,
Il toto-ministri, che non
manca mai quando si tratta
della formazione d'un nuovo
governo, ha fatto balenare in
tutto il suo lucore anche il
nome del senatore Giovanni
Bilardi, che arriverà nudo
alla meta. Ed è per questo,
solo per questo, che ancora
non s'è deciso alle dimissioni
da senatore.
DOMENICA 28 APRILE
2013
LA RIVIERA
02
Parlando
di...
ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Voto per le donne
legge sconosciuta
LE ELEZIONI DEL 26 E 27 MAGGIO saranno le prime in cui si potrà esprimere la doppia preferenza di genere
EMANUELA ALVARO
lle prossime elezioni amministrative previste per il 26 e 27 maggio,
per la prima volta, gli elettori
avranno la possibilità di esprimere la
doppia preferenza di genere. Ma cosa
significa e perché la Legge 23 novembre
2012, numero 215 è di fatto sconosciuta
agli addetti ai lavori e agli elettori stessi?
Un argomento sul quale fare chiarezza
per arrivare pronti e, soprattutto consapevoli, al voto.
«La legge 215/2012 reca disposizioni
volte a promuovere il riequilibrio delle
rappresentanze di genere nei consigli e
nelle giunte degli enti locali e nei consigli
regionali. Per questi ultimi, in considerazione del fatto che la materia è di competenza esclusiva delle Regioni, si dovranno adottare misure che permettono di
incentivare l’accesso di genere sottorappresentato alle camere elettive».
A spiegare l’importanza di questa legge è
Serena Multari, componente della
Commissione regionale per le Pari
Opportunità. «Per la Regione Calabria,
abbiamo presentato un progetto di legge
come referendum popolare della legge
A
ESSENZIALE
“L’appuntamento
elettorale è un
momento
importantissimo, non
solo per le donne, lo è
per la democrazia. La
politca non può
prescindere dal decidere
su se stessa”
elettorale esistente e l’abbiamo attivato
così per coinvolgere tutto il territorio
regionale. Si è proceduto con la raccolta
delle firme, depositate a settembre, dopo
di che si è avviato l’iter legislativo. In questo momento il progetto di legge è alla
prima commissione consigliare e ci auguriamo che arrivi presto in Consiglio
regionale per essere votato. Già ci sono
state pronunce dalle aree politiche che si
sono dette favorevoli, il Governatore
Scopelliti ha pubblicamente dichiarato di
esserlo, ma è chiaro che c’è un gioco di
numeri e poltrone».
Per gli enti locali il legislatore ha già predisposto tutto e si voterà in base a questa
nuova normativa che darà la possibilità
all’elettore di esprimere due preferenze,
due candidati di sesso diverso. Nel caso
in cui verranno indicati due candidati
dello stesso sesso, la seconda preferenza
verrà annullata.
Ma a parte il voto, nella composizione
delle liste si dovrà tenere conto della rappresentanza di genere, questo perché in
caso di violazione delle disposizioni sulla
quota di lista sono state previste delle
sanzioni. Per i comuni con popolazione
superiore ai 15 mila abitanti la
Commissione elettorale sarà obbligata a
ridurre la lista, cancellando i candidati
del genere più rappresentato, partendo
dall’ultimo, fino ad arrivare al rispetto
della quota. Dopo le cancellazioni, la
lista che conterrà un numero di candidati inferiori al minimo prescritto dalla
legge decadrà.
Nei comuni con popolazione compresa
fra i 5 mila e i 15 mila abitanti si procederà sempre alla cancellazione, ma in
questi casi la riduzione della lista non
potrà determinare un numero di candidati inferiore al minimo e quindi non
decadrà.
«Per la provincia di Reggio Calabria i
comuni nei quali si ha una popolazione
superiore ai cinque mila abitanti, ma non
ai quindici mila, sono solo Locri e
Gioiosa Ionica. Questi rientrano nel
secondo caso. Ovviamente per la composizione delle liste hanno fatto fede i
comunicati delle Prefetture. Ma proprio
perché la legge è sconosciuta agli elettori, questi ultimi, inconsapevoli della possibilità della doppia preferenza di genere, voteranno per un unico candidato.
Questa legge è una grande novità per gli
enti locali – sottolinea Serena Multari –
meno per molte Regioni, capofila la
Regione Campagna, la prima ad introdurre la doppia preferenza di genere con
il risultato di avere avuto la legge approvata e di poterla mettere in atto, ma
anche di avere la rappresentanza di
genere con il 23% di donne elette, la percentuale più alta. Ovviamente la doppia
preferenza di genere non garantisce l’elezione, è uno strumento per la rappresentatività delle donne negli organi elettivi». Infatti non trattandosi di quote, la
candidata dovrà comunque raggiungere
il risultato elettorale, anche perché si
tratta di una legge di riequilibrio, facendo riferimento al principio costituzionale
dell’uguale rappresentanza. Un esempio
di questo l’abbiamo avuto a Scilla, dove
l’avvocato Loredana Delorenzo, dopo
l’iniziale mancato inserimento in giunta,
ha intrapreso una battaglia legale attraverso la quale ha avuto riconosciuto il
suo diritto, vincendo la causa al Tar.
DOMENICA 28 APRILE
2013
LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
SIDERNO
I commercianti
furbi e la
manomissione dei
contatori Enel
Una decina di attività sul
Corso della Repubblica a
Siderno sono state denunciate
dall’Enel per furto di energia. I
proprietari di questi negozi
avevano manomesso i loro
contatori e con il supporto di
una calamita riuscivano a falsare i consumi di elttricità, a volte
riducendoli praticamente a
zero. Il comportamento di
questi commercianti oltre che
illecito è stato anche immorale.
Su tutti i media nazionali è rimbalzata la notizia di questa truffa ed è stata la città a rimetterci in credibilità. E poi queste
persone non si sono poste nessun interrogativo sulle conseguenze del loro gesto. E se per
questo loro illecito l’Enel
dovesse aumentare i costi del
servizio nella zona? Non può,
ma loro non lo sapevano. O
meglio, non gli interessava di
poter danneggiare altri. Erano
troppo concentrati ad essere i
più “furbi”.
BOVALINO
CASIGNANA
Due dipendenti truffano il comune
mandandolo quasi in bancarotta
Irregolarità nei conti del comune di
Casignana sono state riscontrate e
denunciate dall'ex sindaco Pietro Crinò.
A quanto sembrerebbe due funzionari
comunali avrebbero percepito per
almeno 16 mesi uno stipendio superiore a quello previsto per il ruolo che ricoprivano. L'ex sindaco del comune sciolto il 18 aprile dal consiglio dei ministri si
sarebbe accorto dell'anomalia perché
due mandati di pagamento non erano
stati liquidati per mancanza di fondi.
Per cercare di capire come fosse possibile che le casse comunali fossero in
rosso Crinò ha chiesto una verifica al
segretario comunale pro tempore, che
ricopre anche il ruolo di responsabile
dell'area finanziaria, e al revisore dei
conti. I due funzionari andando ad analizzare i conti comunali e i mandati
emessi hanno scoperto che due impiegati del Comune avevano rischiato di
mandare in bancarotta l'ente percependo ben più di quanto gli spettava per
contratto. A quel punto il revisore a
compilato una relazione dettagliata che
il sindaco ha poi mandato via fax alla
Procura. Questo episodio risale a pochi
giorni prima, per la precisione al 15
aprile, dello scioglimento del comune di
Casignana. Adesso si attende l'arrivo
della triade commissariale che nei prossimi 18 mesi guiderà e che dovrà fare
luce su eventuali illeciti.
FAIDA DEI BOSCHI
Fermato il killer che con 4 Domenico Ruga si consegna alle autorità
colpi ha ucciso Alfredo Izzo
L'uomo fermato con l'accusa di omicidio è
Bruno Ferrò, 37 anni di Natile di Careri.
Sarebbe stato fermato un uomo per l'omicidio di Alfredo Izzo, il trentenne ucciso a
Bovalino il 5 aprile scorso. Secondo la prima
ricostruzione Izzo sarebbe stato attirato fuori
dalla sua abitazione e quindi ammazzato.
Secondo l'accusa l'uomo avrebbe sparato 4
colpi di fucile uccidendo Alfredo Izzo lo scorso 5 aprile a Bovalino. Il fermato con l'accusa
di omicidio è Bruno Ferrò, 37 anni di Natile
di Careri, è stato trasferito al carcere di Locri
in attesa dell'udienza di convalida davanti al
gip.
Domenico Ruga, classe ’77, ha
deciso giovedì 25 aprile di
costituirsi. L’uomo è il destinatario di un mandato di cattura
emessa nell’ambito dell’operazione denominata “Faida dei
Boschi”. Ruga, presentandosi
alle autorità di Monasterace,
ha dichiarato di non essersi
costituito prima per evitare ai
suoi figli le visite in carcere e
convinto che la sua posizione
potesse essere subitochiarita.
L’indagine denominata Faida
dei Boschi, condotta dal
Sostituto Procuratore della
Repubblica presso la DDA di
Reggio Calabria, dott.ssa Sara
Ombra, è scaturita dalle
dichiarazioni del collaboratore
di giustizia Antonino Belnome.
È stato in seguito alla chiusura
delle indagini però che l’uomo
ha ritenuto di doversi far interrogare dal pm, dott.ssa Sara
Ombra, per spiegare le sue
ragioni, chiarire la sua completa estraneità alle contestazioni
mosse dall’accusa e precisare
che le accuse mosse dal collaboratore Belnome sono a suo
avviso prive di fondamento.
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
04
la Riviera
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
Le notizie più lette
della settimana su
larivieraonline.com
Castello di Amendolea
Secoli di storia ci guardano, mentre
ciò che resta del fiume passa placido in fondo alla valle. Ruggiscono
storie mai raccontate, segnali di un
tempo passato nel quale la speranza
nutriva gli uomini sorreggendone la
disperazione e la povertà. Il vecchio
castello dei potenti e i luoghi di preghiera degli umili, abbarbicati in
cima alle colline calabresi, che ancora, oggi come allora, sono monumentali espressioni di volontà. Ogni
angolo di Calabria cela una sorpresa di bellezza, e questo stupore
luminoso giustifica il nostro amore
ribelle per una terra che non sa
celebrare se stessa, in preda a
gaglioffi e predoni che gli succhiano
il sangue e la linfa vitale.
Custodiamo il passato, per guardare
al futuro.
1) FABIO NIRTA IL LOCRESE CHE FA
IMPAZZIRE IL POPOLO DEL WEB
2) MANIPOLAZIONE DEICONTATORI ENEL. COMMERCIANTI SOTT’INCHIESTA A SIDERNO
3) SIDERNO: CONFISCATI BENI A GIUSEPPE ALBANESE
4) MAMMOLA: SCOPERTO GRAZIE AL
CANE “GERRY” UN PICCOLO ARSENALE
IL DIAVOLO NERO
La rosa e lo zolfo
5) SIDERNO: L’EX VILLA DI COSIMO
COMMISSO OSPITERÀ GLI ALLOGGI
DELLA POLIZIA
6) SIDERNO: ECCO LA RELAZIONE
SULLO SCIOGLIMENTO DEL COMUNE
7) CASIGNANA: DUE DIPENDENTI
TRUFFANO IL COMUNE MANDANDOLO QUASI IN BANCAROTTA
8) CASIGNANA, KAPUTT
Dati Google.com
Le rose sono belle, ma
purtroppo sfioriscono
presto. Tale è stato il
destino della rosa consigliera Tilde Minasi, che,
detta tutta la verità, solo il
Diavolo nero, amico delle
donne, come è proprio
dei diavoli, aveva proposta al Governatore come
assessora. E sicuramente
per questo l’indicazione è
stata fatta cadere prima
ancora d’essere presa in
considerazione. La mia
rosa è sfiorita e ha diffuso,
stranamente ma miracolosamente, un odore di
zolfo, che ha avvolto la
nomina ad assessore di
Demetrio Arena. Un
reprobo, considerato che
il comune di Reggio di cui
era sindaco è stato sciolto
per infiltrazione mafiosa.
È chiaro che la circostanza né ha impressionato il
Governatore né ha pesato sulla sua decisione di
portare in giunta regionale l’ex sindaco falciato
Demetrio Arena. Una
volta tanto - anche per
non rischiare d’essere
monotono - il Diavolo
nero, avverso per principio allo scioglimento dei
consigli comunali, è d’accordo con il Governatore,
che nel caso in questione
ha camminato sull’onda
d’un garantismo ineccepibile, ammesso che non si
sia trattato d’un regalo
alla fedeltà del decapitato
sindaco. Ogni ombra
sulla trasparenza garantista del Governatore
sarebbe oggi non autorizzata se, come prima non
ha fatto, egli levasse la
voce contro lo scioglimento dei comuni di
Casignana
e
di
Montebello. Siccome
come Diavolo sono eterno, non mi manca il
tempo d’attendere e di
sapere se il garantismo
del Governatore è o non
è con la coda, che avvinghia i suoi e lascia per via
gli altri.
Non c’è pace intorno
alla Procura di Reggio
Calabria
ILARIO AMMENDOLIA
Il consigliere regionale, dott. Aurelio
Chizzoniti, invia una lettera al procuratore Cafiero De Raho, giudicando deludente la precedente gestione del dott.
Pignatone.
L'esponente del Consiglio regionale sottolinea il grido di dolore lanciato dal giovane e apprezzato dott. Giuseppe
Lombardo che avrebbe denunciato apertis verbis delle non indagini di una procura che di fronte al potere politico si è
spesso girata dall'altra parte..
Dalla lettera emerge una situazione
inquietante all'interno della Procura dove
sembrerebbe in corso una guerra tra corrente contrapposte.
Non spetta a noi giudicare la veridicità di
quanto esposto nella lettera dell'avvocato
Chizzoniti, noi non possiamo che rilevare
un clima per niente rassicurante anche
perché la lettera di Chizzoniti non rappresenta un fatto isolato.
Infatti sull'ultima numero del Corriere
della Calabria, il direttore Paolo
Pollichieni si sofferma diffusamente sul
clima di guerra e di veleni esistente in
Procura.
Invenzioni di stampa? Fantasie del
Consigliere regionale e di qualche giornalista?
C'è da dubitare!
Il nostro parere è che l'esterno raccolga
ciò che dalla Procura qualcuno fa uscire.
Questo non ci tranquillizza affatto.
I cittadini hanno bisogno di pensare che
la giustizia venga amministrata da magistrati, sereni e giusti.
La Costituzione riconoscendo un potere
delicato ai magistrati pone come condizione che operino con estremo equilibrio.
Un mandato di cattura è come una pallottola: può uccider
Chizzoniti conclude: «in città, il comune
sentire la considera il Messia della situazione» Dio ci perdoni! Beati quei popoli
che hanno bisogno solo di magistrati
sereni e giusti.
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
05
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
06
COPERTINA
Dalla fucilazione di Michele (1945) allo scioglimento di quasi tutti i comuni della
fascia jonica reggina. In nome della legalicrazia, ossia il potere della legalità che
viene prima d'ogni altro di diritto, e che in suo nome calpesta tutti i diritti. La
Resistenza accusa: può essere questa la soluzione al problema della 'ndrangheta?
Colpi di Stato
ILARIO AMMENDOLIA
Sono passati 67 anni dal 25 Aprile del 1945. Non era questa
l’Italia che sognavano i partigiani. Non era questa la
Calabria a cui pensavano Eugenio Musolino, Enzo Misefari,
Paolo Surace che trascorsero anni nelle galere fasciste o nei
luoghi di confino di polizia, e certamente non era questa la
terra per cui sono morti, nel fior degli anni, Angelina
Mauro, Giuditta Levato, Giuseppe Nigro, Giovanni Zito e
tantissimi altri.
Non era questa la Calabria che sognavano i ragazzi della
rivolta di Reggio, né noi che a quella rivolta ci siamo strenuamente opposti in nome degli ideali della Resistenza.
Oggi guardiamo a quel giorno lontano con grande rispetto
ma prendendo atto che nel Sud, nella Locride, c’è poco da
festeggiare.
Non ci può essere un clima di festa quando avvertiamo il
peso del” piede straniero sopra il core”.
Nessun parallelo tra il clima di occupazione nazista e quello
attuale. Non c’è la Gestapo per le strade, non c’è guerra, non
ci sono rastrellamenti. Tuttavia il nostro popolo non è libero, nella nostra Terra non passa giorno che non si tenda a
ignorare e mettere il discussione la Costituzione, mentre
avvertiamo il tallone di un autoritarismo strisciante che tradisce gli ideali della lotta di Liberazione nazionale.
Oggi, la Resistenza accusa.
Accusa ogni volta che un giovane è disperato e senza lavoro.
Accusa ogni volta che la ‘ndrangheta uccide, o riesce ad
imporre la propria legge sulla società.
Ogni volta che un innonte finisce in galera.
Ogni volta che un consiglio comunale viene sciolto. L’ultimo
Comune sciolto per mafia è stato Casignana. Qualche giorno fà era toccato a Siderno , nei prossimi gioni potebbe essere il turno di Ardore.
Non sta a me giudicare i singoli amministratori. Conosco e
sono amico personale di Pietro Crinò, già sindaco di
Casignana, dal quale mi dividono tante idee politiche, ma
nessuno in una democrazia dovrebbe essere considerato
attiguo o colluso con la ‘ndrangheta, senza un regolare e giusto processo che lo dimostri aldilà di ogni ragionevole dubbio.
continua a pagina 9
DOMENICA 28
APRILE 2013
LA RIVIERA
7
DA REGGIO A GIOIOSA MARINA : GENOCIDIO DI SINDACI
La legalità della prospera
ministra Cancellieri
Scrivono Pignatone e Prestipino: “ Non c’ è alcun pezzo di società che possa
dirsi impermeabile al contagio mafioso. Tutti sono esposti al virus criminale, sia
in Calabria che fuori della Calabria . Attenzione, questo non significa che tutta
la società è contagiata, significa che è tutta esposta al rischio del contagio”.
PASQUINO CRUPI
Reggio Calabria, Montebello, Melito Porto
Salvo, Condofuri, Bova Marina, Samo,
Casignana, Sant’Ilario del Jonio, Siderno,
Gioiosa Marina: tutti sciolti per infiltrazione mafiosa. La ministra Anna Maria
Cancellieri, che con Luigi XIV condivide
l’inestimabile privilegio della necessità
d’una larga poltrona per potere adagiare il
suo prezioso corpo, s’è dimostrata alla
altezza della situazione. Da Reggio a
Gioiosa Marina c’è una zona infetta dove
tutto è ‘ndrangheta ed Ella ha provveduto
e provvede a disinfestarla con la chirurgia
dell’amputazione dei consigli comunali e la
chemioterapia – si tratta, in fondo, di cancri
– delle triadi prefettizie, che vengono, se ne
vanno dopo 18 mesi di guardianìa, e ritornano indi nei paesi curati che, cocciuti
come i muli, ripresentano l’indomabile
vocazione ad essere infiltrati. Platì è stato
sciolto tre volte. Siderno due volte. La
Ministra avrebbe dovuto domandarsi perché non sono tornati puri, che cosa non ha
funzionato, perché non ha funzionato, e se
non sia il caso di cambiare strada. O, se,
data l’impermeabilità di alcuni paesi alla
democrazia, non sia più conveniente raderli al suolo. Niente. Poiché proprio non si
può immaginare che i commissari prefettizi stiano al di sotto del compito di sanare il
bubbone. Gli è che in molti paesi è la materia che è sorda all’intenzione dell’arte della
Ministra?
Non abbiamo dubbi. Gli scioglimenti dei
Consigli comunali continueranno. In queste ore la scure sta sospesa su San Luca e
Ardore, e credo che al riparo da ogni investigazione e stroncamento non sia riuscito a
IN EVIDENZA
Il Presidente
dell’Associazione dei
Sindaci, Imperitura, e il
Presidente del Comitato
dei Sindaci, Strangio,
temendo di andare
incontro a guai, tacciono
e amoreggiano per la
legalicrazia, cioè per il
potere della legalità che
viene prima d’ogni cosa, e
che in suo nome c’è il
diritto a calpestare tutto.
mettere il comune d’Africo il sindaco
Domenico Versace, costituendosi parte
civile nei processi di mafia.
Da che cosa viene questa nostra persuasione?
Non so quanti abbiano letto il libro- intervista Il contagio- Come la ‘ndrangheta ha
infettato l’Italia di Giuseppe Pignatone e
Michele Prestipino. I due nomati intervistati, l’uno già capo della Procura di Reggio
Calabria, l’altro procuratore aggiunto presso la Direzione distrettuale antimafia, non
scrivono per vendere, ma, secondo la missione dei dotti in toga, per contribuire alla
salvezza della società. E per questo, d’accordo con il loro editore, sapendo la pigrizia di lettori e recensori all’incenso, hanno
riassunto sulla quarta di copertina la tesi
terribile cui non erano pervenuti né
Lombroso né i suoi seguaci. I quali avevano sottratto dalla tendenza a delinquere
almeno i meridionali e i calabresi non contaminati dall’atavismo, ovvero dall’eredità
di crani micro-macro-colico-dolicocefali,
del nanismo, del mento sporgente eccetera
eccetera. Insomma, qui, in questo librointervista di Pignatone e di Prestipino, non
si salva nessuno. La tesi ultrarazzista – leggiamola finalmente la quarta di copertina –
è: «Non c’ è alcun pezzo di società che
possa dirsi impermeabile al contagio
mafioso. Tutti sono esposti al virus criminale, sia in Calabria che fuori della Calabria.
Attenzione, questo non significa che tutta
la società è contagiata, significa che è tutta
esposta al rischio del contagio». Che trova
le condizioni storico-attuali per la sua
aggressione vittoriosa nella struttura organizzativa della ‘ndrangheta, immanente e
presente in tutta la provincia reggina.
Hanno stabilito, infatti, il dr. Pignatone e il
dr. Prestipino, senza richiamare alcuna
fonte storica, alla carlona, che per costituire un locale di ‘ndrangheta «sono necessari almeno quarantanove affiliati» (pag. 38),
e che in ogni paese della provincia reggina c’è un locale di ‘ndrangheta. Nicola
Gratteri e Antonio Nicaso, sulla base delle
carte giudiziarie, hanno confezionato in
Fratelli di sangue la mappatura delle ‘ndrine. Non c’è paese così babbo da non poterla esibire.
Dunque, da Reggio Calabria alla assediata
Monasterace, in ogni paese opera un locale di ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta esercita
un controllo pieno e maturo sul territorio:
dall’acquisto d’un sacco di farina o di
cemento a quello d’un monopattino,
e, salendo salendo, dai piani
regolatori alle grandi strutture
turistiche, dalle processioni ai
balli del popolo. Se buttate in
aria una moneta, ricadrà certamente su un centimetro quadrato di terreno nel dominio
intransigente del locale di
‘ndrangheta. Ovviamente, per
porsi come una potenza occupante e imperante, il locale di ‘ndrangheta condiziona le amministrazioni comunali, ossia
i vertici delle amministrazioni comunali, i
sindaci, che, per non
guastare il paesaggio
agrario calabrese,
son diventati tutti
conigli.
Riassumo: dove c’è
un locale di
‘ndrangheta, c’è
condizionamento. I sindaci si
fanno condizionare: tutti a casa.
Questa aberrante teoria, cui
consegue la
pratica dello
scioglimento
per infiltrazione mafiosa,
non ha trovato
replica negli
intellettuali
progressisti e
democratici, che
DOMENIICA
amano, quando scrivono, celebrare il
proprio cervello, né ha trovato replica nell’Associazione dei Sindaci
della Locride, che vanta a suo
presidente il prof. Giorgio
Imperitura e cucita è rimasta la
bocca anche dell’avv. Strangio,
sindaco di S. Agata del Bianco,
e presidente del Comitato dei
Sindaci in cui rifulse il prof. Ilario
Ammendolìa. Se la mia mente
non
vaneggia,
l’Associazione dei
Sindaci non era
nata per la difesa
della
legalità
repubblicana
contro ogni illegalità, compresa l’illegalità di
Stato?
Mi
pare che i due
Presidenti
amoreggino,
per
non
a n d a r e
incontro a
guai, per la
legalicrazia,
per il potere
della legalità
che
viene prima
d’ogni cosa, e
che in suo nome
c’è il diritto a calpestare tutto.
Oltre il fatto che
chi tace ha pace,
e chi parla giace.
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
08
Sullo scioglimento serve riflettere e analizzare con razionalità la situazione politica
Alla fine del 2011 al Comune è andato Riccardo Ritorto reo,
secondo la relazione commissariale, di aver limitato il proprio
lavoro all’ordinaria attività d’ufficio. Avrebbe quindi commesso
il peccato, quasi reato, di non essersi spinto oltre la sufficienza.
Da sx,
Eugenio
Pitaro,France
sco Tarricone
e Maria
Cacciola
Lo schiaffo che
Siderno non meritava
VINCENZO GALLO
La Siderno politica è in confusione,
e non è una novità, come i generali
di Roma sono allo sbando, anche
nella città della Locride chi prima
aveva spocchiosa tracotanza nell'imporre il proprio pensiero come
verità assoluta oggi va cauto, e timidamente alza la mano prima di parlare. Qualcuno la mano dovrebbe
proprio smettere di alzarla. La
scorsa settimana si è parlato dello
scioglimento del Comune, dell'azzeramento della classe politica e
del rinnovamento. Ma prima è
necessario analizzare con estrema
razionalità, non lasciandosi coinvolgere dall'emotività, quello che a
Siderno è successo con l'arrivo dei
Commissari (tsè, tse direbbe
Bomobolo), uno schiaffo forse
troppo forte. Intanto ripartiamo
dal concetto chiaro che emerge
dagli ultimi venti anni di politica a
Siderno: tre direttori d'orchestra,
Figliomeni, Panetta e Ritorto, tutti
competenti e capaci, ma musicisti
di scarso valore, per lo più veneratori e lacchè, e nessuno in grado di
sostituire nel tempo le guide di vertice, nè per preparazione, nè per
carisma. Ma andiamo a quel poco
che si conosce sulla relazione.
Intanto il documento presentato a
firma del Ministro Cancellieri è un
sunto, un bignami, ma soprattutto
una serie di ipotesi, basate sulle
carte dell'inchiesta “Falsa Politica”,
che ancora deve vedere riconosciuto i suo teorema all'interno di
un'aula di Tribunale. Parte tutto da
lì, dalla lavanderia “Ape Green”
dove, come nei più importanti
salotti dell'alta società, oltre che
decidere di strategie criminali, si
spettegolava di relazioni, amorose,
antipatie e gelosie. Tutto però non
è stato distinto ed è finito nel calderone dell'inchiesta. A pesare ci
sono sì, le parole del “mastro”, ma
anche le coltellate di lingua dei suoi
fidatissimi adepti che pur di compiacerlo e trovare spazio nel suo
cuore lanciavano strali contro
chiunque. Alla fine nel 2011, dopo
che nella lavanderia si è bistrattato
Figliomeni, quasi esclusivamente
su basi di antipatie personali e politiche, al Comune ci è andato
Riccardo Ritorto, reo, secondo la
relazione commissariale di «avere
limitato il proprio lavoro alla ordinaria attività d'ufficio». Se l'italiano
non inganna Ritorto avrebbe commesso il peccato, e quasi reato, di
non essersi spinto oltre la sufficienza, di non avere insomma messo in
campo atti straordinari di amministrazione pubblica. Insomma siccome non ha fatto nulla, nè di buono,
nè di male, allora paga per essere
stato fermo. È meglio non commentare le deduzioni della triade
per non offendere l'intelligenza del
lettore che già capisce. Ma la relazione osa ancora di più e scrive: «I
comportamenti all'interno del
Comune sono stati occultati sotto
una generale forma di disorganizzazione burocratica». Tradotto:
non si era capaci per mancanza di
competenze di portare avanti il
lavoro. E noi da anni questo sosteniamo, la scarsità di politici, tecnici
e amministratori. Per i Commissari
però l'incompetenza diventa reato
di mafia. E ancora ce ne sarebbero
di punti da sviscerare, come ad
esempio il contributo di Ritorto
alla squadra di calcio, che per la
triade è del clan, ma a cui Ritorto
ha dato il contributo minimo nella
storia di Siderno: poco meno di 5
mila euro. A qualcuno risulta che
l'ex commissario Rosalba Scialla
deliberò qualcosa in più alla
Siderno pallonara. Andrà verificato. Ma il problema non è adesso
criticare punto per punto la relazione, che a meno di una impugnazione non vedremo mai, ma è cercare
di capire che se gli errori ci sono
stati, e quello di Ritorto è stato
quello di circondarsi di servi e non
pensatori, tra l'altro identico errore
di Figliomeni e Panetta, serve capire quanti e quali errori siano da
imputare al condizionamento criminale e quanti no. Ad esempio si
parla di abusi edilizi: e se si scoprisse che sono più i cittadini della
Siderno "bene" ad avere usufruito
della confusione negli uffici del
Comune e non i soggetti tacciati di
mafia? E poi c'è la storica scelta
sotto la guida Ritorto di modificare
lo Statuto del Comune per le costituzioni automatiche di parte civile.
Domande che attendono risposte.
Due sole conclusioni. La prima,
non si può sciogliere un Ente con
così tanta leggerezza, e se a Reggio
Calabria, che nasconde ombre ben
più occulte di Siderno, la società
civile ha reagito con rabbia, non si
capisce perchè nella Locride ci si
proni ad accettare ogni cosa.
Seconda conclusione, Siderno deve
ripartire in fretta, Ritorto,
Figliomeni e Panetta da amministratori non hanno certo sbagliato
tutto, si prenda ciò che di buono
hanno fatto e si ricominci, con facce
nuove e soprattutto capaci e di qualità.
L’EDITORIALE
ILARIO AMMENDOLIA
25 APRILE
La Resistenza
accusa!
continua da pagina 7
Non è una difesa del dottor Crinò. Tutti noi singolarmente siamo poca cosa dinanzi al destino della
nostra Terra. Gli uomini sono destinati a passare
mentre i principi restano e condizioneranno la vita
di coloro che verranno dopo di noi. Quando un
abuso passa nei confronti di una sola persona, del
più piccolo dei Comuni, l’intero sistema democratico è in pericolo.
So bene che queste mie posizioni vengono avversate da tanti anche nella mia stessa aerea politica .
So bene che quando dico che la libertà è in pericolo posso essere scambiato per un visionario.
Non me ne preoccupo affatto, la politica o si nutrisce di ideali e di principi oppure scade nella lotta
personale e regredisce nella barbarie.
La libertà e la democrazia debbono essere difesi
sempre, sia quando un abuso si consuma nei confronti di un compagno o di un amico, sia quando
ad esser colpito è un avversario politico.
La Resistenza accusa questa società di ricchi vergognosamente ricchi e di poveri drammaticamente poveri.
Esiste in Calabria una continuità storica, un feudalesimo che continua malgrado non ci siano più i
feudatari legati alla proprietà della terra. Nuovi
dominatori si sono affacciati e si affacciano all’orizzonte. Sono slegati da ogni processo produttivo:
politicanti senza politica, partiti senza ideali, sindacati integrati,alti burocrati e avventurieri che
operano in nome dello Stato ma sono interessati
solo alla loro carriera. Sono nuovi feudatari in
Calabria ma ascari e insignificanti rispetto a un
potere lontano e estraneo.
La nostra Resistenza fu il brigantaggio prima e la
lotta per le terre dopo. Entrambe esperienze
drammatiche e disperate (soprattutto il brigantaggio) e che si sono concluse in rovinose sconfitte.
Determinando la nostra marginalità rispetto allo
Stato. Apparteniamo ad una corrente di pensiero
che ha tracciato un filo ideale con la Resistenza,
registrando però una rovinosa sconfitta.
Molti di noi hanno passato tutta la gioventù a contestare il potere dominante: abbiamo guidato le
aspre lotte contadine e bracciantili che hanno rappresentato un robusto filo di collegamento con i
valori profondi della Resistenza, ci siamo sdraiati
nelle strade, scontrati con le forze dell’ordine,
subìto processi. Niente di eroico , molto di sbagliato. Siamo stati traditi ancor prima ancora che
sconfitti
Settanta anni fa una minoranza del popolo italiano dinanzi ad uno Stato codardo e responsabile
del disastro , riscattò l’onore dell’Italia dando vita
alla Resistenza ed alla lotta partigiana. La ragione
fu da una parte ma i giovani convinti di combattere per salvare l’onore ed il destino della Patria
furono da entrambi le parti.
Noi l’esperienza della Resistenza non l’abbiamo
vissuto. Questo condiziona la nostra storia ed il
nostro presente. Proprio in quei giorni a Caulonia
i carabinieri del re mentre erano intenti ad arrestare centinaia di partecipanti alla repubblica rossa di
Caulonia, uccisero un contadino inerme ed estraneo ai fatti di quei giorni: Michele. Stava uscendo
con l’asino e la zappa della stalla. Fu scambiato per
un certo Nando e un colpo rabbioso di fucile lo
colpì alla testa.
Nessuno pagò quel crimine, nessuno fu processato
perché Michele era solo un contadino povero di
un paese della Calabria dimenticata. Sono passati
tanti anni, questo Stato ha una sua sostanziale
continuità nel Sud, in Calabria, nella Locride.
Noi abbiamo un solo modo per onorare la
Resistenza, farla vivere in Calabria che ne è stata
estranea. Una Resistenza democratica di cui si
sente estremo bisogno e che noi abbiamo l’oneroso compito di combattere.
DOMENICA 28 APRILE
2013
LA RIVIERA
09
Parlando
di...
ATTUALITÀ
L’INTERVISTA A VINCENZO ALBANESE
COMUNI
Un’unica voce per gli
imprenditori della Locride
“Non ci si deve nascondere, ma affrontare e condividere i problemi che
sono comuni: rapporto con le banche, clienti che non pagano le fatture,
il blocco del sistema. Se attendiamo ancora si rischia la chiusura”.
incenzo Albanese proprietario dell’azienda di famiglia,
fondata oltre quarant’anni fa
dal padre Joe, da due anni riveste la
carica di presidente dell’Ali, un’associazione di imprenditori del territorio nata circa sei anni fa, con l’obiettivo di favorire la crescita economica,
sociale e culturale, valorizzando
l’informazione, la promozione, il
sostegno tecnico ed economico di
quanti hanno scelto di rimanere ed
investire in zona.
«Ci troviamo in una situazione molto
difficile per tutti, le aziende presenti
sul territorio sono in sofferenza. La
nostra, come altre, è una realtà che
lavora con commesse in tutta Italia
da parte di aziende importanti, tra
cui due multinazionali.
Nonostante l’impegno, oggi l’unico
modo per andare avanti è fare rete,
condividendo tutto. In un momento
così difficile noi già scontiamo un gap
notevole su trasporti e comunicazioni in generale, con tutto quello che
comporta spostarsi e trasferire
merci, pagando un ritardo che va a
pesare su tutto e tutti. A questo si
aggiunge il costo bancario, 3 – 4% in
più di interesse.
Gli istituti bancari ci dicono di fare
attenzione, ma da chi o cosa dobbiamo stare attenti se il sistema bancario ha limitato l’accesso al credito,
non abbiamo più dove andare».
Albanese parla dello scotto che già si
paga per gli handicap di base con i
quali chi lavora sul territorio si trova
a dover fare i conti, recuperare i
quali è già un costo, in più si aggiungono altri problemi, arrivando ad
avere un prodotto buono, ma poco
concorrenziale.
«La sensazione un po’ di tutti è che si
sta andando verso un punto di non
ritorno con una struttura che si poggia su piccole e medie imprese ormai
vessate, con un costo del denaro e
del lavoro in aumento.
L’azienda fondata da mio padre è
cresciuta anche con il sostegno delle
banche, ci hanno permesso di fare
determinati passi, però poi dalla sera
alla mattina viene bloccato tutto. In
un contesto generale nel quale i
clienti sono in difficoltà e le banche
limitano le possibilità, chi ha un’azienda è soffocato, non avendo più
V
ESSENZIALE
Imprenditori locali che
scontano il peso di annosi
handicap di base,
recuperare i quali è già un
costo, a cui si aggiungono
altri problemi e, pur avendo
un prodotto buono, non si
riesce ad essere
concorrenziali. Con la
sensazione generale di
avviarsi verso un punto di
non ritorno per una
struttura che si poggia su
piccole e medie imprese
ormai troppo vessate.
margine di manovra. Questo è successo da noi anche nell’edilizia,
facendo di fatto terra bruciata».
Per Albanese il passo importante è
quello di cercare di fare rete, predisporre un tavolo attorno al quale
parlare e confrontarsi per arrivare a
delle soluzioni. «Non ci ascolta nessuno e questo non fa che aumentare
le difficoltà.
Non ci ascoltano le banche, non si
guarda più neanche lo storico di
un’azienda, non si valuta ciò che è
stato. Si va in banca se già si hanno
dei soldi da investire, ma così va
avanti solo chi già di suo ha delle
risorse.
Ma i giovani che fanno? Le idee
buone e i ragazzi con voglia di fare ci
sono, ma ai quali poi passa, perché
viene loro negata ogni possibilità.
Sono amareggiato quando hai delle
persone vicino a te con le quali lavori da tanti anni a cui ti ritrovi a dover
dire “mi dispiace ma ti devo lasciare
a casa”, e l’unica risposta è “ed ora io
cosa faccio?”, perché sanno già che
manca una prospettiva».
SI dice certo dell’ urgenza di farsi
sentire, ma con un’unica voce, esponendo le difficoltà, l’unico modo per
raggiungere qualcosa di concreto.
«Bisogna capire di non starsene
nascosti, ma affrontare e condividere
i problemi che sono comuni, banche,
clienti che non pagano le fatture, il
blocco del sistema.
Se attendiamo ancora si rischia la
chiusura.
Abbiamo investito in questa terra e
ci crediamo, abbiamo una storia,
siamo una famiglia per bene che
cerca di stare a galla, ma a queste
condizioni non è più possibile.
Facciamo lavori importanti a livello
nazionale, le possibilità ci sono, ma
per poter prendere certi lavori si
deve avere il supporto delle banche
che, a me è capitato, non si capiscono neanche tra loro, facendoti perdere tempo prezioso».
Aziende locali che, per Albanese,
hanno come la sua, tutte le opportunità di andare avanti per affrontare
mercati nuovi, con l’idea di innovarsi, ma per farlo ci devono essere le
condizioni. «Noi non vogliamo soldi
e assistenzialismo, ma che almeno si
possa partire dagli stessi presupposti
di tutte le altre aziende italiane, con
un costo del denaro che non sia per
noi maggiore, per non parlare del
resto».
Un ragionamento rafforzato da un
dipendente, impiegato in azienda da
tanti anni, il quale racconta di una
realtà nella quale lavora che, fino a
qualche tempo fa da Taranto in giù,
era una delle poche aziende ad aver
predisposto i turni di notte per portare a compimento il lavoro.
«Nonostante tutte le difficoltà e i
problemi continui, la verità che ad
oggi siamo quindici famiglie che
vivono grazie alla Joe Albanese. Si
devono tutelare le aziende che
hanno dipendenti perché crollate
queste, la disoccupazione, già a livelli gravi, non potrà che aumentare».
E.A.
Tra tra dissesto
e procedure di
riequilibrio finanziario
Il rischio dissesto per i Comuni è una spada di
Damocle, che non fa avere sonni tranquilli a molti
sindaci ed amministratori. Infatti, sono circa 180 i
Comuni in Calabria a rischio deafault. Come disinnescare il rischio bancarotta? Sicuramente con l'adozione di un Piano di riequilibrio finanziario. Nel
numero di domenica scorsa si erano descritti gli
“svantaggi” derivanti da tale procedura. Con la
seconda parte di oggi, si tratteggeranno i “vantaggi”. I Comuni, che si dotano di un proprio Piano di
riequilibrio, possono accedere al Fondo di
Rotazione, disponendo di immediata liquidità di
cassa. Lo Stato prevede, infatti, una anticipazione
a valere sul Fondo di Rotazione, per assicurare la
stabilità finanziaria degli enti locali. Con apposito
Decreto del Ministero dell'interno, di concerto
con il Ministero dell'Economia e delle Finanze,
sentita la Conferenza Stato - Citta' ed autonomie
locali, sono stabiliti i criteri per la determinazione
dell'importo massimo dell'anticipazione attribuibile a ciascun ente locale, nonché le modalità' per
la concessione e per la restituzione della stessa in
un periodo massimo di dieci anni, decorrente dall'anno successivo a quello in cui viene erogata. Per
la determinazione dell'anticipazione, nei limiti dell'importo massimo (fissato in euro 300/abitante per
i Comuni ed in euro 20/abitante per le Province o
per le Città' metropolitane) e della disponibilità
annua del Fondo di Rotazione, si dovrà tenere
anche conto delle previsioni del Piano di riequilibrio pluriennale, relative all'incremento percentuale delle entrate tributarie ed extratributarie e
relative alla riduzione percentuale delle spese
correnti. L'iter procedurale prevede che entro 10
giorni dalla data della delibera di Consiglio comunale di ricorso al Piano di riequilibrio pluriennale,
lo stesso sia trasmesso alla competente Sezione
regionale di controllo della Corte dei Conti, nonché alla Commissione, di cui all'articolo 155 del
Tuel. Entro 60 giorni, un'apposita sottocommissione della predetta Commissione, svolge la necessaria istruttoria, al cui esito la sottocommissione
redige una relazione finale. La Sezione regionale
di controllo della Corte dei Conti, entro 30 giorni
dalla data di ricezione della relazione, delibera
sull'approvazione o sul diniego del piano, valutandone la congruenza ai fini del riequilibrio. In
caso di approvazione del Piano, la Corte dei Conti
vigila sull'esecuzione dello stesso, adottando apposita pronuncia, in sede di controllo. Ai fini del controllo dell'attuazione del Piano di riequilibrio
finanziario pluriennale approvato, l'organo di
revisione trasmette al Ministero dell'Interno, al
Ministero dell'Economia e delle Finanze ed alla
competente Sezione regionale della Corte dei
Conti, entro quindici giorni successivi alla scadenza di ciascun semestre, una relazione sullo stato
di attuazione del Piano e sul raggiungimento degli
obiettivi intermedi fissati, nonché, entro il 31
gennaio dell'anno successivo all'ultimo di durata
del piano, una relazione finale sulla completa
attuazione dello stesso e sugli obiettivi di riequilibrio raggiunti. Oggi, i Comuni finanziariamente a
rischio sono di fronte ad un bivio: o mettere a posto
i propri conti, ripulendo il bilancio da tutte quelle
poste inesigibili o, peggio, fittizie, di cui sono stati
farciti, pur di mantenerne un apparente equilibrio,
oppure accedere al Fondo di Rotazione, adottando
un Piano di riequilibrio, per assicurare liquidità di
cassa ed evitare, così, il dissesto. Una delle due strade è obbligatoria. In entrambi i casi si dovranno
operare scelte drastiche, ma necessarie per evitare
disastri finanziari per le casse comunali e per le
tasche dei cittadini.
Walter Scerbo
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DOMENICA
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Parlando
di...
PROGETTI
A COLLOQUIO CON ANTONIO SCALI
“Il progetto Grande Gioiosa”
Riduzione dei costi della politica, legalità, differenziata e problema dell’acqua.
Il candidato a sindaco ha discusso con noi le sue proposte elettorali per i gioiosani.
KATIA CANDIDO
Quali sono gli impegni elettorali con i
cittadini che meglio qualificano la lista
Progetto Grande Gioiosa che lei guida?
Il programma che abbiamo elaborato è
molto vasto, comprende le proposte di
interventi per la rivalutazione del centro
storico, per il migliorare l’arredo urbano, interventi nel sociale ma anche sullo
sport e tempo libero, collaborazione
con la Scuola, iniziative commerciali,
artigianali e agricole, la programmazione urbanistica, dotare il nostro comune
di un Piano Strutturale Comunale
(PSC), in stretta relazione con il Piano
Strutturale Associato, ecc…
Ma i punti essenziali sono:
RIDUZIONE COSTI DELLA POLITICA
Ridurre le indennità di almeno il 30%
dei massimali con risparmio di 30-35
mila euro annui.
LEGALITÀ
Riproponiamo alcuni interventi dal
programma della lista Gioiosa che
Cambia: monitoraggio di tutti gli spazi
pubblici indebitamente occupati da
privati; contrasto attivo alle molteplici
violazioni del codice della strada; sottoscrizione di un Protocollo di legalità
tra Comune e Prefettura di Reggio
Calabria alla luce della Direttiva del
23 giugno 2010 “Controlli antimafia
preventivi nelle attività «a rischio» di
infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali”.
RIORGANIZZAZIONE
RACCOLTA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI E
PROBLEMA ACQUA
La raccolta differenziata
prima di tutto, ispirandoci
ai modelli di “Roccella” e
“Riace” .
Mentre per il problema
acqua la situazione è
molto complessa per
cui evitiamo di
fare pro-
messe che possano prevedere la
soluzione a breve scadenza.
Come intende risanare i
conti del Comune?
Iniziare con una accurata
ricognizione dello stato
dei conti comunali ereditato dalla precedente
amministrazione, quindi
ispirarsi al principio: pagare
meno, pagare tutti.
L’avvenuto taglio dei trasferimenti erariali al comune e
le conseguenze della legge
sulla revisione della
spesa pubblica,
hanno fatto sì
che per il mantenimento dei
servizi pubblici dovranno
essere individuate nuove
entrate sopportate da
tutti i cittadini in misura
proporzionale alle loro
capacità contributiva.
Come pensa
di coinvolgere i cittadini
nelle attività
amministrative comunali?
Sarà dato spazio al Bilancio
Partecipativo: rete di assemblee nelle
varie zone del paese al termine delle
quali i cittadini che vi partecipano
segnaleranno come e dove investire
una quota del bilancio comunale; sarà
costituita la Consulta Migranti: includendo i cittadini stranieri presenti nel
territorio comunale. Saranno migliorati
i rapporti con la Consulta Giovanile che
sarà chiamata sempre più spesso a collaborare con l’amministrazione comunale; rivalutazione della Pro Loco, nel
cui comitato direttivo è già prevista per
statuto la partecipazione di un rappresentante dell’amministrazione comunale.
Come intende reimpostare il Turismo?
Come trasformarlo da Turismo estivo
“mordi e fuggi” in Turismo stanziale e
distribuito in tutto l’arco dell’anno.
Il patrimonio storico e artistico di
Gioiosa Ionica dispone è in un avanzato stato di degrado per citarne qualcuno: Il Naniglio autentico patrimonio
archeologico e artistico, impone il reperimento l’utilizzo di tutti i fondi necessari per costruire un Parco Archeologico
accessibile dal punto di vista didattico e
turistico. Festa di San Rocco deve
diventare un’occasione sempre più concreta di rilancio dell’immagine di
Gioiosa Jonica e della sua economia
diffusa.
SAN LUCA
Fallito il tentativo di giungere
a una proposta politica unitaria
Un gruppo di alcune diecine di
persone di San Luca, si è riunito nella sala Consiliare del
comune, convocati da altri cittadini tra cui il portavoce
Bruno Bartolo, per discutere
sulla situazione amministrativa
del paese e per ragionare sull'opportunità di unire le forze
politiche del paese per costruire una lista unica, con le migliori risorse umane e politiche del
paese, e quindi un programma
di azione politica e sociale tale
da cercare di sollevare la comunità dal torpore politico e dall'indifferenza con la quale parte
del paese, pare voglia affronta-
re la scadenza elettorale per l'elezione della nuova amministrazione.
La riunione è stata vivace ed
interessante per la qualità degli
interventi e delle proposte
operative oltre che per i toni
costruttivi.
Sembrava che tutto si orientasse verso il confezionamento di
una proposta politica unitaria
da proporre ai probabili candidati di altre liste, i cui nomi già
circolavano nella riunione.
Si è pensato di nominare una
commissione per incontrare i
rappresentanti delle liste in
predicato, giacché, ancora non
c'erano nomi sicuri.
La commissione, composta da
tre cittadini, il giorno successivo, ha incontrato i probabili
capo lista delle altre formazioni
politiche, senza riuscire ad intavolare un discorso di tipo unita-
rio, poiché ognuno di loro
intendeva continuare per la
propria strada.
Preso atto della situazione e
dell'impossibilità di costruire
un nuovo modo di vedere l'impegno politico, orientato solamente al bene del paese. Per
una seconda riunione è stata
scelta ancora la sala del
Consiglio comunale per dare
alla riunione stessa un senso
civico e di trasparenza voluto
dai cittadini riuniti; l'assemblea.
preso atto dell'indisponibilità
delle altre forze in competizione ha deciso di non continuare
nell'dea. Il portavoce Signor
Bruno Bartolo ha ringraziato
tutti i cittadini riuniti i quali
hanno dichiarato, anche se sollecitati da molte persone a
costruire, ugualmente, una lista
in competizione, di non voler
continuare, a dimostrazione
che l'iniziativa non era tendente
a fare una nuova lista, ma solamente a dare al paese una
amministrazione unitaria e nell'interesse unico della collettività sanluchese, con l'intento di
sviluppare progetti per il lavoro, la giustizia sociale, la cultura, la legalità e la trasparenza.
Fortunato Nocera
Quest’estate il
mare sarà pulito?
Cari sindaci e non meno cari cittadini della
Locride,
l'estate si avvicina a passi veloci e mi permetto, in
questa situazione di crisi esasperata, soprattutto
nel nostro meridione del Paese, di segnalarvi
alcune considerazioni.
Spero che tutti i sindaci dei 42 Comuni che compongono quest'area si siano attrezzati per garntire il mare pulito, insostituibile risorsa nel
panorama della desolazione produttiva che
attanaglia il nostro Sud. Dunque immagino che
tutti siano a posto con i depuratori e siano sorretti dal massimo di funzionalità, anche sotto
sforzo. Immagino anche che siano state disposte
verifiche sugli scarichi in mare e disposto controlli estivi anche verso i titolari di esrcizi sui lungomare. Spero inoltre che siano state predisposte apposite squadre di pulizia delle spiagge e
messo a punto una strategia di raccolta differenziata che, ahimè, si pratica, in molti casi, solo nel
periodo estivo.
Che stranezza!
Resta da considerare il problema costo degli
affitti e del soggiorno in albergo nonchè la politica dei prezzi e l'accoglienza dei villeggianti.
Anche l'anno scorso non pochi appartamenti
estivi sono rimasti inaffittati: prezzi alti, servizi
locali carenti.
Si potrebbe lanciare una campagna nazionale
per praticare le ferie estive in Calabria, nella
Locride, offrendo il canone estivo a prezzi ridotti del 30 o 40%. Qualche sconto consistente
dovrebbero praticarlo anche le compagnie
aeree e gli alberghi di zona. Farei analoga proposta per il noleggio di auto per periodi settimnali e curerei i collegamenti fra Lamezia e la
Locride.
Infine terrei sotto controllo i prezzi per evitare
che lievitino proprio durante il periodo estivo
deprimendo ulteriormente il livello dei consumi
e attenzione alla continuità dell'erogazione dell'acqua.
Spenderei qualche raccomandazione circa l'accoglienza. Siate cordiali e disponibili il più possibile. Costa niente e serve molto all'affidabilità
degli esercizi. Al bando qualsiasi atto di vilenza
ed è bene che la vigilanza municipale sia sempre
sul campo, di giorno e di notte. Episodi come
quello di Gioisa Marina dell'estate lasciano il
segno in maniera forte.
Franz Foti
DOMENICA
28 APRILE 2013 12
DOMENICA
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LA RIVIERA
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Polaroid
Primo compleanno
per il capitolo
Gelsomni BNI Italia
Si è tenuto al club Paradise Beach l'anniversario
per il primo anno della Bni di Siderno, Business
Network International. La rete di imprese e
professionisti è tra le più diffuse al mondo. Il
gruppo reggino, prime nel meridione, inizialmente composto da 7 membri, a distanza di 12
mesi ne conta ben 24. La rete è suddivisa a livello territoriale in capitoli, quello di Siderno è
chiamato dei Gelsomini. Il comitato sidernese
nonostante la sua giovane età vanta già un primato: un comitato tutto al femminile composto
dal presidente Rosalba Romeo, vice presidente
PROVINCIA
ARCIPESCA SIDERNO
ILARIA AMMENDOLIA
Volontari eccellenti
nonostante la
mancanza di mezzi
Una delle realtà positive della Locride è
certamente quella del Centro italiano
Protezione Civile Arcipesca Fisa sezione
territoriale di Siderno, diretto dal
Presidente Maria Bizzantini. Una realtà
che conta circa sessanta volontari.
Molto intensa e qualificata è stata finora
l'attività dell'associazione. I volontari di
Siderno hanno dato prova della loro efficienza e di una eccezionale capacità di
pronto intervento in occasione dello
sbarco di migranti sulla spiaggia di Locri.
Erano passati solo venti minuti dalla
richiesta di aiuto e già i giovani dell'associazione erano stati in grado di dare i
primi soccorsi a coloro che erano giusti
sulle nostre coste spinti dalla disperazio-
ne e motivati dalla necessità di cercare
una vita migliore in Europa. Diverso il
comportamento di chi ha disposto il loro
immediato rimpatrio in Egitto, senza
alcuna istruttoria, per verificare se tra i
richiedenti asilo vi fossero state persone
che avrebbero potuto avere lo status di
perseguitati politici.
Certo l'associazione ha bisogno di tante
cose. Per esempio una macchina della
colonna mobile regionale è stata consegnata all'associazione, ma altre cose da
troppo tempo mancano. Infatti si è in
attesa di una Defender che, secondo
nostre informazioni, giacciono in locali
regionali e che potrebbero essere impiegati in operazione di prevenzione, aiuto e
soccorso alle nostre popolazioni in caso
di bisogno.
Tuttavia accanto alla sezione di Siderno
del Centro di protezione civile Arcipesca
si nota un interesse pari al motivato e
disinteressato impegno dei suoi dirigenti
partendo dal presidente Bizzantini.
Molteplici sono le attività sul territorio,
infatti giorno 11 del mese di febbraio
sono stati fatti gli esami regionali
Protezione Civile eseguito dal Dott.
Salvatore Mazzeo e la sua commissione.
Inoltre sabato scorso, 20 aprile si è concluso con l'esame finale il corso per ausiliari del traffico, riservato solo ai tesserati
dell'Arcipesca, diretto da Settimo
Ambrosio di Marina di Gioiosa Jonica. I
corsi non terminano qui, infatti prossimamente ce ne saranno altri, e chiunque
volesse partecipare può rivolgersi al centro com di Siderno.
MONTEBELLO JONICO
BOVALINO
Ennesimo comune sciolto
per infiltrazioni mafiose
Cinque donne, cinque generazioni
riunite in un unico scatto fotografico
MARIA CRISTINA CONDELLO
Anche il Consiglio Comunale di Montebello
Jonico è stato sciolto per “infiltrazioni mafiose” seguendo in ordine di tempo quello di
Melito Porto Salvo sul quale si era posata la
scure della giustizia appena due mesi fa, in
seguito all'operazione ADA. Arriva dunque
una brutta doccia fredda per il comune montebellese, guidato dal primo cittadino
Antonio Guarna che, pone, fine al suo mandato.
Si attendeva infatti soltanto l'ufficialità delle
decisioni che avrebbe preso il Ministero
dell'Interno in seguito alla relazione redatta
dalla commissione speciale che si era insediata a Montebello per ben 6 mesi dal 20 luglio
dello scorso anno fino a gennaio 2013. Un
intenso lavoro quello effettuato dalla terna
commissariale, composta dal vice prefetto
Alfonsa Caliò e dai funzionari Giuseppe
Putortì e Pasqualina Dito, che hanno visionato l'attività del comune.
Secondo le prime notizie che sono trapelate,
sembrerebbe che lo scioglimento decretato
dal Ministero dell'Interno, per la durata minima di 18 mesi, sarebbe stato motivato «dalla
presenza di collegamenti diretti e indiretti tra
componenti del consesso e la criminalità
organizzata locale che hanno compromesso il
buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione comunale».
Adesso gli unici comuni “ancora in vita”
rimangono San Lorenzo, per il quale si aspetta la decisione del Ministero dell'Interno
dopo i lavori della commissione d'accesso,
Motta San Giovanni, Bova e Roghudi, senza
considerare Condofuri, dove da poco tempo
è iniziato il nuovo corso con l'elezione del
primo cittadino Mafrici. Una situazione che
getta la cittadinanza ancora una volta nel caos
in quanto ci si sente nuovamente senza dei
riferimenti istituzionali.
Bisognerà capire ora quali saranno le prossime mosse da parte della commissione prefettizia che a giorni sarà chiamata ad insediarsi
nei locali di via Portovegno per permettere al
comune di proseguire le proprie attività.
Si chiama Erondina Camera
Faustina, l’arzilla e lucida signora
brasiliana (la prima a sinistra,
nella foto) che ha festeggiato 101
anni con la nipote Maria Jose Dos
Santos Matos moglie del nostro
concittadino Cecè Nastasi, non
vedente, 75 anni, finalmente sposi
nella Chiesa Matrice di Bovalino
Superiore con cerimonia officiata
da padre Giuseppe Castelli, parroco di Bovalino, il 3 gennaio
scorso.
Era un appuntamento molto
importante per non festeggiare la
nonna che la nipote Maria avrebbe voluto a Bovalino. La figlia con
la quale vive, 62 anni, non se l’è
sentita di farle affrontare un faticosissimo viaggio. Ed allora non
c’è stato nient’altro da fare che
partire da Bovalino con Cecè
Nastasi, la figlia Heide Lucinda
De Matos Paiva e la nipotina
(figlia di Heide) Ingrid Lorrany
De Matos Paiva ed andare in
Brasile per incontrarla ancora e
festeggiare i suoi 101 anni. La foto
che la signora Maria ci ha dato
ritrae quindi 5 generazioni. In
DOMENIICA
basso da sinistra la signora
Faustina con la figlia (deceduta
qualche anno fa), dietro la pronipote Heide e la signora Maria e al
centro, in alto, la studentessa
liceale Ingrid. Cecè Nastasi ci racconta che è stato un viaggio lunghissimo perché da San Paolo a
Bahia ci sono 2.400 chilometri da
percorrere ancora in aereo e poi
altri 250 per la cittadina di Itape
dove vive l’anziana signora la
quale è fiera di aver generato 13
figli, “La nonna, dice Maria, è
nata il 6 aprile del 1912, sei giorni
prima dell’affondamento del
Titanic”. La signora Faustina ha
promesso che il prossimo anno,
con la volontà del Signore, vuole
conoscere Bovalino, e noi glielo
auguriamo di cuore.
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LA RIVIERA
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Danila Marzano e la segretaria Francesca
Albanese, che sostituiscono i vecchi quadri,
Paolo Commisso, Maria Raschellà e
Massimo Diano. Nota di merito per l'organizzazione impeccabile della serata curata
dalla Ideeventi di Marina di Gioiosa. I membri del Bni si incontrano settimanalmente per
scambiarsi referenze, consigli, esperienze.
Questi incontri sono proprio il punto di forza
di questo tipo di network dato che permettono ai professionisti di conoscersi direttamente
e non solo on line.
STRADA INTERROTTA A GALLICIANÒ
Il comune, distratto, lascia soli
i propri abitanti a risistemarla
MARIA VALENTINA ATTINÀ
«È da più di un mese che- afferma
Fortunato Nucera, socio della
“Cumelca”- l'antico borgo di
Gallicianò, frazione del Comune di
Condofuri è isolato dal resto del
mondo». Era, infatti, il 18 marzo quando, a causa di piogge persistenti, la strada di collegamento a Gallicianò, S.P.
100, si è interrotta, riportando il cedimento di parte della carreggiata oltre al
muro di contenimento. «Tale problematica non è stata improvvisa -sostiene
Nucera- poiché già in epoche passate la
strada era stata oggetto di ripetuti cedimenti, ai quali le scorse amministrazioni, compresa quella della triade
Commissariale, hanno posto soluzioni
provvisorie che hanno soltanto parzialmente risolto il problema o più precisamente l'hanno rimandato fino ad oggi».
In data 19 marzo 2013, il Sindaco di
Condofuri, Avv. Salvatore Mafrici ha
provveduto, come da prassi, alla chiusura della strada tramite ordinanza
Sindacale, in attesa di trovare una soluzione al problema. «Questo è sicuramente -continua Nucera- l'iter da
seguire in questi casi, nessuno lo mette
in dubbio, ma all'atto pratico, con tale
ordinanza, il Sindaco ha esiliato il
borgo di Gallicianò e con esso i suoi
abitanti. Non esiste, infatti, un'arteria
secondaria che da Gallicianò conduca
a valle, se non quella di “San Simio”, la
quale però verte in condizioni ancor
peggiori di quella principale. Per gli
abitanti del piccolo borgo grecofono
non resta quindi che una lunga e tor-
tuosa strada che porta prima a
Roccaforte del Greco e da lì fino a
Melito di Porto Salvo. Non è possibile,
dunque, neanche lontanamente immaginare di poter percorrere tale tragitto,
se malauguratamente si dovesse raggiungere in tempi brevi l'Ospedale “T.
Evoli”a causa di un malore improvviso». Nella giornata di Domenica, a tal
proposito, una delegazione di abitanti
di Gallicianò ha deciso di rimboccarsi
le maniche e far da se. Armati di buona
volontà, hanno seppur in modo non
convenzionale provvisoriamente arginato il problema, in modo da consentire, semmai fosse necessario, il passaggio ad Ambulanze o a qualsiasi mezzo
di primo soccorso.
«L'amministrazione comunale -conclude Nucera- si è inizialmente interessata
sebbene, poi, in concreto non abbia
fatto nulla, tranne proclami a mezzo
stampa. Si poteva e si doveva fare di
più».
LOCRIDE
Gli indignati della Locride
Bivongiwood
Le colline della Locride come quelle della
California. Su Bivongi campeggia un’insegna blu
che fa concorrenza a quella ben più famosa e
maestosa che sovrasta la città di Los Angeles.
Hollywood e Bivongi. L’una famosa per essere la
patria delle belle speranze e del cinema e l’altra
per le alluvioni, i suoi monumenti storici e lo
spopolamento. Due insegne e due destini.
Hollywood e Bivongi.
Nella prima foto. Il 19
aprile è stata un'altra giornata di super lavoro per i
vigili del fuoco, impegnati
a spegnere i cassonetti e
cumuli di spazzatura dati
alle fiamme da ignoti,
esasperati dalla mancata
raccolta.
La scena si ripete in zone
diverse della città quasi
quotidianamente.
A rischio la salute dei cittadini. La foto è stata scattata a Locri.
Seconda immagine. La
pista
ciclabile
al
Lungomare di Locri lato
sud.
Anziani e disabili non vi
possono accedere. Tutti lo
sanno già da anni e nessuno ha mai preso
provvedimenti.
A mio avviso deve essere
rimossa la transenna e,
multare all'istante coloro
che, con gli automezzi
violano il divieto d'accesso.
Non è la transenna che
permette di rispettare le
Leggi, tutti i giorni ci sono
trasgressori che accedono
con vetture dal lato Lido
Ultima spiaggia e, mezzi
che vi accedono lato fiumara.
Pertanto la transenna
vieta la fruizione a coloro
che non deambulano.
Infine foto numero tre.
Bianchina d’epoca a Locri
in Via Oliverio.
Incuriosita da questa vecchia bianchina (con la
scritta vendesi affissa sia
davanti che dietro la
macchina senza alcuna
marca da bollo) mi sono
avvicinata per poterla
osservare e sono rimasta
sorpresa quando ho notato che L'assicurazione era
scaduta da anni.
Ma, pensavo, davvero
carina la vettura ma, per
stare sul suolo pubblico
tutti gli automezzi devono
essere
assicurati,
ed
invece questa da mesi sta
lì posteggiata in attesa di
acquirente.
Ma se malauguratamente
un'automobilista
la
urtasse? E poi c'è un'altro
aspetto, per colpa di questa vettura fuorilegge, spesso per andare al lavoro
non trovo posteggio, forse
se la custodisse in luogo
privato sarebbe meglio
per tutti, ciò tenendo
conto che il prorpietario
(del negozio vicino), ha un
terreno proprio di fronte
con la scritta parcheggio
clienti
supermercato,
anche qui si potrebbe discutere!
la Riviera
La fattoria
didattica di Melito
Porto Salvo su
Canale 5
Domenica scorsa, in diretta all'Arca di
Noè, su Canale 5 è andato in onda un servizio sulla Fattoria didattica “Clodiloa”
che ha sede a Melito di Porto Salvo.
L'oggetto del servizio sono state le varie
specie di galline presenti nella fattoria.
Ferdinando Logorelli, biologo, ecologo
ed educatore, che è responsabile dell'iniziativa insieme a Stephanie Guillemet,
animatrice socio-culturale, e a tanti
appassionati del mondo animale, ha presentato alcune delle varie specie di galline
ornamentali.
La fattoria didattica “Clodiloa” è nata per
passione e amore verso la natura, in particolare verso gli animali da cortile, e si propone, oggi, di offrire ai sui visitatori una
riscoperta delle tradizioni locali, usi e
valori semplici legati alla terra, di tempi
che sembrano ormai inesorabilmente
persi e lontani, sostituiti dai ritmi della vita
frenetica moderna.
Molte le attività espletate anche sul territorio grecanico e reggino che hanno permesso i vari appassionati ed ai cultori di
questi animali di poter apprendere novità
in materia e conoscere nuove specie.
Maria Cristina Condello
In viaggio con...
Adele Cambria alla
scoperta del Mito
della Magna Grecia
“In viaggio con la zia, con due bambine
alla scoperta del mito della Magna
Grecia”. È questo il titolo dell'ultima fatica letteraria di Adele Cambria, edito da
Città del Sole, che verrà presentata il
prossimo 30 di Aprile alle 17:30 nella sala
del Consiglio Comunale di Bova nell'ambito
delle
iniziative
promosse
dall'Assessorato alla Cultura del centro
aspromontano. “È una storia che tutti più
o meno conosciamo - dice l'autrice - ma
che nessuno può dire di avere letto o
ascoltato davvero con la passione che
merita, fino a quando non trova la chiave
della sua personale interpretazione della
leggenda, del mito” Ogni ragazzo e ogni
ragazza sceglierà, solo dopo avere vissuto
diverse esperienze, la storia che più lo
riguarda”. Presenti all'incontro oltre ai
locali amministratori ed all'autrice, anche
Pasquale Faenza (Storico dell'arte e conservatore di beni culturali) e i giornalisti
Aldo Varano ed Emanuela Martino.
Eleonora Iaria
DOMENICA
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i avete aspettata con curiosità
M
essere colta con forma e c
Arancia Elettronica e sono nata nel
brillante idea della giovane imprend
Da me puoi trovare proprio di tut
elettrodomestico ed una vasta gam
telefonia, informatica e televisori e,
gamma di video games. Accompagn
Daniela Commisso
“Da piccola dicevo: da grande venderò radio”
Daniela è una bambina timida con un’idea fissa nella testa, la radio. Dentro casa è un vulcano di energia. E’ fuori dalle mura domestiche che la sua indole introversa prende il sopravvento. L’occupazione principale? Montare, smontare ed assemblare i componenti della sua
radiolina da cui non si separa mai. L’infanzia vola spensierata e nel “fuggi e via” con le compagne di “marachelle”, risuonano ancora trilli assordanti di campanelli di malcapitate abitazioni e risate fragorose di fanciulezza. Arriva l’adolescenza che l’effervescenza caratteriale di
Daniela prende il posto alla timidezza, oramai lontano ricordo. Nei quindici anni di vita
avviene la metamorfosi. Complice un’investitura a rappresentante di classe al “T. Marconi”
e la spalla sempre presente dell’amica Natalina, rendono l’occasione buona per tuffarsi nelle
cause studentesche, sempre pronta ad invocare lo sciopero “difendi-diritti”. Così idealista al
Emanuela Pianta
punto tale che nega di riconoscere una
certa Stefania, unica presenza accertata su
ogni registro scolastico. Quella Stefania sarà
nella vita, la sorella maggiore. Adesso, Daniela è
una giovane donna imprenditrice ed una carriera tutta in ascesa. Adesso difende i diritti del suo consumatore e prepara quotidianamente lo staff di Arancia Elettronica a raggiungere nuovi
traguardi professionali. Super donna, super mamma e super
“capo”. L’ambizione da adulta? Soddisfare il desiderio del momento
per lasciare il posto al nuovo.
“Io che pensavo di realizzarmi altrove”
Come ci finisce Emanuela nel mondo dell’elettronica appartiene all’imprevedibilità della vita. Anche perché la sua timidezza che a tratti sfiora
anche l’imbarazzo ad aprirsi al mondo esterno la accompagna nel suo
cammino di bambina, fatto di pochissime parole, tanti dolci sorrisi ed
una testolina, così matura e saggia per la giovane età, sempre intenta a
sognare un futuro altrove. Passa l’adolescenza accompagnata dalle note
di Musica E’ del mitico Eros Ramazzoti ed Emanuela si ritrova già
donna alle prese con i primi lavoretti che rafforzano ancor più la sua
inclinazione alle responsabilità. Esperienze che non riescono, però, a
garantire una piena indipendenza economica che, all’età dei diciannove
anni bussa alla sua porta e le apre un mondo fatto di capacità da acquisire nell’elettronica, mansioni di grande responsabilità ed un team di
altrettanti giovanissimi da imparare a conoscere e con cui istaurare un
lavoro di squadra. Oggi Emanuela ringrazia quella timidezza, compagna
Marco Fedele
di vita, perché le ha
fatto nascere
una
voglia crescente
di
entrare in contatto con più gente.
La sua ambizione? Arrivare ad
una lusinghiera età pensionabile e
nello scorrere a ritroso la sua vita
poter dire agli uomini e donne che
hanno fatto Arancia Elettronica:
“ricordate come eravamo”?
“Capitano della Guardia di Finanza.
Una Panda 45 gialla ed una bugia benevola.”
Un bambinone proprio discolo ma pieno di energia e voglia di divertirsi. Così
comincia la storia di Marco. Circondato da un esercito di cugini, in totale sei,
che diventano anche i suoi compagni di giochi. Tutti stretti dentro una Panda
45 color giallo canarino, dove ci finiscono anche due vicini e la mamma alla
guida. Certo non il massimo della sicurezza ma dell’allegria di sicuro. Altri
tempi. Altre storie. Fatte di urla della zia Renata che piange i suoi roseti stracciati dalle pallonate, di pomeriggi passati nello scantinato a giocare a freccette, all’insaputa dei grandi convinti che l’impegno sia rivolto allo studio. Le giornate anche per Marco passano all’insegna del diktat “devi studiare” ma l’occasione è sempre propizia per scappare all’Ymca dove ad attenderlo ci saranno
risate, giochi e tanto divertimento. Nella mente di Marco si fa strada l’idea del
sogno di diventare un giorno capitano della Guardia di Finanza, lo affascina il
mondo della divisa militare e le sue regole. Arriva la maturità ed ora, la mitica Panda si tinge di bianco. Una vecchia Sony del 1996 lancia le note di Sweet
Dreams dei La Bouche, splendida colonna sonora per rimorchiare le pulzelle.
Almeno così pensa Marco. Arriva l’età adulta. Quella delle responsabilità e
della serietà. Marco finisce quasi per caso da Arancia Elettronica. Un colloquio di lavoro come tanti ed una bugia detta a fin di bene che apre la strada
alla sua
realizzazione
personal e .
Quando
la giovane
Daniela
chiede delle sue
conoscenze informatiche, Marco risponde: “Io?
Informatico provetto”. Marco vuole
ottenere a tutti i costi quel lavoro e la
tecnologia informatica in quegli anni ha il
sapore della scommessa e del futuristico.
Marco punta e Vince! Perché l’ambizione è
“se cresce Arancia, cresco anche io”.
Carmine Lopresti
“Io che costruivo zattere di legno per
super motoscafi telecomandati”
Come può passare la sua infanzia un bambino molto timido che vive, per
giunta, in periferia lontano dalla confusione e dal movimento del centro cittadino? Se si chiama Carmine il tempo è tutto dedicato ad un pallone, un fratello inseparabile, compagno di giochi e di avventura e l’ingegno a costruire
giochi rudimentali con tutto quello che capita sotto mano. Quanta l’invidia di
Carmine per quel motoscafo telecomandato venuto dalla fredda Torino in
vacanza al mare ma sfidato dall’ingegnosa “zattera in legno” con un’elica a
motore, ricavata dal phon della mamma! Bravo Carmine! (Torino 0 - Gioiosa
1), alla faccia dell’industrializzazione nordica. Insomma, la vita di Carmine
scorre molto tranquilla e pacifica, ad eccezione di qualche piccola baruffa
innocente ed adolescenziale condivisa sempre con il fratello “eroe”. Anche il
cuore lo divide con Domenico. Due fratelli, sposano due sorelle! Carmine è
già ragazzo quando si cimenta nei primi lavoretti. Esperienze professionali il
Raffaele Gallo
“Io e l'elettronica.
La passione di una vita.”
Raffaele ha compiuto sei anni da Arancia Elettronica. Adesso
è pronto per andare in prima media! Quella di Raffaele è la
storia di un bambino molto timido che, nel tempo, è cresciuto
tanto in altezza ma conserva tutto quel carattere schivo e riservato della tenera età, in cui la sua stessa ombra poteva creargli imbarazzo. Un'infanzia fatta di giochi semplici per dare
libero sfogo alla fantasia ed una televisione da idolatrare, una
rarità nel 1965, strano a dirsi ma vero. Eppure quel tubo catodico segnerà la vita di Raffaele e la sua inclinazione a scoprire
e manipolare l'elettricità. Di tempo da trascorrere a guardare
la tv ce n'era ben poco e tra un lavoretto domestico e l'altro,
nessun interesse per sport o motori, l'unica evasione di
Raffaele è sintonizzare una radiolina Mivar, scelta al posto di
una bicicletta per il regalo di cresima del nonno. Il tempo
passa e scorre tanta elettricità nelle vene di Raffaele che
DOMENICA
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div
appr
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all'e
qua
anni
ne q
all'Ip
dera
sua
di v
Dan
avve
amb
tinu
à. Adesso sono pronta per
colori nuovi. Mi chiamo
l novembre del 2006 dalla
ditrice Daniela Commisso.
tto. Dal grande al piccolo
mma ed assortimento di
, da oggi, anche una vasta
no il mio cliente nelle scel-
te di consumo, rispondendo alle richieste di qualità e prezzo
concorrenziale. Da qui l’esigenza di ingrandire e riorganizzare
gli spazi espositivi con una guida segnaletica ai vari reparti.
Cambio di look al mio colore arancio, segno di solarità e positività come lo staff che lavora per me. La sua professionalità e
cordialità con quel pizzico di simpatia che non guasta mai,
fidelizza ogni giorno migliaia di clienti. Io sono il frutto genuino, semplice e vero della tecnologia! Vieni a gustarmi!”.
a cura di Loredana Alvaro
Elena Sgrò
“Volevo fare lo scienziato. CERN di Ginevra, arrivo!!!”
r sfidare
cui minimo
comune
denominatore è la manualità. Ma è nel
lontano 1999 che
l’incontro
con
Daniela Commisso segna così bene la
sua vita professionale, da durare fino
ad oggi con Arancia Elettronica. La sua
ambizione è che Arancia ne abbia tanta
nei suoi confronti perché Carmine vuole
migliorare giorno dopo giorno.
venta
rendista
ttricista
età
di
attordici
i ed ottiequel diploma
psia tanto desiato. A diciotto anni la
vita si accende a colori nell'attività
via Aracri, fino all'incontro con
niela Commisso con cui inizierà la sua
entura da Arancia Elettronica. La sua
bizione è “un flusso di esperienze in conuo e non andare mai in corto circuito”.
Quando Zanichelli scrive sul suo Vocabolario la parola logorroica,
alla voce sinonimo troverete: Elena! Perché fin da bambina il suo
interloquire è un fiume in piena di parole. Inarrestabile.
Irrefrenabile. Ecco a voi la “bambina dei perché”. Un milione di
domande affollavano la sua testa ed al povero “malcapitato” finito
nella sua rete restava solo una chance, la fuga. Eppure, quella
curiosità infinita racchiusa in uno scricciolo di bimba, nel crescere,
si trasforma in piccolo ingegno. E quell’affare a forma di semiluna,
alla storia cornetta del telefono o microfono, non serve ad Elena
solo come mezzo efficacissimo di comunicazione, ma diventa il suo
laboratorio di esperimenti. Micro interventi chirurgici su cavi
telefonici le apriranno il suo mondo popolato da processori e
sistemi operativi. Intanto, l’adolescenza scorre spensierata, anzi
“corre” sulle due ruote di un Booster che macina chilometri “in
branco” con gli amici di avventura, su e giù con il motocross a
Zammariti, di cui la cicatrice alla caviglia è un ricordo indelebile.
Tutta l’adrenalina in corpo si placa quando Elena alza il naso
all’insù a guardare le stelle. Adora l’Astronomia, la studia e si fa
cullare da galassie e costellazioni. Meno male che c’è la mamma a
Nicola Alvaro
riportarla con i piedi
sulla terra. Lei è la sua
ancora.
È giunta l’ora di
andare all’Università
ed Elena è indecisa
tra un corso di Fisica
a Padova e quello di
Storia a Cosenza.
Sceglie l’ultimo che le
riserva una grande
sorpresa. Dallo scoglio
insormontabile di Bibliografia,
Elena si concederà una pausa sabatica e li
avverrà l’incontro con Arancia Elettronica.
Nasce una grande storia d’amore: Elena e la
tecnologia. Tutto sommato se l’ambizione da
piccola era il CERN di Ginevra, Elena in Via
Enrico Fermi già si trova!
“Un martello sulla gip.
Mamma la sto aggiustando!”
Quando il Padre Eterno crea il movimento, Nicola nasce. Stare fermo per
lui è fisicamente impossibile. Nulla di strano per un bambino vivace e
curioso che associa al suo spirito la pazzesca voglia di ridurre in mille pezzi
ed assemblare ogni giocattolo, ogni aggeggio elettrico, ogni ingranaggio
che produca un rapporto di causa-effetto. Un'attitudine alla “distruzione”
la chiamano in famiglia. Nicola non la pensa affatto così. “Mamma la sto
aggiustando”, quando iniziò a colpire con un martello una gip
telecomandata. Poi arriva il momento delle sfide a pallone con gli amici
d'infanzia e le prime responsabilità scolastiche che se potesse le
scamperebbe tutte. Il ragazzo, però, bene si applica nel costruire piccoli
prototipi di elettronica da esibire come un mausoleo nella sua stanza di
adolescente. Un esempio, una vecchia autoradio incassata nel legno e due
altoparlanti ed un'antenna d'auto posta su di essa e voilà il sistema audio
è pronto. L'adolescenza è a bordo del mitico Si Piaggio, sudato con piccoli
lavoretti dopo scuola, ovviamente anch'esso vivisezionato per rendere il
motore più
efficiente.
Nicola
v u o l e
cavarsela da
solo e salta da
un
lavoretto
all'altro
fino
all'esperienza formativa fuori
regione che lo riporta nel 2010 a
casa. Ad Arancia Elettronica dedica
dedizione, interesse e…tanto amore.
L'ambizione è raggiungere alti livelli
di efficienza perché “lo dobbiamo alla
nostra clientela.”
DOMENICA
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1
PRESIDENZIALISMO DI STRADA/ a cura Domenico Angilletta
Un giorno si parte per
fare il giro della Locride
per carpire i pensieri
della gente. Un tour che
parte da Marina di Gioiosa
Jonica, Locri, Siderno e
Gioiosa Jonica.
È sabato
pomeriggio
in piazza Zaleuco
a Marina di
Gioiosa,
e Ugo in veste di speaker per un momento ci fa rivivere le stesse emozioni che provammo da ragazzi quando seguivamo
tutto il calcio minuto per minuto. Questi
sembra la reincarnazione di Niccolò
Carosio, di Enrico Ameri oppure di
Sandro Ciottti: «siamo a trecento e passa
voti, annuncia, ma siamo ancora ad un
quarto dello spoglio; dopo mezz’ora ritorna per l’aggiornamento e dice: ormai
abbiamo superato i settecento voti,
Giorgio è stato riconfermato per la seconda volta e mentre ci tiene aggiornati la
piazza si riempie di amici e conoscenti
come se ci fossimo dati appuntamento. La
contentezza per essere usciti, almeno per
il momento, da questa situazione di stallo,
traspare da tutti i volti o almeno quasi.
Ognuno di loro vorrebbe dire la sua e ci si
rende conto che anche questa volta la
nave, colta dalla tempesta, è arrivata in
porto grazie a capitan Giorgio.
«L’abbiamo scampata» - dice Luciano,
quarantenne, professionista, cittadino attivo, col solo difetto di essere stato lì a guar-
4
dare durante le elezioni comunali con i
risultati a tutti noti: un’amministrazione
commissariata. Luciano è simpatizzante
del Centro sinistra; è un progressista, ed
ama molto la sua Gioiosa , la Calabria ed
il Meridione, per cui soffre nel vederla saccheggiata sistematicamente da una classe
dirigente corsara ed analfabeta. Nel commentare l’elezione di Giorgio non nasconde la delusione e l’amarezza di fondo per
aver visto il Centro sinistra sfilacciarsi al
proprio interno e non aver saputo trovare
una soluzione sul Presidente. «Questo
Grillo e la sua pervicacia ha fatto rinascere Berlusconi ed il berlusconismo che sembrava morto, ma che ha saputo –come l’araba fenice- rinascere dalle proprie ceneri». Anche Gino e Riccardo sono della
stessa opinione e con amarezza aggiungono che la grande occasione, quella storica,
per cambiare il Paese è stata buttata a
mare. «Fortuna che abbiamo Napolitano,
Con questo giovane demolitore,
rottamatore, deja vue, che sfida
Grillo ci trasferiamo nuovamente a Marina di Gioiosa e
quantunque non sia una di
quelle belle giornate andiamo
a passeggiare come d’abitudine
sul Lungomare.
La giornata come dicevamo
non è molto soleggiata, c’è scirocco ma ciò nonostante ci
sono sempre i turisti che si
riversano dalla Piana ed i soliti
cittadini della Vallata del
Torbido. L’argomento clou è
ovviamente la politica e l’elezione di Napolitano.
Il nostro primo interlocutore questa volta è
Francesco, per gli amici Ciccio, persona che molti
stimano, professionista, uomo molto attivo e di
buon spessore culturale.
Ciccio si è formato nel mondo del riformismo
socialista e piuttosto che approdare nella casa di
Silvio come è accaduto ai vari Brunetta o
Con
questo giovane
ci trasferiamo
nuovamente a Marina
di Gioiosa, andiamo a
passeggiare sul
lungomare
dicono, altrimenti bisognorebbe inventalo». Ma non tutti condividono questa opinione. Giuseppe per esempio, notoriamente bastian contrario, è incazzato perché è un’inciuicio, un accordo fatto dai
vertici senza tenere conto della base che
aveva indicato S. Rodotà e poi aggiunge
«questo Napolitano da più di quarant’anni mi rompe le scatole». L’opinione di
Giuseppe è condivisa sia da Domenico
che da Raffaele anche loro professionisti
con aree di appartenenza politica progressista. sebbene con delle sfumature diverse.
Il primo, accanito antiberlusconiano,
d’emblé se la prende col popolo italiano
che non sa votare, poi se la prende con il
PD che non sa proporre un presidente e
cade sistematicamente nelle trappole di
Berlusconi. Raffaele infine, con la solita
ironia che lo contraddistingue, dice che la
democrazia nel nostro Paese è finita, ed è
finita da un bel po’ di tempo e che forse
Sacconi, è rimasto legato al grande disegno riformatore del PD.
Avrei potuto evitare di chiedergli la sua opinione
perché la si legge dai tratti espressivi del volto. Ma
Ciccio sa governare le emozioni , è un uomo che
sa offrire contributi originali interessanti alle analisi quindi ne riportiamo qualcuno: «Questo PD
ha fatto di tutto per riportare a galla Berlusconi.
Questa chiusura di tutto l’apparato, questo arroccamento, come se si fosse in una fortezza, questa
ottusità, ci ha fatto perdere l’occasione storica del
cambiamento. L’elezione di Napolitano ha fatto
gongolare Berlusconi che anche quando perde sei
milioni e mezzo di voti, la debacle del Centro
destra per l’appunto, riesce a governare. Oggi
sono tutti ringalluzziti, i berlusconiani, dalla montagna che era loro caduta addosso si sono ripresi
e quanto prima detteranno nuovamente le regole
del gioco. E’ tornato infatti a parlare un Gasparri,
e quanto prima rivedremo un grande latitante
come Pierferdinando Casini: che tristezza ! Un
partito che non ha saputo eleggere un
Presidente!»
La Locride
dopo la rielezione
di Napolitano
6
Come ultima
tappa intervistiamo
i giovani di Cinque
stelle a Siderno ormai
capitale della
Locride
Come ultima tappa la nostra inchiesta
vuole prendere in considerazione le
opinioni dei giovani di Cinque stelle
numerosi e vivaci nella nostra zona.
Anche questa volta chiudiamo a
Siderno, ormai capitale della Locride,
e i personaggi sono Nino, Mimmo e
Dino. Sono tutti attivisti del movimento ed in diverse occasioni ho avuto
modo di poter cogliere il loro desiderio
di cambiamento. Si attivano per risolvere i problemi più urgenti del territorio
come per esempio la spazzatura creando dei gruppi di lavoro. Per tutti parla
Dino, giovane oserei dire in gamba,
laureato col massimo dei voti in una
università italiana del centro nord,
barba incolta che ricorda i rivoluzionari d’altri tempi, il quale ci offre analisi
che bisogna comunque prendere in
considerazione se si vogliono capire la
DOMENIICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
18
non c’è mai stata. Per lui da un pezzo è iniziata la Repubblica presidenziale anche se
manca solo l’elezione diretta del Capo
dello Stato. E più che «di repubblica presidenziale si tratta della vecchia dinastia
sabauda sotto altre spoglie , dopotutto si
dice che Giorgio sia figlio di Umberto II e
che questa volta vedremo morire un
Presidente nell’esercizio delle sue funzioni». Avrebbe voluto aggiungere altro ma
insieme con Riccardo e gli altri condivide
l’amarezza di non aver visto Stefano
Rodotà candidato «forse perché, aggiunge, lo stesso è stato proposto da Grillo per
spiazzare e rompere, con questa mossa,
il Pd». Quando poi si passa alla mancata
elezione di Romano Prodi allora convengono tutti che l’Italia ha perso una grande
occasione per abbattere definitivamente
Berlusconi ed il berlusconismo. «Prodi,
commenta Riccardo, ha battuto per ben
due volte Berlusconi, e stigmatizza per
ben due volte, ha fondato l’Ulivo, il partito democratico e il centro sinistra. Aver
silurato la sua elezione significa chiudere
con uno dei più grandi protagonista del
Paese. Questa Sinistra quando batte
Berlusconi fa di tutto per riportarlo al
governo. È paradossale ma è così.
Berlusconi deve ringraziare il sig.
D’Alema!» e lascia intendere che quanto
prima si scatenerà la caccia ai franchi tiratori all’iterno del suo
partito.
Se sia iniziata la stagione del Presidenzialismo
Ciccio non ce lo dice anche se lui di diritto costituzionale se ne intende, però il fatto che in questi
vent’anni ogni governo non sia arrivato a termine
perché sostituito da quelli del Presidente si chiamino “tecnici” oppure “terzo” è emblematico.
Anche in questa occasione, purtroppo, «il
novità delle ultime elezioni: «La
rielezione di Napolitano, dice, è il
chiaro segnale di un processo di
Restaurazione per affossare una
rivoluzione in atto. Certo anche noi
abbiamo fatto degli errori con la
nostra intransigenza iniziale.
Tuttavia dal momento che nostra
base ha scelto Rodotà e Prodi il Pd
avrebbe potuto condividere la
nostra proposta. E Napolitano in
questo situazione non ha fatto altro
2
Domenica
la nostra tappa è
Gioiosa Jonica ed il
suo mercato
La nostra inchiesta prosegue all’indomani, domenica, e tappa obbligatoria è
Gioiosa Jonica con il suo mercato che,
da quanto sappiamo, risale ai tempi dei
re aragonesi (XV sec.), quando Gioiosa
ebbe per l’appunto questo privilegio.
Siamo nella prima mattinata e qui oltre
ai prodotti del territorio si incontrano
persone che come d’abitudine, si recano
non necessariamente per comprare o
vendere ma per il mero bisogno di
vedersi e scambiarsi le opinioni, dopo
Presidente ne farà uno suo, è già di fatto repubblica presidenziale, manca solo l’elezione diretta del
Capo dello Stato, e se avvenisse in questo
momento per Giorgio sarebbe un plebiscito». Il
nostro percorso non può non prendere in considerazione le opinioni di Carmelo, Aldo e Nicola
che troviamo seduti sulla panchina della rotonda
del Lungomare dove un tempo, agli inizi degli
Sessanta, sorgeva il primo lido di Marina di
Gioiosa. Sono tre persone molto affabili ed anche
loro si raccontano le vicende di queste ore . A
Carmelo abbiamo chiesto la sua opinione sull’elezione del presidente e lui ci ha risposto: «è un
mossa giusta per risolvere la crisi che sta attanagliando il nostro Paese e che i partiti, specificamente il Pd, non hanno saputo risolvere».
Chiamare in causa un uomo che ha superato l’ottansettesimo compleanno è termometro inquietante, preoccupante. Con la rielezione di
Napolitano abbiamo per ora evitato una guerra
civile che è alle porte. «Carmelo lascia spazio ad
Aldo il quale, premessa la stima per Napolitano,
aggiunge che “ si tratta sempre e comunque di
che riportare la bilancia della storia
indietro nel tempo, come se nulla in
questo periodo fosse accaduto. Si
ritorna
nuovamente la linea
dell’Austerity economica ignorando
che a settembre, come dicono i
nostri esperti non ci saranno neanche i soldi per pagare gli stipendi
dei dipendenti pubblici. Siamo al
collasso del Paese è uno scenario
inquietante». Non la dice tutta
Dino anche se dal suo volto traspa-
tutto l’uomo come sappiamo è sempre
e comunque animale politico per eccellenza. Le persone con cui parliamo
sono nostri conoscenti e amici quindi
proviamo sentimenti di stima. È
Riccardo il nostro primo interlocutore,
gioiosano doc impegnato in politica da
quando era molto giovane, area di
appartenenza centro sinistra, professionista con buona cultura, equilibrato,
padre di due figli e amareggiato anche
lui, non poteva essere diversamente
visto i risultati, per quanto accaduto in
questi quaranta giorni. È insieme a
Luigi e Vincenzo e riportiamo la sua
opinione anche se c’è già stato tempo
per la riflessione. Riccardo come suo
solito, non ha remore ed è molto schietto: «è il fallimento del Centro Sinistra
che non ha saputo eleggere un presidente. Prodi o Rodotà. Nel primo caso
ha giocato un ruolo determinante
D’Alema che, secondo me, rimane l’im-
putato principale, per il secondo
(Rodotà) è stata una provocazione di
Cinque stelle che ha spiazzato e spaccato il Centro sinistra. Si domanda: «Non
è stato Presidente dei Ds, S. Rodotà?
Non è per caso quell’uomo che sa recepire le istanze di cambiamento che i vertici del Pd non hanno saputo interpretare? E chiude così il discorso lasciando
spazio a Luigi e Vincenzo. Costoro
hanno opinioni molto simili e sebbene
con Luigi si siano un po’ scontrati
durante le primarie gioiosane, ma queste sono le regole della democrazia,
adesso si trovano uniti nel condividere
quel senso di impotenza che si vive da
queste parti da chi vorrebbe dire di più
e magari fare, in queste occasioni. Luigi
è un cinquantenne, artigiano imprenditore e alle primarie ha votato Renzi del
quale però non condivide ultimamente
le sue sortite e il suo eccessivo presenzialismo mediatico. Vincenzo, uomo
che ormai si avvia alla Settantina chiude
invece questo nostro primo giro di interviste raccontandoci anche i suoi trascorsi politici di quando si iscrisse per la
prima volta al Psi, di Aniasi, di Mancini
e della gloriosa tradizione di questo partito la cui storia purtroppo è nota a tutti.
Anche lui avrebbe voluto Romano
Prodi come Presidente della repubblica ma rimane
entusiasta del coraggio di Napolitano,
che avrebbe ben
meritato di andare in
pensione.
rattoppo ad un abito o vestito logoro». Il nostro
giro di interviste a Marina di Gioiosa si chiude con
Nicola, artigiano in pensione, che ha avuto sempre simpatie per la Destra ma che non nasconde
l’apprezzamento per Napolitano che considera
saggio. «È un’ulteriore prova di saggezza di
Napolitano, dice, accompagnata da coraggio
encomiabile, data l’età, per cui io non posso che
essere contento». E mentre esprime questo concetto non si trattiene dall’esprimere la sua indignazione nei confronti del suo ex segretario politico G. Fini: «quest’uomo , finisce, ha tradito la
Destra ed ha rubato la mia buona fede e di tante
altra persone che ai quei valori ci ha sempre creduto». Giuseppe infine un moderato, anche lui
professionista in pensione, non può che essere
contento perché sembra che il Paese con la rielezione di Giorgio sia uscito dalla situazione di stallo. La nostra inchiesta sarebbe veramente monca
se non andassimo in giro alla ricerca di quei giovani che sono sempre e comunque e per fortuna
il futuro della nostra
nazione.
re che, forse anche loro hanno
perso, con questa chiusura, la grande occasione storica per cambiare il
Paese, dopo tutto loro, quelli della
jonica, il governo con Bersani l’avrebbero voluto e il treno come si
dice “non passa mai due volte”.
Adesso ci toccherà rivedere probabilmente Topo Gigio oppure Letta,
alla faccia del nepotismo e
Berlusconi nuovamente ne esce
indenne e vittorioso come se a provocare la catastrofe nel Paese fossero
stati altri, degli alieni.
Chiudiamo quesa nostra inchiesta
con il commento di Armando,
nostro amico: «la fortuna (il c….) di
quest’uomo è incredibile, perde sei
milioni e mezzo di voti, e trova sempre un qualcuno di turno, in questo
caso un Grillo, che lo fa risorgere e
lo riporta nuovamente al governo.
Ci vuole c… nella vita e ricorda
quel fortunato che cadendo in
acqua e non sapendo nuotare esce
col c… pieno di gamberi». Dopo
tutto anche Napoleone diceva che
più che bravi i suoi generali, dovevano essere fortunati. Fortuna o
insipienza?
3
La
nostra inchiesta
continua in mezzo
alle bancarelle di
questa grandissima
piazza
La nostra inchiesta continua in mezzo alle bancarelle di
questa grandissima piazza e casualmente incontriamo
Giuseppe con consorte, un militare da poco in pensione
che legato alla terra natia (Mammola-Siderno) non perde
l’occasione per fare dei soggiorni a volte prolungati.
Giuseppe è sessantenne, è un amico di vecchia data, tra
l’altro compagno di scuola di mio fratello dalla medie sino
al diploma di maturità; la sua vita, quella lavorativa l’ha
passata in Toscana, a Firenze. Giuseppe è di sinistra un
tempo avremmo detto comunista, comunque sia nessuno
meglio di lui ci può descrivere il personaggio del momento
che è per l’appunto Matteo Renzi, perché lo ha conosciuto in diverse occasioni, di persona: «ho avuto modo di
conoscerlo a più riprese , mi dice e ti posso assicurare, che
dopo l’ammaliamento iniziale che ha esercitato su di me,
alla prova dei fatti si è dimostrato e si dimostra un venditore
di fumo. È un politico d’immagine, che sa comunicare
molto bene indubbiamente, ma come contenuti non
ha nulla di serio. Quali sono i contenuti? Non li conosciamo. Sappiamo invece del suoi slogans come rottamazione, oppure casta , apparato ma ci dimentichiamo che anche lui è sulla scena plitica da quando
avevasedici anni».
Il nostro giro di interviste o piuttosto
di raccolta di opinioni questa volta lo
facciamo a Locri con alcuni studenti
del Liceo classico.
Si chiamano Gabriele, Francesco,
Rebecca ma ci sono anche tanti altri
a cui chiediamo la loro opinione sulla
rielezione di Napolitano e se avrebbero voluto qualcun altro. A rispondere per primo è Gabriele, giovane
sempre impegnato e attivo, il quale
vuole, con diritto, essere protagonista
del suo futuro. Mi dice che ha votato
il Centro sinistra ma che avrebbe
visto in Rodotà un valido presidente
che avrebbe saputo in ogni caso traghettare il Paese in uno scenario più
avanzato e democratico. Della stessa
opinione è anche Francesco, mentre
Rebecca avrebbe voluto come presidente una donna, la Cancellieri. E ce
ne spiega le ragioni: «è molto competente». Quando poi le facciamo notare che è una persona che ha una
dichiarazione di nove milioni di euro,
lei piuttosto che driblare la
domanda, risponde: «è un buon
motivo per non rubare i soldi
ai cittadini».
5
Il
nostro giro di
interviste questa
volta lo facciamo a
Locri con alcuni
studenti del Liceo
classico
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
19
La
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la Riviera
Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI
In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIO AMMENDOLIA, MASSI-
Registrazione Tribunale di
Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
Italiana
AmministratoreUnico
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MO P ETRUNGARO,
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Responsabile sport: ANTONIO TASSONE
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COLLABORATORI
Anna Laura Tringali, Mara Rechichi,
Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,
Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo,
Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,
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RUBRICHE
Loqui e sproloqui
di Filomena Cataldo
Messagi nel tempo
di Daniela Ferraro
Le pillole di Eva
NOTE E SCHERMAGLIE
RICORDANDO
A BOVA MARINA
Il primo maggio con
SOTTO LE BANDIERE
DEL PRIMO MAGGIO
Il Primo Maggio doveva entrare nella leggenda e
rischia ormai d'essere espulso dalla storia, tutto
essendosi svolto e svolgendosi contro il suo
messaggio di religione del lavoro.
Dalle piazze è ormai fuori da molti anni, e
sopravvive soltanto in qualche manifestazione
nazionale la cui rinuncia farebbe perdere la faccia. Dal cuore del popolo non è stato mai espulso a Bova Marina dove si ritroveranno in tantilavoratori, giovani, sindaci, Ilario Ammendolìa,
che terrà il discorso ufficiale in Piazza Municipio
alle ore 20,00- a sfilare con il passo cadenzato
dalle note dell'Inno dei lavoratori. L'augurio è
che il prossimo anno il Primo Maggio ritorni a
Siderno , roccaforte del Sol dell'Avvenire.
L’ANGOLO DI PARRELLO
Un bambino A
ucciso...
spetta il suo papà al traguardo di una gara podistica.
Ma non lo vedrà mai, perché dei delinquenti lo uccidono,
facendo esplodere delle bombe sul
percorso della gara. Centinaia di
persone rimangono ferite a
Boston. Il Presidente americano
Obama si presenta subito in televisione a tranquillizzare tutti, promettendo, come poi avvenuto, che
gli autori della strage sarebbero
stati presto assicurati alla giustizia.
Bene Presidente ma ciò non basta:
tali misfatti devono essere prevenuti con intelligenza e forza.
Perché fra pochi giorni, nessuno
parlerà più del tragico fatto accaduto, mentre vi sono persone che
per tutta la vita cammineranno con
una sola gamba.
Franco Parrello
Edmondo
De Amicis
PASQUINO CRUPI
I primi passi in letteratura Edmondo De
Amicis (Imperia-Oneglia, 21 ottobre 1846 Bordighera, 1l marzo 1908) li muove al
ritmo della fanfara militare e, infatti, scrive e
pubblica su L’ “Italia militare”, organo del
ministero della guerra, un buon numero di
bozzetti, sorgenti dalla sua partecipazione
alla guerra risorgimentale. Saranno editi in
volume autonomo nel 1868 per i tipi di
Treves, Milano, sotto il titolo La vita militare.
Non vi ribollono i selvaggi spiriti bellicosi. È
al rinsaldamento dell’unità d’Italia, vista
come un valore assoluto, che Edmondo De
Amicis indirizza la sua parola intenzionata.
Sotto questo profilo, il “libro rispondeva
bene alle necessità della situazione postunitaria, col suo tardivo spirito risorgimentale
contrapposto ad ogni richiesta di
Realpolitik, e incontrava le simpatie di una
larga cerchia di lettori di gusti semplici e
ideologicamente fermi al vecchio credo unitario” (C.A. Madrignani, Un educatore popolare-borghese: Edmondo De Amicis, in La letteratura italiana-Il Secondo Ottocento,
Laterza, Bari 1975, pag. 579).
Meglio, e di più, “alle necessità della situazione postunitaria” risponderà il libro Cuore
(Treves, Milano 1886), decisa summula
interclassista dove quella famosa terza elementare con la sua concordia discorde funziona come emblema della necessaria solidarietà nazionale. La questione sciale non vi
è avvertita. Ma viene l’ora della svolta.
Ha il suo cominciamento con Sull’ Oceano
(Treves, Milano 1889), dove l’orizzonte ideologico e letterario si slarga fino a ricomprendere la questione sociale, prelevata dal lato
suo più dolorante e sanguinante: l’emigra-
zione dal Nord, dal Sud dalla Calabria verso
l’America latina: Argentina, Brasile,
Uruguay. Dal mondo del lavoro il De
Amicis non si staccherà più, e lo attraverserà, puntando gli occhi sulla scuola del
popolo, con Il romanzo di un maestro
(Treves, Milano 1890), La maestrina degli
operai (Ivi, 1895). Del 1899 è La carrozza di
tutti.
Scrive Benedetto Croce: “Da questo
interessamento per la scuola del popolo nacque il De Amicis socialista” (B Croce, De
Amicis, in La letteratura della Nuova Italia,
vol. I, Laterza, Bari 1976, pag. 161).
Non è esattamente a questo modo. Il De
Amicis aderisce al socialismo nel 1890, due
anni prima la nascita a Genova del Partito
socialista italiano, quando ormai aveva 44
anni Non aveva mancato, del resto, il De
Amicis di scrivere, per sommi capi, l’autobiografia indiretta della sua conversione al
socialismo, come ne Il primo passo, frammento di un romanzo inedito e mai
completato, e, più esplicitamente, in Come si
diventa socialisti, accolti nel libro delle sue
battaglie politiche e della sua passione socialista, Lotte civili (Nerbini, Firenze 1900). La
pietà per i miseri, gli afflitti, gli oppressi, che
Schopenauer disse “fondamento d’ogni
moralità” , fu la spinta liberatrice che lo
Copertina: La storia di Nando e Michele
ILARIO AMMENDOLIA
Nando e Michele erano cresciuti nello
stesso Paese ma appartenevano a due
mondi lontani. Eppure, per uno strano
gioco del destino, le loro vite erano destinate a incrociarsi. Le vicende collegate alla
Repubblica rossa di Caulonia rappresentarono il terreno del loro drammatico ed
involontario incontro.
Una strana storia quella di Nando, narrare
la sua vita è conoscere la storia di quella
parte di umanità, collocata, ai margini
della società, forse, non immune da colpe,
e formata da coloro che i perbenisti hanno
sempre considerato “avanzi da galera” o
“canaglia pezzente”. Gente sempre pronta
a menar le mani e che quasi mai riesce a
redimersi, perché l'ambiente di provenien-
za li riassorbe nella propria miseria e nella
propria abiezione.
Forse Nando sarebbe diventato brigante se
fosse vissuto nell'Ottocento e probabilmente, oggi, sarebbe stato attratto nell'orbita della ‘ndrangheta. Infatti, non si sentiva parte dello Stato, né della legge, né dell'ordine costituito che lo condannava all'emarginazione e alla subalternità, oltre che
a una perenne lotta per la sopravvivenza.
Da quanto abbiamo detto dovremmo concludere che fu un rivoluzionario o, almeno,
un ribelle ma i conti non tornano. Infatti,
egli fu uno dei giovani del paese a partire
volontario per combattere la Repubblica
spagnola espressione di un autentico
sogno rivoluzionario.
Da giovane era andato oltre i limiti della
legge, ma i suoi furti erano limitati a degli
ortaggi, a qualche gallina, a qualche carico
di legna o di olive, a qualche capretto.
Nella scelta tra furto e fame sceglieva il
primo! Qualche volta gli era andata male
come la notte che fu impallinato nel tentativo di raccogliere un paniere di pomodori.
Un'altra volta fu colto in “flagranza” e
arrestato mentre rubava un fascio di broccoli.
Insomma il suo carattere ribelle e la sua
vigoria fisica non andavano d'accordo con
la rassegnata esistenza di gran parte del
paese . Non partì per la Spagna per aiutare la falange franchista ma per sfuggire i
morsi della fame diventando un mercenario. Non ha mai capito contro chi sparava
durante la guerra civile spagnola. Lui non
combatteva la repubblica spagnola di cui
non conosceva nulla! La sua era una guer-
ra contro la società. Nando non si domandava contro chi sparava, imbracciava il
fucile e premeva il grilletto, senza farsi
domande, per questo lo pagavano e lui
questo faceva.
E così continuò a combattere, dopo la
Spagna fu l'Eritrea, ancora dopo la Grecia
ed infine la Croazia. Ormai si era convinto
che gli uomini o sparavano contro altri
uomini o, qualcuno avrebbe sparato contro di loro.
Nel 1945 fece ritorno a Caulonia. Per lui la
lunga guerra sembrava finita. I fascisti l'avevano mandato a combattere, ora al
Comune trovava gli antifascisti, “ma chi ci
pensa a noi poveri Cristi?” pensava anche
Nando.
Così, quando scoppiò la rivolta di
Caulonia e venne proclamata la
“Repubblica rossa” lui si buttò dentro. Era
il suo mare. Diventa membro del tribunale
del popolo e venne incaricato ad eseguire
le condanne. Cosa che faceva con puntualità e rigore. Nando non voleva essere un
rivoluzionario. Nella sua testa non c'era
una società da costruire ma solo una
società da distruggere.
La sua era una guerra contro la miseria,
contro i tuguri senza luce nei quali era cresciuto, contro coloro che negavano agli
altri uomini la dignità e l'uguaglianza, contro la morale ipocrita e crudele di cui era
impregnata quella società. Non lottava in
nome di idee che lui non poteva o non
voleva comprendere, ma si ribellava agli
uomini che si organizzavano lasciandolo
fuori dalla porta. Forse amava la libertà!
Non la libertà declamata nei libri, ma quel-
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
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Giuseppe Patamia, ,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Antonio Cormaci, Giulio
Romeo, Sara Caccamo,
Giuseppe Fiorenza, Daniele
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ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
Oggi la Festa dei lavoratori supera il secolo di
sua vita. Non ha mantenuto la promessa di
riscatto. Ma non importa.
Resta perpetuo e invariato nel grande
discorso per il Primo Maggio 1896,
pronunciato a Torino, da Edmondo De
Amicis, intellettuale socialista. E noi finché
avremo vita, continueremo a sperare.
portò sotto le bandiere del Socialismo, e da
quel moto inesausto di pietà egli poi procedette per dare fondamento scientifico alle
sue nuove idee, tra le quali spiccava l’idea,
che tutte le riassumeva: la ricchezza, ovvero
la proprietà privata, come fonte di ogni male
e di ogni degenerazione. La studiò “nelle sue
origini e nei suoi effetti”. E da qui, “intuì l’ingiustizia che presiede alla sua formazione
nell’ apparente, non reale libertà di contratto
tra chi compra il lavoro e chi lo vende; la
figliazione mostruosa del denaro che mantiene delle dinastie di parassiti, vittoriosi fin
dalla nascita nella lotta per l’esistenza e conquistatori senza lotta fino alla morte; l’esenzione iniqua della ricchezza dal debito che
ella avrebbe verso la società per la grande
parte in cui questa concorre a produrla; e
riconobbe nei suoi istituti e nell’ opera sua la
grande feudalità finanziaria, che non contenuta da alcun freno né di legge né di morale,
posta quasi al disopra del diritto e dello
Stato, fornita di tutti i privilegi delle antiche
classi spodestate, allaccia nella sua rete il
commercio, 1’industria, l’agricoltura, incetta
e gioca le ricchezze nazionali, accaparra a
suo profitto tutte le invenzioni a tutti i progressi, impone ad ogni cosa un balzello enorme che fa duplicare a tutti il lavoro a tutti [...],
e raccogliendo a poco a poco nelle proprie
la Riviera
mani tutti i mezzi di produzione [...], tende a
dividere la società in una piccola schiera di
dominatori che avranno tutto e in una folla
immensa che non avrà nulla” .
Rimaneva il problema di come affrontare il
passo decisivo del superamento del
Leviatano e, quindi, della “trasformazione
fondamentale di ogni ordinamento” dello
Stato borghese. Non solo, allora, pietà per
chi è caduto nella lotta per la vita; per “l’
esercito miserando dei fanciulli oppressi, con
le facce smunte ed esangui, con le mani e coi
piedi piagati, gli uni cadenti dal sonno, gli
altri piangenti in silenzio” ; per le donne che
hanno “brevi in loro la gioventù e la bellezza” e che “dopo aver perduto l’una e l’altra,
logorate innanzi tempo dal lavoro, avranno
una maturità più travagliata dell’ età bella,
dei figliuoli poveri come loro, e una vecchiaia
abbandonata, che finirà all’ospedale” . Ma
anche rimedi. Insomma, cuore e dottrina.
Per il Socialismo e il suo attuarsi Edmondo
De Amicis scrisse numerosi articoli sull’
“Avanti!” e “Il Grido del popolo”. Pronunciò
diverse conferenze. Parlò ad operai e a studenti. La sua parola fu sempre di misurata
eloquenza, non scissa da decoro letterario.
Ma palpitò di più nel racconto del Primo
Maggio, grande metafora della redenzione
umana, ed ad essa sopravvivente. Oggi la
Festa dei lavoratori supera il secolo di sua
vita. Non ha mantenuto la promessa di
riscatto. Ma non importa. Resta perpetuo e
invariato nel grande discorso per il Primo
Maggio 1896 pronunciato a Torino da
Edmondo De Amicis, intellettuale socialista,
“educatore dei semplici [...], sobillatore raffinato dei sentimenti migliori nelle moltitudini [...], dirozzatore del gusto, [...], solerte
seminatore di quella sana e profonda, senza
che troppo ne abbia l’aria, filosofia della vita,
che è fatta d’un vivace umorismo temperato
di pianto”. Scrittore unico e solo in Italia e
nel mondo che ritenne degno di essere raccontato in un intero romanzo il cammino del
Primo Maggio.
Egli lo scrisse, questo suo romanzo Primo
Maggio, tra il 1890 e il 1893. Ma, poi, allarmato dalla coscienza di non essere stato all’
altezza della richiesta del tema aureo, non
volle che fosse pubblicato. Ciò che avvenne
tanti e tanti anni or sono, nel 1980, per iniziativa dell’ editore Feltrinelli. Mancava l’epifania dei lavoratori in letteratura. Edmondo
De Amicis l’ha inverata. Si può dire che nulla
più manca al Primo Maggio se non l’avverarsi del suo destino di pace, di uguaglianza, di
fraternità. Finché avremo vita, continueremo
a sperare.
la vera! Quando questa appare un
miraggio si tenta l'impossibile conquista di una liberà individuale che,
spesso, è anche “libertà” rispetto
alla legge ed alle regole create dalle
classi dominanti per ingannare e
sottomettere altri uomini. I combattenti della libertà furono sempre
sconfitti. Nando venne condannato
a morte senza alcuna sentenza.
Riuscì a sfuggire alla pena di morte
e al suo posto morì Michele. I carabinieri cercavano Nando datosi alla
latitanza ma uccisero Michele che
non aveva mai impugnato un'arma
che non fosse la falce per mietere il
grano.
Anche quella mattina, Michele
lasciò il tepore del suo letto, diede
uno sguardo ai suoi cinque bambini
mentre dormivano, salutò la moglie
ed andò nella stalla a prendere l'asino. Si era alzato all'alba, in campagna c'era molto da lavorare . I cara-
binieri lo confusero con Nando!
Una pallottola rabbiosa, crudele,
cattiva lo colpì alla testa mentre
usciva dalla stalla. Quindi una
seconda pallottola in pieno petto.
Per Michele non ci fu scampo. I
carabinieri avevano ucciso un innocente anche se nessun tribunale
aveva condannato a morte Nando o
Michele .
Fu considerato “responsabile” di
essersi alzato all'alba. Michele
usava la zappa e la falce, lavorava la
terra, era un contadino. Per la sua
morte non ci fu alcun processo, nessuno pagò nè la famiglia ebbe alcun
indennizzo. In fondo l'aveva ucciso
“lo Stato” che “rappresenta tutti”
ma non Michele, né quelli come
Lui, né come Nando. Per lo Stato
Michele era solo un contadino,
quindi, era nessuno e, forse, proprio
per questo Nando era diventato un
ribelle.
BENESTARE
Un fatto del passato vissuto
Il telaio
a mano
ll'inizio fu denominata la guerra lampo. Invece la seconda
guerra mondiale durò ben cinque anni. Le conseguenze si sentirono
di anno in anno sempre maggiormente anche perché ci furono imposte le
sanzioni.
Scarseggiavano i generi alimentari
perché gli uomini validi erano chiamati a fare la guerra e, quindi, non
potevano coltivare i campi.
Scarseggiavano, soprattutto, fino al
completo esaurimento i tessuti per
confezionare i vestiti. Infatti, le relative fabbriche, quasi tutte ubicate al
nord, furono trasformate a produrre
materiale bellico.
Necessità fa virtù.
In diverse cose di Benestare esisteva il
telaio a mano. Le donne lo adoperavano per tessere le lenzuola di lino,
molto pregiate per la loro freschezza e
morbidezza. Ben presto, col tessuto di
lino confezionarono pantaloni e giacche molto buoni per l'estate. Con l'aggiunta di lana di pecora, filata, confezionarono vestiti e maglie per l'inverno. Impararono anche a colorare i
loro lavori.
La tessitura non si fermò al lino e alla
lana, ma ben presto fu prodotta anche
la seta. Si allevavano i piccoli bachi per
un ciclo di circa due mesi. Era un lavoro di pazienza e diligenza.
I bachi si dovevano nutrire con foglie
di gelso bianco.
Dovevano essere puliti e tenuti al
caldo. Era una meraviglia vederli
mangiare senza posa, dormire, crescere di giorno in giorno. Finito il ciclo,
erano già grossi, si sistemavano su un
ramoscello, appositamente messo e
secernevano dalla bocca il prezioso,
delicato e sottile filo di seta. In pochi
A
DOMENICA
giorni formavano il bozzolo nel quale
restavano chiusi. Alla fine si trasformavano in crisalidi. Se si lasciavano al
loro destino, avveniva un'altra metamorfosi: la crisalide si trasformava in
farfalla e bucava il bozzolo per uscire
a volare in libertà. E' chiaro che il bozzolo bucato si ricavava la seta in pezzetti inservibili.
Il lavoro per allevare i bachi, non era
stato fatto, per, per vedere le farfalle
volare di qua e di là, ma per un fine
utile all'uomo: la produzione della
seta. Così i bozzoli, appena finiti, venivano colti e immersi in acqua bollente
per far morire le crisalidi chiusi dentro. Finisce, così, l'odissea dei bachi.
Con una tecnica speciale, i bozzoli
venivano filati e la seta raccolta in
gomitoli e, quindi tessuta.
Ritornando al telaio a mano, devo
aggiungere che oltre al filo di lino, di
lana e di seta, si tesseva anche quello
di canapa e di ginestra per la produzione di tessuti più grossi e resistenti:
sacchi, corde, tappeti, ecc.
Infine, devo evidenziare che anche gli
uomini che non erano stati chiamati a
fare la guerra, ragazzi e anziani, lavoravano per la produzione della materia prima.
Occorrerebbe un lungo trattato per
esplicare come si producono le fibre
di lino, di canapa, di ginestra; coltivazione, mietitura, macero, asciugatura,
pulitura attraverso il “mangano”.
Oramai sono cose passate e speriamo
che non si ripetono più. Io, però, raccomando: chi ha i pezzi del telaio a
mano, li conservi con cura: se non
altro come ricordo il quale, pure, ha
fatto un lungo pezzo della nostra storia.
Antonio Scopacasa
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
21
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
22
SPORT
SERIE A
Strama?
Yes we can!
MASSIMO PETRUNGARO
Allenare l'Inter è la sfida più affascinante. Vincere sulla panchina nerazzurra è più difficile che farlo altrove
perché la pressione è tanta, perché la
piazza è impaziente.
Nei suoi centocinque anni di storia,
la Beneamata si è sempre confrontata/scontrata con Juventus e Milan.
L'Inter è una squadra, che per dna,
non conosce vie di mezzo: l'Inter non
vince o perde, ma stravince o incappa in figuracce al limite del ridicolo.
In più di un secolo di vita, i bauscia
sono stati capaci di vincere due
Coppa Campioni e due coppe
Intercontinentali consecutive, lo scudetto dei record con Trapattoni in
panchina, la miriade di trofei nel
periodo Mancini - Leonardo, il triplete con Mourinho e perdere poi i
casa contro il Lugano, perdere un
derby per sei a zero, perdere in casa
con Novara, Siena, Atalanta,
Bologna...Se tifi Inter lo sai, non stai
mai tranquillo, le coronarie sono
sempre a rischio.
Oggi, sulla panchina nerazzurra
siede Andrea Stramaccioni, il più
giovane tecnico della serie A. Un
tecnico che, badate bene, da quando
prese l'Inter in mano, a fine marzo
dello scorso anno, è stato sempre in
discussione.
Perché è giovane, perché non ha
fatto la gavetta opportuna, perché se
alleni l'Inter non puoi dormire mai
sonni tranquilli, neanche se ti chiami
Josè Mourinho. Quest'anno poi, il
tecnico romano avrà passato parecchie notti insonni a causa di una stagione che già a metà aprile va archiviata come negativa. C'è un vecchio
adagio nel mondo del calcio che recita pressappoco così : “Se le cose
vanno male, è l'allenatore che va
cambiato”.
Vale, varrebbe così anche per
Strama? Stando alle parole del presidente Moratti, non solo l'attuale tecnico non rischierebbe il posto a cinque giornate dalla fine, ma sarebbe
confermato anche l'anno prossimo,
dalla serie, il gelato lo mangerebbe
(per dire un po' che mangerebbe il
panettone). Fa bene Moratti a pun-
tare - almeno a parole - ancora su
Stramaccioni, o le sue sono solo
dichiarazioni di facciata e sta pensando in cuor suo ad un altro ribaltone in panca? Io sto con
Stramaccioni, sono per la sua conferma. Andrea Stramaccioni ha un
potenziale enorme, è uno che si
intende di calcio, sa gestire lo spogliatoio, ci sa fare con i giovani.
Quando l'anno scorso, all'indomani
della sconfitta a Torino con la
Juventus, prese in mano la squadra,
ridiede nuovo vigore ad un ambiente
demotivato dopo la serie negativa in
cui si era infilata con Ranieri. È vero,
oggi ha un punto in meno rispetto
allo scorso anno, ma ha una rosa
qualitativamente inferiore e la fortuna non è stata dalla sua parte.
Ciò non vuol dire che è esente da
colpe - spesso ha sbagliato l'undici
iniziale, per poi correggerlo egregiamente in corso d'opera - , ma con la
squadra al completo l'Inter era certamente da terza/quarta posizione. Più
che altro, da Andrea Stramaccioni
mi sarei aspettato un po' più spavalderia, un pizzico di incoscienza che
se sei giovane devi avere.
Mi sarei aspettato un suo veto sulla
partenza di Coutinho, avrei tenuto
Faraoni, uno tra Longo e Livaja non
l'avrei fatto partire, qualche minuto
in più a Benassi l'avrei concesso.
Questo mi sento d'imputare a
Stramaccioni. Perché non è colpa
sua se la società gestisce nel peggior
modo possibile l'affare Sneijder, non
è colpa sua se praticamente per una
stagione intera non hai Chivu,
Stankovic, Obi, Mudingay. Non è
colpa sua se per metà stagione perdi
Milito per infortunio, e poi anche
Palacio e Cassano si fermano per
guai muscolari.
Che colpa hai se ti fischiano rigori
inesistenti in momenti della stagione
cruciali e dal tre novembre non ne
hai uno a favore, anche quando sono
palesi? Ecco perché sono d'accordo
nel confermare Stramaccioni.
Perché resto convinto che sia un
buon allenatore, perché come dice
Moratti ha l'interismo dentro, perché dopo la debacle di Londra contro il Tottenham ha sfiorato l'impresa nel ritorno (se Cambiasso avesse
segnato al novantesimo, 4-0 e inglesi
a casa), perché ha vinto con Milan,
Juventus, Fiorentina e Napoli, perché se ha una buona squadra in
mano il suo lavoro lo sa fare.
Per tutti questi motivi mi auguro che
Stramaccioni sia ancora l'allenatore
dell'Inter il prossimo anno. Vorrei
solo, come detto sopra, che fosse un
po' più incosciente, più sbarazzino,
come è giusto che sia alla sua età.
Perché meglio vedere un giovane
tecnico che sbaglia, e non la conferma di un Presidente della
Repubblica a ottantotto anni.
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
23
Parlando
di...
Reggina, risvegliati
dall’incubo play-out
Trecentosessanta minuti per compiere il proprio destino
Un passo per volta. Quattro curve alla
fine, trecentosessanta minuti per compiere il proprio destino. La Reggina oggi
disputerebbe i play-out, strettoia che
equivale a lanciare una monetina per
aria. Trentotto giornate sono sufficienti
per capire che l’attuale posizione in classifica è meritata e dovuta (soprattutto)
alla qualità generale dell’organico, non
eccelsa. Non è il momento migliore per
simili considerazioni, da capire invece
come gli amaranto potrebbero raggiungere la salvezza diretta. Servono tre vittorie in quattro partite, snodo fondamentale il prossimo impegno con il
Brescia, mancare l’appuntamento con i
tre punti significherebbe dover disputare
con ogni probabilità lo spareggio salvezza. Pur affrontando un avversario ostico,
la Reggina si guarda alle spalle e può
accennare un sorriso: il Vicenza infatti
farà visita al Livorno, l’Ascoli ospita il
SPORT
TAURIANOVESE
Welcome
back eccellenza!
Welcome back, Eccellenza. Dopo
1435 giorni la Taurianovese riassapora il dolce gusto del massimo
campionato regionale a conclusione
di un lungo cammino che l’ha vista
in testa per tutto il girone di ritorno.
Un successo arrivato qualche minuto dopo il triplice fischio dell’arbitro
Belligerante che aveva sancito la
fine del match vinto per 4-2 contro il
Rizziconi. Bisognava attendere la
fine della gara di Marina di Gioiosa
e alla conferma del 2-1 in favore
degli jonici ecco che scoppia la festa
in campo e sugli spalti, con squadra
e tifosi in visibilio prima negli spogliatoi e poi per le vie della città.
Una gioia collettiva che permette
alla Taurianovese di festeggiare per
la seconda volta nella storia un
primo posto in campionato: l’ultima
volta era accaduto nella stagione
1999/2000 allorquando i giallorossi,
sulla cui panchina sedeva Franco
Viola, conquistarono il torneo di
Prima Categoria. Da lì in poi tanti
playoff, anche una Coppa Italia, ma
mai un primo posto finale. Cosa
nuova in Promozione anche per
Peppe Giovinazzo, raggiante a fine
gara. “Un successo meritato – ha
dichiarato – e che personalmente
voglio dedicare, come ogni mia vittoria, a mia madre che non c’è più
ma anche ad altre due persone
importanti per la nostra città e che
anch’essi ci hanno lasciati quali Totò
Viola e il dottore Walter
Mallamace”. Raggianti a fine gare
anche il presidente Francesco
Giovinazzo e le due bandiere Sasà
Caruso e Sasà Alessi. Giovinazzo ha
voluto dedicare la vittoria al padre
Mimmo “per gli sforzi fatti in questi
anni insieme a Franco Viola e Peppe
Brilla la stella della Restart
nel firmamento della
ginnastica ritmica reggina
Nel Campionato interregionale di specialità, svoltosi a Spoleto (22-24 Marzo),
in rappresentativa della Restart ha brillato la stella nascente della ritmica reggina, Francesca Spanti. Un importante
competizione agonistica che ha visto la
partecipazione di 245 ginnaste e ben 82
Società provenienti dalle diverse Zone
d'Italia; in particolare, erano presenti
per la Zona Sud: Campania, Molise,
Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
All'Interregionale di Spoleto, la giovane
ginnasta reggina ha conseguito un brillante risultato: medaglia d'argento, con
un punteggio totale di 11,400. Nella gara
individuale di specialità per attrezzo,
Francesca Spanti ha difatti eseguito con
abilità tecnica, eleganza e armonia di
movimento, una straordinaria performance con la palla. E' con rinnovato
entusiasmo, passione ed impegno che la
giovane “specialista”ha poi partecipato
al Campionato Nazionale di ginnastica
ritmica, ospitato nel PalaPajetta di
Biella ( 20-21 Aprile). Un alto livello di
preparazione tecnica e formazione atletica ha dunque caratterizzato la finale
nazionale di Biella. La giovane atleta
della Restart, nonostante la difficile e
agguerrita competizione con le altre
ginnaste italiane, ha tenuto molto bene
la gara, posizionandosi al 14° posto nella
classifica generale. Dal 2005 ad oggi, la
ritmica Restart ha ottenuto risultati soddisfacenti e gratificanti, impegnandosi
quotidianamente nella formazione atletica e nella crescita individuale di bambine ed adolescenti. Una sfida molto
difficile ed ambiziosa per l'allenatrice
della Restart Marilena D'Arrigo, che
nonostante le gravi difficoltà logistiche organizzative, causate soprattutto da
carenza di strutture adeguate per lo
svolgimento delle lezioni, da sempre
offre il suo impegno indefesso, la passione sportiva ma soprattutto il grande
amore per la ginnastica ritmica.
Un grande esempio quindi di abnegazione e sacrificio per realizzare un bel
sogno,ma soprattutto un progetto di vita
per tante giovani e promettenti atlete
reggine.
Associazione Sportiva Ritmica Restart
Tennis: Floriana Giannotti
brilla nelle prove “Kinder sport”
Brillante affermazione della giovane tennista sidernese Floriana Giannotti che nelle
prove del circuito regionale “Kinder Sport” disputatesi a Gioia Tauro ha vinto meritatamente sia nel tabellone degli Under 14 che,sorprendentemente, anche in quello
riservato agli Under 16.
La giovane tennista, si allena ormai da tempo presso il Tennis Club Siderno. Sotto le
cure del maestro Francesco Commisso e del preparatore fisico Francesco Tropiano,
stà acquistando sempre più sicurezza nei propri mezzi e quest'anno sembra avere
iniziato la stagione agonistica con la giusta determinazione per fare vedere i suoi progressi. Nel tabellone Under 14 di Gioia Tauro, la Giannotti ha battuto in semifinale la
pari età Faraone Rita con il punteggio di 6/3 7/5. In finale invece ha vinto su Reda
Francesca per 6/1 6/2.
Nella gara riservata alle Under 16, Floriana ha superato ai quarti Francesca Orlando
per 6/1 6/0; in semifinale ha battuto Claudia Alvaro 6/4 6/1 ed in finale ha avuto la
meglio su Viviana Vigliante per 6/3 6/1.
a.t.
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
24
Verona di Mandorlini, per entrambe
sarà complicato giungere alla vittoria.
Doppio scontro diretto invece ai margini della zona play-out, LancianoCrotone e Bari-Spezia. Due i fattori
che possono confortare Pillon.
Innanzitutto il tecnico amaranto ritrova la coppia Di Michele-Comi,
entrambi assenti contro il Crotone.
Gerardi e Campagnacci hanno
mostrato volontà ma scarsa intesa e
Giovinazzo i quali hanno contribuito a
creare questa grande realtà portandola
dalla
Terza
Categoria
sino
all’Eccellenza”. Emozioni a raffica per
Caruso e Alessi, sempre presenti nei
momenti storici della compagine giallorossa e che apparivano particolarmente commossi a fine gara. Per quanto concerne la gara accade tutto in un
tempo. Taurianovese che spinge sin da
subito trovando il vantaggio dopo 3’
con un bolide di Vitale. La reazione del
Rizziconi non tarda e prima Di Dio
viene smarcato da Fanelli battendo
Spingola a tu per tu. Poi il numero 10
ospite si mette in proprio e realizza un
calcio di rigore. La squadra di
Giovinazzo, complici le notizie provenienti da Marina, ribaltano la situazione. Prima con Alessi, bravo a resistere
palla al piede in area di rigore alla marcatura avversaria e a scagliare in rete
da pochi passi. Quindi ancora Vitale di
precisione mette a segno il 4-2. Al 34’
Carbone viene steso in area di rigore
da Fedele e si guadagna un penalty che
lui stesso mette a segno spiazzando
Foti. Nella ripresa i taurianovesi amministrano e con Secondi, appena entrato, mancano di un soffio il pokerissimo.
Fanelli, sul fronte opposto centra la
traversa su punizione. Poi una lunga
attesa, in particolare dal triplice fischio
dell’arbitro alla fine della gara di
Marina di Gioiosa. Che arriverà dopo
un paio di minuti, con la squadra raccolta a centrocampo ad ascoltare la
diretta radiofonica e subito dopo ad
esultare. La Taurianovese torna cosi,
con pieno merito, in Eccellenza. tratto
d
a
polisportivataurianovese.blogspot.com
60
56
56
51
51
48
48
DAVOLI
39
GIMIGLIANO 3 9
PALMESE
GALLICESE
REGGIOM.
GIOIOSA J.
BIANCO
M.GIOIOSA
dai play-off, prevedibile la voglia di
ritrovare la sesta piazza. Le stesse
motivazioni (quasi) animeranno le due
squadre, pleonastico a questo punto
focalizzare l'attenzione su aspetti tecnico-tattici. E' la forza dei nervi, assieme alla condizione fisica, a fare la differenza nel rush finale. Per provare a
rialzarsi e risvegliarsi dall'incubo, la
Reggina deve lottare principalmente
contro sè stessa. (p.r. - rnp)
la Riviera
di...
Play Off e Play Out: fissate le date, la finale
regionale Juniores sara Corigliano-Roccella
Sarà Corigliano-Roccella la finale del
campionato regionale Juniores. Le
due contendenti, vincenti della fase a
gironi delle semifinali, si affronteranno
in campo neutro ancora da definire il
prossimo 1° Maggio alle ore 15:30. Di
seguito i risultati che hanno qualificato
le due squadre nei due raggruppamenti CAMPIONATO ECCELLENZA
DATE
SVOLGIMENTO
PLAY–OFF E PLAY-OUT
Eventuali spareggi promozioni e/o
retrocessioni dirette mercoledì 1 maggio 2013 (gara unica in campo neutro)
PLAY-OFF
1° turno domenica 5 maggio 2013
(gara unica sul campo della migliore
classificata)
Finale domenica 12 maggio 2013 (gara
unica sul campo della migliore classificata)
PLAY-OUT
domenica 12maggio 2013 (gara unica
sul campo della migliore classificata)
CAMPIONATO PROMOZIONE
DATE
SVOLGMENTO
PLAY–OFF E PLAY-OUT
Eventuali spareggi promozioni e/o
retrocessioni dirette mercoledì 1 maggio 2013 (gara unica in campo neutro)
PLAY-OFF
1° turno domenica 5 maggio 2013
CLASSIFICA
36
N.GIOIESE
6 9 SERSALE
CATONA
RENDE
63
36
GUARDAVALLE 5 8 CASTROVILLARI 3 5
ROCCELLA
5 4 SAN LUCIDO 3 4
SILANA
26
ACRI
44
SOVERATO
4 3 BRANCALEONE 1 4
PAOLANA
39
SIDERNO
11
ISOLA C.R.
37
BOCALE
37
(gara unica sul campo della migliore
classificata)
Finale domenica 12 maggio 2013 (gara
unica sul campo della migliore classificata)
Gare eventuale spareggio vincenti
Play-Off domenica 19 maggio 2013
(gara unica in campo neutro)
PLAY-OUT
domenica 12maggio 2013 (gara unica
sul campo della migliore classificata)
Modifiche al programma gare
CAMPIONATO PRIMA CATEGORIA DATE SVOLGIMENTO
PLAY–OFF E PLAY-OUT
Eventuali spareggi promozioni e/o
retrocessioni dirette domenica 12 maggio 2013 (gara unica in campo neutro)
PLAY-OFF
1° turno domenica 19 maggio 2013
(gara unica sul campo della migliore
classificata)
Finale domenica 26 maggio 2013 (gara
unica sul campo della migliore classificata)
Gare eventuale spareggio vincenti
Play-Off domenica 2 giugno 2013
(gara unica in campo neutro)
PLAY-OUT
domenica 19 maggio 2013 (gara unica
sul campo della migliore classificata)
TRENTESIMA GIORNATA
BRANCALEONE - PAOLANA
CATONA - N.GIOIESE
GUARDAVALLE - CASTROVILLARI
ROCCELLA - ACRI
RENDE - ISOLA C.R.
S.LUCIDO - BOCALE
SIDERNO - SOVERATO
SILANA - SERSALE
PROMOZIONE
CLASSIFICA
TAURIANOV.
capacità di costruire pericoli, importante riaffidarsi ai principali marcatori
e giocatori di maggior qualità presenti
in organico. Il rendimento esterno del
Brescia l’altra ancora di salvezza: le
rondinelle sono quasi implacabili al
‘Rigamonti’, da play-out invece il cammino lontano da casa. La sconfitta
patita nel posticipo in casa del Verona
ha confermato le difficoltà esterne e
ricacciato la formazione di Calori fuori
RIZZICONI
36
POLISTENA
34
VILLESE
34
BOVALINESE 3 3
MONTEPAONE2 6
S. CALOGERO 2 4
REAL CZ -1
2
TRENTESIMA GIORNATA
BOVALINESE - M. DI GIOIOSA
GALLICESE - POLISTENA
GIOIOSA J. - V.VILLESE
MONTEPAONE - DAVOLI
PALMESE - S.CALOGERO
R.CATANZARO - TAURIANOVESE
REGGIOM. - BIANCO
RIZZICONI - GIMIGLIANO
Il Marina crede nel miracolo
Credere ancora nel miracolo dei
play off.
A Bovalino oggi pomeriggio per
giocarcela a viso aperto sperando
nel passo falso del Gioiosa contro la
Villese nel calcio nulla è impossibile questo in sintesi e il commento
del dopo gara dei giocatori del
Marina di Gioiosa che hanno compiuto domenica scorsa l'ennesima
impresa battendo la vice capolista
del campionato di promozione. I
ragazzi di Gianni Scigliano sono
concentrati a chiudere in bellezza
questa stagione che rimane in ogni
caso esaltante al di la dei possibili
Play Off. Terza vittoria consecutiva
quella di domenica contro la
Gallicese che si è dovuta arrendere
alla forza dei giallorossi che hanno
disputato l'ennesima prova maiuscola tra le mura amiche .
Ancora lui Pasquale Patrizio il jolly
della squadra giallorossa il migliore
in campo grazie a una rete straordinaria ha spianato la strada alla vittoria al Marina di Gioiosa come quindici giorni fa contro il Polistena
questo giocatore rimane un vero
lusso per questo campionato .Il pre-
sidente del Marina
Vincenzo
Tavernese dopo la vittoria contro la
Gallicese si è complimentato con
tutta la squadra con lo staff tecnico
per l'ottimo campionato fin qui
disputato dai suoi ragazzi :”
Peccato in questo grande campionato disputato dalla mia squadra ci
manca la ciliegina sulla torta i play
off ci dispiace ma ancora tutto può
accadere andremo oggi a Bovalino
e ci giocheremo la nostra partita
senza regalare niente a nessuno
come abbiamo sempre fatto in questa stagione , siamo consapevoli che
raggiungere i play off è difficile ma
nel calcio non si sa mai noi guardiamo a casa nostra abbiamo un gruppo solido che vuole provarci fino
alla fine per cui attendiamo questa
ultima giornata per tirare le somme.
Come società siamo contenti lo
stesso del campionato fin qui disputato da tutta la squadra credo che se
non avessimo perso per strada alcune partite saremmo stati con largo
anticipo nei play off il tutto è coinciso con l'assenza anche del nostro
uomo migliore Matteo Carbone
assente per infortunio nelle gare più
importanti del torneo. Tutto può
ancora succedere c'è intanto la certezza che in questo campionato
tutta la nostra squadra ha raggiunto
un efficiente grado di maturità e
soprattutto abbiamo avuto modo di
apprezzare la crescita costante dei
nostri under che sono un patrimonio importante per il futurodella
nostra squadra che costruiremo il
prossimo campionato partendo da
alcune basi solide ”.
Gianni Scigliano vuole chiudere
con una vittoria il campionato:”
Sono contento della prova dei miei
che anche domenica sono stati
superlativi, tutti insieme continueremo a crederci non abbiamo nulla
da perdere e ci giocheremo la
nostra partita anche a Bovalino sperando nel miracolo altrimenti saremo contenti lo stesso del campionato disputato in questa lunga stagione ”. Oggi a Bovalino i giallorossi
saranno seguiti da un nutrito gruppo di tifosi per quella che sarà l'ultima gara di una stagione da incorniciare .
Nicodemo Barillaro
DOMENICA 28 APRILE
2013
LA RIVIERA
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DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
26
BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza
Un viaggio in bicicletta, e un diario, realizzato nel 1897 alla fine dell’Ottocento
dopo un cammino compiuto nel 1874 per
valli e monti calabresi, che costituì la
seconda parte di un libretto sulle condizioni economiche e amministrative delle
Province Napoletane.
Luigi Vittorio Bertarelli, industriale
milanese, pioniere del turismo moderno,
principale animatore e dirigente del
Touring Club Italiano, è il protagonista
del primo viaggio. Grande sportivo ed
esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la
sua incredibile impresa: percorrere in
bicicletta cinquecento chilometri in soli
cinque giorni, da Reggio Calabria ad
Eboli, con l’intenzione di far conoscere la
Calabria agli italiani.
Il suo Diario di viaggio riflette una cultura
enciclopedica, osserva tutto ciò che
incontra, ed è incuriosito non solo dalla
flora e dalla fauna, ma principalmente
dagli uomini e dalle loro attività, il cibo, il
lavoro e la lingua.
Il racconto è abbastanza spedito e il
piglio leggero, anche se qualche volta
cade nel luogo comune e la schiettezza
generale può sprofondare in qualche
scempiaggine, come a Scilla dove dice
che “le donne sono – mi dissero – famose
per la bellezza. Ma puzzano tanto che a
me parvero tutte brutte”.
Comunque, il carattere fondamentale dei
viaggi in bici del Presidente del TCI è la
sua curiosità geografica, che sostanzialmente gli permetterà di operare una
mappatura cartografica delle regioni
meridionali.
Bertarelli è visto come un alieno dalla
gente, chi lo incrocia per strada, il più
delle volte, “si smascella dalle risa”. Gli
chiedono se è inglese. Una donna lo saluta e gli dice: “Venite dall’America?” In
fondo, le condizioni di vita sono estremamente difficili e il protagonista del viaggio non tarda ad accorgersene. La natura
è selvaggia, segue il suo corso.
L’imprenditore milanese non crede ai
suoi occhi davanti allo spettacolo della
natura, memorabile e insieme esteticamente inimitabile.
Non mancano anche note degne di una
onestà intellettuale che gli consente di
giudicare in maniera trasparente la
società calabrese, in netta controtendenza con lo stereotipo della terra infestata
da briganti. Annota:
“La sicurezza è dappertutto piena e intiera,
almeno da dieci anni; non vi sono affatto
malviventi di mestiere, si potrebbe andare
attorno coll’oro in mano; le popolazioni
sono ospitali, le osterie sono rovinate dalle
ferrovie…le lotte politiche sono assai
accentuate; l’istruzione poco meno che
nulla; i libri stampati, nell’interno del
paese, non si sa cosa siano; i reati di sangue
frequenti fra compaesani per questioni di
gelosia, di sette, di donne e per ubriachezza,
mai a scopo di furto o di rapina.
Il protagonista del secondo viaggio è
Leopoldo Franchetti che nel suo Diario
scrisse pagine, pur ostiche alla prima lettura, degne di far parte di una considerazione di tipo creativo e artistico, una
commozione disciplinata che si trova
nella descrizione dei paesi, nel parlare
della vita dei contadini e del loro ingrato
lavoro, il tutto con il corretto riferimento
al fatalismo, a loro favore, dei signorotti
locali.
Molto puntuale è infatti l’analisi della
situazione sociale, laddove parla di “una
classe di grandissimi proprietari dei quali
buona parte ha residenza in paese ed
amministra da sé i propri fondi, piccoli
principotti gelosi della loro onnipotenza
quanto dei loro guadagni materiali. Essi
hanno, specialmente in Calabria, una piccola forza armata ai loro ordini”.
Questi guardiani non sono altro che persone pregiudicate. I signorotti sono così
rapaci che a loro non interessa che le loro
terre producano molto, ma che il prodotto sia di loro proprietà e che i pochi che
dipendono da loro siano assolutamente
Il viaggio in bicicletta
di Bertarelli e
il diario Franchetti
loro schiavi. Quella che Franchetti chiama ignoranza dei diritti è comune a tutti
gli abbienti della regione. Non manca di
evidenziare la condizione infima delle
donne, la quale è determinata non solo
dalla sopraffazione dei ricchi ma anche
dalla mancanza di volontà dei contadini
che in queste cose non hanno come bene
primario la difesa dell’onestà delle loro
donne. La forte indigenza è causa di corruzione: nei paesi accade che padri e
mariti vendano le figlie e le mogli.
Gli stessi contadini non ripugnano di
darsi alla campagna e diventare briganti,
condizione che essi stessi considerano un
miglioramento rispetto alle ordinarie
condizioni di vita. Comuni e amministrazioni locali sono in una situazione sciagurata, per una cattiva gestione finanziaria
e una connivenza con il ceto dei più
abbienti.
La radiografia di Fianchetti è impietosa.
L’agricoltura si presenta quasi ovunque
arcaica e precaria, a causa di grandi mali
fisici, il dissesto del territorio, sociali, il
latifondo, ed economici, la miseria.
Quanto alle condizioni di vita materiale
delle classi subalterne, i contadini vivono
in case per lo più di una sola stanza e
mangiano minestra di erbe condite con
un po’ d’olio e sale quando ne hanno
pane secco che devono raschiarlo col coltello nel cavo della mano e mangiarlo a
briciole.
L’asocialità, l’individualismo rissoso, la
paura del brigantaggio fanno sì che nessuna persona agiata esca di casa senza
revolver o senza fucile.
In molti comuni mancano gli archivi, i
conti sono mandati in ritardo alle prefetture, le forme prefisse dalla legge per la
vendita di cose del comune spesso non
sono osservate. Ma, soprattutto la società
è rimasta feudale. Il galantuomo, per il
contadino, è onnipotente; se non lo ha
per padrone, lo ha per creditore: ne ha
bisogno per le sue comunicazioni colle
autorità, per fare i suoi reclami e far
valere i suoi diritti.
Ad aggravare la situazione contribuisce
una carenza impressionante di infrastrutture: mancanza di strade. È impossibile
intendere senza averlo visto da sé, quale
isolamento, quale miseria, quale barbarie
significhi la mancanza di una strada.
I contadini che non sanno né leggere né
scrivere, che ignorano del tutto che cosa
siano i diritti civili e politici, non possono
trarre grande utilità dalla libertà di stampa o di associazione, né far uso a loro
vantaggio del diritto di eleggere un deputato quando pure sono elettori; la libertà
religiosa non ha significato per una popolazione
superstiziosa
senza
eccezioni.Molto interessanti le proposte
di riforma avanzate dall’autore. L’ideale
per lui è di veder sorgere una terza classe
formata da proprietari-contadini, attraverso una più equa distribuzione dei
demani comunali, il ritorno degli emigranti nel frattempo arricchitisi e disponibili ad investire in un fondo il proprio
denaro (Continua).
CHI È
Luigi Vittorio Bertarelli (Milano, 21 giugno 1859 – 19 gennaio 1926) è stato un geografo e speleologo italiano. Nel 1894 fu, insieme con Federico
Johnson e con altri cinquantacinque ciclisti, uno dei soci fondatori del Touring Club Ciclistico Italiano, che diverrà poi Touring Club Italiano nel XX
secolo, di cui fu anche il primo presidente. Diresse la compilazione della Guida d’Italia del Touring Club Italiano edita in 17 volumi a partire dal 1914,
della Carta d’Italia del Touring Club Italiano in 58 fogli e dell’Atlante Internazionale del Touring Club Italiano.
Fu anche speleologo.
Leopoldo Franchetti Scrittore e politico (Firenze 1847-Roma 1917). Propugnò, insieme con Sidney Sonnino, lo studio e la soluzione dei concreti problemi economici, sociali e politici della nuova Italia, contribuendovi con inchieste personali, (come quelle che diedero luogo a Condizioni economiche e
amministrative delle Province napoletane (1875) e a La Sicilia nel 1876 (1877), compiuta insieme con Sonnino: questa di fondamentale importanza per
l’impostazione del problema del Mezzogiorno)
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
27
CULTURA E SOCIETÀ
ELEONORA ARAGONA
L’INVISIBILE BELLEZZA
uesta storia inizia con un duo
francese che sta per lanciare un
nuovo singolo dopo otto anni di
silenzio e di un giovane dj di Bianco con
una passione sfrenata per la musica.
Fabio Nirta è il nostro giovane protagonista. Un posto in banca sicuro e affidabile abbandonato per seguire note e serate sottopagate in discoteca. Scelta coraggiosa di questi tempi. Mixer e cuffie invece di calcolatrice e visiera da ragioniere.
Giacca e cravatta sostituite da jeans e tshirt. Tutto per fare ciò che ama. Poteva
andargli male, poteva non essere una
scelta saggia, ma lui l’ha comunque fatta.
Ha puntato su ciò che lo rendeva felice.
Chiedendogli quando ha capito che
avrebbe fatto della sua passione anche il
suo lavoro ha risposto in maniera sorprendente. «è stato quando ho iniziato a
perdere soldi organizzando serate con
gruppi emergenti o alternativi». Una
risposta che può lasciare perplessi, quasi
increduli. Invece questo giovane della
Locride nonostante ci rimettesse qualche
euro ha scelto di fare della musica il suo
mestiere.
Si è trasferito a Rende e, dato che non si
può vivere di sola passione, ha iniziato
seriamente a fare il manager di band
Q
Per Enzo Romeo bagno di
folla alla libreria Mondadori
Il grande e caloroso abbraccio di un foltissimo pubblico ha
accolto Enzo Romeo, venerdì scorso, a Siderno per la presentazione del suo libro L'invisibile bellezza, Antoine de SaintExupéry cercatore di Dio (Àncora editrice). Un affetto sincero e
ricambiato quello tra il giornalista Rai e la sua città. «Non posso
certo dire che per me valga il detto “nemo profeta in patria”,
ha ammesso Romeo con un sorriso, accingendosi a dialogare
sul suo saggio con Rossella Scherl del gruppo di lettura
“Narrando” . Tutto questo calore è la testimonianza di un rapporto costante tra me e i tantissimi amici della Locride».
Romeo, caporedattore agli Esteri del Tg2, insigne vaticanista,
torna spesso nella sua Siderno, mantenendo non solo i legami
con gli amici ma interessandosi sempre delle vicende calabresi
offrendo spunti al dibattito socio-culturale. «Abbiamo straordinarie potenzialità inespresse - ha detto a conclusione dell'incontro in libreria - ma rischiamo di lasciarci sommergere invece da
montagne di rifiuti. Siamo circondati da bellezze che non sappiamo valorizzare, è tempo di iniziare a farlo».
VINCENZO LOGOZZO
E ha inizio il Torino
GLBT Film Festival
“Da Sodoma a Hollywood”
Il 19 aprile, presso la Sala 1 del Cinema
Massimo di Torino, ha avuto inizio la 28ª
edizione del GLBT Torino Film Festiva
“Da Sodoma a Hollywood”, diretto da
Giovanni Minerba, festival del cinema, a
risonanza internazionale, che si è conclu-
so il 25 aprile presso la Multisala Cinema
Massimo.
La cerimonia inaugurale è stata sobria e
caratterizzata dall'energia e dalla vitalità
di Giuliana De Sio, madrina della serata,
dalla presenza del Sindaco della Città,
Piero Fassino e dal Consigliere regionale
Gianpiero Leo, e dall'esibizione non propriamente superba del cantautore
Roberto Casalino, accompagnato dagli
eccellenti Michele Amadori al pianoforte
e Mario Gentili al violino.
La bomba della serata inaugurale del
GLBT Torino Film Festival è stata il film
di apertura, “Any Day Now”, presentato
dallo stesso regista Travis Fine,
Presidente della Giuria Lungometraggi
di questa 28 ª edizione, che proporrà circa
120 film provenienti da 34 nazioni.
Tratto da una storia vera, “Any Day
Now”conta sull'eccezionale interpretazione di Alan Cumming nel ruolo di
Rudy Donatello, una drag queen di Los
Angeles che, insieme al suo partner Paul,
viceprocuratore distrettuale, cerca di
ottenere la custodia di Marco, un ragazzo
quattordicenne, affetto dalla sindrome di
Down, la cui madre tossicodipendente, in
carcere per droga. Il film, tratto da una
storia vera, è ambientato nel 1979 quando matrimoni e adozioni gay erano di là
da venire.
Un film emozionante, toccante, autentico, commovente, complesso e sicuramente ben confezionato e diretto, ancora
oggi nelle sale americane.
Un film che fa riflettere sull'amore che
non ha genere, non ha orientamento sessuale, ma che è puro sentire che soddisfa
il bisogno di un bambino Down, che si
sente finalmente a casa accanto a Rudy e
Paul.
Un film che mette al centro la questione
dell'affidamento e dell'adozione, resa
DALL’ASPROMONTE AL POP-ROCK
Un calabrese che si fa sentire
Francesco Violi, in arte Francis Violi, inizia
a farsi strada sul palcoscenico musicale.
Una strada che non ha visto la sua comparsa
nei vari “Talent show”, ma nella gavetta
pura di chi, passo dopo passo, giunge nella
tanto agognata sala di registrazione.
Primo appiglio, primo soffio di un vento che
ci si augura porti lontano.
Appassionato di musica, fin da bambino, ha
studiato canto lirico, pianoforte e chitarra.
Nel recente passato è stato tra i fondatori
del gruppo musicale “The black box nation”
con cui si è esibito e prodotto album dal
sonoro elettro.
ancora più complessa in una situazione di
menomazione fisica. Un film che parla di
sogni e che nel suo finale drammatico
rende evidente i limiti di un sistema.
Ieri, al via anche altre due sezioni del
Festival. La prima è “Vintage”, che ripropone un classico della cinematografia
mondiale, “Improvvisamente l'estate
scorsa” di Joseph L. Mankiewicz, (1959).
Un omaggio a Gore Vidal, morto lo scorso luglio, che ne scrisse la sceneggiatura
basandosi sull'atto unico dell'omonima
pièce teatrale scritta da Tennessee
Williams (del quale ricorre il trentennale
della morte). Uno dei film più camp o
kitsch (a seconda delle opinioni) nella
storia dello "schermo velato", tanto più
che Sebastian, l'omosessuale di cui sparlano Elisabeth Taylor, Katherine
Hepburn e Montgomery Clift, non si
vede mai ed è solo evocato. Un uomo
senza volto.
L'altra sezione in avvio è Open Eyes.
Lesbian Stories, che propone un cortometraggio francese dal titolo Time
Bomb, diretto da Jacqueline Julien, e il
lungometraggio argentino Lengua
Materna (Mother Tongue) di Liliana
Paolinelli, una tagliente e divertente commedia sul difficile rapporto genitori-figli.
Apre anche la mostra pittorica “Più vivo
di così...” di Antonio Minerba, allestita
presso la Multisala Cinema Massimo.
Sarà possibile apprezzare i quadri dell'artista, ispirati all'omonimo film di
Ottavio Mario Mai, prima di entrare in
sala.
Annunziato Gentiluomo
Nel 2011 ha cantato per Dolce e Gabbana a
Milano durante la settimana della moda.
Canta e compone in lingua inglese. Vive a
Milano e in questo periodo ha iniziato un percorso da solista, pianoforte e voce componendo un album che il blog musicale
Zimbaland.it ha premiato come cantautore
della settimana con la seguente motivazione:
“La sua voce assomiglia ad un software musicale; non sembra che siano le corde vocali a
vibrare, quanto un flusso armonico ben compresso, perfettamente gestito, in grado di toccare i livelli più alti d'intonazione assoluta”.
La recensione di Zimbaland continua accostando le sue composizioni alla poesia di
“Rufus Wainwright” e alla voce di “Chris
Cornell dei Soundgarden”.
Francis Violi è un artista dal talento completo che porta in alto la positività della nostra
terra: “Un calabrese che si fa sentire”.
Pasquale Violi
Stamattina, nel salone dei lampadari di Palazzo
San Giorgio, la Commissione Straordinaria del
Comune di Reggio Calabria composta dal Prefetto
Vincenzo Panico, dal vice prefetto Giuseppe
Castaldo e del funzionario della prefettura di Enna
Carmelo La Paglia, ha conferito a Vincenzo
Nizzardo, baritono, e Chiara Barillà, pianista, il
premio “San Giorgio d'Oro” con la seguente motivazione (attestato riferito a Vincenzo Nizzardo):
“per essersi distinto nel campo della musica,
dimostrando competenza, professionalità, passione ed energia, già ottenendo, nonostante la giovane età, prestigiosi premi in importanti concorsi
musicali nazionali ed internazionali. Assieme alla
pianista Chiara Barillà ha portato alla vittoria
nazionale il Conservatorio “F. Cilea”di Reggio
Calabria, nel programma organizzato da Rai Uno,
“Conservatori italiani a confronto” che ha visto
impegnati 32 eccellenze di conservatori musicali
italiani”. Un premio assegnato al talento dei
gioiosano Nizzardo e della reggina Barillà in un
momento particolare - ha detto il Prefetto - in cui
i giovani hanno bisogno di fondamentali punti di
riferimento anche della loro età”.
Premiati anche la campionessa paraolimpica Giusy
Versace, il dirigente dell'Istituto Piria Francesco
Barillà, il presidente della Confesercenti Calabria
Antonino Marcianò che è anche il coordinatore
della rete antiracket sos Impresa, l'associazione
Coro San Paolo, il giurista Vincenzo Panuccio, che
nel ringraziare per il riconoscimento non è riuscito
a trattenere le lacrime, al professor Salvatore Settis
ed allo storico Lucio Villari, assenti, ma che ritireranno il premio in due occasioni speciali già programmate che li vedrà protagonisti Reggio
Calabria.
Erano presenti, tra gli altri, il neo Procuratore capo
Federico Cafiero de Raho, il presidente del tri-
Ugo Floro fedele alla Calabria
Quanti pensieri per il conduttore Ugo Floro. D’altra
parte on un talk show dal
nome Reggio Calabria? di
questi tempi non si può
che essere corrucciati.
L’ultima punata è stata
girata a "La Mimosa" di
Lamezia Terme.Tra gli
ospiti: Mario Muzzì(Pd)Pasqualino Scaramuzzino
(Udc)- Luigi Muraca
(Presidente Asicat ed
esponente PdL) Rosario
Piccioni ( Sel -Assessore
comune Lamezia).
DOMENICA
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
28
Un dj da2 milioni e mezzodi contatti
Fabio Nirta è il nostro giovane protagonista. Un posto in banca sicuro e affidabile
abbandonato per seguire note e serate sottopagate in discoteca. Scelta coraggiosa
di questi tempi. Mixer e cuffie invece di calcolatrice e visiera da ragioniere.
emergenti, l’organizzatore di concerti, il
dj nei locali e il produttore artistico.
Ma torniamo alla nostra storia. Fabio
come tutti gli appassionati di musica elettronica era in attesa dell’uscita del nuovo
singolo dei Daft Punk, Get Lucky, e del
loro primo album dopo il successo del
1997. Il duo composto da Thomas
Bangalter e Guy-Manuel de HomemChristo stava promuovendo il singolo e
l’uscita del disco Random Access
Memories. Avevano fatto ascoltare alcuni
pezzi del brano in diverse occasioni. In
particolare al festival Coachella hanno
mostrato uno spezzone del video. Ed è
stato allora che Fabio ha avuto un’idea:
ha provato ad immaginare come doveva
essere il brano del duo robot francese e
ne ha creato un edit da proporre in anteprima durante i suo dj-set.
Prepara quindi questo video e lo carica
sul suo canale per testare la risposta del
pubblico. Ed ecco che scoppia il delirio.
Fabio infatti carica il suo edit il 15 aprile
verso le 5 del pomeriggio, ora italiana,
mentre il pezzo originale sarebbe uscito
solo alle 10 di sera, ora americana. I fan
scambiano il pezzo del dj di Bianco per
quello originale della Sony e in poco più
di sei ore il brano Get Lucky in versione
remixata viene visualizzato 2 milioni di
volte.
Non appena si rende conto dell’accaduto
ritira il suo brano. Nel frattempo però le
riviste di tutto il mondo hanno annunciato l’uscita anticipata del brano e lo hanno
REGGIO CALABRIA
recensito con entusiasmo. La Sony ha
deciso di posticipare l’uscita di qualche
giorno, sfruttando la pubblicità dell’accaduto.
E il nostro dj? Ha avuto una visibilità
incredibile: aumento dei fan su fb, followers su twitter. E recensione molto
positive per il suo remix. Addirittura alcune riviste tra le più autorevoli in campo
musicale hanno riconosciuto che il suo
brano suonava molto simile all’originale,
che era arrangiato molto bene e che era
anche più ritmato rispetto a quello del
duo elettronico.
Dopo questo episodio non abbiamo
dubbi. Lasciare la banca per la console è
stata la scelta giusta. A volte le passioni
pagano.
L’INTERVISTA
Conferiti ai talenti Cosimo Allera:
Vincenzo Nizzardo
grande
artista
calabrese
e Chiara Barillà
Il San Giorgio d'oro
KATIA CANDIDO
bunale Gerardis, il comandante dell'Arma Falferi,
il comandante della Finanza Petrozziello, il
Questore Longo, il comandante della capitaneria
di porto Martinez ed il dirigente della DIA
Aerobazzone. Per la regione e per la provincia il
vicepresidente del Consiglio Nicolò ed il vicepresidente Verduci oltre al Rettore della Mediterranea
Catanoso.
La cerimonia si è conclusa con protagonisti assoluti Vincenzo Nizzardo e Chiara Barillà che si sono
esibiti in due pezzi determinanti per la vittoria
finale a Rai Uno Mattina: “Cinema Paradiso (Se)”
di Ennio Morricone e “Non più andrai, farfallone
amoroso” di W. A. Mozart, riscuotendo un
lunghissimo applauso della qualificata platea e la
personale ammirazione del Prefetto Panico
Giornata mondiale del
Libro e del diritto d’autore
A Cosenza, nella prestigiosa Sala delle Udienze
di Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza
per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici
della Calabria e della Galleria Nazionale di
Cosenza, è stata celebrata la Giornata Mondiale
del Libro e del Diritto d'Autore. Hanno partecipato
all'iniziativa Adriano Ritacco, presidente nazionale
della Federazione Italiana dei Club e Centri
Unesco; Rosanna Caputo, storico d'arte in
servizio presso la Soprintendenza BSAE della
Calabria; Rita Fiordalisi e Adele Bonofiglio, funzionari MiBAC e Mario Vicino, autore di alcuni
volumi sul patrimonio artistico calabrese.
Silvio Rubens Vivone
Come è avvenuto il primo approccio
con l’arte?
La passione per l’arte nasce proprio
in casa, fin da piccolo nel laboratorio
di mio padre, ho acquisito la tecnica
della lavorazione dei metalli,
apprendendo e amando, anno
dopo anno l’arte silenziosa dell’artigiano. Fin da subito ho rilevato una
innata predisposizione per le lavorazioni artistiche del ferro e alle semplici creazioni del giovane apprendista che ero, volenteroso e incerto,
non sono tardate a venire vere e proprie opere d’arte riuscendo a liberare quello che la materia sembrasse
trattenere.
Qual è stata la sua prima esperienza?
Il mio primo impatto con il pubblico
risale ad agosto del 1984, alla “Terza
Fiera dell’Artigianato” dove presentai le macchine d’epoca che pur nella
loro artigianalità erano rifinite nei
minimi particolari. Ebbero un successo strepitoso.
A quale artista si è ispirato?
Non mi accordo alle correnti, non
seguo la moda, non percorro strade
già battute. Il mondo che le mie
opere rivelano è mio, interamente
mio anche se alcune delle mie opere
possono ricordare le figure longilinee del Giacometti e quelle sfaccettate del Ceroli. Nel mio animo di
artista c’è una ricerca e una invocazione a uscire dalla quotidianità e si
impone nell’assieme della scultura a
plasmare il freddo ferro di una
armonia poetica non indifferente.
Questo è quello che le è sempre piaciuto fare o avrebbe voluto altro
nella vita?
In realtà, nella vita faccio altro,
sono molto preso nella mia atti-
vità lavorativa, sono presente nel
sociale facendo parte attiva di diverse associazioni culturali, sportive e
chiaramente artistiche. Si, avrei voluto fare l’artista a tempo pieno o perché no l’artista di strada senza regole e senza schemi sviscerando giorn o
DOMENICA
dopo giorno la mia arte senza condizionamenti mentali e continuare
nella mia ricerca mistica che trasmette con una plasticità talmente
forte che il virtuale diventa realtà e il
desiderio angoscia.
A quale opera è più legato e perché?
Con ogni scultura ho un legame particolare, perché non vivendo di arte
creo veramente quello che sento e
quindi quando le cose nascono dal di
dentro hanno un valore particolare.
In ogni caso la prima scultura monumentale 1988 “L’umanità e la
Croce” ha lasciato una
traccia indelebile. Ma
non posso fare a
meno di citare:
1 9 9 6
“ L’ o m b r a
della
Sera”
realizzata con il
grande e amico
Nik Spatari che
molto mi ha insegnato nell’arte per
valori interiori;
2007 Procreazione a Brno in
Repubblica Ceca perché la prima
opera monumentale realizzata all’estero;
2011 “Cristo” perché collocato sulla
cupola centrale della Cattedrale che
sta nascendo a Paravati paese di
Natuzza Evolo;
2012 “ET” perché sono stato il
primo al mondo a ricordare
Carlo Rambaldi tre volte vincitore di Oscar (King Kong,
Aliens, Et) con una mia
opera vincitrice del concorso segni per il futuro
collocata davanti al
comune
di
Zagarise CZ.
28 APRILE 2013
LA RIVIERA
29
Parlando
di...
Saluti da Roccella
L’accessorio più bello di
una donna? Il suo sorriso
Un prem
Giovanni
Bom
Più lo manda giù
più si tira sù
Saluti da Locri
Chi dorme
non piglia pesci
Messaggi nel
tempo di Daniela Ferraro
Saluti da Siderno
Pippo versione
“Manny tutto fare”
Benvenuti al Sud
E continuano ad arrivare con un bagaglio traboccante di sogni in un
paese in cui anche i sogni appaiono, ormai, privilegio di pochi. …
E' la notte del 17 aprile e un peschereccio con a bordo circa una cinquantina di extracomunitari si arena sulla spiaggia di Locri. Sono Libici,
Siriani, Egiziani, tutti uomini e di giovane età. Patria comune è la
Speranza, virtù comune il coraggio, pena comune l'indigenza.
Benvenuti in Italia e, per di più, in questo estremo Sud lussureggiante di
colori e profumi, Eden di pochi, Purgatorio per altri che ancora cercano,
nell'illustre passato, un qualche riscatto civile e sociale, Inferno per chi più
patisce sempre ulteriori deprivazioni.
Ma ancora una volta è sbarcata la Speranza.
Qualche amaro sorriso, qualche sguardo un po' ironico a loro dintorno….Benvenuti al Sud!
Rimp
Come eravamo...
LOQUI E SPROLOQUI
di Filomena Cataldo
FATTO IL PRESIDENTE, FATTO
IL GOVERNO, FACCIAMO
I GOVERNATI... CONTENTI!
E i governanti? Sempre gli stessi. E
sempre contenti, per fortuna.
Almeno vediamo facce felici, anche
se solite. E quindi il Presidente è stato
fatto, il Governo altrettanto, i ministri
a breve e tutto tranquillamente senza
alcun rispetto dell'elettorato. Che
però si vuole far felice. In un Italia
libera, come ci si risente sempre tutti
i 25 Aprile di ogni anno, qualcuno
avrà certamente obiettato qualcosa o
paragonato qualcosa a qualcos'altro.
E ci sta. Considerando quanto il volere del popolo sia stato marginale in
questi ultimi tempi di Repubblica.
Ma non ci pensiamo, perchè quello
che è veramente importante è avere
un governo, non una Repubblica.
Giacchè nessuno l'ha voluta; nessuno
l'ha sofferta; nessuno l'ha pagata con
la morte; nessuno l'ha intellettualmente pensata e pensandola, l'ha
idealizzata. Che cosa è in fondo la
libertà? La Repubblica? Lo chiede-
remmo ai nostri politici, se molti di
loro conoscessero la storia dell'Italia.
Se molti sapessero rispondere a
domande come «Marzabotto?Le
dice niente?» «E Stazzema?» «E lo
sbarco in Sicilia?» «E le leggi razziali?E le fascistissime?» «E il referendum del '46»? Al limite, qualcuno,
giusto a concentrarsi qualche secondo in più, spinto dall'assonanza, ricorderà l'indimenticabile la nevicata del
'56 di Mia Martini. Questo è ciò che
passa il convento di Napolitano, il
quale crede di renderci felici davvero,
con tutti questi tecnici, questi saggi,
questi illuminati. E crediamoci anche
noi, di esserlo, ma ricordiamoci sempre come siamo giunti fin qui. Cosa
volevamo nel '43, nel '45, nel '46 e nel
'48. Cosa siamo stati. E cosa oggi non
siamo più.
FILOMENA CATALDO
DOMENICA 28 APRILE
2013
LA RIVIERA
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la Riviera
Il buon Carlo, prima o poi,
farà le scarpe a tutti
miazione storica con Sindaco
Riccio, e i dirigenti Francesco
mbara e Mimmo Saffioti
patriata tra amici
Tre amici
freschi come la seta, morbidi come il velluto
Vi basta questa misura???
solo da Cesare Rossi trovi
le maxi taglie
Stefano hand rolling
Tutti insieme a festeggiare il primo anno
della Bni di Siderno
Turisti per caso...
Negli scatti di Filippo Armonio
l’Aspromonte da raccontare
La fotografia come specchio dell’anima,
ma anche semplicemente come strumento
per fissare paesaggi da consegnare all’eterno. È il caso di Filippo Armonio, fotografo
di Brancaleone che attraverso i suoi scatti
d’autore consegna ad appassionati, addetti
ai lavori e cultori del web, uno scorcio di
provincia reggina e di Aspromonte d’avvero suggestivi ed inediti. La Fotografia di
Filippo Armonio è arte, magia e suggestione che riprende le bellezze naturalistiche di
una Calabria meravigliosa degna di essere
raccontata e interpretata. Dalle tartarughe
Caretta Caretta alle fiumare, dalle colline
in fiore all’Aspromonte più selvaggio il
messaggio è chiaro ed inequivocabile, le
foto di Armonio sembrano invocare maggiore rispetto per una natura spesso poco
conosciuta e maltrattata.
Abbiamo chiesto a Filippo Armonio qual è
la principale fonte di ispirazione per i tuoi
scatti, e soprattutto come nasce la voglia di
immortalare la natura nelle sue stagioni,
nei suoi colori, nelle sue varie sfumature?
La principale fonte di ispirazione è la natura stessa, sono attratto in maniera incondizio-
nata da questo soggetto, le sue sfumature,
ogni sua forma e colore, le sue stagioni, la rendono una perfetta modella per essere immortalata. Amo stare all’aria aperta per osservare
i dettagli, quei dettagli che poi cerco di registrare sul sensore della mia fotocamera, in un
modo tutto personale, cercando di trasmettere all’osservatore quella sensazione provata al
momento dello scatto.
C’è un episodio che più di altri ti ha segnato durante le uscite alla scoperta di angoli
nascosti ?
L’Aspromonte non è un ambiente inaccessibile, ma è sicuramente un territorio molto difficile, non ci sono sentieri segnalati. Non c’è
un episodio in particolare che mi ha segnato
profondamente, ma allo stesso tempo provo
una forte sensazione quando dopo molti
studi e sopralluoghi sul posto riesco a raggiungere una meta. Quando si riesce a raggiungere l’obiettivo nasce quella sensazione che non
si dimenticherà mai.
Quanto pensi sia importante la fotografia
nella salvaguardia del patrimonio delle
aree protette ?
La fotografia è uno dei pochi mezzi a disposizione per rendere accessibili e conosciuti
angoli di montagna altrimenti per molti,
irraggiungibili. La foto regala una splendida
opportunità di comunicare la presenza di
angoli suggestivi, di specie vegetali ed animali, ma anche solamente di angoli spesso a
pochissima distanza da noi, che richiamano
paesaggi di altre latitudini. Interpretare gli
spazi, le dimensioni, i momenti particolari
significa regalare un attimo che sarà per sempre irripetibile. Attraverso la mia passione, ho
l’occasione per esprimere un sentimento e trasmetterlo agli altri, un sentimento ed un messaggio chiaro nella convinzione che noi e la
natura siamo un unico e indivisibile sistema.
(E.I.)
DOMENICA
28 APRILE 2013
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