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sempregiovani
NOTIZIARIO DEL CENTRO ANZIANI
DEL COMUNE DI LIMENA PD
Cultura, Ricreazione e Volontariato Sociale
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SETTEMBRE
SOMMARIO
Festa dell’anziano.............................................................................. 1
Chiesa dei servi................................................................................... 2
Successione e Testamento............................................................. 4
Ricordiamo i soci scomparsi......................................................... 7
Alla scoperta delle piante curative......................................... 10
Vittorio Aggujaro............................................................................. 14
A chi spetta il rimborso sulle pensioni................................... 15
Ricreazione e Volontariato Sociale
Il volontariato nonCultura,
tocca
........................................................
16
Viasi
Roma,
54 a 35010..Limena
- Tel e Fax: 049 8841451
[email protected]
65° anniversario della Croce di Cima D’Asta..................... 16
FESTA ANZIANO LOC 305x460:Layout 1
4-08-2014
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Fe 12 Settembre 2014
dalle ore 10,00 alle ore 17,00
Pra’ del Donatore
Via Magarotto - Limena
PROGRAMMA
ore 10,00: Ritrovo presso il Pra’ del Donatore;
ore 10,30: Santa Messa;
ore 11,00: Premiazioni Ottantenni Limenesi;
ore 12,30: Pranzo;
ore 15,00: Intrattenimento Musicale;
ore 15,30: Estrazione lotteria e consegna omaggio a tutti
Il comitato di Gestione invita tutti a Prenotare il pranzo
[email protected]
entro il 31 Agosto 201
Via Roma, 54/A - 35010 Limena - Tel. e Fax 049.8841451
i sempregiovani
CHIESA DI SANTA MARIA DEI SERVI
(PADOVA)
La chiesa della Natività di Santa
Maria ai Servi più nota come Santa
Maria dei Servi è un edificio religioso
che si affaccia su via Roma a Padova.
E’ attualmente chiesa parrocchiale
retta dall’ordine di Santa Maria dei
Servi di Maria.
Padri Srviti furono allontanati e la
chiesa fu confiscata e incamerata nei
beni del demanio, in seguito fu destinata a parrocchia retta dal clero
diocesano. Negli anni’20 del ‘900
l’interno della chiesa fu oggetto di lavori di ripristino che ne recuperarono l’austero aspetto trecentesco. La
chiesa fu restituita alla proprietà ecclesiastica solo nel 1963. Di recente
è stata oggetto di importanti lavori di
restauro.
Nel giugno del 2014 il Vescovo di Padova ha accolto la domanda del superiore dell’Ordine dei Servi di Maria di poter tornare nella loro storica
chiesa dopo 207 anni di reggenza da
parte del clero diocesano; la consegna è avvenuta nel settembre dello
scorso anno.
Storia
La chiesa è stata edificata tra il
1372 ed il 1390 per volere di Fina
Buzzaccarini , moglie del principe
di Padova Francesco il Vecchio Da
Carrara. L’edificio sorse sulle rovine del palazzo di Nicolò da Carrara
raso al suolo dopo che il proprietario
nel 1327 tradì la signoria schierandosi con gli Scaligeri. Nel 1378 alla
sua morte Fina lasciò alla sorella
Anna, badessa del convento di S.
Benedetto, il compito di completare
la costruzione della chiesa. Nel 1393
Francesco Novello , figlio di Finna
e signore di Padova, affidò la chiesa
ai Servi di Maria. Nel XVI secolo la
chiesa fu oggetto di grandi opere di
abbellimento soprattutto ad opera
di Bartolomeo da Campolongo che
costruì il portico verso la via; furono
impiegate le dieci colonne ottagonali
di marmo rosso provenienti dalla demolizione della trecentesca Cappella
dell’Arca del Santo nella basilica di
Sant’Antonio di Padova.
Nel 1807, tempo di Napoleone, i
L’interno della chiesa
L’ambiente è vasto ( 57 metri per 17)
ed è concluso da un’abside a pianta poligonale, fiancheggiata da due
cappelle. Negli anni ’20 dello scorso
secolo è sta ripulita dai pesanti interventi ottocenteschi che l’avevano
appesantita con una volta a graticolo
( 1897).
Altare dell’addolorata
Entrando dalla porta laterale, quella
verso il portico, si è attratto dal gran2
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dioso altare dell’Addolorata posto
dirimpetto: è un’opera barocca unica nel suo genere in Veneto e sembra ricollegarsi ai modi del barocco
meridionale, con grandi fogliami in
marmo di Carrara. Ai lati due statue ad altezza naturale raffiguranti
San Filippo Benizzi e Santa Giuliana
Falconieri. Sulla nicchia era posta
una vergine addolorata con Cristo
morto di Louis Dorigny, ora in sacrestia. Accanto all’altare sulla destra la
deposizione di Jacopo Parisati. Seguono l’, altare di Sant’Antonio, con
statua settecentesca, il fonte battesimale con piccolo dipinto di Alessandro Maganza, affreschi di Girolamo
del Santo e due grandi tele d la Vergie che appare ai fondatorii Matteo
Ghidoni
Il presbiterio, preceduto da una lunga balaustra neo-romanica, è occupato dal grance altare maggiore
decorato a scaglia, del XVII secolo,
coperto da baldacchino barocco.
La pala posta sul fondo è di Luca da
Reggio e raffigura la Vergine che appare ai fondatori dell’ordine dei Servi; è datata 1637.
Nella cappella laterale sinistra l’altare del crocifisso miracoloso, opera
di Donatello, ricordata per il miracolo durante la settimana santa del
1512 quando trasudò sangue. Per 15
giorni il Crocifisso in pioppo di quasi due metri , collocato tra altare e
presbiterio, sudò sangue dal volto e
dalla parte sinistra del petto e il fenomeno si perpetuò sino alla settimana santa. Il vescovo Paolo Zabarella
riempì un’ampolla del liquido mira-
coloso. L’evento straordinario riuscì
a soverchiare l’importanza artistica
dell’opera.
La deposizione
Accanto al monumentale Altare
della Madonna è visibile l’affresco
devozionale con Cristo morto e la
Vergine e San Giovanni raffigurati
a tre quarti; l’affresco è posto all’interno di un’edicola marmorea opera
di Jacopo Parisati da Montagnana
databile agli anni ’90 del 1400. Sulla
lunetta è raffigurato Dia Padre benedicente, attorniato da angeli, che
sta guardando il figlio che ha portato
a termine la redenzione del genere
umano.
Secondo alcuni l’opera fu dono dello
stesso pittore che divenne gastaldo
della scuola dei Servi nel 1489 ed è
considerata come una delle più importanti opere dell’artista rinascimentale.
Dal 2003 al 2011 alla Chiesa di Santa
Maria dei Servi fu chiamato a svolgere il servizio Pastorale Don Lino
Bacelle già Parroco di Limena.
Antonio Fasolato
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SUCCESSIONE E TESTAMENTO
Come prevenire una lite e garantire il benessere ai propri cari.
Trasferimento dei patrimoni
familiari e protezione della ricchezza.
per il futuro, in caso di sopravvivenza degli eredi per ottenere tre risultati importanti:
- mantenere l’armonia familiare e il
benessere psicologico;
- risparmiare le imposte fiscali;
- rispettare i vincoli normativi sulla
gestione dei patrimoni.
Il testamento.
Parlare di successione, eredità, divisioni patrimoniali, patti di convivenza non piace a nessuno. Alcuni
evitano il discorso per scaramanzia;
altri pensano che possa mettere in
dubbio la fiducia reciproca. La maggior parte delle persone sono costrette a pensarci però nel momento
peggiore: quando si verifica un lutto,
soprattutto se imprevisto… Le emozioni negative allora impediscono
di ragionare lucidamente e capita di
prendere decisioni inefficienti.
Pianificare è meglio che litigare, così
come prevenire è meglio che curare,
soprattutto se la cura è rappresentata da una causa in Tribunale.
Il primo e più conosciuto strumento giuridico idoneo a tale scopo è il
TESTAMENTO OLOGRAGO, scritto
di proprio pugno.
È semplice, non costa quasi nulla,
ed è idoneo ad imporre la propria
volontà purché venga redatto correttamente e purché non si trasformi
in uno strumento atto a determinare
differenze di trattamento tra gli eredi, con particolare riguardo ai figli.
In tal caso, dopo la morte del testatore, si innescherebbe una vera e propria “guerra”.
Perché fare testamento per prevenire le liti?
Per distribuire i propri beni in modo
equo e razionale, evitando che la successione legittima, che interverrebbe
senza un testamento, renda i vari
coeredi comproprietari pro quota di
tutti i beni.
Immaginiamo che i beni ereditari siano rappresentati da due immobili.
In caso di morte del proprietario gli
eredi diverrebbero tutti comproprie-
La materia successoria è vastissima,
così come i sistemi di prevenzione
sono vari e vanno adatti alla situazione familiare. È quindi necessario
affrontare l’argomento in “pillole”, e
considerando un’ipotesi di famiglia
tipo: madre, padre e due figli. Situazioni familiari diverse determinerebbero eventualmente il semplice variare delle quote ereditarie.
È possibile assegnare i propri beni
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tari di un pezzetto ci ciascuna delle
due case, corrispondente alla propria
quota ereditaria. Risulterebbe, quindi, praticamente impossibile sfruttarle per viverci ed anche la vendita
sarebbe complessa, perché richiederebbe il consenso di tutti. Dunque
i beni ereditati comporterebbero
spese immediate (tassa relativa alla
dichiarazione di successione, Notaio, IMU, TASI ed altre imposte…) e
vantaggi incerti e comunque lontani
nel tempo.
Tramite il testamento è possibile
distribuire i beni per intero ai vari
eredi, purché il loro valore rispetti le
quote ereditarie previste per legge.
Per spiegare come “fare” testamento
è innanzitutto necessario identificare una famiglia “tipo” composta da
genitori e due figli.
Se fosse il padre a dover redigere il
proprio testamento, i seguenti sarebbero i passi da seguire:
1) fare un inventario di tutti i propri beni: immobili, quote societarie,
azioni o obbligazioni, importi investiti in polizze vita, gioielli, denaro
contenuto in libretti di deposito, autoveicoli, mobili e quadri soprattutto
di pregio, ecc. Più preciso è l’inventario meglio è. Non serve considerare il
denaro contenuto nel conto corrente
o in un libretto che si sfrutta nella
quotidianità, in quanto di importo
variabile. Se ne dividerà pro quota
il residuo presente al momento del
decesso;
2) stabilire il valore di suddetti
beni, con particolare riguardo agli
immobili ed alle quote societarie.
Una volta stabilito il valore di tutti i
beni (più preciso e plausibile è il valore più si evitano liti future), si sommano i valori per identificare il valore complessivo dell’asse ereditario;
3) suddividere i beni tra moglie e
figli in modo da rispettare le quote
ereditarie che nel nostro esempio
saranno di 1/3 dell’asse ereditario
in favore della moglie e 2/3 in favore dei 2 figli, e quindi 1/3 ciascuno.
Facciamo il nostro solito esempio
per essere più chiari.
Supponiamo che l’asse ereditario sia
costituito da:
casa familiare con relativo mobilio = valore 300.00,00 euro, intestata ai coniugi nella misura del
50% ciascuno. Dunque il valore che
ricade in successione sarà pari a
€ 150.000,00
seconda casa del valore di
€ 150.000,00
impresa individuale del padre
comprendente i beni strumentali valutata € 200.000,00
polizza vita con beneficiaria la
moglie con premi versati pari ad €
50.000,00
polizza vita con beneficiario il secondo figlio con premi versati pari ad
€ 50.000,00
Quanto alle polizze è necessario specificare all’assicuratore il nome del
beneficiario al momento della stipula, ed è necessario rammendare
che i premi versati dal de cuius per
andare a costituire la base delle in5
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dennità così assegnate ai beneficiari
indicati, debbono essere rimessi in
gioco e quindi conteggiati nell’asse
ereditario in base all’istituto della
collazione.
Nel nostro esempio per comodità
supporremo che i premi versati nelle
polizze non abbiano dato una gran
redditività e che quindi, l’ammontare versato sia rimasto più o meno
invariato, con il conseguente obbligo
di collazione dell’intero importo (se
l’investimento dei premi in polizza
avesse determinato dei “frutti”, questi ultimi resterebbe in capo al beneficiario e non dovrebbero essere oggetto di collazione).
stamento essere attribuita la seconda casa del valore di € 150.000,00,
mentre il residuo di quota pari a
50.000,00 sarà colmato dall’ammontare dei premi versati nella polizza che gli spetta in automatico.
E’ necessario rammentare che, in
base al principio della collazione,
vanno sottratti dalle quote i valori
dei beni già in precedenza ricevuti in
donazione dagli eredi, così come si è
detto per i premi versati nelle polizze
vita o anche o per importi versati per
pagare debiti dell’erede, per il suo
matrimonio o per avviare un’attività
professionale.
Se ad esempio un figlio della nostra
famiglia “tipo”, avesse già ricevuto dal padre (de cuius) 100.000,00
euro, in donazione o quale pagamento di un debito, alla morte del padre
medesimo avrebbe diritto ad avere
beni per un valore di soli 100.000,00
euro residui.
Ovviamente le combinazioni dei
lasciti potrebbero essere molte altre, normalmente determinate dalle relazioni instauratesi in famiglia,
purché rispettino le quote societarie, con un’unica eccezione: il codice civile prevede che ¼ del valore
dell’asse ereditario sia disponibile.
Dunque nel nostro esempio ¼ di €
600.000,00 potrebbe essere lasciato
a chiunque, ad un erede in aggiunta
alla quota spettategli, o anche ad un
estraneo (fratelli, nipoti, enti, associazione, amici, ecc). in questi casi
è possibile imporre al ricevente un
onere, ad esempio, di assistenza di
VALORE DELL’ASSE EREDITARIO TOTALE = € 600.000,00
Alla moglie spetta un terzo di €
600.000,00 = € 200.000,00. Tramite testamento potrebbe esserle attribuita la quota del 50% della casa
(€ 150.000,00) che, quindi, diverrà
in toto sua, ed al suo decesso passerà ai figli. Il residuo di quota pari ad
€ 50.000,00 sarà colmato dall’ammontare dei premi versati nella polizza che le spetta in automatico;
al primo figlio, che ha sempre
diritto alla quoto di 1/3 pari a €
200.000,00, potrebbe essere attribuita all’impresa familiare del valore
di € 200.000,00. Ciò avverrà soprattutto nell’ipotesi in cui un figlio condivida l’attività lavorativa del padre.
Al secondo figlio, che ha sempre
diritto alla quota di 1/3 pari ad €
200.000,00, potrebbe tramite te6
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un figlio inabile o dell’animale domestico di famiglia.
Le quote degli eredi (legittimari)
sopra indicate in tal caso si calcolerebbero detraendo l’1/4 suddetto del
tutto.
***
Quando il padre ha stabilito come
suddividere i beni tra i suoi eredi
deve redigere il testamento olografo.
Tre sono i requisiti essenziali previsti
dal nostro ordinamento perché sia
garantita la validità del testamento
olografo:
l’autografia, cioè la completa scrittura di tute le sue parti ad opera del
testatore, senza l’ausilio di altri, né di
mezzi meccanici;
la presenza della data, giornomese-anno (non p necessaria l’indicazione del luogo);
la sottoscrizione, cioè la firma in
calce alle disposizioni.
Il testamento olografo può essere
scritto su qualsiasi pezzo di carta di
qualsiasi qualità, dimensione o colore. Non è neppure necessario che sia
proprio carta, può essere stoffa legno
o altro materiale sufficientemente
durevole. Può essere scritto anche
su un marmo o pietra, non può però
essere scolpito perché perderebbe le
caratteristiche della calligrafia del testatore.
Se non è sufficiente un foglio di carta, se ne possono usare di più purché
risulti che l’uno è la continuazione dell’altro, meglio se numerati ed
ogni foglio porti la data e la firma del
testatore.
Assolutamente consigliabile sarebbe indicare nel testamento anche un
esecutore testamentario, il soggetto
(FIDATO) che avrebbe il compito
di dare esecuzione alle volontà del
de cuius, eventualmente stabilendo
per lui un piccolo compenso. È importante!... perché si pensi ad esempio al caso in cui si lasci un bene a
qualcuno stabilendo che in cambio
accudisca il figlio inabile o l’animale
domestico di famiglia. Chi si assicurerebbe che tale onere fosse rispettato se non vi fosse un FIDATO esecutore testamentario?
È altresì importante specificare nel
testamento dove gli eredi possano
trovare i documenti (polizze) e gli
oggetti cui lo stesso fa riferimento e
soprattutto è necessario consegnare
il testamento in mani sicure.
Preferibile sarebbe consegnarlo in
custodia ad un Notaio per il costo di
circa 300,00€.
Un ultimo avvertimento: il testamento evita le liti solamente se le
quote ereditarie vengono rispettare.
Nel caso contrario determina gli eredi ad impugnarlo tramite azioni giudiziarie interminabili!
Ringraziamo l’Avvocato Silvia Compagnin Componente nel Comitato
Direttivo del Centro Anziani in rappresentanza del Consiglio Comunale, per il contributo al Sempregiovani
su questa materia molto importante
e di attualità.
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Ricordiamo i nostri soci scomparsi.
FRANCO MASIERO
SCARSO AMELIA
PERIN ESTERINA
FLORINDO
ZANIN
sorella del nostro caro
Presidente Dino.
più volte vincitore
di gare a bocce.
mamma del nostro Vice
Presidente Renzo Rossetto.
Alle famiglie giungono le nostre Condoglianze.
IL TUO ESAME
DELLA VISTA É
COMPUTERIZZATO
E GRATUITO
Vicolo Bachelet, 18
35010 Limena (PD)
Cell. 328 63 76 107
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ALLA SCOPERTA
DELLE PIANTE CURATIVE
Papaya:
La papaia o papaya, Carica Papaya si presenta come un piccolo albero poco ramificato. Dalla papaia si estrae in medicina la papaina, principio attivo con funzione
proteolitica. Contrariamente alla credenza popolare esso non favorisce il dimagrimento, ma la semplice digestione delle proteine. Ha inoltre proprietà antiossidanti.
Molte altre piante di uso comune hanno
degli effetti a livello terapico:
Pomodoro:
Il succo di pomodoro assunto come bevanda rende disponibile all’organismo una
quantità significativa di licopene, un antiossidante che si ritiene possa svolgere
una certa funzione protettiva rispetto al rischio di tumori alla prostata.
Cicoria:
Attività principali: amaro-toniche, depurative e diuretiche; lassative. Impiego tipico: disappetenza, stipsi, drenaggio e terapie per il controllo del peso.
Tradizionalmente viene impiegata come coleretica e colagoga, come sintomatico nelle turbe digestive (digestione difficoltosa, meteorismo, ecc.) e come depurativo e diuretico (acido dicaffeiltartarico). Per tali motivi può rientrare come
coadiuvante nei trattamenti dimagranti. Per uso esterno cataplasmi di foglie (applicazione di foglie bollite) sono utilizzate, a livello di medicina popolare, per risolvere foruncoli e per medicazioni di superfici cutanee ulcerate.
Interazioni alimenti - farmaci:
Potenziamente il cibo può sia aumentare che ridurre l’effetto terapeutico quanto
gli effetti collaterali quindi la tossicità del farmaco stesso.
D’altra parte, l’assunzione di alcuni farmaci può influenzare l’assorbimento di determinati alimenti, alternando la nutrizione del paziente.
Anche in assenza di patologie l’assorbimento di farmaci
è modificato dalle condizioni fisiologiche:
- Riduzione delle funzioni intestinali;
- Svuotamento gastrico;
- Motilità intestinale;
- Riduzione massa magra;
- Ridotta funzionalità epatica e renale (nel soggetto anziano).
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Esempio di come il cibo interferisce con il farmaco:
Il più noto esempio riguarda la contemporanea assunzione di (warfarim) Coumadin®
con vegetali ricche di vitamina K come:
- Asparagi;
- Broccoli;
- Verdure a foglie larghe.
La vitamina K è prodotta anche dai batteri intestinali, pertanto l’uso di antibiotici
che alterano la flora batterica intestinale può comunque influenzare la concentrazione plasmatica di vitamina K.
Anche alcuni integratori “NATURALI” devono essere presi
con attenzione nel caso dell’assunzione di Coumadin®:
Ginseng: tonificante;
Gingko Biloba: riduce l’aggregazione piastrinica;
Vitamina E: antiossidante;
Condroitin-glucosamina: utilizzati per rallentare i processi
di danno articolare nell’osteoartrosi;
Coenzima Q10: presente nei cereali, nella soia, nelle noci e nei vegetali;
Artiglio del diavolo: antireumatico e antinfiammatorio;
Tè verde: efficace drenante, noto anche per le
sue proprietà antiaggreganti piastriniche;
Papaya Fermentata: antiossidante;
Iperico: antidepressivo.
Alcuni cibi devo essere assunti con attenzione
quando si fa uso di antidepressivi:
Formaggi stagionati;
Cioccolato;
Birra e vino rosso.
Questi cibi sono ricchi di Tiramina, che se assunta in quantità in associazioni con
antidepressivi, rilascia una sostanza (norepinefrina) che può provocare un brusco
aumento pressorio, aritmia cardiaca, ipertermia ed emorragia celebrale.
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Il succo di polpelmo
Il succo di polpelmo è un alimento di uso comune, anche perchè ne è stata dimostrata
l’efficacia in termini di perdita di peso se associato ad una dieta ipocalorica. Provoca
un aumento di insulino-resistenza che può avere effetti benefici nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, dando a digiuno diminuiti livelli di glucosio, di colesterolo totale
e di trigliceridi.
Si è scoperto casualmente durante un esperimento che l’assunzione
di succo di polpelmo con alcuni farmaci tra cui:
Calcio antagonisti (nifedipina, verapamile, diltiazem, nisodipina,
amlodipina);
Statine;
Antiritmici;
Antistaminici;
Immunosopressori.
Subiscono delle interazioni e le loro disponibilità possono aumentare fino al 200%
e questa interazione può persistere per più di 72 ore se il farmaco viene assunto per
via orale. Nel caso delle statine si possono creare degli accumoli nel sangue con
gravi effetti per il fegato e per i reni.
Dieta ricche di fibre e interazioni con farmaci
EFFETTI MIGLIORATIVI
Molti studi dimostrano che le fibre interagiscono con molti farmaci tra i quali i farmaci anti Parkinson causando un aumento significativo di principio attivo a livello
plasmatico a distanza di 30 e 60 minuti dopo l’assunzione. Questo sembra sia legato
ad una accelerazione dell’assorbimento del farmaco in seguito di un ritardo nello
svuotamento gastrico e all’incremento della mobilità intestinale.
EFFETTI PEGGIORATIVI
In altri casi, l’assunzione di alcune fibre come la gomma guar e le pectine con farmaci
ipocolesterolemizzanti causano una diminuzione di efficacia di questi ultimi.
Mangiare è una necessità.
Mangiare intelligente è un’arte.
Ringraziamo la Farmacia Comunale di Ponterotto Villafranca Padovana per la gentile collaborazione raccomandando a tutti coloro
che fanno uso di farmaci, di consultare il proprio medico prima di
assumere fitofarmaci (derivati da piante).
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i sempregiovani
RADIOAMATORE “I1QP”
VITTORIO AGGUJARO
un Limenese che ha dato lustro al proprio paese
Sempregiovani da molto tempo si
occupa di pescare ed illustrare personaggi e storie dimenticate che
hanno segnato lo sviluppo sociale e
culturale di Limena, per coloro che
qui sono nati e ricordano e per coloro
che ci sono arrivati da altre località,
per capire il passato di questo paese
situato sulla strada che da Padova
porta a Bassano del Grappa.
Nei mesi scorsi girava in paese una
foto ricordo di un numeroso gruppo
di cacciatori a margine di una cena
in Tavello, dove al centro erano raffigurate le “autorità, tra cui il Sindaco
Mario Piva, Don Vittorio Lazzarotto,
il Segretario Comunale Aldo Gatto e
Vittorio Aggujaro, da questa immagine è nata subito l’idea di inserire la
storia di Vittorio Aggujaro stimatissimo e geniale cittadino della nostra
comunità nel periodico “i Sempregiovani”.
Fin da giovane Vittorio dimostra
interesse e curiosità per le radiotra-
smittenti fatte di valvole molto grandi in vetro, fili, cuffie e microfoni,
casse audio e antenne per la ricezione e trasmissione delle onde radio.
Durante il servizio militare nel Genio
Trasmissioni approfondisce le conoscenze e le tecniche, che una volta
congedato metterà a frutto nella sua
passione di radioamatore.
Il suo codice identificativo sarà per
tutti: I1QP.
Il lavoro, la famiglia e la radio trasmittente diventano il suo progetto
di vita condiviso con la moglie Bruna
Marzotto nella loro casa di Piazza Diaz.
Chi passava per la statale Valsugana
e guardava il monumento non poteva
ignorare la gigantesca antenna che
svettava sul tetto di casa Aggujaro e
che Vittorio utilizzava per collegarsi
con gli angoli più remoti della terra.
Molti veneti nel secolo scorso erano partiti in nave per raggiungere
le sponde opposte dell’oceano come
migranti, Argentina, Brasile e Stati
Uniti d’America erano i paesi predestinati e il problema di mantenere i
contatti era tramite corrispondenza
postale la quale impiegava mesi prima di raggiungere la destinazione.
Vittorio su richiesta, organizzava dei
ponti radio con gli amatori d’oltreoceano facendo in modo che intere
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legata col resto del mondo, vogliamo
ricordare che solo i ricchi potevano
permettersi il telefono e il centralino
pubblico era presso il Bar Caffè in
piazza Diaz e le telefonate sia in partenza che in arrivo erano prenotate.
Due anni dopo durante le celebrazioni Colombiane a Genova gli viene conferita la medaglia d’oro per
atti rilevanti di umana solidarietà in
qualità di radioamatore. Per dare la
misura dell’evento, con lui vengono
premiati anche Bonatti e Lacedelli
per la scalata del K2. Sempre per la
sua partecipazione agli eventi Polesani Vittorio Aggujaro è stato insignito del titolo di Cavaliere della
Repubblica. Anche Papa Pio XII° gli
darà udienza per le sue doti umanitarie.
Poi a seguito di un intervento chirurgico con complicazioni a soli cinquant’anni Vittorio Aggujaro muore, la sua radiotrasmittente viene
smontata ed ogni radioamatore se
ne porta a casa un pezzo come ricordo, il tempo passa, l’antenna sul tetto viene smontata e la memoria di
questo illustre Limenese straripante
di “Umana Solidarietà” rimane circoscritta ai suoi familiari, ai parenti
e pochi altri. Noi lo ricordiamo anche
per questo e proponiamo in sua memoria l’intitolazione di una apposita
sala della sede della Protezione Civile.
A cura di Melisi Stanco Stanislao che
ringrazia il figlio Leopoldo e il nipote Paolo Aggujaro per il materiale ed
informazioni fornite.
famiglie si parlassero in viva voce simultaneamente.
Poi arrivò l’alluvione del Polesine nel
1952, quando il Po ruppe gli argini
portando distruzione, morte e disperazione nell’area vasta tra Veneto ed
Emilia Romagna, Vittorio Aggujaro
intuisce subito che nel deserto della
distruzione lui può rendersi utile per
tenere i contatti ed organizzare gli
aiuti, carica la radio trasmittente e
tutto l’occorrente in auto e si reca sul
posto, questo suo gesto geniale può
essere considerato l’embrione della
futura Protezione Civile.
Il suo intervento è provvidenziale e i
riconoscimenti ricevuti in Italia ed in
campo internazionale lo evidenziano, Limena per merito suo era col-
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i sempregiovani
A chi spetta il rimborso sulle pensioni a seguito
della sentenza della Corte Costituzionale
In Dicembre 2011 il Governo Monti approvò il Decreto Legge chiamato “Salva Italia”, nel quale oltre a prolungare l’età pensionabile per tutti a 67 anni
introducendo anche il periodico allungamento (ogni tre anni) in base all’allungamento della media vita, cioè se gli italiani vivono più a lungo l’età della
pensione la segue. Tra i provvedimenti inseriti c’era anche quello che prevedeva il blocco della perequazione per due anni 2012 e 2013 delle pensioni
superiori a tre volte l’importo minimo delle pensioni inps, che per il 2011 era
di euro 467,43 per tre dava l’importo di 1402,29 euro.
Nei due anni citati le Pensioni superiori a 1402,29 sono rimaste ferme all’importo del 2011 lasciando nelle casse dello Stato una media di 2500,00 euro
che sommati agli altri provvedimenti hanno versato complessivamente diciotto
miliardi di euro, una somma molto importante per superare la crisi che l’Italia
aveva davanti.
Ora la recente sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che quel prelievo non era equo e congruo e chiedeva al Governo di restituire i soldi ai
pensionati, senza stabilirne la misura di quanto restituire.
Il Governo ha stabilito di restituire il 20% circa di quanto prelevato e di ricalcolare l’importo delle pensioni. Va detto con chiarezza che l’importo da restituire non è uguale per tutti, ma varia secondo l’importo lordo della Pensione
del 2011 partendo dall’importo minimo di 1402,29 euro. Va precisato che
più si alza l’importo lordo della pensione minore sarà l’indennizzo stabilendo
come tetto massimo l’importo di cinque volte il minimo 2011.
Per effetto della sentenza della Corte Costituzionale, dal primo Gennaio 2016
l’importo lordo delle pensioni bloccate aumenterà sempre del 20% della mancata perequazione (contingenza) 2012 – 2013.
Se il pensionato nel frattempo è deceduto l’erede o gli eredi devono recarsi
da un Patronato sindacale per fare domanda dei Ratei maturati e non riscossi.
In ogni caso per maggiori delucidazioni l’invito è comunque quello di recarsi
dai Patronati in modo di essere sicuri che la restituzione spetti e venga fatta
da parte dell’inps.
A cura di Melisi Stanco Stanislao
14
settembre 2015
IL VOLONTARIATO NON SI TOCCA
Continuano giungerci segnalazioni di
persone che liberamente ed impunemente seminano zizzania sui volontari del Centro Anziani. Queste persone
mettono in dubbio la volontarietà
del servizio offerto DA AUTISTI E
ACCOMPAGNATORI di persone bisognose nei luoghi di cura e terapie
sparsi nel territorio. Questi critici
farebbero bene informarsi prima di
parlare, perché il Centro Anziani di
Limena non è parte di quel teatrino
che va in scena tutte le sere nei telegiornali televisivi e che molti vorrebbero insinuare quello che non c’è.
L’unico modo che ogni cittadino ha
per potere appurare la verità qualora
avesse dei dubbi, è quella di iscriversi
come socio al nostro Centro, perché
sono i soci che nelle assemblee annuali approvano i bilanci di previsione e
consuntivo. Inoltre hanno facoltà di
prendere visione delle entrate e delle
spese sostenute, che noi del Comitato
Direttivo mettiamo a disposizione di
chi volesse verificare. Gli altri no. Non
hanno diritto di criticare a vanvera su
niente perché il Centro Anziani deposita copia dei bilanci in Municipio per
rispetto delle convenzioni in essere.
Ai nostri collaboratori vorremmo dare
di più per l’opera meritevole e gratuita che svolgono quotidianamente,
ma l’unica ricompensa è un pranzo
annuale di sabato in cui festeggiamo
proprio loro personalmente e l’opera
volontaria che offrono agli altri.
Di solito chi si dedica alla denigrazione è qualcuno abituato a non aiutare
gli altri, noi siamo tranquilli perché
questo malsano esercizio ci accompagna da molto tempo e siamo ancora
qui, anzi siamo pieni di progetti ai
quali vogliamo dare corpo e già domani pensiamo come realizzarliQueste voci ci disturbano perché sappiamo non essere vere, ma tiriamo
avanti perché i Quaquaraquà esistono
a tutte le latitudini.
L’economo Melisi Stanco Stanislao
NUOVA APERTURA LIMENA
Via Beato Arnaldo, 32
35010 Limena (PD)
Tel./Fax 049 8841598
E-mail:
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i sempregiovani
65° anniversario della Croce di Cima D’Asta
Il nostro Centro Ricreativo per gli Anziani di Limena organizza
per l’occasione una giornata particolare Domenica 27 Settembre presso la nostra sede sociale in via Roma 54
alle ore 10,00 sarà celebrata la Santa Messa, alle
10,45 in sala Consiliare ci sarà la presentazione ufficiale del libro fotografico sulla Croce e Limena in Val
Canali.
Alle 12,30 in sala Barchessina pranzo su prenotazione.
E’ opportuno prenotarsi.
Convenzione Comune di Limena e ambulatorio
Limena Medica per ultra 60enni
Direttore Sanitario:
Dott. Alessandro Gasperini
Medico Chirurgo
- Elettroterapia antalsica:
- correnti diadinamiche
- correnti interferenziali/ • Tens
- ionoforesi
- Compex/elettrostimolazione
- Magnoterapia
- Linfodrenaggio
- Fisioterapia domiciliare
Consulenze Specialistiche:
- Ortopedia e traumatologia
- Neurologia/elettromiografia
- Otorinolaringoiatria/audiologia
- Medicina legale e delle assicurazioni
- Dermatologiat
- Fisiatria
- Cardiologia
- Scienza dell’alimentazione
Il Poliambulatorio Limena Medica
è un centro medico privato convenzionato con i cittadini over 60
residenti nel Comune di Limena.
Per maggiori informazioni rivolgersi al centro medico.
Fisioterapia e Riabilitazione:
- Valutazione funzionale e posturale
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Via Del Santo, 133/D
35010 Limena (PD)
Tel. 049 8842987 - Fax 049 769954
[email protected]
Orari segreteria: dal lunedì al venerdì
09.00 - 12.30 / 15.00 - 19.00
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luglio 2015 - Comune di Limena