggi.
nell’adeguamento del Piano dei Servizi.
verrà
dettagliata
144
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4
POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI
AZIONE
DESCRIZIONE
Attivare
interventi
negoziati per l’acquisizione
e la realizzazione di Prevedere nelle NTA le forme di intervento negoziato favorevoli
A13
parcheggi e servizi in all’acquisizione e alla realizzazione delle aree dei parcheggi e dei servizi.
specifiche
situazioni
localizzative.
Valutare la possibilità di
retrocedere gli “standard
impropri”, al fine di
A14 acquisire risorse per il
della
miglioramento
struttura dei servizi di
effettiva utilità.
Il Piano dei Servizi individua alcune aree con destinazione a parcheggio
pubblico o a verde, le quali tuttavia svolgono funzioni non di interesse
generale ma sono relative al soddisfacimento di esigenze funzionali di
specifici insediamenti.
Tali aree sono da considerarsi sostanzialmente prive di interesse pubblico
e possono quindi essere dismesse dal patrimonio comunale con la
conseguente possibilità della loro alienazione.
La perdita della specifica funzione di interesse pubblico non fa tuttavia
venir meno la necessità del mantenimento della funzione svolta dalle
aree stesse la quale rimane indispensabile per garantire una corretta
risposta funzionale alle necessità indotte dalla presenza degli
insediamenti di riferimento.
In considerazione di quanto indicato sopra l’alienazione delle aree o la
retrocessione agli originari proprietari può avvenire esclusivamente alle
seguenti condizioni:
- nel caso delle aree a parcheggio: che venga mantenuto il vincolo
di destinazione funzionale e la possibilità di accesso, secondo
modalità che saranno di volta in volta definite nell’ambito di
trasferimento della proprietà;
- nel caso di aree verdi: che tali aree rimangano comunque
destinate a verde privato.
L’Amministrazione potrà, con specifica variante a procedura semplificata,
o nell’ambito della formazione del Piano delle Regole, attribuire alle aree
in oggetto diritti edificatori nella misura e con le modalità di utilizzazione
previste dalla disciplina della “compensazione”.
145
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5
INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE
AZIONE
DESCRIZIONE
Mantenere e migliorare la
viabilità
esistente
e
regolare i flussi veicolari in
funzione delle capacità di
traffico
delle
A15
Il PdR indicherà punti e modalità di adeguamento della viabilità locale.
infrastrutture, con evidenti
benefici
sulla
qualità
ambientale del nucleo
centrale e sul sistema
della viabilità locale.
Definire i sistemi di
accessibilità
veicolare
dedicata agli spazi di sosta Individuazione di una normativa specifica per la riqualificazione
A16
nelle aree centrali e dei ambientale e paesistica degli assi della mobilità urbana principale.
nuclei.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6
STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE”
AZIONE
DESCRIZIONE
Individuare una rete di
fruibilità
caratterizzata
principalmente da sistemi
Individuare nel Piano dei Servizi gli opportuni meccanismi di
polivalenti, da un tessuto
perequazione e compensazione per i “nuovi verdi fruibili”, anche
A17
di forte naturalità e da
mediante la definizione di eventuali indici volumetrici compensativi.
una struttura capace di
determinare
importanti
connessioni territoriali.
Individuare
i
corridoi
ecologici e i percorsi
panoramici
come Verrà inserita una specifica normativa nel Piano dei Servizi per
A18
elemento di riferimento l’individuazione dei percorsi più adeguati.
degli interventi di fruizione
ambientale.
Potenziare il sistema di
percorsi fruibili, non solo
ecologico-ambientali ma
anche quali connessioni
privilegiate
tra
gli Favorire l’individuazione di “percorsi fruibili” organizzati a sistema
A19
insediamenti esterni e connessi alle fruibilità del territorio.
l’ambito
di
centralità,
anche
mediante
individuazione di specifica
normativa.
146
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7
POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO
AZIONE
DESCRIZIONE
Mantenere
le
realtà
agricole locali, prevedendo
la rilocalizzazione di quelle
presenti
all’interno
A20 dell’edificato, favorendone
lo sviluppo in forme
compatibili
con
la
rilevanza ambientale e
paesistica dei luoghi.
Il Documento di Piano non prevede e aree da destinare all’attività
agricola in senso fortemente imprenditoriale, con ampi margini di
modificazione del quadro paesistico.
Il Piano delle Regole tuttavia definirà specifici e adeguati riferimenti
normativi per le esigenze di infrastrutturazione e di utilizzazione dei suoli
a nuove modalità e tecnologie di conduzione dell’attività agricola che
possano determinare situazioni problematiche dal punto di vista
paesistico ed ambientale.
Promuovere
forme
innovative
di
attività
connesse a quella agricola
che possano contribuire al
della Nel Piano delle Regole verranno individuati i criteri di incentivazione per
miglioramento
A21 redditività delle aziende, favorire interventi di imprenditorialità agricola ad elevato livello
rilanciando il ruolo del tecnologico purché compatibili con il contesto ambientale e paesistico.
territorio sotto il profilo
dell’economia
rurale
compatibile
e
dell’innovazione.
Salvaguardare le attività
presenti e i loro valori Nel Piano delle Regole verranno individuati incentivi per gli interventi che
A22 ambientali, anche con consentano la realizzazione di percorsi ambientali e paesistici connessi
attenzione alle presenze alla fruibilità del territorio agricolo-ambientale e alle attività agrituristiche.
agrituristiche.
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
AZIONE
DESCRIZIONE
Tutelare e valorizzare le
presenze
storicopaesistiche
ed
architettonico-ambientali
(luoghi di culto, della
Il Piano delle Regole conterrà la regolamentazione finalizzata alla tutela e
storia e della natura).
A23
alla valorizzazione degli ambiti di interesse storico-architettonico e sarà
Valorizzare il sistema dei
corredato da un elenco degli elementi da valorizzare.
nuclei e il tessuto di antica
formazione
anche
mediante la previsione di
una specifica azione di
riqualificazione.
147
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE
AZIONE
DESCRIZIONE
Definire
le
classi
di
sensibilità paesistica del
territorio,
al
fine
di
tutelare e valorizzare la
A24 componente del paesaggio
anche attraverso la tutela
e la riqualificazione dei
percorsi
di
interesse
paesaggistico.
Il PGT rappresenta uno strumento di maggiore definizione paesistica,
imponendo al regime dei suoli trattati una disciplina volta alla specifica
tutela e valorizzazione del paesaggio locale.
Il Piano delle Regole detta le Norme di indirizzo ai fini della tutela del
paesaggio.
Per tutela del paesaggio oggi si intende il governo delle sue
trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi
compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e
biotiche del territorio causato dal trascorrere del tempo e dall’abbandono
degli usi e delle pratiche che lo avevano determinato.
La tutela del paesaggio si attua non solo attraverso la tutela e
qualificazione del singolo bene, ma anche mediante la tutela e
qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla sua
“sopravvivenza”, identificabilità e leggibilità.
La tutela e la qualificazione dovranno quindi esprimersi in forme diverse:
in rapporto ai caratteri della trasformazione proposta ed in relazione al
“grado” di sensibilità del paesaggio.
I principali “percorsi di valenza paesistica e/o elevata potenzialità fruitiva”
vengono dichiarati di interesse pubblico ai fini della loro possibile
utilizzazione, in convenzione o tramite acquisizione dal parte del Comune,
per la realizzazione di percorsi ecologico ambientali, sentieri pedonali e
ciclabili, da destinarsi all’uso pubblico.
Tali percorsi non possono essere oggetto di modificazione né possono
essere occupati da costruzioni. Le fasce prospettiche indicate dai vettori
visuali devono essere mantenute libere da ostacoli visivi al fine di
mantenere complessivamente visibile il sito di riferimento e gli elementi
emergenti di valore paesaggistico.
Tutelare gli ambiti di
elevata naturalità ed in
A25 particolare salvaguardare
e valorizzare il sistema del
Reticolo Idrico.
Il Documento di Piano individua come “ambiti di relazione con i corsi
d’acqua” le fasce lineari definite con profondità variabile dal limite
dell’alveo dei corsi d’acqua minori, per l’intera lunghezza del corso
d’acqua oggetto di tutela.
Gli interventi devono comunque garantire il mantenimento e/o il ripristino
della vegetazione spontanea e la conservazione degli elementi della
biodiversità.
Favorire la creazione di un
sistema continuo di aree
verdi
mediante
la
A26
definizione
e
potenziamento della rete
ecologica comunale.
Il Documento di Piano individua i corridoi ecologici necessari per la
connessione con gli ambiti di elevata naturalità e disciplina la
salvaguardia dei varchi non edificati per la realizzazione di corridoi
ecologici e per il recupero degli elementi di connessione delle aree
agricole attraverso l’impiego di misure agro-ambientali.
Tutelare gli
A27 valenza
ambientale.
Il Documento di Piano individua delle “Aree di salvaguardia degli ambiti e
dei versanti boscati di valenza paesistico ambientale”.
In queste aree è vietata qualsiasi trasformazione dell'assetto boschivo.
ambiti di In particolare vanno salvaguardate la posizione, la consistenza e la
paesistico- configurazione delle macchie boschive caratterizzate dalla presenza delle
essenze caratterizzanti la varietà del bosco.
In tali zone vengono ammesse unicamente le opere ed i normali lavori di
coltura silvicola, connessa alle attività di mantenimento e potenziamento
delle componenti arboree in un quadro di economia forestale.
148
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9
PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA
DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI
AZIONE
DESCRIZIONE
Definire
una
regolamentazione
energetica degli edifici
A28
nelle Norme Tecniche di
Attuazione del Piano delle
Regole.
Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce
nelle Nome Tecniche di Attuazione del Documento di Piano e del Piano
delle Regole una regolamentazione circa il fabbisogno energetico degli
edifici, legandone il rendimento ad incentivi economici e urbanistici.
Definire
una
regolamentazione
di
contenimento dei consumi
A29 idrici degli edifici nelle
Norme
Tecniche
di
Attuazione del Piano delle
Regole.
Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce
nelle Nome Tecniche di attuazione del Documento di Piano e del Piano
delle Regole una regolamentazione di contenimento e razionalizzazione
dei consumi idrici.
Promuovere l’utilizzazione
di energie rinnovabili e/o Il Piano delle Regole prevede incentivi per favorire la diffusione delle
A30
di combustibili a basso energie rinnovabili sul territorio comunale.
impatto ambientale.
Promuovere la salubrità
complessiva del sito e
dell’ambiente urbano nel
A31
quale
è
collocato
l’insediamento
residenziale/produttivo.
La salubrità complessiva dell’edificio, ma anche la salubrità del sito e
dell’ambiente urbano, devono essere perseguiti sia mediante la
limitazione delle emissioni e della formazione di situazioni inquinanti, ma
anche attraverso l’uso di materiali e tecniche costruttive adeguate.
Il Piano delle Regole prevede opportune prescrizioni e regolamentazioni
da attuare ai fini della salvaguardia ambientale e del risparmio di risorse.
Per il settore produttivo vengono previsti: sistemi di abbattimento per i
fumi, trattamento delle acque reflue e loro convogliamento in fognatura,
riciclo delle acque dai processi produttivi, corretta progettazione
dell’inserimento paesistico dell’intervento e previsione di schermature con
siepi ed alberature delle zone più impattanti.
Per i nuovi edifici di carattere residenziali il Regolamento Urbanistico
richiede di predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il
riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini e per gli
scarichi igienici.
Prevedere l’effettuazione
di
preventivi
studi
geotecnici e geognostici
per gli interventi di
trasformazione edilizia e
urbanistica nelle aree con
presenza di rischio o
vulnerabilità limitata.
Il DdP prevede la progressiva messa in sicurezza di tutti gli ambiti
soggetti a rischio di frana.
La disciplina del Piano delle Regole dovrà individuare i livelli di
approfondimento degli studi geognostici e geotecnici preliminari ed ogni
tipo di edificazione d’intervento sul territorio.
A32
149
AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10
POLITICHE PER IL TURISMO NEGLI AMBITI MONTANI
AZIONE
Proporre
una
politica
insediativa
per
la
formazione di interventi
abitativi
a
valenza
turistico-paesistica.
A33 Incentivazione
del
recupero del patrimonio
edilizio esistente dei nuclei
rurali sparsi nell’ambito del
territorio
montano
e
boschivo.
DESCRIZIONE
Nel Piano dei Servizi verranno precisate le possibilità di raggiungimento
degli insediamenti anche con mezzi automobilistici, il ruolo dei punti di
riferimento e di base, anche logistica, per tutte le attività connesse con il
“tempo libero”, il trekking ed il godimento di boschi e natura.
Il Piano delle Regole potrà prevedere interventi edilizi con carattere
prevalente di “tessuto diffuso”, evitando la formazione di “zone
omogenee di espansione” che non riescono ad inserirsi omogeneamente
ai caratteri morfologici e localizzativi degli insediamenti rurali montani.
150
11 – CONTENUTI
151
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
In considerazione di quanto emerso nelle valutazioni dei precedenti capitoli e degli elementi della
proposta del Documento di Piano, la presente parte del Rapporto Ambientale, prevede:
•
la valutazione dei sistemi ambientali e delle relative dinamiche in atto nel territorio
comunale di Foresto Sparso, secondo le analisi sintetizzate nella tabella di valutazione finale
in riferimento alle azioni previste dal Documento di Piano, oggetto del presente Rapporto ;
•
l’individuazione della “coerenza esterna” delle scelte del DdP in rapporto ai sistemi
territoriali di riferimento ed in particolare al PTCP della Provincia di Bergamo, inteso anche
quale strumento di maggior dettaglio del PTPR della Regione Lombardia, e alle linee e agli
indirizzi del PTR della Lombardia;
•
l’esame della “coerenza interna” tra gli obiettivi generali e specifici individuati dal DdP e le
conseguenti azioni declinate dal medesimo in rapporto soprattutto agli aspetti inerenti le
tematiche di ordine ambientale e paesistico;
•
la valutazione di sintesi degli effetti sull’ambiente delle azioni strategiche previste nella
proposta di Documento di Piano, avendo come riferimento principale i criteri di sostenibilità
individuati dalla Commissione Europea (Manuale U.E.), che si assumono come elementi
fondanti della verifica di sostenibilità del DdP rispetto allo sviluppo del territorio di Foresto
Sparso;
•
l’identificazione degli elementi che si caratterizzano come alternative all’attuale quadro della
programmazione urbanistica al fine di valutarne gli elementi di positività o negatività e
quindi di individuare la necessità/opportunità di mettere in atto eventuali politiche
correttive;
•
la definizione di un Piano di monitoraggio da attuare per garantire la corretta efficacia delle
azioni di Piano, individuando opportuni indicatori mirati a definire le positività del processo
di attuazione del PGT o le ripercussioni dei Programmi dei processi e azioni previste sul
sistema ambientale generale.
152
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
12 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna
153
12.1. LA COERENZA ESTERNA
Nell’ambito del processo decisionale del DdP deve essere verificata la coerenza esterna, che
consiste nell’individuare e a mettere in luce gli eventuali elementi contraddittori, rispetto alle
politiche di altri livelli di governo e al quadro pianificatorio e programmatorio sovraordinato di
riferimento.
Per garantire la coerenza del PGT con la pianificazione sovraordinata, sono stati analizzati i
contenuti degli altri pertinenti Piani con riferimento agli obiettivi di sostenibilità ambientale ed è
stata valutata la coerenza delle strategie e azioni del PGT con tali contenuti, esprimendo un
giudizio di coerenza esterna secondo la seguente scala:
NO
=
contrasto
-
=
indifferenza
SI’
=
coerenza
La pianificazione analizzata è la seguente:
•
Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica – Obiettivi di Sostenibilità Manuale
U.E.;
•
PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Bergamo (anche
quale strumento di maggior dettaglio del PTPR - Piano Territoriale Paesistico Regionale della Regione Lombardia;
•
Proposta di PTR (Piano Territoriale Regionale) della Regione Lombardia.
L'analisi di coerenza esterna è sintetizzata nei quadri sinottici seguenti, che verificano la
corrispondenza tra gli obiettivi generali del DdP e gli obiettivi di sostenibilità generale della
pianificazione analizzata.
Come si può osservare dalla lettura delle tabelle, si rileva un buon livello di coerenza esterna del
PGT, in termini di strategie e obiettivi di riferimento.
154
1-Ridurre al minimo l’impiego
energetiche non rinnovabili
delle
5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle
risorse idriche
Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato
per trattenere maggiormente all’interno del territorio la
domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto
concerne il settore alimentare e degli elementi di prima
necessità e per la formazione di condizioni di maggiore
attrattività a i fini della rivitalizzazione del Centro Storico.
Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai
servizi per tutte le tipologie di utenze.
Promuovere la qualità ambientale (riduzione
dell’inquinamento acustico e atmosferico) e la fruizione in
sicurezza dell’ambiente urbano.
Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità
alle aree di verde pubblico.
2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della
capacità di rigenerazione
3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista
ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosiinquinanti
4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della
flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi
Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali
ambiti da possibili interventi di riconversione.
risorse
Minimizzare il consumo di suolo.
Criteri di sostenibilità manageriale
Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della
popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa
ottimale” della Comunità.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
SI’
SI’
-
SI’
-
-
Tematica non presente nel territorio comunale di Foresto Sparso
-
SI’
-
-
SI’
SI’
-
SI’
SI’
155
Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della
popolazione, valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa
ottimale” della Comunità.
Minimizzare il consumo di suolo.
Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali
ambiti da possibili interventi di riconversione.
Incrementare l’attrattività del sistema distributivo di vicinato
per trattenere maggiormente all’interno del territorio la
domanda commerciale dei residenti, soprattutto per quanto
concerne il settore alimentare e degli elementi di prima
necessità e per la formazione di condizioni di maggiore
attrattività a i fini della rivitalizzazione del Centro Storico.
Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai
servizi per tutte le tipologie di utenze.
Promuovere la qualità ambientale (riduzione
dell’inquinamento acustico e atmosferico) e la fruizione in
sicurezza dell’ambiente urbano.
Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità
alle aree di verde pubblico.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Criteri di sostenibilità manageriale
6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse
storiche e culturali.
SI’
SI’
-
SI’
SI’
-
7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente
locale.
SI’
SI’
-
SI’
SI’
SI’
8-Protezione dell’atmosfera.
-
SI’
-
SI’
SI’
9-Sensibilizzare alle problematiche
sviluppare l’istruzione e la formazione.
ambientali,
10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle
decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
156
1-Ridurre al minimo l’impiego
energetiche non rinnovabili
delle
5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle
risorse idriche
Tutela del suolo e delle acque
Favorire il turismo in ambito montano: la vocazione turistica
locale, che ben si coniuga con i caratteri del territorio, non
potendo disporre di una quantità significativa di utenza a
permanenza stagionale, può inserirsi nel circuito a “tempo
libero”, al turismo di fine settimana, all’utenza del trekking e
della fruizione della naturalità.
-
SI’
SI’
SI’
-
-
SI’
SI’
SI’
-
Indirizzare gli interventi di riqualificazione edilizia ed urbanistica
verso risultati di reale e positiva
sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di energia e
minimizzazione consumi idrici).
Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul
territorio comunale
2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della
capacità di rigenerazione
3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista
ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosiinquinanti
4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della
flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi
Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la
capacità di autodepurazione.
risorse
Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali,
che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio.
Criteri di sostenibilità manageriale
Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul
territorio.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Tematica non presente nel territorio comunale di Foresto Sparso
SI’
SI’
SI’
SI’
-
SI’
SI’
SI’
-
SI’
SI’
SI’
SI’
157
Mantenere e valorizzare le attività agricole presenti sul
territorio.
Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali,
che determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio.
Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone la
capacità di autodepurazione.
Indirizzare gli interventi di riqualificazione edilizia ed urbanistica
verso risultati di reale e positiva
sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di energia e
minimizzazione consumi idrici).
Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul
territorio comunale
Tutela del suolo e delle acque
Favorire il turismo in ambito montano: la vocazione turistica
locale, che ben si coniuga con i caratteri del territorio, non
potendo disporre di una quantità significativa di utenza a
permanenza stagionale, può inserirsi nel circuito a “tempo
libero”, al turismo di fine settimana, all’utenza del trekking e
della fruizione della naturalità.
Obiettivi generali del
Documento di Piano
Criteri di sostenibilità manageriale
6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse
storiche e culturali.
-
SI’
-
SI’
7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente
locale.
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
SI’
8-Protezione dell’atmosfera.
-
SI’
SI’
-
SI’
-
9-Sensibilizzare alle problematiche
sviluppare l’istruzione e la formazione.
ambientali,
10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle
decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione
158
12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA’ CON IL PTCP E IL PTPR
La questione del rapporto tra il “Documento di Piano” e la verifica che su tale documento – e più
in generale sul PGT nel suo complesso – deve effettuarsi per l’accertamento della compatibilità
con il PTCP della Provincia, viene trattata in questo Rapporto solo con riferimento alle questioni
inerenti i contenuti della Valutazione Ambientale Strategica.
In questo senso va affermato che la verifica di compatibilità non viene assunta dal presente
Documento come momento di controllo finale degli esiti di controllo e progettuali del PGT ma parte
dalla preventiva assunzione dei contenuti e degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento
della Provincia, e dalla necessità di verificare non solo la coerenza del PGT con tutti gli elementi
aventi valore prescrittivo e prevalente ma anche la situazione dei contenuti del PGT che possono
avere rilevanza nel disegno territoriale e che devono essere considerati come elementi coordinati
con il disegno più generale dell’area vasta, verificando la coerenza con l’indirizzo del dettato
dell’art. 18 della l.r. 12/2005 ove è previsto che “le valutazioni di compatibilità rispetto al
PTCP…concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto…ad assicurare il conseguimento degli
obbiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti”.
La verifica di compatibilità con il PTCP assicura anche la coerenza con il PTPR del quale il PTCP
costituisce strumento di maggiori dettagli per i contenuti in materia ambientale e paesistica.
Nel prospetto che segue, sono individuati i contenuti della Relazione e/o delle Norme di Attuazione
(NdA) del PTCP che riguardano le tematiche inerenti gli sviluppi insediativi e gli elementi di
salvaguardia ambientale e paesistica aventi rilevanza sulla pianificazione locale.
LEGENDA:
• NdA Art. 00 c 00 : Norme di Attuazione del PTCP e relativo articolo e comma di riferimento
• R-000 : Relazione Generale del PTCP e pagina di riferimento
• A01-A02, ecc…: Azioni di Piano di riferimento per la verifica di coerenza con il PTCP
•
Contenuti del PTCP che non interessano le previsioni del DdP
159
Contenuto
Rif. NdA o
Relazione
Definizione interventi di rilevanza sovracomunale. Sottopone
a PAIS e tavoli interistituzionali preventivi i servizi con bacino
doppio rispetto a capacità teorica e comunque sopra i 5.000
abitanti; insediamenti produttivi con sf maggiore di 250.000
mq; commercio con sup. lorda vendita maggiore di 10.000
mq
I piani comunali dovranno rilevare la compatibilità delle
generazioni di traffico dovuta ai pesi insediativi esistenti e
programmati
I piani comunali danno indicazioni per il contenimento delle
trasformazioni e dei consumi di suolo per espansioni e
trasformazioni urbane
Determinazione dei fabbisogni insediativi avendo riguardo al
minor consumo di territorio possibile
I comuni determinano i fabbisogni residenziali anche
considerando i fenomeni migratori determinati dalla attività
produttive con particolare riferimento ai soggetti di
provenienza extra comunitaria
Principi generali per il dimensionamento dei fabbisogni
insediativi
Indicazioni su contenimento del suolo agricolo attraverso la
gradazione dei “valori”
Indirizzi per gli incrementi residenziali: recupero patrimonio
esistente; nuovi impianti con adeguata capacità insediativa
per minimizzare il consumo di suolo agricolo; priorità al
recupero, quindi completamento nelle aree interstiziali e di
frangia, per rendere più compatto e funzionale il sistema dei
centri urbani esistenti
Piano di settore sul commercio con individuazione aree
idonee per localizzazione nuovi insediamenti
Ambiti urbani caratterizzati da fenomeni di dissesto: criteri di
ammissibilità degli interventi
Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o
trasformazioni urbane per aree di particolare valore paesistico
e naturalistico
Localizzazione interventi in zone collinari e montane in aree
che interessino zone di completamento delle frange urbane,
ambiti agrari già dimessi o aree agricole di marginalità
produttiva
Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o
trasformazioni urbane per le aree agricole
Localizzazione di servizi nelle aree verdi della pianificazione
comunale con valenza paesistica
Azioni
previste
dal DdP
Art 79 c 4
A01
Art 92 c1
A01
Art 93 c1
A02-A03
R 158
A02-A03
A04-A05
R 160
A06-A07
A08
Art 43
A32
Artt 54 -57
A02
Art 58 c 4
A03-A06
Art 67
A17-A18A19-A20
I piani comunali dovranno di norma non consentire
insediamenti urbanizzativi con sviluppo parallelo ai tracciati
della viabilità principale
Individuazione aree logistiche intermodali per il trasporto
delle merci
160
Localizzazione nodi interscambio (tav 3), con previsione nei
piani comunali di spazi per parcheggi e per servizi
Articolazione sistema insediativo in quattro componenti
fondamentali (insediamenti di centralità, centri urbani,
aggregati e nuclei, beni storico-architettonici isolati) rispetto
ai quali definire interventi di carattere e valenza
sovracomunale
Localizzazione di attrezzature, servizi e opere di
urbanizzazione secondaria nelle aree agricole
Aree di primo riferimento per la pianificazione locale come
indicazioni di ambiti meno problematici ai fini della
trasformazione urbanistica
Aree agricole oggetto di trasformazione. Il piano comunale
deve dare dimostrazione che le aree non devono avere avuto
aiuti comunitari per almeno dieci anni
Direttive sugli insediamenti produttivi per i piani comunali:.
utilizzo di aree produttive già previste, evitare disseminazione
nel territorio di aree e complessi isolati, incrementare
accessibilità agli impianti produttivi
Localizzazione insediamenti produttivi di livello provinciale e
classificazione
Localizzazione aree produttive in modo da contenere gli
spostamenti dei pendolari e di massimizzare l’utilizzo del
trasporto pubblico
Individuazione delle attrezzature sovracomunali e di interesse
provinciale (in tavola E4)
Individuazione elementi di coordinamento sul territorio: 1)
aree meno sensibili, più opportune per interventi insediativi;
2) indirizzi per la gestione della forma urbana e
l’organizzazione territoriale degli insediamenti; 3) gerarchia
dei valori ambientali e paesistici e della funzione delle aree
inedificate; 4) le invarianti che pongono limiti all’occupazione
dei suoli
Indirizzi per orientare i comuni nella definizione degli ambiti
di sviluppo della forma urbana
Criteri favorevoli per la localizzazione degli insediamenti:
accessibilità, valenze storico-culturali, adiacenza a centri
servizi interurbani, adiacenza a sistemi produttivi, ecc.
Individuazione delle aree con fenomeni urbanizzativi in atto
(tav E 2.2) e aree di primo riferimento per la pianificazione
locale (tav E4), anche come aree atte a garantire un
adeguato rapporto tra insediamenti e salvaguardia suoli
agricoli
Orientamento dei piani comunali verso il compattamento
della forma urbana
Evitare consumo di suolo agricolo nelle zone già oggetto di
investimenti pubblici di irrigazione o bonifica, in quelle con
suoli di elevata qualità e/o produttività, in quelle con
testimonianza delle antiche organizzazioni agricole
Recupero a scopo residenza e ricettività turistica degli
agglomerati rurali esistenti di antica formazione con
caratteristiche apprezzabili di edilizia spontanea
Art 94 c 2
A09
R 156
A02-A03
A04-A05
R157
A06-A07
A08
R 157
R 160
A03-A07A08
A04-A33
161
Definizione della rete delle centralità in relazione ai servizi.
Classificazione servizi in differenti livelli; creare condizioni che
garantiscano un adeguato grado di equipotenzialità tra
situazioni di presenza di servizi e di accessibilità agli stessi;
politiche prioritarie della provincia
Criteri per verifiche di compatibilità nelle aree di criticità in
ambito di pianura
Verifiche di congruenza in aree interessate da SIC o ZPS
Indirizzi generali di inserimento ambientale e paesaggistico
per gli interventi insediativi in aree di montagna e collinari.
Aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previsti. In queste
aree, in immediato rapporto con i contesti urbani, orientare le
trasformazioni alla riqualificazione e ricomposizione delle zone
di frangia degli insediamenti. Previsione di adeguato
inserimento paesistico e ambientale, anche tramite previsioni
di impianti arborei e arbustivi. Creazione di reti ecologiche e
di collegamento con aree verdi e reti ecologiche esistenti.
Mantenimento dei varchi e degli spazi liberi interurbani per
continuità dei corridoi ecologici
Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e progettazione
paesistica, nei quali realizzare un sistema di aree e ambiti di
continuità
del
verde.
Individuazione
elementi
di
caratterizzazione dei progetti edilizi
R 172-174
A13-A14
Art 58
A02
A02-A03A06-A07-
Art 62
A08-A18A24-A25A26
Art 65, art 72 c 7
A18-A19A26
A18-A19-
Art 66
A23-A24A25-A26A27-A33
A02-A04-
Indicazioni per insediamenti rurali ed elementi di interesse
storico
Artt 68 - 69
A19-A20A21-A22A23-A33
Percorsi di fruizione paesistica. Curare che nuove previsioni
insediative non compromettano le condizioni di visibilità dai
punti e dai percorsi panoramici
Indicazioni rispetto a interventi nei centri storici, con
promozione integrazione delle funzioni
Art 70 c 2 lett c,
A02-A18-
art 72 c 2
A19-A24
Espansioni e trasformazioni come elementi di riqualificazione
e ricomposizione dei fronti e delle frange urbane, anche
tramite riequipaggiamento arboreo e arbustivo
I comuni dovranno pianificare gli insediamenti produttivi
tenendo conto di esigenze di compattezza del disegno
organizzativo e insediativo, e del massimo riutilizzo dei
complessi esistenti disponibili o da riqualificare
Indicazioni sulle mitigazioni per insediamenti commerciali,
con particolare riferimento all’accessibilità, alle ricadute sulla
viabilità, alle dotazioni di parcheggi, e all’inquinamento e alle
altre ricadute sugli abitati vicini
Sintesi degli indirizzi per la compatibilità territoriale degli
insediamenti commerciali: impatto territoriale, sistema viario,
trasporti, ambiente e paesaggio
Art 92 c 2
A03-A07-
(lett g)
A08
Art 97
A09
Art 91
A02-A04A23-A33
162
12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR
PRINCIPALI ELEMENTI DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE
INERENTI LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEL DdP
PRINCIPALI INDIRIZZI DEL PTR
Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori,
l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione:
- in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e
per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente
- nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai
servizi), nell’uso delle risorse e nella produzione di energia
- e nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi
partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del
rischio
Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua
accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e
identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati
e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso:
- la promozione della qualità architettonica degli interventi
- la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici
- il recupero delle aree degradate
- la riqualificazione dei quartieri di ERP
- l’integrazione funzionale
- il riequilibrio tra aree marginali e centrali
- la promozione di processi partecipativi
Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica
utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti , sulla riduzione
degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio
Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la
residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo
prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il
ricorso all’utilizzo di suolo libero
Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità
dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle
acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico
Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di
utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della
conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico,
derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di
manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo
prudente e sostenibile del suolo e delle acque
Assicurare l’entità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici
economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico,
infrastrutturale ed edilizio
Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori
della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo
e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica di
rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli
habitat
Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili
per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e
responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei
processi di produzione ed erogazione, il recupero e i riutilizzo dei territori
degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti
Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la
progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni
AZIONI DEL DdP
A23-A24-A25-A28-A29-A30-A31
A04-A06-A08-A09-A29-A30
A13-A14
A01-A02-A03-A04A08-A09-A10-A11
A29-A31-A32
A29-A32
PRINCIPI FONDAMENTALI
A20-A21-A22-A23A24-A25-A26-A27-A33
A06-A28-A29-A30-A31
A02-A04-A15-A16-
163
climateriaranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle
acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica
integrata
Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche
attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale,
ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento
del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della
Lombardia
Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli
interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastruttuale ed edilizio,
tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli
impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già
realizzati
Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con
particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo
l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di
valorizzazione del territorio
A25-A28-A29-A30-A31
A02-A04-A17-A18-A19-A20A21-A22-A23-A24-A25-A26-A27
A28-29-A30-A31
A02-A17-A18-A19-A20-A21A22-A23-A24-A25-A26-A27
164
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
13 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna
165
13.1. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP
Nel Documento di Scoping si era indicato come criterio preliminare la necessità che la VAS,
tenendo conto del quadro delle criticità, valutasse preliminarmente una serie di interrogativi
preliminari
a cui si è ritenuto necessario che il Rapporto Ambientale, nella sua componente
valutativa, desse una prima generale risposta.
Tali quesiti, alcuni di natura strategica, sono riferiti a considerazioni di carattere generale e a
rapporti che legano il PGT con gli strumenti di pianificazione sovraordinata, altri attengono in modo
più diretto, al Piano, tanto nella sua dimensione urbana che territoriale e fanno riferimento ai temi
della sostenibilità.
In quanto al primo quesito, si può affermare che la strategia di sviluppo perseguita dal DdP
riguarda non già uno sviluppo inteso come crescita edilizia ed espansione urbanizzativa, ma uno
sviluppo considerato come crescita della qualità dell’esistente, come valorizzazione dei caratteri
architettonici, urbanistici e paesistico ambientali, come incremento della potenzialità di erogazione
di servizi e quindi complessivamente come crescita della qualità della vita.
La coerenza del PGT con le strategie di sviluppo delineate dai documenti di pianificazione
sovraordinati è già stata ampiamente trattata nell’ambito della valutazione di “Coerenza Esterna” e
il rapporto con i piani dei comuni contermini può considerarsi positivo in quanto le previsioni del
DdP non determinano alcun tipo di ricaduta negativa o di contrasto con la pianificazione locale al
contorno.
Gli altri quesiti preliminari trovano risposta positiva relativamente agli aspetti sui quali il DdP, e più
in generale la Disciplina Urbanistica, possono oggettivamente e operativamente incidere (tali
quesiti sono individuati in colore verde).
Trovano altresì risposta positiva, ma nei termini dell’attenzione e dei contenuti di indirizzo agli
strumenti operativi che dovranno essere definiti nella fase successiva all’approvazione del PGT
(pianificazione attuativa, regolamento edilizio, discipline di settore e tecnologiche, ecc…), tutti gli
altri quesiti che non attengono strettamente materie direttamente disciplinabili dal DdP e/o dalla
sola Disciplina Urbanistica (tali quesiti sono individuati in colore viola).
Gli interrogativi preliminari individuati nel Documento di Scoping sono qui di seguito elencati ed
evidenziati:
1. Il PGT quale strategia di sviluppo e quale ruolo prefigura per il Comune;
2. Il PGT è coerente con le strategie di sviluppo delineate dagli strumenti di pianificazione
sovraordinati? E in quale rapporto si pone con i piani dei Comuni contermini?
3. Il Piano considera in modo adeguato le criticità locali?
4. Il Piano tiene conto dei valori ambientali dei luoghi, della biodiversità e delle condizioni di
biopermeabilità del territorio?
5. Il Piano evita lo spreco di terreno agricolo pregiato?
166
6. Il Piano tutela e valorizza le risorse agro – silvo - pastorali anche nella loro nuova funzione
ambientale e paesaggistica?
7. Il Piano tutela e valorizza il paesaggio e i beni culturali?
8. Il Piano tiene conto dell’assetto idraulico e delle modificazioni del ciclo integrato delle acque?
9. Il Piano contribuisce a ridurre la pericolosità ambientale e l’esposizione al rischio?
10. Il Piano propone interventi che migliorano le condizioni di accessibilità del territorio e della sua
funzione?
11. Il Piano fa quanto gli compete per limitare il consumo di energia e di materie prime non
rinnovabili?
12. Il Piano riduce il rischio (le cause) dell’inquinamento locale migliorando la salute dei cittadini?
13. Il Piano migliora le condizioni di vivibilità del tessuto edificato del capoluogo e delle frazioni?
14. Il Piano migliora l’accesso agli spazi pubblici e ai servizi di uso quotidiano?
15. Le scelte del Piano sono realisticamente realizzabili?
16. Il Piano prevede forme di “adeguamento” delle sue previsioni all’evoluzione dei fenomeni
territoriali?
167
13.2. LA COERENZA INTERNA
Nella fase di consolidamento delle alternative del PGT, l'analisi di coerenza interna ha lo scopo di
rendere trasparente e leggibile in tutti i suoi aspetti il Documento di Piano.
A tal fine, occorre che sia esplicito e riconoscibile il legame fra gli obiettivi specifici e le azioni di
Piano proposte per conseguirli e soprattutto che tale relazione sia coerente.
Le principali relazioni che devono essere verificate sono:
•
ad ogni obiettivo generale deve corrispondere almeno un obiettivo specifico (e ciò è gia
stato verificato nel capitolo inerente il DdP);
•
per ogni obiettivo specifico deve essere identificata almeno un’azione in grado di
raggiungerlo.
Qualora si riscontrasse la mancanza di coerenza interna, sarebbe necessario ripercorrere alcuni
passi del DdP, ristrutturando il sistema degli obiettivi e ricostruendo il legame fra le azioni
costituenti le alternative di Piano e gli obiettivi.
La relazione fra obiettivi e azioni risulta sostanzialmente verificata, anche se alcuni degli obiettivi
proposti trovano sviluppo in ambiti diversi dagli interventi di competenza specifica del Documento
di Piano che è l’oggetto specifico della VAS.
Come si può rilevare dall’analisi dei quadri sinottici che seguono, si osserva un positivo livello di
coerenza interna al PGT.
168
Obiettivo specifico
A01 A02 A03 A04 A05 A06 A07 A08 A09 A10 A11 A12 A13 A14 A15 A16
Opzione di crescita residenziale contenuta rispetto alle potenzialità che il
territorio può presentare.
Creare condizioni abitative in termini qualitativi e quantitativi adeguate per
le classi sociali presenti, in modo da soddisfare la domanda determinata
dalla crescita prevista di nuove famiglie.
-
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-
Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza.
-
Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del patrimonio
esistente.
-
-
-
Utilizzare prioritariamente gli spazi interstiziali al tessuto già urbanizzato
nelle zone di frangia.
-
-
-
-
-
-
-Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio.
-Limitare nuovi interventi al minimo indispensabile per garantire un
equilibrio nel rapporto tra i carichi ambientali già presenti e il sistema della
residenza e delle presenze di carattere ambientale e paesistico.
-
-
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-
-
-
-
-
Tutelare le funzioni di vicinato a livello commerciale (piccola e media
distribuzione).
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-
Migliorare l’accessibilità all’ambito di centralità urbana dove risiede la
maggior parte del sistema distributivo di vicinato.
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-
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-
-
Integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico (parcheggi, aree per
attrezzature scolastiche, sportive e per il tempo libero).
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-
Migliorare il sistema della mobilità di accesso e distributiva al centro abitato.
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-
-
169
Obiettivo specifico
A17 A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30 A31 A32 A33
-
Integrare e razionalizzare il verde fruibile.
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-
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-
-
-
-
-
-
-
-
Promuovere una articolazione del “territorio rurale” che individui le
aree con presenza di insediamenti agricoli e quelle alle quali
assegnare una preliminare funzione come “ambito di valore
paesaggistico ambientale ed ecologico”.
-
-
-
Rafforzare l’identità dei siti e dei luoghi urbani e potenziare le
opportunità culturali e di fruizione per gli abitanti.
-
-
-
-
-
-
Tutelare tutte le componenti morfologiche, simboliche, ambientali
e percettive che contribuiscono alla definizione del paesaggio
locale.
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-
-
-
Conservare ed incrementare la biodiversità.
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-
Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali degli
edifici residenziali/produttivi.
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Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali degli
edifici residenziali/produttivi.
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-
-
Eliminare i carichi indotti sull’ambiente esterno dall’attività di
costruzione edilizia e dall’utilizzo e gestione dei fabbricati.
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-
-
-
Garantire la non utilizzazione dei suoli in ogni ambito a rischio
elevato di pericolosità e/o di vulnerabilità.
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-
-
-
-
-
-
-
-
Individuare la possibilità di effettuare una serie di “microinterventi”
di recupero per la realizzazione di volumetrie abitative o di
“ricettività alternativa” seguendo il criterio insediativo dell’edilizia
montana nei caratteri dell’impianto “tradizionale”dell’edificazione
sparsa e/o dei nuclei.
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-
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-
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-
-
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-
-
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-
Salvaguardare i valori ambientali biologici e naturalistici.
-
170
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
14 – LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI
E DELLE AZIONI DI PIANO
171
14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’
Nel presente paragrafo si procede alla Valutazione Ambientale delle Azioni di Piano
precedentemente individuate.
Per quanto riguarda il Comune di Foresto Sparso, la scelta delle Azioni e degli Interventi di Piano si
è sviluppata essenzialmente mirando al soddisfacimento delle esigenze della popolazione
residente, compatibilmente con gli indirizzi politici e gli obiettivi della pubblica amministrazione.
Durante il percorso di definizione di tali Azioni sono stati presi in considerazione diversi criteri che
mirano essenzialmente alla minimizzazione del consumo di suolo ed alla sostenibilità ambientale
delle scelte effettuate. Le Azioni previste dal Documento di Piano hanno quindi già per loro natura
effetti sostanzialmente positivi rispetto ai criteri di sostenibilità presi in esame.
La valutazione ambientale del Documento di Piano del Comune di Foresto Sparso si basa sulla
valutazione della compatibilità delle scelte previste dal DdP con criteri di sostenibilità da applicarsi
al territorio comunale.
Tali criteri sono stati definiti sulla base degli obiettivi di sostenibilità identificati dalla Commissione
Europea (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi
dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea” - Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza
Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998), che sono stati interpretati e contestualizzati in modo
flessibile all’interno della realtà territoriale esaminata.
CRITERI DI SOSTENIBILITA’ – MANUALE UE
01 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili.
02 Impiegare le risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione.
03 Usare e gestire in maniera corretta le sostanze e i rifiuti pericolosi ed inquinanti.
04 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatica, degli habitat e dei paesaggi.
05 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche.
06 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali.
07 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale.
08 Proteggere l’atmosfera.
09 Sensibilizzare alle problematiche ambientali e sviluppare l’istruzione e la formazione in campo
ambientale.
10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.
172
La seguente tabella individua, con una breve descrizione, l’articolazione che si intende dare a
ciascun criterio in rapporto agli obiettivi e degli indirizzi assunti rispetto alla realtà territoriale del
comune di Foresto Sparso.
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
Il criterio in esame è connesso in particolare alla compatibilità di un
determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto ad
Compatibilità
territoriale
in
elementi di qualità e/o sensibilità che caratterizzano l’area in oggetto:
relazione ai vincoli ambientali e
fasce di rispetto dei corsi d’acqua superficiali e delle sorgenti, presenza
alla geologia del territorio.
di zone a bosco, elementi vulnerabili particolari, presenza di elementi
geologici di particolare rilevanza, ecc.
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e
parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili,
rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità
Minimizzazione del consumo di riservate alle generazioni future.
In contesti urbanizzati, il suolo rappresenta una risorsa ancora più
suolo.
pregiata, in considerazione della sua scarsità e dei benefici che esso
arreca nelle aree urbane (disponibilità di aree libere per la fruizione e
per il riequilibrio ecologico, influenza sul microclima, ecc.)
Contenimento
atmosfera.
Miglioramento
delle acque
contenimento
idrici.
emissioni
L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree
urbane, nelle quali il traffico veicolare, il riscaldamento domestico
in invernale e le attività di produzione contribuiscono, con le loro
emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria.
Gli effetti nocivi di determinati inquinanti sono legati ai livelli raggiunti
in atmosfera e ai loro tempi di permanenza in essa.
Il principio cui attenersi è la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo
qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già
della qualità degradate.
superficiali e Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati
dei
consumi da molteplici attività umane, causano numerose e diversificate pressioni
sullo stato qualitativo e quantitativo delle risorse idriche (scarichi acque
reflue, uso di fertilizzanti e prodotti nocivi, approvvigionamento idrico,
derivazioni superficiali e sotterranee, ecc.).
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e
parsimonioso delle risorse energetiche non rinnovabili (combustibili
fossili, ecc.), rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le
Maggiore
efficienza
nella possibilità riservate alle generazioni future.
e La produzione energetica è strettamente associata alla qualità dell’aria,
produzione
di
energia
contenimento
dei
consumi che subisce modificazioni di stato dalle emissioni derivanti dal traffico
energetici.
veicolare e dalle attività industriali.
Le modalità di produzione e consumo di energia, e le conseguenti
emissioni in atmosfera, rappresentano un elemento determinante della
qualità ambientale delle aree urbane.
173
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‘utilizzo di materie che
producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima
produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, di
gestione dei rifiuti e riduzione dell’inquinamento.
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei
consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita
brevi.
Contenimento della produzione Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato
di rifiuti.
che
vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento del tenore di
vita e all’ aumento del reddito.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore
di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata
alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche
economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo
smaltimento degli stessi.
Contenimento
dell’inquinamento acustico.
Lo scopo è quello di mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente
locale.
Il rumore è uno dai fattori caratterizzanti la qualità dell’ambiente locale,
insieme a qualità dell’aria, presenza di inquinamento elettromagnetico,
impatto visivo, ecc.
La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, cui si
aggiungono le attività artigianali e industriali.
Il criterio in oggetto è connesso in particolare alla compatibilità di un
determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto alle
infrastrutture per la mobilità.
Si tratta di stimare l’impatto di generazione di spostamenti, di verificare
Compatibilità
con
le
l’adeguatezza delle infrastrutture presenti anche per i modi di
infrastrutture per la mobilità e
spostamento sostenibili.
con i servizi tecnologici.
Per quanto riguarda la compatibilità con i servizi tecnologici viene
valutato il peso, in termini di capacità aggiuntiva, che l’intervento può
avere sulle reti di acquedotto, fognatura, metano e distribuzione
energia elettrica esistenti.
174
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
DESCRIZIONE
La presenza di aree verdi è sicuramente un elemento di qualità, sia
perché offre spazi ricreativi, educativi, per le relazioni sociali e,
esteticamente, contribuisce a dare della città un’immagine di maggiore
vivibilità, sia perché offre benefici di carattere ecologico: miglioramento
del clima urbano, assorbimento degli inquinanti atmosferici, riduzione
dei livelli di rumore, l’attenuazione della luce eccessiva, stabilizzazione
dei suoli e riduzione dell’erosione.
Inoltre il verde urbano contribuisce ad arricchire la biodiversità nelle
città, in quanto fornisce l’habitat per molte specie animali e vegetali.
Il principio fondamentale è mantenere ed arricchire le riserve e la
Tutela e protezione delle aree
qualità delle risorse del patrimonio naturale, affinché le generazioni
naturalistiche e degli ambiti
presenti e future possano goderne e trarne beneficio.
paesistici.
La tutela degli ambiti paesistici è connessa con l’obiettivo di tutelare il
suolo libero e di valorizzare le aree libere.
L’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e
aree libere, e garantire la conservazione delle aree di maggiore pregio
naturalistico in modo che ne possano godere le generazioni presenti e
future.
Il criterio è inoltre correlato a mantenere e migliorare la qualità
dell’ambiente locale, che assume la massima importanza nelle zone e
nei luoghi residenziali, localizzazioni di buona parte delle attività
ricreative e lavorative.
I principi che ispirano lo sviluppo sostenibile prevedono che vengano
preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione,
rappresentativi di un periodo o aspetto, che forniscano un particolare
Tutela e valorizzazione dei beni
contributo alle tradizioni e alla cultura della zona.
storici ed architettonici.
L’elenco contiene edifici di valore storico, culturale, monumenti, reperti
archeologici, architettura di esterni, paesaggi, parchi e giardini e tutte
le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità.
Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento ad un insieme di
elementi che vanno dalla disponibilità di servizi e strutture, alla qualità
ambientale complessiva di un luogo.
Per quanto riguarda la disponibilità di servizi e strutture, il criterio si
riferisce alla possibilità per la popolazione di accedere ai servizi sanitari,
Protezione della salute e del alla disponibilità di alloggi, di strutture culturali, alla libertà di
benessere dei cittadini.
movimento con diverse alternative di spostamento, alla disponibilità di
lavoro e di svago, all’integrazione sociale e culturale.
Per quanto riguarda invece la qualità dell’ambiente di luogo, il criterio fa
riferimento a ciò che riguarda la salute umana e quindi a tutti quegli
inquinanti che causano danni alla salute umana (ozono, particolato
nell’aria, rumore, ecc.).
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi emersi
dalla
partecipazione
del
pubblico.
Lo scopo è quello di rispondere a determinate esigenze della collettività,
emerse durante i momenti partecipativi al processo decisionale del
Piano, al fine di potenziare tale strumento, quale garanzia di
trasparenza e condivisione.
175
Per ciascun criterio di sostenibilità preso in considerazione vengono valutati impatto e influenza
dell’alternativa di Piano, al fine di determinare l’eventuale presenza di limitazioni o la necessità di
interventi di mitigazione per indirizzare l’attuazione del Piano alla sostenibilità ambientale.
La valutazione si riferisce alla “compatibilità” dell’intervento in relazione alla criterio ambientale in
esame e viene espressa utilizzando la seguente simbologia:
●
Intervento Compatibile
-
Intervento indifferente
●
Intervento non compatibile
176
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
●
●
●
●
●
-
-
-
●
Tutela dei “sistemi della qualità” che
caratterizzano il territorio comunale
A02 (centro storico, sistema del verde di
cintura dell’ ambito urbanizzato)
come “invarianti urbanistiche”.
●
●
●
●
●
●
●
●
-
-
-
●
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
●
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
●
Contenimento emissioni
in atmosfera
●
AZIONI DI PIANO
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento della
produzione di rifiuti
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Il Documento di Piano prevede un
dimensionamento prevalentemente
riferito alle previsioni di carattere
endogeno con modeste integrazioni
quantitative al fine di garantire una
sostenibile
crescita
demografica
all’interno del territorio comunale,
A01 limitando quindi le previsioni di
sviluppo alle quantità necessarie a
garantire il soddisfacimento dei
fabbisogni che nasceranno all’interno
della popolazione già presente e ad
una domanda esogena contenuta
non richiamata da fenomeni di
marketing immobiliare.
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
ALTERNATIVA UNO
177
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Il Documento di Piano esclude la
previsione di significative espansioni
e limita il consumo di suolo rispetto
A03 alle previsioni del vigente PRG a n.3
nuovi Ambiti di Trasformazione di
modesta entità, poste in area a
margine dell’urbanizzato esistente.
●
●
●
●
●
●
●
●
-
A04
Recuperare le volumetrie ancora
disponibili nel centro storico.
●
-
A05
Recuperare
abitativi.
●
-
A06
Recuperare le aree degradate e le
aree dismesse.
●
-
●
Promuovere
interventi
di
A07 completamento in aree libere
all’interno del centro edificato.
●
●
-
Indirizzare
gli
eventuali
completamenti urbanizzativi verso la
A08
riconversione di ambiti marginali
all’urbanizzato esistente.
●
●
-
i
sottotetti
ai
fini
-
178
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Il Documento di Piano non prevede
espansioni insediative di natura
produttiva.
A09
Si demanda al PdR il compito della
definizione e della localizzazione
delle possibilità di completamento.
-
-
●
-
-
-
●
-
-
-
●
●
Riqualificare,
razionalizzare
ed
ammodernare il sistema distributivo
di vicinato esistente, che viene
A10 riconosciuto nel suo fondamentale
ruolo urbanistico di “motore delle
relazioni e della rivitalizzazione degli
spazi urbani”.
-
●
-
-
-
-
-
-
-
-
-
●
Definire
sistemi
appetibili
di
accessibilità pedonale per favorire la
A11 fruizione delle aree centrali in un
contesto di forte valenza ambientale
e a basso impatto veicolare.
●
-
●
-
-
-
●
-
●
-
●
●
Individuare connessioni “appetibili”
ai parcheggi.
-
-
●
-
-
-
●
●
-
-
●
●
Attivare interventi negoziati per
l’acquisizione e la realizzazione di
A13
parcheggi e servizi in specifiche
situazioni localizzative.
●
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
●
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
A12
179
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Valutare la possibilità di retrocedere
gli “standard impropri”, al fine di
A14 acquisire risorse per il miglioramento
della struttura dei servizi di effettiva
utilità.
-
●
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
Mantenere e migliorare la viabilità
esistente e regolare i flussi veicolari
in funzione delle capacità di traffico
A15 delle infrastrutture, con evidenti
benefici sulla qualità ambientale del
nucleo centrale e sul sistema della
viabilità locale.
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
●
Definire i sistemi di accessibilità
A16 veicolare dedicata agli spazi di sosta
nelle aree centrali e dei nuclei.
-
-
●
-
-
-
●
●
-
-
●
●
Individuare una rete di fruibilità
caratterizzata principalmente da
sistemi polivalenti, da un tessuto di
A17
forte naturalità e da una struttura
capace di determinare importanti
connessioni territoriali.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
●
●
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
180
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Individuare i corridoi ecologici e i
percorsi panoramici come elemento
A18
di riferimento degli interventi di
fruizione ambientale.
●
●
●
●
Potenziare il sistema di percorsi
fruibili, non solo ecologico-ambientali
ma
anche
quali
connessioni
A19 privilegiate tra gli insediamenti
esterni e l’ambito di centralità, anche
mediante individuazione di specifica
normativa.
●
●
●
●
Mantenere le realtà agricole locali,
prevedendo la rilocalizzazione di
quelle
presenti
all’interno
A20 dell’edificato,
favorendone
lo
sviluppo in forme compatibili con la
rilevanza ambientale e paesistica dei
luoghi.
●
●
●
●
●
●
●
-
181
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
Promuovere forme innovative di
attività connesse a quella agricola
che
possano
contribuire
al
miglioramento della redditività delle
A21
aziende, rilanciando il ruolo del
territorio
sotto
il
profilo
dell’economia rurale compatibile e
dell’innovazione.
●
●
Salvaguardare le attività presenti e i
loro valori ambientali, anche con
A22
attenzione
alle
presenze
agrituristiche.
●
●
Tutelare e valorizzare le presenze
storico-paesistiche ed architettonicoambientali (luoghi di culto, della
storia e della natura).
A23
Valorizzare il sistema dei nuclei e il
tessuto di antica formazione anche
mediante la previsione di una
specifica azione di riqualificazione.
●
●
●
-
182
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Definire le classi di sensibilità
paesistica del territorio, al fine di
tutelare e valorizzare la componente
A24
del paesaggio anche attraverso la
tutela e la riqualificazione dei
percorsi di interesse paesaggistico.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
Tutelare gli ambiti di elevata
naturalità
ed
in
particolare
A25
e
valorizzare
il
salvaguardare
sistema del Reticolo Idrico.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
●
-
-
Favorire la creazione di un sistema
continuo di aree verdi mediante la
A26
definizione e potenziamento della
rete ecologica comunale.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
Definire
una
regolamentazione
energetica degli edifici nelle Norme
A28
Tecniche di Attuazione del Piano
delle Regole.
-
-
-
●
-
-
-
-
-
-
-
-
Definire una regolamentazione di
contenimento dei consumi idrici degli
A29
edifici nelle Norme Tecniche di
Attuazione del Piano delle Regole.
-
-
●
-
●
-
-
-
-
-
●
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
A27
Tutelare gli ambiti
paesistico-ambientale.
di
valenza
183
Compatibilità territoriale in
relazione ai vincoli ambientali
e alla geologia del territorio
Minimizzazione del
consumo di suolo
Contenimento emissioni
in atmosfera
Miglioramento della qualità
delle acque superficiali e
contenimento dei consumi
Maggiore efficienza nella
produzione di energia e
contenimento dei consumi
energetici
Contenimento della
produzione di rifiuti
Contenimento inquinamento
acustico
Compatibilità con le
infrastrutture per la mobilità
e con i servizi tecnologici
Tutela e protezione delle aree
naturalistiche e degli ambiti
paesistici
Tutela e valorizzazione dei
beni storici ed architettonici
Protezione della salute e del
benessere dei cittadini
Compatibilità con richieste,
osservazioni ed obiettivi
emersi dalla partecipazione
del pubblico
Promuovere l’utilizzazione di energie
A30 rinnovabili e/o di combustibili a
basso impatto ambientale.
●
-
-
-
-
-
-
-
●
-
-
-
Promuovere la salubrità complessiva
del sito e dell’ambiente urbano nel
A31
quale è collocato l’insediamento
residenziale/produttivo.
-
-
●
●
●
●
●
●
●
●
●
-
Prevedere
l’effettuazione
di
preventivi
studi
geotecnici
e
geognostici per gli interventi di
A32
trasformazione edilizia e urbanistica
nelle aree con presenza di rischio o
vulnerabilità limitata.
●
●
-
●
-
-
-
-
-
-
-
-
Proporre una politica insediativa per
la formazione di interventi abitativi a
valenza turistico-paesistica.
A33 Incentivazione del recupero del
patrimonio edilizio esistente dei
nuclei rurali sparsi nell’ambito del
territorio montano e boschivo.
●
●
-
-
-
-
-
●
●
●
●
-
CRITERI DI
SOSTENIBILITA’
AZIONI DI PIANO
184
14.2. LE ALTERNATIVE
Dopo aver definito gli obiettivi generali e specifici del Documento di Piano ed aver individuato le
azioni da mettere in atto per il raggiungimento degli stessi, è indispensabile definire le alternative.
Tra le alternative possibili va poi scelta quella inerente l’intervento migliore dal punto di vista della
sostenibilità ambientale, valutata tenendo conto dello scenario emerso dalla fase di analisi
ambientale del territorio, dei vincoli e delle criticità presenti, degli obiettivi della pianificazione
sovraordinata e delle linee strategiche del Piano, nonché delle osservazioni o delle proposte delle
parti interessate, raccolte nella fase delle consultazioni preliminari.
Le alternative analizzate nel presente Rapporto Ambientale sono due:
•
l’alternativa operativa, rappresentata dalle azioni del Documento di Piano;
•
l’alternativa zero, ovvero la scelta di non attuare le strategie del Documento di Piano e
quindi non intervenire sul territorio, lasciando il regime urbanistico del PRG in vigore.
Considerando la filosofia tendenzialmente conservativa e valorizzativa del PGT del Comune di
Foresto Sparso, si ritiene fondata la scelta di analizzare solo queste due alternative, limitandosi
quindi al confronto tra intervenire e non intervenire.
Questa scelta deriva dalla consapevolezza di come le trasformazioni previste dal Documento di
Piano siano orientate prevalentemente verso azioni di ricucitura del tessuto urbano, di
completamento delle porosità presenti nei tessuti urbani non ancora edificate e del completamento
di alcune aree di frangia. Sono previsti n.3 nuovi Ambiti di Trasformazione Residenziale di
dimensione contenuta.
Risulta sicuramente significativo però poter tratteggiare brevemente lo scenario rappresentato
dall’alternativa zero, in modo da comprendere la probabile evoluzione dei sistemi analizzati
(territoriale, ambientale-paesistico, economico) senza l’attuazione del Documento di Piano.
Si deve evidenziare, al proposito, che la prescrizione della L.R. 12/2005 e s.m.i., di fatto, obbliga i
Comuni ad un atto pianificatorio nuovo, del PGT, entro il 31 dicembre 2012, per cui l’alternativa
zero non può, se non in linea teorica, fare riferimento alle prescrizioni e norme del PRG in vigore.
Partendo dal presupposto che le scelte di piano proposte e quindi le azioni che si intendono
attuare al fine di raggiungere gli obiettivi strategici del DdP, sono fondate e accomunate dalla forte
intenzione di perseguire uno sviluppo sostenibile, sono stati individuati i principali elementi che si
ritiene importante analizzare rispetto alla definizione dell’Alternativa zero.
Tali elementi sono sintetizzati nella tabella riportata in seguito.
185
TEMATICA
Il Sistema della
Residenza
Il Settore
Secondario
Il Settore
Commerciale
PROPOSTA DEL DdP
EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE
DEL DOCUMENTO DI PIANO
(ALTERNATIVA ZERO)
Le
previsioni
insediative
mirano
principalmente alla necessità di rispondere
soprattutto alla domanda endogena di
nuove famiglie, contenendo gli sviluppi
edificativi.
Per quanto riguarda l’edilizia esistente si
tenderà a:
-recuperare le volumetrie ancora disponibili
nei centri storici e nelle zone urbanizzate;
-recuperare i sottotetti ai fini abitativi.
Per quanto riguarda la nuova edificazione
si tenderà a:
-riconvertire gli ambiti che necessitano di
riqualificazione per la presenza di situazioni
degradate o attività dismesse;
-completare le aree libere all’interno del
centro edificato;
-trasformare gli ambiti marginali al
perimetro dell’edificato.
Il DdP prevede n.3 nuovi Ambiti di
Trasformazione Residenziale di ridotte
dimensioni.
Il mantenimento delle previsioni
insediative dell’attuale PRG potrebbe
sia riflettersi in modo negativo sulla
“tenuta” dei servizi che incidere sulla
sostenibilità complessiva del sistema
insediativo.
Il DdP individua le seguenti strategie:
- garantire gli attuali livelli occupazionali
per gli addetti/attivi di Foresto Sparso;
- mantenere tutte le attività produttive che
sono presenti in localizzazioni compatibili e
prevedere un adeguato recupero di spazi
per interventi di rilocalizzazione delle
situazioni non compatibili con, se pur
modeste, “riserve strategiche” da reperire
in
aree
di
completamento
degli
insediamenti presenti nel comparto-sud
est.
Il DdP non prevede nuovi Ambiti di
Trasformazione ai fini produttivi.
La mancata attuazione delle scelte di
Piano impedirebbe il contenimento
delle espansioni produttive e la
generale riqualificazione dei comparti
esistenti.
Il DdP tende a:
- individuare gli ambiti di centralità urbana
come elementi di riferimento per il
potenziamento delle attività commerciali e
della disciplina del commercio al loro
interno;
- potenziare e ammodernare il sistema
distributivo di vicinato esistente, mediante
una forte politica di riqualificazione
dell’immagine del centro storico;
- individuare una concreta politica di
realizzazione di “parcheggi satellite” al
centro storico;
- individuare la disciplina delle medie
attività commerciali.
Le politiche di incentivazione, anche
per interventi innovativi connessi con
attività commerciali individuate dal
DdP non trovano riscontro nell’attuale
PRG.
186
TEMATICA
Organizzazione
urbana dei
servizi
PROPOSTA DEL DdP
EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE
DEL DOCUMENTO DI PIANO
(ALTERNATIVA ZERO)
Le politiche di incentivazione, anche
Il DdP prevede l’attivazione di interventi per interventi innovativi connessi con
per
l’acquisizione
e
la attività di servizio individuate dal DdP
negoziati
realizzazione di parcheggi di corona.
non trovano riscontro nell’attuale
PRG.
Il
Piano
prevede
interventi
di
riqualificazione ambientale e paesistica
Organizzazione
nonché interventi per la messa in sicurezza
dei Sistemi della
degli assi principali della mobilità urbana.
mobilità e delle
Inoltre, definisce sistemi di accessibilità
infrastrutture
veicolare dedicata e gli spazi di sosta per le
aree centrali.
L’attuale PRG presenta elementi di
carattere più generico che non si
inquadrano in specifiche e peculiari
indicazioni operative.
Il DdP si propone di individuare un sistema
di aree che si definisca su una rete di
fruibilità caratterizzata principalmente da
elementi polivalenti, da un tessuto forte di
naturalità e da una struttura capace di
determinare
importanti
connessioni
territoriali.
A questo si aggiunge la necessità del
rafforzamento di un sistema di verde di
protezione.
La mancata attuazione delle scelte di
Piano si porrebbe in scarsa sintonia
con gli indirizzi di sostenibilità dei
Piani sovracomunali, e con la
necessità di un nuovo sistema
integrato di promozione di strategie
sostenibili
locali,
di
carattere
naturalistico,
ambientale
e
paesaggistico.
Il DdP, pur nel riconoscimento della
necessità di mantenere le attività agricole
presenti nel territorio, ne individua la forte
interconnessione con i sistemi ambientali e
paesistici rispetto ai quali si ritiene che le
attività stesse debbano essere considerate
come elementi di presidio e valorizzazione
con la conseguente necessità di una
specifica ed adeguata disciplina.
La normativa della L.R. 93/80
(abrogata dalla
L.R. 12/05), alla
quale il PRG si è necessariamente
attenuto, non ha consentito allo
strumento stesso di agire in un
quadro di maggiore efficacia ed
incisività quale quello oggi possibile
alla luce della nuova riforma
regionale.
Il DdP, ma anche il successivo Piano delle
Regole, introducono tutti gli elementi
strategici, anche innovativi, oggi consentiti
dalla nuova disciplina urbanistica regionale,
consentendo una maggiore efficacia degli
interventi di tutela e valorizzazione del
sistema
paesistico-ambientale
e
l’introduzione di un efficace sistema di reti
ecologiche.
La normativa della L.R. 51/75
(abrogata dalla
L.R. 12/05), alla
quale il PRG si è necessariamente
attenuto, non ha consentito allo
strumento stesso di agire in un
quadro di maggiore efficacia ed
incisività quale quello oggi possibile
alla luce della nuova riforma
regionale.
Verde fruibile
Il Settore
Primario
Il Sistema
Ambientale
Paesistico e
delle Reti
Ecologiche
Promozione e
attuazione di
interventi per
l’efficienza
energetica degli
edifici e il
contenimento
dei carichi
ambientali
Il PGT del Comune di Foresto Sparso
intende promuovere la sostenibilità ed il
miglioramento della qualità del costruito
allo scopo di perseguire il miglioramento
dell’efficienza degli edifici tenendo conto
delle condizioni climatiche, del comfort
abitativo e dei costi diretti e indiretti della
produzione edilizia.
La mancata attuazione di tali scelte si
porrebbe in conflitto con gli indirizzi
di sostenibilità generali più volte
enunciati nel presente documento.
187
Politiche per il
turismo in
ambiti montani
Il PGT di
Foresto Sparso intende
individuare la possibilità di effettuare una
serie di “microinterventi” di recupero per la
realizzazione di volumetrie abitative o di
“ricettività alternativa” seguendo il criterio
insediativo
dell’edilizia
montana
nei
caratteri
dell’impianto
“tradizionale”dell’edificazione sparsa e/o
dei nuclei.
La mancata attuazione di tali scelte si
porrebbe in conflitto con gli indirizzi
di sostenibilità generali più volte
enunciati nel presente documento.
Le azioni del Documento di Piano individuate compongono l’opzione operativa e caratterizzano
l’intervento strategico di trasformazione del territorio e la possibilità di pervenire, al suo recupero,
riqualificazione, potenziamento e alla sua tutela e valorizzazione.
A conclusione del processo di valutazione delle azioni di piano, è necessario esprimere un giudizio
complessivo in merito alla sostenibilità globale del Piano.
Quanto analizzato consente di affermare che in senso generale il Piano risulta ampiamente
compatibile con i caratteri territoriali presenti, rispetto alle componenti ambientale, sociale ed
economica.
Il Piano, infatti, propone uno sviluppo complessivamente sostenibile del territorio, con scelte
strategicamente mirate alla conservazione che non vanno a interferire negativamente con elementi
di pregio ambientale o elementi di particolare sensibilità.
Si può assumere che la limitata crescita degli spazi insediativi, la valorizzazione degli aspetti
peculiari del territorio, e le strategie di intervento migliorativo previste sulla mobilità permetteranno
di giungere ad una condizione generalmente positiva del contesto territoriale.
Il Piano prevede inoltre che lo sviluppo sia orientato verso l’edilizia sostenibile e il risparmio delle
risorse energetiche, prevedendo una specifica regolamentazione in merito nell’ambito del Piano
delle Regole.
188
14.3. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE
Il quadro generale che emerge dalle valutazioni sopra esposte mostra una sostanziale positività dei
possibili effetti ambientali che potranno essere determinati dall’attuazione del Documento di Piano.
Nel presente paragrafo si forniscono alcune indicazioni complementari di mitigazione o
compensazione a supporto di un’attuazione sostenibile delle scelte di Piano e della minimizzazione
degli effetti attesi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione degli interventi.
La normativa di Piano (nel rispetto di quanto prescritto dalle Linee Guida Regionali per l’esame
paesistico dei progetti) prevede che tutti gli interventi pubblici e privati contenuti in strumenti
attuativi debbano essere preceduti, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente, da
un esame del potenziale impatto paesistico del progetto, allo scopo di determinare la sensibilità
paesistica del sito interessato e il grado di incidenza paesistica del progetto.
Sulla base di tale considerazione, è importante sottolineare che la seguente tabella non
rappresenta un elenco completo ed esaustivo delle mitigazioni previste dal Documento di Piano,
elenco che sarà quindi via via implementato sia in funzione delle scelte definitive, sia in rapporto al
successivo svilupparsi degli indirizzi di dettaglio relativi alla fase attuativa che saranno previsti nella
normativa del Piano delle Regole.
INTERVENTO MITIGATIVO
Realizzazione di interventi di mitigazione delle visuali paesistiche, tramite aree verdi filtro a
protezione e a difesa della riconoscibilità degli ambiti di pregio paesistico-ambientale.
Realizzazione di barriere di verde filtro al fine di promuovere il miglioramento del clima urbano,
l’assorbimento di inquinanti atmosferici e la riduzione del rumore (in particolare lungo le
direttrici di traffico principali e in corrispondenza di aree produttive).
Generale miglioramento dell’arredo urbano.
Attenzione ai criteri di risparmio energetico in relazione alle strutture ed ai materiali utilizzati:
promozione di interventi legati all’uso di energie da fonti rinnovabili.
Ogni nuovo intervento edilizio dovrà predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed
il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini.
Realizzazione di parcheggi privilegiando strutture dotate della minor superficie
impermeabilizzata (autobloccanti che permettono la crescita dell’erba, ecc.) e, laddove
possibile, la realizzazione di parcheggi interrati.
189
14.4. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE
ATR 1
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata nella frazione Dosso Dell’Era, ed è
un’area classificata dal PRG vigente come:
- C2 zone residenziali di espansione di progetto;
- variante al PRG secondo la L.R. 23/97 n.2, esecutivo
02/1/2002 con modifica parziale, art. 22 delle NTA.
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 3, con “consistenti limitazioni”. Inoltre, rientra nella
Pericolosità Sismica Locale – Z4d – pericolosità H2 – zona con
presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluviocolluviale.
L’ATR non è attraversato da elettrodotti.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “ambiti definiti dalla
pianificazione locale vigente (sono comprese anche le aree per
urbanizzazioni primarie e secondarie)”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
compatibile
L’Ambito di Trasformazione è in posizione contigua al tessuto
urbanizzato consolidato e si configura come completamento di
un ambito di frangia urbana, compatibile quindi con lo sviluppo
insediativo.
La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a 4.025 mq.
190
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
compatibile
compatibile
La Superficie Zonale “areali della modificabilità” è di 2.725 mq.
La Volumetria massima prevista è pari a 4.000 mc.
Considerando
la
destinazione
d’uso
prevalentemente
residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta
impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria,
fatta eccezione per l’’installazione dei sistemi di riscaldamento,
per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla
definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti
oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del
Regolamento Edilizio.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente
significativo in quanto: l’approvvigionamento idrico non
comporterà ulteriori derivazioni di acque superficiali o
sotterranee; l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla
rete idrica esistente, in grado di sostenere le quantità necessarie
e la rete fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta
al bordo dell’ATR.
Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il
Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento
edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la
raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad.
esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici).
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un leggero aumento nei consumi di energia e metano.
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile
ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico n. 9 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un
leggero aumento della produzione di rifiuti.
E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei
confronti dell’attuale sistema ambientale.
Contenimento
inquinamento
acustico
compatibile
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile
ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non
comporti impatti negativi che possano incrementare
l’inquinamento acustico.
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
compatibile
La nuova viabilità di accesso e distribuzione interna all’ATR
diramerà dalla via Dosso Dell’Era.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
191
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
compatibile
compatibile
compatibile
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
risulta modesto in quanto, come già detto, si tratta di un Ambito
di Trasformazione interno ad una situazione di frangia urbana,
tuttavia gli interventi dovranno essere opportunamente mitigati
in fase di valutazione del P.A.
Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non
presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Osio
Sopra per ciò che concerne la salute umana, è possibile
affermare che l’Ambito di Trasformazione in oggetto non
comporta impatti negativi significativi.
192
ATR 2
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata in località Tremellini, ed è un’area
classificata dal PRG vigente come:
- C1 zone residenziali di espansione confermate con PE vigente;
- parcheggi CFR prescrizioni deliberazione reg. n. VII/1296 del
22/09/2000.
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in classe di fattibilità geologica n. 3,
con “consistenti limitazioni”, e per una parte in classe di
fattibilità geologica n. 2 “modeste limitazioni” (nella “sottoclasse
2b” che individua le aree da poco acclivi a mediamente acclivi a
pericolosità potenziale legata alla possibilità di innesco di
scivolamenti su versanti con copertura detritica a tessitura mista
e circolazione idrica superficiale canalizzata). Inoltre, rientra
nella Pericolosità Sismica Locale – Z4d – pericolosità H2 – zona
con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluviocolluviale.
L’ATR non è attraversato da elettrodotti.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “ambiti definiti dalla
pianificazione locale vigente (sono comprese anche le aree per
urbanizzazioni primarie e secondarie)”.
compatibile
Minimizzazione
L’Ambito di Trasformazione è in posizione contigua al tessuto
urbanizzato consolidato e si configura come completamento di
193
del consumo di
suolo
Contenimento
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
Contenimento
inquinamento
acustico
compatibile
compatibile
compatibile
un ambito di frangia urbana, compatibile quindi con lo sviluppo
insediativo.
La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a 11.080 mq.
La Superficie Zonale “areali della modificabilità” è di 8.590 mq.
La Volumetria massima prevista è pari a 8.590 mc.
Considerando
la
destinazione
d’uso
prevalentemente
residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta
impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria,
fatta eccezione per l’’installazione dei sistemi di riscaldamento,
per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla
definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti
oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del
Regolamento Edilizio.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente
significativo in quanto: l’approvvigionamento idrico non
comporterà ulteriori derivazioni di acque superficiali o
sotterranee; l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla
rete idrica esistente, in grado di sostenere le quantità necessarie
e la rete fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta
al bordo dell’ATR.
Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il
Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento
edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la
raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad.
esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici).
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un leggero aumento nei consumi di energia e metano.
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile
ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico n.9 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un
leggero aumento della produzione di rifiuti.
E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei
confronti dell’attuale sistema ambientale.
compatibile
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile
ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non
comporti impatti negativi che possano incrementare
l’inquinamento acustico.
194
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
compatibile
compatibile
compatibile
compatibile
La nuova viabilità di accesso e distribuzione interna all’ATR
diramerà dalla via Santinelli.
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
risulta modesto in quanto, come già detto, si tratta di un Ambito
di Trasformazione interno ad una situazione di frangia urbana,
tuttavia gli interventi dovranno essere opportunamente mitigati
in fase di valutazione del P.A.
Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non
presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Osio
Sopra per ciò che concerne la salute umana, è possibile
affermare che l’Ambito di Trasformazione in oggetto non
comporta impatti negativi significativi.
195
ATR 3
criterio di
sostenibilità
giudizio
commento
L’area in esame è ubicata in località Chiesa, ed è un’area
classificata dal PRG vigente come:
- C2 zone residenziali di espansione di progetto.
Compatibilità
territoriale in
relazione ai
vincoli
ambientali e
alla geologia
del territorio
compatibile
L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità
geologica n. 3, con “consistenti limitazioni”. Inoltre, rientra nella
Pericolosità Sismica Locale – Z4d – pericolosità H2 – zona con
presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluviocolluviale.
L’ATR non è attraversato da elettrodotti.
Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la
tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”,
l’ambito rientra in un’area classificata come “ambiti definiti dalla
pianificazione locale vigente (sono comprese anche le aree per
urbanizzazioni primarie e secondarie)”.
Minimizzazione
del consumo di
suolo
Contenimento
compatibile
compatibile
L’Ambito di Trasformazione è in posizione contigua al tessuto
urbanizzato consolidato e si configura come completamento di
un ambito di frangia urbana, compatibile quindi con lo sviluppo
insediativo.
La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a 2.050 mq.
La Superficie Zonale “areali della modificabilità” è di 1.260 mq.
La Volumetria massima prevista è pari a 2.000 mc.
Considerando
la
destinazione
d’uso
prevalentemente
residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta
196
emissioni in
atmosfera
Miglioramento
della qualità
delle acque
superficiali e
contenimento
dei consumi
Maggiore
efficienza nella
produzione di
energia e
contenimento
dei consumi
energetici
compatibile
compatibile
impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria,
fatta eccezione per l’’installazione dei sistemi di riscaldamento,
per i quali comunque il Documento di Piano rimanda alla
definizione di interventi a basso impatto, che saranno fatti
oggetto di specifica disciplina nell’ambito, più proprio, del
Regolamento Edilizio.
In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto,
l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente
significativo in quanto: l’approvvigionamento idrico non
comporterà ulteriori derivazioni di acque superficiali o
sotterranee; l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla
rete idrica esistente, in grado di sostenere le quantità necessarie
e la rete fognaria alla fognatura già presente sulla strada posta
al bordo dell’ATR.
Si ritiene opportuno che le NTA del Piano delle Regole e il
Regolamento Edilizio prevedano che ogni nuovo intervento
edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la
raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad.
esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici).
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare
un leggero aumento nei consumi di energia e metano.
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile
ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo
sull’attuale sistema ambientale.
La realizzazione degli interventi, secondo gli indirizzi previsti
dall’Ambito Tematico Strategico n. 9 del Documento di Piano
(promozione e attuazione di interventi per l’efficienza energetica
degli edifici ed il contenimento dei carichi ambientali) dovrà
essere integrata con interventi di risparmio energetico, legati in
particolare all’impiego di energia da fonti rinnovabili,
incentivando l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
In tal senso la disciplina normativa potrà valutare la possibilità
di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento
energetico dell’edificio.
compatibile
La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un
leggero aumento della produzione di rifiuti.
E’ possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei
confronti dell’attuale sistema ambientale.
Contenimento
inquinamento
acustico
compatibile
Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile
ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non
comporti impatti negativi che possano incrementare
l’inquinamento acustico.
Compatibilità
per le
infrastrutture
della mobilità
compatibile
La nuova viabilità di accesso e distribuzione interna all’ATR
diramerà dalla via Roma.
Contenimento
della
produzione dei
rifiuti
197
Tutela e
protezione
delle aree
naturalistiche e
degli ambiti
paesistici
Tutela e
valorizzazione
dei beni storici
ed
architettonici
Protezione
della salute e
del benessere
dei cittadini
compatibile
compatibile
compatibile
L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio
risulta modesto in quanto, come già detto, si tratta di un Ambito
di Trasformazione interno ad una situazione di frangia urbana,
tuttavia gli interventi dovranno essere opportunamente mitigati
in fase di valutazione del P.A.
Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.
Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in
oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si
colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non
comprende nessun elemento di valore storico-culturale.
Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non
presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Osio
Sopra per ciò che concerne la salute umana, è possibile
affermare che l’Ambito di Trasformazione in oggetto non
comporta impatti negativi significativi.
198
15 – PIANO DI MONITORAGGIO
199
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
Il processo di VAS prevede, dopo l’approvazione del Piano, nella fase di attuazione e gestione dello
stesso, l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei caratteri territoriali, finalizzato ad una
lettura critica ed integrata dello stato del territorio e delle dinamiche in atto.
Il Piano di monitoraggio progettato per il Comune di Foresto Sparso ha il duplice compito di:
•
fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni messe in
campo dal Piano, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di
conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è posto;
•
permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente
dovessero rendersi necessarie.
Lo scopo del monitoraggio è quindi quello di monitorare l’evolversi dello stato dell’ambiente,
valutando l’efficacia ambientale delle misure previste dal Piano.
In una logica di Piano-Processo il monitoraggio è la base informativa necessaria per un Piano che
sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori.
È da sottolineare come nei Piani di tipo generale, quale il Documento di Piano del PGT, in molti
casi non esiste un legame diretto tra le azioni di Piano e i parametri ambientali.
Per questo motivo conviene intendere il Piano di monitoraggio come:
•
verifica periodica dello stato di avanzamento delle trasformazioni proposte dal Piano,
attraverso la descrizione sintetica dell’andamento degli interventi previsti e delle misure di
mitigazione/compensazione;
•
monitoraggio ambientale al fine di verificare nel tempo l’andamento dei parametri critici che
sono emersi nella costruzione del quadro conoscitivo e che risultano importanti per tenere
sotto controllo le trasformazioni attese.
Il monitoraggio non ha solo finalità tecniche, ma presenta rilevanti potenzialità per le informazioni
che può fornire ai decisori e per la comunicazione ad un pubblico più vasto, di non addetti ai lavori,
attraverso la pubblicazione di un rapporto che contiene informazioni e considerazioni sviluppate in
forma discorsiva, ma basate sulla quantificazione di un sistema di indicatori.
I dati raccolti nell’ambito del Piano di monitoraggio sono sintetizzati attraverso la realizzazione di
un report da pubblicare sul sito internet del Comune.
200
Alla luce di quanto sopra dettagliato emerge la necessità di impostare il percorso di VAS non solo
come semplice percorso lineare, ma anche e soprattutto pensando ad inserire un feed-back che ne
permetta il percorso a ritroso.
Il monitoraggio di un Piano ha, quindi, lo scopo di verificarne le modalità ed il livello di attuazione,
di valutare gli effetti degli interventi che vengono progressivamente realizzati e di fornire
indicazioni su eventuali azioni correttive da apportare.
Esso va progettato in fase di elaborazione del piano stesso e vive lungo tutto il suo ciclo di vita. La
progettazione implica la definizione degli indicatori da utilizzare, l’organizzazione di modalità e
tempistiche per la raccolta delle informazioni necessarie alla loro elaborazione e la definizione dei
meccanismi in base ai quali correggere, se e quando necessario, obiettivi, azioni e strumenti di
attuazione del Piano.
Percorso di VAS lineare e Azioni di feed-back susseguenti il monitoraggio [Fonte: Pompilio M., 2006]
201
Le principali attività che si ripetono periodicamente nell’ambito del monitoraggio del Piano sono
descritte nella figura seguente.
Identificazione degli indicatori
Acquisizione di dati e
informazioni dalle diverse fonti
Popolamento dei indicatori
(di stato e prestazionali)
DIAGNOSI
Individuazione delle cause che
hanno determinato eventuali
scostamenti rispetto alle
previsioni del piano
TERAPIA
Elaborazione di indicazioni per
il riorientamento
È opportuno innanzitutto identificare un nucleo di indicatori comune eventualmente anche ad altri
strumenti decisionali con cui si deve interagire (RSA, Agenda 21, EMAS, ecc.), in modo da
consentire alle amministrazioni di coordinare i propri piani e Programmi e di dialogare con altri
livelli di governo e con realtà diverse; tale nucleo condiviso può anche essere costituito da pochi
indicatori, purché significativi e facilmente popolabili.
Il calcolo degli indicatori deve avvenire in modo trasparente e ripercorribile e può avvalersi di
strumenti di tipo informatico.
L’acquisizione dei dati e delle informazioni da parte dell’amministrazione responsabile del Piano
avviene sia recuperando dati prodotti da enti diversi (banche dati e sistemi informativi territoriali di
Regioni e Province, dati socio-economici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente delle ARPA,
informazioni dalle ASL, ecc.), sia facendosi carico di raccogliere altri dati specifici sul proprio
territorio, attraverso apposite campagne di rilevamento.
Tra le informazioni da acquisire devono essere comprese anche quelle relative alle modalità di
attuazione del piano, come ad esempio la tempistica degli interventi, le risorse impegnate o il
numero e la qualità degli eventi di partecipazione.
Sulla base dei dati e delle informazioni acquisite, si procede al popolamento e alla
rappresentazione dei dati sugli indicatori.
202
Poiché gli obiettivi specifici sono definiti come traguardi da raggiungere per ciò che riguarda gli
indicatori, è possibile, a questo punto, definire:
•
indicatori di stato;
•
indicatori “prestazionali” che consentano di misurare il livello di raggiungimento degli
obiettivi del Piano (efficacia) e di mettere questo in relazione con le risorse impiegate
(efficienza).
In questo modo vengono messi in evidenza gli scostamenti dalle previsioni di Piano e dalle ipotesi
fatte e una valutazione in termini di risorse impiegate.
Si apre quindi la fase di “diagnosi”, finalizzata a comprendere quali sono le cause che hanno fatto
sì che gli obiettivi siano stati raggiunti o meno e che hanno eventualmente determinato un uso
eccessivo di risorse.
Infine l’attività di interpretazione dei risultati del monitoraggio e di elaborazione di indicazioni per il
riorientamento è oggetto di una apposita relazione periodica, che, a partire dalla diagnosi
effettuata, delinea i possibili provvedimenti volti a riorientare il Piano stesso (ad esempio,
modifiche degli strumenti di attuazione, delle azioni, di qualche obiettivo specifico).
Le conclusioni operative della relazione di monitoraggio vanno poi sottoposte a consultazione e
costituiscono la base per la “terapia”, ovvero il riorientamento del Piano.
Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale non solo per la consultazione della
relazione, ma in generale in tutte le attività previste dal monitoraggio, al fine di far emergere,
attraverso la percezione diretta dei diversi attori, i reali effetti del Piano, di indirizzare verso
l’individuazione degli indicatori maggiormente significativi e di contribuire all’interpretazione dei
risultati.
Dall’analisi del territorio di Foresto Sparso e dalla valutazione delle scelte di Piano, nonché dalle
misure di mitigazione/compensazione previste, è possibile definire il seguente Piano di
monitoraggio che viene definito mediante l’individuazione dei principali indicatori, degli obiettivi
specifici e dei criteri di periodicità:
203
Indicatore
Obiettivo specifico
Unità di misura
Fonte
Periodicità
monitoraggio
ARIA
Concentrazione di
alcuni inquinanti
atmosferici:
o PM10
o NOx
Minimizzare l’impatto
ambientale legato al
traffico veicolare, al
fine di migliorare la
qualità dell’ambiente
urbano.
Dati
ARPA
centralina
Semestrale
Eventuali campagne
mobili effettuate da
ARPA a Foresto
Sparso
o
nei
Comuni limitrofi.
In base alla
disponibilità del
dato.
m3/ab
Uniacque S.p.A.
Annuale
%
Uniacque S.p.A.
Annuale
Classe
Dati ASL e/o ARPA.
Rilevamenti su
iniziativa del
Comune.
Secondo
disponibilità
Comune di
Foresto Sparso
Annuale
μg/m3
ACQUA
Consumo
idrico Contenere i consumi
potabile annuo per idrici e ridurre gli
abitante.
impatti ambientali
degli edifici
Perdite nella rete di residenziali e
distribuzione idrica. produttivi.
Monitorare le qualità
Indice SECA acque.
delle acque superficiali
SUOLO
Coefficiente di
urbanizzazione
(Superficie
urbanizzata /
superficie totale).
Minimizzare il
consumo di suolo
libero.
% nuovi interventi/
aree già urbanizzate
FLORA, FAUNA, BIODIVERSITA’
Area verde
procapite.
Integrazione e
razionalizzazione del
verde fruibile.
Comune di
Foresto Sparso
Annuale
kg
Quaderno
Osservatorio
Provinciale dei
Rifiuti
Annuale
%
Quaderno
Osservatorio
Provinciale dei
Rifiuti
Annuale
kWh/anno
ENEL S.p.A.
Annuale
m3/anno
ENEL GAS
Annuale
n°
Comune di
Foresto Sparso
Annuale
m2/ab
PRODUZIONE DI RIFIUTI
Rifiuti totali prodotti
sul territorio
Promuovere il
comunale.
contenimento dei
carichi ambientali sul
territorio comunale.
% Raccolta
Differenziata.
CONSUMO ENERGETICO
Consumi annuali di
energia elettrica
totale.
Consumi annuali
totali di gas
metano.
N° di certificati
energetici
Contenere i consumi
energetici e ridurre gli
impatti ambientali
degli edifici
residenziali e
produttivi
204
Indicatore
Obiettivo specifico
Fonte
Periodicità
monitoraggio
Comune di
Foresto Sparso
Annuale
ASL Bergamo
Annuale
Comune di
Foresto Sparso
Annuale
ab
Comune di
Foresto Sparso
Annuale
%
Comune di
Foresto Sparso
Annuale
Studio geologico,
Reticolo Idrico Minore
-
Campionamenti da
parte della Provincia
di Bergamo, ARPA,
ASL e vari Enti
coinvolti.
Periodica
Unità di misura
m2 pannelli solari
Installazioni sul
territorio comunale
per produzione di
energia da fonti
rinnovabili
kW installati
pannelli
fotovolotaici
CARICO ZOOTECNICO
Numero di capi
allevati (bovini,
ovini, caprini,
equini, suini,
avicoli)
Promuovere una
concezione di
“territorio rurale” non
inteso come “ambito
produttivo” bensì
come “ambito di
valore paesaggistico
ambientale ed
ecologico”.
n° capi
MOBILITA’ E TRASPORTI
Miglioramento del
sistema della mobilità
Lunghezza della
dolce, promuovendo
rete ciclo-pedonale scelte a basso impatto
rispetto alla
ambientale al fine di
superficie comunale incrementare la
qualità dell’ambiente
urbano.
km/km2
POPOLAZIONE
Popolazione
residente al 31
Dicembre
Variazione
demografica
annuale
Valutare la struttura
demografica del
comune
RISCHIO IDROGEOLOGICO
Vincoli idrogeologici
Tenere presente i vincoli
e le fasce di rispetto per
una
corretta
pianificazione
del
territorio.
m
QUALITA’ ACQUA/ARIA
Concentrazione di
sostanze inquinanti.
Monitorare la situazione
delle acque e dell’aria.
-
205
Nell’ambito della definizione del Piano di monitoraggio sono stati scelti gli indicatori sopra descritti
poiché ritenuti in grado di descrivere una condizione rappresentativa del territorio di Foresto
Sparso e allo stesso tempo uno stato qualitativo delle componenti territoriali prese in esame dalla
VAS ed influenzate dalle strategie del Documento di Piano e dall’evoluzione delle azioni previste
per conseguirle.
Infatti dalla valutazione delle azioni previste dal Piano è emersa una modificazione del territorio
che prevede impatti ambientali compatibili, in taluni casi migliorativi della situazione attuale, che
non comporteranno ingenti modifiche delle matrici ambientali.
Inoltre gli indicatori scelti possono essere associati ad obiettivi quantitativi del Piano, alcuni dei
quali misurabili, e il valore assunto durante l’attuazione del Piano può mostrare la possibilità di
raggiungere l’obiettivo medesimo.
Le modalità di controllo degli indicatori inseriti nel Piano di monitoraggio si traducono, per la
maggior parte, in richieste di dati già raccolti da altri Enti.
Gli esiti dei dati raccolti verranno inclusi nel report di monitoraggio pubblicato a cura
dell’Amministrazione Comunale.
206
Il presente Documento, i cui contenuti, sono stati rivolti alla Valutazione Ambientale
Strategica del Documento di Piano del PGT ha affrontato tutte le valutazioni inerenti gli
effetti attesi, rispetto all’attuazione dei contenuti del DdP stesso.
Il Rapporto Ambientale ha comunque fatto riferimento anche a indicatori che, se pur non
strettamente connessi con il livello e i contenuti strategici del DdP, costituiscono elementi
utili ad una visione complessiva più ampia dello stato dell’ambiente e del territorio.
Questi elementi, la cui trattazione ha diversi livelli di qualità informative, in funzione dei
dati disponibili, verranno ulteriormente approfonditi e indagati durante il processo
complessivo che condurrà all’approvazione del Piano di Governo del Territorio e saranno
fatti oggetto, ove opportuno, di ulteriori documenti che saranno prodotti come
“addendum” del Rapporto Ambientale, al fine di definire una progressiva ampia e
maggiore conoscenza dei fenomeni e delle valenze ambientali, paesistiche e degli elementi
di sostenibilità, in un contesto complessivo più ampio rispetto alla portata del Documento
di Piano.
attenzione anche ai fini delle attività di monitoraggio che potranno coinvolgere l’intera
tematica degli atti del PGT.
“OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO”
Ciò consentirà di ampliare lo spettro delle conoscenze e di implementare gli elementi di
207
Scarica

Rapporto Ambientale - Comune di Foresto Sparso