DELLA
ANNO XXXV
16 GENNAIO 2010
E 1,20
2
DIOCESI
DI
COMO
PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.
SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.
IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO
Cari amici, questa è la vera
ragione di speranza dell’umanità:
la storia ha un senso, perché è
“abitata” dalla Sapienza di Dio.
E tuttavia, il disegno divino non si
compie automaticamente, perché
è un progetto d’amore, e l’amore
genera liber
tà e chiede liber
tà.
libertà
libertà.
Il Regno di Dio viene cer
tamente,
certamente,
anzi, è già presente nella storia
e, grazie alla venuta di Cristo,
ha già vinto la forza negativa del
maligno. Ma ogni uomo e donna
è responsabile di accoglierlo
nella pr
opria vita, gior
no per
propria
giorno
gior
no. Per
ciò, anche il 2010
giorno.
Perciò,
sarà più o meno “buono” nella
misura in cui ciascuno, secondo
le proprie responsabilità, saprà
collaborare con la grazia di Dio.
Cristiani
perseguitati
(Benedetto XVI, Angelus, 3 gennaio 2010)
Egitto, 7 gennaio: Sua Santità Shenouda III celebra il Natale ortodosso. Al termine della funzione, un commando armato ha portato un attacco contro la comunità cristiana
copta nella cittadina di Nag Hamadi, nella provincia di Quena, a circa 65 chilometri da Luxor (Foto AFP/SIR)
to ai danni di questa o quella
minoranza religiosa, le colonne
dei titoli si sprecano?
Ho provato a leggere per una
settimana le notizie dell’agenzia Zenit (www.zenit.org) e
guardate un po’ che cosa ho scoperto. I fondamentalisti musulmani hanno attaccato tre chiese protestanti e una cattolica in
Malaysia, danneggiando anche
auto di proprietà dei fedeli cattolici (e sarebbe interessante
andare a leggere un’altra agenzia - www.asianews.it - per ricostruire il terreno culturale su
cui nascono simili episodi di
intolleranza e di violenza). Vengo a sapere che ad Hanoi, forze
di polizia hanno fatto irruzione
in una parrocchia e hanno abbattuto una croce su una collina, dopo aver ferito gravemente alcuni fedeli recatisi sul luogo per cercare di difendere la
croce. Un’altra notizia viene
dalla Bielorussia: a due parroci cattolici polacchi è stato proibito di svolgere attività religiosa nel Paese, e non sono che gli
ultimi nomi di una lunga lista.
In Iraq, molti cristiani che vivevano nel sud si sono rifugiati
nel nord curdo sperando di trovarvi migliori condizioni di vita,
ma - dice la fonte, che in questo
caso è l’associazione caritativa
internazionale “Aiuto alla Chiesa che soffre” - di fronte alle
enormi difficoltà che devono af-
frontare si vedono sempre più
costretti ad abbandonare definitivamente il Paese. Un’altra
autorevole agenzia - www.fides.
org, organo della Congregazione vaticana per l’Evangelizzazione dei Popoli - ha diffuso il
1° gennaio il dossier sugli operatori pastorali cattolici uccisi
nel 2009: sono in totale 37 (30
sacerdoti, 2 religiose, 2 seminaristi, 3 volontari laici), quasi il
doppio rispetto al 2008 ed il
numero più alto registrato negli ultimi dieci anni. E si tratta
solo della punta di un iceberg,
di cui non conosceremo mai le
esatte proporzioni della parte
sommersa!
Qualcuno potrebbe dirmi:
perché ti meravigli? La persecuzione non è forse stata annunciata da Gesù Cristo a chi
si sarebbe messo sulle sue orme? La mia meraviglia non riguarda affatto questo aspetto
delle innumerevoli vicende di
«martirio» cristiano. Mi domando solo perché il mondo politico
e culturale oggi dominante così fiero dei suoi valori laici di
giustizia, tolleranza, eguaglianza - e il circo dell’informazione
- così orgoglioso della sua libertà di stampa a 360 gradi - cada
nel consueto fragoroso silenzio
quando si tratta di rapportarsi
a questo «buco nero» della civiltà. Risposta non c’è...
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
L
a notizia della barbara
uccisione di sette cristiani egiziani nella notte
del Natale ortodosso ha
fatto capolino sulla prima pagina di alcuni quotidiani
nazionali. È un’eccezione che
conferma la regola del silenzio,
quando si tratta di dare spazio
alle molte notizie circa la persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo.
Benedetto XVI ne ha parlato
apertamente nel discorso al
Corpo diplomatico accreditato
presso la Santa Sede. Non ha
avuto timore di segnalare che
«in alcuni Paesi, soprattutto
occidentali, si diffonde, negli
ambienti politici e culturali,
come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di
scarsa considerazione e, talvolta, di ostilità, per non dire di
disprezzo verso la religione, in
particolare quella cristiana».
Eppure, non mancano fonti
giornalistiche autorevoli e professionali, che offrono quotidianamente informazioni di prima
mano circa le vessazioni e le
persecuzioni a cui vanno incontro tanti cristiani nel mondo.
Perché i media di casa nostra
si ostinano a non avvalersi di
queste fonti? Perché cestinano
notizie degne di essere date?
Perché le minimizzano mentre,
quando si tratta di dare spazio
al più lieve oltraggio perpetra-
don AGOSTINO CLERICI
ECUMENISMO
LA PREGHIERA
PER L’UNITÀ
DEI CRISTIANI
A PAGINA 9
COMO
CRESCE LA FEBBRE
DEL GIOCO
S
arà lo specchio della crisi... Gli ultimi dati parlano di un incremento
importante dei comaschi che si affidano alla dea bendata in cerca di fortuna. In crescita le spese per
“Superenalotto” e “Gratta e Vinci”.
A PAGINA 13
COMO
SGUARDO DENTRO
IL NUOVO S. ANNA
A PAGINA 14
SONDRIO
LE FAMIGLIE SI
FORMANO
ALL’ACCOGLIENZA
A PAGINA 25
VISITA
PASTORALE
IN CAMMINO
NELLA ZONA
PREALPI:
IL VESCOVO
A GIRONICO
A PAGINA 10
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO
ANNIVERSARIO
DELL’ORDINAZIONE
EPISCOPALE
DEL VESCOVO
MONSIGNOR
DIEGO COLETTI
L’intera Diocesi rivolge i
suoi auguri al Vescovo
Diego in occasione del
nono anniversario della
sua ordinazione episcopale, esprimendo gratitudine, affetto, vicinanza, e
lo accompagna nella preghiera per l’impegnativo
compito di guida e di punto di riferimento, con
un’intenzione particolare
per la visita pastorale.
P A G I N A
2
RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
UN VOLUME SENZA PRECEDENTI
DOTTRINA SOCIALE A RAPPORTO
C
on questo Primo Rapporto sulla Dottrina sociale
della C’hiesa nel mondo,
l’Osservatorio Internazionale Cardinale Van
Thuàn si propone di inaugurare una serie di relazioni annuali. frutto di un attento monitoraggio del panorama internazionale svolto secondo criteri
di sistematicità, interdisciplinarietà e universalità.
Impresa ancora mai realizzata, nemmeno a livello regionale o nazionale, il Rapporto è “un
fatto nuovo e utile”, come sottolinea il Cardinale Renato Raffaele Martino nella sua introduzione, ma anche uno strumento
necessario: un modo di “fare il
punto” nel senso che l’espressione assume per i naviganti, ossia di conoscere la posizione attuale per capire in che direzione ci si sta muovendo.
Una miniera di informazioni
per conoscere quanto la Chiesa
sta facendo nei cinque Continenti per la diffusione e la realizzazione pratica dei principi della
sua Dottrina sociale, ma anche
un tentativo di dialogo con chi
opera attivamente nel sociale,
ispirandosi ad altre fedi religiose o a forme di umanesimo laico.
Il Rapporto è articolato in diverse sezioni che, dopo aver raccontato il magistero di Benedetto XVI nel corso del 2008, esaminano nel dettaglio la situazione della Dottrina sociale della
Chiesa nei cinque Continenti:
libertà religiosa, diritti umani,
crisi economica, ecologia umana, politica familiare e sociale
sono solo alcune delle questioni che stanno a cuore all’Osservatorio, tutte contemplate alla
luce della Dottrina sociale.
Viene evidenziato infine il “problema dell’anno” e ampio rilievo
è dato ai documenti più significativi del 2008, classificati come
“l’insegnamento dell’anno”, “il
documento dell’anno” e “l’intervento dell’anno” e presentati in
versione integrale.
Un volume di grande impatto e di importanza storica sen-
za precedenti.
MARIAVERA SPECIALE
GIAMPAOLO CREPALDI STEFANO FONTANA (a cura di), Primo Rapporto sulla
Dottrina sociale della Chiesa
nel mondo, Cantagalli, pagine 190, euro 13,00.
AGGIORNAMENTO CLERO
Secondo incontro di aggiornamento per il clero nell’ambito dell’anno sacerdotale. Dopo la lezione del prof.
Greshake dello scorso mese di ottobre, è stata la volta
di don Michele Gianola, fresco licenziato in teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana,
che ha tratteggiato la figura e la spiritualità del Santo Curato d’Ars, al secolo san Giovanni Maria
Vianney. Ossia la figura che papa Benedetto XVI ha inteso segnalare quale modello di riferimento
della vita sacerdotale. Alla presenza di mons. Vescovo e di circa 80 sacerdoti del comasco e delle valli
varesine, don Michele ha contestualizzato la figura del Curato d’Ars, mettendone in luce anche alcuni
profili, per così dire, inattuali (né la situazione storica, né la spiritualità presbiterale sono più quelle
dell’Ottocento), ma per ritrovare gli elementi perenni della santità sacerdotale: la relazione con Cristo, la passione pastorale, la sobrietà di vita, l’impegnativo ma fecondo tirocinio dell’ascolto nel confessionale. Il dibattito che ne è seguito ha ulteriormente arricchito la riflessione comune.
La relazione verrà replicata per clero valtellinese, valchiavennasco e dell’alto lago MARTEDÌ
19 GENNAIO dalle ore 9.30 a Tresivio presso la casa della Fondazione Credito Valtellinese.
NOVITÀ IN LIBRERIA
a cura di AGOSTINO CLERICI
LIBRI PICCOLI E... PREZIOSI
Ecco uno strumento agile ma completo per
conoscere le antiche traduzioni della Bibbia
che hanno avuto grande importanza nella
tradizione teologica e liturgica della Chiesa.
L’intento è far conoscere meglio le antiche
versioni della Scrittura a noi note: mostrarne le caratteristiche, indagare le tradizioni
che stanno alla base delle scelte compiute
dai traduttori. Ci si sofferma in modo particolare sull’antica versione latina della Vulgata, che ha esercitato un ampio influsso
sulla liturgia e sulla teologia della Chiesa
d’Occidente. La Scrittura non solo ha dato
vita a traduzioni, ma anche a tradizioni interpretative: il lettore può scoprire così l’intreccio esistente tra Scrittura e traduzioni,
tra tradizioni e interpretazioni. GIOVANNI
RIZZI, Le antiche versioni della Bibbia,
San Paolo, pagine 88, euro 5,00.
Questo libretto, invece, si rivolge direttamente a quanti sono chiamati a svolgere il ruolo
di madrina e padrino in occasione di Battesimi e Cresime. Risponde direttamente a domande fondamentali quali: cosa vuol dire
fare il padrino e la madrina? Quali obblighi
mi assumo? L’agile trattazione aiuta madrine e padrini a “capire”, e aiuta parroci e catechisti a rendere consapevoli queste persone del loro ruolo, a nome della comunità che
accoglie bambini, adolescenti e adulti in occasione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana.
ANDREA FONTANA, Cara madrina, caro
padrino, Elledici, pagine 56, euro 5,00.
La nuova collana “Mondo nuovo” (voluta da
san Giovanni Bosco) è arrivata a quota 268!
Il fascicolo curato da Umberto De Vanna ha
al centro la figura di Gesù, il cui fascino è un
dato indiscutibile. Risponde pienamente alle
attese della storia e nello stesso tempo scandalizza chi lo avrebbe voluto diverso, e soprattutto chi non si è rassegnato a vederlo
uomo indifeso, umanissimo, sconfitto. In queste pagine non si troveranno quegli aspetti
della sua vita che fanno di lui qualcosa di
straordinario e di inimitabile: il figlio di Dio
che fa miracoli e si trasfigura. C’è invece il
Gesù che ci siede accanto a tavola, che ama
come noi l’amicizia e la vita. UMBERTO DE
VANNA, Gesù, Elledici, pagine 48, euro 2,50.
Da ultimo, un libretto che può diventare l’occasione di una gita e, perché no, di un pellegrinaggio. L’Isola di San Giulio, al centro del
lago d’Orta, scelta da un prete greco dei primi secoli (San Giulio, appunto) quale meta
della sua peregrinazione evangelizzatrice, divenne ben presto centro di irradiazione spirituale. Su di essa sorgono una splendida basilica e un’abbazia in cui vive una numerosa
comunità monastica benedettina, guidata da
madre Anna Maria Canopi. È proprio lei a
condurci attraverso le bellezze naturali e i
tesori d’arte racchiusi su quella che è stata
definita “Isola benedetta”, “Perla del lago” e “Porta del cielo”.
ANNA MARIA CANOPI, Basilica di San Giulio Abbazia Mater
Ecclesiae, Elledici - Velar, pagine 48, euro 4,00.
SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Parola
FRA
noi
IS 62,1-5
SAL 95
1 COR 12,4-11
GV 2,1-12
La nostra mancanza
di tutto riceve risposta
da Dio in Gesù
di ANGELO SCEPPACERCA
SECONDA SETTIMANA
del Salterio
IL SEGNO DI CANA: RITORNA LA GIOIA!
D
ietro il segno del pranzo solenne della festa
c’è il cantico dell’amore: “Sono venuto nel
mio giardino, sorella
mia, mia sposa... bevo il mio
vino e il mio latte. Mangiate,
amici, bevete; inebriatevi d’amore”. I momenti più belli, così
crediamo, sono quelli all’inizio:
il giorno più bello di un matrimonio quello delle nozze; poi
vengono le preoccupazioni, le
delusioni e a volte è persino difficile resistere. Anche a Cana il
vino dell’inizio finisce e la festa
sta per essere compromessa.
Gesù interviene con un segno,
anzi l’inizio dei segni, e annuncia un vino nuovo, oltre ogni speranza. Cana dice l’intenzione di
Dio per l’uomo: l’amore. Gesù
rimanda alla sua ora, quando
farà la trasformazione più radicale, versando il suo sangue
come vino delle nozze. Gesù
giungerà all’estremo dell’amore accettando l’estrema violenza di quella morte, trasforman-
dola in un amore fedele e definitivo tra gli uomini e Dio.
A Cana, Maria si presenta
come serva, che convince Gesù
e sollecita i servi a compiere
qualsiasi cosa egli avesse detto.
Maria provoca il ritorno della
gioia. Questo è cristianesimo.
Col segno del vino ora è Gesù al
centro del banchetto, perché
svela il volto dello sposo finora
rimasto anonimo. Il credente è
l’amico dello sposo che cerca in
ogni modo di favorire l’incontro
tra Gesù e l’uomo perché Lui
possa riempire ogni giara disponibile, saldare ogni gioia spezzata, restituire ogni speranza compromessa.
La nostra mancanza di tutto
riceve risposta da Dio in Gesù e
supera ogni attesa: il vino è sovrabbondante (600 litri di qualità eccellente, molto superiore
a quello di prima) e ogni giorno
a disposizione; se ne potrà attingere sempre, perché la festa, la
gioia e la speranza si versano in
grembo ogni volta che si fa ciò
che lui ci dice.
Le nozze di Cana sono il primo segno operato da Gesù e
sono simbolo del destino del
popolo. Non si conosce il rapporto che lega Gesù e sua madre agli sposi. Maria è la prima
e la sola che si accorge della
mancanza del vino e chiede ai
servi di mettersi a disposizione
di Gesù, dopo aver avvertito il
Figlio dell’inconveniente.
Il significato associato al vino
era quello della Sapienza divina.
Sapiente per l’ebreo non è l’erudito ma colui che medita la Legge giorno e notte. La Sapienza
è come il vino buono donato gratuitamente da Jahvè agli uomini attraverso il loro lavoro nei
campi. Chi ha del vino da offrire è detentore della Sapienza.
Il miracolo di Cana è un “mistero di luce” e Gesù apre alla
fede il cuore dei discepoli grazie
a Maria, la prima dei credenti.
La festa nuziale della Nuova
Alleanza è Gesù che porta il
nuovo e il meglio, in misura
abbondante. È Lui il vero sposo
che offre i beni messianici, che
si dona per amore sulla croce.
Anche Maria svolge un ruolo
decisivo. Tutto si compie alla sua
presenza e dopo il suo intervento. Maria sarà presente anche
nell’ora del Calvario, in modo
partecipe e attivo. Lei è “la madre di Gesù”. Come vera credente, invita i servi – e noi – ad essere e fare come il popolo fedele di Israele al Sinai: “Quanto il
Signore ha detto noi lo faremo”.
“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Sono le ultime parole di Maria
riportate nei Vangeli. Il suo commiato: ascoltate le parole di
Gesù e vivetele insieme. Le pronuncia colei che è la parola di
Gesù perfettamente vissuta.
Immagine splendida anche per
la settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Gesù rimane l’unico tesoro al quale tutti i cristiani, pur
ancora divisi tra loro, attaccano
il proprio cuore.
P A G I N A
3
CHIESA
PRIMO PIANO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
DOMENICA 17 GENNAIO GIORNATA MONDIALE DELLE MIGRAZIONI
MIGRANTI INSIEME
ATTORNO ALLA CROCE
T
orna domenica 17
gennaio, l’appuntamento con la Giornata mondiale delle migrazioni. “Il minore
migrante e rifugiato - Una speranza per il futuro” il tema della Giornata 2010 che vedrà riunirsi in preghiera, in tutte le
chiese d’Italia, i rappresentanti stranieri delle principali comunità cattoliche oggi residenti nel nostro Paese. Un evento
che rappresenterà l’occasione e
lo spunto per riscoprirsi tutti figli di un unico Dio, seppur portatori di storie e di lingue diverse. Ma anche, una volta di
più, per volgere lo sguardo verso quanti dell’immigrazione
sono figli, spesso costretti a vivere in situazioni di precarietà
o alle prese con il difficile cammino dell’integrazione.
Quest’anno la regione scelta
che ospiterà la manifestazione
nazionale sarà la Campania.
«L’immigrazione degli adulti –
scrive mons. Bruno Schettino, arcivescovo di Capua - è
più studiata rispetto a quella
dei minori, sia dal punto di vista del fenomeno in sé, che di
legislazione, sia per quanto riguarda aspetti centrali come
accoglienza e integrazione. Il
minore è persona umana, giuridica piena di rispetto e di valore in sé. La sua tenera età implica maggiore valore e considerazione per i risvolti che
interagiscono tra famiglia, educazione, ruolo dei genitori, progetto culturale, crescita umana
e sociale del minore, ambiente
di provenienza, luogo di accoglienza. Inoltre occorre considerare il minore nei rapporti con
la scuola, con la sanità, con il
gruppo e l’amicizia. Occorre
considerare i ragazzi soli, senza genitori, quelli che sono in
La Giornata verrà celebrata con una S. Messa
domenica prossima, alle ore 17, nella chiesa di
San Rocco a Como, con la partecipazione di
alcune comunità migranti. Di questo e della
situazioine degli stranieri in diocesi abbiamo
parlato con don Umberto Gosparini,
responsabile della pastorale migrantes
MARCO GATTI
case famiglia, adottati o in affido. Quelli che sono mandati per
la triste piaga dell’accattonaggio, per lavori minorili, quelli
che non frequentano la scuola,
quelli mandati per compiere
piccoli furti, quelli che vivono
nei tuguri, dediti anche alla
droga dei poveri, con l’uso di
sostanze tossiche e collanti».
A questo piccolo grande mondo
sarà dedicata la preghiera nelle singole comunità locali.
Per l’occasione anche a Como
le comunità migranti ma non
solo, si ritroveranno attorno
all’Eucarestia.
«È la giornata della mobilità
umana - ci spiega don Umberto Gosparini, responsabile
della pastorale Migrantes della diocesi di Como -, dedicata a
quanti hanno dovuto lasciare la
propria casa per le ragioni più
diverse. È l’occasione per rinnovare l’attenzione e l’abbraccio
verso questo mondo che vive
immerso nel nostro».
Tra i problemi che in passato hanno accompagnato
le comunità straniere cattoliche comasche c’è sempre
stata la mancanza di una
guida religiosa, un punto di
riferimento madre lingua in
grado di accompagnarle nel
non facile processo di integrazione. A che punto siamo
oggi su questo fronte?
«Qualche passo è stato compiuto rispetto al passato. La
presenza di alcuni sacerdoti,
che seguono le diverse comunità in maniera continuativa, ha
permesso di colmare quel vuoto che le stesse comunità percepivano, andando meglio incontro alle loro esigenze, con
risposte sia di carattere religioso che linguistico. La presenza
di religiosi madrelingua rappresenta un valore prezioso per
mantenere vivo il contatto con
la propria fede, ma anche un
ponte prezioso verso il luogo in
cui si è stati accolti».
Tornando alle comunità
locali…
«La più rappresentativa, parlando sempre di cattolici, è
quella filippina. Un sacerdote,
proveniente da Milano, viene a
Como due volte al mese per la
celebrazione della S. Messa e
per offrire ascolto ai fedeli. All’occorrenza può venire anche
con maggiore frequenza. Il luogo di ritrovo, ormai storico, è la
parrocchia di S. Eusebio. A S.
Eusebio si ritrova anche la comunità sri lankese, anch’essa
accompagnata, una volta al
mese, da un sacerdote proveniente da Milano. Un altro sacerdote, di origini ucraine, residente in città da poco più di
un mese, si occupa invece di
seguire la comunità ucraina,
presso la parrocchia di S.
Donnino. Anche la comunità ortodossa, non cattolica, ha un
suo sacerdote. Punti di riferimento importanti per questa
gente per mantenere luce e con-
forto nella fede».
E per quanto riguarda la
comunità africana?
«Qualche passo si sta compiendo anche su questo fronte.
Un gruppo, per lo più composto
da congolesi e senegalesi, in
maggioranza di lingua francese, si ritrova una o due volte al
mese presso la parrocchia di S.
Rocco. Si tratta di una soluzione temporanea nell’attesa di
individuare uno spazio idoneo
in cui possano ritrovarsi non
soltanto per la celebrazione della S. Messa, o per incontri di
riflessione, ma anche per condividere momenti di fraternità.
La S. Messa viene, in genere, celebrata, una volta al mese, da
padre Mario Fugazza, missionario comboniano della comunità di Rebbio, e da me».
Cosa ci si deve attendere,
dunque, dalla celebrazione
di domenica?
«Sarà una grande festa alla
UNA RIFLESSIONE DEL DIRETTORE DI MIGRANTES SUI TRAGICI FATTI DI ROSARNO
IL VOLTO AMARO DEL SUD
osarno è una cittadina di 16.000 abitanti
della Calabria, il
“Sud nel Sud”, come
ricordava Franco Verga nella prefazione del libro-inchiesta sulle Regioni del Meridione “Sud amaro”, pubblicato
nel 1970 da un giornalista,
Adriano Baglivo, e un sociologo,
Giovanni Pellicciari. Rosarno,
l’antica Medma, la città di Filippo, segretario di Platone, è
come un balcone naturale che
guarda alla piana di Gioia
Tauro, la pianura verde della
Calabria, all’epoca romana definita “granaio dell’Impero”.
Dagli schiavi di allora agli
schiavi di oggi, la situazione di
sfruttamento nella piana di
Rosarno non sembra cambiata,
alla luce delle immagini e dei
fatti di violenza e di sfruttamento di cui tutti ormai siamo
testimoni. Nell’Angelus del
Papa di domenica la città di
Rosarno è diventata il simbolo
di un rinnovato magistero e
impegno sociale attenti alla dignità e ai diritti dei lavoratori.
Come il predecessore illustre
R
Leone XIII, che nel 1891, guardando alle “rerum novarum”,
alle “cose nuove”, denunciava la
situazione di sfruttamento degli operai e dei braccianti agricoli ricordando i diritti alla giusta retribuzione, al riposo, alla
casa, alla tutela della salute,
così Benedetto XVI, in un contesto di “cose nuove”, tra cui certamente pone il fenomeno delle migrazioni dei popoli del Sud
del mondo, ha ricordato tre importanti direzioni a cui guardare nella società di oggi, anche
alla luce dei fatti di Rosarno.
Anzitutto, il Papa ha ricordato
che “bisogna ripartire dal cuore del problema! Bisogna ripartire dal significato della persona!”. “Un immigrato è un essere umano – ha ricordato papa
Benedetto –, differente per provenienza, cultura, e tradizioni,
ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro,
dove è più facile la tentazione
dello sfruttamento, ma anche
nell’ambito delle condizioni concrete di vita”. È il ritorno al
personalismo sociale, di cui
sono stati maestri illustri
Mounier, Maritain, Stefanini
ieri, Ricouer e Levinas oggi, e
di cui sono stati protagonisti
della vita sociale italiana Giorgio La Pira, Adriano Olivetti,
Amintore Fanfani, Giordano
Dell’Amore, Aldo Moro, per ricordare solo alcuni nomi. Un
personalismo sociale che oggi
chiede l’impegno a coniugare
strettamente economia e democrazia, legalità e sussidiarietà.
Una seconda direzione a cui
guardare, secondo il Papa, è
l’esclusione di un ritorno alla
lotta di classe, alla violenza sociale come base per la difesa dei
diritti, ma un rinnovato impegno per il dialogo sociale, la
mutualità, di cui il mondo sindacale – che vede iscritti oggi 1
milione dei 2 milioni dei lavoratori stranieri in Italia – diventi un luogo fondamentale di
tutela. “La violenza – ha ricordato Benedetto XVI – non deve
essere mai per nessuno la via
per risolvere le difficoltà”. Anche la mafia, la ‘ndrangheta che
oggi è ancora padrona in questo territorio non può essere
sconfitta solo con misure di polizia, ma con una grande azione sociale e di responsabilità
comune. Infine, il Papa invita a
una riflessione culturale nuova,
come già scriveva nella recente
enciclica “Caritas in veritate”,
che abbia al centro una nuova
riflessione sulla relazione, necessaria per dare una base all’incontro tra culture diverse, e
che ha il suo fondamento nella
visone “fraterna” del mondo, ma
anche nella prospettiva conciliare di una “nuova civiltà dell’amore”.
“Invito – ha concluso il Papa
– a guardare il volto dell’altro e
a scoprire che egli ha un’anima,
una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama
me”. Per le comunità cristiane
Rosarno, nelle parole del Papa,
diventa il simbolo di un rinnovato impegno educativo in campo politico e sociale, che aiuti a
costruire una “città dell’uomo”,
dove il lavoro, la casa, non sono
“merce”, ma beni comuni da
promuovere e difendere per tutti.
Giancarlo Perego
direttore generale Migrantes
quale mi sento di invitare, con
forza, anche i fedeli comaschi
che intendano condividere con
noi il senso di questa giornata.
La celebrazione è stata studiata per rispettare le diverse
espressioni linguistiche e culturali delle comunità straniere
rappresentate. Sarà pertanto
animata da canti in diverse lingue, come in lingue differenti
sarà letta la preghiera dei fedeli».
Tutti insieme, in preghiera,
abbracciati attorno alla Croce.
IL MESSAGGIO DEL
PAPA PER LA
GIORNATA DELLE
MIGRAZIONI
“Mi rivolgo ora particolarmente alle parrocchie e alle molte
associazioni cattoliche che, animate da spirito di fede e di carità, compiono grandi sforzi per
venire incontro alle necessità di
questi nostri fratelli e sorelle.
Mentre esprimo gratitudine per
quanto si sta facendo con grande generosità, vorrei invitare
tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale
e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati. Risuonano nel nostro
cuore le parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt
25,35), come pure il comandamento centrale che Egli ci ha
lasciato: amare Dio con tutto il
cuore, con tutta l’anima e con
tutta la mente, ma unito all’amore al prossimo (cfr Mt
22,37-39). Questo ci porta a
considerare che ogni nostro concreto intervento deve nutrirsi
prima di tutto di fede nell’azione della grazia e della Provvidenza divina. In tal modo anche l’accoglienza e la solidarietà verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini,
diviene annuncio del Vangelo
della solidarietà. La Chiesa Io
proclama quando apre le sue
braccia e opera perché siano rispettati i diritti dei migranti e
dei rifugiati, stimolando i responsabili delle Nazioni, degli
Organismi e delle istituzioni internazionali perché promuovano opportune iniziative a loro
sostegno”.
Al tema dei Migranti
l’agenzia Sir ha dedicato
uno speciale consultabile
su www.agensir.it
SOCIETÀ
P A G I N A
4
INTERNIESTERI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
COLPO
D’OCCHIO
NUDI ALLA META
Non bastano le telecamere il
cui occhio indiscreto ci segue
ormai dovunque, da quando
usciamo dalla porta di casa
fino a quando rientriamo. Ci
voleva la radiografia totale, il
“body scanner”. Rassegniamoci al nuovo inglesismo che entrerà nei vocabolari della lingua italiana, dove già sono sei
o sette le parole costruite su
“body”. E rassegniamoci, dopo
essere stati ripresi e videoregistrati esternamente da tutte le parti, a essere radiografati fin dentro sotto i vestiti.
È lo scotto, la penitenza da
pagare in nome della sicurezza, in un mondo dominato dalle tante insicurezze che sorgono appunto dall’ansia dell’uomo moderno di arrivare alla
sicurezza, traguardo fattosi
invece quanto mai labile e
irraggiungibile.
Da una parvenza di sicurezza
costituita dal nuovo marchingegno che dovrebbe rendere
sicuri i viaggi in aereo, ecco sorgere puntuali due sicure… insicurezze. La prima dovuta alla
fallibilità dello strumento, la
seconda alla sua possibile pericolosità sulla nostra salute.
E qui, trattandosi appunto di
insicurezze, vatti un po’ a raccapezzare tra i tanti pareri discordanti profusi dagli esperti.
Quale che sia il tipo di radiazioni utilizzate, anche il “body
scanner” risente, come altri
apparecchi di diagnostica per
immagini, di un certo grado di
fallibilità in presenza di tessuti
o materiali molli, trasparenti.
Insomma, un terrorista che
indossasse a mo’ di panciera
una sacca piatta di plastica ripiena di esplosivo allo stato liquido o gel avrebbe buone probabilità di farla franca.
E come la mettiamo per la
salute? Qui l’insicurezza diventa grossa come una casa se
solo si pensi alla serie interminabile di polemiche mai risolte sulla pericolosità o meno
delle radiazioni non ionizzanti
usate da un tipo di “body scanner”, ma anche dei raggi X,
usati in un altro tipo.
È evidente, signori miei, che
per ogni passo avanti verso la
meta della sicurezza, ne compiamo due in direzione opposta, col bel risultato di non
arrivare mai, anzi di rimanere più insicuri di prima. E allora che fare? In merito al problema specifico, ossia come
ottenere l’assoluta sicurezza
dei viaggi in aereo, si prospetta per il futuro una soluzione
radicale: arrivare nudi alla
meta. Il che implica, per i viaggiatori, partire nella medesima condizione. Nessuno rida,
né si scandalizzi. Soluzione
drastica, nonché salutistica,
fattibile in regime d’economia
senza tante complicazioni tecnologiche elaborate e dispendiose. Poche cabine, tipo stabilimento balneare, un annuncio
gentile ma deciso: “Si pregano
i signori viaggiatori di depositare i vestiti nell’apposita sacca numerata che sarà restituita all’arrivo, di indossare il camice usa e getta e di prendere
posto a bordo dell’aereo”. Una
volta sistemati i passeggeri, le
sacche con i vestiti sarebbero
lasciate alla mercé degli agenti della sicurezza, liberi così di
controllare, rovistare, radiografare quanto vogliono alla
ricerca di possibili fonti di pericolo. Dopo di che si carica
tutto sull’aereo che, finalmente, parte sicuro con il suo bagaglio di viaggiatori in tenuta asettica.
PIERO ISOLA
R
ispettare l’”ecologia
umana”, “consapevoli
che anche l’ecologia
ambientale ne trarrà
beneficio, poiché il libro della natura è uno e indivisibile”: solo così “potremo consolidare la pace, oggi e per le generazioni che verranno”. È l’invito
rivolto l’11 gennaio dal Papa,
nella parte finale del discorso al
Corpo diplomatico accreditato
presso la Santa Sede, tradizionale appuntamento in cui Benedetto XVI traccia un bilancio
dell’anno appena trascorso e delinea le prospettive per quello
che si è appena aperto. Il testobase scelto dal Pontefice per la
sua lettura dello scenario internazionale è il messaggio per la
Giornata mondiale della pace,
che esorta a custodire il creato.
Per “edificare una vera pace”,
non si può “separare, o addirittura contrapporre la salvaguardia dell’ambiente a quella della vita umana, compresa la vita
prima della nascita”. Lo ha ribadito il Papa, affermando che
“è nel rispetto che la persona
umana nutre per se stessa che
si manifesta il suo senso di responsabilità verso il creato”.
Secondo Benedetto XVI, inoltre,
“la salvaguardia della creazione implica una corretta gestione delle risorse naturali dei
Paesi, in primo luogo, di quelli
economicamente svantaggiati”,
come l’Africa. In Afghanistan ed
in alcuni Paesi dell’America
Latina, “purtroppo l’agricoltura è ancora legata alla produzione di droga e costituisce una
fonte non trascurabile di occupazione e di sostentamento”:
“Se si vuole la pace, occorre custodire il creato con la riconversione di tali attività”, ha ammonito il Pontefice, chiedendo alla
comunità internazionale “che
non si rassegni al traffico della
droga e ai gravi problemi morali e sociali che essa genera”.
“A quanti fanno parte di gruppi armati di qualsiasi tipo”, il
I TEMI DEL DISCORSO DEL PAPA AL CORPO DIPLOMATICO
Un’ecologia umana
Papa ha rinnovato l’appello affinché “abbandonino la strada
della violenza e aprano il loro
cuore alla gioia della pace”. Altro obiettivo da raggiungere per
la comunità internazionale, è
quello di prendere “decisioni
efficaci in vista di un progressivo disarmo, che porti a liberare il pianeta dalle armi nucleari”. “All’incapacità delle parti
direttamente coinvolte di sottrarsi alla spirale di violenza e
di dolore generata da questi conflitti si aggiunge l’apparente impotenza degli altri Paesi e delle
organizzazioni internazionali a
riportare la pace, senza contare
l’indifferenza quasi rassegnata
dell’opinione pubblica mondiale”. Infine, il terrorismo che “mette in pericolo un così gran nu-
mero di vite innocenti e provoca
un diffuso senso di angoscia”.
“Agire con giustizia, solidarietà e lungimiranza”. Questo l’atteggiamento raccomandato dal
Papa alle “autorità civili coinvolte a diverso titolo”, di fronte
all’”esodo” di “quanti abbandonano la propria terra”, a causa
delle “gravi violenze, unite ai
flagelli della povertà e della
fame, come pure alle catastrofi
naturali e al degrado ambientale”. Benedetto XVI ha citato
tra le categorie di migranti i
cristiani in Medio Oriente, che
“colpiti in varie maniere, fin
nell’esercizio della loro libertà
religiosa, lasciano la terra dei
loro padri”. “È per offrire loro
un sostegno che ho convocato
l’Assemblea Speciale del Sinodo
Le radici della libertà
C
ome ogni anno il Papa ha incontrato il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede
per gli auguri del nuovo anno. È questa l’occasione per ribadire agli Stati, per il tramite degli
ambasciatori, il tema contenuto nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace del primo
gennaio. Se il Messaggio, diffuso ogni anno nel mese di novembre, ha un obiettivo pastorale
e più generalmente politico, il discorso al Corpo Diplomatico di gennaio è diventato negli anni occasione per esaminare più tecnicamente, alla luce del Messaggio, minacce e opportunità per la
pace nell’anno a venire. Così anche nel discorso di lunedì non sono mancati riferimenti alla relazione
tra ambiente e pace, tema della Giornata della Pace 2010, e l’indicazione di alcune situazioni che
offrono speranze, come la ripresa dei rapporti fra Armenia e Turchia, e delle tensioni più preoccupanti. Fra le tensioni il papa ha citato le violenze di cui sono stati vittime i cristiani in alcune aree del
mondo. Il papa ha parlato dei fatti che hanno colpito i cristiani copti egiziani, delle preoccupanti
violenze in Pakistan, che non hanno riguardato solo i cristiani, e delle fatiche in Medio Oriente.
Accanto a queste preoccupazioni ha formulato l’invito ad una laicità che “fondata su una giusta
autonomia tra l’ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di
responsabilità condivisa”. Già in passato il papa aveva insistito sulla libertà religiosa come condizione per la pace, suscitando qualche malumore. Quando si tocca questo tema esiste in effetti il pericolo
di fraintendimenti. Credenti e non credenti corrono il rischio di affrontarlo come una questione di
potere, quasi che in gioco ci sia la competizione di una comunità organizzata contro l’altra nell’orientare e gestire la cosa pubblica, magari a discapito dell’altra. E chi, proprio per rispetto del diritto di
ogni convinzione ad esprimersi, crede nella laicità delle istituzioni si trova spesso a disagio ad ascoltare rivendicazioni a volte davvero sopra le righe.
In realtà quando la vita è minacciata per il solo fatto di professare una religione, come purtroppo
tuttora avviene, è naturale alzare la propria voce in difesa della libertà religiosa. Ma ciò che è importante non è solo o tanto sostenere il diritto di una comunità a professare, quanto riflettere sul significato più profondo della libertà religiosa.
La fede, con la conseguente pratica religiosa, è uno degli atti più alti che persona umana possa
compiere. Non lo diciamo perché siamo credenti, ma perché la fede è risposta alla domanda sul
significato della propria vita. Quando l’uomo risponde alla domanda di senso è più pienamente se
stesso, quale che sia la risposta che declina. Rispondendo compie l’atto più rilevante della sua vita.
Alla sua luce orienta le sue azioni e colora le sue passioni e i suoi sentimenti. Spesso occorre tutta la
vita per costruire e riconoscere una risposta sensata. A volte non basta tutta la vita per superare i
dubbi. Una civiltà che consente pieno esercizio e piena espressione di questo atto permette all’uomo
piena dignità. Una civiltà che glielo neghi gli nega contemporaneamente dignità.
Quando questa libertà è stata difesa, gli uomini, singolarmente e comunitariamente, hanno contribuito a migliorare la civiltà di cui hanno fatto parte. Quando è stata negata, vuoi dalle istituzioni
pubbliche, vuoi dai divieti originati dalla stessa pratica religiosa degenerata, non vi è contributo
positivo alla civiltà, ma violazione della dignità umana. Avviene tutte le volte che si uccide in nome
della fede, negando il diritto ad una professione diversa. Avviene tutte le volte in cui si nega pari
dignità fra uomini e donne. Avviene ogni volta che si nega il diritto a contribuire ad un dibattito solo
perché credenti. Per questo ha senso parlare di libertà religiosa parlando di pace. Davvero non è
questione di confronto tra comunità organizzate in competizione fra loro. Immaginare la Città di
Pietro competere con la Città dell’Uomo è caricaturale. Costruire la Città dell’Uomo, col contributo
di tutte le fedi, tutta la scienza e tutti i dubbi, è modo concreto per servire l’uomo e, con testardaggine
e pazienza, costruire la pace.
RICCARDO MORO
dei Vescovi sul Medio Oriente”,
ha annunciato il Papa, che nella parte finale del discorso ha
richiamato ancora una volta
israeliani e palestinesi “a dialogare e a rispettare i diritti
dell’altro”, chiedendo che “sia
universalmente riconosciuto il
diritto dello Stato di Israele ad
esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. E che,
ugualmente, sia riconosciuto il
diritto del popolo palestinese ad
una patria sovrana e indipendente, a vivere con dignità e a
potersi spostare liberamente”.
Il Pontefice ha sollecitato infine “il sostegno di tutti perché
siano protetti l’identità e il carattere sacro di Gerusalemme”.
Le “radici” della situazione
internazionale attuale “sono di
ordine morale e la questione
deve essere affrontata nel quadro di un grande sforzo educativo, per promuovere un effettivo cambiamento di mentalità
ed instaurare nuovi stili di
vita”. Ne è convinto il Papa, che
ha assicurato: “Di ciò può e vuole essere partecipe la comunità
dei credenti, ma perché ciò sia
possibile, bisogna che se ne riconosca il ruolo pubblico”. Al
contrario, “in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffonde, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di
comunicazione, un sentimento
di scarsa considerazione, e, talvolta, di ostilità, per non dire
di disprezzo verso la religione,
in particolare quella cristiana”.
Questo accade perché, “se il
relativismo è concepito come un
elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia
di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o,
meglio, di rifiuto dell’importanza sociale del fatto religioso”.
Tale approccio, però, crea “scontro e divisione, ferisce la pace,
inquina l’ecologia umana e, rifiutando, per principio, le attitudini diverse dalla propria, si trasforma in una strada senza uscita”. Di qui la necessità di “definire una laicità positiva, aperta,
che, fondata su una giusta autonomia tra l’ordine temporale e
quello spirituale, favorisca una
sana collaborazione e un senso
di responsabilità condivisa”. È in
questa prospettiva che il Papa
pensa all’Europa, che deve “saper attingere alle fonti della propria identità cristiana”.
SOCIETÀ
P A G I N A
5
FATTIePROBLEMI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
SCUOLA E IMMIGRATI
Una diffusa tentazione
non solo “culturale”
Il «tetto» ed il buon senso
D
I
l problema esiste ed è bene
che lo si guardi in faccia. Da
tempo si discute, infatti, dei
minori stranieri nelle classi scolastiche e periodicamente emergono situazioni difficili con plessi – e classi – dove
gli equilibri tra stranieri e italiani saltano, creando situazioni di “ghetto”.
Considerata questa premessa, le “indicazioni e raccomandazioni” del ministro Gelmini,
con il tetto del 30% di alunni
stranieri hanno il merito di
mettere sotto i riflettori la questione, solitamente lasciata
all’italica arte di arrangiarsi
che in campo scolastico diventa non di rado splendida – ed
efficace – creatività. Il principio ribadito dal ministro è quello dell’integrazione e non v’è
dubbio che questa passi per
buona parte dalla scuola, dove
è opportuno che culture e linguaggi diversi possano incontrarsi e compenetrarsi, nel quadro di un insieme di riferimenti tipici della scuola italiana che
– così il ministro – “deve mantenere con orgoglio le proprie
tradizioni storiche e insegnare
la cultura del nostro Paese”. E
precisando, sempre il ministro
spiega che “l’inserimento, ad
esempio, dell’ educazione alla
cittadinanza va proprio in questa direzione: insegnare il rispetto per le altre culture e affermare contemporaneamente
l’importanza delle regole civili,
della storia, delle leggi e della
lingua italiana. Una indispensabile condizione questa per
realizzare una vera integrazione”.
Detto questo, va anche rilevato che, di per sé, la questione
del tetto per gli stranieri si presenta in un contesto culturale
generale nei confronti del problema dell’immigrazione e della stessa integrazione non sempre confortante, per cui autorizza qualche sospetto, già sollevato da autorevoli commentatori. Inoltre, le raccomandazioni ministeriali sono tutt’altro
che di facile attuazione. Bisogna intendersi sul termine stranieri e definire con chiarezza i
margini di intervento. Il
discrimine, pare di capire, potrebbe essere
la padronanza della lingua italiana,
che va a configurare un
vero problema didattico e
per il quale il
ministero prevede le “classi
di inserimento”. Decisivo
resta tuttavia
il richiamo all’autonomia
degli istituti,
poiché le situazioni territoriali sono
molto diverse
e lo stesso dicasi per le esigenze che si
trovano a dover affrontare
dirigenti scolastici
sul
campo. E di
nuovo torna il
ricorso inevitabile al buon senso e alla capacità di valutazione pratica che finora hanno guidato tante situazioni.
Ben vengano comunque indicazioni e raccomandazioni –
speriamo anche finanziamenti,
e persone – in più rispetto a
quanto già esiste. Regole il più
possibile chiare sono un buon
aiuto in campo educativo e sul
versante così delicato dell’integrazione che deve restare, insieme all’accoglienza, un riferimento preciso per la scuola di
tutti.
ALBERTO CAMPOLEONI
CORSIVO
di AGOSTINO CLERICI
OMELIA:
«POLTIGLIA»
O ARTE?
Alcune espressioni usate
da mons. Mariano Crociata,
segretario della Conferenza
Episcopale Italiana, hanno
scatenato la penna di Giancarlo Zizola, che su la Repubblica ha scritto un articolo intitolato «C’era una
volta il pulpito» (6 gennaio),
poi ripreso integralmente
anche da Il Foglio con il titolo «Perché i preti non sanno più predicare» (11 gennaio). Il segretario dei Vescovi italiani, parlando in
una omelia al XIV convegno
liturgico per seminaristi
(Roma, 29 dicembre), aveva
fatto alcune considerazioni
circa l’annuncio della Parola di Dio. Infatti, «spesso le
nostre parole e la nostra pastorale tutta - ha detto in
quell’occasione, come riportato da L’Osservatore Romano del 31 dicembre - risultano una poltiglia melensa
e insignificante, come una
pietanza immangiabile o,
comunque, ben poco nutriente. È questione di atteggiamento e di vita, non
solo di parole, anche se pure
le nostre parole e le nostre
stesse omelie dovrebbero
prendere a modello questa
sorta di criterio regolativo
che ci viene dalle parole del
vecchio Simeone: nello stesso tempo annunciare la salvezza e mettere di fronte
alla decisione». I due estremi da far evitare alle omelie? «Sarebbe oltremodo deplorevole far diventare le
omelie occasioni per scagliare accuse e contumelie,
rimproveri e giudizi di condanna; ma anche il contrario risulta insulso, quando
le nostre parole si riducono
a poveri raccatti di generiche esortazioni al buonismo
universale». L’omelia di
mons. Crociata evidenziava
come ci debba essere un
equilibrio di «consolazione e
monito, speranza e serietà
d’impegno, fiducia gioiosa e
necessaria severità», e che
l’omileta debba considerarsi
come primo ascoltatore di
quella parola che porge agli
altri.
L’articolone di Zizola (a
cui ne è seguito uno di Antonio Socci su Libero del 10
gennaio, dal titolo «Vogliamo santi non predicatori»)
dice cose sensate accanto ai
luoghi comuni sulla fine
della cristianità e sugli
«standard gerarchici per la
selezione del clero». Non
manca nemmeno la puntuale indagine con le percentuali di ricorrenza dei termini (nelle omelie manca
«inferno», abbonda «padre
misericordioso»).
Certo è che si poteva far
notare che i due estremi in
cui le omelie dei preti non
dovrebbero mai cadere sono
il dato costante e pure stucchevole delle «omelie» televisive dei «preti» della laicità:
nei salotti televisivi abbondano le invettive e le contumelie gettate dal microfono
e si sparge buonismo politicamente corretto a quintali.
Il pubblico sta seduto in poltrona come sulla panca in
chiesa? Si lamenta delle «poltiglie» del prete e beve, invece, le insulsaggini del politico o del sindacalista o del calciatore o dell’attore? Difficile dirlo. Io sarei prudente e
mi fiderei poco del «mi sembra» e del «io penso» della
gente. Forse mons. Crociata,
parlando ai seminaristi, voleva solo ricordare che nel kit
del «piccolo prete» va messa
anche la provetta dell’omiletica. Che è un’arte, non certo
una materia scolastica.
iceva Oscar Wilde: “Esperienza è il nome
che ciascuno di noi dà
ai propri errori”. Nella soluzione dei problemi della vita noi procediamo per tentativi ed errori. Tra
l’ameba ed Einstein - rileva
un noto filosofo - c’è una sola
differenza: all’ameba dispiace sbagliare. Einstein, invece,
è stuzzicato dal piacere di trovare un errore nella propria
teoria. Mentre l’ameba muore con la teoria errata, Einstein fa morire la teoria al posto suo. Il moscone sbatte contro il vetro e torna indietro,
sbatte ancora e torna di nuovo indietro, e sbatte ancora…
finché muore, muore con la
sua teoria errata. Noi, invece, se erriamo possiamo far
tesoro dei nostri errori costruendo nuove ipotesi di lavoro più potenti dal punto di vista esplicativo, più ricche di
contenuto informativo; ipotesi
che cerchino di spiegare anche
quei fattori che hanno messo
in ginocchio le nostre precedenti soluzioni. Essere uomini accettando le scommesse della
vita - significa essere critici. Ed
educare alla mentalità critica
equivale ad educare a riconoscere i nostri errori e quelli degli altri. Sembra, invece, che
sempre di più aumenti la schiera di quanti imitano mentalmente il comportamento dell’ameba.
Un’amara e provocante considerazione: siamo,in tutti i contesti, circondati da infallibili. E
questi infallibili sentono, ma
non descrivono; esclamano,ma
non argomentano; hanno paura, ma non si correggono; giudicano, ma non analizzano;
distruggono,ma non costruiscono; si ubriacano dei migliori
mondi possibili, ma a due mani
lavorano, di fatto, perché il
mondo concreto si frantumi
sempre di più. Resta spesso
solo l’amara illusione dell’onnipotenza dello slogan, delle
frasi fatte diventate pensiero
diffuso. Ma gli slogan non hanno potere solo nelle menti di chi
li produce. Hanno anche il potere di anestetizzare i cervelli,
di illudere che le cose si possano cambiare con uno slogan.
Siamo chiamati invece a misurarci con la logica concreta che
guida la vita quotidiana: problemi, tentativi per affrontarli, errori, nuovi tentativi. In una
precisa prospettiva: una storia
aperta e abitata dalla libertà
degli uomini.
Dobbiamo seguitare ad essere
critici, se non vogliamo fare la
fine dell’ameba, se vogliamo
evitare di fare la fine del moscone che sbatte contro il vetro. Non dobbiamo immunizza-
re le nostre
idee e le nostre proposte, ma dobbiamo il più
chiaramente possibile
esporle alla
serena critica degli altri. Più saremo chiari
più saremo
comprensibili. Se saremo
comprensibili,
gli altri ci
potranno
criticare, potranno trovare in
noi degli errori e ci aiuteranno quindi a migliorarci.
Non si è ragionevoli e propositivi se - invece di esporle alla critica - proteggiamo le nostre idee o con l’oscurità del
nostro linguaggio o con la continua proposta di correttivi
che le riparano dalla critica.
Non si comportano da esseri
ragionevoli - da esseri critici
e quindi umani - né coloro che
(al pari dei polipi che per proteggersi si gettano il nero)
sprofondano nella oscurità
dei discorsi pretenziosi e nebulosi, né coloro che davanti
al primo accenno di critica
stanno lì a sentenziare - con
un fascio di cartelle cliniche
alla mano - che sei un “represso”, un “inibito”, un “alienato”
o un “reazionario”. Il sapere
umano (teorico o pratico) che
pretende di essere intoccabile, assoluto, costruito per sempre non è un vero sapere e non
aiuta a comprendere la realtà, ma la cosifica.
Chi teme di sbagliare ha paura della fallibilità umana, ha
paura di essere uomo. Pretende, diabolicamente, di essere
come Dio, di essere infallibile. Elude il confronto con i problemi reali, si trastulla narcisisticamente nella culla delle proprie certezze. E gli uomini concreti gli servono per
confermare le proprie idee
chiare, evidenti, da condividere necessariamente. Anche se
smentite, ogni giorno, dalla
vita. Non mette in discussione le proprie idee, ma gli uomini che ad esse non si adeguano. Un simile modo di procedere non è, spesso, lontano
dalla nostra esperienza quotidiana. Abita e pervade anche la vita di tante comunità
cristiane. Prenderne atto sarebbe già un primo passo. Verso un modo più ragionevole di
affrontare i problemi nuovi e
complessi nei quali tutti ci
troviamo a vivere.
FUORI
dal
CORO
ARCANGELO BAGNI
CULTURA: PRESENTATO A ROMA IL “CODEX
PAULI”, DEDICATO ALL’APOSTOLO PAOLO
“Il più grande tributo all’apostolo Paolo. Un’opera di alto valore
ecumenico tra arte e bellezza”. E’ il “Codex Pauli”, opera
monumentale realizzata sullo stile degli antichi codici monastici
in un tomo unico di 424 pagine di grandi dimensioni (cm 35x48x10)
e di finissima composizione. L’Opera, edita dall’Abbazia di San
Paolo fuori le Mura in collaborazione con Paulus, è stata presentata mercoledì 13 gennaio in Campidoglio a Roma con gli interventi,
tra gli altri, del card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo e di
mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per
la cultura. Dedicata a Benedetto XVI, che ha indetto l’Anno Paolino,
l’opera ospita i contributi inediti, appositamente preparati, di S.S.
Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli; di S.S. Kirill,
Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie; di S.B. Gregorios III Laham,
Patriarca melkita d’Antiochia e di tutto l’Oriente; di Rowan
Williams, Primate della Comunione Anglicana; di Eduard Lohse,
Vescovo emerito della Chiesa Evangelica di Hannover. “La presentazione del Codex Pauli – si legge in un comunicato - assume ulteriore rilievo, perché introduce alla Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani (18-25 gennaio), tradizionalmente ospitata dalla
Basilica di San Paolo fuori le Mura”.
P A G I N A
6
CHIESA
CHIESA LOCALE
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
ORDINE DELLA VISITAZIONE CONCESSA L’INDULGENZA PLENARIA
AGENDA
del
VESCOVO
GIOVEDÌ 14
A Como, al mattino, udienze e colloqui personali; a Bergamo, nel pomeriggio, consulta regionale
per il satanismo, le sette
e le nuove forme religiose.
DA VENERDÌ 15
A DOMENICA 17
Visita pastorale alla zona
Prealpi: parrocchia di Gironico.
LUNEDÌ 18
A Como, nel pomeriggio,
udienze e colloqui personali.
MARTEDÌ 19
A Tresivio, al mattino, incontro per l’aggiornamento del clero per la provincia di Sondrio.
MERCOLEDÌ 20
A Cuveglio, alle ore
19.00, inaugurazione della nuova sede del centro di
Ascolto.
GIOVEDÌ 21
A Como, alle ore 20.30, al
Monastero della Visitazione, S. Messa per l’apertura delle celebrazioni del
quarto centenario di fondazione dell’Ordine.
DA VENERDÌ 22
A DOMENICA 24
Visita pastorale alla zona
Prealpi: parrocchia di
Olgiate Comasco.
DA LUNEDÌ 25
A GIOVEDÌ 28
A Roma, Consiglio Permanente della CEI.
MARTINO VERGA
È STATO ELETTO
NUOVO
PRESIDENTE
DELL’UCID
DI COMO
Il nuovo Consiglio direttivo dell’Ucid di Como,
votato in data 25 novembre 2009, lo scorso 10 dicembre ha nominato il
nuovo presidente dell’associazione che succede a
Bruno Gentili: si tratta di
Martino Verga, il quale
guiderà l’Ucid comasca
nel triennio 2010-2012.
Per il IV centenario della fondazione
I
n occasione del quarto centenario di fondazione dell’Ordine della Visitazione vedi calendario del triduo di
apertura delle celebrazioni
qui accanto - la Penitenzieria
Apostolica ha emesso il decreto per la concessione dell’Indulgenza plenaria. Qui di seguito
pubblichiamo il testo completo
con l’indicazione delle condizioni per ottenerla.
«Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, felicemente regnante,
informato dal R.P. Valentino Viguera, S.D.B. Assistente generale dell’Ordine delle Suore della Visitazione della Beatissima
Maria Vergine, delle celebrazioni giubilari con le quali nell’anno 2010 si commemorerà l’anniversario del IV centenario
della Fondazione dell’Ordine
religioso da parte di Santa Giovanna Francesca Frémyot di
Chantal insieme a San Francesco di Sales, desiderando partecipare il dono Divino ai fedeli
devoti, per la sua amatissima
sollecitudine verso la Chiesa
universale e per la particolare
disposizione verso l’Ordine della Visitazione di Santa Maria,
volentieri concede l’Indulgenza plenaria, alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del
Sommo Pontefice) debitamente
adempiute, ai fedeli che veramente si pentono, da acquistare in qualunque Monastero dell’Ordine della Visitazione di
Santa Maria, purché visitino devotamente la Chiesa del Convento e ivi assistano a qualche
sacra funzione o almeno per un
tempo conveniente si dedichino
a pie meditazioni, da concludersi col Padre Nostro, col Credo e con invocazioni della Beata Vergine Maria, di san Francesco di Sales e di santa Giovanna Francesca di Chantal:
a. - il giorno in cui si apre solennemente l’anno giubilare;
- il giorno della festa di san
Francesco di Sales (24 gennaio);
- il giorno anniversario della
fondazione (6 giugno);
- nella solennità del Sacro
Cuore di Gesù (19 giugno);
- il giorno della festa di S. Giovanna Francesca di Chantal (12
agosto);
- il giorno in cui si chiude solennemente l’anno giubilare;
b. - una sola volta, in un giorno da scegliersi liberamente dai
singoli fedeli;
c. - ogni volta che partecipi-
FESTEGGIAMO SAN GIOVANNI BOSCO
Associazione Salesiani Cooperatori
“Salesianum” – in via Conciliazione 98 a Como
telefono 031-572355
Domenica 31 gennaio
• ore 9.00: accoglienza; preghiera comunitaria; riflessione sul tema
“Don Bosco: lavoratore, educatore, incompreso?”; intervallo – possibilità di confessioni;
• ore 11.30: S. Messa – rinnovo della “promessa” dei Salesiani
Cooperatori; bacio della reliquia di san Giovanni Bosco;
• ore 12.30: pranzo.
Nel pomeriggio concerto vocale del Coro “S. Maria dei Miracoli” di
Morbio Inferiore (Svizzera). In chiusura un rinfresco offerto dall’Associazione a tutti i partecipanti. Per tutta la giornata funzionerà la “Pesca di beneficenza” per le opere dell’associazione.
no a un sacro pellegrinaggio, visitando in gruppo, almeno un
Monastero.
Le Monache della Visitazione
che, impedite per infermità o
altri gravi motivi, non possano
partecipare alle celebrazioni
giubilari, nel luogo dove l’impedimento le trattiene, potranno
conseguire l’Indulgenza plenaria, fatta espiazione d’ogni pec-
cato e con l’intenzione di rispettare quanto prima si potrà, le
tre consuete condizioni, se si saranno unite spiritualmente ai
sacri riti con le preghiere e coi
propri dolori e incomodi della
propria vita, offerti per Maria
a Dio misericordioso.
Il presente decreto avrà valore per tutto il tempo del Giubileo dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria.
Non opponendosi qualunque
cosa contraria.
Dato a Roma, dalla Sede della Penitenzieria Apostolica 17
settembre, l’anno dell’Incarnazione del Signore 2008».
JACOBUS FRANCISCUS,
S.R.E. Card. STAFFORD,
Paenientiarius Maior
+ IOANNES FRANCISCUS
GIROTTI, O.F.M. Conv. Ep.
Tit. Metensis, Regens
DALL’UFFICIO PER LA LITURGIA
CRESIMA DEGLI ADULTI
Si chiede ai parroci che stanno ultimando la preparazione degli adulti al Sacramento della
Confermazione la cortesia di informare quanto prima questo ufficio (telefono 0313312252 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00), in modo tale che si possa
verificare al più presto se il numero degli aspiranti è sufficiente per dar vita alla celebrazione
che è in calendario il primo sabato di febbraio. In caso contrario questo appuntamento sarà
sospeso e i candidati verranno accolti alla successiva celebrazione di sabato 10 aprile.
All’atto dell’iscrizione saranno comunicati giorno e ora dell’incontro preliminare (a cui i
candidati dovranno giungere con i rispettivi padrini e muniti dell’attestato di avvenuta preparazione) che si terrà in via Maestri Comacini 4, (a fianco del Duomo).
P A G I N A
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
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GIORNATA DIOCESANA
DI SENSIBILIZZAZIONE
A VALLE DI COLORINA
IL PROSSIMO FEBBRAIO
IL 31 GENNAIO:
LA SCUOLA CATTOLICA
DUE GIORNI
PER I MINISTRANTI
UFFICIO DIOCESANO PER LA LITURGIA
Corso base di formazione per lettori
Tre incontri presso la parrocchia di Sant’Agata in Como. Info e iscrizioni: don Simone Piani,
vicario di Sant’Agata, telefono 333/6217220, [email protected], www.santagatacomo.org
(per iscriversi on line); si prega di concordare la partecipazione con il proprio parroco.
P A G I N A
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CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
UFFICIO DIOCESANO
PELLEGRINAGGI
DATE
E PROGRAMMI
IN
CALENDARIO
GRECIA BIBLICA,
SUI PASSI DI SAN PAOLO
24 APRILE-1 MAGGIO
FATIMA
10-14 SETTEMBRE
1° GIORNO:
ITALIA – LISBONA – FATIMA
Partenza dall’aeroporto di Milano per Lisbona. All’arrivo, in pullman riservato, visita di Lisbona,
meravigliosa città, capitale del Portogallo, che conserva un centro storico del XVIII secolo, con vie
eleganti e lineari. In particolare visita alla Torre
Belem, un tempo faro per navigatori di ritorno
dalle Indie, simbolo della potenza navale portoghese; il Monastero di Jeronimos, magnifico monastero del XVI secolo, e la chiesa di sant’Antonio. Dopo il pranzo, partenza per Fatima. Arrivo e
sistemazione in albergo, cena e pernottamento.
2°/3° GIORNO: FATIMA
Due i grandi appuntamenti
diocesani che vedranno
la presenza del vescovo
monsignor Diego Coletti:
a breve saranno comunicati
programmi e indicazioni
organizzative;
intanto ecco le date da segnare;
nel resto dei box gli altri
pellegrinaggi promossi
a livello diocesano.
Tutte le informazioni sul sito
www.diocesidicomo.it
o telefonando il mercoledì mattina
all’Ufficio diocesano pellegrinaggi:
031-3312232
IL GRANDE PELLEGRINAGGIO
DIOCESANO PER L’ANNO 2010
3-9 luglio a Lisieux
TORINO - SACRA SINDONE
4 maggio
Giornate interamente dedicate alle celebrazioni
liturgiche e alla visita di Fatima ove nel 1917 la
Vergine apparve ai tre pastorelli, Francesco,
Giacinta e Lucia, affidando loro un messaggio di
preghiera e conversione. Visita della Cappella delle
Apparizioni, del Santuario, in cui si custodiscono
le spoglie di Francesco e Giacinta, dei luoghi natali dei Veggenti e di Velinhos luogo ove apparve
l’Angelo.
4° GIORNO:
BATALHA, ALCOBACA E NAZARÈ
Partenza per Alcobaca per la visita all’abbazia
cistercense, fulcro e culla della cultura portoghese, a Bathala per la visita al gotico monastero
domenicano di santa Maria della Vittoria, uno dei
più grandi complessi monumentali d’Europa. Proseguimento per Nazarè, cittadina di pescatori posta sulla costa atlantica. Rientro a Fatima in serata.
5° GIORNO:
FATIMA – LISBONA – ITALIA
Partenza per Estoril, Cascais, Sintra. Dopo il pranzo trasferimento in aeroporto a Lisbona. Rientro
in Italia.
Quota individuale di partecipazione: 770 euro.
LOURDES
1° GIORNO:
MILANO - SALONICCO
Partenza con volo di linea per Salonicco. Tour della
città. Sistemazione in hotel.
2° GIORNO:
SALONICCO - FILIPPI – KAVALA
Intera giornata di escursione a Filippi. Rientro in
serata a Salonicco.
3° GIORNO:
SALONICCO - VERGINA KALAMBAKA
Giornata dedicata alla visita di Salonicco. Al termine, proseguimento per Vergina: dopo pranzo visita
del sito archeologico con le Tombe dei Re Macedoni.
Trasferimento a Kalambaka, sistemazione in hotel.
4° GIORNO:
KALAMBAKA –
(VISITA ALLE METEORE) - DELFI
Giornata di visita ai Monasteri di Meteore. Dopo
pranzo, partenza per Delfi, sistemazione in hotel.
5° GIORNO
DELFI - (MONASTERO DI OSSIOS
LOUKAS) -ATENE
Mattinata dedicata alla visita di Delfi. Dopo pranzo
partenza per Atene. Visita del monastero di Ossios
Loukas; lungo il tragitto attraversamento di Tebe e
Levadia. Arrivo ad Atene, sistemazione in hotel.
6° GIORNO ATENE
Intera giornata dedicata alla visita di Atene.
7°GIORNO
ATENE–CORINTO-MICENE-EPIDAURONAUPLIA
Intera giornata di escursione.
8°GIORNO
ATENE – ITALIA
Quota di partecipazione: 1395 euro.
SIENA E LA FIGURA DI SANTA CATERINA:
DAL 29 MAGGIO AL 1 GIUGNO
IN AEREO
DAL 7 AL 10 MAGGIO
Il programma prevede la sistemazione a Lourdes e la partecipazione, nei
quattro giorni di permanenza, alle celebrazioni religiose e alla visita dei
luoghi di santa Bernardetta. Quota individuale di partecapazione: 550 euro.
IN PULLMAN
DAL 2 ALL’8 AGOSTO
Il programma prevede, oltre a Lourdes, anche la visita a luoghi significativi (per storia e cultura) e a santuari delle regioni della Languedoc e della
Bourgogne. Quota (a seconda dei partecipanti): da 690 a 725 euro.
Il programma prevede tappe a Lucca, Pisa, San Gimignano, Siena,
Volterra, Monte Oliveto Maggiore, Sant’Antimo.
Quota (a seconda dei partecipanti): da 380 a 480 euro.
SANTUARI DI FRANCIA:
DAL 5 AL 10 APRILE
Il programma prevede tappe a Laus, Lione, Dardilly, Ars, Macon, Cluny,
Annecy, Paray Le Monial, Nevers, Vezelay, Digione, Tournus,
Hautecombe, Aix Le Bains.
Quota (a seconda dei partecipanti): da 890 a 955 euro.
UNA SFIDA MOLTO IMPORTANTE GUARDANDO AL PROSSIMO DECENNIO DELLA CEI
Incontro dei cooperatori salesiani di Como: riflettere sull’educazione
arà l’emergenza
educativa il nocciolo degli “Orientamenti pastorali per il decennio
2010-2020” che la Conferenza episcopale ha stabilito come programma di
lavoro per la Chiesa italiana. Il presidente della
CEI, cardinale Angelo Bagnasco, spiega che “l’emergenza drammatica
dell’educazione è causa di
tanti disagi delle famiglie
e di tanti mali della società”. Proprio il problema
dell’educazione e dell’evangelizzazione dei giovani è sempre stato al
centro, pur in tempi diversi, dell’azione pastorale di
san Giovanni Bosco e del
beato don Michele Rua,
suo primo successore, del
quale ricorre l’anno prossimo il 100° anniversario
della morte: per questi
motivi è stato scelto anche come tema della ri-
S
flessione nella Giornata
di spiritualità e seconda
Conferenza annuale organizzata dall’Associazione
Salesiani Cooperatori,
domenica 13 dicembre
scorso presso il “Salesianum” di Tavernola.
In mattinata don Antonio Simeon sdb, sviluppando l’argomento alla
luce dell’esempio del fondatore e del beato don
Rua, ha portato i presenti a riflettere sulla necessità di amare i giovani e
di far sì che i giovani stessi sappiano di essere
amati. “L’educazione è
cosa di cuore. I giovani
sappiano che li amate”,
insegnava don Bosco. Il
relatore ha invitato a vivere l’anno 2010, “ricordando don Rua”, come un
cammino spirituale con
alcune attenzioni da tenere presenti. La prima è
quella di rafforzare il nostro essere discepoli fedeli
di Gesù, riscoprendo le
fonti quotidiane della fedeltà: la Sacra Scrittura
e l’Eucaristia nella celebrazione, nell’adorazione
e nelle visite frequenti. La
seconda attenzione da avere è quella di assumere l’atteggiamento di don
Rua, riscoprendo l’importanza e lo spirito delle
nostre promesse salesiane ed a ripensare al progetto personale di vita. In
terzo luogo siamo invitati ad imitarlo nella sua
dedizione a rispondere ai
bisogni dei giovani ed a
trovare le vie pastorali
adatte per raggiungerli
con l’annuncio del Vangelo. La prima parte della
giornata si è conclusa con
la recita del S. Rosario e
con la celebrazione eucaristica presieduta da don
Simeon, durante la quale
si è pregato per i defunti,
che sono mancati quest’anno, Cooperatori, pa-
renti, amici e per padre
Perucchi, missionario
salesiano in America Latina. Nel pomeriggio, dopo
il pranzo e la lotteria di
beneficenza a favore dei
bambini bisognosi di
Araruama in Brasile, l’incontro è proseguito con la
proiezione di un DVD sulle missioni salesiane in
diverse zone del Brasile e
sulle varie opere di sostegno ai bambini e ai giovani. L’ultima parte della
giornata è stata dedicata
alle comunicazioni del responsabile per i rapporti
con la diocesi, Ferdinando
Marchini, che ha riferito
sulle riunioni del Consiglio Pastorale Zonale di
Como Centro, illustrandone la programmazione
e sull’attività della nostra
Associazione a livello provinciale con l’importante
Giornata del Cooperatore
svoltasi a Milano il 22
novembre scorso.
Marchini ha poi menzionato diversi cooperatori di Como impossibilitati a partecipare ai vari incontri perché anziani o
malati, da lui visitati personalmente a nome del-
l’associazione. L’intensa
giornata si è conclusa gioiosamente con un rinfresco per lo scambio degli
auguri natalizi.
ANTONIO NEGRINI
MOVIMENTO
EUCARISTICO DIOCESANO
DI COMO
Dopo le solennità natalizie, il ritrovo è fissato per
il 6 febbraio alle ore 16.20 presso la chiesa
dell’Adorazione (Santa Cecilia) per l’ora di
adorazione mensile. Inzio con il Santo Rosario, seguiranno meditazioni su testi del beato Spinelli
fondatore delle Suore dell’Adorazione e momenti
di meditazione in silenzio, poi la Santa Messa festiva. La medesima sera vi sarà in diocesi la veglia per la vita e il 17 febbraio le Ceneri, pontificale in Duomo alle ore 18.00. Il 21 febbraio, la prima domenica di Quaresima i membri sono invitati al servizio in Cattedrale alle ore 10.30 (controllare sempre il Settimanale per gli avvisi). Tutti
sono invitati all’adorazione e alle celebrazioni.
P A G I N A
9
CHIESA
ECUMENISMO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI 2010
«MI SARETE TESTIMONI DI TUTTO CIÒ»:
DAL 18 AL 25 GENNAIO UNA SETTIMANA
PER IMPARARE A COSTRUIRE VERA COMUNIONE
Anche nella nostra
diocesi, sia nel
comasco,
sia in provincia
di Sondrio,
è stato preparato
un calendario
di incontri e
iniziative sul tema
dell’ecumenismo:
non solo momenti
di preghiera,
ma anche di
approfondimento
e di conoscenza
reciproca; un
cammino difficile,
quello dell’unità,
ma molto fecondo
gni riflessione teologica
nasce dalla verità del
Vangelo che si trasforma
in prassi e viene poi spiegata ed approfondita dalla riflessione teologica.
di PAOLA ZANARDI LANDI
Anche nella nostra
diocesi, in comunione
con tutti i cristiani
del mondo, dal 18 al
25 gennaio si celebrerà l’ottavario di preghiera per l’unità dei
cristiani in diverse
comunità della Chiesa comense insieme
alle diverse realtà cristiane presenti nel
territorio, secondo il
programma pubblicato dall’ufficio per
l’ecumenismo (vedi
locandina qui accanto).
Un movimento che attraversa verticalmente
la realtà terrena e celeste, che intuisce la comunione profonda tra la
Chiesa terrena e la Chiesa celeste, e si rende disponibile perché queste
verità vengano conosciute e concretizzate in ogni
luogo della terra dove i
cristiani sono presenti.
C
ome cristiani abbiamo un Salvatore che prima di
donare la propria vita per l’umanità ci ha lasciato
un’eredità importante
trascritta nel suo testamento spirituale come ci
perviene nel Vangelo di
Giovanni. Questa volontà ferma del Signore rappresenta oggi la radice
teologica dell’ecumenismo spirituale, un’eredità raccolta da molti cristiani di diverse confessioni e portata a frutto
in molteplici occasioni
tra le quali la settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani
che si celebra nella
settimana che va dal
18 al 25 gennaio di
ogni anno, in ogni comunità cristiana.
Il tema di quest’anno
è particolarmente importante perché riprende il lavoro della prima
assemblea ecumenica
mondiale che si svolse
nel 1910 a Edimburgo ed
il cui sviluppo portò i rappresentanti delle chiese
presenti alle riunioni a
comprendere l’ecumenismo in chiave missionaria. Il tema pertanto
sarà tratto dal Vangelo
di Luca (24,48) “Voi sarete testimoni di tutto
ciò”.
Il decreto per l’ecumenismo del Concilio Vaticano II afferma: «Questa
conversione del cuore e
questa santità di vita,
insieme con le preghiere private e pubbliche
per l’unità dei cristiani,
devono essere considerate come l’anima di tutto
il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale.
È infatti consuetudine
per i cattolici di recitare
insieme la preghiera per
l’unità della Chiesa, con
la quale ardentemente
alla vigilia della sua mor-
te lo stesso Salvatore
pregò il Padre: “che tutti siano una cosa sola”
IN DIALOGO CON GLI EBREI
In occasione della giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei,
la diocesi di Como organizza il 17 gennaio un
pomeriggio di riflessione sull’ebraismo presso
la parrocchia di Albate. Il tema scelto quest’anno dalla commissione per l’ecumenismo e
dialogo della CEI è Ricorda il giorno di Sabato per santificarlo (Es 20,8) e ha lo scopo di
aiutare a comprendere meglio le radici della fede
cristiana contenute nelle tradizioni del popolo
ebraico e nell’Antico Testamento. A questo scopo, il 17 gennaio, alle ore 16.30, presso la
parrocchia di Albate, Mauro e Annalisa Salami animeranno un pomeriggio di danze d’Israele aiutando a riscoprire il senso della fede che
condividiamo con il popolo Ebraico.
(Gv 17,21)» (cfr. Unitatis
Redintegratio 8).
Il dialogo si è arenato.
Le differenze ecclesiologiche si mostrano oggi
con più chiarezza. L’intercomunione è ancora
un problema aperto, la
gerarchia ministeriale
rimane ancora inaccettabile per alcune comunità ecclesiali. Eppure il
dialogo, l’amicizia, gli
incontri non si sono arrestati, al contrario, costituiscono oggi uno
strumento irrinunciabile per giungere alla piena comunione.
Quello che non ci potrà mai essere tolto dalle incomprensioni teologiche è proprio la pre-
ghiera in comune, nel
nome dell’unico Salvatore Gesù Cristo, seguendo la sua stessa volontà.
La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nasce con questo
intento, a partire dal
1930 circa per opera di
un sacerdote di Lione, il
padre Couturier, che
sente pressante il richiamo all’unità dei cristiani e la sofferenza per le
separazioni ancora esistenti tra le chiese. Egli,
nel 1936 organizza in
Svizzera il primo incontro di preghiera tra protestanti e cattolici e riunisce molti tra coloro
che diventeranno i protagonisti dell’ecumenismo spirituale e che
sono per noi, oggi, i pionieri di questo dono di
grazia per i cristiani. I
loro nomi sono ricordati
ancora oggi e i loro scritti ancora oggi letti con
attenzione e cuore palpitante, perché essi sono
stati capaci di trasmettere l’entusiasmo e la
speranza della loro missione, uno slancio del
cuore che non si è mai
spento nonostante le difficoltà che provenivano
da differenti istituzioni.
Per il padre Couturier,
e per coloro che insieme
a lui hanno cominciato
l’avventura della settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani, l’ecumenismo nasce dalla
preghiera, così come o-
Ci lasciamo guidare in
questa avventura dell’unità da alcune parole
del padre Couturier che
lasciano intuire quale
fuoco vivo accenda il cuore di coloro che pregano
costantemente per l’unità voluta dal Cristo: «La
caratteristica dell’amore è creare una fiducia sconfinata in
colui che amiamo.
Quando e come si farà
l’Unità? Quali sono gli
ostacoli da superare?
É affar tuo; la mia fede non può comandarmi altro che di pregare con Te, in Te, affinché l’Unità si faccia,
quell’Unità che tu non
hai cessato di volere,
quella che Tu vai inseguendo, che Tu prepari, che Tu avresti
già effettuato da un
pezzo se tutti, a cominciare da me, fossimo
stati un cristallo trasparente tra ciò che
dal creato attraverso
il cristiano vuol salire a Te, e ciò che da
Te, per mezzo suo, vuol
discendere sul mondo».
P A G I N A
10
Continua la
Visita
Pastorale
alla zona
Prealpi.
Dal 15 al
17 gennaio
mons. Diego
Coletti
incontrerà
la comunità
di Gironico
dove
parteciperà
anche alla
festa di
Gesù
Bambino
molto
sentita in
parrocchia
O
ggi più che in altri
tempi le nostre comunità si trovano
ad affrontare una
situazione impegnativa e allo stesso tempo entusiasmante: devono chiedersi
come soddisfare il bisogno di
una vita buona, piena, autentica e felice presente nel cuore di ogni uomo, come far penetrare la bella novità del
Vangelo nell’esistenza quotidiana delle persone, senza trascurare i ritmi e le caratteristiche di questo mondo che
cambia così in fretta. Noi tutti battezzati siamo chiamati a
cogliere le sfide sempre più
ardue che provengono dal
mondo e a rispondervi alla
luce della Parola di Dio, e una
è la missione che ci viene continuamente affidata: trasformare le nostre parrocchie con
l’Amore, ogni giorno e in ogni
ambito di vita, avendo bene a
cuore le necessità e i bisogni
profondi delle persone e delle
famiglie che le compongono
(almeno a partire da loro, ma
senza troppi confini!).
Per riuscire in tale compito
è necessaria una significativa
conversione della nostra idea
di Gesù Cristo, del nostro
modo di essere cristiani e
quindi Chiesa. In questo ci è
di guida e di aiuto il nostro
CHIESA
VISIT
AP
ASTORALE
VISITAP
APASTORALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
SEGNI DI UNA FEDE
AUTENTICA
GIRONICO
Vescovo, che nelle Proposte
Pastorali ha indicato alle comunità della Diocesi quale
attenzione fondamentale è
necessario avere nel progettare ogni scelta pastorale: la
relazione viva e profonda con
Cristo Risorto e con le persone che avviciniamo, perché
solo attraverso questo “volto
a volto” è possibile incontrare
e far incontrare Gesù! La prima delle scelte concrete caldamente suggerite per il biennio 2008/2010 è il rinnovamento e la costituzione del Consiglio Pastorale in tutte le parrocchie: è un tentativo forte
di imparare a camminare insieme verso una sensibilità e
un’esperienza di Chiesa più
corresponsabile e missionaria, nella comunione e nella
valorizzazione dei diversi ministeri e carismi. Nel Consiglio Pastorale, infatti, il sacerdote e i laici possono confrontarsi, condividere la propria
esperienza di Chiesa e quindi
di pastorale, al fine di effettuare, sotto la guida dello Spirito, un vero discernimento comunitario capace di edificare
la Comunità. In sostanza,
sono chiamati a cercare di vivere per primi quello stile verso cui vogliono indirizzare l’in-
tero popolo di Dio: se il tentativo è quello di vivere e costruire la comunione, dovranno
educarsi ad essa, all’ascolto di
ciascuno (iniziando dall’ascolto della Parola), al rispetto
della diversità di pensiero, alla
ricerca di una decisione il più
possibile condivisa. Il modo di
fare Comunità è già di per sé
testimonianza, quando esprime vera comunione. A Gironico opera da anni all’interno
della parrocchia un Consiglio
che si coordina le diverse attività pastorali e oratoriali dell’anno liturgico, trasmettendo
e valorizzando gli aspetti tradizionali di manifestazione
della fede. A partire dall’ottobre 2008, proprio sollecitati
dalle proposte del Vescovo, si
è dato inizio ad un confronto
serio sull’opportunità e la
modalità di costituzione del
Consiglio Pastorale Parrocchiale; la riflessione è stata
estesa a livello comunitario,
con l’intento di ricontattare
coloro che negli anni hanno
collaborato in diversi tempi e
modi alla vita della parrocchia
e coinvolgere tutte le nuove
persone che oggi hanno ancora a cuore la vita e il bene della
comunità. Tante persone hanno risposto all’invito, chi per
curiosità, chi con la voglia di
rimettersi in cammino, chi
per interesse, chi con autentica passione ecclesiale; non
senza fatica, passo dopo passo, iniziando dalla costituzione di sei specifiche commissioni pastorali (catechisticaeducativa-oratorio, missionaria-caritativa, liturgica, famiglia, cultura-comunicazioni,
servizi) ci stiamo progressivamente impegnando ad affrontare quella che consideriamo
al momento l’urgenza più
grande nella nostra comunità: il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Il significato che attribuiremo ad esso, la modalità con cui sceglieremo di portarlo avanti e le scelte pastorali che ne deriveranno saranno la diretta conseguenza di
come sentiamo, crediamo, viviamo, sperimentiamo e proponiamo l’essere Chiesa di
Cristo a Gironico, oggi.
Confidiamo che l’imminente visita pastorale sia occasione propizia di grazia, di rinnovata fraternità ed entusiasmo verso una Comunità più
unita e corresponsabile: possa lo Spirito Santo guidare il
nostro cammino.
LA COMUNITA’ DI GIRONICO
“Appunti di storia”
La parrocchia di Gironico è composta
da circa 720 famiglie per un totale di
2300 abitanti, frutto del forte incremento demografico degli ultimi decenni.
Gironico è un paese che ha sempre vissuto
di un’economia che si può definire “agricola
di sostentamento”, ogni famiglia provvedeva per proprio conto a coltivare la terra e ad
allevare qualche capo di bestiame.
Il suo sviluppo economico inizia nei primi
decenni del secolo scorso con l’allevamento
dei bachi da seta e l’insediamento delle prime industrie tessili.
Di una presenza religiosa in Gironico si parla già nel lontano 962: in un documento di
una permuta di beni compare un certo
“Teodebertus, presbiter de vico Geronico” cioè,
Teodeberto prete del paese di Gironico, anche se il termine “prete” non è da intendere
esattamente con il significato odierno.
Una tradizione orale vuole che la prima chiesa gironichese fosse ubicata su un terreno
posto a circa metà strada dell’odierna via
S. Lazzaro, sulla sinistra salendo verso la
località “Caserma”. Certa invece è la fondazione e la donazione fatta nel 1455 “dalli
Signori Conti Ruschi di Como” di una chiesa a metà strada fra i due “villaggi” del Piano e del Monte (Gironico al Piano e Gironico
al Monte). Il 18 giugno 1702 il vescovo Francesco Bonesana in visita pastorale (in verità a Gironico venne il rev. signor Caprera in
quanto il vescovo in quel giorno fu chiamato
a Milano…) trova questa chiesa “multo disordinata” e ordina al parroco, ormai anzia-
no, la costruzione di una nuova chiesa. Dopo
la morte del vecchio parroco nel 1704 questo gravoso compito viene ereditato da don
Battista Beretta, nominato parroco nel
1706, che nello stesso luogo, due anni dopo
inizia la costruzione dell’attuale chiesa parrocchiale terminata nel 1718 e dedicata ai
Santi Nazaro e Celso. Questo parroco a più
riprese offre soldi propri per la costruzione
della chiesa, vedendo l’estrema povertà dei
suoi parrocchiani… e alla sua morte il Vescovo scrive: “A lui… la riconoscenza di tutta
Gironico, il suo nome non si cancellerà mai
perché scritto su opere che di lui portano il
nome.” E sembra proprio che non abbia più
voluto abbandonare la “sua” chiesa; infatti
si pensa che siano sue le ossa ritrovate sotto il pavimento ai piedi della balaustra centrale. Dello stesso periodo è pure il campanile e di qualche decennio dopo l’Ossario,
una elegante costruzione che i gironichesi
hanno sempre considerato facente parte del
complesso architettonico della chiesa composto da parrocchiale, sagrato e ossario. Fra
il sagrato e l’ossario ora passa la strada
che collega Gironico al Piano con la frazione
del Monte, ma originariamente la strada
passava o dietro l’ossario o vi era solo un
piccolo sentiero parte integrante con il piazzale. Nel 1859, con l’aumento numerico della popolazione, la chiesa viene prolungata
portandola alle dimensioni attuali, problema che sembra riaffiorare anche in questi
ultimi anni. L’interno della parrocchiale è
stato completamente restaurato negli anni
1981/82 con una significativa collaborazio-
ne della popolazione rendendo questo luogo
ancor più accogliente per meglio vivere ogni
momento liturgico.
In questo edificio sacro, favorito da una buona acustica, è stato commissionato nel 1889
alla ditta Mascioni di Cuvio (Va) un organo
che, recentemente restaurato, permette
l’esecuzioni di pregevoli e qualificati concerti. Altre due chiese sono ubicate sul territorio comunale: una a Gironico al Monte e
l’altra in centro paese. La prima, facente
parte del complesso “della Villa” oggi di proprietà Valerio, è stata dedicata nel 1451 a
Santa Caterina d’Alessandria. È aperta
solo in determinate ricorrenze religiose annuali. La seconda, l’oratorio dei Santi
Domenico e Francesco Saverio, più comunemente detta di S. Grato vescovo, fu eretta
nel 1672 per opera dei Baroni Porta di
Como. È anch’essa di proprietà privata
(Taiana), ma è sempre aperta ai fedeli e vi
si celebra la Santa Messa nei primi tre giorni della settimana. Un’altra cappella era
presente nella frazione “Salvadonica” dedicata a San Cristoforo, ma negli anni ’30
venne adibita a fienile ed in seguito modificata in abitazione civile. La vita semplice
della nostra gente e l’attiva collaborazione
dei parroci che nei secoli hanno sempre compreso e condiviso le mille difficoltà del quotidiano, ci hanno consegnato dei beni
architettonici che oggi abbiamo il dovere di
valorizzare e conservare per tramandare
alle generazioni future quel bagaglio culturale e di fede che ha sempre caratterizzato
la vita della nostra comunità.
La Chiesa ci ricorda che ogni
domenica è festa, ma alcune
hanno carattere più solenne di
altre, sostenute dalla tradizione e incrementate dalla fede.
Una delle più sentite dai
gironichesi, la festa di Gesù
Bambino, cade quest’anno proprio in occasione della Visita
Pastorale (vedi approfondimento a pagina 19). Tra le altre ricordiamo quella del
Corpus Domini con una processione serale “d’altri tempi” con
il S.S. Sacramento portato per
le vie del paese accompagnato
dai bambini della prima comunione e dai ragazzi della cresima. Dalla parrocchiale si sale,
in preghiera, a Gironico al Monte completamente immersi nel
verde delle nostre colline quando il sole tramontando indora
le cime fiorite dei castani. La
prima sosta è in una corte colonica, poi, passando davanti alla
“Villa” ci si raccoglie sul piazzale della chiesina di Santa
Caterina rientrando poi in parrocchiale per la benedizione finale.
In questi ultimi decenni ha perso parte della sua solennità la
festa dei santi patroni Nazaro
e Celso perché la ricorrenza,
alla fine di luglio, cade in un
periodo di vacanza. Celebrata
la seconda domenica di settembre è la festa della Madonna
della Cintura, giornata della
generosità per i bisogni della
parrocchia. Partecipata è nel
pomeriggio, dopo i vespri, la
processione che vede la statua
della Beata Vergine percorrere
le vie del paese parate a festa
e l’incanto dei canestri sul
sagrato. Questo nuovo percorso è stato voluto dall’attuale
parroco don Gerardo che ha introdotto altri due momenti comunitari di preghiera lungo le
vie del paese: la via Crucis alla
sera del Venerdì Santo con l’allestimento delle stazioni lungo il percorso e la veglia natalizia dei ragazzi alla vigilia che
si snoda dalla chiesina di San
Grato sino alla parrocchiale.
IL PROGRAMMA
Venerdì 15 gennaio
Mons. Diego Coletti accompagnato da mons. Flavio Feroldi,
arriverà in Parrocchia attorno
alle 15.30 e incontrerà privatamente don Ernesto Guglielmetti e don Gerardo.
Ore 20.00 Celebrazione della
S. Messa nella terza sera del
triduo per la Festa del Gesù
Bambino. Al termine incontro
con “la comunità apostolica” ovvero tutte le persone che a titolo personale o nei vari gruppi
parrocchiali svolgono un’ attività per il bene della comunità.
L’incontro è aperto anche a
tutte le persone che intendono iniziare un cammino di collaborazione e di corresponsabilità nella parrocchia.
Sabato 16 gennaio
Ore 11.00 Incontro in Asilo con
gli Amministratori, i gruppi e
le associazioni del paese.
Al termine dell’incontro aperitivo con il Vescovo presso la sede
degli alpini).
Ore 14.00 C’è la possibilità che
il vescovo incontri i ragazzi prima del catechismo mentre alle
14.30 introdurrà la preparazione alla confessione e si fermerà
in confessionale per le confessioni fino alle 16.30.
Domenica 17 gennaio
Ore 10.30 Messa solenne per
la Festa di Gesù Bambino, a cui
nel pomeriggio seguirà il canto
del vespro e la processione.
Al pranzo in casa parrocchiale
parteciperanno i sacerdoti della Zona Pastorale Prealpi.
CHIESA
P A G I N A
11
CHIESAMONDO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2009
DON ALBERTI È PARTITO PER PARIGI PRIMA TAPPA VERSO LA MISSIONE IN CAMERUN
DON ALESSANDRO SALUTA LOMAZZO
L
a comunità di S.Siro
in Lomazzo ha salutato Don Alessandro che
inizierà una nuova
esperienza pastorale
nella missione diocesana in
Camerun. È stato un saluto che
ha avuto inizio durante il Presepe Vivente nel giorno dell’Epifania. È da trent’anni che
la nostra comunità mette in scena questo momento di riflessione e quest’anno, l’attualizzazione, è stata dedicata a don
Alessandro. È stato un momento gioioso e commovente culminato con la consegna, a don
Alessandro, di una preghiera e
col saluto dei bambini: “ciao,
don, ti vogliamo bene!” da parte dei tanti bambini presenti ha
concluso la rappresentazione.
Domenica 10 gennaio, durante la messa delle 10,30, in una
chiesa stracolma di persone, ma
comunque insufficiente a contenere tutti, si è celebrata la
messa di saluto. Il canto iniziale “Vieni e seguimi” ha permesso di creare un’atmosfera carica di religioso raccoglimento. È
seguito il saluto del Consiglio
Pastorale Parrocchiale in cui
veniva manifestata la gratitudine di tutta la comunità per
quanto don Alessandro ha compiuto nel breve tempo in cui è
rimasto fra noi. È stato sottolineato il suo modo di essere prete e strumento di comunione; il
fatto che ci ha permesso di considerarlo come uno di noi, accettando la nostra confidenza e rendendosi disponibile a
vivere con noi come in famiglia,
in spirito di fraternità. La liturgia della Parola, ricca nella domenica del Battesimo di Gesù,
LA LETTERA ALLA COMUNITA’
“Vado in Africa non come pioniere solitario, ma con una comunità ecclesiale che mi sostiene e sono sicuro che molti
lomazzesi saranno in “prima linea” con me. Pregate davvero
perché in Camerun possa essere un dono di fede gioiosa, umile
e autentica per le persone che incontrerò”. E’ con queste parole
scritte in occasione delle festività natalizie appena trascorse
che don Alessandro Alberti ha provato a spiegare “a freddo”
ai suoi fedeli il senso profondo del suo partire per la missione.
“A me – scrive don Alessandro – rimane la gratitudine di un
tempo meraviglioso della mia vita, non privo di difficoltà ma
sovrabbondante di affetto ricevuto. So che non merito nulla di
quello che anche in queste ultime settimane molta gente mi
sta donando e dimostrando. Tutto è grazia!”.
è stata ascoltata in una chiesa
particolarmente silenziosa ed
attenta. Durante l’omelia di don
Alessandro, come sempre molto coinvolgente, ci siamo pienamente resi conto di quanto ci
mancherà questo suo modo di
predicare, il suo richiamo alla
vita cristiana vissuta nella
quotidianità. La liturgia è proseguita con le preghiere dei fedeli lette dai bambini di catechismo e indirizzate anche a
don Alessandro. Il momento
della processione offertoriale è
stato caratterizzato dalla presenza di alcuni doni per don
Alessandro. Un piccolo sandalo, simbolo di servizio e augurio per il nuovo cammino che
inizia. Un breviario “speciale”
che propone, per ogni giorno
dell’anno, una riflessione di don
Tonino Bello, prete e vescovo
tanto amato dal don. Un quaderno che, deposto in fondo alla
chiesa, per molti giorni ha raccolto parole amiche, nate dal
cuore della nostra comunità.
Una foto che riproduce il dipinto che decora l’abside della nostra chiesa e che, profeticamente, rappresenta i popoli della terra che adorano Dio nel
Pane Eucaristico. La somma
raccolta dalla nostra comunità
a favore della nuova esperienza missionaria di don Alessandro. Il momento della consacrazione
ha
visto,
come
concelebranti, il parroco di
Caslino e il padre guardiano
della Fraternità Francescana
di Cermenate. Al termine della
Comunione un momento ancora dedicato a Don Alessandro
con la lettura di un brano di don
Tonino Bello e una preghiera
dell’Africa. È trascorso molto
tempo prima che la chiesa si
svuotasse dalla persone che
volevano salutare personalmente don Alessandro! Al termine della celebrazione, un
momento conviviale in oratorio. È stato veramente sorprendente il numero delle persone
che si sono spontaneamente of-
Giovedì 14 gennaio don Alessandro si è trasferito a Parigi
dove rimarrà alcuni mesi per studiare il francese all’interno
di una comunità gestita dai missionari comboniani. Al suo
rientro, nel mese di giugno, seguirà il corso per tutti i missionari, sacerdoti e laici, in partenza per la missione organizzato
dal Centro Unitario Missionario di Verona. Questo sarà l’ultimo passo prima della sua partenza per l’Africa, nel mese di
agosto, dove sostituirà nella nostra missione don Giusto della
Valle di rientro in Italia dopo 13 anni.
ferte di cucinare qualcosa, volendo dimostrare, anche attraverso questo gesto, l’affetto a
don Alessandro. Un grazie a
tutte loro, all’associazione
Lomazzo – 22074 e al corpo dei
Vigili del Fuoco che si sono offerti per organizzare il buffet.
Un grazie a tutte le persone che,
in vario modo, si sono impegnate perché la festa a don Alessandro fosse “ vera festa”, vissuta cioè in un clima di collaborazione ed amicizia per dimostrare il grande affetto che tutti vogliamo al don.
Oggi, lunedì 11 gennaio, don
Alessandro non è già più a
Lomazzo e il 14 partirà per
Parigi a studiare la lingua
francese. Ci sentiamo soli. Del
nostro futuro come parrocchia
nulla si conosce, non sappiamo
quando e chi sostituirà don
Alessandro. Una cosa, però, non
dobbiamo dimenticare: siamo
Comunità, insieme per lodare,
seguire e testimoniare il Signore. È una certezza e una forza
che don Alessandro ha spesso
sottolineato nell’ultimo periodo
trascorso fra noi e che noi dobbiamo e vogliamo coltivare.
Don Alessandro non è solo il
passato, ma continuerà a camminare con noi finché la nostra
comunità riuscirà a testimoniare l’amore di Dio fra gli uomini.
LA COMUNITA’ DI S.SIRO
L’ULTIMA LETTERA DEI NOSTRI MISSIONARI FIDEI DONUM NELLA DIOCESI DI MAROUA-MOKOLO
IN MISSIONE TRA TRADIZIONE E MODERNITA’
C
arissimi amici della
nostra Diocesi, le Parrocchie di S.Giacomo a
Mokolo-Mboua, di
S.Pietro di Mogodé,
del Sacro Cuore di Gesù di
Rhumzu e della Madonna del
Rosario di Nguetchéwé vi salutano! Quest’anno la Diocesi di
Maroua-Mokolo ha scelto il seguente tema di riflessione:
«Battezzati in Cristo, siete diventate creature nuove» (2 Cor
5,17). I cristiani della nostra
diocesi di fronte alle tradizioni
e ai cambiamenti della società.
Come d’abitudine nella nostra diocesi preti, suore e laici
responsabili parrocchiali hanno passato tre giorni insieme e
con il vescovo per riflettere sul
tema e scegliere delle linee che
ci guidino durante l’anno. Una
zona pastorale si è impegnata
a organizzare l’accoglienza e il
programma (dibattiti e rifles-
“UNA DIOCESI IN MISSIONE”
Continua il viaggio della delegazione comasca dal 6 gennaio
in visita alla missione diocesana di Maroua-Mokolo. Il gruppo
guidato dal direttore dell’Ufficio Missionario diocesana, Gabriella Roncoroni, e dal Vicario Generale, mons. Giuliano
Zanotta, accompagnati da mons. Italo Mazzoni, don Stano
Bainchi e dalla missionaria, Silvia Cincera è arrivato in
Camerun lo scorso 8 gennaio dopo una notte trascorsa a
N’djamena, capitale del vicini Ciad. In questi gioni la delegazione sta visitando le diverse parrocchie in cui sono attivi i
nostri missionari: S .Giacomo a Mokolo-Mboua, S.Pietro di
Mogodé, Sacro Cuore di Gesù di Rhumzu e della Madonna del
Rosario di Nguetchéwé. E’ prevista nei prossiomi giorni anche
una visita alla comunità di Sir la prima parrocchia del nord
del Camerun affidata ai nostri missionari fidei donum e ora
ritornata ai sacerdoti locali. Nei giorni scorsi si è anche tenuto un incontro con il Vescovo della diocesi di Maroua-Mokolo,
mons. Philippe Stevens. Il rientro in Italia è previsto per il 23
gennaio. Ai nostri missionari, alle loro comunità e alla Chiesa
sorella del Camerun è stato portato il saluto del Vescovo, mons.
Diego Coletti, e la vicinanza di tutte le parrocchie della diocesi di Como.
Per maggiori informazioni sul viaggio e sulla
missione dicoesana: www.centromissionariocomo.it
sioni in gruppi). Come punto di
partenza ci si è proposti di
riscoprire il significato del Battesimo, del nostro essere cristiano. “Cristiano diventa ciò
che sei”. Il discorso è stato impostato sui temi della tradizione e della modernità. Per la tradizione c’è ancora tanto da fare:
il discernimento tra da una parte ciò che è positivo, valido e
merita di essere conservato e
continuato, e dall’altra quello
che è negativo e lega ancora e
fa paura. Quest’anno abbiamo
avuto ancora dei casi forti di
caccia allo stregone e di
linciaggi pubblici che a volte
sono sfociati in omicidi crudeli.
Ma quello che più ha colpito è
stato che anche i giovani dei
diversi licei si sono trovati immischiati… e stavano per uccidere un ragazzo che era stato
dichiarato un mago con dei poteri malefici! La paura della
stregoneria frena ancora molto
lo sviluppo in generale. Per la
modernità… c’è tutto da fare!
Anche nei più piccoli villaggi si
trova chi ha un piccolo televisore che funziona con un generatore! Quindi si vede di tutto…
ma che cosa si capisca non si
sa! Il guadagno facile a tutti i
costi senza criteri e l’eccesso di
alcool sono due piaghe che dilagano e uccidono i valori tradizionali come la famiglia e la
solidarietà. Dobbiamo interrogarci su cosa la comunità cristiana faccia di fronte a tutto
questo: come testimonia la vita
nuova che Gesù ci ha dato nel
battesimo? Nel periodo di ottobre e novembre abbiamo come
tradizione diocesana sia l’ordinazione dei preti che la consacrazione perpetua delle suore
nelle loro diverse Congregazioni. E quest’anno tutti questi avvenimenti sono segno si speranza, di un buon lavoro fatto ma
anche di un continuo lavoro da
fare per seguire questi giovani
speranze. Dopo tanto tempo ci
sono state le ordinazioni di tre
Diaconi permanenti. Hanno
avuto un lungo periodo di
maturazione e di preparazione
così anche la diocesi si è ben
preparata: nei diversi incontri
sia diocesani che di zona se ne
è parlato e si è formato un gruppo per seguire i tre particolarmente. La comunità che li ha
seguiti di più ha avuto la gioia
di riaverli come diaconi nella
loro attività. Altri già si stanno
preparando. Per due delle nostre 4 parrocchie c’è stata la festa
delle
ordinazioni
presbiteriali dell’abbé James di
Rhumzu e dell’abbé Henry di
Mokolo-Mboua. Il numero dei
preti diocesani ogni anno aumenta, ma la formazione dei
nuovi deve continuare e questa
è una sfida che riguarda anche
noi, per seguire e aiutare questi novelli: compito non facile,
viste le distanze che ci separano e la difficoltà di mettersi in
discussione da entrambe le par-
ti! Ma raccogliamo la sfida, e
cerchiamo di camminare insieme in avanti! Abbiamo poi avuto la consacrazione perpetua di
sette suore. Ricordiamo in particolare quella di due, originarie della diocesi, che resteranno qui a lavorare: suor Fidèle
della Santa Famiglia de
Bordeaux e suor Justine delle
Suore di S.Giuseppe di Cuneo.
Il bello di questo avvenimento
è proprio che sono della Diocesi e sono conosciute un po’ dappertutto dato che erano in contato con i diversi movimenti giovanili (Cop’Monde, ACR e JCC,
senza contare le diverse
aumônerie delle loro città di
Mokolo e Mora). Allo stesso
modo, piccoli segni di speranza
si accendono anche nelle nostre
parrocchie: dopo tanto lavoro di
formazione si vedono dei giovani che sono attivi nelle comunità d’origine e che fanno rinascere la voglia di fare anche agli
altri giovani frenando così l’esodo che c’è nella stagione secca
(esodo lavorativo, così dicono,
ma che in realtà non porta né
guadagno né affari ma solo malattie e disperazione!). Noi facciamo tutto quello che possiamo... camminando insieme.
Grazie per il vostro sostegno,
la vostra amicizia e le vostre
preghiere!
Don Giusto, don Angelo,
don Corrado, don Felice,
Brunetta, Alda, Laura
P A G I N A
Como
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
13
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
NEL 2009 LE SPESE SONO AUMENTATE DEL 71,89%
Cresce
nel Comasco
la febbre
del gioco
Sarà anche questo lo specchio della
crisi in atto. Fatto sta che rispetto
al 2008, nella nostra provincia, i soldi
spesi per Superenalotto, Gratta e Vinci
e altro, hanno fatto registrare
un considerevole balzo in avanti
di LUIGI CLERICI
a più parti nell’universo politico italiano, nel
corso di queste
ultime settimane a cavallo tra le festività natalizie e caratterizzate dall’approvazione
della Legge “Finanziaria”
dello Stato, si sono levate
più voci riguardanti l’eccessiva importanza data
dalle Istituzioni alle entrate derivanti dal “gioco”. Su questo punto, infatti, si scontrano due correnti di pensiero diametralmente opposte.
C’è chi afferma come sia
perlomeno non del tutto
corretto affidare al gioco
il reperimento di contributi per il Paese e chi, invece, vorrebbe non solo
aumentare le possibilità
di questo svago, che già
vanta lotterie (istantanee
o meno, che assicurano
ingenti vincite in un momento o da spalmare nel
corso degli anni), estrazioni e quattro case da
gioco, tra cui quella di
Campione d’Italia. Giocare, in se stesso, non può
essere un male di per sé,
D
anche se discutibile a livello morale. Il problema
è se questo, da hobby o
passatempo occasionale,
diventi una malattia cronica che può rovinare le
esistente dei protagonisti
e delle loro famiglie. In
ogni caso, sarà per effetto
della crisi economica e per
il fatto che tanti sperano
di essere travolti da una
valanga di denaro, che i
dati sul gioco relativi alla
provincia di Como sono
impressionanti. Rispetto
al 2008, nella nostra provincia, i soldi spesi per
Lotto, Superenalotto,
Gratta e Vinci e altro,
hanno fatto segnare un
+71,89%, ovvero oltre 65
milioni di euro! Solo a
Pavia è stata registrato
un incremento maggiore
nella somma giocata pari
al 77%. Sono dati elaborati dalla Agicos, l’Agenzia giornalistica concorsi
e scommesse. Numeri impressionanti, si diceva. Si
pensi, ad esempio, che
nella vicina provincia di
Lecco, che vanta meno
abitanti di quella comasca, i soldi spesi sono stati
pari a 133.304.000 euro,
20 milioni di più rispetto
all’anno precedente. A farla da padrone in questa
“singolare” classifica il
Gratta e Vinci: dai 49 milioni di euro spesi in provincia nel 2008 si è saliti
agli oltre 65 milioni del
2009 con un incremento
del 33.91%. Al secondo
posto il lotto che ha fatto
registrare una diminuzione generalizzata in tutte
le province lombarde e dovuta, probabilmente, all’ingresso di nuovi giochi
più immediati sia nel riscontro sull’eventuale
vincita alla portata di tut-
ti. Il vero boom l’ha invece avuto il Superenalotto:
gli introiti sono cresciuti
del 59% passando da
15milioni a 24milioni.
Una crescita riscontrata
ovunque in Lombardia. I
giochi a base ippica e
sportiva restano prediletti per gli intenditori che
nel 2009 hanno speso 10
milioni di euro, due in
meno rispetto al 2008.
Non riesce invece a imporsi il bingo: il trend delle giocate è andato diminuendo anche quest’anno
e dai 2,2 milioni di euro
del 2008 si è scesi al milione e mezzo dell’anno
appena concluso (29,7%).
Per quanto riguarda i
Casinò circoscriviamo il
nostro sguardo alla sola
casa da gioco campionese.
Nel 2009 è stato registrato un calo degli utili che è
stato imputato sì agli effetti delle abbondanti nevicate di metà dicembre
ma anche a causa di alcune consistenti vincite
dei giocatori. A fine novembre le casse del Casinò segnavano un utile di
250mila euro. A fine anno
è stata invece riscontrata una perdita di un milione e mezzo di euro. Cifre, tutte, da capogiro e
I NUMERI DI PALAZZO CERNEZZI
MEIC E“LUMEN
GENTIUM”:
16 GENNAIO,
ORE 17.30
Dormitorio: grande affluenza
D
al 21 dicembre
al 3 gennaio
sono stati 541 i
pernottamenti
registrati al dormitorio pubblico invernale di via Sacco e Vanzetti
a Prestino: 273 nella nona
settimana di apertura
(21/27 dicembre) e 268
nella decima settimana di
apertura (28 dicembre/3
gennaio). Numeri nella
media visto che la settimana tra il 14 ed il 20 dicembre il numero complessivo di pernottamenti era stato pari a 272. In
questo arco di tempo il
massimo numero di pernottamenti (42) è stato registrato mercoledì 30 dicembre, seguito da lunedì 21, martedì 22, merco-
Tra 35 e 42
persone la
presenza media
nelle settimane
a cavallo
di Natale
ledì 23 e domenica 27 (40
ospiti) mentre giovedì 24
il minor numero di persone (35). Il numero di donne presenti è variato da
un massimo di 5 ad un
minimo di 3. Per quanto
riguarda gli uomini è stata registrata una presenza massima mercoledì 30
dicembre con 37 presenze. Per quanto riguarda le
nazionalità di provenienza gli ospiti italiani sono
variati tra 10 e 8 (eccetto
giovedì 24 quando sono
stati 3). Gli stranieri più
presenti sono stati tunisini (con il picco massimo
di 10 per sette giorni). Altre presenze straniere da
Ghana, Romania, Costa
d’Avorio, Equador, India,
Afghanistan, Marocco,
Egitto, Ucraina, Etiopia,
Nigeria, Algeria, Turchia,
Moldavia, Togo, Somalia,
Lettonia e Slovacchia.
Si ricorda che per accedere al dormitorio pubbli-
che dovrebbero portare
chi di dovere a riflettere
sul fenomeno gioco nel
nostro Paese. Di fronte a
questi numeri, infatti,
non sembrano nemmeno
poi così tanto astruse le
proposte di alcuni politici
locali sardi che hanno
“minacciato” coloro che
usufruiscono di sovvenzioni ed aiuti “pubblici” a
non “giocare” pena la loro
esclusione dai benefici
perché a fronte di una
persona che vince, in tanti rischiano di rovinarsi
per cercare di raggiungere quello che appare, in
realtà, come un miraggio.
co occorre iscriversi presso il Centro Servizi Immigrati in via Tommaso
Grossi (civico 4) che è
aperto il lunedì, martedì,
mercoledì e giovedì dalle
ore 15 alle ore 18; venerdì dalle ore 9 alle ore 12
(telefono 031-302942).
Possono presentare domanda uomini e donne
maggiorenni, senza fissa
dimora, in possesso dei
seguenti documenti, se
cittadini italiani: carta di
identità o patente; stranieri comunitari: passaporto; stranieri non comunitari: permesso di soggiorno attivo, ricevuta di
rinnovo permesso di soggiorno o richiesta di
regolarizzazione con sanatoria.
Il secondo incontro di
riflessione sul documento conciliare “Lumen
gentium”, promosso dal
Meic di Como, si terrà
sabato 16 gennaio, alle
ore 17.30, presso il Centro Pastorale di viale C.
Battisti. Con la guida di
don Ivan Salvadori, esamineremo i capitoli III
(“Costituzione gerarchica della Chiesa e in particolare dell’episcopato”)
e IV (“I laici”). E’ un’occasione per rileggere
queste pagine illuminanti, in particolare sul
ruolo dei laici, che sono,
nella Chiesa, una risorsa, forse non sempre ben
valorizzata, ma forse
non sempre pronta ad
essere protagonista.
Tutti sono invitati.
CRONACA
P A G I N A
Como
14
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
VERSO IL NUOVO PRESIDIO
Sguardo
dentro
al nuovo
S. Anna
I
l 2010 sarà un anno
importante per la
sanità comasca. Due
fiori all’occhiello, in
particolare, caratterizzeranno la provincia
entro la fine dell’anno:
l’inaugurazione della
nuova centrale operativa
del 118, a Villa Guardia,
e la definitiva apertura
del nuovo ospedale S. Anna, nella zona dei tre camini, il cui cantiere si è
concluso poco prima di
Natale.
Proprio al S. Anna intendiamo dedicate un
breve viaggio che ci permetterà di metterne a
fuoco le principali caratteristiche strutturali,
organizzative e tecniche.
Come supporto in questo
percorso ci avvarremo
dell’apposita pubblicazione dedicata al nuovo presidio realizzata da Regione Lombardia e distribuita al termine del cantiere.
L’investimento complessivo per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero di Como è
risultato essere di 166,7
milioni di euro.
L’ospedale si estenderà
su una superficie di 244
mila mq e avrà una capacità di 651 posti letto.
Sarà dotato di un parcheggio bipiano ( 775 posti auto) e multipiano
(596 posti auto), più la disponibilità di altri spazi
di servizio, per arrivare
ad una capacità di 1460
posti.
Ecco quali saranno
alcune delle
caratteristche
principali
del complesso
ospedariero
realizzato
nell’area
dei Tre Camini
IL PROGETTO
Il nuovo S. Anna è stato realizzato sull’area dei
Tre Camini, tra il torrente Val Grande e il fiume
Seveso. Visto dall’alto si
presenta come una “mano
aperta”. Il “palmo” rappresentato da due corpi
centrali, e le “dita”, costituite da quattro corpi periferici, protese verso il
torrente. Un modello che
richiama il vecchio S.
Anna, già organizzato in
più padiglioni collegati da
un corpo distributivo centrale, quasi a mantenere
una linea di continuità
tra passato, presente e futuro.
L’accesso principale
alla struttura avviene
proprio dal “palmo”, con
un’ampia hall a tripla altezza completamente rivestita in legno e illuminata da una “nuvola” luminosa costituita da decine di tubi fluorescenti
sospesi in ordine sparso.
Affiancato alla hall principale un secondo accesso porta alla reception.
L’intero complesso è
Nella foto William uno scorcio dell’ingresso
suddiviso su cinque piani, ciascuno dei quali è
stato predisposto per
ospitare specifiche funzioni:
Al livello dei servizi
sono concentrate le funzioni di supporto all’attività sanitaria che, mediante percorsi verticali,
servono l’intera struttura.
Dunque farmacia, spogliatori del personale,
guardaroba, cucina/mensa del personale, laboratori di analisi/anatomia
patologica, servizio autoptico, fisica sanitaria, ingegneria clinica, uffici gestione, magazzini/archivi,
officine manutenzione,
centrale di sterilizzazione.
Il livello diagnostico
ospita l’unità organizzativa deputata all’emergenza che deve assicurare gli interventi diagnostico terapeutici di urgenza compatibili con le specialità di cui è dotata la
struttura e deve poter eseguire un primo accertamento diagnostico strumentale e di laboratorio
nonchè gli interventi ne-
cessari alla stabilizzazione dell’utente. Qui troveranno collocazione il
pronto soccorso; la medicina d’urgenza; la rianimazione, terapia intensiva, UCC; il blocco operatorio; l’emodinamica/
endovascolare; la radiodiagnostica; la radioterapia e la medicina nucleare.
Il livello di accoglienza è invece aperto alle
grandi masse che accedono all’ospedale per atti
brevi e contiene, oltre alle
funzioni sanitarie, le attività proprie di una buona accoglienza: negozi,
bar, spazi commerciali,
asilo, chiesa e centro didattico, area di formazione e biblioteca, reparto
maxillo facciale, reparto
di endoscopia, ambulatori, day hospital di medicina e oncologia, day
hospital chirurgico
Vi sono, quindi, i due livelli delle degenze. Il
primo ospiterà l’area dipartimentale con studi
medici, 7 unità di degenza
di medicina, servizi di riabilitazione, servizio diali-
si, locali amministrativi,
degenza e servizio di psichiatria. Al livello due,
oltre all’area dipartimentale con studi medici e 6
reparti di degenza chirurgica, si troveranno anche
il reparto di neonatologia,
il blocco parto, la degenza
di ostetricia e ginecologia,
il reparto di pediatria e
day hospital pediatrico, la
degenza infettivi.
In copertura saranno
infine collocati i locali tecnici.
Cosa prevede il crono
programma?
Secondo la tempistica
predefinita il parcheggio
bipiano verrà ultimato
entro la fine del mese di
febbraio. Nel mese di
maggio dovrebbero essere ultimati i collaudi. Inizieranno quindi i trasferimenti dei macchinari e
delle degenze per rendere il nuovo presidio operativo dal mese di autunno.
LE CURIOSITÀ
Come verrà illuminato
e riscaldato il S. Anna?
Mentre l’energia elettrica
sarà prelevata direttamente dalla rete elettrica nazionale, l’energia
termica e frigorifera saranno generate in loco con
sistemi di produzione tradizionali (caldaie e gruppi frigoriferi) in un apposito fabbricato denominato Energy House. Questa
struttura ospiterà le centrali termica, frigorifera,
cogenerazione, antincendio e le torri evaporative.
GLI INFORTUNI
Un cantiere comporta
notevoli rischi per l’incolumità dei suoi addetti.
Anche il cantiere del S.
Anna ha avuto, pertanto,
il suo elenco di infortuni,
per fortuna in genere non
eccessivamente gravi. Incidenti ai piedi hanno fatto registrare il più elevato numero di giornate di
infortunio (187), a seguire le mani (135) e le braccia (90), quindi gambe
(22), testa (21) e l’intero
corpo (5 casi).
Il picco infortunistico si
è toccato tra gennaio e
marzo 2008.
IUBILANTES
Riapre a Roma
il Festival
Internazionale
degli Itinerari
dello Spirito
Riapre i battenti alla Fiera di Roma, dal 14 al 17 Gennaio 2010, JOSP Fest
(Journeys of the Spirit), il Festival Internazionale degli Itinerari dello Spirito,
ideato dall’Opera Romana Pellegrinaggi, con il patrocinio, tra l’altro, del Comune di Roma, del Ministero per i Beni e le attività culturali e con media partner
Avvenire e inBlu. Giunto alla seconda edizione, l’evento promuove l’esperienza
dei viaggi di fede, valorizzando l’incontro tra i popoli, i territori e le tradizioni
religioso-culturali in un contesto scenografico ed emozionale che fonde storia,
religione, cultura e tecnologia. All’importante appuntamento non poteva mancare l’associazione culturale comasca Iubilantes, che sarà co espositore insieme a
Regione Lombardia, Direzione Generale Turismo, nello stand dello stesso Ente.
Iubilantes promuoverà, per l’occasione, la Via Francigena lombarda, presentando i monumenti romanici nel tratto pavese, e, sul filo del comune linguaggio
romanico, anche la “nostra” Via Regina, asse viario portante delle sponde lariane
e certamente anch’essa qualificabile come percorso “francigeno”, con funzione di
collegamento con l’Oltralpe franco-germanico. In particolare, la Via Regina sarà
rappresentata anche dalla nuova guida trilingue dedicata alla bella chiesa romanica di S. Marta a Carate Urio, promossa da Iubilantes e confinaziata da
Regione, Comunità Montana Lario Intelvese e Provincia di Como. Alla Via Regina e alla sua valorizzazione Iubilantes dedicherà molta attenzione in questo
2010, in sinergia con gli Enti interessati alla promozione del territorio, dando
vita la prima domenica di maggio ad una giornata intera di festa e di cammino,
alla riscoperta delle più antiche tradizioni locali, nel contesto di risonanza nazionale della seconda edizione della “Giornata Nazionale dei Cammini Francigeni”.
Questa ed altre iniziative saranno presentate dall’Associazione sabato 30 gennaio alle ore 16.00 a Como, nella cornice dell’Auditorium “Don Guanella” (Via T.
Grossi 18, ampio parcheggio interno). Per informazioni: Iubilantes, Via Vittorio
Emanuele II° 45, Como; tel. 031.279684; fax 031.265545; e-mail:
[email protected]; sito internet: www.iubilantes.eu.
CRONACA
P A G I N A
Comoappuntamenti
15
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
QUATTRO INCONTRI PROMOSSI DA MASCI E AGESCI
Proposte
educative
per il nostro
tempo
“
T
racce di proposte educative per il nostro tempo”.
Questo il tema del percorso promosso dalla comunità di adulti scout del MASCI e dalle comunità Capi dei
gruppi scout dell’AGESCI
di Como attraverso quattro diverse serate che si
svolgeranno presso l’istituto Don Guanella di
Como.
«L’intenzione - spiega
Bruno Magatti - è quella di condividere con genitori, capi scout ed educatori alcune riflessioni
su quei temi che hanno a
che fare con la fatica di
questi nostri giorni in cui,
venuti meno una serie di
contenitori, a molti adulti sembra un’impresa
vana la stessa trasmissione dei riferimenti. E poi:
quali riferimenti? Che
cosa è essenziale mettere
nello zaino nostro e dei
nostri giovani perché si
possa continuare ad andare per il mondo “senza
perdersi”? E, in particolare, che cosa è essenziale
per riuscire capaci di una
vita attiva e propositiva
nella fedeltà all’ annuncio
che le Scritture ancora
oggi proclamano, in tempi così “nuovi” e diversi?».
Il primo incontro, che si
terrà giovedì 21 gennaio prossimo, è stato affidato a padre Davide
Brasca, barnabita, collaboratore alla formazione
dei capi dell’AGESCI della branca R/S (ovvero dei
giovani dai 17 ai 21 anni)
e membro della redazione della prestigiosa rivista educativa “Servire”. A
lui è stato chiesto di proporre il suo punto di vista sui giovani di oggi,
sulle loro fatiche e le loro
risorse, in vista sia di un’
iniziazione a un percorso
di vita cristiana, sia di
scelte personali coerenti.
Nel secondo incontro,
nella serata di giovedì
11 febbraio, i promotori
intendono riflettere sul
tema dell’amore e delle
nozze guidati da mons.
Giovanni Nicolini, della
“Piccola famiglia della
Visitazione” di cui è il fondatore, per alcuni anni
Vicario per la Carità della Diocesi di Bologna e
con una straordinaria
esperienza umana, pastorale e scout.
L’incontro che seguirà
sarà giovedì 4 marzo.
Con Alfonso Colzani e
Francesca Dossi, la coppia di coniugi chiamati da
mons. Dionigi Tettamanzi
ad assumere, nell’estate
scorsa, la responsabilità
del Servizio per la famiglia nella Curia di Milano, si approfondirà la riflessione, che scaturisce
anche dal loro osservatorio, per ciò che riguarda
la situazione attuale, gli
stili di vita e il modo con
cui può aver senso accompagnare i giovani verso
una navigazione in mare
aperto.
L’ultima riflessione,
giovedì 25 marzo, sarà
affidata a Fulvio De Giorgi, professore straordinario di Storia della Peda-
gogia, alla Facoltà di
Scienze della Formazione
dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per
tratteggiare le sfide che
attendono il laico e la coppia cristiana in questo
nostro tempo.
Tutti gli incontri si terranno con inizio alle ore
20:45 presso l’istituto don
Guanella, via t. Grossi 18,
a Como.
L’invito è esteso a tutte
le persone interessate.
DOMENICA 7 FEBBRAIO IN SEMINARIO. TERZO INCONTRO
Famiglie extralarge
si ritrovano
L
Associazione Famiglie numerose della provincia di Como, che
riunisce le famiglie con almeno quattro figli, tra naturali,
adottivi affidatari, ha organizzato, per domenica 7 febbraio,
presso il Seminario Diocesano di Como, in via Baserga, il 3°
Family Estralarge. Per partecipare alla giornata, aperta a
tutti, è necessario contattare Alessandro e Loredana Borrini entro il
prossimo 30 gennaio, tel. 031-521687, e-mail: ablg@ libero.it.
Il programma della giornata prevede:
ore 10-10.30 accoglienza;
ore 11 S. Messa celebrata da don Saverio Xeres (possibilità servizio
baby-sitter);
ore 12.30 pranzo: primo piatto su prenotazione (costo euro 4 - bambini fino a 6 anni gratis); secondo piatto e dolce in condivisione;
ore 14.30 accoglienza pomeridiana, giochi e animazioni per bambini
(con merenda);
ore 15.00 “Come e perché la famiglia muore” con Alessandro Soprana, responsabile contatti politici di Anfn (Associazione nazionale famiglie numerose); “Famiglia: sogno e segno di Dio”, con Adelaide e
Ulrico Colombo, di Gironico.
Moderatori: Monica e Angelo Moscatelli, Consiglieri nazionali Anfn
ore 16.30 coffee break, degustazione prodotti GAF;
ore 16.45 “Cosa è stato fatto nell’ultimo anno:
- Family card: se non ce la danno… ce la facciamo noi!
Il Blog di ANFN Como.
- GAF locale. Siamo partiti: c’è spazio (e risparmio) per tutti!
- Le famiglie delegate... si presentano;
ore 18 Conclusione e saluti.
’
L’organizzazione ricorda che ad animare l’attività dei bambini e dei
ragazzi penseranno alcuni scout di Como. Per i più piccoli anche un
karaoke proposto dai “Trash e Clean”.
Per ulteriori informazioni sull’attività dell’associazione è possibile consultare il sito www.famiglienumerose.org.
Durante la giornata sarà possibile iscriversi o rinnovare l’iscrizione
all’associazione.
DON GUANELLA
ADOLESCENZA:
UNA BELLA GATTA
DA PELARE
Lunedì 18 gennaio, alle ore
20.45, presso la sala Arcobaleno della Casa Divina Provvidenza in via Tommaso Grossi
18 a Como (ampio parcheggio
interno), l’associazione “Genitori si diventa”, in collaborazione con il Centro Servizi alla Famiglia “La Grande Corte” dell’opera Don Guanella, propone
un incontro sul tema “Adolescenza: una bella gatta da pelare”. Relatrice sarà Olivia
Molteni Piro, madre adottiva,
scrittrice, fondatrice dell’Associazione “Il Sole”.
La serata fa parte di un ciclo
di incontri dal titolo “Parliamone Con” riguardanti non solo il
percorso adottivo, ma anche le
tematiche dell’educare e della
genitorialità in generale, che
proseguirà mensilmente fino a
maggio. L’ingresso è libero.
Per informazioni: tel. 031296752/749; cell. 348-0119671
(ore serali); e-mail diventareco
@genitorisidiventa.org. Per
maggiori informazioni si può
consultare anche il sito www.
genitorisidiventa.org.
CRONACA
P A G I N A
16
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
UNA GIORNATA DI STUDI IN CONSERVATORIO
Arrigo Cappelletti
e la musica comasca
S
abato 16 gennaio 2010, presso l’
Auditorium del
Conservatorio di
Musica “G. Verdi” di Como (via Cadorna
4), a partire dalle ore
10.00 si terrà una giornata di studi dal titolo “Arrigo Cappelletti 18771946”.
Arrigo Cappelletti fu
una delle più importanti
personalità musicali cittadine. Nato a Como nel
1877, vi trascorse tutta la
vita, alternando all’opera
di insegnante e di direttore dell’Istituto Musicale Carducci quella di organista della Basilica di
S. Fedele (dal 1907 al
1928) e di direttore per un
trentennio del Circolo
mandolinistico “Flora”
(ora “Orchestra a plettro
Flora 1892”), che formò e
portò a grandi affermazioni internazionali. Ma è
soprattutto come compositore che Arrigo Cappelletti si distinse, rivelando
un precoce talento che lo
portò, dopo essersi diplomato in pianoforte e composizione nel 1900 al conservatorio di Bologna, ad
ottenere riconoscimenti
internazionali per le sue
composizioni per orchestra e per organo.
Dopo i saluti delle autorità, la Giornata di studi vedrà alternersi interventi di Paola Carlomagno, docente di storia
e tecnologia degli strumenti musicali nei Conservatori di Milano,
Venezia, Pesaro (“Arrigo
Cappelletti e il Conserva-
Nato a Como
nel 1877
fu una delle più
importanti
personalità
musicali cittadine.
Appuntamento,
per conoscerne
meglio la figura,
sabato 16
gennaio, presso
l’Auditorium,
a partire
dalle ore 10
torio di Milano: gli studi
musicali all’inizio del
‘900”), Oscar Tajetti, maestro di cappella della
Basilica di S. Fedele in
Como e Presidente nazionale dell’A.M.I.S (“Arrigo
Cappelletti, Maestro di
cappella in S. Fedele”),
Giulia Larghi, dell’Orchestra “Flora” (“Arrigo
Cappelletti, ‘fondatore’
dell’Orchestra Flora”), con
esemplificazioni musicali
dal vivo a cura di Ugo
Orlandi (docente di mandolino presso il Conservatorio di Milano) e del
“Quartetto Flora” (Camilla Uboldi, primo mandolino, Giulia Larghi, secondo mandolino, Livia
Auguadro, mandola, Sara
Magon, chitarra). Dopo la
pausa, alle 15.00 si riprenderà con Marco Emilio Camera, bibliotecario
del Conservatorio di
Como (“La donazione
dell’Archivio Carducci al
Conservatorio di Musica
di Como. Arrigo Cappel-
letti Direttore dell’Istituto
Musicale Carducci”), Antonio Grande, Docente di
Cultura musicale generale presso il Conservatorio
di Como (“Analisi del
Quartetto in sol minore di
Arrigo Cappelletti”),
Arrigo Cappelletti, musicista jazz, docente di jazz
al Conservatorio di Venezia (“L’eredità musicale di
mio nonno e il jazz”) con
esemplificazioni musicali
dal vivo a cura di Maria
Pia Carola (docente di
pianoforte principale
presso il Conservatorio di
Milano). Durante gli interventi dei relatori verranno proiettate immagini della vita e spartiti di
Arrigo Cappelletti, della
città di Como agli inizi del
Novecento, di programmi
organizzati da Cappelletti per l’Associazione
Musicale “G. Carducci” di
Como.
Gli interventi dei relatori saranno intervallati da esecuzioni di composizioni di Arrigo Cappelletti da parte degli allievi
del Conservatorio di Musica di Como. Alle ore
18.15 seguirà un concerto con musiche di Arrigo
Cappelletti: “Sonata Fantastica” (pianoforte Carlo
Bernava), “Elegia” (mandolino Ugo Orlandi, pianoforte Arrigo Cappelletti), “Trio per violino, violoncello e pianoforte in mi
minore (violino Donatella
Colombo, violoncello Daniele Bogni, pianoforte
Carlo Bernava).
Per informazioni: Segreteria del Conservatorio di Musica di Como, Via
Cadorna 4, Como; tel.
031-279827; fax 031266817; sito internet:
www.conservatoriocomo.it.
S.F.
SI PARTIRÀ IN APRILE
La scuola di formazione al carisma guanelliano
L
a Provincia Sacro
Cuore - Opera
Don Guanella
propone anche
per l’anno 2010 la
“Scuola al carisma”. Si
tratta di una proposta
formativa aperta a tutti
coloro che per sensibilità,
attaccamento all’Opera e
al carisma, desiderano conoscere o riappropriarsi
delle ispirazioni originarie del Fondatore, il Beato Luigi Guanella: cooperatori, operatori, ex-allievi, famiglie, giovani, volontari, religiosi, religiose.
Gli appuntamenti previsti sono:
Sabato 10 aprile: Gli
aspetti antropologici
“Il rapporto tra rispetto
della vita ed etica sociale”, relatore prof. Mario
Palmaro, docente di
“Bioetica” Università Europea Roma;
“Il Documento MLG alla luce della “Caritas in
Veritate”, relatore don
Si tratta di una
proposta
formativa aperta
a tutti coloro che
desiderano
conoscere o
riappropriarsi
delle ispirazioni
originarie
del Fondatore
Wladimiro Bogoni, consigliere generale Servi della Carità - Opera Don
Guanella.
Sabato 15 maggio:
Gli aspetti economici
“Per un’economia a servizio della persona umana”, relatore prof. Giuseppe Fasana, Docente di
Economia aziendale, Università Cattolica Milano;
“Come conciliare economia e progettualità nella
carità? Esperienze, problematiche e sentieri di
profezia”, relatore don
Mario Nava, Economo
Generale Servi della Ca-
rità - Opera Don Guanella.
Sabato 12 giugno:
Gli aspetti sociali
“Il lavoro di rete per una
rinnovata politica dei servizi alla persona”, relatore prof. Vittore Mariani,
Docente di “Pedagogia
speciale”, Università Cat-
tolica Milano;
“I processi di globalizzazione e la missione dell’Opera Don Guanella
oggi. Luci e ombre”, relatore Padre Alfonso Crip-
pa, Superiore Generale
Servi della Carità - Opera Don Guanella.
Gli incontri si terranno
presso l’Opera Don Gua-
nella a Como, in Via T.
Grossi 18, dalle ore 9.30
alle 12.30.
Per informazioni
ed iscrizioni: mariani.
[email protected].
CRONACA
P A G I N A
Como
17
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
LA RIPRODUZIONE ANASTATICA DI UN LIBRO DI MONS. GIULIANO SIGNORELLI
Il ragazzo
in 50 anni
di narrativa
italiana
“
I
l ragazzo in cinquant’anni di
narrativa italiana”. Ha fatto da
qualche mese ritorno nelle librerie comasche la riproduzione in
anastatica di un testo
scritto da un quarantenne Giuliano Signorelli e
edito dalle Paoline nel
1962. Un viaggio dentro
la fanciullezza e i suoi
molteplici risvolti letterari.
Ad accompagnare questa edizione l’introduzione di Alberto Longatti,
che ben ne illustra l’orizzonte di senso e i contenuti.
“Questo libro - scrive
Longatti - edito dalle
Paoline nel 1962, quindi
compilato quando l’autore aveva quarant’anni,
mostra con evidenza una
delle prerogative dell’indole di monsignor Giuliano Signorelli: lo scrupolo
di completezza. Trattando di quando e come la figura dell’adolescente abbia ispirato gli scrittori
italiani in cinquant’anni
occorreva innanzitutto
valutare gli autori prescelti, leggendo a fondo la
loro opera. L’ha fatto da
par suo, setacciando i volumi che veniva man mano estraendo dagli scaffali delle biblioteche e alternando i romanzi alle autobiografie, consapevole
del fatto che quando un
narratore cerca di penetrare negli albori della
vita di una persona si
avvale della propria esperienza per apparire più
veritiero. E’ una questione che viene rilevata
analiticamente nell’ introduzione del volume
senza nasconderne i trabocchetti interpretativi,
Ha fatto da
qualche mese
ritorno nelle
librerie comasche
la riproduzione
di un testo
edito dalle
Paoline nel 1962.
Un viaggio dentro
la fanciullezza
e i suoi molteplici
risvolti letterari.
Pubblichiamo
l’introduzione
che accompagna
questa nuova
uscita, realizzata
da Alberto
Longatti
ma risolvendosi alla
commistione fra diverse
misure di approccio letterario, sia pure con le dovute riserve, perché all’adulto che rievoca i moti
dell’animo di quando era
fanciullo va attribuita la
fa-coltà di trasformare i
ricordi in comunicazioni
di valore universale, e
quindi all’arte la capacità di astrarsi dalle posizioni troppo soggettive
per trasferirsi in quelle di
comune percezione.
Nel muovere con fine
sensibilità psicologica il
suo scandaglio di esegeta
che si rivolge non soltanto genericamente ad
amanti della letteratura
ma anche, se non soprattutto, a educatori interessati ad acquisire nuove
conoscenze, don Giuliano
riserva molto spazio a
scrittori di secondo piano,
dando loro un importanza non minore rispetto ai
più noti. Questo perché
non di rado proprio i
meno dotati di fascinazione affabulativa colgono più da vicino e non
affrettatamente certe fragilità di comportamento
che caratterizzano i trapassi delicati da un’età
all’altra, da uno stato
d’incoscienza infantile ai
primi, determinanti approcci con la realtà del
mondo adulto. Così ènei
racconti di Cicognani che
si colgono illuminanti circostanze riguardanti la
perdita dell’innocenza infantile ed è con l’occhio affettuoso di Virgilio Brocchi che si scruta nei più
intimi rapporti famigliari, mentre attraverso le
descrizioni dell’Angioletti
piuttosto che del Chiesa
o del Soffici si evidenziano
maggiormente gli empiti
sentimentali, i trasalimenti del cuore.
Nella sua indagine
laicamente condotta, don
Giuliano non dimentica
CON MONDO TURISTICO VISITA GUIDATA AI DIPINTI
RESTAURATI DEL DUOMO DI COMO
L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 23 gennaio una visita guidata ai dipinti restaurati nel Duomo di Como. L’appuntamento è fissato per le ore 15.00 con la guida a Como, davanti al portale
centrale della cattedrale.
Si procederà alla visita generale dello splendido monumento comasco,
collocato in quello che fu il centro politico e religioso della città medioevale.
Questa visita, tuttavia, sarà basata soprattutto sull’illustrazione dei due
grandi dipinti recentemente restaurati e posizionati in controfacciata. Si
tratta di due tele provenienti dal convento domenicano di San Giovanni in
Pedemonte, distrutto alla fine del Settecento. Le opere d’arte, poste inizialmente nella chiesa di San Giacomo, furono esposte in cattedrale all’inizio
del Novecento; la pulitura e l’accurato restauro del 2009 hanno rimesso in
luce alcuni importanti particolari ed hanno dato spunti preziosi agli studiosi per una più approfondita conoscenza dei dipinti.
Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 034430060; 339-4163108; e-mail: [email protected].
comunque la sua formazione sacerdotale, tradotta in missione attraverso
il lungo periodo di insegnamento nel Seminario
diocesano comasco (dal
1947 al 2007) ed a diretto
contatto con i giovani
come assistente della federazione Universitari
Cattolici (dal 1949 al
1954) o della Gioventù di
Azione Cattolica (dal
1953 al 1966). La consapevolezza della necessità
di far capo a precisi riferimenti di ordine morale
e non soltanto a una scala di valutazione estetica
rende il procedimento storico/critico della rassegna
letteraria più conscio della necessità di far rispecchiare dall’arte il significato della condizione umana e di proiettarla nell’ambiente, nel costume
sociale, quando si manifesta. Una motivazione
responsabile che diviene
più carica di responsabi-
lità nel trattare una casistica di estrema delicatezza applicata ai momenti della crescita interiore di un ragazzo, che
negli anni del secondo
dopoguerra deve registrare atteg-giamenti umani
inficiati da incrinature
proprio nel codice etico,
con uno stato di diffuso
disagio che la letteratura
di stampo esistenzialistico o neoverista tende
ad esasperare in punte di
reattiva trasgressività.
Ed è allora che il giudizio
negativo sullo scadimento morale di narrazioni
troppo spesso indugianti
con compiacimento sulle
azioni più torbide della
stagione primaverile della vita si rinfranca commentando alcuni romanzi d’impostazione più rasserenante, che aprono
nuovi orizzonti di speranza.
E’ un’altra costante dello spirito di incitamento
al bene e di esaltazione
del bello che ha sempre
animato questo colto sacerdote, coinvolgendo
quanti hanno avuto modo
di incontrarlo, anche
quando ha assunto con
entusiastico fervore la direzione dell’Ufficio diocesano di Arte Sacra (dal
1975 al 2005).
Il suo impegno di conoscenza e valorizzazione
del vasto patrimonio artistico lariano e della sua
antica storia è stato tale
da farlo considerare uno
dei più ammirevoli depositari della memoria
collettiva, quella più lontana nel tempo. Chiunque
gli abbia rivolto domande
e richieste di chiarimento ha avuto sempre l’impressione, ascoltandone le
pronte ed esaurienti risposte, di consultare un
archivio, leggere un libro
ricco di dati, acquisire
una raccolta di informazioni che non si saprebbe
trovare altrove. In taluni
casi, l’archivio vivente
sapeva fornire qualcosa
in più delle parole, dei
nomi o delle cifre, era disponibile a definire immagini, a suggerire musiche. E nei casi più fortunati, è stato in grado di
trasmettere emozioni.
Come si può rilevare anche nella densa stesura di
questo libro, un particolare gli sollecita il ricordo di
un altro particolare, apre
la strada a percorsi in più
di-rezioni di ricerca, provoca un flusso continuo di
no-tizie e di suggestioni.
Di queste ultime, in particolare. Perché don Giuliano si trasfigura, quando dona sorridendo ciò
che sa. Ogni occasione di
aprire le pagine del gran
libro segreto che si porta
dentro è una vera festa.
O un motivo di poesia. Un
poeta, infatti, non è solo
un signore che scrive versi, ma è colui che nutre
sentimenti lirici, apprezza il fascino delle cose e
le doti delle persone, rendendo appunto candidamente “poetica” la realtà
della vita, così come questo gentile sacerdote dai
modi soavi sa trasmettere agli altri, contagiandoli
con la sua carica di umana simpatia”.
Il volume è stato ristampato da Grafica Marelli sul finire dello scorso anno a cura dell’Accademia delle arti e dei commerci Santa Giuliana di
Como.
ARTETERAPIA CON I “DONATORI DEL TEMPO”
I Donatori del Tempo di Como hanno il
piacere di invitare tutti gli interessati,
sabato 16 gennaio alle ore 17.00, presso
la Caserma De’ Cristoforis a Como in piazzale Montesanto n.2 all’incontro di presentazione del ciclo 2010 di “Arteterapia” dedicato alla memoria del prof.Giovanni
Ostinelli. Per l’occasione interverranno:
- avv. Giovanni Raité, presidente del
C.D.T.;
- Caterina Ostinelli, figlia di Giovanni
Ostinelli;
- Chiara Salza, arteterapeuta - responsabile del Laboratorio di Arteterapia del
C.D.T. per i malati di Alzheimer.
Seguirà la proiezione di un breve CD su:
“Arteterapia e Alzheimer” di Chiara Salza.
CRONACA
P A G I N A
Como
18
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2009
ALLA SCOPERTA DELLA COOPERAZIONE/215
Questa sera
non torno a casa
Un progetto,
realizzato tra
il 2006 e il
2009, che ha
coinvolto 59
persone disabili
e circa 80
famiglie cui sono
state offerte
occasioni
di sollievo
temporaneo,
ma anche
di elaborazione
positiva
del distacco.
Due le
cooperative
coinvolte:
“Il Gabbiano”
di Cantù e “Noi
Genitori” di Erba
pagina a cura
del Consorzio Eureka
Ser vizi alla Cooperazione
e al Terzo Settore
www.eurekacomo.it
Q
“
uesta sera
non torno a
casa”. Una
frase comune per molti ragazzi, un obiettivo
importante di autonomia
per le persone con disabilità. Il passaggio all’età
adulta è infatti connotato da una serie di tappe
psicologiche e sociali che
ampliano la sfera delle
relazioni affettive, sostengono il distacco dalla famiglia di origine e accompagnano al raggiungimento di un’autonomia
‘almeno sufficiente’. Per le
persone con disabilità e
per le loro famiglie il percorso di crescita e di separazione incontra però
quasi inevitabilmente
grossi ostacoli. Per questa
ragione, l’attenzione ai
singoli, ai loro desideri e
alle loro aspirazioni non
può limitarsi alla mera
applicazione di standards
preconfezionati, ma è
auspicabile che siano possibili risposte individualizzate. In tal senso occasioni residenziali diversificate possono costituire
uno strumento prezioso
per accompagnare all’indipendenza possibile le
persone con disabilità attraverso uno sforzo congiunto, un incontro di responsabilità, un incrocio
di sguardi capaci di tradurre in linee di sviluppo
futuro la parabola esistenziale di persone
disabili coinvolte nel progetto attivamente.
È all’interno di questa
prospettiva che dal 2006
al 2009 è stato realizzato
il progetto “Questa sera
non torno a casa”, che ha
coinvolto 59 persone
disabili e circa 80 famiglie
cui sono state offerte occasioni di sollievo temporaneo, ma anche di elaborazione positiva del distacco. Le cooperative
coinvolte, “Il Gabbiano” di
Cantù e la “Noi Genitori”
di Erba, hanno colto nel
lavorare insieme su questi progetti l’opportunità
di offrire risposte altrimenti difficilmente realizzabili se proposte singolarmente, mettendo
a disposizione competenze, conoscenze e risorse
proprie, oltre che intercettando importanti risorse
economiche sul territorio
(Fondazione Provinciale
della Comunità Comasca,
sponsor privati e aziende).
La disponibilità e l’interesse da parte del Consorzio Solco Como ad assumere la titolarità di tutti
i Progetti rispetto alle fasi
di elaborazione e messa
in atto hanno dimostrato,
in questi anni, la consapevolezza che la costruzione del futuro di un territorio e il suo arricchimento sono possibili solo
grazie alla partecipazione
attiva delle persone che lo
abitano e che lo vivono. La
proiezione del film realizzato dalle due cooperative, attraverso il delicato
lavoro del regista Gianluca D’Apuzzo, di giovedì
10 dicembre all’interno
dell’assemblea annuale di
Confcooperative è stato
un momento di ulteriore
coinvolgimento e partecipazione, oltre che di condivisione e ringraziamen-
to nei confronti di coloro
che, a titolo personale e
professionale, hanno reso
e renderanno ancora possibile tutto questo.
Gli attori del filmato
dal titolo “stasera non torno a casa”, sono i ragazzi
disabili che hanno partecipato al progetto partito
tre anni fa. Ognuno con la
sua storia, con un approccio alla vita singolare e
diverso, così come singolare e diverso risulta essere lo spirito con cui questi ragazzi affrontano
l’oggi e il domani.
Raccontano e si raccontano in oltre un’ora di filmato che scivola via lieve, e che colpisce per la
naturalezza che risulta
disarmante e commovente a tratti. Attraverso le
loro parole i loro gesti gli
sguardi ma anche i silenzi si interrogano su ciò
che è e che sarà la loro
esistenza con tutte le speranze e le paure.
Tra dubbi e spinte in
avanti, tra il desiderio di
fare da sé e il bisogno degli altri, la nostalgia per
il passato e la consapevolezza che occorre affrontare il futuro, esprimono
il desiderio e la necessità
di crescere, di sentirsi e di
essere considerati persone adulte.
Il film è un intreccio di
storie dentro la stessa
storia, è il racconto di un
weekend che inizia un
venerdì pomeriggio e si
conclude il lunedì mattina all’interno della struttura residenziale, presso
la cooperativa il Gabbiano di Cantù.
Ognuno dei ragazzi e
delle ragazze coinvolti
racconta dal canto suo i
propri pensieri e le emozioni connesse ad un’esperienza che li vede per
qualche giorno distanti
dal loro nucleo familiare
e dalle sicurezze che la
famiglia è in grado di offrire, sperimentando così
una fiducia reciproca e un
percorso di autonomia.
In questo lavoro delicato e paziente gli educatori
e i volontari che gravitano intorno al progetto
hanno un ruolo molto importante che è visibile e
riconoscibile attraverso la
visione del filmato.
L’idea sin qui portata
avanti ha bisogno adesso
di essere ulteriormente
perseguita vista la bontà
del progetto e la crescente domanda da parte delle famiglie.
Ed è per questo che il
Consorzio Solco ha già
presentato alla Fondazione Provinciale della Comunità Comasca un ulteriore progetto che è stato
validato e che garantirà
la prosecuzione delle
esperienze di avvicinamento alla residenzialità.
Inoltre si potrà contare
sulla generosa disponibilità di un familiare che ha
voluto mettere a disposizione un appartamento e
che per la sua ristrutturazione è stata inoltrata
una ulteriore richiesta di
contributo presso la Fondazione Cariplo di Milano, la quale è da sempre
particolarmente sensibile
e volentieri sostiene questi progetti legati alla vita
“durante e dopo di noi”.
Senza questa economia
GIORGIO COLOMBO COORDINATORE
DEL PROGETTO SOLCO COMO
«L’obiettivo del nostro progetto è la creazione di
una filiera di servizi residenziali rivolti a persone
con disabilità, che si declini in proposte differenziate per livello di assistenza e protezione, al fine
di rispondere in modo mirato alle esigenze della
persona e della sua famiglia.
Il percorso che intendiamo intraprendere ha,
come modello di riferimento, le buone prassi che
caratterizzano, a livello nazionale, il progetto Al.Fa
-un’Altra Famiglia dopo di noi- promosso dal Consorzio nazionale Comunità Solidali del Gruppo
Cooperativo CGM, Associazione Anffas e Banca
Intesa.
Punto di partenza sono i Servizi diurni, elementi strategici dell’azione educativa.
Grazie alla loro capacità progettuale, essi sono
in grado di connettere i vari percorsi formativi/
educativi, scolastici occupazionali e di tempo libero, per realizzare concreti progetti di vita.
L’attenzione è posta in primo luogo alle persone
con disabilità, adolescenti, giovani e adulti e alle
loro famiglie, senza sottovalutare l’aspetto della
formazione e del sostegno delle figure educative e
dei volontari coinvolti.
Particolare risalto viene dato alla sensibilizzazione del territorio, necessaria a qualsiasi idea
di sviluppo e innovazione.
Gli interventi, messi in atto attraverso differenti moduli, seguono principalmente due strade, diverse ma strettamente correlate: da un lato offrire alle persone con disabilità significative opportunità residenziali per la sperimentazione dell’autonomia personale e di una vita adulta, dall’altro
garantire ai familiari momenti di sollievo e riposo, sollevandoli dall’accudimento quotidiano dei
propri figli, rinforzando la possibilità di decidere
liberamente del proprio tempo libero».
di comunità, questo ed
altri progetti che puntano a risolvere un problema importante e reale
non avrebbero la spinta
per partire e neanche la
libertà di sperimentare.
Trovare persone che
credono e concretamente
sostengono, per quello che
possono e con modalità e
motivazioni diverse, buone idee e progetti finalizzati all’inclusione sociale
delle persone con disabilità, dà innanzitutto
speranza che ciò possa
avvenire sempre di più.
CRONACA
P A G I N A
19
Prealpi
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAI 2010
LA SCORSA DOMENICA 10 GENNAIO
L’abbraccio
di Parè e Drezzo
a don Sergio
D
ue parrocchie in
festa: Parè e
Drezzo per l’ingresso del nuovo
parroco don Sergio Bianchi, che dovrà
guidarle nell’esperienza
di “Comunità pastorale”.
Un proverbio locale tradotto dal dialetto, dice più
o meno così: “un prete per
campanile e... ecc.” riferito ad una gestione ottimale della parrocchia, ma
purtroppo ora sono rimasti tanti campanili e pochi preti! Ecco allora le:
“comunità pastorali”,
Parè e Drezzo, oltre a condividere le scuole ed altri
Ad accogliere
il sacerdote i
rappresentanti
delle autorità
locali e religiose
e dei consigli
pastorali delle
due comunità
servizi comunali, avranno
anche un unico pastore
per entrambe le parrocchie, che vantano secoli di
storia, essendo la prima
fondata negli anni del
1500 e la seconda in quelli
del 1700, anche se i paesi
esistevano già secoli prima, ma facevano parte
della pieve di Uggiate da
cui dipendevano giuridicamente. In questi ultimi
decenni i due paesi hanno avuto un forte sviluppo edilizio, portando a
1800 persone gli abitanti
di Parè e a 1200 circa
quelli di Drezzo.
Questo incremento è
costituito soprattutto da
giovani coppie e conseguentemente di bambini,
giovani e ragazzi; sarà
questa la difficile sfida
educativa che don Sergio
dovrà affrontare con l’aiu-
to di queste due comunità ecclesiali.
Domenica10 gennaio
2010 ad accogliere don
Sergio sul piazzale delle
scuole di Parè c’erano i
bambini di Drezzo e quelli
della scuola dell’infanzia
di Parè, che hanno dato il
loro benvenuto cantando
delle canzoncine, quindi
un corteo festoso lo ha
accompagnato verso la
chiesa parrocchiale di S.
Giovanni Battista, dove i
sindaci dei rispettivi Comuni hanno rivolto il benvenuto a nome delle due
cittadinanze, ricordando
entrambi lo spirito di collaborazione che nelle piccole comunità deve ani-
mare il potere civile e
quello religioso per soddisfare le esigenze dei cittadini, mettendosi al loro
servizio, condividendo e
ascoltando.
I rappresentanti dei
consigli pastorali, anche a
nome delle associazioni
che operano nei due paesi, hanno messo in evidenza la necessità di collaborazione come crescita delle comunità, mettendo da
parte i campanilismi ed
aprendosi al mondo. In
particolare si è voluto rilevare la devozione verso
la Madonna che unisce i
due paesi: a Parè come
Madre del Buon Consiglio, mentre a Drezzo
come Madonna Assunta,
conosciuta come la Madonna di chiesa alta per
la sua posizione geografica sopra il colle che domina i nostri paesi.
Il rito per la presa di
possesso delle parrocchie
e stato officiato dal vicario foraneo don Mario Ziviani. Nell’omelia della
prima messa celebrata
per i suoi nuovi parrocchiani, anche con un collegamento via internet
per quanti impossibilitati a parteciparvi, don Sergio ha presentato i punti
principali di come intende impostare questa nuova esperienza di chiesa,
alla luce del vangelo.
Il rito è stato animato
dalle corali di Parè e
Drezzo.
Il prossimo appuntamento sarà per domenica
17 gennaio per un altro
momento di festa per entrambe le comunità con la
celebrazione della messa
solenne nella chiesa dei
Santi Rocco e Sebastiano
a Drezzo.
G. S.
DOMENICA 17 GENNAIO
Gironico in festa
per Gesù Bambino
on c’è dubbio
che la festa più
sentita dei gironichesi sia quella di Gesù Bambino che si celebra la seconda domenica dopo l’
Epifania e che quest’anno coincide con la visita
pastorale del nostro Vescovo Diego.
Di questa tradizione si
parla già nel 1639 quando il vescovo Lazzaro
Carafino in visita pastorale trova la festa “ iam
ab antiqua consuetudine”.
Il simulacro di Gesù
Bambino è infantile e allo
stesso tempo regale: è un
bambino dal volto gentile
e dal portamento adulto.
Il sorriso, appena accennato, invita lo sguardo
sulla manina destra benedicente, contrapposta
al piedino sinistro che sottomette il mondo. La
mano sinistra stringe la
croce e, a questa mano, si
contrappone il piede de-
N
stro che dà stabilità e sicurezza alla statua come
ad indicare che la certezza della nostra fede passa attraverso la sofferenza della croce.
La festa è preceduta da
un triduo di preparazione
molto sentito e partecipato, ma il momento culminante è da sempre la processione pomeridiana della domenica che anticamente, dalla strada del
cimitero, si limitava a
raggiungere il Gesiolo
(piccola cappella dedicata
alla Vergine Maria) ove
s’impartiva la benedizione al paese e a tutta la
campagna.
L’attuale tragitto della
processione che raggiunge la piazza del paese, risale al 1937, anno dell’incoronazione di Gesù
Bambino. Quel giorno,
era il 17 gennaio, il paese
era tanto parato da assumere un aspetto trionfale con quegli archi che di-
mostravano, oltre alla
fede dei parrocchiani, anche il senso artistico di chi
li aveva progettati e realizzati.
Quest’anno il simulacro
verrà portato in paese a
spalla processionalmente
dai coscritti diciottenni,
come da tradizione, mentre per il ritorno in parrocchiale, dagli Alpini che
con questo gesto aprono
ufficialmente i festeggiamenti del loro cinquantesimo anno di
fondazione. La presenza
degli Alpini non è casuale perché davanti a Gesù
Bambino si inginocchiavano i giovani che, chiamati alle armi, partivano
per la grande guerra e nel
loro zaino custodivano
sempre con cura e devozione una sua immagine.
Ogni funzione termina
con il bacio a Gesù Bambino, che, per tradizione,
solo ai bambini è concesso baciare sul volto.
IL PROGRAMMA
La festa de “Ul Bambin da Gironic”, in programma domenica 17 gennaio, sarà
arricchita anche dalla presenza del Vescovo in visita pastorale.
All’appuntamento di domenica si arriverà dopo un triduo di preparazione che si
è così articolato nelle sere di:
mercoledi 13 gennaio (don Marco Cairoli docente di Sacra scrittura e padre
spirituale del seminario diocesano);
giovedì 14 gennaio (don Gianluigi Vercellini, già arciprete di Uggiate Trevano
e ora prevosto di Camerlata Santa Brigida Como);
venerdì 15 gennaio (mons. Diego Coletti, vescovo di Como, che inizia la visita
pastorale);
alle ore 20, con la celebrazione della S. Messa e una riflessione guidata.
Le S. Messe prefestiva e festiva si svolgeranno secondo i seguenti orari:
Sabato 16 gennaio, prefestiva alle ore 17; domenica 17 gennaio: ore 7, 8.30,
10.30, 17.30.
Alle ore 14.30 la solenne processione.
La Santa messa solenne delle ore 10.30 e il vespro e la processione delle 14.30
saranno presiedute dal vescovo mons. Diego Coletti.
Al termine delle Sante Messe e dopo la processione seguirà il bacio a Gesù bambino.
P A G I N A
20
CRONACA
Como&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
UN SERVIZIO ATTIVATO DAI COMUNI DI S. FERMO, CAVALLASCA E MONTANO LUCINO
Sportello Lavoro:
una mano contro
la crisi
a crisi non attenua la sua morsa
sul Comasco e anche i Comuni si
attrezzano per rispondere al meglio alle
richieste del territorio.
Partirà dal 21 gennaio,
con orari diversi, nei comuni di S. Fermo, Cavallasca e Montano Lucino,
un nuovo e prezioso servizio per il territorio. Si
chiamerà “Sportello lavoro” e sarà gestito dalla
Fondazione Enaip Lombardia (sede di Como) che
da anni opera in tutta la
provincia di Como sia sviluppando attività di formazione e di orientamento al lavoro, sia gestendo
molti Sportelli Lavoro.
Il servizio vuole essere
un tentativo di risposta
alle esigenze dei cittadini, in questo momento difficile relativo all’occupazione.
L’obiettivo dello sportello è quello di mettere in
contatto i lavoratori alla
ricerca di un’occupazione
L
Si partirà giovedì
21 gennaio.
Presso ogni
Comune, con orari
prestabiliti,
un operatore
raccoglierà
le richieste
e manterrà
i contatti con
le aziende.
A gestire
il servizio sarà
la Fondazione
Enaip Lombardia
enaip.lombardia.it/como),
sia attraverso posta elettronica: ogni mese infatti
gli operatori dello Sportello inviano a circa 2500
aziende le caratteristiche
dei lavoratori che ricercano una nuova occupazione.
Più nello specifico il servizio si rivolgerà a cittadini e aziende secondo le
seguenti modalità.
(sia disoccupati che occupati che vogliano cambiare posto di lavoro) e le
aziende alla ricerca di
personale.
La sua attività consisterà nella raccolta di
profili professionali delle
persone che intendono
trovare un lavoro. I profili saranno resi disponibili sia nel sito Enaip degli
Sportelli Lavoro (www.
Il Comune di Albese con Cassano presenta:
“Il profumo della dolce musica”, rassegna musicale che prevede quattro concerti tra gennaio e maggio.
I primi tre concerti si svolgeranno presso il
padiglione delle feste in via Don Sturzo di
Albese, l’ultimo invece presso il locale Centro
Civico.
Il primo appuntamento è in programma venerdì 15 gennaio, alle ore 21. Per l’occasione a
calcare il palco sarà il gruppo musicale “O’ pato
quintet” nato nel 1996 dalla passione comune
dei suoi componenti nei riguardi della musica
latina e della bossanova in particolare. Costituito da cinque strumenti base tipici (chitarra, voce, percussioni, sax soprano e basso), il
quintetto interpreta in chiave tradizionale i
brani più classici della cultura brasiliana (A.C.
Jobim, C. Veloso, V. de Moraes, J. Gilberto etc.)
ed altri di autori più giovani come Leila
Pinheiro o Djavan rivelano però, nel rielaborare alcuni brani, a livello di sonorità, testi e
improvvisazioni, la sua natura mediterranea.
Nel progetto sono presenti composizioni proprie. All’attivo ci sono diverse partecipazioni a
festival jazz e rassegne (Jazz e Co, Serate Musicali Morbegno, Come Estate e partecipazioni a trasmissioni televisive presso la R.T.S.I.).
La rassegna proseguirà il 27 febbraio, sempre alle ore 21, con il compositore arpista e
concertista Vincenzo Zitello; per continuare, il
20 marzo, sempre alla stessa ora, con i
“Parcker’s picks”, gruppo il cui repertorio si
basa sull’esecuzione degli standard più famosi di Charlie Parker, rivisitati utilizzando quattro chitarre armonizzate come se fossero una
serie di fiati.
L’ultimo concerto, che avrà luogo alle 17 presso il Centro Civico, si svolgerà il 16 maggio.
Protagonista sarà il quartetto “Bakura” nato
nel 2005 all’interno della classe di musica da
camera del violoncellista Paolo Beschi presso
il Conservatorio Giuseppe Verdi di Como.
L’ingresso per ogni spettacolo costerà 5 euro.
L’abbonamento per l’intera rassegna è di 15
euro. Gli abbonamenti sono acquistabili presso il Comune di Albese con Cassano, Ufficio
Segreteria, tel. 031-426122, e-mail:
[email protected].
Per i cittadini
Lo Sportello Lavoro offrirà informazioni, indicazioni e suggerimenti per
la ricerca del lavoro e opererà in sinergia con gli altri enti territoriali.
I residenti dei tre Comuni potranno rivolgersi,
oltre allo Sportello presente sul proprio territorio, anche agli sportelli
che verranno attivati, a
partire dal 21 gennaio,
negli altri Comuni nei seguenti giorni ed orari:
- Comune di Cavallasca: primo e terzo giovedì del mese dalle ore
Ad Albese
con Cassano
“Il profumo
della dolce
musica”
11.00 alle ore 12.00,
presso la palazzina che
ospita anche l’Ufficio di
Polizia Locale;
- Comune di San Fermo della Battaglia: secondo e quarto giovedì del mese dalle ore
11.00 alle ore 12.00
presso il palazzo comunale;
- Comune di Montano
Lucino: primo e terzo
giovedì del mese dalle
ore 9.30 alle ore 10.30
presso il palazzo comunale.
…e per le aziende
Ogni mese le aziende
interessate potranno ricevere il “Cercalavoro”, un
bollettino che contiene le
richieste di lavoro dei cittadini. Le aziende interessate all’invio e-mail o
cartaceo del “Cercalavoro” potranno farne richiesta all’Ufficio Servizi Sociali comunale.
La Banca dati dei lavoratori disponibili è inoltre
consultabile, previa regi-
strazione, nel sito www.
enaip.lombardia.it/como;
registrarsi è semplice, è
sufficiente seguire le
istruzioni.
Nel sito è inoltre disponibile la scheda per la richiesta di personale da
parte delle aziende, che
può essere inviata per email: sportellolavoro.
[email protected]
o per fax 031-306783.
Ricevuta la scheda,
Enaip provvederà ad inviare all’azienda interessata i dati dei lavoratori
richiesti entro 24 ore.
CAVALLASCA SABATO 16 GENNAIO
Dopo la pausa invernale ritorna, a Cavallasca, il ciclo di incontri
dedicati alla salute della popolazione anziana.
Il prossimo appuntamento è fissato per
Sabato 16 gennaio, alle ore 10
Il tema sarà: “Occhio alla testa. L’ictus cerebrale: conoscerlo per
saperlo affrontare”. Interverrà il dott. Simone Vidale, neurologo e
i volontari dell’associazione Alice.
L’appuntamento è sempre presso Villa Imbonati. Si ricorda che
gli incontri sono gratuiti.
LA RECITA NATALIZIA DI CAMPIONE D’ITALIA
La scuola dell’infanzia “G. Garibaldi” di campione d’Italia invita alla tradizionale recita natalizia dei Bambini della nostra
Scuola dell’Infanzia rinviata - causa la nevicata dello scorso 22
dicembre 2009 prevista martedì 19 gennaio ore 14.30 presso
l’Auditorium “Mons. Piero Baraggia”.
Per l’occasione sarà proiettato il cortometraggio : “Guarda le
stelle, ciao Piccolo Principe” dedicato al 50° anniversario della
Dichiarazione Onu sui diritti del Bambino. Seguirà la recita: “I
tre re magi”. Seguirà rinfresco.
A
CRONACA
P A G I N A
21
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
DA CONSIGLIO DI RUMO
L’ultimo saluto
a don Enrico
Gorla
Nato a Casnate nel 1921 era stato
ordinato sacerdote nel 1946.
Aveva in seguito assolto questi
incarichi: vicario di Cunardo (194650), vicario di Bellagio S. Giovanni
(1950-55), parroco di Plesio (195573), parroco di Consiglio di Rumo
(1973-01). Risiedeva presso
la “Casa Don Guanella” di via Grossi
La Comunità di San Gregorio Magno in Consiglio di Rumo
uò sembrare strano, ma la notizia
della morte di
don Enrico Gorla
è arrivata a Consiglio di Rumo un po’
come un fulmine a ciel sereno. Certo, l’età avanzata e gli acciacchi della salute che da tanti anni lo
affliggevano, avrebbero
potuto in qualche modo
far presagire che, prima
o poi, anche lui ci avrebbe lasciati. Ma, come
spesso accade, è facile illudersi che le persone
care alle quali si è
affezionati non debbano
mai morire. Si dà quasi
per scontato che, anche se
fisicamente lontana, la
loro presenza sia una certezza destinata a non dissolversi.
Ecco perché, quando è
arrivata la telefonata che
Don Enrico non era più
tra noi, il primo pensiero
è stato quello di incredulità e, solo dopo, di umano dispiacere.
Mentre la notizia si diffondeva, i ricordi cominciavano pian piano a
P
riaffiorare alla mente della sua “brava gente”,
come amava chiamare i
parrocchiani durante le
omelie: “è stato lui a sposarmi”, “ha battezzato i
miei figli”, “mi ha fatto
catechismo”, “mi ha preparato per la prima comunione”… e via di questo
passo. E’ comprensibile
questo accavallarsi di
pensieri: ventotto anni
come pastore e padre in
una comunità, dal 1973 al
2001, sono tanti e coloro
che hanno incrociato la
propria vita con quella di
Don Enrico ormai non si
contano più.
E’ difficile ora, evidentemente, ricostruire in
dettaglio il dipanarsi di
un’esistenza interamente
consacrata al Signore e
alla sua Chiesa.
Restano, però, impressi nella mente di coloro
che lo hanno conosciuto
più da vicino, e hanno collaborato con lui in lunghi
anni di ministero, alcuni
tratti essenziali fondamentali che ci piace ricordare e condividere.
Don Enrico era, innanzi tutto, un prete! Può
sembrare un’osservazione scontata e anche un po’
banale ma, per chi ha deciso un giorno lontano di
seguire la propria vocazione, pensiamo che sia il
più grande complimento
che si possa fare. Non credeva nelle molte parole,
nel protagonismo, nell’esibizionismo, nella confusione dei ruoli. Credeva
invece fermamente in
Cristo e nella sua Chiesa,
anzi, nella Santa Madre
Chiesa, come amava ripetere, dando a quel “Madre” un senso pieno di accoglienza, comprensione,
dolcezza ma anche, a volte, di necessaria fermezza.
Don Enrico era schietto e schivo, forse apparentemente un po’ chiuso, ma
mai ipocrita. Se ci è concesso usare delle categorie “sociologiche” era sicuramente un prete dell’essere e non certamente
dell’avere o dell’apparire.
All’emergere di queste
caratteristiche, indubbiamente, avevano contribuito i lunghi anni di preparazione in seminario,
svolti in periodi difficili e
conclusi appena dopo l’ultima guerra mondiale.
Anni di studio intenso, di
sacrificio e di privazioni,
ricordati sempre, però,
come necessari e insostituibili per prepararsi
alla vita, fatta anche di
rinunce, che si sarebbe
poi dovuta affrontare.
Don Enrico era, infine,
capace di penetrare discretamente nell’animo
umano: la sua lettura di
fatti e persone, alla lunga, si è dimostrata effettivamente rispondente a
quella realtà che ai più,
inizialmente, restava
celata. Mai giudizi affrettati ma sempre ponderati e a volte, ci si permetta, anche profetici!
Orbene, tutte queste
caratteristiche che abbiamo voluto sintetizzare in
poche parole, ci sembrano assumere un particolare significato nel corso
di questo “Anno sacerdotale” nel quale tutti, an-
che noi laici, siamo chiamati a riflettere sulla figura del prete e a pregare per i nostri sacerdoti e
per le vocazioni.
Adesso che non c’è più
vorremmo, dunque, ringraziare Don Enrico per
questo suo modo di essere prete.
Come avemmo occasione di dirgli durante la sua
ultima visita ufficiale a
Consiglio di Rumo nel
2006, per ricordare il 60°
di ordinazione sacerdotale, ci piacerebbe ringraziarlo, se si potesse, per
bocca di tutti i bambini
che ha battezzato, di tutti coloro che ha seguito
nel cammino di preparazione ai sacramenti, dei
giovani che ha unito in
matrimonio, delle persone che ha accompagnato
nell’ultimo viaggio verso
il Signore.
Ci piacerebbe, ma non
è possibile, e allora, anche
ricordando le parole pronunciate da Mons. Vescovo durante le esequie con
le quali ci ha invitati a
vedere nella morte terrena una nuova rinascita in
Cristo, affidiamo con fede
tutte le nostre intenzioni,
i nostri ringraziamenti e
le nostre preghiere, come
fa da tempo immemore la
comunità di Consiglio di
Rumo, all’intercessione
della Madonna del Carmine e di San Gregorio,
nostri patroni.
UN CONVEGNO DELL’ORDINE DEI MEDICI DI COMO
A CAMNAGO VOLTA TORNA
“TESTA E CUORE”
Dopo la pausa natalizia riprendono a
Camnago Volta domenica 17 gennaio, alle ore
15.00, gli incontri del progetto “Testa e cuore”,
l’iniziativa di animazione rivolta ai bambini da
7 a 12 anni e di formazione per i loro genitori ed
educatori organizzata dalla Circoscrizione 4 di
Camnago Volta, con la collaborazione del CIF
(Centro Italiano Femminile) Provinciale di
Como, dello Sportello Scuola & Volontariato ed
il contributo dell’Amministrazione Comunale di
Como.
Presso l’Auditorium “A. Volta” a Camnago la
psicopedagogista Lucia Todaro, per il “Percorso
Cuore”, affronterà il tema “Conoscere, riconoscere, esprimere e gestire le emozioni personali e altrui (empatia e relazione d’aiuto nei rapporti educativi)” con i genitori e gli educatori. Per i bambini, impegnati nel “Percorso Testa”, l’appuntamento è invece presso la Sala Civica di Piazza
Martignoni con il laboratorio “L’energia solare:
costruiamo un pannello”, guidati da Matteo
Balestrini, dottore in Scienze Ambientali, ed accompagnati da tutor di giovani volontarie.
Ricordiamo che la partecipazione ai laboratori e agli incontri è gratuita. Per informazioni ed
iscrizioni: Roberto Todeschini tel. 347-8452378;
e-mail: [email protected].
Medicina e stato vegetativo
L
’
Ordine dei Medici di Como - Commissione di Bioetica organizza, per il 26 gennaio 2010 alle
ore 21, presso la sala conferenze della Biblioteca comunale di Como (piazzetta Lucati, 1), il
convegno dal titolo “Medicina e stato vegetativo”. Presenterà il convegno Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Como. Relatori saranno: Mario Guidotti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Como, primario di Neurologia Ospedale Valduce di Como parlerà di
“Coma e stato vegetativo. Introduzione al problema”;
Giovanni Battista Guizzetti, responsabile UO stati vegetativi del Centro Don Orione di Bergamo, parlerà
di “Prendersi cura della persona in stato vegetativo”Modererà l’incontro Licia Snider, coordinatore della Commissione di Bioetica dell’Ordine dei Medici di
Como. La Commissione di Bioetica è nata, in seno al Consiglio dell’Ordine dei Medici, su proposta
dell’attuale presidente, dott. Gianluigi Spata. Il compito della commissione è quello di fornire mezzi di
approfondimento su temi delicati e di difficile trattazione, quali l’inizio e il fine vita, molto spesso oggetto di dibattiti accesi, non sempre capaci di fare chiarezza.
Licia Snider, coordinatrice del Comitato e moderatrice dell’incontro, afferma “per quanto riguarda il
delicato tema di fine vita, ci è sembrato importante innanzi tutto cercare di fornire, in base ai dati della
letteratura esistente, elementi di definizione dello stato di coscienza, dello stato vegetativo, di coscienza
minimo e del coma, sottintesi nei vari dibattiti, ma mai chiariti e spesso causa di confusione non solo
nell’opinione pubblica. I pazienti in stato vegetativo, pur esistendo forme temporanee e reversibili, sono
spesso malati cronici, stabili, non terminali e, che, come tali, necessitano di assistenza a partire dal
bisogno che manifestano. Sono persone con gravi disabilità, la cui vita dipende dal nostro aiuto e dalle
nostre cure. La guarigione non raggiungibile ci interpella come persone umane e, come medici, ci impone
di ridefinire gli scopi del nostro impegno professionale”.
L’obiettivo della serata è quello di fare informazione - e dove è possibile - chiarezza su questa condizione. La presa in carico di queste persone tocca non solo questioni mediche, ma anche assistenziali ed
etiche, che ci interrogano sulla nostra idea di uomo e di civile convivenza.
La presenza del dott. Giovanni Battista Guizzetti, impegnato da tempo in “ prima linea “ nella cura di
questi pazienti presso il Centro “ Don Orione “ di Bergamo potrà apportare un valore aggiunto alla
serata, con una qualificata testimonianza sul prendersi cura di questi malati”.
La partecipazione è libera.
CRONACA
P A G I N A
22
uesta volta è
stato un giovane poco più che
ventenne la
persona che è
venuta a trovarmi. Sono
sempre felice di incontrare i giovani: ascoltare i
loro problemi mi fa sentire ancora parte di questa
società che cambia così
velocemente. Ma il mio
giovane ospite era venuto per confidarmi di aver
fatto una grande figuraccia e se ne sarebbe portato dietro il ricordo molesto per un bel po’ di tempo.
La questione era tutta
qui: dopo la laurea ottenuta con il massimo dei
voti aveva trovato un impiego prestigioso che, a
suo umile giudizio, gli
sembrava al di sopra delle sue capacità. Con grande entusiasmo e impegno
aveva cercato in tutti i
modi di dimostrarsi all’altezza della situazione ma,
durante una gita-studio
in Russia con un gruppo
di colleghi, visitando a
San Pietroburgo il museo
dell’Hermitage, più volte
la guida aveva lodato l’arte degli artisti italiani e
in particolare di quelli che
venivano della nostra Valle. Il nostro giovane amico, però, si era trovato
senza argomenti originali per approfondire l’argomento e sotto gli sguardi
divertiti dei suoi colleghi
si era vergognato come
può vergognarsi chi non
ricorda il nome dei suoi
genitori e dove è nato.
Da me voleva che gli
indicassi dove poter trovare e studiare tutto quello che interessa gli artisti della Valle, per non ripetere quella magra figura.
Da quando abbiamo incominciato a girare per
l’Italia e l’Europa, una
ventina di anni fa, con dei
viaggi studio mirati, or-
Q
Lago&Valli
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
UN PROGETTO DELL’APPACUVI
Giovani
ricercatori
cercasi
per riscoprire
la storia
della Valle
Intelvi
ganizzati dall’Appacuvi e
dalla Comunità Montana
Lario Intelvese, abbiamo
dovuto toccare con mano
quanto poco sapevamo di
opere murarie e pittoriche che i nostri padri hanno lasciato in paesi lontani dalla Valle.
Non è tutta colpa nostra, bisogna riconoscerlo.
Dopo di loro abbiamo dovuto infatti affrontare
guerre, carestie. Ogni sorta di difficoltà che ha contribuito a portarci lontano dal loro ricordo. Va aggiunto, inoltre, che un po’
di colpa è da attribuirsi
anche a loro. Quei famosi
maestri, infatti, anche se
erano riuniti in corporazioni ben poco hanno
scritto e ancora meno rac-
contato, a chi viveva in
Valle, di quello che avevano fatto e costruito fuori
dai confini dei loro paesi.
Vigeva, tra loro, una sorta di patto del silenzio che
serviva a proteggere l’esperienza di lavoro dagli
altri gruppi che si formavano in Valle e seguivano
la via dell’emigrazione.
Durante le svariate ricerche condotte grazie all’impegno dell’Appacuvi
sono spesso emerse cose
a dir poco curiose. Rammento, per esempio, una
guida che parlava italiano nel grande duomo di
Salisburgo. Pareva fosse
un nastro registrato ad
arte. Ma quando per curiosità ci domandò da
dove venivamo, e noi ri-
Il progetto
ha lo scopo
di condurre
anche le nuove
generazioni
alla riscoperta
del passato
artistico che
ha reso grande
il territorio della
Val d’Intelvi
di RINA CARMINATI FRANCHI
spondemmo, per facilitargli le cose, da Como, si
capì che non sapeva bene
dove collocare la nostra
città, bensì puntandoci un
dito contro, quasi avessimo bestemmiato, ci sbalordì pronunciando il
nome di uno dei più piccoli paesi della Valle
Intelvi: Verna. Quel Santino Solari che aveva di
fatto architettato il duomo di Salisburgo era originario di questo piccolo
paese e nel cimitero di S.
Pietro, il più prestigioso e
monumentale della cittadina di Salisburgo trovammo anche un’elegante tomba, con un dipinto
che lo ritraeva nell’atto di
consegnare al Santo Protettore i disegni del nuovo duomo. Sulla lapide
muraria c’era inciso in
belle lettere: “Nato a
Verna - Italia”.
Non si può descrivere
la soddisfazione e l’orgoglio derivante dal trovare pezzetti della nostra
piccola Valle sparsi per il
mondo. E questo patrimonio preziosissimo deve
essere passato ai giovani
che hanno la passione per
lo studio e la ricerca.
Qualche segnale positivo c’è. Una fascia di ragazzi pare, infatti, stia
incominciando ad interessarsi a questi progetti, a
sentire il gusto del “nostro”. Rammento l’organizzazione della “caccia al
tesoro” dell’estate scorsa
che si basava soltanto su
luoghi, tradizioni e dialetto della nostra Valle. Mai
gioco fu così sentito e seguito da giovani e anziani. Non è una cosa facile
introdurre e invogliare
questi ragazzi a passare
un po’ di tempo tra i libri
o parlando con gli anziani. Ma senz’altro è dal piccolo seme di miglio che
nasce una pianta.
Nel novembre scorso si
sono svolte delle mostre
dedicate all’emigrazione e
agli artisti della Valle allestite dall’Appacuvi. Vi
figuravano le gigantografie dei più grandi artisti
del XVII secolo. Tra gli
alunni di una classe quarta delle elementari, che
stava visitando la mostra,
la guida notò che i bambini si davano di gomito
davanti al ritratto di
Ercole Ferrata, quasi avessero riconosciuto un
amico. Spiegarono alla signorina incuriosita che
loro lo conoscevano perchè una signora aveva
parlato di lui in classe.
Anzi aveva raccontato
una storia che lo riguardava. Loro si ricordavano
che era nato a Pellio e
aveva scolpito, per far arrabbiare sua madre, il
magnifico albero di pere
che si trovava nell’orto di
famiglia
Così, Ercole Ferrata, il
grande scultore che lavorava gomito a gomito con
il Bernini, per loro era il
Ferrata del S. Antonio.
Quando diventeranno
grandi davanti ai capolavori dello scultore pelliese, si ricorderanno della storia tramandata da
secoli oralmente e saranno spronati di saperne di
più.
Per realizzare questo
disegno e per avvicinare
anche loro alla magia dei
nostri padri l’Appacuvi
ha in programma un progetto “Giovani ricercatori”. Possono partecipare i
giovani che desiderano
avvicinarsi alla cultura e
alla storia della Valle
Intelvi. Per chi volesse
saperne di più: e-mail
[email protected]
LA FESTA DELLA CONFRATERNITA
A Lanzo la festa
del Santissimo
Sacramento
A
Lanzo d’Intelvi
la terza domenica di gennaio
è giorno di festa: ogni anno
ricorre infatti la solennità del SS. Sacramento,
Festa della locale Confraternita; meglio conosciuta in tutta la Valle come
festa della “Terza” (al
“Terzun de Lanz”).
La costituzione della
Confraternita del Santissimo Sacramento eretta
canonicamente presso la
parrocchiale di San Siro
Vescovo in Lanzo d’Intelvi, risale probabilmente
al XVII secolo, ancorché il
documento più antico custodito - il Registro dei
Priori - è datato 1825.
Essa si richiama in linea generale alla impostazione del proprio ultimo
Statuto riformato in data
16 gennaio 1887, ed al
collegato Regolamento
datato 15 novembre 1888.
Con il tempo essa ha
però perso molto dello spirito di vita comunitaria,
di assistenza e di promozione del culto, e mantiene come elemento fondante il decoro delle processioni, di alcune altre celebrazioni liturgiche e
l’impegno delle ore di adorazione nella giornata
della Festa della Terza
(richiamiamo in tal proposito l’articolo 1 del regolamento: “Natura e sco-
po del Pio sodalizio - La
Confraternita ha per iscopo d’onorare l’Augustissimo Sacramento dell’Eucarestia, col promuovere il
culto nel miglior modo
possibile e zelare il decoro delle pubbliche funzioni dentro e fuori di Chiesa”).
L’Adunanza generale si
svolge annualmente il 6
gennaio durante la quale, tra l’altro, vi è l’elezione dei Priori.
Alle 10,15 di domenica
17 gennaio il parroco don
Remo Giorgetta celebrerà, presso la parrocchiale
di San Siro, la solenne S.
Messa, animata dalla locale cantoria; i Confratelli
partecipano con la loro
antica divisa (sin dal regolamento di fine 1800
così definita “... che si usa
già da gran tempo” e formata da abito bianco, rocchetto rosso, cordone
bianco) e le Consorelle
Torna il consueto
appuntamento
che viene a
cadere ogni terza
domenica
di gennaio
e per questo
conosciuto in Valle
come festa
della “Terza”
(al “Terzun
de Lanz”
per la Cancelleria
della Confraternita
C. CANEVALI e G. LOMBARDO
Priore con il fazzolettino
bianco ricamato, tutti con
la candela accesa in
mano.
Durante la S. Messa vi
è l’entrata dei ‘Novizi’
(sono questi i bambini e
le bambine che hanno ri-
cevuto la prima S. Comunione l’anno precedente)
ai quali viene consegnata la medaglia benedetta
della Confraternita.
Nel primo pomeriggio
solenne Adorazione eucaristica col canto dei Vespri, quindi Processione
per le vie del paese (adornate dalle sandaline bianche e rosse) con la partecipazione di alcuni preti
delle vicine parrocchie e
del locale Corpo Musicale.
Al termine Benedizione
eucaristica ed ‘Entrata’
dei nuovi Priori con
incensazione.
La giornata si chiude
con le note della Banda di
Lanzo che omaggiano il
Parroco, i Priori e la Confraternita tutta.
Il giorno seguente viene celebrata una S. Messa a suffragio di tutti i
Confratelli e le Consorelle
defunti.
CRONACA
P A G I N A
Lago&Valli
23
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
LIBRI
Cremia,
frammenti
di storia
T
ra i libri usciti
nell’ultimo scorcio dell’anno appena trascorso,
vale la pena di
segnalare “Cremia. Frammenti di storia”, di Maria
Erminia Acquistapace,
Edoardo Bregani e Rita
Fazzini, Nuova Editrice
Delta. Il volume, che vede
il patrocinio della Regione Lombardia Direzione
Generale Culture, Identità ed Autonomie e della
Provincia di Como Assessorato alla Cultura, è promosso dall’Unione dei Comuni “Riviera del Bregagno” e fa parte di un progetto culturale di più ampio respiro per approfondire le radici storiche e
culturali del territorio,
con la realizzazione di tre
volumi sui tre comuni dell’Unione, di cui uno già
pubblicato (“Musso. Piccole storie nella grande
storia”). In un mondo
sempre più globalizzato, il
rischio in agguato è quello di perdere la propria
identità di singoli, di piccoli gruppi, di piccole comunità. Ed ecco che questo libro, per espressa volontà degli autori, è proprio un tentativo di porre
al centro dell’attenzione
un piccolo angolo di mondo nella sua unicità e nel
suo valore intrinseco ed
PIANELLO
DEL LARIO
FINO AL 17
GENNAIO
VISITABILE
IL PRESEPE
“NATALE
A BELLERA
2009”
Fino a domenica
17 gennaio a Pianello del Lario, in
frazione Bellera,
sarà visitabile il
grande
presepe
etnografico “Natale
a Bellera nel ‘900",
allestito dall’associazione “Bella Pianello”. Si tratta della settima edizione
di una manifestazione di grande interesse culturale. Le offerte raccolte verranno destinate alla
ristrutturazione delle cappelle esistenti
nelle frazioni del paese.
ll volume
è promosso
dall’Unione
dei Comuni
“Riviera
del Bregagno”
e fa parte di un
progetto culturale
di più ampio
respiro per
approfondire
le radici storiche
e culturali
del territorio
di SILVIA FASANA
emozionale, con il suo patrimonio materiale e immateriale. Non una proposta di qualcosa di vecchio, nostalgico, ma un
modo moderno e più consapevole di leggere una
realtà troppo spesso data
per scontata perché è sotto gli occhi di tutti, nella
consapevolezza che per
comprendere l’oggi e per
proiettarsi nel futuro, è
indispensabile conoscere
il proprio passato. Il libro
è accompagnato da un ricco corredo iconografico, la
gran parte del quale testimonia un passato destinato altrimenti all’oblio o
a restare confinato nelle
collezioni e nelle memorie
familiari.
Maria Erminia Acquistapace si è occupata di
tradizioni, usi, costumi,
ricostruendo pazientemente gli antichi mestieri, le usanze, le abitudini,
le devozioni, offrendo vivaci spaccati di vita quotidiana attraverso le dirette testimonianze di chi
ha vissuto realtà oggi in
apparenza così lontane.
Dalle pagine del libro
emergono con grande freschezza filastrocche, can-
tilene, proverbi, i curiosi
soprannomi delle famiglie del paese, antiche ricette con le erbe medicamentose dei campi, ingegnosi passatempi e divertenti giochi dei bambini,
pie orazioni ed invocazioni. Non manca un capitolo su uno dei fenomeni sociali più rilevanti in
tutto l’ambiente lariano,
l’emigrazione. Emigrazione che si racconta attraverso storie ben precise
con un nome ed un volto:
Baldassarre Bellatti, Sofia e Meco Marchetti, Antonio Zanatta detto “Barbarossa” per la sua fluente barba, Giovanna Manzi, la cremiese che per vincere la miseria emigrò da
sola a Montevideo.
Edoardo Bregani ha
descritto il territorio e la
sua storia, cercando le
tracce delle dominazioni
succedutesi nei secoli sul
Lario, a partire da quella
romana, con una interessante appendice sulle vie
d’acqua e di terra, che
hanno costituito l’ossatura del territorio. Completano la sua trattazione
alcune idee per attività
sportive in montagna e
sul lago.
Rita Fazzini ha approfondito invece l’affascinante legame tra il sacro
e l’arte, dalle incisioni
rupestri, frequenti nella
zona, alle testimonianze
del cristianesimo con la
chiesa di S. Vito, antica
parrocchiale, l’attuale
parrocchiale di S. Michele, la ex-chiesa di S. Giovanni Battista, con i piccoli grandi tesori di arte
e di fede che racchiudono,
«tesori da conservare gelosamente e da tramandare fedelmente». Scrivono il
presidente dell’Unione
dei Comuni “Riviera del
Bregagno” Guido Dell’Era
e il Vice Presidente
Uilliam Bertera nell’introduzione al volume:
«Questo libro rappresenta
quindi un tributo alla nostra terra e ai suoi abitanti, che spesso non hanno
vita facile; schiacciati tra
il lago e la montagna, sovente hanno dovuto sopportare fatiche smisurate
per adattare un territorio
ostile ai suoi bisogni, e talvolta questo non è bastato, cosicché molti sono stati costretti ad emigrare
per vivere, mantenendo
comunque un legame profondo con la propria terra… Questo sentimento di
appartenenza è lo stesso
che anima noi quando ci
muoviamo alla ricerca del
nostro passato, attraverso
piccole storie, fotografie e
documenti di un tempo
lontano. Vogliamo sperare ancora una volta che
questo libro possa davvero entrare in ogni famiglia del nostro territorio,
suscitando emozioni e nostalgie, ma soprattutto
rinsaldando il legame che
ci lega alla nostra terra ed
ai suoi abitanti».
CAI MENAGGIO
Tesseramento 2010
Con più di 600 iscritti, dopo un’annata particolarmente felice per la partecipazione dei Soci, il CAI-Menaggio ha aperto il Tesseramento 2010.
Le quote per i rinnovi sono le seguenti.
- Socio ordinario 38 euro
- Familiare (maggiorenne convivente con la famiglia del Socio Ordinario)
19 euro
- Giovane (nato a partire dal 1993) 13 euro
Tassa per le nuove iscrizioni: 4 euro
Modi di tesseramento:
1) Presso la calzoleria Redaelli, via Calvi 2, Menaggio;
2) I venerdì sera non festivi dopo le 21 presso la Sede CAI in Via Fìlzi 31
a Loveno (frazione superiore di Menaggio);
3)Tramite Conto Corrente Postale n° 12036224 intestato a CAI-Menaggio,
per la spedizione del Bollino via Raccomandata
L’organizzazione ricorda che non rinnovando la quota associativa entro 31
marzo 2010 verrà a cessare la copertura assicurativa del Soccorso Alpino
Soci, valida anche per l’estero, oltre l’invio delle pubblicazioni del CAI: “La
Rivista” e “lo Scarpone”
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CRONACA
P A G I N A
24
ValliVaresine
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
PROVINCIA IL VIA LIBERA DALLA GIUNTA REGIONALE
Piano rifiuti verso
l’approvazione
P
iano Rifiuti: un
altro passo avanti verso l’approvazione definitiva. Si è tenuta a
Villa Recalcati la Conferenza di Valutazione del
Piano Provinciale di Gestione di Rifiuti, la cui
proposta è già stata approvata, da parte della
Giunta Provinciale nell’ottobre scorso, congiuntamente allo Studio di Incidenza, al Rapporto Ambientale e alla Sintesi non
tecnica del Rapporto Ambientale. All’incontro erano presenti l’assessore all’Ecologia Luca Marsico, il
presidente della Commissione provinciale Ecologia
Alessandro Bonfanti, il
Dirigente del Settore Ecologia Susanna Capogna e
Attilio Tornavacca, coredattore del Piano.
Durante l’incontro, al
quale hanno partecipato
numerosi amministratori
comunali, Enti, Associazioni e soggetti interessati dalla pianificazione
provinciale in materia di
rifiuti, è stato presentato
il percorso metodologico
che ha portato alla redazione della proposta di
Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, evidenziando l’iter procedurale
svolto e le attività ancora
da realizzare, già inseri-
te in un dettagliato cronoprogramma, fino ad oggi
scrupolosamente rispettato, che prevede, tra l’altro, un ulteriore momento di confronto con le realtà del territorio. Nell’ambito della riunione è
stata altresì data lettura
della valutazione di incidenza positiva, ovvero
assenza di possibilità di
arrecare una significativa
incidenza negativa sull’integrità di SIC e ZPS
dalle determinazioni ed
obiettivi prefissati dal
Piano Rifiuti, rilasciata
con decreto della Regione
Lombardia n. 32 dell’8
gennaio scorso. Sono pervenute 9 osservazioni da
parte di Enti, Comuni ed
Associazioni delle quali
solo due pertinenti con la
procedura VAS. Al termine dell’incontro l’assessore Luca Marsico si è dichiarato soddisfatto:
«Prosegue l’iter di confronto e condivisione con
il territorio in un’ottica di
trasparenza che si ritiene
a maggior ragione necessaria trattandosi di uno
strumento di programmazione così importante
e delicato quale il Piano
Provinciale Rifiuti. Esprimo anche soddisfazione
per il lavoro svolto fino a
oggi nel rispetto della pronosticata tempistica».
PROGETTO SULLA BIODIVERSITÀ
IN PROVINCIA DI VARESE
Segnalare con una semplice scheda la presenza di un qualsiasi animale non domestico investito lungo le strade della provincia di
Varese. Da oggi ogni cittadino potrà fornire il proprio contributo al progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo per il primo studio di fattibilità in
Italia di una rete ecologica collegandosi al nuovo sito
web http://biodiversita.provincia.va.it. Oltre alle
informazioni sul progetto, nel nuovo sito si può scaricare una scheda per segnalare, appunto, la presenza di un animale investito e aiutare così il lavoro
dell’Università di Pavia per conoscere quali sono le
aree e i passaggi più a rischio percorsi dalla fauna
selvatica. Il progetto della Fondazione Cariplo,
partito a ottobre 2009, esaminerà la possibilità di realizzare un corridoio ecologico in provincia di Varese che colleghi le Alpi al Po attraverso
il Campo dei Fiori e il Ticino. L’iniziativa è utile per
contrastare la frammentazione territoriale, una delle
principali cause del declino della biodiversità. La rete
ecologica è infatti un sistema unico costituito da aree
protette (core areas), aree tampone e i corridoi che le
connettono, che assicura una continuità tra aree ad
elevato valore ambientale e paesaggistico e permette
a specie animali e vegetali di spostarsi, contaminarsi e incontrarsi. Solo così si può pensare a mantenere un livello di biodiversità accettabile, fondamentale per la sopravvivenza del pianeta e delle specie,
compresa quella umana. L’Ente capofila del progetto è la Provincia di Varese, che coordina una serie di
Enti ed esperti quali LIPU, Fondazione Lombardia
per l’Ambiente, Studio Bertolotti, Idrogea Servizi,
Fondazione Rete Civica Milano, in collaborazione con
la Regione Lombardia. Lunedì 18 gennaio alle ore
15.00 si svolgerà presso la sala convegni della Provincia di Varese in piazza Libertà la riunione di costituzione e avvio operativo del tavolo partecipativo
chiamato a condividere le scelte che il gruppo di lavoro metterà a fuoco nei prossimi mesi.
I VOLONTARI COAV TRE TURNI A PARTIRE DA DOMENICA 17 GENNAIO
CASSANO VALCUVIA: TEATRO
Promoarte/TeatroPeriferico curerà la direzione
artistica dal 2010 al 2012 del Teatro Comunale
di Cassano Valcuvia il bellissimo teatrino all’italiana in stile Liberty dei primi del ‘900, posto nel centro del paese. Il programma stilato
per la stagione 2010, dal titolo “Teatro e territorio” è il seguente:
• sabato 16 gennaio ore 21.00, “Strani ma
veri”, Commedia tragicomica per cinque personaggi - Teatro Periferico, Milano;
• sabato 23 gennaio ore 21.00, “Le donne della pesca e del lago” - Arteatro di Cazzago
Brabbia (Va);
• sabato 30 gennaio ore 21.00, “Arbol” - Compagnia Teatrale Corona di Monticelli Pavese
(Pv);
• sabato 06 febbraio ore 21.00, “Pianto tutto”
di Rita Pelusio, Milano;
• sabato 13 febbraio ore 21.00, Lettere a
Marta-Associazione Culturale “Il suonatore
Jones” di Varese;
• domenica 14 febbraio ore 16.30, “The
atypical story of bye bye baldness corporate and
his strange characters” - Eccentrici Dadarò di
Caronno Pertusella (Va);
• sabato 20 febbraio ore 21.00, Braccianti” Armamaxa Teatro di Foggia;
• sabato 27 febbraio ore 21.00, Caffè Corretto” - Il Trebbo di Milano;
• sabato 6 marzo ore 21.00, “Ricordi con guerra” - Fontemaggiore Perugia;
• sabato 13 marzo ore 21.00, “Mater Strangoscias” - Teatro Periferico di Milano;
• domenica 21 marzo ore 16.30, “Patate. Una
parola senza denti sulla guerra” - Dionisi Compagnia Teatrale di Gallarate (Va);
• sabato 27 marzo ore 21.00, “Uora vo cunto,
ovvero il Re Topo fa alla guerra” - Teatro della
Cooperativa di Milano;
• domenica 4 aprile ore 16.30, “Orlando Rumoroso” - Teatro Periferico di Milano;
• sabato 17 aprile ore 21.00, Saggio Teatrale;
• da mercoledi 21 aprile a sabato 24 aprile
ore 21.00, “L’ultima parola” - Teatro Periferico
di Milano.
TERRA E GENTE
Sarà presentato nella Sala Consiliare del comune di Cittiglio la sera di venerdì 22 gennaio - alle ore 21.00 - il 17° volume di “Terra e
Gente - Appunti e storie di lago e di montagna”
(presentazione prevista per lo scorso 18 dicembre, ma rinviata per l’improvvisa nevicata di
quel giorno). Il programma della serata prevede l’intervento del giornalista Michele Mancino
come presentatore del libro e la presenza di Luca
Violini che proporrà brani musicali di chitarra
classica a conclusione della serata.
A.C.
Riprende il servizio antincendio
C
on la stagione invernale inizia per
le aree prealpine
il periodo con il
maggior rischio
incendi boschivi e, come
ogni anno, con gennaio
anche le varie squadre
antincendio operative
nella Valcuvia si stanno
attivando per essere operative e fronteggiare ogni
evenienza. Negli ultimi
10 anni (questo che inizia
è l’undicesimo) il servizio
antincendio in Valcuvia è
stato garantito dal Coav
che ha gestito il Coordinamento Antincendio
boschivo in tutto il territorio della (vecchia) Comunità Montana della
Valcuvia, curando in modo particolare anche la
formazione dei volontari
e la dotazione di attrezzature specifiche, raggiungendo alti livelli di professionalità nel settore degli
incendi boschivi. Il coordinatore del Coav, Dario
Bevilacqua coi suoi collaboratori e gli uffici della
Comunità Montana ha
già predisposto il calendario dei turni di sorveglianza nel periodo compreso
tra gennaio e maggio, in
modo che, venga garantito il monitoraggio continuo del territorio valcuviano nel periodo compreso tra le ore 9.00 del sabato e le ore 21.00 della
successiva domenica, al
fine di avvistare eventuali avvisaglie di incendi
boschivi e darne un tempestivo allarme, integrando, così, l’analogo lavoro
garantito durante la set-
AGENDA ZONALE
CAVONA
Sabato 16 gennaio, quarto appuntamento col pellegrinaggio vocazionale di
zona. Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso la cappelletta di S. Teresa per
la recita del Santo Rosario. Alle 7.30 Messa in S. Casa a Cavona. Anima il
pellegrinaggio la parrocchia di Orino-Azzio-Comacchio.
14ENNI E GIOVANI
La Commissione Giovanile e Vocazionale Valli Varesine ha programmato un
incontro per i quattordicenni “Pre-Molo 14” che si terrà all’oratorio di Cittiglio
a partire dalle ore 20.30 di sabato 16 gennaio. Un secondo incontro per
la stessa fascia di età è già programmato per il prossimo 17 aprile a Ponte
Tresa. Per la domenica 17 gennaio, invece, la medesima commissione ha organizzato all’oratorio di Azzio un incontro di catechesi per i giovani dai diciotto anni in su sul tema della “Speranza Cristiana”.
CUVEGLIO: FESTA DI SANT’ANTONIO
Si celebrerà a Cuveglio la ricorrenza di sant’Antonio abate, con il seguente
programma:
• sabato 16 gennaio: ore 10.00 Santa Messa solenne a Cuveglio. Al termine,
benedizione degli animali.
• domenica 17 gennaio: ore 10.30 Santa Messa nella chiesa plebana di San
Lorenzo a Canonica in onore di sant’Antonio; ore 14.30, Vespri e processione
a Cuveglio, partendo dalla chiesa di Sant’Antonio. Dopo la processione, giochi in piazza per ragazzi. Verrà allestita anche la pesca di beneficienza.
RANCIO: FESTA PATRONALE
Per le celebrazioni dei santi Fabiano e Sebastiano patroni di Rancio il programma dovrebbe essere il seguente:
• giovedì 21 gennaio: dalle ore 15.00 alle ore 17.00, adorazione eucaristica;
a seguire, Santa Messa;
• venerdì 22 gennaio: dalle ore 20.30 alle 22.00, adorazione e confessioni;
• domenica 24 gennaio: alle ore 10.45 Santa Messa patronale; alle ore
14.30, vespri e processione per le vie del paese.
A.C.
timana dai vigili del fuoco e dalla forestale. Ogni
fine settimana è diviso in
tre turni (sabato giorno
dalle 9.00 alle 21.00; sabato notte dalle 21.00 alle
9.00 della domenica; domenica giorno dalle 9.00
alle 21.00), ciascuno di
questi affidati ad una diversa squadra che, con
propri volontari pattuglia
il territorio e tiene i contatti via radio con un referente stanziato presso la
sede del Pradaccio di Laveno. In funzione delle
condizioni metereologiche
il coordinatore decide, di
volta in volta quali siano
i turni di sorveglianza da
attivare. In questo periodo di inizio gennaio, per
esempio, per via delle
piogge e della neve in quota i turni di sorveglianza
Coav sono stati sospesi
sino a domenica 17 gennaio. Da segnalare che il servizio di sorveglianza viene completato con quello
che in gergo il Coav chiama il “Turno vento” cioè
la presenza di una squadra di volontari (in genere quella che sarà in servizio il sabato) che controlla il territorio durante tutta la settimana nel
caso in cui si verificassero giornate di vento e di
particolare rischio per la
propagazione del fuoco
nei boschi. Nella pianificazione del Coav anche la
collaborazione stretta con
la Regione Lombardia per
la sorveglianza in elicottero del territorio boscato
regionale, con un servizio
che dallo scorso anno fa
capo alla base elicotteristica regionale di avvistamento incendi, ubicata
proprio in Valcuvia, presso la ditta Mascioni SpA
di Cuvio.
A.C.
Sondrio
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
P A G I N A
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○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
PROMOSSO DA IPPOGRIFO UN CICLO DI INCONTRI PER SENSIBILIZZARE AL SOSTEGNO DI CHI È IN DIFFICOLTÀ
Famiglie, formarsi ad accogliere
L
a cooperativa sociale Ippogrifo promuove un
percorso formativo rivolto a singoli e famiglie che intendono sostenere, accompagnare
e accogliere minori e famiglie in difficoltà
nell’ambito del progetto “Famiglia Amica”,
realizzato col contributo della Fondazione Pro
Valtellina. Gli incontri si terranno tutti presso la
sede della Ludoteca di Sondrio, dalle ore 20.30 alle
ore 22.30. Il primo appuntamento si è tenuto mercoledì 13 gennaio con La famiglia che nasce.
Aspettative, motivazioni: spazio ai bambini.
I prossimi appuntamenti in programma sono: 29
gennaio, La famiglia che cresce: i bisogni del
bambino, le cure dei grandi, con la dott.ssa
Ivonne Biscotti (psicologa) e la dott.ssa Manuela
Rossi (educatrice professionale); 12 febbraio, La
famiglia che accoglie: il sistema dei servizi e i
progetti di accoglienza, con la dott.ssa Cristina
Ferrari (educatrice professionale) e la dott.ssa Sonia
Baldelli (assistente sociale).
L’ultimo incontro si terrà nel pomeriggio del 20
febbraio, dalle ore 15.00 alle ore 17.00: una famiglia racconterà la sua esperienza di accoglienza.
SONDRIO RICORDA LUIGI CREDARO
In occasione del 150º anniversario della nascita di Luigi Credaro, pedagogista, senatore e
Ministro della Pubblica Istruzione dal 1910 al
1914, la Biblioteca Luigi Credaro della Banca
Popolare di Sondrio e l’Istituto Sondriese per
la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea presentano gli Atti del Convegno “Luigi Credaro e la Rivista Pedagogica”. Sarà inoltre allestita una tavola rotonda sul tema” Il
compito educativo tra attualità e tradizione”,
venerdì 15 gennaio, alle ore 17.00, presso
la Sala “Fabio Besta”, con ingresso da piazza
Garibaldi. Interverranno Arturo Colombo,
Marco Antonio D’Arcangeli, Carlo Zanesi, Ivan
Fassin e Massimo Dei Cas. Precederà una breve cerimonia, alle ore 16.00, davanti alla
casa natale di Luigi Credaro in via Colda
44, per l’apposizione di una lapide commemorativa, a cura del Comune di Sondrio. In occasione della presentazione, presso la sala Besta,
saranno distribuiti i volumi contenenti gli Atti
del Convegno.
Info: telefono 0342-211308; [email protected].
ORDINAZIONE DIACONALE AD ARDENNO
Domenica 24 gennaio, alle ore 15.00, presso la cappella della Casa
San Lorenzo in Ardenno, l’arcivescovo emerito dell’arcidiocesi di AnconaOsimo monsignor Franco Festorazzi imporrà l’ordinazione diaconale
a fr. Roberto Raschetti, religioso della Congrazione di Gesù Sacerdote.
«Con grande gioia, riconoscenza al Signore e insieme alla mia famiglia
religiosa annuncio la mia ordinazione diaconale», scrive fr. Roberto nella
sua lettera di invito. Significativa anche la frase dal Vangelo di Giovanni
scelta per accompagnare questo momento: «Non voi avete scelto me, ma
io ho scelto voi e vi ho costituiti perchè andiate e portiate frutto e il
vostro frutto rimanga».
VEGLIA DI PREGHIERA
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
VOI SARETE TESTIMONI DI TUTTO CIÒ
SABATO 23 GENNAIO - ORE 20.30
PARROCCHIA BEATA VERGINE
DEL ROSARIO A SONDRIO
Quest’anno, inoltre, la parrocchia Colle-giata dei SS. Gervasio e
Protasio di Sondrio per dare maggiore visibilità e rendere più profondo il
significato ecumenico della Settimana per l’Unità dei Cristiani, ha
invitato padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, a celebrare
la Divina Liturgia secondo il rito bizantino slavo della Chiesa cattolica
orientale. “La bellezza, splendore del vero, salverà il mondo...ma quale
bellezza? hai mostrato la Tua bellezza così che lo spirito umano la possa
rendere presente”, scriveva nel IV sec. sant’Efrem Siro. Ancora oggi la
celebrazione della Divina Liturgia introduce a questa bellezza ed è insieme riscoperta del tesoro comune della tradizione ecclesiale, oltre che gesto di memoria e di comunione con la Chiesa d’Oriente. Il Coro della
Fondazione Russia Cristiana accompagnerà la celebrazione, che avrà inizio nella chiesa Collegiata alle ore 9.30 di domenica 24 gennaio. Il rito
sarà teletrasmesso in diretta da Mediaset su Rete4 a partire dalle ore
10.00. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il movimento di Comunione e Liberazione.
ZONA PASTORALE
MEDIA VALTELLINA - SONDRIO
MARTEDÌ 12 GENNAIO, TRESIVIO – ORE 9.30
Incontro del clero zonale
DOMENICA 17 GENNAIO, LANZADA
Festa della pace
MARTEDÌ 19 GENNAIO,
SONDRIO ORATORIO DELL’ANGELO CUSTODE - ORE 20.30
Consiglio pastorale zonale
DUE GIORNI ANIMATORI IL 23 E IL 24 GENNAIO
La commissione giovanile zonale della Media Valtellina organizza una due
giorni di formazione per animatori a Cataeggio in Valmasino dal 23 al 24
gennaio.
ZONA PASTORALE “MEDIA VALTELLINA” - SONDRIO
LE RELIQUIE DI SANT
A TERESA DEL BAMBIN GESÙ
SANTA
SARANNO PRESENTI
A SONDRIO/COLLEGIA
SONDRIO/COLLEGIATTA
DOMENICA 14 E LUNEDÌ 15 MARZO 2010
CRONACA
P A G I N A
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Valchiavenna
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
MESE IL SACERDOTE FECE RITORNO ALLA CASA DEL PADRE SETTANTACINQUE ANNI FA
Ricordando don Primo Lucchinetti
V
spirituale. Le sue prediche sono attente e puntuali, è un uomo di parola, fedele alle indicazioni della chiesa e del suo
Vescovo. Don Paolo Trussoni, nell’omelia, approfondisce la spiritualità di
don Primo e di come si
sentisse d’inciampo alle
iniziative delle Figlie di
Maria. A tale proposito
don Abramo Levi scrisse:
Educare le figliuole significava toglierle ai festini e
ai balli. Non mancò chi,
per diabolica malizia, imbastì delle calunnie contro il Prevosto. Fu di gran
conforto la lettera che il
Vescovo, poi cardinale,
Andrea Ferrari, scrisse alle Figlie di Maria di Mese.
“Alle buone Figlie di Maria della parrocchia di
Mese. Per mezzo del vostro
Rev. direttore mi avete
domandato la mia benedizione e volentieri io ve
la do!... Voi sapete quanto
io raccomandai la Pia Unione... anche a Mese, e sono contento di sapere che
voi avete così bene accolta la raccomandazione del
vostro Vescovo” (16 agosto
1893). La presenza della
congregazione della Sacra Famiglia è il grande
dono che il parroco di Me-
se ha lasciato alla comunità valchiavennasca. Un
gruppo di suore che nel
silenzio e nell’umiltà hanno educato migliaia di
bambini. Ricordare un
parroco dopo 75 anni dalla sua morte è un fatto
non comune perché l’oblio
del tempo fa dimenticare
in fretta. Molti sono i parroci che hanno svolto santamente la loro missione
dedicando la loro esistenza per il bene della gente.
A loro hanno dedicato sepolcri funebri e vie, ma
purtroppo sono stati dimenticati troppo in fretta. Ricordare in tanti don
Primo vuol dire ricordare
un prete, un parroco e un
fondatore piccolo piccolo
ma grande grande nella
fede e che è ancora vivo
nel ricordo della gente
della Valchiavenna.
Al termine della funzione è stato distribuito un
volumetto, preparato da
Marino Balatti, nel quale
sono stati raccolti gli ultimi momenti della vita di
don Primo, il suo funerale e il giorno della traslazione della salma dal cimitero alla Casa Sacra
famiglia di Mese.
donne e diceva che non
avevamo ancora raggiunto
la parità perché non c’era-
no abbastanza donne al potere».
MARCO SERTORI
NOVATE MEZZOLA LE ESEQUIE DOMENICA SCORSA
L’ultimo saluto a Romilda
omilda Del Prà era come la sua
amata Val Codera. Passava inosservata all’automobilista distratto, sembrava aspra e impervia a
chi le si avvicinava e regalava perle inattese a chi
aveva la voglia di faticare
e superare l’erta iniziale. E
finiva, con l’essere più apprezzata da chi veniva da
lontano che da chi l’aveva
a fianco e si faceva fuorviare dai modi a volte bruschi.
- Così domenica pomeriggio al suo funerale nella
Chiesa parrocchiale della
Trinità c’erano, insieme ai
compaesani, decine e decine di persone che hanno
percorso centinaia di chilometri per darle l’estremo
saluto. Una folla numerosa con i tanti amici, e conoscenti e le tante persone
che aveva incontrato in 91
anni vissuti intensamente.
Staffetta partigiana, cresciuta nel dolore e. nel ricordo del fratello disperso
in Russia, alpinista, per
molti anni consigliere comunale a Novate nelle file
della Dc. Ma sempre libera pensatrice, pronta alla
polemica perché pensava
col cuore e parlava con lo
stomaco, soprattutto per
difendere l’ambiente della
sua Val Codera attirandosi qualche antipatia in paese. Domenica erano però
centinaia, fuori e dentro la
chiesa stracolma, per salutarla. Persone comuni e
tanti esponenti del mondo
politico. e culturale dell’in-
tera provincia, con il sindaco di Novate Mariuccia Copes (e l’ex Daniele Patrini)
e tanti altri che hanno voluto testimoniare il suo impegno pubblico. Rappresentanti dell’Anpi - che
hanno letto “La preghiera
del ribelle” di Teresio O-livelli, sopravvissuto alla ritirata di Russia, partigiano e ucciso nei campi di
sterminio - cui era iscritta
e molto legata, dell’associazione Amici della Val Codera, sempre al suo fianco
per difendere l’integrità
della valle e tanti guide e
scout. I seguaci di BadenPowell che fecero della valle il loro rifugio in epoca
fascista e strinsero allora
amicizia con quella ragazza curiosa, conoscitrice di
ogni sentiero e capace di
entrare in relazione con
chiunque, erano rappre-
R
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
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enerdì 8 gennaio, le figlie della Sacra Famiglia di Mese,
hanno ricordato i 75 anni del ritorno
alla casa del Padre del
loro fondatore: don Primo
Lucchinetti. Anche se il
freddo e la pioggia non
consigliavano d’uscire,
alle venti e trenta erano
in molti ad assistere alla
santa Messa di commemorazione presieduta dal
parroco di Mese don Casimiro Digoncelli, e concelebrata da don Ambrogio
Balatti, arciprete di Chiavenna, don Paolo Trussoni, teologo, i sacerdoti
guanelliani don Pietro
Beretta, rettore del Santuario di Gallivaggio e
don Luigi De Giambattista, nativo di Mese, che
da un ventennio è missionario nelle Filippine. Inoltre hanno assistito don
Giuseppe Paggi, parroco
di Chiavenna San Fedele
e don Francesco Crapella
di Borgonuovo, don Olinto
Scaramella, parroco di
Somaggia, il sindaco di
Mese e il presidente della comunità montana. Ha
animato la funzione il
coro san Vittore che, negli anni, ha mantenuto integre le finalità, gli scopi
e lo spirito del fondatore.
Intorno alle suore, oltre
alla gente comune, e i soci
dell’Associazione, era presente, con tanto di gagliardetto, una delegazione della banda di Mese
che, con orgoglio porta il
nome del fondatore: Banda don Primo Lucchinetti.
Perché dopo 75 anni la
gente è ancora affascinata dalla figura di don Primo? La risposta a questa
domanda va ricercata nella storia di Mese dove don
Primo è la pietra di paragone: prima di don Primo
e dopo don Primo.
Era il primo sabato di
agosto del 1887 quando
don Primo e sua madre
giunsero a Mese, fra l’indifferenza degli abitanti.
Sulla porta della canonica
trovò un cartello con scritto: “Sii il nostro buon Pastore! Se ci vorrai bene ti
seguiremo; però guardati
dal disturbarci nelle nostre abitudini”. Don Primo, che aveva certamente letto come il santo Curato d’Ars tremasse per
avere la responsabilità di
un paesello molto più piccolo, si sentì gelare il sangue sapendo di essere il
responsabile di seicento
anime. A mezzogiorno,
nella piccola casa presso
la chiesa di san Mamete,
mangiò una modesta colazione con la mamma e
l’amico don Tam mentre
la gente di Mese, secondo
l’uso del paese, si rinfrescava ai crotti di Scandolera fino all’imbrunire.
Questi furono i primi
passi di un prevosto che,
per trentacinque anni,
accompagnerà con amore
ed attenzione i suoi parrocchiani. Dà corpo ad iniziative sociali ed alle attività ricreative e religiose ma, soprattutto, è attento alla loro crescita
sentati dai vertici e dai giovanissimi. Due assistenti
scout - don Andrea Lotterio
e fra Paolo Servi - hanno
concelebrato la Santa Messa con il parroco don Ernesto Tocalli e Agostino Migone, della Fondazione
“Andrea Ghetti - Baden”,
ha letto le preghiere. I canti scout hanno concluso la
celebrazione insieme alle
parole, di don Andrea: “Il
fatto che Romilda sia morta lo stesso giorno del nostro fondatore rafforza il
nostro legame con lei”. Tra
i presenti Silvana Tirloni,
già sindaco di Morbegno e
amica personale della defunta. «Era una donna speciale - la ricorda Tirloni Buona e severa con se stessa e con gli altri. Aveva un
amore infinito per le montagne. Ricordava sempre la
conquista del voto per le
N.FAL.
CHIAVENNA CON I CAMPANARI DI BERGAMO IN PIAZZA CASTELLO
Un concerto con un buon successo
S
uccesso forse oltre
ogni più rosea previsione per il concerto dei Campanari di Bergamo
tenutosi domenica scorsa
in piazza Castello a Chiavenna. Nonostante il giorno feriale e l’orario inusuale, l’esibizione è iniziata
alle 15, la piazza ha visto
una ottima partecipazione
di pubblico. Sicuramente
affascinante la proposta,
con le sei campane diver-
samente accordate montate su un palco-camion a
creare melodie e armonie
ora complesse ora di facile
lettura. L’appuntamento
voluto dalla Prochiavenna,
che con questo concerto ha
aperto il calendario di attività per il 2010, chiude il
cartellone degli eventi
chiavennaschi legati alle
festività natalizie. Un bilancio positivo quello della Prochiavenna, che ha
proposto anche mercatini
all’aperto, un apprezzato
concerto con la corale
Laurenziana e l’organista
Michele Montemurro. Unica pecca della manifestazione la scelta del luogo. La
pur splendida cornice di
piazza Castello non è apparsa, forse, la soluzione
migliore. Soprattutto perché in coincidenza del concerto non è stato chiuso il
traffico, ma solamente i
posteggi presenti nell’area.
Il passaggio dei veicoli ha
spesso disturbato un’esibizione che, sicuramente, sarebbe stata maggiormente
coinvolgente con maggiore
silenzio. I prossimi appuntamenti per il sodalizio
guidato da Sandra Scaramellini sono previsti per
febbraio. La Prochiavenna
sta organizzando corsi di
pasticceria e di degustazioni e ha fissato per febbraio
l’assemblea ordinaria annuale.
D. PRA.
CRONACA
ValchiavennaBassaValle
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
P A G I N A
27
A REGOLEDO INCONTRI DI FORMAZIONE
Per i genitori
di adolescenti
L
a Consulta Giovanile di Cosio, in collaborazione con il
Comune di Cosio
Valtellino e con la
cooperativa Sol.Co. Sondrio, propone a tutti i genitori di preadolescenti e
adolescenti: Sbulloniamoci, progetto di prevenzione dei fenomeni
delle prepotenze, delle
prevaricazioni e dell’esclusione tra i ragazzi.
Dopo la serata di martedì scorso con il prof.
Pietropolli Charmet – di
cui relazioneremo sul
prossimo numero del Settimanale – per i genitori
che sono interessati a
confrontarsi attivamente
sulle questioni educative
negli anni dell’adolescenza è organizzato un percorso formativo condotto
dalla dottoressa. Chiara
Cavina, psicoterapeuta e
consulente dell’Asl di
Sondrio, in collaborazione
con gli educatori della Co-
operativa Sociale Insieme
di Morbegno. Ecco il programma degli incontri,
che si svolgeranno tutti
a partire dalle ore 20.45,
presso le Scuole Medie
di Regoledo di Cosio (per
il ciclo dei tre incontri formativi si richiede una
quota di partecipazione di
dieci euro): mercoledì 27
gennaio, Come costruire
una comunicazione efficace con i figli; mercoledì
3 febbraio, Come stabilire le regole e fare in modo che funzionino; mercoledì 10 febbraio, Come gestire i momenti di
conflitto con i figli.
MOVIMENTO APOSTOLICO MORBEGNO UN RECITAL MOLTO BELLO PRESSO L’AUDITORIUM SANT’ANTONIO
«E sia la luce»: anche la scuola a passo di Vangelo
CAMPODOLCINO IN LUTTO
PER LA SCOMPARSA DELL’EX
VICESINDACO AUGUSTO FRANCOLI
Sono stati celebrati domenica a Campodolcino i
funerali di Augusto Francoli, ex-vicesindaco del
paese della Valle Spluga. L’uomo, conosciuto in
tutta la vallata anche per il proprio impegno
nell’azienda di famiglia, le Distillerie Francoli,
è scomparso a 72 anni dopo una lunga malattia. Lascia la moglie Anna e i figli Enrico, Achille
e Barbara. Dopo avere trascorso molti anni a
Ghemme, la città della provincia di Novara dove
ha sede l’impresa di famiglia, da una decina
d’anni era rientrato a Campodolcino. L’amministrazione e i dipendenti del Comune hanno
espresso la propria vicinanza alla famiglia di
Francoli, vicesindaco fino alla passata amministrazione, uomo e stimato ed apprezzato per le
sue qualità umane. «Era un uomo dall’altissima rettitudine morale e dal senso civico molto
apprezzato - sottolinea il sindaco Daniela Fanetti - Si era impegnato come vicesindaco e consigliere nell’amministrazione precedente. È sempre stato disponibile, la sua presenza è stata
significativa non soltanto nell’ambito amministrativo, ma anche nel complesso della vita del
paese. Questa notizia ha lasciato tutti senza
parole». Anche nel momento più difficile della
propria vita, caratterizzato dalla malattia, aveva continuato a mettersi a disposizione della
collettività. Anche dalla giunta diretta da Emilio Guanella che per cinque anni ha guidato il
comune arriva un commosso ricordo del collega. Francoli era stato eletto nell’estate del 2004
e per alcuni anni era stato impegnato come
vicesindaco, poi aveva deciso di lasciare spazio
ad altri, senza però rinunciare a offrire il proprio contributo. «Augusto ha messo l’anima e il
cuore nell’attività amministrativa svolta al servizio del paese - ricordano i colleghi della maggioranza del periodo 2004-’09 -. Sia come
vicesindaco, sia come assessore al Territorio aveva lavorato per il bene della comunità, raccogliendo l’apprezzamento di tutti i campodolcinesi. Era una persona capace di ascoltare i compaesani, di promuovere il dialogo fra la cittadinanza. Il suo esempio ci accompagnerà anche
in futuro». Anche il Consorzio delle frazioni Corti
e Acero partecipa al dolore della famiglia per la
scomparsa del caro socio Francoli.
S.BAR.
artedì 22 dicembre, all’Auditorium
Sant’Antonio di Morbegno, il Movimento Apostolico ha offerto la sacra
rappresentazione in un
atto unico E sia la luce,
ideata e composta dalla
presidente Cettina Marraffa. E sia la luce loda
il Creatore e rende gloria
a Gesù Bambino, Nuovo
Adamo. Inserito nell’ambito delle attività educative-formative, il musical
è stato rivolto quest’anno
agli alunni della scuola
media “Ezio Vanoni” e della scuola primaria “Damiani” e a quanti hanno
voluto assistere liberamente e gratuitamente,
ravvisando che è compito
delle Istituzioni sviluppare nelle nuove generazioni i valori universalmente riconosciuti e fondati
sulla tradizione cristiana.
Il desiderio di comunicare il Vangelo ai giovani
M
e renderli protagonisti ha
suscitato grande entusiasmo e coinvolgimento, sia
tra i ragazzi che hanno
assistito allo spettacolo,
sia tra quelli che lo hanno realizzato, coreografati
da Sebastiano Belatti e
diretti dal professor Mario Iezzi, che ha curato
anche le scenografie, con
i costumi sartoriali preparati su bozzetti della professoressa Maria Luisa
GIULIA TARABINI NUOVO PRESIDENTE
DELLA PRO LOCO DI PEDESINA
Nella giornata dell’Epifania si è riunito il Consiglio Direttivo della pro loco di
Pedesina per assegnare le cariche direttive. Il neo consiglio direttivo era stato eletto domenica 27 dicembre 2009 dall’assemblea dei soci in una partecipata riunione. A sostituire Lino Dalle Grave, che ha lasciato l’incarico al
termine del suo primo mandato è Giulia Tarabini già vicepresidente nel
precedente triennio.Nello stesso incontro sono stati eletti con la carica di
vice-presidenti Giovanni Dante Bonelli e Pietro Giuseppe Ciapponi, mentre
nel ruolo di segretario è stato riconfermato Marco Beretta e nel ruolo di
tesoriere Marco Giuseppe Porro. Completano l’organico, che in questo mandato per la prima volta è stato ridotto a nove membri i seguenti consiglieri:
Rina Introzzi, Daniele Maxenti, Luciano Maxenti e Aldo Barbero. Giulia
Tarabini, che a suo tempo è stata una delle principali promotrici della costituzione della pro loco di Pedesina, ha accettato volentieri questo suo nuovo
ruolo. In un breve intervento ha voluto ringraziare il suo predecessore per il
lavoro svolto e i risultati ottenuti, mentre ai componenti il nuovo gruppo
dirigente ha augurato buon lavoro ed una fattiva collaborazione nei rispettivi ruoli , quindi ha invitato tutti al classico brindisi. lI neo consiglio si riunirà a breve per iniziare a mettere le basi per la programmazione estiva 2010.
Silipo. La responsabile
nei saluti iniziali ha ringraziato coloro che si sono
prodigati per rafforzare il
legame tra scuola e parrocchia: il parroco don Andrea Salandi, con il quale
hanno concordato l’evento, e la comunità parrocchiale di San Giovanni
Battista, il sindaco Alba
Rapella, gli insegnanti, i
genitori, i dirigenti scolastici: professoressaa Maria Pia Mollura e professor Antonino Costa. Quest’ultimo alla fine dello
spettacolo ha ringraziato
il Movimento Apostolico e
i ragazzi della scuola
Vanoni per aver celebrato uno spettacolo in occasione del Natale, una ricorrenza questa, che tutti festeggiano, qualunque
sia la loro condizione, la
loro cultura di appartenenza. Il Salvatore, ha
commentato il dirigente,
nascendo nella grotta di
Betlemme ha consegnato
a tutti gli uomini un messaggio di verità, di amore, di amicizia, di fratellanza, che tutti siamo
chiamati ad accogliere,
sia che apparteniamo ad
una cultura cristiana, sia
che proveniamo da una
cultura laica.
Gli astanti, circa cinquecento, hanno percepito con immediatezza il
messaggio trasmesso da
questo musical, che esprime il carisma proprio dell’autrice, quello di saper
trasporre il Vangelo in un
linguaggio multimediale
nell’ottica della nuova
evangelizzazione, che è il
fine del Movimento Apostolico: il ricordo vivo della Parola di Dio.
M. e M.L. I.
P A G I N A
28
CRONACA
BassaMediaValtellina
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
DA TALAMONA, DOMENICA SCORSA
LA SANTA MESSA SU RAI UNO
Milioni di persone hanno assistito il 10 gennaio
alla messa celebrata a Talamona e dedicata a
tutti gli ammalati e sofferenti, trasmessa in diretta su Rai Uno alle ore 10.55. La funzione si è
svolta nella parrocchia della Natività di Maria
Vergine, concelebrata dall’arciprete don Giuseppe Longhini, don Gian Franco Pesenti, don
Celestino Perlini e il diacono Lorenzo Mottola con
la partecipazione di numerosi chierichetti e del
coro parrocchiale. Molti i fedeli presenti in chiesa tra i quali i bambini delle elementari e i ragazzini delle medie con le loro catechiste, il gruppo alpini, il gruppo della gioia, donne in costume
tipico talamonese. «Noi siamo tutti molto orgogliosi - ha spigato l’arciprete don Giuseppe - per
aver avuto questa opportunità. Abbiamo cercato
di organizzare tutto al meglio grazie all’ impegno, alla disponibilità e alla collaborazione della
comunità. Nel 2008 abbiamo festeggiato gli 80
anni della nostra parrocchia - continua don Giuseppe - e per l’ occasione è stato presente il vescovo Diego Coletti che si è complimentato per i
meravigliosi affreschi e per la maestosa grandezza della nostra chiesa paragonandola quasi al
Duomo di Como (è la chiesa più grande di tutta
la Valtellina). In quell’occasione il vescovo ha proposto di chiedere a Rai Uno di poter celebrare la
messa in diretta. Dopo due anni la nostra domanda è stata accolta. Con questa celebrazione abbiamo avuto modo di far conoscere anche scorci
del nostro paese».
DOLORES BERTOLINI
da WWW.VAOL.IT
A BERBENNO, CON L’ASSOCIAZIONE
OTHILIA, CI SONO I CORSI
DI GINNASTICA POSTURALE
Con il nuovo anno riprende l’attività dell’associazione di promozione sociale “Othilia” di Berbenno,
e più precisamente con il “Corso di ginnastica
posturale”, curato da Daniela Manzocchi, che, considerate anche le numerosissime adesioni raccolte
nella precedente edizione, ha dovuto addirittura
essere suddiviso in due turni. Per il quarto anno
consecutivo, il corso è dedicato a tutti, donne e uomini – ragazze e ragazzi, dai 17 ai 77 anni, ed è appositamente studiato per migliorare la propria organizzazione scheletrica e muscolare. Le lezioni
saranno sempre tenute a Berbenno, presso il salone di Pedemonte, ogni mercoledì sera, fino
al 17 marzo (il primo incontro si è tenuto mercoledì 13 gennaio), e, come si diceva, si struttureranno in due turni: il primo a partire dalle ore 19.30
ed il secondo alle 20.30, per un totale di 10 incontri. Come al solito sono pochissimi gli “attrezzi occorrenti”: un tappetino da palestra, abbigliamento
comodo e informale, calze. «Durante le vacanze di
Natale si tende sempre a mettere su qualche chiletto – sottolinea la responsabile del corso Maria
Grazia Bertini – e quindi alla possibilità di correggere qualche immancabile difetto posturale si
aggiunge anche necessità di tornare in forma. Direi che questo è veramente un ottimo sistema e si
abbina pienamente alla tipica attività esercitata
nelle palestre». Questo tipo di ginnastica, per l’appunto definita tecnicamente “posturale”, è infatti
molto particolare, in quanto contribuisce in maniera rilevante a sciogliere le tensioni, fisiche e psicologiche, a tonificare la muscolatura, recuperare la
corretta postura, in modo da poter prevenire dolori
articolari e cervicali o sciatalgie. Il corso è diretto
da Daniela Manzocchi, la quale, da oltre 20 anni,
lavora sul corpo come danzatrice e insegnante, affinando particolari tecniche che, unendo le sue conoscenze e l’esperienza personale al riguardo, ha permesso di creare un tipo di ginnastica che non si limita ad un solo metodo, ma li comprende tutti.
Per le adesioni al corso ci si può rivolgere a Maria
Grazia Bertini, telefonando al 348-9237991. Per
ulteriori informazioni sulle attività dell’associazione, che è in procinto di organizzare le ennesime
edizioni dei corsi di sci-snowboard e nuoto, è inoltre possibile collegarsi al sito www.othilia.it.
A SONDRIO CORSO DI ATTIVITÀ
MOTORIA PER ULTRASESSANTENNI
Sono aperte fino al 22 gennaio le iscrizioni al
secondo modulo del corso di attività motoria
per ultrasessantenni organizzato dal Servizio
Politiche Giovanili e Sociali del Comune di
Sondrio. Con riserva subordinata alla disponibilità di posti, si accetteranno le domande di persone
con età compresa tra i 55 e 59 anni. In totale sono
previste 26 lezioni con frequenza bisettimanale dal
1 febbraio al 7 maggio 2010. Le lezioni si terranno
presso la palestra del Centro Sportivo in piazzale
Merizzi. Per orari e informazioni: 0342 526.311
– 0342 526.312 – www.comune.sondrio.it.
DALLA PRO VALTELLINA STANZIATI 500MILA EURO
Aiuti emblematici
per il territorio...
L
a notizia tanto attesa era giunta
proprio a ridosso
del Natale trasformando in graditi
doni il bando sugli “Interventi Emblematici Provinciali” pubblicato lo
scorso ottobre da Pro Valtellina e Fondazione Cariplo. Dopo il sì della fondazione comunitaria locale è arrivato anche il via
libera del consiglio di amministrazione di Fondazione Cariplo, presieduto
da Giuseppe Guzzetti,
che, nell’ultima riunione
dell’anno, ha approvato i
cinque contributi da 100
mila euro ciascuno. Altri
500 mila euro complessivamente che si vanno ad
aggiungere al milione distribuito soltanto cinque
mesi fa. “Grazie alla generosità di Fondazione
Cariplo – spiega il presidente della Pro Valtellina Marco Dell’Acqua,
anche membro della
Commissione Centrale di
Beneficienza dell’organismo filantropico lombar-
do – siamo riusciti a intervenire contribuendo
alla realizzazione di progetti importanti per la
nostra provincia. Nella
valutazione delle richieste di finanziamento ci
siamo rigidamente attenuti ai requisiti considerati prioritari dal bando,
quali urgenza, novità, necessità, integrazione con
il territorio, rapporto costo-efficacia. Abbiamo
premiato cinque dei 10
progetti presentati, stilando una speciale graduatoria, e per altri meritevoli ci saranno nuove
occasioni di finanziamento. È fondamentale che i
richiedenti abbiano compreso la logica che sottende a questi bandi: i
progetti devono distinguersi per esemplarità e
sussidiarietà e devono
essere in grado di generare un positivo ed elevato
impatto sulla qualità della vita e sulla promozione dello sviluppo culturale, sociale ed economico
del territorio”.
PUBBLICATO IL NUOVO
BANDO DI
PRO VALTELLINA
E FONDAZIONE TIRELLI
A SOSTEGNO
DI FAMIGLIE
E SOGGETTI DEBOLI
Mettere a disposizione di enti, associazioni e organizzazioni della Provincia di Sondrio, risorse per
finanziare progetti a favore di singoli e famiglie
in condizioni di difficoltà. In totale si tratta di
120 mila euro che le fondazioni Pro Valtellina (20
mila) e AGeB Tirelli Onlus (100 mila) distribuiranno ai progetti giudicati meritevoli secondo
quanto stabilito dal bando recentemente pubblicato. Potranno essere finanziati progetti di aiuto
a famiglie e singoli in particolare stato di bisogno
economico, aiuto a anziani che necessitano di assistenza domiciliare o mobilità, minori affetti da
patologie che richiedono cure onerose, istruzione
o educazione per figli di famiglie in difficoltà economico-sociale, accoglienza di persone anche mediante la realizzazione o l’ammodernamento di
strutture o servizi ad esse dedicati. I contributo
non potrà superare il 70% del costo del progetto
che dovrà essere realizzato entro il 31 dicembre
2010. La scadenza del bando è fissata per le ore
17 del 1 marzo 2010. Le domande dovranno essere inviate via mail a [email protected]
- [email protected] oppure consegnate personalmente o via posta a Provaltellina via Trieste, 10 Sondrio (fax: 0342-516935) – Fondazione
AGeB Tirelli, piazzale Bertacchi 80 Sondrio (fax
0342-359533). I moduli per la presentazione delle
domande sono disponibili sui siti internet delle
due fondazioni: www.provaltellina.org e
www.fondazionetirelli.org.
I 500 mila euro messi a
disposizione sono stati
equamente distribuiti fra
cinque progetti presentati da tre parrocchie e da
due comuni che hanno ottenuto 100 mila euro ciascuno. La Parrocchia di
Andalo li utilizzerà per
il restauro e risanamento
conservativo della chiesa
parrocchiale dedicata alla
Beata Vergine Immacolata, costruita nella seconda metà del Seicento, che
contiene una tela del
Ligari e affreschi del
Gavazzeni. La parrocchia di Bormio si è vista finanziare il progetto
di riqualificazione sulla
Collegiata dei Santi
Gervasio e Protasio e sulle chiese di Sant’Ignazio
e San Vitale. La parrocchia di S. Eusebio di
Grosotto ha ottenuto il
contributo per la ristrutturazione dell’oratorio,
fondamentale centro di
aggregazione per l’intero
paese. Il comune di Villa di Chiavenna utilizzerà il finanziamento per
la realizzazione del progetto “Sulla via dell’acqua: dalla Maira alla
Mera” e il comune di Albaredo per l’Ecomuseo
Valle del Bitto di Albaredo: un patrimonio naturale ed etnografico arricchi-
to di saperi, tradizioni e
sapori.
Con questi cinque progetti salgono a 12 quelli
premiati nell’ambito degli
interventi emblematici
minori finanziati da Fondazione Cariplo, per un
totale di 1,5 milioni di euro, nel solo 2009. Il prossimo bando, dell’ammontare di 500 mila euro, è
previsto per la primavera prossima. “Ci saranno
molte opportunità anche
nel 2010 per Enti Pubblici e associazioni della provincia di Sondrio – conclude Dell’Acqua –. La
Pro Valtellina e la Fondazione Cariplo metteranno
a disposizione altri fondi
attraverso diversi bandi
specifici per ciascun settore, dalla cultura ai servizi alla persona e all’ambiente, e i progetti meritevoli che risulteranno
importanti per il miglioramento della qualità della vita e per la crescita
sociale e culturale del territorio troveranno i
finanziamenti di cui necessitano. Come sempre
sarà fondamentale la collaborazione per sviluppare progetti realmente significativi che contino sul
sostegno di pubblico e privato”.
FONDI RIQUALIFICAZIONE
Quattro comuni
er iniziativa dei
parlamentari
valtellinesi arriveranno in provincia
di Sondrio 266mila euro per il miglioramento e la riqualificazione ambientale equamente divisi
P
IL GRUPPO DI PROTEZIONE CIVILE DI DUBINO RACCONTA
LA SUA ESPERIENZA DURANTE IL SISMA IN ABRUZZO
Il gruppo comunale di Dubino di Protezione civile, nella serata di venerdì 15
gennaio, promuove un incontro dedicato al sisma in Abruzzo, dal titolo “La
nostra esperienza”. Parteciperanno all’incontro: Fausto Pedrotti, dirigente di Protezione Civile; Davide Semplici, responsabile Protezione Civile di
Como; Stefano Marieni, responsabile gruppo Protezione Civile Comunità Montana Valtellina di Morbegno; e il gruppo di protezione civile di Dubino,
con la testimonianza di Fabrizio Cavallera. L’incontro si terrà a Nuova
Olonio, a partire dalle ore 21.00, presso la Sala Civica di via Spluga.
fra quattro comuni: Dubino, Madesimo, Mello e
Verceia. Il via libera al finanziamento degli interventi inseriti nel Fondo per
la valorizzazione e la promozione delle aree svantaggiate confinanti con le
regioni a statuto speciale e
le Province autonome di
Trento e di Bolzano è arrivato a fine 2009. Quattro
interventi da 66.500 euro
ciascuno che i comuni utilizzeranno per una serie di
interventi di riqualificazione ambientale. Per Dubino
la zona interessata è quella dell’Alpe la Piazza,
Madesimo utilizzerà il contributo per la Val Febbraro,
Mello per la località Poira
e Verceia per la Foppaccia.
P A G I N A
CRONACA
29
Sondrio&provincia
SONDRIO ENTRO FEBBRAIO DOVREBBE APRIRSI IL CANTIERE PER IL TEATRO
Al lavoro per il
nuovo «Pedretti»
U
n altro passo importante per il
restyling della
città di Sondrio.
Dopo la restituzione alla cittadinanza
del salotto buono di piazza Garibaldi, l’apertura
del parcheggio sotterraneo, la presentazione degli interventi in piazza
Campello e la realizzazione di una prima opera
nello spazio adiacente la
chiesa Collegiata, ora si
aggiunge un altro tassello. L’annuncio è arrivato
direttamente da Palazzo
Pretorio sul chiudersi del
2009: il cantiere per la
ristrutturazione del teatro Pedretti – già Teatro Sociale – dovrebbe aprirsi entro la fine
del prossimo mese di
febbraio. Tempo previsto
per i lavori: un anno
mezzo, la cerimonia
inaugurale dovrebbe
essere in calendario
per l’autunno 2011.
L’intervento sarà realizzato, in collaborazione
con un’azienda del territorio, dall’impresa Sacaim, la stessa che ha restituito splendore alla
Fenice di Venezia e che ultimamente ha guadagnato le cronache nazionali a
causa del non troppo lusinghiero “muro” sul lungo lago di Como. Le due
ditte hanno presentato
un ribasso d’asta di quasi un milione e mezzo di
euro. I lavori sono stati
quindi aggiudicati per 4
milioni e 670mila euro,
più 215mila euro per la
progettazione.
La scorsa primavera la
Regione Lombardia aveva annunciato l’erogazione di un contributo di 2,8
milioni di euro per il restauro e il recupero fun-
facciata sulla piazza e
dell’atrio di ingresso realizzati dal Canonica, il ripristino del piano interrato e il sopralzo della torre scenica. I lavori inizieranno entro la fine del
2009 e si concluderanno
entro il 2011.
Il Teatro Pedretti, progettato dall’architetto
Luigi Canonica, fu inaugurato nel 1824. Nel 1940
la Società del Teatro cedette l’immobile a Celestino Pedretti, che nel
1946 lo trasformò in un
moderno cine-teatro, la
cui attività è cessata nel
2002. La proprietà venne
poi ceduta alla “Teatro
Pedretti srl”, costituita
proprio con l’intento di
restituire l’immobile alla
sua funzione originaria.
Nel marzo del 2007 è stata stipulata una convenzione urbanistica tra il
Comune di Sondrio e la
Società Teatro Pedretti
nella quale è stata anche
prevista la cessione del
100% del capitale sociale
a favore del Comune stesso. I fondi sono stati reperiti attraverso l’accensione di un mutuo: «è un
impegno che vincola parecchio – puntualizza l’assessore del comune di
Sondrio Michele Iannotti
– e che richiede un impegno serio. Con i vincoli di
bilancio imposti dal patto di stabilità non si può
sprecare nemmeno un
centesimo». Un milione di
euro è stato anche messo
a disposizione dalla Fondazione Cariplo. «Una
volta a norma – spiega
ancora l’assessore –, la
struttura potrà ospitare
fino a 700 spettatori (400
in platea, 300 in galleria).
Il teatro amplierà la propria superficie totale del
20% rispetto ad ora e offrirà un grande spazio
scenico e un ottimo livello di acustica».
INIZIATIVE PER PROMUOVERE
LO SCI AD APRICA
zionale del Teatro Pedretti. I fondi sono stati stanziati in attuazione dell’Accordo di programma,
siglato il 17 settembre
2007, dall’assessore regionale Massimo Zanel-lo
con la Provincia, il Comune di Sondrio e la società
“Teatro Pedretti srl”.
Per restituire l’antico
splendore alla struttura
storica cittadina il costo
complessivo dell’intervento prevede una spesa di
7,6 milioni di euro, così
suddivisa: da Regione
Lombardia, 2,8 milioni
di euro (in base alla legge
regionale n. 31 del 1996)
per i lavori di recupero
(opere murarie, impianti
meccanici, elettrici e scenici) a cui si aggiungono
400.000 euro (in base alla
legge regionale n. 35 del
1995) destinati agli arredi; dal Comune di Son-
drio, 4,2 milioni di euro
per i lavori di recupero e
200.000 euro per gli arredi; dalla Provincia di
Sondrio, 50.000 euro a
titolo di contributo aggiuntivo per le spese relative ai costi dello studio di analisi del modello
gestionale del Teatro.
L’intervento sul teatro,
che ha come scopo il restauro conservativo e il
suo adeguamento tecnologico, prevede il completo
recupero dell’immobile
con la finalità di dare alla
città di Sondrio ed alla
Provincia uno spazio teatrale moderno e tecnologicamente avanzato, idoneo
allo svolgimento di rappresentazioni drammatiche, opere liriche, concerti di musica, proiezione di
film, convegni e riunioni.
Il progetto prevede il restauro delle parti dell’impianto originario della
IL PREFETTO ERMINIA ROSA CESARI SI PRESENTA
Un ritorno a casa per il nuovo prefetto, Erminia Rosa Cesari che nei giorni scorsi
ha incontrato i giornalisti. Lombarda doc (è nata a Voghera nel ’52, si è laureata in
Giurisprudenza alla Statale di Milano, risiede ufficialmente a Retorbido, sempre
in provincia di Pavia) conosce già sia la Valtellina che la Valchiavenna. «Ci venivo
in vacanza da piccola, a Campodolcino quando avevo 6 anni e a Bormio dall’età di
12 anni - ha raccontato -. Tornare qui mi ha riportato alla mente le passeggiate
che facevo in montagna con mio padre». Dopo aver mosso proprio qui i suoi primi
passi nei boschi, Cesari comincia a Sondrio anche il proprio cammino nella carriera prefettizia. Entrata alle dipendenze del ministero dell’Interno nell’82 vincendo
il concorso da vice consigliere di Prefettura, era stata subito assegnata alla Prefettura di Pavia dove è rimasta fino al ’91. Da allora fino al febbraio del ’96 è stata
capo di gabinetto della Prefettura di Imperia, poi è passata a Biella, dove è rimasta con lo stesso incarico fino al maggio ’97 e a Lodi fino al dicembre ’99. Nelle
stesse sedi ha svolto anche incarichi commissariali in diversi enti. Dal 2000 al
2007 è stata viceprefetto vicario a Lodi e dal 1° ottobre 2007 a Lodi. La nomina a
prefetto di Sondrio è stata ufficializzata il 17 dicembre 2009.
ACCORDO SUL TRASPORTO PER LA VALCHIAVENNA
Gennaio inizia all’insegna delle novità per il trasporto pubblico da e per la Valchiavenna. In particolare a trarne beneficio saranno gli studenti pendolari della
Valle del Mera. È stato raggiunto, infatti, proprio in questi giorni un accordo fra la
Provincia di Sondrio e i vertici di Stps in merito alla questione dell’acquisto del
doppio biglietto: sia quello per il treno sia quello per l’autobus. La Provincia di
Sondrio annuncia che fino a fine giugno, gli studenti della Valchiavenna potranno
viaggiare a bordo dei pullman della partecipata Stps senza dover sostenere le
spese per l’acquisto del secondo biglietto. Gli oneri dell’intesa saranno interamente a carico dell’Amministrazione Provinciale. Un ulteriore passo avanti nel progetto volto a migliorare la qualità del servizio. Un risultato, quest’ultimo, che si
somma ad un altro obiettivo raggiunto tempo fa con il reinserimento di due corse
ferroviarie, rispettivamente il treno delle 7.00 e quello delle 21.00, lungo la tratta
Colico - Chiavenna.
«Puntiamo tantissimo sui residenti in Valtellina,
in Valcamonica, nella Valposchiavo. Abbiamo varato il sistema key card, in pratica diamo uno
skipass ad ogni residente nelle zone limitrofe a
venti euro e ogni volta che questa persona torna,
presentandolo, ricarica la tessera giornaliera».
Domenico Cioccarelli parla a nome degli
impiantisti dell’associazione Skipass Aprica e
Corteno Golgi per presentare, dopo il periodo di
Natale, le proposte che il comprensorio sciistico
ha elaborato per i residenti nella zona. «Abbiamo
importanti dati soprattutto dalla vicina
Valcamonica, ma anche dalla Svizzera. Stiamo
puntando a promuovere una ski area nuova, di 50
chilometri di piste, fra i fruitori locali con un notevole riscontro testimoniato dall’aumento delle
presenze sui tracciati». A questo si aggiunge il
corso di sci con prezzi convenienti per i bambini e
gli adulti residenti nel mandamento di Tirano in
accordo con la Comunità montana e in collaborazione con il Consorzio turistico Terziere Superiore. Il collettivo si svolgerà sulle piste di Aprica il
sabato dalle 15 alle 17. In tutto dieci i giorni di
lezione in programma dal 16 gennaio al 20 marzo
(16, 23, 30 gennaio; 6, 20, 27 febbraio; 6, 13 e 20
marzo). Gara di fine corso il 27 marzo. La quota
comprende 10 lezioni con maestri qualificati, gara
di sci finale con rilascio di attestato di partecipazione. Il corso di sci per ragazzi e adulti avrà un
costo di 80 euro, mentre la tessera per accedere
agli impianti di risalita costerà 90 euro (più la
key card). Per le iscrizioni ci si può rivolgere alla
Scuola sci e snowboard di Aprica al numero di telefono 0342.745108. Infine, sempre in accordo con
il Consorzio turistico tiranese, è stato varato anche il bus che parte da Teglio per portare gli sciatori all’Aprica.
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
INDAGINE
CONOSCITIVA
UNA RICERCA
IN PROVINCIA
SUI SISTEMI DI
RISCALDAMENTO
I
l riscaldamento domestico è sempre più
spesso, specialmente
nei grandi insediamenti, una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico. Ne è
consapevole l’Arpa della
Lombardia che tramite il
dipartimento di Sondrio e
la collaborazione della
Provincia e della Fondazione Lombardia per
l’Ambiente ha avviato
un’indagine sul riscaldamento domestico nei comuni di Sondrio, Tirano,
Morbegno, Talamona e
Cosio Valtellino. “L’obiettivo – ha spiegato l’assessore provinciale all’ambiente, Salvatore Vitali è quello di comprendere
al meglio i fenomeni che
influenzano la qualità
dell’aria in Valtellina”.
L’indagine si attuerà tramite questionari anonimi
che, per quanto riguarda
il Comune di Sondrio, verranno consegnati alle famiglie da parte di ASM
(in concomitanza con la
consegna di sacchi e calendari di raccolta) entro
il mese di gennaio. La raccolta si concluderà presumibilmente entro il
mese di febbraio. “Grazie
a questa indagine – conclude l’assessore – sarà
possibile ottenere una
rappresentazione realistica dei quantitativi e del
tipo di combustibile utilizzato per il riscaldamento domestico casa per
casa, oltre che dei tipi di
impianti utilizzati. Queste informazioni saranno
utili per interpretare al
meglio i dati sullo stato
della qualità dell’aria che
emergeranno a seguito di
specifiche campagne di
monitoraggio effettuate
ad hoc sul territorio della
Valtellina a partire dal
mese di dicembre 2009".
Il recapito del questionario dovrà essere effettuato, possibilmente entro 2
settimane dal ricevimento, in apposite urne in cartone ubicate presso i 6 uffici comunali: URP Municipio - Martinengo - Ufficio Tecnico - Anagrafe Biblioteca – Museo.
BILANCIO ATTIVITÀ IN POSITIVO PER L’ALER DI SONDRIO
Aler Sondrio ha presentato, nelle scorse settimane, l’attività del 2009 e elencato
gli obiettivi per il 2010. Il presidente Gildo De Gianni, affiancato dal consigliere
Lorena Moretti e dal direttore Walter Songini, si è detto particolarmente soddisfatto ed ha snocciolato i risultati ottenuti in questi dodici mesi. Sono stati ricordati i 6 alloggi in vendita a Madesimo, i 5 a Tirano Cologna (520mila euro), i 16 a
Tirano Porta Milanese (1 milione 350mila euro), i 12 a Chiavenna in via Mosca
(750mila euro) e i 12 che saranno realizzati a Bormio in via Tazzoli, una zona di
grande pregio. Poi è stata analizzata l’esperienza dell’Auditing Energetico su vari
fabbricati. Per quanto riguarda i contributi di solidarietà De Gianni ha evidenziato
lo stanziamento di 100mila euro, “molto importante in un periodo di forte crisi
economica”. Al 30 novembre sono stati erogati 56mila e 200 euro. Il presidente si
è soffermato sul progetto Aler-Pro Valtellina, “un sostegno alle famiglie che a causa della perdita del lavoro o dell’inserimento in liste speciali sono in difficoltà con
il pagamento di affitti e spese”. Stanziati 50mila euro (25mila ognuno). Il progetto
dell’ex Ipsia di Sondrio, in accordo con il Comune, vedrà realizzati 8 alloggi in
vendita, 10 alloggi in affitto e 2 alloggi comunali. L’intervento programmato per i
10 alloggi prevede una spesa da 1 milione e 132mila euro. C’è stato un contributo
della Regione di 827mila e 730 euro e Aler si è impegnata per i restanti 304mila
269 euro. L’inizi dei lavori è previsto entro il 31 marzo 2010, la fine 18 mesi dopo.
Il presidente ha infine elencato alcune cifre per il programma di manutenzione
del prossimo anno, un impegno molto importante. Per manutenzione ripartiva e a
guasto 600mila euro, per adeguamento alloggi sfitti 270mila euro, per sostituzione serramenti 323mila euro, per trasformazione centrali termiche 205mila euro e
per riqualificazione energetica 290mila euro.
P A G I N A
30
CRONACA
SondrioCultura
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
PUBBLICAZIONI COME SEMPRE RICCO DI APPROFONDIMENTI, STUDI, RICERCHE
Il nuovo «Notiziario dello Iav»
C
ome di consueto il
Notiziario dell’Istituto Archeologico Valtellinese (IAV),
giunto quest’anno al numero 7, accoglie nelle sue
pagine dei piccoli, ma autentici tesori. Il primo di
questi è l’articolo di don
Remo Bracchi, glottologo-dialettologo-etnologo e
presidente dell’Idevv, Piccole strade per grandi
sogni, sottotitolato Rapporti tra uomo e ambiente attraverso le denominazioni del sentiero nell’alta valle dell’Adda. Il saggio, pur nel rigore della
trattazione scientifica, ha
il notevole pregio, tipico
della scrittura del Nostro,
di affascinare il lettore
fino a farlo sentire co-protagonista della riscoperta
di un mondo ormai quasi
del tutto espulso dalla
quotidianità. Così, in queste pagine si compie il
miracolo di una vitalità
ridonata e resa immortale dalla scrittura. Eccone
due esempi, tratti dal primo dei quattro paragrafi
intitolato Strato prelatino: “L’antica voce tröi ‘sentiero’ diffusa in gran parte dell’arco alpino, ci riporta a una base indoeuropea, quasi certamente
di trasmissione celtica,
*
trogios ‘sentiero’, in tempo più antico ‘traccia,
orma segnata dal passaggio’ degli zoccoli degli ungulati, che sembra ricondurci d’un tratto alle lontane avventure di caccia
degli inseguitori stagionali di selvaggina… In
quest’epoca lontana il
sentiero doveva costituire il filo di Arianna capace di guidare l’uomo, risalente dalle pianure all’inizio della stagione estiva,
nell’immenso labirinto
delle valli e delle foreste…”. Poco oltre, Bracchi
ci ricorda che “Per segnalare i punti di deviazione
o i distaccamenti per le
bocchette, si impilavano
nelle culminazioni più
avvistabili da lontano alcune pietre, sagomando la
catasta in forma vagamente antropica (questi
segnavia nel linguaggio
alpinistico sono designati come ‘ometti’, ndr.). Le
si dava il nome di mat, che
va forse riportato al senso di ‘ragazzo’, come ci viene suggerito dal diminutivo matèl. Potrebbe trattarsi di un termine celtico, sincopato da magàt,
derivato da *magus ‘ragazzo, giovane (nella pienezza della vita)’… Riportandoci all’esperienza dell’uomo primitivo, per
quanto ci è consentito fare, è da supporre che queste pietre ammonticchiate rappresentassero le divinità delle strade, delle
raffigurazioni improvvisate e rudimentali corrispondenti dell’Ermes greco, alle quali ci si affidava prima di mettersi in
viaggio e alle quali forse
si sacrificavano le primizie della caccia e, più tardi, degli armenti condotti
ai pascoli superarborei”…
Ogni strada suscitava
dunque nel suo immaginario subliminale un sentimento ambiguo: l’impressione della sicurezza
in direzione delle proprie
mete più immediate e lo
sgomento per l’infinità
del percorso che si spalancava improvviso ad ogni
limite raggiunto. Nei nostri dialetti è sopravvissuta una traccia di questo fascino e di questo
sgomento sulla soglia della frontiera non mai raggiungibile. Quando per la
prima volta ci si reca in
una località sconosciuta,
l’avventura viene descritta come baœà la végia ‘baciare la vecchia’, o con altre varianti di poco ritoccate. Questa ‘anziana di
giorni’ che si è tenuti a riverire, prima di entrare
nel territorio che le appartiene, non è altro che l’antichissima dea madre, signora degli elementi della natura e delle bestie
dei campi e delle foreste”.
Non potendo dilungarmi
oltre per ragioni di spazio,
lascio alla lettura personale di scoprire le altre
preziosità di cui è incastonato questo saggio. Di
quello successivo, opera di
Guido Borghi, insigne
linguista e glottologo noto
ai nostri lettori, intitolato Che lingua si parlava in Valtellina prima
dell’arrivo dei Romani?, già si è riferito distesamente su queste pagine. Direttamente collegato ad esso è il breve contributo Il veterano Caius Kaninius Sissius, di
cui Davide Pace, compianto padre dell’attuale
direttore dell’IAV, indica
la probabile origine comense e la sua appartenenza alla XXX legione
(incerta rimane anche
l’identificazione di questa), dopo aver ripercorso
le vicende che hanno portato al reperimento della
stele funeraria fino alla
collocazione definitiva
presso il Museo di Storia
e Arte Valtellinese di Sondrio. Di notevole interesse anche il breve saggio di
La rivista dell’Istituto di Archeologia
Valtellinese presenta
un indice di interessanti interventi
che contribuiscono a conoscere sempre
meglio il patrimonio storico,
etnografico e culturale dell’intero
territorio di Valtellina e Valchiavenna;
interessante il saggio introduttivo
di don Remo Bracchi, il quale mette
in evidenza il rapporto uomo-ambiente
nella valle dell’Adda
di PIERANGELO MELGARA
Angelo Eugenio Fossati dell’Istituto di Archeologia dell’Università Cattolica di Milano, intitolato Sottosopra: un contributo allo studio delle figure capovolte nell’arte rupestre della
Rupe Magna in Valtellina e arricchito da riferimenti bibliografici e da
un cospicuo apparato iconografico, in cui lo studioso tenta di dare risposta
all’enigma delle figure
umane ed animali ivi
“rappresentate capovolte
rispetto al normale senso
di lettura”. Egli, pur
avanzando l’ipotesi che
“potrebbero essere anche
interpretate come ‘apparizioni’, un tema già discusso per le figure incomplete della Valcamonica”, conclude di ritenere ancora lontana “un’interpretazione soddisfacente ed esaustiva”. Di seguito, Ivano Gambarri e
Francesco Pace, “Dopo
alcuni anni dedicati all’esplorazione superficiale di entrambi i versanti
della valle dell’Adda” nella zona, propongono alcune considerazioni sull’esito delle loro ricerche nel
saggio Incisioni coppelliformi nel territorio di
Grosio e Grosotto.
Di contro, Leopoldo Pozzi e Jacques Labrot in
Amuleti e talismani:
oggetti misteriosi o matrici per tessere? pubblicano le scoperte e i risultati delle nuove ricerche,
riprendendo il discorso
iniziato lo scorso anno a
partire dalla misteriosa
matrice di Sondrio. Pur
essendo ancora agli inizi,
la ricerca si è “allargata
al territorio dell’arco alpino e della Liguria attraverso lo spoglio di riviste
e di studi di indirizzo archeologico… ha già fornito alcune sorprese perché
ad alcuni manufatti riconducibili ad un loro utilizzo come matrici per tessere erano state attribuite funzioni di amuleto o
di talismano”. Una nuova
matrice, probabilmente
incisa su roccia di clori-
toscisto, è stata ritrovata
da Francesco Pace in un
negativo fotografico. In
attesa di stabilire dove
attualmente si trovi, essa
è stata attribuita “provvisoriamente e genericamente alla Valtellina”. I
disegni incisi sono stati
riconosciuti “d’ispirazione
monetale imitanti un denaro medievale”, mentre,
mancando i canali di colata, si ipotizza che questi fossero tracciati sulla
contro valva “con o senza
la presenza di un disegno
nel rovescio della tessera”: queste erano tessere
che potevano avere un
impiego come “gettoni di
conto” o da gioco. Del contributo successivo, Boschi, colture, pascoli
nella media Valtellina
durante gli ultimi
7mila anni, di Roberta
Pini e Cesare Ravazzi
dell’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali, Laboratorio di
Palinologia (studio dei
granuli pollinici) e di
Paleoecologia, molto interessante per chi desidera
avere notizie di archeobotanica per questa nostra zona, mi limito ad
un’unica segnalazione
che mi consente di aprire
una parentesi su un argomento oggi di attualità.
Infatti, trattando dell’ambiente naturale durante il
periodo atlantico e delle
prime evidenze di insediamenti neolitici, gli autori hanno rilevato che
“7000 anni calendario da
oggi (cioè nel 5000 a.C.) il
paesaggio vegetale della
media Valtellina era dominato da immense foreste di peccio (Picea abies)
e abete bianco (Alba abies), diffusi in un’ampia
fascia altitudinale, sia in
contesti oceanici che continentali. Il limite degli
alberi si attestava a
quote superiori ai 2500
m (l’evidenziazione è mia,
ndr.) con formazioni a
pino cembro, come testimoniato nelle torbiere del
Passo Gavia”. Ciò poteva
avvenire, proprio perché
in quel periodo la temperatura media era di 2,5°
più alta di oggi (il livello
del mare superava l’attuale di 2-3 metri).
Tornando all’oggi, dunque
è giusto cercare di prevedere ciò che potrebbe succedere nell’arco di alcuni
decenni per non farsi trovare impreparati - coscienti che non si può né
prevedere, né prevenire
tutto -, senza la pretesa di
colpevolizzare dei cambiamenti climatici in corso solo ed esclusivamente l’uomo e l’inquinamento da lui prodotto ma, nel
contempo, imparando che
“Non possiamo usare ed
abusare del mondo e della materia come di semplice materiale del nostro
fare e volere;… dobbiamo
considerare la creazione
come un dono affidatoci
non per la distruzione, ma
perché diventi il giardino
di Dio e così un giardino
dell’uomo” (Benedetto
XVI).
Gli ultimi contributi di
questo interessante numero sono di Francesco
Pace su I petroglifi del
Lago Nero in Val Belviso; quello di Edoardo
Micati su La capanna
a falsa cupola - La forma, la funzione e il
materiale, che porta un
ulteriore contributo agli
studi già pubblicati negli
anni scorsi; quello di
Ilario Silvestri, intitolato La Preda Benedida.
Da notare che tutti gli
scritti sono accompagnati da un opportuno corredo fotografico. Concludono il Notiziario l’importante rubrica delle Segnalazioni in breve, divenuta negli anni sempre più consistente, e gli
Atti dello IAV.
P A G I N A
CRONACA
31
AltaValle
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
GROSIO TEMPO DI VERIFICA PER UN’ISTITUZIONE DI RADICATE TRADIZIONE
Una Confraternita
sempre nuova...
’
L
impegno nel servizio alla Celebrazione eucaristica è stato evidenziato a Grosio in un incontro festoso
e pieno di momenti importanti vissuti nella semplicità, come lo stile del prevosto, da poco insediato,
don Renato Lanzetti, che
ha desiderato, con questa
iniziativa stabilire un
tempo di verifica sul significato e sulla continuità della presenza e del
ruolo, in particolare della
Confraternita del Santissimo Sacramento, al di là
delle tradizioni radicate
da cui trae origine.
nuovi ragazzi volenterosi
e seri, avvenuta durante
la celebrazione: Andrea
Strambini, Nicola Pini,
Andrea Pavanello, Protasio Caspani, Gioele Fran-
zini. Così prosegue la vita
di questo sodalizio creato
circa 30 anni fa da don
Gianfranco Pesenti e che
il prevosto vuole rivitalizzare per mantenere un
LIVIGNO A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CARCENT
contatto con i ragazzi in
un passaggio di vita sempre complicato, quale è
quello dell’adolescenza.
Un nuovo membro è
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
La celebrazione eucaristica prefestiva, e dunque
già solenne per il Battesimo di Gesù, è stata l’occasione per vedere l’altare pullulare di ministranti guidati da Piero Cecini,
da anni loro guida, che si
è impegnato anche per
l’introduzione nel gruppo
Cavalieri del Santissimo
Sacramento di cinque
stato accolto anche nella
più antica compagnia (risalente al 1600), denominata Confraternita del
Santissimo Sacramento.
Il quarantenne Nicola
Cecini ha scelto di prestare servizio nella confraternita, dopo l’esperienza
fatta vent’anni fa nei Cavalieri. Il ritrovo e il confronto con la voglia di capire, conoscere del nuovo
Prevosto è stata l’occasione per ritornare sul significato profondo alla base
della scelta di partecipazione a questi gruppi. Lo
zelo del Priore Giuseppe
Capetti ha permesso di
riportare alla memoria gli
impegni, i servizi ai quali
gli aderenti sono chiamati. La sua attenzione ha
dato modo di ripercorrere le iniziative dell’ultimo
mezzo secolo attraverso
la lettura dei verbali e
delle relazioni assembleari di questi anni.
Interessante è la conclusione di una di esse,
risalente al 2001, ma attualissima e valida per
tutti i sodalizi protagonisti di questa festa. “Dal
fatto che siamo Confratelli non ne deriva automaticamente che siamo buoni cristiani, ma, al contrario, che abbiamo una ragione in più per cercare di
diventarlo proprio perché
siamo Confratelli e per
rispetto all’abito che portiamo. Mai come in questo caso si addice il pro-
verbio (leggermente riadattato) che recita: “Non
è l’abito che fa il Confratello”. La serata è poi terminata con un sobrio incontro conviviale, molto
familiare, grazie all’impegno di alcune mamme e
mogli che hanno preparato la cena e hanno partecipato attivamente anche
a un momento di svago divertente e semplice.
Ora la verifica che si
renderà concreta e stringente nei prossimi mesi e
anni. Ha ancora significato la presenza del sodalizio? I Confratelli hanno
amore vero per l’Eucarestia e così coerentemente
scelgono di mettersi al
suo servizio oppure la loro
appartenenza è basata
solamente su un superficiale senso tradizionalistico? Le domande del
Prevosto, benché dirette,
sono utili per il bene vero
delle confraternite e dell’intera comunità. La sua
richiesta, ribadita nell’omelia, vale anche per
l’intera Famiglia parrocchiale di Grosio che, dopo
tanti anni di fruttuosa
vita di Fede, è in un momento di verifica, di analisi. Un passaggio che tocca ogni comunità e che
non deve essere scoraggiante, bensì stimolo alla
sequela ancor più convinta a Cristo.
a cura di
CARLO TOINI
TIRANO IN SANTUARIO: LO STRUMENTO RESTAURATO
In edicola torna il Tequin Serie di concerti d’organo
elle edicole di
Livigno è possibile acquistare
il calendario
scritto in livignasco con fotografie d’epoca realizzato dal gruppo teatrale “Carcent”. Il
primo “Tequìn”, realizzato nel 1994, nacque con lo
scopo di pubblicizzare gli
spettacoli teatrali che il
gruppo teatrale allestiva
già da qualche anno: sul
calendario venivano riportate le date esatte degli spettacoli. Negli anni
il “Tequìn” ha assunto
una propria fisionomia
indipendente e, soprattutto, ha conquistato gli
amanti delle vecchie fotografie e del dialetto livignasco. Il calendario del
2010, il diciassettesimo
della serie, è dedicato alla
frazione di Trepalle come
si evince dal titolo: Trepál
e la sóa ént. Al va la dédica i Carcént. La frazione
di Livigno Trepalle, già
alpeggio di Pedenosso, poi
nucleo permanente, è dominata dalla chiesa di S.
Anna, fondata nel 1648
ed eretta in parrocchia
nel 1784. Il primo insediamento stabile venne fatto nella zona chiamata
oggi Rodigheir. Per lungo
Trepalle dipese dalla parrocchia di Pedenosso. Il
Giovedì Santo da Pedenosso venivano portati gli
Oli Santi. Non sempre era
presente un sacerdote per
celebrare la messa la domenica o in occasione di
altre festività. Si saliva
allora in una località in
Trèla, a monte del Lago
Nero, da dove era possi-
N
bile scorgere la Chiesa di
San Gallo, e si rimaneva
in ginocchio per tutto il
tempo della celebrazione
della Messa. La stessa
cosa veniva fatta per recitare preghiere in suffragio dei defunti di Trepalle
sepolti nel cimitero presso la chiesa. Varie sono le
ipotesi per quanto riguarda l’origine del nome. Secondo un antico racconto
il paese si chiama così
perché la prima casa fu
costruita con tre pali,
quasi come una tenda indiana. Si racconta che alcuni pastori di Pedenosso,
in autunno inoltrato, furono costretti a seguire
una mucca fuggita attraverso la Val Trela fino ai
luoghi ove oggi sorge
Trepalle. Una volta raggiunto l’animale, furono
sorpresi da una grande
nevicata che li costrinse
a passare lì l’inverno.
Conquistati dalla bellezza dei luoghi, presero a
frequentarla in estate per
far pascolare il bestiame
e poi cominciarono ad abitare lì permanentemente.
Un’altra ipotesi fa pensare a un composto di tre
pal «tre pali» forse per segnalare il punto di passaggio obbligato nei periodi di innevamento, o a un
primitivo “tra i pali” a indicare qualche delimitazione degli spazi riservati al pascolo estivo o per
servire da cippi confinari.
Si segnala anche il “trapàl” nella accezione di
«stramazzo, letto da montanaro», voce antica formata probabilmente allo
stesso modo per indicare
la struttura sommaria
che sorreggeva un fascio
di fronde o di fieno. In un
racconto del Guareschi il
nome del paese è scherzosamente mutato in Trebiglie.
Realizzato dallo studio
grafico GallWeb di Livigno in più di 1.000 copie,
anche il “Tequìn” 2010 è
stato completamente
sponsorizzato dalla Cooperativa di Consumo di
Livigno. Per il reperimento delle fotografie i componenti del gruppo teatrale si sono avvalsi della
collaborazione della famiglie di Trepalle e non solo
che hanno lasciato visionare ed utilizzare le fotografie dei propri archivi.
Con estrema pazienza
Emanuele Mambretti ha
corretto gli errori nella
scrittura del dialetto
livignasco rendendo il calendario ancor più interessante. Con il ricavato
della vendita dei Tequin
e degli spettacoli teatrali
i “Carcent” continueranno
l’adozione a distanza di
Souwan Frank, un bambino africano della Costa
d’Avorio seguito nella sua
terra dalle suore Poverelle; proseguiranno l’impegno a favore del Progetto
Gemma per aiutare mamme in difficoltà che non
vogliono abortire e, attraverso il Centro Missionario Diocesano, collaboreranno ai progetti da sostenere in Camerun ed in
altre parti del mondo che
vedono impegnati i missionari locali.
Q.B.
l santuario festeggia la
fine dei lavori del restauro del suo monumentale organo e imponente opera d’arte di
inestimabile valore, con un
concerto che ha voluto dimostrare a quanti presenti gli eccellenti risultati ottenuti dopo il “lifting” del
secentesco strumento musicale. Il concerto è stato
anche il modo per augurare un buon anno nuovo - essendosi tenuto il 2 gennaio scorso – grazie alla bravura di Roberto de Thierry;
già organista ausiliario del
Duomo di Milano e dal
2004 membro della Commissione di Musica dell’arcidiocesi meneghina. Precedente all’esecuzione è
stata la spiegazione delle
varie fasi del restauro e
manutenzione eseguita da
Giovanni Pradella di Berbenno, il quale ha spiegato: «l’organo nei secoli è
stato già più volte riadattato cambiando così fisionomia […] e l’ultimo intervento risale a una quarantina d’anni fa». Pradella ha
lavorato all’organo del santuario tiranese «da giugno
I
a novembre del 2009. L’intervento – ha spiegato – è
stato reso possibile grazie
a un contributo ministeriale che ha finanziato anche i lavori sull’abside –
presbiterio». Un concerto
che sia di stimolo per nuovi organisti; questo uno dei
punti chiave del discorso
tenuto da monsignor Aldo
Passerini che, come rettore del santuario, ha accolto tutti i presenti porgendo il saluto e gli auguri
anche a tutte le autorità
presenti. «L’intervento di
manutenzione straordinaria del nostro monumentale organo – ha detto – ci
ha riuniti per vivere e gustare tra i tanti momenti e
incontri del tempo natalizio a Tirano. Attualmente
l’organo viene suonato nelle messe domenicali da Ebe Pedretti, docente di educazione musicale». Se già
tanto è stato fatto per ridare al santuario lo splendore artistico e architettonico che gli spetta, dell’altro rimane ancora da fare.
Riconoscendo l’impegno di
quanti sono stati parte attiva nel rendere possibile i
lavori di manutenzione sia
alla struttura muraria e
sia all’organo alloggiato in
una complessa struttura
lignea barocca, don Passerini ha detto: «ringrazio il
comune di Tirano nelle persone del sindaco Pietro Del
Simone, che ha compiuto
vari viaggi a Roma per
sbloccare il finanziamento
e gli assessori Sergio Mascioni, allora assessore al
Turismo, e Bruno ciapponi
Landi, assessore alla Cultura. La Provincia di Sondrio, che ha diretto e gestito la conduzione dei lavori,
svolti dal geometra Tiziano
Maffezzini e dall’architetto Elio Della Patrona». E
un ringraziamento particolare è andato anche «alla
Soprintendenza ai Beni
architettonici e artistici di
Milano, nelle persone degli
architetti Fulvio Besana e
Cecilia Ghibaudi». In occasione del concerto per organo che ha ripercorso un repertorio che va da: Mozart
a Bach; da Butehude a
Walther; dai contemporanei Rimoldi ad Andriessen
mettendo in evidenza le
potenzialità di uno strumento che è riuscito ad
adattarsi ai vari stili musicali nonostante una conformazione tecnica non
paragonabile agli organi
moderni; il rettore ha annunciato che: «nei mesi di
luglio e agosto saranno tenuti due concerti “matinè”
con il maestro Ennio Minetti di Varenna che ha già
realizzato un CD con pezzi
suonati col nostro organo».
Un terzo concerto fissato
per il sabato 10 ottobre
«sarà del maestro Guido
Donati di Torino».
ROBERT WALTER NAZZARI
P A G I N A
32
Sport
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
PERSO IL DERBY CON I VARESE
Como ancora ko
Metre andiamo
in stampa,
mercoledì 13
gennaio, il Como
sta per scendere
in campo
nel recupero
contro il Monza.
Un altro derby
P
er il nuovo Como (nuovo perché nel corso
della pausa natalizia sono stati numerosi i giocatori che
hanno abbandonato gli
azzurri ed altrettanti
quelli che sono arrivati al
servizio della compagine
di viale Sinigaglia) il 2010
non è iniziato nel migliore dei modi. Mentre i
lariani aspettavano il
match infrasettimanale
col Monza, rinviato lo
scorso 20 dicembre a causa del gelo, è arrivata la
sconfitta di Varese. Un 10 maturato al 25° del primo tempo quando il varesino Del Sante ha trovato il gol dopo un batti e
ribatti al limite dell’area
azzurra. Una sconfitta
che, però, avrebbe potuto
essere evitata se l’arbitro,
Gabini di Roma, avesse
visto quello che in tribu-
na tutti hanno notato ovvero un netto un fallo di
mano di un difensore del
Varese nell’arrem-bante
finale, con i padroni di
casa a difendere l’1-0 ed
il Como in avanti con coraggio per riequilibrare il
match. Un rigore che, se
concesso, poteva cambiare l’esito finale del derby.
In questa partita hanno fatto il loro esordio stagionale alcuni nuovi arrivati con la maglia del
Como. Salutati Guazzo,
Mbida, Kalambay, e Bretti, ecco che ora vestono la
casacca azzurra altri volti. Si tratta di Luca
Piraccini, ex Novara
(centrocampista offensivo
ed all’occorenza anche se-
conda punta), Paolo Tricoli, ex difensore del
Vicenza e di Redouane
Zerzouri, un trequartista
ventenne che dall’anno
scorso la Cremonese sta
tenendo d’occhio. Zerzouri, francese di origine
marocchina, era già stato
in prova per un periodo di
tempo lo scorso anno a
Cremona. Quest’anno la
società grigiorossa lo ha
tesserato, ma il ragazzo
non ha ancora avuto molto spazio in prima squadra, è stato più che altro
utilizzato nella Berretti.
E la Cremonese ha quindi deciso di destinarlo al
Como, squadra dove vanta qualche possibilità in
più di giocare. (l.cl.)
La Dakar in crisi
Mentre il ritorno di Schumacher e la
svolta impressa da Todt cercheranno di
dare nuova linfa alla Formula 1 dopo i
rovesci del 2009, c’è un’altra pietra miliare dell’universo motoristico a risentire della crisi: è la Dakar, classico appuntamento di inizio anno. Oltre cento
i mezzi in meno rispetto alla passata
edizione, 370 in totale, con ancora una
buona rappresentanza di moto (180) ma
meno auto (136) e soprattutto meno camion (una cinquantina), una delle peculiarità della corsa nel deserto che già
dall’anno scorso si era trasferita dai deserti africani alle pampas argentine.
Colpa della crisi certo, ma anche di una
competizione che, dopo gli anni d’oro, ha
evidenziato sempre più crepe nell’organizzazione e soprattutto nella sicurezza. È proprio questo il punto, al di là
della catastrofica situazione economica: in questa gara si continua a morire
da una parte (piloti) e dall’altra (spettatori) della barricata. Tanto per non
smentirsi infatti, sin dall’avvio di questa edizione, la corsa ha già prodotto il
primo lutto, con una spettatrice morta
e altri 4 feriti durante la prima tappa,
in provincia di Cordoba. Certo, ora si
parla di fatalità, del fatto che la donna
era in una zona non autorizzata, ma le
polemiche non si sopiranno mai, anche
perché dal 1979 ad oggi, la scia di sangue non si è mai praticamente fermata
con oltre 50 vittime tra cui anche tantissimi minori. Anche un nostro motociclista Luca Manca, in coma
farmacologico dopo una brutta caduta
nella frazione che faceva tappa in Cile,
che gli ha procurato un forte colpo alla
testa, con conseguente edema cerebrale. Per decretare la fine della Mille mi-
glia, anche lì funestata di lutti, ci volle
un’ecatombe che nel 1957 non risparmiò neppure 5 bambini. Fu una scelta
dolorosa, la gara era bellissima, ma si
ebbe il coraggio di fermare tutto per poi
riproporre la corsa sotto un’altra veste
sopravissuta fino ai giorni nostri. Nella
Dakar evidentemente questi scrupoli
mancano. In edizioni recenti, una bambina senegalesevenne uccisa da un mezzo dell’organizzazione. L’edizione del
2005, che vide morire in un incidente
stradale anche due escursionisti belgi
mentre in moto seguivano la rotta del
raid, portò ad una parziale revisione
della filosofia della Dakar, ma gli incidenti sono continuati, perché diventa
impossibile tenere sotto controllo una
corsa di questa lunghezza che presenta
insidie ad ogni chilometro. Sul fronte
italiano, anche se le morti sono tutte laceranti, colpì molto la fine di Fabrizio
Meoni, due volte vincitore della competizione, morto a 47 anni a pochi giorni
dal ritiro già annunciato, dalle corse.
Una mattanza su cui non si può più sorvolare, anche se l’entusiasmo con cui
questa corsa è stata accolta in Argentina, hanno almeno riacceso la passione
come nelle prime edizioni africane. Davanti a tragedie simili però, i contenuti
sportivi vengono svuotati di qualsiasi
significato, anche se c’è una gara da correre, un calendario da rispettare, sponsor da soddisfare e contratti televisivi
da onorare. Dopo la bandiera a scacchi
occorrerà davvero riflettere per capire
se la vita umana sia diventata merce
di scambio di fronte a una manciata di
adrenalina e a qualche emozione a quattro e due ruote.
LEO GABBI
MASSMEDIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2009
P A G I N A
33
GIORNALISMO
L’ETICA DELL’UMILTA’
N
ato da famiglia nobile
nel 1567 in Savoia,
nel castello francese
di Thorens, Francesco di Sales abbandonò presto la carriera giuridica
voluta dal padre per dedicare la
vita a Dio. Dopo essere stato nominato vescovo di Ginevra nel
1602, Francesco continuò ad operare per diffondere la fede nella
comunità spendendosi nel dialogo sereno e disteso con il mondo
protestante. Al centro della sua
predicazione erano i laici, per i
quali sognava una vita cristiana
capace di rispondere alle esigenze dell’uomo comune: “Sembra
che il Sales – scrive Pio XII nell’enciclica Rerum omnium
perturbationem – sia stato donato da Dio alla Chiesa per un intento particolare: per smentire
cioè il pregiudizio, fin d’allora già
in molti radicato e oggi non ancora estirpato, che la vera santità,
quale viene proposta dalla Chiesa, o non si possa conseguire, o
almeno sia così difficile raggiungerla da sorpassare la maggioranza dei fedeli ed essere riservata unicamente ad alcuni pochi
magnanimi; che per di più sia
impastoiata di tante noie e fastidi da non potersi affatto adattare a chi vive fuori del chiostro”.
Beatificato nel 1661 e canonizzato nel 1665, fu proclamato dottore della Chiesa nel 1887 e “patrono dei giornalisti” nel 1923. La
Chiesa celebra la sua memoria
liturgica il 24 gennaio. In vista di
questa ricorrenza, il SIR ha incontrato Antonio Preziosi, direttore Radio Uno e Giornale radio Rai, per riflettere sull’eredità
del santo di Thorens nel panorama dell’informazione contemporanea.
Etica e informazione
nell’eredità di San
Francesco di Sales.
Ne parliamo con
Antonio Preziosi,
direttore di Radio
Uno e Giornale
Radio. Un’ occasione
per riscoprire anche
la Radio e la sua
seconda giovinezza
di RICCARDO BENOTTI
San Francesco di Sales, che
utilizzava dei “manifesti”
stampati per comunicare,
può suggerire qualcosa a un
giornalismo che avvalendosi
oggi di potenti tecnologie rischia di sacrificare il contenuto alla velocità?
“Le tecnologie sono una straordinaria opportunità per diffondere le notizie in tempo reale, rendendoci sempre più informati.
Ma la velocità dell’informazione
non deve mai pregiudicare la sua
correttezza. Per questo l’esempio
di san Francesco di Sales rimane
attualissimo: ogni notizia, prima
di essere immessa nel circuito
della comunicazione, va verificata. Molto meglio arrivare secondi, piuttosto che primi con una
notizia sbagliata”.
Quello del santo francese è
un linguaggio semplice, pacato e rispettoso: improponibile per un giornalismo spesso gridato e teso?
“L’informazione giornalistica è
esattamente questo: semplicità,
pacatezza, rispetto. Chi grida ha
solo bisogno di farsi sentire. Ma
l’informazione, se fatta bene, è
Schumann
Concerto in la minore op. 129
per violoncello e orchestra
I
l Concerto in la minore per
violoncello e orchestra, op.
129 è caratterizzato da idee
melodiche appassionate che
segnano, inconfondibilmente, l’impronta del genio di
Robert Schumann (1810-1856).
Per le sue caratteristiche è un
concerto prediletto dai solisti
che possono esprimersi mediante le loro qualità, sia tecniche sia cantabili. Nel primo e
nell’ultimo movimento il solista
entra in dialogo con l’orchestra,
mentre nel tempo centrale mette maggiormente in evidenza la
delicata linea melodica.
Il concerto fu composto da
Schumann nell’ottobre del
1850. Portò a termine la
partitura in tempi brevi, ma la
vita di questa composizione risultò tormentata. Quest’opera
costituisce il primo ritorno di
un musicista al violoncello dopo
il Concerto n. 2 per violoncello e
orchestra di Franz Joseph
Haydn, scritto nel 1783. Può
essere considerato come uno
dei più importanti e monumentali concerti per questo stru-
GUIDA
mento. Si A L L ' O P E R A
articola in
tre movimenti, ricchi di spunti melodici, GRAMMA
che si susseguono
senza soluzione di continuità. Lo strumento solista trova risalto essenzialmente nella tenue
struttura orchestrale.
I tre tempi sono: Nicht zu
schnell (Non troppo veloce),
Langsam (Lento), Sehr
lebhaft (Molto vivace). L’organico è costituito dal violoncello solista, due flauti, due oboi,
due clarinetti, due fagotti, due
corni e dagli archi. La prima
esecuzione privata ebbe luogo
a Düsseldorf il 23 marzo 1851,
quella pubblica a Oldenburg il
23 aprile 1860. E’ stata pubblicata dall’editore Breitkopf
& Härtel nel 1854.
PEN
TA
a cura di
ALBERTO CIMA
verità. E la verità ha una sua
luce che non ha bisogno di
strepiti e sensazionalismi”.
L’etica professionale può
essere un terreno di confronto tra giornalisti laici e giornalisti cattolici per un’informazione al servizio del bene
comune?
“Il rispetto degli altri e la consapevolezza che noi informiamo
non per noi stessi ma per i nostri
lettori è uno straordinario punto
di contatto tra i giornalisti cattolici ed i giornalisti laici. Ho incontrato nella mia vita professionale tanti colleghi che, pur non
avendo il dono della fede, portavano una testimonianza di correttezza e di eticità”.
Quale futuro attende la radio, che sembra vivere una
stagione favorevole, di fronte al crescere delle sfide dei
nuovi media?
“La radio sembra vivere oggi
una seconda giovinezza. Non
teme l’aggressione dei nuovi media. Anzi si aggiorna al passo con
i tempi. Oltre alla vecchia cara
radiolina, o all’altrettanto cara
autoradio, la si può ascoltare on
line, sul satellite o sui telefonini.
In più è attuale la formula del
suo modo di fare informazione.
Abbiamo festeggiato qualche
giorno fa i cinquant’anni della
più popolare trasmissione
radiofonica italiana: ‘Tutto il calcio minuto per minuto’. Ebbene,
cinquant’anni fa, Sergio Zavoli,
Roberto Bortoluzzi e Guglielmo
Moretti si sono inventati la formula, ancora modernissima, delle all news in diretta”.
Una domanda personale:
quale “maestro di giornalismo” ha più di altri segnato il
suo percorso professionale?
“Sembrerà strano, ma il mio
maestro di giornalismo è stato il
mio maestro delle elementari. In
quinta elementare ci faceva
stampare in classe un giornalino
ciclostilato che si chiamava ‘Il
Campanello’: quattro fogli, una
volta al mese. È stato grazie a lui
se ho imparato l’amore per questa professione. Parlando di
grandi giornalisti, invece, ricordo
sempre una mia intervista ad
Enzo Biagi. Ero molto giovane. E
mi disse che la più grande dote di
un giornalista è l’umiltà. Aveva
ragione”.
OROSCOPI SU TV, RADIO, INTERNET E GIORNALI
NEL SEGNO DEL NULLA
naturale e per molti
aspetti scontato: comincia un nuovo anno e ci si
augura che sia migliore
del precedente. Questo
2009, profondamente segnato dalla crisi economica, ha
avuto pesanti ripercussioni sul
lavoro e, quindi, sulla vita di
molte persone. Ovvio che non si
veda l’ora di voltare pagina. I
media nei giorni scorsi più che
mai si sono concentrati sugli oroscopi per il 2010 e sulle retrospettive per evidenziare gli eventi o i personaggi che hanno segnato l’anno appena concluso.
Gli oroscopi ci sono stati
elargiti più che nel passato, forse proprio per il bisogno di
rassicurazione e ottimismo che
in questi tempi non facili è cresciuto. Quale attendibilità possano avere le predizioni dei sedicenti esperti basta un pizzico di
ragione per stabilirlo. Eppure il
genere ottiene un successo crescente, al punto che in realtà i
vari Branko, Paolo Fox, Horus e
compagnia preveggente sono diventati presenze costanti sui
mezzi di comunicazione in qualunque periodo. Alla materia negli ultimi giorni dell’anno appena concluso, le televisioni nazionali nostrane hanno dedicato
addirittura intere prime serate,
come se nulla di meglio si potesse proporre al pubblico. Passi per
le emittenti commerciali, ma dalla Rai ci saremmo aspettati più
volentieri altre trasmissioni.
Pure la carta stampata ha fatto la sua parte. I settimanali più
diffusi hanno proposto inserti
speciali con l’oroscopo per tutto
l’anno, segno per segno. Moltissimi lettori ne hanno sicuramente
fatto tesoro, conservando gelosamente queste pagine, soprattutto se le previsioni nei loro riguardi sono risultate positive o in
È
qualche modo rassicuranti. Per
non essere da meno, anche le
emittenti radiofoniche hanno
infarcito i loro palinsesti di oroscopi per l’anno, pur se in maniera meno invadente rispetto alle
tv. In internet - superfluo dirlo anche su questo tema l’offerta è
più che abbondante. Basta
digitare la parola “oroscopo” su
un motore di ricerca per prendere atto di quanti siti dedicati esistano. E gli stessi quotidiani
online nei giorni a cavallo fra la
fine del 2009 e l’inizio del 2010
hanno abbondantemente ripreso
le varie previsioni, per completare la loro offerta “informativa” (se
vogliamo chiamarla così…).
Provare a indovinare quali situazioni avremo in sorte domani
è per molti una curiosità naturale. Cercare negli oroscopi la risposta a questa curiosità è quanto meno ingenuo. A meno che si
tratti di una sorta di gioco, che
allora va interpretato come tale.
In fondo si tratta soltanto di belle parole che chiunque potrebbe
inventarsi a prescindere da quello che “dicono” le stelle (e non
apriamo nemmeno la parentesi
sull’astrologia…).
Del resto, gli oroscopi non sono
mai negativi - altrimenti finisce
che la gente non li vuole più - e
per questo si lasciano leggere facilmente. Quanto ai contenuti,
basta provare a leggere la sorte
di qualche altro segno diverso
dal proprio per capire quanto la
genericità e la non determinatezza delle previsioni possano
adattarsi perfettamente a ciascuno di noi. D’altra parte, se i
media insistono su certi argomenti è perché sanno di trovare
un terreno fertile nei loro
destinatari.
Piccolo test conclusivo: di fronte un oroscopo pubblicato sul
giornale che stiamo sfogliando,
cosa facciamo? A) Giriamo pagina e lo saltiamo a piè pari; b)
Andiamo a cercare il nostro segno per cercare conferma alle
nostre speranze; c) Leggiamo
qualche previsione a caso per farci due risate all’insegna dell’ironia.
MARCO DERIU
P A G I N A
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LETTEREeCONTRIBUTI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
UNA RIFLESSIONE
CRONACA DI UN INCONTRO FRATERNO
CROCIFISSO E DINTORNI
È NATALE ANCHE PER I FAMILIARI DEL CLERO
C
rocifisso e dintorni...La
sentenza della Corte Europea: giù i Crocifissi dai
muri pubblici... La reazione corale e sdegnata
di tanti, quasi di tutti... Povero
Gesù! Del resto, alla sua Mamma lo avevano detto fin dall’inizio: “segno di contraddizione, ecco
cosa sarà!”…
In tutta sincerità dirò che, fra
le tante opinioni ascoltate in questi giorni sull’argomento, quella
che più mi ha convinto è stata la
dichiarazione del cardinal
Tettamanzi. L’arcivescovo di
Milano ha parlato chiaro: che
bello se tutti quelli che, in questi
giorni, levano gli scudi a difesa
del Crocifisso-simbolo facessero
altrettanto, e magari ogni giorno,
per il Crocifisso-realtà. Sì,
perchè il Crocifisso, dopo tutto, è
solo un simbolo, per quanto il
nostro simbolo, il simbolo di
tutti. Ma un simbolo rimanda
sempre a una realtà. E la realtà
non è un pezzo di legno o di ceramica, ma una Persona Viva che ti
cambia la vita. Se non conduce
fin lì (cioè sulla soglia della fede
vissuta), il Crocifisso, come simbolo, fallisce il suo vero scopo.
Francamente suona un po’ sospetta questa apologia del Crocifisso da parte di chi, poi, nella
vita e nelle scelte di tutti i giorni,
normalmente non ne vuole sapere. Tanto che monta il dubbio:
sono proprio tutti sinceri i peana
e i cori a difesa del Crocifisso,
oppure sotto c’è qualcos’altro,
magari un calcolo o una convenienza politica?
Tuttavia - siccome il processo
alle intenzioni è sempre qualcosa
di sgradevole, e a pensare male di
solito si indovina, ma si fa anche
peccato -, detto questo, sarà bene
passare oltre.
E passare oltre significa riconoscere non dico la dabbennagine,
ma almeno la colossale miopìa di
quella Corte. Come si fa a non vedere? Il Crocifisso è il simbolo del
mondo occidentale. Il nostro mondo è nato lì: sotto la croce. Dall’incontro fra l’Uomo di Nazareth,
erede della grande tradizione
ebraica, la sapienza greca e il
genio latino: guarda caso le tre
lingue nelle quali Pilato, forse
pensando di fare della satira a
buon mercato, aveva composto
l’iscrizione regale posta sopra la
croce. Il Crocifisso non è il simbolo solo di qualcuno. Il Crocifisso
siamo noi, tutti, credenti e non credenti, perchè anche chi non crede
respira quell’aria, si nutre di quelle certezze, vive di quei valori
umani che proprio il Cristianesimo ha contribuito in maniera decisiva a forgiare. L’Europa è nata
dall’incontro fra le sue molte culture e il Cristianesimo. Incontro
non facile, s’intende, pieno di errori, sbavature, forzature, deragliamenti, lacrime e sangue che hanno irrigato le nostre terre. Ma incontro fecondo, geniale, un vertice
(“il” vertice) dell’umana avventura. Dal Crocifisso è nato tutto
quello che siamo: la dignità della
persona, l’indisponibilità della
vita, l’uguaglianza di tutti, la
sacralità della libertà, il lievito
della fraternità. E poi la cultura
del rispetto, della tolleranza, della pace, della solidarietà, il riscatto della condizione femminile e
dei bambini, la democrazia, l’idea
di sviluppo, addirittura l’idea di
laicità dello Stato (proprio dalle
parole del Nazareno: “date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel
che è di Dio”). E poi il monachesimo, le cattedrali, le biblioteche,
le università, la filosofia, le arti, la
musica, l’architettura... Pluff!
Duemila anni di storia portati via
dallo sciacquone di una sentenza!
Togliere il Crocifisso è segare
il ramo su cui la nostra civiltà è
da sempre seduta. E’ toglierci
l’aria dai polmoni, è sgretolare il
terreno su cui da sempre - fra
fatiche ed errori - camminiamo.
Operazione miope. Ma, ahimè,
anche operazione pericolosa. E
qui do ragione al coro dei “difensori” del Crocifisso.
Togliere il Crocifisso - si dice in nome della laicità dello Stato
e del rispetto della coscienza di
chi non crede o crede diversamente. Ma quale laicità dello
Stato vogliamo costruire? Quella dell’annullamento di ogni ricchezza culturale o quella della
“convivialità delle differenze”,
come diceva don Tonino Bello?
Quella che appiattisce la società
civile in un muro di nebbia tutto uguale e impalpabile o quella
che stimola, incentiva, promuove le diversità come i colori dell’arcobaleno dopo un temporale
estivo? Io sto per la seconda. E
con me - credo - anche quei “diversamente credenti” che hanno
voglia di integrarsi nella nostra
cultura e nel nostro mondo, senza stravolgerlo ma anche senza
abiurare dalla loro fede, e non si
sentono certo offesi dallo sguardo dell’Uomo della Croce nei posti pubblici. Mi dicevano di una
scuola dove, al momento di allestire il presepe vivente, all’unico
bambino islamico della classe
proposero, con un certo imbarazzo, di fare il “dormiglione”. “Poche storie - intervenne il papà
del bimbo - mio figlio è un muslim e tale voglio che resti, ma
siccome è italiano e vive in Italia
fategli pure fare l’angioletto davanti al Bambino e alla Capanna!”. Ecco un papà che non sa di
lettere, di codici, di storia, di filosofia e di quant’altro, però ci
vede. Vede il mondo dove vive, e
da dove questo mondo è saltato
fuori...
La sentenza di Strasburgo
non è affatto innocente. E’ una
picconata assestata alla nostra
identità, ai nostri cromosomi
culturali, alle risorse più genuine dell’umanesimo laico e moderno. Avanti così e saranno solo
macerie. Di un’Europa autolesionista, nichilista, necrofila, che
sembra stranamente avere in
odio sè stessa, e di cui l’Islam (o
forse, a ruota, i Cinesi) rischia di
fare un sol boccone. Salterà su,
allora, qualche giudice togato a
difendere i valori di un mondo che
non ci sarà più, di fronte magari a
un altro mondo che ne ha di diversi, e forse non altrettanto nobili?
mons. ANGELO RIVA
«
ome un pastore, egli
fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta
gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore
madri”. Così la Chiesa ci fa pregare nelle lodi con il cantico tratto da Isaia. Tante volte abbiamo
immaginato questa scena riferita a noi, gregge di Cristo, Buon
Pastore, ma mai avrei immaginato di trovarmi nei panni di una
“pecora madre” condotta pian
piano da Lui. Invece monsignor
Armando Bernasconi ha utilizzato proprio questa immagine
per introdurre il ritiro di Avvento dei Familiari del Clero, paragonandoli, quindi, alle “pecore
madri”, così come i preti agli
agnellini che Cristo porta sul
petto. La meditazione di don Armando ci ha guidato nella giornata di preparazione al Natale,
che si è svolta giovedì 17 dicembre presso il Seminario e che ha
visto la partecipazione di una
quarantina di Familiari provenienti da tutta la diocesi. Motivo
di speranza è stata la presenza
di nuove persone che hanno aderito all’invito della “veterane” e si
sono subito ben inserite nel gruppo. Anche don Armando era un
“nuovo arrivato”, in quanto invitato da don Angioletto a racco-
C
IN MERITO AI FATTI DI ROSARNO
QUEGLI STESSI...
Quelli che si scagliano con sassi e bastoni contro gli immigrati non
hanno mosso un dito contro i loro sfruttatori; quelli che gridano
“dagli all’immigrato”, sono gli stessi che mai hanno gridato contro caporali e loro mandanti mafiosi; quelli che condannano fieramente la violenza degli immigrati di Rosarno sono gli stessi che la
violenza sugli immigrati - il loro sfruttamento e trattamento inumano, vergognoso, prolungato - hanno esercitato o tollerato; quelli che accusano gli immigrati del reato di clandestinità, sono gli
stessi che creano clandestinità non rispettando la legge sul permessi di soggiorno, da loro stessi emanata; quelli che inveiscono con
rancore e livore contro gli immigrati clandestini, sono gli stessi che
li usano nei cantieri, nei supermercati, nelle campagne, nelle case
private; quelli che minacciano tolleranza zero verso gli immigrati
sono gli stessi che si mostrano molto tolleranti nei confronti di
mafie, corruzione, malcostume, evasione fiscale, illegalità di ogni
genere, razzismo e xenofobia degli italiani; quelli che “legano pesi
gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, essi
stessi non li vogliono muovere neppure con un dito” (Matteo 23,4).
“La prima condizione della non violenza è la giustizia. Nessuno può
dirsi non violento se non insorge contro l’ingiustizia sociale dovunque e comunque essa si manifesti” (Gandhi).
LUIGI FIORAVANTI - Delebio
gliere la sua eredità di assistente spirituale dell’associazione,
considerati i suoi problemi di salute. “Nulla di ufficiale – dicono i
due sacerdoti – l’ultima parola
spetta al Vescovo!” Ma l’esordio
di don Armando è stato positivo
e ciò lascia ben sperare. Ci ha
guidati nella riflessione sul Natale come realizzazione del mistero dell’Incarnazione, partendo
dalle preghiere del giorno e arrivando a paragonare l’avvenimento di Dio fatto uomo in Cristo
alla realtà del prete, ministro di
Dio e uomo a tutti gli effetti. E noi
familiari, mamme, papà, sorelle
dei preti, siamo a stretto contatto con questo mistero: abbiamo
davanti un prete che “tocca” il
Signore, parla in nome Suo, assolve e benedice, ma anche un
uomo, un figlio, con i suoi difetti
di sempre, le sue esigenze umane, le sue idee che non sempre
coincidono con le nostre. Tutto
questo fa parte del disegno di
Dio, che ha scelto di “sporcarsi le
mani” con noi uomini, invece che
starsene nei cieli; è espressione
del Suo amore per noi Suoi figli.
E noi possiamo rispondere assumendoci il compito che ci dato,
oltre che ringraziandoLo per la
grazia di servire così da vicino la
Sua Chiesa. Don Armando è poi
entrato nel dettaglio dei compiti,
Gentile lettore, sono
d’accordo con quanto
scrive, a patto che
«quegli stessi» di cui parla non
vengano facilmente identificati
in una determinata parte
politica (magari quella a cui
non si appartiene) o in una
porzione di «cattivoni» da
contrapporre ad una porzione
di persone che, poiché immigrate e clandestine, sono da
mettere con sicurezza dalla
parte dei «buoni». Questo
semplicismo manicheo non
funziona con la storia. Anche
l’illegalità è un modo di
manifestarsi dell’ingiustizia e,
secondo Ghandi, ricadrebbe
nella categoria della violenza...
Mi piacerebbe che su una
questione così complessa e che
si trascina da anni - senza che
nessuno intervenga, né «quegli
stessi» né... quegli altri - si
discuta con ragionevolezza e
senza tesi preconfezionate.
anzi dei ministeri, propri dei Familiari del clero: accoglienza –
affabilità – riservatezza – servizio – missionarietà – testimonianza – preghiera. Con queste
parole nel cuore abbiamo partecipato alla S. Messa concelebrata
dal rettore del Seminario, monsignor Caelli, e da don Angioletto, al quale abbiamo rinnovato il
nostro grazie per la serietà e l’affetto con cui ha sostenuto per
tanti anni il gruppo, da vera guida spirituale. La Messa era in
suffragio di don Vittorino Vittori,
da poco scomparso; un pensiero
speciale è stato rivolto alla sorella Luisa, da sempre “colonna portante” dell’associazione. Ci è
mancata la sua voce, la sua scelta adeguata dei canti, la sua presenza vivace: la aspettiamo ancora tra noi perché, se essere “familiari” di un sacerdote è una vocazione, non si finisce mai di esserlo anche se…
La giornata è proseguita con il
pranzo, un momento di conoscenza reciproca e la relazione della
presidente Gertrude Morcelli, in
vista degli appuntamenti che ci
attendono nel 2010. Lo scambio
degli auguri e l’arrivederci a febbraio hanno concluso l’incontro,
occasione vera e lieta per introdurci al Mistero del Natale.
UNA FAMILIARE MAMMA
LETTERE
AL
DIRETTORE
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POSTA:
V.le Cesare
Battisti 8
22100 COMO
FAX:
031.3109325
E-MAIL:
[email protected]
LETTEREeCONTRIBUTI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010
P A G I N A
35
UN PRETE PER AMICO (36)
DELLA DIOCESI DI COMO
SE IL MIO PROSSIMO È... DIO
il settimanale
a anche in casa nostra abbiamo un “terzo mondo” che
volentieri ignoriamo, per non scomodarci: se uno non ha
casa o lavoro, se il vicino è malato, o è solo, se una famiglia ha dei problemi, se l’anziano o l’handicappato non
ha chi l’assiste …
Gesù, nel Vangelo, dice che sulla strada da Gerusalemme a Gerico, né il sacerdote né l’inserviente del tempio notarono il ferito, ma se
ne accorge, si ferma, spende soldi e tempo il nemico, il sospettato,
l’escluso dal tempio, l’emarginato dal popolo di Dio, il samaritano.
Qualche cristiano pensava che bastassero le suore degli istituti o i
preti del don Guanella o i volontari di qualche gruppo per occuparsi
dei poveri, degli anziani, degli handicappati. E se scopriamo gente
che non si professa cristiana e si occupa di questi problemi, non c’è
che da rallegrarsene: lo Spirito di Dio soffia dove vuole.
Se riflettiamo che “quanto facciamo al più piccolo dei fratelli lo facciamo a Dio”, ci accorgiamo che ci occorre una nuova e più profonda
e più sconvolgente fiammata di amore, non solo qualche gesto di carità. Se il mio prossimo è il Signore, non posso chiamarlo “poverino”,
non posso avvicinarlo con superiorità di benefattore, trattarlo dall’alto
in basso, giudicarlo “perché se lo è meritato”. Il Signore Gesù non ha
trattato nessuno a questo modo e non vuole essere trattato così, se
si identifica col prossimo. Se è l’amore che ci spinge ad interessarci
di una persona, non penserò “io non sono come lui”: lui che è vecchio
o handicappato o meridionale o senza soldi o drogato o senza affetto.
Penserò che io e lui abbiamo bisogno di amore, da donare l’uno all’altro, per arricchirci a vicenda, per godere come fratelli in famiglia, del
calore di vita che unisce il Padre il Figlio lo Spirito Santo.
Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI
M
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USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)
Settimanali Cattolici) e all’USPI
mons. AUGUSTO PEDUZZI
(di cui ricorre in questi giorni il terzo anniversario dalla morte)
PAROLE, PAROLE, PAROLE (52)
LE OFFER
TE 2010
OFFERTE
Simile
Dal latino similis, a sua volta da una radice indoeuropea
(sanscrito ) SEM, che si ritrova in semel (una sola volta) ed in
simplex (semplice). Similis in latino significa identico ad una
altra persona o cosa o, addirittura, la stessa persona o cosa.
Non si tratta solo di una semplice somiglianza o analogia, più
o meno pronunciata, ma addirittura di identità. Non solo analogia, ma identificazione.
In italiano il significato è più sfumato, a volta ambiguo. Quando si traduce dal Vangelo “Il primo comandamento è ama Dio
con tutto il tuo cuore… Il secondo è simile al primo: ama il
prossimo tuo…” forse la traduzione più aderente al testo è: “il
secondo è identico al primo”. Perché identico e non solo simile? A me pare che la risposta sia: perché Dio fa entrare gli uomini nella propria famiglia trinitaria, cioè fa partecipi gli uomini della propria natura. Per cui amare Dio ed amare gli uomini è un “tutt’uno” inscindibile. La charitas, quindi, avvolge
Dio e gli uomini contemporaneamente. Non si può amare Dio
senza gli uomini e neppure gli uomini senza Dio. Questa, a mio
parere, è la “verità della carità”.
ATTILIO SANGIANI
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