“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Romanzo I Creatori di Stelle BEN GIBSEN Aldo Giuseppe Merisio's Copyright: **************** Copyright :: All Rights Reserved Registered :: Sun May 15 16:54:58 UTC 2011 Title :: I Creatori di Stelle - The Stars Creators Category :: Novel Fingerprint :: 445c31302b84e97bb16b1fc5040eb9f5fecba32c9b27a35c86d1a11f4f683bfc MCN :: C13BC-24T89-AXCCP **************** 1 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Indice: Prefazione 3 Dediche 5 Ringraziamenti 6 Citazioni “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen I Creatori di Stelle Prefazione 7, 8 I – Prologo 9 II 15 III 26 IV 38 V 49 VI 61 VII 87 VIII 98 IX 113 X 130 XI 149 XII 166 XIII 178 XIV 190 XV 203 XVI 218 XVII 230 XVIII 239 XIX 251 XX 263 XXI 276 XXII 287 XXIII 299 XXIV 312 XXV 328 XXVI – Epilogo 339 Disclaimer 347 Indice delle Tavole – Plates Index 348 Author Addresses 349 2 Un romanzo che, attraverso le esperienze professionali e i drammi familiari vissuti dai due personaggi principali, Christian e Marie Sue, lancia dei messaggi, ai giovani e all’umanità intera, sulla necessità di fare un esame di coscienza su cosa sia questo nostro pianeta, quali sono i delicati meccanismi naturali ed energetici che reggono e permettono la rigenerazione dell’habitat naturale. Quale impatto hanno i comportamenti individuali, le comode abitudini cui ci siamo assuefatti e l’importanza che hanno l’educazione e l’informazione scientifica a questo riguardo. Se vogliamo mantenere la vita sulla Terra e non fare spegnere il terzo pianeta azzurro del Sistema Solare dobbiamo avere l’umiltà di rallentare, fermarci, e ritornare a delle abitudini più semplici e sostenibili. Una storia che, nonostante tutto, ha una profonda anima ecologista perché cerca di riportare la scienza e le religioni su di un piano umano; esse hanno ragione di esistere per essere di aiuto verso l’umanità e non per essere sue nemiche, al servizio del profitto e dell’egocentrismo megalomane. I giovani devono ritornare ad abbracciare i valori fondamentali della famiglia, del rispetto, dell’amore e della conoscenza. Non devono lasciarsi travolgere e corrompere dal mondo finto e ipocrita dell’immagine, costruito solamente per vendere un prodotto o per inculcare dei falsi principi, per essere usati o peggio sfruttati. L’informazione, lo studio, l’approfondimento e l’ascolto dei consigli degli anziani sono 3 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen alla base della prosperità di una civiltà, così come la memoria degli errori fatti dai propri antenati e progenitori. … a mia Madre I genitori devono imparare di nuovo il loro ruolo e smetterla di essere amici e complici, testimoni a favore degli sbagli dei loro protetti; in questo modo potrà finire l’era moderna, quella dei figli prodighi. Nella narrazione sono intrecciate e celate delle situazioni che ne richiamano altre, vissute o esistite millenni prima, a ribadire il concetto che la Storia si ripete e che spetta all’uomo il dovere di evitare di commettere gli stessi errori già compiuti in passato. Il lettore più attento e sensibile riuscirà a coglierne l’essenza … Ben Gibsen - alias - Aldo Giuseppe Merisio Aldo Giuseppe Merisio's Copyright: **************** Copyright :: All Rights Reserved Registered :: Sun May 15 16:54:58 UTC 2011 Title :: I Creatori di Stelle - The Stars Creators Category :: Novel Fingerprint :: 445c31302b84e97bb16b1fc5040eb9f5fecba32c9b27a35c86d1a11f4f683bfc MCN :: C13BC-24T89-AXCCP **************** 4 5 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Ringraziamenti: Ringrazio Francesca per la spinta emotiva e l’incoraggiamento che mi hanno dato la forza di incominciare a scrivere una storia che, da qualche tempo, era in letargo nella parte più intima e profonda della mia personalità e che cercava solo uno spiraglio di luce dell’anima per risvegliarsi, e uscire dalle tenebre della timidezza e dell’introversione. 6 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen … Piccolo, sulla sua piccola Terra, l’uomo contempla l’Universo del quale è a un tempo giudice e vittima … W.H. Auden 7 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “… quando la scienza riuscirà a spiare oltre la cresta della montagna, scoprirà che la religione era seduta là da sempre…” I Prologo Citazione da Creator, di Jeremy Leven 14 luglio 2010 “… ormai la strada è tracciata, dopo i progressi compiuti nello studio del processo di Fusione Nucleare a confinamento elettromagnetico seguendo il Criterio di Ignizione, siamo ormai a un passo dal poter affermare che possiamo produrre Energia Atomica pulita tramite la riproduzione dei fenomeni fisici che avvengono all’interno delle stelle. Il progetto ITER, il cui acronimo in origine significava International Thermonuclear Experimental Reactor e che in seguito è stato usato con il significato latino di cammino, ha dimostrato di poter fornire un rendimento 1:10 se riusciremo a perfezionare al massimo il sistema di riscaldamento esterno del Plasma D-T, Deuterio – Trizio. Com’è a tutti ben noto, infatti, un sistema di riscaldamento esterno efficiente è quello che garantisce di avere la reazione di Fusione Nucleare all’interno del Tokamak sempre sotto controllo per avere il massimo rendimento: con un impiego totale di energia d’ignizione del Plasma pari a uno si riuscirà a ottenere una quantità di energia in eccesso da Fusione fino a dieci o più il che sarà sufficiente sia per il suo mantenimento sia per la produzione di elettricità di consumo per uso commerciale. 8 9 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Anche la realizzazione della centrale termoelettrica DEMO, a esso collegata, è già a buon punto e penso che nel giro di un decennio avremo la prima centrale Termonucleare a Fusione funzionante. L’ITER sarà costruito nel sud della Francia, nelle vicinanze del CEA, Cadarache Research Centre, nel territorio del Comune di Saint-Paul-lezDurance; il tempo delle centrali a Fissione, con le loro scorie radioattive e i potenziali pericoli d’incidente a esse collegate è giunto al termine. Le centinaia di reattori nucleari sparsi per tutto il globo saranno via via sostituiti da stelle artificiali …”. sullo sviluppo e l’implementazione delle vecchie fonti energetiche. Fortunatamente, dopo quasi sessant’anni di Teorie, ricerche e prove, comparando tutti i risultati ottenuti dalle diverse metodiche e soluzioni tecnologiche adottate, si era giunti a capire le ragioni per cui la reazione di Fusione Termonucleare si spegneva. Il processo avviene e si auto-mantiene solo in un ristretto intervallo di condizioni di Temperatura, Densità o Pressione dei gas e di bilancio termico; quello che in modo naturale si verifica nel centro di una stella come il nostro Sole. La simultaneità delle tre condizioni è sicuramente la fonte di tutte le difficoltà incontrate durante la realizzazione ma anche della garanzia della massima o totale sicurezza; se nel malaugurato caso la Fusione dovesse andare fuori controllo, per un qualsiasi guasto, si auto spegnerebbe nel giro di pochi secondi. La reazione di Fusione non produce scorie o elementi radioattivi; da ogni collisione D-T si formano un atomo di Elio, un Neutrone e Calore. In aggiunta, la qualità dei materiali non fissili impiegati per la realizzazione del reattore, più propriamente chiamato Tokamak, inibisce totalmente anche la remota possibilità che l’energia sviluppata e i Neutroni prodotti inneschino reazioni di Fissione a catena indesiderate che potrebbero dare il via alla temuta sindrome cinese. Dopo questa conclusione del presidente di ITER Mr. Briscoe, l’aula delle conferenze stampa dell’Hotel Hilton a Londra scoppiò in un fragoroso applauso. Erano presenti tutti gli addetti, di tutte le delegazioni di sviluppo, provenienti dai vari continenti. Nelle facce di ognuno si poteva vedere tutta la felicità e la soddisfazione di quando si riesce a raggiungere un sogno inseguito con tanto impegno, difficoltà e fede, superando anche tutti gli scetticismi e le barriere, sia teorico-pratiche sia politiche. Sì poiché il progetto, nato all’inizio dagli studi di un pool di gruppi di ricerca di università di varie nazioni come Cina, Europa, India, Giappone Korea, Russia e USA, aveva incontrato non pochi ostracismi. All’inizio, in tutte le prove sperimentali, non si riusciva a raggiungere un rendimento superiore a “1”, cioè si consumava più energia per tenere “accesa” la reazione di quanta la Fusione riuscisse a produrne nel poco tempo in cui rimaneva in essere, per poi spegnersi autonomamente. I vari laboratori di ricerca ottenevano risultati diversi: chi più energia, chi meno, con una durata di auto mantenimento variabile e quindi i finanziamenti a essi destinati inizialmente erano dirottati Tutto questo alla fine si è potuto concretizzare solamente con la collaborazione globale, con uno spirito di condivisione atto a lavorare per il bene comune dell’umanità e non dal mero interesse speculativo; tutti confidiamo che rimanga tale. 10 11 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Anche Chris era presente alla conferenza con tutto il Team di Assystem Group, la società di engineering avanzato con cui collaborava da ormai dieci anni, che aveva coordinato la moltitudine di progetti necessari alla realizzazione di ITER Project ; Fusion for Energy o F4E. all’insegnamento del Rugby agli adolescenti del suo quartiere. Nel 2003, l’anno del 50° anniversario dell’iniziativa Atom for Peace del presidente americano Eisenhower, Chris cominciò a prestare la sua opera anche presso la WNU, World Nuclear University, un’associazione mondiale nata per sviluppare l’educazione internazionale degli operatori e dirigenti politici nella pacifica applicazione delle scienze e tecnologie nucleari per la produzione di energia e per applicazioni mediche. Come tutti i presenti anche lui era felicissimo, sicuramente per i risultati ottenuti, ma anche perché poteva ormai prendersi un lungo periodo di riposo e rivedere i suoi genitori dopo parecchi mesi di assenza. Christian Zanather era nato a Rugby, piccola cittadina di circa sessantamila abitanti, situata proprio al centro dell’Inghilterra nella contea di Warwick tra Birmingham e Northampton a una ventina di chilometri dalla prima, dove nel 1823 ebbe origine l’omonimo sport che tanto ha contribuito alla formazione del suo carattere altruista e idealista. Si era diplomato in uno dei licei nella sua città e, oltre che per lo sport, aveva sempre avuto una grande passione per la ricerca scientifica. Nel 1995 entrò all’università di Birmingham e si laureò in Fisica; seguì poi un corso di postlaurea di Tecnologia dei Reattori Nucleari e un altro sulla Gestione dei Rifiuti Radioattivi e Decommissioning cioè di tutte le procedure e precauzioni che si devono adottare durante lo “spegnimento” e smantellamento di un qualsiasi sito di produzione di Energia Nucleare. Dopo un anno si specializzazione al MIT di Boston in Massachusset – USA, presso il dipartimento di Scienze Nucleari e Progettazione alla corte dell’eminente professor Apostolakis, era tornato in Inghilterra, dove cominciò a lavorare come consulente esterno nella società di engineering Assystem Group. Nel tempo libero, quando poteva, specialmente nel periodo estivo, si dedicava anche 12 In quest’ambito seppe delle ricerche sulla Fusione Termonucleare da cui rimase così affascinato, da essere uno dei fautori dell’ingresso della A.G. in quello che sarebbe stato, da lì a pochi anni, il progetto ITER. L’idea di poter costruire Stelle era ciò che, secondo lui, più si avvicinava al concetto di Creazione e, all’età di quarant’anni, era uno stimolo che gli aveva donato una seconda giovinezza. 13 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen II … arrivato a Rugby dopo parecchi mesi di assenza, cominciò subito a riconoscere i luoghi più familiari. Dalla stazione all’umile casa, dove aveva vissuto da sempre con i genitori e il fratello di un anno più giovane, non c’erano che poche centinaia di metri da percorrere. The “Tokamak” E = m * C2 m = massa ( Kg ) C = velocità della luce ( 300.000 Km/sec ) 1 Kg x m * s-1 = 9,81 Watt Potenza da 1 Kg di massa = 9.174 TeraWatt ( 9,174 x 1012 KW ) 14 Uscito dalla Rugby Rail, imboccò Murray Road verso sud e subito dopo a destra sulla Railway Terrace che in fondo compie una curva a gomito verso sinistra, dopo circa duecento metri incrocia a destra con Wood Street, la strada dei giochi dell’infanzia. Casa sua si trova all’angolo con King Edward Road, sul lato sinistro quasi di fronte al Woodside Park. Christian tutte le volte che percorreva quel breve tragitto non poteva fare a meno di ammirare, nonostante fossero lì da secoli, le caratteristiche case in stile vittoriano, le insegne dei pub, dei negozi e i vecchi muri oscurati dal tempo e dalla sporcizia lasciata in inverno dalla bassa nebbia. Quanti ricordi ritornano alla mente quando si rientra nella propria cittadina dopo lunghi periodi di lontananza: le interminabili giornate passate a giocare con gli amici nel 15 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen vicino Caldercott Park, le corse in bicicletta lungo Newbold Road per raggiungere il Webb Ellis Rugby-Football Museum dove ci si fermava ore e ore a vedere passare schiere di turisti appassionati del nobile gioco venuti da ogni angolo del globo a visitare la “culla” del Rugby; gli allenamenti al Lions Rugby Club, che si trova tutt’oggi in fondo alla New Street, un vicolo laterale di Lawford Road, e le partite nel ruolo di mediano di apertura seguite dalle mangiate e bevute durante il terzo tempo, presso la Club House. Di tutti quei fatti, ciò che ricordava con maggiore emozione era la prima “cotta” quando a quindici anni, tutti i giorni all’ora di pranzo, inforcava la bicicletta e, senza dare spiegazioni a nessuno, si “fiondava” fino su William Street per incrociare una ragazza dai capelli ricci corvini di nome Tyra che a quell’ora passava sempre in quel tratto di strada per tornare da scuola; Chris l’aveva notata una sera d’estate nel gruppo delle amiche alla parrocchia e ne era rimasto “folgorato”. Per un anno intero era andato avanti così, senza avere mai il coraggio di fermarla, poi si era deciso a incaricare l’amico e compagno di squadra Mattew Luton, un suo coetaneo, che frequentava la stessa scuola della ragazza, di portargli un suo biglietto; ebbe la prima delusione amorosa della sua vita quando la risposta di ritorno fu che lei si era accorta delle sue attenzioni, ma purtroppo aveva già in mente un’altra persona. Suo padre, Paul Zanather, è un uomo all’antica, sui settanta anni, dai capelli leggermente ricci diradati e ingrigiti dal tempo, molto autoritario e conservatore ma che sà essere espansivo e spiritoso. È stato uno sportivo, appassionato di Rugby, dal fisico solido e possente, religioso ma poco praticante anche a causa del tipo di lavoro che svolgeva, ha saputo educare e indirizzare i figli verso la retta via del rispetto e della coerenza. Dopo molti lavori saltuari, nel 1966, aveva trovato finalmente una rispettabile occupazione come manutentore presso la centrale termonucleare di Berkeley, che a quel tempo era in fase di collaudo. La centrale era situata vicino alla “punta” del Canale di Bristol, una specie di “fiordo” nel sud dell’isola Britannica che sbocca allargandosi nel Mar Celtico, un pezzo di oceano Atlantico compreso fra il sud dell’Irlanda e il sud-ovest dell’Isola Britannica. Nella centrale di Berkeley era rimasto fino al 1989, anno della sua chiusura, a causa dell’apertura, a Oldbury, di una nuova, più potente e sicura centrale; oggi una delle dieci disseminate per tutto il territorio anglosassone. A Oldbury, dove era stato trasferito, Paul era rimasto fino al pensionamento avvenuto alla fine degli anni novanta. Entrambe le località si trovano sullo stesso tratto di costa, a pochi chilometri di distanza tra di loro, a circa cento chilometri in linea d’aria da Rugby (1). Paul doveva quindi partire col treno dalla stazione di Rugby e via Birmingham arrivare nei pressi di Bristol per recarsi poi alla centrale. Passava due settimane lavorative in trasferta e due volte al mese rientrava a casa, per quattro giorni consecutivi di riposo, dalla moglie Evelyn e dai figli Christian e John. Appena fu di fronte a casa, non fece in tempo a mettere piede sul vialetto del piccolo giardino che subito gli corse incontro e gli saltò in braccio abbaiando di gioia Rocky III, il piccolo Fox Terrier di famiglia, così chiamato perché era il terzo ad arrivare tra loro dopo la dipartita naturale dei suoi due predecessori, e poi un grosso abbraccio con la madre Evelyn e il padre Paul. 16 1 Centrale di Berkeley – Reattore tipo Magnox I da 276 MWe (tecnologia USA) – dal 1962 al 1989 Centrale di Oldbury – Reattore tipo Magnox II da 434 MWe (tecnologia USA) - dal 1967 al 2010 17 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Nonostante i trentacinque anni passati alla centrale, avendo sempre rispettato i protocolli e le norme di sicurezza, non aveva avuto ripercussioni sulla salute se si escludono saltuarie scottature dovute a leggere fughe, attenuate, di raggi gamma (2). Ora, dietro le sue folte sopracciglia, ai baffi, alla barba appena accennata e all’immancabile sigaretta rollata a mano, sempre tenuta all’angolo sinistro della bocca, ama starsene spesso sulla veranda della sua casetta in stile country a contemplare il cielo, raramente azzurro, analizzando il modo in cui si formano gli accumuli di umidità che quasi quotidianamente si trasformano nella famosa “pioggia inglese”. Nel 1967, dopo cinque anni di fidanzamento, sposò Evelyn Reid una bella ragazza di Rugby che conosceva sin da bambina, di un anno più giovane, e nei ventiquattro mesi seguenti misero al mondo i due figli coronando il loro sogno d’amore. Bionda e slanciata, col viso dai tipici tratti gentili sassoni, Evelyn era stata un’atleta, nuotatrice, il suo talento si era fatto notare durante i bagni e le scorribande “segrete” al fiume. Dopo sposata ed essere diventata mamma, la giovane moglie, si era da sempre occupata solamente della casa e dei figli, tirandoli su sani e volenterosi: dolce e premurosa era sempre disponibile verso le esigenze della famiglia. Oggi, continuando sempre a fare le stesse cose, con il marito vicino, è ancora più felice e vive di ricordi con dentro quella malinconia di chi ha vissuto la sua giovinezza in modo semplice e spensierato. 2 Onde elettromagnetiche cariche di elevato potere penetrante di frequenza media 3.1020 Hertz, 10 miliardi di volte più alta della frequenza cui lavorano i più moderni processori per computers – una delle forme in cui si manifesta l’energia emessa dalla Fissione Nucleare. 18 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Durante i week-end di riposo di Paul si ritrovavano tutti insieme e, soprattutto nei mesi più caldi, non perdevano occasione per andare, famigliola al completo, a fare dei picnic sulla riva del fiume Avon che nei presi di Rugby compie larghe anse ricche di vegetazione e di bellissime spiaggette ghiaiose, oppure al vicino Caldercott Park. Quando non stava giocando con i compagni sulle rive del fiume, a costruire rifugi e a giocare a nascondino oppure alla guerra, Chris amava sdraiarsi accanto al padre, su di un plaid adagiato sulla fresca erba all’ombra di una quercia, a contemplare il tramonto e farsi raccontare tutto del suo lavoro. Così cominciò a interessarsi alla tecnologia e a sognare di essere a fianco del padre per dargli un aiuto ma anche per rendere il suo faticare più sicuro. Il fratello John aveva un carattere totalmente diverso, amava il calcio ed è sempre stato un po’ più distaccato dalla famiglia. Già da adolescente stava sempre fuori di casa con gli amici a pavoneggiarsi e a fare conquiste, poco avvezzo ai sogni e agli ideali, un tipo stoico. A trent’anni si è sposato e ha avuto un paio di pargoli. Christian invece era un sognatore, anche se profondamente appassionato da tutto ciò che era scienza: elettronica, informatica e chimica. Amava le storie epiche, di cavalieri e dame, le moderne romanzate romantiche e sognava l’amore ideale, quasi platonico. Come gli avevano insegnato nelle scuole e nella parrocchia, il sesso lo concepiva come un qualcosa che dovesse completare il rapporto di coppia e non come un inizio a causa dell’attrazione fisica reciproca; che deve per natura esserci per avvicinare due persone le quali però devono rispettarsi e stimarsi, conoscendosi reciprocamente per 19 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen restare una vita insieme senza “usarsi”. Questo è quello che dovrebbe distinguere l’uomo dagli animali che per istinto cercano il partner solamente per l’accoppiamento e la continuità della specie. Naturalmente pensava al sesso anche perché ormai tutte le attività commerciali usavano le “allusioni sessuali” per attrarre le attenzioni delle masse e quindi era impossibile non farsi alienare. Lo sforzo per restare fedele alle proprie convinzioni, anteposte all’istinto del “richiamo” degli appetiti sessuali è come la lotta fra il bene e il male – il prevalere dell’uno o dell’altro ci porta su due strade diverse: quella della calma, sincerità, semplicità e stabilità l’una e dell’irrequietezza, dell’opulenza, ipocrisia e dell’instabilità l’altra. La felicità che può derivare da entrambe le “vie” porta però a diverse evoluzioni dell’intera società. Altrettanto si può sostenere che quello che s’identifica come Bene è l’insieme dei buoni propositi, le dottrine umanistiche, le politiche sociali, mentre il Male tutti quei comportamenti, fatti dalle medesime persone, che rinnegano, per istinto di sopravvivenza o per interessi personali – ipocrisia e cupidigia - quello che avevano “predicato” in precedenza. Durante la sua vita lavorativa aveva saputo di tanti episodi che lo avevano fatto riflettere e quasi temere qualsiasi cambiamento: colleghi sposati che avevano delle storie parallele o solamente a sfondo sessuale con colleghe, separazioni, divorzi e persino episodi di molestie e violenza. Oggi Chris è un uomo di circa un metro e ottanta di altezza, dai capelli castani mossi e un po’ diradati, con qualche segno di brizzolatura sulle tempie, sportivo e dalla media bellezza, ha preso i caratteri somatici da entrambi i genitori. A causa del suo idealismo romantico e alla sua naturale timidezza, ebbe molte delusioni nel corso degli anni. La sua diffidenza verso l’imprevedibilità dei meccanismi sentimentali, totalmente in contrasto con l’innata logica che lo portava a voler sempre avere tutto sotto controllo, lo portava quasi a chiudersi in se stesso e a vivere in un suo mondo ideale, come in un “autismo consapevole”. 20 Entrato in casa, i genitori lo coprirono di complimenti e poi cominciarono a tempestarlo di domande sul lavoro e sui nuovi progetti, intanto, visto che era ora di cena, si avviavano in sala da pranzo. Premurosa come sempre la madre cominciò a chiedergli come stava: “ Allora com’è andata la conferenza?… c’era tanta gente?” Christian rispose subito: “ Fin troppa, specialmente molti giornalisti ficcanaso”, “ Ti ho preparato il tuo piatto preferito …”. “ Che bello, lo stufato di stomaco d’agnello ripieno della nonna? … Pancia mia fatti capanna !”. La nonna materna era di origine scozzese ed era una specialista del piatto tradizionale della regione del Kilt; di solito a cena si preparava il classico piatto inglese, pesce fritto con patate, ma la madre era brava anche a cucinare la carne di manzo e molti piatti italiani come le lasagne al ragù di carne o le melanzane ripiene. Il padre esordì con la sua solita frase: 21 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Dopo tutti gli anni passati a lavorare nel campo della produzione energetica mi chiedo quando si finirà di aumentare questi consumi esagerati …”. America, per visitare un centro di ricerca in California e per fare un sopralluogo in Nevada dove stanno sviluppando un Reattore miniaturizzato …”. Era facile intuire cosa suo padre volesse dire: “ Papà, so cosa intendi, l’uomo per vivere ha bisogno di così poche calorie al giorno, escluse le industrie pesanti e di trasformazione, e tutta l’energia che la gente usa in più è impiegata per giocare e per svariate altre stupidaggini come usare computers potentissimi per la pornografia sulla rete; ma lo sai, l’uso commerciale della tecnologia porta a tali eccessi. Noi ricercatori siamo consapevoli del fatto che senza il surplus degli introiti provenienti dalla diffusione di massa delle innovazioni tecnologiche, non si potrebbe fare il nostro lavoro; ma è anche con progetti come quello su cui lavoriamo che stiamo cercando di porre rimedio a tale stortura.”. Il padre e la madre, quasi all’unisono: Evelyn, già infastidita dalla piega che aveva preso il discorso fra i due, sbottò: “ Dai, non cominciate con i vostri discorsi scientifici in cui io non riesco mai a mettere bocca e pensiamo a mangiare; piuttosto, cosa farai in questo periodo di vacanza?”. “ Tanto per cominciare domani che è sabato andrò a trovare John e a salutare i nostri nipotini; a proposito come stanno?” “ Sempre con questa passione per il Lavoro, ma quando ti troverai una bella moglie inglese e ci darai anche tu qualche nipotino?”. Potrà sembrare che in quel moglie inglese ci fosse un non so che di conservatorismo ma era solo un modo di dire mogli e buoi dei paesi tuoi poiché avevano sentito di tanti compaesani sposati con donne del sud America che si ritrovavano nei guai. “ Se c’è passione, il lavoro può essere piacevole e l’amore è inutile inseguirlo, bisogna che venga da solo, anche per caso; tutte le volte che mi sono dichiarato sono sempre stato rifiutato, vuol dire che il destino per me ha previsto diversamente”. Intanto Rocky era lì, seduto ai loro piedi e pazientemente, con qualche guaito di richiamo, stava aspettando Chris per andare a giocare in giardino, com’erano soliti fare dopo cena. “ La settimana prossima la passerò al Lions, con gli allievi del Rugby, per vedere che progressi hanno fatto in mia assenza e poi ho intenzione di fare una vacanza studio in La cena finì con un buon caffè e subito dopo Chris uscì in giardino a giocare con Rocky che amava riportare una logora pallina da tennis dopo che qualcuno l’aveva lanciata fra le siepi; tutte le volte immancabilmente, prima di riportarla si soffermava a scuoterla e ad azzannarla tenendola immobile fra le zampe anteriori distese, con un ringhio di soddisfazione più che di rabbia. 22 23 “ Tutti bene, e i ragazzi stanno crescendo velocemente e pieni di vizi”, disse subito Paul. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Dopo una bella mezz’ora Chris decise di fare una passeggiata con Rocky. Usciti da casa, s’incamminarono lungo Wood St. fino all’incrocio con Park Rd, la via che costeggia il Caldercott Park, fino a che giunsero all’ingresso del medesimo; un angolo di verde a forma di triangolo isoscele vicino al centro di Rugby, con il vertice rivolto a sud in direzione della Torre dell’Orologio. Proprio in quell’istante scoccavano le ore ventuno e quando le campane cominciarono a suonare, Rocky si mise a correre verso il centro del parco abbaiando al vento. Seguendo il cane Chris arrivò nei pressi dell’area attrezzata con i giochi per i bimbi, altalene, scivoli e giostre e vide che c’era una famigliola: due bambine di circa quattro e cinque anni che giocavano e i due genitori che, seduti su di una panchina, stavano prendendo il fresco in quella serata afosa di Luglio inoltrato. A un primo momento non ci fece caso ma quanto passò davanti ai due per richiamare Rocky, si accorse che la donna era Tyra; ebbe un tonfo al cuore, salutò timidamente e proseguì incontro all’amico a quattro zampe che intanto si era calmato e stava “grufolando” lì intorno fra le betulle e i platani segnando il territorio. Allontanandosi con il cane ormai al guinzaglio, pensò “… è ancora bella come quando la vidi la prima volta” e tirò un profondo sospiro, si abbassò, diede una scrollata al liscio pelo fra le orecchie di Rocky che ansimava felice guardandolo con la lingua penzoloni, e fecero ritorno a casa. Chris, stanco morto, salutò i genitori e salì al piano superiore dove, dopo una veloce e caldissima doccia rigenerante, si lasciò andare in un sonno profondo sulla branda che era sempre pronta ad accoglierlo nella camera che era stata sua e di suo fratello. 24 25 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen III Il mattino seguente Evelyn, com’era solita fare quando il figlio andava ancora all’università, svegliò Chris di buon’ora affacciandosi verso la rampa delle scale e gridando con tono di richiamo: “ Chris, sono le otto ! La colazione è pronta !”. Come ogni madre verso un figlio tanto amato, anche se aveva più di quarant’anni, che è sempre visto come il proprio “bambino”. In lontananza, attraverso le persiane socchiuse della camera, si sentivano i rintocchi della campanella provenire dalla Clock Tower. Per un attimo Chris si rigirò nel letto e si coprì la testa con il cuscino ma ricordò che doveva passare a fare un saluto al fratello per poi andare, prima possibile, al Lions Club, la sua “seconda casa”. Dopo una lunga stiracchiata con la quale buttò giù le coperte dal giaciglio, saltò in piedi, si infilò velocemente i pantaloni della tuta con i colori sociali Bianco, Nero e Rosso - un paio di vecchie ciabatte e si precipitò in cucina per un’abbondante colazione. 26 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Latte caldo, corn flakes e crêpes con marmellata ai frutti di bosco, pane tostato e un uovo sodo e la carica di energia per l’intera mattinata era stata fatta. Le prime ore del giorno erano fresche e soleggiate e la cittadina si stava lentamente mettendo in movimento. Il lungo tragitto in bicicletta per raggiungere la dimora del fratello John, sita sulla Bruce Williams Way nel bel quartiere del Caldercott’s Piece, vicino al St. Cross Hospital, si presentò subito piacevole e rilassante. I figli di John, un maschietto e una femminuccia di sette e nove anni, frequentavano entrambi la Lawrence Sheriff School, sorta sui terreni dove verso la fine dell’Ottocento si erano svolte le prime partite di Rugby. La rimpatriata dei due fratelli fu molto cordiale ma, avendo caratteri totalmente diversi, abbastanza fredda, con le solite frasi di circostanza. Christian non si trovava a suo agio, avvertiva una certa insofferenza nei suoi confronti, un aleggiante rimprovero per il fatto che dimorasse ancora con i genitori, come se così facendo dovesse ledere chissà quali interessi. È brutto doversi rendere conto come i fratelli di sangue, nel momento in cui costruiscono le proprie famiglie, rompano quasi definitivamente le affettività pensando solamente ai propri bisogni. Avviene come un “cambiamento di pelle” che porta a una nuova personalità che vuole tagliare i ponti con la “vecchia vita”; o forse è solo un modo per compiacere la nuova cerchia familiare. Chris non si trattenne molto a lungo, giocò un poco con i ragazzi e poi salutò tutti, augurando tanta felicità e prosperità, e con la sua indistruttibile Royalbike si avviò verso la club house della società sportiva. 27 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Imboccata Hillmorton Rd, si ritrovò presto a passare davanti al Webb Ellis Rugby Museum, la Hall of Fame dedicata al personaggio cui per convenzione si attribuisce l’invenzione del gioco, e proseguendo lungo Lawford Rd arrivò velocemente in New Street, dove sorge l’accogliente Club House. L’edificio fu costruito per la prima volta in Sheep Street fino all’odierna, definitiva ubicazione, avvenuta nel 1973. parrocchie, che hanno loro stessi organizzato; sono tanto bravi e mi aiutano anche nelle pulizie della nostra sede …”. Il luogo di ritrovo, che comprende spogliatoi, una palestra per l’allenamento con i pesi e una grande sala da pranzo con annessi cucina e servizi, fu ricostruito o spostato un paio di volte, a causa di problemi finanziari o di spazio, ma rimane tuttora in quel quartiere, dove con tanta fatica si erano acquistati i campi da gioco e di allenamento. “ Permesso …?” Disse Chris entrando nella sala da pranzo. L’anziana signora Lindsay Danty, la custode della Club House, appena lo vide gli corse incontro per abbracciarlo; era dall’estate precedente che non lo vedeva. Si scambiarono tre baci sulle guance: “ Ciao Christian, quanto tempo, sono molto felice di rivederti, vedo che nonostante tutto riesci sempre a tenerti in forma …”. “ Grazie, vado subito a salutarli e a raccomandarmi perché quest’anno non riuscirò a passare molto tempo con loro e non vorrei essere dimenticato …”. “ Vai, sono al campo numero tre, sono le undici e staranno ormai per iniziare la partitella di allenamento, ciao e a presto!” Il complesso sportivo è molto grande e, per gli allenamenti, vi si alternano ben undici squadre giovanili, dagli under sette all’under diciassette, oltre che alla prima e alla seconda squadra che militano nelle leghe semi professioniste. Il campo era tracciato alla perfezione, le due bianche porte ad “acca” erano state da poco riverniciate e i trenta ragazzi degli under sedici stavano completando il riscaldamento. Chris che si stava avvicinando camminando sul viale alberato che costeggia il campetto numero tre, trovandosi in penombra, non fu visto subito, così si fermò in disparte a osservare l’inizio della partitella. In realtà una squadra giovanile è composta di quindici giocatori con massimo sette riserve ma si erano aggiunti alcuni ragazzi dell’under quindici, quelli tra i più appassionati. “ Sì, un po’ di acciacchi dovuti ai miei anta, ma resisto. I ragazzi sono già tutti al campo, si sono presentati di buon mattino per tracciare le righe per il torneo estivo delle I giocatori si schierarono nelle due metà campo e dopo il sorteggio, la squadra bianca si avvicinò alla linea mediana per eseguire il calcio di rimbalzo d’inizio, o calcio d’invio, mentre la squadra rossa, dietro la linea dei dieci metri si apprestava a ricevere il pallone. E via, la partita ebbe inizio, con un salto un giocatore della squadra rossa, un flanker, s’impossessò della palla e subito 28 29 “ Bhè, si fanno sacrifici ma ci si riesce, … e lei come sta? Tutto bene?”. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen due compagni gli si legarono in un abbraccio ai fianchi formando un “carretto” o maul che cominciò ad avanzare verso la linea mediana del campo. Intanto la squadra bianca, contrastando, aveva fermato l’avanzamento, il mediano di mischia rosso tolse la palla dal maul, che era ancora in piedi, e la passò lateralmente, indietro verso il suo mediano di apertura che dopo essere avanzato di un paio di metri, vedendosi placcato, toccando terra con un ginocchio, lasciò la palla a terra passandola dietro, sotto le proprie gambe. Subito un compagno, dando il giusto sostegno, raccolse la palla avanzando pochi passi e così via. Tutti gridarono di gioia e gli corsero incontro, saltando su di lui e formando un “mucchio” umano tra risate, i “no, no, piano” di Chris e gli applausi di quelli che avevano avuto pietà di lui. Avevano tutti una profonda ammirazione per il loro allenatore in seconda, era il loro addetto al regolamento, la figura che si preoccupa di far capire agli atleti il senso e soprattutto l’utilità delle regole, a prima vista complicate, del gioco. Tutte le fasi del gioco si svolgevano con grande armonia ma, soprattutto, con estrema correttezza. Pur non essendoci arbitro in campo i ragazzi, se commettevano un fallo di fuorigioco o un passaggio avanti involontario, si fermavano senza contestazioni per eseguire la mischia di ripresa del gioco. Essi sapevano che qualsiasi scorrettezza oltre che essere severamente punita dal regolamento, in caso di partite vere, avrebbe causato la reazione violenta dell’avversario con rischi di seri e inutili infortuni. Il rispetto delle regole del gioco e la perfezione con cui i ragazzi eseguivano gli schieramenti alternati di copertura difensiva e di attacco sostenuto, stavano dimostrando a Chris che i progressi erano stati massimi. Dopo quindici minuti di quello spettacolo, in un momento di pausa prima di una rimessa laterale, Chris entrò in campo all’improvviso esclamando: “ Bravissimi ragazzi, una condotta perfetta, secondo regolamento!…” 30 Dopo essersi “ripreso”, saltò in piedi e a uno a uno salutò i ragazzi stringendo la mano a ognuno di loro: Dawson, Smith, O’connel, Wright, Clark, Saunders, Everton … e così via … titubò solo quando arrivò agli under quindici che furono loro a presentarsi. “ Che dire, non posso che complimentarmi con voi, sono rimasto a osservarvi per un po’ di tempo e ho visto cose egregie. Ricordatevi sempre che le regole del gioco sono prima di tutto un manuale di sicurezza per la vostra incolumità e che sono state sviluppate nello spirito della partecipazione di tutta la squadra all’avanzamento nel campo avversario. Chi rimane isolato è destinato a essere sopraffatto, chi non rispetta le regole o non le conosce, causando l’assegnazione di calci di punizione contro la propria squadra, metterebbe in condizione un ottimo “calciatore” avversario di fare dei punti in modo semplice; avete presente Johnny Wilkinson?…”. Intanto tutti i ragazzi si erano seduti in cerchio ad ascoltare l’ennesima lezione del Coach al quale, rispettosi dell’esperienza e sempre attenti a imparare per il loro stesso bene, non erano mai stanchi di prestare attenzione. 31 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “… quando William Web Ellis, durante una partita di calcio, raccolse la palla con le mani e si mise a correre, lo fece per protesta perché lui era lì per giocare e i compagni che non gli passavano il pallone, abili a far correre la sfera tra i loro piedi, non gli permettevano di partecipare al gioco. Nel Rugby, con il pallone ovale, è stata superata anche questa eventualità, avete già provato a vedere cosa succede quando si prova a dribblare l’avversario correndo con la palla fra i piedi, no? … Che non si riesce a controllarne i rimbalzi impazziti e che si finisce per perderne il possesso; conviene sempre mantenere il pallone in mano, stare vicini ai compagni e passare la palla, condividendo il risultato finale della meta, costruita con il paziente lavoro di tutto il Team …”. “ Bene!” rispose Chris, e poi continuò: “ casualmente ho un fischietto in tasca, mi permettete di rimanere con voi e di arbitrare la vostra partitella ?”. E poi continuò ancora con elogi oppure con consigli personalizzati fino a che dovette informare tutto il gruppo del suo viaggio che non gli avrebbe permesso di accompagnarli nella stagione estiva: A mezzogiorno in punto la signora Danty, dalla veranda della cucina, suonò la campanella – segnale che il pranzo era pronto. Quel richiamo irresistibile fece automaticamente fermare virtualmente il cronometro e alla prima uscita dal campo della palla Chris fischiò la fine della partita; poco male, le due squadre si trovavano a punteggio pari sul 24 a 24 e nessuno si lamentò. I ragazzi s’infilarono di corsa nelle docce e in un baleno erano tutti seduti a una lunga tavolata a divorare lo stufato di verdure, insalata di patate, carote lessate e pasticcio di pollo con il curry; limonata e aranciata a volontà, banane, mele e due palline di gelato al gusto di panna e cioccolato a testa. E’ proprio nei momenti passati insieme a mangiare, a ridere e scherzare raccontandosi le gioie e i dolori della vita quotidiana che si consolidano i “gruppi vincenti”. Alcuni ragazzi, appassionati di radiotecnica, si erano raccolti intorno al loro Coach che, da esperto, stava spiegando quali frequenze erano più adatte alle comunicazioni transoceaniche: “… Infine, dopo questi complimenti spero che mi perdonerete se quest’anno non riuscirò a rimanere con voi per i tornei estivi, ho programmato un viaggio studio che mi ripromettevo di fare da tanto tempo, mi si è prospettata l’occasione e non posso perderla.” Tutti i ragazzi, guardandosi a vicenda erano lusingati e felici di essere presi in considerazione e di sentire quella richiesta di scuse anticipate, finché uno di loro saltò in piedi e gridò: “ Per il nostro allenatore – hip hip …” e tutti … “urrà!” e così fecero per tre volte. 32 Tutti, impazienti di riprendere il gioco, applaudendo e ritornando a schierarsi in campo gridarono “ Siiiiiiiii !” Per altri tre quarti d’ora continuarono a calpestare l’erba del campo numero tre, tra placcaggi, rucks, mischie e touches, le rimesse laterali, ma pochi calci di punizione; i falli li avrebbero lasciati compiere agli avversari “veri” e i calciatori avrebbero avuto modo di allenarsi per tutto il pomeriggio a centrare i pali da tutte le possibili angolazioni e distanze. 33 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Le frequenze che riescono a superare la curvatura terrestre, aiutate dagli effetti dall’attività elettromagnetica solare, sono quelle intorno ai 14-15 megahertz (MHz) che hanno una lunghezza d’onda di circa venti metri e sono utilizzate, divise in bande specifiche, dai radioamatori, dai militari e dalle stazioni broadcasting …”; forma uno strato di ionosfera con uno spessore più alto, cioè una maggior quantità di molecole gassose sono ionizzate dalle onde elettromagnetiche del Sole e quindi anche parte delle onde più corte riescono a essere riflesse verso il basso; il fenomeno è chiamato propagazione. Ci sono periodi dell’anno in cui potreste notare una propagazione molto consistente, e questo è dovuto a un’attività molto intensa del Sole, quando compaiono molte macchie solari”. “ Come fanno a superare la curvatura terrestre?” “ Riescono a superare la curvatura terrestre poiché, avendo affinità con le particelle della ionosfera, sono riflesse tra questa e la terra …”; “ Da cosa dipende la loro affinità?” “ La lunghezza d’onda è fondamentale, ecco perché le onde elettromagnetiche non hanno tutte lo stesso comportamento; esse interferiscono sia con la morfologia del territorio che con la struttura delle molecole elementari o atomi essendo riflesse, assorbite o deviate o facendo vibrare le molecole atomiche, se abbastanza piccole; come le microonde che provocano il riscaldamento dell’acqua”. “ Coach noi usiamo la Citizen Band, dei 27 MHz, e abbiamo notato che in certi momenti dell’anno o della giornata si riesce a mettersi in contatto con stazioni d’oltremare o anche oltre oceano”. “ La frequenza dei 27 MHz ha una lunghezza d’onda di circa undici metri ed è già abbastanza corta da riuscire a forare lo strato standard di ionosfera senza che avvenga la riflessione. In certi momenti della giornata, quando il vento solare colpisce la nostra atmosfera con una certa angolazione, si 34 “ Allenatore, ha visto qualche tempo fa quella trasmissione, Mysteries? Parlavano di Alieni, presunti avvistamenti, rapimenti di persone, di misteriose aree militari in cui i servizi segreti Americani tengono nascosti veicoli spaziali caduti sulla Terra, una fantomatica Area 51; storie emozionanti, ma molto più fantascienza che realtà! Invece, crede che si possa eventualmente comunicare con popolazioni di altri pianeti attraverso le onde elettromagnetiche?”. “ Bhè, se mi chiedi se credo che sia possibile trovare altre forme d’intelligenza come la nostra nell’universo ti rispondo che è probabile; qualche forma di Vita quasi sicuramente, vista l’enorme quantità di sistemi solari esistenti. Le comunicazioni, nell’eventuale esistenza di civiltà evolute ai nostri livelli, almeno quelle con pianeti esterni al sistema solare sono quasi impossibili. La potenza irradiata, e quindi il segnale di una qualsiasi onda elettromagnetica si attenua con il quadrato della distanza, così, viste le grandissime distanze in gioco, un segnale arriverebbe sulla Terra talmente attenuato da confondersi con il rumore di fondo; quella specie di rantolo che si sente in sottofondo, causato dalla ricezione di onde elettromagnetiche emesse dalle stelle, che sono le più potenti stazioni trasmittenti naturali esistenti. 35 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Se eventualmente si riuscisse a captare un segnale alieno di un certo livello, vorrebbe dire che esso proviene da uno dei pianeti più vicini, come Marte che si trova a soli cinquantacinque milioni di chilometri dalla terra nel punto più vicino… … Oppure che un veicolo spaziale è molto prossimo a noi.”. Un segnale modulato, infatti, che viaggia alla velocità della luce pari a trecentomila chilometri al secondo, se fosse trasmesso da Marte con grande potenza, arriverebbe sulla terra attenuato in poco più di tre minuti … La discussione fu lunga e appassionante e i giovani “marconisti” avevano già pensato di installare una piccola stazione radio nella Club House per tentare di comunicare con alcuni loro coetanei australiani di Sidney, conosciuti durante uno dei tanti tornei giovanili del Commonwealth (3). Campo da Rugby Nel frattempo Chris si era ricordato che doveva programmare il viaggio tanto atteso e che dopo la bella giornata con i ragazzi lo aspettava una noiosa serata di prenotazioni via Internet. spiegazione del “placcaggio” 3 The British Commonwealth of Nations. La Confederazione degli Stati Indipendenti Britannici. 36 37 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen IV “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Per l’aria si sentivano le note di One of Us di Joan Osborne, una bella canzone del 1996, provenire dalla radio in cucina, lasciata accesa da Evelyn mentre stava preparando la cena. Con suo stupore Paul era seduto in salotto con i baffi immersi in un librone: “ La Bibbia ? … ma papà, hai una crisi mistica per caso?” Durante il tragitto verso casa il discorso sulla possibilità di trovare altre forme d’intelligenza come la nostra nell’universo, fatto quasi automaticamente ai ragazzi come quando si discute una tesi d’esame, continuava stranamente a ritornargli in mente, a farlo pensare. In effetti, Christian, in quella situazione, aveva toccato quell’argomento come non gli era mai capitato prima. Arrivato a casa Rocky III, guaiva sulla soglia della loro dimora come per dire: “ Perché non hai portato anche me sui campi da Rugby? Chissà che divertimento a rincorrere la palla e a segnare come mio territorio tutti i paletti delle bandierine del campo …”. Poi seguì Chris in casa e saltò sulla sua poltrona e si rannicchiò con il muso fra le zampette anteriori con fare offeso. “ No, è che alla televisione, verso mezzogiorno, parlavano di una spedizione di alpinisti austriaci che stavano scalando il monte Ararat in Turchia a 5000 metri di quota; mi sembrava di ricordare che era il monte su cui approdò Noè dopo i quaranta giorni passati sull’Arca e quindi per scrupolo, mi sono andato a rileggere la parte della Genesi dove c’è Il racconto del Diluvio.” “ Si papà è giusto, guarda, leggi sull’enciclopedia geografica”. Chris aveva prontamente tolto il grosso volume dalla libreria e l’aveva sfogliato velocemente. “ Ararat – massiccio montuoso vulcanico, alto 5165 metri, il monte sacro agli Armeni, si trova al confine tra Turchia, Armenia e Iran”. I due stettero un po’ a leggere insieme e a fantasticare. “ Chissà se trovassero veramente qualcosa dopo quattro o cinquemila anni …”. Dopo una leggera e rapida cena, aveva già mangiato troppo con l’abbondante pranzo della signora Danty alla Club 38 39 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen House, Christian si mise a stendere il programma del viaggio e a prenotare i biglietti aerei. Il NFPS project riguarda la realizzazione di un reattore nucleare miniaturizzato, che servirebbe, in via ufficiale, quale generatore di energia per veicoli spaziali al di fuori dell’orbita terrestre; l’enorme quantità di potenza che può sviluppare con piccolissime quantità di carburante fissile, permetterebbe velocità di crociera elevatissime senza problemi di scorta. Il calore emesso è sfruttato per produrre vapore a elevatissime pressioni che, incanalato in speciali coni di espansione, produrrà la spinta necessaria al movimento. Il carburante solido, per ridurre al minimo il volume e la massa caricata a bordo, sarà costituito da speciali barre di Uranio e Grafite appositamente progettate da A.G. Durante la conferenza di ITER, qualche giorno prima, Christian conobbe molte personalità con le quali aveva stretto dei buoni e proficui rapporti di fiducia e di collaborazione, tra cui: Il Dott. Oscar Schoela, direttore del JPL di Pasadena CA, il Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology, che lo aveva personalmente invitato a visitare il centro. Il JPL è uno dei tanti laboratori di ricerca e progettazione indipendenti sotto il controllo della NASA – National Space Agency, che si occupa della progettazione e sperimentazione di veicoli robotizzati per l’esplorazione dei siti spaziali. Tutte le generazioni di Lander, compresi i MER - Mars Exploration Rover e Phoenix mandati su Marte e tutta la parte di automazione delle varie missioni esplorative dall’Explorer 1 (1958) fino ai giorni nostri sono frutto del lavoro del JPL. Anche il Mars Reconnaissance Orbiter, il Wide-field Infrared Survey Explorer e lo Spitzer Space Telescope fanno parte dei progetti NASA seguiti dal JPL che si occupa oltretutto anche della missione astronomica Galaxy Evolution Explorer; voci dicono che abbia avuto anche una parte fondamentale nella realizzazione dei Droni, i veicoli militari robotizzati. Il colonnello dell’US Air Force Timoty Hutton che aveva l’incarico di accompagnarlo nei siti militari dove Chris, per conto della A.G., doveva supervisionare il progetto NFPS Nuclear Fission Propulsion System. 40 “ Allora … in treno fino a Londra, poi l’Underground fino all’aeroporto di Heathrow, volo intercontinentale per Los Angeles con scalo a Chicago all’O’Hare International. A L.A. mi verrà a prelevare il Dott. Schoela che mi ospiterà presso il JPL. Sola andata perché poi da lì, a fine ispezione, inizierà la mia vacanza e via, prenotazione – invio confermato – ancora invio, ok finalmente ho finito, l’avventura comincia!”. Tutte le prenotazioni e i pagamenti a carico di A.G. erano stati inoltrati alla British Airways. Christian avrebbe preferito partire con la QANTAS - Queensland and Northern Territories Aerial Services, compagnia australiana sorella della B.A., che lui riteneva molto più sicura ed efficiente, ma che purtroppo non compie collegamenti attraverso l’oceano Atlantico. Anche le e-mail di conferma del suo arrivo al Dott. Schoela e al colonnello Hutton erano state spedite ai rispettivi indirizzi del JPL e della Nellis Air Force Base, un sito di collaudo dell’aviazione militare statunitense ubicato tredici 41 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen chilometri a nord-est dal centro economico di Las Vegas, la famosa città-casinò sorta verso la “punta” sud del Nevada. arancione, la Stella Kuprum, con una strana aura violetta intorno, mentre a destra, a circa quarantacinque gradi più in alto, una semisfera di luce sfavillante, da cinque a sette volte più piccola. “… ora mi sdraio sul letto e ascolto un po’ di musica”… Chris inserì un compact disc nello stereo, un album di un gruppo femminile Country americano, le Dixie Chicks, Taking the Long way, abbassò il volume al minimo per non disturbare i genitori, ormai era quasi mezzanotte, e si rilassò con le mani incrociate dietro la nuca, guardando il soffitto illuminato dalla luce riflessa della Luna; Un altro giorno era passato, come migliaia di tanti altri, quasi non ci si accorge di come passi il tempo se non ci si ferma qualche volta a ragionare su tutte le esperienze e le vicissitudini che s’incontrano durante un’intera vita. Il primo brano era Voice Inside My Head, Chris chiuse gli occhi, pensando al discorso avuto con i ragazzi, al suo rientro in casa, alla lettura fatta col padre e alla musica in sottofondo. Gli era sembrato tutto così surreale e, quando stava cominciando a realizzare che di lì a una settimana sarebbe partito, si addormentò … “ *** certo che questa vista è qualcosa di eccezionale, quando il Kuprum è al tramonto in coincidenza con la presenza del Terzo Azzurro all’orizzonte, è una visione sublime …”. Sentenziò il direttore del centro di ascolto. Dalla grande finestra della base si poteva vedere sullo sfondo, in grande lontananza, dietro un bosco di alberi bassi e spogli come in un quadro fantasy, un grande tronco di cono alto e sconfinato. Era un monte dalla cima appiattita, alla sua sinistra, proprio dietro di esso una grande palla 42 La sala di controllo era ampia e sterile, i muri di un colore bianco perla. Il quadro di comando delle operazioni era costituito solamente da un pannello semitrasparente su cui i tecnici posavano entrambe le mani; automaticamente il bioscanner si connetteva in modo attivo con il loro sistema nervoso e, captando la bassa attività elettrica attraverso la pelle, filtrando pensieri e sensazioni, riconosceva e applicava solamente i comandi necessari alle sue funzioni. Il messaggio di richiesta di rapporto alla spedizione scientifica era stato inviato da ormai 360 Kripti - 180 secondi - e la commissione politica, incaricata di seguire i lavori dei biologi inviati sul Terzo Pianeta Azzurro, stava aspettando di ricevere i risultati degli ultimi vitali esperimenti in corso. I tecnici presenti, sia uomini sia donne, erano di statura alta con conformazione fisica longilinea, una carnagione chiarissima, quasi priva di pigmentazione, i capelli chiari dal colore giallo paglierino al rosso arancio, una struttura fisica abbastanza esile ma con dei tratti somatici sobri e gentili. La missione era iniziata quasi quindici periodi di rivoluzione prima, quando il servizio di sicurezza planetario aveva intercettato l’avvicinamento di un gigantesco asteroide chiamato Kompor, che nell’antica lingua madre significa Distruttore. Il Kompor proveniva dagli spazi siderali, era un frammento di cometa, destinato inesorabilmente alla collisione con il 43 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen loro pianeta “Sfera” ed era distante solamente trenta periodi di rivoluzione (4). Gli scienziati avevano stimato che dal suo impatto con Sfera, date le dimensioni e la velocità di avvicinamento del Kompor, si sarebbe sviluppata una tale quantità di energia che avrebbe fatto staccare totalmente lo strato superficiale della crosta sferiana, riducendo le dimensioni del pianeta di circa un terzo. Tutti gli esseri viventi sarebbero stati spazzati via e la diminuzione di forza gravitazionale risultante avrebbe causato la dispersione nello spazio anche di gran parte dei gas presenti nell’atmosfera. non si poteva fare attività fisica, si rischiava di avere un collasso. La popolazione sferiana, ammassata nelle metropoli sotterranee concentrate tutte lungo la fascia equatoriale, dove il clima era più mite, continuava a ridursi per scelte politiche sul controllo delle nascite, a causa della scarsità di riserve alimentari, e, a quei tempi, si aggirava sui trecentocinquanta milioni d’individui. Allora un gran consiglio planetario si era riunito per decidere il da farsi. Per evitare il panico non erano nemmeno stati informati i mezzi di divulgazione di massa, tutto era tenuto nel più assoluto segreto giacché non si aveva nessuna idea delle contromisure da intraprendere. Il loro pianeta era stato da essi scientificamente classificato e ribattezzato Quarto Azzurro del Sistema Stellare Kupromiano. Il pianeta Sfera godeva di pessima “salute”. Le continue guerre fratricide, lo sfruttamento delle risorse energetiche e minerarie e l’inquinamento avevano ormai causato la scomparsa dell’ottantacinque percento delle specie viventi, il livello di ossidi di carbonio nell’atmosfera era salito al 2,3% e il contenuto di ossigeno, che era ormai prodotto artificialmente con dei riprocessatori catalitici dell’anidride carbonica, era sceso fino al 15,8% e all’aperto 4 Cercare di distruggere l’asteroide sarebbe stato possibile, ma le poche risorse ancora disponibili e la drammatica situazione ambientale in cui si trovava il pianeta avevano portato alla decisione di concentrare tutti gli sforzi sul tentativo di colonizzare il Terzo Pianeta Azzurro. Si cominciò quindi, in gran segreto, a lavorare su due fronti: la costruzione di alcuni veicoli spaziali e la selezione delle famiglie di coloni, con l’invio di una prima missione in avanscoperta. Agli albori della loro era tecnologica avevano già esplorato il Terzo Pianeta Azzurro. Esso aveva le stesse caratteristiche atmosferiche primordiali di Sfera, era considerato Il Pianeta Gemello, e quindi non ci sarebbe stato alcun problema di respirazione; ma la prima missione coloniale inviata era stata decimata da malattie sconosciute. Prima di perire i biologi avevano costatato che il loro sistema immunitario, già debole per le ragioni sopra descritte, non riusciva a produrre anticorpi a causa di alcune incompatibilità ambientali che noi chiameremmo di carattere genetico; inoltre la loro pelle non era abbastanza protetta dalle radiazioni ultraviolette che sul Terzo Pianeta erano molto più forti poiché più vicino al Kuprum. Le ustioni che i raggi ultravioletti provocavano alla Il periodo necessario a completare l’orbita del pianeta Sfera intorno alla Stella Kuprum, è doppio di quello del Pianeta Azzurro. 44 45 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen pelle sferiana erano dolorosissime e presto comparivano tumori cutanei. L’unico modo che la loro stirpe avrebbe avuto per sopravvivere su quel pianeta era di ibridarsi con una specie a loro simile, individuata nell’emisfero nord, nella zona delle grandi foreste, e allevare una nuova discendenza che si sarebbe adattata agli attacchi dei microorganismi parassiti. Purtroppo non avevano avuto i mezzi né il tempo sufficiente per portare a compimento l’esperimento che avrebbe stabilito l’eventuale compatibilità genetica con quei Primitivi. Tale razza primitiva del Terzo Pianeta Azzurro si distingueva da tutti gli altri milioni di specie e forme viventi ivi presenti, molto simili anche se non identiche alla minore varietà di quelle presenti su Sfera. Prima di tutto era fisicamente strutturata in modo identico agli sferiani e poi perché usava primitivi utensili, in certi casi conosceva la fiamma come fonte di calore e aveva una forma molto primitiva di socializzazione, quindi era intelligente. L’unico modo per valutare velocemente se fosse stata possibile l’ibridazione era quello di catturare due esemplari, un maschio e una femmina maturi, e procedere alle inseminazioni artificiali incrociate. I risultati dell’esperimento Genosos II si stavano aspettando ormai da alcuni Kriptocicli; era il giorno in cui le due madri, quella Primitiva e quella Sferiana, si sospettava dovessero partorire; tutti i dati accumulati dagli strumenti e dalle osservazioni dirette erano stati confortanti fino a due Megakriptocicli prima. Non era stato facile catturare i due esemplari primitivi poiché la loro specie aveva una grande forza fisica e reagiva molto violentemente verso qualsiasi presenza estranea. 46 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Una voce metallica artificiale annunciava che era arrivata la portante di luce coerente su cui era codificata la risposta: “… la madre primitiva ha partorito. Il feto è completo ma ha avuto delle complicazioni per una quasi istantanea infezione respiratoria, mancanza di anticorpi; deceduto dopo sessanta kilocripti di agonia. Primitiva è sopravvissuta … nella madre sferiana volontaria il periodo di gestazione è prolungato di un altro Megakriptociclo, ci ricollegheremo … fine del messaggio “. “ L’unica speranza rimane nella sopravvivenza del secondo ibrido e che gli anticorpi del nuovo feto, oltre che a mantenerlo in vita, siano abbastanza efficaci da permetterci di produrre dei vaccini in grado d’immunizzare, anche solo parzialmente, una volta approdati, i coloni che ora sono in attesa di partire. *** ”. “… Chris sveglia, sono le 09:00! Abbiamo fatto le ore piccole eh?” La solita voce della madre che lo richiamava quando tardava ad alzarsi lo svegliò di soprassalto, era quasi smarrito, ricordava quasi tutto del sogno che aveva appena interrotto, gli sembrava così strano, ma dopo tutti i fatti e i discorsi del giorno prima pareva un “incubo giustificato”, ne sarebbe potuta scaturire una bella saga da fantascienza … si alzò di scatto per non fare inquietare Evelyn e scese a lunghi balzi la vecchia scala di legno d’ebano scuro. 47 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen V Una settimana era passata in fretta: le mattinate al Lions Club a fare un po’ di sport, i pomeriggi a rivedere la documentazione tecnica, seguiti dalle serate in compagnia di Rocky, fatte di lunghe passeggiate nei viali e nei parchi intorno a casa o d’interminabili giri in bicicletta durante i quali il piccolo Terrier era scarrozzato per tutta Rugby stando comodamente seduto nel cestino anteriore. Christian in quel modo si faceva ampiamente perdonare il fatto di non portarlo con sé agli allenamenti mattutini. Immaginando “Sfera” Ormai l’ultima settimana di Luglio se n’era andata ed era arrivata la mattina di Giovedì primo Agosto, il giorno della partenza. Chris si era alzato all’alba, alle sei, per prendere il treno delle 6.30 alla stazione di Rugby. In circa un’ora sarebbe arrivato a Londra alla Euston Station, una delle otto della capitale, dove con la metropolitana si sarebbe poi spostato all’aeroporto di Heathrow per l’imbarco che era fissato alle 11:00. Christian, com’era solito fare, era 48 49 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen partito con largo anticipo per essere in grado di contrastare qualsiasi inconveniente imprevisto. cittadina del Warwich Shire e alla sua vita regolare e abitudinaria. Osservando la gente sul treno, l’andirivieni dell’enorme massa di pendolari, i loro svariati modi di far passare il tempo durante il tragitto che li avrebbe portati al lavoro nella metropoli, si tranquillizzava entrando nell’ottica e nei meccanismi di quella normalità. Con sé portava un bagaglio leggero, una sorta di capiente zaino con qualche ricambio di biancheria e un paio d’altri abiti estivi leggeri, costituiti da due coppie di camicie e pantaloni di cotone e un cambio di scarpe di cuoio leggero beige. Durante il viaggio indossava comode scarpe da ginnastica. Poi, a tracolla, il borsello con il notebook che conteneva tutti i dati necessari. Amava spostarsi solamente con il bagaglio a mano così da non avere grattacapi in caso di smarrimento delle valige; situazione abbastanza frequente ormai a causa dell’aumento imponente di passeggeri, vacanzieri e non, che era avvenuto negli ultimi anni con l’esplosione numerica dei voli low cost. C’è chi rimane in piedi, appoggiato alle pareti degli scompartimenti, leggendo il giornale, chi ascolta musica in auricolare, chi dorme con la testa appoggiata allo schienale del sedile. Una coppia di matricole che stava di fronte a lui, probabilmente studenti universitari, si scambiavano effusioni già di primo mattino. Chris chiuse gli occhi e tenendo sulle gambe il borsello col PC e lo zaino appoggiatovi sopra, si rilassò lasciando cadere la testa all’indietro e s’immaginava tutte le straordinarie cose che avrebbe visto di lì a una ventina d’ore; naturalmente sarebbe arrivato a L.A. intorno alle 23:00 quindi la visita al JPL sarebbe iniziata solo dopo una notte di riposo. C’è chi è capace di prendere due aerei la settimana semplicemente per passare un weekend a Stoccolma piuttosto che a New York o a Mosca e ritorno, una cosa molto bella da un certo punto di vista ma assurda se si pensa al bilancio in termini energetici e d’impatto ambientale. I viaggi di migliaia di chilometri sono compatibili con soggiorni da un minimo di tre a sei settimane; questa esagerata accelerazione di ritmi, non certo sostenibile dagli equilibri naturali e dalla vita stessa del genere umano, finirà inevitabilmente per portarci alla catastrofe. Pensiamo alle prime emigrazioni, soltanto cento anni fa chi affrontava un viaggio transoceanico o era un grande industriale o statista oppure un emigrante che andava a costruirsi una nuova esistenza, nella maggior parte dei casi senza ritorno. Il tempo necessario al tragitto in treno passò così velocemente che gli venne il sospetto di essersi addormentato. Sceso dal treno, in stazione, si avviò verso il più vicino accesso all’Underground londinese. Sulla metropolitana la gente, molto più accalcata, cercava di riprendere, come meglio poteva, quello che aveva iniziato a fare durante il pezzo di strada fatto in treno: far passare il tempo nel modo meno noioso possibile senza pensare. Tutte le volte che doveva partire Christian era irrequieto. L’ansia da viaggio lo assaliva e gli ci voleva sempre un po’ di tempo per calmarsi, assuefatto com’era alla quiete della Christian non si annoiava a pensare, i ricordi non lo abbandonavano mai ed erano i suoi migliori compagni di viaggio. 50 51 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen In un baleno il convoglio arrivò alla fermata, sita proprio nel mezzo del complesso di Heathrow. Con calma, erano solamente le otto, Chris si avviò alla sala d’attesa per il Check-In che era previsto per le nove. Nell’immensa sala d’attesa dello scalo intercontinentale si poteva vedere, senza ragione di dubbio, il novanta percento di tutte le etnie del globo: chi in viaggio per lavoro, chi in partenza o in arrivo da o per l’incontro con parenti, chi semplicemente in procinto di intraprendere una settimana di spensierate vacanze ai tropici o verso l’Europa dell’est. Famiglie con prole al seguito e gruppi interi di studenti in gita d’istruzione erano accampati tutto intorno e facevano una gran confusione. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen previsto intorno alle ore 23:05 internazionale di Los Angeles. presso l’aeroporto Il viaggio non era stato per niente faticoso, sui comodi sedili ribaltabili del 747 Christian aveva dormito per quasi tutta la trasvolata sull’oceano Atlantico. Si era svegliato a causa delle procedure d’atterraggio e ripartenza a Chicago e poi aveva ripreso il sonno fino a quando arrivarono nei pressi della California, infine era stato svegliato dal Plin-Plon all’apertura del microfono per l’annuncio del comandante. Una gentile hostess di bordo gli si avvicinò e chiese sorridendo: “… ha riposato bene signore?”; Finalmente era giunto il momento del Check-in. “ molto bene grazie!…” Chris mostrò i documenti all’hostess di terra e ricevette il biglietto d’imbarco. Dal tono con cui gli era stata posta la domanda Chris aveva intuito che doveva essere successo qualcosa. Prontamente un signore, un passeggero californiano in viaggio di ritorno da New York, che era seduto vicino a lui, con il suo slang caratteristico gli svelò: Dopo un’altra mezz’ora d’attesa, erano quasi le dieci del mattino, si sentì la prima chiamata per il volo BA0375, in layover presso il Terminal numero cinque, diretto all’aeroporto O’Hare International di Chicago. Era ormai scaduta l’undicesima ora di viaggio, lo scalo presso l’O’Hare International di Chicago era stato fatto senza alcun intoppo, la California era ormai a circa trenta minuti di volo quando il Capitano del Boeing 747 annunciò che stavano sorvolando l’altopiano del Colorado e che erano in procinto di entrare nello spazio aereo dell’Arizona; circa seicento chilometri li separavano dall’atterraggio che era 52 “… caspita, non si è svegliato nemmeno durante quella violenta turbolenza che abbiamo incontrato sorvolando il Nebraska, complimenti!”. Christian, anche lui stupito per l’insolita calma che lo accompagnava durante tutto quel lungo viaggio rispose: “… grazie, non mi sono accorto di nulla, c’è stato qualche problema?”. 53 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Il signore rispose: “ No, solo un temporale estivo, abbiamo ballato un pochino, niente di che … a proposito io mi chiamo Smith e sono un rappresentante all’ingrosso di articoli per la casa …. pentolame, posate, soprammobili … tutti rigorosamente in acciaio inox 18/10 sà?” “ Piacere, Zanather, tecnico della l’impiantistica nucleare … terrò presente.” sicurezza per “ P … p … piacere …” Rispose il californiano, intimorito, ingoiando un bel sorso di saliva come se fosse seduto accanto a Bin Laden, e ritornò a sfogliare le pagine patinate del catalogo generale di articoli casalinghi. Chris non trattenne un sorriso e ogni tanto gli scappava da ridere fra sé e sé ripensando alla faccia che aveva fatto Smith. Poco tempo dopo, attaccando bottone con un’altra hostess, scoprì che quel “ballato pochino” era durato quasi una ventina di minuti e che qualcuno dei passeggeri si era anche molto agitato, compreso il signor Smith, e giù un’altra risata sotto i baffi. Intanto l’aeromobile era giunto sopra L.A., da quell’altezza si poteva ammirare tutta la città illuminata, sembrava una galassia di stelle colorate. Dopo una dolce virata di allineamento il Boeing cominciò ad abbassarsi, arrivò l’annuncio di allacciarsi le cinture di sicurezza perché si era in procinto di atterrare. 54 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Il contatto con il suolo fu dolce, quasi impercettibile; Chris già sentiva su di sè il famoso effetto dell’aria spensierata della California. Lo stato, confinante a nord con l’Oregon, a nord-est con il Nevada e l’Arizona, con il Messico a sud, è bagnato per tutta l’estensione della sua costa, a ovest, dall’oceano Pacifico che ne influenza il clima. Nella Central Valley, imbrigliata tra la Sierra Nevada a est e la Catena Costiera a ovest, sono ubicate, da nord a sud le città di Sacramento, Stockton, Fresno e Bakersfield e vi scorrono i fiumi Sacramento e San Joaquin. Tutte le città più famose sono quelle costiere, sorte alle pendici della catena montuosa della California. San Francisco, San Jose e Oakland, nella parte centrale dello stato e Los Angeles e San Diego più a sud, verso il confine con il Messico. Il clima, mite tutto l’anno, ha reso famose e molto ricercate tutte le spiagge costiere, come quella di Santa Monica, Redondo Beach, Malibù e Long Beach. Los Angeles, la città del sogno americano e di Hollywood, sorge sulla costa, su una serie di colline, ai limiti della Death Valley e del deserto del Mojave a ridosso dell’oceano Pacifico; di vitale importanza è il suo porto commerciale, il San Pedro Bay. Proprio all’uscita del Check-Out Chris trovò una persona ad attenderlo; un militare aveva in mano un cartello di colore arancione con la scritta: “Mr. Zanather”. L’uomo che lo aspettava non era il Dott. Schoela, come gli era già stato anticipato poco prima della partenza da Chicago, ma un agente della NSA, National Security 55 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Agency, che sarebbe stato il suo accompagnatore ufficiale il quale, comprensibilmente, avrebbe dovuto accertarsi che Christian potesse avere accesso a luoghi e informazioni rilevanti solamente strettamente attinenti alla sua funzione di consulente scientifico. Tutti i laboratori di ricerca e di progettazione avanzata che rientrano nel controllo del governo statunitense, infatti, sono classificati di rilevanza strategica nazionale e sono sotto la stretta sorveglianza della NSA. Chris fu quindi accompagnato negli uffici della Polizia di frontiera, dove furono controllati i documenti, passaporto e carta di riconoscimento della A.G., e gli fu fatta una scansione dell’iride dell’occhio destro. Non faceva eccezione il JPL, istituito nel 1930 dal CIT, California Institute of Technology, oggi controllato dalla NASA. Quando Chris andò incontro riconosciuto e si sentì dire: all’agente, fu subito Solamente quando ricevettero il benestare dagli ufficiali addetti alle verifiche i due poterono avviarsi, chiacchierando, verso l’uscita dell’aeroporto. Ad attenderli c’era una berlina scura con un autista che si avviò verso la periferia della metropoli, in direzione di Pasadena. Pasadena si trova su di una collina, verso l’interno della costa, a una ventina di chilometri a sud-est di Los Angeles; vi hanno sede il CIT e l’osservatorio di Monte Wilson, alto 1880 metri. “… il Prof. Zanather?” A un centinaio di chilometri più a sud di Pasadena si trova il Monte Palomar, 1870 metri, sede di un altro potentissimo telescopio. Chris annuì. “ Benvenuto, io sono il Capitano Louis Shelton, incaricato di accompagnarla al centro JPL di Pasadena e poi alla Base Nellis in Nevada …”. “ Molto lieto, a sua disposizione, mi sembra che dobbiamo eseguire delle formalità”. “ Sì mi scusi professore, ma dobbiamo accertarci delle sue generalità, sà è anche una conseguenza dell’operazione Enduring Freedom.” “ Capisco, capisco …” 56 I due telescopi menzionati, insieme, costituiscono gli Hale Observatories, società fondata nel 1904 da G. E. Hale. La macchina, dopo aver lasciato l’International, le cui piste danno sbocco a ovest direttamente sull’oceano Pacifico con una vista mozzafiato, aveva imboccato la famosa bretella autostradale che passa proprio in mezzo a L.A.; una grande autostrada, la 105 west Imperial Highway, tante volte vista nei telefilm dei poliziotti in motocicletta Chips, tanto amati in Europa negli anni ottanta, che diventa poi la Century Freeway. 57 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Lasciando la 105 che scorre da ovest a est, s’incrocia verso nord sulla 110 Harbor Freeway, parallelamente alla Sud Broadway. Continuando si passa davanti all’University Southern California e poi su fino alla China Town e lo stadio di Baseball dei Dodgers. Le prime cose che attirarono l’attenzione del nostro Christian furono le grosse installazioni sulla collina che si stagliava alle spalle degli edifici; si potevano notare le enormi cupole in vetroresina che coprivano le gigantesche antenne paraboliche, necessarie per seguire le numerose sonde spaziali e i satelliti geostazionari tenuti sotto controllo dal JPL. La Harbor Freeway arriva fino a South Pasadena e poi si deve continuare verso nord prendendo per la Long Beach Freeway che s’innesta alla fine sulla 210 Foothill Freeway, proprio nella zona di Pasadena dove vi trova sede il JPL Altadena, nelle vicinanze della sede del CIT California Institute of Technology. Passando sulle grandi strade addormentate dell’enorme metropoli americana non vide molto e stanco, nonostante le ore di sonno recuperate sull’aereo, Chris pensò che ci sarebbe stato sicuramente tempo per visitare la città; doveva dopotutto abituarsi al fuso orario. Ci vollero circa centoquindici minuti per arrivare a destinazione. Arrivati all’ingresso, attesi, furono accompagnati presso le loro stanze che erano in uno dei molti campus predisposti oltre che ad accogliere i visitatori anche a dare dimora agli studenti universitari e ai ricercatori in corso di specializzazione. Già a prima vista il complesso di edifici riservati alla ricerca, illuminato dalla fioca luce artificiale, gli era sembrato gigantesco e Chris si guardava intorno incantato, ascoltando in silenzio i commenti del suo accompagnatore e dell’inserviente che li stava guidando presso le stanze. 58 59 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen VI Il Dott. Schoela si presentò al refettorio del campus all’ora di colazione e si unì a Christian e al Capitano Shelton dicendo: ” Buongiorno e benvenuti, io sono solito fare colazione con gli studenti perché mi piacciono le frittelle con il miele d’acacia che servono qui e perché mi sento ringiovanire quando vedo tante facce piene di entusiasmo; mi ricorda com’ero io alla loro età … allora, Prof. Zanather, fatto buon viaggio?”. Disse il direttore del JPL stendendo la mano verso Chris e il Capitano. “ Non c’è male grazie”, Disse Chris mentre cominciava a divorare il suo toast con ham, patate rosolate e yogurt con cereali, la tipica colazione abbondante americana. London Underground “ Sono molto felice di avere accettato il suo invito e di essere qui perché sono convinto che il successo di ITER sia 60 61 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen dovuto in gran parte alla quantità immensa di dati raccolta dai vostri osservatori e sonde spaziali; ed è un onore essere venuto alla fonte della ricerca tecnologica che fino a oggi, tutti noi di A.G., abbiamo messo in pratica”. Era incredibile vedere tutti quei loft attaccati l’uno all’altro, anche se spaziosi, completamente attrezzati con sofisticatissimi computers grafici a elevatissima potenza di calcolo. Il Dott. Schoela spiegava che tutti gli scienziati presenti erano organizzati secondo un ben preciso metodo di lavoro. Gli ingegneri progettisti applicavano le osservazioni provenienti dalle analisi FMEA – Failure Mode and Effect Analysis, fatte dagli analisti di progetto, e lavoravano per giungere ai prototipi più perfezionati e sicuri al primo tentativo. “ Proprio così Zanather, troppo spesso le nostre fatiche sono dimenticate a favore delle immagini sensazionali delle missioni spaziali. Il nostro è un lavoro sommerso ma molto prezioso, fatto di osservazioni, calcoli, teorie e progettazione per cercare di riprodurre processi che avvengono in natura a favore della conoscenza e dello sfruttamento tecnologico, per il benessere di tutta l’umanità.”. Tutte le nozioni teoriche sulla fusione nucleare conosciute da Christian erano frutto di studio e di teoria applicata; in laboratori come il JPL sono state fatte la maggior parte delle osservazioni astrofisiche e delle scoperte che hanno permesso di giungere alla realizzazione pratica delle stelle artificiali. La visita ai laboratori iniziò subito dopo colazione e si sarebbe protratta fino alle ore 14:00, dopodiché Chris avrebbe avuto il pomeriggio libero per visitare la città di L.A. Il grande complesso, sulle colline di Altadena, sorge nei pressi dell’Hahamongna Watershed Park, e gode di una stupenda vista sulla metropoli oltre che di una fresca e salubre aria di montagna. Erano le 09.00 quando i tre uomini entrarono nel palazzo numero Uno dove si lavorava alla progettazione delle sonde spaziali di superficie, i famosi robottini Lander. 62 Nell’area dedicata alla progettazione dei sistemi di comunicazione, un gruppo di neolaureati, stava collaudando un nuovo tipo di antenna parabolica a microonde per la trasmissione di dati che i Landers avrebbero inviato a elevatissime velocità verso le stazioni orbitanti, che fungono tra le tante cose anche da sofisticati ponti radio, e quindi verso la Terra. In un altro settore erano in corso delle ricerche per il miglioramento della sensibilità dei radiotelescopi in orbita geostazionaria, impiegati per l’analisi delle radiazioni gamma provenienti dagli spazi siderali; come il Keplero che è stato progettato per scoprire pianeti simili alla Terra quando transitano di fronte alle altre stelle. Al piano superiore erano ubicate le unità di controllo di tutte le sonde spaziali dirette verso il Sole e Venere, come il Dawn, e dei satelliti meteorologici controllati dal JPL; compresa l’enorme rete di sonde oceaniche che, alla fine degli anni novanta, hanno tenuto sotto controllo il fenomeno meteorologico del NIÑO. 63 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Chris era affascinato da tutta quell’organizzazione, dalla conoscenza che era lì custodita, ma anche dalle persone che incontrava, che salutava e che gli pareva sprizzassero passione ed entusiasmo da tutti i pori della pelle; stavano facendo un lavoro che avevano sognato fin da bambini magari guardando i film di fantascienza e ora erano lì, era realtà … sviluppo di reti informatiche o circuitali intricatissime ma funzionali …”. “… in questa sala abbiamo una sezione speciale”. Disse il Dott. Shoela con aria soddisfatta. “ È un piccolo ma grande segreto che ci ha fatto compiere dei passi da gigante …”. La grande aula era sempre come quelle visitate fino a quel momento: grandi tavoli con computer e console, divisori insonorizzati, ammennicoli scientifici vari, degli immensi scaffali zeppi di libri di ogni sorta. In quell’ambiente però regnava un gran silenzio, una pace surreale; le persone che s’incontravano sembravano “strane”, ma intente e assorte … Il Dott. Shoela stava parlando dei cosiddetti Savant, aggettivo che in lingua Francese significa “Sapiente”, delle persone che, avendo delle disabilità o ritardi mentali, si specializzano in una determinata materia in qualche modo a loro congeniale. Essi si rifugiano in quell’unico mondo da loro capito e sviluppano al massimo la loro particolare abilità, ma solamente quella, il loro cervello si sviluppa solo in particolari zone, dove è concentrata tutta o la maggior parte dell’attività neuronica e sinaptica; è come quando si cerca di migliorare una tecnica nell’allenamento sportivo, ripetendo un gesto centinaia di volte finché quel tipo di movimento diventa automatico poiché entra nel meccanismo mnemonico cerebrale. Christian, sempre più sbalordito e affascinato, non spiccicava parola, non gli veniva nessuna domanda da fare tanto era concentrato ad assimilare l’enorme quantitativo di nozioni e di novità che il suo cicerone gli stava propinando. Il Capitano Shelton invece sembrava abituato, e quasi annoiato, non era la prima volta che faceva da “scorta” a dei visitatori. “… questa è stata una grande intuizione del consiglio delle scienze degli Stati Uniti d’America, la valorizzazione di Persone Speciali, diversamente o particolarmente dotate, sia per il loro inserimento sociale ma anche per potenziare il lavoro di altri individui normodotati. I soggetti autistici, che in altri paesi sono trattati come dei semplici handicappati non autosufficienti, hanno delle particolari eccellenze; una volta inquadrata la loro area di potenzialità essi possono fornire risultati accelerati o addirittura innovativi nei più svariati campi: dal calcolo matematico avanzato alla computer grafica, dall’associazione di dati alla loro correlazione e nello “… in totale il JPL controlla venti veicoli spaziali e nove strumenti orbitanti che stanno tuttora conducendo missioni attive, parti integranti del programma NASA di esplorazione della Terra, del Sistema Solare e dell’Universo Lontano. Tutte queste imprese non sarebbero possibili senza la Deep Space Network della NASA, una rete internazionale di 64 65 Uscendo dalla stanza dei Geni e poi dall’edificio Uno il Dott. Shoela continuava: “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen complesse antenne, gestite dal JPL, presenti in tutti i continenti, che servono da via di comunicazione tra i lontani veicoli spaziali e i teams di tecnici che li seguono e manovrano dalla Terra. Il JPL amministra anche numerose tecnologie spaziali a supporto della sicurezza nazionale e sviluppa altre tecnologie per uso terrestre in campi come la pubblica sicurezza e la medicina, capitalizzando gli investimenti della NASA nelle attività spaziali …”. Mappamondo Marziano completo di Meridiani e Paralleli e d’inclinazione sull’asse di rotazione realizzato con un dettaglio mai visto prima. Proiettati sulla sua superficie, si potevano leggere degli strani nomi in latino come Mare Boreum nell’emisfero Nord, Mare Australe in quello Sud, Amazonis, Memnonia, Chryse, Eden e Noachis o Syrtis Major distribuiti lungo tutta la fascia equatoriale. Chris aveva un lontano ricordo di alcune letture su Marte fatte al liceo a metà degli anni ottanta, quando studiava su un libro di Geografia Moderna, ma niente di così nemmeno lontanamente ricco di dettagli. Intanto i tre si avviavano verso l’edificio Due, quello riservato al progetto MEP, Mars Exploration Program. Un intero palazzo era dedicato all’esplorazione, alla ricerca e alla conoscenza del Pianeta Rosso. Nell’ingresso è installata una galleria d’immagini di alcune sonde orbitanti come la Mars ODISSEY (2001), con le sue sonde “ammartate” Spirit e Opportunity, e la più recente Mars Reconnaissance Orbiter (2006) che sta tuttora mandando dettagliatissime fotografie della superficie marziana e il Phoenix Lander, la sonda robotizzata che dal 2008 compie prelievi di suolo marziano ed esegue complicate analisi chimiche e fisiche. Entrati all’interno del grande edificio a cupola, Chris si rese conto che si trattava di una specie di enorme planetario dedicato al quarto pianeta del nostro sistema solare. Al centro era proiettata un’enorme immagine tridimensionale, un modernissimo ologramma a raggi laser, del diametro di circa dieci metri rappresentante la ricostruzione artificiale di Marte. Tutto intorno vi erano i quadri di controllo disposti su di una circonferenza, sul piano dove idealmente poggiava l’emisfero sud dell’ologramma del Pianeta. Tale circonferenza era approssimativamente quella di un cerchio del diametro di venti metri. Christian, che guardava l’enorme sfera sospesa nel vuoto, era rimasto a bocca aperta e si stava chiedendo a cosa potesse servire un simile immenso lavoro e ascoltava attentamente la descrizione che il dottore aveva cominciato, partendo dagli albori dell’esplorazione di Marte: Vi si potevano scorgere le zone montuose, quelle pianeggianti, i presunti oceani privi d’acqua; un enorme “ … Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, contando dal Sole. È anche l’ultimo dei pianeti rocciosi. La sua orbita giace tra quella di Giove e della Terra. È anche uno dei cinque pianeti visibili a occhio nudo e il suo aspetto è di una brillante stella di colore rosa-rossatro. Essendo un pianeta esterno, vale a dire trovandosi a una distanza dal Sole maggiore di quella terrestre, può essere osservato in qualsiasi posizione del cielo. Il suo colore ha spinto anticamente i sacerdoti e astronomi babilonesi a chiamarlo Nergal, dal nome del Dio della morte 66 67 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen e della pestilenza. I Greci a loro volta lo chiamarono Ares, il Dio della guerra mentre i Romani lo identificarono col nome attuale che rappresentava il Dio delle battaglie. Il suo raggio equatoriale è di 3.398 chilometri, poco meno della metà di quello terrestre e ha una massa che è circa un decimo di quella del nostro pianeta. In modo del tutto casuale l’inclinazione del suo asse di rotazione ha una certa coincidenza con quella della Terra. Il periodo di rotazione è di ventiquattro ore e trentasette minuti, quello di rivoluzione, essendo l’orbita maggiore di quella terrestre, di 687 giorni. In pratica l’anno marziano è quasi doppio di quello terrestre. Il giorno marziano è chiamato dagli astronomi Sol. La distanza media di Marte dal Sole è di 228 milioni di chilometri. L’eccentricità della sua orbita è abbastanza marcata, questo ha creato non pochi problemi nell’ambito delle esplorazioni con sonde automatiche. Attorno a Marte orbitano due satelliti naturali: Phobos e Deimos. Si crede che in epoche remote, questi due corpi celesti, potessero far parte della fascia degli asteroidi, situata proprio tra le orbite di Marte e di Giove. Phobos ha un diametro di ventisette chilometri e compie un’orbita a 9.400 chilometri dalla superficie del pianeta, Deimos ha un diametro di quindici chilometri mentre quello della sua orbita è di 23.500 chilometri. Nell’ambito della storia dell’astronomia, il pianeta Marte ha rivestito una grandissima importanza in seguito agli studi di Tycho Brahe prima e di Johannes Kepler in seguito. Fra i grandi personaggi dell’astronomia, Tycho Brahe riveste un ruolo di primaria importanza poiché le sue osservazioni accurate delle stelle e del moto dei pianeti hanno fornito per decenni le migliori tavole di posizione di oggetti celesti. Gli strumenti fatti costruire da Tycho portavano a precisioni mai avute in quell’epoca. Keplero è stato chi ha seguito il suo lavoro e al quale Tycho stesso, in punto di morte, ha affidato il compito di svelare la forma dell’orbita proprio di Marte, studiata per venti anni da entrambi. Tutti i tentativi fatti da Keplero per far coincidere i dati delle osservazioni con un’orbita circolare si rivelarono fallimentari, tanto da costringerlo a ripudiare l’orbita circolare a favore di quella ellittica. Probabilmente se i dati in possesso di Keplero non fossero appartenuti a Tycho, lo stesso Keplero li avrebbe ripudiati piuttosto che scartare l’idea dell’orbita circolare. Keplero sapeva quanto precise fossero quelle osservazioni quindi occorreva cambiare la forma dell’orbita. Da questo studio accurato sono enunciate le famose Tre Leggi di Keplero, la cui prima, appunto, definisce le orbite dei pianeti intorno al Sole come ellissi. Il suo lavoro Astronomia Nova pubblicato nel 1609 espone i suoi risultati circa la forma dell’orbita di Marte. Tutto ciò porta a ritenere questo pianeta come veramente importante nel campo della storia dell’astronomia. Un altro fatto che ha reso Marte famoso è legato all’ipotetica presenza dei marziani. Ormai il termine marziano è sinonimo di extraterrestre. Durante l’opposizione del 1877 - si definisce opposizione la distanza minima tra un pianeta e la Terra, in pratica quando il pianeta si trova sull’allineamento Terra-Sole - l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, studiando al telescopio la superficie di Marte, descrisse dei canali che aveva osservato. A lui si devono i nomi in latino delle prime aree osservate solamente con telescopi ottici. La parola italiana canali tradotta in Inglese è channels vale a dire canali di origine naturale. Forse fu tradotta come canals che significa canali di origine artificiale e da qui l’equivoco. L’astronomo americano Percival Lowell, in seguito a questa notizia, iniziò uno studio accurato della superficie del pianeta asserendo anche lui di vedere questi canali artificiali, segno di una civiltà morente che cercava di irrigare i deserti 68 69 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen marziani convogliando l’acqua dalle calotte polari fino alle zone equatoriali; ma cosa aveva visto Lowell? Niente! Gli ipotetici canali di Marte non erano altro che un effetto ottico legato sia alla cattiva qualità delle lenti dei telescopi, sia alla capacità dei nostri occhi di integrare una serie di particolari al limite della percezione e di vedere cose che in realtà non esistono. Qualcosa di simile può capitare quando si osserva attentamente e intensamente la Luna a occhio nudo: l’effetto è proprio quello di vedere particolari inesistenti. Tuttavia a quell’epoca questa scoperta diede il via a tutta una serie di storie fantastiche fra cui spicca la pubblicazione nel 1898 del libro La Guerra dei Mondi di Herbert George Wells che narra appunto dell’invasione dei marziani. Non solo, nel 1938 Orson Welles spaventò una buona parte della popolazione americana con una trasmissione radiofonica, molto realistica, liberamente tratta proprio da La Guerra dei Mondi.”. Chiese bloccandosi un attimo Shoela, rivolgendosi a Chris che stava ascoltando mentre scrutava il luminescente globo artificiale. un’illusione ottica. Marte somiglia più alla Luna che a un mondo abitato da una civiltà morente. Bisognava tuttavia attendere il 1971 e la sonda Mariner 9 per vedere le migliori immagini del pianeta e i famosi canali, però naturali, oltre a crateri, vulcani imponenti: il Mons Olympus ha un’altezza di ventisette chilometri e un diametro alla base di 600 chilometri, un canyon lungo 5.000 chilometri, la Valles Marineris, e tutta una serie di particolari che lo diversificano notevolmente dall’aspetto lunare che le prime immagini avevano mostrato. Tuttavia la svolta più grande alle osservazioni di Marte la diedero le sonde Viking 1 e 2. Queste due sonde erano entrambe composte di due parti: un orbiter, cioè una sonda orbitante che aveva lo scopo di cartografare il pianeta con una risoluzione maggiore di quella fino allora ottenuta, e un lander, un modulo di atterraggio che, di fatto, era un vero e proprio laboratorio di analisi il cui ovvio scopo era di trovare tracce eventuali di vita o di molecole organiche, cioè a base Carbonio, sul suolo marziano. Il 20 luglio 1976 avvenne l’atterraggio di Viking 1, mentre il 3 settembre 1976 fu la volta di Viking 2. Queste due sonde furono attive rispettivamente fino al 1980 e 1982. Anche le sezioni che erano rimaste in orbita proseguirono la trasmissione dei dati sino alla fine degli anni settanta. “… sì, sì, continui pure … molto interessante … quasi incredibile …” Parliamo degli esperimenti effettuati dai lander, che in tutto sono stati tre. “ Negli anni sessanta iniziò l’esplorazione spaziale del pianeta da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. Le sonde Mariner per parte americana e le sonde Mars e Zond per parte sovietica cominciarono, dopo un’inevitabile serie d’insuccessi iniziali, a inviare le prime immagini che mostravano come la faccenda dei canali fosse solo Un primo esperimento prevedeva l’uso di una coppia di telecamere che avrebbero ripreso qualunque forma di vita o crescita di piante. Un secondo esperimento era eseguito da un gascromatografo e uno spettrometro di massa per cercare le molecole organiche nel terreno. Furono cercati il Carbonio, l’Ossigeno, l’Idrogeno e l’Azoto sotto forma di 70 71 “… mi sta seguendo Zanather?” “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen composti organici ma non ne furono trovati. Forse queste molecole erano distrutte dai raggi ultravioletti, emessi dal Sole, non bloccati dalla tenue atmosfera marziana. Infine un esperimento biologico il cui obiettivo era la ricerca di processi metabolici come quelli utilizzati dai batteri, dalle piante e dagli animali. Nessuno dei tre esperimenti diede esito positivo, naturalmente, anche se il prelievo di terreno era molto superficiale e forse non proprio caratteristico di tutta la superficie del pianeta. I test eseguiti nei deserti terrestri dai laboratori dei Viking avevano dato lo stesso esito: niente vita sulla Terra! Le analisi del terreno prelevato dal braccio meccanico del Viking mostrarono che il suolo è prevalentemente composto di biossido di Silicio, per il 45%, e di ossido di Ferro per il 19% che induce la ben nota colorazione rossastra del pianeta. Sono inoltre presenti in quantità minori Magnesio, Calcio, Zolfo, Alluminio, Cloro e Titanio. Le immagini del Mariner 9 e in seguito dell’orbiter del Viking mostrarono tutta una serie di canali naturali. Alcuni di questi sono catalogati come canali di deflusso e si suppone che si siano formati da inondazioni catastrofiche verificatesi quando il permafrost, uno strato di terreno ghiacciato situato sotto la superficie del pianeta, fu sciolto dal calore vulcanico con la conseguente formazione di laghi sotterranei defluiti in seguito al crollo del terreno soprastante. In uno di questi canali di deflusso è atterrata la sonda Mars Pathfinder proprio allo scopo di verificare tale ipotesi. Le riprese dell’Orbiter Viking mostrano anche che l’ipotesi di un oceano può essere plausibile, avendo ripreso da vicino una vasta area che ricopre una grande zona dell’emisfero settentrionale, denominata Oceanus Borealis. Le immagini mostravano quella che potrebbe essere la linea della costa. Anche le scarpate che circondano due dei più importanti vulcani, il Mons Olympus e l’Apollinaris Patera, mostrano delle strutture che secondo tale ipotesi potrebbero essere le coste di quest’oceano. Il problema che si pone, se tale idea fosse plausibile è dove sia finita tutta l’acqua. In parte potrebbe essere evaporata e sfuggita nello spazio a causa della debole gravità del pianeta: solo corpi celesti delle dimensioni della Terra possono, con la loro notevole forza di gravità, trattenere i gas di un’atmosfera e l’acqua di grandi oceani in evaporazione. Un’altra parte di quest’acqua potrebbe essersi depositata sotto forma di ghiaccio ai Poli; su Marte, infatti, sono presenti due calotte polari visibili da Terra con i telescopi. Oppure l’acqua potrebbe essersi infiltrata nel sottosuolo ed essersi trasformata in permafrost in seguito all’abbassamento della temperatura causato dalla mancanza di atmosfera. Molta anidride carbonica potrebbe essersi dispersa nello spazio. L’evoluzione climatica del pianeta potrebbe essere andata in questo modo: nel primo miliardo di anni di vita frequenti eruzioni apportarono grandi quantità di anidride carbonica in modo tale da compensare quella persa nello spazio. L’atmosfera era dunque abbastanza densa da scaldare, a causa dell’effetto serra, la superficie del pianeta con conseguente aumento dell’umidità. Via via che si riduceva l’attività vulcanica, col raffreddamento del pianeta, l’atmosfera divenne sempre più rarefatta. Sporadicamente potrebbero esserci state delle modificazioni climatiche dovute a residue attività vulcaniche o anche alla variazione dell’inclinazione dell’asse di rotazione del pianeta. Una possibile ripresa dell’attività vulcanica su grande scala, facendo aumentare l’anidride carbonica, avrebbe provocato un nuovo riscaldamento dell’atmosfera e della superficie con 72 73 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen conseguente scioglimento del permafrost; l’acqua poi, defluendo come detto in precedenza, avrebbe formato i canali di deflusso. Tutta questa enorme massa d’acqua - le ipotetiche portate dei canali di Marte sono stimate essere cento volte maggiori della portata del Rio delle Amazzoni - si sarebbe riversata nei bassopiani dando origine all’oceano menzionato; un grande mare con profondità medie di 700 - 1.700 metri. In questo modo si sarebbe innescato un ciclo idrologico dall’oceano al suolo con la formazione, nelle zone circumpolari, di ghiacciai di cui oggi si trovano tracce sotto forma di sedimenti.”. “ Quando il 4 luglio 1997 atterrò su Marte la sonda Mars Pathfinder – l’esploratore, si chiuse il ciclo, almeno si sperava, della maledizione del pianeta. Dopo le sonde Viking tutti i successivi tentativi di rivisitare il pianeta erano andati a vuoto: tre da parte sovietica Phobos 1 e 2 e Mars 96 - e uno da parte americana. Tutto ciò aveva alimentato le superstizioni su Marte e simpaticamente rinverdito l’idea che i marziani non ci volevano là. Inoltre una delle foto di Marte, raccolte dall’orbiter del Viking, aveva mostrato l’inquietante immagine di una montagna che sembrava scolpita a guisa di gigantesca faccia sulla superficie del pianeta rosso. Le ultimissime immagini del Mars Global Surveyor hanno definitivamente chiarito il mistero: ancora una volta l’immaginazione era volata più della realtà. La faccia vista su Marte era solo una montagna che le ombre della precedente immagine mostravano come un volto umano. La sonda Mars Pathfinder, come il Viking, atterrò sul suolo del pianeta e una volta apertasi, rilasciò un rover, un veicolo a sei ruote delle dimensioni di un forno a microonde, il Sojourner, che poteva scorrazzare liberamente in un raggio di qualche decina di metri dalla sonda madre, denominata Stazione Carl Sagan. La zona dell’atterraggio fu l’Ares Vallis che da varie ipotesi potrebbe essere il letto di un antico fiume o bacino di deflusso. La finalità di questa missione, durata ben oltre le intenzioni iniziali, era l’acquisizione d’informazioni sull’ambiente marziano da confrontare con quelle vecchie di ventuno anni del Viking. Il Lander analizzò l’atmosfera, il Sojourner il suolo oltre ad avere sperimentato la deambulazione sulla superficie del medesimo. E’ stata misurata la pressione atmosferica a varie altezze sia durante la discesa sia in loco e le intensità del vento. Il Sojourner esaminò anche tutta una serie di massi visibili intorno alla zona dell’atterraggio. Il buon successo della missione è stato garantito anche al fatto che la componentistica della sonda si basava su materiali di uso comune e ampiamente collaudati sulla Terra. Questa nuova filosofia della NASA, nata proprio qui al JPL, ha permesso di costruire sonde piccole, poco costose e rapide da progettare e spedire. L’Era delle grandi navette spaziali come la Galileo su Giove e la Cassini-Huyghens in viaggio verso Saturno è ormai definitivamente tramontata. Quello che si vede qui, professor Zanather, è il lavoro sviluppato dopo più di quarant’anni di raccolta dati, immagini e di test scientifici che ci hanno permesso di 74 75 “… mi consenta dottor Shoela, ma lei è proprio un’enciclopedia vivente! “. Interruppe Christian, che era esterrefatto e incapace di ricordare tutta quella particolareggiata cronologia. “… abitudine e passione, amico mio, questi argomenti li mastico da quando ero bambino … continuo“. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen riprodurre un intero Pianeta che, come si vede dal suo aspetto, sembra il pianeta gemello della Terra … se non fosse per le dimensioni che come abbiamo già visto, sono circa la metà, e per la forza di gravità che è circa un terzo … “. Quelle ultime parole del Dott. Shoela fecero cadere come in trans Chris, che all’improvviso, in un flash back, si ritrovò a ricordare il sogno fatto una settimana prima; come quando si vive una scena di vita normale e ci sembra di averla già vista. Quelle frasi gli rimbombavano nel cervello come un eco assordante: “ pianeta gemello, pianeta gemello … Quarto pianeta del sistema solare … Quarto Azzurro!” All’improvviso Christian chiese a bruciapelo, interrompendo un’altra volta la lunga filippica del direttore del JPL: “ Dottore, potrebbe essere possibile che la perdita di gas, di acqua e di atmosfera e quindi dell’eventuale vita sul pianeta, avvennero a causa dell’impatto di un gigantesco asteroide?”. “ Non si può essere certi di nulla ma non si può escludere; naturalmente insieme all’atmosfera gassosa si sarebbe potuto staccare un immenso quantitativo di detriti solidi e quindi un’ulteriore perdita di forza di gravità …”. Poi, facendo segno con una lunga bacchetta il dottore indicò una zona dell’ologramma. “ Per esempio in questo punto, nella regione polare meridionale di Marte, vi è un grande cratere con diametro superiore ai venticinque chilometri; se l’onda d’urto ha fatto staccare del materiale tutto intorno al pianeta, in origine sarebbe stato sicuramente centinaia di volte più grande …”. 76 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Poi, su di un grande schermo, Chris notò lo scorrere di stupende immagini a elevatissima definizione della superficie del pianeta rosso e rimase scosso quando gli passò davanti la fotografia di un grande monte dalla forma che gli sembrava familiare e subito fece la seconda domanda: “ E questo cos’è ?“ “ Attraverso l’elaborazione delle rilevazioni della strumentazione a bordo dell’ultima Sonda Orbitante Marziana della NASA, la Mars Reconneisance, partita nel 2006, si possono costruire, attraverso la computer grafica 3D, ipotesi dei paesaggi marziani con un realismo impensabile prima di oggi. Il Radar a Penetrazione del Suolo SHARAD e la Camera Telescopica HiRISE High Resolution Image Science Experiment ci permettono di accumulare una quantità di osservazioni tali che, con i computer a elevata potenza di calcolo, possiamo ricostruire con precisione quasi millimetrica l’aspetto orografico del suolo di Marte. Quello che ha appena visto è la simulazione grafica del Mons Olympus, un gigantesco vulcano di circa 600 chilometri di diametro, alto più di venti chilometri; se si può fare un paragone, assomiglia molto alla forma del Monte Fuji che si trova in Giappone”. Era del tutto identico al monte che gli si era materializzato nella mente quella notte e che si stagliava all’orizzonte attraverso la grande finestra della base di controllo del consiglio planetario. Ormai la voce del Dott. Schoela si confondeva nella sua mente con il ricordo di quella che, nel suo sogno, raccontava la storia del popolo di Sfera … 77 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Intanto il dottore finiva la sua dissertazione storicoscientifica continuando: scoperta, se sarà confermata più specificatamente, unita alle analisi della superficie di Marte potrebbe essere un indizio di una possibile vita passata sul pianeta rosso. Ovviamente non si tratta della civiltà morente di Lowell o dei marziani cattivi di Herbert George Wells, ma di forme di vita primordiali extraterrestri. Nei prossimi anni, comprese quelle in corso in questo momento, è prevista tutta una serie di missioni automatiche verso Marte con incluso il prelievo di campioni di roccia da riportare sulla Terra. Solo in tempi probabilmente più lunghi l’uomo compirà il fatidico passo per l’esplorazione del pianeta …”… “… Come ultima informazione degna d’importanza al riguardo di Marte è da menzionare la scoperta di tracce di batteri e molecole organiche rinvenute su un meteorite di origine marziana rinvenuto tra i ghiacci dell’Antartide - il meteorite marziano era lì da 13.000 anni. Negli ultimi trent’anni sono stati rinvenuti proprio nell’Antartide una grande quantità di meteoriti di ogni genere, caduti in epoche remote e conservatisi nel ghiaccio. In seguito al moto dei ghiacciai antartici e al loro successivo scioglimento, vengono alla luce questi messaggeri dello spazio che sono importantissimi perché recano informazioni su com’era il primordiale sistema solare in formazione, circa cinque miliardi di anni fa. In uno di questi meteoriti, denominato ALH84001, un gruppo di scienziati che coprono varie branche delle discipline scientifiche, ha identificato al suo interno la presenza di Carbonati e di tracce fossili di batteri. Tutta una serie di analisi chimico-geologiche mostra senza dubbio che la roccia è di natura marziana e che è risalente a 4,5 miliardi di anni fa. È probabile che in seguito a un impatto meteorico si sia staccata dal suolo di Marte diciassette milioni di anni fa e abbia vagato nello spazio fino a che, 13.000 anni prima dell’era industriale, è piombato nei ghiacci dell’Antartide; sono solamente teorie poiché non si sa bene quali trasformazioni subisca una roccia che vaga nello spazio quando non è soggetta ai normali fenomeni atmosferici da noi conosciuti ma continuamente esposta al bombardamento di particelle e raggi cosmici di svariata natura. Questo meteorite è stato ritrovato nel 1984 e da allora è stato ampiamente analizzato, sezionato, scaldato e quanto altro fino alle conclusioni prima citate. Questa 78 Poi Schoela, dopo una pausa silenziosa in cui era rimasto sopra pensiero riprese con tono un poco scettico: “… tornando poi al discorso dell’impatto, si potrebbe formulare un’ipotesi alquanto fantascientifica. La fascia di pianetini o asteroidi che orbita intorno al Sole, compresa fra le orbite di Marte e Giove, di cui effettivamente non si conosce l’origine, potrebbe essere costituita dal materiale staccatosi, per assurdo, dal pianeta rosso e che sia stato catturato e imbrigliato dalla combinazione delle forze gravitazionali del Sistema Solare. In effetti, se si considera la massa stimata degli asteroidi e si faccia la somma con quella del pianeta, si ottiene una massa totale di poco inferiore a quella della nostra Terra …”. “ Allora dottore, tutto questo interesse verso Marte a cosa è dovuto? Se già si è capito che le sue caratteristiche attuali gli impediscono di trattenere un’atmosfera e che quindi sicuramente non è ospitale, almeno senza l’ausilio di basi ermeticamente chiuse e condizionate?”. 79 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Prima di tutto si vogliono ripetere dei tentativi di ricerca di molecole organiche semplici, come il metano che è già stato riscontrato nell’atmosfera e nel suolo in profondità, con l’impiego di speciali mini-trivelle progettate per i campionamenti; ma poi per una generale sete di conoscenza. Oggi, infatti, queste missioni sono tutte pensate, progettate e realizzate dalla comunità scientifica mondiale con il solo supporto logistico dei governi cui noi dobbiamo pagare un tributo di ritorno tecnologico contribuendo allo sviluppo generale dei paesi. Anche la maggior parte dei finanziamenti non viene più direttamente dall’amministrazione pubblica ma da finanziatori indipendenti come industrie di grande Brand ma anche dalla nostra stessa divulgazione scientifica con documentari distribuiti in tutto il mondo.”. Era la stessa risposta che Chris aveva dato ai ragazzi del Rugby. “… e quindi l’idea della ricerca della vita extraterrestre è stata definitivamente abbandonata?” “ Forse intende dire Vita come Intelligenza, cioè come civiltà extraterrestri?”. “ Qualcosa del genere, sì …” “ Nel sistema solare pensiamo che non ci sia un’altra forma di vita evoluta ma nell’universo, vista la sua vastità, è molto probabile anzi quasi certo, almeno dal punto di vista probabilistico, che ci possa essere almeno un’altra civiltà simile alla nostra ma che, sempre per le stesse ragioni di scarsissima probabilità, non potremo mai incontrare e con cui non avremo mai modo di comunicare.”. “concordo anch’io con questa visione …” 80 “ Comunque, se le può interessare, nel 1984 è nato il SETI Search of Extraterrestrial Intelligence, un istituto privato non profit dedicato alla ricerca, all’educazione e alla pubblica divulgazione scientifica. Molti dei nostri scienziati, dopo una vita di lavoro, confluiscono lì per dare il loro contributo. La sede è a San Francisco o meglio nei pressi, a Mountain View, vicino a Palo Alto; ci si arriva facilmente perché è vicina all’aeroporto federale di Moffet Field. Quest’organizzazione si preoccupa di ascoltare e di scrutare l’universo con radiotelescopi e telescopi di ultima generazione, analizzando e osservando tutti i fenomeni cosmici.”. “ Molto interessante, vedrò sicuramente di farvi una visita alla fine della mia spedizione lavorativa, dopo che domani il capitano Shelton mi avrà accompagnato alla Base Militare di Nellis e avrò portato a termine tutti i miei impegni … ma mi dica ancora, quali missioni di esplorazione sono tuttora attive sul pianeta Marte?…”. “ Oggi le missioni attive sono tutte spedizioni tramite sonde automatiche controllate a distanza dalla NASA e dall’ESA, l’European Space Agency e sono: Da parte USA, come ho già detto, le sonde in orbita geostazionaria a stretto raggio Mars Reconnaissance Orbiter, del 2006, e la più anziana Mars Odissey, del 2001, che sono poste su due orbite sfalsate di una quindicina di gradi passanti sopra i due poli geografici del pianeta. L’anno scorso, nel 2009, è arrivato il veicolo spaziale Europeo Mars Express, incaricato di raccogliere immagini 3D come quelle che avete visto prima, posto su di un’orbita più ampia, 81 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen perpendicolare alle altre due. Sul suolo marziano la Sonda Phoenix, ammartata ai limiti della fascia polare settentrionale, ha portato con sé numerosi strumenti di analisi a distanza controllati da altrettanti gruppi di lavoro sparsi in tutti gli States come per esempio il TEGA Thermal and Evolved Gas Analyzer, il WCL Wet Chemistry Laboratory e il MECA Microscopy Electrochemistry and Conductivity Analyzer. Da non dimenticare poi una complicata stazione meteorologica miniaturizzata, una fotocamera munita di vari filtri per la cattura d’immagini a elevata risoluzione e il LIDAR, un laser verde per la misurazione delle nuvole marziane.”. Seconda città degli Stati Uniti dopo New York, con quasi quindici milioni di abitanti se si conta l’agglomerato urbano, L.A. è una vasta megalopoli divisa in ottantacinque cittàquartieri, vere e proprie comunità indipendenti ciascuna con propria identità e perfettamente saldate alla città, che formano un immenso catino di circa 60 Km di diametro. Da ormai una ventina d’anni, dagli anni novanta, Los Angeles è diventata la più grande città industriale dell’Ovest americano. L’industria cinematografica che ne fece la capitale del cinema è oggi soppiantata dalla televisione ed è superata dall’industria petrolchimica e aeronautica. A sud, nella zona del porto, si estendono vaste aree industriali con centinaia di derricks - torri di trivellazione - e raffinerie di petrolio. L’importanza del suo porto, insostituibile via di comunicazione verso il Canada, il Messico, la Corea del sud, il Giappone e l’Australia, e l’attività dell’aeroporto di Santa Monica, hanno consentito il fiorente sviluppo economico della metropoli, che si fonda in gran parte sulla sua attività commerciale internazionale. Ciò che colpisce di Los Angeles è la fascia caliginosa dal bel colore zafferano che contrasta con l’azzurro carico del cielo. Quella striscia arancione, adagiata sull’immenso bacino che racchiude la metropoli, porge al visitatore l’ambiguo benvenuto dello smog. Los Angeles è una distesa sempre uguale di basse costruzioni attraversata dalle autostrade sopraelevate, a sei, dieci, sedici corsie. I quartieri della città, scavalcati dai viadotti, al riparo dal grande fiume di traffico, colpiscono per il loro aspetto tranquillo di periferia allargata. Anche qui, come in tutte le città americane vige la regola non scritta della territorialità. Al di fuori delle grandi aree di servizio aperte a tutti, è consigliabile che ciascun appartenente alla propria Dicendo queste ultime parole uscirono dal planetario. Nel complesso del JPL vi erano altre strutture dedicate agli sviluppi dei progetti militari e quindi keep out per tutti. I due accompagnatori di Chris lo affermarono quasi all’unisono e mentre si accordavano per la gita pomeridiana e serale nella metropoli di Los Angeles, tutti e tre si diressero verso la sala da pranzo, dove li attendeva un leggero Lunch. Intorno alle 3:00 p.m. come si usa dire negli States, Chris, accompagnato, iniziò la sua visita della mitica città. Uscendo dal complesso alla luce del giorno si rese conto che si trattava di una vera e propria cittadina della scienza, tanto era vasta l’area occupata e visti gli enormi parcheggi, colmi di autovetture, all’esterno delle recinzioni. Bagnata dalle acque dell’oceano Pacifico, Los Angeles si dilata in una depressione che confina a nord con le montagne di Santa Monica e di San Gabriel, oltre le quali si estendono il Mojave Desert e la Death Valley. 82 83 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen estrazione sociale o etnia frequenti solo i luoghi where one belongs, dove è di casa. Oggi le cose stanno velocemente cambiando anche perché ormai il ceto benestante si è completato anche con esponenti delle popolazioni non strettamente di origine europea che, dopo l’integrazione, hanno lentamente ma caparbiamente avuto accesso all’istruzione prima e alla casta dirigenziale poi. I quartieri ghetto come South Central stanno lentamente scomparendo. Anche il traffico automobilistico, che era stato favorito negli anni sessanta dalla rimozione delle linee tranviarie dietro la pressione dei costruttori d’automobili, sta lentamente diminuendo e si sono costruite varie metropolitane elettriche. La Skyline di Los Angeles, anche se relativamente giovane, è costituita dal complesso di torri vetrate della downtown che costituisce anche il suo centro secondo il modello americano classico; oltre a ospitare negozi e uffici, fornisce un punto di orientamento per i suoi otto milioni di abitanti. Il servizio di autobus urbani è molto diffuso e utilizzato per le visite turistiche della città. I quartieri storici di L.A. come Beverly Hills, il quartiere residenziale delle stars, sono percorsi per chilometri e chilometri dai torpedoni carichi di turisti. Il famoso Sunset Boulevard, deserto e bellissimo, con le sue palme e la vegetazione rigogliosa, costeggia le siepi impenetrabili che proteggono la privacy delle ville. Los Angeles, detta città artificiale, si sviluppò a causa del clima ideale necessario alle riprese cinematografiche all’aria aperta. Hollywood, sobborgo collinare, divenne il centro dell’industria dei sogni. Senza radici storiche, nella città si può solamente cercare di visitare tutte le sue stravaganze come il MOCA, Museum of Contemporary Art, il Chinese theatre, quello con le impronte dei divi fissate nel cemento del marciapiede, gli studi delle vecchie majors di Hollywood come la Universal, il Surf Museum a Huntington Beach o il Museum of Neon Art, dove sono ammesse solamente opere elettriche. Disneyland, il “ luogo più felice della terra”, è un simbolo della gloriosa industria dell’animazione cinematografica. Venice Beach, inverosimile replica del Palazzo Ducale e dei canali veneziani poi insabbiatisi, che s’integra con la Muscle Beach, la spettacolare palestra all’aperto piena di esuberanti bodybuilders in cerca di gloria. E poi ci sono i negozi, gli stores, le boutiques delle più famose firme mondiali, le palestre, i ristoranti sulle palafitte come il Gladston’s a Malibù Beach, proprio sotto il Getty Museum e infine bar, discoteche e locali di ogni genere per tutti i gusti. Girando lasciandosi cullare placidamente trasportati dall’autobus, si passa per la Chinatown, situata tra Yale, Bernard, Alameda e Ord Street, un moderno bazar a cielo aperto dove si sente la classica atmosfera di laboriosa città cinese, con la sua caratteristica animazione. Non mancano costruzioni moderne in stile orientale. Poi a North Broadway dove s’incontra il Kong Chow Temple. Poi il quartiere giapponese, la Little Tokyo, espressione di una comunità etnica molto agiata, animato da negozi, teatri, sale per massaggi shatsu e da molti ristoranti sushi, affollati all’ora di pranzo dai businessmen che lavorano nel vicino distretto finanziario. Dopo avere ammirato la City Hall, il Dorothy Chandler Pavillion, la Bunker Hill, Hollywood Boulevard, Beverly Hills e West Side e Bel Air, uno sportivo e scienziato come Christian Zanather non poteva dimenticare di recarsi ad ammirare il Memorial Coliseum, dove si sono disputate le Olimpiadi del 1984. Poi, il California Museum of Science and Industry che ospita fra gli altri il California Aerospace Museum, dedicato al volo e all’esplorazione dell’universo, dove si possono ammirare numerose realizzazioni del JPL. 84 85 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen VII La giornata, anche se piacevole e interessante, era stata molto faticosa e Christian non vedeva l’ora di coricarsi per riprendere un poco di lucidità che gli sarebbe servita il giorno successivo; lo avrebbe atteso un volo di spostamento da Los Angeles a Las Vegas nel Nevada. A notte inoltrata, arrivato nella sua stanza dell’Ostello al JPL, non perse tempo nemmeno a spogliarsi e si buttò sul letto a peso morto. La caotica frenesia della vita di Los Angeles e l’interminabile gita in autobus lo avevano spossato e traumatizzato; nonostante avesse appena finito di visitare una delle città più famose al mondo, i suoi pensieri erano rivolti altrove. Christian rifletteva su quello che aveva visto e sentito al JPL nella mattinata e, mettendo il tutto assieme ad altri elementi che aveva accumulato nella memoria nei giorni precedenti, stava elaborando una certa teoria tutta personale sulla storia evolutiva del pianeta rosso; atteggiamento tipico di chi è abituato a raccogliere dati, fare esperimenti e a trovare le correlazioni necessarie a comprendere i meccanismi e le leggi che governano i processi naturali. 86 87 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Quando, sempre disteso sul letto, raggiunse la massima rilassatezza e chiuse gli occhi, si assopì e continuò nel limbo a elaborare ciò che stava pensando … nell’emisfero settentrionale. Era stata scelta a causa del suo isolamento dal resto dei continenti che si estendevano a est e a ovest dalla stessa e, quindi, per la sua relativa asetticità e inoltre perché non vi risiedevano ominidi ostili. Le forti correnti fredde che la cingevano l’avevano protetta da facili approdi e colonizzazioni di popolazioni autoctone, mentre il clima al suo interno era mite e piacevole. Era un’isola gigantesca, un continente “di mezzo”, di origine vulcanica con delle catene montuose tutte intorno; le sue coste erano molto frastagliate, con pareti rocciose a strapiombo sull’oceano. Gli scienziati sferiani coniarono per questa isola un nome molto emblematico: KATLATAN o Arca di salvezza. Da lì sarebbe potuta rinascere la loro civiltà, fermamente convinti che dovevano lasciarsi alle spalle tutti gli errori che avevano commesso sul loro pianeta d’origine. Gli sferiani, infatti, avevano deciso, una volta stabilitisi a Katlatan, di abbandonare le loro conquiste tecnologiche per tornare a educare la loro nuova e rinata discendenza a vivere in simbiosi con i ritmi dell’universo, senza cercare di dominarlo. Non mantenere la memoria degli errori fatti può portare, a distanza di generazioni, alla ricomparsa di sentimenti di prevalsa e sogni di onnipotenza, un’altra volta catastrofici, o dagli effetti sociali irreversibili. “… la madre primitiva ha partorito. Il feto è completo ma ha avuto complicazioni per una quasi istantanea infezione respiratoria, mancanza di anticorpi; deceduto dopo sessanta kilocripti di agonia. Primitiva è sopravvissuta … nella madre sferiana volontaria il periodo di gestazione è prolungato di un altro Megakriptociclo, ci ricollegheremo … fine del messaggio .“. Christian aveva ripreso il sogno che aveva fatto una settimana prima, esattamente dal punto in cui si era svegliato. “ L’unica speranza rimane nella sopravvivenza del secondo ibrido e che gli anticorpi del nuovo feto, oltre che a mantenerlo in vita, siano abbastanza efficaci da permetterci di produrre dei vaccini in grado d’immunizzare, anche solo parzialmente, una volta approdati, i coloni che ora sono in attesa di partire …. *** ”. **** dopo migliaia di kriptocicli di attesa, finalmente, arrivò la notizia: L’ibrido era nato e stava bene, era un maschio, le sue funzioni vitali erano momentaneamente nella norma e sembrava adattarsi perfettamente all’atmosfera e agli agenti patogeni del Terzo Pianeta azzurro. La sala di controllo risuonò di un grande grido di gioia e di soddisfazione e subito dopo iniziarono le procedure per dare il via all’organizzazione della partenza della spedizione coloniale. L’area del Terzo Pianeta azzurro, dove era sorta la base del progetto Genosos II, era situata su una grande isola oceanica 88 I biologi, a Katlatan, si erano messi all’opera freneticamente e stavano già sperimentando su loro stessi i vaccini, che sembravano funzionare almeno contro i batteri più comuni e quindi maggiormente presenti nell’atmosfera. Il sangue di Genos, così fu chiamato il bimbo ibrido, era stato subito raccolto e le cellule coltivate in vitro per essere usate per l’estrazione dei primi anticorpi fondamentali. Intanto su Sfera i preparativi per la partenza erano quasi giunti al termine; i cinque enormi Siluri necessari al viaggio 89 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen erano già stati sistemati sulle rampe di lancio sotterranee della base. Non voleva tornare nella stanza un’altra volta così cercava di risparmiare del tempo per riuscire a salutare il Dott. Shoela che sicuramente lo avrebbe raggiunto alla mensa, goloso com’era delle frittelle al miele d’acacia. Abbrancato il suo zaino e il borsello con il notebook appeso alla spalla sinistra, finalmente Chris si avviò verso il refettorio, premurandosi prima di lasciare la chiave della sua stanza alla reception dell’Ostello del JPL. Il processo di immunizzazione, invece, sarebbe stato ancora lungo; per la realizzazione dei vaccini contro gli agenti patogeni più mortali e resistenti come i virus, infatti, si sarebbe dovuto attendere il completo sviluppo del sistema immunitario di Genos *** “. Il telefono cellulare, usato come sveglia, squillò prepotente con la suoneria del canto del gallo e gli squilli di tromba: come quelli di un’adunata militare. Chris si svegliò di soprassalto, quasi ubriaco e perso per quanto era immerso in quel sogno così realistico e incredibile al tempo stesso. Rimase un attimo disteso. Erano esattamente le 7:00 a.m. Dopo aver allungato il braccio verso il comodino per zittire lo strillone, si ricordò finalmente che il Capitano Shelton lo avrebbe atteso alle 07:30:00 esatte nel refettorio per la colazione e che alle 08:00 si sarebbero recati all’aeroporto di Hollywood Burbank, a circa tredici chilometri in linea d’aria da Pasadena, per imbarcarsi sul volo militare che li avrebbe portati alla Nellis Air Force Base in Nevada. Così, esattamente così, il capitano Shelton, la sera prima, gli aveva comunicato le coordinate del loro appuntamento mattutino, con quel linguaggio schematico e formale proprio di tutti i militari. Christian si sbrigò a lavarsi e a sbarbarsi velocemente con il rasoio elettrico. Si vestì altrettanto in fretta in modo da avere ancora qualche minuto per riorganizzare tutto il suo bagaglio. 90 Come predisposto con precisione militare, il capitano Shelton era già lì, nella sua bianchissima divisa estiva del corpo dell’USAF. Oltre a essere un agente della NSA Shelton era anche un pilota, mancato Top Gun. Un leggero soffio al cuore congenito gli aveva compromesso la tanto sognata carriera di “asso” da caccia sui Jet supersonici come gli oramai vecchi F-15 Eagles e gli F-16 Fighting Falcons. Ora, a cinquantacinque anni, faceva vita da impiegato accompagnando visitatori, scienziati o piloti corsisti stranieri, alla base aerea dove aveva trascorso la maggior parte della sua giovinezza e vita militare. Oggi, che può stare vicino alla moglie e ai tre figli senza dover essere continuamente trasferito in basi o su portaerei dislocate in varie parti del globo, è contento di godersi la sua dolce vita nella casetta che si era costruito nella periferia di Santa Monica. Quando Louis ritorna alla Base però, ci tiene a fare bella figura, a sfoggiare la sua uniforme da veterano e a ricevere il saluto militare dalle giovani reclute e dai colleghi provenienti da svariati paesi del mondo, che si recano alla Nellis per il corso avanzato di specializzazione di pilota da caccia. “ Carissimo Dott. Shoela … “ 91 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Disse subito Christian appena vide il direttore del JPL avvicinarsi. Dopo un affettuoso abbraccio con il Dott. Shoela, il militare e Chris, si avviarono verso l’uscita del CIT, dove li attendeva la macchina che li avrebbe portati all’aeroporto. “ Volevo ringraziarla ancora per il bellissimo tour al JPL, delle sue preziosissime e particolareggiate spiegazioni e, soprattutto, per l’ospitalità con cui mi … cioè, ci ha accolto, me e il Capitano e anche per avermi accompagnato nella visita alla città, da solo mi sarei senz’altro perso … “. “… Chris, oramai ti do del Tu perché hai l’età dei miei figli, è stato un piacere, ti auguro di fare una buona permanenza anche in Nevada e di fare un bel viaggio di ritorno in Europa …”. “ Grazie mille … senz’altro avrò ancora tante belle cose da vedere. Dopo aver ispezionato il mini-reattore … vorrei recarmi al SETI; mi avete incuriosito con il racconto della loro attività di ricerca …”. “ Bene, fortunatamente proprio in questo periodo, alla sede del SETI si svolgerà una conferenza mondiale per la raccolta di fondi a cui parteciperanno studiosi e scienziati di tutti i continenti i quali porteranno ognuno le loro esperienze, i loro lavori e teorie; ci saranno astronomi, studiosi delle religioni, biologi e tanti, tanti tecnici … quando arriverai là, se dovessi avere bisogno, chiedi pure dei capi ricercatori: la dottoressa Jill Tarter, il Dott. David Morrison o ancora della dottoressa Edna DeVore che sono i leaders delle varie attività, sono sicuro che ti accoglierebbero a braccia aperte”. “ Grandioso! Grazie, grazie, mille volte grazie …”. 92 Arrivati sulla pista, il cargo militare che li avrebbe ospitati, un gigantesco quadrimotore da trasporto, un Hercules C130, stava già rullando, mentre stavano chiudendo il portellone posteriore. I due salirono in fretta sull’enorme aereo. Prima di occupare il loro posto nella spartana cabina con l’equipaggio, furono subito attrezzati, come da regolamento, con le cuffie di comunicazione interna. Una scena simile Christian l’aveva vista solamente in certi film d’azione ed era visibilmente emozionato; infatti, il servizio militare l’aveva svolto sempre in ambito scientifico, e con i piedi ben piantati per terra, nella Royal Army. Il viaggio sarebbe durato meno di un’ora, tale il tempo necessario a percorrere i quasi quattrocento chilometri che separano Los Angeles da Las Vegas, sorvolando quasi in linea retta il deserto del Mojave. Il Nevada occupa una superficie di circa trecentomila chilometri quadrati con una popolazione che non arriva al milione e mezzo d’individui, naturalmente escludendo tutti i turisti che da ogni parte del mondo la visitano per fare tappa a Las Vegas o nei molti parchi nazionali. Il suo territorio, il cui capoluogo è Carson City, occupa tutto il grande “bacino” compreso tra i monti Wasatch e la Sierra Nevada e si estende da nord a sud. Vi è un clima secco e desertico. Lo stato del Nevada è ricco di sorgenti, vi sono molti laghi; il più grande, il MEAD, che costituisce il confine sud con l’Arizona, è artificiale ed è stato realizzato sbarrando il corso del fiume Colorado e si trova a poche miglia a est di Las Vegas. 93 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Mentre il Capitano Shelton parlava con i membri dell’equipaggio, Chris ammirava il panorama che si vedeva dai finestrini, il cielo limpido e l’aria secca davano la possibilità di scorgere particolari incredibili. Non poteva fare a meno di pensare alla sua madre patria, l’Inghilterra, e che su di un territorio che aveva un’estensione pari alla metà di quello del Nevada, era concentrata una popolazione che era cinquanta volte più numerosa. Sicuramente, per conformazione e condizioni climatiche, era il territorio ideale per la continua attività di collaudo di nuovi velivoli militari e per l’addestramento dei piloti; la bassa densità demografica era stata una delle ragioni della sua scelta anche quale area per lo svolgimento dei Test Nucleari negli anni cinquanta e sessanta. derivante da North American Aerospace Defense Command, che significa Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America. Il NORAD è un’organizzazione congiunta del Canada e degli Stati Uniti che fornisce un quadro d’insieme sulla situazione di ogni aviogetto, oppure oggetto spaziale, nell’ambito aerospaziale del Nord America. Per ogni velivolo è stilato un profilo con molti dati quali sua natura, posizione, direzione e velocità. Sono organizzati il controllo e la sorveglianza sul comportamento di ogni oggetto o veicolo che esca dai canoni stabiliti per l’aviazione commerciale, civile e militare: rotte, altezze, corridoi di discesa verso l’aeroporto eccetera. Inoltre il NORAD organizza l’allerta e la reazione d’intercettazione, identificazione ed eventuale abbattimento di ogni aviogetto e missile sconosciuto e potenzialmente ostile, inclusi gli UFO. Il volo fu tranquillo e in un “batter d’ali” erano sopra Las Vegas. Si scorgeva la sua struttura squadrata di città moderna, con il lungo viale centrale e i grandi alberghi tutt’intorno. Erano le prime ore del mattino quindi la città era ancora assopita, lì la “vita” si svolge esclusivamente nelle ore serali e notturne; ora si potevano scorgere circolare solamente i camion della nettezza urbana e le macchine per la pulizia delle strade. Sicuramente la metropoli, suo malgrado già famosa, meritava di essere visitata anche perché vista dall’alto incuriosiva poiché si potevano facilmente individuare tutte quelle costruzioni che tendevano a imitare le meraviglie del mondo. La Base, il maggiore centro di addestramento per gli equipaggi di aerei militari degli Stati Uniti e dei paesi stranieri alleati, occupa un’area di circa quattromilaseicento ettari e si estende dal Las Vegas Boulevard a nord est e include le abitazioni dei militari e il Mike O’Callaghan Federal Hospital. Passati nelle vicinanze dell’aeroporto civile, il McCarran International, poco più a est della city si cominciava a scorgere la Nellis Base, un complesso dell’aviazione militare statunitense sotto il controllo del NORAD, un acronimo L’aereo si allineò con la pista, diretto verso l’Area I, dove sono ubicati l’aeroporto e la maggior parte delle funzioni a supporto delle missioni. Dopo aver ricevuto l’OK dalla Nellis Tower, attraverso il linguaggio in codice, il velivolo si accinse ad atterrare sulla pista “A” quella larga duecento e lunga mille metri. Chris riuscì giusto a capire la sigla dell’aeroporto: KLSV AFB Base. Durante la discesa, lenta e graduale, si potevano osservare una quantità di tipologie di aerei militari, perfino uno 94 95 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “squadrato” F-117 Nighthawk, o meglio conosciuto con il nome di Stealth, e anche un nuovissimo F-22A Raptor. Entrambi i modelli sono classificati “aerei invisibili” poiché adottano una speciale tecnologia che li rende non individuabili dai comuni Radar, la Stealth Technology o LO - Low Observable Technology, che rende inefficaci le apparecchiature d’individuazione tattiche con sensori Radar, a Raggi Infrarossi e Sonar e altri sistemi d’individuazione. In una ben definita area della pista, vi era una schiera di veicoli, o meglio, di strani velivoli che a prima vista sembravano dei giocattoli per giostre da Luna Park, ma che costituivano un gruppo di UAV o Unmanned Aerial Vehicles conosciuti anche come RPV Remotely Piloted Vehicles o UAS Unmanned Aircraft System. Erano i cosiddetti “Droni” che, nati come semplici bersagli volanti radiocomandati utilizzati per l’addestramento al combattimento dei piloti, oggi, perfezionati e potenziati, sono impiegati come veri e propri veicoli d’assalto o di bombardamento in missioni ad alto rischio per il personale militare. Hercules C130 Pensando a tutti gli avvistamenti di UFO che si sono registrati in questa zona, non si può fare a meno di ipotizzare che, durante l’impiego di questi strani veicoli in addestramenti militari o in semplici collaudi, qualche malcapitato possa essere rimasto tratto in inganno dalla loro forma sconosciuta, appunto UFO Unknown Flying Object, e aver alimentato le teorie sugli avvistamenti di veicoli extraterrestri. “Drone” - UAV o Unmanned Aerial Vehicle – MQ-1 Predator 96 97 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Nella Nellis ci sono tre aree ben distinte: quella in cui erano arrivati Chris e Shelton dell’aeroporto e del supporto missione, l’Area II a est della prima che consiste in un grande deposito di munizioni e armamenti per aviogetti - il più grande deposito di missili degli Stati Uniti e quando nell’NTS, Nevada Test Site, erano eseguiti test atomici, i missili nucleari erano immagazzinati qui - e l’Area III che avevano sorvolato durante il loro avvicinamento per l’atterraggio cioè quella che passa attraverso il Las Vegas Boulevard. La Base, per le svariate funzioni che svolge, è sede di numerosi squadroni dell’aviazione militare statunitense: dalle unità logistiche, a quelle di salvataggio, agli squadroni di combattimento e dimostrativi come i famosi Thunderbirds. La sua funzione più interessante è sicuramente quella di supporto alle attività di collaudo e sviluppo delle nuove tecnologie aeronautiche e aerospaziali. La sua attività ha avuto inizio nel 1940 come centro di addestramento e poligono e fu fortemente voluta dalla città, a quei tempi in forte declino, poiché una base militare avrebbe sicuramente portato gente e ricchezza; all’inizio fu sia aeroporto civile sia militare e si chiamava Las Vegas Air Force Base. La base continuò a ingrandirsi e arrivò ad avere, verso la fine della seconda guerra mondiale, un organico di 15.000 persone, tra uomini e donne. Nel 1950 fu ribattezzata Nellis AFB in onore del 1° Luogotenente William Harrell Nellis, un pilota dei caccia P47, che si distinse e fu ucciso durante la battaglia del Bulge, o Offensiva delle Ardenne, in Belgio, durante la seconda guerra mondiale. Tra la seconda metà degli anni sessanta e i primi anni settanta divenne sempre di più, con l’avvento degli armamenti moderni, un centro di collaudo e di addestramento per l’utilizzo di razzi balistici sia dell’USAF sia dell’US Navy. Da allora fino ai giorni nostri la Nellis AFB è sempre stata un rinomato centro di addestramento per piloti Top Gun, di collaudo e di perfezionamento di aviogetti supersonici: dagli 98 99 VIII Il capitano Shelton scese per primo dall’aereo e fece cenno a Christian di seguirlo; si stavano recando dal comandante della base per un breve briefing conoscitivo e d’organizzazione logistica. Arrivati nei pressi della sala d’attesa per gli imbarchi, furono raggiunti da due MP, Militar Police, che consegnarono a Christian il lasciapassare elettronico, valido per potersi spostare liberamente in tutte le installazioni della base. Il pass, infatti, conteneva tutti i suoi dati, comprese le caratteristiche scannerizzate della retina dell’occhio destro che erano state prese al suo arrivo all’International di Los Angeles circa quarantotto ore prima. Subito dopo arrivò una jeep, guidata da un altro MP, che li caricò e li accompagnò direttamente al centro di comando all’altro capo della base. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen F-4 Phantom agli ultimissimi F-22A Raptors oltre che dei “Droni” sia come velivoli bersaglio radiocomandati sia come veri e propri reparti da combattimento senza conducente. Inoltre, al suo interno, esiste una centrale fotovoltaica di quattordici megawatt che copre il 25% del fabbisogno energetico di tutte le attività. L’area d’azione della Nellis AFB, che è una delle più grandi basi militari al mondo, è una vasta estensione territoriale a Nord di Las Vegas; un grosso rettangolo inclinato a 45° verso sud est che parte proprio da Indian Springs e arriva fino a Tonopha. I velivoli, partendo dalla Nellis, compiono le loro azioni su di un’area di addestramento che offre più di 15.000 miglia quadrate di spazio aereo e 4.700 miglia quadrate di territorio delimitato militarmente. Più del settantacinque percento di tutte le munizioni sperimentali usate dall’aeronautica per addestramento, sono state testate in Nevada. Molte comunità nel Nevada del sud vedono e sentono i velivoli della Nellis ventiquattro ore al giorno, sette giorni la settimana. A cento piedi di altezza da terra e a due volte la velocità del suono, gli aerei militari sfrecciano sopra le teste dei “nevadiani”, i quali possono vedere l’addestramento al combattimento avanzato e tutte le prove operative per la valutazione e sviluppo delle tattiche di volo, di difesa e di combattimento. All’interno dell’area vi sono ben altri sei aeroporti militari: uno è il Tonopha Test Site a nord, uno a Indian Springs a sud, ben tre nella “zona rossa” centrale, che è il quadrilatero del Nevata Test Site, chiamati Desert Rock, Yucca Lake e Pahute Mesa e infine uno a Groom Lake incluso nel box o rettangolo della famosa Area 51; una base militare la cui attività principale è quella di supportare lo sviluppo e il collaudo di aerei sperimentali e sistemi missilistici. Così dicendo il comandante Stenseth, tolse dal cassetto della scrivania un bel tomo ciclostilato zeppo di clausole contrattuali. Semplicemente, e con una formula simile a quella adottata dai notai quando si rogita per l’intestazione di un appartamento, vale a dire a memoria, Chris era informato 100 101 La Jeep si fermò davanti alla palazzina del comando strategico. Il capitano Shelton fece strada a Christian verso l’ufficio del Comandante David Stenseth, figlio del primo comandante della base, il fu Martinus, che ne aveva preso il controllo nel 1941, alla sua fondazione. Dopo il benvenuto e i soliti convenevoli, il comandante comunicò a Chris che i test del reattore sperimentale erano eseguiti nei sotterranei della base di Groom Lake. “ Benvenuto professor Zanather, spero che possa avere una piacevole permanenza presso di noi”. “ Sono molto onorato di fare la sua conoscenza comandante, e la ringrazio in anticipo per la sua ospitalità”. “ Professore, anche se penso sia già consapevole, devo informarla del grado di segretezza del prototipo che dovrà esaminare e anche farle firmare questo protocollo di non divulgazione che lei sottoscriverà a suo nome e anche a quello della società di engineering, la Assystem Group. Sottoscrivendo questo protocollo lei e i suoi superiori, in caso di fuga di notizie o di divulgazione d’informazioni tecniche riservate riguardo al progetto, sarete ritenuti automaticamente responsabili e perseguibili come previsto dalle leggi militari e federali degli Stati Uniti d’America e ritenuti colpevoli di spionaggio”. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen che sarebbe stato libero di visitare e muoversi per il sito di collaudo a piacimento, visionare ed esaminare il prototipo per esporre le necessarie osservazioni ed eventuali migliorie progettuali, ma che avrebbe avuto sopra di sé una spada di Damocle che poteva significare il carcere a vita o anche la pena di morte. Christian, un poco sarcasticamente, alzando le spalle e digrignando i denti in una smorfia di sorpresa commentò: sottoscrivere questo documento io ho istruzioni di porre immediatamente termine alla sua attività di supervisione e di sollevarla dall’incarico, lei potrà comunque completare la visita alla Nellis Base da civile”; “ Cavoli, ed io che pensavo di essere venuto a Las Vegas solamente per farmi una piccola vacanza e qualche giro di roulette a spese della Società per cui lavoro … Buono a sapersi … “. “ Bene professor Zanather, ora, con questo distintivo di riconoscimento, che dovrà sempre portare appuntato sulla sua camicia a sinistra, all’altezza del cuore, sarà considerato, a tutti gli effetti, un Tecnico di Rango Militare e, sempre accompagnato dal capitano Shelton, potrà accedere ai siti di controllo e collaudo del complesso di Groom Lake ”. Il comandante Stenseth e il capitano Shelton scoppiarono in una fragorosa risata e il clima della presentazione, che sembrava essersi improvvisamente appesantito, ritornò subito sereno e conviviale. Tutti e tre erano ben informati che il progetto non era legato alla produzione di armi strategiche o altre diavolerie militari ma soltanto a un nuovo, efficiente e assolutamente innocuo sistema di propulsione per moduli spaziali. Si trattava solamente di formalizzare un semplice rapporto di lavoro, che s’instaura fra una società di consulenza tecnologica e un’organizzazione statale e militare chiamata al collaudo di un’apparecchiatura frutto della collaborazione fra più teams di progettisti, assemblatori e produttori di componentistica a elevata tecnologia aerospaziale. Poi il comandante, asciugandosi le labbra con un fazzoletto continuò: Christian allungò la sua mano destra per stringere quella del comandante e poi si chinò a firmare la prima pagina del protocollo dove Stenseth aveva già apposto la sua. Finendo la frase, il comandante della base consegnò a Chris un fregio argentato recante al centro un Atomo Stilizzato, con due ali d’aquila ai lati, la scritta USAF sotto e NASA sopra. Christian lo prese e se lo appuntò prontamente sopra la tasca della camicia e strinse nuovamente la mano al comandante, ringraziandolo. Il capitano Shelton fece il saluto militare al suo Colonnello, sbattendo i tacchi, e poi fece cenno a Christian di seguirlo all’esterno dell’ufficio. “ ... se le clausole contenute in questo protocollo le sembrassero troppo rigide e lei decidesse di non In quel momento, mentre s’incamminavano verso la jeep che li stava ancora aspettando, il capitano Shelton finalmente comunicò che l’indomani mattina, con un elicottero, si sarebbero spostati presso il centro di collaudo di Groom Lake; durante le successive ore della giornata avrebbe 102 103 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen accompagnato Chris in una esplorazione dell’intera base e a Las Vegas per un giro prettamente turistico e di svago. Stranamente, lasciandosi andare dopo la formalizzazione del suo status di tecnico militare, il capitano Shelton dando del “tu” a Christian disse: e tutte quelle congetture e allusioni fantascientifiche gli parevano molto lontane; tutta quella segretezza, in quel momento, gli sembrava si dovesse semplicemente imputare ai normali protocolli di sicurezza e riservatezza militare come esistono attorno e per ogni installazione strategica di qualsiasi paese al mondo. “ Christian, scommetto che ti fa uno strano effetto scoprire che visiterai la famosa Dreamland …”. “ Dreamland ? … perché, cos’ha di speciale la base di Groom Lake per essere chiamata così ? … “. “ Mi vuoi dire che non hai mai sentito parlare della misteriosa Area 51 ? … è vero però, come Dreamland è conosciuta solamente negli States e fra noi militari …”. Christian improvvisamente rammentò il discorso fatto con i suoi ragazzi della squadra di Rugby, appena qualche giorno prima. Essi avevano fatto delle considerazioni su quanto fosse distorta la realtà dipinta in certi documentari televisivi e, in particolar modo, sui fatti che si raccontavano a proposito dei famigerati avvistamenti intorno all’Area 51 e del presunto mistero che vi aleggiasse attorno. Con stupore misto a eccitazione rispose: “ Bhè non sono mai stato appassionato di misteri fantascientifici, ma ne ho sentito parlare proprio qualche settimana fa dai miei allievi della squadra di Rugby; prima avevo sentito solo degli accenni in trasmissioni scandalistiche, ma solo superficialmente …”. In ogni modo, qualsiasi cosa fosse l’Area 51, inaspettatamente, di lì a poche ore, Chris vi si sarebbe recato 104 La Nellis base è immensa, durante il loro vagare tra piste, hangar e installazioni radar, fra le altre cose passarono a pochi metri di distanza da un Drone MQ1-Predator, che sembrava proprio un grande insetto dalla grossa testa a forma di goccia e dalla propulsione a elica in coda; una cosa ultratecnologica mai vista prima con la sua unità di controllo a distanza. Sembrava proprio un veicolo alieno se non fosse per quell’inconfondibile stella alata dell’USAF stampata ai lati della fusoliera. Alla fine del tour, che sarebbe troppo lungo e snervante descrivere dettagliatamente, visitarono l’hangar dei Thunderbirds, la squadriglia aerea acrobatica degli Stati Uniti d’America, con i loro Sei F16 dipinti nei colori della bandiera statunitense, la mitica Stars & Stripes: bianco rosso e blu. Sul lucido pavimento dell’entrata era riprodotto il loro simbolo o logo, un’aquila blu stilizzata, al centro una stella bianca riempita con le figure di quattro F16 blu in formazione a rombo, il tutto in cerchio rosso. Nel tardo pomeriggio, con una vettura della base messa a loro disposizione, si recarono in “libera uscita”, come tutti gli altri militari non in servizio, a visitare la città di Las Vegas; l’ora di rientro era tassativamente fissata per le ore 0:0. La Sin City o città del peccato, com’è chiamata Las Vegas in gergo, è la città dove ci si può lasciar trasportare dalla 105 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen fantasia più piccante, trasgredire alle regole ed essere sicuri che tutto rimanga lì. Las Vegas è l’evasione per eccellenza. Lungo il Las Vegas Boulevard, chiamato anche Strip, la Striscia, si possono via via incontrare le attrazioni più importanti e caratteristiche. Di notte, accecati dalle grandiose luci al neon, si resta confusi ammirando: i faraonici alberghi casinò, i vistosissimi mega resorts come la grande Piramide nera del Luxor, il suo ingresso con tanto di Sfinge accovacciata e il luminoso fascio di luce laser azzurra che punta verso le stelle; il tendone a strisce del Circus Circus e la maestosa Stratosphere Tower con i suoi 350 metri d’altezza, gli ascensori più veloci d’America e le giostre da brivido più alte del mondo. Lo stato di confusione scompare quando si pensa che le meraviglie del mondo sono fedelmente riprodotte a Las Vegas per attirare i turisti e i loro soldi: dalla Tour Eiffel ai castelli medievali come l’Excalibur o il Sahara che sembra rappresentare il Topcapi turco. Il lussuoso resort Venetian vanta riproduzioni di famosi edifici come il Palazzo del Doge, il Campanile e la grande Piazza San Marco della “vera” e tutta italiana Venezia, con graziosi ponticelli in stile e persino le gondole con tanto di gondolieri “originali”. Niente sembra più quello che è in realtà quando è filtrato e scomposto dal prisma ormai onnipresente del marketing applicato a qualsiasi campo e disciplina. La bianca verità, come la luce, è così scomposta in tanti piccoli fasci colorati di visioni parallele, sapientemente confezionate dai media secondo il pubblico cui fanno riferimento. Siccome qui in Nevada tutto diventa attrazione, anche i presunti avvistamenti di UFO e le leggende riguardo alla famosa Area 51 sono sfruttati per l’attrazione dei turisti e il facile guadagno, così lungo l’ET Highway, che scorre verso nord nel deserto, sorgono svariati locali a tema. Anche a Roswell, piccola cittadella del New Mexico sul fiume Pecos, sono presenti numerosi locali griffati con degli omini verdi dagli occhi da Mantide a causa del presunto ritrovamento di un disco volante alieno, leggendariamente schiantatosi alla fine degli anni 40. 106 Molto probabilmente i test nucleari e i correlati fenomeni atmosferici, l’elevata concentrazione di traffico aereo, compresi i prototipi militari caratteristici di queste zone, hanno fatto correre la fantasia della gente comune. A Las Vegas è stato costituito anche l’Atomic Testing Museum, lascito della guerra fredda nel deserto del Nevada. Negli anni cinquanta, funghi atomici si levavano dietro la Fremont St. e la città aveva addirittura eletto Miss Bomba Atomica. Da allora, fino agli anni novanta, più di novecento bombe esplosero all’interno del Nevada Test Site, appena sessantacinque miglia a Nord Ovest della città. L’NTS è controllato appunto dalla Nellis Airforce Base, e, non a caso, è ancora sede di Test Atomici avanzati. Il museo, diretto dalla dottoressa Maggie Smith, non riguarda soltanto la scienza ma anche la storia dell’umanità. Si può assistere alla proiezione di filmati storici riguardanti i test nucleari eseguiti durante l’epoca della Guerra Fredda. E’ incredibile assaporare in prima persona il contrasto fra la schematica, marziale e regolare vita all’interno della Base e quella che s’incontra nella città appena fuori i cancelli ricoperti dal filo spinato; sembra quasi che l’intera metropoli sia stata concepita come un “grande diversivo” per far svagare e distrarre i militari dopo che per tutto il giorno sono chiamati a dei compiti veramente stressanti e delicati, come certi test segreti di cui non possono parlare e nemmeno rivelarne l’esistenza. 107 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen I due rientrarono distrutti dalla visita della City che si estende su di una vastissima area. Per visitarla quasi tutta avevano tenuto dei ritmi da “marcia forzata”, e siccome non avevano ancora aperto i bagagli non poterono coricarsi velocemente; per fortuna non dovettero dormire in un’affollata camerata da naja perché il capitano Shelton, nella Base, aveva il suo appartamentino riservato. “ Sì, a parte i musei, mi è sembrata come un immenso e raffinato Luna Park che ti avvolge, t’inebria, ti disorienta per poi fagocitarti nei suoi ritmi fino a spremerti per poi scartarti una volta svuotato delle tue energie, e tasche. Alla fine si avverte una sorta di nausea insieme al desiderio di tornartene alle tue faccende normali … come per espiare per i peccati che hai appena commesso …”. La mattina seguente poterono alzarsi con calma senza la premura necessaria se si vuole arrivare per primi nei servizi igienici comuni delle “compagnie”. Il capitano Shelton preparò la classica colazione americana con uova strapazzate, bacon, latte con cereali, pane tostato e marmellate varie, messe a disposizione dal servizio sussistenza della base. “ Bravo, è proprio un’impressione condivisa, ben conosciuta anche dagli psicologi militari. È un modo veramente efficace, e quasi insostituibile, per far dimenticare i propri interessi e le inibizioni e, al tempo stesso, per rinforzare i sentimenti di amor proprio, di fedeltà verso la patria e la famiglia … Anche a me, quando capita di trascorrere qualche giorno di svago con i colleghi, una volta finite le avventure, mi viene un desiderio irrefrenabile di tornare a casa da mia moglie e i figli, ad abbracciarli e seguirli nella vita di tutti i giorni. Le piccole cose, semplici e regolari, alla fine sono quelle che ci riempiono il cuore e l’anima più di qualsiasi altra conquista.”. “ Allora Zanather, come ti è sembrata Las Vegas ora che sei riposato e che puoi commentare a freddo …”. Disse il Capitano versando il caffè a Chris … “ Bhè, maestosa ed esotica, tutti gli stili di vita, i sogni e le aspirazioni sono riprodotti fedelmente, chiunque qui può trovare la sua dimensione, ma mi ha anche dato l’impressione di una totale assenza di valori fondamentali …”. “ Sicuramente, L.V. è proprio stata creata per lo svago, l’evasione e per fare soldi. Il lusso, l’opulenza … qui l’esaltazione di tutti i bassi istinti umani è sfruttata per profitto da altri uomini ancora più viziosi … basta ricordare che la città è stata fondata dalla malavita per sfuggire alle leggi proibizioniste”. 108 I due rimasero una buona ora a discutere seduti a tavola e non mancarono di raccontarsi, finalmente dopo due giorni di frequentazione, chi fossero e da dove venissero e così rinforzarono la rispettiva fiducia e amicizia; anche se il capitano stava assolvendo un compito istituzionale che avrebbe dovuto poi rapportare ai propri superiori della NSA, ma ne erano entrambi consapevoli. Nel frattempo era arrivato il momento della partenza, con destinazione Goom Lake. 109 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Un elicottero HH-60 Pave Hawk del 66° squadrone di soccorso li stava aspettando per lo spostamento all’interno dell’NTS. L’ora di partenza alla volta della base dove era ubicato il sito di collaudo era fissata per le 10:00 a.m. e l’arrivo era previsto di lì a una trentina di minuti. riconosciuto solamente dal raffinato sistema di rilevamento Radar e GPS sviluppato dal NORAD. In questo modo se vi fosse stato un dirottamento da parte di qualche commando sabotatore, anche solamente dal tracciato radar del velivolo in questione, si sarebbe riconosciuta l’anomalia e fatto scattare l’allarme con larghissimo anticipo. Chiamata ufficialmente Area 51 anche su documenti CIA, questa base di supporto per i test eseguiti nell’NTS sorge appunto a sud ovest dell’asciutto Groom Lake. L’Area 51 confina con la regione Yucca Flat del Nevada Test Site, dove sono stati condotti 739 dei 928 test nucleari da parte del dipartimento dell’energia statunitense. Il deposito di scorie nucleari di Yucca Mountain dista circa sessantaquattro chilometri a sud ovest del lago Groom. Il nome di “Area 51” è controverso e appare in vecchie mappe del NTS ma non in quelle più recenti. Tuttavia, lo stesso schema di nomenclatura, appare per altre zone del Nevada Test Site. L’area è connessa con la rete stradale interna del NTS, che comprende alcune strade asfaltate che si dirigono a sud verso Mercury e a ovest verso Yucca Flat. A nord est del lago, la strada attraversa un passo nelle Jumbled Hills; prima era solo un sentiero di campagna che portava alle miniere del bacino Groom, ma dopo la loro chiusura, è stato ampliato. L’accesso alla strada più a est è vietato alle persone non autorizzate, nonostante sia presente un checkpoint di sicurezza. Dopo essere uscita dall’area ristretta, la strada prosegue scendendo a est verso il fondo della Tikaboo Valley e converge con la State Route 375, la “ Extraterrestrial Highway”, a sud di Rachel. L’ingresso principale verso l’intera base militare, e quindi anche verso l’Area 51, è segnato da una strada sterrata che si stacca dalla statale 375 fino ad intersecare la pista che conduce da est al Groom Lake. Con la solita jeep degli MP furono accompagnati direttamente sulla piazzola di decollo e finalmente salirono sul potente mezzo; agli occhi di Chris era impressionante e dotato dei più sofisticati congegni meccanici, come il rotore silenzioso, con cui poteva piombare a bassa quota sugli obiettivi, quindi invisibile all’orizzonte, senza essere sentito. La grande libellula d’acciaio, con gli uomini di equipaggio e i due passeggeri, sorvolava silenziosa e indisturbata Las Vegas, proprio sopra e in linea retta con il Boulevard, lasciandosi dietro e sotto di sé la grande piramide nera del Luxor e tutti gli altri giganteschi alberghi e casinò che sorgono ai margini della striscia. Osservando scorrere il paesaggio dagli oblò dell’elicottero a Christian sembrava di essere in una scena di quei film di fantascienza quando sono artificialmente costruite con la computer grafica improbabili e magnifiche città futuristiche, ma era tutto vero e tangibile. Dopo una breve virata verso destra il velivolo militare si diresse verso Nord, avrebbe dovuto attraversare quasi tutto il Nevata Test and Training Range, tagliando i quadranti 63, 64 e 65 per arrivare al confine nord dell’Emigrant Valley e inoltrarsi nel gigantesco quadrante R-4808-N chiamato anche The Box o The Container dai piloti militari a causa del suo estesissimo perimetro squadrato, dove sorge appunto l’installazione. Il pilota, prima di atterrare in prossimità del centro della base, eseguì un percorso codificato, quasi a zig zag, come una sorta di corridoio di avvicinamento che sarebbe stato 110 111 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen IX L’Area 51 è compresa all’interno di una vasta zona militare operativa di 26.000 chilometri quadrati e sorge vicino al villaggio di Rachel, a circa 150 chilometri a nord-ovest di Las Vegas, nel sud dello stato del Nevada. Le strutture nei pressi del Groom Lake, nonostante siano nella vasta regione militarizzata appartenente alla Nellis Air Force Base, sembrano essere gestite come se fossero un distaccamento dell’Air Force Flight Test Center della base aerea di Edwards nel deserto del Mojave e, come tale, la base è conosciuta con il nome di Groom Lake Air Force Flight Test Center. Le sue installazioni aeronautiche sono anche note come Dreamland, Paradise Ranch, Home Base, Watertown Strip, Groom Lake. La base, più recentemente, è stata chiamata anche Homey Airport. Gli elevati livelli di segretezza che lo circondano e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense, ha reso questo centro di collaudo un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico. 112 113 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen La base aerea di Groom Lake non è una struttura convenzionale ed è utilizzata per lo sviluppo, il collaudo di nuovi aerei e le fasi di addestramento dei loro futuri piloti. Dopo che questi velivoli sono approvati dall’United States Air Force o da altre agenzie come la CIA, le loro successive missioni standard sono generalmente condotte in normali basi aeree militari. Il sito è anche attrezzato con un piccolo stormo di aerei ex sovietici, come i MIG, che erano analizzati e utilizzati per gli addestramenti durante il periodo della guerra fredda. Il più recente velivolo collaudato è stato Aurora, un aereo spia successore del Blackbird, con capacità “stealth”, e velocità superiori a Mach 6 - sei volte più veloce del suono; quindi è in grado di compiere il giro attorno alla Terra in tre o quattro ore grazie ai suoi serbatoi riempiti con metano liquido a bassissima temperatura. Aurora è dotato di un tipo particolare di pulsoreattore e si avvale di dispositivi antigravità di tipo elettromagnetico. La base aerea, con identificativo ICAO KXTA, ed elencata come “Homey Airport” nei database dell’aviazione, ha diverse piste di decollo e di atterraggio. Una di esse, la più lunga di tutte, misura circa 7093 metri. Le altre comprendono due piste in asfalto, una lunga 3658 metri e la seconda con una lunghezza di 1652 metri. Sono presenti anche quattro piste situate nel bacino salato del lago; due di lunghezza pari a circa 3489 metri e le altre di 3057. Il complesso militare di Groom Lake fu utilizzato come zona per i test dell’artiglieria e di bombardamento durante la seconda guerra mondiale, ma fu lasciato quasi abbandonato fino al 1955, quando fu selezionato dal team Skunk Works della Lockheed Corporation come luogo ideale per eseguire i test dell’aereo spia U-2. Il fondo asciutto del lago lo rendeva un posto ideale per utilizzare il prototipo; la vasta zona era protetta dalle montagne dell’Emigrant Valley e dal perimetro dell’NTS, da qualsiasi osservazione di occhi indiscreti. A differenza della maggior parte dell’area Nellis, la zona che circonda il lago è permanentemente interdetta sia al traffico aereo civile sia a quello militare “normale”. Varie stazioni radar sorvegliano tutto il perimetro aereo. I piloti militari che si addestrano nel Nellis Air Force Range, rischiano anche loro sanzioni disciplinari se dovessero entrare accidentalmente nello spazio aereo che circonda Groom Lake. Dall’entrata in attività del bombardiere F-117 Nighthawk nel 1983, meglio conosciuto come Stealth, le operazioni nella base di Groom Lake sono continuate. La base e il sistema di piste sono stati ulteriormente espansi e gli effettivi che vi soggiornano ammontano a circa mille unità. Nel 1995, il governo federale espanse l’area riservata attorno alla base per restringere l’accesso ad alcune montagne circostanti, da dove si poteva osservare l’interno delle installazioni. In seguito, dunque, l’area si sarebbe potuta limitatamente osservare solo dalla sommità di alcune montagne più distanti e situate a est. La sicurezza del perimetro attorno all’Area 51 è affidata a sorveglianti privati appartenenti a un subcontractor dell’EG&G, l’agenzia di sicurezza Wackenhut. Le guardie fanno pattugliamenti con mezzi come Jeep Cherokee in colore mimetico, Humvee, pick-up Ford F-150 di colore champagne e pick-up Chevy 2500 4x4 di colore grigio. La sorveglianza è rafforzata dalla presenza di sensori di 114 115 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen movimento sepolti nel terreno e dall’uso di elicotteri HH-60 Pave Hawk. Lo stato del Nevada, riconoscendo il potenziale turistico derivante dal folklore che ruota attorno alla Base, ha rinominato la statale 375 nei pressi dell’Area 51 con il nome di “The Extraterrestrial Highway” e per tutta la sua lunghezza ha fatto collocare dei cartelli fantasiosi. La ragnatela di piste di decollo e di atterraggio, gli edifici di controllo e comando, gli hangar e le torri di osservazione che si vedono in superficie sono soltanto la punta di un iceberg che si estende per novanta piani nel sottosuolo, dove il livello di segretezza e protezione aumenta con l’aumentare della profondità. Nei sotterranei si trovano, tra le altre cose sconosciute, altri ricoveri per aeromobili segreti, specialmente per quelli ancora allo stadio di prototipo. La base è molto nota per l’attenzione ad essa dedicata da parte di alcuni ufologi che sostengono che il governo degli Stati Uniti ha, o avrebbe avuto, contatti con extraterrestri mantenuti per diverse ragioni all’oscuro dell’opinione pubblica generale. In particolare tra essi è diffusa la convinzione che dopo il cosiddetto incidente di Roswell, del 1947, i resti di un UFO e del suo equipaggio fossero stati trasportati all’interno della base; teoria cospirativa sostenuta, tra gli altri o almeno in parte, anche dall’ex ministro alla difesa canadese Paul Hellyer. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Negli USA vi è un’altra area che fa parlare di sé: la S-4, sita nel letto asciutto del lago Papoose, ventiquattro chilometri a sud del lago Groom e della stessa Area 51, della quale è probabilmente un distaccamento. Bob Lazar sostenne che i dischi volanti alieni trovati sul suolo americano, e poi nascosti, si trovano in gran parte nell’Area S-4 che, tra l’altro, secondo il famoso e controverso manuale operativo del Majestic 12, di dubbia autenticità, sarebbe una sorta di struttura ricevente tecnologia extraterrestre presumibilmente oggetto di studi retro ingegneristici; in pratica indagini scientifiche compiute per capire e riprodurre un’avanzatissima tecnologia aliena. Durante la fase di avvicinamento l’aspetto di Dreamland è di un normale ma abbastanza esteso aeroporto militare. Nell’Area 51 ci sono hangars per gli Stealth F22AS, che dal 2008 hanno completamente sostituito i “vecchi“, o meglio, superati F-117 Night Hawk, un campo da Baseball, una cava e una polveriera o deposito di missili balistici per aviogetti militari. Man mano che si avvicinavano al punto di atterraggio l’emozione e l’adrenalina salivano, e subito Chris cominciò a tempestare di domande il capitano Shelton. “ Capitano, dove sono le installazioni per il collaudo del reattore?”. Vi sono ufologi che sostengono di aver ricevuto informazioni da scienziati e militari che avrebbero lavorato ai progetti segreti per poi disertare scomparendo dalla circolazione; questi avrebbero in seguito rivelato al mondo i segreti della base, uno di loro si chiama Bob Lazar. “ Il NFPS Nuclear Fission Propulsion System è testato al livello –85, vale a dire all’ottantacinquesimo piano sotto il livello del lago Groom; l’accesso alle installazioni sotterranee avviene direttamente dagli ascensori installati 116 117 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen sotto gli hangar che raggiungeremo una volta che le piattaforme di atterraggio saranno scese sotto il livello del suolo.” Christian ancora incredulo ed enormemente affascinato, anche se aveva già visto moltissime volte delle installazioni a prova di radiazioni nucleari, non avrebbe mai immaginato che nel sottosuolo di quella specie di aeroporto, polveroso e semi deserto in superficie, si nascondesse qualcosa di simile; chissà le cose meravigliose che avrebbe ancora potuto vedere. Non appena il capitano ebbe finito la frase, un enorme capannone dal colore mimetico simile alla sabbia del deserto, di forma ottagonale e dagli spigoli arrotondati, si aprì letteralmente sotto l’elicottero come un fiore a otto petali, lasciando per qualche attimo intravedere i freddi colori grigi dell’interno e diversi modelli di aviogetti parcheggiati in fase di manutenzione. Appena i motori e il rotore del velivolo si fermarono, le pareti si richiusero sopra di esso e si accesero i riflettori dell’illuminazione artificiale. A quel punto, con un sibilo di pompe idrauliche, il piano di appoggio su cui si era adagiato il pesante Pave Hawk prese a scendere lentamente e in un attimo fu a circa 10 metri sotto il livello del terreno. Christian era rimasto a bocca aperta ed esclamava in continuazione “… ma che diavolo succede … “. Shelton era calmissimo, il posto gli era ormai familiare e tranquillizzò il suo ospite. “ Calma, siamo solo nell’anticamera, in fondo a questo immenso box sotterraneo, vedi laggiù? Ci sono le porte blindate e dietro di esse gli ascensori …”. Quelle grandi porte erano a prova di esplosione nucleare e pesavano alcune tonnellate, quasi un metro e mezzo di spessore di acciaio inossidabile riempite con una fusione di Piombo puro al 99%; erano aperte e si potevano vedere i numerosi ed enormi chiavistelli cilindrici d’acciaio ad azionamento oleodinamico. 118 Il colonnello dell’US Air Force Timoty Hutton, responsabile del progetto NFPS, conosciuto alla conferenza di ITER, aveva organizzato tutto: l’incontro all’aeroporto internazionale di Los Angeles tra Christian e il capitano Shelton, la preparazione dei suoi permessi e ora lo stava aspettando nel padiglione sotterraneo. Il grande ascensore, pesante e lento, con le pareti a grata e le porte d’acciaio a soffietto mai rinnovate dagli anni settanta, scendeva piano, illuminato da luci gialle e fioche e di tanto in tanto, di livello in livello, da quella rossa e intermittente dei lampeggianti di sicurezza che avvertivano del passaggio dell’elevatore. La discesa fu lunga e snervante, i cunicoli erano simili, se non probabilmente derivati da essi, ai sili di lancio dei giganteschi missili intercontinentali che andavano di moda durante la corsa agli armamenti nucleari degli anni della guerra fredda. La configurazione aperta degli accessi ai piani sotterranei faceva sì che si potesse notare, a grandi linee, cosa vi fosse e quali fossero le attività svolte nei vari reparti che via via si raggiungevano. Immense officine dove erano stoccati pezzi di ricambio per aviogetti, laboratori di collaudo, simulatori di volo, palestre di addestramento per i piloti e vari magazzini. 119 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Intanto, a circa metà del tragitto, si cominciava a sentire il cambiamento del sapore dell’aria condizionata che, a mano a mano si scendeva, si faceva sempre più pesante e umida. Christian, ammutolito e assalito da un leggero senso di claustrofobia, ci mise qualche minuto a sbloccarsi e a riprendere la conversazione con il suo accompagnatore. Arrivati al livello sessantasei, notò uno strano deposito di grandi pietre intagliate e scolpite con dei bassorilievi, statue e … a quel punto l’ascensore era arrivato al livello successivo; allora chiese a Shelton in modo da non essere troppo invadente: Arrivati in fondo, si trovarono in uno spiazzo circolare dove al centro era installato l’impianto per il collaudo del minireattore. Il colonnello Hutton comparve da dietro le apparecchiature, dove stava compiendo l’ultima ispezione necessaria prima delle prove di avviamento e spegnimento del reattore. Tutto l’insieme dell’impianto, compresi la turbina miniaturizzata e il generatore di energia elettrica, non supera i cinque metri quadri di superficie per un’altezza massima di due metri. Sfruttando al massimo i materiali messi a disposizione, costruiti totalmente con tecnologia aerospaziale, il peso massimo raggiunto è di circa 2500 chili di cui 1500 solo per il Piombo utilizzato per schermare l’involucro del nocciolo. Il “piccolo”, come chiamano scherzosamente il prototipo i collaudatori della base, con dieci grammi di Uranio 235 come combustibile principale può fornire una quantità di lavoro teorica pari a ventidue milioni di chilowattora, l’equivalente di un motore da cento cavalli che funziona ininterrottamente per quasi tremila ore, pari a centoventicinque giorni. “ Capitano cosa era la sezione precedente?”… Il militare rispose un po’ vagamente, dal tono sembrava che anche lui non ne sapesse molto e disse: “… è la sezione federale adibita alla datazione tramite il Carbonio 14, dove sono eseguiti test su commissione per l’Istituto Nazionale di Archeologia …”. Subito suonò strano l’accostamento dell’aggettivo federale all’attività di datazione dei reperti archeologici e, durante il tragitto rimanente, che era quasi giunto al capolinea, lo scienziato non poteva fare a meno di pensare alle motivazioni che potevano portare l’Istituto Nazionale di Archeologia a far datare dei reperti in una base militare interdetta ai civili e ai soldati comuni. Il ragionamento s’interruppe bruscamente quando, dopo un sibilo di freni elettromeccanici, il grande lift si bloccò al livello – 85. Shelton si fece subito avanti nel lungo cunicolo dalle pareti emisferiche rinforzate con del calcestruzzo lucidissimo. 120 Il reattore, cuore attivo del NFPS, è una brillante opera di miniaturizzazione di un già conosciuto e ampiamente sperimentato reattore breeder o autofertilizzante in cui il combustibile nucleare è costituito da pochi grammi di raro Uranio 235 fissile, riunito in barre con Uranio 238 e Torio 232, immerso in una miscela moderatrice di Berillio e Grafite. I Neutroni necessari ad accendere la reazione a catena sono forniti da un acciarino atomico costituito da una fonte naturale di particelle Alfa, o nuclei di Elio, emesse da un piccolo quantitativo di Uranio 238 (I), usate per bombardare un cilindro di Berillio montato su di un sistema autopulente. 121 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Per accendere il reattore, una volta alzate leggermente tutte le barre di Cadmio, con l’apertura di uno speciale otturatore si fanno venire in contatto le particelle Alfa con la superficie lucida del Berillio che subisce una reazione nucleare: gli atomi di Berillio inglobano il nucleo di Elio, con cui sono stati bombardati, e si trasformano in un atomo di Carbonio con l’espulsione di un Neutrone alla velocità di 107 metri al secondo per ogni atomo trasformato. I Neutroni proiettile entrando poi nella miscela moderatrice del nocciolo del reattore, rallentano fino ad avere un’energia compatibile per il loro assorbimento da parte degli atomi di Uranio 235 che, diventando instabili, si spezzano immediatamente, fissionandosi, emettendo grandi quantità di energia sotto forma di Raggi Gamma, particelle Beta, o fasci di Elettroni, e due o tre Neutroni per ogni Fissione. I Neutroni di fissione, oltre che a innescare la reazione a catena, vanno anche a produrre nuovo materiale fissile trasformando parte dell’Uranio 238 e del Torio 232 rispettivamente in Plutonio 239 e Uranio 233 in modo da aumentare la massa del combustibile e quindi allungare la sua vita attiva. collegato, tramite un ingegnoso sistema di sicurezza, a un circuito oleodinamico azionato dalla rotazione dell’albero della pompa dell’acqua di raffreddamento del circuito primario. La seconda serie è invece tenuta sollevata dalla pressione stessa dell’acqua circolante; queste due sicurezze intrinseche, sia la mancanza di rotazione dell’albero della pompa di raffreddamento sia la mancanza di pressione all’interno del circuito, provocano l’abbassamento delle barre e quindi lo spegnimento del reattore. La terza serie di barre è ad azionamento automatico, tramite dei tripli sensori di pressione e temperatura, o manuale ed è quella che regola il livello di potenza di lavoro dell’intero impianto. Il controllo della reazione è attuato con le classiche barre di lega di Cadmio; in questo caso è stato ideato e brevettato da Assystem Group un triplo sistema di sicurezza a nido d’ape, o alveare, in modo da massimizzare il rapporto fra massa e superficie del materiale e fargli assorbire più velocemente i Neutroni. Le barre, inserite in maniera più o meno profonda nel nocciolo, avendo la proprietà di assorbire i Neutroni, smorzandone la velocità, ed emettendo solamente radiazioni elettromagnetiche e quindi calore, rallentano, accelerano o addirittura arrestano la reazione nucleare. Il sistema di sollevamento della prima serie di barre di Cadmio è 122 Il circuito primario di raffreddamento del nocciolo, per assorbire l’energia termica prodotta nel reattore, sfrutta l’elevato calore specifico dell’acqua borica mantenuta liquida alla temperatura di circa 300 °C con una pressione di circa 150 atmosfere. Nel circuito secondario altra acqua è scaldata da quella del circuito primario attraverso uno scambiatore di calore ed è prodotto vapore. Infine, la pressione del vapore, può essere impiegata per la produzione di elettricità in una turbina miniaturizzata e per la propulsione nello spazio, incanalandola in speciali ugelli. Il vapore in eccesso è condensato in speciali radiatori per essere reinserito nel circuito secondario. Appena si videro i due si salutarono abbracciandosi: “ Eccomi finalmente qui, ero sicuro di trovarla già all’opera e a buon punto colonnello Hutton …”. “ Oh, la vita militare mi ha abituato a ben altri sacrifici professor Zanather … Capitano Shelton bentornato! … Vogliamo metterci subito all’opera?” 123 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Chris, che avrebbe preferito ritirarsi a leggere la posta elettronica che aveva scaricato nel suo computer portatile prima di partire dalla Nellis, sapendo che lì i normali mezzi di comunicazione non erano attivi, acconsentì. Pensò così di rimandare a più tardi la lettura dei messaggi provenienti da Rugby; dai suoi allievi ed eventualmente avere anche notizie dei suoi familiari ai quali avrebbe dovuto telefonare attraverso il sistema di comunicazione interno della base. “ Ok …”, disse allora prontamente e continuò: “ Direi che, prima di partire con l’accensione, potremmo cominciare con il protocollo di verifica delle sicurezze …”. “ Bene!…”, disse il colonnello Hutton portandosi davanti al quadro di controllo. Christian cominciò la sequenza di collaudo: “ Acciarino caricato? Si! Otturatore chiuso? Ok! Presenza delle barre di combustibile? Perfetto!”. Il colonnello Hutton, personalmente, era pronto a eseguire le operazioni sul pannello di controllo, coadiuvato da altri tre tecnici militari che annotavano dati e spuntavano le operazioni eseguite; l’unico che era un po’ fuori luogo e leggermente intimorito era il capitano Shelton. Louis se ne stava seduto in disparte, appollaiato sulla piccola platea d’osservazione appositamente allestita alle spalle dello schermo protettivo dove era installato il pannello di controllo. Intanto le operazioni continuavano: “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen in modalità di controllo manuale e fare alzare quelle di sicurezza accendendo la pompa del circuito primario”. Il colonnello attivò il comando della pompa che con un sibilo partì mettendo in pressione il circuito di raffreddamento primario, le barre di sicurezza si alzarono nel giro di dieci secondi. “ OK!… ora dobbiamo verificare il corretto funzionamento in caso di mancanza di flusso dell’acqua di raffreddamento; … aprire il by-pass della pompa al 100% e chiudere la valvola di mandata dell’acqua …”. Appena la pressione dell’acqua cominciò a scendere, la prima serie di barre si abbassò; il primo livello di sicurezza era verificato. “ Prossimo step: rimettiamo in pressione l’impianto riaprendo la valvola di mandata e chiudendo il by-pass; ora dobbiamo simulare un blocco dell’albero della pompa, spegnendola di colpo, quindi mantenendo la pressione all’interno del nocciolo …”. Al via da parte di Chris il Colonnello eseguì … e la pressione all’interno del circuito oleodinamico collegato all’albero della pompa calò bruscamente e la seconda serie di barre di sicurezza si abbassò repentinamente. “ A posto! Tutto funziona come da progetto e quindi si può ripristinare l’alimentazione della pompa e prepararsi a eseguire l’accensione …”. “ Perfetto Colonnello, ora che abbiamo verificato che tutte le barre di Cadmio sono abbassate, direi che possiamo passare La pompa fu prontamente riaccesa e poi il militare rimase ad attendere il successivo ordine della sequenza. Vi era nell’aria un clima d’eccitazione mista ad ansia, ma nessun 124 125 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen timore di possibili incidenti poiché l’impianto era stato progettato per essere controllato con la massima semplicità e quindi con assoluta sicurezza. Chris continuò: Rapidamente l’impianto fu portato alla soglia di lavoro massima del 95%, fu mantenuto per circa dieci minuti in uno stato stabile e poi riabbassato al livello normale di lavoro dell’85%. “ Passare in modalità di controllo automatico e assicurarsi che il livello delle barre di controllo sia impostato a 0% di potenza, quindi totalmente abbassate fra quelle del combustibile”. Il complicato ma ultra collaudato software, che doveva controllare automaticamente il funzionamento del reattore, era stato attivato e mancava solamente di dare il via alla sequenza d’accensione. “ Accensione ! … “. Sul display LCD del computer di controllo si poteva osservare la sequenza d’accensione in un’animazione grafica, dove erano riportate tutte le variabili termodinamiche di pressione, temperatura e radioattività dei vari settori. La sequenza d’accensione automatica avrebbe portato il reattore a un livello di potenza del 30%. L’otturatore dell’acciarino nucleare si aprì e dopo qualche secondo i sensori cominciarono a registrare l’innalzamento della temperatura del circuito primario. Le barre di controllo, comandate dal sistema, cominciarono lentamente a sollevarsi a step dell’1% e la temperatura aumentava in proporzione. Al raggiungimento della soglia di potenza d’avviamento si sarebbe innescata la pompa di circolazione dell’acqua nel circuito secondario, già opportunamente verificata, che avrebbe incominciato a produrre vapore surriscaldato necessario a far girare il turbo generatore di corrente. 126 Il test dei sistemi di sicurezza e del processo d’accensione era stato portato a termine con successo e senza alcun problema, tutti si strinsero le mani e si abbracciarono in segno di reciproco compiacimento. “ Ora non resta che eseguire la serie di test a potenza variabile, per valutare la velocità di trasmissione del calore e tutti i circuiti ausiliari di sicurezza ridondanti“. “ E’ un vero peccato che, proprio ora che il Piccolo è pronto, sia già stato accantonato dall’inizio della progettazione del Tokamak miniaturizzato”. Riprese il colonnello Hutton dopo che ordinò ai suoi assistenti di proseguire con le fasi successive di collaudo. “ Sì Colonnello, ma i livelli di sicurezza e di versatilità che il Tokamak ha dimostrato di possedere, non hanno lasciato dubbi anche perché si possono raggiungere dei rapporti in volume o peso – potenza più vantaggiosi anche per impieghi spaziali e, soprattutto, senza scorie radioattive; comunque il Piccolo, come lo chiamate voi, sarà quanto prima assemblato su una stazione spaziale orbitante per essere collaudato in assenza di gravità, poiché dovrà essere equipaggiato con un nuovo kit di sicurezza per l’azionamento delle barre di controllo in tali condizioni estreme; ed in futuro su di una vera e propria astronave spaziale che darà il via alle prime esplorazioni di Marte da parte di un equipaggio umano con possibilità di rientro”. 127 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Queste, naturalmente, erano tutte notizie molto riservate che dovevano rimanere tali. Essi ne discutevano in modo naturale perché ne erano stati informati durante alcune precedenti riunioni per la pianificazione del progetto globale, tenutesi anni addietro nella sede di A.G. Il laboratorio federale JPL, sotto il controllo della NASA, quindi direttamente del governo statunitense, era il coordinatore principale di tutte le operazioni. Continuando con queste dissertazioni, finalmente, Chris fu accompagnato dal capitano Shelton e dal Colonnello al suo alloggio, dove si sarebbe potuto rifocillare e rilassare a scrivere il rapporto di collaudo e a leggere la sua posta elettronica. Il tempo era passato velocemente ed essendo nel sottosuolo non ci si rendeva conto che si era già fatta ora di cena. I tre risalirono su uno dei lift che li avrebbe portati a un livello intermedio dove erano ubicati i locali della sala mensa, le camerate dei militari e le stanze degli ufficiali. Di nuovo il rumore dell’ascensore, le luci fioche e il senso di claustrofobia davano a quegli istanti un’atmosfera surreale e di nuovo, diretti al livello –55, passarono di fronte al curioso livello –66. In quell’istante si poteva scorgere ben poco in quanto, essendo ora di cena, le luci erano state spente quasi totalmente. Base di Groom Lake - Nevada 128 129 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen X Nell’isola britannica si stava prospettando un inizio di Luglio caldo e afoso, era l’estate del 1983. Quel viaggio in Inghilterra era il frutto di un’altra idea di suo padre, l’archeologo e professore di Etnologia George T. Anderson. Per settimane, Marie Sue, aveva ascoltato sua madre litigare al telefono. Ripeteva continuamente lo stesso concetto: non avrebbe mai e poi mai permesso a lui di portare la bambina in un viaggio così lungo, in un paese così lontano e per tanto tempo. George aveva continuato a chiamare, per giorni e giorni, senza mai darsi per vinto. Marie Sue attendeva lo squillo del telefono e si metteva dietro la porta per origliare, cercando nella voce della madre un’incrinatura, un’incertezza, che l’avrebbe portata alla fine a dire “sì, va bene, portala in viaggio con te”. I suoi genitori si erano separati appena dopo la sua nascita. Il carattere dominante della madre, Claire, unito alla sua concezione della vita, fatta di ritmi precisi e consolidate abitudini, si scontrava con quello del professore, uno studioso brillante ma disordinato, che non riusciva a fare a meno di infilare il naso in un libro e seguirlo, per vedere dove e verso quali avventure lo avrebbe portato. 130 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Marie Sue adorava suo padre. Con lui la vita era semplice, le giornate erano caotiche, senza un vero inizio e una normale fine. In viaggio con lui si addormentava sul sedile dell’aereo o dell’auto e si svegliava in posti sempre diversi: mangiava quando aveva fame, nessuno mai le diceva cose come “non ti sporcare” o “lavati le mani” o “stai seduta composta”. Lui lasciava che la bambina lo seguisse tra gli scavi di qualche antica rovina dimenticata, su per i pendii di qualche colle perso all’interno di un vasto deserto, oppure attraverso i sentieri appena ricavati a colpi di machete nel folto di tetre foreste. La prendeva per mano e le raccontava di atavici popoli, antiche società, miti e leggende. Durante i lunghi viaggi con suo padre, Marie Sue viveva in un sogno. Alla fine Claire aveva ceduto. Cedeva sempre. La sua testardaggine era sostenuta soltanto dal desiderio di indispettire l’ex marito, di fargli perdere tempo, di indurlo ad arrivare all’imminente partenza senza la sicurezza di sapere se la figlia sarebbe potuta andare in viaggio con lui. Per incontrare la sua bambina, tanto amata e contesa, George era partito di buon’ora da Melbourne, la capitale del Victoria, dove insegnava presso la locale Università, nel famoso quartiere italiano di Carlton. Le sue materie accademiche erano: Etnologia - scienza che si occupa dello studio delle razze umane, della distribuzione globale e delle loro migrazioni - ed Etnografia - una disciplina che s’interessa della descrizione dell’origine, della natura e dei costumi dei vari popoli. Dopo la separazione da Claire aveva acquistato una piccola casetta a Greensborough, un rustico sobborgo di 20.000 anime situato sedici chilometri a nord–est della metropoli. Il posto era subito piaciuto al professore perché, oltre al prezzo relativamente basso delle abitazioni, era immerso nel verde 131 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen degli Olmi e delle Querce, importati dall’Inghilterra, che crescono rigogliosi in contrasto con gli Eucalipti rossi, le Acacie australiane e l’altra vegetazione autoctona. Greensborough sorge sulle rive del fiume Plenty, un affluente del più famoso Yarra cui si congiunge presso la città di Templestowe. La cittadina gli ricordava il paesaggio dell’Inghilterra meridionale, della città nativa di Winchester dell’Hampshire, dove di tanto in tanto ritornava per brevi permanenze a ritrovare amici e parenti. Nelle faccende domestiche era aiutato da una donna di origine italiana, la signora Palmieri, vedova del marito da qualche anno e sua vicina di casa che, ogni tanto, gli faceva anche ricordare di essere “un uomo”. Da Greensborough, George poteva raggiungere il centro di Melbourne molto velocemente, in auto oppure in treno partendo dalla modesta stazione locale. patrigno della sua Marie. Non poteva fare a meno di pensare che forse l’aspirazione dell’ex moglie per quel tipo di vita fosse stata il vero motivo che l’aveva fatta allontanare da lui, che non l’aveva saputa accontentare. George sperava che la figlia non si assuefacesse a quel tipo di ambiente, così lontano dai propri ideali, e quindi cercava sempre, quando poteva, di portarla con sé durante i suoi viaggi organizzati per soddisfare la propria passione per l’Archeologia. La piccola Marie Sue era stata affidata d’ufficio alla madre, che si era trasferita a Sidney dove svolgeva l’attività di Broker finanziario per una delle grandi società minerarie australiane. Marie era innamorata di Greensborough e della vecchia e semplice casa. La dimora del padre aveva un aspetto molto comune, con una base architettonica simile al bungalow californiano, rimodernata nei primi anni settanta in stile neoellenico con l’aggiunta di muretti in mattoni e di una bella veranda australiana. Durante la sua prima estate australe passata sola con il padre, all’età di sette anni, aveva conosciuto molti amichetti con i quali scorrazzava sulle rive del Plenty fino a tarda sera giocando ai piccoli esploratori, emulando le gesta dei ragazzi di una celebre serie televisiva giunta dal vecchio continente - La Banda dei Cinque. Quando la grande porta, impreziosita dal mosaico di vetri colorati bordati di peltro, si spalancò in mezzo a quelle fila di colonne bianche, un urlo di contentezza accompagnato dall’esclamazione “Papà !…” precedette Marie che venne giù correndo dalla scalinata dell’ingresso per andarsi ad aggrappare in un candido abbraccio ai fianchi del padre. In quei momenti George capiva che nonostante tutto lei era dalla sua parte e che non l’avrebbe mai tradito né dimenticato. Erano partiti dall’aeroporto di Sidney verso le cinque del pomeriggio ed erano arrivati a Londra alle nove di sera dell’indomani, dopo un breve scalo a Bangkok in Thailandia. Dopo lunghi momenti, passati tra discorsi e sane risate a raccontarsi le rispettive esperienze avute mentre erano lontani, Marie Sue si era assopita e aveva dormito per quasi tutto il tragitto rimanente. All’arrivo avevano trovato ad aspettarli il professor Daniel Bloom, docente di Etnologia Religiosa (5) alla Goldsmiths University, grande amico ed ex compagno di studi di George. Sarebbero stati suoi ospiti per buona parte del loro soggiorno in Inghilterra. 5 Provava un po’ di soggezione restando fuori, nel vialetto della lussuosa villa dell’attuale convivente di Claire e È una parte dell’Etnologia, la quale si occupa della storia delle culture prive di scrittura, che cerca l’essenza delle religioni nelle origini delle medesime, identificandole nelle manifestazioni embrionali e crepuscolari di un pensiero primitivo o selvaggio. 132 133 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Il professor Anderson non ebbe molto tempo da dedicare alla figlia, eppure lei non si era mai divertita tanto. I Bloom vivevano in una bellissima casa vittoriana e la bambina era lasciata libera di aggirarsi per le spaziose stanze, arricchite da preziosi arredamenti, e di esplorare il grande parco in compagnia dei tre meravigliosi Setter irlandesi del professore. Marie Sue si sentiva come una principessa. piccole, era stato trovato sepolto un altro cerchio, tracciato con quelle strane pietre rosa. I grandi triliti grigi rappresentavano un rompicapo, in quando i blocchi di roccia che li costituivano erano stati ricavati e trasportati da una collina distante più di trenta chilometri da Stonehenge ma quelle piccole pietre rosa, di circa un metro cubo l’una, sembravano arrivare da molto più lontano. In pratica, dalle prime analisi cristallografiche e chimiche, erano costituite da un minerale di Ferro-Silicio che difficilmente avrebbe potuto formarsi sulla Terra. Tre giorni dopo erano partiti dalla stazione di Waterloo diretti a Salisbury. Da lì, in autobus, erano giunti a Stonehenge. Fare scavi e ricerche all’interno del cerchio di megaliti non era normalmente consentito. In quei giorni, all’interno del sito, era presente un piccolo gruppo di ricercatori della Goldsmiths che avevano avuto il permesso di compiere un piccolissimo scavo, solo quattro metri per quattro, per un motivo davvero particolare. Marie Sue non ne capiva molto, ma vedeva suo padre particolarmente eccitato. Lo aveva sentito parlare con il professor Bloom di alcune strane pietre di colore rosa rinvenute proprio in quel luogo. Ora poteva vedere gli strani liti con i propri occhi. Si trattava di blocchi cubici di colore rosa, molto simili al Marmo. A prima vista non sembravano avere nulla di speciale, eppure tutti li osservavano con incredulità. Di tanto in tanto arrivava da Londra un messaggio, forse riguardante le analisi in corso, e ogni volta l’eccitazione dei ricercatori aumentava sensibilmente. Per anni gli scienziati di tutto il mondo avevano focalizzato la loro attenzione alle grandi pietre, i cosiddetti megaliti, così misteriosi e anonimi. Le teorie che riguardavano quel luogo erano le più svariate. La spiegazione più accreditata sosteneva che il sito fosse una specie di calendario astronomico, oltre che un luogo di culto. Negli ultimi tempi era emerso qualcosa di completamente diverso. Al centro dei cerchi esterni, composti di rocce alte e strette e da altre più 134 Il giorno dopo Marie Sue e il padre erano ripartiti per Londra ed erano tornati a casa Bloom. La bambina rimaneva alla magione mentre il padre andava e tornava dall’Università con i suoi colleghi. Durante una delle sue passeggiate intorno alla villa aveva raggiunto il limitare della foresta che si stagliava all’orizzonte, a nord della grande abitazione. La cerbiatta stava in piedi, immobile, in fondo alla radura, proprio dove l’erba lasciava il posto al bosco, dove la luce del sole era inghiottita dalla folta vegetazione a creare la lunga e avvolgente ombra degli alberi. Non aveva avuto nessun dubbio, nemmeno per un istante, che quella fosse una vera femmina di cervo. L’animale la guardava, immobile, con i suoi grandi occhi sporgenti e lucidi. Marie non sapeva perché, ma subito aveva pensato a Stonehenge e alle pietre rosa. Aveva solo dieci anni ma aveva accolto come un segno del destino, aveva intuito che là fuori c’era più di quanto si sapeva e si poteva immaginare. In quel momento aveva deciso che lei, un giorno, avrebbe svelato il mistero. 135 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Sono passati più di cinque lustri da quell’episodio e Marie Sue ha vissuto molti momenti felici ma anche drammatici da allora, durante i quali lei ha caparbiamente e fortemente voluto realizzare il proprio sogno, studiando e seguendo le orme e lo stile di vita del padre. Ci riuscì solamente anni dopo quando la prematura morte di George e un fallito matrimonio, combinato dalla madre con un facoltoso industriale di Sidney, la convinsero a riprendere in mano la propria vita e a ricominciare, con tutto l’entusiasmo di una ritrovata seconda giovinezza, gli studi di Etnologia Religiosa che aveva abbandonato dopo essere uscita dall’Università. Ora, trentasettenne, Marie Sue vive felice con il frutto della sua esperienza coniugale, il figlio Julian di soli otto anni, nella vecchia casa del padre, ancora coadiuvata dalla ormai anziana signora Palmieri che ora vive con loro e fa da nonna a Julian. Marie continua la sua attività di etnologa ricercatrice e di archeologa e insegna all’università di Melbourne la specializzazione che appartenne al professor Bloom. Ha pubblicato parecchi libri e studi sull’argomento e fa parte dello staff di studiosi che contribuiscono alla stesura di SOPHIA International Journal for Philosophy of Religion, Metaphysical Theology and Ethics. Ogni religione è una creazione originale, singolare e progressiva di valori umani e culturali che, se per un certo verso potenzialmente impliciti nella comune qualità umana, sono d’altro canto storicamente ambientati e reali in una storia in evoluzione. Le civiltà prive di scrittura studiate dall’Etnologia, e quindi anche le loro religioni, non dovrebbero essere considerate primitive, essendo quest’aggettivo più legittimamente attribuibile alle civiltà della preistoria perché molto probabilmente, o forse sicuramente, le cosiddette civiltà alte, come quelle mediterranee dall’antica Mesopotamia, dell’Egitto e le odierne di vari continenti, sono nate dalla loro naturale evoluzione diretta o indiretta. L’evoluzione diretta è legata alla longevità o continuità di una civiltà o popolo che sia riuscito a difendersi, con la forza e l’organizzazione, dalle distruzioni e perdite d’identità derivanti da invasioni di altre popolazioni o da eventi naturali. La continuità indiretta invece può essere considerata quell’evoluzione culturale derivante dalla vicinanza, dal contatto o commistione, di culture di popoli confinanti o addirittura in conflitto fra loro che si scambiano conoscenze ed esperienze per motivi commerciali o militari. Questo significa che le civiltà illetterate possono essersi evolute o no a causa di svariati fattori. Fattori ambientali, dovuti a cataclismi naturali che hanno scombussolato l’organizzazione culturale in fase embrionale, come l’aborto di un feto appena formato. Invasioni di altri popoli ostili che hanno soppiantato la civiltà preesistente con la propria; come nelle Americhe in cui la mancata continuità delle varie civiltà succedutesi nel controllo dei territori, culminata con la colonizzazione europea, può avere impedito l’evoluzione tecnologica e culturale delle popolazioni indigene, le quali, per ragioni di sopravvivenza hanno dovuto per forza di cose assimilare e abbracciare gli usi e i costumi alieni. 136 137 La ritroviamo nel 2010, durante una sua lezione nell’ateneo di Melbourne. “ … che cosa s’intende oggi per Storia delle Religioni … “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Le perdite di Linee di Sviluppo, nel corso dei millenni, sono state moltissime poiché a evolversi, sono state quelle dei popoli vincitori che si sono imposti con la forza; ma chi sa dire ormai se quelle perse, sarebbero state migliori o peggiori? molto famosi sono chiamati Divi, appunto dal sostantivo divinità. Accettando che le religioni sono legate alla storia delle popolazioni come la cristallizzazione progressiva di valori umani e culturali riconosciuti, si può sostenere che quelle attuali, dopo manipolazioni e rielaborazioni, non sono altro che derivate dal perfezionamento, la riorganizzazione e la modernizzazione di antiche credenze arcaiche che nei millenni hanno sempre avuto lo stesso fine: la creazione di un potere o mezzo di coinvolgimento, di controllo e d’indottrinamento sulle masse in modo di far lasciare in secondo piano l’istintivo principio di conservazione o di sopravvivenza del singolo individuo a favore del sacrificio, anche fisico, per il bene comune e l’amore patrio. La religione quindi si manifesta come il complesso di credenze e di atti di culto che collegano la vita dell’uomo a un ordine superiore e soprattutto alla divinità, intesa come fine ultimo di tutte le cose. Nelle civiltà alte - per esempio quelle Egizia, Greca e Romana - il culto divinatorio era diventato sia potere sia spettacolo: nascevano culti per vari Dei o Semidei, i Sacerdoti e le Sacerdotesse mettevano in scena rappresentazioni o ricostruzioni della loro presunta vita ultraterrena. Tanto più realistica e spettacolare era la rappresentazione, tanti più fedeli o adepti essi attiravano e quindi più grande diveniva il loro potere. Non a caso si parlava di arte divinatoria da cui poi sono nati il Teatro e il lavoro degli attori che ancora oggi quando 138 Le religioni della preistoria sono mute, per quanto riguarda i documenti scritti, e ci hanno lasciato solamente rimanenze o testimonianze archeologiche mentre le religioni delle civiltà letterate, oggi spente, parlano attraverso testi d’insuperato splendore, ricche di cultura e di documentazione storica e storiografica. A prescindere da tutti i discorsi, la questione che si pone nello studio delle religioni è la loro universalità, vale a dire la motivazione per cui civiltà così apparentemente lontane, isolate e diverse tra loro, abbiano sempre e comunque sentito il bisogno di credere di discendere o sottostare da o a un essere superiore o un Creatore. Non si è mai scoperta una qualsiasi civiltà, anche la più isolata, che non abbia avuto nozioni di carattere religioso. L’universalità del fatto religioso, nella storia delle civiltà umane è bene attestata e può quasi far pensare a un’origine delle civiltà che abbia una radice comune … … come un pensiero, un ricordo fissato geneticamente nella memoria più profonda che si manifesta come un bisogno istintivo di auto valorizzazione. Tutte le religioni hanno, in parte, in comune il rapporto con il ritorno alle origini, con la spiritualità e con la morte. Probabilmente è stato proprio il solo rapporto con la morte, intesa come fine del corpo e di tutte le conoscenze ed esperienze dell’individuo, imprescindibile per tutte le civiltà, a essere il medesimo punto di partenza per arrivare alle stesse conclusioni ed elaborazioni divinatorie …“. 139 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Nel suo discorso appassionato vi erano miscelate conoscenze, studi, viaggi e vita vissuta che facevano trasalire e davano la sensazione di una profonda meditazione e “interiorizzazione” dei concetti esposti. Ritornando sulla strada di casa, durante il breve tragitto a piedi che percorre da Carlton fino alla stazione per prendere il treno che l’avrebbe riportata a Greensborough, Marie ricorda i tempi passati. Sente un’enorme felicità pensando al figlio Julian che sta crescendo forte e sano ma ha mille rimpianti, nonostante che in quei momenti si senta più che mai finalmente libera, indipendente e realizzata. Camminando con il libro delle lezioni stretto in grembo, i suoi ricordi, di tanto in tanto, ripercorrono a ritroso gli innumerevoli e spensierati viaggi fatti con il padre George, i continui contrasti e le litigate con la madre Claire, con la quale si era riconciliata e chiarita dopo la nascita del figlio e il divorzio successivo. Le ha persino perdonato la trappola che le aveva teso durante quella festa di compleanno, tenuta nella villa di Sidney dopo il suo ritorno da tre anni di studi universitari compiuti in Inghilterra alla Goldsmith University. A quel party, stranamente, aveva partecipato John, il suo ex marito, fino allora a lei del tutto sconosciuto. L’uomo, da quel momento, le aveva cominciato a fare una corte sfrontata e insistente durata quasi tre anni, fino a farla cedere, anche a causa delle continue pressioni della madre che la assillava sostenendo quanto fosse bello, attraente, invidiabile e, soprattutto, un buon partito. Tutto però era precipitato pochi anni dopo il matrimonio; Marie Sue, che volle assolutamente andarsene dalla casa del patrigno, cercava di rivedere nel marito, di dieci anni più grande, le tanto ammirate qualità del padre ma si era ritrovata ad avere a che fare con un carattere e uno stile di vita identici a quelli di Claire, ma al maschile. Aveva cercato di adattarsi e di sopportare con pazienza anche perché, quasi subito, era nato Julian, ma quando la vita era tornata nella routine normale, era stata subito rottura. Alla fine, la morte del padre, colto da un ictus, con il quale aveva ancora una grande affinità e un immenso attaccamento, le aveva fatto capire quanto diverso doveva essere il bene che avrebbe voluto, che le era stato definitivamente tolto dal destino, e quale fosse la sua vera aspirazione di vita. Subito dopo il funerale, Marie, mentre con tutti i familiari sostava nel piccolo rettangolo d’erba di fronte alla modesta 140 141 I nuovi studenti del corso, che al momento di sedersi nell’auditorio si erano semplicemente soffermati a commentare le fattezze estetiche della professoressa Anderson, ora sono rimasti attoniti davanti a tanta saggezza e conoscenza della materia. La Marie Sue adulta, infatti, è una bellissima donna dai capelli castani, chiari come il colore delle spighe di grano mature; alta poco meno di un metro e settanta centimetri, dalle forme ben delineate e arrotondate. Gli occhi di un azzurro sfumato da pagliuzze verdi le illuminano il viso e le conferiscono un aspetto molto attraente e affascinante. Il suo look attuale ricorda un poco quello degli anni sessanta con pantaloni jeans in colori pastello, abbastanza attillati sulle cosce e in vita con gamba leggermente scampanata. Indossa sempre camicie con colori tenui ma dalle elaborate decorazioni di motivi tribali o floreali. I capelli sono tenuti lisci al naturale con una leggera riga sul lato destro, ogni tanto un cordino imperlinato le attraversa la fronte e le dà un aspetto molto newage; è il mito delle giovani studentesse del primo anno che, dopo un pò di tempo, tentano sempre di imitarla. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen casa di George, si era avvicinata a Claire e John e gli aveva comunicato decisa: “… io e Julian non ritorniamo con voi a Sidney, ci fermiamo qui nella casa di Papà … “ e intanto due lunghe lacrime le scendevano dalle punte esterne di entrambi gli occhi rigandogli le guance; prese in braccio Julian e tenendolo stretto si avviarono verso l’interno della dimora. I due capirono che era finita, conoscevano il carattere di Marie, e sapevano che niente e nessuno le avrebbe più fatto cambiare idea. Marie Sue, ottenuta subito la separazione legale, non volle nemmeno aiuti economici; mentre riprendeva la sua carriera accademica, riceveva un generoso sussidio governativo per giovani madri sole, messo a disposizione dallo stato del Victoria, e ogni tanto faceva qualche lavoretto a progetto. tranquilla; il posto non è indicato per il gioco e lo svago, è invece un luogo ideale per sedersi a fare un pic-nic o a leggersi un bel libro. Marie è solita preparare le lezioni per il giorno dopo e si porta sempre appunti, libri e pubblicazioni, mentre controlla Julian che gioca con i compagni; oppure continua la ricerca, cominciata già ai tempi dei suoi studi in Inghilterra, in merito alle presunte radici comuni del pensiero religioso. Finalmente, quando nel tardo pomeriggio giunge nella casetta, oramai sua, può rivedere il suo amore Julian che nel frattempo è seguito dalla signora Palmieri. Dopo aver controllato la corretta esecuzione dei compiti del figlio e dopo una ricca e sana merenda, lo accompagna quasi tutti i giorni dagli amichetti con i quali hanno appuntamento in uno dei tanti parchi del sobborgo; tempo variabilissimo della Diamond Valley permettendo. La scelta di posti ricchi di “verde” dove giocare, nonostante l’agglomerato urbano fosse molto cambiato da quando era lei, bambina, a girovagare per quei posti durante le spensierate vacanze estive, è ancora molto varia. Ci si può trovare al Greensborough Park oppure al Whatmough Park e al Partingtons Flat sulla Kalparrin Avenue, dove ci sono campi da calcio, tennis, rugby e cricket e molti alberi. Un altro bel posto è il War Memorial Park tra Ester Street e Henry Street dove però, essendovi commemorati i caduti delle due guerre mondiali vi è un’aria più sommessa e 142 Una sera di primavera, quando se ne stava seduta sull’erba sopra un plaid a fare i soliti preparativi per le attività accademiche del giorno dopo, intanto che Julian e i suoi amici sciamavano lì nei dintorni, Marie incontrò uno dei vecchi complici delle sue scorribande estive giovanili. Billy, così si chiamava, era anche lui in passeggiata, con la moglie e il figlioletto. Stettero per molti minuti a ricordare i vecchi tempi, a raccontarsi le proprie vite, a favoleggiare di quando e come si erano conosciuti eccetera. Al momento di salutarsi, Marie, mentre pensava come si sarebbe potuta evolvere la sua vita nel caso si fosse legata a uno dei ragazzini del posto, si ricordò di colpo di una persona, conosciuta una quindicina d’anni prima in Inghilterra. Si trattava di un ragazzo inglese incontrato ai tempi dell’Università, che, nonostante l’avesse frequentata per tutti e tre gli anni della sua trasferta, lei aveva completamente dimenticato e rimosso dalla propria mente. Molte, infatti, erano state le vicissitudini, come abbiamo già visto, dopo il suo rientro dall’Inghilterra e tanti i problemi e gli shock subiti, ma ora, che era tranquilla e rilassata, riusciva a ricordare … “ Christian, sì!… aveva cominciato con l’aiutarmi negli studi scientifici, per i quali ero negata, io lo consideravo un grande amico ma lui si era preso una bella cotta. Chissà 143 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen perché poi, a quei tempi ero magrissima, secca e anche piena di brufoli, avevo la classica aria da sgobbona … chissà cosa ci vedeva in me … forse mi aveva idealizzato troppo …. Chris … è vero, quanto mi voleva bene, mi accompagnava ovunque. Mi scortava dai Bloom quando andavo a trovarli, ogni tanto, nei fine settimana. Io ero una belva a quei tempi, continuavo a respingerlo e a mortificarlo; e poi chi l’avrebbe detto a mia madre che mi ero trovata un ragazzo, a lei che continuava a ripetermi: quando sarai laggiù, da sola, bada bene di non fare stupidaggini, pensa solamente a studiare e a costruirti una posizione nella società. Aveva acconsentito al mio piano di studi umanistici, rassegnandosi al fatto che non avrei mai intrapreso la carriera di “economista”, cosa che lei da sempre avrebbe auspicato … ma si era già preparata alla “contro mossa”, aveva pianificato tutto per il mio rientro! Quanto l’ho odiata … Era un brillante studente della facoltà di Fisica e anche un buon atleta, già, ricordo che molte ragazze lo tifavano quando erano disputate delle partite di Rugby organizzate fra le squadre delle tante facoltà, e in quei momenti un po’ gelosa lo ero... Sapeva anche scrivere poesie, era appassionato dei racconti cavallereschi e dell’amor cortese … Un episodio mi è rimasto più impresso di tutti. Una sera, per consegnarmi un foglio con esercizi di chimica risolti, per farmi capire il tipo di ragionamento che dovevo seguire, aveva scavalcato il recinto del collegio dove ero ospitata ed era venuto fin sotto le mura del convitto … me lo lanciò attraverso la finestra della stanza, che stava al terzo piano, avvoltolato intorno ad una palla da cricket. Appena lo sciolsi dal suo sostegno, mi accorsi che oltre al foglio degli esercizi vi era anche un altro bigliettino con sopra scritta una bellissima poesia … ora me la ricordo … 144 145 Come chiara seta i tuoi capelli brillano al sole, indorano il grigiore della vita che si trascina monotona nel trascorrere delle ore, non mentono gli occhi tuoi color del mare che incantano chi li si ferma a rimirare, zampillano gioia e purezza ma sanno anche ammonire, seppur giovani non mancan di saggezza, innato è in te il dono dell’arte che nel disgraziato destino trova chiuse le porte; ma non dubitare, l’ansia e il dolore che opprimono il tuo cuore, troveranno conforto nel mio amore … Cavoli mi sono commossa …. Poverino, io continuavo a ripetergli che lo vedevo solamente come amico e che forse un giorno, se il destino avesse voluto, dopo aver finito gli studi … se mi avrebbe aspettata … magari … E poi gli avevo raccontato di quello che mi era successo e che …”. A quel punto del ricordo Marie strizzò gli occhi e scosse la testa, per scacciare dalla sua mente un episodio cui non voleva più nemmeno solo pensare. “ Rammento quando sono partita per ritornare in Australia; mi regalò un piccolo cuore d’oro da appendere alla catenina e mi disse: … se parti ora, sento che non ti rivedrò mai più; infatti, non l’ho più visto e, con tutto quello che mi è successo in seguito, l’avevo anche cancellato dai miei pensieri …. “. “ Mamma, Mamma ! … “ gridava Julian scuotendo la madre che si era assopita con la guancia appoggiata su di un libro. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Quando Marie si risvegliò dal sogno di ricordi, lui continuò: “ Guarda che se ne sono già andati tutti … ed io ho fame! Torniamo a casa! …”; e la tirava per un braccio costringendola ad alzarsi velocemente. Si erano fatte le otto e trenta di sera. Ebbe appena il tempo di pensare “… chissà che fine avrà fatto Christian”; e lasciandosi strattonare da Julian lo seguì dicendogli: “ Va bene, va bene! Non correre! Non fare così … altrimenti tra un pò finiamo per terra tutti e due …”. Muovendosi goffamente, con tutti i libri raccolti in fretta e furia, Marie Sue pensava “ … ho voluto la bicicletta e ora devo pedalare …”; riferendosi al fatto che si era voluta occupare da sola del figlio che a quell’età era così turbolento e agitato … L’estate era ormai alle porte. Julian era molto eccitato perché Marie gli aveva promesso che sarebbero partiti in aereo alla volta di Brisbane per visitare l’Australia Zoo, casa del Crocodile Hunter. A Beerwah, cento chilometri a nord del capoluogo del Queensland, si trova il grande parco faunistico fondato dal famosissimo e, purtroppo, scomparso naturalista australiano, Steve Irwin; era morto nel 2006 in un incidente durante un’immersione sulla barriera corallina presso Port Douglas, una piccola località turistica a pochi chilometri da Cairns, dopo essere stato punto al torace da una Pastinaca, un particolare tipo di Razza. Non solo sarebbe stata la sua prima volta in aereo ma Julian avrebbe conosciuto dal vivo i figli di Irwin, suoi grandi beniamini delle serie di documentari girati dalla famosa famiglia di addomesticatori di coccodrilli. Julian era quasi 146 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen coetaneo di Robert, chiamato Bob, il secondo genito nato nel 2003 da Irwin e Terri Raines. Voleva assolutamente farsi regalare un completo della linea di abbigliamento per bambini dedicata alla sorella Bindi, la Bindi’s Wear, dal grazioso e piccolo coccodrillo come logo. Bindi era diventata famosa dopo essere apparsa nei documentari girati a fianco del padre Steve. La linea di abbigliamento, in un grazioso colore khaki, si può comprare solamente nello Zoo ed è al 100% di fabbricazione australiana. Bindi, il cui nome in lingua aborigena significa giovane ragazza, è solo una dodicenne ma è già parte integrante dello Staff dello Zoo, che oggi conta più di seicento persone, e ha lo stesso carattere avventuroso, estroverso e loquace del padre e riesce ad attirare l’attenzione di milioni di ragazzini in tutto il mondo con i documentari cui partecipa, compreso Julian. Quella fra Steve e Terri, come tutte le grandi storie d’amore, è nata per caso, evolutasi dalla loro comune passione per gli animali selvaggi; quando il destino li ha fatti incontrare, durante una vacanza svago in Australia di Terri, che è una statunitense dell’Oregon, fra lei e Steve è stato amore a prima vista. I coniugi Irwin non hanno costruito solamente una meravigliosa famiglia ma anche un grande progetto naturalistico, investendo nella protezione e nella conservazione della fauna selvatica australiana la maggior parte dei proventi derivanti dallo sfruttamento dei diritti televisivi dei documentati da loro stessi prodotti. Terri continua da sola a gestire lo Zoo, e Marie Sue la ammira per questo, confidando di poterla incontrare e conoscere. 147 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XI Marie & Julian 148 Arrivato nella stanza a lui riservata, Christian cercò subito la toilette; oltre ad avere un impellente bisogno fisiologico voleva sincerarsi della possibilità di farsi una bella doccia calda e corroborante. Sul letto era stata lasciata un’appariscente divisa di colore grigio, una tuta intera come quella dei piloti da caccia che Chris avrebbe dovuto indossare per recarsi a cena. L’indumento militare era impreziosito con un distintivo argentato recante al centro un Atomo stilizzato con due ali d’Aquila ai lati, la scritta USAF sotto e NASA sopra; lo stesso simbolo del fregio che gli era stato consegnato alla Nellis Airforce Base dal comandante Stenseth. Intanto che si spogliava, alternando le azioni in un assiduo tentativo di risparmiare tempo, tolse dalla borsa il suo versatile computer, lo appoggiò sul piccolo tavolino di cui era dotata la stanza, lo accese e senza rimanere ad attendere la sequenza di avviamento si diresse con un grande asciugamano appoggiato sulla spalla destra verso il bagno, per lavarsi e rilassarsi qualche minuto sotto il vigoroso getto d’acqua calda della doccia. Mentre s’insaponava, appagato dalla sensazione di benessere del fumante spruzzo che gli massaggiava la pelle, Chris 149 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen ripensava a quelle giornate ricche di esperienze e di emozioni, trascorse con un ritmo così entusiastico che, se si escludono i rari momenti passati a fare quattro chiacchiere con il capitano Shelton, non gli avevano lasciato neppure un attimo per occuparsi della sua vita privata e di mettersi in contatto con i propri conoscenti. Uscito dal bagno, mentre si rivestiva, trafficava con il computer per leggere la posta elettronica; gli erano arrivate alcune e-mail dall’Inghilterra. La prima che lesse fu quella degli allievi del Lions Rugby, era piena di saluti di tutti i ragazzi che gli riferivano di avere completato il montaggio della stazione radio e l’installazione dell’antenna sopra la stanza dell’infermeria della Club House; si dicevano molto contenti del lavoro eseguito e raccontavano di avere avuto i primi Dx, i collegamenti a grande distanza. L’e-mail era stata inviata dall’allievo Dawson, un leader nato, il capitano del gruppo di giovani rugbisti. Chris aveva già pensato di stupirli spedendo, appena prima di lasciare il Nevada, una di quelle particolari cartoline che si trovano nei Drug Store e nei Motel lungo la ET Highway. Poi lesse quella proveniente dai colleghi della sede di A.G., in cui gli porgevano gli auguri per la sua esperienza in Nevada e con cui gli inviavano tutti gli allegati con le istruzioni per compilare il rapporto di collaudo del reattore. Infine, un’allegra e complimentosa e-mail della cugina londinese Monica, in cui lei chiedeva sue notizie e annunciava che sarebbe passata a trovare gli zii prima di partire per un lungo viaggio tra India e Thailandia. Monica Zanather è la donna più moderna ed emancipata di tutta la cerchia familiare, forse perché nata nella grande metropoli multietnica. È la figlia di uno dei sei fratelli di Paul Zanather e vive da qualche anno da sola, in un appartamento a Londra; era molto legata alla famiglia di Christian e ogni tanto capitava a Rugby per farvi visita. Di una decina d’anni più giovane di Chris, Monica aveva passato le poche estati della sua spensierata fanciullezza in vacanza dagli zii ed era rimasta molto legata al cugino, con il quale giocava e faceva lunghe gite nella campagna inglese nei dintorni della cittadina. I due cugini, anche se col passare degli anni, le vicissitudini della vita e le rispettive routine quotidiane, ora si sentivano molto raramente, non avevano perso la loro reciproca stima; era come se le due personalità si completassero a vicenda, lui timido, introverso e dalle convinzioni di un provinciale epicureo, lei esuberante, estroversa, sempre allegra e dalla mentalità stoica e cosmopolita. Per Christian era sempre una tortura dover partire per motivi di lavoro e lasciare la sua terra e le sue abitudini, mentre Monica non perdeva occasione per mollare tutto, dare fondo ai pochi risparmi di qualche mese di lavoro e partire per un Trip verso paesi lontani e dalle atmosfere da mille e una notte, mossa sempre dalla stessa convinzione - si vive una volta sola; quanto avrebbe voluto Chris avere anche solamente un centesimo della spensieratezza della cugina. 150 151 Assorto com’era nella lettura della posta elettronica e nel ripensare a tanti momenti felici, aveva fatto un po’ tardi e di lì a poco avrebbe dovuto recarsi al refettorio militare per la cena; ma prima doveva telefonare ai suoi genitori per farsi sentire, rassicurarli che stava bene e sincerarsi che pure loro non avessero problemi di sorta. Allora Christian prese in mano la cornetta del telefono, che stava sul comodino, e premette il tasto dedicato per accedere direttamente al centralino per le comunicazioni esterne. Dall’altra parte rispose subito una gentile voce di donna che disse: “ Groom Lake AFB, centralino, buona sera, per accedere alle linee esterne di comunicazione dovete fornire nome, “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen codice di riconoscimento, prefissi di teleselezione e numero telefonico. Vi avvisiamo che per ragioni di sicurezza le conversazioni possono essere registrate e verbalizzate; prego …”. “ Sì, immaginavo fossi tu, non ti ricordi mai di chiamare quando arrivi nel posto per dove parti e lo fai sempre due o tre giorni dopo a orari assurdi, è classico ci siamo abituati … noi stiamo abbastanza bene, il tempo qui è il solito, piove, la mamma ha avuto qualche dolorino alla mano destra, forse un piccolo attacco di artrosi ma per il resto tutto bene …”. “ Sì, buona sera, sono Christian Zanather, codice 1001, Regno Unito, prefisso internazionale 0044 distretto di Rugby 0-1788 445577…”. “ Perfetto! Sequenza corretta signor Zanather, attenda in linea! Buona sera.”. Dall’altra parte dell’oceano Atlantico il telefono squillava e Chris rimase in ascolto per lunghi attimi, ma poi si rese conto che se in Nevada erano quasi le ore 8:00 p.m. in Inghilterra, a causa del fuso orario, quasi le 02:00 di notte e che probabilmente stava svegliando i due anziani genitori; tutte le volte sbagliava i tempi, in quel caso poi, in quel profondo e gigantesco bunker, aveva perso tutti i riferimenti temporali della luce del Sole. Paul, che era abituato a quelle telefonate a orari particolari quando Chris era all’estero per lavoro, si svegliò ed era già sicuro che fosse lui – pensava “ non si è mai abituato a considerare i fusi orari, ma io farei di peggio”; e rispose con tono assonnato: “ Pronto, qui casa Zanather …” e gli sfuggì un leggero sbadiglio. “ Bene, ricordati di tenerle controllata la pressione … guarda che ancora per qualche ora sarò irreperibile e che quindi mi metterò in contatto io non appena lascerò Las Vegas per andare a San Francisco, qui nell’area militare non è consentito l’utilizzo di telefoni cellulari …”. “ Va bene Christian non preoccuparti, noi non ci spostiamo mai da qui, lo sai, fai con calma …”. “ Ok papà, salutami tanto la mamma e dalle un bacio da parte mia … a proposito, ho ricevuto un messaggio da Monica in cui mi ha annunciato che nei prossimi giorni passerà a trovarvi, io da qui non posso risponderle ma se arriva entro le prossime quarantotto ore, salutatemela tanto e ditele che ho ricevuto la sua mail e che le risponderò o telefonerò al più presto …”. “ Ah, quella birichina, ormai è una donna fatta, di solito quando capita qui, è perché deve partire per uno dei suoi soliti lunghi viaggi, bene, sarà fatto …”. “ Pronto, papà? Sono io, Christian, scusa per l’orario, non mi sono reso conto, vi sto chiamando dal Nevada. Volevo farvi sapere che sto bene e che è andato tutto per il meglio. Voi tutto a posto?”. “ Grazie papà, ci conto, e non rimproveratela troppo, altrimenti non verrà più a trovarci … allora ci sentiamo presto, ciao e state attenti … e … curatevi, mi raccomando!…”. “ Ok, ok, ciao figliolo, buona notte e buon lavoro e … migliore continuazione …”. 152 153 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Buona notte a te papà, qui è ora di cena, scusami ancora per averti buttato giù dal letto, ciao!…”… e quasi contemporaneamente riattaccarono. Paul ritornò a letto e quando fece per infilarsi di nuovo sotto le lenzuola Evelyn chiese subito: “ Era Chris? … Tutto bene?…” “ Sì cara …”, rispose Paul mentre si sdraiava girandosi verso di lei. “ E’ andato tutto per il meglio, mi ha detto di salutarti e di darti un bacio …”. Così dicendo si chinò e le diede un bacio in fronte e si rimise a dormire di colpo. Evelyn sorrise e chiudendo gli occhi pensava a quel suo figlio così forte, intelligente ma anche così sensibile e premuroso e rifletteva: “ come farà a continuare con quel lavoro, così impegnativo, fragile com’è … e soprattutto ora… che noi cominciamo ad avere un po’ d’acciacchi e non possiamo più sostenerlo, anzi sarà lui a doversi occupare di noi …”. Così, mentre rimpiangeva la freschezza della gioventù, ormai lontana, anche lei si riaddormentò. Chris stava pensando alla madre, a quel suo disturbo alla mano, forse sarebbe stato il caso che facesse una completa serie di esami per verificare lo stato generale di salute. A un tratto sentì bussare alla porta, era il capitano Shelton che era passato a prenderlo per andare a cena. Il colonnello Hutton li stava già attendendo. Usciti dagli alloggi dei 154 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen militari, si diressero verso la grande sala mensa in cui erano accomodati un bel numero di commensali, circa cinquecento persone; alla mensa militare si comincia a servire la cena alle 5.30 p.m., ininterrottamente, fino alle 9.30 p.m. – quattro ore di lavoro in cui sono serviti circa 1500 coperti ogni singola sera di ogni santo giorno. Il grande tavolo dove era seduto Hutton si trovava proprio sul lato sinistro, alla fine dell’espositore self service che era disposto parallelamente di fronte alla cucina. Con il Colonnello c’era anche un piccolo gruppo di persone, vestite con abiti civili, formato da tre uomini e tre donne. Intanto che attendeva il suo turno di essere servito, essendosi già premunito di vassoio, posate e bicchiere, Christian si voltò verso Shelton, che lo seguiva, e chiese: “ Capitano, chi sono quei civili seduti al tavolo del Colonnello? Sembrano molto giovani …”. “ Sì, sono studenti, sono i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Archeologia, quelli che stanno lavorando al livello –66, avranno tra i ventiquattro e i ventisette anni, non di più …”. “ E’ da tanto tempo che sono qui alla base?”, chiese Chris, non aspettandosi una risposta precisa, rendendosi conto che forse non era il caso di continuare a fare molte domande in un posto del genere. Shelton, infatti, rispose ma non sapeva effettivamente molto. “ Non saprei, per la verità è solo la prima volta che mi capita di incontrarli così da vicino, li ho visti solo altre due volte passando con l’ascensore davanti al livello –66 mentre lavoravano a quei reperti …”. 155 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Intanto si stavano avviando verso il tavolo del colonnello per accomodarsi a mangiare. Arrivati al tavolo, Hutton si alzò e li salutò facendo le presentazioni del caso. I sei ragazzi furono introdotti come ricercatori dell’università di UCLA, della facoltà di Archeologia, che erano lì per fare esperienza con la strumentazione e i software applicativi per la datazione tramite il Carbonio 14. Christian si mise a mangiare con calma, mentre ascoltava i discorsi dei ricercatori; i sei parlavano entusiasticamente dei viaggi che li avrebbero attesi e di fantastiche esperienze, non sembrava trapelare niente di strano dalle loro argomentazioni. Proprio in quell’istante, ascoltando e guardando una delle giovani ragazze di sottecchi, avvertì una passione e un’euforia nel raccontare storie e leggende che aveva già sentito; si ricordò della sua amica Marie Sue Anderson, l’aspirante archeologa australiana, per cui aveva preso una grande sbandata ai tempi dell’Università. Quanto tempo era passato! La delusione avuta per quel suo grande sentimento che non era stato ricambiato - come capita a tutti alla fine - gli aveva fatto completamente dimenticare la ragazza, e anche tutte le altre. Christian si era chiuso in un mondo fatto di studio, di lavoro, di sport e di doveri verso i genitori. Ricordando gli studi cui era indirizzata l’amica, si chiedeva quale fosse stato il suo destino. Non aveva nessuna idea di come potesse essere l’ambiente dello studio delle religioni, dell’archeologia, sapeva solamente che era una cosa che gli aveva portato via Marie, per sempre. Ricordò il giorno del loro addio all’aeroporto di Heathrow, e con un sospiro pensò: “ ... se in quell’istante avessi avuto il coraggio... forse le cose sarebbero andate diversamente... avessi avuto la spensieratezza e la spregiudicatezza di mia cugina Monica non avrei ascoltato le parole di Marie Sue che mi dissuadevano, avrei mollato tutto e l’avrei seguita; come siamo stati insieme, bene e molto legati in Inghilterra, avremmo continuato a esserlo anche in Australia. Sono le azioni e non solamente le intenzioni che rafforzano i rapporti e i sentimenti …. L’ho capito troppo tardi …”. 156 Intanto che i pensieri e i ricordi si mescolavano caoticamente nella sua testa, nella mente di Christian era nato un irresistibile desiderio di conoscenza, qualcosa gli stava dicendo che doveva a tutti i costi andare a curiosare al livello –66 per vedere cosa erano quei reperti archeologici che richiedevano tanta segretezza e così tanti studi. Come la prima volta che lo sentì, non riusciva a evitare di pensare al fatto che gli sembrava molto strana un’attività di studio di reperti archeologici in una base militare, ma faceva finta di niente e continuava a mangiare, ma già stava architettando la sua passeggiata di mezzanotte …. Terminata la cena, i commensali si diressero verso l’area ricreativa, dove c’erano svaghi di tutti i tipi: giochi di società, tavoli da ping pong, un grande biliardo, un piccolo bar dove si poteva farsi servire, stranamente, un buon caffè espresso, una sala dove si ascoltavano le notizie della CNN 24 ore su 24 e un piccolo cinema dove stavano proiettando una rassegna di film di Charly Chaplin. Era la sera de Il Grande Dittatore e tutto il gruppo si fermò volentieri a rivedere l’esilarante parodia montata dal grande e ormai scomparso attore di origine britannica, fondatore della United Artists; tutte le generazioni di appassionati di cinema che l’hanno vista hanno avuto modo di riflettere sul fatto che 157 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen il film fosse contemporaneo e che addirittura denunciasse gli episodi di inaudita violenza e segregazione razziale che stavano realmente accadendo in Europa, a cavallo fra la fine degli anni venti e la fine degli anni trenta del ventesimo secolo. Verso le 11.00 p.m. tutti, pian piano, per prendere una bella dose di meritato riposo in vista delle quotidiane attività che li avrebbero attesi l’indomani, si ritirarono nelle proprie stanze o camerate. Anche Christian e il capitano Shelton si augurarono la buona notte e il dolce riposo e si avviarono verso i rispettivi alloggi. Intanto che pensava a una frase di circostanza, in caso di qualche domanda che gli sarebbe potuta essere rivolta dagli inservienti, si fece l’ora di uscire. C’era ancora un po’ di gente che si era intrattenuta a parlare nei corridoi e nella zona ricreativa, mentre si cominciavano a vedere i primi gruppi di addetti alle pulizie che con le loro divise bluastre si accingevano a prendere servizio. A un tratto gli venne un dubbio: “ ma come faccio a riconoscere quelli della squadra quindici? … Accidenti è vero! Non hanno un distintivo o un simbolo di riconoscimento!”. Mentre era già in procinto di abbandonare l’impresa, sentì ciò che si stavano dicendo i membri di un gruppetto di cinque operai che si dirigeva verso l’ascensore e che stavano passando proprio vicino a lui, perfettamente equipaggiati con carrelli, scopettoni a forbice, secchi e tutto quanto il resto: Chris, che già aveva escogitato un piccolo piano durante la visione del film, stava attendendo la mezzanotte per uscire dalla sua stanza e arrivare a dare un’occhiata fino al livello 66. Aveva notato, su alcuni cartelli di turni esposti in una bacheca della sala mensa, che il personale inserviente che si occupa della manutenzione e della pulizia dei reparti, lavorava principalmente di notte, quanto tutte le attività erano ferme e che le squadre di lavoro erano spesso avvicendate; la numero quindici avrebbe preso servizio proprio a mezzanotte ed era incaricata delle pulizie del livello sessantasei. Lui, con quella bella divisa addosso, si sarebbe aggregato alla squadra, con la scusa che doveva recuperare una serie di dati che aveva lasciato lì il pomeriggio, prima di cena; in questo modo poteva evitare di utilizzare il proprio pass elettronico per attivare l’ascensore. C’erano dappertutto telecamere di video controllo ma, essendo molto numerose e non essendoci un reale pericolo, l’atteggiamento della sorveglianza era molto rilassato e nessuno avrebbe fatto caso a un militare che con calma si accompagnava con del personale delle pulizie. 158 “ … ancora una notte a spolverare rocce?”, disse uno, e un altro rispose: “ eh già, sai che divertimento …” e ci fu una risata generale. Chris pensò, quasi incredulo: “ Non può essere così facile!“ e facendo come se niente fosse, tenendo una cartelletta con mollettone incastrata fra la mano sinistra e l’interno del gomito e una penna biro nell’altra, s’incamminò dietro di loro fino al cancello. Uno degli uomini fece aprire la grata e i cinque entrarono nell’elevatore mentre lui esitò un attimo, ma si sentì dire: “ … venga, ne approfitti, altrimenti dovrà aspettare troppo tempo per il prossimo! …” e così rispose “… grazie io dovrei scendere solo un attimo al livello sessantasei per recuperare degli appunti che mi servono per una relazione … posso aspettare!…” e l’altro “… è proprio lì che stiamo andando quindi non c’è problema! ”. 159 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen L’anziano di colore che gli aveva parlato era molto gentile e aveva un’aria calma e rilassata, si vedeva che era in età vicina alla pensione, ed era probabilmente il capo squadra degli altri quattro che erano molto più giovani. Christian ringraziò, salì sull’ascensore e si mise dietro i cinque uomini. Gli batteva forte il cuore; “ Sono un incosciente!…”, si diceva tra sé pensando a quelle carte che aveva firmato nell’ufficio del comandante della Nellis Base, ma voleva vivere fino in fondo quell’emozione. La curiosità era più forte di lui ma poi si disse che, in fondo, non avrebbe svelato chissà quale segreto militare, avrebbe solo visto dei reperti archeologici; al massimo si sarebbe preso una bella strigliata e niente di più. Il grande ascensore non impiegò molto tempo a scendere gli undici livelli per raggiungere il sessantaseiesimo. La grata si aprì e la squadra delle pulizie avanzò, il vecchio accese le luci e Chris si trovò innanzi a qualcosa d’inaspettato, di grandioso. Davanti a lui si allargava un enorme deposito di massi, interi pezzi di muraglie riassemblate e manufatti antichissimi sapientemente ordinati e conservati, ricoperti da strani bassorilievi, incisioni e graffiti simili ai Geroglifici Egiziani e ai codici Maja, fino allora intravisti solamente in enciclopedie, libri di storia o in alcuni musei. Avanzava dentro il grande laboratorio archeologico, cercando di nascondere la sua aria meravigliata. Chris voleva trovare, facendo muovere gli occhi a destra e sinistra, un punto di riferimento dove dirigersi con fermezza così da non dare nell’occhio e vide, in una zona molto ben illuminata, a lato degli antichi reperti, un enorme tavolo su cui erano ordinatamente disposti dei computers, uno spettrometro portatile a raggi X, pile di carte, libri e delle grandi cartine geografiche. Allora si diresse con passo fermo e sicuro proprio da quella parte e mentre faceva finta di riordinare i documenti sul tavolo, notò che le grandi carte geografiche altro non erano che scansioni satellitari, a elevatissima definizione, di una vasta zona dell’oceano Atlantico, quella dell’arcipelago delle isole Azzorre. Si vedeva benissimo la dorsale oceanica, la grandiosa tettonica sottomarina, e vi erano segnati alcuni punti, qualche centinaio di chilometri proprio a nord delle isole centrali dell’arcipelago portoghese. Dopo avere visto alcune foto di navi militari, appuntate proprio sui bordi delle tavole topografiche, che le ritraevano mentre erano in corso delle operazioni in cui gli equipaggi stavano issando a bordo alcune grosse rocce ricoperte di coralli, incrostazioni e colonie di flora marina, il “quadro” gli fu chiaro: i reperti erano stati ritrovati in quelle zone, nei fondali dell’oceano, in prossimità di una grande fossa a nord delle Azzorre. Non poteva capire molto altro, avrebbe dovuto accendere i computers ma sicuramente sarebbero stati protetti da password. Allora Christian prese qualche foglio bianco da una risma di carta delle stampanti, ci fece sopra alcuni schizzi e scarabocchi e li infilò nella molla della cartelletta in modo da dimostrare agli inservienti che aveva recuperato gli appunti. Al momento non gli sembrava di avere scoperto chissà che, però non ricordava di avere mai sentito parlare di siti archeologici, anche sottomarini, ritrovati in quella zona; e forse era proprio quella la stranezza. Doveva prendere qualcosa, delle prove nel caso avesse voluto chiedere delle spiegazioni a qualche esperto e si ricordò del suo telefono cellulare, tenuto fino a quel momento spento in una delle tasche, che era anche una fotocamera a elevata definizione. Christian armeggiava con l’accessorio tecnologico, facendo finta di scartabellare fra i suoi appunti, cercando di ricordarsi come si faceva a escludere il flash; finalmente trovò la 160 161 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen funzione per eseguire fotografie in interni senza l’impiego del fascio di luce, l’impostazione museum. Allora, con circospezione, passando vicino a tutti quegli strani codici scolpiti nelle pietre, ormai ripulite e riportate quasi agli antichi splendori, Chris riuscì a rubare qualche immagine ravvicinata e anche una panoramica generale; poi si diresse con indifferenza verso l’ascensore. Improvvisamente, dal fondo del deposito, si sentì il vecchio capo squadra chiamare: “ Signore! Aspetti, un attimo! ”. a volere rompere il silenzio in cui stava compiendosi la risalita, il capo squadra disse: “Che cosa succede ?”. “ Non si deve preoccupare, è capitato anche con i ricercatori civili quando erano appena arrivati, è difficile ricordarsi tutte le procedure quando si è qui da poco tempo … a proposito io sono Johnson …“. Così dicendo l’uomo allungò il braccio destro a voler stringere la sua mano, lui subito lo ricambiò e notando una leggera strizzatina d’occhio non esitò a presentarsi con il suo vero nome “… piacere, Zanather”. Chiese Chris cercando di mantenere la calma anche se gli era venuta una certa tremarella alle gambe. L’inserviente, andandogli incontro con una strana andatura barcollante, con le sue gambe inarcate e una camminata volutamente accelerata continuò: Nel frattempo erano giunti a destinazione e mentre si apriva la grata della porta, nella penombra delle luci notturne, i due si salutarono; Chris augurò: “… buon lavoro e grazie ancora! …”, mentre Johnson rispose: “… si figuri buona notte! ”. “ Mi scusi ma devo farle attivare l’ascensore con il nostro codice di accesso altrimenti possiamo passare dei guai, anzi, dovrò accompagnarla altrimenti la sequenza dei viaggi dell’elevatore, non seguendo la giusta successione, farebbe scattare una sorta di allarme di verifica”. I due entrarono assieme nell’ascensore che poco dopo ripartì con il solito sibilo di corde metalliche, risalendo verso il livello 55. Mentre Chris, per darsi un tono, stava ancora scrivendo qualche nota sui fogli che aveva agganciato poco prima alla pinza della sua cartelletta. Inaspettatamente, quasi Quell’avventura era durata poco più di trenta minuti e nella corsia del livello cinquantacinque non c’era anima viva. Dai locali della mensa proveniva ancora qualche rumore, giacché gli inservienti e gli addetti alla corvee stavano ancora facendo le pulizie. Christian si diresse velocemente nella sua stanza dove, una volta arrivato, si sbrigò a spogliarsi, a lavarsi i denti, e a infilarsi nella branda. Prima di cercare di addormentarsi doveva calmare l’agitazione e quindi si mise a rivedere le fotografie digitali; gli sembravano abbastanza nitide e così, dopo avere impostato la funzione di sveglia alle 7:00 a.m., spense il cellulare, si girò sul fianco destro e tentò di assopirsi. Dopo un po’ di secondi però riaccese la luce del comodino, si era reso conto che non aveva scritto il rapporto di collaudo del reattore che la mattina dopo avrebbe dovuto stampare e far firmare al colonnello Hutton. Allora riaccese il cellulare 162 163 “ Che stupido, è vero, ero talmente preoccupato di ritrovare i miei appunti che non ci avevo pensato …”; rispose Christian dandosi una manata sulla fronte, cercando di dimostrare un’inconsapevole distrazione. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen e reimpostò la sveglia alle ore 6.00 a.m. in modo da avere il tempo di compilare i moduli. Finalmente poteva cercare di dormire. Il capitano Shelton, nella sua stanza, dormiva già da un’ora. Chris alla fine, dopo qualche minuto di sensi di colpa, rilassatosi dopo aver rivisto nella sua mente la strizzata d’occhi avuta da Johnson, finalmente, si addormentò. 164 165 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XII La pubblicazione di un sunto delle sue teorie sulla rivista SOPHIA, incuriosì moltissimo alcuni scienziati affiliati al SETI e un bel giorno di metà Luglio, Marie Sue si era vista recapitare un invito ufficiale per la presentazione dei suoi lavori alla conferenza annuale per la raccolta di fondi che si sarebbe svolta a San Francisco a fine Agosto. Marie aveva aderito alle iniziative dell’associazione da qualche anno e aveva fatto in modo di dare spazio alle loro campagne d’informazione anche sulla rivista di divulgazione scientifica dell’Università di Melbourne. Era eccitata perché finalmente poteva condividere le sue teorie con persone che, come lei, erano mosse da una passione per la ricerca della verità che andava oltre gli interessi della mera scoperta scientifica; riguardava il significato stesso dell’esistenza del genere umano su questo pianeta. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Questa nuova scienza è di enorme importanza per l’Etnologia, l’Etnologia Religiosa e la stessa Etnografia perché può risolvere alcuni enigmi della storia e della preistoria. L’Archeoastronomia può aiutare a eseguire una precisa e sicura datazione delle costruzioni megalitiche più antiche, laddove non sono stati rinvenuti resti organici, rimaste senza una sicura collocazione temporale non potendovi applicare le tecniche di datazione del Carbonio 14. La dottoressa Anderson, così era chiamata negli ambienti accademici e anche nella lettera d’invito del SETI, scriveva e riscriveva resoconti traendo spunti dall’enorme quantità di appunti e osservazioni che durante i suoi viaggi e quelli fatti anni addietro con il padre, aveva raccolto e saggiamente custodito. Le coincidenze erano moltissime, le testimonianze scritte e i codici molte volte inesistenti oppure indecifrabili. L’Archeoastronomia era arrivata come una luce di faro in una notte di mare in tempesta, come una bussola nel deserto della conoscenza che s’incontra lungo il cammino dello studio della Storia da un certo punto del percorso in poi. Aveva trovato importanti conferme alle sue teorie consultando enormi volumi contenenti trattati di Archeoastronomia, una nuova disciplina legata all’Archeologia che si occupa della decodificazione delle testimonianze architettoniche lasciate dalle civiltà illetterate. Marie Sue, dal giorno in cui era tornata da Brisbane, a metà Marzo, dove con Julian si era trattenuta per quindici lunghi giorni, molto di più del week-end che si era proposta a causa della folgorazione che aveva avuto per la magnificenza della natura e dei posti che aveva visitato, aveva preso un’altra delle sue drastiche decisioni. Aveva trovato finalmente il posto in cui voleva ricominciare a vivere, lontano dai ritmi esageratamente accelerati delle metropoli e dai brutti ricordi, convinta che avrebbe quanto prima realizzato il suo nuovo progetto e che suo padre da lassù avrebbe approvato e condiviso. Quei posti le infondevano una tale rilassatezza e una tranquillità d’animo che le avrebbero sicuramente fatto 166 167 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen dimenticare definitivamente anche un episodio successo la notte stessa del suo sedicesimo compleanno. fece per toccargli le spalle lei sferrò un poderoso calcio all’indietro colpendolo in pieno nel basso ventre con il tallone sinistro, avvertendo il suo sesso. Il gemito di dolore che sentì la fece sbloccare, saltò giù dal letto e, senza nemmeno voltarsi, corse fuori dalla stanza in camicia da notte e scappò da basso in cucina. Fece un poco di rumore fingendo di prendere qualcosa dal frigorifero, scosse nervosamente i bicchieri appoggiati nel lavello per attirare l’attenzione della madre e poi si precipitò a chiudersi nel bagno degli ospiti. Claire, che si era svegliata sentendo ritornare nel letto il compagno, chiese: Era la fine di Ottobre del 1989, Marie Sue e alcune compagne della Sidney Girls High School, un selettivo e rinomato liceo privato situato nel centro del Moore Park sulle Surry Hills, stavano festeggiando il suo compleanno nella casa del patrigno e della madre. Contemporaneamente, le ragazze si erano dedicate alla prova dei costumi per lo spettacolo di fine anno scolastico, che era un tributo al famoso musical di Grease. Marie, che faceva la parte del personaggio di Sandy, era vestita per la provocante scena del Luna Park, il balletto accompagnato dalla famosa canzone You Are The One That I Want; indossava attillatissimi pantaloni di pelle nera e una camicetta dello stesso colore, con un’appariscente scollatura. La parrucca bionda cotonata e il trucco marcato, i tacchi alti e tutta la situazione della scena che si svolse di fronte al suo patrigno, che aveva assistito parzialmente alle prove, devono aver fatto fraintendere all’uomo qualcosa negli atteggiamenti della ragazza. La notte stessa Marie Sue era ancora sveglia e stava rannicchiata sul fianco destro in posizione fetale nel suo spazioso letto a una piazza e mezzo e stava guardando la luna piena fuori dalla finestra. Era irrequieta e ansiosa perché stava pensando allo spettacolo quando, di sottecchi, il compagno di sua madre s’intrufolò nella sua stanza. Lei sentì la porta aprirsi e poi richiudersi con un leggero scricchiolio, non si voltò e stette immobile e impaurita, quasi impietrita. Avvertì il fruscio della vestaglia di seta che si sfilava e che, con uno spostamento d’aria che le smosse i capelli, finì per appoggiarsi sul fondo del suo giaciglio. Marie Sue però non perse il suo sangue freddo. Quando l’uomo, già eccitato, s’infilò nel letto alzando le lenzuola e 168 “ Caro, tutto bene? …” “ Sì Claire, sono andato in bagno, dormi tutto OK”. E si chinò su di lei dandole un bacio in fronte, nascondendo la smorfia di dolore che ancora provava e che aveva cercato di attutire respirando profondamente durante il breve tragitto che separava la loro camera da quella dell’adolescente. Proprio in quell’istante aveva sentito quel trambusto provenire dalla cucina e disse: “ Oddio Carl! Ci sono i ladri da basso!”; lui subito la rimbrottò in modo freddo e scostante, da perfetto snob: “ Non credo! Deve essere uno dei soliti spuntini notturni di tua figlia, una becera abitudine che ha ereditato dal padre! …”. La donna, che nel frattempo si era alzata, uscendo dalla stanza matrimoniale mentre si legava la cintura della nera vestaglia di chiffon, replicò: 169 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ È meglio che scenda a dare un’occhiata, sai si trova in un’età critica …”. Arrivata in cucina Claire vide quel lieve disordine e poi si accorse della luce accesa che s’intravedeva da sotto la porta della toilette degli ospiti. Si avvicinò e dopo avere dato una leggera bussata con le nocche della mano destra, impugnò con la sinistra la maniglia. Costatando che la porta era chiusa con un giro di chiave chiese amorevolmente: “ Marie Sue, cara, va tutto bene?”. La ragazza, che stava rannicchiata seduta sul coperchio chiuso della tazza stringendo le ginocchia al petto, cacciò giù un singhiozzo e asciugandosi le lacrime dal viso rispose, dopo aver tirato un profondo respiro: “ Niente, niente mamma! Ho solo un leggero problema di dissenteria, forse tutti quei dolci di oggi mi hanno fatto un po’ male …”. Non poteva prendere la scusa del ciclo poiché non era il suo periodo. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Ci mise un poco a riprendersi ma poi si alzò. Lentamente e senza alcun rumore fece girare la chiave nella toppa. In punta di piedi anche lei risalì di sopra. Passando di corsa davanti alla porta della camera di Claire e Carl ebbe un brivido e sentì la pelle d’oca formarsi su tutto il corpo; rientrò nella sua stanza, si chiuse a chiave e si rannicchiò con una coperta sulla poltrona che stava vicino alla scrivania. Non le passava neppure per l’anticamera del cervello di ritornare in quel letto la notte stessa. Da quel giorno Marie aveva trovato mille scuse per rimanere a dormire nel convitto della scuola o da qualche amica, anche quando nei week-end sarebbe potuta ritornare a casa. Alla madre il fatto non sembrava strano perché era stata giovane anche lei e sapeva che a quell’età si cominciano ad avere una certa indipendenza e certe esigenze di stare con le amiche. Marie non disse mai a nessuno di quel fatto che però l’aveva segnata per sempre. Lei e il patrigno cercavano di evitarsi; quando dovevano essere presenti entrambi, per forza, nella stessa stanza, facevano come se nulla fosse accaduto. Così dicendo Marie appoggiò la testa all’indietro contro il muro, mordendosi il labbro inferiore mentre ascoltava i passi della madre che stava risalendo al piano di sopra. Moltissimi ragazzi e ragazze, in tutto il mondo, fanno esperienze traumatiche con la loro sessualità, ma quando a tradire la loro innocenza, sono persone che appartengono alla cerchia familiare o alle istituzioni stesse che dovrebbero essere custodi della loro moralità e proteggerli, allora viene meno qualsiasi ideale e si perde la fiducia riposta nei sentimenti e nei buoni propositi. Tanti ne escono più forti ma i più sensibili mantengono dei blocchi psicologici verso i rapporti con l’altro sesso. Marie apparteneva a questi ultimi, ebbe molti problemi ad accettare le avance dei ragazzi perché dentro di se non li sentiva sinceri; questo atteggiamento interiore le rimase fino 170 171 “ Ok, Marie …”; disse Claire rinfrancata, “ nello stipetto dei medicinali c’è dell’Imodium, prima di ritornare a letto prendine tre o quattro gocce, vedrai, fa miracoli! …” “ Grazie mamma, lo farò …”. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen al momento del matrimonio e incontrò non pochi problemi anche a lasciarsi andare nei momenti intimi col marito. Uno dei maggiori esponenti dell’applicazione dei principi astronomici all’Archeologia nella datazione delle costruzioni architettoniche lasciate dalle civiltà alte prive di scrittura è un eminente professore di Analisi Matematica del Politecnico di Milano, il dottor Giulio Magli. Egli, appassionato fin da giovane di Egittologia, aveva applicato le sue conoscenze matematiche per scoprire il significato della costruzione e della disposizione delle grandi Piramidi e di alcuni dei più importanti templi dell’antico Egitto. Marie Sue era molto interessata alle sue teorie che sembravano dimostrare quanto fossero avanzate quelle civiltà contrariamente a quando comunemente creduto. Anche il Magli era arrivato alla conclusione che molto probabilmente la Storiografia, così com’è stata fino a oggi schematizzata, dovesse essere in qualche modo riscritta, aggiornandola con le nuove conoscenze e le tante elaborazioni matematiche cui la sua neonata disciplina accademica aveva dato un così alto contributo; la sua esposizione delle teorie riguardo alla conoscenza della precessione della volta celeste da parte di quasi tutte le civiltà megalitiche, che si sarebbe tenuta al SETI, era molto attesa da tutto l’ambiente accademico. Appena ebbe compiuto i diciotto anni, con la scusa che si sarebbe iscritta all’Università di Melbourne e che doveva seguire i corsi, Marie si trasferì a vivere dal padre. Solo di tanto in tanto faceva ritorno a Sidney per salutare la madre o per incontrare le ex compagne dell’High School; come quando tornò dall’Inghilterra dopo i tre anni di specializzazione in Etnologia Religiosa. Anche a George non disse mai niente, l’unico che seppe fu Christian, l’amico e confidente inglese, soltanto alcuni anni dopo. Immersa nello studio spesso gli capitava di paragonare il paesaggio del Qeensland, l’immensa costa est del continente australiano, con le luci e le ombre della storia. Il Presente è rappresentato dalla fertile costa, con le innumerevoli spiagge e le splendide isole della grande barriera corallina. La Storia recente, fino alla nascita di Cristo, parte dalle foreste pluviali subtropicali, che coprono i pendii verso il mare, e arriva fin verso le distese di pascoli dell’interno dove gli allevamenti di bestiame sono gli unici insediamenti. Mentre l’Outback (6), che poco a poco sfuma nelle rosse sabbie del deserto, rappresenta l’inizio del periodo in cui scarseggiano le testimonianze scritte ed esistono solo rari casi di codici o sistemi di comunicazione disegnati o scolpiti sulla roccia incomprensibili alla stregua dei più antichi geroglifici. 6 Con il nome Outback s’intendono, genericamente, le aree interne più remote e semi-desertiche del continente australiano. L’O. È chiamato anche “cuore rosso” per via del terreno ricco di ferro e quindi dal colore rossiccio. 172 Marie poi, aveva anche un’altra questione che si era ripromessa di risolvere, risalente a molti anni prima, e ora aveva l’occasione di poter mettere assieme tutti i pezzi di un puzzle che aveva iniziato durante quel viaggio in Inghilterra col padre: le pietre rosa di Stonehenge. Aveva già trovato alcuni indizi e anche mentre si era messa a leggere avidamente i trattati del Magli aveva trovato una traccia: 173 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen ‹‹ Nell’Egitto antico, la dottrina del Faraone fu codificata sotto le prime dinastie, probabilmente a Eliopoli, nel vertice del delta del Nilo. Eliopoli era un grande centro religioso dove, fin da tempi pre-dinastici, si venerava una pietra di forma piramidale, di colore rossiccio, chiamata ben-ben, quasi certamente un meteorite ferroso. La pietra era legata al culto solare perché segnava il luogo del “primo sole”, giunto al mondo nei panni di un uccello, il bennu - la Fenice, ed era il fulcro della così detta Grande Enneade, una dottrina cosmologica basata su nove Dèi che era posta alla base della divinazione del monarca ››. pietra egiziana a forma di piramide e con quelle delle pietre rosa rinvenute nel centro di Stonehenge, dimostravano che tutte e tre contenevano lo stesso tipo di minerale. Lo stesso tipo di pietre che era stato rinvenuto a Stonehenge, dove però non sono stati decifrati schemi, graffiti o altro che potessero dare anche una minima spiegazione in merito al loro significato, era stato ritrovato in Egitto. Lì si erano trovate delle spiegazioni codificate nei Geroglifici: la loro venerazione, il culto della Rinascita con il simbolismo legato alla Fenice. Tutto, nella mente di chi era allenato a interpretare le immagini divinatorie lasciate dagli antenati, faceva pensare a un tentativo di ristabilire un contatto con una precedente civiltà madre o di ritornare agli antichi splendori che erano stati eclissati da chissà quale grande cataclisma. Dal SETI, che è costantemente in contatto con i laboratori di ricerca della NASA da cui proviene la maggior parte dei suoi dirigenti scientifici, anni addietro erano giunti i risultati di accurate indagini eseguite su alcuni meteoriti rinvenuti in Antartide. In uno di questi meteoriti denominato ALH84001, tutta una serie di analisi chimiche e geologiche mostrò senza dubbio che la roccia era originaria del pianeta Marte. Le analisi cristallografiche, messe a confronto con quelle eseguite sulla 174 Mentre la madre era in procinto di scrivere il finale, con le conclusioni del suo discorso, arrivò Julian, vestito di tutto punto come uno dei volontari dell’Australian Zoo. Aveva indossato la camicia bianca ufficiale con le spalline in stile militare e i pantaloni khaki a tre quarti con le saccocce laterali e giocava all’ammaestratore di coccodrilli infierendo su di un grande pupazzo gonfiabile, sempre acquistato a Beerwah. Indossava grandi scarpe da trekking con le suole corazzate, quelle che usava sua madre quando doveva visitare qualche scavo archeologico. Marie intanto che lo osservava giocare, mentre faceva un grande chiasso prendendo a cazzotti il malcapitato coccodrillone di plastica, pensava: “… è proprio un discolo, ma è la più bella cosa che mi sia mai capitata …”; ne era orgogliosa, diventava ogni giorno sempre più grande e bello. Julian, che era cavalcioni del salvagente, gridando “ Yuppi !…” come un perfetto cacciatore di coccodrilli australiano, improvvisamente fece un balzo e atterrò sulla groppa del gommone che in un gran botto esplose e si afflosciò sotto i suoi piedi. Il bambino cadde seduto per terra e Marie corse subito ad abbracciarlo sedendosi anche lei sui resti del verde lucertolone giocattolo … quando si guardarono, scoppiarono 175 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen entrambi in una fragorosa risata … e si sdraiarono e rotolarono come due amichetti che giocano a fare la lotta sul pavimento del soggiorno. 176 177 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XIII “ … Incredibile, sto volando, mi sento leggero e se penso di prendere quota ecco che rapidamente comincio a sollevarmi sempre di più in alto, come un palloncino da fiera; comincio pian piano a prendere dimestichezza con l’elemento aria, sembra quasi di nuotare, ma senza nessun impiego di forza o di propulsione, come quando ci si lascia galleggiare. Ecco assumo la posizione di un paracadutista acrobatico con le gambe e le braccia divaricate e comincio ad avere il controllo sulla direzione che voglio prendere. Vedo la Torre dell’Orologio di Rugby, la sorvolo velocemente sfiorandone la punta, ora sono sopra i campi di allenamento e lo stadio del Lions Club, la velocità continua ad aumentare, è l’unica cosa che non riesco a controllare, ma non avverto sul viso il gelo dell’aria e mi sto dirigendo verso sud. La campagna e i boschi dell’Inghilterra scorrono velocemente sotto di me, posso vedere dall’alto tutto e tutti senza essere notato. Ecco, ora sono sopra Stonehenge e sono diretto verso la costa, verso il mare aperto, la velocità continua ad aumentare …”. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen desiderio molto forte di fuggire da una realtà scomoda e opprimente: l’aria in cui ci si libra ci permette di prendere le distanze in una porzione di spazio - il cielo, l’aria - dove questo pericolo incombente non può sfiorarci, né toccarci né scalfirci. Rappresenta la volontà di superare i limiti che ci impongono di restare immersi in un problema: in pratica nel sogno il nostro inconscio libera tutta la sua energia ma trova un’unica soluzione che è quella di fuggire da qualcosa. Quanto più in alto sogniamo di volare tanto più significa che sentiamo il peso di quello da cui, inconsciamente, vogliamo fuggire. Per Chris forse quel peso era rappresentato da quel suo lavoro così complicato e a volte pericoloso, impegnativo a tal punto da averlo allontanato dalle cose che gli erano state care da giovane e dai suoi familiari. Dentro di lui era forte il desiderio di avere una famiglia, dei figli da accudire ed educare, di condurre una vita normale e tranquilla. Chi è che non ha mai fatto un sogno simile. Il fatto di elevarsi e vedere le cose dall’alto indica soltanto un “… sorvolo il piatto oceano, immenso e azzurro, qualche increspatura e sbuffo di vapore rivelano una famiglia di balenottere che si nutrono, libere, nello sconfinato elemento naturale, fonte di vita e di sostentamento … le osservo a bassa quota quasi a sperare di ricevere un loro saluto e poi proseguo; all’orizzonte vedo una grande isola, parzialmente coperta da una coltre di nuvole scure, ma … non sono nuvole! È una cortina di gas bruni che la avvolge e che si sposta verso nord ovest, trascinata lontano dai venti oceanici di scirocco e di mezzogiorno. Ecco, man mano che la distanza si riduce, si notano le cause di una simile atmosfera, vulcani in attività, almeno cinque, sparpagliati attorno ai confini e uno di essi in prossimità del centro dell’isola … poi sono attratto da quella che sembra essere una grande e organizzata città. Per arrivarvi devo attraversare una bianca e luminosa 178 179 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen nuvola. Improvvisamente sulla candida superficie un’immagine che da principio è sfocata e confusa ma mentre mi avvicino prende la forma di un busto di donna che, con le braccia aperte verso di me, sembra invitarmi ad abbracciarla … è Marie Sue! Così come la ricordavo … quando sono in procinto di toccarla, il cumulo di vapore svanisce e mi ritrovo sopra la maestosità di quella città che si era vista in lontananza. La gente si muove a piedi per le spaziose strade lastricate e sembra si stia dirigendo con una certa fretta verso un unico punto, la piazza centrale, dove sorgono grandi palazzi con lunghi colonnati e irte scalinate. Sulle pareti e alle basi delle colonne degli edifici posso scorgere, con stupore, incisioni di articolati e labirintici codici dall’aspetto familiare. A un certo punto ecco il centro della piazza, su di un palco un Oratore, vestito con abiti di colore bianco dalla strana foggia con bordature in oro zecchino; poteva essere un condottiero oppure un sommo sacerdote. Mi fermo ad ascoltare, sospeso nell’aria come un seme di Salice che, leggero nel suo batuffolo di piume vegetali, è trasportato lontano dalle brezze primaverili… “. “ Cittadini di Katlatan, … quella che è stata la nostra arca di salvezza, si è rivelata nei secoli una pericolosa isola vulcanica in procinto di inabissarsi nelle azzurre e protettrici acque che la circondano … non sappiamo quando questo succederà, ma i segnali sono evidenti e continui. Le violente attività vulcaniche e i movimenti sismici che si fanno sempre più frequenti sono un monito verso il quale non possiamo rimanere né sordi né ciechi; come hanno fatto i nostri avi più di duemila cicli sferiani fa, dobbiamo muoverci per tempo se non vogliamo che la nostra razza e la nostra civiltà vadano perdute per sempre. Questo paradiso, che ci ha accolti e protetti fino alla nascita di una nuova società sferiana, finalmente di nuovo in armonia con gli equilibri energetici della natura e dell’universo, ora ci sta comunicando che dobbiamo lasciarlo perché il suo tempo è finito. Dobbiamo uscire dal nostro isolamento, la nostra non dovrà essere una diaspora di conquista o di competizione con le popolazioni che incontreremo sul Terzo Pianeta Azzurro, ma quella di una lenta e paziente integrazione della nostra civiltà e delle nostre conoscenze con quelle autoctone, senza sconvolgerne gli equilibri o accelerarne l’evoluzione tecnologica. Abbiamo già abbandonato la maggior parte delle conoscenze scientifiche, che su Sfera, a causa dell’avidità e della stoltezza delle classi dirigenti, portarono all’estinzione totale di tutti i generi animali e vegetali già centinaia di cicli sferiani prima della grande catastrofe. Ora quelle potenti tecnologie rimangono solamente dei ricordi raccontati dai nostri artisti nelle pitture e nelle sculture a monito degli errori che furono. Su questo pianeta non dobbiamo compiere lo sbaglio di svelare i segreti energetici dell’universo ai popoli primitivi che, vista la condizione di generale indigenza e arretratezza in cui vivono, essi non esiterebbero a usare; prima per migliorare le condizioni di normale sopravvivenza poi per abusarne e soggiogare i loro simili. Essi ora, anche se con difficoltà, vivono in simbiosi con i ritmi naturali e non sapendo quello che può succedere, compirebbero senz’altro gli stessi atti efferati dei nostri antenati su Sfera. I padri pionieri ci donarono la compatibilità genetica, incrociando la nostra razza con la più intelligente di quelle autoctone e quindi non dobbiamo temere di avvicinare altre comunità, qualunque sia il loro livello di sviluppo; certamente sarà necessario un adattamento, sia biologico sia affettivo, cercando di 180 181 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen assimilare i loro usi e costumi e di condividere con essi i nostri. Vi comunico che i battelli della migrazione sono già stati varati e sono attraccati in vari punti delle coste, protetti e nascosti in insenature naturali, secondo la direzione in cui si dovranno muovere e già completamente riforniti e attrezzati. Prossimamente ogni nucleo familiare riceverà l’invito d’imbarco insieme con altri gruppi che ogni Clan ha scelto quali membri della propria cerchia di conoscenze. Così, a partire insieme, saranno delle vere e proprie comunità in cui tutti sono uniti anche da profondi legami sentimentali; in questo modo la collaborazione nel superamento delle difficoltà sarà più sentita e proficua …”. che aveva vissuto in quel viaggio morfeico e simbolico. Conosceva il significato psicologico di quando si sogna di volare e cercava di interpretarne le immagini: gli ambienti familiari, Marie Sue, il discorso … ricordava tutto, comprese le sculture della città di Katlatan che, a primo avviso, solo uno scherzo della mente li aveva fatti identici a quelli visti poche ore prima sui reperti archeologici immagazzinati al livello 66. Come al solito, la sua mente era arrivata più lontano di ogni fantasia. Sarebbe rimasto a letto volentieri e avrebbe voluto riaddormentarsi per riprendere il sogno ma doveva alzarsi, preparasi e scrivere il rapporto. Il discorso è arrivato quasi alla fine e si cominciano a udire i primi applausi e s’intonano gli antichi inni cerimoniali sferiani. ”… sento che non riesco più a controllare il mio assetto … qualcosa mi risucchia in alto … oddio, che senso di vuoto nello stomaco! L’isola si fa sempre più piccola nell’azzurro del mare, è come vedere tutto attraverso lo zoom di una potente telecamera, ora vedo un piccolo cerchio di luce e, intorno, le tenebre e … “. Christian aprì gli occhi ancora con il fiato spezzato da una sensazione di formicolio nello stomaco simile a quella che si prova durante un improvviso cambiamento di direzione verticale, come durante una picchiata delle montagne russe. Pochi istanti dopo suonò la sveglia e si rese conto che quel sogno era ritornato a fargli visita, come le altre volte, dopo che aveva avuto delle emozioni rilevanti. Rimase un attimo perplesso, supino sotto le lenzuola con un braccio appoggiato sopra la fronte, a cercare di ricordare ciò 182 Nella base di collaudo dell’Area 51 lo attendevano ancora alcuni giorni di lavoro per sottoporre l’impianto ai cicli di stress e ai test di resistenza alle vibrazioni random, completare il resoconto per i suoi superiori e cominciare finalmente la sua vacanza che, una volta fuori dal Nevada Test Site, sarebbe continuata con una lunga gita a San Francisco, Palo Alto e Oakland. Ogni tanto Christian, durante le pause nelle lunghe giornate di lavoro che passavano monotone nei cupi ambienti sotterranei o prima di riaddormentarsi, ripensava alla continuazione del sogno fatto la prima notte della sua permanenza nella base di Groom Lake. Sperava di proseguire il viaggio e di conoscere finalmente la fine della storia, ma era inutile, impossibile controllare i meccanismi della mente e il sogno non ritornò mai più. Allora cominciò a ragionarci sempre più spesso, a fantasticare in merito al possibile destino degli esuli, o meglio, scampati di Katlatan: “… e se fossero veramente esistiti, se veramente migliaia di anni fa un popolo proveniente da un altro pianeta avesse 183 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen colonizzato la Terra per salvare dall’estinzione la propria discendenza che sarebbe occorsa a causa del preannunciato arrivo di un gigantesco asteroide? Certi particolari dell’ambiente di Sfera mi sono ritornati in mente quando ho visto la proiezione tridimensionale di Marte al JPL; sia la distanza Terra – Marte che le caratteristiche principali dei due pianeti, del tutto paragonabili, possono essere compatibili per un’ipotesi di viaggio interplanetario, che d’altronde è già in programma ai giorni nostri in senso inverso, e per l’ipotesi di un’antica ed estinta presenza di vita sul pianeta rosso. Se poi si fossero veramente integrati con varie etnie sui diversi continenti, apportando alcune delle loro conoscenze; allora si spiegherebbero i tanti enigmi irrisolti che aleggiano su alcune antiche civiltà, giudicate inspiegabilmente troppo avanzate per i loro tempi. Noi, ora, nella critica situazione ambientale in cui ci ritroviamo in questo inizio di terzo millennio, probabilmente, staremmo andando incontro a una nemesi (7) storica ed ecologica che era già preannunciata nel sogno, da quell’oratore … mha … forse sto esagerando! Sono proprio curioso di assistere a quella conferenza del SETI! Voglio proprio vedere se, come diceva il dottor Shoela al JPL, durante quell’incontro per la raccolta di fondi cui parteciperanno tanti scienziati, astronomi, studiosi delle religioni e biologi, si potrà assistere all’esposizione di teorie simili.”. I tre uomini, Christian e i due militari, risalirono in superficie per portare a termine le ultime formalità prima della partenza per il viaggio di ritorno alla Nellis Base. Arrivati nei pressi del campo da Baseball, mentre erano diretti verso le palazzine degli uffici amministrativi, notarono che un folto gruppo di militari della Base stava riscaldandosi, probabilmente per disputare una partita fra commilitoni. Allora Hutton, molto appassionato del Gioco, disse: “ non vi andrebbe di fare qualche lancio?”. Il capitano Shelton subito annuì mentre Chris, che era più abituato alla palla ovale da Rugby e ai placcaggi, allargò le braccia e rispose: “ perché no? Non è poi molto diverso dal Cricket”. Il giorno di lasciare l’NTS, di salutare il colonnello Hutton e di essere riaccompagnato a Las Vegas dal capitano Shelton era finalmente giunto. 7 La giustizia che, attraverso la storia, colpisce nei discendenti le ingiustizie, o gli errori dei progenitori. 184 Christian ci mise un po’ di tempo a familiarizzare con il guantone di cuoio della Regent che uno dei militari gli prestò, ma poi impressionò gli americani per la facilità con cui aveva appreso come raccattare la pallina mentre rotola a terra e per i lunghi e precisi lanci; aveva solo qualche difficoltà a intercettare al volo la dura sfera poiché il guantone s’indossa sulla mano debole, nel suo caso la sinistra. È difficile acquisire padronanza di un gesto tecnico in pochi minuti di esercizio. Dopo qualche lancio di riscaldamento passarono a esercitarsi alla battuta; le mazze erano costituite di una lega di alluminio speciale e con quelle a Chris sembrava fin troppo facile colpire la palla, almeno fino a che i lanciatori non cominciarono a sfoggiare la loro abilità nei lanci curvi. In un lampo le squadre furono formate e all’urlo di “Play Ball”, il tradizionale ordine di avvio del gioco, la partita cominciò. Chris, che conosceva abbastanza le regole, si divertì molto quel pomeriggio anche perché i tempi non erano così lunghi, tra pause, cambi e avvicendamenti alla battuta, come nelle 185 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen partite ufficiali che ogni tanto si vedevano in TV, trasmesse per concessione, dalla BBC e quindi c’era anche il tempo di farsi spiegare i dettagli del gioco, di ricevere consigli tecnici e di metterli subito in pratica; non si apprezzano mai a fondo le qualità di un popolo se non si prova uno dei giochi tradizionali del paese visitato, e il Baseball ha racchiuso in se tutto lo spirito, la durezza e la semplicità propri dei padri fondatori americani. per vederlo partire. Alzò il braccio sinistro in aria con la mano aperta e solamente dopo che fu contraccambiato da tutti quanti si girò e montò sul velivolo con una rapida sequenza di movimenti, seguito subito dopo da Shelton. Christian non aveva tralasciato nemmeno di consegnare nelle mani del colonnello Hutton la cartolina speciale che avrebbe lasciato di stucco Dawson e tutti gli altri ragazzi del Lions, quando avrebbero visto il timbro dell’ufficio postale militare dell’USAF nel Nevada Test Site; un simpatico marziano dalla testa ovale verde e dagli occhi a mandorla con le pupille da Cobra se ne stava appoggiato a un cartello con scritto “Area 51 – Restricted Area”, indicando con il lungo pollice la tortuosa strada verso la base e una frase racchiusa in un fumetto “Follow Me on the ET Highway”. Sul retro della cartolina, vi erano naturalmente i saluti e un pensiero che rincarava la dose di mistero - Spesso la realtà supera la fantasia; saluti Christian – e, naturalmente, l’indirizzo: The Rugby Football Club - Club house, Webb Ellis Rd Rugby Warwickshire CV22 7AU – England. La giornata era finita, ormai l’ora della partenza era prossima. Christian salutò tutti i suoi nuovi amici, contento di avere fatto un’altra esperienza tanto istruttiva; gli era piaciuto un sacco poter ritornare bambino per un paio d’ore e distrarsi, stancarsi e sudare solo per il piacere di stare in compagnia e di apprendere un gioco che, nella sua semplicità, si può anche praticare in un comune campo o in un parco cittadino con pochi mezzi e con un pizzico d’inventiva, necessaria a tutti i ragazzi per crescere. Si ripromise che un giorno l’avrebbe portato anche a Rugby e che avrebbe coinvolto i suoi allievi, tanto per rompere gli schemi e portare nuovi stimoli e sviluppare diverse abilità. L’elicottero, il solito HH-60 Pave Hawk che svolge il servizio di collegamento tra le installazioni dell’NTS, era già in fase di riscaldamento sulla piattaforma di decollo e stava attendendo solo Christian e il capitano Shelton per decollare e dirigersi verso la Nellis Base. I due, accomiatatisi dal colonnello Hutton, dopo essersi dati una rapida rinfrescata a una fontanella installata nei pressi del campo di Baseball, e rimessisi le camicie, si avviarono verso il mezzo. Chris, col suo bagaglio a zaino in spalla e l’immancabile borsello del notebook, si girò un’ultima volta a salutare i ragazzi che, interrotta la partita, si erano fermati 186 Il volo di rientro alla Nellis era allo stesso tempo liberatorio e rilassante perché ormai Chris si poteva concentrare a osservare il paesaggio scorrere sotto di loro. Quella situazione, ancora una volta, gli faceva rivivere le emozioni del sogno di Katlatan. Anche il capitano Shelton era felice di rientrare a casa, gli mancava la moglie e già assaporava il piacere di una serata a cena fuori in sua compagnia. Al McCarran International di Las Vegas Christian avrebbe preso un volo della United che in circa novanta minuti lo avrebbe portato a San Francisco mentre Shelton sarebbe salito sul primo cargo militare in partenza per Los Angeles. “… sono stato molto bene Louis, quasi mi dispiace andarmene così in fretta, mi sarebbe piaciuto accettare il tuo 187 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen invito a trascorrere il week-end a Santa Monica e conoscere tua moglie, ma ho già tutti i voli prenotati e non mi vorrei perdere la conferenza del SETI … “. “ Non preoccuparti Christian, quando vorrai e avrai tempo, la nostra porta sarà aperta, teniamoci in contatto con le email private, qualcosa mi dice che ci sarà un’altra occasione. Spero che, oltre ad apprezzare la bellezza di San Francisco, tu possa trovare qualcosa d’interessante a quella conferenza … anzi ne sono sicuro!”. Finirono di salutarsi in modo informale, come avevano iniziato dandosi amichevolmente del “tu”, con un abbraccio e una lunga ed energica stretta di mano. “ Auguri Louis, mi raccomando, quando consegnerai il rapporto al comandante Stenseth ricordati di portare anche a lui i miei saluti”. “ Sarà fatto! “ Così dicendo Shelton si mise sull’attenti e onorò Chris del saluto militare e poi i due si allontanarono definitivamente verso le loro reciproche destinazioni. Christian, che si stava dirigendo verso i cancelli d’imbarco, volle accendere per un attimo il telefono cellulare che, nell’isolamento dell’NTS, non aveva più utilizzato tranne che per rubare quelle fotografie al livello 66. Con sorpresa, la suoneria tipo alfabeto Morse, gli aveva indicato due messaggi in arrivo. Un avviso di chiamata della cugina Monica, seguito da un altro sms: “ impossibile mettermi in contatto, richiamare a casa, urgente! Un abbraccio, Monica”. 188 189 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XIV A Melbourne, nella piccola casetta di Greensborough, fervevano i preparativi per la partenza. Marie Sue, aiutata anche dalle scarse finanze della rivista universitaria, aveva prenotato il viaggio in classe economica sia per la trasvolata sopra l’oceano Pacifico da Melbourne a Los Angeles in California sia per lo Spostamento verso San Francisco. Il volo Quantas QF93 sarebbe partito dal Terminal 2 dell’aeroporto internazionale del capoluogo del Victoria alle 10:10 a.m. per arrivare negli Stati Uniti, dopo circa quattordici ore di volo ininterrotto, alle locali 7:30 a.m. dello stesso giorno a causa dei fusi orari. Il volo di spostamento interno dell’American Airlines era in coincidenza alle 9:30 locali dal Terminal 4 dell’International di Los Angeles con arrivo a San Francisco intorno alle ore 11:00. Nell’ora e mezzo che avrebbe avuto di attesa prima dell’imbarco, Marie si era ripromessa di dare una bella ripassata al suo discorso. Prima però, si doveva preoccupare di lasciare Julian in mani sicure; in un primo momento aveva pensato di portarlo con sé ma in Australia si era nel bel mezzo dell’anno scolastico e il ragazzino stesso non voleva perdere nessuna lezione. La scelta era ricaduta ancora sulla signora Palmieri che, anche se in quel periodo aveva qualche problema di salute, con la 190 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen sua artrosi sempre più fastidiosa, era ben felice di avere accanto Julian che le avrebbe fatto compagnia nelle fredde serate dell’inverno australe. Prima di caricare la valigia nella macchina dell’amica Debby, che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto, Marie Sue si era lungamente attardata a salutare il figlioletto e a raccomandarsi di fare il bravo, di studiare e finire tutti i compiti ma, soprattutto di non combinare guai e cercare di non dare noie alla sua tata. Julian era abituato alle assenze della madre che ogni tanto affrontava dei lunghi viaggi per i suoi studi ed era tranquillo; poi apprezzava molto la cucina saporita e i dolci della signora Palmieri e trovava in lei la nonna gentile, saggia, paziente e premurosa che non aveva mai avuto. Le due donne, a bordo del vecchio fuoristrada Toyota di Debby, imboccarono la Northern Ring Road verso ovest, in direzione di Tullamarine per poi dirigersi verso nord, appena superato Glenroy, per raggiungere l’aeroporto internazionale di Melbourne che sorge in prossimità dell’area di Gladstone Park. Debby, una trentaseienne mora dai bellissimi occhi chiari di un colore grigio ghiaccio e dal portamento slanciato e classico, è un’amica d’infanzia, anch’essa separata e con due bambini. Lei è sempre stata molto affezionata a Marie Sue e le due si aiutano spesso scambiandosi favori reciproci quando per motivi di lavoro si devono dare il cambio per portare i bimbi a scuola, prelevarli dopo le lezioni o per accompagnarli alle attività sportive o ricreative della parrocchia. “ Oh Marie, chissà che emozione ritrovarti negli States a parlare di fronte a tutti quei cervelloni, t’invidio molto per il viaggio ma schiatterei per l’agitazione …”. 191 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Cara Debby, è vero, anch’io sono molto emozionata, ma devi sapere che, in fondo, sono tutte persone semplici, che mettono una grande passione in quello che fanno e, spesso, tutto il loro lavoro passa inosservato perché offuscato dai successi delle applicazioni che derivano dal frutto dei loro studi … che sono puntualmente brevettate da qualche grossa azienda sponsorizzatrice …”. “ Spero almeno che riuscirai a visitare la città e ad avere un minimo di tempo per spedirmi una bella cartolina …”. “ Non temere Debby, questo e altro, vedrai che ti porterò anche un bel regalo, ma devi promettermi che ogni tanto andrai a fare una capatina dalla signora Palmieri per vedere se ha bisogno di qualcosa, sai, ormai è anziana, lei è sempre disponibile a tenere Julian ma la vedo sempre più stanca”. “ Sì, povera donna! Quante volte l’abbiamo fatta disperare … ti ricordi? Durante le nostre vacanze… eravamo delle pesti; non faceva in tempo a finire di pulire i pavimenti di casa tua che noi arrivavamo dal fiume con i piedi sozzi di fango e le toccava ricominciare da capo; stai tranquilla, vedrò di passare ogni sera al ritorno dal lavoro, porterò anche i miei due discoli così tutti e tre potranno andarsene a giocare in giardino”. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen cavalcare le onde degli oceani lasciandola con due marmocchi da crescere da sola. “ Ok Deb, sei un tesoro … e anche una pazza alla guida, siamo già arrivate? …”. Intanto stavano imboccando l’ingresso del parcheggio dell’aeroporto e in lontananza si scorgeva già la scritta ‹‹Melbourne›› sulla facciata dell’edificio prefabbricato, dove era ubicato il Terminal 2. Le grandi porte scorrevoli in vetro acidato con incisa la sigla T2 si aprirono automaticamente al loro arrivo. Marie Sue, girandosi verso l’amica che l’aveva accompagnata fino all’imbarco, disse: “… non so come ringraziarti … vieni qua …” e allargò le braccia in segno d’invito. Si abbracciarono affettuosamente scambiandosi due baci sulle guance e si salutarono per l’ennesima volta e poi Marie si voltò e si diresse verso l’Aerbus 380-800 della Quantas, dai tradizionali colori bianco e rosso con un canguro stilizzato disegnato proprio sull’impennata di coda. Debby lavorava come commessa in un negozio di alta moda in città, dopo una carriera da modella e hostess consumatasi nelle manifestazioni automobilistiche o sportive che si tengono annualmente nello stato del Victoria. Un bel giorno, in vacanza sulla Gold Coast, rimase folgorata da un aitante surfista americano che, dopo qualche anno di convivenza, se ne era ritornato a una vita più spensierata a rincorrere e a Marie mostrò il biglietto allo Stuart di bordo che le indicò il suo posto: “Main Deck, zona B, fila 51 poltrona K”. Il suo posto si trovava sul lato destro della fusoliera, vicino all’oblò, in prima fila proprio dirimpetto all’anticamera della prima classe. Lei stessa aveva scelto il posto facendo il booking online perché le piaceva guardare il panorama e il suo punto d’osservazione era proprio posto all’inizio dell’attaccatura dell’ala destra. Marie, appena si fu accomodata, intanto che gli altri passeggeri occupavano i loro rispettivi posti, aprì il bagaglio a mano ed estrasse la brochure della conferenza del SETI per ricordarsi i due differenti indirizzi: quello della nuova sede dell’istituto, che 192 193 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen aveva di recente cambiato quartiere, e quello della sala conferenze dove si sarebbe tenuto l’incontro. Ogni tanto dava una sbirciata fuori dall’oblò ma, finché erano a terra, si riuscivano a vedere solamente le grandi code dagli svariati colori e “logo” stilizzati delle tante compagnie aeree. Prese velocemente un paio di appunti come promemoria da tenere nel portafogli: arrivo a San Francisco e spostamento alla sede del SETI - 189 North Bernardo Avenue – contea Mountain View - poi, in compagnia della Tarter, la direttrice dell’istituto in persona, fino al centro conferenze del Santa Clara Hyatt Regency Hotel al 5101 Great American Parkway di Santa Clara. Era stata proprio la dottoressa Jill Tarter a invitare Marie Sue con un’accorata lettera di complimenti. L’opuscolo di presentazione del SETIcon, così si chiamava l’evento interdisciplinare, era molto completo e dettagliato. Il SETIcon avrebbe coinvolto sia gli adulti, attraverso la presentazione di progetti, studi e scoperte, sia i giovani con una ben organizzata promozione scientifica curata dalla dottoressa Edna DeVore, la responsabile dei progetti educativi per le scuole e dei contatti esterni con il pubblico. Marie, leggendo il libretto promozionale, era rimasta positivamente stupita dal fatto che un loro progetto si chiamasse SOFIA, quasi come il giornale di etica, teologia e filosofia dell’università di Melbourne: dell’Ames Research Center della NASA (8), nell’area della Baia di San Francisco, portando gli astronomi a un’altitudine di circa 41000 piedi, circa 12,5 chilometri, approssimativamente quattro notti la settimana. Da questo vantaggioso punto di osservazione, sopra il vapore acqueo atmosferico che assorbe il 99% della radiazione infrarossa proveniente dallo spazio, SOFIA aiuterà nello studio di moltissimi fenomeni astronomici che sono difficili da vedere dagli osservatori installati a terra, come la natura dei buchi neri galattici, l’evoluzione delle galassie, la composizione chimica delle nuvole di gas interstellari, le molecole complesse nelle comete, e come si formano le stelle e i sistemi solari. ››. ‹‹ Il SETI Institute, in partnership con l’Astronomical Society of the Pacific (ASP), sta conducendo il programma di educazione e di sensibilizzazione al pubblico per il SOFIA - the Stratospheric Observatory For Infrared Astronomy. SOFIA è un osservatorio aviotrasportato della NASA di prossima generazione. SOFIA sarà caratterizzato da un telescopio di 2.5 metri di diametro montato su un Boeing 747SP pesantemente modificato. Esso sarà attivo all’esterno 194 Mentre stava finendo di leggere il trafiletto, arrivò un passeggero che si sedette proprio nella sua fila, alla poltrona “H”, la prima dal corridoio. Tra lei e il nuovo arrivato rimase una poltrona vuota; intanto cominciava la procedura di decollo. Il ragazzo era alto, biondo e robusto, dal fisico atletico, con i capelli lunghi, sui ventisei anni, il perfetto phisique du role del surfista, avventuriero e rubacuori. Marie pensò tra sé: “ molto carino, ma conosco il tipo … “, probabilmente ricordando l’esperienza dell’amica Debby. Appena il velivolo si fu stabilizzato in quota e i passeggeri liberi di slacciarsi la cintura di sicurezza, Marie prese il bagaglio a mano e andò a cambiarsi alla toilette: doveva togliersi il maglione bianco a collo alto in calda lana 8 ARC è un centro di ricerca NASA, fondato nel 1939 come laboratorio della seconda Commissione Nazionale Consultiva per l’Aeronautica (NACA) degli Stati Uniti, intitolato a uno dei membri e fondatori: Joseph Sweetman Ames. E’ situato in California a Mountain View, sobborgo di San Francisco affacciato sulla sponda meridionale dell’omonima Baia, nell’area dell’aeroporto federale di Moffett Field. 195 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen australiana, la gonna pantalone e gli scarponcini invernali per mettersi un abito più adatto al clima che avrebbe trovato in California. Quando ne uscì, sembrava un’altra persona, i capelli, prima raccolti, ora erano sciolti, indossava un paio di graziosi sandali in cuoio chiaro con la suola a zeppa leggermente rialzata sul tacco, i jeans leggeri di un bel colore beige e la camicetta bianca di cotone ricamato con il grande colletto a punte lunghe, stile anni settanta, e le strette e originali maniche corte a petalo. Tornando al suo posto notò che altre persone stavano eseguendo il rito del cambio d’abito come aveva appena finito di fare lei. Anche il suo vicino di posto aveva notato il cambiamento, con quel look sportivo Marie sembrava molto più giovane ed era veramente attraente. Mentre cercava di riporre il rigonfio bagaglio a mano nell’apposito vano, il giovanotto, che stava parlando con una delle hostess di bordo, non si fece sfuggire quell’occasione per attaccare subito bottone, ringraziò velocemente l’operatrice e si volse verso Marie chiedendo: “… piacere, io sono Marie Anderson, come si è trovato nell’ambiente Aussie?…”. “… Bhè, devo dire che i posti dove sono stato non sono molto differenti dalle spiagge della California, si respira la stessa aria di spensieratezza e di vita alla giornata. Ho passato la maggior parte del tempo sulla Gold Coast per partecipare a varie competizioni di Surf e stare insieme agli amici del posto, poi, quindici giorni a Melbourne, in visita a conoscenti …”. “… eh, capisco una ragazza... vero? … molte donne di città, dopo aver passato una vacanza rilassante su quelle meravigliose spiagge, ritornano con il miraggio del vero amore nel cuore …”. “… salve, posso essere di aiuto?”, cercando di mostrare un’aria disinteressata. “… mi sorprende, Marie, ha proprio colto nel segno; sarà perché lì a Melbourne ci sono molte ragazze di origine italiana, che sono ancora di mentalità antica … sono praticanti, vanno a messa, pensano subito alla casa, alla famiglia, ai figli … oh, mi scusi non vorrei offenderla, è anche lei del Victoria?” Marie Sue rispose con molta gentilezza: “… sì, ma non si preoccupi... io ho origini anglosassoni”. “… grazie mille, ho già fatto …”. Backer scoppiò in una grassa risata che fece voltare alcuni degli altri passeggeri verso di loro. Poi, riabbassando il tono della voce, pensando chissà che, continuò: Allora, mentre lei si riaccomodava al suo posto vicino all’oblò, lui si sedette nella poltrona accanto e si presentò: “… io mi chiamo William Backer, sono di Santa Monica e sto ritornando a casa dopo quasi un anno di permanenza in Australia …”. 196 “ … vedo che mi capisce, sà io sono uno dallo spirito libero, mi piace la vita all’aria aperta e avventurosa, non sono il tipo da due cuori e una capanna …”. 197 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Allora Marie, vista la piega che stava prendendo il discorso, cercò di dribblare il tentativo di abbordaggio avendo cura di non comunicare molte informazioni su di sé e sulla sua vita privata e continuò interrogando il giovane californiano. irregolare … il mio viaggio è di natura, per cosi dire, professionale …”. “… senza dubbio, ma riesce a mantenersi cavalcando le onde degli oceani? …”. “ Bhè, sono iscritto alla facoltà di economia di UCLA (9) e ricevo un contributo annuale dai miei genitori, che se la passano molto bene, per l’affitto dell’appartamento ed io con quello, facendomi ospitare da amici, riesco ad avere una buona base per barcamenarmi. Faccio qualche piccolo lavoretto, insegno Surf sulla spiaggia … e poi, nelle gare, a volte ci sono ricchi premi in denaro o viaggi che mi rivendo”. I due continuarono a parlare per circa un’ora e poi si rilassarono nelle rispettive poltrone, infatti, il viaggio era ancora lungo e avrebbero dovuto doppiare parecchi fusi orari, era assolutamente necessario, per chiunque stesse affrontando quel volo intercontinentale, fare qualche ora di sonno. “ Io, sono un’insegnante, e ho un bimbo di otto anni, la mia vita, anche volendo, non potrebbe essere così avventurosa e Quando Marie si risvegliò, era passato parecchio tempo, Backer era incuffiato e stava vedendo un film, allora chiese a una hostess a che punto del viaggio fossero. Mancava giusto un’ora esatta all’arrivo a Los Angeles; Marie si alzò per recarsi alla toilette per un bisogno fisiologico e per darsi una rinfrescata. L’annuncio dell’imminente atterraggio arrivò presto e William volle a tutti i costi scambiare l’indirizzo con la bella professoressa australiana. Magari aveva già pensato di farsi ospitare al suo prossimo ritorno nel continente australe. Marie, molto prudentemente, gli aveva rifilato l’indirizzo di un ristorante di Sidney, dove non la conosceva nessuno, solo l’indirizzo di posta elettronica, diverso da quello dell’Università, era reale. Durante la permanenza nella sala d’attesa del Terminal 4 dell’International di Los Angeles, come aveva programmato, rilesse attentamente il discorso con il quale, al SETIcon, avrebbe illustrato agli astanti le ipotesi scaturite dalle sue ricerche, per vedere se doveva fare delle aggiunte dell’ultimo minuto o correggere qualche passaggio per renderlo più coinvolgente. 9 Il volo di spostamento interno dell’American Airlines QF3243 arrivò a San Francisco alle ore 11:00 precise, senza Allora Marie non poté che incalzarlo sarcasticamente. “… devo dire che è un bel metodo per imparare a mettere in pratica le tecniche della new economy …”. “ Eh sì …” disse il furbo americano “ … stanziamenti a fondo perduto o a basso tasso d’interesse da paesi in cui il tenore di vita è molto elevato e investimenti ridotti nei paesi in via di sviluppo dove spesso c’è l’abbuono della totalità delle tasse che sono caricate sui lavoratori, con la differenza si fa il profitto … ma lei Marie, cosa fa nella vita? …”. University of California Los Angeles 198 199 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen intoppi né altri disturbatori. Marie Sue era molto impaziente di incontrare e fare la conoscenza della famosa Jill Tarter, una delle più influenti donne d’America in campo scientifico. Era rimasta molto colpita dalla lettura della sua biografia, inserita nel libretto del SETIcon. Si ricordava di avere visto il famoso film Contatto, il cui soggetto cinematografico era stato scritto dallo scomparso astronomo Carl Sagan, da cui era poi scaturito l’omonimo romanzo. Al precursore dell’attività del SETI fu poi intitolato uno dei suoi centri di ricerca e di studio delle possibilità di sviluppo di forme di vita extraterrestri, una disciplina chiamata Astrobiologia, il Carl Sagan Center, diretto dal Dott. David Morrison. La sorpresa, per la nostra archeologa, fu ancora maggiore quando scoprì che l’attrice protagonista, la bravissima Jody Foster, aveva passato molto tempo e parlato a lungo con la direttrice del SETI alla quale si era ispirata per costruire il carattere del suo personaggio. Intanto il taxi che l’avrebbe accompagnata alla sede del SETI era arrivato e l’autista si stava impegnando a caricare nel baule il suo bagaglio. Salita sul taxi e appena iniziato l’ultimo tragitto del lungo viaggio, osservando il paesaggio intorno a se, fantasticava e i suoi pensieri correvano per le altalenanti colline dell’ego femminile immaginando quale attrice avrebbe potuto impersonarla… una volta che fosse diventata famosa; non è che Marie aspirasse a tanto, ma si immaginava quanto sarebbero stati orgogliosi di lei il defunto padre e il figlio Julian, al quale non smetteva mai di pensare; e soprattutto all’invidia che avrebbe provato la madre nei suoi confronti, lei che era sempre e a qualsiasi costo in cerca di gloria e di visibilità. Le venivano in mente molte brave e carismatiche attrici che aveva ammirato al cinema, rivedendo le rassegne dei bei film degli anni ottanta e novanta, secondo lei ormai unici. Sia per il carisma dei personaggi interpretati, anche se a volte un po’ troppo scabrosi, ma soprattutto per l’aspetto fisico, poteva essere molto somigliante a una via di mezzo fra Theresa Russell e Rebecca De Mornay. La guida molto dolce del conducente del taxi, e la musica molto soft in sottofondo, resero molto piacevole la corsa in automobile lungo le ventiquattro miglia della Bayshore Freeway 101 che la dividevano dalla sua meta. In poco meno di un’ora si ritrovò davanti all’ingresso del SETI institute. Su di una grande targa era scritta la mission dell’organizzazione, che diceva all’incirca così: 200 The mission of the SETI Institute is to explore, understand and explain the origin, nature and prevalence of life in the universe. We believe we are conducting the most profound search in human history, to know our beginnings and our place among the stars (10). Era il primo pomeriggio, Marie, dopo aver pagato l’autista, con i bagagli ancora appoggiati a terra, guardò la palazzina, tirò un profondo respiro come a dire, “ ci siamo!”, e poi si avviò per farsi annunciare. 10 L’intento o missione del SETI institute è di esplorare, capire e spiegare le origini, la natura e la diffusione della vita nell’universo. Noi crediamo di condurre una delle più profonde ricerche della storia umana – per conoscere le nostre origini e il posto che occupiamo fra le stelle. 201 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XV Christian era preoccupato da quel messaggio, pensò immediatamente a quel disturbo alla mano avuto dalla madre. Compose in gran fretta il numero di casa, senza nemmeno avere la lucidità di usare quello che aveva già memorizzato nella rubrica. “ Pronto? Sono io …. Monica? … Cosa succede?“. “ Sì Christian ciao, meno male che hai chiamato subito, come ti ho scritto nell’e-mail sono passata a salutare gli zii prima di partire, … ora non preoccuparti … lo zio stava appunto dicendomi che tu avevi ricevuto il mio messaggio quando la zia ha avuto un piccolo malore … l’abbiamo portata di corsa al pronto soccorso e ora è fuori pericolo …”. Chris, che ebbe un tonfo al cuore, sentendosi istantaneamente gonfiare le palpebre di lacrime, chiese abbastanza agitato: “… sai cosa è stato Monica? Sai già qualcosa di più preciso?” 202 203 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “… Sì, a quanto pare è stato un picco di pressione che le ha causato una leggera ischemia cerebrale, infatti, aveva difficoltà a muovere le dita della mano destra e cominciava anche a trascinare la gamba dello stesso lato del corpo”. “… Ecco, la mano! Era stata il campanello d’allarme, mai sottovalutare certi segnali! … Sentiamo sempre tanti consigli su come interpretarli e poi, quanto succedono, non vi prestiamo la dovuta attenzione … ma adesso, dove sono i mie? ” Christian si sentiva in colpa perché si trovava lontano, era l’unico che avrebbe potuto convincere la madre ad andare subito a fare dei controlli preventivi. “ Chris stai calmo!…”, disse Monica con tono rassicurante. “ Ora la zia sta bene, lo zio Paul è ancora con lei all’ospedale di St. Cross, è stata ricoverata preventivamente per essere tenuta sotto osservazione, là è in buone mani, hanno un reparto specializzato per questi casi; ho saputo di gente che ha recuperato totalmente da situazioni molto ma molto più disperate …”. “ ... E John ?… l’avete avvisato? …“ “ Sì Chris, si è precipitato subito anche lui, è rimasto fino a che la situazione si è normalizzata, poi è dovuto ritornare al lavoro … ma non temere, io sono già in vacanza e il mio volo è tra un paio di settimane, quindi posso rimanere volentieri a dare una mano a tuo padre intanto che la zia Evelyn fa le prime terapie riabilitative …”. 204 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Sono combattuto, mi sento un nodo allo stomaco, devo tornare col primo volo per Londra! …”. Monica, che sapeva quanto il cugino tenesse ai suoi genitori, gli riferì quello che Paul le aveva detto poco prima che lei uscisse dall’ospedale per tornare alla loro casa in Wood Street per prendere qualche indumento intimo e qualche accessorio della zia, necessari alla degenza nella struttura sanitaria. “ Guarda che tuo padre mi ha detto le testuali parole: se mentre sei in casa dovesse chiamare Christian, tranquillizzalo e digli di non lasciarsi andare a puerili isterismi. Digli anche che la mamma è fuori pericolo e vuole che lui completi il suo viaggio; di rilassarsi che lei sta bene e che è in buone mani … Dice che sono cose che succedono e che lo sa benissimo che lui le vuole un bene dell’anima … e poi ha del sangue scozzese che le scorre nelle vene ed è dura a morire …”. Dopo quella frase, finalmente, Christian si calmò. Era sollevato e gli uscì un leggero sorriso mentre si asciugava le lacrime con il fazzoletto che era ancora intriso del profumo di lavanda del detersivo preferito da Evelyn. Quante volte le aveva sentito dire quella frase - “ chi ha nelle vene anche una sola goccia di sangue scozzese ha la scorza dura come il guscio di una noce di cocco ” - quando ritornava a casa malconcio dopo le partite di rugby e lei lo medicava con pazienza e tanto amore. Rimase ancora un attimo ad ascoltare la cugina che continuava a ripetergli di stare calmo e tranquillo e poi sentenziò: 205 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Ok, Monica, va bene, ti ringrazio tantissimo, li lascio nelle tue mani … mi raccomando allora, adesso sono ancora rintracciabile al cellulare, se dovesse esserci qualche complicazione non esitare a chiamarmi … io di tanto in tanto ti richiamerò, lì a casa o al tuo cellulare per sentire come va … Ok?… a proposito hai sempre lo stesso numero? …”. malconcia e usurata, su cui era appiccicato un adesivo plastificato con sfondo giallo su cui, in nero, era stampato un libricino con gambette e braccine in atteggiamento di corsa e una scritta: BookCrossing. Sulla copertina azzurra del volumetto si vedevano due mani disegnate, di un bimbo e di una donna, che si “cercano” e a malapena il titolo “Creator”, di Jeremy Leven edito da Coward McCann & Geoghegan. Incuriosito Chris, cominciò a sfogliarlo. All’interno, appiccicato sulla seconda di copertina, vi era un adesivo con stampato un codice e, a fianco, una spiegazione del progetto bookcrossing. Chris aveva già sentito parlare di una certa usanza di “lasciare in giro” dei libri in modo che altri potessero leggerli, ma credeva si facesse solamente nelle Università o negli ostelli per la gioventù. Così, per rinfrescarsi la memoria cominciò a leggere il breve riassunto, stampato in corsivo su carta da fotocopie e incollato all’interno come una pagina aggiuntiva. “… Sì Chris, è sempre lo stesso, siamo d’accordo … per almeno quindici giorni puoi restare tranquillo … ci sono qui io … e poi c’è anche tuo fratello John … anche se è normale che la famiglia lo impegni tantissimo, con due bimbi in età scolare, sicuramente passerà molto spesso a sincerarsi della salute della zia …”. “ Intesi Monica, ti ringrazio ancora per la comprensione e ti mando un grosso abbraccio, dai un bacio a papà e mamma da parte mia; ciao! …”. “ Ciao Chris, consideralo fatto, ti voglio bene, a presto! ”. Il Boeing 737 della United, in partenza verso l’aeroporto Internazionale di San Francisco era decollato in perfetto orario dal McCarran International di Las Vegas e Christian stava comodamente allungato nella poltrona di seconda classe assorto nei suoi pensieri. Avrebbe voluto volentieri trovare qualcuno con cui scambiare qualche parola ma i posti accanto al suo erano vuoti e si era quasi rassegnato a vedersi uno di quei film commerciali, zeppi di spot pubblicitari, che ti propinano le compagnie aeree per tenere tranquilli i bambini. Poi, mentre si stava sporgendo per chiamare una hostess per farsi portare un tramezzino e una bibita, vide qualcosa che si trovava nel vano portaoggetti di uno dei sedili. Si trattava di un libro, dalla copertina 206 Il BookCrossing anche noto come BC, giralibri, liberalibri, consiste nella pratica di una serie d’iniziative collaborative volontarie, e completamente gratuite, di cui alcune anche organizzate a livello mondiale, che legano la passione per la lettura e per i libri alla passione per la condivisione delle risorse e dei saperi. L’idea di base è di rilasciare libri nell’ambiente naturale, compreso quello urbano, o “into the wild”, ovvero dovunque una persona preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone. L’iniziativa prende il nome dalla giustapposizione dei termini Book e Crossing, che letteralmente vogliono dire “incrociare un libro”, ma che in senso più lato stanno a indicare l’intersezione tra le vite di chi legge i libri, che appunto si toccano, seppur solo virtualmente, tramite un 207 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen volume. In seguito, il neologismo divenne una parola “vera” e propria del vocabolario inglese. “… E’ un sistema ingegnoso che mette in comunicazione gente di tutto il mondo attraverso la condivisione di un libro …” pensò Christian. Il meccanismo del Bookcrossing ruota intorno all’esistenza di un sito Web attraverso il quale è possibile dotare i volumi di un codice identificativo unico, BCID o Bookcrossing ID, che permetterà di seguire i loro spostamenti a livello mondiale, sempre che sia utilizzato il sito Web a ogni passaggio. In precedenza esistevano iniziative simili, traccianti per esempio il numero seriale dei dollari statunitensi, o relativi al rilascio di fotocamere usa e getta, così come esistevano iniziative poco più che individuali di abbandono di libri per permetterne ad altri la lettura. L’idea consistette nell’unire le due cose. Se qualcuno decide di rilasciare un libro attraverso il BookCrossing, questo deve essere registrato per ottenere un BCID, in altre parole il codice identificativo, in modo da potere seguire il volume durante i suoi spostamenti. Chi trova il libro è invitato, mediante etichette allegate a quest’ultimo, a segnalare il ritrovamento sul sito Internet e a rilasciarlo a sua volta, per dare la sua stessa opportunità ad altre persone. Pur essendo consigliabile leggere un libro ritrovato, quest’azione non è obbligatoria: essenziale è dare la possibilità al libro di incontrare nuovi lettori, e in questo senso vige la massima libertà. Il saltare la segnalazione, per esempio perché non si ha accesso alla rete, non implica in ogni modo che il libro non possa ripartire per il suo viaggio. L’intuizione si deve a Ron Hornbaker, e a sua moglie Kaori che la concepirono nel Marzo 2001, ispirandosi ad altri sistemi di tracciamento in rete. Il sito Web divenne accessibile circa un mese dopo, il 17 aprile 2001. 208 L’etichetta riportava il codice BCID, il Nick-Name di chi aveva “liberato” il testo e il luogo: Squibie, 23 gennaio 2009 – Surry Hills, New South Walles Australia. Il libro stava viaggiando ormai da quasi due anni, aveva fatto il giro del mondo ed era abbastanza malconcio. Si notavano macchie di unto e di caffè sui bordi delle pagine e una miriade di appunti, indirizzi, scritti ai lati del testo, fortunatamente quasi tutti lasciati a matita. “ Interessante!…” pensò, immaginando le peripezie e le vicissitudini e le diverse abitudini che un libro avrebbe potuto incontrare cambiando continuamente di mano, ma una conclusione logica non poteva mancare: “… anche se penso che sia evidente che un libro scritto in Inglese, lingua commerciale diffusa su tutto il globo a causa delle conquiste coloniali, abbia molte più possibilità di essere effettivamente letto - essendo questo l’intento principale del BC – rispetto a un libro scritto in una lingua poco diffusa, come l’Italiano per esempio. Visto poi che non tutti i viaggiatori sono di lingua madre inglese e che quelli che lo usano solamente per lavoro o per viaggi di piacere non hanno una conoscenza della lingua anglosassone a livello letterario sarebbe opportuno pensare alla pubblicazione di collane di libri appositamente confezionati per il bookcrossing; come una serie scritta a un livello base per i neofiti, Elementary Graded Readers, oppure utilizzare le già esistenti collane della Longman Simplified English Series.”. 209 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Bene … registrerò il ritrovamento come dicono le istruzioni …”, si disse tra sé Chris vincendo l’emozione di avere fra le mani un pezzo di cultura itinerante, iniziando a leggere; ripromettendosi di farlo non appena avrebbe potuto riaccendere il suo notebook che, con il modem satellitare, gli avrebbe permesso di riconnettersi a Internet. parallelo di quella storia appena letta con le sue ultime vicende familiari ma anche con un sentimento antico, che lo aveva legato inconsapevolmente al ricordo di una persona per molti anni e che forse era il momento di “liberarsene”, come il libro, per ritornare finalmente a vivere e consentire a qualche altra donna di avvicinarsi a lui, di rompere il vetro d’indifferenza in cui si era imprigionato, per costruirsi un’esistenza. Il romanzo racconta delle avventure di un certo dottor Harry Wolper che, coadiuvato dal suo assistente Boris Lafkin, tenta di fare rinascere in provetta la moglie defunta dopo avere coltivato le sue cellule per oltre trent’anni. La storia si articola tutta intorno alle vicende umane dei due personaggi tra gioie e dolori della vita di tutti i giorni, agli imprevisti che, a volte, ci aprono gli occhi sulla realtà, catapultandoci improvvisamente fuori del nostro mondo ideale ricordandoci che c’è tutta una vita da vivere fino in fondo. Così quando il dottore conosce una giovane donna che accetta di donargli degli ovuli e che s’innamora di lui, dapprima la respinge perché a suo dire lui, è ancora innamorato di sua moglie, che sta per tornare. Quando Boris sta per perdere la sua amatissima ragazza a causa di un aneurisma cerebrale, Harry, capisce che la vita è nelle mani di Dio e del destino e che non ci si deve fossilizzare sul passato ma bisogna accettare quello che la stessa vita ci offre per continuare il suo miracolo perpetuo e che lui, anche se possiede una portentosa conoscenza biochimica, non può farci un bel niente. Così la ragazza di Boris si salva e il dottor Wolper ritrova la sua giovane amante e alla fine del libro diventerà anche padre con immensa gioia e soddisfazione. Certi fatti sembrano accadere in una sequenza apparentemente casuale, ma il misterioso disegno universale, che avvolge tutto e tutti, rende alcune coincidenze sicuramente sconcertanti e ancora al di là dall’essere esaurite. Chris leggendo le ultime pagine del libro, visibilmente emozionato, tratteneva i singhiozzi e le lacrime gli scendevano copiose tanto che una hostess gli chiese se stava bene e se aveva bisogno di qualcosa. Lui tranquillizzò l’assistente di volo e poi ritornò con i pensieri a fare il Il volo 0193 che era cominciato a Las Vegas alle ore 1:30 p.m. su cui si trovava il nostro Christian era in leggero ritardo e ciò gli permise di finire il libro, che non aveva molte pagine ed era scritto in modo scorrevole con caratteri molto chiari e più grandi del normale; si appuntò i dati del bookcrossing e lo ripose dove l’aveva trovato. L’aeroplano si stava già abbassando per le manovre di atterraggio sulla pista dell’International Airport di San Francisco, che si trova nella contea di San Bruno, affacciato sulla bellissima e omonima Baia. Per limitare le spese di spostamento Chris avrebbe proseguito in pullman verso Palo Alto, dove di lì a poche ore si sarebbe tenuta la conferenza mondiale del SETI. Il torpedone doveva percorrere tutte le venticinque miglia della riva ovest della Baia di San Francisco, sulla penisola di San Mateo, attraversando anche le contee di Redwood City e Palo Alto fino ad arrivare nella Silicon Valley e fermarsi a poche centinaia di metri dalla sede dell’istituto di ricerca. Quando salì sul Bus, erano circa le 4.30 pm. L’aria di fine Agosto era rovente e carica dell’umidità dal sapore salmastro dell’oceano Pacifico che si 210 211 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen miscela con quella dolce dei fiumi come il Sacramento. Questi, trovando il loro sbocco naturale dopo aver percorso tutta la valle della California, si tuffano nel grande specchio d’acqua presidiato all’estremità nord dall’Oakland Bay Bridge, che collega le città di San Francisco a ovest e di Oakland a est. Fu un sollievo ritrovare la frescura dell’aria condizionata del mezzo dopo avere abbandonato per alcuni minuti quella dei locali dell’aeroporto. in un garage di Palo Alto; e come la Apple, anch’essa nata in un garage di Los Altos nel 1976. Il SETI è ospitato nel complesso della Stanford University tra le contee di Santa Clara e Palo Alto, nel bel mezzo della Silicon Valley. La Silicon Valley, così chiamata negli anni settanta dai mass media per il massiccio impiego del Silicio nei componenti essenziali delle industrie ad alta tecnologia elettronica, si estende per una cinquantina di chilometri lungo la US 101 tra Palo Alto e San Josè. La Stanford University, fondata dal magnate delle ferrovie della Pacific Railroad, Leland Stanford, in memoria del suo unico figlio morto a sedici anni, è situata circa quattro chilometri a ovest del centro di Palo Alto. L’ateneo è esploso per fama negli anni novanta grazie all’impulso datole dalla Ford Foundation e dall’apertura di alcuni laboratori della NASA e del Pentagono nella Silicon Valley, consacrandola uno dei centri di ricerca più importanti in campo medico, nucleare e tecnologico. Nella zona centinaia d’imprese, che danno lavoro a decine di migliaia di persone, scambiano informazioni e conoscenze con i ricercatori della Stanford. Alcune delle grandi società di elettronica, che qui hanno la loro sede e che hanno raggiunto fama mondiale, sono partite da minuscole aziende come quella degli ingegneri William R. Hewlett e David Packard, la multinazionale oggi nota come HP, che spazia dalla progettazione di personal computer a quella di strumenti analitici di ricerca avanzata, i quali hanno iniziato nel 1939 212 Quando l’autobus si fermò proprio di fronte al quartier generale del SETI, al 189 di Bernardo Avenue, Chris vide la facciata della sede, un edificio basso con molte vetrate che aveva l’aspetto di una nuovissima e tipica scuola primaria, con l’arioso ingresso e il grande e scuro numero civico ben visibile sulla parete principale. Scendendo dal mezzo però si rese conto che l’edificio era deserto e le porte chiuse, poi scorse un uomo che, con aria smarrita di chi sta cercando qualcosa, si affannava a tentare di leggere un cartello esposto proprio sulla parte interna delle vetrate dell’istituto. Sulla locandina, dove era disegnato un astronauta in tuta spaziale fluttuante nel vuoto cosmico con un azzurro pianeta Terra sullo sfondo, oltre a essere raffigurata la parabola di un radiotelescopio era scritto: Unisciti questo Agosto a SETIcon! L’istituto SETI è molto fortunato ad avere tante persone che universalmente sostengono la nostra missione per esplorare, capire e spiegare l’origine, la natura e la presenza di vita nell’universo. È attraverso il vostro supporto che l’istituto SETI può continuare a esistere. Per mostrare il nostro apprezzamento e per generare un’occasione affinché il pubblico possa interagire con il nostro staff, abbiamo deciso di ospitare un evento che sarà sia educativo sia di divertimento. SETIcon sarà come un incontro amichevole e familiare che coinvolgerà tutti, dallo scienziato al più entusiasta dei nostri sostenitori che voglia conoscere il modus operandi reale della scienza, fino all’interessato della quinta essenza delle meraviglie dello Spazio. Per realizzare il nostro intento avremo quattro tipi di programmi che si svolgeranno simultaneamente: 213 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen a) Un programma principale di raccolta fondi e donazioni con ospiti che includerà scienziati, astronauti e attori; b) Colloqui e seminari simili a un congresso scientifico; c) Attività pratiche per i giovani e ... d) Una serie di Oratori che illustreranno le proprie ricerche e teorie impegnati in sessioni Question & Answer, che dopo il discorso introduttivo risponderanno direttamente alle domande del loro pubblico. Sarà un momento molto emozionante. Ci saranno un party, un banchetto e alcune sorprese che faranno di questo evento un’indimenticabile esperienza e un divertimento per la gente di tutte le età. SETIcon inizierà il 27 agosto 2010 e speriamo di vederci là! Hyatt Regency Hotel al 5101 Great American Parkway Santa Clara. August 27 – 29, 2010 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen a questa domanda basilare. Se io fossi un giocatore d’azzardo, quale sono, scommetterei che non siamo soli – ma che ci sono molte altre forme di vita”. “ Mi scusi signore …” chiese lo strano personaggio in un inglese approssimativo e maccheronico mentre era ancora intento a scrutare il manifesto. “… non è qui, dove si doveva tenere la conferenza scientifica sulla ricerca d’intelligenza extraterrestre?” Christian, sforzandosi di comprendere il balbettante inglese del suo interlocutore, storpiato anche da un insolito accento, rispose gentilmente. “… Anch’io volevo assistere alla conferenza del SETI ma apprendo ora da questo invito che l’incontro si terrà allo Hyatt Regency Hotel a Santa Clara … e penso che non sia proprio dietro l’angolo, qui in America le distanze sono sempre ciclopiche”. L’uomo trasalì e continuò: In quest’anno si celebra il cinquantesimo anniversario del centro di ricerca del SETI, il venticinquesimo anniversario dell’istituto SETI e il movimento scientifico che s’interroga circa la probabilità di vita oltre la Terra è sempre più vasto. Il momento più interessante per l’opinione pubblica è stato quando la missione Keplero della NASA portò al mondo una maggiore comprensione dei pianeti che circondano altre stelle. Il Dr. Simon Pete Worden, l’astronomo e direttore del centro di ricerca Ames della NASA, recentemente è stato citato sui media: “La domanda fondamentale è: Siamo soli? Per la prima volta c’è un certo ottimismo sull’effettiva probabilità che, nel corso della nostra vita, potremmo dare una risposta “ Purtroppo no, anch’io sono un alieno (11), sono inglese e mi chiamo Zanather, l’unica soluzione è di chiamare un taxi e dividerci le spese, così potremo farci portare direttamente là e instaurare un poco di conversazione”. 214 215 “ Oh che disdetta, senta, io sono il professor Magli, scusi il mio inglese scolastico ma sono italiano e dovrò fare un piccolo intervento, un discorso … durante lo svolgimento della manifestazione … lei conosce i posti? ”. 11 Locuzione che significa Straniero. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Christian cercava di parlare lentamente e di semplificare le sue frasi in modo che l’italiano comprendesse facilmente il senso del discorso. “ Bene, d’accordo!” rispose il professor Magli, felice di avere trovato un inaspettato cicerone di madre lingua. Il Magli si era sempre sforzato di parlare Inglese ma, non utilizzandolo correntemente, perdeva facilmente il filo del discorso quando venivano a mancare le parole corrispondenti a quello che voleva dire traducendolo dall’Italiano. “Meno male …”, si ripeteva dentro di se “… che il discorso sarà tradotto in Inglese in simultanea, avendolo in precedenza inviato in forma scritta, e che io potrò esprimermi in Italiano”. Il taxi giunse in fretta, probabilmente si trovava da qualche parte lì intorno ed era stato avvisato dalla centrale operativa. Christian e il professore italiano si accomodarono sul sedile posteriore. Zanather, dopo avere indicato la destinazione al conducente, si rese conto che era un’ora ottima per chiamare casa e sincerarsi delle condizioni di salute della madre; anche se erano passate solo poche ore dalla dolorosa notizia, era ancora in leggera apprensione e aveva bisogno di qualche parola di ulteriore rassicurazione. 216 217 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XVI “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Carissima professoressa Anderson, sono molto felice di incontrarvi, finalmente … posso chiamarvi Marie?”. “ Certamente, signora Tarter, anche se io non riuscirò sicuramente a darvi del Tu, tanto è il rispetto e l’ammirazione che nutro nei vostri confronti …”. “ Va bene Marie, fai pure come ti senti meglio a tuo agio, io sono già molto felice che tu abbia accettato l’invito, l’argomento della tua ricerca è veramente molto interessante e può essere di enorme aiuto alla nostra causa”. Quando Marie Sue e la dottoressa Tarter s’incontrarono, si può dire che fu un amore a prima vista. Le due donne, anche se di una generazione completamente diversa, la dottoressa aveva all’incirca l’età del padre di Marie, è come se si conoscessero da sempre. Già da prima di quell’invito ufficiale esistevano tra loro una profonda ammirazione e stima reciproche, anche se in discipline apparentemente lontane, esisteva una convergenza di ideali e di obiettivi. Jill Tarter aveva trascorso la maggior parte della sua vita ad ascoltare la voce dell’Universo alla ricerca di una risposta sull’origine della vita e alla domanda: “ siamo soli?”; Marie Sue a inseguire, nelle rovine di antiche civiltà decadute, la genesi delle credenze religiose e i precursori della conoscenza. L’astronoma era prossima alla settantina, alta ed energica, corti capelli brizzolati alla maschio, portava sempre larghi e lunghi camicioni in stile orientale dalle appariscenti decorazioni con disegni ricamati di temi naturali o ideogrammi e immancabilmente indossava i pantaloni. Quando vide Marie, la abbracciò fortissimo come se avesse ritrovato una figlia dispersa. 218 “ La ringrazio, anche se non è niente in confronto a tutto il suo lavoro e all’enorme mole di responsabilità che grava sulle sue spalle nella direzione e coordinamento dell’attività del SETI ”. “ Grazie, non posso che concordare, ma senza l’aiuto di ricercatori e di giovani appassionati, in tutti i campi, come te Marie, che ci date una mano da ogni parte del globo, io e gli altri dirigenti riusciremmo effettivamente a fare ben poco …”. Jill Cornell Tarter, nata il 16 gennaio 1944, astronoma americana, come direttore del centro di ricerche del SETI detiene la cattedra universitaria per il SETI Search for Extra-Terrestrial Intelligence al SETI institute, intitolata alla memoria di Bernard M. Oliver, uno dei precursori della ricerca dell’intelligenza extraterrestre, fondatore dei laboratori Hewlett Packard e inventore del PCM Pulse Code Modulation. Jill fece il suo apprendistato alla Cornell University, dove si guadagnò l’ingresso al secondo anno con Bachelor in Fisica Ingegneristica e poi la Laurea o Master’s degree con il 219 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Dottorato di Ricerca Ph.D. in astronomia presso l’University of California at Berkeley. La Tarter ha dato il suo contributo in molti dei maggiori progetti scientifici relativi alla ricerca di vita extraterrestre. Da studente praticante, ha lavorato al progetto di ricercaradio SERENDIP e ha creato il corrispondente acronimo dalla frase Search for Extraterrestrial Radio Emissions from Nearby Developed Intelligent Populations, che poi si semplificò in SETI. Fu scienziato di progetto presso la NASA per l’HRMS High Resolution Microwave Survey nel 1992 e 1993, dedicato alla ricerca di eventuali segnali radio provenienti dal cosmo e in seguito direttrice del Progetto Phoenix - HRMS riconfigurato per la ricerca di segnali radio strutturati – sotto il patrocinio del neonato SETI Institute. Insieme all’astronoma connazionale Margaret Turnbull, nel 2002, creò l’HabCat Catalog of Nearby Habitable Systems, un elenco di sistemi stellari compatibili con la presenza di pianeti abitabili, che era il principale strumento di lavoro per la realizzazione del Progetto Phoenix. La direttrice del SETI ha pubblicato dozzine di documenti tecnici e antologie approfondite sia in merito alla ricerca d’intelligenza extraterrestre che sulla necessità del bisogno di una profonda educazione scientifica per i giovani. Jill è accreditata dell’invenzione del termine “brown dwarf” - nane scure - per la classificazione delle stelle aventi una massa insufficiente per il mantenimento della reazione di fusione nucleare dell’Idrogeno. Il suo lavoro in Astrobiologia e i successi accumulati come Donna Scienziato le hanno fatto conseguire premi da molte organizzazioni scientifiche. Nel 1989 l’organizzazione Women in Aerospace ha premiato la Tarter con un riconoscimento “a vita”. Mentre la NASA le ha conferito due medaglie per pubblico servizio. Nel 2001 è stata premiata al Telluride Tech Festival Award of Technology. Nel 2002 Jill è stata eletta come membro della rinomata American Association for the Advancement of Science e nel 2003 come membro della California Academy of Sciences. Infine nel 2004, la Tarter è stata considerata una delle cento persone più autorevoli al mondo dalla rivista Time Magazine. Al discorso per la sua ennesima premiazione, questa volta a TED2009 (12), coniò la seguente frase: “ Noi viviamo su di una fragile isola di vita in un universo di possibilità “. 220 221 Recentemente sta lavorando all’ATA42, Allen Telescope Array, un sistema di quarantadue antenne paraboliche connesse in parallelo attraverso complicati computer - che in futuro dovranno aumentare fino a 350 - attraverso il quale la sensibilità e la capacità di discriminazione dal rumore di fondo cosmico verso eventuali deboli segnali artificiali provenienti dallo spazio profondo è notevolmente aumentata. Inutile, dopo la biografia professionale appena vista, biasimare Marie Sue per la sua timidezza e ossequiosa ammirazione nei confronti della dottoressa Tarter. La luminare, invece, continuava con il suo tono, quasi materno, a trattare Marie al suo pari. “ Sai Marie, durante i primi anni del SETI, sono stata parecchi mesi, dal 1995 al 1996, nella tua bellissima 12 TED – Technology, Entertainment, Design è un’organizzazione non profit che si occupa di fare lavorare insieme gente proveniente dalle tre discipline, organizzando incontri, conferenze e premiazioni, votata al Worth Spreading, cioè alla diffusione e valorizzazione di tutto ciò che è meritevole di attenzione. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Australia, presso il radio telescopio Parkes situato nel New South Wales, uno dei più grandi radio telescopi dell’emisfero sud; sarà stato perché ero più giovane, entusiasta e molto motivata ma quella terra, mi è entrata nel cuore assieme a questo stupendo lavoro”. si finisce per mettere mano al portafoglio anche per oggetti di cui non si ha bisogno”. “ Io a quel tempo ero in Inghilterra a completare il mio Ph.D. in Etnologia Religiosa, ignoravo totalmente il vostro tipo di lavoro e quanto fosse stato vicino al mio ... “. “ Ora dobbiamo andare …” disse infine la Tarter, “… ti devo accompagnare al tuo hotel per il check-in e, prima di recarci a casa mia, in modo da potermi cambiare, dovrei passare nel mio negozietto preferito a fare qualche provvista. Durante i preparativi per il SETIcon, negli ultimi due giorni, in sostanza non ho avuto un minuto di tempo libero … ma ora il mio frigorifero è completamente vuoto … e devo fare qualcosa! “. “ E’ vero, facevano anche a me lo stesso effetto … me ne accorgevo specialmente quando ci andavo con mio figlio, nei bimbi il desiderio e il capriccio sono amplificati e quindi ho deciso di non andarci più … scelgo tutti quei discount, dove si risparmia molto di più e a volte ci si trova roba più buona”. “ Brava Marie, hai risolto il problema con il metodo scientifico!”. “ Strano che, proprio qui negli States, gli inventori dei mega centri commerciali, riescano a resistere questi piccoli supermarket a gestione familiare.” Le due – ormai si può dire – amiche, scoppiarono in una risata sarcastica ed entrarono nel negozio salutando l’anziano gestore che stava dietro il banco dei formaggi. Lasciando l’astronoma ai suoi acquisti Marie approfittò per sentire la signora Palmieri e Julian o magari anche l’amica Debby; infatti, a San Francisco erano quasi le 6.30 p.m. mentre a Melbourne, che è circa diciassette ore avanti, erano circa le 11.30 a.m. del giorno dopo. Si diresse verso una zona tranquilla del negozio e compose il numero di casa di Greensborough sul suo telefono cellulare, sicura che altrimenti, tra fusi orari e conferenza, non sarebbe più riuscita ad avvisarli che il viaggio era andato liscio e che lei era arrivata sana e salva a destinazione. “ Oh, Marie, meno male invece! Quei posti sono dei mattatoi per spennare i polli! Io, appena ci entro, comincio a sentirmi persa; ma è una ben precisa strategia di marketing, a funzionare è l’effetto labirinto. Una volta entrati in uno shopping center è difficile trovare la via d’uscita e “bombardati” dall’enorme esposizione di cose da comprare, La cerimonia di apertura di SETIcon aveva avuto inizio con il discorso introduttivo della dottoressa Tarter che, dall’alto della sua esperienza, sapeva come intrattenere, appassionare e coinvolgere nella giusta misura il grande numero di personalità e di gente comune che aveva riempito l’anfiteatro fino all’inverosimile. 222 223 Con un sorriso e una strizzata d’occhio fece cenno a Marie Sue di seguirla verso la sua automobile. Arrivate a uno dei tradizionali Drugstore Marie disse: “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Il suo discorso introduttivo si era concentrato a riassumere l’attività di ricerca del SETI. Soprattutto nel far comprendere e precisare che la missione di ricerca della possibile esistenza di altre forme di vita nella galassia e nell’universo potrebbe essere concepita come un ascolto del passato, visti i tempi necessari affinché segnali lanciati da e per punti distanti anni luce dalla Terra possano giungere a noi o arrivare a destinazione; infatti, terminando il suo discorso disse: “ La Radioastronomia si può chiamare l’Archeologia del futuro …”. “… a voi egregi colleghi, rappresentanti politici, giornalisti e a tutti gli appassionati presenti, buonasera! Il programma di ascolto SETI, fino a oggi, si è concentrato sulle frequenze Radio comprese nella fascia del Buco di Rumore Cosmico, chiamato anche Water Hole. Il water hole consiste nel fatto che, in una ristretta gamma di frequenze che vanno da 1,420 Gigahertz a 1,660 Gigahertz, il rumore cosmico di fondo che si capta con un radiotelescopio è circa quattrocento volte più basso del normale e rende molto più probabile che si riesca ad ascoltare eventuali trasmissioni radio, attenuate dall’enorme distanza, provenienti dagli spazi intergalattici. Questo spettro di frequenze corrisponde all’emissione di onde elettromagnetiche che si producono in modo naturale quando avviene un’inversione di spin degli elettroni di legame dell’Idrogeno e del gruppo Ossidrile, i componenti fondamentali dell’acqua e quindi di una molecola essenziale per la probabile presenza di vita nell’universo esterno. Un altro elemento chimico essenziale e fondamentale per la probabile evoluzione della vita su di un pianeta è senz’altro il Carbonio. Tutta la chimica organica, così chiamata perché alla base dei meccanismi funzionali degli organismi viventi, è basata sulle infinite possibilità di combinazione degli atomi di Carbonio tra di loro e con altri atomi fondamentali per la vita. Se la Chimica Organica non è altro che la Chimica del Carbonio si potrebbe anche dire che la Chimica del Carbonio è la Chimica della Vita. Combinando fra loro le esperienze compiute in campo astrofisico e in quello della chimica analitica in spettrometria di emissione atomica, in cui si compiono analisi qualitative e quantitative su soluzioni acquose o su solventi organici atomizzati in un Plasma ad Argon, si è giunti a ipotizzare un tipo di osservazione che potrebbe essere di fondamentale rilevanza SETI. Sottoponendo elementi chimici fondamentali a condizioni di temperatura elevatissime, come quelle raggiungibili in un Plasma, o Laser a Gas come quello ad Argon, gli elettroni di valenza degli atomi ionizzati sono eccitati a livelli energetici superiori per poi, ricadendo a livelli energetici fondamentali, emettere parte dell’energia assorbita sotto forma di onde 224 225 Dopo aver ricevuto l’apprezzamento del pubblico, si accinse ad annunciare il primo relatore, un ricercatore della delegazione del SEVENDIP Italia, acronimo di Search for Extraterrestrial Visible Emissions from Nearby Developed Intelligent Populations: “ … ed è con grande piacere che chiamo sul palco di SETIcon il professor G.A. Isomeri … “. Il paffuto ma alto scienziato italiano si alzò dalla poltroncina della platea e salì sul palco abbottonandosi la giacca e incominciando ad aprire il foglio su cui aveva fissato le parole del suo intervento. Appoggiandosi con fare rilassato e sicuro al leggio, con il suo ottimo inglese dal piacevole accento bolognese esordì: “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen elettromagnetiche di lunghezza d’onda caratteristica del materiale. La riga di emissione caratteristica del Carbonio è quella con una lunghezza d’onda media di 193,03 nanometri (13), in piena banda dell’UV estremo; nessun altro elemento chimico emette onde elettromagnetiche nelle immediate vicinanze di tale riga di frequenze e il segnale rilevato con un buon detector multiplo ha anche un ottimo rapporto fra intensità e rumore di fondo, cioè produce un bel picco alto e pulito con una base piatta e lineare e quindi di facile separazione e interpretazione. La radiazione ultravioletta - UV o raggi ultravioletti - è una radiazione elettromagnetica con una lunghezza d’onda inferiore alla luce visibile, ma più grande di quella dei raggi X. Il nome significa “oltre il violetto”, dal latino ultra - oltre, perché il violetto è il colore visibile con la lunghezza d’onda più corta. La banda di radiazioni dell’Ultra Violetto può essere suddivisa in UV vicino con lunghezze d’onda di 380-200 nanometri e UV estremo da 200 a 10 nm. Quando si considera l’effetto dei raggi UV sulla salute umana, la gamma delle lunghezze d’onda UV è in genere suddivisa in UV-A di 400-315 nm, UV-B di 315-280 nm e UV-C da 280 a 100 nanometri. Il Sole emette luce ultravioletta in tutte e tre le bande UV-A, UV-B e UV-C, anche se d’intensità molto basse rispetto allo spettro della luce visibile, ma a causa dell’assorbimento da parte dell’atmosfera terrestre, in particolare dello strato di Ozono, circa il 99% dei raggi ultravioletti che arrivano sulla superficie terrestre sono UV-A. Infatti, praticamente il 100% degli UV-C e il 95% degli UVB sono assorbiti dall’atmosfera. L’intensità della radiazione UV-C prima della Stratopausa, oltre i cinquanta chilometri sopra la superficie terrestre, è ancora pari al 100% di quella che proviene dallo spazio, se si considera la faccia della Terra opposta al Sole. Sfruttando telescopi installati su stazioni spaziali orbitanti al di fuori dell’atmosfera, come l’Hubble che si trova a circa 570 km d’altezza, lo Spitzer Space per l’infrarosso, il Chandra X-ray per i raggi X e il James Webb, che nel 2013 sarà messo in servizio su di un’orbita di 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, si potranno ricercare emissioni naturali o artificiali della frequenza caratteristica dell’elemento “vita” per eccellenza: il Carbonio. Non è tutto! Si può ipotizzare di costruire un grande emettitore di questa precisa gamma di frequenze, una specie di cannone al plasma, che invii nello spazio dei fotoni di luce ultravioletta, modulati in modo simile all’alfabeto morse tramite un otturatore, sperando che qualche altra civiltà nella galassia riesca a ricevere il messaggio …”. 13 Il nano metro, nm, corrisponde a un miliardesimo del metro o 10-9 metri. 226 Alla fine della prima relazione ci fu un fragoroso applauso e, se di tale portata era la premessa, chissà quante altre cose fantastiche si sarebbero potute sentire in quella magica serata. Questo era il pensiero che aveva avuto Marie Sue Anderson, ascoltando il ricercatore italiano che aveva appena finito di parlare dal pulpito della sala delle conferenze dello Hyatt Regency Hotel. Se al primo impatto con il clima del meeting scientifico, Marie si era sentita un po’ intimorita e a disagio a causa della grande presenza di pubblico e di autorità di spessore mondiale, ora si stava lentamente abituando; più ascoltava gli interventi degli altri relatori, più si entusiasmava. Finalmente aveva trovato un posto dov’era sicura che il suo lavoro sarebbe stato apprezzato. 227 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Marie era ansiosa e impaziente di salire su quel palco e prendere di petto la platea, come per liberarsi da quel peso sullo stomaco che rappresentavano oramai per lei tutte le sue ricerche, fino a che non sarebbero state finalmente condivise con l’umanità intera. Rimanendo dietro la quinta alla sinistra della ribalta, a fianco della dottoressa Tarter che di tanto in tanto rientrava in scena per presentare i vari ospiti, Marie aspettava il suo turno e l’adrenalina cresceva dentro di lei attimo dopo attimo. SETI - 189 North Bernardo Avenue – Mountain View 228 229 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XVII “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Si figuri professore, pensi che io qui ci sono arrivato per caso, per soddisfare una semplice curiosità personale; ho sentito parlare della conferenza del SETI durante gli impegni di lavoro, e mi ha coinvolto a tal punto che ho voluto assistervi a tutti i costi.” “ Eh, capisco, sono argomenti che toccano nel profondo specialmente le persone sensibili, però bisogna rimanere con i piedi per terra, è molto facile prendere degli abbagli se non si ha una certa conoscenza e preparazione scientifica … fare del sensazionalismo per vendere giornali e riviste è molto facile e remunerativo”. Giulio Magli è un professore ordinario della facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano. I suoi campi di ricerca includono sia l’Analisi Matematica sia l’Astrofisica. Combinando la passione per il mistero e le tre discipline accademiche, il professor Magli ha sviluppato l’unico corso di Archeoastronomia mai istituito presso un’Università italiana. Questa nuova materia si prefigge di mettere in discussione le schematiche e a volte azzardate datazioni della storia di antiche civiltà illetterate con particolare riferimento al rapporto tra gli antichi monumenti da esse lasciati, il paesaggio e il cielo notturno, o meglio, la volta celeste. Su quest’argomento ha pubblicato, oltre a numerosi articoli scientifici, il volume «Il tempo dei Ciclopi – Civiltà megalitiche del mediterraneo». Svolge inoltre un’intensa attività di divulgazione scientifica sia sulla stampa sia in televisione. “ La ringrazio ancora infinitamente signor Zanather, se non l’avessi incontrata, sarei sicuramente arrivato in ritardo al SETIcon e probabilmente non avrei potuto parlare … avrei fatto un viaggio così lungo per niente …”. 230 “ Capisco benissimo, ma, se posso, lei professore di cosa si occupa? …”. “ Io insegno Architettura al Politecnico di Milano, fin da giovane ho coltivato la passione per l’Egittologia. Nel corso di varie esperienze, che sarebbe troppo lungo elencare ora, mi sono specializzato nell’indagare riguardo alla possibilità di dare un’esatta datazione della costruzione di antichi monumenti che sono giunti fino a noi, lasciati da civiltà evolute ma illetterate, senza alcuna testimonianza di posizione temporale certa. Gli unici indizi sono nascosti nel modo di disporre le costruzioni nello spazio del loro tempo, che spesso ricalcava la disposizione di alcune costellazioni della volta celeste, e dalle soluzioni architettoniche adottate per eseguire alcuni riti propiziatori durante fenomeni astrali come eclissi, solstizi, equinozi o levate di alcune determinate stelle, in particolari momenti dell’anno”. “ Molto interessante … “, disse Christian mentre ripensava alle fotografie digitali che aveva memorizzato sul suo cellulare; le immagini che aveva carpito al livello -66 della 231 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen base di Groom Lake nell’Area 51. Per un attimo aveva avuto la tentazione di mostrarle al professore ma poi desistette, frenato dal fatto che dopotutto, per lui, era un estraneo al quale non poteva fare una simile confidenza. Chris, infatti, aveva sempre ben presente il documento firmato nella base di Nellis davanti al comandante Stenseth e le conseguenze di un’eventuale divulgazione di notizie sarebbero state molto pesanti per lui. Il taxi si fermò proprio di fronte all’entrata del centro congressi e i due uomini si affrettarono a scendere. Christian aveva ancora il bagaglio a mano e il borsello del notebook, quindi era un poco impacciato negli spostamenti veloci. In un baleno il Magli e Christian si precipitarono con passo accelerato verso la reception, dove un portiere indicò loro la direzione per arrivare all’auditorio. Entrando nel salone, già colmo fino all’inverosimile ma in un silenzio reverenziale, sentirono la presentatrice che stava introducendo il prossimo scienziato iscritto a parlare. “ Io, professor Magli, sono un tecnico d’ingegneria nucleare e mi occupo di sicurezza e …”. Christian non fece in tempo a finire la frase che Magli, quando si avvide che probabilmente erano arrivati a destinazione, lo interruppe bruscamente dicendo: “ Ecco, là! Deve essere già cominciato … forse non siamo troppo in ritardo, vedo che sta ancora entrando gente …”. Di fronte all’ingresso dello Hyatt Regency Hotel era stata esposta un’enorme gigantografia della locandina di SETIcon, che aveva subito attirato l’attenzione dell’irrequieto professore italiano. “ … e dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, Los Angeles California, dello staff dell’esimio dottor Shoela, direttore del centro, il professor Conchev, responsabile anche del progetto Savant, ci illuminerà in merito agli studi compiuti sui Flash Back della memoria.”. Magli con un gesto amichevole, assestò un piccolo colpo di gomito al braccio di Christian dicendo: “ Dopo questo tocca a me! …”. “… mi scusi Zanather, l’ho interrotta, che maleducato, stava dicendo? …”. Zanather, toccandosi il braccio, aveva riconosciuto il nome di chi era stato il suo cicerone al JPL e ricordava anche di avere intravisto Conchev in mezzo alle persone della Sezione Speciale, come l’aveva definita il dottor Shoela. “… sì, che mi occupo di sicurezza degli impianti di produzione di energia nucleare, la mia città natale è Rugby, nella contea di Warwick in Inghilterra.” “ Non vi è mai capitato di vivere dei momenti in cui sembra di rivedere una scena già vissuta; oppure fare dei sogni talmente particolareggiati da sembrare reali? …”. “ Conosco benissimo quei posti, vi ho trascorso molto tempo per le mie ricerche …”. Così dicendo la dottoressa Tarter iniziò un leggero applauso che, assieme a quello di tutto il pubblico, accompagnò l’ingresso del nuovo ospite. Il professore, dall’aria 232 233 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen compassata, comparve da dietro la quinta, salutando il pubblico con piccoli inchini del capo e, con pochi preamboli, com’era uso fare nel paese d’origine prima di passare oltre la cortina, attaccò subito agganciandosi sapientemente con il discorso dell’introduzione fatto dalla presidentessa del SETI. con cui sono saldati i legami chimici può essere molto diversa poiché influenzata da micro correnti neuroniche involontarie. Traducendo in pratica il concetto: si avrà in ogni caso la formazione di un cervello sano e completo la cui memoria base di partenza, paragonabile al Bios Basic Input/Output System di un personal computer, sarà la risultante della somma delle esperienze di tutti gli antenati del soggetto generato. Chi non ha mai pronunciato la frase: “ ha il carattere identico a quello del nonno!…”. Per continuare il paragone con i Computers - anche se in verità si dovrebbe fare il contrario - senza la Memoria Base o Bios biologico - la nostra macchina organica, hardware, oppure organismo inteso come insieme di organi che funzionano in simbiosi, non potrebbe iniziare a lavorare nel modo corretto; negli animali qualcosa del genere è chiamato “istinto”. I famosi flash back potrebbero quindi essere delle esperienze simili, vissute da nostri antenati, che il nostro cervello associa alle facce e agli ambienti che ha più di recente memorizzato; l’effetto è di pensare di rivivere un episodio reale già visto”. “… Secondo i nostri studi, la memoria, o meglio, quella parte d’organo cerebrale destinato a tale funzione, non parte da zero quando veniamo al mondo, ma da una base di partenza per così dire, genetica. Quello che intendo dire è che nei gameti maschili e femminili dei nostri genitori, e quindi anche degli antenati, possono essere registrate delle informazioni o delle esperienze, piacevoli o traumatiche, attraverso delle influenze sui legami chimici e sulla disposizione spaziale delle catene di aminoacidi che costituiscono il nostro patrimonio genetico. Tutte le esperienze che noi viviamo e le nozioni che acquisiamo, infatti, passano attraverso il cervello tramite i nostri organi sensoriali come dei segnali elettrici e chimici, facendo formare sempre nuove e più complesse ramificazioni sinaptiche; se avete sentito parlare di patologie o malattie psicosomatiche forse mi capirete meglio. Lo stesso effetto che certi fatti o esperienze possono causare sul nostro fisico, si ripercuote sul patrimonio genetico proprio nella parte che riguarda la trasmissione della memoria. Il DNA avrà sempre la stessa sequenza di aminoacidi ma la loro disposizione sterica (14) o, più semplicemente, la forza 14 Il modo in cui i legami delle molecole organiche si orientano nello spazio intorno ad un centro, comunemente un atomo di Carbonio. Il fattore sterico interviene nella determinazione della velocità di una reazione come un valore che dipende dalla complessità delle molecole che reagiscono nella reazione e dalle distorsioni della barriera di energia del complesso attivato. 234 Uno scroscio di applausi, come un diluvio d’acqua che picchia incessantemente sulle lamiere delle automobili durante un temporale, si abbatté nella sala; Christian era rimasto immobile, attonito e senza parole. Sicuramente stava pensando al suo sogno ricorrente, a quelle che sembravano essere solamente coincidenze ma che ora, cominciavano a diventare troppe ma, soprattutto, troppo presenti e incalzanti. Intanto il suo accompagnatore italiano, il Magli, si era diretto verso il palco e aveva imboccato il corridoio laterale che conduceva dietro le quinte per farsi riconoscere, pronto a 235 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen essere annunciato. Bramava di dare il suo contributo a quello spettacolo che stava producendo crescenti emozioni. Marie, nascosta dietro la quinta e Christian, nella penombra del fondo della sala, non sapevano ancora di essere nello stesso posto, ma probabilmente in quel momento stavano pensando la stessa cosa, erano entrambi curiosi di ascoltare il discorso dell’archeoastronomo italiano: Marie perché era affascinata dal suo lavoro e dalle sue scoperte e Christian, invece, voleva capire meglio chi era quel personaggio che aveva diviso con lui la spesa per la corsa del taxi dalla sede del SETI fino al centro conferenze. Conchev stava ancora ringraziando la platea per i molti applausi e si prodigava in lunghi e ripetuti inchini. Christian non fece in tempo, come avrebbe voluto, a stringere la mano del Magli che, sempre timoroso di arrivare in ritardo, aveva anticipato tutti ed era già pronto a entrare sulla ribalta. La dottoressa Tarter, che tra una presentazione e l’altra s’intratteneva a fare apprezzamenti sui contributi degli oratori intervenuti con la sua nuova amica Anderson, era rientrata in scena per salutare lo scienziato russo e per introdurre l’ospite successivo. “ Dopo tutti gli interventi strettamente scientifici che ci sono stati fino a ora, avremo il piacere di apprendere i progressi che sono stati compiuti nel campo dell’Archeologia e della Storiografia, applicando nozioni di Astronomia e Matematica avanzata, con il professor Giulio Magli del Politecnico di Milano … facciamogli un applauso! …”. Nel frattempo Marie Sue si era affrettata a stringere la mano al professor Magli che stava aspettando proprio accanto a lei dicendogli: “ E’ per me un grande onore conoscerla di persona, le sue pubblicazioni mi sono state di enorme aiuto nelle mie ricerche … piacere, Anderson dell’università di Melbourne”. “ Grazie molte, dottoressa … “ rispose lui, poi, salutando e ringraziando ripetutamente Marie Sue, si avviò, portando con sé i fogli del suo lungo discorso, verso la ribalta del palco. 236 237 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XVIII “ Buona sera attentissimo pubblico! Prima di tutto volevo scusarmi per l’esposizione forzata in italiano che vi obbligherà a seguire la traduzione del mio discorso proiettata su questo grande schermo dietro di me; ma il tutto sarà reso più piacevole dalle diapositive che vedrete sullo sfondo, che vi mostreranno i luoghi e le circostanze di cui vi parlerò”. Un viaggio virtuale nel passato: da Stonehenge a Nasca … “ Il mondo è stato popolato da numerose civiltà enigmatiche che non ci hanno lasciato testimonianze scritte sul loro modo di vivere e di pensare; oppure i documenti lasciati sono andati dispersi o distrutti per accadimenti naturali cataclismi - o invasioni ed epurazioni subite da altri popoli che si sono sostituiti a esse, nel corso dei millenni, nel controllo dei loro territori. In moltissimi casi, quelle culture definite primitive solamente perché si conosce poco o niente della loro organizzazione sociale e culturale, hanno lasciato delle testimonianze tangibili, ma talvolta incomprensibili, nella costruzione di monumenti, feticci o giganteschi templi. Quel che oggi è certo è che le popolazioni arcaiche erano enormemente interessate a quello che accadeva sopra le loro 238 239 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen teste, vale a dire a tutto quello che vedevano muoversi in un ripetersi perpetuo sulla volta celeste. Sicuramente restavano così affascinati da tutte quelle luci e corpi celesti poiché, una volta compiute le attività quotidiane di caccia, coltivazioni e impegni familiari, al calare delle tenebre, potevano fermarsi a osservare quello spettacolo naturale, così coinvolgente; proprio come noi oggi nella nostra civiltà tecnologica ci accomodiamo sul divano per assistere a uno spettacolo televisivo o per vederci un bel film. Ormai, con tutte le distrazioni e divertimenti artificiali che ci siamo costruiti, non facciamo più caso allo stupendo spettacolo della Natura e anzi la distruggiamo. Era l’unica attrazione disponibile e come a noi i film e gli spettacoli accendono la fantasia e i sogni, così a loro tutte quelle luci e composizioni celesti facevano immaginare storie e pensare a teorie su cosa fossero e quale fosse la loro origine, la loro funzione e il loro significato. Col passare dei millenni, quando le teorie radicate diventarono dogmi (15), ci fu chi le sfruttò per ottenere potere e, quindi, controllo sulle masse per avere vantaggi di sostentamento senza dover lavorare o partire per lunghe battute di caccia e per avere più femmine a disposizione proprio come succede oggi con i mezzi di comunicazione di massa, non a torto definiti Quinto Potere. Così quando si cominciarono a capire i meccanismi astronomici e a dare loro dei significati premonitori o propiziatori, si fondarono intere città orientate secondo i punti cardinali celesti. Gli allineamenti delle varie costellazioni, diverse da emisfero a emisfero, diventarono i punti cardine anche per la costruzione d’immensi palazzi, templi e osservatori astronomici. Chi definisce primitive quelle popolazioni compie un errore madornale poiché non si cala mentalmente nel contesto temporale in cui si trovavano. A volte le datazioni delle ere storiche sono state fatte in modo arbitrario a causa della generalizzazione. Ciò che si trovava per una determinata civiltà si applicava a tutte quelle di cui si veniva a conoscenza in seguito, senza preoccuparsi né di capire né di studiare a fondo le loro origini e il loro passato, a volte risultato antichissimo e ben oltre i limiti fino allora immaginati. Gli esempi sono tantissimi, come potete vedere dalle diapositive, e si riscontrano in tutti i continenti conosciuti, in cui le popolazioni cercavano di imitare la natura o di propiziarsela: cominciando dall’Europa, proprio nella località del Wiltshire, molto vicino alla contea di Warwick da cui proviene lei Signor Zanather …”. Così dicendo il professor Magli alzò gli occhi verso il fondo della sala, forse perché si era ricordato proprio in quel momento di non avere salutato il suo accompagnatore, come per rendergli omaggio o per scusarsi. Christian, in piedi nella penombra dietro le ultime file di poltroncine, alzò il braccio destro in un frugale saluto. La veloce divagazione dell’architetto italiano era passata inosservata ai più, ma non alla professoressa Anderson; quelle località inglesi le erano subito risultate familiari e poi quel nome... “ No, non può essere lui! Il destino non può riservare tante sorprese, tutte in una volta sola …”. 15 Verità rivelate da un Dio e proposte dalle autorità religiose ai fedeli, con l’obbligo di credervi. 240 241 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Facendo questo pensiero, Marie si era affacciata dalle pieghe delle tende del piccolo sipario e scrutava la sala, ma lo fece in leggero ritardo e non notò il gesto di Chris che lo avrebbe fatto subito individuare in mezzo a tanta gente e alle basse luci della platea. Intanto il Magli continuava: La piramide alta 30 metri a Cahokia in Illinois, che fu uno dei centri principali della cultura della regione del Mississippi e datato tra l’800 e il 1300 d.C. Gli allineamenti astronomici della Ruota della Medicina, a Big Horn, con le stelle Sirio, Riegel e Aldebaran che è valida da due secoli a.C. fino a un secolo d.C. In New Mexico, a Chaco Canyon, sorgono i villaggi monumentali del popolo Anasazi, gli antenati degli odierni indiani Hopi e Zuni, le cui grandi costruzioni circolari scavate nel terreno chiamate Kivas avevano tutte delle correlazioni astronomiche; per esempio le loro lunghissime strade perfettamente rettilinee, come la Grande Strada del Nord, costruite dai Chacoani utilizzando gli astri per l’allineamento e la loro perfetta regolarità, con notevoli sforzi architettonici, superando senza alcuna deviazione anche notevoli ostacoli naturali. La civiltà degli Olmechi prima e dei Maya poi nel Messico centrale e nello Yucatan, con le grandi piramidi a gradoni della loro capitale Teotihuacan, avevano una profondissima cultura astronomica. Gli Atzechi, così chiamati dagli Spagnoli, o Mexica, che arrivarono da Nord alcuni secoli dopo, quando si stanziarono nella valle del Messico, mostrarono di avere assorbito dai popoli da loro conquistati non solo la conoscenza dell’Astronomia ma anche un grande rispetto per il passato. Tenochtitlan, l’attuale Città del Messico, era un enorme complesso paesaggistico correlato astronomicamente. “… nella valle dei fiumi Wylye e Avon a Stonehenge, con i suoi anelli di pietre e triliti, i cerchi di Woodhenge e altri siti megalitici come Carnac in Bretagna con le foreste di pietre, le presunte tombe di Newgrange dell’Irlanda, gli edifici megalitici a Malta e i Nuraghi in Sardegna; se si pensa agli sforzi fatti dai costruttori per edificare tali monumenti, non si può fare a meno di fantasticare. Pensiamo poi alla civiltà Egizia, quella maggiormente studiata, depredata e anche meno capita perché, data la NON conoscenza delle loro scienze matematiche e astronomiche, era definita storicamente irrilevante. L’incredibile precisione delle misure astronomiche dei Babilonesi in Mesopotamia, attuale Iraq, con i loro Ziggurat e l’invenzione della divisione in gradi a base sessanta, che si pensa avessero già costruito una sorta di telescopio, tre o quattromila anni prima di Cristo, poiché riuscivano ad apprezzare il sessantesimo di grado, impossibile da considerare a occhio nudo. Le civiltà indo-sarasvati, quella cinese e quella giapponese a oriente, sempre con svariate eredità megalitiche e tradizioni di cultura e osservazioni astronomiche. Passando al nuovo continente americano e percorrendolo da nord a sud si ha conoscenza dei Terrapieni o Mounds di Poverty Point, degli Effigy Mounds come quelli a forma di animali nell’Ohio: Serpent Mound e Alligator Mound, tutti manufatti giganteschi di cui non si riusciva a capirne l’utilità o lo scopo. 242 Di queste culture molto è andato distrutto o perso… Un popolo che era molto coinvolto dall’Astronomia arcaica fu sicuramente quello dei Maya, con i loro famosi codici. Oltre a essere interessati al moto del Sole, i Maya studiavano molto accuratamente il ciclo della Luna con lo scopo di prevederne le eclissi, il moto di Venere e quello degli altri 243 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen pianeti visibili. Venere era senza dubbio l’astro che li interessava maggiormente, così sfuggente e dipendente dal comportamento del Sole. La conoscenza dell’interesse dei Maya per Venere è ben riposta perché si sono miracolosamente conservati alcuni dei dati delle loro osservazioni astronomiche. Nel 1566, infatti, a Izamal, in Yucatan, il vescovo Diego de Landa, convinto che i libri Maya fossero dei tomi di religione demoniaca, dopo averne ordinato la raccolta per ogni dove, li mise al rogo - una specie di notte dei cristalli arcaica – come si dice, la Storia si ripete. Quasi certamente in quel periodo andarono persi anche centinaia di volumi di osservazioni astronomiche registrate dagli scienziati Maya nel corso di molti secoli. Questo fatto è certo perché siamo in possesso di quattro volumi, chiamati codici, scampati alla “follia” del vescovo; sono i codici di Dresda, Parigi, Madrid, dai nomi delle biblioteche dove sono conservati, e il codice Grollier. Questi codici, che sono di difficile interpretazione, sembrano dei manuali scritti pochi secoli prima dell’arrivo dei conquistadores e fanno riferimento a molte centinaia d’anni precedenti. Vi si trovano accuratissime registrazioni astronomiche associate a pagine di descrizioni di rituali e predizioni da trarre da eventi celesti. Il più studiato e capito è il codice di Dresda il cui contenuto riguarda la registrazione e la previsione delle eclissi e i cicli di Venere, Marte e Mercurio, anche con lo scopo di prevedere le congiunzioni planetarie. Il codice di Grollier contiene una ”Tavola di Venere” analoga a quella del codice di Dresda ma più semplice – forse un falso. Il codice di Madrid e quello di Parigi, invece, non sono ancora stati completamente capiti e contengono dei simboli strani, simili a quelli usati per la compilazione degli schematic dei circuiti elettronici …”. “ Poi si conoscono le civiltà andine pre-incaiche la cui presenza si fa risalire addirittura a più di diecimila anni prima di Cristo. Il culmine dello sviluppo delle civiltà preincaiche si consolida a Tihuanaco, in Perù, città sorta nelle vicinanze del lago Titicaca, che con la sua famosa e monumentale Porta del Sole, realizzata da un unico blocco 244 245 Ascoltando attentamente le ultime parole del Magli, o meglio leggendole tradotte in Inglese sopra l’ennesima diapositiva, Christian trasalì: quella foto dei codici di Madrid e Parigi mostrava dei simboli molto somiglianti a quelli da lui fotografati al livello –66! Senza pensarci troppo estrasse dalla tasca il suo cellulare e riesaminò le foto. Non c’era dubbio! Erano quasi identici, c’erano molte analogie tra le figure scolpite e quelle riportate su quelle specie di papiri o pergamene che si erano visti proiettati. Ormai era sicuro, doveva trovare qualcuno di fidato che fosse in grado di interpretare quei disegni. I tasselli di quello strano mosaico si erano improvvisamente come allineati a completare il quadro: … una memoria arcaica geneticamente tramandata che si svela nei Flash Back e nei Sogni, l’incubo ricorrente dell’esodo del popolo di Sfera, il pianeta rosso così minuziosamente riprodotto al JPL, le rovine di una fantomatica località inghiottita dall’oceano, ricoperte di simboli conosciuti dai Maya o a essi tramandati; e poi, perché custodite in una base militare? Qual era il canovaccio che poteva alla fine unire, o meglio, correlare tutte queste variabili? Forse la risposta si celava proprio nel significato di quei simboli... “… con le loro osservazioni, durate anche trentadue anni consecutivi, i Maya riuscivano a prevedere le fasi lunari nell’arco di 11.960 giorni con una precisione sconcertante”. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen di pietra e riportante iscrizioni di dubbia interpretazione, è accomunata con Teotihuacan in Messico; entrambe le città furono abbandonate senza motivo, comunemente considerate luoghi sacri dalle etnie dominanti. Allo stesso modo, a Tihuanaco, che è stata poco studiata, dovevano esserci delle importanti correlazioni astronomiche. Il bellicoso popolo degli Inca, nome derivato da come la tribù chiamava il loro capo, s’impose molto tardi su di un territorio dell’America sud-occidentale che oggi si estende dalla Colombia all’Argentina. La loro dimora più importante, Cusco, la città del Puma, era un vero e proprio osservatorio astronomico. Non la sola Cusco stessa, ritenuta l’ombelico del mondo, ma l’intero paesaggio era costruito rispettando i ritmi naturali attraverso allineamenti astrali e di stazioni solari e lunari. La più grande espressione, giunta a noi quasi intatta, della cultura Inca è la città di Machu Picchu, la Vecchia Montagna, in lingua Quechua. A Machu Picchu, ci s’interessava moltissimo d’astronomia come dimostra in primo luogo il suo Torreon, un vero e proprio osservatorio astronomico, con un altare centrale, costruito in modo molto preciso per osservare, attraverso le sue molte finestre, svariati allineamenti, albe e tramonti di astri e corpi celesti come la costellazione delle Pleiadi, quella dello Scorpione, del Sole al solstizio e all’equinozio eccetera. Infine, incontriamo la piana di NASCA, una grande regione semi desertica nella Pampa, nel sud del Perù. A Nasca, dall’omonimo popolo contemporaneo dei Moche esistito fra il secondo secolo a.C. e il sesto d.C., furono costruiti circa tredicimila chilometri di linee raffiguranti figure zoomorfe e rettilinee, o geoglifi, ed enormi figure geometriche, tutte accuratamente progettate e realizzate secondo un preciso schema che, forse, si deve ricercare nel desiderio di riprodurre in una valle la rappresentazione dell’aspetto della volta celeste, come si vedeva sopra Nasca, in quel ben determinato periodo. 246 247 … In conclusione: Ai nostri giorni, con gli studi archeoastronomici, analizzando le orientazioni stellari di antiche città e templi costruiti millenni prima, sapendo che l’aspetto della volta celeste cambia e si ripete nel corso dei millenni con la precessione (16), si riescono a collocare in uno spazio temporale preciso anche civiltà che non hanno lasciato documenti scritti, così come li conosciamo noi. La loro esistenza ci è stata tramandata, espressa nelle composizioni architettoniche, con il linguaggio delle stelle; infatti, se prima certe strane costruzioni e orientazioni erano incomprensibili, con l’avvento dei veloci calcolatori elettronici, si è capito che gli edifici erano orientati secondo quello che in quel ben determinato periodo o spazio temporale i costruttori vedevano sopra le loro teste. Sapendo poi che un periodo di rotazione dell’asse terrestre intorno all’eclittica dura 25.776 anni - venticinquemilasettecento-settantasei! - si può anche capire che le orientazioni e ciò che si vede sulla volta celeste in termini di forme e composizione delle costellazioni, di albe e tramonti di stelle o di pianeti, cambiano molto lentamente nel corso degli anni. Essendo la precessione un processo ciclico, se non si hanno altri dati, vi è ancora la possibilità che ci si sbagli vale a dire: un allineamento di una costruzione megalitica con le stelle è stato fatto nel primo, secondo o ennesimo ciclo di rotazione intorno all’eclittica andando a 16 Fenomeno dovuto alla libera rotazione dell’asse terrestre rispetto all’eclittica, o polo nord celeste. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen ritroso nel tempo rispetto al momento del ritrovamento? Così è tutto relativo e senza testimonianze non si può essere mai sicuri di niente, serve solo avere rispetto per quello che è stato e cercare di studiare e capire. Sicuramente, in certi casi, si dovrà riscrivere la storia poiché quella oggi riconosciuta è in molti casi il risultato di conclusioni affrettate o scelte politiche! … Grazie … spero di non avervi stancato troppo …”. professor Daniel Bloom della Goldsmiths University di Londra”. Il luminare italiano aveva messo a dura prova l’organizzazione di SETIcon per la traduzione di questo lunghissimo discorso, ma la combinazione delle diapositive con il testo era stata fatta talmente bene che, anche il Magli, strappò un lungo e fragoroso applauso. Marie applaudiva, ma la sua mente era confusa: stava per essere annunciata per la sua esposizione ma i pensieri erano altrove, ricordi piacevoli del passato erano riaffiorati all’improvviso, inaspettatamente. Non riusciva a pensare ad altro fino a che, appoggiandole delicatamente la mano sulla spalla destra con una leggera stretta, la dottoressa Tarter la fece ritornare in sé mentre si avviava verso il microfono per introdurre l’ultimo ospite. Marie, visibilmente emozionata, si fece avanti. Il pubblico la incoraggiò subito con un applauso, anche perché, oltre alla dottoressa Tarter, era l’unica esponente del gentil sesso a partecipare a quella conferenza. Tutti erano fermi nell’attesa che la professoressa Anderson iniziasse la sua esposizione, tutti tranne uno. Christian, non appena sentì pronunciare il nome di Marie, era stato assalito da un attacco di pelle d’oca su tutto il corpo. Oltre all’emozione suscitata istantaneamente dalla presenza di quella creatura, tanto amata e persa di vista da anni fino a quel preciso momento, si era materializzato un altro episodio del suo sogno. Facendosi strada a spintoni e gomitate fra il pubblico che intasava i corridoi, Chris si era precipitato non senza fatica proprio ai piedi del palco per rendersi conto se stava sognando o se era sveglio. Rimase lì per tutto il tempo restante, nascosto agli occhi di Marie dal bagliore delle luci della ribalta che, illuminandola dal basso verso l’alto, nascondevano sotto un cono d’ombra gli spettatori più vicini. “… E ora, cari amici, per finire con un enigma che vi lascerà con il fiato sospeso, voglio introdurre una squisita e appassionata etnologa ed archeologa australiana che ci illustrerà una sconcertante ricostruzione di come nascono i vari tipi di confessioni religiose; risalendo a ritroso nel tempo e poi fino ai giorni nostri per arrivare a ipotizzare l’esistenza di un’antica e tecnologica civiltà ormai estinta. È con enorme piacere che chiamo sul palco la professoressa Marie Sue Anderson dell’università di Melbourne, docente di Etnologia e Storiografia Religiosa, allieva del compianto 248 249 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XIX “ Partiamo col fare un breve inquadramento dello schema dell’evoluzione umana così com’è universalmente conosciuta … e … a ragione, messa in discussione dalla dimostrazione scientifica fatta poc’anzi dal professor Magli”. Una contenuta risata, seguita da un leggero brusio, si era levata e velocemente sopita tra il pubblico, come una piccola onda provocata dal decollo di un Airone dalle acque calme di uno stagno. Marie, a sua volta, si avvaleva di diapositive e slides per illustrare meglio il suo pensiero … “ Paleolitico Antico da 600.000 a 150.000 anni a.C.”. Piramidi, Geoglifi e città enigmatiche. 250 “ Non si hanno reperti archeologici certi, solo ossa, crani e mandibole. I manufatti litici – in pietra – e altri rozzi attrezzi dell’uomo preistorico, testimoniano che i loro artefici erano esseri dotati di vita spirituale, intesa come pensiero, e 251 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen creatori di civiltà (17); pur ammettendosi che la loro vita spirituale fosse ancora ai primi passi.”. “ Si ebbero migrazioni di cacciatori e sconvolgimenti climatici dovuti alla fine dell’era glaciale”. “ Paleolitico Medio da 150.000 a 60-40.000 anni a.C.”. “ Neolitico – da 7000-4000 a 3000-1800 anni a.C.”. “ Incontriamo l’uomo di Neanderthal che viveva in grotte o sotto rocce a strapiombo. Il Neanderthal cominciò a eseguire sepolture con elementi protettivi per il morto servendosi di recinti d’ossa di animali feroci come Orsi, Stambecchi o Bisonti. Il ritrovamento di armi e cibo nelle sepolture, fa pensare che già si credesse che il morto piombasse in una specie di sonno dal quale si sarebbe svegliato per vagare nel mondo dei trapassati. Inoltre se il morto era un personaggio temuto, veniva anche legato prima di essere seppellito o placato con ricche offerte”. “ Il neolitico è l’epoca della comparsa di forme di vita ed economie agricole: la coltivazione e l’allevamento. Si plasmarono delle forme d’ideologia religiosa legate alla fecondità della terra e degli animali”. “ Paleolitico superiore, da 60.000 a 10-8000 anni a.C.”. “ Questo periodo abbraccia il culmine e la fase di disgelo dell’ultima glaciazione. Qui s’incontra ancora una cultura di cacciatori con migliori armamenti, si notano le prime rudimentali scelte tecnologiche nella costruzione degli attrezzi. Compaiono i Neantropini – homo sapiens – e scompaiono misteriosamente i Neanderthal. Non cambiarono molto le usanze nelle sepolture, i cadaveri erano solamente più ricchi di ornamenti che erano di foggia più finemente lavorata”. “ Mesolitico – da 10-8000 a 6-3000 anni a.C.”. 17 Civiltà, intesa come il livello di cultura e di progresso materiale e spirituale raggiunto dall’umanità intera o da un popolo in particolare. 252 Christian la ascoltava e la rimirava, era veramente lei, riconosceva quei dolci tratti del viso, anche se un poco più paffutello; non aveva perso quella sua grande passione per la Storia e la Preistoria e lo stava dimostrando lì su quel palco. Mai avrebbe potuto immaginare di ritrovare la sua Marie in una situazione così strana. Rimanendo a bocca aperta, ammirato e interessato alla sua ricerca, Christian non poteva fare a meno di pensare incessantemente a una cosa: “… chissà se si è sposata, se ha avuto figli, se è felice …”. “… Per primi sono nati i riti propiziatori legati alla natura e alla fertilità umana o animale con l’adorazione di feticci quali: stelle, montagne o animali; poi con le religioni universalistiche, come l’Ebraismo, il Dio o Essere Supremo si rivela, entra in contatto diretto con l’uomo per tramite dei Fondatori o Profeti stringendo con loro un patto di alleanza. Affidandosi al patto stretto con la divinità, alla fine – nasce il concetto di Fede - le aspirazioni del Popolo e del Dio avrebbero alla fine trovato compimento. Con la nascita del concetto di Fede compaiono i Culti Millenaristici e si attua un passaggio graduale dalle Religioni Mito a quelle Logiche – da logos, fondate e organizzate. 253 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen I tempi sacri sono identificati con i calendari religiosi che sono racchiusi in una fenomenologia vastissima e varia di osservanza religiosa e di rituali che si ripresentano ciclicamente in: mesi, anni, decenni o addirittura cicli millenari. In tempi relativamente recenti e documentati – ultimi mille anni – si è diffuso il fenomeno dei nuovi movimenti profetico-salvitici. Questi movimenti si presentano sempre come il risultato di un insieme di reazioni, organizzate e guidate da un Profeta nativo, contro una situazione di disagio in cui viene a trovarsi una popolazione primitiva in seguito a un contatto improvviso e violento o diretto e prolungato con la civiltà dei Bianchi, da cui deriva una sottomissione psicologica. La quasi totalità di essi, all’inizio, si manifesta come reazione al processo acculturativo – inteso come assimilazione culturale inversa – messo in atto da parte di civiltà culturalmente e tecnologicamente più elaborate di quelle indigene, in una ricerca di libertà e salvezza dal loro giogo. Etnologicamente, quindi, nel loro insorgere, tali movimenti sono da classificarsi tra i fenomeni culturali che si sviluppano dal contatto diretto e prolungato di due gruppi umani socialmente organizzati, ma aventi differenti livelli di cultura. Prendendo ad esempio i culti della Melanesia, nella maggior parte dei casi, i nativi attendono come mezzo di salvezza un CARGO – battello, nave, aeroplano – guidato dai loro antenati e recante loro tutti i beni della civiltà dei bianchi. Questi si possono chiamare anche movimenti religiosi di libertà e di salvezza. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen A parte tutte le definizioni, alla base di questi fenomeni c’è, e c’è sempre stato, un vivace e incontenibile dinamismo: popoli che sembrano, da tempi remoti, ormai vincolati a modelli culturali simili a quelli dell’età della pietra, come in Oceania e in Africa, si risvegliano, mossi da aspirazioni sociali e culturali sfocianti in rivendicazioni di libertà e d’autonomia, accompagnate dalla nascita di vere e proprie correnti religiose nazionalistiche. Molti di questi culti traggono origine da movimenti rivoluzionari di ribellione al dominus, che si camuffano da movimenti religiosi. Nei quattro continenti europei - ex imperi coloniali - sono stati analizzati circa trecento movimenti profetico-salvitici a livello etnologico, dalle Ghost Dance Religions fra gli Indiani dell’America settentrionale ai Cargo Cult dell’Oceania fino ai Culti Sincretistici (18) del sud dell’America, Colombia e Perù, che hanno assimilato, per ragioni di sopravvivenza, l’imposizione cattolica da parte degli Spagnoli. I nativi dell’Oceania, in generale, di fronte alla prepotente e affascinante, ai loro occhi, civiltà dei bianchi, soffrono di un’inguaribile complesso d’inferiorità che cercano di superare integrando la loro cultura con quella degli invasori. Essi odiano i bianchi perché loro sfruttatori – compresi in molti casi anche i missionari – ma ricercano i beni della loro tecnologia. Nelle popolazioni native delle Americhe il contatto con il sovrumano avviene comunemente attraverso il sogno mistico. 18 Culti che tendono a fondere in un unico sistema dottrine religiose o filosofiche diverse – termine molto usato in storiografia religiosa. 254 255 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Il movimento profetico-salvitico nordamericano dei Delaware, ad esempio, detto Prophet Dance, che presenta chiare manifestazioni di sincretismo cristiano. La più famosa manifestazione di acculturazione degli Indiani delle praterie è stata la cosiddetta Ghost Dance o danza degli spiriti per rievocare gli antenati liberatori; essi, sospinti da speranze di liberazione e salvezza dai bianchi, rievocavano l’antica Danza del Sole che avrebbe anche fatto ritornare i Bisonti, fonte di vita e di sostentamento. elevato livello di civiltà, come quelle dei popoli dei Maya e degli Atzechi. Questo repentino avanzamento, il cui spazio temporale effettivo è difficile da quantificare se non attraverso la sola Archeoastronomia, potrebbe essere il risultato di un Sincretismo Arcaico con una civiltà più evoluta ormai estinta o andata in rovina. Ai giorni nostri, oltre alle grandi opere architettoniche, sono giunte testimonianze leggendarie tramandate oralmente che parlano dei Miti delle Origini. Secondo le leggende, questi popoli avrebbero subìto l’influsso di misteriosi immigranti arrivati dal nord-est, lungo la regione del fiume Pànuco e che prima del tempo in cui essi prosperarono ci furono altre ere in cui esistettero uomini scimmia o Tlaca-Ozomatin. Sia nelle leggende della creazione dei messicani, gli Atzechi, sia degli Incas in Perù, si parla di una grande distruzione, associata a un diluvio, cui seguì una rifondazione o rinascita per mezzo di un creatore: Quetzalcoàtl per gli uni e Wiracocha per gli altri. Compare poi il mito di un’Isola del Sole, che gli Incas identificavano con l’isola del lago Titicaca, dove avvenne l’Aurora o nuova rinascita … Con la conferenza di Berlino del 1885 le grandi potenze colonizzatrici europee si sono spartite il continente africano. Nascono anche qui grandi movimenti profetici che danno origine alle numerose Chiese Separatiste nere. Prima era difficile credere che vi potessero essere altre cause all’origine dei movimenti nativistici, o messianismi, se vogliamo usare delle definizioni più moderne. Dopo che la nostra scienza, l’Etnologia Religiosa, si è interessata di indagare intorno ai culti o riti dei movimenti profetico-salvitici delle popolazioni primitive – in altre parole prive di scrittura – o che l’hanno acquisita da poco tempo e che conservano una mentalità arcaica, siamo giunti a un punto in cui si può stilare un’ipotesi basata su inoppugnabili dati di fatto. Nei culti delle popolazioni del Messico antico e di tutta l’America centrale potrebbe essere successo qualcosa di simile già prima dell’avvento dei Conquistadores, in modo graduale, il cui inizio si è perso nel corso dei millenni a causa della mancanza di documenti scritti. A questo proposito, quantunque non siano da escludere assolutamente dei remoti contatti fra l’America e il vecchio mondo, soprattutto l’Asia, sembra che l’uomo americano arrivasse a creare da se la propria cultura e che essa, da un certo punto, fece un enorme miglioramento raggiungendo un Platone fa riferimento ad Atlantide, o Poseidonia, nei suoi dialoghi Timeo e Crizia. Nel Timeo, Platone scrive che suo zio Crizia narra di Atlantide. Crizia racconta che Solone, grande legislatore e 256 257 … e se i miti fossero la trasposizione romanzata di fatti realmente accaduti millenni prima? Il mito non è fantasia ma un racconto simbolico che contiene una verità; come quelli delle antiche civiltà greche ed egizie riguardo all’esistenza di Atlantide. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen suo antenato, aveva visitato l’Egitto nell’Ottocento a.C. e notò che gli Egizi erano eccessivamente evoluti per quel periodo. Così indusse un gruppo di sacerdoti di Sais a parlare del loro passato e uno di essi asserì che la Terra aveva subìto molte catastrofi dovute agli elementi naturali fuoco, acqua, terra, aria - e che proprio nel 9.600 a.C. ci fu una grande catastrofe dovuta all’acqua. Il sacerdote disse inoltre a Solone che oltre le colonne d’Ercole – identificate oggi con lo stretto di Gibilterra - esisteva un’isola, Atlantide, grande quanto la Libia e l’Asia messe insieme e che in quel periodo, 9.600 a.C. Atene già esisteva.(19) Platone nel Crizia continua il suo racconto su Atlantide affermando che fu fondata dal Dio del mare Poseidone. Egli scrive che, col passare del tempo, l’essenza divina degli atlantidi svanì per lasciare il posto a una parte sempre più umana e Atlantide sparì in un giorno e una notte. Oltre a Platone altri intellettuali menzionarono Atlantide, per esempio il filosofo neoplatonico Proco sosteneva che Cantore si era recato in Egitto e lì aveva visto delle colonne con scritta la leggenda di Atlantide; anche Aristotele e Plutarco parlano d’isole e continenti perduti, ma cosa resta oggi di Atlantide? bel mezzo dell’oceano Atlantico nei pressi dell’arcipelago delle odierne isole Azzorre. Era forse situata proprio lì la leggendaria Isola del Sole? Ora tracciamo una linea immaginaria che segue il percorso dei miti delle civiltà precolombiane e facciamola incrociare con quella dei miti dei popoli indoeuropei riguardo all’esistenza di un fantomatico continente degli Dei, o dei Giganti, la terra di Atlante, figlio di Zeus, che sosteneva sulle sue spalle l’intera volta celeste; da cui deriverebbe la conoscenza. Queste due vie s’incontrerebbero proprio nel Possiamo spingerci anche oltre. Proviamo a immaginare che veramente, in quella vasta area geografica, esistesse un altro continente che come sappiamo potrebbe essere benissimo scomparso poiché in quel punto vi è la divergenza delle tre maggiori placche tettoniche: quella americana, quella euro-asiatica e quella africana. Immaginiamo anche che là fosse insediata una civiltà evoluta. Le domande che sorgono spontanee sono due: da dove veniva e che evoluzione ebbe questa civiltà, e fino a che punto i miti arrivati fino a noi sono veramente distanti dalla realtà; ma, soprattutto, di quanti millenni dovremmo spostare indietro la lancetta dell’orologio della Storia?”. Mentre Marie ringraziava il pubblico inchinandosi, l’ovazione salì dalla sala come un turbine di tempesta. Christian, anche se un poco distratto dalle immagini dei ricordi che riaffioravano nella sua mente, come i fiori del deserto dopo la siccità e l’arrivo del monsone, aveva ben capito l’interrogativo lanciato dall’amica archeologa. “ Ecco! …”, si diceva tra sé, “ ho trovato la persona con cui confidarmi, e che potrebbe conoscere qualcuno che sia in grado di interpretare i simboli in mio possesso …”. Il sacerdote intendeva per Libia una zona grande quanto tutto il nord dell’Africa e per Asia una zona vasta quanto il Medio Oriente. Zanather era anche ansioso di farsi riconoscere e di riabbracciarla, di sentirsi raccontare la sua storia iniziando dal loro distacco, da quel giorno all’aeroporto di Heathrow; dentro di se, forse, nutriva anche una velata speranza, la 258 259 19 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen stessa che lo aveva fatto rimanere solo per tanti anni nell’involontaria attesa di un suo eventuale ritorno. e gli altri ricercatori del SETI che si stavano ripetutamente scambiando i complimenti. Solo quando stette per andare a sbattere contro le poltroncine vuote della prima fila della platea, Christian si girò e si diresse deciso verso l’ingresso dell’Hotel. Marie stava lì, impettita ma immobile, mentre la Tarter e tutto lo staff degli organizzatori di SETIcon, insieme agli altri studiosi intervenuti, si stavano dirigendo verso di lei per il saluto finale al pubblico. Nell’attimo in cui le due donne si abbracciarono, lo sguardo di Marie Sue si posò su Christian che, timidamente, la stava salutando dal bordo del palco. Lei rimase a bocca aperta, aveva sentito bene prima, in una frazione di secondo pensò “… non è cambiato per niente, no … però … ha un aspetto più maturo e attraente …”; lo contraccambiò con un cenno di saluto e un’espressione di sorpresa e di compiacimento le illuminò il viso. Non appena il rito dei saluti fu terminato, Marie si diresse verso il bordo del palco, dove c’era sempre Christian, si accovacciò, gli prese le mani fra le sue e disse trasalita: “… Chris ! … ma sei veramente tu? …” “… Sì Marie, sono io, come stai ? … complimenti per la tua ricerca …”. “ Oh, lascia stare ora, ma che ci fai qui? …” “ Marie … ecco … è una lunga storia …” “… Chris, ascolta, ora devo andare, sono attesa dagli organizzatori della conferenza, tu aspettami qui fuori, nella hall dell’Hotel, avremo modo di raccontarci tutto … ciao”. Così dicendo lasciò le sue mani e si allontanò, Christian fece in tempo a ricambiare il saluto e a rendersi conto che il suo battito cardiaco aveva superato di molto la soglia aerobica. Lentamente s’incamminò verso l’uscita, dapprima con qualche passo all’indietro mentre continuava a guardare Marie intrattenersi sul palcoscenico con la dottoressa Tarter 260 261 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XX L’abbraccio fra Marie e Christian fu lungo e affettuoso, tutte le persone che sostavano nel grande spazio dell’ingresso dello Hyatt Regency Hotel non potevano evitare di osservarli. Uscirono nel giardino e si sedettero in pace su di una panchina e, coccolati dalle luci delle lampade notturne e dal fresco della sera, si misero a chiacchierare dei vecchi tempi e fra un ricordo e l’altro … “ Non posso crederci, Marie, sei ancora bellissima e il tuo discorso è stato interessantissimo, mi sono ricordato subito di quanto tu fossi appassionata nei tuoi studi …”. “ Che dolce sei, grazie per i tanti complimenti! E tu? Racconta, come sei capitato qui al SETIcon? Quale sarebbe la lunga storia che intendevi prima?”. “ Ti ricordi quale ramo di studi avevo intrapreso, fisica nucleare. Dovevo assistere al collaudo di un mini-reattore e sono stato invitato da alcuni scienziati a visitare un centro di ricerca della NASA a Los Angeles e lì mi hanno parlato di questa conferenza.”. 262 263 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Ok, ma in Inghilterra ci sarà pure una signora Zanather che ti sta aspettando …” nel rispetto … ma … dimmi tu ora… possibile che nessuno ti abbia ancora portata all’altare?…”. “ No Marie, conosci la mia timidezza, purtroppo non ho incontrato l’anima gemella e mi sono chiuso nello studio e nel lavoro, poi ormai devo pensare ai miei genitori anziani, per stare con loro dovrò anche diminuire gli impegni lavorativi; molte volte i miei migliori compagni di viaggio sono i ricordi, specialmente quelli belli, come i momenti spensierati passati con te …”. “... Cavoli, che vita piena hai! Grazie per la comprensione legata al passato e le belle cose che pensi di me! Sei rimasto una persona squisita, dolcissima. Intravedo in te grande maturità e buona volontà, è bello, molto bello! Hai tante passioni da coltivare e una grande intelligenza. Io mi sono sposata, sì, poi ci siamo separati, incompatibilità di carattere, ho un bimbo di otto anni, Julian, la luce dei miei occhi; dopo il divorzio, anzi prima per la verità, quando è mancato mio padre, mi sono trasferita a Melbourne nella sua casa, in un sobborgo fuori città, Greensborough, è un bel posto, assomiglia molto all’Inghilterra”. “ Se mi permetti, Chris, avverto un velo di tristezza nelle tue parole, mi dispiace! Spero che cercherai sempre di essere ottimista perché purtroppo la vita, come avrai costatato, riserva anche cose spiacevoli. Non sono tutte rose e fiori! Ti prego, evita di idealizzarmi perché non sono perfetta, ma ti ringrazio per avermi messa tra i tuoi migliori compagni di viaggio, anche se penso di non meritarmelo. Sono molto dispiaciuta per il distacco che c’è stato nel passato, credo che il destino ci abbia messo lo zampino, ma è bello ritornare di nuovo a essere buoni amici, no? Dimmi, che fai nella vita? Hai ancora la passione per il Rugby? Sei sempre un mito in Chimica? Che vergogna! Io facevo proprio schifo! Non mi era mai piaciuta! Raccontami ancora di te, sempre che ti faccia piacere ... “. “ Marie, posso dirti una cosa? Non voglio che tu ti senta in colpa … il passato è passato; stai tranquilla! Forse non sarò l’uomo più felice del mondo ma non è senz’altro colpa tua … Sì, ogni tanto mi capita di dare qualche ripetizione ai ragazzi del Lions Club, dove alleno una squadra giovanile; mi fanno impazzire ma lo sport che praticano li tempra nel carattere e 264 Due lunghe lacrime rigarono velocemente le guance della donna; erano più lacrime di felicità al pensiero del figlioletto lontano che di rammarico per il matrimonio fallito. Christian stringendole le mani fra le sue le sussurrò delicatamente: “ Mi dispiace tantissimo ... Marie …” Poi lei, dopo essersi asciugata il viso con un clinex, continuò: “ Ultimamente vivo un poco isolata dal resto del mondo anche perché sia l’insegnamento che fare la mamma a tempo pieno sono attività che consumano tutte le mie risorse fisiche. Il mio piccolo è tutta la mia ricchezza e lo amo tantissimo, anche se con lui ci vuole una grossa dose di santa pazienza e molta forza di volontà; vedi che non sono così brava come pensavi? …”. 265 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Scherzi? E non sei forse stata brava a fare un figlio che cresci da sola con tanto amore e impegno? Io penso che sia la cosa più difficile, oggi, altro che chimica o fisica nucleare! Hai fatto la scelta più giusta e naturale per una donna, quella di procreare; tutto il resto c’è tempo per farlo ancora. Io rimpiango molto il fatto di avere perso il treno della vita e di non avere dei figli. Se trovo il tempo, oppure lo occupo, a fare tante cose è perché ho sicuramente meno pensieri di te. Vedrai che tra qualche anno, quando Julian sarà indipendente - che oggi i giovani lo diventano molto prima di quanto capitasse a noi - potrai vivere una seconda giovinezza in cui ti potrai dedicare a tempo pieno alle tue passioni …”. Potremmo forse trovare un compagno che ci assomigli, ma non esiste un nostro clone. Le diversità di veduta o altro in una coppia ci sono sempre. Tutto sta ad avere l’amore per l’altro, che molto spesso viene a mancare per egoismo o per abitudini ereditate dalla famiglia, lo spirito di sacrificio, la forza di volontà per aiutarsi, assecondarsi e camminare insieme. Molte volte, nella coppia, uno ama meno dell’altro e finisce sempre col voler compiacere se stesso e mandare al diavolo il proprio compagno con le sue esigenze. Le parole che sono dette il giorno del matrimonio, rimangono solo parole ... parole al vento. Spesso sono gli uomini che abbandonano le donne in lacrime col cuore spezzato, ma ora si stanno rivalendo. L’unica ragione di vita sono i figli, almeno quando sono piccoli, nella speranza che da grandi abbiano assorbito dei buoni valori e principi. Ti ricordi com’ero scontrosa? C’era un motivo! Mamma mi teneva quasi fossi una cosa di sua proprietà. Mi controllava in tutto! Sapessi quante litigate … il tempo perduto … la gioventù sfuggita... A queste cose ora sorrido, ma prima era tutto un trauma per me; specialmente quando ho dovuto allontanarmi da mio padre per volere di un Giudice e andare a vivere con mia madre e il suo compagno, a Sidney.”. “ Quanto sei dolce! Come dici tu, aver voluto un bambino, è stata la cosa più naturale e di primaria importanza. Lo desideravo per amore. Ho atteso del tempo prima di decidermi a sposarmi. Ricordi che non avevo grande fretta di farlo? A dire il vero, nulla è stato come avrei desiderato sai? I sogni giovanili... tutte cavolate! Vedevo il mondo attraverso un filtro che me l’ha distorto, lo pensavo bello da vivere e da scoprire, invece era diverso: bugiardo, meschino, ipocrita, vergognoso e chi più ne ha, più ne metta. Ne sono rimasta parecchio delusa e ferita! Ci ho messo molto a metabolizzare la cosa. Purtroppo l’ho dovuto fare da sola perché ero diversa - di mentalità. Ho sofferto tanto, e ancora, come te, sto male. Forse in modo diverso ma ci facciamo buona compagnia! Ti capisco molto quando parli di amore per i figli oppure ancora, di anima gemella. Mi sento di dirti, anche se è un pensiero personale, che l’anima gemella non esiste, vive solamente nel nostro mondo immaginario. 266 Marie a quel punto stava per ripetere il racconto dello spavento preso quella lontana notte quando il patrigno s’infilò nel suo letto, ma desistette; quella situazione le suscitava sempre un grande dolore. “ Dulcis in fundo, quella belva è anche riuscita a combinare l’incontro con l’uomo che, per qualche anno, è stato mio 267 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen marito, il padre di Julian; dopo di lui non ho più avuto altre storie.”. “ OK Marie, penso proprio che mi fionderò alla reception … non vedo l’ora che arrivi domattina, buonanotte”. Christian in quel momento, come in passato, dal cambiamento di tono della sua voce e dal leggero rossore che era comparso sulle sue guance, aveva intuito qualcosa ma per pudore e rispetto non disse niente e lasciò che si sfogasse senza interromperla; quello sbotto di Marie fu talmente intenso e liberatorio, quasi fosse stato sopito per anni, che non si sentì di aggiungere altro. I due si guardarono per un lungo attimo negli occhi e poi si lasciarono andare a un altro grosso abbraccio. Si alzarono e si scambiarono tre baci sulle guance, abbracciandosi ancora. Christian si diresse verso l’ingresso dell’Hotel mentre Marie verso la sua stanza. Entrambi stavano provando qualcosa l’uno per l’altra ma non osavano ancora lasciarsi andare, non erano più dei ragazzini; i sentimenti e il rispetto reciproci erano più forti dell’attrazione fisica. “ Marie, mi piacerebbe visitare la città di San Francisco con te, ti andrebbe di accompagnarmi domani?” “ Volentieri Chris, lo sai che a me è sempre piaciuto camminare; io pernotterò proprio qui al Regency, ci possiamo trovare qui, tu dove sei alloggiato?”. In quel momento Christian si rese conto di non avere ancora pensato a prendere una stanza: prima il professor Magli e poi la sorpresa di ritrovare Marie lo avevano un poco frastornato. Si schiaffeggiò la fronte con la mano sinistra e disse: “ La stanza … è vero … non ho ancora fatto il check-in …”. “ Non temere Chris, qui al Regency Hotel non ci sono problemi d’orario e poi non è una località prettamente turistica e, anche se è estate, c’è sempre qualche stanza libera … almeno così mi ha detto qualche ora fa la mia ospite … la dottoressa Tarter …”. 268 La Skyline caratteristica con la Transamerica Pyramid, sulla destra, guardandola dall’oceano pacifico, un miscuglio variopinto e sempre nuovo di nazionalità, gusti e abitudini; anche se oggi San Francisco non è più la città dei figli dei fiori, una cosa è ancora ed è sempre stata: la più bella città degli Stati Uniti. Ha un centro, si distende magnificamente su una penisola circondata dall’acqua: a ovest l’oceano Pacifico, a est la baia di San Francisco. E’ la città più europea e colta d’America e anche la più spregiudicata e moderna. The City, dicono gli abitanti, come se ci fosse solamente questa, la più splendida città degli States. Basta salire su uno dei suoi tanti grattacieli come il Coit Tower o la Telegraph Hill - collina del telegrafo - per rendersi conto delle sue strade disposte a scacchiera sopra le alture: quarantatré colline in tutto. San Francisco è una città atipica, è una zona commerciale e insieme residenziale. Il profilo delle colline, inoltre, rende ondulata la scacchiera, dandole forme sorprendenti. La vista si perderebbe in una confusione di linee verticali e orizzontali se la città fosse disposta in piano, invece così ne resta avvolta e affascinata. Anche la sua gente è come la città, sembra un crogiolo di etnie che però vivono in quartieri separati, quasi isolate. La 269 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen prima immediata impressione è che la popolazione sia per un terzo di origine europea, un terzo asiatica e un terzo nera o meticcia. Osservando più attentamente si nota tuttavia che gli italiani hanno il loro quartiere, così come gli irlandesi, che cinesi e giapponesi vivono rigidamente separati, che gli immigrati messicani formano una comunità ben distinta dai discendenti degli schiavi africani. Come tutte le grandi metropoli, anche San Francisco conosce tensioni etniche e conflitti razziali, e crogiolo è appunto solo una metafora. Solo poche persone si muovono agevolmente tra i diversi strati sociali, a volte capita che ci siano anche matrimoni misti, ma la norma è “ uno accanto all’altro”, non “ l’uno assieme all’altro”. Insomma, sopportazione piuttosto che integrazione. Anche qui non si sfugge alla gerarchia su cui si basa la società americana: in cima gli wasp, i protestanti bianchi anglosassoni, in fondo i neri di lingua ispanica senza passaporto americano; forse oggi si nota meno dopo l’elezione di un presidente democratico afro-americano. Comunque i quartieri hanno mantenuto le loro caratteristiche come Chinatown o Dai Fao, il quartiere cinese incuneato fra le tre colline di Telegraph Hill, Russian Hill e Nob Hill. La Piccola Italia delle tre “p” - pasta, pizza e pistole - a North Beach dove le catene dei Fast Food non riescono ancora a soppiantare le tradizionali Trattorie in stile napoletano, con i locali a luce rossa di Broadway e l’indimenticabile eroe del baseball Joe Di Maggio. Il quartiere ispanico SoMa South of Market Street e infine Haight-Ashbury a est del Golden Gate Park, l’ex quartiere Hippie. Un tassista alquanto loquace e cordiale disse ai due improvvisati turisti: “Un bel giro per La City è incompleto se non si visita l’isola di Alcatraz”; il temuto penitenziario che sorge su di un’isola in mezzo alla baia, ora chiuso, è meta di turisti in cerca di forti emozioni. Molti altri sono i posti famosi ed emozionanti che non si possono dimenticare: La Cliff House, il tradizionale ristorante fuori città sopra le onde spumeggianti del Pacifico dove gli americani amano prendere l’aperitivo serale o del tramonto, il Sundowner. Poi, situato all’estremità ovest di San Francisco, il Point Lobos. La Coit Tower, una torre costruita in onore dei vigili del fuoco, affrescata all’interno con scene di miseria e di lotta politica, ha la forma di una colonna a linee scanalate e ricorda vagamente una colonnina antincendio. Il Fisherman’s Wharf, l’antico molo dove oggi i turisti sono agganciati da miriadi di negozianti, con la Ghirardelli Square, con un’ottantina fra negozi e ristoranti, la Cannery – edificio di mattoni rossi una volta fabbrica di conserve di Del Monte – anch’essa trasformata in galleria commerciale; l’Anchorage con l’imponente monumento a forma di ancora, la Channel Island e la colonia di Leoni Marini, il sommergibile Pampanito e il veliero Balclutha e altre sei navi museo ormeggiate al molo di Hyde Street. Il Golden Gate Bridge, il ponte più bello del mondo, è il simbolo della città, con il suo caratteristico colore arancione, le sue due imponenti torri di oltre duecento metri d’altezza, diecimila tonnellate d’acciaio e gli undici chilometri di lunghezza. Lombard Street, la famosa strada tutta curve dove si filmano gli inseguimenti più spettacolari, che può essere percorsa solo in discesa tanto è ripida e per di più lastricata in pavé. La Old Mission Dolores, l’edificio più antico della città; una delle ventuno chiese californiane erette dai Padres cattolici spagnoli che distano una giornata di cavallo l’una dall’altra. L’esterno è bianco con due campanili, l’interno è tutto ornato di dipinti indiani con colori naturali, specie il soffitto, mentre le statue sacre e l’altare sono di origine messicana. 270 271 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen La Transamerica Pyramid, il grattacielo a punta a prova di terremoto; alta duecentosessanta metri, uno dei simboli della città, anche se non molto amata dagli abitanti, è una vera sfida per gli alpinisti urbani che nonostante i divieti cercano ripetutamente di scalarla. Non si può dire di avere visitato San Francisco se non si è saliti su uno dei Cable Car Barn, unici al mondo, i tram trainati da un cavo sotterraneo, i cui conduttori sono chiamati Gripmen poiché per far muovere la vettura, devono azionare una pinza - il grip - che aggancia il cavo di traino. sotterraneo alla base di Groom Lake … non dovrei parlartene, ma di te mi posso fidare …”. “ Quali strane incisioni Chris?” - Chiese Marie più che mai incuriosita dal suo racconto surreale. Ci fu un lungo attimo di silenzio mentre Christian estraeva dalla tasca il suo cellulare per mostrarle le immagini catturate quella famosa notte al livello 66. “ Ecco, queste immagini …” Marie e Christian si divertirono un sacco a gironzolare per San Francisco, rivivevano scenari di molti famosi film visti in gioventù e girati sulle ripide strade delle sue spettacolari colline e facevano a gara a chi ne riconosceva di più. Finalmente, verso le nove di sera, dopo avere spedito le cartoline con le viste più famose di San Francisco alle rispettive famiglie e agli amici, come avevano promesso, si fermarono al Fisherman’s Wharf per cenare in uno dei tanti ristoranti della Ghirardelli Square. Mentre erano seduti uno di fronte all’altro, aspettando il servizio, Christian trovò modo di raccontare del suo strano sogno e delle esperienze avute al JPL di Pasadena prima e alla base di Groom Lake poi. Zanather passò il suo apparecchio nelle mani di Marie che le scorse velocemente. “ Christian, ma questi assomigliano moltissimo ai simboli che si trovano sul codice di Parigi conosciuto anche come Codex Peresianus, uno dei codici più antichi mai ritrovati nel continente americano, ne ha parlato anche il professor Magli al SETIcon”. “ E’ vero Marie, pensavo che tu, con le tue competenze, magari, potessi riuscire a interpretarne il senso.” “ Sai Marie non lo dico perché voglio attirare la tua attenzione, ma quel sogno … è stato così reale che mi sembrava un insieme di ricordi, di episodi già vissuti, proprio come spiegava il Dott. Conchev al SETIcon. Poi, quelle strane incisioni sulle rovine immagazzinate nel “ Purtroppo Chris io personalmente no. Ci sono stati molti studiosi che si sono scervellati per decenni sopra quei codici e sono riusciti a decifrarli solo parzialmente … Ricordo un americano, che scrisse un libro sul codice di Parigi, un certo Bruce Love; mi sembra che fosse arrivato alla conclusione che si trattasse di una specie di manuale astronomico che i sacerdoti Maya utilizzavano per interpretare i segni celesti. Se non mi sbaglio, fu stampato all’Università di Austin, in Texas, e s’intitolava - The Paris Codex: Handbook for a Maya Priest.”. 272 273 “ E’ sconvolgente Chris, sembra che tu sia arrivato a trovare una risposta fantascientifica agli interrogativi che mi sono posta per anni …”; disse Marie con aria scettica. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Marie, sei un’inesauribile fonte di conoscenza … pensi che ci sia modo di mettersi in contatto con questa persona?” “ Sei proprio fortunato Chris, perché credo che sia uno dei presidi di facoltà della vicina San Francisco State University”. La San Francisco State University, uno dei tanti atenei della City, è dislocata un po’ per tutta la metropoli con le sue moltissime specializzazioni e sedi distaccate ma la facoltà di Humanities del dottor Love è ubicata a pochi isolati dalla Ghirardelli Square. Chris e Marie trovarono facilmente modo di informarsi al momento di pagare il conto alla cassa del ristorante; la loro prossima meta si trovava all’835 di Market Street. Usciti dal Fisherman’s Wharf, trovarono facilmente una sistemazione per la notte in un Youth Hostel. Finite le pratiche del check-in, dove avevano chiacchierato a lungo del più e del meno con il simpatico gestore dell’ostello, un ispanico americano di nome Enrique, si salutarono e si diressero alle rispettive camerate come due compagni di scuola che si trovano in gita d’istruzione. San Francisco 274 275 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XXI “… Buongiorno Marie … quel letto a castello mi ha spezzato la schiena … non era scomodo ma piccolo … “. “ Ciao Chris, io ho dormito benissimo, facciamo colazione?”. “ Sì Marie, volentieri … sono proprio affamato.”. Dopo una sostanziosa colazione americana si avviarono alla volta di una delle succursali della SFU, dove avrebbero cercato di parlare con il professor Love. Quella mattina nella facoltà universitaria vi era nell’aria un clima d’eccitazione, probabilmente perché erano i primi giorni di lezione dopo le vacanze estive. Marie e Christian incontravano studenti di tutte le etnie, com’era tipico della popolazione di San Francisco. Era bello poter pensare che in luoghi come quello si erano definitivamente superate le barriere culturali che un tempo dividevano i popoli della Terra. Sicuramente tutti i problemi non sono ancora sanati se si pensa alle condizioni di vita in alcuni dei rispettivi paesi d’origine. Qui, come in altri 276 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen luoghi, si può vedere realizzarsi la tanto ricercata speranza nelle nuove generazioni. L’aula del professor Love, alle 10:30 del mattino, si era appena svuotata. In basso, alla base dell’auditorio, si poteva scorgere la grande cattedra dietro la quale vi era un enorme pannello bianco dove venivano di solito proiettati filmati e slides. Un omino dalla bianca e diradata capigliatura e dalla carnagione molto chiara era seduto all’enorme scrivania, incurvato su un grosso libro antico. Era intento a esaminarlo con una grossa lente d’ingrandimento in una mano, mentre si accarezzava il pizzetto argentato con l’altra, con un fare molto interessato. “ Professor Love?”, gridò Marie Sue dall’alto dell’aula, mentre con Christian si accingeva a scendere la ripida scalinata che li avrebbe portati fino al cospetto dell’anziano docente. “ Si? … chi è che mi cerca?” Il professor Love alzò lo sguardo verso di loro e li squadrò mentre si avvicinavano, aggiustandosi gli occhialini sul naso; si era accorto subito che non erano suoi studenti: non avevano un abbigliamento troppo succinto, vezzo dei giovani del terzo millennio, e avevano un aspetto rassicurante. “ Buongiorno professor Love”, disse Marie stringendogli la mano. 277 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Lei non ci conosce, io mi chiamo Marie Sue Anderson e sono un’Etnologa dell’Università di Melbourne mentre questo è Christian Zanather di Londra.”. “ Christian, il mio amico qui, si è imbattuto casualmente in una strana sequenza di codici che assomigliano moltissimo a quelli del codice di Parigi e volevamo mostrarglieli per vedere se per lei potevano avere un senso … Chris!”. Christian, anche lui, si allungò a stringere la mano di Love che nel frattempo si era alzato in segno d’accoglienza. Marie fece cenno al suo compagno affinché mostrasse al professore le fotografie digitali … “ Piacere professore … Zanather”. Christian decise di lasciar parlare Marie, che sembrava avere un certo ascendente verso il professore che, probabilmente, l’aveva già sentita nominare per i suoi studi sulle religioni delle antiche civiltà mesoamericane. “ È uno scherzo?” disse Love apparentemente seccato e continuò: “ Sono proprio simboli molto simili a quelli del Codex Peresianus ma molti non li conosco, sono nuovi, almeno per la mia conoscenza attuale … e non ne capisco il contenuto …”. “ Il piacere è mio signori, ma per quale motivo vi siete disturbati per venirmi a trovare da così lontano?”, disse Love con la sua voce stridula e un poco rauca, a causa del suo vizio di fumare i sigari. Allora Marie cominciò: “ Vuole dire, professore, che sono codici indecifrabili?”, intervenne subito Christian con tono di delusione. “ Professore, ci siamo permessi di venirla a cercare perché lei è l’autore del libro: The Paris Codex - Handbook for a Maya Priest … non è vero?” “ Sì, certo, lo scrissi quasi vent’anni fa, nel 1994, ma fu uno studio molto specifico che portò solamente a una decodificazione parziale del codice … un lavoro immane che però non è più interessato a nessuno.”. “ Bhè professore, se siamo qui, è perché abbiamo bisogno di un suo aiuto o di un suo semplice parere”. “ No, solamente che non ne capisco il senso, io sono solo un umanista, questo sembra lo stralcio di un manuale d’ingegneria elettronica e fisica nucleare: parla di campi energetici, di stelle imprigionate e di creatori di stelle, qualcosa su un’inesauribile fonte energetica … Ma il tutto è molto confuso, mancano dei pezzi. Poi qui, in quest’altra immagine, vi è come l’inizio della descrizione di un viaggio mitologico fatto con dei battelli volanti …”. Chris e Marie si guardarono sbigottiti mentre Love continuava a esaminare le immagini sul display. “ Se posso esservi utile … molto volentieri … di che si tratta?”. “ … dove avete scattato queste fotografie? E’ possibile che ci sia dell’altro materiale da esaminare … dove poter trovare altri particolari! …”. 278 279 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Christian, nella descrizione delle poche informazioni decifrate dal professor Love, aveva riconosciuto in qualche modo la tecnologia del plasma di fusione termonucleare che da molto tempo si stava cercando di perfezionare e improvvisamente gli sorse il dubbio che, forse, le intuizioni che avevano portato a fare i primi pionieristici esperimenti sui Tokamak, circa cinquant’anni prima, non erano tutte derivate dagli studi teorici sulla possibilità di realizzazione della Fusione Termonucleare... I due compagni d’avventura si fermarono ancora per qualche minuto a ringraziare e a salutare il professore e poi s’incamminarono verso l’uscita dell’aula risalendo i gradini dell’erto auditorio. “ Professore …” disse con molta calma Christian, interrompendo Marie Sue che stava per cominciare il racconto che lui stesso le aveva fatto il giorno prima. “ Hai ragione Christian, anche a me sembra che tutti i fatti, compresi i sogni e le coincidenze, siano legati da una sequenza logica di correlazioni ma … mancano le prove … e anche se si riuscisse a trovarle … a cosa ci porterà tutto questo?”. “… tutto quello che possiamo dire, è che, probabilmente, sono state prese in un sito archeologico molto antico che però è stato tenuto nascosto fino ad oggi poiché altrimenti si sarebbero dovuti riscrivere tutti i libri di storia esistenti”. “… capisco, ne ho vissuti molti di casi simili ma … ragazzi, ormai sono troppo vecchio, troppo stanco e anche troppo solo per ritornare a combattere certe battaglie contro i mulini a vento … quindi vi ringrazio per la fiducia che avete voluto accordarmi e vi auguro un grosso in bocca al lupo per le vostre ricerche.”. “ Marie, hai sentito? … sembra che il cerchio si sia chiuso, tutto combacia come in un mosaico che improvvisamente si riesce a completare con l’ultimo tassello che si era perso fra le macerie di antiche mura andate in rovina.”. “ Bhè Marie, almeno tu avresti la prova che le tue teorie hanno un senso ed io avrò la spiegazione che quel mio sogno surreale non è il solo frutto della fantasia o di una suggestione ma che è come una specie d’illuminazione venuta dal passato …”. “ Non lo so Chris, siamo così piccoli in questa città, in questo stato, in questo mondo, e abbiamo già così tanti problemi … io con il mio Julian e tu con i tuoi genitori …”. Probabilmente Love, dall’alto della sua esperienza, aveva già sentito puzza di guai ma il suo augurio era sincero, era veramente stanco di inseguire ideali che immancabilmente si dimostravano essere solamente degli specchi per le allodole di questo o quell’altro uomo politico in cerca di gloria o semplicemente di una “comoda” poltrona. “ Già, chissà, magari ne uscirà un bello spunto per una storia che forse spronerà qualcuno ad andare più a fondo nella scoperta della verità …”. 280 281 Discutendo, mentre s’incamminavano per la strada alla ricerca di un taxi, e ricordando ognuno i propri familiari, si fermarono in un Internet Cafè per fare una telefonata ai rispettivi cari: Marie era impaziente di risentire il suo “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen adorato Julian mentre Christian voleva assolutamente sapere come stava Evelyn tramite sua cugina Monica. “ Signor Zanather, ben ritrovato …” disse Johnson stringendo la mano di Christian. Christian era ancora al telefono in una delle piccole cabine trasparenti, ricevendo fortunatamente buone notizie, quando, guardando oltre la vetrina del negozio che dava sul grande marciapiede, vide una persona dall’aria misteriosa che lo stava osservando. La marea di gente scorreva dietro la figura in penombra di quell’uomo che stava lì, con le mani in tasca nel suo completo chiaro estivo e sotto un cappello bianco a larghe tese, e guardava proprio lui. A quel punto Chris guardò verso Marie nella cabina accanto, che stava ancora parlando con suo figlio o, probabilmente, con la signora Palmieri oppure con l’amica Debby; stava ridendo e la gioia le sprizzava da ogni poro della pelle. I due si scambiarono un piccolo saluto scherzoso con le mani e un sorriso. A quel punto, vedendo che quell’uomo era sempre là, fermo e impassibile, Christian capì che quell’insistenza era un chiaro segno che stava aspettando proprio lui. Allora finalmente si decise, salutò con mille ringraziamenti e raccomandazioni la cugina, attaccò la cornetta, uscì dalla cabina e dopo avere pagato alla cassa il corrispettivo per la telefonata, uscì sul marciapiede per incontrare il misterioso figuro. Lo stato d’animo di Chris, in pochi istanti, era passato da una situazione d’ansia e irrequietezza, pensando a chissà quali conseguenze lo attendevano per la sua marachella, a una profonda rilassatezza e tranquillità quando scorse di nuovo l’amichevole strizzatina d’occhio che Johnson gli fece contemporaneamente alla stretta di mano. Appena l’uomo mosse qualche passo verso di lui Chris, immediatamente, riconobbe l’andatura barcollante e le gambe inarcate del signor Johnson, il capo squadra degli inservienti del livello –66, incontrato nel bunker della base di Goom Lake. Marie non aveva potuto fare a meno di osservare la scena e, qualche secondo dopo, non appena ebbe chiuso la comunicazione con l’Australia, si affrettò a raggiungere Christian. 282 “ Salve …” rispose Christian e, balbettando, farfugliò: “ ma … ma … come …”. Johnson lo interruppe mentre Marie stava cercando di capire, anche lei in ansia, cosa stesse succedendo. “… Si sta forse chiedendo come mai sono qui e come ho fatto a ritrovarla? … “ “ Già!”, rispose Christian perplesso e sorpreso. “ Bhè, non vi ho mai perso di vista da quando avete lasciato la base di Groom Lake … ma non mi sono mai fatto notare …”. “ Zanather … “, continuò, “ … ho bisogno di parlarle in un posto tranquillo, o meglio di parlarvi … per informarvi di certe situazioni …”. “Ah … sì, mi scusi Johnson …” rispose angosciato, riprendendosi, Christian che si era accorto solo in quell’istante della presenza di Marie Sue accanto a loro. “… questa è la professoressa Anderson, Marie, una mia cara amica …”. 283 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Intervenne allora Marie salutando l’uomo con aria sospettosa: “… Salve, forse potremmo trovare una saletta tranquilla nell’ostello, dove abbiamo dormito stanotte …”. “… per me va benissimo!”, rispose Johnson e i tre si avviarono verso il vicino albergo. Marie e Christian si presero per mano e si guardarono increduli, mentre il fantomatico Johnson li seguiva paziente, e sembrava che si stessero chiedendo: “ ma quale sarà la vera identità di quell’uomo, celata dietro la maschera dell’inserviente di colore?”; Lo avrebbero saputo nel giro di pochi minuti. La saletta adibita alla lettura dell’ostello era illuminata da una luce fioca, proveniente dalle veneziane socchiuse. Johnson, Christian e Marie Sue, erano seduti intorno ad un tavolino rotondo, al cui centro era posto un vassoio d’acciaio inossidabile con una grossa brocca di vetro riempita con acqua fresca e tre bicchieri, che Enrique aveva gentilmente preparato per loro. Il falso inserviente cominciò allora il suo racconto, preceduto da una breve presentazione: “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Sono stato su tutte le serie di sommergibili prodotti fino al 2005. Gli ultimi prodotti, dallo SSN 751 in poi, noti anche come 688i, appartengono a una nuova serie migliorata della classe Los Angeles: questi sono dotati di un nuovo rivestimento che li rende più silenziosi, incorporano sistemi di combattimento più avanzati, sono configurati per operazioni sotto-ghiaccio, sono equipaggiati con timoni di profondità sulla prua invece che sulla torretta e montano un sistema per il rilascio di mine e tubi di lancio verticali Vertical Launch System, VLS, studiati per l’impiego dei missili Tomahawk. La marina statunitense ora sta ritirando i vecchi sottomarini classe Los Angeles con sistemi di lancio non verticali sostituendoli con i più moderni della classe Virginia. Per farla breve, nel corso degli anni mi sono così appassionato di quelle stupende macchine che mi sono messo a studiarne la storia e tutti i loro impieghi, dalla prima guerra mondiale in poi …”. I due amici, presi di sorpresa dal tipo d’argomento con cui Johnson aveva iniziato il suo discorso, erano lì, seduti, tenendosi sempre mano nella mano, ascoltando il racconto del sessantacinquenne di colore in religioso silenzio. Erano molto curiosi e ansiosi di scoprire dove voleva andare a parare. “ Mi chiamo Isaac Johnson, Guardiamarina dell’US Navy in congedo. Sin dal 1976 sono stato imbarcato sui sottomarini d’attacco classe Los Angeles; sono i sommergibili nucleari più diffusi fra tutti quelli prodotti. Oggigiorno rappresentano il grosso delle forze d’attacco sottomarine. La classe LA è anche comunemente nota come classe 688, dal codice di classificazione del primo esemplare, SSN-688. 284 285 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XXII “… un bel giorno ho incominciato ad interessarmi della storia dei leggendari sottomarini tedeschi: gli U-Boot oppure U-Boat per dirlo all’inglese. Il termine U-Boot è un’abbreviazione della parola “tedesca” Unterseeboot, letteralmente battello sottomarino. Gli obiettivi principali delle campagne degli U-Boot in entrambi i conflitti mondiali furono i convogli che portavano rifornimenti dagli Stati Uniti in Europa. Durante la seconda guerra mondiale, gli attacchi degli UBoot furono la componente principale della Battaglia dell’Atlantico, che durò fino al termine del conflitto. Durante le prime fasi della guerra e subito dopo l’ingresso degli Stati Uniti nelle ostilità, questi sottomarini furono molto efficaci nella distruzione dei mercantili alleati. Per tutta la durata della preparazione del grande conflitto bellico, durante tutti gli anni trenta, quei capolavori d’ingegneria meccanica scorrazzavano indisturbati per tutto l’oceano Atlantico e il Mare del Nord, impegnati in missioni di pattugliamento, d’esercitazione e di ricerca. Dal 1943 in poi, quando la Germania nazista cominciava ad essere a corto di materie prime e soprattutto di fonti energetiche, furono impiegati in svariate missioni segrete; come quella del famoso U-234 che era un sommergibile 286 287 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen della Kriegsmarine, la marina germanica, appartenente alla classe Tipo X, la cui ultima missione è stata quella di consegnare Uranio e molti progetti d’armi avanzate dei nazisti, al Giappone. Il sommergibile U-234 si arrese il 15 maggio 1945 alla nave da guerra statunitense USS Sutton, che lo condusse al porto di Portsmouth nel New Hampshire. Quello che stupì di più gli scienziati militari non fu solamente il carico di Uranio e l’elevato livello tecnologico raggiunto dall’industria bellica germanica, ma l’origine di tutta quella conoscenza, il cui segreto era custodito in un enorme archivio crittografato contenuto in tre grandi casse d’acciaio. fantomatica razza ariana di uomini perfetti e intelligenti che, inizialmente, si pensava fossero gli eredi biologici di un popolo di lingua indo-europea proveniente dal nord. Dai documenti segreti decifrati si scoprì che in realtà Hitler aveva impegnato numerose risorse economiche, militari e accademiche nella ricerca del fantomatico continente perduto di Atlantide. Alla fine, i suoi segugi, erano riusciti a trovare i resti e a scoprire i segreti di tale antica civiltà nel profondo degli abissi dell’oceano Atlantico, nei pressi dell’arcipelago delle isole Azzorre. Con l’operazione Atlantis-Bestimmungsort, tradotta in Atlantis Destination, fu portata a termine un’enorme impresa di archeologia sottomarina, impensabile per quei tempi, nella quale furono impiegati anche dei mini-sottomarini, molto simili agli odierni batiscafi, provenienti da cantieri navali italiani, che erano all’avanguardia nel settore in quel periodo storico. Per realizzare l’impresa furono sacrificati decine di palombari, probabilmente prelevando prigionieri dai lager. Enormi sforzi erano stati compiuti per decifrare, replicare e applicare tutte le conoscenze e le tecnologie rinvenute e i risultati stavano cominciando a venire; ma oramai era troppo tardi, gli alleati avevano decifrato da qualche tempo il Codice Enigma. Le comunicazioni dei collaudi dei primi prototipi di armi segrete erano puntualmente intercettate e i test spesso erano sabotati dai servizi segreti britannici …”. Il crittogramma utilizzato per scrivere l’intero know how tecnologico destinato ai Giapponesi era una versione molto avanzata del già conosciuto Codice Enigma la cui chiave, molto fortunosamente, era già stata trovata una decina di giorni prima, dopo l’affondamento e l’ispezione di un altro sottomarino, l’U-534, che colò a picco a nord-est di Anholt, in Danimarca; infatti, era stato utilizzato un cifrario quasi perfetto. Il cifrario perfetto è, per definizione, un algoritmo in grado di occultare il testo in chiaro escludendo ogni tipo di attacco di cripto analisi, ne segue che un testo codificato con un cifrario perfetto non può essere letto in nessun modo se non si è in possesso della chiave unica per decifrarlo. Ricordiamo che quello fu proprio un grosso colpo di fortuna che aprì agli alleati le porte dello scrigno dei veri segreti di Hitler. “… Allora quei reperti custoditi alla base sotterranea di Groom Lake non sono stati recuperati di recente …”. Disse Christian, e Johnson continuò: Era già noto che, secondo la dottrina nazista, il popolo della Nuova Germania si tacciava di essere discendente da una 288 289 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “…, Infatti, anche le fotografie dei ritrovamenti che ha visto allegate alle carte nautiche satellitari sono solo ricostruzioni, dei fotomontaggi fatti con dei potenti computer. I luoghi sono in parte quelli indicati, ma le operazioni di recupero con mezzi dell’US Navy e i reperti che si vedono issare a bordo sono solamente delle messe in scena molto realistiche. Probabilmente furono confezionate per non insospettire gli scienziati impegnati a completare gli studi finali sui reperti archeologici il cui scopo è di capire da dove provenisse effettivamente quel popolo dalla tecnologia molto raffinata, oggi diremmo avanzata. Tutti gli scritti, i reperti litici, i codici e svariati manufatti furono rinvenuti e recuperati sia nel carico dei sommergibili sia su navi naziste in fuga verso il Giappone poco prima della resa della Germania Hitleriana verso la prima metà del 1945”. Fu intercettato da un Kattegat-B24 della RAF mentre stava navigando in superficie assieme ad altri tre U-Boot e fu affondato; quasi tutto l’equipaggio si salvò, ci furono solo tre morti. Anche il comandate, un certo Herbert Nollau, fu tra i superstiti. “... signor Johnson ... lei come ha fatto ad arrivare alla base di Groom Lake?“. Chiese Christian, che non aveva ancora capito perché Johnson lo avesse seguito e raggiunto per raccontargli tutta quella storia. “ Nella mia veste di storico della tecnologia dei sommergibili, durante alcune ricerche che stavo conducendo nell’archivio del Warship Preservation Trust Museum, che sorge presso la città inglese di Birkenhead, ho saputo della misteriosa storia dell’U-534. Il 5 maggio 1945, per motivi sconosciuti, il capitano dell’U534 ignorò l’ordine di arrendersi, dato a tutti i sottomarini dall’Ammiraglio Doenitz, comandante supremo della Kriegsmarine, e invece fece rotta per la Norvegia. 290 Ufficialmente il recupero del sottomarino avvenne nel 1986 quando fu ritrovato, dopo quarantuno anni, dal danese Aage Jensen, un cacciatore di relitti, soprannominato DynamiteAage. Al suo interno furono ritrovati tre siluri T11 sperimentali, particolari per il loro rivoluzionario sistema direzionale acustico. Questo rese plausibile la teoria per cui ci fu il rifiuto della resa: un estremo tentativo di proteggere un prezioso segreto militare. Dai documenti di archivio ritrovati ho scoperto invece che il comandante dell’U-534, unica persona, probabilmente insieme al Führer, ad essere a conoscenza del vero segreto del sommergibile, fu lungamente interrogato e trattato con il siero della verità. Nollau si tolse la vita nel 1968, senza aver rivelato, almeno ufficialmente, il motivo del rifiuto di obbedire all’ordine di resa. La verità è che l’ispezione e lo svuotamento del relitto furono eseguiti quasi immediatamente dagli uomini della nostra marina militare e più precisamente dall’equipaggio del sommergibile Bullhead (20), sotto la guida del comandante Edward R. Holt, che, in gran segreto, stava seguendo da vicino il convoglio di sommergibili nazisti, ancora prima che questi ricevessero l’ordine di resa”. 20 Tre mesi dopo, il 6 agosto 1945, impegnato nel mare di Java in una missione contro la marina giapponese, il sommergibile Bullhead subì la stessa fine dell’U-534 e il suo comandante perì nell’azione. 291 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Nella pancia del sottomarino fu recuperata una cifratrice a flusso, ultima derivata dalla relativamente semplice cifratrice Lorenz SZ42, che utilizzava già un sistema OTP One Time Pad. In questo tipo di cifratura la sequenza chiave deve avere almeno la stessa lunghezza del testo in chiaro, e deve essere generata in maniera casuale. Questo rende il sistema molto oneroso da mettere in pratica, e di conseguenza l’OTP non è largamente usato nemmeno ai giorni nostri, tranne che per applicazioni d’importanza critica; con la chiave unica custodita nell’OTP si riuscì a decodificare l’intero archivio, contenuto nelle tre casse d’acciaio, che in seguito era stato recuperato con la cattura dell’U-234.”. “ Signor Johnson …”, interruppe allora Marie Sue che aveva il battito del cuore a mille. “ Poi, seguendo le tracce del carico dell’U-234 negli archivi dei magazzini militari, codificato con la sigla 1945-ENI234U, ho scoperto che alla fine era stato portato nel NTS presso il sito di Groom Lake, insieme a tutti gli altri ritrovamenti. Essendo in pensione, conoscendo molte personalità influenti e fingendomi in difficoltà economiche, sono riuscito a farmi reintegrare nei reparti di sussistenza della base fino a farmi trasferire nel luogo dove i reperti erano custoditi e continuamente esaminati”. “… se non altro per rendersi conto delle motivazioni per le quali una simile civiltà non abbia voluto imporsi su tutte le altre che, a quei tempi, erano presumibilmente molto primitive e arretrate quando essa prosperava sulla Terra …”. “ Quando vi ho visto in quel magazzino che stavate armeggiando intorno ai reperti e alla falsa documentazione ho sospettato che foste un appassionato di misteri come me, ma non essendone sicuro mi sono ben guardato dall’espormi … Dopo essermi informato sul suo conto, sono venuto di persona a spiegarle tutta la situazione, a dirle che ormai la storia è vecchia, che starci dietro è probabilmente una perdita di tempo e …”. 292 “ E’ vero che probabilmente tutti i segreti tecnologici sono ormai stati svelati e impiegati, ahimè, troppo per scopi militari e commerciali invece che solamente per il bene comune; ma la gente deve sapere! È sicuramente un atto di estremo egoismo non divulgare una simile notizia, che è patrimonio di tutta l’umanità, qualunque sia l’origine o la provenienza di quell’antica civiltà!”. “ Certamente …” continuò Christian, anche se la storia di quell’uomo non lo convinceva troppo. Christian si stava facendo portavoce dei principi fondanti della comunità di Katlatan che aveva sentito pronunciare nel suo sogno rivelatore, ma se ne guardava bene di raccontarlo al suo interlocutore; per lo meno per non essere preso per pazzo. “… e quindi avere gli strumenti per fare le giuste scelte di fronte alle imposizioni o alle velleità delle nostre classi dirigenti riguardo a questa continua e utopistica aspirazione di volere controllare e dominare gli equilibri naturali …”. Marie, che era d’accordo conoscendo la fonte delle sue argomentazioni e avendo lavorato per anni alla ricerca dell’origine dei miti, annuiva appoggiando la sua mano destra sulla spalla sinistra di Chris. 293 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “… Signori …” replicò allora Johnson. Allora, soddisfatto, Johnson si alzò per accomiatarsi. “… i vostri principi sono encomiabili, io non conosco le vostre intenzioni riguardo all’utilizzo di tutte le informazioni di cui siete venuti a conoscenza, ma volevo solo avvertirvi che probabilmente ci sono ancora molti interessi in gioco e che, come lei ben sà professor Zanather, sono ancora sottoposti a un protocollo di non divulgazione”. “… Vi auguro un grosso in bocca al lupo per la continuazione della vostra … avventura”, disse infine ponendo l’accento sull’ultima parola con un tono quasi sarcastico e strinse la mano a entrambi. Johnson gli aveva ricordato in modo molto elegante il documento da lui firmato di fronte al comandante della Nellis Base. Il gelo scese nella stanza e seguirono parecchi secondi di silenzio, poi fu ancora Marie a intervenire per aiutare Christian a dipanare la matassa. “… Il nostro interesse è puramente accademico! Noi vorremmo redigere solamente un resoconto di un’esplorazione fatta direttamente sui luoghi interessati. In questo manifesto, dopo avere seguito i miti che si riferiscono alla fantomatica civiltà di Atlantide, si sosterrà la tesi secondo cui i suoi abitanti furono costretti a un esodo forzato verso gli altri continenti vicini a causa di una gigantesca calamità naturale che causò l’inabissamento della loro terra; e che probabilmente furono gli ispiratori o addirittura i fondatori di tutte le successive grandi civiltà sviluppatesi in ogni angolo del pianeta”. Christian, raccogliendo il testimone tesogli da Marie continuò: Marie e Christian rimasero un attimo perplessi mentre osservavano Johnson allontanarsi e allora decisero di osservarlo dall’alto della finestra della saletta, attraverso le fessure delle persiane, mentre usciva dall’ingresso dell’ostello. Il Guardiamarina in congedo salì su di una grossa macchina scura su cui si trovavano altre due persone che lo stavano aspettando. Quando la macchina partì, i due amici si guardarono attoniti perché non potevano sapere chi fossero e cosa Johnson avrebbe riferito agli altri due uomini. Intanto sulla macchina, l’uomo che stava seduto a fianco del posto di guida chiese all’ex militare. “ Allora Johnson? … l’hanno bevuta?” “ Non saprei, penso di sì … ma non c’è pericolo, sono solamente degli studiosi, appassionati e idealisti, paragonabili a degli ecologisti sognatori, in cerca della loro verità …”. “… Li hai messi in guardia?” “ Vogliamo, infatti, partire al più presto alla volta delle isole Azzorre, per un lungo soggiorno di esplorazioni, di studio e di vacanza …”. “ Sì! … e penso che abbiano capito, comunque non sanno niente riguardo ai preparativi della missione S4D&K”. 294 295 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ Bene, l’importante è che l’opinione pubblica non sia messa a conoscenza degli enormi capitali che si stanno investendo fino a che non si sarà sicuri dell’ottenimento dei risultati; la gente non capirebbe … con l’enorme crisi economica globale che c’è in corso …”. “ Sì, sono d’accordo con te … hai aperto il vaso di Pandora … ma ora non puoi vedere cosa contiene … come ti senti?” I due, e forse anche Johnson, erano degli agenti della CIA, Central Intelligence Agency, i servizi segreti statunitensi, incaricati di proteggere e rendere segrete tutte le operazioni di ricerca e di preparazione condotte per attuare la missione S4D&K, Sacrifice for Discovery and Knowledge. La missione, che era in corso di studio e preparazione da alcuni lustri presso i laboratori del JPL, consisteva nell’invio di una spedizione sul pianeta Marte di astronauti votati presumibilmente al sacrificio; infatti, le probabilità di ritorno rimanevano molto basse. Questi audaci avranno il compito di cercare le prove dell’esistenza delle rampe di lancio delle navi spaziali con cui gli Atlantidi sarebbero partiti, millenni addietro, per colonizzare la Terra; questo diceva la traduzione di alcuni codici rinvenuti dai palombari nazisti. Il fine ufficiale sarebbe stato quello ma presumibilmente, lo scopo reale era la ricerca di altre conoscenze tecnologiche abbandonate e rimaste dimenticate e nascoste sul pianeta rosso. “ Bhè, l’ho vissuta come un’ennesima conferma, e mi sento come un peso sullo stomaco di cui vorrei liberarmi raccontando tutto al mondo intero …”. “ Christian, vedrai che troveremo il modo … ma … parlavi sul serio riguardo al fatto di andare alle isole Azzorre?”. “ Lì per lì era solo un diversivo, ma ora vorrei proprio andarci con te, so che ti sarebbe molto utile per completare i tuoi studi e che ti farebbe piacere ed io … ho tanto di quel tempo da recuperare … e starti vicino … non voglio più fermarmi a vederti partire e perdere un’altra occasione …”. A quel punto Marie capì la sua dichiarazione e che i sentimenti di Christian nei suoi confronti non erano cambiati in tutti quegli anni, nonostante tutto, e che, finalmente, poteva fidarsi e ricominciare a vivere. I due si avvicinarono, si abbracciarono e si lasciarono andare a un lungo bacio appassionato … “ Christian … ti ha convinto la storia di Johnson?” Chiese Marie un poco impaurita. “ Era molto ben costruita, ma a un certo punto ha cambiato tono … quasi a volerci ammonire consigliandoci di non andare troppo oltre …”. 296 297 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XXIII Cifratrice Lorenz Cifratrice “Enigma” Prima di imbarcarsi per il lungo viaggio verso le isole Azzorre, Marie volle per forza di cose passare a salutare la sua ormai grande amica, la dottoressa Jill Tarter. Dopo essere stati al Little Bubble Coin Wash, al 1535 di Grant Avenue, per lavare i rispettivi vestiti e rifare i bagagli, partirono di nuovo alla volta di Palo Alto. Lei e Christian furono accolti come due nipoti amatissimi e invitati a rimanere a cena e a pernottare in una delle tre stanze della spaziosa townhouse appartenente alla famosa astronoma. La prestigiosa casa si trova al 4211 di Rickey’s Way; in bicicletta, da li, si arriva facilmente fino all’Università di Stanford e alle sedi della Hewlett Packard e di Google, le più famose aziende della Silicon Valley. L’atmosfera, per tutto il tempo, fu molto familiare e spassosa, la dottoressa non finiva più di raccontare aneddoti ed episodi accaduti durante i tanti anni passati alla NASA e poi al SETI. U-Boot 534 “ Allora vi piace la mia apple-pie ragazzi?” disse la Tarter portando in tavola il caffè. 298 299 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “ E’ squisita, mi deve passare la ricetta, il mio Julian ne sarebbe entusiasta, è anche meglio di quelle che prepara la nostra signora Palmieri”. Christian annuì guardandola, con gli occhi quasi lucidi di lacrime di felicità … ma non pianse, era troppo contento. “ Buonissima …” sentenziò anche Christian che stava letteralmente divorando la sua grande porzione di torta di mele. “ Sono contenta, questa volta mi è venuta proprio bene …”. “… Marie, non mi aspettavo di ritrovarti in compagnia, lo giuro, ma ti vedo molto più felice e raggiante di quando eri appena arrivata qua a Palo Alto”. “ Eh dottoressa, ero anche non poco agitata e in apprensione per il grande appuntamento che mi attendeva; al confronto le platee dell’Università di Melbourne, di solito semi deserte, non erano proprio niente. Da quando ho ritrovato Chris, mi sento tranquilla, rilassata e ringiovanita di almeno una quindicina d’anni e ho ripreso molta più fiducia in me stessa, sì … è proprio così …”. “ Grazie Marie!”… disse subito lui, che le stava sempre seduto accanto sul divano del soggiorno, dandole un bacio sulla guancia destra. Poi continuò lei. “ Eravamo molto affiatati ai tempi dell’Università, a Londra; erano bei tempi, spensierati, ed entrambi eravamo pieni di entusiasmo con tanti progetti e sogni nel cassetto. Poi, il destino ci ha diviso ma, penso valga per entrambi, ognuno teneva custodito l’altro nel profondo del suo cuore …”. 300 “ Cara Marie, è proprio vero sai? Quello che il destino divide spesso è lo stesso destino che fa riunire … quando meno ce lo aspettiamo … se i sentimenti sono sempre stati veri e sinceri”. Disse dall’alto della sua esperienza la padrona di casa. Intanto, dopo avere sorseggiato il buon caffè fatto con una moka italiana, uscirono al fresco a sedersi sul retro della villetta dove la bella veranda, avvolta in un tripudio verde di rami rampicanti di edera, dava sulla grande piscina comune del complesso residenziale. “ Sà dottoressa … che mi sarebbe piaciuto moltissimo partecipare a tutti i progetti di ricerca e di sperimentazione di cui lei è stata corresponsabile o coordinatrice quando era alla NASA? C’è stato un momento che avrei voluto affrontare la carriera aerospaziale ma quando mi sono deciso, era ormai troppo tardi …”. “ Caro Christian …” rispose la Tarter. “ Anche tu …. Marie, chiamatemi pure Jill, ve ne prego ! Gli studi e le sperimentazioni accademiche sono molto interessanti e permettono di valorizzare le proprie passioni e aspirazioni, ma arrivano anche i momenti in cui ci si accorge di essere sfruttati per fini a volte tutt’altro che aderenti ai propri ideali.”. “ E’ vero Jill, capita anche nel nostro campo …”. “ Sì Christian, lo credo, ma non ci si può fare niente e bisogna adattarsi, sperando che il frutto del nostro lavoro sia 301 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen impiegato più per scopi benefici e umanitari che per fini speculativi e militari … … purtroppo i finanziamenti è solamente da lì che possono arrivare perché spesso gli scienziati di talento provengono da classi sociali indigenti. Dovendo cercare di uscire dal ghetto, educati al sacrificio e all’impegno, affinano l’ingegno che, quando è supportato da sani ideali, li porta a fare grandi cose; come dice la famosa massima (21). Poi, una volta arruolati da qualche grande azienda o dalle strutture governative, sono messi in produzione e sfruttati fino all’esaurimento …”. Questo materiale è a base di Silicio e Ferro con piccole percentuali di Arsenico, Germanio, Gallio, Piombo, Selenio, Platino, Antimonio, Cadmio e Tellurio come elementi droganti e ha delle fantastiche proprietà fotovoltaiche e fotoelettriche; pensate che è in grado di rivelare persino le piccole correnti elettriche di contatto che sviluppano i neuroni delle nostre terminazioni nervose. Questo cristallo risolverebbe definitivamente i problemi di resa e di surriscaldamento dei pannelli solari fotovoltaici che trasformerebbero in energia pulita anche quella portata dai raggi cosmici, che bombardano costantemente la nostra atmosfera e pure il semplice calore atmosferico. Piccoli quantitativi sono impiegati per la costruzione di complicati e preziosissimi strumenti com’è stato fatto per alcune parti del rivelatore del telescopio per lo studio delle radiazioni infrarosse, lo Spitzer. E’ stato rinvenuto in scarsissimi quantitativi, pochi chilogrammi, arrivato probabilmente sulla Terra trasportato da meteoriti; in passato i cristalli erano custoditi come delle reliquie dai popoli che ne erano venuti in possesso, che si erano accorti delle loro strane proprietà magiche, proprio come il Ben-Ben e le enigmatiche pietre rosa di Stonehenge di cui tu, Marie hai parlato nei tuoi saggi sulla rivista SOPHIA. La probabilità che questo cristallo sia di origine marziana è così elevata che il consiglio delle ricerche statunitense sta spingendo per finanziare una missione di esplorazione del pianeta rosso per costatare se esistono dei giacimenti naturali; almeno questa è la versione ufficiale … …”. “… a un certo punto ci si accorge di lavorare per degli obiettivi diversi da quelli che si prefiggevano inizialmente questi pseudo mecenati della ricerca tecnologica … come il caso del WWL-SC “. La dottoressa, presa da un naturale sfogo dell’anima dopo anni di frustrazioni e di rospi ingoiati, stava per rivelare ai suoi ospiti lo scopo finale del progetto di esplorazione di Marte della NASA, che Christian conosceva, anche se non negli intimi particolari e sicuramente nemmeno il suo fine ultimo. “… dalla casuale o misteriosa scoperta dei semi conduttori, i materiali compositi a base di Silicio, che ha dato il via all’era dell’elettronica in cui ci troviamo oggi, il Wide Wave Lenght Semi Conductor (22) è l’unico cristallo rinvenuto di cui si conosce la composizione chimica e la struttura cristallina ma che non si è ancora riusciti a duplicare. 21 Le necessità aguzzano l’ingegno: frase attribuita spesso a Platone che traduce anche il detto che ogni invenzione è figlia della necessità. 22 Semi conduttore a lunghezza d’onda allargata: traduzione letterale. 302 Subito, Marie e Christian, guardandosi e intendendosi solamente con lo sguardo e senza bisogno di altre parole, associarono le proprietà di quel materiale all’immagine del sogno, condiviso dai due ormai nei minimi particolari, in cui 303 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen una strana console, una specie di bioscanner, era usata dai tecnici di Sfera per inviare le istruzioni ai circuiti di comando dei sistemi di comunicazione. Intanto la Tarter si era accorta della loro aria stupefatta, non volendo insistere con quello sfogo liberatorio, rimase in attesa di un’eventuale replica. intraprendere dei seri programmi per il controllo delle malattie infettive, delle nascite e dello sfruttamento del territorio naturale … che, purtroppo, sta inesorabilmente scomparendo”. “ Jill … “, chiese allora Marie, riuscendo a vincere il grande rispetto che provava verso la dottoressa, dandole del tu. “… qual è stato il momento della tua carriera che ti ha dato maggiori soddisfazioni’? …”. “ Bhè … Marie, anche se i progetti fatti alla NASA gettarono le basi per l’istituto SETI, così come lo conosciamo oggi, là c’erano troppi interessi governativi e militari, con un elevato stress e ansia da risultato. Devo dire che l’attività che mi ha dato e mi dà tuttora più soddisfazione è quella d’insegnamento e di propaganda per la proliferazione della conoscenza scientifica; unica vera fonte di ricchezza, che può rendere i popoli indipendenti e in pace tra di loro …”. “Infatti! ... “ …” commentò Christian, ”… come sostenne già tra gli anni cinquanta e sessanta il presidente Eisenhower durante l’iniziativa Atom for Peace, l’indipendenza energetica delle nazioni, anche di quelle più povere, è l’unica via per eliminare dal mondo tutte le guerre e le speculazioni finanziarie che sono a tutt’oggi in atto per il controllo e lo sfruttamento delle materie prime …”. “… Sì Christian e l’unico modo per dare attuazione a un così rivoluzionario progetto è di educare e rendere finalmente tutti uguali i popoli, in modo che si possano anche 304 Quella frase finale, che giunse al culmine di una serata che sarebbe rimasta indimenticabile nei loro cuori, fece a entrambi pensare ancora al sogno di Christian ed era come se rilevasse il ripetersi, a distanza di millenni, di una storia che era già avvenuta … ma su di un altro pianeta i cui abitanti, in fuga dalle conseguenze dei loro errori, avevano trasportato il germe della loro follia egoista anche su questa nostra Terra. C’era un altro motivo per il quale quella sera sarebbe rimasta per sempre indelebile nei loro ricordi: Marie e Christian avrebbero dormito insieme per la prima volta dopo anni di solitudine e di assenza d’amore. Era ormai mezzanotte, i due innamorati giacevano abbracciati nel grande comodo letto della stanza degli ospiti assaporando ogni singolo istante di quella prima notte passata insieme uno accanto all’altro e, da quel momento, sarebbero stati indivisibili. Marie, che aveva la testa appoggiata sul petto del suo Christian, gli fece una domanda cui lui fu molto felice e orgoglioso di rispondere. “… Perché non mi hai più cercato e non ti sei più fatto sentire? Io ho pensato che non t’interessassi più e che tu l’avessi a morte con me … ho resistito tre anni alle insistenze di mia madre e poi ho ceduto …”. 305 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “… Mia dolce Marie, ho voluto rispettare la tua decisione e non crearti problemi con la mia insistenza … provare un sentimento d’amore per qualcuno vuol dire lasciare che l’altro sia libero … anche libero di fare le sue scelte … “. considerare tutti gli aspetti di un problema. Se devo applicare un’analisi basandomi sulla conoscenza globale della materia mi sento di dire che sarebbe comunque uno spreco di lavoro e di risorse umane, e anche di tempo; anche pensando alle scelte finali che hanno fatto i fantomatici sferiani, che quel materiale lo sapevano preparare!”. Marie si sollevò, si girò verso Christian scostandosi i capelli dal viso e gli diede un grosso bacio, stringendosi forte a lui. Poi parlarono a lungo, di Julian, dei genitori di Christian e dei loro nipotini e di suo fratello, di come passavano le loro giornate dopo il lavoro, di vecchi tempi; non sarebbe bastata un’intera vita ma ora quelle cose le avrebbero ancora potute fare insieme. “… Cosa pensi di quel cristallo, quel materiale di cui ci ha parlato Jill?… Io ho pensato, forse già suggestionata dal racconto del tuo sogno, che non sia arrivato sulla Terra con dei meteoriti ma piuttosto che può esserci stato portato proprio da una civiltà evoluta …”. “… Sì Marie, forse è proprio la quadratura completa della storia. Ora probabilmente, non riuscendo a riprodurre il materiale pur conoscendone perfettamente la composizione, la NASA è alla ricerca del metodo di sintesi, il procedimento utilizzato per la sua produzione su larga scala, e pensa di trovarlo proprio su Marte dove gli sferiani, nel sogno, hanno costruito le basi di partenza per arrivare qua; probabilmente conoscono anche le coordinate esatte dove ammartare”. “… Chris, pensi che sia un bene oppure un male?” “… Chiunque potrebbe affermare che trovare un materiale che può fare produrre energia pulita con una resa migliore sia sempre e comunque un bene, ma io sono stato abituato a 306 “… Spiegami Christian, sono anch’io ignorante in materia, lo sai … “. “… Spesso la gente è mantenuta ignorante volutamente per motivi commerciali e quindi non fartene un cruccio Marie … ma è semplice: La soluzione delle fonti energetiche alternative, fotovoltaica e termica, è una panacea rispetto ai ritmi consumistici e autodistruttivi della nostra civiltà … ma non solo. Quelle alternative sono energie degradate che derivano tutte e sempre dalla trasformazione a livelli entropici (23) inferiori dell’energia solare che è al livello più elevato del nostro sistema planetario; tutta la vita sulla terra dipende dalle onde elettromagnetiche che arrivano dal Sole, che è una stella in cui avvengono reazioni di Fusione Termonucleare”. “… Dammi una semplice spiegazione di cosa sia il diverso livello entropico dell’energia …”. “… Dipende dallo stato di agitazione delle particelle atomiche, definito come Temperatura: se hai cento litri di 23 L’Entropia è una misura del caos molecolare. Più è elevato il livello energetico, e quindi la velocità di movimento delle particelle, più è elevata l’Entropia e il livello di disordine. Passando ad esempio dallo stato liquido a quello di vapore un elemento assorbe energia, aumenta il disordine delle molecole o atomi che lo compongono e aumenta quindi la sua Entropia. 307 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen olio in un grosso bidone alla temperatura di sessanta gradi centigradi e vuoi far bollire mezzo litro di acqua, contenuta in un piccolo pentolino, facendo galleggiare il contenitore nell’olio non riuscirai mai a farle raggiungere i cento gradi, avrai tantissima energia rispetto a quella che ti servirebbe, ma riusciresti solo a fare evaporare lentamente l’acqua”. combustione del Carbone e di tutti gli altri combustibili fossili”. “… La quantità di calore, sotto forma di radiazioni ultraviolette e di luce visibile, che dal Sole arriva sul nostro pianeta, è sempre la stessa ed è quella che stabilisce i delicati equilibri naturali della sottile atmosfera terrestre; la vita sulla terra si può sviluppare in un ristretto e delicato intervallo di temperature, tra i cinque ed i quarantacinque gradi centigradi. Così non solamente la continua e sempre maggiore produzione di Anidride Carbonica, che provoca l’effetto serra, potrà causare sconvolgimenti climatici! Anche un elevato sfruttamento dell’energia solare per produrre lavoro, sottraendola al riscaldamento degli strati bassi dell’atmosfera, del suolo e degli oceani, potrà provocare enormi sconvolgimenti negli equilibri energetici naturali, come per esempio un’era glaciale indotta artificialmente; non dimentichiamoci che in soli poco più di cento anni abbiamo modificato il clima del pianeta consumando quasi totalmente i giacimenti di combustibili fossili, formatisi in milioni di anni di trasformazioni biochimiche e geologiche”. “… Già, il problema lo conosciamo bene ma la soluzione è semplicissima. Le conseguenze di un incidente o di un guasto sono sempre proporzionali alle dimensioni di una centrale. Fino a oggi si sono fatte grandi centrali sempre e solamente perché grosse società vogliono fare immensi guadagni vendendo enormi quantità di energia creando quindi dei monopoli energetici. Così, anche se la frequenza degli incidenti e dei guasti ha raggiunto oggi livelli bassissimi, se nel malaugurato caso se ne verificasse uno, l’area interessata dal possibile inquinamento radioattivo e i tempi di risoluzione dei problemi sarebbero proporzionati alla massa di combustibile installata. La miniaturizzazione degli impianti, con piccole produzioni localizzate sarebbe statisticamente la soluzione ottimale; basse frequenze di guasto e piccole dimensioni degli impianti significano facile contenimento e ridotto impatto ambientale in caso di failure oltre che bassi costi di gestione”. “ Come sostiene da anni la WNU, di cui faccio parte e che ha un’anima molto umanista, ecologica e naturalistica, l’energia nucleare, se usata nel modo opportuno senza speculazioni per creare dei cartelli a favore di poche persone ambiziose, è la scoperta scientifica che può far prosperare tutti i popoli della Terra e permettere un continuo sviluppo finendola una volta per sempre con la deforestazione, la 308 “… L’opinione pubblica è molto contraria alle centrali nucleari, la gente ha paura delle conseguenze di un eventuale incidente …”. Christian stava anche pensando alle future centrali a Fusione Termonucleare, che dovrebbero derivare dal progetto ITER e che sarebbero state prive di scorie radioattive, la cui miniaturizzazione avrebbe portato alla risoluzione di parecchi problemi progettuali e di resa; ma quella era un’altra annosa questione. Ormai stanchi, calmatasi l’eccitazione causata da quegli argomenti e soddisfatti delle loro discussioni Christian e 309 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Marie, finalmente si addormentarono nella consapevolezza che il giorno dopo sarebbero dovuti partire di buon’ora; avevano già salutato la dottoressa Tarter perché sarebbero usciti dalla casa al mattino molto presto, mentre tutti ancora dormivano. Il viaggio sarebbe stato molto lungo e impegnativo; avevano deciso di comune accordo di compiere tutti gli spostamenti in classe economica per contenere i costi anche perché, dopo la permanenza nelle isole portoghesi, dovevano ripartire dalle Azzorre direttamente alla volta di Melbourne. Il volo n. 488 della US Airways era programmato per le 9.10 di mattina in partenza dall’aeroporto di Palo Alto nella contea di Santa Clara e li avrebbe trasferiti, in un paio d’ore, allo Sky Harbor International di Phoenix. Dopo circa un’ora e mezza di attesa, alle 12:30 pomeridiane, avrebbero preso un Airbus A319, il volo 221 US Airways, per Boston. Passate altre due ore al Logan International sarebbero finalmente partiti, alle 22:30, alla volta dell’aeroporto internazionale Nordela presso la cittadina di Ponta Delgada, capoluogo dell’isola di São Miguel, la più grande delle nove isole dell’arcipelago delle Azzorre. Australia - Radiotelescopio Parkes la dottoressa Jill Tarter … 310 311 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XXIV Il volo TAP Portugal n. 6504, partito da Boston circa otto ore prima, era in orario e sarebbe atterrato alle 7:15 antimeridiane. Marie Sue era rannicchiata nella sua poltrona, addormentatasi con la testa appoggiata sulla spalla sinistra del suo Christian che stava osservando, guardando da uno dei finestrini dell’apparecchio, il lento avvicinarsi del gruppo d’isole incastonate come perle nel centro del blu cobalto dell’oceano Atlantico che, come un prezioso velluto, era increspato di onde dalla brezza mattutina. Marie aprì gli occhi e abbracciando al collo Chris, stiracchiandosi, chiese ancora assonnata: “… Ciao amore, quanto manca? …” “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen paesaggio del volo liberatorio che ho fatto in uno dei miei sogni …”. Allora anche Marie si affacciò e vide quel meraviglioso spettacolo della natura. São Miguel è la più grande isola dell’arcipelago delle Azzorre, chiamata ilha verde perché è quella che ha l’aspetto meno vulcanico di tutte; presso Ponta Delgada sulla costa a sud-ovest sorge il suo aeroporto internazionale. São Miguel è anche il principale punto di arrivo e di partenza dei collegamenti aerei fra l’arcipelago e l’Europa; la più popolosa e moderna, è proiettata verso il continente e verso una crescita veloce rispetto alle altre isole. Le nove isole Azzorre s’incontrano navigando o volando in linea retta verso est, partendo dal continente nord americano. Le prime che si raggiungono sono Flores e Corvo poi, al centro dell’arcipelago allungato, Faial e Pico, São Jorge, Graciosa e Terceira e infine, all’estremo sud-est delle terre emerse vulcaniche, São Miguel e Santa Maria. Sono molto ben collegate fra loro da un servizio di traghetti della Açorlines o da collegamenti aerei: un aeroporto di linea su Flores a Santa Cruz das Flores, sorge su un costone all’estremo confine est dell’isola. Su Santa Maria vi è un altro aeroporto in prossimità di Vila do Porto, a sud ovest. Altri due scali aerei internazionali si trovano nella cittadella costiera di Horta sull’isola di Faial e a Lajes su quella di Terceira. Christian le diede un bacio e poi rispose con voce bassa: “… Stiamo sorvolando proprio ora l’Arcipelago, ancora pochi minuti e atterreremo sull’isola di São Miguel, all’aeroporto internazionale di Nordela … guarda … mi sembra di avere un altro dei miei flash back, mi ricorda il Le pratiche aeroportuali furono veloci e senza intoppi, anche perché non c’era tantissima gente a oberare di lavoro gli operatori con le loro richieste. La prima cosa che fecero fu di informarsi su quale fosse l’itinerario ideale per visitare in modo completo e in un 312 313 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen tempo ragionevole tutto l’arcipelago, quindi si diressero al più vicino ufficio del turismo. La gentile operatrice dell’agenzia turistica presente nell’aeroporto, che parlava un inglese quasi perfetto, diede loro delle dritte molto precise, alcune cartine e degli opuscoli informativi. Scoprirono così che le isole più tranquille e interessanti da visitare, per la loro natura incontaminata e per la bassa densità di popolazione, erano quelle situate a nord-ovest di São Miguel, le isole centrali di Faial, Pico, São Jorge, Terceira e Graciosa. Se volevano visitare il cratere vulcanico emergente dall’oceano dell’isola di Corvo, dovevano prima raggiungere Flores e affrontare poi altre quindici miglia di navigazione, da percorrere in barca, partendo dal porto di Santa Cruz das Flores. Mentre se volevano recarsi su Santa Maria, questa è collegata a São Miguel dal traghetto Golphino Azul per quattro ore di navigazione. Gli abitanti delle Azzorre all’inizio hanno importato usanze e idee dall’Europa e dal Portogallo, il Continente, come lo chiamano loro. Le fortificazioni, i monumenti religiosi, i mulini, le case rurali o di paese, raccontano le diverse influenze adattate e riviste in maniera originale e ben inserite nell’ambiente naturale. Ogni isola ha le proprie caratteristiche particolari. I villaggi sono un dedalo di viuzze strette e lastricate di pietra vulcanica o tassellate di sassi bianchi e neri che confluiscono tutte nella piazza centrale della chiesa. L’architettura religiosa appare molto importante; da qualsiasi parte del mare si provenga verso una qualsiasi delle isole, non può mancare di vedere bianche facciate ornate con pietra lavica e campanili di sentinella. Molto caratteristiche le piccole cappelle, gli imperios, dedicate allo Spirito Santo e disseminate un po’ ovunque. Situate a metà strada delle rotte dei Clipper, le veloci navi ottocentesche dai molti alberi e decine di vele che collegavano l’Europa con le Americhe, le Indie e l’Australia, le isole erano di continuo sotto la minaccia delle incursioni piratesche e quindi furono costruite numerose fortificazioni, le più imponenti a São Miguel, Terceira e Flores; poi vi si trovano tanti tipi di mulini: ad acqua e a vento delle più svariate fogge e architetture. La geologia delle Azzorre è complessa, non solo perché plasmata da fenomeni vulcanici, ma anche perché soggetta a movimenti della tettonica oceanica. L’arcipelago, infatti, di origine vulcanica, è nato dalla fuoriuscita di lava dalla crosta atlantica ed è di formazione relativamente recente. L’alto livello di attività sismica ed eruttiva in questa zona è il risultato dell’interazione, con movimenti divergenti, delle tre maggiori placche tettoniche: quella americana, quella euroasiatica e quella africana. Il risultato è la spaccatura della crosta terrestre con fuoriuscita di lava che crea delle dorsali alte fino a duemila metri in mezzo all’oceano. Alcune cime più elevate possono emergere e formare isole vulcaniche. Le isole di Corvo e Flores, più a ovest, sorgono sulla placca americana, mentre le altre su quella 314 315 I due turisti preferirono la visita mirata delle isole centrali dove, girovagando, avrebbero ammirato i paesaggi e appreso le abitudini, gli usi e i costumi della popolazione locale. L’imbarco su di un piccolo aereo che li avrebbe portati da São Miguel all’aeroporto internazionale di Horta sull’isola di Faial, era programmato verso sera e quindi, Marie Sue e Christian s’immersero nella lettura delle particolareggiate guide turistiche e decisero di prendere un taxi per una rapida escursione sull’isola principale. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen euroasiatica; quindi i due raggruppamenti d’isole tendono ad allontanarsi. L’isola più antica è Santa Maria, formatasi otto milioni di anni fa poi scomparsa e quindi riemersa, come testimoniano i ritrovamenti di numerosi reperti fossili; mentre quella di più recente formazione è Pico, con l’omonima cima vulcanica alta quasi duemilacinquecento metri e riconoscibile da oltre cento miglia di distanza. Il Pico, che è anche la montagna più alta del Portogallo e la terza dell’Atlantico, è anche conosciuto come l’immagine più bella quando è osservato dal porto dell’isola di Faial nei momenti soleggiati delle camaleontiche giornate atlantiche, rese tali dalle bizze climatiche portate dai venti dell’oceano. L’isola più giovane dell’arcipelago non esiste più; battezzata Sabrina, emerse non molto distante da São Miguel nel 1811 ma scomparve pochi mesi dopo nell’oceano con la stessa velocità con cui ne era emersa. Questo fatto e altri, come quando nel 1898 una nave posacavi, nel tentativo di recuperarne uno che si era spezzato a nord delle Azzorre, portò in superficie frammenti di Tachilite, una lava vetrosa che si forma esclusivamente sopra il livello delle acque in ambiente aerato, avvalorano le ipotesi di colossali inabissamenti, nel corso dei quali intere isole e forse continenti sarebbero scomparsi sotto la coltre oceanica. costiera che passa per Villa Franca do Campo da cui ci si stacca per inoltrarsi leggermente nell’entroterra per visitare il grande parco Terra Nostra a Furnas. Ben presto si resero conto che quella di São Miguel era diventata una tipica isola turistica e di villeggiatura della ricca borghesia portoghese o di miliardari di svariate nazionalità. Le tracce di antiche civiltà arcaiche, semmai fossero esistite, erano state spazzate via, cancellate dall’architettura coloniale la cui espansione era iniziata molto presto, ai tempi dei primi grandi esploratori e navigatori europei. Ciò che resiste ancora alle trasformazioni fatte dall’uomo, nel tempo, sono i segni della potenza della natura che si manifesta dappertutto nella conformazione del territorio e nelle formazioni geologiche e vulcaniche, a volte trasformate in attrazioni turistiche come per esempio: il bagno nella Caldeira Velha, il Lago Verde e il Lago Azul, il Lago do Fogo, le Furnas e il Pico da Vara. I nostri esploratori si fermarono nel primo pomeriggio, consigliati dal loro autista, a pranzare in un tipico ristorante sulla costa, nel paesino di Caloura, nei pressi di Ponta da Galera. Assaggiarono vari tipi di zuppe, tipiche della cucina portoghese, semplice ma saporita, come il Caldo verde, fatta con patate e foglie di cavolo, il Caldo de peixe, una ricca zuppa di pesce e la Sopa do Spirito Santo, uno stracotto di carne e verdure. Poi ripartirono, proseguendo sulla strada La mattina dopo, svegliatosi molto presto, Christian sentì il richiamo naturale di affacciarsi alla finestra della stanza dell’Hotel do Canal, che si affaccia proprio sul porto di Horta. Quando si trovò di fronte come a una visione … “ Sfera! …” esclamò, vedendo poco lontano un alto monte a forma di cono perfetto con la cima circondata da nuvole grigie … ma Marie, che lo aveva raggiunto, cingendogli i fianchi e appoggiandogli il mento sulla spalla destra, dopo 316 317 Quando si era ormai all’inizio del crepuscolo e il Sole si apprestava a tramontare dietro la Sierra de Agua de Pau, una formazione vulcanica alta 947 metri nel cui cratere si trova il Lago do Fogo, il piccolo bimotore a elica decollò alla volta dell’isola di Faial. I nostri amici pernottarono in un hotel del porto di Horta, la loro stanza si trovava quasi sopra al famoso bar nautico Peter … “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen avergli stampato un bacio sulla guancia disse: “… deve essere il vulcano Pico …”. In lontananza, guardando verso nord-ovest, si potevano scorgere oltre all’isola di São Jorge anche Terceira e Graciosa immerse nei colori rosa dell’alba. incontaminata delle Azzorre che un tempo erano famose per la stagionale mattanza delle Balene. Si lavarono e vestirono con calma, poi scesero a fare colazione al bar Peter. Il pub, dal tipico stile marinaresco, con un arredamento fatto con legni pregiati sapientemente intagliati, sfoggiava le foto dei personaggi famosi che vi erano passati negli anni e i vessilli di moltissimi yacht ed equipaggi leggendari. Confabulando con il barista, che aveva servito loro un buon caffè proveniente dalle Indie Orientali – così, sulle isole, chiamano ancora con linguaggio coloniale il Medio Oriente per distinguerlo dalle due Americhe – appresero che la comunità con più gente anziana delle Azzorre, da cui si possono avere molte informazioni storiche, si trova su Graciosa e quindi di recarsi presso l’unica ferramenta esistente e parlare con il signor Simas. Mentre sgranocchiavano il più famoso dei dolci tipici di quei posti, il Doce de Donna Amelia, fatto con uva passa, latte, acqua, farina, zucchero di canna e uova, un biscotto friabile e fine a forma di amaretto, i nostri amici ripassavano il tragitto che dovevano compiere, seguendo minuziosamente i consigli dell’ufficio del turismo. Prima di recarsi verso il molo si fermarono in un piccolo negozio, dove si vendeva ogni genere di frutta - tutte le specie tropicali, come l’Ananas, sono presenti tutto l’anno sulle isole - e fecero una grande scorta: energia, vitamine e acqua negli alimenti più naturali e a buon mercato che potevano trovare per quella lunga escursione estiva. Erano intenzionati a fare un lungo trekking per apprezzare meglio i paesaggi e l’aria 318 Con partenza dal molo turistico di Horta s’imbarcarono sul traghetto Triangulo das Ilhas della Açorlines – così chiamato perché compie una rotta tra le tre isole del gruppo centrale – per un’escursione sull’isola del vulcano Pico. Qui visitarono un museo dedicato alle tecniche e alle attrezzature utilizzate per la caccia ai Capodogli e passarono la notte in un bed and breakfast familiare, dove furono accolti come amici più che turisti; davano sempre l’impressione di essere una bella coppia e di stare molto bene insieme e in armonia con il mondo. Con lo stesso traghetto, l’indomani mattina, da Pico, arrivarono a São Jorge. Sull’isola, chiamata lucertola per la forma allungata e sottile orientata da nord ovest a sud est, sul tratto di costa di Ponta dos Rosais è installato un bellissimo e antico Faro che Marie Sue e Christian non mancarono di raggiungere e visitare. Salirono fino in cima alla lanterna per vedere da lontano tutte le altre isole e lo sconfinato oceano e, di tanto in tanto, al limitare delle baie si vedevano gli sbuffi dei cetacei di passaggio. Ripartiti da São Jorge, si spostarono su Terceira, in nave, in circa due ore e mezzo di traversata. Su Terceira, così chiamata perché scoperta come terza isola, si fermarono una giornata intera poiché erano molte le belle cose da vedere. Vi sono numerose fortificazioni poiché questa lingua di terra, a metà strada dalle Indie, era approdo naturale dei galeoni mercantili e spesso presa d’assalto dai pirati. Le più spettacolari si trovano sulla costa sud ad Angra do Heroismo, con il castello di San Sebastião che domina il 319 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Porto da Pipas a ovest della Baia de Angra e il Castello de San Jão Baptista, a est, che svetta in prossimità dell’accesso della penisola di Monte Brasil. naturale tra i più luminosi di tutto l’arcipelago; tutti i luoghi di Graciosa sono facilmente raggiungibili a piedi in giornata. Abbandonata anche Terceira, arrivarono finalmente nel porto di Praia sull’isla Graciosa dopo una nuova traversata in nave di altre due ore. Da Praia raggiunsero facilmente Santa Cruz da Graciosa con un taxi, in dieci minuti. A quel punto, parlando fra loro, Marie non poté fare a meno di rilevare: “… E’ il nome di villaggio più tipico di tutte le Azzorre e forse dell’intero Portogallo: Santa Cruz! … Vedi quanto sono radicate le convinzioni religiose? … Permeano l’intera cultura delle popolazioni, quasi a ricercare protezione anche con un semplice nome dato a una località … forse perché consapevoli della pericolosità del vivere in questi posti, in totale balìa degli elementi naturali”. “… E’ vero Marie, e si sente anche nell’aria … si nota in quasi tutte le espressioni artistiche …”, disse convinto Christian. Sull’isola di Graciosa, la più a nord del gruppo d’isole di mezzo, a Santa Cruz, soggiornarono in un vecchio mulino a vento dal tetto rosso adibito ad abitazione e affittato ai turisti. Come dice il suo nome, la piccola isola di non più di una trentina di chilometri quadrati, è un piccolo mondo, dove tutto è tranquillo, curato e piacevole. Vi si respira un’aria che invoglia alla calma e alla rilassatezza, in un ambiente 320 Al mattino del giorno seguente fecero colazione in un bar della piazza principale, in largo Conde de Cima. Si abbuffarono con le buonissime paste frolle caratteristiche, farcite con crema di latte, chiamate quesada de Graciosa. Poi partirono per un’escursione per arrivare, a piedi, fino alle pendici del Vulcano Caldeira dove sostarono per fare una piccola merenda. Infine, dopo avere ammirato lo spettacolo del tramonto al Faro di Ponta da Barca, rientrarono per rifocillarsi. In serata uscirono di nuovo per una cenetta romantica al ristorante più vecchio del paese, coccolati dal suono della viola de Arame, la tipica chitarra azzoriana a sedici corde costruita ancora da alcuni artigiani dell’isla Terceira e di São Miguel. “ Sai Marie, prima, quando abbiamo chiamato i nostri parenti, ho parlato di te a mia madre, si ricorda ancora di quando passasti quel week end a casa nostra prima di tornartene in Australia …”. “… Oh Chris, allora sta meglio?… “ “… Si è rientrata proprio ieri, con un pacco di pillole da prendere tutti i giorni ma ora si è ripresa …”. “… Cara mamma Evelyn, mi aveva trattato come fossi sua figlia mentre mi aiutava a cambiare le lenzuola del tuo letto che tu gentilmente mi cedesti per quelle due notti … chissà cosa avrà detto … chissà cosa pensa di me ….”. “… Le eri piaciuta tanto ed è contenta che ci siamo ritrovati …. Mi ha detto di un presentimento, che durante questo mio 321 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen viaggio sarebbe cambiata la mia vita, in meglio, e ci ha augurato tanta felicità! …” apprezzati dai camminatori e dai podisti, lampade di ogni sorta, qualche lume a olio di balena che avrà avuto almeno cent’anni, eccetera. Simas li prese subito in simpatia, la sua sensibilità e la sua saggezza gli avevano suggerito che non erano dei turisti comuni; gli erano subito sembrati come cuore e spirito dei suoi tempi rifugiatisi in corpi giovani. Con la proverbiale ospitalità degli isolani li invitò a pranzo nella sua graziosa casetta, dove la moglie apparecchiò per tutti. Durante il pasto i racconti di vita e di storia azzoriana lasciavano spazio anche per divagazioni sulle leggende che gravitavano intorno alle isole. Venne fuori l’esperienza avuta da un testimone che assistette a qualcosa che era sembrato un ritrovamento di reperti archeologici, avvenuto molti anni prima, in tempo di guerra. “… Oh Chris … “ e si baciarono a lungo mentre erano ancora seduti al tavolo del ristorante. I musicisti aumentarono di colpo l’intensità della loro musica e gli altri clienti si misero ad applaudire facendo incomprensibili apprezzamenti, forse auguri, in portoghese o nel dialetto del posto. Il giorno dopo, riposati e freschi, si recarono, sempre a piedi, al paesino di Luz, che è situato leggermente all’interno nella parte sud dell’isola Graciosa. Qui vi è un piccolo negozio di ferramenta, una specie di supermercato del paese o meglio di vecchio emporio, a gestirlo c’è l’anziano signor Simas. Era la meta ultima, quella che era stata loro consigliata dal barista del bar Peter. João Espinola da Silva di settantanove anni, da tutti i paesani chiamato João Simas, in un inglese approssimativo ma consolidato da anni di colloqui amichevoli con turisti di ogni estrazione e provenienza, raccontava che da sessantatré anni lavora in quella bottega che era già del nonno, che è casado (24) da cinquantasette e che ha due figli ormai sposati e una serie di nipotini. Simas era un uomo dall’aspetto gentile, sul metro e ottanta di altezza, con i capelli diradati nella parte centrale della testa; i pochi rimasti ai suoi lati tenuti cortissimi e bianchi come la neve. Marie e Christian erano affascinati da tutte le cianfrusaglie presenti sugli scaffali, vecchie di produzione ma ancora nuove, come radioline a transistors degli anni settanta oppure alcuni esemplari di walkman che erano così 24 sposato 322 “ Dovete sapere che una settantina di anni fa, era il 15 di gennaio del 1940, quando io ero appena un bambino di nove anni, il mio amico Rufino, di solo tre anni più giovane di me, era sul peschereccio con il nonno per un’uscita di pesca d’altura. Si trovavano molto lontani dalle isole, qualche centinaio di miglia marine a nord quando, nascosti nella lieve nebbia dell’alba, assistettero a qualcosa di molto strano. Stavano osservando delle grosse bolle che venivano su dal fondo dell’oceano e rimasero ad aspettare, a una distanza di un centinaio di metri, sicuri che sarebbe apparsa una famiglia di Balene o di Capodogli, ma, improvvisamente cominciò ad affiorare, lentamente, quella che sembrava la torretta di un sottomarino. Capite che lo spavento fu enorme perché di quei tempi neanche si conosceva l’esistenza di simili mostruosità meccaniche. Quando il sommergibile fu completamente emerso, si notò chiaramente la croce uncinata nera su sfondo bianco e rosso della marina nazista e 323 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen allora capirono; solo quella, con la sua inclinazione di quarantacinque gradi era abbastanza sinistra da farli temere il peggio. Fortunatamente, pur essendo in pieno clima di guerra, i militari non avevano intenti bellicosi e fecero solamente segno all’equipaggio del peschereccio di allontanarsi. Mentre i pescatori si accingevano a compiere le manovre di allontanamento, Rufino, con il vecchio cannocchiale del nonno, nascosto dietro una rete, continuava a osservare, molto affascinato, cosa stessero facendo quei militari. Fu allora che vide emergere, solo lui perché pur essendosi alzata la coltre di umidità erano già molto lontani, altri tre piccoli battelli dalle strane forme. Alcuni uomini rana, con le loro spesse tute per proteggersi dal freddo delle gelide acque dell’Atlantico, avevano staccato dei cavi dai tre piccoli batiscafi e li stavano agganciando a una gru che era nel frattempo fuoriuscita dalla pancia del grande sottomarino. Issarono un’enorme rete che conteneva moltissimi oggetti, resi irriconoscibili però dalle incrostazioni di corallo e dai depositi di lava e di calcare. E’ un piccolo segreto, che ha rivelato solamente a me. Mi disse subito che non si sarebbe mai dimenticato di quel grande numero “47” che lesse sullo scafo grigio-azzurro del grosso battello militare. Solo un anno e due mesi dopo, ascoltando clandestinamente Radio Londra, si venne a sapere dell’affondamento di un UBoot da qualche tempo ricercato. L’U-47, nell’Ottobre del 1939 era riuscito a penetrare nella base navale della Royal Navy a Scapa Flow, una baia situata nelle isole Orcadi in Scozia, e ad affondare la nave da battaglia HMS Royal Oak, facendo una strage in cui perirono 833 dei 1400 uomini di equipaggio; da quel momento la marina britannica gli aveva dato una caccia sfrenata e non gli avevano dato più tregua ”. I due ascoltatori si guardarono e nei loro occhi si poteva leggere la conclusione cui entrambi erano giunti: il racconto di Simas sembrava confermare, in qualche modo, la storia raccontata da Johnson pochi giorni prima. 324 325 “ … Allora il suo amico fu l’unico testimone del ritrovamento, da parte di militari della Germania Nazista, di reperti archeologici presumibilmente provenienti dall’antico continente di Atlantide …”, dissero quasi all’unisono. “… Non so dirvi se fossero di Atlantide, anche per noi rimane una leggenda che spesso c’è chiesto di commentare dai turisti di passaggio, ma sì … quello che vi posso confermare è che, sicuramente, il mio amico Rufino è stato ed è ancora l’unico testimone; fortunatamente, nonostante le nostre venerande età, stiamo ancora bene ed entrambi non riusciamo a stare fermi …”. A settantacinque anni Rufino è ancora un attivo ed esperto marinaio che continua a lavorare, per diletto e passatempo, con un peschereccio rimodernato che era appartenuto a suo padre prima di lui. È l’unica persona seria cui affidarsi con sicurezza per essere portati sull’oceano per l’osservazione dei branchi di Balenottere azzurre di passaggio. Col suo peschereccio di solito fa il servizio di trasporto per i turisti che vogliono seguire e vedere da vicino le Balene. Nel pomeriggio, dopo pranzo, prima della riapertura del suo emporio, Simas accompagnò i suoi ospiti al porto di Carapacho, dove l’amico Rufino aveva la sua base di partenza. Con la sua vecchia Lancia Appia terza serie, una bellissima macchina italiana dei primi anni sessanta di colore grigio chiaro, molto ben conservata e in perfetto stato “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen di efficienza, percorsero in un lampo i pochi chilometri che separavano Luz dal quel villaggio costiero. viste di “Pico” 326 327 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XXV Quando João e Rufino si rividero, si salutarono molto calorosamente, abbracciandosi e baciandosi sulle guance come due parenti stretti. “ Caro Simas, cosa ti porta da queste parti, lontano dal tuo famoso negozio di cianfrusaglie?…”, disse sarcasticamente l’altro. “… Amico mio, ti ho portato questi due bravi ragazzi che stanno facendo una specie di luna di miele e che vorrebbero fare un’escursione sul mare, per provare l’emozione di vedere da vicino le tue amiche Sirene …”. Così chiamava i cetacei Rufino poiché, quando lanciano i loro acuti richiami, sembrano voler incantare gli uomini che le incontrano. Era un uomo di media altezza, con la barba e i capelli lunghi e arruffati, colorati di grigio dall’incessante passare del tempo; portava sempre, anche d’estate, il berretto da nostromo con la piccola tesa, arrotondata e lucida, che gli era stato regalato da ragazzo e che aveva sempre tenuto e conservato come se fosse una parte di sé. 328 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Conduceva una vita solitaria sin da quando, trentacinquenne, rimase orfano per la perdita della madre prima e del padre poi; se ne andarono quasi insieme, nel giro di una settimana, forse troppo legati perché rimanessero separati uno in questa dimensione terrena e l’altra nell’oblio dell’immensità dell’universo. Rufino, quando non deve uscire in mare, aiuta nella manutenzione di un’antica colonia marittima per ragazzi, da sempre gestita dalle Suore della congregazione delle Serve di Maria Riparatrici. Specialmente d’inverno, quando le escursioni sono molto rare, e in caso di condizioni meteorologiche avverse, rimane rintanato nella sua casetta tradizionale, di sole due stanze, ricavata nel cortile della colonia, dove passa le lunghe giornate uggiose a confezionare delle bellissime composizioni sacre con le conchiglie che raccoglie sulle spiagge o che trova al mercato del porto. “… amigos bem vindos! ”. Rufino salutò in portoghese i suoi due nuovi clienti. Anche lui, come Simas, si arrangiava con un discreto inglese, costruito in anni di lavoro, rapportandosi con persone di ogni nazionalità e sorta. Intanto l’amico João, dopo aver lasciato i suoi ospiti in buone mani e averli salutati, era ripartito con la sua macchinetta per tornare a Luz ad aprire il suo negozio, come faceva da sempre, alla stessa ora… “… felici e compiaciuti di fare la sua conoscenza …”, dissero Christian e Marie, aggiungendo: “… sì, signor Rufino, vorremmo fare del Whale Watching prima di finire la nostra avventura alle isole Azzorre … le saremmo molto grati se vorrà darci qualche informazione 329 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen utile prima di uscire in mare …” , disse Marie, colpita dall’aspetto da lupo di mare del marinaio. “… il mio vecchio peschereccio, il Novo Marinheiro, appena tirato a lucido è a vostra completa disposizione …”. Il piccolo battello, un Purse Seiner di circa nove metri, era un legno molto vecchio ma ben conservato. Sul tettuccio della bianca torretta del timoniere, posta quasi al centro della coperta, erano montate tutte le strumentazioni necessarie: le antenne radio per varie frequenze, il radar, il Guidone del circolo nautico di Graciosa, quello del Whale Watching International e l’obbligatoria bandiera rosso-verde del Portogallo. La chiglia era colorata di un bel blu elettrico con una grande fascia bianca nel mezzo che la percorreva da prua a poppa. Dall’ex peschereccio erano state eliminate tutte le attrezzature da pesca ed erano state installate, allineate sia a prua sia a poppa, comode poltroncine girevoli in robusto materiale plastico di colore rosso su intelaiatura di acciaio inox, ben ancorate al teak della coperta. Montava un motore diesel e un potente propulsore elettrico, alimentato da otto grosse batterie dalla cassa in ebanite, che erano installate nella stiva; in questo modo, una volta avvicinate le Balene, si poteva avere un’autonomia di circa un’ora e navigare in totale assenza di rumore, in completa sintonia con i cetacei. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “… Le uscite di osservazione dei cetacei hanno luogo durante tutto l’anno, in funzione delle condizioni meteorologiche, tuttavia fra Aprile e Settembre il loro numero è molto più importante grazie alle buone condizioni marine e al passaggio di numerose balene e delfini migratori.”. “ Proprio in questo periodo, tra Luglio e Agosto le femmine di Capodoglio danno alla luce i piccoli che, alla nascita, sono lunghi appena quattro metri. Anche i delfini hanno i piccoli e ne possiamo incontrare fino a sei specie diverse: Delfini comuni, Stenella maculata, Tursiopi, Delfini di Risso, il Globicefalo e, molto più rare, le Stenelle striate.”. ” Ogni occasione di vedere le balenottere è sfruttata, perché la maggior parte di loro ha ormai raggiunto le zone di alimentazione più a nord.”. ” Ma le bellezze della natura sono infinite. È proprio in questo periodo che alcuni dei cetacei meno conosciuti raggiungono le nostre isole: sono i misteriosi Zifidi. Dotati di soli due denti nella mascella inferiore, spesso presenti solo nel maschio, gli Zifidi s’immergono a profondità paragonabili a quelle del Capodoglio. Tra di essi spiccano l’Iperodonte boreale, lungo fino a nove metri, il Mesoplodonte di Sowerby e lo Zifio …”. Rufino era ancora sporco di vernice bianca e blu poiché nei giorni precedenti si era occupato della manutenzione di tutta la chiglia; proprio quella mattina aveva rimesso in acqua il Novo Marinheiro. Mentre si toglieva la tuta intera da meccanico che aveva indossato durante il lavoro di verniciatura, cominciò subito la sua lezione di Whale Watching. Più di venti specie diverse di balene e delfini frequentano le acque che circondano le isole Azzorre o vi passano lungo le loro rotte di migrazione. Storicamente teatro della caccia al Capodoglio, dagli anni ottanta le Azzorre hanno mutato direzione diventando un esempio di quanto sia ecologicamente, economicamente ed 330 331 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen eticamente più sostenibile incontrare e osservare i cetacei piuttosto che cacciarli. credevano proprio che fosse per colpa del vento, era l’emozione! I loro cuori battevano forte durante questa corsa e non vedevano l’ora di arrivare, anche se non sapevano bene dove, perché erano in mare aperto e la costa non si vedeva più. L’unico riferimento arrivò da Rufino “… a ore tre!” verso cui la prua si era girata di colpo. “… Forse già saprete che nell’acqua il senso più acuto è l’udito, non la vista. Il suono, infatti, viaggia circa quattro volte più velocemente nell’acqua che nell’aria e può percorrere distanze immense. Al contrario, la vista in acqua è limitata a poche decine di metri e non è dunque difficile capire perché il mondo delle balene e dei delfini sia fatto di suoni. Proprio per questo, oltre a vedere i cetacei, avrete la possibilità di ascoltarli, grazie all’idrofono, un microfono subacqueo di cui mi sono dotato e che porto sempre a bordo … “. “ … Qualunque operatore deve seguire scrupolosamente il codice di condotta e le normative che regolano l’osservazione dei cetacei. È fondamentale, infatti, che il Whale Watching sia praticato in modo da creare il minimo disturbo possibile agli animali. Dovremo stare a una distanza minima di cinquanta metri e rimanere dietro la loro direzione di marcia, senza superare la metà della lunghezza dell’esemplare per non interferire con il suo Sonar biologico... è tutto chiaro? …”. Marie e Christian annuirono e si prepararono a imbarcarsi. Rufino fece indossare a entrambi il giubbetto salvagente, obbligatorio, mollò gli ormeggi e si diressero al largo. La radio informava che un branco di balenottere comuni stava incrociando a nord ovest di Graciosa, diretto verso l’Artico. Viaggiavano a velocità sostenuta, il vento picchiava in faccia a Marie e Christian che erano seduti a prua. Nonostante gli occhiali da sole, cominciavano a lacrimare loro gli occhi e iniziavano a vedere tutto appannato. Non 332 All’improvviso videro benissimo un grande spruzzo a circa centro metri dal battello e poi un dorso che s’inarcava, una pinna e una scia enorme sull’acqua. “ Eccola, è lei! …” esclamarono. Rufino li informò che quella che stavano osservando era proprio un bell’esemplare di balenottera comune. Le balene presenti nella zona erano due e loro avevano avvistato quella un poco più vicina. “ Dopo l’immersione resterà sott’acqua dai dieci ai venti minuti …”, gli gridò il loro capitano. Rufino, quando si furono avvicinati, dopo avere spento il motore diesel e avere inserito quello elettrico rallentò per mantenersi alla distanza di sicurezza richiesta e li raccomandò di guardare tutt’intorno alla barca e anche oltre, perché non era possibile prevedere dove la balena sarebbe riemersa. Dopo circa dieci minuti il cetaceo riaffiorò: spruzzo, dorso e restò a nuotare lentamente a pelo d’acqua, quasi come se incuriosita dalla loro presenza si fosse fermata a guardarli. La poterono ammirare in tutta la sua maestosa bellezza e 333 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen grandezza, era un animale enorme e avanzava con dolce armonia di movimenti. In genere questi mammiferi hanno una lunghezza massima di ventitré metri e da adulti pesano circa sessanta tonnellate. Non c’è nulla di spaventoso e aggressivo in questo meraviglioso animale. Il solo vederla ha lasciato Marie e Christian senza parole, erano rimasti estasiati, in contemplazione. Tutti i discorsi futili sull’energia, il profitto e il mistero di Atlantide furono totalmente dimenticati davanti a quel meraviglioso miracolo della Natura. dell’inverno, intraprendono una migrazione verso latitudini più alte, verso nord, dove le acque sono più fredde ma sicuramente più ricche di alimento. E’ proprio durante questa migrazione verso nord che qui alle Azzorre si vede il maggior numero di balene con prole. Le Azzorre, infatti, si trovano proprio sulla rotta di migrazione di molte di loro. Nel frattempo, un altro avvistamento “ a ore nove!”. C’erano ben tre balenottere nel raggio di cento metri, sembrava tutto così magico. Rufino spostò l’imbarcazione facendola girare, lentamente, cercando di evitare di tagliare la strada a nessuno dei tre cetacei. “… È incredibile come si lasciano avvicinare, sono veramente animali da proteggere, non hanno alcun timore, anzi si lasciano studiare e direi che anche loro ci osservano incuriosite … oppure pensano quanto siamo ridicoli su questo guscio di noce”. Disse Marie in un impeto di entusiasmo. “… mi sento come un ospite che con infinito rispetto deve muoversi con attenzione, e ho la fortissima sensazione di essere al cospetto di un grande essere intelligente … “, continuò estasiata. Allora Rufino, che con un foulard rosso legato al collo sembrava uscito da “Oceano Rosso” (25), dopo che ebbe inserito una specie di pilota automatico, si portò a prua da Marie e Christian e diede un’altra spiegazione più tecnica ai suoi clienti. “ Per quanto considerate di passaggio, le balene utilizzano le nostre acque soprattutto per nutrirsi. In particolare, si osservano balenottere comuni, balenottere azzurre e Megattere intente a mangiare krill, e si è costatato che tutte queste specie producono feci rosse, colore tipico di una dieta a base di piccoli crostacei simili a gamberetti. Il krill delle Azzorre è molto apprezzato e molto simile a quello che le balene di solito trovano nei mari artici e cioè del tipo: Meganyctiphanes norvegica. Così, le acque delle nostre isole, rappresentano una sorta di stazione di servizio durante la migrazione di questi grandi Cetacei, fornendo loro la possibilità di rifocillarsi durante il viaggio verso nord ... ”. Il tempo passò in fretta, l’equipaggio improvvisato continuò 25 È noto che le balenottere sono solite trascorrere l’inverno a basse latitudini, vicino ai tropici, dove le acque sono più calme e abbastanza calde per i nuovi nati. Poi, verso la fine Un film del 1955 diretto dal regista William A. Wellman in cui John Wayne interpretava il personaggio di Tom Wilder; un Capitano della marina militare americana, scappato da un campo di prigionia in Cina, il quale portava sempre un fazzoletto rosso al collo mentre era al timone di un vecchio vapore a pale, in fuga dalla guardia costiera di Hong Kong. 334 335 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen la sua osservazione ravvicinata della famiglia di cetacei fino a che l’autonomia delle batterie non finì e, all’imbrunire, furono costretti a invertire la rotta per rientrare a Carapacho. Mentre Rufino era al timone, concentrato a fumare la sua pipa, Christian e Marie erano rannicchiati e abbracciati sul duro legno della coperta, appoggiati al bordo di poppa. La fresca aria dell’oceano scompigliava loro i capelli; attoniti e silenziosi pensavano a quanto fossero insignificanti e impotenti in mezzo a quella sconfinata distesa d’acqua, alle meraviglie della vita marina appena incontrate e al loro amore che, ormai, sembrava la sola cosa paragonabile a cotanta bellezza e potenza. seta; l’amica, con il suo passato di modella e aspirante stilista, era innamorata di quei bei vestiti di alta moda che stavano tornando di grande attualità. Simas non fu in grado di ricordare come quel capolavoro di sartoria italiana fosse finito nel suo negozio, forse lo aveva barattato con dell’altra merce, e lo cedette volentieri alla sua cliente australiana per una modica cifra. Per tutto il resto della permanenza lì, non parlarono più dei misteri che li avevano condotti in quel paradiso; inconsciamente avevano deciso di godersi gli ultimi giorni di vacanza, fino al 15 di Settembre, assaporando fino in fondo quei piacevoli momenti di totale libertà e spensieratezza. Marie aveva finalmente trovato il regalo per l’amica Debby. Nel negozio di Simas, rovistando fra le anticaglie, aveva scovato la riproduzione di un bellissimo vestito che nel 1954 le Sorelle Fontana avevano confezionato per Elisabeth Taylor. Ben ripiegato e conservato in un lussuoso baule che odorava di naftalina, Marie trovò un raffinatissimo abito da gran sera in seta pura e velluto realizzato in un grazioso taglio princesse. Era nero, con una spallina bianca e larga a destra che continuava giù, fino alla fine della lunghezza della gonna, sotto il ginocchio, a formare una sorta di spacco chiuso. All’altezza della vita, sempre a destra, a impreziosirlo, due rose bianche di tessuto allineate in verticale. Anche il bordo superiore, che cingeva tutto il busto all’altezza del seno, lasciando scoperte la spalla sinistra, le clavicole e la schiena alta, era largo e di candida 336 Il giorno della partenza arrivò velocemente, come velocemente svaniscono, senza poterci fare niente, i bei giorni della spensierata giovinezza. Mentre s’imbarcavano sul traghetto Golphino Azul, Marie Sue e Christian, carichi dei loro pochi bagagli e del notebook, salutavano Rufino e il signor Simas che li avevano accompagnati. I due anziani isolani erano molto emozionati a vederli partire, come se stessero salutando i propri figli in procinto di lasciare l’isola per chissà quali mete, come emigranti in cerca di fortuna. Il traghetto della Açorlines li avrebbe riportati a São Miguel, dove, all’aeroporto internazionale di Ponta Delgada, li attendeva il primo volo della TAP Portugal per Lisbona. Il viaggio per l’Australia sarebbe stato molto lungo e faticoso. Con un Boeing 777-200LR della compagnia Qatar Airways via Madrid e Doha, Capitale del Qatar, sarebbero arrivati all’aeroporto di Tullamarine, a Melbourne, dopo tredici ore e mezzo di volo e lunghe attese in layover passando un’altra volta da una stagione all’altra: dalla seconda metà dell’Estate dell’Europa alla fine dell’Inverno dell’Australia. Rufino e Simas, ritrovatisi la sera stessa di fronte a una bottiglia di Porto, brindarono alla vita, ai bei tempi passati e all’amore dei loro due amici che, probabilmente, non avrebbero mai più rivisto. 337 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen XXVI Epilogo Novo Marinheiro Il clan Zanather ha acquistato una casa nel Queensland centro orientale, in una bellissima località sul fiume Fitzroy, nel sobborgo di Frenchville, non molto distante da Rockhampton, una città di settantacinquemila abitanti che sorge poco lontano dalla costa che si affaccia sul tratto di oceano Pacifico chiamato Canale del Capricorno. Il grande centro, che sorge proprio in linea con il tropico dell’emisfero sud, si trova a più di cinquecento chilometri a nord della capitale Brisbane. L’area del Queensland Centrale attorno a Gladstone e a Capricorn Rockhampton, racchiude accoglienti cittadine costiere, parchi nazionali, gole, spiagge di sabbia, laghi e foreste pluviali. Rockhampton, definita “Australia’s Beef Capital”, è la città più grande della Capricorn Region e consente di conoscere l’aspetto rurale del Queensland, mentre lungo la Capricorn Coast ci sono qualcosa come tredici idilliache spiagge per nuotare e prendere il sole. Una delle zone più visitate del Queensland centrale è il Parco Nazionale di Carnarvon nel Central Belt, dotato di una rete di ventuno chilometri di sentieri dove si cammina 338 339 Lancia Appia del 1961 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen costeggiando candide rocce di arenaria alte fino a duecento metri. Nell’area vivono alcune comunità di aborigeni; Marie non perse occasione per incontrarli e per documentarsi sulla vita dei nativi australiani del posto. pochi mesi dopo essersi definitivamente trasferiti in Australia; dopo la maternità ha lasciato la sua materia d’insegnamento principale e, sfruttando un secondo anno di pausa in aspettativa, ha potuto conseguire una specializzazione per l’insegnamento nella scuola primaria australiana. Il prossimo autunno, comincerà a insegnare in una classe nella Hall School, l’istituto scolastico del poco lontano sobborgo di Wandal, fondato nel lontano 1910 per ragazze e bambini. Il clima qui è subtropicale e vi sono remote isole con belle spiagge in prossimità della Grande Barriera Corallina. The Town of 1770 è considerato il punto dove James Cook approdò la prima volta toccando il continente australiano. Gli appassionati di surf sono soliti radunarsi ad Agnes Water, la spiaggia per surfisti più settentrionale del Queensland. Ormai il professor Zanather ha definitivamente abbandonato la sua attività con la A.G. e ha deciso di dedicarsi a tempo pieno all’insegnamento sportivo; con i grandi spazi di cui si può usufruire in Australia, Christian è riuscito a fondare una scuola di Rugby, come si era ripromesso, costruendo con le sue mani i campi e le strutture necessarie. Christian è stato coadiuvato dal padre Paul che l’ha raggiunto, con Evelyn, per vivere gli ultimi anni sempre accanto a lui, a sua moglie e Julian e alla nuova nipotina: la figlia di Marie Sue e di Chris. Da qualche mese la sua scuola di Rugby si è affiliata al famoso club locale dei Central Comets, dai colori sociali Blu Navy e Rosso Mattone, che milita nella Central Division e partecipa al Queensland Cup, un rinomato torneo riservato a squadre professionistiche. Julian, con il nonno Paul, sta facendo un’escursione nella foresta tropicale, mostrando all’anziano tutte le specie d’insetti, piccoli marsupiali e rettili autoctoni che vi si possono incontrare. La nonna Evelyn su di una vecchia poltroncina a dondolo si riposa al fresco dell’ombra della grande Acacia del loro giardino; la pianta, appartenente a una delle molte specie di mimosacee australiane, è tipica dei climi tropicali. A Evelyn piace molto la forma maestosa e sinuosa di quell’albero e vi si riconosce, da forte donna scozzese, poiché è ritenuta una pianta vigorosa e gentile, simbolo d’immortalità e purezza, che non appassisce mai durante il corso delle stagioni eppure si rinnova sempre; ha persino lasciato detto al marito e ai figli che è lì, ai suoi piedi, fra le sue radici, che vorrebbe essere sepolta. Marie sta accudendo alla figlioletta Hope di due anni, nata dall’amore tra lei e Christian che si sono uniti in matrimonio Il vedere la famiglia tutta riunita, con i suoi genitori vicini, dona a Christian una gioia immensa e sente realizzato e completo il suo sogno d’amore con Marie. Il ricongiungimento familiare era stato voluto principalmente per motivi sentimentali ma anche a causa della grave situazione economica e sociale in cui, negli ultimi anni, erano precipitati gli stati industrializzati 340 341 È una giornata come tante della torrida e afosa estate australe. “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen dell’Europa e del nord dell’America i cui governi erano stati incapaci di prevedere la critica deriva cui stavano portando le continue politiche clientelari e speculative. Gli era molto dispiaciuto lasciare la terra natia, le sue amicizie, i suoi allievi del Lions Rugby ma a un certo punto Christian aveva preso la sua strada, quella che gli sembrava la retta via. Si doveva ritornare alla semplicità, alla terra, e il continente australiano era l’unico che poteva accogliere lui e tutti i suoi cari, vista la sua estensione e avendo acquisito con il matrimonio la doppia cittadinanza. Sono passati poco più di tre minuti da quando il segnale radio di attivazione, viaggiando alla velocità della luce di trecentomila chilometri al secondo, è stato lanciato dalla stazione di controllo missione dell’ESA, European Space Agency, sita a Colonia in Germania quando, essendo captato dall’antenna della navicella ed elaborato dal computer di bordo, ha dato il via al lento processo di warm-up del modulo di comando e di risveglio delle funzioni vitali dell’equipaggio. La spedizione è composta di due soli elementi, un uomo e una donna, il tenente colonnello Olga Thomas e il pari grado Arnold Striker, entrambi provenienti dal CUAE Corpo Unico Astronauti Europeo, anch’esso con sede a Colonia. I due astronauti dopo un’iniezione endovenosa di una speciale proteina, che avrebbe impedito la cristallizzazione del loro sangue, erano stati semi-ibernati per affrontare il lungo viaggio di cinquecento giorni che li avrebbe portati fino a raggiungere l’orbita del pianeta rosso, Marte, senza che ci fosse stato bisogno di imbarcare provviste in eccesso. La partenza era stata programmata in modo da raggiungere il Pianeta nel punto più vicino alla Terra, a circa cinquantacinque milioni di chilometri da essa, in modo che si trovasse all’afelio della sua orbita molto eccentrica, il punto più lontano dal sole, e che nel suo emisfero settentrionale ci si trovasse all’inizio dell’estate marziana. Il pianeta rosso ha un ciclo di rotazione di poco più di ventiquattro ore, simile alla Terra, ma la rivoluzione intorno al Sole è pari a quasi due anni terrestri e quindi le stagioni marziane sono lunghe il doppio …. Paul Zanather aveva investito tutti i risparmi di una vita nell’acquisto di una modesta ma bella tenuta agricola che alla sua dipartita da questo mondo avrebbe lasciato ai due figli, John e Christian. In questo momento, Chris è seduto davanti allo schermo di un piccolo computer portatile, sulla veranda della loro casetta colonica, con il fedele Rocky III accucciato ai suoi piedi, e sta scrivendo qualcosa... Qualche sera prima, infatti, ascoltando un comunicato della CNN alla televisione satellitare, aveva saputo dell’ultima missione spaziale organizzata congiuntamente dalla NASA e dall’ESA; il comunicato diceva testualmente: “ 14 gennaio 2013, un’altra data storica che ci ricorda la prima impresa che portò l’uomo a calpestare il suolo lunare. Oggi alle ore 09:00 antimeridiane, la missione S4D&K, Sacrifice for Discovery and Knowledge, è giunta al suo punto di non ritorno: 342 Quello fino a ora descritto è il racconto della fase finale del viaggio verso Marte della missione S4D&K, il culmine di tutte le precedenti attività esplorative robotizzate del pianeta 343 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen rosso, che ha lo scopo di ricercare materie prime per lo sfruttamento di nuove fonti di energia alternative …”. L’essere umano, egoista, pigro e megalomane è molto lontano dall’accettare le dure leggi della Natura, sua madre e fonte di vita. L’uomo, come un nemico, un parassita estraneo, cercando in tutti i modi di dominarla … La notizia aveva fatto riaccendere in lui le forti emozioni provate pochi anni prima e aveva deciso di mettersi a raccontare la sua storia. Christian doveva sfogare quelle sensazioni, quelle esperienze, troppo forti e istruttive da tenere sopite dentro l’anima e, aiutato dalla sua Marie, decise che doveva lasciare una testimonianza scritta a tutti i giovani del mondo. Una bella mattina di un giorno d’estate qualunque, in modo naturale come prendere una tazza di caffè, si mise davanti alla tastiera e iniziò a scrivere: “… ormai la strada è tracciata, dopo i progressi che sono stati fatti nello studio del processo di Fusione Nucleare a confinamento elettromagnetico seguendo il criterio d’ignizione, siamo ormai a un passo dal poter affermare che possiamo produrre Energia Atomica PULITA tramite la riproduzione dei fenomeni fisici che avvengono all’interno delle Stelle …”. … sembra che sia una creatura venuta da un altro mondo …”. Solo l’Amore, alla fine, può vincere su tutto! Spero che anche questa vicenda possa contribuire a portare, ovunque nel mondo vi sia sofferenza, un poco di gioia e di speranza. THE END … Conclusione: I ritmi naturali sono la perfezione e rappresentano il Bene. Il Bene s’identifica col Creatore, di qualunque natura esso sia: un Dio, un sistema naturale o un processo energetico. Tutti i tentativi che compiono gli uomini per soggiogare la Natura sono imperfetti poiché tendono solamente a sovvertire i suoi equilibri andando contro, in un certo senso, alla tendenza al caos, all’energia sempre più degradata, all’intento del Creatore e quindi s’identificano con il Male. 344 345 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Disclaimer Nonostante siano state fatte delle scrupolose ricerche per rendere la storia più credibile e molto aderente alla realtà, questo non vuole essere né un trattato di storia delle religioni né un manuale per risolvere i problemi energetici del pianeta. Gli argomenti trattati, per ragioni narrative, possono essere stati rielaborati o artefatti volontariamente e quindi non possono essere soggetti ai giudizi storici o tecnici sommari e inoltre ogni eventuale riferimento a persone e cose reali o a fatti effettivamente accaduti è puramente casuale. Quando s’incontrano dei nomi che corrispondo a personaggi esistenti, essi sono persone pubbliche che si è deciso di menzionare per rendere il giusto merito al loro lavoro o alle loro funzioni ufficiali. Immagini: Acacia australiana In Copertina: la mano dell’autore, montata con una spettacolare immagine del Sole tratta dal sito Web www.nasa.gov. Nella pagina 85, alla fine del capitolo VI e VII: immagini della Terra e del pianeta Marte, sempre tratte dal sito Web www.nasa.gov. Tavole: Esclusa l’immagine di pagina 86, tutte le tavole sono state prese da internet e non sono pubblicabili. 346 347 “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen “I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen Indice delle Tavole – Plates Index Author Addresses: I – Prologo: La “macchina” Tokamak II – Il Caldercott Park e Rocky III 14 25 III – Un campo da Rugby e fase di allenamento 37 IV – Immaginando il Pianeta “Sfera” 48 V – Immagini dell’inizio del viaggio di Christian 60 VI – Marte e Terra a confronto 86 VII – Hercules C130 – UAV MQ1 Predator 97 VIII – Thunderbirds Team – HH60 Pave Hawk sopra L.V. 112 IX – Base di Groom Lake - Nevada 129 X – Marie & Julian 148 XI – Simboli Maja 165 XII – Stonehenge, il Piramidon o Ben-Ben e Akenathon 177 XIII – Extraterrestrial Highway Postcards 189 XIV – Melbourne Airport 202 XV – Locandina di “SETIcon” 217 XVI – Ingresso e Mission dell’istituto SETI 229 XVII – Copertina libro di Archeastronomia di Giulio Magli 238 XVIII – Piramidi e Geoglifi 250 XIX – Il mito di Atlantide 262 XX – San Francisco Tour 275 XXI – Copertina libro del prof. LOVE 286 XXII – Macchine cifratrici e U-Boot 534 298 XXIII – Radio Telescopio Parkes & Jill Tarter 311 XXIV – Vulcano “Pico” – isole Azzorre 327 XXV – Mezzi di trasporto usati sull’isola Graciosa 338 XXVI – Epilogo: Acacia australiana 346 348 Ben Gibsen – [email protected] Alias Aldo Giuseppe Merisio Via Laura Bassi, 7 24050 – Mozzanica (BG) ITALY [email protected] sms +39 331.19.40.482 sms & call +39 333.42.82.089 Aldo Giuseppe Merisio's Copyright: **************** Copyright :: All Rights Reserved Registered :: Sun May 15 16:54:58 UTC 2011 Title :: I Creatori di Stelle - The Stars Creators Category :: Novel Fingerprint :: 445c31302b84e97bb16b1fc5040eb9f5fecba32c9b27a35c86d1a11f4f683bfc MCN :: C13BC-24T89-AXCCP **************** 349