i sempregiovani NOTIZIARIO DEL CENTRO ANZIANI DEL COMUNE DI LIMENA PD Cultura, Ricreazione e Volontariato Sociale 2 SETTEMBRE SOMMARIO Festa dell’anziano.............................................................................. 1 Chiesa dei servi................................................................................... 2 Successione e Testamento............................................................. 4 Ricordiamo i soci scomparsi......................................................... 7 Alla scoperta delle piante curative......................................... 10 Vittorio Aggujaro............................................................................. 14 A chi spetta il rimborso sulle pensioni................................... 15 Ricreazione e Volontariato Sociale Il volontariato nonCultura, tocca ........................................................ 16 Viasi Roma, 54 a 35010..Limena - Tel e Fax: 049 8841451 [email protected] 65° anniversario della Croce di Cima D’Asta..................... 16 FESTA ANZIANO LOC 305x460:Layout 1 4-08-2014 17:01 Pagina 1 o n a i z n ’A l l e d a t s Fe 12 Settembre 2014 dalle ore 10,00 alle ore 17,00 Pra’ del Donatore Via Magarotto - Limena PROGRAMMA ore 10,00: Ritrovo presso il Pra’ del Donatore; ore 10,30: Santa Messa; ore 11,00: Premiazioni Ottantenni Limenesi; ore 12,30: Pranzo; ore 15,00: Intrattenimento Musicale; ore 15,30: Estrazione lotteria e consegna omaggio a tutti Il comitato di Gestione invita tutti a Prenotare il pranzo [email protected] entro il 31 Agosto 201 Via Roma, 54/A - 35010 Limena - Tel. e Fax 049.8841451 i sempregiovani CHIESA DI SANTA MARIA DEI SERVI (PADOVA) La chiesa della Natività di Santa Maria ai Servi più nota come Santa Maria dei Servi è un edificio religioso che si affaccia su via Roma a Padova. E’ attualmente chiesa parrocchiale retta dall’ordine di Santa Maria dei Servi di Maria. Padri Srviti furono allontanati e la chiesa fu confiscata e incamerata nei beni del demanio, in seguito fu destinata a parrocchia retta dal clero diocesano. Negli anni’20 del ‘900 l’interno della chiesa fu oggetto di lavori di ripristino che ne recuperarono l’austero aspetto trecentesco. La chiesa fu restituita alla proprietà ecclesiastica solo nel 1963. Di recente è stata oggetto di importanti lavori di restauro. Nel giugno del 2014 il Vescovo di Padova ha accolto la domanda del superiore dell’Ordine dei Servi di Maria di poter tornare nella loro storica chiesa dopo 207 anni di reggenza da parte del clero diocesano; la consegna è avvenuta nel settembre dello scorso anno. Storia La chiesa è stata edificata tra il 1372 ed il 1390 per volere di Fina Buzzaccarini , moglie del principe di Padova Francesco il Vecchio Da Carrara. L’edificio sorse sulle rovine del palazzo di Nicolò da Carrara raso al suolo dopo che il proprietario nel 1327 tradì la signoria schierandosi con gli Scaligeri. Nel 1378 alla sua morte Fina lasciò alla sorella Anna, badessa del convento di S. Benedetto, il compito di completare la costruzione della chiesa. Nel 1393 Francesco Novello , figlio di Finna e signore di Padova, affidò la chiesa ai Servi di Maria. Nel XVI secolo la chiesa fu oggetto di grandi opere di abbellimento soprattutto ad opera di Bartolomeo da Campolongo che costruì il portico verso la via; furono impiegate le dieci colonne ottagonali di marmo rosso provenienti dalla demolizione della trecentesca Cappella dell’Arca del Santo nella basilica di Sant’Antonio di Padova. Nel 1807, tempo di Napoleone, i L’interno della chiesa L’ambiente è vasto ( 57 metri per 17) ed è concluso da un’abside a pianta poligonale, fiancheggiata da due cappelle. Negli anni ’20 dello scorso secolo è sta ripulita dai pesanti interventi ottocenteschi che l’avevano appesantita con una volta a graticolo ( 1897). Altare dell’addolorata Entrando dalla porta laterale, quella verso il portico, si è attratto dal gran2 settembre 2015 dioso altare dell’Addolorata posto dirimpetto: è un’opera barocca unica nel suo genere in Veneto e sembra ricollegarsi ai modi del barocco meridionale, con grandi fogliami in marmo di Carrara. Ai lati due statue ad altezza naturale raffiguranti San Filippo Benizzi e Santa Giuliana Falconieri. Sulla nicchia era posta una vergine addolorata con Cristo morto di Louis Dorigny, ora in sacrestia. Accanto all’altare sulla destra la deposizione di Jacopo Parisati. Seguono l’, altare di Sant’Antonio, con statua settecentesca, il fonte battesimale con piccolo dipinto di Alessandro Maganza, affreschi di Girolamo del Santo e due grandi tele d la Vergie che appare ai fondatorii Matteo Ghidoni Il presbiterio, preceduto da una lunga balaustra neo-romanica, è occupato dal grance altare maggiore decorato a scaglia, del XVII secolo, coperto da baldacchino barocco. La pala posta sul fondo è di Luca da Reggio e raffigura la Vergine che appare ai fondatori dell’ordine dei Servi; è datata 1637. Nella cappella laterale sinistra l’altare del crocifisso miracoloso, opera di Donatello, ricordata per il miracolo durante la settimana santa del 1512 quando trasudò sangue. Per 15 giorni il Crocifisso in pioppo di quasi due metri , collocato tra altare e presbiterio, sudò sangue dal volto e dalla parte sinistra del petto e il fenomeno si perpetuò sino alla settimana santa. Il vescovo Paolo Zabarella riempì un’ampolla del liquido mira- coloso. L’evento straordinario riuscì a soverchiare l’importanza artistica dell’opera. La deposizione Accanto al monumentale Altare della Madonna è visibile l’affresco devozionale con Cristo morto e la Vergine e San Giovanni raffigurati a tre quarti; l’affresco è posto all’interno di un’edicola marmorea opera di Jacopo Parisati da Montagnana databile agli anni ’90 del 1400. Sulla lunetta è raffigurato Dia Padre benedicente, attorniato da angeli, che sta guardando il figlio che ha portato a termine la redenzione del genere umano. Secondo alcuni l’opera fu dono dello stesso pittore che divenne gastaldo della scuola dei Servi nel 1489 ed è considerata come una delle più importanti opere dell’artista rinascimentale. Dal 2003 al 2011 alla Chiesa di Santa Maria dei Servi fu chiamato a svolgere il servizio Pastorale Don Lino Bacelle già Parroco di Limena. Antonio Fasolato 3 i sempregiovani SUCCESSIONE E TESTAMENTO Come prevenire una lite e garantire il benessere ai propri cari. Trasferimento dei patrimoni familiari e protezione della ricchezza. per il futuro, in caso di sopravvivenza degli eredi per ottenere tre risultati importanti: - mantenere l’armonia familiare e il benessere psicologico; - risparmiare le imposte fiscali; - rispettare i vincoli normativi sulla gestione dei patrimoni. Il testamento. Parlare di successione, eredità, divisioni patrimoniali, patti di convivenza non piace a nessuno. Alcuni evitano il discorso per scaramanzia; altri pensano che possa mettere in dubbio la fiducia reciproca. La maggior parte delle persone sono costrette a pensarci però nel momento peggiore: quando si verifica un lutto, soprattutto se imprevisto… Le emozioni negative allora impediscono di ragionare lucidamente e capita di prendere decisioni inefficienti. Pianificare è meglio che litigare, così come prevenire è meglio che curare, soprattutto se la cura è rappresentata da una causa in Tribunale. Il primo e più conosciuto strumento giuridico idoneo a tale scopo è il TESTAMENTO OLOGRAGO, scritto di proprio pugno. È semplice, non costa quasi nulla, ed è idoneo ad imporre la propria volontà purché venga redatto correttamente e purché non si trasformi in uno strumento atto a determinare differenze di trattamento tra gli eredi, con particolare riguardo ai figli. In tal caso, dopo la morte del testatore, si innescherebbe una vera e propria “guerra”. Perché fare testamento per prevenire le liti? Per distribuire i propri beni in modo equo e razionale, evitando che la successione legittima, che interverrebbe senza un testamento, renda i vari coeredi comproprietari pro quota di tutti i beni. Immaginiamo che i beni ereditari siano rappresentati da due immobili. In caso di morte del proprietario gli eredi diverrebbero tutti comproprie- La materia successoria è vastissima, così come i sistemi di prevenzione sono vari e vanno adatti alla situazione familiare. È quindi necessario affrontare l’argomento in “pillole”, e considerando un’ipotesi di famiglia tipo: madre, padre e due figli. Situazioni familiari diverse determinerebbero eventualmente il semplice variare delle quote ereditarie. È possibile assegnare i propri beni 4 settembre 2015 tari di un pezzetto ci ciascuna delle due case, corrispondente alla propria quota ereditaria. Risulterebbe, quindi, praticamente impossibile sfruttarle per viverci ed anche la vendita sarebbe complessa, perché richiederebbe il consenso di tutti. Dunque i beni ereditati comporterebbero spese immediate (tassa relativa alla dichiarazione di successione, Notaio, IMU, TASI ed altre imposte…) e vantaggi incerti e comunque lontani nel tempo. Tramite il testamento è possibile distribuire i beni per intero ai vari eredi, purché il loro valore rispetti le quote ereditarie previste per legge. Per spiegare come “fare” testamento è innanzitutto necessario identificare una famiglia “tipo” composta da genitori e due figli. Se fosse il padre a dover redigere il proprio testamento, i seguenti sarebbero i passi da seguire: 1) fare un inventario di tutti i propri beni: immobili, quote societarie, azioni o obbligazioni, importi investiti in polizze vita, gioielli, denaro contenuto in libretti di deposito, autoveicoli, mobili e quadri soprattutto di pregio, ecc. Più preciso è l’inventario meglio è. Non serve considerare il denaro contenuto nel conto corrente o in un libretto che si sfrutta nella quotidianità, in quanto di importo variabile. Se ne dividerà pro quota il residuo presente al momento del decesso; 2) stabilire il valore di suddetti beni, con particolare riguardo agli immobili ed alle quote societarie. Una volta stabilito il valore di tutti i beni (più preciso e plausibile è il valore più si evitano liti future), si sommano i valori per identificare il valore complessivo dell’asse ereditario; 3) suddividere i beni tra moglie e figli in modo da rispettare le quote ereditarie che nel nostro esempio saranno di 1/3 dell’asse ereditario in favore della moglie e 2/3 in favore dei 2 figli, e quindi 1/3 ciascuno. Facciamo il nostro solito esempio per essere più chiari. Supponiamo che l’asse ereditario sia costituito da: casa familiare con relativo mobilio = valore 300.00,00 euro, intestata ai coniugi nella misura del 50% ciascuno. Dunque il valore che ricade in successione sarà pari a € 150.000,00 seconda casa del valore di € 150.000,00 impresa individuale del padre comprendente i beni strumentali valutata € 200.000,00 polizza vita con beneficiaria la moglie con premi versati pari ad € 50.000,00 polizza vita con beneficiario il secondo figlio con premi versati pari ad € 50.000,00 Quanto alle polizze è necessario specificare all’assicuratore il nome del beneficiario al momento della stipula, ed è necessario rammendare che i premi versati dal de cuius per andare a costituire la base delle in5 i sempregiovani dennità così assegnate ai beneficiari indicati, debbono essere rimessi in gioco e quindi conteggiati nell’asse ereditario in base all’istituto della collazione. Nel nostro esempio per comodità supporremo che i premi versati nelle polizze non abbiano dato una gran redditività e che quindi, l’ammontare versato sia rimasto più o meno invariato, con il conseguente obbligo di collazione dell’intero importo (se l’investimento dei premi in polizza avesse determinato dei “frutti”, questi ultimi resterebbe in capo al beneficiario e non dovrebbero essere oggetto di collazione). stamento essere attribuita la seconda casa del valore di € 150.000,00, mentre il residuo di quota pari a 50.000,00 sarà colmato dall’ammontare dei premi versati nella polizza che gli spetta in automatico. E’ necessario rammentare che, in base al principio della collazione, vanno sottratti dalle quote i valori dei beni già in precedenza ricevuti in donazione dagli eredi, così come si è detto per i premi versati nelle polizze vita o anche o per importi versati per pagare debiti dell’erede, per il suo matrimonio o per avviare un’attività professionale. Se ad esempio un figlio della nostra famiglia “tipo”, avesse già ricevuto dal padre (de cuius) 100.000,00 euro, in donazione o quale pagamento di un debito, alla morte del padre medesimo avrebbe diritto ad avere beni per un valore di soli 100.000,00 euro residui. Ovviamente le combinazioni dei lasciti potrebbero essere molte altre, normalmente determinate dalle relazioni instauratesi in famiglia, purché rispettino le quote societarie, con un’unica eccezione: il codice civile prevede che ¼ del valore dell’asse ereditario sia disponibile. Dunque nel nostro esempio ¼ di € 600.000,00 potrebbe essere lasciato a chiunque, ad un erede in aggiunta alla quota spettategli, o anche ad un estraneo (fratelli, nipoti, enti, associazione, amici, ecc). in questi casi è possibile imporre al ricevente un onere, ad esempio, di assistenza di VALORE DELL’ASSE EREDITARIO TOTALE = € 600.000,00 Alla moglie spetta un terzo di € 600.000,00 = € 200.000,00. Tramite testamento potrebbe esserle attribuita la quota del 50% della casa (€ 150.000,00) che, quindi, diverrà in toto sua, ed al suo decesso passerà ai figli. Il residuo di quota pari ad € 50.000,00 sarà colmato dall’ammontare dei premi versati nella polizza che le spetta in automatico; al primo figlio, che ha sempre diritto alla quoto di 1/3 pari a € 200.000,00, potrebbe essere attribuita all’impresa familiare del valore di € 200.000,00. Ciò avverrà soprattutto nell’ipotesi in cui un figlio condivida l’attività lavorativa del padre. Al secondo figlio, che ha sempre diritto alla quota di 1/3 pari ad € 200.000,00, potrebbe tramite te6 settembre 2015 un figlio inabile o dell’animale domestico di famiglia. Le quote degli eredi (legittimari) sopra indicate in tal caso si calcolerebbero detraendo l’1/4 suddetto del tutto. *** Quando il padre ha stabilito come suddividere i beni tra i suoi eredi deve redigere il testamento olografo. Tre sono i requisiti essenziali previsti dal nostro ordinamento perché sia garantita la validità del testamento olografo: l’autografia, cioè la completa scrittura di tute le sue parti ad opera del testatore, senza l’ausilio di altri, né di mezzi meccanici; la presenza della data, giornomese-anno (non p necessaria l’indicazione del luogo); la sottoscrizione, cioè la firma in calce alle disposizioni. Il testamento olografo può essere scritto su qualsiasi pezzo di carta di qualsiasi qualità, dimensione o colore. Non è neppure necessario che sia proprio carta, può essere stoffa legno o altro materiale sufficientemente durevole. Può essere scritto anche su un marmo o pietra, non può però essere scolpito perché perderebbe le caratteristiche della calligrafia del testatore. Se non è sufficiente un foglio di carta, se ne possono usare di più purché risulti che l’uno è la continuazione dell’altro, meglio se numerati ed ogni foglio porti la data e la firma del testatore. Assolutamente consigliabile sarebbe indicare nel testamento anche un esecutore testamentario, il soggetto (FIDATO) che avrebbe il compito di dare esecuzione alle volontà del de cuius, eventualmente stabilendo per lui un piccolo compenso. È importante!... perché si pensi ad esempio al caso in cui si lasci un bene a qualcuno stabilendo che in cambio accudisca il figlio inabile o l’animale domestico di famiglia. Chi si assicurerebbe che tale onere fosse rispettato se non vi fosse un FIDATO esecutore testamentario? È altresì importante specificare nel testamento dove gli eredi possano trovare i documenti (polizze) e gli oggetti cui lo stesso fa riferimento e soprattutto è necessario consegnare il testamento in mani sicure. Preferibile sarebbe consegnarlo in custodia ad un Notaio per il costo di circa 300,00€. Un ultimo avvertimento: il testamento evita le liti solamente se le quote ereditarie vengono rispettare. Nel caso contrario determina gli eredi ad impugnarlo tramite azioni giudiziarie interminabili! Ringraziamo l’Avvocato Silvia Compagnin Componente nel Comitato Direttivo del Centro Anziani in rappresentanza del Consiglio Comunale, per il contributo al Sempregiovani su questa materia molto importante e di attualità. 7 i sempregiovani Ricordiamo i nostri soci scomparsi. FRANCO MASIERO SCARSO AMELIA PERIN ESTERINA FLORINDO ZANIN sorella del nostro caro Presidente Dino. più volte vincitore di gare a bocce. mamma del nostro Vice Presidente Renzo Rossetto. Alle famiglie giungono le nostre Condoglianze. IL TUO ESAME DELLA VISTA É COMPUTERIZZATO E GRATUITO Vicolo Bachelet, 18 35010 Limena (PD) Cell. 328 63 76 107 8 settembre 2015 ALLA SCOPERTA DELLE PIANTE CURATIVE Papaya: La papaia o papaya, Carica Papaya si presenta come un piccolo albero poco ramificato. Dalla papaia si estrae in medicina la papaina, principio attivo con funzione proteolitica. Contrariamente alla credenza popolare esso non favorisce il dimagrimento, ma la semplice digestione delle proteine. Ha inoltre proprietà antiossidanti. Molte altre piante di uso comune hanno degli effetti a livello terapico: Pomodoro: Il succo di pomodoro assunto come bevanda rende disponibile all’organismo una quantità significativa di licopene, un antiossidante che si ritiene possa svolgere una certa funzione protettiva rispetto al rischio di tumori alla prostata. Cicoria: Attività principali: amaro-toniche, depurative e diuretiche; lassative. Impiego tipico: disappetenza, stipsi, drenaggio e terapie per il controllo del peso. Tradizionalmente viene impiegata come coleretica e colagoga, come sintomatico nelle turbe digestive (digestione difficoltosa, meteorismo, ecc.) e come depurativo e diuretico (acido dicaffeiltartarico). Per tali motivi può rientrare come coadiuvante nei trattamenti dimagranti. Per uso esterno cataplasmi di foglie (applicazione di foglie bollite) sono utilizzate, a livello di medicina popolare, per risolvere foruncoli e per medicazioni di superfici cutanee ulcerate. Interazioni alimenti - farmaci: Potenziamente il cibo può sia aumentare che ridurre l’effetto terapeutico quanto gli effetti collaterali quindi la tossicità del farmaco stesso. D’altra parte, l’assunzione di alcuni farmaci può influenzare l’assorbimento di determinati alimenti, alternando la nutrizione del paziente. Anche in assenza di patologie l’assorbimento di farmaci è modificato dalle condizioni fisiologiche: - Riduzione delle funzioni intestinali; - Svuotamento gastrico; - Motilità intestinale; - Riduzione massa magra; - Ridotta funzionalità epatica e renale (nel soggetto anziano). 9 i sempregiovani Esempio di come il cibo interferisce con il farmaco: Il più noto esempio riguarda la contemporanea assunzione di (warfarim) Coumadin® con vegetali ricche di vitamina K come: - Asparagi; - Broccoli; - Verdure a foglie larghe. La vitamina K è prodotta anche dai batteri intestinali, pertanto l’uso di antibiotici che alterano la flora batterica intestinale può comunque influenzare la concentrazione plasmatica di vitamina K. Anche alcuni integratori “NATURALI” devono essere presi con attenzione nel caso dell’assunzione di Coumadin®: Ginseng: tonificante; Gingko Biloba: riduce l’aggregazione piastrinica; Vitamina E: antiossidante; Condroitin-glucosamina: utilizzati per rallentare i processi di danno articolare nell’osteoartrosi; Coenzima Q10: presente nei cereali, nella soia, nelle noci e nei vegetali; Artiglio del diavolo: antireumatico e antinfiammatorio; Tè verde: efficace drenante, noto anche per le sue proprietà antiaggreganti piastriniche; Papaya Fermentata: antiossidante; Iperico: antidepressivo. Alcuni cibi devo essere assunti con attenzione quando si fa uso di antidepressivi: Formaggi stagionati; Cioccolato; Birra e vino rosso. Questi cibi sono ricchi di Tiramina, che se assunta in quantità in associazioni con antidepressivi, rilascia una sostanza (norepinefrina) che può provocare un brusco aumento pressorio, aritmia cardiaca, ipertermia ed emorragia celebrale. 10 settembre 2015 Il succo di polpelmo Il succo di polpelmo è un alimento di uso comune, anche perchè ne è stata dimostrata l’efficacia in termini di perdita di peso se associato ad una dieta ipocalorica. Provoca un aumento di insulino-resistenza che può avere effetti benefici nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, dando a digiuno diminuiti livelli di glucosio, di colesterolo totale e di trigliceridi. Si è scoperto casualmente durante un esperimento che l’assunzione di succo di polpelmo con alcuni farmaci tra cui: Calcio antagonisti (nifedipina, verapamile, diltiazem, nisodipina, amlodipina); Statine; Antiritmici; Antistaminici; Immunosopressori. Subiscono delle interazioni e le loro disponibilità possono aumentare fino al 200% e questa interazione può persistere per più di 72 ore se il farmaco viene assunto per via orale. Nel caso delle statine si possono creare degli accumoli nel sangue con gravi effetti per il fegato e per i reni. Dieta ricche di fibre e interazioni con farmaci EFFETTI MIGLIORATIVI Molti studi dimostrano che le fibre interagiscono con molti farmaci tra i quali i farmaci anti Parkinson causando un aumento significativo di principio attivo a livello plasmatico a distanza di 30 e 60 minuti dopo l’assunzione. Questo sembra sia legato ad una accelerazione dell’assorbimento del farmaco in seguito di un ritardo nello svuotamento gastrico e all’incremento della mobilità intestinale. EFFETTI PEGGIORATIVI In altri casi, l’assunzione di alcune fibre come la gomma guar e le pectine con farmaci ipocolesterolemizzanti causano una diminuzione di efficacia di questi ultimi. Mangiare è una necessità. Mangiare intelligente è un’arte. Ringraziamo la Farmacia Comunale di Ponterotto Villafranca Padovana per la gentile collaborazione raccomandando a tutti coloro che fanno uso di farmaci, di consultare il proprio medico prima di assumere fitofarmaci (derivati da piante). 11 i sempregiovani RADIOAMATORE “I1QP” VITTORIO AGGUJARO un Limenese che ha dato lustro al proprio paese Sempregiovani da molto tempo si occupa di pescare ed illustrare personaggi e storie dimenticate che hanno segnato lo sviluppo sociale e culturale di Limena, per coloro che qui sono nati e ricordano e per coloro che ci sono arrivati da altre località, per capire il passato di questo paese situato sulla strada che da Padova porta a Bassano del Grappa. Nei mesi scorsi girava in paese una foto ricordo di un numeroso gruppo di cacciatori a margine di una cena in Tavello, dove al centro erano raffigurate le “autorità, tra cui il Sindaco Mario Piva, Don Vittorio Lazzarotto, il Segretario Comunale Aldo Gatto e Vittorio Aggujaro, da questa immagine è nata subito l’idea di inserire la storia di Vittorio Aggujaro stimatissimo e geniale cittadino della nostra comunità nel periodico “i Sempregiovani”. Fin da giovane Vittorio dimostra interesse e curiosità per le radiotra- smittenti fatte di valvole molto grandi in vetro, fili, cuffie e microfoni, casse audio e antenne per la ricezione e trasmissione delle onde radio. Durante il servizio militare nel Genio Trasmissioni approfondisce le conoscenze e le tecniche, che una volta congedato metterà a frutto nella sua passione di radioamatore. Il suo codice identificativo sarà per tutti: I1QP. Il lavoro, la famiglia e la radio trasmittente diventano il suo progetto di vita condiviso con la moglie Bruna Marzotto nella loro casa di Piazza Diaz. Chi passava per la statale Valsugana e guardava il monumento non poteva ignorare la gigantesca antenna che svettava sul tetto di casa Aggujaro e che Vittorio utilizzava per collegarsi con gli angoli più remoti della terra. Molti veneti nel secolo scorso erano partiti in nave per raggiungere le sponde opposte dell’oceano come migranti, Argentina, Brasile e Stati Uniti d’America erano i paesi predestinati e il problema di mantenere i contatti era tramite corrispondenza postale la quale impiegava mesi prima di raggiungere la destinazione. Vittorio su richiesta, organizzava dei ponti radio con gli amatori d’oltreoceano facendo in modo che intere 12 settembre 2015 legata col resto del mondo, vogliamo ricordare che solo i ricchi potevano permettersi il telefono e il centralino pubblico era presso il Bar Caffè in piazza Diaz e le telefonate sia in partenza che in arrivo erano prenotate. Due anni dopo durante le celebrazioni Colombiane a Genova gli viene conferita la medaglia d’oro per atti rilevanti di umana solidarietà in qualità di radioamatore. Per dare la misura dell’evento, con lui vengono premiati anche Bonatti e Lacedelli per la scalata del K2. Sempre per la sua partecipazione agli eventi Polesani Vittorio Aggujaro è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica. Anche Papa Pio XII° gli darà udienza per le sue doti umanitarie. Poi a seguito di un intervento chirurgico con complicazioni a soli cinquant’anni Vittorio Aggujaro muore, la sua radiotrasmittente viene smontata ed ogni radioamatore se ne porta a casa un pezzo come ricordo, il tempo passa, l’antenna sul tetto viene smontata e la memoria di questo illustre Limenese straripante di “Umana Solidarietà” rimane circoscritta ai suoi familiari, ai parenti e pochi altri. Noi lo ricordiamo anche per questo e proponiamo in sua memoria l’intitolazione di una apposita sala della sede della Protezione Civile. A cura di Melisi Stanco Stanislao che ringrazia il figlio Leopoldo e il nipote Paolo Aggujaro per il materiale ed informazioni fornite. famiglie si parlassero in viva voce simultaneamente. Poi arrivò l’alluvione del Polesine nel 1952, quando il Po ruppe gli argini portando distruzione, morte e disperazione nell’area vasta tra Veneto ed Emilia Romagna, Vittorio Aggujaro intuisce subito che nel deserto della distruzione lui può rendersi utile per tenere i contatti ed organizzare gli aiuti, carica la radio trasmittente e tutto l’occorrente in auto e si reca sul posto, questo suo gesto geniale può essere considerato l’embrione della futura Protezione Civile. Il suo intervento è provvidenziale e i riconoscimenti ricevuti in Italia ed in campo internazionale lo evidenziano, Limena per merito suo era col- 13 i sempregiovani A chi spetta il rimborso sulle pensioni a seguito della sentenza della Corte Costituzionale In Dicembre 2011 il Governo Monti approvò il Decreto Legge chiamato “Salva Italia”, nel quale oltre a prolungare l’età pensionabile per tutti a 67 anni introducendo anche il periodico allungamento (ogni tre anni) in base all’allungamento della media vita, cioè se gli italiani vivono più a lungo l’età della pensione la segue. Tra i provvedimenti inseriti c’era anche quello che prevedeva il blocco della perequazione per due anni 2012 e 2013 delle pensioni superiori a tre volte l’importo minimo delle pensioni inps, che per il 2011 era di euro 467,43 per tre dava l’importo di 1402,29 euro. Nei due anni citati le Pensioni superiori a 1402,29 sono rimaste ferme all’importo del 2011 lasciando nelle casse dello Stato una media di 2500,00 euro che sommati agli altri provvedimenti hanno versato complessivamente diciotto miliardi di euro, una somma molto importante per superare la crisi che l’Italia aveva davanti. Ora la recente sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che quel prelievo non era equo e congruo e chiedeva al Governo di restituire i soldi ai pensionati, senza stabilirne la misura di quanto restituire. Il Governo ha stabilito di restituire il 20% circa di quanto prelevato e di ricalcolare l’importo delle pensioni. Va detto con chiarezza che l’importo da restituire non è uguale per tutti, ma varia secondo l’importo lordo della Pensione del 2011 partendo dall’importo minimo di 1402,29 euro. Va precisato che più si alza l’importo lordo della pensione minore sarà l’indennizzo stabilendo come tetto massimo l’importo di cinque volte il minimo 2011. Per effetto della sentenza della Corte Costituzionale, dal primo Gennaio 2016 l’importo lordo delle pensioni bloccate aumenterà sempre del 20% della mancata perequazione (contingenza) 2012 – 2013. Se il pensionato nel frattempo è deceduto l’erede o gli eredi devono recarsi da un Patronato sindacale per fare domanda dei Ratei maturati e non riscossi. In ogni caso per maggiori delucidazioni l’invito è comunque quello di recarsi dai Patronati in modo di essere sicuri che la restituzione spetti e venga fatta da parte dell’inps. A cura di Melisi Stanco Stanislao 14 settembre 2015 IL VOLONTARIATO NON SI TOCCA Continuano giungerci segnalazioni di persone che liberamente ed impunemente seminano zizzania sui volontari del Centro Anziani. Queste persone mettono in dubbio la volontarietà del servizio offerto DA AUTISTI E ACCOMPAGNATORI di persone bisognose nei luoghi di cura e terapie sparsi nel territorio. Questi critici farebbero bene informarsi prima di parlare, perché il Centro Anziani di Limena non è parte di quel teatrino che va in scena tutte le sere nei telegiornali televisivi e che molti vorrebbero insinuare quello che non c’è. L’unico modo che ogni cittadino ha per potere appurare la verità qualora avesse dei dubbi, è quella di iscriversi come socio al nostro Centro, perché sono i soci che nelle assemblee annuali approvano i bilanci di previsione e consuntivo. Inoltre hanno facoltà di prendere visione delle entrate e delle spese sostenute, che noi del Comitato Direttivo mettiamo a disposizione di chi volesse verificare. Gli altri no. Non hanno diritto di criticare a vanvera su niente perché il Centro Anziani deposita copia dei bilanci in Municipio per rispetto delle convenzioni in essere. Ai nostri collaboratori vorremmo dare di più per l’opera meritevole e gratuita che svolgono quotidianamente, ma l’unica ricompensa è un pranzo annuale di sabato in cui festeggiamo proprio loro personalmente e l’opera volontaria che offrono agli altri. Di solito chi si dedica alla denigrazione è qualcuno abituato a non aiutare gli altri, noi siamo tranquilli perché questo malsano esercizio ci accompagna da molto tempo e siamo ancora qui, anzi siamo pieni di progetti ai quali vogliamo dare corpo e già domani pensiamo come realizzarliQueste voci ci disturbano perché sappiamo non essere vere, ma tiriamo avanti perché i Quaquaraquà esistono a tutte le latitudini. L’economo Melisi Stanco Stanislao NUOVA APERTURA LIMENA Via Beato Arnaldo, 32 35010 Limena (PD) Tel./Fax 049 8841598 E-mail: [email protected] 15 i sempregiovani 65° anniversario della Croce di Cima D’Asta Il nostro Centro Ricreativo per gli Anziani di Limena organizza per l’occasione una giornata particolare Domenica 27 Settembre presso la nostra sede sociale in via Roma 54 alle ore 10,00 sarà celebrata la Santa Messa, alle 10,45 in sala Consiliare ci sarà la presentazione ufficiale del libro fotografico sulla Croce e Limena in Val Canali. Alle 12,30 in sala Barchessina pranzo su prenotazione. E’ opportuno prenotarsi. Convenzione Comune di Limena e ambulatorio Limena Medica per ultra 60enni Direttore Sanitario: Dott. Alessandro Gasperini Medico Chirurgo - Elettroterapia antalsica: - correnti diadinamiche - correnti interferenziali/ • Tens - ionoforesi - Compex/elettrostimolazione - Magnoterapia - Linfodrenaggio - Fisioterapia domiciliare Consulenze Specialistiche: - Ortopedia e traumatologia - Neurologia/elettromiografia - Otorinolaringoiatria/audiologia - Medicina legale e delle assicurazioni - Dermatologiat - Fisiatria - Cardiologia - Scienza dell’alimentazione Il Poliambulatorio Limena Medica è un centro medico privato convenzionato con i cittadini over 60 residenti nel Comune di Limena. Per maggiori informazioni rivolgersi al centro medico. Fisioterapia e Riabilitazione: - Valutazione funzionale e posturale - Riabilitazione funzionale e posturale - Massoterapia - TECARterapia/• K-active taping - Laserterapia, Laser yag - Ultrasuoni Via Del Santo, 133/D 35010 Limena (PD) Tel. 049 8842987 - Fax 049 769954 [email protected] Orari segreteria: dal lunedì al venerdì 09.00 - 12.30 / 15.00 - 19.00 16