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Edizione elettronica: Antonio Ferrante
Titolo : Carmelo Bene
Realizzazione Ebook:
Carmelo Bene, nome completo Carmelo Pompilio Realino Antonio
Bene, è stato un attore, regista, drammaturgo, filosofo, scrittore e
poeta italiano nato a Campi Salentina, 1º settembre 1937 e morto a
Roma, 16 marzo 2002). I genitori Umberto Bene e Amelia Secolo
gestivano una fabbrica di tabacco.
Timido, taciturno e introverso, fin da piccolo, riceve una forte
influenza cattolica dalla madre, vocazione che abbandona da adulto.
Frequenta le scuole medie e il liceo classico presso l'Istituto
Calasanzio dei Padri Scolopi di Campi Salentina, ma conclude gli
studi classici nel Collegio Argento dei Padri Gesuiti di Lecce.
Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza di Roma senza frequentarla.
Contemporaneamente inizia a frequentare l'Accademia Sharoff, ma è
costretto a partire per la visita di leva, dove però riesce a evitare di svolgere servizio
militare fingendosi omosessuale, in quanto era contrario ad utilizzare 18 mesi delle sue
numerose vite, svolgendo mansioni ritenute inutili.
Successivamente, frequenta per un solo anno, nel 1957, l'Accademia Nazionale d'Arte
Drammatica «Silvio D'Amico», entrando in conflittualità con gli insegnanti per divergenti
punti di vista. Lo stesso Bene afferma: “il metodo per risvegliare i sentimenti era
l'accademia Sharoff, quello per addormentarli la Silvio D'Amico”, aggiungendo poi “Per
fortuna, dopo un anno passai a non frequentare la Silvio D'Amico”. A Roma conduce una
vita frivola, mantenuto dai genitori in parte, per riuscire a vivere lavora d’astuzia. Spesso
arrestato trascorse trecentoventicinque notti nei vari commissariati di zona.
Nel 1959 debutta in teatro con Caligola di Albert Camus, per la regia di Alberto Ruggiero.
Fa rientro a Campi Salentina, per sposare Giuliana Rossi, attrice fiorentina, di qualche
anno più grande, contro il volere della sua stessa famiglia, tanto che suo padre cerca,
riuscendoci, di farlo internare al manicomio. Sposa comunque la donna a Firenze il 23
aprile del 1960, e da questa unione nasce un figlio, Alessandro che morirà giovanissimo di
tumore. Proprio a firenze avviene l'incontro letterario fondamentale della sua vita, legge
l'Ulisse di James Joyce, che lo affascina talmente da sconvolgerne il modo di pensare,
sottraendogli gli ultimi residui di esistenzialismo.
Nel 1960, dopo aver lasciato Firenze e vissuto un periodo di “pura erranza”, a Genova
conosce Aldo Braibanti e Sylvano Bussotti, con il quale cura le musiche dello SpettacoloCarmelo Bene
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concerto Majakovskij che si tiene a Bologna. Diventato regista di se stesso, nel ’61 dirige
la seconda serie di repliche del Caligola.
Negli anni successivi, realizza il primo Amleto «tutto shakespeariano, non ancora
pervertito in Laforgue», e Pinocchi.
Costituisce il “Teatro Laboratorio”, con Manlio Nevastri (in arte Nistri), Luigi Mezzanotte e
Alfiero Vincenti, tra il 1961 e il 1963, chiuso a causa del fattaccio del «piscio» sulla platea
e sull'ambasciatore argentino attribuito a Carmelo Bene. Qui si allestiscono spettacoli di
cabaret, Addio porco, che serviva a racimolare denaro e attirare gente ricca alla ricerca di
forti emozioni. Con Cristo ’63, scatena scandalo fino ad avere problemi con la polizia,
spettacolo poi censurato. Questi sono anni in cui Bene non ottiene successo se non dallo
scandalo, definito come un irresponsabile, cinico e sprezzante verso il prossimo, ma
affascinante e interessante.
Nel 1963, si imbatte in un’edizione laforguiana, e da questa poi concepirà i suoi Amleti.
Porta in scena, il 12 ottobre del 1966, al Teatro delle Muse Il Rosa e il Nero, rivisitazione
di The Monk di Matthew Gregory Lewis. Nello stesso anno stringe amicizia con la
compagnia degli attori del Living Theatre, durante un’esibizione de l’Edoardo II tratto da
Marlowe. Lavora all’Ubu roi da Alfred Jarry e alla Salomè da Oscar Wilde portata in scena
al Teatro delle Muse davanti un pubblico di detrattori e sotenitori tra cui ennio Flaiano,
Alberto Arbasino, John Francis Lane, Alberto Moravia.
Con l’esibizione de La storia di Sawney Bean, comincia il lungo sodalizio artistico con
l’attrice Lydya Mancinelli. In questi anni chiude definitivamente il Teatro Laboratorio, e
trascorrono sei mesi con l’allestimento del Teatro Carmelo Bene al Divino Amore nel ’67.
Scrive tra il 1965 e il 1966 i romanzi Nostra Signora dei Turchi e Credito italiano.
Nel 1967 Pier Paolo Pasolini lo invita a partecipare al suo film Edipo re. Riceve nello
stesso anno, da Nelo Risi, la proposta di interpretare Pinocchio al fianco di Brigitte Bardot,
fatina, e Totò, Geppetto,.Progetto che però non andò a buon fine a causa della morte di
Totò.
Da qui inizia la sua esperienza da regista cinematografica, che lo portò a vincere il Leone
d’Argento al Festival di Venezia con Nostra Signora di Turchi. Recita in Umano non
umano di Mario Schifano. Seguono Capricci del 1969, Don Giovanni del 1970, Salomè del
1972 e Un Amleto di meno che mette fine a questa apparizione cinematografica.
Conosce Salvador Dalì ed Emilio Villa che contribuiscono a segnare la sua esperienza
artistica. Sfumano progetti televisivi commissionati dalla RAI, Don Chisciotte, e un film
fatto insieme con Eduardo, La serata a Colono. Partecipa come attore ai film Necropolis di
Franco Brocani e Storie dell’anno mille di Franco Indovina.
Tornato a teatro con lo spettacolo Nostra Signora dei Turchi,
trionfa con le sole venticinque romane, con spettatori del
calibro di Vittorio Gassman, Mariangela Melato, Alberto
Arbasino, Ennio Faliano, Alberto Moravia,
Renzo Arbore, Gianni Morandi, Giuseppe Patroni Griffi, Elsa
de’ Giorgi, Gigi Proietti, Franco Franchi, Enzo Siciliano e altri.
Negli anni ’70, Bene inizia ad interessarsi alla storia di
Lorenzina de’ Medici, dettoLorenzacccio.
Carmelo Bene in una foto di scena di
Negli anni ’70 partecipa come attore a Claro di Glauber Nostra Signora dei Turchi
Rocha, a Faust-Marlowe-Burlesque e Romeo e Giulietta da W. Shakespeare. Nel 1977
viene messo in onda il Riccardo III televisivo, mentre il suo S.A.D.E, al Teatro Manzoni,
viene sospeso per oscenità. Ottiene però un discreto successo in Francia, a Parigi “OpèraComique, Festival d’Automne”, con i suoi spettacoli teatrali, dove conosce Jean-Paul
Manganaro e altri intellettuali francesi.
Alla fine degli anni ’70, ha inizio il suo periodo “concertistico” e della macchina attoriale, si
esibisce alla Scala di Milano con Manfred, concerto accompagnato dalle musiche di
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Robert Shumann. Realizza a Torino con Cosimo Cinieri un Otello televisivo, ma il restauro
e il montaggio venen realizzato nel 2001. Al Teatro Morlacchi di Perugia, nel 1980 porta la
V edizione dello Spettacolo-concerto Majakovskij. L’anno successivo porta la lettura della
Divina Commedia dalla Torre degli Asinelli di Bologna, durante il primo anniversario della
strage della stazione. E’ del 1982 Sono apparso alla Madonna. Gli anni dopo, nonostante i
molti problemi fisici, continua ad esibirsi in teatro con la rappresentazione del Macbeth al
Teatro Lirico di Milano, l’Egmont in Piazza Campidoglio a Roma, l’Adelchi al Teatro Lirico
di Milano, la seconda edizione di Otello nel 1985 al Teatro Verdi di Pisa; Lorenzaccio nel
1986 al Ridotto del Teatro Comunale di Firenze. Ottiene clamorosamente la nomina di
Direttore Artistico della Sezione teatro della Biennale di venezia, nomina che porta il Bene
a subire tante polemiche seguite da querele, ricorsi, per una faccenda di competenze
responsabilità, e di appropriazione indebita di opere d’arte.
Gli acciacchi e i diversi interventi chirurgici, continuano le sue apparizioni televisive a
Mixer Culture e al Maurizio Costanzo show, oltre alle partecipazioni teatrali in Cena delle
Beffe e Pentesilea. Negli anni ’90 per insistenza di Valerj Shadrin si reca a Mosca,
ottenendo anche qui un buon successo, suscitando clamori e ostilità nell’ambito dell’E.T.I..
Continuano le ostilità e i problemi legali, soprattutto dopo aver pubblcato e reiterato delle
inserzioni pubblicitarie o propagandistiche sul Messaggero e la Repubblica, investendo
200 milioni di lire, mezzi cn i quali attaccava il Ministero dello spettacolo e il Teatro Stabile.
dell'impossibile” dalla Fondazione Schlesinger”, istituita da Eugenio Montale, con la Nel
2000 con la pubblicazione del poema 'l mal de' fiori viene acclamato “poeta presidenza
onoraria di Rita Levi Montalcini.
Il 16 marzo del 2002 Carmelo Bene muore a Roma, il suo corpo fu cremato e il suo
funerale non fu reso pubblico, la sua lapide riporta solo il suo nome e cognome e le date di
nascita e di morte.
Dopo la morte, non cessa di alimentare polemiche e contrasti, e proprio durante la veglia
funebre ci fu un alterco verbale tra Luisa Viglietti (compagna di Bene negli ultimi suoi nove
anni) e la Baracchi, la quale si era presentata con la figlia Salomè insieme al suo legale.
Successivamente durante la tumulazione ufficiale delle ceneri nel cimitero di Otranto sono
seguite una serie di contrasti sulla loro collocazione tre la moglie Raffaella Beracchi e la
sorella Maria Luisa insieme a Luisa Viglietti.
Dopo la sua morte, la fondazione L’Immemoriale di Carmelo bene, stagnano le sue attività
prefissate, per le battaglie legali non ancora concluse fra le parti in causa Raffaella
Baracchi, Luisa Viglietti e Maria Luisa Bene
Il 13 gennaio 2009 Maria Luisa Bene, sorella di Carmelo, annuncia ai media di non
credere alla morte per cause naturali del fratello. "Io, Maria Luisa Bene - dice la donna avendo piena consapevolezza delle mie condizioni di salute, rendo noto di non intendere
lasciare questa terra senza che il mondo sappia che mio fratello, Carmelo Bene, nominato
'chevalier des lettres et des arts' dal governo Mitterrand, è morto per mano altrui". Per un
motivo o per l'altro, non ultima l'evidenza della malattia, l'ipotesi dell'omicidio è stata
accolta dal generale scetticismo di collaboratori e persone vicine all'attore.
Bene, oggetto di clamorose polemiche, è considerato da alcuni un presuntuoso
massacratore di testi, un ingannatore, per altri uno dei più granddi attori del Novecento.
Tra gli illustri esponenti che gli rendono omaggio troviamo Montale, Pasolini, Moravia
Flaiano.
Nella sua carriera collabora con Pierre Klossowski e Gilles Deleuze. La sua idea di teatro
va contro la visione classica, il naturalismo e la drammaturgia borghese, innalzando,
invece, l’attore da mera maestranza ad artista-personificazione assoluta del complesso
teatrale, in quanto il testo deve essere ricreato e non interpretato dall’attore.
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Fare “teatro del già detto” sarebbe un ripetere a memoria le parole di altri senza creatività,
quello che Artaud definiva un “teatro di invertiti, droghieri, imbecilli, finocchi: in una parola
di Occidentali”. È l'attore, con la scrittura di scena, a fare teatro hic et nunc. L’attore è
l’Artefice, il testo viene martoriato, distrugge l’Io sulla scena, l’immedesimazione a favore
di un teatro del soggetto-attore. Definito, Attore Artifex, attore artefice di tutto, lui stesso si
definiva una “macchina attoriale”: autore, scenografo, attore, regista e costumista.
La Fondazione Immemoriale di Carmelo Bene si preoccupa della "conservazione,
divulgazione e promozione nazionale ed estera dell'opera totale di Carmelo Bene,
concertistica, cinematografica, televisiva, teatrale, letteraria, poetica, teorica,
..."
Carmelo Bene si dichiarava “allievo di se stesso”, e come scrive Piergirgio Giacchè “Bene
chi conosce e il suo teatro, sa che la sua singolarità è assoluta”. Tra le poche influenze
troviamo: Dante Alighieri, Giacomo Leopardi, De Sade, Dino Campana, Tommaso
Landolfi, Antonio Pizzuto, Elsa Morante, Emilio Villa, Gian Ruggero Manzoni, Oscar Wilde,
James Joyce, Thomas Eliot, Franz Kafka, Vladimir Majakovskij, Charles Baudelaire,
William Shakespeare, Christopher Marlowe, John Donne, Jules Laforgue, Edgar Allan
Poe, San Juan de la Cruz, Pier Paolo Pasolini, Buster Keaton, Totò, Jean Genet, João
César Monteiro, Ettore Petrolini, Peppino De Filippo, Eduardo De Filippo, Antonin Artaud,
Living Theatre, Bertolt Brecht (con qualche riserva), Samuel Beckett, Friedrich Nietzsche,
Emil Cioran, Jacques Lacan, Michel Foucault, Gilles Deleuze, Sigmund Freud, Thomas
Hobbes, Ferdinand de Saussure, Pierre Klossowski, Leopold von Sacher-Masoch,
Salvador Dalí, Francis Bacon, Giorgio De Chirico, Giuseppe Verdi, Gioachino Rossini,
Maria Callas, e tant'altri. Inoltre, sebbene fuori dal campo dell’arte e della filosofia, hanno
contribuito alla sua formazione la famiglia, l’ambiente nativo, le influenze sospese tra una
probabile storia e l'immaginario come San Giuseppe da Copertino, Lorenzaccio, la nonstoria dei Santi, e per ultimo, anche le settimane trascorse in manicomio dove incominciò
a rendersi conto del “linguaggio istituzionale normale” e quello "'scombinato o impeccabile”
dei pazzi, delle vere “macchine demolitrici”.
Afferma: “In questo Grande Teatro agisce, o meglio, viene agito il non-attore o la
macchina attoriale (conseguenza del grande attore), non vi è rappresentazione e
rappresentanza, divisione dei ruoli, messaggio più o meno sociale, psicodrammaticità. In
questa utopia o “non-luogo”, viene a imporsi l'osceno (fuori scena e fuori di sé) e
l'assenza, il porno (l'aldilà del desiderio)”. Questo consente a Bene di essere annoverato
fra gli “attori” di genio e non di talento.
La macchina attoriale è la conseguenza del grande attore che si è svestito delle umane
capacità espressive corporee, per indossare una veste amplificata sia sonora che visiva,
comunque sempre vincolata e soggiacente alla phoné. L’amplificazione è un’estensione
organica ulteriore dove la voce non è più caratterizzata dalla sua fisicità, ma dal
meccanisco sonoro. Così come non si possiede un corpo ma si è il corpo, allo stesso
modo si è o si diventa amplificazione, equalizzazione, ecc.
Inoltre afferma che l’importanza del testo nella scrittura di scensa è del tutto uguale a
qualsiasi altro oggetto che si trova sulla scena, più o meno significativo.
Nonostante sia incomprensibile, il suo teatro abbia avuto un successo di vasta portata
popolare. Infatti come sostiene lo stesso Bene, il Grande Teatro, come per la musica, è
comprensibile a tutti , anche a persone che parlano lingue diverse, in quanto la babele
linguistica viene risolta con la phoné, ossia il rumore, che comprende anche la musica e il
dire.
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Sostiene che "...osceno vuol dire appunto, fuori dalla scena, cioè visibilmente invisibile di
sé".. mentre definisce il porno come l'eccesso del desiderio, e più precisamente
l'annullamento del soggetto nell'oggetto, nell'Eros c'è desiderio, e la conseguente ricerca
febbrile del suo sempre frustrato e reiterato appagamento.
Non c'è un margine che possa arginare il comico dal tragico o viceversa: si è in balia della
trasgressione. Perciò, nel teatro di Carmelo Bene, il soggetto soltanto può essere
assoggettato a questa variabilità, perturbabilità fondante e non l'Io che è rappresentativo,
svolgendo un ruolo istituzionale e di controllo, anche quando sembra voglia trasgredire.
Carmelo Bene descrive il comico, o meglio, il così da lui definito ipercomico, come "quanto
di più asociale e libertino si possa concepire, se mai fosse concepibile", infatti definisce gli
attori come Benigni, Dario Fo, Charlie Chaplin, lo stesso Totò e persino il tanto da lui
apprezzato Peppino De Filippo, ben lontani dalla gelida lama e dal freddo cadaverico del
comico, definendoli dei buffi, macchiette.
In età elisabettiana i ruoli femminili venivano recitati da maschi, e Carmelo Bene depreca
l'abbandono di questa consuetudine, a favore dell'avvento, fatale, della donna sulla scena;
e qui ora uomini e donne sono relegati ai loro ruoli specifici, smarrendo entrambi il
femminile. Non si è più nel porno; resta il rapporto duale maschio-femmina, la
caratterizzazione del loro genere e sessualità. Non c'è più il gioco, la trasgressione. E così
si fa sul serio o si scherza, ma non si gioca più (in inglese recitare si dice to play e in
francese jouer). Carmelo Bene inoltre considera la donna poco o nulla femminile, e si vede
così costretto ad accollarsi il femminile che alla donna manca. Spesso Carmelo Bene è
stato accusato dalle femministe di maltrattare le donne a teatro, alle quali ribatte fornendo
l'esempio dell'Otello che è il suo più grande omaggio fatto alla donna, in quanto assente.
Il degenere (“destabilizzazione di ogni genere”) nel teatro beniano è tutto ciò che
contraddice e non rispetta i luoghi comuni del teatro convenzionale, e in questo caso le
acquisizioni accademiche essenziali del bagaglio di formazione attoriale, possono servire,
se minate e disattese, alla macchina attoriale, per crearsi handicap irrinunciabili.
Gilles Deleuze definisce Carmelo Bene come colui che ha vinto la sfida del modale, e
quindi il suo teatro viene di conseguenza ad essere considerato, e ormai accettato dagli
studiosi più seri e preparati, non un modo di fare teatro, ma un superamento dei modi. I
suoi presupposti si possono rintracciare nel suo decennale lavoro ossessivo maniacale di
attivo destrutturatore dei linguaggio teatrale, cinematografico, prosodico, ecc. È lo stesso
Bene a fornire questo bilancio:
squartamento del linguaggio e del senso nella discrittura scenica…
disarticolazione del discorso succubo del significante
togliere di scena (contro la confezione cultuale della “messa in…”)
demolizione della finzione scenica…
sartoria e scenotecnica-linguaggio
rinnovamento radicale del poema sinfonico (s)drammatizzato
la lettura attoriale come non ricordo del morto orale pre-scritto.
superamento d'Artaud e della “lingua degli angeli” mistico-espressionista (Blumner)
la sospensione del tragico
il cinema come immagine acustica…
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neotecnica televisiva, discografica e radiofonia/ determinante premessa
strumentazione
fonica amplificata
campionatura dei suoni e ri-conversione della voce
l'amplificazione a teatro (finalmente)
la macchina attoriale (tritalinguaggiorappresentazione-soggetto-oggetto-Storia)
alla
Il depensamento è l’opposto del pensare, riconosciuto come forma di meditazione o come
lavoro interno, che conduce ad una non scelta tra gli infiniti doppi. Fa parte della tipica
insolenza del sud, della classe per cos dire ignorante¸così come non si è nati per propria
volontà, similmente si è succubi del linguaggio che dispone di noi, e di cui non ne
disponiamo attivamente; infatti Carmelo Bene dice, facendo proprio quanto già ribadito da
Lacan:“quando crediamo di essere noi a dire, siamo detti”.
Nelle sue parti dialogate avviene la perdita del senso del dialogo o del discorso, il senso
della direzione. C'è in più questa perdita del senso di identità, senso di causa ed effetto, di
agente e agito, fino a sfociare alla perdita dell'identità del ruolo. Ne è esempio una scena
del Macbeth, lancia un urlo e poi dice quasi rassicurato: “No, chi di voi ha fatto questo?..
Posso dire sono stato io?...”,
Assenza, irrappresentabile, incomunicabilità, caratterizzano il teatro e la filosofia di
Carmelo Bene, ripropone così i tre assiomi di Gorgia
Bene avverte nella coscienza dell'essere e dell'esserci una forma di strabismo che ci
identifica in ciò che in effetti non siamo e non possiamo mai essere. Essere cosa? Se tutto
è in divenire? Carmelo Bene ripropone i tre assiomi di Gorgia:
Nulla esiste
E ammesso che qualcosa esista, non potremo mai conoscerlo
E pur ammettendo che fossimo in grado di conoscerlo, non avremmo alcuna possibilità di
poterlo comunicare.
La “coscienza” [non la coscienza in sé o il noumeno kantiano], o “conoscenza”, è ciò che
si è sedimentato culturalmente e socialmente, che Bene aggredisce senza ripensamenti,
specialmente se la “coscienza"' stessa diventa o si identifica nel civile.
Afferma, inoltre, che l’immagine è volgare, uesta destrutturazione, più che distruzione,
dell'immagine gli serve per portare l'ascolto su un diverso piano, talché anche l'immagine
diventi funzionale e, comunque, sempre subordinata alla phoné, accentuandone o
caratterizzandone l'espressione, valorizzandola allo stesso modo della gestualità di un
direttore d’orchestra.
Per quanto riguarda la parentesi cinematografica, dal ’67 al ’72, il suo primo
cortometraggio è Hermitage, seguono poi Capricci (1969), rielaborazione personale
dell'Arden of Feversham di anonimo elisabettiano, Don Giovanni (1971), Salomè (1972) e
Un Amleto di meno (1973) con il quale termina l'interesse di Bene per il cinema. Tutte le
produzioni della B.B.B. sono realizzate a bassissimo costo. Questo quinquennio, gli è
servito per demolire il cinema. Apprezza João César Monteiro, oltre a Buster Keaton e
pochi altri, coloro cioè che hanno superato il cinema stesso.
Fin dall’inizio Carmelo Bene, fu stroncato o ignorato dalla critica e dai mass-media italiani,
e quando il giornalista John Francis Lane scrisse una recensione elogiativa sul Times, del
suo debutto a Roma con Caligola, provocò reazioni negative e concitate tra i critici italiani.
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Con la Salomè, del '64, aveva un cast di attori formato prevalentemente da carcerati o exgaleotti, soprannominata compagnia di Regina Coeli, una recensione di quest'opera fatta
sulle pagine del "Borghese", si legge: C'è una frattura, almeno nella prima parte della
carriera, tra fautori e detrattori. Lydia Mancinelli ricorda: "La lotta di Carmelo Bene è stata
una lotta contro i critici".
Tra gli studiosi e i fautori in Italia dell'opera di Carmelo Bene spiccano Maurizio Grande,
Piergiorgio Giacchè e Goffredo Fofi. Difensori, agli inizi della sua carriera, sono stati Ennio
Flaiano e Alberto Arbasino, altri interessati sono figure fondamentali: Ennio Flaiano e
Alberto Arbasino. Se ne sono interessati, tra gli altri, Giuseppe Bartolucci, Oreste Del
Buono, Franco Quadri, Umberto Artioli, Edoardo Fadini, Enrico Ghezzi, Giancarlo Dotto e
Ugo Volli; fra gli intellettuali stranieri Gilles Deleuze, Jean-Paul Manganaro, André Scala,
Camille Dumoulié e Pierre Klossowski.
Teatrografia
Dove non altrimenti specificato, autore, regista e interprete è Carmelo Bene
1959, Caligola
1960, Spettacolo-concerto Majakovskij
1961
_ Caligola,
_ Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
_Tre atti unici
_Gregorio: cabaret dell'Ottocento
_Pinocchio
_AmletoTeatro Laboratorio
1962
_ Spettacolo-concerto Majakovskij (II edizione)
_ Spettacolo-concerto Majakovskij (III edizione)
1963
_ Addio porco (II edizione di Gregorio: Cabaret dell'Ottocento)
_ Cristo '63.
_ Edoardo II
_ I polacchi (Ubu Roi)
1964
_ Salomè
_ La storia di Sawney Bean
_ Manon
1966
_ Faust o Margherita
_ Pinocchio
_ Il Rosa e il Nero
_ Nostra Signora dei Turchi (I edizione)
1967
_ Salomè (II edizione)
_ Amleto o le conseguenze della pietà filiale
_ Salvatore Giuliano, vita di una rosa rossa
1968
_ Arden of Feversham
7
_ Spettacolo-concerto Majakovskij (IV edizione)
_ Don Chisciotte
1973, Nostra Signora dei Turchi (II edizione)
1974
_ La cena delle beffe,
_ Amleto, da William Shakespeare e Jules Laforgue (III edizione)
_ S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della Gendarmeria
salentina
1976
_ Faust-Marlowe-Burlesque
_ Romeo e Giulietta
1977
_ S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della Gendarmeria
salentina (II edizione)
_ Riccardo III, da Shakespeare
1979
_ Otello, o la deficienza della donna
_ Manfred
1980
_ Spettacolo-concerto Majakovskij (V edizione)
_ Hyperion
1981
_ Lectura Dantis per voce solista
_ Lectura Dantis e Eduardo recita Eduardo
_ Pinocchio, storia di un burattino
_ 1982, Canti Orfici, poesia e musica per Dino Campana
_ Macbeth
_ Egmont
_ ... Mi presero gli occhi...
1984, L'Adelchi
1985, Otello (II edizione)
1986, Lorenzaccio
1987
_ Canti
_ Hommelette for Hamlet
1989
_ La cena delle beffe
_ Pentesilea la macchina attoriale – Attorialità della macchina
1990, Pentesilea la macchina attoriale – Attorialità della macchina
1994
_ Hamlet suite
_ Canti Orfici, poesia della voce e voce della poesia
1996, Macbeth - horror suite (II edizione).
1997
_ Adelchi
_ Voce dei Canti
1998, Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza
1999, Gabriele D'Annunzio – concerto d'autore
2000In-vulnerabilità d'Achille, impossibile suite tra Ilio e Sciro
2001, Lectura Dantis
8
Scritti
Libri di Carmelo Bene
Pinocchio Manon e proposte per il teatro, Milano, Lerici, 1964.
Nostra Signora dei Turchi, Milano, Sugar, 1966
Credito Italiano V.E.R.D.I., Milano, Sugar, 1967.
L'orecchio mancante, Milano, Feltrinelli, 1970.
A boccaperta, Torino, Einaudi, 1976.
Il rosa e il nero, Torino, 1977.
Dramaturgie Garnier, Sarcelles, 1977.
Sovrapposizioni Feltrinelli, Milano 1978 (ristampa ampliata: Quodlibet, Macerata, 2002).
Pinocchio, Giusti, Firenze, 1978.
Manfred, Giusti, Firenze 1980.
Pinocchio La casa Usher, Firenze,1981.
Otello, o la deficienza della donna Feltrinelli, Milano, 1981.
La voce di Narciso Il Saggiatore, Milano 1982.
Sono apparso alla Madonna. Vie d'(h)eros(es), Longanesi, Milano 1983.
L'Adelchi o della volgarità del politico Longanesi, Milano, 1984.
Lorenzaccio Nostra Signora Editrice, Roma 1986.
La ricerca teatrale nella rappresentazione di Stato (o dello spettacolo fantasma prima e
dopo C.B Marsilio, Venezia 1990.
Il teatro senza spettacolo (Marsilio, Venezia 1990.
A boccaperta (Ristampa del solo testo A boccaperta), Linea d'ombra, Milano 1993.
Vulnerabile invulnerabilità e necrofilia in Achille. Poesia orale su scritto incidentato.
Versioni da Stazio Omero Kleist, Nostra Signora Editrice, Roma, 1993.
Lorenzaccio e Il teatro di Bene e la pittura di Bacon Milano - Roma, Linea d'ombra –
Nostra signora, 1993
Opere,con l'Autografia d'un ritratto, Bompiani, Milano 1995.
Nulla patria in profeta, in AA. VV., L'immemoriale 1995.
Discorso su due piedi (il calcio) Bompiani, Milano 1998.
Vita di Carmelo Bene Bompiani, Milano 1998.
'l mal de' fiori poema, Bompiani, Milano 2000.
Sovrapposizioni (Ristampa con aggiunta di materiale fotografico inedito), Quodlibet,
Macerata 2002.
Un dio assente Edizioni Medusa, Milano, 2006.
Articoli e interventi di Carmelo Bene su riviste, giornali e altro
Con Pinocchio sullo schermo (e fuori), Milano, 1966
Arden of Feversham; Milano, 1967.
A proposito di Kenneth Tynan, Teatro, Milano, 1968.
Comunicativa e corruzione, Milano, 1969.
Salomè Roma, 1972.
S.A.D.E. Lausanne, 1977.
Fragments pour un auto-portrait, «Les Nouvelles Littéraires», Paris, 22 settembre 1977.
La Salomè di Oscar Wilde Roma, settembre 1977.
Non fate il mio nome invano, «Paese Sera», Roma, 28 maggio 1978.
Discorso sull'attore – L'avvento della donna; «Paese Sera», Roma, 7 luglio 1978.
Discorso sull'attore, «Paese Sera», Roma, 10 luglio 1978.
Piccola storia dell'attore – Tra cerimonia e verità, «Paese Sera» 20 luglio 1978
9
Caro critico ma tu credi il mio teatro educativo?, «La Stampa», Torino, 16 febbraio 1979.
Niente scuole (a cura di S. Colomba), «Sipario degli attori», II trimestre 1980,
Macbeth. Libretto e versione da Shakespeare di Carmelo Bene, in «Macbeth»
(Programma di sala), 1983.
Brutti matti, «Dove sta Zazà, Rivista di cultura meridionale», Napoli, 1994.
Carmelo Bene, frammenti dal «Maurizio Costanzo Show» del 27 giugno 1994,–
Conversazioni, 1997.
Lezioni sull'arte, «Lo Straniero», aprile 2002.
Volumi su Carmelo Bene
Alberto Arbasino, Grazie per le magnifiche rose, Feltrinelli, Milano, 1965.
Giuseppe Bartolucci, Carmelo Bene o della sovversione, in: La scrittura scenica, Lerici,
Roma, 1968.
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tradizione classica nella memoria occidentale”, aprile 2014.
Cinema
Regie
Ventriloquio (1970), mediometraggio (17'). Irreperibile.
Hermitage (1968), mediometraggio (25'). Copia conservata presso la Cineteca Nazionale.
Il barocco leccese (1968), cortometraggio (6'). Documentario.
A proposito di “Arden of Feversham” (1968), medio metraggio (20'). Irreperibile. Presso la
Cineteca Nazionale è stato individuato il negativo privo di colonna sonora.
Nostra Signora dei Turchi (1968), lungometraggio (124').
Capricci (1969), lungometraggio (89').
Don Giovanni (1970), lungometraggio (90').
Salomè (1972), lungometraggio (80').
Un Amleto di meno (1973), lungometraggio (70').
Partecipazioni
Un'ora prima di Amleto + Pinocchio, 1965
Bis di Paolo Brunatto, 1965
Edipo re, 1967
Lo scatenato, 1967
Umano non umano, 1969
Colpo rovente, 1969-1970
Necropolis, (1970)
13
Tre nel mille, 1970 (ma mandato in onda in Rai con il titolo Storie dell'anno mille nel
gennaio/febbraio 1973)
Claro, 1975
Televisione
1973 Storie dell'anno Mille (originale televisivo in 6 episodi);
1974
_Bene! Quattro diversi modi di morire in versi. Trasmesso in due parti il 27 e 28/10/1977,
Rai 2.
_ Amleto, di Carmelo Bene (da Shakespeare a Laforgue); durata 63'; trasmesso il
22/4/1978, Rai 2.
1977 Riccardo III (da Shakespeare) secondo Carmelo Bene; trasmesso il 7/12/1981, Rai 2
(e il 5/1/1984)
1979 Manfred versione per concerto in forma d'oratorio; trasmesso il 12/9/1983, Rai 2
1984 L'Adelchi, di Alessandro Manzoni in forma di concerto; trasmesso il 9/9/1985, Rai 2
1987
_ Carmelo Bene e i canti di Giacomo Leopardi; trasmesso il 12/9/1985, Rai 3.
_ Hommelette for Hamlet, operetta inqualificabile (da J. Laforgue); trasmesso il
25/11/1990, Rai 3.
1996
_ Macbeth horror suite di Carmelo Bene da William Shakespeare; durata 60'; trasmesso il
5/4/1997, Rai 2.
_ Lectura Dantis, Rai 2. Inedito.
_ Canti orfici; durata 62'33”, trasmesso da Rai 2.
1997 Carmelo Bene - In-vulnerabilità d'Achille (tra Sciro e Ilio), Rai; durata 50'50”.
1998 Carmelo Bene e la voce dei Canti, dai Canti di G. Leopardi trasmesso in sette
puntate di circa 30' dal giugno al luglio 1998 da Rai 2.
1999 Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza; durata 75'; trasmesso il
29/5/1999, Rai 2.
2001 Carmelo Bene in Carmelo Bene – quattro momenti su tutto il nulla, durata1 h 45'; Rai
2 Palcoscenico
2002 Otello o la deficienza della donna di William Shakespeare secondo Carmelo Bene, in
onore di Carmelo Bene proiettato in prima internazionaleal Teatro Argentina il 18 marzo
2002.; durata 76' 46”.
2003 Lorenzaccio, al di là di de Musset e Benedetto Varchi, durata 90', 2003, Italia, colore,
video. (Proiettato in prima internazionale all'Auditorium Parco della Musica di Roma
nell'ambito della manifestazione “Roma per Carmelo ” il 1º settembre 2003)
Radio
Produzione RAI
1973
_ Le interviste impossibili
_ Giorgio Manganelli incontra De Amicis
_ Giorgio Manganelli incontra Tutankamon
_ Giorgio Manganelli incontra Nostradamus
_ Giorgio Manganelli incontra Casanova
_ Giorgio Manganelli incontra Dickens
14
_ Giorgio Manganelli incontra il califfo di Bagdad
_ Guido Ceronetti incontra Jack lo squartatore
_ Guido Ceronetti incontra Attila
_ Oreste Del Buono incontra Leopold von Sacher Masoch
_ Oreste Del Buono incontra Dostoevskij
_ Vittorio Sermonti incontra Marco Aurelio
_ Alberto Arbasino incontra Ludwig II di Baviera
_ Alberto Arbasino incontra Oscar Wilde
_ Nelo Risi incontra Jean-Paul Marat
_ Italo Calvino incontra Montezuma
_ Cassio governa Cipro; di G. Manganelli. Personaggi e Interpreti[26]: Otello: Carmelo
Bene; Jago: Cosimo Cinieri; Desdemona: Lidia Mancinelli; Cassio: Giacomo Ricci; Emilia:
Rosa Bianca Scerrino; Bianca: Renata Biserri; Roderigo: Alessandro Haber; Brabanzio:
Piero Baldini; Ludovico: Rodolfo Baldini.
_ Nostra signora dei turchi
1974
_ In un luogo imprecisato; di G. Manganelli.
_ Amleto; da Shakespeare e Laforgue
_ Pinocchio, due parti dal romanzo omonimo di Carlo Lorenzini Collodi. Personaggi e
Interpreti: Pinocchio: Carmelo Bene; La Bambina dai Capelli Turchini: Lidia Mancinelli;
Lucignolo: Luigi Mezzanotte; La Volpe: Bianca Doriglia, Mastro Ciliegia, Il Grillo Parlante, Il
Pappagallo, L'Imbonitore: Cosimo Cinieri; Geppetto, Mangiafuoco, Il Gatto, Il Narratore:
Alfiero Vincenti; Un Ragazzo, Rosa Bianca Scerrino; La Piccola Vedetta Lombarda: Irma
Palazzo.
1975
_ Salomè da O. Wilde
_ Tamerlano il grande; di C. Marlowe; protagonista C.B.; regia C. Quartucci
_ 1976 Romeo e Giulietta; da W. Shakespeare
_ 1979
_ Cuore; di E. de Amicis
_ Manfred; da Byron – Schumann
_ Otello; da W. Shakespeare
_ 1979 Hyperion; da F. Hölderlin - Maderna
_ 1983 Egmont; da Goethe – Beethoven
_ 1984 L'Adelchi; da A. Manzoni
_ 1997
_ Canti orfici; di D. Campana
_ Lectura Dantis; di Dante Alighieri
_ 1998
_ Carmelo Bene e la voce dei Canti di Giacomo Leopardi
_ Pinocchio, ovvero lo spettacolo della provvidenza; di C. Collodi
_ 1999
_ Gabriele D'Annunzio – La figlia di Iorio; da G. D'Annunzio
_ Pinocchio, ovvero lo spettacolo della provvidenza; riduzione e adattamento da Caro
Collodi di Carmelo Bene; regia e interprete principale C.B., musiche G. Giani Luporini;
scene e maschere T. Fario; costumi L. Viglietti; direttore della fotografia G. Caporali;
montaggio F. Lolli; altri interpreti: S. Bergamasco;
_ 2000 In-vulnerabilità d'Achille, da Stazio, Omero e Kleist
15
Discografia
1962 –Il teatro laboratorio Majakovskij e GarciaLorca; Roma, RCA Edizioni letterarie.
1976 – Una nottata di Carmelo Bene con Romeo, Giulietta e compagni; – registrazioni al
Teatro Valle di Roma durante le prove di Romeo e Giulietta 1976; Audiolibri Mondadori
1980
_Carmelo Bene - Manfred – Byron-Schumann; registrazione live effettuata al Teatro della
Scala di Milano il 1/10/1980; doppio LP stereo, Fonit Cetra.
_ Carmelo Bene - Majakovskij, produzione a cura di R. Maenza; registrazione live
effettuata il 10/10/1980 – Roma – Teatro dell'Opera doppio LP Fonit Cetra.
1981
_ Carmelo Bene - Lectura Dantis; registrazione live Bologna, Torre degli Asinelli, 31
luglio.- CGD.
_ Carmelo Bene in Pinocchio registrazione effettuata a Forte dei Marmi - CGD.
1984 Carmelo Bene – “L'Adelchi di Alessandro Manzoni”; registrato in occasione delle
recite al Teatro lirico di Milano febbraio – marzo 1984;
1994 Carmelo Bene in Hamlet suite – spettacoloconcerto; registrato al Teatro Morlacchi di
Perugia il 25 novembre 1994, Nostra Signora S.r.l.
1999 Dino Campana – Carmelo Bene - Canti Orfici – Variazioni per voce - stralci e
varianti, - Bompiani, giugno
Registrazioni audiovisive di prove e seminari
Il principe cestinato, (colloquio satirico-filosofico con Carmelo Bene), 1972.
L'immagine della phoné, Teatro Argentina, Roma, 18 e 20 novembre 1984. Archivio
Storico delle Arti Contemporanee, La Biennale, Venezia.
Seminario a porte chiuse sulla macchina attoriale, per la Biennale Teatro 1989, Venezia,
settembre 1989. Archivio Storico delle Arti Contemporanee, La Biennale, Venezia.
Macbeth di William Shakespeare. Videoregistrazione in tempo reale delle prove
dell'edizione teatrale del 1983. Teatro Ateneo, Roma, 22 ottobre – 23 novembre 1982.
Centro Teatro Ateneo, Archivio dello spettacolo, Roma.
Macbeth di Carmelo Bene, programma video in due parti: Concerto per attore solo e Le
tecniche dell'assenza. Progetto di F. Marotti e M. Grande. Centro Teatro Ateneo, Archivio
dello spettacolo, Roma, 1985.
Quattro seminari straordinari di Carmelo Bene, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 12-15
dicembre 1990.
Curiosità
Una parodia di Carmelo Bene è stata rappresentata da Emilio Solfrizzi durante la
produzione televisiva Tele Durazzo e Il Polpo (1993), con lo pseudonimo di Carmelo
Meglio.
Il singolo dei Negramaro “Io non lascio traccia” è dedicato proprio a Carmelo Bene.
16
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