cultura
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ARCHITETTURA, BASTA SPRECHI:
RICICLIAMO IL COLOSSEO
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CORBIS
ha scritto ora
un romanzo in Spagna
campione di incassi:
La notte del diavolo
(Gremese, pp. 320,
euro 19,50). «Quindici
L
anni fa scoprii la storia»
racconta Dalmau, «era
un tema tabù. La gente non voleva
parlarne. Non è stato facile avere
la fiducia dei testimoni dell’epoca. Ma ho
lavorato molto anche nelle biblioteche,
nelle emeroteche e in Italia negli archivi
dell’Istituto Luce». A leggere la storia,
raccontata nel libro da un personaggio
di finzione (un sacerdote che conosce
bene la lingua italiana e segue come
traduttore il protagonista nelle sue
atroci scorribande), si può immaginare
il motivo del tabù: la fascinazione
del male. «Il Male adotta forme molto
sottili per sedurre. Al punto che è difficile
distinguerlo dal Bene. È qualcosa
che cambia le nostre coscienze e sembra
redimerci. Fu la droga dei totalitarismi
e in particolar modo del fascismo».
Di fronte ci fu la Chiesa, inerme e
codarda. «Quel che accadde con Pio XII
ai tempi del nazismo è accaduto in tutte
le dittature dei Paesi cattolici, per
esempio in America Latina. La spada
e la croce non sopravvivono separate».
Il suo personaggio seduce, nonostante
le orrende violenze. È il Male che alligna
sulle ceneri dello Stato borghese.
«Un pericolo molto attuale. Viviamo una
situazione simile a quella di un secolo fa:
crisi economica, naufragio dello Stato
borghese-liberale, discredito delle
istituzioni democratiche, paura verso
altri popoli e culture, incertezza
e disincanto del cittadino. Manca solo
la fame». Bonaccorsi non fu punito. Oggi,
poi, si equiparano le colpe e si mettono
sullo stesso piano i morti. «Paragonare
le vittime dei fascisti e dei partigiani è
rivoltante. La manipolazione della storia
è un’altra delle insidie del Maligno.
Come diceva il filosofo George Santayana:
“I popoli che dimenticano la propria storia
sono condannati a ripeterla”».
QUANDO IL FASCISMO PRESE LE BALEARI
IN UN BESTSELLER SPAGNOLO, UN EPISODIO POCO CONOSCIUTO DELLA GUERRA CIVILE: LA STORIA DI UN AVVOCATO
BOLOGNESE CHE INSTAURÒ A MAIORCA UN REGNO DEL TERRORE. E NON FU MAI CHIAMATO A RISPONDERNE
di MATTEO NUCCI
SOPRA, LA COPERTINA DI LA NOTTE DEL DIAVOLO
DI MIGUEL DALMAU. IN ALTO, FALANGISTI
DURANTE LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
25 NOVEMBRE 2010
o sanno in pochi, ma durante
la guerra civile spagnola,
per qualche mese Maiorca
fu italiana. Mussolini aveva
inviato sull’isola soldati
in appoggio all’escalation
franchista, però aveva più che altro
in animo di annettere l’isola al cosiddetto
Impero, sognando di far diventare
italiane le Baleari, eppoi, forse, anche
la stessa Catalogna. Figura di spicco
nei mesi in cui sull’isola regnò il terrore
(da agosto a dicembre 1936, quando
venne richiamato in Italia) fu
Arconovaldo Bonaccorsi, avvocato
bolognese carismatico, sanguinario,
opportunista. Dopo il crollo del fascismo
continuò a esercitare la professione
nel silenzio della «pacificazione», e tentò
addirittura di reclamare possedimenti
maiorchini. Su questa figura dimenticata
e su quei giorni tragici, Miguel Dalmau
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Potrebbe anche diventare una strategia per scongiurare lo
spreco di risorse, ma è senz’altro fin d’ora un modo di rileggere
l’arte e l’architettura (persino il Colosseo) in maniera nuova.
Per questo il MAXXI dedica al riciclo la mostra Re-Cycle. Strategie
per l’architettura, la città e il pianeta, aperta dal 1° dicembre
al 26 aprile 2012. Curata da Pippo Ciorra, la rassegna vuole fare
il punto sulla possibilità di considerare il riciclo un’innovazione
creativa, attraverso progetti di maestri dell’architettura
contemporanea come Frank Gehry, Robert Venturi e Peter
Eisenman. «Il riciclo è un’occasione di dialogo con il proprio
tempo che l’architettura non può lasciarsi sfuggire» spiega
Ciorra, che ha selezionato le quaranta opere in mostra.
Accanto agli architetti troviamo designer, come i brasiliani
Fernando e Humberto Campana, autori di un’installazione
all’esterno del museo, e artisti che hanno riflettuto in vario modo
sul tema, appunto, del riciclo. (ludovico pratesi)
LA GRAPHIC NOVEL
CHE, PER PARLARE DI MAFIA,
CHIEDE AIUTO AGLI ANIMALI
«BUONI» E «CATTIVI» RAFFIGURATI COME VOLPI, GATTI O CINGHIALI.
UN TESTO SULLA STORIA DI COSA NOSTRA (CON LE SUE RAMIFICAZIONE
ECONOMICHE E POLITICHE). MESSA IN SCENA COME UN’OPERA DEI PUPI
di LARA CRINÒ
a mafia è un fatto umano. E come tutti i fatti
umani, ha avuto un inizio
e avrà anche una fine.
Questa frase di Giovanni Falcone
ha dato il titolo alla graphic novel,
fresca di stampa e densa come
un saggio, che lo sceneggiatore
Manfredi Giffone ha realizzato
con i disegnatori Fabrizio Longo e
Alessandro Parodi sulla storia recente della Cosa nostra siciliana.
È un progetto ambizioso, il loro Un fatto umano. Storia del pool antimafia (Einaudi Stile Libero,
pp. 300, euro 21), perché ha lo
scopo di raccontare, usando il fumetto, non solo un quindicennio
di vicende mafiose, ma anche l’intreccio tra crimine e politica tra la
fine degli anni Settanta e l’inizio
dei Novanta. Ed è un progetto riuscito, che tutto giocato su un paradosso: il sistema mafioso è sì
un fatto umano, ma per mostrarne la ferocia tutti i personaggi
L
SOPRA, IL BOSS LEOLUCA BAGARELLA RAFFIGURATO
COME UN CINGHIALE. IN ALTO, FALCONE E BORSELLINO
NEI DISEGNI DI UN FATTO UMANO
IL VENERDI DI REPUBBLICA
di PIERO OTTONE
LA DEMOCRAZIA
E LE SUE POSSIBILI
«SOSPENSIONI»
N
della storia, i «cattivi» ma anche i
«buoni», sono raffigurati con teste d’animale. Come quelli con cui
Art Spiegelman raccontò l’Olocausto in Maus.
Sono bestie Totò Riina e Tommaso Buscetta, ma anche il senatore Andreotti, il banchiere Sindona, il politico Lima. E sono animali,
intelligenti e coraggiosi, i magistrati e i poliziotti di cui il fumetto
narra le intuizioni e la morte tragica, da Ninni Cassarà a Boris Giuliano, dai giudici Costa e Chinnici agli
stessi Falcone e Borsellino.
Tavola dopo tavola, dal 1978 al
1992, dall’inchiesta Pizza Connection al maxiprocesso, dalle morti di
Sindona e Calvi alla vicenda di Vittorio Mangano, lo «stalliere» di
Arcore, gli autori propongono un
affresco non solo della vicenda
criminale. Dall’isolamento e
smembramento del pool antimafia e dalla «regia» esterna delle
stragi fino alla trattativa Statomafia, Un fatto umano racconta
Cosa nostra nella complessità delle sue ramificazioni economiche e
politiche, andando al di là di quello
che hanno fatto altre graphic novel dedicate alla lotta alla mafia. E
a fare da cantore di Il fatto Umano
è un palermitano celebre: Mimmo
Cuticchio, che introduce le vicende narrate immaginando di allestire uno dei suoi teatri di marionette nella piazza della Kalsa.
25 NOVEMBRE 2011
Mecenati
STEPHEN KING
DONA SOLDI
ANTIGELO
Lo scrittore americano
Stephen King ha donato
settantamila dollari
alle autorità del Maine
per aiutare i cittadini
in difficoltà a far fronte alle
spese per il riscaldamento.
A dare la notizia è stato
un quotidiano di Bangor,
la cittadina dove King
trascorre parte dell’anno,
che è, appunto, nel Maine.
«L’inverno qui è freddo e so
che tanta gente non riesce
ad affrontare la spesa
per mantenersi al caldo»
ha detto King in un’intervista,
«spero che altri seguano
il mio esempio». (r.bert.)
aborismi
di ACHILLE BONITO OLIVA
Il narcisista
va soltanto
al proprio funerale
egli ultimi tempi si è parlato
molto di democrazia,
ed è forse utile qualche
riflessione. Democrazia,
questo lo sanno tutti, significa governo del popolo:
niente di più bello, niente di più giusto. Ma non
è sempre facile capire, tanto per cominciare, che cosa
il popolo voglia. Gheddafi aveva risolto il problema
a modo suo: nel famoso Libretto
Verde aveva scritto che in Libia
vigeva la democrazia perfetta,
perché lui eseguiva senza mediazioni la volontà del popolo tutto
intero, quindi non occorrevano organi intermedi.
In realtà, la faccenda è un po’
più complessa. In primo luogo, questo popolo, la cui volontà è così importante, deve essere individuato, UNA IMMAGINE
DELL’AGORÀ
diciamo così, nei suoi elementi co- GRECA, LA PIAZZA
stitutivi: bisogna passare dal- DOVE I CITTADINI
RIUNIVANO
l’astratto al concreto. In altri tempi SI
E DISCUTEVANO,
si pensava che facessero parte del CONSIDERATA
popolo, ai fini di governo, solo i LA CULLA DELLA
maschi, e quei maschi che dispones- DEMOCRAZIA
sero di un certo reddito. Adesso fanno parte del popolo anche le femmine, ed è stata abolita, giustamente,
la barriera pecuniaria: si ammettono anche i poveri.
C’è però una limitazione legata all’età.
Altro problema: il popolo può cambiare idea. Nelle
tragedie di Shakespeare il popolo dà sempre ragione
a chi parla per ultimo. Nella vita reale è un po’ meno
volubile, però non la pensa sempre allo stesso modo.
Si stabiliscono pertanto certe scadenze per sapere come la pensa di volta in volta. Insomma: la voce del popolo non è la voce di Dio, come non era la voce di Dio,
nei regimi assoluti, la volontà del monarca. Gli americani vogliono esportare la democrazia dappertutto,
come se fosse una virtù. Aveva piuttosto ragione
Churchill: è un sistema di governo, con i suoi difetti. Il
migliore disponibile? Sì: ma non esportabile in ogni
luogo. Richiede, per funzionare, un certo grado di
istruzione e di maturità fra i cittadini. Richiede una
guida sicura, sensibilità politica, maturità. Con periodi di sospensione: in guerra, per esempio. O quando sia necessario un programma di risanamento economico. Come adesso ?
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