ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 1 ISTRUZIONE OPERATIVA Gestione e utilizzo dei presidi d’immobilizzazione Data di applicazione Redazione Data 01/03/06 04/03/06 Funzione Infermiere Nome G. Balducci B. Magalotti G. Pasini Verifica Data 02/03/06 Approvato il 03/03/06 da Dott.ssa D. Rinnovi RD di 118 Cesena Soccorso Funzione RUO Medico Nome Dott. T. Marcatelli E. Farabegoli ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 2/38 SOMMARIO 1. KENDRIK ESTRICATION DEVICE (KED) 5 1.1. INTRODUZIONE 1.1.1. DINAMICA DEL TRAUMA 5 5 1.2. INDICAZIONI 1.2.1. INDICAZIONI ASSOLUTE 1.2.2. INDICAZIONI CONSIGLIATE 1.2.3. CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE 1.2.4. FATTORI DI CRISI 6 6 6 7 7 1.3. APPLICAZIONE 7 1.4. MANUTENZIONE 9 2. KENDRIK TRACTION DEVICE (KTD) 10 2.1. INTRODUZIONE 10 2.2. DESRIZIONE -CARATTERISTICHE 10 2.3. APPLICAZIONE 12 2.4. MANUTENZIONE 14 3. COLLARE CERVICALE (WIZLOC-REGOLABILE) 15 3.1. INTRODUZIONE 15 3.2. DESCRIZIONE-CARATTERISTICHE 15 3.3. APPLICAZIONE 16 3.4. MANUTENZIONE 17 4. LA TAVOLA SPINALE 18 4.1. INTRODUZIONE 18 4.2. DESCRIZIONE-CARATTERISTICHE 18 4.3. APPLICAZIONE 4.3.1. APPLICAZIONE DELLE CINTURE DI IMMOBILIZZAZIONE 4.3.2. APPLICAZIONE DEL FERMACAPO 19 20 22 4.4. 23 MANUTENZIONE ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso 5. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE 65 EXL 5.1. INTRODUZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 3/38 24 24 5.2. APPLICAZIONE 5.2.1. POSIZIONAMENTO DELLA 65 EXL 5.2.2. LE CINTURE DI SICUREZZA 24 25 26 5.3. 26 6. MANUTENZIONE STECCOBENDE RIGIDE 27 6.1. INDICAZIONI 27 6.2. PROCEDURA 27 6.3. MANUTENZIONE 28 7. BENDOSTECCHE A DECOMPRESSIONE AS 190 29 7.1. INDICAZIONI 29 7.2. PROCEDURA 29 7.3. MANUTENZIONE 29 8. MEDKIDS (MANICOTTO PEDIATRICO MODELLO 677) 30 8.1. CARATTERISTICHE 30 8.2. PREPARAZIONE DEL MANICOTTO PEDIATRICO 31 8.3. USO BASE MANICOTTO PEDIATRICO 33 8.4. IMMOBILIZZAZIONE SPINALE (METODO INCROCIATO) 35 8.5. MANUTENZIONE 8.5.1. DISINFEZIONE E PULIZIA DEL TESSUTO IN CORDURA 8.5.2. ISTRUZIONI PER IL LAVAGGIO 8.5.3. DISINFEZIONE E PULIZIA DELLA CAMERA D’ARIA 35 36 36 36 9. MATERASSO A DECOMPRESSIONE DMT-H 37 9.1. CARATTERISTICHE 37 9.2. PROCEDURA DI APPLICAZIONE: 37 9.3. LA MANUTENZIONE 38 ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 4 MODIFICHE AL DOCUMENTO 1) Modifiche rispetto alla revisione precedente Paragrafi modificati Tipo-natura della modifica 2) Modifiche della attuale revisione Data Paragrafi modificati Tipo-natura della modifica Nome Verificatore ___________________________ Nome Approvatore ___________________________ ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 1. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 5 KENDRIK ESTRICATION DEVICE (KED) 1.1. INTRODUZIONE Il ked è uno strumento che serve ad immobilizzare il rachide in toto prima di muovere (anche in assenza di collare cervicale) una persona coinvolta in eventi traumatici,e non ,nei quali non vi sia la possibilità di utilizzare la tavola spinale per problemi di accessibilità. Tale presidio non dovrebbe essere utilizzato per altre immobilizzazioni oltre al rachide ,fanno eccezione i pazienti in età pediatrica se non si hanno altri strumenti idonei. Vanno intese con “ estricazioni”quelle azioni mirate ad estrarre una persona da un veicolo in assenza di una sua attiva collaborazione attraverso l’ utilizzo di presidi e/o manovre che garantiscono la conservazione dell’ integrità e la linearità dell’asse cervico-caudale,ovvero impediscono l’aggravamento di una lesione potenzialmente presente a livello spino-midollare. L’ estricazione si può dividere in: ESTRICAZIONI PROPRIAMENTE DETTE: legata al fatto che il veicolo in cui si trova il paziente è deformato e quindi per estrarlo vi è la necessità di rimuovere,forzare o piegare una parte di esso; ESTRICAZIONE PER PROTEZIONE DEL RACHIDE: legata al fatto che,pur non essendo necessario rimuovere,forzare o piegare una parte del veicolo ,il soccorritore utilizza presidi o manovre che avrebbe utilizzato nel caso precedente,visto che: 1. il paziente si trova con alterate capacità motorie o sensitive per cause centrali (danni cerebrali),periferiche (lesioni midollari o nervose) o locali (traumi muscolo-scheletrici); 2. esiste il sospetto di danni del rachide sulla base della dinamica dell’evento( es. gravi danni al veicolo, ribaltamento del veicolo ,ecc..) 3. esiste il sospetto di danni del rachide sulla base di criteri clinici diversi o associati (es.grave trauma cranio-facciale/ possibile lesione rachide cervicale,grave trauma toracico/possibile lesione rachide cervico-dorsale…………) Definiamo quindi questo paziente come incarcerato virtuale. 1.1.1. DINAMICA DEL TRAUMA Il traumatismo si viene a determinare per l’applicazione di una o più forze su un’area del corpo. L’impatto del corpo della vittima con le strutture può avvenire secondo tre modalità: la massa corporea si sposta velocemente verso le strutture del veicolo (contatto) ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 6 la massa corporea impatta contro strutture del veicolo che rientrano in seguito all’urto (intrusione) concomitanza delle due eventualità viste sopra (contatto+intrusione) Per il soccorritore che approccia un ferito incarcerato ,è fondamentale considerare che: 1. le forze applicate al momento dell’urto alle strutture del veicolo hanno agito contemporaneamente sul corpo della vittima (considerare sempre la eventuale deformazione del veicolo a causa dell’incidente) 2. il 60% dei pazienti realmente incarcerati subisce un trauma grave oppure muore prima dell’arrivo in ospedale 3. le lesioni al cervello e dei visceri toraco-addominali sono le più frequenti cause primitive di morte;le lesioni agli arti inferiori e del bacino,generalmente non sono mortali . N.B. Anche se nel paziente incarcerato le lesioni del rachide sono in percentuale tre volte e mezza inferiore rispetto al traumatizzato da eiezione questo non deve autorizzare alcuno a rinunciare ad una rigorosa stabilizzazione della colonna,piuttosto si deve tenere in considerazione che la maggior parte dei feriti con lesioni al rachide è asintomatico. 1.2. INDICAZIONI 1.2.1. INDICAZIONI ASSOLUTE 1. paziente incarcerato 2. paziente non incarcerato ma con alterato stato di coscienza 3. paziente non incarcerato ma con segni clinici di lesione midollare 1.2.2. INDICAZIONI CONSIGLIATE 1. grave danno al veicolo 2. criterio dinamico di presunzione di gravità (incidente autostradale, frontale,……) 3. presenza di danni potenzialmente associabili a lesioni del rachide ( tr. Facciale, lesioni penetranti sopra-clavicolare,……) ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 7 1.2.3. CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE 1. arresto cardio-respiratorio 2. pericolo di incendio imminente del veicolo 3. traumi penetranti con compromissione emodinamica,estricazione di emergenza con solo collare(Rautek) 1.2.4. FATTORI DI CRISI (impongono precauzioni particolari nell’esecuzione delle manovre di estricazione) 1. posizione del paziente all’interno del veicolo tale da costringere la mobilizzazione prima dell’utilizzo del presidio 2. frattura del bacino (compressione su focolai di frattura) 3. frattura del femore (compressione su focolai di frattura) 4. trauma toracico grave (limitazione dell’espansibilità del torace) 5. ipotensione grave- shock, specie se associati a grave trauma cranico 6. stato di gravidanza avanzata (compressione addominale) 1.3. APPLICAZIONE L’applicazione del ked,perché sia eseguita nella maniera più efficace,presuppone la presenza di almeno tre operatori ben addestrati. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 8 1. Il paziente deve trovarsi in posizione seduta o semiseduta,un soccorritore deve essere dietro all’infortunato per tenere il capo in modo da garantire la posizione neutra del rachide,verrà applicato il collare cervicale.N.B.il capo deve essere per tutta la durata della procedura di applicazione del ked. sempre tenuto in posizione neutra dal leader 2. gli altri 2 soccorritori se possibile si devono posizionare ai lati del paziente,quello all’esterno deve far scivolare dietro la schiena il ked (dopo aver eseguito una ispezione del dorso ed aver creato lo spazio necessario per la sua introduzione) con le cinghie addominali e inguinali nei loro supporti. Possibilmente il ked dovrebbe entrare nell’abitacolo sempre prima con la parte superiore e ancora ripiegato su se stesso. 3. una volta entrato nell’abitacolo e posizionato dietro la schiena deve essere dispiegato e centrato;si devono estrarre le 2 cinghie inguinali (nere) e le si devono posizionare momentaneamente fra le cosce e il sedile da ambedue le parti senza legarle. 4. agganciare a questo punto le cinghie addominali dal basso verso l’alto (ROSSO-GIALLOVERDE)senza tirarle eccessivamente. Il ked deve essere alzato fino a quando le spalle eseguono un movimento verso l’alto 5 .agganciare le 2 cinghie inguinali senza incrociarle.,tirarle, e risalire dal basso verso l’alto tirando anche quelle addominali,facendo particolare attenzione per alcuni casi particolari quali ,donne gravide, trauma toracico, in questi ultimi infatti la cinghia verde non va tirata eccessivamente ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 9 6 . chiudere le 2 alette sommitali mettere i due ferma capo ed eventualmente il cuscino tra la nuca e la parte alta del ked per riempire lo spazio rimasto e quindi per mantenere in asse la colonna 7. preparare la barella spinale ed estrarlo dal veicolo,avendo l’accortezza di non stendergli le gambe fino a quando non si sono slacciate le 2 cinghie inguinali (NERE). 8. prima di legare il ragno ,il ked può essere rimosso cercando di muovere il pz meno possibile e mantenendo il rachide sempre in asse 1.4. MANUTENZIONE Il ked può essere lavato con acqua tiepida e detergente neutro, quindi asciugato all’aria aperta prima di riporlo nell’apposita sacca. La decontaminazione del ked può essere effettuata con un disinfettante che non abbia controindicazioni per l’utilizzo con i materiali sintetici con cui è costruito (Pvc,nylon,velcro…). ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 2. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 10 KENDRIK TRACTION DEVICE (KTD) 2.1. INTRODUZIONE Il KTD (KENDRIK TRACTION DEVICE)è uno strumento che deve essere utilizzato nell’immobilizzazione delle fratture diafisarie di femore esercitando una trazione tra 2 punti prefissati ,a valle e a monte della frattura. Il suo funzionamento è quindi basato sull’applicazione di un fissaggio ischiatico ed una cavigliera distanziate da un’asta in alluminio. Modulando la tensione tra i due fissaggi si ottiene la trazione desiderata sull’arto lesionato. L’immobilizzazione ottenuta è in grado di alleggerire il carico e ridurre i danni secondari derivanti dalla frattura diafisaria del femore. IL KTD DEVE ESSERE APPLICATO SOLO QUANDO SI HA LA CERTEZZA CHE NON VI SIANO ALTRE LESIONI OSSEE O ARTICOLARI A LIVELLO DELLA ARTICOLAZIONE DOVE SI HA LA FRATTURA DIAFISARIA,COMPRENDENDO IL BACINO. 2.2. DESRIZIONE -CARATTERISTICHE Il KTD è un presidio d’immobilizzazione costituito da: 1 cinghia inguinale ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 11 1 cavigliera 1 asta di trazione 1 fascia elastica con bande gialle (già inserita nell’asta di trazione) 1 fascia elastica con bande rosse 1 fascia elastica con bande verdi ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 2.3. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 12 APPLICAZIONE 1. Posizionamento della cinghia inguinale Infilare la cinghia inguinale blu sotto al ginocchio del paziente,quindi farla scorrere fino all’altezza dell’inguine.Agganciare la fibbia assicurandosi di sentire lo scatto Regolare la lunghezza della cinghia in modo che l’innesto dell’asta di trazione si trovi all’altezza della cresta iliaca 2. Posizionamento della cavigliera Applicare la cavigliera stringendo la gamba appena sopra al malleolo.Tirare la striscia verde fino a stringerla sotto al tallone. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 13 3. Posizionamento dell’asta di trazione Estendere l’asta di trazione innestando i vari elementi. Ripiegare l’asta in modo che la parte nera terminale stia al di sotto del tallone di almeno 20 cm. Inserire il tubo nell’apposito innesto 4. Trazionare l’arto Infilare il cappio giallo nell’apposito terminale a freccia dell’asta di trazione 5. Applicazione della fascia al ginocchio Applicare la fascia elastica con velcro giallo all’altezza del ginocchio Trazionare il capo giallo della cinghia blu spingendo contemporaneamente l’asta verso l’alto. Interrompere la trazione quando il paziente riferisce una sostanziale riduzione del dolore o quando l’arto avrà raggiunto la stessa lunghezza del controlaterale sano. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 14 6. Completare l’immobilizzazione Applicare la fascia elastica con velcro rosso sulla coscia,avendo cura di non coprire eventuali lesioni Applicare la fascia elastica con velcro verde alla gamba,avendo cura di non coprire eventuali lesioni. Terminate queste operazioni è consigliabile assicurare l’arto leso appena immobilizzato a quello sano,(con bendaggio ad otto),interponendo eventuali riempitivi ove necessario. 2.4. MANUTENZIONE Controllare periodicamente l’integrità e la funzionalità di tutte le parti del KTD, prestando particolare attenzione alle cuciture della cavigliera ed all’elastico interno all’asta di trazione. Se necessario lavare con acqua tiepida e sapone neutro,lasciando poi asciugare in aria. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 3. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 15 COLLARE CERVICALE (WIZLOC-REGOLABILE) 3.1. INTRODUZIONE Il collare cervicale non è un accessorio d'immobilizzazione ma un presidio necessario a garantire la sopravvivenza dei pazienti traumatizzati. E' fondamentale che questo presidio venga applicato a tutti i pazienti traumatizzati prima di procedere al loro spostamento e subito dopo le manovre di verifica dei parametri vitali. In funzione della rigidità del presidio, necessaria per mantenere la posizione allineata anche di fronte a notevoli sollecitazioni dovute al trasporto, il paziente deve essere allineato prima dell’applicazione del collare che deve essere della misura opportuna. 3.2. DESCRIZIONE-CARATTERISTICHE Il WizLoc (regolabile) consente di adeguare in modo preciso la misura del presidio sulle misure anatomiche del paziente, mediante una regolazione anteriore e una regolazione,a 3 livelli, posteriore. Per allineare il paziente occorre una buona manualità e una procedura standardizzata sulla quale fare affidamento per allenarsi e agire correttamente. Effettuare una lieve trazione consente di scaricare, dal peso delle strutture, le articolazioni intervertebrali e limitare gli effetti meccanici dell’eventuale estensione o flessione necessaria per ottenere l’allineamento del canale midollare. La direzione della trazione è sempre quella dell’asse principale del rachide e la forza deve essere applicata a strutture rigide del cranio, considerando che i punti di applicazione della trazione non interferiscano con l’applicazione del collare. L’applicazione della forza a processi zigomatici e occipite, in posizione simmetrica rispetto al forame magno, consente di lasciare libera la mandibola per eventuale ispezione e soccorso alle vie aeree superiori e permette di evitare cambiamenti dei punti di trazione durante l’applicazione del collare perché i punti utilizzati non saranno interessati dall’azione dello stesso. Mantenendo la posizione allineata acquisita,è possibile iniziare la procedura di applicazione del collare. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 3.3. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 16 APPLICAZIONE Le manovre d’ispezione del paziente devono essere effettuate sempre prima di applicare qualsiasi presidio, questo infatti andrà a nascondere alcune parti del paziente, che il soccorritore deve avere già ispezionato (esempio:giugulari,trachea…) Qualsiasi monile deve essere eliminato dal collo per evitare compressioni durante l’immobilizzazione e interferenze alle manovre di soccorso e diagnostica. Il collare svolge una precisa funzione meccanica e quindi la sua misurazione deve essere mirata alla efficacia dell’applicazione. Regolando la parte posteriore in modo che sia più alta del rachide cervicale, si ottiene l’impostazione della struttura corretta per l’azione di limitazione della mobilità del rachide in estensione. La regolazione possibile della porzione occipitale consiste di tre misure: piccolo, medio e grande, questa misura deve essere, senza eccessi, più ampia della lordosi cervicale. Una volta regolata correttamente la porzione posteriore del collare, inserirlo in posizione sul paziente partendo proprio dalla parte posteriore, col solo scopo di poterlo afferrare dalla parte opposta e con l’obbiettivo di “centrare” in simmetria con il paziente prima la parte anteriore.Inserire il collare dietro al collo del paziente sino a poterlo afferrare dalla parte opposta, quindi posizionare la parte anteriore in asse col paziente. Chiudere il collare in posizione facendo corrispondere le striscie di velcro. Serrarlo attorno al collo avendo cura di non comprimerlo.Regolare la parte anteriore sino a poter sostenere correttamente la mandibola in allineamento neutro del rachide cervicale.Trattenere verso il basso la struttura del collare, mentre si regola l’altezza del supporto mentoniero. Il collare non deve agire stringendo il collo ma come una impalcatura tra spalle e cranio alla giusta distanza dalle strutture del collo. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 17 Il collare deve “aprirsi” nella parte frontale in modo da giungere a sorreggere la mandibola nella posizione che si sta mantenendo manualmente, sarà quindi necessario tirare verso lo sterno la parte fissa del collare e sollevare contemporaneamente la parte mobile sino ad individuare la posizione in cui questa agisce sulle strutture craniche (chiude la bocca). Una volta terminato il posizionamento del collare non lasciare la presa manuale, il collare infatti non garantisce la stabilità delle vertebre sotto alla sesta cervicale.Bloccare il cursore ripiegandolo verso l’alto. Controllare quindi che il collare non sia fonte di problemi al paziente, verificando che non comprima le strutture del collo, che consenta eventuale deglutizione, che agisca correttamente sulle strutture ossee e non intralci le manovre di ri-controllo dei parametri vitali. 3.4. MANUTENZIONE La manutenzione e igiene dei presidi è fondamentale, è quindi prioritario il controllo delle attrezzature e il relativo training al personale di soccorso. Il WizLoc non permette utilizzi infiniti, ma è possibile lavarlo e decontaminarlo un numero massimo di 10 volte tale da garantirne l’efficienza dei materiali di costruzione. Nel caso in cui il collare fosse stato esposto a copioso sanguinamento o applicato a pazienti particolarmente a rischio, è necessario eliminarlo. Sostituire l’adesivo indicante la data di decontaminazione ad ogni disinfezione. (N.B. Nella nostra realtà i collari utilizzati vengono detersi e disinfettati dal servizio di pronto soccorso). ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 4. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 18 LA TAVOLA SPINALE 4.1. INTRODUZIONE La tavola spinale è un supporto necessario nella mobilizzazione di pazienti con sospetta lesione vertebromidollare.Essa costituisce un sussidio cautelativo con ottime caratteristiche in tutti i casi di soccorso a paziente traumatizzato. 4.2. • • • • • DESCRIZIONE-CARATTERISTICHE Rigidità,ovvero la capacità di mantenere l'allineamento del paziente in sostituzione delle funzioni lese (fratture, ecc.) Linearità statica e dinamica , ovvero la capacità di mantenere la forma in presenza di carichi notevoli. Isolamento elettrico termico e meccanico. Versatilità, insieme di caratteristiche che consentono di utilizzare la tavola spinale su qualsiasi paziente con qualsiasi lesione in ogni occasione. Radiotrasparente (possibile eseguire ogni tipo di diagnostica senza rimuovere il presidio). ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 19 La tavola spinale è un supporto in polimero plastico,dotato di fori perimetrici che consentono una ottima versatilità di fissaggio e manovrabilità durante eventuale estricazione da vetture incidentate. Importante componente della tavola spinale è il "fermacapo",sussidio indispensabile per l'immobilizzazione in allineamento del tratto cranio-cervicale. La tavola spinale pesa circa 6 kg ed ha una capacità di carico di 159 kg.circa , ha fori perimetrici che consentono l'applicazione delle apposite cinture di fissaggio (ragno). 4.3. APPLICAZIONE Le tecniche di caricamento del paziente sulla spinale sono differenti a seconda delle disponibilità del personale in termini di capacità manuale e di prestanza fisica. La tecnica più diffusa per il caricamento di un paziente supino è quella "laterale"che consente di effettuare l'ispezione del dorso del paziente. La manovra deve essere coordinata e effettuata da personale addestrato allo scopo. Sono necessari almeno 3 soccorritori per effettuare correttamente le manovre di mobilizzazione di un paziente traumatizzato.In caso di sproporzione tra le dimensioni del paziente e la prestanza fisica o numerica dei soccorritori è possibile utilizzare per il caricamento,la barella cucchiaio, ricordando d’ispezionare ugualmente il dorso del traumatizzato, e togliendola non appena caricato il pazient sulla spinale. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 20 Dopo aver applicato un collare cervicale ed averlo regolato, mantenere la posizione allineata di tutto il corpo del paziente e ruotarlo su di un fianco. Mantenere questa posizione fino al termine dell’ispezione del dorso.L’incrocio delle mani dei soccorritori è necessario per limitare le torsioni applicate al tronco del paziente causate da eventuali mancanze di sincronizzazione nei movimenti. Quindi inserire sotto il paziente la tavola spinale con un angolo di circa 45° e adagiarvi sopra il paziente avendo cura di mantenerlo allineato. Se poi il paziente non risulta ben allineato può rendersi necessario riposizionarlo utilizzando la tecnica del "ponte".(Effettuare uno spostamento in asse,avendo cura di mantenere in posizione la tavola). 4.3.1. Applicazione delle cinture di immobilizzazione Terminate le manovre di caricamento è necessario fissare il paziente con un sistema di 5 cinture (ragno) per bloccare le strutture rigide del paziente alla tavola. Distendere le cinture sul corpo e distribuirle nei punti di applicazione: • Spalle • Bacino • Femori • Piedi Cominciarne il fissaggio partendo dalle cinture a “X” su spalle e torace.Fissare le cinture rispettando l’ordine indicato ed avendo cura di non creare compressioni eccessive in funzione delle patologie traumatiche riportate. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 21 Cercando le creste iliache, posizionare la cintura nella maniglia della spinale prossima a queste, in assenza di corrispondenza collocarla in una maniglia a valle, evitando di posizionare la cintura sul ventre. Nel fissaggio dei femori può rivelarsi opportuno inserire uno spessore morbido sotto il cavo popliteo,per evitare che la trazione della cintura causi una eccessiva estensione del ginocchio ed eventuali danni articolari. Dopo aver terminato l’applicazione della cintura ai piedi del paziente si procede al ricontrollo delle cinture alle spalle utile a verificarne l’efficacia. Queste cinture servono a limitare i movimenti verso la testa del corpo del paziente, utili soprattutto in caso di frenata. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 22 Terminate le cinture di bloccaggio (colorate), tendere la cintura centrale (nera) in modo che tutti i tratti siano tesi senza eccessi. Lo scopo di questa struttura è quello di distribuire uniformemente la trazione su tutti i punti evitando eccessi di compressione in caso di sollecitazioni brusche (frenate, ecc.) Se possibile, bloccare alla cintura centrale anche gli arti superiori per evitare che scivolino o si impiglino durante le manovre di caricamento o estricazione. 4.3.2. Applicazione del fermacapo La testa deve essere bloccata con un sistema a se stante, vista la differente comprimibilità della struttura. Questo deve essere applicato alla superficie preventivamente fissata alla tavola spinale. La resistenza alle sollecitazioni trasversali è data dai cuscini laterali dotati di un foro,utile al contempo ad eventuali ispezioni auricolari ed a non isolare acusticamente il paziente. I due cuscini devono poggiare sulle spalle e contemporaneamente aderire alla testa del paziente. La testa deve essere bloccata con due fasce da fissare alla base tramite gli appositi anelli.. Utilizzare i fissaggi in dotazione per bloccare la testa, prima passando sotto la mentoniera del collare cervicale e quindi applicando la fascia frontale. L’inclinazione della mentoniera dovrà essere verso il foro auricolare e quella della fascia frontale perpendicolare al piano osseo frontale. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 23 In casi particolari possono essere utilizzati semplici pezzi di nastro per fissare il capo, ma occorre limitare queste manovre alla reale necessità. 4.4. MANUTENZIONE Programmare l’ispezione periodica dei materiali controllando che la tavola spinale sia priva di danneggiamenti alle superfici o nelle componenti accessorie (cinture e fermacapo). È possibile lavare la tavola ed il fermacapo con acqua tiepida e detergente neutro, quindi utilizzare un disinfettante per superfici plastiche avendo cura di sciacquare bene e asciugare con un panno pulito. Nel caso delle cinture è possibile lavarle con acqua fredda e detergente delicato. La corretta igiene dei presidi che si utilizzano su pazienti traumatizzati è fondamentale al fine di evitare tutti i rischi di infezione che il contatto con fluidi corporei può comportare. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 5. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 24 65 EXL 5.1. INTRODUZIONE La 65 EXL è un presidio di caricamento e trasporto dei pazienti che garantisce la protezione del rachide (anche se utilizzata da 2 soli operatori) inoltre permette una protezione termica,è radiotrasparente e sostiene gli arti inferiori(caratteristiche che non possedeva la vecchia barella cucchiaio). 5.2. APPLICAZIONE Prima di utilizzare la 65 EXL occorre aver completato tutte le manovre di ispezione del paziente ,con particolare riferimento all’ispezione del dorso, soprattutto se il paziente. viene rinvenuto supino (manovra log-roll).Omettere questa procedura potrebbe significare produrre lesioni al paziente dovute alla manovra di applicazione del presidio, che nel caso specifico ricadrebbero sotto la diretta responsabilità dell’ operatore. Allungamento della barella Mantenendo allineato il rachide del paziente si posiziona la 65 EXL a fianco del paziente (con cura di posizionarla centrando il foro cervicale col centro del collare del paziente). ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 25 Per rendere la 65 EXL delle dimensioni corrette per il paziente occorre adattarla alla lunghezza dello stesso. Si aprono i moschetti e mantenendo ferma la parte principale si allunga estraendo dalla barella la porzione di supporto degli arti. Procedendo fino a contenere il tallone del paziente, in questo modo si otterrà la certezza che la barella può caricare tutto il paziente. Quindi si chiudono i moschettoni e si allunga ulteriormente la barella fino ad udirne lo scatto di sicurezza. 5.2.1. Posizionamento della 65 exl La procedura di caricamento della 65 EXL può essere generalmente effettuata anche da soli due operatori, di cui: uno si occupa del controllo del paziente e gli mantiene fermo il capo e il secondo esegue tutte le manovre per l’applicazione. Nel caso di pazienti traumatizzati o di lavoro su piani particolarmente accidentati, occorre ricordare la necessità di tre operatori per poter effettuare tutte le manovre previste per tutelare il paziente e completarne l’ispezione. Per posizionare la barella alla corretta altezza, ai fianchi del paziente, dopo averne separato le valve si sfrutta la collaborazione del collega che mantiene il controllo alla testa del paziente, che indicherà con la proprie ginocchia la posizione esatta delle valve. Nell’ inserimento della 65 EXL sotto il paziente occorre evitare di spostarlo spingendo la valve, è necessario tirare la valva del lato opposto del paziente, mantenendone la posizione di spalle e di bacino con le proprie gambe, evitando così pericolose azioni asimmetriche perpendicolari alla colonna vertebrale. Per completare l’inserimento della 65 EXL sotto al paziente su un piano uniforme è sufficiente tirare alternativamente le due valve sino all’ avvenuto bloccaggio dei TSL. Nel caso di difficoltà bloccare prima il TSL alla testa del paziente quindi quello ai piedi. Durante l’operazione di chiusura dei TSL, non serve alzare le valve della 65 exl. Utilizzare invece il piano di appoggio per mantenere in asse l’aggancio, questa procedura semplificherà le manovre. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 26 5.2.2. Le cinture di sicurezza Per effettuare qualsiasi spostamento del paziente sulla 65exl è necessario applicare almeno tre cinture di sicurezza, se si deve trasportare il paziente in ambulanza è necessario che queste siano disposte in modo da impedirne i movimenti derivanti dalle sollecitazioni più pericolose e frequenti. Sarà quindi necessario vincolare le spalle del paziente in modo da resistere a sollecitazioni in frenata o in caso di incidente e il bacino per resistere a eventuali sollecitazioni verticali dovute a sobbalzi del mezzo di trasporto. Nel caso di disponibilità di una quarta cintura, può risultare indicato bloccare anche gli arti inferiori del paziente. Una volte terminate le procedure di caricamento e fissaggio con cinture di sicurezza, si deve procedere al controllo della funzionalità del presidio, verificando: - che gli agganci “Twin Safety Lock” siano completamente chiusi - che non siano rimasti abiti o altro tra substrato e barella che generi vincoli durante il sollevamento - che la 65 EXL dimensionata in modo consono al paziente e i moschettoni adeguatamente bloccati a questo punto si può mobilizzare il paziente e caricarlo su un presidio di immobilizzazione (materasso a decompressione) rimuovendo successivamente la 65 EXLl o procedere direttamente al caricamento su barella di trasporto previo fissaggio di sicurezza idoneo. 5.3. MANUTENZIONE La 65 EXL necessita di una manutenzione periodica che comprende il controllo di tutti gli agganci e della loro integrità e funzionalità , verificando i meccanismi di chiusura e apertura, allungamento e gli snodi delle prolunghe della porzione podalica. Verificare tutte le superfici per individuare eventuali problemi alle strutture che ne possano inficiare la funzionalità. In presenza di problemi, mettere immediatamente fuori servizio. L’igiene della 65 EXL è estremamente semplice da garantire, questo presidio è conforme alla normativa europea(EN1865) che richiede l’impossibilità di ingresso nella struttura della barella di materiale organico eventualmente infetto. E’ sufficiente, in virtù di ciò, lavare la barella con acqua e detergente neutro anche sfruttando sorgenti in pressione e decontaminarla con disinfettante per superfici. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 6. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 27 STECCOBENDE RIGIDE 6.1. INDICAZIONI La steccobenda è sicuramente il sistema più rapido per l’immobilizzazione di arti con sospette fratture o lesioni articolari,pur non consentendo il mantenimento di una trazione importante. Una immobilizzazione mirata agli arti può rendersi necessaria in occasione di differenti patologie: distorsioni,lussazioni e fratture. Bisogna considerare due diverse indicazioni d’immobilizzazione: 1- nella posizione di reperimento/antalgica 2- riallineando l’arto. Nel primo caso è rivolta alla sostanziale riduzione del dolore e alla sostituzione della struttura di sostegno della parte lesa,al fine di consentire un’omogenea reazione alle sollecitazioni ineliminabili. Nel secondo caso l’azione è rivolta a limitare l’eventuale danno secondario dovuto alla mobilizzazione del paziente in condizione di carico della parte lesa. L’applicazione della steccobenda consente di tutelare quegli arti che non richiedono immobilizzazioni in posizioni antalgiche o trazioni. 6.2. PROCEDURA La procedura consiste nell’inserire la steccobenda sotto l’arto leso e chiuderlo attorno allo stesso tramite le fasce in velcro facendo attenzione a eventuali compressioni e verificando frequentemente il polso a valle dell’immobilizzazione.La steccobenda costituisce un sistema d’immobilizzazione che prevede l’allineamento della struttura ossea,quindi la necessità di una posizione rettilinea tra le articolazioni a monte e a valle della lesione. E’indicata per le fratture composte o parziali e fondamentale per la corretta applicazione è la sua misura, che deve essere determinata comprendendo la lunghezza dell’arto completo.E’necessario infatti bloccare tutte le strutture che possono indurre mobilità della parte lesa;quindi il criterio generale comprende sempre l’articolazione a monte e tutta la lunghezza dell’arto a valle dell’osso fratturato e le strutture connesse all’articolazione danneggiata se si tratta di una lussazione o di una distorsione. Occorre ricordare che le lesioni alle articolazioni maggiori(ginocchio,gomito,spalla..)richiedono spesso posizioni non rettilinee,che escludono l’utilizzo di questo tipo d’immobilizzatori. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 28 Mantenere la posizione allineata dell’arto leso,posizionare il supporto pedidio alla base del piede, se riguarda l’arto inferiore (supporto mobile in gommapiuma che non va posizionato sopra l’arto!) . Inserire la steccobenda in posizione facendola scivolare sotto l’arto,curandosi di lasciare la parte con il velcro all’esterno dell’arto. Serrare la steccobenda con le apposite bande in velcro,verificando poi la per fusione sanguigna a valle della frattura. Occorre prestare particolare attenzione al mantenimento della possibilità d’ispezione dell’arto immobilizzato per scongiurare eventuali problemi di ischemia successivi all’immobilizzazione. Le steccobende (esempio: Frac Immobilizer-Ferno )sono compatibili con la diagnostica per immagini;comunque non dovrebbero essere lasciate a diretto contatto con la cute del paziente per più di due ore. 6.3. MANUTENZIONE Le steccobende sono lavabili con acqua tiepida e detergente neutro e decontaminabili con un disinfettante per superfici plastiche (PVC) compatibile con i dispositivi medici. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 7. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 29 BENDOSTECCHE A DECOMPRESSIONE AS 190 7.1. INDICAZIONI Questi presidi determinano una immobilizzazione di tipo contenitiva, infatti mantiene le strutture in una forma prestabilita sia essa antalgica o patologica,ma non offre la stessa rigidità tra le masse. L’AS 190 consente di bloccare l’arto nella posizione preferita. 7.2. PROCEDURA 1. Aprire la bendostecca idonea e distendere uniformemente il contenuto 2. Esercitare una leggera decompressione 3. Sagomare attorno all’arto leso 4. Adattare attorno all’arto leso in funzione della forma e delle dimensioni 5. Chiudere il velcro partendo dalla parte prossimale dell’arto 6. Lasciare accessibile ed in vista la parte dell’arto lesa ,iniziare a decomprimere senza eccessi 7. Valutare la parte distale dell’arto dopo la decompressione 8. Ideale sarebbe immobilizzare gli arti in posizione fisiologica se possibile. Nel caso vi fosse la necessità di immobilizzare un arto in posizione patologica tenere in considerazione che in breve tempo ne varierà la morfologia è quindi necessario ricontrollare la perfusione periferica durante tutta la durata della immobilizzazione. 7.3. MANUTENZIONE Le steccobende sono lavabili con acqua tiepida e detergente neutro e decontaminabili con un disinfettante per superfici plastiche (PVC) compatibile con i dispositivi medici. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 8. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 30 MEDKIDS (MANICOTTO PEDIATRICO MODELLO 677) 8.1. CARATTERISTICHE E’ un dispositivo che va applicato alla tavola spinale per la movimentazione dei pazienti di età compresa fra 2 mesi/5,4 Kg e 8 anni/27 Kg. • Lunghezza 101 cm • Larghezza 50 cm • Spessore < 2,5 cm • Peso 1,5 Kg compreso le cinture e i blocchetti per la testa. Il manicotto pediatrico è così costituito: ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. • • • • • • • • • • PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 31 Camera d’aria ,che aiuta a mantenere la posizione neutrale della colonna vertebrale e aiuta nella gestione delle vie respiratorie. Un sistema di cinture a 3 punti. Tre cinture laterali (per il corpo). Due cinture per la testa. Due blocchetti per la testa grandi. Quattro cinture per le braccia. Due cinture per le gambe Radio Translucente ai raggi X. Regolabilità per adattarsi ad ogni tavola spinale. Arrotolabile per un facile e compatto immagazzinamento (50x20x22cm) 8.2. PREPARAZIONE DEL MANICOTTO PEDIATRICO Per applicare il manicotto alla tavola spinale agire come segue: 1. sganciare le alette di chiusura e srotolare il manicotto 2. sganciare le alette con velcro da un lato del manicotto 3. posizionare il manicotto all’estremità della tavola spinale.Fare scorrere la tavola al suo interno,il lato paziente del manicotto deve essere a faccia in su sul lato paziente della tavola spinale. 4. posizionare il manicotto in modo che il tirante superiore poggi sulla estremità lato testa della tavola spinale. Allineare i bordi laterali del manicotto alla tavola spinale. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 32 5. centrare il manicotto alla tavola spinale e stringere le sei alette laterali dotate di velcro in modo che il presidio pediatrico sia ben adeso alla spinale. 6. passare la cintura lato piedi attraverso la maniglia della tavola spinale e agganciare le fibbie. Tensionare le cinture agendo sulla parte scorrevole della fibbia. 7. piegare l’aletta per l’immagazzinamento e bloccarla tramite le le strisce sulla parte inferiore del prodotto. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 8.3. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 33 USO BASE MANICOTTO PEDIATRICO N.B. PER L’UTILIZZO DEL MANICOTTO PEDIATRICO NECESSITANO 2 OPERATORI IMMOBILIZZAZIONE SPINALE (CON CINTURA A 3 PUNTI) 1. Mantenere la testa e il collo in posizione neutrale ed applicare il collare cervicale (se le dimensioni del paziente permettono l’uso del collare cervicale) 2. Portare il paziente sul manicotto pediatrico/tavola spinale 3. Gonfiare la camera d’aria quanto necessario ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 34 4. Applicare i blocchetti testa ,su entrambi i lati 5. Fissare le 2 cinture testa attraverso i blocchetti testa,la fronte e il mento del paziente 6. Fissare le 3 cinture corpo trasversalmente al paziente ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 35 7. Regolare la misura della cintura a 3 punti e successivamente fissarla 8.4. IMMOBILIZZAZIONE SPINALE (METODO INCROCIATO) 1. seguire i passaggi da 1 a 6 2. incrociare le cinture corpo formando una X sul corpo del paziente.Come opzione si può fissare una terza cintura trasversale sul corpo del paziente 3. regolare la cintura a 3 punti e fissarla CINTURE BRACCIA E GAMBE Il manicotto pediatrico è dotato di di 6 cinture (4 braccia –2 gambe) da utilizzare quando se ne ritenga necessario. Possono essere usate singolarmente o associate a seconda della necessità del momento.Nel caso di piccoli pazienti le cinture per le braccia possono essere usate per le gambe. Quando il paziente è ben fissato al manicotto e il manicotto alla tavola spinale vi è la possibilità di ruotarlo sul fianco in maniera sicura garantendo protezione alla colonna. Per la movimentazione del paziente sul manicotto/tavola spinale necessitano 2 operatori,una volta caricato sulla barella il tutto deve essere fissato passando le cinture di quest’ultima attraverso le maniglie della tavola spinale. 8.5. MANUTENZIONE Il manicotto pediatrico richiede una manutenzione regolare.Stabilire ed eseguire un programma di manutenzione. ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE 118 Cesena Soccorso. IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 36 Il seguente schema propone la manutenzione minima: Ad ogni utilizzo Disinfezione Quando necessario Ogni mese SI Pulizia SI Ispezione SI SI IMPORTANTE: DISINFETTANTI E PRODOTTI PER LA PULIZIA CHE CONTENGONO FENOLI O IODINE POSSONO PROVOCARE DANNI. DISINFETTARE E PULIRE SOLO CON PRODOTTI CHE NON CONTENGONO QUESTI PRODOTTI CHIMICI. 8.5.1. Disinfezione e pulizia del tessuto in cordura I prodotti e i blocchetti per la testa sono realizzati in tessuto cordura della Dupont.Ideale sarebbe trattare tali parti con dei protettivi per tessuti in nylon prima della messa in servizio e dopo ogni lavaggio ..Questo aumenterà le proprietà idrorepellenti e la formazione di macchie. 8.5.2. Istruzioni per il lavaggio Prima del lavaggio togliere i blocchetti testa,le cinture testa,la camera d’aria e il bulbo di gonfiaggio. Sfilare il manicotto pediatrico dalla tavola spinale. 1. Lavare il telo e i blocchetti testa con acqua tiepida ed un detergente leggero 2. Sciacquare con acqua tiepida. 3. Appendere il telo per asciugarlo. 4. Per disinfettarlo usare una soluzione al 2-5% di candeggina al cloro.Risciacquare a fondo. 5. Fare asciugare bene il tutto prima di riutilizzarlo. 6. Trattare il tessuto in cordura con protettivo per tessuto. 8.5.3. Disinfezione e pulizia della camera d’aria 1. Sfilare dal prodotto la camera d’aria,il telo,il bulbo di gonfiaggio e la valvola.Per far questo prima tirare e sfilare il bulbo dalla valvola. 2. Per disinfettare passare sulla camera d’aria ,il tubo,il bulbo e la valvola del disinfettante. 3. Lavare a mano le parti con acqua saponata tiepida e una spugna morbida. 4. Sciacquare con acqua pulita 5. Asciugare con un panno 6. Ricomporre il presidio , se il tubo si inserisce con difficoltà nella valvola inumidirlo leggermente alla estremità ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. 9. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 37 MATERASSO A DECOMPRESSIONE DMT-H 9.1. CARATTERISTICHE Il materasso a decompressione è uno strumento in grado di avvolgere tutto il corpo del paziente e consente di eseguire immobilizzazioni adatte alla morfologia di ogni singolo paziente in considerazioni di traumi non localizzati e lesioni anche non allineabili. La canalizzazione del contenuto interno e non la sacca esterna, gli consente di limitare al massimo la deformazione ed il raccorciamento del piano di supporto durante la decompressione, pur mantenendo una eccezionale adattabilità; la struttura avvolgente, inoltre, garantisce di poter proteggere il paziente dall’ambiente esterno in modo efficace. La possibilità di ripiegare i bordi del materasso su se stessi e bloccarli con una striscia di velcro consente di sostituire sul piano della barella il materasso in dotazione. Un materasso a decompressione prende la forma di ciò che gli si colloca sopra, ma non ciò che ha sotto. 9.2. PROCEDURA DI APPLICAZIONE: Per applicare correttamente il materassino occorre: stenderlo su un piano pulito e uniforme e verificare che il materiale interno sia distribuito uniformemente, quindi aspirare l’aria contenuta in eccesso per limitare la “fuga” del materiale dalle zone a maggior compressione di carico (spalle, bacino, ecc.) così garantire una tenuta uniforme del materasso e facilitare la successiva sagomatura. Depositare il paziente in asse con il materasso e con la testa a 7 cm. circa dalla sommità dello stesso, eliminare tutto ciò che può influenzare la forma del materasso (accumuli di abiti, ecc.) Sagomare il materasso attorno al paziente avendo cura di rendere immobili le masse del paziente (spalle, bacino, gambe, testa, ecc.) ISTRUZIONE OPERATIVA GESTIONE E UTILIZZO 118 Cesena Soccorso. PRESIDI D’IMMOBILIZZAZIONE IO/P01/06 Rev. 1 Pag. 38 Iniziare la decompressione sino all’avvenuto svuotamento del materasso dell’aria (non si riesce più ad aspirare).Durante la decompressione si possono usare le cinture per mantenere la forma del materasso aderente al paziente, sarà comunque necessario ricontrollare le stesse alla fine della procedura. Ricordare che le braccia non devono essere immobilizzate tra corpo e materasso, ma lasciate libere per eventuali accessi terapeutici. Chiudere la valvola (che riporta l’indicazione O=Ouvert e F=fermè, rispettivamente aperto e chiuso) e staccare la pompa di aspirazione.La valvola deve trovarsi sempre in zona ben accessibile (lato piedi del paziente. Utilizzare solo la pompa di aspirazione per svuotare il materasso, utilizzare aspiratori per secreti in dotazione ai mezzi di soccorso o portatili non è sufficiente a raggiungere il grado di vuoto utile all’immobilizzazione. 9.3. LA MANUTENZIONE Controllare periodicamente il presidio e qualora si riscontrassero danni che ne compromettono la funzionalità occorre porlo immediatamente fuori servizio. Nel riporre il materasso è suggerito mantenerlo decompresso, in modo da poter verificare rapidamente la funzionalità dello stesso o individuare eventuali forature. Se il materasso così riposto viene trovato a pressione ambiente, è necessario portarlo alla massima decompressione e lasciarlo almeno un’ora, se dopo tale periodo risultasse ancora decompresso il materasso è operativo, in caso contrario occorre porlo fuori servizio. Per pulire il materasso è possibile lavarlo con acqua tiepida e detersivo neutro e decontaminarlo con un disinfettante per superfici idoneo ai materiali e che non lasci residui dannosi al paziente.