Usare l’ellissi per riflettere sulla lingua
Carla Marello (Università di Torino)
In a cura di Ugo Cardinale A scuola d'italiano a 150 anni dall'Unità Più Lingua più Letteratura
più Lessico: tre obiettivi per l' italiano d'oggi nella scuola secondaria superiore, Il Mulino, Bologna,
pp. 175-188
1 Introduzione.
Gli enunciati ellittici sono sempre stati considerati nell’insegnamento della grammatica delle
lingue, prime e seconde, come qualcosa da ricondurre a frasi ben formate non ellittiche; e, d’altra
parte, il grammatico quando si trova a fronteggiare enunciati a cui pare manchi qualcosa, rispetto
alla completezza dell’insieme “soggetto+predicato+ eventuale complemento”, ricorre volentieri
all’ellissi per liquidare, riconducendoli all’ordine, enunciati che per il parlante non sono incompleti,
perché li integra con le informazioni che ricava dal contesto extralinguistico o dalla conoscenza del
mondo. C’è quindi una certa distanza fra ciò che il grammatico, in base a un’idea di frase completa,
considera mancante di qualche cosa e ciò che il parlante sente come incompleto. Tipicamente il
parlante, anzi lettore/ascoltatore, comune è colpito dai puntini di sospensione nello scritto, dagli
enunciati lasciati in sospeso nel parlato, con un contorno intonativo di frase anomalo 1; il
lettore/ascoltatore comune è anche colpito, soprattutto se rende l’interpretazione difficoltosa,
dall’implicito semantico, che invece non viene considerato un’ellissi dal grammatico 2.
Dal punto di vista pragmatico, dell’efficacia dell’interazione comunicativa, come già osservava
l’autore anonimo di Fiori e vita di filosafi, non abbiamo bisogno di enunciati sintatticamente
completi.
a) Molto giova la parola che a poco a poco si agiugne a la mente; e non bisognamo di molte 1
ma de eficaci parole1 (Fiori e vita di filosafi, cap. 24, rr. 221-222)3
In questo scritto non ci occuperemo tanto dell’aspetto pragmatico della comunicazione orale, né
dell’ implicito semantico, né di enunciati non finiti prodotti, ad esempio. da non nativi; vogliamo
invece sostenere l’efficacia degli enunciati ellittici, scritti, per un insegnamento grammaticale
1
Proponete a un parlante nativo un’intervista televisiva tagliata per ragioni di tempo quando sintatticamente
l’intervistato aveva concluso, ma intonativamente sospesa perché aveva detto altro di seguito: questo sarà per il
parlante comune un enunciato a cui “manca qualcosa”.
2
Mortara Garavelli 1979 e Marello 1999 hanno cercato di far affiorare nella riflessione metalinguistica di studenti
universitari italiani che cosa sia un’ellissi attraverso test di parafrasi e completamento.
Adottiamo il simbolo  per indicare l’elemento linguistico mancante e il numero sottoscritto in pedice per gli
elementi che appartengono alla stessa catena anaforica, cioè si rifanno allo stesso referente nel testo. Quando l’anello
della catena anaforica è costituito da una o più parole, queste sono sottolineate per evidenziare i confini della
ripresa.
3
esplicito di quella unità linguistica utilissima - ma ancora sottovalutata dai non-linguisti – che è il
sintagma o gruppo.
1.1 Definizioni di ellissi.
Sotto il nome di ellissi troviamo raggruppati fenomeni diversi il cui elemento comune è la
mancanza in un enunciato di una porzione di testo che sarebbe 4 necessaria per l’interpretazione
dell’enunciato oppure per la sua completezza sintattica.
Si parla di ellissi in presenza quando è possibile, per chi ascolta o per chi legge un enunciato,
recuperare dall’intorno linguistico il materiale necessario a completarlo e interpretarlo. Il costituente
completo, che stabilisce quale valore si debba attribuire all’elemento mancante, è detto antecedente,
e ha una relazione anaforica con il costituente ellittico.
La massima riportata in (a) è un esempio di ellissi in presenza: infatti molte precede un parole non
scritto, ma ricavabile dal secondo membro del congiunto avversativo de eficaci parole. Poiché in
questo caso il costituente completo, che stabilisce quale valore si debba attribuire all’elemento
mancante, non è antecedente, ma successivo, diremo che si tratta di una relazione cataforica fra il
costituente ellittico e quello completo.
Rispetto all’ ellissi anaforica, che si configura come un’economia, una ripetizione evitata di
materiale linguistico, e rispetto alla catafora affidata a un pronome come in (b), la catafora affidata
all’ellissi è una forma espressiva ricercata, che si ritrova nello scritto o al massimo nel parlato
pianificato5.
b) Te lo1 ripeto: stai scherzando col fuoco1
Si parla di ellissi in assenza, invece, quando ciò che manca non si può reintegrare con materiale del
contesto linguistico, ma si inferisce in base alle caratteristiche di una costruzione sintattica. I due
meccanismi, benché distinti, si servono tuttavia di procedimenti comuni che tengono conto della
struttura e dei confini dei costituenti degli enunciati. Nell’es. (c) che novelle si può considerare
ellittico di portate o avete, sulla base del fatto che la sintassi delle interrogative prevede che ci sia
un predicato verbale compatibile con la semantica del sintagma realizzato e dell’enunciato.
c) Ben vegnate [siate il benvenuto], il signor mio: che novelle [notizie]? (Novellino, 70, r. 12)
1.2 Meccanismi di ellissi e struttura dei costituenti di frase
I meccanismi di ellissi sono specifici di ogni lingua e anche di varietà diacroniche della stessa
lingua, anche se accade abbastanza di rado che un comportamento ellittico cambi nel tempo. In
italiano, ad esempio, le ellissi che si facevano nel DueTrecento ( cf. Marello 2010) sono le stesse
che si fanno ancora oggi con poche eccezioni. Ad esempio, l’ausiliare in italiano antico si
4
Il condizionale sarebbe è appunto legato al dubbio che i parlanti davvero non sentano mancanti di qualcosa le ellissi
dei grammatici e dei linguisti..
5
Se usata nel parlato, va accompagnata da adeguata intonazione che segnali come ciò che manca, appositamente
omesso per richiamare l’attenzione dell’ascoltatore, sarà fornito subito dopo.
comportava come l’ausiliare dell’inglese odierno: in una risposta e in congiunti poteva svolgere
funzione di sintagma verbale ellittico del participio passato, mentre oggi non è più possibile.
d) Uno si confessò da un frate e disse che, essendo egli una volta alla ruba d’una casa con
assai gente, «il mio intendimento si era di trovare in una cassa cento fiorini d’oro, et io la
trovai vota: ond’ io non ne credo avere peccato1». Il frate rispose: «Certo sì hai 1, tale
come se tu li avessi avuti». (Novellino, 91, rr. 2-7)
I meccanismi di ellissi sono una spia della struttura dei costituenti, e di questa caratteristica
approfittano i linguisti quando si servono dell’ellissi come test per enucleare un costituente. E’
quella che insegniamo nei corsi universitari di linguistica di base come “enunciabilità in
isolamento” . I sintagmi nominali, i sintagmi verbali, i sintagmi preposizionali vengono enucleati
da una domanda non polare, cioè da una domanda che non richiede una risposta sì / no, ma verte su
un preciso elemento del contenuto proposizionale, individuato da un avverbio o pronome
interrogativo: chi, che cosa, quale, quando, dove, come, perché. La risposta più naturale a questo
tipo di domande è una risposta breve, costituita dal sintagma che veicola l’informazione richiesta.
e) Dov’è il castello?
a-Fra gli alberi.
b- Il castello è fra gli alberi. c- Il castello è sotto gli alberi.
f) Febbraio viene prima o dopo gennaio?
a-Viene dopo. b-Viene prima. c- Non viene prima6.
L’esempio (e) mostra anche come l’ellissi svolga una funzione forte di coesione tra frasi nei testi e,
anzi, sia l’unica forma di legame coesivo sufficiente a fare di due frasi un testo. Infatti mentre si
potrebbe sostenere che la sequenza (e1) è formata da due frasi finite per caso una di seguito
all’altra, ma possibili anche indipendentemente l’una dall’altra, (e2) è invece un testo in cui il
sintagma preposizionale Fra gli alberi è enunciabile in isolamento perché prima c’è la domanda,
ma da solo potrebbe al massimo essere un titolo7.
(e1) Dov’è il castello? Il castello è fra gli alberi.
(e2) Dov’è il castello? Fra gli alberi.
Questi due esempi sono degli esercizi contenuti nel testo Benvenuta-Benvenuto, ( Ciari 2005)
preparato dall’Ufficio Scolastico Regionale Piemonte. Combinano sintassi e semantica con l’intento
di veicolare molte informazioni linguistiche: la forma Dov’è, la differenza fra sotto e fra, facilmente
individuabile dal disegno che mostra il Castello del Valentino fra gli alberi, e anche la sintassi della
risposta breve, utile per far vedere com’è fatto un sintagma in italiano (cf Marello 2006)
6
Non viene prima è una risposta vera ma innaturale, introdotta per avere, come in tutti gli altri esercizi a risposta
multipla di Benvenuta-Benvenuto 2004, una risposta falsa, ma in italiano corretto.
7
E i titoli hanno, se mai, una funzione cataforica rispetto al testo di cui sono il titolo. cf. Cortelazzo 1992
2. Domande e risposte brevi per la riflessione sulla lingua italiana
Partendo da una vignetta di un testo di italiano per stranieri che mostrava una scena di vita in un
bar, abbiamo costruito il seguente esercizio. Per gli stranieri la vignetta accompagnata da una lista
di 31 nomi, richiamati dai numeri all’interno della figura, è un ausilio importante, ma non
necessario ai fini sintattici dell’esercizio. Lo stesso esercizio dato a italofoni della scuola secondaria
inferiore dovrebbe a maggior ragione poter essere svolto anche senza la vignetta.
In questo esercizio l’ellissi presente in quasi tutte le risposte8 viene sfruttata per integrare nella
domanda l’interrogativo che motiva tale risposta. E’ un esercizio di completamento basato proprio
sulla comprensione della funzione sintattica e della struttura del sintagma enucleato nella risposta.
Per gli stranieri è un esercizio difficile da svolgere; per gli italofoni non è molto difficile, ma è
inusuale, in quanto finora l’insegnamento dell’italiano come lingua madre non ha insistito a
sufficienza sul grande potenziale metalinguistico della coppia domanda-risposta. Alcune coppie
sono più difficili di altre, anche per gli italofoni, come ad esempio B3, B7, B10.
Completa ciascuna domanda in base alla risposta data. Tra parentesi tonde è indicato il numero di parole richiesto. 1/2
significa che si può riempire sia con una sia con due parole.
Grammatica della domanda - prima parte
A1 …(1/2)… sta facendo l’uomo seduto al bancone ? Sta bevendo
A2 …(1)… sono le bottiglie di liquore? Dietro al barista
A3 …(1)… ha una maglia a righe? L’uomo che mangia la brioche
A4 …(1/2)… bevono i due giocatori di carte? Del vino
A5 …(1)… vino hanno ordinato i giocatori di carte? Una bottiglia
A6 …(1)… si svolge la scenetta ? Alle cinque di pomeriggio.
A7…(1)… si chiama nell’Italia Centrale e meridionale la brioche che sta mangiando l’uomo in piedi al bancone? (Si
chiama) Cornetto
A8…(1)…persone ci sono in tutto nella vignetta? Nove/Ce ne sono nove.
Grammatica della domanda - seconda parte
B1
….(1)…’è la birra che il barista sta servendo? E’ alla spina.
B2
E’ un …(1)… quello nella tazza sul tavolino di sinistra? No, non lo è.
B3
Da …(1/2)… si capisce che cos’è? Dal fatto che nella tazza c’è una bustina con l’etichetta.
B4
L’uomo seduto al bancone ha …(1)… bevuto la sua birra? No, non ancora.
B5
…(1)… è il più bravo dei due giocatori di carte secondo te? Quello di destra
B6 …(1)…? Sembra più sicuro
8
A8 e B2 hanno risposte anaforiche attraverso i pronomi ne e lo; B6 e B7 sono collegate da ellissi del pronome
soggetto, normalissima in italiano.
B7 …(1)… torta è quella nella vetrina a destra sul bancone? E’ una torta alla crema
B8 …(1)…’ è lo zucchero? Sul bancone del bar.
B9 …(1)… si beve un espresso in Italia? Soprattutto al mattino e dopo pranzo.
B10 …(1)… le paste nella vetrina a destra sono alla crema? No, non tutte.
Gli scopi dell’esercizio sono, in generale, verificare se lo studente padroneggia l’ellissi del tema o
topic e se, avendogli dato il rema o comment nelle risposte, sotto forma di diversi sintagmi (SN,
SP, SV, Savverbiale B4 e B9), riesce a individuare l’interrogativo necessario di volta in volta. Nel
dettaglio si vuole:
-verificare che individui il valore partitivo di Del vino in A4, e che riconosca un
quantificatore naturale ( una bottiglia) in A5
-verificare che sappia usare Qual/chi in B5, che sappia usare Com’, dov’ in B1, B8
-verificare che in B3 sappia che il fatto che non implica l’uso di fatto nella domanda
-richiamare l’attenzione su già/non ancora in B4
-richiamare l’attenzione in B10sulla peculiare posizione pre-articolo caratteristica di tutto in
italiano
-far notare che in B7 quale non può essere l’interrogativo giusto, perché non si tratta di
scegliere fra molte torte, ma di dire il tipo di torta.
-verificare che sappia padroneggiare le domande polari (sì/no) B2, B10 ricavando dalla
risposta su che verte la domanda.
Per quanto concerne la capacità di ricavare il completamento caffè , oppure succo, in B2 ( E’ un
…(1)… quello nella tazza sul tavolino di sinistra? No, non lo è), è importante che l’allievo si basi
anche su B3 (Da …(1/2)… si capisce che cos’è? Dal fatto che nella tazza c’è una bustina con
l’etichetta). La strategia di completamento in questo caso si avvale dei ragionamenti tipici per
risolvere il cloze, oltre che della riflessione sul rapporto domanda-risposta. In B10 la lacuna è più
facilmente riempibile, in quanto la parola mancante tutte sta nella risposta, mentre in B2 , se non si
legge B3 come la prosecuzione di B2, le proposte di riempimento debbono essere fatte sulla base
della conoscenza di ciò che si beve in tazza in un bar italiano ed è di genere maschile.
3. Risultati di un’ esperienza con allievi
3.1 Studenti francofoni di livello avanzato
Abbiamo fatto svolgere l’esercizio in una classe di universitari francesi con almeno quattro anni di
studio dell’italiano9 e, come era prevedibile, non hanno avuto grandi difficoltà. La lacuna in B2
9
Siamo grati a Barbara Meazzi , professore di italiano presso l’Université de Savoie- Chambéry, per aver proposto nel
febbraio 2004 l’esercizio ai suoi studenti del primo anno di Master Langues et Affaires (quarto anno di studi).
salvo un non riempimento10, un allievo che ha inserito espresso, uno che ha optato per cappuccino,
è stata riempita da tutti gli altri con caffè. Interessante che una studentessa abbia riempito con tutto
B4 (ha tutto bevuto la sua birra?).
Più problematiche si sono rivelate le risposte a B1 e B7. Quattro su tredici hanno sbagliato B1,
riempiendo con qualle (sic), qual’, dove. Cinque su tredici hanno riempito la domanda B7 con
quale, anziché con il corretto che. In entrambi i casi sullo sfondo di questi errori c’è la possibilità di
avere versioni con Di quale tipo, Qual/che tipo di. Tale versione nel caso di B1 è non parafrastica,
nel caso di B7 parafrastica salva veritate, cioè conservante lo stesso significato11.
B1 bis Di quale tipo è la birra che il barista sta servendo? E’ alla spina.
B7 bis Quale/che tipo di torta è quella nella vetrina a destra sul bancone? E’ una torta alla crema
Se si riempissero le domande in B1 e B7 con il solo qual / quale, come suggerito dagli studenti
francesi (Qual è la birra che il barista sta servendo? Quale torta è quella nella vetrina a destra sul
bancone?) risposte adatte alle domande sarebbero rispettivamente E’ quella alla spina, E’ quella
alla crema. Da queste risposte si potrebbe partire per spiegare perché qual / quale non sono i
riempimenti richiesti nelle domande in B1 e B7. Infatti qual / quale non ammette la risposta E’ una
torta alla crema, con l’articolo indeterminato. Per altro la risposta E’ alla spina in B7 è ellittica, e
sottintende una birra, non la birra . Dalle risposte di B1 e B7 si capisce che le domande vertono
una sul modo di servire la birra, non sulla specifica quantità o qualità di birra servita dal barista in
quel momento e l’altra sul tipo di torta a cui appartiene una torta non definita in precedenza. La
differenza è fine e non stupisce che si possano incontrare difficoltà nel capirla.
3.1.1 La spiegazione dei linguisti
Per quanto concerne l’uso di quale in una interrogativa come B1, Fava (1995, pp. 90-91) spiega
che “Quale presuppone sempre un riferimento a un dominio definito, mentre questo non vale per
che. […] L’interrogazione dei nomi massa non è esclusa. Ma interrogati con quale, i nomi di massa
sono ricategorizzati come numerabili”. Quindi se si vuole intendere B1 come B1 tris, la birra non
è un nome di massa, ma è ricategorizzato come un tipo di birra fra altri o il boccale di birra (
ordinato in precedenza, di cui si è già parlato) che il barista sta riempiendo, e l’ammissibilità
dell’ellissi del SN definito è quantomeno dubbia.
B1
….(1)…’è la birra che il barista sta servendo? E’ alla spina.
B1 tris Qual è la birra che il barista sta servendo? E’ quella/la birra/*?Ø alla spina
Per usare la terminologia introdotta nella Grande Grammatica italiana di consultazione, ciò che
conta è la differenza tra due tipi di frasi copulari. La birra che il barista sta servendo è una birra
alla spina; la torta nella vetrina a destra sul bancone è una torta alla crema sono frasi predicative,
mentre La birra che il barista sta servendo è quella alla spina; la torta nella vetrina a destra sul
bancone è quella alla crema sono frasi specificative ( cf Frison 1988 p. 200). La frase specificativa
10
Si tratta di un’allieva che ha risposto dove a B1, non ha risposto a B2 e a B7.
11
Si veda tuttavia la nota 14 sull’apostrofo che passa inosservato o viene ignorato.
ammette che il focus dell'interrogativa sia un referente definito. Gli apprendenti che integrano B1
con quale, usano un elemento WH fortemente definito come quale, perché interpretano
erroneamente la risposta ellittica come una specificativa ellittica di quella: E’ (quella) alla spina,
ellissi che è, come dicevamo, molto problematica, poiché se il focus è sul referente definito, allora
tale referente deve essere esplicitato nella risposta o con quella o con la birra.
Non suscita problemi invece l’ellissi del SN indefinito una birra , quando l’attenzione è attirata su
alla spina12, e perciò l’interrogativa da integrare è come, anzi com’.
3.2 Studenti di livello intermedio
L’esercizio è stato anche proposto a studenti, di varie lingue madri e di livello non omogeneo, che
frequentavano un corso di italiano per stranieri presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere
dell’Università di Torino 13. Rispetto ai francofoni di livello avanzato, si nota che gli allievi a livello
intermedio non hanno sempre riconosciuto in A5 il valore di una bottiglia, quantificatore ellittico
della materia quantificata, e hanno integrato con Quale e che. Alcuni hanno capito la funzione di
quantificatore e adottato una strategia di ricostruzione a partire dalla risposta, mettendo quante
bottiglie, ma trascurando il necessario di, nonché la consegna che chiedeva di riempire la domanda
con una sola parola.
Ben dieci allievi su ventitré hanno riempito B1 con quale o dove, o di chi. E’ interessante osservare
che hanno offerto soluzioni che danno una domanda sintatticamente giusta 14. E’ la correttezza del
testo domanda-risposta che viene disattesa. Discutendo con gli studenti questo aspetto, emerge
chiaro il ruolo dell’ellissi come meccanismo che fa di due enunciati un testo.
L’integrazione di B7 non è stata l’auspicato che in ben tredici casi su ventitré, e, rispetto alle
soluzioni degli allievi francofoni di livello avanzato, quale è apparso solo in tre casi; ben tre
studenti hanno lasciato vuota la lacuna, cinque hanno riempito con soluzioni volenterose e
ingegnose, come ad esempio di che cosa, ma costituite da più di una parola e errate dal punto di
vista testo domanda-risposta coeso e coerente:
g) *com’è/come e/che è/di che cosa/che cosa torta è quella nella vetrina a destra sul
bancone?
Uno studente ha offerto una soluzione accettabile a livello di domanda isolata:
h) La torta è quella nella vetrina a destra sul bancone?
Solo uno studente ha proposto (i), parafrasi estesa ed esplicitante del che richiesto.
12
Sintagma preposizionale che è messo in grande rilievo proprio dall’ellissi della sua testa.
13
Dobbiamo alla gentilezza della Prof.ssa Franca Bosc, che nel 2004 teneva tale corso, l’aver proposto ai suoi studenti
l’esercizio.
14
Ovviamente sono soluzioni giuste se si trascura il fatto che ’è la birra che il barista sta servendo? contiene un
apostrofo che, se non ignorato, non ammetterebbe riempimento né con qual , né con quale, né con dove intero, né
tantomeno con di chi.
i) Che tipo di torta è quella nella vetrina a destra sul bancone?
Gli allievi di livello intermedio hanno adottato più spesso degli studenti francofoni di livello
avanzato la strategia di evitamento consistente nel disattendere la consegna e fornire una domanda
sintatticamente corretta, se presa isolatamente. Anche il segno grafico dell’apostrofo è stato spesso
ignorato nei riempimenti di B8, relativamente più facile.
j) Come/cosa/quello ’ è lo zucchero?
Indicativi di una fase di apprendimento meno sviluppata possono considerarsi riempimenti per B3
come quelli mostrati in (k) e forse risentono del “bagno linguistico” in un italiano colloquiale
parlato riempimenti come quello in (l), sempre se non si tiene conto della struttura sintattica della
risposta e si bada di più al senso.
k) *Da come/quale si capisce che cos’è? Dal fatto che nella tazza c’è una bustina con
l’etichetta
l) Da dove si capisce che cos’è? Dal fatto che nella tazza c’è una bustina con l’etichetta
4 Conclusioni
Spesso le risposte degli apprendenti stranieri di italiano ci fanno capire meglio anche le difficoltà
che gli studenti italiani trovano con le strutture marcate, con la ripresa pronominale della testa del
sintagma, con l’individuazione del tema/rema (topic/comment) e dell’articolazione dato/nuovo in
generale e del focus. Non sempre le grammatiche del biennio delle superiori aiutano con questo tipo
di problemi, perché, ad esempio, la sintassi della coppia domanda-risposta e delle frasi scisse è più
affrontata nelle grammatiche per stranieri che in quelle per italiani, come pure i casi di ellissi in
presenza. D’altra parte le trattazioni dei linguisti affrontano questi temi con un metalinguaggio solo
parzialmente proponibile in classe, sia pure in classi delle secondarie superiori.
Resta nondimeno la forza dell’esempio, l’opportunità, in qualche caso la necessità, di allenare
all’esercizio della riflessione sulla propria lingua. Proporre più spesso di quanto non si faccia ora
esercizi basati sulla coppia domanda-risposta con risposta ellittica, su lacune artificialmente create
da riempire in base alla struttura e al senso di quanto è stato detto/scritto, si rivela sempre molto
fruttuoso per far esercitare gli allievi a riflettere sulla lingua che dovrebbero saper usare meglio.
Bibliografia
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Ciari M. 2005, Benvenuta-Benvenuto, Libretto, CD-rom interattivo e audio-cassette, per
l’apprendimento dell’italiano L2 da parte di allievi con età 6-12 anni; n° 11 versioni bilingui
(italiano e albanese, arabo, cinese, francese, greco, inglese, portoghese, rumeno, russo, spagnolo,
tedesco), Nuova edizione, Torino, MIUR-USR Piemonte e Regione Piemonte.
Fava E. 1995, Tipi di frasi principali. Il tipo interrogativo in L. Renzi, G. P. Salvi. (a cura di)
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Frison L. 1988, L’ordine degli elementi nella frase e le costruzioni marcate §3 La frase scissa in
L. Renzi, G. P. Salvi (a cura di) 1988-1995, Grande Grammatica italiana di consultazione,
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Marello C.1999, Parafrasi di enunciati ellittici in B.Mortara Garavelli, L. Lumbelli (a cura di),
Parafrasi. Dalla ricerca linguistica alla ricerca pedagogica, Edizioni dell'Orso, Alessandria,
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--2006, La formazione dell’insegnante di italiano L2 tra scuola e Università ,in F Bosc, C.Marello,
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--2010, Ellissi in (a cura di) L. Renzi, G. P. Salvi, Grammatica dell’italiano antico, Il Mulino,
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Mortara Garavelli B. 1979, Il filo del discorso. Giappichelli, Torino
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