— 208 CAME RA D E I DE P U T A T I — S E S S ION E D E L 1 8 5 2 T ORNAT A DEL 2 7 MARZO 1 8 5 2 P RE S IDE N ZA D E L P RE S IDE N T E C AV AL IE RE P I N E L L I . SOMMARIO. Reclami Seguito tore, e dichiarazioni Avigdor, del deputato della discussione Lorenzo sulla petizione del ministro Ravina e Valerio un ponte sul Gravellone Valerio delle finanze Lorenzo — incidenti sulla distribuzione della Compagnia — Parole in favore — Invio della petizione sull'ordine del giorno La seduta è aperta alle ore 2 pomeridiane. CAVAXMNl, segretario, dà lettura del processo verbale della tornata precedente, ed espone il seguente sunto delie petizioni ultimamente presentate : 4235. Il sindaco di San Remo, a nome di quel Municipio, rammentando come nei passati trattati commerciali gl'interessi della Liguria fossero stati sacrificati, mentre le altre parti dello Stato ebbero cospicui vantaggi, e rappresentando quanto sarebbe per quelle popolazioni rovinoso, qualora venissero accolle le domande di reiezione dell'attuale trattato di commercio stipulato con la Francia, invoca dalla Camera la sanzione dèi medesimo. 4236. Il Consiglio delegato del comune di Riomaggiore, provincia di Levante, presenta una petizione identica a quella segnala col numero 4179, relativa alla conclusione del nuovo trattato di commercio stipulato con la Francia. p k p i d e m t e Pongo ai voti il processo verbale della tornata precedente. (La Camera approva.) RE € IiAMS » E l i DE P IS T AI© K.OSUÌWZO Wà Ju E RIQ S filili A D I S T RIR1 JZIOME D i ' M T O B I U KLIiA C A ME RA . v A i i E B i o i i O H E W z o . Domando la parola per un richiamo al regolamento. p r e s i d e n t e . Il deputato Valerio ha la parola. T A i i E R i o LORENZO. All'aprirsi di questa Sessione, l'onorevole presidente aveva dichiarato che d'ora innanzi, per facilitare e rendere più efficaci i lavori della Camera, non si sarebbe messa in votazione legge veruna, senzachè 2 4 ore prima gli stampati relativi fossero distribuiti. Consta dal nostro regolamento, e doveva constare, che non si può mettere in votazione legge alcuna, senza che sia indicata all'ordine del giorno. Ora, l'ordine del giorno per la tornata di ieri stampato nella Gazzetta Piemontese è il seguente: 1° Discussione del progetto di legge relativo alla convenzione addizionale al trattato conchiuso colla Svezia; 2° Interpellanze del deputato Pescatore ai ministri dell'interno, delle finanze e di grazia e dei lavori della Camera drammatica sarda — Spiegazioni del deputato al ministro dell'interno e sui lavori a Br offerto, — Relazione di petizioni del deputato Demaria, ed opposizioni — Relazione sul progetto dei — rela- depulati di legge per preparare. giustizia; 3° Sviluppo di alcune proposte di legge presentate dal deputato Sineo. Come ben vede la Camera, in esso non era accennata la votazione sul progetto di legge relativo alle pensioni di riposo degli impiegati civili. Di più, veniva alla Camera distribuita solo all'aprirsi della seduta la tabella che conteneva i calcoli, dietro i quali dovevano essere stabilite le pensioni. Ora, malgrado che tale stampato non fosse stato distribuito 2 4 ore prima, malgrado che la votazione della legge non sia stata posta all'ordine del giorno, la legge venne pur posta in votazione, e fu rigettata. Io rispetto l'operato della Camera ; ma faccio osservare che questo modo di distribuire i lavori della Camera, di regolarizzarli, di dirigerli, è molto vizioso, e che può dar luogo ad equivoci che possono tornare a disdoro del Parlamento. Faccio osservare che la legge venne rigettata a due o tre voti di maggiorità. L'onorevole Mellana, giovedì, prima di partire per Casale, diceva a me stesso che se questa legge fosse stata all'ordine del giorno per venerdì, cioè per ieri, ei non sarebbe partito. E siccome ha parlato, così avrebbe volato in favore. Io ho passato l'intiero giorno alla Corte d'appello per tute* lare il mio onore, ma se avessi saputo che questa legge sarebbe venuta in votazione, avrei dimenticato, siccome soglio, me medesimo, per intervenire alla Camera, ed anch'io avrei certo votato in favore. L'ordine del giorno era di tale natura che non presentava oggetto che potesse lasciar credere che la seduta avrebbe dato luogo a contestazioni od a discussioni di rilievo. Quindi l'assenza di parecchi deputati. Io domando che d'ora in poi non s>i possa mettere in votazione una legge senza che prima sia posta all'ordine del giorno, e che si tenga ferma la deliberazione già presa che non si possa mai votare, senza che gli stampati che debbono esercitare influenza sul voto medesimo siano distribuiti 2 4 ore prima. Come ho già detto, la tabella era di tale natura che da un colpo d'occhio non si poteva trarne argomento nè in bene nè in male. I calcoli vogliono essere attentamente verificati, e bisogna studiarne il complesso. Ora ciò era impossibile a farsi, essendosi questa tabella distribuita soltanto all'aprirsi della seduta. TORNATA DEL 27 MARZO Io desidero che il regolamento venga osservato, perchè esso è una guarentigia del Parlamento e sopratutto delle minoranze. Noi abbiamo veduto che queste sono soggette a mutarsi. Quella che è minoranza oggi può divenir maggioranza domani, e viceversa. Noi abbiamo interesse a far sì che il regolamento sia osservato. PRESIDENTE. Io dovrei rispondere molte cose al disputato Valerio, ma per non estendermi troppo, leggerò soltanto l'ordine del giorno per la seduta di ieri t acer i o liOHJSiiizQ. Io l'ho già letto.-..,. PRESIDENTE (Interrompendo). L'ordine del giorno di cui ella diede lettura non fa fede per i deputati. Quello che fa fede per essi è l'ordine del.gio^fto^ettornell'adunanza pubblica, ed inserito nel processo verbale. Ora quest'ordine del giorno recava: 1° Discussione dei progetto di legge relativo alle pensioni civili; 2° Discussione del trattato conchiuso colla Svezia, ecc. Se il signor Valerio si fosse trovato nella Camera alla fine della seduta di mercoledì avrebbe saputo quale fosse l'ordine del giorno per la tornata di ieri. vai^erio IjORENz©. L'onorevole presidente disse l'ordine del giorno, il quale fa fede pei deputati, esser quello registrato nel processo verbale; ed io, appellandomi all'intiera Camera, la invito a dichiarare, se mai un processo verbale Ietto nelle nostre adunanze sia stato ascoltato da alcuno di noi (Bisbiglio). Dirò di più : il processo verbale è una vera inutilità ; ed alla prima occasione che si presenti una questione di regolamento, io mi sono già proposto di proporne la soppressione, perchè dove si stampano i rendiconti stenografici delle sedute il processo verbale è una vera nullità, ed anzi un vero imbarazzo, perchè potrebbe avvenire che tra il processo verbale ed il rendiconto raccolto dagli stenografi corresse qualche diversità, ed allora non si saprebbe più da qual parte stia il diritto, da qual parte stia la verità. i rendiconti della Camera sono letti da tutti i deputati, i quali, ova occorra il caso, possono fare tutti i reclami che stimano opportuni ; mentre invece, ripeto, i processi verbali non sono ascoltati da nessuno. Faccio ancora osservare al signor presidente, che l'ordine del giorno, dietro il quale ci siamo sempre regolati si è quello stampato nella gazzetta officiale, ed aggiungerò di più, che io nella seduta precedente a quella di ieri ho prestato vivissima attenzione, e non mi venne fatto di udire che fosse posta all'ordine del giorno la votazione della legge sulle pensioni degli impiegati; e che io non lo abbia udito, che non l'abbiano neppur udito gli altri, ne fa fede il rendiconto stesso raccolto dagli stenografi, i quali registrando l'ordine del giorno che ricevevano per bocca del presidente, non fecero cenno di tale votazione, ma solamente del trattato conchiuso colla Svezia, dell'interpellanza Pescatore, e dello sviluppo delle proposte del deputato Sineo. PKESIDENTE• Dopo la lettura del processo verbale, io non mi credo punto in obbligo di rispondere alla lunga replica del deputato Valerio. Quando egli sia iscritto in falso contro il processo verbale, votato dalla Camera, potrà fare tutte le osservazioni che crederà in proposito. Io intanto debbo notare al signor deputato Valerio, che non solo fu letto l'ordine del giorno sul finire della seduta di mercoledì, il quale veramente non è sempre ascoltato dai signori deputati i quali si alzano per uscire dalla sala, ma per di più si era già detto nel corso della discussione, che la votazione della legge in discorsosarebbe fissata per la tornata di venerdì; dimodoché era il caso che tutti i deputati, ed anche il signor SESSIONEDEL 185$ — Dimissioni. 38 A Valerio, poteano sapere che nella seduta di ieri sarebbesi proceduto alla votazione della legge accennata. VAXERIO IIORESHEO. E la distribuzione della tabella? SEGUITO DEKriLA »ISCIISSSONE SIiMA PETSEIOSE HElATIf AABÌEIACOMPMXIi RKAK.E DBABSMA.T1CA. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca relazione di petizioni. Invito alla tribuna il signor deputato Demaria per dar seguito alla discussione sulla petizione presentata dalla compagnia reale drammalica. »EMARiA, relatore. Prima che la Camera si pronunci sul rinvio che le venne proposto dalla Commissione della petizione presentata dal direttore della compagnia drammatica reale, è d'uopo che, in nome della Commissione medesima, 10 esprima quale sia stato l'intendiménto suo nel proporre le conclusioni che io ebbi l'onore di riferirvi. Fra le ragioni che si addussero per combattere il rinvio al Ministero fu più volte ripetuto che la Commissione avea mirato ad aggravare il bilancio dello Stato colla continuazione dell'assegnamento di 25 mila lire che si corrisponde attualmente alla compagnia reale. Si venne pure ripetendo che la Commissione aveva in ciò fatto opera di favore per mantenere 11 monopolio di una speciale compagnia, o di persone. Io debbo in nome suo protestare contro queste supposizioni. Essa non ebbe nè l'una nè l'altra delle intenzioni attribuitele»e sebbene le parole stesse della relazione lo dimostrino abbastanza, ripeterò tuttavia che la Commissione, portando il più vivo interesse all'avvenire dell'arte drammatica nel paese, ripensando al beneficio che quest'arte ebbe dalla compagnia reale drammatica, nei tempi massime in cui quegli stessi che l'oppugnarono non poterono dissimulare che ella fosse fiorente sopra ogni altra italiana, pensando all'azione educativa di un teatro morale e ben condotto, la Commissione non ebbe altro scopo se non che d'invitare indirettamente il Governo a favorire il meglio che poteva il rifiorimento, il mantenimento d'un teatro morale e nazionale. E tanto più s'indusse la Commissione a proporre il rinvio accennalo inquantochè ella conosceva l'esistenza d'una Commissione governativa la quale ha per mandato di proporre un'intiera legislazione relativa ai teatri, ed eziandio di proporre nuove basi sulle quali si riordini una compagnia drammatica nazi onal e• La Commissione ha pensato che, almeno come documento, come rischiari mento per questa Commissione, poteva ammettersi il rinvio di questa petizione al signor ministro dell'interno, ed a tal pensiero tanto più fu spinta da che trovò alla petizione medesima unito un piano di riordinamento delia compagnia drammatica con sollievo delle finanze, e con proposte le quali condurrebbero certamente allo scopo che tutti vogliamo, quale si è il mantenimento dell'arte drammatica italiana in quel grado d'onore e di utilità per la nazione, in cui fu sempre tenuta. '.. • - , .•• / • ' J ''^ V 'Y Dichiarati così gl'intendimenti che mossero la Commissione, e la portata unica che ella volle dare al rinvio che propose, io abbandono il destino di questa proposta al senno della Camera, CAVoinsa, ministro delle finanze, di marina, e d'agficol« tura e commercio. 11 mio collega, il ministro dell'interno, essendo trattenuto in casa da una lieve malattia, mi ha dato incarico di far conoscere a nome suo le intenzioni del Governo, relativamente all'oggetto di cui si tratta nella petizione della CAMERA D E I D E P U T AT I — SESSI ONE D E L 1 8 5 2 compagnia reale. Il Governo desidera quanto la Commissione di veder fiorire ed ampiamente svolgersi nel nostro paese l'arte drammatica ; non disconosco l'utilità che da essa possa ridondare alle l e t t e r e , e se si vuole, anche alla morale; tuttavia esso crede che la sua azione debba essere ristretta in limiti ben determinati, debba attenersi solo a quegl'incoraggiamenti, a quelle ricompense che, in virtù delle leggi, si possono distribuire a persone benemerite delle lettere. Che se si trattasse di un sussidio pecuniario, il Governo dichiara nel modo più assoluto, che egli non vi potrebbe assentire. Qui non si tratta solamente di una somma, si tratta di un principio. Il Governo crede che nelle attuali nostre circostanze, quando è necessità di venir chiedendo nuovi sacrifici alla nazione, sarebbe cosa altamente illogica il votare la m e noma somma, fosse p u r quella di un centesimo, per l'incoraggiamento dell'arte drammatica. Io quindi non mi oppongo al i invio della petizione al Ministero, quando tale rinvio non abbia altro scopo che quello di fornire al Ministero dei lumi, e di invitarlo a studiare i mezzi di favorire quest'arte drammatica, con che però sia ben inteso che in questi favori non si comprenda la concessione di un sussidio qualunque. Ciò detto, mi rimetto io pure al senno e giudizio della Camera. DEMARIA., relatore. Le parole pronunziate dal signor ministro espongono viste conformi a quelle della Commissione. La Commissione ha proposto il rinvio in quanto che ella crede che vi siano mezzi per giovare alia compagnia senza ricorrere a sovvenzioni pecuniarie. Certo queste sarebbero molto più efficaci di ogni altro mezzo ; si può esaminare se l'importanza dell'argomento sia tale da meritare un sacrificio, fosse pur più leggiero di quello che si fece finora : ma quando p u r si volesse escludere ogni sacrificio di questo genere, rimarrebbero dei mezzi indiretti, coi quali il Governo senza aggravio delle finanze potrebbe favorire la compagnia, Siccome a questi mezzi si accennò nell'altra discussione, non è opportuno di qui spiegarli ; basta per me il conchiudere, che essenzialmente la Commissione non ebbe intendimento diverso da quello che pare avere il Governo accettando il rinvio della petizione. p r e s i d e n t e . Pongo ai voti..... «SROIFEEMIO. Domando la parola, P R ES ID EN TE. Ha la parola. B R O F f G R i o . Torno, o signori, a parlare io favore dell'arte drammatica e della nazionale compagnia che ne fu lodata interprete per tanti anni in Piemonte. Già questo argomento veniva da me svolto prima d ' o r a ; e forse dovrò ripetere più d'una cosa già detta, perchè non erano presenti tutti i deputati che or veggo in buon numero raccolti; ma confido nella indulgenza vostra e spero di potervi dimostrare come sia utile non solo, ma onesto e decoroso, che il Piemonte si mantenga in quel nobile patrocinio che ha sin qui conceduto alla drammatica palestra, se non vuole che si dica che in nome della costituzionale libertà egli va sacrificando ogni giorno le generose istituzioni fondate dalla monarchia assoluta. Nè gravi alla Camera che io mi estenda a ragionare di arti e di l e t t e r e : dopo cinque anni che noi versiamo in dolorosi dibattimenti di politica e di finanza, di protocolli e di imposte, dobbiamo ringraziare il ciclo che abbia almeno lasciato all'Italia la favilla delle artistiche immaginazioni per confortarla ne' suoi dolori, nelle sue lacrime, nelle sue sventure. Signori, io vi diceva un'altra volta che l'istituzione della reale compagnia cominciava nel 1820, sotto gli auspizi di Vittorio Emanuele, che veniva mantenuta da Carlo Felice, promossa da Carlo Alberto, e conservata sino ai giorni presenti ; e già un'altra volta io vi rappresentava come avendo avuto iniziamento dall'assolutismo un primato, non dirò piemontese, ma italiano, fosse disdicevole distruggerlo in nome delle libere istituzioni. A ciò veniva risposto : e qual benefizio ha raccolto in Piemonte l'arte drammatica dalla compagnia reale? Essa non fece nulla: non ha nemmeno dato all'Italia un distinto attore ; e lasciava partire la Ristori, e permetteva che il Vestri morisse fuori del suo-grembo. A ciò pochissime parole ; io invito tutti quelli che hanno studiata la letteratura drammatica a ricordarsi che cosa ella fosse prima del 1820 e in Piemonte e in Italia. Sui nostri teatri primeggiavano in quel tempo schifose rappresentazioni; primeggiavano Alvaros mano di sangue, I venti re all'assedio di Troja, Gli esiliati in Siberia ed altre simili mostruosità. II popolo correva allettato dallo strepito teatrale, non dalle sublimi creazioni dell'ingegno; e col vitupero dell'arte si offendeva la ragione, si faceva insulto alla moralità. La nostra compagnia drammatica ebbe mandato di richiamare il buon gusto, di rivendicare il buon senso ; e poco stante si vide restituita nei nostri teatri la perduta cittadinanza a Goldoni, ad Alfieri, a Metastasio, ad Albergati, ed a tutti i maestri della scena italiana. Poco per volta si ottenne l'intento; il desiderio delle classiche rappresentazioni si fece universale ; i mostri allora di moda divennero insopportabili: e dalla capitale il buon gusto si diffuse in tutto il Piemonte, e dai Piemonte in tutta Italia, e in pochi anni si potè scorgere quanto giusta fosse la s e n tenza di Alfieri, che i buoni attori fanno i buoni spettatori, e che da entrambi fòrmànsi i buoni autori. Questo ha fatto la reale compagnia dramma'ica. Farse è vero che da alcuni anni si è introdotto qualche abuso. Ciò che significa? Significa che l'attuale Governo non ha più portato a favore dell'arte quella sollecitudine che si portava una volta; significa che voglionvi riforme, che vo~ glionvi miglioramenti, e si eseguiscano : ma ciò prova a un tempo che l'istituzione della compagnia drammatica in Piemonte portò ottimi frutti, e può portarne migliori ancora se il Governo non vorrà scalzarne la pianta. Qui debbo accennare a persone. Veniva detto: quale grande attore è mai uscito dal seno della compagnia drammatica? Signori, nella compagnia drammatica avemmo costantemente i primi attori d'Italia, in nulla secondi ai primissimi del teatro francese, benché una moda funesta ci spinga a sprezzar le patrie glorie per farci idolo la gloria straniera. Si disse: la Ristori non diventò grande che quando uscì dalla compagnia reale. Io dico invece che la Ristori ebbe la sua educazione drammatica dalla Marchionni, grande maestra dell'arte in Piemonte; dico che la Ristori usciva da una oscura compagnia, in cui il solo distinto artista era il meneghino Giuseppe Moncalvo, e che il suo splendore nell'arte ebbe iniziamento nella compagnia piemontese, alla quale mal si appone di non averla conservata. Eranvi nella compagnia due egregie attrici: entrambe non poteronsi a v e r e ; a ciò non bastavano i tenui mezzi; quindi si scelse una di esse, e si scelse la Robotti che da tanti anni è così meritamente applaudita sulla nostra scena. Si volle tacciare la compagnia reale della morte di Vestri fuori del suo seno. Signori, quell'immenso attore italiano, che difficilmente avrà un successore, era, come tutti i grandi artisti, uomo di così splendide abitudini, che i suoi negozii privati ebbero a trovarsi in dolorose strettezze, e fu il d i r e t - — 299 — TORNATA D E L 2 7 MARZO tore della compagnia reale che restaurò le sue fortune e consolò le amarezze sue. Dopo molti anni, per un istante di mal umore, usciva Vesiri dalia real compagnia, ma appena uscito, tornava subito a vincolarsi con lei, e quando moriva, già era stabilito il suo imminente ritorno. L'esimia Marchionni che, al ritirarsi dalla scena, ebbe dal Governo una pensione di lire 1200 annue, la ebbe p e r assegnamento sopra il sussidio della real compagnia, la quale più ch'altri fu lieta di questo atto di riconoscenza : ma se voi sopprimete il sussidio, spogliate anche la Marchionni della sua pensione, e son certo che non Vi reggerà il cuore di farlo. Si disse dal signor Valerio, e si è ripetuto dal signor ministro delle finanze, che non si vuol costituire monopolii nè mantenere privilegi; anch'io abborro i privilegi; ma questo, o signori, non è un privilegio, è una sovvenzione. Non è egli lecito a tutte le compagnie di concorrere in Torino e altrove colla compagnia reale ? Non confondete, ve ne prego, un giusto e dovuto incorag giamento con un odioso privilegio. Per animarvi a persistere nell'onorato patrocinio io vi citava l'esempio di altri paesi. Citava la compagnia italiana ne' tempi andati condotta in Milano dal Fabbrichesi, dove splendevano un Demarini, una Pellandi ; citava la compagnia reale stabilita in Napoli, citava il teatro francése in Parigi e faceva qualche cenno dei teatri dell'Inghilterra. In ordine ai teatri di Londra, sia p u r vero che essi non abbiano sovvenimento dal Governo; è noto tuttavolta come ne avessero di tratto in tratto dalla Corte, e son note le l a r gizioni del principe di Galles. Ma quanto al teatro francese si ebbe gran torto quando si volle contrastarmi la verità dei nazionali assegnamenti. Mi sono procurata, o signori, la discussione sopra il bilancio delle arti e teatri in data 8 novembre 1851, ed eccone le cifre : « Incoraggiamento alle arti belle e all'arte drammatica, 75,000 franchi ; soccorsi accordati ad artisti e sovvenzioni agli autori drammatici, compositori ed alle loro vedove, 127,000 franchi: sovvenzioni in genere ai teatri nazionali a titolo d'indennità e trattenimento, 1,329,000 franchi. » Ecco, o signori, in qual modo il teatro francese ha avuto sostegno e incoraggiamento dalla Francia, la quale sa come 10 splendore di un popolo stia principalmente nel genio suo. Onorate le armi, onorate la prestanza politica e governativa, ma onorate non meno l'eccellenza dell'ingegno e promovete 11 trionfo delle liberali arti. Senza di esse si possono avere arsenali, caserme, navi, porti ed orgoglio di potenza e materiale prosperità; ma i conforti del cuore, ma i dominii dell'intelligenza, ma i morali godimenti, ma i nobili slanci dell'anima non si possono avere. Distruggete le arti, e distruggerete la civiltà e avrete la barbarie. • w a & e k io j l o r e k ì z o . E l'Inghilterra? b r o f f d r i o . Quanto alle arti, alle scienze, alle lettere, l'Italia non ha nulla da invidiare all'Inghilterra, la quale se volle mietere allori nel campo delle artistiche ¿reazioni, dovette pur essa inchinarsi al genio italiano e studiare i nostri grandi maestri e imitarli e seguirli. Signori! Io vi parlava dell'arte drammatica come di un mezzo di liberale insegnamento e di educazione pubblica; ma fosse pur vero che l'arte drammatica non fosse che una s e m plice ricreazione, io dico che, anche in questo caso, il Governo dee proteggere il teatro, perchè non sia un pernicioso diletto, ma sia morale, sia nobile, sia educatore, secondo i voti e gli insegnamenti del nostro immortale concittadino Vittorio Alfieri. Ben lieta ventura è per noi che in Piemonte si innalzi finalmente un monumento al grande astigiano; ma poco onorerete, o signori, l'autore di Oreste, di Sanile, di Filippo, di Bruto, se mentre con una mano gli ponete una lapide, distruggete coll'altra il patrocinio drammatico che sotto gli auspizi del suo nome venne istituito in Piemonte. Colle tele, coi m a r m i , coi bronzi mal si onora la memoria dei grandi, quando se ne rigettano i consigli, e se ne ripudia l'eredità. Lamentavasi, o signori, che le provincie dovessero concorr e r e allo splendore della capitale ; si diceva essere ingiusto che il danaro del contadino si versi a benefizio dell'abitante della metropoli ; ed a ciò parrai di aver già abbastanza risposto. Soggiungerò nondimeno che la provincia volendo umiliare e abbattere la capitale, umilia e abbatte sè stessa, e ricorderò l'apologo di Menenio Agrippa al popolo romano : Rifiutino le membra del corpo l'alimento allo stomaco, e lo stomaco non potrà più diffondere la vita per le umane a r t e r i e , e ne seguirà la languidezza e la morte. Non è nè giusta, nè generosa, o signori, questa nuova i r r i tazione contro le capitali. La storia del mondo è tutta riposta nella storia delle grandi metropoli della terra. Noi troviamo l'Assiria a Ninive, a Babilonia; troviamo l'Egitto a Memfi; troviamo la Grecia a Sparta e ad Atene; troviamo l'Italia a R o m a ; la Libia a Cartagine, e la storia del Piemonte non si troverà ne'suoi casali e n e ' s u o i villaggi, ma nella città che sulle rive del Po e della Dora tiene da secoli la chiave delle Alpi. E qui voglio indirizzare il discorso ai nostri onorevoli colleghi della provincia e particolarmente a quelli che r a p p r e sentano la Savoia e la Sardegna, nella certezza che essi non vorranno dimenticare come i deputati del Piemonte non abbiano mai tralasciato di votare le loro strade, i loro ponti, i loro arginamenti, sebbene non vi avessero per loro parte nè comodo, nè vantaggio; e ciò li persuaderà che la comune prosperità e il comune decoro dipende da reciproche concessioni e da reciproci sacrifizi. Stringiamoci la mano fraternamente, e concorriamo con amorevole concordia al mantenimento delle nobili istituzioni che sono e saranno sempre un ornamento non solo, ma una gloria della piemontese intelligenza. Abbiatevi i miei ringraziamenti, o signori, per avermi p e r messo di estendermi in artistici e letterari ragionamenti, che forse per la prima volta usurparono qualche ora in questo recinto alle politiche contestazioni; e sia questo un buon augurio per il genio italiano. Rammentiamoci che se l'Italia è patria di dolori e di lagrime per le crudeli sventure da cui fu percossa, è patria p u r sempre sopra ogni altra delle lettere e delle arti, al cielo diletta. Non dimentichiamo nelle politiche illusioni da cui siamo circondali che, perduta la corona del mondo, rimase pur sempre all'Italia per consolazione de'suoi lutti lo scettro dell'intelligenza, e non iia che questo scettro che l'invidia e la sventura non ci poterono togliere^venga da noi con reo disprezzo gettato nella polve, (Bravo ! bravo !) a v i g b o ® . Au moment de présenter quelques observations en réponse de ce que vient de dire M. Rrofferìo, je pourrais m'écrier comme un des héros de l'Arioste : « Andava combattendo ed era morto. » En eiìet, messfeurs, je me sens déjà pétrifié et mort quand je songe à tout le couragedont j'ai besoin pour combattre, de ma faible voix, un si puissant et si éloquent erateur. Mais CAMERA DEI DEPUTATI puisque je suis forcé de le suivre dans les hautes régions où il lui a plu de s'élever, je l'y suivrai; mais seulement pour ramener la question sur le vrai terrain qui lui appartient. Je ne m'engagerai pourtant pas dans ces voies étroites de mesquinerie, d'avarice, d'économie, dont je pourrais parler fort à propos, mais dont on parle malheureusement trop souvent sans résultat. Je tâcherai dé tenir la question à la hauter à laquelle l'honorable M. Brofferio l'a élevée, c'est-à-dire, qu'ami des lettres et des beaux arts, élevée dans cette pensée que les lettres et les arts développent et régénèrent les nations, je crois qu'il est du devoir de tout peuple civilisé de les encourager et de les protéger, Cependant, messieurs, nous avons ici deux questions: l'une principale et l'autre particulière. On a dit d'abord que le théâtre servait à l'éducation el à la civilisation ; ensuite on a mis en avant que particulièrement cette compagnie dramatique tendait à ce but. Je n'ai pas un esprit d'anti-municipalisme, et je déclare que je désire que la capitale soit vraiment une capitale, et qu'elle soit entourée non-seulement de tout le luxefqu'il est possible de lui donner, mais encore qu'elle s'élève, par les arts et les monuments, à la hauteur qu'elle doit occuper maintenant; car naturellement elle est la capitale de l'Italie, de l'Italie toute entière, puisque la liberté y règne en maîtresse, et qu'aucune autre ville ne peut lui disputer cette suprématie. Je dis donc que la compagnie dramatique actuelle ne répond pas à ce qu'on voudrait nous faire croire; je ne pense pas qu'elle aide beaucoup à propager dans ce pays l'amour des bel les-le tires italiennes. Mon esprit observateur m'a conduit quelquefois dans mes promenades ou mes flâneries à porter mes yeux sur les affiches de ce théâtre et en y jetant les regards, j e me suis aperçu que tontes ces grandes idées de régénération et d'encouragement à donner en faveur de la littérature italienne, dont M Brofferio s'est fait ici l'éloquent avocat, n'étaient jamais pratiquées sur l'affiche. Vous-mêmes, messieurs, vous avez pu vous en convaincre durant cette dernière semaine. Qu'a-1-on représenté sur le théâtre duquel nous nous sommes déjà trop occupés? Qu'y a-t-on représenté la semaine dernière, quand, avec un peu d'habileté et prévenus par nos débats, les directeurs auraient dû être sur leur garde et se montrer dignes de la protection qu'on ceichait à attirer sur eux, en représentant les ehefsd'œuvres du théâtre italien... Qu'a-t-on représenté? Des traductions de pièces françaises, La Lectrice, Philippe, le Domino Noir. Oui, messieurs, le Domino Noir, un libretto d'opéra comique de M. Scribe, qu'on traduit en italien. Vous savez, messieurs, ce que c'est que le libretto d'un opéra où les auteurs trouvent très-souvent la rime, mai oublient plus souvent la raison. J'ai vu aujourd'hui même annoncer Mademoiselle de laSeiglière. Je vous demande, messieurs, s'il est possible de traduire dans une langue aussi belle que l'italienne ces mari» vaudages, ces petites phrases travaillées, ces mots en double ententes, toutes ces petites finesses de langage, ne signifiant quelque chose que dans l'idiome dans lequel ils ont été conçus; qui sont seulement acceptables, exprimés dans la langue où ils ont été pensés. De ces œuvres du moment, de ces œuvres brillantes, il en est d'elles comme des grandes œuvres, les extrêmes se touchent; c'est-à-dire que ni les unes, ni les autres ne peuvent supporter la traduction. SESSIONE DEL 1852 Il est aussi impossible à un Italien de traduire MademoL selle de la Seigliëre qu'aucun traducteur de faire passer dans une autre langue Aristophane, Plaute et les pièces du théâtre latin ; Sophocle et les pièces du théâtre grec ; Schiller, Shakespeare, Il est impossible, dis-je, à aucun traducteur, quelque éminent qu'il soit, quelque versé qu'il puisse être dans Une langue étrangère, de traduire ces beautés si grandes qui sont tout le génie d'un auteur, et les petites niaiseries qui sont tout l'esprit d'un autre. Donc, sous ce rapport, si le théâtre ^ue l'onorable M. Brofferio protège si hautement avait une mission si sublime, si belle, il faut avouer qu'il s'en est bien mal acquitté. J'ai encore entendu dire» dans le cours de la discussion qui a eu lieu l'autre jour, que le théâtre a été moralisateur, civilisateur. Cela est peut-être vrai, jusqu'à un certain point. Messieurs, il y a de ces lieux communs, si je puis m'exprimer ainsi, qui sont généralement adoptés et admis par tout le monde, et quand on les examine, quand on les raisonne, on est tout étonné qu'on ait pu les employer. Qu'est-ce en effet que le théâtre moralisateur ? Je conviens qu'il puisse y avoir quelques pièces qui soient morales, mais, est-ce dans un théâtre que vous irez commencer ou poursuivre l'éducation de vos enfants? Est-ce dans un théâtre que vous irez même la finir? Est-ce dans un théâtre que vous irez leur faire apprendre cette belle langue du Dante, de l'Arioste, du Tasse, celte belle langue dont vient de nous donner un si brillant échantillon l'honorable M. Brofferio? Je ne le crois pas, messieurs. Après tout, les pièces de théâtre ne sont en résumé que la représentation d'une intrigue habilement nouée, une intrigue dans laquelle nous voyons toujours la vertu lutter, combattre pendant deux ou trois actes contre le vice; durant ces deux ou trois actes le vice domine toujours en triomphateur, et la pauvre vertu est réléguée au dernier acte, où son triomphe rapide occupe le public pendant cinq minutes seulement. On est donc tenu d'assister pendant plusieurs actes aux tableaux complaisants du vice» pour arriver à voir les principes de vertu sortir victorieux de cette épreuve. Je ne crois pas, je le répète, que ce soit au théâtre que les jeunes gens de 18 à 20 ans doivent aller terminer leur éducation littéraire, bans les pays libres, comme l'Angleterre et les Etats-Unis, les jeunes gens ne fréquentent point habituellement les théâtres; ils ne peuvent y puiser des principes de moralité et de travail. Je ne viens pas me poser ici en Galon; mais, sans être d'un rigorisme trop absolu, on peut bien avancer qu'au théâtre on n'apprend qu'à perdre son temps, à flâner, ce qui conduit souvent aux plus mauvais résultats. Ce n'est donc pas vers les habitudes du théâtre que l'on doit pousser la jeunesse, et je ne voudrais jamais favoriser une pareille idée, sous prétexte que ce n'est qu'au théâtre que les jeunes gens peuvent étudier toutes les beautés de cette langue italienne, si pure et si harmonieuse. 11 y a un autre moyen beaucoup plus efficace pour arriver à ce résultat, il y a un autre devoir pour un père de famille, il y a un autre devoir pour tous les Italiens qui veulent populariser la richesse de la langue italienne, c'est de parler à leurs enfants la belle langue du Tasse, d'Alfieri, du Dante, au lieu de leur parler ce patois qu'il sont obligé de s'efforcer d'oublier plus tard (Âpprovazione). Voilà les vraies leçons, les vraies sources de lumières que l'on doit à la jeunesse. Et comment mieux apprendre cette langue que quand elle sort de la lèvre maternelle, de la lèvre paternelle? C'est ainsi qu'on l'apprend, qu'on se familiarise réellement avec elle. Eh! je vous le demande, messieurs, un jeune homme qui T O R N A T A D E L 2 7 MARZO serait habitué à écouler cette belle et éloquente parole q u e M. Brofferio vient de faire résonner dans cette enceinte, un h o m m e qui aurait la bonne f o r t u n e d ' e n t e n d r e tous les j o u r s , pendant une h e u r e , cette langue magnifique et sonore, je vous demande si, au but d ' u n ou deux ans, cet h o m m e , né en Italie, ne pourrait pas se vanter de p a r l e r la langue de Dante. Si je voulais p a r l e r , comme j e l'ai dit, sous le r a p p o r t écon o m i q u e , j'aurais trop beau jeux p o u r p r o u v e r a M. Brofferio qu'il est bien vi'ai q u ' o n d o n n e , en France, u n e certaine s o m m e , soit au t h é â t r e Lyrique, soit au t h é â t r e Français; mais l'honorable M. Brofferio doit r e m a r q u e r qu'au théâtre F r a n çais, qui est le théâtre # t s s i q u e , jamais de traductions n'ont été admises, et q u e non-Seulement les traductions ne sont pas acceptées, mais encore qu'il faut q u e les pièces soient écrites d ' u n e manière irréprochable sous tous les r a p p o r t s , et par un a u t e u r national. C'est donc pour encourager les a u t e u r s , les poètes de la langue française, pour conserver ces belles tradietions de la belle langue du X V I I et xvm siècle q u e l'on subventionne le t h é â t r e Français. Mais, si d ' u n côté ce théâtre reçoit du Gouv e r n e m e n t une assez forte somme, de l'autre il est soumis à des règlements sévères q u e M. Brofferio p o u r r a t r o u v e r dans le decret de Moscou de l'an 1812, donné par Napoléon lui-même ; c'est de là qu'il a réglé les destinées du t h é â t r e Français Non-seulement on se m o n t r e sévère p o u r les pièces qu'on y j o u e , mais encore p o u r les artistes qu'on y a d m e t . Ce n'est q u ' a p r è s avoir j o u é sur ce t h é â t r e p e n d a n t 10 ou 12 ans et p e u t - ê t r e davantage q u ' o n p e u t a r r i v e r à ê t r e p e n sionnaire, et l'on ne devient pensionnaire q u ' e n se soumettant à un ballottage qui a lieu e n t r e s les sociétaires. On ne peut jamais aspirer au rang de sociétaire q u e p a r son talent, q u e par son mérite. Il faut faire p r e u v e et de talent et de d é v o u e m e n t et de m é r i t e , car la faveur serait impuissante à obtenir ce q u e le mérite ne peut leur valoir. Messieurs, comme cette question me paraît tout à fait s u perficielle, q u a n d la C h a m b r e a à s'occuper de choses bien a u t r e m e n t sérieuses, j e ne la prolongerai pas, et j e n'abuserai pas de la bienveillance avec laquelle la Chambre a bien voulu écouler les observations q u e j ' a i pris la liberté de lui p r é s e n t e r . C e p e n d a n t ' j ' a j o u t e r a i encore u n e c h o s e : j e m e p e r m e t t r a i de citer un fait tiré de l'histoire, et qui p e u t s'appliquer dans cette circonstance à la question qui nous occupe. Il s'agit du roi Tarquin l'ancien. Vous savez, messieurs, q u ' u n e sybille vint lui porter neuf livres de prophéties qu'elle lui offrit à un prix excessivement élevé. T a r q u i n , effrayé de l'importance de la s o m m e , sourit et repoussa les neuf livres, t a sybille prit les trois p r e m i e r s livres, les brûla devant lui, et lui demanda des six a u t r e s la m ê m e somme qu'elle avait d e m a n d é e p o u r les neuf. T a r q u i n , avec un scepticisme, p e u t ê t r e trop avancé p o u r cette é p o q u e , repoussa les six livres. La sybille en brûla encore trois a u t r e s , et d e m a n d a à Tarquin p o u r les trois derniers la même somme qu'elle avait réclamée pour les neuf. T a r q u i n , troublé p a r cette persistance, commença à réfléchir. Ne pouvant d ' u n côté se décider à d o n n e r une si grosse s o m m e , et de l ' a u t r e n'osant pas r e f u ser devant une si singulière obstination, Tarquin envoya chercher les augures, il les r é u n i t , j u s t e m e n t , messieurs, comme nous le sommes dans ce m o m e n t ; après avoir e n t e n d u toutes les circonstances, les a u g u r e s , avec cette p r o f o n d e sa gesse qui leur était habituelle, déclarèrent qu'il fallait sans hésiter d o n n e r la s o m m e d e m a n d é e . T a r q u i n s'exécuta aussitôt, et la sybille reçu p o u r ses trois d e r n i e r s livres la somme q u ' o n lui avait r e f u s é pour les neuf. Messieurs, dans eette circonstance, qui rossemble tant à celles dont je viens de vous parler, je vous d e m a n d e q u e la sybille ne nous effraie pas, q u e les a u g u r e s ne soient pas écoutés, q u e la nation ne paie pas, et q u e nous votions contre la prise en considération de celte pétition. (Segni d'approvazione) s ì v i m Quando la petizione sia mandata al Ministero colla condizione posta dal signor ministro delle finanze, io c e r t a m e n t e non mi vi oppongo ; ma qualora la petizione sia trasmessa per esser presa in considerazione, esortando il Ministero a dare un sussidio alla compagnia reale, allora io devo p a r l a r e c o n l r o questa condizione. Signori, se io sorgo a combattere questa petizione perchè non sia trasmessa al Governo coll'intento che venga dato il solito sussidio alla compagnia reale, non s>ia chi pensi che io sia nemico alle belle arti,<nè alla poesia ; che anzi io le onoro a l t a m e n t e , nè io sarò mai p e r avversarne gl'incoraggiamenti. Io mi vi oppongo perchè la domanda contenuta in questa petizione è contraria ad ogni giustizia; e la giustizia, o signori, è la più bella, è la più santa di t u t t e le arti, di t u t t e le d i scipline. È c o n t r a r i a alla giustizia, p e r c h è essa viola quella legge di eguaglianza che ne costituisce il principale fondamento ; è contraria alla giustizia distributiva la quale comanda che ciascuno contribuisca ai carichi sociali secondo la proporzione dell'utilità che gliene ridonda, e non chiami a contributo coloro ai quali nulla affatto imporla questo o quell'instituto, perchè nè utile, nè diletto presentano. Ciò posto, io domando, è egli consentaneo a questa legge di eguaglianza e di giustizia che tutti senza distinzione, e ricchi e poveri, e vicini e l o n tani, e di qua dei monti ed oltremonti, e cisinarini e oltrem a r i n i , che gli stessi abitatori delle alpi e delle campagne e di ogni piccola terricciuola, moltissimi dei quali ignorano perfino di teatri e d'istrioni il nome, contribuiscano il loro danaro a p r o c u r a r e piaceri e sollazzi ai signori della capitale o di una o due a l t r e città? Se la Camera approvasse u n a tanta ingiustizia, il che io s p e r o , anzi confido che non a v v e r r à , cadrebbe in acconcio il detto di un celebre o r a t o r e : « voi volete essere liberi, e non sapete essere giusti, » non vi potendo essere libertà senza giustizia, anzi libertà e giustizia sono una cosa sola, perocché ambebue intendono a m a n t e n e r e a ciascuno i propri diritti. Ond'è che o t t i m a m e n t e diceva l'onorevole Bastian: « chi vuole divertimenti se li paghi. » Nè scema punto la forza del suo argomento la diversità della favella da lui parlata, p e r c h è sopra ben altre ragioni si fonda, e il suo ragionare milita non solamente per la Savoia, ma p e r lutti i paesi lontani dai principali teatri, cioè per più che i 19/20 degli abitatori dello Stato. Signori, nella capitale cola il d a n a r o da tutte le p a r t i ; la capitale s'impingua a malgrado della calamità dei tempi, e vorrà ella ancora i m p o r r e un tributo sulle misere provineie, sulle miserabili campagne per largheggiare verso una compagnia teatrale di cui ella sola gode il beneficio? Ma poniamo che si voglia soccorrere questa compagnia, ciò dovrà farsi a spese di quei luoghi dove essi lavorano, e tali spese si dovranno p o r t a r e sul bilancio municipale (Segni d'assenso), come si fa di tutte le altre spese comunali, ma non su quello dello Stato, a carico e d e t r i m e n t o di coloro che nessun utile nè diletto ne sentono. Di ben altro che d'istrioni che declamino sulle scene della capitale abbisognano gii abitatori della Sardegna, una gran p a r t e dei quali giace tuttavia in uno stato che rasenta la b a r b a r i e ; ed i monti della Savoia, e le campagne della Liguria e CAMEEA DE I D E P U T AT I — SESSI ONE D E L 1 8 5 2 d el P ie m o n t e , d o ve m o lt is s im i son o co lo r o ch e n on s a n n o n è le gge r e , n è s cr ive r e , d i b u o n i m a e s t r i a b b is o gn a n o , co m e n o t a va o p p o r t u n a m e n t e il d e p u t a t o Va le r io , ch e in s e gn in o lor o gli e le m e n t i d elle le t t e r e e d e ll' a r it m e t ica , ch e in s egn in o lo r o i p r in cip i! d ella m o r a le , i d ir it t i d ei cit t a d in i, i p r im i e p r e cip u i d o ve r i ve r s o la m a d r e co m u n e , la p a t r ia . Di q u e s t i a b b is o gn a n o s o m m a m e n t e , e s o m m a m e n t e n e p e n u r ia n o , e se vo glio n o u n m a e s t r o ch e li d ir o zzi, u n m e d i co , u n ch ir u r go ch e li a ssist a n e lle lo r o in fe r m it à , se vo glion o fa r e a lt r e s p es e d i n eces s it à in e lu t t a b ile son o co s t r e t t i d i p r o vve d e r e a t ali co s e a ccr e s ce n d o la p r o p r ia p e n u r ia , s o t t o p o n e n d o s i a m o lt e p r iva zio n i, e fr a u d a n d o il ve n t r e d el p a n e q u o t id ia n o . (Segni di adesione) Nè m i si a d d u ca l' e s e m p io d e ll' U n ive r s it à , ch e m a le si p a r a go n a la n ob ilissim a Un iver s it à d egli s t u d i co n u n b r a n co d 'is t r io n i (Susurro su alcuni banchi)... s ì ; ist r ion i ; è q u e st o il vo ca b o lo ve r o , vo ca b o lo ch e d e r i va d a lla lin gu a e t r u s ca , e d i m p o r t a lo st esso ch e co m m e d ia n t e . Io u so le p a r o le s e co n d o il s ign ifica t o ve r o ch e h a n n o , ed h o d ir it t o d i p a r la r e p r o p r ia m e n t e e s e co n d o il lin gu a ggio cla s s ico . Ci s on o is t r ion i b u o n i, e cce lle n t i, e d is t r io n i p e s s im i. La p a r o la a d u n q u e in sè n on s p e cifica a lcu n a q u a lit à n è b u o n a , n è ca t t iva . All' U n ive r s it à d egli s t u d i a cco r r e la s t u d ios a gio ve n t ù d a t u t t e le p a r t i d e llo St a t o sen za e cce zio n e ; fo r s e ch è n on con st a d i gio va n i ve n u t i d a lle p r o vin cie la m a ggio r p a r t e d i co lo r o ch e ivi a t t e n d o n o a llo s t u d io d elle le t t e r e e d e lle s ci e n ze ? Ma vi è u n ' a lt r a r a gio n e p iù p a t e n t e , ed è q u e s t a : l' i s t r u zio n e ed il s a p e r e ch e si a t t in ge a ll'Un ive r s it à si d iffo n d e p oi p e r t u t t o lo St a t o a p r o fit t o d e lle cit t à , e t e r r e , e b o r gh i , e ca m p a gn e , le q u a li p a r t i t u t t e a vr a n n o m iglior i m e d ici, m i glio r i le gis t i, m iglio r i n o t a i, m iglio r i giu d ici e m iglio r i p r o fe s s o r i e m a e s t r i, ed a ggiu n ge r ò a n co r a m iglio r i t eologi e co lt i s a ce r d o t i in ve ce d ' ign o r a n t i p r e lo n zo li ch e son o la ve r a sca b ia d ella r e ligio n e e d ella m o r a le . (Risa di approvazione) Ma si d i c e : n on si co n ce d o n o fo r s e p r ivile gi a ce r t e co m p a gn ie ch e in t r a p r e n d o n o gr a n d i la vo r i di p u b b lica u t ilit à ? Non si co n ce d o n o p r ivile gi a gl' in ve n t o r i d elie a r t i, ai p r o m o t o r i d i p r o gr e s s i s cien t ifici? La d iffe r e n za la ve d r e b b e u n cie co . 1 gr a n d i la vo r i ch e si e ffe t t u a n o d a lle co m p a gn ie p r o fit t a n o a t u t t i in d is t in t a m e n t e ; p e r ca gion d ' e s e m p io , le s t r a d e fe r r a l e , a ge vo la n d o le co m u n ica zio n i, p r o m u o vo n o il co m m e r ci o , fo m e n t a n o le in d u s t r ie e d iffo n d o n o l' u t ilit à p e r t u t t o lo St a t o a gu is a d el s a n gu e ch e cir co la n el co r p o u m a n o p e r m e zzo d e lle a r t e r ie e d elle ve n e . Di q u a le u t ilit à u n ive r s a le p oi e s s e r e p ossa l' in ve n zio n e d i u n a m a cch in a n on vi è ch i n oi ve d a e n oi c o n o s c a ; e s e m p io n e sia la m a cch in a p e r filare il co t o n e . Qu e lle st offe ch e p r im a si p a ga va n o d u e e p iù lir e il b r a ccio , si co m p r a n o o r a p e r q u a t t r o o cin q u e s o ld i, con b e n e ficio d i t u t t i, e s p e cia lm e n t e d e lle cla ssi b is o gn o s e . Ma, si s o ggiu n ge , d a lla ca p it a le d ip e n d e la lib e r t à , d ip e n d e la s o r t e e la felicit à di t u t t o lo St a t o ; e , co s a s t r a n a , si s oggiu n ge a n co r a ch e s t e t t e la lib e r t à d ella Gr ecia finché d u r ò Sp a r t a . Oh s ì, ve r a m e n t e !! Son o p u r e ca p it a li gr a n d is s im e e Vie n n a e P ie t r o b o r go , e P a r igi e Co s t a n t in o p o li, e colà r e gn a , co m e o gn u n s a , u n a m a r a viglio s a e d in vid ia b ile lib er t à ! ! (Ilarità) D e l r e s t o , io n on so ve d e r e co m e la s o r t e d i u n a ca p it a le a b b ia a d ip e n d e r e d a u n a sola co m p a gn ia d i co m m e d ia n t i ( p o ich é n on si vu o le ch e io d ica is t r ion i) (ilarità). Non g o d on o fo r s e già le ca p it a li a lt r i in n u m e r e vo li va n t a ggi s u lle Pr ovi nci e? F o r s e ch è la ca p it a le n on è il ce n t r o d i t u t t i gli a ffa r i? F o r s e ch è in essa n on r is ie d e la m a ggio r p a r t e d egli im p ie ga t i d e llo St a t o ed i p iù la r ga m e n t e r i m u n e r a l i ? In essa e Un iver s it à e co lle gi, e gr a n d is s im o n u m e r o d i s co la r i ; in essa la Co r t e con t u t t o il s u o s e gu it o , e n u m e r o s e g u a r n i gio n i, e s e n a t o r i e r a p p r e s e n t a n t i d ella n a zio n e . A ch e d u n q u e si va n n o fa n t a s t ica n d o a lt r i p r ivile gi a d e t r im e n t o d elle m is e r e p r o vin cie ? Sen t o d ir e ch e q u e s t o n on è u n p r ivile gio , m a u n a s e m p lice s o vve n zio n e . Ma se u n t a l s u s s id io n on lo d a t e a lle a lt r e c o m p a gn ie , e vid e n t e m e n t e il b en efizio d i cu i go d e la co m p a gn ia ch e lo r ice ve è u n ve r o p r ivile gio . In q u e s t o a d u n q u e si vio la la le gge d ' u gu a glia n za ch e vie t a d ' ir r o ga r p r ivile gi. Qu a n t o a Sp a r t a p o i, n on so d a q u a li d o cu m e n t i , d a q u a li r e co n d it e s t o r ie il s ign o r d e p u t a t o Br o ffe r io a b b ia ca va t o ch e la Gr e cia fu lib e r a finché Sp a r t a d u r a va . Tu t t e le s t o r ie d a m e le t t e m ' in s e gn a n o ch e la Gr e cia fu s e r va d ei M a ce d o n i, e t u t t a via Sp a r la d u r a va , ch e la Gr ecia fu s e r va d ei R o m a n i, e t u t t a via Sp a r la d u r a v a ; d u r a va Sp a r t a , e d ella st essa e r a s ch ia va d i t ir a n n i d o m e s t ici, e fr a gli a lt r i di R a b id e . Nè q u i ca d o n o o p p o r t u n e le lod i d ei p oet i e d ella p oes ia ; q u i n on si t r a t t a d i p o e t i, si t r a t t a d i c o m m e d i a n t i ; n e lla b o r s a d ei p o e t i n on cola q u e s t o su ssid io (Risa di approvazione). Se a lt r o n on h a n n o i p o e t i si m o r ir a n n o d i f a m e ; n on fioriranno i p o e t i n è p iù , n è m e n o , m a lgr a d o q u e s t ' o ffa ge t t a t a in b o cca al ce r b e r o d el t ea t r o (Ilarità). V' e r a fo r s e u n a co m p a gn ia p r ivile gia t a q u a n d o Vit t o r io Alfie r i s cr ive va le s u e t r a ge d ie ? Vo r r e i ch e m i si d ices s e q u a li s o m m e d i d a n a r o sien o m a i st a t e la r git e d a i Go ve r n i a lle co m p a gn ie d r a m m a t ich e n ella p a t r ia d i Sh a k e s p e a r e , d i Ca ld e r o n , d i Sch ille r e d i Goet h e ? Ma in I n gh ilt e r r a , m i si d ice , fu d a t a gr a ve s o m m a d i d a n a r o a lle co m p a gn ie di t e a t r o . O h ! s ì, sì, lo c r e d o , a n zi, b e n e m e n e r i c o r d o ; il p r in cip e d i Ga lle s , ch e p oi fu Gior gio I V, s p a r n a zza va la r gh e s o m m e a lle ca n t a lr ici e d a lle b a lle r in e , p e r ch è e r a u n d o n n a iu o lo d i p r im o o r d in e (Ilarità generale prolungata), Dico solo d o n n a iu o lo p e r r is p e t t o a lla m e m o r ia d i u n m o r t o , ch è a lt r im e n t i u s e r e i p a r o le p iù gr a vi. (Nuova ilarità) E q u a n d o fioriva Co r n e ille , d i cu i si fe ce m e n zio n e , e Moliè r e e R a cin e , e se vo le t e a n ch e Cr e b illo n , vi e r a fo r s e a lcu n a co m p a gn ia r e t r ib u it a d a l Go ve r n o e p r ivile gia t a ? Non fu ch e m o lt o t e m p o d o p o il fiorire d e ' g r a n d i t r a gici e d e i s o m m i co m ici ch e in F r a n cia si fo r n ir o n o su ssid i ai t e a t r i. Del r e s t o , se vi fu r o n o p o e t i d e gn i d i s o m m a lo d e e b e n e m e r it i d elia vir t ù e d e ll' u m a n it à , i q u a li s a e t t a r o n o fieram e n t e il vizio , flagellarono l' ip o cr is ia e le m a ga gn e d ei p o t e n t i, oh ! t r o p p o p iù gr a n d e fu il n u m e r o d i co lo r o i q u a li im b r a t t a r o n o gli a llor i d el P a r n a s o n e l fa n go d e ll' a d u la zio n e . È sen za d u b b io n ei s o m m i p o e t i u n a s p e cie d i d ivin it à , o n d ' è ch e d ice va Ovid io : est Deus in nobis, agitante colescim us ilio, ed è q u e s t o q u e l divinim i quoddam on d e p a r la Cice r o n e n e lla s u a o r a zio n e p r ò Ar ch ia p o e t a ; m a q u e s t ' a ffla t o s u p e r n o , q u e s t ' a u r a d ivin a , q u e s t a fiam m a ce le s t e t r o p p o s o ve n t e essi co n t a m in a r o n o , p r o s t it u e n d o la a l fa vo r e d ei r icch i e d ei gr a n d i. Non p a r lo d e ' G r e c i , ch e vis s e r o q u a s i t u t t i e fio r ir o n o in r e p u b b lich e ; e n e lle d e m o cr a zie o gn u n o sa ch e a llign a a ssa i m e n o la sozza p ia n t a d e ll' a d u la zio n e . Ma n on fu r o n o q u a si t u t t i a d u la t o r i i p o e t i d el s e co lo d i Au gu s t o ? Non fu r o n o a d u la t o r i, e vilm e n t e a d u la t o r i i p o e t i ch e fiorir on o sot t o il r e gn o d i Lu igi XI V? E finalm ente, m io m a lgr a d o il d ico , e con gr a n d is s im o d o lo r e , fu r o n o a d u la t o r i a n ch e i p o e t i it a lia n i, p iù gr a n d i e p iù s o m m i. Se t u n ' e cce t t u i Da n t e e Vit t o r io Alfie r i, a cu i p o t r à , ch i vo glia , a ggiu n ge r e Ugo F o s co lo , p e ccò d i q u e s to vizio il P e - — 505 — TORNATA D E L 2 7 MARZO trarca, peccò l'Ariosto, peccò Torquato Tasso, peccò ¡1 Metas t a s i , peccò Vincenzo Monti e quanto ! . . . m a , come già dissi, qui non si tratta di poeti, ma di commedianti; quando non si accenni ad alcuno di quei poetastri seguaci delle compagnie comiche, vituperio delle muse e del Parnaso. (Ilarità) Finalmente, o signori, se noi abbiamo tolto dal bilancio dello Stato il sussidio che si dava all'Accademia di pittura e di scultura, come sarebbe la Camera consentanea a sè stessa, se ora volesse largheggiare verso una compagnia teatrale ? Nè alcuno mi venga a dire che queste sono arti m u t e ; io rispondo che anzi esse sono parlanti, ed altamente parìanti ; che le tele, i marmi, i bronzi fatti vivi e spiranti sotto la mano di sommi artisti, non solo parlano, ma sono eloquentissimi ; essi parlano agli occhi, i quali trasmettono all'anima le i m pressioni assai più vivide e r o b u s ' e che se fossero trasmesse per mezzo degli orecchi, secondo la verissima avvertenza di Orazio. E di tanto maggior giovamento riescono questi al popolo, per essere d'ordinario posti nelle logge e nelle piazze alla vista del popolo tutto. Quando esso popolo mira nel giardino delle Tuilleries la bella statua di Spartaco, che atteggiato di fierissima indignazione frange le sue catene, esso popolo impara che indarno si cerca di far serva una nazione, la quale sia veramente risoluta di vivere libera; quando in uno dei luoghi più frequenti di Londra il popolo guata la statua di un r e che con faccia scura e mesta addita il luogo dove fu punito il violatore della gran carta, esso popolo rammenta che non vanno sempre impuniti i violatori degli ordini fondamentali, i distruggitori delle libertà dei popoli. (Bravo! Bene !) Ogniqualvolta nella piazza granducale di Firenze io contemplava l'opera del famoso Cellini, la stupenda statua del Perseo volante, che battendo le ali per le regioni dell'aere, scende come fulmine e recide il capo all'atroce e funesta Gorgone, sorgeva nell'animo mio questa conclusione, che la luce intellettuale, che la potenza del pensiero e delle idee dovrà p u r alfine trionfare dell'ignoranza, dell'errore, della superstizione, dovrà alfine trionfare degl'inganni, delle frodi, della crudeltà e della violenza della brutali tirannidi. Io voto contro la petizione quale sta scritta, (Vivi segni di approvazione) B R o m e i o . Se nulla vi ha di nuovo e di peregrino nel linguaggio di coloro che pigliano a patrocinare la causa della letteratura drammatica, sono pur tutti logori e rimestati a r gomenti quelli che in contrario si adducono. È questo un campo assai'percorso ; e basta ricordare ciò che scrisse Gian Giacomo Rousseau sulle lettere e sulle arti, e in particolare sul teatro di Ginevra per sapere a memoria tutto ciò che un potente ingegno armato di arguto sofisma può detiare su questo soggetto. s c a v i s a . Domando la parola. b b o f f e b i o . Mi rivolgo primamente al signor Avigdor, che con benevola sì, ma incisiva favella, si levò contro l'arte drammatica, per dirgli essere io non poco maravigliato come egli abbia fatto imputazione alla nostra compagnia di avere nel suo repertorio il Filippo, la Leggitrke e la Damigella di Seiglière, Queste produzioni non son forse encomiati lavori del teatro francese ? L'ultima in particolare non è forse un capo d'opera della moderna scena di Parigi ? Non crede il signor Avigdor che le produzioni francesi si possano tradurre perchè, dice egli, gli arguti motti e le g r a zie delia favella svaniscono sotto la penna del traduttore. Mi permetta il signor Avigdor di dirgli che egli fa torto al genio della lingua che suona così elegantemente sui suo labbro. Il merito delle opere francesi che ottennero giusta rinomanza non consiste in venustà di siile, nè in leggiadria di favella; consiste nella pittura dei caratteri, nello svolgimento dell'azione, nella maestria della condotta, nobili pregi che resistono a tulle le traduzioni e si trasmettono in tutte "le lingue, come ne fan fede le opere di Corneille in Francia, di Schiller in AlOmagna, di Shakespeare in Inghilterra, di Alfieri in Italia. Versa pure in inganno il signor Avigdor quando afferma che sul teatro francese non si rappresentano mai traduzioni di opere straniere. Vidi io stesso l'Otello e VAmleto di Shakespeare, la Giovanna d'Arco e la Maria Stuarda di Schiller. È vero che quelle tragedie erano piuttosto riduzioni o raffazzonamenti che traduzioni; ma in questo è sempre più da p r e giarsi lo scrittore italiano che con lodata modestia si costituisce fedele traduttore, che non lo scrittore francese che a forza di plagi, di mutilazioni, di smembramenti e di amputazioni ha l'audacia di appropriarsi l'idea straniera e di costituirsene creatore. A ciascuno, o signori, la giustizia che gli è dovuta. 11 rimprovero poi d i e c i fa il signor Avigdor di ricorrere per la scena italiana al repertorio francese non è molto generoso ; egli dovrebbe vedere in ciò un onorevole tributo, non una sfacciata dilapidazione.Del resto, qual colpa hanno gli attori italiani se il nostro moderno teatro non offre loro c o piosa messe come il teatro francese a cui sono costretti di rivolgersi? Se le condizioni politiche ed economiche dell'Italia sono ai dì nostri avverse alle drammatiche ispirazioni, e p e r chè farne colpa agli attori che più di tutti portano la pena di questa deplorata sterilità? Ho inteso a dire che si chiude l'accesso della scena ai giovani ingegni. Vorrei sapere quale sia l'opera di mei ito che la reale compagnia abbia ricusato di acquistare anche con notevoli sacrifizi. Non vi è giovane a venti anni che sappia far versi il quale non sia autore di una o due tragedie; ed io lo so, perchè così ho cominciato anch'io; e quando si sono scritti cinque atti si vuole assolutaménte vederli rappresentati. Guai in tal caso se il direttore, onest'uomo, vi avverte che cinque atti in versi non sono ancora una tragedia Noi chiediamo vendetta agli uomini e agli dei, e il direttore e gli a t tori sono tutti vandali che non incoraggiano il genio italiano. E questa, o signori, è la storia di tutte le declamazioni degli ingegni sconosciuti contro la reale compagnia. Vuoisi attori, e autori, e spettatori? Intervenga il Governo in favore del teatro con intelligente sorveglianza e con liberale sovvenimento. Senza di questo il palco scenico tornerà a convertirsi in tavole di saltimbanco. Nulla o poco dirò contro l'accusa d'immoralità scagliata all'arte drammatica ; son vecchie querele, e da gran tempo risolte. Non è vero che qualche condannata sentenza sul labbro di un odioso personaggio, o qualche scena in cui prevalga la tirannide e iì vizio trionfi, lasci nel cuore più profonda traccia che non l'insegnamento di virtù che deriva dal complesso dell'azione o dallo scioglimento di essa. Per quanto prevalgano in autorità, in forza, in potenza, in fortuna i Neroni, gli Appii, i Filippi, gli Eteocli, gli Egisti, non è alcuno che, uscendo dal teatro, non li maledica, e non voglia essere piuttosto loro vittima, come Seneca, come Icilio, come Carlo, come Polinice, anziché loro complice, come Tigellino, come Marco, come Gomez, come Creonte. Ma queste, come io dissi, son vecchie querele, e non posso — 504 — CAMERA D E I D E P U T A T I — indurmi a credere che il signor Avigdor, il signor Ravina le abbiano qui seriamente ripetute. E poiché ho parlato del signor Ravina, ecco che a lui mi rivolgo per chiedergli se quelle magnanime commozioni che si svegliarono nel cuor suo all'aspetto dello Spartaco e del Perseo che spirano n e l marmo a Firenze e a Parigi non siansi del pari risvegliate, e con più ardore e con maggiore e n t u siasmo, assistendo alla rappresentazione della Virginia, del Bruto, del Tinioleone sulle patrie scene. Se la pittura, se la scultura, che sono grandmarti, ma i»n mobili e mute, hanno tanta potenza nel cuor suo, come mai egli rimane così freddo quando la poesia drammatica gli r i cerca le più occulte fibre dell'anima? Ma i! signor Ravina disgiunge la causa di chi crea da quella di chi eseguisce. E per verità la distanza è grande. Ma l'arte drammatica non può tuttavia compiutamente sussistere senza che il pensiero abbia soccorso dall'esecuzione. E per quanto grande, torno a ripeterlo, sia la distanza da Racine a Talma, da Shakespeare a Kean, da Alfieri a Demarini, da Goldoni a Vestri, sarebbe colpa disconoscere che per immedesimarsi nell'anima di questi sommi poeti, e indovinarne i segreti, ed esprimerne i palpiti, e vivificarne i pensieri, e trasfonderne, per così dire, nelle altrui vene il fuoco, il sangue, l'alito e la vita che informano te immortali creazioni del genio, è d'uopo di essere artista e di sentirsi sollevato dalla volgare schiera, Diceva il signor Ravina che i sussidi non hanno mai fatto gli artisti ; il signor Ravina ha ragione ; l'ingegno nasce da sè, vive da sè e muore anche miseramente da sè. Ma perchè l'ingegno è una specie di umana condauna che si apre la via fra gli stenti, i dolori, le tribolazioni, dobbiamo noi compiacerci di vederlo sempre in lotta coll'abbandono e colla miseria? E sarà dunque eterno decreto che una povera tomba e una mesta croce siano il solo premio dell'ingegno sopra la t e r r a ? Nel giorno che gli uomini arrossiranno di essere ingrati, il merilo e la virtù cesseranno d'essere negletti e perseguitati. Intanto gli esilii di Dante, le prigionie di Tasso, le miserie di Omero, le torture di Galileo dicano per me al signor Ravina come sia tempo che l'umano ingegno sia un po'meglio retribuito che di umani martirii. Del resto ha torto il signor Ravina quando afferma che i grandi ingegni drammatici non ebbero mai sovvenimento. Fu sovvenuto Molière da Luigi XIV, Corneille dal cardinale di Riclielieu, Vollaire da Federico, Metastasio da Maria Teresa, per tacere di molti altri; e molte odiose pagine della storia di questi principi vennero cancellate grazie all'affetto che mostrarono per questi grandi maestri. Ha torto più ancora il signor Ravina quando si scaglia contro i poetastri seguitatori di comiche compagnie. Nel numero di questi poetastri havvi Goldoni che passò la sua vita con esse, havvi Molière capocomico egli stesso, havvi Federici, havvi AvellonL havvi Shakespeare. Il signor Ravina lo ha dimenticato. Egli osservò inoltre che la sozza pianta dell'adulazione alligna particolarmente dove sono letterati ed artisti. Signori! La pianta dell'adulazioue allignò sempre d a p p e r tutto dove furono deboli e potenti, piccoli e grandi, oppressi e oppressori. Non è d'uopo di essere artista per essere a d u l a t o r e ; p e n e trò in tutte le reggie; non veggo artisti, non veggo letterati, e trovo adulatori a migliaia , meno ingegnosi è vero, ma più schifosi e corrotti. Gli artisti sono uomini, e soggiacciono a n ch'essi alle umane infermità. Pigliamoli adunque come sono ; SESSIONE DEL 1852 onoriamo le loro grandi virtù, e tiriamo un velo sopra le loro debolezze, che attestano comune in tutti l'eredità di Adamo. Disse il signor Ravina che dai sussidi accordati agli attori non venne mai benefizio agli autori. Egli s'inganna Alberto Nota, Silvio Pellico, Carlo Marenco ebbero sempre onorevole retribuzione dalla real compagnia. Fui retribuito più volte io stesso, quando, ne'miei giovani anni, mi provai neli'arringo drammatico, ed ebbi l'onore di vedere accolti i miei modesti lavori nel repertorio della real compagnia, a cui era allora non facile l'accesso. E nei giorni presenti il solo autore veramente fecondo che abbia l'Italia, voglio dire l'egregio Giacomelli, ha discreti onorari dagli attori nostri. Non abbiate dunque rincrescimento di accordare la sovvenzione che vi è chiesta ; e perchè non sembri che io voglia troppo scostarmi dalle intenzioni del signor ministro, invito la Camera ad accettare questa proposta : « Sia trasmessa la petizione al Ministero perchè provveda nel modo che crederà più efficace alla conservazione in Piemonte di un'istituzione che da più di 30 anni ebbe primato in Italia. » Per tal modo il Ministero e il Parlamento avranno in comune il merito di salvare in Italia l'arte drammatica dalla rovina da cui è minacciata. P R E S I D E N T E . Domando se è appoggiala questa proposta del deputato Brofferio. (È appoggiata.) CAVOUR. ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. L'attuale questione, che era per me una vera questione di finanze, venne dall'onorevole deputato Brofferio sollevata nelle regioni dell'arte, nelle regioni della poesia, ed in esse ha largamente spaziato col suo singolare ingegno. In queste regioni gli tennero dietro gli oratori che combatterono la sua opinione, gli onorevoli deputati Avigdor e Ravina. Non capace d'innalzarmi a tanta altezza, seguirò le vie prosaiche della questione, che sono quelle delle finanze. L'onorevole deputato Brofferio disse che egli non riconosceva una grande differenza fra le opinioni della Commissione, e forse fra le proprie opinioni e quelle formulato dal Ministero ; e da ciò traeva la conseguenza che si potrebbe dalla Camera accettare un ordine del giorno il quale riunisse la massima parte delle opinioni. Quest'ordine dal giorno, di cui ha testé dato lettura, dice: « La Camera invita il Ministero a provvedere nel modo più efficace al mantenimento della compagnia drammatica, di un'istituzione che vive da 30 anni con beneficio del paese. » Non capisco come il deputato Brofferio abbia potuto p e n sare che quest'ordine del giorno esprimesse l'opinione da me manifestata. Io ho dichiarato formalmente che il Ministero non dissentiva dal rinvio della petizione, ondé veder modo di mantenere la compagnia drammatica, con che però in questo modo fosse escluso ogni sussidio pecuniario. Ora nell'ordine del giorno del deputato Brofferio si dice « promuovere nel modo più efficace; » ma il modo più efficace, siamo di buona fede, sarebbe di dare un sussidio. (Risa di assenso) B R O F F E R I O . Nel modo che crederà più efficace«.. CAVOUR, ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io credo che il mezzo più efficace sarebbe di dare un sussidio, e sono certo che con esso la compagnia proseguirebbe e potrebbe anche svolgersi. Ma io opino che non sia il caso di darlo questo sussidio, quantunque a me sembri che il sussidiare la compagnia sia il mezzo più efficace di farla sussistere. m t m am - — — a — M—M • min ir Trarr. TORNATA D E L 27 MARZO Io quindi, con mio rincrescimento, non potrei ammettere l'ordine del giorno del deputato Brofferio, salvo che egli volesse introdurre nel medesimo fra parentesi le parole : « escluso ogni sussidio pecuniario. » (Ilarità generale) k r o f f e r v o . Se si trattasse della concessione del teatro Carignano, entrerebbe il sussidio pecuniario? C a v o u r , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Si avvicina molto. Se però si volesse entrare nella questione del teatro Carignano andremmo molto oltre, perchè il Governo potrebbe forse avere su questo teatro delle idee che sarebbe il caso di manifestare alla Camera e non potrei prendere su questo nessun impegno. 11 punto di questa questione, su cui ho una opinione formata, si è che in bilancio non si debba portare una somma qualunque per sussidio ai teatri. Con questo emendamento dichiaro che accetterei l'ordine del giorno dell'onorevole deputalo Brofferio. Venendo poi al merito della questione stessa, io non la considererò, come già dissi, nè dal lato della poesia, nè dal lato dell'arte, nè dal Iato della m o r a l e ; dirò schiettamente che mi parve che sotto l'uno e sotto l'altro aspetto vi sia stata qualche esagerazione, lo credo che l'onorevole deputato Brofferio abbia troppo esaltato il merito dell'arte drammatica ed i benefizi che ne possono ridondare alla popolazione, e trovo p u r e che dall'altro lato forse gli onorevoli oratori Avigdor e Ravina si sono dimostrati soverchiamente rigidi contro i cultori di quest'arte nobilissima. Io dichiaro schiettamente che se la nazione fosse in condizione tale da poter provvedere non solo ai suoi bisogni, ma anche ai suoi diletti, io in questo caso non spingerei il puritanismo lant'oltre da negare un sussidio per far fiorire l'arte drammatica; ma quello che già dissi e che ripeto si è che quando il Governo ed il Parlamento sono costretti da una dolorosa necessità ad imporre nuovi sacrifizi alla nazione, non è conveniente di chiedere questi sacrifizi a nome di ciò che non è di stretta necessità. Mi giova credere che in ciò l'onorevole deputato Brofferio non possa da me dissentire. Egli che parlò tante volte e che parlerà forse ancora con tanta efficacia contro le leggi d'imposta, come mai può egli rimproverare il Ministero perchè si ricusi a rendere più grave la necessità di queste leggi con un sussidio per cosa che non si può dire di stretta'necessità ? Se mai succederà il caso che il Ministero (non questo certamente, ma un Ministero qualunque avvenire) possa farsi innanzi al Parlamento per chiedere una diminuzione d'imposte, allora se l'onorevole deputato Brofferio rinnoverà la sua domanda, io gli prometto l'appoggio del mio voto e della mia parola. Ma per ora, con sommo mio rammarico, debbo persistere nella mia risoluzione di non assentire a qualunque sussidio pecuriario per la compagnia regia drammatica. p r e s i d e n t e . La parola è al deputato Valerio. r a v i i « a . Io l'ho domandata prima. p r e s i d e n t e Ha la parola. r a t i n a . Risponderò primieramente all'imputazione a me fatta tanto dall'onorevole signor deputato Brofferio, quanto dal signor ministro delle finanze, cioè che io mi sia scatenato contro l'arte drammatica, che l'abbia troppo depressa e troppo avvilita. Io non ho detto parola alcuna contro l'arte drammatica; se si parla dell'arte di comporre drammi, io l'ho esaltata e la esalterò s e m p r e , perchè la stimo arte eccellentissima; se si tratta dell'arte di rappresentare sul teatro , parimente la stimo, quando sia praticata da ottimi attori, E tanto è vero che non ne ho detto male che affermai, qualora si tratti di S E S S I O N E DEL 1 8 5 2 — Discussioni, 39 soccorrere quest'arte, doversi soccorrere a spese dei m u n i cipi dove essi rappresentano e portare quelle spese sul bilancio comunale. Dunque da questa imputazione io debbo essere intieramente sciolto. Disse il signor Brofferio che tutti gli argomenti da me allegati erano stati messi in campo dal Rousseau con molti sofismi. Io affermo che la maggior parte, se non tutti, gli argo^ menti arrecati da me non gli ho trovati nel Rousseau e che nel Rousseau non vi si trovano. Del resto Gian Giacomo Rousseau è tal sofista a cui qualunque di n o i , non eccettuato il deputato Brofferio, si potrebbe tener onorato di andar del paro. (Ilarità) Si disse che non si debbono avvilire i commedianti con parole improprie, con parole indegne. Ma io ho già risposto a questo quando dissi che la parola istrione è tanto nobile quanto quella di commediante, e quest'arte che venne a Roma dalla Toscana era in istima quando meritava di essere stimata e non s'era tuttavia avvilita, come fece poi, eppure a n che allora i commedianti erano chiamati istrioni. Ma quando si vuole paragonare l'arte di rappresentare un dramma con quella di comporlo, qualora sia eccellente, dico che la distanza è tanta quanto dal cielo è distante la f e r r a . All'appunto di aver voluto detrarre alla letteratura io non risponderò, perchè il deputato Brofferio mi assolse da questa censura dicendo che a me non l'aveva rivolta; ma dirò che l'onorevole deputato mi fece dire ciò che io non dissi quando parlai della città di Pietroburgo. Ho detto bensì, per provare che la libertà delle nazioni non dipende dalla grandezza delle capitali, che grandi capitali sono e Vienna, e Pietroburgo, e Parigi, e Costantinopoli, e che tuttavia ognuno sa qual razza di libertade regni in quelle contrade. Soggiungo che la floridezza degli Stati neppure dipende dalla grandezza delle capitali, anzi vi sono pensatori profondi i quali opinano che le troppo grandi capitali sono di nocumento piuttostochè di utilità alle nazioni per essere come un apostema nel corpo sociale, per essere mefiti di corruzione e sentine di vizi ; imperocché quivi si raccoglie quanto vi è di più corrotto e di più turp e nella società: quo omnia pudenda confinimi, come diceva con gran verità Cornelio Tacito parlando della città di Roma. Dirò ancora che non è gran meraviglia se il deputato Brofferio tiene in poco conto gli inventori di cose nuove e loro anteponga gli istrioni. Perocché non è gran tempo che egli declamava contro i sussidi che si danno alle accademie, non eccettuale le accademie delle scienze. Queste accademie che sono il più grande ornamento e la più splendida gloria delle nazioni, che tanti uomini immortali produssero, che tanto favorirono il progresso in ogni genere di utili cognizioni, che tanti segreti della natura svelarono, tanta luce sparsero nella storia sarebbero certamente meritévoli di sussidii ; e p p u r e egli non vuole siano soccorsi gli scienziati, agli scienziati egli antepone gli istrioni ; questi e non gli scienziati, e i grandi scrittori e gli eruditi sono secondo lui la gloria delle nazioni. (Ilarità) E qui faccio punto, essendomi purgato dalle i m p u tazioni a me dale. v A & E R i o I ì O r e n e o . Le questioni che si presentano sona d u e : l'una ha tratto all'eccellenza e all'importanza dell'arte drammatica. Questa fu tratteggiata da altri con colori vividissimi. Io non la toccherò per non rientrare in un campo vastissimo ; m'atterrò nel mio dire piuttosto all'altra q u e stione relativa ai mezzi di incoraggiare quest'arte, questione che fu sinora lasciata in disparte, e, a parer mio, a torto, perchè parmi sia questa la vera questione fondamentale. È egli utile il fare una posizione privilegiala a una compa- —506— CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1852 gnia drammatica qualunque siasi? Qui sta il nodo della q u e - t e n e r e in onore la dignità stione , ed io penso che ciò non sia, che anzi non si possa fare caduta c o m e ha confessato lo stesso deputato B r o f f e r i o , ma un danno maggiore all'arte che dare un privilegio ad una s a r e b b e rimasta all'altezza in cui compagnia per cui sia tolta l'emulazione e la concorrenza e menti. che dal favoritismo appunto nascano quegli abusi interni delle d e l l ' a r t e , essa non sarebbe de- era nei suoi primi inizia- L'onorevole deputato Brofferio diceva che il teatro italiano è stato insegnatore di libertà, e p e r dimostrarlo ci veniva c i - compagnie che le estinguono. E per dimostrare la verità della mia tesi sarò costretto a seguire alcuni passi del primo ragionamento del deputato tando alcuni capi d'opera del teatro italiano e tra gli altri il Caio Gracco di Monti, la Virginia di Alfieri ; o r a , io mi r i - cordo di aver veduto rappresentare il Brofferio. Egli cominciava per dire che la compagnia reale fu fondata ginia Caio Gracco e la in Torino non dalla compagnia r e a l e , ma da Vir- quelle nel 1 8 2 0 , affermando che prima di tal epoca, cioè prima della compagnie che non avevano ricevuto nessun creazione di essa compagnia , l ' a r t e drammatica era caduta da quelle compagnie, la cui direzione non s ' e r a creduta mai cosi basso in Italia e in P i e m o n t e , che non vi si rappresentava in obbligo di togliere dal suo repertorio le produzioni t r o p p o altro che Jlvaros mano di sangue, Bianca e Fernando, ed altre scipite e golfe produzioni di simil fatta. Io questo nego sovvenimento, liberali per tema di i n c r e s c e r e a coloro dalle cui mani r i c e veva i d e n a r i . r i s o l u t a m e n t e . Prima di quell'epoca esistevano molte c o m - Io ricordo di nuovo c o m e la compagnia r e a l e lasciò m o r i r e pagnie, se non migliori, almeno eguali alla compagnia reale ; fuori del suo seno il più grande a t t o r e d'Italia, Vestri, e c o m e esisteva la compagnia F a b b r i c h e s i , Pellandi e D e m a r i n i , la la vivace attrice la Romagnoli se fu conservata nella c o m p a - q u a l e , nello sciogliersi del governo italico, si rimaneva priva gnia r e a l e , dopo le lotte che ebbe a s o s t e n e r e c o n t r o essa, di privilegio e tuttavia r a p p r e s e n t a v a sulle scene i capi d ' o - non fu in grazia della compagnia, ma della regia pera del teatro italiano meglio che non abbia fatto mai la no- dei t e a t r i . stra compagnia reale. direzione Io ricordo c o m e i primari attori d'Italia non abbiano mai Vi fu un tempo in cui la compagnia reale appena costituita sotto l'azione immediata del privilegio ebbe una fase luminosa e fu l'epoca in cui e n t r a r o n o in essa la Romagnoli, la avuto ospitalità in quella compagnia e cito Gustavo Modena. O r a , in fatto d'arte drammatica qual avvi nome più o n o rando di questo in tutta quanta l'Europa ? Io non credo che questo il teatro inglese, il francese ed il tedesco stesso c h e sono v e - periodo di gloria fu b r e v e e la compagnia non ne seppe t r a r nuti in tanto grido, vantino un a t t o r e che sia salito a sì grande partito. Che cosa allora a c c a d e v a ? Accadeva che in P i e m o n t e altezza. Marchionni, in cui v'entrò il sublimissimo V e s t r i , ma avendo la compagnia l'uso gratuito del t e a t r o , avendo le sta- Ma chi di noi ha veduto Gustavo Modena r i c e v e r e l'ospita- gioni privilegiate, avendo 3 0 , 0 0 0 franchi all'anno di sussidio, lità dalla compagnia r e a l e ? Gustavo Modena quando fa s e n - tutte le altre compagnie drammatiche italiane non potevano tire q u e ' s u o i gagliardissimi a c c e n ' i e la voce di Dante quasi presentarsi sulla piazza di T o r i n o perchè erano soverchiate rediviva, è costretto a chiedere l'ospitalità nel teatro Gerbino, dagli enormi privilegi di questa ed erano c o s t r e t t e a c o n d u r - in quel piccolo ed umile t e a t r o , di cui altri potrà forse p a r - visi nelle cattive stagioni, e quindi quelle compagnie s c o m - lare con disprezzo, ma che io onoro c o m e quello che è r i m a - parvero per s e m p r e dopo qualche lotta dalle scene torinesi. sto l i b e r o , m e n t r e il monopolio è stato accordato al teatro Io mi ricordo che la compagnia B o n , la quale non si può c h i a m a r e certo una compagnia di cattivi c o m m e d i a n t i , che Carignano. Egual effetto ha prodotto il privilegio per la compagnia la compagnia Domeniconi che slava indubitatamente a petto r e a l e di Napoli, la quale rimase l'ultima della compagnia reale, se non la s u p e r a v a , che la compagnia quella città consti di 5 0 0 , 0 0 0 abitanti, e la natura vivace e Goldoni furono le prime che spiritosa di quel popolo lo faccia sovra ogni altro inclinare vennero ad inaugurare sulle scene nostre l'insegnamento del vero teatro italiano, furono d'Italia, sebbene alla drammatica ed alle altre arti imitative. le prime che cominciarono a r a p p r e s e n t a r e in questa città le Quando l'onorevole Brofferio ha delineato con neri colori tragedie dell'immortale Altieri, le vivacissime c o m m e d i e del quali sarebbero le tristissime conseguenze del negato sussidio nostro Goldoni. alla compagnia r e a l e , io ho citata l'Inghilterra. L'onorevole deputato Brofferio ha egli stesso riconosciuto E p e r c h è ? P e r c h è in Inghilterra tali sovvenzioni non si c o n - che la compagnia r e a l e ha suiùto un decadimento ; ma chi è c e d o n o , eppure l'arte drammatica vi si mantiene e si m a n - colpevole dì questo decadimento se non se il privilegio di cui terrà con sommo lustro. essa godeva ? L'onorevole Brofferio mi rispondeva colla sua consueta Ora dunque non è la sovvenzione che l'aveva fatta fiorire, eloquenza, ma mutava i n t i e r a m e n t e la questione, quasiché io non è il cessar della sovvenzione che l'ha fatta c a d e r e , ma è avessi voluto collocare la letteratura inglese al disopra dell'i- caduta per effetto del privilegio, perchè ha subito la taliana. Invece io ho parlato dell'Inghilterra per dire : là non sorte che devono subire tutti i privilegi, tutti i monopolii, i quali vi è monopolio, nè privilegio, eppure l'arte d r a m m a t i c a è soffocando l'emulazione e la c o n c o r r e n z a , invece di giovare a grande. coloro a cui profitto pare a primo aspetto concepita la privativa, a r r e c a n o loro anzi gravissimo danno. o potrei citare in appoggio di quanto asserisco molli e chiari esempi che furono registrati in tutte le storie della pubblica e c o n o m i a , ma li tralascio per a m o r e di brevità. io so ni persuaso che Signori, io amo quant'altri mai le patrie l e t t e r e , amo quant'altri mai le arti italiane e ne ho dato qualche prova in se la compagnia reale non avesse tutto il corso della mia vila ed usando la più grande riverenza verso le l e t t e r e inglesi che f u r o n o , a mio avviso, i n s e g n a t a c i di grandi verità e di molto sapere ; io mantengo tuttavia q u e l l'alta fede che ho sempre conservato al nostro popolo e sono iruiio a i t a s t i quei privilegi, se essa avesse dovuto con una persuaso che il genio italiano non deve inchinarsi davanti al miglior scelia delle sue rappresentazioni e dei suoi attori so- genio di qualunque altro popolo. stenere ia lotta colle compagnie B o n , Domeniconi, Goldoni e Morelli, compagnie degne di ogni riverenza, p e r c h è senza sovvenzione alcuna, senza monopolio, hanno saputo man- Fu detto che la compagnia reale erasi fatta e d u c a t r i c e , ma io r i c o r d e r ò alla Camera un fatto occorso pochi giorni s o n o : la compagnia r e a l e rappresentava un d r a m m a intitolato He - 507 — TORNATA DEL 27 MARZO Tre Passioni, in cui si metteva sulla scena uno dei casi più atroci e più nefandi che siano occorsi nella storia moderna, l'uccisione della duchessa di Praslin. Non si ebbe vergogna di trascinare sulle scene una schiatta su cui la mano della sventura era venuta a pesare immensamente ed a funestare una distinta e benemerita famiglia piemontese che aveva accolta nel suo seno e fatta sua o fatta concittadina nostra una figlia di quella infelice e virtuosissima donna. Èquesta educazione? Èquesto insegnamento? No certamente. Ma non basta. In quel dramma, la cui permissione fu, se mi vien detto il vero, quasi carpita per forza alla censura, un deputato affermava: Io scommetto il mio voto, ed un altro rispondeva: I voti dei deputati nonsi scommettono, ma si vendono. E questa è l'educazione che lacompagnia reale viene a dare al nostro popolo, equesto è il rispetto verso le costituzionali istituzioni che essa viene al nostro popolo infondendo? Questo è l'effetto del monopolio, questo è l'effetto del privilegio. Certamente che lacompagnia che non avesse sussidi, non avesse monopoli, non si arrischierebbe a produrre mostruosità di tal natura, le quali sono atte solamente ad allucinare ed a pervertire lospirito pubblico. Ridivenga la compagnia reale compagnia libera, lotti contro le altre compagnie italiane ad armi eguali, studi meglio che non fa di presente l'antico e moderno repertorio italiano, ritorni alla sorgente del vero sapere drammatico, cioè ad Alfieri e Goldoni, allontani da sè quei drammi esagerati e fallaci tolti dalla letteratura francese che tanto hanno contribuito a depravare il senso morale presso quella nazione, ed allora la compagnia reale otterrà di nuovo quella riverenza e quell'amore che trovava sulle scene torinesi quando veramente era degna e di amore e di riverenza. 10 sostengo adunque che nessun privilegio debbasi conferire a veruna compagnia, che noi dobbiamo ospitalità a tutte le compagnie italiane le quali vengano nel nostro paese, che la scelta dei repertorii debbe essere lasciata al giudizio del pubblico; e per queste ragioni dichiaro che voterò contro ogni ordine del giorno che inviti menomamente il Ministero ad accordare sovvenzioni, monopolio e privilegi afavore di qualunque compagnia. PRESIDENTE. Le conclusioni della Commissione secondo le ultime dichiarazioni fatte dal relatore, sono conformi a quelle del Ministero, ed accennano al rinvio puro e semplice al Ministero per quei riguardi che si potranno avere, con che ciò non porti verun aggravio all'erario. Pongo dunque ai voti queste conclusioni. BROFFERIO. Propongo ancora una transazione al signor ministro delle finanze. Importa moltissimo che la Camera accolga almeno sotto i suoi auspizi la presente istituzione. 11 signor ministro teme che la parola più efficace sia troppo significante. Ebbene, si dica che il Governo provveda nel modo che crederà piùopportuno ; ma rimanga almeno una raccomandazione che faccia fede del buon volere di noi lutti. Ora mi sian permesse ancora due parole al signor deputato Valerio. Egli lamentò che la compagnia reale non abbia rappresentata la Virginia ; io affermo che fu rappresentata ; l'ho ascoltata io. Quanto a Caio Gracco sa la Camera che era proibito; io ottenni da questa ringhiera che venisse rimosso il divieto. Allora non era in Torino la compagnia reale, ela compagnia Romagnoli fu giustamente sollecita aprevalersi primiera della nuova concessione. Quanto a Gustavo Modena sopositivamente che fupiù volte invitato dalla compagnia reale afar parte di essa ; ma i! grande artista, per ragioni sue proprie, che io conosco e che rispetto moltissimo, non ha mai voluto vincolarsi ad alcuno. Del dramma in cui si mordeva il Parlamento ignoro l'istoria. Dico soltanto che gli attori non hanno facoltà di metter mano nelle opere degli autori, e soggiungo che il Parlamento è troppo alto locato per olfendersi di un cattivo epigramma e per sentenziare con risentito giudizio. Ciò detto, ho compiuto al mio debito; al suo compia orala Camera. CA V O U R , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io credeva d'aver dato testé all'onorevole deputato Brofferio una prova manifesta del mio spirito di conciliazione, quando egli, comunicatomi privatamente il suo ordine del giorno, gliene veniva da me rimandato un altro il quale in nessun altro punto differiva dal suo, se non nell'esprimere in modo preciso l'opinione da me manifestataa nome del Ministero. Se il deputato Brofferio vuole accettare quest'ordine del giorno nel quale è detto,.. PRESIDENTE. Leggo quello del deputato Brofferio : « Si invia la petizione al Governo affinchè provveda nel modo che crederà più opportuno alla conservazione della drammatica compagnia reale. » CA V O U R , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io aveva emendatoquest'ordine del giorno nel modo seguente: « Si invia la petizione al Ministero onde (cessato ogni pecuniario sussidio) provveda nel miglior modo che crederà opportuno. » Dirò ancora una volta che non bisogna illudere la compagnia, nè la Camera, nè il paese, e conviene che sia ben inteso che il modo col quale si provvederà non sarà un sussidio pecuniario. RAVINA. Domando la parola. BOTTONE. Domando la parola. PRESIDENTE. M i pare che sarebbe opportuno di finire questa discussione. Voci. Sii sì! RAVINA. Vorrei solo dire due parole PRESIDENTE. Quanto a lei osservo che ha già parlato due volte... RAVINA. M a una volta ho parlato solo per un fatto personale. PRESIDENTE. Ha la parola. RAVINA. Dirò ancora una parola in favore dell'ordine del giorno proposto dal ministro delle finanze. Questa compagnia parmi che abbia ormai fatto le sue prove; ha ella corrisposto alla pubblica aspettazione ? Di questo io non voglio essere giudice, imperocché dal tempo della sua istituzione finverso la metà del 1848 io esulava in terre lontane ; ma odo essere generale lavoce e l'opinione degli intenditori che essa di gran lunga non raggiunse il suo scopo. Eppure essa si è pappalo in 32 anni, tra capitale ed interessi, più che un milione. (Oh!) Certamente !\Fate il calcolo e vedrete che io dico il vero. Niuno sarà di voi, signori, che non pensi che questa egregia somma sarebbe stata assai meglio adoperata nella istruzione della classe povera, che sefosse stata posta in serbo, basterebbe ora a provvedere d'armi 40,000 guardie nazionali che tanto ne difettano. Io perciò sto per l'ordine del giorno proposto dal signor ministro, e mi oppongo a qualunque altro che lasci le porte CAMERA D E I DE P U T AT I — SESSIONE DE L 1 8 5 2 a p e r t e a s o c c o r r e r e la c o m p a g n ia a d e t r im e n t o d e l p u b b lic o e r a r io . (Bene!) Voci. Ai v o t i ! a i v o t i ! P R E S I D E N T E . P o n g o p r im a a i voti l' o r d in e d e l g io r n o d e l d e p u t a t o Br o ffe r io cos ì c o n c e p it o : a T r a s m e t t e r s i la p e t izio n e a l Go v e r n o p e r c h è p r o v v e d a n e l m o d o c he c r e d e r à p iù o p p o r t u n o a lla c o n s e r v a zio n e d i u n a is t it u zio n e c h e da p iù d i t r e n t a a n n i t e n n e il p r im a t o in It a lia . » b r o e j f e r i o . Io r it ir o il m io o r d in e de l g io r n o , e d app o g g io la t r a s m is s io n e p u r a e s e m p lic e a l Min is t e r o . p r e s i d e n t e . Si un is c e d u n q u e a lle c o n c lu s io n i d e lla Co m m is s io n e ? B R O F F E R I O . Mi un is c o a q u e lle . p r e s i d e n t e , P o ng o d u n q u e a i vo t i le c o n c lu s io n i d e lla Co m m is s io n e m o d ific a t e s e c o nd o le d ic h ia r a z io n i d e l Min is te ro. (La Ca m e r a a p p r o v a . ) P RE S E N T A ZION E SSS UNA B E&AZKON E. b o s s o . Ho l' o n o r e di d e p o r r e s ul b a n c o d e lla P r e s id e n za la r e la zio n e d e lla Co m m is s io n e in c a r ic a t a d e ll' e s a m e d e l pr og e t t o d ì le gge p e r ia c o s t r u zio n e d i u n p o n t e s ul Gr a v e lio n e . (Ve di v o i. Documenti, p a g . 8 7 . ) p r e s i d e n t e . Que s t a r e la zio n o s a r à s t a m p a t a e dis t r ib u it a . INCIDE NT E g U Iilj' OH DIN E DE L GIORK O, p r e s i d e n t e . P r im a c he i s ig n o r i m in is t r i la s c ino i lo r o b a n c h i , v o r r e i c o n s u lt a r e la Ca m e r a s u ll' o r d in e d e i s uo i la v o r i. S o n o s ta te fo r m a t e t r e d e ll' e s a me d e l p r o g e t t o s c r it t u r e p r iv a t e , q u e lla r a t a da T o r in o e S u s a , e d e llo S t a t o . Co m m is s io n i : q u e lla c io è in c a r ic a t a d i le gge r e la t iv o a ll' im p o s t a s u lle r e la t iv a a lla le gge s ulla s t r a d a fe r q u e lla s u ll' a m m in is t r a z io n e c e n t r a le Ve ne s o no p o i m o lt e a lt r e le q u a li n o n c o n t a n o c he u n o , d u e o t r e c o m m is s a r i e q u in d i n o n s i t r o v a n o pe l m o m e n t o in n u m e r o p e r d e lib e r a r e . Or a q u e s t e le ggi e s p e c ia lm e n t e q u e lla d e ll' a m m in is t r a zio n e c e n t r a le s o no d i lu n g a le n a e p r im a c he s i po s s a no r ife r ir e v i v o r r à a n c o r a q u a lc h e t e m p o . . Io p r o p o r r e i q u in d i c he lu n e d i n o n v i fos s e s e d ut a p u b b lic a , m a in v it e r e i le Co m m is s io n i g ià n o m in a t e a c o m p ie r e i la v o r i e g li uffizi a e le g g e r e i c o m m is s a r i m a n c a n t i. F a r ò p o i d is t r ib u ir e n e g li uffizi q u a t t r o p r o g e t t i d i le gge c he n o n s o no d ì g r a n r ilie v o e c he p o t r e b b e r o v e n ir p r o n t a m e n t e e s a m in a t i i q u a li s o no r e la t iv i a ll' o r d in a m e n t o d i se rv iz io d e i p o r t i, s pia g g e e fa b b r ic h e m a r i t t i m e , a ll' a b o lizio n e d e l s us s id io a i p a d r i d i d o d ic e s im a p r o le , a lla c o n v e n zio n e p e r l' o r d in a m e n t o d e l s e r vizio s a n it a r io m a r it t im o e a lla c onv e n zio n e c o ns o la r e c o n c h ius a c o lla F r a n c ia , d e lle q u a li le g g i le Co m m is s io n i s i p o t r e b b e r o tos to o c c u p a r e e p r e s e n t a r n e la r e la zio n e . Do m a n d o q u in d i se !a Ca m e r a a p p r o v a q u e s t a zio n e . m ia mo - I O S T I . Do m a n d o la p a r o la . Se n o n is b a g lio j d e b b o n o e s s e r e g ià r ife r it e a lc u n e a lt r e p r o p o s t e d i le gge p r e s e n t a t e n e lla s cor s a s e s s ione e c h e pot r e b b e r o v e n ir r ip r e s e ; fr a q u e s t e ve n ' h a u n a im p o r t a n t e e d è q u e lla s ullo s c io g lim e n t o d e lle d iv is io n i a m m in is t r a t iv e . E g ia c c h é n o n a b b ia m o m o lt a r a g io n e d i s p e r a r e c h e ili Min is t e r o p r e s e nt i p e r q u e s t ' a n n o u n a le gge o r g a n ic a s ulle amm in is t r a z io n i c o m u n a li e p r o v in c ia li, fa r ò p r e s e n t e a lia Cam e r a c he m i p a r e d e lla m a s s im a u r g e n za d i d is c u t e r e a lm e n o q ue s t o p u n t o s pe c ia le d ' o r g a n izza zio n e a m m in is t r a t iv a c h e fu s os pe s o n e lla s c or s a s e s s ione a d is t a nza d e ll' o n o r e v o le As p r o n l n e ll' in t e n d im e n t o d i in v it a r e il Go v e r n o a p r o p o r r e u n a le gge o r g a n ic a e c o m p le t a s ulle a m m in is t r a z io n i c o mun a li, q u a n t u n q u e io l'a ve s s i a v v e r t it o c h e in q u e s t o m o d o n o n a v r e b b e p iù a v u t o n è la le gge o r g a n ic a , n è a v r e b b e ve d u t a s c io lt a la q u e s t io n e d e lle d iv is io n i e d e lle p r o v in c ie , Que s t o n e u t r a lizza t u t t a l' a m m in is t r a z io n e d e llo S t a t o , in q u a n t o c he le d iv is io n i c r e d e n d o s i d e s t in a t e a vit a p r e c a r ia s n o n o s a no p r e n d e r e a lc u n a d e lib e r a zio n e c he r ig u a r d i le Prov in c ie , le q u a li, s u b o r d in a t e a ll' a p p r o v a z io n e e d a l g iu d iz io d e lle d iv is io n i, n o n p r o v v e d o n o a i lo r o b is o g n i, e c os ì t u t t a l' a m m in is t r a z io n e d e llo St a t o s i t r o v a in u n a ve r a s ta gna zio n e . P e r q u e s t o m o t iv o io d o m a n d o c he a ll' o r d in e d e l g io r n o s ia p o r t a t a q u e s t a p r o p o s t a d e lla r ifo r m a d e ll' a m m in is t r a zio n e p r o v in c ia le r ig u a r d o a lle d iv is io n i a m m in is t r a t iv e . S a r à u n p u n t o d i a m m in is t r a z io n e m u n ic ip a le d e c is o . p r e s i d e n t e . F a r ò o s s e r va r e a l d e p u t a t o Io s ti c o m e p e r e s s e r e g ià s t a la pr e s e nt a t a n e lla s cor s a Se s s ione è d ' u o p o c he q u e s la le gge ve ng a r ip r e s a da q u a lc h e d e p u t a t o e c h e la Cam e r a d e lib e r i s e in t e n d e r ia s s u m e r la a llo s t a t o in c u i s i tr ova va n e lla Se s s ione pa s s a t a . CAVOUR, ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. La q u e s t io n e c he s olle va l' o n o r e v o le fo s t i è g r a v is s im a , q u in d i p r e g o la Ca m e r a a n o n d e lib e r a r e in t o r n o a d e s s a im m e d ia t a m e n t e . Se il s ig no r Io s t i v u o le in d ic a r e u n g io r n o o n d e m u o v e r e in t e r p e lla n z e s u q u e s t o a r g o m e n t o a l Min is t e r o e m a s s im e a l m in is t r o d e ll' in t e r n o a c u i q u e s t a q u e s t io n e s pe t t a p iù p a r t ic o la r m e n t e , io fa r ò c o no s c e r e le s ue in t e n z io n i a l m io c o lle g a , il q u a le è in d is p o s t o , m a d i le gg ie r a m a la t t ia , io s p e r o , m a n o n p o t r e i p r e n d e r e a n o m e s u o a lc u n im p e g n o ; e g li è m in is t r o d a p o c o t e m p o e n o n s o s e a b b ia g ià a v u t o t e m p o a fo r m a r s i u n ' o p in io n e p r e c is a s o p r a q u e s t o g r a v is s im o a r g o m e n t o . Dic o t u t t a v ia c he s e l' o n o r e v o le Io s t i v u o le fis s ar e u n g io r n o d e lla p r o s s im a s e t t im a n a in c u i in t e r r o g a r e il Min is t e r o s e in t e n d a c he s i r ip r e n d a n o i la v o r i s u lla le gge d e ll' a m m in is t r a zio n e c o m u n a le e p r o v in c ia le , lim it a n d o s i in q u e s t a Se s s ione a d e lib e r a r e in t o r n o a lla s o p p r e s s io ne d e lle d iv is io n i a m m in is t r a t iv e , a n o m e d e l Minis t e r o io a c c e tto l' in t e r p e lla n z a , m a o r a n o n p o t r e i e s p r im e r e a lc u n a o p in io n e , u è a n o m e m io n è a n o m e d e ' m ie i c o lle g h i. I O S T I . Io no n a ve va ne s s una in t e n z io n e d i in t e r p e lla r e il Min is t e r o , t r a t t a n d o s i d i u n a le g g e p r e s e n t a t a c ol d i lu i c o ns e ns o e g ià r ife r it a ; io la c o ns id e r a v a c o m e u n o d e i la v o r i ord in a r i d e lla Ca m e r a e c h e pote s s e e s s e r e r ip r e s o ; o r a p e r ò , d a q u a n t o h a d e t t o te s té il s ig n o r m in is t r o , c o no s c o ìa ne ce s s it à d i in t e r r o g a r e il s uo c o lle g a d e ll' in t e r n o e m i r ife r is c o a q u a n t o e g li d ir à p e r le u lt e r io r i m ie o s s e r va zio ni in m a t e r ia d i t a n t a im p o r t a n z a e c he r ifle t t e a t u t t a la v it a d e lle Prov in c ie e d e i c o m u n i. A S P R O N I . Gia c c h é l' o n o r e v o le d e p u t a t o Io s t i s i r is e r v a d i fa r e in a lt r o g io r n o u n ' a p p o s it a in t e r p e lla n z a , m i r is e r v o a n c h ' io a fa r e a llo r a le m ie o s s e r v a zini. Dir ò in t a n t o c he m i oppo s i l' a n n o s c or s o a lla d is c us s io ne d e lla le gge n o n s o la m e n t e p e r la s c ia r e u n o s t im o lo a l Minis t e r o p e r m e t t e r e in n a n z i la —309— T O R N A T A D E L 2 7 MARZO legge comunale, era questa u n a delle ragioni, ma eziandio p é r considerazioni più intrinseche, principali e di maggior a i i s è GÌfisraiigem ! oliffg Bilsup.- h. L'utilità delle divisioni, come del maggiore o minor n u m e r o delle intendenze, nascerà dalla maggiore o minore l a titudine che avranno i municipii. Se libereremo, come spero, i comuni da ogni tutela, se d a r e m o loro indipendenza, allargandone le attribuzioni in maniera che iare possano gli affari proprii senza le varie e le interminabili formalità che li p r e c e d o n o , pare a me che non avremo bisogno delle divisioni amministrative e degli intendenti generali. Sarà anche facile circoscrivere in più ampia sfera le provincie, perchè la agglomerazione di più comuni collegati in un solo particolare interesse somministrerà più abbondanti mezzi a fare e compiere opere di pubblica utilità. Queste e altre idee io svilupperò il giorno d e l i a c i n t e r p e l lanza, persuaso come sono che la legge sulle divisioni è dip e n d e n t e e concatenata con quella organica e principale dei comuni. CHIA.KAE. Quando nel principio della Sessione l'onorevole ministro delle finanze invitava la Camera a r i p r e n d e r e al p u n t o in cui si trovava la legge sullo stalo degli ufficiali e quella sulle pensioni civili, mi nacque il pensiero di invitare il ministro a chiedere che altresì fosse ripresa la legge sulla amministrazione provinciale e ' c o m u n a l e che già si trovava in istato di relazione ; ma però, meglio riflettendo, credetti mio debito di farne prima parola al ministro dell'interno, il quale mi diceva che e n t r o pochi giorni mi avrebbe fatto una risposta e fissato un giorno per rispondere alla mia interpellanza ; ciò accadeva verso l'8 o il 9 del mese c o r r e n t e , e siccome non ho mai più veduto il ministro dell'interno per rinnovargli questa mia istanza, colgo questa opportunità per invitare il ministro delle finanze a fissare il giorno in cui potrà aver luogo quest'interpellanza. Soggiungo essere mio intendimento di chiedere al Ministero se voglia r i p r o d u r r e la legge sulla guardia nazionale già p r e sentata nell'altra Sessione al Senato. importa assaissimo di provvedere, p e r c h è con l'anno corr e n t e si compie il q u i n q u e n n i o , ed è certo che se non si provvede p e r la riforma della legge a t t u a l m e n t e vigente, allo scadere del q u i n q u e n n i o pochi comuni e forse più nessuno si c u r e r à di far procedere a nuove elezioni in base ad una legge che si vuol r i f o r m a r e , e così in ben pochi comuni allo scader del c o r r e n t e anno si avrà ancora la guardia nazionale. (Segni dì diniego) Dal momento in cui e la libera stampa ed il Parlamento in più occasioni h a n n o segnalati molti inconvenienti in quella legge, è di molto scemata, se non affatto tolta la forza morale alla legge medesima, e quindi si fa vieppiù sentire la necessità di riformarla i m m e d i a t a m e n t e affine di non lasciare i comuni nello stato d'incertezza in cui sono al presente. Chiedo p e r t a n t o che si fissi un giorno nel quale il Ministero rispondendo a questa mia interpellanza ci chiarisca quale sia il suo intendimento a questo proposito. c a v o i t r , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io non ho nessuna difficoltà ad accedere alla richiesta dell'onorevole deputato Chiarie che, si può dire, si confonde con quella del deputato Iosii, e quindi, tostochè il ministro dell'interno sia ristabilito in salute, p o t r à r i s p o n d e r e alle interpellanze dei due onorevoli p r e o p i n a n t i . In q u a n t o alla legge sulla guardia nazionale io desidererei q u a n t o l'onorevole p r e o p i n a n t e che essa potesse venire discussa e votata in questa Sessione ; m a v e r a m e n t e sé ho da d i r e la verità, non posso n u t r i r e questa speranza. Pensi la Camera a tutti i lavori che essa ha da c o m p i e r e , pensi a tutte le leggi urgentissime che le sono state p r e s é n tate, poi dica se è possibile che una legge che ha più di 2 0 0 articoli venga discussa in questa Sessione. Si noli che non è questa una di quelle leggi per cui si possa dare al Ministero che la presenta un voto di fiducia ; è una legge la quale richiede una discussione m a t u r a , e quindi p e r non r i s p o n d e r e colle frasi di circostanza ¡ in cui si dice con artificio oratorio : vedrò, esaminerò, io dichiaro qui schiettamente che non mi lusingo che il Ministero possa in questa Sessione ottenerne la sanzione. Giacché sono a parlare delle leggi di poca importanza, dirò che c'è anche quella della ritenenza che fu già esaminata nell'ultima Sessione.,. P H E S i D E i t T E Per questa sono già nominati alcuni comm i s s a r i ; non manca più che quello del IV ufficio. s o s t i . L'ufficio V l'ha rigettata. t i i v o i i s u b m i n i s t r o delle finanze, di marina, e di agricoltura e commercio. Sebbene l'ufficio V l'abbia respinta , n u l nullameno questa deliberazione non è definitiva, ed è p e r messo di appellare a tal uopo alla Camera; Vi è anche la legge sulla riforma sanitaria che io raccom a n d e r ò alla Camera per un motivo finanziario. Essendosi posta in pratica la raccomandazione della conferenza sanitaria di Parigi ed ammettendosi in libera pratica i bastimenti che giungono dal Levante nei porti del nostro litorale, si è tolto il prodotto principale dell'ufficio di sanità, e quindi questo che venne portato in bilancio in u n a somma di qualche considerazione, scapiterà moltissimo se al diritto antico non se n e sostituisce un nuovo, al che a p p u n t o tende la legge che ho avuto l'onore di sottoporre al Parlamento. Vi è anche urgenza a tale r i g u a r d o , p e r c h è molto facilmente si contrae l'abitudine di non p a g a r e , in guisa che i capitani mercantili, ai quali parrà molto comodo di non essere più sottoposti alla q u a r a n t e n a , t r o v e r a n n o difficoltà a riavvezzarsi a pagare quando dopo alcuni mesi si chiederà loro q u a l che corrispettivo onde s o p p e r i r e alle spese dell'ufficio di sanità. Del resto poi non credo che questa legge i n c o n t r e r à grandi ostacoli, perchè i m e m b r i più versati in tale materia sono quasi tutti favorevoli alla divisala r i f o r m a . m i c h e o m i . Secondo m e , incombe al Ministero un'obbligazione la quale, q u a n t u n q u e non sia scritta nello S t a t u t o , non tralascia di essere reale, p e r c h è nasce dalle attribuzioni e dalle relazioni che passano tra lui ed il P a r l a m e n t o . Quest'obbligazione è quella di coordinare al principio di ogni Sessione i varii progetti di legge che egli presenta in modo che possano essere votati dal Parlaménto ; a lui spetta far p r e c e d e r e i più urgenti, p r o c u r a r e che al P a r l a m e n t o non manchino i lavori, m a non sopracaricarnelo di t r o p p o , affinchè tutti i progetti di legge ricevano il compimento della v o tazione. Se noi guardiamo al passato, il Ministero non ebbe questa avvertenza. Prima che principiasse la Sessione attuale io avrei creduto che il Ministero, oltre a quelle molte leggi di poco m o m e n t o che sono necessarie al retto a n d a m e n t o della cosa pubblica, ci avrebbe presentati due o t r e di quei progetti i quali r i chiedono lunghe discussioni. Fra questi ultimi io credeva che vi sarebbe stato quello relativo all'organizzazione comunale e provinciale. Così io credeva, p e r c h è il Ministero aveva interrogati i Consigli provinciali e divisionali circa alcuni punti di quella organizzazione, e p e r c h è aveva letti nel giornale s e m i - o f f i - CAMERA D E I D E P U T A T I — S E S S I O N E D E L 1 8 5 2 ciale il Risorgimento varii articoli sulle attribuzioni che dévono avere i Consigli provinciali e comunali, i quali scritti, per avvertirlo di passaggio, mi fecero concepire buone speranze sulle idee liberali del Ministero. Mi stupisce pertanto non poco di scorgere ora che il Ministero non ha idee determinate circa questo punto. Nè vale l'allegare il cambiamento del ministro dell'interno; quando non vi è cambiamento di Ministero ma solamente di un individuo non avvi cambiamento di principii politici ed il ministro che subentra seguita l'andamento tracciato dal suo antecessore e si vale dei lavori fatti da lui. E giacché si parla di lavori parlamentari da farsi, io rammento al Ministero che uno di questi lavori ineluttabili è il bilancio del 1853. Nella relazione che precede il progetto di legge sull'ordinamento dell'amministrazione centrale e della contabilità, il Ministero dice che non presenterà i bilanci finché quel progetto non sia convertito in legge. Questo sistema io non l'approvo, tanto perchè è incerto il fato di quel progetto di legge, quanto perchè il bilancio ci sarebbe presentato in un tempo in cui non potremmo più discuterlo ed approvarlo prima di separarci, ed allora si ricadrebbe nel provvisorio, dal quale abbiamo durato tanta fatica ad uscire. Per ora non faccio proposizioni; invito soltanto il Ministero a giovarsi di questi miei suggerimenti. p r e s u m e n t e . Non avendo il deputato Michelini fatta alcuna proposta sulla quale si possa deliberare e non essendosi neppure mossa alcuna opposizione a che la seduta pubblica sia differita a martedì, avrà dunque luogo martedì la seduta pubblica e nella medesima saranno portate all'ordine del giorno la legge relativa alla costruzione di un ponte sul Gravellone che sarà domani distribuita a domicilio e relazione di petizioni, essendo state occupate le due ultime sedute a quelle destinate per una sola, sulla quale oggi si è deliberato. Intanto manderò anche l'avviso ai signori deputati a domicilio dell'ora in cui saranno invitati domani e lunedì a radunarsi negli uffizi, C a v o u r , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Pregherò anche il signor presidente a far distribuire la legge sulla Banca nazionale che fu già una volta esaminata, p r e s i d e n t e : . La farò distribuire. La seduta è levata alle ore 5 . Ordine del giorno per la tornata di martedì : Discussione del progetto di legge per la costruzione di un ponte sul Gravellone ; Relazione di petizioni. T ORN AT A DEL 3 0 MARZO 1 8 5 2 PRESIDENZA DELL'AVVOCATO GASPARE BENSO SOMMARIO. A Iti diversi — Votazione ed approvazione Presentazione VICE-PRESIDENTE, del progetto di legge per la costruzione d'un ponte sul Gravellone d'un progetto di legge del ministro dei lavori pubblici per facoltà alla società della strada ferrata gli ano, di prolungamento della medesima fino a Cuneo — Dichiarazione La seduta è aperta alle ore 2 pomeridiane. URENTI, segretario, dà lettura del processo verbale della tornata precedente. CATiftLiNi, segretario, espone il seguente sunto delle petizioni ultimamente presentate alla Camera : 4 2 3 7 . Sechi Usai Salvatore, già segretario insinuatore in Sassari, enumerati i servigi che pel lungo periodo di anni 35 prestò allo Stato, e dimostrata la tenuità dell'assegnatagli pensione, implora l'appoggio della Camera per poter ottenere una pensione equa e corrispondente ai suoi servigi. 4 2 3 8 . Varii proprietari della Savoia, rappresentando alla Camera come quelle provincie siano già rese incapaci di sopportare il gravame delle nuove imposte, la invitano a non voler sanzionare il trattato di commercio testé conchiuso con d'urgenza — Relazione di di Stivi- petizioni. la Francia, poiché apporterebbe l'esportazione della massima parte del numerario ed annienterebbe l'agricoltura. 4239. Ventolto proprietari del comune di Chaumont, provincia di Susa ; 4 2 4 0 . Il Consiglio delegato del comune di Canelli, provincia d'Alba; 4 2 4 1 . Il Consiglio delegato del comune di Beverino, provincia di Levante ; Presentano petizioni conformi a quella portante il numero 4 1 7 9 , tendente a far rigettare il nuovo trattato di commercio conchiuso con la Francia. (La Camera non essendo in numero, si procede all'appello nominale, il quale è interrotto stante il sorgiungere d'un numero sufficiente di deputati.)