Piccole Ancelle del Sacro Cuore
noma e adulta il paradigma unico e totalizzante della “pienezza”,
con le conseguenti relazioni caratterizzate da vitalità, efficacia, managerialità, svolgimento di ruoli significativi, socialmente rilevanti…
L’altra è ritenere autentica relazione solo quella fruibile con i sensi e
che si esprime con le tipiche operazioni attive, verificabili, relegando
nel regno del nulla la relazione orante, l’entrare per la via del silenzio e dell’orazione in contatto con il Papa, con i propri cari, con le
popolazioni di una nazione, di un continente…, come se la comunione con i Santi fosse una cosa astratta, priva di ogni consistenza. Così
l’intercessione, tipica possibilità di un’età più ritirata, perde ogni
attrattiva…
Insieme:
• Condivisione dell’esperienza
• Programmare il cammino verso il Natale, l’ACTIO di Dio che si incarna in Gesù, l’UOMO della relazionalità compiuta.
Canto: Signor fammi strumento di tua pace.
CAMMINO DI RINNOVAMENTO 2011–2012
Pagina 8
Pagina 7
Pagina 2
Dagli Esercizi Spirituali
2010 - 2011
La lectio, per ovvie ragioni,
viene suddivisa nel tempo di
quattro mesi, conserva tuttavia un aspetto fortemente unitario e unificante, pertanto ogni libretto va legato a quello precedente e a
quello successivo.
LECTIO HUMANA:
Leggo la mia storia e predispongo il terreno per accogliere la
Parola.
LECTIO BIBLICA:
Dio vuole parlare con me di sé attraverso la Parola.
MEDITATIO:
La mia storia e la parola di Dio entrano in dialogo.
CONTEMPLATIO:
Il silenzio di Dio e il mio silenzio in un rapporto amorevole.
CONSOLATIO
DISCRETIO
DELIBERATIO
ACTIO
Dio, a generare relazioni nuove. La parola di Dio non è un suono, ma
parola-azione (dabar) che, dopo essere stata vissuta, è stata narrata
e scritta perché noi, leggendola, possiamo alla sua luce narrare le
nostre relazioni e consentire la salvezza della nostra storia di relazioni. La lectio divina è finalizzata all’actio, alla generazione/rigenerazione della nostra storia di relazioni, nella gioia dell’incontro e,
soprattutto, del re-incontro.
2. E’ interessante questo passo della prima lettera di san Pietro: «Dopo
aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni
speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d’un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma ad immagine del Santo che vi
ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta;
poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo» (1 Pt 1,1316). L’azione – l’actio – è preparata da ben sei passi: 1. Lectio; 2. Meditatio; 3. Contemplatio; 4. Consolatio; 5. Discretio; 6. Deliberatio.
Non si tratta di una lungaggine, ma solo l’indicazione della sapienza
divina.
3. Per arrivare all’azione – intesa come signoria sulle dinamiche del
nostro mondo di relazione – occorre un lungo esodo. Così è stato
per Giuseppe. Così è per ogni creatura. Non c’è persona nella cui
vicenda la trama delle relazioni – dall’infanzia all’adolescenza, dalla
giovinezza alla vita adulta – non sia segnata, più o meno, da oscurità, nodi, contorsioni e distorsioni, conflitti, episodi sbagliati nelle
persone di riferimento, partendo dai genitori e parenti, per arrivare
alla congregazione e alla chiesa. Solo un lungo itinerario di memorizzazione di fatti e parole nocive che abbiamo rimosso, di decantazione, di liberazione emotiva prima e interpretativa poi, ci consente di
attingere all’amore di Dio e di risorgere a relazioni oblative, gratuite
e universali.
4. Per questa risurrezione delle relazioni, un passo necessario è liberare l’immagine di una terza età, l’anzianità condannata alla sterilità,
all’insignificanza della stessa categoria della relazione. Ci sono all’origine almeno due deformazioni. La prima è vedere nell’età auto-
Pagina 3
Pagina 6
b) salvare in noi la vita di molta gente: gli avi, i genitori, le figure
paradigmatiche della nostra relazionalità contorta e distorta: un
io guaritore guarito, guaritrice-guarita, diventa un io profetico
che rende visibile la guarigione delle relazioni, a tutti i livelli;
c) essere stabiliti padre/madre e signore per il faraone/governare
tutto il paese della casa umana: un io “pastorale-politico”, secondo la promessa: ti darò in eredità le genti garante del bene
comune, un ‘io messianico’.
DINAMICA
Lavoro personale:
a) riconvocare gli antenati e, in prima fila, le persone di relazione più
vicine;
b) collegarsi al verdetto di assoluzione-liberazione della Persona di Relazionalità Compiuta e riformularlo;
c) riprendere in mano la bozza della deliberatio del mattino e trasformarla in “decreto legge”:
IO______________________ DECIDO IN RELAZIONE:
1) A ME_________________________________________________
2) AI VICINI______________________________________________
3) AI LONTANI___________________________________________
ogni giorno: _____________________________________________
ogni settimana:___________________________________________
ogni mese: _____________________________________________
ogni 3-4 mesi: ___________________________________________
d) preparare il testo del decreto-legge per presentarla sull’altare
(scrivere il proprio nome)
e) passeggia, senza parole, in giardino, sentendoti nominata dal Signore “Ministra ordinaria e straordinaria delle relazioni”.
Invocare lo Spirito Santo e decidere in lui.
5° e 6° passo: discretio-deliberatio
(discernimento e decisione): Genesi 42; 43; 44
Il mio mondo relazionale si avvia – è un processo mai concluso
– alla sanazione del suo codice relazionale che è intimidito e risentito,
falsamente dolce e falsamente docile, intimamente corrucciato e aggressivo. Da qui la sua maschera tragica che lascia traccia nei nostri visi.
Essi non sono ancora volti, infatti hanno un tratto spesso teso, rigido,
opaco. È, ancora, piuttosto faccia determinata dai tessuti nervosi e
dall’epidermide e non ancora trans-figurata in volto radioso.
Il passo della discretio-deliberatio consiste nel prendere la decisione, nell’emanare il verdetto e la sentenza. Il Creatore ci rende partecipi del suo potere regale: il “Dio che disse: ‘sia la luce e la luce fu’, diventa mio. Gesù ce lo ricorda sempre, con la nota formula: “avvenga
secondo la tua fede”. Questo passo nella sequenza della lectio biblica è
delicato perché non siamo state educate alla presa di decisioni irrevocabili: non ci siamo presi “potere di diventare se stessi”.
Occorre sentire emotivamente, con una vibrazione cordiale
(del cuore) che emerge dalle radici di noi stessi, un suono di campane a
distesa: dal duplice silenzio – il Suo e il Mio – fondendosi in un’unica
musica, una parola umano-divina proclama e canta questo vangelo:
“Annunzierò il decreto del Signore,/ Egli mi ha detto: Tu sei mio figlio,/
io oggi ti ho generato./ Chiedi a me, ti darò in possesso le genti/ e in
dominio i confini della terra/. Le spezzerai con scettro di ferro,/come
vasi di argilla le frantumerai” (Salmo 2). Ecco cos’è una discretio che si
tramuta in deliberatio: la prima è la via; la seconda è la sua meta: così
avvengono il cielo e la terra, ossia il decidere nello Spirito Santo.
DINAMICA
Lavoro personale:
Prepararsi all’azione:
1. Risorti nelle proprie relazioni a contatto con la parola-azione di Dio
presente in Genesi 37-50, siamo spinti, dalla stessa parola-azione di
a) Convocare gli antenati e, in prima fila, le persone con cui sono in
relazione (con cui comunque sono a contatto).
Pagina 5
Pagina 4
b) Abbandonarsi al clima di un giorno di festa, ripetendo e cantando
tante volte quanto è necessario: “Ecco il momento favorevole. Ecco
l’ora della salvezza del mio mondo di relazione”. Commentiamo
con vigore: “La mia notte relazionale è finita, il mio giorno si avvicina. È ora che mi svegli dal sonno relazionale, perché la salvezza dei/
nei rapporti è più vicina ora della mia preistoria – che ora tale mi
appare…”.
c) Entrare nel clima festoso del verdetto di condanna delle non relazioni e di assoluzione-liberazione della Persona di Relazionalità
Compiuta. Trascrivere una deliberazione-decisione che voglio vivere:
____________________________________________________
D’ora in poi di chi sarò e come veglierò sul mio Relazionale Nascente? (essere molto pratici).
d) Vivere con calma, vincendo le ultime resistenze dispregiative, segnandosi il volto nel nome della Trinità, dal volto far risplendere il
Sorriso Nuovo, dando, alla fine, un Bacio all’Io Relazionale Nascente.
7° passo: l’actio
1. Gen 27-50 ci sta mettendo a contatto con il cammino
che Dio fa fare a un io sognatore e narcisista, egocentrato e ignaro dei “tu” – sia del vero tu paterno come del vero tu fraterno – per trans-formarlo in un “io
oblativo”. Quanto avviene in Giuseppe è una azionetipo di ciò che Dio vuole compiere in te: trans-formare il
tuo io centrato sui tuoi sogni di onnipotenza possessiva
in un io custode del “noi” del suo popolo. La parola-azione divina che
ha guidato lui sta ora guidando – attraverso fasi dolorose di purificazione – per passare dal vedere tutto attorno al tuo io (ego-centrismo) al
vederti tutta attorno al tu, in suo nome e su sua missione;
2. La trans-figurazione di Giuseppe avviene per via teologale: Dio di-
venta il suo Terapeuta. Il Noi Divino della Relazionalità Compiuta lo
avvolge nella sua ombra, lo custodisce, lo solleva su ali d’aquila. La
liberazione-risurrezione del suo Io Presuntuoso e Altezzoso avviene
attraverso la lenta interiorizzazione di un Fuoco Relazionale. Questo
fuoco liquefa e scioglie i suoi strati emotivi, le sue stratificazioni psicologiche, le sue falde ipersensibili. Il Divino Psicanalista! Ed è quanto è disposto a compiere in te – da ora in avanti e per sempre – a
tuo beneficio, per la tua liberazione e per darti il suo mandato di
Profeta delle Relazioni: sia quelle brevi (domestiche e familiari), sia
quelle lunghe (tra gruppi, comunità, chiese, religioni, popoli…).
3. Il punto focale da cui scaturisce la Nuova Azione di Giuseppe è la via
stretta – il foro millimetrico – della sua decisione di lasciar emergere
in essa l’Amore Divino, la Relazionalità Compiuta, che trova espressione nella lettura teologale di sé e della trama di relazioni da cui è
stato avvolto e travolto: “Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate
per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di
voi per conservarvi in vita. Dio mi ha mandato qui prima di voi, per
assicurare a voi la sopravvivenza e per salvare in voi la vita di molta
gente. Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi
ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto” (Gen 45,5-8).
4. Siamo alla conclusione del settenario processo della “lectio divina”:
tutto tende all’actio: ossia alla gloria di Dio che consiste in vita liberata, affrancata, in relazionalità fluida, sciolta, “garrula e gioiosa”, in
relazionalità fluente e contagiosa. Il passo dell’actio consiste in un
programma politico. Si tratta di un disegno governativo con cui regolare la prassi della relazionalità messianica: profetica, sacerdotale
e regale in una compiutezza totale e assoluta del proprio battesimo.
Il passo dell’actio consiste nell’accogliere in sé la parola che agisce
in Giuseppe, facendo sì che essa agisca – alleata alla nostra parola
– in ognuno di noi, in ognuno a suo modo, e in tutti insieme, secondo le grandi coordinate del Nuovo Io Relazionale:
a) conservare in vita le nostre trame di relazioni, senza alcun decreto di morte, né su di noi, né su alcun altro io al mondo: un io custode della vita e delle sue divine risorse;
Scarica

camm in odir in novam en to 20 11– 20 12