Implicature e
impliciture
conversazionali
Un’introduzione
 Decidere data esame scritto finale
 PRAGMATICA:
OGGI e lunedì prossimo: Grice e le
implicature conversazionali
Lunedì prossimo: CENNI A


il secondo Wittgenstein
Austin, Searle e la teoria degli atti
linguistici
2
Programma

In alcuni celebri lavori degli anni 50-70, Paul Grice sviluppa la nozione
di implicatura conversazionale. L’idea di fondo è che l’apparente
violazione di massime conversazionali normalmente usate (per
esempio, “dare un contributo alla conversazione tanto informativo
quanto richiesto” oppure “essere pertinenti”) può indurre l’interlocutore
ad attribuire al parlante una certa affermazione che non ha espresso
esplicitamente. Per esempio, se si risponde “Giorgio va a New York
frequentemente” alla domanda “Giorgio ha un’amante?” ciò può essere
visto come l’affermazione implicita che Giorgio ha un’amante a New
York.
 Discuteremo la teoria di Grice e i suoi sviluppi più recenti ad opera di S.
Levinson e K. Bach. In particolare Bach ha teorizzato la nozione di
implicitura conversazionale, uno strumento in atto, per esempio, quando
grazie al contesto "completiamo" con un qualche aggettivo qualificativo
un sintagma incompleto (per esempio, completiamo con "maggiorenne"
il sintagma "ogni cittadino" nella frase "ogni cittadino ha diritto di voto").
3
Bibliografia di riferimento
 Grice, P., Logica e conversazione, in P. Grice, Saggi su




intenzione, significato e comunicazione, Il Mulino,
Bologna,1993.
Bach, K., Conversational Impliciture, "Mind and
Language", 9 (1994),pp. 124-162
Bach, K., “Speaking Loosely: Sentence nonliterality”,
Midwest Studies in Philosophy, 25 (2001), pp. 249-263.
Levinson, S.C., Presumptive Meanings, MIT Press,
Cambridge, 2000.
Cosenza, G. La pragmatica di Paul Grice. Intenzioni,
significato, comunicazione, Bompiani, Milano, 2002.
4
Chi è Paul Grice
 1913-1988.
 professore di filosofia a Oxford, inglese,
attivo nella seconda metà del ‘900.
 tra i più importanti esponenti nel campo
della filosofia analitica del linguaggio.
 propone di ridurre la nozione di
significato a quelle di intenzione e
credenza (del parlante).
5
Principio di Cooperazione
 Conformare il proprio contributo
conversazionale, nel momento in cui
avviene, a quanto è richiesto dall’intento
comune del dialogo nel quale si è
impegnati.
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Massime conversazionali
 QUANTITA’: dare un contributo (QN1) tanto
informativo quanto richiesto e (QN2) non più
informativo di quanto richiesto.
 QUALITA’: cercare di dire il vero [non dire
(QL1) ciò che si ritiene falso e (QL2) ciò per cui
non si hanno prove adeguate].
 RELAZIONE: essere pertinenti.
 MODO: essere perspicui [evitare (M1) oscurità,
(M2) ambiguità, (M3) prolissità e (M4) seguire
l’ordine degli eventi)].
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Possibili atteggiamenti
conversazionali
 Non cooperazione esplicita: dissociarsi
apertamente dal dialogo.
 Cooperazione simulata: violare
nascostamente le regole conversazionali
(menzogna).
 Cooperazione: accettare le regole
conversazionali (situazione standard).
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Principio di Benevolenza o Carità
(Quine, Davidson)
 Interpretare ciò che dice l’interlocutore in
modo da massimizzarne la verità, la
razionalità e la sensatezza (ossia in
modo che risulti, per quanto possibile,
conforme al principio di cooperazione e
alle massime conversazionali).
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Che cosa intendiamo per
"implicatura conversazionale"
 Possiamo intendere 3 cose.
 Vedi (1), (2), (3) dell'esempio nella
diapositiva successiva
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Implicatura Conversazionale
ESEMPIO
Rossana: “Nino ha una ragazza?”
Vittorio: “Di recente va spesso a New York”

(1) Proposizione P2 (Nino ha una ragazza a New York)
che il ricevente (tipico) può inferire abduttivamente da
queste assunzioni:
(A1) (a) il parlante ha asserito P1 (Nino va spesso a NY));
(A2) [il parlante coopera, crede P2 e ritiene tale attribuzione
di credenza inferibile dal ricevente (tipico) per salvare il
pr. di coop.] IMPLICA/SPIEGA (A1);

(2) La relazione logico-pragmatica, P1+>P2, che lega
P1 [implicans] a P2 [implicatum] (nel contesto dato).

(3) L’atto dell’inferire P2 da P1.
13
Implicatura standard
 il ricevente assume che tutte le massime sono osservate,
ma fa leva in particolare su una certa massima (che nei
casi tipici sembra violata).
 ESEMPIO
Giovanni: “ho finito le sigarette”
Maria: “c’è un bar dietro l’angolo” (P1)
Implicatura: il bar vende sigarette (P2).
Il parlante fa leva sulla relazione. Apparentemente P1
non è pertinente (specialmente per chi non sa che i bar
vendono sigarette), ma lo diventa assumendo che il bar
vende sigarette:
P1 +> P2
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Implicatura da conflitto
 Il ricevente assume che una massima è stata violata
perché in conflitto con un’altra massima.
 ESEMPIO
Giovanni: “Dove abita Mario?”
Marta: “Da qualche parte nel sud della Francia” (P1)
Implicatura: Marta non sa in quale città francese sta
Mario (P2)
il ricevente assume che la quantità è stata violata
per non violare la qualità:
P1 +> P2
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Implicatura da sfruttamento
 Il ricevente assume che una massima è stata violata
apertamente per generare un’implicatura.

ESEMPIO
Mario: “Giovanni ha rivelato il mio segreto alle ditte
rivali”
Marta: “Che amico!” (P1 = Giovanni è un amico di
Mario)
Implicatura: Giovanni si è comportato
immoralmente (P2)
Il ricevente assume (per il pr. di benevolenza) che la
qualità è stata violata (Giovanni si è rivelato un falso
amico) per affermare P2 con ironia:
P1 +> P2
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Implicatura
particolarizzata vs. generalizzata
 Particolarizzata: inferibile solo sulla base di
assunzioni contestuali non invariabilmente o
normalmente presenti.
 Generalizzata: sempre inferibile, a meno di
assunzioni contestuali specifiche normalmente
non presenti.
 ESEMPIO (Levinson 2000, p. 16)
A: “che ora è?”
B: “alcuni ospiti sono già andati via”
Part: deve essere tardi
Gen: non tutti gli ospiti sono già andati via
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Implicatura convenzionale
 Un’inferenza suggerita dall’uso di una certa espressione
(piuttosto che un’altra equivalente da un punto di vista
strettamente logico)
 ESEMPIO
uso di “ma” o “sebbene” piuttosto che di “e”:
(P1) Era ricco, ma onesto => (P2) di solito, chi è ricco non è
onesto.
(P1) Era onesto, sebbene ricco => (P2) di solito, chi è onesto non è
ricco.
in virtù del significato convenzionale di “ma” (“sebbene”), asserire
(P1) suggerisce che si crede in (P2).
NB: è difficilmente distinguibile dalla deduzione logica (Bach 1994,
p. 196), ma sicuramente va distinta dall’implicatura
conversazionale.
 Può essere il presupposto di un’impl. convers. nascosta:
esempio.
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Esempio dalla cronaca
 Da “Il viaggio del premier, i riflessi a Roma - Dovere da
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


compiere, panico da evitare”, articolo di fondo di Stefano
Folli, Corriere della sera, 11 Aprile 2004:
“In Iraq i nostri soldati rischiano la vita. Sono in missione
di pace …; MA non c’è chi non veda che invece sono
coinvolti … in una guerra di guerriglia …
Impl. convenzionale: chi è coinvolto in una guerriglia di
solito non sta svolgendo una missione di pace (P1)
Impl. conversazionale (basata sulla Relazione): P1 +> i
nostri soldati non stanno svolgendo una missione di
pace.
Ci si può anche chiedere: perché viene (apparentemente)
violato il pr. della Maniera con “non c’è chi non veda che
invece sono coinvolti” al posto di “(tutti vedono che) sono
coinvolti”?
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ANNUNCI
 niente lezioni oggi pomeriggio
 Mercoledì ore 15-17: 2 lezioni con le
quali concludiamo il corso
 Chiarire data esame: 21 Maggio ore 11?
 Ho messo delle domande di
preparazione in rete (forse aggiungerò
un paio di domande)
 Portare all'esame il libretto e l'esame
intermedio
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Caratteristiche delle
implicature
 Non-verofunzionalità: un’implicatura può sussistere, quali

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


che siano i valori di verità di implicans e implicatum.
Calcolabiltà: ricavabilità mediante inferenza (abduttiva).
Cancellabilità: revocabilità, con l’aggiunta di una
premessa (anche implicita) che blocca l’inferenza
abduttiva (Incontrò una donna … Era sua moglie).
Indistaccabilità: Se E genera un’implicatura I, qualunque
parafrasi di E genera I, A MENO CHE L’IMPLICATURA
NON FACCIA LEVA SUL MODO.
Indeterminatezza: essendo abduttiva, un’implicatura è
compatibile con implicata diversi.
Rinforzabilità: l’implicatura può sempre essere asserita
esplicitamente.
Universalità: dipendenza da regole generali di razionalità.
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Distinzione tra implicature,
presupposizioni e implicazioni
logiche
 Nell’implicatura, la negazione del conseguente non
implica la negazione dell’antecedente (l’implicatura non è
vero-funzionale). Se “il tempo è orrendo” +> “la donna
che hai chiamato ciabatta è dietro di te”, l’eventuale
falsità del conseguente non implica che il tempo sia bello.
 al contrario, nella presupposizione e nell’implicazione, la
negazione dell’antecedente implica la negazione del
conseguente. l’antecedente “ho smesso di fumare”
presuppone e implica il conseguente “ho fumato”. Se “ho
fumato” è falso, ho “smesso di fumare” è pure falso.
 Nella presupposizione, anche la negazione
dell’antecedente implica il conseguente: anche “non ho
smesso di fumare” implica “ho fumato”. Non così nella
semplice implicazione. “Socrate NON è greco” NON
implica “Socrate è ateniese”.
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Impliciture di Kent Bach
 prima di poter inferire implicature conversazionali,




bisogna di solito rendere esplicita la proposizione,
implicitura, contenuta implicitamente in ciò che il parlante
“letteralmente” esprime (contenuto esplicito). Anche per
questo si sfruttano le massime di Grice.
L’implicatura di solito è completamente differente dal
contenuto esplicito, mentre l’mplicitura mantiene i
costituenti del contenuto esplicito,ma li arricchisce (1994,
p. 140).
Due tipi di arricchimento: espansione e completamento.
In questo ambito si possono analizzare fenomeni come:
ellissi e determinazione di referenti e di anafore.
Stephen Levinson (2000), sostiene cose analoghe ma
considera le impliciture come implicature generalizzate.
Nota l’uso delle massime di Grice nella disambiguazione.
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Espansione, completamento e
disambiguazione
 Espansione: aggiunta di elementi in una proposizione P1,
che porta a una proposizione P2 più specifica
ESEMPIO: tutti gli studenti sono invitati => tutti gli studenti
del liceo Garibaldi di Palermo sono invitati
 Completamento: aggiunta di elementi a una “quasiproposizione”, che genera una proposizione.
ESEMPIO: Chi ha smesso di fumare?/Giovanni (ha smesso)
=> Giovanni ha smesso di fumare.
 Disambiguazione
ESEMPIO: Ronaldo è un campione => R. è un c. sportivo.
 La massima della Relazione è sfruttata in questi casi.
 Un’implicitura può essere il presupposto di un’implicatura:
esempio.
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Esempio dalla cronaca
(continuazione)
 l’espressione “chi” di “non c’è chi non veda” va
completata con un’implicitura di espansione.
 Il mancato rispetto del Modo forse suggerisce
che l’espansione più ovvia (chi è osservatore
della situazione in Iraq) non è quella intesa dal
parlante.
 Subentra l’ipotesi di un’espansione meno ovvia:
chi è osservatore sincero o imparziale.
 Il che suggerisce, per la massima della
quantità: ci sono osservatori non sinceri che
non “vedono” che i nostri soldati sono coinvolti
in guerriglia.
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Grice e le implicature conversazionali