DELLA ANNO XXXV 16 GENNAIO 2010 E 1,20 2 DIOCESI DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO Cari amici, questa è la vera ragione di speranza dell’umanità: la storia ha un senso, perché è “abitata” dalla Sapienza di Dio. E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore genera liber tà e chiede liber tà. libertà libertà. Il Regno di Dio viene cer tamente, certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella pr opria vita, gior no per propria giorno gior no. Per ciò, anche il 2010 giorno. Perciò, sarà più o meno “buono” nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio. Cristiani perseguitati (Benedetto XVI, Angelus, 3 gennaio 2010) Egitto, 7 gennaio: Sua Santità Shenouda III celebra il Natale ortodosso. Al termine della funzione, un commando armato ha portato un attacco contro la comunità cristiana copta nella cittadina di Nag Hamadi, nella provincia di Quena, a circa 65 chilometri da Luxor (Foto AFP/SIR) to ai danni di questa o quella minoranza religiosa, le colonne dei titoli si sprecano? Ho provato a leggere per una settimana le notizie dell’agenzia Zenit (www.zenit.org) e guardate un po’ che cosa ho scoperto. I fondamentalisti musulmani hanno attaccato tre chiese protestanti e una cattolica in Malaysia, danneggiando anche auto di proprietà dei fedeli cattolici (e sarebbe interessante andare a leggere un’altra agenzia - www.asianews.it - per ricostruire il terreno culturale su cui nascono simili episodi di intolleranza e di violenza). Vengo a sapere che ad Hanoi, forze di polizia hanno fatto irruzione in una parrocchia e hanno abbattuto una croce su una collina, dopo aver ferito gravemente alcuni fedeli recatisi sul luogo per cercare di difendere la croce. Un’altra notizia viene dalla Bielorussia: a due parroci cattolici polacchi è stato proibito di svolgere attività religiosa nel Paese, e non sono che gli ultimi nomi di una lunga lista. In Iraq, molti cristiani che vivevano nel sud si sono rifugiati nel nord curdo sperando di trovarvi migliori condizioni di vita, ma - dice la fonte, che in questo caso è l’associazione caritativa internazionale “Aiuto alla Chiesa che soffre” - di fronte alle enormi difficoltà che devono af- frontare si vedono sempre più costretti ad abbandonare definitivamente il Paese. Un’altra autorevole agenzia - www.fides. org, organo della Congregazione vaticana per l’Evangelizzazione dei Popoli - ha diffuso il 1° gennaio il dossier sugli operatori pastorali cattolici uccisi nel 2009: sono in totale 37 (30 sacerdoti, 2 religiose, 2 seminaristi, 3 volontari laici), quasi il doppio rispetto al 2008 ed il numero più alto registrato negli ultimi dieci anni. E si tratta solo della punta di un iceberg, di cui non conosceremo mai le esatte proporzioni della parte sommersa! Qualcuno potrebbe dirmi: perché ti meravigli? La persecuzione non è forse stata annunciata da Gesù Cristo a chi si sarebbe messo sulle sue orme? La mia meraviglia non riguarda affatto questo aspetto delle innumerevoli vicende di «martirio» cristiano. Mi domando solo perché il mondo politico e culturale oggi dominante così fiero dei suoi valori laici di giustizia, tolleranza, eguaglianza - e il circo dell’informazione - così orgoglioso della sua libertà di stampa a 360 gradi - cada nel consueto fragoroso silenzio quando si tratta di rapportarsi a questo «buco nero» della civiltà. Risposta non c’è... ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ L a notizia della barbara uccisione di sette cristiani egiziani nella notte del Natale ortodosso ha fatto capolino sulla prima pagina di alcuni quotidiani nazionali. È un’eccezione che conferma la regola del silenzio, quando si tratta di dare spazio alle molte notizie circa la persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo. Benedetto XVI ne ha parlato apertamente nel discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Non ha avuto timore di segnalare che «in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffonde, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di scarsa considerazione e, talvolta, di ostilità, per non dire di disprezzo verso la religione, in particolare quella cristiana». Eppure, non mancano fonti giornalistiche autorevoli e professionali, che offrono quotidianamente informazioni di prima mano circa le vessazioni e le persecuzioni a cui vanno incontro tanti cristiani nel mondo. Perché i media di casa nostra si ostinano a non avvalersi di queste fonti? Perché cestinano notizie degne di essere date? Perché le minimizzano mentre, quando si tratta di dare spazio al più lieve oltraggio perpetra- don AGOSTINO CLERICI ECUMENISMO LA PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI A PAGINA 9 COMO CRESCE LA FEBBRE DEL GIOCO S arà lo specchio della crisi... Gli ultimi dati parlano di un incremento importante dei comaschi che si affidano alla dea bendata in cerca di fortuna. In crescita le spese per “Superenalotto” e “Gratta e Vinci”. A PAGINA 13 COMO SGUARDO DENTRO IL NUOVO S. ANNA A PAGINA 14 SONDRIO LE FAMIGLIE SI FORMANO ALL’ACCOGLIENZA A PAGINA 25 VISITA PASTORALE IN CAMMINO NELLA ZONA PREALPI: IL VESCOVO A GIRONICO A PAGINA 10 MERCOLEDÌ 13 GENNAIO ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE EPISCOPALE DEL VESCOVO MONSIGNOR DIEGO COLETTI L’intera Diocesi rivolge i suoi auguri al Vescovo Diego in occasione del nono anniversario della sua ordinazione episcopale, esprimendo gratitudine, affetto, vicinanza, e lo accompagna nella preghiera per l’impegnativo compito di guida e di punto di riferimento, con un’intenzione particolare per la visita pastorale. P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 UN VOLUME SENZA PRECEDENTI DOTTRINA SOCIALE A RAPPORTO C on questo Primo Rapporto sulla Dottrina sociale della C’hiesa nel mondo, l’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuàn si propone di inaugurare una serie di relazioni annuali. frutto di un attento monitoraggio del panorama internazionale svolto secondo criteri di sistematicità, interdisciplinarietà e universalità. Impresa ancora mai realizzata, nemmeno a livello regionale o nazionale, il Rapporto è “un fatto nuovo e utile”, come sottolinea il Cardinale Renato Raffaele Martino nella sua introduzione, ma anche uno strumento necessario: un modo di “fare il punto” nel senso che l’espressione assume per i naviganti, ossia di conoscere la posizione attuale per capire in che direzione ci si sta muovendo. Una miniera di informazioni per conoscere quanto la Chiesa sta facendo nei cinque Continenti per la diffusione e la realizzazione pratica dei principi della sua Dottrina sociale, ma anche un tentativo di dialogo con chi opera attivamente nel sociale, ispirandosi ad altre fedi religiose o a forme di umanesimo laico. Il Rapporto è articolato in diverse sezioni che, dopo aver raccontato il magistero di Benedetto XVI nel corso del 2008, esaminano nel dettaglio la situazione della Dottrina sociale della Chiesa nei cinque Continenti: libertà religiosa, diritti umani, crisi economica, ecologia umana, politica familiare e sociale sono solo alcune delle questioni che stanno a cuore all’Osservatorio, tutte contemplate alla luce della Dottrina sociale. Viene evidenziato infine il “problema dell’anno” e ampio rilievo è dato ai documenti più significativi del 2008, classificati come “l’insegnamento dell’anno”, “il documento dell’anno” e “l’intervento dell’anno” e presentati in versione integrale. Un volume di grande impatto e di importanza storica sen- za precedenti. MARIAVERA SPECIALE GIAMPAOLO CREPALDI STEFANO FONTANA (a cura di), Primo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, Cantagalli, pagine 190, euro 13,00. AGGIORNAMENTO CLERO Secondo incontro di aggiornamento per il clero nell’ambito dell’anno sacerdotale. Dopo la lezione del prof. Greshake dello scorso mese di ottobre, è stata la volta di don Michele Gianola, fresco licenziato in teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana, che ha tratteggiato la figura e la spiritualità del Santo Curato d’Ars, al secolo san Giovanni Maria Vianney. Ossia la figura che papa Benedetto XVI ha inteso segnalare quale modello di riferimento della vita sacerdotale. Alla presenza di mons. Vescovo e di circa 80 sacerdoti del comasco e delle valli varesine, don Michele ha contestualizzato la figura del Curato d’Ars, mettendone in luce anche alcuni profili, per così dire, inattuali (né la situazione storica, né la spiritualità presbiterale sono più quelle dell’Ottocento), ma per ritrovare gli elementi perenni della santità sacerdotale: la relazione con Cristo, la passione pastorale, la sobrietà di vita, l’impegnativo ma fecondo tirocinio dell’ascolto nel confessionale. Il dibattito che ne è seguito ha ulteriormente arricchito la riflessione comune. La relazione verrà replicata per clero valtellinese, valchiavennasco e dell’alto lago MARTEDÌ 19 GENNAIO dalle ore 9.30 a Tresivio presso la casa della Fondazione Credito Valtellinese. NOVITÀ IN LIBRERIA a cura di AGOSTINO CLERICI LIBRI PICCOLI E... PREZIOSI Ecco uno strumento agile ma completo per conoscere le antiche traduzioni della Bibbia che hanno avuto grande importanza nella tradizione teologica e liturgica della Chiesa. L’intento è far conoscere meglio le antiche versioni della Scrittura a noi note: mostrarne le caratteristiche, indagare le tradizioni che stanno alla base delle scelte compiute dai traduttori. Ci si sofferma in modo particolare sull’antica versione latina della Vulgata, che ha esercitato un ampio influsso sulla liturgia e sulla teologia della Chiesa d’Occidente. La Scrittura non solo ha dato vita a traduzioni, ma anche a tradizioni interpretative: il lettore può scoprire così l’intreccio esistente tra Scrittura e traduzioni, tra tradizioni e interpretazioni. GIOVANNI RIZZI, Le antiche versioni della Bibbia, San Paolo, pagine 88, euro 5,00. Questo libretto, invece, si rivolge direttamente a quanti sono chiamati a svolgere il ruolo di madrina e padrino in occasione di Battesimi e Cresime. Risponde direttamente a domande fondamentali quali: cosa vuol dire fare il padrino e la madrina? Quali obblighi mi assumo? L’agile trattazione aiuta madrine e padrini a “capire”, e aiuta parroci e catechisti a rendere consapevoli queste persone del loro ruolo, a nome della comunità che accoglie bambini, adolescenti e adulti in occasione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. ANDREA FONTANA, Cara madrina, caro padrino, Elledici, pagine 56, euro 5,00. La nuova collana “Mondo nuovo” (voluta da san Giovanni Bosco) è arrivata a quota 268! Il fascicolo curato da Umberto De Vanna ha al centro la figura di Gesù, il cui fascino è un dato indiscutibile. Risponde pienamente alle attese della storia e nello stesso tempo scandalizza chi lo avrebbe voluto diverso, e soprattutto chi non si è rassegnato a vederlo uomo indifeso, umanissimo, sconfitto. In queste pagine non si troveranno quegli aspetti della sua vita che fanno di lui qualcosa di straordinario e di inimitabile: il figlio di Dio che fa miracoli e si trasfigura. C’è invece il Gesù che ci siede accanto a tavola, che ama come noi l’amicizia e la vita. UMBERTO DE VANNA, Gesù, Elledici, pagine 48, euro 2,50. Da ultimo, un libretto che può diventare l’occasione di una gita e, perché no, di un pellegrinaggio. L’Isola di San Giulio, al centro del lago d’Orta, scelta da un prete greco dei primi secoli (San Giulio, appunto) quale meta della sua peregrinazione evangelizzatrice, divenne ben presto centro di irradiazione spirituale. Su di essa sorgono una splendida basilica e un’abbazia in cui vive una numerosa comunità monastica benedettina, guidata da madre Anna Maria Canopi. È proprio lei a condurci attraverso le bellezze naturali e i tesori d’arte racchiusi su quella che è stata definita “Isola benedetta”, “Perla del lago” e “Porta del cielo”. ANNA MARIA CANOPI, Basilica di San Giulio Abbazia Mater Ecclesiae, Elledici - Velar, pagine 48, euro 4,00. SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C Parola FRA noi IS 62,1-5 SAL 95 1 COR 12,4-11 GV 2,1-12 La nostra mancanza di tutto riceve risposta da Dio in Gesù di ANGELO SCEPPACERCA SECONDA SETTIMANA del Salterio IL SEGNO DI CANA: RITORNA LA GIOIA! D ietro il segno del pranzo solenne della festa c’è il cantico dell’amore: “Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa... bevo il mio vino e il mio latte. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d’amore”. I momenti più belli, così crediamo, sono quelli all’inizio: il giorno più bello di un matrimonio quello delle nozze; poi vengono le preoccupazioni, le delusioni e a volte è persino difficile resistere. Anche a Cana il vino dell’inizio finisce e la festa sta per essere compromessa. Gesù interviene con un segno, anzi l’inizio dei segni, e annuncia un vino nuovo, oltre ogni speranza. Cana dice l’intenzione di Dio per l’uomo: l’amore. Gesù rimanda alla sua ora, quando farà la trasformazione più radicale, versando il suo sangue come vino delle nozze. Gesù giungerà all’estremo dell’amore accettando l’estrema violenza di quella morte, trasforman- dola in un amore fedele e definitivo tra gli uomini e Dio. A Cana, Maria si presenta come serva, che convince Gesù e sollecita i servi a compiere qualsiasi cosa egli avesse detto. Maria provoca il ritorno della gioia. Questo è cristianesimo. Col segno del vino ora è Gesù al centro del banchetto, perché svela il volto dello sposo finora rimasto anonimo. Il credente è l’amico dello sposo che cerca in ogni modo di favorire l’incontro tra Gesù e l’uomo perché Lui possa riempire ogni giara disponibile, saldare ogni gioia spezzata, restituire ogni speranza compromessa. La nostra mancanza di tutto riceve risposta da Dio in Gesù e supera ogni attesa: il vino è sovrabbondante (600 litri di qualità eccellente, molto superiore a quello di prima) e ogni giorno a disposizione; se ne potrà attingere sempre, perché la festa, la gioia e la speranza si versano in grembo ogni volta che si fa ciò che lui ci dice. Le nozze di Cana sono il primo segno operato da Gesù e sono simbolo del destino del popolo. Non si conosce il rapporto che lega Gesù e sua madre agli sposi. Maria è la prima e la sola che si accorge della mancanza del vino e chiede ai servi di mettersi a disposizione di Gesù, dopo aver avvertito il Figlio dell’inconveniente. Il significato associato al vino era quello della Sapienza divina. Sapiente per l’ebreo non è l’erudito ma colui che medita la Legge giorno e notte. La Sapienza è come il vino buono donato gratuitamente da Jahvè agli uomini attraverso il loro lavoro nei campi. Chi ha del vino da offrire è detentore della Sapienza. Il miracolo di Cana è un “mistero di luce” e Gesù apre alla fede il cuore dei discepoli grazie a Maria, la prima dei credenti. La festa nuziale della Nuova Alleanza è Gesù che porta il nuovo e il meglio, in misura abbondante. È Lui il vero sposo che offre i beni messianici, che si dona per amore sulla croce. Anche Maria svolge un ruolo decisivo. Tutto si compie alla sua presenza e dopo il suo intervento. Maria sarà presente anche nell’ora del Calvario, in modo partecipe e attivo. Lei è “la madre di Gesù”. Come vera credente, invita i servi – e noi – ad essere e fare come il popolo fedele di Israele al Sinai: “Quanto il Signore ha detto noi lo faremo”. “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Sono le ultime parole di Maria riportate nei Vangeli. Il suo commiato: ascoltate le parole di Gesù e vivetele insieme. Le pronuncia colei che è la parola di Gesù perfettamente vissuta. Immagine splendida anche per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Gesù rimane l’unico tesoro al quale tutti i cristiani, pur ancora divisi tra loro, attaccano il proprio cuore. P A G I N A 3 CHIESA PRIMO PIANO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 DOMENICA 17 GENNAIO GIORNATA MONDIALE DELLE MIGRAZIONI MIGRANTI INSIEME ATTORNO ALLA CROCE T orna domenica 17 gennaio, l’appuntamento con la Giornata mondiale delle migrazioni. “Il minore migrante e rifugiato - Una speranza per il futuro” il tema della Giornata 2010 che vedrà riunirsi in preghiera, in tutte le chiese d’Italia, i rappresentanti stranieri delle principali comunità cattoliche oggi residenti nel nostro Paese. Un evento che rappresenterà l’occasione e lo spunto per riscoprirsi tutti figli di un unico Dio, seppur portatori di storie e di lingue diverse. Ma anche, una volta di più, per volgere lo sguardo verso quanti dell’immigrazione sono figli, spesso costretti a vivere in situazioni di precarietà o alle prese con il difficile cammino dell’integrazione. Quest’anno la regione scelta che ospiterà la manifestazione nazionale sarà la Campania. «L’immigrazione degli adulti – scrive mons. Bruno Schettino, arcivescovo di Capua - è più studiata rispetto a quella dei minori, sia dal punto di vista del fenomeno in sé, che di legislazione, sia per quanto riguarda aspetti centrali come accoglienza e integrazione. Il minore è persona umana, giuridica piena di rispetto e di valore in sé. La sua tenera età implica maggiore valore e considerazione per i risvolti che interagiscono tra famiglia, educazione, ruolo dei genitori, progetto culturale, crescita umana e sociale del minore, ambiente di provenienza, luogo di accoglienza. Inoltre occorre considerare il minore nei rapporti con la scuola, con la sanità, con il gruppo e l’amicizia. Occorre considerare i ragazzi soli, senza genitori, quelli che sono in La Giornata verrà celebrata con una S. Messa domenica prossima, alle ore 17, nella chiesa di San Rocco a Como, con la partecipazione di alcune comunità migranti. Di questo e della situazioine degli stranieri in diocesi abbiamo parlato con don Umberto Gosparini, responsabile della pastorale migrantes MARCO GATTI case famiglia, adottati o in affido. Quelli che sono mandati per la triste piaga dell’accattonaggio, per lavori minorili, quelli che non frequentano la scuola, quelli mandati per compiere piccoli furti, quelli che vivono nei tuguri, dediti anche alla droga dei poveri, con l’uso di sostanze tossiche e collanti». A questo piccolo grande mondo sarà dedicata la preghiera nelle singole comunità locali. Per l’occasione anche a Como le comunità migranti ma non solo, si ritroveranno attorno all’Eucarestia. «È la giornata della mobilità umana - ci spiega don Umberto Gosparini, responsabile della pastorale Migrantes della diocesi di Como -, dedicata a quanti hanno dovuto lasciare la propria casa per le ragioni più diverse. È l’occasione per rinnovare l’attenzione e l’abbraccio verso questo mondo che vive immerso nel nostro». Tra i problemi che in passato hanno accompagnato le comunità straniere cattoliche comasche c’è sempre stata la mancanza di una guida religiosa, un punto di riferimento madre lingua in grado di accompagnarle nel non facile processo di integrazione. A che punto siamo oggi su questo fronte? «Qualche passo è stato compiuto rispetto al passato. La presenza di alcuni sacerdoti, che seguono le diverse comunità in maniera continuativa, ha permesso di colmare quel vuoto che le stesse comunità percepivano, andando meglio incontro alle loro esigenze, con risposte sia di carattere religioso che linguistico. La presenza di religiosi madrelingua rappresenta un valore prezioso per mantenere vivo il contatto con la propria fede, ma anche un ponte prezioso verso il luogo in cui si è stati accolti». Tornando alle comunità locali… «La più rappresentativa, parlando sempre di cattolici, è quella filippina. Un sacerdote, proveniente da Milano, viene a Como due volte al mese per la celebrazione della S. Messa e per offrire ascolto ai fedeli. All’occorrenza può venire anche con maggiore frequenza. Il luogo di ritrovo, ormai storico, è la parrocchia di S. Eusebio. A S. Eusebio si ritrova anche la comunità sri lankese, anch’essa accompagnata, una volta al mese, da un sacerdote proveniente da Milano. Un altro sacerdote, di origini ucraine, residente in città da poco più di un mese, si occupa invece di seguire la comunità ucraina, presso la parrocchia di S. Donnino. Anche la comunità ortodossa, non cattolica, ha un suo sacerdote. Punti di riferimento importanti per questa gente per mantenere luce e con- forto nella fede». E per quanto riguarda la comunità africana? «Qualche passo si sta compiendo anche su questo fronte. Un gruppo, per lo più composto da congolesi e senegalesi, in maggioranza di lingua francese, si ritrova una o due volte al mese presso la parrocchia di S. Rocco. Si tratta di una soluzione temporanea nell’attesa di individuare uno spazio idoneo in cui possano ritrovarsi non soltanto per la celebrazione della S. Messa, o per incontri di riflessione, ma anche per condividere momenti di fraternità. La S. Messa viene, in genere, celebrata, una volta al mese, da padre Mario Fugazza, missionario comboniano della comunità di Rebbio, e da me». Cosa ci si deve attendere, dunque, dalla celebrazione di domenica? «Sarà una grande festa alla UNA RIFLESSIONE DEL DIRETTORE DI MIGRANTES SUI TRAGICI FATTI DI ROSARNO IL VOLTO AMARO DEL SUD osarno è una cittadina di 16.000 abitanti della Calabria, il “Sud nel Sud”, come ricordava Franco Verga nella prefazione del libro-inchiesta sulle Regioni del Meridione “Sud amaro”, pubblicato nel 1970 da un giornalista, Adriano Baglivo, e un sociologo, Giovanni Pellicciari. Rosarno, l’antica Medma, la città di Filippo, segretario di Platone, è come un balcone naturale che guarda alla piana di Gioia Tauro, la pianura verde della Calabria, all’epoca romana definita “granaio dell’Impero”. Dagli schiavi di allora agli schiavi di oggi, la situazione di sfruttamento nella piana di Rosarno non sembra cambiata, alla luce delle immagini e dei fatti di violenza e di sfruttamento di cui tutti ormai siamo testimoni. Nell’Angelus del Papa di domenica la città di Rosarno è diventata il simbolo di un rinnovato magistero e impegno sociale attenti alla dignità e ai diritti dei lavoratori. Come il predecessore illustre R Leone XIII, che nel 1891, guardando alle “rerum novarum”, alle “cose nuove”, denunciava la situazione di sfruttamento degli operai e dei braccianti agricoli ricordando i diritti alla giusta retribuzione, al riposo, alla casa, alla tutela della salute, così Benedetto XVI, in un contesto di “cose nuove”, tra cui certamente pone il fenomeno delle migrazioni dei popoli del Sud del mondo, ha ricordato tre importanti direzioni a cui guardare nella società di oggi, anche alla luce dei fatti di Rosarno. Anzitutto, il Papa ha ricordato che “bisogna ripartire dal cuore del problema! Bisogna ripartire dal significato della persona!”. “Un immigrato è un essere umano – ha ricordato papa Benedetto –, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita”. È il ritorno al personalismo sociale, di cui sono stati maestri illustri Mounier, Maritain, Stefanini ieri, Ricouer e Levinas oggi, e di cui sono stati protagonisti della vita sociale italiana Giorgio La Pira, Adriano Olivetti, Amintore Fanfani, Giordano Dell’Amore, Aldo Moro, per ricordare solo alcuni nomi. Un personalismo sociale che oggi chiede l’impegno a coniugare strettamente economia e democrazia, legalità e sussidiarietà. Una seconda direzione a cui guardare, secondo il Papa, è l’esclusione di un ritorno alla lotta di classe, alla violenza sociale come base per la difesa dei diritti, ma un rinnovato impegno per il dialogo sociale, la mutualità, di cui il mondo sindacale – che vede iscritti oggi 1 milione dei 2 milioni dei lavoratori stranieri in Italia – diventi un luogo fondamentale di tutela. “La violenza – ha ricordato Benedetto XVI – non deve essere mai per nessuno la via per risolvere le difficoltà”. Anche la mafia, la ‘ndrangheta che oggi è ancora padrona in questo territorio non può essere sconfitta solo con misure di polizia, ma con una grande azione sociale e di responsabilità comune. Infine, il Papa invita a una riflessione culturale nuova, come già scriveva nella recente enciclica “Caritas in veritate”, che abbia al centro una nuova riflessione sulla relazione, necessaria per dare una base all’incontro tra culture diverse, e che ha il suo fondamento nella visone “fraterna” del mondo, ma anche nella prospettiva conciliare di una “nuova civiltà dell’amore”. “Invito – ha concluso il Papa – a guardare il volto dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima, una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama me”. Per le comunità cristiane Rosarno, nelle parole del Papa, diventa il simbolo di un rinnovato impegno educativo in campo politico e sociale, che aiuti a costruire una “città dell’uomo”, dove il lavoro, la casa, non sono “merce”, ma beni comuni da promuovere e difendere per tutti. Giancarlo Perego direttore generale Migrantes quale mi sento di invitare, con forza, anche i fedeli comaschi che intendano condividere con noi il senso di questa giornata. La celebrazione è stata studiata per rispettare le diverse espressioni linguistiche e culturali delle comunità straniere rappresentate. Sarà pertanto animata da canti in diverse lingue, come in lingue differenti sarà letta la preghiera dei fedeli». Tutti insieme, in preghiera, abbracciati attorno alla Croce. IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA DELLE MIGRAZIONI “Mi rivolgo ora particolarmente alle parrocchie e alle molte associazioni cattoliche che, animate da spirito di fede e di carità, compiono grandi sforzi per venire incontro alle necessità di questi nostri fratelli e sorelle. Mentre esprimo gratitudine per quanto si sta facendo con grande generosità, vorrei invitare tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati. Risuonano nel nostro cuore le parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25,35), come pure il comandamento centrale che Egli ci ha lasciato: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, ma unito all’amore al prossimo (cfr Mt 22,37-39). Questo ci porta a considerare che ogni nostro concreto intervento deve nutrirsi prima di tutto di fede nell’azione della grazia e della Provvidenza divina. In tal modo anche l’accoglienza e la solidarietà verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini, diviene annuncio del Vangelo della solidarietà. La Chiesa Io proclama quando apre le sue braccia e opera perché siano rispettati i diritti dei migranti e dei rifugiati, stimolando i responsabili delle Nazioni, degli Organismi e delle istituzioni internazionali perché promuovano opportune iniziative a loro sostegno”. Al tema dei Migranti l’agenzia Sir ha dedicato uno speciale consultabile su www.agensir.it SOCIETÀ P A G I N A 4 INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 COLPO D’OCCHIO NUDI ALLA META Non bastano le telecamere il cui occhio indiscreto ci segue ormai dovunque, da quando usciamo dalla porta di casa fino a quando rientriamo. Ci voleva la radiografia totale, il “body scanner”. Rassegniamoci al nuovo inglesismo che entrerà nei vocabolari della lingua italiana, dove già sono sei o sette le parole costruite su “body”. E rassegniamoci, dopo essere stati ripresi e videoregistrati esternamente da tutte le parti, a essere radiografati fin dentro sotto i vestiti. È lo scotto, la penitenza da pagare in nome della sicurezza, in un mondo dominato dalle tante insicurezze che sorgono appunto dall’ansia dell’uomo moderno di arrivare alla sicurezza, traguardo fattosi invece quanto mai labile e irraggiungibile. Da una parvenza di sicurezza costituita dal nuovo marchingegno che dovrebbe rendere sicuri i viaggi in aereo, ecco sorgere puntuali due sicure… insicurezze. La prima dovuta alla fallibilità dello strumento, la seconda alla sua possibile pericolosità sulla nostra salute. E qui, trattandosi appunto di insicurezze, vatti un po’ a raccapezzare tra i tanti pareri discordanti profusi dagli esperti. Quale che sia il tipo di radiazioni utilizzate, anche il “body scanner” risente, come altri apparecchi di diagnostica per immagini, di un certo grado di fallibilità in presenza di tessuti o materiali molli, trasparenti. Insomma, un terrorista che indossasse a mo’ di panciera una sacca piatta di plastica ripiena di esplosivo allo stato liquido o gel avrebbe buone probabilità di farla franca. E come la mettiamo per la salute? Qui l’insicurezza diventa grossa come una casa se solo si pensi alla serie interminabile di polemiche mai risolte sulla pericolosità o meno delle radiazioni non ionizzanti usate da un tipo di “body scanner”, ma anche dei raggi X, usati in un altro tipo. È evidente, signori miei, che per ogni passo avanti verso la meta della sicurezza, ne compiamo due in direzione opposta, col bel risultato di non arrivare mai, anzi di rimanere più insicuri di prima. E allora che fare? In merito al problema specifico, ossia come ottenere l’assoluta sicurezza dei viaggi in aereo, si prospetta per il futuro una soluzione radicale: arrivare nudi alla meta. Il che implica, per i viaggiatori, partire nella medesima condizione. Nessuno rida, né si scandalizzi. Soluzione drastica, nonché salutistica, fattibile in regime d’economia senza tante complicazioni tecnologiche elaborate e dispendiose. Poche cabine, tipo stabilimento balneare, un annuncio gentile ma deciso: “Si pregano i signori viaggiatori di depositare i vestiti nell’apposita sacca numerata che sarà restituita all’arrivo, di indossare il camice usa e getta e di prendere posto a bordo dell’aereo”. Una volta sistemati i passeggeri, le sacche con i vestiti sarebbero lasciate alla mercé degli agenti della sicurezza, liberi così di controllare, rovistare, radiografare quanto vogliono alla ricerca di possibili fonti di pericolo. Dopo di che si carica tutto sull’aereo che, finalmente, parte sicuro con il suo bagaglio di viaggiatori in tenuta asettica. PIERO ISOLA R ispettare l’”ecologia umana”, “consapevoli che anche l’ecologia ambientale ne trarrà beneficio, poiché il libro della natura è uno e indivisibile”: solo così “potremo consolidare la pace, oggi e per le generazioni che verranno”. È l’invito rivolto l’11 gennaio dal Papa, nella parte finale del discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, tradizionale appuntamento in cui Benedetto XVI traccia un bilancio dell’anno appena trascorso e delinea le prospettive per quello che si è appena aperto. Il testobase scelto dal Pontefice per la sua lettura dello scenario internazionale è il messaggio per la Giornata mondiale della pace, che esorta a custodire il creato. Per “edificare una vera pace”, non si può “separare, o addirittura contrapporre la salvaguardia dell’ambiente a quella della vita umana, compresa la vita prima della nascita”. Lo ha ribadito il Papa, affermando che “è nel rispetto che la persona umana nutre per se stessa che si manifesta il suo senso di responsabilità verso il creato”. Secondo Benedetto XVI, inoltre, “la salvaguardia della creazione implica una corretta gestione delle risorse naturali dei Paesi, in primo luogo, di quelli economicamente svantaggiati”, come l’Africa. In Afghanistan ed in alcuni Paesi dell’America Latina, “purtroppo l’agricoltura è ancora legata alla produzione di droga e costituisce una fonte non trascurabile di occupazione e di sostentamento”: “Se si vuole la pace, occorre custodire il creato con la riconversione di tali attività”, ha ammonito il Pontefice, chiedendo alla comunità internazionale “che non si rassegni al traffico della droga e ai gravi problemi morali e sociali che essa genera”. “A quanti fanno parte di gruppi armati di qualsiasi tipo”, il I TEMI DEL DISCORSO DEL PAPA AL CORPO DIPLOMATICO Un’ecologia umana Papa ha rinnovato l’appello affinché “abbandonino la strada della violenza e aprano il loro cuore alla gioia della pace”. Altro obiettivo da raggiungere per la comunità internazionale, è quello di prendere “decisioni efficaci in vista di un progressivo disarmo, che porti a liberare il pianeta dalle armi nucleari”. “All’incapacità delle parti direttamente coinvolte di sottrarsi alla spirale di violenza e di dolore generata da questi conflitti si aggiunge l’apparente impotenza degli altri Paesi e delle organizzazioni internazionali a riportare la pace, senza contare l’indifferenza quasi rassegnata dell’opinione pubblica mondiale”. Infine, il terrorismo che “mette in pericolo un così gran nu- mero di vite innocenti e provoca un diffuso senso di angoscia”. “Agire con giustizia, solidarietà e lungimiranza”. Questo l’atteggiamento raccomandato dal Papa alle “autorità civili coinvolte a diverso titolo”, di fronte all’”esodo” di “quanti abbandonano la propria terra”, a causa delle “gravi violenze, unite ai flagelli della povertà e della fame, come pure alle catastrofi naturali e al degrado ambientale”. Benedetto XVI ha citato tra le categorie di migranti i cristiani in Medio Oriente, che “colpiti in varie maniere, fin nell’esercizio della loro libertà religiosa, lasciano la terra dei loro padri”. “È per offrire loro un sostegno che ho convocato l’Assemblea Speciale del Sinodo Le radici della libertà C ome ogni anno il Papa ha incontrato il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per gli auguri del nuovo anno. È questa l’occasione per ribadire agli Stati, per il tramite degli ambasciatori, il tema contenuto nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace del primo gennaio. Se il Messaggio, diffuso ogni anno nel mese di novembre, ha un obiettivo pastorale e più generalmente politico, il discorso al Corpo Diplomatico di gennaio è diventato negli anni occasione per esaminare più tecnicamente, alla luce del Messaggio, minacce e opportunità per la pace nell’anno a venire. Così anche nel discorso di lunedì non sono mancati riferimenti alla relazione tra ambiente e pace, tema della Giornata della Pace 2010, e l’indicazione di alcune situazioni che offrono speranze, come la ripresa dei rapporti fra Armenia e Turchia, e delle tensioni più preoccupanti. Fra le tensioni il papa ha citato le violenze di cui sono stati vittime i cristiani in alcune aree del mondo. Il papa ha parlato dei fatti che hanno colpito i cristiani copti egiziani, delle preoccupanti violenze in Pakistan, che non hanno riguardato solo i cristiani, e delle fatiche in Medio Oriente. Accanto a queste preoccupazioni ha formulato l’invito ad una laicità che “fondata su una giusta autonomia tra l’ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa”. Già in passato il papa aveva insistito sulla libertà religiosa come condizione per la pace, suscitando qualche malumore. Quando si tocca questo tema esiste in effetti il pericolo di fraintendimenti. Credenti e non credenti corrono il rischio di affrontarlo come una questione di potere, quasi che in gioco ci sia la competizione di una comunità organizzata contro l’altra nell’orientare e gestire la cosa pubblica, magari a discapito dell’altra. E chi, proprio per rispetto del diritto di ogni convinzione ad esprimersi, crede nella laicità delle istituzioni si trova spesso a disagio ad ascoltare rivendicazioni a volte davvero sopra le righe. In realtà quando la vita è minacciata per il solo fatto di professare una religione, come purtroppo tuttora avviene, è naturale alzare la propria voce in difesa della libertà religiosa. Ma ciò che è importante non è solo o tanto sostenere il diritto di una comunità a professare, quanto riflettere sul significato più profondo della libertà religiosa. La fede, con la conseguente pratica religiosa, è uno degli atti più alti che persona umana possa compiere. Non lo diciamo perché siamo credenti, ma perché la fede è risposta alla domanda sul significato della propria vita. Quando l’uomo risponde alla domanda di senso è più pienamente se stesso, quale che sia la risposta che declina. Rispondendo compie l’atto più rilevante della sua vita. Alla sua luce orienta le sue azioni e colora le sue passioni e i suoi sentimenti. Spesso occorre tutta la vita per costruire e riconoscere una risposta sensata. A volte non basta tutta la vita per superare i dubbi. Una civiltà che consente pieno esercizio e piena espressione di questo atto permette all’uomo piena dignità. Una civiltà che glielo neghi gli nega contemporaneamente dignità. Quando questa libertà è stata difesa, gli uomini, singolarmente e comunitariamente, hanno contribuito a migliorare la civiltà di cui hanno fatto parte. Quando è stata negata, vuoi dalle istituzioni pubbliche, vuoi dai divieti originati dalla stessa pratica religiosa degenerata, non vi è contributo positivo alla civiltà, ma violazione della dignità umana. Avviene tutte le volte che si uccide in nome della fede, negando il diritto ad una professione diversa. Avviene tutte le volte in cui si nega pari dignità fra uomini e donne. Avviene ogni volta che si nega il diritto a contribuire ad un dibattito solo perché credenti. Per questo ha senso parlare di libertà religiosa parlando di pace. Davvero non è questione di confronto tra comunità organizzate in competizione fra loro. Immaginare la Città di Pietro competere con la Città dell’Uomo è caricaturale. Costruire la Città dell’Uomo, col contributo di tutte le fedi, tutta la scienza e tutti i dubbi, è modo concreto per servire l’uomo e, con testardaggine e pazienza, costruire la pace. RICCARDO MORO dei Vescovi sul Medio Oriente”, ha annunciato il Papa, che nella parte finale del discorso ha richiamato ancora una volta israeliani e palestinesi “a dialogare e a rispettare i diritti dell’altro”, chiedendo che “sia universalmente riconosciuto il diritto dello Stato di Israele ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. E che, ugualmente, sia riconosciuto il diritto del popolo palestinese ad una patria sovrana e indipendente, a vivere con dignità e a potersi spostare liberamente”. Il Pontefice ha sollecitato infine “il sostegno di tutti perché siano protetti l’identità e il carattere sacro di Gerusalemme”. Le “radici” della situazione internazionale attuale “sono di ordine morale e la questione deve essere affrontata nel quadro di un grande sforzo educativo, per promuovere un effettivo cambiamento di mentalità ed instaurare nuovi stili di vita”. Ne è convinto il Papa, che ha assicurato: “Di ciò può e vuole essere partecipe la comunità dei credenti, ma perché ciò sia possibile, bisogna che se ne riconosca il ruolo pubblico”. Al contrario, “in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffonde, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di scarsa considerazione, e, talvolta, di ostilità, per non dire di disprezzo verso la religione, in particolare quella cristiana”. Questo accade perché, “se il relativismo è concepito come un elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o, meglio, di rifiuto dell’importanza sociale del fatto religioso”. Tale approccio, però, crea “scontro e divisione, ferisce la pace, inquina l’ecologia umana e, rifiutando, per principio, le attitudini diverse dalla propria, si trasforma in una strada senza uscita”. Di qui la necessità di “definire una laicità positiva, aperta, che, fondata su una giusta autonomia tra l’ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa”. È in questa prospettiva che il Papa pensa all’Europa, che deve “saper attingere alle fonti della propria identità cristiana”. SOCIETÀ P A G I N A 5 FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 SCUOLA E IMMIGRATI Una diffusa tentazione non solo “culturale” Il «tetto» ed il buon senso D I l problema esiste ed è bene che lo si guardi in faccia. Da tempo si discute, infatti, dei minori stranieri nelle classi scolastiche e periodicamente emergono situazioni difficili con plessi – e classi – dove gli equilibri tra stranieri e italiani saltano, creando situazioni di “ghetto”. Considerata questa premessa, le “indicazioni e raccomandazioni” del ministro Gelmini, con il tetto del 30% di alunni stranieri hanno il merito di mettere sotto i riflettori la questione, solitamente lasciata all’italica arte di arrangiarsi che in campo scolastico diventa non di rado splendida – ed efficace – creatività. Il principio ribadito dal ministro è quello dell’integrazione e non v’è dubbio che questa passi per buona parte dalla scuola, dove è opportuno che culture e linguaggi diversi possano incontrarsi e compenetrarsi, nel quadro di un insieme di riferimenti tipici della scuola italiana che – così il ministro – “deve mantenere con orgoglio le proprie tradizioni storiche e insegnare la cultura del nostro Paese”. E precisando, sempre il ministro spiega che “l’inserimento, ad esempio, dell’ educazione alla cittadinanza va proprio in questa direzione: insegnare il rispetto per le altre culture e affermare contemporaneamente l’importanza delle regole civili, della storia, delle leggi e della lingua italiana. Una indispensabile condizione questa per realizzare una vera integrazione”. Detto questo, va anche rilevato che, di per sé, la questione del tetto per gli stranieri si presenta in un contesto culturale generale nei confronti del problema dell’immigrazione e della stessa integrazione non sempre confortante, per cui autorizza qualche sospetto, già sollevato da autorevoli commentatori. Inoltre, le raccomandazioni ministeriali sono tutt’altro che di facile attuazione. Bisogna intendersi sul termine stranieri e definire con chiarezza i margini di intervento. Il discrimine, pare di capire, potrebbe essere la padronanza della lingua italiana, che va a configurare un vero problema didattico e per il quale il ministero prevede le “classi di inserimento”. Decisivo resta tuttavia il richiamo all’autonomia degli istituti, poiché le situazioni territoriali sono molto diverse e lo stesso dicasi per le esigenze che si trovano a dover affrontare dirigenti scolastici sul campo. E di nuovo torna il ricorso inevitabile al buon senso e alla capacità di valutazione pratica che finora hanno guidato tante situazioni. Ben vengano comunque indicazioni e raccomandazioni – speriamo anche finanziamenti, e persone – in più rispetto a quanto già esiste. Regole il più possibile chiare sono un buon aiuto in campo educativo e sul versante così delicato dell’integrazione che deve restare, insieme all’accoglienza, un riferimento preciso per la scuola di tutti. ALBERTO CAMPOLEONI CORSIVO di AGOSTINO CLERICI OMELIA: «POLTIGLIA» O ARTE? Alcune espressioni usate da mons. Mariano Crociata, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, hanno scatenato la penna di Giancarlo Zizola, che su la Repubblica ha scritto un articolo intitolato «C’era una volta il pulpito» (6 gennaio), poi ripreso integralmente anche da Il Foglio con il titolo «Perché i preti non sanno più predicare» (11 gennaio). Il segretario dei Vescovi italiani, parlando in una omelia al XIV convegno liturgico per seminaristi (Roma, 29 dicembre), aveva fatto alcune considerazioni circa l’annuncio della Parola di Dio. Infatti, «spesso le nostre parole e la nostra pastorale tutta - ha detto in quell’occasione, come riportato da L’Osservatore Romano del 31 dicembre - risultano una poltiglia melensa e insignificante, come una pietanza immangiabile o, comunque, ben poco nutriente. È questione di atteggiamento e di vita, non solo di parole, anche se pure le nostre parole e le nostre stesse omelie dovrebbero prendere a modello questa sorta di criterio regolativo che ci viene dalle parole del vecchio Simeone: nello stesso tempo annunciare la salvezza e mettere di fronte alla decisione». I due estremi da far evitare alle omelie? «Sarebbe oltremodo deplorevole far diventare le omelie occasioni per scagliare accuse e contumelie, rimproveri e giudizi di condanna; ma anche il contrario risulta insulso, quando le nostre parole si riducono a poveri raccatti di generiche esortazioni al buonismo universale». L’omelia di mons. Crociata evidenziava come ci debba essere un equilibrio di «consolazione e monito, speranza e serietà d’impegno, fiducia gioiosa e necessaria severità», e che l’omileta debba considerarsi come primo ascoltatore di quella parola che porge agli altri. L’articolone di Zizola (a cui ne è seguito uno di Antonio Socci su Libero del 10 gennaio, dal titolo «Vogliamo santi non predicatori») dice cose sensate accanto ai luoghi comuni sulla fine della cristianità e sugli «standard gerarchici per la selezione del clero». Non manca nemmeno la puntuale indagine con le percentuali di ricorrenza dei termini (nelle omelie manca «inferno», abbonda «padre misericordioso»). Certo è che si poteva far notare che i due estremi in cui le omelie dei preti non dovrebbero mai cadere sono il dato costante e pure stucchevole delle «omelie» televisive dei «preti» della laicità: nei salotti televisivi abbondano le invettive e le contumelie gettate dal microfono e si sparge buonismo politicamente corretto a quintali. Il pubblico sta seduto in poltrona come sulla panca in chiesa? Si lamenta delle «poltiglie» del prete e beve, invece, le insulsaggini del politico o del sindacalista o del calciatore o dell’attore? Difficile dirlo. Io sarei prudente e mi fiderei poco del «mi sembra» e del «io penso» della gente. Forse mons. Crociata, parlando ai seminaristi, voleva solo ricordare che nel kit del «piccolo prete» va messa anche la provetta dell’omiletica. Che è un’arte, non certo una materia scolastica. iceva Oscar Wilde: “Esperienza è il nome che ciascuno di noi dà ai propri errori”. Nella soluzione dei problemi della vita noi procediamo per tentativi ed errori. Tra l’ameba ed Einstein - rileva un noto filosofo - c’è una sola differenza: all’ameba dispiace sbagliare. Einstein, invece, è stuzzicato dal piacere di trovare un errore nella propria teoria. Mentre l’ameba muore con la teoria errata, Einstein fa morire la teoria al posto suo. Il moscone sbatte contro il vetro e torna indietro, sbatte ancora e torna di nuovo indietro, e sbatte ancora… finché muore, muore con la sua teoria errata. Noi, invece, se erriamo possiamo far tesoro dei nostri errori costruendo nuove ipotesi di lavoro più potenti dal punto di vista esplicativo, più ricche di contenuto informativo; ipotesi che cerchino di spiegare anche quei fattori che hanno messo in ginocchio le nostre precedenti soluzioni. Essere uomini accettando le scommesse della vita - significa essere critici. Ed educare alla mentalità critica equivale ad educare a riconoscere i nostri errori e quelli degli altri. Sembra, invece, che sempre di più aumenti la schiera di quanti imitano mentalmente il comportamento dell’ameba. Un’amara e provocante considerazione: siamo,in tutti i contesti, circondati da infallibili. E questi infallibili sentono, ma non descrivono; esclamano,ma non argomentano; hanno paura, ma non si correggono; giudicano, ma non analizzano; distruggono,ma non costruiscono; si ubriacano dei migliori mondi possibili, ma a due mani lavorano, di fatto, perché il mondo concreto si frantumi sempre di più. Resta spesso solo l’amara illusione dell’onnipotenza dello slogan, delle frasi fatte diventate pensiero diffuso. Ma gli slogan non hanno potere solo nelle menti di chi li produce. Hanno anche il potere di anestetizzare i cervelli, di illudere che le cose si possano cambiare con uno slogan. Siamo chiamati invece a misurarci con la logica concreta che guida la vita quotidiana: problemi, tentativi per affrontarli, errori, nuovi tentativi. In una precisa prospettiva: una storia aperta e abitata dalla libertà degli uomini. Dobbiamo seguitare ad essere critici, se non vogliamo fare la fine dell’ameba, se vogliamo evitare di fare la fine del moscone che sbatte contro il vetro. Non dobbiamo immunizza- re le nostre idee e le nostre proposte, ma dobbiamo il più chiaramente possibile esporle alla serena critica degli altri. Più saremo chiari più saremo comprensibili. Se saremo comprensibili, gli altri ci potranno criticare, potranno trovare in noi degli errori e ci aiuteranno quindi a migliorarci. Non si è ragionevoli e propositivi se - invece di esporle alla critica - proteggiamo le nostre idee o con l’oscurità del nostro linguaggio o con la continua proposta di correttivi che le riparano dalla critica. Non si comportano da esseri ragionevoli - da esseri critici e quindi umani - né coloro che (al pari dei polipi che per proteggersi si gettano il nero) sprofondano nella oscurità dei discorsi pretenziosi e nebulosi, né coloro che davanti al primo accenno di critica stanno lì a sentenziare - con un fascio di cartelle cliniche alla mano - che sei un “represso”, un “inibito”, un “alienato” o un “reazionario”. Il sapere umano (teorico o pratico) che pretende di essere intoccabile, assoluto, costruito per sempre non è un vero sapere e non aiuta a comprendere la realtà, ma la cosifica. Chi teme di sbagliare ha paura della fallibilità umana, ha paura di essere uomo. Pretende, diabolicamente, di essere come Dio, di essere infallibile. Elude il confronto con i problemi reali, si trastulla narcisisticamente nella culla delle proprie certezze. E gli uomini concreti gli servono per confermare le proprie idee chiare, evidenti, da condividere necessariamente. Anche se smentite, ogni giorno, dalla vita. Non mette in discussione le proprie idee, ma gli uomini che ad esse non si adeguano. Un simile modo di procedere non è, spesso, lontano dalla nostra esperienza quotidiana. Abita e pervade anche la vita di tante comunità cristiane. Prenderne atto sarebbe già un primo passo. Verso un modo più ragionevole di affrontare i problemi nuovi e complessi nei quali tutti ci troviamo a vivere. FUORI dal CORO ARCANGELO BAGNI CULTURA: PRESENTATO A ROMA IL “CODEX PAULI”, DEDICATO ALL’APOSTOLO PAOLO “Il più grande tributo all’apostolo Paolo. Un’opera di alto valore ecumenico tra arte e bellezza”. E’ il “Codex Pauli”, opera monumentale realizzata sullo stile degli antichi codici monastici in un tomo unico di 424 pagine di grandi dimensioni (cm 35x48x10) e di finissima composizione. L’Opera, edita dall’Abbazia di San Paolo fuori le Mura in collaborazione con Paulus, è stata presentata mercoledì 13 gennaio in Campidoglio a Roma con gli interventi, tra gli altri, del card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo e di mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura. Dedicata a Benedetto XVI, che ha indetto l’Anno Paolino, l’opera ospita i contributi inediti, appositamente preparati, di S.S. Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli; di S.S. Kirill, Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie; di S.B. Gregorios III Laham, Patriarca melkita d’Antiochia e di tutto l’Oriente; di Rowan Williams, Primate della Comunione Anglicana; di Eduard Lohse, Vescovo emerito della Chiesa Evangelica di Hannover. “La presentazione del Codex Pauli – si legge in un comunicato - assume ulteriore rilievo, perché introduce alla Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani (18-25 gennaio), tradizionalmente ospitata dalla Basilica di San Paolo fuori le Mura”. P A G I N A 6 CHIESA CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 ORDINE DELLA VISITAZIONE CONCESSA L’INDULGENZA PLENARIA AGENDA del VESCOVO GIOVEDÌ 14 A Como, al mattino, udienze e colloqui personali; a Bergamo, nel pomeriggio, consulta regionale per il satanismo, le sette e le nuove forme religiose. DA VENERDÌ 15 A DOMENICA 17 Visita pastorale alla zona Prealpi: parrocchia di Gironico. LUNEDÌ 18 A Como, nel pomeriggio, udienze e colloqui personali. MARTEDÌ 19 A Tresivio, al mattino, incontro per l’aggiornamento del clero per la provincia di Sondrio. MERCOLEDÌ 20 A Cuveglio, alle ore 19.00, inaugurazione della nuova sede del centro di Ascolto. GIOVEDÌ 21 A Como, alle ore 20.30, al Monastero della Visitazione, S. Messa per l’apertura delle celebrazioni del quarto centenario di fondazione dell’Ordine. DA VENERDÌ 22 A DOMENICA 24 Visita pastorale alla zona Prealpi: parrocchia di Olgiate Comasco. DA LUNEDÌ 25 A GIOVEDÌ 28 A Roma, Consiglio Permanente della CEI. MARTINO VERGA È STATO ELETTO NUOVO PRESIDENTE DELL’UCID DI COMO Il nuovo Consiglio direttivo dell’Ucid di Como, votato in data 25 novembre 2009, lo scorso 10 dicembre ha nominato il nuovo presidente dell’associazione che succede a Bruno Gentili: si tratta di Martino Verga, il quale guiderà l’Ucid comasca nel triennio 2010-2012. Per il IV centenario della fondazione I n occasione del quarto centenario di fondazione dell’Ordine della Visitazione vedi calendario del triduo di apertura delle celebrazioni qui accanto - la Penitenzieria Apostolica ha emesso il decreto per la concessione dell’Indulgenza plenaria. Qui di seguito pubblichiamo il testo completo con l’indicazione delle condizioni per ottenerla. «Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, felicemente regnante, informato dal R.P. Valentino Viguera, S.D.B. Assistente generale dell’Ordine delle Suore della Visitazione della Beatissima Maria Vergine, delle celebrazioni giubilari con le quali nell’anno 2010 si commemorerà l’anniversario del IV centenario della Fondazione dell’Ordine religioso da parte di Santa Giovanna Francesca Frémyot di Chantal insieme a San Francesco di Sales, desiderando partecipare il dono Divino ai fedeli devoti, per la sua amatissima sollecitudine verso la Chiesa universale e per la particolare disposizione verso l’Ordine della Visitazione di Santa Maria, volentieri concede l’Indulgenza plenaria, alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) debitamente adempiute, ai fedeli che veramente si pentono, da acquistare in qualunque Monastero dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria, purché visitino devotamente la Chiesa del Convento e ivi assistano a qualche sacra funzione o almeno per un tempo conveniente si dedichino a pie meditazioni, da concludersi col Padre Nostro, col Credo e con invocazioni della Beata Vergine Maria, di san Francesco di Sales e di santa Giovanna Francesca di Chantal: a. - il giorno in cui si apre solennemente l’anno giubilare; - il giorno della festa di san Francesco di Sales (24 gennaio); - il giorno anniversario della fondazione (6 giugno); - nella solennità del Sacro Cuore di Gesù (19 giugno); - il giorno della festa di S. Giovanna Francesca di Chantal (12 agosto); - il giorno in cui si chiude solennemente l’anno giubilare; b. - una sola volta, in un giorno da scegliersi liberamente dai singoli fedeli; c. - ogni volta che partecipi- FESTEGGIAMO SAN GIOVANNI BOSCO Associazione Salesiani Cooperatori “Salesianum” – in via Conciliazione 98 a Como telefono 031-572355 Domenica 31 gennaio • ore 9.00: accoglienza; preghiera comunitaria; riflessione sul tema “Don Bosco: lavoratore, educatore, incompreso?”; intervallo – possibilità di confessioni; • ore 11.30: S. Messa – rinnovo della “promessa” dei Salesiani Cooperatori; bacio della reliquia di san Giovanni Bosco; • ore 12.30: pranzo. Nel pomeriggio concerto vocale del Coro “S. Maria dei Miracoli” di Morbio Inferiore (Svizzera). In chiusura un rinfresco offerto dall’Associazione a tutti i partecipanti. Per tutta la giornata funzionerà la “Pesca di beneficenza” per le opere dell’associazione. no a un sacro pellegrinaggio, visitando in gruppo, almeno un Monastero. Le Monache della Visitazione che, impedite per infermità o altri gravi motivi, non possano partecipare alle celebrazioni giubilari, nel luogo dove l’impedimento le trattiene, potranno conseguire l’Indulgenza plenaria, fatta espiazione d’ogni pec- cato e con l’intenzione di rispettare quanto prima si potrà, le tre consuete condizioni, se si saranno unite spiritualmente ai sacri riti con le preghiere e coi propri dolori e incomodi della propria vita, offerti per Maria a Dio misericordioso. Il presente decreto avrà valore per tutto il tempo del Giubileo dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria. Non opponendosi qualunque cosa contraria. Dato a Roma, dalla Sede della Penitenzieria Apostolica 17 settembre, l’anno dell’Incarnazione del Signore 2008». JACOBUS FRANCISCUS, S.R.E. Card. STAFFORD, Paenientiarius Maior + IOANNES FRANCISCUS GIROTTI, O.F.M. Conv. Ep. Tit. Metensis, Regens DALL’UFFICIO PER LA LITURGIA CRESIMA DEGLI ADULTI Si chiede ai parroci che stanno ultimando la preparazione degli adulti al Sacramento della Confermazione la cortesia di informare quanto prima questo ufficio (telefono 0313312252 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00), in modo tale che si possa verificare al più presto se il numero degli aspiranti è sufficiente per dar vita alla celebrazione che è in calendario il primo sabato di febbraio. In caso contrario questo appuntamento sarà sospeso e i candidati verranno accolti alla successiva celebrazione di sabato 10 aprile. All’atto dell’iscrizione saranno comunicati giorno e ora dell’incontro preliminare (a cui i candidati dovranno giungere con i rispettivi padrini e muniti dell’attestato di avvenuta preparazione) che si terrà in via Maestri Comacini 4, (a fianco del Duomo). P A G I N A CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 7 GIORNATA DIOCESANA DI SENSIBILIZZAZIONE A VALLE DI COLORINA IL PROSSIMO FEBBRAIO IL 31 GENNAIO: LA SCUOLA CATTOLICA DUE GIORNI PER I MINISTRANTI UFFICIO DIOCESANO PER LA LITURGIA Corso base di formazione per lettori Tre incontri presso la parrocchia di Sant’Agata in Como. Info e iscrizioni: don Simone Piani, vicario di Sant’Agata, telefono 333/6217220, [email protected], www.santagatacomo.org (per iscriversi on line); si prega di concordare la partecipazione con il proprio parroco. P A G I N A 8 CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 UFFICIO DIOCESANO PELLEGRINAGGI DATE E PROGRAMMI IN CALENDARIO GRECIA BIBLICA, SUI PASSI DI SAN PAOLO 24 APRILE-1 MAGGIO FATIMA 10-14 SETTEMBRE 1° GIORNO: ITALIA – LISBONA – FATIMA Partenza dall’aeroporto di Milano per Lisbona. All’arrivo, in pullman riservato, visita di Lisbona, meravigliosa città, capitale del Portogallo, che conserva un centro storico del XVIII secolo, con vie eleganti e lineari. In particolare visita alla Torre Belem, un tempo faro per navigatori di ritorno dalle Indie, simbolo della potenza navale portoghese; il Monastero di Jeronimos, magnifico monastero del XVI secolo, e la chiesa di sant’Antonio. Dopo il pranzo, partenza per Fatima. Arrivo e sistemazione in albergo, cena e pernottamento. 2°/3° GIORNO: FATIMA Due i grandi appuntamenti diocesani che vedranno la presenza del vescovo monsignor Diego Coletti: a breve saranno comunicati programmi e indicazioni organizzative; intanto ecco le date da segnare; nel resto dei box gli altri pellegrinaggi promossi a livello diocesano. Tutte le informazioni sul sito www.diocesidicomo.it o telefonando il mercoledì mattina all’Ufficio diocesano pellegrinaggi: 031-3312232 IL GRANDE PELLEGRINAGGIO DIOCESANO PER L’ANNO 2010 3-9 luglio a Lisieux TORINO - SACRA SINDONE 4 maggio Giornate interamente dedicate alle celebrazioni liturgiche e alla visita di Fatima ove nel 1917 la Vergine apparve ai tre pastorelli, Francesco, Giacinta e Lucia, affidando loro un messaggio di preghiera e conversione. Visita della Cappella delle Apparizioni, del Santuario, in cui si custodiscono le spoglie di Francesco e Giacinta, dei luoghi natali dei Veggenti e di Velinhos luogo ove apparve l’Angelo. 4° GIORNO: BATALHA, ALCOBACA E NAZARÈ Partenza per Alcobaca per la visita all’abbazia cistercense, fulcro e culla della cultura portoghese, a Bathala per la visita al gotico monastero domenicano di santa Maria della Vittoria, uno dei più grandi complessi monumentali d’Europa. Proseguimento per Nazarè, cittadina di pescatori posta sulla costa atlantica. Rientro a Fatima in serata. 5° GIORNO: FATIMA – LISBONA – ITALIA Partenza per Estoril, Cascais, Sintra. Dopo il pranzo trasferimento in aeroporto a Lisbona. Rientro in Italia. Quota individuale di partecipazione: 770 euro. LOURDES 1° GIORNO: MILANO - SALONICCO Partenza con volo di linea per Salonicco. Tour della città. Sistemazione in hotel. 2° GIORNO: SALONICCO - FILIPPI – KAVALA Intera giornata di escursione a Filippi. Rientro in serata a Salonicco. 3° GIORNO: SALONICCO - VERGINA KALAMBAKA Giornata dedicata alla visita di Salonicco. Al termine, proseguimento per Vergina: dopo pranzo visita del sito archeologico con le Tombe dei Re Macedoni. Trasferimento a Kalambaka, sistemazione in hotel. 4° GIORNO: KALAMBAKA – (VISITA ALLE METEORE) - DELFI Giornata di visita ai Monasteri di Meteore. Dopo pranzo, partenza per Delfi, sistemazione in hotel. 5° GIORNO DELFI - (MONASTERO DI OSSIOS LOUKAS) -ATENE Mattinata dedicata alla visita di Delfi. Dopo pranzo partenza per Atene. Visita del monastero di Ossios Loukas; lungo il tragitto attraversamento di Tebe e Levadia. Arrivo ad Atene, sistemazione in hotel. 6° GIORNO ATENE Intera giornata dedicata alla visita di Atene. 7°GIORNO ATENE–CORINTO-MICENE-EPIDAURONAUPLIA Intera giornata di escursione. 8°GIORNO ATENE – ITALIA Quota di partecipazione: 1395 euro. SIENA E LA FIGURA DI SANTA CATERINA: DAL 29 MAGGIO AL 1 GIUGNO IN AEREO DAL 7 AL 10 MAGGIO Il programma prevede la sistemazione a Lourdes e la partecipazione, nei quattro giorni di permanenza, alle celebrazioni religiose e alla visita dei luoghi di santa Bernardetta. Quota individuale di partecapazione: 550 euro. IN PULLMAN DAL 2 ALL’8 AGOSTO Il programma prevede, oltre a Lourdes, anche la visita a luoghi significativi (per storia e cultura) e a santuari delle regioni della Languedoc e della Bourgogne. Quota (a seconda dei partecipanti): da 690 a 725 euro. Il programma prevede tappe a Lucca, Pisa, San Gimignano, Siena, Volterra, Monte Oliveto Maggiore, Sant’Antimo. Quota (a seconda dei partecipanti): da 380 a 480 euro. SANTUARI DI FRANCIA: DAL 5 AL 10 APRILE Il programma prevede tappe a Laus, Lione, Dardilly, Ars, Macon, Cluny, Annecy, Paray Le Monial, Nevers, Vezelay, Digione, Tournus, Hautecombe, Aix Le Bains. Quota (a seconda dei partecipanti): da 890 a 955 euro. UNA SFIDA MOLTO IMPORTANTE GUARDANDO AL PROSSIMO DECENNIO DELLA CEI Incontro dei cooperatori salesiani di Como: riflettere sull’educazione arà l’emergenza educativa il nocciolo degli “Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020” che la Conferenza episcopale ha stabilito come programma di lavoro per la Chiesa italiana. Il presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco, spiega che “l’emergenza drammatica dell’educazione è causa di tanti disagi delle famiglie e di tanti mali della società”. Proprio il problema dell’educazione e dell’evangelizzazione dei giovani è sempre stato al centro, pur in tempi diversi, dell’azione pastorale di san Giovanni Bosco e del beato don Michele Rua, suo primo successore, del quale ricorre l’anno prossimo il 100° anniversario della morte: per questi motivi è stato scelto anche come tema della ri- S flessione nella Giornata di spiritualità e seconda Conferenza annuale organizzata dall’Associazione Salesiani Cooperatori, domenica 13 dicembre scorso presso il “Salesianum” di Tavernola. In mattinata don Antonio Simeon sdb, sviluppando l’argomento alla luce dell’esempio del fondatore e del beato don Rua, ha portato i presenti a riflettere sulla necessità di amare i giovani e di far sì che i giovani stessi sappiano di essere amati. “L’educazione è cosa di cuore. I giovani sappiano che li amate”, insegnava don Bosco. Il relatore ha invitato a vivere l’anno 2010, “ricordando don Rua”, come un cammino spirituale con alcune attenzioni da tenere presenti. La prima è quella di rafforzare il nostro essere discepoli fedeli di Gesù, riscoprendo le fonti quotidiane della fedeltà: la Sacra Scrittura e l’Eucaristia nella celebrazione, nell’adorazione e nelle visite frequenti. La seconda attenzione da avere è quella di assumere l’atteggiamento di don Rua, riscoprendo l’importanza e lo spirito delle nostre promesse salesiane ed a ripensare al progetto personale di vita. In terzo luogo siamo invitati ad imitarlo nella sua dedizione a rispondere ai bisogni dei giovani ed a trovare le vie pastorali adatte per raggiungerli con l’annuncio del Vangelo. La prima parte della giornata si è conclusa con la recita del S. Rosario e con la celebrazione eucaristica presieduta da don Simeon, durante la quale si è pregato per i defunti, che sono mancati quest’anno, Cooperatori, pa- renti, amici e per padre Perucchi, missionario salesiano in America Latina. Nel pomeriggio, dopo il pranzo e la lotteria di beneficenza a favore dei bambini bisognosi di Araruama in Brasile, l’incontro è proseguito con la proiezione di un DVD sulle missioni salesiane in diverse zone del Brasile e sulle varie opere di sostegno ai bambini e ai giovani. L’ultima parte della giornata è stata dedicata alle comunicazioni del responsabile per i rapporti con la diocesi, Ferdinando Marchini, che ha riferito sulle riunioni del Consiglio Pastorale Zonale di Como Centro, illustrandone la programmazione e sull’attività della nostra Associazione a livello provinciale con l’importante Giornata del Cooperatore svoltasi a Milano il 22 novembre scorso. Marchini ha poi menzionato diversi cooperatori di Como impossibilitati a partecipare ai vari incontri perché anziani o malati, da lui visitati personalmente a nome del- l’associazione. L’intensa giornata si è conclusa gioiosamente con un rinfresco per lo scambio degli auguri natalizi. ANTONIO NEGRINI MOVIMENTO EUCARISTICO DIOCESANO DI COMO Dopo le solennità natalizie, il ritrovo è fissato per il 6 febbraio alle ore 16.20 presso la chiesa dell’Adorazione (Santa Cecilia) per l’ora di adorazione mensile. Inzio con il Santo Rosario, seguiranno meditazioni su testi del beato Spinelli fondatore delle Suore dell’Adorazione e momenti di meditazione in silenzio, poi la Santa Messa festiva. La medesima sera vi sarà in diocesi la veglia per la vita e il 17 febbraio le Ceneri, pontificale in Duomo alle ore 18.00. Il 21 febbraio, la prima domenica di Quaresima i membri sono invitati al servizio in Cattedrale alle ore 10.30 (controllare sempre il Settimanale per gli avvisi). Tutti sono invitati all’adorazione e alle celebrazioni. P A G I N A 9 CHIESA ECUMENISMO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI 2010 «MI SARETE TESTIMONI DI TUTTO CIÒ»: DAL 18 AL 25 GENNAIO UNA SETTIMANA PER IMPARARE A COSTRUIRE VERA COMUNIONE Anche nella nostra diocesi, sia nel comasco, sia in provincia di Sondrio, è stato preparato un calendario di incontri e iniziative sul tema dell’ecumenismo: non solo momenti di preghiera, ma anche di approfondimento e di conoscenza reciproca; un cammino difficile, quello dell’unità, ma molto fecondo gni riflessione teologica nasce dalla verità del Vangelo che si trasforma in prassi e viene poi spiegata ed approfondita dalla riflessione teologica. di PAOLA ZANARDI LANDI Anche nella nostra diocesi, in comunione con tutti i cristiani del mondo, dal 18 al 25 gennaio si celebrerà l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani in diverse comunità della Chiesa comense insieme alle diverse realtà cristiane presenti nel territorio, secondo il programma pubblicato dall’ufficio per l’ecumenismo (vedi locandina qui accanto). Un movimento che attraversa verticalmente la realtà terrena e celeste, che intuisce la comunione profonda tra la Chiesa terrena e la Chiesa celeste, e si rende disponibile perché queste verità vengano conosciute e concretizzate in ogni luogo della terra dove i cristiani sono presenti. C ome cristiani abbiamo un Salvatore che prima di donare la propria vita per l’umanità ci ha lasciato un’eredità importante trascritta nel suo testamento spirituale come ci perviene nel Vangelo di Giovanni. Questa volontà ferma del Signore rappresenta oggi la radice teologica dell’ecumenismo spirituale, un’eredità raccolta da molti cristiani di diverse confessioni e portata a frutto in molteplici occasioni tra le quali la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si celebra nella settimana che va dal 18 al 25 gennaio di ogni anno, in ogni comunità cristiana. Il tema di quest’anno è particolarmente importante perché riprende il lavoro della prima assemblea ecumenica mondiale che si svolse nel 1910 a Edimburgo ed il cui sviluppo portò i rappresentanti delle chiese presenti alle riunioni a comprendere l’ecumenismo in chiave missionaria. Il tema pertanto sarà tratto dal Vangelo di Luca (24,48) “Voi sarete testimoni di tutto ciò”. Il decreto per l’ecumenismo del Concilio Vaticano II afferma: «Questa conversione del cuore e questa santità di vita, insieme con le preghiere private e pubbliche per l’unità dei cristiani, devono essere considerate come l’anima di tutto il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale. È infatti consuetudine per i cattolici di recitare insieme la preghiera per l’unità della Chiesa, con la quale ardentemente alla vigilia della sua mor- te lo stesso Salvatore pregò il Padre: “che tutti siano una cosa sola” IN DIALOGO CON GLI EBREI In occasione della giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, la diocesi di Como organizza il 17 gennaio un pomeriggio di riflessione sull’ebraismo presso la parrocchia di Albate. Il tema scelto quest’anno dalla commissione per l’ecumenismo e dialogo della CEI è Ricorda il giorno di Sabato per santificarlo (Es 20,8) e ha lo scopo di aiutare a comprendere meglio le radici della fede cristiana contenute nelle tradizioni del popolo ebraico e nell’Antico Testamento. A questo scopo, il 17 gennaio, alle ore 16.30, presso la parrocchia di Albate, Mauro e Annalisa Salami animeranno un pomeriggio di danze d’Israele aiutando a riscoprire il senso della fede che condividiamo con il popolo Ebraico. (Gv 17,21)» (cfr. Unitatis Redintegratio 8). Il dialogo si è arenato. Le differenze ecclesiologiche si mostrano oggi con più chiarezza. L’intercomunione è ancora un problema aperto, la gerarchia ministeriale rimane ancora inaccettabile per alcune comunità ecclesiali. Eppure il dialogo, l’amicizia, gli incontri non si sono arrestati, al contrario, costituiscono oggi uno strumento irrinunciabile per giungere alla piena comunione. Quello che non ci potrà mai essere tolto dalle incomprensioni teologiche è proprio la pre- ghiera in comune, nel nome dell’unico Salvatore Gesù Cristo, seguendo la sua stessa volontà. La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nasce con questo intento, a partire dal 1930 circa per opera di un sacerdote di Lione, il padre Couturier, che sente pressante il richiamo all’unità dei cristiani e la sofferenza per le separazioni ancora esistenti tra le chiese. Egli, nel 1936 organizza in Svizzera il primo incontro di preghiera tra protestanti e cattolici e riunisce molti tra coloro che diventeranno i protagonisti dell’ecumenismo spirituale e che sono per noi, oggi, i pionieri di questo dono di grazia per i cristiani. I loro nomi sono ricordati ancora oggi e i loro scritti ancora oggi letti con attenzione e cuore palpitante, perché essi sono stati capaci di trasmettere l’entusiasmo e la speranza della loro missione, uno slancio del cuore che non si è mai spento nonostante le difficoltà che provenivano da differenti istituzioni. Per il padre Couturier, e per coloro che insieme a lui hanno cominciato l’avventura della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, l’ecumenismo nasce dalla preghiera, così come o- Ci lasciamo guidare in questa avventura dell’unità da alcune parole del padre Couturier che lasciano intuire quale fuoco vivo accenda il cuore di coloro che pregano costantemente per l’unità voluta dal Cristo: «La caratteristica dell’amore è creare una fiducia sconfinata in colui che amiamo. Quando e come si farà l’Unità? Quali sono gli ostacoli da superare? É affar tuo; la mia fede non può comandarmi altro che di pregare con Te, in Te, affinché l’Unità si faccia, quell’Unità che tu non hai cessato di volere, quella che Tu vai inseguendo, che Tu prepari, che Tu avresti già effettuato da un pezzo se tutti, a cominciare da me, fossimo stati un cristallo trasparente tra ciò che dal creato attraverso il cristiano vuol salire a Te, e ciò che da Te, per mezzo suo, vuol discendere sul mondo». P A G I N A 10 Continua la Visita Pastorale alla zona Prealpi. Dal 15 al 17 gennaio mons. Diego Coletti incontrerà la comunità di Gironico dove parteciperà anche alla festa di Gesù Bambino molto sentita in parrocchia O ggi più che in altri tempi le nostre comunità si trovano ad affrontare una situazione impegnativa e allo stesso tempo entusiasmante: devono chiedersi come soddisfare il bisogno di una vita buona, piena, autentica e felice presente nel cuore di ogni uomo, come far penetrare la bella novità del Vangelo nell’esistenza quotidiana delle persone, senza trascurare i ritmi e le caratteristiche di questo mondo che cambia così in fretta. Noi tutti battezzati siamo chiamati a cogliere le sfide sempre più ardue che provengono dal mondo e a rispondervi alla luce della Parola di Dio, e una è la missione che ci viene continuamente affidata: trasformare le nostre parrocchie con l’Amore, ogni giorno e in ogni ambito di vita, avendo bene a cuore le necessità e i bisogni profondi delle persone e delle famiglie che le compongono (almeno a partire da loro, ma senza troppi confini!). Per riuscire in tale compito è necessaria una significativa conversione della nostra idea di Gesù Cristo, del nostro modo di essere cristiani e quindi Chiesa. In questo ci è di guida e di aiuto il nostro CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 SEGNI DI UNA FEDE AUTENTICA GIRONICO Vescovo, che nelle Proposte Pastorali ha indicato alle comunità della Diocesi quale attenzione fondamentale è necessario avere nel progettare ogni scelta pastorale: la relazione viva e profonda con Cristo Risorto e con le persone che avviciniamo, perché solo attraverso questo “volto a volto” è possibile incontrare e far incontrare Gesù! La prima delle scelte concrete caldamente suggerite per il biennio 2008/2010 è il rinnovamento e la costituzione del Consiglio Pastorale in tutte le parrocchie: è un tentativo forte di imparare a camminare insieme verso una sensibilità e un’esperienza di Chiesa più corresponsabile e missionaria, nella comunione e nella valorizzazione dei diversi ministeri e carismi. Nel Consiglio Pastorale, infatti, il sacerdote e i laici possono confrontarsi, condividere la propria esperienza di Chiesa e quindi di pastorale, al fine di effettuare, sotto la guida dello Spirito, un vero discernimento comunitario capace di edificare la Comunità. In sostanza, sono chiamati a cercare di vivere per primi quello stile verso cui vogliono indirizzare l’in- tero popolo di Dio: se il tentativo è quello di vivere e costruire la comunione, dovranno educarsi ad essa, all’ascolto di ciascuno (iniziando dall’ascolto della Parola), al rispetto della diversità di pensiero, alla ricerca di una decisione il più possibile condivisa. Il modo di fare Comunità è già di per sé testimonianza, quando esprime vera comunione. A Gironico opera da anni all’interno della parrocchia un Consiglio che si coordina le diverse attività pastorali e oratoriali dell’anno liturgico, trasmettendo e valorizzando gli aspetti tradizionali di manifestazione della fede. A partire dall’ottobre 2008, proprio sollecitati dalle proposte del Vescovo, si è dato inizio ad un confronto serio sull’opportunità e la modalità di costituzione del Consiglio Pastorale Parrocchiale; la riflessione è stata estesa a livello comunitario, con l’intento di ricontattare coloro che negli anni hanno collaborato in diversi tempi e modi alla vita della parrocchia e coinvolgere tutte le nuove persone che oggi hanno ancora a cuore la vita e il bene della comunità. Tante persone hanno risposto all’invito, chi per curiosità, chi con la voglia di rimettersi in cammino, chi per interesse, chi con autentica passione ecclesiale; non senza fatica, passo dopo passo, iniziando dalla costituzione di sei specifiche commissioni pastorali (catechisticaeducativa-oratorio, missionaria-caritativa, liturgica, famiglia, cultura-comunicazioni, servizi) ci stiamo progressivamente impegnando ad affrontare quella che consideriamo al momento l’urgenza più grande nella nostra comunità: il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Il significato che attribuiremo ad esso, la modalità con cui sceglieremo di portarlo avanti e le scelte pastorali che ne deriveranno saranno la diretta conseguenza di come sentiamo, crediamo, viviamo, sperimentiamo e proponiamo l’essere Chiesa di Cristo a Gironico, oggi. Confidiamo che l’imminente visita pastorale sia occasione propizia di grazia, di rinnovata fraternità ed entusiasmo verso una Comunità più unita e corresponsabile: possa lo Spirito Santo guidare il nostro cammino. LA COMUNITA’ DI GIRONICO “Appunti di storia” La parrocchia di Gironico è composta da circa 720 famiglie per un totale di 2300 abitanti, frutto del forte incremento demografico degli ultimi decenni. Gironico è un paese che ha sempre vissuto di un’economia che si può definire “agricola di sostentamento”, ogni famiglia provvedeva per proprio conto a coltivare la terra e ad allevare qualche capo di bestiame. Il suo sviluppo economico inizia nei primi decenni del secolo scorso con l’allevamento dei bachi da seta e l’insediamento delle prime industrie tessili. Di una presenza religiosa in Gironico si parla già nel lontano 962: in un documento di una permuta di beni compare un certo “Teodebertus, presbiter de vico Geronico” cioè, Teodeberto prete del paese di Gironico, anche se il termine “prete” non è da intendere esattamente con il significato odierno. Una tradizione orale vuole che la prima chiesa gironichese fosse ubicata su un terreno posto a circa metà strada dell’odierna via S. Lazzaro, sulla sinistra salendo verso la località “Caserma”. Certa invece è la fondazione e la donazione fatta nel 1455 “dalli Signori Conti Ruschi di Como” di una chiesa a metà strada fra i due “villaggi” del Piano e del Monte (Gironico al Piano e Gironico al Monte). Il 18 giugno 1702 il vescovo Francesco Bonesana in visita pastorale (in verità a Gironico venne il rev. signor Caprera in quanto il vescovo in quel giorno fu chiamato a Milano…) trova questa chiesa “multo disordinata” e ordina al parroco, ormai anzia- no, la costruzione di una nuova chiesa. Dopo la morte del vecchio parroco nel 1704 questo gravoso compito viene ereditato da don Battista Beretta, nominato parroco nel 1706, che nello stesso luogo, due anni dopo inizia la costruzione dell’attuale chiesa parrocchiale terminata nel 1718 e dedicata ai Santi Nazaro e Celso. Questo parroco a più riprese offre soldi propri per la costruzione della chiesa, vedendo l’estrema povertà dei suoi parrocchiani… e alla sua morte il Vescovo scrive: “A lui… la riconoscenza di tutta Gironico, il suo nome non si cancellerà mai perché scritto su opere che di lui portano il nome.” E sembra proprio che non abbia più voluto abbandonare la “sua” chiesa; infatti si pensa che siano sue le ossa ritrovate sotto il pavimento ai piedi della balaustra centrale. Dello stesso periodo è pure il campanile e di qualche decennio dopo l’Ossario, una elegante costruzione che i gironichesi hanno sempre considerato facente parte del complesso architettonico della chiesa composto da parrocchiale, sagrato e ossario. Fra il sagrato e l’ossario ora passa la strada che collega Gironico al Piano con la frazione del Monte, ma originariamente la strada passava o dietro l’ossario o vi era solo un piccolo sentiero parte integrante con il piazzale. Nel 1859, con l’aumento numerico della popolazione, la chiesa viene prolungata portandola alle dimensioni attuali, problema che sembra riaffiorare anche in questi ultimi anni. L’interno della parrocchiale è stato completamente restaurato negli anni 1981/82 con una significativa collaborazio- ne della popolazione rendendo questo luogo ancor più accogliente per meglio vivere ogni momento liturgico. In questo edificio sacro, favorito da una buona acustica, è stato commissionato nel 1889 alla ditta Mascioni di Cuvio (Va) un organo che, recentemente restaurato, permette l’esecuzioni di pregevoli e qualificati concerti. Altre due chiese sono ubicate sul territorio comunale: una a Gironico al Monte e l’altra in centro paese. La prima, facente parte del complesso “della Villa” oggi di proprietà Valerio, è stata dedicata nel 1451 a Santa Caterina d’Alessandria. È aperta solo in determinate ricorrenze religiose annuali. La seconda, l’oratorio dei Santi Domenico e Francesco Saverio, più comunemente detta di S. Grato vescovo, fu eretta nel 1672 per opera dei Baroni Porta di Como. È anch’essa di proprietà privata (Taiana), ma è sempre aperta ai fedeli e vi si celebra la Santa Messa nei primi tre giorni della settimana. Un’altra cappella era presente nella frazione “Salvadonica” dedicata a San Cristoforo, ma negli anni ’30 venne adibita a fienile ed in seguito modificata in abitazione civile. La vita semplice della nostra gente e l’attiva collaborazione dei parroci che nei secoli hanno sempre compreso e condiviso le mille difficoltà del quotidiano, ci hanno consegnato dei beni architettonici che oggi abbiamo il dovere di valorizzare e conservare per tramandare alle generazioni future quel bagaglio culturale e di fede che ha sempre caratterizzato la vita della nostra comunità. La Chiesa ci ricorda che ogni domenica è festa, ma alcune hanno carattere più solenne di altre, sostenute dalla tradizione e incrementate dalla fede. Una delle più sentite dai gironichesi, la festa di Gesù Bambino, cade quest’anno proprio in occasione della Visita Pastorale (vedi approfondimento a pagina 19). Tra le altre ricordiamo quella del Corpus Domini con una processione serale “d’altri tempi” con il S.S. Sacramento portato per le vie del paese accompagnato dai bambini della prima comunione e dai ragazzi della cresima. Dalla parrocchiale si sale, in preghiera, a Gironico al Monte completamente immersi nel verde delle nostre colline quando il sole tramontando indora le cime fiorite dei castani. La prima sosta è in una corte colonica, poi, passando davanti alla “Villa” ci si raccoglie sul piazzale della chiesina di Santa Caterina rientrando poi in parrocchiale per la benedizione finale. In questi ultimi decenni ha perso parte della sua solennità la festa dei santi patroni Nazaro e Celso perché la ricorrenza, alla fine di luglio, cade in un periodo di vacanza. Celebrata la seconda domenica di settembre è la festa della Madonna della Cintura, giornata della generosità per i bisogni della parrocchia. Partecipata è nel pomeriggio, dopo i vespri, la processione che vede la statua della Beata Vergine percorrere le vie del paese parate a festa e l’incanto dei canestri sul sagrato. Questo nuovo percorso è stato voluto dall’attuale parroco don Gerardo che ha introdotto altri due momenti comunitari di preghiera lungo le vie del paese: la via Crucis alla sera del Venerdì Santo con l’allestimento delle stazioni lungo il percorso e la veglia natalizia dei ragazzi alla vigilia che si snoda dalla chiesina di San Grato sino alla parrocchiale. IL PROGRAMMA Venerdì 15 gennaio Mons. Diego Coletti accompagnato da mons. Flavio Feroldi, arriverà in Parrocchia attorno alle 15.30 e incontrerà privatamente don Ernesto Guglielmetti e don Gerardo. Ore 20.00 Celebrazione della S. Messa nella terza sera del triduo per la Festa del Gesù Bambino. Al termine incontro con “la comunità apostolica” ovvero tutte le persone che a titolo personale o nei vari gruppi parrocchiali svolgono un’ attività per il bene della comunità. L’incontro è aperto anche a tutte le persone che intendono iniziare un cammino di collaborazione e di corresponsabilità nella parrocchia. Sabato 16 gennaio Ore 11.00 Incontro in Asilo con gli Amministratori, i gruppi e le associazioni del paese. Al termine dell’incontro aperitivo con il Vescovo presso la sede degli alpini). Ore 14.00 C’è la possibilità che il vescovo incontri i ragazzi prima del catechismo mentre alle 14.30 introdurrà la preparazione alla confessione e si fermerà in confessionale per le confessioni fino alle 16.30. Domenica 17 gennaio Ore 10.30 Messa solenne per la Festa di Gesù Bambino, a cui nel pomeriggio seguirà il canto del vespro e la processione. Al pranzo in casa parrocchiale parteciperanno i sacerdoti della Zona Pastorale Prealpi. CHIESA P A G I N A 11 CHIESAMONDO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2009 DON ALBERTI È PARTITO PER PARIGI PRIMA TAPPA VERSO LA MISSIONE IN CAMERUN DON ALESSANDRO SALUTA LOMAZZO L a comunità di S.Siro in Lomazzo ha salutato Don Alessandro che inizierà una nuova esperienza pastorale nella missione diocesana in Camerun. È stato un saluto che ha avuto inizio durante il Presepe Vivente nel giorno dell’Epifania. È da trent’anni che la nostra comunità mette in scena questo momento di riflessione e quest’anno, l’attualizzazione, è stata dedicata a don Alessandro. È stato un momento gioioso e commovente culminato con la consegna, a don Alessandro, di una preghiera e col saluto dei bambini: “ciao, don, ti vogliamo bene!” da parte dei tanti bambini presenti ha concluso la rappresentazione. Domenica 10 gennaio, durante la messa delle 10,30, in una chiesa stracolma di persone, ma comunque insufficiente a contenere tutti, si è celebrata la messa di saluto. Il canto iniziale “Vieni e seguimi” ha permesso di creare un’atmosfera carica di religioso raccoglimento. È seguito il saluto del Consiglio Pastorale Parrocchiale in cui veniva manifestata la gratitudine di tutta la comunità per quanto don Alessandro ha compiuto nel breve tempo in cui è rimasto fra noi. È stato sottolineato il suo modo di essere prete e strumento di comunione; il fatto che ci ha permesso di considerarlo come uno di noi, accettando la nostra confidenza e rendendosi disponibile a vivere con noi come in famiglia, in spirito di fraternità. La liturgia della Parola, ricca nella domenica del Battesimo di Gesù, LA LETTERA ALLA COMUNITA’ “Vado in Africa non come pioniere solitario, ma con una comunità ecclesiale che mi sostiene e sono sicuro che molti lomazzesi saranno in “prima linea” con me. Pregate davvero perché in Camerun possa essere un dono di fede gioiosa, umile e autentica per le persone che incontrerò”. E’ con queste parole scritte in occasione delle festività natalizie appena trascorse che don Alessandro Alberti ha provato a spiegare “a freddo” ai suoi fedeli il senso profondo del suo partire per la missione. “A me – scrive don Alessandro – rimane la gratitudine di un tempo meraviglioso della mia vita, non privo di difficoltà ma sovrabbondante di affetto ricevuto. So che non merito nulla di quello che anche in queste ultime settimane molta gente mi sta donando e dimostrando. Tutto è grazia!”. è stata ascoltata in una chiesa particolarmente silenziosa ed attenta. Durante l’omelia di don Alessandro, come sempre molto coinvolgente, ci siamo pienamente resi conto di quanto ci mancherà questo suo modo di predicare, il suo richiamo alla vita cristiana vissuta nella quotidianità. La liturgia è proseguita con le preghiere dei fedeli lette dai bambini di catechismo e indirizzate anche a don Alessandro. Il momento della processione offertoriale è stato caratterizzato dalla presenza di alcuni doni per don Alessandro. Un piccolo sandalo, simbolo di servizio e augurio per il nuovo cammino che inizia. Un breviario “speciale” che propone, per ogni giorno dell’anno, una riflessione di don Tonino Bello, prete e vescovo tanto amato dal don. Un quaderno che, deposto in fondo alla chiesa, per molti giorni ha raccolto parole amiche, nate dal cuore della nostra comunità. Una foto che riproduce il dipinto che decora l’abside della nostra chiesa e che, profeticamente, rappresenta i popoli della terra che adorano Dio nel Pane Eucaristico. La somma raccolta dalla nostra comunità a favore della nuova esperienza missionaria di don Alessandro. Il momento della consacrazione ha visto, come concelebranti, il parroco di Caslino e il padre guardiano della Fraternità Francescana di Cermenate. Al termine della Comunione un momento ancora dedicato a Don Alessandro con la lettura di un brano di don Tonino Bello e una preghiera dell’Africa. È trascorso molto tempo prima che la chiesa si svuotasse dalla persone che volevano salutare personalmente don Alessandro! Al termine della celebrazione, un momento conviviale in oratorio. È stato veramente sorprendente il numero delle persone che si sono spontaneamente of- Giovedì 14 gennaio don Alessandro si è trasferito a Parigi dove rimarrà alcuni mesi per studiare il francese all’interno di una comunità gestita dai missionari comboniani. Al suo rientro, nel mese di giugno, seguirà il corso per tutti i missionari, sacerdoti e laici, in partenza per la missione organizzato dal Centro Unitario Missionario di Verona. Questo sarà l’ultimo passo prima della sua partenza per l’Africa, nel mese di agosto, dove sostituirà nella nostra missione don Giusto della Valle di rientro in Italia dopo 13 anni. ferte di cucinare qualcosa, volendo dimostrare, anche attraverso questo gesto, l’affetto a don Alessandro. Un grazie a tutte loro, all’associazione Lomazzo – 22074 e al corpo dei Vigili del Fuoco che si sono offerti per organizzare il buffet. Un grazie a tutte le persone che, in vario modo, si sono impegnate perché la festa a don Alessandro fosse “ vera festa”, vissuta cioè in un clima di collaborazione ed amicizia per dimostrare il grande affetto che tutti vogliamo al don. Oggi, lunedì 11 gennaio, don Alessandro non è già più a Lomazzo e il 14 partirà per Parigi a studiare la lingua francese. Ci sentiamo soli. Del nostro futuro come parrocchia nulla si conosce, non sappiamo quando e chi sostituirà don Alessandro. Una cosa, però, non dobbiamo dimenticare: siamo Comunità, insieme per lodare, seguire e testimoniare il Signore. È una certezza e una forza che don Alessandro ha spesso sottolineato nell’ultimo periodo trascorso fra noi e che noi dobbiamo e vogliamo coltivare. Don Alessandro non è solo il passato, ma continuerà a camminare con noi finché la nostra comunità riuscirà a testimoniare l’amore di Dio fra gli uomini. LA COMUNITA’ DI S.SIRO L’ULTIMA LETTERA DEI NOSTRI MISSIONARI FIDEI DONUM NELLA DIOCESI DI MAROUA-MOKOLO IN MISSIONE TRA TRADIZIONE E MODERNITA’ C arissimi amici della nostra Diocesi, le Parrocchie di S.Giacomo a Mokolo-Mboua, di S.Pietro di Mogodé, del Sacro Cuore di Gesù di Rhumzu e della Madonna del Rosario di Nguetchéwé vi salutano! Quest’anno la Diocesi di Maroua-Mokolo ha scelto il seguente tema di riflessione: «Battezzati in Cristo, siete diventate creature nuove» (2 Cor 5,17). I cristiani della nostra diocesi di fronte alle tradizioni e ai cambiamenti della società. Come d’abitudine nella nostra diocesi preti, suore e laici responsabili parrocchiali hanno passato tre giorni insieme e con il vescovo per riflettere sul tema e scegliere delle linee che ci guidino durante l’anno. Una zona pastorale si è impegnata a organizzare l’accoglienza e il programma (dibattiti e rifles- “UNA DIOCESI IN MISSIONE” Continua il viaggio della delegazione comasca dal 6 gennaio in visita alla missione diocesana di Maroua-Mokolo. Il gruppo guidato dal direttore dell’Ufficio Missionario diocesana, Gabriella Roncoroni, e dal Vicario Generale, mons. Giuliano Zanotta, accompagnati da mons. Italo Mazzoni, don Stano Bainchi e dalla missionaria, Silvia Cincera è arrivato in Camerun lo scorso 8 gennaio dopo una notte trascorsa a N’djamena, capitale del vicini Ciad. In questi gioni la delegazione sta visitando le diverse parrocchie in cui sono attivi i nostri missionari: S .Giacomo a Mokolo-Mboua, S.Pietro di Mogodé, Sacro Cuore di Gesù di Rhumzu e della Madonna del Rosario di Nguetchéwé. E’ prevista nei prossiomi giorni anche una visita alla comunità di Sir la prima parrocchia del nord del Camerun affidata ai nostri missionari fidei donum e ora ritornata ai sacerdoti locali. Nei giorni scorsi si è anche tenuto un incontro con il Vescovo della diocesi di Maroua-Mokolo, mons. Philippe Stevens. Il rientro in Italia è previsto per il 23 gennaio. Ai nostri missionari, alle loro comunità e alla Chiesa sorella del Camerun è stato portato il saluto del Vescovo, mons. Diego Coletti, e la vicinanza di tutte le parrocchie della diocesi di Como. Per maggiori informazioni sul viaggio e sulla missione dicoesana: www.centromissionariocomo.it sioni in gruppi). Come punto di partenza ci si è proposti di riscoprire il significato del Battesimo, del nostro essere cristiano. “Cristiano diventa ciò che sei”. Il discorso è stato impostato sui temi della tradizione e della modernità. Per la tradizione c’è ancora tanto da fare: il discernimento tra da una parte ciò che è positivo, valido e merita di essere conservato e continuato, e dall’altra quello che è negativo e lega ancora e fa paura. Quest’anno abbiamo avuto ancora dei casi forti di caccia allo stregone e di linciaggi pubblici che a volte sono sfociati in omicidi crudeli. Ma quello che più ha colpito è stato che anche i giovani dei diversi licei si sono trovati immischiati… e stavano per uccidere un ragazzo che era stato dichiarato un mago con dei poteri malefici! La paura della stregoneria frena ancora molto lo sviluppo in generale. Per la modernità… c’è tutto da fare! Anche nei più piccoli villaggi si trova chi ha un piccolo televisore che funziona con un generatore! Quindi si vede di tutto… ma che cosa si capisca non si sa! Il guadagno facile a tutti i costi senza criteri e l’eccesso di alcool sono due piaghe che dilagano e uccidono i valori tradizionali come la famiglia e la solidarietà. Dobbiamo interrogarci su cosa la comunità cristiana faccia di fronte a tutto questo: come testimonia la vita nuova che Gesù ci ha dato nel battesimo? Nel periodo di ottobre e novembre abbiamo come tradizione diocesana sia l’ordinazione dei preti che la consacrazione perpetua delle suore nelle loro diverse Congregazioni. E quest’anno tutti questi avvenimenti sono segno si speranza, di un buon lavoro fatto ma anche di un continuo lavoro da fare per seguire questi giovani speranze. Dopo tanto tempo ci sono state le ordinazioni di tre Diaconi permanenti. Hanno avuto un lungo periodo di maturazione e di preparazione così anche la diocesi si è ben preparata: nei diversi incontri sia diocesani che di zona se ne è parlato e si è formato un gruppo per seguire i tre particolarmente. La comunità che li ha seguiti di più ha avuto la gioia di riaverli come diaconi nella loro attività. Altri già si stanno preparando. Per due delle nostre 4 parrocchie c’è stata la festa delle ordinazioni presbiteriali dell’abbé James di Rhumzu e dell’abbé Henry di Mokolo-Mboua. Il numero dei preti diocesani ogni anno aumenta, ma la formazione dei nuovi deve continuare e questa è una sfida che riguarda anche noi, per seguire e aiutare questi novelli: compito non facile, viste le distanze che ci separano e la difficoltà di mettersi in discussione da entrambe le par- ti! Ma raccogliamo la sfida, e cerchiamo di camminare insieme in avanti! Abbiamo poi avuto la consacrazione perpetua di sette suore. Ricordiamo in particolare quella di due, originarie della diocesi, che resteranno qui a lavorare: suor Fidèle della Santa Famiglia de Bordeaux e suor Justine delle Suore di S.Giuseppe di Cuneo. Il bello di questo avvenimento è proprio che sono della Diocesi e sono conosciute un po’ dappertutto dato che erano in contato con i diversi movimenti giovanili (Cop’Monde, ACR e JCC, senza contare le diverse aumônerie delle loro città di Mokolo e Mora). Allo stesso modo, piccoli segni di speranza si accendono anche nelle nostre parrocchie: dopo tanto lavoro di formazione si vedono dei giovani che sono attivi nelle comunità d’origine e che fanno rinascere la voglia di fare anche agli altri giovani frenando così l’esodo che c’è nella stagione secca (esodo lavorativo, così dicono, ma che in realtà non porta né guadagno né affari ma solo malattie e disperazione!). Noi facciamo tutto quello che possiamo... camminando insieme. Grazie per il vostro sostegno, la vostra amicizia e le vostre preghiere! Don Giusto, don Angelo, don Corrado, don Felice, Brunetta, Alda, Laura P A G I N A Como CRONACA DI E P R O V I N C I A 13 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 NEL 2009 LE SPESE SONO AUMENTATE DEL 71,89% Cresce nel Comasco la febbre del gioco Sarà anche questo lo specchio della crisi in atto. Fatto sta che rispetto al 2008, nella nostra provincia, i soldi spesi per Superenalotto, Gratta e Vinci e altro, hanno fatto registrare un considerevole balzo in avanti di LUIGI CLERICI a più parti nell’universo politico italiano, nel corso di queste ultime settimane a cavallo tra le festività natalizie e caratterizzate dall’approvazione della Legge “Finanziaria” dello Stato, si sono levate più voci riguardanti l’eccessiva importanza data dalle Istituzioni alle entrate derivanti dal “gioco”. Su questo punto, infatti, si scontrano due correnti di pensiero diametralmente opposte. C’è chi afferma come sia perlomeno non del tutto corretto affidare al gioco il reperimento di contributi per il Paese e chi, invece, vorrebbe non solo aumentare le possibilità di questo svago, che già vanta lotterie (istantanee o meno, che assicurano ingenti vincite in un momento o da spalmare nel corso degli anni), estrazioni e quattro case da gioco, tra cui quella di Campione d’Italia. Giocare, in se stesso, non può essere un male di per sé, D anche se discutibile a livello morale. Il problema è se questo, da hobby o passatempo occasionale, diventi una malattia cronica che può rovinare le esistente dei protagonisti e delle loro famiglie. In ogni caso, sarà per effetto della crisi economica e per il fatto che tanti sperano di essere travolti da una valanga di denaro, che i dati sul gioco relativi alla provincia di Como sono impressionanti. Rispetto al 2008, nella nostra provincia, i soldi spesi per Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci e altro, hanno fatto segnare un +71,89%, ovvero oltre 65 milioni di euro! Solo a Pavia è stata registrato un incremento maggiore nella somma giocata pari al 77%. Sono dati elaborati dalla Agicos, l’Agenzia giornalistica concorsi e scommesse. Numeri impressionanti, si diceva. Si pensi, ad esempio, che nella vicina provincia di Lecco, che vanta meno abitanti di quella comasca, i soldi spesi sono stati pari a 133.304.000 euro, 20 milioni di più rispetto all’anno precedente. A farla da padrone in questa “singolare” classifica il Gratta e Vinci: dai 49 milioni di euro spesi in provincia nel 2008 si è saliti agli oltre 65 milioni del 2009 con un incremento del 33.91%. Al secondo posto il lotto che ha fatto registrare una diminuzione generalizzata in tutte le province lombarde e dovuta, probabilmente, all’ingresso di nuovi giochi più immediati sia nel riscontro sull’eventuale vincita alla portata di tut- ti. Il vero boom l’ha invece avuto il Superenalotto: gli introiti sono cresciuti del 59% passando da 15milioni a 24milioni. Una crescita riscontrata ovunque in Lombardia. I giochi a base ippica e sportiva restano prediletti per gli intenditori che nel 2009 hanno speso 10 milioni di euro, due in meno rispetto al 2008. Non riesce invece a imporsi il bingo: il trend delle giocate è andato diminuendo anche quest’anno e dai 2,2 milioni di euro del 2008 si è scesi al milione e mezzo dell’anno appena concluso (29,7%). Per quanto riguarda i Casinò circoscriviamo il nostro sguardo alla sola casa da gioco campionese. Nel 2009 è stato registrato un calo degli utili che è stato imputato sì agli effetti delle abbondanti nevicate di metà dicembre ma anche a causa di alcune consistenti vincite dei giocatori. A fine novembre le casse del Casinò segnavano un utile di 250mila euro. A fine anno è stata invece riscontrata una perdita di un milione e mezzo di euro. Cifre, tutte, da capogiro e I NUMERI DI PALAZZO CERNEZZI MEIC E“LUMEN GENTIUM”: 16 GENNAIO, ORE 17.30 Dormitorio: grande affluenza D al 21 dicembre al 3 gennaio sono stati 541 i pernottamenti registrati al dormitorio pubblico invernale di via Sacco e Vanzetti a Prestino: 273 nella nona settimana di apertura (21/27 dicembre) e 268 nella decima settimana di apertura (28 dicembre/3 gennaio). Numeri nella media visto che la settimana tra il 14 ed il 20 dicembre il numero complessivo di pernottamenti era stato pari a 272. In questo arco di tempo il massimo numero di pernottamenti (42) è stato registrato mercoledì 30 dicembre, seguito da lunedì 21, martedì 22, merco- Tra 35 e 42 persone la presenza media nelle settimane a cavallo di Natale ledì 23 e domenica 27 (40 ospiti) mentre giovedì 24 il minor numero di persone (35). Il numero di donne presenti è variato da un massimo di 5 ad un minimo di 3. Per quanto riguarda gli uomini è stata registrata una presenza massima mercoledì 30 dicembre con 37 presenze. Per quanto riguarda le nazionalità di provenienza gli ospiti italiani sono variati tra 10 e 8 (eccetto giovedì 24 quando sono stati 3). Gli stranieri più presenti sono stati tunisini (con il picco massimo di 10 per sette giorni). Altre presenze straniere da Ghana, Romania, Costa d’Avorio, Equador, India, Afghanistan, Marocco, Egitto, Ucraina, Etiopia, Nigeria, Algeria, Turchia, Moldavia, Togo, Somalia, Lettonia e Slovacchia. Si ricorda che per accedere al dormitorio pubbli- che dovrebbero portare chi di dovere a riflettere sul fenomeno gioco nel nostro Paese. Di fronte a questi numeri, infatti, non sembrano nemmeno poi così tanto astruse le proposte di alcuni politici locali sardi che hanno “minacciato” coloro che usufruiscono di sovvenzioni ed aiuti “pubblici” a non “giocare” pena la loro esclusione dai benefici perché a fronte di una persona che vince, in tanti rischiano di rovinarsi per cercare di raggiungere quello che appare, in realtà, come un miraggio. co occorre iscriversi presso il Centro Servizi Immigrati in via Tommaso Grossi (civico 4) che è aperto il lunedì, martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 15 alle ore 18; venerdì dalle ore 9 alle ore 12 (telefono 031-302942). Possono presentare domanda uomini e donne maggiorenni, senza fissa dimora, in possesso dei seguenti documenti, se cittadini italiani: carta di identità o patente; stranieri comunitari: passaporto; stranieri non comunitari: permesso di soggiorno attivo, ricevuta di rinnovo permesso di soggiorno o richiesta di regolarizzazione con sanatoria. Il secondo incontro di riflessione sul documento conciliare “Lumen gentium”, promosso dal Meic di Como, si terrà sabato 16 gennaio, alle ore 17.30, presso il Centro Pastorale di viale C. Battisti. Con la guida di don Ivan Salvadori, esamineremo i capitoli III (“Costituzione gerarchica della Chiesa e in particolare dell’episcopato”) e IV (“I laici”). E’ un’occasione per rileggere queste pagine illuminanti, in particolare sul ruolo dei laici, che sono, nella Chiesa, una risorsa, forse non sempre ben valorizzata, ma forse non sempre pronta ad essere protagonista. Tutti sono invitati. CRONACA P A G I N A Como 14 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 VERSO IL NUOVO PRESIDIO Sguardo dentro al nuovo S. Anna I l 2010 sarà un anno importante per la sanità comasca. Due fiori all’occhiello, in particolare, caratterizzeranno la provincia entro la fine dell’anno: l’inaugurazione della nuova centrale operativa del 118, a Villa Guardia, e la definitiva apertura del nuovo ospedale S. Anna, nella zona dei tre camini, il cui cantiere si è concluso poco prima di Natale. Proprio al S. Anna intendiamo dedicate un breve viaggio che ci permetterà di metterne a fuoco le principali caratteristiche strutturali, organizzative e tecniche. Come supporto in questo percorso ci avvarremo dell’apposita pubblicazione dedicata al nuovo presidio realizzata da Regione Lombardia e distribuita al termine del cantiere. L’investimento complessivo per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero di Como è risultato essere di 166,7 milioni di euro. L’ospedale si estenderà su una superficie di 244 mila mq e avrà una capacità di 651 posti letto. Sarà dotato di un parcheggio bipiano ( 775 posti auto) e multipiano (596 posti auto), più la disponibilità di altri spazi di servizio, per arrivare ad una capacità di 1460 posti. Ecco quali saranno alcune delle caratteristche principali del complesso ospedariero realizzato nell’area dei Tre Camini IL PROGETTO Il nuovo S. Anna è stato realizzato sull’area dei Tre Camini, tra il torrente Val Grande e il fiume Seveso. Visto dall’alto si presenta come una “mano aperta”. Il “palmo” rappresentato da due corpi centrali, e le “dita”, costituite da quattro corpi periferici, protese verso il torrente. Un modello che richiama il vecchio S. Anna, già organizzato in più padiglioni collegati da un corpo distributivo centrale, quasi a mantenere una linea di continuità tra passato, presente e futuro. L’accesso principale alla struttura avviene proprio dal “palmo”, con un’ampia hall a tripla altezza completamente rivestita in legno e illuminata da una “nuvola” luminosa costituita da decine di tubi fluorescenti sospesi in ordine sparso. Affiancato alla hall principale un secondo accesso porta alla reception. L’intero complesso è Nella foto William uno scorcio dell’ingresso suddiviso su cinque piani, ciascuno dei quali è stato predisposto per ospitare specifiche funzioni: Al livello dei servizi sono concentrate le funzioni di supporto all’attività sanitaria che, mediante percorsi verticali, servono l’intera struttura. Dunque farmacia, spogliatori del personale, guardaroba, cucina/mensa del personale, laboratori di analisi/anatomia patologica, servizio autoptico, fisica sanitaria, ingegneria clinica, uffici gestione, magazzini/archivi, officine manutenzione, centrale di sterilizzazione. Il livello diagnostico ospita l’unità organizzativa deputata all’emergenza che deve assicurare gli interventi diagnostico terapeutici di urgenza compatibili con le specialità di cui è dotata la struttura e deve poter eseguire un primo accertamento diagnostico strumentale e di laboratorio nonchè gli interventi ne- cessari alla stabilizzazione dell’utente. Qui troveranno collocazione il pronto soccorso; la medicina d’urgenza; la rianimazione, terapia intensiva, UCC; il blocco operatorio; l’emodinamica/ endovascolare; la radiodiagnostica; la radioterapia e la medicina nucleare. Il livello di accoglienza è invece aperto alle grandi masse che accedono all’ospedale per atti brevi e contiene, oltre alle funzioni sanitarie, le attività proprie di una buona accoglienza: negozi, bar, spazi commerciali, asilo, chiesa e centro didattico, area di formazione e biblioteca, reparto maxillo facciale, reparto di endoscopia, ambulatori, day hospital di medicina e oncologia, day hospital chirurgico Vi sono, quindi, i due livelli delle degenze. Il primo ospiterà l’area dipartimentale con studi medici, 7 unità di degenza di medicina, servizi di riabilitazione, servizio diali- si, locali amministrativi, degenza e servizio di psichiatria. Al livello due, oltre all’area dipartimentale con studi medici e 6 reparti di degenza chirurgica, si troveranno anche il reparto di neonatologia, il blocco parto, la degenza di ostetricia e ginecologia, il reparto di pediatria e day hospital pediatrico, la degenza infettivi. In copertura saranno infine collocati i locali tecnici. Cosa prevede il crono programma? Secondo la tempistica predefinita il parcheggio bipiano verrà ultimato entro la fine del mese di febbraio. Nel mese di maggio dovrebbero essere ultimati i collaudi. Inizieranno quindi i trasferimenti dei macchinari e delle degenze per rendere il nuovo presidio operativo dal mese di autunno. LE CURIOSITÀ Come verrà illuminato e riscaldato il S. Anna? Mentre l’energia elettrica sarà prelevata direttamente dalla rete elettrica nazionale, l’energia termica e frigorifera saranno generate in loco con sistemi di produzione tradizionali (caldaie e gruppi frigoriferi) in un apposito fabbricato denominato Energy House. Questa struttura ospiterà le centrali termica, frigorifera, cogenerazione, antincendio e le torri evaporative. GLI INFORTUNI Un cantiere comporta notevoli rischi per l’incolumità dei suoi addetti. Anche il cantiere del S. Anna ha avuto, pertanto, il suo elenco di infortuni, per fortuna in genere non eccessivamente gravi. Incidenti ai piedi hanno fatto registrare il più elevato numero di giornate di infortunio (187), a seguire le mani (135) e le braccia (90), quindi gambe (22), testa (21) e l’intero corpo (5 casi). Il picco infortunistico si è toccato tra gennaio e marzo 2008. IUBILANTES Riapre a Roma il Festival Internazionale degli Itinerari dello Spirito Riapre i battenti alla Fiera di Roma, dal 14 al 17 Gennaio 2010, JOSP Fest (Journeys of the Spirit), il Festival Internazionale degli Itinerari dello Spirito, ideato dall’Opera Romana Pellegrinaggi, con il patrocinio, tra l’altro, del Comune di Roma, del Ministero per i Beni e le attività culturali e con media partner Avvenire e inBlu. Giunto alla seconda edizione, l’evento promuove l’esperienza dei viaggi di fede, valorizzando l’incontro tra i popoli, i territori e le tradizioni religioso-culturali in un contesto scenografico ed emozionale che fonde storia, religione, cultura e tecnologia. All’importante appuntamento non poteva mancare l’associazione culturale comasca Iubilantes, che sarà co espositore insieme a Regione Lombardia, Direzione Generale Turismo, nello stand dello stesso Ente. Iubilantes promuoverà, per l’occasione, la Via Francigena lombarda, presentando i monumenti romanici nel tratto pavese, e, sul filo del comune linguaggio romanico, anche la “nostra” Via Regina, asse viario portante delle sponde lariane e certamente anch’essa qualificabile come percorso “francigeno”, con funzione di collegamento con l’Oltralpe franco-germanico. In particolare, la Via Regina sarà rappresentata anche dalla nuova guida trilingue dedicata alla bella chiesa romanica di S. Marta a Carate Urio, promossa da Iubilantes e confinaziata da Regione, Comunità Montana Lario Intelvese e Provincia di Como. Alla Via Regina e alla sua valorizzazione Iubilantes dedicherà molta attenzione in questo 2010, in sinergia con gli Enti interessati alla promozione del territorio, dando vita la prima domenica di maggio ad una giornata intera di festa e di cammino, alla riscoperta delle più antiche tradizioni locali, nel contesto di risonanza nazionale della seconda edizione della “Giornata Nazionale dei Cammini Francigeni”. Questa ed altre iniziative saranno presentate dall’Associazione sabato 30 gennaio alle ore 16.00 a Como, nella cornice dell’Auditorium “Don Guanella” (Via T. Grossi 18, ampio parcheggio interno). Per informazioni: Iubilantes, Via Vittorio Emanuele II° 45, Como; tel. 031.279684; fax 031.265545; e-mail: [email protected]; sito internet: www.iubilantes.eu. CRONACA P A G I N A Comoappuntamenti 15 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 QUATTRO INCONTRI PROMOSSI DA MASCI E AGESCI Proposte educative per il nostro tempo “ T racce di proposte educative per il nostro tempo”. Questo il tema del percorso promosso dalla comunità di adulti scout del MASCI e dalle comunità Capi dei gruppi scout dell’AGESCI di Como attraverso quattro diverse serate che si svolgeranno presso l’istituto Don Guanella di Como. «L’intenzione - spiega Bruno Magatti - è quella di condividere con genitori, capi scout ed educatori alcune riflessioni su quei temi che hanno a che fare con la fatica di questi nostri giorni in cui, venuti meno una serie di contenitori, a molti adulti sembra un’impresa vana la stessa trasmissione dei riferimenti. E poi: quali riferimenti? Che cosa è essenziale mettere nello zaino nostro e dei nostri giovani perché si possa continuare ad andare per il mondo “senza perdersi”? E, in particolare, che cosa è essenziale per riuscire capaci di una vita attiva e propositiva nella fedeltà all’ annuncio che le Scritture ancora oggi proclamano, in tempi così “nuovi” e diversi?». Il primo incontro, che si terrà giovedì 21 gennaio prossimo, è stato affidato a padre Davide Brasca, barnabita, collaboratore alla formazione dei capi dell’AGESCI della branca R/S (ovvero dei giovani dai 17 ai 21 anni) e membro della redazione della prestigiosa rivista educativa “Servire”. A lui è stato chiesto di proporre il suo punto di vista sui giovani di oggi, sulle loro fatiche e le loro risorse, in vista sia di un’ iniziazione a un percorso di vita cristiana, sia di scelte personali coerenti. Nel secondo incontro, nella serata di giovedì 11 febbraio, i promotori intendono riflettere sul tema dell’amore e delle nozze guidati da mons. Giovanni Nicolini, della “Piccola famiglia della Visitazione” di cui è il fondatore, per alcuni anni Vicario per la Carità della Diocesi di Bologna e con una straordinaria esperienza umana, pastorale e scout. L’incontro che seguirà sarà giovedì 4 marzo. Con Alfonso Colzani e Francesca Dossi, la coppia di coniugi chiamati da mons. Dionigi Tettamanzi ad assumere, nell’estate scorsa, la responsabilità del Servizio per la famiglia nella Curia di Milano, si approfondirà la riflessione, che scaturisce anche dal loro osservatorio, per ciò che riguarda la situazione attuale, gli stili di vita e il modo con cui può aver senso accompagnare i giovani verso una navigazione in mare aperto. L’ultima riflessione, giovedì 25 marzo, sarà affidata a Fulvio De Giorgi, professore straordinario di Storia della Peda- gogia, alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per tratteggiare le sfide che attendono il laico e la coppia cristiana in questo nostro tempo. Tutti gli incontri si terranno con inizio alle ore 20:45 presso l’istituto don Guanella, via t. Grossi 18, a Como. L’invito è esteso a tutte le persone interessate. DOMENICA 7 FEBBRAIO IN SEMINARIO. TERZO INCONTRO Famiglie extralarge si ritrovano L Associazione Famiglie numerose della provincia di Como, che riunisce le famiglie con almeno quattro figli, tra naturali, adottivi affidatari, ha organizzato, per domenica 7 febbraio, presso il Seminario Diocesano di Como, in via Baserga, il 3° Family Estralarge. Per partecipare alla giornata, aperta a tutti, è necessario contattare Alessandro e Loredana Borrini entro il prossimo 30 gennaio, tel. 031-521687, e-mail: ablg@ libero.it. Il programma della giornata prevede: ore 10-10.30 accoglienza; ore 11 S. Messa celebrata da don Saverio Xeres (possibilità servizio baby-sitter); ore 12.30 pranzo: primo piatto su prenotazione (costo euro 4 - bambini fino a 6 anni gratis); secondo piatto e dolce in condivisione; ore 14.30 accoglienza pomeridiana, giochi e animazioni per bambini (con merenda); ore 15.00 “Come e perché la famiglia muore” con Alessandro Soprana, responsabile contatti politici di Anfn (Associazione nazionale famiglie numerose); “Famiglia: sogno e segno di Dio”, con Adelaide e Ulrico Colombo, di Gironico. Moderatori: Monica e Angelo Moscatelli, Consiglieri nazionali Anfn ore 16.30 coffee break, degustazione prodotti GAF; ore 16.45 “Cosa è stato fatto nell’ultimo anno: - Family card: se non ce la danno… ce la facciamo noi! Il Blog di ANFN Como. - GAF locale. Siamo partiti: c’è spazio (e risparmio) per tutti! - Le famiglie delegate... si presentano; ore 18 Conclusione e saluti. ’ L’organizzazione ricorda che ad animare l’attività dei bambini e dei ragazzi penseranno alcuni scout di Como. Per i più piccoli anche un karaoke proposto dai “Trash e Clean”. Per ulteriori informazioni sull’attività dell’associazione è possibile consultare il sito www.famiglienumerose.org. Durante la giornata sarà possibile iscriversi o rinnovare l’iscrizione all’associazione. DON GUANELLA ADOLESCENZA: UNA BELLA GATTA DA PELARE Lunedì 18 gennaio, alle ore 20.45, presso la sala Arcobaleno della Casa Divina Provvidenza in via Tommaso Grossi 18 a Como (ampio parcheggio interno), l’associazione “Genitori si diventa”, in collaborazione con il Centro Servizi alla Famiglia “La Grande Corte” dell’opera Don Guanella, propone un incontro sul tema “Adolescenza: una bella gatta da pelare”. Relatrice sarà Olivia Molteni Piro, madre adottiva, scrittrice, fondatrice dell’Associazione “Il Sole”. La serata fa parte di un ciclo di incontri dal titolo “Parliamone Con” riguardanti non solo il percorso adottivo, ma anche le tematiche dell’educare e della genitorialità in generale, che proseguirà mensilmente fino a maggio. L’ingresso è libero. Per informazioni: tel. 031296752/749; cell. 348-0119671 (ore serali); e-mail diventareco @genitorisidiventa.org. Per maggiori informazioni si può consultare anche il sito www. genitorisidiventa.org. CRONACA P A G I N A 16 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 UNA GIORNATA DI STUDI IN CONSERVATORIO Arrigo Cappelletti e la musica comasca S abato 16 gennaio 2010, presso l’ Auditorium del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Como (via Cadorna 4), a partire dalle ore 10.00 si terrà una giornata di studi dal titolo “Arrigo Cappelletti 18771946”. Arrigo Cappelletti fu una delle più importanti personalità musicali cittadine. Nato a Como nel 1877, vi trascorse tutta la vita, alternando all’opera di insegnante e di direttore dell’Istituto Musicale Carducci quella di organista della Basilica di S. Fedele (dal 1907 al 1928) e di direttore per un trentennio del Circolo mandolinistico “Flora” (ora “Orchestra a plettro Flora 1892”), che formò e portò a grandi affermazioni internazionali. Ma è soprattutto come compositore che Arrigo Cappelletti si distinse, rivelando un precoce talento che lo portò, dopo essersi diplomato in pianoforte e composizione nel 1900 al conservatorio di Bologna, ad ottenere riconoscimenti internazionali per le sue composizioni per orchestra e per organo. Dopo i saluti delle autorità, la Giornata di studi vedrà alternersi interventi di Paola Carlomagno, docente di storia e tecnologia degli strumenti musicali nei Conservatori di Milano, Venezia, Pesaro (“Arrigo Cappelletti e il Conserva- Nato a Como nel 1877 fu una delle più importanti personalità musicali cittadine. Appuntamento, per conoscerne meglio la figura, sabato 16 gennaio, presso l’Auditorium, a partire dalle ore 10 torio di Milano: gli studi musicali all’inizio del ‘900”), Oscar Tajetti, maestro di cappella della Basilica di S. Fedele in Como e Presidente nazionale dell’A.M.I.S (“Arrigo Cappelletti, Maestro di cappella in S. Fedele”), Giulia Larghi, dell’Orchestra “Flora” (“Arrigo Cappelletti, ‘fondatore’ dell’Orchestra Flora”), con esemplificazioni musicali dal vivo a cura di Ugo Orlandi (docente di mandolino presso il Conservatorio di Milano) e del “Quartetto Flora” (Camilla Uboldi, primo mandolino, Giulia Larghi, secondo mandolino, Livia Auguadro, mandola, Sara Magon, chitarra). Dopo la pausa, alle 15.00 si riprenderà con Marco Emilio Camera, bibliotecario del Conservatorio di Como (“La donazione dell’Archivio Carducci al Conservatorio di Musica di Como. Arrigo Cappel- letti Direttore dell’Istituto Musicale Carducci”), Antonio Grande, Docente di Cultura musicale generale presso il Conservatorio di Como (“Analisi del Quartetto in sol minore di Arrigo Cappelletti”), Arrigo Cappelletti, musicista jazz, docente di jazz al Conservatorio di Venezia (“L’eredità musicale di mio nonno e il jazz”) con esemplificazioni musicali dal vivo a cura di Maria Pia Carola (docente di pianoforte principale presso il Conservatorio di Milano). Durante gli interventi dei relatori verranno proiettate immagini della vita e spartiti di Arrigo Cappelletti, della città di Como agli inizi del Novecento, di programmi organizzati da Cappelletti per l’Associazione Musicale “G. Carducci” di Como. Gli interventi dei relatori saranno intervallati da esecuzioni di composizioni di Arrigo Cappelletti da parte degli allievi del Conservatorio di Musica di Como. Alle ore 18.15 seguirà un concerto con musiche di Arrigo Cappelletti: “Sonata Fantastica” (pianoforte Carlo Bernava), “Elegia” (mandolino Ugo Orlandi, pianoforte Arrigo Cappelletti), “Trio per violino, violoncello e pianoforte in mi minore (violino Donatella Colombo, violoncello Daniele Bogni, pianoforte Carlo Bernava). Per informazioni: Segreteria del Conservatorio di Musica di Como, Via Cadorna 4, Como; tel. 031-279827; fax 031266817; sito internet: www.conservatoriocomo.it. S.F. SI PARTIRÀ IN APRILE La scuola di formazione al carisma guanelliano L a Provincia Sacro Cuore - Opera Don Guanella propone anche per l’anno 2010 la “Scuola al carisma”. Si tratta di una proposta formativa aperta a tutti coloro che per sensibilità, attaccamento all’Opera e al carisma, desiderano conoscere o riappropriarsi delle ispirazioni originarie del Fondatore, il Beato Luigi Guanella: cooperatori, operatori, ex-allievi, famiglie, giovani, volontari, religiosi, religiose. Gli appuntamenti previsti sono: Sabato 10 aprile: Gli aspetti antropologici “Il rapporto tra rispetto della vita ed etica sociale”, relatore prof. Mario Palmaro, docente di “Bioetica” Università Europea Roma; “Il Documento MLG alla luce della “Caritas in Veritate”, relatore don Si tratta di una proposta formativa aperta a tutti coloro che desiderano conoscere o riappropriarsi delle ispirazioni originarie del Fondatore Wladimiro Bogoni, consigliere generale Servi della Carità - Opera Don Guanella. Sabato 15 maggio: Gli aspetti economici “Per un’economia a servizio della persona umana”, relatore prof. Giuseppe Fasana, Docente di Economia aziendale, Università Cattolica Milano; “Come conciliare economia e progettualità nella carità? Esperienze, problematiche e sentieri di profezia”, relatore don Mario Nava, Economo Generale Servi della Ca- rità - Opera Don Guanella. Sabato 12 giugno: Gli aspetti sociali “Il lavoro di rete per una rinnovata politica dei servizi alla persona”, relatore prof. Vittore Mariani, Docente di “Pedagogia speciale”, Università Cat- tolica Milano; “I processi di globalizzazione e la missione dell’Opera Don Guanella oggi. Luci e ombre”, relatore Padre Alfonso Crip- pa, Superiore Generale Servi della Carità - Opera Don Guanella. Gli incontri si terranno presso l’Opera Don Gua- nella a Como, in Via T. Grossi 18, dalle ore 9.30 alle 12.30. Per informazioni ed iscrizioni: mariani. [email protected]. CRONACA P A G I N A Como 17 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 LA RIPRODUZIONE ANASTATICA DI UN LIBRO DI MONS. GIULIANO SIGNORELLI Il ragazzo in 50 anni di narrativa italiana “ I l ragazzo in cinquant’anni di narrativa italiana”. Ha fatto da qualche mese ritorno nelle librerie comasche la riproduzione in anastatica di un testo scritto da un quarantenne Giuliano Signorelli e edito dalle Paoline nel 1962. Un viaggio dentro la fanciullezza e i suoi molteplici risvolti letterari. Ad accompagnare questa edizione l’introduzione di Alberto Longatti, che ben ne illustra l’orizzonte di senso e i contenuti. “Questo libro - scrive Longatti - edito dalle Paoline nel 1962, quindi compilato quando l’autore aveva quarant’anni, mostra con evidenza una delle prerogative dell’indole di monsignor Giuliano Signorelli: lo scrupolo di completezza. Trattando di quando e come la figura dell’adolescente abbia ispirato gli scrittori italiani in cinquant’anni occorreva innanzitutto valutare gli autori prescelti, leggendo a fondo la loro opera. L’ha fatto da par suo, setacciando i volumi che veniva man mano estraendo dagli scaffali delle biblioteche e alternando i romanzi alle autobiografie, consapevole del fatto che quando un narratore cerca di penetrare negli albori della vita di una persona si avvale della propria esperienza per apparire più veritiero. E’ una questione che viene rilevata analiticamente nell’ introduzione del volume senza nasconderne i trabocchetti interpretativi, Ha fatto da qualche mese ritorno nelle librerie comasche la riproduzione di un testo edito dalle Paoline nel 1962. Un viaggio dentro la fanciullezza e i suoi molteplici risvolti letterari. Pubblichiamo l’introduzione che accompagna questa nuova uscita, realizzata da Alberto Longatti ma risolvendosi alla commistione fra diverse misure di approccio letterario, sia pure con le dovute riserve, perché all’adulto che rievoca i moti dell’animo di quando era fanciullo va attribuita la fa-coltà di trasformare i ricordi in comunicazioni di valore universale, e quindi all’arte la capacità di astrarsi dalle posizioni troppo soggettive per trasferirsi in quelle di comune percezione. Nel muovere con fine sensibilità psicologica il suo scandaglio di esegeta che si rivolge non soltanto genericamente ad amanti della letteratura ma anche, se non soprattutto, a educatori interessati ad acquisire nuove conoscenze, don Giuliano riserva molto spazio a scrittori di secondo piano, dando loro un importanza non minore rispetto ai più noti. Questo perché non di rado proprio i meno dotati di fascinazione affabulativa colgono più da vicino e non affrettatamente certe fragilità di comportamento che caratterizzano i trapassi delicati da un’età all’altra, da uno stato d’incoscienza infantile ai primi, determinanti approcci con la realtà del mondo adulto. Così ènei racconti di Cicognani che si colgono illuminanti circostanze riguardanti la perdita dell’innocenza infantile ed è con l’occhio affettuoso di Virgilio Brocchi che si scruta nei più intimi rapporti famigliari, mentre attraverso le descrizioni dell’Angioletti piuttosto che del Chiesa o del Soffici si evidenziano maggiormente gli empiti sentimentali, i trasalimenti del cuore. Nella sua indagine laicamente condotta, don Giuliano non dimentica CON MONDO TURISTICO VISITA GUIDATA AI DIPINTI RESTAURATI DEL DUOMO DI COMO L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 23 gennaio una visita guidata ai dipinti restaurati nel Duomo di Como. L’appuntamento è fissato per le ore 15.00 con la guida a Como, davanti al portale centrale della cattedrale. Si procederà alla visita generale dello splendido monumento comasco, collocato in quello che fu il centro politico e religioso della città medioevale. Questa visita, tuttavia, sarà basata soprattutto sull’illustrazione dei due grandi dipinti recentemente restaurati e posizionati in controfacciata. Si tratta di due tele provenienti dal convento domenicano di San Giovanni in Pedemonte, distrutto alla fine del Settecento. Le opere d’arte, poste inizialmente nella chiesa di San Giacomo, furono esposte in cattedrale all’inizio del Novecento; la pulitura e l’accurato restauro del 2009 hanno rimesso in luce alcuni importanti particolari ed hanno dato spunti preziosi agli studiosi per una più approfondita conoscenza dei dipinti. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 034430060; 339-4163108; e-mail: [email protected]. comunque la sua formazione sacerdotale, tradotta in missione attraverso il lungo periodo di insegnamento nel Seminario diocesano comasco (dal 1947 al 2007) ed a diretto contatto con i giovani come assistente della federazione Universitari Cattolici (dal 1949 al 1954) o della Gioventù di Azione Cattolica (dal 1953 al 1966). La consapevolezza della necessità di far capo a precisi riferimenti di ordine morale e non soltanto a una scala di valutazione estetica rende il procedimento storico/critico della rassegna letteraria più conscio della necessità di far rispecchiare dall’arte il significato della condizione umana e di proiettarla nell’ambiente, nel costume sociale, quando si manifesta. Una motivazione responsabile che diviene più carica di responsabi- lità nel trattare una casistica di estrema delicatezza applicata ai momenti della crescita interiore di un ragazzo, che negli anni del secondo dopoguerra deve registrare atteg-giamenti umani inficiati da incrinature proprio nel codice etico, con uno stato di diffuso disagio che la letteratura di stampo esistenzialistico o neoverista tende ad esasperare in punte di reattiva trasgressività. Ed è allora che il giudizio negativo sullo scadimento morale di narrazioni troppo spesso indugianti con compiacimento sulle azioni più torbide della stagione primaverile della vita si rinfranca commentando alcuni romanzi d’impostazione più rasserenante, che aprono nuovi orizzonti di speranza. E’ un’altra costante dello spirito di incitamento al bene e di esaltazione del bello che ha sempre animato questo colto sacerdote, coinvolgendo quanti hanno avuto modo di incontrarlo, anche quando ha assunto con entusiastico fervore la direzione dell’Ufficio diocesano di Arte Sacra (dal 1975 al 2005). Il suo impegno di conoscenza e valorizzazione del vasto patrimonio artistico lariano e della sua antica storia è stato tale da farlo considerare uno dei più ammirevoli depositari della memoria collettiva, quella più lontana nel tempo. Chiunque gli abbia rivolto domande e richieste di chiarimento ha avuto sempre l’impressione, ascoltandone le pronte ed esaurienti risposte, di consultare un archivio, leggere un libro ricco di dati, acquisire una raccolta di informazioni che non si saprebbe trovare altrove. In taluni casi, l’archivio vivente sapeva fornire qualcosa in più delle parole, dei nomi o delle cifre, era disponibile a definire immagini, a suggerire musiche. E nei casi più fortunati, è stato in grado di trasmettere emozioni. Come si può rilevare anche nella densa stesura di questo libro, un particolare gli sollecita il ricordo di un altro particolare, apre la strada a percorsi in più di-rezioni di ricerca, provoca un flusso continuo di no-tizie e di suggestioni. Di queste ultime, in particolare. Perché don Giuliano si trasfigura, quando dona sorridendo ciò che sa. Ogni occasione di aprire le pagine del gran libro segreto che si porta dentro è una vera festa. O un motivo di poesia. Un poeta, infatti, non è solo un signore che scrive versi, ma è colui che nutre sentimenti lirici, apprezza il fascino delle cose e le doti delle persone, rendendo appunto candidamente “poetica” la realtà della vita, così come questo gentile sacerdote dai modi soavi sa trasmettere agli altri, contagiandoli con la sua carica di umana simpatia”. Il volume è stato ristampato da Grafica Marelli sul finire dello scorso anno a cura dell’Accademia delle arti e dei commerci Santa Giuliana di Como. ARTETERAPIA CON I “DONATORI DEL TEMPO” I Donatori del Tempo di Como hanno il piacere di invitare tutti gli interessati, sabato 16 gennaio alle ore 17.00, presso la Caserma De’ Cristoforis a Como in piazzale Montesanto n.2 all’incontro di presentazione del ciclo 2010 di “Arteterapia” dedicato alla memoria del prof.Giovanni Ostinelli. Per l’occasione interverranno: - avv. Giovanni Raité, presidente del C.D.T.; - Caterina Ostinelli, figlia di Giovanni Ostinelli; - Chiara Salza, arteterapeuta - responsabile del Laboratorio di Arteterapia del C.D.T. per i malati di Alzheimer. Seguirà la proiezione di un breve CD su: “Arteterapia e Alzheimer” di Chiara Salza. CRONACA P A G I N A Como 18 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2009 ALLA SCOPERTA DELLA COOPERAZIONE/215 Questa sera non torno a casa Un progetto, realizzato tra il 2006 e il 2009, che ha coinvolto 59 persone disabili e circa 80 famiglie cui sono state offerte occasioni di sollievo temporaneo, ma anche di elaborazione positiva del distacco. Due le cooperative coinvolte: “Il Gabbiano” di Cantù e “Noi Genitori” di Erba pagina a cura del Consorzio Eureka Ser vizi alla Cooperazione e al Terzo Settore www.eurekacomo.it Q “ uesta sera non torno a casa”. Una frase comune per molti ragazzi, un obiettivo importante di autonomia per le persone con disabilità. Il passaggio all’età adulta è infatti connotato da una serie di tappe psicologiche e sociali che ampliano la sfera delle relazioni affettive, sostengono il distacco dalla famiglia di origine e accompagnano al raggiungimento di un’autonomia ‘almeno sufficiente’. Per le persone con disabilità e per le loro famiglie il percorso di crescita e di separazione incontra però quasi inevitabilmente grossi ostacoli. Per questa ragione, l’attenzione ai singoli, ai loro desideri e alle loro aspirazioni non può limitarsi alla mera applicazione di standards preconfezionati, ma è auspicabile che siano possibili risposte individualizzate. In tal senso occasioni residenziali diversificate possono costituire uno strumento prezioso per accompagnare all’indipendenza possibile le persone con disabilità attraverso uno sforzo congiunto, un incontro di responsabilità, un incrocio di sguardi capaci di tradurre in linee di sviluppo futuro la parabola esistenziale di persone disabili coinvolte nel progetto attivamente. È all’interno di questa prospettiva che dal 2006 al 2009 è stato realizzato il progetto “Questa sera non torno a casa”, che ha coinvolto 59 persone disabili e circa 80 famiglie cui sono state offerte occasioni di sollievo temporaneo, ma anche di elaborazione positiva del distacco. Le cooperative coinvolte, “Il Gabbiano” di Cantù e la “Noi Genitori” di Erba, hanno colto nel lavorare insieme su questi progetti l’opportunità di offrire risposte altrimenti difficilmente realizzabili se proposte singolarmente, mettendo a disposizione competenze, conoscenze e risorse proprie, oltre che intercettando importanti risorse economiche sul territorio (Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, sponsor privati e aziende). La disponibilità e l’interesse da parte del Consorzio Solco Como ad assumere la titolarità di tutti i Progetti rispetto alle fasi di elaborazione e messa in atto hanno dimostrato, in questi anni, la consapevolezza che la costruzione del futuro di un territorio e il suo arricchimento sono possibili solo grazie alla partecipazione attiva delle persone che lo abitano e che lo vivono. La proiezione del film realizzato dalle due cooperative, attraverso il delicato lavoro del regista Gianluca D’Apuzzo, di giovedì 10 dicembre all’interno dell’assemblea annuale di Confcooperative è stato un momento di ulteriore coinvolgimento e partecipazione, oltre che di condivisione e ringraziamen- to nei confronti di coloro che, a titolo personale e professionale, hanno reso e renderanno ancora possibile tutto questo. Gli attori del filmato dal titolo “stasera non torno a casa”, sono i ragazzi disabili che hanno partecipato al progetto partito tre anni fa. Ognuno con la sua storia, con un approccio alla vita singolare e diverso, così come singolare e diverso risulta essere lo spirito con cui questi ragazzi affrontano l’oggi e il domani. Raccontano e si raccontano in oltre un’ora di filmato che scivola via lieve, e che colpisce per la naturalezza che risulta disarmante e commovente a tratti. Attraverso le loro parole i loro gesti gli sguardi ma anche i silenzi si interrogano su ciò che è e che sarà la loro esistenza con tutte le speranze e le paure. Tra dubbi e spinte in avanti, tra il desiderio di fare da sé e il bisogno degli altri, la nostalgia per il passato e la consapevolezza che occorre affrontare il futuro, esprimono il desiderio e la necessità di crescere, di sentirsi e di essere considerati persone adulte. Il film è un intreccio di storie dentro la stessa storia, è il racconto di un weekend che inizia un venerdì pomeriggio e si conclude il lunedì mattina all’interno della struttura residenziale, presso la cooperativa il Gabbiano di Cantù. Ognuno dei ragazzi e delle ragazze coinvolti racconta dal canto suo i propri pensieri e le emozioni connesse ad un’esperienza che li vede per qualche giorno distanti dal loro nucleo familiare e dalle sicurezze che la famiglia è in grado di offrire, sperimentando così una fiducia reciproca e un percorso di autonomia. In questo lavoro delicato e paziente gli educatori e i volontari che gravitano intorno al progetto hanno un ruolo molto importante che è visibile e riconoscibile attraverso la visione del filmato. L’idea sin qui portata avanti ha bisogno adesso di essere ulteriormente perseguita vista la bontà del progetto e la crescente domanda da parte delle famiglie. Ed è per questo che il Consorzio Solco ha già presentato alla Fondazione Provinciale della Comunità Comasca un ulteriore progetto che è stato validato e che garantirà la prosecuzione delle esperienze di avvicinamento alla residenzialità. Inoltre si potrà contare sulla generosa disponibilità di un familiare che ha voluto mettere a disposizione un appartamento e che per la sua ristrutturazione è stata inoltrata una ulteriore richiesta di contributo presso la Fondazione Cariplo di Milano, la quale è da sempre particolarmente sensibile e volentieri sostiene questi progetti legati alla vita “durante e dopo di noi”. Senza questa economia GIORGIO COLOMBO COORDINATORE DEL PROGETTO SOLCO COMO «L’obiettivo del nostro progetto è la creazione di una filiera di servizi residenziali rivolti a persone con disabilità, che si declini in proposte differenziate per livello di assistenza e protezione, al fine di rispondere in modo mirato alle esigenze della persona e della sua famiglia. Il percorso che intendiamo intraprendere ha, come modello di riferimento, le buone prassi che caratterizzano, a livello nazionale, il progetto Al.Fa -un’Altra Famiglia dopo di noi- promosso dal Consorzio nazionale Comunità Solidali del Gruppo Cooperativo CGM, Associazione Anffas e Banca Intesa. Punto di partenza sono i Servizi diurni, elementi strategici dell’azione educativa. Grazie alla loro capacità progettuale, essi sono in grado di connettere i vari percorsi formativi/ educativi, scolastici occupazionali e di tempo libero, per realizzare concreti progetti di vita. L’attenzione è posta in primo luogo alle persone con disabilità, adolescenti, giovani e adulti e alle loro famiglie, senza sottovalutare l’aspetto della formazione e del sostegno delle figure educative e dei volontari coinvolti. Particolare risalto viene dato alla sensibilizzazione del territorio, necessaria a qualsiasi idea di sviluppo e innovazione. Gli interventi, messi in atto attraverso differenti moduli, seguono principalmente due strade, diverse ma strettamente correlate: da un lato offrire alle persone con disabilità significative opportunità residenziali per la sperimentazione dell’autonomia personale e di una vita adulta, dall’altro garantire ai familiari momenti di sollievo e riposo, sollevandoli dall’accudimento quotidiano dei propri figli, rinforzando la possibilità di decidere liberamente del proprio tempo libero». di comunità, questo ed altri progetti che puntano a risolvere un problema importante e reale non avrebbero la spinta per partire e neanche la libertà di sperimentare. Trovare persone che credono e concretamente sostengono, per quello che possono e con modalità e motivazioni diverse, buone idee e progetti finalizzati all’inclusione sociale delle persone con disabilità, dà innanzitutto speranza che ciò possa avvenire sempre di più. CRONACA P A G I N A 19 Prealpi IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAI 2010 LA SCORSA DOMENICA 10 GENNAIO L’abbraccio di Parè e Drezzo a don Sergio D ue parrocchie in festa: Parè e Drezzo per l’ingresso del nuovo parroco don Sergio Bianchi, che dovrà guidarle nell’esperienza di “Comunità pastorale”. Un proverbio locale tradotto dal dialetto, dice più o meno così: “un prete per campanile e... ecc.” riferito ad una gestione ottimale della parrocchia, ma purtroppo ora sono rimasti tanti campanili e pochi preti! Ecco allora le: “comunità pastorali”, Parè e Drezzo, oltre a condividere le scuole ed altri Ad accogliere il sacerdote i rappresentanti delle autorità locali e religiose e dei consigli pastorali delle due comunità servizi comunali, avranno anche un unico pastore per entrambe le parrocchie, che vantano secoli di storia, essendo la prima fondata negli anni del 1500 e la seconda in quelli del 1700, anche se i paesi esistevano già secoli prima, ma facevano parte della pieve di Uggiate da cui dipendevano giuridicamente. In questi ultimi decenni i due paesi hanno avuto un forte sviluppo edilizio, portando a 1800 persone gli abitanti di Parè e a 1200 circa quelli di Drezzo. Questo incremento è costituito soprattutto da giovani coppie e conseguentemente di bambini, giovani e ragazzi; sarà questa la difficile sfida educativa che don Sergio dovrà affrontare con l’aiu- to di queste due comunità ecclesiali. Domenica10 gennaio 2010 ad accogliere don Sergio sul piazzale delle scuole di Parè c’erano i bambini di Drezzo e quelli della scuola dell’infanzia di Parè, che hanno dato il loro benvenuto cantando delle canzoncine, quindi un corteo festoso lo ha accompagnato verso la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, dove i sindaci dei rispettivi Comuni hanno rivolto il benvenuto a nome delle due cittadinanze, ricordando entrambi lo spirito di collaborazione che nelle piccole comunità deve ani- mare il potere civile e quello religioso per soddisfare le esigenze dei cittadini, mettendosi al loro servizio, condividendo e ascoltando. I rappresentanti dei consigli pastorali, anche a nome delle associazioni che operano nei due paesi, hanno messo in evidenza la necessità di collaborazione come crescita delle comunità, mettendo da parte i campanilismi ed aprendosi al mondo. In particolare si è voluto rilevare la devozione verso la Madonna che unisce i due paesi: a Parè come Madre del Buon Consiglio, mentre a Drezzo come Madonna Assunta, conosciuta come la Madonna di chiesa alta per la sua posizione geografica sopra il colle che domina i nostri paesi. Il rito per la presa di possesso delle parrocchie e stato officiato dal vicario foraneo don Mario Ziviani. Nell’omelia della prima messa celebrata per i suoi nuovi parrocchiani, anche con un collegamento via internet per quanti impossibilitati a parteciparvi, don Sergio ha presentato i punti principali di come intende impostare questa nuova esperienza di chiesa, alla luce del vangelo. Il rito è stato animato dalle corali di Parè e Drezzo. Il prossimo appuntamento sarà per domenica 17 gennaio per un altro momento di festa per entrambe le comunità con la celebrazione della messa solenne nella chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano a Drezzo. G. S. DOMENICA 17 GENNAIO Gironico in festa per Gesù Bambino on c’è dubbio che la festa più sentita dei gironichesi sia quella di Gesù Bambino che si celebra la seconda domenica dopo l’ Epifania e che quest’anno coincide con la visita pastorale del nostro Vescovo Diego. Di questa tradizione si parla già nel 1639 quando il vescovo Lazzaro Carafino in visita pastorale trova la festa “ iam ab antiqua consuetudine”. Il simulacro di Gesù Bambino è infantile e allo stesso tempo regale: è un bambino dal volto gentile e dal portamento adulto. Il sorriso, appena accennato, invita lo sguardo sulla manina destra benedicente, contrapposta al piedino sinistro che sottomette il mondo. La mano sinistra stringe la croce e, a questa mano, si contrappone il piede de- N stro che dà stabilità e sicurezza alla statua come ad indicare che la certezza della nostra fede passa attraverso la sofferenza della croce. La festa è preceduta da un triduo di preparazione molto sentito e partecipato, ma il momento culminante è da sempre la processione pomeridiana della domenica che anticamente, dalla strada del cimitero, si limitava a raggiungere il Gesiolo (piccola cappella dedicata alla Vergine Maria) ove s’impartiva la benedizione al paese e a tutta la campagna. L’attuale tragitto della processione che raggiunge la piazza del paese, risale al 1937, anno dell’incoronazione di Gesù Bambino. Quel giorno, era il 17 gennaio, il paese era tanto parato da assumere un aspetto trionfale con quegli archi che di- mostravano, oltre alla fede dei parrocchiani, anche il senso artistico di chi li aveva progettati e realizzati. Quest’anno il simulacro verrà portato in paese a spalla processionalmente dai coscritti diciottenni, come da tradizione, mentre per il ritorno in parrocchiale, dagli Alpini che con questo gesto aprono ufficialmente i festeggiamenti del loro cinquantesimo anno di fondazione. La presenza degli Alpini non è casuale perché davanti a Gesù Bambino si inginocchiavano i giovani che, chiamati alle armi, partivano per la grande guerra e nel loro zaino custodivano sempre con cura e devozione una sua immagine. Ogni funzione termina con il bacio a Gesù Bambino, che, per tradizione, solo ai bambini è concesso baciare sul volto. IL PROGRAMMA La festa de “Ul Bambin da Gironic”, in programma domenica 17 gennaio, sarà arricchita anche dalla presenza del Vescovo in visita pastorale. All’appuntamento di domenica si arriverà dopo un triduo di preparazione che si è così articolato nelle sere di: mercoledi 13 gennaio (don Marco Cairoli docente di Sacra scrittura e padre spirituale del seminario diocesano); giovedì 14 gennaio (don Gianluigi Vercellini, già arciprete di Uggiate Trevano e ora prevosto di Camerlata Santa Brigida Como); venerdì 15 gennaio (mons. Diego Coletti, vescovo di Como, che inizia la visita pastorale); alle ore 20, con la celebrazione della S. Messa e una riflessione guidata. Le S. Messe prefestiva e festiva si svolgeranno secondo i seguenti orari: Sabato 16 gennaio, prefestiva alle ore 17; domenica 17 gennaio: ore 7, 8.30, 10.30, 17.30. Alle ore 14.30 la solenne processione. La Santa messa solenne delle ore 10.30 e il vespro e la processione delle 14.30 saranno presiedute dal vescovo mons. Diego Coletti. Al termine delle Sante Messe e dopo la processione seguirà il bacio a Gesù bambino. P A G I N A 20 CRONACA Como&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 UN SERVIZIO ATTIVATO DAI COMUNI DI S. FERMO, CAVALLASCA E MONTANO LUCINO Sportello Lavoro: una mano contro la crisi a crisi non attenua la sua morsa sul Comasco e anche i Comuni si attrezzano per rispondere al meglio alle richieste del territorio. Partirà dal 21 gennaio, con orari diversi, nei comuni di S. Fermo, Cavallasca e Montano Lucino, un nuovo e prezioso servizio per il territorio. Si chiamerà “Sportello lavoro” e sarà gestito dalla Fondazione Enaip Lombardia (sede di Como) che da anni opera in tutta la provincia di Como sia sviluppando attività di formazione e di orientamento al lavoro, sia gestendo molti Sportelli Lavoro. Il servizio vuole essere un tentativo di risposta alle esigenze dei cittadini, in questo momento difficile relativo all’occupazione. L’obiettivo dello sportello è quello di mettere in contatto i lavoratori alla ricerca di un’occupazione L Si partirà giovedì 21 gennaio. Presso ogni Comune, con orari prestabiliti, un operatore raccoglierà le richieste e manterrà i contatti con le aziende. A gestire il servizio sarà la Fondazione Enaip Lombardia enaip.lombardia.it/como), sia attraverso posta elettronica: ogni mese infatti gli operatori dello Sportello inviano a circa 2500 aziende le caratteristiche dei lavoratori che ricercano una nuova occupazione. Più nello specifico il servizio si rivolgerà a cittadini e aziende secondo le seguenti modalità. (sia disoccupati che occupati che vogliano cambiare posto di lavoro) e le aziende alla ricerca di personale. La sua attività consisterà nella raccolta di profili professionali delle persone che intendono trovare un lavoro. I profili saranno resi disponibili sia nel sito Enaip degli Sportelli Lavoro (www. Il Comune di Albese con Cassano presenta: “Il profumo della dolce musica”, rassegna musicale che prevede quattro concerti tra gennaio e maggio. I primi tre concerti si svolgeranno presso il padiglione delle feste in via Don Sturzo di Albese, l’ultimo invece presso il locale Centro Civico. Il primo appuntamento è in programma venerdì 15 gennaio, alle ore 21. Per l’occasione a calcare il palco sarà il gruppo musicale “O’ pato quintet” nato nel 1996 dalla passione comune dei suoi componenti nei riguardi della musica latina e della bossanova in particolare. Costituito da cinque strumenti base tipici (chitarra, voce, percussioni, sax soprano e basso), il quintetto interpreta in chiave tradizionale i brani più classici della cultura brasiliana (A.C. Jobim, C. Veloso, V. de Moraes, J. Gilberto etc.) ed altri di autori più giovani come Leila Pinheiro o Djavan rivelano però, nel rielaborare alcuni brani, a livello di sonorità, testi e improvvisazioni, la sua natura mediterranea. Nel progetto sono presenti composizioni proprie. All’attivo ci sono diverse partecipazioni a festival jazz e rassegne (Jazz e Co, Serate Musicali Morbegno, Come Estate e partecipazioni a trasmissioni televisive presso la R.T.S.I.). La rassegna proseguirà il 27 febbraio, sempre alle ore 21, con il compositore arpista e concertista Vincenzo Zitello; per continuare, il 20 marzo, sempre alla stessa ora, con i “Parcker’s picks”, gruppo il cui repertorio si basa sull’esecuzione degli standard più famosi di Charlie Parker, rivisitati utilizzando quattro chitarre armonizzate come se fossero una serie di fiati. L’ultimo concerto, che avrà luogo alle 17 presso il Centro Civico, si svolgerà il 16 maggio. Protagonista sarà il quartetto “Bakura” nato nel 2005 all’interno della classe di musica da camera del violoncellista Paolo Beschi presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Como. L’ingresso per ogni spettacolo costerà 5 euro. L’abbonamento per l’intera rassegna è di 15 euro. Gli abbonamenti sono acquistabili presso il Comune di Albese con Cassano, Ufficio Segreteria, tel. 031-426122, e-mail: [email protected]. Per i cittadini Lo Sportello Lavoro offrirà informazioni, indicazioni e suggerimenti per la ricerca del lavoro e opererà in sinergia con gli altri enti territoriali. I residenti dei tre Comuni potranno rivolgersi, oltre allo Sportello presente sul proprio territorio, anche agli sportelli che verranno attivati, a partire dal 21 gennaio, negli altri Comuni nei seguenti giorni ed orari: - Comune di Cavallasca: primo e terzo giovedì del mese dalle ore Ad Albese con Cassano “Il profumo della dolce musica” 11.00 alle ore 12.00, presso la palazzina che ospita anche l’Ufficio di Polizia Locale; - Comune di San Fermo della Battaglia: secondo e quarto giovedì del mese dalle ore 11.00 alle ore 12.00 presso il palazzo comunale; - Comune di Montano Lucino: primo e terzo giovedì del mese dalle ore 9.30 alle ore 10.30 presso il palazzo comunale. …e per le aziende Ogni mese le aziende interessate potranno ricevere il “Cercalavoro”, un bollettino che contiene le richieste di lavoro dei cittadini. Le aziende interessate all’invio e-mail o cartaceo del “Cercalavoro” potranno farne richiesta all’Ufficio Servizi Sociali comunale. La Banca dati dei lavoratori disponibili è inoltre consultabile, previa regi- strazione, nel sito www. enaip.lombardia.it/como; registrarsi è semplice, è sufficiente seguire le istruzioni. Nel sito è inoltre disponibile la scheda per la richiesta di personale da parte delle aziende, che può essere inviata per email: sportellolavoro. [email protected] o per fax 031-306783. Ricevuta la scheda, Enaip provvederà ad inviare all’azienda interessata i dati dei lavoratori richiesti entro 24 ore. CAVALLASCA SABATO 16 GENNAIO Dopo la pausa invernale ritorna, a Cavallasca, il ciclo di incontri dedicati alla salute della popolazione anziana. Il prossimo appuntamento è fissato per Sabato 16 gennaio, alle ore 10 Il tema sarà: “Occhio alla testa. L’ictus cerebrale: conoscerlo per saperlo affrontare”. Interverrà il dott. Simone Vidale, neurologo e i volontari dell’associazione Alice. L’appuntamento è sempre presso Villa Imbonati. Si ricorda che gli incontri sono gratuiti. LA RECITA NATALIZIA DI CAMPIONE D’ITALIA La scuola dell’infanzia “G. Garibaldi” di campione d’Italia invita alla tradizionale recita natalizia dei Bambini della nostra Scuola dell’Infanzia rinviata - causa la nevicata dello scorso 22 dicembre 2009 prevista martedì 19 gennaio ore 14.30 presso l’Auditorium “Mons. Piero Baraggia”. Per l’occasione sarà proiettato il cortometraggio : “Guarda le stelle, ciao Piccolo Principe” dedicato al 50° anniversario della Dichiarazione Onu sui diritti del Bambino. Seguirà la recita: “I tre re magi”. Seguirà rinfresco. A CRONACA P A G I N A 21 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 DA CONSIGLIO DI RUMO L’ultimo saluto a don Enrico Gorla Nato a Casnate nel 1921 era stato ordinato sacerdote nel 1946. Aveva in seguito assolto questi incarichi: vicario di Cunardo (194650), vicario di Bellagio S. Giovanni (1950-55), parroco di Plesio (195573), parroco di Consiglio di Rumo (1973-01). Risiedeva presso la “Casa Don Guanella” di via Grossi La Comunità di San Gregorio Magno in Consiglio di Rumo uò sembrare strano, ma la notizia della morte di don Enrico Gorla è arrivata a Consiglio di Rumo un po’ come un fulmine a ciel sereno. Certo, l’età avanzata e gli acciacchi della salute che da tanti anni lo affliggevano, avrebbero potuto in qualche modo far presagire che, prima o poi, anche lui ci avrebbe lasciati. Ma, come spesso accade, è facile illudersi che le persone care alle quali si è affezionati non debbano mai morire. Si dà quasi per scontato che, anche se fisicamente lontana, la loro presenza sia una certezza destinata a non dissolversi. Ecco perché, quando è arrivata la telefonata che Don Enrico non era più tra noi, il primo pensiero è stato quello di incredulità e, solo dopo, di umano dispiacere. Mentre la notizia si diffondeva, i ricordi cominciavano pian piano a P riaffiorare alla mente della sua “brava gente”, come amava chiamare i parrocchiani durante le omelie: “è stato lui a sposarmi”, “ha battezzato i miei figli”, “mi ha fatto catechismo”, “mi ha preparato per la prima comunione”… e via di questo passo. E’ comprensibile questo accavallarsi di pensieri: ventotto anni come pastore e padre in una comunità, dal 1973 al 2001, sono tanti e coloro che hanno incrociato la propria vita con quella di Don Enrico ormai non si contano più. E’ difficile ora, evidentemente, ricostruire in dettaglio il dipanarsi di un’esistenza interamente consacrata al Signore e alla sua Chiesa. Restano, però, impressi nella mente di coloro che lo hanno conosciuto più da vicino, e hanno collaborato con lui in lunghi anni di ministero, alcuni tratti essenziali fondamentali che ci piace ricordare e condividere. Don Enrico era, innanzi tutto, un prete! Può sembrare un’osservazione scontata e anche un po’ banale ma, per chi ha deciso un giorno lontano di seguire la propria vocazione, pensiamo che sia il più grande complimento che si possa fare. Non credeva nelle molte parole, nel protagonismo, nell’esibizionismo, nella confusione dei ruoli. Credeva invece fermamente in Cristo e nella sua Chiesa, anzi, nella Santa Madre Chiesa, come amava ripetere, dando a quel “Madre” un senso pieno di accoglienza, comprensione, dolcezza ma anche, a volte, di necessaria fermezza. Don Enrico era schietto e schivo, forse apparentemente un po’ chiuso, ma mai ipocrita. Se ci è concesso usare delle categorie “sociologiche” era sicuramente un prete dell’essere e non certamente dell’avere o dell’apparire. All’emergere di queste caratteristiche, indubbiamente, avevano contribuito i lunghi anni di preparazione in seminario, svolti in periodi difficili e conclusi appena dopo l’ultima guerra mondiale. Anni di studio intenso, di sacrificio e di privazioni, ricordati sempre, però, come necessari e insostituibili per prepararsi alla vita, fatta anche di rinunce, che si sarebbe poi dovuta affrontare. Don Enrico era, infine, capace di penetrare discretamente nell’animo umano: la sua lettura di fatti e persone, alla lunga, si è dimostrata effettivamente rispondente a quella realtà che ai più, inizialmente, restava celata. Mai giudizi affrettati ma sempre ponderati e a volte, ci si permetta, anche profetici! Orbene, tutte queste caratteristiche che abbiamo voluto sintetizzare in poche parole, ci sembrano assumere un particolare significato nel corso di questo “Anno sacerdotale” nel quale tutti, an- che noi laici, siamo chiamati a riflettere sulla figura del prete e a pregare per i nostri sacerdoti e per le vocazioni. Adesso che non c’è più vorremmo, dunque, ringraziare Don Enrico per questo suo modo di essere prete. Come avemmo occasione di dirgli durante la sua ultima visita ufficiale a Consiglio di Rumo nel 2006, per ricordare il 60° di ordinazione sacerdotale, ci piacerebbe ringraziarlo, se si potesse, per bocca di tutti i bambini che ha battezzato, di tutti coloro che ha seguito nel cammino di preparazione ai sacramenti, dei giovani che ha unito in matrimonio, delle persone che ha accompagnato nell’ultimo viaggio verso il Signore. Ci piacerebbe, ma non è possibile, e allora, anche ricordando le parole pronunciate da Mons. Vescovo durante le esequie con le quali ci ha invitati a vedere nella morte terrena una nuova rinascita in Cristo, affidiamo con fede tutte le nostre intenzioni, i nostri ringraziamenti e le nostre preghiere, come fa da tempo immemore la comunità di Consiglio di Rumo, all’intercessione della Madonna del Carmine e di San Gregorio, nostri patroni. UN CONVEGNO DELL’ORDINE DEI MEDICI DI COMO A CAMNAGO VOLTA TORNA “TESTA E CUORE” Dopo la pausa natalizia riprendono a Camnago Volta domenica 17 gennaio, alle ore 15.00, gli incontri del progetto “Testa e cuore”, l’iniziativa di animazione rivolta ai bambini da 7 a 12 anni e di formazione per i loro genitori ed educatori organizzata dalla Circoscrizione 4 di Camnago Volta, con la collaborazione del CIF (Centro Italiano Femminile) Provinciale di Como, dello Sportello Scuola & Volontariato ed il contributo dell’Amministrazione Comunale di Como. Presso l’Auditorium “A. Volta” a Camnago la psicopedagogista Lucia Todaro, per il “Percorso Cuore”, affronterà il tema “Conoscere, riconoscere, esprimere e gestire le emozioni personali e altrui (empatia e relazione d’aiuto nei rapporti educativi)” con i genitori e gli educatori. Per i bambini, impegnati nel “Percorso Testa”, l’appuntamento è invece presso la Sala Civica di Piazza Martignoni con il laboratorio “L’energia solare: costruiamo un pannello”, guidati da Matteo Balestrini, dottore in Scienze Ambientali, ed accompagnati da tutor di giovani volontarie. Ricordiamo che la partecipazione ai laboratori e agli incontri è gratuita. Per informazioni ed iscrizioni: Roberto Todeschini tel. 347-8452378; e-mail: [email protected]. Medicina e stato vegetativo L ’ Ordine dei Medici di Como - Commissione di Bioetica organizza, per il 26 gennaio 2010 alle ore 21, presso la sala conferenze della Biblioteca comunale di Como (piazzetta Lucati, 1), il convegno dal titolo “Medicina e stato vegetativo”. Presenterà il convegno Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Como. Relatori saranno: Mario Guidotti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Como, primario di Neurologia Ospedale Valduce di Como parlerà di “Coma e stato vegetativo. Introduzione al problema”; Giovanni Battista Guizzetti, responsabile UO stati vegetativi del Centro Don Orione di Bergamo, parlerà di “Prendersi cura della persona in stato vegetativo”Modererà l’incontro Licia Snider, coordinatore della Commissione di Bioetica dell’Ordine dei Medici di Como. La Commissione di Bioetica è nata, in seno al Consiglio dell’Ordine dei Medici, su proposta dell’attuale presidente, dott. Gianluigi Spata. Il compito della commissione è quello di fornire mezzi di approfondimento su temi delicati e di difficile trattazione, quali l’inizio e il fine vita, molto spesso oggetto di dibattiti accesi, non sempre capaci di fare chiarezza. Licia Snider, coordinatrice del Comitato e moderatrice dell’incontro, afferma “per quanto riguarda il delicato tema di fine vita, ci è sembrato importante innanzi tutto cercare di fornire, in base ai dati della letteratura esistente, elementi di definizione dello stato di coscienza, dello stato vegetativo, di coscienza minimo e del coma, sottintesi nei vari dibattiti, ma mai chiariti e spesso causa di confusione non solo nell’opinione pubblica. I pazienti in stato vegetativo, pur esistendo forme temporanee e reversibili, sono spesso malati cronici, stabili, non terminali e, che, come tali, necessitano di assistenza a partire dal bisogno che manifestano. Sono persone con gravi disabilità, la cui vita dipende dal nostro aiuto e dalle nostre cure. La guarigione non raggiungibile ci interpella come persone umane e, come medici, ci impone di ridefinire gli scopi del nostro impegno professionale”. L’obiettivo della serata è quello di fare informazione - e dove è possibile - chiarezza su questa condizione. La presa in carico di queste persone tocca non solo questioni mediche, ma anche assistenziali ed etiche, che ci interrogano sulla nostra idea di uomo e di civile convivenza. La presenza del dott. Giovanni Battista Guizzetti, impegnato da tempo in “ prima linea “ nella cura di questi pazienti presso il Centro “ Don Orione “ di Bergamo potrà apportare un valore aggiunto alla serata, con una qualificata testimonianza sul prendersi cura di questi malati”. La partecipazione è libera. CRONACA P A G I N A 22 uesta volta è stato un giovane poco più che ventenne la persona che è venuta a trovarmi. Sono sempre felice di incontrare i giovani: ascoltare i loro problemi mi fa sentire ancora parte di questa società che cambia così velocemente. Ma il mio giovane ospite era venuto per confidarmi di aver fatto una grande figuraccia e se ne sarebbe portato dietro il ricordo molesto per un bel po’ di tempo. La questione era tutta qui: dopo la laurea ottenuta con il massimo dei voti aveva trovato un impiego prestigioso che, a suo umile giudizio, gli sembrava al di sopra delle sue capacità. Con grande entusiasmo e impegno aveva cercato in tutti i modi di dimostrarsi all’altezza della situazione ma, durante una gita-studio in Russia con un gruppo di colleghi, visitando a San Pietroburgo il museo dell’Hermitage, più volte la guida aveva lodato l’arte degli artisti italiani e in particolare di quelli che venivano della nostra Valle. Il nostro giovane amico, però, si era trovato senza argomenti originali per approfondire l’argomento e sotto gli sguardi divertiti dei suoi colleghi si era vergognato come può vergognarsi chi non ricorda il nome dei suoi genitori e dove è nato. Da me voleva che gli indicassi dove poter trovare e studiare tutto quello che interessa gli artisti della Valle, per non ripetere quella magra figura. Da quando abbiamo incominciato a girare per l’Italia e l’Europa, una ventina di anni fa, con dei viaggi studio mirati, or- Q Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 UN PROGETTO DELL’APPACUVI Giovani ricercatori cercasi per riscoprire la storia della Valle Intelvi ganizzati dall’Appacuvi e dalla Comunità Montana Lario Intelvese, abbiamo dovuto toccare con mano quanto poco sapevamo di opere murarie e pittoriche che i nostri padri hanno lasciato in paesi lontani dalla Valle. Non è tutta colpa nostra, bisogna riconoscerlo. Dopo di loro abbiamo dovuto infatti affrontare guerre, carestie. Ogni sorta di difficoltà che ha contribuito a portarci lontano dal loro ricordo. Va aggiunto, inoltre, che un po’ di colpa è da attribuirsi anche a loro. Quei famosi maestri, infatti, anche se erano riuniti in corporazioni ben poco hanno scritto e ancora meno rac- contato, a chi viveva in Valle, di quello che avevano fatto e costruito fuori dai confini dei loro paesi. Vigeva, tra loro, una sorta di patto del silenzio che serviva a proteggere l’esperienza di lavoro dagli altri gruppi che si formavano in Valle e seguivano la via dell’emigrazione. Durante le svariate ricerche condotte grazie all’impegno dell’Appacuvi sono spesso emerse cose a dir poco curiose. Rammento, per esempio, una guida che parlava italiano nel grande duomo di Salisburgo. Pareva fosse un nastro registrato ad arte. Ma quando per curiosità ci domandò da dove venivamo, e noi ri- Il progetto ha lo scopo di condurre anche le nuove generazioni alla riscoperta del passato artistico che ha reso grande il territorio della Val d’Intelvi di RINA CARMINATI FRANCHI spondemmo, per facilitargli le cose, da Como, si capì che non sapeva bene dove collocare la nostra città, bensì puntandoci un dito contro, quasi avessimo bestemmiato, ci sbalordì pronunciando il nome di uno dei più piccoli paesi della Valle Intelvi: Verna. Quel Santino Solari che aveva di fatto architettato il duomo di Salisburgo era originario di questo piccolo paese e nel cimitero di S. Pietro, il più prestigioso e monumentale della cittadina di Salisburgo trovammo anche un’elegante tomba, con un dipinto che lo ritraeva nell’atto di consegnare al Santo Protettore i disegni del nuovo duomo. Sulla lapide muraria c’era inciso in belle lettere: “Nato a Verna - Italia”. Non si può descrivere la soddisfazione e l’orgoglio derivante dal trovare pezzetti della nostra piccola Valle sparsi per il mondo. E questo patrimonio preziosissimo deve essere passato ai giovani che hanno la passione per lo studio e la ricerca. Qualche segnale positivo c’è. Una fascia di ragazzi pare, infatti, stia incominciando ad interessarsi a questi progetti, a sentire il gusto del “nostro”. Rammento l’organizzazione della “caccia al tesoro” dell’estate scorsa che si basava soltanto su luoghi, tradizioni e dialetto della nostra Valle. Mai gioco fu così sentito e seguito da giovani e anziani. Non è una cosa facile introdurre e invogliare questi ragazzi a passare un po’ di tempo tra i libri o parlando con gli anziani. Ma senz’altro è dal piccolo seme di miglio che nasce una pianta. Nel novembre scorso si sono svolte delle mostre dedicate all’emigrazione e agli artisti della Valle allestite dall’Appacuvi. Vi figuravano le gigantografie dei più grandi artisti del XVII secolo. Tra gli alunni di una classe quarta delle elementari, che stava visitando la mostra, la guida notò che i bambini si davano di gomito davanti al ritratto di Ercole Ferrata, quasi avessero riconosciuto un amico. Spiegarono alla signorina incuriosita che loro lo conoscevano perchè una signora aveva parlato di lui in classe. Anzi aveva raccontato una storia che lo riguardava. Loro si ricordavano che era nato a Pellio e aveva scolpito, per far arrabbiare sua madre, il magnifico albero di pere che si trovava nell’orto di famiglia Così, Ercole Ferrata, il grande scultore che lavorava gomito a gomito con il Bernini, per loro era il Ferrata del S. Antonio. Quando diventeranno grandi davanti ai capolavori dello scultore pelliese, si ricorderanno della storia tramandata da secoli oralmente e saranno spronati di saperne di più. Per realizzare questo disegno e per avvicinare anche loro alla magia dei nostri padri l’Appacuvi ha in programma un progetto “Giovani ricercatori”. Possono partecipare i giovani che desiderano avvicinarsi alla cultura e alla storia della Valle Intelvi. Per chi volesse saperne di più: e-mail [email protected] LA FESTA DELLA CONFRATERNITA A Lanzo la festa del Santissimo Sacramento A Lanzo d’Intelvi la terza domenica di gennaio è giorno di festa: ogni anno ricorre infatti la solennità del SS. Sacramento, Festa della locale Confraternita; meglio conosciuta in tutta la Valle come festa della “Terza” (al “Terzun de Lanz”). La costituzione della Confraternita del Santissimo Sacramento eretta canonicamente presso la parrocchiale di San Siro Vescovo in Lanzo d’Intelvi, risale probabilmente al XVII secolo, ancorché il documento più antico custodito - il Registro dei Priori - è datato 1825. Essa si richiama in linea generale alla impostazione del proprio ultimo Statuto riformato in data 16 gennaio 1887, ed al collegato Regolamento datato 15 novembre 1888. Con il tempo essa ha però perso molto dello spirito di vita comunitaria, di assistenza e di promozione del culto, e mantiene come elemento fondante il decoro delle processioni, di alcune altre celebrazioni liturgiche e l’impegno delle ore di adorazione nella giornata della Festa della Terza (richiamiamo in tal proposito l’articolo 1 del regolamento: “Natura e sco- po del Pio sodalizio - La Confraternita ha per iscopo d’onorare l’Augustissimo Sacramento dell’Eucarestia, col promuovere il culto nel miglior modo possibile e zelare il decoro delle pubbliche funzioni dentro e fuori di Chiesa”). L’Adunanza generale si svolge annualmente il 6 gennaio durante la quale, tra l’altro, vi è l’elezione dei Priori. Alle 10,15 di domenica 17 gennaio il parroco don Remo Giorgetta celebrerà, presso la parrocchiale di San Siro, la solenne S. Messa, animata dalla locale cantoria; i Confratelli partecipano con la loro antica divisa (sin dal regolamento di fine 1800 così definita “... che si usa già da gran tempo” e formata da abito bianco, rocchetto rosso, cordone bianco) e le Consorelle Torna il consueto appuntamento che viene a cadere ogni terza domenica di gennaio e per questo conosciuto in Valle come festa della “Terza” (al “Terzun de Lanz” per la Cancelleria della Confraternita C. CANEVALI e G. LOMBARDO Priore con il fazzolettino bianco ricamato, tutti con la candela accesa in mano. Durante la S. Messa vi è l’entrata dei ‘Novizi’ (sono questi i bambini e le bambine che hanno ri- cevuto la prima S. Comunione l’anno precedente) ai quali viene consegnata la medaglia benedetta della Confraternita. Nel primo pomeriggio solenne Adorazione eucaristica col canto dei Vespri, quindi Processione per le vie del paese (adornate dalle sandaline bianche e rosse) con la partecipazione di alcuni preti delle vicine parrocchie e del locale Corpo Musicale. Al termine Benedizione eucaristica ed ‘Entrata’ dei nuovi Priori con incensazione. La giornata si chiude con le note della Banda di Lanzo che omaggiano il Parroco, i Priori e la Confraternita tutta. Il giorno seguente viene celebrata una S. Messa a suffragio di tutti i Confratelli e le Consorelle defunti. CRONACA P A G I N A Lago&Valli 23 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 LIBRI Cremia, frammenti di storia T ra i libri usciti nell’ultimo scorcio dell’anno appena trascorso, vale la pena di segnalare “Cremia. Frammenti di storia”, di Maria Erminia Acquistapace, Edoardo Bregani e Rita Fazzini, Nuova Editrice Delta. Il volume, che vede il patrocinio della Regione Lombardia Direzione Generale Culture, Identità ed Autonomie e della Provincia di Como Assessorato alla Cultura, è promosso dall’Unione dei Comuni “Riviera del Bregagno” e fa parte di un progetto culturale di più ampio respiro per approfondire le radici storiche e culturali del territorio, con la realizzazione di tre volumi sui tre comuni dell’Unione, di cui uno già pubblicato (“Musso. Piccole storie nella grande storia”). In un mondo sempre più globalizzato, il rischio in agguato è quello di perdere la propria identità di singoli, di piccoli gruppi, di piccole comunità. Ed ecco che questo libro, per espressa volontà degli autori, è proprio un tentativo di porre al centro dell’attenzione un piccolo angolo di mondo nella sua unicità e nel suo valore intrinseco ed PIANELLO DEL LARIO FINO AL 17 GENNAIO VISITABILE IL PRESEPE “NATALE A BELLERA 2009” Fino a domenica 17 gennaio a Pianello del Lario, in frazione Bellera, sarà visitabile il grande presepe etnografico “Natale a Bellera nel ‘900", allestito dall’associazione “Bella Pianello”. Si tratta della settima edizione di una manifestazione di grande interesse culturale. Le offerte raccolte verranno destinate alla ristrutturazione delle cappelle esistenti nelle frazioni del paese. ll volume è promosso dall’Unione dei Comuni “Riviera del Bregagno” e fa parte di un progetto culturale di più ampio respiro per approfondire le radici storiche e culturali del territorio di SILVIA FASANA emozionale, con il suo patrimonio materiale e immateriale. Non una proposta di qualcosa di vecchio, nostalgico, ma un modo moderno e più consapevole di leggere una realtà troppo spesso data per scontata perché è sotto gli occhi di tutti, nella consapevolezza che per comprendere l’oggi e per proiettarsi nel futuro, è indispensabile conoscere il proprio passato. Il libro è accompagnato da un ricco corredo iconografico, la gran parte del quale testimonia un passato destinato altrimenti all’oblio o a restare confinato nelle collezioni e nelle memorie familiari. Maria Erminia Acquistapace si è occupata di tradizioni, usi, costumi, ricostruendo pazientemente gli antichi mestieri, le usanze, le abitudini, le devozioni, offrendo vivaci spaccati di vita quotidiana attraverso le dirette testimonianze di chi ha vissuto realtà oggi in apparenza così lontane. Dalle pagine del libro emergono con grande freschezza filastrocche, can- tilene, proverbi, i curiosi soprannomi delle famiglie del paese, antiche ricette con le erbe medicamentose dei campi, ingegnosi passatempi e divertenti giochi dei bambini, pie orazioni ed invocazioni. Non manca un capitolo su uno dei fenomeni sociali più rilevanti in tutto l’ambiente lariano, l’emigrazione. Emigrazione che si racconta attraverso storie ben precise con un nome ed un volto: Baldassarre Bellatti, Sofia e Meco Marchetti, Antonio Zanatta detto “Barbarossa” per la sua fluente barba, Giovanna Manzi, la cremiese che per vincere la miseria emigrò da sola a Montevideo. Edoardo Bregani ha descritto il territorio e la sua storia, cercando le tracce delle dominazioni succedutesi nei secoli sul Lario, a partire da quella romana, con una interessante appendice sulle vie d’acqua e di terra, che hanno costituito l’ossatura del territorio. Completano la sua trattazione alcune idee per attività sportive in montagna e sul lago. Rita Fazzini ha approfondito invece l’affascinante legame tra il sacro e l’arte, dalle incisioni rupestri, frequenti nella zona, alle testimonianze del cristianesimo con la chiesa di S. Vito, antica parrocchiale, l’attuale parrocchiale di S. Michele, la ex-chiesa di S. Giovanni Battista, con i piccoli grandi tesori di arte e di fede che racchiudono, «tesori da conservare gelosamente e da tramandare fedelmente». Scrivono il presidente dell’Unione dei Comuni “Riviera del Bregagno” Guido Dell’Era e il Vice Presidente Uilliam Bertera nell’introduzione al volume: «Questo libro rappresenta quindi un tributo alla nostra terra e ai suoi abitanti, che spesso non hanno vita facile; schiacciati tra il lago e la montagna, sovente hanno dovuto sopportare fatiche smisurate per adattare un territorio ostile ai suoi bisogni, e talvolta questo non è bastato, cosicché molti sono stati costretti ad emigrare per vivere, mantenendo comunque un legame profondo con la propria terra… Questo sentimento di appartenenza è lo stesso che anima noi quando ci muoviamo alla ricerca del nostro passato, attraverso piccole storie, fotografie e documenti di un tempo lontano. Vogliamo sperare ancora una volta che questo libro possa davvero entrare in ogni famiglia del nostro territorio, suscitando emozioni e nostalgie, ma soprattutto rinsaldando il legame che ci lega alla nostra terra ed ai suoi abitanti». CAI MENAGGIO Tesseramento 2010 Con più di 600 iscritti, dopo un’annata particolarmente felice per la partecipazione dei Soci, il CAI-Menaggio ha aperto il Tesseramento 2010. Le quote per i rinnovi sono le seguenti. - Socio ordinario 38 euro - Familiare (maggiorenne convivente con la famiglia del Socio Ordinario) 19 euro - Giovane (nato a partire dal 1993) 13 euro Tassa per le nuove iscrizioni: 4 euro Modi di tesseramento: 1) Presso la calzoleria Redaelli, via Calvi 2, Menaggio; 2) I venerdì sera non festivi dopo le 21 presso la Sede CAI in Via Fìlzi 31 a Loveno (frazione superiore di Menaggio); 3)Tramite Conto Corrente Postale n° 12036224 intestato a CAI-Menaggio, per la spedizione del Bollino via Raccomandata L’organizzazione ricorda che non rinnovando la quota associativa entro 31 marzo 2010 verrà a cessare la copertura assicurativa del Soccorso Alpino Soci, valida anche per l’estero, oltre l’invio delle pubblicazioni del CAI: “La Rivista” e “lo Scarpone” ...hai l'ALCOLISMO in casa? ...VUOI saperne di più? ...hai bisogno di AIUTO? I GRUPPI FAMILIARI AL-ANON possono offrirti le informazioni che cerchi. telefona al: 800-087897 CRONACA P A G I N A 24 ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 PROVINCIA IL VIA LIBERA DALLA GIUNTA REGIONALE Piano rifiuti verso l’approvazione P iano Rifiuti: un altro passo avanti verso l’approvazione definitiva. Si è tenuta a Villa Recalcati la Conferenza di Valutazione del Piano Provinciale di Gestione di Rifiuti, la cui proposta è già stata approvata, da parte della Giunta Provinciale nell’ottobre scorso, congiuntamente allo Studio di Incidenza, al Rapporto Ambientale e alla Sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale. All’incontro erano presenti l’assessore all’Ecologia Luca Marsico, il presidente della Commissione provinciale Ecologia Alessandro Bonfanti, il Dirigente del Settore Ecologia Susanna Capogna e Attilio Tornavacca, coredattore del Piano. Durante l’incontro, al quale hanno partecipato numerosi amministratori comunali, Enti, Associazioni e soggetti interessati dalla pianificazione provinciale in materia di rifiuti, è stato presentato il percorso metodologico che ha portato alla redazione della proposta di Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, evidenziando l’iter procedurale svolto e le attività ancora da realizzare, già inseri- te in un dettagliato cronoprogramma, fino ad oggi scrupolosamente rispettato, che prevede, tra l’altro, un ulteriore momento di confronto con le realtà del territorio. Nell’ambito della riunione è stata altresì data lettura della valutazione di incidenza positiva, ovvero assenza di possibilità di arrecare una significativa incidenza negativa sull’integrità di SIC e ZPS dalle determinazioni ed obiettivi prefissati dal Piano Rifiuti, rilasciata con decreto della Regione Lombardia n. 32 dell’8 gennaio scorso. Sono pervenute 9 osservazioni da parte di Enti, Comuni ed Associazioni delle quali solo due pertinenti con la procedura VAS. Al termine dell’incontro l’assessore Luca Marsico si è dichiarato soddisfatto: «Prosegue l’iter di confronto e condivisione con il territorio in un’ottica di trasparenza che si ritiene a maggior ragione necessaria trattandosi di uno strumento di programmazione così importante e delicato quale il Piano Provinciale Rifiuti. Esprimo anche soddisfazione per il lavoro svolto fino a oggi nel rispetto della pronosticata tempistica». PROGETTO SULLA BIODIVERSITÀ IN PROVINCIA DI VARESE Segnalare con una semplice scheda la presenza di un qualsiasi animale non domestico investito lungo le strade della provincia di Varese. Da oggi ogni cittadino potrà fornire il proprio contributo al progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo per il primo studio di fattibilità in Italia di una rete ecologica collegandosi al nuovo sito web http://biodiversita.provincia.va.it. Oltre alle informazioni sul progetto, nel nuovo sito si può scaricare una scheda per segnalare, appunto, la presenza di un animale investito e aiutare così il lavoro dell’Università di Pavia per conoscere quali sono le aree e i passaggi più a rischio percorsi dalla fauna selvatica. Il progetto della Fondazione Cariplo, partito a ottobre 2009, esaminerà la possibilità di realizzare un corridoio ecologico in provincia di Varese che colleghi le Alpi al Po attraverso il Campo dei Fiori e il Ticino. L’iniziativa è utile per contrastare la frammentazione territoriale, una delle principali cause del declino della biodiversità. La rete ecologica è infatti un sistema unico costituito da aree protette (core areas), aree tampone e i corridoi che le connettono, che assicura una continuità tra aree ad elevato valore ambientale e paesaggistico e permette a specie animali e vegetali di spostarsi, contaminarsi e incontrarsi. Solo così si può pensare a mantenere un livello di biodiversità accettabile, fondamentale per la sopravvivenza del pianeta e delle specie, compresa quella umana. L’Ente capofila del progetto è la Provincia di Varese, che coordina una serie di Enti ed esperti quali LIPU, Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Studio Bertolotti, Idrogea Servizi, Fondazione Rete Civica Milano, in collaborazione con la Regione Lombardia. Lunedì 18 gennaio alle ore 15.00 si svolgerà presso la sala convegni della Provincia di Varese in piazza Libertà la riunione di costituzione e avvio operativo del tavolo partecipativo chiamato a condividere le scelte che il gruppo di lavoro metterà a fuoco nei prossimi mesi. I VOLONTARI COAV TRE TURNI A PARTIRE DA DOMENICA 17 GENNAIO CASSANO VALCUVIA: TEATRO Promoarte/TeatroPeriferico curerà la direzione artistica dal 2010 al 2012 del Teatro Comunale di Cassano Valcuvia il bellissimo teatrino all’italiana in stile Liberty dei primi del ‘900, posto nel centro del paese. Il programma stilato per la stagione 2010, dal titolo “Teatro e territorio” è il seguente: • sabato 16 gennaio ore 21.00, “Strani ma veri”, Commedia tragicomica per cinque personaggi - Teatro Periferico, Milano; • sabato 23 gennaio ore 21.00, “Le donne della pesca e del lago” - Arteatro di Cazzago Brabbia (Va); • sabato 30 gennaio ore 21.00, “Arbol” - Compagnia Teatrale Corona di Monticelli Pavese (Pv); • sabato 06 febbraio ore 21.00, “Pianto tutto” di Rita Pelusio, Milano; • sabato 13 febbraio ore 21.00, Lettere a Marta-Associazione Culturale “Il suonatore Jones” di Varese; • domenica 14 febbraio ore 16.30, “The atypical story of bye bye baldness corporate and his strange characters” - Eccentrici Dadarò di Caronno Pertusella (Va); • sabato 20 febbraio ore 21.00, Braccianti” Armamaxa Teatro di Foggia; • sabato 27 febbraio ore 21.00, Caffè Corretto” - Il Trebbo di Milano; • sabato 6 marzo ore 21.00, “Ricordi con guerra” - Fontemaggiore Perugia; • sabato 13 marzo ore 21.00, “Mater Strangoscias” - Teatro Periferico di Milano; • domenica 21 marzo ore 16.30, “Patate. Una parola senza denti sulla guerra” - Dionisi Compagnia Teatrale di Gallarate (Va); • sabato 27 marzo ore 21.00, “Uora vo cunto, ovvero il Re Topo fa alla guerra” - Teatro della Cooperativa di Milano; • domenica 4 aprile ore 16.30, “Orlando Rumoroso” - Teatro Periferico di Milano; • sabato 17 aprile ore 21.00, Saggio Teatrale; • da mercoledi 21 aprile a sabato 24 aprile ore 21.00, “L’ultima parola” - Teatro Periferico di Milano. TERRA E GENTE Sarà presentato nella Sala Consiliare del comune di Cittiglio la sera di venerdì 22 gennaio - alle ore 21.00 - il 17° volume di “Terra e Gente - Appunti e storie di lago e di montagna” (presentazione prevista per lo scorso 18 dicembre, ma rinviata per l’improvvisa nevicata di quel giorno). Il programma della serata prevede l’intervento del giornalista Michele Mancino come presentatore del libro e la presenza di Luca Violini che proporrà brani musicali di chitarra classica a conclusione della serata. A.C. Riprende il servizio antincendio C on la stagione invernale inizia per le aree prealpine il periodo con il maggior rischio incendi boschivi e, come ogni anno, con gennaio anche le varie squadre antincendio operative nella Valcuvia si stanno attivando per essere operative e fronteggiare ogni evenienza. Negli ultimi 10 anni (questo che inizia è l’undicesimo) il servizio antincendio in Valcuvia è stato garantito dal Coav che ha gestito il Coordinamento Antincendio boschivo in tutto il territorio della (vecchia) Comunità Montana della Valcuvia, curando in modo particolare anche la formazione dei volontari e la dotazione di attrezzature specifiche, raggiungendo alti livelli di professionalità nel settore degli incendi boschivi. Il coordinatore del Coav, Dario Bevilacqua coi suoi collaboratori e gli uffici della Comunità Montana ha già predisposto il calendario dei turni di sorveglianza nel periodo compreso tra gennaio e maggio, in modo che, venga garantito il monitoraggio continuo del territorio valcuviano nel periodo compreso tra le ore 9.00 del sabato e le ore 21.00 della successiva domenica, al fine di avvistare eventuali avvisaglie di incendi boschivi e darne un tempestivo allarme, integrando, così, l’analogo lavoro garantito durante la set- AGENDA ZONALE CAVONA Sabato 16 gennaio, quarto appuntamento col pellegrinaggio vocazionale di zona. Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso la cappelletta di S. Teresa per la recita del Santo Rosario. Alle 7.30 Messa in S. Casa a Cavona. Anima il pellegrinaggio la parrocchia di Orino-Azzio-Comacchio. 14ENNI E GIOVANI La Commissione Giovanile e Vocazionale Valli Varesine ha programmato un incontro per i quattordicenni “Pre-Molo 14” che si terrà all’oratorio di Cittiglio a partire dalle ore 20.30 di sabato 16 gennaio. Un secondo incontro per la stessa fascia di età è già programmato per il prossimo 17 aprile a Ponte Tresa. Per la domenica 17 gennaio, invece, la medesima commissione ha organizzato all’oratorio di Azzio un incontro di catechesi per i giovani dai diciotto anni in su sul tema della “Speranza Cristiana”. CUVEGLIO: FESTA DI SANT’ANTONIO Si celebrerà a Cuveglio la ricorrenza di sant’Antonio abate, con il seguente programma: • sabato 16 gennaio: ore 10.00 Santa Messa solenne a Cuveglio. Al termine, benedizione degli animali. • domenica 17 gennaio: ore 10.30 Santa Messa nella chiesa plebana di San Lorenzo a Canonica in onore di sant’Antonio; ore 14.30, Vespri e processione a Cuveglio, partendo dalla chiesa di Sant’Antonio. Dopo la processione, giochi in piazza per ragazzi. Verrà allestita anche la pesca di beneficienza. RANCIO: FESTA PATRONALE Per le celebrazioni dei santi Fabiano e Sebastiano patroni di Rancio il programma dovrebbe essere il seguente: • giovedì 21 gennaio: dalle ore 15.00 alle ore 17.00, adorazione eucaristica; a seguire, Santa Messa; • venerdì 22 gennaio: dalle ore 20.30 alle 22.00, adorazione e confessioni; • domenica 24 gennaio: alle ore 10.45 Santa Messa patronale; alle ore 14.30, vespri e processione per le vie del paese. A.C. timana dai vigili del fuoco e dalla forestale. Ogni fine settimana è diviso in tre turni (sabato giorno dalle 9.00 alle 21.00; sabato notte dalle 21.00 alle 9.00 della domenica; domenica giorno dalle 9.00 alle 21.00), ciascuno di questi affidati ad una diversa squadra che, con propri volontari pattuglia il territorio e tiene i contatti via radio con un referente stanziato presso la sede del Pradaccio di Laveno. In funzione delle condizioni metereologiche il coordinatore decide, di volta in volta quali siano i turni di sorveglianza da attivare. In questo periodo di inizio gennaio, per esempio, per via delle piogge e della neve in quota i turni di sorveglianza Coav sono stati sospesi sino a domenica 17 gennaio. Da segnalare che il servizio di sorveglianza viene completato con quello che in gergo il Coav chiama il “Turno vento” cioè la presenza di una squadra di volontari (in genere quella che sarà in servizio il sabato) che controlla il territorio durante tutta la settimana nel caso in cui si verificassero giornate di vento e di particolare rischio per la propagazione del fuoco nei boschi. Nella pianificazione del Coav anche la collaborazione stretta con la Regione Lombardia per la sorveglianza in elicottero del territorio boscato regionale, con un servizio che dallo scorso anno fa capo alla base elicotteristica regionale di avvistamento incendi, ubicata proprio in Valcuvia, presso la ditta Mascioni SpA di Cuvio. A.C. Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A P A G I N A 25 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 PROMOSSO DA IPPOGRIFO UN CICLO DI INCONTRI PER SENSIBILIZZARE AL SOSTEGNO DI CHI È IN DIFFICOLTÀ Famiglie, formarsi ad accogliere L a cooperativa sociale Ippogrifo promuove un percorso formativo rivolto a singoli e famiglie che intendono sostenere, accompagnare e accogliere minori e famiglie in difficoltà nell’ambito del progetto “Famiglia Amica”, realizzato col contributo della Fondazione Pro Valtellina. Gli incontri si terranno tutti presso la sede della Ludoteca di Sondrio, dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Il primo appuntamento si è tenuto mercoledì 13 gennaio con La famiglia che nasce. Aspettative, motivazioni: spazio ai bambini. I prossimi appuntamenti in programma sono: 29 gennaio, La famiglia che cresce: i bisogni del bambino, le cure dei grandi, con la dott.ssa Ivonne Biscotti (psicologa) e la dott.ssa Manuela Rossi (educatrice professionale); 12 febbraio, La famiglia che accoglie: il sistema dei servizi e i progetti di accoglienza, con la dott.ssa Cristina Ferrari (educatrice professionale) e la dott.ssa Sonia Baldelli (assistente sociale). L’ultimo incontro si terrà nel pomeriggio del 20 febbraio, dalle ore 15.00 alle ore 17.00: una famiglia racconterà la sua esperienza di accoglienza. SONDRIO RICORDA LUIGI CREDARO In occasione del 150º anniversario della nascita di Luigi Credaro, pedagogista, senatore e Ministro della Pubblica Istruzione dal 1910 al 1914, la Biblioteca Luigi Credaro della Banca Popolare di Sondrio e l’Istituto Sondriese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea presentano gli Atti del Convegno “Luigi Credaro e la Rivista Pedagogica”. Sarà inoltre allestita una tavola rotonda sul tema” Il compito educativo tra attualità e tradizione”, venerdì 15 gennaio, alle ore 17.00, presso la Sala “Fabio Besta”, con ingresso da piazza Garibaldi. Interverranno Arturo Colombo, Marco Antonio D’Arcangeli, Carlo Zanesi, Ivan Fassin e Massimo Dei Cas. Precederà una breve cerimonia, alle ore 16.00, davanti alla casa natale di Luigi Credaro in via Colda 44, per l’apposizione di una lapide commemorativa, a cura del Comune di Sondrio. In occasione della presentazione, presso la sala Besta, saranno distribuiti i volumi contenenti gli Atti del Convegno. Info: telefono 0342-211308; [email protected]. ORDINAZIONE DIACONALE AD ARDENNO Domenica 24 gennaio, alle ore 15.00, presso la cappella della Casa San Lorenzo in Ardenno, l’arcivescovo emerito dell’arcidiocesi di AnconaOsimo monsignor Franco Festorazzi imporrà l’ordinazione diaconale a fr. Roberto Raschetti, religioso della Congrazione di Gesù Sacerdote. «Con grande gioia, riconoscenza al Signore e insieme alla mia famiglia religiosa annuncio la mia ordinazione diaconale», scrive fr. Roberto nella sua lettera di invito. Significativa anche la frase dal Vangelo di Giovanni scelta per accompagnare questo momento: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga». VEGLIA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI VOI SARETE TESTIMONI DI TUTTO CIÒ SABATO 23 GENNAIO - ORE 20.30 PARROCCHIA BEATA VERGINE DEL ROSARIO A SONDRIO Quest’anno, inoltre, la parrocchia Colle-giata dei SS. Gervasio e Protasio di Sondrio per dare maggiore visibilità e rendere più profondo il significato ecumenico della Settimana per l’Unità dei Cristiani, ha invitato padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, a celebrare la Divina Liturgia secondo il rito bizantino slavo della Chiesa cattolica orientale. “La bellezza, splendore del vero, salverà il mondo...ma quale bellezza? hai mostrato la Tua bellezza così che lo spirito umano la possa rendere presente”, scriveva nel IV sec. sant’Efrem Siro. Ancora oggi la celebrazione della Divina Liturgia introduce a questa bellezza ed è insieme riscoperta del tesoro comune della tradizione ecclesiale, oltre che gesto di memoria e di comunione con la Chiesa d’Oriente. Il Coro della Fondazione Russia Cristiana accompagnerà la celebrazione, che avrà inizio nella chiesa Collegiata alle ore 9.30 di domenica 24 gennaio. Il rito sarà teletrasmesso in diretta da Mediaset su Rete4 a partire dalle ore 10.00. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il movimento di Comunione e Liberazione. ZONA PASTORALE MEDIA VALTELLINA - SONDRIO MARTEDÌ 12 GENNAIO, TRESIVIO – ORE 9.30 Incontro del clero zonale DOMENICA 17 GENNAIO, LANZADA Festa della pace MARTEDÌ 19 GENNAIO, SONDRIO ORATORIO DELL’ANGELO CUSTODE - ORE 20.30 Consiglio pastorale zonale DUE GIORNI ANIMATORI IL 23 E IL 24 GENNAIO La commissione giovanile zonale della Media Valtellina organizza una due giorni di formazione per animatori a Cataeggio in Valmasino dal 23 al 24 gennaio. ZONA PASTORALE “MEDIA VALTELLINA” - SONDRIO LE RELIQUIE DI SANT A TERESA DEL BAMBIN GESÙ SANTA SARANNO PRESENTI A SONDRIO/COLLEGIA SONDRIO/COLLEGIATTA DOMENICA 14 E LUNEDÌ 15 MARZO 2010 CRONACA P A G I N A 26 Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 MESE IL SACERDOTE FECE RITORNO ALLA CASA DEL PADRE SETTANTACINQUE ANNI FA Ricordando don Primo Lucchinetti V spirituale. Le sue prediche sono attente e puntuali, è un uomo di parola, fedele alle indicazioni della chiesa e del suo Vescovo. Don Paolo Trussoni, nell’omelia, approfondisce la spiritualità di don Primo e di come si sentisse d’inciampo alle iniziative delle Figlie di Maria. A tale proposito don Abramo Levi scrisse: Educare le figliuole significava toglierle ai festini e ai balli. Non mancò chi, per diabolica malizia, imbastì delle calunnie contro il Prevosto. Fu di gran conforto la lettera che il Vescovo, poi cardinale, Andrea Ferrari, scrisse alle Figlie di Maria di Mese. “Alle buone Figlie di Maria della parrocchia di Mese. Per mezzo del vostro Rev. direttore mi avete domandato la mia benedizione e volentieri io ve la do!... Voi sapete quanto io raccomandai la Pia Unione... anche a Mese, e sono contento di sapere che voi avete così bene accolta la raccomandazione del vostro Vescovo” (16 agosto 1893). La presenza della congregazione della Sacra Famiglia è il grande dono che il parroco di Me- se ha lasciato alla comunità valchiavennasca. Un gruppo di suore che nel silenzio e nell’umiltà hanno educato migliaia di bambini. Ricordare un parroco dopo 75 anni dalla sua morte è un fatto non comune perché l’oblio del tempo fa dimenticare in fretta. Molti sono i parroci che hanno svolto santamente la loro missione dedicando la loro esistenza per il bene della gente. A loro hanno dedicato sepolcri funebri e vie, ma purtroppo sono stati dimenticati troppo in fretta. Ricordare in tanti don Primo vuol dire ricordare un prete, un parroco e un fondatore piccolo piccolo ma grande grande nella fede e che è ancora vivo nel ricordo della gente della Valchiavenna. Al termine della funzione è stato distribuito un volumetto, preparato da Marino Balatti, nel quale sono stati raccolti gli ultimi momenti della vita di don Primo, il suo funerale e il giorno della traslazione della salma dal cimitero alla Casa Sacra famiglia di Mese. donne e diceva che non avevamo ancora raggiunto la parità perché non c’era- no abbastanza donne al potere». MARCO SERTORI NOVATE MEZZOLA LE ESEQUIE DOMENICA SCORSA L’ultimo saluto a Romilda omilda Del Prà era come la sua amata Val Codera. Passava inosservata all’automobilista distratto, sembrava aspra e impervia a chi le si avvicinava e regalava perle inattese a chi aveva la voglia di faticare e superare l’erta iniziale. E finiva, con l’essere più apprezzata da chi veniva da lontano che da chi l’aveva a fianco e si faceva fuorviare dai modi a volte bruschi. - Così domenica pomeriggio al suo funerale nella Chiesa parrocchiale della Trinità c’erano, insieme ai compaesani, decine e decine di persone che hanno percorso centinaia di chilometri per darle l’estremo saluto. Una folla numerosa con i tanti amici, e conoscenti e le tante persone che aveva incontrato in 91 anni vissuti intensamente. Staffetta partigiana, cresciuta nel dolore e. nel ricordo del fratello disperso in Russia, alpinista, per molti anni consigliere comunale a Novate nelle file della Dc. Ma sempre libera pensatrice, pronta alla polemica perché pensava col cuore e parlava con lo stomaco, soprattutto per difendere l’ambiente della sua Val Codera attirandosi qualche antipatia in paese. Domenica erano però centinaia, fuori e dentro la chiesa stracolma, per salutarla. Persone comuni e tanti esponenti del mondo politico. e culturale dell’in- tera provincia, con il sindaco di Novate Mariuccia Copes (e l’ex Daniele Patrini) e tanti altri che hanno voluto testimoniare il suo impegno pubblico. Rappresentanti dell’Anpi - che hanno letto “La preghiera del ribelle” di Teresio O-livelli, sopravvissuto alla ritirata di Russia, partigiano e ucciso nei campi di sterminio - cui era iscritta e molto legata, dell’associazione Amici della Val Codera, sempre al suo fianco per difendere l’integrità della valle e tanti guide e scout. I seguaci di BadenPowell che fecero della valle il loro rifugio in epoca fascista e strinsero allora amicizia con quella ragazza curiosa, conoscitrice di ogni sentiero e capace di entrare in relazione con chiunque, erano rappre- R ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ enerdì 8 gennaio, le figlie della Sacra Famiglia di Mese, hanno ricordato i 75 anni del ritorno alla casa del Padre del loro fondatore: don Primo Lucchinetti. Anche se il freddo e la pioggia non consigliavano d’uscire, alle venti e trenta erano in molti ad assistere alla santa Messa di commemorazione presieduta dal parroco di Mese don Casimiro Digoncelli, e concelebrata da don Ambrogio Balatti, arciprete di Chiavenna, don Paolo Trussoni, teologo, i sacerdoti guanelliani don Pietro Beretta, rettore del Santuario di Gallivaggio e don Luigi De Giambattista, nativo di Mese, che da un ventennio è missionario nelle Filippine. Inoltre hanno assistito don Giuseppe Paggi, parroco di Chiavenna San Fedele e don Francesco Crapella di Borgonuovo, don Olinto Scaramella, parroco di Somaggia, il sindaco di Mese e il presidente della comunità montana. Ha animato la funzione il coro san Vittore che, negli anni, ha mantenuto integre le finalità, gli scopi e lo spirito del fondatore. Intorno alle suore, oltre alla gente comune, e i soci dell’Associazione, era presente, con tanto di gagliardetto, una delegazione della banda di Mese che, con orgoglio porta il nome del fondatore: Banda don Primo Lucchinetti. Perché dopo 75 anni la gente è ancora affascinata dalla figura di don Primo? La risposta a questa domanda va ricercata nella storia di Mese dove don Primo è la pietra di paragone: prima di don Primo e dopo don Primo. Era il primo sabato di agosto del 1887 quando don Primo e sua madre giunsero a Mese, fra l’indifferenza degli abitanti. Sulla porta della canonica trovò un cartello con scritto: “Sii il nostro buon Pastore! Se ci vorrai bene ti seguiremo; però guardati dal disturbarci nelle nostre abitudini”. Don Primo, che aveva certamente letto come il santo Curato d’Ars tremasse per avere la responsabilità di un paesello molto più piccolo, si sentì gelare il sangue sapendo di essere il responsabile di seicento anime. A mezzogiorno, nella piccola casa presso la chiesa di san Mamete, mangiò una modesta colazione con la mamma e l’amico don Tam mentre la gente di Mese, secondo l’uso del paese, si rinfrescava ai crotti di Scandolera fino all’imbrunire. Questi furono i primi passi di un prevosto che, per trentacinque anni, accompagnerà con amore ed attenzione i suoi parrocchiani. Dà corpo ad iniziative sociali ed alle attività ricreative e religiose ma, soprattutto, è attento alla loro crescita sentati dai vertici e dai giovanissimi. Due assistenti scout - don Andrea Lotterio e fra Paolo Servi - hanno concelebrato la Santa Messa con il parroco don Ernesto Tocalli e Agostino Migone, della Fondazione “Andrea Ghetti - Baden”, ha letto le preghiere. I canti scout hanno concluso la celebrazione insieme alle parole, di don Andrea: “Il fatto che Romilda sia morta lo stesso giorno del nostro fondatore rafforza il nostro legame con lei”. Tra i presenti Silvana Tirloni, già sindaco di Morbegno e amica personale della defunta. «Era una donna speciale - la ricorda Tirloni Buona e severa con se stessa e con gli altri. Aveva un amore infinito per le montagne. Ricordava sempre la conquista del voto per le N.FAL. CHIAVENNA CON I CAMPANARI DI BERGAMO IN PIAZZA CASTELLO Un concerto con un buon successo S uccesso forse oltre ogni più rosea previsione per il concerto dei Campanari di Bergamo tenutosi domenica scorsa in piazza Castello a Chiavenna. Nonostante il giorno feriale e l’orario inusuale, l’esibizione è iniziata alle 15, la piazza ha visto una ottima partecipazione di pubblico. Sicuramente affascinante la proposta, con le sei campane diver- samente accordate montate su un palco-camion a creare melodie e armonie ora complesse ora di facile lettura. L’appuntamento voluto dalla Prochiavenna, che con questo concerto ha aperto il calendario di attività per il 2010, chiude il cartellone degli eventi chiavennaschi legati alle festività natalizie. Un bilancio positivo quello della Prochiavenna, che ha proposto anche mercatini all’aperto, un apprezzato concerto con la corale Laurenziana e l’organista Michele Montemurro. Unica pecca della manifestazione la scelta del luogo. La pur splendida cornice di piazza Castello non è apparsa, forse, la soluzione migliore. Soprattutto perché in coincidenza del concerto non è stato chiuso il traffico, ma solamente i posteggi presenti nell’area. Il passaggio dei veicoli ha spesso disturbato un’esibizione che, sicuramente, sarebbe stata maggiormente coinvolgente con maggiore silenzio. I prossimi appuntamenti per il sodalizio guidato da Sandra Scaramellini sono previsti per febbraio. La Prochiavenna sta organizzando corsi di pasticceria e di degustazioni e ha fissato per febbraio l’assemblea ordinaria annuale. D. PRA. CRONACA ValchiavennaBassaValle IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 P A G I N A 27 A REGOLEDO INCONTRI DI FORMAZIONE Per i genitori di adolescenti L a Consulta Giovanile di Cosio, in collaborazione con il Comune di Cosio Valtellino e con la cooperativa Sol.Co. Sondrio, propone a tutti i genitori di preadolescenti e adolescenti: Sbulloniamoci, progetto di prevenzione dei fenomeni delle prepotenze, delle prevaricazioni e dell’esclusione tra i ragazzi. Dopo la serata di martedì scorso con il prof. Pietropolli Charmet – di cui relazioneremo sul prossimo numero del Settimanale – per i genitori che sono interessati a confrontarsi attivamente sulle questioni educative negli anni dell’adolescenza è organizzato un percorso formativo condotto dalla dottoressa. Chiara Cavina, psicoterapeuta e consulente dell’Asl di Sondrio, in collaborazione con gli educatori della Co- operativa Sociale Insieme di Morbegno. Ecco il programma degli incontri, che si svolgeranno tutti a partire dalle ore 20.45, presso le Scuole Medie di Regoledo di Cosio (per il ciclo dei tre incontri formativi si richiede una quota di partecipazione di dieci euro): mercoledì 27 gennaio, Come costruire una comunicazione efficace con i figli; mercoledì 3 febbraio, Come stabilire le regole e fare in modo che funzionino; mercoledì 10 febbraio, Come gestire i momenti di conflitto con i figli. MOVIMENTO APOSTOLICO MORBEGNO UN RECITAL MOLTO BELLO PRESSO L’AUDITORIUM SANT’ANTONIO «E sia la luce»: anche la scuola a passo di Vangelo CAMPODOLCINO IN LUTTO PER LA SCOMPARSA DELL’EX VICESINDACO AUGUSTO FRANCOLI Sono stati celebrati domenica a Campodolcino i funerali di Augusto Francoli, ex-vicesindaco del paese della Valle Spluga. L’uomo, conosciuto in tutta la vallata anche per il proprio impegno nell’azienda di famiglia, le Distillerie Francoli, è scomparso a 72 anni dopo una lunga malattia. Lascia la moglie Anna e i figli Enrico, Achille e Barbara. Dopo avere trascorso molti anni a Ghemme, la città della provincia di Novara dove ha sede l’impresa di famiglia, da una decina d’anni era rientrato a Campodolcino. L’amministrazione e i dipendenti del Comune hanno espresso la propria vicinanza alla famiglia di Francoli, vicesindaco fino alla passata amministrazione, uomo e stimato ed apprezzato per le sue qualità umane. «Era un uomo dall’altissima rettitudine morale e dal senso civico molto apprezzato - sottolinea il sindaco Daniela Fanetti - Si era impegnato come vicesindaco e consigliere nell’amministrazione precedente. È sempre stato disponibile, la sua presenza è stata significativa non soltanto nell’ambito amministrativo, ma anche nel complesso della vita del paese. Questa notizia ha lasciato tutti senza parole». Anche nel momento più difficile della propria vita, caratterizzato dalla malattia, aveva continuato a mettersi a disposizione della collettività. Anche dalla giunta diretta da Emilio Guanella che per cinque anni ha guidato il comune arriva un commosso ricordo del collega. Francoli era stato eletto nell’estate del 2004 e per alcuni anni era stato impegnato come vicesindaco, poi aveva deciso di lasciare spazio ad altri, senza però rinunciare a offrire il proprio contributo. «Augusto ha messo l’anima e il cuore nell’attività amministrativa svolta al servizio del paese - ricordano i colleghi della maggioranza del periodo 2004-’09 -. Sia come vicesindaco, sia come assessore al Territorio aveva lavorato per il bene della comunità, raccogliendo l’apprezzamento di tutti i campodolcinesi. Era una persona capace di ascoltare i compaesani, di promuovere il dialogo fra la cittadinanza. Il suo esempio ci accompagnerà anche in futuro». Anche il Consorzio delle frazioni Corti e Acero partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del caro socio Francoli. S.BAR. artedì 22 dicembre, all’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno, il Movimento Apostolico ha offerto la sacra rappresentazione in un atto unico E sia la luce, ideata e composta dalla presidente Cettina Marraffa. E sia la luce loda il Creatore e rende gloria a Gesù Bambino, Nuovo Adamo. Inserito nell’ambito delle attività educative-formative, il musical è stato rivolto quest’anno agli alunni della scuola media “Ezio Vanoni” e della scuola primaria “Damiani” e a quanti hanno voluto assistere liberamente e gratuitamente, ravvisando che è compito delle Istituzioni sviluppare nelle nuove generazioni i valori universalmente riconosciuti e fondati sulla tradizione cristiana. Il desiderio di comunicare il Vangelo ai giovani M e renderli protagonisti ha suscitato grande entusiasmo e coinvolgimento, sia tra i ragazzi che hanno assistito allo spettacolo, sia tra quelli che lo hanno realizzato, coreografati da Sebastiano Belatti e diretti dal professor Mario Iezzi, che ha curato anche le scenografie, con i costumi sartoriali preparati su bozzetti della professoressa Maria Luisa GIULIA TARABINI NUOVO PRESIDENTE DELLA PRO LOCO DI PEDESINA Nella giornata dell’Epifania si è riunito il Consiglio Direttivo della pro loco di Pedesina per assegnare le cariche direttive. Il neo consiglio direttivo era stato eletto domenica 27 dicembre 2009 dall’assemblea dei soci in una partecipata riunione. A sostituire Lino Dalle Grave, che ha lasciato l’incarico al termine del suo primo mandato è Giulia Tarabini già vicepresidente nel precedente triennio.Nello stesso incontro sono stati eletti con la carica di vice-presidenti Giovanni Dante Bonelli e Pietro Giuseppe Ciapponi, mentre nel ruolo di segretario è stato riconfermato Marco Beretta e nel ruolo di tesoriere Marco Giuseppe Porro. Completano l’organico, che in questo mandato per la prima volta è stato ridotto a nove membri i seguenti consiglieri: Rina Introzzi, Daniele Maxenti, Luciano Maxenti e Aldo Barbero. Giulia Tarabini, che a suo tempo è stata una delle principali promotrici della costituzione della pro loco di Pedesina, ha accettato volentieri questo suo nuovo ruolo. In un breve intervento ha voluto ringraziare il suo predecessore per il lavoro svolto e i risultati ottenuti, mentre ai componenti il nuovo gruppo dirigente ha augurato buon lavoro ed una fattiva collaborazione nei rispettivi ruoli , quindi ha invitato tutti al classico brindisi. lI neo consiglio si riunirà a breve per iniziare a mettere le basi per la programmazione estiva 2010. Silipo. La responsabile nei saluti iniziali ha ringraziato coloro che si sono prodigati per rafforzare il legame tra scuola e parrocchia: il parroco don Andrea Salandi, con il quale hanno concordato l’evento, e la comunità parrocchiale di San Giovanni Battista, il sindaco Alba Rapella, gli insegnanti, i genitori, i dirigenti scolastici: professoressaa Maria Pia Mollura e professor Antonino Costa. Quest’ultimo alla fine dello spettacolo ha ringraziato il Movimento Apostolico e i ragazzi della scuola Vanoni per aver celebrato uno spettacolo in occasione del Natale, una ricorrenza questa, che tutti festeggiano, qualunque sia la loro condizione, la loro cultura di appartenenza. Il Salvatore, ha commentato il dirigente, nascendo nella grotta di Betlemme ha consegnato a tutti gli uomini un messaggio di verità, di amore, di amicizia, di fratellanza, che tutti siamo chiamati ad accogliere, sia che apparteniamo ad una cultura cristiana, sia che proveniamo da una cultura laica. Gli astanti, circa cinquecento, hanno percepito con immediatezza il messaggio trasmesso da questo musical, che esprime il carisma proprio dell’autrice, quello di saper trasporre il Vangelo in un linguaggio multimediale nell’ottica della nuova evangelizzazione, che è il fine del Movimento Apostolico: il ricordo vivo della Parola di Dio. M. e M.L. I. P A G I N A 28 CRONACA BassaMediaValtellina IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 DA TALAMONA, DOMENICA SCORSA LA SANTA MESSA SU RAI UNO Milioni di persone hanno assistito il 10 gennaio alla messa celebrata a Talamona e dedicata a tutti gli ammalati e sofferenti, trasmessa in diretta su Rai Uno alle ore 10.55. La funzione si è svolta nella parrocchia della Natività di Maria Vergine, concelebrata dall’arciprete don Giuseppe Longhini, don Gian Franco Pesenti, don Celestino Perlini e il diacono Lorenzo Mottola con la partecipazione di numerosi chierichetti e del coro parrocchiale. Molti i fedeli presenti in chiesa tra i quali i bambini delle elementari e i ragazzini delle medie con le loro catechiste, il gruppo alpini, il gruppo della gioia, donne in costume tipico talamonese. «Noi siamo tutti molto orgogliosi - ha spigato l’arciprete don Giuseppe - per aver avuto questa opportunità. Abbiamo cercato di organizzare tutto al meglio grazie all’ impegno, alla disponibilità e alla collaborazione della comunità. Nel 2008 abbiamo festeggiato gli 80 anni della nostra parrocchia - continua don Giuseppe - e per l’ occasione è stato presente il vescovo Diego Coletti che si è complimentato per i meravigliosi affreschi e per la maestosa grandezza della nostra chiesa paragonandola quasi al Duomo di Como (è la chiesa più grande di tutta la Valtellina). In quell’occasione il vescovo ha proposto di chiedere a Rai Uno di poter celebrare la messa in diretta. Dopo due anni la nostra domanda è stata accolta. Con questa celebrazione abbiamo avuto modo di far conoscere anche scorci del nostro paese». DOLORES BERTOLINI da WWW.VAOL.IT A BERBENNO, CON L’ASSOCIAZIONE OTHILIA, CI SONO I CORSI DI GINNASTICA POSTURALE Con il nuovo anno riprende l’attività dell’associazione di promozione sociale “Othilia” di Berbenno, e più precisamente con il “Corso di ginnastica posturale”, curato da Daniela Manzocchi, che, considerate anche le numerosissime adesioni raccolte nella precedente edizione, ha dovuto addirittura essere suddiviso in due turni. Per il quarto anno consecutivo, il corso è dedicato a tutti, donne e uomini – ragazze e ragazzi, dai 17 ai 77 anni, ed è appositamente studiato per migliorare la propria organizzazione scheletrica e muscolare. Le lezioni saranno sempre tenute a Berbenno, presso il salone di Pedemonte, ogni mercoledì sera, fino al 17 marzo (il primo incontro si è tenuto mercoledì 13 gennaio), e, come si diceva, si struttureranno in due turni: il primo a partire dalle ore 19.30 ed il secondo alle 20.30, per un totale di 10 incontri. Come al solito sono pochissimi gli “attrezzi occorrenti”: un tappetino da palestra, abbigliamento comodo e informale, calze. «Durante le vacanze di Natale si tende sempre a mettere su qualche chiletto – sottolinea la responsabile del corso Maria Grazia Bertini – e quindi alla possibilità di correggere qualche immancabile difetto posturale si aggiunge anche necessità di tornare in forma. Direi che questo è veramente un ottimo sistema e si abbina pienamente alla tipica attività esercitata nelle palestre». Questo tipo di ginnastica, per l’appunto definita tecnicamente “posturale”, è infatti molto particolare, in quanto contribuisce in maniera rilevante a sciogliere le tensioni, fisiche e psicologiche, a tonificare la muscolatura, recuperare la corretta postura, in modo da poter prevenire dolori articolari e cervicali o sciatalgie. Il corso è diretto da Daniela Manzocchi, la quale, da oltre 20 anni, lavora sul corpo come danzatrice e insegnante, affinando particolari tecniche che, unendo le sue conoscenze e l’esperienza personale al riguardo, ha permesso di creare un tipo di ginnastica che non si limita ad un solo metodo, ma li comprende tutti. Per le adesioni al corso ci si può rivolgere a Maria Grazia Bertini, telefonando al 348-9237991. Per ulteriori informazioni sulle attività dell’associazione, che è in procinto di organizzare le ennesime edizioni dei corsi di sci-snowboard e nuoto, è inoltre possibile collegarsi al sito www.othilia.it. A SONDRIO CORSO DI ATTIVITÀ MOTORIA PER ULTRASESSANTENNI Sono aperte fino al 22 gennaio le iscrizioni al secondo modulo del corso di attività motoria per ultrasessantenni organizzato dal Servizio Politiche Giovanili e Sociali del Comune di Sondrio. Con riserva subordinata alla disponibilità di posti, si accetteranno le domande di persone con età compresa tra i 55 e 59 anni. In totale sono previste 26 lezioni con frequenza bisettimanale dal 1 febbraio al 7 maggio 2010. Le lezioni si terranno presso la palestra del Centro Sportivo in piazzale Merizzi. Per orari e informazioni: 0342 526.311 – 0342 526.312 – www.comune.sondrio.it. DALLA PRO VALTELLINA STANZIATI 500MILA EURO Aiuti emblematici per il territorio... L a notizia tanto attesa era giunta proprio a ridosso del Natale trasformando in graditi doni il bando sugli “Interventi Emblematici Provinciali” pubblicato lo scorso ottobre da Pro Valtellina e Fondazione Cariplo. Dopo il sì della fondazione comunitaria locale è arrivato anche il via libera del consiglio di amministrazione di Fondazione Cariplo, presieduto da Giuseppe Guzzetti, che, nell’ultima riunione dell’anno, ha approvato i cinque contributi da 100 mila euro ciascuno. Altri 500 mila euro complessivamente che si vanno ad aggiungere al milione distribuito soltanto cinque mesi fa. “Grazie alla generosità di Fondazione Cariplo – spiega il presidente della Pro Valtellina Marco Dell’Acqua, anche membro della Commissione Centrale di Beneficienza dell’organismo filantropico lombar- do – siamo riusciti a intervenire contribuendo alla realizzazione di progetti importanti per la nostra provincia. Nella valutazione delle richieste di finanziamento ci siamo rigidamente attenuti ai requisiti considerati prioritari dal bando, quali urgenza, novità, necessità, integrazione con il territorio, rapporto costo-efficacia. Abbiamo premiato cinque dei 10 progetti presentati, stilando una speciale graduatoria, e per altri meritevoli ci saranno nuove occasioni di finanziamento. È fondamentale che i richiedenti abbiano compreso la logica che sottende a questi bandi: i progetti devono distinguersi per esemplarità e sussidiarietà e devono essere in grado di generare un positivo ed elevato impatto sulla qualità della vita e sulla promozione dello sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio”. PUBBLICATO IL NUOVO BANDO DI PRO VALTELLINA E FONDAZIONE TIRELLI A SOSTEGNO DI FAMIGLIE E SOGGETTI DEBOLI Mettere a disposizione di enti, associazioni e organizzazioni della Provincia di Sondrio, risorse per finanziare progetti a favore di singoli e famiglie in condizioni di difficoltà. In totale si tratta di 120 mila euro che le fondazioni Pro Valtellina (20 mila) e AGeB Tirelli Onlus (100 mila) distribuiranno ai progetti giudicati meritevoli secondo quanto stabilito dal bando recentemente pubblicato. Potranno essere finanziati progetti di aiuto a famiglie e singoli in particolare stato di bisogno economico, aiuto a anziani che necessitano di assistenza domiciliare o mobilità, minori affetti da patologie che richiedono cure onerose, istruzione o educazione per figli di famiglie in difficoltà economico-sociale, accoglienza di persone anche mediante la realizzazione o l’ammodernamento di strutture o servizi ad esse dedicati. I contributo non potrà superare il 70% del costo del progetto che dovrà essere realizzato entro il 31 dicembre 2010. La scadenza del bando è fissata per le ore 17 del 1 marzo 2010. Le domande dovranno essere inviate via mail a [email protected] - [email protected] oppure consegnate personalmente o via posta a Provaltellina via Trieste, 10 Sondrio (fax: 0342-516935) – Fondazione AGeB Tirelli, piazzale Bertacchi 80 Sondrio (fax 0342-359533). I moduli per la presentazione delle domande sono disponibili sui siti internet delle due fondazioni: www.provaltellina.org e www.fondazionetirelli.org. I 500 mila euro messi a disposizione sono stati equamente distribuiti fra cinque progetti presentati da tre parrocchie e da due comuni che hanno ottenuto 100 mila euro ciascuno. La Parrocchia di Andalo li utilizzerà per il restauro e risanamento conservativo della chiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Immacolata, costruita nella seconda metà del Seicento, che contiene una tela del Ligari e affreschi del Gavazzeni. La parrocchia di Bormio si è vista finanziare il progetto di riqualificazione sulla Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio e sulle chiese di Sant’Ignazio e San Vitale. La parrocchia di S. Eusebio di Grosotto ha ottenuto il contributo per la ristrutturazione dell’oratorio, fondamentale centro di aggregazione per l’intero paese. Il comune di Villa di Chiavenna utilizzerà il finanziamento per la realizzazione del progetto “Sulla via dell’acqua: dalla Maira alla Mera” e il comune di Albaredo per l’Ecomuseo Valle del Bitto di Albaredo: un patrimonio naturale ed etnografico arricchi- to di saperi, tradizioni e sapori. Con questi cinque progetti salgono a 12 quelli premiati nell’ambito degli interventi emblematici minori finanziati da Fondazione Cariplo, per un totale di 1,5 milioni di euro, nel solo 2009. Il prossimo bando, dell’ammontare di 500 mila euro, è previsto per la primavera prossima. “Ci saranno molte opportunità anche nel 2010 per Enti Pubblici e associazioni della provincia di Sondrio – conclude Dell’Acqua –. La Pro Valtellina e la Fondazione Cariplo metteranno a disposizione altri fondi attraverso diversi bandi specifici per ciascun settore, dalla cultura ai servizi alla persona e all’ambiente, e i progetti meritevoli che risulteranno importanti per il miglioramento della qualità della vita e per la crescita sociale e culturale del territorio troveranno i finanziamenti di cui necessitano. Come sempre sarà fondamentale la collaborazione per sviluppare progetti realmente significativi che contino sul sostegno di pubblico e privato”. FONDI RIQUALIFICAZIONE Quattro comuni er iniziativa dei parlamentari valtellinesi arriveranno in provincia di Sondrio 266mila euro per il miglioramento e la riqualificazione ambientale equamente divisi P IL GRUPPO DI PROTEZIONE CIVILE DI DUBINO RACCONTA LA SUA ESPERIENZA DURANTE IL SISMA IN ABRUZZO Il gruppo comunale di Dubino di Protezione civile, nella serata di venerdì 15 gennaio, promuove un incontro dedicato al sisma in Abruzzo, dal titolo “La nostra esperienza”. Parteciperanno all’incontro: Fausto Pedrotti, dirigente di Protezione Civile; Davide Semplici, responsabile Protezione Civile di Como; Stefano Marieni, responsabile gruppo Protezione Civile Comunità Montana Valtellina di Morbegno; e il gruppo di protezione civile di Dubino, con la testimonianza di Fabrizio Cavallera. L’incontro si terrà a Nuova Olonio, a partire dalle ore 21.00, presso la Sala Civica di via Spluga. fra quattro comuni: Dubino, Madesimo, Mello e Verceia. Il via libera al finanziamento degli interventi inseriti nel Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano è arrivato a fine 2009. Quattro interventi da 66.500 euro ciascuno che i comuni utilizzeranno per una serie di interventi di riqualificazione ambientale. Per Dubino la zona interessata è quella dell’Alpe la Piazza, Madesimo utilizzerà il contributo per la Val Febbraro, Mello per la località Poira e Verceia per la Foppaccia. P A G I N A CRONACA 29 Sondrio&provincia SONDRIO ENTRO FEBBRAIO DOVREBBE APRIRSI IL CANTIERE PER IL TEATRO Al lavoro per il nuovo «Pedretti» U n altro passo importante per il restyling della città di Sondrio. Dopo la restituzione alla cittadinanza del salotto buono di piazza Garibaldi, l’apertura del parcheggio sotterraneo, la presentazione degli interventi in piazza Campello e la realizzazione di una prima opera nello spazio adiacente la chiesa Collegiata, ora si aggiunge un altro tassello. L’annuncio è arrivato direttamente da Palazzo Pretorio sul chiudersi del 2009: il cantiere per la ristrutturazione del teatro Pedretti – già Teatro Sociale – dovrebbe aprirsi entro la fine del prossimo mese di febbraio. Tempo previsto per i lavori: un anno mezzo, la cerimonia inaugurale dovrebbe essere in calendario per l’autunno 2011. L’intervento sarà realizzato, in collaborazione con un’azienda del territorio, dall’impresa Sacaim, la stessa che ha restituito splendore alla Fenice di Venezia e che ultimamente ha guadagnato le cronache nazionali a causa del non troppo lusinghiero “muro” sul lungo lago di Como. Le due ditte hanno presentato un ribasso d’asta di quasi un milione e mezzo di euro. I lavori sono stati quindi aggiudicati per 4 milioni e 670mila euro, più 215mila euro per la progettazione. La scorsa primavera la Regione Lombardia aveva annunciato l’erogazione di un contributo di 2,8 milioni di euro per il restauro e il recupero fun- facciata sulla piazza e dell’atrio di ingresso realizzati dal Canonica, il ripristino del piano interrato e il sopralzo della torre scenica. I lavori inizieranno entro la fine del 2009 e si concluderanno entro il 2011. Il Teatro Pedretti, progettato dall’architetto Luigi Canonica, fu inaugurato nel 1824. Nel 1940 la Società del Teatro cedette l’immobile a Celestino Pedretti, che nel 1946 lo trasformò in un moderno cine-teatro, la cui attività è cessata nel 2002. La proprietà venne poi ceduta alla “Teatro Pedretti srl”, costituita proprio con l’intento di restituire l’immobile alla sua funzione originaria. Nel marzo del 2007 è stata stipulata una convenzione urbanistica tra il Comune di Sondrio e la Società Teatro Pedretti nella quale è stata anche prevista la cessione del 100% del capitale sociale a favore del Comune stesso. I fondi sono stati reperiti attraverso l’accensione di un mutuo: «è un impegno che vincola parecchio – puntualizza l’assessore del comune di Sondrio Michele Iannotti – e che richiede un impegno serio. Con i vincoli di bilancio imposti dal patto di stabilità non si può sprecare nemmeno un centesimo». Un milione di euro è stato anche messo a disposizione dalla Fondazione Cariplo. «Una volta a norma – spiega ancora l’assessore –, la struttura potrà ospitare fino a 700 spettatori (400 in platea, 300 in galleria). Il teatro amplierà la propria superficie totale del 20% rispetto ad ora e offrirà un grande spazio scenico e un ottimo livello di acustica». INIZIATIVE PER PROMUOVERE LO SCI AD APRICA zionale del Teatro Pedretti. I fondi sono stati stanziati in attuazione dell’Accordo di programma, siglato il 17 settembre 2007, dall’assessore regionale Massimo Zanel-lo con la Provincia, il Comune di Sondrio e la società “Teatro Pedretti srl”. Per restituire l’antico splendore alla struttura storica cittadina il costo complessivo dell’intervento prevede una spesa di 7,6 milioni di euro, così suddivisa: da Regione Lombardia, 2,8 milioni di euro (in base alla legge regionale n. 31 del 1996) per i lavori di recupero (opere murarie, impianti meccanici, elettrici e scenici) a cui si aggiungono 400.000 euro (in base alla legge regionale n. 35 del 1995) destinati agli arredi; dal Comune di Son- drio, 4,2 milioni di euro per i lavori di recupero e 200.000 euro per gli arredi; dalla Provincia di Sondrio, 50.000 euro a titolo di contributo aggiuntivo per le spese relative ai costi dello studio di analisi del modello gestionale del Teatro. L’intervento sul teatro, che ha come scopo il restauro conservativo e il suo adeguamento tecnologico, prevede il completo recupero dell’immobile con la finalità di dare alla città di Sondrio ed alla Provincia uno spazio teatrale moderno e tecnologicamente avanzato, idoneo allo svolgimento di rappresentazioni drammatiche, opere liriche, concerti di musica, proiezione di film, convegni e riunioni. Il progetto prevede il restauro delle parti dell’impianto originario della IL PREFETTO ERMINIA ROSA CESARI SI PRESENTA Un ritorno a casa per il nuovo prefetto, Erminia Rosa Cesari che nei giorni scorsi ha incontrato i giornalisti. Lombarda doc (è nata a Voghera nel ’52, si è laureata in Giurisprudenza alla Statale di Milano, risiede ufficialmente a Retorbido, sempre in provincia di Pavia) conosce già sia la Valtellina che la Valchiavenna. «Ci venivo in vacanza da piccola, a Campodolcino quando avevo 6 anni e a Bormio dall’età di 12 anni - ha raccontato -. Tornare qui mi ha riportato alla mente le passeggiate che facevo in montagna con mio padre». Dopo aver mosso proprio qui i suoi primi passi nei boschi, Cesari comincia a Sondrio anche il proprio cammino nella carriera prefettizia. Entrata alle dipendenze del ministero dell’Interno nell’82 vincendo il concorso da vice consigliere di Prefettura, era stata subito assegnata alla Prefettura di Pavia dove è rimasta fino al ’91. Da allora fino al febbraio del ’96 è stata capo di gabinetto della Prefettura di Imperia, poi è passata a Biella, dove è rimasta con lo stesso incarico fino al maggio ’97 e a Lodi fino al dicembre ’99. Nelle stesse sedi ha svolto anche incarichi commissariali in diversi enti. Dal 2000 al 2007 è stata viceprefetto vicario a Lodi e dal 1° ottobre 2007 a Lodi. La nomina a prefetto di Sondrio è stata ufficializzata il 17 dicembre 2009. ACCORDO SUL TRASPORTO PER LA VALCHIAVENNA Gennaio inizia all’insegna delle novità per il trasporto pubblico da e per la Valchiavenna. In particolare a trarne beneficio saranno gli studenti pendolari della Valle del Mera. È stato raggiunto, infatti, proprio in questi giorni un accordo fra la Provincia di Sondrio e i vertici di Stps in merito alla questione dell’acquisto del doppio biglietto: sia quello per il treno sia quello per l’autobus. La Provincia di Sondrio annuncia che fino a fine giugno, gli studenti della Valchiavenna potranno viaggiare a bordo dei pullman della partecipata Stps senza dover sostenere le spese per l’acquisto del secondo biglietto. Gli oneri dell’intesa saranno interamente a carico dell’Amministrazione Provinciale. Un ulteriore passo avanti nel progetto volto a migliorare la qualità del servizio. Un risultato, quest’ultimo, che si somma ad un altro obiettivo raggiunto tempo fa con il reinserimento di due corse ferroviarie, rispettivamente il treno delle 7.00 e quello delle 21.00, lungo la tratta Colico - Chiavenna. «Puntiamo tantissimo sui residenti in Valtellina, in Valcamonica, nella Valposchiavo. Abbiamo varato il sistema key card, in pratica diamo uno skipass ad ogni residente nelle zone limitrofe a venti euro e ogni volta che questa persona torna, presentandolo, ricarica la tessera giornaliera». Domenico Cioccarelli parla a nome degli impiantisti dell’associazione Skipass Aprica e Corteno Golgi per presentare, dopo il periodo di Natale, le proposte che il comprensorio sciistico ha elaborato per i residenti nella zona. «Abbiamo importanti dati soprattutto dalla vicina Valcamonica, ma anche dalla Svizzera. Stiamo puntando a promuovere una ski area nuova, di 50 chilometri di piste, fra i fruitori locali con un notevole riscontro testimoniato dall’aumento delle presenze sui tracciati». A questo si aggiunge il corso di sci con prezzi convenienti per i bambini e gli adulti residenti nel mandamento di Tirano in accordo con la Comunità montana e in collaborazione con il Consorzio turistico Terziere Superiore. Il collettivo si svolgerà sulle piste di Aprica il sabato dalle 15 alle 17. In tutto dieci i giorni di lezione in programma dal 16 gennaio al 20 marzo (16, 23, 30 gennaio; 6, 20, 27 febbraio; 6, 13 e 20 marzo). Gara di fine corso il 27 marzo. La quota comprende 10 lezioni con maestri qualificati, gara di sci finale con rilascio di attestato di partecipazione. Il corso di sci per ragazzi e adulti avrà un costo di 80 euro, mentre la tessera per accedere agli impianti di risalita costerà 90 euro (più la key card). Per le iscrizioni ci si può rivolgere alla Scuola sci e snowboard di Aprica al numero di telefono 0342.745108. Infine, sempre in accordo con il Consorzio turistico tiranese, è stato varato anche il bus che parte da Teglio per portare gli sciatori all’Aprica. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 INDAGINE CONOSCITIVA UNA RICERCA IN PROVINCIA SUI SISTEMI DI RISCALDAMENTO I l riscaldamento domestico è sempre più spesso, specialmente nei grandi insediamenti, una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico. Ne è consapevole l’Arpa della Lombardia che tramite il dipartimento di Sondrio e la collaborazione della Provincia e della Fondazione Lombardia per l’Ambiente ha avviato un’indagine sul riscaldamento domestico nei comuni di Sondrio, Tirano, Morbegno, Talamona e Cosio Valtellino. “L’obiettivo – ha spiegato l’assessore provinciale all’ambiente, Salvatore Vitali è quello di comprendere al meglio i fenomeni che influenzano la qualità dell’aria in Valtellina”. L’indagine si attuerà tramite questionari anonimi che, per quanto riguarda il Comune di Sondrio, verranno consegnati alle famiglie da parte di ASM (in concomitanza con la consegna di sacchi e calendari di raccolta) entro il mese di gennaio. La raccolta si concluderà presumibilmente entro il mese di febbraio. “Grazie a questa indagine – conclude l’assessore – sarà possibile ottenere una rappresentazione realistica dei quantitativi e del tipo di combustibile utilizzato per il riscaldamento domestico casa per casa, oltre che dei tipi di impianti utilizzati. Queste informazioni saranno utili per interpretare al meglio i dati sullo stato della qualità dell’aria che emergeranno a seguito di specifiche campagne di monitoraggio effettuate ad hoc sul territorio della Valtellina a partire dal mese di dicembre 2009". Il recapito del questionario dovrà essere effettuato, possibilmente entro 2 settimane dal ricevimento, in apposite urne in cartone ubicate presso i 6 uffici comunali: URP Municipio - Martinengo - Ufficio Tecnico - Anagrafe Biblioteca – Museo. BILANCIO ATTIVITÀ IN POSITIVO PER L’ALER DI SONDRIO Aler Sondrio ha presentato, nelle scorse settimane, l’attività del 2009 e elencato gli obiettivi per il 2010. Il presidente Gildo De Gianni, affiancato dal consigliere Lorena Moretti e dal direttore Walter Songini, si è detto particolarmente soddisfatto ed ha snocciolato i risultati ottenuti in questi dodici mesi. Sono stati ricordati i 6 alloggi in vendita a Madesimo, i 5 a Tirano Cologna (520mila euro), i 16 a Tirano Porta Milanese (1 milione 350mila euro), i 12 a Chiavenna in via Mosca (750mila euro) e i 12 che saranno realizzati a Bormio in via Tazzoli, una zona di grande pregio. Poi è stata analizzata l’esperienza dell’Auditing Energetico su vari fabbricati. Per quanto riguarda i contributi di solidarietà De Gianni ha evidenziato lo stanziamento di 100mila euro, “molto importante in un periodo di forte crisi economica”. Al 30 novembre sono stati erogati 56mila e 200 euro. Il presidente si è soffermato sul progetto Aler-Pro Valtellina, “un sostegno alle famiglie che a causa della perdita del lavoro o dell’inserimento in liste speciali sono in difficoltà con il pagamento di affitti e spese”. Stanziati 50mila euro (25mila ognuno). Il progetto dell’ex Ipsia di Sondrio, in accordo con il Comune, vedrà realizzati 8 alloggi in vendita, 10 alloggi in affitto e 2 alloggi comunali. L’intervento programmato per i 10 alloggi prevede una spesa da 1 milione e 132mila euro. C’è stato un contributo della Regione di 827mila e 730 euro e Aler si è impegnata per i restanti 304mila 269 euro. L’inizi dei lavori è previsto entro il 31 marzo 2010, la fine 18 mesi dopo. Il presidente ha infine elencato alcune cifre per il programma di manutenzione del prossimo anno, un impegno molto importante. Per manutenzione ripartiva e a guasto 600mila euro, per adeguamento alloggi sfitti 270mila euro, per sostituzione serramenti 323mila euro, per trasformazione centrali termiche 205mila euro e per riqualificazione energetica 290mila euro. P A G I N A 30 CRONACA SondrioCultura IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 PUBBLICAZIONI COME SEMPRE RICCO DI APPROFONDIMENTI, STUDI, RICERCHE Il nuovo «Notiziario dello Iav» C ome di consueto il Notiziario dell’Istituto Archeologico Valtellinese (IAV), giunto quest’anno al numero 7, accoglie nelle sue pagine dei piccoli, ma autentici tesori. Il primo di questi è l’articolo di don Remo Bracchi, glottologo-dialettologo-etnologo e presidente dell’Idevv, Piccole strade per grandi sogni, sottotitolato Rapporti tra uomo e ambiente attraverso le denominazioni del sentiero nell’alta valle dell’Adda. Il saggio, pur nel rigore della trattazione scientifica, ha il notevole pregio, tipico della scrittura del Nostro, di affascinare il lettore fino a farlo sentire co-protagonista della riscoperta di un mondo ormai quasi del tutto espulso dalla quotidianità. Così, in queste pagine si compie il miracolo di una vitalità ridonata e resa immortale dalla scrittura. Eccone due esempi, tratti dal primo dei quattro paragrafi intitolato Strato prelatino: “L’antica voce tröi ‘sentiero’ diffusa in gran parte dell’arco alpino, ci riporta a una base indoeuropea, quasi certamente di trasmissione celtica, * trogios ‘sentiero’, in tempo più antico ‘traccia, orma segnata dal passaggio’ degli zoccoli degli ungulati, che sembra ricondurci d’un tratto alle lontane avventure di caccia degli inseguitori stagionali di selvaggina… In quest’epoca lontana il sentiero doveva costituire il filo di Arianna capace di guidare l’uomo, risalente dalle pianure all’inizio della stagione estiva, nell’immenso labirinto delle valli e delle foreste…”. Poco oltre, Bracchi ci ricorda che “Per segnalare i punti di deviazione o i distaccamenti per le bocchette, si impilavano nelle culminazioni più avvistabili da lontano alcune pietre, sagomando la catasta in forma vagamente antropica (questi segnavia nel linguaggio alpinistico sono designati come ‘ometti’, ndr.). Le si dava il nome di mat, che va forse riportato al senso di ‘ragazzo’, come ci viene suggerito dal diminutivo matèl. Potrebbe trattarsi di un termine celtico, sincopato da magàt, derivato da *magus ‘ragazzo, giovane (nella pienezza della vita)’… Riportandoci all’esperienza dell’uomo primitivo, per quanto ci è consentito fare, è da supporre che queste pietre ammonticchiate rappresentassero le divinità delle strade, delle raffigurazioni improvvisate e rudimentali corrispondenti dell’Ermes greco, alle quali ci si affidava prima di mettersi in viaggio e alle quali forse si sacrificavano le primizie della caccia e, più tardi, degli armenti condotti ai pascoli superarborei”… Ogni strada suscitava dunque nel suo immaginario subliminale un sentimento ambiguo: l’impressione della sicurezza in direzione delle proprie mete più immediate e lo sgomento per l’infinità del percorso che si spalancava improvviso ad ogni limite raggiunto. Nei nostri dialetti è sopravvissuta una traccia di questo fascino e di questo sgomento sulla soglia della frontiera non mai raggiungibile. Quando per la prima volta ci si reca in una località sconosciuta, l’avventura viene descritta come baœà la végia ‘baciare la vecchia’, o con altre varianti di poco ritoccate. Questa ‘anziana di giorni’ che si è tenuti a riverire, prima di entrare nel territorio che le appartiene, non è altro che l’antichissima dea madre, signora degli elementi della natura e delle bestie dei campi e delle foreste”. Non potendo dilungarmi oltre per ragioni di spazio, lascio alla lettura personale di scoprire le altre preziosità di cui è incastonato questo saggio. Di quello successivo, opera di Guido Borghi, insigne linguista e glottologo noto ai nostri lettori, intitolato Che lingua si parlava in Valtellina prima dell’arrivo dei Romani?, già si è riferito distesamente su queste pagine. Direttamente collegato ad esso è il breve contributo Il veterano Caius Kaninius Sissius, di cui Davide Pace, compianto padre dell’attuale direttore dell’IAV, indica la probabile origine comense e la sua appartenenza alla XXX legione (incerta rimane anche l’identificazione di questa), dopo aver ripercorso le vicende che hanno portato al reperimento della stele funeraria fino alla collocazione definitiva presso il Museo di Storia e Arte Valtellinese di Sondrio. Di notevole interesse anche il breve saggio di La rivista dell’Istituto di Archeologia Valtellinese presenta un indice di interessanti interventi che contribuiscono a conoscere sempre meglio il patrimonio storico, etnografico e culturale dell’intero territorio di Valtellina e Valchiavenna; interessante il saggio introduttivo di don Remo Bracchi, il quale mette in evidenza il rapporto uomo-ambiente nella valle dell’Adda di PIERANGELO MELGARA Angelo Eugenio Fossati dell’Istituto di Archeologia dell’Università Cattolica di Milano, intitolato Sottosopra: un contributo allo studio delle figure capovolte nell’arte rupestre della Rupe Magna in Valtellina e arricchito da riferimenti bibliografici e da un cospicuo apparato iconografico, in cui lo studioso tenta di dare risposta all’enigma delle figure umane ed animali ivi “rappresentate capovolte rispetto al normale senso di lettura”. Egli, pur avanzando l’ipotesi che “potrebbero essere anche interpretate come ‘apparizioni’, un tema già discusso per le figure incomplete della Valcamonica”, conclude di ritenere ancora lontana “un’interpretazione soddisfacente ed esaustiva”. Di seguito, Ivano Gambarri e Francesco Pace, “Dopo alcuni anni dedicati all’esplorazione superficiale di entrambi i versanti della valle dell’Adda” nella zona, propongono alcune considerazioni sull’esito delle loro ricerche nel saggio Incisioni coppelliformi nel territorio di Grosio e Grosotto. Di contro, Leopoldo Pozzi e Jacques Labrot in Amuleti e talismani: oggetti misteriosi o matrici per tessere? pubblicano le scoperte e i risultati delle nuove ricerche, riprendendo il discorso iniziato lo scorso anno a partire dalla misteriosa matrice di Sondrio. Pur essendo ancora agli inizi, la ricerca si è “allargata al territorio dell’arco alpino e della Liguria attraverso lo spoglio di riviste e di studi di indirizzo archeologico… ha già fornito alcune sorprese perché ad alcuni manufatti riconducibili ad un loro utilizzo come matrici per tessere erano state attribuite funzioni di amuleto o di talismano”. Una nuova matrice, probabilmente incisa su roccia di clori- toscisto, è stata ritrovata da Francesco Pace in un negativo fotografico. In attesa di stabilire dove attualmente si trovi, essa è stata attribuita “provvisoriamente e genericamente alla Valtellina”. I disegni incisi sono stati riconosciuti “d’ispirazione monetale imitanti un denaro medievale”, mentre, mancando i canali di colata, si ipotizza che questi fossero tracciati sulla contro valva “con o senza la presenza di un disegno nel rovescio della tessera”: queste erano tessere che potevano avere un impiego come “gettoni di conto” o da gioco. Del contributo successivo, Boschi, colture, pascoli nella media Valtellina durante gli ultimi 7mila anni, di Roberta Pini e Cesare Ravazzi dell’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali, Laboratorio di Palinologia (studio dei granuli pollinici) e di Paleoecologia, molto interessante per chi desidera avere notizie di archeobotanica per questa nostra zona, mi limito ad un’unica segnalazione che mi consente di aprire una parentesi su un argomento oggi di attualità. Infatti, trattando dell’ambiente naturale durante il periodo atlantico e delle prime evidenze di insediamenti neolitici, gli autori hanno rilevato che “7000 anni calendario da oggi (cioè nel 5000 a.C.) il paesaggio vegetale della media Valtellina era dominato da immense foreste di peccio (Picea abies) e abete bianco (Alba abies), diffusi in un’ampia fascia altitudinale, sia in contesti oceanici che continentali. Il limite degli alberi si attestava a quote superiori ai 2500 m (l’evidenziazione è mia, ndr.) con formazioni a pino cembro, come testimoniato nelle torbiere del Passo Gavia”. Ciò poteva avvenire, proprio perché in quel periodo la temperatura media era di 2,5° più alta di oggi (il livello del mare superava l’attuale di 2-3 metri). Tornando all’oggi, dunque è giusto cercare di prevedere ciò che potrebbe succedere nell’arco di alcuni decenni per non farsi trovare impreparati - coscienti che non si può né prevedere, né prevenire tutto -, senza la pretesa di colpevolizzare dei cambiamenti climatici in corso solo ed esclusivamente l’uomo e l’inquinamento da lui prodotto ma, nel contempo, imparando che “Non possiamo usare ed abusare del mondo e della materia come di semplice materiale del nostro fare e volere;… dobbiamo considerare la creazione come un dono affidatoci non per la distruzione, ma perché diventi il giardino di Dio e così un giardino dell’uomo” (Benedetto XVI). Gli ultimi contributi di questo interessante numero sono di Francesco Pace su I petroglifi del Lago Nero in Val Belviso; quello di Edoardo Micati su La capanna a falsa cupola - La forma, la funzione e il materiale, che porta un ulteriore contributo agli studi già pubblicati negli anni scorsi; quello di Ilario Silvestri, intitolato La Preda Benedida. Da notare che tutti gli scritti sono accompagnati da un opportuno corredo fotografico. Concludono il Notiziario l’importante rubrica delle Segnalazioni in breve, divenuta negli anni sempre più consistente, e gli Atti dello IAV. P A G I N A CRONACA 31 AltaValle IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 GROSIO TEMPO DI VERIFICA PER UN’ISTITUZIONE DI RADICATE TRADIZIONE Una Confraternita sempre nuova... ’ L impegno nel servizio alla Celebrazione eucaristica è stato evidenziato a Grosio in un incontro festoso e pieno di momenti importanti vissuti nella semplicità, come lo stile del prevosto, da poco insediato, don Renato Lanzetti, che ha desiderato, con questa iniziativa stabilire un tempo di verifica sul significato e sulla continuità della presenza e del ruolo, in particolare della Confraternita del Santissimo Sacramento, al di là delle tradizioni radicate da cui trae origine. nuovi ragazzi volenterosi e seri, avvenuta durante la celebrazione: Andrea Strambini, Nicola Pini, Andrea Pavanello, Protasio Caspani, Gioele Fran- zini. Così prosegue la vita di questo sodalizio creato circa 30 anni fa da don Gianfranco Pesenti e che il prevosto vuole rivitalizzare per mantenere un LIVIGNO A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CARCENT contatto con i ragazzi in un passaggio di vita sempre complicato, quale è quello dell’adolescenza. Un nuovo membro è ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ La celebrazione eucaristica prefestiva, e dunque già solenne per il Battesimo di Gesù, è stata l’occasione per vedere l’altare pullulare di ministranti guidati da Piero Cecini, da anni loro guida, che si è impegnato anche per l’introduzione nel gruppo Cavalieri del Santissimo Sacramento di cinque stato accolto anche nella più antica compagnia (risalente al 1600), denominata Confraternita del Santissimo Sacramento. Il quarantenne Nicola Cecini ha scelto di prestare servizio nella confraternita, dopo l’esperienza fatta vent’anni fa nei Cavalieri. Il ritrovo e il confronto con la voglia di capire, conoscere del nuovo Prevosto è stata l’occasione per ritornare sul significato profondo alla base della scelta di partecipazione a questi gruppi. Lo zelo del Priore Giuseppe Capetti ha permesso di riportare alla memoria gli impegni, i servizi ai quali gli aderenti sono chiamati. La sua attenzione ha dato modo di ripercorrere le iniziative dell’ultimo mezzo secolo attraverso la lettura dei verbali e delle relazioni assembleari di questi anni. Interessante è la conclusione di una di esse, risalente al 2001, ma attualissima e valida per tutti i sodalizi protagonisti di questa festa. “Dal fatto che siamo Confratelli non ne deriva automaticamente che siamo buoni cristiani, ma, al contrario, che abbiamo una ragione in più per cercare di diventarlo proprio perché siamo Confratelli e per rispetto all’abito che portiamo. Mai come in questo caso si addice il pro- verbio (leggermente riadattato) che recita: “Non è l’abito che fa il Confratello”. La serata è poi terminata con un sobrio incontro conviviale, molto familiare, grazie all’impegno di alcune mamme e mogli che hanno preparato la cena e hanno partecipato attivamente anche a un momento di svago divertente e semplice. Ora la verifica che si renderà concreta e stringente nei prossimi mesi e anni. Ha ancora significato la presenza del sodalizio? I Confratelli hanno amore vero per l’Eucarestia e così coerentemente scelgono di mettersi al suo servizio oppure la loro appartenenza è basata solamente su un superficiale senso tradizionalistico? Le domande del Prevosto, benché dirette, sono utili per il bene vero delle confraternite e dell’intera comunità. La sua richiesta, ribadita nell’omelia, vale anche per l’intera Famiglia parrocchiale di Grosio che, dopo tanti anni di fruttuosa vita di Fede, è in un momento di verifica, di analisi. Un passaggio che tocca ogni comunità e che non deve essere scoraggiante, bensì stimolo alla sequela ancor più convinta a Cristo. a cura di CARLO TOINI TIRANO IN SANTUARIO: LO STRUMENTO RESTAURATO In edicola torna il Tequin Serie di concerti d’organo elle edicole di Livigno è possibile acquistare il calendario scritto in livignasco con fotografie d’epoca realizzato dal gruppo teatrale “Carcent”. Il primo “Tequìn”, realizzato nel 1994, nacque con lo scopo di pubblicizzare gli spettacoli teatrali che il gruppo teatrale allestiva già da qualche anno: sul calendario venivano riportate le date esatte degli spettacoli. Negli anni il “Tequìn” ha assunto una propria fisionomia indipendente e, soprattutto, ha conquistato gli amanti delle vecchie fotografie e del dialetto livignasco. Il calendario del 2010, il diciassettesimo della serie, è dedicato alla frazione di Trepalle come si evince dal titolo: Trepál e la sóa ént. Al va la dédica i Carcént. La frazione di Livigno Trepalle, già alpeggio di Pedenosso, poi nucleo permanente, è dominata dalla chiesa di S. Anna, fondata nel 1648 ed eretta in parrocchia nel 1784. Il primo insediamento stabile venne fatto nella zona chiamata oggi Rodigheir. Per lungo Trepalle dipese dalla parrocchia di Pedenosso. Il Giovedì Santo da Pedenosso venivano portati gli Oli Santi. Non sempre era presente un sacerdote per celebrare la messa la domenica o in occasione di altre festività. Si saliva allora in una località in Trèla, a monte del Lago Nero, da dove era possi- N bile scorgere la Chiesa di San Gallo, e si rimaneva in ginocchio per tutto il tempo della celebrazione della Messa. La stessa cosa veniva fatta per recitare preghiere in suffragio dei defunti di Trepalle sepolti nel cimitero presso la chiesa. Varie sono le ipotesi per quanto riguarda l’origine del nome. Secondo un antico racconto il paese si chiama così perché la prima casa fu costruita con tre pali, quasi come una tenda indiana. Si racconta che alcuni pastori di Pedenosso, in autunno inoltrato, furono costretti a seguire una mucca fuggita attraverso la Val Trela fino ai luoghi ove oggi sorge Trepalle. Una volta raggiunto l’animale, furono sorpresi da una grande nevicata che li costrinse a passare lì l’inverno. Conquistati dalla bellezza dei luoghi, presero a frequentarla in estate per far pascolare il bestiame e poi cominciarono ad abitare lì permanentemente. Un’altra ipotesi fa pensare a un composto di tre pal «tre pali» forse per segnalare il punto di passaggio obbligato nei periodi di innevamento, o a un primitivo “tra i pali” a indicare qualche delimitazione degli spazi riservati al pascolo estivo o per servire da cippi confinari. Si segnala anche il “trapàl” nella accezione di «stramazzo, letto da montanaro», voce antica formata probabilmente allo stesso modo per indicare la struttura sommaria che sorreggeva un fascio di fronde o di fieno. In un racconto del Guareschi il nome del paese è scherzosamente mutato in Trebiglie. Realizzato dallo studio grafico GallWeb di Livigno in più di 1.000 copie, anche il “Tequìn” 2010 è stato completamente sponsorizzato dalla Cooperativa di Consumo di Livigno. Per il reperimento delle fotografie i componenti del gruppo teatrale si sono avvalsi della collaborazione della famiglie di Trepalle e non solo che hanno lasciato visionare ed utilizzare le fotografie dei propri archivi. Con estrema pazienza Emanuele Mambretti ha corretto gli errori nella scrittura del dialetto livignasco rendendo il calendario ancor più interessante. Con il ricavato della vendita dei Tequin e degli spettacoli teatrali i “Carcent” continueranno l’adozione a distanza di Souwan Frank, un bambino africano della Costa d’Avorio seguito nella sua terra dalle suore Poverelle; proseguiranno l’impegno a favore del Progetto Gemma per aiutare mamme in difficoltà che non vogliono abortire e, attraverso il Centro Missionario Diocesano, collaboreranno ai progetti da sostenere in Camerun ed in altre parti del mondo che vedono impegnati i missionari locali. Q.B. l santuario festeggia la fine dei lavori del restauro del suo monumentale organo e imponente opera d’arte di inestimabile valore, con un concerto che ha voluto dimostrare a quanti presenti gli eccellenti risultati ottenuti dopo il “lifting” del secentesco strumento musicale. Il concerto è stato anche il modo per augurare un buon anno nuovo - essendosi tenuto il 2 gennaio scorso – grazie alla bravura di Roberto de Thierry; già organista ausiliario del Duomo di Milano e dal 2004 membro della Commissione di Musica dell’arcidiocesi meneghina. Precedente all’esecuzione è stata la spiegazione delle varie fasi del restauro e manutenzione eseguita da Giovanni Pradella di Berbenno, il quale ha spiegato: «l’organo nei secoli è stato già più volte riadattato cambiando così fisionomia […] e l’ultimo intervento risale a una quarantina d’anni fa». Pradella ha lavorato all’organo del santuario tiranese «da giugno I a novembre del 2009. L’intervento – ha spiegato – è stato reso possibile grazie a un contributo ministeriale che ha finanziato anche i lavori sull’abside – presbiterio». Un concerto che sia di stimolo per nuovi organisti; questo uno dei punti chiave del discorso tenuto da monsignor Aldo Passerini che, come rettore del santuario, ha accolto tutti i presenti porgendo il saluto e gli auguri anche a tutte le autorità presenti. «L’intervento di manutenzione straordinaria del nostro monumentale organo – ha detto – ci ha riuniti per vivere e gustare tra i tanti momenti e incontri del tempo natalizio a Tirano. Attualmente l’organo viene suonato nelle messe domenicali da Ebe Pedretti, docente di educazione musicale». Se già tanto è stato fatto per ridare al santuario lo splendore artistico e architettonico che gli spetta, dell’altro rimane ancora da fare. Riconoscendo l’impegno di quanti sono stati parte attiva nel rendere possibile i lavori di manutenzione sia alla struttura muraria e sia all’organo alloggiato in una complessa struttura lignea barocca, don Passerini ha detto: «ringrazio il comune di Tirano nelle persone del sindaco Pietro Del Simone, che ha compiuto vari viaggi a Roma per sbloccare il finanziamento e gli assessori Sergio Mascioni, allora assessore al Turismo, e Bruno ciapponi Landi, assessore alla Cultura. La Provincia di Sondrio, che ha diretto e gestito la conduzione dei lavori, svolti dal geometra Tiziano Maffezzini e dall’architetto Elio Della Patrona». E un ringraziamento particolare è andato anche «alla Soprintendenza ai Beni architettonici e artistici di Milano, nelle persone degli architetti Fulvio Besana e Cecilia Ghibaudi». In occasione del concerto per organo che ha ripercorso un repertorio che va da: Mozart a Bach; da Butehude a Walther; dai contemporanei Rimoldi ad Andriessen mettendo in evidenza le potenzialità di uno strumento che è riuscito ad adattarsi ai vari stili musicali nonostante una conformazione tecnica non paragonabile agli organi moderni; il rettore ha annunciato che: «nei mesi di luglio e agosto saranno tenuti due concerti “matinè” con il maestro Ennio Minetti di Varenna che ha già realizzato un CD con pezzi suonati col nostro organo». Un terzo concerto fissato per il sabato 10 ottobre «sarà del maestro Guido Donati di Torino». ROBERT WALTER NAZZARI P A G I N A 32 Sport IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 PERSO IL DERBY CON I VARESE Como ancora ko Metre andiamo in stampa, mercoledì 13 gennaio, il Como sta per scendere in campo nel recupero contro il Monza. Un altro derby P er il nuovo Como (nuovo perché nel corso della pausa natalizia sono stati numerosi i giocatori che hanno abbandonato gli azzurri ed altrettanti quelli che sono arrivati al servizio della compagine di viale Sinigaglia) il 2010 non è iniziato nel migliore dei modi. Mentre i lariani aspettavano il match infrasettimanale col Monza, rinviato lo scorso 20 dicembre a causa del gelo, è arrivata la sconfitta di Varese. Un 10 maturato al 25° del primo tempo quando il varesino Del Sante ha trovato il gol dopo un batti e ribatti al limite dell’area azzurra. Una sconfitta che, però, avrebbe potuto essere evitata se l’arbitro, Gabini di Roma, avesse visto quello che in tribu- na tutti hanno notato ovvero un netto un fallo di mano di un difensore del Varese nell’arrem-bante finale, con i padroni di casa a difendere l’1-0 ed il Como in avanti con coraggio per riequilibrare il match. Un rigore che, se concesso, poteva cambiare l’esito finale del derby. In questa partita hanno fatto il loro esordio stagionale alcuni nuovi arrivati con la maglia del Como. Salutati Guazzo, Mbida, Kalambay, e Bretti, ecco che ora vestono la casacca azzurra altri volti. Si tratta di Luca Piraccini, ex Novara (centrocampista offensivo ed all’occorenza anche se- conda punta), Paolo Tricoli, ex difensore del Vicenza e di Redouane Zerzouri, un trequartista ventenne che dall’anno scorso la Cremonese sta tenendo d’occhio. Zerzouri, francese di origine marocchina, era già stato in prova per un periodo di tempo lo scorso anno a Cremona. Quest’anno la società grigiorossa lo ha tesserato, ma il ragazzo non ha ancora avuto molto spazio in prima squadra, è stato più che altro utilizzato nella Berretti. E la Cremonese ha quindi deciso di destinarlo al Como, squadra dove vanta qualche possibilità in più di giocare. (l.cl.) La Dakar in crisi Mentre il ritorno di Schumacher e la svolta impressa da Todt cercheranno di dare nuova linfa alla Formula 1 dopo i rovesci del 2009, c’è un’altra pietra miliare dell’universo motoristico a risentire della crisi: è la Dakar, classico appuntamento di inizio anno. Oltre cento i mezzi in meno rispetto alla passata edizione, 370 in totale, con ancora una buona rappresentanza di moto (180) ma meno auto (136) e soprattutto meno camion (una cinquantina), una delle peculiarità della corsa nel deserto che già dall’anno scorso si era trasferita dai deserti africani alle pampas argentine. Colpa della crisi certo, ma anche di una competizione che, dopo gli anni d’oro, ha evidenziato sempre più crepe nell’organizzazione e soprattutto nella sicurezza. È proprio questo il punto, al di là della catastrofica situazione economica: in questa gara si continua a morire da una parte (piloti) e dall’altra (spettatori) della barricata. Tanto per non smentirsi infatti, sin dall’avvio di questa edizione, la corsa ha già prodotto il primo lutto, con una spettatrice morta e altri 4 feriti durante la prima tappa, in provincia di Cordoba. Certo, ora si parla di fatalità, del fatto che la donna era in una zona non autorizzata, ma le polemiche non si sopiranno mai, anche perché dal 1979 ad oggi, la scia di sangue non si è mai praticamente fermata con oltre 50 vittime tra cui anche tantissimi minori. Anche un nostro motociclista Luca Manca, in coma farmacologico dopo una brutta caduta nella frazione che faceva tappa in Cile, che gli ha procurato un forte colpo alla testa, con conseguente edema cerebrale. Per decretare la fine della Mille mi- glia, anche lì funestata di lutti, ci volle un’ecatombe che nel 1957 non risparmiò neppure 5 bambini. Fu una scelta dolorosa, la gara era bellissima, ma si ebbe il coraggio di fermare tutto per poi riproporre la corsa sotto un’altra veste sopravissuta fino ai giorni nostri. Nella Dakar evidentemente questi scrupoli mancano. In edizioni recenti, una bambina senegalesevenne uccisa da un mezzo dell’organizzazione. L’edizione del 2005, che vide morire in un incidente stradale anche due escursionisti belgi mentre in moto seguivano la rotta del raid, portò ad una parziale revisione della filosofia della Dakar, ma gli incidenti sono continuati, perché diventa impossibile tenere sotto controllo una corsa di questa lunghezza che presenta insidie ad ogni chilometro. Sul fronte italiano, anche se le morti sono tutte laceranti, colpì molto la fine di Fabrizio Meoni, due volte vincitore della competizione, morto a 47 anni a pochi giorni dal ritiro già annunciato, dalle corse. Una mattanza su cui non si può più sorvolare, anche se l’entusiasmo con cui questa corsa è stata accolta in Argentina, hanno almeno riacceso la passione come nelle prime edizioni africane. Davanti a tragedie simili però, i contenuti sportivi vengono svuotati di qualsiasi significato, anche se c’è una gara da correre, un calendario da rispettare, sponsor da soddisfare e contratti televisivi da onorare. Dopo la bandiera a scacchi occorrerà davvero riflettere per capire se la vita umana sia diventata merce di scambio di fronte a una manciata di adrenalina e a qualche emozione a quattro e due ruote. LEO GABBI MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2009 P A G I N A 33 GIORNALISMO L’ETICA DELL’UMILTA’ N ato da famiglia nobile nel 1567 in Savoia, nel castello francese di Thorens, Francesco di Sales abbandonò presto la carriera giuridica voluta dal padre per dedicare la vita a Dio. Dopo essere stato nominato vescovo di Ginevra nel 1602, Francesco continuò ad operare per diffondere la fede nella comunità spendendosi nel dialogo sereno e disteso con il mondo protestante. Al centro della sua predicazione erano i laici, per i quali sognava una vita cristiana capace di rispondere alle esigenze dell’uomo comune: “Sembra che il Sales – scrive Pio XII nell’enciclica Rerum omnium perturbationem – sia stato donato da Dio alla Chiesa per un intento particolare: per smentire cioè il pregiudizio, fin d’allora già in molti radicato e oggi non ancora estirpato, che la vera santità, quale viene proposta dalla Chiesa, o non si possa conseguire, o almeno sia così difficile raggiungerla da sorpassare la maggioranza dei fedeli ed essere riservata unicamente ad alcuni pochi magnanimi; che per di più sia impastoiata di tante noie e fastidi da non potersi affatto adattare a chi vive fuori del chiostro”. Beatificato nel 1661 e canonizzato nel 1665, fu proclamato dottore della Chiesa nel 1887 e “patrono dei giornalisti” nel 1923. La Chiesa celebra la sua memoria liturgica il 24 gennaio. In vista di questa ricorrenza, il SIR ha incontrato Antonio Preziosi, direttore Radio Uno e Giornale radio Rai, per riflettere sull’eredità del santo di Thorens nel panorama dell’informazione contemporanea. Etica e informazione nell’eredità di San Francesco di Sales. Ne parliamo con Antonio Preziosi, direttore di Radio Uno e Giornale Radio. Un’ occasione per riscoprire anche la Radio e la sua seconda giovinezza di RICCARDO BENOTTI San Francesco di Sales, che utilizzava dei “manifesti” stampati per comunicare, può suggerire qualcosa a un giornalismo che avvalendosi oggi di potenti tecnologie rischia di sacrificare il contenuto alla velocità? “Le tecnologie sono una straordinaria opportunità per diffondere le notizie in tempo reale, rendendoci sempre più informati. Ma la velocità dell’informazione non deve mai pregiudicare la sua correttezza. Per questo l’esempio di san Francesco di Sales rimane attualissimo: ogni notizia, prima di essere immessa nel circuito della comunicazione, va verificata. Molto meglio arrivare secondi, piuttosto che primi con una notizia sbagliata”. Quello del santo francese è un linguaggio semplice, pacato e rispettoso: improponibile per un giornalismo spesso gridato e teso? “L’informazione giornalistica è esattamente questo: semplicità, pacatezza, rispetto. Chi grida ha solo bisogno di farsi sentire. Ma l’informazione, se fatta bene, è Schumann Concerto in la minore op. 129 per violoncello e orchestra I l Concerto in la minore per violoncello e orchestra, op. 129 è caratterizzato da idee melodiche appassionate che segnano, inconfondibilmente, l’impronta del genio di Robert Schumann (1810-1856). Per le sue caratteristiche è un concerto prediletto dai solisti che possono esprimersi mediante le loro qualità, sia tecniche sia cantabili. Nel primo e nell’ultimo movimento il solista entra in dialogo con l’orchestra, mentre nel tempo centrale mette maggiormente in evidenza la delicata linea melodica. Il concerto fu composto da Schumann nell’ottobre del 1850. Portò a termine la partitura in tempi brevi, ma la vita di questa composizione risultò tormentata. Quest’opera costituisce il primo ritorno di un musicista al violoncello dopo il Concerto n. 2 per violoncello e orchestra di Franz Joseph Haydn, scritto nel 1783. Può essere considerato come uno dei più importanti e monumentali concerti per questo stru- GUIDA mento. Si A L L ' O P E R A articola in tre movimenti, ricchi di spunti melodici, GRAMMA che si susseguono senza soluzione di continuità. Lo strumento solista trova risalto essenzialmente nella tenue struttura orchestrale. I tre tempi sono: Nicht zu schnell (Non troppo veloce), Langsam (Lento), Sehr lebhaft (Molto vivace). L’organico è costituito dal violoncello solista, due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, due corni e dagli archi. La prima esecuzione privata ebbe luogo a Düsseldorf il 23 marzo 1851, quella pubblica a Oldenburg il 23 aprile 1860. E’ stata pubblicata dall’editore Breitkopf & Härtel nel 1854. PEN TA a cura di ALBERTO CIMA verità. E la verità ha una sua luce che non ha bisogno di strepiti e sensazionalismi”. L’etica professionale può essere un terreno di confronto tra giornalisti laici e giornalisti cattolici per un’informazione al servizio del bene comune? “Il rispetto degli altri e la consapevolezza che noi informiamo non per noi stessi ma per i nostri lettori è uno straordinario punto di contatto tra i giornalisti cattolici ed i giornalisti laici. Ho incontrato nella mia vita professionale tanti colleghi che, pur non avendo il dono della fede, portavano una testimonianza di correttezza e di eticità”. Quale futuro attende la radio, che sembra vivere una stagione favorevole, di fronte al crescere delle sfide dei nuovi media? “La radio sembra vivere oggi una seconda giovinezza. Non teme l’aggressione dei nuovi media. Anzi si aggiorna al passo con i tempi. Oltre alla vecchia cara radiolina, o all’altrettanto cara autoradio, la si può ascoltare on line, sul satellite o sui telefonini. In più è attuale la formula del suo modo di fare informazione. Abbiamo festeggiato qualche giorno fa i cinquant’anni della più popolare trasmissione radiofonica italiana: ‘Tutto il calcio minuto per minuto’. Ebbene, cinquant’anni fa, Sergio Zavoli, Roberto Bortoluzzi e Guglielmo Moretti si sono inventati la formula, ancora modernissima, delle all news in diretta”. Una domanda personale: quale “maestro di giornalismo” ha più di altri segnato il suo percorso professionale? “Sembrerà strano, ma il mio maestro di giornalismo è stato il mio maestro delle elementari. In quinta elementare ci faceva stampare in classe un giornalino ciclostilato che si chiamava ‘Il Campanello’: quattro fogli, una volta al mese. È stato grazie a lui se ho imparato l’amore per questa professione. Parlando di grandi giornalisti, invece, ricordo sempre una mia intervista ad Enzo Biagi. Ero molto giovane. E mi disse che la più grande dote di un giornalista è l’umiltà. Aveva ragione”. OROSCOPI SU TV, RADIO, INTERNET E GIORNALI NEL SEGNO DEL NULLA naturale e per molti aspetti scontato: comincia un nuovo anno e ci si augura che sia migliore del precedente. Questo 2009, profondamente segnato dalla crisi economica, ha avuto pesanti ripercussioni sul lavoro e, quindi, sulla vita di molte persone. Ovvio che non si veda l’ora di voltare pagina. I media nei giorni scorsi più che mai si sono concentrati sugli oroscopi per il 2010 e sulle retrospettive per evidenziare gli eventi o i personaggi che hanno segnato l’anno appena concluso. Gli oroscopi ci sono stati elargiti più che nel passato, forse proprio per il bisogno di rassicurazione e ottimismo che in questi tempi non facili è cresciuto. Quale attendibilità possano avere le predizioni dei sedicenti esperti basta un pizzico di ragione per stabilirlo. Eppure il genere ottiene un successo crescente, al punto che in realtà i vari Branko, Paolo Fox, Horus e compagnia preveggente sono diventati presenze costanti sui mezzi di comunicazione in qualunque periodo. Alla materia negli ultimi giorni dell’anno appena concluso, le televisioni nazionali nostrane hanno dedicato addirittura intere prime serate, come se nulla di meglio si potesse proporre al pubblico. Passi per le emittenti commerciali, ma dalla Rai ci saremmo aspettati più volentieri altre trasmissioni. Pure la carta stampata ha fatto la sua parte. I settimanali più diffusi hanno proposto inserti speciali con l’oroscopo per tutto l’anno, segno per segno. Moltissimi lettori ne hanno sicuramente fatto tesoro, conservando gelosamente queste pagine, soprattutto se le previsioni nei loro riguardi sono risultate positive o in È qualche modo rassicuranti. Per non essere da meno, anche le emittenti radiofoniche hanno infarcito i loro palinsesti di oroscopi per l’anno, pur se in maniera meno invadente rispetto alle tv. In internet - superfluo dirlo anche su questo tema l’offerta è più che abbondante. Basta digitare la parola “oroscopo” su un motore di ricerca per prendere atto di quanti siti dedicati esistano. E gli stessi quotidiani online nei giorni a cavallo fra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 hanno abbondantemente ripreso le varie previsioni, per completare la loro offerta “informativa” (se vogliamo chiamarla così…). Provare a indovinare quali situazioni avremo in sorte domani è per molti una curiosità naturale. Cercare negli oroscopi la risposta a questa curiosità è quanto meno ingenuo. A meno che si tratti di una sorta di gioco, che allora va interpretato come tale. In fondo si tratta soltanto di belle parole che chiunque potrebbe inventarsi a prescindere da quello che “dicono” le stelle (e non apriamo nemmeno la parentesi sull’astrologia…). Del resto, gli oroscopi non sono mai negativi - altrimenti finisce che la gente non li vuole più - e per questo si lasciano leggere facilmente. Quanto ai contenuti, basta provare a leggere la sorte di qualche altro segno diverso dal proprio per capire quanto la genericità e la non determinatezza delle previsioni possano adattarsi perfettamente a ciascuno di noi. D’altra parte, se i media insistono su certi argomenti è perché sanno di trovare un terreno fertile nei loro destinatari. Piccolo test conclusivo: di fronte un oroscopo pubblicato sul giornale che stiamo sfogliando, cosa facciamo? A) Giriamo pagina e lo saltiamo a piè pari; b) Andiamo a cercare il nostro segno per cercare conferma alle nostre speranze; c) Leggiamo qualche previsione a caso per farci due risate all’insegna dell’ironia. MARCO DERIU P A G I N A 34 LETTEREeCONTRIBUTI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 UNA RIFLESSIONE CRONACA DI UN INCONTRO FRATERNO CROCIFISSO E DINTORNI È NATALE ANCHE PER I FAMILIARI DEL CLERO C rocifisso e dintorni...La sentenza della Corte Europea: giù i Crocifissi dai muri pubblici... La reazione corale e sdegnata di tanti, quasi di tutti... Povero Gesù! Del resto, alla sua Mamma lo avevano detto fin dall’inizio: “segno di contraddizione, ecco cosa sarà!”… In tutta sincerità dirò che, fra le tante opinioni ascoltate in questi giorni sull’argomento, quella che più mi ha convinto è stata la dichiarazione del cardinal Tettamanzi. L’arcivescovo di Milano ha parlato chiaro: che bello se tutti quelli che, in questi giorni, levano gli scudi a difesa del Crocifisso-simbolo facessero altrettanto, e magari ogni giorno, per il Crocifisso-realtà. Sì, perchè il Crocifisso, dopo tutto, è solo un simbolo, per quanto il nostro simbolo, il simbolo di tutti. Ma un simbolo rimanda sempre a una realtà. E la realtà non è un pezzo di legno o di ceramica, ma una Persona Viva che ti cambia la vita. Se non conduce fin lì (cioè sulla soglia della fede vissuta), il Crocifisso, come simbolo, fallisce il suo vero scopo. Francamente suona un po’ sospetta questa apologia del Crocifisso da parte di chi, poi, nella vita e nelle scelte di tutti i giorni, normalmente non ne vuole sapere. Tanto che monta il dubbio: sono proprio tutti sinceri i peana e i cori a difesa del Crocifisso, oppure sotto c’è qualcos’altro, magari un calcolo o una convenienza politica? Tuttavia - siccome il processo alle intenzioni è sempre qualcosa di sgradevole, e a pensare male di solito si indovina, ma si fa anche peccato -, detto questo, sarà bene passare oltre. E passare oltre significa riconoscere non dico la dabbennagine, ma almeno la colossale miopìa di quella Corte. Come si fa a non vedere? Il Crocifisso è il simbolo del mondo occidentale. Il nostro mondo è nato lì: sotto la croce. Dall’incontro fra l’Uomo di Nazareth, erede della grande tradizione ebraica, la sapienza greca e il genio latino: guarda caso le tre lingue nelle quali Pilato, forse pensando di fare della satira a buon mercato, aveva composto l’iscrizione regale posta sopra la croce. Il Crocifisso non è il simbolo solo di qualcuno. Il Crocifisso siamo noi, tutti, credenti e non credenti, perchè anche chi non crede respira quell’aria, si nutre di quelle certezze, vive di quei valori umani che proprio il Cristianesimo ha contribuito in maniera decisiva a forgiare. L’Europa è nata dall’incontro fra le sue molte culture e il Cristianesimo. Incontro non facile, s’intende, pieno di errori, sbavature, forzature, deragliamenti, lacrime e sangue che hanno irrigato le nostre terre. Ma incontro fecondo, geniale, un vertice (“il” vertice) dell’umana avventura. Dal Crocifisso è nato tutto quello che siamo: la dignità della persona, l’indisponibilità della vita, l’uguaglianza di tutti, la sacralità della libertà, il lievito della fraternità. E poi la cultura del rispetto, della tolleranza, della pace, della solidarietà, il riscatto della condizione femminile e dei bambini, la democrazia, l’idea di sviluppo, addirittura l’idea di laicità dello Stato (proprio dalle parole del Nazareno: “date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”). E poi il monachesimo, le cattedrali, le biblioteche, le università, la filosofia, le arti, la musica, l’architettura... Pluff! Duemila anni di storia portati via dallo sciacquone di una sentenza! Togliere il Crocifisso è segare il ramo su cui la nostra civiltà è da sempre seduta. E’ toglierci l’aria dai polmoni, è sgretolare il terreno su cui da sempre - fra fatiche ed errori - camminiamo. Operazione miope. Ma, ahimè, anche operazione pericolosa. E qui do ragione al coro dei “difensori” del Crocifisso. Togliere il Crocifisso - si dice in nome della laicità dello Stato e del rispetto della coscienza di chi non crede o crede diversamente. Ma quale laicità dello Stato vogliamo costruire? Quella dell’annullamento di ogni ricchezza culturale o quella della “convivialità delle differenze”, come diceva don Tonino Bello? Quella che appiattisce la società civile in un muro di nebbia tutto uguale e impalpabile o quella che stimola, incentiva, promuove le diversità come i colori dell’arcobaleno dopo un temporale estivo? Io sto per la seconda. E con me - credo - anche quei “diversamente credenti” che hanno voglia di integrarsi nella nostra cultura e nel nostro mondo, senza stravolgerlo ma anche senza abiurare dalla loro fede, e non si sentono certo offesi dallo sguardo dell’Uomo della Croce nei posti pubblici. Mi dicevano di una scuola dove, al momento di allestire il presepe vivente, all’unico bambino islamico della classe proposero, con un certo imbarazzo, di fare il “dormiglione”. “Poche storie - intervenne il papà del bimbo - mio figlio è un muslim e tale voglio che resti, ma siccome è italiano e vive in Italia fategli pure fare l’angioletto davanti al Bambino e alla Capanna!”. Ecco un papà che non sa di lettere, di codici, di storia, di filosofia e di quant’altro, però ci vede. Vede il mondo dove vive, e da dove questo mondo è saltato fuori... La sentenza di Strasburgo non è affatto innocente. E’ una picconata assestata alla nostra identità, ai nostri cromosomi culturali, alle risorse più genuine dell’umanesimo laico e moderno. Avanti così e saranno solo macerie. Di un’Europa autolesionista, nichilista, necrofila, che sembra stranamente avere in odio sè stessa, e di cui l’Islam (o forse, a ruota, i Cinesi) rischia di fare un sol boccone. Salterà su, allora, qualche giudice togato a difendere i valori di un mondo che non ci sarà più, di fronte magari a un altro mondo che ne ha di diversi, e forse non altrettanto nobili? mons. ANGELO RIVA « ome un pastore, egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri”. Così la Chiesa ci fa pregare nelle lodi con il cantico tratto da Isaia. Tante volte abbiamo immaginato questa scena riferita a noi, gregge di Cristo, Buon Pastore, ma mai avrei immaginato di trovarmi nei panni di una “pecora madre” condotta pian piano da Lui. Invece monsignor Armando Bernasconi ha utilizzato proprio questa immagine per introdurre il ritiro di Avvento dei Familiari del Clero, paragonandoli, quindi, alle “pecore madri”, così come i preti agli agnellini che Cristo porta sul petto. La meditazione di don Armando ci ha guidato nella giornata di preparazione al Natale, che si è svolta giovedì 17 dicembre presso il Seminario e che ha visto la partecipazione di una quarantina di Familiari provenienti da tutta la diocesi. Motivo di speranza è stata la presenza di nuove persone che hanno aderito all’invito della “veterane” e si sono subito ben inserite nel gruppo. Anche don Armando era un “nuovo arrivato”, in quanto invitato da don Angioletto a racco- C IN MERITO AI FATTI DI ROSARNO QUEGLI STESSI... Quelli che si scagliano con sassi e bastoni contro gli immigrati non hanno mosso un dito contro i loro sfruttatori; quelli che gridano “dagli all’immigrato”, sono gli stessi che mai hanno gridato contro caporali e loro mandanti mafiosi; quelli che condannano fieramente la violenza degli immigrati di Rosarno sono gli stessi che la violenza sugli immigrati - il loro sfruttamento e trattamento inumano, vergognoso, prolungato - hanno esercitato o tollerato; quelli che accusano gli immigrati del reato di clandestinità, sono gli stessi che creano clandestinità non rispettando la legge sul permessi di soggiorno, da loro stessi emanata; quelli che inveiscono con rancore e livore contro gli immigrati clandestini, sono gli stessi che li usano nei cantieri, nei supermercati, nelle campagne, nelle case private; quelli che minacciano tolleranza zero verso gli immigrati sono gli stessi che si mostrano molto tolleranti nei confronti di mafie, corruzione, malcostume, evasione fiscale, illegalità di ogni genere, razzismo e xenofobia degli italiani; quelli che “legano pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, essi stessi non li vogliono muovere neppure con un dito” (Matteo 23,4). “La prima condizione della non violenza è la giustizia. Nessuno può dirsi non violento se non insorge contro l’ingiustizia sociale dovunque e comunque essa si manifesti” (Gandhi). LUIGI FIORAVANTI - Delebio gliere la sua eredità di assistente spirituale dell’associazione, considerati i suoi problemi di salute. “Nulla di ufficiale – dicono i due sacerdoti – l’ultima parola spetta al Vescovo!” Ma l’esordio di don Armando è stato positivo e ciò lascia ben sperare. Ci ha guidati nella riflessione sul Natale come realizzazione del mistero dell’Incarnazione, partendo dalle preghiere del giorno e arrivando a paragonare l’avvenimento di Dio fatto uomo in Cristo alla realtà del prete, ministro di Dio e uomo a tutti gli effetti. E noi familiari, mamme, papà, sorelle dei preti, siamo a stretto contatto con questo mistero: abbiamo davanti un prete che “tocca” il Signore, parla in nome Suo, assolve e benedice, ma anche un uomo, un figlio, con i suoi difetti di sempre, le sue esigenze umane, le sue idee che non sempre coincidono con le nostre. Tutto questo fa parte del disegno di Dio, che ha scelto di “sporcarsi le mani” con noi uomini, invece che starsene nei cieli; è espressione del Suo amore per noi Suoi figli. E noi possiamo rispondere assumendoci il compito che ci dato, oltre che ringraziandoLo per la grazia di servire così da vicino la Sua Chiesa. Don Armando è poi entrato nel dettaglio dei compiti, Gentile lettore, sono d’accordo con quanto scrive, a patto che «quegli stessi» di cui parla non vengano facilmente identificati in una determinata parte politica (magari quella a cui non si appartiene) o in una porzione di «cattivoni» da contrapporre ad una porzione di persone che, poiché immigrate e clandestine, sono da mettere con sicurezza dalla parte dei «buoni». Questo semplicismo manicheo non funziona con la storia. Anche l’illegalità è un modo di manifestarsi dell’ingiustizia e, secondo Ghandi, ricadrebbe nella categoria della violenza... Mi piacerebbe che su una questione così complessa e che si trascina da anni - senza che nessuno intervenga, né «quegli stessi» né... quegli altri - si discuta con ragionevolezza e senza tesi preconfezionate. anzi dei ministeri, propri dei Familiari del clero: accoglienza – affabilità – riservatezza – servizio – missionarietà – testimonianza – preghiera. Con queste parole nel cuore abbiamo partecipato alla S. Messa concelebrata dal rettore del Seminario, monsignor Caelli, e da don Angioletto, al quale abbiamo rinnovato il nostro grazie per la serietà e l’affetto con cui ha sostenuto per tanti anni il gruppo, da vera guida spirituale. La Messa era in suffragio di don Vittorino Vittori, da poco scomparso; un pensiero speciale è stato rivolto alla sorella Luisa, da sempre “colonna portante” dell’associazione. Ci è mancata la sua voce, la sua scelta adeguata dei canti, la sua presenza vivace: la aspettiamo ancora tra noi perché, se essere “familiari” di un sacerdote è una vocazione, non si finisce mai di esserlo anche se… La giornata è proseguita con il pranzo, un momento di conoscenza reciproca e la relazione della presidente Gertrude Morcelli, in vista degli appuntamenti che ci attendono nel 2010. Lo scambio degli auguri e l’arrivederci a febbraio hanno concluso l’incontro, occasione vera e lieta per introdurci al Mistero del Natale. UNA FAMILIARE MAMMA LETTERE AL DIRETTORE ✉ POSTA: V.le Cesare Battisti 8 22100 COMO FAX: 031.3109325 E-MAIL: [email protected] LETTEREeCONTRIBUTI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 16 GENNAIO 2010 P A G I N A 35 UN PRETE PER AMICO (36) DELLA DIOCESI DI COMO SE IL MIO PROSSIMO È... DIO il settimanale a anche in casa nostra abbiamo un “terzo mondo” che volentieri ignoriamo, per non scomodarci: se uno non ha casa o lavoro, se il vicino è malato, o è solo, se una famiglia ha dei problemi, se l’anziano o l’handicappato non ha chi l’assiste … Gesù, nel Vangelo, dice che sulla strada da Gerusalemme a Gerico, né il sacerdote né l’inserviente del tempio notarono il ferito, ma se ne accorge, si ferma, spende soldi e tempo il nemico, il sospettato, l’escluso dal tempio, l’emarginato dal popolo di Dio, il samaritano. Qualche cristiano pensava che bastassero le suore degli istituti o i preti del don Guanella o i volontari di qualche gruppo per occuparsi dei poveri, degli anziani, degli handicappati. E se scopriamo gente che non si professa cristiana e si occupa di questi problemi, non c’è che da rallegrarsene: lo Spirito di Dio soffia dove vuole. Se riflettiamo che “quanto facciamo al più piccolo dei fratelli lo facciamo a Dio”, ci accorgiamo che ci occorre una nuova e più profonda e più sconvolgente fiammata di amore, non solo qualche gesto di carità. Se il mio prossimo è il Signore, non posso chiamarlo “poverino”, non posso avvicinarlo con superiorità di benefattore, trattarlo dall’alto in basso, giudicarlo “perché se lo è meritato”. Il Signore Gesù non ha trattato nessuno a questo modo e non vuole essere trattato così, se si identifica col prossimo. Se è l’amore che ci spinge ad interessarci di una persona, non penserò “io non sono come lui”: lui che è vecchio o handicappato o meridionale o senza soldi o drogato o senza affetto. Penserò che io e lui abbiamo bisogno di amore, da donare l’uno all’altro, per arricchirci a vicenda, per godere come fratelli in famiglia, del calore di vita che unisce il Padre il Figlio lo Spirito Santo. Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI M Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. Coop.r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. T ELEFONO 031-26.35.33 FAX REDAZIONE 031-30.00.33 FAX SEGRETERIA 031-31.09.325 E-MAIL: [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio. TELEFONO E FAX: 0342-21.00.43 E.MAIL: [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r .l. - Missaglia (Lc) S.r.l. 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Non si tratta solo di una semplice somiglianza o analogia, più o meno pronunciata, ma addirittura di identità. Non solo analogia, ma identificazione. In italiano il significato è più sfumato, a volta ambiguo. Quando si traduce dal Vangelo “Il primo comandamento è ama Dio con tutto il tuo cuore… Il secondo è simile al primo: ama il prossimo tuo…” forse la traduzione più aderente al testo è: “il secondo è identico al primo”. Perché identico e non solo simile? A me pare che la risposta sia: perché Dio fa entrare gli uomini nella propria famiglia trinitaria, cioè fa partecipi gli uomini della propria natura. Per cui amare Dio ed amare gli uomini è un “tutt’uno” inscindibile. La charitas, quindi, avvolge Dio e gli uomini contemporaneamente. Non si può amare Dio senza gli uomini e neppure gli uomini senza Dio. Questa, a mio parere, è la “verità della carità”. ATTILIO SANGIANI ABBONAMENTI NUOVI 40 euro invece che 50 NUOVO + RINNOVO 80 euro al posto di 90 INFORMATIVA PER GLI ABBONATI La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. A CHI RINNOVA, UN GENTILE OMAGGIO DA RITIRARE PRESSO LA SEDE DE “IL SETTIMANALE”: IL VOLUME RESPIRI DELL’ANIMA IN ESCLUSIVA PER I FEDELI LETTORI DEL NOSTRO GIORNALE