Assemblea nazionale Fidae 2011 TUTTI IN RETE per una scuola cattolica più forte, più efficiente, più visibile, più radicata al territorio, di qualità Francesco Macrì francesco macrì - presidente fidae 1 approccio e prospettiva Affronterò il tema relativo all’urgente ed inderogabile necessità per ogni scuola cattolica di collegarsi in rete, anzi di essere una parte “attiva” di una rete. Svilupperò la tesi mettendo al centro della riflessione le “persone” nella loro interazione con i problemi organizzativi e gestionali. Una visione che sia insieme “sistemica” ed “ecologica” delle risorse umane. Quindi, in una prospettiva, orientata certo all’efficienza e alla produttività del sistema, ma soprattutto alla promozione del soggetto-uomo che deve rimanere sempre il criterio e il principio regolativo di ogni processo di sviluppo dei sistemi organizzativi, il “fattore critico” dell’innovazione, dell’efficacia, della qualità, il destinatario e beneficiario principale di ogni azione. In altri termini, la mia attenzione sarà rivolta a far emergere che la funzionalità organizzativa e gestionale non sarà possibile raggiungerla senza che prima si verifichino esiti di riqualificazione e di crescita umana, di positiva e costruttiva relazionalità tra coloro che sono coinvolti, per l’ovvia ragione, come appena sopra richiamato, che le persone sono il capitale primario e fondativo, il plusvalore di qualsiasi organizzazione, la condizione “sine qua non” perché essa possa avere un significato ed un futuro. Soprattutto in una visione della realtà cristianamente orientata, l’uomo e la sua dignità non possono mai, per alcuna ragione, anche grande e nobile, cessare di essere il fine per scadere a mero strumento o funzione. francesco macrì - presidente fidae 2 peculiarità della scuola statale Relativamente alla “questione reti”, il principale riferimento normativo per la scuola statale è l’art. 21 della Legge 59/1997 sull’Autonomia e il suo Regolamento attuativo, il DPR 275/99, art. 7, che prevedono, per essa, la possibilità di “promuovere accordi con terzi, aventi come oggetto attività di ricerca, sperimentazione e innovazione, di formazione ed aggiornamento, di amministrazione e contabilità, di acquisto di beni e servizi, di orientamento scolastico e professionale, scambio temporaneo di docenti, istituzione e gestione in comune di laboratori, convenzioni con università, enti ed associazioni”. Per la scuola statale si è trattato di una normativa di grande significato, la cui applicazione, purtroppo, è andata a rilento e a macchia di leopardo (cfr Ricerche della LUISS) per almeno due ordini di motivi: uno culturale (la radicata persistenza di un atteggiamento autoreferenziale, l’indisponibilità ad una valutazione e rendicontazione (accountability) dei propri comportamenti e risultati, l’assicurazione ipergarantita del finanziamento pubblico e la conseguente scarsa motivazione alla produttività ed efficienza, ecc); l’altro di natura legislativa (il ritardato riconoscimento della personalità giuridica, l’assenza di autonomia finanziaria, l’anacronistica disciplina dell’assunzione del personale). Due serie di handicap che hanno frenato la sua evoluzione verso un modello di scuola che non fosse quello tradizionale “statalista”, eterodiretto, ingessato, inefficiente, chiuso verso l’esterno (molecolare, ognuno per sé). francesco macrì - presidente fidae 3 peculiarità della scuola cattolica Per la scuola paritaria cattolica il problema-reti, e quello più ampio della autonomia, si pone in maniera assai differente rispetto a quello della scuola statale in quanto, essendo un “soggetto giuridico” privato non finanziato dall’ente pubblico, è sottoposto da sempre alla dura legge del “mercato”, della “concorrenza”, cioè della libera scelta delle famiglie secondo il criterio della qualità offerta. Pertanto il riferimento all’art. 21 della Legge 59/97 e al suo Regolamento è da considerarsi più come uno stimolo ed una provocazione che come un modello, un paradigma da osservare “pedissequamente” perchè, pur nel rispetto delle leggi generali dello Stato, per la scuola paritaria lo spazio di auto-determinazione ed auto-organizzazione è molto più ampio a condizione, però, che a questo spazio “teorico” corrisponda oggettivamente una precisa volontà per occuparlo ed una spiccata professionalità per gestirlo. Il problema, perciò, per la scuola paritaria cattolica non si pone tanto in termini di vincoli normativi esterni quanto piuttosto di iniziativa e capacità dei suoi dirigenti (gestori e coordinatori didattici) e docenti ad agire ed organizzarsi secondo modalità innovative, a creare collegamenti di collaborazione ed interscambio con altre istituzioni, enti e soggetti della società civile, ad interconnettersi con altre scuole (statali e cattoliche) col dichiarato proposito di riuscire a garantire un servizio di crescente qualità a costi inferiori e sostenibili e di ottenere una piena e sostanziale legittimazione (comprensiva anche del finanziamento pubblico) del suo servizio educativo. francesco macrì - presidente fidae 4 esperienze pregresse delle scuole cattoliche Le scuole cattoliche rispetto alla questione reti non si trovano di fronte ad un problema nuovo e sconosciuto. Hanno alle spalle una lunga storia. Tutte, o quasi, fin dalla loro istituzione si sono trovate inserite all’interno di una rete o addirittura di più reti: la rete della propria Congregazione o Diocesi innanzitutto e, poi, quella della Fidae e dell’Agidae, o della Fism, o della Confap (per la formazione professionale), oltre a quella dell’Usmi o della Cism. La riflessione che quest’oggi intendo fare vuole essere non tanto una ricognizione storica di questa esperienza pregressa, anche se naturalmente la presuppone, quanto piuttosto quella di far sì che le singole scuole cattoliche sempre più lucidamente colgano l’importanza, il valore, l’inderogabilità di essere-in-rete e, perciò, evitino l’errore di ridurre la loro partecipazione al semplice atto formale dell’iscrizione anagrafica e del versamento della quota associativa. L’eventuale contemporanea appartenenza a più reti non deve paradossalmente diventare per qualcuno pretesto e giustificazione per “sfilarsi” da tutte. Sarebbe un’abdicazione autolesionista perchè l’enorme cumulo di problemi che, oggi, gravano indistintamente su tutte le scuole cattoliche possono avere una soluzione a condizione che tutte, in maniera sinergica e convergente, facciano la loro parte pur nella diversità delle capacità, delle attitudini, dei ruoli, delle competenze, delle responsabilità dei loro rispettivi rappresentanti. Autoescludersi da ogni forma associativa significa provocare danni a se stessi e agli altri francesco macrì - presidente fidae 5 dalla solitudine solipsistica alla interattività Il concetto di rete sottende la particolare attitudine della mente a trascendere il limite angusto del proprio io (individuale o collettivo), di interloquire e confrontarsi con gli altri, di assumere un comportamento di condivisione delle proprie esperienze, di interazione dialettica e collaborativa con l’ambiente circostante. E’ il superamento della cultura individualista, isolazionista, autoreferenziale, “supponente” di bastare a se stessi. Modernamente, nei più disparati comparti del commercio, dell’industria, della finanza, della scienza, della politica, la rete è diventato un criterio operativo acquisito e largamente praticato. Inspiegabilmente molto meno in quello della scuola. Qui, ancora prevale la singola soggettività quale monade chiusa, autoreferente, autosufficiente, gelosa della propria autonomia, timorosa di misurarsi con gli altri e ancor più di lavorare con gli altri. Prevale una miope “superbia” dell’intelligenza che impedisce di far comprendere che, per una sorta di interdipendenza reciproca e di comune solidarietà di destino, lo sviluppo di ciascuno è legato a quello dell’altro. Qualunque scuola per i molti soggetti che coinvolge, per il mandato pubblico che ha ricevuto, per i legami ad altre istituzioni che hanno direttamente o indirettamente competenza sull’educazione, fa già parte di una fitta trama dalla quale non può, anche volendolo, estraniarsi. Se intende garantirsi il proprio sviluppo, il problema, allora, è, che impari bene e in fretta a inter-agire. La rete per una scuola non è un limite, un ostacolo, ma il suo orizzonte di vita, il suo circuito virtuoso di azione, il suo naturale appoggio per guardare con più fiducia al futuro. francesco macrì - presidente fidae 6 il corpo umano metafora della rete Il corpo umano, come qualsiasi altro organismo vivente, può essere assunto come il modello perfetto di rete. Molti sono i suoi organi, ma tutti a titolo diverso partecipano a definirne la sua perfezione, la sua funzionalità, il suo benessere, la sua armonia, la sua bellezza, la sua vitalità. La molteplicità e diversità non nuoce all’interesse unitario generale. Il loro stare insieme non è una semplice somma di cose differenti giustapposte, non diminuisce la singola loro prestazione, ma al contrario produce un valore aggiunto di incalcolabile grandezza. Il concorso di tutti dà origine ad un’entità nuova, “diversa” e “superiore” alle singole parti che la costituiscono. In modo analogo, ogni scuola è un soggetto autonomo e indipendente, con tradizioni pedagogiche originali e proprie che la contraddistinguono, con interessi propri, a volte, persino confligenti (come potrebbe essere il caso del reperimento delle iscrizioni) con quelli delle altre scuole; ma questo non costituisce affatto un elemento preclusivo alla possibilità e alla necessità di operare insieme. La cooperazione convergente di più scuole è un potente integratore e rigeneratore delle loro forze, trascende il limite di ciascuna, fa acquisire risultati superiori a quelli raggiungibili da soli e riqualificare e arricchire la propria identità, produce per tutte un benefit moltiplicato a dismisura, dà vita ad un “corpus” (una rete) di gran lunga più solido e vitale per valenza simbolica, visibilità e dinamismo istituzionale a ciascuna di esse. francesco macrì - presidente fidae 7 convergenza di autonomia (singolarità) e rete (molteplicità) E’ un errore credere che “autonomia” e “rete” siano termini incompatibili quasi che il primo sia sinonimo di libertà e il secondo di dipendenza, subalternità. Le due cose possono benissimo convergere e coesistere. Non solo, ma l’una rafforzare l’altra. Lo si comprende se ci si pone dal punto di vista dell’obiettivo da raggiungere, della maggiore facilità per conseguirlo, dei minori costi economici e umani da sostenere per promuoverlo. La rete è lo sviluppo e la massimizzazione dell’autonomia di ciascuna scuola. Anzi non ci può essere una vera rete se non c’è prima una vera autonomia delle singole scuole. La rete non è una cordata di soggetti-oggetti trascinati al guinzaglio da qualcuno, di “liberi professionisti” ridotti a passivi “dipendenti”, di automi esecutori di imput che provengono dall’esterno. Non soffoca la creatività, l’immaginazione, l’imprenditività, la libertà di nessuno. Vuole essere invece un moltiplicatore di queste virtù per facilitare la conquista degli obiettivi scelti e voluti da tutti. Una scuola che faccia parte “attiva” di una rete diventa più se stessa come scuola perché dilata lo spettro delle sue potenzialità, rafforza e migliora le sue prestazioni, accresce la professionalità dei suoi docenti, acquisisce maggiore significatività e voce sul territorio, dall’esperienza altrui “guadagna” con facilità molti importanti bonus (pedagogici, didattici, organizzativi, gestionali, economici, ecc.) che potrà spendere al suo interno per garantirsi un successo più certo, più sicuro, più di qualità. francesco macrì - presidente fidae 8 tipologie di reti Il concetto di rete è un concetto ampio e variegato. Può assumere diverse modalità organizzative. La validità del modello prescelto dipende dalla qualità umana e professionale dei soggetti che lo costituiscono, dalla natura degli obiettivi che intende conseguire, dalla veste giuridica che lo regolamenta, dalla gerarchia interna delle competenze che viene instaurata, dall’efficienza organizzativa a cui si dà vita. Pertanto, per capire bene quello di cui stiamo parlando bisogna che si vada a definire, circostanziare, oggettivare la natura della rete che si vuole attivare. Ci sono reti giuridicamente strutturate e reti informali; reti a tempo indeterminato e temporanee; reti orizzontali e verticali; reti locali, nazionali e sovranazionali; reti oggettive e reti virtuali (internet, network); reti grandi e piccole; reti costituite da soggetti affini ma anche diversi. Pertanto la scelta della tipologia di rete non deve essere determinata a-priori, ma a partire dalle aspettative (espresse o inespresse) di coloro che la vanno a costituire, dai problemi ai quali si vuole dare una soluzione. Qui si nasconde il segreto del suo successo e dell’attaccamento (della “fidelizzazione”) dei suoi soci. La rete deve essere l’espressione di un bisogno e insieme lo strumento adeguato per soddisfarlo. Non può essere imposta dall’alto quasi fosse un valore per se stessa. Deve nascere dal basso come esigenza insopprimibile dei soci. Deve essere la risposta alle loro domande. Il suo principale scopo è strumentale, funzionale (serve per …), ma è anche un valore in sé in quanto mettendo in “relazione” le persone le promuove, le arricchisce, le fa cioè essere più “persone” francesco macrì - presidente fidae 9 tipologie di reti: centralizzata Il sistema “centralizzato” prevede la preminenza di un centro da cui partono e a cui arrivano i flussi informativi e comunicativi. I singoli componenti si possono di fatto anche ignorare. Il loro rapporto è lontano, indiretto e mediato dalla sola iniziativa del centro. E’ un sistema verticistico, monocratico, scarsamente partecipativo, la cui efficacia, efficienza e qualità è legata al carisma del vertice. Può essere utile in certe circostanze emergenziali e per alcuni specifici problemi nei quali è richiesto un tempestivo dirigismo propulsivo, ma è lontano dalla cultura moderna di democrazia e di corresponsabilità. Anche la sua durata è legata molto a quella del leader. I componenti rischiano di essere semplici terminalità periferiche. E’ un modello che la scuola italiana tradizionale, marcatamente statalista, centralista, verticistica ha conosciuto a lungo e con risultati molto scadenti. Solo in questi ultimi anni sono stati avanzati timidi progetti di riforma nella direzione della autonomia, della sussidiarietà e del federalismo. francesco macrì - presidente fidae 10 tipologie di reti: decentralizzata Il sistema “decentralizzato” prevede una pluralità di centri, una costellazione di soggetti-plurali legati tra di loro. Ogni nucleo ha un suo leader, una sua identità ed autonomia. Tutti hanno una comune appartenenza, determinata da affinità elettive e culturali, da una piattaforma programmatica di problemi, di interessi, di progetti, di finalità comuni e condivisi. Il legame tra i molti componenti che costituiscono l’insieme nel suo complesso è mediato dai singoli leaders dei singoli gruppi. La tenuta dell’insieme è proporzionale alla motivazione e capacità dei singoli leaders locali di interagire con gli altri leaders. Non essendoci un soggetto “princeps”, aggregatore riconosciuto super partes, garante del bene di tutti e di ciascuno, il pericolo è che l’insieme si sfaldi con facilità. L’indipendenza dei singoli gruppi è a scapito dell’unitarietà, compattezza e tenuta del sistema, la vision locale a scapito di quella generale. Si tratta di una sorta di policentrismo territoriale, di confederalismo acefalo. francesco macrì - presidente fidae 11 tipologie di reti: distribuita Il sistema “distribuito” è formato da molti soggetti che in piena autonomia si rapportano con gli altri, si sentono ad essi legati per affinità di valori. o di interessi, o di appartenenze ideologiche. La scelta dei referenti è suggerita dalla circostanza contingente, dal un bisogno specifico emergente, dalla simpatia reciproca, dalla contiguità geografica. La tenuta dell’intero sistema è molto labile e provvisoria, come pure la sua forza e affidabilità di durata nel tempo. Prevale l’occasionalità e la singolarità. Può essere la giusta soluzione in momenti particolari e per un tempo circoscritto. La sua identità come sistema è volatile e inafferrabile. E’ un sistema a geometria variabile, fluido, proteiforme le cui innervature si sciolgono e si ricompongono di continuo. Il suo profilo destrutturato è scarsamente idoneo per gestire operazioni complesse che richiedono continuità, compattezza, unitarietà, composizione di vedute differenti, referenzialità con le istituzioni. E’ una rete “virtuale”, cioè una non-realtà. francesco macrì - presidente fidae 12 tipologie di reti: satellitare Il sistema “satellitare” costituito da un centro al quale si riferiscono le diverse soggettività plurime periferiche garantisce la territorialità e insieme la tenuta dell’intero sistema, la pertecipazione democratica e il governo unitario. E’ la soluzione che dà compattezza, solidità, forza, continuità, coinvolgimento, efficacia, efficienza. I suoi organismi rappresentativi creano l’opportuno interscambio tra il centro e la periferia. ma anche tra i diversi soggetti della periferia, moltiplicano lo scambio di esperienze e pratiche di eccellenza, danno forza rappresentativa con le istituzioni. E’ idoneo per gestire e fronteggiare i grandi problemi a valenza nazionale, ministeriale, parlamentare, legislativa, giuslavoristica, sindacale. E nel contempo i problemi specifici dei territori e dei singoli associati. Riassume in maniera equilibrata il necessario centralismo e la democrazia di base. Tutto questo ad una condizione, però, che sia ravvivato dalla partecipazione attiva di tutti e non sia inaridito dalla pratica della “delega”, dell’abdicazione ai propri impegni e responsabilità. francesco macrì - presidente fidae 13 le scuole cattoliche in rete, perché - 1 Le ragioni per fare rete sono molte. Ogni scuola si trova quotidianamente a dover fronteggiare i crescenti bisogni formativi degli alunni e le corrispettive aspettative delle famiglie; l’adeguamento del progetto educativo alle grandi sfide della modernità, della società secolarizzata, multiculturale, multimediale; l’ampliamento e la diversificazione dell’offerta formativa; la progettazione del curricolo orizzontale (disciplinare, interdisciplinare, di classe, di interclasse) e verticale (di istituto); la formazione dei docenti e dei genitori; la gestione economico-finanziaria; i rapporti con le istituzioni del mondo produttivo, sociale e professionale del territorio; la ricerca, l’innovazione e la sperimentazione pedagogico-didattica; l’attuazione dei nuovi ordinamenti; l’inclusione dei portatori di handicap, dei giovani immigrati e di quelli in difficoltà; la definizione del profilo culturale di uscita dello studente; l’attivazione di iniziative extracurricolari ed extrascolastiche, ecc. E tutto ciò a fronte di pesanti difficoltà del proprio bilancio, di crescenti costi di gestione, di difficoltà a reperire personale altamente professionalizzato e specialistico. Pertanto confrontarsi e interagire con altre scuole, cercare insieme soluzioni adeguate, scambiarsi esperienze, fare sinergia è una necessità ineludibile. Estraniarsi ed isolarsi, invece, nell’illusione di essere autosufficienti rispetto a questa complessità, significa moltiplicarsi le proprie difficoltà, mancare molti degli obiettivi auspicabili o programmati, rimanere indietro rispetto al passo più spedito di altre scuole, rischiare addirittura di soccombere sotto l’insopportabile carico delle operazioni da compiere. francesco macrì - presidente fidae 14 le scuole cattoliche in rete, perché - 2 Fare rete significa riuscire più facilmente e più rapidamente a reperire le informazioni e le soluzioni sui problemi che incombono; professionalizzare meglio il proprio personale stimolandolo a confrontarsi con altri colleghi; valorizzare e capitalizzare più intensivamente le risorse strumentali ed edilizie condividendo il loro utilizzo con altri; ampliare ed arricchire più facilmente la proposta dei servizi; avere un peso maggiore nei tavoli di trattativa con le istituzioni pubbliche e private, con i soggetti della produzione, della finanza, del commercio; innalzare gli standard dell’offerta formativa e diversificare le proposte; poter creare forme di accorpamento e verticalizzazione tra il proprio istituto ed un altro qualora dovesse sorgere la necessità; reggere meglio la concorrenza delle scuole statali; attivare una pubblicità più efficace per ampliare la platea delle iscrizioni; fare iniziative di orientamento scolastico-professionale, e di integrazione sociale; promuovere dibattiti e tavole rotonde sulla parità e la libera scelta educativa; richiamare l’attenzione del mondo adulto sulla difficile condizione giovanile. La rete fa superare la frammentazione e l’atomismo delle singole scuole, è un potenziometro di possibilità, è un facilitatore dei problemi, è un’utile protesi per essere sostenuti ed accompagnati nel proprio difficile lavoro di educatori e gestori, è un “libretto di risparmio” al portatore a costo zero. Fare rete non è un peso in più che si va ad aggiungere ai molti altri; non è un’invenzione per far perdere tempo a chi ne ha già poco. E’ una modalità organizzativa che semplifica, facilita, velocizza le operazioni che quotidianamente si devono fare, che aiuta a stare a galla e a prendere il “largo” insieme alle migliori scuole del proprio territorio. francesco macrì - presidente fidae 15 Le scuole cattoliche in rete, perchè - 3 Ed ancora, proseguendo l’elenco precedente, la rete fa ridurre i costi; facilita la ricerca l’innovazione la sperimentazione; favorisce la formazione dei docenti e dei genitori, la progettazione e gestione dei progetti finanziati da Fonder e dall’UE; amplia la possibilità delle attività extrascolastiche e sportive; facilita scambi e gemellaggi di classe, vacanze studio in Italia e all’estero, manifestazioni pubbliche; fa sì che si possa essere interlocutori più credibili ed autorevoli delle istituzioni. Il processo della riforma dello Stato in senso federalista andrà sempre più descrivendo un nuovo scenario istituzionale, una nuova carta geografica di poteri e compiti all’insegna della autonomia e sussidiarietà. Pertanto una pluralità di soggetti andrà ad inferire sempre più sulla scuola con competenze esclusive e concorrenti e a creare, rispetto alla situazione attuale, equilibri assai diversi e molto più delicati e complessi. La singola scuola è troppo piccola e debole per tenere testa a questa nuova mappatura del potere e si troverà come il manzoniano vaso di argilla tra i vasi di metallo. Per tutte le scuole, allora, la risposta più semplice, più adeguata e urgente non rimane che la rete. E’ proprio il caso di dire che non c’è via di scampo fuori da una rete. La rete oggi, per le circostanze particolari che abbiamo appena richiamate, ma anche per la crescente complessificazione delle ordinarie azioni educative ed amministrativo-gestionali, è diventata il salvacondotto per superare la linea di confine della pura sopravvivenza (o agonia). Fuori da una rete i problemi si moltiplicano e la loro soluzione diventa spesso impossibile per le poche forze in campo sulle quali una singola scuola può contare. francesco macrì - presidente fidae 16 la rete interna alla singola scuola cattolica La singola scuola nella sua organizzazione interna può essere letta e interpretata anche come una rete. E’, infatti, un’istituzione strutturata ed articolata a livelli concentrici in diversi organismi: la proprietà (il gestore), la presidenza, i consigli di classe, il collegio dei docenti, il consiglio di istituto, le assemblee. Per molti aspetti si può dire che è una rete di piccole reti. I profili, le competenze, le funzioni di ciascun organismo sono definiti dalla legge. Il problema è che tutti operino nel rispetto di questi ambiti e in sinergia nella direzione dello stesso fine. Nella scuola cattolica hanno un’anima che vivifica dall’interno la loro veste giuridica. Sono e costituiscono una “comunità” di soggetti con un unico e condiviso progetto, con la stessa passione educativa. La loro co-esistenza, co-azione è regolata da vincoli normativi; ma prima ancora da una urgenza educativa perché non c’é vera educazione senza il coinvolgimento libero, consapevole, partecipativo di tutte le persone coinvolte. A qualunque livello, il dirigismo autoritario non ha mai educato nessuno, se per educazione si intende la promozione della libertà, responsabilità, autonomia del soggetto. La scuola pertanto è tale se oltre ad essere una “istituzione” è anche una “comunità”. Non è un gruppo dove ognuno può operare per se stesso in solitudine, in maniera in-dipendente. Tra tutti coloro che la costituiscono ci deve essere una solidale inter-dipendenza, una comune e condivisa vision e mission di ideali, di valori, di metodi, una comunicazione esistenziale (una comunionalità), una “rete” inter-soggettiva di scambi e di reciprocità, un progetto unitario. La scuola così intesa costituisce un tratto fondamentale del profilo identitario della scuola cattolica; dovesse venire meno non sarebbe più una scuola cattolica francesco macrì - presidente fidae 17 le reti locali tra scuole cattoliche La quasi totalità delle scuole cattoliche primarie e secondarie fanno parte della rete Fidae. Ma all’interno di questo grande “contenitore” dove a livello nazionale per lo più vengono affrontate questioni di interesse generale, ci sono anche micro-reti di scuole, più affini per la stessa appartenenza geografica e calibrate su problemi più circoscritti. Si tratta delle Fidae regionali e provinciali (cfr allegato). L’oggetto del loro interesse può consistere nello scambio di pratiche eccellenti, nella programmazione comune del curricolo di classe o di istituto, in incontri formativi per i docenti di una disciplina, in attività o manifestazioni sportive e culturali cittadine, in gite turistiche, in vacanze-studio all’estero, in acquisti di beni di consumo e strumentazioni, nell’utilizzo comune di un spazio ricreativo, di un laboratorio, di una aula speciale, di un teatro, nello scambio temporaneo di qualche docente in ragione della sua specifica e particolare professionalità, ecc. Lo statuto e il regolamento della Fidae prevedono questa sua articolazione e radicamento sul territorio. Le iniziative che le Fidae regionali e provinciali avviano ogni anno sono molte, particolarmente in alcune aree del Paese. Ma molte di più potrebbero essere fatte se tutti i dirigenti e docenti degli istituti locali dessero un maggiore sostegno e avessero una maggiore consapevolezza che il futuro problematico che è loro di fronte impone la necessità di serrare le fila e fare insieme squadra. Le Fidae regionali e provinciali costituiscono una grande risorsa per ogni singola scuola; sarebbe un errore ingiustificabile non venisse colta questa opportunità. francesco macrì - presidente fidae 18 fare rete tra reti di scuole e istituzioni In taluni casi, e con margini di vigile cautela, per non rimanere coinvolti in eventuali strumentalizzazioni, si può fare rete con gli Istituti di ricerca, con le Università, con le scuole statali, ma anche con le Istituzioni pubbliche. Lo può fare la singola scuola cattolica; meglio ancora lo può fare la rete nazionale o locale delle scuole cattoliche, cioè la Fidae. Le occasioni propizie vanno di giorno in giorno moltiplicandosi. La riforma dello Stato in senso federalista, andrà ad amplificare le competenze delle Regioni, degli Enti locali, delle Direzioni regionali scolastiche sul comparto scuola. Di fronte a questo nuovo scenario di governance dell’intero sistema scolastico la scuola cattolica non può estraniarsi. Deve quindi imparare ad agire ed inter-agire in maniera continuativa e sistematica con questi soggetti istituzionali; deve anche entrare nelle stanze dei bottoni e cercare di porsi come interlocutore credibile e forte. Ma perché questo non sia solo un semplice desiderio o auspicio deve nascere e rafforzarsi nei Gestori, nei Coordinatori didattici, negli stessi Docenti una nuova cultura: quella di una cittadinanza attiva di chi sa e vuole assumere compiutamente le sue responsabilità, di chi si muove senza improvvisazioni e senza paura per affermare e difendere i propri diritti di singolo e di gruppo; di chi osa uscire dalle proprie sicurezze e dalle proprie abitudini per incontrare, dialogare e operare anche con persone mai conosciute. Le scuole cattoliche, pertanto, devono interagire in rete tra di loro, ma devono anche interagire come rete e in rete (cioè come soggetti collettivi) con le altre reti, ad esse“ prossime” per finalità, per competenze, per problematiche, per affinità culturali, per collocazione geografica. Questo è il sentiero del futuro che tutti si devono sforzare di percorrere. francesco macrì - presidente fidae 19 le reti internazionali delle scuole cattoliche Un livello superiore di reti, rispetto a quelle locali e nazionali, con le quali la Fidae mantiene fin dalle sue origini uno stretto rapporto, in quanto parte costitutiva dei loro organismi direttivi, è costituito dal Comitato europeo delle scuole cattoliche dell’Europa continentale (CEEC), e dall’Organizzazione internazionale delle scuole cattoliche di tutto il mondo (OIEC), le cui sedi sono a Bruxelles. Lo scopo e la funzione di questi organismi sovranazionali sono quelli di tratteggiare, nell’ottica dei valori evangelici e della grande tradizione pedagogica ecclesiale e laica, linee ed azioni di politica culturale e scolastica, di rappresentare il complesso delle scuole cattoliche nelle più prestigiose istituzioni internazionali (Comunità europea, Parlamento europeo, Unesco, ecc.), di difendere i loro interessi a partire dalla libertà della scelta educativa e della libertà di insegnamento (es. la Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 1984), di diffondere la conoscenza di pratiche di eccellenza tra le scuole cattoliche delle diverse nazionalità, di favorire lo scambio di scolaresche e di docenti di madre lingua, di sostenere la formazione professionale del personale in un’ottica europea e mondiale, di sollecitare il gemellaggio con scuole cattoliche dei Paesi del Terzo mondo. Come pure di facilitare la partnership a progetti formativi, finanziati dall’Unione europea. Le potenzialità di entrambe le organizzazioni sono enormi, in gran parte e per la gran parte delle scuole cattoliche di Italia, ancora tutte o quasi da esplorare. E’ un immenso capitale che finora, è il caso di dire irresponsabilmente, è stato svalutato, “disinvestito”. Occasioni importanti come quella appunto di fare parte di una rete internazionale, che la scuola statale mai si sognerebbe di avere, rischiano di andare irrimediabilmente perse per l’incapacità di spingere lo sguardo fuori dalla porta della propria scuola ed esplorare l’orizzonte. francesco macrì - presidente fidae 20 le scuole cattoliche in rete, come? Una rete, anche la più informale, per il fatto che raccoglie molte persone ed opera su diversi fronti ha bisogno necessariamente di una organizzazione e struttura seppur minime. Ci vuole innanzitutto una forte e credibile leadership che tiri le fila, incoraggi, promuova, solleciti, coordini, faccia rappresentanza, sappia scorgere il futuro. Ma la sua presenza ed azione sono una condizione necessaria ma non sufficiente. Come è ovvio, l’efficacia, l’efficienza la forza di una rete dipende anche dalla qualità e dalla partecipazione di coloro che la costituiscono. La regola assoluta che sottende il suo buon funzionamento è che ognuno contribuisca attivamente e con continuità “in pensieri e opere”; che ognuno, cioè, sia un vero protagonista e non un semplice spettatore o utente. Come i benefici devono ricadere su tutti, la responsabilità deve essere solidale, il carico degli oneri equamente suddiviso. Per nessuno la rete deve diventare un colorato ombrellone sotto il quale ripararsi nella comoda attesa che altri operino per lui. Una rete è tanto più viva e dinamica quanto più tutti con chiarezza conoscono, condividono, assumono le finalità individuate e perseguite nell’interesse comune, gli strumenti scelti ed adottati per assicurare i risultati; tanto maggiore è la trasparenza e il coinvolgimento di tutti tanto più incisiva ed efficace è la sua azione, più forte la sua coesione interna, più espansiva la base dei suoi associati, più sicura la sua durata nel tempo, più attrattiva e “interessante” per a coloro che le stanno attorno. La bontà, qualità, efficienza di una rete non dipende esclusivamente dalle doti e dal carisma del suo “capo”; tutti, anche se in modi differenti, concorrono a migliorarne le prestazioni e a innalzare gli standard dei servizi erogati. francesco macrì - presidente fidae 21 possibili criticità di una rete di scuole Molte possono essere le cause per cui una rete non funzioni o funzioni poco, oppure non susciti l’interesse che meriterebbe. Ne richiamiamo alcune di quelle più comuni: una leadership senza carisma, sbiadita e con scarse competenze; un’eccessiva concentrazione di potere decisionale su alcuni ad esclusione degli altri; una scarsa organizzazione per una approssimativa definizione dei ruoli, delle funzioni, dei compiti di ciascuno; una sfiducia sull’effettiva raggiungibilità degli obiettivi prefissati, come pure un opaco e debole entusiasmo per essi; un’improvvisata metodologia di approccio e di analisi dei problemi; una confusa o intermittente comunicazione interna; una non piena condivisione dei mezzi perseguiti; un eccesso di protagonismo di alcuni componenti; una scarsa motivazione e fidelizzazione dei soci. Ma sarebbe solo un esercizio retorico e un inconcludente pettegolezzo limitarsi ad elencare puntigliosamente queste criticità senza poi che ciascuno faccia nulla o faccia poco per risolverle. L’ignavia non dà diritto ad alcuno di gridare allo scandalo se le cose non funzionano. L’efficienza e l’efficacia di una rete sono il risultato di un lavoro collettivo condiviso, la messa in comune di molte intelligenze, volontà, energie. Il grado del coinvolgimento personale di ciascuno è la misura per verificare l’attendibilità della sua sincera e convinta adesione ad un rete, la condivisione vera dei valori a cui essa si ispira, la volontà (volente) del perseguimento degli obiettivi attesi, dichiarati, perseguiti. L’inaridimento di alcune reti, e con esse la mancata soluzione di alcuni problemi, trovano la spiegazione proprio nel fatto che sono troppi coloro che, con atteggiamento fatalistico, preferiscono starsene ai margini a lamentarsi, anziché offrire il proprio impegno per trovare una via di uscita. francesco macrì - presidente fidae 22 in rete con chi Nell’ambito scolastico molti sono coloro che possono avere interesse a costituirsi come rete. Ci sono le scuole in quanto istituzioni; ci sono i diversi soggetti che le costituiscono: i gestori, i coordinatori didattici, i docenti, i non-docenti, i genitori, gli allievi, gli amministratori. La regola maestra è quella classica: non sunt multiplicanda entia sine necessitate, perché è sempre in agguato il rischio di disperdere le poche forze disponibili. Qualora si dovesse proprio procedere all’istituzione di una nova rete sarebbe importante che venisse definita fin da principio la sua identità. Perché una rete non è un contenitore neutro di una pluralità informe di soggetti. E’ sottesa e tramata da una “filosofia” rispetto alla scelta dei fini, dei mezzi, dei modelli organizzativi, dei comportamenti etici, dei valori a cui si ispira. Ogni rete, è “dedicata”, ha un suo profilo identitario inconfondibile. Alcune grandi reti, come è il caso della Fidae, possono avere contemporaneamente una pluralità di finalità per riuscire ad assecondare istanze diverse di soggetti diversi. I Gestori, i Coordinatori didattici, i Docenti, ma anche i genitori, i nondocenti, gli studenti, possono ritrovare nella Fidae le occasioni, i mezzi, le opportunità, i sostegni per sviluppare e perseguire i loro specifici interessi come gruppo e categoria. Così come è stata concepita e codificata dallo statuto, la Fidae é una organizzazione flessibile, aperta a molte soluzioni, a condizione ovviamente che chi presiede ed opera presti la dovuta attenzione alla specificità delle problematiche di tutti ed agisca di conseguenza. La Fidae é una rete disegnata su misura per le scuole cattoliche. Immaginare di poter trovare altrove soluzioni più adeguate e migliori è segno evidente che non la si conosce abbastanza, oppure che non si calcolano, con la dovuta attenzione, i rischi (alcuni dei quali molti gravi per la stessa tenuta del diritto di proprietà) delle altre soluzioni. francesco macrì - presidente fidae 23 la rete FIDAE: gratuità e dono La storia ultrasessantennale della Fidae è la dimostrazione più convincente della sua validità ed importanza. Ma come tutte le cose umane anch’essa è sottoposta alla mutevolezza e varietà delle circostanze, al logoramento degli entusiasmi. Funziona se gli aderenti (i soci) non si limitano a guardare dalla finestra. E’ un’associazione di volontariato, perciò la sua forza è costituita dalla disponibilità e generosità di coloro che dedicano per il bene comune parte del loro tempo e delle loro capacità. Il fondamento su cui poggia è la gratuità. Una parola rara nelle nostre società capitalistiche nelle quali tutto viene monetizzato. Ma è la sola parola che potrà continuare a farla vivere perchè è la stessa parola evangelica che ha dato vita e ha mantenuto in vita le Congregazioni religiose dei suoi soci. La gravità e complessità dei problemi che incombono, non ultimi il mancato finanziamento pubblico, la formazione permanente del personale, il processo di riforma del sistema scolastico e del federalismo scolastico, sono un campanello d’allarme che deve far capire a quelle scuole che stanno fuori o semplicemente ai margini di questa rete, che le cose si stanno complicando a dismisura, che la Fidae è una trincea che le può mettere al riparo da molti pericoli. Ma per continuare ad assolvere questo grande compito ha bisogno di rigenerarsi, di rivitalizzarsi continuamente, di cooptare giovani professionisti, desiderosi di spendersi per la grande causa che è l’educazione e la scuola cattolica. Anche nella Fidae ci deve essere un ricambio generazionale. Tra i suoi compiti istituzionali prioritari non deve mancare la formazione di questi giovani perché siano capaci di conservare da una parte la sua storia ed identità e dall’altra affrontare le nuove emergenze delle scuole cattoliche guardando con occhi nuovi e lucidi il futuro francesco macrì - presidente fidae 24 la rete FIDAE: storia ed organizzazione Fondata nel 1945, su proposta della Segreteria di Stato, della Congregazione per l’educazione cattolica del Vaticano, della Conferenza episcopale italiana, la FIDAE è stata, nel corso dei decenni, per le materie attinenti l’educazione e la scuola uno dei principali e più autorevoli interlocutori del Governo, delle Commissioni parlamentari, del MIUR, delle Regioni ed Enti locali, delle formazioni politiche e sindacali, delle associazioni professionali ed ecclesiali. Ha una struttura organizzativa articolata a livello nazionale (Presidenza, Giunta, Consiglio, Revisori dei conti), a livello regionale (Presidenza, Consiglio), a livello provinciale (Delegato). Le cariche sono elettive e di durata triennale. I suoi soci ordinari sono le “scuole cattoliche”, quelle definite tali dal Codice di Diritto Canonico (can. n. 803). Nel corso del tempo ha accumulato una grande esperienza, un grande bagaglio culturale. Ha sviluppato ed anticipato importanti e significative sperimentazioni didattiche ed ordinamentali, solo molto più tardi acquisite dal sistema scolastico nazionale. Si pensi alle scuole materne, ai licei linguistici ed europei, ai licei della comunicazione; come pure alla comunità educante, all’educazione integrale, al progetto educativo, alla certificazione di qualità, alla centralità dell’alunno e alla didattica personalizzata, ai corsi di sostegno, alle attività extracurricolari ed extrascolastiche, al tempo pieno, alle vacanze studio all’estero, alle associazioni genitori ed ex-alunni, all’ampliamento dell’offerta formativa, all’orientamento scolastico-professionale, alle reti, ecc.. Le scuole delle Congregazioni religiose e delle Diocesi hanno sempre trovato nella Fidae un punto sicuro di approdo e di sostegno, un orizzonte più ampio e variegato per leggere, interpretare, aggiornare se stesse; un referente disinteressato e credibile. francesco macrì - presidente fidae 25 la rete FIDAE: gli anelli intermedi della catena La Fidae con i suoi organismi direttivi regionali e provinciali è presente sul territorio ed è vicina alle scuole e ai loro problemi. Tenuto conto del fatto che le politiche scolastiche avranno sempre più una dimensione locale si evidenzia subito l’importanza del ruolo e della funzione di questi organismi. Tanto più sono forti tanto più gli istituti ne avranno beneficio e saranno tutelati nei confronti delle istituzioni pubbliche e private. Ma questa loro forza, come è stato già più volte detto, è proporzionale alla quantità e qualità del sostegno che daranno loro le singole scuole; il che significa concretamente: partecipazione attiva alla vita associativa e alle iniziative promosse, disponibilità ad assumere incarichi e impegni dentro le istituzioni dove si decidono le linee di politica scolastica (USR, Regioni, Province, Comuni, ecc.) riguardanti la libertà di scelta educativa (finanziamento pubblico), il diritto allo studio (leggi regionali), la formazione del personale, la definizione dei LEP, la programmazione territoriale delle scuole, il sostegno ai giovani diversamente abili, svantaggiati e immigrati, ecc, Il funzionamento delle strutture della Fidae nazionale è importante, ma non va sottovalutato quello locale, appunto per il nuovo scenario che si sta prefigurando. Ogni responsabile di scuola cattolica, nell’interesse anche della scuola in cui opera, deve fare proprio questo problema, deve metterlo nell’elenco delle sue priorità, deve attivarsi perché alcuni vengano adeguatamente formati ad assumere gli incarichi direttivi dell’associazione. Anche per questi ruoli non ci possono essere scorciatoie, improvvisazioni. Vanno gestiti con grande professionalità. E la professionalità presuppone un cammino di formazione. E’ importante che i Presidenti regionali e i Delegati provinciali siano scelti con oculatezza, ma è altrettanto importante che poi non siano lasciati soli, come a volte purtroppo succede. francesco macrì - presidente fidae 26 la rete FIDAE: obiettivi strategici perseguiti - 1 Molti fronti hanno visto la Fidae impegnata nel corso dei decenni. Uno di questi è conosciuto come “parità scolastica”. Come testimoniano i primi numeri della rivista Docete, fin dalla sua fondazione, nel 945, la Fidae ha messo tra i primi posti della sua agenda questa vexata quaestio, considerata non come la richiesta di un privilegio ma come il riconoscimento di un diritto umano fondamentale universale. I risultati di questa battaglia ideale si concretizzano in molti (oltre una ventina) Disegni di legge e Proposte di legge e, finalmente sul finire degli anni ’90 col Governo Prodi e il Ministro Berlinguer, nella legge 62 del 2000. Una legge certamente imperfetta perchè, frutto di compromesso tra gli opposti schieramenti parlamentari, ma tuttavia di grande rilievo politico e giuridico perchè riconosce la scuola non statale come parte costitutiva dell’unico sistema educativo nazionale e come soggetto costituzionalmente legittimato al finanziamento pubblico. Finanziamento che dal 1996 al 2002 conosce un cospicuo trend progressivo, a cui purtroppo fa seguito negli anni successivi, fino ai nostri giorni, un congelamento della somma raggiunta con ripetuti tentativi di tagli nelle successive Leggi finanziarie, di volta in volta solo parzialmente reintegrati.(cfr scheda riepilogativa). La parità scolastica dunque rimane il grande capitolo aperto che la Fidae, insieme a tutte le altre organizzazioni delle scuole paritarie, deve ancora riuscire a risolvere prima che tutto diventi irreparabile. E’ una battaglia di libertà, di democrazia, di giustizia, di equità. Una battaglia di civiltà giuridica. Una battaglia “politica” che nessuno deve disertare. Su questo fronte è più che mai importante il valore ideale che si persegue, ma non è affatto secondario la consistenza numerica (la quantità) di coloro che lo reclamano e la loro compatta organizzazione in una rete francesco macrì - presidente fidae 27 La rete FIDAE: obiettivi strategici perseguiti - 2 La parità scolastica, e quindi il finanziamento pubblico, è una condizione necessaria per la sopravvivenza della scuola cattolica, ma non è sufficiente. C’é un’altra questione per nulla meno importante che da sempre vede impegnata la Fidae nazionale e regionale: si tratta dell’aggiornamento e formazione del personale direttivo, docente, amministrativo. Non c’è scuola di qualità senza dirigenti, docenti, amministratori di qualità e se la scuola cattolica non è di qualità non ha sufficiente titolo per continuare ad esistere. Questi due assiomi, ormai patrimonio condiviso da tutti, sono state due linee guida che hanno spinto la federazione, in modo particolare in questi ultimo decennio, a moltiplicare le iniziative formative su tutto il territorio coinvolgendo migliaia di persone (cfr. allegato). Moltissimi sono stati i convegni, i seminari, i piani formativi (articolati in 15/20 gruppi ciascuno), i progetti europei promossi. Come pure molte le attività editoriali come Docete, il Notiziario, I Quaderni, il sito web, le newletter, i blog. Un lavoro enorme e di grande livello i cui frutti abbondanti sono sotto gli occhi di tutti. A rendere urgente e prioritario il problema dell’aggiornamento e della formazione non ha concorso soltanto la necessità di adeguamento alle mutazioni culturali, pedagogiche, didattiche, ordinamentali, legislative, ma anche il forte tournover a cui è stata sottoposta di continuo la scuola cattolica per il noto fenomeno migratorio di molti suoi insegnanti laici verso il comparto statale e, quindi, la correlativa urgenza di qualificazione dei neoassunti. Questa operazione di professionalizzazione permanente ha assorbito molte risorse umane ed economiche, ma è stato e continuerà ad essere un passaggio obbligato perché è uno dei presupposti indispensabili per garantire un futuro alle scuole. Solo un corpo docente preparato, una scuola di qualità può risvegliare nei genitori l’interesse verso una scuola paritaria francesco macrì - presidente fidae 28 La rete FIDAE: obiettivi strategici perseguiti - 3 Il terzo grande obiettivo strategico, che la Fidae ha fortemente perseguito in quanto elemento giustificativo della sua esistenza e nel contempo costitutivo della sua identità, è l’educazione attraverso lo strumento istituzionale che è la scuola. Nel corso dei decenni ha tenuto viva, di fronte ad una società civile ed ecclesiale spesso distratta o addirittura indifferente, questa istanza, articolata in tre aspetti, connessi tra di loro: ** i giovani devono costituire una priorità assoluta nella agenda di chiunque ha responsabilità politiche o religiose; ** la scuola è uno degli strumenti più efficaci della loro educazione; ** l’istruzione é inscindibile dall’educazione. A qualcuno queste affermazioni potrebbero sembrare ovvie. In un contesto di normalità dovrebbe essere assolutamente così. Ma, di fatto, non è stato e non è ancora così. Mille sono gli esempi che potrebbero essere addotti per dimostrarlo. Per cui va dato atto alla Fidae di aver saputo tenere desta questa “profezia” e aprire spazi di maggiore attenzione. Gli Orientamenti pastorali 2010-2020 della CEI, centrati sull’educazione, incoraggiano la Fidae a proseguire con determinazione su questa strada e le danno più autorevolezza nel richiamare coloro che, o perché scoraggiati dalle difficoltà, o perché suggestionati da proposte pastorali immediatamente più gratificanti, maturano la convinzione di abbandonare il terreno della scuola, dimenticando che essa è una modalità privilegiata per raggiungere i giovani ed esercitare su di essi una educazione forte, organica e duratura. In questi anni recenti persino Organizzazioni come l’Unesco, l’UE, la Banca mondiale hanno pubblicato volumi e volumi per richiamare l’attenzione di tutti su questo problema, considerato “strategico” e vincente per il futuro del mondo. francesco macrì - presidente fidae 29 La rete FIDAE: rapporti con la comunità ecclesiale La scuola cattolica è parte viva e costitutiva della chiesa universale e locale. Per ragioni storiche e fraintendimenti culturali spesso si è andata determinando una distanza, una indifferenza reciproca o. comunque. un rapporto labile e occasionale. E’ uno “strappo” che attraverso il dialogo va ricostruito facendo riscoprire a tutti la comune appartenenza. La scuola cattolica deve ritornare ad essere considerata una funzione indispensabile e di valore all’interno di una pastorale di insieme. Va dato atto che molti vescovi, come pure molti parroci, hanno prestato la giusta attenzione verso la scuola cattolica. Ma il sentiero da percorrere è ancora lungo. Nella legittima autonomia e diversità di ruoli e competenze di ciascuno e in un’ottica di sussidiarietà che eviti improprie e dannose interferenze e sovrapposizioni, la scuola cattolica, la parrocchia, la diocesi devono maturare un progetto di reciproca collaborazione, tendente a perseguire obiettivi educativi e pastorali comuni. La comunità ecclesiale, in tutte le sue svariate articolazioni, deve essere consapevole che la scuola cattolica è un importante presidio di educazione sul territorio, un avamposto della chiesa locale sulla difficile e problematica frontiera dei giovani e della cultura moderna, uno strumento carismatico al servizio del bene comune. Pertanto farebbe un grave errore se la disconoscesse o comunque non si facesse carico dei suoi problemi. Come pure sbaglierebbe quella scuola cattolica che non avesse consapevolezza della sua appartenenza alla chiesa locale e immaginasse di poter operare isolatamente quasi fosse un corpo ad essa estraneo. Due gravi errori, già largamente praticati nel passato, ma che oggi, in una società secolarizzata, relativista, antireligiosa, deviante, diventerebbero drammatici e senza alcuna spiegazione di fronte alla coscienza di qualsiasi credente. Il dialogo, la reciproca collaborazione, la solidarietà devono ritornare ad essere la via maestra per tutti i cattolici. francesco macrì - presidente fidae 30 La rete FIDAE: dati statistici - 1 La Fidae è una grande realtà anche in termini quantitativi. Rappresenta la quasi totalità delle scuole primarie e secondarie cattoliche di Italia. E’ presente in tutte le Regioni anche se non in maniera uniforme. Tale differenza è legata a motivi di natura storico-culturale ed economica. In questo ultimo decennio ha subito una qualche flessione, in parte recuperata con nuove iscrizioni, per la chiusura di un numero considerevole di scuole cattoliche, alcune delle quali assai prestigiose e risalenti ai secoli scorsi. La sua tenuta è quindi sostanzialmente stabile. Parametri Scuola Primaria Scuola Secondaria 1° grado Scuola Secondaria Totale 2° grado Numero scuole 1.131 577 589 2.297 Numero classi 7.421 3.118 3.390 13.929 Numero alunni 153.589 64.948 63.293 281.830 francesco macrì - presidente fidae 31 La rete FIDAE: dati statistici - 2 Gli insegnanti che operano nella scuola cattolica attualmente sono per la maggior parte laici per effetto della contrazione verticale del personale religioso ma, in taluni casi, anche per una scelta voluta dai gestori. Molti di essi (laici) svolgono anche funzioni direttive. Uno dei problemi più urgenti e delicati che questa nuova situazione viene a determinare è la conservazione dello specifico carisma delle singole congregazioni e dell’identità culturale, pedagogica, organizzativa della scuola cattolica. Un problema risolvibile con la formazione. Insegnanti Scuola Scuola Secondaria Scuola Secondaria Totale primaria 1° grado 2° grado A tempo indeterminato 12.584 5.108 7.312 25.004 A tempo determinato 8.329 2.157 2.637 13.123 A titolo gratuito (religiosi) 32.614 807 1.022 34.443 Totale 53.527 8.072 10.971 72.570 francesco macrì - presidente fidae 32 La rete FIDAE: dati statistici - 3 I dati qui riportati, relativi al personale non-docente, hanno valore indicativo in quanto tale personale svolgendo spesso più funzioni ed essendo spesso distribuito sui diversi ordini e gradi di scuola presenti nello stesso istituto, diventa difficilmente contabilizzabile. Eventuali errori sono attribuibili per difetto. E’ una categoria di “professionisti” importante che concorre a definire la qualità di una scuola, di cui anche la Fidae si fa carico con progetti di formazione. Personale non-docente Scuola Scuola Secondaria Primaria 1° grado Scuola Secondaria 2° grado Totale Addetti amministrazione 1.809 1.213 1.432 4.454 Addetti alla cucina 1.630 894 734 3.258 Addetti amministrazione/ vigilanza/pulizia 3.396 1.593 1.670 6.659 Totale 6.835 3.700 3.836 14.371 francesco macrì - presidente fidae 33 la rete FIDAE: debolezze e criticità La rassegna delle moltissime cose positive che la Fidae ha svolto e sta svolgendo non deve far perdere di vista alcune sue debolezze e criticità, affinché ognuno si senta in dovere di intervenire per eliminarle o almeno ridurle. Ci limitiamo a richiamarne solo tre: 1. In confronto alla molteplicità e gravità dei problemi che incombono, basti pensare al mancato finanziamento pubblico, alla riforma degli ordinamenti, al federalismo scolastico, alla formazione del personale, alle leggi regionali sul diritto allo studio, ecc., pochi sono i soci che si rendono disponibili di operare dentro le sue strutture nazionali, regionali, provinciali. In maniera diffusa prevale la pratica della delega, cioè della non partecipazione e collaborazione diretta. Limitarsi a protestare contro una ingiusta, o considerata tale, normativa o legge senza aver fatto nulla o troppo poco per prevenirla é una tattica sbagliata. Ma perché questo non accada sarebbe necessario che la Fidae disponesse di molte persone qualificate dentro le stanze nelle quali si prendono le decisioni. 2. Con l’ingresso di molti laici nelle scuole cattoliche e con l’intenso tournover del personale si è andata stemperando la conoscenza della storia, della identità, della natura e finalità della Fidae. C’è il concreto rischio di disperdere un enorme capitale culturale, pedagogico, didattico sedimentato nei decenni, di affievolire il senso di appartenenza all’associazione, e perciò di alimentare vane illusioni che altre reti (di origine ecclesiale e no) siano più in grado di interpretare e sostenere le scuole cattoliche 3. L’azione informativa e formativa della fidae è resa a volte più difficoltosa e meno tempestiva perché molte scuole non hanno ancora provveduto ad informatizzarsi, a rendersi reperibili in tempo reale, a dialogare “virtualmente” con gli organismi direttivi della federazione, ma anche con le stesse scuole che la costituiscono. Un limite spesso sottovalutato rispetto le conseguenze che provoca ai danni della scuola in quanto istituzione e degli stessi dirigenti ed operatori. Un gap che le allontana dalla qualità e le rende più fragili rispetto la concorrenza delle altre scuole. francesco macrì - presidente fidae 34 la rete FIDAE: un impegno e una risorsa per tutti La fidae è un bene, un sostegno necessario per difendere e promuovere le scuole cattoliche, per fare intermediazione con le istituzioni e le associazioni, per perseguire alcuni obiettivi strategici come la libertà di insegnamento e la libertà della scelta educativa; è un grande collettore di opportunità messo a servizio in particolare delle scuole più piccole e in difficoltà; é una risorsa che va ulteriormente capitalizzata; è un bagaglio ricco di esperienze pedagogiche, di pratiche di politica scolastica, di progettazioni ordinamentali; di relazioni sociali; di credibilità; è la casa comune della scuola cattolica primaria e secondaria italiana; è un marchio di garanzia di serietà e di affidabilità. Se si vuole che questo grande capitale non vada disperso e continui a svolgere la sua attività nell’interesse di tutti è necessario che ognuno si faccia carico del suo funzionamento, ognuno sia convinto che il futuro della Fidae è anche nelle sue mani. Non tutti possono fare tutto. Ognuno ha le sue competenze. Certi ruoli, certe funzioni esigono professionalità specifiche di cui a volte pur volendo non si ha la disponibilità. Ma una cosa tutti indistintamente possono farla, in particolar modo se rivestono una autorità: incoraggiare i propri colleghi, i propri insegnanti a vivere la vita associativa della Fidae, predisporre i più giovani e i più dotati ad assumere un qualche ruolo. Fare questo significa credere per davvero nella Fidae e di riflesso credere nella scuola cattolica. francesco macrì - presidente fidae 35 Le grandi sfide di oggi – istituzionali (1) Le scuole cattoliche in quanto paritarie, e perciò parti costitutive dell’unico sistema educativo nazionale, hanno di fronte alcune grandi sfide e incognite comuni a quelle statali, rispetto alle quali devono con larghi margini di anticipo predisporsi per non subire danni incalcolabili. Ci limitiamo a richiamarne tre: 1. L’evoluzione dello Stato in senso federalista assegnerà in particolare alle Regioni molti poteri e compiti. E’ un nuovo scenario di governance della scuola che si va a definire i cui risultati non sono necessariamente migliori degli attuali. C’è il fondato timore che esse, ma in particolare alcune, non abbiano le professionalità e l’esperienza necessarie per gestire questa nuova e grande operazione, che tra una area e l’altra del Paese si creino differenze ingiuste, che tra il nord e il sud si accresca l’attuale divaricazione, che alcune regioni non considerino la scuola una priorità e quindi destinino le risorse su altri fronti, che la scuola paritaria sia vittima di una forma di statalismo regionale più rigido e discriminatorio di quello già conosciuto; che si vadano a costituire tanti sistemi scolastici quante sono le regioni; 2. Un altro nodo da sciogliere è quello relativo alle leggi regionali sul diritto allo studio. In assenza di una legge quadro nazionale ogni regione legifererà a sua discrezione e contribuirà ad accrescere la babele scolastica; 3. Infine la programmazione territoriale delle scuole, se non sarà gestita dalle Regioni ed Enti locali in maniera corretta e nell’interesse comune, diventerà un terribile sterilizzatore delle scuole paritarie facendole soccombere sotto la pressione invasiva delle scuole statali, come in parte è accaduto negli anni ’70 con i Decreti Delegati. francesco macrì - presidente fidae 36 Le grandi sfide di oggi – culturali (2) Le scuole, compresa quella cattolica, non ha di fronte solo sfide di natura legislativa, ordinamentale, economica, didattica, organizzativa. Ce ne sono altre non meno importanti e difficili, come quelle culturali le cui ricadute sono inevitabili sia sul processo della formazione del personale che dell’attività di istruzione ed educazione. Il secolarismo, il relativismo, l’agnosticismo, il consumismo, il multiculturalismo, il politeismo valoriale sono alcuni tratti che contraddistinguono la società moderna. La sua liquidità ha intaccato i fondamenti etici e comportamentali, le credenze religiose, le relazioni interpersonali, sociali, intergenerazionali, interstatuali, la stessa dignità della vita e della morte, la giustizia ed equità sociale. Ha assegnato un ruolo marginale e residuale ai giovani, alle donne, ai vecchi, ai deboli e ai portatori di handicap, agli immigrati. Il potere e l’avere sono diventati la misura della grandezza dell’uomo; la quantità e non la qualità è considerato criterio del benessere e del successo; la terra è diventata il forziere da saccheggiare nell’interesse di pochi. La politica è la semplice gestione del potere. La stessa Chiesa è lambita da queste forze negative e disgregatrici. Sono alcuni dei titoli delle grandi questioni, rispetto alle quali la scuola, in quanto istituzione di istruzione ed educazione, non può sottrarsi; deve sapersi misurare, deve saper predisporre un progetto culturale, educativo, didattico coerente ed adeguato. Ripetere quanto fatto nel passato, e soprattutto come fatto nel passato, non serve a molto. Occorre un nuovo paradigma culturale, un nuovo pensiero, una nuova pedagogia, una nuova didattica, una nuoca organizzazione. La scuola deve rigenerarsi dalle fondamenta. Non solo nei metodi, negli strumenti operativi, ma nella vision e nella mission; non solo nelle sue tecnicalità e ingegnerie ordinamentali. Ha bisogno di una nuova anima. In questa difficile operazione la Fidae, in quanto rete, diventa allora un validissimo e necessario supporto. francesco macrì - presidente fidae 37 Una rinnovata passione per l’educazione “Quanti accettano la scommessa dell’educazione possono talvolta sentirsi disorientati. Viviamo, infatti, in un contesto problematico, che induce a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene e, in ultima analisi, della bontà della vita. Ciò indebolisce l’impegno a trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita. Tali difficoltà però non sono insuperabili; sono piuttosto, per così dire, il rovescio della medaglia di quel dono grande e prezioso che è la nostra libertà, con la responsabilità che giustamente l’accompagna. Illuminati dalla fede nel nostro Maestro e incoraggiati dal suo esempio, noi invece abbiamo buone ragioni per ritenere di essere alle soglie di un tempo opportuno per nuovi inizi. Occorre, però, ravvivare il coraggio, anzi la passione per l’educazione. E’ necessario formare gli educatori, motivandoli a livello personale e sociale, e riscoprire il significato e le condizioni dell’impegno educativo. Infatti a differenza di quanto avviene in campo tecnico o economico, dove i progressi di oggi possono sommarsi a quelli del passato, nell’ambito della formazione e della crescita morale delle persone non esiste una simile possibilità di accumulazione, perché la libertà dell’uomo è sempre nuova e quindi ciascuna persona e ciascuna generazione deve prendere di nuovo, e in proprio, le sue decisioni. Anche i più grandi valori del passato non possono essere semplicemente ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale” (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n.30, Roma 2010). Questo impegno di assunzione di rinnovata responsabilità e passione per l’educazione, a cui la CEI fa riferimento, vale anche per la Fidae. Ne siamo tutti consapevoli. Il senso di questa nostra assemblea nazionale va proprio in questa direzione che vogliamo percorrere insieme fino in fondo, aiutandoci gli uni gli altri perché nessuno rimanga indietro e sia sopraffatto dalle difficoltà. francesco macrì - presidente fidae 38 conclusioni ed auspici Termino con alcuni flash utilizzando il linguaggio immediato degli aforismi e delle immagini. Esprimono suggestivamente quello che dovrebbe essere fatto da coloro che credono nella nobile funzione educativa della scuola cattolica e perciò si adoprano per trovare le strategie più opportune perché continui ad avere un futuro. I problemi che su di essa incombono sono molti e grandi. Per superarli la soluzione, ormai ineludibile, è quella della collaborazione, della solidarietà, della interrelazione, del fare squadra. La rete è diventato il paradigma di questa prospettiva di successo. Oggi, ogni scuola cattolica si trova di fronte ad un bivio: deve scegliere se stare da sola con la prospettiva di cadere e non riuscire a rialzarsi, oppure di accompagnarsi “agli” altri e “con” gli altri per trovare soluzioni convenienti e possibili. Andando contro alcuni comportamenti che si sono consolidati nel tempo e l’hanno “imprigionata” in se stessa la scuola cattolica deve recuperare una nuova cultura, deve assumere una nuova dimensione di “apertura” verso gli altri soggetti che, direttamente o indirettamente, operano nell’ambito dell’istruzione, della formazione professionale, dell’educazione in una logica di comune missione, di comune destino, di mutuo aiuto. Se sarà capace di operare questa svolta potrà nutrire una fondata speranza di avere un futuro, di continuare a garantire il suo servizio al Paese e alla Chiesa, di prolungare nel tempo il sogno dei suoi fondatori. francesco macrì - presidente fidae 39 Assemblea nazionale 2011 Un fiammifero fa una piccola fiamma; molti un grande incendio francesco macrì - presidente fidae 40 Assemblea nazionale 2011 Se insieme, cento lilliput possono incatenare anche un grande gigante francesco macrì - presidente fidae 41 Assemblea nazionale 2011 E’ leggero il compito quando molti si dividono la fatica francesco macrì - presidente fidae 42 Assemblea nazionale 2011 L’unione e la solidarietà possono abbattere anche le montagne francesco macrì - presidente fidae 43 Assemblea nazionale 2011 Le formiche hanno detto: mettiamoci insieme e trasporteremo l’elefante francesco macrì - presidente fidae 44 Assemblea nazionale 2011 Stare soli sarà anche poetico ma di fronte alla difficoltà si sperimenterà tutta la propria debolezza francesco macrì - presidente fidae 45 Assemblea nazionale 2011 francesco macrì - presidente fidae 46 finanziamento statale scuola paritaria (in euro) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 116. 705. 410 173. 522. 930 297. 449. 000 425. 010. 000 527. 474. 475 527.4 74. 475 527. 474. 475 527. 474. 475 532.3 10. 844 530. 336. 893 534. 961. 417 (+ 58.817.520 rispetto l’anno recedente) (+ 123.926.070 rispetto l’anno recedente) (+ 127.561.000 rispetto l’anno recedente) (+ 102.464.475 rispetto l’anno recedente) (+ 4.836.369 rispetto l’anno recedente ) (- 1.973.951 rispetto l’anno recedente ) (+ 4.624.524 rispetto l’anno recedente ) 521. 924. 948 (- 13.036.469 rispetto l’anno recedente) 531. 535. 922 (+ 9.610.974 rispetto l’anno recedente ) 496. 876. 591 (- 34.659.331) (+ somma accantonata 28.304.555) 523. 000. 000 (+ 26.123.409 rispetto l’anno recedente ) francesco macrì - presidente fidae 47 costo medio alunno scuola statale e scuola paritaria La spesa pubblica della scuola italiana 2009 (FONTE: MIUR, La scuola in cifre, 2009-2010) Alunni scuola statale Finanziamento pubblico 7. 852. 359 54. 648. 000. 000 (di cui 45 miliardi sul bilancio del MIUR; 7,7 miliardi degli Enti locali; 1,7 miliardi delle Regioni) NB questa somma si riferisce soltanto ai capitoli del bilancio delle spese correnti. Non computa le spese in conto capitale e le voci di bilanci di altri Ministeri come quello dei Trasporti, della Sanità, dei Beni culturali, dei Fondi europei ======================================================================================== Alunni scuola paritaria Finanziamento pubblico 1. 074. 205 521. 924. 948 ======================================================================================== Rispetto alle sole cifre del bilancio del MIUR: Costo medio alunno scuola statale Costo medio alunno scuola paritaria francesco macrì - presidente fidae 6. 959. 455 85. 870 48 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 49 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 50 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 51 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 52 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 53 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 54 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 55 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 56 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 57 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 58 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 59 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 60 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 61 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 62 Spese per studente – Fonte MIUR, La scuola in cifre 2009/10 francesco macrì - presidente fidae 63 francesco macrì - presidente fidae 64 francesco macrì - presidente fidae 65 Presidenti regionali Fidae 2009-2012 ABRUZZO - MOLISE FRIULI VENEZIA GIULIA Carla Rina Viale - [email protected] Paolo Zuccato - [email protected] PUGLIA - BASILICATA LIGURIA Giacomo Cecere - [email protected] Gianluca Depretto - [email protected] LAZIO CALABRIA Grazia Tagliavini - [email protected] Edoardo Scordio - [email protected] SARDEGNA LOMBARDIA Giovanni Argiolas - [email protected] Gianni Danesi - [email protected] SICILIA CAMPANIA Francesco Beneduce - [email protected] TRENTINO ALTO ADIGE Dante Toia - [email protected] Sergio Borsato - [email protected] MARCHE-UMBRIA TOSCANA Cesare Orfini - [email protected] Carmela Prencipe - [email protected] EMILIA ROMAGNA VENETO Alessandro Ferraroli - [email protected] Virginia Kaladich - [email protected] PIEMONTE -VAL D'AOSTA Anna Maria Cia - [email protected] francesco macrì - presidente fidae 66 Mail: [email protected] Nazionale Mail: [email protected] Sito: www.fidae.it RECAPITI FIDAE NAZIONALE Sito: www.fidae.it Mail: [email protected] francesco macrì - presidente fidae 67