© htt p://t bus.o rg .uk/ il trasporto filovario la situazione in Italia la tecnologia gli sviluppi futuri Muoversi naturalmente Premessa Perché promuovere il trasporto filoviario? Promuovere oggi il filobus, ed i sistemi filoviari alternativi, significa non ripetere l’errore che fu commesso negli anni ’50 e ’60 – in paesi come l’Italia o la Francia – quando il tram fu ingiustamente ritenuto un sistema di trasporto obsoleto e ormai sorpassato. In quegli anni si procedette, troppo velocemente, ad emettere un verdetto - a detta dei più, inevitabile - di condanna del sistema tranviario, che comportò una massiccia dismissione delle reti esistenti, senza che in alcun modo entrassero in gioco concetti come conservazione e modernizzazione. 25 città in Francia, 22 in Italia, 14 in Spagna decisero di rinunciare a quelle sferraglianti vetture, a quei veicoli lenti che intralciavano il sempre più veloce traffico automobilistico, a quei binari e a quella ragnatela di fili sospesi che “abbruttivano” così pesantemente le belle città europee. A trent’anni di distanza, il tram è considerato senza alcun dubbio una delle soluzioni più efficaci al traffico che attanaglia i centri storici di quelle stesse città, alle polveri di scarico prodotte anche da quelle stesse vetture – gli autobus a motore diesel – che allora apparivano come la soluzione più intelligente al trasporto pubblico. Nel 1952, 22 città francesi erano dotate di una rete filoviaria, 32 città italiane, 13 città spagnole. Oggi quei numeri si sono drasticamente ridotti: 6 in Francia, 14 in Italia, 5 in Spagna. Allo stesso modo delle “obsolete” reti tranviarie, anche quelle filoviarie avrebbero dovuto esser mantenute rinnovate ed estese. Il filobus è un eccellente compromesso tra le potenzialità del trasporto tranviario e l’agilità dei comuni autobus. Non può sostituire una moderna linea tranviaria, che ha una capacità di trasporto nettamente superiore, ma può essere la soluzione ottimale per linee che presentano una domanda di trasporto non abbastanza elevata da giustificare la scelta del tram, ma comunque consistente. Ecologico: nessuna emissione nociva che possa alterare la qualità dell’aria. Potente: il motore elettrico ha una maggiore potenza in salita, le sue accelerazioni sono eccellenti. Economico: l’energia consumata è quella che serve esclusivamente al moto del veicolo, e viene addirittura prodotta (e accumulata), quando frena o procede lungo una discesa. Su una rete già equipaggiata con dei servizi tranviari, il filobus può condividerne le installazioni fisse (sottostazioni elettriche), l’equipaggiamento, il personale di manutenzione della linea aerea. Confortevole: la marcia è lineare, senza scossoni o sobbalzi, le accelerazioni e le decelerazioni sono estremamente regolari. Silenzioso: il rotolamento su pneumatici evita rumori i stridenti tipici del contatto metallo – metallo del ruote tranviarie. Il filobus non produce alcun tipo di inquinamento acustico, nemmeno all’atto della frenata come, solitamente, avviene per il tram, alle fermate o ai semafori. Questo lo rende estremamente gradevole agli utenti e agli abitanti. Quando è in moto, il livello sonoro è talmente basso da non poter essere in alcun modo paragonato a nessuno dei più moderni autobus a combustibile. Longevo: la vita media di un filobus è circa il doppio di quella di un comune autobus. Testato: forte di una continua sperimentazione – il primo veicolo risale al ventesimo secolo – che si protrae senza interruzioni dal 1935, l’anno d’oro del filobus, con l’apparizione dei primi veicoli moderni nelle città francesi di Lione e Rouen. Beneficia dei progressi raggiunti sui veicoli elettrici: il motore asincrono non necessita manutenzione. L’elettronica gestisce tutto: le accelerazioni, le decelerazioni, il recupero dell’energia durante le frenate. La frenatura meccanica è ridotta al minimo e il recupero dell’energia durante la frenata consente un risparmio dal 20 al 40%. I nuovi veicoli sono dotati di I Muoversi naturalmente Premessa ruote motorizzate, questo permette, grazie all’assenza degli assi di trasmissione, l’adozione di un pianale interamente ribassato, per tutta la lunghezza del veicolo. Il fatto che l’età media dei veicoli presenti nei depositi delle città europee sia non superiore ai vent’anni, rende le prestazioni di un filobus, comparabili con quelle dei moderni veicoli diesel o a gas. Ma, a parte l’accessibilità migliorata di questi autobus, non bisogna dimenticare il livello non trascurabile di rumorosità e l’emissione – comunque elevata, rispetto alle emissioni nulle del filobus – di anidride carbonica (CO2) e particellato, anche se piuttosto ridotti rispetto agli altri veicoli a combustione. Il primo periodo di storia delle filovie italiane si apre nel 1902 con la realizzazione, a cura della Società Anonima Elettricità Alta Italia, di un impianto sperimentale per l'Esposizione delle Arti Decorative di Torino. Nei due successivi decenni vengono realizzate numerose linee filoviarie, urbane ed extraurbane, accomunate dalla breve durata dell'esercizio. Fra i motivi di questa scelta, è sicuramente da annoverare una certa immaturità tecnologica mentre, nel caso degli impianti per il trasporto merci nell'Italia nord-orientale, la stessa finalità militare che ne aveva motivato la realizzazione ne decretò il successivo abbandono ad ostilità concluse. Dopo un decennio di stasi, l'apertura della rete di Vicenza nel 1928 e della linea extraurbana Torino - Cavoretto nel 1931 segna l'inizio del secondo periodo della storia delle filovie italiane, nel quale vengono aperte all'esercizio reti urbane nelle maggiori città: Milano e Venezia (1933), Livorno (1934), Brescia e Trieste (1935), Roma, Firenze, Padova e Verona (1937), Genova (1938), Bari e Palermo (1939); a queste si aggiungono alcune linee extraurbane. Parzialmente danneggiate durante la seconda guerra mondiale, queste reti filoviarie vengono prontamente riattivate al termine delle vicende belliche; inoltre, dal 1947, nuove filovie sostituiscono vecchi impianti tranviari in città di piccole e medie dimensioni e vengono così attivate le reti di Avellino, Bergamo, Ancona, Modena, Chieti, Catania, La Spezia, Alessandria, Pavia, Pisa, Trapani, Cagliari, Parma, Bologna, Carrara, Fermo, Civitanova Marche. L'apertura della filovia extraurbana Napoli-Aversa nel 1964 segna la fine della fase di espansione di questo sistema di trasporto nel nostro Paese. Il terzo periodo si apre con le prime soppressioni, ad iniziare dal 1966, allorché lo sviluppo delle linee filoviarie raggiunge i 1121 km. La maggior parte delle reti viene smantellata in quanto l'autobus, libero dal vincolo rappresentato dalla linea aerea di alimentazione elettrica, è ritenuto più adatto alle mutate condizioni del traffico; in alcune città, peraltro, la volontà di mantenere le filovie in esercizio si scontra con la difficoltà di sostituire le esauste vetture del primo dopoguerra, giacché i costruttori nazionali non producono più, per dieci anni (1966-1975), filobus nuovi. II Muoversi naturalmente Premessa La crisi energetica del 1973 ridesta l'attenzione verso la trazione elettrica per il trasporto urbano ma intanto non si arresta, per tutti gli anni Ottanta, la tendenza alla diminuzione degli impianti in esercizio. Occorre attendere gli anni Novanta per registrare un'inversione di tendenza: oggi, finalmente, assistiamo, in alcune città, al potenziamento delle reti sopravvissute o al progetto di impianti del tutto nuovi (Reggio Emilia, Pescara, Lecce) ed in altre (Roma, Genova, e prossimamente Bologna), alla reintroduzione del filobus, a distanza di anni dalla chiusura delle vecchie linee. Non tutte le realtà sono però orientate in tal senso: a Cremona, in un periodo di piena emergenza ambientale, è stata decretata la soppressione dell'esistente impianto filoviario (luglio 2001). III Muoversi naturalmente Premessa I problemi relativi all'acclività di linee ferroviarie vennero affrontati nel 1926 prevedendo una soluzione denominata "sistema Laviosa" che consisteva nell'adozione di vetture che percorrevano un'apposita via di corsa costituita da due banchine parallele in cemento e calcestruzzo; all'interno di tali banchine erano applicate normali rotaie "vignoles" da 9 kg/m le quali avevano dunque unicamente funzioni di guida. Le ruote delle vetture erano dotate di bordino in metallo e pneumatici appositamente costruiti. Eccezion fatta per una pista di prova realizzata nel Piacentino, l'unica realizzazione del sistema Laviosa fu la linea Serro San Quirico - Santuario della Guardia, a Genova, che rimase in esercizio fino al 1967. Una vettura è ancora oggi conservata presso il museo Ogliari di Ranco (VA). Si tratta di una soluzione per molti versi analoga a quella oggi adottata dalle "metropolitane su gomma" tipo VAL e simili ma soprattutto, dai più moderni sistemi a via guidata. La progettazione nel campo dei veicoli filoviari, non poteva prescindere dal cercare riavvicinarsi alle potenzialità dei sistemi tranviari, sempre mantenendo le caratteristiche di flessibilità ereditate dal “modello bus”. La caratteristica che accomuna i sistemi innovativi presi in esame in questa relazione è quella di adottare "veicoli su gomma a via guidata". Tale allocuzione rappresenta il tentativo, promosso dal Centro Interuniversitario di Ricerca Trasporti (CIRT) di Genova, di promuovere una definizione ufficiale nell'ambito del Club "Veicoli elettrici" di ASSTRA (Associazione Costruttori Sistemi di Trasporto). Le definizioni più comuni fino ad ora utilizzate sono quella di "sistemi intermedi", a sottolineare le loro caratteristiche tecnologiche affini rispetto tanto alle filovie quanto alle tranvie, e di "tram su gomma", derivata dal francese "tramway sur pneu" utilizzata soprattutto in riferimento all'impianto di Nancy e Caen. Sempre in Francia è diffusa la sigla di TRG, acronimo di "transport routier guidé" (in analoga alla definizione proposta dal CIRT) e l'espressione "systèmes de transport intermédiaire". Come descritto in queste pagine, i sistemi in oggetto presentano caratteristiche intemedie fra i tram su ferro ed i filobus tradizionali. Tuttavia, rispetto alle potenzialità dichiarate in partenza, essi si stanno assestando (in buona parte dei casi) su valori prossimi a quelli del filobus, sia per la capacità di trasporto che per le caratteristiche generali, mentre finiscono per essere assimilabili ai tram unicamente per gli elevati costi di realizzazione degli impianti fissi, configurandosi in definitiva come un semplice (ancorché significativo) aggiornamento della modalità filoviaria. IV Muoversi naturalmente Premessa L'unica eccezione è costituita dal Translohr, che in effetti viene presentato a tutti gli effetti come una soluzione di tipo tranviario, i cui costi di realizzazione (dichiarati dal costruttore inferiori del 60%) sovente si sono rivelati ben più alti per modifiche e varianti in corso d’opera (vedi Clermont Ferrand e Padova). Se da un lato ciò apre interessanti prospettive di sviluppo tecnologico del settore, dall'altro pone il serio problema di valutare correttamente gli investimenti, pena la perdita di interesse per una fascia di sistemi di trasporto che - unici - possono costituire un'economica soluzione intermedia fra normali autolinee e sistemi a maggiore capacità di trasporto e minore impatto ambientale. In questo senso risultano chiarificatrici le esperienze in atto. La municipalità di Nancy ha ad esempio ufficialmente individuato nella tecnologia TVR un "sistema di trasporto adatto alle direttrici principali, basato su una su una modalità stradale a trazione elettrica che si colloca nella continuità del filobus". Occorre in ogni caso rimarcare come in Italia il Codice della Strada ancora non consenta la circolazione a veicoli su gomma di lunghezza superiore a 18 metri, rendendo di fatto la capacità di trasporto di molti fra tali sistemi del tutto analoga a quella di linee filoviarie esercite con vetture snodate. Tuttavia le recenti leggi di finanziamento sembrano privilegiare i primi rispetto alle seconde, determinando evidenti distorsioni nel mercato. La necessità di uno studio volto a stabilire le potenzialità di mercato di sistemi così costituiti riveste dunque grande interesse, così come il confronto tra le tecnologie adottate dai diversi costruttori. Per tali motivi, è opportuno un continuo monitoraggio delle esperienze in atto, allo scopo di inquadrare giustamente le potenzialità di questi nuovi sistemi, cercandone i punti di forza nella loro peculiarità di sistemi ibridi, e non nel riproporre caratteristiche proprie di altri sistemi (tram e filobus) cercando inutilmente di sostituirli. La carta vincente del trasporto pubblico sul traffico automobilistico, sarà proprio la capacità di proporre un’ampia gamma di scelta di sistemi capaci di fronteggiare le esigenze e le particolarità proprie di ciascun sistema urbano. V Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 1. Diffusione e ruolo del filobus in Italia................................................................................................... 2 1.1. Tipologia delle città........................................................................................................................... 2 1.2. Dislocazione geografica ................................................................................................................... 3 1.3. Bacini di utenza ................................................................................................................................ 3 1.4. Quantità degli impianti...................................................................................................................... 4 1.5. Grazie al filobus, verso un rilancio del trasporto elettrico ................................................................ 5 1.6. Alle soglie di un nuovo rilancio......................................................................................................... 6 2. Le filovie italiane ..................................................................................................................................... 7 2.1. Caratteristiche tecniche.................................................................................................................... 7 2.2. Tipologia delle vetture ...................................................................................................................... 7 2.3. Dimensioni ed allestimenti ............................................................................................................... 8 2.4. Sistemi di azionamento .................................................................................................................... 8 2.5. Marcia autonoma.............................................................................................................................. 8 2.6. Gli impianti fissi ................................................................................................................................ 9 2.7. Tensione di alimentazione ............................................................................................................. 10 3. Quali finanziamenti per le filovie?....................................................................................................... 10 3.1. Il problema della "211" ................................................................................................................... 11 3.2. L'equivoco dell'innovazione............................................................................................................ 11 3.3. Leggi di tutela ambientale .............................................................................................................. 11 3.4. Il costo dell'energia......................................................................................................................... 11 3.5. Livello di protezione ambientale..................................................................................................... 12 3.6. Il parco filoviario italiano ................................................................................................................. 15 4. Attraversare la città in automobile?.................................................................................................... 40 4.1. I vantaggi dell’alimentazione area.................................................................................................. 42 4.2. Elettrificare gli autobus! .................................................................................................................. 43 4.3. Veicoli multimodali.......................................................................................................................... 44 4.4. Ruote su pneumatici....................................................................................................................... 45 4.5. Un combustibile efficiente .............................................................................................................. 46 4.6. La situazione attuale ...................................................................................................................... 47 4.7. Impressioni del passeggero ........................................................................................................... 47 4.8. Light rail (metropolitana leggera) ................................................................................................... 48 4.9. Autobus tradizionali ........................................................................................................................ 48 4.10. Opzioni economiche....................................................................................................................... 49 5. Il progetto di una moderna filovia ....................................................................................................... 50 5.1. Architettura delle vetture filoviarie .................................................................................................. 51 5.2. Innovazioni ..................................................................................................................................... 61 5.3. Filobus vs. autobus a idrogeno ...................................................................................................... 63 5.4. Filobus vs. veicoli ibridi a motore diesel......................................................................................... 70 6. Trazione alternativa .............................................................................................................................. 74 6.1. Batterie ricaricabili .......................................................................................................................... 74 6.2. Accumulo dell’energia a volano ..................................................................................................... 76 7. L’esercizio filoviario moderno ............................................................................................................. 79 7.1. La linea di contatto e di ritorno ....................................................................................................... 79 7.2. Il sistema di sospensione ............................................................................................................... 81 7.3. I deviatori........................................................................................................................................ 82 7.4. Il trolley ........................................................................................................................................... 82 7.5. Innovazione e comfort .................................................................................................................... 85 7.6. I vantaggi della marcia guidata ...................................................................................................... 89 7.7. I vantaggi ambientali di un sistema filoviario.................................................................................. 92 8. Nuovi progetti...................................................................................................................................... 104 9. Suggestioni: immagini, progetti per riflettere e discutere.............................................................. 132 10. Riduzione dell’impatto visivo della linea aerea ............................................................................... 148 11. La catena della mobilità ..................................................................................................................... 184 12. Bibliografia .......................................................................................................................................... 193 1 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 1. Diffusione e ruolo del filobus in Italia1 Delle 45 società che nel 1958 esercivano reti filoviarie urbane ed extraurbane ne sopravvivono oggi solo 14, comprese anche quelle nelle quali l’esercizio è interrotto, presenti nelle seguenti città: Città Migliaia di abitanti Km2 Roma 2.834 1.285 Milano 1.303 181 Napoli 1.036 117 Genova 648 236 Bologna 384 141 Bari 334 116 Cagliari 171 134 Parma 167 261 Modena 175 184 Rimini 130 134 Ancona 99 122 La Spezia 97 51 Cremona 72 70 Chieti 57 59 San Remo 56 55 Tabella 1: Dati generali sulle città servite da filovie. Un'analisi di questa tabella consente un primo sommario raffronto fra le città italiane che possiedono impianti filoviari. 1.1. Tipologia delle città Dall’ordinamento per estensione chilometrica emerge un dato caratteristico, legato all’utilizzo del filobus in funzione della dimensione dei centri serviti, con una prevalenza nei centri di medie dimensioni. Esaminando la tabella si evidenziano infatti differenti tipologie di città. Troviamo i casi di Napoli e Milano, aree metropolitane nelle quali le linee filoviarie operano in importanti zone semi-periferiche fungendo da supporto ad una rete fondamentale basata sul trasporto su ferro. Oppure Roma, in cui è stato introdotto di recente su una linea radiale che dall’importante nodo di Termini raggiunge Montesacro e la periferia nordest. Ci sono poi Bologna e Genova, anch’esse individuate come future aree metropolitane, con una popolazione leggermente inferiore, nelle quali non esiste servizio tranviario ed in cui il filobus è stato reintrodotto in tempi recenti per espletare servizio su linee di forza. A Genova il filobus è stato reintrodotto di recente su una linea parallela alla costa che collega piazza Vittorio Veneto alla Foce e via di Francia alla Stazione. 1 Fonti e riferimenti per l’articolo sono gli scritti pubblicati per il progetto Città Elettriche 2000-2004 http://www.cittaelettriche.it/filobus.htm. 2 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario All’estremo opposto si trovano invece Chieti e Cremona: nella prima ove il servizio è da tempo sospeso nonostante il ripristino della filovia risulti già finanziato, mentre nella seconda la filovia è stata addirittura soppressa nel 2001. Il gruppo di città più numeroso è dunque quello dei centri che contano 100-200.000 abitanti (i dati di San Remo e Rimini non devono trarre in inganno, in quanto lì le filovie servono comprensori assai più vasti), caratterizzate da impianti, pur rinnovati, risalenti al dopoguerra (con la sola eccezione della Spezia, dove dopo una peraltro breve interruzione il servizio è stato ripristinato nel 1987). Dunque, in Italia, il filobus rappresenta il mezzo di trasporto caratteristico dei capoluoghi di medie dimensioni, nei quali svolge il servizio principale, ed appare altresì utile per integrare le reti ferrotranviarie nelle maggiori città, fungendo inoltre da soluzione "ponte" per quei grossi centri che si stanno dotando di infrastrutture più pesanti (tranvie, metropolitane e ferrovie suburbane) ed hanno dunque necessità di collaudare procedure ed abitudini (tanto da parte delle aziende esercenti quanto da parte dell’utenza) legate alla presenza di impianti fissi. 1.2. Dislocazione geografica Un altro dato saliente è la disuniformità della presenza di filovie nelle varie Regioni, con un’assoluta prevalenza per il centro-nord del paese. In particolare, su 15 impianti esaminati, ben 4 si trovano in Emilia-Romagna, 3 in Liguria, 2 in Lombardia e in Campania (quello di Salerno, che risulta in stato di abbandono) ed uno solo rispettivamente in Sardegna, Marche, Abruzzo e Puglia. In totale dunque sono 9 gli impianti situati al nord, mentre fra quelli dislocati al sud 2 sono attualmente inattivi ed il loro destino appare tutt’altro che certo; tuttavia alcuni cambiamenti sono all'orizzonte: accanto ad un totale rinnovo del parco filoviario presente a Napoli, potrebbe sembrano imminenti la riapertura dell'impianto chietino e la reintroduzione della filovia a Roma ed a Pescara, come descritto nel paragrafo dedicata ai nuovi progetti italiani. 1.3. Bacini di utenza Un’altra distinzione utile a descrivere gli impianti è quella relativa al tipo di utenza servito. È possibile dunque classificare i servizi svolti dalle aziende in esame come segue: Servizi di trasporto urbano "puro", laddove si tratti di centri di medie dimensioni nei quali operino separatamente aziende di trasporto urbano ed aziende di trasporto "esterno" all’ambito urbano (es. Ancona, Bari, Cagliari) o di grandi città nelle quali, pur in presenza di aziende che operano in ambito "misto", l’esercizio urbano sia di notevole consistenza (es. Bologna, Genova, Milano). Per 3 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario questo tipo di situazioni è prevedibile un traffico piuttosto costante nell’intero arco della giornata, pur soggetto a variazioni stagionali. Servizi di tipo prevalentemente pendolare, caratteristici di città medio-piccole nelle quali la funzione di trasporto prevalente è quella di collegamento centro-periferia nei rispettivi bacini di utenza, ordinariamente rappresentati dall’ambito provinciale (es. Modena, Parma, Reggio Emilia). Si tratta di situazioni geografiche che generano un traffico assai variabile nel corso della giornata, prevalentemente feriale e con una forte caduta di domanda durante i mesi estivi. Servizi fortemente variabili in funzione della stagione, caratterizzati da una sorta di "compensazione" del traffico che nel periodo invernale è di tipo prettamente pendolare, sostituito nei mesi estivi da quello turistico, di consistenza sovente persino maggiore. (es. Rimini, La Spezia, San Remo). Esercente Km di linee (1) Numero linee urbane/suburbane Napoli ANM 42,0 -/4 Milano ATM 40,4 3/- (2) Napoli CTP 39,0 1/1 Cagliari CTM 38,6 1/1 (3) RT 28,0 1/2 TEP 17,4 4/- AMTAB 17,0 2/- (inattive) ATC 24,8 2/- TRAM 12,2 -/1 Bologna ATC 11,8 1/- Modena ATCM 11,7 3/- Ancona Conerobus 10,0 1/- La Panoramica 8,0 1/- (inattiva) AMT 7,0 2/- Roma Trambus 13,2 1/- Lecce - 25,0 3/- (4) Città San Remo Parma Bari La Spezia Rimini Chieti Genova (1) Al netto delle sovrapposizioni (2) La circolare 91/92 viene considerata come un’unica linea (3) Le circolari Cagliari-Quartu Sant’Elena vengono considerate come un'unica linea (4) Inaugurazione del sistema (impropriamente definito “metropolitana di superficie” è prevista per la fine del 2008-inizio 2009. Tabella 2: Gli impianti filoviari in Italia. 1.4. Quantità degli impianti Dall’analisi della tabella relativa agli impianti esistenti emergono tre dati significativi: il numero delle linee esistenti, quello delle linee effettivamente in esercizio e la cifra relativa ai passeggeri trasportati. L’ordinamento per estensione della rete mette in luce come per lo più il numero di linee esercite con filobus sia - per tutte le città esaminate - veramente esiguo: troviamo dunque 3-4 direttrici solo a Napoli, Parma, Milano e San Remo, mentre per la maggior parte gli impianti sono costituiti da 4 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario linee singole, eventualmente dotate di cappi ed anelli per consentire l’esercizio di servizi "sbarrati", peraltro non sempre effettuati. Un dato estremamente variabile - ma di fondamentale importanza per conoscere il quadro evolutivo delle filovie nel Paese - è quello delle linee effettivamente in esercizio. Se a Parma infatti è da poco stata completata una quarta linea ed a Modena una terza, a Cagliari solo su una delle due linee esistenti, circolano i filobus; la filovia extraurbana di Napoli è al momento esercita con un numero di vetture estremamente ridotto. A causa di perduranti lavori stradali, risultano inoltre attualmente sospese la filovia genovese e quella di Ancona, anch'esse comunque in corso di parziale ripristino. In altre città, la rete filoviaria è attualmente fuori servizio ma ne è prevista la ricostruzione. Precisamente, a Bari è stata approvata la riapertura della rete dismessa, a Chieti è stata bandita la gara d'appalto per la ricostruzione degli impianti; l'esito di quest'ultimo atto appare peraltro incerto. Più remota appare invece la possibilità di riaprire all'esercizio gli impianti filoviari extraurbani di Salerno (19 km, chiusura nel 1983), quelli di Avellino (15 km, chiusura avvenuta nel 1973) e Carrara (10 km, chiusura nel 1985), non compresi nella statistica in esame perché ormai abbandonati. Altre, fra le reti citate, hanno programmi di rilancio per la modalità filoviaria: a Cagliari, la linea attualmente chiusa dovrebbe essere riaperta e prolungata; a Milano era allo studio la realizzazione di una quarta linea di 13 km, anche se allo stato attuale Comune ed ATM non sembrano più interessate alla cosa; a Bologna, entro breve dovrebbero essere riaperte ben 3 linee. In assoluta controtendenza Cremona: il 1 luglio 2001 la rete, costituita dalle storiche linee urbane 1 e 2, è stata soppressa in conseguenza dei mutati assetti viabilistici introdotti dal Comune. Appare altresì interessante osservare la periodicità del servizio svolto: in alcune città, infatti, gli impianti non vengono eserciti nelle ore serali o nei giorni festivi, con evidente antieconomicità derivate dal mancato sfruttamento degli investimenti, mentre da qualche parte il servizio è sospeso addirittura in alcune ore della giornata: è il caso di Ancona, in cui la filovia, prima della chiusura a causa di lavori stradali, era esercita dalle 7 alle 13 in quanto nelle ore pomeridiane il corso principale del centro viene pedonalizzato: una scelta fra l’altro che risulta in controtendenza rispetto all’abitudine - ormai consolidata a livello europeo - di riservare la circolazione nei centri storici al traffico pedonale ed a quello elettrificato. 1.5. Grazie al filobus, verso un rilancio del trasporto elettrico L'attuale quadro evolutivo della situazione filoviaria italiana non può prescindere, infine, da alcune considerazioni di politica degli investimenti fondamentali per comprendere il ruolo di tale modalità di trasporto. Quanto pochi siano stati gli sforzi volti al coordinamento delle attività di promozione e sviluppo in campo tranviario, in Italia, è cosa nota: in pratica si è assistito ad un notevole sviluppo della progettualità (nuove vetture del tipo TPIR e nuove linee ideate in vista di finanziamenti ex-Lege 211) cui non ha fatto riscontro che un ben limitato numero di realizzazioni, destinate alle quattro ultime città dotate di impianti tranviari, mentre le nuove reti faticano a vedere la luce. Un capitolo a sé è rappresentato poi dalle ferrovie metropolitane, tradizionali o "leggere" che siano, la cui costruzione comporta costi talmente elevati da costringere a ridimensionare i pur numerosi progetti elaborati negli anni passati e che in alcuni casi hanno portato all'apertura di cantieri destinati a rimanere tali ancora per lunghi anni. L'attuale situazione delle filovie in Italia, come fino a qui illustrato, appare contraddittoria: si va dall'ormai dichiarato abbandono di alcuni impianti ai programmi di estensione e potenziamento del servizio in diverse città; dalla recenti reintroduzioni di servizi filoviari (come nei casi di Bologna e Genova) fino alla progettazione di reti interamente nuove e di fra cui quelle di Roma e Pescara, destinate ad incidere profondamente sul mercato. Il sistema filoviario appare dunque, fra quelli a trazione elettrica, quello più dinamico e foriero di possibili sviluppi nell'immediato futuro: se la 5 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario progettazione di nuove tranvie è legata infatti allo scarso numero di città che ospitano tranvie ed ai finanziamenti disponibili, il destino dei cosiddetti sistemi innovativi, che tante aspettative produssero negli anni Ottanta, appare quello di vederli limitati in ambiti ristretti ed assai specifici. Il filobus si presenta in definitiva come ideale "ponte" fra reti di trasporto basate sugli onnipresenti autobus e sistemi più complessi in cui la trazione elettrica potrà svolgere un ruolo preponderante, grazie ai costi d'impianto non proibitivi ed all'esistenza di progetti collaudati. 1.6. Alle soglie di un nuovo rilancio Numerose filovie italiane attraversano attualmente un periodo di stasi: alcuni impianti svolgono infatti servizi talora solo su parte della rete o estremamente ridotti mentre altre attendono ancora decisioni che ne consentano la riapertura. Dopo Roma e Genova, anche Lecce vedrà l’attivazione di una nuova rete filoviaria - anche se in un contesto di forti polemiche. Il futuro del filobus in Italia appare assai roseo, anche grazie all'effetto indotto dal piano di rilancio attualmente in atto a Napoli, che prevede l'immissione in servizio del più ingente parco vetture mai ordinato negli ultimi quarant'anni, e che consentiranno il sostanziale rilancio della rete urbana e suburbana che interessa ben due amministrazioni. Ma ben più significativi dal punto di vista dell'impatto sul mercato appaiono gli investimenti previsti per i prossimi anni: l'ATAC di Roma ha recentemente bandito una gara per la fornitura di 35 filosnodati da impiegare sulla prima di una rete di direttrici di forza che dovranno essere elettrificate: si tratta di un evento di portata storica che permetterà di reintrodurre il filobus nella Capitale Italiana dopo quasi quarant'anni dalla sua scomparsa. Ma anche la Regione Abruzzo è destinata a far parlare di sé: dopo l'acquisizione della ex Ferrovia Pescara Penne e grazie alla disponibilità dei fondi stanziati dalla Legge 211/1992, è previsto nei prossimi mesi il via alla gara di appalto (gestita dalla società Italferr) per la costruzione del primo lotto di una rete che, con i 60 chilometri previsti, appare destinata diventare l'impianto italiano di 6 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario maggiori dimensioni grazie anche all'interconnessione con l'esistente rete Chietina di cui potrebbe dunque essere scongiurata la soppressione. A Bologna, infine, è imminente la riapertura all'esercizio di ben tre linee, mentre sono ormai in fase avanzata i lavori di costruzione del sistema CIVIS Bologna-San Lazzaro, organizzato su 5 linee con tecnologia filoviaria a guida ottica. La tabella che segue comprende i principali progetti attualmente allo studio o di prossima realizzazione: Città Impianto Stato del progetto Bologna Linea 14 Linea 32-33 Circolare Lavori in corso Genova Linea Sampierdarena Linea Valbisagno In esercizio Progetto sospeso in luogo della tramvia Roma Linee EUR/Torrino Gara aggiudicata Linee EUR/Tor de’ Cenci Pescara Linea Pescara-Silvi Già finanziata Pomezia Centro-Stazione FS Allo studio Reggio Emilia Da definirsi Allo studio Lecce Imminente apertura Eventuali varianti e diramazioni allo studio Linee 1,2 e 3 Tabella 3: I nuovi impianti allo studio. Anche le città minori, come si noterà, ricominciano a prendere in considerazione la soluzione filoviaria, a conferma del ruolo che caratterizza tale modalità e delle positive ricadute che gli investimenti nel settore stanno esercitando. Se il rilancio così definito avrà effettivamente luogo, si potranno avere benefici effetti in primo luogo sulle vetture: le opere descritte prevedono infatti un significativo incremento del parco di filosnodati dotati di una marcia autonoma particolarmente performante e di elevati standard di qualità soprattutto per quanto riguarda i servizi all'utenza. Si tratta in effetti di una sfida impegnativa per i costruttori europei e per quelli italiani in particolare, che dovranno essere in grado di offrire prodotti più economici, affidabili e tecnologicamente evoluti che in passato: in caso contrario il rischio è quello di compromettere seriamente il futuro di questa modalità di trasporto. 2. Le filovie italiane 2.1. Caratteristiche tecniche La situazione relativa al parco filoviario circolante è alquanto variegata. A differenza infatti di quanto avvenuto in altri paesi europei, in Italia non sono quasi mai state effettuate ordinazioni di vetture in grande serie, rendendo così di fatto i modesti quantitativi di filobus circolanti assimilabili ad altrettanti gruppi di prototipi, disomogenei fra loro e per giunta sovente dotati di tecnologie datate quando non anch’esse sperimentali. 2.2. Tipologia delle vetture La tabella relativa al parco circolante, evidenzia come i costruttori siano in prevalenza italiani, mentre ci si sia rivolti al mercato estero quasi solo per gli equipaggiamenti elettrici. Il totale di vetture si aggira intorno alle 500 unità, con un'età media intorno agli 11 anni; la consistente 7 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ordinazione recentemente fatta all’industria da parte dell’ANM di Napoli, ha contribuito non poco a svecchiare il parco. Tutti i veicoli descritti, con l'eccezione delle 23 unità consegnate a Rimini ed a Cremona nel 1975 e nel 1983, utilizzanti telai stranieri Volvo B59, costituiscono la versione filoviaria di telai impiegati pure nella costruzione di autobus in circolazione nelle reti urbane italiane: i FIAT 2470 e Menarini 201 LU sono risultati quelli di impiego più diffuso fino al la metà degli anni Ottanta. Negli anni Novanta si sono imposti i modelli basati sul telaio Bredabus 4001, da 12 m, ed i filosnodati da 18 m su telai MAN "Bus-Otto", con equipaggiamento elettrico ADTranz-Kiepe. 2.3. Dimensioni ed allestimenti Impostosi da tempo il valore unificato di 2.5 m per la larghezza, la lunghezza delle vetture è andata intanto assestandosi sui valori standard di 12 m per i veicoli a 2 assi(con l'unica eccezione di un piccolo gruppo di 4 vetture da 10,5 m) e di 18 m per i filosnodati a 3 assi, mentre la tipologia a 3 assi e cassa unica è scomparsa. L’analisi della tabella relativa al parco filoviario, che illustra i parchi vetture delle singole aziende, mostra in effetti come l’utilizzo di filosnodati, pur esistenti in discrete quantità fra gli anni ’50 e ’60, sia stato rivalutato solo da poco tempo. Il totale delle vetture da 18 metri oggi circolanti assomma a 119 esemplari su un totale di 510 (23 %). Per il resto a farla da padrona è la lunghezza di 12 metri (391 vetture) con allestimenti da 3 o 4 porte, a seconda dell’utilizzo prevalentemente suburbano od urbano che le vetture svolgono. In totale vi sono dunque 81 filobus a 3 porte (26,6 %) e 310 dotati di 4 porte. 2.4. Sistemi di azionamento Un ulteriore esame della citata tabella, ordinata per anni di costruzione, consente di mostrare l’evoluzione dei sistemi di regolazione della marcia. Come noto, agli iniziali dispositivi per l'avviamento automatico cui era demandato il comando della disinserzione delle sezioni di reostato, si sostituirono negli anni Settanta modelli di avviatore basati su un dispositivo, denominato ERA, per il comando dei contattori di esclusione delle sezioni di reostato, destinato a sostituire gli analoghi elettromeccanici a favore di una maggiore dolcezza di marcia. Fra il 1975 ed il 1987 vennero costruiti complessivamente 143 filobus per le reti di Rimini, Sanremo, Parma, Salerno, Cremona, Ancona, Milano, Cagliari e Modena con reostato e comando elettronico dei contattori; l'equipaggiamento di questi mezzi è sovente detto a logica statica. Un'innovazione più importante si ebbe nel 1985, quando fu costruito per la rete di Chieti il primo filobus italiano con azionamento elettronico a frazionatore (chopper); nel complesso, fra il 1985 ed il 1996 vennero costruiti per Chieti, Parma, Ancona, Sanremo, La Spezia, Bologna, Cagliari, Milano 166 filobus con motore a corrente continua alimentato tramite chopper. Il più recente stadio evolutivo degli schemi di trazione per filobus è rappresentato dall'azionamento ad inverter e motore asincrono trifase, con il quale si ottiene una riduzione di peso e di ingombro a parità di potenza utile. I primi 22 veicoli così equipaggiati sono stati costruiti nel 1996 per le reti di Cremona e Genova. In totale, dunque, il numero di vetture dotate di un equipaggiamento tecnologico ormai da considerarsi "datato" (ma pur sempre tecnicamente valido) era nel 1998 pari a 237, ossia ben il 51,7% del totale dei mezzi circolanti; il recente ammodernamento del parco napoletano ha contribuito ancora una volta non poco a migliorare questo dato. 2.5. Marcia autonoma La possibilità di circolare, sia pure con prestazioni ed autonomia limitate, indipendentemente dalla linea elettrica di alimentazione, è sempre stata considerata una prerogativa auspicabile per un filobus. 8 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Inizialmente, intorno agli anni Trenta, ci si accontentò di rendere possibile qualche breve movimento autonomo a bassissima velocità, ad esempio all'interno delle rimesse, facoltà che venne ottenuta montando una batteria di accumulatori a bordo dei veicoli. Contemporaneamente si sperimentarono equipaggiamenti di bordo comprendenti un motore diesel accoppiato ad un generatore, in grado di alimentare i motori elettrici di trazione in alternativa alla linea aerea di contatto, ottenendo così veri e propri veicoli bimodali ante litteram; questi però non ebbero un seguito immediato. Solo recentemente si è tornati a guardare con interesse alla possibilità di rendere i filobus capaci di marciare autonomamente. Così, per i 30 filobus a chopper costruiti per Cagliari e La Spezia fra il 1987 ed il 1989, è stata prevista la dotazione di una batteria di accumulatori di bordo (Marcia Autonoma a Batteria - M.A.B.) mentre tutti i filobus costruiti dopo il 1989 sono stati equipaggiati di propulsore diesel ed alternatore; la tensione generata da quest'ultimo, durante la marcia autonoma, viene raddrizzata da un ponte di Graetz a diodi che alimenta, nei veicoli più recenti, l'inverter di trazione. Negli azionamenti bimodali realizzati attualmente, il motore diesel ruota a velocità variabile, in funzione della pressione sul pedale dell'acceleratore; l'alternatore è autoregolato e ad eccitazione costante, in modo da fornire una tensione di uscita crescente all'aumentare della velocità del motore diesel. Mediante l'inverter, la potenza trasferita dall'alternatore al motore di trazione è controllata in modo da seguire il comando impartito dal conducente sul pedale dell'acceleratore e, nel contempo, da non superare quella erogata dal motore diesel. Il concetto di bimodalità, in ambito filoviario, sta evolvendo nel senso che il ricorso alla marcia autonoma tende a trasformarsi da soluzione per casi di emergenza a fatto sistematico. Oggi si ritiene vantaggiosa la marcia autonoma per tutti gli spostamenti non compresi nel servizio di linea e quindi, in particolare, per l'ingresso e l'uscita dalle rimesse. Il ricorso alla marcia autonoma per tali movimenti consente di semplificare gli impianti di linea, riducendo il numero degli scambi aerei che sono causa di rallentamenti e possibili scarrucolamenti delle aste, e di evitare la posa della linea di contatto all'interno delle rimesse. Infine, per le linee lunghe o che, in periferia, si diramano verso più direzioni, l'impiego di filobus bimodali consentirebbe di limitare la posa dei conduttori aerei di contatto alle sole sezioni ricadenti nel centro urbano, dove il traffico è più intenso, e di esercitare con marcia autonoma le sezioni estreme, dove il minor traffico non giustifica la spesa per la costruzione degli impianti di elettrificazione. Tuttavia tale scuola di pensiero non appare condivisa da chi ritiene conveniente una semplificazione degli impianti di bordo ed una estensione del bifilare aereo che, grazie proprio alla lunghezza delle reti, consentirebbe di ottenere significative economie di scala: è la soluzione adottata - per citare alcuni esempi - in diverse città svizzere di dimensioni paragonabili ai nostri centri di medie dimensioni. Tale soluzione prevede, va da sé, una scrupolosa manutenzione degli impianti, l’utilizzo di vetture ben collaudate ed una disciplina del traffico che non consenta le ormai troppo spesso numerose "anomalie" cui in Italia siamo abituati. 2.6. Gli impianti fissi Negli impianti realizzati anteguerra, la linea aerea filoviaria utilizzava una sospensione funicolare di tipo semirigido, costituita da tiranti trasversali in acciaio, ancorati ai muri degli edifici ai lati della strada oppure a pali. I tiranti erano isolati prima dell'ancoraggio ed un secondo isolatore era contenuto nei morsetti cui si fissavano i fili di contatto. In rettifilo, la campata fra due sospensioni poteva arrivare a 25 m, mentre valori inferiori erano necessari in curva. Nel dopoguerra, per aumentare la velocità nelle curve si introdusse l'uso di griffe precurvate e, successivamente, elastiche. In seguito, iniziarono a diffondersi nelle nostre città gli impianti cosiddetti "a sospensione elastica" realizzati dal costruttore svizzero Kummler & Matter (K+M) o simili; questi, caratterizzati dalla compensazione automatica delle dilatazioni termiche dei fili, consentirono velocità maggiori e campate più lunghe rispetto ai valori precedenti. In questi impianti dall'archetto di sospensione scendono due pendini, di acciaio o sintetici, alla cui estremità si trova il morsetto che stringe il filo di contatto sagomato. L'attuale produzione K+M 9 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario presenta la particolarità di avere diversi componenti intercambiabili con gli impianti di elettrificazione tranviari. L'elemento più caratteristico degli impianti filoviari è forse lo scambio aereo, che deve consentire l'inoltro delle aste dei filobus lungo uno fra due possibili percorsi, garantendo il necessario isolamento fra i conduttori delle opposte polarità che s'intersecano nel cuore dello scambio stesso. Gli scambi aerei presentano un equipaggio mobile, capace di assumere una fra due posizioni estreme, il quale svolge, per le aste, una funzione di guida analoga a quella dei più noti deviatoi ferroviari. Negli impianti di tipo tradizionale, la manovra degli scambi aerei è comandata dal conducente del filobus, allorché questi debba inoltrarsi lungo la direzione opposta a quella per la quale lo scambio viene incontrato: il comando si attua con un tempestivo colpo sull'acceleratore, che provoca un impulso di corrente assorbita dalla linea in grado di eccitare un relè che commuta la posizione dell'equipaggio mobile. In impianti più moderni, il comando degli scambi, ancorché ottenuto sempre con un impulso di corrente agente su un elettromagnete, è automatico e può essere programmato in funzione del percorso prestabilito per ciascun filobus. A tal fine si impiegano sistemi a microonde o ad accoppiamento induttivo, con cui i veicoli trasmettono automaticamente un codice alla cassetta di comando dello scambio; la bidirezionalità del sistema consente inoltre la trasmissione di informazioni diagnostiche dall'impianto verso il veicolo, per attivare eventuali segnalazioni di anormalità sul cruscotto di guida. Gli scambi che i filobus incontrano invece dal lato della confluenza, cioè del tallone, sono manovrati automaticamente tramite sensori che rilevano il transito delle aste. Il comando manuale degli scambi, previsto per i casi d'emergenza, utilizza una cassetta di manovra fissata ad un palo o ad un muro, accessibile da terra, ed un sistema di trasmissione del comando mediante fibra ottica. 2.7. Tensione di alimentazione Nelle filovie, l'alimentazione della linea di contatto è ottenuta mediante sottostazioni di conversione la cui evoluzione ha seguito quella degli analoghi impianti per i sistemi di trasporto elettrificato su rotaia: in passato, si ebbe l'impiego di raddrizzatori a vapori di mercurio, successivamente sostituiti da raddrizzatori con diodi al silicio. Per la tensione della linea di contatto si adottò quasi in tutte le reti il valore nominale di 600 V mentre solo alcune filovie extraurbane, oggi scomparse, furono elettrificate a 1200 V. Tutti gli impianti citati sono o sono stati esercitati alla tensione di 600 V cc, ad eccezione di quelli di Genova (di nuova inaugurazione) e Cagliari, alimentati dall'origine a 750 V nonché della rete di Modena, recentemente riconvertita a 750 V e di quella napoletana, attualmente in corso di riconversione. Va detto che il valore di 750 V risponde al recepimento di una recente direttiva della U.E. valida per filovie e tranvie urbane. Se la sua adozione a Cagliari costituì dunque un fatto insolito, per ciò che concerne Genova la scelta è apparsa naturale trattandosi di un impianto di nuova costruzione per di più affiancatosi ad una metropolitana alimentata anch’essa alla tensione di 750 V. 3. Quali finanziamenti per le filovie? Come analizzato nelle pagine precedenti, la situazione delle filovie in Italia mostra una tendenza all'espansione di tale modalità che, ai vantaggi intrinseci connessi alla propria tecnologia, unisce la possibilità di "graduare" gli interventi per il passaggio successivo a sistemi caratterizzati da maggiore capacità di trasporto. Pur con tali premesse favorevoli, permane una notevole difficoltà nel reperire i finanziamenti necessari, nonostante questi risultino i meno onerosi in assoluto fra tutti i sistemi ad impianto fisso. Questo fenomeno è a ben vedere causato da alcune "distorsioni" a livello delle Leggi di finanziamento che vengono qui di seguito esaminate. 10 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 3.1. Il problema della "211" In Italia alcuni impianti non tranviari in fase di progettazione sono finanziati grazie alla Legge 211/92 ("Interventi nel settore dei trasporti rapidi di massa"). Tale situazione scaturisce, analogamente a quanto avvenuto nella vicina Francia, dall'equivoco di fondo causato dall'aver inizialmente paragonato i sistemi a via guidata come una sorta di "alternativa" alle tranvie tradizionali su ferro. Non a caso fino ad oggi su tre progetti ammessi (o in corso di ammissione) al finanziamento, ben due sostituiscono altrettanti sistemi originariamente concepiti come tranviari, ed un altro si appresta ad essere presentato. Curiosamente, però, la stessa Legge 211 non prevedeva il finanziamento di filovie in quanto originariamente non considerate alla stregua di impianti di trasporto "di massa" e nonostante l'affinità con queste ultime dei sistemi in esame risulti del tutto evidente. Tuttavia a Pescara è in corso di elaborazione l'appalto per il primo lotto di una filovia in sede prevalentemente protetta con fondi attinti dalla stessa Legge, assimilando con ciò ancora di più i sistemi in esame alle filovie tradizionali. A Napoli, inoltre, il decreto di finanziamento emanato dal Ministero dei Trasporti nel marzo 2000 prevede specificatamente, fra gli interventi per i "trasporti rapidi di massa", proprio l'estensione della rete filoviaria. Infine, la Città di Genova risulta beneficiaria di un consistente stanziamento proprio per ingrandire la propria rete filoviaria. Questa situazione costituiva un evidente paradosso, in quanto penalizza sistemi collaudati ed economici nei confronti di soluzioni sperimentali ma basate su tecnologie sostanzialmente analoghe a quelle filoviarie, tanto più che il Codice della Strada italiano non ammette l'immatricolazione di veicoli su gomma di lunghezza superiore ai 18 metri. 3.2. L'equivoco dell'innovazione Un altra fonte di finanziamento per i sistemi di trasporto urbano è costituita dalle differenti legislazioni regionali, oggi ancor più "strategiche" dopo l'entrata in vigore della Legge 422 ("Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale"). Anche in questo campo, tuttavia, si assiste a discrepanze e paradossi: sa ad esempio la normativa emanata dalla citata Regione Abruzzo appare lungimirante, altri enti regionali come la Liguria ammettono al finanziamento unicamente sistemi definiti come "innovativi", introducendo con tale aggettivo un elemento di confusione in quanto il significato del termine appare tutt'altro che univoco: è paradossale infatti considerare "innovativa" la tecnologia degli autobus elettrici (la trazione a batteria è impiegata da un centinaio d'anni), ammettendo a finanziamento tali veicoli, ed escludere invece proprio le filovie che negli ultimi anni beneficiano di soluzioni tecnologiche (si pensi alle motoruote che equipaggiano alcune vetture o agli scambi radiocomondati nel campo degli impianti fissi) tali da rendere il contenuto di "innovazione" del tutto evidente. 3.3. Leggi di tutela ambientale I benefici ambientali dei sistemi a trazione elettrica con impianto fisso appaiono del tutto evidenti, come sottolineato anche nella tabella comparativa del livello di protezione ambientale esposta in altra parte del sito. I provvedimenti a sostegno dei sistemi eco-compatibili risultano dunque una fonte preziosa di finanziamento per le filovie, e non a caso ad essi si è attinto per il rilancio della modalità filoviaria in città come Bologna e Genova. Tuttavia, va ricordato come né la bassa emissione di inquinanti né la capacità di trasporto potenzialmente elevata costituiscono le caratteristiche distintive della modalità filoviaria, la quale, pur godendo di tali prerogative, trova la sua prima ragion d'essere dalla scalabilità degli investimenti consentita dai bassi costi dell'impianto fisso. 3.4. Il costo dell'energia 11 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Se il gasolio per autotrazione beneficia, in Italia, di sconti fiscali che favoriscono la diffusione della trazione termica, non così avviene per l'energia elettrica: ciò costituisce un altro esempio di evidente distorsione del mercato che penalizza in primo luogo proprio i sistemi filoviari, rendendoli antieconomici. Accanto all'elevato costo di acquisto delle vetture, questo fenomeno costituisce la causa prima del disinteresse diffuso per il filobus da parte delle aziende esercenti, come del resto già sostenuto in un noto studio realizzato dal CIRT. Già alcuni anni or sono alla Camera dei Deputati fu proposto un Disegno di Legge che sanava tale contraddizione, il quale fu però allora respinto dal Parlamento; i tempi appaiono oggi maturi per aggiornare e reiterare tale proposta. Le filovie italiane si trovano oggi in un momento assai favorevole, ma risultano tuttavia penalizzate da una legislazione ancora non adeguata che non ne coglie le potenzialità. Occorre dunque agire sia a livello nazionale (provvedimenti di cofinanziamento, riequilibri fiscali) che locale (norme di sostegno più chiare), per cogliere l'opportunità di rilanciare, grazie al filobus, l'intero settore del trasporto pubblico locale. 3.5. Livello di protezione ambientale La seguente tabella è tratta da uno studio elaborato dall'Ing. Luciano Mazzon, Presidente della CIVES, esperto tecnico ed ex consulente della Federtrasporti, già responsabile dei contratti di ricerca e ricercatore nei Progetti Finalizzati Trasporti 1 e 2 del CNR. Tale documento, presentato nell'ambito della Giornata di studio sul tema: "Riduzione dell'inquinamento urbano mediante tecnologie elettriche" (Milano, 11 novembre 1999), è stato illustrato dallo stesso Ing. Mazzon durante la riunione CRT-Federtrasporti "Le filovie in Italia alle soglie del 2000". I problemi connessi con il rispetto dell'ambiente e della qualità della vita, ed in particolare la lotta alle emissioni atmosferiche ed acustiche, hanno Dato vita negli ultimi anni ad una serie di provvedimenti a sostegno dei veicoli ad impatto ambientale basso (LEV - Low Emission Vehicles) o nullo (ZEV - Zero Emission Vehicles). Una rigorosa suddivisione delle differenti tipologie di trazione, come quella presentata in questa pagina, mette peraltro in luce un dato particolarmente significativo: considerato come la Ricerca nel campo della trazione ad idrogeno ed a celle a combustibile ("fuel cells") sia tutt'ora ben lontana da risultati apprezzabili sul piano industriale, le sole tipologie di veicoli attualmente pienamente "eco-compatibili" sono proprio quelle della trazione elettrica. In altre parole, i sistemi a combustibile alternativo (gnc, gpl) e quelli "ibridi" nelle diverse accezioni, pur presentando interessanti miglioramenti, non si discostano in maniera significativa dalle motorizzazioni tradizionali qualora queste siano basate sullo standard "Euro3", risultando dunque meno adatti rispetto ai sistemi ad alimentazione elettrica. Nel settore del Trasporto Pubblico Locale ciò si traduce nella necessità, qualora si volessero adottare rigorose politiche di contenimento degli agenti inquinanti, di incrementare le flotte di veicoli "tradizionali" di tipo filo-tranviario destinati alle linee di superficie, cui affiancare parchi di minibus elettrici per le tipologie di servizio per le quali la Ricerca, tuttora ai primi passi, suggerirà tali mezzi come soluzione ottima. 12 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario TIPO DI PROPULSIONE LIVELLO 1. A COMBUSTIBILE TRADIZIONALE alimentata con gasolio o benzina con filtri e/o catalizzatori (eventuali trasmissioni idro-meccaniche avanzate con dispositivi di recupero energia) 1 2.1 A COMBUSTIONI ALTERNATIVE con alimentazione "bifuel", dotate di doppio sistema di alimentazione a benzina, a benzina e gnc, oppure a benzina e gpl 2 2.2 A COMBUSTIONI ALTERNATIVE alimentate con gas naturale compresso (gnc=metano) oppure gas da petrolio liquefatto (gpl), per motorizzazioni derivate e ottimizzate al combustibile usato 8eventuali trasmissioni idro-meccaniche avanzate con dispositivi di recupero energia) 3 3.1 IBRIDA dotata di almeno una motorizzazione elettrica per la trazione e di un motogeneratore termico finalizzato alla sola generazione di energia elettrica 4 3.2 IBRIDA BIMODALE dotata di almeno una motorizzazione elettrica per la trazione e di una motorizzazione termica finalizzato direttamente alla trazione, con possibilità di funzionamento autonomo di una sola delle motorizzazioni esistenti 4 3.3 IBRIDA MULTIMODALE dotata di almeno una motorizzazione elettrica per la trazione e di una motorizzazione di tipo termico finalizzata sia alla trazione che alla produzione di energia elettrica con possibilità sia di funzionamento contemporaneo delle due motorizzazioni esistenti che il funzionamento autonomo di una sola di queste 4 4.1 ELETTRICA DA BATTERIA con energia esclusivamente elettrica e completamente immagazzinata a bordo 4.2 ELETTRICA DA RETE DI ALIMENTAZIONE con energia esclusivamente elettrica prelevata da linea di alimentazione fissa 5 5 ...evoluzione... 5. A IDROGENO In bombole 5. A FUEL CELLS Metanolo (benzina) + reformer (o idrogeno liquido) 6 6 NOTA: Una tassonomia delle diverse propulsioni non può ancora ritenersi né consolidata né esaustiva: perciò, almeno per la classe 3 (ibrida) e 2.1 ("bifuel", si è mutuata quella più recente proposta dal DM dell'Ambiente 28.05.99 in quanto orientata al finanziamento degli interventi in campo ambientale previsti dalla Legge 9 dicembre 1998 n.426 e quindi da ritenersi pertinente. Nella pagina seguente una vettura Ansaldo della linea 20 di Genova. L’ultima novità nel settore filoviario italiano è rappresentata dalla fornitura di 17 bus filosnodati forniti all’AMT di Genova e presentati in anteprima il 15 marzo 2007 presso lo storico Palazzo San Giorgio. Si tratta di vetture Van Hool new AG 300T, con motore di trazione elettrico e motore ausiliario rispondente alle normative euro 4 che conferisce loro una bimodalità “completa” ossia la possibilità di svolgere servizio di linea anche in marcia autonoma (per dettagli cfr. pagg 110-113). 13 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 14 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Il parco filoviario italiano ANNI COSTRUTTORI DATI TECNICI DIMENSIONI PARCO 1963 (a) Allestimento: Aerfer FI711/2 Gruppi meccanici: Alfa Romeo Equip. El.: OCREN/Sécheron EPN/2 Avviamento elettromeccanico Tensione 600 V Lunghezza 11 m 2 porte Città: Napoli (CTP) Classificazione: 11-36 Numero di esemplari: 15 1975-77 Allestimento: Mauri Telaio: Volvo B59-59 Equip. El.: Ansaldo ERA Avviamento a logica statica Tensione 600 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Rimini Classificazione: 1001-1017 Numero di esemplari: 17 1981 Allestimento: Menarini Telaio: Menarini 201/1 LF Equip. El.: Tibb CER Avviamento a logica statica Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Parma Classificazione: 021-030 Numero di esemplari: 10 1981-82 (b) Allestimento: Breda Telaio: Sicca INBUS F140 Equip. El.: Marelli VASD Avviamento elettropneum. Tensione 750 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Cagliari Classificazione: 601-615 Numero di esemplari: 15 1983 Allestimento: Mauri Telaio: Volvo B59-59 Equip. El.: Ansaldo ERA Avviamento a logica statica Tensione 600 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Cremona Classificazione: 20-27 Numero di esemplari: 8 1983 (c) Allestimento: Menarini Telaio: Menarini 201/1 LF Equip. El.: Tibb CER Avviamento a logica statica Tensione 600 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Ancona Classificazione: 1-6 Numero di esemplari: 6 1983-84 Allestimento: Socimi 8820 Telaio: Fiat 2470.12 Equip. El.: CGE MRA Avviamento elettromeccanico Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Milano Classificazione: 901-920 Numero di esemplari: 20 FOTO 15 Muoversi naturalmente ANNI COSTRUTTORI il trasporto filoviario DATI TECNICI DIMENSIONI PARCO 1983-84 Allestimento: Socimi 8820 Telaio: Fiat 2470.12 Equip. El.: Ansaldo ERA / CGE MRA Avviamento a logica statica Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Milano Classificazione: 921-970 Numero di esemplari: 50 1985 Allestimento: Portesi Telaio: Fiat 2470.10,5 Equip. El.: CGE MRA Avviamento elettromeccanico Tensione 600 V Lunghezza 10,5 m 3 porte Città: San Remo Classificazione: 1500-1505 Numero di esemplari: 6 1985 (h) Allestimento: Portesi Telaio: Fiat 2470.12 Equip. El.: Ansaldo ERA Avviamento a logica statica Tensione 600 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: San Remo Classificazione: 1300-1303 Numero di esemplari: 4 1985 Allestimento: Menarini Telaio: Menarini 201/2 LF Equip. El.: Tibb Avviamento a chopper Tensione 600 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Chieti Classificazione: 212-221 Numero di esemplari: 10 1986 Allestimento: Menarini Telaio: Menarini 201/2 LF Equip. El.: Tibb Avviamento a chopper Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Parma Classificazione: 031-040 Numero di esemplari: 10 1986 (c) Allestimento: Menarini Telaio: Menarini 201/2 LF Equip. El.: Tibb Avviamento a chopper Tensione 600 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Ancona Classificazione: 7-9 Numero di esemplari: 3 1986-87 Allestimento: Socimi 8839 Telaio: Fiat 2470.12 Equip. El.: Socimi Avviamento a logica statica Tensione 750 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Cagliari Classificazione: 616-635 Numero di esemplari: 20 1986-87 (g) Allestimento: Socimi 8833 Telaio: Fiat 2470.12 Equip. El.: Albiero Avviamento ad inverter Tensione 750 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Modena Classificazione: 11-24 Numero di esemplari: 14 FOTO 16 Muoversi naturalmente ANNI COSTRUTTORI il trasporto filoviario DATI TECNICI DIMENSIONI PARCO 1988 Allestimento: Menarini Telaio: Menarini 201 LF Equip. El.: Tibb Avviamento a chopper Tensione 600 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: San Remo Classificazione: 1600-1603 Numero di esemplari: 4 1988 Allestimento: Bredabus Telaio: Bredabus 4001.12 LL Equip. El.: ABB Avviamento a chopper Marcia autonoma a batteria Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: La Spezia Classificazione: 801-814 Numero di esemplari: 14 1989 (d) Allestimento: Bredabus Telaio: Bredabus 4001.12 LL F136 Equip. El.: ABB Avviamento a Chopper Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Bologna Classificazione: 1011-1020 Numero di esemplari: 9 1989 Allestimento: Menarini Telaio: Menarini 220 LF Equip. El.: ABB Avviamento a chopper Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Bologna Classificazione: 1001-1010 Numero di esemplari: 10 1991-1998 Allestimento: Socimi 8839 Telaio: Fiat 2470.12 Equip. El.: Socimi Avviamento a chopper Marcia autonoma a batteria Tensione 750 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Cagliari Classificazione: 636-655 Numero di esemplari: 20 1991 Allestimento: Bredabus 4001.12 LL Telaio: Menarini F220 LU Equip. El.: AEG Avviamento a chopper Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: San Remo Classificazione: 1700-1713 Numero di esemplari: 14 1991-96 Allestimento: Socimi 8843 Telaio: IVECO 2480 Equip. El.: AEG/Cuzac Avviamento a chopper Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Milano Classificazione: 100-132 Numero di esemplari: 33 FOTO 17 Muoversi naturalmente ANNI COSTRUTTORI il trasporto filoviario DATI TECNICI DIMENSIONI PARCO 1991-96 Allestimento: Bredabus 4001.18 AC Telaio: Menarini F220 Equip. El.: AEG-Cuzac Avviamento a chopper Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Milano Classificazione: 200-232 Numero di esemplari: 33 1996 Allestimento: BMB Telaio: Bredabus 4001.12 LL Equip. El.: Ansaldo Avviamento a chopper Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Cremona Classificazione: 28-29 Numero di esemplari: 2 1996 Allestimento: BMB Telaio: Bredabus 4001.12 LL Equip. El.: Ansaldo Avviamento a chopper Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Genova Classificazione: 2001-2020 Numero di esemplari: 20 1997-98 Allestimento: CAM Bassotto Telaio: MAN Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Bologna Classificazione: 1021-1040 Numero di esemplari: 20 1997 Allestimento: CAM Bassotto Telaio: MAN Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Milano Classificazione: 300-307 Numero di esemplari: 8 1997 Allestimento: CAM Bassotto Telaio: MAN Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Parma Classificazione: 041-048 Numero di esemplari: 8 1997 (f) Allestimento: BMB Telaio: Bredabus 4001.12 Equip. El.: AEG Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Bari Classificazione: 1-5 Numero di esemplari: 5 1999 Allestimento: CAM Bassotto Telaio: MAN Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Modena Classificazione: 025-034 Numero di esemplari: 10 FOTO - - 18 Muoversi naturalmente ANNI COSTRUTTORI il trasporto filoviario DATI TECNICI DIMENSIONI PARCO FOTO 1998 (e) Allestimento: BMB Telaio: BMB 321 F Equip. El.: Ansaldo Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Genova Classificazione: 2101 Prototipo unico - 1999 Allestimento: CAM Bassotto Telaio: MAN Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 12 m 4 porte Città: Parma Classificazione: 049-054 Numero di esemplari: 6 - 2000 Allestimento: AnsaldoBreda Telaio: F 19 Equip. El.: Ansaldo Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Napoli (CTP) Classificazione: 100-102 Numero di esemplari: 3 - 2001 Allestimento: AnsaldoBreda Telaio: F 19 Equip. El.: Ansaldo Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 12 m 3 porte Città: Napoli (ANM) Classificazione: F9079-F9165 Numero di esemplari: 87 2000-2002 Allestimento: CAM Bassotto Telaio: MAN Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 600 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Bologna Classificazione: 1041-1055 Numero di esemplari: 15 2005 Allestimento: Solaris Ganz-Skoda Trollino Telaio: Solaris-Ganz Trollino Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Napoli Classificazione: 121-130 Numero di esemplari: 10 2006 Allestimento: Solaris Ganz-Skoda Trollino Telaio: Solaris-Ganz Trollino Equip. El.: ADtranz/Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Roma Classificazione: 8501-8530 Numero di esemplari: 34 2007 Allestimento: Van Hool Telaio: Van Hool Equip. El.: Vossloh Kiepe Avviamento ad inverter Trazione bimodale Tensione 750 V Lunghezza 18 m 4 porte Città: Genova Classificazione: Numero di esemplari: 17 19 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario NOTE (a) In servizio solo 3 vetture (b) Accantonati; si era ventilata la cessione alla città di Lublino (c) In corso di ricostruzione con equipaggiamento ad inverter e marcia autonoma a batterie (d) L’esemplare n°1014 è andato distrutto in un incendio (e) Prototipo, la sua sorte è incerta (f) Non utilizzate (g) Originariamente a tensione 600 V e logica statica 20 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario L’azienda modenese BUSOTTO è da diversi anni leader nella produzione di veicoli a trazione elettrica. Il filosnodato Bassotto da 18 metri e il filobus da 12 metri sono veicoli super ribassati che mantengono le caratteristiche costruttive dell’autobus urbano lungo, unite alle più moderne tecnologie elettriche ed elettroniche. L’inverter ad impulsi diretti in tecnica GTO o IGBT e il motore asincrono trifase, esente da manutenzione, si dimostrano interessanti per affidabilità e risparmio energetico. Piano di calpestio comodo e agevole, Kneeling, lo scivolo e il sistema di ancoraggio per carrozzelle dedicato ai disabili, ne fanno il mezzo idoneo per tutti. Particolarmente curati risultano poi gli interni, con colori tenui, isolamento acustico, mancorrenti a portata di mano, pavimento antisdrucciolo. 21 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario La postazione di guida, protetta con elementi trasparenti, l’ampia visibilità del parabrezza e l’ergonomica consolle di comando consentono al conducente di guidare in tutta sicurezza. Il generatore consente di muoversi anche in caso di mancanza di tensione. L’innalzamento automatico del pantografo consente di riprendere, in tempi brevi, il funzionamento con la motorizzazione elettrica. Presente nei parchi di Bologna, Milano, Modena e Parma, per un totale di 67 esemplari. Caratteristiche Tecniche Filobus Autodromo Bussotto 12 M Lunghezza Larghezza Posti a sedere Posti totali Azionamento Motore 12 m 2,55 m 19 83 Inverter a impulsi diretti GTO (IGBT) Asincrono trifase Caratteristiche Tecniche Filobus Autodromo Bussotto 18 M Lunghezza Larghezza Posti a sedere Posti totali Azionamento Motore 18 m 2,55 m 43 135 Inverter a impulsi diretti GTO (IGBT) Asincrono trifase 22 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario F19, BredaMenariniBus Il filobus BredaMenariniBus è un bimodale (motogeneratore diesel). La lunghezza delle vetture è di 12 m, con 92 posti totali. Le vetture sono presenti a Napoli nei parchi CTP ed ANM in 90 esemplari, mentre 7 nuove vetture sono state ordinate dalla municipalità di Nancy (Francia). Caratteristiche Tecniche Filobus BredaMenariniBus F19 Lunghezza Larghezza Posti a sedere Posti totali Azionamento Motore 12 m 2,5 m 19 92 Inverter a impulsi diretti GTO Asincrono trifase 23 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Communo AT18, Berkhoff Il Filobus Communo della Berkhof è un mezzo di trasporto all’avanguardia nella produzione dei mezzi di trasporto pubblico. La Berkhof, infatti, ha sempre dedicato grande attenzione allo sviluppo di mezzi di trasporto ecocompatibili, nonché alla ricerca di soluzione innovative sulle alternative di guida, particolarmente nel traffico urbano. Il filobus è mosso da un motore a trazione elettrica altamente silenzioso. Inoltre il sistema presenta un elevato rendimento, in modo da ridurre l’utilizzo dell’energia. Naturalmente non sono prodotti gas di scarico. La versione articolata, Communo AT18, ha una lunghezza di 18 metri per una larghezza massima di 2,5. La capacità è di 139 passeggeri, con 42 posti a sedere. Caratteristiche Tecniche Filobus Communo AT18 Lunghezza Larghezza Posti a sedere Posti totali Azionamento Motore 18 m 2,5 m 42 139 Inverter a impulsi diretti GTO Asincrono trifase 24 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Cristalis, Irisbus Direttamente derivato dai più moderni criteri di progettazione, Cristalis possiede tutte le caratteristiche dei più moderni filobus di nuova generazione. Cristallis si divide in quattro versioni distinte, caratterizzate dalle dimensioni (12 o 18 metri) e dal tipo di propulsione (elettrica o bimodale). Contariamente ad altri veicoli è dotato di ampi spazi conviviali, dove eventualmente disporre bagagli e biciclette. L’alimentazione elettrica è affiancata da un motore Diesel da 88 cc, a seconda delle versioni, per assicurare autonomia alla vettura, anche dove non fosse possibile allestire la rete aerea, oppure da un motore Diesel 300 cc. In caso di bimodalità, è stata proposta una versione senza pantografo. La trazione elettrica è stata sviluppata a partire dalle ruote-motrici, una metodologia di propulsione curata, per il consorzio Iribus, dalla Alstom per i componenti e dalla Michelin per i pneumatici. Caratteristiche Tecniche Filobus Cristalis Bimode Lunghezza Larghezza Altezza pianale 12 m 2,550 m 0,340 m 25 Muoversi naturalmente Numero porte Posti seduti Posti totali Azionamento Motore Numero assi Peso a vuoto Diametro di girata il trasporto filoviario 2o3 19 74 Inverter a impulsi diretti GTO Diesel 300 cc 2 14000 kg 11,200 m Caratteristiche Tecniche Filobus Cristalis Bimode Articolato Lunghezza Larghezza Altezza pianale Numero porte Posti seduti Posti totali Azionamento Motore Numero assi Peso a vuoto Diametro di girata Ingombro su doppia via 17,980 m 2,550 m 0,340 m 2o3 34 149 Inverter a impulsi diretti GTO Diesel 88 cc; 4 motori asincroni trifase da 80 kW 3 19100 kg 23,200 m 5,355 / 6,765 m 26 Muoversi naturalmente Caratteristiche Tipo Larghezza Lunghezza Capacità Altezza pianale Altezza Peso a vuoto Peso a pieno carico Velocità massima Accelerazione Decelerazione Motore di trazione Tipologia Voltaggio Potenza nominale Coppi max (ognuno) Motore diesel Tipologia Potenza massima Tipo di generatore Potenza d’uscita il trasporto filoviario Veicolo articolato a tre assi con pianale ribassato al 100% Cristalis ETB 2.550 mm 18.000 mm 19 a sedere + 15 seggiolini rialzabili, 74 - 149 in piedi 305 mm ± 20 mm 2.5250 mm 19.1 t 32.0 t (4 persone / m2) 75 km/h 1,3 m/s2 1,4 m/s2 4 ruote motorizzate con 6 motori, raffreddati con etilene acquoso Asincroni trifase, Alstom 6LKA1412, 350x270mm, 170kg 350 V 80 kW 350 Nm, 420 Nm di picco Generatore diesel a 4 cilindri 2.8 litri 4 tempi EURO II 65 kW Alternatore 65 kW a 1800 giri/min 27 Muoversi naturalmente Potenza massima Convertitore motore di trazione Voltaggio d’ingresso Potenza d’uscita Tipologia Raffreddamento Caratteristiche Dimensioni Accumulatore di bordo Riscaldamento Collettori elettrici Ritardatore Voltaggio linea il trasporto filoviario 2 x 165 kW a 1500 giri/min Alstom Onix 350 IGBT Direct Pulse Inverter 600 ca V oppure 750 V (+25%, -33%) 80 kW Inverter a impulsi operante direttamente in linea Etilene acquoso a uno scambiatore aria/acqua esterno Tecnologia IGBT, avviamento dell’elemento motore via fibra ottica 350x300x100mm, 18kg 3 AC 350/230 V, 50 Hz, 14 kVA DC 24 V, 220 A Elemento in ceramica a convezione per il vano passeggeri Aste da 6.2 m, altezza di esercizio minima di 3.9 m Elettrico con controller a tacche, dissipazione a reostato o direttamente in linea aerea 600 V oppure 750V Veicolo civis (Cristalis più sistema di guida ottica) in guida automatica, sul tracciato LEO di Clermont Ferrand. 28 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario NEOPLAN N6121 Caratteristiche Modello Ampiezza Lunghezza Capacità Altezza pianale Altezza veicolo Peso a vuoto Peso a pieno carico Velocità massima Accelerazione di spunto Decelrazione in frenata Motore di trazione Modello Voltaggio Potenza nominale (cadauno) Potenza massima (cadauno) Motore diesel dual-mode Modello Potenza nominale Generatore Potenza in uscita Articolato triasse con pianale ribassato al 100% N 6121 2.550 mm 18.000 mm 34 + 1 posti, 89 in piedi 320 mm ± 20 mm 3.500 mm 20,5 t 29,4 t (4 persone/m2) 65 km/h 1,4 m/s2 1,4 m/s2 4 motori alloggiati nei cerchioni delle ruote (motoruote) M50-5 400 V 60 kW 80 kW Generatore diesel V8 DB OM 442 LA EURO II 385 kW DRBDZ0713-32 2 x 130 kW a 1500 giri/minuto 29 Muoversi naturalmente Potenza massima in uscita Convertitore Voltaggio d’ingresso Potenza d’uscita Modello Raffreddamento Caratteristiche Bus di trasmissione e sistema di diagnostica il trasporto filoviario 2 x 165 kW a 1500 giri/minuto Inverter a impulsi diretti a tecnologia IGBT 600 Vcc (+25%, -33%) 80 kW Inverter a impulsi operante direttamente in linea A ventilazione forzata, di tipo ferroviario Tecnologia IGBT, agente sui processi di guida via fibra ottica Sistema di controllo di bordo delle operazioni KIEPE BISS basato su un sistema dis cambio dati tipo CAN tra le unità di controllo dei vari sottosistemi con sistema di diagnosi e segnalazione degli errori Il modello della Neoplan, ha iniziato dal febbraio 2003, a circolare sulle linee veloci della rete di trasporto urbano della città svizzera di Losanna. Sulla linea aerea è stato installato un sistema di segnalamento che permette ai veicoli di accedere alle fermate in modalità guidata (vedere capitolo dedicato). 30 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ŠKODA 14 Tr M Il filobus Skoda 14 Tr M ha due assi e tre porte. È un evoluzione del provato ed affidabile filobus 14 Tr. Riguardo la sempre crescente domanda di qualità del trasporto pubblico di massa sono stati modificati i pannelli di rivestimento: ampliati, hanno permesso l’inserimento di spaziosi tabelloni indicanti il percorso effettuato dal mezzo. Particolare attenzione è stata impiegata nella concezione degli interni, sia per i passeggeri che per il conducente, utilizzando materiali di qualità e studiando linee particolarmente ergonomiche. Per garantire una vita media del mezzo di 12-15 anni, la scocca ed i componenti metallici interni sono stati trattati con polimeri resistenti alla corrosione nonché agli urti e all’usura. Questo fa sì che l’efficienza e l’estetica della vettura possano essere facilmente mantenute nel tempo. Oltre al comune controllore di impulsi a transistor, l’equipaggiamento elettrico è dotato di inverter a tecnologia GTO e un controllore automatico con funzioni di diagnostica sullo svolgimento delle 31 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario varie procedure. Questo provvede anche al recupero parziale o totale della potenza elettrica nelle frenate elettrodinamiche. Specifiche Tecniche filobus Skoda 14 Tr M Potenza erogata dal motore in continua • ad un voltaggio di 600 V • ad un voltaggio di 750 V 100 kW 120 kW Potenza massima di picco • ad un voltaggio di 600 V • ad un voltaggio di 750 V 190 kW 240 kW Lunghezza Larghezza Altezza Peso a vuoto Peso a pieno carico Posti a sedere Posti totali 11340 mm 2500 mm 3410 mm 10400 kg 16000 kg 28 82 Velocità massima di corsa 65 km/h 32 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ŠKODA 15 Tr M Il filobus 15 Tr M è un aggiornamento a tre assi e quattro porte del 14 Tr M. La scocca è composta da pannelli prefabbricati assemblati, gli stessi per le due versioni. L’articolato presenta le stesse innovazioni tecniche del 14 Tr M. L’alta capacità passeggeri (176 posti totali), un comfort di viaggio estremamente elevato, rendono questo veicolo estremamente adatto ai centri urbani più densamente trafficati, dove sono richiesti prestazioni trasportistiche elevate, unitamente ad una grande manovrabilità. Specifiche Tecniche filobus Skoda 15 Tr M Potenza erogata dal motore in continua • ad un voltaggio di 600 V • ad un voltaggio di 750 V 2 x 100 kW 2 x 120 kW Potenza massima di picco • ad un voltaggio di 600 V • ad un voltaggio di 750 V 2 x 190 kW 2 x 240 kW Lunghezza Larghezza Altezza Peso a vuoto Peso a pieno carico Posti a sedere Posti totali Velocità massima di corsa 177.200 mm 2.500 mm 3.410 mm 16.400 kg 26.600 kg 65 150 65 km/h 33 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ŠKODA 22 Tr Il filobus Skoda 22 Tr è la versione più aggiornata tra i veicoli elettrici ad alte prestazioni della Skoda. Presenta tre assi e quattro porte. È la versione più recente della tecnologia che caratterizzava il precedente 12 m, il modello 21 Tr. Il primo filobus Skoda che presenta un pianale completamente ribassato: 360 mm dal livello stradale sulla sezione anteriore e 560 mm su quella posteriore. Le porte hanno un’apertura a doppia sezione estremamente ampia (1360 mm) che permette incarrozzamenti elevati e rapidi. Su entrambi i lati dell’articolato sono situate porte a sezione singola con un’ampiezza di 680 mm. 34 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 35 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Spingendo un semplice bottone i passeggeri sono in grado di controllare l’apertura delle porte ad ogni fermata su entrambi i lati del veicolo. Uno scivolo a pedana estraibile permette il facile ingresso di carrozzelle nonché di passeggeri con difficoltà motorie. Se necessario il conducente può azionare un sistema idraulico – chiamato inginocchiatoio, knelling - che permette al lato destro della vettura di abbassarsi, a veicolo fermo, fino ad una distanza da terra di soli 60 mm. Il pavimento è rivestito in materiale antiscivolo che permette ai passeggeri di muoversi sicuramente all’interno della vettura, anche quando questa è in moto. La vettura è dotata di vetrate molto ampie, questo permette ai passeggeri di mantenere un contatto vivo con il paesaggio urbano circostante. Un sistema di interfono interno permette al conducente di mantenere un dialogo diretto con i passeggeri. La consolle di guida coniuga l’efficienza dell’elettronica con i più moderni standard ergonomici. L’ampia vetratura della cabina di guida garantisce al conducente la massima visibilità, anche laterale. Il sedile di guida anatomico può essere regolato secondo il peso e l’altezza con degli stabilizzatori elettrodinamici. Con il controllo a doppio pedale ed il dispositivo d’attenuazione dello slancio alla partenza, la fatica del conducente è notevolmente ridotta. Gli specchietti retrovisori sono riscaldati da apposite bocchette per evitare fenomeni di appannamento. • • • • La sicurezza di guida è assicurata da un efficace sistema di frenata, formato da: Doppio circuito di frenata ad aria compressa; Freno a recupero elettrodinamico; Freno di stazionamento; Freno semiautomatico di fermata. Standard di viaggio elevati, qualunque sia la superficie del piano stradale, sono assicurati da un doppio asse posteriore. Questo permette al veicolo di procedere anche dove il precedente modello ad un solo asse, slittava o non era in grado di garantire un adeguato comfort ai passeggeri. Specifiche Tecniche filobus Skoda 22 Tr Potenza erogata dal motore in continua • ad un voltaggio di 600 V • ad un voltaggio di 750 V 2 x 132 kW 2 x 167 kW Potenza massima di picco • ad un voltaggio di 600 V • ad un voltaggio di 750 V 2 x 240 kW 2 x 300 kW Lunghezza Larghezza Altezza Peso a vuoto Peso a pieno carico Posti a sedere Posti totali 18.070 mm 2.500 mm 3.365 mm 18.000 kg 28.000 kg 41 140 Velocità massima di corsa Altezza bordo di salita Altezza bordo di salita a vettura inginocchiata 70 km/h 345 mm 270 mm 36 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario AG 300 T, Van Hoff Il Filobus AG 300 T dell’olandese Van Hoff è un mezzo di trasporto all’avanguardia nella produzione dei mezzi di trasporto pubblico. Il filobus è mosso da un motore a trazione elettrica altamente silenzioso. Elevati standard di design rendono gli interni particolarmente attraenti per gli utenti. Il pianale è completamente ribassato. Sono prodotte due differenti versioni relativamente alla disposizione dei posti a sedere. Caratteristiche Tecniche Filobus Van Hoff AG 300 T Lunghezza Larghezza Posti a sedere Posti totali Azionamento Motore 18 m 2,5 m 42 / 45 139 Inverter a impulsi diretti GTO Asincrono trifase 37 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Trollino 12 T, Ganz Elecktric La Ganz Elecktric, con Neoplan Poland, Zae Woltan e l’Istituto di Elettrotecnica di Varsavia ha presentato il 15 marzo 2001, il suo nuovo veicolo elettrico a pianale ribassato, il primo adottato dalle estese reti urbane dell’Europa Orientale. Il sistema di trazione, altamente innovativo, è stato concepito dalla Neoplan, azienda all’avanguardia nel mondo. Sul Trollino 12 T sono state adottate le tecniche più innovative di trasmissione del moto, per garantire un comfort di marcia senza pari, per la sua categoria. 38 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Caratteristiche Tecniche Filobus Trollino 12 T Pianale Integralmente ribassato Lunghezza 12 m Larghezza 2,55 m Altezza al pantografo 3,22 m Posti a sedere 28 + 1 Posti totali 76 Azionamento Inverter a impulsi diretti GTO Motore DC motor Dk 210 A3P/21 Motore ausiliario Asincrono a 2 unità, 380 V Potenza sviluppata 110 kW Tensione di alimentazione 600 V Tensione di controllo 24 V Peso sull’asse anteriore 7.500 kg Peso sull’asse posteriore 11.500 kg Peso a vuoto 11.500 kg Peso a pieno carico 19.000 kg Controllore di guida Inverter a transistor Inverter statico 600 V / 380 V / 220 V / 22 V Sistema di partenza Ottimizzatore (ad aumento di efficienza ed economia) Sistemi di sicurezza ABS / ASR 39 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 4. Attraversare la città in automobile? Il viaggiare per le nostre città diventa sempre più equiparabile a un supplizio dantesco per milioni di pendolari. Ogni idea che possa esistere una “città per passeggiare” è stata spazzata via dal rumore e dall’inquinamento di automobili e camion che si muovono, anche nel cuore “sensibile” dei centri urbani senza regola alcuna. Gli autobus, costretti a muoversi nel traffico, forniscono un servizio che, con un eufemismo, si può definire inaffidabile. I picchi maggiori di inquinamento sono proprio all’interno delle auto… 40 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario È stato dimostrato, da studi internazionali, che le automobili si muovono in “tunnel d’inquinamento” prodotti dai gas di scarico delle automobili che le precedono, e che, soprattutto, il massimo livello di polveri sottili disciolte nell’aria, si registra proprio all’interno del veicolo. Ciclisti e pedoni subiscono livelli d’inquinamento minori, perché diluiti nel volume maggiore d’aria che li avvolge. È giocoforza che, i passeggeri che viaggiano in un veicolo elettrico, siano esposti a livelli di inquinamento ben minori. Attenzione – è ormai certo che, le emissioni dei motori a combustione interna provochino asma e siano in grado di peggiorare notevolmente le patologie cardio-circolatorie nonché di diminuire le capacità di apprendimento dei bambini. I gas combusti infatti, una volta entrati nell’organismo, rendono più difficoltosi gli scambi gassosi nelle molecole del sangue, peggiorando quindi la distribuzione delle molecole di ossigeno verso le cellule e lo smaltimento dell’anidride carbonica verso l’esterno. Un trasporto attraente, ecocompatibile a una frazione del costo di una tramvia I vantaggi del trasporto urbano con filobus elettrici: Ai passeggeri: • Zero emissioni nelle strade; • Rumorosità prodotta a livelli minimi; • Accelerazioni potenti senza contraccolpi sulla marcia; • Senso di continuità nel tempo (permanenza) del servizio; • Elevata qualità di viaggio. 41 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Ai cittadini: • Emissioni ridotte al minimo nell’ambiente; • Consumo ridotto al minimo possibile di risorse non rinnovabili; • Produzione ridotta al minimo di gas fautori dell’effetto serra, come la CO2. Agli operatori: • Alta efficienza meccanica; • Lunga vita di esercizio; • Nessuno spreco di carburante per giri al minimo del motore; • Forti accelerazioni e possibilità di arrampicarsi su pendenze elevate; • Ridotti costi energetici; • Ridotti costi di mantenimento. I vantaggi di un sistema di trasporto elettrico derivano dal disporre un sistema che preveda una fonte di energia centralizzata per tutti i veicoli, piuttosto che singole fonti “di bordo” su ogni veicolo. La promessa di un’elettricità “verde”, fornita da fonti compatibili con l’ambiente, aumenta enormemente i vantaggi futuri per questo tipo di sistemi. 4.1. I vantaggi dell’alimentazione area Prima che siano disponibili sul mercato, a un prezzo accessibile per le amministrazioni, le batterie a combustibile che rendano possibile l’utilizzo dell’idrogeno come valida alternativa al petrolio, l’unica via percorribile per fornire energia elettrica ai veicoli è quella di utilizzare una rete aerea. Ma 42 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario dove le ferrovie e le tranvie aggiungono costi elevati di infrastrutturazione, i veicoli filoviari hanno costi che raggiungono al più un decimo di quelli di un sistema su rotaia. Nello stesso tempo superano solo di un quinto quelli di un servizio svolto con autobus diesel tradizionali. L’installazione è meno distruttiva, con costi “paesaggistici” ridotti. Pantografi e meccanismi di captazione ridotti al minimo, equipaggiamento di trazione a corrente alternata e sottostazioni compatte aumentano considerevolmente la competitività della tecnologia filoviaria. Dove interrogati (Vancouver - Canada) i passeggeri preferiscono viaggiare sui filobus (per l’affidabilità del sistema, 75%) ed è evidente (San Francisco, Seattle - USA) un incremento del 10-15% dei viaggiatori in sistemi che hanno introdotto le vetture filoviarie. Introducendo il filobus in un ambito urbano, si realizza sempre più spesso un progetto globale, di ristrutturazione di tutta la rete di trasporto pubblico esistente. Assegnando al nuovo vettore elettrico la priorità rispetto al traffico viario, e introducendo dei miglioramenti che permettano al mezzo di superare agilmente gli incroci più congestionati, si assicura un servizio regolare, veloce con frequenze elevate. In altre parole, affidabile. 4.2. Elettrificare gli autobus! Contrariamente alle leggende metropolitane, di volta in volta rialimentate, gli autobus sono ancora indispensabili al trasporto pubblico urbano. Gli autobus diesel trasportano ancora un numero di passeggeri maggiore di qualunque altro mezzo di trasporto. Senza di essi il traffico raggiungerebbe livelli di congestione tali che nemmeno una fitta rete di metropolitane riuscirebbe ad annullare. Gli autobus riescono a massimizzare i coefficienti di sfruttamento dello spazio urbano e consumi di energia per passeggero, più di qualunque modello di automobile. Per questo sono irrinunciabili nella loro funzione di distribuzione capillare dei viaggiatori nel tessuto urbano. Nei maggiori centri urbani europei, solamente un veicolo su venti è un autobus, ma essi trasportano la metà dei passeggi in circolazione. C’è da aggiungere che gli autobus, comunque, sono potenti fonti di emissione di ossidi di zolfo (SOx) e ossidi di azoto (NOx) e, soprattutto, quel pericoloso particellato (polveri sottili) al quale tanta attenzione prestano oggi i media, costituito da microparticelle contaminate dal carbonio della combustione. Quindi, se gli autobus sono così indispensabili per realizzare un’efficiente rete di trasporto pubblico, ma contribuiscono in maniera così forte all’inquinamento e al degrado dei centri urbani (anche se in maniera molto minore delle automobili) come conciliare efficienza e compatibilità ambientale? Cosa può esser fatto per renderli più “puliti” e attraenti nei riguardi degli automobilisti? 43 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 4.3. Veicoli multimodali Fondere i benefici di sistemi diversi, eliminandone i difetti. Questo è l’argomento su cui si stanno arrovellando da un decennio le menti di trasportasti, ingegneri e studiosi in genere. Le sorprese, tra le risposte fornite dal mercato, non mancano. Il tram, fino alla metà degli anni ’80, era considerato un mezzo assolutamente obsoleto, antico retaggio di un modo di concepire il trasporto pubblico assolutamente improduttivo. Questa concezione era radicata al punto da pensare di cambiar nome ai veicoli di questo tipo in circolazione, in modo da provare a rilanciare questo prodotto senza richiamare nella mente degli utenti quel mezzo sferragliante e lento, a cui i venditori di autobus diesel avevano ridotto il tram negli anni ’60-’70, per occuparne gli spazi. Così termini come rapid transit o light rail (il nostro metrò leggero) furono utilizzati per reinventare il trasporto tranviario, e salvare i centri storici dalla congestione. In Francia, dove l’amministrazione ha sempre prestato grande attenzione alla vivibilità dei propri centri urbani, sono fioriti una serie di progetti prestigiosi di reintroduzione del tram in tutti i centri in cui, venti anni prima era stato velocemente eliminato. In Gran Bretagna e soprattutto in Germania, dove il tram non era mai stato abbandonato, si è proceduto a un’estensione e a una modernizzazione delle numerose reti esistenti. A Strasburgo, veicoli futuristici (Eurotram) hanno iniziato a circolare dimostrando l’insensatezza delle accuse mosse fino a pochi minuti prima al tram di essere un sistema obsoleto e, in assoluto, poco competitivo. Dalla sede del Parlamento europeo il messaggio si è rapidamente diffuso attraverso l’Europa: centinaia di città, soprattutto di medie dimensioni, hanno iniziato a stanziare fondi per l’istituzione di almeno una linea di tram. Il tram diviene così una sorta di status simbol urbano, un marchio che attesti la qualità dei progetti di rinnovamento e la forza delle intenzioni di quelle amministrazioni di rilanciare la propria città. Analoga, se non ancora più esasperata, è stata la corsa verso i sistemi light rail, che si sta svolgendo da un decennio negli USA e in Canada, e via via nel resto del mondo. Tra le città statunitensi, avere almeno una linea di metrò leggero, equivale ad attestare la forza della propria business class, paragonabile all’arredare la propria downtown con una manciata di taglienti grattacieli vetrati. 44 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Con il vantaggio di avere zero emissioni, i veicoli tranviari sono diventati la testa d’ariete con cui, qualsiasi progetto di riqualificazione tenta di sfondare la muraglia di traffico e smog che sta avvolge i nostri centri storici. Il tram può essere alimentato con fonti energetiche rinnovabili. Il tram ha una vita media pari ad almeno tre volte quella di un autobus. Si è dimostrato capace di rassicurare al punto i passeggeri, in quanto all’efficacia del servizio fornito, da riuscire a strappare una cospicua fetta di automobilisti al loro affezionato, e fino ad allora irrinunciabile, mezzo di locomozione privato. Ma un sistema tranviario, giustifica i propri costi allorché si ponga come risposta a una domanda di spostamento pari ad almeno 8.000 – 10.000 passeggeri/ora per senso di marcia. Il tram è ottimo quando deve trasportare un numero elevato di passeggeri. Questo lo rende un sistema efficiente solo per alcuni agglomerati urbani, mentre per altri i costi non ne giustificano assolutamente l’adozione. I costi di infrastrutturazione, come lo spostamento dei sottoservizi per lo scavo della via di corsa, la posa delle rotaie, comportano la ricostruzione e la riprogettazione di intere parti della rete viaria. Costi che, mediamente, sono quantificabili in 30 M€. 4.4. Ruote su pneumatici La trazione elettrica stradale non necessita assolutamente delle ruote ferrate, né per essere funzionale, né per essere attraente. La trazione elettrica è così competitiva sul mercato perché è l’unico modo di ottenere zero emissioni dove conta, cioè a livello stradale. La legislazione californiana, entrando in collisione con gli interessi dei venditori di automobili, sta insistendo sull’immissione nel mercato locale di automobili elettriche, fornendo incentivi a chi decida di acquistarne una (giacché i prezzi sono ancora piuttosto elevati, trattandosi di un mercato di nicchia). A dispetto di una ricerca lunga oltre 150 anni, la tecnologia dell’utilizzo delle batterie per il movimento dei veicoli non ha ancora fatto passi considerevoli. Volani ottimizzati, accumulatori a supercapacità e pile a combustibile sono ben lontani dal rappresentare una fonte di energia elettrica per il trasporto urbano. Anche se esistono dei modelli efficienti e potenzialmente competitivi, resta l’impasse creato dagli elevatissimi costi di produzione. Restano problemi di peso, spazio richiesto sui veicoli e disposizione di infrastrutture appositamente dedicate. Il filobus, resta così, l’alternativa più valida, agli autobus diesel. Il filobus calca la scena del trasporto pubblico urbano, almeno da quanto il tram. Nel mondo ci sono tante reti urbane che utilizzano questo sistema quante sono quelle che utilizzano i tram. Questo spesso viene dimenticato, soprattutto nel nostro paese. Ora, grazie anche alla minor possibilità di ricorrere a generosi finanziamenti pubblici, si stanno riscoprendo le potenzialità di un sistema che unisce ai vantaggi della tranvia, dei costi ridotti di un terzo. Oggi i filobus utilizzano una fonte energetica centralizzata, per trasportare, con pianali ribassati a livello marciapiede, i passeggeri all’interno della città, spostandosi tra fermate appositamente studiate progettate con la stessa attenzione di quella dedicata ai sistemi su ferro. 45 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Su queste linee si stanno movendo anche quei paesi, come la Gran Bretagna, in cui la deregolamentazione ha sì favorito la competizione tra i diversi vettori di spostamento, ma ha anche tolto ai nuovi progetti quella base di finanziamento statale che garantiva l’ammortamento dei costi fissi di infrastrutturazione. Per questo, l’Amministrazione Regionale di Londra (presto seguita da altre amministrazioni urbane) ha scelto alcuni corridoi di forza, su cui implementare un servizio filoviario, che amministreranno enti privati, la cui costruzione avverrà però con finanziamenti pubblici (che verranno ammortizzati con parte dei ricavati dalle concessioni del servizio su quelle stesse linee). 4.5. Un combustibile efficiente Il XXI secolo vedrà il declino del petrolio come fonte energetica principale. A livello internazionale esistono diverse valutazioni, ma anche quelle più ottimistiche prevedono che si raggiunga il massimo della produzione di petrolio non oltre il 2020. da quel momento la domanda supererà l’offerta, ma i prezzi avranno già iniziato la loro crescita. La limitatezza delle risorse insieme allo sviluppo industriale di grandi paesi come Cina e India spingeranno in alto i consumi di energia. Con evidenti rischi di conflitti e con un crescente impatto ambientale locale e globale. È dunque necessario cambiare rotta – perché inevitabile – verso un uso più efficiente e pulito delle fonti possibili, promuovere il risparmio energetico e puntare sulle fonti rinnovabili. Per quanti progressi si possano prevedere in questo campo, le fonti rinnovabili – sole, vento, biomasse, geotermia, onde e maree – sono per loro stessa natura, intermittenti. Produrre corrente, quindi energia da una fonte naturale, l’idrogeno. Non esistono giacimenti di idrogeno direttamente utilizzabili: l’idrogeno va, quindi, prodotto a partire sia dalle fonti fossili – gas, petrolio e carbone – sia, soprattutto, da quelle rinnovabili, perché più pulite. Nessuna fonte potrà dunque sostituire da sola il petrolio ma si potrà puntare a trasformare l’elettricità e il calore che queste generano per produrre idrogeno a partire dall’acqua. Per queste ragioni è giunto il momento di cominciare a investire in una nuova direzione: l’era dell’idrogeno, che rappresenta il vettore energetico più pulito del futuro. Già le grandi case automobilistiche e alcune aziende elettriche stanno investendo in questa direzione. Nel frattempo, oltre alle soluzioni più esotiche utilizzate per produrre energia elettrica (come l’alcool etilico in alcune città del Brasile), in oltre 360 grandi capitali e piccole città i filobus trasportano milioni di persone senza emettere alcun gas nocivo. 46 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 4.6. La situazione attuale È ormai un fatto accertato che la congestione e l’inquinamento sono i maggiori problemi che affliggono non solo le grandi metropoli, ma, una moltitudine di città medio-piccole (in Italia Perugia, Potenza o Vicenza hanno durante l’ora di punta, problemi non differenti da quelli di Roma, Milano e Napoli). A Londra, Bruxelles e Milano, annualmente si registrano più morti causati dall’inquinamento atmosferico di quelle causate dagli incidenti stradali. E senza sminuire l’importanza che le emissioni di gas nocivi da parte dei grandi complessi industriali hanno avuto nella nascita dell’effetto serra, il 65% delle responsabilità della diminuzione dello strato di ozono resta da attribuire ai gas di scarico delle automobili. 4.7. Impressioni del passeggero Contrariamente a quello che ognuno di noi pensa, cioè che il traffico sia la causa del “male di vivere urbano”, pochi rinuncerebbero alla propria auto per prendere il mezzo pubblico. La percezione che si ha dell’autobus è quella di un sistema di trasporto lento, affollato, sporco, rumoroso, inaffidabile e poco attento alle esigenze dell’utente. Queste non sono solo impressioni. A causa degli elevati livelli di traffico, che ormai uniscono su uno stesso piano città grandi e piccole, periferie lontane e centri storici, gli autobus non sono in grado di fornire tempi di percorrenza e passaggi certi. Questo attesta il numero medio dei viaggiatori su valori prossimi al 25-30% di quelli che potenzialmente si potrebbero avere. Ciò contribuisce alla diminuzione del rientro dei costi fissi (infrastrutture e personale). Questo rende necessario, sovente, la soppressione di linee che potrebbero permettere di servire più capillarmente il territorio, costringendo gli abitanti di intere parti di città a non avere alternativa alla propria automobile. Incrementando quindi il traffico e innescando un circolo vizioso. Nella migliore delle ipotesi, per rientrare dai costi di gestione, si procede alla soppressione di alcune corse, soprattutto nelle ore di morbida. Questo fa sì che il servizio sia svolto al limite della saturazione, cercando volutamente di 47 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario riempire le vetture nelle ore di morbida, provocandone però l’affollamento nelle ore di punta. Oltretutto, stretti nella morsa del traffico, gli autobus non sono in grado di mantenere un’elevata velocità commerciale (a Roma si attesta sui 17 km/h, a Napoli sfiora appena i 15, per confronto sul Trans Val de Marne di Parigi, la velocità commerciale è di 27 km/h). E spesso, gli stessi autobus diesel sono, non a torto, additati come concausa dell’inquinamento urbano, che loro stessi dovrebbero combattere. È giustificata così l’opinione di alcuni, che ritengono gli autobus “fonte di degrado urbano” e che “potrebbero essere utili, nel migliorare la vivibilità urbana, solo se non fossero loro stessi, fonte di ulteriore inquinamento”. 4.8. Light rail (metropolitana leggera) Questo termine indica in effetti una molteplici di sistemi, accomunati dall’utilizzo di veicoli a cassa alleggerita, operanti su tracciati ferroviari, inseriti in contesti urbani o periurbani, comprendenti quindi curve più accentuate e gradienti più elevati rispetto ai normali tracciati ferroviari dei treni. La linea “Docklands Light Railway” di Londra, o la linea 6 del metrò di Napoli o la stessa metropolitana di Genova, sono tutti esempi “pesanti” di questa tipologia, con fermate che avvengono in stazioni appositamente dedicate e sistemi di segnalamento passo passo. Tranvie urbane, con percorso parzialmente o totalmente riservato, come la linea 2 Roma, o le nuove metrotranvie in costruzione a Milano e Bergamo, sono esempi “leggeri”, sempre indicati, a livello internazionale, con questo termine. Queste linee sono esercitate secondo il principio della guida in sito, senza l’impiego di sistemi di segnalamento tipici degli impianti ferroviari pesanti. I marciapiedi sono ribassati e le fermate relativamente vicine (180-250 metri). Dove il tracciato si svolge su corsia riservata, le velocità possono raggiungere gli 80 km/h. Un sistema moderno di metropolitana leggera è caratterizzato da un accesso a livello tra marciapiede e veicolo. La capacità media dei veicoli utilizzati in questi sistemi è di circa 250 persone. Questo significa che nelle ore di punta, la capacità di una linea si aggira sugli 8.000 passeggeri/ora per senso di marcia. Sebbene teoricamente, la trazione possa avvenire utilizzando i sistemi più svariati, nella stragrande maggioranza dei casi si utilizza l’alimentazione elettrica con linea aerea (tra le eccezioni le motrici diesel utilizzate in alcune città americane). I costi variano enormemente da progetto a progetto. Dove si preveda il riutilizzo di binari già esistenti, con percorsa a raso in corsia riservata, i costi mediamente si aggirano sui 6 M€ al chilometro. Quando invece si preveda l’installazione ex novo di binari e traversine, con opere di ingegneria più impegnative, come ponti, sottopassaggi o tratti in galleria, i costi possono raggiungere i 30M€ al chilometro. Sistemi di metropolitana leggera, hanno un potenziale enorme di attrazione di nuovi passeggeri: mediamente dopo i recenti progetti realizzati in Europa, si è osservata una crescita media degli utenti del 20% (37% a Strasburgo). 4.9. Autobus tradizionali Le conseguenze dei connotati negativi che stanno assumendo gli autobus tradizionali agli occhi degli utenti, stanno creando una spirale che potrebbe penalizzare enormemente la scelta di questo mezzo di trasporto. Dando per scontato la necessità di questo sistema, per garantire un servizio pubblico capillare nel tessuto urbano, è importante notare il fatto che il suo utilizzo sulle linee di forza della rete non porta quasi sempre a un’incentivazione dei passeggeri, anzi contribuisce, per le ragioni esaminate nei paragrafi precedenti, a uno stallo del servizio, anche quando questo non abbia evidenti ragioni d’essere. Nonostante l’utilizzo di vetture sempre più moderne, dotate di ogni comfort (sedili anatomici, impianto di climatizzazione, avvisi di segnalazione delle fermate) gli autobus, non si pongono agli occhi dell’automobilista come una valida alternativa all’uso della propria automobile. Al più, dopo un lieve aumento iniziale dei viaggiatori, il loro numero medio tende a stabilizzarsi velocemente su 48 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario valori pressappoco simili a quelli che si avevano prima dell’introduzione delle nuove vetture (Sheffield, Parigi, Roma). Questo perché l’immagine tradizionale dell’autobus è ormai pregna di aggettivi negativi, che prescindono dall’effettiva gamma di servizi offerti sulla singola vettura. Un autobus offre pur sempre, per quanto moderno possa essere, un servizio che dal viaggiatore è percepito come labile, e, pertanto inaffidabile. 4.10. Opzioni economiche Le esperienze condotte nel continente europeo e nordamericano, insegnano che i cittadini tendono più facilmente a lasciare la loro auto, quando hanno come valida alternativa un mezzo di trasporto affidabile, ma che, soprattutto, utilizzo una fonte di energia pulita (come l’elettricità) e abbia un impianto fisso (esigenza di individuabilità e affidabilità). Sfortunatamente i costi di una soluzione di tipo ferroviario sono molto elevati. Costi elevati che si giustificano, quand’anche siano disponibili, con livelli elevati di domanda. Un sistema su ferro tradizionale quindi, non può essere un’alternativa al servizio che oggi è effettuato con gli autobus diesel. Come fermare allora la spirale negativa che rischia di affossare il trasporto pubblico nelle grandi e medie città? 49 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 5. Il progetto di una moderna filovia Il progetto di un moderno sistema filoviario si basa su concetti antichi, affrontati in un’ottica totalmente nuova. Non si tratta di progettare semplicemente una nuova linea di trasporto pubblico, ma di elaborare un progetto di trasporto urbano, che permetta di riprogettare interi brani di città. Il tracciamento della nuova infrastruttura, il disegno della via di corsa assieme a quello dei nodi di scambio, affrontato al di là dei limiti puramente funzionali di un programma di trasporto, può contribuire a ricostituire luoghi urbani e addirittura crearne di nuovi. Aste del trolley Kleipe. Oltre ai stessi terminal, ogni fermata diventa un condensatore sociale a livello microurbano, generatore di una nuova immagine di zone spesso periferiche, prive di una qualsiasi coerenza formale. Il terminal, attraverso il disegno di più funzioni confluenti in uno spazio fortemente caratterizzato può risolvere il problema della riconoscibilità urbana. La capacità media dei veicoli filoviari sul mercato è di 120 passeggeri. Sono veicoli elettrici che si muovono sul comune asfalto delle nostre strade, guidati come se fossero dei normali autobus diesel. L’alimentazione elettrica è fornita tramite rete area bifilare. Apposite sottostazioni elettriche provvedono all’alimentazione della linea. Le fermate hanno marciapiedi che permettano un accesso allo stesso livello del pianale dei veicoli (ribassato), per un’altezza di circa 240 mm (marciapiede tipo “Kassel”). Sono previsti dei golfi di fermata, in modo da non ostacolare il traffico viario. La piattaforma di incarrozzamento assume così le stesse caratteristiche di quelle tranviarie o dei sistemi tipo light rail. La linea è concepita in modo che più del 50% del percorso sia effettuato su corsie riservate o protette con cordoli. Agli attraversamenti semaforici al sistema filoviario è assegnata assoluta priorità rispetto agli altri veicoli (sistema a trasponditore). Il costo di un sistema così concepito si aggira intorno ai 1,5 M€ al chilometro. La capacità oraria nell’ora di punta è di 1.000-7.000 passeggeri per direzione, a seconda del tipo di veicolo e del cadenzamento previsto. Una tale capacità permette di ammortizzare velocemente i costi di costruzione, garantendo ampi margini di guadagno. In termini progettuali, il filobus è chiaramente il più elegante sistema di trasporto pubblico disponibile. 50 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 5.1. Architettura delle vetture filoviarie Il filobus è una vettura basata, come il tram, sulla trazione elettrica. Il motore elettrico ideale per la trazione elettrica dovrebbe avere una costruzione robusta e semplice che richieda una manutenzione ridotta da effettuarsi a intervalli regolari e piuttosto ampi; rendimenti elevati per tutte le condizioni di lavoro; caratteristica meccanica quanto più vicina a quella di potenza costante, con alte coppie di avviamento; facilità di regolazione della velocità in un vasto campo, dalla velocità di manovra fino a quella massima di corsa; possibilità di effettuare con facilità il recupero dell’energia o quantomeno la frenatura elettrica. I motori elettrici classici sono motori a corrente continua (oggi si stanno introducendo motori a corrente alternata, che hanno consumi notevolmente inferiori). Com’è noto, questi motori basano il loro principio di funzionamento sull’azione di un campo magnetico, prodotto da opportuni poli fissi eccitati con corrente continua, su conduttori elettrici portati da un nucleo pure magnetico, rotante coassialmente ai poli, e percorsi da corrente elettrica continua. Solitamente i motori a corrente continua vengono classificati in base al sistema adottato per la produzione del campo magnetico principale, cioè, come si dice tecnicamente, in base al tipo di eccitazione. Batteria AEG Anglo Zebra. A destra, accumulatore AFS Trinity. Tipico della trazione elettrica è il motore con avvolgimento induttore in serie all’indotto, in quanto sviluppa la massima coppia allo spunto. In tali condizioni, la coppia sarebbe così elevata da provocare slittamenti e la corrente così intensa da danneggiare la macchina, per cui l’avviamento avviene inserendo in serie al motore un reostato (detto appunto di avviamento), che viene poi gradualmente disinserito dato che, con la rotazione, si genera nel rotore una forza controelettromotrice che provvede a limitare la corrente. L’avvento massiccio dei sistemi a chopper ha comportato lo studio di motori adatti a funzionare con una tensione di alimentazione praticamente continua, che contiene però una componente alternata (motori a corrente ondulata). Il chopper (controllore) è un circuito costituito da componenti in commutazione che ha la funzione di convertire un segnale elettrico lentamente variabile e di piccola ampiezza in una successione di ampiezza proporzionale a quella del segnale d’ingresso. Sono costituiti da complessi gruppi di tiristori che, opportunamente comandati, trasformano la tensione continua della linea d’alimentazione in un treno di impulsi di corrente. In uscita si dispongono filtri i quali “spianano” il suddetto treno di impulsi fornendo una corrente quasi continua, che presenta sempre una componente alternata (alcuni percento) per questo detta ondulata. In tal modo il chopper riesce nella sua funzione di regolare il motore elettrico. I motori di questo tipo sono sostanzialmente dei motori a corrente continua, ma richiedono un circuito magnetico laminato e un accurato studio della commutazione. Il rendimento finale risulta 51 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario più basso di quello dei normali motori in continua in quanto vi sono perdite per isteresi e per correnti parassite nel circuito magnetico. La marcia del veicolo è comandata dal posto di guida, dove, il conducente – o il sistema elettronico di guida – manovra il volante che agisce sulle ruote dell’assale anteriore: lo sterzo classico è di tipo automobilistico, con raggio minimo di sterzatura di tipo 10-15 m. Anche gli assali classici sono di tipo automobilistico, con ruote e pneumatici normali per autobus. Nei veicoli di ultima generazione le ruote sono tutte sterzanti al veicolo, permettendo, grazie all’utilizzo di sistemi elettronici di guida, di accostarsi alle fermate traslando, e percorrere curve di raggio inferiore ai 10 m. Il motore di trazione è quasi sempre unico, della potenza di 150-200 kW, alimentato dalla piena tensione di linea ed eccitato in serie. Viene montato, longitudinalmente sul telaio con appoggio elastico, e la trasmissione del moto avviene con albero a cardano. Nel caso di vetture con più assi motori, l’albero del moto viene collegato, sempre con albero a cardano, a un distributore a ingranaggi che a sua volta trasferisce la coppia meccanica agli assali a mezzo di alberi di trasmissione e a mezzo di ingranaggi conici. La regolazione della velocità di marcia è ottenuta con un controller, azionato dal manovratore con un apposito pedale, che provvede all’accelerazione automatica della vettura e, in caso di rilascio, alla sua decelerazione: si può però escludere l’avviamento ed effettuarlo manualmente con l’inserzione di appositi reostati. Fra gli impianti ausiliari è importante il motocompressore per la produzione dell’aria compressa necessaria per il circuito pneumatico di comando delle porte, dei freni, ecc. A volte viene montato anche un gruppo motore-dinamo per la carica di una batteria di accumulatori a bordo. 52 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Tutte le apparecchiature vengono sistemate in scomparti sotto il pavimento della vettura e devono poter essere raggiunti dal personale addetto con una certa facilità. L’impianto di illuminazione viene alimentato dalla linea ad alta tensione, oppure, da opportuni accumulatori di bordo, come anche gli eventuali impianti di climatizzazione. L’utilità della batteria di accumulatori a bordo è anche quella di permettere piccoli spostamenti della vettura quando per qualche motivo manchi l’alimentazione sulla linea aerea evitando così l’intralcio alla circolazione per la presenza della vettura sulla sede stradale. 53 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Motogeneratore Magnet-Motor. 54 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Schema dei flussi di alimentazione durante le varie operazioni. Tecnologie di accumulo energetico: Accumulatori ordinari (MDS) e Accumulatori a superconduttori (SMES). 55 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Schema di un motore di trazione (Magnet-Motor). 56 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Modalità di alimentazione energetica di una vettura elettrica. Cassone DDG, custodia dell’equipaggiamento elettrico di bordo, da installare sul tetto del veicolo. 57 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Schema dell’apparecchiatura elettrica delle vetture milanesi NGT 204 F / Busotto (KLEIPE ELECTRIC). Il telaio MAN NGT 204 è al 70% a pianale ribassato, per questo la Kiepe ha potuto impiegare una tecnica notevolmente moderna: i componenti principali, quali l’inverter (DPU) in tecnica IGBT, il convertitore statico della rete di bordo (BNU), la resistenza di frenatura, i pannelli e l’elettronica di comando sono stati inseriti in modo compatto in un’unica custodia sul tetto. Questa soluzione necessita un cablaggio ridotto, di conseguenza si è avuta una diminuzione di peso. Architettura del BUS dati. Una delle novità tecnologiche è il collegamento in rete di tutti i componenti elettrici che si trovano nel veicolo tramite un bus dati CAN. Il bus dati forma con il comando del veicolo un sistema completo, che mette a disposizione dell’esercente un controllo dello svolgimento dell’esercizio, una rilevazione dei dati di esercizio, una memoria degli eventi nonché una diagnostica degli errori facile da utilizzare. Per mezzo di un comune PC è possibile effettuare sul posto o via modem un’analisi dell’azionamento del veicolo e del comando. 58 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Diagramma prestazionale dell’impianto utilizzato dalle vetture milanesi. Il motore di marcia è un motore asincrono trifase, a 4 poli, a ventilazione forzata (6 ML 3550 K/4), con caratteristiche nominali di 250 kW, 440 V per 395 A (peso 580 kg). Sulle vetture è presente un motore ausiliario costituito da un diesel a 4 cilindri raffreddato a liquido, con potenza di 60 kW a 2.300 giri/minuto. A questo è associato un generatore asincrono trifase senza spazzole, con raddrizzatore a ponte trifase. Architettura dell’impianto elettrico di bordo delle vetture in esercizio a Esslingen (Germania). La rete di bordo è controllata da un convertitore statico BNU 409, a costruzione modulare in tecnica IGBT. Gli elementi principali sono stati installati sul telaio con doppio isolamento per montaggio in custodia sul tetto (DGG). L’avviamento è possibile anche senza batteria. Sistema di comando e delle informazioni di bordo (BISS) basato sullo scambio di dati CAN tra veicolo – sottosistemi – apparecchi di comando con integrate diagnostica e segnalazione guasti. 59 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Schema elettrico principale per l’azionamento trifase in tecnologia IGBT. Schema motore diesel ausiliario con preriscaldatore a recupero. 60 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 5.2. Innovazioni Negli ultimi anni, ci sono stati considerevoli miglioramenti nella progettazione dei veicoli filoviari, come per esempio l’abbassamento automatico delle aste del trolley in caso di distacco dalla rete oppure sotto comando del conducente, senza che questo debba lasciare la plancia di guida. C’è anche la possibilità di un riposizionamento automatico delle aste, previa installazione di un’apposita attrezzatura. I progressi nella scienza dei materiali e i miglioramenti della dinamica del movimento, hanno permesso cospicui miglioramenti nel progetto della rete area nonché delle aste di captazione. Sistema di sospensione migliorati permettono al veicolo di viaggiare a oltre 80 km/h senza creare alcun problema alla stabilità della linea di alimentazione. A questo fattore si aggiunge la struttura di sostentamento della catenaria tradizionale, ridotta al minimo, con conseguente miglioramento dell’impatto sull’ambiente urbano. Le sospensioni migliorate, e nuovi innesti appositamente progettati consentono ai veicoli di procedere speditamente anche nell’attraversamento delle zone di intersezione o diramazione con altre linee filoviarie. I più recenti sistemi di controllo utilizzano motori a corrente alternata, alimentati da un invertitore (inverter) che crea un voltaggio variabile con una frequenza alternata di alimentazione per il motore di bordo, dalla corrente continua fornita dalla linea aerea. Il voltaggio della linea aerea è di 600 V oppure 750 V. Motore a corrente alternata e sistemi di controllo hanno molti vantaggi, rispetto ai tradizionali sistemi a corrente continua: grande affidabilità, minore manutenzione, grande efficienza, un controllo accurato delle accelerazioni è degli spunti. Il vantaggio principale, sostanzialmente è quello di consumare un terzo dell’energia di un motore a corrente continua. Contrariamente a un autobus tradizionale, con motore diesel e albero di trasmissione, un filobus generalmente ha un singolo motore elettrico, di dimensioni paragonabili alla tradizionale scatola del cambio, collegato direttamente agli assi di guida. Non c’è alcun cambio né frizione, mentre gli ingranaggi sono installati direttamente sull’asse, che ha un rapporto di riduzione maggiore per fronteggiare il maggior numero di giri che caratterizza il motore elettrico di un filobus. Sul mercato, recentemente sono stati immessi dei veicoli con assi di guida in cui ogni ruota è motorizzata (motoruota). Ognuno delle ruote è dotata di un motore di trazione propria, a essa collegato o inserito direttamente nel cerchione del pneumatico. Questo permette l’eliminazione dei differenziali e dell’alberi di trasmissione, consentendo ulteriori semplificazioni della tecnologia di 61 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario funzionamento del veicolo e una grande flessibilità nella progettazione degli spazi interni (adozione del pianale ribassato su tutta la lunghezza del veicolo). Hanno queste caratteristiche il Neoplan N6121 e il Cristalis Irisbus, appena entrati in servizio rispettivamente a Losanna e Lione. Ma nella struttura e nella concezione, un filobus è, comunque simile a un autobus diesel. Le moderne vetture filoviarie, come il Van Hool A300, sono derivati da prototipi di autobus a motore diesel. L’equipaggiamento elettrico di un filobus è estremamente flessibile, essendo costituito principalmente da moduli connessi da cavi flessibili, che non necessitano alcuna attenzione particolare circa l’accessibilità, il raffreddamento o le vibrazioni. I veicoli filoviari, quindi, a livello costruttivo e funzionale non presentano sostanziali cambiamenti rispetto alle vetture diesel. Convertitore statico della rete di bordo BNU 409. Sebbene le sospensioni, la guida e la frenatura meccanica siano gli stessi di un veicolo diesel, il filobus presenta la possibilità di usare il motore (oppure i motori) come un vero e proprio freno elettrico, in grado di ridurre drasticamente l’usura e gli strappi a carico dei componenti meccanici di frenatura e sui pneumatici stessi. L’energia generata dalla frenata elettrica può essere dissipata da resistori appositi, oppure riportata alla linea di alimentazione, con un sistema noto come frenata a recupero. A seconda delle caratteristiche del tracciato di servizio, il risparmio di energia ottenibile con questo sistema, può essere stimato a un terzo del consumo totale. 62 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Molte vetture filoviarie operano senza alcuna fonte di energia, eccetto la linea aerea. Nelle situazioni di traffico che caratterizzano attualmente i centri urbani, la possibilità di abbandonare, anche solo temporaneamente, la linea aerea può rivelarsi essenziale. Moderni pacchi – batteria o piccoli motori (diesel) ausiliari possono permettere al veicolo di muoversi, con velocità di 15-30 km/h, per distanze considerevoli (3-4 km) al di fuori della rete di alimentazione area. Batterie al cloruro di sodio/nichel, possono fornire l’energia necessaria ad attraversare aree particolarmente sensibili (in cui l’installazione della linea aerea potrebbe non essere idonea) senza particolari ripercussioni sull’andatura e, senza che i viaggiatori percepiscano il cambio di alimentazione. Appositi gruppi volano potrebbero fornire “scorte” di accelerazione, in grado di ridurre le dimensioni delle installazioni aeree. Diversamente dal tram, che utilizza le rotaie come circuito di ritorno e opera con una linea di alimentazione monofilare, il filobus richiede una linea aerea bifilare. Due collettori di corrente permettono al filobus di operare fino a una distanza di cinque metri per parte, dall’asse della linea aerea di alimentazione. Questi collettori sono caricati a molla, con un sistema che esercita una pressione costante verso l’alto, contro i cavi di alimentazione. Il contatto tra l’asta e il cavo avviene tramite un pattino scanalato, contenente un inserto di carbonio che scorre lungo il filo elettrico. I collettori più recenti sono dotati di un’apparecchiatura pneumatica per l’abbassamento e il sollevamento. 5.3. Filobus vs. autobus a idrogeno Una tecnologia di cui si sta parlando molto è quella degli autobus a idrogeno, mossi da pile a combustile progettate da note aziende come Ballar Power System o Daimler-Chrysler. L’autobus a idrogeno è essenzialmente un veicolo elettrico che utilizza un pacco batterie a combustibile capace di generare l’elettricità necessaria al movimento, direttamente a bordo. 63 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Generalmente l’idrogeno è immagazzinato in ampi serbatoi disposti sulla parte superiore del veicolo, ma è anche possibile produrre l’idrogeno necessario direttamente a bordo, utilizzando del combustibile fossile e uno speciale apparecchio denominato “riformatore”. L’elettricità è immagazzinata in pacchi batteria, da cui viene inviata verso il motore di trazione. Ultimamente si è riusciti a eliminare i pacchi batteria, considerati fonte di notevoli problemi. Alla pari dei bus alimentati a CNG, i veicoli a idrogeno sono muniti di rivelatori di perdite, perché l’idrogeno è estremamente volatile. Le pile a combustibile (più correttamente celle a combustibile) derivano direttamente dalle tradizionali pile “primarie” (in cui il rivestimento in zinco reagisce con il monossido di manganese per produrre elettricità) e dalle pile ricaricabili “secondarie” (che impiegano piombo e biossido di piombo o nichel e cadmio per immagazzinare elettricità). Ma se le pile primarie smettono di funzionare quando il rivestimento di zinco si esaurisce e quelle secondarie devono essere ricaricate periodicamente, una pila a combustibile continua a funzionare fintanto che viene fornito il combustibile (per esempio l’idrogeno), proprio come un motore a combustione interna o una turbina a gas che funzionano fintanto che sono alimentati da combustibile. Una singola cella è essenzialmente un “sandwich elettrochimico” spesso appena una frazione di centimetro, con l’anodo da una parte e il catodo dall’altra, e in mezzo un elettrolita (una soluzione acquosa acida o basica, o una membrana solida di plastica, che permette la migrazione dall’anodo al catodo degli atomi di idrogeno caricati elettricamente). Le celle individuali vengono “impilate” per produrre un quantitativo utilizzabile di elettricità. Le pile a combustibile funzionano quasi silenziosamente e generano corrente continua prodotta dalla reazione elettrochimica, favorita dall’azione catalitica, fra un combustibile (idrogeno o un vettore ricco di idrogeno come il gas naturale) e un ossidante (ossigeno ambientale o aggiunto da serbatoi per lo stoccaggio separati). Qualsiasi rumore proviene dai dispositivi ausiliari: le pompe per il trasporto di combustibile e per rimuovere l’acqua prodotta dalla reazione, un compressore per il raffreddamento delle celle a cumulo e di trasmissione dell’ossigeno alle celle, un possibile umidificatore (richiesto in certi casi, come nelle celle PEM - con membrana a scambio protonico). I progetti e la produzione dei sistemi di celle a combustibile sono processi complessi soprattutto nelle unità più piccole usate nei mezzi di trasporto, che devono resistere a scossoni e a sbalzi di temperatura (ed è questo uno dei motivi per cui si è impiegato molto tempo a mettere su strada i primi prototipi). Ma i principi base del funzionamento delle celle a combustibile sono abbastanza lineari. 64 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario In una cella a idrogeno/ossigeno con elettrolita acido, l’idrogeno molecolare gassoso viene alimentato dall’anodo. Le molecole di H2 rilasciano gli elettroni, dando origine a ioni caricati positivamente. Questi ultimi, passando attraverso lo strato elettrolita, si spostano al catodo dove si combinano con l’ossigeno e formano acqua. Nel frattempo gli elettroni rilasciati (corrente elettrica) fluiscono dall’anodo al catodo attraverso un cavo, o un altro materiale metallico, producendo lavoro, cioè mettendo in funzione il motore elettrico (o un altro apparecchio) collegato. Oltre all’idrogeno altri materiali possono essere utilizzati come vettori di energia ionica, per esempio il carbonio (ione carbonato) e gli ossidi di vari elementi. In teoria, qualsiasi sostanza capace di ossidazione chimica e fornita in modo continuativo (come un fluido) può essere combusta all’anodo della cella a combustibile. Le reazione complessiva può essere vista come la combustione a freddo fra idrogeno e ossigeno, combustione a freddo perché avviene a temperature decisamente inferiori di quelle di un tradizionale processo a fiamma aperta. In un combustibile normale tutta l’energia è rilasciata sotto forma di calore, mentre in una cella a combustibile una parte dell’energia liberata dalla reazione elettrochimica viene rilasciata sotto forma di elettricità, e il resto sotto forma di calore, in un processo senza dubbio più efficace per l’alimentazione di strumenti e di macchine elettriche. Un aspetto fondamentale, soprattutto negli ultimi decenni a causa delle preoccupazioni relative all’effetto serra, è che l’azoto – principale componente della nostra atmosfera, con oltre l’80% rispetto agli altri gas – non ha alcun ruolo nella combustione a freddo. Per definizione, questo processo esclude la produzione di ossidi di azoto, componente chiave dell’inquinamento atmosferico, contrariamente a qualsiasi processo a fiamma aperta. Le celle a combustibile presentano modelli di base diversi a seconda dell’elettrolita impiegato e dalla temperatura a cui funzionano. 65 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Le difficoltà incontrate nell’adattare le pile a combustibile agli usi pratici, hanno pesantemente condizionato il loro utilizzo, in particolare come fonte mobile di energia per sistemi di trasporto. Nonostante a tutt’oggi i veicoli a idrogeno non siano andati oltre la sperimentazione, le pile a combustibile costituiscono una risorsa irrinunciabile per il futuro. Il 24 aprile 2003 è stato inaugurato a Reykjavik del primo distributore pubblico di idrogeno in Islanda. Entro il 2015 l’isola si libererà dalla dipendenza del petrolio per poi, 15 anni più tardi, diventare paese esportatore. L’Hydrogen Economic Plane scandisce tappe ben precise sotto la supervisione della Iceland New Energy, una società a capitale pubblico e privato che sta curando la riuscita del piano. Saranno gli autobus che collegano la città all’aeroporto i primi a utilizzare il carburante ecologico prodotto sull’isola a inquinamento zero. Dalle centrali geotermiche arriva infatti l’energia necessaria alla separazione dell’acqua in idrogeno e ossigeno, inviato al distributore. Funzionamento di una cella a combustibile. Un blocco trazione, alimentato con pile a combustibile ha peso pari a 5-7 volte quello di un blocco tradizionale alimentato dall’esterno. Questo significa che un veicolo vuoto da 12 metri, con un blocco a celle a combustibile, ha praticamente lo stesso peso di un autobus diesel analogo, con tutti i posti a sedere occupati. Per questo motivo gli autobus a idrogeno, ancora non sono impiegati, nemmeno in via sperimentale, sulle linee che presentano carichi elevati. L’accelerazione è uno dei problemi riscontrati nei primi test di autobus a idrogeno, svoltisi a Vancouver (Canada) e Chicago (USA). Problemi sono sorti anche nella marcia in salita, con scossoni e oscillazioni dell’andatura. Le verifiche effettuate hanno evidenziato che questi problemi non dipendevano affatto dal veicolo, ma dal deterioramento del combustibile. Le celle a combustibile sono estremamente sensibili alle impurità presenti nell’idrogeno. Le pile migliori degradano rapidamente, se alimentate da idrogeno con impurità di monossido di carbonio pari ad appena 10 ppm. Per l’idrogeno che è immagazzinato in serbatoi a bordo del veicolo e deve passare per diversi condotti prima di entrare nella cella, oppure ricavato da combustibili fossili in alimentatori di bordo, appare impossibile eliminare totalmente la presenza di eventuali impurità. Trattamenti speciali di purificazione, sono sì possibili, ma a costi elevatissimi, per una riuscita non sempre garantita. Dalle prove effettuate a Vancouver è emerso che, per evitare questi inconvenienti sulla purezza dell’idrogeno, è necessario mantenere i veicoli in circolazione al massimo per 4/5 ore consecutive, 66 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario e rimandarli in officina per una pulizia completa degli apparati di adduzione del combustibile. Questa tendenza è emersa anche dai prototipi dei veicoli che entro la fine 2003 entreranno in servizio a Madrid: gli autobus a idrogeno non possono fornire un servizio continuo. Un blocco di pile a combustibile per veicoli presenta a tutt’oggi costi piuttosto elevati, di circa 5.250 € per kW. Questo nonostante i primi autobus a idrogeno siano già operativi su alcune reti nordamericane e presto, europee (Reykyavik, Madrid). Come nel caso degli autobus a gas, i veicoli a idrogeno richiedono costose infrastrutture di gestione e manutenzione. Il governo della British Columbia, ha promosso uno stanziamento annuale pari a 40 M€ per le operazioni richieste dai veicoli a idrogeno operanti a Vancouver. L’autorità di trasporto ha calcolato che, questa stessa cifra sarebbe sufficiente ad elettrificare oltre 40 km di linee, da utilizzare con moderni filobus, senza investimenti aggiuntivi. Il movimento di un certo numero di veicoli a idrogeno, quale è quello necessario ad effettuare servizio pubblico su una linea a medio-bassa capacità, richiede grandi quantitativi di carburante. Correntemente il principale metodo di produzione, per i costi non elevati, è la combustione di materiali fossili come petrolio, gas o carbone. Le molecole di idrogeno sono rimosse con un processo chiamato stripping (letteralmente scorporo). Effettivamente appare alquanto contraddittorio produrre dei gas nocivi, come l’anidride carbonica, per produrre un carburante pulito. Al contrario appare più che coerente l’utilizzo degli autobus a idrogeno in un paese come l’Islanda, dove per produrre il carburante necessario al funzionamento delle celle a combustibile, si utilizza un’energia pulita, quale è quella geotermica. Il quantitativo di CO2 prodotta è appena inferiore a quello emesso dai veicoli alimentati da motori a combustione interna. Utilizzando i dati forniti dalla Daimler-Benz, nel grafico riportato sopra, mostra che la produzione dell’idrogeno necessario al movimento di una autovettura di piccole dimensioni (tipo SMART), genera il 77% delle emissioni di anidride carbonica che sarebbero rilasciate nell’aria durante il movimento, della stessa autovettura, alimentata con carburante tradizionale. 67 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Ben diverso sarà il discorso in un prossimo futuro, qualora sarà possibile (soprattutto in determinati contesti geografici, come l’Islanda, per esempio, o le regioni costiere del bacino mediterraneo, sferzate da venti costanti) procedere alla produzione di idrogeno utilizzando le cosiddette fonti rinnovabili, come le biomasse, il vento, il sole o l’acqua. Allo stato attuale delle possibilità, l’uso dell’idrogeno per l’alimentazione di veicoli per il trasporto pubblico, si rivela economicamente svantaggioso - se si escludono casi isolati – rispetto alla tecnologia del trasporto filoviario. I veicoli alimentati da pile a combustibile, restano al nastro di partenza quando vengono esaminati, rispetto ad altre tecnologie, relativamente all’efficienza. Si stima che, correntemente, il rendimento energetico di un veicolo alimentato a idrogeno sia pari all’11%, praticamente lo stesso di una locomotiva a vapore. Le previsioni più ottimistiche sullo sviluppo delle celle a combustibile, prospettano un rendimento del 20-30%, tenendo in conto il processo di produzione dell’idrogeno. Teoricamente, infatti, il rendimento di una pila a combustibile supererebbe il 70%, ma è penalizzato proprio dal processo che sta a monte del suo funzionamento, cioè le risorse e i meccanismi che vengono impiegati per produrre l’idrogeno stesso. Il basso rendimento globale di un veicolo a idrogeno, si evidenzia se comparato con il rendimento di un autobus diesel tradizionale, pari al 25-40%, e ancor più con quello di un filobus che, nel caso di alimentazione elettrica tramite turbina a gas, può raggiungere valori del 40-60%. Il rendimento di un veicolo a idrogeno può essere incrementato fornendo il carburante tramite stazioni di approvvigionamento, distribuite sul territorio: è il caso del progetto islandese, dove l’efficienza stimata è del 35-40%. Occorrono circa 4 kWh di elettricità per creare, comprimere e trasportare 1 kWh di potenza, sottoforma di carburante idrogeno. Gli obiettivi ingegneristici sono di raggiungere un’efficienza pari al 50% per le singole celle a combustibile. I motori elettrici montati sugli autobus hanno un rendimento pari al 90%. Il risultato finale è che 9 kWh di elettricità (comunque generata) si trasforma in 1 kWh di potenza a livello dei pneumatici di un bus a idrogeno. Teoricamente la tecnologia del recupero dell’energia prodotta in frenata è possibile sugli autobus a idrogeno, utilizzando pacchi batteria aggiuntivi o accumulatori a volano, ma le pile a combustibile, gravando già sul veicolo con il loro peso, non consentono l’aggiunta di apparecchi – e pesi a vuoto – ulteriori. 68 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Le perdite di carico sulle linee elettriche, si aggirano mediamente tra il 10-20%. Un veicolo elettrico potrebbe avere un’efficienza dell’80%, con il 60% per il motore e il 20% per le funzioni ausiliari, come i compressori, le luci e le griglie di riscaldamento. Questo significa che occorrono 1,56 kWh per produrre 1 kWh di energia di trazione effettiva senza l’utilizzo di recupero in frenata. Per questi motivi un filobus è circa 6 volte più efficiente di un veicolo che utilizzi celle a combustibile per la trazione. Dal punto di vista energetico, il filobus raggiunge un’efficienza di 12 volte superiore a quella dei veicoli a idrogeno. E nemmeno le più ottimistiche proiezioni, relative ai miglioramenti che perfezioneranno il funzionamento e le prestazioni delle pile a combustibile, sembrano che riusciranno a colmare nel medio periodo questo gap prestazionale. Le vetture filoviarie con recupero dell’energia in frenata riescono a recuperare circa il 30% dell’energia spesa per il movimento, reimmettendola in circolo tramite il ritorno nella rete aerea. Questo significa che occorrono 1,1 kWh per produrre 1 kWh da impiegare effettivamente per la trazione. Questa tecnologia è però applicabile a sistemi in cui, i filobus circolanti, presentino oltre a un alto livello di energia recuperabile dalle frenate, un elevato cadenzamento, in modo che ci sia sempre un’altra vetture nelle immediate vicinanze che possa raccogliere e utilizzare l’energia recuperata, e che questa non si disperda nelle cadute di tensione lungo la rete aerea. I veicoli ibridi utilizzano motori elettrici per il movimento delle ruote e un piccolo motore diesel per alimentare il generatore di bordo. Connesso al generatore e al motore (o i motori) di trazione, c’è un pacco batteria (che influisce sul peso a vuoto del veicolo). I veicoli ibridi hanno sistemi di recupero in frenata simili ai veicoli elettrici tradizionali e bassi consumi di carburante, che implicano emissioni di gas di scarico ridotti del 46%. Fonti e riferimenti: APTA Electric Bus Subcommittee Meeting, November 8, 1999. Notes. Bell, Irvine (Eur Ing) to Editor, Professional Engineering, re. "Warming, What Warming-reducing global warming through fuel cell vehicles", January 18, 2001. Fisher, Ian. Electric Trolleybuses in Vancouver: Past, present and future alternatives. Transport 2000 BC 69 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Website (http://vcn.bc.ca/t2000bc/learning/_trolleybus/trolleybus_essay.html), 1997. "How Green is your Hydrogen?" The Economist, April 2000, p. 74. Kenward, Michael. "The Power to Clean Up," Professional Engineering, June 9, 1999. Lythgo, Chris. Bus Technology Review. TransLink, September 1, 1999. Monaghan, M. L. Fuel Cells for Passenger Cars-The Hydrogen Revolution. Chairman's Address, The Automobile Division of the Institution of Mechanical Engineers, January 2001. Perkins, Terry. "Fuel Cells for Power Plants under Development," Office.com (www.office.com), September 1, 2000. Reducing Greenhouse Gases and Air Pollution: A Menu of Harmonized Options. State and Territorial Air Pollution Program Administrators and Association of Local Air Pollution Control Officers, October 1999. "The Fuel Cell, Trolley and the Hybrid Bus - Where Should We Invest?" Transport Canada 2000 Western Newsletter, November 2000. 5.4. Filobus vs. veicoli ibridi a motore diesel I veicoli ibridi sono stati concepiti per aumentare l’efficienza dei comuni autobus diesel, e, nel contempo, diminuire le emissioni nocive. Le opzioni adottate sono due: la trazione elettrica in Europa, l’utilizzo di pacchi batteria in Nordamerica. Ad eccezione delle versioni filoviarie, tutti i prototipi realizzati non hanno presentato significative riduzioni delle emissioni nocive, né miglioramenti evidenti del comfort a bordo. Esistono tre modalità distinte di funzionamento: • • • Diesel – elettrico: motore a combustione, generatore, motore elettrico di trazione; Ibrido: motore a combustione, generatore, batterie, motore elettrico di trazione; Duobus - filobus: motore a combustione, generatore, motore di trazione. 70 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Mentre il veicolo elettrico – diesel ordinario, come Civis di Irisbus, porta i vantaggi di un pavimento interamente ribassato e corridoio interno ad ampiezza maggiorata ma nessun miglioramento relativamente all’ambiente o al rendimento, i veicoli ibridi con batterie di trazione, i modelli come Flyer oppure Hybridrive, aggiungono diversi miglioramenti anche negli in questi campi (nessuna indagine effettiva, con prove in servizio è stata ancora completata): • Quantità di particellato emesso significativamente minore di un analogo veicolo diesel o CNG (compressed natural gas); nessuno dei prototipi si avvicina però alle prestazioni (anche considerando il processo di produzione dell’energia elettrica) del filobus; • Rendimento più elevato rispetto ai veicoli diesel/CNG, ma non elevato come quello delle vetture filoviarie; miglior rendimento significa costi minori di carburante rispetto ai diesel/CNG; • Le operazioni di manutenzione non sono state ancora ben calcolate: ma potenzialmente presentano un costo elevato, essendo due i sistemi coinvolti; • Elevato costo delle batterie, paragonabile, in termini di spesa/rendimento, alla vita media di una vettura filoviaria completa; • Rumorosità ridotta rispetto a un veicolo diesel/CNG, ma più elevata di un filobus. In prima analisi, i veicoli ibridi sono da considerarsi potenzialmente come dei validi sostituti dei veicoli tradizionali diesel o CNG, ma non ancora dei filobus, soprattutto relativamente alle prestazioni ambientali e alla percezione del mezzo da parte del pubblico. Un autobus elettrico a tecnologia ibrida è, essenzialmente un autobus diesel con trasmissione elettrica. La quantità del particellato emesso, localmente e globalmente, è lo stesso degli autobus diesel tradizionali con trasmissione meccanica. Il rendimento energetico è lo stesso di un veicolo diesel convenzionale, talvolta leggermente più basso. Rumorosità e vibrazioni prodotte sono invece, notevolmente più basse. 71 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Con particolari accorgimenti costruttivi, possono operare come vetture filoviarie, assumendo tutti i vantaggi ambientali tipici delle vetture tipicamente elettriche. Nella modalità diesel non può recuperare energia dalle operazioni attive (quale è la frenata), perché in quella modalità non è operativa alcuna connessione alla linea aerea (e quindi al ritorno di corrente). Nel caso della modalità elettrica, il recupero può fornire un risparmio di energia di circa il 30% di quella consumata. Un veicolo diesel ha un peso a vuoto pari a 1,25-1,5 volte quello di un filobus, questo si ripercuote negativamente sulla capacità. In aggiunta l’inserimento del generatore diesel, comporta una riduzione dello spazio disponibile a bordo per i passeggeri. Il peso maggiore incrementa i costi energetici nonché quelli di manutenzione, dovuti a una maggiore usura dei componenti più esposti, come i pneumatici. Il fatto che un autobus diesel tradizionale, possa operare come un filobus previa aggiunta di un costoso, e pesante, generatore diesel, rende i veicoli ibridi diesel –elettrici molto meno convenienti di una vettura filoviaria. Le performance di un veicolo ibrido di questo tipo, sono simili a quelle di un veicolo diesel, ma minori di quelle di un filobus, a meno che, il generatore diesel montato non sia piuttosto potente (almeno 500 kW). Ma in tal caso, si avrebbe un aggravio di costi, peso e, quindi, un abbassamento del rendimento del sistema. I costi e le operazioni stesse di manutenzione, delle parti meccaniche che riguardano il sistema diesel di un veicolo ibrido, sono simili a quelle richieste da un autobus diesel tradizionale, comunque più impegnative rispetto a quelle richieste da un veicolo filoviario. L’affidabilità di un motore ibrido, relativamente al funzionamento diesel, è comunque la stessa di quella di un diesel ordinario: possibilità di ingolfamento o problematiche relative al sistema di raffreddamento o a quello di carburazione sono, in entrambi i casi, i guasti più diffusi. 72 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario La possibilità di avere alcune parti meccaniche in comune con gli autobus tradizionali, può riverlarsi anche un vantaggio: in un sistema che non contempli l’impiego di vetture filoviarie, la possibilità di utilizzare pezzi di ricambio comuni e facilmente reperibili può velocizzare e facilitare la manutenzione dei veicoli, in caso di guasto. Dai sistemi filoviari, gli autobus ibridi ereditano poi un altro grande vantaggio, quello di poter recuperare parte dell’energia spesa, in frenata, tramite un sistema reostatico, senza possibilità di rigenerare in rete quell’energia. L’energia recuperata può, infatti, essere riutilizzata solo dalla vettura stessa e non dal sistema. Gli autobus ibridi possono, comunque, trovare un giusto impiego ove carichi non eccessivi non giustificherebbero la spesa dell’installazione di una rete area di alimentazione per un’eventuale filovia. Offrendo però al pubblico miglioramenti significativi, in termini di comfort nonché di compatibilità ambientale. Resta il sospetto, in parte confermato da alcune recenti analisi, che i costi di esercizio di un veicolo ibrido siano maggiori rispetto a quelli di un diesel tradizionale. Gran parte dei sostenitori dei sistemi ibridi risponde a questa affermazione, con il fatto che le prestazioni di un veicolo ibrido sono comunque maggiori di quelle relative ai veicoli diesel che operano su ferro (locomotori diesel), ma questo è uno scenario che esula comunque dal normale servizio degli autobus urbani. L’unica possibilità di bilanciare i suddetti costi di esercizio, è la possibilità del recupero di energia in frenata, che consente risparmi pari al 30%. Ma, su questo piano, appare evidente la concorrenza dei sistemi filoviari, caratterizzati da prestazioni comunque migliori. Appurato quindi la preminenza, dal punto di vista prestazionale, delle vetture filoviarie, resta da esaminare la motivazione principale per cui, spesso, vengono preferiti i sistemi ibridi: il grado di invasività della rete aerea. Per quanto, ridotta dai miglioramenti tecnologici, resta uno dei fattori che inducono, molte amministrazioni cittadine – e relative soprintendenze – a mettere in discussione, e, talvolta, a rifiutare progetti che comportino l’impianto di nuove rete filoviarie. È proprio in questo campo, che i sistemi ibridi pur dovendo perfezionarsi, potranno porsi come alternativa più o meno valida, ai filobus o, addirittura, ai tram. Riferimenti: Reducing the Visual Impact of Overhead Contact Systems, Transportation Research Board, Washington DC, 1996. 73 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 6. Trazione alternativa 6.1. Batterie ricaricabili L'accumulatore nichel-metallo idruro (detto comunemente, ma impropriamente, nichel-metalidrato), abbreviato NiMH (inglese: nickel-metal hydride), è un tipo di accumulatore simile all'accumulatore nichel-cadmio (abbreviato Ni-Cd), ma l'anodo, che assorbe l'idrogeno, è una lega invece che cadmio. Come nelle batterie NiCd, il nichel è il catodo. Una batteria NiMH puó avere due o tre volte la capacità di un batteria NiCd di pari dimensioni e l'effetto memoria è meno significativo. Tuttavia la densità volumetrica di energia è minore delle batterie Li-Ion, e l'autoscarica è maggiore. Alstom ha firmato un contratto di fornitura per 2,0 M€ con la Saft per la produzione integrata di sistemi di trazione equipaggiati con pacchi batteria all’idruro metallico (NiMH) sui Citadis destinati alla municipalità di Nizza. L’accordo riveste una grande importanza per il settore delle forniture destinate a mezzi di trasporto basti pensare che anche la Lohr ha manifestato l’intenzione di concludere un accordo simile per l’equipaggiamento di pacchi batterie per veicoli Translohr destinati in particolare all’Italia. Per Nizza la Saft ha prodotto un sistema di batterie NiMH da 576 V capaci di fornire 80 kWh di potenza continuata. Ogni pacco batteria è equipaggiato di un sistema di raffreddamento dedicato controllato da una logica di controllo (BMC) per il monitoraggio di temperatura, voltaggio e condizioni di carica. In aggiunta al sistema di batterie 576 V NiMH ha completato il sistema alternativo di trazione con un pacco batteria ricaricabile al nichel/cadmio da 24 V (MATRICS MRX) per l’alimentazione di emergenza dei sistemi elettrici di controllo e comunicazione nonché di apertura delle porte. Ogni pacco batteria ha un costo indicativo di 85.000 € ciascuno per una durata di 3,5-4 anni: l’adozione delle batterie come alternativa alla rete aerea ha quindi un costo stimabile di 25.000€/anno per veicolo. 74 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario In Italia filobus con marcia autonoma a batteria circolano ad Ancona (ricostruiti con batterie al Piombo) e Roma (totalmente nuovi, con batterie NiMH). Un’importante novità è rappresentata dall’aggiornamento del Codice della Strada italiano, che consente oggi di progettare ed esercire una linea filoviaria senza costruire il bifilare di alimentazione su una parte del percorso, proprio come fatto a Roma. È bene ricordare che, proprio in rapporto dimensioni/densità di energia fornita da un pacco batterie come quello adottato sui mezzi di Roma la lunghezza massima del tracciato percorribile in marcia autonoma e senza l’ausilio di un motore termico è di circa 2,8-3,20 km. “Innovazione” è nel campo del trasporto elettrico una parola chiave. Vi è dunque un grande interesse per tutte le tecnologie emergenti ed in particolare per: i sistemi a via guidata, per i sistemi di alimentazione alternativi, per la riduzione dei consumi energetici e per l’impiego a bordo di batterie e supercapacitori. I supercondensatori accumulano l'energia elettrica in due condensatori in serie a doppio strato elettrico EDL (Elettrochemical Double Layer). Il supercapacitore più semplice è formato da due elettrodi polarizzabili, un separatore e un elettrolita; il campo elettrico è immagazzinato nelle interfacce tra l'elettrolita e gli elettrodi. Le cariche elettriche si dispongono all’interfaccia elettrodo/elettrolita del SC in modo fisico e non si hanno processi chimici di ossido-riduzione. I supercapacitori sono interessanti per la loro elevata densità di potenza e per la loro grande durata; inoltre, l'immagazzinamento di energia è più semplice e più reversibile rispetto alle batterie convenzionali. Il rovescio della medaglia del processo fisico sta nel fatto che la quantità di carica accumulabile in un SC è limitata e dipende dalla superficie di interfaccia elettrodo/elettrolita. I supercondensatori possono essere di diversa tipologia, differenti per tipo di elettrodo o di elettrolita. Quelli maggiormente studiati e commercializzati utilizzano elettroliti in soluzione acquosa o organica ed elettrodi a base di carbone di alta area superficiale, per aumentare l'area superficiale degli elettrodi si stanno sviluppando materiali contenenti nanotubi di carbonio, altre ricerche mirano 75 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ad ottenere elettrodi composti da film di carbonio nanostrutturato. La presenza di molti vuoti e canali tra i grani di questo film; suggerisce una elevata porosità e una bassa densità del materiale. Misure di riflettività ai raggi X hanno confermato questa ipotesi. Rispetto alla tecnologia basata sui nanotubi, che richiede una sequenza complessa di passi, la deposizione da fasci supersonici di cluster appare una tecnica più semplice e versatile. L'elevata porosità dei film di carbonio nanostrutturato così depositati, fa sì che la grande superficie attiva disponibile (1.400 m2/g) permette di raggiungere i valori seguenti: • capacità specifica 75 F/g • massima densità di energia 76 Wh/Kg • massima densità di potenza 506 KW/Kg I condensatori a doppio strato, rispetto alle batterie elettrochimiche, non sono soggetti ad usura: sopportano più di 500 000 cicli di carica/scarica con una durata di vita minima di 10 anni, senza che la capacità si modifichi in funzione del tempo. È particolarmente importante la loro capacità di poter essere caricati e scaricati a correnti molto elevate. Per questa ragione sono il mezzo adatto per i cosiddetti freni rigenerativi. In questo caso l'energia cinetica dei veicoli viene trasformata in energia elettrica che all'azionamento può essere nuovamente utilizzata. Soprattutto nel traffico cittadino, i cui cicli di guida sono caratterizzati da continue accelerazioni e frenate, è possibile in questo modo risparmiare fino al 25% di energia. Potenziali di risparmio simili risultano nel traffico pubblico locale su rotaia, infatti sono in grado di accumulare l'energia di una metropolitana durante la fermata per poi cederla al riavvio successivo, considerando le numerose fermate e ripartenze di questi mezzi è intuitivo il recupero energetico che ne deriva, per queste applicazioni sono già commercialmente disponibili i sistemi appropriati. Presso l’Istituto CNR-ITAE di Messina è in corso un’attività di ricerca, finanziata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, orientata a sviluppare un SC che per tipologia può ritenersi, sul panorama scientifico internazionale, completamente innovativa. L’innovazione consiste nel realizzare un dispositivo costituito solo da componenti solidi e cioè nell’utilizzare al posto dei tradizionali elettroliti liquidi un elettrolita solido polimerico. A tale tipologia di supercapacitore è stato dato il nome di supercapacitore tutto-solido. Nel medio termine si prevede di ottenere da questo dispositivo migliori prestazioni e maggiore sicurezza e durata dei sistemi convenzionali. 6.2. Accumulo dell’energia a volano L'uso del volano per accumulare energia nei veicoli è molto interessante, poiché può offrire un migliore rapporto capacità energetica/massa rispetto alle batterie. La tecnologia allo stato attuale è ormai matura avendo superato diversi problemi “storici”. L'aumento della massa e del diametro non è praticabile oltre un certo punto nei mezzi mobili, dove si può ricorrere solamente all'aumento della velocità. Un effetto collaterale del volano nei mezzi di trasporto è dato dall'effetto giroscopico, che produce una forza ortogonale se si cerca di variare l'orientamento dell'asse di rotazione. La soluzione consiste nel disporre il volano orizzontalmente, con l'asse parallelo all'asse di rotazione del mezzo. Un aspetto non trascurabile è quello della sicurezza. In caso di incidente con rottura dell'involucro di protezione, il volano continuerebbe a ruotare fino a scaricare l'energia accumulata, oppure potrebbe liberarla molto più bruscamente esplodendo. Per avere un'idea dell'energia che si dovrebbe accumulare in un volano di automobile, si pensi che questa dovrebbe essere perlomeno nell'ordine di grandezza dell'energia chimica contenuta in un normale serbatoio di benzina. Si è stimato che anche dopo avere spento l'automobile, il volano continuerebbe a ruotare liberamente per un paio di settimane prima di fermarsi a causa degli attriti. Sono per questo stati studiati contenitori in kevlar, uno dentro l'altro. In caso di incidente il volano entra in contatto con il contenitore interno portandolo in rotazione. Un fluido interposto tra i due contenitori provvederebbe a disperdere progressivamente l'energia sotto forma di calore. Il contenitore deve inoltre essere in 76 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario grado di resistere all'improvvisa esplosione della ruota per cedimento strutturale. Nonostante siano stati costruiti prototipi di automobili a volano, la tecnologia è ancora largamente immatura ed i costi di questi sistemi sono ancora molto elevati se applicati alla mobilità privata. Il volano è più agevolmente impiegato nei tram, dove le limitazioni di peso e volume sono meno stringenti rispetto all'automobile. La sua funzione è quella di accumulare l'energia cinetica recuperata durante le frenate o - quando nel medio periodo il mercato le renderà disponibili l'energia prodotta da celle a combustibile, per impiegarla durante l'accelerazione. 77 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario GYROBUS: telaio del modello Versuchs-Gyrobus con chassis FBW n. 812 nello stabilimento di Oerlikon (Svizzera). Il veicolo fu testato a Yverdon-les-Bains: poteva percorrere sino a 6 km con una velocità di 50-60 km/h grazie alla sola energia immagazzinata dal volano, caricato in fase di trazione assistita da motori. La carica completa necessitava di un tragitto di almeno 10 km. 78 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 7. L’esercizio filoviario moderno In un sistema filoviario, i cavi dell’alimentazione aerea adoperano isolanti in porcellana, oppure sistemi costituiti da una stampella d’acciaio, e guide metalliche incrociate con intersezioni in bronzo. Le deviazioni avvengono tramite un comando azionato a solenoide, alimentato da appositi contatti eccitati dalla corrente di trazione, che permettono al conducente di condurre tranquillamente – tranquillamente, per inerzia, o, velocemente con potenza - il veicolo lungo la traiettoria da seguire. I cavi ha una sezione di 80 o 107 mm2, con un interasse di 610/700 mm. Sono tenuti a una tensione costante di 600-750 Vcc. Le aste di captazione sono costituite da tubi – rastremati verso l’alto, o strozzati verso il centro d’acciaio. All’interno di ciascuna atra, scorre un conduttore di rame, la cui capacità di raccogliere la corrente è fortemente legata al tipo di pattino in carbonio che scorre lungo la linea aerea, nonché dalla flessibilità del tubo metallico che costituisce il corpo dell’asta. La pressione delle aste sulla linea di contatto, viene mantenuta costante dall’azione di un meccanismo a molla, che lavora in contrasto con la forza di gravità. Il contatto delle aste sulla linea aerea può essere interrotto ritraendo le stesse manualmente, oppure grazie a un sistema a mulinello elettrico, utilizzato soprattutto in casi di emergenza. 7.1. La linea di contatto e di ritorno I costruttori che operano nel campo filoviario, negli ultimi decenni, hanno apportato cambiamenti, a volte notevoli, ai loro prodotti grazie all’utilizzo di tecnologie sempre più moderne, ma nella maggior parte dei casi si è trattato solo di interventi di natura “cosmetica”. Alcuni esempi: i cavi della linea aerea di alimentazione ora utilizzano rivestimenti realizzati tramite isolanti sintetici (GRP) invece dei vecchi isolanti in porcellana; cavi sintetici isolati ravvicinati invece dei soliti fili d’acciaio, per eliminare del tutto gli isolanti separati. Occorrerebbe controllare più frequentemente il riposizionamento durante l’esercizio, dei cavi sintetici isolati, rispetto ai fili d’acciaio con isolanti separati, ma questo è un commento soggettivo. 79 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Sistema di sospensione della linea di contatto. I cavi sintetici hanno una sezione maggiore, a parità di lunghezza, rispetto ai cavi metallici, e questo comporta un’invasività maggiore dei primi rispetto ai secondi, del paesaggio in cui vengono inseriti. Per mantenere ben tesi i conduttori di contatto, la linea aerea viene divisa in tronchi di circa 750 – 1.000 m di lunghezza e alle estremità si eseguono degli amarri con tenditori a contrappesi. L’amarro è un sistema relativamente grezzo, che deve semplicemente mantenere costante la tensione di trazione del filo su cui insiste, tramite dei cilindretti che fungono da contrappeso. I cavi odierni sono costituiti da un tubo di poliestere rinforzato con vetro o carbonio, che ha sostituito i vecchi cilindri d’acciaio. L’uso del poliestere rinforzato ha permesso una riduzione del peso degli stessi cavi, nonché la rimozione delle fasce isolanti – che rivestivano i fili d’acciaio superiormente e inferiormente – anche se l’effetto complessivo è stato quello di incrementare il diametro dei cavi stessi, facendoli, nella maggior parte dei casi, apparire più massicci. Sezione del cavo conduttore. Effettivamente la minor flessibilità dei cavi di alimentazione, spesso comporta l’aggiunta di uno secondo filo di supporto per ciascun cavo, con la funzione di sospensione secondaria per la linea di contatto. E questo ha reso più complicato l’assemblaggio della linea aerea. Alla prova dei fatti i cavi di alimentazione in poliestere, vetroso o carbonato, si sono dimostrati meno flessibili, sebbene molto più leggeri, dei vecchi cavi metallici. Particolare del sistema di sospensione della linea di contatto. 80 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario A prescindere dal materiale utilizzato per i cavi, la linea comprenderà un sistema di sospensione della linea di contatto e di ritorno. Il procedimento logico sarebbe di trattare il sistema di sospensione come una parte della stessa struttura aerea, ad esempio realizzando delle aste in alluminio con una forma più affusolata facendo a meno dell’inserimento di aste più massicce. È proprio in questa direzione che si sta muovendo la Brecknell, Willis. L’idea è quella di ottenere un conduttore bidirezionale, globalmente più leggero e quindi meno massiccio, soprattutto riguardo al grado di invasività visiva. C’è da dire che la linea costituita da un conduttore bidirezionale è senza dubbio più leggera, ma meno attraente di quello a doppio cavo. Durante i test, il cavo bidirezionale ha presentato dei problemi di allineamento, che hanno richiesta l’utilizzo di strutture di sostegno aggiuntive con conseguenze sulla leggerezza della rete aerea. 7.2. Il sistema di sospensione Abbiamo già detto che la linea aerea è costituita da due cavi paralleli posti a una distanza di 600700 mm. Questa distanza è la minima richiesta per evitare i due cavi entrino in contatto (ad esempio a causa del vento) provocando un cortocircuito, ma al contempo siano abbastanza vicini per consentirne un agevole inserimento. Poiché su di essi deve scorrere il pattino di captazione, devono essere mantenuti allineati e perpendicolari. I sistemi tradizionali ricorrevano all’utilizzo di traverse ma una distribuzione accurata dei punti di sostegno può ottenere lo stesso risultato. Il supporto Blackpool utilizza elementi in acciaio inossidabile e alluminio che dimezzano il peso della struttura rispetto ai vecchi componenti in acciaio. Questo tipo di supporto implica l’utilizzo di pendini e traverse in acciaio inossidabile alleggerito per mantenere costante l’allineamento dei cavi. 81 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario La linea aerea di contatto è costituita da un certo numero di pali, posti paralleli al percorso da seguire, che portano a una certa altezza da terra dei bracci o delle mensole a cui venono sospesi i conduttori. I pali di sostegno della rete aerea hanno un diametro minimo (25-30 cm), e ove possibile, vengono combinati con i pali dell’illuminazione. In certi casi, dove la sezione stradale lo permetta, le mensole di sostegno vengono ancorate direttamente alla facciata esterna degli edifici prospicienti. 7.3. I deviatori I sistemi tradizionali utilizzano elementi fusi in ottone o acciaio inossidabile con apposite griffe di scambio. Le loro dimensioni li rendono piuttosto spiacevoli dal punto di vista estetico, complicando il sistema di supporto della struttura, ma tutto sommato sono sufficientemente distanziati da non precludere l’estetica globale della linea di contatto. Brecknell, Willis, nel 1950, durante le ricerche di speciali amarri ad alta velocità, introdusse delle griffe di deviazione che consentissero un attraversamento del pattino a oltre 75 km/h, ottenendo però un elemento di ingombro maggiorato. Il cambio di direzione, oggi, viene effettuato tramite un solenoide elettrico azionato da un circuito di segnalamento, a traccia o a segnale radio, comandato dal conducente. 7.4. Il trolley L’organo che preleva la corrente dalla linea di contatto e la trasferisce ai motori di trazione viene indicato con il nome di presa di corrente. Nelle prese di corrente per linee aeree di alimentazione si hanno strutture metalliche, di solito tubolari, fisse sulla tetto del veicolo e costruite in modo da assicurare, anche nei punti più difficili del percorso, la costante e sicura continuità elettrica fra il conduttore di contatto e i motori di trazione. Naturalmente l’organo di presa deve essere elettricamente isolato rispetto al veicolo sul quale è montato. Il primo tipo comparso, che è poi quello usato per la trazione urbana, è il trolley. In esso il contatto con il conduttore aereo avviene a mezzo di una rotellina nella cui scanalatura viene a trovarsi il filo della linea di alimentazione. La rotellina, in materiale conduttore, è imperniata in una forcella portata a sua volta da un’asta in tubo o profilato d’acciaio, e il complesso viene percorso dalla corrente di alimentazione. Il buon contatto meccanico fra rotella e conduttore aereo viene assicurato tramite un sistema di molle a contrasto che permettono di mantenere la pressione su valori richiesti. L’asta assume una posizione inclinata di circa 45° nel verso opposto al moto e, fino a qualche anno fa, veniva abbassata manualmente, per introdurre il conduttore nella gola della rotella, a mezzo di una corda non conduttrice alla quale era anche affidato il compito di mantenere il trolley nella posizione più opportuna per una buona captazione. Oggi le operazioni di abbassamento e innalzamento sono guidate da un sistema pneumatico installato alla base del trolley. Nel caso dei veicoli filoviari, per i quali si hanno due conduttori di contatto, alla rotella si preferisce un pattino opportunamente sagomato che consente un buon contatto per ogni posizione del veicolo, permettendo anche discreti spostamenti laterali. Le aste, infatti, presentano sono articolate alla base con dei nodi sferici: ciò consente la marcia del veicolo anche se deve procedere spostato rispetto alla linea e se questa varia di quota rispetto al piano stradale. Il trolley, nella versione classica, può essere adottato solo per velocità modeste, al massimo di 30 km/h, in quanto la corrente captabile con sicurezza diminuisce all’aumentare della velocità del veicolo. Le prestazioni del trolley dipendono direttamente dalle dimensioni del captatore di testa e, quindi, del pattino, e vanno a incidere direttamente sul sistema di sospensione della linea di contatto nonché sui costi di manutenzione del sistema stesso. Brecknell, Willis negli anni ’60 cercò di ridurre le dimensioni della testa dei collettori e i test provarono che una testa di contatto semplificata, poteva ridurre la massa totale del captatore da 8 a circa 4 kg. 82 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Particolare della parte superiore del trolley, con il pattino di captazione. Possibili disposizioni della linea di contatto rispetto al trolley. Per le tranvie e le ferrovie urbane, infatti, viene adottato l’archetto a strisciamento, ottenuto con tubi in lega leggera formanti un’intelaiatura dal disegno particolare. Anche in questo caso ci sono un sistema di molle che mantengono la pressione di contatto ai valori desiderati, e l’abbassamento viene ottenuto manualmente a mezzo di corde. La superficie strisciante vera e propria è costituita da un pattino di materiale conduttore, della lunghezza di circa 60 cm, che permette di superare facilmente anche con una certa velocità gli scambi e gli incroci. 83 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Per evitare il continuo passaggio del conduttore di linea su uno stesso punto dello strisciante, che è normalmente in materiale più tenero del rame, con conseguente produzione di un’incavatura sullo stesso per consumo, si tende la linea di contatto a zig-zag, sui vari tronchi, rispetto all’asse del percorso, per uno sfalsamento laterale pari alla larghezza utile dello strisciante. Lo scegli un trolley costituito da una sola asta, con pattino maggiorata, permetterebbe di dare al sistema di captazione filoviario, l’elasticità che caratterizza l’analogo sistema tranviario, soprattutto nell’attraversamento di incroci e deviazioni. Particolare della base d’attacco delle aste del trolley, con i giunti di snodo e gli ammortizzatori. 84 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Effettivamente non sembrano esserci motivi validi per prolungare l’utilizzo del trolley ad aste separate. Se le due aste sono fuse insieme, il peso si riduce notevolmente. Il risultato è un collettore che somiglia più a un pantografo ferroviario a un solo braccio che a un trolley classico. Schema del meccanismo di sollevamento/abbassamento del trolley. Il tubolare del trolley può essere in fibra vetrosa o fibra di carbonio, con i due cavi – alimentazione e ritorno – inseriti entrambi nell’unica asta, facendo attenzione a separarli con un adeguato isolamento esterno per evitare cortocircuiti. L’asta di contatto può essere rastremata verso l’alto, per conferirgli la dovuta elasticità, e per migliorarne l’impatto estetico. Il sistema di posizionamento/ritrazione delle aste, richiede che la disposizione del veicolo nella condizione in cui, il trolley possa essere inserito senza l’intervento manuale. Questo non è possibile per il sistema ad aste parallele senza l’inserimento di scivoli appositi sulla linea aerea. L’asta singola può, invece, essere ingranata automaticamente sulla linea di contatto. Come già detto precedentemente, al sollevamento delle aste (o, meglio, dell’asta) del trolley provvede, generalmente, un sistema pneumatico. Sono preferibili però dei sistemi di sollevamento/abbassamento elettrici, facilmente relazionabili con le apparecchiature di bordo e meno esposti al logorio provocato da scossoni e vibrazioni durante la marcia. 7.5. Innovazione e comfort I passeggeri di un sistema di trasporto apprezzano, a primo impatto, l’accedere a un veicolo in cui il piano di incarrozzamento del marciapiede di fermata sia allo stesso livello del pianale interno del veicolo (meglio se questo è interamente ribassato). Nei paesi anglosassoni questa tipologia del 85 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario marciapiede delle stazioni è nota come profilo Kassel. L’accessibilità delle fermate è la prerogativa principale di un sistema di trasporto, oltre al garantire un cadenzamento adeguato, che può renderlo o no, attraente e quindi competitivo rispetto al mercato. Marciapiedi tradizionali, paragonati ai pianali standard. L’altezza media dei marciapiedi di fermata può variare tra i 150-300 mm (con massimi ove la fermata sia posizionata su marciapiedi di risulta, non adeguatamente dimensionati). In uno studio condotto recentemente in Germania sono stati misurati i profili medi dei marciapiedi di fermata in una decina di grandi città, al fine di poterli confrontare con il sistema del marciapiede tipo Kassel (prodotto dalla tedesca Profilbeton GmbH, Friedensstraße 1, D - 34590 Wabern) che presenta un’altezza di soli 180 mm. 86 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Ne è emerso che lo spazio che mediamente separa, il marciapiede di prova dal pianale degli autobus in servizio varia tra 50-75 mm, con un massimo di 80 mm per le vetture tranviarie. Questo significa che installando un marciapiede di 240 mm di altezza, si ottiene un profilo allineato perfettamente con il pianale dell’85% dei veicoli in circolazione nelle nostre città (che hanno dimensioni simili), mentre per il restante 15% lo scarto è di soli 10-15 mm. Kassel Kerb/PSV boarding step distance test (test confronto del marciapiede Kassel con l’altezza media d’accostamento del pianale degli autobus comunemente in circolazione) Corsa Nota sulla manovra di accostamento Distanza Conducente 1 49 A 2 41.5 A 3 41 A 4 33.5 B Altro conducente 5 29 B Altro conducente 6 116 A In velocità 7 83 A In velocità 8 70 A fig.3 9 49 A fig.4 10 32.5 A Cercando di accostarsi il più possibile 11 62 A Come corsa normale 12 50.25 A Come corsa normale Media Fotografia fig.2 54.73 Tipologie di accostamento ottenute durante la prova: mediamente sono quelli che si possono verificare nelle condizioni di esercizio abituali. 87 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Le misurazioni delle altezze dei marciapiedi è stata effettuata con l’utilizzo di un battente mobile in legno, installato su un furgoncino. Il furgoncino è servito a simulare l’accostamento del veicolo al bordo del marciapiede. Le misure ottenute tramite lo scorrimento del battente su un asta graduata, hanno permesso di ottenere l’altezza media dei marciapiedi. I valori estremi di distanza dalla distanza di prova di 180 mm sono stati di 29-31 mm. Sistemi di guida automatica, come quello previsto dal Civis o dal Phileas, possono garantire un accostamento della vettura al marciapiede di fermata, con un allineamento perfetto, a una distanza del pianale del veicolo dal piano di fermata compreso in uno spazio massimo di 3/5 cm. 88 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 7.6. I vantaggi della marcia guidata I veicoli con marcia guidata presentano notevoli vantaggi, soprattutto a livello di comfort di viaggio. L’accostamento alle fermate può avvenire in maniera perfetta, in modo da garantire una piena accessibilità al mezzo da parte di tutti i viaggiatori. Grazie alla marcia guidata, il conducente è assistito da un sistema di guida elettronico, tramite degli aggiustamenti sull’andatura del veicolo, garantisce una marcia lineare e assolutamente rettilinea. Questo consente la realizzazione di vie di corsa ad ampiezza minimizzata. I cadenzamento sulla linea a via guidata possono essere elevati fino a 3’, senza incorrere nell’accodamento di più veicoli, evitando sprechi di servizio. La modalità guidata garantisce (in tutti i sistemi presenti sul mercato, si veda la parte II del testo) una comfort totale dei passeggeri, grazie alla linearità della marcia, alla regolarità delle frenate e dei spunti di partenza. Modalità guidata di accostamento alla fermata: sono evidenziate le curve a “S” percorse dal veicolo per accostarsi al profilo del marciapiede. La guida assistita permette al filobus, di seguire un percorso prestabilito, come se marciasse lungo dei binari virtuali. Questo sistema di guida si rivela particolarmente vantaggiosa, quando la vettura deve accostarsi al marciapiede per effettuare la fermata. L’accostamento avviene tramite un allineamento perfetto, a una distanza massima dal bordo del marciapiede di 50 mm. Questo 89 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario consente un’accessibilità al mezzo totale, anche ai passeggeri con difficoltà motorie e alle carrozzine. Il sistema, utilizzando componenti industriali tutt’altro che specifici, permette di automatizzare la marcia del veicolo, ovviando anche agli errori del conducente nell’accostamento e nella marcia. L’elaboratore installato a bordo contiene un elenco di informazioni, circa le operazioni da eseguire all’atto dell’accostamento della vettura, calcolate caso per caso partendo dall’elaborazione di un database contenente le distanze progressive e gli angoli di accostamento, a partire da un determinato angolo di partenza dell’operazione, prefissato a mano o “visto” automaticamente dal sistema. Elaborando i dati in tempo reale, il sistema consente di ottimizzare e velocizzare le operazioni di fermata, che sono quelle che, in termini di economia di tempo creano i maggiori ritardi sulle linee di trasporto pubblico. Non sono richieste infrastrutture aggiuntive. Architettura del sistema di guida elettronica. 90 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Appena il veicolo è prossimo alla fermata, le aste del trolley innescano il sistema di guida assistita passando su un micro-switch installato sulla linea aerea, fissato in modo da interagire con il pattino del trolley. Il codificatore installato sotto la base del trolley fornisce immediatamente l’angolo relativo secondo il quale sono disposte le aste di captazione rispetto all’asse della linea aerea, inviandolo al computer di bordo. Questo angolo è confrontato, tramite un software apposito, con una serie di valori possibili, ognuno dei quali rappresenta la curva “S” che il veicolo compie nell’accostarsi al profilo del marciapiede. L’angolo di deviazione calcolato viene trasmesso a un motore elettrico installato sul pignone dello sterzo. Questo, con dei micro-colpi guida le ruote anteriori secondo l’angolo indicato. Questa correzione comporta una variazione dell’angolo del trolley, che viene immediatamente percepita dal codificatore, dando l’avvio a un nuovo calcolo e quindi a un successivo riposizionamento della vettura. Questo ciclo continua finquando la vettura non si arresta, perfettamente allineata con il marciapiede. Il conducente può, in qualsiasi momento, riassumere istantaneamente la guida del veicolo. Infatti, l’avvio della procedura, da parte del deviatore (micro-switch) installato sulla linea di contatto, può essere in qualsiasi momento annullata dal conducente. Usando un codificatore angolare ad alta precisione, in grado di leggere l’angolo assoluto di posizionamento del veicolo, piuttosto che gli angoli incrementali che necessitano un conteggio, non solo si ovvia al fatto di non dover eseguire alcun calcolo iniziale per ogni procedura, ma si garantisce il sistema da eventuali sbalzi di corrente che potrebbero far perdere l’”orientamento” al sistema (cioè perdere, in un dato istante, il valore di veicolo “in rettilineo” con l’asse del percorso). Fermata tipo di un moderno sistema filoviario (promontorio di fermata). A causa della natura flessibile della rete aerea – che è il componente utilizzato per la marcia guidata – non è garantito in alcun modo l’eventuale allineamento del veicolo al profilo del marciapiede. La marcia guidata dovrebbe, in effetti, affidarsi a un elemento rigido. Questo eviterebbe il gioco prodotto dalle oscillazioni delle aste del trolley, capace di provocare uno scarto difficilmente quantificabile, di volta in volta. Le fermate in curva, quando non siano evitabili, richiedono l’aggiunta di una procedura logica di controllo (fuzzy logic) nel software, per smorzare gli effetti provocati dalla curvatura della linea aerea, che viene letta dal sistema come una serie di 91 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario segmenti rettilinei secondo i quali tende ad allinearsi il veicolo procedendo con una marcia irregolare, con sobbalzi e sussulti. Per essere in grado di riprendere la marcia guidata, per esempio dove aver evitato manualmente un ostacolo, la sovrapposizione delle operazioni eseguite dal conducente agisce direttamente sul motore, non sul sistema di monitoraggio passo-passo dell’angolazione del veicolo. Il sistema infatti, può riprendere automaticamente la marcia guidata, qualora la vettura sia ancora i fase di allineamento. La fermata come catalizzatore micro-urbano. Il sistema di accostamento non dipende dalla particolare distanza che separa il veicolo dalla fermata. Tuttavia, nell’algoritmo di calcolo si assume che le operazioni di accostamento inizino a una distanza minima prefissata concordemente con il sistema di clock (temporizzatore) del decodificatore. 7.7. I vantaggi ambientali di un sistema filoviario Il filobus, come già ripetuto più volte, implica i vantaggi ambientali maggiori per un sistema di trasporto collettivo: • • • Zero emissioni a livello stradale; Bassissimo livello di rumorosità; Livello di emissioni il più ridotto possibile, considerando anche il ciclo di produzione e distribuzione dell’energia di trazione; 92 Muoversi naturalmente • • • il trasporto filoviario Consumo di fonti energetiche non rinnovabili ridotto al minimo possibile; Produzione globale di gas – serra, come la CO2, ridotto al minimo possibile; Possibilità futura di emissioni zero per tutto il sistema. TIPO DI TRAZIONE Particellato NOx CO Diesel tradizionale Diesel “verde” Gas naturale Ibrido diesel/electrico Filobus (fonte: rete di distribuzione) Filobus (fonte: centrale termica) Filobus (fonte: centrale idroelettrica) Filobus (fonte rinnovabile) 1.3-3.5 0.1-1.77 0.016-0.051 0.017-0.23 22.0-38.0 10.75-21.0 3.60-13.0 6.64-8.6 10.0-30.0 3.1-24.3 5.63-6.0 0.08-2.5 0-0.2 2.91-3.69 0.056-0.144 0 1.98-3.12 0.04-0.06 0 0 0 0 0 0 Grafico comparativo delle emissioni prodotte globalmente (Tbus = trolley bus, filobus) Dati: Northeast Advanced Vehicle Consortium, U.S. Office of Transportation Technologies, U.S. Environmental Protection Association, BC TransLink, Edmonton Transit System, Edmonton Power, EPCOR, San Francisco Municipal Railway. 93 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Stima delle emissioni prodotte considerando globalmente le diverse tipologie di trasporto, considerando anche CO2, NOx, CH4, NMHC e CO in g/km equivalenti di CO2. Dati: Northeast Advanced Vehicle Consortium, Edmonton Power, San Francisco Municipal Railway. Le vetture filoviarie moderne, costruite in materiale leggeri come l’alluminio, veloci e a emissioni nocive nulle sono concepite per muoversi nel traffico, rispettando l’ambiente. 94 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Diesel bus Filobus Mjoule/veicolo/km 24.1 9.84 Rendimento energetico. Le esperienze hanno mostrato che le vetture filoviarie sono circa tre volte più efficienti degli autobus diesel tradizionali. Gran parte di quest’efficienza è data dal fatto che le vetture filoviarie sono spesso impiegate su tratte a domanda elevata, nonché dalla documentata preferenza dei viaggiatori per questo sistema di trasporto. Rumore fastidioso Diesel bus CNG bus Bus a idrogeno Filobus Strada tranquilla 90+ 80-90 ±75 <70 50-60 60 Rumorosità. Il filobus, poiché la rumorosità prodotta è misurata su una scala logaritmica, è ben 175 volte più silenzioso di un autobus diesel tradizionale. 95 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Costi ambientali e salute pubblica, dei sistemi di trasporto pubblico Costi del danno ambientale provocato dagli ossidi di azoto (g/km per costo per tipo di danno in € cent/grammo) FA = frequenza elevata; FB = frequenza bassa Diesel convezionale FA Diesel convenzionale FB Foreste equivalenti Foreste equivalenti 22 x 0,7 38 x 0,7 2,31 3,99 Diesel “verde” FA Diesel “verde” FB Foreste equivalenti Foreste equivalenti 10,75 x 0,7 21 x 0,7 1,13 2,20 CNG FA CNG FB Foreste equivalenti Foreste equivalenti 3,6 x 0,7 13 x 0,7 0,39 1,36 Ibrido FA Ibrido FB Foreste equivalenti Foreste equivalenti 6,64 x 0,7 8,6 x 0,7 0,696 0,903 Filobus FB Filobus FA Foreste equivalenti Foreste equivalenti 2,91 x 0,7 3,69 x 0,7 0,306 0,387 Diesel convezionale FA Diesel convenzionale FB Colture equivalenti Colture equivalenti 22 x 0,008 38 x 0,008 0,264 0,456 Diesel “verde” FA Diesel “verde” FB Colture equivalenti Colture equivalenti 10,75 x 0,008 21 x 0,008 0,129 0,252 CNG FA CNG FB Colture equivalenti Colture equivalenti 3,6 x 0,008 13 x 0,008 0,043 0,156 Ibrido FA Ibrido FB Colture equivalenti Colture equivalenti 6,64 x 0,008 8,6 x 0,008 0,079 0,102 Filobus FB Filobus FA Colture equivalenti Colture equivalenti 2,91 x 0,08 3,69 x 0,08 0,034 0,045 96 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Diesel convezionale FA Diesel convenzionale FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 22 x 0,8 38 x 0,8 2,64 4,56 Diesel “verde” FA Diesel “verde” FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 10,75 x 0,8 21 x 0,8 1,29 2,52 CNG FA CNG FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 3.6 x 0,8 13 x 0,8 0,432 1,56 Ibrido FA Ibrido FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 6,64 x 0,8 8,6 x 0,8 0,796 1,032 Filobus FB Filobus FA Edifici equivalenti Edifici equivalenti 2.91 x 0,18 (rurale) 3.69 x 0,18 (rurale) 0,078 0,099 Qualunque 0 0 Qualunque 0 0 Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza alta (FA) Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza bassa (FB) Costi totali in termini di emissioni di NOx in € cent/km: Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG (compressed natural gas) Ibrido Filobus (adduzione da rete) Filobus (fonte rinnovabile) 5,214 – 9,006 2,548 – 4,977 0,853 – 3,081 1,572 – 2,037 0,418 – 0,531 0 Costi del danno ambientale provocato dalle polveri sottili (g/km per costo per tipo di danno in € cent/grammo) 97 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Diesel convezionale FA Diesel convenzionale FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 1,3 x 0,08 3,5 x 0,08 0,156 0,42 Diesel “verde” FA Diesel “verde” FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 0,1 x 0,08 1,77 x 0,08 0,012 0,213 CNG FA CNG FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 0,016 x 0,08 0,051 x 0,08 0,0015 0,006 Ibrido FA Ibrido FB Edifici equivalenti Edifici equivalenti 0,017 x 0,08 0,23 x 0,08 0,0015 0,027 Filobus FB Filobus FA Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza alta (FA) Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza bassa (FB) Edifici equivalenti Edifici equivalenti 0 0,2 x0,018 (rurale) 0 0,006 Qualunque 0 0 Qualunque 0 0 Costi del danno ambientale provocato dalle polveri sottili su foreste, colture ed edifici provocato da NOx e polveri sottili (emissioni contaminanti per veicolo secondo le modalità trasporto) Sistema di propulsione Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG Ibrido Diesel/Elettrico Filobus (adduzione da rete) Filobus (fonti rinnovabili) € cent / km 5,37 – 9,42 2,56 – 5,19 0,85 – 3,09 1,57 – 2,07 0,42 – 0,54 0 98 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Costi dei danni alla salute provocati dalle polveri sottili e dagli ossidi di azoto (g/km per costo per tipo di danno in € cent/grammo) A. Costi sanitari dovuti al particellato. Diesel convezionale FA Diesel convenzionale FB 1,3 x 5,63 3,5 x 5,63 10,978 29,557 Diesel “verde” FA Diesel “verde” FB 0,1 x 5,63 1,77 x 5,63 0,8445 14,9475 CNG FA CNG FB 0,016 x 5,63 0,051 x 5,63 0,1351 0,4306 Ibrido FA Ibrido FB 0,017 x 5,63 0,23 x 5,63 0,1435 1,942 0 0,2 x 0,88 0 (rurale) 0,264 (rurale) 0 0 0 0 Filobus FB Filobus FA Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza alta (FA) Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza bassa (FB) B. Costi sanitari dovuti agli ossidi di azoto. Costi del NOx totali calcolati da costi sanitari direttamenti dovuti al NOx + NOx aerosols + NOx dovuto all’ozono (smog). Diesel convezionale FA Diesel convenzionale FB 22 x 0,18 + 22 x 0,31 + 22 x 0,14 38 x 0,18 + 38 x 0,31 + 38 x 0,14 20,79 35,91 10,75x0,18 + 10,75x0,31 + 10,75x0,14 21 x 0,18 + 21 x 0,31 + 21 x 0,14 10,158 19,845 CNG FA CNG FB 3,6 x 0,18 + 3,6 x 0,31 + 3,6 x 0,14 13 x 0,18+13 x 0,31+13 x 0,14 3,402 12,285 Ibrido FA Ibrido FB 6,64 x 0,18 + 6,64 x 0,31 + 6,64 x 0,14 8,6 x 0,18 + 8,6 x 0,31 + 8,6 x 0,14 6,274 8,127 1,98 x 0,04 +1,98 x 0.31+1,9 x 0,14 3,12 x 0,04+3,12 x 0,31+3,12 x 0,14 1,455 (rurale) 2,293 (rurale) 0 0 0 0 Diesel “verde” FA Diesel “verde” FB Filobus FB Filobus FA Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza alta (FA) Filobus (fonte rinnovabile) Frequenza bassa (FB) 99 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario C. Costi sanitari totali, dovuti al particellato e agli ossidi di azoto. Sistema di propulsione Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG Ibrido Diesel/Elettrico Filobus (adduzione da rete) Filobus (fonti rinnovabili) € cent / km 31,768 – 65,542 11,003 – 34,725 3,537 – 12,715 6,431 – 10,069 1,455 – 2,557 0 Costi del danno ambientale provocato dalle polveri sottili su foreste, colture ed edifici provocato da NOx e polveri sottili (emissioni contaminanti per veicolo secondo le modalità di trasporto) Polveri sottili (PM): Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG Ibrido (Diesel/Elettrico) Filobus (alimentazione da rete) Filobus (fonti rinnovabili) 10,95 – 29,55 0,75 – 15,0 0,13 – 0,45 0,15 – 1,95 0 – 0,3 0 Emissioni di ossidi d’azoto (NOx): Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG Ibrido (Diesel/Elettrico) Filobus (alimentazione da rete) Filobus (fonti rinnovabili) 20,85 – 35,85 10,05 – 19,8 3,45 – 12,3 6,3 – 8,1 1,5 – 2,25 0 Costi totali dovuti al particellato e agli ossidi di azoto: Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG Ibrido (Diesel/Elettrico) Filobus (alimentazione da rete) Filobus (fonti rinnovabili) 31,8 – 65,4 10,95 – 34,8 3,6 – 12,75 6,45 – 10,05 1,5 – 2,55 0 NOTE: I dati sono stati calcolati in base alla ricerca, pubblicata nel 1997, “Fuel location effects on the damage costs of transport emissions”, Journal of Transport Economics and Policy, 31 (1), pp. 5-24. Ricerca basata su calculi di dati raccolti dal Northeast Advanced Vehicle Consortium, U.S. Office of Transportation Technologies, U.S. Environmental Protection Association, BC TransLink, Edmonton Transit System, EPCOR, San Francisco Municipal Railway. 100 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 101 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Percentuale del riscaldamento globale legata alle emissioni di CO2 (*) dei veicoli di trasporto pubblico Calcolati allo 0.0006 € cent / grammo di CO2 Sistema di propulsione Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG Ibrido (Diesel/Elettrico) Filobus (da rete) Emissioni di CO2 (g/km) Costo (€ cent/km) 1,550-2,200 (media = 1,875) 0,62 – 0,88 (media = 0.75) 1,551–1,896 (media = 1,723.5) 0,62 – 0,76 (media = 0.689) 1,386–1,881 (media = 1,633.5) 0,554 – 0,752 (media = 0.653) 1,453–1,731 (media = 1,592) 0,58 – 0,69 (media = 0.64) 0 0 (*): N.J. Eyre, E. Ozdemiroglu and P. Steele (1997) in “Fuel location effects on the damage costs of transport emissions”, Journal of Transport Economics and Policy, 31 (1), pp. 5-24. Dati Diesel e CNG raccolti dal U.S. Office of Transportation Technologies, dati sui veicoli ibridi da Hybrid Electric Drive Heavy Duty Vehicle Testing Project—Final Emissions Report, Northeast Advanced Vehicle Consortium, West Virginia University, February 2000. I dati sui filobus sono stati stimati considerando un consumo energetico di 3.0 kWh/km. NOTA: gli altri gas-serra come NOx, CH4 e VOC non sono stati inseriti nella ricerca, per la mancanza di dati sufficienti a valutarne il peso. Tabella riassuntiva dei danni all’ambiente e alla salute dai sistemi di trasporto pubblico (costi espressi in € cent/km) Tipologia Diesel convenzionale Diesel “verde” CNG Ibrido Diesel/Elettrico Filobus (alimentazione da rete) Filobus (fonte rinnovabile) Costi sanitari Costi ambientali 48,6 22,90 8,17 8,25 7,39 3,88 1,98 1,83 Riscaldamento globale dovuto alla sola CO2 1,12 1,12 1,03 0,97 2,02 0,48 0,96 3,46 0 0 0 0 Stima dei costi totali 57,12 27,91 11,19 11,05 102 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Nota 1: A causa dei ridotti livelli di produzione sul mercato europeo, le vetture filoviarie allo stato attuale, costano il doppio rispetto agli autobus diesel. Le proiezioni future indicano una sostanziale parità di costi tra i due sistemi. Nota 2: I costi di occupazione stradali sostanzialmente, sono suddivisi con il resto dei veicoli in circolazione. Nota 3: Costi di produzione dell’energia indicativi. Attualmente i costi sono elevati, perché gravati da un sistema di tassazione elevato. Nota 4: Include tutti i costi commerciali, mentre sono esclusi i costi ambientali. Nota 5: La conversione dei combustibili primari in energia utile potrebbe essere eseguita in maniera più efficiente, minimizzando i consumi o concentrando la produzione in centrali fisse, piuttosto che direttamente a bordo dei veicoli. Nota 6: In accordo con i recenti dati OMS, che indicano un forte incremento delle patologie mortali causate dalla cattiva qualità dell’aria. 103 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 8. Nuovi progetti 104 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Tbus network for London Progetto di elettrificazione delle principali linee di autobus di Londra Il progetto, elaborato dalla società di Trasporti Londinese e dalle autorità municipali, mira alla reintroduzione delle filovie nella capitale inglese. L’intento è quello di convertire al trasporto elettrico le direttrici su cui si registrano le domande più elevate (gli stessi criteri utilizzati a Roma, snella redazione del progetto di elettrificazione delle linee espress). Il progetto però, oltre che a fornire una soluzione a problemi di tipo prettamente trasportistico, si pone come un vero e proprio progetto urbano. Il sistema filoviario viene utilizzato non come un semplice mezzo di trasporto, ma un episodio urbano di riferimento essenziale nella qualificazione dei vari contesti urbanistici e, principalmente, di quelli più periferici e degradati. L’effetto strutturante, di caratterizzazione formale e di identificazione urbana esercitato dall’infrastruttura elettrica nella parti di città interessate dal tracciato viene reso evidente e incisivo, attraverso interventi di riqualificazione dello spazio collettivo e di valorizzazione degli elementi urbani emergenti esteso all’intero sistema dei luoghi urbani e degli ambiti interessati. Tali interventi, riguardano soprattutto la qualificazione morfologica e funzionale dei luoghi centrali, dei nodi di scambio, degli attestamenti di rete e dei contenitori edilizi speciali, ma attenzione primaria viene riservata anche al disegno dei microspazi urbani – banchine d’attesa, varchi d’ingresso e uscita, attraversamenti pedonali, piccole piazze, intersezioni viarie, ecc. – la cui importanza si rivela spesso tutt’altro che secondaria nella definizione dello spazio collettivo di pertinenza dell’infrastruttura, e all’arredo e ai manufatti di servizio. Così nella disposizione dell’arredo e degli elementi tecnici di servizio un accorgimento di positiva valenza progettuale è stato l’adozione di elementi progettati espressamente per il singolo intervento, o comunque dotati di forme distintive e non convenzionali. Anche nei casi di interventi di microurbanistica, è in ogni caso di positivo impatto l’effetto di riferimento visivo e di identificazione urbana determinato dalla singolarità della forma architettonica, dalla forma e dalla cura degli elementi di dotazione tecnica e di arredo, dalla presenza di dettagli costruttivi distintivi e unificanti. 105 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 106 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Prima parte funzionale del progetto London Tbus (Trolley Bus). 107 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Trans Val de Marne, Parigi Nel Piano Direttore urbanistico del’Ile-de-France (Schéma Directeur d’Aménagement ed d’Urbanisme d’Ile-de-France), l’Amministrazione pubblica aveva previsto, sin dal 1976, una linea veloce di trasporto collettivo anulare, tutt’intorno a Parigi. Attraversando i principali poli urbanistici, questo raccordo dovrebbe permettere agli abitanti di accedere direttamente al centro amministrativo, industriale e commerciale del proprio dipartimento, senza passare per il centro di Parigi. Moltiplicando le corrispondenze, il grande raccordo ha il grande pregio di rinforzare e strutturare la rete dei trasporti pubblici proprio dove questa tende a dilatarsi troppo nella sterminata banlieu, strutturandola al punto di migliorarne e incoraggiarne l’utilizzo. La linea circolare è stata divisa in tratte funzionali, settore per settore. Per ogni settore si è determinata la tipologia trasportistica più idonea: tram a Saint-Denis e Bobigny, a La Défense e Issy, autobus veloce ad Halles de Rungis e Saint-Maur. Una caratteristica accomuna però i diversi siti del progetto: il sito proprio. Questo orientamento consiste nel riservare una parte della carreggiata stradale al trasporto collettivo, integrando l’intervento con una riprogettazione e un miglioramento del contesto urbano circostante. Qualità, efficienza e rapidità. Questa è la filosofia scelta dalle autorità regionali per migliorare la qualità della vita nella conurbazione parigina. Sulla linea è previsto l’utilizzo di soli bus articolati, eventualmente elettrici con guida assistita. 108 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Per gran parte del percorso, il TVM corre lungo un’importante arteria di scorrimento, la RN 86, sulla quale il traffico è stato alleggerito dall’apertura dell’autostrada A86. Questo permetterà di ridurre le corsie dedicate al traffico stradale, permettendo l’inserimento della via di corsa del TVM, in corsia totalmente riservata. Tre eccezioni: il viadotto che sovrappassa lo svincolo Pompadour e la RN 186 a sud del cimitero di Thiais e il ponte che permetterà al TVM di superare l’innesto dell’A86. In coincidenza degli svincoli, la corsia riservata s’interrompe per ridursi a una linea di segnalamento tracciata sulla superficie stradale. Tutti gli incroci saranno equipaggiati con un sistema semaforico asservito che assegnerà sempre la priorità al passaggio dei mezzi del TVM. La larghezza della piattaforma varia tra gli 8 e i 13 m, a seconda della configurazione locale. Impianto baricentrico del sito proprio del TVM. Impianto laterale della corsia riservata al TVM. 109 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Genova l 12 febbraio 2007 i filobus sono tornati sulle strade genovesi, addirittura con una grande festa nei giardini di Brignole. Il sistema è stato adottato sulle linee 20 e 30, il cui percorso è stato parzialmente modificato a seguito dei lavori eseguiti. I diciassette bus filosnodati Van Hool modello AG 300T (numero di serie AMT: 2101-2117), con motore di trazione elettrico e motore ausiliario rispondente alle normative euro 4, sono completamente bimodali, in grado cioè di fare servizio di linea anche in marcia autonoma. +Elevato comfort di viaggio, corridoi interni spaziosi, ampi vetri e piattaforma di accesso più confortevole sono le caratteristiche di qualità di questo nuovo filobus a servizio di tutta l’utenza. Il ritorno del filobus a Genova riafferma il programma di rafforzamento del trasporto pubblico locale "pulito" da parte della Civica Amministrazione, in perfetta coerenza con gli indirizzi della comunità europea, che troveranno solenne conferma nel libro verde comunitario sui trasporti, in corso di preparazione e in coerenza con gli obiettivi di miglioramento complessivo della qualità ambientale perseguiti dal Comune di Genova. Il progetto si inquadra anche nell'ottica di realizzare una grande isola ambientale nel centro della città, affidando nel tempo il trasporto delle persone e delle cose a mezzi a limitato o nullo impatto ambientale. Questi elementi sono presenti nel redigendo piano urbanistico della mobilità di prossima approvazione dalla Giunta Comunale, elaborato secondo gli indirizzi espressi dal Consiglio Comunale. Il filobus ritorna a Genova, a dieci anni esatti dall'inaugurazione della prima rete filoviaria dopo la dismissione avvenuta negli anni '70. Nel 1997 i primi filobus comparivano per le strade genovesi, 110 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario la ricorrenza di oggi vuole essere anche un rilancio per la filovia genovese, offerta e dedicata a tutta la città e un impegno per AMT nel suo sviluppo futuro. Sono stati posati oltre 9.000 metri di linea aerea, posizionati 113 pali e paline di sostegno, infissi 329 ancoraggi a parete e tesi più di 7.000 metri di funi di sostegno in acciaio. I lavori sono stati eseguiti in modo da ridurre al minimo le interferenze con la viabilità cittadina: i conduttori aerei in via Gramsci, via Buranello, via Cantore sono stati sempre posati nelle ore notturne. Le nuove sottostazioni elettriche, di piazza Portello e via Buranello, come quella trasferita da piazza Acquaverde a via Mura degli Zingari, sono state costruite con tecnologie atte a garantire la massima affidabilità e sicurezza della filovia. L'intero impianto di trasporto è controllato a distanza da postazioni informatizzate, tramite un sistema di telegestione, che gestisce le apparecchiature installate nelle quattro sottostazioni elettriche di piazza Verdi, piazza Portello, Mura degli Zingari e via Buranello. Un problema specifico ha rappresentato il montaggio della rete aerea nel sottovia ferroviario di Piazza Montano, lungo il prolungamento della rete fino a Sampierdarena; stante la ridotta altezza del sottovia (4,20m), si è fissata la rete aerea sopra il marciapiede pedonale, proteggendola dal basso con idonee grigliature isolate, per evitare contatti accidentali verso l’alto dai pedoni. Le ripetute prove in preesercizio hanno dimostrato la praticabilità e bontà della soluzione adottata. I 17 bus filosnodati Van Hool modello new AG 300T, con motore di trazione elettrico e motore ausiliario rispondente alle normative euro 4, sono completamente bimodali, in grado cioè di fare servizio di linea anche in marcia autonoma. Amt conferma così il proprio impegno per una mobilità sostenibile, rispettosa della qualità della vita dei genovesi. La reintroduzione degli attuali 20 filobus F15 di Ansaldo Breda, sottoposti a restyling tecnico ed estetico, permetterà di ridurre sulla linea 30 le emissioni di polveri, con la diminuzione in un anno di inquinanti pari a 1,5 tonnellate di monossido di carbonio, 380 chilogrammi di PM (particolato) e 6,3 tonnellate di ossidi di azoto, senza contare la riduzione dell'inquinamento acustico grazie alla silenziosità del motore elettrico. In previsione dell'entrata in servizio della filovia e per assicurarne in tempi rapidi l'effettivo esercizio, Amt, secondo gli impegni assunti nel proprio Piano Industriale, ha avviato un progetto di "cultura filoviaria" mirato alla reintroduzione della mentalità filoviaria in azienda con: • formazione del personale di guida e controllo, per un totale di 2000 ore complessive comprese le ore di abilitazione filoviaria ministeriale, • progettazione del servizio; • sistemazione dei mezzi nella Rimessa di Sampierdarena per ottimizzare il servizio in funzione dei flussi di carico, più alti dalla periferia verso il centro. 111 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 112 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 113 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Bologna: circolare in filobus Dopo più di vent’anni, il 14 ottobre 2002, torna il filobus sulle circolari 32/33 di Bologna. Le nuove circolari seguono di 12 anni la prima reintroduzione del filobus a Bologna, con l’istituzione della linea 13 (avvenuta il 20 aprile 1990). Secondo i piani iniziali, le circolari dovevano essere ripristinate poco dopo la reintroduzione del filobus in città. Ma vari problemi di ordine tecnico e politico ne hanno procrastinato fino a oggi la realizzazione. La svolta si è avuta nella primavera del 2002, con l’inizio dei lavori che hanno riguardato la sostituzione integrale del bifilare e di buona parte dei tiranti trasversali, nonché del rifacimento dei pendini elastici di attacco. L’aver lasciato, dopo la soppressione, tutto il bifilare della vecchia rete ha, in effetti, aiutato a ripristinare la filovia, non tanto per la tecnologia, poiché avrebbe dovuto essere rinnovato, quanto per i “permessi”, dato che era già in opera un qualcosa che dal punto di vista della normativa, richiede complicate procedure di costruzione ex-novo. La reinstallazione della filovia si è conclusa nella tarda estate 2002, dopo la posa in opera degli incroci aerei con la filovia 13 e con la nuova filovia 14 (prevista per la fine del 2003). Effettuata il 20 settembre la prova di collaudo con una carovana di 3 filobus (di cui uno da 18 metri, in quanto, nelle ore di punta, è previsto l’utilizzo degli snodati sul 33) e un carro scala accodato per ogni evenienza, la data di inaugurazione è stata fissata per il 14 ottobre, con l’immediato inizio del servizio commerciale. La nuova filovia misura otto km, che uniti ai tredici della già in esercizio linea 13 portano a ventuno km il totale dell’attuale rete bolognese. La linea aerea è del tipo elastico Kummler & Matter (tipologia del resto comune alle filovie bolognesi sin dagli anni Cinquanta) con tiranti trasversali dotati di isolatore in porcellana. La filovia non presenta scambi aerei, ma 3 incroci: due con la filovia 13 a Porta S. Stefano e a Porta S. Felice, e uno a Porta S. Isaia con il ramo già realizzato della futura filovia 14. A Porta S. Vitale, il bifilare è invece già predisposto per ricevere gli incroci con il ramo est (ancora da costruire) della stessa filovia 14. Tutti gli incroci sono realizzati secondo le più moderne tecnologie costruttive e con una sospensione tale da rendere praticamente nulli i rischi di scarrucolamento dei trolley. In punti 114 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario prefissati della rete sono stati installati i consueti coppi in materiale plastico che, unitamente alla fila di punti bianchi dipinti sull’asfalto e ad un apposito cartello di arresto, permettono ai mezzi provenienti dai depositi di posizionarsi opportunamente sotto il bifilare per effettuare l’aggancio automatico delle aste. Nei due depositi della città, “Battindarno” e “Due Madonne”, non c’è infatti alcuna alimentazione elettrica e di conseguenza le vetture devono manovrare in marcia autonoma con motogeneratore diesel. Ma il vero futuro a marcia autonoma è tuttavia già diverso, interamente a batteria, ovvero col sistema all electric già in sperimentazione ad Ancona è che equipaggerà le vetture Transelektro-Ganz della nuova filovia di Roma. Praticamente tutti i viaggiatori hanno notato in maniera positiva il cambiamento e sui volti, per una volta felici, si poteva leggere: “finalmente è tornato il filobus!”. Già, non più scossoni e vibrazioni, ma un viaggio nel comfort di una marcia tranquilla e silenziosa. Qualche mugugno tuttavia c’è stato, da parte di alcuni conducenti, che si sono lamentati per i lunghi tratti neutri in prossimità degli incroci aerei con la filovia 13, dove non si può contare sulla trazione dei motori. “Passaggi”, è vero, difficili da superare in condizioni di traffico critico. Ma l’esperienza di guida basterà certamente da sola a risolvere il problema. Le vetture utilizzate per prime sulla linea 13 sono le moderne BREDABUS 4001 LL.12F136 e le MENARINI Monocar F220LU. I filobus di 12 metri sono dei cosiddetti trimodali, perché, oltre a un motore diesel di 3.190 cc che permette l’impiego della marcia autonoma al di fuori della rete, possono anche marciare a batterie. Si evidenzia il fatto che questi nuovi filobus potessero, finalmente, staccarsi in qualunque momento e riattaccarsi al bifilare “dove si vuole”. La teoria della superiorità dei trimodali tenne duro per un annetto, fino al 1991. Poi, nel periodo ’91-’92 fu necessario rifare per l’ennesima volta il fondo di 115 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario via Santo Stefano e l’ATC decise di servirsi della marcia autonoma in servizio. E i nodi vennero al pettine. Il generatore diesel permetteva la marcia a 50 km/h, e avrebbe dovuto garantire la possibilità di usare indifferentemente la vettura come autobus o come filobus. Ma si rivelò terribilmente rumoroso, il doppio del rumore di un autobus degli anni ’70, e incapace di fornire accelerazioni accettabili. Interessante era, comunque, l’uso di meccanismi di sollevamento automatico delle aste con specifici segnali sul manto stradale: alle fermate in cui si prevedeva il ritorno alla trazione elettrica vennero dipinte due file di puntini sul selciato, e sui bifilari furono installate apposite slitte per l’innalzamento automatico delle aste. Il sistema avrebbe dovuto funzionare mantenendo le ruote del lato sinistro del filobus fra le due file di puntini: la difficoltà consisteva, appunto, nel fermare il filobus nella posizione giusta! Praticamente, riusciva in media un sollevamento su quattro. In caso di malfunzionamento si verificava che le aste mancassero completamente le slitte, oppure che un’asta sola centrasse il filo sbagliato. Per evitare di ridicolizzare il servizio filoviario, nel corso di successivi lavori sulla rete furono spostati i bifilari sul lato sinistro della carreggiata, in modo da evitare l’uso della marcia autonoma. Ma proprio gli inevitabili “difetti di gioventù” hanno permesso a tecnici e specialisti di rendere affidabile e preciso il sistema automatico di sollevamento e di contatto delle aste con il bifilare. Nel 1997 vengono introdotti i nuovi filobus da 18 metri AUTODROMO Blusotto, su telaio MAN NGT204F. Un altro ordine si è aggiunto nel 1999, con 15 esemplari della seconda serie diversi dai precedenti sia per la nuova livrea rosso Bologna, sia per un aggiornamento dell’equipaggiamento elettrico/elettronico. Questi nuovi filobus sono caratterizzati da un ottimo spunto ottenibile sotto i 3 km/h, e un’accelerazione brillante che diminuisce al di sopra dei 30 km/h. e così, il filobus a Bologna, è tornato a ricevere l’apprezzamento dell’utenza, soprattutto per il forte contributo fornito nella lotta contro l’inquinamento. Il futuro del trasporto filoviario bolognese è però nel TPGV, progetto di Trasporto Pubblico a Guida Vincolata, elaborato dal Comune di Bologna e ATC s.p.a. Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico a guida vincolata, che ponga le basi per una forte ristrutturazione del sistema di trasporto pubblico cittadino, unendo tre capisaldi dell’area metropolitana bolognese sulla direttrice est-ovest della via Emilia: Borgo 116 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Panigale, Stazione Centrale, San Lazzaro. Il sistema di trasporto pubblico a guida vincolata proposto è realizzato tramite veicoli bimodali, di tipo filoviario. La rete stradale è così suddivisa: • 51,3% sede promiscua libera; • 13,4% sede promiscua riservata (TPGV e autobus); • 35,3% sede propria riservata. Nei tratti comuni a più linee la frequenza è pari a 2,5 minuti. Sul tracciato sono previste complessivamente 64 fermate, delle quali 23 a Borgo Panigale e il centro cittadino, 28 fra il centro e San Lazzaro, 4 lungo la diramazione per la Stazione, 5 lungo la diramazione per via Genova e, infine, 4 lungo la via Caselle. La distanza media tra le fermate è di circa 300 m. Per il tipo di mezzo è previsto l’appalto concorso, quindi non è ancora stato individuato il mezzo. Vi è però la richiesta delle seguenti caratteristiche: • Capacità superiore a 3.000 passeggeri/ora in condizione di carico C2 (4 persone/m2); • Lunghezza non inferiore a 18 m, larghezza non superiore a 2,55 m, aperture su entrambi i lati non inferiori a 120 mm e pianale non superiore a 35 cm (complanare al piano delle banchine), numero posti a sedere pari al 20% della capacità di trasporto del veicolo (condizione C3, 6 persone/m2); • La velocità della percorrenza della linea varia da 17,7 km/h ai 19,3 km/h. Sono previste inoltre una serie di varianti agli assetti circolatori e alle aree di sosta (eliminazione di stalli di sosta lungo la linea e creazione di un parcheggio scambiatore adiacente all’Ospedale Maggiore) e una riorganizzazione della rete di trasporto pubblico: sull’asse Ugo Bassi – Rizzoli è previsto il transito esclusivamente dei mezzi ecocompatibile. Tutto questo determinerà per il centro storico una riduzione dei passaggi di bus del 30-40% (eliminando il fenomeno dell’accodamento dei veicoli). Tra le opere accessorie ci sono anche i parcheggi di Borgo Panigale e Prati Caprara. La domanda dichiarata dal progetto è pari a 2.800 passeggeri/ora al massimo carico. Si consideri comunque che al 31.12.99 la popolazione residente complessiva nell’intorno di 300 metro dalle fermate ammontava a 101.913 unità: gli spostamenti con destinazione nell’intorno dei 300 metri dalle fermate della nuova linea sono 53.000 per motivi di lavoro e oltre 20.000 per motivi di studio (censimento ISTAT 1991). La capacità minima prevista, pari a 3.000 passeggeri, potrebbe risultare sottostimata e limitante delle potenzialità offerte da un sistema tranviario nel tempo, in termini di comfort e capacità e di conseguenza velocità e regolarità di servizio, in quanto da un lato non considerano possibili picchi dell’ora di punta, dall’altro sembrano rispondere alle esigenze attuali, ma non tengono conto dell’auspicabile aumento di utenza futura. L’attuale progetto, rispetto oltretutto al numero di passeggeri oggi serviti dall’autobus sulla via Emilia, risulta quindi non particolarmente migliorativo della situazione attuale. I risultati delle analisi ATC, al 2010 danno il mezzo pubblico al 24,8%, contro il 23,4% attuale: le conseguenze del progetto, così come è stato concepito, non sono così positive come ci si potrebbe aspettare. Stato attuale Scenario 2005 Scenario 2005 con TPGV Scenario 2010 con TPGV Numero auto 131.693 137.274 133.223 141.792 Numero viaggi 158.032 164.729 159.868 170.090 Trasporto privato 76,6% 77,4% 75,0% 75,2% Numero viaggi 48.171 48.171 53.221 56.069 Trasporto pubblico 23,4% 22,6% 25,0% 24,8% 117 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Questi risultati evidenziano, oltre alla necessità di potenziare al massimo le prestazioni del TPGV (capacità, velocità, regolarità dell’esercizio) per aumentarne la competitività rispetto al mezzo privato, la necessità di attuare tutti i provvedimenti possibili al fine di incentivare e o potenziare il trasporto pubblico, e disincentivare il mezzo privato. Così come è stato concepito, il progetto bolognese si propone come esempio negativo di utilizzo della tecnologia filoviaria, per di più guidata. I benefici sull’inquinamento da rumore e dell’aria, non sono sostanziali come si auspicava, in quanto la scelta effettuata non porterà a una consistente attrazione di traffici privati, lasciano le quote di ripartizione modale pressoché costanti. L’auspicio è che il progetto, man mano che verrà realizzato sia migliorato, soprattutto aumentando la quota di corsie dedicate, per mettere il sistema nella condizione di poter utilizzare a pieno tutte le sue potenzialità. Per un approfondimento del CIVIS si rimanda al link http://www.metroitaliane.it/dossier8.html. 118 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Roma A quasi 40 anni dalla loro scomparsa, anche a Roma tornano i filobus. Sono 34 i filosnodati destinati alla prima di una rete di direttrici di forza in via di elettrificazione. Il nuovo “Trollino”, lungo 18 metri e dotato di un sistema di marcia autonoma a batterie ricaricabili, ha preso servizio lungo la 90 Express, di cui si prevede la completa sostituzione nell’arco di una decina di giorni, e collega, su un percorso di 13,2 km, la zona di Fidene con la Stazione Termini, percorrendo la via Nomentana; ma già si parla della trasformazione in linee filoviarie anche della 60 Express e della 80 Express, e la rimessa romana di Montesacro è stata restaurata e trasformata per consentire il più adeguato rimessaggio dei nuovi mezzi. Si tratta di un evento importante e molto atteso, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale del nuovo sistema filoviario, che comporterà una significativa riduzione delle emissioni inquinanti, ma rappresenta anche un’occasione di riqualificazione per i quartieri interessati dai lavori, dove si è intervenuti sull’arredo urbano e dove gli appositi pali in acciaio che sostengono la nuova linea aerea sono funzionali pure ad un nuovo impianto di illuminazione pubblica. Molto sentita è stata dunque la cerimonia di inaugurazione della nuova linea filoviaria, avvenuta ieri alla presenza del sindaco che, al momento del tradizionale taglio del nastro, è stato affiancato dall’ultimo dei vecchi filovieri in forza al deposito di Montesacro, andato in pensione ormai 30 anni fa. Per gestire il nuovo servizio filoviario sulle strade di Roma, Trambus, la società che gestisce il trasporto di superficie nella capitale, ha addestrato 115 filovieri, che hanno frequentato un corso in aula di 30 ore, per 5 lezioni da 6 ore ciascuna, e di pratica, con 10 lezioni da un'ora ciascuna percorrendo un minimo di 100 chilometri di guida. Il lavoro di formazione è stato condotto con la 119 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario supervisione ed il supporto di conducenti esperti provenienti da altre aziende che adoperano già da tempo i mezzi filoviari. A tal fine sono stati presi contatti con le aziende ATC di Bologna ed ATCM di Modena: coordinati dal Nucleo Addestramento Professionale Personale Viaggiante di Trambus questi istruttori hanno affiancato la formazione dei nuovi condicenti di filobus e degli ispettori Trambus. Soddisfazione per l'apertura della nuova linea è stata espressa dai vertici aziendali Trambus. Per il Presidente di Trambus, Raffaele Morese, il ritorno del filobus è "una soluzione moderna ai problemi del trasporto pubblico locale. Come è noto - prosegue Morese essi riguardano da un lato la soddisfazione delle aspettative degli utenti e dall'altro l'abbattimento dell'inquinamento della città. Per questi obbiettivi Trambus mette a disposizione tutte le proprie capacità professionali e tutte le proprie competenze nell'uso del trasporto elettrico". Per quanto riguarda il eicolo adottato, Il trollino nasce dal sodalizio tra la polacca "Solaris Bus & Coach" che predispone la cassa portante e l'ungherese "Ganz Transelektro" che cura l'apparato elettrico; ha suscitato interesse in molte aziende di trasporto pubblico in Europa ed ottenuto riconoscimenti internazionali. Nel 2007 la Ganz Transelektro è stata acquisita dopo il fallimento dalla Skoda Electric diventando Ganz-Skoda ed ora il Trollino risulta ancora in produzione come Solaris Ganz-Skoda Trollino. A Roma sono adottati quelli della serie 8501-8530: 30 esemplari da 18 metri a 3 assi. Per quanto riguarda l’immediato futuro si segnala che, nel gennaio 2008, è stato approvato il primo stralcio funzionale del progetto generale della filovia che servirà i corridoi Eur Tor De’Cenci, Laurentina Tor Pagnotta e Trogoria. Oltre 26Km di rete, 50 nuove fermate, un costo stimato di oltre 163 M di Euro. È già stata prevista anche una nuova fornitura di filobus nonché progetti complementari come il parcheggio di scambio a Trigoria Nord, una nuova pista ciclabile, e un nuovo percorso di cintura della viabilità rispetto all’abitato di Trigoria. 120 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Lecce Il capoluogo salentino ha optato dal 2002 per la realizzazione di una moderna rete filoviaria composta da tre linee di cui una anulare intorno al cuore barocco della città. Il progetto pur pregevole, si presenta – purtroppo – come esempio di cattiva concezione e assenza di concertazione con la cittadinanza con esiti e distorsioni tali da sfiorare il ridicolo. Lecce, mappa del tragitto delle 3 linee filoviarie (andrea79.b, http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=3690227&p=15). La frase che più si è riscontrato nei giornali e sul web recita: “[…] e poi ci sono i cittadini, quelli che vedono spuntare i pali dappertutto e non sanno perfettamente ancora perché. Non comprendono il motivo per cui una città così piccola debba investire 22 milioni di euro (di cui 14 giungono dal ministero dei Trasporti) per una metropolitana di superficie.” Lecce chiude non a caso la carrellata di esperienze italiane sulla reintroduzione delle filovie: esempio mirabile di come, partendo da un discreto progetto di mobilità urbana, generare un polverone fatte di critiche ma anche di uso improprio di parole - che unitamente all’incapacità delle Amministrazioni di gestire il dialogo e gli iter progettuali - e soprattutto costruttivi delle infrastrutture – si possa trascendere la realtà realizzando l’ennesimo insuccesso. 121 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario I pali scuri che – in un quadro progettuale sicuramente più completo e approfondito – sono diventati la firma urbana della Nuova era dei tram nelle città francesi e che a Lecce tante polemiche hanno sollevato. 122 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Dettaglio della linea in piazza dei Caduti. Il Bifilare in viale Quarta. 123 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario MALPOSIZIONATO DELLA LINEA AEREA: illuminazione pubblica ad arco e pali (scuri) per linea aerea con bifilare centrale. In questo caso la successione dei pali preesistenti enfatizza il bifilare che di per sé sarebbe molto leggero. La somma dei due crea un effetto galleria che si sarebbe potuto evitare e il quale è ben percepito invece dalla popolazione, già critica nei confronti del progetto. Si noti l’assenza di corsia dedicata sennon una linea dipinta a terra. 124 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario MALPOSIZIONATO DELLA LINEA AEREA: la progettazione geometrica non accurata ha comportato una ridondanza di pali e una sovrapposizione di tiranti. Il risultato è un guazzabuglio che si offre in maniera sconsiderata alle critiche dei delatori del trasporto elettrico in sostanza offrendo motivazioni quando proprio non ve ne sarebbero. 125 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario LA REALE DIMENSIONE DEL PROBLEMA: Il percorso non sfiora monumenti o chiese e l'unico punto vicino a una delle Porte storiche (Porta San Biagio, è già interessata dalla presenze di altri fili stesi e nonché superfetazioni eterogenee come le antenne di ricezione, indicate con le frecce verdi). Sotto il modesto impatto della linea aerea nei pressi del Castello. 126 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Costruttori di veicoli filoviari Costruttore Contatto Indirizzo Telefono Sito Web SKODA OSTROV Pavel Dynda Dolni Zd’ár 43 363 29 Ostrov Czech Republic +420 164 677 276 Fax: +420 164 613 455 Ogni progetto concernente I trasporti è elaborato con Skoda in un’azienda www.skodaostrov.cz appositamente costituita negli USA, ETI. NEOPLAN Norbert H. Fischer IKARUS Janos Stromajer BERKHOFF JONCKHEERE AUTODROMO Valhinger Straße 118+49 711 7835 357 122 705 67 Stuttgart Fax: +49 711 7835 331 Germany Margit str. 114 +36 1 252 9568 H-1165 Budapest Fax: +36 1 383 5958 Hungary Note www.neoplan.de Fusa al 50% con la MAN. www.Ikarus.hu 57% di proprietà della Renault/Iveco. Schoolstraat 50 B-8800 Roeselare Belgium +32 51 23 26 11 Fax: +32 51 23 27 90 www.jonckheere.be Via Malavolti 18 41100 Modena Italy Bernard Van Hoolstraat 58 B-2500 Lier Koningshooikt Belgium +39 059 250360 Fax: +39 059 250088 www.autodromo.it +32 3 420 20 20 Fax: +32 3 482 30 68 VAN HOOL Paul Jenné HESS Ralf Ulmann Bielstrasse 7 CH- 4512 Bellach Switzerland +41 32 617 34 11 Fax: +41 32 617 34 00 www.hess-ag.ch Parte del consorzio “Swisstrolley”. ÖAF GRAF + STIFT A. Neürer Brunner Straße 44 A-1231 Wien Austria +43 1 866 31 Fax: +43 1 866 31 www.manutzfahrzeuge.de Parte del gruppo MAN. 127 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario IRISBUS Bruno Arabian Route de Lyon, 69 806 Saint-Priest cedex France ANSALDOBREDA [email protected] Via S. Donato 190 40127 Bologna +39 051 6372111 Fax: +39 051 510353 BOMBARDIER B. van Dijk Place des Ateliers P.O. Box 1 FR-59154 Crespin France www.transport. +33 (3) 27 23 53 00 Fax: +33 (3) 27 35 16 24 bombardier.com Costruttore veicoli GLT (Nancy). TROLLEYBUSNY ZAVOD Poluljah Nicolay Anatolevich Open JS, Engles, Saratov oblast Russia, 413105 (+007 845-11) www.rafts.co.uk/ 9-13-01, 9-11-52 Fax :(+007-845-11) 6-22- Trolza/home 47, 6-39- 45 Produce oltre 2.500 veicoli all’anno. +33 4 72 96 81 11 Fax :+33 4 72 96 76 52 www.irisbus.com www.ansaldobreda.it Produttore del progetto STREAM. Proprietà Renault/Iveco. Promotrice con Matra/Seimens del sistema CIVIS VOLVO S-405 08 Gothenburg +46-31-668000 Sweden Fax: +46-31-536808 www.bus.volvo.se 7000 veicoli a pianale ribassato usati a Linz (Austria). TROBUS Al.Zwyciestwa 96/98 Gdynia 81-451 +58 622 00 73 NIP 586-10-08-572 Fax : +58 622 10 24 REGON 190418195, Poland www.trobus.pl Produttore di Neoplan Solaris. Jerzy Abram Fornitori di apparecchiature elettriche – Sistemi di trazione www.kiepeelektrik.com Parte del consorzio “Swisstrolley”. MAN/ÖAF, Neoplan, Van Hool, Ikarus, Hess hanno sempre usato parti Kiepe negli ultimi 20 anni. www.siemens.de/ts ELFA drive system for city buses KIEPE ELEKTRIK A. Winkler Bublitzer Straße 28 D- 40599 Düsseldorf +49 211 7497 310 Germany SIEMENS Manfred Schmidt, Jürgen Fetzer P.O. Box 3240 91050 Erlangen Germany +49 9131 7 20356 Fax: +49 9131 7 22832 Petersbrunner Strasse 2 82319 Starnberg Germany www.magnet+49-8151-262-0 Fax: +49-8151-262-250 Motor.de MAGNET MOTOR GmbH Hub mounted traction motor used on Neoplan N6121 and N6141 models 128 Muoversi naturalmente ALSTOM TECNOLOGIES M4 il trasporto filoviario Lucy Callaghan Channel Way, Preston PR1 8XL (UK) +44 1772 55 32 65 www.transport. Fax: +44 1772 55 33 alstom.com 44 Traction equipment for Athens Trolleycoaches Alain Forcione 575, rue Le Breton Longueuil,(Québec) J4G 1R9 Canada +450 674-2030 www.tech-m4.com Fax: +450 674-2017 New hub motor design for buses Fornitori di apparecchiature elettriche – Sistemi di alimentazione S- 721 73 Västerås Sweden +46 21 32 22 06 Fax: +46 21 12 35 43 www.adtranz.com P.O. Box 182 CH-3000 Berne 6 Switzerland Hohlstr. 176 CH- 8026 Zürich Switzerland + 41 31 357 61 Fax: +41 31 357 61 00 www.furrerfrey.ch +41-1-247 47 47 Fax: +41-1-247 47 77 www.kuma.ch +1 919-658-2200 Fax: +1 919-658-2268 www.impulsenc.com Formalmente Ohio Brass. ADTRANZ Stefan Widell, Anders Engström FURRER + FREY Yvonne CloughBäckström KUMMLER MATTER André Eichhorn IMPULSE NC Wayne Kemmerlin 100 IMPulse Way Mount Olive, NC. 28365 USA David Hartland P O Box 10 Tapstone Road, Chard +44 1460 64941 Somerset, TA20 2DE Fax: +44 1460 66122 (UK) BRECKNELL WILLIS www.brecknellwillis.co.uk Parte di Bombarider. Parte del gruppo Atel Installationstechnik. Si occupa di equipaggaimento. Fornitori di apparecchiature elettriche – Sistemi di guida APTS MATRA Apts.info@ pdeautomotive.com P.O. Box 1015 NL5700 MC Helmond Paesi Bassi www.apts+31 (0) 492 562013 Fax: +31 (0) 492 562338 phileas.com Usato dal sistema PHILEAS. Damien Rebourg 48 à 56, rue Barbès B.P. 531 92542 Montrouge Cedex France +49 657519 Fax: +49 657682 Usato dal sistema CIVIS. www.matratrasports.fr 129 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Veicoli per ordinazione 1999-2008 Sistema Nazione Numbero Data Genova Roma Napoli Vancouver Italia Italia Italia Canada 17 34 10 60 2005-2007 2004-2006 2003-2005 2006 Fribourg Switzerland 9 2003 St Etienne Francia 30 2002 Atene Grecia 206 2004 Lione Grenoble Seattle Riga Vancouver Francia Francia USA Lituania Canada 127 60 100 10 265 2000-2003 2001-2 2001 2001 2000-2005 Shanghai Cina 400 2000-2003 Salzburg Austria 30 2000-2004 Arnhem Soligen Boston Parma Lublin Arnhem Soligen Córdoba Esslingen Napoli Genova Guangzhou Lausanne Paesi Bassi Germania USA Italia Polonia Paesi Bassi Germania Argentina Germania Italia Italia Cina Svizzera 20 20 72 6 12 10 15 8 9 90 21 100+ 28 2001 2001 2000 2000 2000 2000 2000 2000 1999-2000 1999-2000 1999-2000 1999-2003 1999-2001 Riferimento Tecnologia e note Van Hool/ Adtranz/Kiepe Solaris Ganz/Skoda Trollino Solaris Ganz/Skoda Trollino www.brwinic.com/ euclidtransit Irisbus Cristalis www.kiepe-elektrik.com/ trolleybusse/athens Ordinati per le Olimpiadi Irisbus Cristalis Irisbus Cristalis Gillig Byelkommunmash AKSM-333 www.chinadaily.com/ star/history www.kiepe-elektrik. com/trolleybusse/ salzburg Shanghai/Volvo Equipaggiamento Kiepe Berkhof/Traxis Berkhof/Traxis Autodromo/Kiepe Neoplan Solaris Berkhof/Traxis Berkhof/Traxis Norinco Norinco Ansaldobreda Ansaldobreda Neoplan/MM 130 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Linz Austria 19 1999-2001 Atene Grecia 224 1999-2000 Bologna Italia 15 1999-2000 Bern Svizzera 12 1999 Quito Equador 104 1999-2001 Lyon Francia 6 1999 Napoli Mexico City Mosca Modena Sao Paulo Bologna Italia Messico Russia Italia Brasile Italia 109 200 271 10 37 35 1999-2000 1999-2000 1999-2000 1999 1998-2000 1998-2000 Totale 2.890+ www.kiepe-elektrik. com/trolleybusse/ linz www.kiepe-elektrik. com/trolleybusse/athens Volvo/Kiepe Van Hool/Alstom, Neoplan/Kiepe Autodromo/Kiepe www.kiepe-elektrik. com/trolleybusse/ bern www.kiepe-elektrik. com/trolleybusse/ quito www.kiepe-elektrik. com/trolleybusse/ lyon Swisstrolley/Kiepe Equipaggiamento Kiepe MAN/Kiepe Breda-Ansaldo MASA/Misubibishi Varie aziende Autodromo/Kiepe Mercedes/Neobus/Powertronics Autodromo/Adtranz/Kiepe (fonte Kiepe electric, Shanghai Star, Richard C. DeArmond, Trolleybus Magazine, Martin Wright) 131 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 9. Suggestioni: immagini, progetti per riflettere e discutere 132 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 133 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 134 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 135 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 136 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 137 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 138 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 139 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 140 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 141 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 142 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Pattino scorrevole di captazione. 143 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ASTA A CODA DI RONDINE: asta unica in luogo della doppia asta di captazione. 144 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 145 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 146 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 147 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 10. Riduzione dell’impatto visivo della linea aerea 148 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Tipologie d’intersezione. Percorso con deviazione. Intersezione con svolta su un solo ramo. Intersezione con svolta su due rami (Half Grand Union). Innesto a senso unico. Innesto completo. Intersezione con tutte le svolte possibili (Grand Union). Segmento di curva Deviatore (switch) Incrocio (crossover) 149 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Intersezione di due percorsi e relative svolte su percorsi a senso unico. Utilizzo di percorsi a senso unico per ottenere tutte le svolte possibili nell’intersezione di due linee ortogonali. 150 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Tipologie di curve. 6 elementi, uno ogni 15°. 3 elementi, uno ogni 30°. 151 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Curva tradizionale. Curve Clamps. 152 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Aste di sostegno laterali – Cavi a penzolo e rompitratta intermedi. Aste di sostegno centrali – Sospensione con mensole di sostegno. 153 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Meccanismi di intersezione. Ponte verticale. Ponte a testa piegata. 154 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Ampiezza stradale minima, relazionata alla lunghezza delle mensole di sostegno. Pendino 5/16’’ Tubolare mensola di sostegno 2 3/8’’ 2’’ Confronto tra le dimensioni del cavo dei pendini e quelle del tubolare del sistema di sospensione. 155 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Aree residenziali a bassa densità La soluzione più semplice è quella di utilizzare dei pali in legno, riducendo al minimo indispensabile la rete di cavi di sostentamento tra gli stessi. I cavi e i supporti stessi, sono completamente oscurati dal fogliame. Soluzioni più elaborate sarebbero non solo più costose, ma comporterebbero l’aggiunta di ulteriori elementi tecnici con la conseguenza di appesantire la percezione complessiva del paesaggio, senza alcun miglioramento tecnico. Le dimensioni dei pali, semplicemente appoggiati al piede, riprendono quelle delle alberature che costeggiano la strada. 156 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Aree residenziali a media densità Questa disposizione, pulita e lineare, permette di ottenere di soddisfare tutti i requisiti caratteristici di una progettazione ottimale. I pali di sostegno si fondono con i sostegni di altri elementi caratteristici della scena urbana, quali semafori o segnaletica stradale. La disposizione centrale permette poi di utilizzare lo stesso elemento per entrambe le linee di alimentazione, lasciando liberi i margini laterali per parcheggi o migliorie per la circolazione pedonale. Un accorgimento semplice ma efficace è quello di aggiungere una fila alberata centrale per dissimulare la presenza dei sostegni centrali: tipico il caso di San Francisco, dove una fila di palme permette di nascondere i fili aerei e i supporti. 157 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Un paesaggio urbano potenzialmente unitario è distrutto da una molteplicità di sostegni differenti. Nonostante ciò, una consistente alberatura può ripristinare l’unitarietà della visione, grazie alla presenza del fronte compatto di edifici. L’introduzione di pali multifunzione può eliminare la confusione di una scena urbana frammentata dalla presenza di una molteplicità di elementi eterogenei. Nelle scelte compositive da adottare per i sostegni multifunzionali si può usare lo stesso linguaggio architettonico caratterizzante la scena urbana, oppure scegliere un linguaggio completamente diversa, per trovare nella rottura l’unitarietà del tutto: la modernità della tecnologia non andrebbe dissimulata riprendendo forme e caratteristiche proprie di epoche passate. Nell’inserimento di un elemento tecnologico in un tessuto urbano andrebbe cercata la massima dissonanza, per vivacizzare e dinamizzare lo spazio. Ripetere degli elementi lineari significa modulare lo spazio, realizzare una cornice che scandisce la marcia dal finestrino del veicolo: è il supporto della pellicola che contiene le istantanee che attimo dopo attimo, il passeggero scatta alla città. Ogni elemento strutturale è architettura. Ogni elemento architettonico deve essere impegnato strutturalmente. 158 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Aree residenziali ad alta densità Facciate eterogenee che si susseguono, differenziandosi per forma e volume. Una linea alberata rimarca l’asse stradale, permettendo di nascondere la presenza della linea aerea. Indispensabile in questo contesto è la separazione delle funzioni: sistemi di sospensione e ritenzione, sistemi di illuminazione, sistemi di segnalamento. Diversità che ritrova l’unità proprio nell’eterogeneità intrinseca al paesaggio stesso. L’utilizzo di sistemi di ancoraggio costituiti da bulloni con testa ad anello permette di fissare i cavi di sostegno della rete aerea direttamente alla superficie esterna degli edifici. 159 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 160 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Assi commerciali e industriali a bassa densità L’utilizzo di strutture a portale appesantisce la percezione del paesaggio senza apportare migliorie significative. Questa soluzione aggiunge un elemento massiccio alla miriade di fili che già congestionano la scena urbana. Mensole, anche maggiorate, sostenute da pali laterali possono invece assolvere più funzioni senza appesantire ulteriormente la percezione del paesaggio, minimizzando le strutture e riducendo il numero dei supporti. La paesaggistica ha preso il posto dell’urbanistica per connettere in modo sempre più persuasivo il costruito e il non costruito. Quando tutto è discontinuo, ogni ingrediente della città è separato, concluso in se stesso; la città è scissa dal territorio. Così la metropoli diventa invivibile, caotica nel traffico, inquinata. Occorre ristabilire un continuum: in questo caso costituito dai supporti tecnologici esterni di supporto al traffico viario. Impianti semaforici, segnaletica stradale condividono i sistemi di sostegno della rete aerea, linee chiare e sincere scandiscono lo spazio urbano. 161 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Assi commerciali e industriali a media densità I supporti esistenti possono essere utilizzati come struttura di sostegno per nuovi impianti per combinare diversi elementi in un’installazione, riducendo drasticamente il numero e il tipo di supporti. Le fermate grazie all’introduzione di elementi di arredo urbano appositi, da semplici punti di sosta, possono diventare dei veri e propri micro-catalizzatori urbani, punti di incontro e scambio, ma anche di aggregazione a livello micro-urbano. L’intervento diventa elemento di riqualificazione delle aree eterogenee che incontra lungo il percorso. Costituisce un elemento ordinatore in un tessuto periurbano dove si alternano i segni riconoscibili dei centri urbani a quelli indefiniti delle aree intermedie e l’asse di supporto di una parte del nuovo paesaggio metropolitano. 162 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario TORINO: sostegni della linea aerea tranviaria, perfettamente integrati nel paesaggio urbano. 163 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario TORINO: linea aerea perfettamente integrata tra le alberature.. ..e in un grande incrocio, con segnali e semafori appesi agli stessi cavi della TE. 164 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario LIONE (Francia) 165 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 166 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 167 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario BRATISLAVA (Repubblica Slovacca) 168 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 169 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 170 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ST. ETIENNE (Francia) 171 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 172 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 173 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ARNHEM (Paesi Bassi) 174 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Dettaglio del pattino di un trolley KIEPE ELEKTRIK. 175 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Nottingham, rete tranviaria NET. Particolare dell’aggancio ad un edificio della linea aerea nel centro cittadino: alcuni accorgimenti tecnici hanno permesso di rendere praticamente invisibili le rosette di fissaggio dei cavi. Soluzioni analoghe si possono adottare nelle reti filoviarie. 176 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ROMA (Italia) Modalità BUS con trazione a batterie. Modalità FILOBUS. 177 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario Guide di alloggiamento (in gergo tegolini) delle aste nella sezione di transizione. 178 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ESSLINGEN (Germania). Analogo dispositivo di transizione (tegolini) tra modalità autonoma e modalità filoviaria. 179 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario ZURIGO (Svizzera). Promiscuità tranviaria LUCERNA (Svizzera). 180 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario GINEVRA (Svizzera). Filobus biarticolato ad alta capacità di trasporto. 181 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario GYROBUS, veicolo sperimentale equipaggiato con volano d’inerzia per l’immagazzinamento dell’energia. Il veicolo è stato testato negli anni cinquanta in Europa e USA, per essere poi abbandonato a causa delle problematiche di rendere sicuri i pesantissimi volani durante il moto. 182 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario SHANGAI (Cina). Prototipo di filobus ad alta capacità: moderna versione del GYROBUS testata nella metropoli asiatica nel 2005 e tutt’ora in via di miglioramento. 183 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 11. La catena della mobilità 184 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 185 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario DALLE DISABILITÀ ALLE DIVERSABILITÀ. L’anno Europeo dei disabili (2003) è stato un'occasione importante anche per riflettere su una questione che non è soltanto terminologica, né tantomeno un vezzo linguistico politically correct: l'uso dell'espressione Diversabilità al posto di Disabilità. L'espressione "disabilità" sottolinea il deficit, ciò che manca rispetto a un'"abilità", rispetto ad un'idea di normalità, alla "norma". Rispetto a uno standard medio di funzionamento si evidenzia, in negativo, la disabilità. Una persona fa male qualcosa, o non la sa fare affatto: non ci vede, non parla, cammina male, ragiona lentamente, ecc., rispetto all'idea di "normalità". Ma quale? Esiste una normalità, una persona "normale"? Non sembrerebbe leggendo queste righe di Pontiggia, tratte dal libro “Nati due volte”. Niente. Chi è normale? Nessuno. Quando si è feriti dalla diversità, la prima reazione non è di accettarla, ma di negarla. E lo si fa cominciando a negare la normalità. La normalità non esiste. Il lessico che la riguarda diventa a un tratto reticente, ammiccante, vagamente sarcastico. Si usano, nel linguaggio orale, i segni di quello scritto: "I normali, tra virgolette". Oppure: "I cosiddetti normali'". [... ] La normalità - sottoposta ad analisi aggressive non meno che la diversità - rivela incrinature, crepe, deficienze, ritardi funzionali intermittenze, anomalie. Tutto diventa eccezione e il bisogno della norma, allontanato dalla porta, si riaffaccia ancora più temibile alla finestra. Si finisce così per rafforzarlo, come un virus reso invulnerabile dalle cure per sopprimerlo. Non è negando le differenze che lo si combatte, ma modificando l'immagine della norma. (pp. 41, 42). Si potrebbe dire che proprio riconoscendo ed enfatizzando le differenze, tutte le varie differenze, si modifica l'immagine della norma. La normalità diventa pluralità di differenze, non uniformità fissa, definita attraverso standard, medie e misurazioni statistiche. Su questo versante molti studiosi di intelligenza e personalità si trovano d'accordo. Gardner, con le sue nove forme di intelligenza (linguistica, logico matematica, spaziale, musicale, corporea, naturalistica, intrapersonale, interpersonale e esistenziale), scrive: "Anche se tutti possediamo l'intera gamma delle intelligenze, forse non esistono due persone che abbiano esattamente le stesse intelligenze, nello stesso grado e nella stessa combinazione: 186 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario nemmeno i gemelli omozigoti sono così. Si aggiunga che la configurazione delle intelligenze e i loro rapporti mutano nel tempo per effetto delle esperienze che gli individui vivono e del senso che danno (o non danno) loro" (Gardner, 1999, p. 73). Dunque il confronto con la normalità si fa difficile. La normalità si frammenta in una pluralità di modi di agire, di pensare, di "funzionare"', di raggiungere obiettivi. Naturalmente non tutti gli obiettivi sono uguali in termini di correttezza etica o di efficienza: ce ne sono di sbagliati, come ci sono modi inefficienti. Ma è soltanto dal riconoscimento e valorizzazione della pluralità dei modi di agire che nasce l'idea della diversabilità? Non solo, nasce anche dal non permettere al deficit di oscurare il valore della persona nella sua essenziale umanità. Piazza lo ricorda bene in Per chi suono la campanella? La persona disabile è un individuo. Con una propria identità. Con una propria connotazione. Con delle caratteristiche proprie. Lui ha sempre saputo non solo di essere portatore di una disabilità, ma anche di essere innanzitutto una persona. È ora che lo impariamo anche noi. [ ... ] Arriva in carrozzina, ma non è la carrozzina. Ha splendidi occhi azzurri, è un mago con i videogame, usa il computer come pochi e sa fare un sacco di altre cose che non si vedono... soprattutto se lo sguardo si ferma alla carrozzina. (p. 94). Lo sguardo va troppo spesso alla "carrozzina", al deficit, e totalizza, copre tutta la persona, che diventa così il "disabile". Molte persone che sono state definite prima ""handicappati", poi "disabili", ora sostengono con forza che il termine da usare sia quello di "diversabilità". Ecco il termine che vorremmo utilizzare sempre di più al posto di disabile: diversabile. Claudio Imprudente, presidente del Centro Documentazione Handicap di Bologna, dice spesso che i termini utilizzati per indicare chi ha un deficit hanno poco a che fare con la fiducia (in-valido, disabile, ecc.). Diversabile è un termine propositivo e positivo, che ci suona bene perché mette in evidenza l'essere diversamente abili di molte persone con deficit. Nel cammino della cultura dell'handicap riteniamo che il termine diversabile provenga da un'idea storicamente "necessaria". Siamo convinti che iniziare a usarlo possa aiutare a vedere le persone con deficit in una prospettiva nuova, meno immediata nella constatazione del deficit, meno medica, più attenta a una storia, a un cammino acquisitivo di abilità. Giustamente si potrà obiettare che noi tutti siamo diversabili (basta vedere il modo di camminare di ognuno): certamente, chi ha un deficit lo è di più. Il termine diversabile contiene imprecisioni, almeno quanto il termine disabile. Queste imprecisioni però hanno almeno il pregio di infondere un po' di ottimismo in più, senza per questo cadere nell'errore di dimenticarsi del deficit e dell'handicap. (Ghezzo, 2002, p. 267). Infatti non bisogna mai dimenticarsi del deficit e dell'handicap. Orientarsi alla diversabilità non deve significare negare le reali (e gravi) necessità di chi ha un grave deficit, che va riconosciuto, valutato, abilitato e riabilitato, dotato di ausili, protesi, tecnologia, ecc. Non ne deve risultare una negazione degli specifici bisogni delle persone con i deficit più gravi, quelle più vulnerabili. Tanto meno possiamo dimenticare l'handicap, che è il frutto sociale di condizioni ambientali svantaggianti, emarginanti, che creano difficoltà e che per questo andrebbero isolate e sconfitte: dalle barriere architettoniche ai vari pregiudizi, alle paure, alle incomprensioni, alle non conoscenze. Una persona diversabile che ha lottato molto, in questi anni, per ridurre l'handicap anche attraverso una maggiore conoscenza diffusa nelle persone è Claudio Imprudente. A lui ho espresso il timore che la crescente attenzione alla proposta di chiamare questo anno europeo "Anno della diversabilità" possa nascondere un po' di condiscendenza, di buonismo, forse addirittura di pietismo riverniciato. Ecco la sua risposta: Certamente! Il buonismo e il pietismo sono atteggiamenti di approccio ad una realtà che non si conosce: solo la conoscenza può abbattere queste barriere interiori. L'anno europeo delle persone con disabilità sarà un anno informativo che darà grande visibilità al settore. Sarà importante sfruttare l'occasione per cambiare biglietto da visita. Un nuovo biglietto da visita. Il termine disabile è un biglietto da visita che parte già male. E' come se uno bussasse alla porta e vi dicesse: "Buongiorno: sono una persona non abile". Il biglietto da visita deve cambiare: bisogna sottolineare le abilità e non le disabilità (Imprudente in Canevaro e Ianes, 2003). 187 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario SFIDUCIA – FIDUCIA. Diversabilità è visione positiva, aspettative di competenze (anche se magari difformi dalla "norma' fiducia nello sviluppo, nella crescita, nella realizzazione dei potenziali. Questa fiducia è una profezia che si autoavvera, molto spesso, che produce essa stessa crescita e nuove abilità. Invece il pietismo è sfiducia, come lo è la finta compassione assistenzialistica che nasconde una reale indifferenza verso l'altro. Forse la differenza politica tra destra e sinistra sta nel valore che si attribuisce all'altro. Uguale o minore. Un bambino piccolo, per esempio di dieci mesi, che non parla, non cammina, non mangia da solo, non controlla gli sfinteri, non lo pensiamo certo disabile: è un buon esempio di diversabilità! Diverso nei modi, negli obiettivi, diverso dai genitori, diverso dai nonni. I nonni anziani verranno definiti più facilmente disabili, ma anche per loro sarebbe giusto parlare di diversabilità. Per ognuno di noi si dovrebbe parlare di diversabilità, come condizione esistenziale di base. Non dobbiamo però trascurare la dimensione ecosistemica, i contesti, quando discutiamo di abilità, competenze, funzionamento. Queste sono dimensioni che entrano sempre in relazione con contesti, sia interni alla persona stessa sia esterni, nelle relazioni interpersonali e nei rapporti con vari tipi di ambiente (naturale o artificiale). E' proprio quello che sta facendo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con il suo nuovo sistema di classificazione delle disabilità, salute e del funzionamento (ICF) pubblicato nel 2002. In questo sistema si insiste su una distinzione fondamentale: tra "capacità" e "performance", dove per "capacità" si intende ciò che si sa fare senza alcun mediatore contestuale, mentre "'performance" è ciò che si può fare con i mediatori contestuali attuali a disposizione. Per esempio, se Claudio Imprudente dovesse comunicare senza la sua lavagnetta di plexiglas e l'aiuto di un interlocutore in grado di cogliere il suo sguardo, la sua "capacità" sarebbe non presente, mentre con quei due mediatori contestuali positivi, la sua "performance" è ottima. Se i mediatori contestuali fossero, invece che facilitanti, ostacolanti (come ad esempio le barriere architettoniche) si creerebbe l'handicap. Ma l'handicap si produrrebbe anche se non si fornissero i mediatori contestuali facilitanti di cui la persona ha bisogno. Vale la pena allora ragionare in termini di "performance": pensare alle capacità di una persona che interagiscono con i fattori mediatori dei contesti. Approfondiamo ora l'analisi della classificazione internazionale del funzionamento (ICF) proposta dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che è forse la novità più rilevante apparsa in questo campo negli ultimi anni. STABILITÀ - DINAMICITÀ. Ci sono altre importanti ragioni per cui vale la pena operare la distinzione dis-abile/divers-abile. Innanzitutto perché il termine disabile obbedisce alla logica della staticità, della immutabilità, della fotografia. In ambito medico, ad esempio, si afferma che la tale persona è affetta da tetraparesi spastica determinante una disabilità grave, e come ognuno può rendersi conto questa definizione definisce ben poco. È abbastanza interessante notare che una critica alla distinzione stessa di "lieve-medio-grave" sia venuta proprio dal mondo dell'educazione, nel quale si ha più dimestichezza con la diacronicità e c'è maggiore interesse a sottolineare le potenzialità piuttosto che le mancanze. In campo educativo si mira al raggiungimento di abilità in modo diverso, piuttosto che constatare l'irrimediabile deficit di natura biologica. Si sa che il sapere medico, nella gerarchia dell'attribuzione di importanza, sta ai primissimi posti, e spesso fa la parte del leone. Si tratta di metterlo non in contrapposizione, ma accanto ad altri saperi che valorizzano le potenzialità. Si è visto inoltre come parole un tempo utilizzate per indicare particolari tipi di deficit, come idiota, stupido, cretino, col tempo siano diventate parolacce. Anche parole come handicappato o cerebroleso alcune volte vengono utilizzate come insulto. La parola diversabile più difficilmente seguirà questo percorso di deterioramento, proprio perché sottolinea una positività e non una negatività. "Prendere coscienza delle nostre abilità e dei nostri deficit" dice spesso Claudio Imprudente: non è semplice nei casi in cui la tradizione e la paura ti fanno guardare al negativo, a quello che è distorto, che non funziona, che fallisce, allo scarto, all'improduttivo. 188 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 189 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 190 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 191 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 192 Muoversi naturalmente il trasporto filoviario 12. Bibliografia Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Trolleybus Progetto città elettriche http://www.cittaelettriche.it/ Filovie in Europa http://public-transport.net/bus/Trolley.htm Transit world: Vancouver & Edmonton (Canada), Wellington (Nuova Zelanda), Ginevra (Svizzera), Roma e Seattle (USA) http://ufies.org/~aleith/transit/ Proposta di una rete filoviaria estesa per la città di Londra www.tbus.org.uk/ Proposta di reti filoviarie per le maggiori città scozzesi (Glasgow, Edimburgo, Dundee e Aberdeen) www.scottishelectrictransit.org.uk/ 193