Caserta 16-18 ottobre
AGORÀ
Incontro
Nazionale
MASCI
Numero 5 - Maggio 2015 - anno 57
Una Promessa che continua
Sconfiggere il drago Essere adulti
significa camminare
dell’indifferenza
Giovanni Morello
Apriamo questo numero, in prima
pagina, con una foto simbolica: un
fiore per i tanti morti nelle acque
del Mediterraneo Una tragedia, che
crediamo, sia assai presente nel cuore
nell’azione del popolo del MASCI.
La foto, qui a fianco, presenta e
ricorda il drammatico esodo che
migliaia di uomini e donne vivono
continuamente tentando di attraversare il Mediterraneo che, da mare
nostrum sempre più si è trasformato
in un mare di morti, per sfuggire a
fame, violenze, torture e condizioni miserevoli per “raggiungere la
felicità”, come ci ha ricordato Papa
Francesco.
Una foto che ci interpella personalmente come cristiani e come persone.
Mentre, giorno e notte, instancabilmente uomini e donne, delle istituzioni e del volontariato, sono impegnate nei soccorsi e nell’accoglienza,
in cui si distinguono – e lo sappiamo
bene – , anche tante comunità e
Adulti e Adulte scout delle regioni
e dei paesi di attracco, un’ondata
emotiva che pare sottendere
un vero e proprio razzismo sembra
essersi impossessata del cosiddetto
“social network” che, in questo caso
e in tanti altri casi simili, di social
per non dire di civile non sembra
conservare quasi nulla. Ondata emotiva cavalcata anche da movimenti
politici che non esitano a speculare
sui morti per qualche pugno di voti.
Ed ecco che giunge in soccorso San
Giorgio. San Giorgio che sconfigge il
drago. Un drago metaforico che oggi
potrebbe essere identificato nell’ indifferenza, nell’esclusione, nel rifiuto
di aiuto verso gli altri.
Il 23 aprile in tanti abbiamo rinnovato la nostra Promessa. La foto
mostra la targa affissa nella chiesa di
San Giorgio al Velabro a Roma, per
ricordare i 70 anni della Liberazione
che ha consentito, nel nostro piccolo,
a tanti scout e guide di pronunciare e
rinnovare in modo non più nascosto
il loro impegno verso Dio e la società:
un impegno che porta a servire il
prossimo,oggi e in questo momento
rappresentato soprattutto da questi
fratelli e sorelle che si sottopongono a
sofferenze incredibili pur di raggiungere una speranza di vita migliore.
Una speranza che porta addirittura
delle madri a separarsi dai propri
figli pur di offrire loro l’opportunità
di una vita più degna.
Giorgio Frigerio
Segretario Regionale
Lombardia
Per venti anni mi sono dedicato
all’educazione di bambini, ragazzi e giovani tramite lo scautismo;
poi, con l’arrivo del secondo figlio, ho lasciato il mio servizio di
capo scout.
Ma il Signore non mi ha dato
tregua, facendomi provvidenzialmente “inciampare” nello
scautismo adulto, meno conosciuto del precedente, che si occupa di educare gli adulti.
Non vi sono educatori: ciascuno si auto-educa attraverso il
metodo scout all’interno di una
comunità, che è obiettivo e strumento al tempo stesso.
Fatta questa doverosa premessa, vorrei condividere con voi
alcune riflessioni che ho fatto
proprio avendo a che fare con gli
adulti.
Siamo cresciuti con l’idea che
l’adulto sia il traguardo finale,
uno stato d’essere oltre il quale
non è più possibile andare. In lui
si riassumono le giuste qualità
che gli permettono di essere elemento portante della società e
della Chiesa. L’adulto è capace di
scelte grandi, definitive, totalizzanti. E’ affidabile, competente,
sensibile e laborioso.
Mi spiace dirlo, ma mi sembra
che la realtà dei fatti sia purtroppo spesso ben diversa.
Non solo oggi come oggi, ma
sovente l’adulto non incarna
quanto sopra esposto, ma ha invece grandi difficoltà a trovare il
senso del suo ruolo educativo e
sociale con la conseguenza che
rifiuta il suo essere adulto e le
responsabilità che da esso derivano, cercando modi talvolta
artificiosi per restare o sembrare
giovane.
Si aggrappa ostinato a ruoli e
posizioni occupandoli per anni
e che invece dovrebbero essere
passati alle giovani generazioni. Fugge le pochissime scelte
decisive che definiscono la vita,
una volta superata la fase di sperimentazione tipica della giovinezza, preferendo ad esempio
essere amica/o dei figli e non
madre o padre, con le gioie e le
fatiche annesse e connesse.
Qui ed ora, più che un tempo, c’è
bisogno di luoghi e di percorsi
che diano occasioni all’adulto
di mettersi in discussione, per
scuotersi di dosso le proprie
paure e trovare dentro di sé la
forza di assumersi il ruolo che da
sempre la società gli ha dato.
Non ci si educa da soli, ma attraverso una dimensione comunitaria con la mediazione del
mondo. Come recentemente
ha detto Papa Francesco, essere
adulti significa camminare, non
errare ma neppure essere quieti”.
Custodire il creato
Pio Cerocchi
Dire semplicemente che è necessario custodire il creato è una affermazione giusta e necessaria per richiamare l’attenzione sulle questioni ambientali. Ma certamente come tutte le affermazioni di principio non
è esaustiva, né tanto meno risolutiva del problema.
La questione ambientale, infatti, non è più - come ci era apparso qualche decina di anni addietro - un
settore a parte della politica, oltre che una vocazione di molte lodevoli associazioni e movimenti tra i
quali anche il nostro. Essa adesso è divenuta la politica nel suo significato più alto di rispetto della vita e
di attuazione della giustizia. E’ la domanda ineludibile che il tempo presente pone alla coscienza civile e
politica di ogni cittadino. Una domanda che riguarda il futuro prossimo non più genericamente remoto,
ma che possiamo riscontrare immediatamente sui nostri figli e i nipoti che di qui a poco abiteranno la
terra.
Un movimento come è il MASCI con la sua vocazione per la formazione continua e attento anche alla
dimensione politica, deve mobilitarsi su questo tema che ha mille risvolti e altrettante ricadute nelle scelte
pubbliche e private quotidiane. Custodire sembra avere, e forse ha, un significato conservativo e probabilmente limitato a ciò che consideriamo il territorio non occupato dagli insediamenti umani. I campi,
i boschi, i laghi, le montagne: i luoghi per tradizione mete di molte attività scout. Prendersi in carico la
questione ambientale rappresenta una scelta diversa nella quale il territorio viene assunto nella sua globalità e qui per davvero c’è molto da imparare, e poi molte azioni (anche buone azioni) da intraprendere
con senso di responsabilità.
Sembra facile parlare di politiche compatibili, ma dietro le belle parole ci sono scelte difficili e delicate
e, per certi aspetti, quasi rifondative del diritto e dei diritti. A partire dalla destinazione dei beni naturali
o realizzati dall’uomo. Quel “bene comune” di cui tante volte nelle nostre riunioni abbiamo discusso, è
già un concetto dirimente dal quale non ci si potrà sottrarre facilmente. Il MASCI con il suo cantiere di
riflessione darà il proprio contributo in chiave umanistica e comunitaria. Perché una questione tanto
importante non è prudente che si risolva con la dittatura tecnocratica.
Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia.
Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected]. Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc.coop.a.r.l., via Picardi, 6 - 00197 Roma,
tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363.
In primo piano
Un rinnovato
impegno
(a cura della Redazione)
La basilica di San Giorgio al Velabro, a Roma, è affollata di adulti
scout romani e laziali, convenuti
per rinnovare la loro Promessa.
La tradizionale cerimonia è resa
più solenne per l’apposizione di
una targa commemorativa per
ricordare i 70 anni del primo rinnovo pubblico della Promessa,
tenutosi nella stessa chiesa il 23
aprile 1945.
In quella basilica, dedicata al santo patrono degli scout, durante la
“Giungla silente”, il periodo della
soppressione delle associazioni
scout da parte del governo fascita, gli scout romani si trovavano
clandestinamente per rinnovare
la loro Promessa e tenere accesa
la fiamma del loro spirito scout.
Oggi 23 aprile 2015, non solo gli
adulti scout del MASCI, ma rappresentanze di giovani e adulti
scout dell’AGESCI, del CNGEI,
della FSE e di altre associazioni e movimenti scout, insieme a
persone che hanno vissuto l’esperienza dello scautismo in anni
trascorsi, sono insieme per testimoniare la validità degli ideali
dello scautismo ed il loro impegno nel viverli.
Una moltitudine variegata di
uniformi e fazzolettini dai tanti
colori riempiono la piazza antistante la basilica. Personaggi
noti e meno noti si scambiano
abbracci e strette di mano, “alla
maniera scout”, in attesa che inizi
la cerimonia.
Le note dell’inno nazionale richiamano l’attenzione di tutti,
mentre le bandiere delle varie associazioni, precedute dal vessillo
nazionale, sfilano lungo la navata
della basilica. La proiezione di
filmati d’epoca, foto storiche e
documenti significativi introducono alcune significative testimonianze.
Cecilia Lodoli, già Capo Guida
dell’AGESCI, ha ricordato la sua
Promessa, pronunciata nelle catacombe di Priscilla il 28 dicembre
1943, mentre Roma viveva sotto
l’oppressione nazi-fascista.
Otto ragazze, pronunciavano
la loro Promessa, nelle mani di
p. Ruggi d’Aragona, scout della prima ASCI, e di Giuliana di
Carpegna, nipote del fondatore
dell’ASCI. Una foto d’epoca li ritrae attorno, al padre domenicano, in una sorte di uniforme nascosta, tailleur grigio e calzettoni
bianchi a mezza gamba.
Cecilia ha ricordato i momenti
esaltanti della nascita dell’AGI e
del guidismo in Italia, gli ideali
che muovevano i loro primi passi ma anche difficoltà e i pericoli
che si incontravano, concludendo
il proprio, applaudito, intervento
con questa frase: “In questo nostro tempo c’è bisogno come il
pane della nostra testimonianza”.
2
strade aperte
Maggio 2015
Franco Nerbi ha ricordato la sua
Promessa, pronunciata nel 1945,
ricordando Salvatore Salvatori che
aveva rifiuto, come insegnante, il
prescritto giuramento al regime
fascista, per tener fede alla sua
Promessa e gli episodi di scautismo clandestino a Roma, uno dei
quali aveva sede nella basilica di
San Marco, situata in quello stesso
palazzo Venezia, dove aveva sede il
governo di Mussolini
Frequentavo l’oratorio dei Padri
Giuseppini di San Leonardo Murialdo a San Lorenzo; qui prima
dello scioglimento dell’A.S.C.I.,
nel 1928, svolgeva l’attività scout
il Reparto Roma XI che continuò
le sue attività in clandestinità sotto la guida di Salvatore Salvatori.
Il Reparto continuò attività ed
uscite scout camuffato da Congregazione Mariana, che costituiva
la “sezione escursionistica” della
società ginnico sportiva dell’istituto San Pio X, ed era iscritta al
dopolavoro fascista. Il camuffamento funzionò cosi bene da resistere ad una denuncia anonima
nei confronti di Salvatori.
Nel 1943 venne uno dei capi clandestini a parlarci di scautismo facendocene innamorare e quando
il 6 giugno 1944 Roma venne liberata dal nazifascismo il Roma
XI riprese l’attività alla “luce del
sole”. Fu allora che entrai a far
parte del “reparto” che aveva tenuta accesa, nel periodo buio, la
“Fiamma dello spirito scout”.
Nel settembre 1944 finalmente giunse il fatidico, agognato
momento della mia Promessa.
Nell’uscita che il Reparto fece al
“quadrato dei pini” sul monte
Tuscolo dopo una Veglia d’armi
nell’Eucarestia della domenica
presentato dal Pioniere Rossano
Ciambella il Capo Remo Ponzi
prese la mia Promessa :- mi domandò: cosa chiedi? – risposi:
diventare “Esploratore” - e per
quanto tempo? - con l’aiuto di
Dio: Per sempre !
Sono passati 71 anni da allora e,
con l’aiuto di Dio, ho sempre cercato di onorare la mia Promessa.
Giorgio Aresti, ben noto ai nostri lettori, ha esordito dicendo:
“Sono stato testimone della ripresa dello scautismo a Roma
subito dopo la fine della seconda
guerra mondiale: ho pronunciato
infatti la mia promessa da lupetto, il 6 gennaio 1947, nel giorno
dell’Epifania. Le difficoltà della
riapertura dei gruppi scout e di
conseguenza della ripresa dello
scautismo in Italia erano veramente enormi: basti pensare alle
rovine provocate dalle bombe, la
miseria, le baracche per consentire un giaciglio”.
Ricordando i tempi eroici della
ripresa dello scautismo in Italia,
Giorgio ha così proseguito: “Nel
reparto ho imparato, tra le tantissime altre cose, a montare la
tenda. Ma la tenda non era come
quelle che usate oggi: si trattava
di unire insieme dei teli mimetici
che avevano asole e bottoni, teli
sostenuti da paletti di circa mezzo
metro ciascuno che si inserivano
uno sull’altro e che spesso utilizzavamo per soffiare sul fuoco per
alimentarlo meglio. I teli presentavano spesso dei buchi, per cui
prima di utilizzarli era necessario
rammendarli e, dove necessario,
cucirvi sopra delle pezze.
Rispetto alle problematiche ambientali attuali eravamo più liberi, potevamo campeggiare liberamente, dove volevamo; era
sufficiente comunicarlo al sindaco e alla stazione dei carabinieri
per garantire un minimo di sicurezza.
Non esistevano brandine per
dormire, ma solo teli di materasso che erano riempiti con felci
raccolte sul posto o, se avevamo
qualche soldino in più, riempivamo i teli con la paglia acquistata
dai contadini, così il pagliericcio
risultava meno umido”.
Le guide e gli scout presenti ascoltavano ammaliati questi racconti
avventurosi, i più anziani con la
nostalgia dei bei tempi trascorsi.
A rappresentare le istituzioni capitoline la Presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, con la
sua fascia cerimoniale ma anche
con al collo il fazzolettone del suo
gruppo scout.
Ospite inattesa e graditissima
la nostra Presidente Nazionale Sonia Mondin che ha rivolto
appassionate parole all’uditorio
(L’intervento lo leggete qui a lato)
e che ha concluso la riuscita manifestazione, voluta ed organizzata dal nuovo Segretario Regionale
Carlo Bertucci.
Rinnovo delle
promesse a san
giorgio al velabro
Sonia Mondin
Presidente Nazionale
A settant’anni pure dall’anniversario della liberazione, ricordiamo
che in questo posto a partire dal
1921 - su iniziativa del commissario ASCI di Roma, Salvatore
Salvatori - venne istituita la consuetudine di rinnovare ogni anno
la promessa scout, proprio nella
ricorrenza di San Giorgio che cade
il 23 Aprile, presso la chiesa di San
Giorgio al Velabro.
E proprio qui al Velabro, dopo che
il fascismo nel 1928 aveva sciolto i
gruppi scout, la storia ci racconta
che gli scout seguitarono a ritrovarsi, ogni 23 aprile, per rinnovare
la promessa nascosti dietro l’altare,
pur consci dei rischi che correvano. Tra questi c’era una famiglia
speciale: i beati coniugi Beltrame
Quattrocchi con i loro figli, tutti
scout nella clandestinità.
Tutto questo ci racconta la storia; il
resto viene poi rafforzato dalle testimonianze che abbiamo appena
ascoltato.
A me francamente viene la pelle
d’oca quando, ripensando ad atti di
coraggio che rientrano nella logica
non del SUBIRE ma del RESISTERE, (come ci diceva Don Giovanni
Barbareschi ultima aquila randagia a fare la promessa nel 43), mi
rendo conto che la resistenza vera
è solo quella disarmata, che ci richiama alla fedeltà di scelte radicali, spesso faticose in quanto tali.
Siamo davanti a testimonianze che
alimentano la speranza, in un tempo difficile anche per noi, storia e
testimonianze che ci rafforzano nel
convincimento che vale la pena essere cristiani e essere scout, perché
ci rende più umani e solidali.
E se crediamo in questo, il rinnovo
della nostra promessa di oggi sia:
PROMETTIAMO
di non rassegnarci ma di lottare
per ciò in cui crediamo;
PROMETTIAMO
di non odiarci ma di amarci, perché l’amore è la forza più grande;
PROMETTIAMO
di non giudicare ma di sospendere
il giudizio sulle cose e sulle persone,
perché certezze e verità vengono
solo dall’Alto.
PROMETTIAMO
di essere accoglienti e solidali
PROMETTIAMO
di non fare calcoli ma di rischiare,
perchè è degli scout la capacità di
OSARE.
Questa la promessa del 2015, per
fare dello scautismo, che si riconosce nei valori del cristianesimo, una forza di trasformazione,
un motore di cambiamento in un
mondo quasi in rovina, per liberarlo dalla sua depressione, dalla
sua mediocrità, dalle sue atrocità,
dalle sue guerre.
BUON SAN GIORGIO e BUONA
E LUNGA STRADA A TUTTI
GLI SCOUT PRESENTI!
COMUNICATO
“Noi crediamo nella convivenza pacifica e nella collaborazione tra i popoli e cerchiamo di essere operatori di
pace,ci impegniamo a praticare e diffondere la cultura
dell’accoglienza verso lo straniero”
(dal Patto Comunitario del MASCI).
La strage avvenuta stanotte nel canale di Sicilia in cui si ipotizza abbiano perso la vita oltre 700 migranti, è una vera e propria “ecatombe”.
Anche il Papa durante l’Angelus ha parlato della tragedia del
Mediterraneo: “La comunità europea agisca … sono uomini e
donne come noi che cercano una vita migliore: affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre. Cercavano la felicità”
“Serve un deciso intervento dell’Europa per i profughi. E’ un
dramma, si rischia di smarrire l’umanità” queste le parole invece del nostro Presidente Sergio Mattarella.
Mai come in questo caso è necessario recuperare il significato della parola “persona”: gli ultimi, i forestieri, gli esclusi è
l’umanità che il vangelo ci ha insegnato a guardare con gli occhi del cuore e ad accogliere con la categoria del fare. Essere
quindi testimoni di Cristo attraverso gesti di vita nuova e di
umanità diversa a partire da noi stessi e dalle comunità in cui
viviamo.
Il MASCI invita tutti gli adulti scout ad esprime la propria
vicinanza e solidarietà, osservando un minuto di silenzio in
occasione del rinnovo della promessa al prossimo San Giorgio
o nel primo incontro di comunità successivo al 23 Aprile.
Proprio nel giorno dell’Ostensione della sindone 2015 che ha
come motto “E’ l’Amore più grande”, questo minuto di silenzio sia un segno di speranza e d’impegno per superare le sofferenze del mondo.
Agorà 2015
In piazza per
confrontarci
Luigi Cioffi
Segretario Nazionale
Questo ci è sembrato essere il senso profondo della delibera assunta
dal CN in merito all’incontro nazionale sui temi dell’educazione
degli adulti. L’incontro nazionale,
dunque, vuole essere un’occasione per una collettiva riflessione
e confronto sull’educazione degli
adulti che, per il MASCI ne è la
missione e per la società e la Chiesa un’esigenza, un’emergenza, una
sfida.
In questa prospettiva protagonisti
e destinatari dell’incontro nazionale sono direttamente i singoli
adulti scout, ciascuna comunità e,
indirettamente, le strutture di servizio del Movimento.
La partecipazione, quindi, all’Agorà, deve porsi come tappa intermedia di una cammino che deve
avviarsi da subito e proseguire
anche oltre l’evento nazionale. La
speranza che questo cammino si
realizzi e non resti un auspicio o
una teorica affermazione di principio, è necessario avere idee chiare sia sul metodo da costruire, sostenere e realizzare, che sul merito
delle tematiche.
Una proposta di temi
Per poter organizzare un incontro
nazionale sui temi dell’educazione
che possa risultare di qualche utilità culturale, formativa e pratica,
è indispensabile individuare alcuni aspetti di una problematica,
quella dell’educazione, così vasta
che, senza questa operazione di
individuazione di ambiti specifici,
rischia di rendere impossibile di
giungere ad una qualche forma di
sintesi del convegno e quindi di
non consentire alcun ritorno reale
in favore degli adulti scout e delle
comunità.
Prendendo ovviamente a riferimento il documento sul convegno
approvato dal CN, abbiamo individuato le seguenti 5 piste di riflessione:
1. l’adulto nel nostro tempo
2. i valori dell’adulto scout
3. educare al cambiamento in età
adulta
4. la persona e l’economia per la
felicità
5. metodo scout e educazione
degli adulti
1. l’adulto nel nostro tempo
L’educazione è un processo finalizzato a promuovere un cambiamento soggettivo in vista di un cambiamento collettivo (“lasciate il mondo
migliore di come lo avete trovato”
B.-P.). E non si tratta solo di un
cambiamento culturale (teorico,
ideologico), ma comportamentale, di coerenza, “Molte cose che da
solo non sono riuscito a capire, le ho
capite mettendomi di fronte ai miei
fratelli. Mi sono reso conto che l’intelligenza mi era concessa per meri-
Maggio 2015
to loro.” (s. Gregorio Magno)cioè,
fra i valori di riferimento e il vissuto quotidiano. Questa sintetica
considerazione giustifica e spiega
la necessità di far precedere qualsiasi riflessione sull’educazione, da
una analisi sociologica dell’uomo
e della donna di oggi nel nostro
contesto geografico.
Qualsiasi proposta educativa che
non sia fortemente incarnata nella
dimensione spazio-temporale in
cui vive la persona, risulterebbe
velleitaria, inefficace.
Le mille sfaccettature di una analisi
sociologica suggeriscono, sempre
nella prospettiva di rendere utile
l’incontro, di individuarne alcune
e su queste organizzare opposti laboratori a Caserta, ma anche tante
attività (di comunità, di regione, di
macro-regioni) nel percorso di avvicinamento all’evento nazionale.
Ne indichiamo 5 per un semplice
calcolo in base al quale potremmo
costituire a Caserta 25 laboratori
con 30 partecipanti per laboratorio. In ogni caso i sottotemi proposti vogliono essere solo un contributo alla discussione, non è una
elencazione esaustiva o immodificabile. Tenendo conto degli spazi fisici che la struttura ospitante
metterà a nostra disposizione, lungo il cammino che parte da oggi, le
comunità e le regioni, possono
proporre altre sfaccettature, così
come alcune possono essere eliminate o riformulate diversamente.
I laboratori potrebbero essere:
• affettività e relazioni
• multiculturalità e identità
• lo spazio intergenerazionale
• la soggettività e il relativismo
etico
• tecnologie e comunicazione
interpersonale.
2. i valori dell’adulto scout
L’educazione è un percorso dentro
e verso una visione antropologica della vita e del mondo. Questa
visione altro non è che il nostro
sistema valoriale. I valori nei quali noi crediamo e che non è detto
che siano universalmente accettati
e condivisi. Non si tratta solo di
conoscerli (basta leggere Legge,
Promessa e Patto Comunitario),
ma rileggerli in chiave adulta attualizzandoli al contesto socioeconomico e culturale.
Anche per questa pista abbiamo
individuato 5 tematiche che offriamo quale nostro contributo né
rigido né esaustivo:
• coscienza e responsabilità
• la fedeltà all’impegno nel
servizio
• la ricerca per la continua crescita
• la fiducia nell’altro
• la speranza cristiana nel
quotidiano.
3. educare al cambiamento
in età adulta
E’ convinzione comune che il “il
lupo perde il pelo ma non il vizio”.
Il processo educativo si colloca in
una prospettiva diametralmente
opposta. Parafrasando il proverbio
l’educatore è convinto che il lupo
perde il pelo ma anche il vizio.
Un dato oggettivo, comunque, è
che nell’età adulta vi è qualche maggiore resistenza al cambiamento e
quindi a rendere più complesso il
processo educativo. E siccome la
nostra proposta educativa si rivolge proprio agli adulti, appare necessario affrontare questa specifica
pista di riflessione.
Le tematiche proposte sono:
• diversità generazionali
• uomo e donna, esigenze
educative diverse?
l’agorà - istruzioni per l’uso _2
• educazione è continua
conversione?
• educare verso quale idea di
persona
• crescita socializzata e
autoreferenziale.
4. la persona e l’economia
della felicità
Grazie alla disponibilità di informazioni raccolte da sociologi
e psicologi, alcuni economisti si
sono interessati a studiare e comparare il benessere e la felicità
degli individui sconvolgendo radicalmente il tradizionale assunto
che l’aumento della ricchezza, sia
delle nazioni che degli individui,
attraverso il libero mercato, sia
sufficiente a garantire un proporzionale aumento della felicità. Uno
dei risultati più interessanti che
emerge dalle ricerche economiche
sulla felicità, è che nel lungo periodo mentre il reddito pro capite
aumenta costantemente, la felicità
rimane sostanzialmente invariata
o in calo.
I 5 temi proposti sono:
• la persona e il bene comune
• come integrare sussidiarietà e
solidarietà
• l’economia sociale nell’economia
di mercato
• quali spazi per il terzo settore
• l’etica in economia.
5. metodo scout e educazione
degli adulti
Ogni proposta educativa è proposta
di valori con un metodo. Lo scautismo si caratterizza per proporre i
valori elencati nella Promessa e
nella Legge con quello specifico
metodo esperenziale (imparare
facendo) che si realizza attraverso
gli strumenti del metodo. Gli strumenti del metodo devono essere
adattati alle diverse età della vita.
Un pista di riflessione dedicata
ad approfondire questi aspetti ci
sembra interessante. La riflessione
potrebbe essere suddivisa in questi
5 sottometti:
• il creato e l’educazione
dell’adulto
• la comunità e le relazioni
educative
• famiglia e comunità: luoghi di
educazione
• nel servizio si trova e si prova la
crescita
• il senso dell’educazione degli
adulti.
Una proposta di metodo
Le tre mezze giornate dell’Agorà
a Caserta saranno così articolate:
sabato mattina: approfondimento
delle 5 piste con esperti esterni;
sabato pomeriggio: laboratori sui
“sottotemi” delle piste. I laboratori saranno coordinati e animati
da adulti scout (consiglieri e segretari regionali) in coppia con un
rappresentante di associazioni e
movimenti a noi vicini; domenica
mattina: messa in comune dei lavori dei laboratori.
Le iscrizioni all’Agorà
sono già aperte
sul sito:
www.masci.it
La nostra identità
Siamo uomini e donne provenienti da strade ed esperienze diverse, ma uniti dalla convinzione
che lo scautismo è una strada di
libertà per tutte le stagioni della
vita e che la felicità è servire gli
altri a partire dai più piccoli, deboli ed indifesi.
Apparteniamo alla grande famiglia dello scautismo e ci riconosciamo nei valori espressi dalla
Promessa e dalla Legge scout.
Siamo convinti che la nostra proposta sia valida per ogni persona
che non consideri l’età adulta un
punto di arrivo, ma voglia continuare a crescere per dare senso
alla vita ed operare per un mondo di pace, più libero e più giusto.
Per questo motivo ci rivolgiamo
a chi vuole continuare a fare educazione permanente con il metodo scout e a testimoniarne i valori e a chi si avvicina per la prima
volta allo scautismo da adulto.
Il MASCI è costituito dagli adulti
che, accettando lo Statuto e questo Patto, si impegnano a livello
personale, nella Comunità e nel
Movimento, a testimoniare i
principi e gli ideali dello scautismo
Il MASCI si caratterizza per essere un Movimento.
di adulti che testimoniano i valori
dello scautismo, vogliono seguire Gesù Cristo ed essere inseriti
nella comunità della Chiesa, di
educazione permanente, secondo il metodo dello scautismo,
che promuove la partecipazione
di tutti gli aderenti ai vari livelli
della vita del Movimento, che
impegna gli adulti scout a servire concretamente la comunità
civile ed ecclesiale, di opinione e
di azione, per la crescita del bene
comune,
il MASCI fa parte della famiglia
scout mondiale e partecipa attivamente alla Fraternità Internazionale degli Adulti Scout
(ISGF – International Scout Guide Fellowship).
La Comunità Foligno 2
in servizio
al Consiglio Generale
dell’AGESCI
a Bracciano
strade aperte
3
Prepariamo l’Agorà
Scautismo per
adulti: quali adulti
e quale società?
Carla Collicelli
Lo scarto che si percepisce tra l’esperienza ed i valori dello scautismo e
quelli che emergono dalla società
italiana nel suo complesso è così
evidente, da indurre a due ordini di
riflessioni: dapprima la descrizione
dei mali di una società rattrappita
(pars destruens), e poi quella delle proposte positive che emergono
dalla esperienza scout (pars costruens).
Molti dei problemi della società di
oggi derivano dallo sviluppo accelerato degli ultimi decenni, ed in
particolare da alcuni elementi strutturali molto significativi che hanno
trovato condensazione nel corso degli anni 90:
- In ambito produttivo, lo sviluppo
tecnologico digitale, con la trasformazione radicale del nostro
modo di comunicare, lavorare,
viaggiare, decidere ed informarsi;
- In ambito comunicativo, l’evoluzione delle televisioni commerciali e dei formati televisivi orientati al culto dell’immagine ed alla
spettacolarizzazione della vita vissuta, sia quella privata che quella
dei personaggi pubblici;
- In ambito sociale, il consolidarsi
del trend di allungamento della
vita e le conseguenti speranza di
eternità e crisi del senso del limite
dell’esistenza.
I tre elementi citati non sono di per
sé negativi. Ciò che è mancato nei
decenni scorsi è la capacità della società di attrezzarsi e rispondere con
valori e politiche capaci di “volgere
al bene collettivo” i cambiamenti e
di farne scaturire linee di crescita
armonica e umanistica della convivenza sociale. In assenza di strategie
e di azioni di accompagnamento
tempestivo ed adeguato delle innovazioni di cui sopra, la società le ha
subite e metabolizzate sotto forma di
elementi di crisi ed indebolimento:
-Una società sempre più densa di
soggettualità, ruoli e funzioni,
oggetti di consumo, strumenti di
comunicazione, messaggi, ecc., ha
prodotto una situazione di stallo
della mobilità, fisica, sociale, ed
anche ideologica e comportamentale;
-Allo stallo ed assenza di sani
processi di sviluppo e mobilità si
affianca una accelerazione fibrillatoria nei tempi di lavoro, nella
attività di tempo libero, ma anche
nelle opinioni, nei gusti e nelle
preferenze;
- Fibrillazione e densità portano
all’indebolimento dei legami ed
alla frammentazione sociale, da
cui il cosiddetto ciclo dell’individualismo egoistico;
- La proliferazione degli oggetti di
consumo, in tutti i campi, genera un consumismo onnivoro e
sperimentale, stemperato nelle
4
strade aperte
Maggio 2015
quantità ma non nella qualità e
nei valori di riferimento dalla crisi
economica (dall’”usa e getta” alla
“libertà come moltiplicazione” e
non come scelta);
- Il potere si verticalizza e vengono
meno i meccanismi di rappresentanza e democrazia;
- Crescono le distanze tra strati
sociali diversi della società e si
sviluppano le “nuove povertà”
(famiglie numerose, single, solitudine, mancanza di desiderio);
- Si depotenzia la funzione normativa, in quanto nel caos generale si
indeboliscono, fino quasi a scomparire, i valori di vita, le figure
educative, il padre, l’insegnante, le
norme collettive.
Per quanto riguarda in particolare
la cultura, viene meno il suo valore
antropologico, e vengono meno gli
scambi tra soggetti diversi, primi fra
tutti quelli di generazioni differenti, che non si parlano quasi più. La
cultura è o cultura aulica, per pochi
addetti ai lavori, o comunicazione
vuota e spettacolarizzata dei vissuti.
L’educazione, di conseguenza, slitta
verso il formalismo nozionistico, da
un lato, e la trasmissione di competenze tecniche ad uso del mercato
del lavoro, dall’altro, con separazione crescente tra manualità e competenza teorica, e soprattutto con
la estromissione del mondo delle
emozioni dal processo educativo
(“L’epoca delle passioni tristi”).
Lo scautismo potrebbe costituire un
buon viatico per l’avvio di una stagione di ricomposizione delle fratture descritte, e che emergono dal
lavoro degli analisti sociali delle più
varie tendenze ed orientamenti.
Dal volume “Un’avventura che continua, lo scautismo degli adulti”
(edizioni scout Fiordaliso), emergono molti spunti positivi per la
ricostruzione di un tessuto sociale
più umano e più attento ai risvolti
ed ai necessari elementi di contrasto
delle distorsioni che nascono dallo
sviluppo accelerato degli ultimi decenni:
- Per gli scout e per gli scout adulti
l’educazione (auto- e etero- ) come
processo di crescita continuata, di
adattamento ai nuovi contesti, di
“movimento” continuo fino alla
fine dei propri giorni, non finisce
mai;
- La vita va accettata ed accolta con
spirito di avventura, vale a dire
con apertura a ciò che sarà, senza
preclusioni né pregiudizi, e piuttosto con lo sforzo di capire l’altro ed
il nuovo che viene dall’altro e dal
diverso, e con il coinvolgimento
emotivo nei confronti delle situazioni sempre differenti che ci troviamo ad affrontare;
- Nello scautismo si apprende il valore e l’importanza dello spirito di
squadra e della collaborazione di
gruppo per il raggiungimento di
risultati validi: da soli non si va da
nessuna parte, ed occorre contrastare l’individualismo ed il soggettivismo egoistico e narcisistico;
- Nello scautismo si impara il valore
della solidarietà concreta e di tutti i giorni, “lo spezzare il proprio
corpo per gli altri “ (come si dice
in uno dei capitoli e come richiama la simbologia dell’Eucarestia),
e solo una spinta genuina di condivisione ed aiuto reciproco può
permettere di combattere l’idea
di dominio e di lavorare contro
il potere arroccato e per la ricerca
di una potenza collettiva verso il
bene.
Per mettere a frutto quanto di positivo vi è nella esperienza scout, occorre però uscire dall’intimismo e dalla
autoreferenzialità, per imparare a
parlare al mondo intorno a sé.
(Testo adattato da un articolo in
“Strade Aperte”, dicembre 2012)
Le polarità dei valori (scout – società)
Ottimismo
(«della volontà»)
Sviluppo, cammino
Incivilimento
Vita
Generazioni
Generatività
Scambio intergenerazionale
Educazione e formazione
Spirito d’impresa
Manualità
Famiglia
Comunità
Partecipazione
Rispetto della natura
Lavoro
Solidarietà
Governance
Ambiente
Pessimismo
(“della ragione”)
Stallo, presentismo
Imbarbarimento
Solitudine, egoismo
Allentarsi
delle connessioni
Autoapprendimento
L’adulto
nel nostro tempo
Paolo Linati
In vista dell’Agorà sulla Educazione in ottobre 2015 a Caserta,
sono stati proposti cinque “piste”
volte a coinvolgere e sensibilizzare gli adulti scout e le comunità. Piste stimolanti, significativi
di un cammino da percorrere
insieme. Il primo di essi riguarda l’adulto oggi: una esplorazione da affrontare non solo in una
prospettiva psicologica o sociologica, ma come esperienza di
vita, come riflessione sulla realtà
attuale. Un discorso esaustivo su
questo tema sarebbe lungo; per
questo propongo qui alcune di
queste esperienze ed alcune riflessioni.
1. La perdita di senso.
Una domanda, espressa o inespressa, che l’adulto si pone, riguarda il senso dell’educazione,
giovanile e adulta. Che senso ha
il meritare fiducia, il servizio del
prossimo, la fraternità verso i vicini e i lontani, la difesa del creato, il rispetto delle leggi, la frugalità, la castità? Che senso ha
la vita all’aperto, il camminare
sulla Via Francigena? Che senso
ha parlare della Resistenza, raccontare delle “Aquile Randagie”,
e di ciò che accade nel Mondo?
Che senso ha per un adulto fare
parte di un movimento scout? E
che senso ha la vita?
2. Il soggetivismo.
Un secondo carattere che mi
sembra meriti attenzione è il
soggettivismo radicale e l’individualismo dell’adulto. La donna
e l’uomo, il cittadino del 2000,
decide autonomamente e per
conto proprio quello che è vero
e quello che è falso, quello che
è giusto e quello che è ingiusto.
L’adulto è incoraggiato a scegliere quello che vuole e quello che
non vuole fare. Egli rifiuta ogni
obbligatorietà ed ogni imposizione, sia nel campo del pensare,
sia in quello dell’agire e dei comportamenti.
Verticalizzazione
Burocrazia
3. Senso critico e dialogo.
L’adulto distratto dal teleschermo e dal collegamento internet
talvolta è privo di un atteggiamento critico che vada al di là
del “tutto va male” , così diffuso
oggi in Italia. Un adulto che ha
come unica fonte d’informazione lo schermo televisivo, che è
soggetto ad una “paura” motivata dal terrorismo, anche se lontano. e dalla criminalità domestica. E a causa di questa paura
perde ogni capacità di relazione,
ogni possibilità di dialogo con
chi è “diverso” da lui,.
Inquinamento
Degrado ambientale
4. Lavoro e mancanza di
sicurezza.
Nelle giovani generazioni si ma-
Disimpegno,
garantismo
Astrazione,
intellettualismo
Individuo
Isolamento, alterità
nifesta una mancanza di sicurezza come incertezza nei riguardi
del lavoro futuro. Ormai da alcuni decenni non vi sono più
grandi richieste di forza lavoro.
Il progresso tecnologico non ha
portato alla creazione di nuova
occupazione, anzi ha reso sempre più inutile il lavoro di massa;
ha fatto sparire i lavori “tranquilli” o ripetitivi, quelli in cui dal
giorno in cui si entra in azienda
o in ufficio fino al giorno dell’andata in pensione si ripetono le
stesso cose, senza che venga mai
rimesso in questione il metodo,
né la sicurezza del posto di lavoro. Da tempo sono scomparsi i lavori che durano tutta una
vita: la richiesta di particolari
conoscenze per certe professioni, ad esempio la professione di
medico o di informatico, non
dura tanto quanto il tempo che
occorre per acquisirle. Questo
provoca a volte un senso di inadeguatezza, una difficoltà nel
mantenersi idonei ad assumere
compiti sempre nuovi ed impegni più estesi: «Ditemi quello che
devo fare, e come si fa a farlo, non
chiedetemi di assumere la responsabilità di quello che devo fare e
del modo di farlo».
Il motto “Sii preparato” non è
molto diffuso nel mondo del lavoro.
5. Capacità di adattamento.
Una caratteristica necessaria
all’adulto del nostro tempo è la
capacità di adattamento. L’adulto deve essere preparato a non
venirne escluso, ma ad essere in
grado di inserirsi in situazioni in
continua evoluzione, temporale
e spaziale; preparato ai cambiamenti professionali, ambientali
e linguistici. Deve acquisire la
capacità di inserirsi nelle strutture e nei metodi di evoluzione, di affrontare la scoperta del
nuovo; di adeguarsi a forme di
lavoro che ogni quattro-cinque
anni si rinnovano e richiedono
spostamenti da un settore ad un
altro, da una località ad un’altra,
dai procedimenti tradizionali
ai metodi innovativi. E questa
è una caratteristica che mi pare
dovrebbe entrare nel progetto
educativo di ogni movimento di
adulti, con modalità da inventare.
Per superare la “perdita di senso”,
per andare al di là del soggettivismo e della incapacità di dialogo, per superare la mancanza di
sicurezza e sconfiggere la paura,
forse un adulto deve fare parte di
una comunità e seguire una “pista”, un cammino di educazione; quella che per l’adulti scout
è indicato nella Legge e nella
Promessa. Ma di questo si parlerà nelle piste “Valori dell’adulto scout” e “Metodo scout per
l’educazione degli adulti”.
Temi caldi
Il futuro
ci interessa
Alberto Subioli
A fine Maggio si celebrerà’ la Giornata Internazionale sull’Ambiente che deve essere l’occasione per
aggiornare la nostra posizione e
quella del MASCI riguardo un
tema fondamentale per la corretta
sopravvivenza nostra e quella delle
generazioni future.
L’argomento ha implicazioni planetarie, continentali, nazionali,
regionali, cittadine.
In questo contesto i primi tre ambiti esulano normalmente dal nostro impegno diretto che peraltro
deve essere sempre vigile nello
scegliere, contattare e votare delegati degni e competenti.
Per l’ambito regionale, sopratutto
con riferimento agli organi regionali del Movimento, si possono
fare alcuni importanti interventi
riguardo sopratutto ai Piani Regionali per l’Ambiente e per la
viabilità di collegamento tra gl’insediamenti abitativi. Ma i rapporti
del MASCI con le Regioni sono un
importante capitolo che richiede
un dibattito particolare sul quale ci
si dovrà’ impegnare al più presto.
Per il limitato spazio disponibile
verrà trattato con qualche dettaglio il comportamento personale e
di gruppo da tenere in città mettendo a fuoco la raccolta differenziata dei rifiuti. Non sarà trattato
l’elenco delle cose da fare e cioè il
COME va differenziato il rifiuto,
Maggio 2015
ma saranno affrontati i fondamenti culturali della raccolta e cioè
PERCHE’ si deve fare.
Vanno espressi anzitutto tre principi assiomatici A, B e C che sono i
motivi base su cui la raccolta differenziata è fondata:
A. La raccolta indiscriminata dei
rifiuti è incompatibile con il
livello della popolazione delle
città e con la disponibilità dei
siti di deposito non più accettati dagli abitanti prospicienti a
causa delle sgradevoli e dannose emissioni gassose e liquide
prodotte.
B. Per motivi di economia globale
del pianeta è indispensabile recuperare materiali che stanno
esaurendosi depauperando le
risorse mondiali.
C. Recupero della spesa pubblica. Riferendoci come esempio,
agli ultimi dati forniti dal Comune di Roma e arrotondando
ad un decimale le cifre fornite,
ogni cittadino produce 1,7 kg
di rifiuti urbani al giorno per
un totale cittadino di 4897
tonnellate. Basta fare qualche
considerazione sulle cifre per
rendersi conto che il servizio è
molto costoso e complicato.
Peraltro tali rifiuti trascinano con
loro una cospicua ricchezza tanto
è che alcune città europee si offrono di trattare i rifiuti di altre città.
Tale spreco è inammissibile e dunque occorre potenziare tutto un
sistema di riciclo che consenta la
vendita dei materiali recuperati e
quindi un decremento della spesa.
Va anche notato che un completo
sistema di riciclo permetterebbe
un considerevole impiego di mano
d’opera.
Da quanto scritto sopra se ne deduce che la raccolta differenziata
è un sistema operativo che vede
coinvolti, per il raggiungimento
dei comuni obiettivi, esperti del
settore e cittadini. Occorre quindi
prendere atto della situazione ed
eliminare le diffidenza che continua ad esserci tra operatori e cittadini.
Dobbiamo tutti insieme collaborare per la salvezza dell’ambiente, per
la conservazione delle risorse e per
la riduzione della spesa.
Da parte del cittadino c’è il dovere
di diffondere la cultura della collaborazione e di comportarsi in
modo “tecnicamente corretto” in
modo da facilitare il compito degli
operatori e delle macchine di trasporto e trattamento.
Perciò selezionare bene i rifiuti e
fare attenzione ad usare il cassonetto o il mezzo di raccolta dedicato:
per esempio evitare di depositare i
materiali di ristrutturazione degli
appartamenti a fianco
dei cassonetti, e di gettare scatole
di cartone senza prima ridurle in
rifiuti piani.
Raccomandazione: non gettare
mai un rifiuto in terra: rende complicata e lenta la raccolta, sporca la
città ed aumenta l’impiego di personale e dunque la spesa. Che poi
paghiamo tutti.
I problemi
dell’immigrazione
Giovanpietro Scotto di Carlo
L’incalzare dell’immigrazione
sempre più massiccia ed imponente da tutti i Paesi in cui manca la libertà o ci sono pesanti
persecuzioni o guerre o fame,
porta ad esaminare i loro effetti
sul bacino del Mediterraneo o
nei Paesi del Nord (soprattutto
Gran Bretagna, Belgio ed Olanda).
Nei Paesi del Mediterraneo si
impone il problema di fronteggiare l’accoglienza e l’ospitalità
nei propri territori, in quelli del
Nord, invece, si prospetta l’esigenza di valutare gli effetti della
concorrenza dei salari degli immigrati (ai livelli di quelli cinesi
o del terzo Mondo) con quelli
dei Paesi Occidentali (che possono diminuire con il progresso
tecnologico ma che comunque
sono sempre pari ad almeno tre
volte quelli cinesi).La soluzione
non può che essere quella di formare un fronte unico in ciascuna delle due aree con gli stessi
obiettivi (dei Paesi del Nord oppure dei Paesi Mediterranei).
La differenza d’interessi tra i due
obiettivi ha prodotto la difficoltà
di trovare l’accordo per l’impostazione di una politica europea
per l’immigrazione e che, invece,
potrà essere affrontata dai Capi
di Governo dei Paesi membri
dell’Unione Monetaria Europea.
Per l’UME occorre trovare gli
accordi per una politica comune per affrontare tutti i problemi
che si presentano in materia di
obiettivi di politica economica,
di bilancio, fiscale, per l’immigrazione.
Infine, per l’immigrazione, si
impone anche l’esigenza di approfondire anche le esigenze
degli immigrati dai diversi Paesi di provenienza per offrire a
ciascuno la possibilità di considerare la convenienza a decidere
se rimanere o emigrare nell’area
dell’UME.
Resta, comunque che l’Europa ha preso coscienza di queste
differenze e si è passati dal Mare
Nostrum a Triton per considerare i diversi obiettivi (anche quelli dei Paesi del Nord) e che sono
stati triplicati gli stanziamenti di
Triton per tener conto anche degli obiettivi dei Paesi del Nord.
La Gran Bretagna, comunque, si
rifiuta di accettare immigrati nel
suo territorio, anche se offre la
disponibilità di soldi e navi.
Il problema è che con l’immigrazione la distribuzione del
reddito peggiora e che richiede una convergenza dei valori
dal basso anziché dall’alto e che
comporta una imposizione, ad
esempio, sulle attività finanziarie per finanziare investimenti
etici a favore delle classi degli
immigrati per poter bloccare i
grossi spostamenti di cittadini
dall’Asia e dall’Africa subsariana
all’Europa.
Non è più ritenuto accettabile il
modello liberale che massimizza
il profitto attraverso il mercato
e le istituzioni ed una crescente
espansione della ricchezza nazionale ma un modello ispirato ad
una coscienza civile che porta ad
una redistribuzione del reddito a
favore dei cittadini immigrati. Il
professor Leonardo Becchetti,
dell’Università di Tor Vergata,
chiarisce che l’economia liberale
deve essere integrata per operare
una redistribuzione del reddito
ai lavoratori cinesi e africani.
E’ essenziale che le scelte del cittadino siano dall’analisi dei consumi orientati alle aziende che
rispettano un comportamento
etico, ad esempio verso la banca
Etica.
Occorre mettere al centro dell’attenzione l’uomo ed i suoi bisogni
per un’economia eco-sostenibile
in cui il voto con il portafogli ed
una priorità dello spazio rispetto
al tempo possono rappresentare
il presupposto per un’economia
equa e solidale sostenibile.
E’ una responsabilità diversa sui
beni comuni, che può eliminare
le cause strutturali dell’iniquità, ponendo il cittadino nelle
condizioni di scegliere secondo
gli elementi di una sostenibilità
della produzione che mira anche
agli effetti sociali anteponendo
gli interessi della collettività a
quelli personali.
In sostanza, la scelta del cittadino viene orientata verso la
produzione economicamente
sostenibile che ostacoli le lobbies
e promuova quindi una redistribuzione del reddito che tenga
conto anche degli effetti sull’ambiente.
Mentre andiamo in macchina siamo
colpiti dalla triste notizia del ritorno
alla Casa del Padre di
RICCARDO DELLA ROCCA
Sul prossimo numero
daremo ampio spazio alla sua figura
e alla sua opera.
strade aperte
5
Vita associativa
Maggio 2015
Campo di servizio
a Lourdes
Anche quest’anno il MASCI organizza un “campo di servizio” a
Lourdes con il treno dell’Opera
Pellegrinaggi Foulard Blanc, in
condivisione con la Comunità Italiana Scout FB, , inserito nel cammino di formazione del nostro
metodo scout, nell’ambito delle
“Rotte dell’Arcipelago”.
OBIETTIVI DEL CAMPO
• Fornire agli AS partecipanti un
approccio alla disabilità, all’infermità, alla sofferenza, vissuta
all’interno della speranza cristiana e del cammino di fede;
• Far vivere un’esperienza di servizio, di spiritualità, di crescita
personale, come occasione di
formazione permanente
• Riflettere insieme sul significato della scelta di servizio per un
AS: motivazione caratterizzante
dell’appartenenza al MASCI.
Eccomi si rinnova
Anna Maria Volpe Prignano
L’ 11 aprile 2015 l’Assemblea dei
soci di ECCOMI Onlus dopo aver
ascoltato la relazione ampia ed
esaustiva del presidente Gianfranco Sica che, dimostrando la sua
piena disponibilità di chiarezza su
tutti i progetti e l’organizzazione
della Onlus, si Ë conquistato l’approvazione all’unanimità del bilancio consuntivo e preventivo ha
eletto il nuovo Consiglio direttivo
ed il nuovo Collegio dei Revisori
dei Conti, come prevede lo statuto
ogni quattro anni.
Gli eletti sono:
Mario Bertagnolio responsabile Masci/Eccomi progetto Kurdistan, della comunità MASCI
Roma 2; Maurizio Cipolloni già
componente del Consiglio Direttivo di Eccomi nominato dal
MASCI, della comunità MASCI
Foligno 2; Ciro Cirillo responsabile dei progetti ECCOMI in
Togo, della comunità MASCI
Val Susa, già segretario regionale
MASCI Piemonte; Carlo DíAndria socio fondatore di ECCOMI,
già consigliere con líincarico di
tesoriere fin dalla sua costituzione, magister della comunità MASCI Roma 12; Emilia DíAndria
responsabile dell’ Atelier in Burundi, già componente del consiglio direttivo per nomina interna;
Cristina Maccone, responsabile
del progetto ëGarderiesí, incaricata della comunicazione di ECCOMI, magister della comunità
Roma 9; Gianfranco Sica socio
fondatore di Eccomi ed ex Presi-
A CHI E’ RIVOLTO
Principalmente è rivolto a tutti gli
Adulti Scout regolarmente censiti
nel MASCI.
DATA DEL CAMPO
Dal 30.07.2015 – al 06.08.2015
S’inizierà l’attività già sul treno,
che partirà da Reggio Calabria il
30 luglio 2015 con le seguenti fermate: NAPOLI – ROMA – PISA –
GENOVA e altre fermate minori.
Fermate ed orari precisi, saranno
divulgati a tutti gli iscritti dopo la
comunicazione delle Ferrovie (di
solito 5/6 giorni prima della partenza).
PER ISCRIVERSI
Consultare il sito www.masci.it,
dove si trova la scheda di iscrizione.
Il nove luglio 1961, in vetta all’Amiata, venne inaugurato il monumento
alla Madonna degli Scout.
Nell’occasione l’allora Vescovo di
Grosseto, il compianto Mons. Paolo Galeazzi, istituì la festa della
Madonna degli Scouts, che da anni
si celebra ogni prima domenica di
luglio.
Il quattro luglio 1991, per commemorare il trentesimo anniversario
dell’avvenimento, partì dalla Chiesa
di San Francesco a Grosseto la prima marcia di pellegrinaggio che, da
allora, è stata ripetuta ogni anno.
A Dio piacendo, quindi, anche questo luglio celebreremo la festa sul
Monte Amiata e vorremmo farlo
in modo degno, cioè assieme a tutti
voi, partecipanti alla marcia e non,
perché confidiamo la Provvidenza
vorrà concederci un’ occasione di
6
strade aperte
Vita associativa
gioia e, come insegna una delle nostre canzoni:
“di più saremo insieme,
più gioia vi sarà”!
Accogliete, cari amici e fratelli il
nostro invito, dateci prima possibile la vostra adesione di massima
accompagnandola magari con idee
e suggerimenti per rendere memorabile l’incontro, cercheremo di realizzarli... naturalmente insieme!
Per contatti:
Beppe Tilli,
via Lega n.11 Grosseto,
tel 0564/411592, fax 0564/411413,
e-mail [email protected]
Franco Vanelli,
via Caletra n.10 Grosseto,
tel 0564/491345
sito M.A.S.C.I. Grosseto 1 www.cag.it/
masci.htlm; e-mail [email protected]
responsabile sito
Tiziano Minucci,
tel. 0564/23122
Maggio 2015
dente fin dalla sua costituzione,
comunità Masci Roma 12; Anna
Maria Volpe Prignano già segretaria generale di Eccomi e socia
fin dalla sua costituzione, della
comunità MASCI Roma 12.
Il COLLEGIO DEI REVISORI
DEI CONTI risulta cosÏ costituito:
Aldo Antonelli socio di Eccomi
fin dalla sua costituzione, collaboratore per la raccolta fondi;
Claudio Cursi comunità MASCI
di Monterotondo, membro CE
Regione Lazio e revisore dei conti
nazionale MASCI; Mario Toseroni comunità MASCI Spoleto.
Per completare il consiglio direttivo occorre attendere la riunione del prossimo CN che eleggerà
come prevede lo Statuto di Eccomi un suo rappresentante. Il
Consiglio direttivo completo ed
il collegio dei revisori potranno
cosÏ eleggere alla prima riunione
i rispettivi presidenti.
Trent’anni di
MASCI a Scafati
Carmela Cioffi
Nella parrocchia di San Francesco
di Paola, la comunità MASCI Scafati 1 ha festeggiato, insieme a tanti
altri fratelli scout, i 30 anni della
sua fondazione. Una Santa Messa
è stata celebrata dal parroco, nostro assistente spirituale, don Peppino, durante la quale abbiamo ricordato i fratelli scout che ci hanno
lasciati e don Aniello, prima guida
spirituale della comunità.
Era il 1985, quando un gruppo di
scout, con a capo Domenico Giordano, ha dato vita alla comunità
MASCI in Scafati (SA). Non facevo parte della comunità in quel
momento; conoscevo lo scautismo
solo attraverso l’esperienza di mio
marito e di mio figlio, anche se
questo mondo mi aveva sempre
affascinata: amore per la natura,
vivere a contatto con essa. Dopo
qualche anno dalla fondazione
anch’io, insieme ad altre sorelle e
fratelli, sono entrata nella comunità e da quel momento è cominciata
per me un’esperienza meravigliosa. La fede, il servizio, l’educazione permanente sono diventate le
componenti essenziali del mio
cammino nella comunità. Sotto la
guida, appassionata e paterna, di
don Aniello siamo cresciuti in spirito di servizio e fraternità, anche
se tante erano le diversità.
Il cammino tracciato è stato continuato da don Peppino, il nostro
attuale assistente.
Come comunità in questi anni non
siamo stati alla finestra a guardare,
ma abbiamo fatto e continueremo
a fare nostre le problematiche riguardanti la nostra città e il mondo
intero. Con dibattiti, con incontri
con esperti di vari campi abbiamo
trattato argomenti quali la famiglia, l’educazione dei figli, la politi-
ca italiana e internazionale. Accanto a questa crescita personale non
abbiamo mai tralasciato di interessarci dei fratelli bisognosi vicini e
lontani. Per gli anziani abbiamo
organizzato proiezioni cinematografiche, cene con canti e balli, teatro, visite a presepi e santuari, gite
in varie località della Campania
e di altre regioni. Per quelli ospitati in case famiglia, a Pompei e a
Scafati, abbiamo messo in campo
le nostre capacità di animazione.
Non abbiamo tralasciato giovani e adulti con problemi psichici:
gli ospiti della Casa Rosamunda
in Angri. Con loro abbiamo giocato, cantato e condiviso intense
emozioni negli incontri durante
le festività natalizie e a carnevale.
Per le famiglie in difficoltà economiche abbiamo attivato la raccolta
di generi alimentari davanti alcuni
dei supermercati cittadini e abbiamo offerto il nostro contributo
per alleviare le loro necessità. Non
abbiamo trascurato i bisogni dei
nostri fratelli in terra di missione.
Per loro, in collaborazione con altre associazioni cittadine, abbiamo
organizzato un’asta di beneficenza,
realizzando un congruo contributo per la costruzione di una scuola
materna per i bambini orfani ed
abbandonati del Burkina Faso.
Inoltre da anni, con la generosità
di molti negozianti, organizziamo
il Pozzo di San Patrizio devolvendo il ricavato a favore di fratelli bisognosi in città e fuori.
Da tre anni è stato istituito in parrocchia un centro medico: “Epimeleia” con l’obiettivo di offrire un
servizio gratuito ad indigenti ed
immigrati. Il centro si avvale della collaborazione di due medici di
base coadiuvati da alcuni specialisti, e tutti prestano la loro opera
gratuitamente. La nostra comunità
si è attivata, attraverso varie iniziative, per reperire i fondi necessari
per le spese farmaceutiche e diagnostiche.
la comunità MASCI di SACILE (PN) organizza
“DOLOMITI 2015”
5° viaggio tra realtà, sogno e leggenda
presso la ‘CASA ALPINA’ di GIRALBA AURONZO(BL)q.s.l.m.950 m.
dal 01 al 06 Settembre 2015
con il seguente nuovo programma:
MARTEDI’ 01 SETTEMBRE
dalle ore 15,00 accoglienza e assegnazione
camere.
Cena, presentazione del programma e dei
luoghi. Proiezione dvd ”Dolomiti 2013”
MERCOLEDI’ 02 SETTEMBRE
Mattino: Escursione in Val Marzon, Via Pacis
e ... Servizio.
Pomeriggio: Riservato alle Comunità per
preparare “Bell’ Italia”.
Sera: ...Proiezioni...
GIOVEDI’ 03 SETTEMBRE
Escursione: Passo Falzarego(q.s.l.m.1900 m),
Monte 5 Torri e le Trincee ‘15-’18, Rifugi: Scoiattoli, 5 Torri, Nuvolau (q.s.l.m.2150-2400 m).
Pranzo in Ristorante. Pomeriggio: Liberi a
Cortina, quattro passi in città.
Cena e serata: in allegria con il Corpo Musicale
di Auronzo.
VENERDI’ 04 SETTEMBRE
Mattino: Come nasce un “Occhiale”, Visita ad
una Occhialeria artigianale.
Pomeriggio: A disposizione. Sera: “Bell’ Italia”
pubblicità per la tua regione.
Cena: Regionale Condivisa, Giochi e Canti ...
con le Comunità...
SABATO 05 SETTEMBRE
Escursione, pranzo al sacco, alle Tre Cime di
Lavaredo (q.s.l.m.2350 m),
in alternativa al Monte Sorapis, Lago e Rifugio
Vandelli (q.s.l.m.2000 m),
o in alternativa Passeggiata al Lago di
Dobbiaco(q.s.l.m.1200 m).
Cena e Veglia alle stelle.
DOMENICA 06 SETTEMBRE
Mattino: Pulizie e consegna stanze, verifica
esperienze vissute,
Santa Messa (Auronzo).
Pranzo e commiato.
Note ed informazioni di massima:
Prenotazioni fino al 30 luglio 2015
Costo soggiorno € 320,00 persona, trattamento
casa albergo
Numero massimo dei partecipanti: 50
N.B. Il programma può subire variazioni a
seguito delle condizioni meteo.
Scheda di prenotazione e ulteriori
informazioni [email protected]
MASCI Sacile - Renata, Giuliano
0434 70890
strade aperte
7
In primo piano
Maggio 2015
Anche gli scout ad
Expo 2015.
metri quadrati e si trova all’interno
del sito espositivo dell’Expo, e resterà dopo l’Expo come lascito
futuro alla città di Milano.
La FIS (Federazione Italiana dello
Scautismo) che, come è noto, riunisce l’AGESCI e il CNGEI sarà
presente, con altre 10 organizzazioni nazionali di volontariato, a
Milano ad Expo 2015, nella zona
riservata alle organizzazioni del
Terzo settore e del volontariato. È
la prima volta che organizzazioni
non governative sono presenti ad
una Esposizione mondiale.
Il tema dello stand dello scautismo
è già un programma: “Educare.
Energia per la vita”. I gruppi scout
delle due associazioni sono stati
invitati a realizzare un video, da
proiettare nello stand, che illustri
una attività scout divertente ed interessante su questo tema.
Lo stand è ospitato nella Cascina
Triulza è un’antica costruzione
rurale estesa per un’area di 7.800
L’Expo delle idee
Paola Busato Bertagnolio
In preparazione di Expo 2015,
nel suggestivo hangar Bicocca di
Milano, si è tenuto nei mesi scorsi un evento straordinario,l’Expo
delle idee : cinquecento esperti da
tutto il mondo riuniti a parlare di
problematiche legate alla cultura
del cibo .
I quattro temi sui quali tutti
questi esperti si sono confrontati
(sviluppo sostenibile, le culture
del cibo,agricoltura, alimenti e
salute per un futuro sostenibile, la
città umana tra smart e slow city
) costituiscono,con le proposte e
le osservazioni prodotte nel corso
della giornata, il nucleo centrale
della Carta di Milano .
Se nel mondo un miliardo di per-
“Educare. Energia per la vita” si
sviluppa in tre direzioni: nutrire
come cultura, nutrire come relazione con ilo mondo, nutrire come
educazione, declinato in diversi
temi tipicamente scout:
sone soffrono la fame e 1,6 miliardi di persone sono in sovrappeso
e per di più sprechiamo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno , questo significa che qualcosa
non funziona nel modo in cui la
grande famiglia umana gestisce la
produzione e l’alimentazione.
La Carta di Milano sul cibo, concepita sul modello del protocollo di Tokio sul clima, nasce con
l’intento di ricercare soluzioni ,
di suggerire comportamenti personali volti a creare le condizioni
per un miglior uso delle risorse
alimentari , di proporre percorsi
per lo sviluppo sostenibile , di
trovare soluzioni affinchè “ cibo
per tutti “ non sia solo una formula
vuota .Queste e molte altre problematiche connesse alla tutela
del pianeta costituiscono la Carta
di Milano sottoscritta come pri-
L’Educazione è cibo per la mente:
un nuovo umanesimo; Educare
al cibo: il troppo e il troppo poco,
salute, condivisione, essenzialità;
Salute e forza fisica: sano in salute per me e per gli altri; L’uomo
dei boschi: la relazione nella natura, stili di vita sostenibili; Accesso alla terra e alle sue risorse:
uno sguardo critico; Una sola
famiglia umana: Cibo per tutti,
è compito nostro; Collegamenti
con thinking day: promuovere
partenariato globale per lo sviluppo; Cibo come relazione positiva: “mettere in comune”, piccole
pratiche di cui recuperare il senso; Scautismo come essenzialità:
cura nella scelta del cibo; Fare per
educare: imparare facendo.
mo firmatario da Presidente del
Consiglio il 1 Maggio scorso nel
giorno dell’apertura dell’Expo.
Tutti coloro che visiteranno l’Expo sono invitati a sottoscriverla.
E così dal semplice visitatore, alle
imprese, agli stati, agli organismi
internazionali, tutti si dovrebbero sentire coinvolti nel mantenere una coerenza di impegno con
quanto hanno sottoscritto.
La Carta sarà consegnata al Segretario delle Nazioni Unite Ban
ki- moon per essere utilizzata nel
definire i prossimi obiettivi di sviluppo per il millennio da parte
dell’ONU.
Per la prima volta una Esposizione Universale non si concluderà
nel giorno della chiusura ( 31 ottobre ) ma lascerà una eredità di
idee sulle quali lavorare. Che sia
una sorta di riscatto per un Expo
così travagliato?.
Un contributo
per migliorare i soccorsi
Comunità MASCI Agrigento
Al posto dell’uovo di pasqua, i Carabinieri di Agrigento hanno
avuto in dono due defibrillatori portatili, consegnati questa mattina con una coinvolgente e partecipata cerimonia.
Le importanti apparecchiature mediche sono state donate dalla
locale Comunità del MASCI, in collaborazione con la “SlA Casa
di Cura Sant’Anna” di Agrigento, per essere annoverate tra le apparecchiature e dotazioni a bordo delle auto dell’Arma, impegnate
ogni giorno nel delicato ed importante pattugliamento del territorio agrigentino.
I defibrillatori sono stati consegnati nel corso di una breve ma intensa cerimonia tenutasi presso la sede del Comando Provinciale
dell’Arma, alla presenza dei componenti della scrivente comunità,
orgogliosamente capitanati dall’A.E. Mons. Angelo Brancato e dal
magister Giovanni Sardone, del dott. Gerlando Fiorica, Medico in
servizio presso il reparto rianimazione dell’ospedale San Giovanni
di Dio di Agrigento, del rag. Vincenzo Siracusa, Amministratore
delegato della “SIA Casa di cura Sant’Anna” ed, ovviamente, del
Capitano Giuseppe Asti, Comandante Provinciale dei Carabinieri.
Nel corso della cerimonia, svoltasi alla presenza dei media locali,
tutti gli intervenuti sono stati concordi su quanto possa rilevarsi
proficuo e produttivo, addirittura fondamentale, per le istituzioni
e le organizzazioni locali fare lavoro di squadra, divenendo pertanto opportuno che tale concetto possa e debba essere trasmesso all’intera collettività, per diventare un modus operandi reale e
consolidato.
Tutto ciò deve, in ogni caso, tradursi in atti e fatti concreti, per non
cadere nella solita sterile demagogia, per servire al meglio delle
proprie potenzialità il cittadino nella tutela di un diritto fondamentale, quello del dono più bello del Signore, la vita.
Il Magister ha accortamente motivato la scelta dei destinatari dei
due defibrillatori, sottolineando come la scelta sia caduta sulla Benemerita, non soltanto per la stima, la simpatia ed i storici trascorsi, ma anche per la rapidità di intervento più volte mostrata
durante l’attività istituzionale.
Data la natura e la funzione delle predette apparecchiature, si è
motivatamente ritenuto di consegnare questi strumenti salvavita
al Comando Carabinieri di Agrigento, i quali, per la grande professionalità posseduta, riescono molto spesso ad arrivare sul posto
dell’evento traumatico prima del personale del 118: talora, per le
modalità dell’intervento medico, anche solo un minuto, può risultare decisivo per salvare una vita umana.
Un bel regalo di Pasqua per i Carabinieri che hanno espresso,
tramite un compiaciuto ed ammirato Comandante Provinciale,
il loro apprezzamento per il gesto di solidarietà del Movimento
degli Adulti Scout.
Notizie
Nutrire
il pianeta
Paola Busato Bertagnolio
Un miliardo di persone che vivono con meno di un dollaro al
giorno bussano alla coscienza di
ciascuno di noi e ci interrogano
: cosa fare? come riuscire ad attuare una inversione di tendenza per cui la ricchezza è sempre
più concentrata nelle mani di
pochi,di pochissimi che la mantengono e la accrescono attraverso il controllo dei sistemi elettorali , politici e finanziari?
Di questo e di altro si è parlato
nel seminario “Cibo per tutti?
Nutrire il pianeta è compito nostro “ che si è svolto a Roma nella Giornata Mondiale della Terra
nell’ambito della campagna promossa da Caritas italiana, dalla
Focsiv e da molti altri organismi
tra cui il Masci e l’Agesci.
E’la mancanza di giustizia sociale
che genera fame, malnutrizione e
violenza “Non si può più tollerare
il fatto che si getti il cibo, quando
c’è gente che soffre la fame. Questo è iniquità. Oggi tutto entra nel
gioco della competitività e della
legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come
conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione
si vedono escluse ed emarginate:
senza lavoro ,senza prospettive,
senza vie d’uscita. Si considera
l’essere umano in se stesso come
Maggio 2015
un bene di consumo , che si può
usare e poi gettare. Abbiamo dato
inizio alla cultura dello scarto…”
( Evangelii Gaudium, 53).
La cultura dello scarto e dell’indifferenza, una economia e una finanza inique , guerre semipermanenti
in Africa generano anche i morti
non casuali del Mediterraneo.
Lo hanno sottolineato nei loro interventi Mons.Nunzio Galantino
, Segretario generale della Cei ,il
prof. Leonardo Bechetti, docente
di Economia all’Univerità di Tor
Vergata a Roma e il Presidente della Focsiv Gianfranco Cattai.
Sembrano e sono problematiche
così grandi e complesse alla cui
soluzione viene da pensare che
debbano provvedere solamente i
governi , gli stati, gli organismi internazionali.
Non è così o perlomeno non è solo
così.
Informarsi e conoscere e capire e
quindi agire con la consapevolezza che la strada da percorrere in
un mondo globalizzato è quella
di migliorare la condizione degli
ultimi è una strada che tutti possiamo percorrere. Non è necessario ingrandire la torta , dice il
prof Bechetti, dobbiamo imparare a dividerla equamente.
Rieducarci a nuovi stili di vita
comporta azioni semplici della
nostra quotidianità come non
sprecare gli alimenti ma anche
acquistare prodotti a km. 0, creare orti urbani, adottare scelte di
consumo privilegiando le grandi
multinazionali che si adeguano a
criteri etici, sostenere le iniziative
volte a combattere la fame ….
Ma comporta anche capire i sistemi produttivi e le logiche di
commercio, la politica agricola europea,sostenere iniziative
come la Tobin tax…..
Crescere insomma nell’informazione e nella consapevolezza “con
la testa e con il cuore”,lavorare in
rete, innescare processi ,“mettere in croce le nostre coscienze di
comunità e di Chiesa”. Questo il
messaggio che in tutta Italia ha
mobilitato scuole, parrocchie
,educatori che nel convegno del
22 Aprile hanno messo a confronto risultati e progetti per
l’impegno futuro.
Tre domande al
Direttore della
Caritas
Don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana ha partecipato al
seminario “ Cibo per tutti? Nutrire
il pianeta è compito nostro” .Strade
Aperte lo ha intervistato.
Siamo tutti emotivamente colpiti
dallo scandalo della fame, ma
quale può essere l’impegno di
ciascuno di noi?
Prima di tutto è necessario capire le
cause e le conseguenze che portano
moltissimi a cercare condizioni di
I prossimi appuntamenti di formazione
Rotta dell’Arcipelago:
Campo di servizio a Lourdes,
31 luglio – 6 agosto
Arcipelago (3 isole):
25-27 settembre
Isola della Competenza, Sardegna
25-27 settembre
Per informazioni consulta il sito:
www.masci-it
vita migliori. Di fronte al fenomeno
delle migrazioni e alle proteste di
molti è necessario sentirsi responsabili e prendere posizione in favore
dell’accoglienza.
A livello pratico è poi importante
avere uno stile di vita responsabile
nel consumo, nel non spreco.
Molti sostengono che
bisognerebbe portare il cibo nei
paesi di provenienza dei migranti,
di intervenire lì.
Gli affamati arrivano in Libia da nazioni dove vi sono guerre, dittature,
iniquità, noi non possiamo intervenire negli affari di un altro stato ma
possiamo fare una cosa importante :
non fornire armi.
Dice il profeta Isaia “forgeranno le
loro spade in vomeri “,allora invece di strumenti di morte diamo gli
strumenti per la crescita di queste
persone. Quando gli stati europei si
sono posti il problema di come aiutare il Kurdistan iracheno nella lotta
contro l’Isis , si è proposto di inviare
armi, ma le armi non aiutano nessuno. Ricordiamoci che dalle crociate siamo sempre usciti vinti, vinti
come umanità.
In questo contesto quale può
essere il ruolo di una Associazione
come la nostra, il Masci?
Creando questa cultura del’’accoglienza. Tutto nasce dalle convinzioni che si hanno. Pensiamo ai grandi
profeti che avevano una convinzione profonda e l’hanno trasmessa
con la forza della loro testimonianza
(PBB).
RETTIFICA
Per un disguido tecnico, sul numero di marzo di Strade Aperte, era segnato come autore dell’articolo “Il MASCI di Ribera a M’Illumino di Mino”, Gianni Perlasca; in realtà l’autore dell’articolo è
Lillo Palermo. Ce ne scusiamo con gli interessati e i nostri lettori.
8
strade aperte
strade aperte
9
Personaggi
10
Maggio 2015
Commento alle Scritture
Due uomini
speciali
Il Signore
è il mio pastore
Maria Laura Tortorella
Magister Comunità Masci RC 4
Don Lucio Gridelli
Lo scorso 28 marzo a Reggio
Calabria, il Sinodo dei giovani
ha ospitato in Cattedrale le testimonianze di P. Paolo Mekko e
di Ernesto Olivero: era la prima
volta che incontravo P. Paolo,
mentre attendevo l’occasione di
riabbracciare Ernesto…
Due testimoni d’eccezione per
giovani e non, due uomini che
hanno fatto della loro vita un
canto al Signore e che narrano esperienze reali vissute sulla propria pelle. Entrambi non
sono uomini da palcoscenico,
non amano parlare in pubblico, ma giungono da lontano per
dirci, il primo, che il martirio a
causa del Cristo non è roba d’altri tempi, il secondo che seguendo Gesù è possibile cambiare
vita e conoscere la felicità!
P. Paolo ci ha parlato di una
Chiesa antica, che dopo 2000
anni ancora oggi vive la sofferenza del Venerdì Santo. Una
Chiesa di cristiani che rischiano giornalmente la vita per il
Vangelo, vivendo da “risorti”
una vita degna di essere vissuta.
Da gennaio scorso gli uomini
dell’Isis hanno cacciato i cristiani da Mosul spogliandoli di
tutto (alloggio, cibo, abiti, soldi,
documenti…), così molti di loro
sono divenuti profughi, testimoniando con il proprio martirio
la forza della loro fede.
Oggi i giovani cristiani in Iraq
lottano per studiare, consapevoli che la Chiesa è anche luogo di diffusione della cultura e
si recano a Mosul per sostenere
gli esami universitari, mettendo a repentaglio la propria vita.
Anche “sposarsi” e formare una
famiglia, in quel contesto, è assunzione di grande responsabilità… ma tante sono le giovani
coppie che non demordono.
Nei campi profughi si celebra l’Eucarestia che riunisce la
Comunità dispersa… spesso
sotto una tenda, al freddo o al
caldo. Si vive la fuga, il timore continuo di essere colpiti da
una bomba ma, dice P. Mekko,
“insieme non ci arrendiamo né
all’ansia né alla tristezza, esaltiamo la speranza… anche quella
di tornare a casa con il coraggio
di ricostruire… insieme pratichiamo la carità verso la comunità, sperimentiamo lo spirito
di responsabilità ed il senso civico”.
Conclude con lo splendido messaggio ricevuto su facebook da
Davide, giovane iracheno cristiano, studente universitario…
che vive presso lo zio perchè ha
scelto di restare, quando i suoi
genitori sono immigrati in Germania:
“Le ore della nostra vita stan-
Ci si aprono ancora tre domeniche
ordinarie, XIV, XV e XVI, nella
quali ci guida Marco.
Iniziamo con l’autopresentazione
di Gesù nella sinagoga di Nazaret.
Tutti e tre i sinottici la narrano, ma
solo Luca cita il brano che Gesù
legge (prevalentemente Isaia 61)
e che il Signore applica a se stesso.
Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri
orecchi.
Marco invece si limita a mettere in
evidenza la reazione negativa.
«Non è costui il falegname, il figlio
di Maria, il fratello di Giacomo, di
Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue
sorelle, non stanno qui da noi?». Ed
era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta
non è disprezzato se non nella sua
patria, tra i suoi parenti e in casa
sua».
Capite? Bello il messaggio, ma il
messaggero non è all’altezza, …
non è laureato. Nemo propheta in
patria!
Ma è interessante quello che segue.
Gli evangelisti mettono sempre in
evidenza la connessione fra miracoli e fede. Qui la fede è scarsa ed
ecco le conseguenze.
E lì non poteva compiere nessun
prodigio, ma solo impose le mani a
pochi malati e li guarì. Alcuni miracoluzzi di seconda categoria. E si
meravigliava della loro incredulità.
Gesù non compie i miracoli per
costringere a credere, ma per consolidare una fede almeno iniziale!
La prima lettura è tratta da Ezechiele.
Dio gli dice: «Io ti mando ai figli
d’Israele, a una razza di ribelli, che
si sono rivoltati contro di me. …
Ascoltino o non ascoltino, sapranno
almeno che un profeta si trova in
mezzo a loro».
strade aperte
Don Nicola ci ha lasciato
Lorena Accollettati
Nella festività del Buon Pastore, la comunità Masci Puglia piange la partenza verso il Padre, del suo Assistente Regionale,
don Nicola Gaudio.
Don Nicola è stato, ma sempre sarà per noi che rimaniamo ancora per un po’ su questa terra, un esempio ricco ed importante e non solo di scautismo.
La vita di Don Nicola, che è stato per anni anche assistente regionale Agesci, ha avuto il dono di incontrare e di formarsi
alla sua sequela, un altro grande testimone del nostro recente passato, don Tonino Bello.
E’ stato Don Nicola, il parroco che ha ispirato il bellissimo scritto “Collocazione Provvisoria” di Don Tonino Bello.
E’ Don Nicola che ha sollevato spiritualmente la nostra regione da lunghi anni bui, con una allegria e una voglia di fare
che neanche un giovane seminarista possiede.
Molti di voi lo hanno conosciuto a Como durante la Word Conference e durante gli incontri degli Assistenti.
Sempre presente, non solo fisicamente ma, soprattutto con il suo intelletto ed il suo grandissimo cuore.
A noi in regione mancherà moltissimo, ed a nome della mia regione, chiedo di ricordarlo e pregare per lui.
Caro Don Nicola, il nostro fazzoletto sventola cantando insieme “l’unico Maestro” accompagnandoti sulla strada verso
il Cielo.
no scorrendo e noi ancona non
sappiamo cosa vogliamo e come
saremo. Tutti sono dispersi in
questo mondo, nessuno sa cosa
succederà. I nostri pensieri, i
nostri sogni e progetti sono distrutti, ci siamo distribuiti nelle
terre straniere ed abbiamo perso
i nostri cari. Ma quello che so è
questo: tutti hanno una croce
e tutti sappiamo che il Figlio di
Dio non lascia mai chi crede in
lui, chi ha preferito la morte alla
vita a causa sua, chi ha preferito
restare per portare la croce.
Fratelli non preoccupatevi: andiamo con il nostro Signore Gesú:
lui ci indica l’uscita da questo
tunnel oscuro, il sole di Dio risorgerà di nuovo sulla nostra vita, il
Suo Figlio guiderà la nostra nave
al sicuro. La vostra Fede vi salverà, voi adesso siete più forti di
ogni tempo, continuate e non fatevi vincere dalla sottomissione.
O Cristo noi cammineremo sulle orme del tuo insegnamento e
vivremo per la pace e per l’amore, pregheremo per chi ci uccide,
perdoneremo chi ci ha cacciato
via della nostra terra, chi ha devastato i nostri paesi, perchè Dio
illumini la via per loro ed illumini loro la mente. Non sanno chi
è Dio e chi è Suo Figlio, dunque
non date loro la colpa, ma pregate che Dio li faccia camminare
sulla retta via , perchè torni il figlio prodigo a casa”.
Mentre P. Paolo parla, Ernesto
gli regge gli appunti, al termine
si abbracciano forte: due uomini speciali, che si conoscono appena ma si ritrovano nei valori!
Noi tutti li guardiamo commossi.
E’ il turno di Ernesto, sul telo
scorrono le immagini del Sermig, quello che è oggi l’Arsenale della Pace di Torino e tutti avremmo voglia di essere lì!
Dopo il video ci spiega come
sia stato possibile realizzare una
simile impresa perché, se ci si
mette “in balia” di Dio, Lui ci
porta dove vuole, tanto da riuscire a trasformare armi in strumenti di lavoro.
Il Signore - dice - mi ha cambiato la vita! Mi ha chiesto di ab-
bandonarmi sempre di più e di
vivere il “Padre Nostro”: ho capito che potevo fare mille cose
in più e sono impazzito di gioia!
La strada si apre camminando.
Spesso, continua, la fama fa
montare la testa… così quando
ho capito cosa potevo fare ho
avuto paura che potesse capitarmi. Allora ho trovato un metodo perché non accada: pregare
per ore, leggere la Bibbia sempre, perché “voglio restare inchiodato a Dio e non inchiodato
al mio io”.
La forte carica emotiva che ci
trasmette forse è racchiusa in
una delle ultime frasi con cui
ci saluta “Io non ho preparato
quest’incontro… l’ho amato”!
Gesù percorreva i villaggi d’intorno,
insegnando.
Nella domenica XV prosegue il
racconto e si profila quella che sarà
la “tecnica apostolica” di Gesù.
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere
sugli spiriti immondi.
E ordinò loro che, oltre al bastone,
non prendessero nulla per il viaggio:
né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali,
non indossassero due tuniche.
In occasioni diverse ci sono disposizioni diverse, ma il significato è
lo stesso. Il successo del messaggio
non dipende dalla ricchezza dei
mezzi. Se possiamo usare mezzi
più efficienti, usiamoli, ma non
dimentichiamo che alla base sta la
potenza della Parola e la genuinità
del messaggero.
Anche in questa domenica la prima lettura descrive le difficoltà che
un profeta, Amos, incontra nello svolgere con fedeltà la propria
Maggio 2015
missione.
Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di
sotto ai vostri piedi, a testimonianza
per loro. Lo scuotere la polvere era
il gesto che il buon ebreo doveva
compiere quando da un territorio
pagano rientrava in Palestina.
E partiti, predicavano che la gente
si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
La missione si svolge mediante parole e gesti.
Le parole ve le ricordate?
Il tempo è compiuto e il regno di
Dio è vicino; convertitevi e credete
nel Vangelo.
E i gesti sono gesti di liberazione
dal male in tutte le sue forme.
noi si trova in questa situazione.
Noi non possiamo restare indifferenti.
La prima lettura (Geremia 23) e il
Salmo 23 parlano proprio di pastori!
«Guai ai pastori che fanno perire e
disperdono il gregge del mio pascolo
… Radunerò io stesso il resto delle
mie pecore da tutte le regioni dove le
ho scacciate e le farò tornare ai loro
pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse
pastori che le faranno pascolare,
così che non dovranno più temere
né sgomentarsi; non ne mancherà
neppure una. Oracolo del Signore
».
E il salmo molti di voi lo conoscono e lo cantano: Il Signore è il mio
pastore: non manco di nulla.
È bellissimo il vangelo della domenica XVI.
Gli apostoli ritornano da Gesù e gli
riferirono tutto quello che avevano
fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto,
e riposatevi un po’». Erano infatti
molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo
di mangiare.
Viene spontaneo il pensiero di
tanti preti che hanno tanto lavoro
e pochi mezzi, ma il racconto deve
coinvolgere anche i tanti laici che
si sentono impegnati nell’apostolato. Sono indispensabili, dice Gesù,
dei momenti di pausa, di riflessione, di preghiera, di riposo. Questa
volta però la buona intenzione non
la si riesce a realizzare …
Allora andarono con la barca verso
un luogo deserto, in disparte. Molti
però li videro partire e capirono, e
da tutte le città accorsero là a piedi
e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una
grande folla, ebbe compassione di
loro, perché erano come pecore che
non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Gesù ebbe compassione di loro.
Poco dopo avrebbe moltiplicato i
pani ed i pesci, ma prima si mise a
insegnare loro molte cose.
Erano come pecore che non hanno
pastore. Quante gente intorno a
Marco prosegue con il racconto della moltiplicazione dei pani.
Lo ascolteremo anche noi nella
domenica XVII, ma dalla voce di
Giovanni.
Voi sapete che nell’attuale liturgia
festiva Giovanni non ha un anno
proprio. Lo si legge qua e là e in
particolare nel tempo pasquale.
Essendo il libretto di Marco il più
breve dei quattro, i liturgisti hanno
inserito l’intero capitolo 6 di Giovanni nelle domeniche dalla XVII
alla XXI (23 agosto).
La liturgia ci farà ascoltare 1-15;
24-35; 41-51; 51-58; 60-69. Io però
vi consiglio di prendervi una calma serata di fine luglio e di leggere
il capitolo per intero.
Io mi limiterò ad evidenziare alcuni punti, perché, se dovessi commentare tutto, non mi basterebbe
il giornale …
La prima lettura della domenica
XVII racconta una moltiplicazione dei pani da parte di Eliseo
a favore di cento persone. Si vuol
evidenziare il confronto con Gesù
che sfama migliaia di persone.
E quando furono saziati, disse ai
suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi
avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque
pani d’orzo, avanzati a coloro che
avevano mangiato. Dodici cane-
stri come dodici sono le tribù …
Ne avanza e ce ne sarà per tutto il
popolo.
Allora la gente, visto il segno che egli
aveva compiuto, diceva: «Questi è
davvero il profeta, colui che viene
nel mondo!». Ma Gesù, sapendo
che venivano a prenderlo per farlo
re, si ritirò di nuovo sul monte, lui
da solo.
Il segno è di eccezionale importanza, ma la gente non ne capisce
il significato.
La folla insegue Gesù e lo ritrova la
mattina seguente a Cafarnao. Gesù
li rimprovera:
«In verità, in verità io vi dico: voi
mi cercate non perché avete visto
dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non
dura, ma per il cibo che rimane per
la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.
Inizia così il grande “discorso eucaristico” al quale la moltiplicazione dei pani doveva dare lo spunto.
Giovanni usa la sua tecnica abituale: un’affermazione di Gesù,
un’incomprensione della gente; un
chiarimento e una nuova affermazione e così via.
La gente obbietta: ma Mosè ci ha
dato addirittura il pane dal cielo
…
La prima lettura della domenica
XVIII racconta appunto il dono
della manna.
Gesù arriva ad una prima affermazione precisa:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede
in me non avrà sete, mai! ».
Nella domenica XIX di nuovo
obiezioni.
«Costui non è forse Gesù, il figlio di
Giuseppe? Di lui non conosciamo
il padre e la madre? Come dunque
può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate
tra voi. Nessuno può venire a me,
se non lo attira il Padre che mi ha
mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E
tutti saranno istruiti da Dio».
La prima lettura racconta del pane
che consente a Elia in fuga di cam-
minare 40 giorni fino all’Oreb per
incontrare Dio.
Sintetizzando (e semplificando),
nella prima parte del discorso Gesù
è pane in quanto Parola e questa la
si accoglie mediante la fede.
Il versetto 51 fa da cerniera. «Io
sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò
è la mia carne per la vita del mondo».
Nella seconda parte Gesù si presenta come pane nell’eucarestia e
questa la si accoglie proprio mangiando e bevendo.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può
costui darci la sua carne da mangiare?».
Da qui in avanti Gesù non discute
più. Afferma soltanto.
«In verità, in verità io vi dico: se non
mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non
avete in voi la vita. Chi mangia la
mia carne e beve il mio sangue ha la
vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. …
… Come il Padre, che ha la vita, ha
mandato me e io vivo per il Padre,
così anche colui che mangia me vivrà per me». Dove quel per traduce
δια, per mezzo di!
Così nella domenica XX il discorso si conclude.
Queste cose disse Gesù, insegnando
nella sinagoga a Cafàrnao.
La domenica XXI ci presenta le reazioni immediate.
Molti dei suoi discepoli, dopo aver
ascoltato, dissero: «Questa parola è
dura! Chi può ascoltarla?». … Da
quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Gesù rimane rigido sulle sue affermazioni.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete
andarvene anche voi?». Gli rispose
Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
e noi abbiamo creduto e conosciuto
che tu sei il Santo di Dio».
La prima lettura conteneva l’appello che Giosuè (capitolo 24) rivolge
al suo popolo prima di morire.
Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi
servire: se gli dèi che i vostri padri
hanno servito oltre il Fiume oppure
gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia
casa, serviremo il Signore».
Il popolo rispose: «Lontano da noi
abbandonare il Signore per servire
altri dèi! Poiché è il Signore, nostro
Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla
condizione servile; … Perciò anche
noi serviremo il Signore, perché egli
è il nostro Dio».
La realtà, lo sappiamo, sarà ben
diversa.
Nelle domeniche dalla XV alla
XXI la seconda lettura è tratta
dalla lettera di Paolo agli Efesini
strade aperte
11
Controcorrente
Maggio 2015
• Piacere senza coscienza
Saluto del Presidente Nazionale
• Società senza famiglia
senza principi
Sonia Mondin al Consiglio Generale AGESCI •• Politica
Scienza senza responsabilità.
Saluto del Presidente Nazionale Sonia
Mondin all’Assemblea FSE.
Carissimi capi dell’AGESCI,
anche quest’anno, come ogni primavera il vostro Consiglio Generale si
riunisce qui a Bracciano per dibattere e decidere sulle questioni che
riguardano l’educazione dei ragazzi
che le famiglie affidano alla vostra
Associazione, ponendo grandissima
attenzione al “metodo”, studiandone
le possibili evoluzioni, per renderlo
sempre più aderente alla realtà in cui
viviamo.
Da parte mia vi porto il saluto delle
Comunità che compongono il nostro Movimento, costituite da Adulti
Scout, uomini e donne, appartenenti
alle realtà più variegate e disseminate su un territorio nazionale, dove le
differenze culturali, sociali ed economiche sono più che evidenti.
Comunità costituite da persone che
hanno assunto lo scautismo come
stile di vita, che si ritrovano assieme
per il desiderio di continuare a “crescere” nella curiosità intellettuale,
nella sapienza del cuore, nel servizio
e nella preghiera.
Non so che idea abbiate voi capi
dell’AGESCI del MASCI, ma ritengo
importante quando si cammina assieme in nome di una comune Promessa e Legge, imparare a conoscersi un po’ di più: ci aiuta a fare meglio
strada insieme.
Il Movimento degli adulti scout è
nato su iniziativa di Mario Mazza,
l’educatore genovese a vi ben noto
che agli albori del Novecento era
stato tra i promotori dello scautismo
in Italia, con l’intento di riu
nire gli adulti che avevano vissuto l’esperienza scout, in un’ottica di
educazione permanente e di servizio
Carissimi Capi,
è la prima volta che partecipo ad
un evento della vostra Associazione e per questo esprimo un
grazie particolare al Presidente
Giuseppe, ed un grazie pure a tutti voi; colgo inoltre l’occasione per
portare un saluto a nome anche
del nostro Assistente e del nostro
Segretario Nazionale. Personalmente sono onorata di essere qui
con voi!
Molti di voi forse nemmeno conoscono il MASCI, il movimento
degli adulti scout cattolici italiani.
Con voi condividiamo una legge,
una promessa, un metodo quello
scout anche se gli scopi e i destinatari, della nostra azione educativa si differenziano dai vostri.
Voi svolgete un’azione educativa
nei confronti di ragazzi e ragazze
per accompagnarli, nel loro cammino di adolescenti, ad acquisire
quelle doti di carattere e quei riferimenti valoriali che li faranno diventare uomini e donne in senso
compiuto, buoni cittadini come
immaginava B.-P.
Noi del MASCI invece, dedichiamo il nostro tempo per offrire a
uomini e donne adulti una proposta di vita attiva nella società
e nella Chiesa, in un mondo che
cambia sempre più velocemente e
che ha perso quei riferimenti che
davano senso al cammino. E lo
facciamo con il metodo scout.
Il nostro e quindi il tempo
dell’educazione degli adulti.
Siamo organizzati in Comunità, gruppi di persone maschi e
femmine, che si riconoscono nel
patto Comunitario, il documento
che sancisce principi e valori di
una proposta, basata sul metodo
scout, che si prefigge di aiutare gli
adulti a progredire, perché l’educazione non finisce mai.
Le nostre Comunità, pur con i
loro ritmi e con i loro limiti sono
strumento a questo scopo.
La nostra aspirazione è per un
Masci adulto nella fede e presente nella storia, e per divenire ciò
si apre davanti a noi un cantiere
nel quale siamo chiamati tutti noi
a lavorare sul tema della vostra
Assemblea Generale “Camminare insieme per formare persone
nuove”, che si pone in continuità
con il cammino della Chiesa Italiana: “In Gesù Cristo il nuovo
umanesimo”.
L’intervento puntuale e profetico
di sua Ecc. Mons. Matteo Zuppi
appena ascoltato ci ha dato sicuramente molti spunti importanti
al prossimo.
Ben presto il MASCI ha aperto le sue
porte anche ai genitori degli scout e
ad amici e a quanti erano rimasti affascinati dal metodo scout. Pensate
che il MASCI è stato tra le prime
associazioni del mondo cattolico ad
accogliere in-sieme uomini e donne
in una unica associazione.
Oggi il MASCI è un LUOGO dove
degli adulti, indipendentemente dalla loro storia (siano essi anche capi
o già capi) si ritrovano insieme con
il desiderio di continuare a “crescere a livello personale” con il metodo
scout, in comunità di confronto, di
amicizia, di servizio, insomma … in
comunità educanti.
A livello locale, dove le nostre realtà
sono compresenti, esiste una buona
collaborazione in servizi reciproci ed
in percorsi educativi condivisi, testimoniando i valori dello scautismo,
perché INSIEME siamo più incisivi
nella società e nella Chiesa.
Là dove collaboriamo difficilmente ci riconoscono come due realtà
distinte, perché siamo – per coloro
che ci osservano - TUTTI SCOUT e
basta! Riflettiamo su questo.
Credo che mai come in questo tempo il mondo abbia bisogno dello
scautismo. Un caro amico e maestro,
don Giuseppe Stoppiglia, scrive:
“L’occidente deve passare per una rivoluzione spirituale. L’attuale collasso
economico non è una questione di
crisi finanziaria ma è una crisi morale. Credo che l’Occidente sia colpevole
di sette grandi peccati:
• Benessere senza lavoro
• Educazione senza morale
• Affari senza etica
È da chiederci come ci poniamo noi
scout di fronte a questa crisi morale?
Non ho una risposta certa a questo
quesito, ma penso però che le nostre
proposte educative - nella continuità
di un metodo che passa attraverso
tutte le fasi della vita, dalla fanciullezza all’adultità – possano davvero
aiutare in qualche modo a sostituire
i SENZA con i CON!
Per concludere dico che da una ventina d’anni, una Comunità Masci
lavora al Consiglio Generale, per
garantirvi dei pasti dignitosi durante
i vostri intensissimi giorni di lavoro;
dapprima era la comunità di Scorzè,
oggi è quella di Foligno.
Sappiate che non sono dei professionisti della cucina; sanno fare tantissime altre cose. Ma Scorzè prima
e Foligno ora, vengono per fare un
servizio qui, in quanto sono perfettamente consci che voi non siete qui
per voi, ma per i ragazzi della vostra
associazione che sono a casa, e che
state lavorando per loro.
Per questo gli adulti scout si pongono al vostro servizio; confidano che
i ragazzi a voi affidati, che crescono
oggi nello scautismo, abbiano buone
prospettive per diventare, domani,
buoni cittadini, lasciando il mondo
un po’ migliore di come lo hanno
trovato.
Questa è la nostra speranza e per
questo confidiamo in voi.
Buon lavoro.
E con grande affetto e stima: BUON
VOLO, BUONA CACCIA, SIATE
PRONTI
e... BUONA STRADA!
per intraprendere questo percorso.
Ma se è vero che lo scautismo ha la
caratteristica del learning by doing,
dell’imparare facendo, penso che
per dare il giusto significato alla
parola UMANESIMO dovremo
cercare di incarnarlo, altrimenti
che umanesimo sarebbe?
E quindi, vissuto da noi, ecco che
potremo avere:
1. Un umanesimo in ascolto:
che significa ascoltare i fratelli
dando spazio alle relazioni;
2. Un umanesimo concreto: che
significa essere testimoni di
Cristo attraverso gesti di vita
fatti di azioni più che di belle
parole;
3. Un umanesimo al plurale: che
significa riconoscere nei tanti
volti il volto di Gesù;
4. Un umanesimo di trascendenza: che significa riscoprire
la dimensione del silenzio e
del rapporto con l’alterità.
E per fare questo si aprono davanti quattro vie per conquistare
questa NUOVA UMANITA’ che
già ci vengono suggerite dagli atti
preparatori al convegno.
USCIRE – ANNUNCIARE –
ABITARE – EDUCARE
Uscire: una Chiesa in uscita; papa
Francesco non perde occasione
per ricordarcelo, niente pantofole
ma i nostri scarponi andando per
le strade …
Annunciare: Avere uno scambio
di esperienze e testimonianze anche con chi si sente “sulla porta”,
in nome di una fratellanza incarnata da una legge e da una promessa
Abitare: Che significa esse protagonisti nel luogo dove ci troviamo
a vivere, ma che significa per noi
scout imparare ad abitare anche
le frontiere, i confini (sempre per
usare le parole di papa Francesco);
Educare: Chi meglio di noi scout
può capire quante declinazioni e
sfumature il nostro metodo offre
per aiutare le persone a GUIDARE LA PROPRIA CANOA.
Questo è il piccolo ma concreto
contributo che mi sento di consegnarvi per uno scautismo in
USCITA, perché per aiutare i giovani a non soffocare nelle spire
della società dei consumi c’è bisogno di adulti che sappiano guardare oltre l’esistente e additare i
sentieri dell’impossibile!
STRADE APERTE. N. 12. Anno 56. Dicembre 2014.
Periodico mensile del M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani).
Spedizione in A.P. 45%, Art. 2 comma 20/B, Legge 662/96, Dal C.M.P. Padova. Euro 2.00 la copia.
Direttore responsabile: Pio Cerocchi. Direttore: Giovanni Morello. Redazione romana: Giorgio Aresti, Carlo Bertucci, Paola Busato Bertagnolio, Matteo Caporale, Manlio Cianca, Franco Nerbi,
Anna Maria Volpe Prignato. Collaboratori: Lorena Accoltellati, Carla Collicelli, Paola Dal Toso, Romano Forleo, Dora Giampaolo, d. Lucio Gridelli, Paolo Linati, Mario Maffucci, Nando Paracchini, Vittorio Pranzini, Mario Sica.
Redazione: via Picardi, 6 - 00197 Roma, e-mail: [email protected] Stampa: Tipografia ADLE Edizioni SAS, Padova, [email protected] Editore, Amministratore e Pubblicità: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l.,
via Picardi, 6 – 00197 Roma, tel. 06.8077377, Fax 06.80977047. Iscritta al registro degli operatori di comunicazione al n.° 4363.
Abbonamento ordinario a 11 numeri: Euro 20.00, da versare sul ccp. n. 75364000, intestato: Strade Aperte Soc. coop. a.r.l., via Picardi, 6 – 00197 Roma.
ASSOCIATO USPI. Tiratura. 5.000 copie. Chiuso in redazione: il 2 Dicembre 2014
QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO DALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA CENTRALI IN DATA
12
strade aperte
Scarica

STRADE APERTE MAGGIO 2015