RICORDI PER POSTA
Frammenti di Ricordi
Fragments of Memories
Erinnerungsfragmente
(6)
Raccolti dal
Circolo di scrittura autobiografica a distanza
(2009-2010)
Ricordi per Posta
a cura di Stefanie Risse
Coordinatrice del Circolo
di Scrittura autobiografica a distanza
Indice
Prefazione
5
Elenco Argomenti
9
Citazioni
11
Contributi aggiunti
30
Licia C. in memoriam
33
Partecipanti
35
Anghiari, 2010
Copertina:
Posta per piccioni viaggiatori,
Xilografia, Strasburgo 1488
Circolo di scrittura autobiografica a distanza
Raccolta di citazioni dell’undicesimo anno di attività
Care lettrici, cari lettori,
Come ogni fine anno, abbiamo messo insieme brevi citazioni estratte dalle
lettere che ci sono arrivate durante l’anno, cioè da luglio 2009 a luglio 2010.
Il piccolo archivio del Circolo contiene ormai oltre 2200 lettere che
conserviamo nelle cartelle degli scriventi, insieme alle copie delle nostre
risposte.
Ogni anno ci lasciano alcuni scriventi, chi perché ha finito il primo ciclo dei
25 argomenti suggeriti; chi per altri motivi; purtroppo abbiamo dovuto
accettare anche la perdita di alcuni nostri cari scriventi che sono deceduti.
Ogni anno però possiamo accogliere nuovi scriventi -quelli che troverete
citati nel primo capitolo-, con il loro primo ricordo.
I “nuovi scriventi” ci trovano in genere attraverso il sito della nostra Libera
Università. (www.lua.it)
La scelta delle frasi è sempre un compito difficile e spesso ne discutiamo a
lungo durante le nostre sedute. La scelta non è da considerare oggettiva, ma
speriamo di dare comunque un’idea dei testi che ci giungono.
Le frasi stampate in questo libretto sono state scelte dai corrispondenti di
Anghiari:
Adriana Gigli, Daniela Guidi, Marisa Murgo, Oriana Borghi, Renate
Cadalen, JoAnne e Willard Sperry, Adelheid Bernhard e Siegfrid
Fehrenbach.
Il Circolo di scrittura a distanza è un’iniziativa della Libera Università
dell’Autobiografia di Anghiari, basata esclusivamente sull’impegno di
volontariato.
Ringraziamo il Comune di Anghiari per il servizio di ricevimento
e spedizioni postali, e tutti coloro che hanno contribuito e che contribuiscono a
questo esperimento di scambio autobiografico.
Anghiari, dicembre 2010
European Autobiographic Writing Circle
Collection of quotations from the 11th year of activity
Dear Readers,
As the years before, you’ll find a brief summary of the letters which reached
us during the year - this is between July 2009 and
July 2010.
Our small archive consists, in this moment, of more than 2200 letters, which
are conserved together with copies of our answers.
Over the years we have created a rich collection of European memories, that
has been accomplished by the voluntary work of an international group of
people in Anghiari with the kind support of the
Libera Università dell’Autobiografia of Anghiari.
The following quotations have been chosen by our local correspondents:
Adriana Gigli, Daniela Guidi, Marisa Murgo, Oriana Borghi, Renate
Cadalen, JoAnne and Willard Sperry; Adelheid Bernhard and Siegfrid
Fehrenbach.
We thank in particular all the writers who have not tired of sharing us
this unique experiment of autobiographical exchange by sending us
their memories and reflections on life.
Anghiari, December 2010
Stefanie Risse
Coordinator of the European
Autobiographical Writing Circle
Europäischer Autobiographie-Schreibezirkel
Sammlung von Zitaten aus dem 11. Jahr
Liebe Leser und Leserinnen,
im Folgenden finden Sie Auszüge aus den Briefen, die uns im 11. Jahr
unseres Bestehens erreichten – genauer: zwischen Juli 2009 und Juli 2010.
Unser kleines Archiv beherbergt inzwischen über 2200 Briefe,
die gemeinsam mit den Kopien unserer Antwortschreiben aufbewahrt
werden.
Die folgenden Zitate wurden ausgewählt von den Korrespondenten in
Anghiari:
Adriana Gigli, Daniela Guidi, Margherita Vecchioni,
Marisa Murgo, Oriana Borghi, Renate Cadalen, JoAnne and Willard
Sperry, Adelheid Bernhard und Siegfrid Fehrenbach
Der europäische Brief-Schreibezirkel ist eine Initiative der
Libera Università dell’Autobiografia von Anghiari,
gegründet ausschließlich auf ehrenamtlicher Tätigkeit und wird unterstützt
von der Gemeinde Anghiari.
Dank gebührt allen Schreibenden, die dieses Experiment autobiographischer
Kommunikation durch die Zusendung ihrer persönlichen
Lebenserinnerungen und Reflexionen mit uns teilen.
Anghiari, Dezember 2010
Stefanie Risse
Leiterin des autobiographischen Schreibezirkels
Argomenti – Topics - Themen
1. Il mio primo ricordo - Meine erste Erinnerung – My first Memory
2. Il mio luogo preferito – Mein liebster Ort – My favourite Place
3. Ricordo un animale – Erinnerung an ein Tier – I remember an Animal
4. Il mio primo maestro – Mein erster Lehrer – My first Teacher
5. Io e l’acqua – I and the Water – Das Wasser und Ich
6. Paura – Fear – Angst
7. Un ricordo del padre – A Memory of my Father – Eine Erinnerung an
meinen Vater
8. Il mio primo contatto con la religione -
My first contact with
Religion – Mein erster Kontakt mit der Religion
9. La mia prima Vergogna – First Shame – Erste Scham
10. Natale – Christmas - Weihnachten
11. 1Un viaggio – A Travel – Eine Reise
12. Ricordo di guerra – War Memories - Kriegserinnerung
13. Una storia capelluta – A hairy Story – Eine haarige Geschichte
14. I miei primi soldi – My first Money – Mein erstes Geld
15. Un´ avventura nella mia vita – An Adventure – Ein Abenteuer
16. Un sogno – A Dream – Ein Traum
17. Ero felice – I was happy – Ich war glücklich
18. Le cose raccontano – Things that recall a Memory – Dinge, die
erzählen
19. Un ricordo europeo – A European memory – Eine europäische
Erinnerung
20. Una musica che mi ricorda – A Music – Eine Musik
21. Non credevo ai miei occhi - I did not believe my very eyes – Ich traute
meinen Augen kaum
22. Un incontro che ha cambiato la mia vita - A Meeting that changed my
Life – Eine Begegnung, die mein Leben verändert hat
23. Mi sveglio - I wake up – Ich wache auf
24. Grazie! – Thank you! – Danke!
25. Tema libero – free topic – freies Thema
Il mio primo ricordo
My first Memory – Meine erste Erinnerung
Le prove nel specchiarmi nel pozzo della mia memoria,
mi sembra impossibile riuscire a fare largo ad un primo e unico ricordo,
trovo più fluido semmai far tornare a galla sporadiche chiazze di vita
risalenti alla mia infanzia e così rivedo la mia amata mamma (al tempo
nemmeno troppo credente) che al mattino, in partenza x il lavoro, rivolgeva
il suo sguardo verso l’alto e mi diceva:
“Il Signore ti benedica”.
Laura C.
Ricordo che viaggiavamo spesso in automobile per andare a trovare i
nonni a Reggio Emilia, gli altri nonni a Torino oppure per andare al mare
all’inizio dell’estate. Prima di partire il papà faceva sempre il segno della
croce e mandava un bacio al ciel, anche se a me sembrava che lo lanciasse
allo specchietto retrovisore.
Federica M.
Invece mi ricordo il gesto della mia mamma che mi toglieva o mi
rimetteva, non lo saprei dire, all’interno del passeggino: è una cosa molto
vaga, ma vedo all’incirca le sue braccia che mi prendono sotto le ascelle e mi
ripongono dolcemente.
Gabriele B.
Se penso a me da bambina mi balza subito alla mente la mia casa bianca
con il balcone marrone e al suo interno una famiglia sorridente.
Sara C.
Il lago è triste, perché è grigio e con le montagne che gli fanno la guardia
intorno; me è bello proprio per queste sue caratteristiche.
Per me, concentra sia il bello sia il brutto, i ricordi gioiosi e quelli più
gravosi.
Gabriele B.
Ho in mente un uomo sdraiato sul letto. Mi hanno portato vicino (era mio
nonno morto) e io gli ho tirato i baffi. Non avevo ancora due anni.
Olimpia F.
Finalmente compare, alle mie spalle, quello che cercavo, uno scorcio di
strada: asfalto e alberi e tutto il resto, soffusi di nebbia. Nessuna macchina in
arrivo. Rido e parto.
Gina B.
Finiti i piatti, mia madre la sera si sedeva a tavola e mangiava una mela. Era
una specie di richiamo e noi le ronzavamo attorno e lei sbucciava, divideva e
regalava. Sì, era un dono. Diceva il suo amore così.
Ketti L.
Eppure ricordo chiaramente, ma forse per la mia piccola età è un ricordo
in cui non ci sono parole dette o sentite ma è fatto di immagini e di stati
d’animo vissuti e percepiti.
Mi vedo correre lungo lo stretto viottolo ghiaioso in discesa che termina
direttamente sulla strada provinciale…
Elena C.
Ero molto felice di stare assieme a mia madre, allora che lei non era
ancora malata di cuore, era bello potermi occupare di lei, leggerle un libro
oppure poterla accompagnare sulla spiaggia.
Mariano M.
Il primo ricordo della mia vita risale a quando avevo circa 5-6 anni. Ero
ospite per le vacanze di Pasqua a casa di mia zia e ricordo una terrazza che
affacciava sul mare e mia cugina Simona, dolcissima, a cui sono ancora
molto legata, che mi chiese di scegliere tra varie tonalità d’azzurro da un
porta pastelli quello che mi sembrava più vicina a quella del mare.
Annalisa
Il mio luogo preferito
My favorite Place – Mein liebster Ort
Io ero in un passeggino rosso, con tutte palline colorate e un ricordo che mi
portavano in un bellissimo giardino con alberi alti alti e a me piaceva
scrutare in mezzo ai rami, il cielo che sembrava fatto a pezzi.
Costanza D.
Con gli occhi del cuore. Si, con gli occhi del cuore osservo lo stagno vicino
casa. Quello stagno che tante volte mi ha visto bambina gettare un sasso al
centro per sentire il tonfo e vedere l’acqua schizzare e spargersi in mille
goccioline che piombavano e si infrangevano liete come risa di fanciulli,
mentre i cerchi sull’acqua s’allargavano s’allargavano fino a giungere a riva
a lambire i miei piedi.
Anna Grazia P.
Dann aber, hinter dem Friedhof, begann der Wald. Da hörte der
gepflegte Kiesweg auf und man kam als erstes an einen romantischen Teich,
bevor es tiefer in den Wald hineinging. Dieser kleine Teich war mit vielen
Wasserrosen bedeckt. Wir verbrachten mit Mama ganz viele und glückliche
Stunden dort, und ich fühlte wohl auch Mamas andächtige und glückliche
Stimmung, die sich auf mich übertrug. Manchmal sagte sie: „Sei mal still
und horch!“ Was das für ein Konzert gab von Fröschen und Vögeln, von
Grillenzirpen und sonstigem Geraschel, Geplätscher und Blätterrauschen
von den Bäumen.
Hanni N.
Se penso ai luoghi dell’infanzia, il mio pensiero corre subito fuori, va ad un
albero del giardino di casa, alla stradina sterrata vicino a casa, ai campi.
Erano gli spazi dei giochi e dei sogni ad occhi aperti.
Giuliana F.
Forse dell’infanzia, più che i luoghi, ci hanno colpito i profumi e sono
quelli che risvegliano la nostra memoria, più di qualsiasi immagine.
Laura C.
Ma credo che già, da quando ero molto piccola, il posto che mi affascinava
di più ed in cui amavo trascorrere tempo con le mie fantasie, fosse un
appezzamento di campo sopra casa. Da lì potevo vedere più dall’alto il lago
e le montagne attorno.
Sara C.
Dell’infanzia amavo il fiume in secca e mio padre, che verso sera, mi
insegnava ad attraversarlo. Evitando le poche pozze rimaste.
Gina B.
La mia nonna materna – soprannominata Lola – gestiva la pensione
Giardino più che per guadagno, proprio per consentire ai suoi figli prima e
nipoti poi, di farsi delle lunghe ferie estive tutti a suo carico e soprattutto
sotto la sua grande ala protettiva.
Federica M.
Ricordo un animale
I remember an Animal – Erinnerungen an ein Tier
Tanto, ma tanto tempo fa, osservavo dalla mia finestra un gatto che, di tanto
in tanto, usciva sul balcone di fronte alla mia casa.
Era un gatto cresciuto sin da piccolino in un appartamento di un palazzo di
cittá.
Maria Grazia P.
Gli uccellini….l’agnello….erano forse degli animali teneri per me? Forse
nei miei libri di lettura apparivano molto “bucolici”, visto che ero meno
coinvolta di fronte alla gallina morta che penzolava a testa in giù dal
catenaccio del cancello del forno?
Giuliana F.
I miei genitori hanno sempre sostenuto che un animale domestico, per
essere un buon compagno, deve amare i bambini e Kira era sicuramente
adeguata per stare con noi. Già nei miei primi ricordi d’infanzia è presente
Kira, ricordo che giocavamo molto insieme.
Sara C.
Günter brauchte dazu nicht mal aufzustehn, sondern konnte das Futter
mit seinem Arm bis vor das Loch und dem Mäuschen vor die Tür, ja sogar
vors Mäulchen legen, bis es ihm sogar gelang, dass die Mäuse ihm quasi aus
der Hand fraßen.
Johanna N., Germania
…ad un certo punto la sedia si ribaltò ed io con lui. In un attimo Diana, in
un volo di zampe. Orecchie, pelo odoroso e naso umido e lingua tiepida, mi
fu addosso.
Gina B.
L’atmosfera era tesa; i cuori delle povere bestiole palpitanti e in pochi
attimi si compì il miracolo: prendemmo in braccio le galline indifese (che a
ripensarci ora mi provoca anche un certo brivido…con quelle zampette
rugose e quel becco dispettoso)
e le scaraventammo a terra da un paio di metri di altezza,
inneggiando a Goldrake Ufo Robot.
Laura C.
Il mio primo maestro
My first Teacher – Mein erster Lehrer
Noi la imitavamo ripetendo le preghiere che lei per prima recitava. Poi, ad
un suo cenno ci sedemmo. Prese il registro: iniziò l’appello.
I miei occhi erano fissi su di lei.Volevo imprimermi nella mente quel volto e
quei gesti che mi avrebbero accompagnato per tutto l’anno e a me parvero
amabili e schietti sin dall’inizio e me la resero tanto cara sempre.
Maria Grazia P.
Paura – Fear – Angst
Un giorno andavo in ditta dai miei, era estate, passai dalla strada a mentre
camminavo si ferma una macchina e l’uomo dentro mi dice qualcosa, io
credendo che chiedesse un’indicazione mi affaccio al finestrino e questo
aveva tutto il suo bel coso fuori dai pantaloni e se lo trastullava. Non so che
mi disse e che faccia avesse, io guardai il coso, e poi lui e me l detti a gambe
levate fino in ditta.
Roberta A.
…come la paura del terremoto. Quella paura era insanabile, mi bloccava le
gambe e non mi lasciava andare. Si ripeteva ogni anno per la Fiera del paese
quando i fuochi artificiali - i fochi – segnavano la conclusione della tombola
in piazza e delle settimane spensierate delle giostre e nell’ottovolante e di
lupini bagnati e dello zucchero filato. Agli scoppi seguivano rombi
sotterranei che arrivavano un po’ a invertire le mie gambe e io mi trovavo
statua con le spalle al Palazzo Comunale, la sedia impagliata fra le gambe, i
nonni quieti e sorridenti, tutti gli “oh” di meraviglia ma mi coinvolgevano, io
avrei voluto sparire come il cane Frita, che, di gran corriera, si allontanava e
veniva trovato il giorno dopo a Monte Morello.
Patrizia M.
Che cosa voleva fare Suor Rita? Guardavo le mie compagne,
cercavo di capire chi di loro avesse fischiato e mi meravigliavo della loro
tranquillità. Io ero terrorizzata; la paura mi faceva battere forte forte il cuore,
le orecchie mi fischiavano, sentivo le mie gambe farsi deboli.
Anna Maria C.
Un ricordo del Padre
Memory of My Father - Erinnerung an den Vater
Insomma, delle volte a tavola cioè a pranzo ci raccontava delle novelle
bellissime e quando finiva, sembrava che fosse durata “poco poco”…se
fosse stata per me, avrebbe potuto continuare perché sarei stata lì ad
ascoltarlo….ma poi tornava ad essere assente e io rimanevo così male.
Laura P.
L’altra caratteristica (i capelli lunghi) costituiva un tratto distintivo della
sua personalità, aggiungeva fascino e dava risalto al suo essere un artista
(pianista, organista, compositore).
Negli anni cinquanta, quando io ero ancora adolescente e lo accompagnavo
nei luoghi dove esercitava la sua attività professionale (conservatorio,
accademia polifonica barese, varie chiese di bari e della regione, ecc.) rilevò
due tipi di reazione in coloro che assistevano alla sua performance: una
grande attenzione, a volte di stupore e, allo steso tempo, di ammirazione;
l’altra di difficoltà di capire come potesse un cieco suonare il pianoforte e/o
soprattutto, l’organo e suonarlo in maniera così magistrale.
Virgilio M.
Forse pàpà aveva paura di morire
senza regalarci un pezzo del suo vissuto.
Ed io percepivo in quest’uomo senza divisa,
una sconosciuta fragilità.
Anna Maria C.
Il mio primo contatto con la religione
First contact with Religion – Erster Kontakt mit der Religion
Della prima comunione ricordo la mezza giornata di ritiro spirituale fatta
nella residenza delle Suore, poco lontana dalla chiesa. E’ uno dei ricordi più
belli: camminavo da sola in giardino, riflettendo su quello che sarebbe
accaduto il giorno dopo, e non ho mai provato la stessa serenità, lo stesso
sentimento di essere in pace con me stessa, che la vita avesse un senso, che
la bontà prima o poi venga premiata e la cattiveria punita, che esista la
giustizia.
Carla F.
Significativo quindi, per me è stato Don Giancarlo, ma chi per prima mi
ha avvicinato alla religione è senz’altro mia madre.
Ricordo la sua devozione, la sua fede. Nella mia infanzia, ogni sera prima di
coricarmi, si avvicinava al mio letto, si sedeva e insieme a me recitava la
preghiera della sera.
Francesca V.
But despite this early age I have a strong recollection of the Church in
which I was baptized on 1st November 1936, exactly one month after being
born. There was a darkness in the Church interior , but I was aware of
candles in the front.
Shelagh A.
La chiesa di San Frediano in Firenze risveglia in me il ricordo vivissimo
della mia prima comunione e della cresima più di cinquant’anni fa.
Ricordo l’abito bianco di stoffa liscia, che la mamma aveva fatto cucire di
fattura semplice ma accurata, da accorciare e riutilizzare in seguito per
andare a scuola, la punta bianca delle scarpe nuove che sporgevano dalla
gonna ben stirata e quasi gonfia ai piedi, il piccolo vangelo di madreperla,
l’altra bambina Lucia, che mi sta accanto, la nostra madrina, vicina,
che ci contiene con lo sguardo come due spose all‘altare.
Patrizia M.
E poi a Frassineta c’era lo zio di un’amica che era prete e diceva la messa
tutte le mattine alle 8. Io non ci andavo mai e mi disse:
“Non sarai mica comunista anche tu? Sarebbe una grande delusione.” Gli
dissi solo: “ Sì” , e anche per me fu una delusione e mi staccò
completamente dalla Chiesa.
Laura P.
Solo dopo la fine della messa potevo addentare i biscotti che avevo in tasca.
La suora ci parlava della “gioia di prendere Gesù”, ma io sentivo solo una
terribile fame!
Anna Maria C.
Ora, Don R. alterna il movimento ritmico della trottola d’argento
con preghiere in una lingua sconosciuta: Requie…materna…bis…bis…
domine
Requie…materna…bis…bis…domine, ripetono le donne.
Requie materna…provo a scimmiottare anch’io, con gli occhi sgranati e le
narici ben aperte e le orecchie tese a non perdere
alcun dettaglio.
Natalia F.
Vergogna - Shame – Scham
La prima vergogna io ho provato, durante il periodo fascista, quando io
tredicenne fui trovato insieme ad un amico a giocare a carta, ma non per
soldi, ma per bottoni; in quel periodo questo gioco era proibito.
Quindi fu la mia prima vergogna in mezzo a due carabinieri, che mi
portavano in Caserma e mi rinchiusero in cella, per circa un’ora, fino
all’arrivo di mio padre, che mi riprese in consegna!
Armando Z.
Penso che le lacrime della nonna siano la vergogna più grande della mia
vita, anche se mi dico che ero una bambina (è morta quando non avevo
ancora 10 anni) non riesco a scusare la durezza del mio cuore in
quell’occasione.
Carla F.
Ero molto timida, ricordo ancora la vergogna che provavo quando veniva
qualche amico di miei genitori e quando dovevo andare a letto:”Dai il bacio
a tutti, Laura!” diceva mia madre… ecco io proprio non lo sopportavo xche
mi vergognavo.
Laura P.
E questo dottore, siccome non mi aveva mai visto, mi fece una visita
completa “secondo lui”. Mi fece spogliare nuda, tutta, come un verme, come
mamma m’aveva fatto, e io ero lì, tutta nuda, distesa nel letto con tutto quel
pubblico che mi guardava, come se fossi un cadavere sul tavolo
dell’obitorio.
Roberta A.
Con il sederino rivolto verso la rete (non so perché, ma pensavo di essere
protetta) mi tolsi il costume da bagno e cominciai a frugare nel mio sacchetto
alla ricerca del cambio. Il fischio della suora mi fece sobbalzare; ce l’aveva
proprio con me! Mi raggiunse e mi prese per un braccio dicendomi:
“Vergogna, tutti ti stanno a guardare!”
Anna Maria C.
La vergogna non può essere altro che questo. Un completo ribrezzo, un
totale abbattimento dentro e fuori di te. Il corpo s’ingobbisce, lo sguardo si
macchia d’ombra. La mente, il ragionamento, non ti giustifica in nessun
modo. Non sei in grado di avere neanche pietà per te stessa. Gli altri sono
ammutoliti a causa del tuo comportamento. Non ti stimano più, si
vergognano di te. E tu sei sola.
Patrizia M.
My friend’s mother had come to ask whether I had come into her home
and stolen the figurines…I was so ashamed as my Mother took the toys from
the cupboard under the stairs and handed them over to my friend’s mother…
The thing is that I still not know why I stole them.
Shelagh A.
Il primo viaggio – First Travel – Erste Reise
Il mio promo viaggio da essere umano, fu al tempo della scuola, che
vestito da Ballila, come imponeva il partito, ma in casa mia la camicia nera
non vi era, perché la mia madre le lavava e quindi fui costretto a mettermi il
pannuccione della scuola che era nero, rovesciato in modo che non
vedessero le scritture che vi si trovavano sopra. E quindi quel giorno anch’io
feci la mia figura, al pari di tutti gli altri.
Il viaggio fu massacrante, con una corriera con delle gomme dure e piene,
che ad ogni buca il cuore ti saltava in gola, ma la gioia di arrivare a vedere
questa sorgente del fiume sacro della Patria, cioè il Tevere, tanto osannato
dai nostri capoccioni di allora, era grande.
Armando Z.
Credo che sia stato in occasione di mia gita scolastica alle elementari.
Non ricordo bene la meta, forse San Martino della Battaglia, ma non ne sono
affatto certa; e ricordo un bellissimo giardino/parco dove abbiamo giocato,
non so riportare la sensazione ma io lo sento ancora: il piacere di stare
all’aria aperta, la bella giornata, la fantasia che mi faceva immaginare di
essere non so dove.
Carla F.
Qui mi sono sentita veramente sola e preda di mie profonde inquietudini: il
lungomare scarsamente illuminato, e le strade adiacenti quasi buie, una folle
di uomini parlavano senza che li potessi capire, le indicazioni scritte
incomprensibili…
Isabella M.
Il mio primo viaggio…non avevo 3 anni e i miei ci portavano in Svizzera a
Locarno a trovare la sorella di mia nonna paterna,
Terzilla si chiamava.
Laura P.
Quando è arrivato il pulmino e ci siamo salutati c’era mia madre e mio
padre che sembrava mi fossi arruolata nell’esercito e partissi per una
missione pericolosa.
Roberta A.
Natale – Christmas – Weihnachten
Questo era il Natale del misero; poi, l’altro Natale gioioso in casa mia,
quando ci arrivava un pacco inviatoci dalla cara nonna Argia che lavorava a
Roma presso la famiglia di un conte come domestica e quindi, dentro a
questo pacco vi era un gustoso osso di prosciutto che veniva scartato da
quella famiglia ricca ed inviato a noi per il Natale.
Armando Z.
Ricordo che io e mia sorella Magda, le “piccole” di casa (lei la terza, io la
quarta, sei anni di differenza) ci svegliavamo di notte – o meglio, lei si
svegliava e poi chiamava me, e correvamo a vedere sotto l’albero che regali
aveva portato Babbo Natale. Allora non c’era una grande abbondanza e
spesso i regali per me erano una delusione (cose utili! Pigiami, calze…).
Non arrivava mai o quasi, quello che avevo chiesto, ma l’attesa, che cosa
meravigliosa!
Carla F.
Poi penso ai Natali di quando ero piccola, con mia zia Anna Maria che mi
regalava sempre una bambola e mio padre che preparò tutti i regali, i 7 nani,
Biancaneve e il grillo parlante di gomma e grandi “Tutto qui?” dissi
delusa….
Laura P.
Non è ideale fare il presepe con i gatti in casa, soprattutto se i gatti sono
anche cuccioli. Ogni volta che si scendeva a fare colazione, si trovava Gesù
bambino nel laghetto a fare il bagno, le oche in giro x la stanza, Giuseppe e
Maria spariti, capannuccia ribaltata…
Roberta A.
Ricordi di guerra
Memories of War – Kriegserinnerungen
…e la cannonata, esplodendo dentro a questo buco, uccise i poveri
colombi e mi fece precipitare addosso questa vetrina con tutto il contenuto,
che mi procurarono dei tagli in testa ed in altre parti, ed in più lo scoppio a
pochi piccoli centimetri dalla mia testa,
mi fecero fischiare le orecchie per diversi mesi e sembravo
una persona rimbambita; ora mi succede per colpa della vecchiaia.
Armando Z.
…e di quella volta dove mio nonno, che era molto dolce e tranquillo si
fidava un pochetto di tutti, puntò i piedi per non andare con tutta la famiglia
nella chiesa dove i tedeschi volevano radunare tutto il paese…che fortuna
che ebbero… li chiusero tutti dentro e fecero saltare l’edificio… sentivano le
urla dalla campagna dove si erano nascosti con altre famiglie.
Il posto era San Miniato in Toscana.
Laura P.
Sempre a Lorigo la mamma aveva preso del pane (credo) al mercato nero
e stava andando a casa. Qualcuno, credo il Podestà.l’aveva fermata e l’aveva
minacciata di portarle via quello che aveva. La mamma allora gli aveva detto
che, in quel caso, avrebbe portato le bambine a casa sua (di lui) quando
avessero avuto fame, e lui l’aveva lasciata andare con le sue cose.
Carla F.
Una storia capelluta
A hairy Story – Eine haarige Geschichte
Prima “lavorai” con le forbici, tagliai di netto l’odiata treccia , poi presi
sempre più coraggio e…riuscì a ridurmi come un pulcino “spennacchiato” ,
ma io ero felice e eccitata: finalmente avevo un taglio moderno! Subito dopo
mi cosparsi la testa con acqua ossigenata ma… quale delusione! I capelli,
una volta asciugati, non erano biondi ma rossicci e per di più non in maniera
uniforme, insomma un colore indefinibile e orribile – tralascio la descrizione
della “sorpresa” ai miei genitori!
Isabella M.
In quei pochi capelli giovanili, degli inquilini presero possesso, piccoli
inquilini soddisfatti del mio cuoio capelluto, succhiandole le sue vitamine.
(…) Ora modestamente la mia poca rimasta capigliatura, bianca e grigia,
risplende come una bandiera al vento.
Armando Z.
“Non puoi rovinare così questa povera figliola” disse quando aveva finito.
Ricordo che fino a dicembre non mi sono pettinata perché il pettine faceva
male tanto erano corti i capelli…e avevo solo sette anni.
Laura P.
L’unico ricordo che associo ai capelli è di quando da piccola, non volevo
mai tagliarli. Invece la mamma mi portava dal parrucchiere e io piangevo
sempre. Quando invece me li lavava in casa, spesso usava il sapone
(saponette) e, se mi finiva negli occhi, bruciava tantissimo e io piangevo. Per
consolarmi, la mamma diceva che piangere fa venire gli occhi belli, lucidi.
Carla F.
I miei primi soldi
My first Money – mein erstes Geld
…alla fine del primo mese mi trovai in mano una busta con 125.000
Lire! Una cifra che mi sembrò enorme. Per acquistare i libri, e purtroppo per
leggere, dovetti aspettare la fine dei due mesi, perché quando chiudeva il
supermercato era già chiusa anche la libreria, così la domenica, unico giorno
di riposo. A settembre superai brillantemente l’esame di chimica e molti libri
della BUR campeggiarono su mensole, scrivania, e in mancanza di posto,
dentro l’armadio….
Questa esperienza mi fece capire che la libertà individuale non esiste senza
quella economica e che per niente al mondo vi avrei rinunciato.
Isabella M.
Ed infatti, avemmo la fortuna di trovare l’uomo giusto, con la valigia, e
noi due giovani fratelli, si riuscì a portarla fino al paese. Il signore ci
ricompensò con pochi spiccioli, ma per noi erano tanti, perché nelle nostre
tasche, non erano mai entrati.
Armando Z.
I remember my father being most amused one Sunday, as when the plate
came round, I put in half pennies and forthings instead of a threepenny bit.
He wasn’t fooled!
Eileen B.
Comunque con i soldi che riuscì a mettere da parte,
50mila Lire al mese, riuscimmo ad andare in ferie assieme io e il mio amore,
certo non in albergo ma con la tenda in campeggio al mare,
in un posto che ci rimarrà nel cuore per sempre.
Laura P.
Un’ avventura nella mia vita
An Adventure - Ein Abenteuer
Fu per causa del lavoro, in Inghilterra, dove io ero diretto, e lì la delizia fu
molto diversa, la traversata del Canale della Manica, da Calais a Dover, ma
la feci con una stanchezza addosso, per il lungo viaggio in treno, per tante
ore della giornata e la notte, sempre in piedi in treni super affollati;
l’avventura fu bella, vedere le bianche scogliere di Dover, da tutti sognati,
ma non per me, perché i miei poveri occhi, sarebbero stati più contenti di un
riposo riparatore, questa sì, sarebbe stata una più bella avventura della mia
vita!
Armando Z.
When I was fifteen years old,
my mother decided to join my father in Hong Kong…on the P+O SS Crusan,
first class.
Our first step was Cairo on through the Suez Canal, Bombay, Ceylon,
Singapore. I have never desired to go on a cruise since.
Nothing could match the magic of a world unknown.
Eileen B.
Ricordo un sogno
A Dream – Ein Traum
C’è un sogno che, con lievi variazioni sul tema, mi ha accompagnato per
anni, ripresentadosi anche quando pensavo che sarebbe stato l’ultima volta!
Ed eccolo di nuovo, il racconto lo riattualizza. (...)
Sono in viaggio per Padova, arrivo alla stazione, devo andare a parlare con
un prof.; sono un pò in ritardo, sono partita la mattina stessa, all’alba. Mi
affretto alla ricerca di un autobus che mi porti in Piazza Capitaniato, sede
della facoltà, ma no, devo andare in Ponti Romani...
Rosalba M.
...quelle belle pagnotte di pane, fatte in quei forni di campagna,
bello e buono e croccante, che sognavo di averlo tra i denti,
ed invece svegliandomi tanto il giorno che la notte,
era tutta un’illusione.
Armando Z.
Sono stata un mese e mezzo a Pavia, luogo dell’intervento e, dal momento
che il nome Andrea era stato scelto da mio padre dopo la lettura di “Guerra e
Pace”, ho volute leggere questo romanzo: bellissimo ma... quale la mia
meraviglia quando il principe Andrea, dopo essere stato ferito in battaglia,
con ben poche varianti, sogna...il mio sogno!
Isabella M.
My dream was at one such Garden Fayre, I saw the Queen, drifting about,
looking at the stuff another. She was wearing a two piece suit in lilac, with a
matching hat. Her sister was in turquoise.
It was so long ago, but I remember waking and feeling so happy.
Eileen B.
Ero felice
I was happy – Ich war glücklich
Tornano delle immagini, due famiglie unite d’estate, la nostra e quella degli
zii. I periodi più felici della mia giovinezza furono quei lontani mesi estivi,
complice la vacanza scolastica che allora era una meravigliosa lunga
parentesi.
Anna Maria E.
Aprivo e richiudevo il frigorifero, cercavo la pentola adatta, sentivo la TV
nello sfondo e i dialoghi dei miei familiari che infrecciavano in soggiorno...e
dentro di me, ero felice.
Rosalba M.
L’unica felicità che trovo spesso, lì davanti ad un bel piatto di tagliatelle
fumanti, al fungo, o al tartufo, e penso che anche voi siete d’accordo con me!
Armando Z.
I was happy when: I got the job of Mother’s Help in South France. I was
20, and working in a bank. I got the train to Dover, then the ferry to Calais,
the train to Paris. I crossed Paris to Gare du Lyon, where the Train Bleu left
at midnight. I watched the sun come up as we crossed the flat plains, and
noticed workers setting out in the early light.
Eileen B. (GB)
Le cose raccontano
Things that tell a Story – Dinge, die etwas erzählen
Mi vengono in mente tante vicende accadute intorno a quell tavolo.
Sarà il misticismo del momento, sarà la gioia dell’attesa dei figli, sará il
partecipare insieme a qualcosa di tanto grande che ci unisce, il fatto è che
certi ricordi ci fanno più vivi con tutta la carica della loro emozione.
Maria Grazia C.
Questa fruttiera si é salvata, forse per istinto di conservazione e per
amore... se fosse animata ci chiamerebbe per nome, invitandoci a riempirla
con i frutti di allora. In questo mese d’ottobre ormai alla fine, le castagne
portano allegria e ricordi carichi di affetti e compagnia, lo stare assieme una,
due famiglie, attorno al tavolo, la fruttiera che si svuotava e riempiva poco
dopo. Ritornano anche gli assenti per questa chiamata attorno alla coppa
delle belle ore trascorse (la memoria rammenta a schemi, accantona le cose
sgradevoli, lascia emergere reperti di un archeologo che seleziona solo la
bellezza serena.)
Anna Maria E.
Eccola su un ripiano di un mobile in soggiorno: una valigetta in legno
chiaro con gli spigoli arrotondati e da qualche venatura scura si capisce che
ha un’eta. Anche la vernice lucida ha perso brillantezza. La scatola è lì,
depositata da anni; non utilizzata, una presenza però che tutti in famiglia
conoscono.
Rosalba M.
Le cose mi raccontanto poco, i fatti sì.
Armando Z.
Un ricordo europeo
A European memory – Eine europäische Erinnerung
A me, ogni tanto, piaceva muovermi per mio conto e fu così che una
mattina, salita su di un pullman, mi ritrovai vicina una signora belga. Pareva
giovanissima, ma aveva quattro figli. Andavamo a vedere un paese costruito
in fondo di un cratere di un vulcano: era molto suggestivo, ma a me fecero
un po’ pena gli abitanti che, certamente, vedevano poco di quel sole
magnifico che irradiava l’isola.
Maria Grazia C.
Da lontano ecco un barlume di Europa unita, era nella traccia postale
della corrispondenza fra alunni adolescenti.
Nel mio istituto scolastico nasceva l’iniziativa di corrispondere con gli
alunni delle scuole media di Wuppertal, città industriale vicino a Colonia.
Rammento qualche scambio di lettere in lingua tedesca non propriamente
esatte, ma i tentativi di sentirci europei fallirono nell’arco di un anno
scolastico.
Anna Maria E.
L’Europa di chi? L’Europa da quando esiste il mondo, penso, ci sia sempre
stata forse troppo spezzata tra baroni, conti, marchesi, principi; ma poco mi
sembra che sia cambiato, perché si parla di un Europa unica, sotto una
bandiera a stelle, ma si vede a scarrozzare dentro questo sistema Regine e
Principi che fanno il comodo loro e non quello della Comunità.
Armando Z.
Una musica che mi ricorda
A Music – Eine Musik
Ma, la musica che per tutta la vita ha avuto il dono dell’attualità nella
preferenza, ebbene, lo confesso, è stata quella dei film western.
Maria Grazia C.
C’era un motivo che mamma cantava per me, su mia richiesta. Chissà
cosa muove la mente infantile, desiderare una canzone che commuove fino
al pianto?
Marameo perché sei morto
pan e vin non ti mancava
l’insalata era nell’orto
e una casa avevi tu!
Mamma con la bella voce intonata, quando arrivava alla strofa conclusiva, il
gomitolo sul grembiule bianco e blu, si aprivano le cateratte delle lacrime.
Solo i bambini sanno piangere disperati e ridere subito dopo, se consolati.
Forse volevo sentire l’abbraccio della consolazione della mia tenera madre.
Il ricordo delle sue braccia.
Anna Maria E.
Non credevo ai miei occhi
I could not believe my very own Eyes
Ich traute meinen Augen kaum
C’era tutto, tutto ciò che una dimora può offrire: Il trasloco e
l’entusiasmo furono la mia medicina. In questa casa ero guarita e sapevo
organizzarmi e coinvolgere gli altri.
Maria Grazia C.
Un incontro che ha cambiato la mia vita
A meeting that changed my life
Eine Begegnung, die mein Leben verändert hat
Accettai e, senza che io potessi sospettarlo, quella sera era appena nata la
mia tesi di laurea che si sarebbe intitolata “Osservazioni su un caso a grave
rischio di psicosi”. Fu quell’ incontro che determinò la mia volontà di
sostenere i pochi esami che mi separavano dalla fine del corso di laurea in
pedagogia e mi consentì di raccogliere le mie osservazioni su Daniele e la
sua famiglia, per farle diventare una tesi di ricerca.
Ermes F.
“Volete andarvene anche voi”, quelle parole così amare che pronunciò
Gesù, abbandonato dai più, rivolte ai suoi apostoli.
Ed ecco, all’improvviso, un gran pianto mi uscì dal cuore e come un grido:
No, Gesù, non ti lascio!
Io, che vivevo quel momento con tanto slancio!
Maria Grazia C.
Io mi sveglio – I wake up – Ich wache auf
È possible solo stare nel letto sdraiata ascoltando diversi rumori della
casa, come l’ascensore, aspettando all’ottimo momento per alzarmi.
Normalmente io mi stiracchio per poter muovermi. Dico che sveglio le
gambe.
Hilkka S. (Finlandia)
È l’acqua fresco sul viso che mi da la dimensione del risveglio.Credo che
senza quell’acqua il risveglio sarebbe incomplete...Il piacere di quell
semplice gesto con cui riempio le mani chiuse a conchiglia e lo scorrere
dell’acqua su tutto il viso dopo un’abbondante saponata, mi da un senso di
gioia indescrivibile.
Ermes F.
Grazie! – Thank You! – Danke!
Care amiche e amici del Circolo,
finalmente mi date l’occasione per dirvi una cosa che mi è saltata in mente
non appena ho letto l’incipit di oggi. Finalmente posso esprimervi tutta la
mia gratitudine per avermi aiutato a riscoprire foglio e penna, tempo con voi,
tempo per me stesso, amore per la scrittura, modi di narrare, introspezioni.
Ermes F.
È tutto chiaro a chi vorrei dire: “Grazie!”
Questa persona è la mia maestra della seconda classe.
Hilkka S. (Finlandia)
Contributi aggiunti e liberi
Tra i tanti contributi abbiamo scelto:
Guardando il cielo…
Ogni volta che, aprendo la finestra, mi si presenta un cielo incredibilmente
azzurro da rasentare il turchino; oltre al solito stupore, mi chiedo: Chi è stato
l’artefice di tanta bellezza?
Rimango senza parole, senza una risposta, cerco di riflettere…
Marta P.
Tutte le volte che guardo il cielo, l’immensa volta celesta e il suo continuo
variare, con l’animo colmo di gratitudine, il mio pensiero corre sempre al
suo Creatore e alla soddisfazione che egli stesso provò per la bellezza della
sua realizzazione quando aggiunse,
al già esistente cielo, “le luci” per distinguere il giorno dalla notte.
Maria M.
Fianco a fianco siamo stati distesi nella neve senza parole, esclamando per
ammirazione. L’aurea boreale ha fatto l’illuminazione con colori: giallo,
rosso, verde, blu e onde con ritmo variante, quando lento e leggero con
colori chiari, quando ritmo forte e fitto con colori pieni.
Lungo stavamo sdraiati ma finalmente abbiamo dovuto alzarci per freddo.
Abbiamo parlato che cosa avevano pensato i nostri antenati, questi uomini
molto primitivi, che non sapevano questo fenomeno elettrico-magnetico o
avevano mai sentito qualcosa della tempesta nel sole. Noi sappiamo questi
prencipi, ma l’aurea boreale non aveva perso il valore mitico, magnifico
(vedi il francobollo).
Hilkka S., Finlandia
Nuvole bizzarre e fantasiose dove il sole talvolta si nasconde e lascia i suoi
colori nei crepuscoli serali; nuvole sospinte dal vento verso lidi lontani, gli
stessi che da sempre inseguono i cuori bisognosi di avventure; nuvole nate
appositamente per allietare chi, come me, le osserva e guardando il cielo le
vede assumere forme di desideri segreti che a nessuno si possono dire e solo
a loro confidare.
Lorenza C.
La mia preoccupazione più grande
Certo che le preoccupazioni paiono costellare l’esistenza di ciascuno di
noi, alcune sovvengono molto presto, altre si presentano più tardi, sollecitate
da episodi vissuti.
Astrid V.
Ricordo i primi momenti in cui mia madre la allattava e ricordo ancora di
più quando Elena fu abbastanza grande e venne in camera mia. Era una
bimba che dormiva a lungo e la cosa che mi sconvolgeva di più era che non
aveva bisogno di guardare sotto il suo letto per addormentarsi. Credo che
quel suo ignorare la paura che avevo, mi abbia aiutato a superarla.
Ermes F.
But what may be a sorrow for me,
it is to hear some of my friends say:
“I can never forgive it.”
Sylvi Soini
Una voce… Marta, apri la porta, sono la Lellina; vado incontro; abbracci,
baci, è tanto che non la vedevo. Gioia immensa, l’incontrarsi dopo tanto
tempo…emozione grandissima.
Parliamo, ricordiamo, qualche lacrima scende mista a risate.
Marta P.
La prima volta
…da che ci penso, non ci sono mai stata di notte sulla cima di un colle a
passeggiare tra le stelle. Sono punteggiate di piccole luci che mi vengono
incontro da molto lontano.
Astrid V.
Con te
Sto volentieri con te.
Abbiamo condiviso
Tutto il passato.
Ora che la tua mente
Vagheggia nell’oblìo,
non so che dirti.
Inutile è ogni parola
Per il tuo doloroso
Essere di oggi
Allora rimango
In silenzio. Insieme
A te ascolto la musica.
Edda R.
Scrivere, ricordare, riflettere
Non è allucinante come dopo quasi 20 anni si ricordino così bene certi
avvenimenti della propria vita? E che cos’è che te li fa ricordare così bene?
Le cose sono 3, le 3 regole dei ricordi indelebili:
Gioia, paura, dolore!
Roberta A.
Scrivere assume il ruolo di un potente ordinatore di idee, ricordi, progetti,
sentimenti. Allora la sua importanza diventa enorme nella vita di tutti i
giorni. Continuerò a scrivervi come si scrive agli amici, anche se i miei
amici non scrivono più se non attraverso la posta elettronica o messaggi
telefonici.
Ermes F.
…dai fatti avvenuti rintracciare le possibili motivazioni, e poi le possibili
cause delle motivazioni. Io penso proprio che, se ognuno riuscisse a
guardarsi dentro un po’ a fondo, molte cause di contrasto o di
insoddisfazione scemerebbero e nessuno, proprio nessuno, odierebbe l’altro
o potrebbe sentirsi stanco di vivere.
Ines E. Azzara
Ho appena ricevuto la Vostra pubblicazione e desidero dirvi che apprezzo
molto la vostra attenzione nei nostri confronti.
Quello di inviare una restituzione, seppur parziale, dei nostri testi è un gesto
molto significativo che valorizza l’impegno di entrambi e rende
piacevolmente visibili i “paesaggi” epistolari.
Loretta B.
Licia C. in memoriam:
La primavera cominciava con le fioriture dei mandorli,
dei narcisi e delle viole, seguiti via via, di mese in mese, da tulipani, ciliegi,
susini, rose, mughetti, gerani, margherite, gladioli.
Quanti bambini hanno avuto la fortuna di crescere tra tanta bellezza?
Mi considero una privilegiata anche se tutto questo l’ho goduto in solitudine;
ma è veramente solo chi può giocare con il cane e il gatto, con le galline e i
conigli, con i capretti e le farfalle?
Nascere in una città di mare, è una grazia infinita, una benedizione, come
avere due cieli, e in uno ti puoi immergere e lasciarti accarezzare come non
fa nient’altro e nessuno, mai.
Mi piaceva immensamente l’ora del tramonto quando a levate l’orizzonte si
fa rosa e il vento cala e tutto è pacifico e calmo e quella calma è anche la tua
e stai bene perché hai preso il sole, hai nuotato, hai tolto il costume senza
asciugarti; sei calda e fresca e dalla testa ai piedi sai di sale e l’aria sa di
pino, di elicrisio, di timo e di sale,
e tutto il bello della vita è con te.
Ma sogni e memoria non sono decifrabili,
se è vero che nei sogni le carte sono mischiate,
la memoria spesso bara.
Certo è la nostra ignoranza.
E la nostalgia per ciò che non sapremo mai.
1999-2010
Partecipanti - Participants – Teilnehmer
Totale: 188
Donne - female – weiblich:
Uomini – male – männlich:
I (italiani):
U.K. (inglesi):
D (tedeschi) :
Fin (finlandesi):
altre nazionalità:
150
38
116
39
18
8
7
2009/10:
Partecipanti attivi - active participants – aktive Teilnehmer :
Totale: 62
Donne - female – weiblich:
Uomini – male – männlich:
I (italiani):
U.K. (inglesi):
D (tedeschi):
FIN (finlandesi):
USA (americani):
F (francese):
Argentina:
56
6
49
3
4
2
2
1
1
Nella pagina a fronte i corrispondenti di Anghiari nella “Saletta della
Libera”: Siegfrid, Stefanie, Susan, Daniela, Marisa, JoAnne, Renate, Adriana
e Oriana
Informazioni:
Circolo di scrittura autobiografica a distanza
Libera Università dell’Autobiografia
Piazza del Popolo, 5 – 52031 Anghiari (AR)
Tel/Fax 0575-788847
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