Santa Cecilia (Roma, II secolo – Roma, III secolo) è stata una santa romana.
Il suo culto è molto popolare poiché Cecilia è la patrona della musica, dei musicisti e dei
cantanti. Viene festeggiata il 22 novembre.
Secondo la tradizione, Cecilia sarebbe nata da una nobile famiglia a Roma. Sposata al
nobile Valeriano, gli avrebbe comunicato il suo voto di perpetua verginità. La prima notte di
nozze infatti ella gli disse: «Nessuna mano profana può toccarmi, perché un angelo mi
protegge. Se tu mi rispetterai, egli ti amerà, come ama me». Valeriano accettò e si
convertì al cristianesimo (in seguito anche il fratello di lui, Tiburzio, si convertì al
cristianesimo), divenendo, come la moglie, un fedele di papa Urbano I. Ma la
persecuzione verso i cristiani infuriava e i due vennero decapitati, probabilmente ad opera
del Prefetto della città, Almachio. La testa di Cecilia, però, resiste ai colpi di spada: Dio le
concesse di non morire prima di aver rivisto il Papa per l'ultima volta.
Cecilia venne sepolta nelle catacombe di San Callisto.
La Legenda Aurea narra che papa Urbano I, che aveva convertito il marito di lei Valeriano
ed era stato testimone del martirio, «seppellì il corpo di Cecilia tra quelli dei vescovi e
consacrò la sua casa trasformandola in una chiesa, così come gli aveva chiesto».
"Santa Cecilia" (1895) di John William Waterhouse
Nell'821 le sue reliquie furono fatte trasportare da papa Pasquale I nella Basilica di Santa
Cecilia in Trastevere.
Nel 1599, durante i restauri della basilica ordinati dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati in
occasione del prossimo Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di
Cecilia in ottimo stato di conservazione.
Il cardinale allora commissionò a Stefano Maderno (1566-1636) una statua che
riproducesse l'aspetto e la posizione del corpo di Cecilia così com'era stato trovato, statua
che oggi si trova sotto l’altare centrale della chiesa.
È quanto mai incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica. In
realtà, un esplicito collegamento tra Cecilia e la musica è documentato soltanto a partire
dal tardo Medioevo.
La spiegazione più plausibile sembra quella di un'errata interpretazione dell'antifona di
introito della messa nella festa della santa (e non di un brano della Passio come talvolta si
afferma). Il testo di tale canto in latino sarebbe: Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde
suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum
ut non confundar ("Mentre suonavano gli strumenti musicali (?), la vergine Cecilia cantava
nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano
immacolati affinché io non sia confusa"). Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si
riferiva al banchetto di nozze di Cecilia: mentre gli strumenti musicali (profani) suonavano,
Cecilia cantava a Dio interiormente. Da qui il passo ad un'interpretazione ancora più
travisata era facile: Cecilia cantava a Dio... con l'accompagnamento dell'organo. Si
cominciò così, a partire dal XV secolo (nell'ambito del Gotico cortese) a raffigurare la santa
con un piccolo organo portativo a fianco.
Santa Cecilia
In realtà i codici più antichi non riportano questa lezione dell'antifona (e neanche quella
che inizierebbe con Canentibus, sinonimo di Cantantibus), bensì Candentibus organis,
Caecilia virgo.... Gli "organi", quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli
strumenti di tortura, e l'antifona descriverebbe Cecilia che "tra gli strumenti di tortura
incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore". L'antifona non si riferirebbe dunque al
banchetto di nozze, bensì al momento del martirio.
Dedicato alla santa, nel XIX secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso in
Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano
restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influsso del melodramma e della
musica popolare. Sotto il nome di Santa Cecilia sorsero così scuole, associazioni e
periodici.
Cecilia, in quanto patrona della musica e musicista lei stessa ha ispirato più di un
capovolavoro artistico, tra cui l'Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, oggi a Bologna (una
copia della quale, realizzata da Guido Reni, si trova nella chiesa di San Luigi dei Francesi
a Roma. Ricordiamo anche la Santa Cecilia di Rubens (a Berlino), del Domenichino (a
Parigi), di Artemisia Gentileschi.
In letteratura, Cecilia è stata celebrata specialmente nei Racconti di Canterbury di
Geoffrey Chaucer, in un'ode di John Dryden poi messa in musica da Haendel nel 1736, e
più tardi da Hubert Parry (1889). Altre opere musicali dedicate a Cecilia includono l'Inno a
santa Cecilia di Benjamin Britten, un Inno per santa Cecilia di Herbert Howells, la nota
Missa Sanctae Ceciliae di Joseph Haydn, una messa di Alessandro Scarlatti, la Messe
Solennelle de Sainte Cécile di Charles Gounod, Hail, bright Cecilia! di Henry Purcell e
l'Azione sacra in tre episodi e quattro quadri di Licinio Refice (su libretto di Emidio Mucci),
Cecilia (1934)
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