Con il Patrocinio di Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano Lunedì, 27 ottobre 2014 – ore 21.00 SERIE «A» 2014/2015 ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO Direttore ROMOLO GESSI Pianista EDUARD KUNZ PIOTR ILIC CIAIKOVSKI (1840 – 1893) CONCERTO N. 2 IN SOL MAGGIORE OP. 44 (NOUVELLE ÉDITION A CURA DI ALEXANDER SILOTI) Allegro brillante e molto vivace (sol maggiore) Andante non troppo (re maggiore) Allegro con fuoco (sol maggiore) CONCERTO N. 1 IN SI BEMOLLE MINORE OP. 23 Allegro non troppo e molto maestoso (re bemolle maggiore). Allegro con spirito (si bemolle minore) Andantino semplice (re bemolle maggiore) Allegro con fuoco (si bemolle maggiore) Si ringrazia ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO - Costituitasi nel 1966, in oltre quarant’anni si è affermata come una delle principali orchestre da camera in Italia e all’estero. Toso è stato primo violino solista dalla fondazione al 2009. Alla direzione artistica si sono succeduti: P. Maag, C. Scimone, B. Giuranna, G. Turchi, M. Brunello (direttore musicale, 2002-2003), F. Juvarra (Premio “Franco Abbiati”). Dall’agosto 2014 il direttore artistico è Clive Britton. L’OPV ha collaborato con: Accardo, Anderszewski, Argerich, Ashkenazy, Barbirolli, Bashmet, Bream, Buchbinder, Campanella, Carmignola, Chailly, Desderi, Gavazzeni, Goebel, Gutman, Hamar, Hewitt, Hogwood, Kavakos, Koopman, Lonquich, Lupu, Maisky, Melles, Mullova, Mutter, Nanut, Perahia, Perlman, Quarta, Rampal, Richter, Rostropovich, Santi, Shelley, Starker, Stoltzman, Szeryng, Ughi, Vegh, Zehetmair, Zimerman. É l’unica Istituzione ConcertisticoOrchestrale operante nel Veneto e le è stata riconosciuta nel 1984 la personalità giuridica da parte della Regione Veneto. L’Orchestra realizza circa 120 concerti l’anno, con una propria stagione a Padova, concerti in Regione e nel resto d’Italia, tourneés all’estero. Nel 2010, su invito della Pontificia Accademia delle Scienze, l’Orchestra ha eseguito il Requiem K. 626 di Mozart con Desderi, alla presenza di Benedetto XVI. L’attività discografica: Concerti di Bach e Mozart con Richter e Bashmet, Concerti per cello di Boccherini con Geringas e Giuranna, “La Betulia liberata” di Mozart con Maag, i Concerti per violino e la Sinfonia Concertante di Mozart con Gulli e Giuranna, l’Integrale delle Sinfonie di Beethoven con Maag, il Concerto K.466 di Mozart con Argerich e Rabinovitch, “L’Isola disabitata” e “La fedeltà premiata” di Haydn con Golub, i Concerti per violino di Haydn con Tchakerian, i Concerti per pianoforte di Mozart e Haydn con Luisada e Meyer, il Concerto per violino e archi e il Concerto per violino, pianoforte e archi di Mendelssohn con Nordio, Prosseda e Orizio, la Serenata di Bernstein e il Concerto per violino di Barber con Tchakerian e Hamar, i Concerti per clarinetto e per flauto di Mozart con Lucchetta, Folena e Hamar e un CD dedicato a Wolf-Ferrari con Dini Ciacci, oboe e corno inglese, Carlini, fagotto e Hamar. Più recenti: “La Passione di Gesù Cristo” di Naumann e Balestracci, DVD “Homage to Amadeus” con Thiollier e CD delle Sinfonie concertanti per oboe e fagotto di Cambini con Dini Ciacci, oboe e direttore, Carlini, fagotto; la prima registrazione mondiale della “Passione di Gesù Cristo” di Paër con Balestracci. L’Orchestra è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Veneto, Provincia di Padova, Comune di Padova e Fondazione Antonveneta. Dal 2011 ha acquisito la natura giuridica di «Fondazione». É ospite trentennale di Serate Musicali con alcuni dei più famosi Solisti (Richter, Ashkenazy, Bashmet, Bream, Anderszewski, Mustonen, Argerich etc..). Violino Principale Grazia Raimondi Violini Primi Stefano Bencivenga Enrico Rebellato Sonia Domoustchieva Chiaki Kanda Davide Dal Paos Matteo Anderlini Shuji Fujiki Violini Secondi Gianluca Baruffa Ivan Malaspina Serena Bicego Erica Zerbetto Pavel Cardas Roberto Zampieri Flauti Alberto Salomon Silvina Sapere Floriano Bolzonella Giada Broz Oboi Viole Violoncelli Mario Finotti Fernando Sartor Caterina Libero Giancarlo Trimboli Contrabbassi Lorenzo Baroni Giorgia Pellarin Mario Folena Riccardo Pozzato Paolo Brunello Vecchioni Clarinetti Luca Lucchetta Roberto Scalabrin Fagotti Aligi Voltan Laura Costa Danilo Marchello Giovanni Catania Trombe Simone Lonardi Roberto Caterini Tromboni Matteo Del Miglio Alberto Pedretti Luigi Duina Timpani Alberto Macchini Corni Marco Bertona Michele Fait ROMOLO GESSI - Ha studiato direzione con Kukuskin, Musin, Kalmar e Renzetti, perfezionandosi a San Pietroburgo, Vienna, Milano e Pescara. È principale direttore ospite della Filarmonia Veneta, dell’Orchestra Pro Musica Salzburg, direttore stabile dell’Orchestra da camera del Friuli Venezia Giulia e direttore artistico delle Serate Musicali a Villa Codelli. Dal 2006 al 2008 è stato direttore musicale dell’Orchestra Cantelli di Milano. Si è affermato in numerosi concorsi ottenendo il primo premio al concorso Austro Ungarico di direzione d’orchestra di Vienna e Pècs, il secondo premio al Concorso SI RACCOMANDA DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI É VIETATO REGISTRARE SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELL’ARTISTA E DELL’ORGANIZZAZIONE Gusella e quello di miglior classificato al Concorso nazionale di direzione d’opera della Reggia di Caserta. È stato docente di direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano, al Centro lirico internazionale di Adria, al Corso di perfezionamento europeo del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Ha diretto opere liriche, operette e concerti sinfonici in Austria, Belgio, Brasile, Croazia, Lituania, Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, Usa e Italia, con Wiener KammerOrchester, Opera di Stato di Praga, Orchestra della Radiotelevisione di Cracovia, Orchestra Sinfonica di Stato Russa di Izhevsk, I Solisti di Sofia, Gainesville Symphony Orchestra, Orchestra dell’Accademia di Norvegia, Orchestra da camera di Vilnius, Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, Orchestra di Padova e del Veneto, Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra Sinfonica di Lecce, Milano Classica, Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, etc… Molto apprezzate sono state le sue collaborazioni con la rete televisiva Italia Uno, per la quale ha diretto, con l’Orchestra Cantelli, gli spettacoli Ice Christmas Gala 2009, Capodanno on Ice 2012 e 2013, trasmessi in oltre 20 nazioni. È docente al Conservatorio di Trieste, al corso di Direzione d’orchestra dell’European Conducting Academy, al Laboratorio lirico internazionale OperAverona e ai Berliner Meisterkurse. É stato professore ospite all’Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna, all’Accademia musicale di Norvegia ad Oslo e al Conservatoire Royal de Mons. Il Cidim, Comitato nazionale italiano di Musica Cim-Unesco, lo ha inserito tra i sei direttori d’orchestra del Podium 2000, pubblicazione dedicata ai musicisti vincitori di rilevanti concorsi internazionali. EDUARD KUNZ - Ha suonato con BBC Symphony Orchestra, BBC Concert Orchestra, BBC Scottish Symphony Orchestra, Royal Scottish National Orchestra, The Hallé, The Ulster Orchestra, City of Birmingham Symphony Orchestra, Welsh National Opera Orchestra, Royal Liverpool Philharmonic, London Musici, con Tugan Sokhiev, Christian Mandeal, Gardiner, etc. Altri appuntamenti importanti con Deutsches Symphonie-Orchester Berlin alla berlinese Philharmonie, Royal Albert Hall, Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, Orquesta Sinfónica de Castilla y León, Orkest van het Oosten, Orchestre National du Capitole de Toulouse e Braunschweig Symphony, e recitals a Wigmore Hall, alla Bridgewater Hall (Manchester), all’Auditorium del Louvre, al Concertgebouw (Amsterdam) alla Winterthur Hall (Barcellona). Ha registrato per: BBC Radio 3, Radio France; Deutschland Radio Kultur. Kunz ha vinto tredici concorsi internazionali, tra cui George Enescu (Bucarest) e il Concorso Paderewski (New Orleans). Altri riconoscimenti: la medaglia d’argento della Worshipful Company of Musicians (Londra), della Hattori and Musical Foundation, Dame Myra Hess; della Yamaha Music Foundation of Europe, e premi delle Fondazioni che portano i nomi di Richter e di Rostropovich a Mosca. Nato a Omsk in Siberia, ha studiato con Michail Khokhlov (Scuola Speciale Gnessin per ragazzi molto dotati), con Andrei Diev (Conservatorio di Mosca), dove si è diplomato con particolare menzione. È stato medaglia d’oro del Royal Northern College of Music (Londra). Kunz è artista della Società Filarmonica di Mosca, premiato dal Festival Verbier, è stato un BBC Radio 3 New Generation Artist (2006–2008), è artista Yamaha. NOTA DI PASSAGGIO Kunz può suonare “per caso” a Londra o a New York, o a Berlino, o a Parigi. A men grandi di lui ciò capita e ancor capiterà. Diceva Busoni che quando s’infittiscon questi “casi”, allora è FAMA. Giova aggiungere, forse di nostro, che il Busoni ebbe allievo, per felice "caso", IGNAZ FRIEDMAN (!). Il padre di Sviatoslaw Richter non aveva dubbi sull’essere Friedman “number one” nel secolo e lo ascoltava ogni anno e non “per caso”. E lui suddito e Friedman il suo Re. Busoni di quel “casuale” allievo non se ne fece nulla! Era Ferruccio, era e restava un “intellettuale”. Le “Serate Musicali”, nate ritardatarie, quasi un ventennio dopo la scomparsa del Dio delle Mazurche (di Chopin), non si diedero pace di non poterlo mai più invitare. Il sottoscritto, ospite nella sua casa tra i monti, dovette contentarsi di suonare sul Blüthner di Friedman (meccanica a spillo) e vi tentò lo Studio di Chopin n.7 op.10, di cui il Dio delle Mazurche aveva dato trasfigurazione per l’eternità. E qui la figlia ebbe un trasalimento. Le “Serate”, non potendo più invitare il Friedman, si consolarono con Shura Cherkassky il quale – anima persa- ignorava d’essere un altro Friedman. L’Italia del ventennio si macchiò gravemente, quando negò a Friedman l’ospitalità. Perse il più grande degli artisti che le chiedeva d’essere adottato. Le “Serate Musicali” esangui e martoriate, plagiate e perseguite al tempo stesso, insomma in pericolo di vita, fin dal primo giorno, adottarono il lor Shura Cherkassky. Fu quasi postuma consolazione. E Shura, l’indifeso, il male-amato, campione d’ogni misconoscenza, salvatosi dall’alcool e dal fango, fu gigante tra noi. Nello spirito nostro, fu gigante. E gli brillò una lacrima sul viso, quando mi disse: «Hans, tra noi c’è comunione!». E ogni volta mi ripeteva Shura, una domanda: «Non c’è qualcuno qui, da queste parti, che suoni con anima?». Io la verità non la volevo dire. Di questi tempi l’anima a che serve? Allora rispondevo:«Ma non sapete che è proprio l’anima il grande veleno?». Parlavo vanamente e inutilmente. E scrivo anche vanamente e inutilmente. Per poi dover sempre chieder scusa. Di quel che scrivo e di quello che non scrivo. Kunz mi da’ una mano. Un alibi lui non me lo nega. È già “storico” Kunz, ai miei occhi. Tornasse Shura, alla sua domanda: «Non c’è qualcuno qui da queste parti che suoni con anima?», avrei la risposta: «Si chiama Kunz». Lo invitai una prima volta e per trovargli un motto scrissi: “After Horowitz”. Intendendo la via di Scarlatti nostro, via aperta non senza poesia da Horowitz, quasi un dono all’immemore Italia. Ma intendevo con Kunz di andare avanti e più dentro nei tasti, nel cuore. In solitudine sì, ma avanti. E Kunz non mi ha tradito! Più dentro nei tasti e nel cuore. Questa sera le “Serate Musicali” tornan “Serate –Pro Veritate”. Non sempre ciò è possibile. Stasera sì. Busoni non ci capirebbe. Nemmeno Paderewski (che lodava Moritz von Rosenthal, allievo di Liszt, che per stroncarlo si dovette ricorrere niente meno che a Brahms). Nemmeno Godowski, il super pedante, che tormentò a sangue il nostro Shura. Ci capirebbe Shura che diceva: «E forse noi siamo rimasti soli!». Anche Shura si sentirebbe meno solo. Alla quarta volta che le “Serate Musicali” invitano Kunz, E NON PER CASO, Kunz è già LEGGENDA? Fate voi! (H.F.) PIOTR ILIC CIAIKOVSKI - Concerto n. 2 in sol maggiore op. 44 Nel maggio del 1877 Ciaikovski ricevette una lettera da Antonina Miljukova, una giovane incontrata anni prima in Conservatorio: ella gli confessava d'essere innamorata di lui da molti anni, sin dai tempi in cui era studentessa di pianoforte. Il compositore, all'epoca assorbito dalla scrittura dell'Evgenij Oneghin, non diede corso a un rapporto epistolare. Tuttavia, mentre era intento alla composizione di una scena dell'opera, quella in cui Tatjana scrive una lettera d'amore a Oneghin, la Miljukova gli fece recapitare una seconda missiva. La concordanza tra fatto reale e fatto musicale impressionò Ciaikovski. In più, il bisogno di legittimarsi socialmente, quello di mettere a tacere malevole voci sulla sua omosessualità, un vago desiderio di paternità, lo spinsero a un gesto carico di nefaste conseguenze: nel luglio del 1877 sposò, pur non essendone innamorato, Antonina Miljukova e si trovò ben presto con l'urgente bisogno di porre fine al matrimonio. Tentò il suicidio senza riuscirvi, fuggì a San Pietroburgo e vi rimase quindici giorni in uno stato mentale quasi confusionale. Fu il lavoro a salvarlo; furono la Sinfonia n. 4, l'Oneghin, il Concerto per violino, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 (tutte partiture composte tra il 1877 e il 1880) che guidarono Ciaikovski verso un periodo di stabilizzazione emotiva. Il Concerto n. 2, in particolare, fu scritto tra dicembre 1879 e maggio 1880. Cavallo di battaglia di molti celebri pianisti per la sua difficoltà, oscurato ingiustamente dalla notorietà del Concerto per pianoforte e orchestra n. 1, il Concerto n. 2 è creazione brillante che sfrutta al meglio, grazie alle pregevoli idee musicali che lo permeano, le potenzialità dello strumento solista. Pensata come partitura in cui si fondono virtuosismo esecutivo e temi popolari slavi, il primo movimento del Concerto, Allegro brillante e molto vivace, si apre con un veemente tema orchestrale di sapore russo subito seguito da un successivo tema dalle sfumature popolari più discrete. L'intervento solistico si cimenta nella ripresa dei temi suddetti ma anche nella loro elaborazione tramite fioriture e giochi d'eco. Sopra un terzo tema lirico l'orchestra si culla a lungo, accompagnando il solista in escursioni armoniche che fanno presagire direzioni poi schivate. L'esposizione e lo sviluppo del materiale melodico sono estremamente ravvicinati, quasi amalgamati in un momento unico; anche le riprese tematiche sono gestite dal compositore sfruttando effetti di sorpresa: nel momento in cui pregustiamo il ritorno del tema iniziale, per esempio, ci viene invece riproposto il secondo tema. I giochi dell'inaspettato servono a Ciaikovski per creare tensione musicale: il compositore si dimostra qui maestro nell'assecondare o tradire le nostre attese. Solo quando le possibilità della tastiera sono state ampiamente sondate con una prolungata cadenza del solista, torna, chiudendo il movimento, il festoso tema iniziale. Questo primo Allegro è, in fondo, una Fantasia per pianoforte e orchestra su temi popolari russi. Sulla presenza e il significato di questo materiale si sofferma il compositore in una lettera del marzo 1878: «per ciò che attiene l'elemento russo nella mia musica, cioè i giri armonici e melodici imparentati con il canto popolare, questo viene dal fatto che sono nato in una provincia periferica, che fin dalla mia infanzia sono stato impregnato dell'ineffabile bellezza e dei tratti caratteristici del canto russo». L'approfondimento teorico e intellettuale in merito era comunque iniziato presto. Tra il 1868 e il 1869 Ciaikovski aveva adattato per pianoforte a quattro mani cinquanta canti folcloristici prendendoli in parte da una edizione di Cento canti popolari russi pubblicata nel 1860 da Kostantin Villebois, in parte dalla collezione del compositore Balakirev. Nel 1872 aveva poi approntato una nuova versione della raccolta Sessantacinque canti popolari editi da Vladimir Prokunin e nel 1877 aveva curato l'armonizzazione di due raccolte di canti russi e ucraini destinate all'educazione dei bambini. Ritorna costantemente nel suo epistolario la riflessione sull'utilizzazione del materiale folcloristico, necessario, secondo Ciaikovski, all'artista desideroso di donare alla propria musica l'intensità profonda del mondo slavo. Gli strumenti compositivi della tradizione europea sono poi, nell'opinione del nostro, un viatico essenziale per far assurgere alla dignità dell'arte tale humus espressivo nazionale. Riguardo alla combinazione di tratti europei e nazionali, è significativo il secondo movimento, un meditativo Andante non troppo: la melodia principale, preludiata da un morbido sipario dell'orchestra, è cullante e romantica, guarda un po' all'Europa ma accenna sfumature popolari. Gli archi intervengono presto in suo sostegno per poi nuovamente lasciare da solo il solista. Tuttavia, poco dopo, egli si trova impegnato nel ruolo di accompagnamento, sezione che introduce un comune momento lirico. Altro luogo, oltre a quello iniziale, in cui le due tendenze culturali sopraccitate si fondono con risultati di notevole suggestione, è la coda, dove l'Andante sfuma in chiaroscuri minacciosi e a un tempo sognanti sul vibrato degli archi e gli arpeggi del pianoforte. Chiude il Concerto n. 2 un Allegro con fuoco: la sua vivace apertura danzante consiste nell'esposizione di una tema popolare, seguito da un virtuosismo minuto dai tratti scherzosi e brillanti. Anche il successivo tema, ancora tra il volante e il danzante, innesca uno scintillante scambio di parti tra l'orchestra e il pianoforte. Il colore terso dell'orchestrazione, la sfavillante digitazione pianistica, donano a tutto il movimento una trascinante luminosità. Il Concerto, estroverso e intimistico a un tempo, spinge a riflettere su un'altra dote di Ciaikovski compositore: oltre a saper fondere gli aspetti espressivi europei e il mondo folcloristico, egli riesce a coniugare intimismo e festosità facendoceli apparire come parte di una sola necessità espressiva. Concerto n. 1 in si bemolle minore op. 23 Impressa nella memoria di tutti è la melodia, ampia e cantabile dell'introduzione (Allegro non troppo e molto maestoso) al primo movimento del «Concerto n. l op. 23», che Ciaikovski scrisse nel 1874. É la parte più nota della partitura: indimenticabile per l'ardore del tema, intenso e appassionato, cantata dai violini primi e dai violoncelli che entra sui perentori accordi del pianoforte. La medesima idea tematica, fluita alla tastiera, è sottoposta a una prima variazione e, dopo una cadenza di carattere virtuosistico, viene riesposta dagli archi con la partecipazione dell'intera orchestra e del solista. É un lirismo intenso e aperto, dichiaratamente ciaikovskiano nell'ispirazione, che si pone come cifra stilistica della partitura con alcuni temi sono tratti dal folklore russo, che ha saputo meritarsi una posizione di primato nella letteratura post-romantica, accanto agli omologhi concerti di Brahms. Il successivo Allegro con spirito è costruito su due idee melodiche di altra natura - la prima sorretta da un ritmo di danza in terzine, la seconda dolce e molto espressiva, dall'andamento cullante - presentate dal pianoforte e sempre alla tastiera sottoposte a sviluppo e elaborazione. Il secondo movimento, Andantino semplice, ripropone un clima disteso, di pregnante carattere evocativo: Hoffmann lo descrisse come «nostalgia sorda di una sera d'estate in Russia, con i profumi dei tigli e dei lillà, con la visione di campagna e dei contadini che vanno a lavorare». Il tema, «di una malinconia soffusa, riposata e sorridente, un tantino sentimentale e vecchiotta», è esposto dal flauto su un accompagnamento pizzicato, degli archi e successivamente ripreso dal pianoforte. A interrompere questa atmosfera subentra quasi subito una seconda idea cantata dai fiati, poi dal pianoforte, quindi portata avanti dai violoncelli. Una sezione centrale in Prestissimo funge da stacco prima del ritorno al clima sonoro iniziale che indirizza alla conclusione tranquilla con trilli e accordi arpeggiati. Il terzo movimento, Allegro con fuoco, pur adottando la tradizionale forma-sonata, sembra forzarla dall'interno attraverso la parafrasi di melodie popolari che mal si conciliano con le simmetrie classiche. L’impiego del pianoforte è inconsueto per l’epoca: nei giochi con l'orchestra alla quale spesso si contrappone con massicce sonorità, nel suo uso percussivo (dichiarato fin dall'inizio del Concerto), negli interventi di tipo rapsodico segnati da un virtuosismo brillante quanto impegnativo. Forse per le novità sonore e strutturali che racchiude, il «Concerto in si bemolle minore» fu aspramente criticato da Nikolaj Rubinstein, allora uno dei celebri virtuosi alla tastiera, direttore del Conservatorio moscovita, al quale Ciaikovski chiese parere sull'eseguibilità della parte pianistica. Pare che Rubinstein si fosse espresso in questi termini: «Il suo Concerto non vale assolutamente nulla, non è possibile suonarlo, i passaggi sono volgari, goffi così mal scritti che non si vede neppure un modo per correggerli. La forma è cattiva, banale; non ci si imbatte in altro che in episodi rubacchiati un po' qua e un po' là. Ci sono soltanto due o tre pagine che potrebbero forse avere valore: tutto il resto va distrutto o rifatto da cima a fondo». A un giudizio del genere una risposta di Ciaikovski altrettanto perentoria: «Non toglierò né modificherò una nota. Darò alle stampe questo Concerto cosi com'è». In realtà il musicista tornò sulla partitura più volte: nel 1889, in occasione della prima esecuzione dell'opera in Inghilterra, corresse alcuni passaggi su proposta del pianista Edward Dannreuther; successivamente apportò altre modifiche nel 1889, anno dell'edizione definitiva del «Concerto». PROSSIMI CONCERTI Lunedì 3 novembre 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; A; COMBINATA 1; A1; ORFEO 1) Pianista ELISSO VIRSALADZE W. A. MOZART Variazioni su “Lison dormait” K 264 - J. BRAHMS Sonata n. 1 op. 1 - J. HAYDN Andante e Variazioni in fa minore - R. SCHUMANN Studi Sinfonici op. 13 Biglietti: Intero € 25,00 - Ridotto € 20,00 Lunedì 10 novembre 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; A; COMBINATA 2; A2; ORFEO 2) Violinista LAURA MARZADORI – Violista SIMONIDE BRACONI – Pianista HANS FAZZARI W. A. MOZART Duetto n. 1 K.423; Duetto n. 2 K.424 - G. F. HÄNDEL Passacaglia Biglietti: Intero € 25,00 - Ridotto € 20,00 Lunedì 17 novembre 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano) (Valido per A+F; A; COMBINATA 1; A1; ORFEO 1) Violoncellista STEVEN ISSERLIS – Pianista KYRILL GERSTEIN A. DVOŘÁK Waldesruhe op.68 n.5 - A. v. ZEMLINSKY Sonata per violoncello in la minore (1894) – J. BRAHMS Sonata n.1 per violoncello in mi minore op. 38 - W. BARGIEL Adagio op. 38 - J. BRAHMS Sonata n.2 per violoncello in fa maggiore op. 99 Biglietti: Intero € 25,00 - Ridotto € 20,00 Gli Amici propongono * Giovedì 6 novembre 2014 - ore 19.30 (Società del Giardino - via San Paolo, 10) GALÀ DELL’OPERETTA – A cura di L. Scarlini – Soprano S. Macculi - Pianista M. Carnelli ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» 22001122013/2014ICALI» Presidente Onorario Hans Fazzari *** Soci Fondatori Carla Biancardi Franco Cesa Bianchi Giuseppe Ferreri Emilia Lodigiani Enrico Lodigiani Luisa Longhi Stefania Montani Gianfelice Rocca Luca Valtolina Amici Benemeriti Alvise Braga Illa Fondazione Rocca Ulla Gass Thierry le Tourneur d’Ison Società del Giardino Amici Giovanni Astrua Testori Maria Enrica Bonatti Valeria Bonfante Luigi Bordoni - Centromarca Luigi Crosti Roberto Fedi Anna Ferrelli Fedele Confalonieri Mediaset Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Ugo Carnevali Roberto De Silva Roberto Formigoni Gaetano Galeone Società del Giardino Gianni Letta Mario Lodigiani Roberto Mazzotta Francesco Micheli Arnoldo Mosca Mondadori Silvio Garattini Robert Parienti Ugo Friedmann Jacopo Gardella Camilla Guarneri Vincenzo Jorio Miriam Lanzani Lucia Lodigiani Mario Lodigiani Paolo Lodigiani Maria Candida Morosini Rainera e Mario Morpurgo GianBattista Origoni Della Croce Adriana Ragazzi Ferrari Giovanna e Antonio Riva Elisabetta Riva Giovanni Rossi Paola e Angelo Sganzerla Alessandro Silva Maria Luisa Sotgiu Marco Valtolina Beatrice Wehrlin Soci Denise Banaudi Umberto e Giovanna Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Isabella Bossi Fedrigotti Maria Brambilla Marmont Giancarlo Cason Egle Da Prat Piero De Martini Maya Eisner Donatella Fava Carlo e Anna Ferrari Maria Teresa Fontana Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Fernanda Giulini Yasunory Gunji Ferruccio Hurle Industria dei Beni di Consumo Giuliana e Vittorio Leoni Maurizia Leto di Priolo Giuseppe Lipari Maria Giovanna Lodigiani Gabriella Magistretti Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Luisa Migliavacca Guya Mina Filippo Monti «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Paolo Pillitteri Marina Berlusconi Fulvio Pravadelli Cecilia Falck Quirino Principe Vera e Fernanda Gianfelice Rocca Giulini Fondazione Rocca Emilia Lodigiani Carlo Sangalli Maria Grazia Fondazione Cariplo Mazzocchi Luigi Venegoni Conservatorio G. Giuseppe Ferreri Verdi - Milano Banca Popolare di Francesca Colombo Milano Stefania Montani Camera di Commercio Cristina Muti di Milano Simonetta Puccini Publitalia Rosanna Sangalli ***** Elisso Virsaladze Diana Bracco Juana Zayas Flavia De Zigno Martha Argerich Lucia ed Enrico Morbelli Luisa Consuelo Motolese Anna Chiara Nalli Lilli Nardella Maria Vittoria Negri Mirella Pallotti Stefano Pessina Francesca Peterlongo Giovanni Peterlongo Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Raffaella Quadri Giorgio Rocco Gabriella Sala Noris Sanchini Giustiniana Schweinberger Marilena Signorini Maria Luisa Sotgiu Andrea Susmel Giuseppe Tedone Adelia Torti Maria Luisa Vaccari Vivere l’Arte Graziella Villa Giuseppe Volonterio Bianca Hoepli ***** Carlo Maria Badini Alberto Falck Oscar Luigi Scalfaro Giovanni Spadolini Leonardo Mondadori Giuseppe Lodigiani Giancarlo Dal Verme Tino Buazzelli Peter Ustinov Franco Ferrara Franco Mannino Carlo Zecchi Shura Cherkassky