14 Venerdì 30 Marzo 2012 Gazzetta del Sud Spettacoli . Domani a Watford Junction (Londra) aprirà al pubblico il parco a tema coi set della saga del maghetto Weekend al cinema con sette pellicole L’Harry Potter Studio Tour diventa realtà Il mondo di Hogwarts continua a sedurre Dal film di Giordana sui misteri italiani agli scontri fra titani Quattordicimila metri quadrati zeppi di ambientazioni, costumi e attrezzi di scena Alessandra Baldini LONDRA Un anno dopo la parola fine, la magia di Harry Potter non smette di sedurre. Domani a Watford Junction, un’ora e mezza dal centro di Londra, si alzerà il sipario sull’Harry Potter Studio Tour, uno straordinario viaggio dietro le quinte del mondo fantastico creato da J.K. Rowling e compagni attorno alle avventure del piccolo mago di Hogwarth. Cinquemila visitatori al giorno, a 28 sterline ad adulto, 21 a bambino e 83 nell’offerta famiglia, tutto esaurito nei weekend fino a giugno e per almeno un mese nei giorni infrasettimanali, i set di Harry Potter si preannunciano per la Warner una nuova gallina dalle uova d’oro. L’esperienza comincia in una sala cinematografica con Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint che invitano a seguirli attraverso il portone di Hogwarth nel leggendario collegio per maghi e streghe che per dieci anni è stata la loro casa. Lo schermo si alza e appare la vera porta di quercia che permette di passare dal cinema al set. «Mozzafiato», commenta il Ron dai capelli rossi con i giornalisti venuti in visita. Ci si trova così nella Great Hall, ricostruita minuziosamente con gli stessi lastroni di pietra di York messi in posa undici anni fa. «Ogni volta che ci torno mi vengono i brividi» dice Tom Felton, l’attore che ha interpretato la parte di Draco Malfoy. Potterland non è Disneyland, ma «un omaggio agli innumerevoli talenti dell’industria del cinema britannico», dice Dan Dark, direttore degli studi Warner a Leavesden. «Dietro ogni film, e questo film in particolare, Lo studio di Albus Silente e la sala del banchetto a Potterland. Sotto a destra: il maghetto Daniel Radcliffe c’è tanto lavoro invisibile: qui i fan e gli addetti ai lavori potranno ammirarlo in dettaglio», gli fa eco David Hayman, che ha prodotto l’intera saga cinematografica. L’immaginazione diventa realtà quando ci si siede ai tavoli che nel corso degli anni membri del cast hanno inciso col temperino «per aggiungere autenticità, dopo tutto è una scuola», spiega David Yates, il regista degli ultimi quattro film. Poi si passa alla “Common Room” di Gryffindor, di qui allo studio di Albus Silente. Nella cucina di casa Weasley c’è l’orologio che permette alla mamma del clan di sapere sempre dove sono i figli, sui fornelli la celebre padella autopulente. Ma il momento più emozionante è la passeggiata sul ciottolato di Diagon Alley, tra la banca Gringotts e le vetrine dei negozi di bacchette magiche, gufi e altri accessori per maghi. I set sono in un padiglione di un vecchio aerodromo in disuso, 14 mila metri quadrati zeppi di ambientazioni, costumi, attrezzi di scena: «Il mio preferito, anzi no perché era così faticoso metterla, era la maschera da goblin», dice Warwick Davis, un altro degli attori presenti all’incontro con la stampa. Tutto reale, tutto vero nella straordinaria minuzia di dettagli che hanno l’apogeo nell’intricato modellino del castello di Hogwarth, creato da 86 artisti, filmato e poi ingrandito con effetti speciali per creare panoramiche realistiche. Nei film di Harry Potter si scopre alla fine del tour, gli effetti speciali sono usati con parsimonia anche se uno dei momenti clou dell’esperienza è la possibilità di “volare” sulla scopa magica grazie alla tecnologia dello schermo verde. Il musical tratto dalla popolare serie tv con Henry Winkler In Brasile al bando frasi a doppio senso “Happy Days” in scena a Roma con gli auguri del vero Fonzie Se offende le donne la canzone è vietata RIO DE JANEIRO. Regione brasiliana che ha esportato nel resto del mondo la “lambada” (la danza sensuale divenuta un vero e proprio tormentone anche in Italia alla fine degli anni Ottanta), la Bahia ha deciso di avviare una crociata contro le canzoni caratterizzate da testi ritenuti offensivi per le donne. È quanto prevede la cosiddetta “Legge anti-volgarità”, approvata dall’assemblea legislativa statale su proposta della deputata Luiza Maia, esponente locale del Partido dos trabalhadores (Pt) della presidente del Brasile, Dilma Rousseff. L’obiettivo – ha spiegato Daniela Giammusso ROMA «Il vero Fonzie, Henry F. Winkler, ci ha scritto spesso, anche su Facebook. Ha visto il video dello spettacolo e dopo in americano mi ha scritto: “l’hai imbroccato”». Miglior complimento non poteva sognare Riccardo Simone Berdini, protagonista di “Happy Days”, il musical della Compagnia della Rancia tratto dalla popolare serie tv anni Settanta, che dopo un anno di tournée, 80 mila spettatori e 35 città, concluderà il tour 2011-2012 al Teatro Brancaccio di Roma, in scena dal 12 al 22 aprile. Ambientato nella Milwaukee carica di sogni degli anni Cinquanta, il musical è la versione italiana della pièce originale di Garry Marshall (ideatore anche del telefilm e regista di “Pretty woman”), su musica e libretto di Paul Williams, ora diretta da Saverio Marconi, con le liriche italiane di Franco Travaglio e coreografie di Gillian Bruce. Tra hit come “Snap!” e “Un sogno che non scorderò” protagonisti sono il meccanico motociclista dal capello ingelatinato Arthur Fonzarelli, la sua fidanzata Pinky Tuscadero (Floriana Monici), Marion e Howard Cunningham (Sabrina Marciano e Giovanni Boni) con i figli Richie e Joanie, che assieme agli altri personaggi storici del telefilm dovranno aiutare Alfred (Michele Renzullo, uno dei fondatori della Compagnia della Rancia) a salvare il suo locale. «La serie ormai la conoscono tutti, giovani e anziani – prosegue Berdini, già protagonista di la parlamentare – è quello di proibire l’esibizione di artisti che «presentino musiche che mortificano, incentivano alla violenza o espongano le donne a situazioni imbarazzanti». Nel mirino della normativa entra così un vasto repertorio di musiche, che spesso raggiungono il successo proprio grazie all’uso nei testi cantati di frasi a doppio senso. Il governo di Bahia intende invece vietare l’ingaggio di bande le cui hit più famose contengano parole considerate lesive per la dignità della donna. Chi non si adegua rischia multe salate e la confisca del 50% del compenso. (l.c.) Giorgio Gosetti ROMA Dei sette titoli da oggi nelle sale a destare la maggiore attenzione è per il film di Marco Tullio Giordana sulla strage di Piazza Fontana a Milano; altrettanto facile prevedere che altri, in particolare i Titani in 3D, puntino con maggior convinzione alla testa della classifica. La tradizionale commedia italiana del weekend porta la firma dei fratelli Vanzina che tentano di festeggiare Pasqua in anticipo con una “batteria” di comici evergreen. - Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana con Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio, Michela Cescon, Giorgio Colangeli, Giorgio Tirabassi, Omero Antonutti, Thomas Trabacchi, Fausto Russo Alesi. Era il pomeriggio del 12 dicembre 1969 quando la bomba (anzi, il film sostiene l’ipotesi della doppia bomba) esplosa a Piazza Fontana spezzò in due la storia italiana del dopoguerra. Con lo scrupolo dello storico, lo “La furia dei titani” straniamento di un allievo di Brecht, la passione civile di un allievo di Pasolini e l’emozione trattenuta di chi quel giorno c’era (il regista era sul tram che fu scosso dall’onda d’urto dell’esplosione), Giordana restituisce memoria al pubblico d’oggi che magari di quell’attentato ignora tutto. - Buona giornata di Carlo Vanzina con Diego Abatantuono, Lino Banfi, Vincenzo Salemme, Christian De Sica, Teresa Mannino, Tosca D’Aquino, Maurizio Mattioli, Paolo Conticini, Chiara Francini, Gabriele Cirilli. In una giornata qualsiasi dell’Italia di oggi, si sfiorano e s’incrociano (spesso con un vero passaggio del testimone) micro storie e tragicommedie delle maschere italiane. Al posto di quelle tradizionali come Arlecchino, Brighella, Balanzone e Pulcinella, ci sono i ghigni perfino caricaturali di Abatantuono, Banfi, De Sica, Salemme al fianco di una schiera di più freschi comprimari. Vige la tecnica della battuta, della storiella esemplare, dell’antichissima commedia dell’arte di cui i fratelli Van- “Romanzo di una strage” zina sono ancora insuperati protagonisti. - La furia dei titani di Jonathan Liebesman con Sam Worthington, Liam Neeson, Ralph Fiennes, Bill Nighy, Rosamund Pike, Toby Kebbell, Danny Huston, Edgar Ramirez. Sono passati alcuni anni da quando Perseo ha salvato l’equilibrio naturale del mondo ricacciando i titani alle pendici dell’Olimpo e sconfiggendo il terribile mostro Kraken. Adesso Perseo, figlio semidivino di Zeus vive da bravo pescatore e cresce il piccolo Helius. Purtroppo una congiura tra i titani di Cronos e alcuni infedeli eredi di Zeus scatena nuovamente una guerra dall’esito incerto. E quando addirittura il signore dell’Olimpo viene rapito e trascinato agli Inferi l’eroe deve darsi da fare per salvare uomini e dei. - Il mio migliore incubo di Anne Fontaine con Isabelle Huppert, Benot Poelvoorde, Andrè Dussollier, Virginie Efira, Corentin Devroey, Aurelien Recoing. Lei è una bella signora borghese, con marito benestante e figlio adolescente. Lui vive nel retro di un furgone ed è un attempato ragazzo padre. Lei e lui sono fatti per detestarsi, ma i loro figli sono invece inseparabili. Nel fine settimana escono anche tre film difficili da etichettare: l’horror giovanile Paranormal X-Perience di Sergi Vizcaino, la commedia romantica inglese Marigold Hotel di John Madden con una parata di vecchie glorie dal fascino irresistibile e, infine, il suggestivo I colori della passione del visionario polacco Lech Majewsky con Rutger Hauer nel ruolo del pittore fiammingo Peter Bruegel. “I colori della passione” Henry Winkler in una scena di “Happy Days” negli anni Settanta “Pinocchio” –. Ma questo è uno spettacolo di cui si sentiva la necessità perché racconta valori un po’ messi da parte, come la famiglia, l’amicizia, la lealtà, anche l’orgoglio maschile. Tra i consigli più preziosi, Winkler mi ha spiegato che nessuno “wow” di Fonzie è uguale all’altro e che ogni “Hey” nasconde un codice per i suoi amici». Lo spettacolo, che ha ricevuto anche “l’in bocca al lupo” in video di Garry Marshall, è arrivato in scena nel pieno della stagione del boom dei musical sui palcoscenici italiani. «Sì, ma il 90% pensa che basti mettere su una musica per costruire un musical – risponde Saverio Marconi –. Negli Stati Uniti passano almeno sette anni di lavoro tra l’ideazione e il debutto. Qui nemmeno sette mesi. E infatti di fiaschi se ne contano parecchi». “Happy Days” riprenderà in estate, girando tra i principali festival, e per qualche data in autunno, poi Marconi si dedicherà al nuovo titolo della Compagnia della Rancia. «Annunceremo a giorni i provini – dice – Sarà sempre un titolo in arrivo dall’America. Una vera bomba». Però Marconi, tornato in scena dopo venticinque anni con lo spettacolo di prosa “Variazioni enigmatiche” (11-12 aprile Macerata, 8-10 maggio Milano), ha in mente anche un altro progetto. «Credo di aver trovato il musicista adatto in Riccardo Simone Berdini – dice Marconi –. Vorrei avvicinarmi a “Next to normal” (pluripremiata storia di una mamma bipolare firmata da Brian Yorkey e Tom Kitt, ndr), ma per realizzarlo serviranno un paio di anni». Singolo del gruppo calabrese che anticipa l’uscita del nuovo album omonimo “Sirene e naviganti” dei Quartaumentata REGGIO. Nuova importante usci- ta discografica ieri per i Quartaumentata con la pubblicazione del singolo “Sirene e naviganti”, omonimo titolo dell’album. “Sirene e naviganti” è un progetto di undici brani che vanta la collaborazione di artisti famosi del calibro di Spagna, Saule, Margarida Guerreiro (nota cantante di Fado portoghese). Lavoro di forte impronta mediterranea, che comunica la propria versatilità attraverso un percorso musicale da cui affiora ciò che di più autentico possa essere espresso, in un gioco di colori, atmosfere, sonorità speri- I Quartaumentata mentali e con una proiezione verso il blues afro-americano di cui rivela influenze e contaminazioni. “Sirene e naviganti” è un percorso di ricerca, in equilibrio tra passato e futuro, memoria e mutamento, realizzato con la collaborazione di musicisti di grandissimo livello, come Dado Moroni, Michele Ascolese ed Eric Daniel. Concepito tra le calette di Icaria, lambita dallo splendido mare Egeo, “Sirene e naviganti” si racconta “navigando”, attraverso un cammino simbolico, un’analogia tra il viaggio di Ulisse e il viaggiare contemporaneo. Il noto gruppo calabrese si prepara ad affrontare un anno denso di impegni artistici anche a livello internazionale, tra cui la partecipazione al musical “Mediterranean Voices”, di produzione americana, che li vedrà in scena insieme alla compagnia newyorkese, nella prossima stagione autunnale, al teatro “LA MaMa” di New York. Un musical che trae ispirazione dai racconti di Verga, collocando i personaggi in un paesino in riva al mediterraneo, e di cui i Quartaumentata hanno collaborato anche alla realizzazione della colonna sonora. (g.s.)