Diocesi di San Miniato
da La Domenica del 13/11/2011
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Un corso del Vescovo aperto a tutti
Per conoscere e approfondire la Dottrina sociale della Chiesa
Una serie di lezioni tenute da mons. Fausto Tardelli per
introdurre alla conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa
inizierà martedì 22 novembre a San Miniato. Un corso rivolto a
tutti, in special modo a coloro che già vivono l’impegno in ambito
economico, sociale e politico, non solo cattolici ma anche laici.
Inoltre, destinatari privilegiati del corso sono i giovani, chiamati
a costruire il futuro della società. In un tempo di crisi e di
cambiamenti a livello economico e politico è fondamentale la
formazione di una coscienza sociale. Nel mini-corso, inserito nel
piano di studi della Scuola teologica ma – per volontà del
Vescovo – aperto a tutti, senza necessità di iscrizione, verranno
illustrati i princìpi di riflessione, i criteri di giudizio e le indicazioni
d’azione con riferimento ad ambiti di grande interesse e attualità
quali il lavoro, l’economia, l’ambiente, la partecipazione politica e
i diritti dell’uomo. (dfr)
Che cos’è la Dottrina Sociale della Chiesa
La dottrina sociale indica il complesso dei principi e degli
insegnamenti della Chiesa cattolica intesi a risolvere, secondo lo
spirito del Vangelo, i problemi socio-politico-economici. La
genesi della Dottrina sociale della Chiesa viene spesso fatta
risalire all’enciclica Rerum Novarum (1891) di Papa Leone XIII,
cui
hanno
fatto
seguito
altre
importanti
encicliche:
Quadragesimo Anno (1931) di Pio XI, Mater et Magistra (1961)
e Pacem in Terris (1963) di
Giovanni XXIII, Populorum
progressio (1967) di
Paolo VI, Laborem exercens (1981),
Sollicitudo Rei Socialis (1987) e Centesimus annus (1991) di
Giovanni Paolo II, Caritas in veritate (2009) di Benedetto XVI,
oltre a numerosi discorsi sociali dei Pontefici. Tuttavia la dottrina sociale è insita nello stesso Vangelo e la
preoccupazione per la giustizia e il bene comune è stata una costante fin dall’epoca dei Padri della Chiesa
(si pensi a tematiche quali il rapporto tra il cristiano e l’autorità statale, la proibizione dell’usura, la
legittimità della proprietà privata e la destinazione universale dei beni).
Il denaro e la finanza sono solo mezzi
di Antonio Baroncini
Dall’estate, ormai trascorsa, il nostro vivere quotidiano, tra inquietudini, agitazioni, incertezze, è legato,
senza dubbio, agli effetti di alcune parole: spread, tasso di rendimento, obbligazioni, rischi, brady bond,
default, agenzie di rating: dai loro giudizi dipende l’andamento dei mercati, causando lo spauracchio dei
risparmiatori, banche centrali, governi nazionali ed hanno il potere di condizionare l’economia mondiale.
Sono termini inglesi su cui si fonda ogni operazione ed attività finanziaria. I loro oggettivi significati, senza
una adeguata preparazione scolastica e pratica, sono di difficile comprensione ed amministrazione.
La gente comune si affida agli esperti, all’amico impiegato in banca e chi, per ragioni economiche delle
proprie aziende, al proprio consulente finanziario, accettandone, più per rassegnazione che per
convinzione, i consigli.
Sembra che la vita dell’uomo e quindi l’uomo stesso, sia direttamente dipendente alle conseguenze del
denaro, arbitro e motore di ogni azione.
Nasce un’impellente necessità: la parte più alta e nobile della persona che è la sua spiritualità, l’etica, la
morale, non sia un aspetto subalterno e fanalino di coda sulla scala dei valori. Non affermiamo e non
pensiamo che il denaro non sia utile e superfluo, ma non lo indichiamo e non lo consideriamo un valore
fondamentale della coscienza umana, ma come mezzo di un sistema, integrato nell’organizzazione della
nostra vita.
Deve essere considerato uno strumento adeguato per concorrere alla realizzazione di una società evoluta,
in cui vengono finalmente debellati alcuni ignobili aspetti come: la fame nel mondo, la povertà, lo spreco
di risorse, la tutela, in ogni senso. Questo, non ispirato e mosso dall’egoismo, ma attivato per il bene della
gente che è poi il fine primario della politica.
John M. Keynes, considerato uno dei più grandi economisti del XX secolo, sosteneva: «Spero che non sia
lontano il giorno in cui l’economia occuperà quel posto di ultima fila che le spetta, mentre nell’arena dei
sentimenti e delle idee saranno protagonisti i nostri problemi reali: i problemi della vita, dei rapporti
umani, del comportamento morale, del senso religioso…».
È indispensabile per capire fino in fondo il vero significato di tutto questo fare riferimento al saggio
«Spirito di impresa ed attività imprenditoriale nell’insegnamento sociale della Chiesa».
Tutto, nell’attuale realtà sociale e politica, mette in evidenza la necessità assoluta di riforme con senso
profondo di giustizia distributiva, in cui purtroppo, in un primo momento, il disagio maggiore ricadrà sui
cittadini comuni e sulle loro famiglie, costretti a sacrifici per i quali, al momento, manca il necessario
“buon esempio” atteso dall’alto.
Abbiamo capito tutti che dei sacrifici sono necessari per ripartire, ma per essere accettati e condivisi
devono essere sacrifici finalizzati a una prospettiva di sviluppo chiara. La realtà del momento è che chi
quei sacrifici li chiede non è più credibile dalla gente. Si stanno invocando e chiamando tecnici alla guida
di governo: che misera fine ha fatto la nostra politica!
Lo «spezzatino” degli interventi parziali e slegati non è più incisivo e risolutivo. Occorrono progetti globali
decisivi e programmati nel tempo, con il concorso di maggioranze, minoranze e parti sociali. Un accordo di
coscienza nazionale sulle cose fondamentali, per il progresso del Paese, da fare assieme confrontandosi e
scontrandosi sui metodi per conseguirle, dando vita alla supremazia della sussidiarietà.
Riforme di un sistema che non possono essere di parte, tanto meno costruite sul populismo e la
demagogia. Debbono essere il prodotto di una democrazia “inclusiva” che non escluda nessuna parte del
sistema Paese nel concorrere a farle e sostenerle. Ciò si può fare e concretizzare solo se la nostra società
sarà colta, critica e libera nell’educare alla vita buona (quanto è suggestivo e lusinghiero questo
aggettivo!) del Vangelo.
VI convegno diocesano per l’Ecumenismo, venerdì 25 novembre
L’amore di Dio è in mezzo a noi
di Francesco Bagatti
«Ora però si tratta di volgere lo sguardo alla Croce (Gv 19,37) e di accogliere la novità dello Spirito. È al
Cristo e alla sua venuta nella storia che si deve guardare e porgere ascolto. Non alle cose di un tempo,
alle controversie ecclesiastiche, alle nostre attese mondane.
La conversione, cui le chiese sono chiamate, consiste nel cogliere la “cosa nuova” che il Signore sta
facendo: “ proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is,43-19). Non si tratta di ignorare un passato
che peserà finché le ferite non saranno rimarginate. Si tratta di fare spazio all’azione nuova dello Spirito.
All’Umanità e a tutta la Creazione che gemono nelle doglie del parto
(Rm 8,22-23), le chiese diano voce gridando unanimi: “Vieni, Signore Gesù!”(Ap 22,30). È lo Spirito che
suscita l’attesa del Signore che viene…
Senza lo Spirito e senza l’attesa la Chiesa è soltanto un’organizzazione religiosa di questo mondo,
l’ecumenismo un’attività diplomatica alla ricerca di successi nelle relazioni bilaterali, l’unità la realizzazione
in tempi differenti di un modello di Chiesa sociologicamente vincente.
È lo Spirito che invece vivifica e trasfigura: Egli fa della Chiesa l’icona della comunione trinitaria vissuta
nella libertà della fede, dell’ecumenismo l’iniziativa interiore che converte i cuori a Dio e li riconcilia in
Cristo, dell’unità l’evento celebrato in modo multilaterale e contemporaneo da tutte le chiese insieme».
Queste parole non si possono dimenticare e ancor meno mettere in un cassetto in attesa, come si suol
dire, di tempi migliori. Non si possono mettere da parte anche perché sono state pronunciate da uno fra i
più importanti e credibili uomini della chiesa cristiana cattolica romana, certo ma non solo quanto
all’ecumenismo, il Cardinale Dionigi Tettamanzi in un momento di maggior apertura al dialogo e di
maggiore speranza nell’unità: cioè nel momento della meditazione biblica per la preghiera del mattino del
6 Settembre 2007 durante la terza Assemblea ecumenica europea a Sibiu.
A Sibiu dove, dopo le precedenti grandi assemblee di Basilea e Graz ancor più si è confermato la validità
del movimento ecumenico e ulteriori passi avanti sono stati fatti verso il suo compimento, ancora una
volta sono state avvertite le divergenze più difficili da superare, quelle tra il protestantesimo e tutte le
altre denominazioni cristiane. Ma anche noi, noi della chiesa particolare cristiana cattolica romana, che è
in San Miniato ci troviamo a celebrare il nostro sesto convegno annuale diocesano per l’ecumenismo con il
sincero desiderio di comprendere al meglio a che punto sta la situazione fra i due opposti: le divergenze
che ancora permangono e ci mantengono separati, cattolici e protestanti, e la speranza dell’unità che
ancor più di ieri ci scalda il cuore e ci invita all’amore vicendevole. Lo faremo ascoltando un valido
rappresentate del protestantesimo, il pastore Mario Affuso della Chiesa Cristiana Apostolica che è in Prato
e Firenze e dialogando fraternamente con lui. Lo faremo con in più la convinzione che senza l’unità non è
possibile andare da nessuna parte, perché senza l’unità non c’è amore e senza amore non sarebbe
neanche possibile mettere in pratica ciò che ci siamo proposti, ancora una volta con forza, nella nostra
ultima riunione sinodale diocesana: «Educare alla buona vita del Vangelo».
È con l’aiuto di quello Spirito dunque, lo Spirito Santo, che rese efficaci per la costanza della fede le parole
del Cardinale a Sibiu, che intendiamo celebrare il nostro sesto convegno diocesano per l’ecumenismo
venerdì 25 Novembre 2011, dal titolo L’amore di Dio è in mezzo a noi ( ciò che ancora divide e ciò
che unisce Cattolici e Protestanti).
Speriamo che molti fedeli si rendano finalmente davvero sensibili al problema dell’unità dei cristiani e
partecipino numerosi; noi invitiamo tutti con il cuore colmo di speranza per un futuro di pace e carità
senza limiti né confini.
dalla diocesi
Il messaggio delle pietre
di don Luciano Marrucci
Una settimana fa nella piazza del Seminario una bambina si è
arrampicata su uno scaleo e ha rimosso il telo che copriva il
grande banner che riporta le sentenze latine della facciata
corredate dalla traduzione in quattro lingue. A questa semplice
e dimessa cerimonia non partecipavano più di una ventina di
persone. Tutti sapevano quanto avevo lavorato insieme ai miei
due collaboratori intorno a questo progetto, che sembra aver
incontrato il consenso da parte di coloro che ora lo possono
guardare.
Ho capito che non avevo scampo: tutti si attendevano che io
dicessi qualcosa. Mi è venuto a mente il passo evangelico dove
si dice: «Se loro tacessero parlerebbero le pietre!». Il Maestro
lo disse rispondendo agli ipocriti che trovavano fastidioso il
clamore di piccoli giubilanti intorno a Lui.
Simone, figlio di Giona, fu chiamato pietra, per la sua
professione di fede. Ogni suo successore è una pietra che ci
parla. Ritorna nella mente ciò che si dice nel libro di Giobbe: «Oh, se le mie parole si scrivessero […]
fossero incise per sempre nella roccia». Le pietre possono dunque parlare? Lo possono, dunque lo
devono.
Lo
devono
dunque
vanno
ascoltate.
La nostra terra è cosparsa di documenti incisi nella roccia, ci parlano ancora perché le parole di chi le ha
proferite
si
ripercuotono
fino
a
noi,
come
voci
che
gridano
ancora
nel
deserto.
In questo prospetto che ora abbiamo davanti viene proposto un codice di comportamento che vale nella
sfera individuale, come in quella sociale; è la voce di chi ci ha preceduto che arriva fino a noi.
Ponsacco
Restaurato il Crocifisso della chiesa di S.Giovanni
Il grande crocifisso ligneo che sovrasta l’altar maggiore della Chiesa di San
Giovanni è stato restaurato ed è visibile sulla grande croce costruita da alcuni
falegnami ponsacchini negli anni ’50-60.
Era arciprete in quel periodo mons. Carlo Scalenghe, che teneva molto alla
bellezza della chiesa ed ai suoi oggetti e simulacri sacri. Mancava sull’altare una
croce e un crocifisso degni della grandezza del tempio per cui chiese alla Ditta
Pratelli la costruzione di una croce di notevoli dimensioni. Gli operai della ditta,
tra i quali Orfeo Lemmi e Gino Signorini, si offrirono di lavorare gratuitamente
fuori orario, aiutati da altri operai come i lustrini. Il Crocifisso di legno chiaro fu
reperito dallo Stesso Arciprete. L’insediamento della croce con il nuovo
crocifisso avvenne durante una commovente cerimonia religiosa, rimasta
impressa nei cuori dei fedeli.
In questo anno, Mons Renzo Nencioni, con la consulenza dell’Architetto Claudio
Salvadori, ha deciso di restaurare il Crocifisso avvalendosi della competenza
della ditta Arterestauro di Cascina. Il simulacro è stato ripulito dalla polvere,
dai fumi e dai tarli, ristuccato e dipinto con colori naturali che hanno donato
alla sacra figura l’aspetto primitivo.
L’Arciprete continua con passione e dedizione a salvaguardare gli arredi sacri come i quadri, gli antichi
libri, messali, pianete e di questo i fedeli gli devono essere grati.
Prima veglia di preghiera al Centro vocazioni
di Francesca Bellucci
Venerdì 4 novembre, nella chiesa di San Pietro alle Fonti a La Scala si è tenuta la prima veglia di
preghiera del nuovo anno pastorale. A guidare i giovani nella riflessione è stato don Stefano Manetti,
rettore del seminario di Firenze.
«Che cos’è la verità? Esiste? Quanto è importante?», queste le domande alle quali si è cercato di
rispondere ,dopo un’attenta lettura della Lettera ai Galati(1,6-10), brano che ci accompagnerà per tutti gli
incontri.
Per gli uomini del nostro tempo la verità è soggettiva: attribuiscono alle emozioni il potere di stabilire ciò
che è vero e ciò che è falso e considerano vero tutto ciò che fa stare bene. Ma la verità non appartiene
all’uomo, poiché lo precede.
La verità è fondamentale per la felicità dell’uomo: egli è libero e felice quando rispetta la verità di se
stesso. Dio, ingegnere e creatore dell’uomo, ha lasciato a noi il libretto delle istruzioni per farci vivere
bene: il Vangelo. Gesù ci invita ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati.
Al mondo d’oggi, però, è l’egoismo a prevalere, ma se l’uomo riesce a vivere a pieno il dono di sé, può
essere libero e felice. Questa è la verità del Vangelo ed ogni uomo ha il diritto di venirne a conoscenza. Da
qui il ruolo dei missionari, testimoni instancabili del Vangelo, che mettono la propria vita a servizio
dell’uomo e della verità.
Fulcro dell’incontro è stata l’adorazione di Gesù Eucaristia, momento nel quale l’amore sconfinato del
Signore raggiunge ognuno di noi e ci apre al dialogo con Lui. Il prossimo appuntamento è per venerdì 2
dicembre, ore 21.30, sempre nella chiesa di San Pietro alle Fonti.
Santa Maria a Monte
Da Gavinana gli indirizzi per una comunità viva
di Diana Colombai
E’ stata una giornata di operosità e fraternità quella vissuta dai membri del consiglio pastorale della
parrocchia di Santa Maria a Monte domenica 30 novembre scorso presso la Casa dell’Azione Cattolica di
Gavinana. L’obiettivo era quello di individuare le linee di sviluppo della propria attività partendo dalla
lettura dei bisogni della comunità. Ma è stata un’occasione per pregare e riflettere sul Piano Pastorale che
il Vescovo ha previsto per quest’anno.
I componenti del consiglio pastorale hanno potuto così individuare gli ambiti di intervento. Due sono
sembrati i destinatari privilegiati della sollecitudine pastorale: la famiglia ed i giovani. Per la prima
diventano fondamentali le occasioni costituite dai sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo,
Eucarestia e Cresima), ma anche il cammino di preparazione al Matrimonio, allorquando cioè si pongo i
fondamenti per un’esperienza di vita familiare orientata al Vangelo.
In quest’ambito è da valorizzare la proposta del “Gruppo Famiglia” che può rappresentare una proposta di
aggregazione e condivisione dell’esperienza di testimonianza della fede.
La concretezza di questa scelta deve concretizzarsi nell’esercizio della carità, carisma di alcune
associazioni che operano con dedizione in un ambito di assoluto valore umano e cristiano. Caritas
parrocchiale, Misericordia e Fratres attualizzano l’impegno ai bisogni materiali degli altri. Destinatari
privilegiati di questa sollecitudine sono gli ammalati, cui non deve mancare la partecipazione alla Mensa
Eucaristica con l’impegno dei ministri straordinari.
La vitalità della nostra comunità cristiana passa per la valorizzazione di esperienze come le Confraternite e
l’impegno quotidiano dalla scuola paritaria “Beata Diana Giuntini”, da oltre ottanta anni al servizio delle
famiglie e dell’educazione cristiana dei bambini.
Maturano poi i tempi per avviare la fase di realizzazione della chiesa di Ponticelli che la genersotà dei
santamariammontesi stanno sostenendo.
Una esigenza che andrà assolta riguarda la opportunità di individuare un gruppo “cultura” che segua ed
indirizzi gli sforzi per la trasmissione della fede e la formazione dei laici. L’Azione Cattolica può senz’altro
mettere a disposizione il suo carisma per questo ambito di presenza e testimonianza.
Il Consiglio Pastorale si è dato appuntamento per il 13 novembre prossimo per approfondire il proprio
piano di lavoro.
Orentano
Casa di riposo «Madonna del Rosario» Il Vescovo visita la struttura
Nella mattinata di mercoledì 2 novembre mons. Fausto Tardelli ha fatto visita al cantiere della erigenda
«Madonna del Rosario» di Orentano, accolto, oltre che dai lavoratori, da una rappresentanza della
parrocchia e della Fondazione «Madonna del soccorso» Onlus chiamata a gestire l’opera. Si tratta di un
momento certamente particolare per la realtà orentanese. Infatti, dopo anni di attesa, potranno assistere
all’avvio della struttura della Casa di riposo fortemente voluta e sostenuta ma la cui realizzazione si era
fermata ormai da anni per varie motivazioni.
I lavori di completamento della Casa di
riposo hanno preso avvio il 22
settembre 2011 come precisano il
direttore dei lavori ed il presidente
della Fondazione e, ad oggi, stanno
procedendo con grande rapidità visto
che il traguardo finale è stato fissato
nel mese di gennaio 2012. Si tratta di
uno sforzo non indifferente sia sotto il
profilo economico che organizzativo e
burocratico
ma
che
dà
tanto
entusiasmo a tutti i soggetti coinvolti e
genera tante attese nel paese. Il
Vescovo ha voluto far visita e benedire
il cantiere al fine di manifestare il suo
sostegno e la sua vicinanza a questa
opera di assistenza e carità. Visitando i
vari locali, le camere, i servizi, il
giardino esterno e i locali delle suore che saranno chiamate a prestarvi servizio il Vescovo, accompagnato
dal Vicario don Morelli, ha potuto constatare l’imponenza dello sforzo impiegato ed i risultati che si stanno
raggiungendo in brevissimo tempo. Le ditte, cui va gran merito, procedono con grande rapidità nell’azione
di completamento e - entro la metà di dicembre circa - saranno terminati pavimenti, rivestimenti ed infissi
per poi passare all’ultima fase realizzativa. Ottima l’intesa anche tra la Fondazione committente ed il
direttore dei lavori Fabio Poggetti. Ammirabile l’impegno dei responsabili che sono quotidianamente
presenti in cantiere per assicurare supporto e stimolo, riferisce Luca Del Seta, capo del cantiere.
La RSA «Madonna del Rosario» sarà abilitata ad ospitare 30 anziani non autosufficienti e, come riferito dal
presidente avv. Riccardo Novi, funzionerà anche da certo di accoglienza diurna. Parallelamente ai lavori
“materiali” procede anche il completamento delle carte (accreditamento, manuali e piani vari richiesti
dalla legge) che, ultimati i lavori, saranno consegnate agli enti preposti per l’apertura della struttura che
sarà gestita dalla Fondazione «Madonna del soccorso» Onlus e prevederà anche un Consiglio di persone
del posto con funzione di supporto dell’opera medesima.
Al termine della visita il Vescovo ha impartito la benedizione a tutti i presenti ed ha posto una pergamena
commemorativa della visita in una bottiglia in vetro che ha provveduto a murare nel massetto della
Cappella in corso di realizzazione a futura memoria e perenne ricordo della giornata. La mattinata si è
conclusa con un bel canto alla Vergine Immacolata cui il popolo orentanese ha voluto intitolare l’opera.
Dopo un aperitivo preparato dai parrocchiani, il Vescovo ha rinnovato a tutti il sollecito a proseguire con lo
stesso impegno profuso sino a questo momento affidando ai presenti il suo arrivederci in occasione
dell’inaugurazione dell’opera.
Un’acquisizione artistica della diocesi e l’attualità della presenza del Crocefisso
Presentato il crocefisso ligneo trecentesco a Cerreto Guidi
di Alexander Di Bartolo
Domenica 6 novembre la pieve di Cerreto Guidi era
gremita. Presente il Vescovo Fausto, il parroco don
Donato, le autorità ministeriali e cittadine per quello
che si profila come uno dei più importanti eventi
culturali dell’anno delle nostre chiese parrocchiali.
È tornato finalmente a casa, nella pieve di San
Leonardo, il più antico oggetto sacro del territorio
cerretese. L’opera d’arte è stata attribuita al “Maestro
della Croce di Camaiore” e, insieme ad altre sculture
lignee raffiguranti Cristo negli ultimi istanti di vita,
apparterrebbe ad un nucleo di opere simili sparse sul
territorio dell’antica diocesi di Lucca alla quale anche
la pieve di Cerreto apparteneva. Come ha spiegato la
restauratrice, Gabriella Forcucci, il restauro è stato
difficoltoso e non privo di momenti di criticità a causa
delle precedenti “manomissioni” sulla scultura operate nei secoli scorsi senza riguardo ai caratteri originari
dell’opera. Il corpo contratto, il perizoma teso, lo scarto deciso del capo che cade su un lato colpiscono
immediatamente l’osservatore, come anche il modellato asciutto, reso più realistico grazie alla gessatura
delle superfici e del colore, che il restauro ha riportato alle origini. Colpiscono ancora in questa opera
d’arte la cura per i dettagli: il taglio degli occhi sofferenti, il sangue copioso che sgorga dal fianco e altri
dettagli che solo la visione diretta dell’opera possono restituire. Come ha sottolineato il Vescovo, dopo la
bella relazione storica illustrativa del prof. De Marchi dell’Università di Firenze, «restaurare un crocifisso è
anche rimettere in primo piano il simbolo per eccellenza della cristianità e dell’umanità intera». La croce,
come modello di sofferenza e al tempo stesso di amore supremo di Cristo per gli uomini, ci insegna
continuamente il messaggio evangelico della speranza nell’abbandono alla volontà di Dio nel disegno
divino che Cristo in prima persona ha seguito sulla croce. In un tempo nel quale il Cristo sulla croce viene
destituito da luoghi pubblici dove tradizionalmente era collocato, proprio come simbolo universale, il
restauro di un’opera d’arte avente questo soggetto è anche un messaggio per tutti noi fedeli. Questo
infatti mons. Tardelli ha voluto rimarcare complimentandosi con chi si adopera per riportare alla luce
queste opere d’arte nella loro bellezza primigenia. La pieve di Cerreto accoglie ora nelle sue navate ben
tre opere d’arte assolute: il crocefisso mediceo del Gianbologna, il crocefisso appena restaurato e quello in
deposito della collezione Bardini, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza ai beni Architettonici e
paesaggistici di Firenze che ha nella villa medicea di Cerreto una propria sede locale. E’ stato anche
annunciato dal prof. De Marchi e dai vertici della soprintendenza la volontà di organizzare, per il prossimo
anno all’interno degli stupendi locali della villa medicea, una mostra monografica interamente dedicata ai
crocefissi medioevali conservati nelle chiese di zona. Un progetto ambizioso e di assoluto interesse per la
nostra diocesi che certamente seguiremo sulle pagine di questo giornale.
Rubriche, appuntamenti e segnalazioni ...
Andrea Bocelli e la Fondazione Arpa per la cultura della donazione
di Luciano Gianfranceschi
«Vitalità», una serata a favore di Fondazione Arpa e
dell’Associazione «Viva i Bambini», si è svolta a Villa
Mansi, in Lucchesìa. Arpa appoggia e promuove
periodicamente eventi culturali di risonanza anche
internazionale, al fine di creare una cultura della
“donazione” e della “partecipazione”.
Bella gente, e soprattutto grande solidarietà. Un evento al
quale l’azienda vinicola Montellori, di Fucecchio, ha
contribuito offrendo i quattro vini della serata: il
Montellori brut 2006, il Sant’Amato 2009, il Salamartano
2007, il Vin santo doc 2004. I titolari Alessandro Nieri e la
moglie Eva Perini avevano organizzato due tavoli di
persone fucecchiesi, tra i quali anche la signora Maria
Carla Rosselli, moglie di Bepi Nieri, troppo presto mancato
ma che ha fatto grande l’azienda vinicola (fondata nel 1895). Il ricevimento era a invito.
La fondazione Arpa - che ha per presidente il fondatore, professor Franco Mosca, luminare medico di
chirurgia – è un’organizzazione non lucrativa di attività sociale (onlus), creata per promuovere la ricerca e
la formazione nei vari campi della sanità. Il maestro Andrea Bocelli ha voluto assumerne la presidenza
onoraria, ed è ora l’ambasciatore della Fondazione e dell’Italia in tutto il mondo.
Nel corso della serata lucchese, dopo cena, il grande cantante ha tenuto un breve concerto cantando i suoi
pezzi più conosciuti e accompagnandosi con il pianoforte. C’è stata inoltre una lotteria di beneficenza, che
ha consentito la raccolta di ulteriori 4 mila euro, i quali consentiranno ad altri studenti meritevoli un anno
di studio. Tra i molti premi, uno dei più ambiti – una maglia originale della Fiorentina, autografata – è
andata al tavolo dei fucecchiesi; come se la sorte avesse voluto contraccambiare la generosità. Altri erano
cd di Bocelli, con dedica personalizzata.
L’attività di Arpa è sostenuta da personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, che non fanno
mancare sostegno e collaborazione. Tra i testimonial, anche l’allenatore sanminiatese Renzo Ulivieri, e il
cantautore santacrocese Don Backy.
Rinnovate le cariche nel Capitolo della Cattedrale
Mons. Morello Morelli nuovo Proposto dei Canonici
Venerdì 4 novembre, nella memoria di San Carlo Borromeo, si è
tenuta l’investitura di Mons. Morello Morelli a Canonico e Proposto
del Capitolo della Cattedrale. Dopo la recente nomina a Vicario
Generale, il Vescovo, in conformità ai dettati statutari del Capitolo e
avendone ascoltato il parere, ha chiamato Mons. Morelli a presiedere
questo insigne Collegio di presbiteri.
Il Capitolo della Cattedrale ha il significativo compito di manifestare
visibilmente l’unità del presbiterio attorno al Vescovo e il permanere
di esso in preghiera a vantaggio di tutto il popolo. Dopo la cerimonia
d’investitura, mons. Morelli ha presieduto l’Eucaristia in suffragio dei
Vescovi e dei Canonici defunti.
Nel corso dell’ultima riunione del Capitolo, mons. Vescovo ha provveduto anche alla nomina del Canonico
penitenziere - incarico che don Carlo Favilli, a motivo dell’età avanzata e della salute malferma, non può
mantenere - chiamando a questo importante e delicato compito mons. Idilio Lazzeri.
Il Canonicato teologale, vacante dopo l’elezione all’episcopato di mons. Carlo Ciattini, è stato assegnato a
don Luciano Marrucci, già titolare della prebenda Ciccioni. Sono stati confermati il segretario e il sacrista
del Capitolo, rispettivamente mons. Luciano Niccolai e don Roberto Pacini, mentre la mansione di
economo è stata assunta da don Lido Freschi e quella di archivista a don Francesco Ricciarelli.
L’agenda del Vescovo
Sabato 12 novembre - ore 17,30: Cresime a Castelfranco di Sotto (1° gruppo).
Domenica 13 novembre - ore 9: Cresime a Castelfranco di Sotto (2° gruppo). Ore 11,30: Cresime a
Palaia.
Lunedì 14 - venerdì 18 novembre: Esercizi Spirituali con il presbiterio all’Eremo di Lecceto.
Venerdì 18 novembre - ore 17,30: Cresime a Forcoli. Ore 21,30: Consulta delle Aggregazioni laicali.
Sabato 19 novembre - ore 11: S. Messa in Cattedrale, nel 5° anniversario della morte della giovane
Valeria Tramentozzi. Ore 17,30: Cresime a Crespina.
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N° del 13/11/2011 - Diocesi di San Miniato