“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Romanzo
I Creatori di Stelle
BEN GIBSEN
Aldo Giuseppe Merisio's Copyright:
****************
Copyright :: All Rights Reserved
Registered :: Sun May 15 16:54:58 UTC 2011
Title :: I Creatori di Stelle - The Stars Creators
Category :: Novel
Fingerprint :: 445c31302b84e97bb16b1fc5040eb9f5fecba32c9b27a35c86d1a11f4f683bfc
MCN :: C13BC-24T89-AXCCP
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Indice:
Prefazione
3
Dediche
5
Ringraziamenti
6
Citazioni
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
I Creatori di Stelle
Prefazione
7, 8
I – Prologo
9
II
15
III
26
IV
38
V
49
VI
61
VII
87
VIII
98
IX
113
X
130
XI
149
XII
166
XIII
178
XIV
190
XV
203
XVI
218
XVII
230
XVIII
239
XIX
251
XX
263
XXI
276
XXII
287
XXIII
299
XXIV
312
XXV
328
XXVI – Epilogo
339
Disclaimer
347
Indice delle Tavole – Plates Index
348
Author Addresses
349
2
Un romanzo che, attraverso le esperienze professionali e i
drammi familiari vissuti dai due personaggi principali,
Christian e Marie Sue, lancia dei messaggi, ai giovani e
all’umanità intera, sulla necessità di fare un esame di
coscienza su cosa sia questo nostro pianeta, quali sono i
delicati meccanismi naturali ed energetici che reggono e
permettono la rigenerazione dell’habitat naturale. Quale
impatto hanno i comportamenti individuali, le comode
abitudini cui ci siamo assuefatti e l’importanza che hanno
l’educazione e l’informazione scientifica a questo riguardo.
Se vogliamo mantenere la vita sulla Terra e non fare
spegnere il terzo pianeta azzurro del Sistema Solare
dobbiamo avere l’umiltà di rallentare, fermarci, e ritornare a
delle abitudini più semplici e sostenibili. Una storia che,
nonostante tutto, ha una profonda anima ecologista perché
cerca di riportare la scienza e le religioni su di un piano
umano; esse hanno ragione di esistere per essere di aiuto
verso l’umanità e non per essere sue nemiche, al servizio del
profitto e dell’egocentrismo megalomane.
I giovani devono ritornare ad abbracciare i valori
fondamentali della famiglia, del rispetto, dell’amore e della
conoscenza.
Non devono lasciarsi travolgere e corrompere dal mondo
finto e ipocrita dell’immagine, costruito solamente per
vendere un prodotto o per inculcare dei falsi principi, per
essere usati o peggio sfruttati. L’informazione, lo studio,
l’approfondimento e l’ascolto dei consigli degli anziani sono
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
alla base della prosperità di una civiltà, così come la
memoria degli errori fatti dai propri antenati e progenitori.
… a mia Madre
I genitori devono imparare di nuovo il loro ruolo e smetterla
di essere amici e complici, testimoni a favore degli sbagli
dei loro protetti; in questo modo potrà finire l’era moderna,
quella dei figli prodighi.
Nella narrazione sono intrecciate e celate delle situazioni che
ne richiamano altre, vissute o esistite millenni prima, a
ribadire il concetto che la Storia si ripete e che spetta
all’uomo il dovere di evitare di commettere gli stessi errori
già compiuti in passato.
Il lettore più attento e sensibile riuscirà a coglierne l’essenza
…
Ben Gibsen - alias - Aldo Giuseppe Merisio
Aldo Giuseppe Merisio's Copyright:
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Copyright :: All Rights Reserved
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Title :: I Creatori di Stelle - The Stars Creators
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5
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Ringraziamenti:
Ringrazio Francesca per la spinta emotiva e
l’incoraggiamento che mi hanno dato la forza di
incominciare a scrivere una storia che, da qualche tempo, era
in letargo nella parte più intima e profonda della mia
personalità e che cercava solo uno spiraglio di luce
dell’anima per risvegliarsi, e uscire dalle tenebre della
timidezza e dell’introversione.
6
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
… Piccolo, sulla sua piccola Terra, l’uomo
contempla
l’Universo del quale è a un tempo giudice
e vittima …
W.H. Auden
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“… quando la scienza riuscirà a spiare
oltre la cresta della montagna, scoprirà che la religione era
seduta là da sempre…”
I
Prologo
Citazione da Creator, di Jeremy
Leven
14 luglio 2010
“… ormai la strada è tracciata, dopo i progressi compiuti
nello studio del processo di Fusione Nucleare a
confinamento elettromagnetico seguendo il Criterio di
Ignizione, siamo ormai a un passo dal poter affermare che
possiamo produrre Energia Atomica pulita tramite la
riproduzione dei fenomeni fisici che avvengono all’interno
delle stelle.
Il progetto ITER, il cui acronimo in origine significava
International Thermonuclear Experimental Reactor e che in
seguito è stato usato con il significato latino di cammino, ha
dimostrato di poter fornire un rendimento 1:10 se riusciremo
a perfezionare al massimo il sistema di riscaldamento
esterno del Plasma D-T, Deuterio – Trizio.
Com’è a tutti ben noto, infatti, un sistema di riscaldamento
esterno efficiente è quello che garantisce di avere la reazione
di Fusione Nucleare all’interno del Tokamak sempre sotto
controllo per avere il massimo rendimento: con un impiego
totale di energia d’ignizione del Plasma pari a uno si riuscirà
a ottenere una quantità di energia in eccesso da Fusione fino
a dieci o più il che sarà sufficiente sia per il suo
mantenimento sia per la produzione di elettricità di consumo
per uso commerciale.
8
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Anche la realizzazione della centrale termoelettrica DEMO,
a esso collegata, è già a buon punto e penso che nel giro di
un decennio avremo la prima centrale Termonucleare a
Fusione funzionante. L’ITER sarà costruito nel sud della
Francia, nelle vicinanze del CEA, Cadarache Research
Centre, nel territorio del Comune di Saint-Paul-lezDurance; il tempo delle centrali a Fissione, con le loro
scorie radioattive e i potenziali pericoli d’incidente a esse
collegate è giunto al termine. Le centinaia di reattori nucleari
sparsi per tutto il globo saranno via via sostituiti da stelle
artificiali …”.
sullo sviluppo e l’implementazione delle vecchie fonti
energetiche.
Fortunatamente, dopo quasi sessant’anni di Teorie, ricerche
e prove, comparando tutti i risultati ottenuti dalle diverse
metodiche e soluzioni tecnologiche adottate, si era giunti a
capire le ragioni per cui la reazione di Fusione
Termonucleare si spegneva.
Il processo avviene e si auto-mantiene solo in un ristretto
intervallo di condizioni di Temperatura, Densità o Pressione
dei gas e di bilancio termico; quello che in modo naturale si
verifica nel centro di una stella come il nostro Sole.
La simultaneità delle tre condizioni è sicuramente la fonte di
tutte le difficoltà incontrate durante la realizzazione ma
anche della garanzia della massima o totale sicurezza; se nel
malaugurato caso la Fusione dovesse andare fuori controllo,
per un qualsiasi guasto, si auto spegnerebbe nel giro di pochi
secondi.
La reazione di Fusione non produce scorie o elementi
radioattivi; da ogni collisione D-T si formano un atomo di
Elio, un Neutrone e Calore. In aggiunta, la qualità dei
materiali non fissili impiegati per la realizzazione del
reattore, più propriamente chiamato Tokamak, inibisce
totalmente anche la remota possibilità che l’energia
sviluppata e i Neutroni prodotti inneschino reazioni di
Fissione a catena indesiderate che potrebbero dare il via alla
temuta sindrome cinese.
Dopo questa conclusione del presidente di ITER Mr.
Briscoe, l’aula delle conferenze stampa dell’Hotel Hilton a
Londra scoppiò in un fragoroso applauso. Erano presenti
tutti gli addetti, di tutte le delegazioni di sviluppo,
provenienti dai vari continenti.
Nelle facce di ognuno si poteva vedere tutta la felicità e la
soddisfazione di quando si riesce a raggiungere un sogno
inseguito con tanto impegno, difficoltà e fede, superando
anche tutti gli scetticismi e le barriere, sia teorico-pratiche
sia politiche. Sì poiché il progetto, nato all’inizio dagli studi
di un pool di gruppi di ricerca di università di varie nazioni
come Cina, Europa, India, Giappone Korea, Russia e USA,
aveva incontrato non pochi ostracismi. All’inizio, in tutte le
prove sperimentali, non si riusciva a raggiungere un
rendimento superiore a “1”, cioè si consumava più energia
per tenere “accesa” la reazione di quanta la Fusione riuscisse
a produrne nel poco tempo in cui rimaneva in essere, per poi
spegnersi autonomamente. I vari laboratori di ricerca
ottenevano risultati diversi: chi più energia, chi meno, con
una durata di auto mantenimento variabile e quindi i
finanziamenti a essi destinati inizialmente erano dirottati
Tutto questo alla fine si è potuto concretizzare solamente
con la collaborazione globale, con uno spirito di
condivisione atto a lavorare per il bene comune dell’umanità
e non dal mero interesse speculativo; tutti confidiamo che
rimanga tale.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Anche Chris era presente alla conferenza con tutto il Team
di Assystem Group, la società di engineering avanzato con
cui collaborava da ormai dieci anni, che aveva coordinato la
moltitudine di progetti necessari alla realizzazione di ITER
Project ; Fusion for Energy o F4E.
all’insegnamento del Rugby agli adolescenti del suo
quartiere.
Nel 2003, l’anno del 50° anniversario dell’iniziativa Atom
for Peace del presidente americano Eisenhower, Chris
cominciò a prestare la sua opera anche presso la WNU,
World Nuclear University, un’associazione mondiale nata
per sviluppare l’educazione internazionale degli operatori e
dirigenti politici nella pacifica applicazione delle scienze e
tecnologie nucleari per la produzione di energia e per
applicazioni mediche.
Come tutti i presenti anche lui era felicissimo, sicuramente
per i risultati ottenuti, ma anche perché poteva ormai
prendersi un lungo periodo di riposo e rivedere i suoi
genitori dopo parecchi mesi di assenza.
Christian Zanather era nato a Rugby, piccola cittadina di
circa sessantamila abitanti, situata proprio al centro
dell’Inghilterra nella contea di Warwick tra Birmingham e
Northampton a una ventina di chilometri dalla prima, dove
nel 1823 ebbe origine l’omonimo sport che tanto ha
contribuito alla formazione del suo carattere altruista e
idealista.
Si era diplomato in uno dei licei nella sua città e, oltre che
per lo sport, aveva sempre avuto una grande passione per la
ricerca scientifica. Nel 1995 entrò all’università di
Birmingham e si laureò in Fisica; seguì poi un corso di postlaurea di Tecnologia dei Reattori Nucleari e un altro sulla
Gestione dei Rifiuti Radioattivi e Decommissioning cioè di
tutte le procedure e precauzioni che si devono adottare
durante lo “spegnimento” e smantellamento di un qualsiasi
sito di produzione di Energia Nucleare.
Dopo un anno si specializzazione al MIT di Boston in
Massachusset – USA, presso il dipartimento di Scienze
Nucleari e Progettazione alla corte dell’eminente professor
Apostolakis, era tornato in Inghilterra, dove cominciò a
lavorare come consulente esterno nella società di
engineering Assystem Group. Nel tempo libero, quando
poteva, specialmente nel periodo estivo, si dedicava anche
12
In quest’ambito seppe delle ricerche sulla Fusione
Termonucleare da cui rimase così affascinato, da essere uno
dei fautori dell’ingresso della A.G. in quello che sarebbe
stato, da lì a pochi anni, il progetto ITER.
L’idea di poter costruire Stelle era ciò che, secondo lui, più
si avvicinava al concetto di Creazione e, all’età di
quarant’anni, era uno stimolo che gli aveva donato una
seconda giovinezza.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
II
… arrivato a Rugby dopo parecchi mesi di assenza,
cominciò subito a riconoscere i luoghi più familiari.
Dalla stazione all’umile casa, dove aveva vissuto da sempre
con i genitori e il fratello di un anno più giovane, non
c’erano che poche centinaia di metri da percorrere.
The “Tokamak”
E = m * C2
m = massa ( Kg )
C = velocità della luce ( 300.000 Km/sec )
1 Kg x m * s-1 = 9,81 Watt
Potenza da 1 Kg di massa = 9.174 TeraWatt ( 9,174 x 1012 KW )
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Uscito dalla Rugby Rail, imboccò Murray Road verso sud e
subito dopo a destra sulla Railway Terrace che in fondo
compie una curva a gomito verso sinistra, dopo circa
duecento metri incrocia a destra con Wood Street, la strada
dei giochi dell’infanzia. Casa sua si trova all’angolo con
King Edward Road, sul lato sinistro quasi di fronte al
Woodside Park.
Christian tutte le volte che percorreva quel breve tragitto non
poteva fare a meno di ammirare, nonostante fossero lì da
secoli, le caratteristiche case in stile vittoriano, le insegne
dei pub, dei negozi e i vecchi muri oscurati dal tempo e dalla
sporcizia lasciata in inverno dalla bassa nebbia.
Quanti ricordi ritornano alla mente quando si rientra nella
propria cittadina dopo lunghi periodi di lontananza: le
interminabili giornate passate a giocare con gli amici nel
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
vicino Caldercott Park, le corse in bicicletta lungo Newbold
Road per raggiungere il Webb Ellis Rugby-Football Museum
dove ci si fermava ore e ore a vedere passare schiere di
turisti appassionati del nobile gioco venuti da ogni angolo
del globo a visitare la “culla” del Rugby; gli allenamenti al
Lions Rugby Club, che si trova tutt’oggi in fondo alla New
Street, un vicolo laterale di Lawford Road, e le partite nel
ruolo di mediano di apertura seguite dalle mangiate e bevute
durante il terzo tempo, presso la Club House. Di tutti quei
fatti, ciò che ricordava con maggiore emozione era la prima
“cotta” quando a quindici anni, tutti i giorni all’ora di
pranzo, inforcava la bicicletta e, senza dare spiegazioni a
nessuno, si “fiondava” fino su William Street per incrociare
una ragazza dai capelli ricci corvini di nome Tyra che a
quell’ora passava sempre in quel tratto di strada per tornare
da scuola; Chris l’aveva notata una sera d’estate nel gruppo
delle amiche alla parrocchia e ne era rimasto “folgorato”.
Per un anno intero era andato avanti così, senza avere mai il
coraggio di fermarla, poi si era deciso a incaricare l’amico e
compagno di squadra Mattew Luton, un suo coetaneo, che
frequentava la stessa scuola della ragazza, di portargli un suo
biglietto; ebbe la prima delusione amorosa della sua vita
quando la risposta di ritorno fu che lei si era accorta delle
sue attenzioni, ma purtroppo aveva già in mente un’altra
persona.
Suo padre, Paul Zanather, è un uomo all’antica, sui settanta
anni, dai capelli leggermente ricci diradati e ingrigiti dal
tempo, molto autoritario e conservatore ma che sà essere
espansivo e spiritoso. È stato uno sportivo, appassionato di
Rugby, dal fisico solido e possente, religioso ma poco
praticante anche a causa del tipo di lavoro che svolgeva, ha
saputo educare e indirizzare i figli verso la retta via del
rispetto e della coerenza. Dopo molti lavori saltuari, nel
1966, aveva trovato finalmente una rispettabile occupazione
come manutentore presso la centrale termonucleare di
Berkeley, che a quel tempo era in fase di collaudo. La
centrale era situata vicino alla “punta” del Canale di Bristol,
una specie di “fiordo” nel sud dell’isola Britannica che
sbocca allargandosi nel Mar Celtico, un pezzo di oceano
Atlantico compreso fra il sud dell’Irlanda e il sud-ovest
dell’Isola Britannica. Nella centrale di Berkeley era rimasto
fino al 1989, anno della sua chiusura, a causa dell’apertura, a
Oldbury, di una nuova, più potente e sicura centrale; oggi
una delle dieci disseminate per tutto il territorio
anglosassone. A Oldbury, dove era stato trasferito, Paul era
rimasto fino al pensionamento avvenuto alla fine degli anni
novanta. Entrambe le località si trovano sullo stesso tratto di
costa, a pochi chilometri di distanza tra di loro, a circa cento
chilometri in linea d’aria da Rugby (1).
Paul doveva quindi partire col treno dalla stazione di Rugby
e via Birmingham arrivare nei pressi di Bristol per recarsi
poi alla centrale. Passava due settimane lavorative in
trasferta e due volte al mese rientrava a casa, per quattro
giorni consecutivi di riposo, dalla moglie Evelyn e dai figli
Christian e John.
Appena fu di fronte a casa, non fece in tempo a mettere
piede sul vialetto del piccolo giardino che subito gli corse
incontro e gli saltò in braccio abbaiando di gioia Rocky III, il
piccolo Fox Terrier di famiglia, così chiamato perché era il
terzo ad arrivare tra loro dopo la dipartita naturale dei suoi
due predecessori, e poi un grosso abbraccio con la madre
Evelyn e il padre Paul.
16
1
Centrale di Berkeley – Reattore tipo Magnox I da 276 MWe (tecnologia USA) – dal
1962 al 1989
Centrale di Oldbury – Reattore tipo Magnox II da 434 MWe (tecnologia USA) - dal 1967
al 2010
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Nonostante i trentacinque anni passati alla centrale, avendo
sempre rispettato i protocolli e le norme di sicurezza, non
aveva avuto ripercussioni sulla salute se si escludono
saltuarie scottature dovute a leggere fughe, attenuate, di
raggi gamma (2). Ora, dietro le sue folte sopracciglia, ai
baffi, alla barba appena accennata e all’immancabile
sigaretta rollata a mano, sempre tenuta all’angolo sinistro
della bocca, ama starsene spesso sulla veranda della sua
casetta in stile country a contemplare il cielo, raramente
azzurro, analizzando il modo in cui si formano gli accumuli
di umidità che quasi quotidianamente si trasformano nella
famosa “pioggia inglese”.
Nel 1967, dopo cinque anni di fidanzamento, sposò Evelyn
Reid una bella ragazza di Rugby che conosceva sin da
bambina, di un anno più giovane, e nei ventiquattro mesi
seguenti misero al mondo i due figli coronando il loro sogno
d’amore.
Bionda e slanciata, col viso dai tipici tratti gentili sassoni,
Evelyn era stata un’atleta, nuotatrice, il suo talento si era
fatto notare durante i bagni e le scorribande “segrete” al
fiume. Dopo sposata ed essere diventata mamma, la giovane
moglie, si era da sempre occupata solamente della casa e dei
figli, tirandoli su sani e volenterosi: dolce e premurosa era
sempre disponibile verso le esigenze della famiglia.
Oggi, continuando sempre a fare le stesse cose, con il marito
vicino, è ancora più felice e vive di ricordi con dentro quella
malinconia di chi ha vissuto la sua giovinezza in modo
semplice e spensierato.
2
Onde elettromagnetiche cariche di elevato potere penetrante di frequenza media 3.1020
Hertz, 10 miliardi di volte più alta della frequenza cui lavorano i più moderni processori
per computers – una delle forme in cui si manifesta l’energia emessa dalla Fissione
Nucleare.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Durante i week-end di riposo di Paul si ritrovavano tutti
insieme e, soprattutto nei mesi più caldi, non perdevano
occasione per andare, famigliola al completo, a fare dei
picnic sulla riva del fiume Avon che nei presi di Rugby
compie larghe anse ricche di vegetazione e di bellissime
spiaggette ghiaiose, oppure al vicino Caldercott Park.
Quando non stava giocando con i compagni sulle rive del
fiume, a costruire rifugi e a giocare a nascondino oppure alla
guerra, Chris amava sdraiarsi accanto al padre, su di un plaid
adagiato sulla fresca erba all’ombra di una quercia, a
contemplare il tramonto e farsi raccontare tutto del suo
lavoro. Così cominciò a interessarsi alla tecnologia e a
sognare di essere a fianco del padre per dargli un aiuto ma
anche per rendere il suo faticare più sicuro.
Il fratello John aveva un carattere totalmente diverso, amava
il calcio ed è sempre stato un po’ più distaccato dalla
famiglia. Già da adolescente stava sempre fuori di casa con
gli amici a pavoneggiarsi e a fare conquiste, poco avvezzo ai
sogni e agli ideali, un tipo stoico. A trent’anni si è sposato e
ha avuto un paio di pargoli.
Christian invece era un sognatore, anche se profondamente
appassionato da tutto ciò che era scienza: elettronica,
informatica e chimica. Amava le storie epiche, di cavalieri e
dame, le moderne romanzate romantiche e sognava l’amore
ideale, quasi platonico.
Come gli avevano insegnato nelle scuole e nella parrocchia,
il sesso lo concepiva come un qualcosa che dovesse
completare il rapporto di coppia e non come un inizio a
causa dell’attrazione fisica reciproca; che deve per natura
esserci per avvicinare due persone le quali però devono
rispettarsi e stimarsi, conoscendosi reciprocamente per
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
restare una vita insieme senza “usarsi”. Questo è quello che
dovrebbe distinguere l’uomo dagli animali che per istinto
cercano il partner solamente per l’accoppiamento e la
continuità della specie. Naturalmente pensava al sesso anche
perché ormai tutte le attività commerciali usavano le
“allusioni sessuali” per attrarre le attenzioni delle masse e
quindi era impossibile non farsi alienare.
Lo sforzo per restare fedele alle proprie convinzioni,
anteposte all’istinto del “richiamo” degli appetiti sessuali è
come la lotta fra il bene e il male – il prevalere dell’uno o
dell’altro ci porta su due strade diverse: quella della calma,
sincerità, semplicità e stabilità l’una e dell’irrequietezza,
dell’opulenza, ipocrisia e dell’instabilità l’altra. La felicità
che può derivare da entrambe le “vie” porta però a diverse
evoluzioni dell’intera società. Altrettanto si può sostenere
che quello che s’identifica come Bene è l’insieme dei buoni
propositi, le dottrine umanistiche, le politiche sociali, mentre
il Male tutti quei comportamenti, fatti dalle medesime
persone, che rinnegano, per istinto di sopravvivenza o per
interessi personali – ipocrisia e cupidigia - quello che
avevano “predicato” in precedenza.
Durante la sua vita lavorativa aveva saputo di tanti episodi
che lo avevano fatto riflettere e quasi temere qualsiasi
cambiamento: colleghi sposati che avevano delle storie
parallele o solamente a sfondo sessuale con colleghe,
separazioni, divorzi e persino episodi di molestie e violenza.
Oggi Chris è un uomo di circa un metro e ottanta di altezza,
dai capelli castani mossi e un po’ diradati, con qualche
segno di brizzolatura sulle tempie, sportivo e dalla media
bellezza, ha preso i caratteri somatici da entrambi i genitori.
A causa del suo idealismo romantico e alla sua naturale
timidezza, ebbe molte delusioni nel corso degli anni.
La sua diffidenza verso l’imprevedibilità dei meccanismi
sentimentali, totalmente in contrasto con l’innata logica che
lo portava a voler sempre avere tutto sotto controllo, lo
portava quasi a chiudersi in se stesso e a vivere in un suo
mondo ideale, come in un “autismo consapevole”.
20
Entrato in casa, i genitori lo coprirono di complimenti e poi
cominciarono a tempestarlo di domande sul lavoro e sui
nuovi progetti, intanto, visto che era ora di cena, si
avviavano in sala da pranzo.
Premurosa come sempre la madre cominciò a chiedergli
come stava:
“ Allora com’è andata la conferenza?… c’era tanta gente?”
Christian rispose subito:
“ Fin troppa, specialmente molti giornalisti ficcanaso”,
“ Ti ho preparato il tuo piatto preferito …”.
“ Che bello, lo stufato di stomaco d’agnello ripieno della
nonna? … Pancia mia fatti capanna !”.
La nonna materna era di origine scozzese ed era una
specialista del piatto tradizionale della regione del Kilt; di
solito a cena si preparava il classico piatto inglese, pesce
fritto con patate, ma la madre era brava anche a cucinare la
carne di manzo e molti piatti italiani come le lasagne al ragù
di carne o le melanzane ripiene.
Il padre esordì con la sua solita frase:
21
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Dopo tutti gli anni passati a lavorare nel campo della
produzione energetica mi chiedo quando si finirà di
aumentare questi consumi esagerati …”.
America, per visitare un centro di ricerca in California e per
fare un sopralluogo in Nevada dove stanno sviluppando un
Reattore miniaturizzato …”.
Era facile intuire cosa suo padre volesse dire:
“ Papà, so cosa intendi, l’uomo per vivere ha bisogno di così
poche calorie al giorno, escluse le industrie pesanti e di
trasformazione, e tutta l’energia che la gente usa in più è
impiegata per giocare e per svariate altre stupidaggini come
usare computers potentissimi per la pornografia sulla rete;
ma lo sai, l’uso commerciale della tecnologia porta a tali
eccessi. Noi ricercatori siamo consapevoli del fatto che
senza il surplus degli introiti provenienti dalla diffusione di
massa delle innovazioni tecnologiche, non si potrebbe fare il
nostro lavoro; ma è anche con progetti come quello su cui
lavoriamo che stiamo cercando di porre rimedio a tale
stortura.”.
Il padre e la madre, quasi all’unisono:
Evelyn, già infastidita dalla piega che aveva preso il discorso
fra i due, sbottò:
“ Dai, non cominciate con i vostri discorsi scientifici in cui
io non riesco mai a mettere bocca e pensiamo a mangiare;
piuttosto, cosa farai in questo periodo di vacanza?”.
“ Tanto per cominciare domani che è sabato andrò a trovare
John e a salutare i nostri nipotini; a proposito come stanno?”
“ Sempre con questa passione per il Lavoro, ma quando ti
troverai una bella moglie inglese e ci darai anche tu qualche
nipotino?”.
Potrà sembrare che in quel moglie inglese ci fosse un non so
che di conservatorismo ma era solo un modo di dire mogli e
buoi dei paesi tuoi poiché avevano sentito di tanti
compaesani sposati con donne del sud America che si
ritrovavano nei guai.
“ Se c’è passione, il lavoro può essere piacevole e l’amore è
inutile inseguirlo, bisogna che venga da solo, anche per
caso; tutte le volte che mi sono dichiarato sono sempre stato
rifiutato, vuol dire che il destino per me ha previsto
diversamente”.
Intanto Rocky era lì, seduto ai loro piedi e pazientemente,
con qualche guaito di richiamo, stava aspettando Chris per
andare a giocare in giardino, com’erano soliti fare dopo
cena.
“ La settimana prossima la passerò al Lions, con gli allievi
del Rugby, per vedere che progressi hanno fatto in mia
assenza e poi ho intenzione di fare una vacanza studio in
La cena finì con un buon caffè e subito dopo Chris uscì in
giardino a giocare con Rocky che amava riportare una
logora pallina da tennis dopo che qualcuno l’aveva lanciata
fra le siepi; tutte le volte immancabilmente, prima di
riportarla si soffermava a scuoterla e ad azzannarla
tenendola immobile fra le zampe anteriori distese, con un
ringhio di soddisfazione più che di rabbia.
22
23
“ Tutti bene, e i ragazzi stanno crescendo velocemente e
pieni di vizi”, disse subito Paul.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Dopo una bella mezz’ora Chris decise di fare una
passeggiata con Rocky. Usciti da casa, s’incamminarono
lungo Wood St. fino all’incrocio con Park Rd, la via che
costeggia il Caldercott Park, fino a che giunsero all’ingresso
del medesimo; un angolo di verde a forma di triangolo
isoscele vicino al centro di Rugby, con il vertice rivolto a
sud in direzione della Torre dell’Orologio.
Proprio in quell’istante scoccavano le ore ventuno e quando
le campane cominciarono a suonare, Rocky si mise a correre
verso il centro del parco abbaiando al vento.
Seguendo il cane Chris arrivò nei pressi dell’area attrezzata
con i giochi per i bimbi, altalene, scivoli e giostre e vide che
c’era una famigliola: due bambine di circa quattro e cinque
anni che giocavano e i due genitori che, seduti su di una
panchina, stavano prendendo il fresco in quella serata afosa
di Luglio inoltrato.
A un primo momento non ci fece caso ma quanto passò
davanti ai due per richiamare Rocky, si accorse che la donna
era Tyra; ebbe un tonfo al cuore, salutò timidamente e
proseguì incontro all’amico a quattro zampe che intanto si
era calmato e stava “grufolando” lì intorno fra le betulle e i
platani segnando il territorio.
Allontanandosi con il cane ormai al guinzaglio, pensò “… è
ancora bella come quando la vidi la prima volta” e tirò un
profondo sospiro, si abbassò, diede una scrollata al liscio
pelo fra le orecchie di Rocky che ansimava felice
guardandolo con la lingua penzoloni, e fecero ritorno a casa.
Chris, stanco morto, salutò i genitori e salì al piano superiore
dove, dopo una veloce e caldissima doccia rigenerante, si
lasciò andare in un sonno profondo sulla branda che era
sempre pronta ad accoglierlo nella camera che era stata sua e
di suo fratello.
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25
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
III
Il mattino seguente Evelyn, com’era solita fare quando il
figlio andava ancora all’università, svegliò Chris di buon’ora
affacciandosi verso la rampa delle scale e gridando con tono
di richiamo:
“ Chris, sono le otto ! La colazione è pronta !”.
Come ogni madre verso un figlio tanto amato, anche se
aveva più di quarant’anni, che è sempre visto come il
proprio “bambino”.
In lontananza, attraverso le persiane socchiuse della camera,
si sentivano i rintocchi della campanella provenire dalla
Clock Tower.
Per un attimo Chris si rigirò nel letto e si coprì la testa con il
cuscino ma ricordò che doveva passare a fare un saluto al
fratello per poi andare, prima possibile, al Lions Club, la sua
“seconda casa”. Dopo una lunga stiracchiata con la quale
buttò giù le coperte dal giaciglio, saltò in piedi, si infilò
velocemente i pantaloni della tuta con i colori sociali Bianco, Nero e Rosso - un paio di vecchie ciabatte e si
precipitò in cucina per un’abbondante colazione.
26
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Latte caldo, corn flakes e crêpes con marmellata ai frutti di
bosco, pane tostato e un uovo sodo e la carica di energia per
l’intera mattinata era stata fatta.
Le prime ore del giorno erano fresche e soleggiate e la
cittadina si stava lentamente mettendo in movimento. Il
lungo tragitto in bicicletta per raggiungere la dimora del
fratello John, sita sulla Bruce Williams Way nel bel quartiere
del Caldercott’s Piece, vicino al St. Cross Hospital, si
presentò subito piacevole e rilassante.
I figli di John, un maschietto e una femminuccia di sette e
nove anni, frequentavano entrambi la Lawrence Sheriff
School, sorta sui terreni dove verso la fine dell’Ottocento si
erano svolte le prime partite di Rugby.
La rimpatriata dei due fratelli fu molto cordiale ma, avendo
caratteri totalmente diversi, abbastanza fredda, con le solite
frasi di circostanza. Christian non si trovava a suo agio,
avvertiva una certa insofferenza nei suoi confronti, un
aleggiante rimprovero per il fatto che dimorasse ancora con i
genitori, come se così facendo dovesse ledere chissà quali
interessi. È brutto doversi rendere conto come i fratelli di
sangue, nel momento in cui costruiscono le proprie famiglie,
rompano quasi definitivamente le affettività pensando
solamente ai propri bisogni. Avviene come un
“cambiamento di pelle” che porta a una nuova personalità
che vuole tagliare i ponti con la “vecchia vita”; o forse è solo
un modo per compiacere la nuova cerchia familiare.
Chris non si trattenne molto a lungo, giocò un poco con i
ragazzi e poi salutò tutti, augurando tanta felicità e
prosperità, e con la sua indistruttibile Royalbike si avviò
verso la club house della società sportiva.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Imboccata Hillmorton Rd, si ritrovò presto a passare davanti
al Webb Ellis Rugby Museum, la Hall of Fame dedicata al
personaggio cui per convenzione si attribuisce l’invenzione
del gioco, e proseguendo lungo Lawford Rd arrivò
velocemente in New Street, dove sorge l’accogliente Club
House. L’edificio fu costruito per la prima volta in Sheep
Street fino all’odierna, definitiva ubicazione, avvenuta nel
1973.
parrocchie, che hanno loro stessi organizzato; sono tanto
bravi e mi aiutano anche nelle pulizie della nostra sede …”.
Il luogo di ritrovo, che comprende spogliatoi, una palestra
per l’allenamento con i pesi e una grande sala da pranzo con
annessi cucina e servizi, fu ricostruito o spostato un paio di
volte, a causa di problemi finanziari o di spazio, ma rimane
tuttora in quel quartiere, dove con tanta fatica si erano
acquistati i campi da gioco e di allenamento.
“ Permesso …?”
Disse Chris entrando nella sala da pranzo.
L’anziana signora Lindsay Danty, la custode della Club
House, appena lo vide gli corse incontro per abbracciarlo;
era dall’estate precedente che non lo vedeva.
Si scambiarono tre baci sulle guance:
“ Ciao Christian, quanto tempo, sono molto felice di
rivederti, vedo che nonostante tutto riesci sempre a tenerti in
forma …”.
“ Grazie, vado subito a salutarli e a raccomandarmi perché
quest’anno non riuscirò a passare molto tempo con loro e
non vorrei essere dimenticato …”.
“ Vai, sono al campo numero tre, sono le undici e staranno
ormai per iniziare la partitella di allenamento, ciao e a
presto!”
Il complesso sportivo è molto grande e, per gli allenamenti,
vi si alternano ben undici squadre giovanili, dagli under sette
all’under diciassette, oltre che alla prima e alla seconda
squadra che militano nelle leghe semi professioniste.
Il campo era tracciato alla perfezione, le due bianche porte
ad “acca” erano state da poco riverniciate e i trenta ragazzi
degli under sedici stavano completando il riscaldamento.
Chris che si stava avvicinando camminando sul viale
alberato che costeggia il campetto numero tre, trovandosi in
penombra, non fu visto subito, così si fermò in disparte a
osservare l’inizio della partitella. In realtà una squadra
giovanile è composta di quindici giocatori con massimo sette
riserve ma si erano aggiunti alcuni ragazzi dell’under
quindici, quelli tra i più appassionati.
“ Sì, un po’ di acciacchi dovuti ai miei anta, ma resisto. I
ragazzi sono già tutti al campo, si sono presentati di buon
mattino per tracciare le righe per il torneo estivo delle
I giocatori si schierarono nelle due metà campo e dopo il
sorteggio, la squadra bianca si avvicinò alla linea mediana
per eseguire il calcio di rimbalzo d’inizio, o calcio d’invio,
mentre la squadra rossa, dietro la linea dei dieci metri si
apprestava a ricevere il pallone.
E via, la partita ebbe inizio, con un salto un giocatore della
squadra rossa, un flanker, s’impossessò della palla e subito
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“ Bhè, si fanno sacrifici ma ci si riesce, … e lei come sta?
Tutto bene?”.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
due compagni gli si legarono in un abbraccio ai fianchi
formando un “carretto” o maul che cominciò ad avanzare
verso la linea mediana del campo. Intanto la squadra bianca,
contrastando, aveva fermato l’avanzamento, il mediano di
mischia rosso tolse la palla dal maul, che era ancora in piedi,
e la passò lateralmente, indietro verso il suo mediano di
apertura che dopo essere avanzato di un paio di metri,
vedendosi placcato, toccando terra con un ginocchio, lasciò
la palla a terra passandola dietro, sotto le proprie gambe.
Subito un compagno, dando il giusto sostegno, raccolse la
palla avanzando pochi passi e così via.
Tutti gridarono di gioia e gli corsero incontro, saltando su di
lui e formando un “mucchio” umano tra risate, i “no, no,
piano” di Chris e gli applausi di quelli che avevano avuto
pietà di lui.
Avevano tutti una profonda ammirazione per il loro
allenatore in seconda, era il loro addetto al regolamento, la
figura che si preoccupa di far capire agli atleti il senso e
soprattutto l’utilità delle regole, a prima vista complicate, del
gioco.
Tutte le fasi del gioco si svolgevano con grande armonia ma,
soprattutto, con estrema correttezza. Pur non essendoci
arbitro in campo i ragazzi, se commettevano un fallo di
fuorigioco o un passaggio avanti involontario, si fermavano
senza contestazioni per eseguire la mischia di ripresa del
gioco. Essi sapevano che qualsiasi scorrettezza oltre che
essere severamente punita dal regolamento, in caso di partite
vere, avrebbe causato la reazione violenta dell’avversario
con rischi di seri e inutili infortuni.
Il rispetto delle regole del gioco e la perfezione con cui i
ragazzi eseguivano gli schieramenti alternati di copertura
difensiva e di attacco sostenuto, stavano dimostrando a Chris
che i progressi erano stati massimi.
Dopo quindici minuti di quello spettacolo, in un momento di
pausa prima di una rimessa laterale, Chris entrò in campo
all’improvviso esclamando:
“ Bravissimi ragazzi, una condotta perfetta, secondo
regolamento!…”
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Dopo essersi “ripreso”, saltò in piedi e a uno a uno salutò i
ragazzi stringendo la mano a ognuno di loro:
Dawson, Smith, O’connel, Wright, Clark, Saunders, Everton
… e così via … titubò solo quando arrivò agli under quindici
che furono loro a presentarsi.
“ Che dire, non posso che complimentarmi con voi, sono
rimasto a osservarvi per un po’ di tempo e ho visto cose
egregie. Ricordatevi sempre che le regole del gioco sono
prima di tutto un manuale di sicurezza per la vostra
incolumità e che sono state sviluppate nello spirito della
partecipazione di tutta la squadra all’avanzamento nel
campo avversario. Chi rimane isolato è destinato a essere
sopraffatto, chi non rispetta le regole o non le conosce,
causando l’assegnazione di calci di punizione contro la
propria squadra, metterebbe in condizione un ottimo
“calciatore” avversario di fare dei punti in modo semplice;
avete presente Johnny Wilkinson?…”.
Intanto tutti i ragazzi si erano seduti in cerchio ad ascoltare
l’ennesima lezione del Coach al quale, rispettosi
dell’esperienza e sempre attenti a imparare per il loro stesso
bene, non erano mai stanchi di prestare attenzione.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“… quando William Web Ellis, durante una partita di calcio,
raccolse la palla con le mani e si mise a correre, lo fece per
protesta perché lui era lì per giocare e i compagni che non
gli passavano il pallone, abili a far correre la sfera tra i loro
piedi, non gli permettevano di partecipare al gioco.
Nel Rugby, con il pallone ovale, è stata superata anche
questa eventualità, avete già provato a vedere cosa succede
quando si prova a dribblare l’avversario correndo con la
palla fra i piedi, no? … Che non si riesce a controllarne i
rimbalzi impazziti e che si finisce per perderne il possesso;
conviene sempre mantenere il pallone in mano, stare vicini
ai compagni e passare la palla, condividendo il risultato
finale della meta, costruita con il paziente lavoro di tutto il
Team …”.
“ Bene!” rispose Chris, e poi continuò: “ casualmente ho un
fischietto in tasca, mi permettete di rimanere con voi e di
arbitrare la vostra partitella ?”.
E poi continuò ancora con elogi oppure con consigli
personalizzati fino a che dovette informare tutto il gruppo
del suo viaggio che non gli avrebbe permesso di
accompagnarli nella stagione estiva:
A mezzogiorno in punto la signora Danty, dalla veranda
della cucina, suonò la campanella – segnale che il pranzo era
pronto. Quel richiamo irresistibile fece automaticamente
fermare virtualmente il cronometro e alla prima uscita dal
campo della palla Chris fischiò la fine della partita; poco
male, le due squadre si trovavano a punteggio pari sul 24 a
24 e nessuno si lamentò.
I ragazzi s’infilarono di corsa nelle docce e in un baleno
erano tutti seduti a una lunga tavolata a divorare lo stufato di
verdure, insalata di patate, carote lessate e pasticcio di pollo
con il curry; limonata e aranciata a volontà, banane, mele e
due palline di gelato al gusto di panna e cioccolato a testa.
E’ proprio nei momenti passati insieme a mangiare, a ridere
e scherzare raccontandosi le gioie e i dolori della vita
quotidiana che si consolidano i “gruppi vincenti”.
Alcuni ragazzi, appassionati di radiotecnica, si erano raccolti
intorno al loro Coach che, da esperto, stava spiegando quali
frequenze erano più adatte alle comunicazioni
transoceaniche:
“… Infine, dopo questi complimenti spero che mi
perdonerete se quest’anno non riuscirò a rimanere con voi
per i tornei estivi, ho programmato un viaggio studio che mi
ripromettevo di fare da tanto tempo, mi si è prospettata
l’occasione e non posso perderla.”
Tutti i ragazzi, guardandosi a vicenda erano lusingati e felici
di essere presi in considerazione e di sentire quella richiesta
di scuse anticipate, finché uno di loro saltò in piedi e gridò:
“ Per il nostro allenatore – hip hip …” e tutti … “urrà!” e
così fecero per tre volte.
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Tutti, impazienti di riprendere il gioco, applaudendo e
ritornando a schierarsi in campo gridarono “ Siiiiiiiii !”
Per altri tre quarti d’ora continuarono a calpestare l’erba del
campo numero tre, tra placcaggi, rucks, mischie e touches, le
rimesse laterali, ma pochi calci di punizione; i falli li
avrebbero lasciati compiere agli avversari “veri” e i
calciatori avrebbero avuto modo di allenarsi per tutto il
pomeriggio a centrare i pali da tutte le possibili angolazioni
e distanze.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Le frequenze che riescono a superare la curvatura terrestre,
aiutate dagli effetti dall’attività elettromagnetica solare, sono
quelle intorno ai 14-15 megahertz (MHz) che hanno una
lunghezza d’onda di circa venti metri e sono utilizzate,
divise in bande specifiche, dai radioamatori, dai militari e
dalle stazioni broadcasting …”;
forma uno strato di ionosfera con uno spessore più alto, cioè
una maggior quantità di molecole gassose sono ionizzate
dalle onde elettromagnetiche del Sole e quindi anche parte
delle onde più corte riescono a essere riflesse verso il basso;
il fenomeno è chiamato propagazione. Ci sono periodi
dell’anno in cui potreste notare una propagazione molto
consistente, e questo è dovuto a un’attività molto intensa del
Sole, quando compaiono molte macchie solari”.
“ Come fanno a superare la curvatura terrestre?”
“ Riescono a superare la curvatura terrestre poiché, avendo
affinità con le particelle della ionosfera, sono riflesse tra
questa e la terra …”;
“ Da cosa dipende la loro affinità?”
“ La lunghezza d’onda è fondamentale, ecco perché le onde
elettromagnetiche non hanno tutte lo stesso comportamento;
esse interferiscono sia con la morfologia del territorio che
con la struttura delle molecole elementari o atomi essendo
riflesse, assorbite o deviate o facendo vibrare le molecole
atomiche, se abbastanza piccole; come le microonde che
provocano il riscaldamento dell’acqua”.
“ Coach noi usiamo la Citizen Band, dei 27 MHz, e abbiamo
notato che in certi momenti dell’anno o della giornata si
riesce a mettersi in contatto con stazioni d’oltremare o anche
oltre oceano”.
“ La frequenza dei 27 MHz ha una lunghezza d’onda di circa
undici metri ed è già abbastanza corta da riuscire a forare lo
strato standard di ionosfera senza che avvenga la riflessione.
In certi momenti della giornata, quando il vento solare
colpisce la nostra atmosfera con una certa angolazione, si
34
“ Allenatore, ha visto qualche tempo fa quella trasmissione,
Mysteries? Parlavano di Alieni, presunti avvistamenti,
rapimenti di persone, di misteriose aree militari in cui i
servizi segreti Americani tengono nascosti veicoli spaziali
caduti sulla Terra, una fantomatica Area 51; storie
emozionanti, ma molto più fantascienza che realtà! Invece,
crede che si possa eventualmente comunicare con
popolazioni di altri pianeti attraverso le onde
elettromagnetiche?”.
“ Bhè, se mi chiedi se credo che sia possibile trovare altre
forme d’intelligenza come la nostra nell’universo ti rispondo
che è probabile; qualche forma di Vita quasi sicuramente,
vista l’enorme quantità di sistemi solari esistenti. Le
comunicazioni, nell’eventuale esistenza di civiltà evolute ai
nostri livelli, almeno quelle con pianeti esterni al sistema
solare sono quasi impossibili. La potenza irradiata, e quindi
il segnale di una qualsiasi onda elettromagnetica si attenua
con il quadrato della distanza, così, viste le grandissime
distanze in gioco, un segnale arriverebbe sulla Terra
talmente attenuato da confondersi con il rumore di fondo;
quella specie di rantolo che si sente in sottofondo, causato
dalla ricezione di onde elettromagnetiche emesse dalle stelle,
che sono le più potenti stazioni trasmittenti naturali esistenti.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Se eventualmente si riuscisse a captare un segnale alieno di
un certo livello, vorrebbe dire che esso proviene da uno dei
pianeti più vicini, come Marte che si trova a soli
cinquantacinque milioni di chilometri dalla terra nel punto
più vicino…
… Oppure che un veicolo spaziale è molto prossimo a noi.”.
Un segnale modulato, infatti, che viaggia alla velocità della
luce pari a trecentomila chilometri al secondo, se fosse
trasmesso da Marte con grande potenza, arriverebbe sulla
terra attenuato in poco più di tre minuti …
La discussione fu lunga e appassionante e i giovani
“marconisti” avevano già pensato di installare una piccola
stazione radio nella Club House per tentare di comunicare
con alcuni loro coetanei australiani di Sidney, conosciuti
durante uno dei tanti tornei giovanili del Commonwealth (3).
Campo da Rugby
Nel frattempo Chris si era ricordato che doveva
programmare il viaggio tanto atteso e che dopo la bella
giornata con i ragazzi lo aspettava una noiosa serata di
prenotazioni via Internet.
spiegazione del “placcaggio”
3
The British Commonwealth of Nations. La Confederazione degli Stati Indipendenti
Britannici.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
IV
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Per l’aria si sentivano le note di One of Us di Joan Osborne,
una bella canzone del 1996, provenire dalla radio in cucina,
lasciata accesa da Evelyn mentre stava preparando la cena.
Con suo stupore Paul era seduto in salotto con i baffi
immersi in un librone:
“ La Bibbia ? … ma papà, hai una crisi mistica per caso?”
Durante il tragitto verso casa il discorso sulla possibilità di
trovare altre forme d’intelligenza come la nostra
nell’universo, fatto quasi automaticamente ai ragazzi come
quando si discute una tesi d’esame, continuava stranamente
a ritornargli in mente, a farlo pensare. In effetti, Christian, in
quella situazione, aveva toccato quell’argomento come non
gli era mai capitato prima.
Arrivato a casa Rocky III, guaiva sulla soglia della loro
dimora come per dire:
“ Perché non hai portato anche me sui campi da Rugby?
Chissà che divertimento a rincorrere la palla e a segnare
come mio territorio tutti i paletti delle bandierine del campo
…”.
Poi seguì Chris in casa e saltò sulla sua poltrona e si
rannicchiò con il muso fra le zampette anteriori con fare
offeso.
“ No, è che alla televisione, verso mezzogiorno, parlavano di
una spedizione di alpinisti austriaci che stavano scalando il
monte Ararat in Turchia a 5000 metri di quota; mi sembrava
di ricordare che era il monte su cui approdò Noè dopo i
quaranta giorni passati sull’Arca e quindi per scrupolo, mi
sono andato a rileggere la parte della Genesi dove c’è Il
racconto del Diluvio.”
“ Si papà è giusto, guarda, leggi sull’enciclopedia
geografica”.
Chris aveva prontamente tolto il grosso volume dalla libreria
e l’aveva sfogliato velocemente.
“ Ararat – massiccio montuoso vulcanico, alto 5165 metri, il
monte sacro agli Armeni, si trova al confine tra Turchia,
Armenia e Iran”.
I due stettero un po’ a leggere insieme e a fantasticare.
“ Chissà se trovassero veramente qualcosa dopo quattro o
cinquemila anni …”.
Dopo una leggera e rapida cena, aveva già mangiato troppo
con l’abbondante pranzo della signora Danty alla Club
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
House, Christian si mise a stendere il programma del viaggio
e a prenotare i biglietti aerei.
Il NFPS project riguarda la realizzazione di un reattore
nucleare miniaturizzato, che servirebbe, in via ufficiale,
quale generatore di energia per veicoli spaziali al di fuori
dell’orbita terrestre; l’enorme quantità di potenza che può
sviluppare con piccolissime quantità di carburante fissile,
permetterebbe velocità di crociera elevatissime senza
problemi di scorta. Il calore emesso è sfruttato per produrre
vapore a elevatissime pressioni che, incanalato in speciali
coni di espansione, produrrà la spinta necessaria al
movimento. Il carburante solido, per ridurre al minimo il
volume e la massa caricata a bordo, sarà costituito da
speciali barre di Uranio e Grafite appositamente progettate
da A.G.
Durante la conferenza di ITER, qualche giorno prima,
Christian conobbe molte personalità con le quali aveva
stretto dei buoni e proficui rapporti di fiducia e di
collaborazione, tra cui:
Il Dott. Oscar Schoela, direttore del JPL di Pasadena CA, il
Jet Propulsion Laboratory del California Institute of
Technology, che lo aveva personalmente invitato a visitare il
centro.
Il JPL è uno dei tanti laboratori di ricerca e progettazione
indipendenti sotto il controllo della NASA – National Space
Agency, che si occupa della progettazione e sperimentazione
di veicoli robotizzati per l’esplorazione dei siti spaziali.
Tutte le generazioni di Lander, compresi i MER - Mars
Exploration Rover e Phoenix mandati su Marte e tutta la
parte di automazione delle varie missioni esplorative
dall’Explorer 1 (1958) fino ai giorni nostri sono frutto del
lavoro del JPL.
Anche il Mars Reconnaissance Orbiter, il Wide-field
Infrared Survey Explorer e lo Spitzer Space Telescope fanno
parte dei progetti NASA seguiti dal JPL che si occupa
oltretutto anche della missione astronomica Galaxy
Evolution Explorer; voci dicono che abbia avuto anche una
parte fondamentale nella realizzazione dei Droni, i veicoli
militari robotizzati.
Il colonnello dell’US Air Force Timoty Hutton che aveva
l’incarico di accompagnarlo nei siti militari dove Chris, per
conto della A.G., doveva supervisionare il progetto NFPS
Nuclear Fission Propulsion System.
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“ Allora … in treno fino a Londra, poi l’Underground fino
all’aeroporto di Heathrow, volo intercontinentale per Los
Angeles con scalo a Chicago all’O’Hare International.
A L.A. mi verrà a prelevare il Dott. Schoela che mi ospiterà
presso il JPL. Sola andata perché poi da lì, a fine ispezione,
inizierà la mia vacanza e via, prenotazione – invio confermato – ancora invio, ok finalmente ho finito,
l’avventura comincia!”.
Tutte le prenotazioni e i pagamenti a carico di A.G. erano
stati inoltrati alla British Airways. Christian avrebbe
preferito partire con la QANTAS - Queensland and
Northern Territories Aerial Services, compagnia australiana
sorella della B.A., che lui riteneva molto più sicura ed
efficiente, ma che purtroppo non compie collegamenti
attraverso l’oceano Atlantico.
Anche le e-mail di conferma del suo arrivo al Dott. Schoela
e al colonnello Hutton erano state spedite ai rispettivi
indirizzi del JPL e della Nellis Air Force Base, un sito di
collaudo dell’aviazione militare statunitense ubicato tredici
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
chilometri a nord-est dal centro economico di Las Vegas, la
famosa città-casinò sorta verso la “punta” sud del Nevada.
arancione, la Stella Kuprum, con una strana aura violetta
intorno, mentre a destra, a circa quarantacinque gradi più in
alto, una semisfera di luce sfavillante, da cinque a sette volte
più piccola.
“… ora mi sdraio sul letto e ascolto un po’ di musica”…
Chris inserì un compact disc nello stereo, un album di un
gruppo femminile Country americano, le Dixie Chicks,
Taking the Long way, abbassò il volume al minimo per non
disturbare i genitori, ormai era quasi mezzanotte, e si rilassò
con le mani incrociate dietro la nuca, guardando il soffitto
illuminato dalla luce riflessa della Luna;
Un altro giorno era passato, come migliaia di tanti altri,
quasi non ci si accorge di come passi il tempo se non ci si
ferma qualche volta a ragionare su tutte le esperienze e le
vicissitudini che s’incontrano durante un’intera vita.
Il primo brano era Voice Inside My Head, Chris chiuse gli
occhi, pensando al discorso avuto con i ragazzi, al suo
rientro in casa, alla lettura fatta col padre e alla musica in
sottofondo. Gli era sembrato tutto così surreale e, quando
stava cominciando a realizzare che di lì a una settimana
sarebbe partito, si addormentò …
“ *** certo che questa vista è qualcosa di eccezionale,
quando il Kuprum è al tramonto in coincidenza con la
presenza del Terzo Azzurro all’orizzonte, è una visione
sublime …”.
Sentenziò il direttore del centro di ascolto.
Dalla grande finestra della base si poteva vedere sullo
sfondo, in grande lontananza, dietro un bosco di alberi bassi
e spogli come in un quadro fantasy, un grande tronco di
cono alto e sconfinato. Era un monte dalla cima appiattita,
alla sua sinistra, proprio dietro di esso una grande palla
42
La sala di controllo era ampia e sterile, i muri di un colore
bianco perla. Il quadro di comando delle operazioni era
costituito solamente da un pannello semitrasparente su cui i
tecnici posavano entrambe le mani; automaticamente il
bioscanner si connetteva in modo attivo con il loro sistema
nervoso e, captando la bassa attività elettrica attraverso la
pelle, filtrando pensieri e sensazioni, riconosceva e
applicava solamente i comandi necessari alle sue funzioni.
Il messaggio di richiesta di rapporto alla spedizione
scientifica era stato inviato da ormai 360 Kripti - 180
secondi - e la commissione politica, incaricata di seguire i
lavori dei biologi inviati sul Terzo Pianeta Azzurro, stava
aspettando di ricevere i risultati degli ultimi vitali
esperimenti in corso.
I tecnici presenti, sia uomini sia donne, erano di statura alta
con conformazione fisica longilinea, una carnagione
chiarissima, quasi priva di pigmentazione, i capelli chiari dal
colore giallo paglierino al rosso arancio, una struttura fisica
abbastanza esile ma con dei tratti somatici sobri e gentili.
La missione era iniziata quasi quindici periodi di rivoluzione
prima, quando il servizio di sicurezza planetario aveva
intercettato l’avvicinamento di un gigantesco asteroide
chiamato Kompor, che nell’antica lingua madre significa
Distruttore.
Il Kompor proveniva dagli spazi siderali, era un frammento
di cometa, destinato inesorabilmente alla collisione con il
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
loro pianeta “Sfera” ed era distante solamente trenta periodi
di rivoluzione (4).
Gli scienziati avevano stimato che dal suo impatto con Sfera,
date le dimensioni e la velocità di avvicinamento del
Kompor, si sarebbe sviluppata una tale quantità di energia
che avrebbe fatto staccare totalmente lo strato superficiale
della crosta sferiana, riducendo le dimensioni del pianeta di
circa un terzo. Tutti gli esseri viventi sarebbero stati spazzati
via e la diminuzione di forza gravitazionale risultante
avrebbe causato la dispersione nello spazio anche di gran
parte dei gas presenti nell’atmosfera.
non si poteva fare attività fisica, si rischiava di avere un
collasso.
La popolazione sferiana, ammassata nelle metropoli
sotterranee concentrate tutte lungo la fascia equatoriale,
dove il clima era più mite, continuava a ridursi per scelte
politiche sul controllo delle nascite, a causa della scarsità di
riserve alimentari, e, a quei tempi, si aggirava sui
trecentocinquanta milioni d’individui.
Allora un gran consiglio planetario si era riunito per
decidere il da farsi. Per evitare il panico non erano nemmeno
stati informati i mezzi di divulgazione di massa, tutto era
tenuto nel più assoluto segreto giacché non si aveva nessuna
idea delle contromisure da intraprendere.
Il loro pianeta era stato da essi scientificamente classificato e
ribattezzato Quarto Azzurro del Sistema Stellare
Kupromiano.
Il pianeta Sfera godeva di pessima “salute”.
Le continue guerre fratricide, lo sfruttamento delle risorse
energetiche e minerarie e l’inquinamento avevano ormai
causato la scomparsa dell’ottantacinque percento delle
specie viventi, il livello di ossidi di carbonio nell’atmosfera
era salito al 2,3% e il contenuto di ossigeno, che era ormai
prodotto artificialmente con dei riprocessatori catalitici
dell’anidride carbonica, era sceso fino al 15,8% e all’aperto
4
Cercare di distruggere l’asteroide sarebbe stato possibile, ma
le poche risorse ancora disponibili e la drammatica
situazione ambientale in cui si trovava il pianeta avevano
portato alla decisione di concentrare tutti gli sforzi sul
tentativo di colonizzare il Terzo Pianeta Azzurro.
Si cominciò quindi, in gran segreto, a lavorare su due fronti:
la costruzione di alcuni veicoli spaziali e la selezione delle
famiglie di coloni, con l’invio di una prima missione in
avanscoperta.
Agli albori della loro era tecnologica avevano già esplorato
il Terzo Pianeta Azzurro. Esso aveva le stesse caratteristiche
atmosferiche primordiali di Sfera, era considerato Il Pianeta
Gemello, e quindi non ci sarebbe stato alcun problema di
respirazione; ma la prima missione coloniale inviata era stata
decimata da malattie sconosciute. Prima di perire i biologi
avevano costatato che il loro sistema immunitario, già
debole per le ragioni sopra descritte, non riusciva a produrre
anticorpi a causa di alcune incompatibilità ambientali che
noi chiameremmo di carattere genetico; inoltre la loro pelle
non era abbastanza protetta dalle radiazioni ultraviolette che
sul Terzo Pianeta erano molto più forti poiché più vicino al
Kuprum. Le ustioni che i raggi ultravioletti provocavano alla
Il periodo necessario a completare l’orbita del pianeta Sfera intorno alla
Stella Kuprum, è doppio di quello del Pianeta Azzurro.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
pelle sferiana erano dolorosissime e presto comparivano
tumori cutanei.
L’unico modo che la loro stirpe avrebbe avuto per
sopravvivere su quel pianeta era di ibridarsi con una specie a
loro simile, individuata nell’emisfero nord, nella zona delle
grandi foreste, e allevare una nuova discendenza che si
sarebbe adattata agli attacchi dei microorganismi parassiti.
Purtroppo non avevano avuto i mezzi né il tempo sufficiente
per portare a compimento l’esperimento che avrebbe
stabilito l’eventuale compatibilità genetica con quei
Primitivi.
Tale razza primitiva del Terzo Pianeta Azzurro si
distingueva da tutti gli altri milioni di specie e forme viventi
ivi presenti, molto simili anche se non identiche alla minore
varietà di quelle presenti su Sfera. Prima di tutto era
fisicamente strutturata in modo identico agli sferiani e poi
perché usava primitivi utensili, in certi casi conosceva la
fiamma come fonte di calore e aveva una forma molto
primitiva di socializzazione, quindi era intelligente.
L’unico modo per valutare velocemente se fosse stata
possibile l’ibridazione era quello di catturare due esemplari,
un maschio e una femmina maturi, e procedere alle
inseminazioni artificiali incrociate.
I risultati dell’esperimento Genosos II si stavano aspettando
ormai da alcuni Kriptocicli; era il giorno in cui le due madri,
quella Primitiva e quella Sferiana, si sospettava dovessero
partorire; tutti i dati accumulati dagli strumenti e dalle
osservazioni dirette erano stati confortanti fino a due
Megakriptocicli prima.
Non era stato facile catturare i due esemplari primitivi
poiché la loro specie aveva una grande forza fisica e reagiva
molto violentemente verso qualsiasi presenza estranea.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Una voce metallica artificiale annunciava che era arrivata la
portante di luce coerente su cui era codificata la risposta:
“… la madre primitiva ha partorito. Il feto è completo ma ha
avuto delle complicazioni per una quasi istantanea infezione
respiratoria, mancanza di anticorpi; deceduto dopo sessanta
kilocripti di agonia. Primitiva è sopravvissuta … nella
madre sferiana volontaria il periodo di gestazione è
prolungato di un altro Megakriptociclo, ci ricollegheremo …
fine del messaggio “.
“ L’unica speranza rimane nella sopravvivenza del secondo
ibrido e che gli anticorpi del nuovo feto, oltre che a
mantenerlo in vita, siano abbastanza efficaci da permetterci
di produrre dei vaccini in grado d’immunizzare, anche solo
parzialmente, una volta approdati, i coloni che ora sono in
attesa di partire. *** ”.
“… Chris sveglia, sono le 09:00! Abbiamo fatto le ore
piccole eh?”
La solita voce della madre che lo richiamava quando tardava
ad alzarsi lo svegliò di soprassalto, era quasi smarrito,
ricordava quasi tutto del sogno che aveva appena interrotto,
gli sembrava così strano, ma dopo tutti i fatti e i discorsi del
giorno prima pareva un “incubo giustificato”, ne sarebbe
potuta scaturire una bella saga da fantascienza … si alzò di
scatto per non fare inquietare Evelyn e scese a lunghi balzi
la vecchia scala di legno d’ebano scuro.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
V
Una settimana era passata in fretta: le mattinate al Lions
Club a fare un po’ di sport, i pomeriggi a rivedere la
documentazione tecnica, seguiti dalle serate in compagnia di
Rocky, fatte di lunghe passeggiate nei viali e nei parchi
intorno a casa o d’interminabili giri in bicicletta durante i
quali il piccolo Terrier era scarrozzato per tutta Rugby
stando comodamente seduto nel cestino anteriore. Christian
in quel modo si faceva ampiamente perdonare il fatto di non
portarlo con sé agli allenamenti mattutini.
Immaginando “Sfera”
Ormai l’ultima settimana di Luglio se n’era andata ed era
arrivata la mattina di Giovedì primo Agosto, il giorno della
partenza.
Chris si era alzato all’alba, alle sei, per prendere il treno
delle 6.30 alla stazione di Rugby.
In circa un’ora sarebbe arrivato a Londra alla Euston Station,
una delle otto della capitale, dove con la metropolitana si
sarebbe poi spostato all’aeroporto di Heathrow per l’imbarco
che era fissato alle 11:00. Christian, com’era solito fare, era
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
partito con largo anticipo per essere in grado di contrastare
qualsiasi inconveniente imprevisto.
cittadina del Warwich Shire e alla sua vita regolare e
abitudinaria.
Osservando la gente sul treno, l’andirivieni dell’enorme
massa di pendolari, i loro svariati modi di far passare il
tempo durante il tragitto che li avrebbe portati al lavoro nella
metropoli, si tranquillizzava entrando nell’ottica e nei
meccanismi di quella normalità.
Con sé portava un bagaglio leggero, una sorta di capiente
zaino con qualche ricambio di biancheria e un paio d’altri
abiti estivi leggeri, costituiti da due coppie di camicie e
pantaloni di cotone e un cambio di scarpe di cuoio leggero
beige. Durante il viaggio indossava comode scarpe da
ginnastica. Poi, a tracolla, il borsello con il notebook che
conteneva tutti i dati necessari. Amava spostarsi solamente
con il bagaglio a mano così da non avere grattacapi in caso
di smarrimento delle valige; situazione abbastanza frequente
ormai a causa dell’aumento imponente di passeggeri,
vacanzieri e non, che era avvenuto negli ultimi anni con
l’esplosione numerica dei voli low cost.
C’è chi rimane in piedi, appoggiato alle pareti degli
scompartimenti, leggendo il giornale, chi ascolta musica in
auricolare, chi dorme con la testa appoggiata allo schienale
del sedile. Una coppia di matricole che stava di fronte a lui,
probabilmente studenti universitari, si scambiavano effusioni
già di primo mattino. Chris chiuse gli occhi e tenendo sulle
gambe il borsello col PC e lo zaino appoggiatovi sopra, si
rilassò lasciando cadere la testa all’indietro e s’immaginava
tutte le straordinarie cose che avrebbe visto di lì a una
ventina d’ore; naturalmente sarebbe arrivato a L.A. intorno
alle 23:00 quindi la visita al JPL sarebbe iniziata solo dopo
una notte di riposo.
C’è chi è capace di prendere due aerei la settimana
semplicemente per passare un weekend a Stoccolma
piuttosto che a New York o a Mosca e ritorno, una cosa
molto bella da un certo punto di vista ma assurda se si pensa
al bilancio in termini energetici e d’impatto ambientale. I
viaggi di migliaia di chilometri sono compatibili con
soggiorni da un minimo di tre a sei settimane; questa
esagerata accelerazione di ritmi, non certo sostenibile dagli
equilibri naturali e dalla vita stessa del genere umano, finirà
inevitabilmente per portarci alla catastrofe. Pensiamo alle
prime emigrazioni, soltanto cento anni fa chi affrontava un
viaggio transoceanico o era un grande industriale o statista
oppure un emigrante che andava a costruirsi una nuova
esistenza, nella maggior parte dei casi senza ritorno.
Il tempo necessario al tragitto in treno passò così
velocemente che gli venne il sospetto di essersi
addormentato.
Sceso dal treno, in stazione, si avviò verso il più vicino
accesso all’Underground londinese.
Sulla metropolitana la gente, molto più accalcata, cercava di
riprendere, come meglio poteva, quello che aveva iniziato a
fare durante il pezzo di strada fatto in treno: far passare il
tempo nel modo meno noioso possibile senza pensare.
Tutte le volte che doveva partire Christian era irrequieto.
L’ansia da viaggio lo assaliva e gli ci voleva sempre un po’
di tempo per calmarsi, assuefatto com’era alla quiete della
Christian non si annoiava a pensare, i ricordi non lo
abbandonavano mai ed erano i suoi migliori compagni di
viaggio.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
In un baleno il convoglio arrivò alla fermata, sita proprio nel
mezzo del complesso di Heathrow. Con calma, erano
solamente le otto, Chris si avviò alla sala d’attesa per il
Check-In che era previsto per le nove.
Nell’immensa sala d’attesa dello scalo intercontinentale si
poteva vedere, senza ragione di dubbio, il novanta percento
di tutte le etnie del globo: chi in viaggio per lavoro, chi in
partenza o in arrivo da o per l’incontro con parenti, chi
semplicemente in procinto di intraprendere una settimana di
spensierate vacanze ai tropici o verso l’Europa dell’est.
Famiglie con prole al seguito e gruppi interi di studenti in
gita d’istruzione erano accampati tutto intorno e facevano
una gran confusione.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
previsto intorno alle ore 23:05
internazionale di Los Angeles.
presso
l’aeroporto
Il viaggio non era stato per niente faticoso, sui comodi sedili
ribaltabili del 747 Christian aveva dormito per quasi tutta la
trasvolata sull’oceano Atlantico. Si era svegliato a causa
delle procedure d’atterraggio e ripartenza a Chicago e poi
aveva ripreso il sonno fino a quando arrivarono nei pressi
della California, infine era stato svegliato dal Plin-Plon
all’apertura del microfono per l’annuncio del comandante.
Una gentile hostess di bordo gli si avvicinò e chiese
sorridendo:
“… ha riposato bene signore?”;
Finalmente era giunto il momento del Check-in.
“ molto bene grazie!…”
Chris mostrò i documenti all’hostess di terra e ricevette il
biglietto d’imbarco.
Dal tono con cui gli era stata posta la domanda Chris aveva
intuito che doveva essere successo qualcosa.
Prontamente un signore, un passeggero californiano in
viaggio di ritorno da New York, che era seduto vicino a lui,
con il suo slang caratteristico gli svelò:
Dopo un’altra mezz’ora d’attesa, erano quasi le dieci del
mattino, si sentì la prima chiamata per il volo BA0375, in
layover presso il Terminal numero cinque, diretto
all’aeroporto O’Hare International di Chicago.
Era ormai scaduta l’undicesima ora di viaggio, lo scalo
presso l’O’Hare International di Chicago era stato fatto
senza alcun intoppo, la California era ormai a circa trenta
minuti di volo quando il Capitano del Boeing 747 annunciò
che stavano sorvolando l’altopiano del Colorado e che erano
in procinto di entrare nello spazio aereo dell’Arizona; circa
seicento chilometri li separavano dall’atterraggio che era
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“… caspita, non si è svegliato nemmeno durante quella
violenta turbolenza che abbiamo incontrato sorvolando il
Nebraska, complimenti!”.
Christian, anche lui stupito per l’insolita calma che lo
accompagnava durante tutto quel lungo viaggio rispose:
“… grazie, non mi sono accorto di nulla, c’è stato qualche
problema?”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Il signore rispose:
“ No, solo un temporale estivo, abbiamo ballato un pochino,
niente di che … a proposito io mi chiamo Smith e sono un
rappresentante all’ingrosso di articoli per la casa ….
pentolame, posate, soprammobili … tutti rigorosamente in
acciaio inox 18/10 sà?”
“ Piacere, Zanather, tecnico della
l’impiantistica nucleare … terrò presente.”
sicurezza
per
“ P … p … piacere …”
Rispose il californiano, intimorito, ingoiando un bel sorso di
saliva come se fosse seduto accanto a Bin Laden, e ritornò a
sfogliare le pagine patinate del catalogo generale di articoli
casalinghi.
Chris non trattenne un sorriso e ogni tanto gli scappava da
ridere fra sé e sé ripensando alla faccia che aveva fatto
Smith.
Poco tempo dopo, attaccando bottone con un’altra hostess,
scoprì che quel “ballato pochino” era durato quasi una
ventina di minuti e che qualcuno dei passeggeri si era anche
molto agitato, compreso il signor Smith, e giù un’altra risata
sotto i baffi.
Intanto l’aeromobile era giunto sopra L.A., da quell’altezza
si poteva ammirare tutta la città illuminata, sembrava una
galassia di stelle colorate.
Dopo una dolce virata di allineamento il Boeing cominciò ad
abbassarsi, arrivò l’annuncio di allacciarsi le cinture di
sicurezza perché si era in procinto di atterrare.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Il contatto con il suolo fu dolce, quasi impercettibile; Chris
già sentiva su di sè il famoso effetto dell’aria spensierata
della California.
Lo stato, confinante a nord con l’Oregon, a nord-est con il
Nevada e l’Arizona, con il Messico a sud, è bagnato per tutta
l’estensione della sua costa, a ovest, dall’oceano Pacifico
che ne influenza il clima.
Nella Central Valley, imbrigliata tra la Sierra Nevada a est e
la Catena Costiera a ovest, sono ubicate, da nord a sud le
città di Sacramento, Stockton, Fresno e Bakersfield e vi
scorrono i fiumi Sacramento e San Joaquin.
Tutte le città più famose sono quelle costiere, sorte alle
pendici della catena montuosa della California. San
Francisco, San Jose e Oakland, nella parte centrale dello
stato e Los Angeles e San Diego più a sud, verso il confine
con il Messico.
Il clima, mite tutto l’anno, ha reso famose e molto ricercate
tutte le spiagge costiere, come quella di Santa Monica,
Redondo Beach, Malibù e Long Beach.
Los Angeles, la città del sogno americano e di Hollywood,
sorge sulla costa, su una serie di colline, ai limiti della Death
Valley e del deserto del Mojave a ridosso dell’oceano
Pacifico; di vitale importanza è il suo porto commerciale, il
San Pedro Bay.
Proprio all’uscita del Check-Out Chris trovò una persona ad
attenderlo; un militare aveva in mano un cartello di colore
arancione con la scritta: “Mr. Zanather”.
L’uomo che lo aspettava non era il Dott. Schoela, come gli
era già stato anticipato poco prima della partenza da
Chicago, ma un agente della NSA, National Security
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Agency, che sarebbe stato il suo accompagnatore ufficiale il
quale, comprensibilmente, avrebbe dovuto accertarsi che
Christian potesse avere accesso a luoghi e informazioni
rilevanti solamente strettamente attinenti alla sua funzione di
consulente scientifico.
Tutti i laboratori di ricerca e di progettazione avanzata che
rientrano nel controllo del governo statunitense, infatti, sono
classificati di rilevanza strategica nazionale e sono sotto la
stretta sorveglianza della NSA.
Chris fu quindi accompagnato negli uffici della Polizia di
frontiera, dove furono controllati i documenti, passaporto e
carta di riconoscimento della A.G., e gli fu fatta una
scansione dell’iride dell’occhio destro.
Non faceva eccezione il JPL, istituito nel 1930 dal CIT,
California Institute of Technology, oggi controllato dalla
NASA.
Quando Chris andò incontro
riconosciuto e si sentì dire:
all’agente,
fu
subito
Solamente quando ricevettero il benestare dagli ufficiali
addetti alle verifiche i due poterono avviarsi,
chiacchierando, verso l’uscita dell’aeroporto.
Ad attenderli c’era una berlina scura con un autista che si
avviò verso la periferia della metropoli, in direzione di
Pasadena.
Pasadena si trova su di una collina, verso l’interno della
costa, a una ventina di chilometri a sud-est di Los Angeles;
vi hanno sede il CIT e l’osservatorio di Monte Wilson, alto
1880 metri.
“… il Prof. Zanather?”
A un centinaio di chilometri più a sud di Pasadena si trova il
Monte Palomar, 1870 metri, sede di un altro potentissimo
telescopio.
Chris annuì.
“ Benvenuto, io sono il Capitano Louis Shelton, incaricato di
accompagnarla al centro JPL di Pasadena e poi alla Base
Nellis in Nevada …”.
“ Molto lieto, a sua disposizione, mi sembra che dobbiamo
eseguire delle formalità”.
“ Sì mi scusi professore, ma dobbiamo accertarci delle sue
generalità, sà è anche una conseguenza dell’operazione
Enduring Freedom.”
“ Capisco, capisco …”
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I due telescopi menzionati, insieme, costituiscono gli Hale
Observatories, società fondata nel 1904 da G. E. Hale.
La macchina, dopo aver lasciato l’International, le cui piste
danno sbocco a ovest direttamente sull’oceano Pacifico con
una vista mozzafiato, aveva imboccato la famosa bretella
autostradale che passa proprio in mezzo a L.A.; una grande
autostrada, la 105 west Imperial Highway, tante volte vista
nei telefilm dei poliziotti in motocicletta Chips, tanto amati
in Europa negli anni ottanta, che diventa poi la Century
Freeway.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Lasciando la 105 che scorre da ovest a est, s’incrocia verso
nord sulla 110 Harbor Freeway, parallelamente alla Sud
Broadway. Continuando si passa davanti all’University
Southern California e poi su fino alla China Town e lo
stadio di Baseball dei Dodgers.
Le prime cose che attirarono l’attenzione del nostro
Christian furono le grosse installazioni sulla collina che si
stagliava alle spalle degli edifici; si potevano notare le
enormi cupole in vetroresina che coprivano le gigantesche
antenne paraboliche, necessarie per seguire le numerose
sonde spaziali e i satelliti geostazionari tenuti sotto controllo
dal JPL.
La Harbor Freeway arriva fino a South Pasadena e poi si
deve continuare verso nord prendendo per la Long Beach
Freeway che s’innesta alla fine sulla 210 Foothill Freeway,
proprio nella zona di Pasadena dove vi trova sede il JPL Altadena, nelle vicinanze della sede del CIT California
Institute of Technology.
Passando sulle grandi strade addormentate dell’enorme
metropoli americana non vide molto e stanco, nonostante le
ore di sonno recuperate sull’aereo, Chris pensò che ci
sarebbe stato sicuramente tempo per visitare la città; doveva
dopotutto abituarsi al fuso orario.
Ci vollero circa centoquindici minuti per arrivare a
destinazione.
Arrivati all’ingresso, attesi, furono accompagnati presso le
loro stanze che erano in uno dei molti campus predisposti
oltre che ad accogliere i visitatori anche a dare dimora agli
studenti universitari e ai ricercatori in corso di
specializzazione.
Già a prima vista il complesso di edifici riservati alla ricerca,
illuminato dalla fioca luce artificiale, gli era sembrato
gigantesco e Chris si guardava intorno incantato, ascoltando
in silenzio i commenti del suo accompagnatore e
dell’inserviente che li stava guidando presso le stanze.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
VI
Il Dott. Schoela si presentò al refettorio del campus all’ora
di colazione e si unì a Christian e al Capitano Shelton
dicendo:
” Buongiorno e benvenuti, io sono solito fare colazione con
gli studenti perché mi piacciono le frittelle con il miele
d’acacia che servono qui e perché mi sento ringiovanire
quando vedo tante facce piene di entusiasmo; mi ricorda
com’ero io alla loro età … allora, Prof. Zanather, fatto buon
viaggio?”.
Disse il direttore del JPL stendendo la mano verso Chris e il
Capitano.
“ Non c’è male grazie”,
Disse Chris mentre cominciava a divorare il suo toast con
ham, patate rosolate e yogurt con cereali, la tipica colazione
abbondante americana.
London Underground
“ Sono molto felice di avere accettato il suo invito e di
essere qui perché sono convinto che il successo di ITER sia
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
dovuto in gran parte alla quantità immensa di dati raccolta
dai vostri osservatori e sonde spaziali; ed è un onore essere
venuto alla fonte della ricerca tecnologica che fino a oggi,
tutti noi di A.G., abbiamo messo in pratica”.
Era incredibile vedere tutti quei loft attaccati l’uno all’altro,
anche se spaziosi, completamente attrezzati con
sofisticatissimi computers grafici a elevatissima potenza di
calcolo.
Il Dott. Schoela spiegava che tutti gli scienziati presenti
erano organizzati secondo un ben preciso metodo di lavoro.
Gli ingegneri progettisti applicavano le osservazioni
provenienti dalle analisi FMEA – Failure Mode and Effect
Analysis, fatte dagli analisti di progetto, e lavoravano per
giungere ai prototipi più perfezionati e sicuri al primo
tentativo.
“ Proprio così Zanather, troppo spesso le nostre fatiche sono
dimenticate a favore delle immagini sensazionali delle
missioni spaziali. Il nostro è un lavoro sommerso ma molto
prezioso, fatto di osservazioni, calcoli, teorie e progettazione
per cercare di riprodurre processi che avvengono in natura a
favore della conoscenza e dello sfruttamento tecnologico,
per il benessere di tutta l’umanità.”.
Tutte le nozioni teoriche sulla fusione nucleare conosciute
da Christian erano frutto di studio e di teoria applicata; in
laboratori come il JPL sono state fatte la maggior parte delle
osservazioni astrofisiche e delle scoperte che hanno
permesso di giungere alla realizzazione pratica delle stelle
artificiali.
La visita ai laboratori iniziò subito dopo colazione e si
sarebbe protratta fino alle ore 14:00, dopodiché Chris
avrebbe avuto il pomeriggio libero per visitare la città di
L.A.
Il grande complesso, sulle colline di Altadena, sorge nei
pressi dell’Hahamongna Watershed Park, e gode di una
stupenda vista sulla metropoli oltre che di una fresca e
salubre aria di montagna.
Erano le 09.00 quando i tre uomini entrarono nel palazzo
numero Uno dove si lavorava alla progettazione delle sonde
spaziali di superficie, i famosi robottini Lander.
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Nell’area dedicata alla progettazione dei sistemi di
comunicazione, un gruppo di neolaureati, stava collaudando
un nuovo tipo di antenna parabolica a microonde per la
trasmissione di dati che i Landers avrebbero inviato a
elevatissime velocità verso le stazioni orbitanti, che fungono
tra le tante cose anche da sofisticati ponti radio, e quindi
verso la Terra.
In un altro settore erano in corso delle ricerche per il
miglioramento della sensibilità dei radiotelescopi in orbita
geostazionaria, impiegati per l’analisi delle radiazioni
gamma provenienti dagli spazi siderali; come il Keplero che
è stato progettato per scoprire pianeti simili alla Terra
quando transitano di fronte alle altre stelle.
Al piano superiore erano ubicate le unità di controllo di tutte
le sonde spaziali dirette verso il Sole e Venere, come il
Dawn, e dei satelliti meteorologici controllati dal JPL;
compresa l’enorme rete di sonde oceaniche che, alla fine
degli anni novanta, hanno tenuto sotto controllo il fenomeno
meteorologico del NIÑO.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Chris era affascinato da tutta quell’organizzazione, dalla
conoscenza che era lì custodita, ma anche dalle persone che
incontrava, che salutava e che gli pareva sprizzassero
passione ed entusiasmo da tutti i pori della pelle; stavano
facendo un lavoro che avevano sognato fin da bambini
magari guardando i film di fantascienza e ora erano lì, era
realtà …
sviluppo di reti informatiche o circuitali intricatissime ma
funzionali …”.
“… in questa sala abbiamo una sezione speciale”.
Disse il Dott. Shoela con aria soddisfatta.
“ È un piccolo ma grande segreto che ci ha fatto compiere
dei passi da gigante …”.
La grande aula era sempre come quelle visitate fino a quel
momento: grandi tavoli con computer e console, divisori
insonorizzati, ammennicoli scientifici vari, degli immensi
scaffali zeppi di libri di ogni sorta. In quell’ambiente però
regnava un gran silenzio, una pace surreale; le persone che
s’incontravano sembravano “strane”, ma intente e assorte …
Il Dott. Shoela stava parlando dei cosiddetti Savant,
aggettivo che in lingua Francese significa “Sapiente”, delle
persone che, avendo delle disabilità o ritardi mentali, si
specializzano in una determinata materia in qualche modo a
loro congeniale. Essi si rifugiano in quell’unico mondo da
loro capito e sviluppano al massimo la loro particolare
abilità, ma solamente quella, il loro cervello si sviluppa solo
in particolari zone, dove è concentrata tutta o la maggior
parte dell’attività neuronica e sinaptica; è come quando si
cerca di migliorare una tecnica nell’allenamento sportivo,
ripetendo un gesto centinaia di volte finché quel tipo di
movimento diventa automatico poiché entra nel meccanismo
mnemonico cerebrale.
Christian, sempre più sbalordito e affascinato, non
spiccicava parola, non gli veniva nessuna domanda da fare
tanto era concentrato ad assimilare l’enorme quantitativo di
nozioni e di novità che il suo cicerone gli stava propinando.
Il Capitano Shelton invece sembrava abituato, e quasi
annoiato, non era la prima volta che faceva da “scorta” a dei
visitatori.
“… questa è stata una grande intuizione del consiglio delle
scienze degli Stati Uniti d’America, la valorizzazione di
Persone Speciali, diversamente o particolarmente dotate, sia
per il loro inserimento sociale ma anche per potenziare il
lavoro di altri individui normodotati.
I soggetti autistici, che in altri paesi sono trattati come dei
semplici handicappati non autosufficienti, hanno delle
particolari eccellenze; una volta inquadrata la loro area di
potenzialità essi possono fornire risultati accelerati o
addirittura innovativi nei più svariati campi: dal calcolo
matematico
avanzato
alla
computer
grafica,
dall’associazione di dati alla loro correlazione e nello
“… in totale il JPL controlla venti veicoli spaziali e nove
strumenti orbitanti che stanno tuttora conducendo missioni
attive, parti integranti del programma NASA di esplorazione
della Terra, del Sistema Solare e dell’Universo Lontano.
Tutte queste imprese non sarebbero possibili senza la Deep
Space Network della NASA, una rete internazionale di
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Uscendo dalla stanza dei Geni e poi dall’edificio Uno il
Dott. Shoela continuava:
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
complesse antenne, gestite dal JPL, presenti in tutti i
continenti, che servono da via di comunicazione tra i lontani
veicoli spaziali e i teams di tecnici che li seguono e
manovrano dalla Terra.
Il JPL amministra anche numerose tecnologie spaziali a
supporto della sicurezza nazionale e sviluppa altre
tecnologie per uso terrestre in campi come la pubblica
sicurezza e la medicina, capitalizzando gli investimenti della
NASA nelle attività spaziali …”.
Mappamondo Marziano completo di Meridiani e Paralleli e
d’inclinazione sull’asse di rotazione realizzato con un
dettaglio mai visto prima. Proiettati sulla sua superficie, si
potevano leggere degli strani nomi in latino come Mare
Boreum nell’emisfero Nord, Mare Australe in quello Sud,
Amazonis, Memnonia, Chryse, Eden e Noachis o Syrtis
Major distribuiti lungo tutta la fascia equatoriale. Chris
aveva un lontano ricordo di alcune letture su Marte fatte al
liceo a metà degli anni ottanta, quando studiava su un libro
di Geografia Moderna, ma niente di così nemmeno
lontanamente ricco di dettagli.
Intanto i tre si avviavano verso l’edificio Due, quello
riservato al progetto MEP, Mars Exploration Program.
Un intero palazzo era dedicato all’esplorazione, alla ricerca
e alla conoscenza del Pianeta Rosso.
Nell’ingresso è installata una galleria d’immagini di alcune
sonde orbitanti come la Mars ODISSEY (2001), con le sue
sonde “ammartate” Spirit e Opportunity, e la più recente
Mars Reconnaissance Orbiter (2006) che sta tuttora
mandando dettagliatissime fotografie della superficie
marziana e il Phoenix Lander, la sonda robotizzata che dal
2008 compie prelievi di suolo marziano ed esegue
complicate analisi chimiche e fisiche.
Entrati all’interno del grande edificio a cupola, Chris si rese
conto che si trattava di una specie di enorme planetario
dedicato al quarto pianeta del nostro sistema solare.
Al
centro
era
proiettata
un’enorme
immagine
tridimensionale, un modernissimo ologramma a raggi laser,
del diametro di circa dieci metri rappresentante la
ricostruzione artificiale di Marte.
Tutto intorno vi erano i quadri di controllo disposti su di una
circonferenza, sul piano dove idealmente poggiava
l’emisfero sud dell’ologramma del Pianeta. Tale
circonferenza era approssimativamente quella di un cerchio
del diametro di venti metri.
Christian, che guardava l’enorme sfera sospesa nel vuoto,
era rimasto a bocca aperta e si stava chiedendo a cosa
potesse servire un simile immenso lavoro e ascoltava
attentamente la descrizione che il dottore aveva cominciato,
partendo dagli albori dell’esplorazione di Marte:
Vi si potevano scorgere le zone montuose, quelle
pianeggianti, i presunti oceani privi d’acqua; un enorme
“ … Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, contando
dal Sole. È anche l’ultimo dei pianeti rocciosi. La sua orbita
giace tra quella di Giove e della Terra. È anche uno dei
cinque pianeti visibili a occhio nudo e il suo aspetto è di una
brillante stella di colore rosa-rossatro. Essendo un pianeta
esterno, vale a dire trovandosi a una distanza dal Sole
maggiore di quella terrestre, può essere osservato in
qualsiasi posizione del cielo.
Il suo colore ha spinto anticamente i sacerdoti e astronomi
babilonesi a chiamarlo Nergal, dal nome del Dio della morte
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
e della pestilenza. I Greci a loro volta lo chiamarono Ares, il
Dio della guerra mentre i Romani lo identificarono col nome
attuale che rappresentava il Dio delle battaglie.
Il suo raggio equatoriale è di 3.398 chilometri, poco meno
della metà di quello terrestre e ha una massa che è circa un
decimo di quella del nostro pianeta. In modo del tutto
casuale l’inclinazione del suo asse di rotazione ha una certa
coincidenza con quella della Terra. Il periodo di rotazione è
di ventiquattro ore e trentasette minuti, quello di rivoluzione,
essendo l’orbita maggiore di quella terrestre, di 687 giorni.
In pratica l’anno marziano è quasi doppio di quello terrestre.
Il giorno marziano è chiamato dagli astronomi Sol.
La distanza media di Marte dal Sole è di 228 milioni di
chilometri. L’eccentricità della sua orbita è abbastanza
marcata, questo ha creato non pochi problemi nell’ambito
delle esplorazioni con sonde automatiche. Attorno a Marte
orbitano due satelliti naturali: Phobos e Deimos. Si crede che
in epoche remote, questi due corpi celesti, potessero far
parte della fascia degli asteroidi, situata proprio tra le orbite
di Marte e di Giove. Phobos ha un diametro di ventisette
chilometri e compie un’orbita a 9.400 chilometri dalla
superficie del pianeta, Deimos ha un diametro di quindici
chilometri mentre quello della sua orbita è di 23.500
chilometri.
Nell’ambito della storia dell’astronomia, il pianeta Marte ha
rivestito una grandissima importanza in seguito agli studi di
Tycho Brahe prima e di Johannes Kepler in seguito. Fra i
grandi personaggi dell’astronomia, Tycho Brahe riveste un
ruolo di primaria importanza poiché le sue osservazioni
accurate delle stelle e del moto dei pianeti hanno fornito per
decenni le migliori tavole di posizione di oggetti celesti. Gli
strumenti fatti costruire da Tycho portavano a precisioni mai
avute in quell’epoca. Keplero è stato chi ha seguito il suo
lavoro e al quale Tycho stesso, in punto di morte, ha affidato
il compito di svelare la forma dell’orbita proprio di Marte,
studiata per venti anni da entrambi. Tutti i tentativi fatti da
Keplero per far coincidere i dati delle osservazioni con
un’orbita circolare si rivelarono fallimentari, tanto da
costringerlo a ripudiare l’orbita circolare a favore di quella
ellittica. Probabilmente se i dati in possesso di Keplero non
fossero appartenuti a Tycho, lo stesso Keplero li avrebbe
ripudiati piuttosto che scartare l’idea dell’orbita circolare.
Keplero sapeva quanto precise fossero quelle osservazioni
quindi occorreva cambiare la forma dell’orbita. Da questo
studio accurato sono enunciate le famose Tre Leggi di
Keplero, la cui prima, appunto, definisce le orbite dei pianeti
intorno al Sole come ellissi. Il suo lavoro Astronomia Nova
pubblicato nel 1609 espone i suoi risultati circa la forma
dell’orbita di Marte. Tutto ciò porta a ritenere questo pianeta
come veramente importante nel campo della storia
dell’astronomia.
Un altro fatto che ha reso Marte famoso è legato all’ipotetica
presenza dei marziani.
Ormai il termine marziano è sinonimo di extraterrestre.
Durante l’opposizione del 1877 - si definisce opposizione la
distanza minima tra un pianeta e la Terra, in pratica quando
il pianeta si trova sull’allineamento Terra-Sole - l’astronomo
italiano Giovanni Schiaparelli, studiando al telescopio la
superficie di Marte, descrisse dei canali che aveva osservato.
A lui si devono i nomi in latino delle prime aree osservate
solamente con telescopi ottici. La parola italiana canali
tradotta in Inglese è channels vale a dire canali di origine
naturale. Forse fu tradotta come canals che significa canali
di origine artificiale e da qui l’equivoco.
L’astronomo americano Percival Lowell, in seguito a questa
notizia, iniziò uno studio accurato della superficie del
pianeta asserendo anche lui di vedere questi canali artificiali,
segno di una civiltà morente che cercava di irrigare i deserti
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
marziani convogliando l’acqua dalle calotte polari fino alle
zone equatoriali; ma cosa aveva visto Lowell?
Niente! Gli ipotetici canali di Marte non erano altro che un
effetto ottico legato sia alla cattiva qualità delle lenti dei
telescopi, sia alla capacità dei nostri occhi di integrare una
serie di particolari al limite della percezione e di vedere cose
che in realtà non esistono.
Qualcosa di simile può capitare quando si osserva
attentamente e intensamente la Luna a occhio nudo: l’effetto
è proprio quello di vedere particolari inesistenti. Tuttavia a
quell’epoca questa scoperta diede il via a tutta una serie di
storie fantastiche fra cui spicca la pubblicazione nel 1898 del
libro La Guerra dei Mondi di Herbert George Wells che
narra appunto dell’invasione dei marziani. Non solo, nel
1938 Orson Welles spaventò una buona parte della
popolazione americana con una trasmissione radiofonica,
molto realistica, liberamente tratta proprio da La Guerra dei
Mondi.”.
Chiese bloccandosi un attimo Shoela, rivolgendosi a Chris
che stava ascoltando mentre scrutava il luminescente globo
artificiale.
un’illusione ottica. Marte somiglia più alla Luna che a un
mondo abitato da una civiltà morente.
Bisognava tuttavia attendere il 1971 e la sonda Mariner 9
per vedere le migliori immagini del pianeta e i famosi canali,
però naturali, oltre a crateri, vulcani imponenti: il Mons
Olympus ha un’altezza di ventisette chilometri e un diametro
alla base di 600 chilometri, un canyon lungo 5.000
chilometri, la Valles Marineris, e tutta una serie di
particolari che lo diversificano notevolmente dall’aspetto
lunare che le prime immagini avevano mostrato.
Tuttavia la svolta più grande alle osservazioni di Marte la
diedero le sonde Viking 1 e 2. Queste due sonde erano
entrambe composte di due parti: un orbiter, cioè una sonda
orbitante che aveva lo scopo di cartografare il pianeta con
una risoluzione maggiore di quella fino allora ottenuta, e un
lander, un modulo di atterraggio che, di fatto, era un vero e
proprio laboratorio di analisi il cui ovvio scopo era di trovare
tracce eventuali di vita o di molecole organiche, cioè a base
Carbonio, sul suolo marziano.
Il 20 luglio 1976 avvenne l’atterraggio di Viking 1, mentre il
3 settembre 1976 fu la volta di Viking 2. Queste due sonde
furono attive rispettivamente fino al 1980 e 1982. Anche le
sezioni che erano rimaste in orbita proseguirono la
trasmissione dei dati sino alla fine degli anni settanta.
“… sì, sì, continui pure … molto interessante … quasi
incredibile …”
Parliamo degli esperimenti effettuati dai lander, che in tutto
sono stati tre.
“ Negli anni sessanta iniziò l’esplorazione spaziale del
pianeta da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica.
Le sonde Mariner per parte americana e le sonde Mars e
Zond per parte sovietica cominciarono, dopo un’inevitabile
serie d’insuccessi iniziali, a inviare le prime immagini che
mostravano come la faccenda dei canali fosse solo
Un primo esperimento prevedeva l’uso di una coppia di
telecamere che avrebbero ripreso qualunque forma di vita o
crescita di piante. Un secondo esperimento era eseguito da
un gascromatografo e uno spettrometro di massa per cercare
le molecole organiche nel terreno. Furono cercati il
Carbonio, l’Ossigeno, l’Idrogeno e l’Azoto sotto forma di
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“… mi sta seguendo Zanather?”
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
composti organici ma non ne furono trovati. Forse queste
molecole erano distrutte dai raggi ultravioletti, emessi dal
Sole, non bloccati dalla tenue atmosfera marziana. Infine un
esperimento biologico il cui obiettivo era la ricerca di
processi metabolici come quelli utilizzati dai batteri, dalle
piante e dagli animali. Nessuno dei tre esperimenti diede
esito positivo, naturalmente, anche se il prelievo di terreno
era molto superficiale e forse non proprio caratteristico di
tutta la superficie del pianeta.
I test eseguiti nei deserti terrestri dai laboratori dei Viking
avevano dato lo stesso esito: niente vita sulla Terra!
Le analisi del terreno prelevato dal braccio meccanico del
Viking mostrarono che il suolo è prevalentemente composto
di biossido di Silicio, per il 45%, e di ossido di Ferro per il
19% che induce la ben nota colorazione rossastra del
pianeta. Sono inoltre presenti in quantità minori Magnesio,
Calcio, Zolfo, Alluminio, Cloro e Titanio.
Le immagini del Mariner 9 e in seguito dell’orbiter del
Viking mostrarono tutta una serie di canali naturali.
Alcuni di questi sono catalogati come canali di deflusso e si
suppone che si siano formati da inondazioni catastrofiche
verificatesi quando il permafrost, uno strato di terreno
ghiacciato situato sotto la superficie del pianeta, fu sciolto
dal calore vulcanico con la conseguente formazione di laghi
sotterranei defluiti in seguito al crollo del terreno
soprastante. In uno di questi canali di deflusso è atterrata la
sonda Mars Pathfinder proprio allo scopo di verificare tale
ipotesi.
Le riprese dell’Orbiter Viking mostrano anche che l’ipotesi
di un oceano può essere plausibile, avendo ripreso da vicino
una vasta area che ricopre una grande zona dell’emisfero
settentrionale, denominata Oceanus Borealis. Le immagini
mostravano quella che potrebbe essere la linea della costa.
Anche le scarpate che circondano due dei più importanti
vulcani, il Mons Olympus e l’Apollinaris Patera, mostrano
delle strutture che secondo tale ipotesi potrebbero essere le
coste di quest’oceano.
Il problema che si pone, se tale idea fosse plausibile è dove
sia finita tutta l’acqua.
In parte potrebbe essere evaporata e sfuggita nello spazio a
causa della debole gravità del pianeta: solo corpi celesti
delle dimensioni della Terra possono, con la loro notevole
forza di gravità, trattenere i gas di un’atmosfera e l’acqua di
grandi oceani in evaporazione.
Un’altra parte di quest’acqua potrebbe essersi depositata
sotto forma di ghiaccio ai Poli; su Marte, infatti, sono
presenti due calotte polari visibili da Terra con i telescopi.
Oppure l’acqua potrebbe essersi infiltrata nel sottosuolo ed
essersi trasformata in permafrost in seguito all’abbassamento
della temperatura causato dalla mancanza di atmosfera.
Molta anidride carbonica potrebbe essersi dispersa nello
spazio.
L’evoluzione climatica del pianeta potrebbe essere andata in
questo modo: nel primo miliardo di anni di vita frequenti
eruzioni apportarono grandi quantità di anidride carbonica in
modo tale da compensare quella persa nello spazio.
L’atmosfera era dunque abbastanza densa da scaldare, a
causa dell’effetto serra, la superficie del pianeta con
conseguente aumento dell’umidità. Via via che si riduceva
l’attività vulcanica, col raffreddamento del pianeta,
l’atmosfera divenne sempre più rarefatta. Sporadicamente
potrebbero esserci state delle modificazioni climatiche
dovute a residue attività vulcaniche o anche alla variazione
dell’inclinazione dell’asse di rotazione del pianeta. Una
possibile ripresa dell’attività vulcanica su grande scala,
facendo aumentare l’anidride carbonica, avrebbe provocato
un nuovo riscaldamento dell’atmosfera e della superficie con
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
conseguente scioglimento del permafrost; l’acqua poi,
defluendo come detto in precedenza, avrebbe formato i
canali di deflusso.
Tutta questa enorme massa d’acqua - le ipotetiche portate
dei canali di Marte sono stimate essere cento volte maggiori
della portata del Rio delle Amazzoni - si sarebbe riversata
nei bassopiani dando origine all’oceano menzionato; un
grande mare con profondità medie di 700 - 1.700 metri. In
questo modo si sarebbe innescato un ciclo idrologico
dall’oceano al suolo con la formazione, nelle zone
circumpolari, di ghiacciai di cui oggi si trovano tracce sotto
forma di sedimenti.”.
“ Quando il 4 luglio 1997 atterrò su Marte la sonda Mars
Pathfinder – l’esploratore, si chiuse il ciclo, almeno si
sperava, della maledizione del pianeta.
Dopo le sonde Viking tutti i successivi tentativi di rivisitare
il pianeta erano andati a vuoto: tre da parte sovietica Phobos 1 e 2 e Mars 96 - e uno da parte americana. Tutto ciò
aveva alimentato le superstizioni su Marte e simpaticamente
rinverdito l’idea che i marziani non ci volevano là. Inoltre
una delle foto di Marte, raccolte dall’orbiter del Viking,
aveva mostrato l’inquietante immagine di una montagna che
sembrava scolpita a guisa di gigantesca faccia sulla
superficie del pianeta rosso.
Le ultimissime immagini del Mars Global Surveyor hanno
definitivamente chiarito il mistero: ancora una volta
l’immaginazione era volata più della realtà. La faccia vista
su Marte era solo una montagna che le ombre della
precedente immagine mostravano come un volto umano.
La sonda Mars Pathfinder, come il Viking, atterrò sul suolo
del pianeta e una volta apertasi, rilasciò un rover, un veicolo
a sei ruote delle dimensioni di un forno a microonde, il
Sojourner, che poteva scorrazzare liberamente in un raggio
di qualche decina di metri dalla sonda madre, denominata
Stazione Carl Sagan. La zona dell’atterraggio fu l’Ares
Vallis che da varie ipotesi potrebbe essere il letto di un
antico fiume o bacino di deflusso.
La finalità di questa missione, durata ben oltre le intenzioni
iniziali, era l’acquisizione d’informazioni sull’ambiente
marziano da confrontare con quelle vecchie di ventuno anni
del Viking.
Il Lander analizzò l’atmosfera, il Sojourner il suolo oltre ad
avere sperimentato la deambulazione sulla superficie del
medesimo. E’ stata misurata la pressione atmosferica a varie
altezze sia durante la discesa sia in loco e le intensità del
vento. Il Sojourner esaminò anche tutta una serie di massi
visibili intorno alla zona dell’atterraggio. Il buon successo
della missione è stato garantito anche al fatto che la
componentistica della sonda si basava su materiali di uso
comune e ampiamente collaudati sulla Terra. Questa nuova
filosofia della NASA, nata proprio qui al JPL, ha permesso
di costruire sonde piccole, poco costose e rapide da
progettare e spedire. L’Era delle grandi navette spaziali
come la Galileo su Giove e la Cassini-Huyghens in viaggio
verso Saturno è ormai definitivamente tramontata.
Quello che si vede qui, professor Zanather, è il lavoro
sviluppato dopo più di quarant’anni di raccolta dati,
immagini e di test scientifici che ci hanno permesso di
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“… mi consenta dottor Shoela, ma lei è proprio
un’enciclopedia vivente! “.
Interruppe Christian, che era esterrefatto e incapace di
ricordare tutta quella particolareggiata cronologia.
“… abitudine e passione, amico mio, questi argomenti li
mastico da quando ero bambino … continuo“.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
riprodurre un intero Pianeta che, come si vede dal suo
aspetto, sembra il pianeta gemello della Terra … se non
fosse per le dimensioni che come abbiamo già visto, sono
circa la metà, e per la forza di gravità che è circa un terzo …
“.
Quelle ultime parole del Dott. Shoela fecero cadere come in
trans Chris, che all’improvviso, in un flash back, si ritrovò a
ricordare il sogno fatto una settimana prima; come quando si
vive una scena di vita normale e ci sembra di averla già
vista. Quelle frasi gli rimbombavano nel cervello come un
eco assordante: “ pianeta gemello, pianeta gemello …
Quarto pianeta del sistema solare … Quarto Azzurro!”
All’improvviso Christian chiese a bruciapelo, interrompendo
un’altra volta la lunga filippica del direttore del JPL:
“ Dottore, potrebbe essere possibile che la perdita di gas, di
acqua e di atmosfera e quindi dell’eventuale vita sul pianeta,
avvennero a causa dell’impatto di un gigantesco asteroide?”.
“ Non si può essere certi di nulla ma non si può escludere;
naturalmente insieme all’atmosfera gassosa si sarebbe potuto
staccare un immenso quantitativo di detriti solidi e quindi
un’ulteriore perdita di forza di gravità …”.
Poi, facendo segno con una lunga bacchetta il dottore indicò
una zona dell’ologramma.
“ Per esempio in questo punto, nella regione polare
meridionale di Marte, vi è un grande cratere con diametro
superiore ai venticinque chilometri; se l’onda d’urto ha fatto
staccare del materiale tutto intorno al pianeta, in origine
sarebbe stato sicuramente centinaia di volte più grande …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Poi, su di un grande schermo, Chris notò lo scorrere di
stupende immagini a elevatissima definizione della
superficie del pianeta rosso e rimase scosso quando gli passò
davanti la fotografia di un grande monte dalla forma che gli
sembrava familiare e subito fece la seconda domanda:
“ E questo cos’è ?“
“ Attraverso l’elaborazione delle rilevazioni della
strumentazione a bordo dell’ultima Sonda Orbitante
Marziana della NASA, la Mars Reconneisance, partita nel
2006, si possono costruire, attraverso la computer grafica
3D, ipotesi dei paesaggi marziani con un realismo
impensabile prima di oggi.
Il Radar a Penetrazione del Suolo SHARAD e la Camera
Telescopica HiRISE High Resolution Image Science
Experiment ci permettono di accumulare una quantità di
osservazioni tali che, con i computer a elevata potenza di
calcolo, possiamo ricostruire con precisione quasi
millimetrica l’aspetto orografico del suolo di Marte.
Quello che ha appena visto è la simulazione grafica del
Mons Olympus, un gigantesco vulcano di circa 600
chilometri di diametro, alto più di venti chilometri; se si può
fare un paragone, assomiglia molto alla forma del Monte
Fuji che si trova in Giappone”.
Era del tutto identico al monte che gli si era materializzato
nella mente quella notte e che si stagliava all’orizzonte
attraverso la grande finestra della base di controllo del
consiglio planetario. Ormai la voce del Dott. Schoela si
confondeva nella sua mente con il ricordo di quella che, nel
suo sogno, raccontava la storia del popolo di Sfera …
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Intanto il dottore finiva la sua dissertazione storicoscientifica continuando:
scoperta, se sarà confermata più specificatamente, unita alle
analisi della superficie di Marte potrebbe essere un indizio di
una possibile vita passata sul pianeta rosso.
Ovviamente non si tratta della civiltà morente di Lowell o
dei marziani cattivi di Herbert George Wells, ma di forme di
vita primordiali extraterrestri. Nei prossimi anni, comprese
quelle in corso in questo momento, è prevista tutta una serie
di missioni automatiche verso Marte con incluso il prelievo
di campioni di roccia da riportare sulla Terra.
Solo in tempi probabilmente più lunghi l’uomo compirà il
fatidico passo per l’esplorazione del pianeta …”…
“… Come ultima informazione degna d’importanza al
riguardo di Marte è da menzionare la scoperta di tracce di
batteri e molecole organiche rinvenute su un meteorite di
origine marziana rinvenuto tra i ghiacci dell’Antartide - il
meteorite marziano era lì da 13.000 anni.
Negli ultimi trent’anni sono stati rinvenuti proprio
nell’Antartide una grande quantità di meteoriti di ogni
genere, caduti in epoche remote e conservatisi nel ghiaccio.
In seguito al moto dei ghiacciai antartici e al loro successivo
scioglimento, vengono alla luce questi messaggeri dello
spazio che sono importantissimi perché recano informazioni
su com’era il primordiale sistema solare in formazione, circa
cinque miliardi di anni fa. In uno di questi meteoriti,
denominato ALH84001, un gruppo di scienziati che coprono
varie branche delle discipline scientifiche, ha identificato al
suo interno la presenza di Carbonati e di tracce fossili di
batteri.
Tutta una serie di analisi chimico-geologiche mostra senza
dubbio che la roccia è di natura marziana e che è risalente a
4,5 miliardi di anni fa. È probabile che in seguito a un
impatto meteorico si sia staccata dal suolo di Marte
diciassette milioni di anni fa e abbia vagato nello spazio fino
a che, 13.000 anni prima dell’era industriale, è piombato nei
ghiacci dell’Antartide; sono solamente teorie poiché non si
sa bene quali trasformazioni subisca una roccia che vaga
nello spazio quando non è soggetta ai normali fenomeni
atmosferici da noi conosciuti ma continuamente esposta al
bombardamento di particelle e raggi cosmici di svariata
natura. Questo meteorite è stato ritrovato nel 1984 e da
allora è stato ampiamente analizzato, sezionato, scaldato e
quanto altro fino alle conclusioni prima citate. Questa
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Poi Schoela, dopo una pausa silenziosa in cui era rimasto
sopra pensiero riprese con tono un poco scettico:
“… tornando poi al discorso dell’impatto, si potrebbe
formulare un’ipotesi alquanto fantascientifica. La fascia di
pianetini o asteroidi che orbita intorno al Sole, compresa fra
le orbite di Marte e Giove, di cui effettivamente non si
conosce l’origine, potrebbe essere costituita dal materiale
staccatosi, per assurdo, dal pianeta rosso e che sia stato
catturato e imbrigliato dalla combinazione delle forze
gravitazionali del Sistema Solare. In effetti, se si considera
la massa stimata degli asteroidi e si faccia la somma con
quella del pianeta, si ottiene una massa totale di poco
inferiore a quella della nostra Terra …”.
“ Allora dottore, tutto questo interesse verso Marte a cosa è
dovuto? Se già si è capito che le sue caratteristiche attuali gli
impediscono di trattenere un’atmosfera e che quindi
sicuramente non è ospitale, almeno senza l’ausilio di basi
ermeticamente chiuse e condizionate?”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Prima di tutto si vogliono ripetere dei tentativi di ricerca di
molecole organiche semplici, come il metano che è già stato
riscontrato nell’atmosfera e nel suolo in profondità, con
l’impiego di speciali mini-trivelle progettate per i
campionamenti; ma poi per una generale sete di conoscenza.
Oggi, infatti, queste missioni sono tutte pensate, progettate e
realizzate dalla comunità scientifica mondiale con il solo
supporto logistico dei governi cui noi dobbiamo pagare un
tributo di ritorno tecnologico contribuendo allo sviluppo
generale dei paesi. Anche la maggior parte dei finanziamenti
non viene più direttamente dall’amministrazione pubblica
ma da finanziatori indipendenti come industrie di grande
Brand ma anche dalla nostra stessa divulgazione scientifica
con documentari distribuiti in tutto il mondo.”.
Era la stessa risposta che Chris aveva dato ai ragazzi del
Rugby.
“… e quindi l’idea della ricerca della vita extraterrestre è
stata definitivamente abbandonata?”
“ Forse intende dire Vita come Intelligenza, cioè come
civiltà extraterrestri?”.
“ Qualcosa del genere, sì …”
“ Nel sistema solare pensiamo che non ci sia un’altra forma
di vita evoluta ma nell’universo, vista la sua vastità, è molto
probabile anzi quasi certo, almeno dal punto di vista
probabilistico, che ci possa essere almeno un’altra civiltà
simile alla nostra ma che, sempre per le stesse ragioni di
scarsissima probabilità, non potremo mai incontrare e con
cui non avremo mai modo di comunicare.”.
“concordo anch’io con questa visione …”
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“ Comunque, se le può interessare, nel 1984 è nato il SETI
Search of Extraterrestrial Intelligence, un istituto privato
non profit dedicato alla ricerca, all’educazione e alla
pubblica divulgazione scientifica. Molti dei nostri scienziati,
dopo una vita di lavoro, confluiscono lì per dare il loro
contributo. La sede è a San Francisco o meglio nei pressi, a
Mountain View, vicino a Palo Alto; ci si arriva facilmente
perché è vicina all’aeroporto federale di Moffet Field.
Quest’organizzazione si preoccupa di ascoltare e di scrutare
l’universo con radiotelescopi e telescopi di ultima
generazione, analizzando e osservando tutti i fenomeni
cosmici.”.
“ Molto interessante, vedrò sicuramente di farvi una visita
alla fine della mia spedizione lavorativa, dopo che domani il
capitano Shelton mi avrà accompagnato alla Base Militare di
Nellis e avrò portato a termine tutti i miei impegni … ma mi
dica ancora, quali missioni di esplorazione sono tuttora
attive sul pianeta Marte?…”.
“ Oggi le missioni attive sono tutte spedizioni tramite sonde
automatiche controllate a distanza dalla NASA e dall’ESA,
l’European Space Agency e sono:
Da parte USA, come ho già detto, le sonde in orbita
geostazionaria a stretto raggio Mars Reconnaissance
Orbiter, del 2006, e la più anziana Mars Odissey, del 2001,
che sono poste su due orbite sfalsate di una quindicina di
gradi passanti sopra i due poli geografici del pianeta. L’anno
scorso, nel 2009, è arrivato il veicolo spaziale Europeo Mars
Express, incaricato di raccogliere immagini 3D come quelle
che avete visto prima, posto su di un’orbita più ampia,
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
perpendicolare alle altre due. Sul suolo marziano la Sonda
Phoenix, ammartata ai limiti della fascia polare
settentrionale, ha portato con sé numerosi strumenti di
analisi a distanza controllati da altrettanti gruppi di lavoro
sparsi in tutti gli States come per esempio il TEGA Thermal
and Evolved Gas Analyzer, il WCL Wet Chemistry
Laboratory e il MECA Microscopy Electrochemistry and
Conductivity Analyzer. Da non dimenticare poi una
complicata stazione meteorologica miniaturizzata, una
fotocamera munita di vari filtri per la cattura d’immagini a
elevata risoluzione e il LIDAR, un laser verde per la
misurazione delle nuvole marziane.”.
Seconda città degli Stati Uniti dopo New York, con quasi
quindici milioni di abitanti se si conta l’agglomerato urbano,
L.A. è una vasta megalopoli divisa in ottantacinque cittàquartieri, vere e proprie comunità indipendenti ciascuna con
propria identità e perfettamente saldate alla città, che
formano un immenso catino di circa 60 Km di diametro. Da
ormai una ventina d’anni, dagli anni novanta, Los Angeles è
diventata la più grande città industriale dell’Ovest
americano. L’industria cinematografica che ne fece la
capitale del cinema è oggi soppiantata dalla televisione ed è
superata dall’industria petrolchimica e aeronautica. A sud,
nella zona del porto, si estendono vaste aree industriali con
centinaia di derricks - torri di trivellazione - e raffinerie di
petrolio.
L’importanza del suo porto, insostituibile via di
comunicazione verso il Canada, il Messico, la Corea del sud,
il Giappone e l’Australia, e l’attività dell’aeroporto di Santa
Monica, hanno consentito il fiorente sviluppo economico
della metropoli, che si fonda in gran parte sulla sua attività
commerciale internazionale.
Ciò che colpisce di Los Angeles è la fascia caliginosa dal bel
colore zafferano che contrasta con l’azzurro carico del cielo.
Quella striscia arancione, adagiata sull’immenso bacino che
racchiude la metropoli, porge al visitatore l’ambiguo
benvenuto dello smog.
Los Angeles è una distesa sempre uguale di basse
costruzioni attraversata dalle autostrade sopraelevate, a sei,
dieci, sedici corsie.
I quartieri della città, scavalcati dai viadotti, al riparo dal
grande fiume di traffico, colpiscono per il loro aspetto
tranquillo di periferia allargata. Anche qui, come in tutte le
città americane vige la regola non scritta della territorialità.
Al di fuori delle grandi aree di servizio aperte a tutti, è
consigliabile che ciascun appartenente alla propria
Dicendo queste ultime parole uscirono dal planetario. Nel
complesso del JPL vi erano altre strutture dedicate agli
sviluppi dei progetti militari e quindi keep out per tutti. I due
accompagnatori di Chris lo affermarono quasi all’unisono e
mentre si accordavano per la gita pomeridiana e serale nella
metropoli di Los Angeles, tutti e tre si diressero verso la sala
da pranzo, dove li attendeva un leggero Lunch.
Intorno alle 3:00 p.m. come si usa dire negli States, Chris,
accompagnato, iniziò la sua visita della mitica città. Uscendo
dal complesso alla luce del giorno si rese conto che si
trattava di una vera e propria cittadina della scienza, tanto
era vasta l’area occupata e visti gli enormi parcheggi, colmi
di autovetture, all’esterno delle recinzioni.
Bagnata dalle acque dell’oceano Pacifico, Los Angeles si
dilata in una depressione che confina a nord con le montagne
di Santa Monica e di San Gabriel, oltre le quali si estendono
il Mojave Desert e la Death Valley.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
estrazione sociale o etnia frequenti solo i luoghi where one
belongs, dove è di casa. Oggi le cose stanno velocemente
cambiando anche perché ormai il ceto benestante si è
completato anche con esponenti delle popolazioni non
strettamente di origine europea che, dopo l’integrazione,
hanno lentamente ma caparbiamente avuto accesso
all’istruzione prima e alla casta dirigenziale poi. I quartieri
ghetto come South Central stanno lentamente scomparendo.
Anche il traffico automobilistico, che era stato favorito negli
anni sessanta dalla rimozione delle linee tranviarie dietro la
pressione dei costruttori d’automobili, sta lentamente
diminuendo e si sono costruite varie metropolitane
elettriche.
La Skyline di Los Angeles, anche se relativamente giovane,
è costituita dal complesso di torri vetrate della downtown
che costituisce anche il suo centro secondo il modello
americano classico; oltre a ospitare negozi e uffici, fornisce
un punto di orientamento per i suoi otto milioni di abitanti.
Il servizio di autobus urbani è molto diffuso e utilizzato per
le visite turistiche della città. I quartieri storici di L.A. come
Beverly Hills, il quartiere residenziale delle stars, sono
percorsi per chilometri e chilometri dai torpedoni carichi di
turisti. Il famoso Sunset Boulevard, deserto e bellissimo, con
le sue palme e la vegetazione rigogliosa, costeggia le siepi
impenetrabili che proteggono la privacy delle ville.
Los Angeles, detta città artificiale, si sviluppò a causa del
clima ideale necessario alle riprese cinematografiche all’aria
aperta. Hollywood, sobborgo collinare, divenne il centro
dell’industria dei sogni.
Senza radici storiche, nella città si può solamente cercare di
visitare tutte le sue stravaganze come il MOCA, Museum of
Contemporary Art, il Chinese theatre, quello con le
impronte dei divi fissate nel cemento del marciapiede, gli
studi delle vecchie majors di Hollywood come la Universal,
il Surf Museum a Huntington Beach o il Museum of Neon
Art, dove sono ammesse solamente opere elettriche.
Disneyland, il “ luogo più felice della terra”, è un simbolo
della gloriosa industria dell’animazione cinematografica.
Venice Beach, inverosimile replica del Palazzo Ducale e dei
canali veneziani poi insabbiatisi, che s’integra con la Muscle
Beach, la spettacolare palestra all’aperto piena di esuberanti
bodybuilders in cerca di gloria. E poi ci sono i negozi, gli
stores, le boutiques delle più famose firme mondiali, le
palestre, i ristoranti sulle palafitte come il Gladston’s a
Malibù Beach, proprio sotto il Getty Museum e infine bar,
discoteche e locali di ogni genere per tutti i gusti.
Girando lasciandosi cullare placidamente trasportati
dall’autobus, si passa per la Chinatown, situata tra Yale,
Bernard, Alameda e Ord Street, un moderno bazar a cielo
aperto dove si sente la classica atmosfera di laboriosa città
cinese, con la sua caratteristica animazione. Non mancano
costruzioni moderne in stile orientale. Poi a North Broadway
dove s’incontra il Kong Chow Temple. Poi il quartiere
giapponese, la Little Tokyo, espressione di una comunità
etnica molto agiata, animato da negozi, teatri, sale per
massaggi shatsu e da molti ristoranti sushi, affollati all’ora
di pranzo dai businessmen che lavorano nel vicino distretto
finanziario.
Dopo avere ammirato la City Hall, il Dorothy Chandler
Pavillion, la Bunker Hill, Hollywood Boulevard, Beverly
Hills e West Side e Bel Air, uno sportivo e scienziato come
Christian Zanather non poteva dimenticare di recarsi ad
ammirare il Memorial Coliseum, dove si sono disputate le
Olimpiadi del 1984. Poi, il California Museum of Science
and Industry che ospita fra gli altri il California Aerospace
Museum, dedicato al volo e all’esplorazione dell’universo,
dove si possono ammirare numerose realizzazioni del JPL.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
VII
La giornata, anche se piacevole e interessante, era stata
molto faticosa e Christian non vedeva l’ora di coricarsi per
riprendere un poco di lucidità che gli sarebbe servita il
giorno successivo; lo avrebbe atteso un volo di spostamento
da Los Angeles a Las Vegas nel Nevada.
A notte inoltrata, arrivato nella sua stanza dell’Ostello al
JPL, non perse tempo nemmeno a spogliarsi e si buttò sul
letto a peso morto. La caotica frenesia della vita di Los
Angeles e l’interminabile gita in autobus lo avevano
spossato e traumatizzato; nonostante avesse appena finito di
visitare una delle città più famose al mondo, i suoi pensieri
erano rivolti altrove.
Christian rifletteva su quello che aveva visto e sentito al JPL
nella mattinata e, mettendo il tutto assieme ad altri elementi
che aveva accumulato nella memoria nei giorni precedenti,
stava elaborando una certa teoria tutta personale sulla storia
evolutiva del pianeta rosso; atteggiamento tipico di chi è
abituato a raccogliere dati, fare esperimenti e a trovare le
correlazioni necessarie a comprendere i meccanismi e le
leggi che governano i processi naturali.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Quando, sempre disteso sul letto, raggiunse la massima
rilassatezza e chiuse gli occhi, si assopì e continuò nel limbo
a elaborare ciò che stava pensando …
nell’emisfero settentrionale. Era stata scelta a causa del suo
isolamento dal resto dei continenti che si estendevano a est e
a ovest dalla stessa e, quindi, per la sua relativa asetticità e
inoltre perché non vi risiedevano ominidi ostili.
Le forti correnti fredde che la cingevano l’avevano protetta
da facili approdi e colonizzazioni di popolazioni autoctone,
mentre il clima al suo interno era mite e piacevole. Era
un’isola gigantesca, un continente “di mezzo”, di origine
vulcanica con delle catene montuose tutte intorno; le sue
coste erano molto frastagliate, con pareti rocciose a
strapiombo sull’oceano.
Gli scienziati sferiani coniarono per questa isola un nome
molto emblematico: KATLATAN o Arca di salvezza.
Da lì sarebbe potuta rinascere la loro civiltà, fermamente
convinti che dovevano lasciarsi alle spalle tutti gli errori che
avevano commesso sul loro pianeta d’origine.
Gli sferiani, infatti, avevano deciso, una volta stabilitisi a
Katlatan, di abbandonare le loro conquiste tecnologiche per
tornare a educare la loro nuova e rinata discendenza a vivere
in simbiosi con i ritmi dell’universo, senza cercare di
dominarlo. Non mantenere la memoria degli errori fatti può
portare, a distanza di generazioni, alla ricomparsa di
sentimenti di prevalsa e sogni di onnipotenza, un’altra volta
catastrofici, o dagli effetti sociali irreversibili.
“… la madre primitiva ha partorito. Il feto è completo ma ha
avuto complicazioni per una quasi istantanea infezione
respiratoria, mancanza di anticorpi; deceduto dopo sessanta
kilocripti di agonia. Primitiva è sopravvissuta … nella
madre sferiana volontaria il periodo di gestazione è
prolungato di un altro Megakriptociclo, ci ricollegheremo …
fine del messaggio .“.
Christian aveva ripreso il sogno che aveva fatto una
settimana prima, esattamente dal punto in cui si era
svegliato.
“ L’unica speranza rimane nella sopravvivenza del secondo
ibrido e che gli anticorpi del nuovo feto, oltre che a
mantenerlo in vita, siano abbastanza efficaci da permetterci
di produrre dei vaccini in grado d’immunizzare, anche solo
parzialmente, una volta approdati, i coloni che ora sono in
attesa di partire …. *** ”.
**** dopo migliaia di kriptocicli di attesa, finalmente, arrivò
la notizia: L’ibrido era nato e stava bene, era un maschio, le
sue funzioni vitali erano momentaneamente nella norma e
sembrava adattarsi perfettamente all’atmosfera e agli agenti
patogeni del Terzo Pianeta azzurro.
La sala di controllo risuonò di un grande grido di gioia e di
soddisfazione e subito dopo iniziarono le procedure per dare
il via all’organizzazione della partenza della spedizione
coloniale.
L’area del Terzo Pianeta azzurro, dove era sorta la base del
progetto Genosos II, era situata su una grande isola oceanica
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I biologi, a Katlatan, si erano messi all’opera freneticamente
e stavano già sperimentando su loro stessi i vaccini, che
sembravano funzionare almeno contro i batteri più comuni e
quindi maggiormente presenti nell’atmosfera.
Il sangue di Genos, così fu chiamato il bimbo ibrido, era
stato subito raccolto e le cellule coltivate in vitro per essere
usate per l’estrazione dei primi anticorpi fondamentali.
Intanto su Sfera i preparativi per la partenza erano quasi
giunti al termine; i cinque enormi Siluri necessari al viaggio
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
erano già stati sistemati sulle rampe di lancio sotterranee
della base.
Non voleva tornare nella stanza un’altra volta così cercava
di risparmiare del tempo per riuscire a salutare il Dott.
Shoela che sicuramente lo avrebbe raggiunto alla mensa,
goloso com’era delle frittelle al miele d’acacia.
Abbrancato il suo zaino e il borsello con il notebook appeso
alla spalla sinistra, finalmente Chris si avviò verso il
refettorio, premurandosi prima di lasciare la chiave della sua
stanza alla reception dell’Ostello del JPL.
Il processo di immunizzazione, invece, sarebbe stato ancora
lungo; per la realizzazione dei vaccini contro gli agenti
patogeni più mortali e resistenti come i virus, infatti, si
sarebbe dovuto attendere il completo sviluppo del sistema
immunitario di Genos *** “.
Il telefono cellulare, usato come sveglia, squillò prepotente
con la suoneria del canto del gallo e gli squilli di tromba:
come quelli di un’adunata militare.
Chris si svegliò di soprassalto, quasi ubriaco e perso per
quanto era immerso in quel sogno così realistico e
incredibile al tempo stesso.
Rimase un attimo disteso. Erano esattamente le 7:00 a.m.
Dopo aver allungato il braccio verso il comodino per zittire
lo strillone, si ricordò finalmente che il Capitano Shelton lo
avrebbe atteso alle 07:30:00 esatte nel refettorio per la
colazione e che alle 08:00 si sarebbero recati all’aeroporto di
Hollywood Burbank, a circa tredici chilometri in linea d’aria
da Pasadena, per imbarcarsi sul volo militare che li avrebbe
portati alla Nellis Air Force Base in Nevada. Così,
esattamente così, il capitano Shelton, la sera prima, gli aveva
comunicato le coordinate del loro appuntamento mattutino,
con quel linguaggio schematico e formale proprio di tutti i
militari.
Christian si sbrigò a lavarsi e a sbarbarsi velocemente con il
rasoio elettrico. Si vestì altrettanto in fretta in modo da avere
ancora qualche minuto per riorganizzare tutto il suo
bagaglio.
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Come predisposto con precisione militare, il capitano
Shelton era già lì, nella sua bianchissima divisa estiva del
corpo dell’USAF. Oltre a essere un agente della NSA
Shelton era anche un pilota, mancato Top Gun. Un leggero
soffio al cuore congenito gli aveva compromesso la tanto
sognata carriera di “asso” da caccia sui Jet supersonici come
gli oramai vecchi F-15 Eagles e gli F-16 Fighting Falcons.
Ora, a cinquantacinque anni, faceva vita da impiegato
accompagnando visitatori, scienziati o piloti corsisti
stranieri, alla base aerea dove aveva trascorso la maggior
parte della sua giovinezza e vita militare.
Oggi, che può stare vicino alla moglie e ai tre figli senza
dover essere continuamente trasferito in basi o su portaerei
dislocate in varie parti del globo, è contento di godersi la sua
dolce vita nella casetta che si era costruito nella periferia di
Santa Monica. Quando Louis ritorna alla Base però, ci tiene
a fare bella figura, a sfoggiare la sua uniforme da veterano e
a ricevere il saluto militare dalle giovani reclute e dai
colleghi provenienti da svariati paesi del mondo, che si
recano alla Nellis per il corso avanzato di specializzazione di
pilota da caccia.
“ Carissimo Dott. Shoela … “
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Disse subito Christian appena vide il direttore del JPL
avvicinarsi.
Dopo un affettuoso abbraccio con il Dott. Shoela, il militare
e Chris, si avviarono verso l’uscita del CIT, dove li
attendeva la macchina che li avrebbe portati all’aeroporto.
“ Volevo ringraziarla ancora per il bellissimo tour al JPL,
delle sue preziosissime e particolareggiate spiegazioni e,
soprattutto, per l’ospitalità con cui mi … cioè, ci ha accolto,
me e il Capitano e anche per avermi accompagnato nella
visita alla città, da solo mi sarei senz’altro perso … “.
“… Chris, oramai ti do del Tu perché hai l’età dei miei figli,
è stato un piacere, ti auguro di fare una buona permanenza
anche in Nevada e di fare un bel viaggio di ritorno in Europa
…”.
“ Grazie mille … senz’altro avrò ancora tante belle cose da
vedere. Dopo aver ispezionato il mini-reattore … vorrei
recarmi al SETI; mi avete incuriosito con il racconto della
loro attività di ricerca …”.
“ Bene, fortunatamente proprio in questo periodo, alla sede
del SETI si svolgerà una conferenza mondiale per la raccolta
di fondi a cui parteciperanno studiosi e scienziati di tutti i
continenti i quali porteranno ognuno le loro esperienze, i
loro lavori e teorie; ci saranno astronomi, studiosi delle
religioni, biologi e tanti, tanti tecnici … quando arriverai là,
se dovessi avere bisogno, chiedi pure dei capi ricercatori: la
dottoressa Jill Tarter, il Dott. David Morrison o ancora della
dottoressa Edna DeVore che sono i leaders delle varie
attività, sono sicuro che ti accoglierebbero a braccia aperte”.
“ Grandioso! Grazie, grazie, mille volte grazie …”.
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Arrivati sulla pista, il cargo militare che li avrebbe ospitati,
un gigantesco quadrimotore da trasporto, un Hercules C130,
stava già rullando, mentre stavano chiudendo il portellone
posteriore.
I due salirono in fretta sull’enorme aereo. Prima di occupare
il loro posto nella spartana cabina con l’equipaggio, furono
subito attrezzati, come da regolamento, con le cuffie di
comunicazione interna. Una scena simile Christian l’aveva
vista solamente in certi film d’azione ed era visibilmente
emozionato; infatti, il servizio militare l’aveva svolto sempre
in ambito scientifico, e con i piedi ben piantati per terra,
nella Royal Army.
Il viaggio sarebbe durato meno di un’ora, tale il tempo
necessario a percorrere i quasi quattrocento chilometri che
separano Los Angeles da Las Vegas, sorvolando quasi in
linea retta il deserto del Mojave.
Il Nevada occupa una superficie di circa trecentomila
chilometri quadrati con una popolazione che non arriva al
milione e mezzo d’individui, naturalmente escludendo tutti i
turisti che da ogni parte del mondo la visitano per fare tappa
a Las Vegas o nei molti parchi nazionali.
Il suo territorio, il cui capoluogo è Carson City, occupa tutto
il grande “bacino” compreso tra i monti Wasatch e la Sierra
Nevada e si estende da nord a sud. Vi è un clima secco e
desertico. Lo stato del Nevada è ricco di sorgenti, vi sono
molti laghi; il più grande, il MEAD, che costituisce il confine
sud con l’Arizona, è artificiale ed è stato realizzato
sbarrando il corso del fiume Colorado e si trova a poche
miglia a est di Las Vegas.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Mentre il Capitano Shelton parlava con i membri
dell’equipaggio, Chris ammirava il panorama che si vedeva
dai finestrini, il cielo limpido e l’aria secca davano la
possibilità di scorgere particolari incredibili. Non poteva fare
a meno di pensare alla sua madre patria, l’Inghilterra, e che
su di un territorio che aveva un’estensione pari alla metà di
quello del Nevada, era concentrata una popolazione che era
cinquanta volte più numerosa. Sicuramente, per
conformazione e condizioni climatiche, era il territorio
ideale per la continua attività di collaudo di nuovi velivoli
militari e per l’addestramento dei piloti; la bassa densità
demografica era stata una delle ragioni della sua scelta anche
quale area per lo svolgimento dei Test Nucleari negli anni
cinquanta e sessanta.
derivante da North American Aerospace Defense Command,
che significa Comando di Difesa Aerospaziale del Nord
America.
Il NORAD è un’organizzazione congiunta del Canada e
degli Stati Uniti che fornisce un quadro d’insieme sulla
situazione di ogni aviogetto, oppure oggetto spaziale,
nell’ambito aerospaziale del Nord America. Per ogni
velivolo è stilato un profilo con molti dati quali sua natura,
posizione, direzione e velocità. Sono organizzati il controllo
e la sorveglianza sul comportamento di ogni oggetto o
veicolo che esca dai canoni stabiliti per l’aviazione
commerciale, civile e militare: rotte, altezze, corridoi di
discesa verso l’aeroporto eccetera. Inoltre il NORAD
organizza l’allerta e la reazione d’intercettazione,
identificazione ed eventuale abbattimento di ogni aviogetto e
missile sconosciuto e potenzialmente ostile, inclusi gli UFO.
Il volo fu tranquillo e in un “batter d’ali” erano sopra Las
Vegas. Si scorgeva la sua struttura squadrata di città
moderna, con il lungo viale centrale e i grandi alberghi
tutt’intorno.
Erano le prime ore del mattino quindi la città era ancora
assopita, lì la “vita” si svolge esclusivamente nelle ore serali
e notturne; ora si potevano scorgere circolare solamente i
camion della nettezza urbana e le macchine per la pulizia
delle strade.
Sicuramente la metropoli, suo malgrado già famosa,
meritava di essere visitata anche perché vista dall’alto
incuriosiva poiché si potevano facilmente individuare tutte
quelle costruzioni che tendevano a imitare le meraviglie del
mondo.
La Base, il maggiore centro di addestramento per gli
equipaggi di aerei militari degli Stati Uniti e dei paesi
stranieri alleati, occupa un’area di circa quattromilaseicento
ettari e si estende dal Las Vegas Boulevard a nord est e
include le abitazioni dei militari e il Mike O’Callaghan
Federal Hospital.
Passati nelle vicinanze dell’aeroporto civile, il McCarran
International, poco più a est della city si cominciava a
scorgere la Nellis Base, un complesso dell’aviazione militare
statunitense sotto il controllo del NORAD, un acronimo
L’aereo si allineò con la pista, diretto verso l’Area I, dove
sono ubicati l’aeroporto e la maggior parte delle funzioni a
supporto delle missioni.
Dopo aver ricevuto l’OK dalla Nellis Tower, attraverso il
linguaggio in codice, il velivolo si accinse ad atterrare sulla
pista “A” quella larga duecento e lunga mille metri. Chris
riuscì giusto a capire la sigla dell’aeroporto: KLSV AFB
Base.
Durante la discesa, lenta e graduale, si potevano osservare
una quantità di tipologie di aerei militari, perfino uno
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“squadrato” F-117 Nighthawk, o meglio conosciuto con il
nome di Stealth, e anche un nuovissimo F-22A Raptor.
Entrambi i modelli sono classificati “aerei invisibili” poiché
adottano una speciale tecnologia che li rende non
individuabili dai comuni Radar, la Stealth Technology o LO
- Low Observable Technology, che rende inefficaci le
apparecchiature d’individuazione tattiche con sensori Radar,
a Raggi Infrarossi e Sonar e altri sistemi d’individuazione.
In una ben definita area della pista, vi era una schiera di
veicoli, o meglio, di strani velivoli che a prima vista
sembravano dei giocattoli per giostre da Luna Park, ma che
costituivano un gruppo di UAV o Unmanned Aerial Vehicles
conosciuti anche come RPV Remotely Piloted Vehicles o
UAS Unmanned Aircraft System.
Erano i cosiddetti “Droni” che, nati come semplici bersagli
volanti radiocomandati utilizzati per l’addestramento al
combattimento dei piloti, oggi, perfezionati e potenziati,
sono impiegati come veri e propri veicoli d’assalto o di
bombardamento in missioni ad alto rischio per il personale
militare.
Hercules C130
Pensando a tutti gli avvistamenti di UFO che si sono
registrati in questa zona, non si può fare a meno di ipotizzare
che, durante l’impiego di questi strani veicoli in
addestramenti militari o in semplici collaudi, qualche
malcapitato possa essere rimasto tratto in inganno dalla loro
forma sconosciuta, appunto UFO Unknown Flying Object, e
aver alimentato le teorie sugli avvistamenti di veicoli
extraterrestri.
“Drone” - UAV o Unmanned Aerial Vehicle – MQ-1 Predator
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Nella Nellis ci sono tre aree ben distinte: quella in cui erano
arrivati Chris e Shelton dell’aeroporto e del supporto
missione, l’Area II a est della prima che consiste in un
grande deposito di munizioni e armamenti per aviogetti - il
più grande deposito di missili degli Stati Uniti e quando
nell’NTS, Nevada Test Site, erano eseguiti test atomici, i
missili nucleari erano immagazzinati qui - e l’Area III che
avevano sorvolato durante il loro avvicinamento per
l’atterraggio cioè quella che passa attraverso il Las Vegas
Boulevard.
La Base, per le svariate funzioni che svolge, è sede di
numerosi squadroni dell’aviazione militare statunitense:
dalle unità logistiche, a quelle di salvataggio, agli squadroni
di combattimento e dimostrativi come i famosi
Thunderbirds.
La sua funzione più interessante è sicuramente quella di
supporto alle attività di collaudo e sviluppo delle nuove
tecnologie aeronautiche e aerospaziali.
La sua attività ha avuto inizio nel 1940 come centro di
addestramento e poligono e fu fortemente voluta dalla città,
a quei tempi in forte declino, poiché una base militare
avrebbe sicuramente portato gente e ricchezza; all’inizio fu
sia aeroporto civile sia militare e si chiamava Las Vegas Air
Force Base.
La base continuò a ingrandirsi e arrivò ad avere, verso la
fine della seconda guerra mondiale, un organico di 15.000
persone, tra uomini e donne.
Nel 1950 fu ribattezzata Nellis AFB in onore del 1°
Luogotenente William Harrell Nellis, un pilota dei caccia P47, che si distinse e fu ucciso durante la battaglia del Bulge,
o Offensiva delle Ardenne, in Belgio, durante la seconda
guerra mondiale.
Tra la seconda metà degli anni sessanta e i primi anni
settanta divenne sempre di più, con l’avvento degli
armamenti moderni, un centro di collaudo e di
addestramento per l’utilizzo di razzi balistici sia dell’USAF
sia dell’US Navy.
Da allora fino ai giorni nostri la Nellis AFB è sempre stata
un rinomato centro di addestramento per piloti Top Gun, di
collaudo e di perfezionamento di aviogetti supersonici: dagli
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VIII
Il capitano Shelton scese per primo dall’aereo e fece cenno a
Christian di seguirlo; si stavano recando dal comandante
della base per un breve briefing conoscitivo e
d’organizzazione logistica.
Arrivati nei pressi della sala d’attesa per gli imbarchi, furono
raggiunti da due MP, Militar Police, che consegnarono a
Christian il lasciapassare elettronico, valido per potersi
spostare liberamente in tutte le installazioni della base. Il
pass, infatti, conteneva tutti i suoi dati, comprese le
caratteristiche scannerizzate della retina dell’occhio destro
che erano state prese al suo arrivo all’International di Los
Angeles circa quarantotto ore prima.
Subito dopo arrivò una jeep, guidata da un altro MP, che li
caricò e li accompagnò direttamente al centro di comando
all’altro capo della base.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
F-4 Phantom agli ultimissimi F-22A Raptors oltre che dei
“Droni” sia come velivoli bersaglio radiocomandati sia
come veri e propri reparti da combattimento senza
conducente.
Inoltre, al suo interno, esiste una centrale fotovoltaica di
quattordici megawatt che copre il 25% del fabbisogno
energetico di tutte le attività.
L’area d’azione della Nellis AFB, che è una delle più grandi
basi militari al mondo, è una vasta estensione territoriale a
Nord di Las Vegas; un grosso rettangolo inclinato a 45°
verso sud est che parte proprio da Indian Springs e arriva
fino a Tonopha. I velivoli, partendo dalla Nellis, compiono
le loro azioni su di un’area di addestramento che offre più di
15.000 miglia quadrate di spazio aereo e 4.700 miglia
quadrate di territorio delimitato militarmente. Più del
settantacinque percento di tutte le munizioni sperimentali
usate dall’aeronautica per addestramento, sono state testate
in Nevada. Molte comunità nel Nevada del sud vedono e
sentono i velivoli della Nellis ventiquattro ore al giorno,
sette giorni la settimana. A cento piedi di altezza da terra e a
due volte la velocità del suono, gli aerei militari sfrecciano
sopra le teste dei “nevadiani”, i quali possono vedere
l’addestramento al combattimento avanzato e tutte le prove
operative per la valutazione e sviluppo delle tattiche di volo,
di difesa e di combattimento.
All’interno dell’area vi sono ben altri sei aeroporti militari:
uno è il Tonopha Test Site a nord, uno a Indian Springs a
sud, ben tre nella “zona rossa” centrale, che è il quadrilatero
del Nevata Test Site, chiamati Desert Rock, Yucca Lake e
Pahute Mesa e infine uno a Groom Lake incluso nel box o
rettangolo della famosa Area 51; una base militare la cui
attività principale è quella di supportare lo sviluppo e il
collaudo di aerei sperimentali e sistemi missilistici.
Così dicendo il comandante Stenseth, tolse dal cassetto della
scrivania un bel tomo ciclostilato zeppo di clausole
contrattuali.
Semplicemente, e con una formula simile a quella adottata
dai notai quando si rogita per l’intestazione di un
appartamento, vale a dire a memoria, Chris era informato
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La Jeep si fermò davanti alla palazzina del comando
strategico. Il capitano Shelton fece strada a Christian verso
l’ufficio del Comandante David Stenseth, figlio del primo
comandante della base, il fu Martinus, che ne aveva preso il
controllo nel 1941, alla sua fondazione.
Dopo il benvenuto e i soliti convenevoli, il comandante
comunicò a Chris che i test del reattore sperimentale erano
eseguiti nei sotterranei della base di Groom Lake.
“ Benvenuto professor Zanather, spero che possa avere una
piacevole permanenza presso di noi”.
“ Sono molto onorato di fare la sua conoscenza comandante,
e la ringrazio in anticipo per la sua ospitalità”.
“ Professore, anche se penso sia già consapevole, devo
informarla del grado di segretezza del prototipo che dovrà
esaminare e anche farle firmare questo protocollo di non
divulgazione che lei sottoscriverà a suo nome e anche a
quello della società di engineering, la Assystem Group.
Sottoscrivendo questo protocollo lei e i suoi superiori, in
caso di fuga di notizie o di divulgazione d’informazioni
tecniche riservate riguardo al progetto, sarete ritenuti
automaticamente responsabili e perseguibili come previsto
dalle leggi militari e federali degli Stati Uniti d’America e
ritenuti colpevoli di spionaggio”.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
che sarebbe stato libero di visitare e muoversi per il sito di
collaudo a piacimento, visionare ed esaminare il prototipo
per esporre le necessarie osservazioni ed eventuali migliorie
progettuali, ma che avrebbe avuto sopra di sé una spada di
Damocle che poteva significare il carcere a vita o anche la
pena di morte. Christian, un poco sarcasticamente, alzando
le spalle e digrignando i denti in una smorfia di sorpresa
commentò:
sottoscrivere questo documento io ho istruzioni di porre
immediatamente termine alla sua attività di supervisione e di
sollevarla dall’incarico, lei potrà comunque completare la
visita alla Nellis Base da civile”;
“ Cavoli, ed io che pensavo di essere venuto a Las Vegas
solamente per farmi una piccola vacanza e qualche giro di
roulette a spese della Società per cui lavoro … Buono a
sapersi … “.
“ Bene professor Zanather, ora, con questo distintivo di
riconoscimento, che dovrà sempre portare appuntato sulla
sua camicia a sinistra, all’altezza del cuore, sarà considerato,
a tutti gli effetti, un Tecnico di Rango Militare e, sempre
accompagnato dal capitano Shelton, potrà accedere ai siti di
controllo e collaudo del complesso di Groom Lake ”.
Il comandante Stenseth e il capitano Shelton scoppiarono in
una fragorosa risata e il clima della presentazione, che
sembrava essersi improvvisamente appesantito, ritornò
subito sereno e conviviale. Tutti e tre erano ben informati
che il progetto non era legato alla produzione di armi
strategiche o altre diavolerie militari ma soltanto a un nuovo,
efficiente e assolutamente innocuo sistema di propulsione
per moduli spaziali. Si trattava solamente di formalizzare un
semplice rapporto di lavoro, che s’instaura fra una società di
consulenza tecnologica e un’organizzazione statale e
militare chiamata al collaudo di un’apparecchiatura frutto
della collaborazione fra più teams di progettisti, assemblatori
e produttori di componentistica a elevata tecnologia
aerospaziale.
Poi il comandante, asciugandosi le labbra con un fazzoletto
continuò:
Christian allungò la sua mano destra per stringere quella del
comandante e poi si chinò a firmare la prima pagina del
protocollo dove Stenseth aveva già apposto la sua.
Finendo la frase, il comandante della base consegnò a Chris
un fregio argentato recante al centro un Atomo Stilizzato,
con due ali d’aquila ai lati, la scritta USAF sotto e NASA
sopra.
Christian lo prese e se lo appuntò prontamente sopra la tasca
della camicia e strinse nuovamente la mano al comandante,
ringraziandolo.
Il capitano Shelton fece il saluto militare al suo Colonnello,
sbattendo i tacchi, e poi fece cenno a Christian di seguirlo
all’esterno dell’ufficio.
“ ... se le clausole contenute in questo protocollo le
sembrassero troppo rigide e lei decidesse di non
In quel momento, mentre s’incamminavano verso la jeep che
li stava ancora aspettando, il capitano Shelton finalmente
comunicò che l’indomani mattina, con un elicottero, si
sarebbero spostati presso il centro di collaudo di Groom
Lake; durante le successive ore della giornata avrebbe
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
accompagnato Chris in una esplorazione dell’intera base e a
Las Vegas per un giro prettamente turistico e di svago.
Stranamente, lasciandosi andare dopo la formalizzazione del
suo status di tecnico militare, il capitano Shelton dando del
“tu” a Christian disse:
e tutte quelle congetture e allusioni fantascientifiche gli
parevano molto lontane; tutta quella segretezza, in quel
momento, gli sembrava si dovesse semplicemente imputare
ai normali protocolli di sicurezza e riservatezza militare
come esistono attorno e per ogni installazione strategica di
qualsiasi paese al mondo.
“ Christian, scommetto che ti fa uno strano effetto scoprire
che visiterai la famosa Dreamland …”.
“ Dreamland ? … perché, cos’ha di speciale la base di
Groom Lake per essere chiamata così ? … “.
“ Mi vuoi dire che non hai mai sentito parlare della
misteriosa Area 51 ? … è vero però, come Dreamland è
conosciuta solamente negli States e fra noi militari …”.
Christian improvvisamente rammentò il discorso fatto con i
suoi ragazzi della squadra di Rugby, appena qualche giorno
prima. Essi avevano fatto delle considerazioni su quanto
fosse distorta la realtà dipinta in certi documentari televisivi
e, in particolar modo, sui fatti che si raccontavano a
proposito dei famigerati avvistamenti intorno all’Area 51 e
del presunto mistero che vi aleggiasse attorno.
Con stupore misto a eccitazione rispose:
“ Bhè non sono mai stato appassionato di misteri
fantascientifici, ma ne ho sentito parlare proprio qualche
settimana fa dai miei allievi della squadra di Rugby; prima
avevo sentito solo degli accenni in trasmissioni
scandalistiche, ma solo superficialmente …”.
In ogni modo, qualsiasi cosa fosse l’Area 51,
inaspettatamente, di lì a poche ore, Chris vi si sarebbe recato
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La Nellis base è immensa, durante il loro vagare tra piste,
hangar e installazioni radar, fra le altre cose passarono a
pochi metri di distanza da un Drone MQ1-Predator, che
sembrava proprio un grande insetto dalla grossa testa a
forma di goccia e dalla propulsione a elica in coda; una cosa
ultratecnologica mai vista prima con la sua unità di
controllo a distanza. Sembrava proprio un veicolo alieno se
non fosse per quell’inconfondibile stella alata dell’USAF
stampata ai lati della fusoliera.
Alla fine del tour, che sarebbe troppo lungo e snervante
descrivere dettagliatamente, visitarono l’hangar dei
Thunderbirds, la squadriglia aerea acrobatica degli Stati
Uniti d’America, con i loro Sei F16 dipinti nei colori della
bandiera statunitense, la mitica Stars & Stripes: bianco rosso
e blu. Sul lucido pavimento dell’entrata era riprodotto il loro
simbolo o logo, un’aquila blu stilizzata, al centro una stella
bianca riempita con le figure di quattro F16 blu in
formazione a rombo, il tutto in cerchio rosso.
Nel tardo pomeriggio, con una vettura della base messa a
loro disposizione, si recarono in “libera uscita”, come tutti
gli altri militari non in servizio, a visitare la città di Las
Vegas; l’ora di rientro era tassativamente fissata per le ore
0:0.
La Sin City o città del peccato, com’è chiamata Las Vegas in
gergo, è la città dove ci si può lasciar trasportare dalla
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
fantasia più piccante, trasgredire alle regole ed essere sicuri
che tutto rimanga lì. Las Vegas è l’evasione per eccellenza.
Lungo il Las Vegas Boulevard, chiamato anche Strip, la
Striscia, si possono via via incontrare le attrazioni più
importanti e caratteristiche. Di notte, accecati dalle
grandiose luci al neon, si resta confusi ammirando: i
faraonici alberghi casinò, i vistosissimi mega resorts come la
grande Piramide nera del Luxor, il suo ingresso con tanto di
Sfinge accovacciata e il luminoso fascio di luce laser azzurra
che punta verso le stelle; il tendone a strisce del Circus
Circus e la maestosa Stratosphere Tower con i suoi 350
metri d’altezza, gli ascensori più veloci d’America e le
giostre da brivido più alte del mondo.
Lo stato di confusione scompare quando si pensa che le
meraviglie del mondo sono fedelmente riprodotte a Las
Vegas per attirare i turisti e i loro soldi: dalla Tour Eiffel ai
castelli medievali come l’Excalibur o il Sahara che sembra
rappresentare il Topcapi turco. Il lussuoso resort Venetian
vanta riproduzioni di famosi edifici come il Palazzo del
Doge, il Campanile e la grande Piazza San Marco della
“vera” e tutta italiana Venezia, con graziosi ponticelli in stile
e persino le gondole con tanto di gondolieri “originali”.
Niente sembra più quello che è in realtà quando è filtrato e
scomposto dal prisma ormai onnipresente del marketing
applicato a qualsiasi campo e disciplina. La bianca verità,
come la luce, è così scomposta in tanti piccoli fasci colorati
di visioni parallele, sapientemente confezionate dai media
secondo il pubblico cui fanno riferimento.
Siccome qui in Nevada tutto diventa attrazione, anche i
presunti avvistamenti di UFO e le leggende riguardo alla
famosa Area 51 sono sfruttati per l’attrazione dei turisti e il
facile guadagno, così lungo l’ET Highway, che scorre verso
nord nel deserto, sorgono svariati locali a tema.
Anche a Roswell, piccola cittadella del New Mexico sul
fiume Pecos, sono presenti numerosi locali griffati con degli
omini verdi dagli occhi da Mantide a causa del presunto
ritrovamento di un disco volante alieno, leggendariamente
schiantatosi alla fine degli anni 40.
106
Molto probabilmente i test nucleari e i correlati fenomeni
atmosferici, l’elevata concentrazione di traffico aereo,
compresi i prototipi militari caratteristici di queste zone,
hanno fatto correre la fantasia della gente comune.
A Las Vegas è stato costituito anche l’Atomic Testing
Museum, lascito della guerra fredda nel deserto del Nevada.
Negli anni cinquanta, funghi atomici si levavano dietro la
Fremont St. e la città aveva addirittura eletto Miss Bomba
Atomica. Da allora, fino agli anni novanta, più di novecento
bombe esplosero all’interno del Nevada Test Site, appena
sessantacinque miglia a Nord Ovest della città. L’NTS è
controllato appunto dalla Nellis Airforce Base, e, non a caso,
è ancora sede di Test Atomici avanzati.
Il museo, diretto dalla dottoressa Maggie Smith, non
riguarda soltanto la scienza ma anche la storia dell’umanità.
Si può assistere alla proiezione di filmati storici riguardanti i
test nucleari eseguiti durante l’epoca della Guerra Fredda.
E’ incredibile assaporare in prima persona il contrasto fra la
schematica, marziale e regolare vita all’interno della Base e
quella che s’incontra nella città appena fuori i cancelli
ricoperti dal filo spinato; sembra quasi che l’intera metropoli
sia stata concepita come un “grande diversivo” per far
svagare e distrarre i militari dopo che per tutto il giorno sono
chiamati a dei compiti veramente stressanti e delicati, come
certi test segreti di cui non possono parlare e nemmeno
rivelarne l’esistenza.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
I due rientrarono distrutti dalla visita della City che si
estende su di una vastissima area. Per visitarla quasi tutta
avevano tenuto dei ritmi da “marcia forzata”, e siccome non
avevano ancora aperto i bagagli non poterono coricarsi
velocemente; per fortuna non dovettero dormire in
un’affollata camerata da naja perché il capitano Shelton,
nella Base, aveva il suo appartamentino riservato.
“ Sì, a parte i musei, mi è sembrata come un immenso e
raffinato Luna Park che ti avvolge, t’inebria, ti disorienta per
poi fagocitarti nei suoi ritmi fino a spremerti per poi scartarti
una volta svuotato delle tue energie, e tasche. Alla fine si
avverte una sorta di nausea insieme al desiderio di tornartene
alle tue faccende normali … come per espiare per i peccati
che hai appena commesso …”.
La mattina seguente poterono alzarsi con calma senza la
premura necessaria se si vuole arrivare per primi nei servizi
igienici comuni delle “compagnie”. Il capitano Shelton
preparò la classica colazione americana con uova
strapazzate, bacon, latte con cereali, pane tostato e
marmellate varie, messe a disposizione dal servizio
sussistenza della base.
“ Bravo, è proprio un’impressione condivisa, ben conosciuta
anche dagli psicologi militari. È un modo veramente
efficace, e quasi insostituibile, per far dimenticare i propri
interessi e le inibizioni e, al tempo stesso, per rinforzare i
sentimenti di amor proprio, di fedeltà verso la patria e la
famiglia … Anche a me, quando capita di trascorrere
qualche giorno di svago con i colleghi, una volta finite le
avventure, mi viene un desiderio irrefrenabile di tornare a
casa da mia moglie e i figli, ad abbracciarli e seguirli nella
vita di tutti i giorni. Le piccole cose, semplici e regolari, alla
fine sono quelle che ci riempiono il cuore e l’anima più di
qualsiasi altra conquista.”.
“ Allora Zanather, come ti è sembrata Las Vegas ora che sei
riposato e che puoi commentare a freddo …”.
Disse il Capitano versando il caffè a Chris …
“ Bhè, maestosa ed esotica, tutti gli stili di vita, i sogni e le
aspirazioni sono riprodotti fedelmente, chiunque qui può
trovare la sua dimensione, ma mi ha anche dato
l’impressione di una totale assenza di valori fondamentali
…”.
“ Sicuramente, L.V. è proprio stata creata per lo svago,
l’evasione e per fare soldi. Il lusso, l’opulenza … qui
l’esaltazione di tutti i bassi istinti umani è sfruttata per
profitto da altri uomini ancora più viziosi … basta ricordare
che la città è stata fondata dalla malavita per sfuggire alle
leggi proibizioniste”.
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I due rimasero una buona ora a discutere seduti a tavola e
non mancarono di raccontarsi, finalmente dopo due giorni di
frequentazione, chi fossero e da dove venissero e così
rinforzarono la rispettiva fiducia e amicizia; anche se il
capitano stava assolvendo un compito istituzionale che
avrebbe dovuto poi rapportare ai propri superiori della NSA,
ma ne erano entrambi consapevoli.
Nel frattempo era arrivato il momento della partenza, con
destinazione Goom Lake.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Un elicottero HH-60 Pave Hawk del 66° squadrone di
soccorso li stava aspettando per lo spostamento all’interno
dell’NTS. L’ora di partenza alla volta della base dove era
ubicato il sito di collaudo era fissata per le 10:00 a.m. e
l’arrivo era previsto di lì a una trentina di minuti.
riconosciuto solamente dal raffinato sistema di rilevamento
Radar e GPS sviluppato dal NORAD. In questo modo se vi
fosse stato un dirottamento da parte di qualche commando
sabotatore, anche solamente dal tracciato radar del velivolo
in questione, si sarebbe riconosciuta l’anomalia e fatto
scattare l’allarme con larghissimo anticipo.
Chiamata ufficialmente Area 51 anche su documenti CIA,
questa base di supporto per i test eseguiti nell’NTS sorge
appunto a sud ovest dell’asciutto Groom Lake.
L’Area 51 confina con la regione Yucca Flat del Nevada
Test Site, dove sono stati condotti 739 dei 928 test nucleari
da parte del dipartimento dell’energia statunitense. Il
deposito di scorie nucleari di Yucca Mountain dista circa
sessantaquattro chilometri a sud ovest del lago Groom.
Il nome di “Area 51” è controverso e appare in vecchie
mappe del NTS ma non in quelle più recenti. Tuttavia, lo
stesso schema di nomenclatura, appare per altre zone del
Nevada Test Site. L’area è connessa con la rete stradale
interna del NTS, che comprende alcune strade asfaltate che
si dirigono a sud verso Mercury e a ovest verso Yucca Flat.
A nord est del lago, la strada attraversa un passo nelle
Jumbled Hills; prima era solo un sentiero di campagna che
portava alle miniere del bacino Groom, ma dopo la loro
chiusura, è stato ampliato. L’accesso alla strada più a est è
vietato alle persone non autorizzate, nonostante sia presente
un checkpoint di sicurezza. Dopo essere uscita dall’area
ristretta, la strada prosegue scendendo a est verso il fondo
della Tikaboo Valley e converge con la State Route 375, la “
Extraterrestrial Highway”, a sud di Rachel. L’ingresso
principale verso l’intera base militare, e quindi anche verso
l’Area 51, è segnato da una strada sterrata che si stacca dalla
statale 375 fino ad intersecare la pista che conduce da est al
Groom Lake.
Con la solita jeep degli MP furono accompagnati
direttamente sulla piazzola di decollo e finalmente salirono
sul potente mezzo; agli occhi di Chris era impressionante e
dotato dei più sofisticati congegni meccanici, come il rotore
silenzioso, con cui poteva piombare a bassa quota sugli
obiettivi, quindi invisibile all’orizzonte, senza essere sentito.
La grande libellula d’acciaio, con gli uomini di equipaggio e
i due passeggeri, sorvolava silenziosa e indisturbata Las
Vegas, proprio sopra e in linea retta con il Boulevard,
lasciandosi dietro e sotto di sé la grande piramide nera del
Luxor e tutti gli altri giganteschi alberghi e casinò che
sorgono ai margini della striscia. Osservando scorrere il
paesaggio dagli oblò dell’elicottero a Christian sembrava di
essere in una scena di quei film di fantascienza quando sono
artificialmente costruite con la computer grafica improbabili
e magnifiche città futuristiche, ma era tutto vero e tangibile.
Dopo una breve virata verso destra il velivolo militare si
diresse verso Nord, avrebbe dovuto attraversare quasi tutto il
Nevata Test and Training Range, tagliando i quadranti 63,
64 e 65 per arrivare al confine nord dell’Emigrant Valley e
inoltrarsi nel gigantesco quadrante R-4808-N chiamato
anche The Box o The Container dai piloti militari a causa del
suo estesissimo perimetro squadrato, dove sorge appunto
l’installazione.
Il pilota, prima di atterrare in prossimità del centro della
base, eseguì un percorso codificato, quasi a zig zag, come
una sorta di corridoio di avvicinamento che sarebbe stato
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
IX
L’Area 51 è compresa all’interno di una vasta zona militare
operativa di 26.000 chilometri quadrati e sorge vicino al
villaggio di Rachel, a circa 150 chilometri a nord-ovest di
Las Vegas, nel sud dello stato del Nevada. Le strutture nei
pressi del Groom Lake, nonostante siano nella vasta regione
militarizzata appartenente alla Nellis Air Force Base,
sembrano essere gestite come se fossero un distaccamento
dell’Air Force Flight Test Center della base aerea di
Edwards nel deserto del Mojave e, come tale, la base è
conosciuta con il nome di Groom Lake Air Force Flight Test
Center.
Le sue installazioni aeronautiche sono anche note come
Dreamland, Paradise Ranch, Home Base, Watertown Strip,
Groom Lake. La base, più recentemente, è stata chiamata
anche Homey Airport.
Gli elevati livelli di segretezza che lo circondano e il fatto
che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal
governo statunitense, ha reso questo centro di collaudo un
tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del
folklore ufologico.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
La base aerea di Groom Lake non è una struttura
convenzionale ed è utilizzata per lo sviluppo, il collaudo di
nuovi aerei e le fasi di addestramento dei loro futuri piloti.
Dopo che questi velivoli sono approvati dall’United States
Air Force o da altre agenzie come la CIA, le loro successive
missioni standard sono generalmente condotte in normali
basi aeree militari. Il sito è anche attrezzato con un piccolo
stormo di aerei ex sovietici, come i MIG, che erano
analizzati e utilizzati per gli addestramenti durante il periodo
della guerra fredda.
Il più recente velivolo collaudato è stato Aurora, un aereo
spia successore del Blackbird, con capacità “stealth”, e
velocità superiori a Mach 6 - sei volte più veloce del suono;
quindi è in grado di compiere il giro attorno alla Terra in tre
o quattro ore grazie ai suoi serbatoi riempiti con metano
liquido a bassissima temperatura. Aurora è dotato di un tipo
particolare di pulsoreattore e si avvale di dispositivi antigravità di tipo elettromagnetico.
La base aerea, con identificativo ICAO KXTA, ed elencata
come “Homey Airport” nei database dell’aviazione, ha
diverse piste di decollo e di atterraggio. Una di esse, la più
lunga di tutte, misura circa 7093 metri. Le altre
comprendono due piste in asfalto, una lunga 3658 metri e la
seconda con una lunghezza di 1652 metri. Sono presenti
anche quattro piste situate nel bacino salato del lago; due di
lunghezza pari a circa 3489 metri e le altre di 3057.
Il complesso militare di Groom Lake fu utilizzato come zona
per i test dell’artiglieria e di bombardamento durante la
seconda guerra mondiale, ma fu lasciato quasi abbandonato
fino al 1955, quando fu selezionato dal team Skunk Works
della Lockheed Corporation come luogo ideale per eseguire
i test dell’aereo spia U-2. Il fondo asciutto del lago lo
rendeva un posto ideale per utilizzare il prototipo; la vasta
zona era protetta dalle montagne dell’Emigrant Valley e dal
perimetro dell’NTS, da qualsiasi osservazione di occhi
indiscreti.
A differenza della maggior parte dell’area Nellis, la zona che
circonda il lago è permanentemente interdetta sia al traffico
aereo civile sia a quello militare “normale”. Varie stazioni
radar sorvegliano tutto il perimetro aereo. I piloti militari che
si addestrano nel Nellis Air Force Range, rischiano anche
loro sanzioni disciplinari se dovessero entrare
accidentalmente nello spazio aereo che circonda Groom
Lake.
Dall’entrata in attività del bombardiere F-117 Nighthawk nel
1983, meglio conosciuto come Stealth, le operazioni nella
base di Groom Lake sono continuate. La base e il sistema di
piste sono stati ulteriormente espansi e gli effettivi che vi
soggiornano ammontano a circa mille unità. Nel 1995, il
governo federale espanse l’area riservata attorno alla base
per restringere l’accesso ad alcune montagne circostanti, da
dove si poteva osservare l’interno delle installazioni. In
seguito, dunque, l’area si sarebbe potuta limitatamente
osservare solo dalla sommità di alcune montagne più distanti
e situate a est.
La sicurezza del perimetro attorno all’Area 51 è affidata a
sorveglianti privati appartenenti a un subcontractor
dell’EG&G, l’agenzia di sicurezza Wackenhut. Le guardie
fanno pattugliamenti con mezzi come Jeep Cherokee in
colore mimetico, Humvee, pick-up Ford F-150 di colore
champagne e pick-up Chevy 2500 4x4 di colore grigio. La
sorveglianza è rafforzata dalla presenza di sensori di
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
movimento sepolti nel terreno e dall’uso di elicotteri HH-60
Pave Hawk.
Lo stato del Nevada, riconoscendo il potenziale turistico
derivante dal folklore che ruota attorno alla Base, ha
rinominato la statale 375 nei pressi dell’Area 51 con il nome
di “The Extraterrestrial Highway” e per tutta la sua
lunghezza ha fatto collocare dei cartelli fantasiosi.
La ragnatela di piste di decollo e di atterraggio, gli edifici di
controllo e comando, gli hangar e le torri di osservazione
che si vedono in superficie sono soltanto la punta di un
iceberg che si estende per novanta piani nel sottosuolo, dove
il livello di segretezza e protezione aumenta con l’aumentare
della profondità. Nei sotterranei si trovano, tra le altre cose
sconosciute, altri ricoveri per aeromobili segreti,
specialmente per quelli ancora allo stadio di prototipo.
La base è molto nota per l’attenzione ad essa dedicata da
parte di alcuni ufologi che sostengono che il governo degli
Stati Uniti ha, o avrebbe avuto, contatti con extraterrestri
mantenuti per diverse ragioni all’oscuro dell’opinione
pubblica generale. In particolare tra essi è diffusa la
convinzione che dopo il cosiddetto incidente di Roswell, del
1947, i resti di un UFO e del suo equipaggio fossero stati
trasportati all’interno della base; teoria cospirativa sostenuta,
tra gli altri o almeno in parte, anche dall’ex ministro alla
difesa canadese Paul Hellyer.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Negli USA vi è un’altra area che fa parlare di sé: la S-4, sita
nel letto asciutto del lago Papoose, ventiquattro chilometri a
sud del lago Groom e della stessa Area 51, della quale è
probabilmente un distaccamento. Bob Lazar sostenne che i
dischi volanti alieni trovati sul suolo americano, e poi
nascosti, si trovano in gran parte nell’Area S-4 che, tra
l’altro, secondo il famoso e controverso manuale operativo
del Majestic 12, di dubbia autenticità, sarebbe una sorta di
struttura ricevente tecnologia extraterrestre presumibilmente
oggetto di studi retro ingegneristici; in pratica indagini
scientifiche
compiute
per
capire
e
riprodurre
un’avanzatissima tecnologia aliena.
Durante la fase di avvicinamento l’aspetto di Dreamland è di
un normale ma abbastanza esteso aeroporto militare.
Nell’Area 51 ci sono hangars per gli Stealth F22AS, che dal
2008 hanno completamente sostituito i “vecchi“, o meglio,
superati F-117 Night Hawk, un campo da Baseball, una cava
e una polveriera o deposito di missili balistici per aviogetti
militari.
Man mano che si avvicinavano al punto di atterraggio
l’emozione e l’adrenalina salivano, e subito Chris cominciò
a tempestare di domande il capitano Shelton.
“ Capitano, dove sono le installazioni per il collaudo del
reattore?”.
Vi sono ufologi che sostengono di aver ricevuto
informazioni da scienziati e militari che avrebbero lavorato
ai progetti segreti per poi disertare scomparendo dalla
circolazione; questi avrebbero in seguito rivelato al mondo i
segreti della base, uno di loro si chiama Bob Lazar.
“ Il NFPS Nuclear Fission Propulsion System è testato al
livello –85, vale a dire all’ottantacinquesimo piano sotto il
livello del lago Groom; l’accesso alle installazioni
sotterranee avviene direttamente dagli ascensori installati
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
sotto gli hangar che raggiungeremo una volta che le
piattaforme di atterraggio saranno scese sotto il livello del
suolo.”
Christian ancora incredulo ed enormemente affascinato,
anche se aveva già visto moltissime volte delle installazioni
a prova di radiazioni nucleari, non avrebbe mai immaginato
che nel sottosuolo di quella specie di aeroporto, polveroso e
semi deserto in superficie, si nascondesse qualcosa di simile;
chissà le cose meravigliose che avrebbe ancora potuto
vedere.
Non appena il capitano ebbe finito la frase, un enorme
capannone dal colore mimetico simile alla sabbia del
deserto, di forma ottagonale e dagli spigoli arrotondati, si
aprì letteralmente sotto l’elicottero come un fiore a otto
petali, lasciando per qualche attimo intravedere i freddi
colori grigi dell’interno e diversi modelli di aviogetti
parcheggiati in fase di manutenzione. Appena i motori e il
rotore del velivolo si fermarono, le pareti si richiusero sopra
di esso e si accesero i riflettori dell’illuminazione artificiale.
A quel punto, con un sibilo di pompe idrauliche, il piano di
appoggio su cui si era adagiato il pesante Pave Hawk prese a
scendere lentamente e in un attimo fu a circa 10 metri sotto
il livello del terreno.
Christian era rimasto a bocca aperta ed esclamava in
continuazione “… ma che diavolo succede … “.
Shelton era calmissimo, il posto gli era ormai familiare e
tranquillizzò il suo ospite.
“ Calma, siamo solo nell’anticamera, in fondo a questo
immenso box sotterraneo, vedi laggiù? Ci sono le porte
blindate e dietro di esse gli ascensori …”.
Quelle grandi porte erano a prova di esplosione nucleare e
pesavano alcune tonnellate, quasi un metro e mezzo di
spessore di acciaio inossidabile riempite con una fusione di
Piombo puro al 99%; erano aperte e si potevano vedere i
numerosi ed enormi chiavistelli cilindrici d’acciaio ad
azionamento oleodinamico.
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Il colonnello dell’US Air Force Timoty Hutton, responsabile
del progetto NFPS, conosciuto alla conferenza di ITER,
aveva
organizzato
tutto:
l’incontro
all’aeroporto
internazionale di Los Angeles tra Christian e il capitano
Shelton, la preparazione dei suoi permessi e ora lo stava
aspettando nel padiglione sotterraneo.
Il grande ascensore, pesante e lento, con le pareti a grata e le
porte d’acciaio a soffietto mai rinnovate dagli anni settanta,
scendeva piano, illuminato da luci gialle e fioche e di tanto
in tanto, di livello in livello, da quella rossa e intermittente
dei lampeggianti di sicurezza che avvertivano del passaggio
dell’elevatore.
La discesa fu lunga e snervante, i cunicoli erano simili, se
non probabilmente derivati da essi, ai sili di lancio dei
giganteschi missili intercontinentali che andavano di moda
durante la corsa agli armamenti nucleari degli anni della
guerra fredda.
La configurazione aperta degli accessi ai piani sotterranei
faceva sì che si potesse notare, a grandi linee, cosa vi fosse e
quali fossero le attività svolte nei vari reparti che via via si
raggiungevano.
Immense officine dove erano stoccati pezzi di ricambio per
aviogetti, laboratori di collaudo, simulatori di volo, palestre
di addestramento per i piloti e vari magazzini.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Intanto, a circa metà del tragitto, si cominciava a sentire il
cambiamento del sapore dell’aria condizionata che, a mano a
mano si scendeva, si faceva sempre più pesante e umida.
Christian, ammutolito e assalito da un leggero senso di
claustrofobia, ci mise qualche minuto a sbloccarsi e a
riprendere la conversazione con il suo accompagnatore.
Arrivati al livello sessantasei, notò uno strano deposito di
grandi pietre intagliate e scolpite con dei bassorilievi, statue
e … a quel punto l’ascensore era arrivato al livello
successivo; allora chiese a Shelton in modo da non essere
troppo invadente:
Arrivati in fondo, si trovarono in uno spiazzo circolare dove
al centro era installato l’impianto per il collaudo del minireattore.
Il colonnello Hutton comparve da dietro le apparecchiature,
dove stava compiendo l’ultima ispezione necessaria prima
delle prove di avviamento e spegnimento del reattore.
Tutto l’insieme dell’impianto, compresi la turbina
miniaturizzata e il generatore di energia elettrica, non supera
i cinque metri quadri di superficie per un’altezza massima di
due metri. Sfruttando al massimo i materiali messi a
disposizione,
costruiti
totalmente
con
tecnologia
aerospaziale, il peso massimo raggiunto è di circa 2500 chili
di cui 1500 solo per il Piombo utilizzato per schermare
l’involucro del nocciolo.
Il “piccolo”, come chiamano scherzosamente il prototipo i
collaudatori della base, con dieci grammi di Uranio 235
come combustibile principale può fornire una quantità di
lavoro teorica pari a ventidue milioni di chilowattora,
l’equivalente di un motore da cento cavalli che funziona
ininterrottamente per quasi tremila ore, pari a
centoventicinque giorni.
“ Capitano cosa era la sezione precedente?”…
Il militare rispose un po’ vagamente, dal tono sembrava che
anche lui non ne sapesse molto e disse:
“… è la sezione federale adibita alla datazione tramite il
Carbonio 14, dove sono eseguiti test su commissione per
l’Istituto Nazionale di Archeologia …”.
Subito suonò strano l’accostamento dell’aggettivo federale
all’attività di datazione dei reperti archeologici e, durante il
tragitto rimanente, che era quasi giunto al capolinea, lo
scienziato non poteva fare a meno di pensare alle
motivazioni che potevano portare l’Istituto Nazionale di
Archeologia a far datare dei reperti in una base militare
interdetta ai civili e ai soldati comuni. Il ragionamento
s’interruppe bruscamente quando, dopo un sibilo di freni
elettromeccanici, il grande lift si bloccò al livello – 85.
Shelton si fece subito avanti nel lungo cunicolo dalle pareti
emisferiche rinforzate con del calcestruzzo lucidissimo.
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Il reattore, cuore attivo del NFPS, è una brillante opera di
miniaturizzazione di un già conosciuto e ampiamente
sperimentato reattore breeder o autofertilizzante in cui il
combustibile nucleare è costituito da pochi grammi di raro
Uranio 235 fissile, riunito in barre con Uranio 238 e Torio
232, immerso in una miscela moderatrice di Berillio e
Grafite. I Neutroni necessari ad accendere la reazione a
catena sono forniti da un acciarino atomico costituito da una
fonte naturale di particelle Alfa, o nuclei di Elio, emesse da
un piccolo quantitativo di Uranio 238 (I), usate per
bombardare un cilindro di Berillio montato su di un sistema
autopulente.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Per accendere il reattore, una volta alzate leggermente tutte
le barre di Cadmio, con l’apertura di uno speciale otturatore
si fanno venire in contatto le particelle Alfa con la superficie
lucida del Berillio che subisce una reazione nucleare: gli
atomi di Berillio inglobano il nucleo di Elio, con cui sono
stati bombardati, e si trasformano in un atomo di Carbonio
con l’espulsione di un Neutrone alla velocità di 107 metri al
secondo per ogni atomo trasformato.
I Neutroni proiettile entrando poi nella miscela moderatrice
del nocciolo del reattore, rallentano fino ad avere un’energia
compatibile per il loro assorbimento da parte degli atomi di
Uranio 235 che, diventando instabili, si spezzano
immediatamente, fissionandosi, emettendo grandi quantità di
energia sotto forma di Raggi Gamma, particelle Beta, o fasci
di Elettroni, e due o tre Neutroni per ogni Fissione.
I Neutroni di fissione, oltre che a innescare la reazione a
catena, vanno anche a produrre nuovo materiale fissile
trasformando parte dell’Uranio 238 e del Torio 232
rispettivamente in Plutonio 239 e Uranio 233 in modo da
aumentare la massa del combustibile e quindi allungare la
sua vita attiva.
collegato, tramite un ingegnoso sistema di sicurezza, a un
circuito oleodinamico azionato dalla rotazione dell’albero
della pompa dell’acqua di raffreddamento del circuito
primario. La seconda serie è invece tenuta sollevata dalla
pressione stessa dell’acqua circolante; queste due sicurezze
intrinseche, sia la mancanza di rotazione dell’albero della
pompa di raffreddamento sia la mancanza di pressione
all’interno del circuito, provocano l’abbassamento delle
barre e quindi lo spegnimento del reattore. La terza serie di
barre è ad azionamento automatico, tramite dei tripli sensori
di pressione e temperatura, o manuale ed è quella che regola
il livello di potenza di lavoro dell’intero impianto.
Il controllo della reazione è attuato con le classiche barre di
lega di Cadmio; in questo caso è stato ideato e brevettato da
Assystem Group un triplo sistema di sicurezza a nido d’ape,
o alveare, in modo da massimizzare il rapporto fra massa e
superficie del materiale e fargli assorbire più velocemente i
Neutroni.
Le barre, inserite in maniera più o meno profonda nel
nocciolo, avendo la proprietà di assorbire i Neutroni,
smorzandone la velocità, ed emettendo solamente radiazioni
elettromagnetiche e quindi calore, rallentano, accelerano o
addirittura arrestano la reazione nucleare. Il sistema di
sollevamento della prima serie di barre di Cadmio è
122
Il circuito primario di raffreddamento del nocciolo, per
assorbire l’energia termica prodotta nel reattore, sfrutta
l’elevato calore specifico dell’acqua borica mantenuta
liquida alla temperatura di circa 300 °C con una pressione di
circa 150 atmosfere. Nel circuito secondario altra acqua è
scaldata da quella del circuito primario attraverso uno
scambiatore di calore ed è prodotto vapore. Infine, la
pressione del vapore, può essere impiegata per la produzione
di elettricità in una turbina miniaturizzata e per la
propulsione nello spazio, incanalandola in speciali ugelli. Il
vapore in eccesso è condensato in speciali radiatori per
essere reinserito nel circuito secondario.
Appena si videro i due si salutarono abbracciandosi:
“ Eccomi finalmente qui, ero sicuro di trovarla già all’opera
e a buon punto colonnello Hutton …”.
“ Oh, la vita militare mi ha abituato a ben altri sacrifici
professor Zanather … Capitano Shelton bentornato! …
Vogliamo metterci subito all’opera?”
123
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Chris, che avrebbe preferito ritirarsi a leggere la posta
elettronica che aveva scaricato nel suo computer portatile
prima di partire dalla Nellis, sapendo che lì i normali mezzi
di comunicazione non erano attivi, acconsentì. Pensò così di
rimandare a più tardi la lettura dei messaggi provenienti da
Rugby; dai suoi allievi ed eventualmente avere anche notizie
dei suoi familiari ai quali avrebbe dovuto telefonare
attraverso il sistema di comunicazione interno della base.
“ Ok …”, disse allora prontamente e continuò:
“ Direi che, prima di partire con l’accensione, potremmo
cominciare con il protocollo di verifica delle sicurezze …”.
“ Bene!…”, disse il colonnello Hutton portandosi davanti al
quadro di controllo. Christian cominciò la sequenza di
collaudo:
“ Acciarino caricato? Si! Otturatore chiuso? Ok! Presenza
delle barre di combustibile? Perfetto!”.
Il colonnello Hutton, personalmente, era pronto a eseguire le
operazioni sul pannello di controllo, coadiuvato da altri tre
tecnici militari che annotavano dati e spuntavano le
operazioni eseguite; l’unico che era un po’ fuori luogo e
leggermente intimorito era il capitano Shelton. Louis se ne
stava seduto in disparte, appollaiato sulla piccola platea
d’osservazione appositamente allestita alle spalle dello
schermo protettivo dove era installato il pannello di
controllo. Intanto le operazioni continuavano:
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
in modalità di controllo manuale e fare alzare quelle di
sicurezza accendendo la pompa del circuito primario”.
Il colonnello attivò il comando della pompa che con un
sibilo partì mettendo in pressione il circuito di
raffreddamento primario, le barre di sicurezza si alzarono
nel giro di dieci secondi.
“ OK!… ora dobbiamo verificare il corretto funzionamento
in caso di mancanza di flusso dell’acqua di raffreddamento;
… aprire il by-pass della pompa al 100% e chiudere la
valvola di mandata dell’acqua …”.
Appena la pressione dell’acqua cominciò a scendere, la
prima serie di barre si abbassò; il primo livello di sicurezza
era verificato.
“ Prossimo step: rimettiamo in pressione l’impianto
riaprendo la valvola di mandata e chiudendo il by-pass; ora
dobbiamo simulare un blocco dell’albero della pompa,
spegnendola di colpo, quindi mantenendo la pressione
all’interno del nocciolo …”.
Al via da parte di Chris il Colonnello eseguì … e la
pressione all’interno del circuito oleodinamico collegato
all’albero della pompa calò bruscamente e la seconda serie
di barre di sicurezza si abbassò repentinamente.
“ A posto! Tutto funziona come da progetto e quindi si può
ripristinare l’alimentazione della pompa e prepararsi a
eseguire l’accensione …”.
“ Perfetto Colonnello, ora che abbiamo verificato che tutte le
barre di Cadmio sono abbassate, direi che possiamo passare
La pompa fu prontamente riaccesa e poi il militare rimase ad
attendere il successivo ordine della sequenza. Vi era
nell’aria un clima d’eccitazione mista ad ansia, ma nessun
124
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
timore di possibili incidenti poiché l’impianto era stato
progettato per essere controllato con la massima semplicità e
quindi con assoluta sicurezza. Chris continuò:
Rapidamente l’impianto fu portato alla soglia di lavoro
massima del 95%, fu mantenuto per circa dieci minuti in uno
stato stabile e poi riabbassato al livello normale di lavoro
dell’85%.
“ Passare in modalità di controllo automatico e assicurarsi
che il livello delle barre di controllo sia impostato a 0% di
potenza, quindi totalmente abbassate fra quelle del
combustibile”.
Il complicato ma ultra collaudato software, che doveva
controllare automaticamente il funzionamento del reattore,
era stato attivato e mancava solamente di dare il via alla
sequenza d’accensione.
“ Accensione ! … “.
Sul display LCD del computer di controllo si poteva
osservare la sequenza d’accensione in un’animazione
grafica, dove erano riportate tutte le variabili
termodinamiche di pressione, temperatura e radioattività dei
vari settori. La sequenza d’accensione automatica avrebbe
portato il reattore a un livello di potenza del 30%.
L’otturatore dell’acciarino nucleare si aprì e dopo qualche
secondo i sensori cominciarono a registrare l’innalzamento
della temperatura del circuito primario. Le barre di controllo,
comandate dal sistema, cominciarono lentamente a
sollevarsi a step dell’1% e la temperatura aumentava in
proporzione. Al raggiungimento della soglia di potenza
d’avviamento si sarebbe innescata la pompa di circolazione
dell’acqua nel circuito secondario, già opportunamente
verificata, che avrebbe incominciato a produrre vapore
surriscaldato necessario a far girare il turbo generatore di
corrente.
126
Il test dei sistemi di sicurezza e del processo d’accensione
era stato portato a termine con successo e senza alcun
problema, tutti si strinsero le mani e si abbracciarono in
segno di reciproco compiacimento.
“ Ora non resta che eseguire la serie di test a potenza
variabile, per valutare la velocità di trasmissione del calore e
tutti i circuiti ausiliari di sicurezza ridondanti“.
“ E’ un vero peccato che, proprio ora che il Piccolo è pronto,
sia già stato accantonato dall’inizio della progettazione del
Tokamak miniaturizzato”. Riprese il colonnello Hutton dopo
che ordinò ai suoi assistenti di proseguire con le fasi
successive di collaudo.
“ Sì Colonnello, ma i livelli di sicurezza e di versatilità che il
Tokamak ha dimostrato di possedere, non hanno lasciato
dubbi anche perché si possono raggiungere dei rapporti in
volume o peso – potenza più vantaggiosi anche per impieghi
spaziali e, soprattutto, senza scorie radioattive; comunque il
Piccolo, come lo chiamate voi, sarà quanto prima
assemblato su una stazione spaziale orbitante per essere
collaudato in assenza di gravità, poiché dovrà essere
equipaggiato con un nuovo kit di sicurezza per
l’azionamento delle barre di controllo in tali condizioni
estreme; ed in futuro su di una vera e propria astronave
spaziale che darà il via alle prime esplorazioni di Marte da
parte di un equipaggio umano con possibilità di rientro”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Queste, naturalmente, erano tutte notizie molto riservate che
dovevano rimanere tali. Essi ne discutevano in modo
naturale perché ne erano stati informati durante alcune
precedenti riunioni per la pianificazione del progetto
globale, tenutesi anni addietro nella sede di A.G. Il
laboratorio federale JPL, sotto il controllo della NASA,
quindi direttamente del governo statunitense, era il
coordinatore principale di tutte le operazioni.
Continuando con queste dissertazioni, finalmente, Chris fu
accompagnato dal capitano Shelton e dal Colonnello al suo
alloggio, dove si sarebbe potuto rifocillare e rilassare a
scrivere il rapporto di collaudo e a leggere la sua posta
elettronica.
Il tempo era passato velocemente ed essendo nel sottosuolo
non ci si rendeva conto che si era già fatta ora di cena.
I tre risalirono su uno dei lift che li avrebbe portati a un
livello intermedio dove erano ubicati i locali della sala
mensa, le camerate dei militari e le stanze degli ufficiali.
Di nuovo il rumore dell’ascensore, le luci fioche e il senso di
claustrofobia davano a quegli istanti un’atmosfera surreale e
di nuovo, diretti al livello –55, passarono di fronte al curioso
livello –66. In quell’istante si poteva scorgere ben poco in
quanto, essendo ora di cena, le luci erano state spente quasi
totalmente.
Base di Groom Lake - Nevada
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
X
Nell’isola britannica si stava prospettando un inizio di
Luglio caldo e afoso, era l’estate del 1983. Quel viaggio in
Inghilterra era il frutto di un’altra idea di suo padre,
l’archeologo e professore di Etnologia George T. Anderson.
Per settimane, Marie Sue, aveva ascoltato sua madre litigare
al telefono. Ripeteva continuamente lo stesso concetto: non
avrebbe mai e poi mai permesso a lui di portare la bambina
in un viaggio così lungo, in un paese così lontano e per tanto
tempo. George aveva continuato a chiamare, per giorni e
giorni, senza mai darsi per vinto. Marie Sue attendeva lo
squillo del telefono e si metteva dietro la porta per origliare,
cercando nella voce della madre un’incrinatura,
un’incertezza, che l’avrebbe portata alla fine a dire “sì, va
bene, portala in viaggio con te”. I suoi genitori si erano
separati appena dopo la sua nascita. Il carattere dominante
della madre, Claire, unito alla sua concezione della vita,
fatta di ritmi precisi e consolidate abitudini, si scontrava con
quello del professore, uno studioso brillante ma disordinato,
che non riusciva a fare a meno di infilare il naso in un libro e
seguirlo, per vedere dove e verso quali avventure lo avrebbe
portato.
130
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Marie Sue adorava suo padre. Con lui la vita era semplice, le
giornate erano caotiche, senza un vero inizio e una normale
fine. In viaggio con lui si addormentava sul sedile dell’aereo
o dell’auto e si svegliava in posti sempre diversi: mangiava
quando aveva fame, nessuno mai le diceva cose come “non
ti sporcare” o “lavati le mani” o “stai seduta composta”. Lui
lasciava che la bambina lo seguisse tra gli scavi di qualche
antica rovina dimenticata, su per i pendii di qualche colle
perso all’interno di un vasto deserto, oppure attraverso i
sentieri appena ricavati a colpi di machete nel folto di tetre
foreste. La prendeva per mano e le raccontava di atavici
popoli, antiche società, miti e leggende. Durante i lunghi
viaggi con suo padre, Marie Sue viveva in un sogno.
Alla fine Claire aveva ceduto. Cedeva sempre. La sua
testardaggine era sostenuta soltanto dal desiderio di
indispettire l’ex marito, di fargli perdere tempo, di indurlo
ad arrivare all’imminente partenza senza la sicurezza di
sapere se la figlia sarebbe potuta andare in viaggio con lui.
Per incontrare la sua bambina, tanto amata e contesa, George
era partito di buon’ora da Melbourne, la capitale del
Victoria, dove insegnava presso la locale Università, nel
famoso quartiere italiano di Carlton. Le sue materie
accademiche erano: Etnologia - scienza che si occupa dello
studio delle razze umane, della distribuzione globale e delle
loro migrazioni - ed Etnografia - una disciplina che
s’interessa della descrizione dell’origine, della natura e dei
costumi dei vari popoli.
Dopo la separazione da Claire aveva acquistato una piccola
casetta a Greensborough, un rustico sobborgo di 20.000
anime situato sedici chilometri a nord–est della metropoli. Il
posto era subito piaciuto al professore perché, oltre al prezzo
relativamente basso delle abitazioni, era immerso nel verde
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
degli Olmi e delle Querce, importati dall’Inghilterra, che
crescono rigogliosi in contrasto con gli Eucalipti rossi, le
Acacie australiane e l’altra vegetazione autoctona.
Greensborough sorge sulle rive del fiume Plenty, un
affluente del più famoso Yarra cui si congiunge presso la
città di Templestowe.
La cittadina gli ricordava il paesaggio dell’Inghilterra
meridionale, della città nativa di Winchester dell’Hampshire,
dove di tanto in tanto ritornava per brevi permanenze a
ritrovare amici e parenti. Nelle faccende domestiche era
aiutato da una donna di origine italiana, la signora Palmieri,
vedova del marito da qualche anno e sua vicina di casa che,
ogni tanto, gli faceva anche ricordare di essere “un uomo”.
Da Greensborough, George poteva raggiungere il centro di
Melbourne molto velocemente, in auto oppure in treno
partendo dalla modesta stazione locale.
patrigno della sua Marie. Non poteva fare a meno di pensare
che forse l’aspirazione dell’ex moglie per quel tipo di vita
fosse stata il vero motivo che l’aveva fatta allontanare da lui,
che non l’aveva saputa accontentare. George sperava che la
figlia non si assuefacesse a quel tipo di ambiente, così
lontano dai propri ideali, e quindi cercava sempre, quando
poteva, di portarla con sé durante i suoi viaggi organizzati
per soddisfare la propria passione per l’Archeologia.
La piccola Marie Sue era stata affidata d’ufficio alla madre,
che si era trasferita a Sidney dove svolgeva l’attività di
Broker finanziario per una delle grandi società minerarie
australiane. Marie era innamorata di Greensborough e della
vecchia e semplice casa. La dimora del padre aveva un
aspetto molto comune, con una base architettonica simile al
bungalow californiano, rimodernata nei primi anni settanta
in stile neoellenico con l’aggiunta di muretti in mattoni e di
una bella veranda australiana. Durante la sua prima estate
australe passata sola con il padre, all’età di sette anni, aveva
conosciuto molti amichetti con i quali scorrazzava sulle rive
del Plenty fino a tarda sera giocando ai piccoli esploratori,
emulando le gesta dei ragazzi di una celebre serie televisiva
giunta dal vecchio continente - La Banda dei Cinque.
Quando la grande porta, impreziosita dal mosaico di vetri
colorati bordati di peltro, si spalancò in mezzo a quelle fila
di colonne bianche, un urlo di contentezza accompagnato
dall’esclamazione “Papà !…” precedette Marie che venne
giù correndo dalla scalinata dell’ingresso per andarsi ad
aggrappare in un candido abbraccio ai fianchi del padre.
In quei momenti George capiva che nonostante tutto lei era
dalla sua parte e che non l’avrebbe mai tradito né
dimenticato.
Erano partiti dall’aeroporto di Sidney verso le cinque del
pomeriggio ed erano arrivati a Londra alle nove di sera
dell’indomani, dopo un breve scalo a Bangkok in
Thailandia. Dopo lunghi momenti, passati tra discorsi e sane
risate a raccontarsi le rispettive esperienze avute mentre
erano lontani, Marie Sue si era assopita e aveva dormito per
quasi tutto il tragitto rimanente. All’arrivo avevano trovato
ad aspettarli il professor Daniel Bloom, docente di Etnologia
Religiosa (5) alla Goldsmiths University, grande amico ed ex
compagno di studi di George. Sarebbero stati suoi ospiti per
buona parte del loro soggiorno in Inghilterra.
5
Provava un po’ di soggezione restando fuori, nel vialetto
della lussuosa villa dell’attuale convivente di Claire e
È una parte dell’Etnologia, la quale si occupa della storia delle culture
prive di scrittura, che cerca l’essenza delle religioni nelle origini delle
medesime, identificandole nelle manifestazioni embrionali e crepuscolari
di un pensiero primitivo o selvaggio.
132
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Il professor Anderson non ebbe molto tempo da dedicare
alla figlia, eppure lei non si era mai divertita tanto. I Bloom
vivevano in una bellissima casa vittoriana e la bambina era
lasciata libera di aggirarsi per le spaziose stanze, arricchite
da preziosi arredamenti, e di esplorare il grande parco in
compagnia dei tre meravigliosi Setter irlandesi del
professore. Marie Sue si sentiva come una principessa.
piccole, era stato trovato sepolto un altro cerchio, tracciato
con quelle strane pietre rosa. I grandi triliti grigi
rappresentavano un rompicapo, in quando i blocchi di roccia
che li costituivano erano stati ricavati e trasportati da una
collina distante più di trenta chilometri da Stonehenge ma
quelle piccole pietre rosa, di circa un metro cubo l’una,
sembravano arrivare da molto più lontano. In pratica, dalle
prime analisi cristallografiche e chimiche, erano costituite da
un minerale di Ferro-Silicio che difficilmente avrebbe potuto
formarsi sulla Terra.
Tre giorni dopo erano partiti dalla stazione di Waterloo
diretti a Salisbury. Da lì, in autobus, erano giunti a
Stonehenge. Fare scavi e ricerche all’interno del cerchio di
megaliti non era normalmente consentito. In quei giorni,
all’interno del sito, era presente un piccolo gruppo di
ricercatori della Goldsmiths che avevano avuto il permesso
di compiere un piccolissimo scavo, solo quattro metri per
quattro, per un motivo davvero particolare. Marie Sue non
ne capiva molto, ma vedeva suo padre particolarmente
eccitato. Lo aveva sentito parlare con il professor Bloom di
alcune strane pietre di colore rosa rinvenute proprio in quel
luogo. Ora poteva vedere gli strani liti con i propri occhi.
Si trattava di blocchi cubici di colore rosa, molto simili al
Marmo. A prima vista non sembravano avere nulla di
speciale, eppure tutti li osservavano con incredulità. Di tanto
in tanto arrivava da Londra un messaggio, forse riguardante
le analisi in corso, e ogni volta l’eccitazione dei ricercatori
aumentava sensibilmente.
Per anni gli scienziati di tutto il mondo avevano focalizzato
la loro attenzione alle grandi pietre, i cosiddetti megaliti,
così misteriosi e anonimi. Le teorie che riguardavano quel
luogo erano le più svariate. La spiegazione più accreditata
sosteneva che il sito fosse una specie di calendario
astronomico, oltre che un luogo di culto. Negli ultimi tempi
era emerso qualcosa di completamente diverso. Al centro dei
cerchi esterni, composti di rocce alte e strette e da altre più
134
Il giorno dopo Marie Sue e il padre erano ripartiti per
Londra ed erano tornati a casa Bloom. La bambina rimaneva
alla magione mentre il padre andava e tornava
dall’Università con i suoi colleghi.
Durante una delle sue passeggiate intorno alla villa aveva
raggiunto il limitare della foresta che si stagliava
all’orizzonte, a nord della grande abitazione.
La cerbiatta stava in piedi, immobile, in fondo alla radura,
proprio dove l’erba lasciava il posto al bosco, dove la luce
del sole era inghiottita dalla folta vegetazione a creare la
lunga e avvolgente ombra degli alberi.
Non aveva avuto nessun dubbio, nemmeno per un istante,
che quella fosse una vera femmina di cervo. L’animale la
guardava, immobile, con i suoi grandi occhi sporgenti e
lucidi.
Marie non sapeva perché, ma subito aveva pensato a
Stonehenge e alle pietre rosa. Aveva solo dieci anni ma
aveva accolto come un segno del destino, aveva intuito che
là fuori c’era più di quanto si sapeva e si poteva immaginare.
In quel momento aveva deciso che lei, un giorno, avrebbe
svelato il mistero.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Sono passati più di cinque lustri da quell’episodio e Marie
Sue ha vissuto molti momenti felici ma anche drammatici da
allora, durante i quali lei ha caparbiamente e fortemente
voluto realizzare il proprio sogno, studiando e seguendo le
orme e lo stile di vita del padre.
Ci riuscì solamente anni dopo quando la prematura morte di
George e un fallito matrimonio, combinato dalla madre con
un facoltoso industriale di Sidney, la convinsero a riprendere
in mano la propria vita e a ricominciare, con tutto
l’entusiasmo di una ritrovata seconda giovinezza, gli studi di
Etnologia Religiosa che aveva abbandonato dopo essere
uscita dall’Università.
Ora, trentasettenne, Marie Sue vive felice con il frutto della
sua esperienza coniugale, il figlio Julian di soli otto anni,
nella vecchia casa del padre, ancora coadiuvata dalla ormai
anziana signora Palmieri che ora vive con loro e fa da nonna
a Julian. Marie continua la sua attività di etnologa
ricercatrice e di archeologa e insegna all’università di
Melbourne la specializzazione che appartenne al professor
Bloom.
Ha pubblicato parecchi libri e studi sull’argomento e fa parte
dello staff di studiosi che contribuiscono alla stesura di
SOPHIA International Journal for Philosophy of Religion,
Metaphysical Theology and Ethics.
Ogni religione è una creazione originale, singolare e
progressiva di valori umani e culturali che, se per un certo
verso potenzialmente impliciti nella comune qualità umana,
sono d’altro canto storicamente ambientati e reali in una
storia in evoluzione.
Le civiltà prive di scrittura studiate dall’Etnologia, e quindi
anche le loro religioni, non dovrebbero essere considerate
primitive, essendo quest’aggettivo più legittimamente
attribuibile alle civiltà della preistoria perché molto
probabilmente, o forse sicuramente, le cosiddette civiltà alte,
come quelle mediterranee dall’antica Mesopotamia,
dell’Egitto e le odierne di vari continenti, sono nate dalla
loro naturale evoluzione diretta o indiretta.
L’evoluzione diretta è legata alla longevità o continuità di
una civiltà o popolo che sia riuscito a difendersi, con la forza
e l’organizzazione, dalle distruzioni e perdite d’identità
derivanti da invasioni di altre popolazioni o da eventi
naturali.
La continuità indiretta invece può essere considerata
quell’evoluzione culturale derivante dalla vicinanza, dal
contatto o commistione, di culture di popoli confinanti o
addirittura in conflitto fra loro che si scambiano conoscenze
ed esperienze per motivi commerciali o militari.
Questo significa che le civiltà illetterate possono essersi
evolute o no a causa di svariati fattori.
Fattori ambientali, dovuti a cataclismi naturali che hanno
scombussolato l’organizzazione culturale in fase embrionale,
come l’aborto di un feto appena formato. Invasioni di altri
popoli ostili che hanno soppiantato la civiltà preesistente con
la propria; come nelle Americhe in cui la mancata continuità
delle varie civiltà succedutesi nel controllo dei territori,
culminata con la colonizzazione europea, può avere
impedito l’evoluzione tecnologica e culturale delle
popolazioni indigene, le quali, per ragioni di sopravvivenza
hanno dovuto per forza di cose assimilare e abbracciare gli
usi e i costumi alieni.
136
137
La ritroviamo nel 2010, durante una sua lezione nell’ateneo
di Melbourne.
“ … che cosa s’intende oggi per Storia delle Religioni …
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Le perdite di Linee di Sviluppo, nel corso dei millenni, sono
state moltissime poiché a evolversi, sono state quelle dei
popoli vincitori che si sono imposti con la forza; ma chi sa
dire ormai se quelle perse, sarebbero state migliori o
peggiori?
molto famosi sono chiamati Divi, appunto dal sostantivo
divinità.
Accettando che le religioni sono legate alla storia delle
popolazioni come la cristallizzazione progressiva di valori
umani e culturali riconosciuti, si può sostenere che quelle
attuali, dopo manipolazioni e rielaborazioni, non sono altro
che derivate dal perfezionamento, la riorganizzazione e la
modernizzazione di antiche credenze arcaiche che nei
millenni hanno sempre avuto lo stesso fine: la creazione di
un potere o mezzo di coinvolgimento, di controllo e
d’indottrinamento sulle masse in modo di far lasciare in
secondo piano l’istintivo principio di conservazione o di
sopravvivenza del singolo individuo a favore del sacrificio,
anche fisico, per il bene comune e l’amore patrio.
La religione quindi si manifesta come il complesso di
credenze e di atti di culto che collegano la vita dell’uomo a
un ordine superiore e soprattutto alla divinità, intesa come
fine ultimo di tutte le cose.
Nelle civiltà alte - per esempio quelle Egizia, Greca e
Romana - il culto divinatorio era diventato sia potere sia
spettacolo: nascevano culti per vari Dei o Semidei, i
Sacerdoti e le Sacerdotesse mettevano in scena
rappresentazioni o ricostruzioni della loro presunta vita
ultraterrena. Tanto più realistica e spettacolare era la
rappresentazione, tanti più fedeli o adepti essi attiravano e
quindi più grande diveniva il loro potere.
Non a caso si parlava di arte divinatoria da cui poi sono nati
il Teatro e il lavoro degli attori che ancora oggi quando
138
Le religioni della preistoria sono mute, per quanto riguarda i
documenti scritti, e ci hanno lasciato solamente rimanenze o
testimonianze archeologiche mentre le religioni delle civiltà
letterate, oggi spente, parlano attraverso testi d’insuperato
splendore, ricche di cultura e di documentazione storica e
storiografica.
A prescindere da tutti i discorsi, la questione che si pone
nello studio delle religioni è la loro universalità, vale a dire
la motivazione per cui civiltà così apparentemente lontane,
isolate e diverse tra loro, abbiano sempre e comunque sentito
il bisogno di credere di discendere o sottostare da o a un
essere superiore o un Creatore. Non si è mai scoperta una
qualsiasi civiltà, anche la più isolata, che non abbia avuto
nozioni di carattere religioso. L’universalità del fatto
religioso, nella storia delle civiltà umane è bene attestata e
può quasi far pensare a un’origine delle civiltà che abbia una
radice comune …
… come un pensiero, un ricordo fissato geneticamente nella
memoria più profonda che si manifesta come un bisogno
istintivo di auto valorizzazione.
Tutte le religioni hanno, in parte, in comune il rapporto con
il ritorno alle origini, con la spiritualità e con la morte.
Probabilmente è stato proprio il solo rapporto con la morte,
intesa come fine del corpo e di tutte le conoscenze ed
esperienze dell’individuo, imprescindibile per tutte le civiltà,
a essere il medesimo punto di partenza per arrivare alle
stesse conclusioni ed elaborazioni divinatorie …“.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Nel suo discorso appassionato vi erano miscelate
conoscenze, studi, viaggi e vita vissuta che facevano
trasalire e davano la sensazione di una profonda meditazione
e “interiorizzazione” dei concetti esposti.
Ritornando sulla strada di casa, durante il breve tragitto a
piedi che percorre da Carlton fino alla stazione per prendere
il treno che l’avrebbe riportata a Greensborough, Marie
ricorda i tempi passati. Sente un’enorme felicità pensando al
figlio Julian che sta crescendo forte e sano ma ha mille
rimpianti, nonostante che in quei momenti si senta più che
mai finalmente libera, indipendente e realizzata.
Camminando con il libro delle lezioni stretto in grembo, i
suoi ricordi, di tanto in tanto, ripercorrono a ritroso gli
innumerevoli e spensierati viaggi fatti con il padre George, i
continui contrasti e le litigate con la madre Claire, con la
quale si era riconciliata e chiarita dopo la nascita del figlio e
il divorzio successivo. Le ha persino perdonato la trappola
che le aveva teso durante quella festa di compleanno, tenuta
nella villa di Sidney dopo il suo ritorno da tre anni di studi
universitari compiuti in Inghilterra alla Goldsmith
University.
A quel party, stranamente, aveva partecipato John, il suo ex
marito, fino allora a lei del tutto sconosciuto. L’uomo, da
quel momento, le aveva cominciato a fare una corte sfrontata
e insistente durata quasi tre anni, fino a farla cedere, anche a
causa delle continue pressioni della madre che la assillava
sostenendo quanto fosse bello, attraente, invidiabile e,
soprattutto, un buon partito. Tutto però era precipitato pochi
anni dopo il matrimonio; Marie Sue, che volle assolutamente
andarsene dalla casa del patrigno, cercava di rivedere nel
marito, di dieci anni più grande, le tanto ammirate qualità
del padre ma si era ritrovata ad avere a che fare con un
carattere e uno stile di vita identici a quelli di Claire, ma al
maschile. Aveva cercato di adattarsi e di sopportare con
pazienza anche perché, quasi subito, era nato Julian, ma
quando la vita era tornata nella routine normale, era stata
subito rottura.
Alla fine, la morte del padre, colto da un ictus, con il quale
aveva ancora una grande affinità e un immenso
attaccamento, le aveva fatto capire quanto diverso doveva
essere il bene che avrebbe voluto, che le era stato
definitivamente tolto dal destino, e quale fosse la sua vera
aspirazione di vita.
Subito dopo il funerale, Marie, mentre con tutti i familiari
sostava nel piccolo rettangolo d’erba di fronte alla modesta
140
141
I nuovi studenti del corso, che al momento di sedersi
nell’auditorio si erano semplicemente soffermati a
commentare le fattezze estetiche della professoressa
Anderson, ora sono rimasti attoniti davanti a tanta saggezza
e conoscenza della materia.
La Marie Sue adulta, infatti, è una bellissima donna dai
capelli castani, chiari come il colore delle spighe di grano
mature; alta poco meno di un metro e settanta centimetri,
dalle forme ben delineate e arrotondate. Gli occhi di un
azzurro sfumato da pagliuzze verdi le illuminano il viso e le
conferiscono un aspetto molto attraente e affascinante. Il suo
look attuale ricorda un poco quello degli anni sessanta con
pantaloni jeans in colori pastello, abbastanza attillati sulle
cosce e in vita con gamba leggermente scampanata. Indossa
sempre camicie con colori tenui ma dalle elaborate
decorazioni di motivi tribali o floreali. I capelli sono tenuti
lisci al naturale con una leggera riga sul lato destro, ogni
tanto un cordino imperlinato le attraversa la fronte e le dà un
aspetto molto newage; è il mito delle giovani studentesse del
primo anno che, dopo un pò di tempo, tentano sempre di
imitarla.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
casa di George, si era avvicinata a Claire e John e gli aveva
comunicato decisa: “… io e Julian non ritorniamo con voi a
Sidney, ci fermiamo qui nella casa di Papà … “ e intanto due
lunghe lacrime le scendevano dalle punte esterne di entrambi
gli occhi rigandogli le guance; prese in braccio Julian e
tenendolo stretto si avviarono verso l’interno della dimora.
I due capirono che era finita, conoscevano il carattere di
Marie, e sapevano che niente e nessuno le avrebbe più fatto
cambiare idea.
Marie Sue, ottenuta subito la separazione legale, non volle
nemmeno aiuti economici; mentre riprendeva la sua carriera
accademica, riceveva un generoso sussidio governativo per
giovani madri sole, messo a disposizione dallo stato del
Victoria, e ogni tanto faceva qualche lavoretto a progetto.
tranquilla; il posto non è indicato per il gioco e lo svago, è
invece un luogo ideale per sedersi a fare un pic-nic o a
leggersi un bel libro.
Marie è solita preparare le lezioni per il giorno dopo e si
porta sempre appunti, libri e pubblicazioni, mentre controlla
Julian che gioca con i compagni; oppure continua la ricerca,
cominciata già ai tempi dei suoi studi in Inghilterra, in
merito alle presunte radici comuni del pensiero religioso.
Finalmente, quando nel tardo pomeriggio giunge nella
casetta, oramai sua, può rivedere il suo amore Julian che nel
frattempo è seguito dalla signora Palmieri. Dopo aver
controllato la corretta esecuzione dei compiti del figlio e
dopo una ricca e sana merenda, lo accompagna quasi tutti i
giorni dagli amichetti con i quali hanno appuntamento in
uno dei tanti parchi del sobborgo; tempo variabilissimo della
Diamond Valley permettendo.
La scelta di posti ricchi di “verde” dove giocare, nonostante
l’agglomerato urbano fosse molto cambiato da quando era
lei, bambina, a girovagare per quei posti durante le
spensierate vacanze estive, è ancora molto varia. Ci si può
trovare al Greensborough Park oppure al Whatmough Park
e al Partingtons Flat sulla Kalparrin Avenue, dove ci sono
campi da calcio, tennis, rugby e cricket e molti alberi. Un
altro bel posto è il War Memorial Park tra Ester Street e
Henry Street dove però, essendovi commemorati i caduti
delle due guerre mondiali vi è un’aria più sommessa e
142
Una sera di primavera, quando se ne stava seduta sull’erba
sopra un plaid a fare i soliti preparativi per le attività
accademiche del giorno dopo, intanto che Julian e i suoi
amici sciamavano lì nei dintorni, Marie incontrò uno dei
vecchi complici delle sue scorribande estive giovanili. Billy,
così si chiamava, era anche lui in passeggiata, con la moglie
e il figlioletto. Stettero per molti minuti a ricordare i vecchi
tempi, a raccontarsi le proprie vite, a favoleggiare di quando
e come si erano conosciuti eccetera. Al momento di
salutarsi, Marie, mentre pensava come si sarebbe potuta
evolvere la sua vita nel caso si fosse legata a uno dei
ragazzini del posto, si ricordò di colpo di una persona,
conosciuta una quindicina d’anni prima in Inghilterra.
Si trattava di un ragazzo inglese incontrato ai tempi
dell’Università, che, nonostante l’avesse frequentata per tutti
e tre gli anni della sua trasferta, lei aveva completamente
dimenticato e rimosso dalla propria mente.
Molte, infatti, erano state le vicissitudini, come abbiamo già
visto, dopo il suo rientro dall’Inghilterra e tanti i problemi e
gli shock subiti, ma ora, che era tranquilla e rilassata,
riusciva a ricordare …
“ Christian, sì!… aveva cominciato con l’aiutarmi negli
studi scientifici, per i quali ero negata, io lo consideravo un
grande amico ma lui si era preso una bella cotta. Chissà
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
perché poi, a quei tempi ero magrissima, secca e anche piena
di brufoli, avevo la classica aria da sgobbona … chissà cosa
ci vedeva in me … forse mi aveva idealizzato troppo ….
Chris … è vero, quanto mi voleva bene, mi accompagnava
ovunque.
Mi scortava dai Bloom quando andavo a trovarli, ogni tanto,
nei fine settimana.
Io ero una belva a quei tempi, continuavo a respingerlo e a
mortificarlo; e poi chi l’avrebbe detto a mia madre che mi
ero trovata un ragazzo, a lei che continuava a ripetermi:
quando sarai laggiù, da sola, bada bene di non fare
stupidaggini, pensa solamente a studiare e a costruirti una
posizione nella società. Aveva acconsentito al mio piano di
studi umanistici, rassegnandosi al fatto che non avrei mai
intrapreso la carriera di “economista”, cosa che lei da
sempre avrebbe auspicato … ma si era già preparata alla
“contro mossa”, aveva pianificato tutto per il mio rientro!
Quanto l’ho odiata …
Era un brillante studente della facoltà di Fisica e anche un
buon atleta, già, ricordo che molte ragazze lo tifavano
quando erano disputate delle partite di Rugby organizzate fra
le squadre delle tante facoltà, e in quei momenti un po’
gelosa lo ero...
Sapeva anche scrivere poesie, era appassionato dei racconti
cavallereschi e dell’amor cortese …
Un episodio mi è rimasto più impresso di tutti. Una sera, per
consegnarmi un foglio con esercizi di chimica risolti, per
farmi capire il tipo di ragionamento che dovevo seguire,
aveva scavalcato il recinto del collegio dove ero ospitata ed
era venuto fin sotto le mura del convitto … me lo lanciò
attraverso la finestra della stanza, che stava al terzo piano,
avvoltolato intorno ad una palla da cricket. Appena lo sciolsi
dal suo sostegno, mi accorsi che oltre al foglio degli esercizi
vi era anche un altro bigliettino con sopra scritta una
bellissima poesia … ora me la ricordo …
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Come chiara seta i tuoi capelli brillano al sole, indorano il
grigiore della vita che si trascina monotona nel trascorrere
delle ore, non mentono gli occhi tuoi color del mare che
incantano chi li si ferma a rimirare, zampillano gioia e
purezza ma sanno anche ammonire, seppur giovani non
mancan di saggezza, innato è in te il dono dell’arte che nel
disgraziato destino trova chiuse le porte; ma non dubitare,
l’ansia e il dolore che opprimono il tuo cuore, troveranno
conforto nel mio amore …
Cavoli mi sono commossa …. Poverino, io continuavo a
ripetergli che lo vedevo solamente come amico e che forse
un giorno, se il destino avesse voluto, dopo aver finito gli
studi … se mi avrebbe aspettata … magari …
E poi gli avevo raccontato di quello che mi era successo e
che …”.
A quel punto del ricordo Marie strizzò gli occhi e scosse la
testa, per scacciare dalla sua mente un episodio cui non
voleva più nemmeno solo pensare.
“ Rammento quando sono partita per ritornare in Australia;
mi regalò un piccolo cuore d’oro da appendere alla catenina
e mi disse: … se parti ora, sento che non ti rivedrò mai più;
infatti, non l’ho più visto e, con tutto quello che mi è
successo in seguito, l’avevo anche cancellato dai miei
pensieri …. “.
“ Mamma, Mamma ! … “ gridava Julian scuotendo la madre
che si era assopita con la guancia appoggiata su di un libro.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Quando Marie si risvegliò dal sogno di ricordi, lui continuò:
“ Guarda che se ne sono già andati tutti … ed io ho fame!
Torniamo a casa! …”; e la tirava per un braccio
costringendola ad alzarsi velocemente.
Si erano fatte le otto e trenta di sera.
Ebbe appena il tempo di pensare “… chissà che fine avrà
fatto Christian”; e lasciandosi strattonare da Julian lo seguì
dicendogli:
“ Va bene, va bene! Non correre! Non fare così … altrimenti
tra un pò finiamo per terra tutti e due …”.
Muovendosi goffamente, con tutti i libri raccolti in fretta e
furia, Marie Sue pensava “ … ho voluto la bicicletta e ora
devo pedalare …”; riferendosi al fatto che si era voluta
occupare da sola del figlio che a quell’età era così turbolento
e agitato …
L’estate era ormai alle porte. Julian era molto eccitato
perché Marie gli aveva promesso che sarebbero partiti in
aereo alla volta di Brisbane per visitare l’Australia Zoo, casa
del Crocodile Hunter. A Beerwah, cento chilometri a nord
del capoluogo del Queensland, si trova il grande parco
faunistico fondato dal famosissimo e, purtroppo, scomparso
naturalista australiano, Steve Irwin; era morto nel 2006 in un
incidente durante un’immersione sulla barriera corallina
presso Port Douglas, una piccola località turistica a pochi
chilometri da Cairns, dopo essere stato punto al torace da
una Pastinaca, un particolare tipo di Razza.
Non solo sarebbe stata la sua prima volta in aereo ma Julian
avrebbe conosciuto dal vivo i figli di Irwin, suoi grandi
beniamini delle serie di documentari girati dalla famosa
famiglia di addomesticatori di coccodrilli. Julian era quasi
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
coetaneo di Robert, chiamato Bob, il secondo genito nato nel
2003 da Irwin e Terri Raines. Voleva assolutamente farsi
regalare un completo della linea di abbigliamento per
bambini dedicata alla sorella Bindi, la Bindi’s Wear, dal
grazioso e piccolo coccodrillo come logo. Bindi era
diventata famosa dopo essere apparsa nei documentari girati
a fianco del padre Steve.
La linea di abbigliamento, in un grazioso colore khaki, si
può comprare solamente nello Zoo ed è al 100% di
fabbricazione australiana.
Bindi, il cui nome in lingua aborigena significa giovane
ragazza, è solo una dodicenne ma è già parte integrante
dello Staff dello Zoo, che oggi conta più di seicento persone,
e ha lo stesso carattere avventuroso, estroverso e loquace del
padre e riesce ad attirare l’attenzione di milioni di ragazzini
in tutto il mondo con i documentari cui partecipa, compreso
Julian.
Quella fra Steve e Terri, come tutte le grandi storie d’amore,
è nata per caso, evolutasi dalla loro comune passione per gli
animali selvaggi; quando il destino li ha fatti incontrare,
durante una vacanza svago in Australia di Terri, che è una
statunitense dell’Oregon, fra lei e Steve è stato amore a
prima vista. I coniugi Irwin non hanno costruito solamente
una meravigliosa famiglia ma anche un grande progetto
naturalistico, investendo nella protezione e nella
conservazione della fauna selvatica australiana la maggior
parte dei proventi derivanti dallo sfruttamento dei diritti
televisivi dei documentati da loro stessi prodotti.
Terri continua da sola a gestire lo Zoo, e Marie Sue la
ammira per questo, confidando di poterla incontrare e
conoscere.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XI
Marie & Julian
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Arrivato nella stanza a lui riservata, Christian cercò subito la
toilette; oltre ad avere un impellente bisogno fisiologico
voleva sincerarsi della possibilità di farsi una bella doccia
calda e corroborante.
Sul letto era stata lasciata un’appariscente divisa di colore
grigio, una tuta intera come quella dei piloti da caccia che
Chris avrebbe dovuto indossare per recarsi a cena.
L’indumento militare era impreziosito con un distintivo
argentato recante al centro un Atomo stilizzato con due ali
d’Aquila ai lati, la scritta USAF sotto e NASA sopra; lo
stesso simbolo del fregio che gli era stato consegnato alla
Nellis Airforce Base dal comandante Stenseth.
Intanto che si spogliava, alternando le azioni in un assiduo
tentativo di risparmiare tempo, tolse dalla borsa il suo
versatile computer, lo appoggiò sul piccolo tavolino di cui
era dotata la stanza, lo accese e senza rimanere ad attendere
la sequenza di avviamento si diresse con un grande
asciugamano appoggiato sulla spalla destra verso il bagno,
per lavarsi e rilassarsi qualche minuto sotto il vigoroso getto
d’acqua calda della doccia.
Mentre s’insaponava, appagato dalla sensazione di benessere
del fumante spruzzo che gli massaggiava la pelle, Chris
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
ripensava a quelle giornate ricche di esperienze e di
emozioni, trascorse con un ritmo così entusiastico che, se si
escludono i rari momenti passati a fare quattro chiacchiere
con il capitano Shelton, non gli avevano lasciato neppure un
attimo per occuparsi della sua vita privata e di mettersi in
contatto con i propri conoscenti.
Uscito dal bagno, mentre si rivestiva, trafficava con il
computer per leggere la posta elettronica; gli erano arrivate
alcune e-mail dall’Inghilterra.
La prima che lesse fu quella degli allievi del Lions Rugby,
era piena di saluti di tutti i ragazzi che gli riferivano di avere
completato il montaggio della stazione radio e l’installazione
dell’antenna sopra la stanza dell’infermeria della Club
House; si dicevano molto contenti del lavoro eseguito e
raccontavano di avere avuto i primi Dx, i collegamenti a
grande distanza. L’e-mail era stata inviata dall’allievo
Dawson, un leader nato, il capitano del gruppo di giovani
rugbisti. Chris aveva già pensato di stupirli spedendo,
appena prima di lasciare il Nevada, una di quelle particolari
cartoline che si trovano nei Drug Store e nei Motel lungo la
ET Highway.
Poi lesse quella proveniente dai colleghi della sede di A.G.,
in cui gli porgevano gli auguri per la sua esperienza in
Nevada e con cui gli inviavano tutti gli allegati con le
istruzioni per compilare il rapporto di collaudo del reattore.
Infine, un’allegra e complimentosa e-mail della cugina
londinese Monica, in cui lei chiedeva sue notizie e
annunciava che sarebbe passata a trovare gli zii prima di
partire per un lungo viaggio tra India e Thailandia. Monica
Zanather è la donna più moderna ed emancipata di tutta la
cerchia familiare, forse perché nata nella grande metropoli
multietnica. È la figlia di uno dei sei fratelli di Paul Zanather
e vive da qualche anno da sola, in un appartamento a
Londra; era molto legata alla famiglia di Christian e ogni
tanto capitava a Rugby per farvi visita. Di una decina d’anni
più giovane di Chris, Monica aveva passato le poche estati
della sua spensierata fanciullezza in vacanza dagli zii ed era
rimasta molto legata al cugino, con il quale giocava e faceva
lunghe gite nella campagna inglese nei dintorni della
cittadina. I due cugini, anche se col passare degli anni, le
vicissitudini della vita e le rispettive routine quotidiane, ora
si sentivano molto raramente, non avevano perso la loro
reciproca stima; era come se le due personalità si
completassero a vicenda, lui timido, introverso e dalle
convinzioni di un provinciale epicureo, lei esuberante,
estroversa, sempre allegra e dalla mentalità stoica e
cosmopolita. Per Christian era sempre una tortura dover
partire per motivi di lavoro e lasciare la sua terra e le sue
abitudini, mentre Monica non perdeva occasione per mollare
tutto, dare fondo ai pochi risparmi di qualche mese di lavoro
e partire per un Trip verso paesi lontani e dalle atmosfere da
mille e una notte, mossa sempre dalla stessa convinzione - si
vive una volta sola; quanto avrebbe voluto Chris avere anche
solamente un centesimo della spensieratezza della cugina.
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Assorto com’era nella lettura della posta elettronica e nel
ripensare a tanti momenti felici, aveva fatto un po’ tardi e di
lì a poco avrebbe dovuto recarsi al refettorio militare per la
cena; ma prima doveva telefonare ai suoi genitori per farsi
sentire, rassicurarli che stava bene e sincerarsi che pure loro
non avessero problemi di sorta.
Allora Christian prese in mano la cornetta del telefono, che
stava sul comodino, e premette il tasto dedicato per accedere
direttamente al centralino per le comunicazioni esterne.
Dall’altra parte rispose subito una gentile voce di donna che
disse:
“ Groom Lake AFB, centralino, buona sera, per accedere
alle linee esterne di comunicazione dovete fornire nome,
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
codice di riconoscimento, prefissi di teleselezione e numero
telefonico. Vi avvisiamo che per ragioni di sicurezza le
conversazioni possono essere registrate e verbalizzate; prego
…”.
“ Sì, immaginavo fossi tu, non ti ricordi mai di chiamare
quando arrivi nel posto per dove parti e lo fai sempre due o
tre giorni dopo a orari assurdi, è classico ci siamo abituati …
noi stiamo abbastanza bene, il tempo qui è il solito, piove, la
mamma ha avuto qualche dolorino alla mano destra, forse un
piccolo attacco di artrosi ma per il resto tutto bene …”.
“ Sì, buona sera, sono Christian Zanather, codice 1001,
Regno Unito, prefisso internazionale 0044 distretto di Rugby
0-1788 445577…”.
“ Perfetto! Sequenza corretta signor Zanather, attenda in
linea! Buona sera.”.
Dall’altra parte dell’oceano Atlantico il telefono squillava e
Chris rimase in ascolto per lunghi attimi, ma poi si rese
conto che se in Nevada erano quasi le ore 8:00 p.m. in
Inghilterra, a causa del fuso orario, quasi le 02:00 di notte e
che probabilmente stava svegliando i due anziani genitori;
tutte le volte sbagliava i tempi, in quel caso poi, in quel
profondo e gigantesco bunker, aveva perso tutti i riferimenti
temporali della luce del Sole.
Paul, che era abituato a quelle telefonate a orari particolari
quando Chris era all’estero per lavoro, si svegliò ed era già
sicuro che fosse lui – pensava “ non si è mai abituato a
considerare i fusi orari, ma io farei di peggio”; e rispose con
tono assonnato:
“ Pronto, qui casa Zanather …” e gli sfuggì un leggero
sbadiglio.
“ Bene, ricordati di tenerle controllata la pressione … guarda
che ancora per qualche ora sarò irreperibile e che quindi mi
metterò in contatto io non appena lascerò Las Vegas per
andare a San Francisco, qui nell’area militare non è
consentito l’utilizzo di telefoni cellulari …”.
“ Va bene Christian non preoccuparti, noi non ci spostiamo
mai da qui, lo sai, fai con calma …”.
“ Ok papà, salutami tanto la mamma e dalle un bacio da
parte mia … a proposito, ho ricevuto un messaggio da
Monica in cui mi ha annunciato che nei prossimi giorni
passerà a trovarvi, io da qui non posso risponderle ma se
arriva entro le prossime quarantotto ore, salutatemela tanto e
ditele che ho ricevuto la sua mail e che le risponderò o
telefonerò al più presto …”.
“ Ah, quella birichina, ormai è una donna fatta, di solito
quando capita qui, è perché deve partire per uno dei suoi
soliti lunghi viaggi, bene, sarà fatto …”.
“ Pronto, papà? Sono io, Christian, scusa per l’orario, non mi
sono reso conto, vi sto chiamando dal Nevada. Volevo farvi
sapere che sto bene e che è andato tutto per il meglio. Voi
tutto a posto?”.
“ Grazie papà, ci conto, e non rimproveratela troppo,
altrimenti non verrà più a trovarci … allora ci sentiamo
presto, ciao e state attenti … e … curatevi, mi
raccomando!…”.
“ Ok, ok, ciao figliolo, buona notte e buon lavoro e …
migliore continuazione …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Buona notte a te papà, qui è ora di cena, scusami ancora
per averti buttato giù dal letto, ciao!…”… e quasi
contemporaneamente riattaccarono.
Paul ritornò a letto e quando fece per infilarsi di nuovo sotto
le lenzuola Evelyn chiese subito:
“ Era Chris? … Tutto bene?…”
“ Sì cara …”, rispose Paul mentre si sdraiava girandosi verso
di lei.
“ E’ andato tutto per il meglio, mi ha detto di salutarti e di
darti un bacio …”.
Così dicendo si chinò e le diede un bacio in fronte e si rimise
a dormire di colpo. Evelyn sorrise e chiudendo gli occhi
pensava a quel suo figlio così forte, intelligente ma anche
così sensibile e premuroso e rifletteva: “ come farà a
continuare con quel lavoro, così impegnativo, fragile com’è
… e soprattutto ora… che noi cominciamo ad avere un po’
d’acciacchi e non possiamo più sostenerlo, anzi sarà lui a
doversi occupare di noi …”. Così, mentre rimpiangeva la
freschezza della gioventù, ormai lontana, anche lei si
riaddormentò.
Chris stava pensando alla madre, a quel suo disturbo alla
mano, forse sarebbe stato il caso che facesse una completa
serie di esami per verificare lo stato generale di salute.
A un tratto sentì bussare alla porta, era il capitano Shelton
che era passato a prenderlo per andare a cena. Il colonnello
Hutton li stava già attendendo. Usciti dagli alloggi dei
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
militari, si diressero verso la grande sala mensa in cui erano
accomodati un bel numero di commensali, circa cinquecento
persone; alla mensa militare si comincia a servire la cena
alle 5.30 p.m., ininterrottamente, fino alle 9.30 p.m. –
quattro ore di lavoro in cui sono serviti circa 1500 coperti
ogni singola sera di ogni santo giorno.
Il grande tavolo dove era seduto Hutton si trovava proprio
sul lato sinistro, alla fine dell’espositore self service che era
disposto parallelamente di fronte alla cucina.
Con il Colonnello c’era anche un piccolo gruppo di persone,
vestite con abiti civili, formato da tre uomini e tre donne.
Intanto che attendeva il suo turno di essere servito, essendosi
già premunito di vassoio, posate e bicchiere, Christian si
voltò verso Shelton, che lo seguiva, e chiese:
“ Capitano, chi sono quei civili seduti al tavolo del
Colonnello? Sembrano molto giovani …”.
“ Sì, sono studenti, sono i ricercatori dell’Istituto Nazionale
di Archeologia, quelli che stanno lavorando al livello –66,
avranno tra i ventiquattro e i ventisette anni, non di più …”.
“ E’ da tanto tempo che sono qui alla base?”, chiese Chris,
non aspettandosi una risposta precisa, rendendosi conto che
forse non era il caso di continuare a fare molte domande in
un posto del genere. Shelton, infatti, rispose ma non sapeva
effettivamente molto.
“ Non saprei, per la verità è solo la prima volta che mi capita
di incontrarli così da vicino, li ho visti solo altre due volte
passando con l’ascensore davanti al livello –66 mentre
lavoravano a quei reperti …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Intanto si stavano avviando verso il tavolo del colonnello per
accomodarsi a mangiare.
Arrivati al tavolo, Hutton si alzò e li salutò facendo le
presentazioni del caso. I sei ragazzi furono introdotti come
ricercatori dell’università di UCLA, della facoltà di
Archeologia, che erano lì per fare esperienza con la
strumentazione e i software applicativi per la datazione
tramite il Carbonio 14.
Christian si mise a mangiare con calma, mentre ascoltava i
discorsi dei ricercatori; i sei parlavano entusiasticamente dei
viaggi che li avrebbero attesi e di fantastiche esperienze, non
sembrava trapelare niente di strano dalle loro
argomentazioni.
Proprio in quell’istante, ascoltando e guardando una delle
giovani ragazze di sottecchi, avvertì una passione e
un’euforia nel raccontare storie e leggende che aveva già
sentito; si ricordò della sua amica Marie Sue Anderson,
l’aspirante archeologa australiana, per cui aveva preso una
grande sbandata ai tempi dell’Università.
Quanto tempo era passato! La delusione avuta per quel suo
grande sentimento che non era stato ricambiato - come
capita a tutti alla fine - gli aveva fatto completamente
dimenticare la ragazza, e anche tutte le altre. Christian si era
chiuso in un mondo fatto di studio, di lavoro, di sport e di
doveri verso i genitori.
Ricordando gli studi cui era indirizzata l’amica, si chiedeva
quale fosse stato il suo destino. Non aveva nessuna idea di
come potesse essere l’ambiente dello studio delle religioni,
dell’archeologia, sapeva solamente che era una cosa che gli
aveva portato via Marie, per sempre. Ricordò il giorno del
loro addio all’aeroporto di Heathrow, e con un sospiro
pensò:
“ ... se in quell’istante avessi avuto il coraggio... forse le
cose sarebbero andate diversamente... avessi avuto la
spensieratezza e la spregiudicatezza di mia cugina Monica
non avrei ascoltato le parole di Marie Sue che mi
dissuadevano, avrei mollato tutto e l’avrei seguita; come
siamo stati insieme, bene e molto legati in Inghilterra,
avremmo continuato a esserlo anche in Australia. Sono le
azioni e non solamente le intenzioni che rafforzano i rapporti
e i sentimenti …. L’ho capito troppo tardi …”.
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Intanto che i pensieri e i ricordi si mescolavano
caoticamente nella sua testa, nella mente di Christian era
nato un irresistibile desiderio di conoscenza, qualcosa gli
stava dicendo che doveva a tutti i costi andare a curiosare al
livello –66 per vedere cosa erano quei reperti archeologici
che richiedevano tanta segretezza e così tanti studi. Come la
prima volta che lo sentì, non riusciva a evitare di pensare al
fatto che gli sembrava molto strana un’attività di studio di
reperti archeologici in una base militare, ma faceva finta di
niente e continuava a mangiare, ma già stava architettando la
sua passeggiata di mezzanotte ….
Terminata la cena, i commensali si diressero verso l’area
ricreativa, dove c’erano svaghi di tutti i tipi: giochi di
società, tavoli da ping pong, un grande biliardo, un piccolo
bar dove si poteva farsi servire, stranamente, un buon caffè
espresso, una sala dove si ascoltavano le notizie della CNN
24 ore su 24 e un piccolo cinema dove stavano proiettando
una rassegna di film di Charly Chaplin. Era la sera de Il
Grande Dittatore e tutto il gruppo si fermò volentieri a
rivedere l’esilarante parodia montata dal grande e ormai
scomparso attore di origine britannica, fondatore della
United Artists; tutte le generazioni di appassionati di cinema
che l’hanno vista hanno avuto modo di riflettere sul fatto che
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
il film fosse contemporaneo e che addirittura denunciasse gli
episodi di inaudita violenza e segregazione razziale che
stavano realmente accadendo in Europa, a cavallo fra la fine
degli anni venti e la fine degli anni trenta del ventesimo
secolo.
Verso le 11.00 p.m. tutti, pian piano, per prendere una bella
dose di meritato riposo in vista delle quotidiane attività che
li avrebbero attesi l’indomani, si ritirarono nelle proprie
stanze o camerate. Anche Christian e il capitano Shelton si
augurarono la buona notte e il dolce riposo e si avviarono
verso i rispettivi alloggi.
Intanto che pensava a una frase di circostanza, in caso di
qualche domanda che gli sarebbe potuta essere rivolta dagli
inservienti, si fece l’ora di uscire.
C’era ancora un po’ di gente che si era intrattenuta a parlare
nei corridoi e nella zona ricreativa, mentre si cominciavano a
vedere i primi gruppi di addetti alle pulizie che con le loro
divise bluastre si accingevano a prendere servizio.
A un tratto gli venne un dubbio: “ ma come faccio a
riconoscere quelli della squadra quindici? … Accidenti è
vero! Non hanno un distintivo o un simbolo di
riconoscimento!”.
Mentre era già in procinto di abbandonare l’impresa, sentì
ciò che si stavano dicendo i membri di un gruppetto di
cinque operai che si dirigeva verso l’ascensore e che stavano
passando proprio vicino a lui, perfettamente equipaggiati
con carrelli, scopettoni a forbice, secchi e tutto quanto il
resto:
Chris, che già aveva escogitato un piccolo piano durante la
visione del film, stava attendendo la mezzanotte per uscire
dalla sua stanza e arrivare a dare un’occhiata fino al livello 66. Aveva notato, su alcuni cartelli di turni esposti in una
bacheca della sala mensa, che il personale inserviente che si
occupa della manutenzione e della pulizia dei reparti,
lavorava principalmente di notte, quanto tutte le attività
erano ferme e che le squadre di lavoro erano spesso
avvicendate; la numero quindici avrebbe preso servizio
proprio a mezzanotte ed era incaricata delle pulizie del
livello sessantasei. Lui, con quella bella divisa addosso, si
sarebbe aggregato alla squadra, con la scusa che doveva
recuperare una serie di dati che aveva lasciato lì il
pomeriggio, prima di cena; in questo modo poteva evitare di
utilizzare il proprio pass elettronico per attivare l’ascensore.
C’erano dappertutto telecamere di video controllo ma,
essendo molto numerose e non essendoci un reale pericolo,
l’atteggiamento della sorveglianza era molto rilassato e
nessuno avrebbe fatto caso a un militare che con calma si
accompagnava con del personale delle pulizie.
158
“ … ancora una notte a spolverare rocce?”, disse uno, e un
altro rispose: “ eh già, sai che divertimento …” e ci fu una
risata generale.
Chris pensò, quasi incredulo: “ Non può essere così facile!“
e facendo come se niente fosse, tenendo una cartelletta con
mollettone incastrata fra la mano sinistra e l’interno del
gomito e una penna biro nell’altra, s’incamminò dietro di
loro fino al cancello. Uno degli uomini fece aprire la grata e
i cinque entrarono nell’elevatore mentre lui esitò un attimo,
ma si sentì dire:
“ … venga, ne approfitti, altrimenti dovrà aspettare troppo
tempo per il prossimo! …” e così rispose “… grazie io
dovrei scendere solo un attimo al livello sessantasei per
recuperare degli appunti che mi servono per una relazione
… posso aspettare!…” e l’altro “… è proprio lì che stiamo
andando quindi non c’è problema! ”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
L’anziano di colore che gli aveva parlato era molto gentile e
aveva un’aria calma e rilassata, si vedeva che era in età
vicina alla pensione, ed era probabilmente il capo squadra
degli altri quattro che erano molto più giovani. Christian
ringraziò, salì sull’ascensore e si mise dietro i cinque
uomini.
Gli batteva forte il cuore; “ Sono un incosciente!…”, si
diceva tra sé pensando a quelle carte che aveva firmato
nell’ufficio del comandante della Nellis Base, ma voleva
vivere fino in fondo quell’emozione. La curiosità era più
forte di lui ma poi si disse che, in fondo, non avrebbe svelato
chissà quale segreto militare, avrebbe solo visto dei reperti
archeologici; al massimo si sarebbe preso una bella strigliata
e niente di più.
Il grande ascensore non impiegò molto tempo a scendere gli
undici livelli per raggiungere il sessantaseiesimo. La grata si
aprì e la squadra delle pulizie avanzò, il vecchio accese le
luci e Chris si trovò innanzi a qualcosa d’inaspettato, di
grandioso.
Davanti a lui si allargava un enorme deposito di massi, interi
pezzi di muraglie riassemblate e manufatti antichissimi
sapientemente ordinati e conservati, ricoperti da strani
bassorilievi, incisioni e graffiti simili ai Geroglifici Egiziani
e ai codici Maja, fino allora intravisti solamente in
enciclopedie, libri di storia o in alcuni musei. Avanzava
dentro il grande laboratorio archeologico, cercando di
nascondere la sua aria meravigliata. Chris voleva trovare,
facendo muovere gli occhi a destra e sinistra, un punto di
riferimento dove dirigersi con fermezza così da non dare
nell’occhio e vide, in una zona molto ben illuminata, a lato
degli antichi reperti, un enorme tavolo su cui erano
ordinatamente disposti dei computers, uno spettrometro
portatile a raggi X, pile di carte, libri e delle grandi cartine
geografiche. Allora si diresse con passo fermo e sicuro
proprio da quella parte e mentre faceva finta di riordinare i
documenti sul tavolo, notò che le grandi carte geografiche
altro non erano che scansioni satellitari, a elevatissima
definizione, di una vasta zona dell’oceano Atlantico, quella
dell’arcipelago delle isole Azzorre. Si vedeva benissimo la
dorsale oceanica, la grandiosa tettonica sottomarina, e vi
erano segnati alcuni punti, qualche centinaio di chilometri
proprio a nord delle isole centrali dell’arcipelago portoghese.
Dopo avere visto alcune foto di navi militari, appuntate
proprio sui bordi delle tavole topografiche, che le ritraevano
mentre erano in corso delle operazioni in cui gli equipaggi
stavano issando a bordo alcune grosse rocce ricoperte di
coralli, incrostazioni e colonie di flora marina, il “quadro”
gli fu chiaro: i reperti erano stati ritrovati in quelle zone, nei
fondali dell’oceano, in prossimità di una grande fossa a nord
delle Azzorre.
Non poteva capire molto altro, avrebbe dovuto accendere i
computers ma sicuramente sarebbero stati protetti da
password. Allora Christian prese qualche foglio bianco da
una risma di carta delle stampanti, ci fece sopra alcuni
schizzi e scarabocchi e li infilò nella molla della cartelletta
in modo da dimostrare agli inservienti che aveva recuperato
gli appunti. Al momento non gli sembrava di avere scoperto
chissà che, però non ricordava di avere mai sentito parlare di
siti archeologici, anche sottomarini, ritrovati in quella zona;
e forse era proprio quella la stranezza. Doveva prendere
qualcosa, delle prove nel caso avesse voluto chiedere delle
spiegazioni a qualche esperto e si ricordò del suo telefono
cellulare, tenuto fino a quel momento spento in una delle
tasche, che era anche una fotocamera a elevata definizione.
Christian armeggiava con l’accessorio tecnologico, facendo
finta di scartabellare fra i suoi appunti, cercando di ricordarsi
come si faceva a escludere il flash; finalmente trovò la
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
funzione per eseguire fotografie in interni senza l’impiego
del fascio di luce, l’impostazione museum.
Allora, con circospezione, passando vicino a tutti quegli
strani codici scolpiti nelle pietre, ormai ripulite e riportate
quasi agli antichi splendori, Chris riuscì a rubare qualche
immagine ravvicinata e anche una panoramica generale; poi
si diresse con indifferenza verso l’ascensore.
Improvvisamente, dal fondo del deposito, si sentì il vecchio
capo squadra chiamare: “ Signore! Aspetti, un attimo! ”.
a volere rompere il silenzio in cui stava compiendosi la
risalita, il capo squadra disse:
“Che cosa succede ?”.
“ Non si deve preoccupare, è capitato anche con i ricercatori
civili quando erano appena arrivati, è difficile ricordarsi tutte
le procedure quando si è qui da poco tempo … a proposito io
sono Johnson …“.
Così dicendo l’uomo allungò il braccio destro a voler
stringere la sua mano, lui subito lo ricambiò e notando una
leggera strizzatina d’occhio non esitò a presentarsi con il suo
vero nome “… piacere, Zanather”.
Chiese Chris cercando di mantenere la calma anche se gli
era venuta una certa tremarella alle gambe. L’inserviente,
andandogli incontro con una strana andatura barcollante, con
le sue gambe inarcate e una camminata volutamente
accelerata continuò:
Nel frattempo erano giunti a destinazione e mentre si apriva
la grata della porta, nella penombra delle luci notturne, i due
si salutarono; Chris augurò: “… buon lavoro e grazie
ancora! …”, mentre Johnson rispose: “… si figuri buona
notte! ”.
“ Mi scusi ma devo farle attivare l’ascensore con il nostro
codice di accesso altrimenti possiamo passare dei guai, anzi,
dovrò accompagnarla altrimenti la sequenza dei viaggi
dell’elevatore, non seguendo la giusta successione, farebbe
scattare una sorta di allarme di verifica”.
I due entrarono assieme nell’ascensore che poco dopo ripartì
con il solito sibilo di corde metalliche, risalendo verso il
livello 55. Mentre Chris, per darsi un tono, stava ancora
scrivendo qualche nota sui fogli che aveva agganciato poco
prima alla pinza della sua cartelletta. Inaspettatamente, quasi
Quell’avventura era durata poco più di trenta minuti e nella
corsia del livello cinquantacinque non c’era anima viva. Dai
locali della mensa proveniva ancora qualche rumore, giacché
gli inservienti e gli addetti alla corvee stavano ancora
facendo le pulizie. Christian si diresse velocemente nella sua
stanza dove, una volta arrivato, si sbrigò a spogliarsi, a
lavarsi i denti, e a infilarsi nella branda. Prima di cercare di
addormentarsi doveva calmare l’agitazione e quindi si mise
a rivedere le fotografie digitali; gli sembravano abbastanza
nitide e così, dopo avere impostato la funzione di sveglia
alle 7:00 a.m., spense il cellulare, si girò sul fianco destro e
tentò di assopirsi.
Dopo un po’ di secondi però riaccese la luce del comodino,
si era reso conto che non aveva scritto il rapporto di collaudo
del reattore che la mattina dopo avrebbe dovuto stampare e
far firmare al colonnello Hutton. Allora riaccese il cellulare
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163
“ Che stupido, è vero, ero talmente preoccupato di ritrovare i
miei appunti che non ci avevo pensato …”; rispose Christian
dandosi una manata sulla fronte, cercando di dimostrare
un’inconsapevole distrazione.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
e reimpostò la sveglia alle ore 6.00 a.m. in modo da avere il
tempo di compilare i moduli. Finalmente poteva cercare di
dormire.
Il capitano Shelton, nella sua stanza, dormiva già da un’ora.
Chris alla fine, dopo qualche minuto di sensi di colpa,
rilassatosi dopo aver rivisto nella sua mente la strizzata
d’occhi avuta da Johnson, finalmente, si addormentò.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XII
La pubblicazione di un sunto delle sue teorie sulla rivista
SOPHIA, incuriosì moltissimo alcuni scienziati affiliati al
SETI e un bel giorno di metà Luglio, Marie Sue si era vista
recapitare un invito ufficiale per la presentazione dei suoi
lavori alla conferenza annuale per la raccolta di fondi che si
sarebbe svolta a San Francisco a fine Agosto.
Marie aveva aderito alle iniziative dell’associazione da
qualche anno e aveva fatto in modo di dare spazio alle loro
campagne d’informazione anche sulla rivista di divulgazione
scientifica dell’Università di Melbourne.
Era eccitata perché finalmente poteva condividere le sue
teorie con persone che, come lei, erano mosse da una
passione per la ricerca della verità che andava oltre gli
interessi della mera scoperta scientifica; riguardava il
significato stesso dell’esistenza del genere umano su questo
pianeta.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Questa nuova scienza è di enorme importanza per
l’Etnologia, l’Etnologia Religiosa e la stessa Etnografia
perché può risolvere alcuni enigmi della storia e della
preistoria. L’Archeoastronomia può aiutare a eseguire una
precisa e sicura datazione delle costruzioni megalitiche più
antiche, laddove non sono stati rinvenuti resti organici,
rimaste senza una sicura collocazione temporale non
potendovi applicare le tecniche di datazione del Carbonio
14.
La dottoressa Anderson, così era chiamata negli ambienti
accademici e anche nella lettera d’invito del SETI, scriveva
e riscriveva resoconti traendo spunti dall’enorme quantità di
appunti e osservazioni che durante i suoi viaggi e quelli fatti
anni addietro con il padre, aveva raccolto e saggiamente
custodito. Le coincidenze erano moltissime, le testimonianze
scritte e i codici molte volte inesistenti oppure indecifrabili.
L’Archeoastronomia era arrivata come una luce di faro in
una notte di mare in tempesta, come una bussola nel deserto
della conoscenza che s’incontra lungo il cammino dello
studio della Storia da un certo punto del percorso in poi.
Aveva trovato importanti conferme alle sue teorie
consultando enormi volumi contenenti trattati di
Archeoastronomia,
una
nuova
disciplina
legata
all’Archeologia che si occupa della decodificazione delle
testimonianze architettoniche lasciate dalle civiltà illetterate.
Marie Sue, dal giorno in cui era tornata da Brisbane, a metà
Marzo, dove con Julian si era trattenuta per quindici lunghi
giorni, molto di più del week-end che si era proposta a causa
della folgorazione che aveva avuto per la magnificenza della
natura e dei posti che aveva visitato, aveva preso un’altra
delle sue drastiche decisioni. Aveva trovato finalmente il
posto in cui voleva ricominciare a vivere, lontano dai ritmi
esageratamente accelerati delle metropoli e dai brutti ricordi,
convinta che avrebbe quanto prima realizzato il suo nuovo
progetto e che suo padre da lassù avrebbe approvato e
condiviso.
Quei posti le infondevano una tale rilassatezza e una
tranquillità d’animo che le avrebbero sicuramente fatto
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
dimenticare definitivamente anche un episodio successo la
notte stessa del suo sedicesimo compleanno.
fece per toccargli le spalle lei sferrò un poderoso calcio
all’indietro colpendolo in pieno nel basso ventre con il
tallone sinistro, avvertendo il suo sesso. Il gemito di dolore
che sentì la fece sbloccare, saltò giù dal letto e, senza
nemmeno voltarsi, corse fuori dalla stanza in camicia da
notte e scappò da basso in cucina. Fece un poco di rumore
fingendo di prendere qualcosa dal frigorifero, scosse
nervosamente i bicchieri appoggiati nel lavello per attirare
l’attenzione della madre e poi si precipitò a chiudersi nel
bagno degli ospiti.
Claire, che si era svegliata sentendo ritornare nel letto il
compagno, chiese:
Era la fine di Ottobre del 1989, Marie Sue e alcune
compagne della Sidney Girls High School, un selettivo e
rinomato liceo privato situato nel centro del Moore Park
sulle Surry Hills, stavano festeggiando il suo compleanno
nella casa del patrigno e della madre. Contemporaneamente,
le ragazze si erano dedicate alla prova dei costumi per lo
spettacolo di fine anno scolastico, che era un tributo al
famoso musical di Grease.
Marie, che faceva la parte del personaggio di Sandy, era
vestita per la provocante scena del Luna Park, il balletto
accompagnato dalla famosa canzone You Are The One That
I Want; indossava attillatissimi pantaloni di pelle nera e una
camicetta dello stesso colore, con un’appariscente scollatura.
La parrucca bionda cotonata e il trucco marcato, i tacchi alti
e tutta la situazione della scena che si svolse di fronte al suo
patrigno, che aveva assistito parzialmente alle prove, devono
aver fatto fraintendere all’uomo qualcosa negli atteggiamenti
della ragazza.
La notte stessa Marie Sue era ancora sveglia e stava
rannicchiata sul fianco destro in posizione fetale nel suo
spazioso letto a una piazza e mezzo e stava guardando la
luna piena fuori dalla finestra. Era irrequieta e ansiosa
perché stava pensando allo spettacolo quando, di sottecchi, il
compagno di sua madre s’intrufolò nella sua stanza. Lei
sentì la porta aprirsi e poi richiudersi con un leggero
scricchiolio, non si voltò e stette immobile e impaurita, quasi
impietrita. Avvertì il fruscio della vestaglia di seta che si
sfilava e che, con uno spostamento d’aria che le smosse i
capelli, finì per appoggiarsi sul fondo del suo giaciglio.
Marie Sue però non perse il suo sangue freddo. Quando
l’uomo, già eccitato, s’infilò nel letto alzando le lenzuola e
168
“ Caro, tutto bene? …”
“ Sì Claire, sono andato in bagno, dormi tutto OK”.
E si chinò su di lei dandole un bacio in fronte, nascondendo
la smorfia di dolore che ancora provava e che aveva cercato
di attutire respirando profondamente durante il breve tragitto
che separava la loro camera da quella dell’adolescente.
Proprio in quell’istante aveva sentito quel trambusto
provenire dalla cucina e disse:
“ Oddio Carl! Ci sono i ladri da basso!”; lui subito la
rimbrottò in modo freddo e scostante, da perfetto snob:
“ Non credo! Deve essere uno dei soliti spuntini notturni di
tua figlia, una becera abitudine che ha ereditato dal padre!
…”.
La donna, che nel frattempo si era alzata, uscendo dalla
stanza matrimoniale mentre si legava la cintura della nera
vestaglia di chiffon, replicò:
169
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ È meglio che scenda a dare un’occhiata, sai si trova in
un’età critica …”.
Arrivata in cucina Claire vide quel lieve disordine e poi si
accorse della luce accesa che s’intravedeva da sotto la porta
della toilette degli ospiti. Si avvicinò e dopo avere dato una
leggera bussata con le nocche della mano destra, impugnò
con la sinistra la maniglia. Costatando che la porta era
chiusa con un giro di chiave chiese amorevolmente:
“ Marie Sue, cara, va tutto bene?”.
La ragazza, che stava rannicchiata seduta sul coperchio
chiuso della tazza stringendo le ginocchia al petto, cacciò
giù un singhiozzo e asciugandosi le lacrime dal viso rispose,
dopo aver tirato un profondo respiro:
“ Niente, niente mamma! Ho solo un leggero problema di
dissenteria, forse tutti quei dolci di oggi mi hanno fatto un
po’ male …”.
Non poteva prendere la scusa del ciclo poiché non era il suo
periodo.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Ci mise un poco a riprendersi ma poi si alzò. Lentamente e
senza alcun rumore fece girare la chiave nella toppa. In
punta di piedi anche lei risalì di sopra. Passando di corsa
davanti alla porta della camera di Claire e Carl ebbe un
brivido e sentì la pelle d’oca formarsi su tutto il corpo;
rientrò nella sua stanza, si chiuse a chiave e si rannicchiò
con una coperta sulla poltrona che stava vicino alla
scrivania. Non le passava neppure per l’anticamera del
cervello di ritornare in quel letto la notte stessa.
Da quel giorno Marie aveva trovato mille scuse per rimanere
a dormire nel convitto della scuola o da qualche amica,
anche quando nei week-end sarebbe potuta ritornare a casa.
Alla madre il fatto non sembrava strano perché era stata
giovane anche lei e sapeva che a quell’età si cominciano ad
avere una certa indipendenza e certe esigenze di stare con le
amiche.
Marie non disse mai a nessuno di quel fatto che però l’aveva
segnata per sempre. Lei e il patrigno cercavano di evitarsi;
quando dovevano essere presenti entrambi, per forza, nella
stessa stanza, facevano come se nulla fosse accaduto.
Così dicendo Marie appoggiò la testa all’indietro contro il
muro, mordendosi il labbro inferiore mentre ascoltava i passi
della madre che stava risalendo al piano di sopra.
Moltissimi ragazzi e ragazze, in tutto il mondo, fanno
esperienze traumatiche con la loro sessualità, ma quando a
tradire la loro innocenza, sono persone che appartengono
alla cerchia familiare o alle istituzioni stesse che dovrebbero
essere custodi della loro moralità e proteggerli, allora viene
meno qualsiasi ideale e si perde la fiducia riposta nei
sentimenti e nei buoni propositi. Tanti ne escono più forti
ma i più sensibili mantengono dei blocchi psicologici verso i
rapporti con l’altro sesso.
Marie apparteneva a questi ultimi, ebbe molti problemi ad
accettare le avance dei ragazzi perché dentro di se non li
sentiva sinceri; questo atteggiamento interiore le rimase fino
170
171
“ Ok, Marie …”; disse Claire rinfrancata, “ nello stipetto dei
medicinali c’è dell’Imodium, prima di ritornare a letto
prendine tre o quattro gocce, vedrai, fa miracoli! …”
“ Grazie mamma, lo farò …”.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
al momento del matrimonio e incontrò non pochi problemi
anche a lasciarsi andare nei momenti intimi col marito.
Uno dei maggiori esponenti dell’applicazione dei principi
astronomici all’Archeologia nella datazione delle costruzioni
architettoniche lasciate dalle civiltà alte prive di scrittura è
un eminente professore di Analisi Matematica del
Politecnico di Milano, il dottor Giulio Magli. Egli,
appassionato fin da giovane di Egittologia, aveva applicato
le sue conoscenze matematiche per scoprire il significato
della costruzione e della disposizione delle grandi Piramidi e
di alcuni dei più importanti templi dell’antico Egitto.
Marie Sue era molto interessata alle sue teorie che
sembravano dimostrare quanto fossero avanzate quelle
civiltà contrariamente a quando comunemente creduto.
Anche il Magli era arrivato alla conclusione che molto
probabilmente la Storiografia, così com’è stata fino a oggi
schematizzata, dovesse essere in qualche modo riscritta,
aggiornandola con le nuove conoscenze e le tante
elaborazioni matematiche cui la sua neonata disciplina
accademica aveva dato un così alto contributo; la sua
esposizione delle teorie riguardo alla conoscenza della
precessione della volta celeste da parte di quasi tutte le
civiltà megalitiche, che si sarebbe tenuta al SETI, era molto
attesa da tutto l’ambiente accademico.
Appena ebbe compiuto i diciotto anni, con la scusa che si
sarebbe iscritta all’Università di Melbourne e che doveva
seguire i corsi, Marie si trasferì a vivere dal padre. Solo di
tanto in tanto faceva ritorno a Sidney per salutare la madre o
per incontrare le ex compagne dell’High School; come
quando tornò dall’Inghilterra dopo i tre anni di
specializzazione in Etnologia Religiosa.
Anche a George non disse mai niente, l’unico che seppe fu
Christian, l’amico e confidente inglese, soltanto alcuni anni
dopo.
Immersa nello studio spesso gli capitava di paragonare il
paesaggio del Qeensland, l’immensa costa est del continente
australiano, con le luci e le ombre della storia. Il Presente è
rappresentato dalla fertile costa, con le innumerevoli spiagge
e le splendide isole della grande barriera corallina. La Storia
recente, fino alla nascita di Cristo, parte dalle foreste pluviali
subtropicali, che coprono i pendii verso il mare, e arriva fin
verso le distese di pascoli dell’interno dove gli allevamenti
di bestiame sono gli unici insediamenti. Mentre l’Outback
(6), che poco a poco sfuma nelle rosse sabbie del deserto,
rappresenta l’inizio del periodo in cui scarseggiano le
testimonianze scritte ed esistono solo rari casi di codici o
sistemi di comunicazione disegnati o scolpiti sulla roccia
incomprensibili alla stregua dei più antichi geroglifici.
6
Con il nome Outback s’intendono, genericamente, le aree interne più
remote e semi-desertiche del continente australiano. L’O. È chiamato
anche “cuore rosso” per via del terreno ricco di ferro e quindi dal colore
rossiccio.
172
Marie poi, aveva anche un’altra questione che si era
ripromessa di risolvere, risalente a molti anni prima, e ora
aveva l’occasione di poter mettere assieme tutti i pezzi di un
puzzle che aveva iniziato durante quel viaggio in Inghilterra
col padre: le pietre rosa di Stonehenge.
Aveva già trovato alcuni indizi e anche mentre si era messa
a leggere avidamente i trattati del Magli aveva trovato una
traccia:
173
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
‹‹ Nell’Egitto antico, la dottrina del Faraone fu codificata
sotto le prime dinastie, probabilmente a Eliopoli, nel vertice
del delta del Nilo.
Eliopoli era un grande centro religioso dove, fin da tempi
pre-dinastici, si venerava una pietra di forma piramidale, di
colore rossiccio, chiamata ben-ben, quasi certamente un
meteorite ferroso. La pietra era legata al culto solare perché
segnava il luogo del “primo sole”, giunto al mondo nei panni
di un uccello, il bennu - la Fenice, ed era il fulcro della così
detta Grande Enneade, una dottrina cosmologica basata su
nove Dèi che era posta alla base della divinazione del
monarca ››.
pietra egiziana a forma di piramide e con quelle delle pietre
rosa rinvenute nel centro di Stonehenge, dimostravano che
tutte e tre contenevano lo stesso tipo di minerale.
Lo stesso tipo di pietre che era stato rinvenuto a Stonehenge,
dove però non sono stati decifrati schemi, graffiti o altro che
potessero dare anche una minima spiegazione in merito al
loro significato, era stato ritrovato in Egitto. Lì si erano
trovate delle spiegazioni codificate nei Geroglifici: la loro
venerazione, il culto della Rinascita con il simbolismo legato
alla Fenice.
Tutto, nella mente di chi era allenato a interpretare le
immagini divinatorie lasciate dagli antenati, faceva pensare a
un tentativo di ristabilire un contatto con una precedente
civiltà madre o di ritornare agli antichi splendori che erano
stati eclissati da chissà quale grande cataclisma.
Dal SETI, che è costantemente in contatto con i laboratori di
ricerca della NASA da cui proviene la maggior parte dei
suoi dirigenti scientifici, anni addietro erano giunti i risultati
di accurate indagini eseguite su alcuni meteoriti rinvenuti in
Antartide.
In uno di questi meteoriti denominato ALH84001, tutta una
serie di analisi chimiche e geologiche mostrò senza dubbio
che la roccia era originaria del pianeta Marte. Le analisi
cristallografiche, messe a confronto con quelle eseguite sulla
174
Mentre la madre era in procinto di scrivere il finale, con le
conclusioni del suo discorso, arrivò Julian, vestito di tutto
punto come uno dei volontari dell’Australian Zoo.
Aveva indossato la camicia bianca ufficiale con le spalline
in stile militare e i pantaloni khaki a tre quarti con le
saccocce laterali e giocava all’ammaestratore di coccodrilli
infierendo su di un grande pupazzo gonfiabile, sempre
acquistato a Beerwah.
Indossava grandi scarpe da trekking con le suole corazzate,
quelle che usava sua madre quando doveva visitare qualche
scavo archeologico.
Marie intanto che lo osservava giocare, mentre faceva un
grande chiasso prendendo a cazzotti il malcapitato
coccodrillone di plastica, pensava:
“… è proprio un discolo, ma è la più bella cosa che mi sia
mai capitata …”; ne era orgogliosa, diventava ogni giorno
sempre più grande e bello.
Julian, che era cavalcioni del salvagente, gridando “ Yuppi
!…” come un perfetto cacciatore di coccodrilli australiano,
improvvisamente fece un balzo e atterrò sulla groppa del
gommone che in un gran botto esplose e si afflosciò sotto i
suoi piedi.
Il bambino cadde seduto per terra e Marie corse subito ad
abbracciarlo sedendosi anche lei sui resti del verde
lucertolone giocattolo … quando si guardarono, scoppiarono
175
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
entrambi in una fragorosa risata … e si sdraiarono e
rotolarono come due amichetti che giocano a fare la lotta sul
pavimento del soggiorno.
176
177
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XIII
“ … Incredibile, sto volando, mi sento leggero e se penso di
prendere quota ecco che rapidamente comincio a sollevarmi
sempre di più in alto, come un palloncino da fiera; comincio
pian piano a prendere dimestichezza con l’elemento aria,
sembra quasi di nuotare, ma senza nessun impiego di forza o
di propulsione, come quando ci si lascia galleggiare. Ecco
assumo la posizione di un paracadutista acrobatico con le
gambe e le braccia divaricate e comincio ad avere il
controllo sulla direzione che voglio prendere. Vedo la Torre
dell’Orologio di Rugby, la sorvolo velocemente sfiorandone
la punta, ora sono sopra i campi di allenamento e lo stadio
del Lions Club, la velocità continua ad aumentare, è l’unica
cosa che non riesco a controllare, ma non avverto sul viso il
gelo dell’aria e mi sto dirigendo verso sud. La campagna e i
boschi dell’Inghilterra scorrono velocemente sotto di me,
posso vedere dall’alto tutto e tutti senza essere notato. Ecco,
ora sono sopra Stonehenge e sono diretto verso la costa,
verso il mare aperto, la velocità continua ad aumentare …”.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
desiderio molto forte di fuggire da una realtà scomoda e
opprimente: l’aria in cui ci si libra ci permette di prendere le
distanze in una porzione di spazio - il cielo, l’aria - dove
questo pericolo incombente non può sfiorarci, né toccarci né
scalfirci. Rappresenta la volontà di superare i limiti che ci
impongono di restare immersi in un problema: in pratica nel
sogno il nostro inconscio libera tutta la sua energia ma trova
un’unica soluzione che è quella di fuggire da qualcosa.
Quanto più in alto sogniamo di volare tanto più significa che
sentiamo il peso di quello da cui, inconsciamente, vogliamo
fuggire.
Per Chris forse quel peso era rappresentato da quel suo
lavoro così complicato e a volte pericoloso, impegnativo a
tal punto da averlo allontanato dalle cose che gli erano state
care da giovane e dai suoi familiari. Dentro di lui era forte il
desiderio di avere una famiglia, dei figli da accudire ed
educare, di condurre una vita normale e tranquilla.
Chi è che non ha mai fatto un sogno simile. Il fatto di
elevarsi e vedere le cose dall’alto indica soltanto un
“… sorvolo il piatto oceano, immenso e azzurro, qualche
increspatura e sbuffo di vapore rivelano una famiglia di
balenottere che si nutrono, libere, nello sconfinato elemento
naturale, fonte di vita e di sostentamento … le osservo a
bassa quota quasi a sperare di ricevere un loro saluto e poi
proseguo; all’orizzonte vedo una grande isola, parzialmente
coperta da una coltre di nuvole scure, ma … non sono
nuvole!
È una cortina di gas bruni che la avvolge e che si sposta
verso nord ovest, trascinata lontano dai venti oceanici di
scirocco e di mezzogiorno. Ecco, man mano che la distanza
si riduce, si notano le cause di una simile atmosfera, vulcani
in attività, almeno cinque, sparpagliati attorno ai confini e
uno di essi in prossimità del centro dell’isola … poi sono
attratto da quella che sembra essere una grande e organizzata
città. Per arrivarvi devo attraversare una bianca e luminosa
178
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
nuvola. Improvvisamente sulla candida superficie
un’immagine che da principio è sfocata e confusa ma mentre
mi avvicino prende la forma di un busto di donna che, con le
braccia aperte verso di me, sembra invitarmi ad abbracciarla
… è Marie Sue! Così come la ricordavo … quando sono in
procinto di toccarla, il cumulo di vapore svanisce e mi
ritrovo sopra la maestosità di quella città che si era vista in
lontananza.
La gente si muove a piedi per le spaziose strade lastricate e
sembra si stia dirigendo con una certa fretta verso un unico
punto, la piazza centrale, dove sorgono grandi palazzi con
lunghi colonnati e irte scalinate. Sulle pareti e alle basi delle
colonne degli edifici posso scorgere, con stupore, incisioni
di articolati e labirintici codici dall’aspetto familiare.
A un certo punto ecco il centro della piazza, su di un palco
un Oratore, vestito con abiti di colore bianco dalla strana
foggia con bordature in oro zecchino; poteva essere un
condottiero oppure un sommo sacerdote. Mi fermo ad
ascoltare, sospeso nell’aria come un seme di Salice che,
leggero nel suo batuffolo di piume vegetali, è trasportato
lontano dalle brezze primaverili… “.
“ Cittadini di Katlatan, … quella che è stata la nostra arca di
salvezza, si è rivelata nei secoli una pericolosa isola
vulcanica in procinto di inabissarsi nelle azzurre e protettrici
acque che la circondano … non sappiamo quando questo
succederà, ma i segnali sono evidenti e continui. Le violente
attività vulcaniche e i movimenti sismici che si fanno
sempre più frequenti sono un monito verso il quale non
possiamo rimanere né sordi né ciechi; come hanno fatto i
nostri avi più di duemila cicli sferiani fa, dobbiamo
muoverci per tempo se non vogliamo che la nostra razza e la
nostra civiltà vadano perdute per sempre.
Questo paradiso, che ci ha accolti e protetti fino alla nascita
di una nuova società sferiana, finalmente di nuovo in
armonia con gli equilibri energetici della natura e
dell’universo, ora ci sta comunicando che dobbiamo
lasciarlo perché il suo tempo è finito. Dobbiamo uscire dal
nostro isolamento, la nostra non dovrà essere una diaspora di
conquista o di competizione con le popolazioni che
incontreremo sul Terzo Pianeta Azzurro, ma quella di una
lenta e paziente integrazione della nostra civiltà e delle
nostre conoscenze con quelle autoctone, senza sconvolgerne
gli equilibri o accelerarne l’evoluzione tecnologica.
Abbiamo già abbandonato la maggior parte delle conoscenze
scientifiche, che su Sfera, a causa dell’avidità e della
stoltezza delle classi dirigenti, portarono all’estinzione totale
di tutti i generi animali e vegetali già centinaia di cicli
sferiani prima della grande catastrofe. Ora quelle potenti
tecnologie rimangono solamente dei ricordi raccontati dai
nostri artisti nelle pitture e nelle sculture a monito degli
errori che furono. Su questo pianeta non dobbiamo compiere
lo sbaglio di svelare i segreti energetici dell’universo ai
popoli primitivi che, vista la condizione di generale
indigenza e arretratezza in cui vivono, essi non esiterebbero
a usare; prima per migliorare le condizioni di normale
sopravvivenza poi per abusarne e soggiogare i loro simili.
Essi ora, anche se con difficoltà, vivono in simbiosi con i
ritmi naturali e non sapendo quello che può succedere,
compirebbero senz’altro gli stessi atti efferati dei nostri
antenati su Sfera. I padri pionieri ci donarono la
compatibilità genetica, incrociando la nostra razza con la più
intelligente di quelle autoctone e quindi non dobbiamo
temere di avvicinare altre comunità, qualunque sia il loro
livello di sviluppo; certamente sarà necessario un
adattamento, sia biologico sia affettivo, cercando di
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181
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
assimilare i loro usi e costumi e di condividere con essi i
nostri.
Vi comunico che i battelli della migrazione sono già stati
varati e sono attraccati in vari punti delle coste, protetti e
nascosti in insenature naturali, secondo la direzione in cui si
dovranno muovere e già completamente riforniti e attrezzati.
Prossimamente ogni nucleo familiare riceverà l’invito
d’imbarco insieme con altri gruppi che ogni Clan ha scelto
quali membri della propria cerchia di conoscenze. Così, a
partire insieme, saranno delle vere e proprie comunità in cui
tutti sono uniti anche da profondi legami sentimentali; in
questo modo la collaborazione nel superamento delle
difficoltà sarà più sentita e proficua …”.
che aveva vissuto in quel viaggio morfeico e simbolico.
Conosceva il significato psicologico di quando si sogna di
volare e cercava di interpretarne le immagini: gli ambienti
familiari, Marie Sue, il discorso … ricordava tutto, comprese
le sculture della città di Katlatan che, a primo avviso, solo
uno scherzo della mente li aveva fatti identici a quelli visti
poche ore prima sui reperti archeologici immagazzinati al
livello 66. Come al solito, la sua mente era arrivata più
lontano di ogni fantasia. Sarebbe rimasto a letto volentieri e
avrebbe voluto riaddormentarsi per riprendere il sogno ma
doveva alzarsi, preparasi e scrivere il rapporto.
Il discorso è arrivato quasi alla fine e si cominciano a udire i
primi applausi e s’intonano gli antichi inni cerimoniali
sferiani.
”… sento che non riesco più a controllare il mio assetto …
qualcosa mi risucchia in alto … oddio, che senso di vuoto
nello stomaco! L’isola si fa sempre più piccola nell’azzurro
del mare, è come vedere tutto attraverso lo zoom di una
potente telecamera, ora vedo un piccolo cerchio di luce e,
intorno, le tenebre e … “.
Christian aprì gli occhi ancora con il fiato spezzato da una
sensazione di formicolio nello stomaco simile a quella che si
prova durante un improvviso cambiamento di direzione
verticale, come durante una picchiata delle montagne russe.
Pochi istanti dopo suonò la sveglia e si rese conto che quel
sogno era ritornato a fargli visita, come le altre volte, dopo
che aveva avuto delle emozioni rilevanti.
Rimase un attimo perplesso, supino sotto le lenzuola con un
braccio appoggiato sopra la fronte, a cercare di ricordare ciò
182
Nella base di collaudo dell’Area 51 lo attendevano ancora
alcuni giorni di lavoro per sottoporre l’impianto ai cicli di
stress e ai test di resistenza alle vibrazioni random,
completare il resoconto per i suoi superiori e cominciare
finalmente la sua vacanza che, una volta fuori dal Nevada
Test Site, sarebbe continuata con una lunga gita a San
Francisco, Palo Alto e Oakland.
Ogni tanto Christian, durante le pause nelle lunghe giornate
di lavoro che passavano monotone nei cupi ambienti
sotterranei o prima di riaddormentarsi, ripensava alla
continuazione del sogno fatto la prima notte della sua
permanenza nella base di Groom Lake. Sperava di
proseguire il viaggio e di conoscere finalmente la fine della
storia, ma era inutile, impossibile controllare i meccanismi
della mente e il sogno non ritornò mai più.
Allora cominciò a ragionarci sempre più spesso, a
fantasticare in merito al possibile destino degli esuli, o
meglio, scampati di Katlatan:
“… e se fossero veramente esistiti, se veramente migliaia di
anni fa un popolo proveniente da un altro pianeta avesse
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
colonizzato la Terra per salvare dall’estinzione la propria
discendenza che sarebbe occorsa a causa del preannunciato
arrivo di un gigantesco asteroide? Certi particolari
dell’ambiente di Sfera mi sono ritornati in mente quando ho
visto la proiezione tridimensionale di Marte al JPL; sia la
distanza Terra – Marte che le caratteristiche principali dei
due pianeti, del tutto paragonabili, possono essere
compatibili per un’ipotesi di viaggio interplanetario, che
d’altronde è già in programma ai giorni nostri in senso
inverso, e per l’ipotesi di un’antica ed estinta presenza di
vita sul pianeta rosso.
Se poi si fossero veramente integrati con varie etnie sui
diversi continenti, apportando alcune delle loro conoscenze;
allora si spiegherebbero i tanti enigmi irrisolti che aleggiano
su alcune antiche civiltà, giudicate inspiegabilmente troppo
avanzate per i loro tempi. Noi, ora, nella critica situazione
ambientale in cui ci ritroviamo in questo inizio di terzo
millennio, probabilmente, staremmo andando incontro a una
nemesi (7) storica ed ecologica che era già preannunciata nel
sogno, da quell’oratore … mha … forse sto esagerando!
Sono proprio curioso di assistere a quella conferenza del
SETI! Voglio proprio vedere se, come diceva il dottor
Shoela al JPL, durante quell’incontro per la raccolta di fondi
cui parteciperanno tanti scienziati, astronomi, studiosi delle
religioni e biologi, si potrà assistere all’esposizione di teorie
simili.”.
I tre uomini, Christian e i due militari, risalirono in
superficie per portare a termine le ultime formalità prima
della partenza per il viaggio di ritorno alla Nellis Base.
Arrivati nei pressi del campo da Baseball, mentre erano
diretti verso le palazzine degli uffici amministrativi,
notarono che un folto gruppo di militari della Base stava
riscaldandosi, probabilmente per disputare una partita fra
commilitoni.
Allora Hutton, molto appassionato del Gioco, disse: “ non vi
andrebbe di fare qualche lancio?”.
Il capitano Shelton subito annuì mentre Chris, che era più
abituato alla palla ovale da Rugby e ai placcaggi, allargò le
braccia e rispose: “ perché no? Non è poi molto diverso dal
Cricket”.
Il giorno di lasciare l’NTS, di salutare il colonnello Hutton e
di essere riaccompagnato a Las Vegas dal capitano Shelton
era finalmente giunto.
7
La giustizia che, attraverso la storia, colpisce nei discendenti le
ingiustizie, o gli errori dei progenitori.
184
Christian ci mise un po’ di tempo a familiarizzare con il
guantone di cuoio della Regent che uno dei militari gli
prestò, ma poi impressionò gli americani per la facilità con
cui aveva appreso come raccattare la pallina mentre rotola a
terra e per i lunghi e precisi lanci; aveva solo qualche
difficoltà a intercettare al volo la dura sfera poiché il
guantone s’indossa sulla mano debole, nel suo caso la
sinistra. È difficile acquisire padronanza di un gesto tecnico
in pochi minuti di esercizio. Dopo qualche lancio di
riscaldamento passarono a esercitarsi alla battuta; le mazze
erano costituite di una lega di alluminio speciale e con quelle
a Chris sembrava fin troppo facile colpire la palla, almeno
fino a che i lanciatori non cominciarono a sfoggiare la loro
abilità nei lanci curvi. In un lampo le squadre furono formate
e all’urlo di “Play Ball”, il tradizionale ordine di avvio del
gioco, la partita cominciò.
Chris, che conosceva abbastanza le regole, si divertì molto
quel pomeriggio anche perché i tempi non erano così lunghi,
tra pause, cambi e avvicendamenti alla battuta, come nelle
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
partite ufficiali che ogni tanto si vedevano in TV, trasmesse
per concessione, dalla BBC e quindi c’era anche il tempo di
farsi spiegare i dettagli del gioco, di ricevere consigli tecnici
e di metterli subito in pratica; non si apprezzano mai a fondo
le qualità di un popolo se non si prova uno dei giochi
tradizionali del paese visitato, e il Baseball ha racchiuso in
se tutto lo spirito, la durezza e la semplicità propri dei padri
fondatori americani.
per vederlo partire. Alzò il braccio sinistro in aria con la
mano aperta e solamente dopo che fu contraccambiato da
tutti quanti si girò e montò sul velivolo con una rapida
sequenza di movimenti, seguito subito dopo da Shelton.
Christian non aveva tralasciato nemmeno di consegnare
nelle mani del colonnello Hutton la cartolina speciale che
avrebbe lasciato di stucco Dawson e tutti gli altri ragazzi del
Lions, quando avrebbero visto il timbro dell’ufficio postale
militare dell’USAF nel Nevada Test Site; un simpatico
marziano dalla testa ovale verde e dagli occhi a mandorla
con le pupille da Cobra se ne stava appoggiato a un cartello
con scritto “Area 51 – Restricted Area”, indicando con il
lungo pollice la tortuosa strada verso la base e una frase
racchiusa in un fumetto “Follow Me on the ET Highway”.
Sul retro della cartolina, vi erano naturalmente i saluti e un
pensiero che rincarava la dose di mistero - Spesso la realtà
supera la fantasia; saluti Christian – e, naturalmente,
l’indirizzo: The Rugby Football Club - Club house, Webb
Ellis Rd Rugby Warwickshire CV22 7AU – England.
La giornata era finita, ormai l’ora della partenza era
prossima.
Christian salutò tutti i suoi nuovi amici, contento di avere
fatto un’altra esperienza tanto istruttiva; gli era piaciuto un
sacco poter ritornare bambino per un paio d’ore e distrarsi,
stancarsi e sudare solo per il piacere di stare in compagnia e
di apprendere un gioco che, nella sua semplicità, si può
anche praticare in un comune campo o in un parco cittadino
con pochi mezzi e con un pizzico d’inventiva, necessaria a
tutti i ragazzi per crescere. Si ripromise che un giorno
l’avrebbe portato anche a Rugby e che avrebbe coinvolto i
suoi allievi, tanto per rompere gli schemi e portare nuovi
stimoli e sviluppare diverse abilità.
L’elicottero, il solito HH-60 Pave Hawk che svolge il
servizio di collegamento tra le installazioni dell’NTS, era già
in fase di riscaldamento sulla piattaforma di decollo e stava
attendendo solo Christian e il capitano Shelton per decollare
e dirigersi verso la Nellis Base.
I due, accomiatatisi dal colonnello Hutton, dopo essersi dati
una rapida rinfrescata a una fontanella installata nei pressi
del campo di Baseball, e rimessisi le camicie, si avviarono
verso il mezzo. Chris, col suo bagaglio a zaino in spalla e
l’immancabile borsello del notebook, si girò un’ultima volta
a salutare i ragazzi che, interrotta la partita, si erano fermati
186
Il volo di rientro alla Nellis era allo stesso tempo liberatorio
e rilassante perché ormai Chris si poteva concentrare a
osservare il paesaggio scorrere sotto di loro. Quella
situazione, ancora una volta, gli faceva rivivere le emozioni
del sogno di Katlatan. Anche il capitano Shelton era felice di
rientrare a casa, gli mancava la moglie e già assaporava il
piacere di una serata a cena fuori in sua compagnia.
Al McCarran International di Las Vegas Christian avrebbe
preso un volo della United che in circa novanta minuti lo
avrebbe portato a San Francisco mentre Shelton sarebbe
salito sul primo cargo militare in partenza per Los Angeles.
“… sono stato molto bene Louis, quasi mi dispiace
andarmene così in fretta, mi sarebbe piaciuto accettare il tuo
187
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
invito a trascorrere il week-end a Santa Monica e conoscere
tua moglie, ma ho già tutti i voli prenotati e non mi vorrei
perdere la conferenza del SETI … “.
“ Non preoccuparti Christian, quando vorrai e avrai tempo,
la nostra porta sarà aperta, teniamoci in contatto con le email private, qualcosa mi dice che ci sarà un’altra occasione.
Spero che, oltre ad apprezzare la bellezza di San Francisco,
tu possa trovare qualcosa d’interessante a quella conferenza
… anzi ne sono sicuro!”.
Finirono di salutarsi in modo informale, come avevano
iniziato dandosi amichevolmente del “tu”, con un abbraccio
e una lunga ed energica stretta di mano.
“ Auguri Louis, mi raccomando, quando consegnerai il
rapporto al comandante Stenseth ricordati di portare anche a
lui i miei saluti”.
“ Sarà fatto! “
Così dicendo Shelton si mise sull’attenti e onorò Chris del
saluto militare e poi i due si allontanarono definitivamente
verso le loro reciproche destinazioni.
Christian, che si stava dirigendo verso i cancelli d’imbarco,
volle accendere per un attimo il telefono cellulare che,
nell’isolamento dell’NTS, non aveva più utilizzato tranne
che per rubare quelle fotografie al livello 66.
Con sorpresa, la suoneria tipo alfabeto Morse, gli aveva
indicato due messaggi in arrivo.
Un avviso di chiamata della cugina Monica, seguito da un
altro sms: “ impossibile mettermi in contatto, richiamare a
casa, urgente! Un abbraccio, Monica”.
188
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XIV
A Melbourne, nella piccola casetta di Greensborough,
fervevano i preparativi per la partenza.
Marie Sue, aiutata anche dalle scarse finanze della rivista
universitaria, aveva prenotato il viaggio in classe economica
sia per la trasvolata sopra l’oceano Pacifico da Melbourne a
Los Angeles in California sia per lo Spostamento verso San
Francisco. Il volo Quantas QF93 sarebbe partito dal
Terminal 2 dell’aeroporto internazionale del capoluogo del
Victoria alle 10:10 a.m. per arrivare negli Stati Uniti, dopo
circa quattordici ore di volo ininterrotto, alle locali 7:30 a.m.
dello stesso giorno a causa dei fusi orari. Il volo di
spostamento interno dell’American Airlines era in
coincidenza alle 9:30 locali dal Terminal 4 dell’International
di Los Angeles con arrivo a San Francisco intorno alle ore
11:00. Nell’ora e mezzo che avrebbe avuto di attesa prima
dell’imbarco, Marie si era ripromessa di dare una bella
ripassata al suo discorso.
Prima però, si doveva preoccupare di lasciare Julian in mani
sicure; in un primo momento aveva pensato di portarlo con
sé ma in Australia si era nel bel mezzo dell’anno scolastico e
il ragazzino stesso non voleva perdere nessuna lezione. La
scelta era ricaduta ancora sulla signora Palmieri che, anche
se in quel periodo aveva qualche problema di salute, con la
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
sua artrosi sempre più fastidiosa, era ben felice di avere
accanto Julian che le avrebbe fatto compagnia nelle fredde
serate dell’inverno australe.
Prima di caricare la valigia nella macchina dell’amica
Debby, che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto, Marie
Sue si era lungamente attardata a salutare il figlioletto e a
raccomandarsi di fare il bravo, di studiare e finire tutti i
compiti ma, soprattutto di non combinare guai e cercare di
non dare noie alla sua tata. Julian era abituato alle assenze
della madre che ogni tanto affrontava dei lunghi viaggi per i
suoi studi ed era tranquillo; poi apprezzava molto la cucina
saporita e i dolci della signora Palmieri e trovava in lei la
nonna gentile, saggia, paziente e premurosa che non aveva
mai avuto.
Le due donne, a bordo del vecchio fuoristrada Toyota di
Debby, imboccarono la Northern Ring Road verso ovest, in
direzione di Tullamarine per poi dirigersi verso nord, appena
superato Glenroy, per raggiungere l’aeroporto internazionale
di Melbourne che sorge in prossimità dell’area di Gladstone
Park.
Debby, una trentaseienne mora dai bellissimi occhi chiari di
un colore grigio ghiaccio e dal portamento slanciato e
classico, è un’amica d’infanzia, anch’essa separata e con due
bambini. Lei è sempre stata molto affezionata a Marie Sue e
le due si aiutano spesso scambiandosi favori reciproci
quando per motivi di lavoro si devono dare il cambio per
portare i bimbi a scuola, prelevarli dopo le lezioni o per
accompagnarli alle attività sportive o ricreative della
parrocchia.
“ Oh Marie, chissà che emozione ritrovarti negli States a
parlare di fronte a tutti quei cervelloni, t’invidio molto per il
viaggio ma schiatterei per l’agitazione …”.
191
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Cara Debby, è vero, anch’io sono molto emozionata, ma
devi sapere che, in fondo, sono tutte persone semplici, che
mettono una grande passione in quello che fanno e, spesso,
tutto il loro lavoro passa inosservato perché offuscato dai
successi delle applicazioni che derivano dal frutto dei loro
studi … che sono puntualmente brevettate da qualche grossa
azienda sponsorizzatrice …”.
“ Spero almeno che riuscirai a visitare la città e ad avere un
minimo di tempo per spedirmi una bella cartolina …”.
“ Non temere Debby, questo e altro, vedrai che ti porterò
anche un bel regalo, ma devi promettermi che ogni tanto
andrai a fare una capatina dalla signora Palmieri per vedere
se ha bisogno di qualcosa, sai, ormai è anziana, lei è sempre
disponibile a tenere Julian ma la vedo sempre più stanca”.
“ Sì, povera donna! Quante volte l’abbiamo fatta disperare
… ti ricordi? Durante le nostre vacanze… eravamo delle
pesti; non faceva in tempo a finire di pulire i pavimenti di
casa tua che noi arrivavamo dal fiume con i piedi sozzi di
fango e le toccava ricominciare da capo; stai tranquilla,
vedrò di passare ogni sera al ritorno dal lavoro, porterò
anche i miei due discoli così tutti e tre potranno andarsene a
giocare in giardino”.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
cavalcare le onde degli oceani lasciandola con due
marmocchi da crescere da sola.
“ Ok Deb, sei un tesoro … e anche una pazza alla guida,
siamo già arrivate? …”.
Intanto stavano imboccando l’ingresso del parcheggio
dell’aeroporto e in lontananza si scorgeva già la scritta
‹‹Melbourne›› sulla facciata dell’edificio prefabbricato, dove
era ubicato il Terminal 2. Le grandi porte scorrevoli in vetro
acidato con incisa la sigla T2 si aprirono automaticamente al
loro arrivo.
Marie Sue, girandosi verso l’amica che l’aveva
accompagnata fino all’imbarco, disse:
“… non so come ringraziarti … vieni qua …” e allargò le
braccia in segno d’invito.
Si abbracciarono affettuosamente scambiandosi due baci
sulle guance e si salutarono per l’ennesima volta e poi Marie
si voltò e si diresse verso l’Aerbus 380-800 della Quantas,
dai tradizionali colori bianco e rosso con un canguro
stilizzato disegnato proprio sull’impennata di coda.
Debby lavorava come commessa in un negozio di alta moda
in città, dopo una carriera da modella e hostess consumatasi
nelle manifestazioni automobilistiche o sportive che si
tengono annualmente nello stato del Victoria. Un bel giorno,
in vacanza sulla Gold Coast, rimase folgorata da un aitante
surfista americano che, dopo qualche anno di convivenza, se
ne era ritornato a una vita più spensierata a rincorrere e a
Marie mostrò il biglietto allo Stuart di bordo che le indicò il
suo posto: “Main Deck, zona B, fila 51 poltrona K”. Il suo
posto si trovava sul lato destro della fusoliera, vicino
all’oblò, in prima fila proprio dirimpetto all’anticamera della
prima classe. Lei stessa aveva scelto il posto facendo il
booking online perché le piaceva guardare il panorama e il
suo punto d’osservazione era proprio posto all’inizio
dell’attaccatura dell’ala destra. Marie, appena si fu
accomodata, intanto che gli altri passeggeri occupavano i
loro rispettivi posti, aprì il bagaglio a mano ed estrasse la
brochure della conferenza del SETI per ricordarsi i due
differenti indirizzi: quello della nuova sede dell’istituto, che
192
193
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
aveva di recente cambiato quartiere, e quello della sala
conferenze dove si sarebbe tenuto l’incontro. Ogni tanto
dava una sbirciata fuori dall’oblò ma, finché erano a terra, si
riuscivano a vedere solamente le grandi code dagli svariati
colori e “logo” stilizzati delle tante compagnie aeree. Prese
velocemente un paio di appunti come promemoria da tenere
nel portafogli: arrivo a San Francisco e spostamento alla
sede del SETI - 189 North Bernardo Avenue – contea
Mountain View - poi, in compagnia della Tarter, la direttrice
dell’istituto in persona, fino al centro conferenze del Santa
Clara Hyatt Regency Hotel al 5101 Great American
Parkway di Santa Clara.
Era stata proprio la dottoressa Jill Tarter a invitare Marie
Sue con un’accorata lettera di complimenti.
L’opuscolo di presentazione del SETIcon, così si chiamava
l’evento interdisciplinare, era molto completo e dettagliato.
Il SETIcon avrebbe coinvolto sia gli adulti, attraverso la
presentazione di progetti, studi e scoperte, sia i giovani con
una ben organizzata promozione scientifica curata dalla
dottoressa Edna DeVore, la responsabile dei progetti
educativi per le scuole e dei contatti esterni con il pubblico.
Marie, leggendo il libretto promozionale, era rimasta
positivamente stupita dal fatto che un loro progetto si
chiamasse SOFIA, quasi come il giornale di etica, teologia e
filosofia dell’università di Melbourne:
dell’Ames Research Center della NASA (8), nell’area della
Baia di San Francisco, portando gli astronomi a
un’altitudine di circa 41000 piedi, circa 12,5 chilometri,
approssimativamente quattro notti la settimana. Da questo
vantaggioso punto di osservazione, sopra il vapore acqueo
atmosferico che assorbe il 99% della radiazione infrarossa
proveniente dallo spazio, SOFIA aiuterà nello studio di
moltissimi fenomeni astronomici che sono difficili da vedere
dagli osservatori installati a terra, come la natura dei buchi
neri galattici, l’evoluzione delle galassie, la composizione
chimica delle nuvole di gas interstellari, le molecole
complesse nelle comete, e come si formano le stelle e i
sistemi solari. ››.
‹‹ Il SETI Institute, in partnership con l’Astronomical
Society of the Pacific (ASP), sta conducendo il programma
di educazione e di sensibilizzazione al pubblico per il SOFIA
- the Stratospheric Observatory For Infrared Astronomy.
SOFIA è un osservatorio aviotrasportato della NASA di
prossima generazione. SOFIA sarà caratterizzato da un
telescopio di 2.5 metri di diametro montato su un Boeing
747SP pesantemente modificato. Esso sarà attivo all’esterno
194
Mentre stava finendo di leggere il trafiletto, arrivò un
passeggero che si sedette proprio nella sua fila, alla poltrona
“H”, la prima dal corridoio. Tra lei e il nuovo arrivato
rimase una poltrona vuota; intanto cominciava la procedura
di decollo.
Il ragazzo era alto, biondo e robusto, dal fisico atletico, con i
capelli lunghi, sui ventisei anni, il perfetto phisique du role
del surfista, avventuriero e rubacuori. Marie pensò tra sé: “
molto carino, ma conosco il tipo … “, probabilmente
ricordando l’esperienza dell’amica Debby.
Appena il velivolo si fu stabilizzato in quota e i passeggeri
liberi di slacciarsi la cintura di sicurezza, Marie prese il
bagaglio a mano e andò a cambiarsi alla toilette: doveva
togliersi il maglione bianco a collo alto in calda lana
8
ARC è un centro di ricerca NASA, fondato nel 1939 come laboratorio
della seconda Commissione Nazionale Consultiva per l’Aeronautica
(NACA) degli Stati Uniti, intitolato a uno dei membri e fondatori: Joseph
Sweetman Ames. E’ situato in California a Mountain View, sobborgo di
San Francisco affacciato sulla sponda meridionale dell’omonima Baia,
nell’area dell’aeroporto federale di Moffett Field.
195
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
australiana, la gonna pantalone e gli scarponcini invernali
per mettersi un abito più adatto al clima che avrebbe trovato
in California. Quando ne uscì, sembrava un’altra persona, i
capelli, prima raccolti, ora erano sciolti, indossava un paio di
graziosi sandali in cuoio chiaro con la suola a zeppa
leggermente rialzata sul tacco, i jeans leggeri di un bel
colore beige e la camicetta bianca di cotone ricamato con il
grande colletto a punte lunghe, stile anni settanta, e le strette
e originali maniche corte a petalo. Tornando al suo posto
notò che altre persone stavano eseguendo il rito del cambio
d’abito come aveva appena finito di fare lei.
Anche il suo vicino di posto aveva notato il cambiamento,
con quel look sportivo Marie sembrava molto più giovane ed
era veramente attraente.
Mentre cercava di riporre il rigonfio bagaglio a mano
nell’apposito vano, il giovanotto, che stava parlando con una
delle hostess di bordo, non si fece sfuggire quell’occasione
per attaccare subito bottone, ringraziò velocemente
l’operatrice e si volse verso Marie chiedendo:
“… piacere, io sono Marie Anderson, come si è trovato
nell’ambiente Aussie?…”.
“… Bhè, devo dire che i posti dove sono stato non sono
molto differenti dalle spiagge della California, si respira la
stessa aria di spensieratezza e di vita alla giornata. Ho
passato la maggior parte del tempo sulla Gold Coast per
partecipare a varie competizioni di Surf e stare insieme agli
amici del posto, poi, quindici giorni a Melbourne, in visita a
conoscenti …”.
“… eh, capisco una ragazza... vero? … molte donne di città,
dopo aver passato una vacanza rilassante su quelle
meravigliose spiagge, ritornano con il miraggio del vero
amore nel cuore …”.
“… salve, posso essere di aiuto?”, cercando di mostrare
un’aria disinteressata.
“… mi sorprende, Marie, ha proprio colto nel segno; sarà
perché lì a Melbourne ci sono molte ragazze di origine
italiana, che sono ancora di mentalità antica … sono
praticanti, vanno a messa, pensano subito alla casa, alla
famiglia, ai figli … oh, mi scusi non vorrei offenderla, è
anche lei del Victoria?”
Marie Sue rispose con molta gentilezza:
“… sì, ma non si preoccupi... io ho origini anglosassoni”.
“… grazie mille, ho già fatto …”.
Backer scoppiò in una grassa risata che fece voltare alcuni
degli altri passeggeri verso di loro. Poi, riabbassando il tono
della voce, pensando chissà che, continuò:
Allora, mentre lei si riaccomodava al suo posto vicino
all’oblò, lui si sedette nella poltrona accanto e si presentò:
“… io mi chiamo William Backer, sono di Santa Monica e
sto ritornando a casa dopo quasi un anno di permanenza in
Australia …”.
196
“ … vedo che mi capisce, sà io sono uno dallo spirito libero,
mi piace la vita all’aria aperta e avventurosa, non sono il tipo
da due cuori e una capanna …”.
197
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Allora Marie, vista la piega che stava prendendo il discorso,
cercò di dribblare il tentativo di abbordaggio avendo cura di
non comunicare molte informazioni su di sé e sulla sua vita
privata e continuò interrogando il giovane californiano.
irregolare … il mio viaggio è di natura, per cosi dire,
professionale …”.
“… senza dubbio, ma riesce a mantenersi cavalcando le
onde degli oceani? …”.
“ Bhè, sono iscritto alla facoltà di economia di UCLA (9) e
ricevo un contributo annuale dai miei genitori, che se la
passano molto bene, per l’affitto dell’appartamento ed io con
quello, facendomi ospitare da amici, riesco ad avere una
buona base per barcamenarmi. Faccio qualche piccolo
lavoretto, insegno Surf sulla spiaggia … e poi, nelle gare, a
volte ci sono ricchi premi in denaro o viaggi che mi
rivendo”.
I due continuarono a parlare per circa un’ora e poi si
rilassarono nelle rispettive poltrone, infatti, il viaggio era
ancora lungo e avrebbero dovuto doppiare parecchi fusi
orari, era assolutamente necessario, per chiunque stesse
affrontando quel volo intercontinentale, fare qualche ora di
sonno.
“ Io, sono un’insegnante, e ho un bimbo di otto anni, la mia
vita, anche volendo, non potrebbe essere così avventurosa e
Quando Marie si risvegliò, era passato parecchio tempo,
Backer era incuffiato e stava vedendo un film, allora chiese
a una hostess a che punto del viaggio fossero.
Mancava giusto un’ora esatta all’arrivo a Los Angeles;
Marie si alzò per recarsi alla toilette per un bisogno
fisiologico e per darsi una rinfrescata.
L’annuncio dell’imminente atterraggio arrivò presto e
William volle a tutti i costi scambiare l’indirizzo con la bella
professoressa australiana. Magari aveva già pensato di farsi
ospitare al suo prossimo ritorno nel continente australe.
Marie, molto prudentemente, gli aveva rifilato l’indirizzo di
un ristorante di Sidney, dove non la conosceva nessuno, solo
l’indirizzo di posta elettronica, diverso da quello
dell’Università, era reale.
Durante la permanenza nella sala d’attesa del Terminal 4
dell’International di Los Angeles, come aveva programmato,
rilesse attentamente il discorso con il quale, al SETIcon,
avrebbe illustrato agli astanti le ipotesi scaturite dalle sue
ricerche, per vedere se doveva fare delle aggiunte
dell’ultimo minuto o correggere qualche passaggio per
renderlo più coinvolgente.
9
Il volo di spostamento interno dell’American Airlines
QF3243 arrivò a San Francisco alle ore 11:00 precise, senza
Allora Marie non poté che incalzarlo sarcasticamente.
“… devo dire che è un bel metodo per imparare a mettere in
pratica le tecniche della new economy …”.
“ Eh sì …” disse il furbo americano “ … stanziamenti a
fondo perduto o a basso tasso d’interesse da paesi in cui il
tenore di vita è molto elevato e investimenti ridotti nei paesi
in via di sviluppo dove spesso c’è l’abbuono della totalità
delle tasse che sono caricate sui lavoratori, con la differenza
si fa il profitto … ma lei Marie, cosa fa nella vita? …”.
University of California Los Angeles
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
intoppi né altri disturbatori. Marie Sue era molto impaziente
di incontrare e fare la conoscenza della famosa Jill Tarter,
una delle più influenti donne d’America in campo
scientifico. Era rimasta molto colpita dalla lettura della sua
biografia, inserita nel libretto del SETIcon. Si ricordava di
avere visto il famoso film Contatto, il cui soggetto
cinematografico era stato scritto dallo scomparso astronomo
Carl Sagan, da cui era poi scaturito l’omonimo romanzo. Al
precursore dell’attività del SETI fu poi intitolato uno dei
suoi centri di ricerca e di studio delle possibilità di sviluppo
di forme di vita extraterrestri, una disciplina chiamata
Astrobiologia, il Carl Sagan Center, diretto dal Dott. David
Morrison.
La sorpresa, per la nostra archeologa, fu ancora maggiore
quando scoprì che l’attrice protagonista, la bravissima Jody
Foster, aveva passato molto tempo e parlato a lungo con la
direttrice del SETI alla quale si era ispirata per costruire il
carattere del suo personaggio.
Intanto il taxi che l’avrebbe accompagnata alla sede del
SETI era arrivato e l’autista si stava impegnando a caricare
nel baule il suo bagaglio. Salita sul taxi e appena iniziato
l’ultimo tragitto del lungo viaggio, osservando il paesaggio
intorno a se, fantasticava e i suoi pensieri correvano per le
altalenanti colline dell’ego femminile immaginando quale
attrice avrebbe potuto impersonarla… una volta che fosse
diventata famosa; non è che Marie aspirasse a tanto, ma si
immaginava quanto sarebbero stati orgogliosi di lei il
defunto padre e il figlio Julian, al quale non smetteva mai di
pensare; e soprattutto all’invidia che avrebbe provato la
madre nei suoi confronti, lei che era sempre e a qualsiasi
costo in cerca di gloria e di visibilità.
Le venivano in mente molte brave e carismatiche attrici che
aveva ammirato al cinema, rivedendo le rassegne dei bei
film degli anni ottanta e novanta, secondo lei ormai unici.
Sia per il carisma dei personaggi interpretati, anche se a
volte un po’ troppo scabrosi, ma soprattutto per l’aspetto
fisico, poteva essere molto somigliante a una via di mezzo
fra Theresa Russell e Rebecca De Mornay.
La guida molto dolce del conducente del taxi, e la musica
molto soft in sottofondo, resero molto piacevole la corsa in
automobile lungo le ventiquattro miglia della Bayshore
Freeway 101 che la dividevano dalla sua meta. In poco
meno di un’ora si ritrovò davanti all’ingresso del SETI
institute.
Su di una grande targa era scritta la mission
dell’organizzazione, che diceva all’incirca così:
200
The mission of the SETI Institute is to explore, understand
and explain the origin, nature and prevalence of life in the
universe.
We believe we are conducting the most profound search in
human history, to know our beginnings and our place among
the stars (10).
Era il primo pomeriggio, Marie, dopo aver pagato l’autista,
con i bagagli ancora appoggiati a terra, guardò la palazzina,
tirò un profondo respiro come a dire, “ ci siamo!”, e poi si
avviò per farsi annunciare.
10
L’intento o missione del SETI institute è di esplorare, capire e spiegare
le origini, la natura e la diffusione della vita nell’universo. Noi crediamo
di condurre una delle più profonde ricerche della storia umana – per
conoscere le nostre origini e il posto che occupiamo fra le stelle.
201
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XV
Christian era preoccupato da quel messaggio, pensò
immediatamente a quel disturbo alla mano avuto dalla
madre. Compose in gran fretta il numero di casa, senza
nemmeno avere la lucidità di usare quello che aveva già
memorizzato nella rubrica.
“ Pronto? Sono io …. Monica? … Cosa succede?“.
“ Sì Christian ciao, meno male che hai chiamato subito,
come ti ho scritto nell’e-mail sono passata a salutare gli zii
prima di partire, … ora non preoccuparti … lo zio stava
appunto dicendomi che tu avevi ricevuto il mio messaggio
quando la zia ha avuto un piccolo malore … l’abbiamo
portata di corsa al pronto soccorso e ora è fuori pericolo …”.
Chris, che ebbe un tonfo al cuore, sentendosi
istantaneamente gonfiare le palpebre di lacrime, chiese
abbastanza agitato:
“… sai cosa è stato Monica? Sai già qualcosa di più
preciso?”
202
203
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“… Sì, a quanto pare è stato un picco di pressione che le ha
causato una leggera ischemia cerebrale, infatti, aveva
difficoltà a muovere le dita della mano destra e cominciava
anche a trascinare la gamba dello stesso lato del corpo”.
“… Ecco, la mano! Era stata il campanello d’allarme, mai
sottovalutare certi segnali! … Sentiamo sempre tanti
consigli su come interpretarli e poi, quanto succedono, non
vi prestiamo la dovuta attenzione … ma adesso, dove sono i
mie? ”
Christian si sentiva in colpa perché si trovava lontano, era
l’unico che avrebbe potuto convincere la madre ad andare
subito a fare dei controlli preventivi.
“ Chris stai calmo!…”, disse Monica con tono rassicurante.
“ Ora la zia sta bene, lo zio Paul è ancora con lei
all’ospedale di St. Cross, è stata ricoverata preventivamente
per essere tenuta sotto osservazione, là è in buone mani,
hanno un reparto specializzato per questi casi; ho saputo di
gente che ha recuperato totalmente da situazioni molto ma
molto più disperate …”.
“ ... E John ?… l’avete avvisato? …“
“ Sì Chris, si è precipitato subito anche lui, è rimasto fino a
che la situazione si è normalizzata, poi è dovuto ritornare al
lavoro … ma non temere, io sono già in vacanza e il mio
volo è tra un paio di settimane, quindi posso rimanere
volentieri a dare una mano a tuo padre intanto che la zia
Evelyn fa le prime terapie riabilitative …”.
204
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Sono combattuto, mi sento un nodo allo stomaco, devo
tornare col primo volo per Londra! …”.
Monica, che sapeva quanto il cugino tenesse ai suoi genitori,
gli riferì quello che Paul le aveva detto poco prima che lei
uscisse dall’ospedale per tornare alla loro casa in Wood
Street per prendere qualche indumento intimo e qualche
accessorio della zia, necessari alla degenza nella struttura
sanitaria.
“ Guarda che tuo padre mi ha detto le testuali parole: se
mentre sei in casa dovesse chiamare Christian,
tranquillizzalo e digli di non lasciarsi andare a puerili
isterismi. Digli anche che la mamma è fuori pericolo e vuole
che lui completi il suo viaggio; di rilassarsi che lei sta bene e
che è in buone mani … Dice che sono cose che succedono e
che lo sa benissimo che lui le vuole un bene dell’anima … e
poi ha del sangue scozzese che le scorre nelle vene ed è dura
a morire …”.
Dopo quella frase, finalmente, Christian si calmò. Era
sollevato e gli uscì un leggero sorriso mentre si asciugava le
lacrime con il fazzoletto che era ancora intriso del profumo
di lavanda del detersivo preferito da Evelyn. Quante volte le
aveva sentito dire quella frase - “ chi ha nelle vene anche
una sola goccia di sangue scozzese ha la scorza dura come il
guscio di una noce di cocco ” - quando ritornava a casa
malconcio dopo le partite di rugby e lei lo medicava con
pazienza e tanto amore.
Rimase ancora un attimo ad ascoltare la cugina che
continuava a ripetergli di stare calmo e tranquillo e poi
sentenziò:
205
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Ok, Monica, va bene, ti ringrazio tantissimo, li lascio nelle
tue mani … mi raccomando allora, adesso sono ancora
rintracciabile al cellulare, se dovesse esserci qualche
complicazione non esitare a chiamarmi … io di tanto in
tanto ti richiamerò, lì a casa o al tuo cellulare per sentire
come va … Ok?… a proposito hai sempre lo stesso numero?
…”.
malconcia e usurata, su cui era appiccicato un adesivo
plastificato con sfondo giallo su cui, in nero, era stampato un
libricino con gambette e braccine in atteggiamento di corsa e
una scritta: BookCrossing. Sulla copertina azzurra del
volumetto si vedevano due mani disegnate, di un bimbo e di
una donna, che si “cercano” e a malapena il titolo “Creator”,
di Jeremy Leven edito da Coward McCann & Geoghegan.
Incuriosito Chris, cominciò a sfogliarlo.
All’interno, appiccicato sulla seconda di copertina, vi era un
adesivo con stampato un codice e, a fianco, una spiegazione
del progetto bookcrossing.
Chris aveva già sentito parlare di una certa usanza di
“lasciare in giro” dei libri in modo che altri potessero
leggerli, ma credeva si facesse solamente nelle Università o
negli ostelli per la gioventù. Così, per rinfrescarsi la
memoria cominciò a leggere il breve riassunto, stampato in
corsivo su carta da fotocopie e incollato all’interno come
una pagina aggiuntiva.
“… Sì Chris, è sempre lo stesso, siamo d’accordo … per
almeno quindici giorni puoi restare tranquillo … ci sono qui
io … e poi c’è anche tuo fratello John … anche se è normale
che la famiglia lo impegni tantissimo, con due bimbi in età
scolare, sicuramente passerà molto spesso a sincerarsi della
salute della zia …”.
“ Intesi Monica, ti ringrazio ancora per la comprensione e ti
mando un grosso abbraccio, dai un bacio a papà e mamma
da parte mia; ciao! …”.
“ Ciao Chris, consideralo fatto, ti voglio bene, a presto! ”.
Il Boeing 737 della United, in partenza verso l’aeroporto
Internazionale di San Francisco era decollato in perfetto
orario dal McCarran International di Las Vegas e Christian
stava comodamente allungato nella poltrona di seconda
classe assorto nei suoi pensieri. Avrebbe voluto volentieri
trovare qualcuno con cui scambiare qualche parola ma i
posti accanto al suo erano vuoti e si era quasi rassegnato a
vedersi uno di quei film commerciali, zeppi di spot
pubblicitari, che ti propinano le compagnie aeree per tenere
tranquilli i bambini. Poi, mentre si stava sporgendo per
chiamare una hostess per farsi portare un tramezzino e una
bibita, vide qualcosa che si trovava nel vano portaoggetti di
uno dei sedili. Si trattava di un libro, dalla copertina
206
Il BookCrossing anche noto come BC, giralibri, liberalibri,
consiste nella pratica di una serie d’iniziative collaborative
volontarie, e completamente gratuite, di cui alcune anche
organizzate a livello mondiale, che legano la passione per la
lettura e per i libri alla passione per la condivisione delle
risorse e dei saperi. L’idea di base è di rilasciare libri
nell’ambiente naturale, compreso quello urbano, o “into the
wild”, ovvero dovunque una persona preferisca, affinché
possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone.
L’iniziativa prende il nome dalla giustapposizione dei
termini Book e Crossing, che letteralmente vogliono dire
“incrociare un libro”, ma che in senso più lato stanno a
indicare l’intersezione tra le vite di chi legge i libri, che
appunto si toccano, seppur solo virtualmente, tramite un
207
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
volume. In seguito, il neologismo divenne una parola “vera”
e propria del vocabolario inglese.
“… E’ un sistema ingegnoso che mette in comunicazione
gente di tutto il mondo attraverso la condivisione di un libro
…” pensò Christian.
Il meccanismo del Bookcrossing ruota intorno all’esistenza
di un sito Web attraverso il quale è possibile dotare i volumi
di un codice identificativo unico, BCID o Bookcrossing ID,
che permetterà di seguire i loro spostamenti a livello
mondiale, sempre che sia utilizzato il sito Web a ogni
passaggio.
In precedenza esistevano iniziative simili, traccianti per
esempio il numero seriale dei dollari statunitensi, o relativi
al rilascio di fotocamere usa e getta, così come esistevano
iniziative poco più che individuali di abbandono di libri per
permetterne ad altri la lettura. L’idea consistette nell’unire le
due cose. Se qualcuno decide di rilasciare un libro
attraverso il BookCrossing, questo deve essere registrato per
ottenere un BCID, in altre parole il codice identificativo, in
modo da potere seguire il volume durante i suoi spostamenti.
Chi trova il libro è invitato, mediante etichette allegate a
quest’ultimo, a segnalare il ritrovamento sul sito Internet e a
rilasciarlo a sua volta, per dare la sua stessa opportunità ad
altre persone. Pur essendo consigliabile leggere un libro
ritrovato, quest’azione non è obbligatoria: essenziale è dare
la possibilità al libro di incontrare nuovi lettori, e in questo
senso vige la massima libertà. Il saltare la segnalazione, per
esempio perché non si ha accesso alla rete, non implica in
ogni modo che il libro non possa ripartire per il suo viaggio.
L’intuizione si deve a Ron Hornbaker, e a sua moglie Kaori
che la concepirono nel Marzo 2001, ispirandosi ad altri
sistemi di tracciamento in rete. Il sito Web divenne
accessibile circa un mese dopo, il 17 aprile 2001.
208
L’etichetta riportava il codice BCID, il Nick-Name di chi
aveva “liberato” il testo e il luogo: Squibie, 23 gennaio 2009
– Surry Hills, New South Walles Australia. Il libro stava
viaggiando ormai da quasi due anni, aveva fatto il giro del
mondo ed era abbastanza malconcio. Si notavano macchie di
unto e di caffè sui bordi delle pagine e una miriade di
appunti, indirizzi, scritti ai lati del testo, fortunatamente
quasi tutti lasciati a matita.
“ Interessante!…” pensò, immaginando le peripezie e le
vicissitudini e le diverse abitudini che un libro avrebbe
potuto incontrare cambiando continuamente di mano, ma
una conclusione logica non poteva mancare:
“… anche se penso che sia evidente che un libro scritto in
Inglese, lingua commerciale diffusa su tutto il globo a causa
delle conquiste coloniali, abbia molte più possibilità di
essere effettivamente letto - essendo questo l’intento
principale del BC – rispetto a un libro scritto in una lingua
poco diffusa, come l’Italiano per esempio. Visto poi che non
tutti i viaggiatori sono di lingua madre inglese e che quelli
che lo usano solamente per lavoro o per viaggi di piacere
non hanno una conoscenza della lingua anglosassone a
livello letterario sarebbe opportuno pensare alla
pubblicazione di collane di libri appositamente confezionati
per il bookcrossing; come una serie scritta a un livello base
per i neofiti, Elementary Graded Readers, oppure utilizzare
le già esistenti collane della Longman Simplified English
Series.”.
209
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Bene … registrerò il ritrovamento come dicono le
istruzioni …”, si disse tra sé Chris vincendo l’emozione di
avere fra le mani un pezzo di cultura itinerante, iniziando a
leggere; ripromettendosi di farlo non appena avrebbe potuto
riaccendere il suo notebook che, con il modem satellitare, gli
avrebbe permesso di riconnettersi a Internet.
parallelo di quella storia appena letta con le sue ultime
vicende familiari ma anche con un sentimento antico, che lo
aveva legato inconsapevolmente al ricordo di una persona
per molti anni e che forse era il momento di “liberarsene”,
come il libro, per ritornare finalmente a vivere e consentire a
qualche altra donna di avvicinarsi a lui, di rompere il vetro
d’indifferenza in cui si era imprigionato, per costruirsi
un’esistenza.
Il romanzo racconta delle avventure di un certo dottor Harry
Wolper che, coadiuvato dal suo assistente Boris Lafkin,
tenta di fare rinascere in provetta la moglie defunta dopo
avere coltivato le sue cellule per oltre trent’anni. La storia si
articola tutta intorno alle vicende umane dei due personaggi
tra gioie e dolori della vita di tutti i giorni, agli imprevisti
che, a volte, ci aprono gli occhi sulla realtà, catapultandoci
improvvisamente fuori del nostro mondo ideale ricordandoci
che c’è tutta una vita da vivere fino in fondo. Così quando il
dottore conosce una giovane donna che accetta di donargli
degli ovuli e che s’innamora di lui, dapprima la respinge
perché a suo dire lui, è ancora innamorato di sua moglie, che
sta per tornare. Quando Boris sta per perdere la sua
amatissima ragazza a causa di un aneurisma cerebrale,
Harry, capisce che la vita è nelle mani di Dio e del destino e
che non ci si deve fossilizzare sul passato ma bisogna
accettare quello che la stessa vita ci offre per continuare il
suo miracolo perpetuo e che lui, anche se possiede una
portentosa conoscenza biochimica, non può farci un bel
niente. Così la ragazza di Boris si salva e il dottor Wolper
ritrova la sua giovane amante e alla fine del libro diventerà
anche padre con immensa gioia e soddisfazione.
Certi fatti sembrano accadere in una sequenza
apparentemente casuale, ma il misterioso disegno universale,
che avvolge tutto e tutti, rende alcune coincidenze
sicuramente sconcertanti e ancora al di là dall’essere
esaurite.
Chris leggendo le ultime pagine del libro, visibilmente
emozionato, tratteneva i singhiozzi e le lacrime gli
scendevano copiose tanto che una hostess gli chiese se stava
bene e se aveva bisogno di qualcosa. Lui tranquillizzò
l’assistente di volo e poi ritornò con i pensieri a fare il
Il volo 0193 che era cominciato a Las Vegas alle ore 1:30
p.m. su cui si trovava il nostro Christian era in leggero
ritardo e ciò gli permise di finire il libro, che non aveva
molte pagine ed era scritto in modo scorrevole con caratteri
molto chiari e più grandi del normale; si appuntò i dati del
bookcrossing e lo ripose dove l’aveva trovato. L’aeroplano
si stava già abbassando per le manovre di atterraggio sulla
pista dell’International Airport di San Francisco, che si trova
nella contea di San Bruno, affacciato sulla bellissima e
omonima Baia. Per limitare le spese di spostamento Chris
avrebbe proseguito in pullman verso Palo Alto, dove di lì a
poche ore si sarebbe tenuta la conferenza mondiale del
SETI. Il torpedone doveva percorrere tutte le venticinque
miglia della riva ovest della Baia di San Francisco, sulla
penisola di San Mateo, attraversando anche le contee di
Redwood City e Palo Alto fino ad arrivare nella Silicon
Valley e fermarsi a poche centinaia di metri dalla sede
dell’istituto di ricerca. Quando salì sul Bus, erano circa le
4.30 pm. L’aria di fine Agosto era rovente e carica
dell’umidità dal sapore salmastro dell’oceano Pacifico che si
210
211
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
miscela con quella dolce dei fiumi come il Sacramento.
Questi, trovando il loro sbocco naturale dopo aver percorso
tutta la valle della California, si tuffano nel grande specchio
d’acqua presidiato all’estremità nord dall’Oakland Bay
Bridge, che collega le città di San Francisco a ovest e di
Oakland a est. Fu un sollievo ritrovare la frescura dell’aria
condizionata del mezzo dopo avere abbandonato per alcuni
minuti quella dei locali dell’aeroporto.
in un garage di Palo Alto; e come la Apple, anch’essa nata in
un garage di Los Altos nel 1976.
Il SETI è ospitato nel complesso della Stanford University
tra le contee di Santa Clara e Palo Alto, nel bel mezzo della
Silicon Valley.
La Silicon Valley, così chiamata negli anni settanta dai mass
media per il massiccio impiego del Silicio nei componenti
essenziali delle industrie ad alta tecnologia elettronica, si
estende per una cinquantina di chilometri lungo la US 101
tra Palo Alto e San Josè.
La Stanford University, fondata dal magnate delle ferrovie
della Pacific Railroad, Leland Stanford, in memoria del suo
unico figlio morto a sedici anni, è situata circa quattro
chilometri a ovest del centro di Palo Alto. L’ateneo è
esploso per fama negli anni novanta grazie all’impulso
datole dalla Ford Foundation e dall’apertura di alcuni
laboratori della NASA e del Pentagono nella Silicon Valley,
consacrandola uno dei centri di ricerca più importanti in
campo medico, nucleare e tecnologico. Nella zona centinaia
d’imprese, che danno lavoro a decine di migliaia di persone,
scambiano informazioni e conoscenze con i ricercatori della
Stanford. Alcune delle grandi società di elettronica, che qui
hanno la loro sede e che hanno raggiunto fama mondiale,
sono partite da minuscole aziende come quella degli
ingegneri William R. Hewlett e David Packard, la
multinazionale oggi nota come HP, che spazia dalla
progettazione di personal computer a quella di strumenti
analitici di ricerca avanzata, i quali hanno iniziato nel 1939
212
Quando l’autobus si fermò proprio di fronte al quartier
generale del SETI, al 189 di Bernardo Avenue, Chris vide la
facciata della sede, un edificio basso con molte vetrate che
aveva l’aspetto di una nuovissima e tipica scuola primaria,
con l’arioso ingresso e il grande e scuro numero civico ben
visibile sulla parete principale. Scendendo dal mezzo però si
rese conto che l’edificio era deserto e le porte chiuse, poi
scorse un uomo che, con aria smarrita di chi sta cercando
qualcosa, si affannava a tentare di leggere un cartello
esposto proprio sulla parte interna delle vetrate dell’istituto.
Sulla locandina, dove era disegnato un astronauta in tuta
spaziale fluttuante nel vuoto cosmico con un azzurro pianeta
Terra sullo sfondo, oltre a essere raffigurata la parabola di
un radiotelescopio era scritto:
Unisciti questo Agosto a SETIcon!
L’istituto SETI è molto fortunato ad avere tante persone che
universalmente sostengono la nostra missione per esplorare,
capire e spiegare l’origine, la natura e la presenza di vita
nell’universo. È attraverso il vostro supporto che l’istituto
SETI può continuare a esistere. Per mostrare il nostro
apprezzamento e per generare un’occasione affinché il
pubblico possa interagire con il nostro staff, abbiamo deciso
di ospitare un evento che sarà sia educativo sia di
divertimento. SETIcon sarà come un incontro amichevole e
familiare che coinvolgerà tutti, dallo scienziato al più
entusiasta dei nostri sostenitori che voglia conoscere il
modus operandi reale della scienza, fino all’interessato della
quinta essenza delle meraviglie dello Spazio. Per realizzare
il nostro intento avremo quattro tipi di programmi che si
svolgeranno simultaneamente:
213
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
a) Un programma principale di raccolta fondi e donazioni
con ospiti che includerà scienziati, astronauti e attori;
b) Colloqui e seminari simili a un congresso scientifico;
c) Attività pratiche per i giovani e ...
d) Una serie di Oratori che illustreranno le proprie ricerche
e teorie impegnati in sessioni Question & Answer, che
dopo il discorso introduttivo risponderanno direttamente
alle domande del loro pubblico.
Sarà un momento molto emozionante.
Ci saranno un party, un banchetto e alcune sorprese che
faranno di questo evento un’indimenticabile esperienza e un
divertimento per la gente di tutte le età.
SETIcon inizierà il 27 agosto 2010 e speriamo di vederci là!
Hyatt Regency Hotel al 5101 Great American Parkway Santa Clara.
August 27 – 29, 2010
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
a questa domanda basilare. Se io fossi un giocatore
d’azzardo, quale sono, scommetterei che non siamo soli –
ma che ci sono molte altre forme di vita”.
“ Mi scusi signore …” chiese lo strano personaggio in un
inglese approssimativo e maccheronico mentre era ancora
intento a scrutare il manifesto.
“… non è qui, dove si doveva tenere la conferenza
scientifica sulla ricerca d’intelligenza extraterrestre?”
Christian, sforzandosi di comprendere il balbettante inglese
del suo interlocutore, storpiato anche da un insolito accento,
rispose gentilmente.
“… Anch’io volevo assistere alla conferenza del SETI ma
apprendo ora da questo invito che l’incontro si terrà allo
Hyatt Regency Hotel a Santa Clara … e penso che non sia
proprio dietro l’angolo, qui in America le distanze sono
sempre ciclopiche”.
L’uomo trasalì e continuò:
In quest’anno si celebra il cinquantesimo anniversario del
centro di ricerca del SETI, il venticinquesimo anniversario
dell’istituto SETI e il movimento scientifico che s’interroga
circa la probabilità di vita oltre la Terra è sempre più vasto.
Il momento più interessante per l’opinione pubblica è stato
quando la missione Keplero della NASA portò al mondo una
maggiore comprensione dei pianeti che circondano altre
stelle.
Il Dr. Simon Pete Worden, l’astronomo e direttore del centro
di ricerca Ames della NASA, recentemente è stato citato sui
media: “La domanda fondamentale è: Siamo soli? Per la
prima volta c’è un certo ottimismo sull’effettiva probabilità
che, nel corso della nostra vita, potremmo dare una risposta
“ Purtroppo no, anch’io sono un alieno (11), sono inglese e
mi chiamo Zanather, l’unica soluzione è di chiamare un taxi
e dividerci le spese, così potremo farci portare direttamente
là e instaurare un poco di conversazione”.
214
215
“ Oh che disdetta, senta, io sono il professor Magli, scusi il
mio inglese scolastico ma sono italiano e dovrò fare un
piccolo intervento, un discorso … durante lo svolgimento
della manifestazione … lei conosce i posti? ”.
11
Locuzione che significa Straniero.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Christian cercava di parlare lentamente e di semplificare le
sue frasi in modo che l’italiano comprendesse facilmente il
senso del discorso.
“ Bene, d’accordo!” rispose il professor Magli, felice di
avere trovato un inaspettato cicerone di madre lingua.
Il Magli si era sempre sforzato di parlare Inglese ma, non
utilizzandolo correntemente, perdeva facilmente il filo del
discorso quando venivano a mancare le parole
corrispondenti a quello che voleva dire traducendolo
dall’Italiano. “Meno male …”, si ripeteva dentro di se “…
che il discorso sarà tradotto in Inglese in simultanea,
avendolo in precedenza inviato in forma scritta, e che io
potrò esprimermi in Italiano”.
Il taxi giunse in fretta, probabilmente si trovava da qualche
parte lì intorno ed era stato avvisato dalla centrale operativa.
Christian e il professore italiano si accomodarono sul sedile
posteriore. Zanather, dopo avere indicato la destinazione al
conducente, si rese conto che era un’ora ottima per chiamare
casa e sincerarsi delle condizioni di salute della madre;
anche se erano passate solo poche ore dalla dolorosa notizia,
era ancora in leggera apprensione e aveva bisogno di
qualche parola di ulteriore rassicurazione.
216
217
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XVI
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Carissima professoressa Anderson, sono molto felice di
incontrarvi, finalmente … posso chiamarvi Marie?”.
“ Certamente, signora Tarter, anche se io non riuscirò
sicuramente a darvi del Tu, tanto è il rispetto e
l’ammirazione che nutro nei vostri confronti …”.
“ Va bene Marie, fai pure come ti senti meglio a tuo agio, io
sono già molto felice che tu abbia accettato l’invito,
l’argomento della tua ricerca è veramente molto interessante
e può essere di enorme aiuto alla nostra causa”.
Quando Marie Sue e la dottoressa Tarter s’incontrarono, si
può dire che fu un amore a prima vista.
Le due donne, anche se di una generazione completamente
diversa, la dottoressa aveva all’incirca l’età del padre di
Marie, è come se si conoscessero da sempre. Già da prima di
quell’invito ufficiale esistevano tra loro una profonda
ammirazione e stima reciproche, anche se in discipline
apparentemente lontane, esisteva una convergenza di ideali e
di obiettivi.
Jill Tarter aveva trascorso la maggior parte della sua vita ad
ascoltare la voce dell’Universo alla ricerca di una risposta
sull’origine della vita e alla domanda: “ siamo soli?”; Marie
Sue a inseguire, nelle rovine di antiche civiltà decadute, la
genesi delle credenze religiose e i precursori della
conoscenza.
L’astronoma era prossima alla settantina, alta ed energica,
corti capelli brizzolati alla maschio, portava sempre larghi e
lunghi camicioni in stile orientale dalle appariscenti
decorazioni con disegni ricamati di temi naturali o
ideogrammi e immancabilmente indossava i pantaloni.
Quando vide Marie, la abbracciò fortissimo come se avesse
ritrovato una figlia dispersa.
218
“ La ringrazio, anche se non è niente in confronto a tutto il
suo lavoro e all’enorme mole di responsabilità che grava
sulle sue spalle nella direzione e coordinamento dell’attività
del SETI ”.
“ Grazie, non posso che concordare, ma senza l’aiuto di
ricercatori e di giovani appassionati, in tutti i campi, come te
Marie, che ci date una mano da ogni parte del globo, io e gli
altri dirigenti riusciremmo effettivamente a fare ben poco
…”.
Jill Cornell Tarter, nata il 16 gennaio 1944, astronoma
americana, come direttore del centro di ricerche del SETI
detiene la cattedra universitaria per il SETI Search for
Extra-Terrestrial Intelligence al SETI institute, intitolata alla
memoria di Bernard M. Oliver, uno dei precursori della
ricerca dell’intelligenza extraterrestre, fondatore dei
laboratori Hewlett Packard e inventore del PCM Pulse Code
Modulation.
Jill fece il suo apprendistato alla Cornell University, dove si
guadagnò l’ingresso al secondo anno con Bachelor in Fisica
Ingegneristica e poi la Laurea o Master’s degree con il
219
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Dottorato di Ricerca Ph.D. in astronomia presso l’University
of California at Berkeley.
La Tarter ha dato il suo contributo in molti dei maggiori
progetti scientifici relativi alla ricerca di vita extraterrestre.
Da studente praticante, ha lavorato al progetto di ricercaradio SERENDIP e ha creato il corrispondente acronimo
dalla frase Search for Extraterrestrial Radio Emissions from
Nearby Developed Intelligent Populations, che poi si
semplificò in SETI.
Fu scienziato di progetto presso la NASA per l’HRMS High
Resolution Microwave Survey nel 1992 e 1993, dedicato alla
ricerca di eventuali segnali radio provenienti dal cosmo e in
seguito direttrice del Progetto Phoenix - HRMS
riconfigurato per la ricerca di segnali radio strutturati – sotto
il patrocinio del neonato SETI Institute. Insieme
all’astronoma connazionale Margaret Turnbull, nel 2002,
creò l’HabCat Catalog of Nearby Habitable Systems, un
elenco di sistemi stellari compatibili con la presenza di
pianeti abitabili, che era il principale strumento di lavoro per
la realizzazione del Progetto Phoenix.
La direttrice del SETI ha pubblicato dozzine di documenti
tecnici e antologie approfondite sia in merito alla ricerca
d’intelligenza extraterrestre che sulla necessità del bisogno
di una profonda educazione scientifica per i giovani.
Jill è accreditata dell’invenzione del termine “brown dwarf”
- nane scure - per la classificazione delle stelle aventi una
massa insufficiente per il mantenimento della reazione di
fusione nucleare dell’Idrogeno.
Il suo lavoro in Astrobiologia e i successi accumulati come
Donna Scienziato le hanno fatto conseguire premi da molte
organizzazioni scientifiche.
Nel 1989 l’organizzazione Women in Aerospace ha premiato
la Tarter con un riconoscimento “a vita”. Mentre la NASA le
ha conferito due medaglie per pubblico servizio. Nel 2001 è
stata premiata al Telluride Tech Festival Award of
Technology.
Nel 2002 Jill è stata eletta come membro della rinomata
American Association for the Advancement of Science e nel
2003 come membro della California Academy of Sciences.
Infine nel 2004, la Tarter è stata considerata una delle cento
persone più autorevoli al mondo dalla rivista Time
Magazine.
Al discorso per la sua ennesima premiazione, questa volta a
TED2009 (12), coniò la seguente frase: “ Noi viviamo su di
una fragile isola di vita in un universo di possibilità “.
220
221
Recentemente sta lavorando all’ATA42, Allen Telescope
Array, un sistema di quarantadue antenne paraboliche
connesse in parallelo attraverso complicati computer - che in
futuro dovranno aumentare fino a 350 - attraverso il quale la
sensibilità e la capacità di discriminazione dal rumore di
fondo cosmico verso eventuali deboli segnali artificiali
provenienti dallo spazio profondo è notevolmente
aumentata.
Inutile, dopo la biografia professionale appena vista,
biasimare Marie Sue per la sua timidezza e ossequiosa
ammirazione nei confronti della dottoressa Tarter. La
luminare, invece, continuava con il suo tono, quasi materno,
a trattare Marie al suo pari.
“ Sai Marie, durante i primi anni del SETI, sono stata
parecchi mesi, dal 1995 al 1996, nella tua bellissima
12
TED – Technology, Entertainment, Design è un’organizzazione non
profit che si occupa di fare lavorare insieme gente proveniente dalle tre
discipline, organizzando incontri, conferenze e premiazioni, votata al
Worth Spreading, cioè alla diffusione e valorizzazione di tutto ciò che è
meritevole di attenzione.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Australia, presso il radio telescopio Parkes situato nel New
South Wales, uno dei più grandi radio telescopi
dell’emisfero sud; sarà stato perché ero più giovane,
entusiasta e molto motivata ma quella terra, mi è entrata nel
cuore assieme a questo stupendo lavoro”.
si finisce per mettere mano al portafoglio anche per oggetti
di cui non si ha bisogno”.
“ Io a quel tempo ero in Inghilterra a completare il mio
Ph.D. in Etnologia Religiosa, ignoravo totalmente il vostro
tipo di lavoro e quanto fosse stato vicino al mio ... “.
“ Ora dobbiamo andare …” disse infine la Tarter, “… ti
devo accompagnare al tuo hotel per il check-in e, prima di
recarci a casa mia, in modo da potermi cambiare, dovrei
passare nel mio negozietto preferito a fare qualche provvista.
Durante i preparativi per il SETIcon, negli ultimi due giorni,
in sostanza non ho avuto un minuto di tempo libero … ma
ora il mio frigorifero è completamente vuoto … e devo fare
qualcosa! “.
“ E’ vero, facevano anche a me lo stesso effetto … me ne
accorgevo specialmente quando ci andavo con mio figlio,
nei bimbi il desiderio e il capriccio sono amplificati e quindi
ho deciso di non andarci più … scelgo tutti quei discount,
dove si risparmia molto di più e a volte ci si trova roba più
buona”.
“ Brava Marie, hai risolto il problema con il metodo
scientifico!”.
“ Strano che, proprio qui negli States, gli inventori dei mega
centri commerciali, riescano a resistere questi piccoli
supermarket a gestione familiare.”
Le due – ormai si può dire – amiche, scoppiarono in una
risata sarcastica ed entrarono nel negozio salutando
l’anziano gestore che stava dietro il banco dei formaggi.
Lasciando l’astronoma ai suoi acquisti Marie approfittò per
sentire la signora Palmieri e Julian o magari anche l’amica
Debby; infatti, a San Francisco erano quasi le 6.30 p.m.
mentre a Melbourne, che è circa diciassette ore avanti, erano
circa le 11.30 a.m. del giorno dopo. Si diresse verso una
zona tranquilla del negozio e compose il numero di casa di
Greensborough sul suo telefono cellulare, sicura che
altrimenti, tra fusi orari e conferenza, non sarebbe più
riuscita ad avvisarli che il viaggio era andato liscio e che lei
era arrivata sana e salva a destinazione.
“ Oh, Marie, meno male invece! Quei posti sono dei
mattatoi per spennare i polli! Io, appena ci entro, comincio a
sentirmi persa; ma è una ben precisa strategia di marketing,
a funzionare è l’effetto labirinto. Una volta entrati in uno
shopping center è difficile trovare la via d’uscita e
“bombardati” dall’enorme esposizione di cose da comprare,
La cerimonia di apertura di SETIcon aveva avuto inizio con
il discorso introduttivo della dottoressa Tarter che, dall’alto
della sua esperienza, sapeva come intrattenere, appassionare
e coinvolgere nella giusta misura il grande numero di
personalità e di gente comune che aveva riempito
l’anfiteatro fino all’inverosimile.
222
223
Con un sorriso e una strizzata d’occhio fece cenno a Marie
Sue di seguirla verso la sua automobile.
Arrivate a uno dei tradizionali Drugstore Marie disse:
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Il suo discorso introduttivo si era concentrato a riassumere
l’attività di ricerca del SETI. Soprattutto nel far
comprendere e precisare che la missione di ricerca della
possibile esistenza di altre forme di vita nella galassia e
nell’universo potrebbe essere concepita come un ascolto del
passato, visti i tempi necessari affinché segnali lanciati da e
per punti distanti anni luce dalla Terra possano giungere a
noi o arrivare a destinazione; infatti, terminando il suo
discorso disse:
“ La Radioastronomia si può chiamare l’Archeologia del
futuro …”.
“… a voi egregi colleghi, rappresentanti politici, giornalisti e
a tutti gli appassionati presenti, buonasera!
Il programma di ascolto SETI, fino a oggi, si è concentrato
sulle frequenze Radio comprese nella fascia del Buco di
Rumore Cosmico, chiamato anche Water Hole. Il water hole
consiste nel fatto che, in una ristretta gamma di frequenze
che vanno da 1,420 Gigahertz a 1,660 Gigahertz, il rumore
cosmico di fondo che si capta con un radiotelescopio è circa
quattrocento volte più basso del normale e rende molto più
probabile che si riesca ad ascoltare eventuali trasmissioni
radio, attenuate dall’enorme distanza, provenienti dagli spazi
intergalattici.
Questo spettro di frequenze corrisponde all’emissione di
onde elettromagnetiche che si producono in modo naturale
quando avviene un’inversione di spin degli elettroni di
legame dell’Idrogeno e del gruppo Ossidrile, i componenti
fondamentali dell’acqua e quindi di una molecola essenziale
per la probabile presenza di vita nell’universo esterno.
Un altro elemento chimico essenziale e fondamentale per la
probabile evoluzione della vita su di un pianeta è senz’altro
il Carbonio. Tutta la chimica organica, così chiamata perché
alla base dei meccanismi funzionali degli organismi viventi,
è basata sulle infinite possibilità di combinazione degli
atomi di Carbonio tra di loro e con altri atomi fondamentali
per la vita.
Se la Chimica Organica non è altro che la Chimica del
Carbonio si potrebbe anche dire che la Chimica del
Carbonio è la Chimica della Vita.
Combinando fra loro le esperienze compiute in campo
astrofisico e in quello della chimica analitica in spettrometria
di emissione atomica, in cui si compiono analisi qualitative e
quantitative su soluzioni acquose o su solventi organici
atomizzati in un Plasma ad Argon, si è giunti a ipotizzare un
tipo di osservazione che potrebbe essere di fondamentale
rilevanza SETI.
Sottoponendo elementi chimici fondamentali a condizioni di
temperatura elevatissime, come quelle raggiungibili in un
Plasma, o Laser a Gas come quello ad Argon, gli elettroni di
valenza degli atomi ionizzati sono eccitati a livelli energetici
superiori per poi, ricadendo a livelli energetici fondamentali,
emettere parte dell’energia assorbita sotto forma di onde
224
225
Dopo aver ricevuto l’apprezzamento del pubblico, si accinse
ad annunciare il primo relatore, un ricercatore della
delegazione del SEVENDIP Italia, acronimo di Search for
Extraterrestrial Visible Emissions from Nearby Developed
Intelligent Populations:
“ … ed è con grande piacere che chiamo sul palco di
SETIcon il professor G.A. Isomeri … “.
Il paffuto ma alto scienziato italiano si alzò dalla poltroncina
della platea e salì sul palco abbottonandosi la giacca e
incominciando ad aprire il foglio su cui aveva fissato le
parole del suo intervento. Appoggiandosi con fare rilassato e
sicuro al leggio, con il suo ottimo inglese dal piacevole
accento bolognese esordì:
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
elettromagnetiche di lunghezza d’onda caratteristica del
materiale. La riga di emissione caratteristica del Carbonio è
quella con una lunghezza d’onda media di 193,03 nanometri
(13), in piena banda dell’UV estremo; nessun altro elemento
chimico emette onde elettromagnetiche nelle immediate
vicinanze di tale riga di frequenze e il segnale rilevato con
un buon detector multiplo ha anche un ottimo rapporto fra
intensità e rumore di fondo, cioè produce un bel picco alto e
pulito con una base piatta e lineare e quindi di facile
separazione e interpretazione.
La radiazione ultravioletta - UV o raggi ultravioletti - è una
radiazione elettromagnetica con una lunghezza d’onda
inferiore alla luce visibile, ma più grande di quella dei raggi
X. Il nome significa “oltre il violetto”, dal latino ultra - oltre,
perché il violetto è il colore visibile con la lunghezza d’onda
più corta.
La banda di radiazioni dell’Ultra Violetto può essere
suddivisa in UV vicino con lunghezze d’onda di 380-200
nanometri e UV estremo da 200 a 10 nm. Quando si
considera l’effetto dei raggi UV sulla salute umana, la
gamma delle lunghezze d’onda UV è in genere suddivisa in
UV-A di 400-315 nm, UV-B di 315-280 nm e UV-C da 280
a 100 nanometri.
Il Sole emette luce ultravioletta in tutte e tre le bande UV-A,
UV-B e UV-C, anche se d’intensità molto basse rispetto allo
spettro della luce visibile, ma a causa dell’assorbimento da
parte dell’atmosfera terrestre, in particolare dello strato di
Ozono, circa il 99% dei raggi ultravioletti che arrivano sulla
superficie terrestre sono UV-A.
Infatti, praticamente il 100% degli UV-C e il 95% degli UVB sono assorbiti dall’atmosfera.
L’intensità della radiazione UV-C prima della Stratopausa,
oltre i cinquanta chilometri sopra la superficie terrestre, è
ancora pari al 100% di quella che proviene dallo spazio, se si
considera la faccia della Terra opposta al Sole.
Sfruttando telescopi installati su stazioni spaziali orbitanti al
di fuori dell’atmosfera, come l’Hubble che si trova a circa
570 km d’altezza, lo Spitzer Space per l’infrarosso, il
Chandra X-ray per i raggi X e il James Webb, che nel 2013
sarà messo in servizio su di un’orbita di 1,5 milioni di
chilometri dalla Terra, si potranno ricercare emissioni
naturali o artificiali della frequenza caratteristica
dell’elemento “vita” per eccellenza: il Carbonio. Non è
tutto! Si può ipotizzare di costruire un grande emettitore di
questa precisa gamma di frequenze, una specie di cannone al
plasma, che invii nello spazio dei fotoni di luce ultravioletta,
modulati in modo simile all’alfabeto morse tramite un
otturatore, sperando che qualche altra civiltà nella galassia
riesca a ricevere il messaggio …”.
13
Il nano metro, nm, corrisponde a un miliardesimo del metro o 10-9
metri.
226
Alla fine della prima relazione ci fu un fragoroso applauso e,
se di tale portata era la premessa, chissà quante altre cose
fantastiche si sarebbero potute sentire in quella magica
serata. Questo era il pensiero che aveva avuto Marie Sue
Anderson, ascoltando il ricercatore italiano che aveva
appena finito di parlare dal pulpito della sala delle
conferenze dello Hyatt Regency Hotel.
Se al primo impatto con il clima del meeting scientifico,
Marie si era sentita un po’ intimorita e a disagio a causa
della grande presenza di pubblico e di autorità di spessore
mondiale, ora si stava lentamente abituando; più ascoltava
gli interventi degli altri relatori, più si entusiasmava.
Finalmente aveva trovato un posto dov’era sicura che il suo
lavoro sarebbe stato apprezzato.
227
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Marie era ansiosa e impaziente di salire su quel palco e
prendere di petto la platea, come per liberarsi da quel peso
sullo stomaco che rappresentavano oramai per lei tutte le sue
ricerche, fino a che non sarebbero state finalmente condivise
con l’umanità intera.
Rimanendo dietro la quinta alla sinistra della ribalta, a fianco
della dottoressa Tarter che di tanto in tanto rientrava in scena
per presentare i vari ospiti, Marie aspettava il suo turno e
l’adrenalina cresceva dentro di lei attimo dopo attimo.
SETI - 189 North Bernardo Avenue – Mountain View
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XVII
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Si figuri professore, pensi che io qui ci sono arrivato per
caso, per soddisfare una semplice curiosità personale; ho
sentito parlare della conferenza del SETI durante gli impegni
di lavoro, e mi ha coinvolto a tal punto che ho voluto
assistervi a tutti i costi.”
“ Eh, capisco, sono argomenti che toccano nel profondo
specialmente le persone sensibili, però bisogna rimanere con
i piedi per terra, è molto facile prendere degli abbagli se non
si ha una certa conoscenza e preparazione scientifica … fare
del sensazionalismo per vendere giornali e riviste è molto
facile e remunerativo”.
Giulio Magli è un professore ordinario della facoltà di
Architettura Civile del Politecnico di Milano. I suoi campi di
ricerca includono sia l’Analisi Matematica sia l’Astrofisica.
Combinando la passione per il mistero e le tre discipline
accademiche, il professor Magli ha sviluppato l’unico corso
di Archeoastronomia mai istituito presso un’Università
italiana. Questa nuova materia si prefigge di mettere in
discussione le schematiche e a volte azzardate datazioni
della storia di antiche civiltà illetterate con particolare
riferimento al rapporto tra gli antichi monumenti da esse
lasciati, il paesaggio e il cielo notturno, o meglio, la volta
celeste. Su quest’argomento ha pubblicato, oltre a numerosi
articoli scientifici, il volume «Il tempo dei Ciclopi – Civiltà
megalitiche del mediterraneo». Svolge inoltre un’intensa
attività di divulgazione scientifica sia sulla stampa sia in
televisione.
“ La ringrazio ancora infinitamente signor Zanather, se non
l’avessi incontrata, sarei sicuramente arrivato in ritardo al
SETIcon e probabilmente non avrei potuto parlare … avrei
fatto un viaggio così lungo per niente …”.
230
“ Capisco benissimo, ma, se posso, lei professore di cosa si
occupa? …”.
“ Io insegno Architettura al Politecnico di Milano, fin da
giovane ho coltivato la passione per l’Egittologia. Nel corso
di varie esperienze, che sarebbe troppo lungo elencare ora,
mi sono specializzato nell’indagare riguardo alla possibilità
di dare un’esatta datazione della costruzione di antichi
monumenti che sono giunti fino a noi, lasciati da civiltà
evolute ma illetterate, senza alcuna testimonianza di
posizione temporale certa. Gli unici indizi sono nascosti nel
modo di disporre le costruzioni nello spazio del loro tempo,
che spesso ricalcava la disposizione di alcune costellazioni
della volta celeste, e dalle soluzioni architettoniche adottate
per eseguire alcuni riti propiziatori durante fenomeni astrali
come eclissi, solstizi, equinozi o levate di alcune determinate
stelle, in particolari momenti dell’anno”.
“ Molto interessante … “, disse Christian mentre ripensava
alle fotografie digitali che aveva memorizzato sul suo
cellulare; le immagini che aveva carpito al livello -66 della
231
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
base di Groom Lake nell’Area 51. Per un attimo aveva avuto
la tentazione di mostrarle al professore ma poi desistette,
frenato dal fatto che dopotutto, per lui, era un estraneo al
quale non poteva fare una simile confidenza. Chris, infatti,
aveva sempre ben presente il documento firmato nella base
di Nellis davanti al comandante Stenseth e le conseguenze di
un’eventuale divulgazione di notizie sarebbero state molto
pesanti per lui.
Il taxi si fermò proprio di fronte all’entrata del centro
congressi e i due uomini si affrettarono a scendere. Christian
aveva ancora il bagaglio a mano e il borsello del notebook,
quindi era un poco impacciato negli spostamenti veloci. In
un baleno il Magli e Christian si precipitarono con passo
accelerato verso la reception, dove un portiere indicò loro la
direzione per arrivare all’auditorio.
Entrando nel salone, già colmo fino all’inverosimile ma in
un silenzio reverenziale, sentirono la presentatrice che stava
introducendo il prossimo scienziato iscritto a parlare.
“ Io, professor Magli, sono un tecnico d’ingegneria nucleare
e mi occupo di sicurezza e …”.
Christian non fece in tempo a finire la frase che Magli,
quando si avvide che probabilmente erano arrivati a
destinazione, lo interruppe bruscamente dicendo:
“ Ecco, là! Deve essere già cominciato … forse non siamo
troppo in ritardo, vedo che sta ancora entrando gente …”.
Di fronte all’ingresso dello Hyatt Regency Hotel era stata
esposta un’enorme gigantografia della locandina di
SETIcon, che aveva subito attirato l’attenzione
dell’irrequieto professore italiano.
“ … e dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, Los
Angeles California, dello staff dell’esimio dottor Shoela,
direttore del centro, il professor Conchev, responsabile
anche del progetto Savant, ci illuminerà in merito agli studi
compiuti sui Flash Back della memoria.”.
Magli con un gesto amichevole, assestò un piccolo colpo di
gomito al braccio di Christian dicendo:
“ Dopo questo tocca a me! …”.
“… mi scusi Zanather, l’ho interrotta, che maleducato, stava
dicendo? …”.
Zanather, toccandosi il braccio, aveva riconosciuto il nome
di chi era stato il suo cicerone al JPL e ricordava anche di
avere intravisto Conchev in mezzo alle persone della
Sezione Speciale, come l’aveva definita il dottor Shoela.
“… sì, che mi occupo di sicurezza degli impianti di
produzione di energia nucleare, la mia città natale è Rugby,
nella contea di Warwick in Inghilterra.”
“ Non vi è mai capitato di vivere dei momenti in cui sembra
di rivedere una scena già vissuta; oppure fare dei sogni
talmente particolareggiati da sembrare reali? …”.
“ Conosco benissimo quei posti, vi ho trascorso molto tempo
per le mie ricerche …”.
Così dicendo la dottoressa Tarter iniziò un leggero applauso
che, assieme a quello di tutto il pubblico, accompagnò
l’ingresso del nuovo ospite. Il professore, dall’aria
232
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
compassata, comparve da dietro la quinta, salutando il
pubblico con piccoli inchini del capo e, con pochi
preamboli, com’era uso fare nel paese d’origine prima di
passare oltre la cortina, attaccò subito agganciandosi
sapientemente con il discorso dell’introduzione fatto dalla
presidentessa del SETI.
con cui sono saldati i legami chimici può essere molto
diversa poiché influenzata da micro correnti neuroniche
involontarie.
Traducendo in pratica il concetto: si avrà in ogni caso la
formazione di un cervello sano e completo la cui memoria
base di partenza, paragonabile al Bios Basic Input/Output
System di un personal computer, sarà la risultante della
somma delle esperienze di tutti gli antenati del soggetto
generato. Chi non ha mai pronunciato la frase: “ ha il
carattere identico a quello del nonno!…”.
Per continuare il paragone con i Computers - anche se in
verità si dovrebbe fare il contrario - senza la Memoria Base o Bios biologico - la nostra macchina organica, hardware,
oppure organismo inteso come insieme di organi che
funzionano in simbiosi, non potrebbe iniziare a lavorare nel
modo corretto; negli animali qualcosa del genere è chiamato
“istinto”.
I famosi flash back potrebbero quindi essere delle esperienze
simili, vissute da nostri antenati, che il nostro cervello
associa alle facce e agli ambienti che ha più di recente
memorizzato; l’effetto è di pensare di rivivere un episodio
reale già visto”.
“… Secondo i nostri studi, la memoria, o meglio, quella
parte d’organo cerebrale destinato a tale funzione, non parte
da zero quando veniamo al mondo, ma da una base di
partenza per così dire, genetica.
Quello che intendo dire è che nei gameti maschili e
femminili dei nostri genitori, e quindi anche degli antenati,
possono essere registrate delle informazioni o delle
esperienze, piacevoli o traumatiche, attraverso delle
influenze sui legami chimici e sulla disposizione spaziale
delle catene di aminoacidi che costituiscono il nostro
patrimonio genetico.
Tutte le esperienze che noi viviamo e le nozioni che
acquisiamo, infatti, passano attraverso il cervello tramite i
nostri organi sensoriali come dei segnali elettrici e chimici,
facendo formare sempre nuove e più complesse
ramificazioni sinaptiche; se avete sentito parlare di patologie
o malattie psicosomatiche forse mi capirete meglio. Lo
stesso effetto che certi fatti o esperienze possono causare sul
nostro fisico, si ripercuote sul patrimonio genetico proprio
nella parte che riguarda la trasmissione della memoria.
Il DNA avrà sempre la stessa sequenza di aminoacidi ma la
loro disposizione sterica (14) o, più semplicemente, la forza
14
Il modo in cui i legami delle molecole organiche si orientano nello spazio
intorno ad un centro, comunemente un atomo di Carbonio. Il fattore sterico
interviene nella determinazione della velocità di una reazione come un valore
che dipende dalla complessità delle molecole che reagiscono nella reazione e
dalle distorsioni della barriera di energia del complesso attivato.
234
Uno scroscio di applausi, come un diluvio d’acqua che
picchia incessantemente sulle lamiere delle automobili
durante un temporale, si abbatté nella sala; Christian era
rimasto immobile, attonito e senza parole.
Sicuramente stava pensando al suo sogno ricorrente, a quelle
che sembravano essere solamente coincidenze ma che ora,
cominciavano a diventare troppe ma, soprattutto, troppo
presenti e incalzanti.
Intanto il suo accompagnatore italiano, il Magli, si era
diretto verso il palco e aveva imboccato il corridoio laterale
che conduceva dietro le quinte per farsi riconoscere, pronto a
235
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
essere annunciato. Bramava di dare il suo contributo a quello
spettacolo che stava producendo crescenti emozioni.
Marie, nascosta dietro la quinta e Christian, nella penombra
del fondo della sala, non sapevano ancora di essere nello
stesso posto, ma probabilmente in quel momento stavano
pensando la stessa cosa, erano entrambi curiosi di ascoltare
il discorso dell’archeoastronomo italiano: Marie perché era
affascinata dal suo lavoro e dalle sue scoperte e Christian,
invece, voleva capire meglio chi era quel personaggio che
aveva diviso con lui la spesa per la corsa del taxi dalla sede
del SETI fino al centro conferenze.
Conchev stava ancora ringraziando la platea per i molti
applausi e si prodigava in lunghi e ripetuti inchini. Christian
non fece in tempo, come avrebbe voluto, a stringere la mano
del Magli che, sempre timoroso di arrivare in ritardo, aveva
anticipato tutti ed era già pronto a entrare sulla ribalta.
La dottoressa Tarter, che tra una presentazione e l’altra
s’intratteneva a fare apprezzamenti sui contributi degli
oratori intervenuti con la sua nuova amica Anderson, era
rientrata in scena per salutare lo scienziato russo e per
introdurre l’ospite successivo.
“ Dopo tutti gli interventi strettamente scientifici che ci sono
stati fino a ora, avremo il piacere di apprendere i progressi
che sono stati compiuti nel campo dell’Archeologia e della
Storiografia, applicando nozioni di Astronomia e
Matematica avanzata, con il professor Giulio Magli del
Politecnico di Milano … facciamogli un applauso! …”.
Nel frattempo Marie Sue si era affrettata a stringere la mano
al professor Magli che stava aspettando proprio accanto a lei
dicendogli: “ E’ per me un grande onore conoscerla di
persona, le sue pubblicazioni mi sono state di enorme aiuto
nelle mie ricerche … piacere, Anderson dell’università di
Melbourne”.
“ Grazie molte, dottoressa … “ rispose lui, poi, salutando e
ringraziando ripetutamente Marie Sue, si avviò, portando
con sé i fogli del suo lungo discorso, verso la ribalta del
palco.
236
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XVIII
“ Buona sera attentissimo pubblico! Prima di tutto volevo
scusarmi per l’esposizione forzata in italiano che vi
obbligherà a seguire la traduzione del mio discorso proiettata
su questo grande schermo dietro di me; ma il tutto sarà reso
più piacevole dalle diapositive che vedrete sullo sfondo, che
vi mostreranno i luoghi e le circostanze di cui vi parlerò”.
Un viaggio virtuale nel passato: da Stonehenge a Nasca …
“ Il mondo è stato popolato da numerose civiltà enigmatiche
che non ci hanno lasciato testimonianze scritte sul loro modo
di vivere e di pensare; oppure i documenti lasciati sono
andati dispersi o distrutti per accadimenti naturali cataclismi - o invasioni ed epurazioni subite da altri popoli
che si sono sostituiti a esse, nel corso dei millenni, nel
controllo dei loro territori.
In moltissimi casi, quelle culture definite primitive
solamente perché si conosce poco o niente della loro
organizzazione sociale e culturale, hanno lasciato delle
testimonianze tangibili, ma talvolta incomprensibili, nella
costruzione di monumenti, feticci o giganteschi templi.
Quel che oggi è certo è che le popolazioni arcaiche erano
enormemente interessate a quello che accadeva sopra le loro
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
teste, vale a dire a tutto quello che vedevano muoversi in un
ripetersi perpetuo sulla volta celeste.
Sicuramente restavano così affascinati da tutte quelle luci e
corpi celesti poiché, una volta compiute le attività quotidiane
di caccia, coltivazioni e impegni familiari, al calare delle
tenebre, potevano fermarsi a osservare quello spettacolo
naturale, così coinvolgente; proprio come noi oggi nella
nostra civiltà tecnologica ci accomodiamo sul divano per
assistere a uno spettacolo televisivo o per vederci un bel
film.
Ormai, con tutte le distrazioni e divertimenti artificiali che ci
siamo costruiti, non facciamo più caso allo stupendo
spettacolo della Natura e anzi la distruggiamo.
Era l’unica attrazione disponibile e come a noi i film e gli
spettacoli accendono la fantasia e i sogni, così a loro tutte
quelle luci e composizioni celesti facevano immaginare
storie e pensare a teorie su cosa fossero e quale fosse la loro
origine, la loro funzione e il loro significato.
Col passare dei millenni, quando le teorie radicate
diventarono dogmi (15), ci fu chi le sfruttò per ottenere
potere e, quindi, controllo sulle masse per avere vantaggi di
sostentamento senza dover lavorare o partire per lunghe
battute di caccia e per avere più femmine a disposizione proprio come succede oggi con i mezzi di comunicazione di
massa, non a torto definiti Quinto Potere.
Così quando si cominciarono a capire i meccanismi
astronomici e a dare loro dei significati premonitori o
propiziatori, si fondarono intere città orientate secondo i
punti cardinali celesti. Gli allineamenti delle varie
costellazioni, diverse da emisfero a emisfero, diventarono i
punti cardine anche per la costruzione d’immensi palazzi,
templi e osservatori astronomici.
Chi definisce primitive quelle popolazioni compie un errore
madornale poiché non si cala mentalmente nel contesto
temporale in cui si trovavano.
A volte le datazioni delle ere storiche sono state fatte in
modo arbitrario a causa della generalizzazione. Ciò che si
trovava per una determinata civiltà si applicava a tutte quelle
di cui si veniva a conoscenza in seguito, senza preoccuparsi
né di capire né di studiare a fondo le loro origini e il loro
passato, a volte risultato antichissimo e ben oltre i limiti fino
allora immaginati.
Gli esempi sono tantissimi, come potete vedere dalle
diapositive, e si riscontrano in tutti i continenti conosciuti, in
cui le popolazioni cercavano di imitare la natura o di
propiziarsela: cominciando dall’Europa, proprio nella
località del Wiltshire, molto vicino alla contea di Warwick
da cui proviene lei Signor Zanather …”.
Così dicendo il professor Magli alzò gli occhi verso il fondo
della sala, forse perché si era ricordato proprio in quel
momento di non avere salutato il suo accompagnatore, come
per rendergli omaggio o per scusarsi. Christian, in piedi
nella penombra dietro le ultime file di poltroncine, alzò il
braccio destro in un frugale saluto.
La veloce divagazione dell’architetto italiano era passata
inosservata ai più, ma non alla professoressa Anderson;
quelle località inglesi le erano subito risultate familiari e poi
quel nome...
“ No, non può essere lui! Il destino non può riservare tante
sorprese, tutte in una volta sola …”.
15
Verità rivelate da un Dio e proposte dalle autorità religiose ai fedeli,
con l’obbligo di credervi.
240
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Facendo questo pensiero, Marie si era affacciata dalle pieghe
delle tende del piccolo sipario e scrutava la sala, ma lo fece
in leggero ritardo e non notò il gesto di Chris che lo avrebbe
fatto subito individuare in mezzo a tanta gente e alle basse
luci della platea. Intanto il Magli continuava:
La piramide alta 30 metri a Cahokia in Illinois, che fu uno
dei centri principali della cultura della regione del
Mississippi e datato tra l’800 e il 1300 d.C.
Gli allineamenti astronomici della Ruota della Medicina, a
Big Horn, con le stelle Sirio, Riegel e Aldebaran che è
valida da due secoli a.C. fino a un secolo d.C.
In New Mexico, a Chaco Canyon, sorgono i villaggi
monumentali del popolo Anasazi, gli antenati degli odierni
indiani Hopi e Zuni, le cui grandi costruzioni circolari
scavate nel terreno chiamate Kivas avevano tutte delle
correlazioni astronomiche; per esempio le loro lunghissime
strade perfettamente rettilinee, come la Grande Strada del
Nord, costruite dai Chacoani utilizzando gli astri per
l’allineamento e la loro perfetta regolarità, con notevoli
sforzi architettonici, superando senza alcuna deviazione
anche notevoli ostacoli naturali.
La civiltà degli Olmechi prima e dei Maya poi nel Messico
centrale e nello Yucatan, con le grandi piramidi a gradoni
della loro capitale Teotihuacan, avevano una profondissima
cultura astronomica.
Gli Atzechi, così chiamati dagli Spagnoli, o Mexica, che
arrivarono da Nord alcuni secoli dopo, quando si stanziarono
nella valle del Messico, mostrarono di avere assorbito dai
popoli da loro conquistati non solo la conoscenza
dell’Astronomia ma anche un grande rispetto per il passato.
Tenochtitlan, l’attuale Città del Messico, era un enorme
complesso paesaggistico correlato astronomicamente.
“… nella valle dei fiumi Wylye e Avon a Stonehenge, con i
suoi anelli di pietre e triliti, i cerchi di Woodhenge e altri siti
megalitici come Carnac in Bretagna con le foreste di pietre,
le presunte tombe di Newgrange dell’Irlanda, gli edifici
megalitici a Malta e i Nuraghi in Sardegna; se si pensa agli
sforzi fatti dai costruttori per edificare tali monumenti, non
si può fare a meno di fantasticare.
Pensiamo poi alla civiltà Egizia, quella maggiormente
studiata, depredata e anche meno capita perché, data la NON
conoscenza delle loro scienze matematiche e astronomiche,
era definita storicamente irrilevante.
L’incredibile precisione delle misure astronomiche dei
Babilonesi in Mesopotamia, attuale Iraq, con i loro Ziggurat
e l’invenzione della divisione in gradi a base sessanta, che si
pensa avessero già costruito una sorta di telescopio, tre o
quattromila anni prima di Cristo, poiché riuscivano ad
apprezzare il sessantesimo di grado, impossibile da
considerare a occhio nudo.
Le civiltà indo-sarasvati, quella cinese e quella giapponese a
oriente, sempre con svariate eredità megalitiche e tradizioni
di cultura e osservazioni astronomiche.
Passando al nuovo continente americano e percorrendolo da
nord a sud si ha conoscenza dei Terrapieni o Mounds di
Poverty Point, degli Effigy Mounds come quelli a forma di
animali nell’Ohio: Serpent Mound e Alligator Mound, tutti
manufatti giganteschi di cui non si riusciva a capirne l’utilità
o lo scopo.
242
Di queste culture molto è andato distrutto o perso… Un
popolo che era molto coinvolto dall’Astronomia arcaica fu
sicuramente quello dei Maya, con i loro famosi codici.
Oltre a essere interessati al moto del Sole, i Maya studiavano
molto accuratamente il ciclo della Luna con lo scopo di
prevederne le eclissi, il moto di Venere e quello degli altri
243
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
pianeti visibili. Venere era senza dubbio l’astro che li
interessava maggiormente, così sfuggente e dipendente dal
comportamento del Sole.
La conoscenza dell’interesse dei Maya per Venere è ben
riposta perché si sono miracolosamente conservati alcuni dei
dati delle loro osservazioni astronomiche.
Nel 1566, infatti, a Izamal, in Yucatan, il vescovo Diego de
Landa, convinto che i libri Maya fossero dei tomi di
religione demoniaca, dopo averne ordinato la raccolta per
ogni dove, li mise al rogo - una specie di notte dei cristalli
arcaica – come si dice, la Storia si ripete. Quasi certamente
in quel periodo andarono persi anche centinaia di volumi di
osservazioni astronomiche registrate dagli scienziati Maya
nel corso di molti secoli.
Questo fatto è certo perché siamo in possesso di quattro
volumi, chiamati codici, scampati alla “follia” del vescovo;
sono i codici di Dresda, Parigi, Madrid, dai nomi delle
biblioteche dove sono conservati, e il codice Grollier.
Questi codici, che sono di difficile interpretazione, sembrano
dei manuali scritti pochi secoli prima dell’arrivo dei
conquistadores e fanno riferimento a molte centinaia d’anni
precedenti. Vi si trovano accuratissime registrazioni
astronomiche associate a pagine di descrizioni di rituali e
predizioni da trarre da eventi celesti. Il più studiato e capito
è il codice di Dresda il cui contenuto riguarda la
registrazione e la previsione delle eclissi e i cicli di Venere,
Marte e Mercurio, anche con lo scopo di prevedere le
congiunzioni planetarie.
Il codice di Grollier contiene una ”Tavola di Venere”
analoga a quella del codice di Dresda ma più semplice –
forse un falso. Il codice di Madrid e quello di Parigi, invece,
non sono ancora stati completamente capiti e contengono dei
simboli strani, simili a quelli usati per la compilazione degli
schematic dei circuiti elettronici …”.
“ Poi si conoscono le civiltà andine pre-incaiche la cui
presenza si fa risalire addirittura a più di diecimila anni
prima di Cristo. Il culmine dello sviluppo delle civiltà preincaiche si consolida a Tihuanaco, in Perù, città sorta nelle
vicinanze del lago Titicaca, che con la sua famosa e
monumentale Porta del Sole, realizzata da un unico blocco
244
245
Ascoltando attentamente le ultime parole del Magli, o
meglio leggendole tradotte in Inglese sopra l’ennesima
diapositiva, Christian trasalì: quella foto dei codici di
Madrid e Parigi mostrava dei simboli molto somiglianti a
quelli da lui fotografati al livello –66!
Senza pensarci troppo estrasse dalla tasca il suo cellulare e
riesaminò le foto. Non c’era dubbio! Erano quasi identici,
c’erano molte analogie tra le figure scolpite e quelle
riportate su quelle specie di papiri o pergamene che si erano
visti proiettati. Ormai era sicuro, doveva trovare qualcuno di
fidato che fosse in grado di interpretare quei disegni. I
tasselli di quello strano mosaico si erano improvvisamente
come allineati a completare il quadro: … una memoria
arcaica geneticamente tramandata che si svela nei Flash
Back e nei Sogni, l’incubo ricorrente dell’esodo del popolo
di Sfera, il pianeta rosso così minuziosamente riprodotto al
JPL, le rovine di una fantomatica località inghiottita
dall’oceano, ricoperte di simboli conosciuti dai Maya o a
essi tramandati; e poi, perché custodite in una base militare?
Qual era il canovaccio che poteva alla fine unire, o meglio,
correlare tutte queste variabili? Forse la risposta si celava
proprio nel significato di quei simboli...
“… con le loro osservazioni, durate anche trentadue anni
consecutivi, i Maya riuscivano a prevedere le fasi lunari
nell’arco di 11.960 giorni con una precisione sconcertante”.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
di pietra e riportante iscrizioni di dubbia interpretazione, è
accomunata con Teotihuacan in Messico; entrambe le città
furono abbandonate senza motivo, comunemente considerate
luoghi sacri dalle etnie dominanti. Allo stesso modo, a
Tihuanaco, che è stata poco studiata, dovevano esserci delle
importanti correlazioni astronomiche. Il bellicoso popolo
degli Inca, nome derivato da come la tribù chiamava il loro
capo, s’impose molto tardi su di un territorio dell’America
sud-occidentale che oggi si estende dalla Colombia
all’Argentina. La loro dimora più importante, Cusco, la città
del Puma, era un vero e proprio osservatorio astronomico.
Non la sola Cusco stessa, ritenuta l’ombelico del mondo, ma
l’intero paesaggio era costruito rispettando i ritmi naturali
attraverso allineamenti astrali e di stazioni solari e lunari.
La più grande espressione, giunta a noi quasi intatta, della
cultura Inca è la città di Machu Picchu, la Vecchia
Montagna, in lingua Quechua.
A Machu Picchu, ci s’interessava moltissimo d’astronomia
come dimostra in primo luogo il suo Torreon, un vero e
proprio osservatorio astronomico, con un altare centrale,
costruito in modo molto preciso per osservare, attraverso le
sue molte finestre, svariati allineamenti, albe e tramonti di
astri e corpi celesti come la costellazione delle Pleiadi,
quella dello Scorpione, del Sole al solstizio e all’equinozio
eccetera.
Infine, incontriamo la piana di NASCA, una grande regione
semi desertica nella Pampa, nel sud del Perù. A Nasca,
dall’omonimo popolo contemporaneo dei Moche esistito fra
il secondo secolo a.C. e il sesto d.C., furono costruiti circa
tredicimila chilometri di linee raffiguranti figure zoomorfe e
rettilinee, o geoglifi, ed enormi figure geometriche, tutte
accuratamente progettate e realizzate secondo un preciso
schema che, forse, si deve ricercare nel desiderio di
riprodurre in una valle la rappresentazione dell’aspetto della
volta celeste, come si vedeva sopra Nasca, in quel ben
determinato periodo.
246
247
… In conclusione:
Ai nostri giorni, con gli studi archeoastronomici,
analizzando le orientazioni stellari di antiche città e templi
costruiti millenni prima, sapendo che l’aspetto della volta
celeste cambia e si ripete nel corso dei millenni con la
precessione (16), si riescono a collocare in uno spazio
temporale preciso anche civiltà che non hanno lasciato
documenti scritti, così come li conosciamo noi. La loro
esistenza ci è stata tramandata, espressa nelle composizioni
architettoniche, con il linguaggio delle stelle; infatti, se
prima certe strane costruzioni e orientazioni erano
incomprensibili, con l’avvento dei veloci calcolatori
elettronici, si è capito che gli edifici erano orientati secondo
quello che in quel ben determinato periodo o spazio
temporale i costruttori vedevano sopra le loro teste.
Sapendo poi che un periodo di rotazione dell’asse terrestre
intorno all’eclittica dura 25.776 anni - venticinquemilasettecento-settantasei! - si può anche capire che le
orientazioni e ciò che si vede sulla volta celeste in termini di
forme e composizione delle costellazioni, di albe e tramonti
di stelle o di pianeti, cambiano molto lentamente nel corso
degli anni. Essendo la precessione un processo ciclico, se
non si hanno altri dati, vi è ancora la possibilità che ci si
sbagli vale a dire: un allineamento di una costruzione
megalitica con le stelle è stato fatto nel primo, secondo o
ennesimo ciclo di rotazione intorno all’eclittica andando a
16
Fenomeno dovuto alla libera rotazione dell’asse terrestre rispetto
all’eclittica, o polo nord celeste.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
ritroso nel tempo rispetto al momento del ritrovamento?
Così è tutto relativo e senza testimonianze non si può essere
mai sicuri di niente, serve solo avere rispetto per quello che
è stato e cercare di studiare e capire.
Sicuramente, in certi casi, si dovrà riscrivere la storia poiché
quella oggi riconosciuta è in molti casi il risultato di
conclusioni affrettate o scelte politiche! … Grazie … spero
di non avervi stancato troppo …”.
professor Daniel Bloom della Goldsmiths University di
Londra”.
Il luminare italiano aveva messo a dura prova
l’organizzazione di SETIcon per la traduzione di questo
lunghissimo discorso, ma la combinazione delle diapositive
con il testo era stata fatta talmente bene che, anche il Magli,
strappò un lungo e fragoroso applauso.
Marie applaudiva, ma la sua mente era confusa: stava per
essere annunciata per la sua esposizione ma i pensieri erano
altrove, ricordi piacevoli del passato erano riaffiorati
all’improvviso, inaspettatamente. Non riusciva a pensare ad
altro fino a che, appoggiandole delicatamente la mano sulla
spalla destra con una leggera stretta, la dottoressa Tarter la
fece ritornare in sé mentre si avviava verso il microfono per
introdurre l’ultimo ospite.
Marie, visibilmente emozionata, si fece avanti. Il pubblico la
incoraggiò subito con un applauso, anche perché, oltre alla
dottoressa Tarter, era l’unica esponente del gentil sesso a
partecipare a quella conferenza. Tutti erano fermi nell’attesa
che la professoressa Anderson iniziasse la sua esposizione,
tutti tranne uno.
Christian, non appena sentì pronunciare il nome di Marie,
era stato assalito da un attacco di pelle d’oca su tutto il
corpo. Oltre all’emozione suscitata istantaneamente dalla
presenza di quella creatura, tanto amata e persa di vista da
anni fino a quel preciso momento, si era materializzato un
altro episodio del suo sogno.
Facendosi strada a spintoni e gomitate fra il pubblico che
intasava i corridoi, Chris si era precipitato non senza fatica
proprio ai piedi del palco per rendersi conto se stava
sognando o se era sveglio.
Rimase lì per tutto il tempo restante, nascosto agli occhi di
Marie dal bagliore delle luci della ribalta che, illuminandola
dal basso verso l’alto, nascondevano sotto un cono d’ombra
gli spettatori più vicini.
“… E ora, cari amici, per finire con un enigma che vi lascerà
con il fiato sospeso, voglio introdurre una squisita e
appassionata etnologa ed archeologa australiana che ci
illustrerà una sconcertante ricostruzione di come nascono i
vari tipi di confessioni religiose; risalendo a ritroso nel
tempo e poi fino ai giorni nostri per arrivare a ipotizzare
l’esistenza di un’antica e tecnologica civiltà ormai estinta. È
con enorme piacere che chiamo sul palco la professoressa
Marie Sue Anderson dell’università di Melbourne, docente
di Etnologia e Storiografia Religiosa, allieva del compianto
248
249
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XIX
“ Partiamo col fare un breve inquadramento dello schema
dell’evoluzione umana così com’è universalmente
conosciuta … e … a ragione, messa in discussione dalla
dimostrazione scientifica fatta poc’anzi dal professor
Magli”.
Una contenuta risata, seguita da un leggero brusio, si era
levata e velocemente sopita tra il pubblico, come una piccola
onda provocata dal decollo di un Airone dalle acque calme
di uno stagno. Marie, a sua volta, si avvaleva di diapositive e
slides per illustrare meglio il suo pensiero …
“ Paleolitico Antico da 600.000 a 150.000 anni a.C.”.
Piramidi, Geoglifi e città enigmatiche.
250
“ Non si hanno reperti archeologici certi, solo ossa, crani e
mandibole. I manufatti litici – in pietra – e altri rozzi attrezzi
dell’uomo preistorico, testimoniano che i loro artefici erano
esseri dotati di vita spirituale, intesa come pensiero, e
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
creatori di civiltà (17); pur ammettendosi che la loro vita
spirituale fosse ancora ai primi passi.”.
“ Si ebbero migrazioni di cacciatori e sconvolgimenti
climatici dovuti alla fine dell’era glaciale”.
“ Paleolitico Medio da 150.000 a 60-40.000 anni a.C.”.
“ Neolitico – da 7000-4000 a 3000-1800 anni a.C.”.
“ Incontriamo l’uomo di Neanderthal che viveva in grotte o
sotto rocce a strapiombo. Il Neanderthal cominciò a eseguire
sepolture con elementi protettivi per il morto servendosi di
recinti d’ossa di animali feroci come Orsi, Stambecchi o
Bisonti. Il ritrovamento di armi e cibo nelle sepolture, fa
pensare che già si credesse che il morto piombasse in una
specie di sonno dal quale si sarebbe svegliato per vagare nel
mondo dei trapassati. Inoltre se il morto era un personaggio
temuto, veniva anche legato prima di essere seppellito o
placato con ricche offerte”.
“ Il neolitico è l’epoca della comparsa di forme di vita ed
economie agricole: la coltivazione e l’allevamento. Si
plasmarono delle forme d’ideologia religiosa legate alla
fecondità della terra e degli animali”.
“ Paleolitico superiore, da 60.000 a 10-8000 anni a.C.”.
“ Questo periodo abbraccia il culmine e la fase di disgelo
dell’ultima glaciazione. Qui s’incontra ancora una cultura di
cacciatori con migliori armamenti, si notano le prime
rudimentali scelte tecnologiche nella costruzione degli
attrezzi. Compaiono i Neantropini – homo sapiens – e
scompaiono misteriosamente i Neanderthal. Non
cambiarono molto le usanze nelle sepolture, i cadaveri erano
solamente più ricchi di ornamenti che erano di foggia più
finemente lavorata”.
“ Mesolitico – da 10-8000 a 6-3000 anni a.C.”.
17
Civiltà, intesa come il livello di cultura e di progresso materiale e
spirituale raggiunto dall’umanità intera o da un popolo in particolare.
252
Christian la ascoltava e la rimirava, era veramente lei,
riconosceva quei dolci tratti del viso, anche se un poco più
paffutello; non aveva perso quella sua grande passione per la
Storia e la Preistoria e lo stava dimostrando lì su quel palco.
Mai avrebbe potuto immaginare di ritrovare la sua Marie in
una situazione così strana. Rimanendo a bocca aperta,
ammirato e interessato alla sua ricerca, Christian non poteva
fare a meno di pensare incessantemente a una cosa:
“… chissà se si è sposata, se ha avuto figli, se è felice …”.
“… Per primi sono nati i riti propiziatori legati alla natura e
alla fertilità umana o animale con l’adorazione di feticci
quali: stelle, montagne o animali; poi con le religioni
universalistiche, come l’Ebraismo, il Dio o Essere Supremo
si rivela, entra in contatto diretto con l’uomo per tramite dei
Fondatori o Profeti stringendo con loro un patto di alleanza.
Affidandosi al patto stretto con la divinità, alla fine – nasce
il concetto di Fede - le aspirazioni del Popolo e del Dio
avrebbero alla fine trovato compimento.
Con la nascita del concetto di Fede compaiono i Culti
Millenaristici e si attua un passaggio graduale dalle
Religioni Mito a quelle Logiche – da logos, fondate e
organizzate.
253
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
I tempi sacri sono identificati con i calendari religiosi che
sono racchiusi in una fenomenologia vastissima e varia di
osservanza religiosa e di rituali che si ripresentano
ciclicamente in: mesi, anni, decenni o addirittura cicli
millenari.
In tempi relativamente recenti e documentati – ultimi mille
anni – si è diffuso il fenomeno dei nuovi movimenti
profetico-salvitici. Questi movimenti si presentano sempre
come il risultato di un insieme di reazioni, organizzate e
guidate da un Profeta nativo, contro una situazione di
disagio in cui viene a trovarsi una popolazione primitiva in
seguito a un contatto improvviso e violento o diretto e
prolungato con la civiltà dei Bianchi, da cui deriva una
sottomissione psicologica.
La quasi totalità di essi, all’inizio, si manifesta come
reazione al processo acculturativo – inteso come
assimilazione culturale inversa – messo in atto da parte di
civiltà culturalmente e tecnologicamente più elaborate di
quelle indigene, in una ricerca di libertà e salvezza dal loro
giogo.
Etnologicamente, quindi, nel loro insorgere, tali movimenti
sono da classificarsi tra i fenomeni culturali che si
sviluppano dal contatto diretto e prolungato di due gruppi
umani socialmente organizzati, ma aventi differenti livelli di
cultura.
Prendendo ad esempio i culti della Melanesia, nella maggior
parte dei casi, i nativi attendono come mezzo di salvezza un
CARGO – battello, nave, aeroplano – guidato dai loro
antenati e recante loro tutti i beni della civiltà dei bianchi.
Questi si possono chiamare anche movimenti religiosi di
libertà e di salvezza.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
A parte tutte le definizioni, alla base di questi fenomeni c’è,
e c’è sempre stato, un vivace e incontenibile dinamismo:
popoli che sembrano, da tempi remoti, ormai vincolati a
modelli culturali simili a quelli dell’età della pietra, come in
Oceania e in Africa, si risvegliano, mossi da aspirazioni
sociali e culturali sfocianti in rivendicazioni di libertà e
d’autonomia, accompagnate dalla nascita di vere e proprie
correnti religiose nazionalistiche.
Molti di questi culti traggono origine da movimenti
rivoluzionari di ribellione al dominus, che si camuffano da
movimenti religiosi.
Nei quattro continenti europei - ex imperi coloniali - sono
stati analizzati circa trecento movimenti profetico-salvitici a
livello etnologico, dalle Ghost Dance Religions fra gli
Indiani dell’America settentrionale ai Cargo Cult
dell’Oceania fino ai Culti Sincretistici (18) del sud
dell’America, Colombia e Perù, che hanno assimilato, per
ragioni di sopravvivenza, l’imposizione cattolica da parte
degli Spagnoli.
I nativi dell’Oceania, in generale, di fronte alla prepotente e
affascinante, ai loro occhi, civiltà dei bianchi, soffrono di
un’inguaribile complesso d’inferiorità che cercano di
superare integrando la loro cultura con quella degli invasori.
Essi odiano i bianchi perché loro sfruttatori – compresi in
molti casi anche i missionari – ma ricercano i beni della loro
tecnologia.
Nelle popolazioni native delle Americhe il contatto con il
sovrumano avviene comunemente attraverso il sogno
mistico.
18
Culti che tendono a fondere in un unico sistema dottrine religiose o
filosofiche diverse – termine molto usato in storiografia religiosa.
254
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Il movimento profetico-salvitico nordamericano dei
Delaware, ad esempio, detto Prophet Dance, che presenta
chiare manifestazioni di sincretismo cristiano.
La più famosa manifestazione di acculturazione degli
Indiani delle praterie è stata la cosiddetta Ghost Dance o
danza degli spiriti per rievocare gli antenati liberatori; essi,
sospinti da speranze di liberazione e salvezza dai bianchi,
rievocavano l’antica Danza del Sole che avrebbe anche fatto
ritornare i Bisonti, fonte di vita e di sostentamento.
elevato livello di civiltà, come quelle dei popoli dei Maya e
degli Atzechi. Questo repentino avanzamento, il cui spazio
temporale effettivo è difficile da quantificare se non
attraverso la sola Archeoastronomia, potrebbe essere il
risultato di un Sincretismo Arcaico con una civiltà più
evoluta ormai estinta o andata in rovina.
Ai giorni nostri, oltre alle grandi opere architettoniche, sono
giunte testimonianze leggendarie tramandate oralmente che
parlano dei Miti delle Origini.
Secondo le leggende, questi popoli avrebbero subìto
l’influsso di misteriosi immigranti arrivati dal nord-est,
lungo la regione del fiume Pànuco e che prima del tempo in
cui essi prosperarono ci furono altre ere in cui esistettero
uomini scimmia o Tlaca-Ozomatin.
Sia nelle leggende della creazione dei messicani, gli Atzechi,
sia degli Incas in Perù, si parla di una grande distruzione,
associata a un diluvio, cui seguì una rifondazione o rinascita
per mezzo di un creatore: Quetzalcoàtl per gli uni e
Wiracocha per gli altri.
Compare poi il mito di un’Isola del Sole, che gli Incas
identificavano con l’isola del lago Titicaca, dove avvenne
l’Aurora o nuova rinascita …
Con la conferenza di Berlino del 1885 le grandi potenze
colonizzatrici europee si sono spartite il continente africano.
Nascono anche qui grandi movimenti profetici che danno
origine alle numerose Chiese Separatiste nere.
Prima era difficile credere che vi potessero essere altre cause
all’origine dei movimenti nativistici, o messianismi, se
vogliamo usare delle definizioni più moderne.
Dopo che la nostra scienza, l’Etnologia Religiosa, si è
interessata di indagare intorno ai culti o riti dei movimenti
profetico-salvitici delle popolazioni primitive – in altre
parole prive di scrittura – o che l’hanno acquisita da poco
tempo e che conservano una mentalità arcaica, siamo giunti
a un punto in cui si può stilare un’ipotesi basata su
inoppugnabili dati di fatto.
Nei culti delle popolazioni del Messico antico e di tutta
l’America centrale potrebbe essere successo qualcosa di
simile già prima dell’avvento dei Conquistadores, in modo
graduale, il cui inizio si è perso nel corso dei millenni a
causa della mancanza di documenti scritti.
A questo proposito, quantunque non siano da escludere
assolutamente dei remoti contatti fra l’America e il vecchio
mondo, soprattutto l’Asia, sembra che l’uomo americano
arrivasse a creare da se la propria cultura e che essa, da un
certo punto, fece un enorme miglioramento raggiungendo un
Platone fa riferimento ad Atlantide, o Poseidonia, nei suoi
dialoghi Timeo e Crizia.
Nel Timeo, Platone scrive che suo zio Crizia narra di
Atlantide. Crizia racconta che Solone, grande legislatore e
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257
… e se i miti fossero la trasposizione romanzata di fatti
realmente accaduti millenni prima?
Il mito non è fantasia ma un racconto simbolico che contiene
una verità; come quelli delle antiche civiltà greche ed egizie
riguardo all’esistenza di Atlantide.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
suo antenato, aveva visitato l’Egitto nell’Ottocento a.C. e
notò che gli Egizi erano eccessivamente evoluti per quel
periodo. Così indusse un gruppo di sacerdoti di Sais a
parlare del loro passato e uno di essi asserì che la Terra
aveva subìto molte catastrofi dovute agli elementi naturali fuoco, acqua, terra, aria - e che proprio nel 9.600 a.C. ci fu
una grande catastrofe dovuta all’acqua. Il sacerdote disse
inoltre a Solone che oltre le colonne d’Ercole – identificate
oggi con lo stretto di Gibilterra - esisteva un’isola, Atlantide,
grande quanto la Libia e l’Asia messe insieme e che in quel
periodo, 9.600 a.C. Atene già esisteva.(19)
Platone nel Crizia continua il suo racconto su Atlantide
affermando che fu fondata dal Dio del mare Poseidone. Egli
scrive che, col passare del tempo, l’essenza divina degli
atlantidi svanì per lasciare il posto a una parte sempre più
umana e Atlantide sparì in un giorno e una notte.
Oltre a Platone altri intellettuali menzionarono Atlantide, per
esempio il filosofo neoplatonico Proco sosteneva che
Cantore si era recato in Egitto e lì aveva visto delle colonne
con scritta la leggenda di Atlantide; anche Aristotele e
Plutarco parlano d’isole e continenti perduti, ma cosa resta
oggi di Atlantide?
bel mezzo dell’oceano Atlantico nei pressi dell’arcipelago
delle odierne isole Azzorre. Era forse situata proprio lì la
leggendaria Isola del Sole?
Ora tracciamo una linea immaginaria che segue il percorso
dei miti delle civiltà precolombiane e facciamola incrociare
con quella dei miti dei popoli indoeuropei riguardo
all’esistenza di un fantomatico continente degli Dei, o dei
Giganti, la terra di Atlante, figlio di Zeus, che sosteneva
sulle sue spalle l’intera volta celeste; da cui deriverebbe la
conoscenza. Queste due vie s’incontrerebbero proprio nel
Possiamo spingerci anche oltre.
Proviamo a immaginare che veramente, in quella vasta area
geografica, esistesse un altro continente che come sappiamo
potrebbe essere benissimo scomparso poiché in quel punto
vi è la divergenza delle tre maggiori placche tettoniche:
quella americana, quella euro-asiatica e quella africana.
Immaginiamo anche che là fosse insediata una civiltà
evoluta.
Le domande che sorgono spontanee sono due: da dove
veniva e che evoluzione ebbe questa civiltà, e fino a che
punto i miti arrivati fino a noi sono veramente distanti dalla
realtà; ma, soprattutto, di quanti millenni dovremmo
spostare indietro la lancetta dell’orologio della Storia?”.
Mentre Marie ringraziava il pubblico inchinandosi,
l’ovazione salì dalla sala come un turbine di tempesta.
Christian, anche se un poco distratto dalle immagini dei
ricordi che riaffioravano nella sua mente, come i fiori del
deserto dopo la siccità e l’arrivo del monsone, aveva ben
capito l’interrogativo lanciato dall’amica archeologa.
“ Ecco! …”, si diceva tra sé, “ ho trovato la persona con cui
confidarmi, e che potrebbe conoscere qualcuno che sia in
grado di interpretare i simboli in mio possesso …”.
Il sacerdote intendeva per Libia una zona grande quanto tutto il nord
dell’Africa e per Asia una zona vasta quanto il Medio Oriente.
Zanather era anche ansioso di farsi riconoscere e di
riabbracciarla, di sentirsi raccontare la sua storia iniziando
dal loro distacco, da quel giorno all’aeroporto di Heathrow;
dentro di se, forse, nutriva anche una velata speranza, la
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
stessa che lo aveva fatto rimanere solo per tanti anni
nell’involontaria attesa di un suo eventuale ritorno.
e gli altri ricercatori del SETI che si stavano ripetutamente
scambiando i complimenti. Solo quando stette per andare a
sbattere contro le poltroncine vuote della prima fila della
platea, Christian si girò e si diresse deciso verso l’ingresso
dell’Hotel.
Marie stava lì, impettita ma immobile, mentre la Tarter e
tutto lo staff degli organizzatori di SETIcon, insieme agli
altri studiosi intervenuti, si stavano dirigendo verso di lei per
il saluto finale al pubblico.
Nell’attimo in cui le due donne si abbracciarono, lo sguardo
di Marie Sue si posò su Christian che, timidamente, la stava
salutando dal bordo del palco. Lei rimase a bocca aperta,
aveva sentito bene prima, in una frazione di secondo pensò
“… non è cambiato per niente, no … però … ha un aspetto
più maturo e attraente …”; lo contraccambiò con un cenno
di saluto e un’espressione di sorpresa e di compiacimento le
illuminò il viso.
Non appena il rito dei saluti fu terminato, Marie si diresse
verso il bordo del palco, dove c’era sempre Christian, si
accovacciò, gli prese le mani fra le sue e disse trasalita:
“… Chris ! … ma sei veramente tu? …”
“… Sì Marie, sono io, come stai ? … complimenti per la tua
ricerca …”.
“ Oh, lascia stare ora, ma che ci fai qui? …”
“ Marie … ecco … è una lunga storia …”
“… Chris, ascolta, ora devo andare, sono attesa dagli
organizzatori della conferenza, tu aspettami qui fuori, nella
hall dell’Hotel, avremo modo di raccontarci tutto … ciao”.
Così dicendo lasciò le sue mani e si allontanò, Christian fece
in tempo a ricambiare il saluto e a rendersi conto che il suo
battito cardiaco aveva superato di molto la soglia aerobica.
Lentamente s’incamminò verso l’uscita, dapprima con
qualche passo all’indietro mentre continuava a guardare
Marie intrattenersi sul palcoscenico con la dottoressa Tarter
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XX
L’abbraccio fra Marie e Christian fu lungo e affettuoso, tutte
le persone che sostavano nel grande spazio dell’ingresso
dello Hyatt Regency Hotel non potevano evitare di
osservarli.
Uscirono nel giardino e si sedettero in pace su di una
panchina e, coccolati dalle luci delle lampade notturne e dal
fresco della sera, si misero a chiacchierare dei vecchi tempi
e fra un ricordo e l’altro …
“ Non posso crederci, Marie, sei ancora bellissima e il tuo
discorso è stato interessantissimo, mi sono ricordato subito
di quanto tu fossi appassionata nei tuoi studi …”.
“ Che dolce sei, grazie per i tanti complimenti! E tu?
Racconta, come sei capitato qui al SETIcon? Quale sarebbe
la lunga storia che intendevi prima?”.
“ Ti ricordi quale ramo di studi avevo intrapreso, fisica
nucleare. Dovevo assistere al collaudo di un mini-reattore e
sono stato invitato da alcuni scienziati a visitare un centro di
ricerca della NASA a Los Angeles e lì mi hanno parlato di
questa conferenza.”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Ok, ma in Inghilterra ci sarà pure una signora Zanather che
ti sta aspettando …”
nel rispetto … ma … dimmi tu ora… possibile che nessuno
ti abbia ancora portata all’altare?…”.
“ No Marie, conosci la mia timidezza, purtroppo non ho
incontrato l’anima gemella e mi sono chiuso nello studio e
nel lavoro, poi ormai devo pensare ai miei genitori anziani,
per stare con loro dovrò anche diminuire gli impegni
lavorativi; molte volte i miei migliori compagni di viaggio
sono i ricordi, specialmente quelli belli, come i momenti
spensierati passati con te …”.
“... Cavoli, che vita piena hai! Grazie per la comprensione
legata al passato e le belle cose che pensi di me! Sei rimasto
una persona squisita, dolcissima. Intravedo in te grande
maturità e buona volontà, è bello, molto bello! Hai tante
passioni da coltivare e una grande intelligenza.
Io mi sono sposata, sì, poi ci siamo separati, incompatibilità
di carattere, ho un bimbo di otto anni, Julian, la luce dei miei
occhi; dopo il divorzio, anzi prima per la verità, quando è
mancato mio padre, mi sono trasferita a Melbourne nella sua
casa, in un sobborgo fuori città, Greensborough, è un bel
posto, assomiglia molto all’Inghilterra”.
“ Se mi permetti, Chris, avverto un velo di tristezza nelle tue
parole, mi dispiace! Spero che cercherai sempre di essere
ottimista perché purtroppo la vita, come avrai costatato,
riserva anche cose spiacevoli. Non sono tutte rose e fiori! Ti
prego, evita di idealizzarmi perché non sono perfetta, ma ti
ringrazio per avermi messa tra i tuoi migliori compagni di
viaggio, anche se penso di non meritarmelo.
Sono molto dispiaciuta per il distacco che c’è stato nel
passato, credo che il destino ci abbia messo lo zampino, ma
è bello ritornare di nuovo a essere buoni amici, no?
Dimmi, che fai nella vita? Hai ancora la passione per il
Rugby? Sei sempre un mito in Chimica? Che vergogna! Io
facevo proprio schifo! Non mi era mai piaciuta! Raccontami
ancora di te, sempre che ti faccia piacere ... “.
“ Marie, posso dirti una cosa? Non voglio che tu ti senta in
colpa … il passato è passato; stai tranquilla! Forse non sarò
l’uomo più felice del mondo ma non è senz’altro colpa tua
…
Sì, ogni tanto mi capita di dare qualche ripetizione ai ragazzi
del Lions Club, dove alleno una squadra giovanile; mi fanno
impazzire ma lo sport che praticano li tempra nel carattere e
264
Due lunghe lacrime rigarono velocemente le guance della
donna; erano più lacrime di felicità al pensiero del figlioletto
lontano che di rammarico per il matrimonio fallito. Christian
stringendole le mani fra le sue le sussurrò delicatamente:
“ Mi dispiace tantissimo ... Marie …”
Poi lei, dopo essersi asciugata il viso con un clinex,
continuò:
“ Ultimamente vivo un poco isolata dal resto del mondo
anche perché sia l’insegnamento che fare la mamma a tempo
pieno sono attività che consumano tutte le mie risorse
fisiche. Il mio piccolo è tutta la mia ricchezza e lo amo
tantissimo, anche se con lui ci vuole una grossa dose di santa
pazienza e molta forza di volontà; vedi che non sono così
brava come pensavi? …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Scherzi? E non sei forse stata brava a fare un figlio che
cresci da sola con tanto amore e impegno?
Io penso che sia la cosa più difficile, oggi, altro che chimica
o fisica nucleare! Hai fatto la scelta più giusta e naturale per
una donna, quella di procreare; tutto il resto c’è tempo per
farlo ancora.
Io rimpiango molto il fatto di avere perso il treno della vita
e di non avere dei figli. Se trovo il tempo, oppure lo occupo,
a fare tante cose è perché ho sicuramente meno pensieri di
te.
Vedrai che tra qualche anno, quando Julian sarà
indipendente - che oggi i giovani lo diventano molto prima
di quanto capitasse a noi - potrai vivere una seconda
giovinezza in cui ti potrai dedicare a tempo pieno alle tue
passioni …”.
Potremmo forse trovare un compagno che ci assomigli, ma
non esiste un nostro clone. Le diversità di veduta o altro in
una coppia ci sono sempre. Tutto sta ad avere l’amore per
l’altro, che molto spesso viene a mancare per egoismo o per
abitudini ereditate dalla famiglia, lo spirito di sacrificio, la
forza di volontà per aiutarsi, assecondarsi e camminare
insieme.
Molte volte, nella coppia, uno ama meno dell’altro e finisce
sempre col voler compiacere se stesso e mandare al diavolo
il proprio compagno con le sue esigenze. Le parole che sono
dette il giorno del matrimonio, rimangono solo parole ...
parole al vento.
Spesso sono gli uomini che abbandonano le donne in
lacrime col cuore spezzato, ma ora si stanno rivalendo.
L’unica ragione di vita sono i figli, almeno quando sono
piccoli, nella speranza che da grandi abbiano assorbito dei
buoni valori e principi.
Ti ricordi com’ero scontrosa? C’era un motivo!
Mamma mi teneva quasi fossi una cosa di sua proprietà. Mi
controllava in tutto! Sapessi quante litigate … il tempo
perduto … la gioventù sfuggita... A queste cose ora sorrido,
ma prima era tutto un trauma per me; specialmente quando
ho dovuto allontanarmi da mio padre per volere di un
Giudice e andare a vivere con mia madre e il suo compagno,
a Sidney.”.
“ Quanto sei dolce! Come dici tu, aver voluto un bambino, è
stata la cosa più naturale e di primaria importanza. Lo
desideravo per amore. Ho atteso del tempo prima di
decidermi a sposarmi. Ricordi che non avevo grande fretta di
farlo? A dire il vero, nulla è stato come avrei desiderato sai?
I sogni giovanili... tutte cavolate! Vedevo il mondo
attraverso un filtro che me l’ha distorto, lo pensavo bello da
vivere e da scoprire, invece era diverso: bugiardo, meschino,
ipocrita, vergognoso e chi più ne ha, più ne metta. Ne sono
rimasta parecchio delusa e ferita! Ci ho messo molto a
metabolizzare la cosa. Purtroppo l’ho dovuto fare da sola
perché ero diversa - di mentalità. Ho sofferto tanto, e ancora,
come te, sto male. Forse in modo diverso ma ci facciamo
buona compagnia! Ti capisco molto quando parli di amore
per i figli oppure ancora, di anima gemella. Mi sento di dirti,
anche se è un pensiero personale, che l’anima gemella non
esiste, vive solamente nel nostro mondo immaginario.
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Marie a quel punto stava per ripetere il racconto dello
spavento preso quella lontana notte quando il patrigno
s’infilò nel suo letto, ma desistette; quella situazione le
suscitava sempre un grande dolore.
“ Dulcis in fundo, quella belva è anche riuscita a combinare
l’incontro con l’uomo che, per qualche anno, è stato mio
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
marito, il padre di Julian; dopo di lui non ho più avuto altre
storie.”.
“ OK Marie, penso proprio che mi fionderò alla reception …
non vedo l’ora che arrivi domattina, buonanotte”.
Christian in quel momento, come in passato, dal
cambiamento di tono della sua voce e dal leggero rossore
che era comparso sulle sue guance, aveva intuito qualcosa
ma per pudore e rispetto non disse niente e lasciò che si
sfogasse senza interromperla; quello sbotto di Marie fu
talmente intenso e liberatorio, quasi fosse stato sopito per
anni, che non si sentì di aggiungere altro. I due si
guardarono per un lungo attimo negli occhi e poi si
lasciarono andare a un altro grosso abbraccio.
Si alzarono e si scambiarono tre baci sulle guance,
abbracciandosi ancora. Christian si diresse verso l’ingresso
dell’Hotel mentre Marie verso la sua stanza. Entrambi
stavano provando qualcosa l’uno per l’altra ma non osavano
ancora lasciarsi andare, non erano più dei ragazzini; i
sentimenti e il rispetto reciproci erano più forti
dell’attrazione fisica.
“ Marie, mi piacerebbe visitare la città di San Francisco con
te, ti andrebbe di accompagnarmi domani?”
“ Volentieri Chris, lo sai che a me è sempre piaciuto
camminare; io pernotterò proprio qui al Regency, ci
possiamo trovare qui, tu dove sei alloggiato?”.
In quel momento Christian si rese conto di non avere ancora
pensato a prendere una stanza: prima il professor Magli e poi
la sorpresa di ritrovare Marie lo avevano un poco
frastornato. Si schiaffeggiò la fronte con la mano sinistra e
disse:
“ La stanza … è vero … non ho ancora fatto il check-in …”.
“ Non temere Chris, qui al Regency Hotel non ci sono
problemi d’orario e poi non è una località prettamente
turistica e, anche se è estate, c’è sempre qualche stanza
libera … almeno così mi ha detto qualche ora fa la mia
ospite … la dottoressa Tarter …”.
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La Skyline caratteristica con la Transamerica Pyramid, sulla
destra, guardandola dall’oceano pacifico, un miscuglio
variopinto e sempre nuovo di nazionalità, gusti e abitudini;
anche se oggi San Francisco non è più la città dei figli dei
fiori, una cosa è ancora ed è sempre stata: la più bella città
degli Stati Uniti. Ha un centro, si distende magnificamente
su una penisola circondata dall’acqua: a ovest l’oceano
Pacifico, a est la baia di San Francisco. E’ la città più
europea e colta d’America e anche la più spregiudicata e
moderna. The City, dicono gli abitanti, come se ci fosse
solamente questa, la più splendida città degli States. Basta
salire su uno dei suoi tanti grattacieli come il Coit Tower o la
Telegraph Hill - collina del telegrafo - per rendersi conto
delle sue strade disposte a scacchiera sopra le alture:
quarantatré colline in tutto.
San Francisco è una città atipica, è una zona commerciale e
insieme residenziale. Il profilo delle colline, inoltre, rende
ondulata la scacchiera, dandole forme sorprendenti. La vista
si perderebbe in una confusione di linee verticali e
orizzontali se la città fosse disposta in piano, invece così ne
resta avvolta e affascinata.
Anche la sua gente è come la città, sembra un crogiolo di
etnie che però vivono in quartieri separati, quasi isolate. La
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
prima immediata impressione è che la popolazione sia per
un terzo di origine europea, un terzo asiatica e un terzo nera
o meticcia. Osservando più attentamente si nota tuttavia che
gli italiani hanno il loro quartiere, così come gli irlandesi,
che cinesi e giapponesi vivono rigidamente separati, che gli
immigrati messicani formano una comunità ben distinta dai
discendenti degli schiavi africani.
Come tutte le grandi metropoli, anche San Francisco
conosce tensioni etniche e conflitti razziali, e crogiolo è
appunto solo una metafora. Solo poche persone si muovono
agevolmente tra i diversi strati sociali, a volte capita che ci
siano anche matrimoni misti, ma la norma è “ uno accanto
all’altro”, non “ l’uno assieme all’altro”. Insomma,
sopportazione piuttosto che integrazione. Anche qui non si
sfugge alla gerarchia su cui si basa la società americana: in
cima gli wasp, i protestanti bianchi anglosassoni, in fondo i
neri di lingua ispanica senza passaporto americano; forse
oggi si nota meno dopo l’elezione di un presidente
democratico afro-americano. Comunque i quartieri hanno
mantenuto le loro caratteristiche come Chinatown o Dai
Fao, il quartiere cinese incuneato fra le tre colline di
Telegraph Hill, Russian Hill e Nob Hill. La Piccola Italia
delle tre “p” - pasta, pizza e pistole - a North Beach dove le
catene dei Fast Food non riescono ancora a soppiantare le
tradizionali Trattorie in stile napoletano, con i locali a luce
rossa di Broadway e l’indimenticabile eroe del baseball Joe
Di Maggio. Il quartiere ispanico SoMa South of Market
Street e infine Haight-Ashbury a est del Golden Gate Park,
l’ex quartiere Hippie.
Un tassista alquanto loquace e cordiale disse ai due
improvvisati turisti: “Un bel giro per La City è incompleto
se non si visita l’isola di Alcatraz”; il temuto penitenziario
che sorge su di un’isola in mezzo alla baia, ora chiuso, è
meta di turisti in cerca di forti emozioni. Molti altri sono i
posti famosi ed emozionanti che non si possono dimenticare:
La Cliff House, il tradizionale ristorante fuori città sopra le
onde spumeggianti del Pacifico dove gli americani amano
prendere l’aperitivo serale o del tramonto, il Sundowner.
Poi, situato all’estremità ovest di San Francisco, il Point
Lobos.
La Coit Tower, una torre costruita in onore dei vigili del
fuoco, affrescata all’interno con scene di miseria e di lotta
politica, ha la forma di una colonna a linee scanalate e
ricorda vagamente una colonnina antincendio.
Il Fisherman’s Wharf, l’antico molo dove oggi i turisti sono
agganciati da miriadi di negozianti, con la Ghirardelli
Square, con un’ottantina fra negozi e ristoranti, la Cannery –
edificio di mattoni rossi una volta fabbrica di conserve di
Del Monte – anch’essa trasformata in galleria commerciale;
l’Anchorage con l’imponente monumento a forma di ancora,
la Channel Island e la colonia di Leoni Marini, il
sommergibile Pampanito e il veliero Balclutha e altre sei
navi museo ormeggiate al molo di Hyde Street.
Il Golden Gate Bridge, il ponte più bello del mondo, è il
simbolo della città, con il suo caratteristico colore arancione,
le sue due imponenti torri di oltre duecento metri d’altezza,
diecimila tonnellate d’acciaio e gli undici chilometri di
lunghezza.
Lombard Street, la famosa strada tutta curve dove si filmano
gli inseguimenti più spettacolari, che può essere percorsa
solo in discesa tanto è ripida e per di più lastricata in pavé.
La Old Mission Dolores, l’edificio più antico della città; una
delle ventuno chiese californiane erette dai Padres cattolici
spagnoli che distano una giornata di cavallo l’una dall’altra.
L’esterno è bianco con due campanili, l’interno è tutto
ornato di dipinti indiani con colori naturali, specie il soffitto,
mentre le statue sacre e l’altare sono di origine messicana.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
La Transamerica Pyramid, il grattacielo a punta a prova di
terremoto; alta duecentosessanta metri, uno dei simboli della
città, anche se non molto amata dagli abitanti, è una vera
sfida per gli alpinisti urbani che nonostante i divieti cercano
ripetutamente di scalarla.
Non si può dire di avere visitato San Francisco se non si è
saliti su uno dei Cable Car Barn, unici al mondo, i tram
trainati da un cavo sotterraneo, i cui conduttori sono
chiamati Gripmen poiché per far muovere la vettura, devono
azionare una pinza - il grip - che aggancia il cavo di traino.
sotterraneo alla base di Groom Lake … non dovrei
parlartene, ma di te mi posso fidare …”.
“ Quali strane incisioni Chris?” - Chiese Marie più che mai
incuriosita dal suo racconto surreale.
Ci fu un lungo attimo di silenzio mentre Christian estraeva
dalla tasca il suo cellulare per mostrarle le immagini
catturate quella famosa notte al livello 66.
“ Ecco, queste immagini …”
Marie e Christian si divertirono un sacco a gironzolare per
San Francisco, rivivevano scenari di molti famosi film visti
in gioventù e girati sulle ripide strade delle sue spettacolari
colline e facevano a gara a chi ne riconosceva di più.
Finalmente, verso le nove di sera, dopo avere spedito le
cartoline con le viste più famose di San Francisco alle
rispettive famiglie e agli amici, come avevano promesso, si
fermarono al Fisherman’s Wharf per cenare in uno dei tanti
ristoranti della Ghirardelli Square.
Mentre erano seduti uno di fronte all’altro, aspettando il
servizio, Christian trovò modo di raccontare del suo strano
sogno e delle esperienze avute al JPL di Pasadena prima e
alla base di Groom Lake poi.
Zanather passò il suo apparecchio nelle mani di Marie che le
scorse velocemente.
“ Christian, ma questi assomigliano moltissimo ai simboli
che si trovano sul codice di Parigi conosciuto anche come
Codex Peresianus, uno dei codici più antichi mai ritrovati
nel continente americano, ne ha parlato anche il professor
Magli al SETIcon”.
“ E’ vero Marie, pensavo che tu, con le tue competenze,
magari, potessi riuscire a interpretarne il senso.”
“ Sai Marie non lo dico perché voglio attirare la tua
attenzione, ma quel sogno … è stato così reale che mi
sembrava un insieme di ricordi, di episodi già vissuti,
proprio come spiegava il Dott. Conchev al SETIcon. Poi,
quelle strane incisioni sulle rovine immagazzinate nel
“ Purtroppo Chris io personalmente no. Ci sono stati molti
studiosi che si sono scervellati per decenni sopra quei codici
e sono riusciti a decifrarli solo parzialmente … Ricordo un
americano, che scrisse un libro sul codice di Parigi, un certo
Bruce Love; mi sembra che fosse arrivato alla conclusione
che si trattasse di una specie di manuale astronomico che i
sacerdoti Maya utilizzavano per interpretare i segni celesti.
Se non mi sbaglio, fu stampato all’Università di Austin, in
Texas, e s’intitolava - The Paris Codex: Handbook for a
Maya Priest.”.
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“ E’ sconvolgente Chris, sembra che tu sia arrivato a trovare
una risposta fantascientifica agli interrogativi che mi sono
posta per anni …”; disse Marie con aria scettica.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Marie, sei un’inesauribile fonte di conoscenza … pensi che
ci sia modo di mettersi in contatto con questa persona?”
“ Sei proprio fortunato Chris, perché credo che sia uno dei
presidi di facoltà della vicina San Francisco State
University”.
La San Francisco State University, uno dei tanti atenei della
City, è dislocata un po’ per tutta la metropoli con le sue
moltissime specializzazioni e sedi distaccate ma la facoltà di
Humanities del dottor Love è ubicata a pochi isolati dalla
Ghirardelli Square. Chris e Marie trovarono facilmente
modo di informarsi al momento di pagare il conto alla cassa
del ristorante; la loro prossima meta si trovava all’835 di
Market Street.
Usciti dal Fisherman’s Wharf, trovarono facilmente una
sistemazione per la notte in un Youth Hostel. Finite le
pratiche del check-in, dove avevano chiacchierato a lungo
del più e del meno con il simpatico gestore dell’ostello, un
ispanico americano di nome Enrique, si salutarono e si
diressero alle rispettive camerate come due compagni di
scuola che si trovano in gita d’istruzione.
San Francisco
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XXI
“… Buongiorno Marie … quel letto a castello mi ha
spezzato la schiena … non era scomodo ma piccolo … “.
“ Ciao Chris, io ho dormito benissimo, facciamo
colazione?”.
“ Sì Marie, volentieri … sono proprio affamato.”.
Dopo una sostanziosa colazione americana si avviarono alla
volta di una delle succursali della SFU, dove avrebbero
cercato di parlare con il professor Love.
Quella mattina nella facoltà universitaria vi era nell’aria un
clima d’eccitazione, probabilmente perché erano i primi
giorni di lezione dopo le vacanze estive.
Marie e Christian incontravano studenti di tutte le etnie,
com’era tipico della popolazione di San Francisco. Era bello
poter pensare che in luoghi come quello si erano
definitivamente superate le barriere culturali che un tempo
dividevano i popoli della Terra. Sicuramente tutti i problemi
non sono ancora sanati se si pensa alle condizioni di vita in
alcuni dei rispettivi paesi d’origine. Qui, come in altri
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
luoghi, si può vedere realizzarsi la tanto ricercata speranza
nelle nuove generazioni.
L’aula del professor Love, alle 10:30 del mattino, si era
appena svuotata. In basso, alla base dell’auditorio, si poteva
scorgere la grande cattedra dietro la quale vi era un enorme
pannello bianco dove venivano di solito proiettati filmati e
slides.
Un omino dalla bianca e diradata capigliatura e dalla
carnagione molto chiara era seduto all’enorme scrivania,
incurvato su un grosso libro antico. Era intento a esaminarlo
con una grossa lente d’ingrandimento in una mano, mentre si
accarezzava il pizzetto argentato con l’altra, con un fare
molto interessato.
“ Professor Love?”, gridò Marie Sue dall’alto dell’aula,
mentre con Christian si accingeva a scendere la ripida
scalinata che li avrebbe portati fino al cospetto dell’anziano
docente.
“ Si? … chi è che mi cerca?”
Il professor Love alzò lo sguardo verso di loro e li squadrò
mentre si avvicinavano, aggiustandosi gli occhialini sul
naso; si era accorto subito che non erano suoi studenti: non
avevano un abbigliamento troppo succinto, vezzo dei
giovani del terzo millennio, e avevano un aspetto
rassicurante.
“ Buongiorno professor Love”, disse Marie stringendogli la
mano.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Lei non ci conosce, io mi chiamo Marie Sue Anderson e
sono un’Etnologa dell’Università di Melbourne mentre
questo è Christian Zanather di Londra.”.
“ Christian, il mio amico qui, si è imbattuto casualmente in
una strana sequenza di codici che assomigliano moltissimo a
quelli del codice di Parigi e volevamo mostrarglieli per
vedere se per lei potevano avere un senso … Chris!”.
Christian, anche lui, si allungò a stringere la mano di Love
che nel frattempo si era alzato in segno d’accoglienza.
Marie fece cenno al suo compagno affinché mostrasse al
professore le fotografie digitali …
“ Piacere professore … Zanather”.
Christian decise di lasciar parlare Marie, che sembrava avere
un certo ascendente verso il professore che, probabilmente,
l’aveva già sentita nominare per i suoi studi sulle religioni
delle antiche civiltà mesoamericane.
“ È uno scherzo?” disse Love apparentemente seccato e
continuò:
“ Sono proprio simboli molto simili a quelli del Codex
Peresianus ma molti non li conosco, sono nuovi, almeno per
la mia conoscenza attuale … e non ne capisco il contenuto
…”.
“ Il piacere è mio signori, ma per quale motivo vi siete
disturbati per venirmi a trovare da così lontano?”, disse Love
con la sua voce stridula e un poco rauca, a causa del suo
vizio di fumare i sigari. Allora Marie cominciò:
“ Vuole dire, professore, che sono codici indecifrabili?”,
intervenne subito Christian con tono di delusione.
“ Professore, ci siamo permessi di venirla a cercare perché
lei è l’autore del libro: The Paris Codex - Handbook for a
Maya Priest … non è vero?”
“ Sì, certo, lo scrissi quasi vent’anni fa, nel 1994, ma fu uno
studio molto specifico che portò solamente a una
decodificazione parziale del codice … un lavoro immane
che però non è più interessato a nessuno.”.
“ Bhè professore, se siamo qui, è perché abbiamo bisogno di
un suo aiuto o di un suo semplice parere”.
“ No, solamente che non ne capisco il senso, io sono solo un
umanista, questo sembra lo stralcio di un manuale
d’ingegneria elettronica e fisica nucleare: parla di campi
energetici, di stelle imprigionate e di creatori di stelle,
qualcosa su un’inesauribile fonte energetica … Ma il tutto è
molto confuso, mancano dei pezzi. Poi qui, in quest’altra
immagine, vi è come l’inizio della descrizione di un viaggio
mitologico fatto con dei battelli volanti …”.
Chris e Marie si guardarono sbigottiti mentre Love
continuava a esaminare le immagini sul display.
“ Se posso esservi utile … molto volentieri … di che si
tratta?”.
“ … dove avete scattato queste fotografie? E’ possibile che
ci sia dell’altro materiale da esaminare … dove poter trovare
altri particolari! …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Christian, nella descrizione delle poche informazioni
decifrate dal professor Love, aveva riconosciuto in qualche
modo la tecnologia del plasma di fusione termonucleare che
da molto tempo si stava cercando di perfezionare e
improvvisamente gli sorse il dubbio che, forse, le intuizioni
che avevano portato a fare i primi pionieristici esperimenti
sui Tokamak, circa cinquant’anni prima, non erano tutte
derivate dagli studi teorici sulla possibilità di realizzazione
della Fusione Termonucleare...
I due compagni d’avventura si fermarono ancora per qualche
minuto a ringraziare e a salutare il professore e poi
s’incamminarono verso l’uscita dell’aula risalendo i gradini
dell’erto auditorio.
“ Professore …” disse con molta calma Christian,
interrompendo Marie Sue che stava per cominciare il
racconto che lui stesso le aveva fatto il giorno prima.
“ Hai ragione Christian, anche a me sembra che tutti i fatti,
compresi i sogni e le coincidenze, siano legati da una
sequenza logica di correlazioni ma … mancano le prove … e
anche se si riuscisse a trovarle … a cosa ci porterà tutto
questo?”.
“… tutto quello che possiamo dire, è che, probabilmente,
sono state prese in un sito archeologico molto antico che
però è stato tenuto nascosto fino ad oggi poiché altrimenti si
sarebbero dovuti riscrivere tutti i libri di storia esistenti”.
“… capisco, ne ho vissuti molti di casi simili ma … ragazzi,
ormai sono troppo vecchio, troppo stanco e anche troppo
solo per ritornare a combattere certe battaglie contro i mulini
a vento … quindi vi ringrazio per la fiducia che avete voluto
accordarmi e vi auguro un grosso in bocca al lupo per le
vostre ricerche.”.
“ Marie, hai sentito? … sembra che il cerchio si sia chiuso,
tutto combacia come in un mosaico che improvvisamente si
riesce a completare con l’ultimo tassello che si era perso fra
le macerie di antiche mura andate in rovina.”.
“ Bhè Marie, almeno tu avresti la prova che le tue teorie
hanno un senso ed io avrò la spiegazione che quel mio sogno
surreale non è il solo frutto della fantasia o di una
suggestione ma che è come una specie d’illuminazione
venuta dal passato …”.
“ Non lo so Chris, siamo così piccoli in questa città, in
questo stato, in questo mondo, e abbiamo già così tanti
problemi … io con il mio Julian e tu con i tuoi genitori …”.
Probabilmente Love, dall’alto della sua esperienza, aveva
già sentito puzza di guai ma il suo augurio era sincero, era
veramente stanco di inseguire ideali che immancabilmente si
dimostravano essere solamente degli specchi per le allodole
di questo o quell’altro uomo politico in cerca di gloria o
semplicemente di una “comoda” poltrona.
“ Già, chissà, magari ne uscirà un bello spunto per una storia
che forse spronerà qualcuno ad andare più a fondo nella
scoperta della verità …”.
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Discutendo, mentre s’incamminavano per la strada alla
ricerca di un taxi, e ricordando ognuno i propri familiari, si
fermarono in un Internet Cafè per fare una telefonata ai
rispettivi cari: Marie era impaziente di risentire il suo
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
adorato Julian mentre Christian voleva assolutamente sapere
come stava Evelyn tramite sua cugina Monica.
“ Signor Zanather, ben ritrovato …” disse Johnson
stringendo la mano di Christian.
Christian era ancora al telefono in una delle piccole cabine
trasparenti, ricevendo fortunatamente buone notizie, quando,
guardando oltre la vetrina del negozio che dava sul grande
marciapiede, vide una persona dall’aria misteriosa che lo
stava osservando. La marea di gente scorreva dietro la figura
in penombra di quell’uomo che stava lì, con le mani in tasca
nel suo completo chiaro estivo e sotto un cappello bianco a
larghe tese, e guardava proprio lui. A quel punto Chris
guardò verso Marie nella cabina accanto, che stava ancora
parlando con suo figlio o, probabilmente, con la signora
Palmieri oppure con l’amica Debby; stava ridendo e la gioia
le sprizzava da ogni poro della pelle. I due si scambiarono
un piccolo saluto scherzoso con le mani e un sorriso.
A quel punto, vedendo che quell’uomo era sempre là, fermo
e impassibile, Christian capì che quell’insistenza era un
chiaro segno che stava aspettando proprio lui.
Allora finalmente si decise, salutò con mille ringraziamenti e
raccomandazioni la cugina, attaccò la cornetta, uscì dalla
cabina e dopo avere pagato alla cassa il corrispettivo per la
telefonata, uscì sul marciapiede per incontrare il misterioso
figuro.
Lo stato d’animo di Chris, in pochi istanti, era passato da
una situazione d’ansia e irrequietezza, pensando a chissà
quali conseguenze lo attendevano per la sua marachella, a
una profonda rilassatezza e tranquillità quando scorse di
nuovo l’amichevole strizzatina d’occhio che Johnson gli
fece contemporaneamente alla stretta di mano.
Appena l’uomo mosse qualche passo verso di lui Chris,
immediatamente, riconobbe l’andatura barcollante e le
gambe inarcate del signor Johnson, il capo squadra degli
inservienti del livello –66, incontrato nel bunker della base
di Goom Lake. Marie non aveva potuto fare a meno di
osservare la scena e, qualche secondo dopo, non appena
ebbe chiuso la comunicazione con l’Australia, si affrettò a
raggiungere Christian.
282
“ Salve …” rispose Christian e, balbettando, farfugliò: “ ma
… ma … come …”.
Johnson lo interruppe mentre Marie stava cercando di
capire, anche lei in ansia, cosa stesse succedendo.
“… Si sta forse chiedendo come mai sono qui e come ho
fatto a ritrovarla? … “
“ Già!”, rispose Christian perplesso e sorpreso.
“ Bhè, non vi ho mai perso di vista da quando avete lasciato
la base di Groom Lake … ma non mi sono mai fatto notare
…”.
“ Zanather … “, continuò, “ … ho bisogno di parlarle in un
posto tranquillo, o meglio di parlarvi … per informarvi di
certe situazioni …”.
“Ah … sì, mi scusi Johnson …” rispose angosciato,
riprendendosi, Christian che si era accorto solo in
quell’istante della presenza di Marie Sue accanto a loro.
“… questa è la professoressa Anderson, Marie, una mia cara
amica …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Intervenne allora Marie salutando l’uomo con aria
sospettosa:
“… Salve, forse potremmo trovare una saletta tranquilla
nell’ostello, dove abbiamo dormito stanotte …”.
“… per me va benissimo!”, rispose Johnson e i tre si
avviarono verso il vicino albergo.
Marie e Christian si presero per mano e si guardarono
increduli, mentre il fantomatico Johnson li seguiva paziente,
e sembrava che si stessero chiedendo: “ ma quale sarà la
vera identità di quell’uomo, celata dietro la maschera
dell’inserviente di colore?”; Lo avrebbero saputo nel giro di
pochi minuti.
La saletta adibita alla lettura dell’ostello era illuminata da
una luce fioca, proveniente dalle veneziane socchiuse.
Johnson, Christian e Marie Sue, erano seduti intorno ad un
tavolino rotondo, al cui centro era posto un vassoio d’acciaio
inossidabile con una grossa brocca di vetro riempita con
acqua fresca e tre bicchieri, che Enrique aveva gentilmente
preparato per loro. Il falso inserviente cominciò allora il suo
racconto, preceduto da una breve presentazione:
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Sono stato su tutte le serie di sommergibili prodotti fino al
2005. Gli ultimi prodotti, dallo SSN 751 in poi, noti anche
come 688i, appartengono a una nuova serie migliorata della
classe Los Angeles: questi sono dotati di un nuovo
rivestimento che li rende più silenziosi, incorporano sistemi
di combattimento più avanzati, sono configurati per
operazioni sotto-ghiaccio, sono equipaggiati con timoni di
profondità sulla prua invece che sulla torretta e montano un
sistema per il rilascio di mine e tubi di lancio verticali
Vertical Launch System, VLS, studiati per l’impiego dei
missili Tomahawk.
La marina statunitense ora sta ritirando i vecchi sottomarini
classe Los Angeles con sistemi di lancio non verticali
sostituendoli con i più moderni della classe Virginia.
Per farla breve, nel corso degli anni mi sono così
appassionato di quelle stupende macchine che mi sono
messo a studiarne la storia e tutti i loro impieghi, dalla prima
guerra mondiale in poi …”.
I due amici, presi di sorpresa dal tipo d’argomento con cui
Johnson aveva iniziato il suo discorso, erano lì, seduti,
tenendosi sempre mano nella mano, ascoltando il racconto
del sessantacinquenne di colore in religioso silenzio. Erano
molto curiosi e ansiosi di scoprire dove voleva andare a
parare.
“ Mi chiamo Isaac Johnson, Guardiamarina dell’US Navy in
congedo. Sin dal 1976 sono stato imbarcato sui sottomarini
d’attacco classe Los Angeles; sono i sommergibili nucleari
più diffusi fra tutti quelli prodotti. Oggigiorno rappresentano
il grosso delle forze d’attacco sottomarine. La classe LA è
anche comunemente nota come classe 688, dal codice di
classificazione del primo esemplare, SSN-688.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XXII
“… un bel giorno ho incominciato ad interessarmi della
storia dei leggendari sottomarini tedeschi: gli U-Boot oppure
U-Boat per dirlo all’inglese.
Il termine U-Boot è un’abbreviazione della parola “tedesca”
Unterseeboot, letteralmente battello sottomarino.
Gli obiettivi principali delle campagne degli U-Boot in
entrambi i conflitti mondiali furono i convogli che portavano
rifornimenti dagli Stati Uniti in Europa.
Durante la seconda guerra mondiale, gli attacchi degli UBoot furono la componente principale della Battaglia
dell’Atlantico, che durò fino al termine del conflitto.
Durante le prime fasi della guerra e subito dopo l’ingresso
degli Stati Uniti nelle ostilità, questi sottomarini furono
molto efficaci nella distruzione dei mercantili alleati.
Per tutta la durata della preparazione del grande conflitto
bellico, durante tutti gli anni trenta, quei capolavori
d’ingegneria meccanica scorrazzavano indisturbati per tutto
l’oceano Atlantico e il Mare del Nord, impegnati in missioni
di pattugliamento, d’esercitazione e di ricerca.
Dal 1943 in poi, quando la Germania nazista cominciava ad
essere a corto di materie prime e soprattutto di fonti
energetiche, furono impiegati in svariate missioni segrete;
come quella del famoso U-234 che era un sommergibile
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
della Kriegsmarine, la marina germanica, appartenente alla
classe Tipo X, la cui ultima missione è stata quella di
consegnare Uranio e molti progetti d’armi avanzate dei
nazisti, al Giappone.
Il sommergibile U-234 si arrese il 15 maggio 1945 alla nave
da guerra statunitense USS Sutton, che lo condusse al porto
di Portsmouth nel New Hampshire.
Quello che stupì di più gli scienziati militari non fu
solamente il carico di Uranio e l’elevato livello tecnologico
raggiunto dall’industria bellica germanica, ma l’origine di
tutta quella conoscenza, il cui segreto era custodito in un
enorme archivio crittografato contenuto in tre grandi casse
d’acciaio.
fantomatica razza ariana di uomini perfetti e intelligenti che,
inizialmente, si pensava fossero gli eredi biologici di un
popolo di lingua indo-europea proveniente dal nord. Dai
documenti segreti decifrati si scoprì che in realtà Hitler
aveva impegnato numerose risorse economiche, militari e
accademiche nella ricerca del fantomatico continente
perduto di Atlantide.
Alla fine, i suoi segugi, erano riusciti a trovare i resti e a
scoprire i segreti di tale antica civiltà nel profondo degli
abissi dell’oceano Atlantico, nei pressi dell’arcipelago delle
isole Azzorre.
Con l’operazione Atlantis-Bestimmungsort, tradotta in
Atlantis Destination, fu portata a termine un’enorme impresa
di archeologia sottomarina, impensabile per quei tempi,
nella quale furono impiegati anche dei mini-sottomarini,
molto simili agli odierni batiscafi, provenienti da cantieri
navali italiani, che erano all’avanguardia nel settore in quel
periodo storico. Per realizzare l’impresa furono sacrificati
decine di palombari, probabilmente prelevando prigionieri
dai lager.
Enormi sforzi erano stati compiuti per decifrare, replicare e
applicare tutte le conoscenze e le tecnologie rinvenute e i
risultati stavano cominciando a venire; ma oramai era troppo
tardi, gli alleati avevano decifrato da qualche tempo il
Codice Enigma. Le comunicazioni dei collaudi dei primi
prototipi di armi segrete erano puntualmente intercettate e i
test spesso erano sabotati dai servizi segreti britannici …”.
Il crittogramma utilizzato per scrivere l’intero know how
tecnologico destinato ai Giapponesi era una versione molto
avanzata del già conosciuto Codice Enigma la cui chiave,
molto fortunosamente, era già stata trovata una decina di
giorni prima, dopo l’affondamento e l’ispezione di un altro
sottomarino, l’U-534, che colò a picco a nord-est di Anholt,
in Danimarca; infatti, era stato utilizzato un cifrario quasi
perfetto.
Il cifrario perfetto è, per definizione, un algoritmo in grado
di occultare il testo in chiaro escludendo ogni tipo di attacco
di cripto analisi, ne segue che un testo codificato con un
cifrario perfetto non può essere letto in nessun modo se non
si è in possesso della chiave unica per decifrarlo.
Ricordiamo che quello fu proprio un grosso colpo di fortuna
che aprì agli alleati le porte dello scrigno dei veri segreti di
Hitler.
“… Allora quei reperti custoditi alla base sotterranea di
Groom Lake non sono stati recuperati di recente …”.
Disse Christian, e Johnson continuò:
Era già noto che, secondo la dottrina nazista, il popolo della
Nuova Germania si tacciava di essere discendente da una
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“…, Infatti, anche le fotografie dei ritrovamenti che ha visto
allegate alle carte nautiche satellitari sono solo ricostruzioni,
dei fotomontaggi fatti con dei potenti computer. I luoghi
sono in parte quelli indicati, ma le operazioni di recupero
con mezzi dell’US Navy e i reperti che si vedono issare a
bordo sono solamente delle messe in scena molto realistiche.
Probabilmente furono confezionate per non insospettire gli
scienziati impegnati a completare gli studi finali sui reperti
archeologici il cui scopo è di capire da dove provenisse
effettivamente quel popolo dalla tecnologia molto raffinata,
oggi diremmo avanzata.
Tutti gli scritti, i reperti litici, i codici e svariati manufatti
furono rinvenuti e recuperati sia nel carico dei sommergibili
sia su navi naziste in fuga verso il Giappone poco prima
della resa della Germania Hitleriana verso la prima metà del
1945”.
Fu intercettato da un Kattegat-B24 della RAF mentre stava
navigando in superficie assieme ad altri tre U-Boot e fu
affondato; quasi tutto l’equipaggio si salvò, ci furono solo
tre morti. Anche il comandate, un certo Herbert Nollau, fu
tra i superstiti.
“... signor Johnson ... lei come ha fatto ad arrivare alla base
di Groom Lake?“.
Chiese Christian, che non aveva ancora capito perché
Johnson lo avesse seguito e raggiunto per raccontargli tutta
quella storia.
“ Nella mia veste di storico della tecnologia dei
sommergibili, durante alcune ricerche che stavo conducendo
nell’archivio del Warship Preservation Trust Museum, che
sorge presso la città inglese di Birkenhead, ho saputo della
misteriosa storia dell’U-534.
Il 5 maggio 1945, per motivi sconosciuti, il capitano dell’U534 ignorò l’ordine di arrendersi, dato a tutti i sottomarini
dall’Ammiraglio Doenitz, comandante supremo della
Kriegsmarine, e invece fece rotta per la Norvegia.
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Ufficialmente il recupero del sottomarino avvenne nel 1986
quando fu ritrovato, dopo quarantuno anni, dal danese Aage
Jensen, un cacciatore di relitti, soprannominato DynamiteAage. Al suo interno furono ritrovati tre siluri T11
sperimentali, particolari per il loro rivoluzionario sistema
direzionale acustico.
Questo rese plausibile la teoria per cui ci fu il rifiuto della
resa: un estremo tentativo di proteggere un prezioso segreto
militare.
Dai documenti di archivio ritrovati ho scoperto invece che il
comandante dell’U-534, unica persona, probabilmente
insieme al Führer, ad essere a conoscenza del vero segreto
del sommergibile, fu lungamente interrogato e trattato con il
siero della verità. Nollau si tolse la vita nel 1968, senza aver
rivelato, almeno ufficialmente, il motivo del rifiuto di
obbedire all’ordine di resa.
La verità è che l’ispezione e lo svuotamento del relitto
furono eseguiti quasi immediatamente dagli uomini della
nostra marina militare e più precisamente dall’equipaggio
del sommergibile Bullhead (20), sotto la guida del
comandante Edward R. Holt, che, in gran segreto, stava
seguendo da vicino il convoglio di sommergibili nazisti,
ancora prima che questi ricevessero l’ordine di resa”.
20
Tre mesi dopo, il 6 agosto 1945, impegnato nel mare di Java in una
missione contro la marina giapponese, il sommergibile Bullhead subì la
stessa fine dell’U-534 e il suo comandante perì nell’azione.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Nella pancia del sottomarino fu recuperata una cifratrice a
flusso, ultima derivata dalla relativamente semplice
cifratrice Lorenz SZ42, che utilizzava già un sistema OTP
One Time Pad. In questo tipo di cifratura la sequenza chiave
deve avere almeno la stessa lunghezza del testo in chiaro, e
deve essere generata in maniera casuale. Questo rende il
sistema molto oneroso da mettere in pratica, e di
conseguenza l’OTP non è largamente usato nemmeno ai
giorni nostri, tranne che per applicazioni d’importanza
critica; con la chiave unica custodita nell’OTP si riuscì a
decodificare l’intero archivio, contenuto nelle tre casse
d’acciaio, che in seguito era stato recuperato con la cattura
dell’U-234.”.
“ Signor Johnson …”, interruppe allora Marie Sue che aveva
il battito del cuore a mille.
“ Poi, seguendo le tracce del carico dell’U-234 negli archivi
dei magazzini militari, codificato con la sigla 1945-ENI234U, ho scoperto che alla fine era stato portato nel NTS presso
il sito di Groom Lake, insieme a tutti gli altri ritrovamenti.
Essendo in pensione, conoscendo molte personalità influenti
e fingendomi in difficoltà economiche, sono riuscito a farmi
reintegrare nei reparti di sussistenza della base fino a farmi
trasferire nel luogo dove i reperti erano custoditi e
continuamente esaminati”.
“… se non altro per rendersi conto delle motivazioni per le
quali una simile civiltà non abbia voluto imporsi su tutte le
altre che, a quei tempi, erano presumibilmente molto
primitive e arretrate quando essa prosperava sulla Terra …”.
“ Quando vi ho visto in quel magazzino che stavate
armeggiando intorno ai reperti e alla falsa documentazione
ho sospettato che foste un appassionato di misteri come me,
ma non essendone sicuro mi sono ben guardato dall’espormi
…
Dopo essermi informato sul suo conto, sono venuto di
persona a spiegarle tutta la situazione, a dirle che ormai la
storia è vecchia, che starci dietro è probabilmente una
perdita di tempo e …”.
292
“ E’ vero che probabilmente tutti i segreti tecnologici sono
ormai stati svelati e impiegati, ahimè, troppo per scopi
militari e commerciali invece che solamente per il bene
comune; ma la gente deve sapere!
È sicuramente un atto di estremo egoismo non divulgare una
simile notizia, che è patrimonio di tutta l’umanità, qualunque
sia l’origine o la provenienza di quell’antica civiltà!”.
“ Certamente …” continuò Christian, anche se la storia di
quell’uomo non lo convinceva troppo.
Christian si stava facendo portavoce dei principi fondanti
della comunità di Katlatan che aveva sentito pronunciare nel
suo sogno rivelatore, ma se ne guardava bene di raccontarlo
al suo interlocutore; per lo meno per non essere preso per
pazzo.
“… e quindi avere gli strumenti per fare le giuste scelte di
fronte alle imposizioni o alle velleità delle nostre classi
dirigenti riguardo a questa continua e utopistica aspirazione
di volere controllare e dominare gli equilibri naturali …”.
Marie, che era d’accordo conoscendo la fonte delle sue
argomentazioni e avendo lavorato per anni alla ricerca
dell’origine dei miti, annuiva appoggiando la sua mano
destra sulla spalla sinistra di Chris.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“… Signori …” replicò allora Johnson.
Allora, soddisfatto, Johnson si alzò per accomiatarsi.
“… i vostri principi sono encomiabili, io non conosco le
vostre intenzioni riguardo all’utilizzo di tutte le informazioni
di cui siete venuti a conoscenza, ma volevo solo avvertirvi
che probabilmente ci sono ancora molti interessi in gioco e
che, come lei ben sà professor Zanather, sono ancora
sottoposti a un protocollo di non divulgazione”.
“… Vi auguro un grosso in bocca al lupo per la
continuazione della vostra … avventura”, disse infine
ponendo l’accento sull’ultima parola con un tono quasi
sarcastico e strinse la mano a entrambi.
Johnson gli aveva ricordato in modo molto elegante il
documento da lui firmato di fronte al comandante della
Nellis Base. Il gelo scese nella stanza e seguirono parecchi
secondi di silenzio, poi fu ancora Marie a intervenire per
aiutare Christian a dipanare la matassa.
“… Il nostro interesse è puramente accademico! Noi
vorremmo redigere solamente un resoconto di
un’esplorazione fatta direttamente sui luoghi interessati. In
questo manifesto, dopo avere seguito i miti che si riferiscono
alla fantomatica civiltà di Atlantide, si sosterrà la tesi
secondo cui i suoi abitanti furono costretti a un esodo forzato
verso gli altri continenti vicini a causa di una gigantesca
calamità naturale che causò l’inabissamento della loro terra;
e che probabilmente furono gli ispiratori o addirittura i
fondatori di tutte le successive grandi civiltà sviluppatesi in
ogni angolo del pianeta”.
Christian, raccogliendo il testimone tesogli da Marie
continuò:
Marie e Christian rimasero un attimo perplessi mentre
osservavano Johnson allontanarsi e allora decisero di
osservarlo dall’alto della finestra della saletta, attraverso le
fessure delle persiane, mentre usciva dall’ingresso
dell’ostello.
Il Guardiamarina in congedo salì su di una grossa macchina
scura su cui si trovavano altre due persone che lo stavano
aspettando. Quando la macchina partì, i due amici si
guardarono attoniti perché non potevano sapere chi fossero e
cosa Johnson avrebbe riferito agli altri due uomini.
Intanto sulla macchina, l’uomo che stava seduto a fianco del
posto di guida chiese all’ex militare.
“ Allora Johnson? … l’hanno bevuta?”
“ Non saprei, penso di sì … ma non c’è pericolo, sono
solamente degli studiosi, appassionati e idealisti,
paragonabili a degli ecologisti sognatori, in cerca della loro
verità …”.
“… Li hai messi in guardia?”
“ Vogliamo, infatti, partire al più presto alla volta delle isole
Azzorre, per un lungo soggiorno di esplorazioni, di studio e
di vacanza …”.
“ Sì! … e penso che abbiano capito, comunque non sanno
niente riguardo ai preparativi della missione S4D&K”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ Bene, l’importante è che l’opinione pubblica non sia messa
a conoscenza degli enormi capitali che si stanno investendo
fino a che non si sarà sicuri dell’ottenimento dei risultati; la
gente non capirebbe … con l’enorme crisi economica
globale che c’è in corso …”.
“ Sì, sono d’accordo con te … hai aperto il vaso di Pandora
… ma ora non puoi vedere cosa contiene … come ti senti?”
I due, e forse anche Johnson, erano degli agenti della CIA,
Central Intelligence Agency, i servizi segreti statunitensi,
incaricati di proteggere e rendere segrete tutte le operazioni
di ricerca e di preparazione condotte per attuare la missione
S4D&K, Sacrifice for Discovery and Knowledge.
La missione, che era in corso di studio e preparazione da
alcuni lustri presso i laboratori del JPL, consisteva nell’invio
di una spedizione sul pianeta Marte di astronauti votati
presumibilmente al sacrificio; infatti, le probabilità di ritorno
rimanevano molto basse. Questi audaci avranno il compito
di cercare le prove dell’esistenza delle rampe di lancio delle
navi spaziali con cui gli Atlantidi sarebbero partiti, millenni
addietro, per colonizzare la Terra; questo diceva la
traduzione di alcuni codici rinvenuti dai palombari nazisti. Il
fine ufficiale sarebbe stato quello ma presumibilmente, lo
scopo reale era la ricerca di altre conoscenze tecnologiche
abbandonate e rimaste dimenticate e nascoste sul pianeta
rosso.
“ Bhè, l’ho vissuta come un’ennesima conferma, e mi sento
come un peso sullo stomaco di cui vorrei liberarmi
raccontando tutto al mondo intero …”.
“ Christian, vedrai che troveremo il modo … ma … parlavi
sul serio riguardo al fatto di andare alle isole Azzorre?”.
“ Lì per lì era solo un diversivo, ma ora vorrei proprio
andarci con te, so che ti sarebbe molto utile per completare i
tuoi studi e che ti farebbe piacere ed io … ho tanto di quel
tempo da recuperare … e starti vicino … non voglio più
fermarmi a vederti partire e perdere un’altra occasione …”.
A quel punto Marie capì la sua dichiarazione e che i
sentimenti di Christian nei suoi confronti non erano cambiati
in tutti quegli anni, nonostante tutto, e che, finalmente,
poteva fidarsi e ricominciare a vivere.
I due si avvicinarono, si abbracciarono e si lasciarono andare
a un lungo bacio appassionato …
“ Christian … ti ha convinto la storia di Johnson?”
Chiese Marie un poco impaurita.
“ Era molto ben costruita, ma a un certo punto ha cambiato
tono … quasi a volerci ammonire consigliandoci di non
andare troppo oltre …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XXIII
Cifratrice Lorenz
Cifratrice “Enigma”
Prima di imbarcarsi per il lungo viaggio verso le isole
Azzorre, Marie volle per forza di cose passare a salutare la
sua ormai grande amica, la dottoressa Jill Tarter.
Dopo essere stati al Little Bubble Coin Wash, al 1535 di
Grant Avenue, per lavare i rispettivi vestiti e rifare i bagagli,
partirono di nuovo alla volta di Palo Alto.
Lei e Christian furono accolti come due nipoti amatissimi e
invitati a rimanere a cena e a pernottare in una delle tre
stanze della spaziosa townhouse appartenente alla famosa
astronoma.
La prestigiosa casa si trova al 4211 di Rickey’s Way; in
bicicletta, da li, si arriva facilmente fino all’Università di
Stanford e alle sedi della Hewlett Packard e di Google, le più
famose aziende della Silicon Valley.
L’atmosfera, per tutto il tempo, fu molto familiare e
spassosa, la dottoressa non finiva più di raccontare aneddoti
ed episodi accaduti durante i tanti anni passati alla NASA e
poi al SETI.
U-Boot 534
“ Allora vi piace la mia apple-pie ragazzi?” disse la Tarter
portando in tavola il caffè.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“ E’ squisita, mi deve passare la ricetta, il mio Julian ne
sarebbe entusiasta, è anche meglio di quelle che prepara la
nostra signora Palmieri”.
Christian annuì guardandola, con gli occhi quasi lucidi di
lacrime di felicità … ma non pianse, era troppo contento.
“ Buonissima …” sentenziò anche Christian che stava
letteralmente divorando la sua grande porzione di torta di
mele.
“ Sono contenta, questa volta mi è venuta proprio bene …”.
“… Marie, non mi aspettavo di ritrovarti in compagnia, lo
giuro, ma ti vedo molto più felice e raggiante di quando eri
appena arrivata qua a Palo Alto”.
“ Eh dottoressa, ero anche non poco agitata e in apprensione
per il grande appuntamento che mi attendeva; al confronto le
platee dell’Università di Melbourne, di solito semi deserte,
non erano proprio niente. Da quando ho ritrovato Chris, mi
sento tranquilla, rilassata e ringiovanita di almeno una
quindicina d’anni e ho ripreso molta più fiducia in me stessa,
sì … è proprio così …”.
“ Grazie Marie!”… disse subito lui, che le stava sempre
seduto accanto sul divano del soggiorno, dandole un bacio
sulla guancia destra.
Poi continuò lei.
“ Eravamo molto affiatati ai tempi dell’Università, a Londra;
erano bei tempi, spensierati, ed entrambi eravamo pieni di
entusiasmo con tanti progetti e sogni nel cassetto. Poi, il
destino ci ha diviso ma, penso valga per entrambi, ognuno
teneva custodito l’altro nel profondo del suo cuore …”.
300
“ Cara Marie, è proprio vero sai? Quello che il destino
divide spesso è lo stesso destino che fa riunire … quando
meno ce lo aspettiamo … se i sentimenti sono sempre stati
veri e sinceri”.
Disse dall’alto della sua esperienza la padrona di casa.
Intanto, dopo avere sorseggiato il buon caffè fatto con una
moka italiana, uscirono al fresco a sedersi sul retro della
villetta dove la bella veranda, avvolta in un tripudio verde di
rami rampicanti di edera, dava sulla grande piscina comune
del complesso residenziale.
“ Sà dottoressa … che mi sarebbe piaciuto moltissimo
partecipare a tutti i progetti di ricerca e di sperimentazione di
cui lei è stata corresponsabile o coordinatrice quando era alla
NASA? C’è stato un momento che avrei voluto affrontare la
carriera aerospaziale ma quando mi sono deciso, era ormai
troppo tardi …”.
“ Caro Christian …” rispose la Tarter.
“ Anche tu …. Marie, chiamatemi pure Jill, ve ne prego ! Gli
studi e le sperimentazioni accademiche sono molto
interessanti e permettono di valorizzare le proprie passioni e
aspirazioni, ma arrivano anche i momenti in cui ci si accorge
di essere sfruttati per fini a volte tutt’altro che aderenti ai
propri ideali.”.
“ E’ vero Jill, capita anche nel nostro campo …”.
“ Sì Christian, lo credo, ma non ci si può fare niente e
bisogna adattarsi, sperando che il frutto del nostro lavoro sia
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impiegato più per scopi benefici e umanitari che per fini
speculativi e militari …
… purtroppo i finanziamenti è solamente da lì che possono
arrivare perché spesso gli scienziati di talento provengono da
classi sociali indigenti. Dovendo cercare di uscire dal ghetto,
educati al sacrificio e all’impegno, affinano l’ingegno che,
quando è supportato da sani ideali, li porta a fare grandi
cose; come dice la famosa massima (21).
Poi, una volta arruolati da qualche grande azienda o dalle
strutture governative, sono messi in produzione e sfruttati
fino all’esaurimento …”.
Questo materiale è a base di Silicio e Ferro con piccole
percentuali di Arsenico, Germanio, Gallio, Piombo, Selenio,
Platino, Antimonio, Cadmio e Tellurio come elementi
droganti e ha delle fantastiche proprietà fotovoltaiche e
fotoelettriche; pensate che è in grado di rivelare persino le
piccole correnti elettriche di contatto che sviluppano i
neuroni delle nostre terminazioni nervose. Questo cristallo
risolverebbe definitivamente i problemi di resa e di
surriscaldamento dei pannelli solari fotovoltaici che
trasformerebbero in energia pulita anche quella portata dai
raggi cosmici, che bombardano costantemente la nostra
atmosfera e pure il semplice calore atmosferico. Piccoli
quantitativi sono impiegati per la costruzione di complicati e
preziosissimi strumenti com’è stato fatto per alcune parti del
rivelatore del telescopio per lo studio delle radiazioni
infrarosse, lo Spitzer.
E’ stato rinvenuto in scarsissimi quantitativi, pochi
chilogrammi, arrivato probabilmente sulla Terra trasportato
da meteoriti; in passato i cristalli erano custoditi come delle
reliquie dai popoli che ne erano venuti in possesso, che si
erano accorti delle loro strane proprietà magiche, proprio
come il Ben-Ben e le enigmatiche pietre rosa di Stonehenge
di cui tu, Marie hai parlato nei tuoi saggi sulla rivista
SOPHIA.
La probabilità che questo cristallo sia di origine marziana è
così elevata che il consiglio delle ricerche statunitense sta
spingendo per finanziare una missione di esplorazione del
pianeta rosso per costatare se esistono dei giacimenti
naturali; almeno questa è la versione ufficiale … …”.
“… a un certo punto ci si accorge di lavorare per degli
obiettivi diversi da quelli che si prefiggevano inizialmente
questi pseudo mecenati della ricerca tecnologica … come il
caso del WWL-SC “.
La dottoressa, presa da un naturale sfogo dell’anima dopo
anni di frustrazioni e di rospi ingoiati, stava per rivelare ai
suoi ospiti lo scopo finale del progetto di esplorazione di
Marte della NASA, che Christian conosceva, anche se non
negli intimi particolari e sicuramente nemmeno il suo fine
ultimo.
“… dalla casuale o misteriosa scoperta dei semi conduttori, i
materiali compositi a base di Silicio, che ha dato il via
all’era dell’elettronica in cui ci troviamo oggi, il Wide Wave
Lenght Semi Conductor (22) è l’unico cristallo rinvenuto di
cui si conosce la composizione chimica e la struttura
cristallina ma che non si è ancora riusciti a duplicare.
21
Le necessità aguzzano l’ingegno: frase attribuita spesso a Platone che
traduce anche il detto che ogni invenzione è figlia della necessità.
22
Semi conduttore a lunghezza d’onda allargata: traduzione letterale.
302
Subito, Marie e Christian, guardandosi e intendendosi
solamente con lo sguardo e senza bisogno di altre parole,
associarono le proprietà di quel materiale all’immagine del
sogno, condiviso dai due ormai nei minimi particolari, in cui
303
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
una strana console, una specie di bioscanner, era usata dai
tecnici di Sfera per inviare le istruzioni ai circuiti di
comando dei sistemi di comunicazione.
Intanto la Tarter si era accorta della loro aria stupefatta, non
volendo insistere con quello sfogo liberatorio, rimase in
attesa di un’eventuale replica.
intraprendere dei seri programmi per il controllo delle
malattie infettive, delle nascite e dello sfruttamento del
territorio naturale … che, purtroppo, sta inesorabilmente
scomparendo”.
“ Jill … “, chiese allora Marie, riuscendo a vincere il grande
rispetto che provava verso la dottoressa, dandole del tu.
“… qual è stato il momento della tua carriera che ti ha dato
maggiori soddisfazioni’? …”.
“ Bhè … Marie, anche se i progetti fatti alla NASA
gettarono le basi per l’istituto SETI, così come lo
conosciamo oggi, là c’erano troppi interessi governativi e
militari, con un elevato stress e ansia da risultato. Devo dire
che l’attività che mi ha dato e mi dà tuttora più
soddisfazione è quella d’insegnamento e di propaganda per
la proliferazione della conoscenza scientifica; unica vera
fonte di ricchezza, che può rendere i popoli indipendenti e in
pace tra di loro …”.
“Infatti! ... “ …” commentò Christian, ”… come sostenne
già tra gli anni cinquanta e sessanta il presidente Eisenhower
durante l’iniziativa Atom for Peace, l’indipendenza
energetica delle nazioni, anche di quelle più povere, è
l’unica via per eliminare dal mondo tutte le guerre e le
speculazioni finanziarie che sono a tutt’oggi in atto per il
controllo e lo sfruttamento delle materie prime …”.
“… Sì Christian e l’unico modo per dare attuazione a un così
rivoluzionario progetto è di educare e rendere finalmente
tutti uguali i popoli, in modo che si possano anche
304
Quella frase finale, che giunse al culmine di una serata che
sarebbe rimasta indimenticabile nei loro cuori, fece a
entrambi pensare ancora al sogno di Christian ed era come
se rilevasse il ripetersi, a distanza di millenni, di una storia
che era già avvenuta … ma su di un altro pianeta i cui
abitanti, in fuga dalle conseguenze dei loro errori, avevano
trasportato il germe della loro follia egoista anche su questa
nostra Terra.
C’era un altro motivo per il quale quella sera sarebbe rimasta
per sempre indelebile nei loro ricordi: Marie e Christian
avrebbero dormito insieme per la prima volta dopo anni di
solitudine e di assenza d’amore.
Era ormai mezzanotte, i due innamorati giacevano
abbracciati nel grande comodo letto della stanza degli ospiti
assaporando ogni singolo istante di quella prima notte
passata insieme uno accanto all’altro e, da quel momento,
sarebbero stati indivisibili.
Marie, che aveva la testa appoggiata sul petto del suo
Christian, gli fece una domanda cui lui fu molto felice e
orgoglioso di rispondere.
“… Perché non mi hai più cercato e non ti sei più fatto
sentire? Io ho pensato che non t’interessassi più e che tu
l’avessi a morte con me … ho resistito tre anni alle
insistenze di mia madre e poi ho ceduto …”.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“… Mia dolce Marie, ho voluto rispettare la tua decisione e
non crearti problemi con la mia insistenza … provare un
sentimento d’amore per qualcuno vuol dire lasciare che
l’altro sia libero … anche libero di fare le sue scelte … “.
considerare tutti gli aspetti di un problema. Se devo
applicare un’analisi basandomi sulla conoscenza globale
della materia mi sento di dire che sarebbe comunque uno
spreco di lavoro e di risorse umane, e anche di tempo; anche
pensando alle scelte finali che hanno fatto i fantomatici
sferiani, che quel materiale lo sapevano preparare!”.
Marie si sollevò, si girò verso Christian scostandosi i capelli
dal viso e gli diede un grosso bacio, stringendosi forte a lui.
Poi parlarono a lungo, di Julian, dei genitori di Christian e
dei loro nipotini e di suo fratello, di come passavano le loro
giornate dopo il lavoro, di vecchi tempi; non sarebbe bastata
un’intera vita ma ora quelle cose le avrebbero ancora potute
fare insieme.
“… Cosa pensi di quel cristallo, quel materiale di cui ci ha
parlato Jill?… Io ho pensato, forse già suggestionata dal
racconto del tuo sogno, che non sia arrivato sulla Terra con
dei meteoriti ma piuttosto che può esserci stato portato
proprio da una civiltà evoluta …”.
“… Sì Marie, forse è proprio la quadratura completa della
storia. Ora probabilmente, non riuscendo a riprodurre il
materiale pur conoscendone perfettamente la composizione,
la NASA è alla ricerca del metodo di sintesi, il procedimento
utilizzato per la sua produzione su larga scala, e pensa di
trovarlo proprio su Marte dove gli sferiani, nel sogno, hanno
costruito le basi di partenza per arrivare qua; probabilmente
conoscono anche le coordinate esatte dove ammartare”.
“… Chris, pensi che sia un bene oppure un male?”
“… Chiunque potrebbe affermare che trovare un materiale
che può fare produrre energia pulita con una resa migliore
sia sempre e comunque un bene, ma io sono stato abituato a
306
“… Spiegami Christian, sono anch’io ignorante in materia,
lo sai … “.
“… Spesso la gente è mantenuta ignorante volutamente per
motivi commerciali e quindi non fartene un cruccio Marie
… ma è semplice:
La soluzione delle fonti energetiche alternative, fotovoltaica
e termica, è una panacea rispetto ai ritmi consumistici e
autodistruttivi della nostra civiltà … ma non solo.
Quelle alternative sono energie degradate che derivano tutte
e sempre dalla trasformazione a livelli entropici (23) inferiori
dell’energia solare che è al livello più elevato del nostro
sistema planetario; tutta la vita sulla terra dipende dalle onde
elettromagnetiche che arrivano dal Sole, che è una stella in
cui avvengono reazioni di Fusione Termonucleare”.
“… Dammi una semplice spiegazione di cosa sia il diverso
livello entropico dell’energia …”.
“… Dipende dallo stato di agitazione delle particelle
atomiche, definito come Temperatura: se hai cento litri di
23
L’Entropia è una misura del caos molecolare. Più è elevato il livello
energetico, e quindi la velocità di movimento delle particelle, più è
elevata l’Entropia e il livello di disordine. Passando ad esempio dallo
stato liquido a quello di vapore un elemento assorbe energia, aumenta il
disordine delle molecole o atomi che lo compongono e aumenta quindi
la sua Entropia.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
olio in un grosso bidone alla temperatura di sessanta gradi
centigradi e vuoi far bollire mezzo litro di acqua, contenuta
in un piccolo pentolino, facendo galleggiare il contenitore
nell’olio non riuscirai mai a farle raggiungere i cento gradi,
avrai tantissima energia rispetto a quella che ti servirebbe,
ma riusciresti solo a fare evaporare lentamente l’acqua”.
combustione del Carbone e di tutti gli altri combustibili
fossili”.
“… La quantità di calore, sotto forma di radiazioni
ultraviolette e di luce visibile, che dal Sole arriva sul nostro
pianeta, è sempre la stessa ed è quella che stabilisce i delicati
equilibri naturali della sottile atmosfera terrestre; la vita sulla
terra si può sviluppare in un ristretto e delicato intervallo di
temperature, tra i cinque ed i quarantacinque gradi
centigradi. Così non solamente la continua e sempre
maggiore produzione di Anidride Carbonica, che provoca
l’effetto serra, potrà causare sconvolgimenti climatici!
Anche un elevato sfruttamento dell’energia solare per
produrre lavoro, sottraendola al riscaldamento degli strati
bassi dell’atmosfera, del suolo e degli oceani, potrà
provocare enormi sconvolgimenti negli equilibri energetici
naturali, come per esempio un’era glaciale indotta
artificialmente; non dimentichiamoci che in soli poco più di
cento anni abbiamo modificato il clima del pianeta
consumando quasi totalmente i giacimenti di combustibili
fossili, formatisi in milioni di anni di trasformazioni
biochimiche e geologiche”.
“… Già, il problema lo conosciamo bene ma la soluzione è
semplicissima. Le conseguenze di un incidente o di un
guasto sono sempre proporzionali alle dimensioni di una
centrale. Fino a oggi si sono fatte grandi centrali sempre e
solamente perché grosse società vogliono fare immensi
guadagni vendendo enormi quantità di energia creando
quindi dei monopoli energetici. Così, anche se la frequenza
degli incidenti e dei guasti ha raggiunto oggi livelli
bassissimi, se nel malaugurato caso se ne verificasse uno,
l’area interessata dal possibile inquinamento radioattivo e i
tempi di risoluzione dei problemi sarebbero proporzionati
alla massa di combustibile installata. La miniaturizzazione
degli impianti, con piccole produzioni localizzate sarebbe
statisticamente la soluzione ottimale; basse frequenze di
guasto e piccole dimensioni degli impianti significano facile
contenimento e ridotto impatto ambientale in caso di failure
oltre che bassi costi di gestione”.
“ Come sostiene da anni la WNU, di cui faccio parte e che
ha un’anima molto umanista, ecologica e naturalistica,
l’energia nucleare, se usata nel modo opportuno senza
speculazioni per creare dei cartelli a favore di poche persone
ambiziose, è la scoperta scientifica che può far prosperare
tutti i popoli della Terra e permettere un continuo sviluppo
finendola una volta per sempre con la deforestazione, la
308
“… L’opinione pubblica è molto contraria alle centrali
nucleari, la gente ha paura delle conseguenze di un eventuale
incidente …”.
Christian stava anche pensando alle future centrali a Fusione
Termonucleare, che dovrebbero derivare dal progetto ITER
e che sarebbero state prive di scorie radioattive, la cui
miniaturizzazione avrebbe portato alla risoluzione di
parecchi problemi progettuali e di resa; ma quella era
un’altra annosa questione.
Ormai stanchi, calmatasi l’eccitazione causata da quegli
argomenti e soddisfatti delle loro discussioni Christian e
309
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Marie, finalmente si addormentarono nella consapevolezza
che il giorno dopo sarebbero dovuti partire di buon’ora;
avevano già salutato la dottoressa Tarter perché sarebbero
usciti dalla casa al mattino molto presto, mentre tutti ancora
dormivano.
Il viaggio sarebbe stato molto lungo e impegnativo; avevano
deciso di comune accordo di compiere tutti gli spostamenti
in classe economica per contenere i costi anche perché, dopo
la permanenza nelle isole portoghesi, dovevano ripartire
dalle Azzorre direttamente alla volta di Melbourne.
Il volo n. 488 della US Airways era programmato per le 9.10
di mattina in partenza dall’aeroporto di Palo Alto nella
contea di Santa Clara e li avrebbe trasferiti, in un paio d’ore,
allo Sky Harbor International di Phoenix. Dopo circa un’ora
e mezza di attesa, alle 12:30 pomeridiane, avrebbero preso
un Airbus A319, il volo 221 US Airways, per Boston.
Passate altre due ore al Logan International sarebbero
finalmente partiti, alle 22:30, alla volta dell’aeroporto
internazionale Nordela presso la cittadina di Ponta Delgada,
capoluogo dell’isola di São Miguel, la più grande delle nove
isole dell’arcipelago delle Azzorre.
Australia - Radiotelescopio Parkes
la dottoressa Jill Tarter …
310
311
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XXIV
Il volo TAP Portugal n. 6504, partito da Boston circa otto
ore prima, era in orario e sarebbe atterrato alle 7:15
antimeridiane.
Marie Sue era rannicchiata nella sua poltrona,
addormentatasi con la testa appoggiata sulla spalla sinistra
del suo Christian che stava osservando, guardando da uno
dei finestrini dell’apparecchio, il lento avvicinarsi del
gruppo d’isole incastonate come perle nel centro del blu
cobalto dell’oceano Atlantico che, come un prezioso velluto,
era increspato di onde dalla brezza mattutina.
Marie aprì gli occhi e abbracciando al collo Chris,
stiracchiandosi, chiese ancora assonnata:
“… Ciao amore, quanto manca? …”
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
paesaggio del volo liberatorio che ho fatto in uno dei miei
sogni …”.
Allora anche Marie si affacciò e vide quel meraviglioso
spettacolo della natura.
São Miguel è la più grande isola dell’arcipelago delle
Azzorre, chiamata ilha verde perché è quella che ha l’aspetto
meno vulcanico di tutte; presso Ponta Delgada sulla costa a
sud-ovest sorge il suo aeroporto internazionale. São Miguel
è anche il principale punto di arrivo e di partenza dei
collegamenti aerei fra l’arcipelago e l’Europa; la più
popolosa e moderna, è proiettata verso il continente e verso
una crescita veloce rispetto alle altre isole.
Le nove isole Azzorre s’incontrano navigando o volando in
linea retta verso est, partendo dal continente nord americano.
Le prime che si raggiungono sono Flores e Corvo poi, al
centro dell’arcipelago allungato, Faial e Pico, São Jorge,
Graciosa e Terceira e infine, all’estremo sud-est delle terre
emerse vulcaniche, São Miguel e Santa Maria.
Sono molto ben collegate fra loro da un servizio di traghetti
della Açorlines o da collegamenti aerei: un aeroporto di linea
su Flores a Santa Cruz das Flores, sorge su un costone
all’estremo confine est dell’isola. Su Santa Maria vi è un
altro aeroporto in prossimità di Vila do Porto, a sud ovest.
Altri due scali aerei internazionali si trovano nella cittadella
costiera di Horta sull’isola di Faial e a Lajes su quella di
Terceira.
Christian le diede un bacio e poi rispose con voce bassa:
“… Stiamo sorvolando proprio ora l’Arcipelago, ancora
pochi minuti e atterreremo sull’isola di São Miguel,
all’aeroporto internazionale di Nordela … guarda … mi
sembra di avere un altro dei miei flash back, mi ricorda il
Le pratiche aeroportuali furono veloci e senza intoppi, anche
perché non c’era tantissima gente a oberare di lavoro gli
operatori con le loro richieste.
La prima cosa che fecero fu di informarsi su quale fosse
l’itinerario ideale per visitare in modo completo e in un
312
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
tempo ragionevole tutto l’arcipelago, quindi si diressero al
più vicino ufficio del turismo.
La gentile operatrice dell’agenzia turistica presente
nell’aeroporto, che parlava un inglese quasi perfetto, diede
loro delle dritte molto precise, alcune cartine e degli
opuscoli informativi. Scoprirono così che le isole più
tranquille e interessanti da visitare, per la loro natura
incontaminata e per la bassa densità di popolazione, erano
quelle situate a nord-ovest di São Miguel, le isole centrali di
Faial, Pico, São Jorge, Terceira e Graciosa. Se volevano
visitare il cratere vulcanico emergente dall’oceano dell’isola
di Corvo, dovevano prima raggiungere Flores e affrontare
poi altre quindici miglia di navigazione, da percorrere in
barca, partendo dal porto di Santa Cruz das Flores. Mentre
se volevano recarsi su Santa Maria, questa è collegata a São
Miguel dal traghetto Golphino Azul per quattro ore di
navigazione.
Gli abitanti delle Azzorre all’inizio hanno importato usanze
e idee dall’Europa e dal Portogallo, il Continente, come lo
chiamano loro.
Le fortificazioni, i monumenti religiosi, i mulini, le case
rurali o di paese, raccontano le diverse influenze adattate e
riviste in maniera originale e ben inserite nell’ambiente
naturale. Ogni isola ha le proprie caratteristiche particolari.
I villaggi sono un dedalo di viuzze strette e lastricate di
pietra vulcanica o tassellate di sassi bianchi e neri che
confluiscono tutte nella piazza centrale della chiesa.
L’architettura religiosa appare molto importante; da
qualsiasi parte del mare si provenga verso una qualsiasi delle
isole, non può mancare di vedere bianche facciate ornate con
pietra lavica e campanili di sentinella. Molto caratteristiche
le piccole cappelle, gli imperios, dedicate allo Spirito Santo
e disseminate un po’ ovunque.
Situate a metà strada delle rotte dei Clipper, le veloci navi
ottocentesche dai molti alberi e decine di vele che
collegavano l’Europa con le Americhe, le Indie e l’Australia,
le isole erano di continuo sotto la minaccia delle incursioni
piratesche e quindi furono costruite numerose fortificazioni,
le più imponenti a São Miguel, Terceira e Flores; poi vi si
trovano tanti tipi di mulini: ad acqua e a vento delle più
svariate fogge e architetture.
La geologia delle Azzorre è complessa, non solo perché
plasmata da fenomeni vulcanici, ma anche perché soggetta a
movimenti della tettonica oceanica. L’arcipelago, infatti, di
origine vulcanica, è nato dalla fuoriuscita di lava dalla crosta
atlantica ed è di formazione relativamente recente. L’alto
livello di attività sismica ed eruttiva in questa zona è il
risultato dell’interazione, con movimenti divergenti, delle tre
maggiori placche tettoniche: quella americana, quella
euroasiatica e quella africana. Il risultato è la spaccatura
della crosta terrestre con fuoriuscita di lava che crea delle
dorsali alte fino a duemila metri in mezzo all’oceano.
Alcune cime più elevate possono emergere e formare isole
vulcaniche. Le isole di Corvo e Flores, più a ovest, sorgono
sulla placca americana, mentre le altre su quella
314
315
I due turisti preferirono la visita mirata delle isole centrali
dove, girovagando, avrebbero ammirato i paesaggi e appreso
le abitudini, gli usi e i costumi della popolazione locale.
L’imbarco su di un piccolo aereo che li avrebbe portati da
São Miguel all’aeroporto internazionale di Horta sull’isola
di Faial, era programmato verso sera e quindi, Marie Sue e
Christian s’immersero nella lettura delle particolareggiate
guide turistiche e decisero di prendere un taxi per una rapida
escursione sull’isola principale.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
euroasiatica; quindi i due raggruppamenti d’isole tendono ad
allontanarsi.
L’isola più antica è Santa Maria, formatasi otto milioni di
anni fa poi scomparsa e quindi riemersa, come testimoniano
i ritrovamenti di numerosi reperti fossili; mentre quella di
più recente formazione è Pico, con l’omonima cima
vulcanica alta quasi duemilacinquecento metri e
riconoscibile da oltre cento miglia di distanza. Il Pico, che è
anche la montagna più alta del Portogallo e la terza
dell’Atlantico, è anche conosciuto come l’immagine più
bella quando è osservato dal porto dell’isola di Faial nei
momenti soleggiati delle camaleontiche giornate atlantiche,
rese tali dalle bizze climatiche portate dai venti dell’oceano.
L’isola più giovane dell’arcipelago non esiste più; battezzata
Sabrina, emerse non molto distante da São Miguel nel 1811
ma scomparve pochi mesi dopo nell’oceano con la stessa
velocità con cui ne era emersa.
Questo fatto e altri, come quando nel 1898 una nave
posacavi, nel tentativo di recuperarne uno che si era spezzato
a nord delle Azzorre, portò in superficie frammenti di
Tachilite, una lava vetrosa che si forma esclusivamente
sopra il livello delle acque in ambiente aerato, avvalorano le
ipotesi di colossali inabissamenti, nel corso dei quali intere
isole e forse continenti sarebbero scomparsi sotto la coltre
oceanica.
costiera che passa per Villa Franca do Campo da cui ci si
stacca per inoltrarsi leggermente nell’entroterra per visitare
il grande parco Terra Nostra a Furnas. Ben presto si resero
conto che quella di São Miguel era diventata una tipica isola
turistica e di villeggiatura della ricca borghesia portoghese o
di miliardari di svariate nazionalità.
Le tracce di antiche civiltà arcaiche, semmai fossero esistite,
erano state spazzate via, cancellate dall’architettura
coloniale la cui espansione era iniziata molto presto, ai tempi
dei primi grandi esploratori e navigatori europei. Ciò che
resiste ancora alle trasformazioni fatte dall’uomo, nel tempo,
sono i segni della potenza della natura che si manifesta
dappertutto nella conformazione del territorio e nelle
formazioni geologiche e vulcaniche, a volte trasformate in
attrazioni turistiche come per esempio: il bagno nella
Caldeira Velha, il Lago Verde e il Lago Azul, il Lago do
Fogo, le Furnas e il Pico da Vara.
I nostri esploratori si fermarono nel primo pomeriggio,
consigliati dal loro autista, a pranzare in un tipico ristorante
sulla costa, nel paesino di Caloura, nei pressi di Ponta da
Galera. Assaggiarono vari tipi di zuppe, tipiche della cucina
portoghese, semplice ma saporita, come il Caldo verde, fatta
con patate e foglie di cavolo, il Caldo de peixe, una ricca
zuppa di pesce e la Sopa do Spirito Santo, uno stracotto di
carne e verdure. Poi ripartirono, proseguendo sulla strada
La mattina dopo, svegliatosi molto presto, Christian sentì il
richiamo naturale di affacciarsi alla finestra della stanza
dell’Hotel do Canal, che si affaccia proprio sul porto di
Horta. Quando si trovò di fronte come a una visione … “
Sfera! …” esclamò, vedendo poco lontano un alto monte a
forma di cono perfetto con la cima circondata da nuvole
grigie … ma Marie, che lo aveva raggiunto, cingendogli i
fianchi e appoggiandogli il mento sulla spalla destra, dopo
316
317
Quando si era ormai all’inizio del crepuscolo e il Sole si
apprestava a tramontare dietro la Sierra de Agua de Pau, una
formazione vulcanica alta 947 metri nel cui cratere si trova il
Lago do Fogo, il piccolo bimotore a elica decollò alla volta
dell’isola di Faial. I nostri amici pernottarono in un hotel del
porto di Horta, la loro stanza si trovava quasi sopra al
famoso bar nautico Peter …
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
avergli stampato un bacio sulla guancia disse: “… deve
essere il vulcano Pico …”.
In lontananza, guardando verso nord-ovest, si potevano
scorgere oltre all’isola di São Jorge anche Terceira e
Graciosa immerse nei colori rosa dell’alba.
incontaminata delle Azzorre che un tempo erano famose per
la stagionale mattanza delle Balene.
Si lavarono e vestirono con calma, poi scesero a fare
colazione al bar Peter. Il pub, dal tipico stile marinaresco,
con un arredamento fatto con legni pregiati sapientemente
intagliati, sfoggiava le foto dei personaggi famosi che vi
erano passati negli anni e i vessilli di moltissimi yacht ed
equipaggi leggendari. Confabulando con il barista, che
aveva servito loro un buon caffè proveniente dalle Indie
Orientali – così, sulle isole, chiamano ancora con linguaggio
coloniale il Medio Oriente per distinguerlo dalle due
Americhe – appresero che la comunità con più gente anziana
delle Azzorre, da cui si possono avere molte informazioni
storiche, si trova su Graciosa e quindi di recarsi presso
l’unica ferramenta esistente e parlare con il signor Simas.
Mentre sgranocchiavano il più famoso dei dolci tipici di quei
posti, il Doce de Donna Amelia, fatto con uva passa, latte,
acqua, farina, zucchero di canna e uova, un biscotto friabile
e fine a forma di amaretto, i nostri amici ripassavano il
tragitto che dovevano compiere, seguendo minuziosamente i
consigli dell’ufficio del turismo. Prima di recarsi verso il
molo si fermarono in un piccolo negozio, dove si vendeva
ogni genere di frutta - tutte le specie tropicali, come
l’Ananas, sono presenti tutto l’anno sulle isole - e fecero una
grande scorta: energia, vitamine e acqua negli alimenti più
naturali e a buon mercato che potevano trovare per quella
lunga escursione estiva. Erano intenzionati a fare un lungo
trekking per apprezzare meglio i paesaggi e l’aria
318
Con partenza dal molo turistico di Horta s’imbarcarono sul
traghetto Triangulo das Ilhas della Açorlines – così
chiamato perché compie una rotta tra le tre isole del gruppo
centrale – per un’escursione sull’isola del vulcano Pico. Qui
visitarono un museo dedicato alle tecniche e alle attrezzature
utilizzate per la caccia ai Capodogli e passarono la notte in
un bed and breakfast familiare, dove furono accolti come
amici più che turisti; davano sempre l’impressione di essere
una bella coppia e di stare molto bene insieme e in armonia
con il mondo.
Con lo stesso traghetto, l’indomani mattina, da Pico,
arrivarono a São Jorge. Sull’isola, chiamata lucertola per la
forma allungata e sottile orientata da nord ovest a sud est, sul
tratto di costa di Ponta dos Rosais è installato un bellissimo
e antico Faro che Marie Sue e Christian non mancarono di
raggiungere e visitare. Salirono fino in cima alla lanterna per
vedere da lontano tutte le altre isole e lo sconfinato oceano e,
di tanto in tanto, al limitare delle baie si vedevano gli sbuffi
dei cetacei di passaggio.
Ripartiti da São Jorge, si spostarono su Terceira, in nave, in
circa due ore e mezzo di traversata.
Su Terceira, così chiamata perché scoperta come terza isola,
si fermarono una giornata intera poiché erano molte le belle
cose da vedere. Vi sono numerose fortificazioni poiché
questa lingua di terra, a metà strada dalle Indie, era approdo
naturale dei galeoni mercantili e spesso presa d’assalto dai
pirati. Le più spettacolari si trovano sulla costa sud ad Angra
do Heroismo, con il castello di San Sebastião che domina il
319
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Porto da Pipas a ovest della Baia de Angra e il Castello de
San Jão Baptista, a est, che svetta in prossimità dell’accesso
della penisola di Monte Brasil.
naturale tra i più luminosi di tutto l’arcipelago; tutti i luoghi
di Graciosa sono facilmente raggiungibili a piedi in giornata.
Abbandonata anche Terceira, arrivarono finalmente nel
porto di Praia sull’isla Graciosa dopo una nuova traversata
in nave di altre due ore. Da Praia raggiunsero facilmente
Santa Cruz da Graciosa con un taxi, in dieci minuti.
A quel punto, parlando fra loro, Marie non poté fare a meno
di rilevare:
“… E’ il nome di villaggio più tipico di tutte le Azzorre e
forse dell’intero Portogallo: Santa Cruz! … Vedi quanto
sono radicate le convinzioni religiose? … Permeano l’intera
cultura delle popolazioni, quasi a ricercare protezione anche
con un semplice nome dato a una località … forse perché
consapevoli della pericolosità del vivere in questi posti, in
totale balìa degli elementi naturali”.
“… E’ vero Marie, e si sente anche nell’aria … si nota in
quasi tutte le espressioni artistiche …”, disse convinto
Christian.
Sull’isola di Graciosa, la più a nord del gruppo d’isole di
mezzo, a Santa Cruz, soggiornarono in un vecchio mulino a
vento dal tetto rosso adibito ad abitazione e affittato ai
turisti.
Come dice il suo nome, la piccola isola di non più di una
trentina di chilometri quadrati, è un piccolo mondo, dove
tutto è tranquillo, curato e piacevole. Vi si respira un’aria
che invoglia alla calma e alla rilassatezza, in un ambiente
320
Al mattino del giorno seguente fecero colazione in un bar
della piazza principale, in largo Conde de Cima. Si
abbuffarono con le buonissime paste frolle caratteristiche,
farcite con crema di latte, chiamate quesada de Graciosa.
Poi partirono per un’escursione per arrivare, a piedi, fino
alle pendici del Vulcano Caldeira dove sostarono per fare
una piccola merenda. Infine, dopo avere ammirato lo
spettacolo del tramonto al Faro di Ponta da Barca,
rientrarono per rifocillarsi. In serata uscirono di nuovo per
una cenetta romantica al ristorante più vecchio del paese,
coccolati dal suono della viola de Arame, la tipica chitarra
azzoriana a sedici corde costruita ancora da alcuni artigiani
dell’isla Terceira e di São Miguel.
“ Sai Marie, prima, quando abbiamo chiamato i nostri
parenti, ho parlato di te a mia madre, si ricorda ancora di
quando passasti quel week end a casa nostra prima di
tornartene in Australia …”.
“… Oh Chris, allora sta meglio?… “
“… Si è rientrata proprio ieri, con un pacco di pillole da
prendere tutti i giorni ma ora si è ripresa …”.
“… Cara mamma Evelyn, mi aveva trattato come fossi sua
figlia mentre mi aiutava a cambiare le lenzuola del tuo letto
che tu gentilmente mi cedesti per quelle due notti … chissà
cosa avrà detto … chissà cosa pensa di me ….”.
“… Le eri piaciuta tanto ed è contenta che ci siamo ritrovati
…. Mi ha detto di un presentimento, che durante questo mio
321
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
viaggio sarebbe cambiata la mia vita, in meglio, e ci ha
augurato tanta felicità! …”
apprezzati dai camminatori e dai podisti, lampade di ogni
sorta, qualche lume a olio di balena che avrà avuto almeno
cent’anni, eccetera.
Simas li prese subito in simpatia, la sua sensibilità e la sua
saggezza gli avevano suggerito che non erano dei turisti
comuni; gli erano subito sembrati come cuore e spirito dei
suoi tempi rifugiatisi in corpi giovani.
Con la proverbiale ospitalità degli isolani li invitò a pranzo
nella sua graziosa casetta, dove la moglie apparecchiò per
tutti. Durante il pasto i racconti di vita e di storia azzoriana
lasciavano spazio anche per divagazioni sulle leggende che
gravitavano intorno alle isole. Venne fuori l’esperienza
avuta da un testimone che assistette a qualcosa che era
sembrato un ritrovamento di reperti archeologici, avvenuto
molti anni prima, in tempo di guerra.
“… Oh Chris … “ e si baciarono a lungo mentre erano
ancora seduti al tavolo del ristorante.
I musicisti aumentarono di colpo l’intensità della loro
musica e gli altri clienti si misero ad applaudire facendo
incomprensibili apprezzamenti, forse auguri, in portoghese o
nel dialetto del posto.
Il giorno dopo, riposati e freschi, si recarono, sempre a piedi,
al paesino di Luz, che è situato leggermente all’interno nella
parte sud dell’isola Graciosa. Qui vi è un piccolo negozio di
ferramenta, una specie di supermercato del paese o meglio di
vecchio emporio, a gestirlo c’è l’anziano signor Simas. Era
la meta ultima, quella che era stata loro consigliata dal
barista del bar Peter.
João Espinola da Silva di settantanove anni, da tutti i
paesani chiamato João Simas, in un inglese approssimativo
ma consolidato da anni di colloqui amichevoli con turisti di
ogni estrazione e provenienza, raccontava che da sessantatré
anni lavora in quella bottega che era già del nonno, che è
casado (24) da cinquantasette e che ha due figli ormai sposati
e una serie di nipotini. Simas era un uomo dall’aspetto
gentile, sul metro e ottanta di altezza, con i capelli diradati
nella parte centrale della testa; i pochi rimasti ai suoi lati
tenuti cortissimi e bianchi come la neve.
Marie e Christian erano affascinati da tutte le cianfrusaglie
presenti sugli scaffali, vecchie di produzione ma ancora
nuove, come radioline a transistors degli anni settanta
oppure alcuni esemplari di walkman che erano così
24
sposato
322
“ Dovete sapere che una settantina di anni fa, era il 15 di
gennaio del 1940, quando io ero appena un bambino di nove
anni, il mio amico Rufino, di solo tre anni più giovane di me,
era sul peschereccio con il nonno per un’uscita di pesca
d’altura. Si trovavano molto lontani dalle isole, qualche
centinaio di miglia marine a nord quando, nascosti nella
lieve nebbia dell’alba, assistettero a qualcosa di molto
strano.
Stavano osservando delle grosse bolle che venivano su dal
fondo dell’oceano e rimasero ad aspettare, a una distanza di
un centinaio di metri, sicuri che sarebbe apparsa una
famiglia di Balene o di Capodogli, ma, improvvisamente
cominciò ad affiorare, lentamente, quella che sembrava la
torretta di un sottomarino. Capite che lo spavento fu enorme
perché di quei tempi neanche si conosceva l’esistenza di
simili mostruosità meccaniche. Quando il sommergibile fu
completamente emerso, si notò chiaramente la croce
uncinata nera su sfondo bianco e rosso della marina nazista e
323
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
allora capirono; solo quella, con la sua inclinazione di
quarantacinque gradi era abbastanza sinistra da farli temere
il peggio. Fortunatamente, pur essendo in pieno clima di
guerra, i militari non avevano intenti bellicosi e fecero
solamente segno all’equipaggio del peschereccio di
allontanarsi.
Mentre i pescatori si accingevano a compiere le manovre di
allontanamento, Rufino, con il vecchio cannocchiale del
nonno, nascosto dietro una rete, continuava a osservare,
molto affascinato, cosa stessero facendo quei militari.
Fu allora che vide emergere, solo lui perché pur essendosi
alzata la coltre di umidità erano già molto lontani, altri tre
piccoli battelli dalle strane forme. Alcuni uomini rana, con le
loro spesse tute per proteggersi dal freddo delle gelide acque
dell’Atlantico, avevano staccato dei cavi dai tre piccoli
batiscafi e li stavano agganciando a una gru che era nel
frattempo fuoriuscita dalla pancia del grande sottomarino.
Issarono un’enorme rete che conteneva moltissimi oggetti,
resi irriconoscibili però dalle incrostazioni di corallo e dai
depositi di lava e di calcare. E’ un piccolo segreto, che ha
rivelato solamente a me. Mi disse subito che non si sarebbe
mai dimenticato di quel grande numero “47” che lesse sullo
scafo grigio-azzurro del grosso battello militare.
Solo un anno e due mesi dopo, ascoltando clandestinamente
Radio Londra, si venne a sapere dell’affondamento di un UBoot da qualche tempo ricercato. L’U-47, nell’Ottobre del
1939 era riuscito a penetrare nella base navale della Royal
Navy a Scapa Flow, una baia situata nelle isole Orcadi in
Scozia, e ad affondare la nave da battaglia HMS Royal Oak,
facendo una strage in cui perirono 833 dei 1400 uomini di
equipaggio; da quel momento la marina britannica gli aveva
dato una caccia sfrenata e non gli avevano dato più tregua ”.
I due ascoltatori si guardarono e nei loro occhi si poteva
leggere la conclusione cui entrambi erano giunti: il racconto
di Simas sembrava confermare, in qualche modo, la storia
raccontata da Johnson pochi giorni prima.
324
325
“ … Allora il suo amico fu l’unico testimone del
ritrovamento, da parte di militari della Germania Nazista, di
reperti archeologici presumibilmente provenienti dall’antico
continente di Atlantide …”, dissero quasi all’unisono.
“… Non so dirvi se fossero di Atlantide, anche per noi
rimane una leggenda che spesso c’è chiesto di commentare
dai turisti di passaggio, ma sì … quello che vi posso
confermare è che, sicuramente, il mio amico Rufino è stato
ed è ancora l’unico testimone; fortunatamente, nonostante le
nostre venerande età, stiamo ancora bene ed entrambi non
riusciamo a stare fermi …”.
A settantacinque anni Rufino è ancora un attivo ed esperto
marinaio che continua a lavorare, per diletto e passatempo,
con un peschereccio rimodernato che era appartenuto a suo
padre prima di lui. È l’unica persona seria cui affidarsi con
sicurezza per essere portati sull’oceano per l’osservazione
dei branchi di Balenottere azzurre di passaggio. Col suo
peschereccio di solito fa il servizio di trasporto per i turisti
che vogliono seguire e vedere da vicino le Balene.
Nel pomeriggio, dopo pranzo, prima della riapertura del suo
emporio, Simas accompagnò i suoi ospiti al porto di
Carapacho, dove l’amico Rufino aveva la sua base di
partenza. Con la sua vecchia Lancia Appia terza serie, una
bellissima macchina italiana dei primi anni sessanta di
colore grigio chiaro, molto ben conservata e in perfetto stato
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
di efficienza, percorsero in un lampo i pochi chilometri che
separavano Luz dal quel villaggio costiero.
viste di “Pico”
326
327
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XXV
Quando João e Rufino si rividero, si salutarono molto
calorosamente, abbracciandosi e baciandosi sulle guance
come due parenti stretti.
“ Caro Simas, cosa ti porta da queste parti, lontano dal tuo
famoso negozio di cianfrusaglie?…”, disse sarcasticamente
l’altro.
“… Amico mio, ti ho portato questi due bravi ragazzi che
stanno facendo una specie di luna di miele e che vorrebbero
fare un’escursione sul mare, per provare l’emozione di
vedere da vicino le tue amiche Sirene …”.
Così chiamava i cetacei Rufino poiché, quando lanciano i
loro acuti richiami, sembrano voler incantare gli uomini che
le incontrano.
Era un uomo di media altezza, con la barba e i capelli lunghi
e arruffati, colorati di grigio dall’incessante passare del
tempo; portava sempre, anche d’estate, il berretto da
nostromo con la piccola tesa, arrotondata e lucida, che gli
era stato regalato da ragazzo e che aveva sempre tenuto e
conservato come se fosse una parte di sé.
328
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Conduceva una vita solitaria sin da quando, trentacinquenne,
rimase orfano per la perdita della madre prima e del padre
poi; se ne andarono quasi insieme, nel giro di una settimana,
forse troppo legati perché rimanessero separati uno in questa
dimensione terrena e l’altra nell’oblio dell’immensità
dell’universo. Rufino, quando non deve uscire in mare, aiuta
nella manutenzione di un’antica colonia marittima per
ragazzi, da sempre gestita dalle Suore della congregazione
delle Serve di Maria Riparatrici.
Specialmente d’inverno, quando le escursioni sono molto
rare, e in caso di condizioni meteorologiche avverse, rimane
rintanato nella sua casetta tradizionale, di sole due stanze,
ricavata nel cortile della colonia, dove passa le lunghe
giornate uggiose a confezionare delle bellissime
composizioni sacre con le conchiglie che raccoglie sulle
spiagge o che trova al mercato del porto.
“… amigos bem vindos! ”.
Rufino salutò in portoghese i suoi due nuovi clienti. Anche
lui, come Simas, si arrangiava con un discreto inglese,
costruito in anni di lavoro, rapportandosi con persone di ogni
nazionalità e sorta. Intanto l’amico João, dopo aver lasciato i
suoi ospiti in buone mani e averli salutati, era ripartito con la
sua macchinetta per tornare a Luz ad aprire il suo negozio,
come faceva da sempre, alla stessa ora…
“… felici e compiaciuti di fare la sua conoscenza …”,
dissero Christian e Marie, aggiungendo:
“… sì, signor Rufino, vorremmo fare del Whale Watching
prima di finire la nostra avventura alle isole Azzorre … le
saremmo molto grati se vorrà darci qualche informazione
329
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
utile prima di uscire in mare …” , disse Marie, colpita
dall’aspetto da lupo di mare del marinaio.
“… il mio vecchio peschereccio, il Novo Marinheiro, appena
tirato a lucido è a vostra completa disposizione …”.
Il piccolo battello, un Purse Seiner di circa nove metri, era
un legno molto vecchio ma ben conservato. Sul tettuccio
della bianca torretta del timoniere, posta quasi al centro della
coperta, erano montate tutte le strumentazioni necessarie: le
antenne radio per varie frequenze, il radar, il Guidone del
circolo nautico di Graciosa, quello del Whale Watching
International e l’obbligatoria bandiera rosso-verde del
Portogallo. La chiglia era colorata di un bel blu elettrico con
una grande fascia bianca nel mezzo che la percorreva da
prua a poppa. Dall’ex peschereccio erano state eliminate
tutte le attrezzature da pesca ed erano state installate,
allineate sia a prua sia a poppa, comode poltroncine girevoli
in robusto materiale plastico di colore rosso su intelaiatura di
acciaio inox, ben ancorate al teak della coperta. Montava un
motore diesel e un potente propulsore elettrico, alimentato
da otto grosse batterie dalla cassa in ebanite, che erano
installate nella stiva; in questo modo, una volta avvicinate le
Balene, si poteva avere un’autonomia di circa un’ora e
navigare in totale assenza di rumore, in completa sintonia
con i cetacei.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“… Le uscite di osservazione dei cetacei hanno luogo
durante tutto l’anno, in funzione delle condizioni
meteorologiche, tuttavia fra Aprile e Settembre il loro
numero è molto più importante grazie alle buone condizioni
marine e al passaggio di numerose balene e delfini
migratori.”.
“ Proprio in questo periodo, tra Luglio e Agosto le femmine
di Capodoglio danno alla luce i piccoli che, alla nascita,
sono lunghi appena quattro metri. Anche i delfini hanno i
piccoli e ne possiamo incontrare fino a sei specie diverse:
Delfini comuni, Stenella maculata, Tursiopi, Delfini di
Risso, il Globicefalo e, molto più rare, le Stenelle striate.”.
” Ogni occasione di vedere le balenottere è sfruttata, perché
la maggior parte di loro ha ormai raggiunto le zone di
alimentazione più a nord.”.
” Ma le bellezze della natura sono infinite. È proprio in
questo periodo che alcuni dei cetacei meno conosciuti
raggiungono le nostre isole: sono i misteriosi Zifidi.
Dotati di soli due denti nella mascella inferiore, spesso
presenti solo nel maschio, gli Zifidi s’immergono a
profondità paragonabili a quelle del Capodoglio. Tra di essi
spiccano l’Iperodonte boreale, lungo fino a nove metri, il
Mesoplodonte di Sowerby e lo Zifio …”.
Rufino era ancora sporco di vernice bianca e blu poiché nei
giorni precedenti si era occupato della manutenzione di tutta
la chiglia; proprio quella mattina aveva rimesso in acqua il
Novo Marinheiro. Mentre si toglieva la tuta intera da
meccanico che aveva indossato durante il lavoro di
verniciatura, cominciò subito la sua lezione di Whale
Watching.
Più di venti specie diverse di balene e delfini frequentano le
acque che circondano le isole Azzorre o vi passano lungo le
loro rotte di migrazione.
Storicamente teatro della caccia al Capodoglio, dagli anni
ottanta le Azzorre hanno mutato direzione diventando un
esempio di quanto sia ecologicamente, economicamente ed
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
eticamente più sostenibile incontrare e osservare i cetacei
piuttosto che cacciarli.
credevano proprio che fosse per colpa del vento, era
l’emozione! I loro cuori battevano forte durante questa corsa
e non vedevano l’ora di arrivare, anche se non sapevano
bene dove, perché erano in mare aperto e la costa non si
vedeva più.
L’unico riferimento arrivò da Rufino “… a ore tre!” verso
cui la prua si era girata di colpo.
“… Forse già saprete che nell’acqua il senso più acuto è
l’udito, non la vista. Il suono, infatti, viaggia circa quattro
volte più velocemente nell’acqua che nell’aria e può
percorrere distanze immense. Al contrario, la vista in acqua
è limitata a poche decine di metri e non è dunque difficile
capire perché il mondo delle balene e dei delfini sia fatto di
suoni. Proprio per questo, oltre a vedere i cetacei, avrete la
possibilità di ascoltarli, grazie all’idrofono, un microfono
subacqueo di cui mi sono dotato e che porto sempre a bordo
… “.
“ … Qualunque operatore deve seguire scrupolosamente il
codice di condotta e le normative che regolano
l’osservazione dei cetacei. È fondamentale, infatti, che il
Whale Watching sia praticato in modo da creare il minimo
disturbo possibile agli animali. Dovremo stare a una distanza
minima di cinquanta metri e rimanere dietro la loro
direzione di marcia, senza superare la metà della lunghezza
dell’esemplare per non interferire con il suo Sonar
biologico... è tutto chiaro? …”.
Marie e Christian annuirono e si prepararono a imbarcarsi.
Rufino fece indossare a entrambi il giubbetto salvagente,
obbligatorio, mollò gli ormeggi e si diressero al largo. La
radio informava che un branco di balenottere comuni stava
incrociando a nord ovest di Graciosa, diretto verso l’Artico.
Viaggiavano a velocità sostenuta, il vento picchiava in
faccia a Marie e Christian che erano seduti a prua.
Nonostante gli occhiali da sole, cominciavano a lacrimare
loro gli occhi e iniziavano a vedere tutto appannato. Non
332
All’improvviso videro benissimo un grande spruzzo a circa
centro metri dal battello e poi un dorso che s’inarcava, una
pinna e una scia enorme sull’acqua.
“ Eccola, è lei! …” esclamarono.
Rufino li informò che quella che stavano osservando era
proprio un bell’esemplare di balenottera comune.
Le balene presenti nella zona erano due e loro avevano
avvistato quella un poco più vicina.
“ Dopo l’immersione resterà sott’acqua dai dieci ai venti
minuti …”, gli gridò il loro capitano.
Rufino, quando si furono avvicinati, dopo avere spento il
motore diesel e avere inserito quello elettrico rallentò per
mantenersi alla distanza di sicurezza richiesta e li
raccomandò di guardare tutt’intorno alla barca e anche oltre,
perché non era possibile prevedere dove la balena sarebbe
riemersa.
Dopo circa dieci minuti il cetaceo riaffiorò: spruzzo, dorso e
restò a nuotare lentamente a pelo d’acqua, quasi come se
incuriosita dalla loro presenza si fosse fermata a guardarli.
La poterono ammirare in tutta la sua maestosa bellezza e
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
grandezza, era un animale enorme e avanzava con dolce
armonia di movimenti.
In genere questi mammiferi hanno una lunghezza massima
di ventitré metri e da adulti pesano circa sessanta tonnellate.
Non c’è nulla di spaventoso e aggressivo in questo
meraviglioso animale.
Il solo vederla ha lasciato Marie e Christian senza parole,
erano rimasti estasiati, in contemplazione. Tutti i discorsi
futili sull’energia, il profitto e il mistero di Atlantide furono
totalmente dimenticati davanti a quel meraviglioso miracolo
della Natura.
dell’inverno, intraprendono una migrazione verso latitudini
più alte, verso nord, dove le acque sono più fredde ma
sicuramente più ricche di alimento.
E’ proprio durante questa migrazione verso nord che qui alle
Azzorre si vede il maggior numero di balene con prole. Le
Azzorre, infatti, si trovano proprio sulla rotta di
migrazione di molte di loro.
Nel frattempo, un altro avvistamento “ a ore nove!”. C’erano
ben tre balenottere nel raggio di cento metri, sembrava tutto
così magico. Rufino spostò l’imbarcazione facendola girare,
lentamente, cercando di evitare di tagliare la strada a
nessuno dei tre cetacei.
“… È incredibile come si lasciano avvicinare, sono
veramente animali da proteggere, non hanno alcun timore,
anzi si lasciano studiare e direi che anche loro ci osservano
incuriosite … oppure pensano quanto siamo ridicoli su
questo guscio di noce”.
Disse Marie in un impeto di entusiasmo.
“… mi sento come un ospite che con infinito rispetto deve
muoversi con attenzione, e ho la fortissima sensazione di
essere al cospetto di un grande essere intelligente … “,
continuò estasiata.
Allora Rufino, che con un foulard rosso legato al collo
sembrava uscito da “Oceano Rosso” (25), dopo che ebbe
inserito una specie di pilota automatico, si portò a prua da
Marie e Christian e diede un’altra spiegazione più tecnica ai
suoi clienti.
“ Per quanto considerate di passaggio, le balene utilizzano le
nostre acque soprattutto per nutrirsi. In particolare, si
osservano balenottere comuni, balenottere azzurre e
Megattere intente a mangiare krill, e si è costatato che tutte
queste specie producono feci rosse, colore tipico di una dieta
a base di piccoli crostacei simili a gamberetti.
Il krill delle Azzorre è molto apprezzato e molto simile a
quello che le balene di solito trovano nei mari artici e cioè
del tipo: Meganyctiphanes norvegica.
Così, le acque delle nostre isole, rappresentano una sorta di
stazione di servizio durante la migrazione di questi grandi
Cetacei, fornendo loro la possibilità di rifocillarsi durante il
viaggio verso nord ... ”.
Il tempo passò in fretta, l’equipaggio improvvisato continuò
25
È noto che le balenottere sono solite trascorrere l’inverno a
basse latitudini, vicino ai tropici, dove le acque sono più
calme e abbastanza calde per i nuovi nati. Poi, verso la fine
Un film del 1955 diretto dal regista William A. Wellman in cui John
Wayne interpretava il personaggio di Tom Wilder; un Capitano della
marina militare americana, scappato da un campo di prigionia in Cina, il
quale portava sempre un fazzoletto rosso al collo mentre era al timone di
un vecchio vapore a pale, in fuga dalla guardia costiera di Hong Kong.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
la sua osservazione ravvicinata della famiglia di cetacei fino
a che l’autonomia delle batterie non finì e, all’imbrunire,
furono costretti a invertire la rotta per rientrare a Carapacho.
Mentre Rufino era al timone, concentrato a fumare la sua
pipa, Christian e Marie erano rannicchiati e abbracciati sul
duro legno della coperta, appoggiati al bordo di poppa. La
fresca aria dell’oceano scompigliava loro i capelli; attoniti e
silenziosi pensavano a quanto fossero insignificanti e
impotenti in mezzo a quella sconfinata distesa d’acqua, alle
meraviglie della vita marina appena incontrate e al loro
amore che, ormai, sembrava la sola cosa paragonabile a
cotanta bellezza e potenza.
seta; l’amica, con il suo passato di modella e aspirante
stilista, era innamorata di quei bei vestiti di alta moda che
stavano tornando di grande attualità. Simas non fu in grado
di ricordare come quel capolavoro di sartoria italiana fosse
finito nel suo negozio, forse lo aveva barattato con dell’altra
merce, e lo cedette volentieri alla sua cliente australiana per
una modica cifra.
Per tutto il resto della permanenza lì, non parlarono più dei
misteri che li avevano condotti in quel paradiso;
inconsciamente avevano deciso di godersi gli ultimi giorni di
vacanza, fino al 15 di Settembre, assaporando fino in fondo
quei piacevoli momenti di totale libertà e spensieratezza.
Marie aveva finalmente trovato il regalo per l’amica Debby.
Nel negozio di Simas, rovistando fra le anticaglie, aveva
scovato la riproduzione di un bellissimo vestito che nel 1954
le Sorelle Fontana avevano confezionato per Elisabeth
Taylor. Ben ripiegato e conservato in un lussuoso baule che
odorava di naftalina, Marie trovò un raffinatissimo abito da
gran sera in seta pura e velluto realizzato in un grazioso
taglio princesse. Era nero, con una spallina bianca e larga a
destra che continuava giù, fino alla fine della lunghezza
della gonna, sotto il ginocchio, a formare una sorta di spacco
chiuso. All’altezza della vita, sempre a destra, a
impreziosirlo, due rose bianche di tessuto allineate in
verticale. Anche il bordo superiore, che cingeva tutto il
busto all’altezza del seno, lasciando scoperte la spalla
sinistra, le clavicole e la schiena alta, era largo e di candida
336
Il giorno della partenza arrivò velocemente, come
velocemente svaniscono, senza poterci fare niente, i bei
giorni della spensierata giovinezza.
Mentre s’imbarcavano sul traghetto Golphino Azul, Marie
Sue e Christian, carichi dei loro pochi bagagli e del
notebook, salutavano Rufino e il signor Simas che li
avevano accompagnati. I due anziani isolani erano molto
emozionati a vederli partire, come se stessero salutando i
propri figli in procinto di lasciare l’isola per chissà quali
mete, come emigranti in cerca di fortuna.
Il traghetto della Açorlines li avrebbe riportati a São Miguel,
dove, all’aeroporto internazionale di Ponta Delgada, li
attendeva il primo volo della TAP Portugal per Lisbona.
Il viaggio per l’Australia sarebbe stato molto lungo e
faticoso. Con un Boeing 777-200LR della compagnia Qatar
Airways via Madrid e Doha, Capitale del Qatar, sarebbero
arrivati all’aeroporto di Tullamarine, a Melbourne, dopo
tredici ore e mezzo di volo e lunghe attese in layover
passando un’altra volta da una stagione all’altra: dalla
seconda metà dell’Estate dell’Europa alla fine dell’Inverno
dell’Australia.
Rufino e Simas, ritrovatisi la sera stessa di fronte a una
bottiglia di Porto, brindarono alla vita, ai bei tempi passati e
all’amore dei loro due amici che, probabilmente, non
avrebbero mai più rivisto.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
XXVI
Epilogo
Novo Marinheiro
Il clan Zanather ha acquistato una casa nel Queensland
centro orientale, in una bellissima località sul fiume Fitzroy,
nel sobborgo di Frenchville, non molto distante da
Rockhampton, una città di settantacinquemila abitanti che
sorge poco lontano dalla costa che si affaccia sul tratto di
oceano Pacifico chiamato Canale del Capricorno. Il grande
centro, che sorge proprio in linea con il tropico dell’emisfero
sud, si trova a più di cinquecento chilometri a nord della
capitale Brisbane.
L’area del Queensland Centrale attorno a Gladstone e a
Capricorn Rockhampton, racchiude accoglienti cittadine
costiere, parchi nazionali, gole, spiagge di sabbia, laghi e
foreste pluviali.
Rockhampton, definita “Australia’s Beef Capital”, è la città
più grande della Capricorn Region e consente di conoscere
l’aspetto rurale del Queensland, mentre lungo la Capricorn
Coast ci sono qualcosa come tredici idilliache spiagge per
nuotare e prendere il sole.
Una delle zone più visitate del Queensland centrale è il
Parco Nazionale di Carnarvon nel Central Belt, dotato di
una rete di ventuno chilometri di sentieri dove si cammina
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Lancia Appia del 1961
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
costeggiando candide rocce di arenaria alte fino a duecento
metri.
Nell’area vivono alcune comunità di aborigeni; Marie non
perse occasione per incontrarli e per documentarsi sulla vita
dei nativi australiani del posto.
pochi mesi dopo essersi definitivamente trasferiti in
Australia; dopo la maternità ha lasciato la sua materia
d’insegnamento principale e, sfruttando un secondo anno di
pausa in aspettativa, ha potuto conseguire una
specializzazione per l’insegnamento nella scuola primaria
australiana. Il prossimo autunno, comincerà a insegnare in
una classe nella Hall School, l’istituto scolastico del poco
lontano sobborgo di Wandal, fondato nel lontano 1910 per
ragazze e bambini.
Il clima qui è subtropicale e vi sono remote isole con belle
spiagge in prossimità della Grande Barriera Corallina.
The Town of 1770 è considerato il punto dove James Cook
approdò la prima volta toccando il continente australiano.
Gli appassionati di surf sono soliti radunarsi ad Agnes
Water, la spiaggia per surfisti più settentrionale del
Queensland.
Ormai il professor Zanather ha definitivamente abbandonato
la sua attività con la A.G. e ha deciso di dedicarsi a tempo
pieno all’insegnamento sportivo; con i grandi spazi di cui si
può usufruire in Australia, Christian è riuscito a fondare una
scuola di Rugby, come si era ripromesso, costruendo con le
sue mani i campi e le strutture necessarie. Christian è stato
coadiuvato dal padre Paul che l’ha raggiunto, con Evelyn,
per vivere gli ultimi anni sempre accanto a lui, a sua moglie
e Julian e alla nuova nipotina: la figlia di Marie Sue e di
Chris. Da qualche mese la sua scuola di Rugby si è affiliata
al famoso club locale dei Central Comets, dai colori sociali
Blu Navy e Rosso Mattone, che milita nella Central Division
e partecipa al Queensland Cup, un rinomato torneo riservato
a squadre professionistiche.
Julian, con il nonno Paul, sta facendo un’escursione nella
foresta tropicale, mostrando all’anziano tutte le specie
d’insetti, piccoli marsupiali e rettili autoctoni che vi si
possono incontrare.
La nonna Evelyn su di una vecchia poltroncina a dondolo si
riposa al fresco dell’ombra della grande Acacia del loro
giardino; la pianta, appartenente a una delle molte specie di
mimosacee australiane, è tipica dei climi tropicali. A Evelyn
piace molto la forma maestosa e sinuosa di quell’albero e vi
si riconosce, da forte donna scozzese, poiché è ritenuta una
pianta vigorosa e gentile, simbolo d’immortalità e purezza,
che non appassisce mai durante il corso delle stagioni eppure
si rinnova sempre; ha persino lasciato detto al marito e ai
figli che è lì, ai suoi piedi, fra le sue radici, che vorrebbe
essere sepolta.
Marie sta accudendo alla figlioletta Hope di due anni, nata
dall’amore tra lei e Christian che si sono uniti in matrimonio
Il vedere la famiglia tutta riunita, con i suoi genitori vicini,
dona a Christian una gioia immensa e sente realizzato e
completo il suo sogno d’amore con Marie.
Il
ricongiungimento familiare era stato voluto
principalmente per motivi sentimentali ma anche a causa
della grave situazione economica e sociale in cui, negli
ultimi anni, erano precipitati gli stati industrializzati
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341
È una giornata come tante della torrida e afosa estate
australe.
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
dell’Europa e del nord dell’America i cui governi erano stati
incapaci di prevedere la critica deriva cui stavano portando
le continue politiche clientelari e speculative.
Gli era molto dispiaciuto lasciare la terra natia, le sue
amicizie, i suoi allievi del Lions Rugby ma a un certo punto
Christian aveva preso la sua strada, quella che gli sembrava
la retta via.
Si doveva ritornare alla semplicità, alla terra, e il continente
australiano era l’unico che poteva accogliere lui e tutti i suoi
cari, vista la sua estensione e avendo acquisito con il
matrimonio la doppia cittadinanza.
Sono passati poco più di tre minuti da quando il segnale
radio di attivazione, viaggiando alla velocità della luce di
trecentomila chilometri al secondo, è stato lanciato dalla
stazione di controllo missione dell’ESA, European Space
Agency, sita a Colonia in Germania quando, essendo captato
dall’antenna della navicella ed elaborato dal computer di
bordo, ha dato il via al lento processo di warm-up del
modulo di comando e di risveglio delle funzioni vitali
dell’equipaggio.
La spedizione è composta di due soli elementi, un uomo e
una donna, il tenente colonnello Olga Thomas e il pari grado
Arnold Striker, entrambi provenienti dal CUAE Corpo
Unico Astronauti Europeo, anch’esso con sede a Colonia.
I due astronauti dopo un’iniezione endovenosa di una
speciale proteina, che avrebbe impedito la cristallizzazione
del loro sangue, erano stati semi-ibernati per affrontare il
lungo viaggio di cinquecento giorni che li avrebbe portati
fino a raggiungere l’orbita del pianeta rosso, Marte, senza
che ci fosse stato bisogno di imbarcare provviste in eccesso.
La partenza era stata programmata in modo da raggiungere il
Pianeta nel punto più vicino alla Terra, a circa
cinquantacinque milioni di chilometri da essa, in modo che
si trovasse all’afelio della sua orbita molto eccentrica, il
punto più lontano dal sole, e che nel suo emisfero
settentrionale ci si trovasse all’inizio dell’estate marziana.
Il pianeta rosso ha un ciclo di rotazione di poco più di
ventiquattro ore, simile alla Terra, ma la rivoluzione intorno
al Sole è pari a quasi due anni terrestri e quindi le stagioni
marziane sono lunghe il doppio ….
Paul Zanather aveva investito tutti i risparmi di una vita
nell’acquisto di una modesta ma bella tenuta agricola che
alla sua dipartita da questo mondo avrebbe lasciato ai due
figli, John e Christian.
In questo momento, Chris è seduto davanti allo schermo di
un piccolo computer portatile, sulla veranda della loro
casetta colonica, con il fedele Rocky III accucciato ai suoi
piedi, e sta scrivendo qualcosa...
Qualche sera prima, infatti, ascoltando un comunicato della
CNN alla televisione satellitare, aveva saputo dell’ultima
missione spaziale organizzata congiuntamente dalla NASA e
dall’ESA; il comunicato diceva testualmente:
“ 14 gennaio 2013, un’altra data storica che ci ricorda la
prima impresa che portò l’uomo a calpestare il suolo lunare.
Oggi alle ore 09:00 antimeridiane, la missione S4D&K,
Sacrifice for Discovery and Knowledge, è giunta al suo
punto di non ritorno:
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Quello fino a ora descritto è il racconto della fase finale del
viaggio verso Marte della missione S4D&K, il culmine di
tutte le precedenti attività esplorative robotizzate del pianeta
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
rosso, che ha lo scopo di ricercare materie prime per lo
sfruttamento di nuove fonti di energia alternative …”.
L’essere umano, egoista, pigro e megalomane è molto
lontano dall’accettare le dure leggi della Natura, sua madre e
fonte di vita. L’uomo, come un nemico, un parassita
estraneo, cercando in tutti i modi di dominarla …
La notizia aveva fatto riaccendere in lui le forti emozioni
provate pochi anni prima e aveva deciso di mettersi a
raccontare la sua storia.
Christian doveva sfogare quelle sensazioni, quelle
esperienze, troppo forti e istruttive da tenere sopite dentro
l’anima e, aiutato dalla sua Marie, decise che doveva
lasciare una testimonianza scritta a tutti i giovani del mondo.
Una bella mattina di un giorno d’estate qualunque, in modo
naturale come prendere una tazza di caffè, si mise davanti
alla tastiera e iniziò a scrivere:
“… ormai la strada è tracciata, dopo i progressi che sono
stati fatti nello studio del processo di Fusione Nucleare a
confinamento elettromagnetico seguendo il criterio
d’ignizione, siamo ormai a un passo dal poter affermare che
possiamo produrre Energia Atomica PULITA tramite la
riproduzione dei fenomeni fisici che avvengono all’interno
delle Stelle …”.
… sembra che sia una creatura venuta da un altro mondo
…”.
Solo l’Amore, alla fine, può vincere su tutto!
Spero che anche questa vicenda possa contribuire a portare,
ovunque nel mondo vi sia sofferenza, un poco di gioia e di
speranza.
THE END …
Conclusione:
I ritmi naturali sono la perfezione e rappresentano il Bene. Il
Bene s’identifica col Creatore, di qualunque natura esso sia:
un Dio, un sistema naturale o un processo energetico. Tutti i
tentativi che compiono gli uomini per soggiogare la Natura
sono imperfetti poiché tendono solamente a sovvertire i suoi
equilibri andando contro, in un certo senso, alla tendenza al
caos, all’energia sempre più degradata, all’intento del
Creatore e quindi s’identificano con il Male.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Disclaimer
Nonostante siano state fatte delle scrupolose ricerche per
rendere la storia più credibile e molto aderente alla realtà,
questo non vuole essere né un trattato di storia delle religioni
né un manuale per risolvere i problemi energetici del
pianeta.
Gli argomenti trattati, per ragioni narrative, possono essere
stati rielaborati o artefatti volontariamente e quindi non
possono essere soggetti ai giudizi storici o tecnici sommari e
inoltre ogni eventuale riferimento a persone e cose reali o a
fatti effettivamente accaduti è puramente casuale.
Quando s’incontrano dei nomi che corrispondo a personaggi
esistenti, essi sono persone pubbliche che si è deciso di
menzionare per rendere il giusto merito al loro lavoro o alle
loro funzioni ufficiali.
Immagini:
Acacia australiana
In Copertina: la mano dell’autore, montata con una
spettacolare immagine del Sole tratta dal sito Web
www.nasa.gov.
Nella pagina 85, alla fine del capitolo VI e VII: immagini
della Terra e del pianeta Marte, sempre tratte dal sito Web
www.nasa.gov.
Tavole:
Esclusa l’immagine di pagina 86, tutte le tavole sono state
prese da internet e non sono pubblicabili.
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“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
“I Creatori di Stelle” – Ben Gibsen
Indice delle Tavole – Plates Index
Author Addresses:
I – Prologo: La “macchina” Tokamak
II – Il Caldercott Park e Rocky III
14
25
III – Un campo da Rugby e fase di allenamento
37
IV – Immaginando il Pianeta “Sfera”
48
V – Immagini dell’inizio del viaggio di Christian
60
VI – Marte e Terra a confronto
86
VII – Hercules C130 – UAV MQ1 Predator
97
VIII – Thunderbirds Team – HH60 Pave Hawk sopra L.V.
112
IX – Base di Groom Lake - Nevada
129
X – Marie & Julian
148
XI – Simboli Maja
165
XII – Stonehenge, il Piramidon o Ben-Ben e Akenathon
177
XIII – Extraterrestrial Highway Postcards
189
XIV – Melbourne Airport
202
XV – Locandina di “SETIcon”
217
XVI – Ingresso e Mission dell’istituto SETI
229
XVII – Copertina libro di Archeastronomia di Giulio Magli
238
XVIII – Piramidi e Geoglifi
250
XIX – Il mito di Atlantide
262
XX – San Francisco Tour
275
XXI – Copertina libro del prof. LOVE
286
XXII – Macchine cifratrici e U-Boot 534
298
XXIII – Radio Telescopio Parkes & Jill Tarter
311
XXIV – Vulcano “Pico” – isole Azzorre
327
XXV – Mezzi di trasporto usati sull’isola Graciosa
338
XXVI – Epilogo: Acacia australiana
346
348
Ben Gibsen – [email protected]
Alias
Aldo Giuseppe Merisio
Via Laura Bassi, 7
24050 – Mozzanica (BG)
ITALY
[email protected]
sms
+39 331.19.40.482
sms & call
+39 333.42.82.089
Aldo Giuseppe Merisio's Copyright:
****************
Copyright :: All Rights Reserved
Registered :: Sun May 15 16:54:58 UTC 2011
Title :: I Creatori di Stelle - The Stars Creators
Category :: Novel
Fingerprint :: 445c31302b84e97bb16b1fc5040eb9f5fecba32c9b27a35c86d1a11f4f683bfc
MCN :: C13BC-24T89-AXCCP
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