Editoriale Una scelta di fondo C on la ripresa delle attività, dopo le ferie estive, si è riaperto il consueto confronto tra governo e associazioni dell’autotrasporto per definire le misure che la legge finanziaria per il prossimo anno dovrà destinare al settore. Le associazioni hanno avanzato la loro richiesta - quei 575 milioni di euro che l’anno scorso furono decurtati all’ultimo momento per far fronte ad altre esigenze ma non sono andate oltre, un po’ per la mancanza di un accordo all’interno della categoria, un po’ in attesa di verificare quanto il governo, che ha già fatto intendere con chiarezza la necessità di ulteriori riduzioni della spesa, finirà per concedere. Ma - al di là di quello che sarà lo stanziamento conclusivo - il vero confronto, all’interno delle associazioni, è sulla quantità di risorse da destinare al sostegno delle imprese e sulla quantità di risorse da spendere per incoraggiare investimenti che facciano crescere complessivamente e rendere più competitiva la categoria ed è ovvio che uno stanziamento cospicuo è in grado di soddisfare tutte le richieste, mentre una cifra più ridotta rischia di diventare una coperta troppo corta per accontentare tutti. Nella discussione, tuttavia, assume sempre più peso ormai il ruolo dell’Unione europea che fa sentire sempre più chiaramente la sua voce contraria a tutto ciò che può essere configurato come «aiuto di Stato» capace di ledere il principio di libera concorrenza tra pari su tutto il territorio comunitario. Superati - e definitivamente accantonati - gli aiuti concessi con il rimborso di parte del prezzo del gasolio,le misure di sostegno rischiano di uscire dalla porta per rientrare dalla finestra,per esempio attraverso gli sconti Inail,le cui dimensioni hanno già svegliato l’attenzione di Bruxelles. Nessuno, neppure tra le associazioni, chiede di continuare a sostenere esclusivamente i bilanci delle aziende con aiuti a pioggia che non incidono sulla crescita del settore: al contrario è condivisa la necessità di interventi graduali che non li facciano sparire tutto a un tratto, ma la tentazione rischia di riemergere, soprattutto di fronte alla scarsità di risorse disponibili. Questa è la scelta di fondo di fronte alla quale si troverà la categoria degli autotrasportatori italiani nelle prossime settimane: contemperare le misure di sostegno con le misure di investimento nella cornice di una politica di riduzione della spesa. Riusciranno ● a pensare al domani, senza dimenticare l’oggi e viceversa? Sommario 1. Finanziaria Le associazioni chiedono 575 milioni per il settore Ancora non c’è accordo, tuttavia, sulla ripartizione della somma, in particolare per la suddivisione tra aiuti alle imprese e investimenti. 2. Fondo 2007 Verso gli investimenti i 116 milioni residui Bruxelles contrario agli aiuti. Di cercano di individuare le aree su cui intervenire. 3. Orario di lavoro Il governo approva il ddl per il recepimento Accolto l’«avviso comune»: varrà la contrattazione collettiva 4. Valichi Divieto di sorpasso per i tir anche sulla A5 A fine ottobre l’esame degli effetti della misura adottata sulla A22 5. Controlli Già 12 mila verifiche Irregolarità costanti Raddoppiati i controlli in estate soprattutto per i vettori stranieri. 6. Qui Bruxelles Merci pericolose: proposta la modalità obbligata Il Parlamento europeo: troppi furti ai camion AgC33 2 FINANZIARIA Primo incontro al ministero dei Trasporti per definire lo stanziamento a favore del settore per il 2008 Aperto il confronto per il 2008 Le associazioni hanno chiesto 575 milioni, pari alla somma concordata lo scorso anno, ma poi decurtata a 485 durante il dibattito parlamentare. Ancora nessun accordo per la ripartizione tra sostegno alle imprese e Fondo. P rimi passi del confronto tra governo e associazioni di categoria per concordare le misure a favore dell’autotrasporto da introdurre nella legge finanziaria per il 2008. Il primo incontro, svoltosi mercoledì 5 settembre, al ministero dei Trasporti, è servito a mettere a punto le richieste complessive della categoria, mentre successivi incontri definiranno la ripartizione della somma che il governo deciderà di stanziare per il prossimo anno a favore del settore. Una richiesta complessiva Le associazioni che hanno partecipato all’incontro (Ancst-Lega Coop,Anita,Casartigiani,Cna-Fita, Confcooperative, Conftrasporto, Confartigianato Trasporti, Fedit, Unci) hanno richiesto unitariamente la somma complessiva di 575 milioni di euro, la stessa concordata per la finanziaria 2007, poi ridotta a 485 durante l’iter parlamentare del provvedimento. Non è stato possibile, invece, entrare nel merito della ripartizione della somma, dal momento che le associazioni non hanno ancora concordato come suddividerla tra misure a sostegno delle imprese (rimborsi di quote del premio Inail e della Rca sul Servizio sanitario nazionale) e Fondo per l’autotrasporto (investimenti per la crescita delle imprese), anche perché sono da chiarire i margini di intervento sulle prime con una consultazione presso le autorità comunitarie, da tempo contrarie a sostegni che possono configurarsi come «aiuti di Stato». I tempi, tuttavia, sono ristretti. Il governo si è impegnato a presentare il disegno di legge finanziaria per il 2008 per la fine del mese di settembre:si renderà quindi necessario un nuovo incontro a breve per definire nei dettagli lo stanziamento, soprattutto per quanto riguarda la ripartizione tra somme da destinare al sostegno delle imprese e somme da destinare agli investimenti. Appare, peraltro, difficile che la richiesta delle associazioni possa essere accolta totalmente, dal momento che il governo ha intenzione - e lo ha già fatto sapere a tutte le amministrazioni - di ridurre ulteriormente la spesa, anche per il pros● simo anno. Bruxelles: no agli aiuti alle imprese Fondo 2007: da decidere le aree di investimento Bruxelles non accetterà che i 116 milioni residui del Fondo 2007 vengano impiegati per sostegni alle imprese di autotrasporto. Questa la convinzione del dipartimento per le Politiche comunitarie, che lo ha comunicato per iscritto al ministero dei Trasporti, dopo la richiesta dalla subcommissione 1 della Consulta dell’autotrasporto, riunitasi l’11 settembre per decidere sulla destinazione della somma. Anche la Ragioneria generale dello Stato, peraltro, ha obiettato che fondi destinati istituzionalmente a investimenti non possono essere spesi come aiuti alle imprese. Alla luce di questi chiarimenti, illustrati all’assemblea della Consulta per l’autotrasporto, lo scorso 18 settembre, il ministero dei Trasporti, tenendo conto delle indicazioni emerse dal dibattito, predisporrà una bozza di Regolamento per individuare le aree di investimento su cui destinare la somma. In linea di massima si tratta di cinque aree: 1. razionalizzazione dei centri logistici, al fine di ridurre i ritorni a vuoto, 2. formazione manageriale, 3. aggregazioni (legate alla riforma dell’accesso) e sostegno all’esodo, 4. attrezzature e impianti di sicurezza, 5. progetti innovativi per l’ambiente. Riguardano i 70 milioni per il 2007 e i 38 per il 2006 I due regolamenti approvati dal Consiglio dei ministri Il Consiglio dei ministri ha approvato il 30 agosto scorso il regolamento per la destinazione dei 70 milioni di euro del Fondo 2007 al rinnovamento del parco camion. Il provvedimento è al parere del Consiglio di Stato. Il Consiglio dei ministri ha approvato il 21 settembre scorso il regolamento per la ripartizione dei 38 milioni di euro residui del Fondo 2006. Il 40% della somma sarà destinato a infrastrutture intermodali di 1° livello, il resto alle imprese di autotrasporto come contributi finalizzati. AgC33 3 AUTOTRASPORTO.1 Dal 1° gennaio 2008 scatta la liberalizzazione Accesso alla professione Accesso al mercato: verso il doppio regime Entro l’anno il regolamento dell’Unione europea Si profila un accordo per mantenere per qualche tempo, e con limitazioni, l’attuale sistema di blocco delle licenze e partire con l’apertura a nuove imprese che abbiano veicoli con un tonnellaggio minimo complessivo. S i profila un accordo per il nodo dell’accesso al mercato che, a conclusione dell’ennesima proroga, dal 1° gennaio 2008 dovrebbe passare alla totale liberalizzazione. Al momento, infatti, accanto ai requisiti di capacità finanziaria, idoneità professionale e onorabilità, per poter intraprendere l’attività di autotrasportatore è necessario rilevare un’attività già esistente. A tre mesi dalla scadenza, nel dibattito all’interno della subcommissione 1 della Consulta per l'autotrasporto e la logistica si sono manifestate due diverse posizioni: 1. prorogare di due anni, al 31 dicembre 2009, l’attuale regime, per non danneggiare i monoveicolari con un’improvviso deprezzamento di valore della propria impresa e un contemporaneo incremento della concorrenza e al tempo stesso permettere di intraprendere; 2. rispettare la scadenza, introducendo tuttavia norme per facilitare le aggregazioni delle piccole imprese o dei monoveicolari che richiedano di accedere al mercato. Una sintesi possibile Partendo da queste posizioni, nel corso dell’esame della questione, si è delineata un’ipotesi di soluzione a «doppio regime»: 1. mantenere, per un periodo da determinare, del regime attuale, con alcune limitazioni del mercato «one to one», come il divieto di acquisizione di aziende monoveicolari con mezzi ad alto impatto ambientale; 2. aprire il mercato a nuove imprese, composte da singoli o da associati, che abbiano la disponibilità, secondo le forme di legge, di veicoli dal peso complessivo da determinare.L’ipotesi su cui si lavora è quella di 80 tonnellate:in pratica, questo peso comprende mediamente un leggero, un medio e un pesante, consentendo una serie di composizioni «minime». Una volta raggiunto l’accordo, i suoi termini dovranno essere trasformati in un emendamento da presentare alle legge finanziaria o a uno dei decreti ad essa collegati,per garantirne l’approvazione entro il 31 dicembre 2007. ● Si stringono i tempi di approvazione da parte dell’Unione europea del regolamento per l’accesso alla professione di autotrasportatore di persone e di cose. La relatrice del provvedimento ha infatti di recente sollecitato i Paesi membri a comunicare al più presto le rispettive posizioni per rendere così più celeri le procedure di approvazione del Regolamento medesimo che potrebbe essere varato entro la fine dell’anno in corso. L’accelerazione delle procedure europee ha avuto l’effetto di congelare il dibattito in corso n Italia sulle modifiche da introdurre alle norme in vigore.Attualmente l’Unione consente l’accesso ai proprietari di veicoli al di sopra delle 3,5 tonnellate, ma lascia ai singoli Stati la possibilità di abbassare tale limite, che in Italia è stato portato a 1,5 tonnellate. Una volta varato il nuovo Regolamento da parte di Bruxelles, sarà possibile alla luce delle determinazioni comunitarie, riprendere il dibattito sulla sua applicazione in Italia. Il provvedimento verso il dibattito in aula al Senato Correttivi alla riforma Si cerca la sede deliberante Approvato in commissione Comunicazioni e Trasporti del Senato, alla vigilia dell’estate, il provvedimento che rinvia a fine 2008 i termini per l’introduzione di correttivi alla riforma dell’autotrasporto approvata due anni fa, è ora atteso dall’aula di palazzo Madama, per l’approvazione e il rinvio all’esame della Camera. La presidenza del Senato è stata sensibilizzata a mettere il disegno di legge all’ordine del giorno, anche in previsione dell’impegno che entrambi i rami del Parlamento dovranno affrontare fra qualche settimana per la discussione della legge Finanziaria del 2008. Proprio per evitare il consueto «ingorgo» che caratterizza la discussione parlamentare nell’ultima parte dell’anno, la commissione Trasporti della Camera potrebbe affrontare l’esame del provvedimento in sede deliberante, una procedura che porta al voto conclusivo in commissione, evitandogli l’ulteriore passaggio nell’aula di Montecitorio. AgC33 4 AUTOTRASPORTO Approvato dal governo il decreto legislativo Sulle procedure per il rilascio Orario di lavoro: ok al recepimento Carta di qualificazione Chiarimenti del ministero Lo schema recepisce l’«avviso comune» presentato dalle associazioni, rinviando alla contrattazione collettiva la determinazione dei tempi dei conducenti, nel rispetto della sicurezza e della tutela dei lavoratori. I l Consiglio dei ministri ha approvato, nella seduta del 21 settembre 2007 uno schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva dell’Unione europea 15/2002 sull’orario di lavoro «degli addetti ad operazioni mobili di autotrasporto di persone e merci». Il provvedimento - che è stato inviato al Parlamento per l’approvazione definitiva che si ritiene imminente - riprende le linee contenute nell’«avviso comune» proposto nel 2005 dalle associazioni di categoria che rende più elastiche le norme previste dall’Unione europea, rinviando alla contrattazione collettiva la possibilità di stabilire una diversa durata dell’orario di lavoro. La direttiva comunitaria La direttiva comunitaria prevede infatti un tetto massimo di 48 ore settimanali di lavoro che possono arrivare a 60, solo se su un periodo di quattro mesi la media delle ore di lavoro non supera il limite di 48 ore settimanali. Lo schema di decreto legislativo approvato il 21 settembre dal governo, invece, consente (art. 4, comma 2) attraverso i contratti collettivi una «diversa durata massima e media dell’orario di lavoro» a fronte di «ragioni tecniche nonché di esigenze connesse con l’organizzazione del lavoro che oggettivamente comportano un diverso regime dell’orario di lavoro e nel rispetto dei principi generali della protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori». Deroghe e rinvii La decisione del Consiglio dei ministri avvia a conclusione una vicenda che si trascina da cinque anni e che è costata all’Italia (insieme a Lussemburgo, Portogallo e Spagna ancora in ritardo nel recepimento della disposizione comunitaria) un ricorso per inadempienza a causa dei continui rinvii nell’adozione della direttiva comunitaria. L’ultima deroga concessa da Bruxelles era infatti scaduta il 12 novembre, mentre una ulteriore proroga, approvata dal Parlamento italiano, rinviava al 31 luglio 2007 i termini della delega per il ● recepimento. Una circolare emanata il 10 agosto scorso dal ministero dei Trasporti chiarisce alcuni punti relativi al rilascio della Carta di qualificazione del conducente. La circolare, nel chiarire che l’obbligo della Carta riguarda anche i conducenti dei veicoli di trasporto delle merci in contro proprio, precisa che sono soggetti allo stesso obbligo anche i conducenti di veicoli adibiti ad uso proprio assunti come autisti alle dipendenze di un’impresa di trasporto. Il ministero precisa altresì che la Carta può essere ottenuta esclusivamente da conducenti in possesso di patente di guida C o del CAP KD rilasciati entro il 4 aprile 2007. La richiesta della Carta, inoltre, può essere presentata presso qualunque ufficio della Motorizzazione civile dall’interessato o da un suo delegato, da un’autoscuola o da un’agenzia di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto. I conducenti che abbiano la residenza presso Paesi extracomunitari devono presentare una dichiarazione, da compilare secondo un apposito modulo, che attesti l’esistenza di un rapporto di lavoro con l’azienda alle dipendenze della quale svolgono la loro attività. IN BREVE Macedonia Vertice per i contingenti Si terrà il 2 ottobre, nella città di Ohrid, sul lago omonimo ai confini con l’Albania, la prima riunione tra Italia e Macedonia per la definizione dei contingenti per le autorizzazioni merci e passeggeri. La riunione fa seguito alla firma dell’accordo bilaterale tra i due Paesi. Autorizzazioni Le domande entro il 30 settembre Scadono il prossimo 1° settembre i termini per la presentazione delle domande di rinnovo e conversione in assegnazione fissa per il 2008 delle autorizzazioni per il trasporto nei Paesi extracomunitari. Le domande Cemt invece potranno essere presentate fino al 31 ottobre. AgC33 5 VALICHI La sperimentazione, scattata il 30 agosto, durerà un anno L’aumento deciso dal Comitato misto Divieto di sorpasso per i tir anche su un tratto della A5 Sempre più caro (+11%) attraversare la Svizzera La decisione adottata dopo una consultazione con le associazioni di categoria, era stata congelata in attesa dell’esito del tavolo di confronto con l’A22. A fine ottobre il nuovo incontro con l’Autobrennero. D opo l’Autostrada del Brennero, anche la A5 ha deciso l'introduzione del divieto di sorpasso per i tir su una tratta dell’autostrada. La misura, scattata il 30 agosto, dopo una consultazione con le associazioni di categoria, riguarda la tratta di circa 25 km tra Quincinetto e Aosta (per la precisione, tra i km 75,5-82,7 ed i km 100,3110,9), lungo la quale, in entrambi i sensi di marcia, è stato proibito, dalle 7 alle 20, il sorpasso ai veicoli con massa totale superiore alle 12 tonnellate. La misura ha carattere sperimentale per la durata di un anno, ma una prima verifica è già prevista dopo i primi quattro anni di vigenza del provvedimento. L’accordo di giugno La decisione era stata adottata già il 20 giugno scorso, con la firma di un protocollo d’intesa tra la società di gestione dell’autostrada e le associazioni di categoria. I suoi effetti erano, però, stati sospesi su richiesta delle associazioni stesse, a seguito del tavolo di confronto convocato dal sottosegretario ai Trasporti e presidente della Consulta per l’autotrasporto e la logistica,Andrea Annunziata per discutere l’analoga decisione adottata unilateralmente dalla società di gestione dell’Autobrennero, che proibiva il sorpasso dei mezzi pesanti lungo l’intera tratta da Modena al confine di Stato. L’accordo di giugno Dal momento che tale tavolo di confronto aveva deciso di rinviare ogni decisione ad ottobre, per verificare in concreto gli effetti del provvedimento e su richiesta della Regione autonoma della Valle d’Aosta che intendeva avviare anch’essa la sperimentazione, nel rispetto delle procedure previste dall’Accordo di programma, le associazioni di categoria hanno deciso di sciogliere la riserva autorizzando l’adozione della misura. Si attende, ora, per fine ottobre il nuovo incontro con la A A22 per esaminare sia i dati sull’incidentalità che quelli sulle velocità commerciali nel periodo della fase di sperimentazione che si ● concluderà il 20 del mese. Dal 1° gennaio 2008 aumenterà dell’11% la Tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (Ttpcp) dovute per l’attraversamento della Svizzera dai veicoli per il trasporto delle merci con peso totale superiore alle 3,5 tonnellate. La decisione è stata adottata dal Comitato misto istituito nell’ambito dell’accordo sui trasporti terrestri tra l’Unione europea e la Svizzera, che nell’istruire il provvedimento ha rilevato come tra il 2000 e il 2006 (la Ttpcp è stata istituita nel 2001) il numero dei transiti di veicoli commerciali sul territorio elvetico è diminuito del 16%, mentre il trasporto delle merci (combinato-non accompagnato) ha registrato un incremento del 66%. Il pedaggio è diviso in tre fasce: ● veicoli Euro 0, 1 e 2 368,40 franchi svizzeri (circa 223 euro) per 40t/300km (3,07 cts/tkm) ● veicoli Euro 3 (dal 1.1.2009) 319,20 franchi svizzeri per 40t/300km (2,66 cts/tkm). ● veicoli Euro 3 (per il solo 2008). 4 e 5 271,20 franchi svizzeri (circa 165 euro) per 40t/300km (2,26 cts/tkm). Introdotto il libretto di viaggio, ma per meno giorni Austria: restrizioni nel cabotaggio Nuove norme - più restrittive - per il cabotaggio in Austria. Alla vigilia dell’approvazione da parte dell’Unione europea del nuovo regolamento in materia, che unificherà le disposizioni in tutti i Paesi membri, Vienna ha introdotto, dal 18 luglio scorso, l’obbligo di un libretto di viaggio (Kontrollblatt) che ha validità di 60 giorni, durante i quali è possibile effettuare trasporti di cabotaggio per un massimo di 30 giorni. Il documento è rinnovabile, attraverso nuovi fogli di registrazione, a condizione di aver utilizzato tutti i 30 giorni disponibili. La normativa italiana, alla quale si ispira la proposta di Regolamento del Consiglio dei ministri, adottato dalla Commissione e in via di approvazione da parte del Parlamento, prevede invece un numero massimo di tre trasporti nell’arco di una settimana, consecutivi ad un trasporto internazionale di merce tra Paesi membri dell’Unione. AgC33 6 CONTROLLI I test su strada con i Centri mobili di revisione Estate 2007 ed Estate 2006 Già 12 mila verifiche Irregolarità costanti Ma il confronto mensile segnala un miglioramento I mesi estivi offrono valori poco indicativi alle statistiche per l’esiguo numero di dati raccolti, a seguito del rallentamento delle attività industriali, oltre che per la riduzione delle giornate consentite alla circolazione dei mezzi pesanti. L’aumento del numero dei Raddoppiati (oltre 2 mila) i controlli nei due mesi estivi. In lieve aumento i veicoli non in regola. Ma diminuiscono nettamente le irregolarità più gravi, grazie soprattutto ai vettori italiani e a quelli dell’Unione europea. S i confermano costanti, in linea con il 2006, i dati sulle irregolarità registrati dai Centri mobili di revisione, ma l’aumento del numero delle verifiche, più che raddoppiati nel periodo gennaio-agosto di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2006 (12.063 contro 5.541) dà maggior valore al quadro che scaturisce dall’analisi dei dati. I mesi estivi, con i loro 2.150 test (1.564 in luglio e 586 in agosto), peraltro, proprio per la riduzione delle attività, non potevano modificare più di tanto le quote di irregolarità, sia amministrative che tecniche. 1. Le irregolarità amministrative aumentano dello 0,5% rispetto al 2006. Stabile la quota italiana (+0,1%),l’incremento è da addebitare ai veicoli comunitari (+1,6%) ed extracomunitari (+1,0%). 2. L’aumento delle irregolarità tecniche di meno di un punto (+0,9%) delinea lo stesso quadro: in lieve calo i nazionali (-0,6%) aumentano comunitari (+3,1%) ed extracomunitari (+4,4%). 3. In netto miglioramento (-9,4%) le irregolarità gravi, grazie agli italiani (-10,0%) e ai comunitari (-8,9%), mentre gli extracomunitari peggiorano del 4,7%. ● IL CONFRONTO DI LUGLIO E AGOSTO Percentuali di veicoli con irregolarità tecniche Nazionali Comunitari Extracomunitari TOTALE 2007 2006 var. 48,2% 26,1% 28,6% 43,6% 53,8% 24,9% 30,8% 46,6% -5,6% 1,2% -2,2% -3,0% Cmr, tuttavia, ha consentito di raddoppiare da 1.100 a 2.150 - il numero di mezzi controllati nei due mesi di luglio e agosto 2007, rispetto allo stesso periodi del 2006, dando maggiore significato alle percentuali raccolte. Tali percentuali rivelano una tendenza generale alla riduzione delle irregolarità, con un leggero incremento solo tra i veicoli comunitari, anche se il quadro complessivo dell’anno conferma le quote del 2006. Anche la proporzione tra le nazionalità dei veicoli controllati è aderente al parco con il 79,0% di mezzi nazionali (il circolante è dell’82%), il 17,1% di veicoli comunitari e il 3,9% di veicoli extracomunitari. CONTROLLI SU VEICOLI COMMERCIALI (oltre 3,5 tonn.) - PERIODO GENNAIO-AGOSTO 2007 CONTROLLI AMMINISTRATIVI VEICOLI NAZIONALI CONTROLLI TECNICI IRREGOLARITÀ IRREGOLARI LIEVI GRAVI CONTROLLATI REGOLARI IRREGOLARI REGOLARI 9.682 8.970 712 4.894 4.788 2.488 92,6 7,4 50,5 49,5 25,7 23,8 52,0 48,0 267 % sul totale dei controlli % sul totale delle irregolarità tecniche COMUNITARI 1.862 % sul totale dei controlli 1.727 135 1.256 606 339 92,7 7,3 67,5 32,5 18,2 14,3 55,9 44,1 144 % sul totale delle irregolarità tecniche EXTRACOMUNITARI 519 % sul totale dei controlli 485 34 307 212 68 93,4 6,6 59,2 40,8 13,1 27,7 32,1 67,9 2.711 % sul totale delle irregolarità tecniche TOTALE % sul totale dei controlli % sul totale delle irregolarità tecniche 12.063 2.300 11.182 881 6.457 5.606 2.895 92,7 7,3 53,5 46,5 24,0 22,5 51,6 48,4 AgC33 7 QUI BRUXELLES.1 a cura di Piero Onofri Una risoluzione legislativa dell’assemblea di Strasburgo «Rapporto di iniziativa» del Parlamento Merci pericolose: proposta la modalità obbligata Chiesto uno studio sperimentale sui mega-tir Approvato in prima lettura, il documento che dovrà uniformare le quattro Direttive sul settore prevede anche l’utilizzazione di modi di trasporto obbligatori sia per i percorsi nazionali che per quelli internazionali. l Parlamento Europeo ha approvato, in prima lettura, una risoluzione legislativa sulla proposta di modifica delle normative esistenti sul trasporto di merci pericolose. La proposta scaturita dalla necessità di uniformare le quattro Direttive emanate sulle varie modalità di trasporto e di estenderne l’applicazione anche al trasporto su via navigabile e ha, come spesso capita in situazioni del genere,attratto l’attenzione dei parlamentari contrari al trasporto stradale. È stata inserita all’art. 1, punto 4, lettera b) una frase che assegna agli Stati membri la facoltà di fissare prescrizioni di sicurezza specifica: «L’utilizzazione di itinerari obbligatori e, se del caso, modi di trasporto obbligatori». Da rilevare che la seconda prescrizione sulla scelta della modalità manca nella versione italiana. I Distorsione della concorrenza Questa possibilità è valida sia per i percorsi nazionali che internazionali e,pur essendo molto più blanda di quanto previsto in prima battuta, pone seri problemi di concorrenza ed interpretazione. La discrezionalità di regolamentare il trasporto anche internazionale lasciata agli Stati membri, inoltre, è in contraddizione con le finali- LE CIFRE DEL TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE IN EUROPA 110 miliardi Volume totale in t/km del trasportato in Europa 8% Quota sul volume totale del trasportato merci 58% Il Parlamento Europeo ha approvato un «Rapporto di iniziativa» sulla Comunicazione della Commissione per la Logistica. Sono confermate la co-modalità, la necessità di semplificazione amministrativa, il sostegno ai trasporti intelligenti, un sistema ferroviario merci e corridoi appositi. Un accenno particolarmente interessante è quello relativo alla necessità di uno studio approfondito sulla adeguatezza delle norme su pesi e dimensioni alla luce dell’evoluzione della tecnologia. In particolare viene ammesso, solo nei trasporti nazionali e su determinate strade, quanto previsto dalla Direttiva 96 circa il «concetto modulare». Si tratta di veicoli combinati che possono raggiungere i 25 m. e le 60 t. Queste combinazioni sono regolarmente in circolazione in molti Paesi del Nord Europa e sono in avanzata fase di sperimentazione in Olanda (150 unità) ed in Germania. La Commissione non ritiene necessario il proprio intervento, tenuto conto che il concetto è già previsto dalla Direttiva, ma avanza perplessità sul peso di 60 t.Va rimarcato che si tratta di dare la possibilità di trasportare casse mobili di differenti dimensioni (mt 13,60 e 7,45 oppure 7,82). Non si tratta di combinazioni tali da poter trasportare rotoli di ferro o longherine che sono tipica merceologia della ferrovia. Si tratterebbe in altri termini di prevedere sperimentazioni, così come già avviene in Olanda e Germania. Quota del trasporto di merci pericolose su strada 25% Quota del trasporto di merci pericolose su ferro 17% Cronotachigrafi difettosi Chiesto un aggiornamento Quota del trasporto di merci pericolose su via navigabile tà stesse del provvedimento, nato per uniformare le legislazioni delle varie modalità di trasporto. L’obbligare le imprese ad utilizzare una modalità di trasporto piuttosto che un’altra, per di più, contravviene ad uno dei principi di libertà di iniziativa e di impresa che sono alla base dell’Unione. A ciò va aggiunto quanto già segnalato circa la possibile distorsione della concorrenza.A quest’ultimo riguardo se uno Stato dispone che i trasporti internazionali debbano essere effettuati via ferro ed un altro no, rimane ammissibile che i trasportatori del secondo possano trasportare su strada ciò che nel primo non è possibile? ● Il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione una situazione aggiornata sul cronotachigrafo digitale che sta presentando non pochi difetti. Si parla con insistenza di un apparecchio di nuova generazione che la Commissione non intende adottare se non dopo validazioni approfondite. La Svezia sta effettuando uno studio tecnico. Al momento, solo Grecia e, parzialmente, Romania e Bulgaria non si sono ancora adeguate al nuovo strumento AgC33 8 QUI BRUXELLES.2 a cura di Piero Onofri Consiglio di ministri. In preparazione uno studio Presentata la 2ª relazione annuale Solo la sicurezza nel carnet della presidenza portoghese Reti transeuropee Italia in ritardo Crescono le pressioni degli ambienti ferroviari contro il trasporto merci su strada. Ma le previsioni di crescita del traffico al 2020 non potranno essere assorbite dalla rotaia, per mancanza di infrastrutture. L a Presidenza portoghese non sembra assegnare alta priorità ai trasporti.L’unica attività nel settore è l’annuncio della presentazione di un rapporto sulla sicurezza delle infrastrutture stradali che,dopo la bocciatura in Commissione Trasporti al Parlamento Europeo, dovrà quanto meno essere rivista, sempre che il Parlamento non confermi la bocciatura sostenendo che questo è un argomento che rientra nel principio della sussidiarietà.. Posizioni estremistiche Più in generale,peraltro,si fa sempre più evidente la polemica innescata dalle associazioni delle ferrovie e dei gestori di infrastruttura ferroviaria contro il trasporto merci su strada.Anche in Commissione si parla sempre più spesso di posizioni corporative. Marcata è la richiesta di aumentare i costi dei trasporti stradali e di penalizzarli fino a posizioni estremistiche che sostengono la necessità di sottoporre a pedaggio tutte le infrastrutture stradali per finanziare le reti ferroviarie e di rendere obbligatorio l’utilizzo di modalità di trasporto diverse da quella stradale. Giova peraltro rilevare che sono confermati gli incrementi di traffico al 2020 che non potranno essere assorbiti dal ferro sia tenuto conto dei tempi per la realizzazione dei grandi assi nord/sud, sia per l’inefficienza delle ferrovie (non solo italiane).Basti evidenziare che Cemat ha migliorato i suoi risultati nel traffico internazionale,ma ha perso circa il 10% tra il 2000 ed il 2006 nel nazionale. Grossi operatori di logistica che si affidavano alla ferrovia,come Number One,inoltre,hanno ceduto il parco casse mobili e trasferito tutto su camion ricorrendo a soluzioni di smistamento del traffico tecnologicamente avanzate. ● I coordinatori delle reti transeuropee hanno presentato la seconda relazione annuale sullo stato d’avanzamento dei progetti, da cui emergono dati confortanti in generale. Per quanto riguarda il nostro Paese, invece, è stato preso atto del ritardo del Brennero la cui conclusione (concordata in luglio dai ministri delle Infrastrutture italiano e austriaco) è prevista al 2022 con notevoli costi aggiuntivi. Il totale, compresi gli oneri finanziari, oscilla attorno ai 9 miliardi di euro. Nervosismo si registra anche sulla Torino Lione (coordinatore è stato nominato l’olandese Laurens Jan Brinkhorst) il cui Osservatorio intergovernativo sembra non terminerà i suoi lavori prima dell'inizio del 2008, con ulteriori appesantimenti di ordine economico-finanziario (allo stato attuale solo la parte italiana del tunnel viene quotata 5,3 miliardi di euro) e dilatazione dei tempi almeno al 2028. Il rapporto sottolinea, al contrario, i notevoli i risultati conseguiti dalla Francia sia con l’Alta velocità (è aumentata l’efficienza della LondraParigi, sia con le autostrade ferroviarie inaugurate di recente, l’ultima quella verso il nord Europa. Tra le altre indicazioni del rapporto la previsione del raddoppio del trasportato sulla Rotterdam-Genova entro il 2020 e le difficoltà nella costruzione della grande arteria stradale di collegamento dei Paesi Baltici con la Polonia. Costi esterni Sono praticamente terminati gli studi sui costi esterni dell’autotrasporto pre- Conclusi gli studi In febbraio un convegno poi si deciderà se proporre un atto legislativo ordinati dalla Commissione e sono state elaborate le simulazioni economico/finanziarie di una metodologia messa a punto dal Centro Ricerche comune della stessa Commissione a Siviglia. Dalle prime indicazioni, tuttavia, non sembra che dalle conclusioni tratte dallo studio traspaiano grandi novità. Sembra anzi, salvo modifiche dovute a motivazioni politiche, che il bilancio costi/spese sia praticamente in pareggio. Sull’argomento, comunque, si terrà un apposito convegno previsto per il prossimo febbraio. La definizione della complessa materia è, infatti, di natura squisitamente politica ed entro giugno del prossimo anno verranno presentati, in alternativa, una situazione degli studi, una comunicazione specifica sulla metodologia oppure un atto legislativo. AgC33 9 QUI BRUXELLES.3 a cura di Piero Onofri Votata all’unanimità un’analisi del fenomeno Parlamento europeo Il Parlamento europeo: troppi furti ai camion Approvato il terzo pacchetto ferroviario Il danno annuale ammonta a 8 miliardi; il 60% dei furti avvengono nelle aree di sosta. Pronto un progetto pilota della Commissione per incoraggiare gli investimenti nel settore. L a Commissione trasporti del Parlamento europeo ha approvato all’unanimità una valutazione sul fenomeno dei furti dei veicoli trasporto merci. Il danno annuale assomma ad oltre 8 miliardi euro ed il 60% dei furti avviene durante le soste. Questi i risultati di una ricerca effettuata da un istituto olandese. Ecco perché si insiste sulla costruzione di aree di sosta che garantiscano la sicurezza delle merci trasportate e il riposo dei conducenti. Il progetto della Commissione La Commissione europea ha peraltro avviato, nel giugno scorso, un progetto pilota per lo sviluppo della sicurezza delle aree di sosta per i veicoli commerciali sulla rete transeuropea dei trasporti. Il progetto prevede la costruzione di cinque aree pilota in Francia, Germania, Belgio e Regno Unito, che dovranno servire da modello ed incoraggiare gli investimenti sulla costruzione di aree simili. L’apertura della prima area, nei pressi di Valenciennes, all’uscita 20 dell’autostrada A2 che collega Bruxelles a Parigi, è prevista per il gennaio del 2008. Le cinque aree pilota Oltre alla realizzazione dell’area di Valenciennes, il progetto (che coinvolge i gestori delle autostrade e della aree di sosta, le associazioni degli operatori di logistica e degli autotrasportatori, le compagnie di assicurazione e la polizia) prevede investimenti per migliorare la sicurezza di quelle già esistenti a Woernitz e Uhrsleben (Germania), a Ashford (Regno Unito) e a Liegi (Belgio), oltre a raccogliere dati sulla situazione delle aree di sosta lungo le reti transeuropee. La seconda fase del progetto Il progetto è programmato per una durata di due anni e prevede un investimenti di 10,9 milioni di euro, metà dei quali stanziati dalla Commissione. Una seconda fase del progetto individuerà una cinquantina di aree di sosta lungo la rete stradale transeuropea sulle quale effettuare interventi di miglioramento ai fini della sicurezza e del riposo dei conducenti. ● L’ assemblea plenaria del Parlamento europeo, riunita a Strasburgo dal 24 al 27 settembre scorsi, ha approvato il terzo pacchetto ferroviario sul trasporto passeggeri che prevede alcune importanti novità nel traffico internazionale. Nelle tratte interne gli Stati membri avranno la possibilità di chiedere deroghe per cinque anni rinnovabili per altri cinque. Oltre alla liberalizzazione dei trasporti internazionali e alla conseguente possibilità del cabotaggio (a partire dal 2010), una notazione significativa è quella relativa alle penali per i ritardi che varieranno dal 25 al 50% del costo del biglietto a seconda dell’entità del ritardo. Il cliente avrà la possibilità di ottenere il rimborso pecuniario oltre, in caso di ritardo superiore ai 60 minuti, pasti e pernottamento gratuiti. La misura potrebbe avere, in prospettiva, significative ripercussioni anche sul trasporto ferroviario delle merci. Il pacchetto che ha iniziato il suo iter nel 2004, entrerà in vigore in ottobre 2009. IN BREVE Cabotaggio marittimo Pubblicate le linee guida La Commissione europea ha pubblicato le linee guida sul cabotaggio marittimo. Il documento si concentra in particolare sulla possibilità di accordi di cooperazione nel comparto. Cabotaggio marittimo Pubblicate le linee guida Il Parlamento europeo ha organizzato per il 9 ottobre una audizione pubblica provocata dall'on Gabriele Albertini relatore di un progetto di iniziativa su «Trasporti ed Ambiente». Parteciperà una Società di ricerca italiana. Combinato Prorogati i finanziamenti in Austria La Commissione europea ha autorizzato la proroga dei finanziamenti a tasso agevolato erogati dal Fondo statale ERP a favore di chi investe in trasporto combinato strada-ferrovia.