Dall’individuo alle famiglie L Qualche anno fa l’attenzione delle banche si spostava dall’homo economicus alla persona e quindi il cliente veniva considerato non solo per la ricchezza che possedeva, ma per i suoi sogni, aspettative e progetti. Ora l’individuo deve essere considerato all’interno del nucleo familiare di appartenenza, per meglio comprenderne e prevederne i bisogni e individuare gli interlocutori più appropriati. Laura Vescovo IntesaSanPaolo L’ascolto dei clienti, delle loro esigenze e delle loro aspettative costituisce un presupposto indispensabile nel continuo processo di innovazione e di miglioramento della relazione e dei servizi a loro disposizione. Gli approfondimenti condotti nel corso degli anni ci hanno portato a passare da una visione del cliente come “homo economicus”, incentrata sulle sue sole esigenze di tipo finanziario, a una che lo valorizzi in quanto individuo, dotato di sogni, valori e progetti, nel quadro delle quali si inseriscono e assumono significato le sue esigenze economiche1. Il passo successivo nel nostro percorso di conoscenza del cliente è quello di superare la visione dell’individuo preso singolarmente, per interpretarlo all’interno dell’articolato contesto in cui vive: la famiglia. Questo rappresenta un salto concettuale che ha importanti riflessi nel modo di concepire il rapporto tra la banca e il cliente, legato alla propria famiglia da interessi non solo affettivi, ma anche economici. La famiglia in Italia Nell’area mediterranea e in Italia in particolare, per motivi storico-culturali, i legami all’interno della famiglia sono molto forti, tanto da creare una rete di supporto e di solidarietà che spesso porta a una vera e propria redistribuzione del reddito e della ricchezza tra le generazioni. Se mettiamo a confronto la spesa sociale dei principali paesi europei, vediamo che in Italia le pensioni ammontano al 61,3% della spesa sociale (15,4% del Pil), contro il 45,7% della media europea (12,1% del Pil), mentre la spesa sociale indirizzata prevalentemente ai giovani (sostegno alla famiglia, alla disoccupazione e alla abitazione) è del 6,5% (1,6% del Pil), contro il 16,4% (4,4% del Pil) dell’Europa2. Questa carenza sociale nei confronti delle giovani generazioni viene colmata dai genitori e dai nonni italiani, che contribuiscono al bilancio economico dei figli partecipando, ad esempio, alle spese correnti e al mantenimento dei figli ancora in casa o 1 2 2 5·2008 Cfr. Vescovo L., Il cliente: da homo economicus a persona, Mk n. 2-2005. Fonte: Eurostat 2007. fig. 1 Quantificazione degli aiuti degli anziani ai giovani, rispetto al Pil Questo aiuto è necessario in quanto i giovani Italiani hanno meno tutele (disoccupazione, malattia, maternità) e meno servizi sociali (cura dei figli, politiche della casa…..) rispetto ai coetanei europei ed è reso possibile dalla cultura italiana di reciproco aiuto tra i membri del nucleo familiare e dal maggior gettito pensionistico. Le pensioni italiane infatti sono più ricche (importo medio +15% dell’Europa) e anticipate (età media pensionamento 59,7 anni contro 61,1 dell’Europa) rispetto a quelle europee. 15 paesi 15,4% del Pil 1,6% del Pil 12,1% del Pil 4,4% del Pil Anziani Giovani Anziani Giovani (Prestazioni pensionistiche) (Sostegno a famiglia, disoccupazione, abitazione) (Prestazioni pensionistiche) (Sostegno a famiglia, disoccupazione, abitazione) 3,2% del Pil Contributo spese correnti 1,8% del Pil Cura dei nipoti 0,8% del Pil Contributo al possesso della casa 0,6% del Pil Fonte: Elaborazione MKTG Strategico IntesaSanPaolo su dati Eurostat 2007 fig. 2 fuori casa, all’aiuto nell’accudire i nipoti e partecipando all’acquisto della casa. Questi contributi familiari, L’evoluzione della famiglia italiana che abbiamo quantificato intorno al 3% del Pil, colmano il gap degli aiuti sociali erogati dall’Italia rispet- COPPIE DI FATTO 600mila to a quelli degli altri paesi europei e sono resi possibili dal maggiore reddito da pensione che l’Italia vanta rispetto all’Europa (figura 1). Sarebbe interessante ca- FAMIGLIA RICOSTITUITA 690mila ETERNI FIDANZATI 3 milioni pire, ma non è questa la sede, il rapporto di causa ed effetto tra la situazione economica generazionale e la solidarietà familiare in Italia; rimane comunque il fatto che gli individui all’interno della famiglia italiana FAMIGLIA MISTA 600mila FAMIGLIA ITALIANA 23 milioni COPPIE SENZA FIGLI 6,7 milioni hanno legami di affetto, di solidarietà ed economici molto forti di cui la banca deve tener conto nelle proprie interazioni. FAMIGLIA MONOGENITORIALE 3,4 milioni SINGLE 2,4 milioni La famiglia… quale famiglia? Approfondire il tema “famiglia” significa innanzitutto prendere atto di un passaggio fondamentale, maturato negli ultimi anni: la crisi del modello tradizionale di famiglia, sostituito via via da altre tipologie come le famiglie ricostituite, le coppie di fatto, quelle miste, i single, espressione a loro volta di più ampi cambiamenti socioculturali (figura 2). 5·2008 3 fig. 3 Nel momento attuale, la classica famiglia immutabile alla Mulino Bianco non c’è più, si è sgretolata La famiglia è (ri)costituita Dopo la separazione o il divorzio, è sempre più frequente che il coniuge ricrei un nucleo familiare con un nuovo partner, ricercando l’atmosfera domestica perduta e coinvolgendo eventuali figli in una nuova dinamica di affetti e convivenze come i principali riferi- vuoto di norme e il conse- UN NUOVO LESSICO: LA STEPFAMILY È frequente l’utilizzo di terminologie anglosassoni per evitare i sostantivi nostrani di stampo spregiativo e fiabesco, quali patrigno o fratellastro; si utilizza il termine stepparent per definire il partner del genitore affidatario, e stepchild per far riferimento al bambino acquisito. guente affermarsi di un LA COMPLESSA ALCHIMIA AFFETTIVA: menti socio-culturali forti e vincolanti del passato (religiosi, politici, di costume, ecc.), generando un percorso individuale sostanzialmente indefinito, privo di passaggi definitivi, aperto a infinite possibilità, sia relazionali sia di ogni altro aspetto di vita. In questo contesto, conoscere quindi l’ambiente familiare del cliente non è Il terzo genitore, è la cartina di tornasole di una complessa chimica familiare, il punto di incontro e di scontro di forze diverse. Le emozioni e le "regole" delle famiglie ricomposte possono essere infatti considerate da varie angolature: da quella dei figli con le loro necessità; da quella del partner con l'affetto che lo lega ai propri figli e le dinamiche spesso ancora aperte che lo legano al partner precedente; da quella del terzo genitore con le sue aspettative, le sue difficoltà, i suoi sentimenti di solitudine nel sentirsi talora emarginato da rapporti affettivi in cui non gli è consentito entrare. SECONDE NOZZE, Secondo dati Istat 2007 aggiornati al 2005, ogni anno il 12% dei matrimoni vede almeno uno dei coniugi alle seconde nozze FAMIGLIE RICOSTRUITE IN ITALIA: 690MILA DI CUI 401MILA COMPOSTE DA COPPIE SPOSATE E 289MILA DA CONVIVENTI cosa facile perché la struttura familiare si fa sempre più complessa, diversificata e mutevole nel tempo. Dal 1972 al 2005 i matrimoni hanno subito una flessione del 40% e le ultimissime statistiche segnalano un ulteriore calo: dai 247.740 matrimoni del 2005 si è passati ai 242.200 del 2007 (-2,24%), mentre le separazioni e i divorzi sono aumentati, in meno di 10 anni, rispettivamente del 58% e del 73% raggiungendo quota 82.291 e 47.036 nel 2005. Aumentano così le famiglie ricostituite o allargate (figura 3), cioè i nuovi nuclei familiari composti da soggetti provenienti da precedenti unioni. Si calcola che in Italia, attualmente, sul totale delle famiglie presenti (23 milioni), quelle ricostituite siano circa 690.000, di cui 401.000 composte da coppie sposate e 289.000 da conviventi. Tra le famiglie ricostituite il 59,4% ha figli, il 10,7% di queste ha figli di uno solo dei partner, il 39,1% ha solo nati nell’attuale unione, il 9,6% ha figli nati dall’unione attuale e dalla precedente. Nel 12% delle nozze, almeno uno degli sposi è alla sua seconda Le relazioni familiari sono molto complesse e meno stabili e definitive esperienza (Istat 2007). Il nuovo nucleo è molto più numeroso e complesso della famiglia tradizionale: vi sono genitori biologici e genitori acquisiti, fratelli consanguinei e non, nonni conosciuti e nonni da conoscere, senza dimenticare i legami ancora in essere con il vecchio nucleo del coniuge (e genitore) escluso dal nuovo gruppo. La banca deve quindi tener conto di queste relazioni familiari molto complesse e, a differenza del passato, meno stabili e definitive. I matrimoni sono stati via via sostituiti da un ulteriore nuovo modo di intendere la famiglia: le coppie di fatto. Sul finire del 2005, secondo l’Istat, erano ormai 500.000 le unioni libere in Italia e l’incidenza delle nascite, all’interno di queste famiglie, era del 15%, il doppio rispetto a 10 anni prima. Le coppie di fatto non sono solo le 5·2008 5 fig. 4 unioni informali fra giova- Convivere prima del matrimonio ni che rimandano o non vogliono affrontare il passo del matrimonio, (il numero dei matrimoni celebrati dopo una convivenza passa dall’1,4% nel ’74 al 25,1% nel 2003 - figura La convivenza sembra oggi un passaggio obbligato in vista del matrimonio…si fanno le prove tecniche prima di impegnarsi “per sempre” FIDANZAMENTI SEMPRE PIU’ LUNGHI: Nel nostro Paese, il periodo di fidanzamento che precede il primo (o unico) matrimonio dura mediamente 3 anni e 10 mesi, ma nel corso del tempo, questo periodo è aumentato sempre di più: tra le persone sposate prima del 1964, il fidanzamento è durato, in media, 3 anni e 4 mesi, mentre quelle sposate dopo il 1993, si protrae sino a 5 anni. 4), ma anche quelle che riguardano (e riguarderanno) sempre più adulti separati che non hanno ancora ufficializzato il legame col nuovo partner. Le CONVIVENZE SEMPRE PIU’ FREQUENTI E LUNGHE: Negli ultimi decenni la quota di convivenze prematrimoniali è cresciuta notevolmente. Se solo l’1,4% dei matrimoni celebrati prima del 1974 era stato preceduto da una convivenza, tale quota raggiunge il 25,1% dei matrimoni più recenti (1999-2003). Cresce, allo stesso tempo, la durata delle unioni prematrimoniali, che hanno raggiunto 4 anni o più (dal 21,8% al 28,7%). coppie di fatto, che non Una coppia su 4 convive prima del matrimonio ANCHE NELLA COPPIA IL PRESENTE SI DILATA godono di tutele legali, Fonte: Famiglia e soggetti sociali, svolta dall’Istat nel novembre 2003 su un campione di oltre 19mila famiglie per un totale di circa 49mila individui sempre più si rivolgeranno alla banca per trovare ri- fig. 5 sposte al loro desiderio di Teen forever…rimango nel mio nido garantire la tutela del partner più debole. Sul fronte delle nuove coppie è importante citare i cosiddetti Living- apart-together (letteralmente Vivere insieme separati): si tratta di circa 3 milioni di coppie, i cui membri, per necessità o per scelta, vivono ognuno a casa propria, spesso con i genitori, anche oltre i 35 anni. Cambiamenti culturali (dilazione delle scelte, flessibilità, ecc.), precarietà del lavoro, distanza geografica, le principali cause alla base di tale fenomeno. Un’estensione alla coppia della cosiddet- QUANDO LA FAMIGLIA DIVENTA UNA TANA: vivere in casa a 25 e 30 anni è più comodo, consente di tenere il certo e scartare l’incerto, evita rischi e responsabilità. Soprattutto: è possibile, è lecito, non è socialmente censurato. Rimango perché non ho un lavoro…rimango perché studio…rimango per essere protetto…rimango per essere comodo…rimango per non crescere…rimango per non lasciare la mamma e il papà… Senza fretta verso l’età adulta: la “famiglia tana” e “la sindrome del giovane adulto”: • 7 giovani uomini su 10 fra i 25 e i 29 anni vivono nella cameretta dove sono stati fasciati da neonati. In alcune regioni 9 su 10, delle donne la metà, • 55 persone su 100 sotto i 34 anni non vivono ancora in coppia o non ci vivono più, • se l’hanno fatto, in un batter di ciglia, sono tornate a casa dai genitori. Permanenza dei figli nella famiglia d’origine? Sì perché si possono avere ampi margini di autonomia personale. I dati dicono che nelle famiglie italiane moderne si esce di casa sempre più spesso intorno ai 3035 anni. IN CASA ANCHE SE SI HA IL LAVORO: Posizione rispetto al lavoro dei giovani di 18-34 anni che vivono in famiglia (per 100 giovani di questa età che vivono in famiglia) Giovani Maschi Femmine Totale% Occupati 54 37 46 In cerca di lavoro 16 19 18 Studenti 26 39 32 Altro 4 5 4 PROBLEMI ECONOMICI, L’INDIPENDENZA NEGATA: la coabitazione con i genitori è il risultato di scelte diverse, nelle quali progetti e aspettative si mescolano a difficoltà evidenti, molto spesso di natura economica (spesso i giovani escono di casa e poi sono costretti a tornarci) ta famiglia tana, in cui il SINDROME DA PETER PAN, LA PAURA DI UNA REALTA’ COMPLESSA Rimango in casa con i miei per preservarmi dalle fatiche e dalle paure che mi può riservare una società sempre più complessa e problematica Fonte: elaborazione MKTG Strategico InstesaSanPaolo su dati Istat. giovane rimane ad oltranza nella casa dei genitori per gli stessi motivi (figura 5). Questo argomento è stato trattato diffusamente dai mass media e il ruolo della banca è determinante nel recuperare le risorse economiche necessarie a uscire di casa. 5·2008 7 fig. 6 Verso la rotta… single SUL TOTALE DEI GIOVANI ITALIANI AL DI SOTTO DEI 45 ANNI, IL 6,6% VIVE DA SOLO. Identikit dei singles? dai 25 ai 40 anni di età, di buona famiglia e di formazione scolastica ancora migliore. UN CUORE E UNA CAPANNA La casa dei "non felicemente sposati" rivoluziona il concetto tradizionale di abitazione. Nulla è più stabile e, soprattutto, niente è più come sembra. Cucine che entrano in salotto e vasche da bagno che troneggiano in camera da letto. Quella dei single è veramente la "Casa delle libertà" dove tutto si può. Imperativo dominante è l’adeguamento della casa alle esigenze del nuovo modello monofamiliare. Programmi tv e giochi relazionali che danno la possibilità di trovare il partner della vita o della serata! Il gioco delle coppie - room riders - uomini e donne dismissed - speed date ANIS, ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA SINGLES Scopo principale dell’Anis non è solo quello di creare momenti di incontro, ma lottare per il riconoscimento dei diritti dei singles. Solo chi è coniugato, infatti, gode di particolari diritti di priorità come nel caso di concorsi pubblici, trasferimenti, mobilità, assegnazione case popolari Esistono libri per single irriducibili e soddisfatti, ma anche per chiunque altro sia interessato a scoprire il segreto della loro felicità. aumentano i volumi che si propongono fonte preziosa di suggerimenti per i single che aspirino a vivere in armonia con i propri obiettivi, i propri interessi e la propria vera natura: a prescindere dall'età, dal sesso, dai trascorsi matrimoniali, la felicità non è un miraggio. La categoria dei single (figura 6), costituita solo in minima parte dai giovani (sul totale degli italiani al di sotto dei 45 anni, solo il 6,6% vive da solo), è formata principalmente dai single involontari, ovvero gli anziani soli. Sul totale dei sin- Le persone straniere tendono a organizzarsi in comunità con altri immigrati della stessa etnia gle, più della metà sono persone anziane di oltre 65 anni (80% donne), un terzo gli adulti tra 35 e 64 anni e solo il 13% i giovani fino a 34 anni. La categoria degli anziani rappresenta sicuramente uno dei raggruppamenti più interessanti per la banca, soprattutto per le possibili esigenze economiche proprie o a supporto della famiglia dei figli. Le famiglie immigrate e le coppie miste (figura 7) costituiscono sicuramente il cambiamento più dirompente in questo universo di tipologie, quanto meno per la diversità culturale di cui sono portatrici. Secondo i dati Istat, le famiglie con almeno un componente straniero sono circa 670.000 (2,9% del totale delle famiglie italiane) mentre le famiglie i cui componenti sono entrambi stranieri sono circa 416.000 (1,8%). I matrimoni con almeno uno sposo straniero sono stati nel 2005 28.000, il 12,3% del totale (triplicandosi in 10 anni: erano solo il 4,8% nel 1995). Queste unioni sono spesso secondi matrimoni (nel 36% dei casi se lo sposo è italiano e la sposa straniera, nel 19% delle unioni se la sposa è italiana e lo sposo straniero), e mostrano una certa instabilità, probabilmente da ricercare sia nelle differenze culturali fra i partner sia nella convenienza, che non di rado sta alla base di queste unioni. Le persone straniere infine tendono a organizzarsi in comunità molto coese con gli altri immigrati della stessa etnia, realizzando legami stretti tra le famiglie stesse (famiglie a grappolo). Questo contesto di forte instabilità e complessità della struttura familiare impone alla banca un approccio più flessibile che definisca al meglio la situazione familiare 8 5·2008 fig. 7 Famiglia immigrata Vengono dalla Romania, dall’Albania, dalla Cina, dall’Ucraina, arrivano dalla Moldova, sbarcano dal Marocco: è un vero e proprio puzzle etnico e culturale. Creano famiglia e fanno figli: i bambini che nascono in Italia rappresentano ornai quasi il 10% del totale delle nascite. Fare figli in Italia è il segnale di una progettualità a lungo termine che testimonia una forte propensione all’integrazione sul piano individuale. Creano famiglia anche se i lavori che fanno non consentono redditi alti. IL VOLTO DELL'ITALIA È SEMPRE PIÙ MULTIETNICO Secondo il XII Rapporto sulle Migrazioni elaborato dalla Fondazione Ismu, il numero degli immigrati continua ad aumentare. Oggi rappresentano il 7% dell'intera popolazione del Paese. In numeri, gli stranieri sono quasi quattro milioni. Di questi il 19,4%, quasi uno su cinque, è irregolare. Le famiglie con almeno un componente straniero sono circa 670.000 (2,9% del totale delle famiglie italiane) mentre le famiglie in cui i componenti sono tutti stranieri sono circa 416.000 (1,8%). La loro presenza riflette la suddivisione geografica complessiva: nettamente maggiori al nord che al sud (Istat su dati censimento 2001) (La Repubblica, marzo 2007) I MEDIATORI CULTURALI, in prevalenza immigrati, sono circa 2.400 (stima Creifos), per i tre quarti donne, in prevalenza lavorano nei servizi educativi e sanitari. LA CASA È DA SEMPRE UN PROBLEMA SPINOSO Circa il 12-15% delle famiglie immigrate lo ha risolto diventando proprietario dell’immobile in cui abita (506.000 persone secondo la stima più alta). Sono stati 116 mila coloro che hanno acquistato un alloggio nel 2005 (il 14,4% degli acquirenti totali e addirittura il 20% a Roma), mentre il 72% vive in case in affitto. (XVI rapporto sull’immigrazione, 2006 Caritas/Migrantes) (XVI rapporto sull’immigrazione, 2006 Caritas/Migrantes) fig. 8 del cliente e che eviti di adottare stereotipi statici ormai superati e fuorvianti. Un passaggio necessario per poter inquadrare le reali esigenze della clientela, evitando la standardizzazione e l’appiattimento eccessivo del servizio. Il parere dei gestori Per valutare il parere dei nostri gestori su questo aspetto della relazione Conoscere il cliente e la sua famiglia: i vantaggi per il gestore Domanda - Approfondisci questo aspetto: conoscere la composizione familiare del tuo cliente ti avvantaggia? Puoi fare qualche esempio per comprendere in che modo? (Campione: 67 rispondenti al questionario - risposte multiple - valori %) Individua l’interlocutore più adatto per le differenti offerte (*) 48% 19% Migliora l'efficacia commerciale Permette di anticipare le esigenze future del cliente Aiuta nella proposta di prodotti assicurativi 15% 12% 10% Agevola lo sviluppo del segmento giovani Segue il cliente nei momenti di passaggio dell'evoluzione familiare Migliora la relazione e instaura un rapporto di fiducia Acquisition di parenti/amici già bancarizzati 10% 9% 6% Non è vantaggioso 3% ganizzato dei seminari Passaparola 3% sul tema, al termine dei Propone investimenti non soggetti ad imposta di successione agli anziani 3% coi clienti, abbiamo or- quali i colleghi hanno risposto a un breve questionario. Le principali Passaggio generazionale (*) ad esempio: C/C anziani, fondi pensione e PAC per i figli, investimenti per gli studi dei figli, libretto di risparmio per i nipoti. 1% Fonte: Elaborazione MKTG Strategico su Schede “Laboratorio La voce dei nostri clienti famiglie”, Parigi 2008. 5·2008 9 fig. 9 Associate i personaggi Disney qui proposti e indicate a quale tipologia di famiglia e/o di particolare rapporto affettivo si possono ricondurre. (Indicate almeno una associazione). Paperoga Trudy Paperino Minnie Pippo Topolino Nonna Papera Clarabella Ciccio Qui Quo Qua Zio Paperone Gambadilegno Paperina Gli Incredibili Orazio Pluto Gastone evidenze emerse, che hanno una valenza solo qualitativa, vista la contenuta numerosità del campione, sono (figura 8): • oltre la metà dei gestori intervistati ritiene che conoscere la composizioConoscere la composizione della famiglia del cliente consente di attivare una relazione di qualità più elevata ne familiare del cliente consente di attivare una relazione di qualità più elevata, in particolare aiuta a individuare meglio le esigenze presenti e future, a prestare attenzione e a supportare il cliente nei momenti di passaggio, conquistandone la fiducia (primo lavoro, uscita dalla casa di origine, acquisto della casa, nascita dei figli, eredità, ecc.); • circa la metà si ritiene facilitato nella proposta commerciale dall’individuazione dell’interlocutore più appropriato all’interno della famiglia per le varie tipologie di offerta: libretto di risparmio ai nonni per i nipoti, fondi pensione e PAC ai genitori per i figli, C/C agevolato ai figli per i genitori anziani, ecc.; • il 20% considera la conoscenza dei rapporti familiari un supporto per intercettare e acquisire nuovi clienti: i figli giovani, i parenti /amici già bancarizzati, gli eredi in previsione del passaggio generazionale, ecc.; • il 15% ritiene che consenta di indirizzare meglio proposte di servizi assicurativi e fiscali; • solo il 3% considera l’approccio di scarsa utilità. I risultati dell’indagine hanno confermato le impressioni che avevamo ricavato durante i seminari, di grande apertura, interesse e ricettività da parte dei gestori verso questi temi. In particolare ha suscitato al tempo stesso coinvolgimento e impegno l’esercitazione pratica che, poiché eravamo 10 5·2008 fig. 10 a Eurodisney, consisteva nell’individuare i legami familiari, i possibili bisogni e le conseguenti proposte di servizi per i personaggi di Walt Disney (figure 9,10 e 11). Conclusione La famiglia tradizionale sembra allargarsi per ricostituirsi in nuove forme (famiglie allargate, ricostituite, a grappolo, coppie di fatto) all’interno delle quali esistono forti legami affettivi ed economici. Queste dinamiche generano nuovi biso- A vostra scelta, indicate ora almeno una esigenza fondamentale relativa a uno degli idealtipi di famiglia e/o di rapporto affettivo individuati e i servizi/prodotti bancari più adatti (anche di fantasia) per rispondere ad essa !! AL LAVORO, SBARAQUACK !!! gni, nuovi interlocutori e nuove modalità di relafig. 11 Associate i personaggi Disney qui proposti e indicate a quale tipologia di famiglia e/o di particolare rapporto affettivo si possono ricondurre. (Indicate almeno una associazione) – Soluzione Pippo Paperone Paperoga Gastone Single Gambadilegno Trudy Coppia di fatto (benché Gambadilegno sia sempre in carcere…) Paperino Paperina Topolino Minnie Eterni fidanzati, detti anche LivingApartTogether (pare che Topolino e Minnie non si siano mai sposati, anche se gira voce…forse ci sono differenze tra la versione Usa e quella italiana) Nonna Papera Famiglia tana (Ciccio ozia tutto il giorno e mangia i dolci della nonna, il cosiddetto Peter Pan o “Bamboccione” alla Padoa Schioppa) Ciccio Clarabella Orazio Coppia mista (due razze diverse, una mucca e un cavallo) Nonna Papera Importanza rapporto nonno nipote (per estensione si possono aggiungere anche Qui, Quo e Qua, in quanto è la bisnonna dei tre gemelli) Paperino Gli Incredibili Famiglia tradizionale Pluto Cane di Pippo zione che, se correttamente identificate e gestite, rappresentano ulteriori opportunità di servizio per la banca. Laura Vescovo, Responsabile Marketing Strategico - IntesaSanPaolo 5·2008 11