93° Stagione Concertistica 2014/2015 Sabato 29 novembre 2014 Teatro Sperimentale, ore 21.00 Il Concerto del Centenario: 29 novembre 1914 – 29 novembre 2014 Concerto n. 986 QUARTETTO MICHELANGELO ELENA MATTEUCCI pianoforte FRANCESCA VICARI violino LUCA SANZÒ viola GIANLUCA GIGANTI violoncello SONIG TCHAKERIAN violino solista 60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426 Con il sostegno di e di PROGRAMMA ROBERT SCHUMANN (Zwickau, 1810 – Bonn, 1856) Sonata in la minore per violino e pianoforte, op. 105 1. Mit leidenschaftlichem Ausdruck (Con espressione appassionata) 2. Allegretto 3. Lebhaft (Allegro) JOHANNES BRAHMS (Amburgo, 1833 – Vienna, 1897) Trio in si magg.-min. per violino, violoncello e pianoforte, op. 8 1. Allegro con brio [con moto] 2. Scherzo. Allegro molto - Trio. Meno Allegro [Più lento] 3. Adagio [non troppo] 4. Finale. Allegro [molto agitato] ROBERT SCHUMANN Quintetto in mi bemolle maggiore per 2 violini, viola, violoncello e pianoforte, op. 44 1. Allegro brillante 2. In modo d'una Marcia. Un poco largamente - Agitato 3. Scherzo. Molto vivace - Trio I - Trio II - L'istesso tempo 4. Allegro, ma non troppo NOTE AL PROGRAMMA Robert Schumann, Sonata in la minore per violino e pianoforte op. 105 Genesi. Schumann è da un anno direttore musicale a Düsseldorf quando compone, tra il 12 e il 16 settembre 1851, la Sonata in la minore, data alle stampe nel gennaio successivo da Hofmeister a Lipsia, dove è eseguita il 21 marzo alla Gewandhaus Saal. Struttura. Un’ininterrotta figurazione in sedicesimi alla mano destra del pianoforte dona un carattere ondulatorio al primo movimento, Mit leidenschaftlichem Ausdruck (Con un’espressione appassionata), che porta flussi di emozione e agitazione fino all’arrivo dell’appassionato secondo tema. Lo sviluppo è conciso e riguarda quasi esclusivamente il motivo di apertura, mentre, senza soluzione di continuità, la ripresa chiude il cerchio riportando le combinazioni armoniche iniziali. Nel secondo movimento, Allegretto, i toni, seppur sempre vivi e movimentati, diventano man mano più gentili. Fino al dolce dialogo tra le due contrastanti idee tematiche, una costruita su un movimento discendente sincopato, l’altra più vivace e ricca di trilli. Una terza idea fa capolino, pianissimo, melodica, con la ripetizione di corone che uniscono e rendono scorrevole il carattere del movimento. Una sezione centrale più veloce offre agli esecutori una possibilità di affermazione, prima che tutto si riavvolga per tornare al tono intimo iniziale. Un moto perpetuo brilla fino al crescendo finale nel terzo movimento, Lebhaft (Allegro). Qui il compositore sembra voler esplorare le gradazioni sempre più sottili della psicologia musicale. Questa ricerca porta inevitabilmente a un senso di irrisolto, di incompiuto, come di chi si sforzi di arrivare sempre più in fondo, in un oceano, la mente, immenso e agitato. Ricezione. Forse proprio questa totale immersione di Schumann nella propria anima, questo spingersi al massimo delle proprie possibilità, ha reso la Sonata in la minore oggetto di critiche: nell’apparente contraddizione tra le parti si è visto un calo dell’ispirazione; nell’irrisolutezza aleggiante, errori di scrittura; eccessivo, infine, è stato giudicato l’uso del registro grave del violino. Annus mirabilis. Nel 1851 esce il primo numero del quotidiano New York Times, va a fuoco la Biblioteca del Congresso di Washington, in Italia viene emesso il primo francobollo, Herman Melville pubblica Moby Dick, Henri Murger Scene della vita di Bohème, Arthur Schopenhauer L’arte di trattare le donne, un terremoto di magnitudo 6.4 colpisce il Vulture, nasce Julien Dupré, muore Gaspare Spontini. Johannes Brahms, Trio in si maggiore per archi e pianoforte op. 8 Genesi. Brahms lavora al Trio in si maggiore tra l’estate e l’autunno del 1853, prima a Mehlem e poi a Düsseldorf, completandolo nel gennaio 1854 ad Hannover. Edita da Breitkopf & Härtel a Lipsia nello stesso anno, la composizione viene eseguita alla Dodsworth’s Hall di New York il 27 novembre 1855. Struttura. L’opera, in quattro movimenti, comincia pensierosa. L’Allegro con brio. Con moto, dopo una breve introduzione del pianoforte, propone un meraviglioso tema al violoncello solo che poi migra a tutto l’ensemble. Il movimento non segue il tradizionale sviluppo del Trio, ma piuttosto Brahms lavora a questo come a un tempo di sinfonia, ricco di idee e temi. Sarà questa la parte che il compositore rivedrà più estesamente nella sua revisione. Segue lo Scherzo. Allegro molto. Trio: Meno Allegro che dapprima appare quasi sussurrato nel suo tema in minore, per poi diventare esuberante e positivo. Un secondo tema bucolico si lancia in azioni frenetiche, che ricordano scene di caccia e di natura, e sfocia in un’atmosfera rasserenata, prima che la ripresa riconduca alla situazione iniziale. Una coda evocativa chiude il movimento. Nell’Adagio non troppo le pagine si fanno misteriose. Calda, la voce del violoncello si distende su un disegno preparato da accordi del piano che poi esaltano il canto del violino. Di nuovo il violoncello a fare da pedale a frammenti del tema che portano alla ripresa. Sereno e meditativo, il movimento riconduce al clima iniziale, concludendosi nella maniera in cui era cominciato. Allegro molto agitato, il Finale ripropone l’aurea sinfonica vista all’inizio. Il tema, che si basa su cromatismi che lo rendono indefinito, sembra solo un passaggio diversivo per accompagnare, cantabile, al secondo motivo che passa dal pianoforte in ottave consecutive agli archi, inframmezzando pezzi di discorso. Quando la prima melodia ritorna si arricchisce di rielaborazioni e, con grande portata e quantità di suono, va verso una felice e liberatoria conclusione. Ricezione. Nonostante sia proprio la cara amica Clara Schumann a criticarlo, questo Trio è uno dei pochi lavori giovanili che Brahms non distrugge. Sorte, peraltro, toccata anche a opere della piena maturità. Anzi, molti anni dopo averla composta, nel 1899 il compositore, su invito dell’editore Simrock, sottopone la partitura ad una revisione completa e suggerisce egli stesso di promuoverne entrambe le versioni, di cui la seconda è quella più spesso eseguita e registrata. Annus mirabilis. Nel 1853 ha luogo a Milano la prima rivolta proletaria e operaia socialista, David Livingstone attraversa l’Africa e giunge sulle rive del Lago Niassa, Harriet Beecher Stowe pubblica La capanna dello zio Tom, a Milano nasce la Carlo Erba, prima industria farmaceutica italiana, a Kragujevac la Zastava, fabbrica di automobili e armi, nascono André Michelin, fondatore della famosa casa produttrice di pneumatici, e Eduardo Scarpetta, autore della commedia Miseria e nobiltà, muoiono l’editore musicale Giovanni Ricordi e Christian Andreas Doppler, teorizzatore dell’omonimo effetto. Robert Schumann, Quintetto in mi bemolle maggiore per pianoforte e archi op. 44 Genesi. Composto tra il 23 settembre e il 16 ottobre 1842 e dedicato alla moglie Clara, il Quintetto op. 44 viene eseguito per la prima volta a Lipsia, alla Gewandhaus Saal, l’8 gennaio dell’anno successivo e pubblicato da Breitkopf & Härtel. Struttura. La gioia espressa dall’idea iniziale del primo movimento, Allegro brillante, resta a lungo impressa nella memoria anche quando sopraggiunge il tono dolce che contraddistingue queste pagine, prima che il dialogo tra violoncello e viola porti il secondo tema. Lo sviluppo inizia al piano, con frammenti della melodia raddoppiati dagli altri strumenti. Torna prepotente il primo tema, che, con piccole variazioni armoniche, giunge alla ripresa. In Modo d’una Marcia. Un poco largamente. Agitato è l’esemplificativo titolo del secondo movimento, caratterizzato da un’improvvisa atmosfera funerea: il tema esposto dal primo violino accompagnato dal pianoforte. Un raggio di luce penetra la cortina con il secondo tema che ferma il tempo, lo rende pacifico. Quando ritorna, la marcia iniziale è un pizzicato che muore in distanza, come in un altrove da qui. Il carattere vivace dell’inizio torna con lo Scherzo. Molto vivace. Il movimento comprende due Trii separati, dal carattere contrastante: il primo lirico, il secondo forte e robusto. Il pianoforte predomina quasi da concerto solista nel movimento conclusivo, Allegro, ma non troppo. Dall’attacco percussivo e improvviso fino al finale glorioso e contrappuntistico si assiste a una rassegna di sentimenti e di idee: un cerchio che si chiude tra il tema iniziale dell’intero Quintetto e quello finale. Una doppia fuga funge da coda conclusiva. Ricezione. Il 1840 era stato l’anno del Lied per Schumann, il 1842 è quello della musica da camera, nella quale il compositore porta tutta la sapienza acquisita di una scrittura fluida. E torna felicemente al suo strumento “natio”. Il Quintetto in mi bemolle maggiore è senza dubbio il prodotto di un’immaginazione musicale fertile e ricca di inventiva nel creare e collegare temi poetici o appassionati, nello scrivere una sceneggiatura precisa, sulla quale gli strumenti possano dialogare, rincorrersi o contrapporsi su una struttura forte e chiara. Annus mirabilis. Nel 1842 Adolphe Sax realizza a Parigi il primo sassofono, Alessandro Manzoni completa i Promessi sposi, John J. Greenough brevetta la macchina da cucire, Richard Owen conia il termine Dinosauro, Charles Dickens pubblica American Notes, Gogol’ i Racconti di Pietroburgo, un terzo di Amburgo viene distrutto da un grande incendio, nasce Arrigo Boito, muore Luigi Cherubini. Anna Cepollaro 10 novembre 2014 QUARTETTO MICHELANGELO Formatosi nel 1986, nei suoi primi vent'anni di attività il Quartetto Michelangelo si è affermato come uno dei migliori gruppi da camera della sua generazione. Dopo l'esordio, avvenuto in Spagna, ha vinto, nel 1993, il primo premio al concorso cameristico internazionale di Illzach (Francia). Regolarmente invitato dalle principali associazioni concertistiche italiane, il gruppo ha tenuto concerti in Europa e nelle Americhe, godendo sempre dell'accoglienza più calorosa del pubblico e dei favori della critica. "Il Quartetto Michelangelo si cimenta abitualmente con i grandi titoli del suo repertorio, con una dimestichezza che affonda le radici nell'affetto per la pagina suonata oltreché nella lucida coscienza critica. Solo così ha potuto trovare ed affinare nel tempo un suono morbido e pastoso e un'intesa che travalica di gran lunga il semplice affiatamento professionale" (La Stampa). Oltre all'esecuzione del suo repertorio, il gruppo spazia nelle composizioni per quintetto, collaborando anche con musicisti come Dimitry Sitkovetsky, Massimo Quarta, Domenico Nordio; guarda inoltre con attenzione alla produzione contemporanea, avendo al suo attivo alcune composizioni ad esso dedicate, e si dedica con passione alla prassi esecutiva con strumenti originali. La critica discografica ha accolto con grande apprezzamento le registrazioni che il quartetto ha effettuato per Nuova Era e, dal 2003, per Chandos: "Bravissimi nel saper cogliere tutti quegli elementi psicologici e poetici emergenti dalle partiture, o nascosti nelle loro pieghe…" (Piano Time); "what matters is that these players make a very sympathetic team, instantly establishing a hushed intensity in a mood of dedication such as one might experience in a live concert" (Gramophone); "this, surely, is how Schumann would have heard his scores. The Michelangelo is the equal of the finest ensembles in these works and brings, impressive depth to the music." (Classic FM, Best Buy);"the Italian players combine a terrific freshness and elan with a crucial feeling for rubato in Schumann's lyrical melodies. The slow movement of the quartet is as gloriously sung as I have ever heard." (The Telegraph). SONIG TCHAKERIAN Sonig Tchakerian ha iniziato a suonare il violino piccolissima, sotto la guida del padre. Trasferitasi in Italia, si è diplomata a 16 anni con il massimo dei voti e la lode, con Giovanni Guglielmo. Si è perfezionata per alcuni anni con Salvatore Accardo a Cremona, oltre che con Franco Gulli a Siena e con Nathan Milstein a Zurigo. Premiata al Concorso “Paganini” di Genova (nel 1980) ed all'ARD di Monaco di Baviera (nel 1982 e nel 1988), tiene recital per violino solo o con pianoforte (collabora tra gli altri con Bruno Canino e Andrea Lucchesini, con cui ha eseguito l'integrale delle Sonate di Beethoven) per importanti società di concerti. Come solista, ha suonato con orchestre quali la Royal Philharmonic di Londra, la Bayerischer Rundfunk di Monaco, la Verdi di Milano, le orchestre del San Carlo di Napoli e dell'Arena di Verona, I Solisti Veneti, l'Orchestra di Padova e del Veneto, con direttori quali Piero Bellugi, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Antonio Janigro, Daniel Oren, Claudio Scimone, Emil Tchakarov. È tra i pochi violinisti ad eseguire dal vivo l'integrale dei Capricci di Paganini, che ha registrato anche in cd nel 2003. Assieme al marito, il direttore d'orchestra Giovanni Battista Rigon, ha fondato le Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza, festival dove ogni anno invita alcuni tra i più noti musicisti italiani ad interpretare con lei capolavori della musica da camera. Il Festival si svolge nel celebre teatro del Palladio ed è regolarmente trasmesso da RAI Radio3. Ha fatto parte del Trio Italiano, con il quale le è stato assegnato all'unanimità il “Premio Gui “di Firenze (nel 1990), e con il quale ha registrato le integrali di Beethoven, Schubert e Schumann. Molto apprezzata anche come didatta, insegna al Conservatorio di Padova. Ha tenuto corsi di perfezionamento per l'APM di Saluzzo, e attualmente per il Gubbio Summer Festival. Dall'anno accademico 2009/2010 è titolare della cattedra di violino nell'ambito dei corsi di perfezionamento dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Suona un magnifico violino di Gennaro Gagliano, costruito a Napoli nel 1760. In occasione delle Colombiadi del 1992 ha avuto l'onore di tenere un concerto con il violino di Paganini, il Guarneri del Gesù detto "Il Cannone". Ogni anno, nell'ambito del progetto Bottega Tartiniana, suona l'Amati appartenuto a Giuseppe Tartini in un concerto presso la casa natale del grande musicista, a Pirano d'Istria. *** ABBONAMENTI: Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2014/2015 degli Amici della Musica BIGLIETTI INTERI: € 22.00 RIDOTTI: € 13.50 (riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani da 19 a 26 anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore) RIDOTTI EXTRA: € 4.00 (gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni) Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse nel giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili. BIGLIETTERIA: Tel. 071 52525 – Fax 071 52622 [email protected] PER INFO: Società Amici della Musica “Guido Michelli” Via degli Aranci, 2 Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 16.30) [email protected] www.amicimusica.an.it