w w w . s o u n d l i e HELL DORADO t . i t Poste Italiane spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 Dr. Commerciale Business Pesaro In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa di restituzione - Spedizione in a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 filiale di Pesaro. Contiene I.P B I M E S T R A L E _ D E L L ’ I N T R A T T E N I M E N T O _ P R O F E S S I O N A L E BLACK ICE AC/DC LAURA PAUSINI WORLD TOUR 2009 NEGRITA INTERVISTA ESCLUSIVA RON MAGGIO/GIUGNO 2009 - N˚77 lancer 2500 TOUr Proiettore seguipersona Lampada a scarica MSR 2500W SE G38 www.claypaky.it IRIS MAX OPEN IL O V NUO 11 7 350 Lux 700 Lux 8° 12° 1° 2° 8° 12° 1° 2° 50 IRIS MIN. OPEN 1,7 1 350 Lux 700 Lux 50 IRIS MAX OPEN 11 7 350 Lux 700 Lux 50 IRIS MIN. OPEN 1,7 1 350 Lux 700 Lux 50 Costruzione: Corpo in acciaio e alluminio di colore nero e grigio. Alimentatore Separato Distanza di utilizzo: Consigliato per applicazioni di lunga distanza: da 30 a 70 mt. Alimentazione: 220/240V 50/60Hz – Assorbimento 15 Amp. (Alimentatore rifasato elettricamente) Lampada: MSR 2500W - base G38 - 240000 lumen Regolazione lampada: Dotato di sistema di regolazione della posizione della lampada Gruppo ottico: Composto di una parabola, una lente condensatore temperata e 2 lenti, fornito con iride a diaframma Zoom: 1°÷12° Ventilazione: Forzata tramite due ventole assiali collegate all’alimentazione principale Cambiacolori: Per cinque colori ad alta resistenza alle temperature + black out. Dotato di ventola a bassa tensione. Dimmer: Attenuatore della luce meccanico “dimmer” con black out Contaore: Per il controllo delle ore di lavoro (non ripristinabile) Sicurezza: Termofusibile 90°C a ripristino manuale, due microinterruttori di sicurezza sotto il pannello per l’accesso alla lampada, interruttore generale sull’alimentatore separato Stand-by: L’interruttore per l’accensione della lampada è dotato di una posizione intermedia “di riposo” che riduce la luminosità della lampada e la tiene pronta quando la massima luminosità è richiesta. Accessori: Porta gobo, Studio Stand 4, Flight case per Lancer 2500, Flight case per Ballast 2500 ALPHA 700 piccolo, leggero, scattante ed abbagliante Esempio : Alpha Spot HPE 700 – 385x405x610 mm – 22,9 Kg – 8250 lx a 10 m (14,7°) Spot HPE PROGRAMMI & SISTEMI LUCE • Via Chitarrara, 830 • 47854 Montecolombo (Rimini) • Italy • Tel. +39 0541 985745 • Fax +39 0541 985739 www.psl.it - [email protected] Beam Wash sommario Se sei già abbonato e vuoi semplicemente aggiornare i tuoi dati compila qui sotto con i “vecchi” dati. nome.......................................................................................................... news 58 News cognome..................................................................................................... Ditta azienda (solo se titolare)............................................................................ .................................................... Titolare dell’abbonamento COSTO ABBONAMENTO Sound&Lite + Show Book fax............................................................................................................... I versamenti dovranno essere effettuati sul c/c postale n° 000076219096 intestato a Sound&Co. s.a.s INFORMATIVA PER IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI AI SENSI DEL D.LGS. 196/2003 In conformità con il D.Lgs. no. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, La informiamo che le informazioni che vorrà comunicarci sono raccolte allo scopo di redigere la pubblicazione Showbook e per la gestione degli abbonamenti della rivista Sound&Lite; potranno essere comunicati a quei soggetti cui disposizione di legge danno facoltà di accesso, alle pubbliche autorità competenti e ad operatori del settore in questione. Lei ha possibilità di accedere liberamente ai suoi dati per aggiornarli, modificarli o cancellarli scrivendo al responsabile dell’archivio della società: Sound&Co. Strada della Romagna, 371 61100 - Colombarone (PU) e-mail......................................................................................................... 76 www............................................................................................................ Compila la scheda in stampatello leggibile e inviala insieme alla ricevuta del versamento al numero di la mia attività.............................................................................................. in quale categoria vuole essere posizionato su Showbook .................................................................................................................... 4 maggio/giugno 2009 - n.77 Esclusiva: Intervista a Ron 42 Il personaggio: Ferdinando Salzano 44 L’azienda: Roland Systems Group Italy 50 Franco Battiato: In Teatro 52 Negrita: HellDorado 58 AC/DC: Black Ice World Tour 66 Laura Pausini: World Tour 2009 76 C’era una volta Puccini... 90 XFactor 96 tre aziende che mi conoscono................................................................... produzione ultime tre collaborazioni professionali...................................................... DATA........................................ 102 &studi Compilando codesto modulo si autorizza il trattamento dei propri dati personali. cosa manca o cosa cambierei in Sound&Lite............................................ FIRMA....................................... pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 40 Chi c’è in Tour Chi c’è in Studio 104 Big’s Recording Studio 106 Vasco Rossi: DVD in blu ray “Il mondo che vorrei” 110 .................................................................................................................... prodotti inserzionisti A&DT AEB Artesicilia Audio Equipment Audio Factory Audiolink Clay Paky Coemar Edirol ETC Event Management Evolight News aziendali on stage FAX 0721/209081 Responsabile: Alfio Morelli, Direttore responsabile 36 live concert cell.............................................................................................................. Sound&Co. si riserva il diritto di sospendere l’abbonamento senza preavviso e senza nulla dovere, qualora dovessero intervenire nuove regole o nuove leggi sull’editoria. 34 &aziende tel............................................................................................................... I 6,00 Euro valgono per ricevere Sound&Lite fino all’anno 2010 e vanno pagati una volta sola (non una volta all’anno). PhotoTour uomini 66 provincia..................................................................................................... euro 6,00 Schede incomplete, non firmate o poco chiare non verranno registrate 32 Leggiamo i rider tecnici cap.............................................................................................................. città............................................................................................................. Clark’s Corner rubriche indirizzo...................................................................................................... .................................................... 6 www.soundlite.it abbonamento 105, 128 103 43 13, 109 74 55, IV° di cop. 1 21 39 93 119 29 Exhibo FBT Giochi di Luce Grisby Martin Professional Montarbo MPI Peroni Pilosio PSL RCF Reed Exhibition pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 63 15, 47, 89 85 127 31 41 23, 65 79 17 II° di cop. 19 9 Robe pag. 10, 11, Inserto RSG Italy pag. 5 SGM pag. 87 Sisme pag.27, 61, 101, 108, 123 Staging Systems Europe pag. 99 Teclumen pag. 49 Texim pag. 73 Trabes pag. 25 Valentini pag. 57 Viscount pag. 83 Yamaha pag. III° di cop. Per avere i pdf degli articoli di questo numero, vai sul sito www.soundlite.it e clicca sulla copertina Coemar ∞ Infinity ACL 112 Audio-Technica serie 5000 114 Xilica XP 116 90 tecnologia EQ on / EQ off: come, quando e perché - 4a parte 120 La mia strada è un campo di battaglia 122 Lo standard AES3 - 2a parte 124 96 www.soundlite.it 5 note editoriali Direttore Responsabile Alfio Morelli: [email protected] colophon Direttore Artistico Pepi Morgia Caporedattore Giancarlo Messina: [email protected] Consulenza Tecnica Michele Viola: [email protected] Redazione Douglas B. Cole: [email protected] Grafica ed impaginazione Liana Fabbri: [email protected] In copertina: AC/DC Hanno collaborato: Livio Argentini, Stefano Cantadori, Carlo Carbone, Mike Clark, Toni Soddu. Amministrazione Patrizia Verbeni: [email protected] Stampa Pazzini Editore Direzione, Redazione e Pubblicità: Strada della Romagna, 371 61100 Colombarone – PU Telefono 0721/209079 fax 0721/209081 www.soundlite.it Aut. Trib. di Pesaro n. 402 del 20/07/95 Iscrizione nel ROC n.5450 del 01/07/98 9.000 copie in spedizione a: agenzie di spettacolo, service audio - luci - video, produzioni cinematografiche, produzioni video, artisti, gruppi musicali, studi di registrazione sonora, discoteche, locali notturni, negozi di strumenti musicali, teatri, costruttori, fiere, palasport... Sound&Lite n. 77 maggio/giugno 2009 La rivista Sound&Lite e il relativo supplemento, Show Book, contengono materiale protetto da copyright e/o soggetto a proprietà riservata. È fatto espresso divieto all’utente di pubblicare o trasmettere tale materiale e di sfruttare i relativi contenuti, per intero o parzialmente, senza il relativo consenso di Sound&Co. Il mancato rispetto di questo avviso comporterà, da parte della suddetta, l’applicazione di tutti i provvedimenti previsti dalla normativa vigente. Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana. 6 maggio/giugno 2009 - n.77 di Giancarlo Messina [email protected] Cari lettori, si riparte dalla Germania. La recente Fiera di Francoforte ha dato qualche segnale positivo e tutto il settore ha dimostrato se non una netta ripresa quanto meno vivacità e voglia di fare. Buona la presenza degli espositori ed il numero dei visitatori: non sappiamo quello degli scambi effettivi, ma è già qualcosa. Altro segnale positivo arriva dai tour ai quali abbiamo dato un’occhiata negli ultimi tempi: tutti di molte date e con molti sold-out. Certo si tratta del segmento alto, ma vedere i palazzetti ed i teatri pieni è cosa piuttosto rincuorante per tutti. Soprattutto perché alcune tournée non sono nemmeno conseguenti ad un nuovo disco, come quella della Mannoia, ed altre non riprendono nemmeno il titolo dell’album (ad esempio quella della Pausini si intitola “Laura World Tour 2009” e non “Primavera in anticipo” come prevedibile). Questo conferma che sempre più la musica live sta diventando importante e centrale nella carriera degli artisti. E, a noi, questo non dispiace affatto! A proposito di palazzetti pieni, lo era anche il Mediolanum Forum di Milano per le due date degli AC/DC: un grande concerto rock, senza line-array e con una console analogica anni Ottanta, ma anche con una scenografia veramente d’impatto (e se avete notato la copertina non farete fatica a crederlo!). Se vogliamo valutare la grandezza fisica delle produzioni usando i TIR come unità di misura, questa arrivava a 20, solo uno in meno rispetto a quella di Celine Dion! Ma la notizia più pazzesca è quella del tour mondiale del violinista classico Andrè Rieu che si sposta utilizzando 80 container, indispensabili per la perfetta riproduzione di un castello viennese! E non aggiungo altro. Comunque con le sue 30 tonnellate di appendimenti non sfigura certo quella di Laura Pausini, una gran bella produzione italiana che girerà il mondo nei prossimi mesi; intanto Antonacci miete successi, Ferro riparte a spron battuto e Giorgia, dopo il cambio di management, ritorna al live con un grande show... Insomma la crisi c’è, ma fin adesso il nostro mondo non pare esserne stravolto e, a mio parere, esiste un motivo ben preciso per questo: il grande merito va a tutte le produzioni italiane degli ultimi anni che hanno sempre cercato di offrire il massimo per soddisfare la ricerca di emozioni del pubblico. Oggi si raccolgono i frutti di questo lavoro. Bravi. news Le tessere stampa, così come i pass espositori e i voucher visitatori, sono validi anche per il trasporto pubblico in seconda classe per la linea intera RMV. 2009 NOVITÀ DAL MONDO DELL’INTRATTENIMENTO PROFESSIONALE A nche quest’anno ci siamo recati all’appuntamento di Francoforte, il più importante del nostro mercato. L’umore non era dei migliori, anche se per carattere siamo portati a vedere il bicchiere mezzo pieno. Siamo stati presenti i primi due giorni dell’esposizione: i visitatori erano abbastanza numerosi e anche gli espositori erano moderatamente soddisfatti. Girando per i padiglioni abbiamo trovato qualche buco, segno inequivocabile della crisi. Alla fine del nostro giro di ricognizione, non ci siamo accorti di novità stravolgenti, se escludiamo la presentazione della nuova lampada della Robe, il primo faro a LED ad alta potenza della Vari*Lite e l’agreement tra RCF e SGM. Abbiamo lasciato Francoforte con una netta sensazione, avvalorata dagli addetti ai lavori, di leggero ottimismo: forse si comincia a vedere un leggero bagliore alla fine del tunnel. maggio/giugno 2009 - n.77 Forse in questo stand è stata presentata la novità più interessante nell’ambito dell’illuminazione. Oltre alla nutritissima serie di prodotti a testamobile, sia tradizionali che a LED, spiccava la serie Robin. Si tratta di una serie di tre proiettori a testamobile: Spot, Wash e Plasma Spot. Proprio su quest’ultimo modello vogliamo soffermarci maggiormente: si tratta di un normalissimo testamobile, con potenza dichiarata di 300 W, ma che utilizza una nuova rivoluzionaria lampada. Per il momento vi diciamo solo che l’hanno denominata Plasma, e non ne conosciamo il motivo; vi possiamo solo dire che è una lampada dieci volte più piccola di una lampada equivalente tradizionale, con una durata attesa di 10.000 ore. Ciò significa che, accesa cinque ore al giorno, può durare più di cinque anni. Emette una luce con uno spettro luminoso molto più ampio rispetto a quello di una lampada a scarica tradizionale, e senz’altro renderà molto felici i direttori della fotografia che lavorano in televisione, visto che ha un indice di resa cromatica quasi completo (CRI 95). info Robe Multimedia: tel. 0541 833103; www.robemultimedia.it L’area Concert Sound, dove l’Italia è stata rappresentata quest’anno dai line-array Montarbo PalcoPlus e Qube. 6 Robe Clay Paky Come in tutte le edizioni, anche quest’anno la ditta bergamasca ha voluto stupire. La serie del già noto Alpha 300 è stata espansa con la presentazione delle linee 700 e 1500 che completano la nuova gamma dei testamobile. La serie 700 comprende tre modelli Spot HPE, Beam e Wash mentre la serie 1500 comprende il modello Beam ed il modello Wash. Naturalmente, in entrambi i casi, la caratteristica principale è la qualità Clay Paky. La cosa più incredibile è il fatto che la serie 700 è stata realizzata nella stessa scocca del 300, quindi con le stesse dimensioni. Dalle dichiarazioni della casa, la potenza luminosa del 700 è equiparabile a quella dei classici 1200, con peso e dimensioni molto ridotte, ad un prezzo particolarmente aggressivo. info Clay Paky: tel. 035 654311; www.claypaky.it RCF TTL55‑A Per i sessant’anni dalla nascita del marchio reggiano, oltre alla notizia dell’acquisizione di SGM, a Francoforte sono state presentate delle novità importanti. Partendo dal premio assegnato all’ART 7 per il miglior design, anche nel segmento dei diffusori ad alta potenza RCF si è presentata con TTL55‑A, modello che si colloca nella parte alta della gamma, per grandi spazi quali stadi o arene all’aperto. Monta sei altoparlanti, tutti con magnete al neodimio, 2 x 12” per le frequenze basse, 1 x 10” per le medie e 3 x 1,5” per gli acuti. Il tutto è pilotato dall’elettronica a bordo, con tre moduli di potenza con tecnologia digitale, 2 x 1000 W per le basse, 1 x 1000 W per i medi e 1 x 500 W per gli acuti. L’elettronica di potenza viene gestita da un DSP, sempre inserito nel diffusore, che può essere controllato in remoto con un programma dedicato. info RCF: tel. 0522 274411; www.rcf.it www.soundlite.it 7 news FBT Mitus Line Array Verse La recanatese FBT ha presentato la nuova serie Mitus di diffusori amplificati. La serie comprende sei modelli, inclusi un sistema line-array completato da un sub da sospensione e due modelli di sub appoggiati, due diffusori full-range ed un monitor da palco. L’elemento line-array Mitus 206 LA è costruito in polipropilene ad iniezione ed usa una configurazione a 2 vie. Due woofer con magnete al neodimio da 6,5” affiancano un driver a compressione accoppiato ad una guida d’onda con una dispersione orizzontale di 100°. Il modulo d’amplificazione in classe D incorporato è in grado di sviluppare fino a 600 W continui per le basse frequenze e 300 W continui per le alte. Il processing è effettuato da un DSP interno, configurabile tramite preset di fabbrica. Tutto l’hardware per la combinazione in array e la sospensione è incorporato ed internalizzato, in modo che non siano visibili ferri esterni quando l’array è formato. Per le basse frequenze, il sub da sospensione Mitus 212 FSA condivide la stessa larghezza del 206 LA. Questo sub contiene due woofer da 12” in configurazione passa-banda, e rinforza le basse frequenze degli array fino a 45 Hz. L’amplificatore in classe D a bordo può erogare fino a 1200 W continui. Due altri modelli di subwoofer appoggiabili sono disponibili: Mitus 118 SA, con singolo woofer da 18”, e Mitus 121 SA con un singolo 21”, possono portare la risposta del sistema in basso fino a 36 Hz e 29 Hz rispettivamente; entrambi sono costruiti con la stessa larghezza del Mitus 206 LA per servire come base d’appoggio per array impilati, ed entrambi incorporano moduli d’amplificazione da 1200 W continui. Sono stati presentati due nuovi modelli che vanno a completare la linea Verse. Il primo è un cabinet a larga banda che monta un woofer al neodimio da 12” per la sezione medio-bassa e un driver, sempre al neodimio, da 1,7” per gli alti. Il tutto è pilotato da un’elettronica formata da un pre con vari controlli e settaggi e due amplificatori di potenza rispettivamente da 750 W per la sezione medio-bassa e 250 W per la sezione alta. La seconda novità sono due monitor da pavimento, entrambi con trasduttore coassiale, il primo con un 12” e il secondo con un 15”, ed entrambi con un driver con bobina da 3” e tromba ellittica. Entrambi i monitor hanno l’elettronica di controllo e di potenza a bordo, con potenza rispettivamente da 625 W e 925 W. Audio Factory Marchio che si è presentato per la prima volta alla fiera internazionale di Francoforte con notevole successo e innumerevoli contatti stranieri. Oltre alla presentazione dell’intera gamma di diffusori, tutti completamente “made in Italy”, la novità era il modello IM 106, piccolo diffusore full range con elettronica di potenza a bordo. Monta due componenti di pregio, un woofer al neodimio da 6” e un driver da 1” sempre al neodimio. Da sottolineare che il progetto e la realizzazione sono completamente interni all’azienda, e che l’amplificatore montato sulla cassa eroga una potenza di 300+300 W, facendo sviluppare al diffusore una SPL di 118 dB. info Verse: tel. 0541 981700; www.verseaudio.com PSL Anche il marchio romagnolo si è presentato agguerrito a questa manifestazione, assieme al suo distributore tedesco. Oltre a tutta la gamma di proiettori e sagomatori, il prodotto maggiormente in vista era la nuova versione del seguipersona Lancer Tour 2500. In questo modello è stato posta la massima attenzione agli aspetti tecnici: ottimo il bilanciamento del proiettore, massima la fluidità nella regolazione delle ottiche, alleggerimento del peso e tanti altri accorgimenti molto apprezzati in modo particolare da chi ha avuto l’opportunità di provarlo visitando lo stand a Francoforte. info PSL: tel. 0541 985745; www.psl.it SHT_216x150_Sound&Lite_Italy:Layout 1 09.02.2009 12:09 Uhr Seite 1 info Audio Factory: tel. 06 9316216; www.audiofactory.it info Fbt: tel. 071 750591; www.fbt.it Meyer Sound UP‑4XP Meyer Sound ha presentato il nuovo UP‑4XP, diffusore audio compatto per applicazioni in cui servono casse poco ingombranti con alte pressioni sonore e dispersione controllata. È ottimo per uso come front-fill o sotto le gallerie nei teatri, e si può accoppiare con subwoofer per creare sistemi full-range. UP‑4XP vanta una banda passante da 85 Hz a 18 kHz ed una SPL massima nominale di 119 dB. Incorpora due trasduttori da 4”, prodotti dalla Meyer stessa in California, che funzionano in parallelo alle basse frequenze per un’uscita acustica combinata, mentre uno di questi è filtrato alle frequenze più alte per evitare interferenze distruttive intorno alla frequenza d’incrocio. Le frequenze alte sono coperte da un trasduttore con cupola in metallo da 1”, accoppiato ad una tromba a direttività costante da 100°. Un modulo d’amplificazione a tre canali è incorporato ed include anche crossover attivo, limitatori e circuitazione per la correzione di fase e l’equalizzazione. UP‑4XP è alimentato in corrente continua +48 V da un alimentatore esterno. È disponibile un alimentatore compatto per le casse singole, mentre per sistemi più ampi è fornito un distributore di segnale ed alimentazione multicanale a rack. La cassa misura 352 x 141 x 152 mm e pesa 6,8 kg. Idee. Contatti. Opportunità. per gli spettacoli live e le installazioni permanenti Quartiere Fieristico di Berlino A SHOWTECH 2009 350 Espositori Vi presentano le ultime innovazioni dei settori delle Tecniche per lo Spettacolo e l’Illuminazione l’Audio e Tecniche per gli Eventi Attrezzature e Servizi. TrovateVi al posto giusto nel momento giusto. info Grisby: tel. 071 7211340; www.grisbymusic.it organizzato da: 8 maggio/giugno 2009 - n.77 patrocinato da: Focus: Sicurezza nei luoghi di Spettacoli e di Eventi news Montarbo Serie Spot Litec a Francoforte Oltre alla prima presentazione pubblica del nuovo PLM6800, finale processato per il sistema line array PalcoPlus, la casa bolognese ha presentato ben tre nuove serie di diffusori, tra cui la serie Spot. La serie Spot comprende due modelli progettati per elevata intelligibilità, anche a lunghe distanze. La geometria delle casse prevede un’angolazione obbligata, consentendo la formazione di cluster semplicemente accostando una cassa all’altra, così da aumentare la dispersione orizzontale. Tre elementi accostati forniscono una copertura orizzontale di 150°, mantenendo la coerenza timbrica e con una somma delle dispersioni orizzontali senza interferenze. SPOT 2500T è composto da un cabinet full-range ed un bass cabinet. I due diffusori si collegano per ottenere un sistema completo con risposta in frequenza da 40 Hz a 20 kHz, ed una pressione sonora massima di 140 dB SPL. Impiega due woofer da 15”, uno dei quali nel bass cabinet passivo. Entrambi i woofer sono dotati di bobina da 4” e magnete al neodimio, schermato e montato frontalmente per massimizzare il raffreddamento. Per le alte frequenze c’è un driver con gola da 1,4”, bobina da 3”, magnete al neodimio e membrana in titanio, caricato da una tromba a guida d’onda da 50°H x 40°V. Incorpora tre amplificatori in classe D (con alimentazione a commutazione) che erogano 1000 + 1000 W EIAJ per le basse frequenze e 500 W per le alte. SPOT 1500 è invece la versione senza bass cabinet, che usa due amplificatori: 1000 W EIAJ per le basse frequenze e 500 W per le alte. Entrambi i modelli incorporano il DSP Montarbo (56 bit, 180 MHz, conversione a 24 bit) per filtraggio, equalizzazione, ritardo, limiting e diagnostica. Questo modulo consente il controllo remoto di una rete, ampia fino a otto sistemi, da PC mediante l’interfaccia USB LD24, con la possibilità di personalizzazione e salvataggio dei preset. I diffusori sono costruiti in multistrato di betulla con adattatore per asta, punti M10 per la sospensione e maniglie posizionate per lo spostamento da una sola persona. Al ProLight+Sound Litec era presente con uno stand totalmente rinnovato nelle forme: non il solito ring con tante strutture, ma uno spazio riempito con creatività e buon gusto. Tante le novità presentate: non solo la partnership con la Staging Systems Europe e Manfrotto, già facente parte del gruppo Vitec, ma anche numerosi prodotti e sistemi. Con il marchio Litec è stato presentato il nuovo RF40, un truss rettangolare che mancava nel range di prodotti ora completo, mentre con il marchio Tomcat sono state proposte revisioni importanti su alcuni tra i prodotti di punta. È stato poi presentato in anteprima mondiale il marchio MyT, con un truss dalle dimensioni e prestazioni importanti (è lunga 5 metri e pesa circa 450 kg). Con questo truss è stato realizzato l’enorme palco di Vasco Rossi nel suo ultimo tour e il piccolo teatro-hangar nel porto di Napoli per MSC Crociere. info Montarbo: tel. 051 766437; www.montarbo.com J_Vista_left_DEF2.pdf 8-04-2009 Trabes SGM Dalla collaborazione tra i due marchi italiani RWM e Trabes nascono i nuovi DIVO, motori elettrici per il sollevamento. RWM è uno storico marchio italiano specializzato nel sollevamento, nel settore dell’industria e dell’edilizia. Dall’incontro con la ditta forlivese, inizia una collaborazione che vede nascere dei nuovi prodotti per il sollevamento adatti all’uso nello spettacolo, con tutte le caratteristiche e le certificazioni del caso. La gamma di prodotti, ai quali è stato dato anche un nuovo look, comprende per il momento dei motori in grado di sopportare da carichi da 500 kg ad un massimo di 2000 kg. Prossimamente arriveranno altri modelli per completare la gamma, accompagnati anche da una serie di controlli ed accessori. Nonostante le ultime notizie dell’acquisizione, SGM non ferma la sua ricerca ed in questa esposizione si è presentata con diverse novità. Completata la gamma dei Giotto 1500 con il modello Beam, completata e aggiornata la serie 700, così pure i mixer Regia 2048 e Pilot 3000 hanno subito un upgrade, mentre i modelli Palco e Genio hanno sostituito i LED a singolo colore con dei LED full color. Presentata anche una nuova linea di prodotti LED studiata esplicitamente per l’applicazione architetturale, denominata Dotto, formata da diversi modelli da incasso e da esterno con incorporati LED bianchi o full color. A seconda delle situazioni si hanno diverse alternative di montaggio: a incasso a soffitto, a parete, a terra e su binari elettrificati. L’estetica del faretto può essere personalizzata con diversi tipi di vetro: esagonale molato, ottagonale molato, tondo o con flangia metallica. info Trabes: tel. 0543 783511; www.trabes.it info SGM: tel. 0721 476477; www.sgm.it J_Vista_right_DEF2.pdf 8-04-2009 19:37:05 C M Y CM MY CY CMY K 19:38:15 info Litec: tel. 041 5960000; www.litec.it news Quando il passaggio al digitale è così facile, perché restare in analogico? Roland RSS M‑400 Firmware v2.0 La nuova versione di firmware 2.0 per M‑400, il sistema di mixaggio digitale di RSS, introduce nuove importanti caratteristiche funzionali e gestionali, oltre ad alcune implementazioni operative: LCR (Left-Center-Right) – è ora possibile abilitare la modalità LCR per disporre del bus “C” dedicato; supporto per il monitoraggio attraverso i nuovi M‑48 Live Personal Mixer; possibilità di scelta tra equalizzatori grafici a 31 bande o equalizzatori parametrici a 8 bande; RTA per analisi in tempo reale dei segnali sui bus di uscita. Il nuovo software aggiunge, inoltre, una serie di effetti vintage Roland incorporati: RE‑201 Space Echo; lo storico flanger stereo SBF‑325; SDD‑320 Dimension D, una sorta di chorus che produce un effetto psico-acustico di massima apertura della spazialità dei suoni sia mono che stereo; SDE‑3000, un’unità di delay con controllo di fase del delay, filtro, modulazione e feedback modulation, modulation rate, lunghezza del delay, ecc.; Roland SPH‑323 phase shifter da 4 o 8 stadi di sfasamento; SRV‑2000, il primo delay digitale della Roland. w e n info Roland Systems Group Italia: tel. 011 19710336; www.rolandsystemsgroup.net Sfruttare la straordinaria potenza delle console live digitali Soundcraft ora è più facile che mai. Soundcraft Si2 fornisce il massimo della flessibilità grazie alla superficie di controllo in stile analogico, sofisticate caratteristiche audio, tutte le connessioni a bordo e la qualità sonora di casa Soundcraft. La cantautrice Amy MacDonald (centro) insieme a Volker Bartels, presidente di produzione e logistica, e Susanne Seidel, presidente di marketing globale di Sennheiser, al lancio dei radiomicrofoni Evolution Wireless G3. Sennheiser Evolution G3 Sennheiser annuncia la terza generazione di radiomicrofoni e IEM Evolution Wireless, con innumerevoli aggiornamenti e miglioramenti rispetto alle versioni G2. Citiamo qui brevemente solo alcuni tra i principali aggiornamenti. Tutta la nuova gamma (serie ew 100, ew 300, ew 300 IEM, ed ew 500) utilizza circuiti di trasmissione e ricezione con bande sintonizzabili da 42 MHz, con un massimo di 1.680 frequenze discrete selezionabili; è stata incorporata la comunicazione in infrarosso dai ricevitori ai trasmettitori per la istantanea programmazione dei trasmettitori; la risposta in frequenza è stata estesa in basso fino a 25 Hz; tutte le serie ora prevedono una modalità “soundcheck”, per la memorizzazione ed analisi dei livelli AF ed RF; l’equalizzazione della serie ew 500 G2 è stata implementata su tutte le linee; il nuovo menù operativo è diviso tra “User Level” con le funzioni di base ed “Advanced Level” per la programmazione più specializzata; i trasmettitori e i ricevitori portatili possono essere alimentati non solo da batterie alcaline ma anche dagli accumulatori ricaricabili di Sennheiser, e tutti i trasmettitori portatili (ad eccezione del trasmettitore plug-on) incorporano contatti esterni di ricarica. Le nuove serie ew 300 e 500 G3 sono ora provviste di interfaccia Ethernet che ne consente la totale gestione e controllo in rete da un PC con il software “Wireless Systems Manager”. Il software permette la gestione di sistemi che comprendono radiomicrofoni ed in-ear monitor. Per facilitare le operazioni multi-canale, la potenza in uscita dei trasmettitori di entrambe queste serie può essere ridotta da 30 mW a 10 mW, così da poter inserire un maggior numero di canali in una definita gamma di frequenza. info Exhibo: tel. 039 49841; www.exhibo.it 12 maggio/giugno 2009 - n.77 48 ingressi mono mic/linea, 4 ingressi linea stereo ● 24 Bus d’uscita configurabili (Aux/Group) 8 uscite matrix, Master L/C/R ● 12 VCA, 8 gruppi di mute ● EQ parametrici a 4 bande su tutti gli I/O, EQ grafici BSS su tutte le uscite ● Dinamiche dbx su tutti gli I/O ● 8 punti di Insert configurabili Quattro processori Lexicon indipendenti ● …e tutto è dove lo vorresti.. Channel strip completi: tutto è a portata di mano Distribuited Display Tecnology per indicazioni chiare ed esaurienti Showtime istantaneo: ottima dotazione di controlli e tecnologia FaderGlow™ Software per la programmazione remota off-line Via Don Minzoni, 17 - 20052 Monza (MI) Tel. 039 212221 - Fax 039 2140011 [email protected] www.audioequipment.it Processori effetti, dinamiche ed Eq Grafici firmati Lexicon, dbx e BSS news Pilosio Allen&Heath L’udinese Pilosio era presente a ProLight+Sound con un’esposizione di più di 100 m2 ed una rinnovata gamma di tribune, coperture, palchi e torri audio/ video e regia componibili sulla base del sistema multidirezionale MP. Tra i prodotti in evidenza, H70 è un pratico sistema di copertura a falda unica progettato specificamente per permettere l’aggancio dei sistemi di illuminazione ed audio. Costituito da travi in alluminio ad elevata capacità di carico, è assemblabile con un intuitivo sistema a spinotti formanti un graticcio di dimensioni di base 200 x 250 cm e altezza 74 cm, completi di irrigidimenti a mezzo diagonali con giunto di fissaggio rapido a scatto brevettato “Quik System”. Tutte le travi sono realizzate in lega di alluminio strutturale con diametro 48 mm e profilo superiore porta telo disegnato per evitare le sacche d’acqua e per l’inserimento di teli singoli in PVC da 600 g/m2 (classe 2 di reazione al fuoco) con nervature laterali semirigide e trattamento antigelo. Le tasche finali permettono un efficiente e rapido sistema di fissaggio con tubi e tenditori. La modularità del sistema permette di realizzare coperture con dimensione frontale massima di 20 m (misura multipla del modulo 200 cm) e con profondità variabile da 5 m a 17,5 m (misura multipla di 250 cm); la portata media è di 3500/4000 kg. Dimensioni, portate superiori e coperture fisse a sbalzo sono realizzabili con l’adozione di specifici accessori e travi. Tutte le coperture sono sollevabili mediante paranchi manuali o elettrici governati da centralina. Allen & Heath ha aggiunto tre nuove schede d’interfaccia per il nuovo sistema di mixaggio digitale iLive‑T, introdotto all’inizio dell’anno. La scheda Mini Multi‑out dispone di 3 uscite ottiche ADAT, un’uscita Aviom da 16 canali e due uscite iDR da 8 bus compatibili con HearBus. Dunque un totale di 56 uscite, con cui è possibile fornire segnali per sistemi di monitoraggio personali Aviom e HearBus, e simultanemente utilizzare 24 canali ADAT per la registrazione. La scheda EtherSound fornisce 64 canali di audio bidirezionale a 24 bit e permette alle console della serie iLive‑T di integrarsi in altri sistemi iLive o in reti EtherSound. La terza scheda aggiunge una seconda interfaccia per il protocollo A&H ACE (Audio and Control over Ethernet), che fornisce un collegamento fino a 120 m di 64 canali audio e controllo, con solo 100 µs di latenza. ACE è il mezzo di comunicazione tra il mixrack e la superficie di controllo del sistema iLive‑T, e questa seconda interfaccia permette lo split digitale FoH/ palco da punto a punto, e/o un collegamento ridondante su CAT5e. info Pilosio S.p.A.: tel. 0432 435311; www.pilosio.com info Grisby: tel. 071 7211340; www.grisbymusic.it Shure Shure aggiunge alla serie PG due modelli di microfoni per l’home studio con uscita USB. Entrambi sono modelli a condensatore con diaframma largo, banda passante da 20 Hz a 20 kHz, caratte‑ ristica polare cardioide. PG27USB è un tuttofare per la ripresa ravvicinata o per la registrazione ambientale di concerti ecc, mentre PG42USB (foto) offre una curva di risposta in frequenza ed una sensibilità più adatte alla ripresa vocale. PG27 incorpora un attenuatore da 20 dB, mentre PG42 ne incorpora uno da 15 dB. Entrambi i modelli incorporano un preamplificatore con gua‑ dagno regolabile da 34 dB, monitoraggio a bordo con latenza zero da un’uscita cuffie e conver‑ sione 16 bit/ 48 kHz. Per chi già possiede un parco microfoni soddisfacente, Shure introduce X2u: un preamplificatore/convertitore analogico‑USB, con uscita cuffia per monitoraggio senza latenza. È compatibile con qualsiasi microfono tradizionale e fornisce alimentazione phantom +48 V per microfoni a condensatore. Il preamplificatore dispone di controllo di guadagno in ingresso, volume in uscita ed indicatore di livello a LED tricolore. Permette una gamma di aggiustamento di guadagno di 40 dB e vanta un rumore di fondo di ‑78 dBFS con il guadagno al massimo. info Sisme: tel. 071 7819666; www.sisme.com 14 maggio/giugno 2009 - n.77 Summit Audio Everest ECS‑410 Summit Audio presenta Everest ECS‑410, “master channel strip” che combina quattro processori analogici in una singola unità. ECS‑410 incorpora un preamplificatore a stato solido e valvolare, un equalizzatore semiparametrico passivo a tre bande, un processore dinamico con due modalità ed un drive bus valvolare o a stato solido. Ogni sezione ha ingressi ed uscite bilanciate separate, ed un intuitivo sistema di routing permette di connettere internamente le diverse sezioni tramite una serie di pulsanti. Costruito con la filosofia “zero compromessi”, ECS‑410 utilizza PCB placcati in oro per tutte le schede, componenti discreti PTH per comodità di manutenzione, connessioni tra le schede con fili (invece dei comuni flat cable), connessioni audio e messa a terra separati e contatti doppi ridondanti con la scheda principale. info Grisby Music: tel. 071 7211340; www.grisbymusic.it Evolight Allo stand del marchio mantovano abbiamo scoperto un simpatico ed interessante accessorio: si tratta di una DMX Pen in grado di registrare un programma DMX, con una capienza massima di 2 GB. Questa penna ha una doppia funzione: può fare da interfaccia ArtNet per quelle apparecchiature che ne sono sprovviste, oppure registrare un programma al suo interno con la possibilità poi di comandare qualsiasi apparecchiatura con segnale DMX o ArtNet. Una volta registrato il programma, basta inserire questa penna nel faro per poterlo pilotare con i vari programmi memorizzati. Il prodotto viene proposto in tre versioni: DMXPEN Pro pensato per gli usi professionali, DMXPEN Lite per le apparecchiature fisse e DMXPEN Live per i musicisti. In questo ultimo caso è possibile comandare l’interfaccia tramite il segnale MIDI degli strumenti musicali. info Evolight: tel. 0376 869107; www.evolight.it news LED Domination Martin Professional Maxxyz Modules La casa danese ha esposto diverse novità, tra cui display LED, proiettori fissi e mobili, media server e superfici di controllo. Per quanto riguardo il controllo, il nuovo sistema modulare Maxxyz Modules permette all’utente di costruire la propria console partendo da una serie di cinque moduli che si possono usare anche autonomamente, oppure con Maxxyz PC, o con le console Maxxyz o Maxxyz Compact. Il modulo Cerebrum include il processore, un touchscreen da 12” e due fader master, e gestisce fino a 32 universi ArtNet tramite un collegamento RJ45. Il modulo Programmer si usa con Cerebrum o con Maxxyz PC software e permette massima efficienza nella programmazione. Comprende una licenza ed un dongle Maxxyz PC, e può gestire due universi DMX. Il modulo Playback aggiunge 10 fader motorizzati con 15 pulsanti LCD ed una sezione Go master. Fino a 16 di questi moduli si possono aggiungere ad un singolo Cerebrum, o ad una console Maxxyz o Maxxyz PC. Il modulo Submaster dispone di numerose opzioni di controllo ed aggiunge 24 fader non motorizzati, organizzati in banchi da sei. Due schermi LCD sono incorporati per l’etichettatura. Il modulo Button offre tre file di controlli, ciascuna con 10 pulsanti LCD e 10 pulsanti flash. Ogni fila di pulsanti si può customizzare per controllare selezioni di proiettori, gruppi, preset o playback. info Martin Professional Italy: tel. 035 3690911; www.martin.it Midas XL8 v. 1.10 Annunciata alla fiera di Francoforte la versione 1.10 del software per XL8. L’aggiornamento aggiunge diverse nuove caratteristiche, tra le quali riportiamo la possibilità di aggiornare il software semplicemente da una chiave USB, condivisione e compatibilità incrociata tra gli showfile di PRO6 ed XL8; ridondanza del computer master, utilizzando un secondo computer (interno) per seguire e monitorare il computer master; varie caratteristiche d’automazione, progettate principalmente per il teatro; customizzazione facilitata delle funzioni di base del mixer; “copia-incolla” show editor in tempo reale; panning stereo, LCR, LCRS, quadrifonico e 5.1 surround; quattro nuovi processori d’effetto. info Texim: tel. 0362 923811; www.texim.it Vari*Lite VLX Wash VLX Wash è il capostipite di una nuova generazione di proiettori automatizzati. È progettato per offrire tutti i vantaggi di un proiettore a LED, insieme alla resa cromatica caratteristica di una sorgente al tungsteno. La sorgente è composta da sette elementi LED RGBW CBM380 da 90 W ognuno, in grado di emettere oltre 10.000 lumen, con un durata di 50.000 ore (L10 - 70%). Un sistema di omogeneizzazione del fascio (in attesa di brevetto) rimuove l’effetto di ombre colorate. VLX ha un CRI di 93 ed una temperatura colore del bianco variabile tra 3000 e 6500 K. Lo zoom si controlla tramite un sistema di lenti che offre una gamma da 3:1, o da 22° a 60°. Nel caso che servisse un fascio più stretto, l’intero sistema di zoom si può facilmente rimuovere dal proiettore, provvisto di punti di montaggio per l’aggiunta di altri apparecchi per il controllo del fascio. VLX Wash incorpora anche un effetto stroboscopico ad alta velocità. Il sistema di motori trifase permette un movimento di 540° di pan e 270° di tilt, con un’accuratezza di 0,3°. VLX Wash si controlla tramite DMX512 su connettori XLR5 in e thru, richiedendo un minimo di 20 canali (dipendente dalla modalità di uso), ed è dotato di un’interfaccia Ethernet. Pesa 28 kg, e si può montare a distanze (l’uno dall’altro, tra i centri) di 48,3 cm. REDWash 3 • 192 192 High Power RGBW Luxeon Rebel LEDs • Exceptionally even colour distribution with uniform shadow looks • Extremely high intensity level of saturated colours • Spectacular strobe effects • Smooth, silent movement info Lite Link: tel. 0521 648723; www.litelink.it www.robemultimedia.it 16 maggio/giugno 2009 - n.77 ROBE Multimedia Srl | Via S.Mercadante, 25 | 47841 Cattolica (RN) | Tel.: +39 0541 833103 | Fax: +39 0541 833074 | E-mail: [email protected] Multiple choice Discharge lamp source Plasma light source Yamaha AKG Yamaha annuncia la nuova versione v.2 del software per la console M7CL. Con aggiornamenti basati sulle richieste di utenti da tutto il mondo, il software versione 2 aggiunge ulteriori funzioni ad M7CL, come “incolla globale”, che permette l’editing simultaneo di scene multiple, e il Sends on Fader sui 24 bus Matrix. Altre nuove funzioni comprendono una channel library, Relative Level Channel link, uscita diretta post-fader, insert post-fader, e molte altre. Queste migliorie permetteranno ulteriore facilità d’utilizzo e, insieme al nuovo stagebox SB168‑ES, rendono M7CL ancora più adatto alle applicazioni di grandi dimensioni. Le novità dalla casa austriaca, oltre al nuovo sistema radiomicrofonico DMS700 con trasmissione digitale, comprendono una versione limitata del microfono dinamico D7, un kit di due dei nuovi C214 accoppiati per la ripresa stereo, un nuovo kit per il microfonaggio della batteria, nuove versioni dei classici C747 e C3000 ed il nuovo microfono valvolare per l’home studio Perception 820 Tube. Perception 820 Tube incorpora una capsula a condensatore polarizzata esternamente con doppio diaframma da 1”. Lo stadio di preamplificazione interno è basato su un doppio triodo ECC83. Questo, in combinazione con il trasformatore in uscita, permette una risposta calda e morbida per la voce, ottoni o overhead. Il microfono comprende un’unità di alimentazione e controllo remoto con il selettore per variare lo schema polare del microfono da omnidirezionale a bidirezionale in nove passi, un filtro passa-alto (12 dB/8va @ 80 Hz), un attenuatore da 20 dB ed un interruttore per staccare la massa dell’uscita audio. Perception 820 Tube ha una banda passante estesa da 20 Hz a 20 kHz, una sensibilità di 20 mV/Pa (‑34 dBV ±3 dB), una pressione sonora applicabile di 135 dB SPL (155 dB con l’attenuatore @ 0,5% THD), ed un rumore intrinseco di 16 dB (A). info Yamaha Musica Italia: tel. 02 935771; www.yamahaproaudio.com info A&DT: tel. 039 216921; www.adtweb.it Robin 300E Spot ® Robin 3 Plasma Spot ® 10° - 40° Motorized zoom/focus • CMY/CTO • Iris • Dimmer • Shutter • Rotating prism • Variable frost • Static gobo wheel • Rotating gobo wheel • Colour wheel • QVGA touch screen Il vero spettacolo e’ usarle: STRUTTURE PILOSIO PALCHI TRIBUNE COPERTURE Con noi puoi essere sicuro di avere a disposizione strutture che si adattano alle più particolari esigenze perché studiate per essere semplici e per farti ottenere il risultato migliore. Le varie certificazioni garantiscono strutture efficienti, di elevata qualità, che soddisfano i più rigidi requisiti di sicurezza. E se non bastasse, la nostra assicurazione responsabilità prodotto per € 5.000.000,00 è inclusa nel valore del tuo acquisto. www.robemultimedia.it ROBE Multimedia Srl | Via S.Mercadante, 25 | 47841 Cattolica (RN) | Tel.: +39 0541 833103 | Fax: +39 0541 833074 | E-mail: [email protected] Pilosio S.p.A. Via E. Fermi 45, I-33010 TAVAGNACCO (fraz. di F. Umberto) UD, Italia Tel. +39.0432.435311, Fax +39.0432.570474 - www.pilosio.com - [email protected] news Soundcraft info Audio Link: tel. 0521 648723; www.audiolink.it 12” , 3x1” MODULO LINE ARRAY ATTIVO Valentini Presentata la gamma completa dei connettori unipolari SPW POWERSYNTAX, adatti per soddisfare tutte le necessità in ambito di distribuzione di potenza, pensati per l’alimentazione di motori trifase, gruppi elettrogeni e pannelli per la distribuzione elettrica ecc. I connettori POWERSYNTAX sono conformi agli standard di sicurezza elettrica attualmente in vigore in Europa e negli USA. Ogni connettore ha un tipo di chiave d’inserzione diversa che elimina la possibilità di errore individuale nell’accoppiamento (connettere, ad esempio, il neutro con una fase). Inoltre il connettore, dotato di serracavo a SKINTOP®, garantisce un grado di protezione IP67. Realizzati con il corpo isolante di colori diversi, in conformità agli standard di identificazione per colore (europeo, inglese, australiano), garantiscono così anche una semplice identificazione. Sempre marcato Valentini un nuovo cavo per strumenti musicali, pensato per le esigenze di trasporto del segnale audio di qualità. info Valentini: tel. 011 9594160; www.syntaxnet.it 18 maggio/giugno 2009 - n.77 NX S25-A 2x15” SUBWOOFER ATTIVO NX S21-A 21” SUBWOOFER ATTIVO PIU’ DI 5000 PERSONE ASL ha annunciato un nuovo sistema intercom digitale. I primi prodotti del sistema sono un beltpack da due canali, una stazione base da sedici canali in un’unità rack ed una matrice per il collegamento di 40 postazioni e due interfacce. Si possono collegare in cascata fino a sei matrici, per formare sistemi fino a 240 utenti con 12 interfacce. La configurazione dell’intero sistema si può salvare e ricaricare nella stazione base su una chiavetta di memoria USB, e la stessa interfaccia USB permette il collegamento di una tastiera o mouse. Tra le caratteristiche del sistema digitale troviamo la capacità di effettuare chiamate da persona a persona all’interno del sistema senza modifiche alla matrice e l’invio di messaggi di testo tra utenti specifici. Il produttore ha sviluppato un software di controllo, basato sul sistema operativo Linux, abbastanza intuitivo da consentire l’utilizzo immediato del sistema senza necessità di addestramenti specifici. Inoltre, sono in sviluppo delle interfacce che permetteranno il collegamento con sistemi di paging, cellulari, telefoni, VoIP, IFB ed annunci d’emergenza. NX L23-A PIU’ DI 1000 PERSONE ASL Digital Intercom System La serie NX è una gamma completa di diffusori audio attivi specifi pecificamente progettati per essere uno strumento versatile e flessibile per service ervice audio e i musicisti professionisti. PIU’ DI 500 PERSONE info Audio Equipment: tel. 039 212221; www.audioequipment.it SOLUZIONI AUDIO PER IL TOURING URING PIU’ DI 200 PERSONE Le varie novità da Souncraft comprendono tre nuove schede d’interfaccia per i mixer digitali serie Vi. La prima, una scheda ADAT, aggiunge 16 canali di I/O in formato ottico per la registrazione. La seconda permette l’estrazione dell’audio per l’elaborazione, e la successiva re-integrazione, dagli stream di video SDI. Una terza scheda permette la decodifica fino ad 8 canali audio da Dolby Digital o Dolby E stream, rendendo disponibili i canali individuali per l’elaborazione o per il mixaggio. Dopo la sua presentazione a gennaio in America, ha fatto il suo debutto europeo il nuovo Si2, versione scalata di Si3, introdotto l’anno scorso al PLASA (vedere S&L no. 74, p. 28). Si2 presenta le stesse caratteristiche, con 48 canali mappabili su 24 fader. Altra novità nella serie Si è una nuova versione del software che permette la visualizzazione e manipolazione delle curve di EQ su ogni canale, utilizzando i fader per aggiustare i filtri, ed incorpora un equalizzatore BSS da 30 bande su ogni canale in uscita. È inoltre disponibile per Si2 ed Si3 un nuovo software per l’editing off-line. COMPLETA FLESSIBILITA’ Visitate il nostro sito internet e scoprite tutti i sei modelli della gamma NX: tre monitor attivi a due vie NX M10-A, NX M12-A e NX M15-A, adatti sia per applicazioni FOH che di monitoraggio da palco, due subwoofer attivi NX S21-A e NX S25-A, un modulo line array attivo NX L23-A. HEADQUARTERS: RCF S.p.A. ITALY tel. +39 0522 274 411 e-mail: [email protected] RCF UK tel. 0844 745 1234 e-mail: [email protected] RCF France tel. +33 6 07501800 e-mail: [email protected] RCF Germany tel. +49 2203 925370 e-mail: [email protected] www.rcfaudio.com RCF USA Inc. tel. +1 (603) 926-4604 e-mail: [email protected] news QSC ILA v2 La californiana QSC presenta la seconda generazione del sistema line array, dedicata alle istallazioni fisse. ILA v2 è un sistema completo di diffusori full-range, subwoofer, processori, amplificazione ed accessori di montaggio. Il sistema è semplice nell’impiego, ed è suggerito per club, sale da ballo, teatri e luoghi di culto. Il sistema è basato sugli elementi WL2082‑i a “2-vie e ½” che impiegano due woofer da 8”, uno per le sole frequenze basse e l’altro per le medio-basse più le basse, e due driver a compressione con uscite da 1” e diaframma da 1,75” per le alte frequenze. WL2082‑i sopporta una potenza applicabile di 400 W LF + 100 W HF in modalità bi‑amplificata, o 200+200 W LF + 100 W HF in modalità tri‑amplificata, ed offre una copertura orizzontale ampia 140°. La nuova v2 introduce un nuovo subwoofer, WL118‑sw, che è essenzialmente una versione dimezzata del GP218‑sw, il sub del line array da touring Wideline. Questo sub appendibile da 18” è in grado da sviluppare 128,5 dB SPL continui, con potenza applicabile di 850 W ed un peso di 50 kg. Il sistema si completa con il System Controller SC28, un processore a 3‑vie più sub pre-programmato per l’uso con il sistema, finali serie RMX, ed un corredo completo di hardware per la sospensione. info Audio Link: tel. 0521 648723; www.audiolink.it Klark Teknik DN540 Klark Teknik presenta il nuovo compressore a quattro canali DN540 Creative Quad Compressor. Costruito in una singola unità rack, DN540 incorpora un controllo di presence “Harmonic Enhancement” per correggere la perdita di dettaglio ed intelligibilità durante la compressione, senza aumentare il rumore o la possibilità di innesco. È progettato per fornire una compressione estremamente trasparente, e dispone di controlli molto intuitivi, con tutti i controlli importanti facilmente identificabili. L’accoppiamento dei canali utilizza una somma energetica vera per discriminare il superamento della soglia d’intervento sul programma stereo. DN540 dispone di ingressi ed uscite bilanciate ed ingressi per sidechain esterni. L’alimentatore switching interno si adatta automaticamente a diverse tensioni e frequenze di rete. info Texim: tel. 0362 923811; www.texim.it Outline Anche in questa edizione il marchio bresciano ha presentato diversi prodotti innovativi. Partiamo dal nuovo sistema line-array denominato Mantas. Le dimensioni sono equivalenti al sistema Butterfly, tanto è che i due modelli sono compatibili e appendibili assieme. Si tratta di un sistema a due vie con 2 x 8” e un driver con bobina da 3” in una DPRWG (Double Parabolic Reflective Wave Guide), guida d’onda a doppia riflessione parabolica, noto brevetto internazionale Outline, lo stesso usato sul modello Butterfly, con apertura di 120°. MANTAS nasce come sistema autonomo, ma, condividendone i punti di collegamento meccanico, può anche essere utilizzato insieme al Butterfly quale elemento capace di un’apertura orizzontale più ampia (120°) per applicazioni front-fill e down-fill. Altro modello interessante è il LAB 21 (in foto), infra sub con un trasduttore da 21” in un caricamento ibrido a tromba ripiegata, in grado di riprodurre le basse frequenze fino a 23 Hz. Le misure del cabinet sono tra le più compatte della sua categoria ed anche il peso è molto ridotto: solo 112 kg. Molta attenzione è stata posta anche all’estetica ed alla modalità di trasporto, ricavando le maniglie direttamente dal cabinet. Se avete un ampli in grado di erogare 8000 W, il diffusore può sprigionare un SPL di 145 dB. Stefano e Michele Noselli. 20 maggio/giugno 2009 - n.77 info Outline: tel. 030 3581341; www.outlinearray.com news Coemar Presentata in anteprima in una fiera europea la serie Infinity S, composta da tre modelli, Spot S, Wash S e ACL, del quale troverete una recensione in questo numero della rivista. Questa serie monta una lampada di ultima generazione della Philips, modello MSR Gold 300/2 FastFit. A completamento della linea 1500 è stato presentato anche Infinity Spot XL, che tra le sue caratteristiche riporta: zoom da 7° a 50°, filtri CTO proporzionali, strobo meccanico ed elettronico, oltre logicamente a tutti gli effetti che competono ad un faro al top della gamma. Abbiamo visto anche una nuova release per la gamma StageLite e, per finire, una nuova gamma di illuminatori a LED per uso architetturale con una protezione alle intemperie IP67. info Coemar: tel. 0376 77521; www.coemar.com Spotlight La ditta milanese festeggia il 40° anniversario dalla sua fondazione, con una proficua collaborazione con Focon, nuovo distributore esclusivo per la Germania. La collaborazione dei due marchi ha portato alla nascita di nuovi prodotti, beneficiando di un’ulteriore applicazione della serie di forcelle modulari motorizzate “ARC” (Automated Remote Control), che si adattano perfettamente alla maggior parte delle apparecchiature per lo spettacolo. Il primo prodotto nato da questa collaborazione è il LED Powerstick, per il quale la Focon ha fornito le barre LED e Spotlight ha curato la motorizzazione. Il controllo DMX dei LED Focon permette la selezione di un numero pressoché infinito di sfumature e combinazioni di colori a partire dalla quadricromia RGBW e, contemporaneamente, il controllo singolo di ciascuno dei 240 LED delle tre barre, in modo da poter creare delle composizioni di colori in movimento o di utilizzare fino a 16 sequenze pre-programmate, se si opera in modalità stand-alone. info Spotlight: tel. 02 9883055; www.spotlight.it Errata Corrige Mi devo scusare con Marco Dellatorre, fonico monitor nel tour di Ivano Fossati, per un errore di trascrizione nella sua intervista. Quando descriveva il monitoraggio fatto tramite cuffia a filo e in‑ear monitor, sull’articolo è stato scritto che solo Riccardo Galardini usava questo sistema, mentre Marco mi aveva già detto che anche il tastierista Pietro Cantarelli, il bassista Guido Guglielminetti e il batterista Claudio Fossati, oltre naturalmente ad Ivano Fossati, usano in certi momenti dello spettacolo il sistema radio della Sennheiser. Mi scuso con Marco per non essere stato corretto nella trascrizione dell’intervista (a.m.). 22 maggio/giugno 2009 - n.77 Tascam BB-1000CD TASCAM ha lanciato un nuovo prodotto dedicato alla registrazione digitale in esterno, BB-1000CD. Si tratta di un prodotto destinato alle lezioni nelle scuole di musica, al training in genere, ai luoghi di culto, per le prove teatrali ed in qualsiasi occasione in cui sia necessario registrare musica o parlato in qualità professionale. BB‑1000CD integra quattro microfoni interni, e consente di registrare “al volo” qualsiasi contenuto audio su CD‑R/RW e/o su SD Card, nei formati WAV, MP3 con diversi livelli di compressione, e anche CDDA. BB‑1000 CD ha inoltre due ingressi XLR con alimentazione phantom per pilotare microfoni a condensatore esterni, ed un ingresso a livello linea. Il riascolto è possibile anche in loop o a velocità ridotta, senza perdere il pitch, e direttamente dall’apparecchio, grazie all’amplificatore integrato da 10 W e relativi altoparlanti. Questo piccolo registratore offre anche funzioni di editing, di metronomo, di accordatore cromatico e di duplicazione di tracce da CD audio. Le registrazioni sono trasferibili tramite USB verso gli apparecchi compatibili. BB-1000CD comprende un telecomando a raggi infrarossi e si alimenta da alimentatore di rete incluso o da otto pile AA. info Exhibo: tel. 039 49841; www.exhibo.it a|ri|sto|crà|ti|co agg., s.m. AU agg., estens., signorile, raffinato AIRTEN diffusore a 2 vie con 2 W da 10” e TW da 1.5” – 98 db 1w/1m – 5820.000 Hz a -3 db – 8 ohm – 350 Watts rms – 124 db di pressione continua e 128 db di picco – dispersione 90 H x 50 V AIR MOTION diffusore a 3 vie bi amplificabile con W da 12” MID da 6.5” HIGH da 1.5” – LF 106 db 1w/1m – MHF 108 db 1w/1m – 140-20.000 Hz a -3 db – 8 ohm – LF 500 Watts rms – MHF 250 Watts – 134 db di pressione continua e 138 db di picco - dispersione 50 H x 60 V PARAFLEX 360 subwoofer 30-60 Hz -3db con driver da 18” – 8 Ohm – 800 Watts rms – 132 db di pressione continua e 135 db di picco PARAFLEX 640 subwoofer 60-140 Hz -3db con driver da 18” – 4 Ohm – 1.000 Watts rms – 137 db di pressione continua e 141 db di picco Void Audio è distribuito in Italia da Mpi Electronic srl via De Amicis 10 20010 Cornaredo Milano telefono 02 9361101 telefax 02 93562336 [email protected] www.voidaudio.com news Le manifestazioni temporanee Obblighi, responsabilità e limiti della Pubblica Amministrazione L o scorso 1 aprile, nell’ambito della manifestazione Euro P.A., fiera dedicata a prodotti, tecnologie e servizi per la Pubblica Amministrazione, presso le strutture della Fiera di Rimini, si è tenuto un interessante convegno sulle responsabilità degli enti pubblici nei riguardi delle manifestazioni temporanee di pubblico spettacolo. Il convegno è stato organizzato a cura dell’associazione “4 Event Consulting”, con il patrocinio del Comune di Rimini, della Confesercenti di Ravenna e di Assomusica. 4 Event Consulting è un’associazione nata con l’obiettivo di formare e informare, tramite seminari e specifiche consulenze, gli operatori e le Pubbliche Amministrazioni in merito al complesso insieme di adempimenti tecnici ed amministrativi legati alla produzione degli eventi di intrattenimento, in un panorama normativo piuttosto confuso in cui molto è spesso lasciato alla prassi delle commissioni di vigilanza locali. Le problematiche connesse al mancato rispetto delle norme in materia di licenze autorizzative nel settore del pubblico spettacolo costituiscono, in effetti, una delle maggiori fonti di preoccupazione da parte sia degli organizzatori delle manifestazioni, sia delle amministrazioni pubbliche. Nel corso del convegno sono state illustrate, tramite relatori di assoluto rilievo, le principali normative di settore, gli adempimenti amministrativi, gli aspetti legati alla sicurezza e alla tutela, con 24 maggio/giugno 2009 - n.77 particolare riferimento ai poteri di controllo ed ai limiti della pubblica amministrazione, anche per quanto riguarda gli aspetti autorizzativi e sanzionatori. Tra i relatori, nonché moderatore durante tutti gli interventi, l’ing. Felice Monaco, presidente della Commissione Tecnica Comunale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo di Bologna, ha illustrato il quadro normativo di riferimento nonché la composizione e le funzioni della Commissione di Vigilanza. A seguire c’è stato l’intervento dell’ing. Mario Prince, vicecomandante dei Vigili del Fuoco di Bologna, che ha esposto le problematiche legate alla prevenzione incendi nelle attività di pubblico spettacolo. È stato poi il turno dell’architetto Carlo Carbone, esperto in acustica, presente come rappresentante di Assomusica, che, evidenziando la convergenza di interessi economici e culturali tra organizzatori e Pubblica Amministrazione, ha sollecitato il completamento della regolamentazione di settore da parte degli enti locali. L’ing. Franco Faggiotto, libero professionista attivo da decenni come tecnico nel settore degli “spettacoli viaggianti” e non solo, ha parlato delle procedure di certificazione e collaudo delle strutture e dei rapporti tra organizzatori, tecnici ed organismi di controllo. Anche l’ing. Faggiotto ha auspicato la redazione di un testo (regolamento) coordinato tra le associazioni di categoria ed il legislatore. Infine il dott. Claudio Malavasi, dirigente del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Fidenza, ha esposto le possibilità e i limiti della Polizia Municipale nell’attività di controllo e repressione nel settore dell’intrattenimento. Tra il pubblico che gremiva la saletta del convegno erano presenti funzionari e dirigenti della Pubblica Amministrazione provenienti da tutto il territorio nazionale, che hanno partecipato attivamente al convegno con diverse domande a tutti i relatori. Un evento di grande interesse che ha, tra l’altro, evidenziato ancora una volta la necessità, sentita da tutte le parti in causa, di un tavolo comune tra le associazioni di categoria, gli organismi di vigilanza ed il legislatore per contribuire a chiarire e/o fissare le procedure ed i regolamenti in un settore complesso come quello delle attività temporanee di pubblico spettacolo. info 4 Event Consulting: tel. 0546 668174; www.4eventconsulting.com news Deutsches Theater Alloggiamenti temporanei Q uando è stato deciso di ristrutturare l’edificio che ospita dal 1896 il teatro Deutsches Theater, al centro di Monaco, per non interrompere la ricca tradizione di quest’istituzione è stato necessario fornirgli un alloggiamento temporaneo fuori dalla città. Vista la cospicuità della ristrutturazione del suo domicilio permanente, per la quale è previsto un lavoro di tre anni, è stata allestita una colonia di tendoni di 3750 metri quadri nella zona suburbana di Fröttmaning, al nord della città. Il principale tendone del teatro ha un diametro di 70 m ed è alto 21,5 m al centro (abbastanza capiente per ospitare due aerei di linea Airbus A320), ed è costruito a cantilever radiali in modo che non ci siano colonne di struttura ad oscurare il palco per i 1700 posti a sedere. Il tendone foyer riscaldato contiene la cassa, diversi bar, il guardaroba e permette al pubblico di evitare attese all’esterno. Il foyer è collegato al tendone del teatro e ad altri due tendoni: uno contenente il ristorante di cucina mediterranea Alhambra e l’altro utilizzato per ospitare eventi vari. 26 maggio/giugno 2009 - n.77 I tendoni rappresentano una vera sede distaccata del teatro e sono arredati ed attrezzati per mantenere il decoro agli standard della sede originale. Visto che dal 1897 la sede originale del Deutsches Theater espleta anche il ruolo di “Ballhaus der Stadt München” (la sala da ballo comunale di Monaco), durante la stagione di gala di gennaio e febbraio, anche questo teatro tenda viene decorato con lo splendore dell’originale. Il tendone principale e quello per gli eventi vengono allestiti ognuno con una pista da ballo in parquet da 250 metri quadri, per ospitare questi eventi importanti della tradizione cittadina. L’impianto audio di servizio, installato da minos Sicherheitstechnik GmbH ed in grado di fornire musica di fondo, messaggi di servizio e di allarme, è gestito da un sistema Dynacord Promatrix 4000 con 2000 W totali di amplificazione e si serve di casse Electro‑Voice per la diffusione in tutto il complesso, Sx300PIX nella sala del teatro e delle EVID 4.2T nelle altre zone. Il sistema KUDO è stato aggiornato con il controller amplificato LA8 per fornire un nuovo livello di prestazioni. Questa architettura, accoppiata ad una evoluta tecnologia di filtraggio ed al limitatore di potenza L-DRIVE del nostro nuovo motore di gestione, permette un innovativo approccio del voicing del diffusore (library version 3). Inoltre, con l’introduzione del controllo e del monitoraggio remoto tramite l’intuitivo LA NETWORK MANAGER, il completo sistema KUDO fornisce l’intero potenziale del DOSC in dotazione e dell’esclusiva tecnologia a direttività variabile K-LOUVER. www.l-acoustics.com Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] news Seminario Grisby marzo 2009 Bob McCarthy impegnato nella spiegazione e Giovanni Bugari, a destra, che ha curato la traduzione simultanea. G risby Music, in collaborazione con Meyer Sound, ha organizzato dal 23 al 26 marzo scorsi un seminario specialistico di quattro giorni intitolato “SIM 3 Training and System Design”, dedicato alla progettazione ed alla messa a punto dei sistemi di rinforzo acustico professionali. SIM, acronimo per Source Independentent Measurement, è un analizzatore audio che, ad oltre 20 anni dall’introduzione della sua prima versione sul mercato, rappresenta ancora per vari aspetti lo stato dell’arte per quanto riguarda le misure e la taratura dei sistemi di rinforzo acustico in ambito live. La sua caratteristica principale è, fin dall’inizio, la possibilità di eseguire misure audio precise e significative in vari punti del sistema, nel dominio elettrico ed in quello acustico, utilizzando come segnale di test direttamente il programma che attraversa il sistema, senza la necessità di rumori e impulsi particolari. Naturalmente la versione attuale, SIM 3, gode di tutte le possibilità offerte dalla tecnologia moderna, sia analogica che digitale. Dopo una prima parte della prima giornata dedicata ad una panoramica sul sistema SIM ed alla sua evoluzione nel tempo, seguita da uno studio piuttosto appro- 28 maggio/giugno 2009 - n.77 fondito delle procedure d’utilizzo sul campo dell’analizzatore audio, il seminario è proseguito con l’esposizione della teoria e dei principi richiesti per il progetto dei sistemi audio, dai più semplici ai più complessi, in modo da ottimizzare l’allineamento e l’uniformità di risposta in ogni tipo di ambiente. Il seminario è stato condotto da Bob McCarthy, collaboratore di Meyer Sound da lungo tempo oltre che consulente audio indipendente per la progettazione e la messa a punto di sistemi audio. Per quanto riguarda la collaborazione con Meyer, in particolare, Bob è stato coinvolto tra l’altro in tutti gli aspetti dell’evoluzione del sistema SIM fin dalla sua prima apparizione, nel 1984. Dal punto di vista della formazione, Bob è il creatore del corso originale “SIM School”, di 40 ore, ha formato centinaia di operatori SIM e tutti gli istruttori SIM certificati, e tuttora tra le sue attività c’è quella di girare il mondo con l’obiettivo di formare gli utenti SIM. Il suo stile di insegnamento è rapido, rigoroso e caratterizzato da una davvero particolare abilità nello spiegare argomenti complessi in maniera pratica e comprensibile. McCarthy ha recentemente ri-progettato completamente il corso SIM per incorporare le (sue) più recenti tecniche di progettazione e allineamento, comprese le informazioni aggiornate sull’ottimizzazione dei moderni array e l’utilizzo delle tecnologie di processo digitali. McCarthy è anche autore di diversi libri dedicati al progetto ed all’ottimizzazione dei sistemi audio, da “SIM Sound Reinforcement Applications Guide” a “Meyer Sound Design Reference” fino al recente “Sound Systems: Design and Optimization”, edito da Focal Press, un’esauriente guida alla progettazione ed all’ottimizzazione dei sistemi audio che è stato nominato da Live Design International uno dei cinque “Top Audio Products” del 2008. Si è trattato di un seminario di livello tecnico particolarmente elevato, adeguato agli standard formativi che Grisby Music e Meyer Sound propongono ormai da anni anche in Italia. Square Vision 32 è il nuovo pannello video realizzato dal team di ricerca e sviluppo Colours. SQV32 conta 256 LED OSRAM (PLCC-6). Il pannello assicura immagini e visualizzazioni di elevata qualità garantite dalla velocità di refresh a 30Hz. Square Vision 32 inoltre comprende l’esclusiva funzione gamma correction e la regolazione dell’intesità luminosa. I pannelli possono essere installati sia all’interno che all’esterno dato il grado di protezione IP65. Le installazioni a pavimento e/o a muro sono facilitate da accessori preposti per questo utilizzo. È possibile impostare la posizione X-Y di partenza e utilizzare lo SquareVision 32 sia in orizzontale che in verticale, il collegamento del segnale avviene rapidamente con cavi RJ45. Portata massima certificata 300 kg a mattonella 1200 kg al mq. Square Vision 32 non necessita di un media server dedicato. © 2008 Martin Professional A/S news Appena finito il Platinum del 2008, partito ad aprile e conclusosi il 31 dicembre, il gruppo è subito ripartito per un nuovo tour nel 2009 Stadio Diluvio Universale P Da sx: Roberto Isotta, fonico di palco; Paolo Pezzettoni, fonico di sala; Nicola Trapassi, PA man e Denis Biagi, lighting designer. 30 maggio/giugno 2009 - n.77 artita con la data zero di Levico il 18 marzo, la tournée concluderà la prima tranche il 5 aprile a Milano, per poi riprendere per la fase estiva. Abbiamo incontrato la carovana alla data casalinga, cioè quella al Teatro delle Celebrazioni di Bologna. Ad accoglierci è il sempre presente Martino De Rubeis della Color Sound, agenzia che si occupa da anni del management degli Stadio. Approfondiamo l’aspetto tecnico facendo qualche domanda a Carmine Di Nardo, titolare del service DDM Eventi che fornisce audio e luci. “Per questo allestimento – ci dice Di Nardo – abbiamo fornito un PA Meyer modello Mica: cinque satelliti per parte con l’aggiunta di tre sub modello 700 per la tournée indoor. Per l’estiva, invece, abbiamo previsto un PA composto da sette diffusori sospesi più sei sub per parte. “Il monitoraggio è invece misto: il mixer Soundcraft SM24 controlla infatti dei monitor Martin ed alcuni IEM. In sala, “Pezz” (all’ana- grafe Paolo Pezzettoni, fonico - ndr) usa un mixer analogico Midas Legend 3000, con una serie di outboard classiche”. Il lighting designer del tour, Denis Biaggi, ci fornisce invece maggiori delucidazioni sul set up delle luci. “Le luci in questa tournée teatrale sono montate su tre americane lineari. Si tratta di 14 Robe ProSpot 575 e di 14 Robe ProWash, con l’aggiunta di 12 sagomatori ETC e 6 DWE. “Il disegno luci è stato programmato con una GrandMA Ultralite, ma in tour è gestito con una Micro, il modello più piccolo della serie GrandMA”. Paolo Cristofori della Studio Ipotesi di Lugo ha invece realizzato il fondale: “Tutto nasce dall’idea degli Stadio – ci spiega – di suddividere il concerto in tre parti contraddistinte da tre colori prevalenti: la prima parte è identificata con il rosso, colore del disagio, delle problematiche negative della vita, droga, mafia, guerra ecc; la parte intermedia, per cui è stato scelto il giallo, rappresenta l’Arca, il percorso della vita; mentre l’ultima parte, con l’azzurro, simboleggia il ritorno alle origini, la rinascita. “Così, per identificare questi momenti, abbiamo pensato ad un grande telo che avesse disegnati tre quadri, uno dei quali prende spunto da alcuni disegni di Giulia Grandi, figlia di Saverio, autore di molti testi degli Stadio. Per cambiare scenografia abbiamo unito i tre teli e li abbiamo montati su un rullo motorizzato che, scorrendo a comando, li posiziona correttamente nei vari momenti dello spettacolo. Per illuminare questo telo sono stati poi usati dei par LED, proprio per sottolineare maggiormente il colore più appropriato”. EvenLED ™ Un fondale sempre uniforme EvenLED è un sistema modulare per ottenere superfici illuminate in maniera perfettamente uniforme e flicker free. EvenLED funziona in retroilluminazione con un controllo DMX a 16 bit e ogni metro quadro possiede 16 pixel RGB in grado di offrire sia scenari delicatamente sfumati che potenti lampi di colore. In questo modo avrete la possibilità di creare il giusto fondale a seconda delle Vostre esigenze. Con la massima silenziosità, ridotta emissione di calore, garanzia di lunga durata e bassi consumi, EvenLED è la soluzione ideale per Voi. www.martin.it news di Mike Clark Lighting & Sound America no imparare un comportamento corretto e sicuro in relazione al loro ambiente quotidiano, permettendo alle autorità di affrontare e contrastare i gravi problemi di abuso giovanile di droga e di alcool nella zona. Fra le attrazioni che distinguono il centro dell’intrattenimento a Las Vegas, il Mirage Volcano è forse il più grande spettacolo pirotecnico al mondo. Il Mirage ha recentemente completato un restauro della sua struttura, installando nuovi effetti pirotecnici e un sistema line array MILO della Meyer Sound. Dei lanciafiamme FireShooter nell’acqua che circonda l’isola del vulcano si accendono con una coreografia gestita in sincronia con la colonna sonora originale dei percussionisti Zakir Hussain e Mickey Hart. Quest’ultimo era il batterista dei mitici Grateful Dead negli anni Sessanta, ma ha anche composto e suonato musiche per la colonna sonora del film “Apocalypse Now” e per la cerimonia di apertura degli storici Giochi Olimpici del 1996, oltre a condurre ricerche sulle percussioni di tutto il mondo, annunciando i benefici che possono avere su certe patologie associate all’invecchiamento. A riprodurre l’imponente suono delle percussioni, ben 25 sistemi Meyer MILO, posizionati in modo strategico in tutta la laguna, in cluster da due, tre o quattro diffusori, ognuno con un subwoofer 700‑HP, il tutto rigorosamente dipinto di verde per mimetizzarsi tra il verde e le rocce del “vulcano”. Pro Sound News Europe Installation Europe Bowers & Wilkins, importante produttore britannico di altoparlanti, ha siglato un accordo con Real World Studios (gli studi di registrazione di Peter Gabriel) per creare una etichetta discografica che si propone di offrire il primo servizio di download musicale “all’insegna della qualità, non della quantità”. Per una tariffa annuale di 34 sterline, B&W Music Club offre un album speciale ogni mese, registrato durante delle sessioni live agli Studi Real World, vicini a Bath, in Inghilterra. Gli album possono essere scaricati solamente per un mese e sono disponibili in formato Apple Lossless, per gli utenti di iTunes, o FLAC, fornendo così ai soci del club delle registrazioni con qualità CD. Commentando l’iniziativa, Gabriel ha detto: “Credo che questa collaborazione con B&W sia unica nel suo genere e permetterà molti progetti interessanti. Per gli artisti è una proposta allettante, perché dispongono di molto tempo in studio, con accesso ad un’eccellente struttura di registrazione, e possono sperimentare senza vincoli di alcun tipo, a parte l’accordo per un mese con la B&W. La B&W commissionerà le registrazioni agli artisti con la consulenza creativa di Real World, dopodiché pagherà loro un acconto, che serve a finanziare la creazione della registrazione, della quale gli artisti ricevono una copia master. L’album è poi offerto ai soci per un mese e i diritti tornano successivamente agli artisti, che possono decidere liberamente se e con chi farlo pubblicare in modo tradizionale”. Lo stadio Ricoh Arena, il campo “di casa” della squadra calcistica inglese Coventry City, ha recentemente ospitato il lancio ufficiale dei prodotti audio della K‑Array (costruttore toscano di diffusori) da parte della Sennheiser UK, distributore esclusivo per il Regno Unito. All’evento, Peter May (direttore commerciale della società inglese) ha descritto i sistemi come “una delle gamme di prodotti più innovativi ed eccitanti” e il direttore Phil Massey ha aggiunto: “Se non si vive in prima persona l‘esperienza dei prodotti K‑Array, è difficile credere che dei diffusori così compatti siano in grado di produrre un suono talmente nitido e potente”. Clark’s Corner un occhio sulla stampa internazionale InAVate Una società di ricerca di mercato ha annunciato che entro il 2013 il settore mondiale dei sistemi di video-conferencing dovrebbe raggiungere un fatturato di 2,5 miliardi di dollari. Arrivato in seguito ad un rapporto dettagliato che segnalava un fatturato di 127 milioni di dollari nel 2007, l’annuncio indica che gli effetti negativi dei viaggi di affari – come lo spreco di denaro e le emissioni di carbonio – sono sufficienti per spingere molte aziende ad investire in un sistema di telepresenza o video-conferencing, che permette ai loro dirigenti di “incontrarsi” con diverse aziende sparse per il mondo nello stesso tempo che impiegherebbero per fare un solo viaggio. La Crestron International (leader nel settore dei sistemi di controllo e di automazione) ha recentemente inaugurato una nuova sede a Bruxelles. L’edificio, destinato a funzionare da cuore per le attività di formazione, vendita, supporto tecnico e distribuzione di prodotto svolte dalla società in Europa, Russia e Medio Oriente, ospita 178 professionisti del settore audiovisivo ed è costato quattro milioni di euro. Il municipio della città inglese di Sutton ha avuto dei finanziamenti governativi per un totale di 4,3 milioni di euro per la creazione di uno studio multimediale che sarà utilizzato per creare la simulazione di una strada cittadina, nella quale i giovani della città potran- 32 maggio/giugno 2009 - n.77 La Martin Audio ha sviluppato un nuovo subwoofer da 21 pollici per conto di The Prodigy, in seguito ad una collaborazione fra il laboratorio di Ricerca e Sviluppo del produttore audio e Jon Burton, il fonico FoH della band. Il prototipo del nuovo sub passivo è stato creato prima delle esibizioni del gruppo ai festival di Chelmsford e Stafford. Burton ha spiegato: “Volevamo ottimizzare l’impatto delle frequenze basse, ma in modo direzionale, per evitare la loro propagazione nell’intero sito. Basati sul disegno dei diffusori ASX, i nuovi sub non sono stati impiegati durante tutta l’esibizione, ma per alcuni effetti in certi punti del programma, permettendo ai livelli sonori (di cui viene calcolata la media) di rimanere nei limiti previsti dalle autorità. Nonostante gli attuali problemi economici mondiali, la Crestron Electronics ha annunciato che il mese di dicembre 2008 è stato il migliore in tutti i suoi quaranta anni di storia per quanto riguarda le vendite, con una crescita del 28%. L’azienda ha annunciato che questi risultati positivi sono dovuti al lancio di una varietà di nuovi prodotti, destinati sia al mercato residenziale sia a quello commerciale: infatti ben settanta prodotti sono stati aggiunti alla gamma, e molti altri erano previsti per i primi mesi del 2009. Doremi Cinema, produttore di tecnologie per il mercato delle sale cinematografiche, contribuirà alla prossima fase del progetto di Odeon/UCI per aumento delle sue strutture dotate di tecnologie per il cinema digitale. Odeon/UCI è il più grande operatore europeo del settore dei cinema (e il più grande fuori degli Stati Uniti). Doremi Cinema fornirà i suoi DCP‑2000, server per la proiezione di film tridimensionali, in un periodo in cui il mercato segnala un significativo aumento nella produzione di lungometraggi 3D. La fornitura, desinata a settanta nuove sale nel Regno Unito, Spagna, Portogallo, Germania ed Austria, porterà il totale di sale con sistemi di proiezione DCI a centoundici, in grado di supportare le tecnologie Real D (con occhiali passivi), Xpand (occhiali attivi) e Dolby 3D. Il Friedrichstadtpalast di Berlino, che vanta il palcoscenico al coperto più grande del mondo, ha recentemente completa- to un “upgrade” tecnologico. Con una superficie di 2.542 m2, il palco del teatro è in grado di allestire una pista di pattinaggio e una piscina in tempi incredibilmente rapidi, o di ospitare trentadue ballerine di can-can in fila. Ed è proprio quello che fa durante l’ultimo spettacolo in programma: Qi. Michael Pohl (responsabile del supporto tecnico per Meyer Sound) spiega che il nuovo sistema audio installato comprende una parte principale composta da cinque cluster di M’elodie, controllati da tre processori Galileo 616. L’array centrale è dotato di otto diffusori, supportato da tre sub 700‑HP, mentre quelli laterali principali hanno dieci M’elodie rinforzati da tre 700‑HP. Due array laterali secondari, per il programma dell’orchestra, consistono in sei diffusori M’elodie. Per complicare il lavoro di progettazione dell’impianto audio, attualmente l’orchestra non suona nella buca come vuole la tradizione teatrale (il “palazzo della fantasia” è stato aperto nel 1984), ma da una piattaforma installata nel muro ad un’altezza di sei metri sopra la platea. Per Qi, la piattaforma gemella sull’altro lato della sala ospita una sezione molto ampia di percussioni. Inoltre, un “prepalco” circolare è stato installato davanti al proscenio, sporgendo per sedici metri. Per gestire un sistema talmente complicato, oltre ai processori Meyer, i tecnici audio del teatro fanno largo uso della matrice delle due console digitali Aurus della Stagetec (ognuna delle quali è configurata per novantadue canali audio). L’audio per Qi è totalmente automatizzato e i due fonici hanno lavorato per due settimane per programmare le scene per i trenta attori ed i trenta orchestrali coinvolti. Gli impianti per l’illuminazione e per la proiezione non sono da meno, con quattro DL3 Barco, quattordici Alpha Spot 300 della Clay Paky, diciassette MAC 700 Profile della Martin, cinquantadue proiettori Vari*Lite (VL3000 e VL1000) e circa 12.000 LED iColor Flex SL della Color Kinetics, tutto sotto il controllo di tre console grandMA della MA Lighting. www.soundlite.it 33 phototour Kaiser Chiefs Off With Their Heads Fonico FoH Systems tech Tecnici audio Fonico di palco Project manager XL Lighting designer Contenuti video Service audio Service video Chris Leckie Tony Szabo Richy Nicholson, Declan Fyans Marc Peers Ilias Adrianatos Jo Beirne Richard Larkum Richard Stembridge AdLib XL Video Materiale Andrè Rieu World Tour Lighting designer Maurice Verbeek Co-lighting designer/ operatore Gertjan Houben Head crew chief/ Project manager (lighting)Richard Bovee Operatore Peter Bosua Crew chief Marco Driessen Peter Visser System engineer Bart van Stiphout Tecnico dimmer Jos Jacobs Followspots Eric Verbeek FoH 60 JBL VT4889 16 VerTec 4880A sub 16 L‑Acoustics SB28 Lab.Gruppen PLM14000 ARCS front-fill dVDOSC front-fill Soundcraft Vi6 Yamaha M7CL Lake processing Meyer SIM 3 Monitors 13 d&b M2 2 Sennheiser G2 IEM 1 DigiDesign Profile 6 ARCS side fill 2 SB28 side fill Video 180 Spider 40 Catalyst media server Hog iPC Materiale luci 1 85 Martin MAC 2000 Wash 58 Martin MAC 2000 Wash XB 30 Martin MAC III Profile 114 Martin MAC 250 Wash 10 Martin MAC 2000 Performance 14 Exterior 200 53 Vari*Lite VL3500 Q 8 High End Showgun 25 Xilver Dropleds 12 Robert Juliat D’Artagnan 2500 HMI 3 Robert Juliat Heloise 2500 HMI 4 Robert Juliat Ivanhoe 2500 HMI 6 Robert Juliat Lancelot 4000 HMI 3 High End WholeHog III Cambridge University 800mo anniversario Service Video Creato da Contenuti video Programmazione Materiale E/T/C London Ross Ashton Paul Chatfield Ross Ashton Richard Porter 4 Proiettori Christie S+20K 4 Server OnlyView 34 maggio/giugno 2009 - n.77 Snow Patrol One Hundred Million Suns Lighting/visuals designer Live visuals director Video director Service Luci Project manager Lighting crew chief Lighting crew Service video Project manager Tecnico video Tecnico LED/ operatore telecamer Projectionist/ operatore telecamera Operatori telecamere Tecnico schermi Davy Sherwin Robin Haddow Blue Leach HSL Mike Oates Johnny Harper Ian Lomas Tim Oliver Rob Starksfield Tom Wright Andy Hilton XL Video Phil Mercer Jo Beirne Gerry Corry Al Bolland Dave Rogers Darren Montague Jamie Cowlin Graham Vinall Materiale luci e video 3 WholeHog 3 consoles 1 Wholehog USB wing 20 Vari*Lite 3500 Wash 10 Martin Atomic Colours 34 Robe ColorWash 2500E ATs 28 V*L 3000 Spot 20 i-Pix BB4s 5 BB16 blinders 30 Martin Atomic 5 4-cell Mole con scroller 6 2-lites 4 Robert Juliat Ivanhoe 2.5K Barco O-lite schermi LED ESP Vision system GV Kayak switcher 3 Catalyst media server 4 Barco DLM 1200 4 Barco FLM 20 4 Sony D35 2 Robo-cams 6 Mini-cams www.soundlite.it 35 rubriche di Toni Soddu Stage management primi rudimenti P 36 maggio/giugno 2009 - n.77 Il settore dello stage monitoring è sempre più importante, per la semplice ragione che serve gli artisti sul palco in prima persona, cioè coloro da cui dipende in maniera fondamentale la buona riuscita della performance! Non a caso si è in breve tempo arrivati a progetti audio per il palco di complessità bizantina e cervellotica, soprattutto grazie all’ausilio delle console digitali. A tal proposito, una delle prime regole è quella di verificare per tempo i driver installati (nel senso di software) e che gli aggiornamenti della console digitale siano in linea con la richiesta; occorre comunque comunicare alla produzione ospite la versione del software installato per una verifica. Questo sarà interpretato come un atto di professionalità: rispondere, scrivere, telefonare non deve essere considerata da voi una noiosa cortesia obbligatoria, ma la vostra modalità normale di operare in un contesto internazionale o... anche semplicemente dietro casa vostra. I racconti di casi in cui molte operazioni improvvisate sul posto sono state una caporetto sfiorano almeno un buon sessanta per cento dei lavori intrapresi. Questo, in buona parte, a causa della scarsa perizia e della poca dimestichezza con questo tipo di lavoro. E la conoscenza della lingua non deve costituire certo l’alibi ad operare peggio: “Non conosco l’inglese”, famosa frase utilizzata a difesa dell’ignoranza, è ormai veramente inaccettabile per chi fa questo lavoro. Outboards e main output list. roseguiamo sulla retta via dello stage-management. Nel numero precedente abbiamo proposto una lettura assistita dei rider, mentre qui prenderemo visione delle richieste audio per monitor e FoH. L’elenco riportato sul rider può essere anche molto lungo, da un minimo di una pagina fino ad un numero imprecisato. Dipende dalla complessità del progetto audio. Di seguito un’esposizione su come questo elenco è solitamente diviso. Qui la categoria si specializza in: ampli cuffia - minimixer per controllo personale degli ascolti e stazioni sempre ad uso personale con collegamento in CAT5/6, abitualmente in digitale. Attenzione a verificare con cura le richieste, dove è specificato se questi ascolti siano utilizzati in stereo oppure in mono. Ormai la maggior parte delle band on the road utilizza sei o sette aux send in stereo per gli ascolti. Questo comporterà, nella richiesta, un banco di mixaggio con almeno 14 o 16 mandate mono pre/post fader per controllarli. In caso di richiesta di stazioni Aviom o simili, che utilizzano il collegamento con cavo CAT5/6, è buona norma verificarne prima il corretto funzionamento e la lunghezza: vista la natura del connettore e del cavo potreste trovarvi a piedi ancor prima di cominciare! Monitor world - Wedge monitors o floor monitors: letteralmente “monitor a cuneo”, così chiamati a causa della loro forma, o “monitor da pavimento” perché si appoggiano sul palco. - Drumfill: sistema audio dedicato a batteria e percussioni, a volte utile anche per i deejay. - Sidefill: sistemi bi- o tri-amp posizionati ai lati del palcoscenico, utilizzati il più delle volte per fare più baccano possibile sul palco. - Shakers: categoria molto in voga negli ultimi anni, da posizionare sotto i seggiolini della batteria con l’intento di simulare la sensazione delle basse frequenze riprodotte. Per sua natura, questo particolare congegno necessita di un amplificatore di potenza assai capace, diciamo dai 250 W RMS in su. Tenetelo bene a mente quando vi segnalano uno Questa sezione riporta usualmente come prima voce la console digitale o analogica di controllo, il numero dei canali necessari in ingresso e soprattutto quanti “aux send” saranno necessari per svolgere il servizio di monitoraggio per il palco. Subito dopo vengono solitamente citati i congegni utilizzati per gli ascolti, elencati per tipo e marca: - IEM wireless (radio) - IEM hardwired (via cavo) shaker di questa natura: quasi mai è specificata la richiesta dell’ampli per pilotarli! La crew ospite porta il seggiolino, perché è compreso nel backline al seguito, il finale invece no! Infatti pesa, ed ha bisogno di cavo di segnale, corrente etc. Continuando nella lettura delle richieste riguardanti il monitoraggio, nella main output list sarà indicato l’utilizzo delle linee monitor, spesso insieme ad una input list apposita per il palco. Quest’ultima potrà avere una disposizione dei canali sul mixer differente da quella del FoH. Una attenta lettura della input list dello stagebox rivela sia il tipo di microfono o di dispositivo collegato (DI box, ecc), ma anche il flusso dei segnali, la loro ripresa e dove devono essere collegati. Nelle vicinanze troveremo lo stageplot, una pianta del palco dove saranno evidenziate le posizioni della band e dei monitor: una rapida (ma sempre attenta) occhiata potrà rivelarvi altri particolari utili, come la lunghezza dei cavi da utilizzare e lo schema per la fornitura di corrente adeguata per il backline (ciabattine-trasfomatori per la 110 V, ecc.). Per quello che riguarda il settore IEM Wireless, in un apposito elenco saranno evidenziate le frequenze di utilizzo per lo show (“Frequency Chart” oppure “Frequency Plan”) nonché il sistema di antenna splitter utilizzato. Da confrontare con quello di altre band nel caso di festival con un numero infinito di musicisti sul palco! Front of House Anche per quello che riguarda il FoH l’elenco partirà dalla richiesta del tipo di banco di mixaggio, analogico o digitale, dei canali di ingresso, etc., con una cura particolare per gli outboards ed i relativi punti di insert. Occorre verificare con cura il numero delle macchine richieste, confrontandole con le informazioni contenute nella input list FoH, per capire al meglio il tipo di cablaggio ri- chiesto: insert a catena (gate e compressori di dinamica), channel strip esterni per la voce da cablare con il microfono direttamente nel preamplificatore della macchina, e così via. Fondamentale il set-up del sistema audio richiesto: main L‑R, infill, sub, delay saranno specificati con un elenco a parte contenuto quasi sempre in questa sezione, come la richiesta dell’assistente del system engineer che avrà il compito di supportare (e sopportare!) il sound engineer ospite soprattutto nelle frenetiche fasi di allestimento. Anche la richiesta del sistema audio avrà un suo capitolo a parte. E su questo (a meno che l’ospite conosca il posto del concerto) si svilupperanno le diatribe più impegnative: quanti diffusori? Dove posizionarli? La potenza applicata? Il set-up del suono? Flying system o appoggiato al palco? In-fill, out-fill? Argomentazioni molto delicate perché spostano la discussione tecnica sul piano economico! Quando questo argomento è affrontato da subito nel modo peggiore, si rischia di compromettere il rapporto con tutto il mondo ed il rischio della discussione sul posto dello show diventa realtà. Per esperienza è meglio affrontare la situazione da un punto di vista tecnico e non mettere avanti la solita frase: “Questa venue l’abbiamo sempre fatta con questo impianto e nessuno si è mai lamentato”. La tecnica migliore è quella di contattare il responsabile della produzione ospite (Production Man ager / Sound Engineer FoH) ed inviargli mappe, piante e foto del posto specificando dimensioni ed affluenza prevista del pubblico. Questo capitolo del rider dimostra la sua importanza particolarmente quando si affrontano grandi spazi, ed il nome dell’artista richiama grandi quantità di pubblico al concerto. Quindi ricordate la regola d’oro: pesare le parole. Questo, insieme ad un’efficace comunicazione in fase di pre-produzione, evita il circo delle urla (o peggio!) sul luogo di lavoro. www.soundlite.it 37 &aziende uomini Electro‑Voice Rental Network EKO Music Group e Sony Proel acquisisce Sagitter Rosco nomina nuovi distributori in Italia Viste le positive esperienze di collaborazione e scambio di materiali tra le aziende italiane proprietarie di sistemi line array Electro‑Voice, Texim s.r.l., distributore per l’Italia delle apparecchiature audio professionali Electro‑Voice, ha ufficializzato la costituzione dell’Electro‑Voice Rental Network. Electro‑Voice Rental Network offre una serie di attività, riservate alle società aderenti, atte a rendere il livello del loro lavoro sempre più alto e professionale. Il Network include, per il momento, circa venti service italiani che, vista la quantità di sistemi Electro-Voice da loro posseduti, sono in grado di soddisfare qualsiasi tipo di richiesta di sonorizzazione. All’interno della società Texim operano persone di riferimento che hanno il compito di seguire e supportare le aziende aderenti al Network. Una delle attività più rilevanti, riservata ai responsabili tecnici e operativi di tali aziende, sono gli incontri ed i seminari che si svolgono presso la sede Texim, per condividere tutte le applicazioni e gli aggiornamenti tecnici delle apparecchiature Electro‑Voice. Questi incontri permettono lo scambio di esperienze tra le aziende ed i responsabili tecnici Texim, ottimizzando al massimo l’applicazione delle tecnologie. L’operatività di questa rete è già stata sperimentata in maniera positiva in diversi eventi della passata stagione. Eko Music Group e Sony annunciano un accordo di distribuzione nazionale partito il 1 aprile e relativo ai prodotti pro audio e software musicale di Sony, sui canali di rivendita Musical Instruments e Business & Industrial. Tutta l’attuale proposta di Sony Professional sarà a disposizione dei canali commerciali attraverso una struttura di vendita e supporto capillare su tutto il territorio nazionale. Sony Professional, una divisione di Sony Europe, è specializzata nella produzione di soluzioni AV/IT nei settori di media e broadcast, videosorveglianza, retail, trasporti ed eventi. Attualmente, oltre a produrre e distribuire in tutto il mondo le chitarre e gli ampli EKO, EKO Music Group SpA è un’azienda leader nella distribuzione in esclusiva per l’Italia di strumenti musicali e prodotti audio. Il 16 febbraio è stato siglato l’accordo con la società Lampo Lighting Designers, di Castel Goffredo (MN), per l’acquisizione da parte di Proel S.p.A. del marchio Sagitter e della relativa attrezzatura produttiva. Proel ha individuato in Lampo un partner per poter esercitare un controllo totale del processo produttivo, grazie anche alla creazione di un reparto di ricerca e sviluppo dedicato. Questa permetterà a Proel di posizionarsi più favorevolmente nel mercato internazionale del Lighting professionale, dove Sagitter è riconosciuto come un importante brand italiano, nei mercati del Rental, Teatro e Live. Con tale operazione, Proel completa il proprio assetto nell’ambito del piano strategico per i settori Audio, Lighting e Video. Roscolab Ltd. e Rosco Italia annunciano la nomina di tre nuovi distributori per l’Italia: Daylight srl, DTS Illuminazione srl e Sonora Service srl. Queste tre aziende sono in forte crescita e sono impegnate nello svillupo ulteriore del mercato italiano per le diverse gamme di prodotti Rosco. Daylight srl è un fornitore storico del settore cinematografico e televisivo a Roma e, tra breve, anche a Milano. Il suo magazzino già contiene un ampio assortimento di filtri di conversione, diffusione ed effetti Rosco, nonché una selezione delle più popolari vernici Chroma Key ed alcuni dei prodotti tessili della gamma cinematografica Rosocotex (www.daylightsrl.com). DTS srl, dinamica azienda conosciuta in tutto il mondo come costruttore di apparecchiature illuminotecniche, è dotata di una sviluppata rete di distribuzione in grado di assicurare un efficiente servizio. DTS dispone già di un magazzino di prodotti Rosco E-Color+ e promuoverà anche i prodotti più specifici per il teatro, come gobos ed altri effetti (www.dts-lighting.it). Sonora Service di Genova si occuperà delle vendite in Liguria, Piemonte e Val d’Aosta. Sonora ha una lunga esperienza con i prodotti Rosco e metterà la sua competenza ed efficienza a buon uso in questi importanti mercati regionali. Il suo magazzino già dispone una buona scelta di prodotti Rosco (www.sonoraservice.it). info Texim: tel. 0362 923811; www.texim.it s.r.l info Rosco: www.rosco.com info Proel: tel. 0861 81241; www.proelgroup.com info Eko Music Group: tel. 0733 226271; www.ekomusicgroup.com Martin Professional A/S Martin Professional annuncia la nomina di Frank Hoen a Senior Vice President – Business Development & Marketing. Hoen in precedenza svolgeva il ruolo di Senior Vice President – Architectural. Oltre all’incarico dello sviluppo commerciale, Hoen assumerà la responsabilità di tutto il marketing e la comunicazione dell’azienda Danese. Un altro incarico importante è quello del nuovo Vice President – Distributor Sales, Bruno Garros, precedentemente Managing Director della Martin Professional France S.A. Per creare una struttura di vendita ancor più efficace a livello europeo, Martin Professional A/S ha deciso di ottimizzare l’organizzazione mediante la creazione di Martin EMEA (Europa, Middle East e Africa), che avrà come quartier generale gli uffici ad Aarhus in Danimarca. Nel corso del 2009 le filiali europee saranno coinvolte nella nuova organizzazione mentre i distributori dell’area saranno seguiti da questa realtà in un momento successivo. A capo di Martin EMEA, a partire dal 1 gennaio 2009, è stato incaricato Villads Thomsen, Vice presidente EMEA ed ex-Managing Director per Martin Scandinavia. La direzione delle vendite di Martin Professional Italy SpA è affidata a Martin Fournier che lavora con l’azienda da 14 anni ed è stato direttore vendite presso Martin France per cinque anni. Fournier continuerà a mantenere anche l’incarico di Direttore vendite presso Martin France. ZioGiorgio si fa in due I nostri amici di ZioGiorgio annunciano la separazione del sito, ormai diventato un riferimento importante, in due sezioni: una dedicata al mondo della luce ed una al mondo dell’audio. In questo modo, le notizie saranno ancora più specifiche nella loro area di appartenenza ed i lettori potranno identificarsi meglio in base ai propri gusti. Rimarrà comunque una pagina “madre” unica per chi desidera sapere “al volo” quali sono le ultime notizie dal mondo del professional entertainment. L’ultimissima soluzione per la produzione musicale SONAR V-Studio 700, la prossima generazione dei V-Studio, è l’ultima frontiera nella produzione musicale creativa: un’offerta completamente ridisegnata e combinata, basata su hardware e software raffinati e perfettamente collimati. Roland e Cakewalk, due nomi di riferimento nella tecnologia della musica, hanno combinato il meglio del rispettivo engineering per rispondere alle crescenti esigenze dei professionisti in area musicale. SONAR V-Studio 700 offre al produttore musicale moderno una varietà di caratteristiche uniche, hardware e software di qualità professionale che trasformeranno il tuo modo di lavorare. The SONAR V-Studio 700 puts you in control. It’s your music after all. info ZioGiorgio: www.ziogiorgio.it info Martin Professional: www.martin.com 38 maggio/giugno 2009 - n.77 Rivenditori autorizzati in Italia: Distribuito in Italia da Edirol Europe Ltd. Per dimostrazioni su appuntamento contattare Edirol Europe Ltd Tel. 02 93778329 www.edirol.it www.sonarvstudio.com Lucky Music luckymusic.com/ Music Roma Italia mrx.it Cherubini cherubini.com &aziende uomini RCF - SGM Da sinistra: Ing. Arturo Vicari, Amministratore Delegato di RCF Group, Gabriele Giorgi, Amministratore Delegato di SGM, e Alessandra Giorgi, Direttore Generale di SGM. 40 D maggio/giugno 2009 - n.77 urante una conferenza stampa internazionale, presso lo stand di RCF nell’ambito della fiera ProLight+Sound di Francoforte, l’ing. Vicari ha annunciato l’in‑ gresso nel gruppo reggiano delle quote della società marchigiana. SGM, fondata nel 1975 a Tavul‑ lia (Pesaro - Urbino) da Gabriele Giorgi, è da oltre 30 anni una delle aziende di riferimento nel settore dell’illuminazione profes‑ sionale. La società progetta, pro‑ duce e commercializza prodotti e soluzioni destinate al mercato dell’illuminazione architetturale e dell’entertainment. L’acquisizione rappresenta un ul‑ teriore e importante sviluppo del piano strategico di RCF Group fi‑ nalizzato ad ampliare la propria offerta commerciale e la presenza sui mercati esteri. L’operazione permetterà a RCF Group ed SGM di integrare due modelli di busi‑ ness complementari sfruttando le molteplici sinergie commer‑ ciali, tecnologiche e finanziarie. Il nuovo Gruppo RCF, attraverso l’ampliamento del portafoglio prodotti, consoliderà la propria leadership sia nel mercato pro‑ fessionale dell’entertainment che del public address. RCF ha sottoscritto un accordo per l’acquisto del 51% di SGM Technology for Lighting SpA, una tra le società leader nell’illuminazione professionale per lo spettacolo L’operazione viene effettuata mediante la sottoscrizione di un aumento di capitale con cui RCF Group acquisirà una quota pari al 51,03% del capitale sociale di SGM a fronte del pagamento di 3,5 milioni di euro. L’ing. Arturo Vicari, Amministratore Delegato di RCF Group, ha commentato: “Le nostre aziende sono accomunate da una lunga storia di successi nel mercato di riferimento e da un costante investimento in soluzioni tecnologicamente in‑ novative. Il marchio SGM, come gli altri marchi del Grup‑ po, gode di una reputazione costruita negli anni grazie alla qualità e affidabilità dei propri prodotti. Abbiamo raggiun‑ to una perfetta intesa e condividiamo la stessa visione degli obiettivi futuri. SGM ha un grande potenziale che potremo sviluppare beneficiando di sinergie e risorse addizionali.” Gabriele Giorgi, Amministratore Delegato di SGM, ha com‑ mentato: “Entrare a far parte di RCF Group rappresenta per noi una grande opportunità. Negli anni abbiamo raggiunto livelli di eccellenza nel nostro settore e sviluppato prodotti all’avanguardia. Ora, per un’ulteriore fase di sviluppo della società e per meglio affrontare le sfide future, abbiamo scel‑ to di unirci ad un gruppo industriale estremamente dinami‑ co che può valorizzare al meglio i nostri punti di forza.” Nella stessa conferenza stampa è stato presentato il nuo‑ vo marchio registrato da RCF, DIGIPRO. Con questo marchio RCF produrrà tutta l’elettronica con tecnologia digitale. Per il momento sono stati presentati solamente alcuni moduli di potenza da 600 W e 1000 W, nel futuro sarà implementata tutta una gamma di moduli per poi sviluppare una nuova serie di prodotti che andranno dai processori audio fino al prodotto finito. Nei piani di RCF c’è la volontà di commer‑ cializzare questi prodotti anche nel mercato OEM. info RCF: tel. 0522 274411; www.rcf.it info SGM: tel. 0721 476477; www.sgm.it di Alfio Morelli uomini &aziende intervista esclusiva RON È certo uno dei protagonisti della nostra musica leggera, sulle scene più prestigiose sin dal 1970, quando Rosalino Cellamare debutta al Festival di Sanremo, in coppia con Nada, con il brano “Pa’ diglielo a ma’ ”. Da allora è sempre stato presente come interprete ma anche come autore di brani ormai storici, come “Il gigante e la bambina”, “Piazza grande”, “Occhi di ragazza” o “Attenti al lupo”. Produttore degli arrangiamenti del tour “Banana Republic” di Dalla e De Gregori, ma anche del primo album di Biagio Antonacci “Sono cose che capitano”, Ron, questo il nome d’arte scelto nel 1980, spesso ha anche collaborato con suoi colleghi, come nel “tour evento” – destinato a restare negli annali della storia della musica italiana – insieme a Pino Daniele, Francesco De Gregori e Fiorella 42 maggio/giugno 2009 - n.77 Mannoia: i “Fab Four”, come verranno chiamati, si esibiranno in molte prestigiose location, davanti ad un pubblico complessivo di 250.000 persone. Ma non mancano nel suo curriculum nemmeno esperienze come attore cinematografico – Lezioni private (1975, regia Vittorio De Sisti), L’Agnese va a morire (1976, regia di Giuliano Montaldo), In nome del papa re (1977, regia di Luigi Magni), Turi e i paladini e Mascagni (1978, regia di Aldo Lado) – segno di una vocazione artistica che non si limita alla musica. La stessa che ritroviamo nel suo sorprendente spettacolo teatrale “L’altra parte di Ron”, in occasione del quale abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere nel suo camerino. Un vero spettacolo “one man show” in cui egli interpreta diversi personaggi, in cui la musica è presente ma non protagonista. Ron, noi tutti ti identifichiamo come interprete ed autore: come nasce l’idea di mettere in scena uno spettacolo simile piuttosto che il classico concerto pop? Nasce dalla mia voglia di parlare: il palcoscenico non lo vedo solo come il luogo dove si suona, ma anche come un luogo in cui poter parlare e confrontarsi con il proprio pubblico. Penso che ad un certo tipo di pubblico non basti più vedere un artista che arriva sul palco, suona le sue canzoni e se ne va via: ha bisogno di conoscerlo più a fondo, di confrontarsi con lui e magari, perché no, di fargli qualche domanda. È un po’ mettersi a nudo? Chi sei e da dove vieni? In parte sì, io lo definirei più uno spaccato del mio vissuto. Tramite cinque personaggi differenti cerco di raccontare il mio percorso e magari anche di vedere dove sarà il mio ed il nostro futuro. Cerco di portare in scena quello che potrebbe capitarmi in una mia giornata tipo, tramite il dialogo con cinque personaggi: mia madre, Lucio Dalla, Silvano Fausti, il mio padre spirituale, Andrey, un rumeno mio amico, e Mario Melazzini, presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (Aisla), malattia di cui è affetto da più di cinque anni, l’unico personaggio che poi si materializza in scena interpretando se stesso. Dove avete creato il set per registrare i filmati utilizzati nello show? È stato fatto tutto da me, all’Angelo Studio. Qui abbiamo creato un set cinematografico e Stefano Genovese, regista e autore dei testi, mi ha massacrato nella speranza di tirar fuori l’attore che è in me. Devo riconoscere che lavorando con Genovese ho imparato la disciplina del teatro, disciplina che la musica non ha. I tempi delle riprese di questi video sono stati abbastanza brevi, tre giorni in tutto. La parte più difficile sono state le prove, il dovermi sincronizzare con i tempi dei miei personaggi in video, i ritmi, le pause, i dialoghi... e devo dire che la cosa più difficile è stata sicuramente interpretare me stesso. Come reagisce il pubblico a questa insolita proposta? La maggior parte del pubblico, venendo a teatro, si aspetta un concerto classico, in cui io canto tutto il mio repertorio di sempre, quindi all’inizio mi accorgo che in sala c’è un po’ di meraviglia ed incomprensione di quello che succede sul palco. Ma poi, pian piano, sento che le persone del pubblico si calano nello spettacolo e lo apprezzano. Fin adesso non è mai capitato che qualcuno si sia alzato e se ne sia andato... direi un buon segno, no? Alla fine dello show il pubblico applaude molto calorosamente, quindi sono portato a pensare che lo spettacolo, pur essendo insolito, piaccia. Fino a pochi anni fa, l’artista viveva dei proventi dei suoi dischi, ultimamente le cose sono cambiate: che approccio hai con questo nuovo mercato della musica? Mi ritengo un artista fortunato: anche se non riempio gli stadi, ho di che vivere con una certa tranquillità come autore. Però la mia passione è lo spettacolo, il mio narcisismo mi porta alla ricerca dell’apprezzamento del mio pubblico, quindi a fare e proporre sempre cose nuove. Ovviamente questo però si scontra con le economie del mercato. Ma io credo nel mio lavoro, e, ad esempio, per poter mettere in scena questo spettacolo e portarlo in giro in questa prima tranche di tournée, ho dovuto partecipare alla produzione con dei capitali miei, ovviamente sperando che lo spettacolo piaccia e che la stagione prossima venga incluso nelle programmazioni teatrali. Dopo qualche altra chiacchiera e qualche divagazione, lasciamo Ron all’imminente spettacolo. Di lui ci rimane chiara l’immagine di un artista vero, il cui bisogno di esprimersi coincide con la creazione di un prodotto – testo, canzone o spettacolo teatrale – capace di comunicare col suo pubblico e di commuoverlo. rent - sales - usato Fidati di chi Da chi di spettacolo disespettacolo ne intende se ne intende Artesicilia s.r.l. S.P.165 per ACI S. Antonio 95025ACI S. Antonio 9D (CT) Tel. +39 957656551 - Fax +39 95885057 personaggio di Ferdinando Salzano C hi vive nel mondo dello showbiz conosce certamente Ferdinando Salzano, imprenditore, produttore e manager ai massimi livelli, nell’ambito dei concerti e delle produzioni televisive. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo svariate volte ed abbiamo sempre avuto di lui l’immagine di un uomo estremamente intuitivo, diretto, capace di andare subito al sodo ed al nocciolo delle 44 Giancarlo Messina maggio/giugno 2009 - n.77 questioni; con una gran passione per il proprio lavoro ma anche particolarmente scaltro nel destreggiarsi fra le mille insidie di un mondo che egli conosce benissimo, avendo cominciato a frequentarlo da giovanissimo. Questa volta non lo intervistiamo nel backstage di uno dei suoi tour, come al solito, ma lo andiamo a trovare nel suo ufficio di Milano, città in cui ha sede la sua azienda, la F&P Group. Ferdinando, come hai cominciato a frequentare questo mondo? Ero molto giovane, ed allora, parliamo degli anni ’70, facevo parte di uno di quei classici gruppi extraparlamentari di sinistra che spesso organizzavano concerti per la pace o a fini politici. A dire il vero un percorso piuttosto comune a molti miei colleghi. Io curavo il servizio d’ordine, anche se gli introiti che arrivavano da questo lavoro non finivano nelle nostre tasche ma andavano ad aiutare il movimento studentesco... parliamo del ‘76/’77. Poi, a 21 anni, mentre frequentavo l’università, ho aperto la mia prima società che si occupava di fornire alcuni servizi per le varie agenzie dell’epoca: servizio d’ordine, facchinaggio, organizzazione locale... Era una società che funzionava molto molto bene, la prima organizzata per offrire questi servizi in modo professionale, tanto che, con soli quattro dipendenti, già fatturavamo 3 miliardi di Lire di allora, lavorando per tutte le tournée straniere e per i più grossi concerti degli anni ‘80. Questo è stato il mio passaporto per il mondo dello showbiz. Poi l’incontro con un altro importante manager ed impresario, Maurizio Salvadori... Sì, ho conosciuto Maurizio in occasione del Nuovo Cantagiro di cui ero co-produttore per RAI2 e quasi subito sono entrato in società con lui in Trident, una classica società di impresariato ai tempi già di successo. Al mio ingresso, nel 1991, avevo 27 anni, ho cominciato ad occuparmi di produzioni, anche televisive. Qui ho cominciato a fare il mestiere dell’impresario nel senso più classico. Eravamo 3 soci: io, Maurizio e Riccardo Benigni che poi si è separato da noi per diventare manager di Ramazzotti. Così io e Maurizio siamo rimasti insieme fino al 2001: sono stati anni meravigliosi, ricordo in particolare il concerto di Michael Jackson nel ’94, poi il bel progetto del trio “Pino Daniele, Jovanotti e Ramazzotti”, fino allo sviluppo di programmi televisivi di successo come Night Express e Superclassifica Show per Italia1. A questo punto la società non si occupava solo dei concerti, ma anche di televisione e del reperimento degli sponsor, insomma un po’ quello che faccio ancora adesso. Poi l’arrivo degli americani e la tua “fuga”... Dopo dieci anni di società con Maurizio, nel 2000 gli americani di Clear Channel Entertainment proposero l’acquisto della Trident e della principale concorrente, la Milano Concerti di Roberto De Luca. Diciamo che io ho preferito uscire mezz’ora prima, nel giugno del 2001, senza aspettare l’accordo, ratificato poi in settembre. Quindi sono stato liquidato delle mie quote e di tutte le proprietà (perché all’epoca avevamo anche il Propaganda, da cui, ad esempio, avevo prodotto circa 800 puntate di Night Express) e nel luglio del 2001 ho costituito da solo la Friends & Partners, mettendo a frutto tutto quello che avevo imparato e sviluppato per oltre 10 anni in Trident. In effetti ho proseguito nello sviluppare una grande agenzia con l’obiettivo di organizzare e produrre tour di grandi artisti italiani, eventi per le aziende e produzioni televisive, con programmi importanti come il lancio di LA7 con Fabio Fazio o “L’ottavo nano” su RAI 2. A quel punto molti che lavoravano in Trident mi hanno seguito, e la stessa cosa è successa con alcuni artisti. E arriva anche un personaggio del calibro di Ligabue! Sì, nel 2002 Luciano diventa nostro compagno di viaggio, dando un nuovo impulso alla Friends & Partners. Abbiamo anche creato una Joint Venture con la Barley Arts di Trotta, due anni estremamente sereni e felici, dopo i quali ognuno ha scelto di proseguire per la propria strada. Anche gli eventi promozionali con le aziende, come Cornetto, Unilever, Vodafone, mi hanno dato negli anni appena successivi molte soddisfazioni. Ma al secondo attacco degli americani... Nel 2004 la Clear Channel Entertainment è venuta a bussare alla mia porta: in effetti avveniva esattamente quello che avevo sperato succedesse. Nel 2001 non avevo venduto perché a 38 anni il denaro non era la molla principale, con- tava di più la voglia di affermazione e di autodeterminazione della mia professionalità, ma nel 2004 le cose erano cambiate e decisi di vendere. Nel frattempo Maurizio Salvadori era uscito ma De Luca era andato avanti con grande successo con la Clear Channel Italia. In effetti, dal 2004 al 2008, ho continuato a fare quello che avevo sempre fatto e con risultati piuttosto felici: nel 2004, quando è stata acquistata, la F&P fattu- www.soundlite.it 45 personaggio 46 rava 13 milioni di euro, alla fine dei quattro anni “di mandato” ne fatturava 43... Caspita! Un risultato importante... quale la chiave del successo? In effetti Friends&Partners non è mai stata inglobata, si è trattato di un semplice acquisto di quote ed io, al contrario di quanto sostenesse qualche mala lingua, non ero diventato un “dipendente di un gruppo americano” che non contava più niente perché “c’erano gli americani”. Infatti, nei quattro anni Clear Channel, i miei dipendenti non hanno mai visto nel nostro ufficio un americano! Questo è un mestiere che ancora viene fatto assolutamente ad personam: per gli artisti italiani, tu puoi avere tutte le multinazionali che vuoi alle spalle, ma quando l’artista o chi per lui firma con te, firma con il tuo staff: è fondamentale il rapporto personale di fiducia con il suo manager, il suo avvocato. Ma anche l’esperienza Clear Channel era a tempo... Dopo quattro anni bellissimi con l’ex Clear Channel, diventata nel frattempo Live Nation, ho deciso per altre vie. Volevo sempre avere alle spalle un grosso gruppo, per avere una certa solidità e sicurezza sul mercato, e volevo anche tornare in possesso di quote azionarie. Così, fra diverse proposte, ho trovato l’accordo con il gruppo Warner che ha accettato di lasciarmi una quota rilevante della nuova azienda. Quindi la nuova società, F&P Group, è mia per il 40% e della Warner per il restante 60%. Sono così tornato ad essere un imprenditore, cosa che non mi maggio/giugno 2009 - n.77 dispiace affatto, a maggior ragione in una società che fa questi numeri. Come ci hai già spiegato altre volte, il tuo lavoro non è comunque cambiato! Infatti, io ho continuato esattamente come prima, in totale autonomia sulle mie scelte, quindi non sono affatto una costola della Warner Italia. L’unica forma di controllo del Gruppo è quella di tipo amministrativo, e sono ben felice che ci sia, perché rappresenta una garanzia anche per i miei 42 dipendenti e le loro famiglie. Dall’inizio ad oggi, com’è cambiato il tuo lavoro? Ogni giorno occorre lottare perché questo mestiere non perda la sua anima: dietro al business deve rimanere il rapporto di stima e fiducia con l’artista, è un lavoro “artigianale” che non può essere spersonalizzato. Quello che nel tempo è certamente cambiato è la centralità della casa discografica: oggi chi produce i concerti ha un ruolo importante e strategico al pari della casa discografica ed ha una responsabilità importante nella carriera di un artista. Una volta una tournée sbagliata si sistemava dopo un po’ con un buon disco, mentre oggi il tour è diventato importante almeno quanto il disco se non di più. Occorre stare attenti. Pensi che la crisi del disco abbia dato un valore maggiore all’agenzia, magari attribuendole nuove mansioni? Sì, è assolutamente vero. Ed è anche cambiato il modo di fare il nostro mestiere. Tutta la parte “marketing” e promozionale, per esempio, veniva gestita dalla casa discografica, noi ne beneficiavamo, come sanguisughe, ed attaccavamo solo qualche manifesto. Oggi io ho tre persone dedicate alla promozione radiofonica, altre tre dedicate al ticketing, una persona dedicata esclusivamente alle pianificazioni pubblicitarie – cioè investimenti importanti su radio, stampa e TV – due ex‑discografici che oltre a curare e mantenere i rapporti con gli artisti sviluppano le attività di marketing collaterali al live. Prima, di tutto questo, non c’era assolutamente nulla: la necessità di professionalità è aumentata come richiesta del mercato, e noi dobbiamo rispondere ad essa. Strategicamente l’agenzia è diventata molto più importante per l’artista. È indispensabile una tournée “importante” e ricca? Aggiunge valore all’artista? Iniziamo col dire che ogni artista, nel momento in cui se lo può permettere, deve poter spendere i soldi degli incassi come meglio crede. Detto questo, personalmente credo che il pubblico dei concerti ormai si aspetti una bella produzione, e non è bello deluderlo. Quanto questo sia poi personaggio determinante nella crescita dell’artista rispetto al valore della sua proposta musicale... sinceramente sono due elementi fondamentali, ma credo che la proposta musicale rimanga il primo elemento di “responsabilità” che un Artista ha verso il proprio pubblico. So per certo che il pubblico del rock si aspetta sempre di vedere qualcosa di straordinario quando va a un concerto. Ma ormai il primo a mettere le mani in tasca è l’artista stesso, dimostrando grande rispetto per il suo pubblico: i conti non sono mai matematici, sono finiti i tempi in cui gli accordi con gli artisti erano fatti su un pezzetto di carta e sulla base di conti ipotetici. Qui, non solamente da noi ma in tutte le agenzie, il reparto budget è una macchina da guerra: una volta l’artista veniva pagato un fisso e poi non doveva più sapere niente dell’andamento del tour, oggi invece è tutto condiviso, i conti sono trasparenti e fatti insieme, le scelte sul budget della produzione vengono fatti su conti chiari. Insomma anche nel mondo dei concerti Silenzio! Silenzio! Entra Entra in scena scena in colore! ilil colore! 1 + 1 = 2, e quando comincia a risultare che 1 + 1 non è più 2... beh, abbiamo visto i risultati, con fallimenti anche tra le organizzazioni più grandi del nostro paese. Quindi quell’asta un po’ squallida a chi offre di più è sempre meno in voga? È difficile che con gli artisti con cui ho un rapporto ormai consolidato si pervenga ad un’asta. L’artista sa che i soldi si trovano qui come si trovano da un’altra parte: si decide insieme come spenderli e quanto l’artista può guadagnare. Insomma è diventato un rapporto di stima e di fiducia nel servizio che noi offriamo: proprio perché sbagliare una tournée può compromettere interi anni di lavoro, diventa importante per l’artista scegliere bene il suo interlocutore... chiunque sia, ma occorre che lo scelga bene. Non a caso, una volta il costo determinante del tour era la quota dell’artista: oggi il suo cachet è il risultato finale di tutti i passaggi necessari per arrivare al successo del tour, perché gli artisti hanno raggiunto un grado tale di conoscenza del mestiere che gli consente di capire molto bene come agire ed il meccanismo economico. Siamo in recessione: come vedi il modo del live? Il mercato live non è malmesso come la discografia, ma non è neanche un mercato in grande crescita. In questo momento il rischio maggiore è la saturazione, anche perché, fino a non molto tempo fa, ogni artista faceva passare almeno due anni prima di andare in tour, adesso si va in tour ogni stagione, o al massimo si sta fermi un anno. Qual è il segreto del successo nel tuo lavoro? Bisogna restare consci del fatto che la creazione artistica è sempre dell’artista: punto. Chi fa il mio mestiere deve tener presente che il sole è uno e che il resto sono solo satelliti, e i satelliti siamo noi. Nel momento in cui ti dimentichi di questo, è il momento in cui il tuo ego ti fa fare degli errori, come non di rado è capitato. La nostra soddisfazione resta nell’organizzare un’emozione unica e non duplicabile, che avviene e si consuma in una sola serata: secondo me è lì il brivido, la droga che ti fa lavorare 20 ore al giorno! Il sogno nel cassetto di chi ha già avuto così grandi successi? Riuscire ad organizzare l’evento musicale più grande mai fatto in Italia; questo in effetti l’abbiamo già fatto con Ligabue, con il record di oltre 160.000 biglietti staccati in un solo giorno, ma il sogno è di superare le 250.000 presenze: vedere una massa di gente pagante contenta, felice e gioiosa che vive un grandissimo happening con diversi artisti pop/rock. FUSION COLOR FC • 18 LED FULL COLOUR P5II da 3 W • DISPLAY multifunzionale • Funzioni MASTER/SLAVE • 8 PRESETS in modalità stand alone • 4 PROGRAMMI in modalità stand alone • CONTROLLO REMOTO Con DLC900 ENTIRELY MADE IN ITALY • 5 MODI di funzionamento DMX con RGB e HSV • FLICKER FREE • BIANCO CON CONTROLLO DELLA TEMPERATURA COLORE • RAFFREDDAMENTO 48 maggio/giugno 2009 - n.77 • RUMOROSITÀ: 0 DB SENZA L’UTILIZZO DELLA VENTOLA Casaloldo (MN) italy - Tel. +39 0376 778670 [email protected] - www.teclumen.it azienda di Alfio Morelli sporto e distribuzione dell’audio in ambito digitale. REAC è ovviamente facilmente convertibile verso qualunque altro formato digitale, come AES/EBU, MADI, od analogico. Fra le altre novità, occorre menzionare il nuovo protocollo V-LINK che permette l’integrazione di audio (RSS) e video (EDIROL), indispensabile viste le nuove esigenze del mondo dei concerti in cui suono, video ed immagini sono sempre più vicini. L’ambizioso obiettivo di Roland è, con V-LINK, quello di replicare il successo del protocollo MIDI, progettato in casa Roland e poi divenuto, con altri contributi, uno standard mondiale. V-Link è un protocollo open source quindi disponibile gratuitamente a chiunque lo voglia integrare nei propri prodotti. “I nostri prodotti nascono anche per trattare insieme audio e video, così un altro mercato emergente è per noi quello del broadcast, per il quale sempre più spesso forniamo sistemi per la pre‑ e post produzione”. Roland Sistems Group Italy In questo numero presentiamo la nuova sede italiana della Roland Systems Group Italy di Torino, Branch della Roland Corporation. 50 maggio/giugno 2009 - n.77 Roland Systems Group Euro ha la propria sede centrale a Barcellona, e qui gestisce tutta l’area Euro. RSGEuro, oltre a coordinare le filiali Europee, gestisce la logistica, le spedizioni dei prodotti quindi, che arrivano in tutta l’area in un tempo medio di 48 ore. Nel nostro paese, come accennato, la sede di Roland Systems Group Italy è a Torino, in Corso Trapani 16. Attualmente in sede lavorano tre persone: lo stesso Francesco Galarà, affiancato dal Product Specialist Andrea Gascone, che segue i progetti, organizza le demo e si occupa dell’assistenza pre‑ e post vendita, e da Paola Garino, Sales Assistant, che si occupa invece del coordinamento interno dell’ufficio. La rete vendita è poi gestita sul territorio italiano da una serie di agenti specializzati. Conclude Galarà: “È noto che Roland produce strumenti musicali elettronici, meno noto è che è impegnata nella produzione di prodotti ‘hi‑tech’ per l’industria. L’alto livello dei nostri progettisti ci ha permesso di dar vita ad un progetto di lungo respiro nel campo dell’audio digitale. Il V‑Mixing System M‑400, da circa un anno sul mercato ed il cui software è in continuo aggiornamento, è già molto apprezzato per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, si appresta quindi a divenire un futuro best seller”. 1 2 3 F rancesco Galarà, Managing Director della Branch Italiana, fa gli onori di casa e ci spiega la RSG ed i suoi obbiettivi. Si tratta ovviamente di un’emanazione della casa madre Roland Corporation, marchio conosciuto a livello mondiale per i prodotti nel campo musicale, ma anche attiva nel campo dei plotter, delle stampanti e in diversi altri mercati. Il progetto RSS (acronimo di Roland System Solutions – ndr) prende luce nel 2005, con l’obiettivo di sviluppare e produrre una gamma di prodotti per il mercato dell’audio professionale, cominciando con il mixer digitale M‑400, seguito dal Digital Snake – stage box con trasporto e distribuzione audio in digitale – e dall’ultima novità denominata M‑48, un personal monitor mixer sempre basato sul trasporto in digitale del segnale. Ma il catalogo non si ferma qua: “Oltre a questi prodotti,– ci spiega Galarà –presto arriveranno altre novità: La scelta di Roland di progettare il protocollo REAC (Roland Ethernet Audio Communication) è stata determinata dall’esigenza di avere caratteristiche specifiche per l’utilizzo LIVE. “Infatti sul mercato esistevano già dei protocolli di trasporto di segnale audio digitale, ma l’esigenza di realizzare un network complesso ed orientato alla continua espansione, ha portato al progetto REAC. Grazie ad esso, stanno oggi nascendo molteplici prodotti dedicati a questo tipo di tra- 1: Francesco Galarà, Responsabile della filiale Italiana e Direttore Commerciale. 2: Paola Garino, Sales Assistant 3: Andrea Gascone, Product Specialist. Il Roland V-Mixing System Solution di RSS comincia a prendere forma. Vediamo raffigurato, un sistema completo per il live, formato da Digital Snake, stage box completo di PRE e convertitori digitali, trasporto in CAT5, in un unico cavo si possono trasportare fino a 40 ch. Il mixer digitale M400, con 48ch díingresso ed il sistema di monitoraggio personale M48. A completare il tutto sui prodotti Roland, RSS ed Edirol Video è già implementato il protocollo V-LINK che consente gestione interattiva di audio e video . Roland Systems Group Italy Corso Trapani, 16 10139 Torino TO tel. 011 19710336 fax 011 19710347 www.rolandsystemsgroup.net [email protected] www.soundlite.it 51 Live concert di Alfio Morelli e Douglas Cole Franco Battiato In teatro me, siamo anche così pochi che ci muoviamo in sintonia, senza dover avere tutto rigorosamente programmato. Io lavoro su ogni tour di Franco dal 2000, anche quelli europei... poi diversi di noi collaborano da anni con Battiato, come Turi, Pino, Carlo Guaitoli e gli altri musicisti. Quanti siete in tutto in tour? Siamo in 18, compreso Franco. Di International ci sono solo io e l’autista di Franco, che in effetti fa più da assistente all’artista. È tutto molto misurato anche a livello di attrezzatura, così il service si muove tranquillamente con una motrice. Le luci Sulla cresta del notevole successo del nuovo disco, Battiato torna, dopo quasi un anno sabbatico, a proporre un tour nei teatri di tutto il Belpaese. Un affare intimo ed emotivo: una serata che celebra la canzone come forma d’arte. D opo qualche giorno di prova ed una data zero a Carpi, il tour invernale teatrale del cantautore, pittore, regista e fenomeno siciliano è partito dal teatro comunale di Ferrara il primo febbraio. Abbiamo combattuto la pioggia per partecipare alla seconda data ufficiale, all’Europa Auditorium di Bologna. Prodotto da International Music, lo spettacolo è già un successo, con date aggiuntive già annunciate. La produzione Al nostro arrivo, troviamo un tranquillissimo Nicola Rossoni, direttore di produzione per International, a cui rivolgiamo qualche domanda. 52 maggio/giugno 2009 - n.77 Questo tour è stato programmato anche come supporto al nuovo disco? Sì, anche per la richiesta dei fan... Ovviamente c’è il nuovo disco, e nel tour ci sono tanti di questi nuovi brani, ma sono stati pescati anche parecchi brani che Franco non suona dal vivo da tanti anni. Non ci saranno tanti bis con i brani più famosi, perché ovviamente sono stati fatti durante il tour estivo, quando c’era la band completa con basso e batteria. Qui è stata scelta una configurazione giusta per i teatri, con quartetto d’archi e pianoforte acustico, poi ci sono le tastiere, perché c’è una parte di sequenze che vengono dal disco. L’organico del palco è praticamente uguale a quello di un tour simile del 2004, con l’aggiunta della chitarra acustica. C’è anche la chitarra elettrica, ma suonata esclusivamente tramite computer e senza amplificazione sul palco. Il calendario com’è? Siamo partiti l’altro ieri da Ferrara e toccheremo più o meno tutta l’Italia. Chi ha curato il booking è stato molto bravo, il calendario è organizzato benissimo. È una serie di repliche o back-to-back a gruppi di tre o quattro, inframezzati da alcuni day off. I musicisti, diversi dei quali insegnano in conservatorio, sono riusciti a partecipare a tutto il tour grazie ai permessi artistici, e si sono organizzati gli impegni altrove durante gli off. Dal mio punto di vista vedere un calendario così è un sogno, anche se sono 43 date in circa nove settimane e le distanze tra i back-to-back sono una media di 200 km. Non è proprio una vacanza, ma un calendario come questo, particolarmente con date nei teatri (dove, tra l’altro, ci sono sempre i camerini e la terra buona per il gruppo elettrogeno e non quelle variabili folli che capitano nei tour estivi e nei festival) è decisamente tranquillo. Aggiungi a questo che siamo una squadra molto rodata: sono anni che lavoriamo insie- Passiamo dai camerini alla sala dove, come nel backstage, prevale un’aria di serenità completa. Il palco è piuttosto spartano, dominato da uno Steinway di quasi tre metri, un piccolo palco per il quartetto d’archi (configurato in linea), una postazione di tastiere ed un podio basso ricoperto da un tappeto persiano. L’unico segno della presenza di un chitarrista, in questo momento, è un Macbook su una tavoletta con un’interfaccia di fianco. La mancanza di qualsiasi monitoraggio a vista rende ancora più “arioso” l’aspetto del palco. In attesa dell’ora prevista per il soundcheck, facciamo una visita dietro il banco Avolites dove troviamo Giovanni Marzi. Fai solo l’operatore o hai fatto anche il disegno luci? In questa produzione, praticamente, non c’è un vero e proprio disegno luci, ma un piazzato molto teatrale, con la possibilità di cambiare il colore in controluce. Per il resto, davanti rimane più o meno bianco. Per farti capire, questo è un tour “no fumo”… la musica deve parlare da sola, senza nessun artificio, ed è giusto così. In fin dei conti i teatri sono tutti pieni, non c’è bisogno di nessun trucco. Cose state usando? Stiamo usando una serie di teste mobili wash in controluce, per dare una tonalità di colore sull’artista e sui musicisti; poi tre spot, in caso di ospiti, come tra l’altro questa sera, quando salirà sul palco il maestro Roberto Cacciapaglia che eseguirà dei pezzi al piano. Sull’americana frontale abbiamo una serie di fari ad incandescenza con qualche sagomatore, tutti bianchi. Poi, dietro ai musicisti, abbiamo messo una serie di ribalte con delle gelatine per colorare il fondale. Essendo un tour in teatro non portiamo né motori né strutture per le luci: gli unici motori servono per sollevare l’impianto audio. Generalmente anche le incandescenze sono fornite dal teatro, ma portiamo dietro una minima dotazione anche di quelle, come riserva. Proprio per volere dell’artista è solo la musica a dover parlare: è uno spettacolo che non ha bisogno di accessori, il pubblico viene per ascoltare la musica di Battiato. Comunque tutto il materiale luci, come l’audio, è fornito da Imput Studio. Il PA momento storico che capiremo nel futuro): degli “esperimenti”, impareremo più tardi. Prendiamo questa opportunità per avere delucidazioni sull’impianto audio in sala, parlando con il PA man per Imput Studio Mattia Zantedeschi. Ci spieghi il setup dell’impianto audio? È un impianto d&b più o meno standard, left e right composto da sei Q1 per lato con in aggiunta un J Sub per lato a terra. Ci sono anche due Q7 appoggiate sul palco per le prime file, tutto pilotato con due finali D12. Insomma una cosa abbastanza tranquilla, anche perché Pino usa l’impianto in modo molto discreto, senza mai esagerare, come si addice all’artista ed al suo pubblico. 1 Scheda Luci 2 Martin MAC 550 6 Martin MAC 600 5 Thomas Cyclite x 4 Batten 6 Etc S4 superzoom - 26°/36° 6 Spotlight Vario PC2000 2 Thomas DWE 4 lite 4 Thomas PixelPar 24 MA 3,5 kW dimmer digitali 1 Avolites Pearl 2000 1 Fondale Risam ciclorama 1 125 A distro box 1: Nicola Rossoni, direttore di produzione 2: Giovanni Marzi, lighting designer, 3: Mattia Zantedeschi, PA man. 3 2 I musicisti arrivano e si avvicina l’ora del soundcheck, quando ci informano che ci sarà un cambio di programma: il soundcheck è rimandato di una mezz’oretta ed è richiesta una sospensione di attività sul palco – Franco e Pino Pischetola (il fonico) devono registrare per un po’. Procedono con la registrazione non di un brano ma di una serie di vocalizzazioni (ci è mancato l’imprevisto brano “unplugged” ma può darsi che siamo stati testimoni di qualche altro www.soundlite.it 53 Live concert 4: Turi Torrisi, fonico di palco. 5: La struttura davanti il boccascena con appesi i due array d&b Q‑1, i due Martin MAC 550, e la dotazione di incandescenze frontale. 4 Sarà sempre possibile appenderlo, in questo tour? Fin adesso sì. Questa è la terza data, so già di incontrare dei teatri dove non sarà possibile, comunque questo è un tipo d’impianto che si può usare anche appoggiato a terra fino a sei elementi, quindi il problema non dovrebbe sussistere. Unico problema può essere che, nel teatro all’italiana, l’impianto appoggiato per terra può essere un po’ delicato, ma Pino non lo spinge molto – non è quel tipo di concerto – e non mi preoccupa più di tanto. Il suono sul palco Ci spostiamo di nuovo sul palco, prima del soundcheck, per chiedere a Turi Torrisi, il fonico di palco, di questo “wedgeless stage”. Non c’è nessun monitoraggio tradizionale sul palco? No, è un palco estremamente silenzioso, non usiamo né percus- Scheda Audio sioni né monitoraggio tradizionale, sembra di essere in sala di registrazione. Franco però preferisce lavorare in questo modo: anche nei tour con la band e la sezione ritmica, tutto il monitoraggio viene fatto in cuffia e c’è addirittura il plexiglass davanti la batteria. Questo è fondamentale anche per avere poi un suono molto pulito in sala. Che tipo di monitoraggio usi? Per il quartetto d’archi usiamo il monitoraggio in cuffia a filo con Power Play, per tutto il resto ci sono gli IEM via radio Shure PSM 700. Com’è configurata la tua regia, c’è una rete tra palco e sala? Lavoro in modo molto standard e senza usare delle apparecchiature particolari. Il mixer è uno Yamaha PM5D‑RH. I banchi sono entrambi digitali, ma non c’è rete tra di loro, sono completamente indipendenti. Sul palco c’è un classico splitter passivo Bss che manda il segnale ai convertitori Digidesign per la sala ed al mio PM5D. Durante il soundcheck, vediamo il fonico FoH che va personalmente diverse volte fino al palco per posizionare i microfoni sugli strumenti nel modo migliore, nonostante la presenza del backliner! Quando i pochi problemi sono risolti, Franco Battiato guida i musicisti attraverso un paio di brani, apparentemente introdotti lì per lì. 5 PA 12 d&b audiotechnik Q1 4 d&b audiotechnik J‑Sub 2 d&b audiotechnik Q7 downfill 2 d&b audiotechnik Q10 frontfill d&b audotechnik D12 amplifier 2 d&b Flying System 4 Lodestar motori ½ ton Regia FoH D igidesign Venue - Profile 48/16/2 + 2 PSU 1 Tascam CD-R Player/Recorder Sistema Clearcom Interfono 1 d&b R60 software system control Outboard (plug-ins) Digidesign Venuepack PRO2 TC VSS3 REVERB (system 6000) Oxford Sonnox Dynamics Massembourg MDW EQ Eventide Quadravox Palco 1 Shure KSM9 1 Shure Beta 87 2 Shure U2 Beta 87 + U4D sistema radio 2 Neumann TLM103 1 Neumann KM 184 3 Schoeps CMC5 + Mk4 cardioide 1 Akg C414 1 EMO 16 canali DI passive 1 Bss AR133 DI 5 Sixtema Praticabile 2 x 1 m 1 Yamaha PM5D‑RH - 48/24/2 + 2 PSU 1 SM Custom - mic preamplifier 6 Shure PSM 700 IEM 1 Antenna combiner 2 Antenne direttive 4 PowerPlay amplificatori per cuffie 2 d&b audiotechnik MAX (spare) 2 d&b audiotechnik E-PAC amplificatori 1 48 ch Passive splitter + stage cross box 1 63 A distro Box Regia Palco 54 maggio/giugno 2009 - n.77 tel. 0521 648723 - fax 0521 648848 - www.audiolink.it - [email protected] Live concert 6 6: Pino “Pinaxa” Pischetola, fonico FoH. 7: Dettaglio del microfonaggio del pianoforte, senza coperchio con due Neumann TLM 103 8: La regia di sala con il banco D‑Show Profile. 56 maggio/giugno 2009 - n.77 La regia di sala Dopo il soundcheck, incontriamo Pino “Pinaxa” Pischetola, appunto fonico FoH del tour, nonché sound engineer da anni al fianco di Battiato in studio. Ti incontriamo prima in studio, poi in tour, ma che tipo di fonico sei? Diciamo che faccio principalmente il fonico da studio e, visto il lungo rapporto di lavoro che ci lega, Franco mi ha chiesto di seguirlo anche in tour. Questo è il terzo tour che faccio con lui. Che tipo di setup hai usato in tour? La caratteristica più importante è l’estrema semplicità del tutto. Lavorando principalmente in studio, non ho fatto altro che portare sul palco quello che farei in studio. Ho usato due Neumann TLM103 a diaframma largo sul pianoforte, tre Schoeps CMC‑5 sui violini e un AKG C414 sul violoncello, mentre per la chitarra acustica, invece di collegarla tramite DI, ho preferito un Neumann KM184, come faccio abitualmente nello studio. Per la voce di Franco uso uno Shure KSM 9. Per quanto riguarda il mixer, ho optato per il Venue Profile: ho valutato infatti che il modello maggiore non era necessario e comunque mi trovo meglio con il Profile, perché ha i 24 fader molto vicini che mi permettono di controllare facilmente il tutto. Ovviamente l’Icon da studio è una macchina molto più complessa e versatile, ma la filosofia è sempre la stessa e mi trovo bene con questo. Così anche dal vivo lavori più o meno nel modo in cui sei abituato in studio? Sì. Un’altra cosa che ho portato dallo studio – che mi ha sorpreso durante le prove e che penso funzioni fino alla fine – è il fatto di non equalizzare praticamente niente: tutto quello che si sente è la ripresa flat con dei leggerissimi passa-alto, “fisiologici” oserei dire. Il segreto sta nell’allineare l’impianto nel miglior modo possibile e poi lavorare di volumi e di equilibri. Non perché sono contro l’equalizzazione, anzi spesso equalizzo come un pazzo, ma solo quando ce n’è bisogno. Tu non sei un fonico “pro-analogico”? Non è vero; amo l’analogico, ma lo uso quando serve e porta dei benefici. La mia scelta di usare un digitale è caduta su questa soluzione. A parte la praticità in tour, ho valutato che la combinazione “digitale più fibra ottica” risulta migliore rispetto alla combinata “analogico più multicore”. Che plug-in usi? Principalmente uso il Massenburg come equalizzatore, e un TC Electronic come riverbero. Come ho detto prima, però, sto lavorando moltissimo flat cercando di avere il suono naturale. Ti ho visto più volte andare sul palco a posizionare i microfoni: fai anche lo stage manager? È un mio modo di lavorare. Anche se ho sul palco un professionista molto bravo, Mago (il nome dice tutto), preferisco 7 8 impostare e controllare tutto il sistema in prima persona, fa parte del mio modo di lavorare, mi dà sicurezza. Toglimi una curiosità: oggi pomeriggio, prima del soundcheck, con Battiato avete registrato delle cose, questo perché vi portate del lavoro in tour? Beh, il Pro Tools sul computer portatile c’è sempre. Comunque registro ogni concerto come documento, sfruttando l’interfaccia con Pro Tools nativa del banco. Così ogni tanto, quando a Franco viene qualche idea, ne approfittiamo. Capita spesso che ritagliamo qualche momento come oggi per registrare qualcosa, che poi in studio lavoro con calma. Un’altra curiosità che, come dicono in Veneto, “mi ha fatto capottare”: appena Battiato si è messo a cantare, tu gli hai detto di bere un bicchiere d’acqua perché “si sentiva la saliva”...? Personale Certo che se un foniProdotto da International Music co non sente l’erba Direttore di produzione Nicola Rossoni crescere – ci risponde Fonico FoH Pino “Pinaxa” con un sorriso in volto Pischetola Fonico monitor Turi Torrisi – è meglio che cambi Lighting designer Giovanni Marzi lavoro! Lo spettacolo Assitenti all’artista Merchandising Service Audio e luci Resp. Service/ elettricista P.A. Man/ FoH asst. Backliner Autista Resp. struttura Maurizio Degni Alfredo Russillo Andrea Contini Imput Studio L’apertura crea un ambiente molto sereVito Bonora no, con tre pezzi suonati dal maestro Carlo Mattia Zantedeschi Guaitoli al pianoforte Marco Zambon solo. Arrivano poi gli Francesco Cibin altri musicisti e BattiaPaolo Boscolo to prende posizione seduto davanti, sul tappeto rialzato, dove rimarrà praticamente immobile per l’intera prima metà del concerto, come un accattivante cantastorie davanti ad una folla di tranquilli bambini. L’Europa Auditorium è strapieno, anche i gradini sono pieni di pubblico seduto. I pompieri sembrano non farci caso, anche loro sotto l’incantesimo delle canzoni. Battiato ripassa un repertorio di brani venuti da Fleurs II, adattati all’orchestrazione presente, che ripercorrono grande parte della sua carriera, più qualche sorpresa. Insomma un concerto intimo e godibilissimo centrato sulla musica e la sua profonda corrispondenza con l’anima degli ascoltatori. Live concert di Giancarlo Messina Negrita HellDorado P aladozza di Bologna soldout e mille esuberi, tanto da dover dirottare il concerto al ben più ampio Palamalaguti. È stata questa la trionfale conclusione di un tour che ha visto i Negrita riempire tutte le location con un pubblico entusiasta e partecipe. Abbiamo così colto l’occasione per dare uno sguardo a questa 58 maggio/giugno 2009 - n.77 produzione di cui avevamo sentito parlare in maniera molto positiva. Negli uffici di produzione approfittiamo della disponibilità del manager e direttore artistico della band aretina per rivolgergli qualche domanda sulla tournée. La produzione Fabrizio Barbacci è manager e produttore artistico Fabrizio, il sound dei Negrita in quest’ultimo periodo è un po’ cambiato, in qualche modo si è raffinato: come ha recepito il pubblico questa virata? La nostra musica negli ultimi tempi si è aperta ad altre suggestioni, soprattutto dopo un viaggio in Sud America durante il quale abbiamo assorbito degli input che hanno dato nuova vitalità al gruppo, pur conservando una salda matrice rock. Le prime reazioni dei fans sono state forti, con una netta divisione fra chi ha condiviso questo cambiamento e chi lo ha rifiutato come un “tradimento al rock”, cosa che io non condivido, perché se è vero che ci sono meno muri di chitarre distorte, rimane una forte matrice rock. D’altro canto, abbiamo acquisito una nuova fetta di pubblico che ha Live concert Scheda Luci Console 1 GrandMA full Proiettori 14 Coemar iSpot eXtreme con lamp. da 1400 W 6 Coemar iWash 575 EB 6 Coemar Panorama Power MK2 8 Coemar ParLite Led 14 Chromlec Jarag 5 25 x 75 W 8 i-Pix BB7 6 ADB Fresnell 2 kW 6 ETC Profile 575 W source 4 19° 6 ACL Bar x 4 par 64 - 250 W 28 V lamp 32 ch. Dimmer DMX x 2,5 kW 8 DWE Lite Blinders 4 lamp 8 Martin Strobe 2000 W DMX 8 De Sisti - 6 m Pantograph / 50 kg / 4 m/min 2 Smoke machine Hazer DMX 1 Distributore DMX 512 Gel colours Video 1 2 Eiki videoproiettori Rigging systems 6 1000 kg motori compatti 6 Motor rigging set 2 Motor controller 4 LITEC QDX40 Varitower 40 Base module for lifters 60 metri LITEC QDX40Truss 16 Wind up Power 1 Power box 250 A 1 Power box 125 A 1 Powerlock cavo per 250 A 1 Cavo per 125 A 1 Cavo per 63 A 2 3 1: Fabrizio Barbacci. 2: Simone Ciccio Antoniucci. 3: Alberto Mente Butturini. largamente superato quella persa, e questo ce lo dicono i numeri. Qual è la filosofia nella scelta delle sonorità live? Si parte sempre dall’ultimo disco e si cerca di riprodurre, se non tutto perfettamente, almeno lo stesso impatto emotivo. Per riprodurre i vari suoni e le varie suggestioni di cui abbiamo bisogno durante il concerto, abbiamo individuato un ragazzo di origini filippine che vive ad Arezzo che ha campionato tutte queste tastiere e questi colori extra e “li suona” poi live col giradischi. Cosa chiedi al tuo fonico nel live? In questo caso parliamo di Alberto Butturini, con cui lavoro insieme da tre tour, quindi le cose vanno abbastanza in automatico. Il suo suono ci piace molto, e infatti lo riconfermiamo sempre: ci piace il suo modo di restituire l’impatto rock potente pur mantenendo la chiarezza e la definizione degli strumenti. In questo caso abbiamo dovuto lavorare maggiormente sui contributi che arrivavano dal DJ che a volte manda quattro tracce di natura sonora molto diversa. Il biglietto a 20 euro è una scelta che ripaga economicamente o un sacrificio che la band dedica al pubblico? Da un punto di vista economico sarebbe stato meglio avere un biglietto più alto, perché credo che il valore della produzione superi i 20 euro, almeno i conti dicono così. C’è però una nostra tradizione che è difficile cambiare, anche se il pubblico prima o poi dovrà capire che in location più grandi le spese aumentano (più luci, più casse, palco più grande) ed anche il biglietto dovrebbe aumentare. In questo tour abbiamo co-prodotto coi local le date di Milano, Firenze e Roma, mentre le altre sono state cedute al promoter locale. Tutto solo soletto col suo PC troviamo in una stanzetta Franco Comanducci, production director. Facciamo un po’ di gossip (ma sempre benevolo!) su qualche amico comune, giusto per fare due risate, poi iniziamo al parlare di questa tournée. Ci spiega che, per la rodata amicizia che lo lega al gruppo, ha dato una mano durante la fase di allestimento, soprattutto a distillare il “negritapensiero”. Sottolinea che creare uno show originale con una produzione dimensionata con due soli bilici è molto più difficile che farlo quando si hanno a disposizione molti più mezzi, perché bisogna essere estremamente creativi ed ottimizzare tutto il materiale ed il budget a disposizione. A portare in giro la produzione è invece Simone “Ciccio” Antoniucci – tour manager / direttore di produzione – che, vinta una sorta di ritrosia dovuta ad una certa timidezza, ci spiega com’è organizzato il tour. L’agenzia è la Live e la carovana conta circa una ventina di persone al lavoro, compresi gli autisti. Il calendario è concentrato nei week-end, in pratica un back-to-back dietro l’altro. Si è reso quindi indispensabile l’utilizzo di uno sleeper-bus, fornito da Gianni Barboni, che permette di ottimizzare i tempi e dormire durante i trasferimenti, anche se l’assenza di un catering lascia la squadra un po’ in balia della generosità o delle reali possibilità del local promoter. Normalmente la produzione entra nella location alle otto del mattino e fino alle 13 vengono montati palco, luci e backline; alle 15 viene montato il PA e se ne effettua la taratura e, dopo i puntamenti delle luci, verso le 18 si è pronti per il soundcheck. Lo smontaggio invece finisce intorno alle tre del mattino, quando tutti, belli docciati, sono pronti per ripartire verso la tappa successiva. Anche le richieste al local non sono eccessive: 16 persone di cui quattro arrampicatori. Il team di produzione vede l’eroico Ciccio in assoluta solitudine, ed infatti in sola mezz’ora di intervista lo vediamo essere interpellato per (in ordine di bega): l’acqua in regia, i caffè in camerino, le buste con gli accrediti alla cassa, la batteria del walkie talkie, gli omaggi dell’amico, le tende degli ingressi, i cancelli da aprire, i soldi al runner che non sa cosa sia la Veuve Clicquot... E dobbiamo dire che egli ha una risposta per tutti, fornita per di più con garbo e professionalità. Complimenti. Le luci Il grosso delle idee creative è però da attribuire al lighting designer Jò Campana, personaggio che abbiamo avuto modo di apprezzare più volte e che nasconde, dietro l’aspetto di bresciano tutto di un pezzo col basettone (o bresciano col basettone tutto di un pezzo), eleganza e creatività. 4 Lo troviamo in regia, e da qui commentiamo il palco. Ci spiega che la struttura è realizzata con materiale Tomcat a sezione quadrangolare, proprietà di Transervice, riesumata da un magazzino per questo tour soprattutto per la sua agilità: essendo infatti impilabile “a matrioska” diventa poco ingombrante e facile da trasportare. I quattro piloni di sostegno sono disposti ad angolo variabile, cioè più larghi sul front e più stretti dietro, con l’ultima americana orizzontale a metà della profondità, così da aprire il palco verso il pubblico evitando l’effetto “scatola”, anche se rimane un po’ penalizzata l’illuminazione frontale. Dalla regia due videoproiettori, utilizzati per interventi minimali su sei o sette brani, proiettano i contributi video su un fondale realizzato da una foto scattata in un locale di Berlino e serigrafata (e visto che si tratta del muro di un locale berlinese viene confidenzialmente chiamato “il muro di Berlino”). 5 4: Jò Campana e F. Comanducci. 5: Il rack delle outboard in regia FoH. DALL’AZIENDA CHE HA RIVOLUZIONATO IL MONITOR MIXING... LA MIGLIORE RETE AUDIO ESISTENTE Aviom, con l’introduzione della tecnologia A-Net® e dei Personal Mixer, ha rivoluzionato il modo di mixare i segnali di monitoraggio, fornendo la prima soluzione pratica per il controllo personalizzato del mix mix. Ora Ora, con l’introduzione della Serie Pro64®, Aviom modifica il significato di rete audio digitale, fornendo una combinazione di semplicità e prestazioni non disponibile in precedenza. SEMPLICITÀ Tutti i sistemi Pro64 sono intuitivi per progettisti, installatori ed utenti finali À Con la Serie Pro64 è l’applicazione che determina il progetto À La serie Pro64 è l’unica rete in grado di fornire prestazioni con qualità audio da archiviazione À La Serie Pro64 fornisce la piattaforma di rete più stabile Il Pre Definitivo Modulo con Ingressi Microfonici 6416m con RCI ed MCS Richiedi una demo di prodotti Aviom su www.aviom.it Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] 60 maggio/giugno 2009 - n.77 Scheda Audio P.A. FoH 5 vie 22 Martin W8LC Diffusore Line Array 2 Martin W8LCD Diffusore Line Array Downfill 12 Martin WSX Diffusore sub bass 24 Lab.Gruppen fP 3400 3 XTA DP226 controller 1 AudioCore control software 2 W8LC lifting bar per W8LC 2 W8LC Gridass flying frame for W8LC 4 HAM214 stacking rod per W8LC 2 Motori compatti 1000 kg Near-fill 2 vie 4 Martin LE12JB 1 XTA DP226 controller 1 Lab.Gruppen fP 2600 FoH 1 MIDAS Heritage 2000 48 ch + 2psu 1 Easy tilt 1 Furman powerfilter & racklight 1 Furman PL-Plus Enhanced power conditioner 1 XTA GQ600 dual channel graphic EQ 1 Laptop compaq + AudioCore control software 1 Alesis MasterLink ML-9600 CD player + two-track HD recorder 1 Intercom System Telex 2 ch./5 station+ 2 light 1 Furman powerfilter & racklight 1 Furman PL-Plus Enhanced power conditioner 1 Tc electronic System 6000 1 Tc electronic D2 Multitap rythm delay 1 XTA D2 Stereo Dynamic Equaliser 4 Canali dbx 160A Compressor/Limiter 2 Canali BSS DPR-402 Dual Compressor/De-Esser/Limiter 2 Canali dbx 1066 Dual Compressor/Limiter 4 Canali XTA C2 Dual/Stereo Compressor 6 Canali XTA G2 Dual/Stereo Noise Gate 6: Il proiettore a LED i-Pix BB7. 7: Uno dei pod composti da un Jarag-5 ed un Martin Atomic 3000, su pantografo. Regia monitor 1 Digidesign D-Show Profile 12 BSS AR-133 Active DI Box 2 Rack DI – 4 ch Active DI Box 1 Mixer Mackie SR 16 ch., 6 bus, 4 aux 20 supporti microfonici K&M 90 Cavi XLR 10 m con connettori Neutrik 2 Passive splitter 28 ch. 60 m 3 Shure PSM 600 P6T Tx / P6R Rx 1 Shure UA870 Antenna 2 Single-Driver Earphones spare 1 Masters Lab MPS414 Amp. per cuffie 4 ch 1 Sony MDR-7506 cuffia “Nuovi prodotti, utilizzati per la prima volta in Italia – continua Jò – sono gli otto BB7 della i‑Pix: li ho visti in Arena con i Radiohead ed ho subito chiesto di poterli avere. Si tratta di esagoni con sette lenti ciascuno, dietro le quali sono posti i LED in tricromia, in modo che da fuori non si veda la ‘pizzeria’ dei tre colori, ma solo il colore che io scelgo con la miscelazione; si vedono insomma solo sette sorgenti con una qualità luminosa eccellente e che trovo ideali per la ‘washata’ cicciona. Per i frontali invece uso due Panorama posti lateralmente, con taglio basso, mentre sulle sporgenze del palco ho sei wash e qualche barra LED”. Monitor Side fill 5 vie 2 Martin W8c 2 Martin W8s 3 Lab.Gruppen fP 3400 2 Lab.Gruppen fP 2200 2 XTA DP224 controller Wedge 2 vie 10 Martin LE12JB 4 Lab.Gruppen fP 2600 2 XTA DP224 controller Sub per Drum fill 1 Powered vented sub-bass LF 2 x 18” L’audio FoH “Ci sono in questo palco elementi di diversa origine – ci spiega Jò – alcuni mutuati dal mondo del cinema, come le piantane coi fresnel, poi i Jarag, montati su pantografi mobili, ma tutto calato in un’ambientazione un po’ urbancentro sociale. Le 25 lampadine da 75 watt dei Jarag sono comandate singolarmente ed hanno una doppia funzione: dare la botta di luce quando sono tutte accese, oppure creare degli effetti grafici quando utilizzate come pixel. Poiché Alberto è certo fra i “numeri uni” dei professionisti italiani, non saprei dire in oltre dieci anni quante volte io lo abbia intervistato, tanto che ormai, ridacchiando, parliamo più di altre cose (come alcune strane ed improbabili teorie che qualcuno dotato di eccessiva autostima pubblica qua e là!) che non di argomenti del tutto attinenti allo show. La sua più recente intervista alla fine si era conclusa con un “È tutto come l’altra volta”! Però, visto che in questa tournée la situazione tecnica è un po’ anomala, gli faccio qualche domanda ad hoc. A dire il vero la parola “anomala” è da spiegare: si tratta infatti dell’uso di una regia del tutto analogica, una cosa normalissima fino a poco tempo fa ma che ormai fa quasi notizia. Come hai organizzato la tua regia? La prerogativa del tour è che i banchi sono misti: Digidesign per il palco e Midas Heritage 2000 per la sala, scelta che ho accettato senza grossi problemi, anche per la tipologia di suono che cercavamo. Quindi è tutto analogico, “alla vecchia”, con un PA line-array della Martin Audio, modello medio. È una buona situazione di lavoro, ottimizzata al centimetro ma fin adesso ha dato buoni risultati. Sul palco ci sono 18 monitor sparati a canna, cosa che nei palazzetti influisce moltissimo sul lavoro del fonico di sala. In effetti lavoravo ormai da un pezzo solo in situazioni enormemente più grandi, quindi ho dovuto resettarmi ed accostarmi a questo impegno in maniera diversa. Ma è una cosa che ho fatto volentieri. Quindi dal palco arrivano molti dB! 98-99 dB! Insomma una rigorosa pulizia te la scordi, però quello che mi è stato chiesto è di trasmettere energia, certamente seguendo sempre tutto come al solito, cioè valorizzando gli strumenti al momento giusto, cercando di mantenere una certa focalizzazione sul sound, almeno per quanto possibile. Ad esempio ho più la mano sul fader del 6 7 Microfoni 2 Shure SM58 ULX radiomicrofoni 4 AKG C 414 1 Shure Beta 52 2 Shure Beta 58A 7 Shure SM58 LC 9 Shure SM57 LC 6 Neumann KM184 2 AKG D112 6 Sennheiser E604 1 Shure Beta 91 1 Yamaha SubKick 4 Electro-Voice Cardinal EM 3732: the wireless dream machine RICEVITORE WIRELESS PROFESSIONALE • • • • • • • • • Larghezza di banda: 90 MHz Massima flessibilità - Frequenza variabile a passi di 5 kHz - 6+1 banchi di memoria con 60 preset cad. Menù rapido ed intuitivo Interfaccia Ethernet per la gestione ed il controllo remoto tramite computer con software WSM dedicato Nuovo sistema di compander basato su DSP programmabile e compatibile con la Serie 3000/5000 Divisore d’antenna attivo integrato Funzionamento fino a 16 canali con due sole antenne, senza l’utilizzo di divisori d’antenna esterni Uscite analogiche con trasformatore e digitale AES-EBU con word clock esterno Gestione a mezzo infrarosso dei trasmettitori dedicati SKM 5200 SK 5212 62 maggio/giugno 2009 - n.77 Via Leonardo da Vinci, 6 - 20057 Vedano al Lambro (MI) - www.exhibo.it Live concert Personale Management artista Agenzia Production manager Live “Tour direktor” Service audio e luci Fonico FoH Fonico palco/resp. service Lighting designer PA Man PA Man / Ass. FoH Fabrizio Barbacci Live in Italy Simone “Ciccio” Antoniucci Franco Comanducci Mister X Alberto “Mente” Butturini Roberto Pagnoni Jò Campana Rosario Parrotta Gigi Sinagra Lele Gurrado Backliner Operatore Video Elettricisti Dimmerista Autisti Ass. alla band Stivatori Alessio Martino Claudio Grillo Davide Pedrotti Francesco Suriano Alessandro Gigante Ivan Russo Vincenzo Ballocco Marcello Mascia Luigi Vertaglio Enrico Boschi David Giannoni Francesco Rompato chitarrista, sul quale sono costruiti molti brani, che non su quello del cantante. Ci sono poi le ballad... Certo, le ballad in questi posti riescono meglio, hanno tempi di decadimento più adatti! Respirano di più, sono meno fitte di suoni. Ci sono invece altri pezzi molto pieni, certi arrangiamenti ho faticato un po’ a capirli e devo dire che Barbacci mi ha aiutato molto nel comprenderli: sono strutturati per suonare molto pieni e compatti e quindi è inutile cercare di focalizzare troppo questo o quello strumento. Quanti canali gestisci? Siamo a 47 canali. Sulla voce è tornato il Beta 58, che è più gestibile di altri microfoni da me usati di recente, per non creare difficoltà al fonico di palco Pagnoni. Poi ho i Cardinal e gli SM 57 sulle chitarre, percussioni con due C414 e poi clip Sennheiser; batteria standard con cassa su tre canali: Beta 91 + D112 e SubKick che certo con una console digitale sono più facili da mettere in fase giocando coi delay; qui, in analogico, 64 maggio/giugno 2009 - n.77 bisogna trovare la fase meccanicamente, spostando fisicamente i microfoni, essenzialmente il 91. E ovviamente outboard! Sì, ma nemmeno troppe: quattro compressori XTA C2, un compressore dinamico XTA D2 sulla voce di Pau, il Waves MaxxBCL, che di solito uso sulle voci, usato invece qui sul basso, perché il bassista è abbastanza umorale e con questa macchina riesco a togliere il rischio di una certa nebulosità. Poi TC System 6000 per gli effetti. Un ritorno ai vecchi tempi... Ti dirò che la cosa ha i suoi vantaggi: l’analogico ti lega meglio le cose insieme, sul bus puoi mandare quasi tutto quello che vuoi... insomma sono contento di come suona. È un’ottima produzione che dà un buon risultato, e non credo che se avessimo avuto molto di più il risultato sarebbe stato poi molto diverso, anche perché dispongo comunque di tutto materiale di serie A. im|pres|sio|nàn|te p.pres., agg. agg. AD che emoziona o stupisce iperb., straordinario, eccezionale Il concerto E finalmente si parte. Assistiamo ad un ottimo concerto. Soprattutto le luci ci sono piaciute moltissimo, eleganti e creative ma senza perdere impatto e potenza. Ottimo l’uso grafico dei Jarag, a volte persino spiritoso, che comunque accesi completamente danno una botta alla retina che fa quasi male! Jò è stato molto bravo a disegnare il palco e a disporre con sapienza i punti luce, riservandosi anche l’apertura di un corridoio centrale in cui far passare il fascio luminoso dei videoproiettori. Certo lo stile dello show richiedeva molta luce sul pubblico e anche parecchio effetto strobo, ma il lighting designer è riuscito a non appesantire questo aspetto cercando di non inflazionarlo nell’arco del concerto. L’audio era ottimo, sotto il punto di vista della qualità sonora, forse un po’ scarsino sotto il punto di vista della spinta, perché dieci W8L (per la precisione 9 W8LC + 1 W8LCD) e sei sub W8SX per lato forse non sono del tutto ideali per una location grande come il Palamalaguti, soprattutto con un palco così rumoroso. Insomma il mix di Alberto ci è piaciuto: sarebbe stato perfetto con qualche cassa in più. Comunque i complimenti ai Negrita per questo tour molto bello e per il crescente successo riscosso. STASYS 3 MkII diffusore a 3 vie biamplificabile o triamplificabile con W da 12” MID da 6.5” HIGH da 1” - LF 108 db 1w/1m - MF 108 db 1w/1m - HF 109 db 1w/1m - 120-20.000 Hz a -3 db 8 ohms - LF 500 W - MF 200 W - HF 80 W - 135 db continui e 140 db di picco - dispersione 45 H x 30 V STASYS 4 monitor da palco 2 vie biamplificabile con W da 15” HIGH da 1.5” - LF 99 db 1w/1m - HF 108 db 1w/1m - 55-20.000 Hz a 3 db - 8 ohms - LF 600 Watts - MHF 100 Watts 126 db di pressione continua e 129 db di picco - dispersione 90 H x 50 V rotabile STASYS 5 MkII subwoofer con driver da 18” - 106 db 1w/1m - 38 160 Hz a -3 db - 8 ohms 1.200 Watts - 135 db di pressione continua e 140 db di picco - caricato a tromba con dispersione omnidirezionale STASYS 8 subwoofer con doppio driver da 18” - 106 db 1w/1m - 48-180 Hz a -3 db - 4 ohms - 2000 Watts 139 db di pressione continua e 144 db di picco - caricato a tromba con dispersione omnidirezionale STASYS X subwoofer con doppio driver da 18” - 105 db 1w/1m - 33-200 Hz a -3 db - 4 ohms - 2400 Watts 138 db di pressione continua e 142 db di picco - caricato a tromba con dispersione dipendente dall’array Void Audio è distribuito in Italia da Mpi Electronic srl via De Amicis 10 20010 Cornaredo Milano telefono 02 9361101 telefax 02 93562336 [email protected] www.voidaudio.com Live concert di Douglas Cole Black Ice World Tour Il quindicesimo disco in studio degli AC/DC, Black Ice, è uscito a livello mondiale nella settimana tra il 17 ed il 22 ottobre 2008, dopo otto anni di silenzio discografico dai mitici hardrocker. Ha subito venduto circa 1.762.000 copie nella prima settimana, di cui 784.000 solo negli Stati Uniti. Alla fine dello stesso mese, il gruppo è partito in un tour mondiale con durata prevista fino all’estate del 2010. 66 maggio/giugno 2009 - n.77 F ondati a Sydney nel 1973, gli AC/DC hanno venduto nella loro storia più di 200 milioni di dischi e sono considerati in tutto il mondo tra gli artisti più di successo e d’influenza nel rock’n’roll. Hanno inoltre la reputazione di produrre concerti tra i più energetici e spettacolari nell’industria del live... Black Ice non fa eccezione. Per questo tour, come per gli ultimi del gruppo, la progettazione della scenografia è stata affidata allo studio inglese di Mark Fisher, Stufish, che conta tra i suoi clienti Pink Floyd, Genesis, Tina Turner, Rolling Stones, U2, Robbie Williams, Van Halen, Queen ed altri. Seguendo il concetto del pezzo singolo come anticipo del nuovo disco – Rock’n’Roll Train – il gruppo ha ingaggiato Fisher e la sua squadra per riprodurre una locomotiva a vapore in scala... 100%! Questa “cosa” irrompe violentemente sul palco, sfondando il ciclorama e spaccando in due uno schermo LED ad alta definizione... ed è solo l’inizio del concerto: questo è Rock’n’Roll. Insieme ad un fiume di persone di ogni età che indossano magliette nere, noi abbiamo partecipato al pellegrinaggio al Mediolanum Forum di Assago per assistere alla seconda data dei due concerti proposti dalla Barley Arts nell’unica tappa italiana del tour, almeno in questa tranche di date europee. La produzione Arrivando al Forum, ci rechiamo all’ufficio di produzione. Qui ci rivolgiamo ai due personaggi che hanno curato in ogni dettaglio le due date italiane: Jimmy Pallas e Giulio Koelliker. Da quando si lavora per la produzione di queste due date? Il lavoro della produzione è iniziato alla fine dell’anno scorso – ci risponde Jimmy –; dopo tre mesi di contatti con la produzione americana si è concluso il lavoro di queste due date milanesi, e pare che tutto sia andato per il verso giusto. L’agenzia è la Barley Arts, con Cristina Trotta nei panni di produttore esecutivo a capo di un team di otto persone. Io lavoro con gli AC/DC dall’84, quindi, conoscendo la macchina organizzativa già da vecchia data, ho avuto un approccio facilitato nell’affrontare questo lavoro. La richiesta degli americani era abbastanza impegnativa: 120 punti di aggancio, alcuni ad altezze veramente considerevoli, tanto è che in alcuni casi siamo dovuti andare ad appenderci a due centimetri dal punto più alto. Abbiamo www.soundlite.it 67 Live concert 1: Giuolio Koelliker (sx), direttore di produzione, e Jimmy Pallas, produttore esecutivo per Barley Arts. 2: Gli enormi trasformatori utilizzati per la adattare la rete fornita localmente alla corrente americana necessaria per la produzione. NON APPOGGIATE I BICCHIERI! 3: L’imponente quantità di materiale appesa. quindi impiegato ben 27 rigger per eseguire questo lavoro. Mentre per la produzione completa quante persone avete occupato? Abbiamo fatto 65 chiamate al load-in e 95 al load-out, questo solo da parte della produzione italiana. Non so di preciso in quanti siano nella produzione a seguito, ma sono un bell’esercito! Mi spieghi la motivazione del giorno di off in mezzo alle due date? È un sistema che stanno usando in America e che mi sembra per altro molto interessante. Per evitare di avere il doppio autista (in questo caso sarebbero 27 persone in più!) ogni due giorni lavorativi mettono un day off. Quindi fanno il viaggio ed il load-in nel giorno dello spettacolo, un giorno di riposo e poi il load-out ed il viaggio verso la nuova data. In questo modo, con un’adeguata organizzazione e programmazione, hanno due vantaggi: non hanno spese per i doppi autisti e tutta la squadra lavora in modo molto più adeguato e rilassato. In un tour che dura circa due anni, questa organizzazione è fondamentale, per non rischiare di rovinare il gruppo di lavoro. Poi, sinceramente, penso che anche i componenti del gruppo, in special modo Brian Johnson, il cantante, che ha sempre la sua voce graffiante ma anche i suoi 62 anni, gradiscano particolarmente riposarsi un po’ dopo ogni concerto. 1 Sempre nell’ufficio della produzione abbiamo l’opportunità di parlare con il direttore di produzione, Dale “Opie” Skjerseth, che ci offre maggiori ragguagli sull’organizzazione di questo tour mondiale. Da quando è in tour questa produzione? È iniziata alla fine di ottobre del 2008 e non si è ancora fermata. Abbiamo girato gli USA fino alla fine di gennaio, poi siamo venuti qui per il tour europeo nelle arene. Da maggio ricominciamo dall’Europa, però negli stadi, ed in estate torneremo in America per gli stadi e poi di nuovo le arene. Dopo questi giretti andremo in Sud America e poi in Australia per la stagione nell’emisfero sud. Poi a metà del 2010 dovremo tornare in Europa di nuovo. Facciamo un break più o meno ogni sei settimane, non solo per la nostra salute, ma anche per dare l’opportunità di rinnovare l’attrezzatura o consentire i lunghi trasferimenti del materiale... tipo tra Europa ed America. Quanti mezzi e persone ci sono? La prossima tranche negli stadi diventerà più seria, ma per questa tranche nelle arene siamo con “solo” 20 bilici e cinque pullman. La crew in tour comprende 53 persone, più ovviamente 25 autisti. Questo non comprende l’entourage del gruppo, molto autosufficiente, di sole quattro persone. I vendor (cioè i fornitori di materiali e servizi) nelle tranche del tour in Europa sono europei, o i vendor americani sono sotto contratto per tutto il tour mondiale? Abbiamo portato quasi tutti al seguito: Clair Audio, Upstaging Lighting, Screenworks Video. I pirotecnici nelle tranche europee provengono dalla Germania, ed ovviamente trasporti e pullman sono europei. Guardando le date del tour, non c’è nessun back-to-back. Questa è una scelta dovuta a qualche regolamento, o alla possibilità di non avere autisti doppi? Questa cosa è conveniente dal punto di vista del personale, ma in realtà è una scelta degli AC/DC. Quando vedrai lo show capirai perché: un gruppo di quasi-sessantenni vuole un giorno di riposo dopo quello che fanno. Brian ed Angus danno la stessa energia che davano quando avevano 21 anni. 2 3 Quanto impiega il planning per un tour di questo calibro, al livello di produzione? Dopo l’approvazione del disegno delle scenografie da parte del gruppo, siamo partiti con gli appalti e la programmazione del tour da gennaio 2008. Quando arriva il “go”, non si aspetta. Le prove generali c’erano già a settembre. Il gruppo è molto coinvolto dall’inizio alle fine con la produzione. Si fidano al 100% di noi, ma sanno quello che vogliono: un pubblico che si ricordi del concerto degli AC/DC per sempre. Da quando tu lavori con loro? Come diversi altri in questo tour, sono con loro dal ’96, dal tour “Ball Breaker”. Io sono arrivato con loro tramite Jake Berry, che lavora con gli Stones e gli U2; ci diamo il cambio quando capita, e lui doveva andare a fare il “No Security” Tour con gli Stones, quindi mi ha chiesto di sostituirlo qui. Ci sono rimasto da allora. Quando prendo altri lavori, ho sempre l’accordo che se ricevo la chiamata da questo gruppo devo partire. Abbiamo un amico fonico che dice che chi lavora nello spettacolo in Italia è un po’ privilegiato, perché si riesce ancora a mantenere una vita quasi “normale”, cosa quasi impossibile nelle produzioni internazionali. Tu stai dirigendo un tour che andrà avanti per almeno 18 mesi... una domanda personale: quanto tempo passi a casa? Lavoro in tour dal 1979, e da allora passo, in media, 10 mesi all’anno in giro. È una parte della mia vita, ed io la accetto per fare quello che amo. Parlando solo per me, non esiste un lavoro più bello o soddisfacente. Scommetterei che ognuno di quelli in tour con noi ti direbbe la stessa cosa, altrimenti non sarebbero qui stasera a far sì che questo spettacolo possa avvenire. Ci accompagnano nella sala, dove abbiamo la prima opportunità di vedere il palco: molto largo e molto profondo, è bordato davanti completamente da monitor wedge con in mezzo tanti Alpha Beam, presenti anche sopra il muro di Marshall nel backline. Una singola passerella larga un paio di metri spunta dal centro palco per una quindicina di metri, e termina in una piattaforma tonda elevabile. Sopra la passerella, un singolo ponte la segue con montati 13 Infinity Wash XL, ed un singolo BigLite 4,5 k sopra la piattaforma. Molto interessanti i truss, disegnati dal service Upstaging, con le basi delle testemobili inserite e bloccate semi-permanentemente all’interno delle americane, dove rimangono durante montaggio/smontaggio e trasporto. I ponti ad arco dei truss sopra il palco sono ad un’altezza estrema e reggono un parco luci, a dir poco, notevole. Al centro del fondo palco c’è uno schermo a LED così liscio che sembra uno schermo da proiezione. Due schermi per la retroproiezione affiancano il palco per fornire i contenuti video ai posti dietro il boccascena. Ancora nessuna traccia di una locomotiva da sei tonnellate, ma già ci fa impressione! L’audio in sala Procediamo verso la regia FoH. Qui, dietro due console Midas (affiancate ad ‘L’ ma separate da diverse generazioni), troviamo il fonico di sala Paul “Pab” Boothroyd. Si arrende all’impresa di alzarsi sopra una sedia posizionata su un flightcase non cooperativo, per accedere ad un microfono di misura, e ci concede una chiacchierata. Hai tirato fuori un classico per questo tour? Sì, sto usando una console analogica Midas PRO40 che fa parte dell’inventario di Concert Sound nel Regno Unito (che 68 maggio/giugno 2009 - n.77 4 ora fa parte del gruppo Clair). Era costruita su ordinazione per l’uso in tour negli anni ‘80 con i Dire Straits, Joe Cocker ed altri clienti importanti. Perché la scelta del banco analogico “vintage”... insomma perché un PRO40 e non un XL4? Perché penso che sia l’attrezzo più adatto per questo lavoro. Nell’ultimo tour ho usato un XL4 (generalmente la mia console preferita), ma volevo andare un po’ più vintage questa volta. In realtà, mentre Malcom ed Angus scrivevano questo disco, ho curato il loro “home studio” di scrittura ed ogni tanto parlavamo di attrezzatura audio. Nel loro studio usano un vecchio banco broadcast della Neve per tutto, perciò tutto ha quel suono Neve. Un giorno mi hanno chiesto se era possibile portare un banco Neve in tour; ovviamente ho detto che non era proprio praticabile, però forse sapevo dove trovare la cosa con il suono più simile. Così sono andato da Concert Sound, ed abbiamo tirato fuori questo banco. Poi io, Tim Boyle e Pete Cornell (un vecchio tecnico Midas che lavora per Concert Sound) abbiamo ricostruito i moduli, pulito tutto e tolto ruggine e sudiciume – era immagazzinato da 10 anni. Avevo usato questa console nel passato con altri artisti, quando anch’io ero più giovane, così la conoscevo e sapevo che si tratta di un banco eccezionale. 4: La fila di 13 Infinity Wash, con un singolo BigLite in testa, sul truss che si estendeva sopra la passerella. 5: Dale “Opie” Skjerseth, direttore di produzione. 5 www.soundlite.it 69 Live concert Scheda Audio Mixer FOH Midas PRO 40 Midas PRO 6 Mixer monitor Midas Heritage 4000 Rack Outboard Rec - KT DN 9696 EQ - GLM 8200 Summit TLA 100A dbx 160SL Drawmer DS 201 TC M 6000 dbx Quantum II Waves MaxxBCL Radial Eng. Phazerbank PA 92 elementi X-Array E.V. 32 sub EAW SB 1000 16 I5 Clair Brothers 12 P2 Clair Brothers 12 CBA R3T 20 XTA 226 06 Dolby Lake 60 P3000 E.V. Lab Gruppen fP6400 6: “Pab” Boothroyd, fonico FoH. 7: La “Vecchia Signora”, Midas PRO40 – il banco principale FoH. Vedo anche un nuovissimo PRO6, però... Quello ha una moltitudine di funzioni. Lo usiamo per la registrazione multitraccia con il KT DN9696, per il gruppo di spalla, gestisce lo split e, non da trascurare, lo posso usare come backup. Questo è un approccio che ho usato nel passato con Paul McCartney, usando il Venue all’epoca. Volevo provare il Midas questa volta. È molto bello tornare all’analogico, ma la cosa bella di avere la PRO6 qui di fianco è che ha un suono molto bello ed analogico anche lei. Abbiamo fatto dei confronti durante le prove e, non sorprendente ma molto rassicurante, è che il suono del PRO6 è molto simile a quello del PRO40. Se (toccando il ferro del PRO40) la Vecchia Signora qui decidesse di fare un sonnellino nel mezzo di un concerto, entro un paio di secondi posso unmute i master sul PRO6 e siamo in digitale... e mi sa che lo sapremmo solo noi. Qual è il percorso del segnale? È un po’ complicato, ma analogico. Sto usando i preamplificatori del banco, e tutto arriva dal palco su rame tramite i multicore per il PRO40; però viene prima splittato dallo splitter/IO del sistema XL della Midas. Così il PRO6 qui può controllare il guadagno allo splitter. Abbiamo impostato le uscite analogiche dello splitter in modo più trasparente possibile. È uno split attivo, ma si comporta come uno split passivo. In questo modo abbiamo gli split per l’H4000 sul palco e per il PRO40 in analogico, e la conversione per il PRO6 tutto nello stesso punto. Che outboard stai usando, e per cosa? Ho molte apparecchiature analogiche. Uso l’EQ GML8200 per avere maggior possibilità di equalizzazione sulle voci, infatti l’EQ sul banco è un po’ elementare e, dato che le pressioni sonore sono piuttosto elevate, volevo un po’ più di “notchabilità”. Poi uso il Summit TLA 100A, grande sulla voce di Brian, poi i miei compressori preferiti dbx 160 SL, quelli blu, per il basso e per i BV (cori) se gridano, perché a volte sono sul microfono, delle volte sono lontani. I 160 mi portano via i picchi – ho già abbastanza picchi nel banco – e mi aiutano a stabilizzare l’headroom. Poi i gate Drawmer DS201 che ho utilizzato per tutta la mia carriera e non ho mai trovato un motivo valido per cambiarli. Uso un po’ di TC M6000 per gli effetti, un po’ di doppiaggio delle BV e su Brian un delay tipo ADT molto breve, un po’ di D2 single slap delay per le canzoni nuove. 6 7 L’attrezzatura “d’epoca” prevale anche dall’altra parte della catena audio: l’impianto principale è un behemoth: un cluster tradizionale ci pone una sfida solo per fare l’operazione matematica per arrivare al numero d’elementi (46 per lato, in questa data). Per avere delucidazioni sulla scelta del PA, ci rivolgiamo al gioviale Dave Dixon, systems engineer. Si lavora bene con un array tradizionale dopo anni di line-array? È veramente rinfrescante! Un suono molto bello. Non ha i vantaggi del line array, per quanto riguarda la precisione di copertura, ma noi copriamo le arene con AC/DC con questo sistema e funziona bene. È un suono diverso, assolutamente, ma è spettacolare per questo tipo di musica. C’è un po’ di distorsione che non solo è adeguata, è proprio perfetta per il lavoro che stiamo facendo. Ci vuole un bilico in più, praticamente, ma per avere questo tipo di impatto ne vale la pena, e come! Non c’è niente di male in un line array – ci sono outfill di I5 anche qui, e sono stati usati dei line array con questo gruppo e suonavano bene – ma questo suona veramente come un impianto rock... e anche da vedere è indubbiamente un impianto rock. Quando abbiamo finito l’ultimo tour nel 2001, il gruppo, io e Pab eravamo del tutto soddisfatti del suono. Così, quando ci siamo consultati per fare questo nuovo tour, abbiamo chiesto al gruppo se volevano partire usando le nuove tecnologie o se volevano riprendere esattamente da dove avevamo lasciato. La scelta unanime è caduta sulla seconda possibilità. Se ci pensi un attimo, gli stessi musicisti stanno usando gli stessi strumenti, e gli stessi amplificatori, microfonati nello stesso modo con gli stessi microfoni, per suonare parecchi degli stessi brani del 2001. Perché avremmo dovuto cambiare tutto quando i risultati erano già eccellenti? Non si ripara quello che non è rotto. Ci puoi spiegare in breve com’è composto l’impianto? Il sistema è un EV X-Array, sono otto colonne che si alternano dal palco high-box/low-box/high-box/ low-box e così via, ognuno con un Xcn o Xcb in fondo. Quelli sono appesi, mentre giù abbiamo 16 sub EAW SB1000 per lato. Gli outfill sono otto Clair Brothers I5 per lato, e per i front-fill usiamo i P2, sempre Clair. Come amplificazione usiamo ovviamente EV P3000 per i diffusori degli array principali, per i sub usiamo i Lab.gruppen 6400, mentre gli ampli per i sistemi Clair sono tutti Clair. Il processing per l’X-Array è tutto XTA, mentre il materiale Clair è controllato con i Dolby Lake. Dal banco andiamo al driverack del Dolby Lake I/O system per la distribuzione, così abbiamo due uscite per gli X-Array, due per i sub, due per gli outfill appesi, una per i 8 9 Un altro attrezzo indispensabile in questo setup è il Phazerbank di Radial Engineering, per l’allineamento delle sorgenti. Essendo tutto in analogico, quando devo trovare il punto di allineamento di rullante sopra e sotto, o per il DI del basso ed il microfono sull’ampli, questa macchina mi permette di rifasare a volontà. Inoltre stiamo provando il Maxx BCL di Waves come “PA mastering device”... viene attraversato dal mix finale e possiamo comprimere, equalizzare o limitare prima della distribuzione. Il resto è il playback, per la campana durante Hells Bells ecc. Registriamo il mix ogni sera su CD per verificare se e quando qualcosa non va bene. Se crediamo che la serata sarà veramente speciale, registriamo il tutto con il DN9696, ma non facciamo il multitrack ogni sera, non avrebbe senso perché sarebbe un archivio mai riascoltato. Da quando lavori con AC/DC? Questo è il mio terzo tour mondiale con loro. Il primo è stato “Ball Breaker” nel ’96, poi “Stiff Upper Lip” nel 2000/2001 ed ora “Black Ice”. Ho fatto anche i loro concerti una tantum ed i progetti esterni, come gli spettacoli con i Rolling Stones in Germania. Il PA 8: Le outboard della regia FoH. 9: Dave Dixon, systems engineer. 70 maggio/giugno 2009 - n.77 www.soundlite.it 71 Live concert Ringraziando Dave, ma prima di lasciare la regia FoH, ci fermiamo a parlare con il lighting director, Charlie “Cosmo” Wilson. A Cosmo facciamo qualche domanda sul disegno e l’implementazione dell’imponente parco luci. Ci potresti raccontare un po’ l’idea dietro il disegno luci? Il disegno è principalmente di Patrick Woodroffe, mentre Mark Fisher ha progettato la scenografia. Conseguentemente al concept della locomotiva, abbiamo voluto simulare una stazione ferroviaria: sono andato a casa e (stranamente, perchè oggi siamo proprio a Milano!) ho trovato una foto della Stazione Centrale di Milano e l’ho mandata a Patrick, dicendo “questo è quello che dobbiamo fare”. Così sono nate le arcate in trussing come nelle grandi stazioni ferroviarie, complete delle sezioni a punta in fondo che abbiamo fatto fare appositamente. Dove, invece, ci sarebbero gli ancoraggi a terra, sono appesi i LittleBig Lite. Patrick e Mark Fisher hanno lavorato a stretto contatto sul coordinamento di luci e scenografia, mentre il programmatore Dave Hill ha collaborato anche sul disegno. All’inizio pensavamo di farlo principalmente di PAR, come un “vero e proprio” rock show, ma l’assorbimento di corrente elettrica sarebbe stato impossibile con i numeri che Patrick aveva in mente! Così ha deciso di andare con un sacco di testamobile... ed io sono molto bravo nel creare un concerto rock usando dei testamobile! Che tipologia di prodotto avete scelto? Abbiamo un centinaio di Coemar Infinity Wash XL, che sono i cavalli da battaglia dello spettacolo, poi abbiamo un po’ (32! – ndr.) di Vari*Lite 3000 Wash, che usiamo per i fasci grossi e definiti, otto LittleBig 3,5 k, ed un BigLite 4,5 k. Ci sono anche 20 piccoli Impression a LED. Una piacevolissima sorpresa sono stati degli altri fari italiani, gli Alpha Beam 300: nel disegno iniziale c’erano altri dieci BigLite 4,5 k sul truss in fondo, ma, a causa dello schermo a LED, non siamo riusciti a sfruttarli e abbiamo deciso di sostituirli. Io e Dave avevamo nel passato usato questi Clay Paky, e li abbiamo suggeriti a Patrick. Non era del tutto convinto, così per una prova ne abbiamo presi alcuni e li abbiamo messi sul palco: erano così belli che ne abbiamo aggiunti altri 24 al posto dei BigLite, oltre a quelli posti sul palco! Sono veramente fenomenali: molto luminosi per essere dei 300 W, ed hanno quel look un po’ da ACL che ci piace per il rock. Voglio dire: i Coemar hanno un grande impatto, i Vari*Lite, beh... sono Vari*Lite, ma questi Alpha Beam ci hanno proprio sorpresi; sono diversi da tutto il resto che abbiamo lassù. Luci convenzionali? Lavoro con gli AC/DC da 20 anni e hanno sempre molto insistito sull’uso dei tradizionali, vogliono il tipico attacco e il decadimento dei fari tradizionali. Un testamobile più o meno è acceso o spento, o cambia i colori... oltre al punch dei proiettori tradizionali, vogliono sentire il calore. Così, solo per riempire e dare calore, abbiamo aggiunto nove Maxi-Brute 12 e 144 PAR da 1 k, e poi ci sono parecchi altri tradizionali. 11 12 Scheda Luci Materiale lighting 2 MA Lighting grandMA 90 Coemar Infinity Wash XL 48 Clay Paky Alpha Beam 300 32 Vari*Lite VL3000 Spots 20 Elation/GLP Impression LED lights 8 Zap Technology LittleBig Lite 1 Zap Technology BigLite 56 Martin StageBar 40 Colour Kinetics iW LED Wash 144 1 k Pars 18 Stubby Floor Pars 12 4-way Molephays 6 Hungaro Flash 85 kW 8 Martin Atomic 3000 Strobes 4 Reel FX DF-50 Crackers 2 Smoke Machines 2 Lycean 1200 Truss Spots Personale Lighting Lighting Crew Chief Elettricisti Ron Schilling Mark Weil Mike Ryder Kendra Sandoval Brian Kasten Steve Richards Jim Fredrickson Josh Wagner Dave Walden 10: Uno dei massicci cluster di 46 elementi del E-V X-Array. 11: Gli amp rack con i 30 P3000 del X-Array cluster di stage right. 12: I Clay Paky Alpha Beam 300 lungo il bordo anteriore del palco. 72 maggio/giugno 2009 - n.77 10 front-fill puntati davanti ed una per off-fill. I canali per gli X-Array ed i sub sono poi inviati ai processori XTA 226 per il processing. Naturalmente, quelli li posso controllare con il tablet tramite rete senza fili, per tarare la sala. Le luci Diffusore full-range compatto con amplificatore integrato Scheda Video Scheda Personale La produzione in tour 1 Virtual VTR Software 1 Daktronics 9,75 × 7,3 m PST-10 SMD pannelli modulari 3 Barco FLM-R20K DLP Proiettore (1 backup) 2 Da-Lite 4,9 × 3,65 m RP schermi 1 Ross Synergy 2.5 MD-X SDI Production Switcher 2 Macintosh Pro 2.8 GHz Quad-Core Intel Xeon Processor 2 Glyph Technologies GT103 FireWire 800 HD 1 Tektronix SPG422 Digital Component Sync Generator 1 Folsom ImagePro HD 1 Ross Synergy Video DA Tray 4 EQ Cards 1 1740 Waveform/Vectorscope 1 Sierra Video 3232 Lassen HD 32×32 HD-SDI Router 1 Doremi Dual HD 7 RTS Drops 2 Sony BVP 900 telecamere 2 Sony BVP-950 Digital telecamere 2 Canon 20×1 obbiettivi 1 Canon 70×1 obbiettivo 1 Canon 55×1 obbiettivo 3 Sachtler V-20 Head & Sticks 1 Sachtler V-30 Head & Sticks Direttore Creativo/ Co-Lighting Designer Patrick Woodroffe Production Designer Mark Fisher Co-Lighting Designer/ Sound designer Harry Witz Fonico FoH Paul “Pab” Boothroyd Fonico di palco Mike Adams System engineer Dave Dixon Programmazione Dave Hill Direttore Lighting Charlie “Cosmo” Wilson Direttore Video Jeff Claire Designer Tecnico Jeremy Lloyd Direttore di Produzione Dale “Opie” Skjerseth Coordinatore di Produzione Alexis Wadley Direttore di Palco Chris “Super” Deters Scultore locomotiva Jacqui Pyle Scultore locomotiva 2D:3D Dir. tec. locomotiva Richard Hartman Head rigger Chad Koehler Rigger Aaron Alfaro Responsabile pyro Casey Lake Tecnico pyro Chris Davis Tecnico Video Bob Larkin Tecnico LED/ operatore telecamera Michael Duque Resp. Proiezioni/ operatore telecamera Greg Santos Tecnico LED Angelo Bartolome Resp amplificazione Rick St. Pierre 13 13: Charlie “Cosmo” Wilson, lighting director. IM106 è un diffusore compatto con amplificatore integrato, interamente progettato e prodotto da AudioFactory. Il modulo di potenza, in classe AB, eroga fino a 300 + 300 W rms assicurando ampia dinamica e bassissima distorsione (THD 0.03%) anche nelle condizioni di lavoro più gravose. Il controller analogico provvede alla funzioni di crossover, limiter per la protezione degli altoparlanti e allineamento di fase tra i trasduttori garantendo la massima coerenza audio per un’ascolto piacevole e ben focalizzato. Altoparlante da 6” con bobina da 2.5”, magnete in neodimio. Driver a compressione da 1” con bobina in alluminio da 3/4”, magnete in neodimio, tromba circolare tractrix. Cabinet in multistrato di betulla da 12 mm. Tutti i prodotti AudioFactory sono interamente progettati e realizzati in Italia. Di effetti abbiamo qualche Atomic sulla locomotiva, ma per fare un pochino di luce durante lo schianto della locomotiva e per rinforzare gli effetti pirotecnici abbiamo 6 Hungaroflash T‑Light. Questi sono dei bei giocattoloni – effetti strobo da 85.000 W l’uno – e su Thunderstruck fanno un effetto proprio incredibile. Come ti coordini con i contenuti video? A parte il filmato del treno fuori controllo all’inizio del concerto, e poi un video-retrospettiva del gruppo durante Let There Be Rock, il video sullo schermo Daktronics – che poi diventa due schermi – e sui due schermi a retroproiezione, è quasi tutto I‑MAG dalle telecamere. In certi brani ci sono effetti – fiamme, I‑MAG manipolato, ed i diversi simboli del gruppo – che controllo in tempo reale dal GrandMa. Dave ha programmato le sequenza di luci di tutti i brani in modo molto dettagliato, ma ho molta libertà di operare “vecchia scuola”, perché conosco il materiale molto bene. Lo spettacolo Per l’immancabile appuntamento sotto il palco per fotografare i primi tre brani, il mio più saggio direttore mi chiede se ho portato i tappi. Avendo eseguito questo compito tante volte ormai, ma sempre nei concerti che utilizzano i linearray dove sotto il boccascena i livelli sono piuttosto accettabili se eviti le linee dirette dei frontfill, rispondo di no, ce la farò. In retrospettiva, posso dire che nella vita uno non deve smettere mai di imparare. Dall’improvvisa caduta delle luci di sala e l’immediato inizio del bellissimo cartoon animato che ci propone un Angus Young ostaggio di nubile compagnia multipla a bordo di un treno fuori controllo, mi rendo conto che la pressione sonora in quella particolare posizione nella sala sarà “un po’ elevata”. A proposito del video, rimango stupito dalla risoluzione degli schermi Daktronics, che tiene nitidissima anche a questa distanza. Rimango un po’ ipnotizzato dal cartoon e, per un paio di minuti, mi dimentico della macchina fotografica e del mio lavoro. Al momento dello schianto e l’entrata in scena (eccola!) della locomotiva, vengo svegliato, non dai pirotecnici, né dallo scarico da 510 kW dei sei T-Flash, e neppure dal primo accordo dalla famosa SG di Young che manda letteralmente in saturazione lo stadio d’ingresso neurologico della mia testa. Quello che mi riporta alla realtà è l’istantanea salita di temperatura effettuata dall’accensione del parco luci, e capisco molto bene il commento di Cosmo sull’importanza del calore delle luci. Il volume è alto ma, come il suono, è perfettamente adatto al materiale. Continuo a ripensare alle parole di Pab, che tutto quello che usano è “l’attrezzo più adatto al lavoro” – senza compromessi, e senza considerazioni della moda tecnica del momento. Lo spettacolo illuminotecnico segue la stessa filosofia: è perfettamente adatto ad uno spettacolo di rock duro. È incredibilmente ben fatto e, se studiato per sé, molto complesso e veramente bello, ma sempre esclusivamente pensato per dirigere l’attenzione del pubblico dove serve. Il resto dell’evento non richiede descrizioni... intenso, coinvolgente e divertente. Gli assi scenografici che tirano fuori delle maniche – pyro, video, meccanizzazioni e l’indimenticabile gonfiabile “Macchinista Rosie” – servono solo come contorno alla garanzia d’energia e rock’n’roll che è AC/DC. IL MORELLI PENSIERO Aziende Costruzione del Palco Strutture per la Locomotiva Service audio Service luci Service video Gonfiabile Pyro La produzione italiana Prodotto in Italia da Promoter Produttore esecutivo/ Accounting Promo e marketing Biglietteria Produttore esecutivo Direttore di produzione Direttori di Palco Head Rigger Ass. di Produzione Resp. servizio di controllo Crew Boss Tait Towers Brilliant Stages Clair Global Upstaging Lighting Screenworks Air Artists Stage & Effects Engineering Inc Barley Arts Claudio Trotta Cristina Trotta Elena Pantera Francesco Negroni Francesca Beviliacqua Jimmy Pallas Giulio Koelliker Valerio Brusa Simone “Ciccio” Antoniucci Thomas Morandi Katia Ponchio Gioia D’Onofrio Norberto Schianchi Carlo Lucchese Tommaso Cariglia Da tempo non venivo coinvolto così tanto da uno show, uno spettacolo che ti avvolge sin dalle prime immagini dell’intro, la proiezione di un cartoon che raffigura il gruppo in un convoglio, nei cui vagoni si svolgono festini un po’ piccanti, alla massima velocità diretto senza controllo verso una stazione. Al suo arrivo, come inevitabile, si schianta contro le barriere e arriva realmente sul palco sfondando, tra mille effetti pirotecnici, anche il grande schermo a LED che si divide in due parti. E questi sono solo i primi due o tre minuti... poi arrivano Angus, il bambino di sessant’anni con la sua Gibson, seguito da Brian con la gola di carta vetrata, e da quel momento succede il finimondo. Dello spettacolo è inutile aggiungere altro, sarebbe superfluo, posso solo sottolineare che è uno di quelli che non è possibile dimenticare. Ma quale aria si respira nel backstage di una produzione di livello mondiale come questa? Massima serenità e pochissimo stress: ognuno svolge il proprio compito con massima competenza e collaborazione con i colleghi. Alcune scelte mi hanno invece stupito perché realmente anti-economiche: si sono portati dietro tutta la produzione, o quasi, dall’America, e questo pagando anche lo scotto di dover aggiungere i trasformatori per adattarsi alle nostre diverse alimentazioni elettriche. Poi la botta finale: l’impianto audio! Pensavo fossero uno scherzo le voci che ci erano giunte sull’uso di un impianto tradizionale e di un mixer di venticinque anni fa. Invece era tutto vero. La sera sono rimasto davvero incredulo quando ho sentito il sound di quell’impianto; con una parola: incredibile. Ho iniziato a pensare che forse ci siamo realmente fatti abbindolare dai guru delle frequenze e delle fasi, o forse aveva ragione John Meyer quando diceva che i line array non erano la soluzione finale. E che, soprattutto, forse non è ancora il momento di disfarsi dei vecchi impianti che, gestiti con le elettroniche d’ultima generazione e montati nel modo giusto, ancora hanno molto da dire. E poi... rivedere al lavoro un vecchio mixer PRO40 Midas, mi ha riportato ai miei anni ‘80, ed è stato veramente emozionante... Ma vi assicuro che non mi sono fatto ingannare dalla nostalgia: tutto suonava veramente in modo stupendo. Una notte di puro e crudo rock’n’roll! www.soundlite.it 75 Live concert PAUSINI World Tour 2009 Al via una delle più imponenti produzioni indoor italiane di sempre di 76 Giancarlo Messina maggio/giugno 2009 - n.77 Un’introduzione sulla carriera artistica di Laura Pausini sarebbe assolutamente pleonastica: tutti conosciamo i suoi successi italiani ed internazionali, coronati da quel “Grammy Award” come miglior album latino del 2006, e relativa nomina a Commendatore da parte del Presidente della Repubblica Ciampi, per cui tutti abbiamo un po’ gioito. D opo il nuovo album “Primavera in anticipo”, Laura è ripartita per un tour che durerà oltre un anno e che la vede, in questa prima tranche, passare da un sold out all’altro lungo la Penisola; da qui nelle capitali europee per poi tornare nuovamente in Italia in estate. E poi l’America. Insomma una tournée di quelle che pochi possono permet‑ tersi, soprattutto in grado di spalmare i costi di produzio‑ ne su moltissimi concerti, possibilità preclusa a molti tour italiani. E non è un caso che ci siamo trovati di fronte ad una delle produzioni più imponenti fra quelle italiane indoor da noi viste in questi ultimi dieci anni. Il primo aprile, sfidando eventuali pesci, siamo sin dal po‑ meriggio al Palazzetto dello sport di Pesaro per capire come è stato realizzato questo grande show. La produzione Iniziamo da una chiacchierata con Luigi Vallario, production mana‑ ger e direttore di produzione per la Live Nation di Roberto DeLuca. Luigi, ormai abbiamo imparato a conoscerlo, è uno dei migliori di‑ rettori di produzione italiani, ma anche uomo di molti fatti e poche parole: cerchiamo così di incalzar‑ lo un po’ per farci dare quante più informazioni possibili. Ci spiega che, in fase di progetta‑ zione, ha dato il suo contributo non solo tecnico ma anche creati‑ vo, lavorando al fianco del mana‑ www.soundlite.it 77 Live concert 1 2 3 4 5 1: Luigi Vallario, production manager per Live Nation. 2: Marco Monforte, fonico FoH. 3: Francesco De Cave, lighting designer. 4: Orlando Ghini, systems engineer. 5: Il tastierista Bruno Zucchetti. 78 maggio/giugno 2009 - n.77 ger di Laura, Gabriele Parisi, e del lighting designer France‑ sco De Cave. È così nata questa produzione che si sposta su ben dieci TIR, capace anche di effettuare dei back to back, come questo di Pesaro, senza un doppio palco, grazie all’uso di un rolling stage. Per chi non lo sapesse, si tratta di un pal‑ co su ruote che è possibile spostare da un punto all’altro della venue dopo il montaggio. Questo consente di liberare la zona del rigging ed effettuare in contemporanea le due operazioni di montaggio per poi far scivolare in un secondo tempo il palco al suo posto. Luigi aggiunge che, per questa data, hanno effettuato dei premontaggi di alcuni punti mo‑ tore, per trovare già pronti alcuni cavi d’acciaio. E certo il materiale da appendere non manca: ben 30 ton‑ nellate! In particolare, l’audio e le luci sono fornite dal service Ago‑ rà, il video da Event Management, ma sempre con la pater‑ nità di Agorà, il palco da Italstage, le scenografie da Tekset ed infine i trasporti, su cui Luigi spende qualche parola di apprezzamento in più, non fosse altro per i bei teloni con il logo del tour, dalla Transervice di Antonio Celli. Ci spiega inoltre che all’estero si sposteranno con il 90% della produzione al seguito, lasciando a casa solo il rolling stage, e sottolinea il lavoro di customizzazione del binario su cui, come vedremo meglio, scorre il video. Luigi ci pare molto soddisfatto ed orgoglioso di questa produzione, so‑ prattutto per aver raggiunto uno dei suoi principali obiet‑ tivi: creare un’atmosfera molto serena e collaborativa fra le varie componenti del crew che dovranno vivere fianco a fianco per lungo tempo in questa avventura. La scenografia Rimanendo in ambito scenografico, ci facciamo illustrare la grande struttura proprio da Francesco De cave, lighting designer che – sottolinea orgoglioso – festeggia con questo grande show i suoi dieci anni di attività professionale. Ma Francesco non si è limitato alle luci, ha bensì collaborato alla creazione della struttura e dei video utilizzati durante lo spettacolo. Come descriveresti ai nostri lettori questa struttura? Direi che si tratta di una struttura elegante, in cui tutto è molto circolare, senza spigoli e angoli. Ci sono poi tan‑ ti elementi spettacolari che vengono fuori pian piano. Ovviamente negli spettacoli moderni il video è ormai molto importante, così ho avuto l’idea di customizzarlo, facendo creare un nuovo elemento scenografico, una sorta di goc‑ cia, alta 1,80 metri e larga 80 centimetri nel suo punto mas‑ simo, realizzata con materiale video Mi‑Pix Barco. Si trat‑ ta di mattonelle grandi 20 x 20 centimetri, ognuna dotata di 4 pixel. In proposito, un ringraziamento particolare va alla Event Management per la disponibilità e la pazienza nel soddisfare le nostre richieste. Queste gocce, sulle quali io posso quindi visualizzare il video che voglio, sono anche movimentate in altezza da Luca Guidolin con motori Cyber Hoist a velocità variabile. Ma di elementi video ne ho intravisti ancora di più... Certo, ci sono poi quattro pannelli Matrix, grandi 3 x 2 me‑ tri, montati ciascuno su un carrello semicircolare che parte dal fondale e si muove per tutta la larghezza del palco, su un binario di 28 metri di diametro. Questi video non solo pos‑ sono scorrere, salire o scendere, ma possono anche ruotare su se stessi, così da rimanere frontali al pubblico durante lo spostamento. Anche questi sono regolati in altezza con due motori Cyber Hoist: tutto è programmato nei dettagli, an‑ Live concert che per non far notare al pubblico quando tornano indietro, un lavo‑ ro di regia certosino ed immenso. Fra l’altro, questi schermi possono scendere fino a terra e scompari‑ re del tutto dietro al palco, per‑ ché c’è una grande distanza dal palco al fondale, realizzato con un grande schermo NetLED della Tecnovision di 22 x 8 metri, posto a ben cinque metri di distanza dal palco. Con tutto questo video era quindi necessaria tanta luce... Sì, proprio così, infatti i proiettori sono tanti e potenti per poter con‑ trastare tutte le sorgenti video: 36 Mac 2000, aggiornati a 1500 W, 24 iSpot Coemar, 12 Panorama 80 maggio/giugno 2009 - n.77 usati in controluce dal basso, una trentina di barre LED, po‑ ste fra un truss e l’altro per illuminare una zona che di solito resta sempre buia, poi 30 Atomic 3000, diversi PAR LED, 30 DWE per la sala, e poi un nuovo prodotto realizzato da DTS: DC SP9 Spot Bank (è un prodotto customizzato con nome provvisorio... la DC è per De Cave - ndr) ciascuno composto da 18 lampade da 500 W par 64 spot. Quattro di questi sono mon‑ tati su motori Cyber Hoist e vengono mandati giù, davanti al video, quando non ci sono le proiezioni, mentre altri due sono montati sotto le scale, a loro volta illuminate con stri‑ sce di LED RGB flessibili, dotate di una patina di silicone che le rende molto omogenee. Cosa succede su questo grande kabuki bianco che adesso fa da sipario? È l’inizio del concerto: su questo enorme kabuki bianco, lar‑ go 30 metri ed alto 10, sarà proiettato un filmato con Laura che, vestita da pugile, comincia l’incontro con il suo pub‑ blico... poi il kabuki cade in un attimo, gran botta di luce e comincia il concerto vero e proprio. Solo sul secondo pezzo inizierà a vedersi qualcosina del video che poi si svelerà lun‑ go il concerto... Insomma partite subito forte: non hai paura di sparare tutte le cartucce troppo presto? No, anzi: non mi piace iniziare lo show come dei poverelli, ci vuole subito qualcosa di forte e di emozionante. E poi qui di effetti scenografici ne ho così tanti che posso giostrarmeli benissimo lungo lo spettacolo. Che regia usi? Cosa fai durante lo show? Oltre ad aver contribuito ai disegni luce, alle scenografie ed ai contributi video – un progetto durato sei mesi – per com‑ plicarmi la vita ulteriormente programmo lo show, eseguo il disegno luci e mando il video, tutto da una Wholehog iPC con software Wholehog 3. Ho quattro Catalyst, ciascuno con due uscite. Quelle del primo Catalyst sono dedicate alle gocce ed agli schermi Matrix, quelle del secondo vanno al NetLed del fondale ed ai videoproiettori frontali. E per non farmi mancare niente, controllo anche i seguipersona e do le chiamate per le movimentazioni video! Live concert L’audio in sala 6: La superfice di controllo del Midas XL8. 7: I rack degli outboard in regia FoH. Facciamo i complimenti al piovre‑ sco Francesco (beato lui, io non riesco nemmeno ad ascoltare la radio mentre scrivo!) e finalmen‑ te riusciamo a scambiare due parole in tranquillità col nostro amico Marco Monforte. Si capisce che Marco è il fonico di sala dalla scritta “monFOH” su un flightcase: d’altra parte... nomen omen, già lo dicevano gli antichi romani... Scherzi a parte, Marco è diventa‑ to sempre più in questi ultimi anni uno dei sound engineer italiani più richiesti, e certo non a caso. Marco, cos’è cambiato nel tuo set-up dallo scorso tour? Ho effettuato alcune modifiche, alla ricerca di una qualità sempre migliore ed allo stato dell’arte. In particolare posso segnalarti l’uso del nuovo banco digitale live del‑ la Midas, l’XL8, e la microfonatura delle chitarre tramite Neumann TLM193, sempre in isolation case; mentre per la voce abbiamo pre‑ ferito sempre un e935 Sennheiser; ma soprattutto è cambiato molto l’approccio al mix, con sonorità 6 7 82 maggio/giugno 2009 - n.77 più “Cold Play”, più chitarristiche, leggermente più sbavate sulle basse e con rullanti più grossi. Perché cambiare la console D5 che pur tante soddisfazioni ti aveva dato nel tour precedente? Il mio compito è anche quello di proporre al direttore musi‑ cale ed all’artista le evoluzioni ed i prodotti più interessanti che il mercato propone. Se ben ricordi io avevo già affian‑ cato un Midas XL4 analogico alla console digitale Digico D5, insomma avevo fatto una specie di XL8 ante litteram! Così questo nuovo mixer mi ha subito molto interessato. Ho fatto presente la cosa al direttore musicale ed all’artista, ma met‑ tendo avanti le mani, perché con la Digico avevo la massima esperienza e sicurezza, di qualità e di affidabilità, quindi prima di fare il nuovo passo abbiamo voluto provare mol‑ to bene la macchina, soprattutto ascoltarla. Così ho preso una sessione multitraccia di San Siro di Laura, l’ho caricata sul multitraccia interno al sistema, il Klark Teknik DN9696, ho spinto play e… sono rimasto incantato dal suono ed ho subito deciso di proporlo. In effetti sto lavorando con il sof‑ tware vecchio, è già uscita la nuova release, ma per sicurez‑ za preferisco continuare a lavorare su questo. Ho convocato in Texim, importatore italiano, il direttore musicale e Laura, che purtroppo aveva un impegno, e dopo aver ascoltato in‑ sieme la console abbiamo deciso di utilizzarla. Sei soddisfatto della scelta? Sì, fin adesso sono molto soddisfatto. Soprattutto perché Texim ed Agorà sono stati eccezionali, mettendomi nella condizione di affrontare al meglio questo lavoro: in mezzo a milioni di pensieri, durante le prove, io non potevo per‑ mettermi di fermare tutto per capire il funzionamento della macchina, così mi hanno affiancato Federico Farina, fonico di Zelig, un ragazzo gentilissimo e splendido, che mi è stato accanto per un mese tutti i giorni, dandomi la possibilità di concentrarmi sulle necessità artistiche, assimilando pian pia‑ no la conoscenza tecnica del mixer. Anche Orlando Ghini, PA Manager, è andato in Inghilterra per fare il corso sull’XL8: insomma tutti si sono messi in moto per darmi modo di usa‑ re al meglio questa apparecchiatura. Un servizio incredibile: devo veramente ringraziare tutti per la disponibilità, anche Gianluca Bertoldi, ex dimostratore XL8 ed oggi assistente monitor, che mi è stato molto vicino. Insomma, ad oggi sono contentissimo sia del banco sia del servizio. Descrivici i tuoi ferri del mestiere: quali outboard utilizzi? Uso delle macchine che mi permettono di raggiungere la mia idea musicale, e sono quasi sempre le stesse. Sulla bat‑ teria ho SPL Transient Designer con gli Aural Exciter ed il dbx 120 XP SubHarmonic, che genera delle armoniche sub; il tutto entra in un Finalizer Express della T.C., in insert sul gruppo batteria. La voce di Laura viene “impacchettata” con un Manley Optical Limiter, perché io adoro i compressori ottici che comprimono molto velocemente e tengono l’im‑ magine ferma, poi con un de-esser SPL ed un GML 8200 EQ, macchina pazzesca, con una coerenza di fase incredibile. Bypasso il canale del banco, tranne la preamplificazione: tutta la voce va in un gruppo col nuovo XTA D2 multibanda che uso secondo la serata perché mi permette di compri‑ mere appunto in multi-banda ed avere più aria in basso o in alto. Ed è l’unica parte del mixaggio su cui lavoro duran‑ te il concerto. Inizialmente avevo, come sempre, il modulo Midas XL42, che assurdamente usavo anche quando avevo l’XL4! Questa volta ho deciso di provare a farne senza... il banco XL8 mi ha permesso di non usarlo. D:SIDER the digital side of pro:audio Live concert Come effettistica ho il T.C. System 6000, poi il Lexicon 480, che non si può sostituire, ed il KT DN 780: in effetti di quest’ultimo l’XL8 ne ha dentro una decina, ma il “vero” è inimitabile! Ho poi uno Yamaha SPX2000 per alcuni effetti particolari, una macchina che co‑ nosco bene e mi da sicurezza, ed un TC 2290 per alcuni delay inter‑ ni, macchina di assoluta garanzia. Marco, dai un consiglio ai giovani che intraprendono la tua carriera: qual è il trucco? Ovviamente la preparazione tec‑ nica ed un buon paio di orecchie, ma soprattutto, anche se rischio di ripetermi, l’atteggiamento e la disponibilità: tutta la tecnica che noi conosciamo deve essere messa al servizio del cliente, a cui dob‑ biamo infondere tranquillità. Io cerco sempre di eseguire quello che il cliente mi chiede: l’artista ed il produttore hanno lavorato migliaia di ore al disco, quindi io non posso intromettermi nelle scelte, anche se poi cerco di dare il mio valore aggiunto, proponendo delle soluzioni, ma sempre in ma‑ niera molto discreta e coinvolgen‑ do il direttore musicale, la band e soprattutto l’artista. L’errore è presentarsi con un proprio suo‑ no ed avere la pretesa che tutti si adattino ad esso: no. Tu sei al loro servizio e se sei bravo devi riuscire a soddisfarli. L’impianto audio A darci maggiori informazioni sul PA è Orlando Ghini, responsabi‑ le di questo settore per il service Agorà. Ci riassume velocemente il materiale utilizzato, dai fina‑ li L8 con processore interno, pi‑ lotati dal software proprietario L‑Acoustics, ai Galileo, utilizzati per il routing e l’equalizzazione, mentre l’analisi viene effettuata con il SIM3. 84 maggio/giugno 2009 - n.77 Qui a Pesaro il PA è composto da un main formato da 16 sistemi per parte di V‑Dosc, a cui si aggiungono dieci V‑Dosc più sei dV‑Dosc per i lati; il front-fill è realizzato con otto dV‑Dosc e completato da un clusterino di quattro dV‑Dosc per il centro. I sub utilizzati sono i nuovi SB28. Orlando ci spiega anche il percorso del segnale: dagli stru‑ menti va agli splitter sul palco, ciascuno con il proprio con‑ trollo di gain, in cui ci sono anche i DSP, e da lì viene rein‑ dirizzato tramite il routing interno. Così il fonico di palco, Adriano Brocca, prende per la sua Digico D5 le uscite dello splitter Midas. I gain del Midas sono regolati in locale dai backliner, come la phantom. C’è poi un sistema ottico che fa avanti-indietro dalla console di sala, dotata anche dei mo‑ duli Midas I/O in locale, con 24 I/O analogici o digitali, con uno stadio di conversione in ingresso ed uscita. Ogni rack ha tre moduli che possono essere configurati come 8 I/O oppu‑ re 4 In e 4 Out AES/EBU. Sul valore di questo banco Orlando non si pronuncia né in bene né in male, sottolineando che egli è puramente un tecnico, ed il suo compito è quello di mettere tutta la ca‑ tena PA nelle condizioni migliori per la location, lasciando al sound engineer eventuali valutazioni “artistiche”. A tal proposito nota una notevole capacità del sistema Midas di mantenere in perfetta fase tutti i canali nonostante il nu‑ mero delle outboard impiegato. Il grande Orlando, ovvia‑ mente, la sa più lunga di quello che dice... ma un vero pro‑ fessionista non potrebbe rispondere altro! Monitor world Adriano Brocca è il fonico di palco. Ci spiega che la situazione è piuttosto standard, almeno per questi livelli. Il palco è infatti completamente muto, tranne per due monitor frontali – messi lì come scorta per Laura e comunque nascosti – ed un sub per la batteria. Così, per complicarsi un po’ la vita, Adriano non solo pensa agli ascol‑ ti di tutti, ma ha anche installato un sistema di intercom fra musicisti e tecnici, indispensabile soprattutto per Carta, direttore musicale, e per il tastierista Bruno Zucchetti che gestisce le sequenze. I sistemi radio utilizzati sono Sennheiser: Laura usa IEM Ul‑ timate UE‑10, mentre tre dei musicisti adoperano le Phona‑ ton di Oliver Marino, le coriste invece Earpower EP10. Per Laura Adriano usa un compressore Manley ed un dbx 901, che reputa insostituibile, nonostante si tratti ormai di macchine piuttosto vecchiotte ed ogni tanto qualcuna non va! La chicca è ovviamente la customizzazione dei mi‑ crofoni Sennheiser e935, a partire da quello color Tiffany, che poi cambia insieme ai cambi d’abito. Le sequenze sono state preparate su Pro Tools da Bruno Zucchetti e passate su due Mackie HDR24, ciascuno con due HD; una delle due macchine è spare: sono in sync ed è pos‑ sibile switchare rapidamente da una all’altra. È una produzione da 30 tonnella‑ te. E si vede! Le date sono soldout. E si sente. Insomma un’arti‑ sta che ha saputo in questi anni, che ormai iniziano ad essere non pochi, guadagnarsi l’affetto e la stima di un pubblico trasversale che va dai giovanissimi ai trentaquarantenni ed oltre. La musica di Laura è sempre meno patinata di quello che si pensi, se‑ condo un progetto iniziato qual‑ che anno fa (con Alfredo Golino e Cesare Chiodo) e che sta prose‑ guendo ottimamente con Paolo Carta, con un sound ancora più aggressivo ma sempre in grado di non snaturare l’elemento me‑ lodico che caratterizza questo preciso genere musicale. Sonorità interpretate e rese benissimo da Marco Monforte, particolarmen‑ te a proprio agio nel seguire una strada che, crediamo, condivide pienamente. Non sappiamo se sia merito della band, della console, del PA, delle outboards o delle manine del “Monfoh”, probabil‑ mente di tutte queste cose messe insieme, ma certo la diffusione in sala è stata a dir poco ineccepibile, con grande dinamica, basse molto profonde ma sempre controllate, voce brillante, intelligibile e so‑ prattutto sempre ben distinta dal‑ le chitarre che, in generale, spesso lavorano su frequenze “concor‑ renti” all’interno del mix. La parte visiva dello show ha poco da invidiare all’audio, con mo‑ menti realmente emozionanti, capaci di coinvolgere il pubblico che non aspetta altro. Ovviamen‑ te c’è una dinamica interna, per cui qualche pezzo lascia respi‑ rare, con pochi movimenti e luci piazzate, ma solo per far posto ai molti “numeri” che la regia ha preparato. Bella l’idea delle gocce video, capaci di creare sug‑ gestivi quadri, insieme al grande fondale ed ai quattro schermi che si muovono in lungo ed in largo ma sempre in maniera discreta ed elegante. Soprattutto ci è piaciuta la struttura sospesa, che ci ricor‑ da quasi il logo del tour “Laura” con le sue lettere stilizzate. Molto molto bello anche il disegno luci, perfettamente integrato al resto e capace di tirar fuori le unghie al momento giusto. maggio/giugno 2009 - n.77 sgm.it _ [email protected] Live concert 86 LO SHOW Insomma una grande produzione, apprezzatissima dal pub‑ blico ed anche da noi addetti ai lavori. La nostra curiosità, ed un po’ anche la nostra fissazione, sa‑ rebbe quella di vedere – come abbiamo già scritto per al‑ tri grandi spettacoli italiani – uno show in cui tutto questo ben di dio di materiali e queste grandissime professionalità, compresa quella della protagonista, fossero diretti da un regista vero e proprio, un art director di altissimo livello in‑ ternazionale, con l’obiettivo di trasformare il concerto in un vero grande show musicale sulla strada già percorsa dalla grandi pop star internazionali, quali Laura Pausini è. PAOLO CARTA direttore musicale Paolo ha collaborato come chitarrista con molti dei più importanti nomi del panorama italiano, da Adriano Celentano ad Eros Ramazzotti, da Riccardo Cocciante a Max Pezzali e Gianni Morandi. E naturalmente con Laura Pausini. È anche il direttore musicale di questo tour, cioè colui che ha il compito di coordinare la band e dare un taglio preciso agli arrangiamenti ed al sound live. È anche un ragazzo molto simpatico e disponibile. Qualche ora prima del concerto troviamo il tempo per fargli qualche domanda. Qual è la tua impronta su questo tour? Venendo dalle quattro canzoni che ho prodotto nell’album, ho cercato di dare un’impronta più rock, ovviamente condivisa anche da Laura che vuole dare un taglio più ruspante e meno patinato alla sua musica, con meno tastiere e più chitarre, com’è poi il trend della musica internazionale di oggi. Come interagisci con il fonico, cioè colui che deve trasferire il vostro sound al pubblico? Con Marco lavoriamo insieme da anni e c’è la massima collaborazione. Lui mi ha proposto questo nuovo banco Midas che ha un suono molto analogico e soprattutto una gran bella somma che non fa perdere dinamica. Sono molto contento di questa scelta che è stata anche coraggiosa, perché l’altra console era una certezza, ma fortunatamente avevamo parecchio tempo per lavoraci sopra. Sono andato con lui a sentirla ed è stata una bella scelta. Quanto interviene Laura su queste scelte, come sulla produzione? Laura segue tutto ed è informata di tutto, è lei che alla fine prende le decisioni su ogni aspetto del tour, dagli arrangiamenti alle scenografie. Qual è il tuo set-up ed a chi ti affidi durante il concerto? In questo tour il mio backliner è Alessio Guerrieri che non solo è bravissimo, ma con cui ho anche un ottimo rapporto umano. Io uso chitarre e ampli quasi tutto Fender, e soprattutto una vecchia patchbay Bradshaw che mi consente di richiamare tutte le impostazioni brano per brano; così riesco a dare a Marco un suono già finito che lui può lasciare abbastanza flat: d’altra parte lui si deve concentrare sul mix e sulla voce. Mi pare che si respiri una bella atmosfera fra voi addetti ai lavori, anche questo è un compito del direttore musicale… Sì, a me piace che la gente intorno a noi lavori felice, col sorriso, deve sentirsi ben pagata e ben trattata... il mio ruolo di quest’anno prevede anche questo. D’altra parte abbiamo una grande artista, una grande produzione sempre sold out, non ci sono motivi perché ci sia alcuna tensione o nervosismo. Giotto1500 Molto più di una semplice gamma! Giotto 1500 é un geniale sistema modulare espandibile, che consente la totale configurazione di un singolo dispositivo con le caratteristiche esclusive di strumenti diversi. Di volta in volta, secondo le necessità, il designer può decidere di personalizzare la stessa macchina e renderla un proiettore Wash, Spot, Profile, Beam o Digital semplicemente intercambiando, negli spazi all'interno, i moduli rimovibili in cui sono state suddivise tutte le funzioni ottiche. La testa dell'apparecchio è predisposta al suo interno per ospitare tre degli otto moduli disponibili. Una volta assemblati i moduli nella maniera prescelta, l'elettronica e il software della macchina li riconosceranno e vi si adatteranno automaticamente. Entra nel sito www.sgm.it per una demo! Entertainment Lighting SGM Entertainment Lighting è un marchio di SGM Lighting Group Personale Band Chitarra Tastiere Chitarra Batteria Basso Coristi Gente Management Artist Management Assistant Management Office Coordinator Artist pers. Assistents Materiale audio Paolo Carta Bruno Zucchetti Gabriele Fersini Emiliano Bassi Matteo Bassi Gialuigi Fazio Roberta Granà Manuele Cortesi Gabriele Parisi Luca Ricci Carolina Negroni Marzia Gonzo Francesco Alfieri Gente Music - Gente Edizioni Musicali Amministratore unico Responsabile G.E.M. Live Nation Italia Promoter Ass. Roberto De Luca C.O.O. Production Manager Tour Manager FoH Engineer Lighting Designer Stage Manager Product Coordinator Product Assistant Resp. Dressing Room Tour Manager Ass. Technical Crew Resp. Agorà Ing. V-Dosc P.A. man P.A. man Fonico Palco Ass. Fonico Palco Backliners Resp. Luci Capo Elettricista Ass. Regia Luci Elettricista Elettricista Resp. Video Video Head Rigger Riggers Aziende in Tour Edizioni Musicali Management Promoter Uff. Stampa Service Audio/Luci Service Video Palco e strutture Scenografie Catering Merchandising Silvia Pausini Fabrizio Pausini Roberto De Luca Fabienne Corliano Antonella Lodi Luigi Vallario Patrick Germanini Marco Monforte Francesco De Cave Gianluca Ciko Cicognini Fabio Michelotti Francesca Braini Antonella Alfonso Patrizia Fusco Wolfango De Amicis Orlando Ghini Fabrizio De Amicis Marco Marchitelli Adriano Brocca Gianluca Bertolini Massimo Gentile Alessio Guerrini Carlo Barbero Daniele Francesconi Stefano Franchini Andrea Coppini Alessandro Saralli Livio Lo Faro Daniele Parazzoli Luca Brozzi Carmine Lonetti Gilberto Porretta Srdjan Simeunovic Salvatore Lerici Luca Guidolin Emiliano Bitti Marco Franchini Regia FoH Desk 01 01 01 01 01 01 02 01 01 01 01 01 01 02 01 01 Midas XL8 Lexicon 480L TC Electronics Sys 6000 TC Electronics 2290 KT DN 780 Yamaha Spx 2000 DBX 120 xp Sub Harm Manley opto compressor SPL De-esser Avalon 737 sp XTA D2 GML 8200 TC Electronics Final express Aural exciter SPL Transient designer Summit MPC 100 A Distressor Meyer Galileo SIM3 Impianto 32 20 12 08 04 L-Acoustics V-Dosc main L-Acoustics V-Dosc laterali L-Acoustics dV-Dosc laterali L-Acoustics dV-Dosc frontfill L-Acoustics dV-Dosc centro L-Acoustics SB28 sub L-Acoustics L8 finali Regia Monitor Desk 03 01 01 02 10 03 01 8 ch. Palco 04 02 Digico D5-112 input Lexicon PCM91 Yamaha SPX 2000 Manley opto compressor Bss DPR 901 Sennheiser EW 300 g2 IEM Sennheiser AC2 PSU/combinatore/booster Sennheiser RF combiner Sennheiser rx ew 500 G2 Clair Bros wedge AM12 Outline subwoofer Materiale video Fondale Canon 33x Vinten Vision 100; VF ed RC JVC monitor doppio canale 10” PVM 14L4 monitor Sony 14” monitor Tektronix 1731 e 1721 radio intercom barra SDI e barra composito SDI matrice 16x16 rec. su digital Betacam sistema Sony remote camera Barco 320PL Tecnovision centraline per NET LED Catalyst HD quadcore (2 main e 2 backup) Spyder System HD Barco Folsom Encore Materiale luci Regia 02 02 02 02 Wholehog iPC + 2 monitor Expansion Wing DMG Super Widget (4 dmx out) Dp 2000 Convenzionali 28 08 12 DWE 2 Lamps Par ETC Floor base Bank Light par 64 Testemobili 36 24 10 12 12 Martin Mac 2000 1500 W Coemar iSpot 1200 Extreme Big Light Coemar Infinity ACL Coemar Panorama Effetti 30 30 20 24 34 04 04 02 Martin Atomic CC Martin Atomic 3000 Barre led Coemar 1 m CyCLite Led coemar Coemar Par lite led Cirro Hazer Machine Ventilatori Macchine fumo basso Seguipersone 04 02 02 Follow spot 2500 xenon Follow spot chair Scanner Coemar Nat 1200 150 m2Tecnovision Milano NET LED 08 Barco MiPix 1,7 m (gocce LED) 04 LED display 3x2 m Barco Mitrix Comunicazione Videoproiezione Strutture 02 01 Christie 30 k accoppiati 2048 x 1080p Schermo in tulle 30x12 m Binari Video 01 02 03 Segmento 160° raggio 13 m Segmento 90° raggio 16 m Lineare 07 m Motori Movimentazione video Gente Music Gente Management Live Nation Italia Goigest Agorà Event Management Italstage Tekset Giromangiando Oltre il Merchandising 01 01 08 02 01 03 01 01 02 06 02 04 06 12 06 12 06 Regia 01 02 01 Carrelli controllo millimetrico Motori controllo millimetrico Motori rotazione Motori a nastro Truss 30x30 col. nero Grass Valley Kayak DD1 Regia video digitale SDI tc Sony DXC D50P c/ CCU e TRIAX, Canon 87x 11 Truss 01 04 01 02 04 03 02 02 01 01 Intercom station Segmento 90° Raggio 16 m 52x52 Segmento 45° Raggio 08 m 52x52 Segmento 45° Raggio 07 m 52x52 Lineare 0,5 m 52x52 Segmento 45° 4 m 52x52 Lineare 4 m 52x52 Segmento 90° Raggio 5 m 52x52 Lineare 2 m 52x52 Cerchio Raggio 3 m 52x52 Lineare 23 m Truss on stage di Mike Clark C’era una volta Puccini… Atmosfere fiabesche al nuovo teatro di Torre del Lago Sarebbe un’impresa ardua trovare un legame fra Giacomo Puccini e gli Osibisa, pionieri della musica Afro-Pop degli anni Settanta, oppure con i Gentle Giant, formazione britannica di rock progressivo fondata dai fratelli Shulman più o meno nello stesso periodo o con gli Yes, storica band prog-rock, ancora oggi in giro per il mondo con alcuni dei membri più noti… 90 maggio/giugno 2009 - n.77 S eppure artistica, la connessione fra il compositore toscano e il mondo pop degli anni ‘70 non è di natura musicale, ma riguarda proprio la pittura, perché a disegnare le copertine degli album più famosi di questi gruppi (e diversi altri) è stato Roger Dean, l’artista inglese responsabile per la creazione della scenografia di un’opera pucciniana eseguita all’ultima edizione del Festival Puccini. L’anno scorso, Edgar – una delle prime e meno conosciute opere liriche di Giacomo Puccini – è stata eseguita per la prima volta al Festival, un evento estivo tenuto annualmente nella città d’adozione del famoso compositore, Torre del Lago (LU). Il festival del 2008 era la cinquantaquattresima edizione ed era anche l’occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario della nascita di Puccini, nel contesto di un imponente nuovo teatro all’aperto costruito proprio sulla riva del Lago Massaciuccoli. Oltre alle sue 3.370 sedute, colorate in diverse accattivanti sfumature di azzurro e blu, a rispecchiare il colore delle acque del lago, oggi il sito del Festival è anche dotato di un auditorium da 500 posti, sala trucco, sartoria, laboratorio di falegnameria, tre sale prova, una regia luci/audio, diciot- to camerini e ben undici cameroni, dedicati alle “masse” artistiche. Dopo l’inaugurazione ufficiale della nuova struttura, il primo evento sul cartellone è stato un concerto di musiche pucciniane eseguite dall’Orchestra Filarmonica con il Coro Filarmonico del Teatro alla Scala, sotto la direzione del Maestro Riccardo Chailly. La regista di Edgar, Vivien Hewitt, è nata a Belfast in Irlanda e, oltre a svolgere la professione di regista nel mondo del teatro lirico e della prosa, è anche scrittrice e storica. Ha lavorato in tutto il mondo, ma risiede in Italia da molti anni e collabora con il Festival Puccini da diverso tempo. Ha contattato Dean per la progettazione della scenografia e dei costumi per l’opera, e l’artista ha suggerito che sua figlia Freyja lavorasse con lui sui costumi. Diventato famoso tramite il disegno di copertine discografiche e poster, il lavoro di Dean, riconosciuto a livello internazionale, comprende poster, biglietti, libri di grande successo e copertine di album musicali ed ha venduto oltre sessanta milioni di esemplari in tutto il mondo. Ma l’eclettico artista del Kent ha anche progettato poltrone, il prototipo di una casa, grafica per software, un villaggio turistico ed un albergo. Le immagini evocative e visionarie di Dean sono anche sulle copertine di album dei Badger e degli Asia (di questi ultimi, il disegno della copertina del album “Dragon” è stato votato la copertina di più grande successo di tutti i tempi – dopo quella di “Sergeant Pepper’s Lonely Hearts Club Band” – dai lettori della rivista “Rolling Stone”. I costumi Sfavillanti i costumi della debuttante Freyja Dean, disegnatrice ventenne che rivisita il costume storico attraverso un suo linguaggio molto originale. Per Freyja, Tigrana, la seduttrice zingaresca, libera e predatrice, nel primo atto aveva la foggia di un volatile esotico e variopinto, mentre i costumi di Edgar, Fidelia e Frank erano materici e ricchi di colori che richiamano il mondo naturale. Nel secondo atto, le maschere dell’orgia alludevano alla natura animalesca dell’eros, mentre i soldati proseguivano l’allusione zoomorfica, con armature che ricordavano quelle degli insetti armati come gli scarabei. Il popolo era variopinto e ricco di piccoli dettagli, rivisitati in modo creativo e spiritoso. La scenografia Anche se molto meno astratte delle scenografie progettate da Roger Dean e da suo fratello Martyn per gruppi come gli Yes, il tocco di Dean sulla produzione di Edgar al Puccini Festival è stato inconfondibile. Nell’arco dell’anno in cui Dean ha svolto il lavoro di disegno a Londra, le musiche dell’opera ed il libretto (di Ferdinando Fontana, dal poema drammatico “La coupe et les lèvres” [La coppa e le labbra] di Alfred de Musset) sono serviti come ispirazione e riferimento nella scelta dei colori e delle caratteristiche della scenografia e dei costumi. Vivien Hewitt ha detto: “Anche se l’opera è ambientata nelle Fiandre, le scenografie di Dean hanno ricreato un mondo quasi fiabesco, calato perfettamente nella natura lussureggiante di Massaciuccoli”. Nel primo atto il villaggio rurale di Edgar è immerso nel verde rigoglioso, nel secondo troviamo gli amanti trasgressivi in un “Giardino delle Delizie” sovrastato di cupole gotiche ricoperte dalle squame luccicanti di un serpente. Nel terzo atto, finzione blasfema di morte e resurrezione, Edgar, nelle vesti di un monaco misterioso, predica dall’alto di un Golgota suggestivo, contro la vana esaltazione di un eroe macchiato di quasi tutti i peccati capitali. La regista ha aggiunto: “È un mondo illusorio mai esistito – anche se immaginiamo che sarebbe potuto esistere – che non è reale ma dà un forte senso di verità poetica”. Dean ha commentato: “Sono molteplici le fonti d’ispirazione, però i ponti, il totem ed il villaggio ricordano il mondo di Dürer e Bruegel, i cavalli da battaglia quelli di Leonardo, mentre il Golgota del terzo atto strizza un occhio sia all’Isola dei Morti di Boeklin sia all’Urlo di Munch. Le forme della natura sono un’ispirazione per me, come lo erano per gli artisti del mondo gotico”. www.soundlite.it 91 on stage L’acustica Il suono della buca d’orchestra, costruita su tre livelli, è stato inviato a due coppie di diffusori EAW JF50S, appesi ai lati del proscenio come monitor per gli artisti in scena, unica forma di rinforzo sonoro necessaria per il teatro, grazie anche agli otto pannelli acustici montati sul palco, progettati dallo studio veronese dell’ingegnere Mario Cognini, responsabile anche del trattamento acustico all’interno della stessa buca. Cognini, il cui studio è anche specializzato in acustica architettonica, ambientale, industriale e civile, ha un portafoglio di clienti invidiabile, che spazia dai tribunali agli istituti di credito e dall’Arena di Verona all’Opera di Roma, fino al programma MINOTEC del Consiglio d’Europa, che dovrebbe definire una carta europea finalizzata alla conservazione e all’uso come luoghi di spettacolo dei teatri antichi. Cognini, anche docente per l’insegnamento di “Spazi per la messinscena e per la musica” all’Università di Macerata, spiega: “Lo studio acustico del Gran Teatro all’aperto di Torre del Lago è stato un lavoro di grande complessità per le dimensioni del teatro, per le variabili e le problematiche da affrontare, che ha comportato analisi approfondite, ed ha portato all’ideazione di soluzioni tecniche per il miglioramento dell’acustica (le “vele” ai lati del palcoscenico con la funzione di riflettori sonori) estremamente innovative per i teatri all’aperto”. Prima degli interventi di correzione, tra le principali carenze erano evidenti la scarsa pendenza delle gradinate del teatro che limitava la propagazione del suono nelle file più arretrate; la mancanza di pareti laterali e posteriori (oltre a quella di un soffitto), che determinava l’assenza dell’effetto di “spazialità sonora”, oltre a non proteggere il teatro dai rumori di fondo e d’ambiente dovuti all’attività umana circostante (traffico, ecc.); la buca d’orchestra troppo larga e profonda in altezza che, determinando un eccesso di riflessioni, enfatizzava soprattutto le basse frequenze, comportando per di più una disposizione dell’orchestra troppo sgranata, su una linea, con una distanza eccessiva tra le varie sezioni, a svantaggio dell’ensemble, mentre la distanza tra gli orchestrali e la prima fila del pubblico risultava troppo ravvicinata. Lo studio acustico è stato effettuato con lo scopo di migliorare il comportamento sonoro e correggere le carenze Due dello stesso tipo Training mensili gratuiti su Ion. Per informazioni rivolgersi a ETC Italy. La nuova Ion ETC: la stessa sofisticata semplicita' di controllo di ® tutti i tipi di luce della Eos , in un piccolo ed economico sistema. ® Si puo' iniziare con poco. Basta aggiungere la Fader Wing e il Touchscreen per veder crescere la superficie di lavoro. Collegarsi ad un network per controlli remoti, backup o ad altre Ion o Eos. Controllare localmente o a distanza da qualsiasi altro sistema. Creare velocemente e con facilita' con strumenti semplici ed intuitivi. Ion & Eos – Stanno benissimo insieme! 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Le pareti verticali laterali della buca sono state inclinate con le loro facce rivolte verso la platea, in modo da incrementare le riflessioni del suono proveniente dalla buca verso la platea. Gli orchestrali sono stati allontanati dalla prima fila di spettatori per limitare da parte di questi il fonoassorbimento del suono in uscita dalla buca, spostando verso il palco la parete verticale della buca d’orchestra più vicina alla platea; inoltre è stata alzata la posizione degli orchestrali delle sezioni degli strumenti acusticamente più deboli, rispetto alle altre sezioni, per migliorare la propagazione del loro suono diretto 94 maggio/giugno 2009 - n.77 verso il pubblico, ottenendo una sorta di equalizzazione del suono proveniente dalle varie sezioni. Per facilitare l’uscita del suono dell’orchestra verso il pubblico e per incrementarne le riflessioni verso la platea, la parte superiore della parete verticale della buca d’orchestra confinante con la platea è stata realizzata in legno e con una superficie curvilinea. I pannelli verticali e frontali del piano di palcoscenico sono stati configurati in modo da aumentare il campo riflesso del suono dell’orchestra in uscita verso il pubblico. Per aumentare la riflessione e la diffusione del suono fra le varie sezioni d’orchestra all’interno della buca, ai fini di un ascolto migliore tra i componenti dell’orchestra e di un maggiore “effetto d’insieme”, le superfici della parete verticale della buca sotto il palcoscenico sono state realizzate in legno, con pannelli lisci riflettenti e superfici curvilinee. Sulle torri anteriori del palcoscenico sono state posizionate delle “vele” costituite da quattro livelli di pannelli con funzione di riflettori sonori. La costruzione di questi riflettori ha determinato un ulteriore miglioramento del comportamento sonoro del teatro, poiché ha incrementato le riflessioni del suono provenienti dalla buca verso la platea, e quindi i livelli sonori soprattutto per quelle zone del pubblico dove, a causa della forma del teatro, il suono arrivava attenuato; ha ampliato il fronte di emissione acustica del suono proveniente dalla buca dando al pubblico l’impressione che la sorgente sonora fosse più ampia di quella che è in realtà (questo risultato contribuisce a fornire un minimo effetto di spazialità nel teatro); ha aumentato il campo riflesso del suono dell’orchestra verso il pubblico, ed innalzato la quota virtuale delle sorgenti sonore posizionate nella buca, limitando il fenomeno del fonoassorbimento del suono radente dovuto al pubblico. ti impegnati per Edgar e per le altre opere del cartellone 2008: Turandot, Tosca e Madama Butterfly. Un secondo concerto ad alto profilo è stato quello dell’Orchestra del Teatro Bolshoi, diretta da Yuri Temirkanov. Nella nuova regia del teatro, l’operatore della console luci per il Festival, Federico Canibus, al suo primo lavoro con un banco ETC, era entusiasta: “Dopo avere capito la filosofia operativa della console, grazie ad una sessione di formazione con l’istruttore ETC Davide Gabbani, mi è veramente piaciuto lavoraci e l’ho trovata intuitiva e facile da usare. Rende particolarmente snello il lavoro di salvataggio delle scene e dei preset per ogni spettacolo e offre delle ottime funzioni di editing quando si deve modificare qualsiasi cosa – dai tempi di entrata ed uscita di ogni singolo proiettore convenzionale, alla possibilità di cambiare ogni parametro di qualsiasi proiettore motorizzato”. L’impianto di illuminazione per tutte e quattro le opere è stato progettato dal lighting designer Valerio Alfieri che, oltre a essere insegnante di illuminotecnica all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha un curriculum che comprende lavori con Luca Ronconi, Franco Zeffirelli, Daniele Abbado e Robert Wilson. I proiettori, noleggiati da Sound City di Ancona, comprendevano ColorWash 1200 (Robe), Mac 2000 Wash e Performance (Martin), sagomatori Source Four da 750 W (ETC) dotati di una combinazione di ottiche da 19, 26 e 36 gradi, sagomatori D’Artagnan (Robert Juliat), PC Vario (Spotlight), Fresnel Pollux da 5 kW (Quartzcolor) con cambiacolori Whisper (Compulite) e diffusori Domino (Spotlight). Luca Bronzo, uno dei capo-elettricisti del teatro (l’altro è Fausto Perri), ha anche lavorato come lighting designer, operatore e direttore di palco per le precedenti produzioni andate in scena a Torre Del Lago e lavora al Festival da otto anni. Responsabile per la gestione e l’acquisto delle apparecchiature elettriche e le luci al Teatro Due di Parma, anche Bronzo ha espresso la sua soddisfazione per la scelta delle console Congo jr, aggiungendo: “Non avevo familiarità con i banchi, ma conosco da diverso tempo Fulvio Cotogni, responsabile ETC per il sud Europa, e – dopo avere visto la console al SIB di Rimini, ho partecipato ad un corso sul Congo a Roma e mi è stato permesso di portarne a casa una per studiarla in modo più dettagliato. L’ho trovato un sistema molto immediato e intuitivo da usare, che facilita veramente la gestione ed il controllo dei proiettori, in modo particolare i gobo, i colori e tutte le altre funzioni dei fari motorizzati. Permette agli operatori di avere costan- temente anche una visione chiara di tutto l’impianto mentre lavorano, un aspetto estremamente importante”. Le reti Oltre alle due console nuove della ETC, la Fondazione Puccini ha anche acquistato una serie di sistemi di dimmering digitali della Strand, installati dalla Italtecnica di Padova. Giancarlo Nicoletti, titolare della società padovana, spiega più dettagliatamente:“Abbiamo progettato ed installato una doppia rete Ethernet, che permette, all’occorrenza, di potere operare le console da tre postazioni – sul palco, in centro sala e nella regia – oltre ad una rete di cavi DMX che connette le tre postazioni e le torri di sinistra e destra per i proiettori motorizzati. Ognuna delle due torri dispone al primo piano di 24 canali da 2,5 kW e di 4 canali da 5 kW e al secondo piano di 96 canali da 2,5 kW e di 8 canali da 5 kW. Tutti i dimmer installati sono modelli della serie Wallrack della Strand”. Come sempre, per il 2009, il calendario del Festival comprende alcuni “classici” pucciniani ma, come ogni anno, ci sarà senz’altro anche qualche grande innovazione, come il lavoro di Dean del 2008, o i costumi di Maison Gattinoni per la Madama Butterfly del 2006… potrebbero essere le scene per la nuova produzione di Tosca, disegnate da Antonio Mastromattei, responsabile per l’imponente scenografia de La Divina Commedia l’Opera? 1: I dimmer Strand Wallrack. 2: L’operatore luci Federico Canibus davanti alla console Etc Congo. 1 2 Le luci Oltre al palcoscenico (costruito a tempo di record) ed ai vari servizi, la Fondazione Festival Puccini ha anche investito in un nuovo sistema di controllo per l’impianto di illuminazione, acquistando una coppia di console Congo jr della ETC. In seguito all’illuminazione per il concerto di apertura, i banchi ETC – uno era impiegato come backup – sono sta- www.soundlite.it 95 on stage di Alfio Morelli grafa è Susanna Aldinio che, oltre a eseguire alcune scenografie fisse del format che identificano il programma, quali le “X” al centro del palco, i tre schermi a LED che si aprono a sipario con dietro i par LED in controluce, ha per il resto personalizzato la scenografia a suo gusto. Noi della società Celsius abbiamo curato specificatamente la parte scenografica realizzata con i LED. Abbiamo fornito i tubi di quattro metri in policarbonato che si trovano dietro le “X”, colorati tramite proiettori cambiacolori a LED della Ayrton, modello Moduled, posti alla base. Nel dettaglio, per conferire una luminosità maggiore ed una propagazione della luce più uniforme, abbiamo messo all’interno dei tubi una pellicola OLF, mentre all’interno delle “X” abbiamo messo un sistema a LED RGB Element Labs Versa Tube, sul quale vengono mandati degli elementi video scenografici. La ditta Tribe di Modena, con cui abbiamo collaborato per la realizzazione delle scenografie luminose, ha fornito quello che chiamano “il giornale”. Si tratta di uno schermo video LED formato da piastrelle di 20 x 20 cm con 25 LED per ogni piastrella. Questo Expolite VideoTile, distribuito dalla Coemar, è molto versatile perché si possono creare delle forme diverse, associando le piastrelle una con l’altra. In questo studio abbiamo montato un lungo schermo in alto sulla scenografia, alto circa un metro, che attraversa tutto lo studio, e altri due piccoli schermi, leggermente curvi, che sono dietro le “X”. Vengono usati in modalità monocromatica per scrivere i nomi dei ragazzi o degli ospiti, ma potrebbero anche creare degli effetti multicolor. c’è tutta una serie di fari o barre LED per i particolari. Per esempio, vicino allo studio, abbiamo creato un piccolo set in cui i ragazzi registrano le presentazioni poi mandate in onda appena prima del loro ingresso sul palco, e lì abbiamo usato delle barre LED della Evolight. Impieghiamo anche degli scanner e due videoproiettori 1: Giuseppe Aloisi della società Celsius, una delle aziende che ha partecipato alla creazione delle scenografie videoluminose. 2: Carlo Stagnoli, direttore della fotografia. PHOTOMOVIE / LUCA CHIAUDANO Anche io sono stato stregato da X Factor, anche se per questo in redazione mi hanno accusato di essere un nazional popolare. Ma, confortato dal mio ego, mi sono messo in contatto con l’ufficio stampa ed ho così avuto la possibilità di visitare gli studi ed assistere ad una puntata. Ma sempre e solo per raccontare ai nostri lettori i dettagli tecnici della produzione... P rima di iniziare a parlare della trasmissione, vorrei spendere due parole sulla sede milanese della RAI, in Via Mecenate. Come molti sapranno, i centri di produzione RAI sono sparsi sulle maggiori città italiane, Roma, Milano, Torino, Napoli... ma i principali sicuramente sono quelli di Roma e Milano. Il polo produttivo di Milano è diviso in due spazi: infatti agli storici studi di Corso Sempione si sono affiancati i nuovi studi di Via Mecenate, nati nel 2007 in seguito alla chiusura degli studi RAI Fiera. Occupano una superficie di oltre 7000 m2 e sono situati nella zona est di Milano, poco lontano dall’aeroporto di Linate. In questi studi di Via Mecenate vengono prodotte le seguenti trasmissioni: Mecenate 1: Era Glaciale, Isola dei Famosi - Mecenate 2: Quelli che il 96 maggio/giugno 2009 - n.77 Calcio, Tutto Benessere, Dodicesimo Round - Mecenate 3: Scalo 76, Scorie - Mecenate 4: TV Talk. Questi quattro studi si trovano in un unico edificio, gemellato con un altro stabile in cui trovano posto gli spazi tecnici, regie pre‑ e post-produzione, gli uffici e gli ambienti di ristoro e ricreativi. La trasmissione X Factor è invece prodotta in un terzo stabile, adiacente agli altri studi ma preso in affitto per questa seconda edizione della trasmissione. Questo studio occupa uno spazio di circa 2800 m2 con una capienza di 800 spettatori. All’interno di questo capannone trovano posto anche tutte le aree tecniche e di servizio, comprese le redazioni, i camerini e le regie, mentre il loft dove vivono e provano i ragazzi è situato in una palazzina adiacente. Come succede sempre più spesso parlando delle reti RAI, la produzione artistica è curata da Magnolia, mentre la produzione tecnica è della stessa RAI con il personale interno. La scenografia Entrati in studio, incontriamo subito Giuseppe Aloisi della ditta Celsius di Milano, che assieme alla ditta Tribe ha partecipato alla realizzazione delle scenografie. A lui chiediamo maggiori informazioni. Chi ha disegnato questa scenografia? È giusto dire che X Factor è un format inglese e, come tale, ha una sua impronta. Nella produzione italiana, la sceno- Seguendo il nostro percorso, incontriamo Carlo Stagnoli, direttore della fotografia RAI. Avete avuto delle indicazioni precise sul disegno luci da mantenere per il format? Non direi, dovevamo in particolare sottolineare i momenti topici del programma, come l’ingresso dei ragazzi, che deve avvenire con l’apertura dello schermo LED con dietro un muro in controluce di fari LED, o l’uso della steadycam sul palco. Ho visto alcune trasmissioni di altri paesi e da lì ho preso degli spunti, per poter mantenere una linea simile. Per tutto il resto non abbiamo avuto limitazioni. Guardando in alto vedo un parco luci molto ben fornito: che tipologia di fari avete usato? Abbiamo usato una bella varietà di fari perché volevamo proprio accentuare la natura musicale e spettacolare del programma. Sul soffitto, oltre agli ormai classici 2 kW fresnel per i bianchi, abbiamo montato un centinaio di Coemar Infinity Wash XL con lampada da 1500, una sessantina di ColorSpot 700 della Robe ed una sessantina tra Alpha Beam 300 e CP Color della Clay Paky. Questi sono i gruppi più significativi che compongono il disegno luci, poi a testamobile posizionati sulle due colonne in mezzo allo studio. Il tutto è comandato in regia da console della Compulite, Vector e Spark. Certo che per tutte queste luci pagherete una bella bolletta! Per pilotare tutto lo studio, quindi oltre le luci anche l’audio, il video e tutte le esigenze di servizio, stiamo utilizzando esternamente tre gruppi elettrogeni di 550 kW ognuno, due in servizio ed il terzo come riserva. Chi sono stati i fornitori per le tecnologie luci? Come si usa in RAI, di seguito ad una gara d’appalto sono stati coinvolte quattro aziende: Mixer, MMS, Giochi di Luce e Musical Box Rent. 1 2 L’audio in sala Dalle luci passiamo all’audio, cominciando dalla regia in studio; qui parliamo con Massimo Schinchi, www.soundlite.it 97 on stage 3 4 imagination comes to life. 3: Il palco: si notano i diffusori E3 della d&b usati come front fill, ed i diffusori K‑Array modello Kobra disposti in array orizzontale per un rinforzo sonoro al monitoraggio sul palco. 4: Particolare del “giornale”, video dove vengono mandate solo le scritte monocromatiche. 5: Massimo Schinchi, fonico regia diffusione sala. 6: In primo piano, Massimo Borroni, responsabile regia messa in onda, assieme ai suoi colleghi. 5 sound engineer addetto alla diffusione per il pubblico presente. Mi puoi illustrare il set up audio su cui lavori? Premetto che stiamo lavorando su un impianto di diffusione un po’ ridimensionato. Avevamo infatti proposto un PA più grosso ma, per un problema di ripresa, il regista ci ha fatto smontare e riposizionare differentemente i cluster in studio. Il PA utilizzato è un line array d&b serie Q. Attualmente lavoriamo con due cluster laterali, composti ognuno da un sub e cinque satelliti, oltre ad un cluster centrale con due sub e tre satelliti. A metà studio abbiamo montato un altro cluster centrale con tre satelliti e lateralmente due gruppi con due C6. Per servire in basso le prime file abbiamo posizionato una serie di E3, sempre d&b. Il monitoraggio sul palco per gli ospiti prevede una serie di diffusori Max, mentre per i ragazzi, oltre agli IEM, utilizziamo dei sidefill formati da un sistema C4, testa e sub, per parte. Una novità, sempre parlando di monito6 raggio, è l’uso di questi moduli di K‑Array, modello Kobra: diffusori sottilissimi, posizionati come un array orizzontale sui bordi del palco, che creano un fronte uniforme lungo tutto il palco. In regia uso un mixer Yamaha PM1D con tutte le sue dinamiche interne. Il collegamento con il palco e la regia della messa in onda è effettuato tramite la matrice digitale Nexus. Sei un dipendente RAI o lavori per il service audio? Io lavoro per la Esosound di Roma che ha fornito tutto il materiale audio per la diffusione in sala. L’audio in onda Seguendo il filo che collega le due regie, arriviamo a quella audio della messa in onda. Qui incontriamo Massimo Borroni. Massimo, che ruolo hai in questa produzione? Per diritto di anzianità mi hanno nominato responsabile della messa in onda. In questa regia lavoriamo in tre: uno si occupa della regia musicale, uno del parlato ed il terzo della gestione delle macchine e dei collegamenti esterni. Mi puoi spiegare come siete organizzati tecnicamente? Abbiamo diviso i canali tra musicale e parlato. Sommando quelli del parlato e quelli del musicale, dobbiamo gestire 160 canali, e presto cresceranno, perché ci hanno preannunciato che a breve arriverà una novità. Il tutto confluisce in una matrice digitale Nexus, con la quale siamo collegati alle due superfici di controllo Cantus tramite fibra ottica. Perché nelle trasmissioni televisive musicali esiste sempre questa lotta tra la regia della messa in onda e quella della diffusione in sala? Purtroppo non dipende da noi, ne faremmo sinceramente a meno, se non fosse per problemi oggettivi. Ma un’elevata pressione in studio crea problemi di larsen ai collarini, quindi siamo costretti a far limitare la diffusione in studio. Quali sono state le reazioni dei ragazzi all’uso di queste nuove tecnologie? Non sono dei ragazzi sprovveduti, praticamente tutti vengono già da esperienze sul campo, chi dal pianobar, chi da gruppi, quindi già abituati all’uso di queste tecnologie. A parte alcune richieste degli artisti ospiti, per il resto è un lavoro abbastanza tranquillo. Riflessioni conclusive... Il mio giudizio finale può forse essere di parte, perché mi sento parecchio coinvolto emotivamente, visto che seguo assiduamente il programma insieme alle mie figlie! Trovo i ragazzi molto bravi, e avendo potuto passeggiare un 98 maggio/giugno 2009 - n.77 on stage La tecnologia di riferimento per i radiomicrofoni 7: Dettaglio dell’illuminazione dei tubi posizionati sul palco dietro le grandi X. 8: Particolare di un’americana con i proiettori. 9: La squadra luci. 10: Batteria di Clay Paky Alpha Beam e Alpha Spot sul palco. Personale Daytime Un programma di Regia Prod. esec. Rai Prod. esec. Magnolia Dir. di prod. Magnolia Prime time Un programma di Scritto con Regia Prod. esec. Rai Prod. esec. Magnolia Scene Dir. di prod. Rai Dir. di prod. Magnolia Coordinamento post prod. Magnolia Dir. della fotografia Costumi Aziende esterne Service Audio Service luci Scenografie videoluminose Schermi Video Sabrina Mancini Andrea Marchi Lele Biscussi Dario Calleri Elena Zannoni Danila Battaglini Ivo Vacca Angelo Ferrari Sabrina Mancini Andrea Marchi Peppi Nocera Max Novaresi M. Cristina Limon Nicola Lo Russo Marta Marelli Luana Picardi Paolo Quilici Egidio Romio Elena Zannoni Danila Battaglini Susanna Aldinio Claudio Fizzardi Ivano Candrina Debora Gatti Nicoletta Ludolini Ivo Vacca Carlo Stagnoli Lorenzo Roberti Esosound Mixer, MMS, Giochi di luce e Musical Box Rent Celsius e Tribe Eletech 7 8 pomeriggio nel backstage della trasmissione, li ho trovati anche molto tranquilli. Penso si tratti di una trasmissione che rispecchi realmente il mondo della musica, compreso l’obbligo di attraversare le mille schizzofrenie di giudici e coach, aspetto che prepara i concorrenti al mondo reale. Personalmente mi sento più coinvolto da questi ragazzi che non dalle voci nuove di Sanremo, anche se devo riconoscere che quest’anno ho apprezzato queste ultime molto di più dei big. Ho anche rivalutato due personaggi come Francesco Facchinetti, ottimo conduttore, giovane, fresco, istintivo, e Morgan, un personaggio che fa il personaggio sapendo di fare il personaggio, alternando momenti simpatici ed antipatici, senza però mai uscire dal seminato. Limitandoci invece alla parte tecnica, sono rimasto meravigliato dallo studio di X Factor, veramente enorme: 800 posti a sedere. Durante la settimana non sarebbe male usarlo per dei veri concerti dal vivo, con pubblico pagante. La produzione non ha certo risparmiato sulla tecnologia, soprattutto per quanto riguarda l’impianto scenografico e l’illuminazione, realizzata con grandi numeri e grande qualità. Come sempre in queste situazioni, cioè programmi televisivi, non sono rimasto ugualmente affascinato dalla diffusione audio, sempre parecchi dB sotto il minimo necessario per sentirsi avvolti e coinvolti come in un concerto vero. Ma sappiamo che, trattandosi di un prodotto televisivo, questo è un aspetto poco rilevante. Mi sembrano invece molto buoni i risultati dell’audio trasmesso ai nostri televisori: ma questo potrete giudicarlo voi stessi alla prossima puntata di X Factor! 9 10 UHF-R.™ Fanno molto di più. UR1M - Nuovo Micro-Bodypack (60x49x17 mm) Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] 100 maggio/giugno 2009 - n.77 102 maggio/giugno 2009 - n.77 Agenzia Fon.Mon. P.A. Amplif. Monitor Inviateci le schede dei vostri tour per vederle pubblicate in questa pagina Alberto Remo L-Acoustics Lab IEM Shure / Butturini Scafati V-Dosc Gruppen IEM a filo Massimo Martin Audio Lab Bignotti W8LC Gruppen Marco Stevan L-Acoustics Lab Dallago Martinovic V-Dosc Gruppen Hugo Enrico L-Acoustics Lab Clair / Tempesta Belli V-Dosc Gruppen Aviom Alfonso Giovanni Meyer MSL4 Meyer Sound RCF Fabozzi Costanzo dS4 / 700HP TT25sma Carlo Carmelo Martin Audio Lab Martin Audio Toscano Magno Gruppen LJ 1200 Marti Jane Marco dV-Dosc Lab Aviom Robertson Della Torre dV-Sub Gruppen System Ciro Antonio DAD Powersoft PROEL Ascione Ferrentino Marco Adriano V-Dosc L-Acoustics Clair AM12 Monforte Brocca dV-Dosc L8 Senn. ew300G2 Alberto Stevan IEM Butturini Martinovic Sennheiser Alfonso Luigi DAD PA 3000 DAD Fabozzi Caniffi MS Live 12/15 Paolo Martin Powersoft E-V Zanier Audio RX115 Massimiliano Massimo d&b d&b IEM Cugini Q1 D12 Salin Sandro Andrea Proel Powersoft Proel Castrucci Ceri Axiom Edge 15cxp Luciano Arturo dV-DOSC Lab Shure PSM700 Graffi Pellegrini Gruppen L-Acustics 115HQ Massimo Mauro Adamson Lab d&b Barbieri Iacovella Spektrix Gruppen Max Nat Marco Axiom 3210 Powersoft Proel Edge Sub121 K10 Serranò Calì 12CXP / 15CXP Leonardo Vittorio Meyer Sound Crown EAW / Riselli Ziccardi Lab.Gruppen Radian Davide Stefano Proel Powersoft Martin Bisetti Rossi Axiom K10 LE12J Bernardino Matteo Meyer Sound Crown EAW Fortino Nisii MSL4 SM500 Renzo Pierfrancesco JBL Vertec Lab.Gruppen Martin Audio Privitera Tarantello 4887adp Crown Le12j Andrea Massimo L-Acoustics L-Acoustics Sennheiser Corsellini Manunza V-Dosc LA8 IEM Service Audio Fon.Foh Claudio F&P Agorà Baglioni Group Corrado F&P Mister X Guzzanti Group Service Fiorella F&P Agorà Mannoia Group Fiorello Live Tour Agorà Decibel Francesca Decibel Alotta I Mediterraneo Art A.M.C. Spettacoli Service Ivano F&P Nuovo Fossati Group Service La Bottega Show Ascione dei Ricordi Management Service Laura Live Agorà Pausini Nation Ligabue F&P Nuovo Europa 2009 Group Service Lighea Anteros Decibel Produzioni Lillo AB Idea & Greg Management Music Service Luca F&P Coriolano Carboni Group Music Service Max AB Idea Giusti Management Music Service Ornella F&P Nuovo Vanoni Group Service Patty Progetti Lombardi Pravo Italiani Service Quartaumentata Associazione Nicolosi Quartaumentata Production Ricky Portera Euromusic Music & EXIT Group Service Sabina Ambra Mister X Guzzanti Service Sister Act Genius LP service The Musical Smoking Blue Flower D.J. Reggae Power Service Tiziano Trident / Agorà Ferro Live Nation Artista Mix.Mon Serv. Luci Digico Digico Agorà D5 Live D5 Digidesign Mister X Profile Service DiGiCo DiGiCo Agorà D5 Live D5 Live DiGiCo DiGiCo Agorà SD7 D5 Soundcraft Allen & Heath Decibel MH2 GL4800 Soundtracs Soundcraft A.M.C. MRX Service Digidesign Digidesign Nuovo Venue Venue Service Yamaha Yamaha Ascione M7CL LS9 Service Midas DiGiCo Agorà XL8 D5-112 Digico Digico Nuovo D5 D5 Service Soundcraft Allen&Heath Decibel MH2 GL4800 Yamaha Idea 01 Music Service Yamaha Midas Coriolano PM5D XL250 Music Service Soundcraft Yamaha Idea MH3 M7CL Music Service Digidesign Midas Nuovo Venue XL 250 Service Yamaha Yamaha Blackout PM5D RH PM5D RH Soundcraft Yamaha Nicolosi MH3 LS9 Production Allen & Heath Midas Music ML 5000 Siena Service Yamaha Yamaha Mister X M7CL LS9 Service Midas Soundcraft LP service XL3 sm16 Midas Crest D.J. Heritage 3000 Service DiGiCo DiGiCo Agorà D5 D5 Mix.FOH Imp. luci Mix Luci Mariano Coemar/ Robe GrandMA De Tassis Zap / Evolite Full Davide Coemar Avolites Pedrotti Expert Glauco GrandMA Mattei GdL LED Panel Giancarlo Avolites Toscani Gino Amadeus FCN 1200 SGM Studio12 Mottola Prolight / PAR scan control Luigi DTS/Griven/ SGM Toro Show-Tec Regia 24/48 Billy Mac600/Colorspot Avolites Bigliardi Kaleido / ModuLED Sapphire 2000 Alessio SGM/ Prolights SGM Sepe Martin REGIA 256 Francesco Coemar i-Spot High End De Cave Martin Mac 2000 WholeHog III Jò Robe 700EAT Grand MA Campana Atomic 3k/ Jarag Light Luca Amadeus FCN 1200 SGM Studio 12 Buscema Prolight /PAR Scancontrol Jessica SGM Compulite Fabbri Proel Spark 4D G. Travison PAR Avolites G. Cianchini Pearl 2000 Daniele Proel Compulite De Santis Robe Spark 4D Fabi Martin MAC 600 Avolites Crico Griven Kaleido Sapphire 2000 Luigi SGM Giotto Jands Lombardi Robe ColorWash Vista I3 Domenico MAC600/PAR64 SGM Studio 24 Benvenuto Giotto400 / ACL Scan Control Andrea SGM SGM Ziccardi DTS 2048 Marco Coemar Avoliites Farneti Pearl 2004 Massimo Robe 575AT Compulite Tomasino Spark 4D Gianfranco DTS XR8 SGM Fangano Scan Control Nicola SGM Giotto 1500 GrandMA Tallino Martin Mac2k Wash Light Des. chi c’è in tour chi c’è in studio Studio Artista Oceantrax Amadeus Oceantrax A. Coluccini / R. Rosati Gianni Bini Metropolis Digital Aram Quartet Sony/BMG Lucio Fabbri Alessandro Marcantoni Imput Level Studio B.Errico,B.Cesselli, A.Tavolazzi,W.Paoli Claudio Zambenedetti Officine Meccaniche Beaucoup Fish Beaucoup Fish/T. Gohara Taketo Gohara Angelo Studio Casi Impossibili Rusty Records Dave Maggioni Luca Vittori XLand Studios Dave Sandro Franchin S. Franchin, Gaffuri Xm Recording Studio Finley Fri Records/EMI Capitol Daniele Persoglio Andrea Mazzetto Excantine Francesco Renga Universal Celso Valli Marco Borsatti Over Studio Francesco Renga Universal Celso Valli Marco Borsatti Excantine G.Drudi/Omar L. Lorenzo Confetta Lorenzo Confetta Excantine Gatto Panceri Radio Italia Danilo Ballo Marco Borsatti Excantine Germano Bonaveri Fabbrica di Parole & Musica Pirazzoli/D’urso Angelo Studio Giacomo Barbieri Rusty Records Dave Maggioni Luca Vittori Angelo Studio Gli Ultima Rusty Records Dave Maggioni Luca Vittori Officine Meccaniche Gnut C.D. Piers Faccini Guido Andreani Imput Level Studio L.ego Giacomo Molon Claudio Zambenedetti Acusticstudio L. Ivan, D. Ragazzoni, M. Zemoli Laura Ivan Emiliano Maggiotto Officine Paradiso La Bottega Dei Ricordi Oltrelamusica Show Management Antonio Cioffi Itaca Recording Studios “La Fame di Camilla” Casa Discografica Produttore Measured Success Fonico DSP series Sulla solida costruzione delle prestigiose Serie 8000 e 7000, Genelec introduce la nuova Serie Monitor denominata 8200 DSP e 7200 DSP a favore di un continuo e costante sviluppo della purezza nella riproduzione audio stereo o multicanale. Con la nuova tecnologia DSP, GLM™ e AutoCal™ si è sviluppato un sistema potente e semplice per la taratura e l’autocaibrazione dei sistemi che si adatteranno così ad ogni tipo di ambiente. Genelec ha equipaggiato i diffusori con potenti DSP creando una nuova serie di monitor bi-amplificati e Subwoofer determinando così un nuovo standard di riferimento. Il pacchetto del software di gestione degli Altoparlanti Genelec contempla tutte le connessioni necessarie per l’interfacciamento tra il Computer e il DSP interno ai diffusori. Il pacchetto include: • Controllo di 30 diffusori su cavo standard CAT 5 • 8 Sezioni di Equalizzazione • Settaggio del Livello, Distanza e Asse Verticale • Compensazione del Delay Audio per Video Digitale • Settaggi preimpostati • Channel/Speaker Group • Mute e Solo AutoCal™ Universal M. Patella, R. Matarrese Il Software di Calibrazione Automatica deriva da un’esperienza pluridecennale di Genelec nella ricerca acustica. La sinergia tra la potenza dei DSP e lo sviluppo del software di gestione permette di intervenire intervenire in modo preciso sulla taratura e dei vari in modo preciso sulla taratura e allineamento allineamento dei vari sistemi di. Altoparlanti Genelec. sistemi di Altoparlanti Genelec XLand Studios Luciferme Top Music Sandro Franchin S. Franchin, Gaffuri 8240A Creative Mastering Marco Masini Universal Marco Poggioni Stefano Cappelli Monitor Digitale (24 bit/192 KHz) biamplificato 90+90Watt, 115 dBSPL@1m Excantine PatyLu Emi Televisa Mex. Alberto Mantovani Pirazzoli/Mantovani/Borsatti Creative Mastering Povia Warner Luigi Liviero Stefano Cappelli Officine Meccaniche Roberta Di Lorenzo Raiser Production Eugenio Finardi Antonio Cupertino Over Studio Roberto Drovandi Roberto Drovandi Davide Roveri Imput Level Studio S. Saluto, A. Anur, D. Wimbish Steve Saluto Claudio Zambenedetti Imput Level Studio Summertime Claudio Zambenedetti XLand Studios The Casuals XLand Sandro Franchin S. Franchin, Gaffuri Creative Mastering Umberto Tozzi Universal Gianluca Tozzi Stefano Cappelli Acusticstudio Velox Sabbadin / Zago Emiliano Maggiotto Metropolis Digital X-Factor 2009 Vol. 1 Sony/BMG Lucio Fabbri Alessandro Marcantoni Invitiamo tutti gli studi professionali ad inviarci le schede con i loro lavori così da rendere questa rubrica più completa ed interessante 104 maggio/giugno 2009 - n.77 8250A Monitor Digitale (24 bit/192 KHz) biamplificato 150+120Watt, 120 dBSPL@1m 7260A Subwoofer Digitale (24 bit/192 KHz) attivo 120Watt, 108 dBSPL@1m 7270A Subwoofer Digitale (24 bit/192 KHz) attivo 250Watt, 112 dBSPL@1m 7271A Subwoofer Digitale (24 bit/192 KHz) attivo 500W, 118 dBSPL@1m 54, via Solferino 20052 Monza (MI) Tel 039 21.69.21 Fax 039 21.03.506 www.adtweb.it - [email protected] &studi Giancarlo Messina produzione di Big’s Recording Studio La campagna emiliana ha qualcosa di impressionante, almeno per chi è nato fra le colline: quella pianura che si perde a vista d’occhio sembra non aver mai fine, e solo se non c’è quel filo di nebbia che sembra sfumare l’orizzonte, e se sei attento, puoi intravedere le colline da una parte e immaginare il profumo del mare dall’altra. O zzano dell’Emilia, più o meno, è un posto così: la campagna si stende inin‑ terrotta, fra costruzioni che ricordano il passato dei lati‑ fondi e segni di una modernità benestante, come, ad esempio, un campo di volo. E proprio a poche centinaia di metri da questo piccolissimo aero‑ 106 maggio/giugno 2009 - n.77 porto da turismo, vive e lavora Luca Bignardi. Qui ha infatti di recente inaugurato il suo studio di registrazione, realiz‑ zato in una casa immersa in questa pianura. Dal giorno in cui Luca si presentò in Fonoprint, a Bologna, per chiedere di lavorare, sono passati 30 anni! Il suo curricu‑ lum vanta collaborazioni con praticamente tutti i principali artisti e produttori italiani, e non solo italiani: è quindi per noi molto interessante capire come un professionista di così lunga esperienza abbia realizzato il proprio studio. Luca, perché questa struttura? Ho sempre lavorato come freelance e sentivo l’esigenza di uno studio mio; inoltre 12 anni fa ero già scappato dalla città per abitare in campagna, così ho deciso di creare lo studio proprio qui, per lavorare tranquillo, con le finestre e la luce naturale dopo 30 anni di bunker un po’ deprimenti. Uno studio del genere è però anche un investimento importante: hai pensato all’aspetto business? Non moltissimo, a dire la verità! L’investimento, che si ag‑ gira sui 400.000 euro, non è stato fatto per la necessità di guadagnare di più. Semmai ho pensato che fosse necessa‑ rio farlo per riuscire a mantenere un certo tipo di introito, perché non si può certo nascondere che la crisi in questo momento sia un po’ inquietante: quando ho deciso di fare lo studio la situazione non era così nera, ma io mi sento ugualmente ottimista. Chi è il cliente tipo del tuo studio? Lo studio nasce per dare la possibilità ai gruppi di registrare in presa diretta, cosa molto importante, perché aggiunge valore alle formazioni rodate e mette in grado anche i grup‑ pi con meno esperienza di registrare qualcosa di qualità, per di più riducendo i tempi ed ottimizzando il budget. Quali scelte strutturali e tecniche hai fatto? Ho deciso di far realizzare lo studio ed il progetto audio a Chris Clifford della JVAcoustic, non per esterofilia ma per fiducia nella grande esperienza di questa azienda. Io ho se‑ guito tutto, ma ho curato personalmente solo la parte este‑ tica. La regia è acusticamente simile alle altre sale JVA, cioè riflettente davanti e poi sempre più assorbente, fino alla parete di fronte alle casse che non deve riflettere assoluta‑ mente nulla, come se fosse l’infinito. Mi parlavi di registrazioni in presa diretta, hai quindi diverse sale? Sì, accanto alla regia c’è una sala piuttosto grande ed aper‑ ta, ideale per registrare un certo tipo di batteria e gli ar‑ chi; è comunque possibile renderla più asciutta grazie a dei pannelli mobili. Allo stesso piano ho una saletta un po’ più piccolina ed asciutta, mentre al piano di sotto c’è un amp room sotto l’ingresso. Tutti gli ambienti sono già cablati, come lo saranno le camere per gli ospiti attualmente in co‑ struzione. Puoi descriverci le scelte tecniche sulle apparecchiature? Lo studio è basato su Pro Tools e ormai non potrebbe essere altrimenti. Ho scelto di piazzare il monitor video a parete, non per scenografia ma per evitare turbolenze acustiche. Per gli ascolti ero indeciso tra Quested ed Adam, poi ho op‑ tato per quest’ultime, modello S6A, perché trovo che il twe‑ eter a nastro offra una definizione di gran lunga superiore a qualsiasi altro tipo di tweeter. Inoltre l’angolo di diffusio‑ ne molto largo, insieme all’acustica della sala, mi consente un ascolto uniforme in tutta la regia. Per l’ascolto piccolo uso invece le S3A, sempre Adam. Immancabili due Yamaha NS10, comprate nel 1986 e mai abbandonate. Console ICON... ormai anche questo uno standard nei nuovi studi... Sì, anche se io vengo dalle grandi analogiche, questo banco permette di lavorare con estrema versatilità. Ho trovato più logico decentrare la sezione di editing e mettere al centro della regia il modulo con i fader, perché quando si mixa è su quello che si opera, ed ho cercato di non spostare trop‑ po anche l’editor, perchè, per esempio, lì ci sono i controlli dell’equalizzazione. La console si integra con il sistema Pro Tools|HD3 con 48 uscite analogiche e 24 ingressi analogici. Ho tutto in patch, sia le macchine sia gli outboard. In mezzo a tanto digitale le outboard diventano fondamentali! Abbastanza: qui ho degli preamplificatori artigianali: lo Skulptor, ad esempio, è prodotto da una ditta francese ed ha quattro canali, due riproducono quelli del Neve del ‘73 ed altri due gli API. In effetti io amo il digitale, mi piace perché è neutro e molto preciso. Lavorando con il digitale dal 1983 (ho cominciato con il Sony 24 piste a 16 bit) ho vis‑ 1 1: Luca Bignardi. 2: Un rack outboard con il Pultec EQP1, il Manley Stereo Variable Mu Limiter Compressor, ed il Dude Music FET Compressor. suto tutta la problematica del di‑ gitale che, tra l’altro, inizialmente non era certo così bello. Adesso siamo arrivati a Pro Tools, ma io so benissimo che occorrerà sem‑ pre e comunque aggiungere delle distorsioni, che tutti per paura di chiamarle così definiscono “co‑ lorazioni”, ma si tratta di vere e proprie distorsioni. Quando voglio un pre che suo‑ ni del tutto trasparente, gene‑ ralmente uso quello Digidesign. Molti sostengono che non ha di‑ namica, ma io invito tutti a dare un’occhiata al manuale: molti Nella pagina successiva: 3: Uno dei rack incorporati nella regia con il Manley Massive Passive EQ, le due coppia di preampli Skulptor (MP12 e MP73), e l’EQ prototipico Brunetti/Dude Music PAR400. 4: Un altro rack incorporato nella regia con il preamplificatore valvolare ART DPSII, i pre DigiDesign, il Neve 8816, il TL Audio C‑1 compressor limiter valvolare, i Focusrite Liquid Pre, e l’unità fader Neve 8804 per l’8816.ww 2 www.soundlite.it 107 THE MAGIC IS IN THE MIX 3 Quando il passaggio al digitale è così facile, perché restare in analogico? La migliore gamma di console montabili a rack I mixer della Serie X-Rack di Crest Audio sono considerati i migliori mixer professionali montabili a rack per qualità sonora e silenziosità. Con prestazioni high-end e molto robusti, i mixer della Serie X hanno una costruzione modulare ed una dotazione di caratteristiche idonea a qualsiasi applicazione. Disponibili nella configurazione main e monitor, sono dotati di12 ingressi mono + 4 stereo, versatili EQ semiparametrici a 4 bande, insert di canale e preamplificatori microfonici di elevata qualità. L’X20R, versione main, ha 6 Bus Aux configurabili, 4 gruppi, 3 Bus Main e fader da 100mm. L’X20RM, versione monitor, ha 12 Bus mono o 6 stereo per i monitor e splitter mic/line con commutatore ground lift su tutti gli ingressi. Serie X-Rack™ Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] scoprirebbero che dietro ci sono dei trimmer che di default sono tarati a ‑6 dB. Quindi se si comincia a lavorare subito, sembra ovviamente che non abbia dinamica. Ma è solo tarato male! Fra i pre valvolari mi piace molto un’apparecchiatura piuttosto economica, L’ART DPS II, che aggiunge delle cose “interessanti” al suono, mi ricorda quan‑ do, da ragazzino, attaccavo la chitarra alla radio a valvole. Per gli outboard analogici ci vogliono solo cose che abbiano un carattere molto definito... per le cose trasparenti si può rimanere tranquillamente in Pro Tools. Come gestisci il mixdown? Al livello outboard, piste, sommatori.... Per me il sommatore è un po’ una scelta... io mixo molto “in the box”, ma se cerco qualcosa di particolare attacco un outboard. Ho un bel sommatore, il Neve 8816, ma non lo uso a tutti i costi. Questa macchina viene criticata da molti, ma anche in questo caso consiglierei di leggere il manuale: ha un’he‑ adroom di 28 dB, quindi è ovvio che se si sommano tutti i canali sparati al massimo il suono sarà saturato. Fra i pregi, invece, ha un total recall gestito da un suo software dedicato. Come plug-in? 4 Lavoro moltissimo con i Solid State della Waves, per abitudine, avendo lavorato tutta la vita sulle SSL. Perché, secondo te, si dovrebbe scegliere di venire a registrare qua? Perché tutto lo studio è fatto senza lasciare niente al caso. Dall’acustica all’arredo è tutto ottimizzato per offrire quali‑ tà e praticità, dai battiscopa/ passacavi alla possibilità di variare il colore delle pareti tramite luci a LED. E quando Luca mette su qual‑ che pezzo per farci ascoltare la sala ed i diffusori, si sente che la qualità è quella ecce‑ zionale di una regia del più alto livello, dove potenza e definizione vanno di pari pas‑ so; ed è musica per le nostre quattro orecchie (due mie e due del mio compare “mme‑ ricano” Doug). Sfruttare la straordinaria potenza delle console live digitali Soundcraft ora è più facile che mai. Soundcraft Si3 fornisce il massimo della flessibilità grazie alla superficie di controllo in stile analogico, sofisticate caratteristiche audio, tutte le connessioni a bordo e la qualità sonora di casa Soundcraft. 64 ingressi mono mic/linea, 4 ingressi linea stereo ● 24 Bus d’uscita configurabili (Aux/Group) 8 uscite matrix, Master L/C/R ● 12 VCA, 8 gruppi di mute ● EQ parametrici a 4 bande su tutti gli I/O, EQ grafici BSS su tutte le uscite ● Dinamiche dbx su tutti gli I/O ● 8 punti di Insert configurabili Quattro processori Lexicon indipendenti ● …e tutto è dove lo vorresti.. Channel strip completi: tutto è a portata di mano Distribuited Display Tecnology per indicazioni chiare ed esaurienti Showtime istantaneo: ottima dotazione di controlli e tecnologia FaderGlow™ Software per la programmazione remota off-line Via Don Minzoni, 17 - 20052 Monza (MI) Tel. 039 212221 - Fax 039 2140011 [email protected] www.audioequipment.it Processori effetti, dinamiche ed Eq Grafici firmati Lexicon, dbx e BSS &studi produzione di Giancarlo Messina Vasco Rossi DVD in Blu-Ray A gennaio, in Fonoprint, il DVD è in piena lavora‑ zione. Nello studio ma‑ stering troviamo Guido Elmi, produttore artistico, Nicola Venieri, sound engineer, e Mau‑ rizio Biancani, master engineer. E, al piano di sopra, riusciamo an‑ che a fare una lunga e piacevole chiacchierata con Swan, il regista, ed alcuni suoi assistenti. 1 2 1: Guido Elmi. 2: Nicola Venieri. 110 maggio/giugno 2009 - n.77 Cominciamo da Guido Elmi, nei nostri confronti sempre simpatico e disponibile. Guido, qual è il tuo compito nella realizzazione di questo DVD? Visto che lo spettacolo l’ho con‑ cepito io, qui faccio un controllo generale, una sorta di supervisio‑ ne, qualche taglietto di qualcosa che mi sembra troppo, la scelta dei brani strumentali da mettere nei vari contributi... insomma una supervisione artistica. Non abbiamo risuonato niente, semmai scelto fra le due serate bolognesi: la seconda infatti era molto meglio, nella prima sera si sentiva l’emozione del fattore campo... nel secondo concerto la band era molto più rilassata. Il DVD sul mercato ha ritagliato il suo spazio anche sotto il punto di vista commerciale? Sì, è un prodotto che i fan aspet‑ tano. Io mi occupo anche della copertina e della confezione, insieme ad Arturo, per me è un lavoro generale... Il supporto ot‑ tico Blu‑ray è stata invece una scelta EMI. Il 5.1? Non è molto complicato, bisogna solo ricreare l’atmosfera del con‑ certo, non è che servono effetti speciali e fuochi d’artificio. In que‑ sto DVD le immagini video sono particolarmente belle, con una telecamera a volo d’angelo che è veramente suggestiva e fa capire quanta gente fosse presente. Contributi speciali? Sono un documenta‑ rio molto carino, con interviste sul palco a De Luca a me e a vari personaggi, diverso dalle solite cose; poi il backstage, con vi‑ deo molto simpatici, il montaggio del pal‑ co ad alta velocità, dal campo sportivo vuoto fino allo show, allo smontaggio ed al campo vuoto, con camera fissa per tre giorni! Ce n’è una versione in movimento ed una fotografica. Oltre, ov‑ viamente, un’intervista a Vasco. Devo riconoscere che mi sembra un prodotto con una marcia in più anche rispetto ai nostri passati: il concetto è sempre quello di fare un docu‑ mento di quanto è successo. Vasco segue la produzione del DVD? Vasco guarda il lavoro man mano e se c’è qualcosa che non gli va ce lo dice e la mettiamo a posto secondo il suo gu‑ sto, anche se, ovviamente, cerco di fare qualcosa che a lui piaccia. Ha invece gestito personalmente la parte con la sua intervista ed i contributi. Mentre Guido torna in regia, approfondiamo l’aspetto tec‑ nico con Nicola Venieri, bravissimo fonico che da parecchi anni cura i dischi ed i DVD di Vasco, lavorando per altro nello studio del cantante di Zocca. Nicola, già dallo sguardo mi sembri particolarmente soddisfatto! Già: per la prima volta quello che ho fatto in studio arriverà realmente alle orecchie di chi ascolta, e questo grazie al for‑ mato Blu‑ray che conterrà un 5.1 non compresso. Spieghiamo ai lettori come si realizza un lavoro di questo livello nelle sue varie fasi? Siamo partiti usando un sistema Nuendo, registrando i se‑ gnali già preamplificati e convertiti da Andrea Corsellini (fonico live del tour, ndr.) e splittati via MADI. Ascoltato in studio, mi sono accorto che il materiale era molto bello, i mi‑ crofoni d’ambiente avevano fatto un ottimo lavoro, soprat‑ tutto il microfono Soundfield MKV a 4 capsule, accoppiato al proprio processore. Registra in un suo formato proprieta‑ rio, e successivamente il suo processore SP451 rielabora le 4 tracce, focalizzando tutto con una coerenza di fase pazze‑ sca, ovviamente perché il punto di ripresa è unico. Genera anche un LR. Pensa che tutto il surround degli ambienti del DVD è stato fatto solo con le tracce del Soundfield. Ho piaz‑ zato questo microfono a 35 metri dal palco, centralmente, sospeso a 5,5 metri sul pubblico tramite un’asta. L’unico di‑ fetto è che se uno del pubblico ci urla dentro da vicino ov‑ viamente copre il resto. Ma è un problema marginale che si riesce a risolvere con montaggi vari: insomma il classico urlo “Antonio!” è stato coperto, anche se la cosa ha richiesto mezza giornata di lavoro! Il risultato è comunque sorprendente, si ha la sensazione di essere veramente in mezzo al pubblico, viene quasi da chiedere da accendere a quello vicino a te! Altri accorgimenti per la ripresa? Chitarre e basso finalmente in iso-box veri e non in flightcase improvvisati, così i rientri nei microfoni delle chitarre sono stati limitati, risolvendo uno dei principali problemi dei DVD live, appunto i rientri microfonici. Una volta portato il materiale nel vostro studio, come hai proceduto? La cosa meravigliosa è che, una volta tanto, ho potuto la‑ vorare con la calma necessaria a fare un lavoro di fino, per‑ fezionando le cose finché non ero pienamente soddisfatto. Inoltre la band ha suonato alla grande, e questo mi ha dato la possibilità di creare uno dei miglior DVD fra quelli da noi realizzati fin adesso. Ovviamente si comincia con l’ascolto del materiale, seguono l’editing, le correzioni correlate all’immagine video e poi il mixaggio. Ho prima mixato un LR, che diventerà lo stereo del DVD, poi ho mixato separatamente tutte le famiglie (chitarre, tastiere, voci, drum, etc) anche se ogni passaggio richiede 5 ore! Infine ho realizzato un mix surround utiliz‑ zando queste famiglie. In mastering ho portato quindi un programma 5.1 già definito, ma con la possibilità di corre‑ zione grazie a questi stem separati. In effetti è un metodo che uso anche per i miei mix, perché risommando le varie famiglie col sommatore ottengo delle profondità e delle aperture diverse. Perché non arrivare in mastering con le sessioni aperte di Pro Tools? Perché io ragiono da fonico, non da informatico! Queste famiglie, questi stem di cui parlo, arrivano mixati e sommati in analogico e non semplicemente sommati su Pro Tools, e ti assicuro che il risultato è molto diverso. La traccia audio finale, molto complessa, se realizzata con un mixdown digi‑ tale non è mai ricca e dettagliata come quella ottenuta con un mixer ed un sommatore. Ti confesso che già la somma di questi stem, se non passa su un sommatore analogico, suona la metà! Mi dicevi che hai avuto modo di lavorare sul video già montato? Già, una cosa molto importante: riuscire a montare l’audio sulle immagini già quasi definitive consente di mettere in risalto gli strumenti giusti, le frasi precise, i particolari. Che macchine hai usato? Ovviamente Pro Tools, poi due console Mackie D8: esco in digitale con i vari gruppi e converto le famiglie separate con convertitori Apogee, da lì vado al sommatore analogico SPL Mixdream, e rientro in Pro Tools convertito sempre da Apogee. Poi il mastering in Fonoprint... Indispensabili dunque quattro chiacchiere anche con Maurizio Biancani, mastering engineer: “Nicola mi ha por‑ tato un lavoro accuratissimo ed estremamente preciso – ci spiega Maurizio – quindi io potuto fare puramente un la‑ voro di mastering e non, come succede sempre più spesso, con altri, il laboratorio della mutua della serie “vediamo che si può fare”. Abbiamo mantenuto gli stem separati per un discorso di qualità anche nel trasferimento dei file audio, usando un nostro sommatore analogico “made in Fono‑ print” costruito da Sandro San‑ drolini, una macchina di altissima qualità. Da sottolineare la grande qualità degli ambienti ripresi col sistema Soundfield: realissimi e perfettamente in fase; abbiamo ascoltato anche il solo 5.1 del mi‑ crofono e ti dirò che era quasi da farci il disco solo con quello. “Ma la cosa più bella – continua Maurizio – è che finalmente nella versione BluRay tutto il 5.1 sarà in PCM, 48 k / 24 bit, con una qualità superiore al CD. Nel surround del DVD metteremo invece un DTS, che ha comunque una qualità mi‑ gliore della compressione Dolby”. Quando chiediamo un consiglio a Maurizio su quale sia il miglior riproduttore Blu‑ray attualmente in commercio la risposta è imme‑ diata: la Playstation 3! Non aspet‑ tavamo altro! Come concludere? Un prodotto ai massimi livelli come non mai. Un plauso anche per i contenuti spe‑ ciali, veramente ben realizzati e fantasiosi. Fra questi, da segnalare il documentario sulla produzione, particolarmente ricco ed ampio, e le bellissime inquadrature della sky-cam. Da avere. Swan. Dal 1999 la regia di Vasco. Il simpatico e bravo Swan cura da diversi anni la regia dei video e dei live di Vasco Rossi. Cogliamo l’occasione per fare due chiacchiere con lui in Fonoprint. “Abbiamo scelto di registrare a Bologna – ci racconta – come regalo alla città. Abbiamo usato tutte telecamere in HD, nove camere moltiplicate per due, perché abbiamo cambiato il posizionamento nelle due serate, ovviamente d’accordo con la band che si è vestita nello stesso modo. Anche Vasco è stato molto bravo nell’indossare o togliersi dei particolari, tipo sciarpe o occhiali, nello stesso momento dello show. Così abbiamo moltiplicato i punti di vista. L’elemento più eclatante e spettacolare è senza dubbio la skycam, che addirittura usciva dallo stadio grazie ad una gru ed una caveria tesa fino al palco: un sistema che le permette di muoversi ad una velocità fino a 5 metri al secondo! L’effetto è straordinario. Poi abbiamo usato il classico carrello e molte camere emozionali a spalla, cioè in mezzo al pubblico, per fare le soggettive sporche del pubblico che ti mettono direttamente dentro l’emozione: artisticamente sono fondamentali perché ci portano dentro lo show, dal palco al pubblico e viceversa. Per i controcampi, sul palco c’erano tre operatori con camera a spalla, cosa che richiede molta bravura da parte degli operatori che noi, in tanti anni, ormai abbiamo selezionato: sono bravissimi, per lo più anche musicisti che sanno cosa inquadrare al momento giusto. Nel montaggio, realizzato con Final Cut e tutti i suoi plug-in, uso molto i contrasti fra i campi lunghi ed i dettagli, ad esempio sulle dita dei musicisti; per il resto è ovviamente un montaggio rock, con tagli che prediligono lo strumento in quel momento più evidente, anche se non in solo”. www.soundlite.it 111 prodotto di Alfio Morelli Coemar ∞ Infinity ACL P arliamo in quest’articolo della famiglia più piccola dei testamobili della Coemar. In particolar modo dell’Infinity ACL. Questa serie, denominata Infinity S, è composta da tre proiettori: lo Spot, il Wash e l’ACL. Anche questa serie si è allineata all’ultima tendenza della casa che vuole i propri prodotti il più standard possibile tra loro, in modo che l’utilizzatore possa contare sulla medesima temperatura di colore e su colori identici e, se necessario, intercambiare alcuni componenti tra i proiettori e disporre di un magazzino ricambi il più snello possibile. Non a caso la parte meccanica e quella di controllo sono uguali sui tre prodotti, mentre le teste presentano ovviamente peculiarità diverse. Infinity ACL è vestito con un materiale plastico composito, molto ben studiato; le due coperture della testa sono fissate al corpo tramite delle viti ad aggancio rapido che, una volta svitate, rimangono alloggiate al coperchio, cosa che risolve gli innumerevoli problemi di perdite varie durante la manutenzione. Il prodotto si presenta bene, con dimensioni piuttosto ridotte; il materiale dell’involucro risulta gradevole al tatto e sembra anche avere una certa robustezza all’uso. La lettera S (small) identifica la serie piccola della gamma Infinity. La base del faro è stata molto ben progettata per adattarsi ai diversi sistemi di appendimento o per l’appoggio a pavimento. Al suo interno sono alloggiati i componenti dell’alimentazione e del controllo, mentre lateralmente, a fianco al pannello delle connessioni, è posizionato il monitor di controllo LCD. Sono presenti due tipologie di connettori, a tre e cinque poli, questi ultimi predisposti per lo standard DMX bidirezionale Nello stesso pannello trova posto anche una presa RJ45 per connessione a rete Artnet. Sono queste le caratteristiche comuni a tutta la gamma Infinity S, mentre l’Infinity ACL presenta alcune caratteristiche peculiari. Il nome ACL si rifà ovviamente al classico proiettore da sempre utilizzato sui palchi rock, di cui vuole rappresentare un’evoluzione in chiave moderna e tecnologica. “Ad oggi sappiamo che solo due case italiane hanno a catalogo prodotti simili ma decisamente non uguali – sottolinea Fausto Orsatti, sales director di Coemar –; in effetti, percor- 112 maggio/giugno 2009 - n.77 rendo strade diverse, siamo arrivati all’utilizzo di tecnologie simili. Fin adesso le categorie dei fari a testamobile si potevano catalogare nelle potenze di 250 W, 575 W e 1200 W; oggi, grazie allo studio ed allo sviluppo delle aziende produttrici di lampade, queste categorie stanno per cambiare potenza e sempre più i nuovi prodotti hanno lampade da 300 W, 700 W e 1500 W. “Infinity ACL monta infatti una lampada Philips MSR Gold 300/2 FastFit – continua Orsatti – e si differenzia dagli altri prodotti simili per quattro peculiarità uniche. Lo zoom lineare consente di sviluppare un fascio luminoso da un minimo di 1,7° ad un massimo di 6°. Una serie di ‘effetti breakup’ indicizzabili (dispositivi che consentono di sagomare la luce con figure geometriche da usare prevalentemente in controluce) in grado di creare degli effetti molto impattanti sia in TV che su un palco live, come il classico moonflower, la lama di luce, il cono, appunto indicizzabili, che si possono cioè fissare e richiamare in una determinata posizione, così da poter formare anche delle figure composte dai fasci di più proiettori. Gli ‘effetti break-up’ possono anche essere utilizzati in rotazione continua. “Altra caratteristica dell’apparecchio è l’effetto “Luce nera “, qui utilizzato in maniera singolare e creativa: è infatti ottenuto con dei filtri ed ottimizzato tramite uno studio ed un trattamento mirato della parte ottica del proiettore. La sua particolarità è che mentre una lampada di wood tradizionale posizionata sul palco illumina questo totalmente, evidenziando tutti gli oggetti in campo, grazie ad Infinity ACL è possibile concen1 trare il fascio di “luce nera” in un punto preciso, con una potenza di luce molto elevata, evidenziando quindi solo alcuni oggetti, cosa che apre la strada ad un uso quanto mai creativo. L’ultima particolarità di questo proiettore è la funzione ‘Cinema Effect’: molti di voi ricorderanno la proiezione delle prime pellicole, con il loro tremolio e l’avanzamento un po’ a scatti... ed è proprio quello che siamo riusciti a riprodurre con Infinity ACL”. 2 Scheda Tecnica Caratteristiche Principali: • • • • • • • Più luminoso di un proiettore da 1200 W, nell’ingombro di uno da 250 W Effetto “Luce nera” focalizzabile Fascio luminoso ad apertura variabile Controllo variabile del fascio con effetti aerial rotanti Effetto moon flower Effetti di fascio bicolore Operatività silenziosa, adatta per le applicazioni più critiche • • • • • • • • • • Miscelazione colore CMY 5 colori + open Filtro CTO Effetto UV 7 effetti aerial rotanti + open Apertura del fascio variabile da 1,7° a 6° Dimmer Effetti stroboscopici meccanico ed elettronico (effetto zap), sincronizzato, casuale, pulsante Costruzione modulare per facilitare la manutenzione Pan 540°, Tilt 284°, 16 bit • • • • Lunghezza: 459 mm Larghezza: 377 mm Altezza: 612 mm, con la testa al massimo verticale Peso: 22,5 kg • • • • • • Tipo: Philips MSR Gold 300/2 FastFit Temperatura di colore: 8000 K Indice di resa cromatica (CRI): 75 Durata media della lampada: 750 h Montaggio della lampada: PGJX28 Ballast elettronico con correzione del fattore di potenza Caratteristiche tecniche: Dimensioni fisiche: Lampada e ballast: Protocollo di controllo e programmazione: • USITT DMX512/1990 • Canali DMX: 18 • Impostazione ed indirizzamento: dal display LCD o in remoto Caratteristiche elettriche e connessioni: • • • • • Alimentazione AC: da 90 a 250 V, 50/60 Hz, Cavo non-terminato da 2 m integrato Assorbimento di corrente: 2 A a 230 V, 4,4 A a 115 V Interfaccia dati DMX: in XLR3F ed XLR5F / out XLR3M ed XLR5M RJ45 per connessione a rete Artnet 1: Il cambiacolori CMY, la ruota colori e gli effetti “break-up” in un interno facilmente ispezionabile e modulare. 2: Il pannello di interfaccia dati bidirezionali, con DMX in/out tramite XLR5 e XLR3, ed un connettore di rete RJ45 ARTnet. 3: Il pannello di controllo ed il display LCD. 3 Coemar spa Via Inghilterra, 2/A 46042 Castelgoffredo MN tel. 0376 77521 fax 0376 780657 www.coemar.com [email protected] www.soundlite.it 113 prodotto di Douglas Cole Audio-Technica serie 5000 1 I 1: Il trasmettitore tascabile AEW‑T1000. 2: Il trasmettitore palmare AEW‑T5400, con capsula a condensatore con diaframma da 1”. 3: Il trasmettitore palmare AEW‑T4100, con capsula dinamica cardioide. 4: Le schermate con il monitoraggio generale di un sistema composto da dieci ricevitori ed il dettaglio di un ricevitore. Distribuito in Italia da: Prase Engineering S.r.l. Via Nobel, 10 30020 Noventa di Piave VE tel. 0421 571411 fax 0421 571480 www.prase.it – [email protected] 114 maggio/giugno 2009 - n.77 l sistema radiomicrofonico 5000 dell’azienda Audio‑Technica è in produzione già dal 2003, quando la sua presentazione ebbe un chiaro impatto sul futu‑ ro della progettazione di questa tipologia di prodotto. Il sistema si presenta con costru‑ zione e caratteristiche chiaramen‑ te indirizzate ad un uso profes‑ sionale, cominciando dalla nonbanalità della costruzione del ri‑ cevitore e dei trasmettitori intera‑ mente in metallo e dall’utilizzo di un alimentatore a commutazione per il ricevitore (che si alimenta a 100 - 250 V AC, 50/60 Hz) per fini‑ re con i connettori IEC doppi per la cascata della corrente di rete. Per il sistema, la casa giappone‑ se offre un corredo completo di accessori: antenne log-periodica direzionale e a piano di massa omnidirezionale, amplificatori RF in-linea, partitori, combinatori, accoppiatore direzionale/combi‑ natore passa-banda e tutto il ne‑ cessario per la costruzione di siste‑ mi multicanale. Il ricevitore AEW‑R5200 Il ricevitore adotta la configura‑ zione più comune in questa fa‑ scia, cioè doppio in una singola unità rack (mentre per il mercato dei musicisti professionisti c’è il ricevitore singolo R4100 da 1/2 U con caratteristiche molto simili). R5200 incorpora due canali a diversità di ricevitore (a commutazione tra diversi circui‑ ti di ricezione, anziché tra due antenne) che condividono i due ingressi antenna. Per ogni ricevitore ci sono un display LCD retroilluminato e tre tasti per la navigazione dei menu interni. Il display ha due righe alfanumeriche da sei caratteri, per mostrare la frequenza di sintonia del canale ed il nome del trasmettito‑ re o del ricevitore. Le aree laterali del display dimostrano le barre del livello audio ed il livello del segnale RF presente su ogni antenna, ma sono presenti anche un indicatore del li‑ vello della batteria del trasmettitore, un indicatore dell’im‑ postazione di potenza del trasmettitore e l’indicatore di mute. Ogni canale ha un LED di avvertimento, per segnalare all’utente quando il canale è in mute, quando la batteria è bassa nel trasmettitore, quando il livello RF è critico o assen‑ te o quando il segnale audio nel ricevitore sfiora i +6 dB. Il pannello frontale dispone di una singola uscita cuffia con controllo di livello e selettore del canale in ascolto. Sul pannello posteriore, ogni canale dispone di uscite isola‑ te e bilanciate a trasformatore su XLRM e su jack TRS, con un selettore di livello d’uscita tra 0, ‑6 e ‑12 dB, ed un in‑ terruttore per staccare la massa. Un altro connettore jack permette il muting del canale da un selettore esterno. I connettori d’ingresso BNC per le antenne sono sul pannel‑ lo posteriore per facilitare il cablaggio in sistemi multipli, ma le alette rack anteriori sono appositamente forate, ed il kit comprende i connettori ed i cavi per portarle davan‑ ti. Questi ingressi sono predisposti con alimentazione da 12 V DC per l’eventuale alimentazione di booster o antenne attive esterne. R5200 ha due interfacce dati: incorporata direttamente nel ricevitore c’è una scheda Ethernet con connettore RJ45 per il collegamento in una rete DHCP, o direttamente ad un PC; inoltre, due connettori mini‑DIN da otto poli servono per la comunicazione tra ricevitori con o senza il collegamento ad un computer. I trasmettitori La serie 5000 comprende quattro radiomicrofoni a mano. AEW‑T4100 e ‑T6100 incorporano capsule dinamiche, ri‑ spettivamente cardioide ed ipercardioide. Sono realizzati in pressofusione ed incorporano le camere risonanti ed il damping appositamente progettati dietro le capsule. Gli al‑ tri due modelli sono a condensatore, il T3300 ed il T5400: utilizzano le capsule microfoniche originalmente sviluppa‑ te per i venerati microfoni da studio AT4033 ed AT4050. AEW‑T3300 utilizza un diaframma medio ed una piastra prepolarizzata, mentre il ‑T5400 ha un diaframma da 1” ed è polarizzato esternamente. Entrambi hanno caratteristiche polari a cardioide. La regolazione del guadagno si effettua tramite software, da ‑6 a +12 dB in passi da 6 dB, ed i model‑ li a condensatore hanno un ulteriore attenuatore hardware da ‑6 dB sulla capsula. Il bodypack della serie 5000, AEW‑T1000, pesa solo 125 g senza batterie, ed utilizza antenne intercambiabili, un’an‑ tenna lunga o una elicoidale compatta. Il connettore d’in‑ gresso è l’Hirose a quattro poli con chiusura a baionetta che lo rende compatibile con circa 30 microfoni ed adattatori dello stesso produttore. Questo connettore rende anche possibile una delle particolarità più interessanti di questo trasmettitore: stadi d’ingresso completamente separati per strumenti e per microfoni, con impedenze e sensibilità adat‑ te alle diverse sorgenti di segnale. Il guadagno in ingresso si regola tra ‑6 dB e +12 dB in passi da 2 dB e si possono impostare tramite software, come per la frequenza, il nome del trasmettitore, la potenza di trasmissione e l’importantis‑ simo blocco dei tasti. Tutti i trasmettitori usano due batterie tipo LR6 (AA), ed hanno un’autonomia nominale di otto ore con potenza di trasmissione da 10 mW (erp) o sei ore a 35 mW. Le caratteristiche radio e audio La banda di sintonia dei componenti del sistema è di 25 MHz e si possono sintonizzare per passi da 125 kHz. Sono disponi‑ bili quattro diverse bande. Il sistema globale ha un rapporto segnale/rumore di 115 dB e distorsione armonica totale mi‑ nore di 1%. La banda passante audio nominale del sistema globale va dai 70 Hz ai 15 kHz, e tutti i trasmettitori ripor‑ tano una gamma dinamica di oltre 110 dB (oltre 100 dB nel caso del tascabile utilizzando l’ingresso strumento). Una particolarità importante della serie è l’utilizzo di un sistema di compander doppio: prima della modulazione dal trasmettitore, un crossover separa le frequenze alte da quelle basse così che vengano compresse separatamente. Quest’utilizzo di diversi parametri di compressione (ed ov‑ viamente di reciproca espansione nel ricevitore) permette una dinamica molto fedele del segnale in uscita, ed elimina perdite di definizione con la presenza di picchi forti sui bassi che spesso si presentano, in particolare, con i microfoni pal‑ mari dinamici o con strumenti elettrici. Il programma incorpora una fun‑ zione di scansione dell’ambiente RF nella banda operativa con di‑ splay grafico dei risultati, mentre i ricevitori ed il software conten‑ gono diversi gruppi di frequenze pre-programmate per evitare la sovrapposizione di canali con i prodotti di intermodulazione di altri. Utilizzando queste due ca‑ ratteristiche, il software permet‑ te l’impostazione di sistemi mul‑ ticanale con un solo click – una funzione chiamata “Intelliscan”. L’utente sceglie semplicemente il numero di canali e lancia l’applica‑ zione che effettua una scansione dell’ambiente RF, ed imposta sui ricevitori un gruppo di frequen‑ ze ottimizzate per evitare inter‑ ferenze tra loro o con l’esterno. L’utente deve solo programmare i corrispondenti trasmettitori. Que‑ ste automazioni non possono so‑ stituire una buona conoscenza del coordinamento delle frequenze, ma certamente forniscono un ot‑ timo punto di partenza per l’ope‑ razione. I connettori mini-DIN sui ricevitori permettono inoltre il collegamen‑ to dei ricevitori con o senza il col‑ legamento Ethernet. Anche in as‑ senza di un PC, fino a 19 ricevitori delle serie 5000 o 4000 possono essere impostati dal pannello di un singolo ricevitore master. Rice‑ vitori collegati in questa maniera si possono poi monitorare e pilo‑ tare dal PC se il ricevitore master è collegato in rete. 2 3 4 Connettività e software di controllo Il software Artist Elite Wireless Control Interface, compati‑ bile con Windows XP, permette il controllo di sistemi di ri‑ cevitori multipli collegati in rete. Con il software si possono monitorare ed impostare tutte le funzioni dei ricevitori col‑ legati e monitorare tutte le informazioni trasmesse dal tra‑ smettitore come il livello delle batterie, il nome assegnato, il tipo di trasmettitore, l’ingresso utilizzato sul bodypack, l’im‑ postazione di guadagno e lo stato del blocco dei controlli. www.soundlite.it 115 prodotto di Michele Viola Xilica XP DSP processor P Xilica è un’azienda canadese specializzata nella progettazione e produzione di dispositivi audio professionali. Il catalogo Xilica comprende diversi modelli di processori dedicati al controllo degli impianti audio. rocessori di questo tipo vengono tipicamente installati immediatamente a monte degli amplificatori di potenza, sia in ambito touring che nel settore delle installazioni, ed offrono tutte le funzioni necessarie alla gestione dell’impianto: matrici di routing, controlli di livello, equalizzazione, controlli di dinamica, limiting, delay, cross-over. Esistono da tempo sul mercato, ovviamente, molti prodotti dedicati ad una o a diverse di queste funzioni. Lo sviluppo della tecnologia digitale, in particolare, ha permesso di integrare in una singola macchina tutte queste operazioni ad un costo che risulta essere decisamente inferiore alla somma dei costi dei diversi processori analogici che sarebbero necessari per avere le stesse possibilità di elaborazione, a parità di classe di qualità dei dispositivi. Negli ultimi anni la qualità dei dispositivi digitali è diventata abbastanza elevata da soddisfare le esigenze anche di aziende che sulla qualità puntano molto, come appunto Xilica. Il costo di installazione, oltre al minor costo dei dispositivi, trae beneficio anche dalla semplicità di progettazione e di installazione, compresa la minore quantità di cavi da stendere ed il minor tempo necessario per il setup. I vantaggi insiti nell’utilizzo di una singola macchina per diverse funzioni, rispetto ad una varietà di singoli processori, non si esauriscono certo nel minor costo. Innanzi tutto, ogni dispositivo inserito nel percorso del segnale tende in qualche modo a degradarlo, eventualmente in maniera lieve se il dispositivo in questione è progettato e costruito con attenzione; il rumore di fondo introdotto da un singolo processore, ad esempio, è sicuramente minore di quello ge- nerato da dispositivi multipli in cascata, sempre a parità di qualità. Per non parlare di cavi e connettori che, presenti in misura senz’altro minore nel caso di una singola macchina, costituiscono spesso una delle principali fonti di problemi. Un altro vantaggio rilevante riguarda la versatilità nell’utilizzo: interventi sull’elaborazione del segnale successivi all’installazione richiedono tipicamente, nel caso di macchine digitali, una semplice riprogrammazione del DSP, quando la tecnologia analogica avrebbe richiesto, in molti casi, l’inserimento di ulteriori dispositivi nella catena o, quantomeno, la sostituzione di un’intera macchina. Xilica, fin dalla nascita, si è impegnata nella produzione di dispositivi professionali con performance in grado di soddisfare le richieste della clientela più esigente. I processori Xilica della serie X sono divisi in due linee di prodotto: la serie di punta XD (modelli 8080 e 4080) e la più limitata e meno costosa serie XP (modelli 8080, 4080, 3060, 2040). Tutti i modelli sono disponibili in versione con suffisso “M” (XD‑8080M, XP‑4080M, ecc), consentendo di collegare dei microfoni direttamente agli ingressi sul retro. In ogni caso, Xilica vanta una tecnologia DSP a l l ’ a v a n g u a rdia, con processamento interno a 40 bit in virgola mobile e DSP da 800 MMACS (Million Multiply Accumulate Cycles per Second), un’attività di ricerca particolarmente approfondita sui convertitori AD e DA ed un ottimo rapporto qualità/prezzo. I processori XD 8080 e 4080 contano rispettivamente 8 e 4 ingressi su 8 uscite, con la capacità di mixare tutti gli ingressi su qualunque uscita. Gli ingressi e le uscite sono disponibili in formato analogico o digitale AES/EBU. Le capacità di elaborazione comprendono, oltre al mixing, otto bande di eq parametrico per ciascun ingresso e ciascuna uscita, eq grafico 31 bande 1/3 d’ottava su ogni uscita, compressione su ciascun ingresso, filtri cross-over con complete funzioni di limiting, controlli di livello, polarità e delay su tutti gli ingressi, delay su ciascuna uscita. I convertitori a 24 bit / 96 kHz ad elevate prestazioni, insieme alla scelta di utilizzare componentistica di ottima qualità come, ad esempio, le resistenze con tolleranza 0,1% sul percorso del segnale, promettono performance di particolare trasparenza e precisione. Una particolarità di queste macchine è la possibilità di utilizzare algoritmi di filtraggio digitale FIR per l’equalizzazione. I filtri FIR (Finite Impulse Response), rispetto ai più comuni filtri IIR (Infinite Impulse Response), offrono una risposta in ampiezza e fase molto più stabile e precisa, di fronte ad un maggiore tempo di elaborazione che si traduce generalmente in maggiori richieste di calcolo al DSP ed in un allungamento del ritardo di propagazione. Il ritardo di propagazione, per altro, è costante per tutte le frequenze e ciò assicura una risposta in fase assolutamente lineare su tutta la banda passante, cosa non ottenibile con i filtri IIR e neppure con i filtri analogici convenzionali. Il tempo di pro- pagazione attraverso la macchina è di 1,5 ms utilizzando i filtri IIR, mentre va da 2 a 12 ms con l’utilizzo dei filtri FIR, al variare della selettività e, di conseguenza, della lunghezza temporale del filtro. A ciascuna macchina viene allegato un report di prove eseguite con strumentazione Audio Precision, a riprova della massima attenzione alla qualità ed al rispetto delle specifiche. I modelli della serie XP sono 8080 (8 in / 8 out), 4080 (4 in / 8 out), 3060 (3 in / 6 out) e 2040 (2 in / 4 out). Montano gli stessi convertitori AD e DA 24 bit / 96 kHz ad elevate prestazioni della serie maggiore, ma offrono solamente ingressi e uscite analogiche ed implementano solo filtri con tecnologia IIR. Anche in questo caso il processore lavora internamente a 40 bit in virgola mobile, ed è possibile mixare tutti gli ingressi su ciascuna uscita. Offrono controlli di livello, polarità e delay fino a 650 ms in ingresso, otto bande di eq parametrico su ciascun ingresso e uscita, eq grafico a 31 bande e compressore di dinamica su ogni ingresso; x‑over Butterworth / Bessel / Linkwitz-Riley, delay, compressore e limiter sulle uscite. Il guadagno d’ingresso è regolabile da ‑40 dB a +15 dB per passi di 0,25 dB. Le versioni con ingressi microfonici permettono una regolazione del guadagno d’ingresso “mic” da 0 dB a +45 dB in step di 3 dB. La preamplificazione microfonica è selezionabile canale per canale, così come l’alimentazione phantom. A ciascun canale d’ingresso e d’uscita si può assegnare un nome lungo fino a sei caratteri. I singoli filtri parametrici possono essere impostati come totalmente parametrici (PEQ), oppure low-shelf, high-shelf o all-pass di primo o secondo ordine. I filtri Il retro del processore XP-4080, con quattro ingressi ed 8 uscite analogiche su XLR. www.soundlite.it 117 prodotto Distribuito in Italia da: Sisme S.p.A. Via Adriatica, 11 60027 Osimo Stazione AN tel. 071 7819666 fax 071 781494 www.sisme.com [email protected] 118 maggio/giugno 2009 - n.77 all-pass hanno risposta in ampiezza piatta e agiscono in maniera predeterminata solo sulla fase del segnale, permettendo di correggere, per l’appunto, eventuali sfasamenti fastidiosi tra diverse bande di frequenza. La frequenza di centro banda di ciascun filtro può essere impostata tra 20 Hz e 30 kHz per passi di 1 Hz oppure di 1/36 d’ottava, secondo le impostazioni selezionate nel menu di sistema. La larghezza di banda è regolabile da 0,02 a 3,61 ottave per passi di 0,01 ottave. Il valore corrispondente del parametro Q è mostrato sul pannello, durante la regolazione, di fianco alla larghezza di banda in ottave (BW). Per i filtri all-pass, è possibile regolare lo sfasamento a centro banda. Il livello di ciascuna banda di equalizzazione può essere regolato da ‑30 dB a +15 dB per passi di 0,25 dB. Per i filtri cross-over, le regolazioni permettono di impostare la pendenza (tra 6 e 48 dB/ottava), il tipo di filtro (Bessel, Butterworth, L-R) e le frequenze di taglio con la stessa risoluzione dei parametrici (1 Hz o 1/36 oct). Il compressore sugli ingressi permette di comprimere fino a 40:1 con un tempo d’attacco da 0,3 ms a 1 ms per passi di 0,1 ms e da 1 ms a 100 ms per passi di 1 ms, ed un tempo di rilascio da 2 volte a 32 volte il tempo d’attacco. I processori XP hanno una memoria non volatile interna che può immagazzinare fino a 30 preset. Ovviamente, a ciascun preset si può assegnare un nome, lungo fino a 12 caratteri. È possibile impostare una password di quattro caratteri e bloc- care le modifiche alla configurazione. Dal pannello frontale della macchina è possibile bloccare o sbloccare le modifiche a tutti i menu contemporaneamente, mentre dal software in dotazione si può controllare l’accesso anche ai singoli menu. I processori di entrambe le serie possono essere configurati e controllati dal pannello frontale o con il software XConsole in dotazione, tramite un PC con sistema operativo Windows collegato alla macchina via USB, RS‑232 (sul pannello frontale) o Ethernet (sul pannello posteriore). L’utilizzo dell’applicazione XConsole semplifica notevolmente la configurazione ed il controllo dei dispositivi, permettendo tra l’altro di vedere a monitor tutti i parametri di configurazione in un’unica schermata. Tramite XConsole, i preset possono essere salvati e richiamati dall’hard disc del computer, rendendo, tra l’altro, virtualmente illimitata la quantità di programmi memorizzabili. Tra le opzioni disponibili, XPanel è un piccolo pannello da muro, programmabile, tramite il quale si possono controllare le impostazioni sul processore. Utilissimo nelle installazioni fisse, XPanel si collega ai processori via Ethernet su cavo CAT5, da cui riceve anche l’alimentazione necessaria al suo funzionamento. Nella stessa rete possono coesistere fino a 32 pannelli XPanel, su ciascuno dei quali è possibile programmare non solo i parametri da controllare ma anche il range di regolazione concesso per ogni parametro. Xilica propone, in sintesi, un range di processori audio di elevata qualità e con caratteristiche adatte anche alle esigenze professionali più elevate. inputs outputs delay max nr peq / ch FIR filters phase correction graphic eq mixing capability input compressor output compressor input crossover sampling rate propagation delay RS-232 (female DB-9) USB (type B) Ethernet (Cat5) digital audio I/O (DB-25) audio connectors LCD display power supply power supply voltage wall panel control capable DSP input impedance output impedance maximum level frequency response dynamic range CMRR crosstalk distortion dimension weight XD 8080 8 8 yes 4 line 4080 4 8 yes 4 line XP 2040 2 4 3060 3 6 650 ms 8 no no yes yes level yes yes yes 96 kS/s 1.5 ms built-in built-in built-in built-in XLR/Euro 2 line 2 line switching 90-264 VAC yes 4080 4 8 8080 8 8 no no 2 line 2 line 40 bit floating point 10 kohm 25 ohm 20 dBu +/- 0.1 dB (20 Hz to 20 kHz @ 48k; 20 Hz to 30 kHz @ 96k) 115 dB typ (unweighted) > 100 dB (50 Hz to 10 kHz) < -100 dB 0.002% (1 kHz @ +4 dBu) 483 x 44 x 229 mm 4.6 kg Event Management presenta i suoi nuovi studi. Nuove postazioni di grafica e postproduzione hd. Uffici e Studi di post produzione: via XXV Aprile 68, 20068 Peschiera B. Milano, tel. + 39 02 55 301 866 fax +39 0251650666 Magazzino: via Fermi 12, 26839 Zelo Buon Persico (Lodi) tel +39 02 90 659 623 [email protected] www.eventmanagement.it EVENT MANAGEMENT tutta la tecnica per l’evento tecnologia EQ on / EQ off u l ti e part ma ma Livio Argentini e ulti di p a rt Come, quando e perché Nelle puntate precedenti, in teoria, e spero anche in pratica, è stato corretto l’ascolto per il monitoraggio. Ora possiamo pensare a cosa si può fare durante la registrazione e, in seguito, nell’editing e nel mixdown. 120 maggio/giugno 2009 - n.77 C ominciamo con la registrazione. Per prima cosa dobbiamo dire, anche in questo caso, che di regola è meglio non equalizzare elettronicamente in fase di registrazione. Il concetto basilare è che una registrazione pulita può sempre essere “rovinata” in un secondo tempo, ma una registrazione già errata in partenza non potrà mai più essere ripristinata. La prima correzione deve essere effettuata in sala scegliendo il tipo di microfono più adatto, cercando la distanza e la posizione migliore per il microfono e per l’esecutore. Spesso però questo non si può fare nel modo che sarebbe ottimale ed allora bisogna correre ai ripari. Si può usare tranquillamente un analizzatore di spettro per cercare di individuare le bande dove è necessaria una correzione di base, sebbene, a mio parere, spesso risulti molto più valido l’utilizzo delle orecchie. In questi casi è sempre consigliabile usare filtri con banda molto larga, Baxandall o con curva shelf. È buona norma, quando si usa un analizzatore, tenere a mente due concetti molto importanti: prima di tutto che ogni sorgente sonora ha le sue proprie specifiche assolutamente non lineari e cercare di linearizzare a tutti i costi (cosa che, purtroppo, vedo fare sempre più spesso) significa falsare completamente la tipologia del suono. La seconda: correggere solo parzialmente, per evitare di esagerare, riservandosi una correzione più raffinata in seguito. La correzione più comune sta in un parziale recupero delle frequenze più alte, dovuto sia alla perdita di risposta della capsula microfonica, sia all’acustica spesso troppo sorda degli studi. È il caso di evitare di usare un filtro parametrico o a terzi di ottava, meglio utilizzare un filtro Baxandall o similare perché solo questi saranno in grado di compensare in modo realistico la parte di segnale persa. Ci sono due casi particolari in cui bisogna agire con sistemi un poco più brutali. Quando si fanno registrazioni live, spesso, a causa di risonanze ambientali alle quali ovviamente non si può ovviare, si possono verificare picchi/buchi molto fastidiosi. In questo caso occorre utilizzare un filtro parametrico che, regolando opportunamente frequenza e Q, permetterà di compensare il difetto. Ben difficilmente si potrà usare un filtro grafico a terzi di ottava, perché non capiterà mai un picco con la stessa frequenza e larghezza di banda del difetto da compensare, e se si usa una frequenza prossima si avrà un picco vicino ad un buco con risultati disastrosi. Lo stesso vale per i filtri shelf o similari che non permettono di scegliere la frequenza e che comunque non sono in grado di agire su una banda molto ristretta. Spesso si fanno lavori abbastanza ripetitivi, dal punto di vista dell’equalizzazione, dove si effettuano sempre le medesime regolazioni già testate in base all’esperienza delle precedenti registrazioni. Un classico esempio è il doppiaggio dove ogni doppiatore, secondo il personaggio da doppiare, richiede una particolare equalizzazione. Un altro caso è quando in studio si registra la batteria, quasi sempre la medesima. Qui il fonico sa già come comportarsi in base alle precedenti esperienze, ed in questi casi si può anche azzardare un’equalizzazione quasi completa. Particolarmente in queste applicazioni è necessario l’utilizzo di un buon parametrico. La fase successiva è l’editing/mix. Oggi, con l’avvento della tecnologia digitale, si è suddiviso quello che una volta era il mixaggio in due operazioni separate: l’editing ed il mix. Questo è uno dei grandi vantaggi del digitale, perché durante l’editing si può tagliare, equalizzare ecc, senza perdita di qualità. Ad esempio una chitarra registrata in varie sezioni su tante piste separate, può venire pre-mixata (o, più esattamente, assemblata) su una sola pista virtuale con tutte le correzioni necessarie, rendendo molto più semplice la successiva operazione di mixaggio. Durante questa fase del lavoro non è certo consigliabile l’utilizzo di unità analogiche, anche se queste fornissero una qualità cento volte superiore rispetto alle unità addon digitali. Purtroppo, infatti, per usare unità analogiche mentre si lavora in digitale è necessario effettuare ben due conversioni (D/A e A/D) e, poiché ogni conversione porta ad un inevitabile e spesso notevole decadimento del segnale, questo vanifica completamente i vantaggi portati dalla migliore qualità dell’elaborazione. Quindi durante l’operazione di editing è meglio utilizzare sempre e solo gli add-on digitali, cercando però di utilizzarli con molta parsimonia. Ritorniamo per esempio alla chitarra registrata su molte piste in tempi diversi e, qualche volta, anche in studi diversi. La funzione di editing è duplice. Il primo passo consiste nel selezionare le parti sparse sulle varie piste ed assemblarle, regolando i livelli; questo lavoro non richiede l’utilizzo di effetti e può essere eseguito senza alcun problema di decadimento di qualità. Il secondo passo consiste nel controllare l’equalizzazione, il riverbero e la dinamica (compressione/espansione) in modo da rendere tutte le varie parti omogenee tra loro. Questa operazione richiede, in genere, correzioni minime completamente effettuabili senza uscire dal dominio digitale. Finita l’operazione di editing si passa al mixaggio, dove si può pensare ad una correzione più efficace che andrà ad agire su tutto il brano. In questo caso, specialmente se si effettua la sommatoria in analogico (di gran lunga migliore di quella digitale) è giustificata la conversione D/A necessaria per utilizzare le unità analogiche. Un caso particolare è rappresentato dall’operazione di mastering. Per questo lavoro occorrono piccole correzioni, per cui sarebbe utile avere a disposizione equalizzatori sia Baxandall che parametrici con variazione di ampiezza molto ridotta (±6 dB). Una variazione di 6 dB espansa su tutta la rotazione di un potenziometro, non solo permette una regolazione molto precisa, ma anche una buona ripetibilità in tempi successivi. A dire il vero ci sarebbe anche un altro settore di lavoro in cui usare gli equalizzatori: l’effettistica. Questo è un utilizzo che esula però da ciò di cui discutiamo in questo articolo, perché l’equalizzatore non viene utilizzato come mezzo correttivo, per cui è necessaria la massima qualità, bensì come mezzo per produrre nuovi suoni, quasi a livello di strumento musicale. In quest’ottica tutto è permesso, anzi ci troviamo spesso nella situazione, quasi paradossale, che più un filtro è di qualità scadente e meglio può essere utilizzato. A questo punto, non rimane che mettersi a girare manopole: buon lavoro! www.soundlite.it 121 tecnologia di Carlo Carbone La mia strada è un campo di battaglia L a fatica quotidiana del soppesare i segnali di questa stanca società non delude chi aspetta sorprese. Si schierano in ordine sparso: leggi, giudici, i sempre verdi tecnici ASL (mancanti dalla scena da un po’ di tempo) e vari titolati politici infervorati da missioni di salvezza. Questi ultimi paiono prendersela, a dire il vero, più con i gay e le loro chiassose attività, tradizionali obbiettivi di ogni moralizzatore che si rispetti, che con lo spettacolo. Per noi, non percependo alcun distinguo tra le due categorie, non sfrutteremo l’occasione per introdurlo di soppiatto, ovviamente il distinguo. Così mentre a Milano il vicesindaco, De Corato, imperversa sulle attività sopradette ed è la Procura che detta i livelli per i concerti a San Siro, il decreto legge 81/08, agognato testo unico sulla sicurezza, contenitore dello scibile presente nelle norme L. 626/94, L. 277/91 e in parte nella L. 494/96, propone un’innovativa e quanto mai bizzarra visione dello spettacolo dal vivo, anzi, scusate ma è dir poco, della musica. Nel tomo della legge, colto e complesso, sintetizzato in appena 350 pagine, una bazzecola per coloro abituati a consultare la Treccani per allacciarsi le scarpe, si trova un articolo innovativo sotto il profilo del taglio culturale, sotterrando, in scioltezza, decenni di discorsi sul tema spettacolo dal vivo. È inserito nel CAPO II – PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO e vale la pena di leggerlo. 122 maggio/giugno 2009 - n.77 Articolo 198 - Linee Guida per i settori della musica, delle attività ricreative e dei call center 1. Su proposta della Commissione permanente per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro di cui all’articolo 6, sentite la parti sociali, entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente capo, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano definisce le linee guida per l’applicazione del presente capo nei settori della musica, delle attività ricreative e dei call center. Grazie al cielo 12 anni non sono un abisso e tutti noi ci ricordiamo la passione e l’entusiasmo con cui Massimo Gramigni annunciava la stesura della Legge sulla Musica. Era per lui, e per i politici di allora, fondamentale sancire che la musica, tutta la musica dalla classica a quella pop, è un valore fondante il patrimonio artistico del paese, un po’ come il David di Michelangelo e altre amenità. Di quegli anni si ricordano tante cose belle e una certa quantità di noiose riunioni: purtroppo altri effetti non è dato vederne, perché il testo della legge sulla musica è sepolto tra le miriadi di buone intenzioni in qualche parte dell’apparato statale e, dato chiarificatore, i lavoratori nel campo musicale hanno orari e modalità di lavoro come tutti i lavoratori. È una rivoluzione compiuta. Certo è che la musica non ci si aspettava di vederla accorpata al circolo del cucito e ai call center, se non altro per lo spirito forse leggermente diverso con cui viene affrontato il lavoro. In una società il cui giudizio discende dalla redditività è probabile che l’incertezza del domani, introdotta anche tramite il taglio del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), traduca “musica” in “lavoro precario” (call center) coniugandola ad un’attività ludica ricreativa (un po’ tipo svago). In verità il coraggio del legislatore dovrebbe essere portato fino all’estrema ratio e ravvedere la similitudine tra i lavoratori dello spettacolo e i call center nel tempo dedicato alle telefonate per riscuotere qualsiasi forma di credito. La stessa commissione, istituita quindi a parlare di “sicurezza”, dovrà decidere, con le stesse indubbie capacità e onniscienze, gli standard della bocciofila di Adria e dei call center della cerchia suburbana di Milano. Si tratta, in estrema sintesi, di stesse categorie umane: giocatori e giocati. Il D.lgs 81/08b contiene una serie di indicazioni che con il settore spettacolo dal vivo avranno delle difficoltà oggettive di convivenza. Penso in tal senso a quella specie dell’homo sapiens, modificatesi in completo contrasto alla più permissiva teoria evoluzionistica, i rigger. Questi esseri, viventi in un universo proprio, capaci di intelletto finissimo ma ancor più di agilità scimmiesca, se avessero tempo e leggessero il testo rimarrebbero stupiti e perplessi di fronte a quello che per loro rappresenta: una sorta di legge razziale. Per ridurre gli effetti di interpretazioni individuali da parte degli enti di controllo (ASL) sia sul tema rumore che cantiere spettacolo, il Presidente di ASSOMUSICA, Ilaria Gradella, ha avviato con APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) un tavolo di confronto sul tema nella prospettiva di quanto previsto nell’articolo sopra integralmente riportato. Gli organizzatori associati potranno fornire preziose testimonianze sull’applicazione in campo, esperienze necessarie per documentare in sede istituzionale il significato del nostro lavoro. È un passo importante: omogeneizzare l’applicazione limita l’interpretazione, pone le basi di comportamento in tutto il territorio e riduce la discrezionalità alla base di mazzette e freccette. Non dimentichiamo che la “sicurezza sul lavoro” è un tema forte, è il nostro tema, dal Pop Code e ancor prima dalla responsabilità che tutti i lavoratori dello spettacolo hanno sempre dimostrato. Sarebbe stupido soccombere su questo o cercare scorciatoie da palazzinaro, farci scippare la nostra professione. Quello che succede nell’edilizia non è un esempio da seguire. Le regole che alimentano quel mondo imprenditoriale da “firma sul foglio”, senza nessuna sostanza, il cui principio unico è il guadagno non sono le nostre regole. A noi piace vedere Guidolin per aria e dal basso non capire se è felice o arrabbiato ma certamente, sono pronto a scommettere, non lo vedremo mai volare giù. Sono certezze che hanno radici lunghe, dai ricordi di come questa professione si è formata nel tempo, niente di approssimato, praticamente tutta pura invenzione. Se uno immaginasse una scena tipo finale di Star Wars, con i maestri Jedi che appaiono fantasmati, vedrebbe una schiera di anziani del teatro, alcuni senza qualche dito alcuni bruciacchiati, appunto maestri. Quindi pancia in dentro petto in fuori, in riga e come disciplinati soldatini con mento irto prepariamoci all’ennesima novità. C’è di bello che con il passare del tempo il nostro lavoro sembra più un lavoro e farlo divenire bello è nostra esclusiva facoltà. ...quando la comunicazione è chiara e forte I sistemi intercom wireless HME sono progettati e realizzati per soddisfare tutte le esigenze di comunicazione personale: DX100 Intercom radio digitale portatile Il DX121 permette di collegare un communicator, via radio in full duplex, ad un operatore fisso dotato di headset e ad un sistema a 4 fili. Il sistema è composto da una base station BS121 e dai communicator a scelta fra BP200 (beltpac), WH200 (headset integrato) o WS200 (wireless speaker station). Il DX121 supporta fino a 4 comunicator di cui uno full duplex. DX121 Intercom radio digitale One-To-One con interfaccia a 4 fili DX200 Intercom radio digitale con interfaccia a 2 e 4 fili DX300 Intercom radio digitale a due canali Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] tecnologia di Quanto sopra ci dice che il segnale AES3 è “self-clocking”, ovvero porta con sé le informazioni di clock e quanto serve per sincronizzare l’audio e i dati di due o più macchine digitali, senza dover collegare un altro cavo con le informazioni di sync. Dal momento che il preambolo è caratterizzato da segnali che durano tre pulsi unitari che però hanno a disposizione quattro time slots, cioè otto pulsi unitari, si possono creare preamboli con pattern diversi. Voilà, di preamboli non ne avremo uno, non ne avremo neanche due, signori mi voglio rovinare, di preamboli ne metto tre. Il primo preambolo è quello del canale 1, cioè in genere canale sinistro di una coppia stereo. Si chiama X. Quello che annuncia il canale destro si chiama “Y”. Il terzo, con la “Z” di Zorro, riannuncia il canale sinistro e decreta l’inizio della raccolta di status bit che, come vedremo, vengono organizzati in “blocchi” ed hanno la loro utilità. ma part e u l ti ulti Frame e sub frame ma e Lo standard AES3. p a rt Nel numero scorso abbiamo presentato la forma del pacchetto di bit che rappresenta un campione in un segnale audio digitale. Ora analizzeremo con maggiore dettaglio le varie parti di questo pacchetto, e vedremo come è composta la trasmissione vera e propria. 124 maggio/giugno 2009 - n.77 Una sequenza di 32 bit, o time slots, viene chiamata sub frame. Un sub frame fa un canale. Il sub frame che lo segue fa l’altro. Due sub frame fanno un frame. Tre civette sul comò. Per comodità, riporto qui una figura già pubblicata nel numero scorso con la struttura del sub frame (figura 2). Il pacchetto di bit che rappresenta il sample del canale sinistro e il sample del canale destro (insieme ai bit amministrativi e alle informazioni di sincronismo) costituisce un frame. Un frame perciò contiene 64 bit. I frames sono trasmessi alla cadenza del sample rate: 48.000 volte al secondo, 96.000 volte al secondo e così via. I bit amministrativi |V|U|C|P| Il bit |V| – Validità In origine avrebbe dovuto assegnare una sorta di qualificazione dei dati audio. Ad esempio “dati non adatti alla conversione in audio analogico”. Ma non è detto. In alcuni casi si attiva in presenza di alcuni errori, un comportamento che si ha con i CD player, ad esempio. C’è molta confusione sull’uso di questo bit e se il segnale è accompagnato dalla marcatura di “invalido” non si sa bene come dovrebbe reagire un ricevitore AES. Stefano Cantadori Buffamente, anche i dati dei formati compressi, MPEG, DTS, Dolby AC3 e vari altri, vengono flaggati come dati “non audio”. In realtà si evita così che vengano interpretati come lineari PCM: ne risulterebbe un rumoroso risultato. Il bit |U| – User bit User bit. Un costruttore di lanciamissili audio potrebbe decidere di trasmettere una combinazione di user bit per autorizzare il lancio. Se ne fa poco uso nel pro. Nel consumer la normativa è descritta dalle IEC60958‑3. Lo user bit è trasmesso in pacchetti che portano informazioni sul materiale sonoro e su come preservare lo user bit nel passaggio fra varie macchine: Classe 1: dispositivi che generano i dati, ad esempio i CD player o i DAT quando esistevano. Classe 2: individua dispositivi che sono trasparenti agli user bit o che non li generano, tipo sound processor. Classe 3: trasparenti agli user data ma con eccezioni, vedi mixer, sample rate converter, campionatori. Nel pro, si possono annidare informazioni “user reserved” generiche anche nel Channel Status Bit Block, i 192 bit organizzati in 24 bytes di cui discorreremo tra breve. Lo User bit vero e proprio può lavorare secondo lo standard IEC60958‑3 di cui sopra oppure con una simile trasmissione a pacchetto ma regolata dalle norme AES18. Il preambolo Al ricevitore AES arriva una serie di impulsi quadri, se non fosse per il preambolo non saprebbe da dove cominciare a contare. Mica può mettersi lì a casaccio, la serie di uni e zeri non avrebbe alcun senso. Per cui il preambolo annuncia che dietro di sé seguirà una serie di bit utili, tutti incasellati al loro posto. Il preambolo, per farsi riconoscere, ha una struttura diversa da quella degli altri bit ed è la parte più robusta del segnale. All’interno del preambolo, infatti, ci sono delle parti (in particolare la prima) che non sono costituite da due pulsi unitari bensì da tre. È il “pulso quadro” più lungo di tutti. Al preambolo sono dedicati i primi quattro time slot. Non si tratta di dati audio, servono solo per sincronizzare il ricevitore sul flusso di dati provenienti dalla sorgente. Il ricevitore riconosce il preambolo, in cui il primo impulso dura più degli altri, si aggancia, conta i trentadue bit estraendo i dati che servono, poi riconosce l’altro preambolo, conta trentadue e poi altro preambolo e così via. Insomma, si sincronizza e non molla più la presa. 1 X Subframe 1 Y Subframe 2 Z Subframe 1 and block start time slot 1 time slot 2 time slot 3 Fig 1: La forma dei diversi tipi di preambolo. Fig 2: Un sub frame AES3: 32 time slots con 24 bit di dati audio. time slot 4 2 32 TIME SLOTS 4 TIME SLOTS Preamble LSB 24 TIME SLOTS 24 bit audio sample word 4 TIME SLOTS MSB V U C P www.soundlite.it 125 Il bit |C| – Channel Status Lo status bit “C” reca con sé molte informazioni. Queste sono incasellate in blocchi di 192 frames. Anzi, per essere più precisi, ogni sub frame ha il proprio status bit C, per cui ogni sub frame ha il suo blocco di 192 status bit. Scatta il preambolo Z ed ecco che per ogni sub frame estraggo il valore di C e lo organizzo in bytes (un byte contiene 8 bit). 24 di questi bytes, organizzati in tavole, costituiscono il blocco di 192 bit di cui si cianciava pocanzi. È grazie agli status bit che sappiamo, ad esempio, se i dati che ci arrivano possono essere decodificati come audio PCM lineare e se si tratta di professionale o consumer. Alcuni dati settano il copyright, altri le informazioni sull’enfasi (anche per i dati si pompano gli acuti) ecc. I due formati, AES e S/PDIF, hanno in comune il significato dei primi due status bit; gli altri 190 sono completamente differenti. Ad esempio nell’AES gli status bit da 8 a 11 determinano il Channel Mode: un valore 0001 indica due canali; se invece la stringa è monofonica si annuncia con 0010. Se si trasmette in Single Channel Double Sample Rate – SCDSR – potremmo avere a che fare con un segnale mono qualsiasi oppure con uno dei due canali di un segnale stereo. In questo caso ci interesserà sapere se si tratta del canale sinistro (1000) oppure del destro (1001). Se ti serve un canale di scorta e il tuo macchinario è progettato per gestirlo, ecco che 0011 annuncia il canale di scorta, quello secondario. Sempre con i bit amministrativi, si potrà commutare tra primario e secondario. Purché il ricevitore lo preveda. Nel Channel Status bit, nei byte 22 e 23 rispettivamente, il penultimo e ultimo byte visto che SI DOVREBBE COMINCIARE A CONTARE DA ZERO e non come ho fatto io 126 maggio/giugno 2009 - n.77 prima, sono contenute informazioni di reliability (affidabilità) e il CRCC (Cyclic Redundancy Check Character) che serve per controllare eventuali alterazioni dei dati (si usa nella trasmissione dati in genere). Il bit |P| – Parità È un mezzo per scoprire errori di trasmissione. Verifica che nella stringa ci sia un numero pari di transizioni, che le transizioni dell’inizio del sub frame avvengano in modo regolare, che il preambolo sia orientato sempre dalla stessa parte. Come avviene per il CRC dell’ultimo status byte e i flags del penultimo, fa parte di un argomento appassionante per chi si occupa di trasmissione dati. La materia è fondamentale ma forse poco stimolante per noi dell’audio ed io ne sono profondamente ignorante. Alla Prossima Sul fatto che possiamo usare solo i dati che leggiamo e interpretiamo correttamente si disquisì nei numeri scorsi. Dei connettori, cavi, ampiezza del pulso quadro nel caso S/PDIF e AES e della connessione ottica Toslink ne parlammo nei numeri ancora precedenti. Si fece cenno allo standard AES multicanale, il MADI, che trasporta 64 canali fino a 100 m su un economico cavetto coassiale o su ottico per distanze maggiori. Lo standard MADI è basato su un protocollo ridondante nativo, caratteristica estremamente importante quando gli spettatori sono 10.000 belve urlanti pronte a distruggere il locale se vengono rimandate a casa per ragioni tecniche. Ah, prima di andare a dormire mi rimane da chiarire il mistero dei secondi nani introdotto nel numero scorso, sulla durata di un pulso unitario in trasmissione: se un frame è trasmesso 48.000 volte al secondo, essendo un frame composto da 64 bit, conterrà 128 Pulsi Unitari. Quindi, vedendola dalla parte del pulso unitario: 1 / (128 x 48.000) = 162 ns e rotti. Come potete dedurre da quanto scritto oggi, i Padri Fondatori hanno lavorato bene, creando degli standard con ampi margini per sviluppi futuri. Ciò detto, proprio uno di loro un giorno mi confessò: “Sai, se lo rifacessimo adesso lo faremmo completamente diverso”. Non mi sembra il caso oggi di saltarvi sulle palle con il Jitter, per cui Tana Libero Tutti (TLT). note tecnologia Quando arriva la stringa AES al ricevitore, nelle informazioni Channel Status bit ricavate da |C| sono contenute le indicazioni su come interpretare lo User bit |U|, che sarà secondo le IEC o l’AES18 o altrimenti. Le immagini le ho quasi tutte ricavate da pubblicazioni Audio Precision. Per chi volesse saperne di più raccomando i libri “Audio Measurement Handbook” di Bob Metzler e “Measurement Techniques for Digital Audio” di Julian Dunn. Entrambi editi da Audio Precision, sono una vera miniera di informazioni, riferimenti e standard. foto di Carlo/Barbero dinamica, potenza e trasparenza in classe A ...praticamente il massimo Il Mixer Digitale Live Andrea Corsellini F.O.H. engineer PREAMPLIFICATORE MICROFONICO MULTICANALE Accorpa in un’unica macchina un preamplificatore microfonico a 8 canali in Classe A, un mixer e un convertitore Analogico/Digitale. • Guadagno del preamplificatore d’ingresso da 6 a 66 dB • Controllo del livello di canale • Controllo del PAN per il Bus stereo d’uscita • Switch per l’alimentazione Phantom • Switch per la commutazione Line-Mic • Switch per l’inversione di fase • Switch per l’assegnazione al bus stereo • Switch per Fat amp • Filtro Passa Basso • Peak Meter a 16 segmenti • Segnalazione del clip su ogni canale d’ingresso • Frequenza di campionamento fino a 192 kHz • Word Clock IN e OUT • Switch di selezione dell’Analog Dither Control da 15 a 24 bit • Uscite digitali in modalità AES/EBU, ADAT Ottico o TDIF “Spider” 54, via Solferino 20052 Monza (MI) Tel 039 21.69.21 Fax 039 21.03.506 www.adtweb.it - [email protected] www.yamahacommercialaudio.it