I romanzi come fonti per la storia contemporanea. Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli di Alessia Masini La storia delle giovani generazioni e delle forme della partecipazione politica giovanile degli anni ottanta spesso si trova a fare i conti con delle cornici interpretative poco duttili rispetto a una generale considerazione del decennio come fase di “controrivoluzione” economica, politica, sociale e culturale dell’Italia. Le cause vanno ricercate soprattutto nell’innalzamento di un oggetto intoccabile “gli anni settanta”, speculare al disegno storiografico di un decennio successivo apparentemente fondato sul suo rovescio1. “Laddove vi erano state (rappresentate) partecipazione giovanile, azione collettiva, creatività, utopia, conflitto ed egemonia dei movimenti sociali, nel decennio successivo si sarebbero imposti soggezione dei giovani, individualismo, omologazione e pragmatismo. In sostanza, l’incontro tra egemonia liberista e l’attitudine storiografica a preservare l’interpretazione del ciclo dei movimenti dei Settanta ha contribuito a un risultato paradossale: l’elevazione dei movimenti del lungo ’68 italiano a una tale distanza dalla transizione, che né le vittorie né le sconfitte si sono potute affidare a esperienze e generazioni immediatamente successive – se non in un generico, per quanto importante, «mutamento dei costumi»”2 Inoltre, la categoria “anni del riflusso” ha fatto sintesi dilatandosi su tutto il decennio, mentre 1 De Sario B. “Attivismo culturale: pratiche politiche e culture giovanili tra anni settanta e ottanta in Italia” in Dogliani P. Giovani e generazioni nel mondo contemporaneo. La ricerca storica in Italia. Clueb Bologna 2009 p. 85 2 Ibidem 1 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. la possiamo individuare, per offrire una periodizzazione di riferimento, nella fase storica e culturale che va dal 1978 al 19823. Questa fase, che coincide anche con gli anni della radicalizzazione dello scontro sociale e politico, della proliferazione delle azioni delle organizzazioni armate clandestine e dell’acuirsi della repressione dal parte dello Stato nei confronti dei movimenti sociali e politici e nei confronti di quella “generazione che parlava di politica”4, determina la dispersione delle componenti giovanili, della creatività dei movimenti e in generale della ricchezza culturale e civile della società italiana. Cornici storiografiche e senso comune hanno contribuito a rafforzare lo stereotipo impegno/disimpegno politico che distingue e oppone gli anni ottanta dai due precedenti o dal “lungo decennio della contestazione” giovanile (dal 1968 al 1977). La fase di “riflusso” è un momento di crisi rispetto alle spinte sociali e politiche precedenti ma anche nella crisi può nascere l’innovazione. Per andare oltre le rovine di un “paese mancato”5 e cogliere gli aspetti d’ innovazione culturale e politica, assieme ai dati socioeconomici della trasformazione, è necessario cambiare sguardo, strumenti e prospettiva della ricerca rispetto ai percorsi già affrontati dalla storiografia e dalla storia politica classica. Il dialogo tra le discipline, senza indebolire il rigore della ricerca storica, insieme a un aggiornamento della storia culturale in Italia e in Europa ci permette di comprendere noi stessi oggi, i rapporti generazionali6 ma anche di approfondire la conoscenza della differenza storica tra gli anni settanta e ottanta e, in questa, la “rottura generazionale” che si è verificata nel nostro paese proprio a partire dagli anni del “riflusso”. 3 De Sario B., Resistenze innaturali. Attivismo radicale nell’Italia degli anni ottanta, Agenzia X Milano 2009 p. 30 4 Palandri E., Pier. Tondelli e la generazione, Laterza Roma-Bari 2005 p.12 5 Riferimento al volume di Crainz G., Il paese mancato, Donzelli Roma 2005 6 Passerini L., Prefazione in De Sario B., Resistenze innaturali. Attivismo radicale nell’Italia degli anni ’80, cit. p. 8 2 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. I romanzi, come la musica, le testimonianze e in generale i consumi culturali offrono registri e linguaggi che ci permettono di raccogliere e narrare aspetti e caratteristiche di una generazione. Sono, inoltre, strumenti e fonti dalla quale la ricerca storica potrebbe “trafugare” linguaggi per ricostruire un profilo delle giovani generazioni degli anni ottanta oltre le mode imperanti dell’epoca e per restituire un corpo a quel decennio al di là di una narrazione, anche storiografica, forse troppo lineare. La nuova “poetica dello sguardo” di Pier Vittorio Tondelli ci permette di concentrare l’attenzione sui percorsi d’innovazione vissuti e agiti dai giovani. Come personaggio così presente nel suo tempo, offre un discorso generazionale, propone un’indagine soggettiva sull’Italia dell’epoca e non solo e si rivolge a tutto ciò che il paese stava diventando senza moralismi o catastrofi e scartando gli effetti più cupi dell’epilogo degli anni settanta7. Gli “scarti rispetto alla norma” se interrogati offrono una gamma di risposte e suggestioni per comprendere la sostanza e le forme d’espressione di questa “rottura generazionale”. “Elementi devianti dall’uniformità dei loro compagni, e per questo interessanti. Un discorso sincero sui giovani dovrebbe partire proprio dagli scartamenti individuali rispetto alla norma, dalle piccole grandi trasgressioni, dalle deviazioni rispetto ai percorsi stabiliti.[…] Non è possibile tracciare un identikit di giovane d’oggi, se non dimenticando tutte le mode e tutti i discorsi già fatti. Per tracciare un tale tipo di ritratto «scaveremo nei weekend, nelle sottoccupazioni, nei doppi lavori. Andremo presso i ladri di polli, i giovani artisti incantati, scenderemo sulle strade provinciali e comunali, incontreremo finalmente una marea di giovani improduttivi e selvatici, incazzati e morbidi, ubriaconi e struggenti» […]. Questi sono la novità: i ragazzi che pensano e cercano nell’oscurità la propria via individuale, le proprie risorse, al di là del baccano, degli strombazzamenti, dei riflettori puntati, dei 7 Palandri E., Pier. Tondelli e la generazione, cit. p.83 3 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. capelli e dei vestitini. […]. L’esperienza giovanile degli anni settanta, suicidatasi per gran parte in fenomeni di illegalità e di tossicomania, ha fatto il deserto. Ma in quell’ansia distruttiva, suo malgrado, non è riuscita a strappare quel fiore”8 In questo estratto di Weekend postmoderno preso dal frammento dal titolo “Gli Scarti” rintracciamo anche la consapevolezza di Tondelli verso elementi di continuità rispetto al “fiore” dell’esperienza giovanile degli anni settanta insieme a quelli di discontinuità e innovazione, anche nei confronti dello “spirito del tempo” targato anni ottanta. “Lo spirito del tempo […] ha per lo più la sua sede in uno strato sociale (semplice o composto) che acquista un’importanza particolare in un determinato momento storico; questo strato impone poi la sua impronta spirituale anche alle altre correnti, senza tuttavia annullarle o assorbirle”9 Pensiamo all’importanza politica, di immaginario e al ruolo narrativo di due particolari soggetti politici e collettivi protagonisti del “decennio della contestazione”: studenti e operai. Hanno determinato lo “spirito del tempo” degli anni sessanta e settanta e hanno definito e consegnato un’eredità con la quale le generazioni successive hanno dovuto fare i conti, per confronto, per emulazione, per opposizione. “ […] a partire dagli anni sessanta le manifestazioni erano diventate per definizione lo spazio dei giovani. Quelli degli anni ottanta non sembravano però particolarmente propensi a scendere in piazza. L’identità di giovane era infatti diventata incerta, dopo che per due decenni aveva occupato un posto rilevante” 10 8 Tondelli P.V., Weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta. Bompiani Milano 2009 (1990) p.323 Mannheim K., Le Generazioni, Il Mulino Bologna 2008 (1928) 10 Gervasoni M., Storia d’Italia degli anni ottanta. Quando eravamo moderni, Marsilio Venezia 2010 p. 135 9 4 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. Come si spiega la scomparsa dei giovani come protagonisti sociali e politici negli anni ottanta? Cosa significa che l’identità di giovane era diventata incerta? Probabilmente ad avere ormai una identità incerta, da varie angolature è chi ha pagato le più consistenti conseguenze dei meccanismi economici, politici e sociali degli anni del “riflusso” e della “controrivoluzione”, ovvero gli studenti e gli operai, le classi protagoniste dei decenni precedenti. Pier Vittorio Tondelli scrive in Weekend postmoderno, (frammento “A Karpi!A Karpi!” del 1980): “Era un po’ come essere davvero il «soggetto sociale emergente» degli anni settanta: bastava pronunciare «Sono studente!», che ti aprivano tutte le regge culturali, anche a Venezia per quella Biennale riformata che costava, nel 1974, cento lire a spettacolo […], mica come lo scorso settembre, che per vedere stronzate hollywoodiane, dovevi fare la coda per ore e litigarti il posto e sbigliettare dieci carte come ridere e magari capitava di incontrare il solito sopravvissuto che gridava «Sono studente!», e strappolava con il libretto e il tesserino, però non lo filava nessuno e tutti lo evitavano come un derelitto appestato: accidenti a te che non hai capito i tempi duri!” 11 L’ombra del terrorismo ha messo in crisi l’identità e l’immaginario politici e sociali dello studente e dell’operaio trascinando con sè la figura del “giovane” e obliterando il “soggetto sociale emergente” a favore di quello del caos e della violenza. I giovani, ricompaiono nei media nazionali e internazionali accompagnati dalle mode, dalle culture di massa, dalla musica. Da un recente libro di Marco Gervasoni12 prima citato, Storia 11 12 Tondelli P.V., Weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta, cit p. 30 Gervasoni M., Storia d’Italia degli anni ottanta. Quando eravamo moderni, cit. p. 136 5 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. dell’Italia degli anni Ottanta. Quando eravamo moderni, emerge con chiarezza quella cornice interpretativa di cui parlavamo sopra e l’articolazione dello “spirito del tempo” anni ottanta. L’autore descrive una situazione quasi senza vie di fuga per le generazioni più giovani: “un’immagine controversa e bifronte, come molti fenomeni degli anni ottanta, che si può riscontrare anche nei prodotti dei media e della cultura di massa, non tanto i film e le fiction italiani, quanto le canzoni: più di quelle dei cantautori degli anni settanta, del resto ora non più tecnicamente «giovani», quelle di Vasco Rossi, di Luca Carboni, di Eros Ramazzotti, di Marco Masini, in cui usciva un ritratto di un giovane costretto a muoversi tra amici morti di overdose, tentativi di suicidio, e comunque alla ricerca della «terra promessa».[…]Un’afasia dell’esperienza ben colta anche da Tondelli, scrittore allora presentato come autore delle giovani generazioni, il convivere di vitalità e di apatia, di attivismo e di fatalismo” Dai romanzi e dalla produzione culturale e letteraria di Tondelli, a partire da Altri Libertini, il ritratto di una generazione e di un decennio caldo che si conclude non dimostra questa “afasia dell’esperienza” ma indaga forse più a fondo il “corpo storico” dei giovani a cavallo tra gli anni settanta e ottanta. Tondelli inaugura una “nuova poetica dello sguardo”, indaga la sua generazione «ad altezza d’occhio» a favore di una nuova «filologia della sua gioventù»13 e rappresenta una fonte ricchissima per la ricerca storica, che si propone di riscoprire con nuove “lenti” lo “sviluppo di soggettività spiccatamente generazionali”14 e che si apre a percorsi di aggiornamento e ibridazione verso studi culturali e sociologici. Gli “scarti” di Tondelli dialogano con la centralità che in recenti studi culturali e ricerche 13 Picone G., “Merci culturali e postmoderno. Un po’ di filologia della nostra gioventù” in “Panta” n° 20/2003 De Sario B. “Attivismo culturale: pratiche politiche e culture giovanili tra anni settanta e ottanta in Italia” in Dogliani P. Giovani e generazioni nel mondo contemporaneo. La ricerca storica in Italia. Clueb Bologna 2009 p. 85 14 6 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. storiche e storiografiche viene offerta all’emersione delle nuove soggettività. A partire da Altri Libertini, notiamo come l’autore si rivolga ai «mutamenti della soggettività», ai prodotti e alle «pratiche culturali» e ai «movimenti giovanili del tempo»15 e ci permette di affrontare alcuni elementi del contesto in cui viene prodotto il libro e allo stesso tempo di intravederne altri rilevanti per il decennio alle porte. “E’ un momento di svolta, di fine di un periodo. I suoi racconti sono un affresco lucido, spietato e al tempo stesso amaro e divertito degli anni settanta, della loro fine sia cronologica sia culturale, ma sono anche uno sguardo già aperto agli anni ottanta che verranno, portando una vitalità e un’energia diverse e nuove”16 I ragazzi e le ragazze che vivono in questi racconti non possono essere contenuti dentro rigide forme di appartenenza a classi sociali e produttive, non vengono descritti né come studenti né come operai, sono adolescenti, sono giovani. Sono figli del movimento, ma tutt’al più vengono definiti “precari”17, intesa come condizione trasversale che connota le giovani generazioni contemporanee. L’appartenenza a una o l’altra classe li avrebbe distribuiti in tempi di vita, esperienze e prospettive future differenti. Non viene data importanza a questo tipo di distribuzione sociale, che appartiene ormai a un tempo passato prossimo e recente, certamente, ma non rappresentativa forse delle linee di tendenza e delle tensioni future, anche queste prossime, intuite da Tondelli. E’ l’ipotesi di come le distanze tra i giovani e tra generazioni, che vivono il passaggio di questi decenni, si siano ridotte e assottigliate. “Sono abitanti di un mondo sempre più piccolo”18, tanto che alcuni critici attribuiscono a Tondelli la capacità di aver colto le prime forme della “glocalità” del nostro tempo. Tutti i posti in cui i 15 De Sario B., Resistenze innaturali. Attivismo radicale nell’Italia degli anni ’80., cit. p. 11 Ivi p. 107 17 Tondelli, Altri libertini, Feltrinelli Milano 2010 p. 152 18 Sebastiani A., “La morte del «noi»: Altri Libertini di Pier Vittorio Tondelli” in Pieri P. e Cretella C., Atlante dei movimenti culturali dell’ Emilia Romagna. 1968-2007, volume II “Narrativa”, cit. p. 117 16 7 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. personaggi vivono, o meglio “stanno”, sono considerabili per lo più come “non-luoghi”19 e sono: “non a caso angolature sbilenche della Bologna di quegli anni, sono abitati già da nuove forme di vita, al cui centro non stanno famiglia, lavoro, studio, ma una prospettiva no-future, lanciata sul presente, su una disperata, appassionata ricerca di sé e dell’altro”20. Una prospettiva “no-future” derivata anche dalla cultura e dall’ atteggiamento punk dell’epoca. Ma dalla stessa prospettiva se ne può ricavare un’altra “no-past”, del disincanto contemporaneo, rivendicata dai soggetti narrati e riscoperti dai margini. La marginalità dei giovani libertini non è giudicata ma narrata, è lo specchio di una condizione reale, esistente. E’ la condizione di un vuoto, di un’assenza, di un malessere, di una delusione, sicuramente di un’attesa, ma non di “un’afasia dell’esperienza”, come in apparenza potrebbe sembrare. Con gli “altri libertini” emergono in letteratura corpi che eccedono la rappresentazione21 politica e sociale, nei termini conosciuti fino alla fine degli anni settanta e si presentano come “nuove soggettività complesse sganciate dalle istituzioni disciplinari fordiste”22 Sono proprio gli anni ottanta, infatti, gli anni in cui soggettività differenti, marginali, frammentate emergono dall’egemonia della distribuzione e divisione in classi della società e iniziano a rivendicare uno spazio politico e una presa di parola pubblica, trainate dal già avviato dibattito femminista incentrato sulle “differenze”. 19 Ibidem Busarello R., “Appunti per una storia dello spazio omosessuale a Bologna” in Pieri P. e Cretella C., Atlante dei movimenti culturali dell’ Emilia Romagna. 1968-2007, volume III “Arti, comunicazione, controculture” , Clueb Bologna 2007 p. 38 21 Braidotti R, Soggetto Nomade: femminismo e crisi della modernità, Donzelli Roma 1995 p.210 22 Busarello R., “Appunti per una storia dello spazio omosessuale a Bologna” in Pieri P. e Cretella C., Atlante dei movimenti culturali dell’ Emilia Romagna. 1968-2007, volume III “Arti, comunicazione, controculture” , cit. p. 39 20 8 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. La riscoperta e la valorizzazione della “differenze” e delle “soggettività”, infatti, assumono come momento essenziale il dato soggettivo e personale del vissuto. Queste riflessioni avevano al centro un confronto, tra donne, attraverso il quale “sofferenze e insofferenze, conflitti e rivolte, da sempre vissuti in silenzio e coperti dal silenzio, come fatti estremamente personali e non condivisibili, si scoprono elementi costanti di una dimensione comune, si rivelano problema non privato ma sociale, collettivo e pubblico. […] La possibilità della donna [e delle donne] di decidere su una questione che la implica così profondamente sarebbe diventata il simbolo di una più generale possibilità di riappropriarsi di sé del proprio corpo, della propria identità, del proprio futuro ”23 Processo analogo al mutamento di segno della soggettività omosessuale in un contesto, occidentale, di crisi della modernità. In generale, sappiamo che il romanzo non riscosse molta approvazione né nel PCI né nell’area di sinistra. La capacità di Tondelli di aprire una “nuova poetica dello sguardo” sulla realtà dei giovani, non fu ben accolta e soprattutto non compresa anche da alcuni ambienti del movimento. Massimo D’Alema, segretario nazionale dei giovani comunisti nel 1980, colse l’importanza del primo libro dal punto di vista politico e generazionale: “Vengono fuori con forza i tratti più significativi dell’esperienza e della cultura della nuova generazione, o almeno di una parte di essa”24 23 24 Crainz G., Il paese mancato, cit. p. 510 Massimo D’ Alema, Atti della tavola rotonda “Altri libertini trent’anni dopo”, 10 dicembre 2010 9 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. Forse sintomatico dell’incapacità del partito di comprendere a fondo la fase e l’universo dei giovani dell’epoca, sull’Espresso D’Alema scriveva che il libro svelava “una mancanza di politica o se si preferisce una crisi della politica”25. Ma i termini non sono intercambiabili. In questa fase di “riflusso”, la crisi della politica è sinceramente innegabile, ma non la sua mancanza. In più, il PCI vedeva in quei racconti una ferita all’immagine dell’Emilia Romagna che urtava in modo doloroso con quella felice del riformismo del laboratorio sociale e politico emiliano26. Non si vuole stravolgere la natura letteraria della prima opera di Tondelli, ma ribadire la sua capacità di cogliere la rottura politica e generazionale che accompagna il passaggio del decennio e come, anche se non attivista e non militante, visse delle energie emanate da quell’epoca di innovazioni culturali e politiche. La forte dimensione politica presente nel romanzo Altri Libertini parla un linguaggio assolutamente nuovo che non solo “cozza contro lo status quo conformista”27 della provincia emiliana; il libro non ci parla di un semplice ribellismo ma va oltre. La provincia emiliana, oltre a non essere un “pretestuoso ancoraggio”28 per i personaggi “marginali” che popolano gli scenari del libro, non rinuncia a una dimensione internazionale e intreccia l’Europa. I viaggi dei protagonisti dei racconti aprono traiettorie europee come fondamentali esperienze di formazione e allo stesso tempo, vivono e narrano un contesto europeo e una società che si possono definire sulla via del multiculturalismo: “La società multiculturale è costruita da una serie di circuiti di socializzazione e di intersezione di identità molteplici che scompagina le rappresentazioni binarie che designano le identità […].”29 25 Bernasconi E., “Italiano cencioso: interpretazione e altri aspetti di Tondelli libertino” in Masoni V. e Panzeri F., Studi per Tondelli. Tesi di laurea e i saggi critici del premio Tondelli 2001, Monte Università di Parma Editore Parma 2002 p. 59 26 Massimo D’Alema “Altri libertini trent’anni dopo”, Atti della tavola rotonda Correggio 10 dicembre 2010 27 Gastaldi S., “ Tondelli, Palandri e gli anni settanta”, Atti del seminario Correggio 11 dicembre 2009 28 Pezzato F., “Ragazzacci di un’Emilia americana” in Il Resto del Carlino 16/02/1980 29 Capuzzo P. “Times? Soggettività e percorsi di politicizzazione nell’Inghilterra thatcheriana” in Zapruder n° 21/2010 10 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. Anche in questo senso Tondelli si rivolge a tutto ciò che l’Italia stava diventando. Gli altri libertini non rappresentano dei paradigmi delle nuove soggettività ma sicuramente narrano delle potenzialità e una parzialità dei nuovi soggetti sociali. La letteratura di Tondelli nasce nell’epoca della fine del marxismo, una fase che segna il “tramonto di un modello di rappresentazione della società e di un linguaggio politico” e nella società che viene “il corpo assumeva centralità come elemento espressivo, performativo e politico”30 E’ un libro di rottura che infrange pesanti tabù31, sicuramente dal punto di vista letterario, ma anche politico e generazionale. Aldo Tagliaferri, in un breve saggio uscito su “Panta” nel 200332 ci aiuta a comprendere l’eresia, anche politica, che sta dietro questo libro e come l’autore assorba le conquiste dei movimenti del decennio precedente e le rifletta nel successivo, perché sulla “frontiera del micropolitico, quella del quotidiano e dell’emotivo” quei movimenti hanno effettivamente vinto33. Sta tutto negli umori con cui Tondelli nutre i suoi altri libertini e se stesso nella sua gioventù. Sono umori “desideranti”e della reattività figli dell’anti – Edipo di Deleuze e Guattari, che mirano a promuovere “il passaggio dal dominio della razionalità alla politica del desiderio, dalle ragioni dello spirito a quelle del corpo, dall’adattamento al codice familiaristico al nomadismo più o meno arditamente libertino”34. 30 Ibidem Sebastiani A., “La morte del «noi»: Altri Libertini di Pier Vittorio Tondelli” in Pieri P. e Cretella C., Atlante dei movimenti culturali dell’ Emilia Romagna. 1968-2007, volume II “Narrativa”, cit. p. 108 32 Tagliaferri A. “Sul motore tirato al massimo” in “Panta” 20/2003 33 Busarello R., “Appunti per una storia dello spazio omosessuale a Bologna” in Pieri P. e Cretella C., Atlante dei movimenti culturali dell’ Emilia Romagna. 1968-2007, volume III “Arti, comunicazione, controculture” , cit. p.38 34 Tagliaferri A. “Sul motore tirato al massimo” in “Panta” n°20/2003 31 11 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. “Se gli scontri politici, anche furibondi, propri degli anni della stesura del romanzo, echeggiano in quelle pagine solo come minacciosi ma distanti rulli di tamburo, ciò dipende dal fatto che in esse si riflette un bisogno collettivo di evadere da quella realtà sociale e dal tipo di conflittualità che essa comporta e prevede, mentre prende corpo35 la ricerca, annunciata dal titolo, di un’alterità perseguita attraverso la pratica di un libertinaggio eversivo”36. Gli altri libertini insubordinano e lottano contro la normalizzazione e l’eteronormazione e fuggono dalla politica attraverso il “desiderio”, dove la conoscenza passa prima di tutto dalle esperienze del corpo, della sessualità e dall’uso e abuso delle droghe. Così popolano il momento dell’attesa. E storicamente popolano gli anni veri e propri del “riflusso”. “Il periodo dal ’77 ai primi anni Ottanta rappresenta qualcosa di più dell’emergenza sociale di una minoranza: una sperimentazione diffusa, libera, inedita delle proprie molteplici sessualità da parte di tanti/e, se non tutti coloro che circolarono nel movimento. […]La questione della soggettività individuale e collettiva come eccedenza di desiderio, di un desiderio aperto sull’intera società, come possibilità di trasformazione di sé e del mondo, il rifiuto del lavoro, del comando, dei saperi imposti, dei ruoli sociali e sessuali, furono al centro di un decennio che chiuse per sempre con un modo di produzione del soggetto. […] Una prima fulminante rappresentazione di questo spazio supplementare, periferico, ma destinato ad occupare tutti gli interstizi dell’ordine sociale in declino, si ha nell’esordio letterario di Pier Vittorio Tondelli” 37 Il corpo, quindi come strumento privilegiato dell’esperienza e del riconoscimento reciproco tra i soggetti. Un corpo che assume centralità politica, perché cambiando prospettiva emergono “ulteriori aspetti della politicizzazione dei «nuovi soggetti» riconosciuti nei ’70 e transitati nel decennio successivo”38 Questi “nuovi soggetti” verificano un “disancoramento” dalla “classica subordinazione” rispetto alla “gerarchia discorsiva”39che prevedeva la “fissazione” del soggetto stesso 35 Corsivo mio Tagliaferri A., “Sul motore tirato al massimo” in “Panta” n° 20/2003 37 Busarello R., “Appunti per una storia dello spazio omosessuale a Bologna” in Pieri P. e Cretella C., Atlante dei movimenti culturali dell’ Emilia Romagna. 1968-2007, volume III “Arti, comunicazione, controculture” , cit. p. 38 38 De Sario B., Resistenze innaturali. Attivismo radicale in Italia negli anni ’80, cit. p.13 39 Braidotti R., Soggetto nomade: femminismo e crisi della modernità, Donzelli Roma 1995 p. 110 36 12 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. “in una serie di opposizioni dualistiche – corpo/mente, passione/ragione, natura/cultura, femminile/maschile e così via – opposizioni disposte in modo gerarchico che fornivano la struttura di base per l’organizzazione di tutto il sapere”40. Nel contesto epocale di trasformazione, che rappresenta il 1980 come decennio, vediamo come questo “disancoramento” sia coerente con la fine delle grandi ideologie e le loro culture di classe. Non ne rappresenta solo una conseguenza ma anche una potenziale strategia, che assume un’inedita opportunità di libertà e soggettivazione politica in un contesto di frammentazione sociale e smarrimento41, anche ideologico, nel nuovo scenario politico, sociale ed economico. Il tramonto della fase di “riflusso” segna l’inizio di una nuova epoca: “Ne emerge una società certamente più complessa, segmentata, disarticolata, nella quale la costruzione dei profili delle identità individuali e collettive si emancipa da precedenti modelli della rappresentazione sociale, mentre il linguaggio politico si affida a immagini plastiche e suggestive con le quali cerca di supplire al venir meno del tessuto connettivo di tipo ideologico crollato rapidamente nel giro di pochi anni, e che rinviava talvolta a una storia iniziata ben prima del 1945”42 Tra gli anni settanta e ottanta “non si tratta di un passaggio effimero, ma di una profonda cesura storica in grado di ridefinire il linguaggio della politica”43 e di uno scarto generazionale che si sarebbe approfondito negli anni successivi. 40 Ibidem Capuzzo P. “Times? Soggettività e percorsi di politicizzazione nell’Inghilterra thatcheriana” in Zapruder n° 21/2010 42 Ibidem 43 Ibidem 41 13 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. Pier Vittorio Tondelli ha avuto la capacità di stare nel suo tempo, scoprendo e narrando, attraverso i suoi romanzi, articoli e opere teatrali molte delle “energie sociali”, soprattutto giovanili, nascoste da una narrazione forse troppo patinata degli anni Ottanta. L’attenzione alla sua produzione culturale e l’assunzione dello “sguardo” di Tondelli ci permette di smentire la svalutazione complessiva che è stata fatta degli anni ottanta per opera del giudizio, sia contemporaneo che a posteriori, che lo descrive come un decennio disimpegnato ma anche dedito solamente all’”effimero”. Alle interpretazioni e opinioni diffuse che individuano i giovani degli anni ottanta, e da qui fino ai nostri giorni, come portatori di un’identità incerta o dell’apoliticità, Tondelli risponde molte volte. Nelle pagine precedenti ho provato tracciare le linee di un dialogo tra i soggetti e i luoghi di Altri Libertini con recenti studi storici e culturali che contrariamente a una definitiva “identità incerta” propongono una prospettiva che guarda alla trasformazione dei soggetti, delle soggettività e dei fattori di costruzione delle identità proprio a partire dagli anni ottanta. La difficoltà di interpretare come politiche molte delle pratiche culturali e delle forme di espressione giovanili degli anni ottanta deriva spesso da “lenti” limitate o da strumenti o “attrezzi” di analisi non esaustivi. La complessità culturale dell’Italia degli anni ottanta apre nuovi scenari parallelamente alla trasformazione delle identità, dell’agire e delle pratiche politiche. Questa stessa complessità non si esaurisce all’interno della dimensione della rappresentanza che da parte sua dimostra 14 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. quello che si può definire come “consunzione e deperimento della democrazia rappresentativa”44 . Lo sguardo di Tondelli apre a nuove opportunità di studio. Se Altri Libertini narra una realtà ancora celata, soggetti marginali ma emergenti, Weekend postmoderno e L’abbandono. Racconti dagli anni ottanta offrono una gamma di materiali che possono essere letti come “una postilla o un sottotesto, redatto in forma di lunghe note che definiscono ulteriormente, nel loro carattere quasi documentario, i contenuti dell’opera narrativa”45 Al disimpegno, stereotipo che spesso riassume l’intero universo giovanile del decennio, Tondelli risponde: “Si tratta di capire semplicemente come sono cambiate le richieste dei giovani nei confronti della società. Che esistono, che sono pressanti e, alle volte, anche dettagliatissime. Certo, la nozione di impegno politico è radicalmente mutata nell’ultimo decennio. E forse, se chiedessimo ai giovani d’oggi il significato della parola «militanza», ci troveremmo spiazzati da risposte evasive e imbarazzate. Ma tutto questo non vuol dire che i giovani d’oggi stiano crescendo apolitici. Certamente, «aideologici» […]. Ma non disimpegnati. Solo che l’obiettivo del loro impegno non è più l’utopia rivoluzionaria, cioè un processo globale di cambiamento delle strutture e dei rapporti fra gli individui, quanto piuttosto le singole istituzioni in cui si articola la convivenza civile. In particolare, due istituzioni sulle quali pensavamo si fosse già detto, e messo in crisi, tutto il possibile: la scuola e la famiglia”46 E, aggiungo, gli spazi della socialità. 44 Virno P. “Do you remember counterrevolution?” in Balestrini N.e Moroni P., L’orda d’oro, Feltrinelli Milano 2011 (1988) 45 Panzeri F., “L’unica storia possibile” in Panzeri F (a cura di), Pier Vittorio Tondelli. Opere, Cronache, Saggi, Conversazioni. Bompiani Milano 2005 p. VII 46 Tondelli P.V., L’abbandono. Racconti dagli anni ottanta, Bompiani Milano 2008 (1993) p. 67 15 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. Non che non esistessero realtà e organizzazioni politiche che non si ponessero il problema della “generalizzazione dei conflitti sociali”, ma il trend giovanile può essere generalmente ricondotto a questo atteggiamento di “categoria”, anche se è un termine un po’ riduttivo che ha, però, origine nell’immediatezza, nella quotidianità e nei tempi di vita dei soggetti direttamente interessati. Nel frammento di Weekend postmoderno dal titolo “Ragazzi dell’85” mette in risalto una realtà più complessa per ciò che riguarda le aspirazioni dei e delle giovani, non più indirizzata a una rivoluzione, a un rovesciamento del sistema ma concentrata su vertenze specifiche legate a delle angolature particolari del mondo di giovani e studenti: “Già in molti se ne sono accorti durante le manifestazioni studentesche, ma qui, nella grande parata romana di tutte le tribù giovanili italiane, le ragazze, queste ragazze dell’85, hanno dato il segno più concreto, e non solo a livello d’immagine, della novità del terzo movimento giovanile che il paese abbia conosciuto dal dopoguerra a oggi […]Qualche anno fa, i Rolling Stones, idoli indiscussi di una civiltà rock che ha interpretato le ansie e i desideri dei giovani di tutto il mondo, cantavano : It’s only rock’n roll. But I like it. Il manifesto clou del corteo di ieri diceva: Siamo soltanto studenti” 47 Per quanto il movimento studentesco del 1985 contro la riforma dell’Istruzione, sarà soppiantato dal più intenso e diffuso movimento della “Pantera” di fine anni ottanta, rimane comunque la prima espressione pubblica della rinascita del movimento, dopo la disarticolazione di quello del settantasette. Ma un elemento nuovo, lucidamente individuato da Tondelli, sta tutto in due parole. Quel 47 Tondelli P.V., Weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta, cit. p. 139 16 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. “soltanto studenti” esprime marginalità del movimento studentesco dell’ ’85 rispetto alla società del periodo, soprattutto è cosciente di esserne un frammento. Avanza un interesse di “categoria” di fronte alle proposte di riforma dell’Istruzione e un sottinteso confronto con i movimenti dirompenti del decennio precedente. Questo episodio rivela non solo un confronto con gli anni settanta ma anche una diversa percezione del reale. Secondo le parole di Fulvio Panzeri, alla base del 1980 come decennio c’è una caratterizzazione delle diversità che sta all’origine della realtà frammentata, “entro la quale è impossibile arrivare alla definizione di una qualsivoglia moda imperante. Si producono così stratificazioni culturali, fermenti, flash di orientamento, che si perdono nel giro di brevi stagioni” 48 , dove i comportamenti collettivi e soggettivi sono segmenti della storia che si susseguono e sostituiscono l’un l’altro. Lo “spirito del tempo” anni ottanta, quindi, abbandona i giovani come protagonisti e come contenitore di valori. Le “classi” che incarnano questo spirito sono altre. Districandoci dai modelli interpretativi per passare all’analisi di alcuni fenomeni della transizione storica, scoviamo una frattura generazionale molto più complessa e originale di quella che emerge dal semplice gioco per opposizione con le epoche precedenti. Emerge un “tessuto subculturale sempre più complesso, capace di attivare strategie di resistenza settoriale, ma anche di coalizzarsi attorno ad alcune battaglie simboliche di particolare rilievo, senza per questo dar vita a stabili organizzazioni unitarie. […]Quello che accade tra gli anni settanta e ottanta possiamo ben definirlo come un passaggio nel regime dell’egemonia. Non solo mutano i rapporti di forza tra le classi sociali, ma cambiano anche il linguaggio politico, le categorie di interpretazione della società, i valori dominanti e i parametri di giudizio dei comportamenti sociali, in altri termini, il gramsciano «senso comune»”49 48 Panzeri F., “Appunti per un romanzo critico”, in Ivi p. 598 Capuzzo P. “Times? Soggettività e percorsi di politicizzazione nell’Inghilterra thatcheriana” in Zapruder n° 21/2010 49 17 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. Tondelli intravede molte nuove forme della partecipazione politica che, dagli anni ottanta, nasce a partire da una scelta più culturale che ideologica. Descrive “un senso di appartenenza fortemente territorializzato”50: “E’ allora possibile cogliere un segno molto interessante degli anni ottanta. la scomparsa di una cultura metropolitana è venuta parallelamente all’emergere, sempre più vigoroso, di una cultura che nasce e cresce nelle città di provincia e, da qui, molte volte affluisce alla metropoli”51 Lo sguardo di Tondelli ricerca e svela un “corpo” degli anni ottanta, al di là di opposizioni binarie e oltre le rovine del paese. Offre elementi per rintracciare innovazioni ed eredità, creatività e nuove “disgiunture” in un contesto generale di “riflusso” e poi di “controrivoluzione”. Quella che propongo è sicuramente una storia parziale, come parziale è il punto di vista e le suggestioni affidate a Tondelli, ma può dimostrare come trafugare linguaggi e modelli dalla letteratura e da altre fonti culturali ci permette di dialogare con lavori storiografici rivolti all’età contemporanea per discutere le loro cornici interpretative, per integrarli con riflessioni e nuove domande. Un romanzo, inoltre, può restituire un “istante” alla storia quando per altri versanti esistono delle lacune. In generale l’uso dei romanzi come fonti per la storia contemporanea potrebbe essere potenzialmente inesauribile. Infine, la lettura dello “sguardo” di Tondelli per la storia contemporanea non si esaurisce 50 51 Ivi Tondelli P.V., “Under 25: presentazione” in Weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta, cit p.336 18 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli. dietro gli elementi di riflessione che ho proposto. In questo breve testo sono state elaborate delle tracce che si riferiscono a tre fonti: Altri Libertini, Weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta e L’abbandono. Racconti dagli anni ottanta, ma l’attenzione alla complessità della sua produzione letteraria potrebbe suggerirci molti percorsi di studio e ricerca, senza escludere la ricca fonte che potrebbe rappresentare il progetto “Under 25”. 19 Seminario Tondelli, Undicesima Edizione, Correggio, Palazzo dei Principi, 16 dicembre 2011. Intervento di Alessia Masini: I romanzi come fonti per la storia contemporanea.Lo sguardo di Pier Vittorio Tondelli.