Costruzione di Mezzo Scafo – Parte III
Gabrio Corsoni
___________________________________________________________ Costruzioni Passo Passo____
Costruzione di Mezzo scafo
Articolo di Gabrio Corsoni in visita a Sergio Spina
Ancora una splendida giornata in compagnia
di Sergio Spina, e per il gozzo da tracciare, la
giornata finale e definitiva, perché è arrivato
il momento di trasferire la realizzazione del
mezzo scafo in linee cartacee ed elettroniche.
Si comincia con la preparazione del piano a
tracciare, riesumato dalla polvere, che viene
allestito su tavolo da disegno.
Io nel frattempo invidio a Sergio la custodia
degli occhiali a prova di seduta, perché
realizzata in massello di pero!
Preparazione del tavolo di tracciatura
Custodia per occhiali in pero
Riprendiamo il mezzo scafo da
tracciare come lo avevamo lasciato
nel numero precedente.
Lo Scafo
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Gabrio Corsoni
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Per il supporto del disegno, viene usato il
Mylar,che è un materiale inestensibile e si usano
mine adeguate che ci possono scrivere sopra.
Naturalmente fra il supporto del mezzo scafo ed il
piano
di
tracciatura
vi
deve
essere
perpendicolarità perfetta.
Mezzo Scafo da tracciare
Il Mylar, supporto inestensibile
Il Mezzo Scafo già saldamente fissato
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Il Mylar viene ben disteso e tesato sul piano e qui fermato con due stecche avvitate ai
lati.
Il Mylar inserito nei fermi
Perfetta Planarità
Mylar sul supporto per la tracciatura
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Si apprestano sia lo strumento per segnare il bordo, fatto in ulivo, col quale si può, con
la pressione di un dito, tenere la mina a contatto col Mylar. Inutile dire che è auto
costruito.
Il Tracciatore per il bordo
Come si usa il tracciatore per il bordo
La foto ne spiega l’impiego. E quindi i vari
parallelepipedi di varie altezze che si
useranno per tracciare, nonché i micro lapis
capaci di segnare le linee anche negli spazi
angusti fra i parallelepipedi ed il supporto
dello scafo.
Micro Lapis artigianali
Si traccia il bordo
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Difficoltà alle estremità
Sergio
inizia
con
tracciare
la
linea
di
galleggiamento teorica: 4 cm, corrispondenti a 40
cm nella realtà, perché questa è stata ricavata dai
calcoli che inutilmente Sergio cerca di spiegarmi,
con l’ausilio di alcuni volumi pieni di formule
astruse e per me incomprensibili.
Tracciatura della linea teorica di galleggiamento – 4 cm.
Dalla linea di galleggiamento prende il via la
tracciatura delle altre linee con l’ausilio dei
parallelepipedi adeguati.
Evidentemente, prima di iniziare il lavoro del
mezzo scafo, Sergio si era ben documentato su
quali fossero i risultati conseguenti
I Parallelepipedi più piccoli per tracciare
Quelli medi
alla applicazione di certe linee per ottenere le
dimensioni richieste, in una sorta di calcolo a
ritroso; ecco perché ho sempre parlato
dell’occhio del progettista... evidentemente, e
adesso ne ho la riprova, fin dall’inizio niente
era stato lasciato al caso, ma Sergio aveva ben
in mente tutta una serie di dati e di forme che
ora necessitano di una riprova matematica!
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Nella tracciatura, dopo la LG seguono in ordine, le linee superiori ai 4 cm, di
centimetro in centimetro fino a 7 cm.
Linea dei 5 cm
e poi le linee inferiori fino a quella di 15 mm, la più difficile, per colpa degli spazi minimi
per tracciare, anche se con l’aiuto degli attrezzi auto-costruiti.
Linea dei 3 cm
Linea dei 15 mm
La tracciatura più difficile – 15 mm
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Sergio riesce ad arrivare al
termine
La Tracciatura delle linee d'acqua è
ultimata
Si smonta lo scafo
Il mezzo scafo viene smontato.
Adesso è il momento di verificare
eventuali piccole indecisioni del
tratto e minuscoli errori che sono
subito corretti.
Ci si accerta delle dimensioni risultanti che
sono, come previsto, quelle desiderate.
Alla scoperta di imperfezioni
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Alla scoperta di imperfezioni
Si riportano le ordinate convenzionali (LG diviso 10)
Per convenzione, si tracciano le ordinate, la cui,
collocazione si ottiene dividendo per dieci la Linea di
Galleggiamento. E qui Sergio ha sciorinato un’altra
serie di volumi dove, a seconda delle dimensioni
(larghezza per altezza per lunghezza) vengono
indicate le sezioni minime delle staminali e la maglia
per le imbarcazioni in legno. Il Registro Italiano
Navale (RINA) evidentemente ha giustamente
indicato alcune regole inderogabili per la sicurezza
delle imbarcazioni, dove si dettano gli spessori e la
frequenza del costolame. Interessante, a tale
proposito è il fatto che per le imbarcazioni da
trasporto in legno, gli scalmotti non sono la naturale prosecuzione delle staminali,
bensì erano infilati sul ponte sopra il trincarino, che era una unica asse da prua a
poppa senza interruzioni. Questo per motivi di sacrificabilità visto che un urto in
banchina altrimenti avrebbe potuto severamente danneggiare lo scafo. Difficilmente
questo si ricava dai disegni prospettici, che appiattiscono le linee, ma si intuisce nelle
viste stereoscopiche anche dei progetti di navi del secolo scorso. Adesso è il momento
di collocare il disegno nello spazio, creando il riferimento che colleghi le linee di vista
in pianta con quelle del profilo.
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Per ottenere questo, si pone il mezzo scafo stando ben attenti ai precedenti
riferimenti, sul piano del rilievo e si traccia la linea del profilo di chiglia e
dell’insellatura del ponte.
Adesso il profilo dello scafo
Lo scafo di fianco
Riporto della Linea di Galleggiamento
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Una volta creato il riferimento alla linea di galleggiamento, abbiamo concluso il lavoro
di tracciatura e collegato stereoscopicamente i due profili.
Ulteriori calcoli e verifiche
Dopo il riporto anche dell'insellatura
Qui Spina si lancia, con la calcolatrice
scientifica, in una serie di calcoli che l0 vedono
molto soddisfatto!! Sembra che a fronte di una
lunghezza teorica richiesta di 7 Metri, Sergio
abbia ottenuto un 6, 98 dentro fasciame, il che
significa 7,02 reali! Per la spinta di
galleggiamento, aveva calcolato una spinta
necessaria di 3,16 Tonnellate, di cui 1 Tonn. Per
lo scafo, 1 Tonn. per i passeggeri, 1 Tonn. Per
carburante, mezzo di locomozione e mezzi di
salvataggio e sicurezza, mentre 0,16 Tonn. per
le provviste ed i bagagli per la giornata dei
passeggeri. La spinta è risultata di 3,5 Tonnellate quindi molta soddisfazione, che
come sapete è anche contagiosa .... e allora rimaniamo a parlare finché mi sorge una
domanda: E dopo?
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Si svita il Mylar dal supporto
Semplice, dice Sergio, si rimuove il Mylar, si scansiona il
disegno, anche a pezzi, si importa con Photoshop e si
misura ogni linea,
La Scansione di parte del rilievo
quindi queste misure si possono
riportare su un libretto (libretto delle
ordinate) oppure si trasferisce il
disegno,
impostando
le
relative
dimensioni su Autocad, in modo da
ricreare
ogni
pezzo
richiesto,
ricorrendo alle opzioni del programma,
soprattutto quella che, data una serie
di punti, da la possibilità di ricreare le linee curve.
Acquisizione della scansione con Photoshop
Riporto delle misure su Autocad
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Si ingrandisce il disegno per amplificare eventuali errori, che si correggono
Si ingrandisce per annullare le imperfezioni
Con il programma si crea la curva corretta
impostando le curve corrette così come si crea o
corregge l'insellatura del ponte.
Curva dell'insellatura del ponte
Questo disegno, con estensione .DWG, è
esportabile e consente di realizzare i pezzi della
barca col rapporto di 1 a 1 tramite un plotter
adeguato, cosa
che i cantieri
fanno comunemente. Naturalmente chiedo una
semplice dimostrazione, che Sergio mi dà con
facilità. Spero di averla resa abbastanza bene,
anche perché la velocità di esecuzione, mi ha
impedito di afferrare qualche passaggio.
Ma siccome chi mi conosce lo sa, sono un
rompiscatole, mi è venuto spontaneo chiedere, ma
prima del computer, come si faceva? Allora, in
pochi secondi, ecco apparire dei listelli di vetronite
di varie dimensioni, sostanza dalla proprietà di
essere uniformemente elastica e rigida allo stesso
tempo ed una serie di pesi di forma particolare che
Il vecchio sistema della vetronite e dei pesi
sono utilizzati per tenere fermi i listelli.
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Il listello viene adagiato sul disegno e con l’aiuto dei
pesi, si fa in modo che segua l’andamento delle linee.
Ogni più piccola deviazione dalla linea del listello, che e
quella ideale, si corregge semplicemente ripassando la
linea fatta col lapis. Secondo me questo sistema,
ancorché più antico ed in disuso, rimane di grande
fascino e semplicità. Una volta corretto, il disegno, non
usufruendo
dei
computer,
veniva
riportato
manualmente alla dimensione 1 a 1 per ottenere quello
esecutivo da dare al cantiere.
Vecchio ma ancora efficace
Ubriacato da tanto sapere e dalle curiosità sciorinate
una dopo l’altra dallo Spina, abbiamo continuato a
parlare e Sergio mi ha sottoposto
edizioni rare di libri di modelli
costruttivi e libri di costruzione navale
ormai scomparsi. E’ arrivata presto
l’ora di cena quando Sergio si è
ricordato di Pallino, il gattino da cui e
stato adottato di recente e che per
adesso tiene in magazzino-giardino. Il
gattino, è stato l’oggetto di coccole su
coccole e ci ha ricambiato con fusa,
morsetti e zampette senza unghielli.
Una serata di piacevolezza unica,
dovuta alla estrema gentilezza di
Sergio, che unitamente alla sua
disponibilità, crea una amichevole
complicità in una atmosfera sorridente.
Senz’altro una giornata da ricordare.
Pallino e Sergio Spina
Gabrio Corsoni
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