Rotary G iarre
RIVIE RA JO NIC O -E T NE A
Mensile del RO T A RY C LUB di G IA RRE D istretto 2 110
- OTTOB RE 2 0 0 6 -
LETTERA DEL PRESIDENTE
L’immigrazione nel nostro paese, la
presenza crescente di cittadini stranieri appartenenti a culture diverse,
pone in primo piano la problematica
del riconoscimento delle differenze.
La sfida attuale è quella di elaborare strategie e di sviluppare azioni
positive che riconoscano le diversità dei popoli con lo scopo di offrire
servizi rivolti a tutta la popolazione
sempre più personalizzati. L’integrazione degli immigrati
deve essere intesa come “integrazione residenziale,ovvero
bisogna considerare la persona immigrata membro residente del paese di accoglienza. Ciò significa che gli immigrati devono essere considerati parte integrante della
società e quindi “dotati dei diritti fondamentali” (legge n. 40
del 1998).
Obiettivo del processo di integrazione deve essere la realizzazione di una politica di riconoscimento della differenza,
che favorisca negli immigrati un sentimento di appartenenza al paese di accoglienza, senza che ciò implichi la rottura dei legami culturali con il paese di provenienza.
L’accoglienza è il momento più importante di un progetto di
integrazione degli immigrati che decide gli sviluppi relazionali. Costituisce il primo passo del processo di integrazione
perché indica l’orientamento delle istituzioni cittadine nell’assumere un ruolo di promozione e valorizzazione delle
specificità di ciascuno, dimostrando flessibilità, disponibilità
e attenzione. L’accoglienza è intesa, anche, come capacità
di creare un clima relazionale in cui il soggetto si senta
accettato, libero di evocare il passato senza timore e senza
vergogna, invogliato a condividere la sua storia ed a entrare in relazione con gli altri. Da qui l’idea di una tarsk force
di professionisti offerta dal nostro Club Service che affiancherà gli sportelli dell’immigrazione nei comuni di Giarre e
Riposto. La sottoscrizione dei protocolli di intesa con i
comuni permetterà di iniziare già nel mese di novembre il
primo corso di lingua italiana. Un avvocato esperto in diritto del lavoro e un medico saranno sempre a disposizione
per la risoluzione dei vari problemi di inserimento nel
mondo del lavoro o sanitari.
Aprire la via per una stretta collaborazione del Rotary con
le istituzioni cittadine rappresenta un attività che nel futuro
potrà solo migliorare.
IMMIGRAZIONE, TEMA D’ATTUALITÀ
Conformemente
all’incarico di delegato ai problemi
degli
immigrati,
conferitomi dall’ent u s i a s t a
Presidente, sono
stato dallo stesso
richiesto di redigere un articolo in
ordine al delicato ed attuale tema di cui al titolo. Invero, la concisione dello spazio riservatomi, mal si
concilia con l’attualità e la portata del
tema in oggetto ed ancor più, con la plu-
di Antonio Ruggero
ralità delle problematiche che presenta. Da sempre, l’aiuto
concreto ai diseredati ha costituito il connotato distintivo ed il
fine precipuo dell’azione rotariana alimentata e massimamente esaltata dalla sua più nobile ed edificante organizzazione
“La Rotary Fondation”. In effetti, grazie ad essa ed ai tantissimi concreti ed assai prestigiosi traguardi raggiunti in sede
mondiale, tra i quali ricordo:la quasi totale eliminazione dl flagello “poliomielite”; l’istituzione di scuole l’escavazione di pozzi
d’acqua; borse di studio ecc., il Rotary International si è visto
assegnare un seggio all’O.N.U.
Prestigiosissimo riconoscimento questo mai assegnato a nessuna delle istituzioni similari. Invero, l’assai corposo ed attuale fenomeno migratorio non interessa solo il nostro Paese ma
la gran parte degli stati d’Europa centrale e occidentale. Di
segue a pag. 5
Redazione a cura di S alvatore S udano - Fotografia A ngelo Pappalardo
R o t a r y
G i a r r e
RIVIERA JONICO ETNEA
Cari padrini e madrine
Cari Madrine e padrini,
Sia Gesù amato da tutti i cuori,
Ecco la foto della nostra bambina che come vedete hanno già iniziato la scuola. E’ stata
iscritta in una scuola cattolica che appartiene alle Suore. Mi è stato riferito che ha cominciato lo studio con una volontà unica, tanto che è sempre la prima ad essere davanti al cancello ogni mattina, e quando torna a casa vuole svolgere subito i compiti lasciati dai maestri. A scuola stessa è molto attenta e quando la maestra spiega qualcosa è curiosa di
sapere cose nuove… sono veramente contenta e penso che lo siate anche voi; spero che
continui così. Sono sicura che appena saprà scrivere qualche parola, riceverete delle letterine. Per adesso so che prega ogni sera per voi e lo fa con tutto il cuore. Non cesserò di
ringraziarvi per tutto quello che fate per lei, spero che continuerete a sostenerla con il
vostro aiuto economico finché potrete per fare in modo che possa, visto la sua buona
volontà, andare sempre avanti; anche se per adesso la situazione politica non garantisce una vera pace dopo le elezione del 28 ottobre. Mettiamo tutto nelle mani di chi può
tutto per noi, e per tutte le parti del mondo dove non c’è ancora la pace.
Di nuovo grazie di cuore e unione di preghiera
Suor Maddalena - Ntabala
IL ROTARY DI GIARRE ABBRACCIA
LA PICCOLA JOSEPHINE
Il 28 settembre nel corso di una conviviale sul tema “La Famiglia” il presidente del ROT ARY DI Giarre Franco Di Bartolo ha annunciato, con una punta d’orgoglio, l’ingresso nella
famiglia rotariana di una bambina congolese di soli sei anni Mafuta Josephine nata a
Kinshasa l’11 giugno 2000. La situazione familiare della bambina è disastrosa come ha
illustrato suor Maddalena che rappresenterà il contatto fra la bambina adottata ed il club
service di Giarre. Suor Maddalena nel corso del proprio intervento ha descritto la piccola Josephine come una bambina intelligente, attenta e volenterosa che vuole studiare.
Ha poi raccontato alcuni aneddoti sulla bambina come quello del suo stupore a tavola
davanti al piatto con un pesce….. “ma è tutto mio???....
“Apriamo la via”….. in questo momento più che il motto del nostro Presidente internazionale William B Boyd è un augurio per il futuro di questa nostra figlia che da stasera grazie a noi, suoi padrini e madrine può sperare in un futuro migliore. Nei prossimi anni il
nostro club si terrà in stretto contatto con suor Maddalena per seguire la crescita della
nostra piccola Josephine.
‘Na figghia o nostru Rotary nasciu;
è crisciutedda, bedda,e gginiusa.
Si chiama pippinedda e cca viniu
da munni di luntanu, ggia carusa
Chissa è figghia nostra, i tutti quanti;
sarà crisciuta ccu lu nostru amuri,
ognunu tanticchedda, e semu tanti
ca’llichiria cca cumma li misuri.
Idda saria di tanti a prima figghia
appressu arrivirannu frati e soru
arricchennu di cchiui la famigghia
di cui li figghi sunu lu tisoru.
‘Nnavissimu tantissimi a lu munnu,
no nni passassi a vogghia mai…. attunnu!
Filippo Badalà
R o t a r y
G i a r r e
RIVIERA JONICO ETNEA
LA FONDAZIONE DEL ROTARY
Il mo ndo h a b is o g no del Ro tary per s c o nfig g ere … . la
La Polio ha derubato migliaia di bambini della loro
fanciullezza rendendoli, nel caso di sopravvivenza
alla malattia, permanentemente handicappati. I malati di polio necessitano del sostegno da parte delle loro
famiglie e spesso vengono tristemente abbandonati a
loro stessi. Ma il Rotary può cambiare tutto ciò… I
bambini sottoposti a vaccinazioni antipolio crescono
sani e diventano membri attivi delle loro comunità.
Durante le Giornate nazionali di immunizzazione, i
Rotariani raggiungono il maggior numero possibile di
comunità, con qualsiasi mezzo a disposizione, al fine
di assicurare l’immunizzazione del maggior numero
possibile di bambini. Una vera dimostrazione di dedizione e altruismo.
Una figura ispiratrice per la sua dedizione alla sdradicazione della Polio è la Rotariana Ann Lee Hussey,
del Rotary club di South Berw ick (Maine-USA),
distretto 7780. Recentemente Ann Lee ha preso
un’aspettativa dal suo lavoro di veterinaria per andare
in Bihar (India) per una giornata nazionale d’immunizzazione.
Questo viaggio ha rappresentato un’opportunità per
far si che nessun altro bambino soffrisse per la polio
come è invece successo a lei. Nonostante le difficoltà
motorie causate dall’aver contratto la polio da piccola,
Ann Lee si reca in questi Paesi e presta la sua opera
e il suo denaro per assistere gli altri durante le
Giornate Nazionali d’Immunizzazione in Africa e Asia.
Grazie a Rotariani come Ann Lee e ai centinaia di
migliaia che hanno versato donazioni al programma
PolioPlus, il Rotary ha cambiato il mondo.
I Rotariani hanno donato oltre 62 milioni di dollari solo
per l’India mediante i programmi Polio Plus e
PolioPlus Partners. I contributi e gli sforzi di Rotariani
come Ann Lee stanno realizzando il sogno di un
mondo libero dalla Polio e al contempo assicurano la
vaccinazione di oltre due miliardi di bambini strappandone oltre cinque milioni alla morte o all’handicap permanente.
Po lio
Tuttavia il nostro lavoro non si ferma qui. Il bisogno di
Giornate Nazionali d’Immunizzazione è così importante che è stato lanciato un appello per donare parte
dei Fondi di Disegnazione Distrettuali al PolioPlus
Partners, al fine di permettere ai Rotariani di portare a
termine le attività necessarie per debellare definitivamente la Polio. L’appello è stato lanciato nel novembre del 2005 e al momento oltre il 30 % dei distretti
Rotariani hanno risposto positivamente.
Quando si otterrà la certificazione mondiale della
sdradicazione della Polio, i contributi versati dal
Rotary avranno raggiunto i 650 milioni di dollari, infinite ore di lavoro da parte dei volontari e del personale
medico, strumenti di laboratorio e materiale educativo
per gli operatori sanitari e per i genitori.
È importantissimo incoraggiare i distretti a sostenere
la campagna per la sdradicazione della Polio. Aiutare
a sostenere il successo dei programmi PolioPlus e
PolioPlus Partners vuole dire: ottenere una riduzione
del 99% dei casi di Polio nel mondo, incrementare le
capacità mondiali per combattere altre malattie infettive, aumentare la mobilitazione sociale, migliorare le
politiche sociali, sviluppare strategie di distribuzione
dei vaccini e di sorveglianza sulle malattie.
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RIVIERA JONICO ETNEA
L’ITALIA: DA PAESE D’EMIGRAZIONE
A PAESE D’IMMIGRAZIONE
L’emigrazione è stata una condizione di sviluppo economico
dell’Italia in due momenti chiave:
- quello del decollo industriale e delle successive crisi di assestamento (1896-1914);
- quello della crescita e del boom economico dal secondo
dopoguerra all’inizio degli anni’ 60. I primi movimenti migratori
dall’Italia si diressero, intorno al 1870, verso i territori al di là
degli Oceani, dove si prospettavano innumerevoli possibilità di
lavoro, di vita nuova, di realizzazione personale. Attirava
l’America del Nord con gli Stati Uniti e il Canada, il Sud
America con l’Argentina, il Brasile, l’Uruguay. Gli italiani emigranti si portavano dietro una cultura fatta di gastronomia, di
religione, di superstizione, di canto, di buonumore e giorno per
giorno ricostruivano, come gli altri gruppi di emigrati, reti di rapporti interpersonali. Dalla seconda metà del’900 un’altra ondata migratoria italiana si indirizzò verso paesi del Nord Europa
dove, per la ripresa economica successiva alla guerra, le industrie siderurgiche e manifatturiere richiedevano forza lavoro
(Germania, Svizzera, Belgio, Francia, Gran Bretagna). E’ a
partire dal 1876 che si effettua una prima rilevazione del numero di espatriati e rimpatriati, e prosegue pur con modifiche fino
al 1988. La periodica rilevazione di tali dati consente di individuare le fasi precise dell’emigrazione italiana che si presenta
intensa ed interessante per essere stata caratterizzata da
momenti di intensità ad altri momenti di staticità. “Nel tempo si
è alternata la predilizione verso l’Europa o trans-oceanica che
risulta connessa con l’area di provenienza essendo la destinazione europea preferita, per la maggior parte dai lavoratori
dell’Italia settentrionale, in particolare dal V eneto”. Dal 1876
all’inizio del 1900 si assiste ad un espatrio di circa 120.000
unità annue verso l’Europa e ad un espatrio di circa 400.000
unità annue, dalla fine della prima guerra mondiale verso
l’America specialmente la popolazione del meridione d’Italia.
Si andava a colmare la forte richiesta di manodopera e di bracciantato in grado di svolgere i mestieri più umili.
Dai primi anni ’20, si verifica una diminuzione dell’emigrazione
italiana verso l’estero: a partire dall’insediamento del
governo fascista si applica la
politica antimigratoria tesa
alla promozione del popolamento delle colonie italiane in
Africa. Negli anni ’30 la politica antimigratoria contrasta il
fenomeno migrazione e si
assiste ad una quasi obbligata espatriata di un numero consistente di lavoratori italiani in Germania. Alla fine della seconda
guerra mondiale si rafforza la richiesta di manodopera italiana
all’estero ed in modo particolare dai paesi dell’Europa centrale occupati nel far fronte alla carenza della popolazione attiva
ed in età di lavoro, provocata dal recente conflitto. A partire
dagli anni ’60 i paesi luogo di emigrazione sono la Svizzera e
la Germania: si delinea la figura del “lavoratore ospite” che
alterna periodi di lavoro e residenza all’estero a soggiorni di
breve durata nel proprio paese (l’Italia). La fase finale si sviluppa nella seconda metà degli anni ’60, in cui si verifica una riduzione dei flussi a causa della crescita del processo economico a causa dell’introduzione nel mercato del lavoro di nuova
forza lavoro proveniente dai paesi del Mediterraneo. Negli anni
’70 i processi di emigrazione subiscono un rallentamento sia
per le politiche di chiusura poste in atto dai governi dei paesi
europei, sia per il miglioramento delle condizioni socioeconomiche dell’Italia. Dalla metà degli anni ’70, dapprima lentamente e poi in proporzione sempre più consapevole, si registra
un’inversione di tendenza e l’Italia s’avvia a diventare una terra
di immigrazione e sebbene in crescita non ha ancora raggiunto i livelli di altre nazioni europee come Germania, Olanda,
Francia, Inghilterra, da diversi anni mete di flussi migratori.
Molti stranieri (metà
anni ’70) si riversano
sul territorio italiano
in
conseguenza
della messa in atto
di politiche restrittive
e conseguente chiusura di frontiere di
Paesi
tradizionali
d’immigrazione. Le
conseguenze per
l’Italia sono di due
generi:
- diminuzione dell’emigrazione che
cessa di essere un
fenomeno di massa
- inizio del ruolo di
Paese di destinazione per un crescente numero di stranieri,
che diventa più evidente intorno agli anni ’80 per l’accentuarsi
delle crisi economiche dei Paesi del Terzo Mondo e successivamente di quelli dell’Europa Orientale. Dunque, “l’Italia è
diventata terra d’immigrazione senza volerlo e senza neppure
saperlo. Alla metà degli anni ’70 il nostro Paese divenne per
un disorientato esercito di immigrati una possibilità per tanti
appariva allettante per la facile raggiungibilità dovuta all’assenza pressochè assoluta di controlli alle frontiere e di norme
sull’immigrazione
Franco Di Bartolo
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RIVIERA JONICO ETNEA
continuo di pag. 1
certo, tuttavia, l’Italia e tra quelli più interessati sia per la destinazione sia per il transito. Emergenze queste che concorrono
a rendere assai più difficile la gestione degli specifici apparati
logistici ed amministrativi. Tuttavia, a prescindere dal vetusto
dovere di ospitalità verso il forestiero, il bisognoso o il perseguitato, addirittura cogente nei confronti di quanti si professano cristiani, non mi pare che proprio gli italiani segnatamente
noi siciliani, si possa avere titolo o ragione per dimostrare
insofferenza e talvolta, addirittura inimicizia verso tali sventurati. Non dovremmo, infatti, dimenticare che il nostro, sino alla
metà degli anni sessanta, è stato un popolo di emigranti per
eccellenza soprattutto che non pochi di questi, una minoranza invero, non ha di certo contribuito ad esaltare in buon nome
e le credenziali del nostro paese s è vero come è vero che, in
Stati come la Svizzera la Germania, sino al recente passato, si
potevano trovare affissi ai portoni di taluni stabili cartelli con la
seguente dicitura “non si affittano abitazioni e stanze agli italiani”. I nostri connazionali in buon numero, sembra abbiano
dimenticato i tristissimi e lunghi anni di emigrazione massiccia,
sia verso le due Americhe, sia in Australia od in Canada, come
in alcuni paesi europei. L’emigrato per di più è mal sopportato,
umiliato, rifuggito!
E fa ancora più specie se la specifica insofferenza è data constatarla in qualche rotariano che invero, così operando, non
solo non onora l’appartenenza all’istituzione che postula la
politica della “mano tesa” verso il bisognoso, ma disattende
altresì, un principio della dottrina cristiana.
Ma a prescindere dalla doverosità di natura etico-religiosa
della condotta sarebbe opportuno che il fenomeno venisse
attenzionato anche con riguardo ad altri profili, i quali, non
sembri una provocazione, presentano, connotazioni di utilità
per le Nazioni ospitanti gli immigrati. A quest’ultimi, ad esempio, vengono demandate attività rilevanti per la catena produttiva che tuttavia, non vengono più praticate dai nostri connazionali in quanto ritenute pesanti o peggio ancora sconvenienti. Altro contributo di sicuro spessore
è quello da loro fornito all’indispensabile
vitalità demografica, stante che essa contribuisce in maniera determinante alla
sostenibilità del sistema pensionistico.
E’ da aggiungere, altresì, che un Paese come il nostro, di contenuta dimensione geografica, offre una ricettività limitata e,
pertanto, de iure condendo, è auspicabile che il complesso e
difficile problema, peraltro comune a molti Stati europei, possa
essere soddisfacentemente e strutturalmente risolto da una
normativa europea valida per tutti i Paesi interessati.
Normativa che postuli un accordo tra quest’ultimi, la Libia, il
Marocco ed altri paesi africani.
Attualmente il traghettamento costituisce monopolio esclusivo
di emeriti delinquenti che lo effettuato su autentiche carrette
del mare. Questi esseri privi di qualsivoglia scrupolo, dopo
aver estorto agli sventurati traghettati tutti i guadagni racimolati in tutta una vita di stenti e di lavoro da più membri delle loro
famiglie, non esitano, come più volte si è già verificato, di gettarli in acqua, facendoli annegare disperatamente al presentarsi di qualsivoglia difficoltà nel corso della precaria navigazione. A mio sommesso ma convinto parere, al fine di risolvere il difficile problema in oggetto, in uno
all’azione orale e comune degli Stati
europei ed africani interessati, sarebbe
opportuno ed urgente che venisse
approntato un piano di aiuti economici e
di interventi mirati, onde supportare
Paesi come l’Egitto, il Marocco e
l’Eritrea, frenandone così l’esodo alla
radice.
Se a tanto non si dovesse arrivare, la fame ed in taluni casi
l’esigenza cogente di dover sfuggire a durissimi regimi dittatoriali, faranno sì che questi diseredati estremi, per ragioni esistenziali loro e dei loro familiari, continueranno a rischiare la
vita nel tentativo di raggiungere quegli Stati nei quali sperano
di poter risolvere i loro gravissimi problemi di sopravvivenza.
Prima di concludere, per la medesimezza del tema, mi piace
ricordare che il più rilevante dei propositi che il Presidente
internazionale del Rotary intende perseguire per l’anno in
corso è proprio quello che afferisce all’aiuto concreto verso gli
immigrati. E nel corso del suo discorso programmatico, ha invitato i presidenti dell’anno in corso ad operare attivamente e
concretamente al fine di supportare la pacifica ed assai nobile
campagna umanitaria. Ed invero, nel rispetto dell’autorevole
raccomandazione, la prima attività che ha posto in essere l’ottimo Presidente Di Bartolo, a pochissimi giorni dal suo insediamento, è stato quello di recarsi, assieme al delegato per i rapporti con le istituzioni Marco Patti ed allo scrivente, al
Municipio di Giarre per conferire con il Sindaco Sodano,
l’Assessore prof.ssa Lopatriello al fine di promuovere concordare attività varie, di assistenza e promozioni in favore degli
immigrati. Dal Sindaco Sodano,
come dall’Assessore, massimamente comprensivi e gentili, abbiamo
ricevuto assoluta disponibilità e con
essa l’impegno a poter disporre di un
locale comunale idoneo per le specifiche attività assistenziali, mediche e
d’insegnamento da promuovere,
nonché la collaborazione fattiva ed
attiva dell’amministrazione.
Antonio Ruggero delegato distrettuale di zona per la Rotary
Fondation e delegato di club per l’immigrazione
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G i a r r e
RIVIERA JONICO ETNEA
Immigrazione: problemi sanitari
Da qualche decennio assistiamo ad un fenomeno che sta
assumendo proporzioni sempre più vaste: il movimento
migratorio di persone dai paesi in via di sviluppo verso i
paesi industrializzati. Anche nel nostro paese la crescente
presenza degli immigrati ha provocato conseguenze importanti sul piano sociale, culturale, economico ed anche sanitario. Uomini, donne, bambini necessariamente ci pongono
una domanda di salute. In Italia, in un ventennio, la popolazione degli immigrati è raddoppiata e ci sono i presupposti
per cui questo flusso si amplifichi a dismisura.
Quotidianamente ascoltiamo dai media notizie di sbarchi di
clandestini sulle nostre coste e, spesso con esito tragico.
Il grande numero di immigrati sul territorio ha introdotto
nuovi elementi nel panorama sanitario italiano (ed europeo):
- Introduzione di nuove patologie non sufficientemente
note;
- Pericolo di diffusione di malattie contagiose, in particolare la tubercolosi, fino ad oggi ben controllata in Italia,
e le malattie sessualmente trasmesse a causa del fenomeno della prostituzione;
- Difficoltà di garantire sufficienti livelli igienici, dato che
gli immigrati spesso abitano in abitazioni malsane, in
sovraffollamento ed in promiscuità;
- Difficoltà nell’utilizzo delle strutture sanitarie, sia per la
situazione di irregolarità, sia per fatti culturali e religiosi.
È comunque la presenza di un così elevato numero di clandestini costituisce la principale minaccia alla salute pubblica, non potendo questa popolazione essere controllata dal
punto di vista sanitario. Gli immigrati possono introdurre nel
paese dove giungono malattie contagiose, in parte perché
possono provenire da aree geografiche dove determinate
malattie possono essere endemiche (tbc, epatiti, AIDS,
ecc.), in parte perché la distruzione del tessuto sociale provocato da guerre e carestie ha portato il collasso di un
sistema sanitario già precario e quindi allo sviluppo di epidemie di certe malattie che altrimenti sarebbero state controllate. Ma il fenomeno dell’immigrazione sottopone gli
stessi immigrati a rischi sanitari.Il processo di adattamento
alla nuova cultura non avviene infatti senza traumi. Difatti
gli immigrati sono sottoposti a numerosi fattori di rischio e
più precisamente:
- sradicamento dal contesto familiare, sociale e culturale
- mancanza di lavoro e precarietà dello stesso
- cambiamento delle abitudini alimentari
- cambiamento del clima e dell’ambiente di vita
- degrado abitativo
- cambiamento dei ritmi e degli stili di vita
- ostilità da parte della popolazione ospitante
- acquisizioni di nuove abitudini voluttuarie
- difficoltà di accesso ai servizi sanitari
Il cambiamento di ambiente, la precarietà, il disagio predi-
spongono alle malattie mentali e addirittura a comportamenti devianti e talvolta criminali. Si tratta in questo caso di
atti individuali, che esulano dalla criminalità organizzata
che gestisce i flussi immigratori clandestini, la prostituzione,
la droga. Le situazioni climatiche diverse, talvolta sfavorevoli, sono spesso causa di affezioni respiratorie acute in
molti soggetti che provengono da aree a clima più caldo. La
diversa alimentazione, il disordine nelle scelte alimentari
sono causa di patologie gastrointestinali, quando non esistono addirittura stati carenziali dovute alle scarse condizioni economiche. Il sovraffollamento, la scarsa igiene individuale ed ambientale favorisce le malattie dermatologiche
ed in particolare le parassitosi. Un importante capitolo è
rappresentato dalle malattie sessualmente trasmesse (
MST ). In questi decenni si è assistito ad una recrudescenza di malattie ormai rare sul nostro territorio, quali sifilide,
gonorrea, linfogranuloma venereo, scabbia, pediculosi del
pube ecc, a causa del fenomeno della prostituzione d’importazione. Così come malattie temibili come l’AIDS, le
epatiti B, C e altre forme meno conosciute, endemiche nei
loro paesi possono considerarsi come MST. Un discorso a
parte merita la tubercolosi, che rappresenta la malattia
della povertà. E il numero dei casi in una nazione è un
misuratore importante di come e di quanto quella nazione
fa nei confronti degli immigrati. Anche le patologie della
fascia materno-infantile occupano una non trascurabile
posizione nelle problematiche degli immigrati: procreazione
e maternità responsabili, interruzioni volontarie di gravidanza, crescita sana dei bambini, pratiche escissorie e mutilazioni sessuali( infibulazione, clitoridectomia, circoncisione )
a motivazione religiosa , culturale o sociale. Per ultimo,
tutta la traumatologia legata a condizioni lavorative pericolose o a episodi di violenza e criminalità; oppure postumi di
torture o ferite di guerra, o postumi di malattie invalidanti
contratte nei paesi d’origine. Dunque, dal punto di vista
Se stai male ed hai bisogno di aiuto medico, hai DIRITTO ad
essere curato gratuitamente, anche se non hai il permesso di
soggiorno.
Ti puoi recare agli ambulatori o agli sportelli dell’Ausl 3 dove
riceverai un libretto, che si chiama codice STP (straniero temporaneamente presente) che ti servirà per ottenere cure sanitarie, farmaci, ecc. Al momento della visita medica non avrai l’obbligo di presentare alcun altro documento.
ASSISTENZA SANITARIA PER GLI IMMIGRATI
ART. 35 comma 3 del T.U. n. 286 del 25/07/1998
Art 43 comma 3 del D.P.R. n. 394 del 31/08/1999
Rilascio tessera STP
Giarre Corso Sicilia, 121 da martedì a venerdi dalle 8.30 alle
12.30 - giovedì 15.30 – 17.30
R o t a r y
G i a r r e
RIVIERA JONICO ETNEA
sanitario, la presenza degli immigrati va affrontato su di un
duplice piano: quello individuale, di diagnosi e cura dell’individuo che giunge all’osservazione di un medico e quello
di sanità pubblica, come somma di interventi e misure sanitarie atte a salvaguardare la salute della comunità ospitante e di quella migrante. A questo punto, a causa della presenza degli immigrati da una parte e dei viaggiatori internazionali, sempre più numerosi, dall’altra, il medico sente
l’esigenza di allargare i propri orizzonti e di diventare medico del mondo, di acquisire quindi conoscenze relative alla
diagnosi e terapia di tutte le malattie esistenti sul pianeta.
Un contributo significativo alla conoscenza del profilo sanitario dell’immigrato lo hanno svolto le associazioni di volontariato che, offrendo servizi sanitari gratuiti ad una popolazione clandestina non avente ovviamente diritto all’assistenza sanitaria, si sono trovate in una condizione privilegiata per osservare il fenomeno dal di dentro. In questo
contesto si inseriscono in modo autorevole i club service
che con il loro patrimonio culturale e professionale, e facendo da tramite con le istituzioni,svolgono diverse attività di
interesse per questo fenomeno.
Vincenzo Coco
Meeting dell’Amicizia
Il rotary club di Giarre Riviera Ionico Etnea ed il CT1 veicoli storici di Catania organizzeranno domenica 12 novembre a Giarre
un raduno di auto d’epoca. L’amicizia che ispira l’attività sociale dei due club sarà la protagonista della manifestazione voluta dai
due presidenti Franco Di Bartolo e Giuseppe di Mauro presidente del CT1 ma anche socio fondatore del club service di Giarre.
Ripercorriamo brevemente la storia del club di Catania.
LA S TORIA D EL CT1 V EICOLI S TORICI D I CATANIA
Nasce nel febbraio del 1986 a
Catania con 12 soci fondatori accomunati dalla stessa passione il CT 1,
secondo club di autostoriche. Alcuni
mesi dopo è già federato all’A.S.I.
(Automotoclub Storico Italiano).Il
primo Presidente è il Dott. Alberto
Miccichè e la sede legale nel proprio garage atelier. Le prime riunioni tra i soci si svolgono proprio nel soppalco del garage, elegantemente arredato e con alle pareti centinaia di modellini di
auto, posters, foto, automobilia, tutto rigorosamente d’epoca. Le
riunioni diventano una vera e propria fucina di idee e programmi
da perfezionare e sviluppare, mentre si respira l’odore acre della
benzina (rossa) e il profumo del cuoio della tappezzeria dell’Alfa
Romeo 2500 6 cilindri Cabriolet del ’39 lì parcheggiata in bella
mostra. Altre sere, a riunione finita, si ascolta il borbottio rotondo
e sommesso del 6 cilindri della Lancia Flaminia Zagato, che a
detta del proprietario è da paragonare ad una sinfonia di
Beethoven. Intanto, pian pianino si fanno nuovi proseliti. Nel
Novembre del 1989 si tiene la prima seduta di omologazione per
le vetture dei soci (Commissari esaminatori Tabucchi e Bonfanti).
Seduta che, puntualmente, con cadenza annuale certifica l’autenticità delle vetture. Nel Gennaio del ’90 “ l’inventore” del club,
Alberto Miccichè, lascia la Presidenza. Gli succede il Dott.
Giuseppe Prampolini che dà un nuovo assetto al sodalizio.
Grazie alla generosità di un socio fondatore, al club si dà una
sede sociale in uno dei più importanti palazzi nobiliari di Catania:
Palazzo Magnano, situato tra il viale Regina Margherita e Via
Etnea. Si pensa di organizzare qualcosa di più importante delle
solite gite sociali: un raduno nazionale di auto storiche iscritto a
calendario A.S.I.E’ sotto la Presidenza del vulcanico Dr. Rino
Rao che finalmente nel 1992 si vara la 1a “Mare, Monti ed Arte in
Sicilia”, giunta nel 2002 alla sua X a edizione che, per l’alta qualità raggiunta (per auto, partecipanti, scelta di luoghi e perfetta
organizzazione) ottiene dall’A.S.I. l’ambito riconoscimento della
Manovella d’Oro. Dal 1997 è Presidente il Dott. Giuseppe Di
Mauro, alfista di razza (fa parte del Consiglio Direttivo del
R.I.A.R.) che, continuando la tradizione dei suoi
predecessori, nel 2001 si “inventa” un’altra manifestazione – iscritta a calendario A.S.I. – la “SùPerEtna” che si alterna alla Mare Monti Arte in
Sicilia, per accontentare i soci con vetture post-classic e per i patiti del cronometro.Nel 2002, al Club
viene data una più confortevole Sede in
un prestigioso palazzo liberty nel cuore
del centro storico, prima dell’ulteriore
trasloco presso l’attuale Sede sita in Via
De Logu, sempre a Catania. Da noi, i
pochi coraggiosi di qualche anno fa si
sono trasformati in breve volgere di
tempo in numerosa brigata e poi legione. Abbiamo preso una
frase del discorso inaugurale di Umberto Agnelli, primo
Presidente del Veteran Car Club Italiano (oggi A.S.I.) facendone
il nostro motto:”L’uguale passione è come una lingua comu-
ne: avvicina gli uomini e li fa sentire l’un l’altro amici”.
R o t a r y
G i a r r e
RIVIERA JONICO ETNEA
Cari soci e amici,
il mese di ottobre è
iniziato con grinta
grazie alla visita
della nostra governatrice Letizia Bucalo la quale oltre a conoscere meglio tutti i
soci, illustrare personalmente il progetto distrettuale e nazionale, ha appoggiato la nostra scelta di aiutare, grazie al ricavato
delle varie attività, i bambini della casa famiglia Papa Giovanni
XXIII di Giarre. Sono stata felice si sapere che l’entusiasmo che il nostro club Rotaract
mostra in tante occasioni venga riconosciuto ed apprezzato a livello distrettuale. Il merito di questo va a tutti i soci, ma abbiamo ancora molto da fare, l’anno è appena iniziato!!
Lidia Torrisi
BIRRA & FRIENDS
La serata del 16 ottobre è stata una serata all’insegna del divertimento e di tanta, tanta
buona birra. Come spesso abbiamo fatto, anche questa volta abbiamo provato ad inventarci un’attività originale, nuova, che coinvolgesse tutti. Il mese di ottobre è il mese dell’
oktober fest, nota festa bavarese e prendendo spunto da questo evento che coinvolge e
attira migliaia di persone di tutto il mondo, abbiamo ricreato una situazione simile. La
serata si è svolta presso i locali della pizzeria “La Spiga” di Altarello, dove tanti amici
hanno deciso di trascorrere qualche ora in nostra compagnia, bevendo birra spillata dalle
nostre socie e assaporando il tipico panino dell’ oktober fest preparato dalle “sapienti” mani dei ragazzi
del club. Tanti giochi, musiche tipiche, hanno accompagnato la serata che grazie a tutti i partecipanti e al
lavoro di tutti i soci è stato un vero successo.
Grazie alla partecipazione di tutti, un altro passo in
avanti è stato fatto verso la realizzazione del nostro
progetto per l’anno sociale.
I ‘mmigrati
Pattuti da li munni cchiù luntani,
caccati intra li bbarchi a la ddiriva,
parrunu ddialetti li cchiù strani,
e hannu fotti ‘na spiranza viva
d’attruvari travagghiu e tantu amuri,
ppi cumpizari chiddu ca lassaru,
ppi cumpinzari a motti e li duluri
di tutti chiddi ca non arrivaru.
Ciccamu d’aitari a chissa ggenti,
ca hannu bbisognu assai di tanti cosi,
è comu siddu fussiru parenti,
su frati nostri...comu Ddiu lu vosi.
U Rotary ccu Giarri e ccu Ripostu,
tutti ‘nzemi, si sunu cuncurdati
di dari ‘n’assistenza senza costu:
di medici, si fussiru malati,
‘nsignanti ppi la lingua...ed avvucati.
Filippo Badalà
Chi volesse aderire può contattare il nostro socio
dott. Renato Raciti presso l’ex INAM di Giarre
Direttivo 2007/2008
Presidente RAFFAELLA GALEARDI
Past President FRANCO DI BARTOLO
Presidente Incaming ROSARIO INDELICATO
Segretario RENATO RACITI
Prefetto PAOLO BONACCORSI
Consiglieri: RENATO MAUGERI, GIOACCHINO NICOLOSI,
GIUSEPPE PANEBIANCO, DARIO SANFILIPPO, ANDREA GRASSO
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Ottobre 2006 - Rotary Giarre-Home