Caserta 16-18 ottobre AGORÀ Incontro Nazionale MASCI Numero 5 - Maggio 2015 - anno 57 Una Promessa che continua Sconfiggere il drago Essere adulti significa camminare dell’indifferenza Giovanni Morello Apriamo questo numero, in prima pagina, con una foto simbolica: un fiore per i tanti morti nelle acque del Mediterraneo Una tragedia, che crediamo, sia assai presente nel cuore nell’azione del popolo del MASCI. La foto, qui a fianco, presenta e ricorda il drammatico esodo che migliaia di uomini e donne vivono continuamente tentando di attraversare il Mediterraneo che, da mare nostrum sempre più si è trasformato in un mare di morti, per sfuggire a fame, violenze, torture e condizioni miserevoli per “raggiungere la felicità”, come ci ha ricordato Papa Francesco. Una foto che ci interpella personalmente come cristiani e come persone. Mentre, giorno e notte, instancabilmente uomini e donne, delle istituzioni e del volontariato, sono impegnate nei soccorsi e nell’accoglienza, in cui si distinguono – e lo sappiamo bene – , anche tante comunità e Adulti e Adulte scout delle regioni e dei paesi di attracco, un’ondata emotiva che pare sottendere un vero e proprio razzismo sembra essersi impossessata del cosiddetto “social network” che, in questo caso e in tanti altri casi simili, di social per non dire di civile non sembra conservare quasi nulla. Ondata emotiva cavalcata anche da movimenti politici che non esitano a speculare sui morti per qualche pugno di voti. Ed ecco che giunge in soccorso San Giorgio. San Giorgio che sconfigge il drago. Un drago metaforico che oggi potrebbe essere identificato nell’ indifferenza, nell’esclusione, nel rifiuto di aiuto verso gli altri. Il 23 aprile in tanti abbiamo rinnovato la nostra Promessa. La foto mostra la targa affissa nella chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma, per ricordare i 70 anni della Liberazione che ha consentito, nel nostro piccolo, a tanti scout e guide di pronunciare e rinnovare in modo non più nascosto il loro impegno verso Dio e la società: un impegno che porta a servire il prossimo,oggi e in questo momento rappresentato soprattutto da questi fratelli e sorelle che si sottopongono a sofferenze incredibili pur di raggiungere una speranza di vita migliore. Una speranza che porta addirittura delle madri a separarsi dai propri figli pur di offrire loro l’opportunità di una vita più degna. Giorgio Frigerio Segretario Regionale Lombardia Per venti anni mi sono dedicato all’educazione di bambini, ragazzi e giovani tramite lo scautismo; poi, con l’arrivo del secondo figlio, ho lasciato il mio servizio di capo scout. Ma il Signore non mi ha dato tregua, facendomi provvidenzialmente “inciampare” nello scautismo adulto, meno conosciuto del precedente, che si occupa di educare gli adulti. Non vi sono educatori: ciascuno si auto-educa attraverso il metodo scout all’interno di una comunità, che è obiettivo e strumento al tempo stesso. Fatta questa doverosa premessa, vorrei condividere con voi alcune riflessioni che ho fatto proprio avendo a che fare con gli adulti. Siamo cresciuti con l’idea che l’adulto sia il traguardo finale, uno stato d’essere oltre il quale non è più possibile andare. In lui si riassumono le giuste qualità che gli permettono di essere elemento portante della società e della Chiesa. L’adulto è capace di scelte grandi, definitive, totalizzanti. E’ affidabile, competente, sensibile e laborioso. Mi spiace dirlo, ma mi sembra che la realtà dei fatti sia purtroppo spesso ben diversa. Non solo oggi come oggi, ma sovente l’adulto non incarna quanto sopra esposto, ma ha invece grandi difficoltà a trovare il senso del suo ruolo educativo e sociale con la conseguenza che rifiuta il suo essere adulto e le responsabilità che da esso derivano, cercando modi talvolta artificiosi per restare o sembrare giovane. Si aggrappa ostinato a ruoli e posizioni occupandoli per anni e che invece dovrebbero essere passati alle giovani generazioni. Fugge le pochissime scelte decisive che definiscono la vita, una volta superata la fase di sperimentazione tipica della giovinezza, preferendo ad esempio essere amica/o dei figli e non madre o padre, con le gioie e le fatiche annesse e connesse. Qui ed ora, più che un tempo, c’è bisogno di luoghi e di percorsi che diano occasioni all’adulto di mettersi in discussione, per scuotersi di dosso le proprie paure e trovare dentro di sé la forza di assumersi il ruolo che da sempre la società gli ha dato. Non ci si educa da soli, ma attraverso una dimensione comunitaria con la mediazione del mondo. Come recentemente ha detto Papa Francesco, essere adulti significa camminare, non errare ma neppure essere quieti”. Custodire il creato Pio Cerocchi Dire semplicemente che è necessario custodire il creato è una affermazione giusta e necessaria per richiamare l’attenzione sulle questioni ambientali. Ma certamente come tutte le affermazioni di principio non è esaustiva, né tanto meno risolutiva del problema. La questione ambientale, infatti, non è più - come ci era apparso qualche decina di anni addietro - un settore a parte della politica, oltre che una vocazione di molte lodevoli associazioni e movimenti tra i quali anche il nostro. Essa adesso è divenuta la politica nel suo significato più alto di rispetto della vita e di attuazione della giustizia. E’ la domanda ineludibile che il tempo presente pone alla coscienza civile e politica di ogni cittadino. Una domanda che riguarda il futuro prossimo non più genericamente remoto, ma che possiamo riscontrare immediatamente sui nostri figli e i nipoti che di qui a poco abiteranno la terra. Un movimento come è il MASCI con la sua vocazione per la formazione continua e attento anche alla dimensione politica, deve mobilitarsi su questo tema che ha mille risvolti e altrettante ricadute nelle scelte pubbliche e private quotidiane. Custodire sembra avere, e forse ha, un significato conservativo e probabilmente limitato a ciò che consideriamo il territorio non occupato dagli insediamenti umani. I campi, i boschi, i laghi, le montagne: i luoghi per tradizione mete di molte attività scout. Prendersi in carico la questione ambientale rappresenta una scelta diversa nella quale il territorio viene assunto nella sua globalità e qui per davvero c’è molto da imparare, e poi molte azioni (anche buone azioni) da intraprendere con senso di responsabilità. Sembra facile parlare di politiche compatibili, ma dietro le belle parole ci sono scelte difficili e delicate e, per certi aspetti, quasi rifondative del diritto e dei diritti. A partire dalla destinazione dei beni naturali o realizzati dall’uomo. Quel “bene comune” di cui tante volte nelle nostre riunioni abbiamo discusso, è già un concetto dirimente dal quale non ci si potrà sottrarre facilmente. Il MASCI con il suo cantiere di riflessione darà il proprio contributo in chiave umanistica e comunitaria. Perché una questione tanto importante non è prudente che si risolva con la dittatura tecnocratica. Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia. Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected]. Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc.coop.a.r.l., via Picardi, 6 - 00197 Roma, tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363. In primo piano Un rinnovato impegno (a cura della Redazione) La basilica di San Giorgio al Velabro, a Roma, è affollata di adulti scout romani e laziali, convenuti per rinnovare la loro Promessa. La tradizionale cerimonia è resa più solenne per l’apposizione di una targa commemorativa per ricordare i 70 anni del primo rinnovo pubblico della Promessa, tenutosi nella stessa chiesa il 23 aprile 1945. In quella basilica, dedicata al santo patrono degli scout, durante la “Giungla silente”, il periodo della soppressione delle associazioni scout da parte del governo fascita, gli scout romani si trovavano clandestinamente per rinnovare la loro Promessa e tenere accesa la fiamma del loro spirito scout. Oggi 23 aprile 2015, non solo gli adulti scout del MASCI, ma rappresentanze di giovani e adulti scout dell’AGESCI, del CNGEI, della FSE e di altre associazioni e movimenti scout, insieme a persone che hanno vissuto l’esperienza dello scautismo in anni trascorsi, sono insieme per testimoniare la validità degli ideali dello scautismo ed il loro impegno nel viverli. Una moltitudine variegata di uniformi e fazzolettini dai tanti colori riempiono la piazza antistante la basilica. Personaggi noti e meno noti si scambiano abbracci e strette di mano, “alla maniera scout”, in attesa che inizi la cerimonia. Le note dell’inno nazionale richiamano l’attenzione di tutti, mentre le bandiere delle varie associazioni, precedute dal vessillo nazionale, sfilano lungo la navata della basilica. La proiezione di filmati d’epoca, foto storiche e documenti significativi introducono alcune significative testimonianze. Cecilia Lodoli, già Capo Guida dell’AGESCI, ha ricordato la sua Promessa, pronunciata nelle catacombe di Priscilla il 28 dicembre 1943, mentre Roma viveva sotto l’oppressione nazi-fascista. Otto ragazze, pronunciavano la loro Promessa, nelle mani di p. Ruggi d’Aragona, scout della prima ASCI, e di Giuliana di Carpegna, nipote del fondatore dell’ASCI. Una foto d’epoca li ritrae attorno, al padre domenicano, in una sorte di uniforme nascosta, tailleur grigio e calzettoni bianchi a mezza gamba. Cecilia ha ricordato i momenti esaltanti della nascita dell’AGI e del guidismo in Italia, gli ideali che muovevano i loro primi passi ma anche difficoltà e i pericoli che si incontravano, concludendo il proprio, applaudito, intervento con questa frase: “In questo nostro tempo c’è bisogno come il pane della nostra testimonianza”. 2 strade aperte Maggio 2015 Franco Nerbi ha ricordato la sua Promessa, pronunciata nel 1945, ricordando Salvatore Salvatori che aveva rifiuto, come insegnante, il prescritto giuramento al regime fascista, per tener fede alla sua Promessa e gli episodi di scautismo clandestino a Roma, uno dei quali aveva sede nella basilica di San Marco, situata in quello stesso palazzo Venezia, dove aveva sede il governo di Mussolini Frequentavo l’oratorio dei Padri Giuseppini di San Leonardo Murialdo a San Lorenzo; qui prima dello scioglimento dell’A.S.C.I., nel 1928, svolgeva l’attività scout il Reparto Roma XI che continuò le sue attività in clandestinità sotto la guida di Salvatore Salvatori. Il Reparto continuò attività ed uscite scout camuffato da Congregazione Mariana, che costituiva la “sezione escursionistica” della società ginnico sportiva dell’istituto San Pio X, ed era iscritta al dopolavoro fascista. Il camuffamento funzionò cosi bene da resistere ad una denuncia anonima nei confronti di Salvatori. Nel 1943 venne uno dei capi clandestini a parlarci di scautismo facendocene innamorare e quando il 6 giugno 1944 Roma venne liberata dal nazifascismo il Roma XI riprese l’attività alla “luce del sole”. Fu allora che entrai a far parte del “reparto” che aveva tenuta accesa, nel periodo buio, la “Fiamma dello spirito scout”. Nel settembre 1944 finalmente giunse il fatidico, agognato momento della mia Promessa. Nell’uscita che il Reparto fece al “quadrato dei pini” sul monte Tuscolo dopo una Veglia d’armi nell’Eucarestia della domenica presentato dal Pioniere Rossano Ciambella il Capo Remo Ponzi prese la mia Promessa :- mi domandò: cosa chiedi? – risposi: diventare “Esploratore” - e per quanto tempo? - con l’aiuto di Dio: Per sempre ! Sono passati 71 anni da allora e, con l’aiuto di Dio, ho sempre cercato di onorare la mia Promessa. Giorgio Aresti, ben noto ai nostri lettori, ha esordito dicendo: “Sono stato testimone della ripresa dello scautismo a Roma subito dopo la fine della seconda guerra mondiale: ho pronunciato infatti la mia promessa da lupetto, il 6 gennaio 1947, nel giorno dell’Epifania. Le difficoltà della riapertura dei gruppi scout e di conseguenza della ripresa dello scautismo in Italia erano veramente enormi: basti pensare alle rovine provocate dalle bombe, la miseria, le baracche per consentire un giaciglio”. Ricordando i tempi eroici della ripresa dello scautismo in Italia, Giorgio ha così proseguito: “Nel reparto ho imparato, tra le tantissime altre cose, a montare la tenda. Ma la tenda non era come quelle che usate oggi: si trattava di unire insieme dei teli mimetici che avevano asole e bottoni, teli sostenuti da paletti di circa mezzo metro ciascuno che si inserivano uno sull’altro e che spesso utilizzavamo per soffiare sul fuoco per alimentarlo meglio. I teli presentavano spesso dei buchi, per cui prima di utilizzarli era necessario rammendarli e, dove necessario, cucirvi sopra delle pezze. Rispetto alle problematiche ambientali attuali eravamo più liberi, potevamo campeggiare liberamente, dove volevamo; era sufficiente comunicarlo al sindaco e alla stazione dei carabinieri per garantire un minimo di sicurezza. Non esistevano brandine per dormire, ma solo teli di materasso che erano riempiti con felci raccolte sul posto o, se avevamo qualche soldino in più, riempivamo i teli con la paglia acquistata dai contadini, così il pagliericcio risultava meno umido”. Le guide e gli scout presenti ascoltavano ammaliati questi racconti avventurosi, i più anziani con la nostalgia dei bei tempi trascorsi. A rappresentare le istituzioni capitoline la Presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, con la sua fascia cerimoniale ma anche con al collo il fazzolettone del suo gruppo scout. Ospite inattesa e graditissima la nostra Presidente Nazionale Sonia Mondin che ha rivolto appassionate parole all’uditorio (L’intervento lo leggete qui a lato) e che ha concluso la riuscita manifestazione, voluta ed organizzata dal nuovo Segretario Regionale Carlo Bertucci. Rinnovo delle promesse a san giorgio al velabro Sonia Mondin Presidente Nazionale A settant’anni pure dall’anniversario della liberazione, ricordiamo che in questo posto a partire dal 1921 - su iniziativa del commissario ASCI di Roma, Salvatore Salvatori - venne istituita la consuetudine di rinnovare ogni anno la promessa scout, proprio nella ricorrenza di San Giorgio che cade il 23 Aprile, presso la chiesa di San Giorgio al Velabro. E proprio qui al Velabro, dopo che il fascismo nel 1928 aveva sciolto i gruppi scout, la storia ci racconta che gli scout seguitarono a ritrovarsi, ogni 23 aprile, per rinnovare la promessa nascosti dietro l’altare, pur consci dei rischi che correvano. Tra questi c’era una famiglia speciale: i beati coniugi Beltrame Quattrocchi con i loro figli, tutti scout nella clandestinità. Tutto questo ci racconta la storia; il resto viene poi rafforzato dalle testimonianze che abbiamo appena ascoltato. A me francamente viene la pelle d’oca quando, ripensando ad atti di coraggio che rientrano nella logica non del SUBIRE ma del RESISTERE, (come ci diceva Don Giovanni Barbareschi ultima aquila randagia a fare la promessa nel 43), mi rendo conto che la resistenza vera è solo quella disarmata, che ci richiama alla fedeltà di scelte radicali, spesso faticose in quanto tali. Siamo davanti a testimonianze che alimentano la speranza, in un tempo difficile anche per noi, storia e testimonianze che ci rafforzano nel convincimento che vale la pena essere cristiani e essere scout, perché ci rende più umani e solidali. E se crediamo in questo, il rinnovo della nostra promessa di oggi sia: PROMETTIAMO di non rassegnarci ma di lottare per ciò in cui crediamo; PROMETTIAMO di non odiarci ma di amarci, perché l’amore è la forza più grande; PROMETTIAMO di non giudicare ma di sospendere il giudizio sulle cose e sulle persone, perché certezze e verità vengono solo dall’Alto. PROMETTIAMO di essere accoglienti e solidali PROMETTIAMO di non fare calcoli ma di rischiare, perchè è degli scout la capacità di OSARE. Questa la promessa del 2015, per fare dello scautismo, che si riconosce nei valori del cristianesimo, una forza di trasformazione, un motore di cambiamento in un mondo quasi in rovina, per liberarlo dalla sua depressione, dalla sua mediocrità, dalle sue atrocità, dalle sue guerre. BUON SAN GIORGIO e BUONA E LUNGA STRADA A TUTTI GLI SCOUT PRESENTI! COMUNICATO “Noi crediamo nella convivenza pacifica e nella collaborazione tra i popoli e cerchiamo di essere operatori di pace,ci impegniamo a praticare e diffondere la cultura dell’accoglienza verso lo straniero” (dal Patto Comunitario del MASCI). La strage avvenuta stanotte nel canale di Sicilia in cui si ipotizza abbiano perso la vita oltre 700 migranti, è una vera e propria “ecatombe”. Anche il Papa durante l’Angelus ha parlato della tragedia del Mediterraneo: “La comunità europea agisca … sono uomini e donne come noi che cercano una vita migliore: affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre. Cercavano la felicità” “Serve un deciso intervento dell’Europa per i profughi. E’ un dramma, si rischia di smarrire l’umanità” queste le parole invece del nostro Presidente Sergio Mattarella. Mai come in questo caso è necessario recuperare il significato della parola “persona”: gli ultimi, i forestieri, gli esclusi è l’umanità che il vangelo ci ha insegnato a guardare con gli occhi del cuore e ad accogliere con la categoria del fare. Essere quindi testimoni di Cristo attraverso gesti di vita nuova e di umanità diversa a partire da noi stessi e dalle comunità in cui viviamo. Il MASCI invita tutti gli adulti scout ad esprime la propria vicinanza e solidarietà, osservando un minuto di silenzio in occasione del rinnovo della promessa al prossimo San Giorgio o nel primo incontro di comunità successivo al 23 Aprile. Proprio nel giorno dell’Ostensione della sindone 2015 che ha come motto “E’ l’Amore più grande”, questo minuto di silenzio sia un segno di speranza e d’impegno per superare le sofferenze del mondo. Agorà 2015 In piazza per confrontarci Luigi Cioffi Segretario Nazionale Questo ci è sembrato essere il senso profondo della delibera assunta dal CN in merito all’incontro nazionale sui temi dell’educazione degli adulti. L’incontro nazionale, dunque, vuole essere un’occasione per una collettiva riflessione e confronto sull’educazione degli adulti che, per il MASCI ne è la missione e per la società e la Chiesa un’esigenza, un’emergenza, una sfida. In questa prospettiva protagonisti e destinatari dell’incontro nazionale sono direttamente i singoli adulti scout, ciascuna comunità e, indirettamente, le strutture di servizio del Movimento. La partecipazione, quindi, all’Agorà, deve porsi come tappa intermedia di una cammino che deve avviarsi da subito e proseguire anche oltre l’evento nazionale. La speranza che questo cammino si realizzi e non resti un auspicio o una teorica affermazione di principio, è necessario avere idee chiare sia sul metodo da costruire, sostenere e realizzare, che sul merito delle tematiche. Una proposta di temi Per poter organizzare un incontro nazionale sui temi dell’educazione che possa risultare di qualche utilità culturale, formativa e pratica, è indispensabile individuare alcuni aspetti di una problematica, quella dell’educazione, così vasta che, senza questa operazione di individuazione di ambiti specifici, rischia di rendere impossibile di giungere ad una qualche forma di sintesi del convegno e quindi di non consentire alcun ritorno reale in favore degli adulti scout e delle comunità. Prendendo ovviamente a riferimento il documento sul convegno approvato dal CN, abbiamo individuato le seguenti 5 piste di riflessione: 1. l’adulto nel nostro tempo 2. i valori dell’adulto scout 3. educare al cambiamento in età adulta 4. la persona e l’economia per la felicità 5. metodo scout e educazione degli adulti 1. l’adulto nel nostro tempo L’educazione è un processo finalizzato a promuovere un cambiamento soggettivo in vista di un cambiamento collettivo (“lasciate il mondo migliore di come lo avete trovato” B.-P.). E non si tratta solo di un cambiamento culturale (teorico, ideologico), ma comportamentale, di coerenza, “Molte cose che da solo non sono riuscito a capire, le ho capite mettendomi di fronte ai miei fratelli. Mi sono reso conto che l’intelligenza mi era concessa per meri- Maggio 2015 to loro.” (s. Gregorio Magno)cioè, fra i valori di riferimento e il vissuto quotidiano. Questa sintetica considerazione giustifica e spiega la necessità di far precedere qualsiasi riflessione sull’educazione, da una analisi sociologica dell’uomo e della donna di oggi nel nostro contesto geografico. Qualsiasi proposta educativa che non sia fortemente incarnata nella dimensione spazio-temporale in cui vive la persona, risulterebbe velleitaria, inefficace. Le mille sfaccettature di una analisi sociologica suggeriscono, sempre nella prospettiva di rendere utile l’incontro, di individuarne alcune e su queste organizzare opposti laboratori a Caserta, ma anche tante attività (di comunità, di regione, di macro-regioni) nel percorso di avvicinamento all’evento nazionale. Ne indichiamo 5 per un semplice calcolo in base al quale potremmo costituire a Caserta 25 laboratori con 30 partecipanti per laboratorio. In ogni caso i sottotemi proposti vogliono essere solo un contributo alla discussione, non è una elencazione esaustiva o immodificabile. Tenendo conto degli spazi fisici che la struttura ospitante metterà a nostra disposizione, lungo il cammino che parte da oggi, le comunità e le regioni, possono proporre altre sfaccettature, così come alcune possono essere eliminate o riformulate diversamente. I laboratori potrebbero essere: • affettività e relazioni • multiculturalità e identità • lo spazio intergenerazionale • la soggettività e il relativismo etico • tecnologie e comunicazione interpersonale. 2. i valori dell’adulto scout L’educazione è un percorso dentro e verso una visione antropologica della vita e del mondo. Questa visione altro non è che il nostro sistema valoriale. I valori nei quali noi crediamo e che non è detto che siano universalmente accettati e condivisi. Non si tratta solo di conoscerli (basta leggere Legge, Promessa e Patto Comunitario), ma rileggerli in chiave adulta attualizzandoli al contesto socioeconomico e culturale. Anche per questa pista abbiamo individuato 5 tematiche che offriamo quale nostro contributo né rigido né esaustivo: • coscienza e responsabilità • la fedeltà all’impegno nel servizio • la ricerca per la continua crescita • la fiducia nell’altro • la speranza cristiana nel quotidiano. 3. educare al cambiamento in età adulta E’ convinzione comune che il “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Il processo educativo si colloca in una prospettiva diametralmente opposta. Parafrasando il proverbio l’educatore è convinto che il lupo perde il pelo ma anche il vizio. Un dato oggettivo, comunque, è che nell’età adulta vi è qualche maggiore resistenza al cambiamento e quindi a rendere più complesso il processo educativo. E siccome la nostra proposta educativa si rivolge proprio agli adulti, appare necessario affrontare questa specifica pista di riflessione. Le tematiche proposte sono: • diversità generazionali • uomo e donna, esigenze educative diverse? l’agorà - istruzioni per l’uso _2 • educazione è continua conversione? • educare verso quale idea di persona • crescita socializzata e autoreferenziale. 4. la persona e l’economia della felicità Grazie alla disponibilità di informazioni raccolte da sociologi e psicologi, alcuni economisti si sono interessati a studiare e comparare il benessere e la felicità degli individui sconvolgendo radicalmente il tradizionale assunto che l’aumento della ricchezza, sia delle nazioni che degli individui, attraverso il libero mercato, sia sufficiente a garantire un proporzionale aumento della felicità. Uno dei risultati più interessanti che emerge dalle ricerche economiche sulla felicità, è che nel lungo periodo mentre il reddito pro capite aumenta costantemente, la felicità rimane sostanzialmente invariata o in calo. I 5 temi proposti sono: • la persona e il bene comune • come integrare sussidiarietà e solidarietà • l’economia sociale nell’economia di mercato • quali spazi per il terzo settore • l’etica in economia. 5. metodo scout e educazione degli adulti Ogni proposta educativa è proposta di valori con un metodo. Lo scautismo si caratterizza per proporre i valori elencati nella Promessa e nella Legge con quello specifico metodo esperenziale (imparare facendo) che si realizza attraverso gli strumenti del metodo. Gli strumenti del metodo devono essere adattati alle diverse età della vita. Un pista di riflessione dedicata ad approfondire questi aspetti ci sembra interessante. La riflessione potrebbe essere suddivisa in questi 5 sottometti: • il creato e l’educazione dell’adulto • la comunità e le relazioni educative • famiglia e comunità: luoghi di educazione • nel servizio si trova e si prova la crescita • il senso dell’educazione degli adulti. Una proposta di metodo Le tre mezze giornate dell’Agorà a Caserta saranno così articolate: sabato mattina: approfondimento delle 5 piste con esperti esterni; sabato pomeriggio: laboratori sui “sottotemi” delle piste. I laboratori saranno coordinati e animati da adulti scout (consiglieri e segretari regionali) in coppia con un rappresentante di associazioni e movimenti a noi vicini; domenica mattina: messa in comune dei lavori dei laboratori. Le iscrizioni all’Agorà sono già aperte sul sito: www.masci.it La nostra identità Siamo uomini e donne provenienti da strade ed esperienze diverse, ma uniti dalla convinzione che lo scautismo è una strada di libertà per tutte le stagioni della vita e che la felicità è servire gli altri a partire dai più piccoli, deboli ed indifesi. Apparteniamo alla grande famiglia dello scautismo e ci riconosciamo nei valori espressi dalla Promessa e dalla Legge scout. Siamo convinti che la nostra proposta sia valida per ogni persona che non consideri l’età adulta un punto di arrivo, ma voglia continuare a crescere per dare senso alla vita ed operare per un mondo di pace, più libero e più giusto. Per questo motivo ci rivolgiamo a chi vuole continuare a fare educazione permanente con il metodo scout e a testimoniarne i valori e a chi si avvicina per la prima volta allo scautismo da adulto. Il MASCI è costituito dagli adulti che, accettando lo Statuto e questo Patto, si impegnano a livello personale, nella Comunità e nel Movimento, a testimoniare i principi e gli ideali dello scautismo Il MASCI si caratterizza per essere un Movimento. di adulti che testimoniano i valori dello scautismo, vogliono seguire Gesù Cristo ed essere inseriti nella comunità della Chiesa, di educazione permanente, secondo il metodo dello scautismo, che promuove la partecipazione di tutti gli aderenti ai vari livelli della vita del Movimento, che impegna gli adulti scout a servire concretamente la comunità civile ed ecclesiale, di opinione e di azione, per la crescita del bene comune, il MASCI fa parte della famiglia scout mondiale e partecipa attivamente alla Fraternità Internazionale degli Adulti Scout (ISGF – International Scout Guide Fellowship). La Comunità Foligno 2 in servizio al Consiglio Generale dell’AGESCI a Bracciano strade aperte 3 Prepariamo l’Agorà Scautismo per adulti: quali adulti e quale società? Carla Collicelli Lo scarto che si percepisce tra l’esperienza ed i valori dello scautismo e quelli che emergono dalla società italiana nel suo complesso è così evidente, da indurre a due ordini di riflessioni: dapprima la descrizione dei mali di una società rattrappita (pars destruens), e poi quella delle proposte positive che emergono dalla esperienza scout (pars costruens). Molti dei problemi della società di oggi derivano dallo sviluppo accelerato degli ultimi decenni, ed in particolare da alcuni elementi strutturali molto significativi che hanno trovato condensazione nel corso degli anni 90: - In ambito produttivo, lo sviluppo tecnologico digitale, con la trasformazione radicale del nostro modo di comunicare, lavorare, viaggiare, decidere ed informarsi; - In ambito comunicativo, l’evoluzione delle televisioni commerciali e dei formati televisivi orientati al culto dell’immagine ed alla spettacolarizzazione della vita vissuta, sia quella privata che quella dei personaggi pubblici; - In ambito sociale, il consolidarsi del trend di allungamento della vita e le conseguenti speranza di eternità e crisi del senso del limite dell’esistenza. I tre elementi citati non sono di per sé negativi. Ciò che è mancato nei decenni scorsi è la capacità della società di attrezzarsi e rispondere con valori e politiche capaci di “volgere al bene collettivo” i cambiamenti e di farne scaturire linee di crescita armonica e umanistica della convivenza sociale. In assenza di strategie e di azioni di accompagnamento tempestivo ed adeguato delle innovazioni di cui sopra, la società le ha subite e metabolizzate sotto forma di elementi di crisi ed indebolimento: -Una società sempre più densa di soggettualità, ruoli e funzioni, oggetti di consumo, strumenti di comunicazione, messaggi, ecc., ha prodotto una situazione di stallo della mobilità, fisica, sociale, ed anche ideologica e comportamentale; -Allo stallo ed assenza di sani processi di sviluppo e mobilità si affianca una accelerazione fibrillatoria nei tempi di lavoro, nella attività di tempo libero, ma anche nelle opinioni, nei gusti e nelle preferenze; - Fibrillazione e densità portano all’indebolimento dei legami ed alla frammentazione sociale, da cui il cosiddetto ciclo dell’individualismo egoistico; - La proliferazione degli oggetti di consumo, in tutti i campi, genera un consumismo onnivoro e sperimentale, stemperato nelle 4 strade aperte Maggio 2015 quantità ma non nella qualità e nei valori di riferimento dalla crisi economica (dall’”usa e getta” alla “libertà come moltiplicazione” e non come scelta); - Il potere si verticalizza e vengono meno i meccanismi di rappresentanza e democrazia; - Crescono le distanze tra strati sociali diversi della società e si sviluppano le “nuove povertà” (famiglie numerose, single, solitudine, mancanza di desiderio); - Si depotenzia la funzione normativa, in quanto nel caos generale si indeboliscono, fino quasi a scomparire, i valori di vita, le figure educative, il padre, l’insegnante, le norme collettive. Per quanto riguarda in particolare la cultura, viene meno il suo valore antropologico, e vengono meno gli scambi tra soggetti diversi, primi fra tutti quelli di generazioni differenti, che non si parlano quasi più. La cultura è o cultura aulica, per pochi addetti ai lavori, o comunicazione vuota e spettacolarizzata dei vissuti. L’educazione, di conseguenza, slitta verso il formalismo nozionistico, da un lato, e la trasmissione di competenze tecniche ad uso del mercato del lavoro, dall’altro, con separazione crescente tra manualità e competenza teorica, e soprattutto con la estromissione del mondo delle emozioni dal processo educativo (“L’epoca delle passioni tristi”). Lo scautismo potrebbe costituire un buon viatico per l’avvio di una stagione di ricomposizione delle fratture descritte, e che emergono dal lavoro degli analisti sociali delle più varie tendenze ed orientamenti. Dal volume “Un’avventura che continua, lo scautismo degli adulti” (edizioni scout Fiordaliso), emergono molti spunti positivi per la ricostruzione di un tessuto sociale più umano e più attento ai risvolti ed ai necessari elementi di contrasto delle distorsioni che nascono dallo sviluppo accelerato degli ultimi decenni: - Per gli scout e per gli scout adulti l’educazione (auto- e etero- ) come processo di crescita continuata, di adattamento ai nuovi contesti, di “movimento” continuo fino alla fine dei propri giorni, non finisce mai; - La vita va accettata ed accolta con spirito di avventura, vale a dire con apertura a ciò che sarà, senza preclusioni né pregiudizi, e piuttosto con lo sforzo di capire l’altro ed il nuovo che viene dall’altro e dal diverso, e con il coinvolgimento emotivo nei confronti delle situazioni sempre differenti che ci troviamo ad affrontare; - Nello scautismo si apprende il valore e l’importanza dello spirito di squadra e della collaborazione di gruppo per il raggiungimento di risultati validi: da soli non si va da nessuna parte, ed occorre contrastare l’individualismo ed il soggettivismo egoistico e narcisistico; - Nello scautismo si impara il valore della solidarietà concreta e di tutti i giorni, “lo spezzare il proprio corpo per gli altri “ (come si dice in uno dei capitoli e come richiama la simbologia dell’Eucarestia), e solo una spinta genuina di condivisione ed aiuto reciproco può permettere di combattere l’idea di dominio e di lavorare contro il potere arroccato e per la ricerca di una potenza collettiva verso il bene. Per mettere a frutto quanto di positivo vi è nella esperienza scout, occorre però uscire dall’intimismo e dalla autoreferenzialità, per imparare a parlare al mondo intorno a sé. (Testo adattato da un articolo in “Strade Aperte”, dicembre 2012) Le polarità dei valori (scout – società) Ottimismo («della volontà») Sviluppo, cammino Incivilimento Vita Generazioni Generatività Scambio intergenerazionale Educazione e formazione Spirito d’impresa Manualità Famiglia Comunità Partecipazione Rispetto della natura Lavoro Solidarietà Governance Ambiente Pessimismo (“della ragione”) Stallo, presentismo Imbarbarimento Solitudine, egoismo Allentarsi delle connessioni Autoapprendimento L’adulto nel nostro tempo Paolo Linati In vista dell’Agorà sulla Educazione in ottobre 2015 a Caserta, sono stati proposti cinque “piste” volte a coinvolgere e sensibilizzare gli adulti scout e le comunità. Piste stimolanti, significativi di un cammino da percorrere insieme. Il primo di essi riguarda l’adulto oggi: una esplorazione da affrontare non solo in una prospettiva psicologica o sociologica, ma come esperienza di vita, come riflessione sulla realtà attuale. Un discorso esaustivo su questo tema sarebbe lungo; per questo propongo qui alcune di queste esperienze ed alcune riflessioni. 1. La perdita di senso. Una domanda, espressa o inespressa, che l’adulto si pone, riguarda il senso dell’educazione, giovanile e adulta. Che senso ha il meritare fiducia, il servizio del prossimo, la fraternità verso i vicini e i lontani, la difesa del creato, il rispetto delle leggi, la frugalità, la castità? Che senso ha la vita all’aperto, il camminare sulla Via Francigena? Che senso ha parlare della Resistenza, raccontare delle “Aquile Randagie”, e di ciò che accade nel Mondo? Che senso ha per un adulto fare parte di un movimento scout? E che senso ha la vita? 2. Il soggetivismo. Un secondo carattere che mi sembra meriti attenzione è il soggettivismo radicale e l’individualismo dell’adulto. La donna e l’uomo, il cittadino del 2000, decide autonomamente e per conto proprio quello che è vero e quello che è falso, quello che è giusto e quello che è ingiusto. L’adulto è incoraggiato a scegliere quello che vuole e quello che non vuole fare. Egli rifiuta ogni obbligatorietà ed ogni imposizione, sia nel campo del pensare, sia in quello dell’agire e dei comportamenti. Verticalizzazione Burocrazia 3. Senso critico e dialogo. L’adulto distratto dal teleschermo e dal collegamento internet talvolta è privo di un atteggiamento critico che vada al di là del “tutto va male” , così diffuso oggi in Italia. Un adulto che ha come unica fonte d’informazione lo schermo televisivo, che è soggetto ad una “paura” motivata dal terrorismo, anche se lontano. e dalla criminalità domestica. E a causa di questa paura perde ogni capacità di relazione, ogni possibilità di dialogo con chi è “diverso” da lui,. Inquinamento Degrado ambientale 4. Lavoro e mancanza di sicurezza. Nelle giovani generazioni si ma- Disimpegno, garantismo Astrazione, intellettualismo Individuo Isolamento, alterità nifesta una mancanza di sicurezza come incertezza nei riguardi del lavoro futuro. Ormai da alcuni decenni non vi sono più grandi richieste di forza lavoro. Il progresso tecnologico non ha portato alla creazione di nuova occupazione, anzi ha reso sempre più inutile il lavoro di massa; ha fatto sparire i lavori “tranquilli” o ripetitivi, quelli in cui dal giorno in cui si entra in azienda o in ufficio fino al giorno dell’andata in pensione si ripetono le stesso cose, senza che venga mai rimesso in questione il metodo, né la sicurezza del posto di lavoro. Da tempo sono scomparsi i lavori che durano tutta una vita: la richiesta di particolari conoscenze per certe professioni, ad esempio la professione di medico o di informatico, non dura tanto quanto il tempo che occorre per acquisirle. Questo provoca a volte un senso di inadeguatezza, una difficoltà nel mantenersi idonei ad assumere compiti sempre nuovi ed impegni più estesi: «Ditemi quello che devo fare, e come si fa a farlo, non chiedetemi di assumere la responsabilità di quello che devo fare e del modo di farlo». Il motto “Sii preparato” non è molto diffuso nel mondo del lavoro. 5. Capacità di adattamento. Una caratteristica necessaria all’adulto del nostro tempo è la capacità di adattamento. L’adulto deve essere preparato a non venirne escluso, ma ad essere in grado di inserirsi in situazioni in continua evoluzione, temporale e spaziale; preparato ai cambiamenti professionali, ambientali e linguistici. Deve acquisire la capacità di inserirsi nelle strutture e nei metodi di evoluzione, di affrontare la scoperta del nuovo; di adeguarsi a forme di lavoro che ogni quattro-cinque anni si rinnovano e richiedono spostamenti da un settore ad un altro, da una località ad un’altra, dai procedimenti tradizionali ai metodi innovativi. E questa è una caratteristica che mi pare dovrebbe entrare nel progetto educativo di ogni movimento di adulti, con modalità da inventare. Per superare la “perdita di senso”, per andare al di là del soggettivismo e della incapacità di dialogo, per superare la mancanza di sicurezza e sconfiggere la paura, forse un adulto deve fare parte di una comunità e seguire una “pista”, un cammino di educazione; quella che per l’adulti scout è indicato nella Legge e nella Promessa. Ma di questo si parlerà nelle piste “Valori dell’adulto scout” e “Metodo scout per l’educazione degli adulti”. Temi caldi Il futuro ci interessa Alberto Subioli A fine Maggio si celebrerà’ la Giornata Internazionale sull’Ambiente che deve essere l’occasione per aggiornare la nostra posizione e quella del MASCI riguardo un tema fondamentale per la corretta sopravvivenza nostra e quella delle generazioni future. L’argomento ha implicazioni planetarie, continentali, nazionali, regionali, cittadine. In questo contesto i primi tre ambiti esulano normalmente dal nostro impegno diretto che peraltro deve essere sempre vigile nello scegliere, contattare e votare delegati degni e competenti. Per l’ambito regionale, sopratutto con riferimento agli organi regionali del Movimento, si possono fare alcuni importanti interventi riguardo sopratutto ai Piani Regionali per l’Ambiente e per la viabilità di collegamento tra gl’insediamenti abitativi. Ma i rapporti del MASCI con le Regioni sono un importante capitolo che richiede un dibattito particolare sul quale ci si dovrà’ impegnare al più presto. Per il limitato spazio disponibile verrà trattato con qualche dettaglio il comportamento personale e di gruppo da tenere in città mettendo a fuoco la raccolta differenziata dei rifiuti. Non sarà trattato l’elenco delle cose da fare e cioè il COME va differenziato il rifiuto, Maggio 2015 ma saranno affrontati i fondamenti culturali della raccolta e cioè PERCHE’ si deve fare. Vanno espressi anzitutto tre principi assiomatici A, B e C che sono i motivi base su cui la raccolta differenziata è fondata: A. La raccolta indiscriminata dei rifiuti è incompatibile con il livello della popolazione delle città e con la disponibilità dei siti di deposito non più accettati dagli abitanti prospicienti a causa delle sgradevoli e dannose emissioni gassose e liquide prodotte. B. Per motivi di economia globale del pianeta è indispensabile recuperare materiali che stanno esaurendosi depauperando le risorse mondiali. C. Recupero della spesa pubblica. Riferendoci come esempio, agli ultimi dati forniti dal Comune di Roma e arrotondando ad un decimale le cifre fornite, ogni cittadino produce 1,7 kg di rifiuti urbani al giorno per un totale cittadino di 4897 tonnellate. Basta fare qualche considerazione sulle cifre per rendersi conto che il servizio è molto costoso e complicato. Peraltro tali rifiuti trascinano con loro una cospicua ricchezza tanto è che alcune città europee si offrono di trattare i rifiuti di altre città. Tale spreco è inammissibile e dunque occorre potenziare tutto un sistema di riciclo che consenta la vendita dei materiali recuperati e quindi un decremento della spesa. Va anche notato che un completo sistema di riciclo permetterebbe un considerevole impiego di mano d’opera. Da quanto scritto sopra se ne deduce che la raccolta differenziata è un sistema operativo che vede coinvolti, per il raggiungimento dei comuni obiettivi, esperti del settore e cittadini. Occorre quindi prendere atto della situazione ed eliminare le diffidenza che continua ad esserci tra operatori e cittadini. Dobbiamo tutti insieme collaborare per la salvezza dell’ambiente, per la conservazione delle risorse e per la riduzione della spesa. Da parte del cittadino c’è il dovere di diffondere la cultura della collaborazione e di comportarsi in modo “tecnicamente corretto” in modo da facilitare il compito degli operatori e delle macchine di trasporto e trattamento. Perciò selezionare bene i rifiuti e fare attenzione ad usare il cassonetto o il mezzo di raccolta dedicato: per esempio evitare di depositare i materiali di ristrutturazione degli appartamenti a fianco dei cassonetti, e di gettare scatole di cartone senza prima ridurle in rifiuti piani. Raccomandazione: non gettare mai un rifiuto in terra: rende complicata e lenta la raccolta, sporca la città ed aumenta l’impiego di personale e dunque la spesa. Che poi paghiamo tutti. I problemi dell’immigrazione Giovanpietro Scotto di Carlo L’incalzare dell’immigrazione sempre più massiccia ed imponente da tutti i Paesi in cui manca la libertà o ci sono pesanti persecuzioni o guerre o fame, porta ad esaminare i loro effetti sul bacino del Mediterraneo o nei Paesi del Nord (soprattutto Gran Bretagna, Belgio ed Olanda). Nei Paesi del Mediterraneo si impone il problema di fronteggiare l’accoglienza e l’ospitalità nei propri territori, in quelli del Nord, invece, si prospetta l’esigenza di valutare gli effetti della concorrenza dei salari degli immigrati (ai livelli di quelli cinesi o del terzo Mondo) con quelli dei Paesi Occidentali (che possono diminuire con il progresso tecnologico ma che comunque sono sempre pari ad almeno tre volte quelli cinesi).La soluzione non può che essere quella di formare un fronte unico in ciascuna delle due aree con gli stessi obiettivi (dei Paesi del Nord oppure dei Paesi Mediterranei). La differenza d’interessi tra i due obiettivi ha prodotto la difficoltà di trovare l’accordo per l’impostazione di una politica europea per l’immigrazione e che, invece, potrà essere affrontata dai Capi di Governo dei Paesi membri dell’Unione Monetaria Europea. Per l’UME occorre trovare gli accordi per una politica comune per affrontare tutti i problemi che si presentano in materia di obiettivi di politica economica, di bilancio, fiscale, per l’immigrazione. Infine, per l’immigrazione, si impone anche l’esigenza di approfondire anche le esigenze degli immigrati dai diversi Paesi di provenienza per offrire a ciascuno la possibilità di considerare la convenienza a decidere se rimanere o emigrare nell’area dell’UME. Resta, comunque che l’Europa ha preso coscienza di queste differenze e si è passati dal Mare Nostrum a Triton per considerare i diversi obiettivi (anche quelli dei Paesi del Nord) e che sono stati triplicati gli stanziamenti di Triton per tener conto anche degli obiettivi dei Paesi del Nord. La Gran Bretagna, comunque, si rifiuta di accettare immigrati nel suo territorio, anche se offre la disponibilità di soldi e navi. Il problema è che con l’immigrazione la distribuzione del reddito peggiora e che richiede una convergenza dei valori dal basso anziché dall’alto e che comporta una imposizione, ad esempio, sulle attività finanziarie per finanziare investimenti etici a favore delle classi degli immigrati per poter bloccare i grossi spostamenti di cittadini dall’Asia e dall’Africa subsariana all’Europa. Non è più ritenuto accettabile il modello liberale che massimizza il profitto attraverso il mercato e le istituzioni ed una crescente espansione della ricchezza nazionale ma un modello ispirato ad una coscienza civile che porta ad una redistribuzione del reddito a favore dei cittadini immigrati. Il professor Leonardo Becchetti, dell’Università di Tor Vergata, chiarisce che l’economia liberale deve essere integrata per operare una redistribuzione del reddito ai lavoratori cinesi e africani. E’ essenziale che le scelte del cittadino siano dall’analisi dei consumi orientati alle aziende che rispettano un comportamento etico, ad esempio verso la banca Etica. Occorre mettere al centro dell’attenzione l’uomo ed i suoi bisogni per un’economia eco-sostenibile in cui il voto con il portafogli ed una priorità dello spazio rispetto al tempo possono rappresentare il presupposto per un’economia equa e solidale sostenibile. E’ una responsabilità diversa sui beni comuni, che può eliminare le cause strutturali dell’iniquità, ponendo il cittadino nelle condizioni di scegliere secondo gli elementi di una sostenibilità della produzione che mira anche agli effetti sociali anteponendo gli interessi della collettività a quelli personali. In sostanza, la scelta del cittadino viene orientata verso la produzione economicamente sostenibile che ostacoli le lobbies e promuova quindi una redistribuzione del reddito che tenga conto anche degli effetti sull’ambiente. Mentre andiamo in macchina siamo colpiti dalla triste notizia del ritorno alla Casa del Padre di RICCARDO DELLA ROCCA Sul prossimo numero daremo ampio spazio alla sua figura e alla sua opera. strade aperte 5 Vita associativa Maggio 2015 Campo di servizio a Lourdes Anche quest’anno il MASCI organizza un “campo di servizio” a Lourdes con il treno dell’Opera Pellegrinaggi Foulard Blanc, in condivisione con la Comunità Italiana Scout FB, , inserito nel cammino di formazione del nostro metodo scout, nell’ambito delle “Rotte dell’Arcipelago”. OBIETTIVI DEL CAMPO • Fornire agli AS partecipanti un approccio alla disabilità, all’infermità, alla sofferenza, vissuta all’interno della speranza cristiana e del cammino di fede; • Far vivere un’esperienza di servizio, di spiritualità, di crescita personale, come occasione di formazione permanente • Riflettere insieme sul significato della scelta di servizio per un AS: motivazione caratterizzante dell’appartenenza al MASCI. Eccomi si rinnova Anna Maria Volpe Prignano L’ 11 aprile 2015 l’Assemblea dei soci di ECCOMI Onlus dopo aver ascoltato la relazione ampia ed esaustiva del presidente Gianfranco Sica che, dimostrando la sua piena disponibilità di chiarezza su tutti i progetti e l’organizzazione della Onlus, si Ë conquistato l’approvazione all’unanimità del bilancio consuntivo e preventivo ha eletto il nuovo Consiglio direttivo ed il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti, come prevede lo statuto ogni quattro anni. Gli eletti sono: Mario Bertagnolio responsabile Masci/Eccomi progetto Kurdistan, della comunità MASCI Roma 2; Maurizio Cipolloni già componente del Consiglio Direttivo di Eccomi nominato dal MASCI, della comunità MASCI Foligno 2; Ciro Cirillo responsabile dei progetti ECCOMI in Togo, della comunità MASCI Val Susa, già segretario regionale MASCI Piemonte; Carlo DíAndria socio fondatore di ECCOMI, già consigliere con líincarico di tesoriere fin dalla sua costituzione, magister della comunità MASCI Roma 12; Emilia DíAndria responsabile dell’ Atelier in Burundi, già componente del consiglio direttivo per nomina interna; Cristina Maccone, responsabile del progetto ëGarderiesí, incaricata della comunicazione di ECCOMI, magister della comunità Roma 9; Gianfranco Sica socio fondatore di Eccomi ed ex Presi- A CHI E’ RIVOLTO Principalmente è rivolto a tutti gli Adulti Scout regolarmente censiti nel MASCI. DATA DEL CAMPO Dal 30.07.2015 – al 06.08.2015 S’inizierà l’attività già sul treno, che partirà da Reggio Calabria il 30 luglio 2015 con le seguenti fermate: NAPOLI – ROMA – PISA – GENOVA e altre fermate minori. Fermate ed orari precisi, saranno divulgati a tutti gli iscritti dopo la comunicazione delle Ferrovie (di solito 5/6 giorni prima della partenza). PER ISCRIVERSI Consultare il sito www.masci.it, dove si trova la scheda di iscrizione. Il nove luglio 1961, in vetta all’Amiata, venne inaugurato il monumento alla Madonna degli Scout. Nell’occasione l’allora Vescovo di Grosseto, il compianto Mons. Paolo Galeazzi, istituì la festa della Madonna degli Scouts, che da anni si celebra ogni prima domenica di luglio. Il quattro luglio 1991, per commemorare il trentesimo anniversario dell’avvenimento, partì dalla Chiesa di San Francesco a Grosseto la prima marcia di pellegrinaggio che, da allora, è stata ripetuta ogni anno. A Dio piacendo, quindi, anche questo luglio celebreremo la festa sul Monte Amiata e vorremmo farlo in modo degno, cioè assieme a tutti voi, partecipanti alla marcia e non, perché confidiamo la Provvidenza vorrà concederci un’ occasione di 6 strade aperte Vita associativa gioia e, come insegna una delle nostre canzoni: “di più saremo insieme, più gioia vi sarà”! Accogliete, cari amici e fratelli il nostro invito, dateci prima possibile la vostra adesione di massima accompagnandola magari con idee e suggerimenti per rendere memorabile l’incontro, cercheremo di realizzarli... naturalmente insieme! Per contatti: Beppe Tilli, via Lega n.11 Grosseto, tel 0564/411592, fax 0564/411413, e-mail [email protected] Franco Vanelli, via Caletra n.10 Grosseto, tel 0564/491345 sito M.A.S.C.I. Grosseto 1 www.cag.it/ masci.htlm; e-mail [email protected] responsabile sito Tiziano Minucci, tel. 0564/23122 Maggio 2015 dente fin dalla sua costituzione, comunità Masci Roma 12; Anna Maria Volpe Prignano già segretaria generale di Eccomi e socia fin dalla sua costituzione, della comunità MASCI Roma 12. Il COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI risulta cosÏ costituito: Aldo Antonelli socio di Eccomi fin dalla sua costituzione, collaboratore per la raccolta fondi; Claudio Cursi comunità MASCI di Monterotondo, membro CE Regione Lazio e revisore dei conti nazionale MASCI; Mario Toseroni comunità MASCI Spoleto. Per completare il consiglio direttivo occorre attendere la riunione del prossimo CN che eleggerà come prevede lo Statuto di Eccomi un suo rappresentante. Il Consiglio direttivo completo ed il collegio dei revisori potranno cosÏ eleggere alla prima riunione i rispettivi presidenti. Trent’anni di MASCI a Scafati Carmela Cioffi Nella parrocchia di San Francesco di Paola, la comunità MASCI Scafati 1 ha festeggiato, insieme a tanti altri fratelli scout, i 30 anni della sua fondazione. Una Santa Messa è stata celebrata dal parroco, nostro assistente spirituale, don Peppino, durante la quale abbiamo ricordato i fratelli scout che ci hanno lasciati e don Aniello, prima guida spirituale della comunità. Era il 1985, quando un gruppo di scout, con a capo Domenico Giordano, ha dato vita alla comunità MASCI in Scafati (SA). Non facevo parte della comunità in quel momento; conoscevo lo scautismo solo attraverso l’esperienza di mio marito e di mio figlio, anche se questo mondo mi aveva sempre affascinata: amore per la natura, vivere a contatto con essa. Dopo qualche anno dalla fondazione anch’io, insieme ad altre sorelle e fratelli, sono entrata nella comunità e da quel momento è cominciata per me un’esperienza meravigliosa. La fede, il servizio, l’educazione permanente sono diventate le componenti essenziali del mio cammino nella comunità. Sotto la guida, appassionata e paterna, di don Aniello siamo cresciuti in spirito di servizio e fraternità, anche se tante erano le diversità. Il cammino tracciato è stato continuato da don Peppino, il nostro attuale assistente. Come comunità in questi anni non siamo stati alla finestra a guardare, ma abbiamo fatto e continueremo a fare nostre le problematiche riguardanti la nostra città e il mondo intero. Con dibattiti, con incontri con esperti di vari campi abbiamo trattato argomenti quali la famiglia, l’educazione dei figli, la politi- ca italiana e internazionale. Accanto a questa crescita personale non abbiamo mai tralasciato di interessarci dei fratelli bisognosi vicini e lontani. Per gli anziani abbiamo organizzato proiezioni cinematografiche, cene con canti e balli, teatro, visite a presepi e santuari, gite in varie località della Campania e di altre regioni. Per quelli ospitati in case famiglia, a Pompei e a Scafati, abbiamo messo in campo le nostre capacità di animazione. Non abbiamo tralasciato giovani e adulti con problemi psichici: gli ospiti della Casa Rosamunda in Angri. Con loro abbiamo giocato, cantato e condiviso intense emozioni negli incontri durante le festività natalizie e a carnevale. Per le famiglie in difficoltà economiche abbiamo attivato la raccolta di generi alimentari davanti alcuni dei supermercati cittadini e abbiamo offerto il nostro contributo per alleviare le loro necessità. Non abbiamo trascurato i bisogni dei nostri fratelli in terra di missione. Per loro, in collaborazione con altre associazioni cittadine, abbiamo organizzato un’asta di beneficenza, realizzando un congruo contributo per la costruzione di una scuola materna per i bambini orfani ed abbandonati del Burkina Faso. Inoltre da anni, con la generosità di molti negozianti, organizziamo il Pozzo di San Patrizio devolvendo il ricavato a favore di fratelli bisognosi in città e fuori. Da tre anni è stato istituito in parrocchia un centro medico: “Epimeleia” con l’obiettivo di offrire un servizio gratuito ad indigenti ed immigrati. Il centro si avvale della collaborazione di due medici di base coadiuvati da alcuni specialisti, e tutti prestano la loro opera gratuitamente. La nostra comunità si è attivata, attraverso varie iniziative, per reperire i fondi necessari per le spese farmaceutiche e diagnostiche. la comunità MASCI di SACILE (PN) organizza “DOLOMITI 2015” 5° viaggio tra realtà, sogno e leggenda presso la ‘CASA ALPINA’ di GIRALBA AURONZO(BL)q.s.l.m.950 m. dal 01 al 06 Settembre 2015 con il seguente nuovo programma: MARTEDI’ 01 SETTEMBRE dalle ore 15,00 accoglienza e assegnazione camere. Cena, presentazione del programma e dei luoghi. Proiezione dvd ”Dolomiti 2013” MERCOLEDI’ 02 SETTEMBRE Mattino: Escursione in Val Marzon, Via Pacis e ... Servizio. Pomeriggio: Riservato alle Comunità per preparare “Bell’ Italia”. Sera: ...Proiezioni... GIOVEDI’ 03 SETTEMBRE Escursione: Passo Falzarego(q.s.l.m.1900 m), Monte 5 Torri e le Trincee ‘15-’18, Rifugi: Scoiattoli, 5 Torri, Nuvolau (q.s.l.m.2150-2400 m). Pranzo in Ristorante. Pomeriggio: Liberi a Cortina, quattro passi in città. Cena e serata: in allegria con il Corpo Musicale di Auronzo. VENERDI’ 04 SETTEMBRE Mattino: Come nasce un “Occhiale”, Visita ad una Occhialeria artigianale. Pomeriggio: A disposizione. Sera: “Bell’ Italia” pubblicità per la tua regione. Cena: Regionale Condivisa, Giochi e Canti ... con le Comunità... SABATO 05 SETTEMBRE Escursione, pranzo al sacco, alle Tre Cime di Lavaredo (q.s.l.m.2350 m), in alternativa al Monte Sorapis, Lago e Rifugio Vandelli (q.s.l.m.2000 m), o in alternativa Passeggiata al Lago di Dobbiaco(q.s.l.m.1200 m). Cena e Veglia alle stelle. DOMENICA 06 SETTEMBRE Mattino: Pulizie e consegna stanze, verifica esperienze vissute, Santa Messa (Auronzo). Pranzo e commiato. Note ed informazioni di massima: Prenotazioni fino al 30 luglio 2015 Costo soggiorno € 320,00 persona, trattamento casa albergo Numero massimo dei partecipanti: 50 N.B. Il programma può subire variazioni a seguito delle condizioni meteo. Scheda di prenotazione e ulteriori informazioni [email protected] MASCI Sacile - Renata, Giuliano 0434 70890 strade aperte 7 In primo piano Maggio 2015 Anche gli scout ad Expo 2015. metri quadrati e si trova all’interno del sito espositivo dell’Expo, e resterà dopo l’Expo come lascito futuro alla città di Milano. La FIS (Federazione Italiana dello Scautismo) che, come è noto, riunisce l’AGESCI e il CNGEI sarà presente, con altre 10 organizzazioni nazionali di volontariato, a Milano ad Expo 2015, nella zona riservata alle organizzazioni del Terzo settore e del volontariato. È la prima volta che organizzazioni non governative sono presenti ad una Esposizione mondiale. Il tema dello stand dello scautismo è già un programma: “Educare. Energia per la vita”. I gruppi scout delle due associazioni sono stati invitati a realizzare un video, da proiettare nello stand, che illustri una attività scout divertente ed interessante su questo tema. Lo stand è ospitato nella Cascina Triulza è un’antica costruzione rurale estesa per un’area di 7.800 L’Expo delle idee Paola Busato Bertagnolio In preparazione di Expo 2015, nel suggestivo hangar Bicocca di Milano, si è tenuto nei mesi scorsi un evento straordinario,l’Expo delle idee : cinquecento esperti da tutto il mondo riuniti a parlare di problematiche legate alla cultura del cibo . I quattro temi sui quali tutti questi esperti si sono confrontati (sviluppo sostenibile, le culture del cibo,agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile, la città umana tra smart e slow city ) costituiscono,con le proposte e le osservazioni prodotte nel corso della giornata, il nucleo centrale della Carta di Milano . Se nel mondo un miliardo di per- “Educare. Energia per la vita” si sviluppa in tre direzioni: nutrire come cultura, nutrire come relazione con ilo mondo, nutrire come educazione, declinato in diversi temi tipicamente scout: sone soffrono la fame e 1,6 miliardi di persone sono in sovrappeso e per di più sprechiamo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno , questo significa che qualcosa non funziona nel modo in cui la grande famiglia umana gestisce la produzione e l’alimentazione. La Carta di Milano sul cibo, concepita sul modello del protocollo di Tokio sul clima, nasce con l’intento di ricercare soluzioni , di suggerire comportamenti personali volti a creare le condizioni per un miglior uso delle risorse alimentari , di proporre percorsi per lo sviluppo sostenibile , di trovare soluzioni affinchè “ cibo per tutti “ non sia solo una formula vuota .Queste e molte altre problematiche connesse alla tutela del pianeta costituiscono la Carta di Milano sottoscritta come pri- L’Educazione è cibo per la mente: un nuovo umanesimo; Educare al cibo: il troppo e il troppo poco, salute, condivisione, essenzialità; Salute e forza fisica: sano in salute per me e per gli altri; L’uomo dei boschi: la relazione nella natura, stili di vita sostenibili; Accesso alla terra e alle sue risorse: uno sguardo critico; Una sola famiglia umana: Cibo per tutti, è compito nostro; Collegamenti con thinking day: promuovere partenariato globale per lo sviluppo; Cibo come relazione positiva: “mettere in comune”, piccole pratiche di cui recuperare il senso; Scautismo come essenzialità: cura nella scelta del cibo; Fare per educare: imparare facendo. mo firmatario da Presidente del Consiglio il 1 Maggio scorso nel giorno dell’apertura dell’Expo. Tutti coloro che visiteranno l’Expo sono invitati a sottoscriverla. E così dal semplice visitatore, alle imprese, agli stati, agli organismi internazionali, tutti si dovrebbero sentire coinvolti nel mantenere una coerenza di impegno con quanto hanno sottoscritto. La Carta sarà consegnata al Segretario delle Nazioni Unite Ban ki- moon per essere utilizzata nel definire i prossimi obiettivi di sviluppo per il millennio da parte dell’ONU. Per la prima volta una Esposizione Universale non si concluderà nel giorno della chiusura ( 31 ottobre ) ma lascerà una eredità di idee sulle quali lavorare. Che sia una sorta di riscatto per un Expo così travagliato?. Un contributo per migliorare i soccorsi Comunità MASCI Agrigento Al posto dell’uovo di pasqua, i Carabinieri di Agrigento hanno avuto in dono due defibrillatori portatili, consegnati questa mattina con una coinvolgente e partecipata cerimonia. Le importanti apparecchiature mediche sono state donate dalla locale Comunità del MASCI, in collaborazione con la “SlA Casa di Cura Sant’Anna” di Agrigento, per essere annoverate tra le apparecchiature e dotazioni a bordo delle auto dell’Arma, impegnate ogni giorno nel delicato ed importante pattugliamento del territorio agrigentino. I defibrillatori sono stati consegnati nel corso di una breve ma intensa cerimonia tenutasi presso la sede del Comando Provinciale dell’Arma, alla presenza dei componenti della scrivente comunità, orgogliosamente capitanati dall’A.E. Mons. Angelo Brancato e dal magister Giovanni Sardone, del dott. Gerlando Fiorica, Medico in servizio presso il reparto rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, del rag. Vincenzo Siracusa, Amministratore delegato della “SIA Casa di cura Sant’Anna” ed, ovviamente, del Capitano Giuseppe Asti, Comandante Provinciale dei Carabinieri. Nel corso della cerimonia, svoltasi alla presenza dei media locali, tutti gli intervenuti sono stati concordi su quanto possa rilevarsi proficuo e produttivo, addirittura fondamentale, per le istituzioni e le organizzazioni locali fare lavoro di squadra, divenendo pertanto opportuno che tale concetto possa e debba essere trasmesso all’intera collettività, per diventare un modus operandi reale e consolidato. Tutto ciò deve, in ogni caso, tradursi in atti e fatti concreti, per non cadere nella solita sterile demagogia, per servire al meglio delle proprie potenzialità il cittadino nella tutela di un diritto fondamentale, quello del dono più bello del Signore, la vita. Il Magister ha accortamente motivato la scelta dei destinatari dei due defibrillatori, sottolineando come la scelta sia caduta sulla Benemerita, non soltanto per la stima, la simpatia ed i storici trascorsi, ma anche per la rapidità di intervento più volte mostrata durante l’attività istituzionale. Data la natura e la funzione delle predette apparecchiature, si è motivatamente ritenuto di consegnare questi strumenti salvavita al Comando Carabinieri di Agrigento, i quali, per la grande professionalità posseduta, riescono molto spesso ad arrivare sul posto dell’evento traumatico prima del personale del 118: talora, per le modalità dell’intervento medico, anche solo un minuto, può risultare decisivo per salvare una vita umana. Un bel regalo di Pasqua per i Carabinieri che hanno espresso, tramite un compiaciuto ed ammirato Comandante Provinciale, il loro apprezzamento per il gesto di solidarietà del Movimento degli Adulti Scout. Notizie Nutrire il pianeta Paola Busato Bertagnolio Un miliardo di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno bussano alla coscienza di ciascuno di noi e ci interrogano : cosa fare? come riuscire ad attuare una inversione di tendenza per cui la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi,di pochissimi che la mantengono e la accrescono attraverso il controllo dei sistemi elettorali , politici e finanziari? Di questo e di altro si è parlato nel seminario “Cibo per tutti? Nutrire il pianeta è compito nostro “ che si è svolto a Roma nella Giornata Mondiale della Terra nell’ambito della campagna promossa da Caritas italiana, dalla Focsiv e da molti altri organismi tra cui il Masci e l’Agesci. E’la mancanza di giustizia sociale che genera fame, malnutrizione e violenza “Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è iniquità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro ,senza prospettive, senza vie d’uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come Maggio 2015 un bene di consumo , che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello scarto…” ( Evangelii Gaudium, 53). La cultura dello scarto e dell’indifferenza, una economia e una finanza inique , guerre semipermanenti in Africa generano anche i morti non casuali del Mediterraneo. Lo hanno sottolineato nei loro interventi Mons.Nunzio Galantino , Segretario generale della Cei ,il prof. Leonardo Bechetti, docente di Economia all’Univerità di Tor Vergata a Roma e il Presidente della Focsiv Gianfranco Cattai. Sembrano e sono problematiche così grandi e complesse alla cui soluzione viene da pensare che debbano provvedere solamente i governi , gli stati, gli organismi internazionali. Non è così o perlomeno non è solo così. Informarsi e conoscere e capire e quindi agire con la consapevolezza che la strada da percorrere in un mondo globalizzato è quella di migliorare la condizione degli ultimi è una strada che tutti possiamo percorrere. Non è necessario ingrandire la torta , dice il prof Bechetti, dobbiamo imparare a dividerla equamente. Rieducarci a nuovi stili di vita comporta azioni semplici della nostra quotidianità come non sprecare gli alimenti ma anche acquistare prodotti a km. 0, creare orti urbani, adottare scelte di consumo privilegiando le grandi multinazionali che si adeguano a criteri etici, sostenere le iniziative volte a combattere la fame …. Ma comporta anche capire i sistemi produttivi e le logiche di commercio, la politica agricola europea,sostenere iniziative come la Tobin tax….. Crescere insomma nell’informazione e nella consapevolezza “con la testa e con il cuore”,lavorare in rete, innescare processi ,“mettere in croce le nostre coscienze di comunità e di Chiesa”. Questo il messaggio che in tutta Italia ha mobilitato scuole, parrocchie ,educatori che nel convegno del 22 Aprile hanno messo a confronto risultati e progetti per l’impegno futuro. Tre domande al Direttore della Caritas Don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana ha partecipato al seminario “ Cibo per tutti? Nutrire il pianeta è compito nostro” .Strade Aperte lo ha intervistato. Siamo tutti emotivamente colpiti dallo scandalo della fame, ma quale può essere l’impegno di ciascuno di noi? Prima di tutto è necessario capire le cause e le conseguenze che portano moltissimi a cercare condizioni di I prossimi appuntamenti di formazione Rotta dell’Arcipelago: Campo di servizio a Lourdes, 31 luglio – 6 agosto Arcipelago (3 isole): 25-27 settembre Isola della Competenza, Sardegna 25-27 settembre Per informazioni consulta il sito: www.masci-it vita migliori. Di fronte al fenomeno delle migrazioni e alle proteste di molti è necessario sentirsi responsabili e prendere posizione in favore dell’accoglienza. A livello pratico è poi importante avere uno stile di vita responsabile nel consumo, nel non spreco. Molti sostengono che bisognerebbe portare il cibo nei paesi di provenienza dei migranti, di intervenire lì. Gli affamati arrivano in Libia da nazioni dove vi sono guerre, dittature, iniquità, noi non possiamo intervenire negli affari di un altro stato ma possiamo fare una cosa importante : non fornire armi. Dice il profeta Isaia “forgeranno le loro spade in vomeri “,allora invece di strumenti di morte diamo gli strumenti per la crescita di queste persone. Quando gli stati europei si sono posti il problema di come aiutare il Kurdistan iracheno nella lotta contro l’Isis , si è proposto di inviare armi, ma le armi non aiutano nessuno. Ricordiamoci che dalle crociate siamo sempre usciti vinti, vinti come umanità. In questo contesto quale può essere il ruolo di una Associazione come la nostra, il Masci? Creando questa cultura del’’accoglienza. Tutto nasce dalle convinzioni che si hanno. Pensiamo ai grandi profeti che avevano una convinzione profonda e l’hanno trasmessa con la forza della loro testimonianza (PBB). RETTIFICA Per un disguido tecnico, sul numero di marzo di Strade Aperte, era segnato come autore dell’articolo “Il MASCI di Ribera a M’Illumino di Mino”, Gianni Perlasca; in realtà l’autore dell’articolo è Lillo Palermo. Ce ne scusiamo con gli interessati e i nostri lettori. 8 strade aperte strade aperte 9 Personaggi 10 Maggio 2015 Commento alle Scritture Due uomini speciali Il Signore è il mio pastore Maria Laura Tortorella Magister Comunità Masci RC 4 Don Lucio Gridelli Lo scorso 28 marzo a Reggio Calabria, il Sinodo dei giovani ha ospitato in Cattedrale le testimonianze di P. Paolo Mekko e di Ernesto Olivero: era la prima volta che incontravo P. Paolo, mentre attendevo l’occasione di riabbracciare Ernesto… Due testimoni d’eccezione per giovani e non, due uomini che hanno fatto della loro vita un canto al Signore e che narrano esperienze reali vissute sulla propria pelle. Entrambi non sono uomini da palcoscenico, non amano parlare in pubblico, ma giungono da lontano per dirci, il primo, che il martirio a causa del Cristo non è roba d’altri tempi, il secondo che seguendo Gesù è possibile cambiare vita e conoscere la felicità! P. Paolo ci ha parlato di una Chiesa antica, che dopo 2000 anni ancora oggi vive la sofferenza del Venerdì Santo. Una Chiesa di cristiani che rischiano giornalmente la vita per il Vangelo, vivendo da “risorti” una vita degna di essere vissuta. Da gennaio scorso gli uomini dell’Isis hanno cacciato i cristiani da Mosul spogliandoli di tutto (alloggio, cibo, abiti, soldi, documenti…), così molti di loro sono divenuti profughi, testimoniando con il proprio martirio la forza della loro fede. Oggi i giovani cristiani in Iraq lottano per studiare, consapevoli che la Chiesa è anche luogo di diffusione della cultura e si recano a Mosul per sostenere gli esami universitari, mettendo a repentaglio la propria vita. Anche “sposarsi” e formare una famiglia, in quel contesto, è assunzione di grande responsabilità… ma tante sono le giovani coppie che non demordono. Nei campi profughi si celebra l’Eucarestia che riunisce la Comunità dispersa… spesso sotto una tenda, al freddo o al caldo. Si vive la fuga, il timore continuo di essere colpiti da una bomba ma, dice P. Mekko, “insieme non ci arrendiamo né all’ansia né alla tristezza, esaltiamo la speranza… anche quella di tornare a casa con il coraggio di ricostruire… insieme pratichiamo la carità verso la comunità, sperimentiamo lo spirito di responsabilità ed il senso civico”. Conclude con lo splendido messaggio ricevuto su facebook da Davide, giovane iracheno cristiano, studente universitario… che vive presso lo zio perchè ha scelto di restare, quando i suoi genitori sono immigrati in Germania: “Le ore della nostra vita stan- Ci si aprono ancora tre domeniche ordinarie, XIV, XV e XVI, nella quali ci guida Marco. Iniziamo con l’autopresentazione di Gesù nella sinagoga di Nazaret. Tutti e tre i sinottici la narrano, ma solo Luca cita il brano che Gesù legge (prevalentemente Isaia 61) e che il Signore applica a se stesso. Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi. Marco invece si limita a mettere in evidenza la reazione negativa. «Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». Capite? Bello il messaggio, ma il messaggero non è all’altezza, … non è laureato. Nemo propheta in patria! Ma è interessante quello che segue. Gli evangelisti mettono sempre in evidenza la connessione fra miracoli e fede. Qui la fede è scarsa ed ecco le conseguenze. E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. Alcuni miracoluzzi di seconda categoria. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù non compie i miracoli per costringere a credere, ma per consolidare una fede almeno iniziale! La prima lettura è tratta da Ezechiele. Dio gli dice: «Io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. … Ascoltino o non ascoltino, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro». strade aperte Don Nicola ci ha lasciato Lorena Accollettati Nella festività del Buon Pastore, la comunità Masci Puglia piange la partenza verso il Padre, del suo Assistente Regionale, don Nicola Gaudio. Don Nicola è stato, ma sempre sarà per noi che rimaniamo ancora per un po’ su questa terra, un esempio ricco ed importante e non solo di scautismo. La vita di Don Nicola, che è stato per anni anche assistente regionale Agesci, ha avuto il dono di incontrare e di formarsi alla sua sequela, un altro grande testimone del nostro recente passato, don Tonino Bello. E’ stato Don Nicola, il parroco che ha ispirato il bellissimo scritto “Collocazione Provvisoria” di Don Tonino Bello. E’ Don Nicola che ha sollevato spiritualmente la nostra regione da lunghi anni bui, con una allegria e una voglia di fare che neanche un giovane seminarista possiede. Molti di voi lo hanno conosciuto a Como durante la Word Conference e durante gli incontri degli Assistenti. Sempre presente, non solo fisicamente ma, soprattutto con il suo intelletto ed il suo grandissimo cuore. A noi in regione mancherà moltissimo, ed a nome della mia regione, chiedo di ricordarlo e pregare per lui. Caro Don Nicola, il nostro fazzoletto sventola cantando insieme “l’unico Maestro” accompagnandoti sulla strada verso il Cielo. no scorrendo e noi ancona non sappiamo cosa vogliamo e come saremo. Tutti sono dispersi in questo mondo, nessuno sa cosa succederà. I nostri pensieri, i nostri sogni e progetti sono distrutti, ci siamo distribuiti nelle terre straniere ed abbiamo perso i nostri cari. Ma quello che so è questo: tutti hanno una croce e tutti sappiamo che il Figlio di Dio non lascia mai chi crede in lui, chi ha preferito la morte alla vita a causa sua, chi ha preferito restare per portare la croce. Fratelli non preoccupatevi: andiamo con il nostro Signore Gesú: lui ci indica l’uscita da questo tunnel oscuro, il sole di Dio risorgerà di nuovo sulla nostra vita, il Suo Figlio guiderà la nostra nave al sicuro. La vostra Fede vi salverà, voi adesso siete più forti di ogni tempo, continuate e non fatevi vincere dalla sottomissione. O Cristo noi cammineremo sulle orme del tuo insegnamento e vivremo per la pace e per l’amore, pregheremo per chi ci uccide, perdoneremo chi ci ha cacciato via della nostra terra, chi ha devastato i nostri paesi, perchè Dio illumini la via per loro ed illumini loro la mente. Non sanno chi è Dio e chi è Suo Figlio, dunque non date loro la colpa, ma pregate che Dio li faccia camminare sulla retta via , perchè torni il figlio prodigo a casa”. Mentre P. Paolo parla, Ernesto gli regge gli appunti, al termine si abbracciano forte: due uomini speciali, che si conoscono appena ma si ritrovano nei valori! Noi tutti li guardiamo commossi. E’ il turno di Ernesto, sul telo scorrono le immagini del Sermig, quello che è oggi l’Arsenale della Pace di Torino e tutti avremmo voglia di essere lì! Dopo il video ci spiega come sia stato possibile realizzare una simile impresa perché, se ci si mette “in balia” di Dio, Lui ci porta dove vuole, tanto da riuscire a trasformare armi in strumenti di lavoro. Il Signore - dice - mi ha cambiato la vita! Mi ha chiesto di ab- bandonarmi sempre di più e di vivere il “Padre Nostro”: ho capito che potevo fare mille cose in più e sono impazzito di gioia! La strada si apre camminando. Spesso, continua, la fama fa montare la testa… così quando ho capito cosa potevo fare ho avuto paura che potesse capitarmi. Allora ho trovato un metodo perché non accada: pregare per ore, leggere la Bibbia sempre, perché “voglio restare inchiodato a Dio e non inchiodato al mio io”. La forte carica emotiva che ci trasmette forse è racchiusa in una delle ultime frasi con cui ci saluta “Io non ho preparato quest’incontro… l’ho amato”! Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Nella domenica XV prosegue il racconto e si profila quella che sarà la “tecnica apostolica” di Gesù. Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. In occasioni diverse ci sono disposizioni diverse, ma il significato è lo stesso. Il successo del messaggio non dipende dalla ricchezza dei mezzi. Se possiamo usare mezzi più efficienti, usiamoli, ma non dimentichiamo che alla base sta la potenza della Parola e la genuinità del messaggero. Anche in questa domenica la prima lettura descrive le difficoltà che un profeta, Amos, incontra nello svolgere con fedeltà la propria Maggio 2015 missione. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro. Lo scuotere la polvere era il gesto che il buon ebreo doveva compiere quando da un territorio pagano rientrava in Palestina. E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. La missione si svolge mediante parole e gesti. Le parole ve le ricordate? Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo. E i gesti sono gesti di liberazione dal male in tutte le sue forme. noi si trova in questa situazione. Noi non possiamo restare indifferenti. La prima lettura (Geremia 23) e il Salmo 23 parlano proprio di pastori! «Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo … Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore ». E il salmo molti di voi lo conoscono e lo cantano: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. È bellissimo il vangelo della domenica XVI. Gli apostoli ritornano da Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Viene spontaneo il pensiero di tanti preti che hanno tanto lavoro e pochi mezzi, ma il racconto deve coinvolgere anche i tanti laici che si sentono impegnati nell’apostolato. Sono indispensabili, dice Gesù, dei momenti di pausa, di riflessione, di preghiera, di riposo. Questa volta però la buona intenzione non la si riesce a realizzare … Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Gesù ebbe compassione di loro. Poco dopo avrebbe moltiplicato i pani ed i pesci, ma prima si mise a insegnare loro molte cose. Erano come pecore che non hanno pastore. Quante gente intorno a Marco prosegue con il racconto della moltiplicazione dei pani. Lo ascolteremo anche noi nella domenica XVII, ma dalla voce di Giovanni. Voi sapete che nell’attuale liturgia festiva Giovanni non ha un anno proprio. Lo si legge qua e là e in particolare nel tempo pasquale. Essendo il libretto di Marco il più breve dei quattro, i liturgisti hanno inserito l’intero capitolo 6 di Giovanni nelle domeniche dalla XVII alla XXI (23 agosto). La liturgia ci farà ascoltare 1-15; 24-35; 41-51; 51-58; 60-69. Io però vi consiglio di prendervi una calma serata di fine luglio e di leggere il capitolo per intero. Io mi limiterò ad evidenziare alcuni punti, perché, se dovessi commentare tutto, non mi basterebbe il giornale … La prima lettura della domenica XVII racconta una moltiplicazione dei pani da parte di Eliseo a favore di cento persone. Si vuol evidenziare il confronto con Gesù che sfama migliaia di persone. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Dodici cane- stri come dodici sono le tribù … Ne avanza e ce ne sarà per tutto il popolo. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Il segno è di eccezionale importanza, ma la gente non ne capisce il significato. La folla insegue Gesù e lo ritrova la mattina seguente a Cafarnao. Gesù li rimprovera: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Inizia così il grande “discorso eucaristico” al quale la moltiplicazione dei pani doveva dare lo spunto. Giovanni usa la sua tecnica abituale: un’affermazione di Gesù, un’incomprensione della gente; un chiarimento e una nuova affermazione e così via. La gente obbietta: ma Mosè ci ha dato addirittura il pane dal cielo … La prima lettura della domenica XVIII racconta appunto il dono della manna. Gesù arriva ad una prima affermazione precisa: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! ». Nella domenica XIX di nuovo obiezioni. «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio». La prima lettura racconta del pane che consente a Elia in fuga di cam- minare 40 giorni fino all’Oreb per incontrare Dio. Sintetizzando (e semplificando), nella prima parte del discorso Gesù è pane in quanto Parola e questa la si accoglie mediante la fede. Il versetto 51 fa da cerniera. «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Nella seconda parte Gesù si presenta come pane nell’eucarestia e questa la si accoglie proprio mangiando e bevendo. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Da qui in avanti Gesù non discute più. Afferma soltanto. «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. … … Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me». Dove quel per traduce δια, per mezzo di! Così nella domenica XX il discorso si conclude. Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. La domenica XXI ci presenta le reazioni immediate. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». … Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Gesù rimane rigido sulle sue affermazioni. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». La prima lettura conteneva l’appello che Giosuè (capitolo 24) rivolge al suo popolo prima di morire. Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore». Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; … Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio». La realtà, lo sappiamo, sarà ben diversa. Nelle domeniche dalla XV alla XXI la seconda lettura è tratta dalla lettera di Paolo agli Efesini strade aperte 11 Controcorrente Maggio 2015 • Piacere senza coscienza Saluto del Presidente Nazionale • Società senza famiglia senza principi Sonia Mondin al Consiglio Generale AGESCI •• Politica Scienza senza responsabilità. Saluto del Presidente Nazionale Sonia Mondin all’Assemblea FSE. Carissimi capi dell’AGESCI, anche quest’anno, come ogni primavera il vostro Consiglio Generale si riunisce qui a Bracciano per dibattere e decidere sulle questioni che riguardano l’educazione dei ragazzi che le famiglie affidano alla vostra Associazione, ponendo grandissima attenzione al “metodo”, studiandone le possibili evoluzioni, per renderlo sempre più aderente alla realtà in cui viviamo. Da parte mia vi porto il saluto delle Comunità che compongono il nostro Movimento, costituite da Adulti Scout, uomini e donne, appartenenti alle realtà più variegate e disseminate su un territorio nazionale, dove le differenze culturali, sociali ed economiche sono più che evidenti. Comunità costituite da persone che hanno assunto lo scautismo come stile di vita, che si ritrovano assieme per il desiderio di continuare a “crescere” nella curiosità intellettuale, nella sapienza del cuore, nel servizio e nella preghiera. Non so che idea abbiate voi capi dell’AGESCI del MASCI, ma ritengo importante quando si cammina assieme in nome di una comune Promessa e Legge, imparare a conoscersi un po’ di più: ci aiuta a fare meglio strada insieme. Il Movimento degli adulti scout è nato su iniziativa di Mario Mazza, l’educatore genovese a vi ben noto che agli albori del Novecento era stato tra i promotori dello scautismo in Italia, con l’intento di riu nire gli adulti che avevano vissuto l’esperienza scout, in un’ottica di educazione permanente e di servizio Carissimi Capi, è la prima volta che partecipo ad un evento della vostra Associazione e per questo esprimo un grazie particolare al Presidente Giuseppe, ed un grazie pure a tutti voi; colgo inoltre l’occasione per portare un saluto a nome anche del nostro Assistente e del nostro Segretario Nazionale. Personalmente sono onorata di essere qui con voi! Molti di voi forse nemmeno conoscono il MASCI, il movimento degli adulti scout cattolici italiani. Con voi condividiamo una legge, una promessa, un metodo quello scout anche se gli scopi e i destinatari, della nostra azione educativa si differenziano dai vostri. Voi svolgete un’azione educativa nei confronti di ragazzi e ragazze per accompagnarli, nel loro cammino di adolescenti, ad acquisire quelle doti di carattere e quei riferimenti valoriali che li faranno diventare uomini e donne in senso compiuto, buoni cittadini come immaginava B.-P. Noi del MASCI invece, dedichiamo il nostro tempo per offrire a uomini e donne adulti una proposta di vita attiva nella società e nella Chiesa, in un mondo che cambia sempre più velocemente e che ha perso quei riferimenti che davano senso al cammino. E lo facciamo con il metodo scout. Il nostro e quindi il tempo dell’educazione degli adulti. Siamo organizzati in Comunità, gruppi di persone maschi e femmine, che si riconoscono nel patto Comunitario, il documento che sancisce principi e valori di una proposta, basata sul metodo scout, che si prefigge di aiutare gli adulti a progredire, perché l’educazione non finisce mai. Le nostre Comunità, pur con i loro ritmi e con i loro limiti sono strumento a questo scopo. La nostra aspirazione è per un Masci adulto nella fede e presente nella storia, e per divenire ciò si apre davanti a noi un cantiere nel quale siamo chiamati tutti noi a lavorare sul tema della vostra Assemblea Generale “Camminare insieme per formare persone nuove”, che si pone in continuità con il cammino della Chiesa Italiana: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. L’intervento puntuale e profetico di sua Ecc. Mons. Matteo Zuppi appena ascoltato ci ha dato sicuramente molti spunti importanti al prossimo. Ben presto il MASCI ha aperto le sue porte anche ai genitori degli scout e ad amici e a quanti erano rimasti affascinati dal metodo scout. Pensate che il MASCI è stato tra le prime associazioni del mondo cattolico ad accogliere in-sieme uomini e donne in una unica associazione. Oggi il MASCI è un LUOGO dove degli adulti, indipendentemente dalla loro storia (siano essi anche capi o già capi) si ritrovano insieme con il desiderio di continuare a “crescere a livello personale” con il metodo scout, in comunità di confronto, di amicizia, di servizio, insomma … in comunità educanti. A livello locale, dove le nostre realtà sono compresenti, esiste una buona collaborazione in servizi reciproci ed in percorsi educativi condivisi, testimoniando i valori dello scautismo, perché INSIEME siamo più incisivi nella società e nella Chiesa. Là dove collaboriamo difficilmente ci riconoscono come due realtà distinte, perché siamo – per coloro che ci osservano - TUTTI SCOUT e basta! Riflettiamo su questo. Credo che mai come in questo tempo il mondo abbia bisogno dello scautismo. Un caro amico e maestro, don Giuseppe Stoppiglia, scrive: “L’occidente deve passare per una rivoluzione spirituale. L’attuale collasso economico non è una questione di crisi finanziaria ma è una crisi morale. Credo che l’Occidente sia colpevole di sette grandi peccati: • Benessere senza lavoro • Educazione senza morale • Affari senza etica È da chiederci come ci poniamo noi scout di fronte a questa crisi morale? Non ho una risposta certa a questo quesito, ma penso però che le nostre proposte educative - nella continuità di un metodo che passa attraverso tutte le fasi della vita, dalla fanciullezza all’adultità – possano davvero aiutare in qualche modo a sostituire i SENZA con i CON! Per concludere dico che da una ventina d’anni, una Comunità Masci lavora al Consiglio Generale, per garantirvi dei pasti dignitosi durante i vostri intensissimi giorni di lavoro; dapprima era la comunità di Scorzè, oggi è quella di Foligno. Sappiate che non sono dei professionisti della cucina; sanno fare tantissime altre cose. Ma Scorzè prima e Foligno ora, vengono per fare un servizio qui, in quanto sono perfettamente consci che voi non siete qui per voi, ma per i ragazzi della vostra associazione che sono a casa, e che state lavorando per loro. Per questo gli adulti scout si pongono al vostro servizio; confidano che i ragazzi a voi affidati, che crescono oggi nello scautismo, abbiano buone prospettive per diventare, domani, buoni cittadini, lasciando il mondo un po’ migliore di come lo hanno trovato. Questa è la nostra speranza e per questo confidiamo in voi. Buon lavoro. E con grande affetto e stima: BUON VOLO, BUONA CACCIA, SIATE PRONTI e... BUONA STRADA! per intraprendere questo percorso. Ma se è vero che lo scautismo ha la caratteristica del learning by doing, dell’imparare facendo, penso che per dare il giusto significato alla parola UMANESIMO dovremo cercare di incarnarlo, altrimenti che umanesimo sarebbe? E quindi, vissuto da noi, ecco che potremo avere: 1. Un umanesimo in ascolto: che significa ascoltare i fratelli dando spazio alle relazioni; 2. Un umanesimo concreto: che significa essere testimoni di Cristo attraverso gesti di vita fatti di azioni più che di belle parole; 3. Un umanesimo al plurale: che significa riconoscere nei tanti volti il volto di Gesù; 4. Un umanesimo di trascendenza: che significa riscoprire la dimensione del silenzio e del rapporto con l’alterità. E per fare questo si aprono davanti quattro vie per conquistare questa NUOVA UMANITA’ che già ci vengono suggerite dagli atti preparatori al convegno. USCIRE – ANNUNCIARE – ABITARE – EDUCARE Uscire: una Chiesa in uscita; papa Francesco non perde occasione per ricordarcelo, niente pantofole ma i nostri scarponi andando per le strade … Annunciare: Avere uno scambio di esperienze e testimonianze anche con chi si sente “sulla porta”, in nome di una fratellanza incarnata da una legge e da una promessa Abitare: Che significa esse protagonisti nel luogo dove ci troviamo a vivere, ma che significa per noi scout imparare ad abitare anche le frontiere, i confini (sempre per usare le parole di papa Francesco); Educare: Chi meglio di noi scout può capire quante declinazioni e sfumature il nostro metodo offre per aiutare le persone a GUIDARE LA PROPRIA CANOA. Questo è il piccolo ma concreto contributo che mi sento di consegnarvi per uno scautismo in USCITA, perché per aiutare i giovani a non soffocare nelle spire della società dei consumi c’è bisogno di adulti che sappiano guardare oltre l’esistente e additare i sentieri dell’impossibile! STRADE APERTE. N. 12. Anno 56. Dicembre 2014. Periodico mensile del M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia. Direttore responsabile: Pio Cerocchi. Direttore: Giovanni Morello. Redazione romana: Giorgio Aresti, Carlo Bertucci, Paola Busato Bertagnolio, Matteo Caporale, Manlio Cianca, Franco Nerbi, Anna Maria Volpe Prignato. Collaboratori: Lorena Accoltellati, Carla Collicelli, Paola Dal Toso, Romano Forleo, Dora Giampaolo, d. Lucio Gridelli, Paolo Linati, Mario Maffucci, Nando Paracchini, Vittorio Pranzini, Mario Sica. Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected] Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Picardi, 6 – 00197 Roma, tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363. 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