Primavera ’05 in collaborazione con Comune di Milano Assessorato Cultura e Musei - Spettacolo Con il sostegno di Fondazione CARIPLO Regione Lombardia Provincia di Milano Settimane 23° CICLO 17 marzo 2005 ore 19.30 San Simpliciano Wiener Akademie Martin Haselböck direttore Doerthe Maria Sandmann, soprano Lydia Vierlinger, contralto - Andreas Karasiak, tenore Wolfgang Bankl e Christian Hilz, bassi J.S. Bach – Passione secondo Giovanni BWV 245 Consiglieri di turno Dott. Maria Majno Prof. Alberto Conti Sponsor istituzionali Con il patrocinio e il sostegno di Con il sostegno di FONDAZIONE CARIPLO Per assicurare agli artisti la migliore accoglienza e concentrazione e al pubblico il clima più favorevole all’ascolto, si prega di: • spegnere i telefoni cellulari e altri apparecchi con dispositivi acustici; • limitare qualsiasi rumore, anche involontario (fruscio di programmi, tosse ...); • non lasciare la sala prima del congedo dell’artista. Si ricorda inoltre che registrazioni e fotografie non sono consentite. Wiener Akademie Martin Haselböck direttore Doerthe Maria Sandmann soprano Lydia Vierlinger contralto Andreas Karasiak tenore Wolfgang Bankl basso Christian Hilz basso Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750) Passione secondo Giovanni BWV 245 per soli, coro e orchestra Prima parte Intervallo Seconda parte Johann Sebastian Bach Passione secondo Giovanni BWV 245 per soli, coro e orchestra A ribaltare la graduatoria della popolarità fra le due grandi passioni di Bach, sia pure a modo suo, ci ha provato anche il nostro contemporaneo e geniale autore di musical Andrew Lloyd Webber, quando ha impostato tutto il suo celeberrimo Jesus Christ Superstar sul tema (modificato il minimo necessario, solo accentuando il ritmo) del penultimo coro della Passione secondo Giovanni. Probabile che gli amanti della musica “seria” non se ne siano neppure accorti, perché non seguono normalmente la musica “leggera”. E il reciproco vale per gli altri ascoltatori, che continuano a fischiettare (e amare) un motivo bellissimo senza sapere che è di Johann Sebastian Bach e non di un musicista pop, come appunto Lloyd Webber. Di sicuro il primato in popolarità e il prestigio dell’altra Passione di Bach, quella secondo Matteo, non è stato scalfito. Non sono serviti neppure gli sforzi degli studiosi e musicologi, che hanno cercato di spiegare in tanti modi perché l’impostazione della Passione secondo Giovanni è più flessibile e varia, certo più imprevedibile, forse più stimolante sotto l’aspetto intellettuale. Forte della grandiosità della concezione e del taglio quasi teatrale degli episodi cruciali, la Passione secondo Matteo mantiene salda la sua egemonia. Peraltro, un vero confronto alla pari non è possibile, tante e tali sono le differenze di concezione e di elaborazione fra i due capolavori. Conta poco il fatto che abbiano avuto la medesima destinazione: la pubblica esecuzione nel corso del vespero del Venerdì Santo nelle grandi chiese di San Tommaso e San Nicola di Lipsia. E che siano state composte a breve distanza di tempo, nel 1724 quella secondo Giovanni, nel 1727 quella secondo Matteo. Di sicuro la seconda sente l’influenza delle tecniche teatrali moderne i cui echi arrivavano al curiosissimo Bach da Dresda, città non lontana ma ben più vivace e cosmopolita di Lipsia. Mentre la prima trova i suoi modelli nelle Passioni della Germania del nord e comunque nella tradizione barocca. Non a caso la musicologia più aggiornata sostiene che la Passione secondo Giovanni potrebbe aver avuto una prima stesura addirittura nel 1717, sette anni prima del trasferimento di Bach a Lipsia, negli ultimi mesi del soggiorno a Weimar e quando non era ancora cominciato il fertilissimo periodo d’impiego come maestro di cappella alla corte del principe di Koethen. Non ci sono prove irrefutabili a sostegno di questa tesi, ma tanti indizi e solide considerazioni storiche e stilistiche. Si sa che Bach non si trasferì volentieri a Lipsia e che lo fece solo perché costretto dalle circostanze: il brusco venir meno dell’interesse per la musica alla corte di Koethen, la necessità di mandare i figli all’università, la mancanza di una vera alternativa. Fino alla soglia degli anni Quaranta, Bach sperava di potersi impiegare alla corte di Dresda, di nuovo come laico maestro di cappella, per dedicarsi di nuovo alla prediletta musica strumentale e magari all’opera, abbandonando il genere sacro che non lo stimolava più. Arrivando a Lipsia nel maggio del 1723, sapeva di doversi sottoporre, per contratto, a una massacrante routine di creazione musicale di cantate e oratori per tutte le festività religiose e civili dell’anno. Portò con sé tanti manoscritti di musica religiosa giovanile, per riciclarla appunto a Lipsia. Erano partiture degli anni di Weimar (1708-1717) o addirittura precedenti, dato che a Koethen (1717-1723) Bach praticamente smise di scrivere musica da chiesa. È molto probabile che si sia rivolto ai propri archivi anche per realizzare rapidamente la sua passione d’esordio a Lipsia, il 7 aprile 1724, appunto quella secondo Giovanni come ormai sappiamo con certezza. Fino a qualche anno fa si riteneva che la prima esecuzione fosse avvenuta un anno dopo, il 30 marzo 1725. Invece si era trattato di una nuova versione dello stesso lavoro. Una terza versione fu eseguita il 26 marzo 1728 e una quarta l’8 aprile 1746. Le differenze fra le quattro versioni sono molte: spostamento di cori, sostituzione di arie, cambiamenti nella strumentazione. Sono modifiche funzionali, che non alterano la sostanza della Passione e neppure il magnifico impianto a simmetria centrale attorno al corale “Durch dein Gefängnis” (n. 40). E che neppure diluiscono i rapporti con i modelli della Passione-oratorio della tradizione luterana tedesca, soprattutto con quella più recente, sviluppata a partire dal 1704 ad Amburgo quando fu pubblicato Der für die Sünde der Welt gemartierte und sterbende Jesus (Il martirio e la morte di Gesù per i peccati del mondo) del consigliere municipale Barthold Heinrich Brockes, una parafrasi del testo evangelico con interpolati commenti e riflessioni originali di indubbia sostanza poetica, che servì da libretto per la musica di autori importanti come Keiser (1712), Händel (1716), Telemann (1716), Mattheson (1718). Per la sua Passione secondo Giovanni, Bach non utilizzò direttamente il testo di Brockes, ma una parafrasi redatta da uno sconosciuto e probabilmente riadattata da lui stesso. L’impostazione rimase inalterata, con una netta distinzione fra il piano del racconto e quello del commento. La storia della Passione è raccontata da un Evangelista, con interventi diretti di Cristo e degli altri protagonisti, utilizzando fedelmente le parole del testo evangelico declamate con la tecnica musicale del recitativo accompagnato da basso continuo e con efficaci interventi corali. Nei momenti cruciali, il racconto si interrompe per lasciare spazio alle pie considerazioni poetiche, affidate al canto dei solisti vocali (soprano, alto, tenore, basso), al controcanto dei solisti strumentali, al libero discorso concertante dell’orchestra. Ammorbidiscono il passaggio dal testo del Vangelo e quello del moderno poeta, le parole e le musiche dei padri cinquecenteschi della Chiesa luterana cristallizzate nei grandi corali che vengono interpolati secondo un disegno semplice e grandioso. Una descrizione analitica di ciascuno dei 68 numeri della partitura (che con i diversi raggruppamenti della nuova edizione critica sono diventati 40) porterebbe troppo lontano. Mentre la comunicativa di queste pagine è tale da rendere comunque difficile una semplice descrizione a parole. Però si badi alla dimensione sempre intima entro cui viene mantenuta la grande tragedia della Passione, la sublimazione del dramma, la rinuncia all’urlo e all’invettiva. Si ripensi ai bagliori della Passione secondo Matteo, con i suoi doppi cori, la grande orchestra, il piglio teatrale delle arie vocali. Si capirà subito che le due Passioni stanno sui versanti opposti di uno spartiacque stilistico e ideale. Che quella secondo Matteo (1727) porta Bach fuori dall’orbita religiosa, soprattutto luterana, che tanta parte aveva avuto nei suoi primi anni di creazione musicale e che si ridurrà a nulla nell’ultimo decennio. E che quella secondo Giovanni (1724) è la sintesi di quanto precede e la testimonianza di una simbiosi fra musica, fede e teologia a suo modo perfetta; l’ultima in Bach, dato che nella Passione secondo Marco preparata per la Pasqua del 1731 e ora perduta, era nuovo il testo ma la musica era stata riciclata da lavori precedenti e che, per quanto ne sappiamo ora, di altre e successive non esistono tracce. Probabilmente fu lo stesso Bach, per primo, a rendersi conto che con la Passione secondo Giovanni, stava cambiando qualcosa nel profondo, nella sua musica e nella sua vita. Sappiamo che lavorò a lungo alla preparazione di questa partitura, che doveva essere il consuntivo del lavoro fatto nel primo anno del suo servizio a Lipsia, il punto di arrivo dei decenni dell’apprendistato e della prima maturazione a Weimar e a Koethen, il fondamento per il futuro. Sappiamo anche che Bach non fu del tutto convinto del risultato, proprio perché tornò più volte sulla stessa partitura per modificare, rifare, riordinare. Forse non fu mai del tutto soddisfatto del testo, che anche ai nostri occhi appare relativamente poco omogeneo. Manca infatti quell’intenso lavoro in comune con il concittadino poeta e teologo Picander (pseudonimo di Christian Friederich Henrici, 1700-1764) che portò alla perfezione unitaria il testo della Passione secondo Matteo. Scopriamo così che non è il caso di insistere più di tanto nel tentare di ribaltare il giudizio della storia e di andare controcorrente. Che comunque ha poco senso stabilire una scala di valori estetici assoluti fra le due grandi Passioni di Bach. Perché, pur così vicine nella forma, nel tempo e nel luogo, sono due lavori che nascono in una fase creativa profondamente diversa. Perché la Passione secondo Giovanni è figlia della transizione, con un’architettura proiettata al futuro ma con le radici ancora affondate nel passato, con tutte le inquietudini e le ambiguità che ciò comporta. E forse per questo, magari quando anche noi semplici ascoltatori abbiamo la sensazione di attraversare una nostra personale linea d’ombra, vogliosi di cambiare e incapaci di dimenticare, ci scopriamo profondamente innamorati proprio della Passione secondo Giovanni, e vogliamo che sia la più bella. Enzo Beacco MARTIN HASELBÖCK direttore Direttore d’orchestra, organista e compositore, dopo gli studi a Vienna e Parigi, dove ha meritato diversi premi, Martin Haselböck si è affermato ben presto come solista suonando sotto la direzione di direttori quali Abbado, Maazel, Muti e Stein. Organista di corte a Vienna, ha poi intrapreso un’intensa attività come direttore, dedicandosi all’immenso repertorio della musica da chiesa. Nel 1985 ha fondato l’ensemble Wiener Akademie con il quale ha avviato un ciclo annuale di concerti al Musikverein di Vienna. Con un repertorio che spazia da Bach alla musica del ventesimo secolo, direttore e ensemble sono stati ospiti dei più importanti centri musicali in Europa, Giappone e negli Stati Uniti. Insieme hanno realizzato più di sessanta registrazioni discografiche che hanno meritato premi quali il Deutsches Kritik Preis e il premio Liszt in Ungheria. Martin Haselböck è inoltre ospite regolare di orchestre quali Wiener Symphoniker, Deutsches Symphonieorchester, Berliner e Dresdner Philharmoniker, Orchestra nazionale spagnola, Orchestra filarmonica ceca, Orchestra filarmonica ungherese, St. Paul Chamber Orchestra, Flemish National Philharmonic Orchestra e Radiophonic Hilversum Orchestra, con le quali si è dedicato in egual misura al repertorio barocco e classico. Con l’Orchestra sinfonica di Amburgo ha realizzato un ciclo dedicato ai capolavori classici viennesi. Con la Wiener Akademie è stato invitato quale artista “in residence” alla Philharmonie di Colonia, alla Tokyo Suntory Hall e al Festival Mozart di Würzburg. Dopo il debutto negli Stati Uniti con la Messa in si minore di Bach eseguita a Seattle, è stato invitato a dirigere importanti orchestre statunitensi quali la Philadelphia Orchestra, la Pittsburgh Symphony e la San Francisco Symphony. È stato inoltre direttore ospite al Händel Festival di Göttingen e a Zurigo. In Germania ha presentato le grandi opere di Mozart eseguite per la prima volta su strumenti originali al Teatro Pfalzbau di Ludwigshafen. Per il Don Giovanni ha meritato nel 1991 a Praga il premio Mozart. Tra gli impegni recenti Il Trionfo del tempo e del disinganno di Händel a Salisburgo e Bath, Il Re pastore di Mozart al festival Klangbogen a Vienna, Radamisto di Händel a Salamanca, Bilbao, Istanbul, Tel Aviv e Amsterdam. WIENER AKADEMIE Fondata nel 1985 da Martin Haselböck, la Wiener Akademie è conosciuta a livello internazionale per il virtuosismo delle sue esecuzioni e la sua particolare inflessione stilistica dallo speciale sapore austriaco. Sin dall’inizio l’ensemble si è concentrato sul repertorio barocco e del primo romanticismo eseguendo i capolavori dei grandi compositori, pur dedicandosi nello stesso tempo alla riscoperta di lavori di rara esecuzione e capisaldi di raro ascolto quali La Deposizione della Croce di Fux, Il Gedone di Porpora e la musica massonica di Mozart. Dal 1991 anima una propria serie di concerti, “Wiener Klassik”, al Musikverein di Vienna. L’ensemble è inoltre ospite regolare di festival internazionali quali Primavera di Praga, Schleswig-Holstein, Wiener Festwochen, Festival di Cuenca, Internationale Bachakademie Stuttgart, Händel Festival a Halle, e di importanti istituzioni musicali quali Suntory Hall a Tokyo, Alte Oper Frankfurt, Philharmonie di Colonia, Palau de la Musica a Barcellona, Concertgebouw di Amsterdam e Izumi Hall a Osaka. In campo operistico ha realizzato un ciclo di spettacoli mozartiani tra i quali Il ratto dal serraglio, Don Giovanni, Il sogno di Scipione e Le nozze di Figaro. Inoltre l’orchestra ha ottenuto particolare successo con l’interpretazione di opere barocche. Nel maggio 2002 la Wiener Akademie ha presentato Radamisto di Händel al Festival di Salisburgo e Il buon marito di Benda al Festival di Schwetzingen. Tra gli impegni recenti l’oratorio Il trionfo del Tempo e del Disinganno e Ariodante di Händel a Salisburgo, un nuovo allestimento di Zaïde di Mozart a Schwetzingen, Istanbul e Barcellona. In campo discografico ha al suo attivo più di trenta dischi. Direttore e complesso sono stati ospiti del 20° ciclo delle Settimane Bach. Vittorio Ghielmi, viola da gamba Theresa Dlouhy, Ursula Baumgartl, Claudia Meller, Theresa Gruber, Agnes Scheiblreiter, Katrin Kriegl, soprani Daniela Wacha, Astrid Krammer, Katharina Starl, Elisabeth Sturm, Anna Hau, Lydia Trogbacher, contralti Peter Koene, Bernd Hemedinger, Florian Ehrlinger, Andreas Peterl, Florian Maierl, Holger Kirsten, tenori Jörg Espenkott, Christoph Brandner, Viktor Kletzer, Jörg Reddin, Markus Jandrisits, Alex Koller, bassi Hubert Hoffmann, liuto Christian Gurtner, Marie-Celine Labbé, flauti Emma Davislim-Black, Eva Endel, oboi Katalin Sebella, fagotto Hans v. Busch, controfagotto Ulli Engel, Agnes Stradner-Dubrovsky, Gerlinde Sonnleitner, Diana Kiendl, Inigo Aranzasti, violini primi Martina Warecka-Tjuvajev, Christiane Bruckmann-Hiller, Regine Schröder, Katherina Brzoza, Thomas Trsek, violini secondi Peter Aigner, Eva Posvanecz, Martina Reiter, viole Balázs Máté, Katie Stephens, violoncelli Hector Castillo, contrabbasso Jeremy Joseph, organo DOERTHE MARIA SANDMANN soprano Nata a Berlino, Doerthe Maria Sandmann ha intrapreso giovanissima gli studi musicali presso la Hochschule für Musik “Hanns Eisler” della sua città. È ospite frequente presso festival di livello internazionale quali Oude Muziek di Utrecht, Musikfestspielen Potsdam al castello di Sanssouci, Händelfestspiele a Halle, Dresdner Musikfestspiele, Carinthischer Sommer, Styriarte Graz, Festspielsommer Bad Kissingen, Wiener Festwochen, Massachussetts International Festival of the Arts. Nel 2001 ha debuttato al Musikverein di Vienna. Con un repertorio che comprende gli oratori, le passioni e le cantate di Bach, il Vespro della Beata Vergine di Monteverdi e le messe di Mozart, collabora regolarmente con orchestre di primo piano quali Berliner Barock Company, Combattimento Consort Amsterdam, Armonia Tributo Austria, Wiener Akademie, Rheinischer Kantorei, Thomanerchor Leipzig, Bach Ensemble con Joshua Rifkin, Ensemble Oriol e Berliner Philharmoniker. È stata ospite del 17° ciclo delle Settimane Bach nel 2002. LYDIA VIERLINGER contralto Lydia Vierlinger è nata a Linz dove ha iniziato la formazione musicale studiando violino e pianoforte. Dopo la maturità si è trasferita a New York e in seguito a Vienna dove ha studiato canto e pedagogia vocale. Si è poi perfezio- nata con Diane Forlano e Londra e Herwig Reiter a Vienna. Dal 2004 è docente di canto all’Università di Vienna. Specialista nell’esecuzione del repertorio sacro, collabora con ensemble e direttori quali Nova, Voces e Arnold Schönberg Chor, Adam Fischer, Ingo Metzmacher, René Clemencic, Adrian Leaper, Erwin Ortner, Michael Radulescu e Jörg Zwicker. Ospite regolare di festival quali Salisburgo, Haydn a Eisenstadt, Wiener Festwochen, Wien Modern, Klangbogen e Osterklang a Vienna e Styriarte, ha partecipato al concerto di inaugurazione di “Salamanca, capitale culturale nel Mondo”. Si è inoltre esibita a Barcellona, Venezia (Grande Scuola di San Rocco), Francoforte (Alte Oper, Passione secondo Matteo di C.P.E. Bach), Perugia (Stabat Mater e Paukenmesse di Haydn), Amsterdam (Concertgebouw), Madrid (Nona Sinfonia di Beethoven) e in Belgio, Germania, Francia, Grecia, Israele, Giappone, Russia e negli Stati Uniti. In campo operistico ha partecipato alla prima esecuzione in tempi moderni dell’opera dimenticata di Telemann Pastorelle en musique al Festival di Gmunden ripresa, nel 2004, al Musikverein a Vienna. Ha inoltre al suo attivo recital a Linz, Vienna, Eisenstadt (Castello Esterhazy), Praga, Berlino e Sarajevo. In campo discografico ricordiamo il CD “Vedo il ciel” dedicato ad arie di Händel registrato alla Hofkapelle a Vienna nel febbraio 2004. È per la prima volta ospite della nostra Società. ANDREAS KARASIAK tenore Andreas Karasiak è nato nel 1968 a Francoforte. Ha compiuto gli studi con Claudia Eder all’Università “Johannes Gutenberg” di Magonza e a Basilea con René Jacobs. Ha inoltre partecipato a masterclass tenute da Werner Hollweg, James Wagner e Leonard Hokanson. Nel 1998 ha vinto il “Gesang Bundeswettbewerb” (Concorso federale di canto) di Berlino. Collabora regolarmente con orchestre e direttori di primo piano quali Dresdner Kreuzchor e Roderich Kreile, Münchner Bach-Chor und Orchester e Hanns-Martin Schneidt, Collegium Vocale Gent e Philippe Pierlot, Knabenchor Hannover e Akademie für Alte Musik Berlin con Heinz Henning, RIAS-Kammerchor, Concerto Köln e Marcus Creed, La Stagione Frankfurt con Michael Schneider, Bach-Collegium Stuttgart e Frieder Bernius, Freiburger Barockorchester, Helmuth Rilling, Philippe Herreweghe, Ton Koopman e David Zinman. Apprezzato interprete mozartiano, dal 1999 al 2002 ha fatto parte del Teatro Nazionale di Mannheim. Tra gli impegni recenti Il sogno di Scipione di Mozart al festival Klangbogen a Vienna e Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi con la compagnia del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles al Melbourne International Arts Festival. Ha partecipato inoltre a numerose registrazioni radiofoniche. Recente è l’incisione dell’Innocenza giustificata di Gluck con Bruno Weil e dell’Oratorio di Natale di Cartellieri con Christoph Spering. È stato ospite del 15° ciclo delle Settimane Bach nel 2001 (Passione secondo Giovanni). WOLFGANG BANKL basso Nato a Vienna nel 1960, Wolfgang Bankl ha iniziato la sua formazione musicale studiando il violino. Parallelamente agli studi di fisica all’Università di Vienna, ha collaborato con orchestre sia come violinista sia come bassista in gruppi jazz. Nel 1984 ha iniziato gli studi di canto al Conservatorio di Vienna con Dominique Weber, approfondendo il repertorio liederistico e oratoriale con David Lutz e operistico con Waldemar Kmentt. Dopo il debutto nelle Nozze di Figaro alla Kammeroper di Vienna, dal 1989 al 1993 ha fatto parte dell’Opera di Kiel. Nel 1992 ha collaborato con Brigitte Fassbaender al Tiroler Landestheater di Innsbruck. Dal 1993 è membro della Wiener Staatsoper dove è stato protagonista anche di numerose prime. Con un repertorio che si estende dalle cantate e passioni di J.S. Bach fino alla musica contemporanea, è stato inoltre ospite di teatri d’opera e festival a Vienna (Osterklang, Wiener Festwochen), Zurigo, Amburgo, Francoforte (Alte Oper), Roma (Santa Cecilia), Colonia, Barcellona, Salisburgo, Lubecca, Bregenz, Tokyo, Tel Aviv, Salamanca e Parigi. Recentemente ha interpretato il ruolo di Kingsor nel Parsifal alla Staatsoper di Vienna diretto da Sir Simon Rattle. Con il pianista e direttore Norbert Pfafflmeyer ha fondato nel 2000 il festival errante di musica da camera “Giro d’arte”. In campo discografico ricordiamo Der Rosenkavalier con Carlos Kleiber, Winterreise con Norbert Pfafflmeyer e Der Riese von Steinfeld di Friedrich Cerha e Peter Turrini con Michael Boder. È per la prima volta ospite della nostra Società. CHRISTIAN HILZ basso Christian Hilz, nato a Erlangen, ha intrapreso gli studi musicali con Jakob Stämpfli. Si è poi perfezionato con Elisabeth Schwarzkopf, Kurt Moll, Jan Hendrik Rootering e Joshua Rifkin. Con un repertorio che si estende dalle grandi opere barocche a Mozart e Rossini, è ospite di festival quali Schleswig–Holstein, BBC London Proms, Festival Oude Muziek di Utrecht, Salisburgo, Lucerna, Festival Bach a Lipsia, Rheinischer Musikfest, Würzburg Mozart Festival, Primavera di Praga e Ansbacher Bachwochen. È stato inoltre protagonista di concerti al Musikverein di Vienna, Herkulessaal di Monaco di Baviera, Stuttgart Musikfest, Alte Oper di Francoforte e Royal Albert Hall di Londra. Collabora con complessi quali London Mozart Players, New York Bach Ensemble, Berliner Philharmoniker, Orchestra sinfonica di Stavanger, Tafelmusik Ensemble, Norwegian Baroque Orchestra, Bayerischer Rundfunk Sinfonieorchester, Mozarteum di Salisburgo e con direttori quali Andrew Parrott, Nicolas McGegan, Joshua Rifkin e Ivor Bolton. In campo operistico affianca ai grandi ruoli del periodo barocco e classico anche lavori di Britten, Berg, Menotti e Penderecki. Tra gli impegni recenti una nuova edizione dell’Isola disabitata di Jommelli ai Ludwigsburger Schlossfestspiele. È stato ospite del 17° ciclo delle Settimane Bach nel 2002. Prossimo concerto: martedì 22 marzo 2005, ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Radu Lupu pianoforte Per il suo graditissimo ritorno alla nostra Società, Radu Lupu propone un programma pieno di sfaccettature, che altro non sono che contrasti insiti in scelte stilistiche che nascono nel segno della continuità, ovvero del dialogo. Per esempio Beethoven, che negli ultimi anni dialoga con il Bach delle variazioni (la sua op. 80, di rarissimo ascolto) e del contrappunto (la sonata op. 101). E anche Alban Berg, che intitola Sonata la sua opera prima che però sonata non è in senso classico, ma in senso barocco, rinascimentale. O Schubert, che con la sua immensa (anche in senso quantitativo) Sonata in si bemolle, guarda al futuro romantico mantenendosi ancorato ai modelli mozartiani. Il tutto sarà esaltato dalla perfezione tecnica, dal tocco inconfondibilmente vellutato, dalla tastiera piena di colori di uno dei più affascinanti interpreti pianistici del nostro tempo. Programma (Discografia minima) L. van Beethoven 32 Variazioni in do minore op. 80 (Brendel, Vox C03X 3017) A. Berg Sonata op. 1 (Gould, Sony Classical SMK 52661) L. van Beethoven Sonata n. 28 in la maggiore op. 101 (Richter, Philips 438824-2) F. Schubert Sonata n. 23 in si bemolle maggiore D 960 (Lupu, London 440295-2) I Soci del Quartetto a Palazzo Reale Grazie ad un accordo privilegiato, i nostri Soci potranno visitare la mostra Il Cerano (1573-1632) protagonista del Seicento lombardo Palazzo Reale, 24 febbraio – 5 giugno 2005 acquistando il biglietto al costo ridotto di € 6 anziché € 8. Per l’acquisto dei biglietti si prega di rivolgersi direttamente alla biglietteria di Palazzo Reale esibendo la tessera associativa. Berliner Philharmoniker - Teatro alla Scala, 4 maggio 2005 Modalità di ritiro dei biglietti Si informano i Soci che i biglietti prenotati per il concerto dei Berliner Philharmoniker e Sir Simon Rattle al Teatro alla Scala il 4 maggio 2005, devono essere tassativamente ritirati dal 21 marzo al 6 aprile, con esclusione di venerdì 25 e lunedì 28 marzo, presso la nostra sede (da lunedì a venerdì dalle ore 13.30 alle 17.30). Il pagamento dovrà essere effettuato in contanti o con assegno senza indicazione di “non trasferibile” intestato a Croce Rossa Italiana. Polittico della Madonna della Misericordia, formella di Piero della Francesca, Sansepolcro - Pinacoteca Comunale Barthold Heinrich Brockes, mezzatinta incisa e pubblicata da Johann Jacob Haid, Augsburg Settimane Bach Direzione: Maria Majno Ufficio stampa: Nicoletta Geron Consulenza: Sandro Boccardi Società del Quartetto di Milano Via Durini 24 - 20122 Milano Tel. 02.7600.5500 / 02.795393 Fax 02.7601.4281 e-mail: [email protected] www.quartettomilano.it Ufficio Musica - Comune di Milano Assessorato alla Cultura Via Marino 7 - 20121 Milano Tel. 02.8846.2322 © Copyright 2005 Società del Quartetto di Milano