Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia _______________________________________________________________________ VIII LEGISLATURA - ATTI CONSILIARI - PROGETTI DI LEGGE E RELAZIONI _______________________________________________________________________ CONSIGLIO REGIONALE GM/MN/ac N. 117,167,175-A RELAZIONE DELLA III COMMISSIONE PERMANENTE (Istruzione, attività sociali e ricreative: istruzione, igiene e sanità, assistenza sociale, formazione professionale, emigrazione, attività e beni culturali, sport e attività ricreative) (Relatori ANTONAZ, CASTALDO, FASOLA) sulle PROPOSTE DI LEGGE N.117 <<Disposizioni in materia di sorveglianza delle situazioni da rischio amianto>> Presentata dai Consiglieri Fasola, Ritossa, Castaldo, Arduini, Seganti il 18 febbraio 2000 N.167 <<Norme di coordinamento e sorveglianza in relazione all'attuazione della normativa statale in materia di cessazione dell'impiego dell'amianto ed istituzione del Registro Regionale del Mesotelioma>> Presentata dai Consiglieri Zorzini e Fontanelli il 24 ottobre 2000 N.175 <<Norme per l'epidemiologia delle patologie asbestocorrelate, per la sorveglianza sanitaria dei cittadini esposti ed ex esposti all'amianto, per l'informazione sui diritti e sugli obblighi dei cittadini e dei lavoratori esposti ed ex esposti e degli operatori sanitari coinvolti>> Presentata dai Consiglieri Antonaz e Pegolo l'8 novembre 2000 ----Presentate alla Presidenza il 18 luglio (Fasola) ed il 20 luglio 2001 (Antonaz e Castaldo) ----- Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il testo di legge che si affida all’approvazione del Consiglio si prefigge di affrontare i problemi connessi all’esposizione, diretta o indiretta, all’amianto proponendosi come un esperimento innovativo in questo campo. La necessità di intervenire con un efficace strumento di legge, in una Regione nella quale vi sono aree con una incidenza di neoplasie correlabili all’amianto fra le più elevate al mondo, è supportata da dati che dimostrano, in modo difficilmente confutabile, la gravità delle conseguenze all’esposizione: mediamente l’incidenza del mesotelioma è di circa 1 caso per milione di abitanti per anno; su questa base il numero di eventi attesi in un Distretto medio della nostra Regione con 70.000 abitanti dovrebbe essere di uno ogni 17 anni; nel distretto Basso Isontino si registrano invece oltre dieci casi all’anno, pari ad una incidenza tra 150 e 200 per milione; studi autoptici condotti nella zona di Monfalcone e Trieste hanno evidenziato segni di esposizione all’amianto nel 70% dei maschi e 25% delle donne residenti. Recenti studi hanno inoltre dimostrato che le conseguenze dell’esposizione non si limitano al mesotelioma della pleura, ma potrebbero estendersi ad altre neoplasie (polmonari ma non solo) e non riguardare esclusivamente quelle categorie di lavoratori abitualmente riconosciuti “a rischio”. Il numero, le aree geografiche e la tipologia dei soggetti colpiti sono ampi e diversificati ed il fenomeno, pur presentando picchi di incidenza massimi nell’area monfalconese e triestina, interessa infatti l’intero territorio regionale, coinvolgendo anche alcune aree del Friuli. Va considerata inoltre la latenza del tumore pleurico, che può raggiungere i 6070 anni, e nel 75% dei casi supera i 40 anni; ne deriva che le conseguenze delle esposizioni più recenti (quelle avvenute entro il 1980) potrebbero produrre un picco di incidenza solo tra alcuni decenni. Vi sono peraltro recenti segnalazioni in letteratura che farebbero pensare alla possibilità di una diagnosi precoce anche per alcune neoplasie toraciche, dato che, se confermato, renderebbe potenzialmente curabili, con finalità radicali, un numero maggiore di pazienti. Ci sembra che le premesse siano sufficienti per giustificare l’impegno dell’organo legislativo del Friuli-Venezia Giulia. La proposta di legge in esame affronta il problema amianto con gli obiettivi e le competenze delineate negli articoli 1 e 2: monitoraggio periodico dell’incidenza e della prevalenza della neoplasie polmonari e pleuriche attribuibili all’esposizione all’amianto, anche in raccordo e collaborazione con l’I.N.A.I.L.; - promozione della ricerca clinica di base e della prevenzione; sostegno delle famiglie colpite, attraverso aiuti economici nelle more del procedimento per il riconoscimento della malattia professionale; 1996, n. 39. incentivazione delle bonifiche ambientali; coordinamento delle attività previste dalla Legge Regionale 3 settembre Un esame più approfondito dell’articolato può essere utile per comprendere le modalità con cui si intende attuare la ratio della legge. Articolo 3 (Registri regionali): si istituiscono i due registri che rappresentano lo strumento di lavoro per l’attività di monitoraggio e ricerca: il Registro dei soggetti già colpiti da patologie correlate all’amianto e il Registro dei soggetti “a rischio” in quanto sottoposti a esposizione. I criteri per identificare quest’ultima categoria sono stati mutuati dalla recente letteratura scientifica, individuando, nell’anamnesi lavorativa del soggetto, il criterio più rilevante per l’individuazione dei fattori di esposizione. Gli articoli 4 e 5 (Commissione regionale; Nomina e composizione della Commissione) istituiscono e disciplinano l’organo collegiale preposto alla valutazione dei casi da iscrivere nei Registri regionali, all’attivazione ed al coordinamento di tutte le funzioni individuate dalla legge, i cui risultati dovranno essere verificati ed illustrati, con cadenza annuale, in occasione della Conferenza regionale sull’amianto (Articolo 6) L’articolo 7 (Sostegno delle persone affette da malattie correlabili all’amianto) istituisce un’importante meccanismo contributivo a favore delle famiglie che si trovano ad affrontare le pratiche mediche e legali necessarie per il riconoscimento della malattia professionale e la concessione della pensione INAIL. Gli articoli 8 e 9 (Contributi alle Aziende Sanitarie e all’Associazione Esposti Amianto; Programmi di prevenzione): disciplinano gli aspetti finanziari ed organizzativi connessi alla prevenzione secondaria e all’assistenza sociale delle malattie correlate all’amianto. L’articolo 10 attribuisce, infine, alla Direzione Regionale alla Sanità ed alle Politiche Sociali ed alla Agenzia Regionale della Sanità le funzioni di Informazione alla popolazione e agli operatori sanitari, comprendendovi, naturalmente, anche i lavoratori e le aziende soggette ad esposizione. Il testo sottoposto al Vostra attenzione nasce dalla sintesi di tre proposte di legge (n. 117, 167, 175) e dal lavoro svolto in III Commissione: in questa sede si sono raccolti i suggerimenti, le osservazioni e l’esperienza di quanti operano, con funzioni diverse, nel settore. L’Associazione Esposti Amianto e l’Associazione Nazionale Mutilati Invalidi del Lavoro sono intervenuti in rappresentanza delle organizzazioni di volontari che si occupano degli aspetti relativi all’assistenza delle persone ed delle famiglie colpite; il Direttore dell’Istituto di Medicina del lavoro presso l’Università di Trieste e il responsabile dell’Unità Operativa di Anatomia Patologica presso l’Ospedale San Polo di Monfalcone hanno evidenziato gli aspetti più strettamente tecnici e scientifici della materia, mentre, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali (C.G.I.L. e C.I.S.A.L) ed i responsabili delle Unità Operative di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (U.O.P.S.A.L.) istituite presso le sei A.S.S. della Regione hanno individuato le tematiche collegate all’istruttoria per la verifica dell’esposizione e alla prevenzione nei luoghi di lavoro. Dagli esiti delle audizioni, dalle osservazioni formulate dalla Direzione Regionale competente e dall’ampia discussione seguita in Commissione si sono ricavati elementi importanti per ridefinire il testo proposto dal Comitato ristretto, esaminando e perfezionando gli aspetti collegati alla tenuta dei Registri regionali, alle funzioni ed alla composizione della Commissione Regionale (per la quale è richiesta una comprovata esperienza nel settore ai tecnici che ne faranno parte), ad una verifica più rigorosa delle condizioni dell’esposizione, ed, aspetto molto importante dal punto di vista applicativo, ai presupposti ed alla procedura per la richiesta dei contributi regionali da parte delle famiglie. Le penose conseguenze della malattia e del decesso, per molte famiglie, si aggiungono infatti alle difficoltà economiche ed gli ostacoli burocratici, quali la frequente l’impossibilità di concedere alle vedove la reversibilità di pensioni legate a contributi regolarmente versati. Che ciò accada nel Paese in cui si riducono le pensioni di reversibilità per continuare a mandare in pensione dipendenti pubblici ancora giovani, fa parte degli aspetti grotteschi della Pubblica Amministrazione e delle vicende politiche degli ultimi anni. Rimane il fatto che la nostra Regione non può restare insensibile di fronte ad un problema che ha reso famose alcune delle sue città, nella comunità scientifica internazionale, per un’impressionante concentrazione di tumori altrove molto rari; né si possono omettere i necessari sforzi per proseguire nell’opera delle bonifiche ambientali e sostenere la ricerca sulla prevenzione secondaria. Pertanto, per la portata innovativa di questo strumento di legge e per la sua importanza nel monitoraggio e nella prevenzione dei rischi derivanti dall’esposizione, confidiamo nel consenso del Consiglio. Gianpiero Fasola Signor Presidente, egregi colleghi la gravità dell’esposizione all’amianto e dei suoi effetti nel Friuli-Venezia Giulia è un dato ormai accertato e inconfutabile. L’incidenza del mesotelioma maligno della pleura raggiunge in certe aree della regione tassi che sono 150-200 volte superiori a quelli prevedibili in assenza di amianto. Uno studio autoptico condotto nell’area di Monfalcone nell’arco di 19 anni ha mostrato la presenza di placche pleuriche (segno di esposizione non banale all’amianto) nel 70 % dei maschi e nel 25 % delle femmine residenti. Il novero di soggetti coinvolti dal fenomeno in discorso pare in espansione. Una ricerca sul mesotelioma condotta nella provincia di Trieste e nell’area del monfalconese, con riferimento agli ultimi trent’anni, aveva evidenziato che il gruppo professionale più colpito dal tumore era quello dei cantieristi navali. Ebbene, negli ultimi anni, sia nella nostra regione che in altre aree è stata osservata una variazione delle categorie a rischio. In un gruppo di 11 pazienti maschi trattati per mesotelioma pleurico presso la Divisione di chirurgia toracica di Trieste nell’anno 2000, solo un paziente aveva lavorato in cantieri navali, gli altri avevano lavorato nei luoghi più diversi. Ancora, sempre da ricerche condotte nell’area Trieste-Monfalcone è emerso che la durata del periodo di latenza, ovvero l’intervallo di tempo intercorrente tra l’inizio dell’esposizione all’asbesto e l’insorgenza del tumore pleurico, nel 75% dei casi risulta essere superiore a 40 anni, con una media di 50 anni ed estremi di 60-70 anni. Ciò sta a significare, drammaticamente, che le conseguenze dell’intensa esposizione all’asbesto verificatesi negli anni ‘60 e ‘70 saranno note soltanto nei prossimi decenni. Questo è quanto ha evidenziato, in sede di audizione presso la III Commissione permanente, il responsabile dell’unità operativa di anatomia patologica dell’ospedale di Monfalcone, dott. Bianchi. Sono dati che testimoniano da soli la gravità del problema e la necessità di intervenire rapidamente. Il presente provvedimento è il risultato della sintesi di tre proposte di legge: la n. 117, d’iniziativa dei consiglieri Fasola, Ritossa, Castaldo, Arduini e Seganti, la n. 167, d’iniziativa dei consiglieri Zorzini e Fontanelli e la n. 175, a firma dei consiglieri Antonaz e Pegolo. Per l’esame di tali proposte è stato costituito un Comitato ristretto. Sul testo licenziato da tale Comitato la Commissione ha dato luogo a udienze conoscitive con l’Associazione esposti amianto, L’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, i responsabili delle Unità operative di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (ex medicine del lavoro) delle Aziende sanitarie regionali, il già citato dott. Bianchi, l’Istituto di medicina del lavoro dell’Università degli Studi di Trieste, nonché le Organizzazioni sindacali. Nel corso dell’istruttoria è stata fatta presente l’esigenza di giungere in tempi brevi all’approvazione del provvedimento. L’Associazione esposti amianto si è resa parte attiva in tal senso nei riguardi della Presidenza del Consiglio e dei Presidenti dei Gruppi consiliari. In termini generali, il testo approvato dalla Commissione intende sviluppare 4 direttrici d’intervento: - il coordinamento dell’operato degli organi di vigilanza e controllo - la promozione della ricerca clinica e di base - il sostegno alle persone colpite dalle malattie professionali l’istituzione della Commissione regionale amianto, primo strumento attuativo del provvedimento, e la promozione della Conferenza regionale sull’amianto, quale momento di verifica e avanzamento dei lavori. In particolare, gli articoli 1 e 2 individuano finalità e competenze, ovvero: il monitoraggio dell’incidenza e della prevalenza dell’asbestosi e delle neoplasie correlabili all’amianto, con riferimento alle aree del territorio regionale; - la promozione della ricerca clinica e di base; il sostegno alle persone affette da malattie professionali causate dall’amianto e alle loro famiglie; - il coordinamento con le attività previste dalla legge regionale 3 settembre 1996, n.39. L’articolo 3 istituisce un Registro regionale degli esposti e un Registro regionale dei mesoteliomi e delle altre neoplasie correlabili all’esposizione all’amianto. Il medesimo articolo definisce il concetto di "esposto", facendo riferimento all’anamnesi lavorativa ricavabile dal libretto di lavoro e ai più recenti criteri definiti dalla comunità scientifica internazionale. Gli articoli 4 e 5 istituiscono e disciplinano la Commissione regionale sull’amianto. Alla stessa compete, in particolare, l’attivazione della ricerca clinica e di base, il coordinamento delle iniziative di sorveglianza sanitaria degli esposti all’asbesto e soprattutto la predisposizione, tenuta e aggiornamento dei registri sopra citati. L’articolo 6 introduce la Conferenza regionale sull’amianto quale momento di verifica e illustrazione dell’attività svolta dalla citata Commissione. Prevede altresì che gli esiti dei lavori di detta conferenza vengano esposti alla Commissione consiliare competente e trasmessi alle sedi provinciali dell’Inail. L’articolo 7 introduce un contributo alle famiglie impegnate nelle pratiche necessarie al riconoscimento della malattia professionale. L’articolo 8 prevede la concessione di contributi alle Aziende sanitarie per l’attività di ricerca nell’ambito della prevenzione secondaria e all’Associazione esposti amianto per la relativa attività sociale e assistenziale. L’articolo 9 stabilisce in capo alle Aziende sanitarie la predisposizione di programmi di prevenzione primaria destinati agli ambienti di lavoro e di sorveglianza periodica nonché di prevenzione secondaria per i soggetti iscritti nel Registro regionale degli esposti. L’articolo 10 attribuisce all’Agenzia e alla Direzione regionale della sanità la predisposizione di un piano di informazione delle patologie in discorso destinato alla popolazione e agli operatori sanitari. Sono assenti le disposizioni finanziarie. In Commissione i relatori hanno assunto l’impegno a provvedere in previsione dell’esame in Aula. Resta da dire che il provvedimento è stato approvato all’unanimità, a testimonianza dell’accordo di tutte le forze politiche nel senso della necessità di dare risposta a un’esigenza grave della comunità regionale. Giovanni Castaldo Signor Presidente, signori consiglieri, la regione Friuli Venezia Giulia, come ha recentemente evidenziato l’Istituto Superiore di Sanità, ha una condizione epidemiologica per le patologie asbestocorrelate fra le più elevate, non solo a livello italiano, ma anche a livello internazionale. La presenza del porto di Trieste nel quale sono transitati 500.000 mila tonnellate di amianto e dei cantieri navali di Monfalcone, oltre che di fabbriche, centrali elettriche, e raffineria dell’entroterra, hanno esposto all’amianto migliaia di lavoratori e in maniera più o meno intensa la popolazione dell’intera regione. Patologie molto gravi hanno colpito i lavoratori e la popolazione esposta, quali l’asbestosi, i mesoteliomi e la pleura e del peritoneo, vari tipi di tumore: principalmente il tumore dei polmoni, ma a seguire il tumore della laringe, del tratto gastrointestinale, del rene e sicuramente altri più rari. I lavoratori e i cittadini ne sono stati colpiti per cause indipendenti dalla propria volontà, ignari dei rischi derivanti dall’esposizione all’amianto, trovandosi in una situazione di invalidità permanente, come chi è stato colpito da asbestosi, o addirittura sono morte, passando per non poche sofferenze. La proposta di legge che segue si pone quindi un importante obiettivo, anche dal punto di vista umanitario: da un lato spingere perché le misure già prese vengano messe in pratica, dall’altro perché quanto non è ancora stato previsto venga messo all’ordine del giorno e realizzato. Ci riferiamo in particolare al potenziamento della prevenzione primaria e secondaria e quindi alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori e anche di cittadini esposti o ex esposti all’amianto ai quali deve essere riconosciuto un diritto risarcitorio, non solo a livello economico, ma anche sanitario e psicologico: chi è stato esposto, come abbiamo detto, ignaro, all’amianto deve avere una particolare attenzione dal servizio sanitario: deve possedere un libretto sanitario e di rischio sul quale viene annotato la sua storia lavorativa e sanitaria, deve essere sottoposta a dei controlli periodici sanitari in segno di attenzione e di tranquillità psicologica, nel senso di fare tutto il possibile per dare ad essa tutto il sostegno dovuto. Per questo viene previsto che gli uffici regionali alla sanità, servendosi di esperti regionali e nazionali nel campo, predispongano un protocollo diagnostico periodico di sorveglianza a cui non deve mancare l’aspetto di sostegno psicologico, al fine di sottoporre ad una serie di visite ed esami medici gli esposti e gli ex esposti. Inoltre la proposta di legge regionale propone l’unificazione dei registri tumori provinciali esistenti in un unico registro tumori regionale, all’interno del quale deve essere stabilito il registro dei mesoteliomi. Questo è importante non solo a livello conoscitivo e dell’informazione, ma anche per fornire prove per i singoli soggetti allo scopo di ottenere i benefici di legge previdenziali, risarcitori e di indennizzo. Deve seguire, pure, il registro degli esposti, che si ritiene utile fare tenere dai servizi di prevenzione delle ASS, che risponde sia agli scopi precedentemente detti, di definizione di chi ha diritto alla sorveglianza sanitaria e di messa a disposizione di prove concrete a fini di risarcimento dei singoli. In proposito si stabilisce che la regione autonomamente fornisca un aiuto ai soggetti e alle famiglie che sono stati colpiti da gravi malattie da amianto, cioè l’asbestosi e i tumori. Viene posta la condizione ai richiedenti di agire comunque, conformemente alle leggi, nei confronti dell’INAIL, per ottenere la rendita relativa e/o dei responsabili dell’esposizione per il risarcimento del danno biologico. Per di più, sempre secondo la nostra proposta, la regione mette a disposizione dei soggetti interessati, un ufficio legale e medico legale gratuito, per esperire tutte le pratiche e, se del caso, seguire la causa in tribunale. Infine viene stabilito di fare, ogni anno, il punto della situazione del complesso degli interventi a riguardo dell’amianto: una conferenza regionale che non. può essere vista esclusivamente come un fatto tecnico, ma deve poter essere rivolta e per certi versi, preparata, dai rappresentanti dei soggetti interessati. Per questo viene di pari passo stabilita la costituzione di una Commissione regionale sull’amianto. Si auspica che lo spirito collaborativo realizzatosi in Commissione, con l’importante approvazione all’unanimità della seguente legge, caratterizzi in egual modo anche la discussione in Aula. Roberto Antonaz