CHIESA
NUO
NU
OVA
N OT I ZI AR IO DELLA P AR ROCC HI A B .V . M. I MMACO L AT A
10 FEBBRAIO 2013 V DOMENICA Tempo Ordinario Anno C
Letture: Is 6,16,1-2.32.3-8; Sal 137; 1Cor 15,115,1-11; Lc 5,15,1-11
Preghiamo
Preghiamo:
ghiamo: Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
scorsi sulla barca, ma sguardi: per Gesù
DIO RIEMPIE LE RETI
guardare una persona e amarla era la stesDELLA NOSTRA
NOSTRA VI
VITA
Quattro pescatori sono lanciati in sa cosa. Pietro in quegli occhi ha visto
un'avventura più grande di loro: pesca- l'amore per lui. Si è sentito amato, sente
che la sua vita è al sicuro acre per la vita. Pescare produce
canto a Gesù, crede nella
la morte dei pesci. Ma per gli
forza dell'amore che ha viuomini non è così: pescare sisto, e si fida.
gnifica «catturare vivi», è il
E le reti si riempiono. Siverbo usato nella Bibbia per
mone, davanti a questa poindicare coloro che in una battenza e mistero, ha paura: altaglia sono salvati dalla morte
lontanati da me, perché sono
e lasciati in vita (Gs 2,13;
un peccatore. E Gesù ha una
6,25. 2 Sam 8,2). Nella battareazione bellissima: trasporglia per la vita l'uomo sarà salvato, protetto dall'abisso dove rischia di cadere, por- ta Simone su di un piano totalmente diverso. Non si interessa dei suoi peccati; ha
tato alla luce.
«Sarai pescatore di uomini»: li raccoglie- una sovrana indifferenza per il passato di
rai da quel fondo dove credono di vivere e Simone, pronuncia parole che creano funon vivono; mostrerai loro che sono fatti turo: on temere. Tu sarai pescatore, doper un altro respiro, un altro cielo, un'altra nerai vita.
Mi incantano la delicatezza e la sapienvita! Raccoglierai per la vita.
Gesù sale anche sulla mia barca, non im- za con le quali il Signore Gesù si rivolge
porta se è vuota e l'ho tirata in secco, e di- a Simone, e in lui a tutti:
ce anche a me: Vuoi mettere a disposizio- - lo pregò di scostarsi da riva: Gesù prega
ne la tua barca, la barca della tua vita? Simone, non si impone mai;
- non temere: Dio viene come coraggio di
c'è una missione per te.
Quella stessa di Pietro, che è per tutti, non vita; libera dalla paura, paralisi del cuore;
solo per preti o suore: se pescare non si- - tu sarai: Tu donerai vita. Gesù intuisce
gnifica dare la morte, ma portare a vivere in me fioriture di domani; per lui nessun
meglio, con più respiro e luce, portare a uomo coincide con i suoi fallimenti, bensì
galla la persona da quel fondo limaccioso, con le sue potenzialità.
triste, senza speranza, in cui vive, allora in Tre parole con cui Gesù, maestro di umaquesta nostra «epoca delle passioni tristi» nità, rilancia la vita: delicatezza, coraggio,
un grande lavoro è da compiere. Non noi futuro.
Lasciarono tutto e lo seguirono. Senza
però, ma lo Spirito di Dio.
Sulla tua parola getterò le reti. Che cosa neppure chiedersi dove li condurrà. Sono i
spinge Pietro a fidarsi? Non ci sono di- «futuri di cuore». Vanno dietro a lui e
vanno verso l'uomo, quella doppia direzione che sola conduce al cuore della vita.
P. M. ERMES RONCHI
L’esperienza dell’incontro con il Signore
è al cuore del testo di Isaia (dove
l’incontro avviene in un contesto liturgico)
e della pagina evangelica (dove il contesto
è la vita quotidiana). Il momento della
grande vicinanza con il Signore coincide
con la presa di coscienza della propria distanza profonda da lui e del proprio peccato: è così per Isaia che accompagna la sua
confessione di fede al riconoscimento della
propria impurità (cf. Is 6,5); è così per Pietro che confessa il Signore e, contemporaneamente, riconosce di essere un peccatore. L’incontro con il Signore comporta un
mutamento radicale dell’esistenza di Isaia
e di Pietro che accolgono la missione che il
Signore conferisce loro (“Eccomi, manda
me”: Is 6,8; “D’ora in poi sarai pescatore di
uomini”: Lc 5,10).
L’incontro con il Signore significa per Pietro una crisi, uno sconvolgimento della sua
vita: da pescatore è chiamato a divenire
pescatore di uomini. La crisi è un momento
di verità nell’esistenza di un individuo e
spesso è attraverso una crisi che Dio agisce
sull’uomo. Questo racconto presenta
l’inizio della sequela di Pietro, e lo presenta appunto come crisi. Questo è importante
perché quando, più avanti nel cammino,
Pietro conoscerà la crisi della sua sequela,
questa crisi sarà il possibile re-inizio. E
come l’inizio della vocazione di Pietro è
segnato dall’obbedienza alla Parola (“sulla
tua Parola getterò le reti”) del Signore
(“Signore”), dal riconoscimento della sua
distanza dal Signore (“allontanati da me”)
e dalla confessione del suo peccato (“io sono un peccatore”), la crisi della sua vocazione e il re-inizio dopo il triplice rinnegamento sarà contrassegnato dagli stessi
elementi: il ricordo della Parola (“Pietro si
ricordò delle parole che il Signore gli aveva
detto”: Lc 22,61) del Signore (“Il Signore,
voltatosi, guardò Pietro”: Lc 22,61), la manifestazione della distanza dal Signore
(“uscito”: Lc 22,62) e del suo peccato
(“pianse amaramente”: Lc 22,62).
Pietro, accettando di gettare le reti in
pieno giorno dopo non aver preso nulla durante un’intera nottata di pesca, abdica alla propria competenza, mette tra parentesi
le proprie certezze (è di notte che si pesca) e sperimenta la fede come rischio: “È
un bel rischio passare nel campo di Dio”
(Clemente di Alessandria). La certezza invincibile della presenza del Signore porta
Pietro a impegnare il suo futuro sulla promessa del Signore di divenire pescatore di
uomini (lett.: “prenderai uomini viventi”) e
diviene ingresso in una dimensione di incertezza e di assenza di umane sicurezze.
A partire da ciò che è, un pescatore, Pietro
è chiamato a divenire altro da ciò che è,
pescatore di uomini. E questo fondandosi
solamente sulla Parola del Signore: questo
il bene inestimabile che resta a Pietro e a
ogni credente anche a distanza di tempo
dagli inizi del proprio cammino spirituale e
da cui è sempre possibile ricominciare il
cammino.
Pietro e i discepoli dovranno fare ciò che
fa Gesù stesso: annunciare la Parola (cf.
Lc 5,2; At 4,31; 8,14) e insegnare alle folle
(cf. Lc 5,3; At 4,2; 28,31). Anzi, salito sulla
barca dei pescatori che non hanno preso
nulla, Gesù appare colui prende uomini con
la sua parola. Il luogo del fallimento dei discepoli diviene il luogo che, abitato da Gesù, è fecondo di benedizione. Nel nostro
testo viene abbozzata la nascita della comunità. L’altra barca viene in aiuto a quella di Pietro che è in difficoltà: nella comunità cristiana ci si aiuta, ci si sostiene, si
riconosce il bisogno che uno ha dell’altro e
allora il gruppo diviene una vera fraternità.
Da soci (métokoi: Lc 5,7) i compagni di Pietro diventano membri di una koinonía (koinonoí: Lc 5,10).
Nel concreto riconoscimento del bisogno
dell’altro, nella condivisione delle povertà
e
delle
debolezze
di
ciascuno,
nell’accettare di venirsi in aiuto reciprocamente, la chiesa si manifesta come luogo
fraterno in cui ci si ama e si è amati. Lì
viene sconfitto il rischio di deformare la
chiesa in équipe di lavoro, in azienda, in
pesante apparato burocratico: essa è, e
deve rimanere, un corpo, un organismo vivente.
LUCIANO MANICARDI
MEDITIAMO
EDITIAMO Ascoltare insieme la parola di
Dio; praticare la lectio divina della Bibbia, cioè
la lettura legata alla preghiera; lasciarsi sorprendere dalla novità, che mai invecchia e mai
si esaurisce, della parola di Dio; superare la
nostra sordità per quelle parole che non si accordano con i nostri pregiudizi e le nostre opinioni; ascoltare e studiare, nella comunione
dei credenti di tutti i tempi; tutto ciò costituisce
un cammino da percorrere per raggiungere
l'unità nella fede, come risposta all'ascolto delBenedetto XVI
la Parola.
N OT IZ IE DALLA FRA T ERN IT À
► Oggi alla Messa delle ore 9,30 e delle ore ► E’ bene segnarsi nei turni che trove11,00 sarà presente tra noi la Comunità di rete nella cappellina delle suore.
Sant’Egidio.
LE SUORE DI SANTA MARTA
► In archivio sono sempre diCelebrazione della Santa Messa ogni
sponibili i piattini in ceramica
Venerdì alle ore 7,00 preceduta dalla recidella Richard Ginori fatti per
ta delle Lodi alle ore 6.52 nella Cappella
commemorare i 50 anni della
della Misericordia.
nostra parrocchia.
L’Adorazione Eucaristica ogni martedì alle ore 21.
† I OSTRI MORTI
Bruno Cresci deceduto il 2/2 a Villa Le
CORSO CRESIMA ADULTI
Terme Firenze. Assistito per lunghi anni Il corso vicariale di Cresima per adulti sacon tanto amore dalla moglie. Aveva 74 rà tenuto nella nostra parrocchia tutti i
anni. Abitava in via del Pallottolaio, 15. prossimi lunedì di febbraio 11, 18, e 25
Esequie il 4/2 mattina.
alle ore 21,15.
IL CHICCO DI GRA O
Questa seconda domenica del
mese di febbraio raccogliamo
viveri per i poveri.
Cosa si raccoglie? Pasta, riso, zucchero,
olio, scatolame vario, caffè, alimenti per
bambini e alimenti non deperibili.
CELEBRAZIONE DELLE
QUARANTA ORE DI
ADORAZIONE EUCARISTICA
Presso la Cappella della Misericordia in piazza San
Francesco con il seguente orario:
Domenica 10/2 dalle ore 15,00 fino alle
19,00,
Lunedì 11/2 e Martedì 12/2 dalle ore
15,00 alle 20,00.
Una mezz’ora prima della fine, la preghiera dei Vespri. La conclusione delle Quarantore sarà con l’Adorazione Eucaristica
del martedì 12/2 alle ore 21,00.
BE
EDIZIO E DELLE FAMIGLIE
Comincia lunedì 11/2 la benedizione delle
famiglie. Ecco l’itinerario della prima settimana :
11 FEBBRAIO LUNEDÌ Via Conti e via Bernini
numeri dispari
12 FEBBRAIO MARTEDÌ Via di Querceto numeri
pari
14 FEBBRAIO GIOVEDÌ Via Gramsci numeri dispari: da via Volta a via di Querceto
15 FEBBRAIO VENERDÌ Via Bernini numeri pari
Come sempre, abbiamo bisogno di persone che portino le lettere alle famiglie
in tutte le strade della parrocchia.
L’itinerario è consultabile in fondo chiesa.
► Si cercano ragazzi/e, disponibili ad
accompagnarci nella visita alle famiglie
per la Pasqua. Chi fosse interessato si segni nelle aule del catechismo
INIZIO DELLA QUARE
QUARESIMA
Il mercoledì delle Ceneri segna l’inizio di
questo tempo propizio della Quaresima ed è
caratterizzato,
come
dice
il
nome,
dall’imposizione delle ceneri sul capo di ogni
cristiano. Un gesto che forse oggi non sempre
è capito ma che, se spiegato e recepito, può
risultare più efficace delle parole
nel trasmettere una verità. La cenere, infatti, è il frutto del fuoco
che arde, racchiude il simbolo della purificazione, costituisce un rimando alla
condizione del nostro corpo che,
dopo la morte, si decompone e diventa polvere: sì, come un albero
rigoglioso, una volta abbattuto e
bruciato, diventa cenere, così accade al nostro
corpo tornato alla terra -.Ma quella cenere è
destinata alla resurrezione.
Simbolica ricca, la cerimonia della Cenere, già
conosciuta nell’Antico Testamento, nella preghiera degli ebrei: cospargersi il capo di cenere è segno di penitenza, di volontà di cambiamento attraverso la prova, il crogiolo, il fuoco
purificatore. Certo è solo un segno, che chiede
di significare un evento spirituale autentico
vissuto nel quotidiano del cristiano: la conversione e il pentimento del cuore contrito. Ma
proprio questa sua qualità di segno, di gesto
può, se vissuto con convinzione e
nell’invocazione dello Spirito, imprimersi nel
corpo, nel cuore e nello spirito del cristiano,
favorendo così l’evento della conversione.
Un tempo nel rito dell’imposizione delle ceneri
si ricordava al cristiano innanzitutto la sua
condizione di uomo tratto dalla terra e che alla
terra ritorna, secondo la parola del Signore
detta ad Adamo peccatore (cf. Gen 3,19). Oggi il rito si è arricchito di significato, infatti la
parola che accompagna il gesto può anche
essere l’invito fatto dal Battista e da Gesù
stesso all’inizio della loro predicazione: “Convertitevi e credete all’Evangelo” Sì, ricevere le
ceneri significa prendere coscienza che il fuoco dell’amore di Dio consuma il nostro peccato; accogliere le ceneri nelle nostre mani significa percepire che il peso dei nostri peccati,
consumati dalla misericordia di Dio, è “poco
peso”; guardare quelle ceneri significa riconfermare la nostra fede pasquale: saremo cenere, ma destinata alla resurrezione. Sì, nella
nostra Pasqua la nostra carne risorgerà e la
misericordia di Dio come fuoco consumerà
nella morte i nostri peccati.
Nel vivere il Mercoledì delle Ceneri i cristiani
non fanno altro che riaffermare la loro fede di
essere riconciliati con Dio in Cristo, la loro speranza di essere un giorno risuscitati con Cristo
per la vita eterna, la loro vocazione alla carità
che non avrà mai fine. Il giorno delle Ceneri è
annuncio della Pasqua di ciascuno di noi.
CELEBRAZIONE DELLE CENERI
Mercoledì 13 febbraio alle ore 17,00 in
Chiesa celebrazione della Parola con Imposizione delle Ceneri per tutti i ragazzi
del Catechismo. Alle ore 18,00 la Santa
Messa del Mercoledì delle Ceneri. La raccolta delle offerte sarà
devoluta alla Quaresima di Carità
2013 della diocesi.
Ecco alcuni modi per vivere la Quaresima
VIVERE %ELLA CARITÀ
Sostenendo i progetti della
Caritas per la Quaresima
di Carità 2013.
Sostenendo con l’offerte: l’accoglienza
invernale delle tante donne che si rivolgono ai Centri di Ascolto, per il Fondo
Diocesano di Solidarirtà per le famiglie in
difficoltà e le Mense Caritas. Ai bambini
del Catechismo viene dato un piccolo salvadanaio per le offerte da riconsegnare il
Giovedì Santo alla Messa delle ore 18,00.
Ci sarà come l’anno scorso la raccolta viveri dell’Operazione Mato Grosso sabato
23 marzo.
VIVERE %ELLA PREGHIERA
► Ogni mercoledì a partire dal 20/2, in
Chiesa dopo la Messa delle ore 18 Lectio
Divina sulle letture della domenica di
Quaresima .
►Ogni venerdì alle ore
17,00 Via Crucis e Santa
Messa alle ore 18,00. Alle
ore 16,30 può essere recitato il Rosario
►La Messa digiuno presso la Pieve alle
ore 20,00 di venerdì a partire dal 22/2.
VIVERE %ELL’ASCOLTO
DELLA PAROLA DI DIO.
►In fondo chiesa potrete trovare
un sussidio che ci accompagnerà
nell’approfondimento della liturgia della Parola di Dio nelle do-
meniche di Quaresima e Pasqua.
Alla fine del libretto vi è una Via Crucis
►In sacrestia un piccolo sussidio della nostra diocesi per camminare con la parola di
Dio ogni giorno di questa Quaresima.
►Per i ragazzi e i giovani vi sono sussidi
differenziati che saranno dati dai loro animatori.
CATECHESI DEGLI ADULTI
Il libro scelto dalla Diocesi per
la riflessione e preghiera nelle
comunità parrocchiali è il Vangelo di Marco (capp. 1-8).
In parrocchia ci ritroviamo per la lettura
del Vangelo giovedì 14/2 alle ore 16,30.
I
VITO A PARTECIPARE
AL GRUPPO DEI PERCHÉ
Facciamo il secondo incontro
Giovedì 21 febbraio alle ore
16,30 nelle stanze del catechismo, sul tema: "La storia della Chiesa nel I sec.".
● Mercoledì 27 febbraio alle ore 16,15
andiamo a incontrare il Card. Silvano
Piovanelli alla Pieve di Cercina. Chiediamo la disponibilità ad alcuni genitori per accompagnarci. Giovedì 28/2 non
ci sarà catechismo.
● Le prove del rito della Cresima venerdì
1 marzo alle 18.30, per i ragazzi e i loro
padrini o madrine. Le confessioni a partire dalle ore 17.00. La cena insieme con
i soli ragazzi e dopo cena alle ore 21.15
la veglia allo Spirito Santo a cui sono invitate le famiglie.
DOPOSCUOLA
Per i bambini/e delle elementari lunedì e
giovedì dalle ore 17,00 alle ore 18,30 nelle stanze del Circolo il Tondo.
Si cercano persone disposte a darci una
mano.
NOTIZIE DALLA DIO
DIOCESI
SYMBOLUM
Io credo, noi crediamo.
Venerdì 15 Febbraio alle ore
I
giovani
in preghiera
8,30 pulizia della chiesa. Si cercavocazionale
con
la
comunità
del
no sempre nuovi volontari.
Seminario nell’anno della fede.
NOTIZIE DAL CATECH
ATECHI
ISMO
Lunedì 11 febbraio 2013 alle ore 21,15
%ella settimana dall’11/2 al Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
16/2 non c’è catechismo. Ci morì , fu sepolto, è risuscitato, ritrovo
ritroviamo tutti in chiesa presso il Seminario Maggiore - Lungarno
mercoledì 13/2 alle ore Soderini 19 - Firenze.
17,00 per la celebrazione del rito
GIOR ATA DEL MALATO E
dell’Imposizione delle Ceneri.
DELL
'OPERATORE SA ITARIO
► I giovani sono invitati a partecipare
Domenica 17 febbraio si celebrerà la Gioralle Ceneri il 13 febbraio alle ore 18,00
nata Diocesana del Malato e dell'Operatore
LA IIA MEDIA
Sanitario. La manifestazione principale si
Fa i suoi incontri a cadenza settimanale terrà alle ore 16,00 nella Basilica di San Lofino alla Cresima che sarà Domenica 3 renzo, ove mons. Claudio Maniago Vescovo
Marzo alle ore 18,00. Presiederà la ce- Ausiliare di Firenze presiederà la Concelelebrazione S.E. Card. Silvano Piovanel- brazione Eucaristica. Alle ore 15.00: Santo
Rosario con meditazioni.
li.
● Il ritiro sarà fatto dal 16 al 17/2 a Roma.
ADORAZIO E EUCARISTICA
“Una fede molto più preziosa dell’oro”
● Domenica 24 febbraio alle Messa delle
ore 11,00 presentazione dei Cresimandi Martedì 19 febbraio 2013 (ore 21) – tatto
Tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e
alla Comunità.
non essere incredulo, ma credente! (Gv
20,27). Presso la parrocchia si Santa Croce
a Quinto Sesto Fiorentino.
NOTIZIE DAL CIRCOLO
Oggi domenica 10 Febbraio
alle ore 17.15 la compagnia
“La brigata dei Begliumori” presenta
LA BARONESSA SCHICCHERONA
di Giulio Buccionini
Domenica 24 Febbraio alle ore 17.15,la
compagnia “Gli amici di Paolo” presenta
BASTA CHE SIAN DI FORI
di Valeri.
Prenotazioni presso il Circolo dalle ore 21
alle 23 (Sabato dalle ore 15 alle 23)
tel.055/4210187.
TESSERAME TO PER IL
CIRCOLO IL TO DO
E’ aperto il tesseramento al Circolo Mcl Il Tondo per l’anno
2013. La quota sociale può essere versata sia presso il Bar del Circolo che presso l’Archivio Parrocchiale.
PENSIERI IN LIBERTÀ
MESSAGGIO DEL SANTO PAPADRE BE
BENEDETTO XVI PER LA
QUARE
QUARESIMA 2013
Credere nella carità suscita carità
«Abbiamo conosciuto e creduto l'amore
che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16)
Il cristiano è una persona conquistata
dall’amore di Cristo e perciò, mosso da
questo amore - «caritas Christi urget nos»
(2 Cor 5,14) –, è aperto in modo profondo e
concreto all'amore per il prossimo (cfr ibid.,
33). Tale atteggiamento nasce anzitutto dalla coscienza di essere amati, perdonati, addirittura serviti dal Signore, che si china a
lavare i piedi degli Apostoli e offre Se stesso
sulla croce per attirare l’umanità nell’amore
di Dio.
«La fede ci mostra il Dio che ha dato il suo
Figlio per noi e suscita così in noi la vittoriosa certezza che è proprio vero: Dio è amore! ... La fede, che prende coscienza dell'a-
more di Dio rivelatosi nel cuore trafitto di
Gesù sulla croce, suscita a sua volta l'amore. Esso è la luce – in fondo l'unica – che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci
dà il coraggio di vivere e di agire». Tutto ciò
ci fa capire come il principale atteggiamento
distintivo dei cristiani sia proprio «l'amore
fondato sulla fede e da essa plasmato».
2. Tutta la vita cristiana è un rispondere
all'amore di Dio. La prima risposta è appunto la fede come accoglienza piena di stupore e gratitudine di un’inaudita iniziativa divina che ci precede e ci sollecita. E il «sì» della fede segna l’inizio di una luminosa storia
di amicizia con il Signore, che riempie e dà
senso pieno a tutta la nostra esistenza. Dio
però non si accontenta che noi accogliamo il
suo amore gratuito. Egli non si limita ad
amarci, ma vuole attiraci a Sé, trasformarci
in modo così profondo da portarci a dire con
san Paolo: non sono più io che vivo, ma
Cristo vive in me (cfr Gal 2,20).
Quando noi lasciamo spazio all’amore di
Dio, siamo resi simili a Lui, partecipi della
sua stessa carità. Aprirci al suo amore significa lasciare che Egli viva in noi e ci porti ad
amare con Lui, in Lui e come Lui; solo allora
la nostra fede diventa veramente «operosa
per mezzo della carità» (Gal 5,6) ed Egli
prende dimora in noi (cfr 1 Gv 4,12).
La fede è conoscere la verità e aderirvi (cfr
1 Tm 2,4); la carità è «camminare» nella verità (cfr Ef 4,15). Con la fede si entra nell'amicizia con il Signore; con la carità si vive e
si coltiva questa amicizia (cfr Gv 15,14s). La
fede ci fa accogliere il comandamento del
Signore e Maestro; la carità ci dona la beatitudine di metterlo in pratica (cfr Gv 13,1317). Nella fede siamo generati come figli di
Dio (cfr Gv 1,12s); la carità ci fa perseverare
concretamente nella figliolanza divina portando il frutto dello Spirito Santo (cfr Gal
5,22). La fede ci fa riconoscere i doni che il
Dio buono e generoso ci affida; la carità li fa
fruttificare (cfr Mt 25,14-30).
3. Alla luce di quanto detto, risulta chiaro
che non possiamo mai separare o, addirittura, opporre fede e carità. Queste due virtù
teologali sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto o una
«dialettica». Da un lato, infatti, è limitante
l'atteggiamento di chi mette in modo così
forte l'accento sulla priorità e la decisività
della fede da sottovalutare e quasi disprezzare le concrete opere della carità e ridurre
questa a generico umanitarismo. Dall’altro,
però, è altrettanto limitante sostenere
un’esagerata supremazia della carità e della
sua operosità, pensando che le opere sostituiscano la fede. Per una sana vita spirituale
è necessario rifuggire sia dal fideismo che
dall'attivismo moralista.
L’esistenza cristiana consiste in un continuo
salire il monte dell’incontro con Dio per poi
ridiscendere, portando l'amore e la forza
che ne derivano, in modo da servire i nostri
fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio.
Nella Sacra Scrittura vediamo come lo zelo
degli Apostoli per l’annuncio del Vangelo
che suscita la fede è strettamente legato alla premura caritatevole riguardo al servizio
verso i poveri (cfr At 6,1-4). Nella Chiesa,
contemplazione e azione, simboleggiate in
certo qual modo dalle figure evangeliche
delle sorelle Maria e Marta, devono coesistere e integrarsi (cfr Lc 10,38-42). La priorità spetta sempre al rapporto con Dio e la
vera condivisione evangelica deve radicarsi
nella fede (cfr Catechesi all’Udienza generale del 25 aprile 2012). Talvolta si tende, infatti, a circoscrivere il termine «carità» alla
solidarietà o al semplice aiuto umanitario. E’
importante, invece, ricordare che massima
opera di carità è proprio l’evangelizzazione,
ossia il «servizio della Parola». Non v'è
azione più benefica, e quindi caritatevole,
verso il prossimo che spezzare il pane della
Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l'evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona
umana. Come scrive il Servo di Dio Papa
Paolo VI nell'Enciclica Populorum progressio, è l'annuncio di Cristo il primo e principale fattore di sviluppo (cfr n. 16). E’ la verità
originaria dell’amore di Dio per noi, vissuta e
annunciata, che apre la nostra esistenza ad
accogliere questo amore e rende possibile
lo sviluppo integrale dell’umanità e di ogni
uomo (cfr Enc. Caritas in veritate, 8).
In sostanza, tutto parte dall'Amore e tende
all'Amore. L'amore gratuito di Dio ci è reso
noto mediante l'annuncio del Vangelo. Se lo
accogliamo con fede, riceviamo quel primo
ed indispensabile contatto col divino capace
di farci «innamorare dell'Amore», per poi
dimorare e crescere in questo Amore e comunicarlo con gioia agli altri.
A proposito del rapporto tra fede e opere di
carità, un’espressione della Lettera di san
Paolo agli Efesini riassume forse nel modo
migliore la loro correlazione: «Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non
viene da voi, ma è dono di Dio; né viene
dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha
preparato perché in esse camminassimo»
(2, 8-10). Si percepisce qui che tutta l'iniziativa salvifica viene da Dio, dalla sua Grazia,
dal suo perdono accolto nella fede; ma questa iniziativa, lungi dal limitare la nostra libertà e la nostra responsabilità, piuttosto le
rende autentiche e le orienta verso le opere
della carità. Queste non sono frutto principalmente dello sforzo umano, da cui trarre
vanto, ma nascono dalla stessa fede, sgorgano dalla Grazia che Dio offre in abbondanza. Una fede senza opere è come un albero senza frutti: queste due virtù si implicano reciprocamente. La Quaresima ci invita proprio, con le tradizionali indicazioni per
la vita cristiana, ad alimentare la fede attraverso un ascolto più attento e prolungato
della Parola di Dio e la partecipazione ai
Sacramenti, e, nello stesso tempo, a crescere nella carità, nell’amore verso Dio e
verso il prossimo, anche attraverso le indicazioni concrete del digiuno, della penitenza
e dell’elemosina.
4. Come ogni dono di Dio, fede e carità riconducono all'azione dell'unico e medesimo
Spirito Santo (cfr 1 Cor 13), quello Spirito
che in noi grida «Abbà! Padre» (Gal 4,6), e
che ci fa dire: «Gesù è il Signore!» (1 Cor
12,3) e «Maranatha!» (1 Cor 16,22; Ap
22,20).
La fede, dono e risposta, ci fa conoscere la
verità di Cristo come Amore incarnato e
crocifisso, piena e perfetta adesione alla volontà del Padre e infinita misericordia divina
verso il prossimo; la fede radica nel cuore e
nella mente la ferma convinzione che proprio questo Amore è l'unica realtà vittoriosa
sul male e sulla morte. La fede ci invita a
guardare al futuro con la virtù della speran-
za, nell’attesa fiduciosa che la vittoria
dell'amore di Cristo giunga alla sua pienezza. Da parte sua, la carità ci fa entrare
nell’amore di Dio manifestato in Cristo, ci fa
aderire in modo personale ed esistenziale al
donarsi totale e senza riserve di Gesù al
Padre e ai fratelli. Infondendo in noi la carità, lo Spirito Santo ci rende partecipi della
dedizione propria di Gesù: filiale verso Dio e
fraterna verso ogni uomo (cfr Rm 5,5).
Il rapporto che esiste tra queste due virtù è
analogo a quello tra due Sacramenti fondamentali della Chiesa: il Battesimo e l'Eucaristia. Il Battesimo (sacramentum fidei) precede l'Eucaristia (sacramentum caritatis),
ma è orientato ad essa, che costituisce la
pienezza del cammino cristiano. In modo
analogo, la fede precede la carità, ma si rivela genuina solo se è coronata da essa.
Tutto parte dall'umile accoglienza della fede
(«il sapersi amati da Dio»), ma deve giungere alla verità della carità («il saper amare
Dio e il prossimo»), che rimane per sempre,
come compimento di tutte le virtù (cfr 1 Cor
13,13).
OPTATAM TOTIUS n. 21
II. Necessità di favorire più vigorosamente
le vocazioni sacerdotali
21 Il dovere di promuovere le vocazioni sacerdotali spetta a tutta la comunità cristiana, che è tenuta ad assolvere questo
compito anzitutto con una vita perfettamente cristiana. A tale riguardo il massimo
contributo viene offerto tanto dalle famiglie, le quali, se animate da spirito di fede,
di carità e di pietà, costituiscono come il
primo seminario, quanto dalle parrocchie,
della cui vita fiorente entrano a far parte
gli stessi adolescenti. I maestri e tutti coloro che in qualsiasi maniera curano l'educazione dei fanciulli e dei giovani, specialmente le associazioni cattoliche, cerchino
di coltivare gli adolescenti loro affidati in
maniera che essi siano in grado di scoprire
la vocazione divina e di seguirla con generosità.
Tutti i sacerdoti dimostrino il loro zelo
apostolico soprattutto nel favorire le vocazioni, e con la loro vita umile, operosa, vissuta con cuore gioioso, come pure con l'esempio della loro scambievole carità sacer-
dotale e della loro fraterna collaborazione
attirino verso il sacerdozio l'animo dei giovani. È compito dei vescovi stimolare il
proprio gregge a favorire le vocazioni e curare a questo scopo lo stretto collegamento
di tutte le energie e di tutte le iniziative;
inoltre essi si comporteranno come padri
nell'aiutare senza risparmio di sacrifici coloro che giudicheranno chiamati da Dio.
Questa fattiva partecipazione di tutto il
popolo di Dio all'opera delle vocazioni corrisponde all'azione della Provvidenza divina. Questa elargisce le qualità necessarie
ed aiuta con la sua grazia coloro che sono
stati scelti da Dio a far parte del sacerdozio gerarchico di Cristo; e nello stesso
tempo affida ai legittimi ministri della
Chiesa il compito di chiamare i candidati
che aspirino a così grande ufficio con retta
intenzione e piena libertà, dopo averne riconosciuta e provata l'idoneità, e di consacrarli col sigillo dello Spirito Santo al culto
di Dio e al servizio della Chiesa.
Il sacro Concilio in primo luogo raccomanda
i mezzi tradizionali di questa comune cooperazione, quali la fervente preghiera, la
penitenza cristiana, nonché una formazione sempre più profonda dei fedeli, da impartirsi sia con la predicazione e la catechesi, sia anche con i vari mezzi di comunicazione sociale; formazione che deve tendere a mettere in luce le necessità, la natura e la grandezza della vocazione sacerdotale. Inoltre il Concilio stabilisce che le
opere delle vocazioni, già erette o da erigersi nelle singole diocesi, regioni o nazioni, a norma delle direttive pontificie, debbano dirigere in maniera metodica e armonica tutta l'azione pastorale per le vocazioni, senza trascurare nessuna utile indicazione offerta dalla moderna scienza psicologica e sociologica, e la promuovano con
una saggezza pari allo zelo.
È necessario poi che l'opera delle vocazioni
con larghezza di vedute si apra oltre i confini delle singole diocesi, nazioni, famiglie
religiose o riti e, guardando alle necessità
della Chiesa universale, arrechi aiuto specialmente a quelle regioni dove più urgente
è la richiesta di operai per la vigna del Signore.
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chiesa nuova - Parrocchia Beata Vergine Maria Immacolata