, Il toto-ministri, che non manca mai quando si tratta della formazione d'un nuovo governo, ha fatto balenare in tutto il suo lucore anche il nome del senatore Giovanni Bilardi, che arriverà nudo alla meta. Ed è per questo, solo per questo, che ancora non s'è deciso alle dimissioni da senatore. DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 02 Parlando di... ELEZIONI AMMINISTRATIVE Voto per le donne legge sconosciuta LE ELEZIONI DEL 26 E 27 MAGGIO saranno le prime in cui si potrà esprimere la doppia preferenza di genere EMANUELA ALVARO lle prossime elezioni amministrative previste per il 26 e 27 maggio, per la prima volta, gli elettori avranno la possibilità di esprimere la doppia preferenza di genere. Ma cosa significa e perché la Legge 23 novembre 2012, numero 215 è di fatto sconosciuta agli addetti ai lavori e agli elettori stessi? Un argomento sul quale fare chiarezza per arrivare pronti e, soprattutto consapevoli, al voto. «La legge 215/2012 reca disposizioni volte a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Per questi ultimi, in considerazione del fatto che la materia è di competenza esclusiva delle Regioni, si dovranno adottare misure che permettono di incentivare l’accesso di genere sottorappresentato alle camere elettive». A spiegare l’importanza di questa legge è Serena Multari, componente della Commissione regionale per le Pari Opportunità. «Per la Regione Calabria, abbiamo presentato un progetto di legge come referendum popolare della legge A ESSENZIALE “L’appuntamento elettorale è un momento importantissimo, non solo per le donne, lo è per la democrazia. La politca non può prescindere dal decidere su se stessa” elettorale esistente e l’abbiamo attivato così per coinvolgere tutto il territorio regionale. Si è proceduto con la raccolta delle firme, depositate a settembre, dopo di che si è avviato l’iter legislativo. In questo momento il progetto di legge è alla prima commissione consigliare e ci auguriamo che arrivi presto in Consiglio regionale per essere votato. Già ci sono state pronunce dalle aree politiche che si sono dette favorevoli, il Governatore Scopelliti ha pubblicamente dichiarato di esserlo, ma è chiaro che c’è un gioco di numeri e poltrone». Per gli enti locali il legislatore ha già predisposto tutto e si voterà in base a questa nuova normativa che darà la possibilità all’elettore di esprimere due preferenze, due candidati di sesso diverso. Nel caso in cui verranno indicati due candidati dello stesso sesso, la seconda preferenza verrà annullata. Ma a parte il voto, nella composizione delle liste si dovrà tenere conto della rappresentanza di genere, questo perché in caso di violazione delle disposizioni sulla quota di lista sono state previste delle sanzioni. Per i comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti la Commissione elettorale sarà obbligata a ridurre la lista, cancellando i candidati del genere più rappresentato, partendo dall’ultimo, fino ad arrivare al rispetto della quota. Dopo le cancellazioni, la lista che conterrà un numero di candidati inferiori al minimo prescritto dalla legge decadrà. Nei comuni con popolazione compresa fra i 5 mila e i 15 mila abitanti si procederà sempre alla cancellazione, ma in questi casi la riduzione della lista non potrà determinare un numero di candidati inferiore al minimo e quindi non decadrà. «Per la provincia di Reggio Calabria i comuni nei quali si ha una popolazione superiore ai cinque mila abitanti, ma non ai quindici mila, sono solo Locri e Gioiosa Ionica. Questi rientrano nel secondo caso. Ovviamente per la composizione delle liste hanno fatto fede i comunicati delle Prefetture. Ma proprio perché la legge è sconosciuta agli elettori, questi ultimi, inconsapevoli della possibilità della doppia preferenza di genere, voteranno per un unico candidato. Questa legge è una grande novità per gli enti locali – sottolinea Serena Multari – meno per molte Regioni, capofila la Regione Campagna, la prima ad introdurre la doppia preferenza di genere con il risultato di avere avuto la legge approvata e di poterla mettere in atto, ma anche di avere la rappresentanza di genere con il 23% di donne elette, la percentuale più alta. Ovviamente la doppia preferenza di genere non garantisce l’elezione, è uno strumento per la rappresentatività delle donne negli organi elettivi». Infatti non trattandosi di quote, la candidata dovrà comunque raggiungere il risultato elettorale, anche perché si tratta di una legge di riequilibrio, facendo riferimento al principio costituzionale dell’uguale rappresentanza. Un esempio di questo l’abbiamo avuto a Scilla, dove l’avvocato Loredana Delorenzo, dopo l’iniziale mancato inserimento in giunta, ha intrapreso una battaglia legale attraverso la quale ha avuto riconosciuto il suo diritto, vincendo la causa al Tar. DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 03 Parlando di... LA SETTIMANA SIDERNO I commercianti furbi e la manomissione dei contatori Enel Una decina di attività sul Corso della Repubblica a Siderno sono state denunciate dall’Enel per furto di energia. I proprietari di questi negozi avevano manomesso i loro contatori e con il supporto di una calamita riuscivano a falsare i consumi di elttricità, a volte riducendoli praticamente a zero. Il comportamento di questi commercianti oltre che illecito è stato anche immorale. Su tutti i media nazionali è rimbalzata la notizia di questa truffa ed è stata la città a rimetterci in credibilità. E poi queste persone non si sono poste nessun interrogativo sulle conseguenze del loro gesto. E se per questo loro illecito l’Enel dovesse aumentare i costi del servizio nella zona? Non può, ma loro non lo sapevano. O meglio, non gli interessava di poter danneggiare altri. Erano troppo concentrati ad essere i più “furbi”. BOVALINO CASIGNANA Due dipendenti truffano il comune mandandolo quasi in bancarotta Irregolarità nei conti del comune di Casignana sono state riscontrate e denunciate dall'ex sindaco Pietro Crinò. A quanto sembrerebbe due funzionari comunali avrebbero percepito per almeno 16 mesi uno stipendio superiore a quello previsto per il ruolo che ricoprivano. L'ex sindaco del comune sciolto il 18 aprile dal consiglio dei ministri si sarebbe accorto dell'anomalia perché due mandati di pagamento non erano stati liquidati per mancanza di fondi. Per cercare di capire come fosse possibile che le casse comunali fossero in rosso Crinò ha chiesto una verifica al segretario comunale pro tempore, che ricopre anche il ruolo di responsabile dell'area finanziaria, e al revisore dei conti. I due funzionari andando ad analizzare i conti comunali e i mandati emessi hanno scoperto che due impiegati del Comune avevano rischiato di mandare in bancarotta l'ente percependo ben più di quanto gli spettava per contratto. A quel punto il revisore a compilato una relazione dettagliata che il sindaco ha poi mandato via fax alla Procura. Questo episodio risale a pochi giorni prima, per la precisione al 15 aprile, dello scioglimento del comune di Casignana. Adesso si attende l'arrivo della triade commissariale che nei prossimi 18 mesi guiderà e che dovrà fare luce su eventuali illeciti. FAIDA DEI BOSCHI Fermato il killer che con 4 Domenico Ruga si consegna alle autorità colpi ha ucciso Alfredo Izzo L'uomo fermato con l'accusa di omicidio è Bruno Ferrò, 37 anni di Natile di Careri. Sarebbe stato fermato un uomo per l'omicidio di Alfredo Izzo, il trentenne ucciso a Bovalino il 5 aprile scorso. Secondo la prima ricostruzione Izzo sarebbe stato attirato fuori dalla sua abitazione e quindi ammazzato. Secondo l'accusa l'uomo avrebbe sparato 4 colpi di fucile uccidendo Alfredo Izzo lo scorso 5 aprile a Bovalino. Il fermato con l'accusa di omicidio è Bruno Ferrò, 37 anni di Natile di Careri, è stato trasferito al carcere di Locri in attesa dell'udienza di convalida davanti al gip. Domenico Ruga, classe ’77, ha deciso giovedì 25 aprile di costituirsi. L’uomo è il destinatario di un mandato di cattura emessa nell’ambito dell’operazione denominata “Faida dei Boschi”. Ruga, presentandosi alle autorità di Monasterace, ha dichiarato di non essersi costituito prima per evitare ai suoi figli le visite in carcere e convinto che la sua posizione potesse essere subitochiarita. L’indagine denominata Faida dei Boschi, condotta dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso la DDA di Reggio Calabria, dott.ssa Sara Ombra, è scaturita dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonino Belnome. È stato in seguito alla chiusura delle indagini però che l’uomo ha ritenuto di doversi far interrogare dal pm, dott.ssa Sara Ombra, per spiegare le sue ragioni, chiarire la sua completa estraneità alle contestazioni mosse dall’accusa e precisare che le accuse mosse dal collaboratore Belnome sono a suo avviso prive di fondamento. DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 04 la Riviera CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com Castello di Amendolea Secoli di storia ci guardano, mentre ciò che resta del fiume passa placido in fondo alla valle. Ruggiscono storie mai raccontate, segnali di un tempo passato nel quale la speranza nutriva gli uomini sorreggendone la disperazione e la povertà. Il vecchio castello dei potenti e i luoghi di preghiera degli umili, abbarbicati in cima alle colline calabresi, che ancora, oggi come allora, sono monumentali espressioni di volontà. Ogni angolo di Calabria cela una sorpresa di bellezza, e questo stupore luminoso giustifica il nostro amore ribelle per una terra che non sa celebrare se stessa, in preda a gaglioffi e predoni che gli succhiano il sangue e la linfa vitale. Custodiamo il passato, per guardare al futuro. 1) FABIO NIRTA IL LOCRESE CHE FA IMPAZZIRE IL POPOLO DEL WEB 2) MANIPOLAZIONE DEICONTATORI ENEL. COMMERCIANTI SOTT’INCHIESTA A SIDERNO 3) SIDERNO: CONFISCATI BENI A GIUSEPPE ALBANESE 4) MAMMOLA: SCOPERTO GRAZIE AL CANE “GERRY” UN PICCOLO ARSENALE IL DIAVOLO NERO La rosa e lo zolfo 5) SIDERNO: L’EX VILLA DI COSIMO COMMISSO OSPITERÀ GLI ALLOGGI DELLA POLIZIA 6) SIDERNO: ECCO LA RELAZIONE SULLO SCIOGLIMENTO DEL COMUNE 7) CASIGNANA: DUE DIPENDENTI TRUFFANO IL COMUNE MANDANDOLO QUASI IN BANCAROTTA 8) CASIGNANA, KAPUTT Dati Google.com Le rose sono belle, ma purtroppo sfioriscono presto. Tale è stato il destino della rosa consigliera Tilde Minasi, che, detta tutta la verità, solo il Diavolo nero, amico delle donne, come è proprio dei diavoli, aveva proposta al Governatore come assessora. E sicuramente per questo l’indicazione è stata fatta cadere prima ancora d’essere presa in considerazione. La mia rosa è sfiorita e ha diffuso, stranamente ma miracolosamente, un odore di zolfo, che ha avvolto la nomina ad assessore di Demetrio Arena. Un reprobo, considerato che il comune di Reggio di cui era sindaco è stato sciolto per infiltrazione mafiosa. È chiaro che la circostanza né ha impressionato il Governatore né ha pesato sulla sua decisione di portare in giunta regionale l’ex sindaco falciato Demetrio Arena. Una volta tanto - anche per non rischiare d’essere monotono - il Diavolo nero, avverso per principio allo scioglimento dei consigli comunali, è d’accordo con il Governatore, che nel caso in questione ha camminato sull’onda d’un garantismo ineccepibile, ammesso che non si sia trattato d’un regalo alla fedeltà del decapitato sindaco. Ogni ombra sulla trasparenza garantista del Governatore sarebbe oggi non autorizzata se, come prima non ha fatto, egli levasse la voce contro lo scioglimento dei comuni di Casignana e di Montebello. Siccome come Diavolo sono eterno, non mi manca il tempo d’attendere e di sapere se il garantismo del Governatore è o non è con la coda, che avvinghia i suoi e lascia per via gli altri. Non c’è pace intorno alla Procura di Reggio Calabria ILARIO AMMENDOLIA Il consigliere regionale, dott. Aurelio Chizzoniti, invia una lettera al procuratore Cafiero De Raho, giudicando deludente la precedente gestione del dott. Pignatone. L'esponente del Consiglio regionale sottolinea il grido di dolore lanciato dal giovane e apprezzato dott. Giuseppe Lombardo che avrebbe denunciato apertis verbis delle non indagini di una procura che di fronte al potere politico si è spesso girata dall'altra parte.. Dalla lettera emerge una situazione inquietante all'interno della Procura dove sembrerebbe in corso una guerra tra corrente contrapposte. Non spetta a noi giudicare la veridicità di quanto esposto nella lettera dell'avvocato Chizzoniti, noi non possiamo che rilevare un clima per niente rassicurante anche perché la lettera di Chizzoniti non rappresenta un fatto isolato. Infatti sull'ultima numero del Corriere della Calabria, il direttore Paolo Pollichieni si sofferma diffusamente sul clima di guerra e di veleni esistente in Procura. Invenzioni di stampa? Fantasie del Consigliere regionale e di qualche giornalista? C'è da dubitare! Il nostro parere è che l'esterno raccolga ciò che dalla Procura qualcuno fa uscire. Questo non ci tranquillizza affatto. I cittadini hanno bisogno di pensare che la giustizia venga amministrata da magistrati, sereni e giusti. La Costituzione riconoscendo un potere delicato ai magistrati pone come condizione che operino con estremo equilibrio. Un mandato di cattura è come una pallottola: può uccider Chizzoniti conclude: «in città, il comune sentire la considera il Messia della situazione» Dio ci perdoni! Beati quei popoli che hanno bisogno solo di magistrati sereni e giusti. DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 05 DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 06 COPERTINA Dalla fucilazione di Michele (1945) allo scioglimento di quasi tutti i comuni della fascia jonica reggina. In nome della legalicrazia, ossia il potere della legalità che viene prima d'ogni altro di diritto, e che in suo nome calpesta tutti i diritti. La Resistenza accusa: può essere questa la soluzione al problema della 'ndrangheta? Colpi di Stato ILARIO AMMENDOLIA Sono passati 67 anni dal 25 Aprile del 1945. Non era questa l’Italia che sognavano i partigiani. Non era questa la Calabria a cui pensavano Eugenio Musolino, Enzo Misefari, Paolo Surace che trascorsero anni nelle galere fasciste o nei luoghi di confino di polizia, e certamente non era questa la terra per cui sono morti, nel fior degli anni, Angelina Mauro, Giuditta Levato, Giuseppe Nigro, Giovanni Zito e tantissimi altri. Non era questa la Calabria che sognavano i ragazzi della rivolta di Reggio, né noi che a quella rivolta ci siamo strenuamente opposti in nome degli ideali della Resistenza. Oggi guardiamo a quel giorno lontano con grande rispetto ma prendendo atto che nel Sud, nella Locride, c’è poco da festeggiare. Non ci può essere un clima di festa quando avvertiamo il peso del” piede straniero sopra il core”. Nessun parallelo tra il clima di occupazione nazista e quello attuale. Non c’è la Gestapo per le strade, non c’è guerra, non ci sono rastrellamenti. Tuttavia il nostro popolo non è libero, nella nostra Terra non passa giorno che non si tenda a ignorare e mettere il discussione la Costituzione, mentre avvertiamo il tallone di un autoritarismo strisciante che tradisce gli ideali della lotta di Liberazione nazionale. Oggi, la Resistenza accusa. Accusa ogni volta che un giovane è disperato e senza lavoro. Accusa ogni volta che la ‘ndrangheta uccide, o riesce ad imporre la propria legge sulla società. Ogni volta che un innonte finisce in galera. Ogni volta che un consiglio comunale viene sciolto. L’ultimo Comune sciolto per mafia è stato Casignana. Qualche giorno fà era toccato a Siderno , nei prossimi gioni potebbe essere il turno di Ardore. Non sta a me giudicare i singoli amministratori. Conosco e sono amico personale di Pietro Crinò, già sindaco di Casignana, dal quale mi dividono tante idee politiche, ma nessuno in una democrazia dovrebbe essere considerato attiguo o colluso con la ‘ndrangheta, senza un regolare e giusto processo che lo dimostri aldilà di ogni ragionevole dubbio. continua a pagina 9 DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 7 DA REGGIO A GIOIOSA MARINA : GENOCIDIO DI SINDACI La legalità della prospera ministra Cancellieri Scrivono Pignatone e Prestipino: “ Non c’ è alcun pezzo di società che possa dirsi impermeabile al contagio mafioso. Tutti sono esposti al virus criminale, sia in Calabria che fuori della Calabria . Attenzione, questo non significa che tutta la società è contagiata, significa che è tutta esposta al rischio del contagio”. PASQUINO CRUPI Reggio Calabria, Montebello, Melito Porto Salvo, Condofuri, Bova Marina, Samo, Casignana, Sant’Ilario del Jonio, Siderno, Gioiosa Marina: tutti sciolti per infiltrazione mafiosa. La ministra Anna Maria Cancellieri, che con Luigi XIV condivide l’inestimabile privilegio della necessità d’una larga poltrona per potere adagiare il suo prezioso corpo, s’è dimostrata alla altezza della situazione. Da Reggio a Gioiosa Marina c’è una zona infetta dove tutto è ‘ndrangheta ed Ella ha provveduto e provvede a disinfestarla con la chirurgia dell’amputazione dei consigli comunali e la chemioterapia – si tratta, in fondo, di cancri – delle triadi prefettizie, che vengono, se ne vanno dopo 18 mesi di guardianìa, e ritornano indi nei paesi curati che, cocciuti come i muli, ripresentano l’indomabile vocazione ad essere infiltrati. Platì è stato sciolto tre volte. Siderno due volte. La Ministra avrebbe dovuto domandarsi perché non sono tornati puri, che cosa non ha funzionato, perché non ha funzionato, e se non sia il caso di cambiare strada. O, se, data l’impermeabilità di alcuni paesi alla democrazia, non sia più conveniente raderli al suolo. Niente. Poiché proprio non si può immaginare che i commissari prefettizi stiano al di sotto del compito di sanare il bubbone. Gli è che in molti paesi è la materia che è sorda all’intenzione dell’arte della Ministra? Non abbiamo dubbi. Gli scioglimenti dei Consigli comunali continueranno. In queste ore la scure sta sospesa su San Luca e Ardore, e credo che al riparo da ogni investigazione e stroncamento non sia riuscito a IN EVIDENZA Il Presidente dell’Associazione dei Sindaci, Imperitura, e il Presidente del Comitato dei Sindaci, Strangio, temendo di andare incontro a guai, tacciono e amoreggiano per la legalicrazia, cioè per il potere della legalità che viene prima d’ogni cosa, e che in suo nome c’è il diritto a calpestare tutto. mettere il comune d’Africo il sindaco Domenico Versace, costituendosi parte civile nei processi di mafia. Da che cosa viene questa nostra persuasione? Non so quanti abbiano letto il libro- intervista Il contagio- Come la ‘ndrangheta ha infettato l’Italia di Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino. I due nomati intervistati, l’uno già capo della Procura di Reggio Calabria, l’altro procuratore aggiunto presso la Direzione distrettuale antimafia, non scrivono per vendere, ma, secondo la missione dei dotti in toga, per contribuire alla salvezza della società. E per questo, d’accordo con il loro editore, sapendo la pigrizia di lettori e recensori all’incenso, hanno riassunto sulla quarta di copertina la tesi terribile cui non erano pervenuti né Lombroso né i suoi seguaci. I quali avevano sottratto dalla tendenza a delinquere almeno i meridionali e i calabresi non contaminati dall’atavismo, ovvero dall’eredità di crani micro-macro-colico-dolicocefali, del nanismo, del mento sporgente eccetera eccetera. Insomma, qui, in questo librointervista di Pignatone e di Prestipino, non si salva nessuno. La tesi ultrarazzista – leggiamola finalmente la quarta di copertina – è: «Non c’ è alcun pezzo di società che possa dirsi impermeabile al contagio mafioso. Tutti sono esposti al virus criminale, sia in Calabria che fuori della Calabria. Attenzione, questo non significa che tutta la società è contagiata, significa che è tutta esposta al rischio del contagio». Che trova le condizioni storico-attuali per la sua aggressione vittoriosa nella struttura organizzativa della ‘ndrangheta, immanente e presente in tutta la provincia reggina. Hanno stabilito, infatti, il dr. Pignatone e il dr. Prestipino, senza richiamare alcuna fonte storica, alla carlona, che per costituire un locale di ‘ndrangheta «sono necessari almeno quarantanove affiliati» (pag. 38), e che in ogni paese della provincia reggina c’è un locale di ‘ndrangheta. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, sulla base delle carte giudiziarie, hanno confezionato in Fratelli di sangue la mappatura delle ‘ndrine. Non c’è paese così babbo da non poterla esibire. Dunque, da Reggio Calabria alla assediata Monasterace, in ogni paese opera un locale di ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta esercita un controllo pieno e maturo sul territorio: dall’acquisto d’un sacco di farina o di cemento a quello d’un monopattino, e, salendo salendo, dai piani regolatori alle grandi strutture turistiche, dalle processioni ai balli del popolo. Se buttate in aria una moneta, ricadrà certamente su un centimetro quadrato di terreno nel dominio intransigente del locale di ‘ndrangheta. Ovviamente, per porsi come una potenza occupante e imperante, il locale di ‘ndrangheta condiziona le amministrazioni comunali, ossia i vertici delle amministrazioni comunali, i sindaci, che, per non guastare il paesaggio agrario calabrese, son diventati tutti conigli. Riassumo: dove c’è un locale di ‘ndrangheta, c’è condizionamento. I sindaci si fanno condizionare: tutti a casa. Questa aberrante teoria, cui consegue la pratica dello scioglimento per infiltrazione mafiosa, non ha trovato replica negli intellettuali progressisti e democratici, che DOMENIICA amano, quando scrivono, celebrare il proprio cervello, né ha trovato replica nell’Associazione dei Sindaci della Locride, che vanta a suo presidente il prof. Giorgio Imperitura e cucita è rimasta la bocca anche dell’avv. Strangio, sindaco di S. Agata del Bianco, e presidente del Comitato dei Sindaci in cui rifulse il prof. Ilario Ammendolìa. Se la mia mente non vaneggia, l’Associazione dei Sindaci non era nata per la difesa della legalità repubblicana contro ogni illegalità, compresa l’illegalità di Stato? Mi pare che i due Presidenti amoreggino, per non a n d a r e incontro a guai, per la legalicrazia, per il potere della legalità che viene prima d’ogni cosa, e che in suo nome c’è il diritto a calpestare tutto. Oltre il fatto che chi tace ha pace, e chi parla giace. 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 08 Sullo scioglimento serve riflettere e analizzare con razionalità la situazione politica Alla fine del 2011 al Comune è andato Riccardo Ritorto reo, secondo la relazione commissariale, di aver limitato il proprio lavoro all’ordinaria attività d’ufficio. Avrebbe quindi commesso il peccato, quasi reato, di non essersi spinto oltre la sufficienza. Da sx, Eugenio Pitaro,France sco Tarricone e Maria Cacciola Lo schiaffo che Siderno non meritava VINCENZO GALLO La Siderno politica è in confusione, e non è una novità, come i generali di Roma sono allo sbando, anche nella città della Locride chi prima aveva spocchiosa tracotanza nell'imporre il proprio pensiero come verità assoluta oggi va cauto, e timidamente alza la mano prima di parlare. Qualcuno la mano dovrebbe proprio smettere di alzarla. La scorsa settimana si è parlato dello scioglimento del Comune, dell'azzeramento della classe politica e del rinnovamento. Ma prima è necessario analizzare con estrema razionalità, non lasciandosi coinvolgere dall'emotività, quello che a Siderno è successo con l'arrivo dei Commissari (tsè, tse direbbe Bomobolo), uno schiaffo forse troppo forte. Intanto ripartiamo dal concetto chiaro che emerge dagli ultimi venti anni di politica a Siderno: tre direttori d'orchestra, Figliomeni, Panetta e Ritorto, tutti competenti e capaci, ma musicisti di scarso valore, per lo più veneratori e lacchè, e nessuno in grado di sostituire nel tempo le guide di vertice, nè per preparazione, nè per carisma. Ma andiamo a quel poco che si conosce sulla relazione. Intanto il documento presentato a firma del Ministro Cancellieri è un sunto, un bignami, ma soprattutto una serie di ipotesi, basate sulle carte dell'inchiesta “Falsa Politica”, che ancora deve vedere riconosciuto i suo teorema all'interno di un'aula di Tribunale. Parte tutto da lì, dalla lavanderia “Ape Green” dove, come nei più importanti salotti dell'alta società, oltre che decidere di strategie criminali, si spettegolava di relazioni, amorose, antipatie e gelosie. Tutto però non è stato distinto ed è finito nel calderone dell'inchiesta. A pesare ci sono sì, le parole del “mastro”, ma anche le coltellate di lingua dei suoi fidatissimi adepti che pur di compiacerlo e trovare spazio nel suo cuore lanciavano strali contro chiunque. Alla fine nel 2011, dopo che nella lavanderia si è bistrattato Figliomeni, quasi esclusivamente su basi di antipatie personali e politiche, al Comune ci è andato Riccardo Ritorto, reo, secondo la relazione commissariale di «avere limitato il proprio lavoro alla ordinaria attività d'ufficio». Se l'italiano non inganna Ritorto avrebbe commesso il peccato, e quasi reato, di non essersi spinto oltre la sufficienza, di non avere insomma messo in campo atti straordinari di amministrazione pubblica. Insomma siccome non ha fatto nulla, nè di buono, nè di male, allora paga per essere stato fermo. È meglio non commentare le deduzioni della triade per non offendere l'intelligenza del lettore che già capisce. Ma la relazione osa ancora di più e scrive: «I comportamenti all'interno del Comune sono stati occultati sotto una generale forma di disorganizzazione burocratica». Tradotto: non si era capaci per mancanza di competenze di portare avanti il lavoro. E noi da anni questo sosteniamo, la scarsità di politici, tecnici e amministratori. Per i Commissari però l'incompetenza diventa reato di mafia. E ancora ce ne sarebbero di punti da sviscerare, come ad esempio il contributo di Ritorto alla squadra di calcio, che per la triade è del clan, ma a cui Ritorto ha dato il contributo minimo nella storia di Siderno: poco meno di 5 mila euro. A qualcuno risulta che l'ex commissario Rosalba Scialla deliberò qualcosa in più alla Siderno pallonara. Andrà verificato. Ma il problema non è adesso criticare punto per punto la relazione, che a meno di una impugnazione non vedremo mai, ma è cercare di capire che se gli errori ci sono stati, e quello di Ritorto è stato quello di circondarsi di servi e non pensatori, tra l'altro identico errore di Figliomeni e Panetta, serve capire quanti e quali errori siano da imputare al condizionamento criminale e quanti no. Ad esempio si parla di abusi edilizi: e se si scoprisse che sono più i cittadini della Siderno "bene" ad avere usufruito della confusione negli uffici del Comune e non i soggetti tacciati di mafia? E poi c'è la storica scelta sotto la guida Ritorto di modificare lo Statuto del Comune per le costituzioni automatiche di parte civile. Domande che attendono risposte. Due sole conclusioni. La prima, non si può sciogliere un Ente con così tanta leggerezza, e se a Reggio Calabria, che nasconde ombre ben più occulte di Siderno, la società civile ha reagito con rabbia, non si capisce perchè nella Locride ci si proni ad accettare ogni cosa. Seconda conclusione, Siderno deve ripartire in fretta, Ritorto, Figliomeni e Panetta da amministratori non hanno certo sbagliato tutto, si prenda ciò che di buono hanno fatto e si ricominci, con facce nuove e soprattutto capaci e di qualità. L’EDITORIALE ILARIO AMMENDOLIA 25 APRILE La Resistenza accusa! continua da pagina 7 Non è una difesa del dottor Crinò. Tutti noi singolarmente siamo poca cosa dinanzi al destino della nostra Terra. Gli uomini sono destinati a passare mentre i principi restano e condizioneranno la vita di coloro che verranno dopo di noi. Quando un abuso passa nei confronti di una sola persona, del più piccolo dei Comuni, l’intero sistema democratico è in pericolo. So bene che queste mie posizioni vengono avversate da tanti anche nella mia stessa aerea politica . So bene che quando dico che la libertà è in pericolo posso essere scambiato per un visionario. Non me ne preoccupo affatto, la politica o si nutrisce di ideali e di principi oppure scade nella lotta personale e regredisce nella barbarie. La libertà e la democrazia debbono essere difesi sempre, sia quando un abuso si consuma nei confronti di un compagno o di un amico, sia quando ad esser colpito è un avversario politico. La Resistenza accusa questa società di ricchi vergognosamente ricchi e di poveri drammaticamente poveri. Esiste in Calabria una continuità storica, un feudalesimo che continua malgrado non ci siano più i feudatari legati alla proprietà della terra. Nuovi dominatori si sono affacciati e si affacciano all’orizzonte. Sono slegati da ogni processo produttivo: politicanti senza politica, partiti senza ideali, sindacati integrati,alti burocrati e avventurieri che operano in nome dello Stato ma sono interessati solo alla loro carriera. Sono nuovi feudatari in Calabria ma ascari e insignificanti rispetto a un potere lontano e estraneo. La nostra Resistenza fu il brigantaggio prima e la lotta per le terre dopo. Entrambe esperienze drammatiche e disperate (soprattutto il brigantaggio) e che si sono concluse in rovinose sconfitte. Determinando la nostra marginalità rispetto allo Stato. Apparteniamo ad una corrente di pensiero che ha tracciato un filo ideale con la Resistenza, registrando però una rovinosa sconfitta. Molti di noi hanno passato tutta la gioventù a contestare il potere dominante: abbiamo guidato le aspre lotte contadine e bracciantili che hanno rappresentato un robusto filo di collegamento con i valori profondi della Resistenza, ci siamo sdraiati nelle strade, scontrati con le forze dell’ordine, subìto processi. Niente di eroico , molto di sbagliato. Siamo stati traditi ancor prima ancora che sconfitti Settanta anni fa una minoranza del popolo italiano dinanzi ad uno Stato codardo e responsabile del disastro , riscattò l’onore dell’Italia dando vita alla Resistenza ed alla lotta partigiana. La ragione fu da una parte ma i giovani convinti di combattere per salvare l’onore ed il destino della Patria furono da entrambi le parti. Noi l’esperienza della Resistenza non l’abbiamo vissuto. Questo condiziona la nostra storia ed il nostro presente. Proprio in quei giorni a Caulonia i carabinieri del re mentre erano intenti ad arrestare centinaia di partecipanti alla repubblica rossa di Caulonia, uccisero un contadino inerme ed estraneo ai fatti di quei giorni: Michele. Stava uscendo con l’asino e la zappa della stalla. Fu scambiato per un certo Nando e un colpo rabbioso di fucile lo colpì alla testa. Nessuno pagò quel crimine, nessuno fu processato perché Michele era solo un contadino povero di un paese della Calabria dimenticata. Sono passati tanti anni, questo Stato ha una sua sostanziale continuità nel Sud, in Calabria, nella Locride. Noi abbiamo un solo modo per onorare la Resistenza, farla vivere in Calabria che ne è stata estranea. Una Resistenza democratica di cui si sente estremo bisogno e che noi abbiamo l’oneroso compito di combattere. DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 09 Parlando di... ATTUALITÀ L’INTERVISTA A VINCENZO ALBANESE COMUNI Un’unica voce per gli imprenditori della Locride “Non ci si deve nascondere, ma affrontare e condividere i problemi che sono comuni: rapporto con le banche, clienti che non pagano le fatture, il blocco del sistema. Se attendiamo ancora si rischia la chiusura”. incenzo Albanese proprietario dell’azienda di famiglia, fondata oltre quarant’anni fa dal padre Joe, da due anni riveste la carica di presidente dell’Ali, un’associazione di imprenditori del territorio nata circa sei anni fa, con l’obiettivo di favorire la crescita economica, sociale e culturale, valorizzando l’informazione, la promozione, il sostegno tecnico ed economico di quanti hanno scelto di rimanere ed investire in zona. «Ci troviamo in una situazione molto difficile per tutti, le aziende presenti sul territorio sono in sofferenza. La nostra, come altre, è una realtà che lavora con commesse in tutta Italia da parte di aziende importanti, tra cui due multinazionali. Nonostante l’impegno, oggi l’unico modo per andare avanti è fare rete, condividendo tutto. In un momento così difficile noi già scontiamo un gap notevole su trasporti e comunicazioni in generale, con tutto quello che comporta spostarsi e trasferire merci, pagando un ritardo che va a pesare su tutto e tutti. A questo si aggiunge il costo bancario, 3 – 4% in più di interesse. Gli istituti bancari ci dicono di fare attenzione, ma da chi o cosa dobbiamo stare attenti se il sistema bancario ha limitato l’accesso al credito, non abbiamo più dove andare». Albanese parla dello scotto che già si paga per gli handicap di base con i quali chi lavora sul territorio si trova a dover fare i conti, recuperare i quali è già un costo, in più si aggiungono altri problemi, arrivando ad avere un prodotto buono, ma poco concorrenziale. «La sensazione un po’ di tutti è che si sta andando verso un punto di non ritorno con una struttura che si poggia su piccole e medie imprese ormai vessate, con un costo del denaro e del lavoro in aumento. L’azienda fondata da mio padre è cresciuta anche con il sostegno delle banche, ci hanno permesso di fare determinati passi, però poi dalla sera alla mattina viene bloccato tutto. In un contesto generale nel quale i clienti sono in difficoltà e le banche limitano le possibilità, chi ha un’azienda è soffocato, non avendo più V ESSENZIALE Imprenditori locali che scontano il peso di annosi handicap di base, recuperare i quali è già un costo, a cui si aggiungono altri problemi e, pur avendo un prodotto buono, non si riesce ad essere concorrenziali. Con la sensazione generale di avviarsi verso un punto di non ritorno per una struttura che si poggia su piccole e medie imprese ormai troppo vessate. margine di manovra. Questo è successo da noi anche nell’edilizia, facendo di fatto terra bruciata». Per Albanese il passo importante è quello di cercare di fare rete, predisporre un tavolo attorno al quale parlare e confrontarsi per arrivare a delle soluzioni. «Non ci ascolta nessuno e questo non fa che aumentare le difficoltà. Non ci ascoltano le banche, non si guarda più neanche lo storico di un’azienda, non si valuta ciò che è stato. Si va in banca se già si hanno dei soldi da investire, ma così va avanti solo chi già di suo ha delle risorse. Ma i giovani che fanno? Le idee buone e i ragazzi con voglia di fare ci sono, ma ai quali poi passa, perché viene loro negata ogni possibilità. Sono amareggiato quando hai delle persone vicino a te con le quali lavori da tanti anni a cui ti ritrovi a dover dire “mi dispiace ma ti devo lasciare a casa”, e l’unica risposta è “ed ora io cosa faccio?”, perché sanno già che manca una prospettiva». SI dice certo dell’ urgenza di farsi sentire, ma con un’unica voce, esponendo le difficoltà, l’unico modo per raggiungere qualcosa di concreto. «Bisogna capire di non starsene nascosti, ma affrontare e condividere i problemi che sono comuni, banche, clienti che non pagano le fatture, il blocco del sistema. Se attendiamo ancora si rischia la chiusura. Abbiamo investito in questa terra e ci crediamo, abbiamo una storia, siamo una famiglia per bene che cerca di stare a galla, ma a queste condizioni non è più possibile. Facciamo lavori importanti a livello nazionale, le possibilità ci sono, ma per poter prendere certi lavori si deve avere il supporto delle banche che, a me è capitato, non si capiscono neanche tra loro, facendoti perdere tempo prezioso». Aziende locali che, per Albanese, hanno come la sua, tutte le opportunità di andare avanti per affrontare mercati nuovi, con l’idea di innovarsi, ma per farlo ci devono essere le condizioni. «Noi non vogliamo soldi e assistenzialismo, ma che almeno si possa partire dagli stessi presupposti di tutte le altre aziende italiane, con un costo del denaro che non sia per noi maggiore, per non parlare del resto». Un ragionamento rafforzato da un dipendente, impiegato in azienda da tanti anni, il quale racconta di una realtà nella quale lavora che, fino a qualche tempo fa da Taranto in giù, era una delle poche aziende ad aver predisposto i turni di notte per portare a compimento il lavoro. «Nonostante tutte le difficoltà e i problemi continui, la verità che ad oggi siamo quindici famiglie che vivono grazie alla Joe Albanese. Si devono tutelare le aziende che hanno dipendenti perché crollate queste, la disoccupazione, già a livelli gravi, non potrà che aumentare». E.A. Tra tra dissesto e procedure di riequilibrio finanziario Il rischio dissesto per i Comuni è una spada di Damocle, che non fa avere sonni tranquilli a molti sindaci ed amministratori. Infatti, sono circa 180 i Comuni in Calabria a rischio deafault. Come disinnescare il rischio bancarotta? Sicuramente con l'adozione di un Piano di riequilibrio finanziario. Nel numero di domenica scorsa si erano descritti gli “svantaggi” derivanti da tale procedura. Con la seconda parte di oggi, si tratteggeranno i “vantaggi”. I Comuni, che si dotano di un proprio Piano di riequilibrio, possono accedere al Fondo di Rotazione, disponendo di immediata liquidità di cassa. Lo Stato prevede, infatti, una anticipazione a valere sul Fondo di Rotazione, per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali. Con apposito Decreto del Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, sentita la Conferenza Stato - Citta' ed autonomie locali, sono stabiliti i criteri per la determinazione dell'importo massimo dell'anticipazione attribuibile a ciascun ente locale, nonché le modalità' per la concessione e per la restituzione della stessa in un periodo massimo di dieci anni, decorrente dall'anno successivo a quello in cui viene erogata. Per la determinazione dell'anticipazione, nei limiti dell'importo massimo (fissato in euro 300/abitante per i Comuni ed in euro 20/abitante per le Province o per le Città' metropolitane) e della disponibilità annua del Fondo di Rotazione, si dovrà tenere anche conto delle previsioni del Piano di riequilibrio pluriennale, relative all'incremento percentuale delle entrate tributarie ed extratributarie e relative alla riduzione percentuale delle spese correnti. L'iter procedurale prevede che entro 10 giorni dalla data della delibera di Consiglio comunale di ricorso al Piano di riequilibrio pluriennale, lo stesso sia trasmesso alla competente Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, nonché alla Commissione, di cui all'articolo 155 del Tuel. Entro 60 giorni, un'apposita sottocommissione della predetta Commissione, svolge la necessaria istruttoria, al cui esito la sottocommissione redige una relazione finale. La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, entro 30 giorni dalla data di ricezione della relazione, delibera sull'approvazione o sul diniego del piano, valutandone la congruenza ai fini del riequilibrio. In caso di approvazione del Piano, la Corte dei Conti vigila sull'esecuzione dello stesso, adottando apposita pronuncia, in sede di controllo. Ai fini del controllo dell'attuazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale approvato, l'organo di revisione trasmette al Ministero dell'Interno, al Ministero dell'Economia e delle Finanze ed alla competente Sezione regionale della Corte dei Conti, entro quindici giorni successivi alla scadenza di ciascun semestre, una relazione sullo stato di attuazione del Piano e sul raggiungimento degli obiettivi intermedi fissati, nonché, entro il 31 gennaio dell'anno successivo all'ultimo di durata del piano, una relazione finale sulla completa attuazione dello stesso e sugli obiettivi di riequilibrio raggiunti. Oggi, i Comuni finanziariamente a rischio sono di fronte ad un bivio: o mettere a posto i propri conti, ripulendo il bilancio da tutte quelle poste inesigibili o, peggio, fittizie, di cui sono stati farciti, pur di mantenerne un apparente equilibrio, oppure accedere al Fondo di Rotazione, adottando un Piano di riequilibrio, per assicurare liquidità di cassa ed evitare, così, il dissesto. Una delle due strade è obbligatoria. In entrambi i casi si dovranno operare scelte drastiche, ma necessarie per evitare disastri finanziari per le casse comunali e per le tasche dei cittadini. Walter Scerbo DOMENIICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 10 DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 11 Parlando di... PROGETTI A COLLOQUIO CON ANTONIO SCALI “Il progetto Grande Gioiosa” Riduzione dei costi della politica, legalità, differenziata e problema dell’acqua. Il candidato a sindaco ha discusso con noi le sue proposte elettorali per i gioiosani. KATIA CANDIDO Quali sono gli impegni elettorali con i cittadini che meglio qualificano la lista Progetto Grande Gioiosa che lei guida? Il programma che abbiamo elaborato è molto vasto, comprende le proposte di interventi per la rivalutazione del centro storico, per il migliorare l’arredo urbano, interventi nel sociale ma anche sullo sport e tempo libero, collaborazione con la Scuola, iniziative commerciali, artigianali e agricole, la programmazione urbanistica, dotare il nostro comune di un Piano Strutturale Comunale (PSC), in stretta relazione con il Piano Strutturale Associato, ecc… Ma i punti essenziali sono: RIDUZIONE COSTI DELLA POLITICA Ridurre le indennità di almeno il 30% dei massimali con risparmio di 30-35 mila euro annui. LEGALITÀ Riproponiamo alcuni interventi dal programma della lista Gioiosa che Cambia: monitoraggio di tutti gli spazi pubblici indebitamente occupati da privati; contrasto attivo alle molteplici violazioni del codice della strada; sottoscrizione di un Protocollo di legalità tra Comune e Prefettura di Reggio Calabria alla luce della Direttiva del 23 giugno 2010 “Controlli antimafia preventivi nelle attività «a rischio» di infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali”. RIORGANIZZAZIONE RACCOLTA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI E PROBLEMA ACQUA La raccolta differenziata prima di tutto, ispirandoci ai modelli di “Roccella” e “Riace” . Mentre per il problema acqua la situazione è molto complessa per cui evitiamo di fare pro- messe che possano prevedere la soluzione a breve scadenza. Come intende risanare i conti del Comune? Iniziare con una accurata ricognizione dello stato dei conti comunali ereditato dalla precedente amministrazione, quindi ispirarsi al principio: pagare meno, pagare tutti. L’avvenuto taglio dei trasferimenti erariali al comune e le conseguenze della legge sulla revisione della spesa pubblica, hanno fatto sì che per il mantenimento dei servizi pubblici dovranno essere individuate nuove entrate sopportate da tutti i cittadini in misura proporzionale alle loro capacità contributiva. Come pensa di coinvolgere i cittadini nelle attività amministrative comunali? Sarà dato spazio al Bilancio Partecipativo: rete di assemblee nelle varie zone del paese al termine delle quali i cittadini che vi partecipano segnaleranno come e dove investire una quota del bilancio comunale; sarà costituita la Consulta Migranti: includendo i cittadini stranieri presenti nel territorio comunale. Saranno migliorati i rapporti con la Consulta Giovanile che sarà chiamata sempre più spesso a collaborare con l’amministrazione comunale; rivalutazione della Pro Loco, nel cui comitato direttivo è già prevista per statuto la partecipazione di un rappresentante dell’amministrazione comunale. Come intende reimpostare il Turismo? Come trasformarlo da Turismo estivo “mordi e fuggi” in Turismo stanziale e distribuito in tutto l’arco dell’anno. Il patrimonio storico e artistico di Gioiosa Ionica dispone è in un avanzato stato di degrado per citarne qualcuno: Il Naniglio autentico patrimonio archeologico e artistico, impone il reperimento l’utilizzo di tutti i fondi necessari per costruire un Parco Archeologico accessibile dal punto di vista didattico e turistico. Festa di San Rocco deve diventare un’occasione sempre più concreta di rilancio dell’immagine di Gioiosa Jonica e della sua economia diffusa. SAN LUCA Fallito il tentativo di giungere a una proposta politica unitaria Un gruppo di alcune diecine di persone di San Luca, si è riunito nella sala Consiliare del comune, convocati da altri cittadini tra cui il portavoce Bruno Bartolo, per discutere sulla situazione amministrativa del paese e per ragionare sull'opportunità di unire le forze politiche del paese per costruire una lista unica, con le migliori risorse umane e politiche del paese, e quindi un programma di azione politica e sociale tale da cercare di sollevare la comunità dal torpore politico e dall'indifferenza con la quale parte del paese, pare voglia affronta- re la scadenza elettorale per l'elezione della nuova amministrazione. La riunione è stata vivace ed interessante per la qualità degli interventi e delle proposte operative oltre che per i toni costruttivi. Sembrava che tutto si orientasse verso il confezionamento di una proposta politica unitaria da proporre ai probabili candidati di altre liste, i cui nomi già circolavano nella riunione. Si è pensato di nominare una commissione per incontrare i rappresentanti delle liste in predicato, giacché, ancora non c'erano nomi sicuri. La commissione, composta da tre cittadini, il giorno successivo, ha incontrato i probabili capo lista delle altre formazioni politiche, senza riuscire ad intavolare un discorso di tipo unita- rio, poiché ognuno di loro intendeva continuare per la propria strada. Preso atto della situazione e dell'impossibilità di costruire un nuovo modo di vedere l'impegno politico, orientato solamente al bene del paese. Per una seconda riunione è stata scelta ancora la sala del Consiglio comunale per dare alla riunione stessa un senso civico e di trasparenza voluto dai cittadini riuniti; l'assemblea. preso atto dell'indisponibilità delle altre forze in competizione ha deciso di non continuare nell'dea. Il portavoce Signor Bruno Bartolo ha ringraziato tutti i cittadini riuniti i quali hanno dichiarato, anche se sollecitati da molte persone a costruire, ugualmente, una lista in competizione, di non voler continuare, a dimostrazione che l'iniziativa non era tendente a fare una nuova lista, ma solamente a dare al paese una amministrazione unitaria e nell'interesse unico della collettività sanluchese, con l'intento di sviluppare progetti per il lavoro, la giustizia sociale, la cultura, la legalità e la trasparenza. Fortunato Nocera Quest’estate il mare sarà pulito? Cari sindaci e non meno cari cittadini della Locride, l'estate si avvicina a passi veloci e mi permetto, in questa situazione di crisi esasperata, soprattutto nel nostro meridione del Paese, di segnalarvi alcune considerazioni. Spero che tutti i sindaci dei 42 Comuni che compongono quest'area si siano attrezzati per garntire il mare pulito, insostituibile risorsa nel panorama della desolazione produttiva che attanaglia il nostro Sud. Dunque immagino che tutti siano a posto con i depuratori e siano sorretti dal massimo di funzionalità, anche sotto sforzo. Immagino anche che siano state disposte verifiche sugli scarichi in mare e disposto controlli estivi anche verso i titolari di esrcizi sui lungomare. Spero inoltre che siano state predisposte apposite squadre di pulizia delle spiagge e messo a punto una strategia di raccolta differenziata che, ahimè, si pratica, in molti casi, solo nel periodo estivo. Che stranezza! Resta da considerare il problema costo degli affitti e del soggiorno in albergo nonchè la politica dei prezzi e l'accoglienza dei villeggianti. Anche l'anno scorso non pochi appartamenti estivi sono rimasti inaffittati: prezzi alti, servizi locali carenti. Si potrebbe lanciare una campagna nazionale per praticare le ferie estive in Calabria, nella Locride, offrendo il canone estivo a prezzi ridotti del 30 o 40%. Qualche sconto consistente dovrebbero praticarlo anche le compagnie aeree e gli alberghi di zona. Farei analoga proposta per il noleggio di auto per periodi settimnali e curerei i collegamenti fra Lamezia e la Locride. Infine terrei sotto controllo i prezzi per evitare che lievitino proprio durante il periodo estivo deprimendo ulteriormente il livello dei consumi e attenzione alla continuità dell'erogazione dell'acqua. Spenderei qualche raccomandazione circa l'accoglienza. Siate cordiali e disponibili il più possibile. Costa niente e serve molto all'affidabilità degli esercizi. Al bando qualsiasi atto di vilenza ed è bene che la vigilanza municipale sia sempre sul campo, di giorno e di notte. Episodi come quello di Gioisa Marina dell'estate lasciano il segno in maniera forte. Franz Foti DOMENICA 28 APRILE 2013 12 DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 13 Polaroid Primo compleanno per il capitolo Gelsomni BNI Italia Si è tenuto al club Paradise Beach l'anniversario per il primo anno della Bni di Siderno, Business Network International. La rete di imprese e professionisti è tra le più diffuse al mondo. Il gruppo reggino, prime nel meridione, inizialmente composto da 7 membri, a distanza di 12 mesi ne conta ben 24. La rete è suddivisa a livello territoriale in capitoli, quello di Siderno è chiamato dei Gelsomini. Il comitato sidernese nonostante la sua giovane età vanta già un primato: un comitato tutto al femminile composto dal presidente Rosalba Romeo, vice presidente PROVINCIA ARCIPESCA SIDERNO ILARIA AMMENDOLIA Volontari eccellenti nonostante la mancanza di mezzi Una delle realtà positive della Locride è certamente quella del Centro italiano Protezione Civile Arcipesca Fisa sezione territoriale di Siderno, diretto dal Presidente Maria Bizzantini. Una realtà che conta circa sessanta volontari. Molto intensa e qualificata è stata finora l'attività dell'associazione. I volontari di Siderno hanno dato prova della loro efficienza e di una eccezionale capacità di pronto intervento in occasione dello sbarco di migranti sulla spiaggia di Locri. Erano passati solo venti minuti dalla richiesta di aiuto e già i giovani dell'associazione erano stati in grado di dare i primi soccorsi a coloro che erano giusti sulle nostre coste spinti dalla disperazio- ne e motivati dalla necessità di cercare una vita migliore in Europa. Diverso il comportamento di chi ha disposto il loro immediato rimpatrio in Egitto, senza alcuna istruttoria, per verificare se tra i richiedenti asilo vi fossero state persone che avrebbero potuto avere lo status di perseguitati politici. Certo l'associazione ha bisogno di tante cose. Per esempio una macchina della colonna mobile regionale è stata consegnata all'associazione, ma altre cose da troppo tempo mancano. Infatti si è in attesa di una Defender che, secondo nostre informazioni, giacciono in locali regionali e che potrebbero essere impiegati in operazione di prevenzione, aiuto e soccorso alle nostre popolazioni in caso di bisogno. Tuttavia accanto alla sezione di Siderno del Centro di protezione civile Arcipesca si nota un interesse pari al motivato e disinteressato impegno dei suoi dirigenti partendo dal presidente Bizzantini. Molteplici sono le attività sul territorio, infatti giorno 11 del mese di febbraio sono stati fatti gli esami regionali Protezione Civile eseguito dal Dott. Salvatore Mazzeo e la sua commissione. Inoltre sabato scorso, 20 aprile si è concluso con l'esame finale il corso per ausiliari del traffico, riservato solo ai tesserati dell'Arcipesca, diretto da Settimo Ambrosio di Marina di Gioiosa Jonica. I corsi non terminano qui, infatti prossimamente ce ne saranno altri, e chiunque volesse partecipare può rivolgersi al centro com di Siderno. MONTEBELLO JONICO BOVALINO Ennesimo comune sciolto per infiltrazioni mafiose Cinque donne, cinque generazioni riunite in un unico scatto fotografico MARIA CRISTINA CONDELLO Anche il Consiglio Comunale di Montebello Jonico è stato sciolto per “infiltrazioni mafiose” seguendo in ordine di tempo quello di Melito Porto Salvo sul quale si era posata la scure della giustizia appena due mesi fa, in seguito all'operazione ADA. Arriva dunque una brutta doccia fredda per il comune montebellese, guidato dal primo cittadino Antonio Guarna che, pone, fine al suo mandato. Si attendeva infatti soltanto l'ufficialità delle decisioni che avrebbe preso il Ministero dell'Interno in seguito alla relazione redatta dalla commissione speciale che si era insediata a Montebello per ben 6 mesi dal 20 luglio dello scorso anno fino a gennaio 2013. Un intenso lavoro quello effettuato dalla terna commissariale, composta dal vice prefetto Alfonsa Caliò e dai funzionari Giuseppe Putortì e Pasqualina Dito, che hanno visionato l'attività del comune. Secondo le prime notizie che sono trapelate, sembrerebbe che lo scioglimento decretato dal Ministero dell'Interno, per la durata minima di 18 mesi, sarebbe stato motivato «dalla presenza di collegamenti diretti e indiretti tra componenti del consesso e la criminalità organizzata locale che hanno compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione comunale». Adesso gli unici comuni “ancora in vita” rimangono San Lorenzo, per il quale si aspetta la decisione del Ministero dell'Interno dopo i lavori della commissione d'accesso, Motta San Giovanni, Bova e Roghudi, senza considerare Condofuri, dove da poco tempo è iniziato il nuovo corso con l'elezione del primo cittadino Mafrici. Una situazione che getta la cittadinanza ancora una volta nel caos in quanto ci si sente nuovamente senza dei riferimenti istituzionali. Bisognerà capire ora quali saranno le prossime mosse da parte della commissione prefettizia che a giorni sarà chiamata ad insediarsi nei locali di via Portovegno per permettere al comune di proseguire le proprie attività. Si chiama Erondina Camera Faustina, l’arzilla e lucida signora brasiliana (la prima a sinistra, nella foto) che ha festeggiato 101 anni con la nipote Maria Jose Dos Santos Matos moglie del nostro concittadino Cecè Nastasi, non vedente, 75 anni, finalmente sposi nella Chiesa Matrice di Bovalino Superiore con cerimonia officiata da padre Giuseppe Castelli, parroco di Bovalino, il 3 gennaio scorso. Era un appuntamento molto importante per non festeggiare la nonna che la nipote Maria avrebbe voluto a Bovalino. La figlia con la quale vive, 62 anni, non se l’è sentita di farle affrontare un faticosissimo viaggio. Ed allora non c’è stato nient’altro da fare che partire da Bovalino con Cecè Nastasi, la figlia Heide Lucinda De Matos Paiva e la nipotina (figlia di Heide) Ingrid Lorrany De Matos Paiva ed andare in Brasile per incontrarla ancora e festeggiare i suoi 101 anni. La foto che la signora Maria ci ha dato ritrae quindi 5 generazioni. In DOMENIICA basso da sinistra la signora Faustina con la figlia (deceduta qualche anno fa), dietro la pronipote Heide e la signora Maria e al centro, in alto, la studentessa liceale Ingrid. Cecè Nastasi ci racconta che è stato un viaggio lunghissimo perché da San Paolo a Bahia ci sono 2.400 chilometri da percorrere ancora in aereo e poi altri 250 per la cittadina di Itape dove vive l’anziana signora la quale è fiera di aver generato 13 figli, “La nonna, dice Maria, è nata il 6 aprile del 1912, sei giorni prima dell’affondamento del Titanic”. La signora Faustina ha promesso che il prossimo anno, con la volontà del Signore, vuole conoscere Bovalino, e noi glielo auguriamo di cuore. 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 14 Danila Marzano e la segretaria Francesca Albanese, che sostituiscono i vecchi quadri, Paolo Commisso, Maria Raschellà e Massimo Diano. Nota di merito per l'organizzazione impeccabile della serata curata dalla Ideeventi di Marina di Gioiosa. I membri del Bni si incontrano settimanalmente per scambiarsi referenze, consigli, esperienze. Questi incontri sono proprio il punto di forza di questo tipo di network dato che permettono ai professionisti di conoscersi direttamente e non solo on line. STRADA INTERROTTA A GALLICIANÒ Il comune, distratto, lascia soli i propri abitanti a risistemarla MARIA VALENTINA ATTINÀ «È da più di un mese che- afferma Fortunato Nucera, socio della “Cumelca”- l'antico borgo di Gallicianò, frazione del Comune di Condofuri è isolato dal resto del mondo». Era, infatti, il 18 marzo quando, a causa di piogge persistenti, la strada di collegamento a Gallicianò, S.P. 100, si è interrotta, riportando il cedimento di parte della carreggiata oltre al muro di contenimento. «Tale problematica non è stata improvvisa -sostiene Nucera- poiché già in epoche passate la strada era stata oggetto di ripetuti cedimenti, ai quali le scorse amministrazioni, compresa quella della triade Commissariale, hanno posto soluzioni provvisorie che hanno soltanto parzialmente risolto il problema o più precisamente l'hanno rimandato fino ad oggi». In data 19 marzo 2013, il Sindaco di Condofuri, Avv. Salvatore Mafrici ha provveduto, come da prassi, alla chiusura della strada tramite ordinanza Sindacale, in attesa di trovare una soluzione al problema. «Questo è sicuramente -continua Nucera- l'iter da seguire in questi casi, nessuno lo mette in dubbio, ma all'atto pratico, con tale ordinanza, il Sindaco ha esiliato il borgo di Gallicianò e con esso i suoi abitanti. Non esiste, infatti, un'arteria secondaria che da Gallicianò conduca a valle, se non quella di “San Simio”, la quale però verte in condizioni ancor peggiori di quella principale. Per gli abitanti del piccolo borgo grecofono non resta quindi che una lunga e tor- tuosa strada che porta prima a Roccaforte del Greco e da lì fino a Melito di Porto Salvo. Non è possibile, dunque, neanche lontanamente immaginare di poter percorrere tale tragitto, se malauguratamente si dovesse raggiungere in tempi brevi l'Ospedale “T. Evoli”a causa di un malore improvviso». Nella giornata di Domenica, a tal proposito, una delegazione di abitanti di Gallicianò ha deciso di rimboccarsi le maniche e far da se. Armati di buona volontà, hanno seppur in modo non convenzionale provvisoriamente arginato il problema, in modo da consentire, semmai fosse necessario, il passaggio ad Ambulanze o a qualsiasi mezzo di primo soccorso. «L'amministrazione comunale -conclude Nucera- si è inizialmente interessata sebbene, poi, in concreto non abbia fatto nulla, tranne proclami a mezzo stampa. Si poteva e si doveva fare di più». LOCRIDE Gli indignati della Locride Bivongiwood Le colline della Locride come quelle della California. Su Bivongi campeggia un’insegna blu che fa concorrenza a quella ben più famosa e maestosa che sovrasta la città di Los Angeles. Hollywood e Bivongi. L’una famosa per essere la patria delle belle speranze e del cinema e l’altra per le alluvioni, i suoi monumenti storici e lo spopolamento. Due insegne e due destini. Hollywood e Bivongi. Nella prima foto. Il 19 aprile è stata un'altra giornata di super lavoro per i vigili del fuoco, impegnati a spegnere i cassonetti e cumuli di spazzatura dati alle fiamme da ignoti, esasperati dalla mancata raccolta. La scena si ripete in zone diverse della città quasi quotidianamente. A rischio la salute dei cittadini. La foto è stata scattata a Locri. Seconda immagine. La pista ciclabile al Lungomare di Locri lato sud. Anziani e disabili non vi possono accedere. Tutti lo sanno già da anni e nessuno ha mai preso provvedimenti. A mio avviso deve essere rimossa la transenna e, multare all'istante coloro che, con gli automezzi violano il divieto d'accesso. Non è la transenna che permette di rispettare le Leggi, tutti i giorni ci sono trasgressori che accedono con vetture dal lato Lido Ultima spiaggia e, mezzi che vi accedono lato fiumara. Pertanto la transenna vieta la fruizione a coloro che non deambulano. Infine foto numero tre. Bianchina d’epoca a Locri in Via Oliverio. Incuriosita da questa vecchia bianchina (con la scritta vendesi affissa sia davanti che dietro la macchina senza alcuna marca da bollo) mi sono avvicinata per poterla osservare e sono rimasta sorpresa quando ho notato che L'assicurazione era scaduta da anni. Ma, pensavo, davvero carina la vettura ma, per stare sul suolo pubblico tutti gli automezzi devono essere assicurati, ed invece questa da mesi sta lì posteggiata in attesa di acquirente. Ma se malauguratamente un'automobilista la urtasse? E poi c'è un'altro aspetto, per colpa di questa vettura fuorilegge, spesso per andare al lavoro non trovo posteggio, forse se la custodisse in luogo privato sarebbe meglio per tutti, ciò tenendo conto che il prorpietario (del negozio vicino), ha un terreno proprio di fronte con la scritta parcheggio clienti supermercato, anche qui si potrebbe discutere! la Riviera La fattoria didattica di Melito Porto Salvo su Canale 5 Domenica scorsa, in diretta all'Arca di Noè, su Canale 5 è andato in onda un servizio sulla Fattoria didattica “Clodiloa” che ha sede a Melito di Porto Salvo. L'oggetto del servizio sono state le varie specie di galline presenti nella fattoria. Ferdinando Logorelli, biologo, ecologo ed educatore, che è responsabile dell'iniziativa insieme a Stephanie Guillemet, animatrice socio-culturale, e a tanti appassionati del mondo animale, ha presentato alcune delle varie specie di galline ornamentali. La fattoria didattica “Clodiloa” è nata per passione e amore verso la natura, in particolare verso gli animali da cortile, e si propone, oggi, di offrire ai sui visitatori una riscoperta delle tradizioni locali, usi e valori semplici legati alla terra, di tempi che sembrano ormai inesorabilmente persi e lontani, sostituiti dai ritmi della vita frenetica moderna. Molte le attività espletate anche sul territorio grecanico e reggino che hanno permesso i vari appassionati ed ai cultori di questi animali di poter apprendere novità in materia e conoscere nuove specie. Maria Cristina Condello In viaggio con... Adele Cambria alla scoperta del Mito della Magna Grecia “In viaggio con la zia, con due bambine alla scoperta del mito della Magna Grecia”. È questo il titolo dell'ultima fatica letteraria di Adele Cambria, edito da Città del Sole, che verrà presentata il prossimo 30 di Aprile alle 17:30 nella sala del Consiglio Comunale di Bova nell'ambito delle iniziative promosse dall'Assessorato alla Cultura del centro aspromontano. “È una storia che tutti più o meno conosciamo - dice l'autrice - ma che nessuno può dire di avere letto o ascoltato davvero con la passione che merita, fino a quando non trova la chiave della sua personale interpretazione della leggenda, del mito” Ogni ragazzo e ogni ragazza sceglierà, solo dopo avere vissuto diverse esperienze, la storia che più lo riguarda”. Presenti all'incontro oltre ai locali amministratori ed all'autrice, anche Pasquale Faenza (Storico dell'arte e conservatore di beni culturali) e i giornalisti Aldo Varano ed Emanuela Martino. Eleonora Iaria DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 15 i avete aspettata con curiosità M essere colta con forma e c Arancia Elettronica e sono nata nel brillante idea della giovane imprend Da me puoi trovare proprio di tut elettrodomestico ed una vasta gam telefonia, informatica e televisori e, gamma di video games. Accompagn Daniela Commisso “Da piccola dicevo: da grande venderò radio” Daniela è una bambina timida con un’idea fissa nella testa, la radio. Dentro casa è un vulcano di energia. E’ fuori dalle mura domestiche che la sua indole introversa prende il sopravvento. L’occupazione principale? Montare, smontare ed assemblare i componenti della sua radiolina da cui non si separa mai. L’infanzia vola spensierata e nel “fuggi e via” con le compagne di “marachelle”, risuonano ancora trilli assordanti di campanelli di malcapitate abitazioni e risate fragorose di fanciulezza. Arriva l’adolescenza che l’effervescenza caratteriale di Daniela prende il posto alla timidezza, oramai lontano ricordo. Nei quindici anni di vita avviene la metamorfosi. Complice un’investitura a rappresentante di classe al “T. Marconi” e la spalla sempre presente dell’amica Natalina, rendono l’occasione buona per tuffarsi nelle cause studentesche, sempre pronta ad invocare lo sciopero “difendi-diritti”. Così idealista al Emanuela Pianta punto tale che nega di riconoscere una certa Stefania, unica presenza accertata su ogni registro scolastico. Quella Stefania sarà nella vita, la sorella maggiore. Adesso, Daniela è una giovane donna imprenditrice ed una carriera tutta in ascesa. Adesso difende i diritti del suo consumatore e prepara quotidianamente lo staff di Arancia Elettronica a raggiungere nuovi traguardi professionali. Super donna, super mamma e super “capo”. L’ambizione da adulta? Soddisfare il desiderio del momento per lasciare il posto al nuovo. “Io che pensavo di realizzarmi altrove” Come ci finisce Emanuela nel mondo dell’elettronica appartiene all’imprevedibilità della vita. Anche perché la sua timidezza che a tratti sfiora anche l’imbarazzo ad aprirsi al mondo esterno la accompagna nel suo cammino di bambina, fatto di pochissime parole, tanti dolci sorrisi ed una testolina, così matura e saggia per la giovane età, sempre intenta a sognare un futuro altrove. Passa l’adolescenza accompagnata dalle note di Musica E’ del mitico Eros Ramazzoti ed Emanuela si ritrova già donna alle prese con i primi lavoretti che rafforzano ancor più la sua inclinazione alle responsabilità. Esperienze che non riescono, però, a garantire una piena indipendenza economica che, all’età dei diciannove anni bussa alla sua porta e le apre un mondo fatto di capacità da acquisire nell’elettronica, mansioni di grande responsabilità ed un team di altrettanti giovanissimi da imparare a conoscere e con cui istaurare un lavoro di squadra. Oggi Emanuela ringrazia quella timidezza, compagna Marco Fedele di vita, perché le ha fatto nascere una voglia crescente di entrare in contatto con più gente. La sua ambizione? Arrivare ad una lusinghiera età pensionabile e nello scorrere a ritroso la sua vita poter dire agli uomini e donne che hanno fatto Arancia Elettronica: “ricordate come eravamo”? “Capitano della Guardia di Finanza. Una Panda 45 gialla ed una bugia benevola.” Un bambinone proprio discolo ma pieno di energia e voglia di divertirsi. Così comincia la storia di Marco. Circondato da un esercito di cugini, in totale sei, che diventano anche i suoi compagni di giochi. Tutti stretti dentro una Panda 45 color giallo canarino, dove ci finiscono anche due vicini e la mamma alla guida. Certo non il massimo della sicurezza ma dell’allegria di sicuro. Altri tempi. Altre storie. Fatte di urla della zia Renata che piange i suoi roseti stracciati dalle pallonate, di pomeriggi passati nello scantinato a giocare a freccette, all’insaputa dei grandi convinti che l’impegno sia rivolto allo studio. Le giornate anche per Marco passano all’insegna del diktat “devi studiare” ma l’occasione è sempre propizia per scappare all’Ymca dove ad attenderlo ci saranno risate, giochi e tanto divertimento. Nella mente di Marco si fa strada l’idea del sogno di diventare un giorno capitano della Guardia di Finanza, lo affascina il mondo della divisa militare e le sue regole. Arriva la maturità ed ora, la mitica Panda si tinge di bianco. Una vecchia Sony del 1996 lancia le note di Sweet Dreams dei La Bouche, splendida colonna sonora per rimorchiare le pulzelle. Almeno così pensa Marco. Arriva l’età adulta. Quella delle responsabilità e della serietà. Marco finisce quasi per caso da Arancia Elettronica. Un colloquio di lavoro come tanti ed una bugia detta a fin di bene che apre la strada alla sua realizzazione personal e . Quando la giovane Daniela chiede delle sue conoscenze informatiche, Marco risponde: “Io? Informatico provetto”. Marco vuole ottenere a tutti i costi quel lavoro e la tecnologia informatica in quegli anni ha il sapore della scommessa e del futuristico. Marco punta e Vince! Perché l’ambizione è “se cresce Arancia, cresco anche io”. Carmine Lopresti “Io che costruivo zattere di legno per super motoscafi telecomandati” Come può passare la sua infanzia un bambino molto timido che vive, per giunta, in periferia lontano dalla confusione e dal movimento del centro cittadino? Se si chiama Carmine il tempo è tutto dedicato ad un pallone, un fratello inseparabile, compagno di giochi e di avventura e l’ingegno a costruire giochi rudimentali con tutto quello che capita sotto mano. Quanta l’invidia di Carmine per quel motoscafo telecomandato venuto dalla fredda Torino in vacanza al mare ma sfidato dall’ingegnosa “zattera in legno” con un’elica a motore, ricavata dal phon della mamma! Bravo Carmine! (Torino 0 - Gioiosa 1), alla faccia dell’industrializzazione nordica. Insomma, la vita di Carmine scorre molto tranquilla e pacifica, ad eccezione di qualche piccola baruffa innocente ed adolescenziale condivisa sempre con il fratello “eroe”. Anche il cuore lo divide con Domenico. Due fratelli, sposano due sorelle! Carmine è già ragazzo quando si cimenta nei primi lavoretti. Esperienze professionali il Raffaele Gallo “Io e l'elettronica. La passione di una vita.” Raffaele ha compiuto sei anni da Arancia Elettronica. Adesso è pronto per andare in prima media! Quella di Raffaele è la storia di un bambino molto timido che, nel tempo, è cresciuto tanto in altezza ma conserva tutto quel carattere schivo e riservato della tenera età, in cui la sua stessa ombra poteva creargli imbarazzo. Un'infanzia fatta di giochi semplici per dare libero sfogo alla fantasia ed una televisione da idolatrare, una rarità nel 1965, strano a dirsi ma vero. Eppure quel tubo catodico segnerà la vita di Raffaele e la sua inclinazione a scoprire e manipolare l'elettricità. Di tempo da trascorrere a guardare la tv ce n'era ben poco e tra un lavoretto domestico e l'altro, nessun interesse per sport o motori, l'unica evasione di Raffaele è sintonizzare una radiolina Mivar, scelta al posto di una bicicletta per il regalo di cresima del nonno. Il tempo passa e scorre tanta elettricità nelle vene di Raffaele che DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 16 div appr elet all'e qua anni ne q all'Ip dera sua di v Dan avve amb tinu à. Adesso sono pronta per colori nuovi. Mi chiamo l novembre del 2006 dalla ditrice Daniela Commisso. tto. Dal grande al piccolo mma ed assortimento di , da oggi, anche una vasta no il mio cliente nelle scel- te di consumo, rispondendo alle richieste di qualità e prezzo concorrenziale. Da qui l’esigenza di ingrandire e riorganizzare gli spazi espositivi con una guida segnaletica ai vari reparti. Cambio di look al mio colore arancio, segno di solarità e positività come lo staff che lavora per me. La sua professionalità e cordialità con quel pizzico di simpatia che non guasta mai, fidelizza ogni giorno migliaia di clienti. Io sono il frutto genuino, semplice e vero della tecnologia! Vieni a gustarmi!”. a cura di Loredana Alvaro Elena Sgrò “Volevo fare lo scienziato. CERN di Ginevra, arrivo!!!” r sfidare cui minimo comune denominatore è la manualità. Ma è nel lontano 1999 che l’incontro con Daniela Commisso segna così bene la sua vita professionale, da durare fino ad oggi con Arancia Elettronica. La sua ambizione è che Arancia ne abbia tanta nei suoi confronti perché Carmine vuole migliorare giorno dopo giorno. venta rendista ttricista età di attordici i ed ottiequel diploma psia tanto desiato. A diciotto anni la vita si accende a colori nell'attività via Aracri, fino all'incontro con niela Commisso con cui inizierà la sua entura da Arancia Elettronica. La sua bizione è “un flusso di esperienze in conuo e non andare mai in corto circuito”. Quando Zanichelli scrive sul suo Vocabolario la parola logorroica, alla voce sinonimo troverete: Elena! Perché fin da bambina il suo interloquire è un fiume in piena di parole. Inarrestabile. Irrefrenabile. Ecco a voi la “bambina dei perché”. Un milione di domande affollavano la sua testa ed al povero “malcapitato” finito nella sua rete restava solo una chance, la fuga. Eppure, quella curiosità infinita racchiusa in uno scricciolo di bimba, nel crescere, si trasforma in piccolo ingegno. E quell’affare a forma di semiluna, alla storia cornetta del telefono o microfono, non serve ad Elena solo come mezzo efficacissimo di comunicazione, ma diventa il suo laboratorio di esperimenti. Micro interventi chirurgici su cavi telefonici le apriranno il suo mondo popolato da processori e sistemi operativi. Intanto, l’adolescenza scorre spensierata, anzi “corre” sulle due ruote di un Booster che macina chilometri “in branco” con gli amici di avventura, su e giù con il motocross a Zammariti, di cui la cicatrice alla caviglia è un ricordo indelebile. Tutta l’adrenalina in corpo si placa quando Elena alza il naso all’insù a guardare le stelle. Adora l’Astronomia, la studia e si fa cullare da galassie e costellazioni. Meno male che c’è la mamma a Nicola Alvaro riportarla con i piedi sulla terra. Lei è la sua ancora. È giunta l’ora di andare all’Università ed Elena è indecisa tra un corso di Fisica a Padova e quello di Storia a Cosenza. Sceglie l’ultimo che le riserva una grande sorpresa. Dallo scoglio insormontabile di Bibliografia, Elena si concederà una pausa sabatica e li avverrà l’incontro con Arancia Elettronica. Nasce una grande storia d’amore: Elena e la tecnologia. Tutto sommato se l’ambizione da piccola era il CERN di Ginevra, Elena in Via Enrico Fermi già si trova! “Un martello sulla gip. Mamma la sto aggiustando!” Quando il Padre Eterno crea il movimento, Nicola nasce. Stare fermo per lui è fisicamente impossibile. Nulla di strano per un bambino vivace e curioso che associa al suo spirito la pazzesca voglia di ridurre in mille pezzi ed assemblare ogni giocattolo, ogni aggeggio elettrico, ogni ingranaggio che produca un rapporto di causa-effetto. Un'attitudine alla “distruzione” la chiamano in famiglia. Nicola non la pensa affatto così. “Mamma la sto aggiustando”, quando iniziò a colpire con un martello una gip telecomandata. Poi arriva il momento delle sfide a pallone con gli amici d'infanzia e le prime responsabilità scolastiche che se potesse le scamperebbe tutte. Il ragazzo, però, bene si applica nel costruire piccoli prototipi di elettronica da esibire come un mausoleo nella sua stanza di adolescente. Un esempio, una vecchia autoradio incassata nel legno e due altoparlanti ed un'antenna d'auto posta su di essa e voilà il sistema audio è pronto. L'adolescenza è a bordo del mitico Si Piaggio, sudato con piccoli lavoretti dopo scuola, ovviamente anch'esso vivisezionato per rendere il motore più efficiente. Nicola v u o l e cavarsela da solo e salta da un lavoretto all'altro fino all'esperienza formativa fuori regione che lo riporta nel 2010 a casa. Ad Arancia Elettronica dedica dedizione, interesse e…tanto amore. L'ambizione è raggiungere alti livelli di efficienza perché “lo dobbiamo alla nostra clientela.” DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 17 1 PRESIDENZIALISMO DI STRADA/ a cura Domenico Angilletta Un giorno si parte per fare il giro della Locride per carpire i pensieri della gente. Un tour che parte da Marina di Gioiosa Jonica, Locri, Siderno e Gioiosa Jonica. È sabato pomeriggio in piazza Zaleuco a Marina di Gioiosa, e Ugo in veste di speaker per un momento ci fa rivivere le stesse emozioni che provammo da ragazzi quando seguivamo tutto il calcio minuto per minuto. Questi sembra la reincarnazione di Niccolò Carosio, di Enrico Ameri oppure di Sandro Ciottti: «siamo a trecento e passa voti, annuncia, ma siamo ancora ad un quarto dello spoglio; dopo mezz’ora ritorna per l’aggiornamento e dice: ormai abbiamo superato i settecento voti, Giorgio è stato riconfermato per la seconda volta e mentre ci tiene aggiornati la piazza si riempie di amici e conoscenti come se ci fossimo dati appuntamento. La contentezza per essere usciti, almeno per il momento, da questa situazione di stallo, traspare da tutti i volti o almeno quasi. Ognuno di loro vorrebbe dire la sua e ci si rende conto che anche questa volta la nave, colta dalla tempesta, è arrivata in porto grazie a capitan Giorgio. «L’abbiamo scampata» - dice Luciano, quarantenne, professionista, cittadino attivo, col solo difetto di essere stato lì a guar- 4 dare durante le elezioni comunali con i risultati a tutti noti: un’amministrazione commissariata. Luciano è simpatizzante del Centro sinistra; è un progressista, ed ama molto la sua Gioiosa , la Calabria ed il Meridione, per cui soffre nel vederla saccheggiata sistematicamente da una classe dirigente corsara ed analfabeta. Nel commentare l’elezione di Giorgio non nasconde la delusione e l’amarezza di fondo per aver visto il Centro sinistra sfilacciarsi al proprio interno e non aver saputo trovare una soluzione sul Presidente. «Questo Grillo e la sua pervicacia ha fatto rinascere Berlusconi ed il berlusconismo che sembrava morto, ma che ha saputo –come l’araba fenice- rinascere dalle proprie ceneri». Anche Gino e Riccardo sono della stessa opinione e con amarezza aggiungono che la grande occasione, quella storica, per cambiare il Paese è stata buttata a mare. «Fortuna che abbiamo Napolitano, Con questo giovane demolitore, rottamatore, deja vue, che sfida Grillo ci trasferiamo nuovamente a Marina di Gioiosa e quantunque non sia una di quelle belle giornate andiamo a passeggiare come d’abitudine sul Lungomare. La giornata come dicevamo non è molto soleggiata, c’è scirocco ma ciò nonostante ci sono sempre i turisti che si riversano dalla Piana ed i soliti cittadini della Vallata del Torbido. L’argomento clou è ovviamente la politica e l’elezione di Napolitano. Il nostro primo interlocutore questa volta è Francesco, per gli amici Ciccio, persona che molti stimano, professionista, uomo molto attivo e di buon spessore culturale. Ciccio si è formato nel mondo del riformismo socialista e piuttosto che approdare nella casa di Silvio come è accaduto ai vari Brunetta o Con questo giovane ci trasferiamo nuovamente a Marina di Gioiosa, andiamo a passeggiare sul lungomare dicono, altrimenti bisognorebbe inventalo». Ma non tutti condividono questa opinione. Giuseppe per esempio, notoriamente bastian contrario, è incazzato perché è un’inciuicio, un accordo fatto dai vertici senza tenere conto della base che aveva indicato S. Rodotà e poi aggiunge «questo Napolitano da più di quarant’anni mi rompe le scatole». L’opinione di Giuseppe è condivisa sia da Domenico che da Raffaele anche loro professionisti con aree di appartenenza politica progressista. sebbene con delle sfumature diverse. Il primo, accanito antiberlusconiano, d’emblé se la prende col popolo italiano che non sa votare, poi se la prende con il PD che non sa proporre un presidente e cade sistematicamente nelle trappole di Berlusconi. Raffaele infine, con la solita ironia che lo contraddistingue, dice che la democrazia nel nostro Paese è finita, ed è finita da un bel po’ di tempo e che forse Sacconi, è rimasto legato al grande disegno riformatore del PD. Avrei potuto evitare di chiedergli la sua opinione perché la si legge dai tratti espressivi del volto. Ma Ciccio sa governare le emozioni , è un uomo che sa offrire contributi originali interessanti alle analisi quindi ne riportiamo qualcuno: «Questo PD ha fatto di tutto per riportare a galla Berlusconi. Questa chiusura di tutto l’apparato, questo arroccamento, come se si fosse in una fortezza, questa ottusità, ci ha fatto perdere l’occasione storica del cambiamento. L’elezione di Napolitano ha fatto gongolare Berlusconi che anche quando perde sei milioni e mezzo di voti, la debacle del Centro destra per l’appunto, riesce a governare. Oggi sono tutti ringalluzziti, i berlusconiani, dalla montagna che era loro caduta addosso si sono ripresi e quanto prima detteranno nuovamente le regole del gioco. E’ tornato infatti a parlare un Gasparri, e quanto prima rivedremo un grande latitante come Pierferdinando Casini: che tristezza ! Un partito che non ha saputo eleggere un Presidente!» La Locride dopo la rielezione di Napolitano 6 Come ultima tappa intervistiamo i giovani di Cinque stelle a Siderno ormai capitale della Locride Come ultima tappa la nostra inchiesta vuole prendere in considerazione le opinioni dei giovani di Cinque stelle numerosi e vivaci nella nostra zona. Anche questa volta chiudiamo a Siderno, ormai capitale della Locride, e i personaggi sono Nino, Mimmo e Dino. Sono tutti attivisti del movimento ed in diverse occasioni ho avuto modo di poter cogliere il loro desiderio di cambiamento. Si attivano per risolvere i problemi più urgenti del territorio come per esempio la spazzatura creando dei gruppi di lavoro. Per tutti parla Dino, giovane oserei dire in gamba, laureato col massimo dei voti in una università italiana del centro nord, barba incolta che ricorda i rivoluzionari d’altri tempi, il quale ci offre analisi che bisogna comunque prendere in considerazione se si vogliono capire la DOMENIICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 18 non c’è mai stata. Per lui da un pezzo è iniziata la Repubblica presidenziale anche se manca solo l’elezione diretta del Capo dello Stato. E più che «di repubblica presidenziale si tratta della vecchia dinastia sabauda sotto altre spoglie , dopotutto si dice che Giorgio sia figlio di Umberto II e che questa volta vedremo morire un Presidente nell’esercizio delle sue funzioni». Avrebbe voluto aggiungere altro ma insieme con Riccardo e gli altri condivide l’amarezza di non aver visto Stefano Rodotà candidato «forse perché, aggiunge, lo stesso è stato proposto da Grillo per spiazzare e rompere, con questa mossa, il Pd». Quando poi si passa alla mancata elezione di Romano Prodi allora convengono tutti che l’Italia ha perso una grande occasione per abbattere definitivamente Berlusconi ed il berlusconismo. «Prodi, commenta Riccardo, ha battuto per ben due volte Berlusconi, e stigmatizza per ben due volte, ha fondato l’Ulivo, il partito democratico e il centro sinistra. Aver silurato la sua elezione significa chiudere con uno dei più grandi protagonista del Paese. Questa Sinistra quando batte Berlusconi fa di tutto per riportarlo al governo. È paradossale ma è così. Berlusconi deve ringraziare il sig. D’Alema!» e lascia intendere che quanto prima si scatenerà la caccia ai franchi tiratori all’iterno del suo partito. Se sia iniziata la stagione del Presidenzialismo Ciccio non ce lo dice anche se lui di diritto costituzionale se ne intende, però il fatto che in questi vent’anni ogni governo non sia arrivato a termine perché sostituito da quelli del Presidente si chiamino “tecnici” oppure “terzo” è emblematico. Anche in questa occasione, purtroppo, «il novità delle ultime elezioni: «La rielezione di Napolitano, dice, è il chiaro segnale di un processo di Restaurazione per affossare una rivoluzione in atto. Certo anche noi abbiamo fatto degli errori con la nostra intransigenza iniziale. Tuttavia dal momento che nostra base ha scelto Rodotà e Prodi il Pd avrebbe potuto condividere la nostra proposta. E Napolitano in questo situazione non ha fatto altro 2 Domenica la nostra tappa è Gioiosa Jonica ed il suo mercato La nostra inchiesta prosegue all’indomani, domenica, e tappa obbligatoria è Gioiosa Jonica con il suo mercato che, da quanto sappiamo, risale ai tempi dei re aragonesi (XV sec.), quando Gioiosa ebbe per l’appunto questo privilegio. Siamo nella prima mattinata e qui oltre ai prodotti del territorio si incontrano persone che come d’abitudine, si recano non necessariamente per comprare o vendere ma per il mero bisogno di vedersi e scambiarsi le opinioni, dopo Presidente ne farà uno suo, è già di fatto repubblica presidenziale, manca solo l’elezione diretta del Capo dello Stato, e se avvenisse in questo momento per Giorgio sarebbe un plebiscito». Il nostro percorso non può non prendere in considerazione le opinioni di Carmelo, Aldo e Nicola che troviamo seduti sulla panchina della rotonda del Lungomare dove un tempo, agli inizi degli Sessanta, sorgeva il primo lido di Marina di Gioiosa. Sono tre persone molto affabili ed anche loro si raccontano le vicende di queste ore . A Carmelo abbiamo chiesto la sua opinione sull’elezione del presidente e lui ci ha risposto: «è un mossa giusta per risolvere la crisi che sta attanagliando il nostro Paese e che i partiti, specificamente il Pd, non hanno saputo risolvere». Chiamare in causa un uomo che ha superato l’ottansettesimo compleanno è termometro inquietante, preoccupante. Con la rielezione di Napolitano abbiamo per ora evitato una guerra civile che è alle porte. «Carmelo lascia spazio ad Aldo il quale, premessa la stima per Napolitano, aggiunge che “ si tratta sempre e comunque di che riportare la bilancia della storia indietro nel tempo, come se nulla in questo periodo fosse accaduto. Si ritorna nuovamente la linea dell’Austerity economica ignorando che a settembre, come dicono i nostri esperti non ci saranno neanche i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici. Siamo al collasso del Paese è uno scenario inquietante». Non la dice tutta Dino anche se dal suo volto traspa- tutto l’uomo come sappiamo è sempre e comunque animale politico per eccellenza. Le persone con cui parliamo sono nostri conoscenti e amici quindi proviamo sentimenti di stima. È Riccardo il nostro primo interlocutore, gioiosano doc impegnato in politica da quando era molto giovane, area di appartenenza centro sinistra, professionista con buona cultura, equilibrato, padre di due figli e amareggiato anche lui, non poteva essere diversamente visto i risultati, per quanto accaduto in questi quaranta giorni. È insieme a Luigi e Vincenzo e riportiamo la sua opinione anche se c’è già stato tempo per la riflessione. Riccardo come suo solito, non ha remore ed è molto schietto: «è il fallimento del Centro Sinistra che non ha saputo eleggere un presidente. Prodi o Rodotà. Nel primo caso ha giocato un ruolo determinante D’Alema che, secondo me, rimane l’im- putato principale, per il secondo (Rodotà) è stata una provocazione di Cinque stelle che ha spiazzato e spaccato il Centro sinistra. Si domanda: «Non è stato Presidente dei Ds, S. Rodotà? Non è per caso quell’uomo che sa recepire le istanze di cambiamento che i vertici del Pd non hanno saputo interpretare? E chiude così il discorso lasciando spazio a Luigi e Vincenzo. Costoro hanno opinioni molto simili e sebbene con Luigi si siano un po’ scontrati durante le primarie gioiosane, ma queste sono le regole della democrazia, adesso si trovano uniti nel condividere quel senso di impotenza che si vive da queste parti da chi vorrebbe dire di più e magari fare, in queste occasioni. Luigi è un cinquantenne, artigiano imprenditore e alle primarie ha votato Renzi del quale però non condivide ultimamente le sue sortite e il suo eccessivo presenzialismo mediatico. Vincenzo, uomo che ormai si avvia alla Settantina chiude invece questo nostro primo giro di interviste raccontandoci anche i suoi trascorsi politici di quando si iscrisse per la prima volta al Psi, di Aniasi, di Mancini e della gloriosa tradizione di questo partito la cui storia purtroppo è nota a tutti. Anche lui avrebbe voluto Romano Prodi come Presidente della repubblica ma rimane entusiasta del coraggio di Napolitano, che avrebbe ben meritato di andare in pensione. rattoppo ad un abito o vestito logoro». Il nostro giro di interviste a Marina di Gioiosa si chiude con Nicola, artigiano in pensione, che ha avuto sempre simpatie per la Destra ma che non nasconde l’apprezzamento per Napolitano che considera saggio. «È un’ulteriore prova di saggezza di Napolitano, dice, accompagnata da coraggio encomiabile, data l’età, per cui io non posso che essere contento». E mentre esprime questo concetto non si trattiene dall’esprimere la sua indignazione nei confronti del suo ex segretario politico G. Fini: «quest’uomo , finisce, ha tradito la Destra ed ha rubato la mia buona fede e di tante altra persone che ai quei valori ci ha sempre creduto». Giuseppe infine un moderato, anche lui professionista in pensione, non può che essere contento perché sembra che il Paese con la rielezione di Giorgio sia uscito dalla situazione di stallo. La nostra inchiesta sarebbe veramente monca se non andassimo in giro alla ricerca di quei giovani che sono sempre e comunque e per fortuna il futuro della nostra nazione. re che, forse anche loro hanno perso, con questa chiusura, la grande occasione storica per cambiare il Paese, dopo tutto loro, quelli della jonica, il governo con Bersani l’avrebbero voluto e il treno come si dice “non passa mai due volte”. Adesso ci toccherà rivedere probabilmente Topo Gigio oppure Letta, alla faccia del nepotismo e Berlusconi nuovamente ne esce indenne e vittorioso come se a provocare la catastrofe nel Paese fossero stati altri, degli alieni. Chiudiamo quesa nostra inchiesta con il commento di Armando, nostro amico: «la fortuna (il c….) di quest’uomo è incredibile, perde sei milioni e mezzo di voti, e trova sempre un qualcuno di turno, in questo caso un Grillo, che lo fa risorgere e lo riporta nuovamente al governo. Ci vuole c… nella vita e ricorda quel fortunato che cadendo in acqua e non sapendo nuotare esce col c… pieno di gamberi». Dopo tutto anche Napoleone diceva che più che bravi i suoi generali, dovevano essere fortunati. Fortuna o insipienza? 3 La nostra inchiesta continua in mezzo alle bancarelle di questa grandissima piazza La nostra inchiesta continua in mezzo alle bancarelle di questa grandissima piazza e casualmente incontriamo Giuseppe con consorte, un militare da poco in pensione che legato alla terra natia (Mammola-Siderno) non perde l’occasione per fare dei soggiorni a volte prolungati. Giuseppe è sessantenne, è un amico di vecchia data, tra l’altro compagno di scuola di mio fratello dalla medie sino al diploma di maturità; la sua vita, quella lavorativa l’ha passata in Toscana, a Firenze. Giuseppe è di sinistra un tempo avremmo detto comunista, comunque sia nessuno meglio di lui ci può descrivere il personaggio del momento che è per l’appunto Matteo Renzi, perché lo ha conosciuto in diverse occasioni, di persona: «ho avuto modo di conoscerlo a più riprese , mi dice e ti posso assicurare, che dopo l’ammaliamento iniziale che ha esercitato su di me, alla prova dei fatti si è dimostrato e si dimostra un venditore di fumo. È un politico d’immagine, che sa comunicare molto bene indubbiamente, ma come contenuti non ha nulla di serio. Quali sono i contenuti? Non li conosciamo. Sappiamo invece del suoi slogans come rottamazione, oppure casta , apparato ma ci dimentichiamo che anche lui è sulla scena plitica da quando avevasedici anni». Il nostro giro di interviste o piuttosto di raccolta di opinioni questa volta lo facciamo a Locri con alcuni studenti del Liceo classico. Si chiamano Gabriele, Francesco, Rebecca ma ci sono anche tanti altri a cui chiediamo la loro opinione sulla rielezione di Napolitano e se avrebbero voluto qualcun altro. A rispondere per primo è Gabriele, giovane sempre impegnato e attivo, il quale vuole, con diritto, essere protagonista del suo futuro. Mi dice che ha votato il Centro sinistra ma che avrebbe visto in Rodotà un valido presidente che avrebbe saputo in ogni caso traghettare il Paese in uno scenario più avanzato e democratico. Della stessa opinione è anche Francesco, mentre Rebecca avrebbe voluto come presidente una donna, la Cancellieri. E ce ne spiega le ragioni: «è molto competente». Quando poi le facciamo notare che è una persona che ha una dichiarazione di nove milioni di euro, lei piuttosto che driblare la domanda, risponde: «è un buon motivo per non rubare i soldi ai cittadini». 5 Il nostro giro di interviste questa volta lo facciamo a Locri con alcuni studenti del Liceo classico DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 19 La ... Gerenza www.larivieraonline.com [email protected] [email protected] Tel 0964/342679 la Riviera Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIO AMMENDOLIA, MASSI- Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri MO P ETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI. 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Dal cuore del popolo non è stato mai espulso a Bova Marina dove si ritroveranno in tantilavoratori, giovani, sindaci, Ilario Ammendolìa, che terrà il discorso ufficiale in Piazza Municipio alle ore 20,00- a sfilare con il passo cadenzato dalle note dell'Inno dei lavoratori. L'augurio è che il prossimo anno il Primo Maggio ritorni a Siderno , roccaforte del Sol dell'Avvenire. L’ANGOLO DI PARRELLO Un bambino A ucciso... spetta il suo papà al traguardo di una gara podistica. Ma non lo vedrà mai, perché dei delinquenti lo uccidono, facendo esplodere delle bombe sul percorso della gara. Centinaia di persone rimangono ferite a Boston. Il Presidente americano Obama si presenta subito in televisione a tranquillizzare tutti, promettendo, come poi avvenuto, che gli autori della strage sarebbero stati presto assicurati alla giustizia. Bene Presidente ma ciò non basta: tali misfatti devono essere prevenuti con intelligenza e forza. Perché fra pochi giorni, nessuno parlerà più del tragico fatto accaduto, mentre vi sono persone che per tutta la vita cammineranno con una sola gamba. Franco Parrello Edmondo De Amicis PASQUINO CRUPI I primi passi in letteratura Edmondo De Amicis (Imperia-Oneglia, 21 ottobre 1846 Bordighera, 1l marzo 1908) li muove al ritmo della fanfara militare e, infatti, scrive e pubblica su L’ “Italia militare”, organo del ministero della guerra, un buon numero di bozzetti, sorgenti dalla sua partecipazione alla guerra risorgimentale. Saranno editi in volume autonomo nel 1868 per i tipi di Treves, Milano, sotto il titolo La vita militare. Non vi ribollono i selvaggi spiriti bellicosi. È al rinsaldamento dell’unità d’Italia, vista come un valore assoluto, che Edmondo De Amicis indirizza la sua parola intenzionata. Sotto questo profilo, il “libro rispondeva bene alle necessità della situazione postunitaria, col suo tardivo spirito risorgimentale contrapposto ad ogni richiesta di Realpolitik, e incontrava le simpatie di una larga cerchia di lettori di gusti semplici e ideologicamente fermi al vecchio credo unitario” (C.A. Madrignani, Un educatore popolare-borghese: Edmondo De Amicis, in La letteratura italiana-Il Secondo Ottocento, Laterza, Bari 1975, pag. 579). Meglio, e di più, “alle necessità della situazione postunitaria” risponderà il libro Cuore (Treves, Milano 1886), decisa summula interclassista dove quella famosa terza elementare con la sua concordia discorde funziona come emblema della necessaria solidarietà nazionale. La questione sciale non vi è avvertita. Ma viene l’ora della svolta. Ha il suo cominciamento con Sull’ Oceano (Treves, Milano 1889), dove l’orizzonte ideologico e letterario si slarga fino a ricomprendere la questione sociale, prelevata dal lato suo più dolorante e sanguinante: l’emigra- zione dal Nord, dal Sud dalla Calabria verso l’America latina: Argentina, Brasile, Uruguay. Dal mondo del lavoro il De Amicis non si staccherà più, e lo attraverserà, puntando gli occhi sulla scuola del popolo, con Il romanzo di un maestro (Treves, Milano 1890), La maestrina degli operai (Ivi, 1895). Del 1899 è La carrozza di tutti. Scrive Benedetto Croce: “Da questo interessamento per la scuola del popolo nacque il De Amicis socialista” (B Croce, De Amicis, in La letteratura della Nuova Italia, vol. I, Laterza, Bari 1976, pag. 161). Non è esattamente a questo modo. Il De Amicis aderisce al socialismo nel 1890, due anni prima la nascita a Genova del Partito socialista italiano, quando ormai aveva 44 anni Non aveva mancato, del resto, il De Amicis di scrivere, per sommi capi, l’autobiografia indiretta della sua conversione al socialismo, come ne Il primo passo, frammento di un romanzo inedito e mai completato, e, più esplicitamente, in Come si diventa socialisti, accolti nel libro delle sue battaglie politiche e della sua passione socialista, Lotte civili (Nerbini, Firenze 1900). La pietà per i miseri, gli afflitti, gli oppressi, che Schopenauer disse “fondamento d’ogni moralità” , fu la spinta liberatrice che lo Copertina: La storia di Nando e Michele ILARIO AMMENDOLIA Nando e Michele erano cresciuti nello stesso Paese ma appartenevano a due mondi lontani. Eppure, per uno strano gioco del destino, le loro vite erano destinate a incrociarsi. Le vicende collegate alla Repubblica rossa di Caulonia rappresentarono il terreno del loro drammatico ed involontario incontro. Una strana storia quella di Nando, narrare la sua vita è conoscere la storia di quella parte di umanità, collocata, ai margini della società, forse, non immune da colpe, e formata da coloro che i perbenisti hanno sempre considerato “avanzi da galera” o “canaglia pezzente”. Gente sempre pronta a menar le mani e che quasi mai riesce a redimersi, perché l'ambiente di provenien- za li riassorbe nella propria miseria e nella propria abiezione. Forse Nando sarebbe diventato brigante se fosse vissuto nell'Ottocento e probabilmente, oggi, sarebbe stato attratto nell'orbita della ‘ndrangheta. Infatti, non si sentiva parte dello Stato, né della legge, né dell'ordine costituito che lo condannava all'emarginazione e alla subalternità, oltre che a una perenne lotta per la sopravvivenza. Da quanto abbiamo detto dovremmo concludere che fu un rivoluzionario o, almeno, un ribelle ma i conti non tornano. Infatti, egli fu uno dei giovani del paese a partire volontario per combattere la Repubblica spagnola espressione di un autentico sogno rivoluzionario. Da giovane era andato oltre i limiti della legge, ma i suoi furti erano limitati a degli ortaggi, a qualche gallina, a qualche carico di legna o di olive, a qualche capretto. Nella scelta tra furto e fame sceglieva il primo! Qualche volta gli era andata male come la notte che fu impallinato nel tentativo di raccogliere un paniere di pomodori. Un'altra volta fu colto in “flagranza” e arrestato mentre rubava un fascio di broccoli. Insomma il suo carattere ribelle e la sua vigoria fisica non andavano d'accordo con la rassegnata esistenza di gran parte del paese . Non partì per la Spagna per aiutare la falange franchista ma per sfuggire i morsi della fame diventando un mercenario. Non ha mai capito contro chi sparava durante la guerra civile spagnola. Lui non combatteva la repubblica spagnola di cui non conosceva nulla! La sua era una guer- ra contro la società. Nando non si domandava contro chi sparava, imbracciava il fucile e premeva il grilletto, senza farsi domande, per questo lo pagavano e lui questo faceva. E così continuò a combattere, dopo la Spagna fu l'Eritrea, ancora dopo la Grecia ed infine la Croazia. Ormai si era convinto che gli uomini o sparavano contro altri uomini o, qualcuno avrebbe sparato contro di loro. Nel 1945 fece ritorno a Caulonia. Per lui la lunga guerra sembrava finita. I fascisti l'avevano mandato a combattere, ora al Comune trovava gli antifascisti, “ma chi ci pensa a noi poveri Cristi?” pensava anche Nando. Così, quando scoppiò la rivolta di Caulonia e venne proclamata la “Repubblica rossa” lui si buttò dentro. Era il suo mare. Diventa membro del tribunale del popolo e venne incaricato ad eseguire le condanne. Cosa che faceva con puntualità e rigore. Nando non voleva essere un rivoluzionario. Nella sua testa non c'era una società da costruire ma solo una società da distruggere. La sua era una guerra contro la miseria, contro i tuguri senza luce nei quali era cresciuto, contro coloro che negavano agli altri uomini la dignità e l'uguaglianza, contro la morale ipocrita e crudele di cui era impregnata quella società. Non lottava in nome di idee che lui non poteva o non voleva comprendere, ma si ribellava agli uomini che si organizzavano lasciandolo fuori dalla porta. Forse amava la libertà! Non la libertà declamata nei libri, ma quel- DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 20 HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Giuseppe Patamia, ,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Antonio Cormaci, Giulio Romeo, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola. COPERTINE Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane Oggi la Festa dei lavoratori supera il secolo di sua vita. Non ha mantenuto la promessa di riscatto. Ma non importa. Resta perpetuo e invariato nel grande discorso per il Primo Maggio 1896, pronunciato a Torino, da Edmondo De Amicis, intellettuale socialista. E noi finché avremo vita, continueremo a sperare. portò sotto le bandiere del Socialismo, e da quel moto inesausto di pietà egli poi procedette per dare fondamento scientifico alle sue nuove idee, tra le quali spiccava l’idea, che tutte le riassumeva: la ricchezza, ovvero la proprietà privata, come fonte di ogni male e di ogni degenerazione. La studiò “nelle sue origini e nei suoi effetti”. E da qui, “intuì l’ingiustizia che presiede alla sua formazione nell’ apparente, non reale libertà di contratto tra chi compra il lavoro e chi lo vende; la figliazione mostruosa del denaro che mantiene delle dinastie di parassiti, vittoriosi fin dalla nascita nella lotta per l’esistenza e conquistatori senza lotta fino alla morte; l’esenzione iniqua della ricchezza dal debito che ella avrebbe verso la società per la grande parte in cui questa concorre a produrla; e riconobbe nei suoi istituti e nell’ opera sua la grande feudalità finanziaria, che non contenuta da alcun freno né di legge né di morale, posta quasi al disopra del diritto e dello Stato, fornita di tutti i privilegi delle antiche classi spodestate, allaccia nella sua rete il commercio, 1’industria, l’agricoltura, incetta e gioca le ricchezze nazionali, accaparra a suo profitto tutte le invenzioni a tutti i progressi, impone ad ogni cosa un balzello enorme che fa duplicare a tutti il lavoro a tutti [...], e raccogliendo a poco a poco nelle proprie la Riviera mani tutti i mezzi di produzione [...], tende a dividere la società in una piccola schiera di dominatori che avranno tutto e in una folla immensa che non avrà nulla” . Rimaneva il problema di come affrontare il passo decisivo del superamento del Leviatano e, quindi, della “trasformazione fondamentale di ogni ordinamento” dello Stato borghese. Non solo, allora, pietà per chi è caduto nella lotta per la vita; per “l’ esercito miserando dei fanciulli oppressi, con le facce smunte ed esangui, con le mani e coi piedi piagati, gli uni cadenti dal sonno, gli altri piangenti in silenzio” ; per le donne che hanno “brevi in loro la gioventù e la bellezza” e che “dopo aver perduto l’una e l’altra, logorate innanzi tempo dal lavoro, avranno una maturità più travagliata dell’ età bella, dei figliuoli poveri come loro, e una vecchiaia abbandonata, che finirà all’ospedale” . Ma anche rimedi. Insomma, cuore e dottrina. Per il Socialismo e il suo attuarsi Edmondo De Amicis scrisse numerosi articoli sull’ “Avanti!” e “Il Grido del popolo”. Pronunciò diverse conferenze. Parlò ad operai e a studenti. La sua parola fu sempre di misurata eloquenza, non scissa da decoro letterario. Ma palpitò di più nel racconto del Primo Maggio, grande metafora della redenzione umana, ed ad essa sopravvivente. Oggi la Festa dei lavoratori supera il secolo di sua vita. Non ha mantenuto la promessa di riscatto. Ma non importa. Resta perpetuo e invariato nel grande discorso per il Primo Maggio 1896 pronunciato a Torino da Edmondo De Amicis, intellettuale socialista, “educatore dei semplici [...], sobillatore raffinato dei sentimenti migliori nelle moltitudini [...], dirozzatore del gusto, [...], solerte seminatore di quella sana e profonda, senza che troppo ne abbia l’aria, filosofia della vita, che è fatta d’un vivace umorismo temperato di pianto”. Scrittore unico e solo in Italia e nel mondo che ritenne degno di essere raccontato in un intero romanzo il cammino del Primo Maggio. Egli lo scrisse, questo suo romanzo Primo Maggio, tra il 1890 e il 1893. Ma, poi, allarmato dalla coscienza di non essere stato all’ altezza della richiesta del tema aureo, non volle che fosse pubblicato. Ciò che avvenne tanti e tanti anni or sono, nel 1980, per iniziativa dell’ editore Feltrinelli. Mancava l’epifania dei lavoratori in letteratura. Edmondo De Amicis l’ha inverata. Si può dire che nulla più manca al Primo Maggio se non l’avverarsi del suo destino di pace, di uguaglianza, di fraternità. Finché avremo vita, continueremo a sperare. la vera! Quando questa appare un miraggio si tenta l'impossibile conquista di una liberà individuale che, spesso, è anche “libertà” rispetto alla legge ed alle regole create dalle classi dominanti per ingannare e sottomettere altri uomini. I combattenti della libertà furono sempre sconfitti. Nando venne condannato a morte senza alcuna sentenza. Riuscì a sfuggire alla pena di morte e al suo posto morì Michele. I carabinieri cercavano Nando datosi alla latitanza ma uccisero Michele che non aveva mai impugnato un'arma che non fosse la falce per mietere il grano. Anche quella mattina, Michele lasciò il tepore del suo letto, diede uno sguardo ai suoi cinque bambini mentre dormivano, salutò la moglie ed andò nella stalla a prendere l'asino. Si era alzato all'alba, in campagna c'era molto da lavorare . I cara- binieri lo confusero con Nando! Una pallottola rabbiosa, crudele, cattiva lo colpì alla testa mentre usciva dalla stalla. Quindi una seconda pallottola in pieno petto. Per Michele non ci fu scampo. I carabinieri avevano ucciso un innocente anche se nessun tribunale aveva condannato a morte Nando o Michele . Fu considerato “responsabile” di essersi alzato all'alba. Michele usava la zappa e la falce, lavorava la terra, era un contadino. Per la sua morte non ci fu alcun processo, nessuno pagò nè la famiglia ebbe alcun indennizzo. In fondo l'aveva ucciso “lo Stato” che “rappresenta tutti” ma non Michele, né quelli come Lui, né come Nando. Per lo Stato Michele era solo un contadino, quindi, era nessuno e, forse, proprio per questo Nando era diventato un ribelle. BENESTARE Un fatto del passato vissuto Il telaio a mano ll'inizio fu denominata la guerra lampo. Invece la seconda guerra mondiale durò ben cinque anni. Le conseguenze si sentirono di anno in anno sempre maggiormente anche perché ci furono imposte le sanzioni. Scarseggiavano i generi alimentari perché gli uomini validi erano chiamati a fare la guerra e, quindi, non potevano coltivare i campi. Scarseggiavano, soprattutto, fino al completo esaurimento i tessuti per confezionare i vestiti. Infatti, le relative fabbriche, quasi tutte ubicate al nord, furono trasformate a produrre materiale bellico. Necessità fa virtù. In diverse cose di Benestare esisteva il telaio a mano. Le donne lo adoperavano per tessere le lenzuola di lino, molto pregiate per la loro freschezza e morbidezza. Ben presto, col tessuto di lino confezionarono pantaloni e giacche molto buoni per l'estate. Con l'aggiunta di lana di pecora, filata, confezionarono vestiti e maglie per l'inverno. Impararono anche a colorare i loro lavori. La tessitura non si fermò al lino e alla lana, ma ben presto fu prodotta anche la seta. Si allevavano i piccoli bachi per un ciclo di circa due mesi. Era un lavoro di pazienza e diligenza. I bachi si dovevano nutrire con foglie di gelso bianco. Dovevano essere puliti e tenuti al caldo. Era una meraviglia vederli mangiare senza posa, dormire, crescere di giorno in giorno. Finito il ciclo, erano già grossi, si sistemavano su un ramoscello, appositamente messo e secernevano dalla bocca il prezioso, delicato e sottile filo di seta. In pochi A DOMENICA giorni formavano il bozzolo nel quale restavano chiusi. Alla fine si trasformavano in crisalidi. Se si lasciavano al loro destino, avveniva un'altra metamorfosi: la crisalide si trasformava in farfalla e bucava il bozzolo per uscire a volare in libertà. E' chiaro che il bozzolo bucato si ricavava la seta in pezzetti inservibili. Il lavoro per allevare i bachi, non era stato fatto, per, per vedere le farfalle volare di qua e di là, ma per un fine utile all'uomo: la produzione della seta. Così i bozzoli, appena finiti, venivano colti e immersi in acqua bollente per far morire le crisalidi chiusi dentro. Finisce, così, l'odissea dei bachi. Con una tecnica speciale, i bozzoli venivano filati e la seta raccolta in gomitoli e, quindi tessuta. Ritornando al telaio a mano, devo aggiungere che oltre al filo di lino, di lana e di seta, si tesseva anche quello di canapa e di ginestra per la produzione di tessuti più grossi e resistenti: sacchi, corde, tappeti, ecc. Infine, devo evidenziare che anche gli uomini che non erano stati chiamati a fare la guerra, ragazzi e anziani, lavoravano per la produzione della materia prima. Occorrerebbe un lungo trattato per esplicare come si producono le fibre di lino, di canapa, di ginestra; coltivazione, mietitura, macero, asciugatura, pulitura attraverso il “mangano”. Oramai sono cose passate e speriamo che non si ripetono più. Io, però, raccomando: chi ha i pezzi del telaio a mano, li conservi con cura: se non altro come ricordo il quale, pure, ha fatto un lungo pezzo della nostra storia. Antonio Scopacasa 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 21 DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 22 SPORT SERIE A Strama? Yes we can! MASSIMO PETRUNGARO Allenare l'Inter è la sfida più affascinante. Vincere sulla panchina nerazzurra è più difficile che farlo altrove perché la pressione è tanta, perché la piazza è impaziente. Nei suoi centocinque anni di storia, la Beneamata si è sempre confrontata/scontrata con Juventus e Milan. L'Inter è una squadra, che per dna, non conosce vie di mezzo: l'Inter non vince o perde, ma stravince o incappa in figuracce al limite del ridicolo. In più di un secolo di vita, i bauscia sono stati capaci di vincere due Coppa Campioni e due coppe Intercontinentali consecutive, lo scudetto dei record con Trapattoni in panchina, la miriade di trofei nel periodo Mancini - Leonardo, il triplete con Mourinho e perdere poi i casa contro il Lugano, perdere un derby per sei a zero, perdere in casa con Novara, Siena, Atalanta, Bologna...Se tifi Inter lo sai, non stai mai tranquillo, le coronarie sono sempre a rischio. Oggi, sulla panchina nerazzurra siede Andrea Stramaccioni, il più giovane tecnico della serie A. Un tecnico che, badate bene, da quando prese l'Inter in mano, a fine marzo dello scorso anno, è stato sempre in discussione. Perché è giovane, perché non ha fatto la gavetta opportuna, perché se alleni l'Inter non puoi dormire mai sonni tranquilli, neanche se ti chiami Josè Mourinho. Quest'anno poi, il tecnico romano avrà passato parecchie notti insonni a causa di una stagione che già a metà aprile va archiviata come negativa. C'è un vecchio adagio nel mondo del calcio che recita pressappoco così : “Se le cose vanno male, è l'allenatore che va cambiato”. Vale, varrebbe così anche per Strama? Stando alle parole del presidente Moratti, non solo l'attuale tecnico non rischierebbe il posto a cinque giornate dalla fine, ma sarebbe confermato anche l'anno prossimo, dalla serie, il gelato lo mangerebbe (per dire un po' che mangerebbe il panettone). Fa bene Moratti a pun- tare - almeno a parole - ancora su Stramaccioni, o le sue sono solo dichiarazioni di facciata e sta pensando in cuor suo ad un altro ribaltone in panca? Io sto con Stramaccioni, sono per la sua conferma. Andrea Stramaccioni ha un potenziale enorme, è uno che si intende di calcio, sa gestire lo spogliatoio, ci sa fare con i giovani. Quando l'anno scorso, all'indomani della sconfitta a Torino con la Juventus, prese in mano la squadra, ridiede nuovo vigore ad un ambiente demotivato dopo la serie negativa in cui si era infilata con Ranieri. È vero, oggi ha un punto in meno rispetto allo scorso anno, ma ha una rosa qualitativamente inferiore e la fortuna non è stata dalla sua parte. Ciò non vuol dire che è esente da colpe - spesso ha sbagliato l'undici iniziale, per poi correggerlo egregiamente in corso d'opera - , ma con la squadra al completo l'Inter era certamente da terza/quarta posizione. Più che altro, da Andrea Stramaccioni mi sarei aspettato un po' più spavalderia, un pizzico di incoscienza che se sei giovane devi avere. Mi sarei aspettato un suo veto sulla partenza di Coutinho, avrei tenuto Faraoni, uno tra Longo e Livaja non l'avrei fatto partire, qualche minuto in più a Benassi l'avrei concesso. Questo mi sento d'imputare a Stramaccioni. Perché non è colpa sua se la società gestisce nel peggior modo possibile l'affare Sneijder, non è colpa sua se praticamente per una stagione intera non hai Chivu, Stankovic, Obi, Mudingay. Non è colpa sua se per metà stagione perdi Milito per infortunio, e poi anche Palacio e Cassano si fermano per guai muscolari. Che colpa hai se ti fischiano rigori inesistenti in momenti della stagione cruciali e dal tre novembre non ne hai uno a favore, anche quando sono palesi? Ecco perché sono d'accordo nel confermare Stramaccioni. Perché resto convinto che sia un buon allenatore, perché come dice Moratti ha l'interismo dentro, perché dopo la debacle di Londra contro il Tottenham ha sfiorato l'impresa nel ritorno (se Cambiasso avesse segnato al novantesimo, 4-0 e inglesi a casa), perché ha vinto con Milan, Juventus, Fiorentina e Napoli, perché se ha una buona squadra in mano il suo lavoro lo sa fare. Per tutti questi motivi mi auguro che Stramaccioni sia ancora l'allenatore dell'Inter il prossimo anno. Vorrei solo, come detto sopra, che fosse un po' più incosciente, più sbarazzino, come è giusto che sia alla sua età. Perché meglio vedere un giovane tecnico che sbaglia, e non la conferma di un Presidente della Repubblica a ottantotto anni. DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 23 Parlando di... Reggina, risvegliati dall’incubo play-out Trecentosessanta minuti per compiere il proprio destino Un passo per volta. Quattro curve alla fine, trecentosessanta minuti per compiere il proprio destino. La Reggina oggi disputerebbe i play-out, strettoia che equivale a lanciare una monetina per aria. Trentotto giornate sono sufficienti per capire che l’attuale posizione in classifica è meritata e dovuta (soprattutto) alla qualità generale dell’organico, non eccelsa. Non è il momento migliore per simili considerazioni, da capire invece come gli amaranto potrebbero raggiungere la salvezza diretta. Servono tre vittorie in quattro partite, snodo fondamentale il prossimo impegno con il Brescia, mancare l’appuntamento con i tre punti significherebbe dover disputare con ogni probabilità lo spareggio salvezza. Pur affrontando un avversario ostico, la Reggina si guarda alle spalle e può accennare un sorriso: il Vicenza infatti farà visita al Livorno, l’Ascoli ospita il SPORT TAURIANOVESE Welcome back eccellenza! Welcome back, Eccellenza. Dopo 1435 giorni la Taurianovese riassapora il dolce gusto del massimo campionato regionale a conclusione di un lungo cammino che l’ha vista in testa per tutto il girone di ritorno. Un successo arrivato qualche minuto dopo il triplice fischio dell’arbitro Belligerante che aveva sancito la fine del match vinto per 4-2 contro il Rizziconi. Bisognava attendere la fine della gara di Marina di Gioiosa e alla conferma del 2-1 in favore degli jonici ecco che scoppia la festa in campo e sugli spalti, con squadra e tifosi in visibilio prima negli spogliatoi e poi per le vie della città. Una gioia collettiva che permette alla Taurianovese di festeggiare per la seconda volta nella storia un primo posto in campionato: l’ultima volta era accaduto nella stagione 1999/2000 allorquando i giallorossi, sulla cui panchina sedeva Franco Viola, conquistarono il torneo di Prima Categoria. Da lì in poi tanti playoff, anche una Coppa Italia, ma mai un primo posto finale. Cosa nuova in Promozione anche per Peppe Giovinazzo, raggiante a fine gara. “Un successo meritato – ha dichiarato – e che personalmente voglio dedicare, come ogni mia vittoria, a mia madre che non c’è più ma anche ad altre due persone importanti per la nostra città e che anch’essi ci hanno lasciati quali Totò Viola e il dottore Walter Mallamace”. Raggianti a fine gare anche il presidente Francesco Giovinazzo e le due bandiere Sasà Caruso e Sasà Alessi. Giovinazzo ha voluto dedicare la vittoria al padre Mimmo “per gli sforzi fatti in questi anni insieme a Franco Viola e Peppe Brilla la stella della Restart nel firmamento della ginnastica ritmica reggina Nel Campionato interregionale di specialità, svoltosi a Spoleto (22-24 Marzo), in rappresentativa della Restart ha brillato la stella nascente della ritmica reggina, Francesca Spanti. Un importante competizione agonistica che ha visto la partecipazione di 245 ginnaste e ben 82 Società provenienti dalle diverse Zone d'Italia; in particolare, erano presenti per la Zona Sud: Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. All'Interregionale di Spoleto, la giovane ginnasta reggina ha conseguito un brillante risultato: medaglia d'argento, con un punteggio totale di 11,400. Nella gara individuale di specialità per attrezzo, Francesca Spanti ha difatti eseguito con abilità tecnica, eleganza e armonia di movimento, una straordinaria performance con la palla. E' con rinnovato entusiasmo, passione ed impegno che la giovane “specialista”ha poi partecipato al Campionato Nazionale di ginnastica ritmica, ospitato nel PalaPajetta di Biella ( 20-21 Aprile). Un alto livello di preparazione tecnica e formazione atletica ha dunque caratterizzato la finale nazionale di Biella. La giovane atleta della Restart, nonostante la difficile e agguerrita competizione con le altre ginnaste italiane, ha tenuto molto bene la gara, posizionandosi al 14° posto nella classifica generale. Dal 2005 ad oggi, la ritmica Restart ha ottenuto risultati soddisfacenti e gratificanti, impegnandosi quotidianamente nella formazione atletica e nella crescita individuale di bambine ed adolescenti. Una sfida molto difficile ed ambiziosa per l'allenatrice della Restart Marilena D'Arrigo, che nonostante le gravi difficoltà logistiche organizzative, causate soprattutto da carenza di strutture adeguate per lo svolgimento delle lezioni, da sempre offre il suo impegno indefesso, la passione sportiva ma soprattutto il grande amore per la ginnastica ritmica. Un grande esempio quindi di abnegazione e sacrificio per realizzare un bel sogno,ma soprattutto un progetto di vita per tante giovani e promettenti atlete reggine. Associazione Sportiva Ritmica Restart Tennis: Floriana Giannotti brilla nelle prove “Kinder sport” Brillante affermazione della giovane tennista sidernese Floriana Giannotti che nelle prove del circuito regionale “Kinder Sport” disputatesi a Gioia Tauro ha vinto meritatamente sia nel tabellone degli Under 14 che,sorprendentemente, anche in quello riservato agli Under 16. La giovane tennista, si allena ormai da tempo presso il Tennis Club Siderno. Sotto le cure del maestro Francesco Commisso e del preparatore fisico Francesco Tropiano, stà acquistando sempre più sicurezza nei propri mezzi e quest'anno sembra avere iniziato la stagione agonistica con la giusta determinazione per fare vedere i suoi progressi. Nel tabellone Under 14 di Gioia Tauro, la Giannotti ha battuto in semifinale la pari età Faraone Rita con il punteggio di 6/3 7/5. In finale invece ha vinto su Reda Francesca per 6/1 6/2. Nella gara riservata alle Under 16, Floriana ha superato ai quarti Francesca Orlando per 6/1 6/0; in semifinale ha battuto Claudia Alvaro 6/4 6/1 ed in finale ha avuto la meglio su Viviana Vigliante per 6/3 6/1. a.t. DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 24 Verona di Mandorlini, per entrambe sarà complicato giungere alla vittoria. Doppio scontro diretto invece ai margini della zona play-out, LancianoCrotone e Bari-Spezia. Due i fattori che possono confortare Pillon. Innanzitutto il tecnico amaranto ritrova la coppia Di Michele-Comi, entrambi assenti contro il Crotone. Gerardi e Campagnacci hanno mostrato volontà ma scarsa intesa e Giovinazzo i quali hanno contribuito a creare questa grande realtà portandola dalla Terza Categoria sino all’Eccellenza”. Emozioni a raffica per Caruso e Alessi, sempre presenti nei momenti storici della compagine giallorossa e che apparivano particolarmente commossi a fine gara. Per quanto concerne la gara accade tutto in un tempo. Taurianovese che spinge sin da subito trovando il vantaggio dopo 3’ con un bolide di Vitale. La reazione del Rizziconi non tarda e prima Di Dio viene smarcato da Fanelli battendo Spingola a tu per tu. Poi il numero 10 ospite si mette in proprio e realizza un calcio di rigore. La squadra di Giovinazzo, complici le notizie provenienti da Marina, ribaltano la situazione. Prima con Alessi, bravo a resistere palla al piede in area di rigore alla marcatura avversaria e a scagliare in rete da pochi passi. Quindi ancora Vitale di precisione mette a segno il 4-2. Al 34’ Carbone viene steso in area di rigore da Fedele e si guadagna un penalty che lui stesso mette a segno spiazzando Foti. Nella ripresa i taurianovesi amministrano e con Secondi, appena entrato, mancano di un soffio il pokerissimo. Fanelli, sul fronte opposto centra la traversa su punizione. Poi una lunga attesa, in particolare dal triplice fischio dell’arbitro alla fine della gara di Marina di Gioiosa. Che arriverà dopo un paio di minuti, con la squadra raccolta a centrocampo ad ascoltare la diretta radiofonica e subito dopo ad esultare. La Taurianovese torna cosi, con pieno merito, in Eccellenza. tratto d a polisportivataurianovese.blogspot.com 60 56 56 51 51 48 48 DAVOLI 39 GIMIGLIANO 3 9 PALMESE GALLICESE REGGIOM. GIOIOSA J. BIANCO M.GIOIOSA dai play-off, prevedibile la voglia di ritrovare la sesta piazza. Le stesse motivazioni (quasi) animeranno le due squadre, pleonastico a questo punto focalizzare l'attenzione su aspetti tecnico-tattici. E' la forza dei nervi, assieme alla condizione fisica, a fare la differenza nel rush finale. Per provare a rialzarsi e risvegliarsi dall'incubo, la Reggina deve lottare principalmente contro sè stessa. (p.r. - rnp) la Riviera di... Play Off e Play Out: fissate le date, la finale regionale Juniores sara Corigliano-Roccella Sarà Corigliano-Roccella la finale del campionato regionale Juniores. Le due contendenti, vincenti della fase a gironi delle semifinali, si affronteranno in campo neutro ancora da definire il prossimo 1° Maggio alle ore 15:30. Di seguito i risultati che hanno qualificato le due squadre nei due raggruppamenti CAMPIONATO ECCELLENZA DATE SVOLGIMENTO PLAY–OFF E PLAY-OUT Eventuali spareggi promozioni e/o retrocessioni dirette mercoledì 1 maggio 2013 (gara unica in campo neutro) PLAY-OFF 1° turno domenica 5 maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) Finale domenica 12 maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) PLAY-OUT domenica 12maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) CAMPIONATO PROMOZIONE DATE SVOLGMENTO PLAY–OFF E PLAY-OUT Eventuali spareggi promozioni e/o retrocessioni dirette mercoledì 1 maggio 2013 (gara unica in campo neutro) PLAY-OFF 1° turno domenica 5 maggio 2013 CLASSIFICA 36 N.GIOIESE 6 9 SERSALE CATONA RENDE 63 36 GUARDAVALLE 5 8 CASTROVILLARI 3 5 ROCCELLA 5 4 SAN LUCIDO 3 4 SILANA 26 ACRI 44 SOVERATO 4 3 BRANCALEONE 1 4 PAOLANA 39 SIDERNO 11 ISOLA C.R. 37 BOCALE 37 (gara unica sul campo della migliore classificata) Finale domenica 12 maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) Gare eventuale spareggio vincenti Play-Off domenica 19 maggio 2013 (gara unica in campo neutro) PLAY-OUT domenica 12maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) Modifiche al programma gare CAMPIONATO PRIMA CATEGORIA DATE SVOLGIMENTO PLAY–OFF E PLAY-OUT Eventuali spareggi promozioni e/o retrocessioni dirette domenica 12 maggio 2013 (gara unica in campo neutro) PLAY-OFF 1° turno domenica 19 maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) Finale domenica 26 maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) Gare eventuale spareggio vincenti Play-Off domenica 2 giugno 2013 (gara unica in campo neutro) PLAY-OUT domenica 19 maggio 2013 (gara unica sul campo della migliore classificata) TRENTESIMA GIORNATA BRANCALEONE - PAOLANA CATONA - N.GIOIESE GUARDAVALLE - CASTROVILLARI ROCCELLA - ACRI RENDE - ISOLA C.R. S.LUCIDO - BOCALE SIDERNO - SOVERATO SILANA - SERSALE PROMOZIONE CLASSIFICA TAURIANOV. capacità di costruire pericoli, importante riaffidarsi ai principali marcatori e giocatori di maggior qualità presenti in organico. Il rendimento esterno del Brescia l’altra ancora di salvezza: le rondinelle sono quasi implacabili al ‘Rigamonti’, da play-out invece il cammino lontano da casa. La sconfitta patita nel posticipo in casa del Verona ha confermato le difficoltà esterne e ricacciato la formazione di Calori fuori RIZZICONI 36 POLISTENA 34 VILLESE 34 BOVALINESE 3 3 MONTEPAONE2 6 S. CALOGERO 2 4 REAL CZ -1 2 TRENTESIMA GIORNATA BOVALINESE - M. DI GIOIOSA GALLICESE - POLISTENA GIOIOSA J. - V.VILLESE MONTEPAONE - DAVOLI PALMESE - S.CALOGERO R.CATANZARO - TAURIANOVESE REGGIOM. - BIANCO RIZZICONI - GIMIGLIANO Il Marina crede nel miracolo Credere ancora nel miracolo dei play off. A Bovalino oggi pomeriggio per giocarcela a viso aperto sperando nel passo falso del Gioiosa contro la Villese nel calcio nulla è impossibile questo in sintesi e il commento del dopo gara dei giocatori del Marina di Gioiosa che hanno compiuto domenica scorsa l'ennesima impresa battendo la vice capolista del campionato di promozione. I ragazzi di Gianni Scigliano sono concentrati a chiudere in bellezza questa stagione che rimane in ogni caso esaltante al di la dei possibili Play Off. Terza vittoria consecutiva quella di domenica contro la Gallicese che si è dovuta arrendere alla forza dei giallorossi che hanno disputato l'ennesima prova maiuscola tra le mura amiche . Ancora lui Pasquale Patrizio il jolly della squadra giallorossa il migliore in campo grazie a una rete straordinaria ha spianato la strada alla vittoria al Marina di Gioiosa come quindici giorni fa contro il Polistena questo giocatore rimane un vero lusso per questo campionato .Il pre- sidente del Marina Vincenzo Tavernese dopo la vittoria contro la Gallicese si è complimentato con tutta la squadra con lo staff tecnico per l'ottimo campionato fin qui disputato dai suoi ragazzi :” Peccato in questo grande campionato disputato dalla mia squadra ci manca la ciliegina sulla torta i play off ci dispiace ma ancora tutto può accadere andremo oggi a Bovalino e ci giocheremo la nostra partita senza regalare niente a nessuno come abbiamo sempre fatto in questa stagione , siamo consapevoli che raggiungere i play off è difficile ma nel calcio non si sa mai noi guardiamo a casa nostra abbiamo un gruppo solido che vuole provarci fino alla fine per cui attendiamo questa ultima giornata per tirare le somme. Come società siamo contenti lo stesso del campionato fin qui disputato da tutta la squadra credo che se non avessimo perso per strada alcune partite saremmo stati con largo anticipo nei play off il tutto è coinciso con l'assenza anche del nostro uomo migliore Matteo Carbone assente per infortunio nelle gare più importanti del torneo. Tutto può ancora succedere c'è intanto la certezza che in questo campionato tutta la nostra squadra ha raggiunto un efficiente grado di maturità e soprattutto abbiamo avuto modo di apprezzare la crescita costante dei nostri under che sono un patrimonio importante per il futurodella nostra squadra che costruiremo il prossimo campionato partendo da alcune basi solide ”. Gianni Scigliano vuole chiudere con una vittoria il campionato:” Sono contento della prova dei miei che anche domenica sono stati superlativi, tutti insieme continueremo a crederci non abbiamo nulla da perdere e ci giocheremo la nostra partita anche a Bovalino sperando nel miracolo altrimenti saremo contenti lo stesso del campionato disputato in questa lunga stagione ”. Oggi a Bovalino i giallorossi saranno seguiti da un nutrito gruppo di tifosi per quella che sarà l'ultima gara di una stagione da incorniciare . Nicodemo Barillaro DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 25 DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 26 BIBLIOTECA MERIDIONALISTA Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza Un viaggio in bicicletta, e un diario, realizzato nel 1897 alla fine dell’Ottocento dopo un cammino compiuto nel 1874 per valli e monti calabresi, che costituì la seconda parte di un libretto sulle condizioni economiche e amministrative delle Province Napoletane. Luigi Vittorio Bertarelli, industriale milanese, pioniere del turismo moderno, principale animatore e dirigente del Touring Club Italiano, è il protagonista del primo viaggio. Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua incredibile impresa: percorrere in bicicletta cinquecento chilometri in soli cinque giorni, da Reggio Calabria ad Eboli, con l’intenzione di far conoscere la Calabria agli italiani. Il suo Diario di viaggio riflette una cultura enciclopedica, osserva tutto ciò che incontra, ed è incuriosito non solo dalla flora e dalla fauna, ma principalmente dagli uomini e dalle loro attività, il cibo, il lavoro e la lingua. Il racconto è abbastanza spedito e il piglio leggero, anche se qualche volta cade nel luogo comune e la schiettezza generale può sprofondare in qualche scempiaggine, come a Scilla dove dice che “le donne sono – mi dissero – famose per la bellezza. Ma puzzano tanto che a me parvero tutte brutte”. Comunque, il carattere fondamentale dei viaggi in bici del Presidente del TCI è la sua curiosità geografica, che sostanzialmente gli permetterà di operare una mappatura cartografica delle regioni meridionali. Bertarelli è visto come un alieno dalla gente, chi lo incrocia per strada, il più delle volte, “si smascella dalle risa”. Gli chiedono se è inglese. Una donna lo saluta e gli dice: “Venite dall’America?” In fondo, le condizioni di vita sono estremamente difficili e il protagonista del viaggio non tarda ad accorgersene. La natura è selvaggia, segue il suo corso. L’imprenditore milanese non crede ai suoi occhi davanti allo spettacolo della natura, memorabile e insieme esteticamente inimitabile. Non mancano anche note degne di una onestà intellettuale che gli consente di giudicare in maniera trasparente la società calabrese, in netta controtendenza con lo stereotipo della terra infestata da briganti. Annota: “La sicurezza è dappertutto piena e intiera, almeno da dieci anni; non vi sono affatto malviventi di mestiere, si potrebbe andare attorno coll’oro in mano; le popolazioni sono ospitali, le osterie sono rovinate dalle ferrovie…le lotte politiche sono assai accentuate; l’istruzione poco meno che nulla; i libri stampati, nell’interno del paese, non si sa cosa siano; i reati di sangue frequenti fra compaesani per questioni di gelosia, di sette, di donne e per ubriachezza, mai a scopo di furto o di rapina. Il protagonista del secondo viaggio è Leopoldo Franchetti che nel suo Diario scrisse pagine, pur ostiche alla prima lettura, degne di far parte di una considerazione di tipo creativo e artistico, una commozione disciplinata che si trova nella descrizione dei paesi, nel parlare della vita dei contadini e del loro ingrato lavoro, il tutto con il corretto riferimento al fatalismo, a loro favore, dei signorotti locali. Molto puntuale è infatti l’analisi della situazione sociale, laddove parla di “una classe di grandissimi proprietari dei quali buona parte ha residenza in paese ed amministra da sé i propri fondi, piccoli principotti gelosi della loro onnipotenza quanto dei loro guadagni materiali. Essi hanno, specialmente in Calabria, una piccola forza armata ai loro ordini”. Questi guardiani non sono altro che persone pregiudicate. I signorotti sono così rapaci che a loro non interessa che le loro terre producano molto, ma che il prodotto sia di loro proprietà e che i pochi che dipendono da loro siano assolutamente Il viaggio in bicicletta di Bertarelli e il diario Franchetti loro schiavi. Quella che Franchetti chiama ignoranza dei diritti è comune a tutti gli abbienti della regione. Non manca di evidenziare la condizione infima delle donne, la quale è determinata non solo dalla sopraffazione dei ricchi ma anche dalla mancanza di volontà dei contadini che in queste cose non hanno come bene primario la difesa dell’onestà delle loro donne. La forte indigenza è causa di corruzione: nei paesi accade che padri e mariti vendano le figlie e le mogli. Gli stessi contadini non ripugnano di darsi alla campagna e diventare briganti, condizione che essi stessi considerano un miglioramento rispetto alle ordinarie condizioni di vita. Comuni e amministrazioni locali sono in una situazione sciagurata, per una cattiva gestione finanziaria e una connivenza con il ceto dei più abbienti. La radiografia di Fianchetti è impietosa. L’agricoltura si presenta quasi ovunque arcaica e precaria, a causa di grandi mali fisici, il dissesto del territorio, sociali, il latifondo, ed economici, la miseria. Quanto alle condizioni di vita materiale delle classi subalterne, i contadini vivono in case per lo più di una sola stanza e mangiano minestra di erbe condite con un po’ d’olio e sale quando ne hanno pane secco che devono raschiarlo col coltello nel cavo della mano e mangiarlo a briciole. L’asocialità, l’individualismo rissoso, la paura del brigantaggio fanno sì che nessuna persona agiata esca di casa senza revolver o senza fucile. In molti comuni mancano gli archivi, i conti sono mandati in ritardo alle prefetture, le forme prefisse dalla legge per la vendita di cose del comune spesso non sono osservate. Ma, soprattutto la società è rimasta feudale. Il galantuomo, per il contadino, è onnipotente; se non lo ha per padrone, lo ha per creditore: ne ha bisogno per le sue comunicazioni colle autorità, per fare i suoi reclami e far valere i suoi diritti. Ad aggravare la situazione contribuisce una carenza impressionante di infrastrutture: mancanza di strade. È impossibile intendere senza averlo visto da sé, quale isolamento, quale miseria, quale barbarie significhi la mancanza di una strada. I contadini che non sanno né leggere né scrivere, che ignorano del tutto che cosa siano i diritti civili e politici, non possono trarre grande utilità dalla libertà di stampa o di associazione, né far uso a loro vantaggio del diritto di eleggere un deputato quando pure sono elettori; la libertà religiosa non ha significato per una popolazione superstiziosa senza eccezioni.Molto interessanti le proposte di riforma avanzate dall’autore. L’ideale per lui è di veder sorgere una terza classe formata da proprietari-contadini, attraverso una più equa distribuzione dei demani comunali, il ritorno degli emigranti nel frattempo arricchitisi e disponibili ad investire in un fondo il proprio denaro (Continua). CHI È Luigi Vittorio Bertarelli (Milano, 21 giugno 1859 – 19 gennaio 1926) è stato un geografo e speleologo italiano. Nel 1894 fu, insieme con Federico Johnson e con altri cinquantacinque ciclisti, uno dei soci fondatori del Touring Club Ciclistico Italiano, che diverrà poi Touring Club Italiano nel XX secolo, di cui fu anche il primo presidente. Diresse la compilazione della Guida d’Italia del Touring Club Italiano edita in 17 volumi a partire dal 1914, della Carta d’Italia del Touring Club Italiano in 58 fogli e dell’Atlante Internazionale del Touring Club Italiano. Fu anche speleologo. Leopoldo Franchetti Scrittore e politico (Firenze 1847-Roma 1917). Propugnò, insieme con Sidney Sonnino, lo studio e la soluzione dei concreti problemi economici, sociali e politici della nuova Italia, contribuendovi con inchieste personali, (come quelle che diedero luogo a Condizioni economiche e amministrative delle Province napoletane (1875) e a La Sicilia nel 1876 (1877), compiuta insieme con Sonnino: questa di fondamentale importanza per l’impostazione del problema del Mezzogiorno) DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 27 CULTURA E SOCIETÀ ELEONORA ARAGONA L’INVISIBILE BELLEZZA uesta storia inizia con un duo francese che sta per lanciare un nuovo singolo dopo otto anni di silenzio e di un giovane dj di Bianco con una passione sfrenata per la musica. Fabio Nirta è il nostro giovane protagonista. Un posto in banca sicuro e affidabile abbandonato per seguire note e serate sottopagate in discoteca. Scelta coraggiosa di questi tempi. Mixer e cuffie invece di calcolatrice e visiera da ragioniere. Giacca e cravatta sostituite da jeans e tshirt. Tutto per fare ciò che ama. Poteva andargli male, poteva non essere una scelta saggia, ma lui l’ha comunque fatta. Ha puntato su ciò che lo rendeva felice. Chiedendogli quando ha capito che avrebbe fatto della sua passione anche il suo lavoro ha risposto in maniera sorprendente. «è stato quando ho iniziato a perdere soldi organizzando serate con gruppi emergenti o alternativi». Una risposta che può lasciare perplessi, quasi increduli. Invece questo giovane della Locride nonostante ci rimettesse qualche euro ha scelto di fare della musica il suo mestiere. Si è trasferito a Rende e, dato che non si può vivere di sola passione, ha iniziato seriamente a fare il manager di band Q Per Enzo Romeo bagno di folla alla libreria Mondadori Il grande e caloroso abbraccio di un foltissimo pubblico ha accolto Enzo Romeo, venerdì scorso, a Siderno per la presentazione del suo libro L'invisibile bellezza, Antoine de SaintExupéry cercatore di Dio (Àncora editrice). Un affetto sincero e ricambiato quello tra il giornalista Rai e la sua città. «Non posso certo dire che per me valga il detto “nemo profeta in patria”, ha ammesso Romeo con un sorriso, accingendosi a dialogare sul suo saggio con Rossella Scherl del gruppo di lettura “Narrando” . Tutto questo calore è la testimonianza di un rapporto costante tra me e i tantissimi amici della Locride». Romeo, caporedattore agli Esteri del Tg2, insigne vaticanista, torna spesso nella sua Siderno, mantenendo non solo i legami con gli amici ma interessandosi sempre delle vicende calabresi offrendo spunti al dibattito socio-culturale. «Abbiamo straordinarie potenzialità inespresse - ha detto a conclusione dell'incontro in libreria - ma rischiamo di lasciarci sommergere invece da montagne di rifiuti. Siamo circondati da bellezze che non sappiamo valorizzare, è tempo di iniziare a farlo». VINCENZO LOGOZZO E ha inizio il Torino GLBT Film Festival “Da Sodoma a Hollywood” Il 19 aprile, presso la Sala 1 del Cinema Massimo di Torino, ha avuto inizio la 28ª edizione del GLBT Torino Film Festiva “Da Sodoma a Hollywood”, diretto da Giovanni Minerba, festival del cinema, a risonanza internazionale, che si è conclu- so il 25 aprile presso la Multisala Cinema Massimo. La cerimonia inaugurale è stata sobria e caratterizzata dall'energia e dalla vitalità di Giuliana De Sio, madrina della serata, dalla presenza del Sindaco della Città, Piero Fassino e dal Consigliere regionale Gianpiero Leo, e dall'esibizione non propriamente superba del cantautore Roberto Casalino, accompagnato dagli eccellenti Michele Amadori al pianoforte e Mario Gentili al violino. La bomba della serata inaugurale del GLBT Torino Film Festival è stata il film di apertura, “Any Day Now”, presentato dallo stesso regista Travis Fine, Presidente della Giuria Lungometraggi di questa 28 ª edizione, che proporrà circa 120 film provenienti da 34 nazioni. Tratto da una storia vera, “Any Day Now”conta sull'eccezionale interpretazione di Alan Cumming nel ruolo di Rudy Donatello, una drag queen di Los Angeles che, insieme al suo partner Paul, viceprocuratore distrettuale, cerca di ottenere la custodia di Marco, un ragazzo quattordicenne, affetto dalla sindrome di Down, la cui madre tossicodipendente, in carcere per droga. Il film, tratto da una storia vera, è ambientato nel 1979 quando matrimoni e adozioni gay erano di là da venire. Un film emozionante, toccante, autentico, commovente, complesso e sicuramente ben confezionato e diretto, ancora oggi nelle sale americane. Un film che fa riflettere sull'amore che non ha genere, non ha orientamento sessuale, ma che è puro sentire che soddisfa il bisogno di un bambino Down, che si sente finalmente a casa accanto a Rudy e Paul. Un film che mette al centro la questione dell'affidamento e dell'adozione, resa DALL’ASPROMONTE AL POP-ROCK Un calabrese che si fa sentire Francesco Violi, in arte Francis Violi, inizia a farsi strada sul palcoscenico musicale. Una strada che non ha visto la sua comparsa nei vari “Talent show”, ma nella gavetta pura di chi, passo dopo passo, giunge nella tanto agognata sala di registrazione. Primo appiglio, primo soffio di un vento che ci si augura porti lontano. Appassionato di musica, fin da bambino, ha studiato canto lirico, pianoforte e chitarra. Nel recente passato è stato tra i fondatori del gruppo musicale “The black box nation” con cui si è esibito e prodotto album dal sonoro elettro. ancora più complessa in una situazione di menomazione fisica. Un film che parla di sogni e che nel suo finale drammatico rende evidente i limiti di un sistema. Ieri, al via anche altre due sezioni del Festival. La prima è “Vintage”, che ripropone un classico della cinematografia mondiale, “Improvvisamente l'estate scorsa” di Joseph L. Mankiewicz, (1959). Un omaggio a Gore Vidal, morto lo scorso luglio, che ne scrisse la sceneggiatura basandosi sull'atto unico dell'omonima pièce teatrale scritta da Tennessee Williams (del quale ricorre il trentennale della morte). Uno dei film più camp o kitsch (a seconda delle opinioni) nella storia dello "schermo velato", tanto più che Sebastian, l'omosessuale di cui sparlano Elisabeth Taylor, Katherine Hepburn e Montgomery Clift, non si vede mai ed è solo evocato. Un uomo senza volto. L'altra sezione in avvio è Open Eyes. Lesbian Stories, che propone un cortometraggio francese dal titolo Time Bomb, diretto da Jacqueline Julien, e il lungometraggio argentino Lengua Materna (Mother Tongue) di Liliana Paolinelli, una tagliente e divertente commedia sul difficile rapporto genitori-figli. Apre anche la mostra pittorica “Più vivo di così...” di Antonio Minerba, allestita presso la Multisala Cinema Massimo. Sarà possibile apprezzare i quadri dell'artista, ispirati all'omonimo film di Ottavio Mario Mai, prima di entrare in sala. Annunziato Gentiluomo Nel 2011 ha cantato per Dolce e Gabbana a Milano durante la settimana della moda. Canta e compone in lingua inglese. Vive a Milano e in questo periodo ha iniziato un percorso da solista, pianoforte e voce componendo un album che il blog musicale Zimbaland.it ha premiato come cantautore della settimana con la seguente motivazione: “La sua voce assomiglia ad un software musicale; non sembra che siano le corde vocali a vibrare, quanto un flusso armonico ben compresso, perfettamente gestito, in grado di toccare i livelli più alti d'intonazione assoluta”. La recensione di Zimbaland continua accostando le sue composizioni alla poesia di “Rufus Wainwright” e alla voce di “Chris Cornell dei Soundgarden”. Francis Violi è un artista dal talento completo che porta in alto la positività della nostra terra: “Un calabrese che si fa sentire”. Pasquale Violi Stamattina, nel salone dei lampadari di Palazzo San Giorgio, la Commissione Straordinaria del Comune di Reggio Calabria composta dal Prefetto Vincenzo Panico, dal vice prefetto Giuseppe Castaldo e del funzionario della prefettura di Enna Carmelo La Paglia, ha conferito a Vincenzo Nizzardo, baritono, e Chiara Barillà, pianista, il premio “San Giorgio d'Oro” con la seguente motivazione (attestato riferito a Vincenzo Nizzardo): “per essersi distinto nel campo della musica, dimostrando competenza, professionalità, passione ed energia, già ottenendo, nonostante la giovane età, prestigiosi premi in importanti concorsi musicali nazionali ed internazionali. Assieme alla pianista Chiara Barillà ha portato alla vittoria nazionale il Conservatorio “F. Cilea”di Reggio Calabria, nel programma organizzato da Rai Uno, “Conservatori italiani a confronto” che ha visto impegnati 32 eccellenze di conservatori musicali italiani”. Un premio assegnato al talento dei gioiosano Nizzardo e della reggina Barillà in un momento particolare - ha detto il Prefetto - in cui i giovani hanno bisogno di fondamentali punti di riferimento anche della loro età”. Premiati anche la campionessa paraolimpica Giusy Versace, il dirigente dell'Istituto Piria Francesco Barillà, il presidente della Confesercenti Calabria Antonino Marcianò che è anche il coordinatore della rete antiracket sos Impresa, l'associazione Coro San Paolo, il giurista Vincenzo Panuccio, che nel ringraziare per il riconoscimento non è riuscito a trattenere le lacrime, al professor Salvatore Settis ed allo storico Lucio Villari, assenti, ma che ritireranno il premio in due occasioni speciali già programmate che li vedrà protagonisti Reggio Calabria. Erano presenti, tra gli altri, il neo Procuratore capo Federico Cafiero de Raho, il presidente del tri- Ugo Floro fedele alla Calabria Quanti pensieri per il conduttore Ugo Floro. D’altra parte on un talk show dal nome Reggio Calabria? di questi tempi non si può che essere corrucciati. L’ultima punata è stata girata a "La Mimosa" di Lamezia Terme.Tra gli ospiti: Mario Muzzì(Pd)Pasqualino Scaramuzzino (Udc)- Luigi Muraca (Presidente Asicat ed esponente PdL) Rosario Piccioni ( Sel -Assessore comune Lamezia). DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 28 Un dj da2 milioni e mezzodi contatti Fabio Nirta è il nostro giovane protagonista. Un posto in banca sicuro e affidabile abbandonato per seguire note e serate sottopagate in discoteca. Scelta coraggiosa di questi tempi. Mixer e cuffie invece di calcolatrice e visiera da ragioniere. emergenti, l’organizzatore di concerti, il dj nei locali e il produttore artistico. Ma torniamo alla nostra storia. Fabio come tutti gli appassionati di musica elettronica era in attesa dell’uscita del nuovo singolo dei Daft Punk, Get Lucky, e del loro primo album dopo il successo del 1997. Il duo composto da Thomas Bangalter e Guy-Manuel de HomemChristo stava promuovendo il singolo e l’uscita del disco Random Access Memories. Avevano fatto ascoltare alcuni pezzi del brano in diverse occasioni. In particolare al festival Coachella hanno mostrato uno spezzone del video. Ed è stato allora che Fabio ha avuto un’idea: ha provato ad immaginare come doveva essere il brano del duo robot francese e ne ha creato un edit da proporre in anteprima durante i suo dj-set. Prepara quindi questo video e lo carica sul suo canale per testare la risposta del pubblico. Ed ecco che scoppia il delirio. Fabio infatti carica il suo edit il 15 aprile verso le 5 del pomeriggio, ora italiana, mentre il pezzo originale sarebbe uscito solo alle 10 di sera, ora americana. I fan scambiano il pezzo del dj di Bianco per quello originale della Sony e in poco più di sei ore il brano Get Lucky in versione remixata viene visualizzato 2 milioni di volte. Non appena si rende conto dell’accaduto ritira il suo brano. Nel frattempo però le riviste di tutto il mondo hanno annunciato l’uscita anticipata del brano e lo hanno REGGIO CALABRIA recensito con entusiasmo. La Sony ha deciso di posticipare l’uscita di qualche giorno, sfruttando la pubblicità dell’accaduto. E il nostro dj? Ha avuto una visibilità incredibile: aumento dei fan su fb, followers su twitter. E recensione molto positive per il suo remix. Addirittura alcune riviste tra le più autorevoli in campo musicale hanno riconosciuto che il suo brano suonava molto simile all’originale, che era arrangiato molto bene e che era anche più ritmato rispetto a quello del duo elettronico. Dopo questo episodio non abbiamo dubbi. Lasciare la banca per la console è stata la scelta giusta. A volte le passioni pagano. L’INTERVISTA Conferiti ai talenti Cosimo Allera: Vincenzo Nizzardo grande artista calabrese e Chiara Barillà Il San Giorgio d'oro KATIA CANDIDO bunale Gerardis, il comandante dell'Arma Falferi, il comandante della Finanza Petrozziello, il Questore Longo, il comandante della capitaneria di porto Martinez ed il dirigente della DIA Aerobazzone. Per la regione e per la provincia il vicepresidente del Consiglio Nicolò ed il vicepresidente Verduci oltre al Rettore della Mediterranea Catanoso. La cerimonia si è conclusa con protagonisti assoluti Vincenzo Nizzardo e Chiara Barillà che si sono esibiti in due pezzi determinanti per la vittoria finale a Rai Uno Mattina: “Cinema Paradiso (Se)” di Ennio Morricone e “Non più andrai, farfallone amoroso” di W. A. Mozart, riscuotendo un lunghissimo applauso della qualificata platea e la personale ammirazione del Prefetto Panico Giornata mondiale del Libro e del diritto d’autore A Cosenza, nella prestigiosa Sala delle Udienze di Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e della Galleria Nazionale di Cosenza, è stata celebrata la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore. Hanno partecipato all'iniziativa Adriano Ritacco, presidente nazionale della Federazione Italiana dei Club e Centri Unesco; Rosanna Caputo, storico d'arte in servizio presso la Soprintendenza BSAE della Calabria; Rita Fiordalisi e Adele Bonofiglio, funzionari MiBAC e Mario Vicino, autore di alcuni volumi sul patrimonio artistico calabrese. Silvio Rubens Vivone Come è avvenuto il primo approccio con l’arte? La passione per l’arte nasce proprio in casa, fin da piccolo nel laboratorio di mio padre, ho acquisito la tecnica della lavorazione dei metalli, apprendendo e amando, anno dopo anno l’arte silenziosa dell’artigiano. Fin da subito ho rilevato una innata predisposizione per le lavorazioni artistiche del ferro e alle semplici creazioni del giovane apprendista che ero, volenteroso e incerto, non sono tardate a venire vere e proprie opere d’arte riuscendo a liberare quello che la materia sembrasse trattenere. Qual è stata la sua prima esperienza? Il mio primo impatto con il pubblico risale ad agosto del 1984, alla “Terza Fiera dell’Artigianato” dove presentai le macchine d’epoca che pur nella loro artigianalità erano rifinite nei minimi particolari. Ebbero un successo strepitoso. A quale artista si è ispirato? Non mi accordo alle correnti, non seguo la moda, non percorro strade già battute. Il mondo che le mie opere rivelano è mio, interamente mio anche se alcune delle mie opere possono ricordare le figure longilinee del Giacometti e quelle sfaccettate del Ceroli. Nel mio animo di artista c’è una ricerca e una invocazione a uscire dalla quotidianità e si impone nell’assieme della scultura a plasmare il freddo ferro di una armonia poetica non indifferente. Questo è quello che le è sempre piaciuto fare o avrebbe voluto altro nella vita? In realtà, nella vita faccio altro, sono molto preso nella mia atti- vità lavorativa, sono presente nel sociale facendo parte attiva di diverse associazioni culturali, sportive e chiaramente artistiche. Si, avrei voluto fare l’artista a tempo pieno o perché no l’artista di strada senza regole e senza schemi sviscerando giorn o DOMENICA dopo giorno la mia arte senza condizionamenti mentali e continuare nella mia ricerca mistica che trasmette con una plasticità talmente forte che il virtuale diventa realtà e il desiderio angoscia. A quale opera è più legato e perché? Con ogni scultura ho un legame particolare, perché non vivendo di arte creo veramente quello che sento e quindi quando le cose nascono dal di dentro hanno un valore particolare. In ogni caso la prima scultura monumentale 1988 “L’umanità e la Croce” ha lasciato una traccia indelebile. Ma non posso fare a meno di citare: 1 9 9 6 “ L’ o m b r a della Sera” realizzata con il grande e amico Nik Spatari che molto mi ha insegnato nell’arte per valori interiori; 2007 Procreazione a Brno in Repubblica Ceca perché la prima opera monumentale realizzata all’estero; 2011 “Cristo” perché collocato sulla cupola centrale della Cattedrale che sta nascendo a Paravati paese di Natuzza Evolo; 2012 “ET” perché sono stato il primo al mondo a ricordare Carlo Rambaldi tre volte vincitore di Oscar (King Kong, Aliens, Et) con una mia opera vincitrice del concorso segni per il futuro collocata davanti al comune di Zagarise CZ. 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 29 Parlando di... Saluti da Roccella L’accessorio più bello di una donna? Il suo sorriso Un prem Giovanni Bom Più lo manda giù più si tira sù Saluti da Locri Chi dorme non piglia pesci Messaggi nel tempo di Daniela Ferraro Saluti da Siderno Pippo versione “Manny tutto fare” Benvenuti al Sud E continuano ad arrivare con un bagaglio traboccante di sogni in un paese in cui anche i sogni appaiono, ormai, privilegio di pochi. … E' la notte del 17 aprile e un peschereccio con a bordo circa una cinquantina di extracomunitari si arena sulla spiaggia di Locri. Sono Libici, Siriani, Egiziani, tutti uomini e di giovane età. Patria comune è la Speranza, virtù comune il coraggio, pena comune l'indigenza. Benvenuti in Italia e, per di più, in questo estremo Sud lussureggiante di colori e profumi, Eden di pochi, Purgatorio per altri che ancora cercano, nell'illustre passato, un qualche riscatto civile e sociale, Inferno per chi più patisce sempre ulteriori deprivazioni. Ma ancora una volta è sbarcata la Speranza. Qualche amaro sorriso, qualche sguardo un po' ironico a loro dintorno….Benvenuti al Sud! Rimp Come eravamo... LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo FATTO IL PRESIDENTE, FATTO IL GOVERNO, FACCIAMO I GOVERNATI... CONTENTI! E i governanti? Sempre gli stessi. E sempre contenti, per fortuna. Almeno vediamo facce felici, anche se solite. E quindi il Presidente è stato fatto, il Governo altrettanto, i ministri a breve e tutto tranquillamente senza alcun rispetto dell'elettorato. Che però si vuole far felice. In un Italia libera, come ci si risente sempre tutti i 25 Aprile di ogni anno, qualcuno avrà certamente obiettato qualcosa o paragonato qualcosa a qualcos'altro. E ci sta. Considerando quanto il volere del popolo sia stato marginale in questi ultimi tempi di Repubblica. Ma non ci pensiamo, perchè quello che è veramente importante è avere un governo, non una Repubblica. Giacchè nessuno l'ha voluta; nessuno l'ha sofferta; nessuno l'ha pagata con la morte; nessuno l'ha intellettualmente pensata e pensandola, l'ha idealizzata. Che cosa è in fondo la libertà? La Repubblica? Lo chiede- remmo ai nostri politici, se molti di loro conoscessero la storia dell'Italia. Se molti sapessero rispondere a domande come «Marzabotto?Le dice niente?» «E Stazzema?» «E lo sbarco in Sicilia?» «E le leggi razziali?E le fascistissime?» «E il referendum del '46»? Al limite, qualcuno, giusto a concentrarsi qualche secondo in più, spinto dall'assonanza, ricorderà l'indimenticabile la nevicata del '56 di Mia Martini. Questo è ciò che passa il convento di Napolitano, il quale crede di renderci felici davvero, con tutti questi tecnici, questi saggi, questi illuminati. E crediamoci anche noi, di esserlo, ma ricordiamoci sempre come siamo giunti fin qui. Cosa volevamo nel '43, nel '45, nel '46 e nel '48. Cosa siamo stati. E cosa oggi non siamo più. FILOMENA CATALDO DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 30 la Riviera Il buon Carlo, prima o poi, farà le scarpe a tutti miazione storica con Sindaco Riccio, e i dirigenti Francesco mbara e Mimmo Saffioti patriata tra amici Tre amici freschi come la seta, morbidi come il velluto Vi basta questa misura??? solo da Cesare Rossi trovi le maxi taglie Stefano hand rolling Tutti insieme a festeggiare il primo anno della Bni di Siderno Turisti per caso... Negli scatti di Filippo Armonio l’Aspromonte da raccontare La fotografia come specchio dell’anima, ma anche semplicemente come strumento per fissare paesaggi da consegnare all’eterno. È il caso di Filippo Armonio, fotografo di Brancaleone che attraverso i suoi scatti d’autore consegna ad appassionati, addetti ai lavori e cultori del web, uno scorcio di provincia reggina e di Aspromonte d’avvero suggestivi ed inediti. La Fotografia di Filippo Armonio è arte, magia e suggestione che riprende le bellezze naturalistiche di una Calabria meravigliosa degna di essere raccontata e interpretata. Dalle tartarughe Caretta Caretta alle fiumare, dalle colline in fiore all’Aspromonte più selvaggio il messaggio è chiaro ed inequivocabile, le foto di Armonio sembrano invocare maggiore rispetto per una natura spesso poco conosciuta e maltrattata. Abbiamo chiesto a Filippo Armonio qual è la principale fonte di ispirazione per i tuoi scatti, e soprattutto come nasce la voglia di immortalare la natura nelle sue stagioni, nei suoi colori, nelle sue varie sfumature? La principale fonte di ispirazione è la natura stessa, sono attratto in maniera incondizio- nata da questo soggetto, le sue sfumature, ogni sua forma e colore, le sue stagioni, la rendono una perfetta modella per essere immortalata. Amo stare all’aria aperta per osservare i dettagli, quei dettagli che poi cerco di registrare sul sensore della mia fotocamera, in un modo tutto personale, cercando di trasmettere all’osservatore quella sensazione provata al momento dello scatto. C’è un episodio che più di altri ti ha segnato durante le uscite alla scoperta di angoli nascosti ? L’Aspromonte non è un ambiente inaccessibile, ma è sicuramente un territorio molto difficile, non ci sono sentieri segnalati. Non c’è un episodio in particolare che mi ha segnato profondamente, ma allo stesso tempo provo una forte sensazione quando dopo molti studi e sopralluoghi sul posto riesco a raggiungere una meta. Quando si riesce a raggiungere l’obiettivo nasce quella sensazione che non si dimenticherà mai. Quanto pensi sia importante la fotografia nella salvaguardia del patrimonio delle aree protette ? La fotografia è uno dei pochi mezzi a disposizione per rendere accessibili e conosciuti angoli di montagna altrimenti per molti, irraggiungibili. La foto regala una splendida opportunità di comunicare la presenza di angoli suggestivi, di specie vegetali ed animali, ma anche solamente di angoli spesso a pochissima distanza da noi, che richiamano paesaggi di altre latitudini. Interpretare gli spazi, le dimensioni, i momenti particolari significa regalare un attimo che sarà per sempre irripetibile. Attraverso la mia passione, ho l’occasione per esprimere un sentimento e trasmetterlo agli altri, un sentimento ed un messaggio chiaro nella convinzione che noi e la natura siamo un unico e indivisibile sistema. (E.I.) DOMENICA 28 APRILE 2013 LA RIVIERA 31