fROLLO
RENDERE VISIBILE AGLI OCCHI
fUORI SCENA
di Mario Bianchi
Marco Baliani ha sempre spiegato quale sia la logica che stimola
il suo essere narratore, sottolineando come il suo percorso teatrale sia stato segnato dallo stupore e dall’incantamento. Questa
sua intatta capacità di provare e suscitare meraviglia, coltivata
anche grazie alla formazione con il teatro-ragazzi e all’attività
didattica, Marco cerca di trasferirla sia al pubblico, in qualità di
attore, sia ai giovani attori che guida nel proprio lavoro. Si trasforma sul palcoscenico in un corpo narrante, che genera a sua
volta racconti, scopre forme e sostanze, rende visibile l’invisibile,
portando lo spettatore oltre i luoghi dell’altrove, quell’altrove
ove sia possibile fare esperienza di altri mondi, di altre parole e
di altri orizzonti.
Per riuscirci servono occhi bambini, occhi capaci di sfuggire all’uniformità schiacciante in cui questo nostro mondo sembra
precipitare con voluttuoso accanimento. Cercare quegli occhi,
che si portano dietro altre orecchie e sensi e tatti e profumi e
memorie, fa parte della ricerca dell’attore, ed è quello che dà
senso al suo esistere come artista. In fondo si racconta sempre
un po’ per non morire.
In una scenografia come sempre nuda, Baliani – attraverso mimica, gestualità e il solo uso della voce – riesce a coinvolgere
anche lo spettatore più distratto, dando vita ad una moltitudine
di visioni e ad una narrazione che cresce man mano in intensità
e vigore.
Frollo narra di un bambino di pastafrolla che diventerà umano attraverso un viaggio di iniziazione, superando prove di coraggio e
di privazione. La storia si svolge dentro mille ambienti – una pasticceria, un bosco, una sala da concerto, un nido d’aquila, in riva
al mare – tra re divoratori e vecchie sapienti in un caleidoscopio
di avvenimenti che le parole di Baliani rendono visibili agli occhi.
fROLLO
TEATRO SOCIALE
sabato, 5 febbraio 2011 - ore 20.30
Spettacolo di Mario Bianchi e Marco Baliani
con
Marco Baliani
Produzione
Trickster - Casa degli Alfieri
MARCO BALIANI
Nato a Verbania nel 1950, è autore attore e regista teatrale. Nel 1985 è autore del libro Bambini, mutanti, replicanti (Ed. Casa Usher). Scrive e dirige
programmi radiofonici per la serie Audiobox (RAI 1): Edipo nel sottosuolo
infantile (1985), Magic moments (1986), Corvi di luna (1991); e per Fonosfera
(1987) Le voci di Alice. Con il gruppo Ruotalibera che fonda nel 1975 e di cui
è direttore artistico fino a dicembre 1990, crea spettacoli per ragazzi più
volte premiati dalla critica: Rosa e Celeste (1983), Orphy 2013 (1985), Oz
(1986), questi ultimi due vincitori del Premio Stregatto. Firma la regia di: Il
signore delle mosche (1986 – Crest, Taranto), Tell (1987 – Lugano, Teatro
Pan), Saturnus (1989 – Festival Steirischer Herbst, Graz). Per il Festival di
Sant’Arcangelo guida 16 attori in una ricerca sui racconti di Calvino, da cui
nasce uno degli spettacoli più amati da pubblico e critica, Corvi di luna
(1989), e in seguito D’acqua la luna (1990 – Brescia). Nell’estate 1991 e
1992, per l’anniversario della strage di Bologna, dirige oltre cento attori in
Antigone delle città, una ‘sacra’ rappresentazione nelle piazze della città.
Negli anni successivi, firma la regia di numerosi spettacoli, tra cui: Memorie
del Gelso (1991 – Alessandria, Teatro comunale); Memoria del fuoco, dalla
trilogia di Edoardo Galeano (1992 – Bologna, Dramma Teatri Modena e
Drodesera, Festival Dro).
Nel 1992 insieme a Maria Maglietta fonda l’Associazione Trickster Teatro
in cui far convogliare e proseguire la ricerca sull’arte della narrazione orale
e sullo spazio del racconto in teatro, percorso da cui scaturisce il libro Pensieri di un raccontatore di storie. Con Maria Maglietta come attrice crea gli
spettacoli Parole, Jeanne D’Arc, Piccoli Angeli (quest’ultimo vincitore Premio
Stregatto 1993) e scrive Storie (1988), Frollo (1994) e Kohlhaas da un racconto di H. von Kleist (1990), diventato presto uno spettacolo cult. Nel
1995 vince il Premio IDI per la regia con Prima che il gallo canti (Teatro Città
Murata Como) e Come gocce di una fiumana, sulle memorie dei soldati della
prima guerra mondiale (Museo della Guerra di Rovereto). Firma la regia di:
Peer Gynt di Ibsen (1994 – Teatridithalia), Terra dove non annotta (1995 –
Museo della Guerra /Ars group), Lear (1995 – Festival di Sant’Arcangelo),
Anni di vento (1995 – Festival Dro), Lola che dilati la camicia (1996 – Teatridithalia), Tracce (1995 – Trickster), Le vie del ritorno (1996 – Museo della
Guerra di Rovereto).
Nel 1996 viene nominato direttore artistico del progetto I porti del Mediterraneo, promosso dall’ETI, da cui nascono, dopo un processo di formazione
con attori provenienti da diversi paesi del Mediterraneo, gli spettacoli Migranti e nel 1997 Giufà, Giochà, Gioà, Nasreddin Hoca, entrambi presentati
al Festival d’autunno di Roma. Recita in I sette contro Tebe (1996) e in Teatri
di guerra (1997) di Mario Martone e nel 1997 firma la regia di Gioventù senza
Dio (CRT Milano). Nel 1998 viene pubblicato Marco Baliani racconti a teatro
(Ed. Loggia de’ Lanzi), che raccoglie il percorso teorico sull’arte della narrazione. In occasione dei vent’anni dell’assassinio di Aldo Moro, il 9 maggio in
diretta su RAI 2, Baliani racconta Corpo di stato, personale memoria di quei
giorni e di quegli anni, regia di Maria Maglietta (poi diventato un libro per
Rizzoli nel 2003). Nel 1998 firma la regia di Metamorphosen tratto da Ovidio
(Zurigo, Festival Specktakel) e Sole nero sulla autobiografia della partigiana
bolognese Gina Negrini. Del 2000 sono Francesco a testa in giù e La seconda
vita di Francesco d’Assisi su testo di José Saramago. Recita nel cinema in: Domani di Francesca Archibugi, accanto ad Ornella Muti e Valerio Mastrandrea,
Il più bel giorno della mia vita di Cristina Comencini, La ragazza del lago di Andrea Molaioli (2007).
Nell’estate 2000, a conclusione della quinta e ultima edizione de I porti del
Mediterraneo, dirige attori libanesi, italiani e albanesi in Sackrifice (Teatro
Stabile dell’Umbria). Suoi spettacoli più recenti sono: Bertoldo (2001) e
Ombre (2001). Firma la regia dell’opera lirica Ellis Island, musiche di Giovanni
Sollima e libretto di Roberto Alaymo (2002 – Palermo, Teatro Massimo). Nel
2003 recita ne Lo straniero di A. Camus, regia Maria Maglietta e in No man’s
land, regia Massimo Luconi. Nel 2002 con Amref avvia un progetto di volontariato artistico acting from the street, con venti ragazzi di strada di Nairobi,
che ha un primo esito nella creazione di Pinocchio Nero (2004 – Roma, Teatro
Globe), vincitore del Premio UBU 2005. Nel 2006 ripropone la stessa esperienza in un nuovo spettacolo sulle tematiche dell’Aids: L’amore buono. Una
ballata ai tempi dell’Aids, di cui Rizzoli pubblica il diario di lavoro e viaggi. Debutta alla Biennale di Venezia nel ruolo di Osio, ne La monaca di Monza di
Giovanni Testori, regia Elio De Capitani (2004 – Teatridithalia).
È autore del romanzo Nel regno di Acila (Rizzoli, 2004) e della raccolta di racconti La metà di Sophia (Rizzoli, 2008).
TE A TR O SO CI A LE C OM O .I T
La stagione NOTTE 2010/11 è realizzata con il contributo di
con il sostegno di
Ministero per i Beni
e le Attività Culturali
si ringrazia
Società Palchettisti
del Teatro Sociale
Provincia di Como
Assessorato alla Cultura
Comune
di Como
con il patrocinio di
Scarica

Guarda il PDF