ORLANDINI FRANCESCO NELLA SUA VITA E NEI SUOI SCKITTI. Digitized byGoog FRANCESCO NELLA ORLANDINl SUA VITA E NEI SUOI SCRITTI (COMPILAZIONE STANISLAO BIANCIARDI. -•ot*»;» FIRENZE, TIPOGRAFIA DI G. BARBÈRA. 1868. byGoogk Digitized ^» T~t^^Ut.3. HARVARD COLLEGE NASH rJi^D LIBRARY ^ byGoogk Digitized dottor e la confortano il come e a sapeva egregio, difficile. non panni la pubbHco letta al- e mi io dere, preten- esporre altro. non zia amici- gagliarda ed riescire le luogo troppo seguenti riuscire, che quel- alimentare debba per ed voglio; ispirare sieno al io sentì secondo In comunque destinate chi può me narrare ; detta, cuore amicizia, da arte mi Primieramente : nessuno d' poldo Leo- fratelli, cara una pensieri opera questo, che r d' due un' suoi Or- dottor signori Antonio compongo, non i memoria Silvio Francesco cav. m'invitarono landini E del parlare A non acquista, Digitized ne, pagisono com- byGoogk VI — prando, ogni diritto a agliamici. il devoto sata in Per chi che sa amico la di latta di gemme e gli è assai. e mio, degnamente attingaforza ai nuovi ; E — l' del- gradiscajpure non qualunque siasi lavoro? vi non oro incas- amore gioventù italiana, estinto questo mio che reliquia, l'insigne d' reliquiario un dedicate ; son bisogno di vederla sempliceteca una censura venerare ha non — di Chi sa apparecchiarsi destini,leggendo di queste peregrine virtù nobilitate da una scienza tanto desta, mo- e vasta e addolcite da profonda quanto una rarissima lezza genti- di affetto? byGoogk Digitized FRANCESCO ORLANDINI. Digitized byGoogk byGoogk Digitized ORLANDINL FRANCESCO i. FANCIULLO. SOMBIABIO. Emigrazione patriarcale Maestri spensierata — la terra natale Guerra — alla sfratati — Don — Ginnastica puerilità BasiliQ Il — Giglio e del 'a madre. . In si fosse trovato a avrebbe Un piccolacarovana. quadrato uomo e chiudeva, a bella, con poi vedevasi un due fra un Oelandini. e i 50 seduta donna asino della in due cinandoti Avvi- guidato a avresti distinto, carovana, cestini mano a da la giovane — al centro e tirato da carro una un anni, fanciuUetto,l'apriva; bambinetti, manifestamente . i 40 in da montato figliuolosulle ginocchia. accomodati di potuto imbattersi qualche distanza,un buoi, sul quale su celle, un chi 1806 Poggibonsi mena calessino robusto al fianco cui sedeva dell' anno per la via che da Gemignano, San una e di autunno mattina una guisa un di bar- contadino, gemelli. 1 2 — Era la famigliaOrlandini in San dimora la sua di Poggibonsi,sulla a strada andava che risoluto di e schiettezza, e da ma fiero, molti di lodevolmente amministrata, stanco i possedeva beni di fabbricare modesta una contrista tano, Gae- era di antica da anni Il bambino ove fatto sulle nocchia gi- era parlaredeglialtri, non tura quale la perditaimma- (benché sia passatopiù di ancora lui di fare i fatti di recente aveva casa. Silvio del quel Francesco conduce penati a San Martino suolo,ed materne, per fissare largo.Il quale dalla tenuta trasportavaora altrui, Siena calesse cuore Pietrafitta, per a Colli,nei pressi ai guidatoredel padre: uomo probità e che Martino Firenze. L' atletico il — un gli amici, gli antichi scolari, gli anno) i fratelli, ammiratori. l'ho non Questo bozzetto,quasi direi patriarcale, io come ma perfettadi cuore Orlandini;onde narrando i suoi Dio lusso povero qui per già messo compendio che non è regnò della unità simbolo sempre nella famiglia lo vedrai, dato,e tu,lettore, di Francesco genitorie e di rettorici ornamenti, Silvio, perderemai di vista i fratelli.Famigliesiffatte, voglia che moltiplicarle, non saranno mai troppe, fra noi. Nella nuova dimora gli Orlandini menarono byGoogk Digitized 3 — vita una i i accudivano genitori aiutavano saltando rigogliosi, alla ruzzola. subentravano Il solo e futile starsene si trastullo, sé: onde corse Un cappella,e lì, non vedeva paratorie di d' ogni incomposto spesso raccolto della fiori e atterrato gliorpelli, serio e quale talora piacquegli maggiori con curando de' di lungo gli studio un tratto e a in terra cartoni,sciupati il campanile,e frantumate campanette di coccio. — Così nare me- candelieri caddero carte-glorie i in canti, strilli de' fabbri- cominciò sacerdoti, in pertica, d' agrumi trasformata stanza sfiaccolatee disperse;sfondati con cattivo tempo, era sui acquistava, inconsapevole, botte spietate : onde vasi sassi,o giocando a Quando forno d' una dai fratelli e prosperie armatosi giornofra glialtri, al vecchio de' della natura, che cresceva Cecchino,sdegnoso a napoleonica. gli altarini. fratelli un' autorità fare uso. li tirando o i tempi alle faccende di casa, V opera quellalibertà campestre palla,0 bufera dalla travagliati maschi figli in lo consentivano tranquilla quanto terribilmente Mentre — avesse due egli potuto, abbattere, senza quellaperticasterminatrice, riparo,tutti i nelle giuochisimili,a siffattestupideprofanazioni a qne'tempi, qualila fanciullezza, rimbambiniva,e quasi imbozzacchiva;né ancora. byGoogk Digitized • 4 — caddero sventuratamente, il di tempo ordine per panni opportuno dire di ma già adulto,saputo nel che fu visto mai, non , carte giocarea pronunziò in e parlassea lui Ah! di orrore, che il da vederne altri giorno, terzo,forse » forza tanta con tapino,benché allibbì;e direttamente, lui deva spen- del un di tale malattia per tutta la vita: avremo caro quel biasimevole rammentato repentino« passatempo, un Anzi,avendo, qualche ora presenza, mentre sua bella posta, aveva di biasimo giovanea un pensiero, Silvio aborrì la vita sua, toccare le carte. in tutta ed oblio presso Francesco come ogni giuoco d' azzardo,e sempre si nel meritato popolo nostro. Qui, non a — esempi vera non fu guarito potenza, di pocói, non educatore. A rabbonire ciuUetto distruttore mise nella aveva il fanperò gì'impermalitifratelli, nientemeno ricorderò sempre che e capocomico, tutti,serbando quella di. re. quel paludamento messo, ombrelli. La dei con se mi Io « reale di cartone insieme a fratello (sonparoledell'amoroso Leopoldo)di quellacorona altri fratelli e scenica rappresentanza, una qualeegli,inventore assegnato le parti a medesimo vecchi su e dì incerati di cioè degli parte dei sudditi^ contadinetti del vicinato,era byGoogk Digitized di quella dietro,e correre panni, al consueti obbedire, vestiti dei monarca.» Probabilmente quella per ripugnanza sua alla spensierata ginnasticadella ruzzola,della palla e del sassi,Cecchino tirar le proprie fisiche fratelli, fin forme di armonia d'allora onde, s'egliebbe ordito, annunziò gracilità,che certa una forze: buon e degli altri svolse,meno pure poi, pur troppo, manifestossi negli ultimi suoi anni. Il intanto padre d' ordine po' in oramai pensava di mettere un apparecchiareai quella vita, ed cui sopratutto, e più figliil pascolo intellettuale, assai che ma in e molto 1'età una meno ei maestro, id-est in casa Erano ' essere recossi in Un sua, e la a ; facile ora, il un cercare vere prete pedagogo, che volesse vi- facendo lezione la figli. ai suoi in Toscana capitaleformicolava per Francesco allora,trovarne Firenze di costoro, movendolo soggiorno,che è tanto non doveva stati di recente conventi, Uno isolata campagna Ond' modo. lo portasse,anelava non soppressii di frati sfratati. forse il desiderio del ritiro, e tranquillità di un l'assicurata larghezza della cucina,potesse in qualche modo le rammentargli la cella e il accettò refettorio, profertedell' agiatopossidente. Irreprensibiledi condotta, piacevoled'aspetto byGoogk Digitized 6 — e frate,fors' anche di raodi,e, per Don assai Basilio,si presto chiamava bene e — proprio così,ebbe insegnatoagli alunni che preparava, parte dello scibile, allora,ai di giungeva la Silvio serbò e d'amore, V antico di costui che nel che maestri De' buoni. In troce uno dente ca- mano, dei fratelli. crebbe anche più dei Basilio. Furono Don a qualisappiamo a dire,tutti non frati sfratati. timo, 1'ul- segnatamente come, condotta,piena ragione loro ad popolareche, somigliandoli condanna inai essere non a una ^ questo tempo sventura. compleanno di bontà * vecchio la stringergli a ad giubbilante successero lì gratitudine dell' alunno, pel contrasto cuore pietanza,li magra di ormai quella ricordanza dettato Fin più tardi ricercò del- trovatolo diedero,colla q^el l'uso lingua latina. di quattro,e, curioso meno a anni e lettera Veramente amorosa ; secondo tal memoria molti quella l' impegno. Francesco e Fucecchio, corse scriveva ne della scienza maestro in e rudimenti sua po' giacobino, un Frate e la famigliafu colpitada Il dì 11 — di Francesco di senno, sfratato e cavolo maggio 1813, la Silvio, madre dovè, giovane risc«aldato non un' settimo sua, fiore ancora, fu mai a- buono. soc- ' 7 — d'un alle conseguenze combere di morire Prima — ella voluto aveva e si dee cinque figli; da culto per Che la memoria altri che al sonetto di me Mia gigliofra la del defunto io di mano, una ella non mio si ricordò n' ebbi fui costretto annesso presso suo bolica, iper- la di mondo quel un pianta teneva padre,che mio forse due mesi migliore,e desiderio. finché col trovarle veranno. pronota una una nuovo alla villa suburbana Dopo nel il sciagura, tanta ospitediletta cura; a un ad di averla nell'orto da sopraffatto più anni, io raccolsi e a espresse passata in padre povero scorta ma glialtri suoi fiori; era in siepe,mentre passeggiavacon noi,il desiderio dopo è non lo parlassi, (cosìegliscrive i bronchi fra ; religioso vita,un avendo riportiamo) fanciullo per domestico nel egliistituì tutta stasse re- Francesco culto qui religioso madre che bacio seguenti,forse troppo minuti,se agli amici « quel di lei. la locuzione i fatti baciare i suoi di mente momento poi mantenne e cuore, quel che credere incancellabile nella poiché sin parto immaturo. alcuni luogo gnato, desi- volger del tempo asilo nel detta Siena, già appartenente al primo dino giar- il Frato dei miei amici.Professore Giuseppe Vaselli,ed oggi a'suoi figlied eredi. » byGoogk Digitized 8 - Ecco il sonetto: La dolce madre fra i Spuntar Ma mia dumi, e MADRE. ti vide altero desio; sentì ne pensiero suo nell'orticello mio. trapiantai poi che In bando Qui ti amico Questa lui al mio donato avea tragge a Sii sempre in tuo vero un Iddìo. Ed far lieta altra me Fossa onorar sempre core or che * amore togliealla madre, Prego che,quale a Onde impero natio, piansiestinto ! di luì nata il crudo cacciò dal suol portai,dove Anche la di fortuna mi santo E MIA tosto, ahi! giacque;io pien del E E DI GIGLIO AL Ti — candor ti famiglia; pòrgi,o fiore, del padre. specchioalla figlia. Ottobre,1858. L' altro fatto è la nel volle 1820 terra di che o il pellegrinaggio visita, fare,quasi sempre Sovigliana, presso Empoli,luogo di di quellamadre idolatrata. Alcune si noti,25 anni dopo) dipingonoal iti cui vi si * n pedestre,alla sonetto sestine vivo pubblicato in occasione di (scritte, quelgiorno portò pellegrinando. fu nascita nozze. 10 - Co' santi da stava lunghi anni: V umile Gli siede incontro Ove del Ove pria che già propripsen L'ultimo mi ascendesse donò bacio Dopo qualche tempo solo undicenne,piuttosto per nutriva; all'Eterno, anzi - materno. il vedovo nozze. rendere medesimo Vedendo ornai venuto della di Val sé a altre era mi trovandosi genitore, dei il maggiore cinque figli, con madre, che casetta 1845. Settemlre, 29 maschi in vetta colle solitarioella dormiva. D'un passò ad — a una loro il tempo seconda una seconda poi che quattro di entrare 9 chilometri da San perchè vi frequentassero, come moglie, per i pubblicaeducazione,limandò d'Elsa,distante le esteri, quali a al tirocinio Colle Martino, scuole del seminario. Digitized tizedby II. ESTERO AL SEMINARIO DI COLLE. SOMMABIO. Fanciulli tiranneggiati liatrice Le poesie Narrare e Zio Lo — Ex-frate — prete Benedetti del tutte le del senza corrispondente i fanciulli dalla non sapevano alle sevizie e affetti domestici, presumevano alla cuore deliziosa il torto, così la presentendo ragione. con quasi come i ciechi, serbando il troppo Intanto gran tempo un divampata ; mentre chiuso credono Era più rassegnarsi, tormentatori in quel lunga, spiacevole, cosa utilità. scolastiche stranieri. Cecchino, povero fiamma gli — dei quattro fratelli, italiani,scaldati nuova ausi- povera il Metastasio contro vicende triste soggiorno, sarebbe e Protesta — segnatamente La — 11 Sannazzaro — nuovo quale nerbatone nel bero, river- per in Europa, mute, pecore tati genitori,tormen- pertinacemente degli vicendevolezza ne' figliverso facilmente, certi dispetto e i come maestri nuovi i precettori oggi tunicati, tempi, Digitized a byGoogk 12 7- — guisa d'aguzzino che più strapazza,quando se senta ferocia con di mano, scappar maggiore Furono i nostri zio " scolaretti collocati presso con belle omelie; in riandandole mai più Il frate quali però età matura, benché sfratato, largadozzina,faceva il cibo, spesso mal condita conoscenza);e sua amministrate propria di dovè Cecchino ad una sa povera varrebbe,per avventura, a di coloro,che, sentenziando sui tentativi di certi laici cocoUare di nuovo tissime frequenluttà vo- viscere di altri argomenti, dimostrare il troppo presto dabbene,vorrebbero l'educazione più donna larghezzae sieno cosa poco di campo padre. La quale,quand'anche mancassero torto aver scarsi,una ristoro busse per non non quei miserelli : coli'efferata chi Silvio, quelli. a correvaiio il nostro volte,per sfamarsi,ricorrere di dire sola insalata a dei e per verità, esigesse, stentare ristretto (onde anche prò, Francesco soleva ragione,perchè i tempi con ad nella diocesi per certe simili vaniloquii udito bene prelato,Stanislao decantato delle un genitorecercò propiziarsi quel buon era Gentili, alcun senza lauto desinare. Quel un Conti cui ben raccomandati prete, e sebbene al vescovo, forzato,incrudelivano que'ribelli impotenti. su ex-frate là parroco, uno il lo in- fra noi. byGoogk Digitized 13 — Un bel ad giornoFrancesco,per {sfuggire maledetta r ultima di casa, nerbatura,scappò volta dalla in tal modo di toglierein Della ritornò padre; il quale,chiarito quelleincredibili angherie,risolvè tronco povera Silvio serbò dal una rifugiossi e donde protettrice, sua San Martino pedestrea di — i suoi queir inumano a donna Francesco protettrice sua incancellabile figli. ricordanza;e saputo in Livorno, quando trovavasi qualche agio di spendere, che eir era si affrettò un sempre a prete dabbene denaro, viva vecchia é farle pervenire, per amico, suo gruzzolettodi un servigiresi ignota,per molti anni addietro. Così tenace viveva nel nostro Erano — di mezzo questa semplice direzione. con gnosa, biso- e ad Di — venienza pro- giovanetto un anni! passati 35 la memoria Francesco d;elcuore. E lo zio prete di Colle? nipotiei diede,primo di lettere. dei non Vagliata e con Francesco stacciata volumi i certo un ben male, purQ della bramoso numerosa sua Metastasio del poetiprediletti buon gusto la questione b«ne Sannazzaro,che questilesse piaceregrandissimo.Il erano né dati raccoman- offerse egli al proibiti, nipotino,fra gli altri un biblioteca, ai ben facesse né di tutti,a libri Sebbene e e rilesse zaro il Sannaz- canonico,e byCoogk Digitized 14 — in delle scuole genere quei tempi. Poche — dava ombra della diletta E costoro. a Comunque siasi,le napoletanodiedero che poetici, do!cirono poi e ad bel un circa in il solito nerbo. anno a dello all'insaputa e che nostra di zio V umile italiano dovea era, tuttora. Il e personetti, sino e Silvio ebbe per vere nello scri- emulo studi,ed Salvagnoli. certo prete) procurarsile poesie Francesco Benedetti imparò quasi tutte nel 1811 lui,come potuto (come, s' ignora,ma aveva ad-. solitiversi latini anni,i Lì, Francesco versi,Vincenzio di patriottiche fu per le solite odi compagno Intanto impulso a quelli troppiluoghi è tre per imparatia memoria, un colico bu- Silvio nobilmente di seminario solito De-Colonia leccato la vita. tutta L' educazione il primo agli l'evirata dolcezza. del rime Francesco a abbrancavano ritraevano ne sui destini o come istinto, certo un si spiritodi corporazione, dicesi, studi allor venerate, già,tremando Arcadia,per i qualipiù scrittori, a scompigliata, zione emancipa- regole fino tante e sfera fino al Cesarotti: che salivano quellasua maschia, benché da tante bassa pretine di raccomandava fortuna » a e sottrarre la a eh' ei lesse avidamente, memoria. Il poeta Napoleone « D'Italia^ gli ricordava penisola« che nato del Franco al byGoogk Digitized 15 — » artiglio per comporla crudo delle odi liberissime a Lord calde di prima a Murat, patriottismo mente forte- III, scosse Silvio,che Francesco volta sentì di avere patria; una lo portava la tempra schietta virile ardente come dell'animo suo, onde il culto più solo. Del quel sentimento della Che diede quasi incredibile ed in in Passavano,tornando ch'era di atto, un allegraservitù, i campagnoli. e striaci Napoli nel 22, gliAu- folla di del Campo, e di cittadini, Romana ad denti stu- trarli incon- solo da quella gazzarra. si la gente le bande ove uno giovinetto, nostro poi musicali sogliono, egregiamente. come un né vita,con sì poco. Formicolava suonarono, arrivo,1'amico vedere fu non cuore godere deljo spettacolodi quel trionfo sulla Piazza Forse sua fuori della Porta costato austriache suo fra i chierici da Siena. Gran accorse per la : religione divenne pronunziandopure prova, quei tempi giovine cresciuto per nel madre, auspicandotutta quanta solo si astenne Saputo tappò in udire,e disapprovòpoi quei suoi compagni che lui. E nazione;l'autore in Ferdinando immaginazione di allora per la ed e Bentink, a r e — non taneo spon- dell'imminente volle casa : non con acerbe avevano fatto quante volte l'ho udito io medesimo role pacome deplo- byGoogk Digitized — gli affollamenti 16 — tempi assai d'infaustissima ricordanza,qui nelle posteriori città rare di Toscana, ad ogni mostra e il inconsulti vedevansi r indifferenza ad che in ogni di milizia straniera! » ei soleva « a mostrarci alla fine il nemico indomabili banda, L'astinenza dire,accordando,giusta costume, colle parole 1'esempio suo di suonata e a bero bastereb- incorruttibili: onde disperatoabbandonerebbe » Digitized by presa. l'im- 18 — In Sto e un e leggiio non m'invisco, Poco studio men capisco. e finiva salute stiam D' altro Veramente nelle V ai comune cari studi pagine d' nelV poi,così così. la antipatiaverso giovani di poco Giurisprudenza svegliatache mente d' allettevoli di Giustiniano Francesco,vuoi con plauso avendo di persone primo anno, erasi preparato, che invece campanellofatale,avrebbe A lui venendo per come Dio poco con rara quellescienze, avversione e fatto afdel svogliatamente di udire il suono del visto il bidello : in tortuosi Susurrargliall'orecchio Pure, inoltrato all'esame presentossi quasi certo,così di lodate,perfino goffamenteallora insegnate,un Ond' ei e lare tempra partico- per giogo del Pindo, nutriva indomabile. dai trabalzati tratto un letteratura,tentato amena r erto anno qui; ingegno,vuoi perchè troppaerasi e felicità, così ben classici trovansi Graziano;ma r Tonino: con Nelle Di è pìccolcaiderìno Poldo con — un: giri Si ritiri. volle,il campanellosuonò. — Nel- seguente però la ripugnanzain lui cresciuta byGoogk Digitized 19 — contro quelliesosi studi dalle sottrarre, gliconcesse genialioccupazioni, per prepararsiall'esame, sue soli venti volta il paura. Ma presentòsenza camf"anellorimase che rimase bile,gliazzeccò questo nelle tradizioni scolaresche poi l'uso di quellaUniversità; e forse,seppure è dura, non suono Ben Fuse, E bronzo o alla fucina nera esecrato, iniqua mano; ti tuffò neirinfernal Draghignazzo quel dimenticato. ancora te di Pluto questa davvero; onde lo muto di subitanea scolare,preso sonetto del passato giorni:pur nondimeno, memore successo, ei si di — riviera vestito da magnano. r , Campana Poscia a del danno Bargel,qualcheversiera ti fé del germe umano, Finche, addolcita V indole primiera, A asino un Ed Deir titol mutando or, Università sei Oh. cresci sempre E Me servisti per se or chiami Che e subietto, non campanello: maggior gloriaeletto; Purgatorio,oh ! giocondo suona quello al Cielo il professor più tondo. Eppure, questo, Francesco e col dolce tintinnio al chiami a campano. della che sua deludendo le speranze famiglia, parve di infortunio. byGoogk Digitized ^D — riesci,così manifesto le cose, vanno spesso - — che sapere ristaurato nel granducalein Toscana, del commissario non cambiale vera fossero fra fra le anteriori Orlandini cambio un che di tratto,* le e che buona videsi avventura per una parte dell' aver anche ad suo. genitore,più amoroso peritatodi carriera più grave, molto contraria alle avverate lunga, ed incerta. Bene Orlandini che mandare quattro ogni tratto allora fermò l'abborrita iii vero, inclinazioni del fu dunque per la ma giovane, famiglia sasse quel campanello ces- illusione ed Y animo ogni tormento. nella risoluzione di cupazione un'oclegge,e scegliersi che glidesse dal mantenimento esonerare Francesco il nostro promettente il silenzio di più omogenea, di spogliato,così a avviando,errore tempo alla Università; per abbandonare far differenza appunto impiegato aveva erasi Francesco cambio, le quali tano all'Editto;e Gaeposteriori provvido,non un il governo 1816 tolse il valore commercianti,senza quel buon d' e gliosi, principe Rospi- Granduca, Ciononostante un il alle scritte di egregie somme, ad figli vero un bene. Bisogna di ad di modo dio ezian- sé, la mata stre- famiglia. L' occasione non tardò. Nella GasseUa di Fi- byGoogk Digitized -21 dell'anno ?renze 1624 dei di maestro nitativa di lire 800 molto potevano esser vi non accadeva coli'annuo le condizioni Certo pel nostro cesco Fran- andavano più ognor stando: disse- Francesco che, siccome negli compiacevasidi raccontare,spesso gli ei altre, riscuoterla di due imitabile così comu- fari tempo da perdere,poichégliaf- era lettera una mancare toscane. T impiego di trovarsi le tasche del tutto vuote. Una volta fra le posta scuola Valdichiana in ma migliori, tal segno, ultimi anni vacante Maggiori nella famigliasi della a fu annunziato Lucignano stipendiodi — al dovè lasciare più giornialla perchè crazie per non poteva disporrea ed (14 centesimi), tutti coloro che rispettodi sé medesimi era sicuro di credono non contraendo leggermente, vergognavasidi prestanza,perchènon plare esem- biti de- chiederle in poterlerestituire. byGoogk Digitized IV. MAESTRO LUCIGNANO. A Sommario. Miracolo morale Amore lettera alla colla la di un di gola da esame comunale a ci si presenta Ora fatti quei ai giovani, il codardo : lui ^ra giovane Capei due non che maestro Foiano al giovine in virtù dinanzi al conferito il posto dell' amico nostro gli era Lucignano. vita nella smentiscono per indole mi riesce. ignoto dato, potè offrire ~ mane setti- di sostenuto o per — Con ancora, al fratello ricacciano e educazione cfuelle in (franchi672), e industriandosi,come a ben portava e sulle Lucignano. a cancelleria dalla Montesansavino, maestro Giacinto per giacque per così Lettera — partecipazione officiale che, splendido Vicario —.Addio luglio 1823, 11 Francesco di che Elegia — padre posta veniva data dello al Sonetto — frequentata poco d' Italia letterarie contese La Scuola — e molli, 800 lire piccolo paese, in Antonio in quei tempi, i mezzi Digitized per byGoogk 23 - - , laurearsi e matricolarsi in studi,prima da sé medicina;mantenere solo,poi coir aiuto di l' altro fratello Leopoldo : la Farmacia. la al fratello Giuseppe sua Firenze compiere in Così,grazie a dini si riebbe. veramente di F. il forte costante e medesima natura V glistudi di S., la famigliaOrlan- ^Miracoli morali — tonio, An- esso con finalmente, e cooperazionedi entrambi,dare il modo agii a paionoquesti: me volere innalza sopra uomo. Scandalizzati assai videro i pretidi Lucignano un ribile, e cosa forestiero, piùorgiovanotto neppur dottorato, in fama di di intruso liberale, quel posto che secondo loro, spettavaa qualchetonsurato diritto, del paese. suol dirsi Quindi dotta persecuzionesorda,o una Silvio ; il contro gesuitica, insegnare,mentre avrebbe infiammata e a come quale,nato graditodi volgerla buon sofiferseil rammarico giovanetti, sua in ad rola pa- di attenti numero di vedere la scuola A quel tedio però,ed pochissimofrequentata. che sentivasi maltalento que'preti,ei sarà discaro né onorevole in quel tempo disutile alla memoria assai brani di giovane che una lo sua aveva nelP animo rifugioneglistudi trovava Si diede crescere verso suoi prediletti. alla storia. E non né agli amici lettori, di al poco lui, eh' io qui riporti lettera scritta nel 1833 consultato sulla ad un sequelaver- byGoogk Digitized 24 — gognosa delle — dispute, degeneratein contese risse, e fra i letterati italiani. Caro « )) Ufficio della altre arti vi è Amico, come letteratura, sia maledetta. Ma non serva i letterati sono perchè più specialmenteavvezzi ilbello, contraggonouna di o disprezzare, almeno piccolomondo, vive e e si crea a cercare e lare specu- delle degli idee sue esso. un Quindi regna troppo buona fetto questo di- e civiltà minorarsi, estinguersi mai. altre Due forse i cagionihanno reso più ringhiosidi P intolleranza la religione; rabbia dei gP tutti Italiani letterati gli altri passatitempi in del fatto di delle fazioni civili. Circa alla,prima, bisogna riflettere ch^ altre scientificoera volte tutto il patrimonio ed cherci, così irritàbile^ i trovati si delizia in dalla crescente non » genus circa al fatto dell'arte loro ; può mondo: un curare fra i letterati generalmentenon » questo sco^o, a certa viziosa abitudine non che ognuno emuli,mentre armonia le scienze,è di miglioraregliuomini. Se o letteratura che una di tutte in fieri nelle stessi modi loro pure mano il Santo in mano dei Ufizio.Uomini dispute teologicheportavano gli nelle cose letterarie, seppure talora ne byGoogk Digitized 26 — scuole gliargomenti in vide solo i — barbara in e roghi deglieretici e baralipton^ condannati per cose teologiche. Verso » il 1400 Medici dei mente. Il di Cosimo per opera il platonismovenne si peripateticismo le menti,ed eccoci al . risentì: si riscaldarono delle principio vero fu atteso non o secolo con vergogna del Padre alÌQ di se femose Claudio o letterati di dovesse si strapazzarono fra talvolta fra loro Apollo,venner del italiano. Ebbe vari prin- il GiorgioMerula,letterato milanese,circa lettere che nuove altri nei ferocemente dopo questionajpono miscellanee furono ed con più accanito; e questi letterati, Poco e Valla grossolanevillanie. Il Poggio il Poliziano detto il Petrarca decimoquintoacerbamente questi fu iiUe mani. rarie. risse lette- fu inteso. Il Poggio,il Filelfo, non Giorgio di Trebisonda,il cipiidel Lorenzo insegnatopubblica- Ciò che di platonismoaveva o e primo. Nel sto secolo decimose- (sebbenepiù moderate) le Tolomei col volevansi ^ chiamarsi Trissino,per altra questionecon secolo sulla nostra italiana le beto aggiungere all'alfa- il Tolomei quel stioni que- o lingua, toscana, fiorentina senese. » Quasi contemporaneamenteil Castelvetro contro il Caro, per la canzone a veva mo- Venite al- Digitized by 27 — r ombra veduto aveva in dei gran giglid' oro. perire ogni cui tutto si decideva la Ufizio, Varchi e — italica dal del indipendenzaed colla totale oppressione stato dai terrori della contro Inquisizione concitatigli dal è infame Il secolo decimosettimo della Crusca rabbiose parte il troppo pedante Castel- ma vetro, ridotto in miserando santa del Santo cui prese terminò illustri, più debole secolo che un tribunale lite sopraccennata,a vari altri In » suo mico. ne- le per lunnie ca- il Tasso ; ci contro . richiama alla memoria le accuse le difese del e le questionidi SegretarioFiorentino, fiorentine fra della Crusca; ed condanna » San primo loro,onde Pio poi per l'accusa e avevano dato già notarsi cantra vigoreal nuovo ancora detto secolo le questionidel Tassoni e Cosimo Quinto,Filippodi Spagna,e Santo Ufizio. Debbono tavo V accademia nacque è infamissimo demie acca- del divino Galileo. Granduca prò alcune sulla fine di e di altri letterati il Petrarca. Al secolo decimot- vina si riferiscono le risse che ebbe V illustre Gracon vari suoi Settano dettò le sue contemporanei,e satire: non Arcadia, le questiónifra impotentiatleti lustre P. Grandi i per le quali l' che le scissure del- gesuiti,ultimi ed coli'il-^ dslla filosofia aristotelica, e coli'abate Lami (che in questa byGoogk Digitized ^8 — occasione gatorie dettò le Menippee)ed sue purè, sebbene secolo giunto alla metà, ha di più lingua,per lo il Monti futili ed ira- ha senza criticare vilmente udito il non omai ricevuto il che il dolor Uccelli supplantatodal Da » mai hanno sembra suo avere mignani visto il Carverso e il « Poscia professor emulo deve alla nella fratellanza, tendere Componeva servito in Italia allo scopo la letteratura,cioè cui a digiuno,» del e tuttociò si può asserire che le questioni letterarie non tratto il tato ten- Zoilo. Ha Classicismo primo il riso prima aver questionaresul potè nuove senza colpo di grazia.Ha ed il Rosini più il duto ve- Carmignani nel fare da la questione del Romanticismo,nella quale ed provocare e l'Alfieri; cogliereil premio visto sorgere ancora orgogliose ; ha Coureille rispondergli, dopo di non sentito rinnovellare questioni scandalosamente non dissensioni; De altri promul- sostenitori della novella filosofia. Il nostro » — pure verità. il nostro » all'unione, — Silvio di tratto in versi,ispirandosia qualche occasione; dei questo tempo appartienela seguente elegia in morte di Giacinto da diritto, lui Capei, che poi venne, ristampata. a buon 29 — IN MORTE DI GIOVINETTO Neir DI umane facile il e cose, Ingenue tutte in a quellaetate rimembrarsi a crede cor se le di virtude e Oggetto nel Oh! al padre d'un di Dio sonno Oh, trasfonder La ornate; Che E Di moverebber direbbero ai duol che per tanto ciglia. del duol il mio paterno! canto sospirmaterno! tutti i padre; or sì V alma tempo padri al pianto, i miei sien -amati Piangi misero H eterno, chiudi le anco figli quale affetto Sfogar il duol famiglia, potessientro del tenerezza beate amore interpretefoss'io amara; rassomiglia, Delizia dolce della tua Tu ANNI. QUINDICI speranze, dell'altre men Quando Le GIACINTO apriidella vita, in quellacara Stagion delle Ch'è — in versi quanto. e t'è concesso ti grava, sen represso. Googk 30 — — Sollievo è '1 pianto e il Cielo a' guai qel Ma fìnor sulle tue Che trista una Languian E breve pietàlo due Partia,donde chi e Darne afflitto il viso Tremare Ch'altri ad ogni in tornar Ostentar Ma tu n'avesti E si fu Movea Del tuo Si ad ogni moto. facesse padre! un che una Oh angoscia fera! l'avanza; pur l'ultima il noto. speranza preghiera sacerdote,e chiedesti.... e più figlio a non lui era! si bello,a cui amabil, si gentil, In fronte Che il sorriso: arcai) quando sommesso volto immoto a accento securissima lutto tanto avviso dalla ferale stanza. Malcauto, il crudo In lor mendace simularne,ora or sorse. fratello? dovesti,e spesso I detti a non potea novello Alle chiedenti del minor la madre forse; quello Giacinto,ahi! più dar, mostrando con di vita in figlie pur Alle amorose, Tu scorse, ti negava. il letto lor da muro Tormento non guance sua traspariaplacida1' alma pace dava; istillava in core altrui. Digitized dby 31 — Men Del che la fredda infelice, tu tuo salma rimirando,avesti. germano Priva de' sensi,almen Ma — breve calma. una egual chi può pregarvi,o mesti. calma Quando della fatai soglial'aspetto in che novella ambascia Fia E quando Che lui fu a Farete ai alcun rivedrete caro, oggetto lui ritorno senza e vi desti? sen tempi usati,al patriotetto? Talor, volgendo i languidiocchi attorno. Il disio del garzon Ma allor Oh il giorno. in tanto acerbo E questo Perciò vi sacro, Ignotoè ver, Asciutto Anche, tributo air verso che carme che ebbi mai non cigliosull'altrui quel tempo degnamente credè alzai Giacinto ei agitatoreperpetuo eglimedesimo sanno. ignoto altrui cantore; ma il a affanno lai, d' armonizzati consolar,solo compianger Non amando piangete! i testor Anco inganno; di rivederlo verrà non faravvi un dolore. pagò il suo de' cuori oggetto degno; ben fatto di non poetico giovanili, come ma accogliere byGoogk Digitizpd 32 -^ nel volume in età matura d' amore, verso lui da passione: che alcun pubblicato, dall' entrare così noi ci passeremo particolari drammatici,sulle in intendiamo non ne incentivo ai italiane vorremmo lettere, « — vicende dar di quella pascolo ai decoro e per collegiali; riosi, cu- delle dalle biblioteche, togliere cancellar dalla memoria tutti i degliitaliani, zonieri can- dal Conti fino al Missirini inclusive : serbando per forma,e gloria,l'unico di jnento Solo diremo :suo della r eccellenza che il 1835 la quellamalattia vi lasciò tracce morale padre, e che verso profonde;e donna amata, de' pretidi obliquemene le all'animo crudelissimamente separazione repentinadalla del la morte monu- Petrarca. serio,impetuoso,devoto,fu dolorosa,e antico come Lucignano,gli ebbero amareggiata quasiinsopportabilmente la vita. COSI (( Ho nella notte avuto scriveva al fratello nel settembre assalto di profondissimamalinconia del povero babbo. Mi occhi,ho Ah, ti perdei!ne DI MIO che giunsi:eri sotterra; E poteipur inondar sasso, o ti mando da te colsi il santo bacio. Io Quel la morte PADRE. Ultimo non un alzato,e colle lacrime agli sono MEMORIA CARA del 35, per scritto il seguente sonetto ALLA passata, padre,che di pianto il tao fral rinserra. 34 — ghano cattedra una : d' eloquenza a il Marchese posto di precettorepresso di umanità di dovè Arezzo; ma o nel per glipotè di Letteratura dei Francesco il uno nel 1836 V Italiana accettò. Così ei e altra, per seppe Giu- V amico impiego di LatinU cettore pre- tuto neir isti- la posto fu potè diceva, dalla finalmente guerra sua tosto pretidi Lucignano.I quali rinunzia sulla soppresso, la soddisfazione pare, scam- undecennale, però impuniti,poiché avendo andarono ebbero segnamento V inRidolfi, ragioneo una proporre cioè più che troiana,dei motivata il di Livorno; padri di famigliaisraelitici, come non Ravenna, Leopoldo prossimo collegio rinunziarvi. Finalmente Vaselli e - di e mancanza quei Silvio di scolari, chercuti collocare sulla dei loro. Digitized by non seggiola PROFESSORE LIVORNO. A SOMMABIO. I nuovi tempi Servilità Il alla civile La diretto men dei civile critica col penna Ma Gioia, francese; avevano ; la la infusa i liberali col alla (vocabolo di liana. itaquieto in- La la e politica col e animi negli e col italiano cuore Botta, poesia Manzoni; col e o operosità artisti. antica più scopo, Sismondi, vita meno farsi istancabile col o pensiero a era filosofia storia nuova del quelle presentimento Alfieri, col Leopardi Foscolo più municipale politica, aperto, coli' col Romagnosi, e ed nostro di una come — debiti. amico vita filantropi,degli scrittori,degli fatta la di la trasformazione, dominante della quali, nelle già, quale ad paesetto educatori. I — T passò penisola, incominciava Gli israeliti padri 1836 d'un della altra I del liberali — — città nostre, ogni di scuole Francia solitudine romorose in due dicembre 12 dalla Le — nostri. bella Digitized letta, Col- origine byGoogk 36 -^ allora torto di ristrétto e - quegli uomini significare a volgareingegno,che apparecchiavanoe non correvano pre- la civiltànuova) dividevansi in due schiere. Volevano gli uni rapida corsa, ne toccar la meta dopo da violenze abborrivano congiurando,fremendo,minacciando fidavapògli altri naturalmente zelo in adduce brevissima pericoli, e altari troni; e quei miglioramentimorali il seco tempo, aiutando e limato governi.Era, che in facciamo ora r Italia ; politicoe quanta vi abbiamo fra le due se carità di aggiunto gli Iddio — distinzione grandi parti che che,,con non essi, de' mali pretie fondo,quellamedesima e livore,le persecuzioni: calunnie. de' mali le catene quanto patria ognun acerbi per che con prudente i quali,avrebbero, speravano allentato e vidono di- senno vede, ora il rinfacciamenti, compire l'opera,le il buon benedetto,e nativo senso del anche popolo nostro,salveranno, giovasperarlo, da l'Italia. questo flagello, Fra più sano queste due partinon alcuni dì mancavano desiderosi e intelletto, del qualisceverando,ed appropriando a ciò che di buono trovavasi da un minaccia ma, in dai feroci delle duB fondo,avuti nel debito sé lato un professavano sapienteeclettismo : solo- bene, i medesimi dall' altro, e espostia qualche gabbie contrarie, pregio da tutti. E byGoogk Digitized 37 — fu tratto dall'animo fra costoro prender posto a libero e del zoni^ un' altissima stima al Mani frementi come vessillifero, retto suo Silvio. Ammiratore Francesco tributava pure Niccolini, lo — d' allora scioccamente fiacchi chiamavano, dei dei codardamente e apostolodella pazienza,arredo rassegnati, logoro di sagrestia. A più questieclettici operosi efficace per ed della gnamente dee disporre servitù, preconizzatalibertà altrui, parve mezzo gli animi rialzare e risvegliare nell'abito anneghittiti alla il sinceri, e civile sé stessi della generalmente l'educazione gioventùe del popolo.Il Lambruschini,in Toscana, diede le mosse, fondando pensione,ove una delle con nel Milano Aporti, in Veneto, il Rosi nobile gara in breve cultura se cune figlial- il Sacchi, il Parrà vicini nel nell' Umbria, onde sorgesse imitarono alcuni noi. L' adoperando tutti . una meglio piaccia,alla popolare fra acquistò ora pubblico; seguì in Cremona la quale doveva italiana, forma, o cesi, di- prime famìglied'Italia,e pubblicando grandissimofavore r come i loro mandarono giornalepedagogico che un o istituto, un scuola di conduri-e alla ri-^ istaurazione esempio di gogia peda- della quei generosi nel Piemonte, altri, come glio me- Era poterono,neglistati papalie napoletani. byGoogk Digitized 38 — tutta per la un Penisola, un'intesa,un'armonia sé la e scaldati diari, e o tanto talora e dietro lei non I frutti della bella scuola imitata si colsero del del Boncompagni, e precipuamente ella mise di altri che non impulso patriottico, diedesi di tutto buon di aver la trovato qualcheanno, e e il fecero lezioni, una dente, indipen- e il nostro vero per cesco Fran- gli parve dri che que'Pa- po'pregare a che firmare glidiede presto poi le dimostrazioni di affetto che successo un È cosa professore, nuovo alquanto sui nervi; ma di stima animo nicchia. sua e assicurarsi per collocamento nuovo dell'Istituto si fecero il contratto col riosa glo- e zione inclina- nativa per vita il più che allor si potesse,libera nel fonde pro- pochi. non afforzata dall' esercizio di e più Rayneri,del Berti,del Troya, All'insegnamentoadunque, Silvio ; senza, osiamo. sappiamo, né vegeta ubertosissima tuttora opera per noi, che da andare, e nelle Provincie subalpine,ove e radici, coi giornatedi Luglio, vorremmo innanzi,non meno calore quel degnamente abborrita, vagheggiata e sempre insieme più consapevoledi sempre al sole delle Francia;sempre, pur affaccendamenti, comune potente. Alimentava stessa,e suoi — gli furono plicate, da loro molti- splendidoveramente dimenticare quelleprime delle sue difficoltà. 39 — Del qual V ottimo successo chi lo ha solamente non nel (( 1837 « Alle 12 di questo mi che di memorie casa, V ho corretta a quellagente in data del alla meglio. Alle ha detto : neschi allori. » ho a E riscosso la mia quando Anche com' ho però, più stesso,di mandare a poche, altro ho. » operosissimo volte il pagamento del la mese: pazienza di Silvio, scrive tentato,come queisignoriin Sopraggiuntopoi il lire 120 e i padridell'Istituto cominciarono po'alla prova un il quale si sentì in Livorno mani Sta- « avrebbe ripaparticolari, rato lezioni ritardargli spesso lo che mise letta affollatoda quelliopulentie splendidi e sventuratamente a febbraio: ed parco tornato ciarlata-^ ripensatoa quanti debiti livornesi per ; ma i miei parse son zione; le- liti dagliIsrae- bella mesata, mi non ai debiti egli era, prima bravo !....Alle 9 godere a data del 23 in 100. 80) (franchi che casa, naio gen- 8 l' ho ho fatto il riepilogo, e accompagnato tornato legge 13 terminata; alle 24, mi che zioni le- sue così si giórno» risoluto di scrivere la son a sono le ravigliava me- sero meritasprime, improvvisate) alle 3 l'avevo ne credendo non le quaderno suo umile quanto, uomo, conosciuto, può credere,si poco, meno (tutte, tanto. — dono lunario. un nell' estate per la terza cholera,parecchiefra le egli volta agiate fa- byGoogk Digftized 40— — ^ , iniglieisraelìtiche n'emigrarono;e amato anche e T onorario dell' professorevenne glorificato e regolarmente, meno corrisposto ristretto a più angusti confini. Cionnonostante air impegno nell'anno per Francesco tutto il convenuto scolastico precettore,o come d' Eloquenza italiana Padri di e rosa trovavasi direbbesi,di professore latina all'altro Istituto dei dignitosopiù armata onde, ancorché assai dei di un anno, la precedenti;ma spine lunghe,forti la classe per superioreinsegnamentovenne dopo Quindi, famigliacristiani: posto apparentemente bello acute: e triennio. accettò il posto di 1838-39 ora fedele Silvio rimase la quale quel non istituito, disciolta, egliavrebbe ed si fosse, come lasciato, fece,quellascuola, byGoogk Digitized * 42 — — vita di travaglio Pure, sijffatta e di sacrifiziocontinuo gli fruttò questo era già riescito nel 1843 44 e offrir denaro per Ma specie se di patria; toccate e glisi Presso frutto quel Francesco di fosse sventure, amore di profertodi riceverli via legale. brevissimo ; e landini ebbero le reggere vacanze una autunnali al ivi ebbe la ed del Vaselli. Dalla conoscenza calda amicizia,fu il forse 1' esempio virtù,se il Giusti il nostro leggiante Giuseppe Giusti,ospite vil- di non deve ai Promessi gloriasi soleva uomo pressidi Siena; conoscere all' amicizia, ad Nel facilmente divenuti d'immeritate bravissimo egli pure che strettezze. penose Vaselli, angelo tutelare Silvio passare villa nei fortuna più potè trovavasi soverchiò ed incauto per e serbarli in deposito,pagandogliene,amico sapiente,il Prato, sarebbero l' ottimo ove Francesco,non € da parte,che messo simulatori gli la spesa, Thouar, il quale all'amico quegli avanzi in via tanto aveva ai furbi nel 1842 che : pareggiarecoli'entrata iniqua persecuzione in una preda di di bene nella e le tragitto parole dell'Or- svegliare (chequesta di confermare Sposi)ma educazione,ardua tanto serotina,di sé stesso, a poeta civile. 1844 spiritoper poi il Giusti lo spavento (da affranto di lui stesso corpo e di riconosciuto byGoogk Digitized 43 — ragione)di senza — stato essere da morso gatto un in affin di riaversi, a Livorno, idrofobo, recatosi, Maycr, ebbe Francesco con su quei colloquii frequenti Versi di serio argomento ch'ei Alla pubblicòpoco dopo. questepaginepuò farne testimonianza de audi- dell'amico: profondoconoscitore tu, i consigli di benemerenza, Francesco Giusti,e conservò libretto zeppa di Nell'ottobre poi rimise del tutto medesimo dalla che dÌ4ivarono seppe Studiavano il Giusti si Colle di Leopoldo confortarlo. Coae Francesco di bello ed alto sentire essi insieme i il Mayer, là vegno Silvio;con- e operare. poeti,e segnatamente Da leggentefaceva, non Virgilio. come, per quel ad aperte ad ogni gentileaiffetto, di anime ogni maniera e di dal postille. medico dal il Thouar, col nostro insieme capitati, anno, intenderlo quella cura e fissazione in sua d' Elsa, ov' erasi recato Grandini copia autografevarianti del cordo ri- a Silvio ebbe una sempre, dice giu- e d' ogni più squisita finezza di stile.Quasi il dottore Leopoldo, afferma ilbuon Frassi nella biografia svista, del Giusti (pag.81), ma quale s'internava in chi assai gli giovarono, e quale pubblicazione scrive Val casa e sì il nostro s'infiammava E quei versi stupendi. forse Francesco,il' maravigliosamente assaporandocon pensò quellavoro compagni la poesiavirgiliana, tali : Bi byGoogk Digitized 44 — e delle sm Virgilio — opere che Tanno nella Cruida délV Educatore,e di scandalo dipoivide fu innocente che e da letterario, di educatore Nel giornaleEuganeo cui r Orlandini su quel lavoro,e quel qualifino Le a onesti,vogliamo che lettera Tommaseo ho che il Tommaseo, faceva non fatto scrivere degno men e di approvazione, paroledi simo. bia- qual segno dispiacessero agli il lettore lo deduca scrisse ne ben è che l' ottimo Tommaseo, raccontare. articolo suo di esso, alcune suir autore e biografo, obbligaa crédè allusione, menoma di dell'aprile 1845 nel la del mi gione ca- ultimo di nobile soddisfazione all'amico nostro. Debito intendimento la luce scritto da dalla guente se- Vieusseux,amicissimo a Francesco Silvio : A « colla massima amico,cioè schiettezza,rimproverandoglila leggerezzacolla quale egli scrive gliho non e di persone dissimulato mi ha fatto provare. Qui V ch'eglinon conosce; eh' egli dispiacere amaro vi mando annessa la di Ma queldisgraziato paragrafo. e complicatoargomento parleremo meglio a Una seduta schini: la r questo doloroso sarà necessaria collegiale prima volta che vi troverete faremo, se occorrerà,una Non di gita a le censure con voce. Lambrn- quicon Mayer, Gerbone. San basta. L' ottimo Pietro Thouar Euganeo contro copia » pubblicònel- fatte all'Orlandini una byGoogk Digitized 45 — — energicaprotesta;^ e quel che più conta,TArcangeli stesso dall'Orlandini se liberamente, criticato, rigettòeglipure dal Tommaseo, propriocensore: le lodi a lui tributate maggio 1845, Atto nucci scriveva all'amico nostro: a del Sapetel'atto generosissimo Arcangelifa altrettanto, e Carissimo amico. nostro in Van- Pietro caro propositodi Mi seguentiparole: — mi dà di traverso,per di dare addosso all'Orlandini. Al fosse noto che me sorga per credesse non mi cresciute rin- son di avermi neir un fra i Editori considerazioni giudicadi due non miei Francesco spiace.Perciò il suddetto megliodi ogni » Eagaxieo lodi e inserito ultimamente piaciutoal signorNiccolò è alcune le lodi : accetto maseo Tomai miei intorno avvertenze Ringrazio delle avvertenze, non ilsignorTommaseo, e deir (Marzo 4845) di fare alcune nucci sai suoi,tu articolo di Critica Letteraria Euganeo Racconti. quale vorrei la lettera: Agli In sione occa- avere paladinodi questa fatta.Se egli un — Ecco lodi che punto rallegrato sono altro quanto s' ingannerebbe. * : ciò profondamente quellemalaugurate che il Tommaseo col è potente la schietta yirtù! tanto mi ha scritto ieri le ramente ama- spontaneo strinse amicizia e Ecco come, in data del 2 r forse non perchè, dove le sue in questo medesimo e articolo, si riferiscono soltanto al merito letterario, carissimi e stimabilissimi Silvio Orlandini,in desidero che lo stesso articolo contenga Firenze, 2 maggio. un amici, Atto che modo giornaleche questa mia ha molto mi pubblicato dichiarazione. PlETHO Van- ThOUAR. Digitized by 46 - — lette le qualiparole,l'Orlandini si credè Appena in dovere eh' ei di scrivere all'Arcangeli, mente personal- non conosceva, la nobilissima lettera seguente: » al Signore, Pkegiatissuio « Io signor Tommaseo è parole con le generose solo ha deWJEuganeOjdopo Vannucci amico nostro ha mi che il partecipato non scrivendogli, cui Ella di rifiutar le lodi dichiarato sul conto piaciutoscrivere mio nell'ultimo fascicolo comune ciò che sapreiquasi più lagnarmidi non heì a temporaneamente con- date da quelloscrittore, ma mostrato il anco fatto noto,come verso di che possa Ella disapprovai modi tutta esprimere, la nobiltà di questo tratto da cui mi viene fa andar mi qualchemodo da lui usati che onore un mi superbo; e di meritare la cortesia e stamente giu- parrebbe in se queivilipendi lasciassi tizia questa giornatastessa in cui mi giunge no- passare sì a fosse mi e più di quello vivissimamente, Io sento me. che gentile desiderio ha gettare sulla carta, diretto graditasenza Lei, lieve,ma un dell'affetto che gratitudinee io non la conosca molto anche e schiettissimo attestato Sebbene professo. personalmente, pure prima del cuore, le d'ora della la stimava gegno per le doti dell'in- che io vedeva come reflessenei Digitized by 47 — suoi rirmele amico della di alcune ora io medesimo virtù. E sua Ella letteraria, maniera che mio non dall' of- ho vile, un leale offerta. Sì,. essersi manifestata manifestarsi a fra noi qualche discrepanzad' opinionecirca ma argomenti letterari, luogo,0 per presunzionein me essa sarebbe o stolta) in ad né avrà mai ebbe non d'ingegno (lascioche gara m in sì alta, tristo né isdegneràquesta cera sin- fra noi essere mi ha dimostrato un recchi pa- /che ad onta, penso possono mi reputa né forsanco tornare avvenire mai quando signorArcangeli, può caro può non dicevano ammirazione per divergenzeche fiducia che di lei mi posso astenermi non materia e che e pel bene scritti, amici,ma — tal pruritodi per gno altro obliquofine indeo per litigare, qualsivoglia della intemerata desiderio onesto unicamente Ora se di a avrà mi il cercare franchezza con Ella mi santità delle e lettere, vero di e marmi In ciò vantaggiodella patriacomune. spero, reputeràdegno non anche indegno di Lei. della chevole ami- corrispondenza, acquisterànuovi mia garlo promul- disgiuntada urbanità^ non sempre, l' del- perchè mi apriràla gratitudine, via sua titolialla a confe- coi fatti. " Suo » Aff."» obbligatis.™» F. S. Orlandini. Amico " byGoogk Digitized 48 — — mandò Arcangeli,ricevuta questa lettera, L' Orlandini cliilideAlla Silvio traduzione sua una Pace,con queste parole: Orlandini,carissimo - A Francesco questo libretto come rispostaa quellenobili paroleche glisuonano una gli suoneranno può contrarietà di non diversità, essere sì nobile insieme aver premio soavissimo altro non se » opinioni. — alla virtù toccasse noi pensare, pel lungo tempo attori quelleire,de' due principali controversia? glionesti lettor caro, che esultato, dell'amico nostro,che dovremo oramai, Fra nelP animo. sempre Ora, dopo un « di Bac- amico, pregiatissimo e Giuseppe Arcangeli manda e dell'inno l' al- decorso, di quelladeplorevole apriròfrancamente Io sopite l'animo mio, dicendo: L' Orlandini e r uno* e r e fa che scrive queste Come al bene altro,secondo nato, mise modo il Tommaseo cooperare forze,fece in e onore. esporre e proprie tore Vieusseux,concilia- e suo lo tentò ; ma degeneriispesso io che non dipingere,non fare per si amassero, è che la costanza raro talvolta in ostinazione. Ed ma delle ogni poter pagine eziandio la facilità di natura questa Italia,cui la misura s'intendessero così di Il buon in opera marsi, fatti per sti- erano e chi invano. benaggine, in dabtrasmodi non intendo giare elo- assolverò da byGoogk Digitized ma so- — si poltronecompiacenzeed sventura potere il discente dalle tutto premunisca a illusionidella semidottrina; minaccia de' tempi. e Ma, dicono — studenti,generalmenteparlando,non libri nelle scuole si sciupano,e noi,presen-^ accrescere temente, sia savio consiglio discreto lo deglistudi,ogni Ora, quanto chi proponesse a termine un aprendo che medio: addestrando e la difficoltà, sa. credo non me, sbaglierebbe la mente confortando vanno lari deglisco- bellezze si compilinocrestomazie. intierezza, che debbano sostenere in dubbio; l'ottimo che pochi sci^ittori unanime dei ad macchie il il anima potrebbeun cercare aflfetti e dichiarato alcuna la luna in folgoreggiapomposa, non amico ride i volumi non non si ha pre sem- dissolubil léga insue quintadecima,se non cara. — gioventùnostra ove quei le gentilee della in esemplari.Il mortale: Perchè samente amoro- depositaronoi cui pensieritanti e tanti, in vita r quali vorrà- pure consentimento, pur quando vuole; e sole,e ninno ma si trovi solamente ha secoli, genio spiradove Le composte di brani ottimi,nou essere che dei nella, percorrerli a. loro è chi lo metta i professori, mentre affinchè gustinole più recondite li classici, i ricchi, son fra se altri:gli le circostanze omaggio, e dopo morti la loro tesero, con- gloria? byGoQgle Digitized 51 -^ quanti frammenti Quanti' e ignoratie neglettifra ' Che vorrei io non que'libri di fra la di veder a rinvoltar mercerie: a della patriae salvarli dall'immeritata così intesa,e con obliati per e abbiamo ne approvazionedel nei ginnasie crestomazia nei liceinostri, fra i versi è forzato a rinvenire giacere sul nel quale i in meno sé alti concatenati fra loro, che la mente serbi duratura che se suo l'impronta.Ora r affetto mi quasi a con a zione, perfenon Procuste, fecondi,e significati e parole,procedano e gli afferri, tesoro. periodo,pur un letto orribile di pensieri per acconce tirato sonetto un nostro,io potrebbe far eziandio Difficile è trovare stero magi- supremo dell'amicò contenerne credo che delle prose non troppe. del bene ci dee spronare sarebbe,io credo,utilissima. La quale,se ma chiere chiac- pulimentatea regola oblivione. Una adottata scolastico, miglioridDvrebbe blioteche, bi- nòbili sensi vestiti di eletta quando vediamo forma,l'amor frasi soltanto, parole e d' arte,nella letteratura nostra Ma valsente! di poco polvere infeltrita delle sozzure, lavorate e preziosometallo, minerali dolermi straziati 0 di pregio fosse il se sempre — così bene e del lettore agevolmente prò io non riceva ne ctedo e vero dav- to, faccia velo al discernimen- le mie giustificare paròle,qui ne byGoogk Digitized 52 — tratti riporto alcuni rammentato in come dini tutti dai e Virgilio solo periodo sa pregi del i dal Di : un — discorso ultimamente delle opere. sue compendiare TOrlan- mantovano poeta : contemporanei salutato maggiore ' la (sicondoni di alla oltre fantasia, naturalezza grandissimaattitudine e tu gli affetti, a alla nobiltà dei cuore nella la della più romana anzi umano, fiorita e verso tutto quasi,anello ed eroica del e eleganzafra l'arte del- le pompe soprattutto certa ciò che mantovano del ciclo omerico,e la stigatezza lingua,ca- que dovunispirazione, poetica tenerezza qualeil cantore diremmo e di T assennatezza della scelta maestà; alla elaboratissima d'armonia al fervore di vena la varietà stile, mezzo umano, splendore di locuzione, rinvieni dovunque verseggiatura: in imagini, rappresentarnele passioni padronanza temperanza di colorito, di al calore vivacità delle e piccolacognizionedel non Omero e dai iperbolealla.boria nazionale), alla vastità della concetti,alla In lui « posteriprincipedei poetidel Lazio,oltre e Ecco va quale fa intermedio il genere verso sente spira,per o distinto essere conica melan- daglialtri i suoi fra la versi, suale poesiasen- e quellasentimentale politeismo, civile del Cristianesimo. » E si noti che l'egregiocritico poteva corre- byGoogk Digitized 53 — (lare ogni in mi affermazione sua volta il una noi, i quali chiamar dottrina altro studio di può od nuovo Più : lungo e paziente con esaminarli d'Augusto, onde la ipotesi, per che dall'Arcangeli, dell'allegoriale , a V umanità Orlandini dopo poeta, fattosi di detta a più imitare avvenimenti civili miti e si andava La nostro tava poe- pur all'arte, e voglionosupporre generazioneche e avea la triumvirali, prestamente pel più bestiale dispotismo ; mulinavano ri- politicide' tempi suoi, il jfìnecui : « a il mantovano come Teocrito,mentre le atrocità duumvirali che tatore commen- pensieri:il , eh' eglimirasse,scrive rente traspa- capocce piacenteggiavacoi potenti,nocque sé medesimo nelle Bucoliche quel dabbene dimostrato aver un pubblichesciagurede' tempi ad veduto di verità sotto il velo assai potevasitrovare poesiapiù chiamare a la pur esporlialtrui. si nascondessero contese se smi pensato di afori- richiamare, per piacer suo po' strana, ammessa e dotti ordine insieme messe egli era, come de' pochissimifra si possano sotto,combattendo non così di autorità dall'ingegno che quei fatti medesimi fatti, tutto a ragionie Viale,un sia che non sentenze e di ; mostrando buondato disse — nerazione ge- maturando coloro che soltanto ricchezze,onori,e, per tutta Digitizedby mai or- vita, -54 • ventre; coloro la cui fisonomia poteva la vita del in scattare subito dall'arieggiareil un il Triumviro coniglioverso della — in cui i rari mariti i mogli, e queste il glianni contavano di giorni dagli adulterii: di Varo pastoridel pastori,che, per si mostrano e di loro sopra passare letto di verdi un Dio aver Augusto mondo, corte, di ed averne dolce possono, dell'oro, vuole,dopo avere avere avuto aver ottenuto sì con dei veduto la fortuna umiliato la notte di aver profumate boleggiare sim- commentatori) Galatea; la o, se capitaledel stati essere a supplicaad Augusto, una benigno favorevole di pueri? appellativo presso fronde,dopo in Mantova Aniarillide, si singolari sì raffinatamente saputo (come voglionoi più non certi propria dell'età a fuggitivo adulazioni,dopo ciò sto, Augu- in maschera uomini,che tanto dabbene saputo parlaredel in Di quanto altro pastore miserello,spogliatodei un suoi campi Roma o sti, altri sconci contra- addurre non ospitaleamorevolezza invitare Mincio? cietà so- qualcheragionevole di Gallo e nuove una canti di certi incensatori di PoUione, d'innamorati con dalle che fosse per ricevere tanto impressionedai società plebeo; una siffatta poteva ella porgere speranza il ceffo ed trionfatore, il cliente o tigreverso del muso rescritto col » byGoogk Digitized 55 — finalmente Ecco r Orlandini Quando « trovare nelle tolga tu adulazioni,cui quando del -certi particolari, può non badi non favellare anco per Virgiliocerta, che a angustia nel dettare i suoi apparisca chiaro piuttostoalla che mirare cultura delle pianure,che finalmente vi non a quando vi si rinviene rilevanti in quando tu chiameremo egli,pel lato precettivo, altre parti,e più a lia, d'Ita- quella quelladei monti; quando carico (e certo iHavoro umana certo non abbia ogni conto il non cose egualmente utilinemmeno tu contemporanei, per tu lissità pro- cui nel quarto libro si diffonde in a' suoi doni con- insegnamenti,comecché glivogliadar vaghissimesì,ma nel topografica abbisogna grande sforzo)della soverchia con tu tura, agricol- della parte meridionale quelladelle a tore nostro,l'au- parer Italiani ; gli antichi mentate ram- perdonare; assolversi ; capi molto le di disordine in poco pochezza che di alcuni giliane Georgichevir- dall' opera quale, a intieramente certa a un critica una si vuole non ad passi sopra tu dere chiu- poche parole sa gliappunti che sapientee giustapuò : in come tutti — hai nelle Georgiche più perfettoche prodottofinora,e che l'arte sia forse per* produrre giammai. » Ora, se quello stile che chiudendo idee molte byGoogk Digitized 66 — in anche materia a di tempi, come necessario operare in sé, vuoisi natura di chinati popoli,in- siamo, alle il nostro soverchia i maestri la i e malgrado o le scuole;io tiranneggia in qualiagguerrissero stro, no- affermo che fatto periodaresif- un gioventù,preparerebberoil risorgimento, voglia dirsi,la non la durata forze,e le chiere; chiac- è, nei qualiil buono vivere,e l'enciclopedia, invade mento eccita- ottimo noi po'troppo, come e del pensare, attemperato alla il più un se al lettore occasione poche parole,porge e — ultimo non fra i della prosa creazione bisogninostri. tanti gravie Oltreché,questitre squarci sono uno dele specchiofeSii- di Francesco dell'animo,e degli studi liana: ita- vio; il quale così attingeva, per spanderline' suoi fortunati dove il insegnamentidi scolari, volgo de' retori altro e belline, il che locuzioni trova non brillantare brunire e componimento. Veramente quando cose, credeva . frasette da là filosofia, grave berta,e egli,e l'educazione bastate sarebbero tempo; basteranno ma lo credevo scriveva io pure, informata a quelle che la li- civili propositi perchè l'Italia, risorgendo, prein- desse fra le nazioni E l'Orlandini d'Europa il posta che le forse, non di più che l'esperienza pete. com- contrastate,col un lustro ebbe byGoogk Digitized -«-58 ' sormontarle di tutto per ne svoglia,le abbondano; arti da mai senza agli altri, inondarla le la nei in quellelotte qualiV obbligano la intomo a a cristiana' tolse forse plauso,appena perchè non comparve, rOrlandini. Nella avesse corrisposto i giovaniun sua al lo la render questitien a civile pochi certo iniziatore in cui gli sapienza. intendenti fecero delquesta pubblicazione infatti, quando tutta saggiostampato,trovato sentimento l'immagine;una e parola;i quali stile,e traduzione bellezze ; ilmodo rerie cor- e riflettere, sveglianogentili piacque di simboleggiarela Ecco bondargli ab- driti, queigrandiarchiman- primo posto colui,dal quale il poeta dell'arte roboranti, cor- schierarsi umile a idea sopravanza mente e mare, consu- nelle valore generoso ed alti affetti nell'animo. Fra il di gioventù nostra, invece pensosa se inalzandosi,dal .sceverarsi, a andrebbe giornalistiche, lietamente a ed gioiemaravigliosedel pensiero, il sparpagliare e far bene stillare nelP anima,-quindi prima i conforti volgo. Così strare ammini- spiegatoOrazio avere Se poi prende gusto Virgilio. sentirà agiati pei non benissimo può saggiamente gli averi suoi,e ed Se e' se sé medésimo. le industrie e ricco un e — bero avreb- profondo delle virgiliane italiano che fedeltà meglione potesse e scrupolosa, final- byGoogk Digitized mente se- — linguaggioagricolanobile un onde tempo: un di quei termini,troppo volendo ignoratidai giovaniculti, potuto avrebbero più sovente il accertare sicuramente vocabolario,consultare monco proprioad e qualche lore, va- che buon un tadino con- toscano. Però, da avendo come si sentirvi,come e r V arte : più volte panegirista, gerò soggiun- letto i suoi direbbe,un vela abbastanza non nella si traduzione minuto dai conto collo finora stimavasi è parso posso avajiza rapido, e : via, molto e medesima, si farmi a fredda. È potrei meglio tender in- nel paragonare traduzione e quello.Lo del quale ' apriva spesso delle sue e discernimento, al lettore,ma Strocchi,se immagine, viaggiaa presto, travede-,o 1'Orlandini cammina guarda, molto di di questa trascura di tutte le italiane-superiore, questi valermi per con la Strocchi, più poeta osserva tutto a odore difficilmente giovani,io dirò, che r Orlandini mi sé e solo,per : di cotal. poco smorza questa un'impressione di cui render è parso po' troppo ardore poetico virgilianoun volte versi,e più confrontati col testo,mi volte avendoli lucerna amico,non verace per le comunica procede un ma poco del tutto diletto osservazioni pore, va- a piedi, fa tesoro con garbò po'troppo lento. Digitizedby 60 — e guardingo,e Valgano alcune avventura per citazioni di fedeltà mi suol Ed uom tragge alcun prò Lo stesso Giove ben gV ingannò il testo ha nuoce verso inculta terra fosse. messe con pure spighe. vacue imitativa forse dell'armonia nel mille Tempra e mutando difficildura l'assetata mostra, da coltivar volle che lo studio con via Ma come fedeltà, E di colono riposail suol germi Talvolta dico : prosaici o men Anche alla bassi Né — ch'io risponderàseminativa Quella del si renda voti alfin dell*avido Quel troppo impacciato. il troppo studio versi,cui che pare —^Ai — volte a ciò spiegare,e giustificare a — — alla concisione,e : spillanti zampilletti dell'erba Tardor che la bee; arentia semplicemente: Scatébrisque temperai arva. 0 per l'ombra tradurre che l'occupa, e te l'aduggia umbra iiocet. Quindi l'orecchie lo stridio ferio Dell'asproferro (ferririgor) Perchè gli antichi Soltanto (Nam il con forzate zeppe fendeano, legno facile, primi cuneis scindebant fissile lignunu) byGoogk Digitized 61 — Qui mi sia al perchè si usar permesso, vogKono nostra,cui mi di •continuare una mai perder di dodici anni un uno noterella, di scuola da lettere e ad studio non meno volta una i che la carriera con studio uno militare,si alle insigne rese che combattendo, patriebattaglie, della tro vita,con- si rammenti sempre presentissimorischio — Per compito per gentili, occupazioni presa briganti.* Leggendo, parla uno « di non giornale un Il quale,nato giovanetto. ognimaniera nelle classica qualchemia pubblicaicon comparativofatto nobile un nel 1860 poi fa lo che le gretterie, principali linguemoderne, riportareda ove e gioventù di vista,per catena vergognosa la nuovo alla scrivendo, tanto spesso penso senza letteratura, la penna, regge troppigli eccitamenti animare per rente revequell'affetto per che mai sono non e estinto caro — scolare di sedici anni. obbedienza,e piaceremi per comparativofra metto a le varie traduzioni fare delle Georgiche. (( Dirò subito deir Orlandini che a confrontata con quelledel Daniello, Mancini, del Leoni, del Biondi del chi è quellache meglio esprime del significato * in testo Luigi Matteucci tutte ufAziale ora ^ e dello Stroc- in italiano il le sue vero più minute di cavalleria. ' . la traduzione mio parer DigitizedbyVjOOQl 62- — parti.Ma nel e tacendo quasi fra i il medesimo ma qualchebellezza, quattro sunnominati confronto il tratto e meglioSpiegareciò mo spiegam- Omero) e io paragonerò, che io penso, tratto saggio dell' Orlandini,colla traduzione, dello Strocchi, riputatafinora delle di Virgilio Georgiche ; e qualche volta la francese di Delille con » Nel la Ingemere,et sidco attritùs che al temon Sudino del gioghisudano è lo il vomere aratro cigolantearatro, splenda mi mi difettosa. Dire sembra parlando del Strocchi, poiché quando blinkt die Schar Lampeggia, taurus ma brilla, non è il vomere vomere imbrunito,* il Voss: Ottimamente Es sciata (la- figuratroppo ardita,e troppo ha strisciatonel terreno e V autore : dall'autore. Anche spiega male * inglesedi Dryden. dal solco. Questa traduzione si scosta ancora vomer, splendescere gioghi,e. il vomero i Imbrunito che i miglioreitaliana, : mihi tum Lo Strocchi traduce » T con dedica)dice jam Depresso incipiat Vuò e la principio, per esempio,dove addietro » rei fa- lo Strocchi, Orazio,come che giorni sono, fa fra Cherilo per nel Biondi deglialtri (non che si trovi Leoni, non ^ o in der Forche gescheuert.» o argenteggia quasi chi dicesse,biancheggia, forbito dal solco. byGoógle Digitized che es- — anzi,se prima di color era diviene chiaro imbrunito preso un e per come levigare^ non di metalli. r Orlandini Per A sotto gemer sembra hnto il presso Oltre il bel modo di lode r armonia del senso bruno abbia spiegato dei cominci nel solco. cui con questiha saputo testo, mi sembra ha che riportativersi (come altri)in cui è benissimo degna saputo dare in seguito a tezza descritta la len- dove peraltroV Orlandini, : Ai voti alfin dell'avido Quel Che suol Il star due fiate lui per T a colono, risponderàseminativo, provò Sempre per è aratro, e luccichi imitativa del bue. Qui sotto dice questo col brunitoio i lavoratori mi allora il bue nel molti ha : me primo fricazione, con- egli render significa fanno Meglio entrare al anche brunito,ma Dirugginitoil vomere )) Jucido. Forse e perchè imbrunire errore, la bruno,per e caldo e gelo; amplissima ricolta, granaio scricchiò; troppo attaccato mi pare all'originale fatto un' ellissitroppo ardita,dimodoché un poco offuscato il ne bia abmane ri- senso. byGoogk Digitized 64^ — )) In quel traduca non molta il Fa di La qualitàdel ciel,le patrie leggi, ignoto piano, spiarla regola dei venti, osservate. usanze ha che significato s' intende voluto dare a prima male, poiché infatti la qualità del terreno, o zioni che vi leggi abbia sarebbe hanno cosa intendere voluto difettoso per L' Orlandini ha colle varie le suona far le che prosperare? Meno possono sta vi- sAVignoto no; pia- quindi le patrie leggipatrios cultus e » V di tentar prùna le che esattezza: Già,primieramente mal » mi sembra Tu E con lo Strocchi che segue con — leggi piantache costumanze per : ma ambiguità. detto invece Ma pria che : '1 ferro il seno, Squarciall'ignota superficie De' venti il vari climi. Il far degliavi^ le E ch'ogni terren produca o nieghi, ciò Sia tua » predominio,i cura locali usanze, saper. in cui forse posson In questa traduzione, le e predominio parolesuperficie j poetiche,quantunque* adattate è benissimo entrato nei al caso, come ticarsi cripoco il traduttore dell'òriginaripieghi byGoogk Digitized 66 — posto mente cede thura, « al ancora e ha Non » mi sembra castori,mentre però troppo chi sa stesso di è come muschio, parola fragranza.Meglio verso felicemente l'epitetodi ha mi di cui tradotto plicato ap- fragranti appunto, non spirare quella soavità possa proprietà; animale, quantunque un odoroso, piace, bella pre^ » dall'Orlandini ai nell'autore che sua spiegato con speziaiclono. suo — devolmente gra- chi per che pare dà idea più sotto la il : Eliadum pcUmas Epirus equarum lo Strocchi l'ha mentre spiegatoin modo che chi bisognache pensi per può leggere l'originale, non intendere,e probabilmenteintende male. Cosa vuol direinfatti : Alla palestraElea Vittorie di corsier manda fatto di credere Vien l'Epiro mandi, premi pei vincitori ma )) che Mi sembra delle che l' Orlandini meglio verso l'Epiro? non valli, ca- corse. abbia spiegatoquesto eh' altri mai. Infatti trovo nella francese di Delille: , ... et datis 868 UEpire pour champs guerriers VElide eocerce ses coursiers. byGoogk Digitized 67 — Il Dryden, la usato e palme anteriore di trascurato {In hopesof palms) a son qualispiegazioni dini lungo circuito averla poco di hreeds quelladell'Orlan- a travisato aver per ad usato aver per parole,la l'idea, esprimerlatroppo finalmente per terza essendosi tenuta espressa l'idea delle of running steeds,^ race tutte la prima inferiori; la seconda di esercitare, Virgilio. Epirus fot ih'Elean chariots Le ha Delille, (breeds)invece ha non bella in tanto secolo al mezzo parola generare saviamente — letteralmente al testo. » Dando ora un' occhiata a ciò che segue nelle due sopraccitate traduzioni,dello nei landini, confini del sembra st' ultimo,mi in alcun essere quellaa questa non paragonata sicché di questa solamente innanzi,fermandomi * Lo Strocchi Eliadum ad medesimo palmas dell'Or- e saggio pubblicatoda che modo Strocchi ora nelle Epirus mi ad sue equarum, volume di possa che non que- sta, prepo- occuperòda ora ora sulle espres- annotazioni,alla dice : « Non zione locuso se chiudere lingua segni possa I due saggi di idee ; certo no la italiana. » maggior numero e inglesee francese recati sopra danno ragioneallo Strocclii, dà il Voss che traduce die : Epiros [sendet] gliela più ancora Stuten elischer traduzione infedele : Palmzweige per la sua moderna in minor -— stessa servilità. byGoogk Digitized 68 — sioni e versi : sui a passi più notabili, le zolle presto incuoca E — Co' suoi stellon la mio. parer Nei giacenti polverosaestate, Glébasquejacentes Pulverulenta la parolastelloni, esprime sole d' estate. solibus astas, coquat maturis Bella l'infuocato bene tanto imitativa è l'armonia ancora . del che poco verso segue : balzellanti entro Legumi Non dopo il baccello. proprio nel leggerlodi par fesso quel suono fave secche udirsi tremolante e che rendono nei baccelli ? Non scosse propriamente l'armonia chi negliorec- fa del virgiliangi le egli sentire Lcetum liqua si- quassante legumen? » Anche E v' è molta nel che verso tritarle vi trae a armonia dopo poco V dice : erpicesopra, Ed imitativa. in quelliche guono se- : Volto l'aratro Gli enormi è bella e bene sfracellar ritorna dossi eh' avea Sullo sbranato com' a spazzo; cellare appropriataV espressionesfra- e come glienormi dossi, dell'aratro in un sollevato, dipingebene l'azione campo! byGoogk Digitized » Né questa è esprimenti la trovano e forse più. Infatti nel vispo topo Fuori Che chi stridulo i due piantò del 'e : granaio? leggendo gli altri: lavorio suo si consola? — qualche squarciodi a forza assai il seguente pezzo tradotto un pettine percorrere trattati. Con già ne schizza, telaio un prolungatocanto ora versi casa se saltar fuori vede non altre vi vivo, quanto questa topolìnne strigato,e Passiamo dai il stridere lo Col vi sotto Allo Fa leggere molte al cosa chi sovente ode non » ultima,che V che e descrive rente stile diffemaestà una è pesta tem- : Lo E folto de* nemhi dal tenebrar Cinto Giove stesso della Scossa il rovente man a lo ciel per quel viaggia, folgorvibra. la terrestre moto trema . Immensa E fuggono massa; l'orgogliodegli uomini Ei col telo D'Àto, Degli or acuti Gli austri Densissima Ed Ora fiammante, Ceraunii intanto ora le vette la infuriar i boschi ed quelle or scoscende. al soffiar rovesciasi fiere, si adima. quelle di Rodope all'immane gemono le ed van raddoppiando. pioggia, del vento ora i liti. byGoogk bigitized 70 - La parola viaggia,benché ben onde credo che mette creduto parola a travedere la intenda Dans Le cielo. s'assied di from the middle deals Infatti il dir che l'idea che d'éclairs, airs; sembra mi che vi dini. idea che ha preso V Orlan- scorrendo his debba fierghólts è cielo e night of clouds; flashingout, aòout. involto correre, coi venti; pervela scorgere, a darJcness Giove viaggiarepel o nelle tempeste dini dice T Orlan- come pel quale la burrasca va questa idea bisogna sa- ma forse il poeta fatto apposta, affinchè » non così: By fttahe e Delille che father of the Grods his glory shrouds And sanno o di Giove le tròne dea sur Dryden Involved in tempest and dà giudizio, traveduto che environné affreuse^ sia,quasiin embrione, V The : dice: così,mentre roi des Dieux Dice abbia Peraltro,sembra cette nuit mio a l' idea testo segue tremit caso, nel nella traduzione ma terra motti che quel con 1'Orlandini,che mai pel muove sia nel testo,pure non vi sta ; che anzi accorda Quo maxima non - la vedano inglese lo ha quelli soli che voglionvedere. Bene spiegatacon la parolarovente mi sembra byGoogk Digitized 71 — il delP corusca — originale ; anzi quasiquasidireiche robustezza. quellaquesta abbia sorpassatonella » Ma mi ora ad passare E conviene chi oserà Anzi fallace il sole? cliiamar eglispesso ciechi sovrastarne Popolaritumulti,e fraudi,e sobbollir Covertamente Ed Capo, E guerre avvisa. ne ei,Cesare spento, anche Roma, quando il Pietà di di temè empio sentio ravvolse; notte eterna. Quantunque in quellaetade E infausti di Torme allor V A trabocco E torrenti tra voi vere eruttar tutta rintronar Un Anche Boschi una i cagne. Ciclopi voce rompea ondeggianteEtna globi di fiamme, di lava! per T ampio di cozzanti TAlpe Scossero turbato stampar, delle squarciate Gole vedemmo Germania ove la terra anco e lamentose augelli, volte ne' campi Quante Un Tocean desse,e Segni ne lucente suo ferrugignaombra '1 secol per quali finirò : dei altri, dopo questiversi lasciare cielo suo armi udìo ; insoliti tremoti, il silenzio de' sacri con reboato immenso; in che l'aer s'infosca. quell'ora larve in foggie Vedute fur pallide E su Meravigliosevagolar;le belve, A Le dirsi orrendo ! parlano;ristanno la terra. correnti;spalancasi byGoogk Digitized ? 72 — E versah Sudano. Corno simulacri,e quei di bronzo Dilagò col furibondo abbattendole,le selve, forza a Re de' fiumi T Eridano, Le campagne travolse Ed in quel tempo Nelle e armenti Destò per le vene bravura nel le fibre e i pozzi le città superbe lupi. leggere questo sentiamo certo ribrezzo. Dirà taluno un quiè mai cessar 1' ululo dei notturno Eppure » sangue; stalle; e non ancor maligne viscere mandar tutte per D'apparirminacce voli;ne Dal i delubri pianto entro mesto Gli eburnei — dell'autore correre : tutta la che ha saputo porgercialla fantasia idee tanto vive per cui restiamo così Le date l'autore: idee le ha non v' è per è vero, nulla? Una questa dell'Orlanditìi ce vuole l'anima » Andando boato ora che mi Ed il anche cose, e ad le esaminar bene il rimbombo incerto le conducenda paroletrovo ed ombre, se rè" scelta,in quanto che di lontana. voce una quel vagolaremi piace,come muovere avessero mentre Virgilio, del lettore. pare molto fa subito udire mal fatta io fa comprendere e gustare dipingendo al vivo le ove la traduzione ma traduzione il bello di potrebbe guastare tutto colpiti. ondeggianteche esprimente io crederei vi fossero. byGoògk Digitized 74 — Tornando che alla ora — dirò narrazione, interrotta Silvio fu Francesco dopo queir Ottobre dejipo- Voss. Wer die Sonne mag der Falschheit Schnldigen? Sie hat die Gefahr des verborgenon Aufrulirs Angesagt, und Verrath, und heimlich gftrendeKriegA. Jene blìckt Als auch sie das Unii ewiger vor Koma, anf strablende Nacht Cesars nach la dunkle Haupt Fall mitt Vólker. frevelnde sìcb fùrcbtetea Erbarmang. verhfiUte» Brftane questi piccoli saggi ritraggono quasi direi l'indole delle tre letterature. Il francese adorno, sciolto si delizia d' infronzire con il suo qualche rettorico ornamento Vedi, o stesso originale ; il lettore come obbliga e tedesco spaventevole difOcoltà di rendere sé medesimo coarta nella alla propria lingua in trettanti al- il concetto l' delvirgiliani ; V inglese medita autore, interrogalo spiritogeneraledell' opera su cui lavora, e svolge con sapiente e traducendo, quasi direi, commenta, solamente accennò. i che l'autore larghezza pensieri della Così il Delille- aggiunge a Virgilioil secondo verso versi i sua e sentire; « when il e Dryden Rome fa sentire in Caesar fell la forza del testo. air afflittaVenere, che Giove verrebbe, quasi complemento Cesare Anche » " il sole vien egregiamente del traduce, I" dell' Eneide dopo e tanti secoli conferma di di e quinto verso spiega e ma che fece tante Cesare dire vicende, grandezza,il splendore e di da bel pafce sicura. verso And who dares fosse notata vorremmo solo nel apportatore di possanza, nel fanno emistichio non obscceni epitetidi Certo,Virgiliopensava di che rappresentasse Roma, traduttori secondo nel belli i due omette traduzione, mentre importuncB, che gli altri due chiamato give the source of llgbt the Ile? » proprietàdella perifrasi, per la quale sorgente di luce : lo che forse interpreta, la afforza,la interrogazionedi Virgilio,facendoglidire dalla luce vengan in certo qual modo le : È egli possibileche da quel savio gentil che tutto Invitato a pensare tenebre ? seppe, l'egregioinglesepensa, e fa pensare il lettore. Cosi vorrei e certo — che i traduttori nostro. facessero: e forse tale era la mente dell'amico — byGoogk Digitized 75 — — s' intendesse. chissimi coi qualiil Giusti veramente (( Non giorno,gliscriveva quelpopolarepoeta passa qualcheanno dopo, che in compagnia a stare del o di inteso sono una te o di Mayer, mio r animo pentimenti,da o pochi, coi d'altri volta per posso, sempre ; che e lare debolezze, conso- raggiamenti d' inco- dolori,fortificare di consiglie i miei mille come venga, saputo compatire le mie hanno da non o Beppe (Vaselli) nostro quali mi io agitato da mille mille di mille cose dubbi, niere. ma- » parte delle Un'altra alla villa del Prato le fatto di genialiletture classiche, traggo da certi appunti suoi certo veder a lettera una luce della la delle più che i lettori morale quel valore vedranno, nelle parole medesime Le renze. Fi- ciate in cui furono incomin- Ivi nell'anno medesimo un soleva passarlaa Varlungo nei pressidi l'amico nostro accadde autunnali vacanze di chi lo non compiè. destinati per pubblicazione;e intime scritte da fratello al Leopoldo. « A' dì 2 novembre 1844, alle partiida Poggibonsi.Giunsi andai Alle a 6 desinare in Firenze nell'antica locanda partiiper Varlungo. La alle 8 mi fu detto che 10 di mattina cinque individui di mattina alle 5, ed Marco. san del dì della 3 fa- byGoogk Digitized •— contadino miglia d'un — (Luigi Paoletti dei frati della Balbetti,ossia dai 76 casa dell'Arno Subito straripato. andai che quellospettacolo, terribile. Sulla sponda Tornando della fiumana indietro parlaial quegli infelici. Ne nulla le più.Dopo tornando spettacolo,e nella •giovaniche colle bestie. che madre volendo sorda e cresceva: supplirealle e e i loro in che di tornare eccitai salvare sempre per. rispostevaghe rivedere a i indietro, incontrai precedentesi le bestie malata, ciò piena.Gli per qualchecosa e lo due vati sal- erano le quattro verso a il loro presso condur via il sorelle,delle quali una tre e del Mi dissero che condotto poi trovai solitudine. tornai solo notte — parve dalla subita piena, medesima, svegliati della notte avevano nove mi a vecchio Doro fare ebbi piena PeccKiolo con veramente Vannuccio,della necessità di salvare Missione)erano circondati ed assediati dalla nella loro vedere lavoratore era stato a modo spese. dicendomi cieca, qualchecosa la essi che piena pur non vano sape- provvederci,io promisi loro Fu d'un cercato Rovezzano,praticodell' acqua, di provvedesse.Consigliò di barili vuoti. era fare congiunti,mentre e padre,la impedito*dalla loro gli animai vicino^ fare Questi furono acciò una certo Borsa consigliasse speciedi cercati di e zatta soihmini- byGoogk Digitized 77 — strati da Andò francamente il lungo,e non cercare un d' parole di il rimedio della Fu barchette. del che desinare dirmi tal Rossi Poniatowski,e il barchette alle quattro prietariodel dalla mattina )" messa Il da di certo Criu- un villane con fossero promesse erano a d'un altro cercare detto tadino Girugìiacon- dietro l'indicazione d'uno aia. peli' Io era^ del Vannuccio venne giunto.Andai ad tutti salvi. a a stere: assi- Pagai il prò-' che fu contento di 15 fran- frattempo la pioggia non cessò del dì precedente. disse prioredi Varlungo Giuseppe Bettini, alle 8, fece rammentò era barchette cesconi. In questo mai altri quando il vecchio che da alcuni accorsi zatta,commisi gli detto averlo veduto aveva barili. questo espediente,mandai con un e rifiutò che darlo, ancorché presso il tristo legarei e cercato Martini giovine Paoletti barchette la zatta tempo Angiolo Var- Intanto furono provvedute ore. tanto lire. Fallito anche 40 il formare Passato invano riputatofatale 18. mai, sicché furono perdute in comparve funi per seppe Cecco da giovinePaoletti. Vennero, ma circa due questaaspettativa » prestò ne prendergliil prestatorecon a Borsa tale che un — per gli occhi,né un nulla disse lungo vangelo,nel qualenon l'infortunio una sola che sotto aveva parola per esortare byGoogk Digitized 78 — al caritatevole aiuto. Di il tutto — più, questo pretàccioin si fece vedere giorno non alcuno. ad » Qui finiscono gliappuntidestinati probabilmente servire di per semplice pro-memoria; giacché un sembra che da non so un largo sussidio. In qual comitato lettera una poi Silvio narrando dice col pericolanti, mie che notte portòin non La ima me ; noleggiatoa finestra del d'un casa pescare a in Arno della offrirmi. Lo sua non gratitudine, accettai di cuore, in famiglia, disgraziata tanto in viveri essendosi PS. podere. È — un seguente e occasione di questa ha perduto quasitutto quelloche inondazione, il loro condo se- contadino. difattila mattina e e mangiato vivanda più squisitadi quella. ho mai detta glistessi fatti, giovinedella famiglia un attestato altro da avendo salvati da parecchieore poco di pesce per lo poco barchetto d'un successe, liberata stette me beneficenza, cesco Franfratello, suo a a presso ricettati in piano, e La diretta mezzo furono spese, di livornese famiglia, pomeridianequei cinque rinchiusi alle 4 « : per la disertata egliottenesse « quanto ritirata la cosa una Ti prego a non sedeva, pos- in mobili. Il dì piena,andai da far a guente, se- visitare pietà.» lasciarti uscire di mano questa mia, specialmentea cagione del fatto che byGoogk Digitized mi To- — » riguarda personalmente. secreto,e quasi abbujatoin modo infatti rimase medesimo, io quanto per dai comuni né avere che dimandassi,avendone ne giunsi mai parlarecosì confusamente,non sentito ad Quest'atto eroico — amici,né, tanto da meno Francesco, ragguaglionessuno. Intanto la coi notturni studi. Cessate alternate lezioni, ad umiltà di scolaretto ed con apriri volumi di e secoli, il e sulla sostanza di delle lezioni loro sulla forma mento ammaestra- di vita; Tacito,da lui chiamato aperse dai umana, dell' universo ; gran civili ebbe all'animo suo di Roma, gliarcani precipitosa della natura morale grandi discepolicolle generazioni degli studi parolee decadenza più i della Storia il Dante e contano tempo PrediligevaDante, dal quale e umane. sera ingegno di emulo, quei pochi veramente maestri, che misurano coi a funzioni dell'insegnatoreambulante,fa- le modeste cevasi delle procedevanel travàglio vita sua nella de' regni qualidipende 1' ordine Vico, eh' egli appellava il gere discepolodell'Alighieri, gì'insegnòa leg- con alti vaticinarne il nostro e nuovi intendimenti il futuro. Ne' volumi il passato, e di que' grandissimi, solitario studente,che forse solo gliava ve- tutti in quella, mentre, stanchi degliaffai;i, città commerciante operosa dormivano, animosa- byGoogk Digitized 80 — li sviscerava, e trovava addentravasi, mente recondite de' loro analogie,e al applicazioni Dava tutto ; della Machiavelli le società del l'alme Che Ahi! assonna, conturban Che la immagine scolpire a le ricusato. Eccolo. salmodia e e Dio a sacre tu in Che mentisce dei ossa onta, Lorenzo, Del tuo a marmo regnar seppe Oh, mal prodi la via. tal genia a colui che tutti,e t'adiri,e male e patria,o violento Che a vendetta aneli,e se gliempi insieme te non genio tuo, sol ApriU tu col mio vendicherai,ma 1844. unisci ingegnol quel sottil mastro Scolpisci Col suo, col modi noijgliapria? a Nemici E lodi, sprezzò l'opre tue, la patria frodi D'un di altre d'illustritoscani con all'italo pensierschiuser E il seguente compose Vasari,aveva lezzo Cenobitico tellettuale in- il quale,invitato Bartolini, da collocare logge teraria repubblicalet- vita rigogliosa sua questo tempo lodevole una sotto in e allo statuario sonetto insegnamentifaceva di tanto in tanto alla pure fra loro nuove. qualche segno da — scolpisci: profondo disdegno; il mondo. 3-82Nè dispiacciaal lettore amico di vedere al tempo medesimo, d' appartenenti diverso,ma di palesatori animo un belli,e meno non un affettuoso e qui, genere non fatto af- meno gentile,i guenti se- anacreontici: ALLA SUA UNA BAMBINA, MADRE. Baciami,baciami, Caro angioletto; Baciami, baciami. Stringimia te. Dio, che ineffabile d'affetto! Piena No, gioia tanta non è. Pegno d'un Mortai Che ordio, amore Conforto vincolo e , gaudio chi ti le, Di Belli Che son gliAngioli Dio, se'un Angiolo creò Ma tu Nato da me. Baciami,baciami. Angiolo mio; Baciami, baciami, Stringimia 20 Maggio te. 1844. byGoogk Digitized VII. REDINTEGRATORE DEL CARME LE GRAZIE. Sommario. Consolazioni La — Manoscritti — Gentile Donna Voli — della Collaborazione In V amico nostro gli la cui mento debito tutta la della in la —- sano e all' preparato, povero l' affetto scolari, gli amici, città, e potrei dire senza tutta suo, i V Italia, volesse eh' ei dell' ingegno : improbo vecchiezza, o delle virtù. questi tempi appunto i lavori nostro giulivo nobilissimi i suoi spargersi la fama improbe quasi moltiplicata,ser- quale incominciava, a perta sco- fuggevoli. trovarsi per ricambiavano lo nella Ma di Nuova — Fatiche — Scritti e lavoro abitualmente riposo un conoscenti, sapesse, piena, speranza ! — compensi erano Orlandini opere, Vaselli vita lavoro di del del foscoliana lirica di frammenti Scoperta — Difficoltà — quella sua bavasi che del Foscolo sul Carme parlare con alle ebbero- incomincia- Grazie, dei quali è qualche ampiezza. Digitized byGoogk 84 — da acquistati e al Canonico Floriana,e poi figlia dell'esule in soccorritore fra italiani, tre Labronica. fino dal 1833 che di tutti dei Sepolcriun seppe da Mayer, Silvio, di quel grande, a spèse mausuleo di innalzare ora al gran cantore più duraturo non affrancarle, e prezioso. alcune trovaronsi Ugo in Santacroce, marmo Londra, ma, forse per scritte da danaro per monumento le carte Fra qualiEnrico tologia, lettera al direttore dell'An- con un gì'Italiani, potè e furono Inghilterra) Il bibliotecario Francesco proposto aveva i Riego (ilgeneroso demia nella biblioteca dell'Acca- Livorno depositatia alla lui morto, Foscolo,passati, I manoscritti* di sua — tere let- sue di mancanza speditemai, a quella Quirina Magiotti nata Mocenni, ch'eglisempre, meritamente, chiama per antonomasia, la Donna Gentile; nelle qualiparlavasidel di zie^come che ella sola Dopo i frammenti di e depositaria del carme, da lei. Commossa corre anni fosse col Gra- desiderio custode. tale scoperta,l'Orlandini, riuniti L reperibili frammenti Firenze ne Le carme figlioprediletto,e un e ella tosto a e raccolti, seguito,daM843 recossi appositamentea oltremodo per tale perta,, sco- Livorno,riceve giubbilante tornata a Firenze,per al 1846, si comporli nella nativa unità. Credendo adopra tre ari- alfine di es- byGoogk Digitized glirimandò, così ricomposti,al quasiriescita, servi benemerito discuopritore, perchè a di lei spese gli pubblicasse. « Ma tante Francesco poi ne Silvio nella fece,tante la locuzione che di tuttavia le erano prefazionealla stampa in poetica,tanta per dir così,la faccia ancora, V occhio quellaignotaregione,ancorché contemplare qualche pianura;» insomma, veracemente, e superba vetta tante difficoltà le prima impresa e fu la quale non che cinquanta ! degl'Inni — avvertì la Quirina di sigliare scon- Gentile. Però, disperato frammenti lirico,come troppo recondita tutto varianti e ne possibile, era da lei,prese pubblicarel'aureo grandi, anzi grandissime di nelle quegl'/wm sua niente d'interessi, Magiotti,e pregato e la meravigliae certe note nuovi compiere difficoltà.Prima del sua Visto così che illavoro l'impegno di Ma ancora facci scartae geroglifici quelliscompigliati gioia,quando trovò,fra meno non ultimo un dente ri- camente noi, fran- tentato la Donna di risolversi, volle fare tentativo in ; tale potesse qualche e diremo superate,che Francesco Silvio fu da gine la cali- parola una che circa ogni genere le incertezze di ingombrava scrive lacune,così erano carme. sempre poesie che le hanno alle Grazie, l'unità è perchè si possa agevolmente com- ? byGoogk Digitized 86 — — prenderequando già v' è, e quando è disfatta. E r unità di tanto recondita quelCarme, ricomporla meno in grado sommo in cui ti trovi è rapidamente alle trasportatodagli aerei poggi di Bellosguardo della bella Zacinto aure del felice arancio Tutte e odorate poi all'Islanda e e dei perpetuicedri, all'Aurora Boreale,sotto la cui luce infausta Rosseggiaimmensa e più là si passa, immagine al tempiettodelle al quadro le fiamme, e omerico COSÌ via tante tratto,dalla vaga Grazie in Cielo Ebe succinta, fra d'Ajacesolo giganteggiante col guardo ivi perplesso si tenne. via, ti vedi pasàare davanti come pitture, ; nuta veEugenio Beauharnais, fulminante Ettore che iperboreaterra quasi d'un della sposa di Agile,come E V dice il Foscolo e formanti dall'altra, può comprendere non un tanto agli occhi stesso,una tutto nel ferente dif- che il lettore ricordarsi i r fatti narrati,quanto gli affetti e A le nel vivamente rappresentarsi immagini. questa prima difficoltà che potremmo chia- byGpogk Digitized 87 — nell'accrescer ideale, mare per avventura la qua-le, perchè tacerlo? adeguata ragione,e senza detrimento — dell' arte, che qual- con compiacquesi V egregio poeta, è da aggiungere la difficoltàmateriale rinvenirsi in al labirinto di tutti mezzo ciascuno di o sei,di dieci, scritti con versi,e al quei caratteracci di menti quei fram- più di quindici mava gli chia- come il Foscolo,così frettolosi e bistorti che neppure Di più: astrologoli leggerebbe. un i intuonati e poi fatti e far così molti,se a bello studio per bussola rianti, va- può dirsi,motivi poetici, lasciati in tronco perdere la le molte al dall' autore, parevano la stancar pazienza, più espertoed cabile instan- pilota. Non « nella e' è da s'incontra: tu tu non va più credessi che altro, per di mano più egliha alla di e abbandonare che talvolta beffato,poiché che quel per leggendo ancora creduto Silvio sicuro di lui esser tratto un a avanti ; in mano, forte rimarresti ne stesso,vedresti ei Francesco dell'addentellato prefazione, sua quando scriveva fidarsi, più utile di te e sentiero ti geresti accor- prenderneun poi fors'anche questo,e finché l'animo suo non perfezionedell'arte, inquietoe trovi ^ove così lante ane- posarsi. ri- )) « Per vincere difficoltàcòsi gravi bisognòprima byGaogk Digitized di se- — tutto i ridurre e interpretare forma in leggibile fortemente frammenti,quindi scolpirsi tutti i versi tralasciare senza alcuna,affine conversando solitudine del nella E due forza di lui,convertendo,a succo e ciò fece l'amico anni; lavoro mentre erano lità,nelle lui da tante sue le sedutosi nelle stanze dinanzi al tavolino senz' rimase, certo ore: ben si reggeva sua se ne in casa, di lì non gli fu una di di continue dodici che alzandosi, fatica durò a non alla tornare lontana. però,che aiuto l'amico parte del merito nella egregia di sottile assiduo pazienza e grande vi foscoliane, delle carte Giustizia vuol che si dica opera nica, dome- nica, della biblioteca Labro- awedere piedi;e per de' giornidi lezioni. Una avvedersene, per dovè suoi scritti. » colla solita immancabi- sì varie e quasi gerli, leggerlie rileg- diurne ore lo pensiero con infaticabilmente nostro pure spese poter provare Carme, quasi proprio,tutti i sangue moria me- loro, infine immedesimarsi e spiritodell'autore, in di del riprovareil riordinamento e con le varianti degl'Innicon cosa nella Vaselli,cui nella ricostruzione lavoro, si deve del condo se- lunghissimoInno. Questo redintegramentodello stupendo di Ugo Foscolo,non che la carme pubblicazionedi tutti byGoogk Digitized vili. POETA CIVILE. SOMMABIO. del Frammento Meditava e egli bene, qualche VArdoinOy suo ne avrebbe inteso a più me ne a volte me lesse, di Italiani. Il seguente sufficiente ampiezza stirpe sabauda, e frammento, fra esempi col mostrarne essa, in poema antichi con la un iie parlò, titolo,credo, portato per confermare prò Ardoino. pregio, la gratitudine tanto darà e intendimento ancora di di che nobile crescere degP pure rima, terza nel brano V poema: le carte la nati ante- devozione unico dell' e trovato Orlandini, un'idea. « n Re * gemea Fiero Umberto* Tutto in * Ardoino. ? Biancamano. noi di quella vista; quando gridò, col gran levato cor il braccio, s' infuturando : . Digitized byGoogk 91 — Dunque il tradito,o la cervice al laccio al Porgerà dei tiranni,o Cercherà Veggio gli Umbri Pur, della Non han in di Francia Mirali La possa Ma Versi l'alma poi,se il Si, la nave Ebbe da dappresso. in insidia colti in il furore. spoglie, sacre gli occhi e mano, chi restò può, di Scorra di sangue che valicare in volti; infedele, libertà s'invoglie. di Pier a al cielo ha le nitrici voglie; està vii ciurma Cristo al core, Re, voi d- ostro avvolti tu, mitrato Sbramate, in presia gioco; e pietà e terrore; perdon si,non all'or la foco, disperaoppresso; in volto: dan Satanica congrega Che il ciglio loco. securo rampognar lioni,che Sembran E più chi il mendace cui nel adesso fuor, gl'Itali ei cui nobil cruccio è sprone Vonno a Tesiglio. traditi gliha tomba Dio maledice Ed di libertade mendicar cb^ei san in braccio? i Piceni e in sen, Appressoil Gallo Ben periglio suo al traditore scampo Arde, e più — novo antenne e vele altr'onda. mar crudele. byGoogk Digitized 92 — — Su, leva,o Vice-Dio^ lungo le sponde Della misera Siepedi abhian di Dio causa l'abbia Così d'un dura: e così si serve; Così il Cherco la fé che mantien giura; popol riottoso ingrato, liO finte angosce alleviar procura Dunque gliempi Lor serve gliaudaci;e qualpiù.ferve patriozel più lunga Alla te a croci tal che la circonde. Li morte Di che terra sì tosto al ! E non supplizio. ma sepolcro, sia dato pendenti Stien,agl'Itali piispettacolgrato. N'àbbian sollazzo anche Venga l'Austriaco,e come Sollevi, A Rimini Per le dica: e gambe qui fermarle! e Poi bestemmiando Eroe da remo, Quinci tornar ' onde in or fuga i denti. ve', sì pronte diero colpialterni li genti: lor la fronte Verso mostrando can Alzi la verga P estranio ed onte. vero dispogli, sull'Istro ei possa de' nostri cenci altero, Venga il signor de' mari, alla cui possa S'inchina Avido Europa, il mercator incettator fin d'umane tiranno. ossa: byGÒOgk Digitized ch'abbassava Ei Ed chi anela or Libertà Ne Ma a. libertade delFuom, cb'è tolga i corpi degna mèsse, del Britanno. fecondar a che ove sia quindi la Torci Se il Gallo... anco 0 d'Italia! ferma E a Or quale effetto di boUor spene? se scure e avverrà grido r acciaro le vene. ci avria man catene? calcar a al tuo il la giurar d'Italia romana te o via ritorca? seguia ti ! corca fa lieti assai noi che tua pie leal, vanne, Tranquillae dormì; .L'estense tua tu, chi fia che Yanne, Francia Ma solo nutrita dico grìdapoimo:se incuori il mal o nostre spezzar Ne Non diss'io? Tu oh, che di duolo. che ma colmo e noi Pur guerra. sbigottita, giurasti che Aiutato quel suolo, fidanza, e l'hai tradita. Libero Di', non la terra; . infelici desiri ! Speme Era faccia di rossor, sei capace atterra, non Frutteràgli,perdio! libera Venga lo scanno, a' regi suoi forca. risveglimai la rampogna, tedesco,allor vedrai, byGoogk Digitized 94 — Malaccorta, vedrai Solo A danno tuo 0 chi il tuo Lo fu vergogna se il porre sangue tu cosi dal E — in abbandono il nostro come agogna. speratotrono non scettro,cui sol libertà ti porse, Reggi, Filippo?0 Inerme locato dono! Gallia? forse è la tua Incerta Italia? A'tuoi ben or tua forse in che possa guisa fratelli in libertà soccorse? onde L'indìzio Stimi il sembiante È liber'aUna,e Una è la fratelloor un uman? si ravvisa folle,t'inganni; libera divisa. nostra: causa ì tiranni arma Quei che la scinde. Essi di noi "piùscorti Stanno ai Noi stimi imbelli? Se dato n'era Saremmo Chi la Del di Rimini, qual pegno fuga cherci a noi va rimembrando dal dolor vinto lo che sorti segno, pugnando,morti. bastò T'avesse un forse,ma quivi è Non a' danni. ah, poi ch'eravam d'aiuto pur valor nostro, Ahi! Di e vantaggi congiurati, ? sdegno. il spezzato,o Italia, brando Iddio, per lunghi anni al furore e re non tuoi t'abbandonando, byGoogk Digitizedt 95 — Sbanco. fra quei che — amore generoso dagl'infamiartigli, Spinsea strapparti Non lasciava ordir consigli tenti,infelice, Come Di libertà? T' il traditore.* appiattarsi noi puoi se affidi, Or ai nemmeno qual alma poteva Compra quellanera a il duce sostegno alla bandiera? esser Ahi, ch^"essa in cade! ceppi; ed I nostri tu schiavo me dietro Un grido osasti Tu obbrobrio vile,e dell'Europa a ti caccia per sempre, Che tu sii Ma no: lupo ai quei non dentro Non ^ già sparsi: scerno celarsi. dell'Istro,alzar di scherno Dell' Europa che * ecco fatale io uom Fuggir coglialtri,e posciaa E figli? scelerità salda restarsi? Qual destra E alla fé straniera come vili? eterno. a'tuoi covili e non contrasta sette ìtali ovili.... l'Italia e la mia stirpebasta.» Sercognani. byGoogk Digitized IX. PATRIOTTA FINO AL 48. Sommario. L^ Arnaldo il Primato e al Visita Niccolini Rossetti de' Ma fra i tappato e un « ai Triregno Pio Medaglia — — briele Ga- a nemerenze be- sulle Dialogo — Nono l' Italia. tempi incominciarono studi liberali non all' altro, al grido di rere cor- pacifica restarsene V Italia tutta a della da uomo era libri,quando capo per viva commove- la libertà di fuoì'i lo straniero. diali'apparizione, Fino del V Arìialdo ei si lotte coi i universale Niccolini al vereo L' Orlandini » vasi, da Papi al Inno Sonetto —, propizi poco 'Musa. — il 1847 verso Capogiro — non voti. era Niccolini, accorto poteva Ma fra quali si schieravano •Niccolini gli parve del il Primato e bandiere liberali berti, Gio- del giorno delle lontano, due i e che esser le simultanea, àéi- quasi lo grandi affrettava intorno alle italiani^quella più saggia; ed ei prese Digitized a del se- byGoogk di filosofo mente ipaese (pochiho suo e nel Y animo tenne che col nostro già da strinse relazioni Francesco qualche Jandini veniva il vecchio dal Firenze a le visite quelle nuove a quali,senza in quel tempo veneranda dal conforti di 1' Or- che volte andava amicizia conosciuti erano le largo i sigli. con- e tire spesseggiarono;e gioverà sen- medesimo nostro caro Si tutte e anno, bene tanto cordiale di Silvio. quale gli era Ora il ragguaglio d' una esse. « Era il settembre secondo il Una casa. disse : di solito,andai e' è, e' non mano udii là dentro e poi : un uno alla avvicinava dopo a ; io,venuto lo che giù in mi nessuno A un tratto la porta si la di tuono di si tacque, mi tananza, in lon- si piedi che sempre più momento un ma volta,, terza il brontolio spalancò,e la rispose.Ripicchiai,^ stropicciolento e Picchi,e picchiai con brontolio,come porta, in servivano,mi libreria. fatto, e di ze, Firen- a il Niccolini trovare allora silenzio. Picchiato anco cresceva. sarà ma Scesi — palma della del 1849 quelle vecchine gli aprirà. ma chiuso costantemente mai storia del la possedessero) particolari, che giganteggia il Niccolini, più di che Egli e pochissimialtri,fra speranze. dubbio la patriotta, io conosciuto ne' insieme,e suo di cuor e addosso venne si byGoogk Digitized 99 — violenta appellativi, tempesta d'ingiuriosi gridati alta ad voce il capo, che interruzione, senza e stetti ad e Quando aspettare se sentii concludere davanti! e : prima che eglimi — viso, levai sul — il guardo altro ?-^ un vi aveva viene la preso dissi : ma, e vecchi pel Montanelli vi prego E — che te, scusa- ogni giorno dei miei e piacere, di ripigliava giando passeg- appoggiatoal pazienza con che lascian^ipigliarealla rete mio braccio: questibuffoni, tanti come pesciacci che la prete ciurmatore, e pretenderebbero un ragioneumana per un sogno di diciotto la storia di diciotto ma solecchio, ''Oh ! : voi mi fate di scusarmi. chi potrebbe aver rotta il per detta. affogatinell'acqua bene- sono per la biblioteca da preso quegl'imbecilli tutti Passate,passate,che Ma m'abbia fronte,esclamò quasi amici,che nuovo signor Gio- esorcizzarmi, perchè diventi papista,come a divenuti sono si levi subito guardò fisso facendosi Mi poi,battendosi e mi venisse la fine. sbatacchiasse la porta c'è pericoloche Battista, van ne io abbassai tutti. So con che discepolodi Dante, ultimo parte da a me mente: stesso.... e o secoli? Io si ricrederanno perciò gli vorrò più non cellasse giornican- lui mi terminava l'Italia sarà Sebbene sono dicendomi: una, o in presto, e dintorno. con sono per fatto nete Tesecoli byGoogk Digitized 100 — ancora sarà nulla. Io non in Dio nell'umana e furono parole memorando; virtù. " io se venerando uomo Dirà qui forse Deviò que'tempi: scelto,e che posto in musica rispostareco in qui quell'innoparmi perchè può in mai. INNO Bagnato 0 de' dal Serto,a popolo.Per del delitto: chi Io e perchè e scrisse, gioventù nostra bene più i versi Tessuto Alessandro più l'entusiasmo un incrollabile e come, generoso e dell'ignoranza, transigereapparentemente,e verità Ecco — alla sé a regno, al Tri- inno dal indegno di non mentì dal maestro il corpo volgerea e in susurrato un quei tempi mostrare cedere si prepara forse difficilioccasioni, l'uomo leale possa esse con altro dal sentiero virilmente e finallora, cantato me » fu 1' Orlandini, scrivendo Biagi,fu che Santa Croce, taluno, anzi per percorso medesimo in certe quel colloquioper potessi,vorrei in credo ma Queste sacramentali — l'epilogo di e vecchio sono che meritamente l'epitaffio terminasse air — tenersi man- indomato che : AL TRIREGNO. popolifra pianto di di sua raine, Tetà: tutte Magnanimo Segnacoloal'Mondo mille or brilli sul crine, libertà. byGoógk Digitized 101 — — di Beir Iri all'Italia in fronte che folgoreall'Aquila Sii E solo un Brandendo Te pure grida de' dimandiamo che serti il noi al irti di sieno fJon sacerdotale? Non ti pare innanzi di scemare all'Orlandini,mi debita egliche Roma a lodi assai che sieno, dolcezza di censura? documento quel per punte quelle che stilliamaritudine encomio,ne ti pare acutissime e più quasi dissi,condizionali, di maggior. lettore,supponendo fosse benevolo: non que'versi priscovalor, de' secoli Italia cancella ; te onora, Ora del affratella, te ci pensieroper l'acciaro r odio Già sbranò; destò. di morte vita dal centro Se le sen s'adempia consigliod'Iddio Palio Che il Pio, Più: la sappia dire renza reve- alcuno qual premio personaleebbe,quale,scrivendo, sperò alle lodi il sue avrebbe nono a chi poeta? Anzi, credete quei versi,ed accettato ardito avesse versi,rOrlandini del Procida sarebbe mostrossi avrebbe farglieneomaggio? d'indebita devozione accusare voi che a Pio lo stesso poco nono, per Pio riso sor- Voler quei che dire: L'autor italiano quando offerse amplesso di fratellanza aglistranieri esosi,scrivendo colle paroleai Francesi,e quel verso « suo coU'animo agliAustrìaci, memorando Ripassinl'Alpe, e ' " torneran fratelli.» DigitizédbyVjOOQlC 102 — Che del resto, a malevolo — basterebbe dubbio, appunto piegavasi a scrivere rifulgeva tutto neità,in quanto quei versi,V al colmo, egli promosse, altri i quali lo secondarono, una suo medaglia una tutti Cerbara lini le infatti furono di Roma, parole da Che da e a Forse Italia appunto nel rovescio ; per non poi pochi giornidopo veri Muratori il sdegno contro gridarono magnanimo 1847. questo parlare,sì forte parve dell' anno frutto di medésimo e stagione. 1847, cipè cesco Francolloquiotesté riferito, Silvio indirizzava al Niccolini di . si riconoscente. chiaro,la medaglia Neir ottobre scritte dal Nicco- furono Rossetti Propugnatore La Rossetti,al più sappiamo, dei Papi. E invidiosi Dante far , incidere Degli trovò sore eseguitidall' egregioinci- Gabriele A e società per Gabriele a come avversario, ne . 1847, qtiandol'illusione' nel era i conii animo intiera sponta- con e comune fiero mentre altro atto. un Poiché, appunto coniare la vita che sapere più e intiera tutta dell' Orlandini ; anzi basterebbe suo minimo dileguareogni un che, gl'Italiani Sonetto lasciato pieno solo il 103 — gran poeta civile a — facevano abbindolare si utopie di papi-reliberali nuove Eccolo GIOVAN BATTISTA sei Sorgi,ma E alterameate tuoni invano, Non ti die invan e la tua odi attorno di lui che Italia,e Era almen molto Ma gente aperto. chi e a stessa se salute aspetta^ pontefice-re Oh, per Questo sonetto bellissimo €h' io se finirà, come ogni più scrupoloso, di ancor, non pur freme, alla speme. Dal lunghi anni * vendetta. molto vero mente, farsel certo ? e alla all'onor, poi eh' al viso fìnor,come ciò poco se patriail serto. Cristo in terra riscatto augurarne, Doleasì possente novella una suoi sogni a Sillogizzar In prò deserto ; piramidein Ingegno il Cielo,e mai » NICCOLINI. Sei solo,0 generoso: mi mendace, misera,giace! mare rattengo dal chia- è d' uopo, di chiarire il nostro amico non frisse sof- quellaquasiinevitabile epidemia,che imperversava allora s' ei riformatori. e : A E dalle nei cervelli degl'Italiani. Ma sdegnava apertamenteripeterequel gridouni- byGoogk Digitized lai — si esponeva versale,non cogl'intimi formato,secondo a neppure di contento e pago : — sterili imprudenze apriresu suoi le convinzioni eh' il tale argomento eglierasi costume, riandando suo e ditando me- la storia. sera, mi Una rammento, insieme non tanto per attaccar mesto e L' amico del consueto, ed meditabondo più Grande. Piazza per era queitempi,passeggiavamo verso discorso sfogodell'animo a mio, quanto per sollevare ed eccitare al tempo solevo come certi : ad riforma mettesse gran frate : Ecclesia io gridereivolentieri : Viva reformatione, Figliod'un prete! conoscessi da tanto farvi tempo, offeso da nulla naturale necessità mi Papa Ma sorrise e mi — Pio se nono. non sentirei tentato che queirappellazione, si vi di sia tuttora gli perchè Pio va nono una : e gran chi dietro di certi suoi non credete voi che il potenza? Se non come ha fatto di : conviene,soggiunsi dall'altra parte nelle campagne umano — hidigct qualchebrutto complimento. Per — mano Chiesa,giacche,si potrebbe della ripetereanche oggi col — désimo, me- momenti, l'amico, Eppure, se questo Papa esclamai una in io, cenno non l'obbedisce ad come altro pitano, ca- alfiere.Solamente di voler essere più e concedere qualpredecessori, by^Googk Digitized 106 — misterioso terrore,disse quasiun teva rimasero impresse incancellabilmente Altri sogni: — — potrebbe Dio che modo cancellare i nelP anima. menti deglinomini fatti,non accaduti. sieno non però fare in sono Inappellabili della stòria. Quella del Pontificato per sentenze si divide in cinque grandi epoche: la prima quali finisce a settimo,la Carlomagno,la terza Leone a Ora Cappellari. se affatto affatto fuoco tolta la parte della gustare siderare come o nulla che concordi dovrebbe pur essere dei vicari del gran patria,nulla stato maestro Infatti: che troviamo di io considero davvero sarà non queste, missimi pri- eh' io lascio apprezzare il papa, a trovo Roma, di la con-r buono; coli'Evangelo.Il sempre come la quale, Italia, ho, doveva, risedendo sua abbaglia forse fu^ bella ne' Chiesa,e voi; se Pio sta, se- una in tutte cittadino di questa galantuomo,e ci fosse nato a. che numerus, paglia.E che religiosa, tempi e di Gregorio forse incomincia est infinitus quorum a me quel grettoe spietato a questo incerto chiarore pure i minchioni ne seconda le delle decimo, la quarta a sesto, la quinta finalmente papa mi chi avrà mai possanza che basti ma disfare il passato? Dalle a che cose Magna quale carta di Galilea. noi nei Pontefici? possedqreintieramente,fatta zione Ambi- contennen- byGoogk Digitized 107 — — dall' impotenza da, anzi spesso ridicola, : delle ambizione quale il genti a portare Cristo ? ebbe stranieri armati lo aiutassero dai suoi nemici? l'impero per e Carlo fece mai le di qual dispotismoservì ii Vangelo, impronta non ma questo pure a a puntello? m' è fare il solito loro neutrale,accendesi che ora nelle e alla ritarda 1' opera ammiratore quel ch'io anche corte non sono, cialmente spe- mo dovrem- scotta è vedere pagine di almeno prete un causa una della civiltà. Ditemi de' Promessi corso per- pretiseguissero di serbarsi ed vrano so- romana. storia,stravolgeil buon più. caldo, A trovarvi che regnano, i chi qual mestiere,noi invece vano tenta- l'ho sofista eloquente, il quale,per servire ad buona, mentisce leanza al- con riescito Quel che più mi gioventù italiana Con ridotta,nella è cerdozio sa- Cristo ? Anch'io nulla monterebbe: fare il nostro. la popoli,che alleanza delle massime nessuna quale ora Ma ai concordato? un il investiture, quindi strinse e dere: divi- affinchè quinto di emanciparsi; guerra, concluse Cristo sanguinosafra fra loro per contrastare sotto e secutive-chiamat con- gli ebrei, o difendersi Guerra — Ritrosia — domare chiamò convertire a guire conse- e giogo sacerdotale, di stranieri per che di è tutto un so, sen- pò : dire,di Sposi^vi Digitizedby ram- 108 — voi mentate Lucia come ingannare con Cristoforo;il quale Agnese direttamente la e figlia sua da casa, mentre un' tentato crescono, coir noi che e la Ma in si fa ai come landrini che d' aver l'annunziano la veste il mondo L' li causa nostri qual prò la della sventura, in Italia fischi e dono cre- la mettono sotto presto ma sassate. è promuovere sture spacciandoimpociviltà fomentando nel superstizione si affaticarono Ca- zosi baldan- cercando. Assurdo verità ! sperare Anzi li veda ; nessuno della a nono questinuovi mondo, poise che Pio eutropia:e bugie, e quella della l'ignoranzae e della intatta per l'assurdo? nuova assurdo,dico,vanno e silenzio veggono la piglieràa la A non al credono e tempi trovato brogli: degV im- timidezza di serbare cercando vanno aver coli'amore, all'allegria : Viva ? Come Papa un nissero ve- dovuto avevan la notte colla naturai dignitàdel ci abbandoniamo lo sposo, possiamo scusarci non fanciulla montanara, invece ogni evento l' dal- 3i prolunga, gì'imbrogli notte ignoranza,e mossi angelica fanciulla L' tacque, perchè^dice Manzoni, era qui però la dre Pa- Abbondio,dopo ? impresa illegale di il buon che credeva dalla canonica di don scappare malincuore sopportò a equivocoinvolontario un avviso di lui — popolo. povero dall' Alighierial . Ma- byGoogk Digitized 109 — Machiavelli e dal chiavelli, gli scrittori da loro far nostri de' frati salmodie di rintronare e ogni modo la gente? scenate altri Galileo,e gli preti,si là dormano umano genere ogni giorno le de' e ad si doveva mio, che grandi emancipatoridel giungereal fine per queste cabale Sentite,amico odonsi all'Alfieried al Foscolo, se civili, degnamente mirato ingruUirecon dove — stucchevoli di tratta ossa lo capisco; pietre,egualmente insensibili, Galileo effigiasse chi a braccetto con un e ma Papa, e e cherseguitoda lunga processioned' incappucciati cuti animosi correre a spezzare i ceppi postidalla tirannia laica ed ecclesiastica al genere farebbe deridere acclamando Assurdo, perchè compatire. — duce, veniamo la milizia del ora a il o tutti i nostri ad Papa applaudirela lo diranno ; noi lo vede da sé ciando cominpensatorie scrittori, ecco il la di : famiglia,senza gente senza gli uomini dai famigliapotesse esser se la altro che personalità potesse esser strumenti di tria, pabieco qualil'Italia deve risorgimentomorale: società;come e Niccolini, al chiunque ha. gli occhi apertifra ciechi personalità; senza artefice : e lizia; mi- tene Dimanda- chi sono? terminando e dall'Alighieri, ve si umano, come se altro che pietraangolare un robusto la base tendere at- della sentimento dell'uomo ri- byGoogk Digitized 110 — a spettabile ed stesso se — altrui: la milizia di ecco quel capitanocui questi giucchiurlano l'Evviva. Assurdo, perchè — nazione,se r sia non è non e indipendente, e autorizzato chiamare dee da lunga sequela di risorgee dura nan e nazione possente una il diritto di se rivendicarsi, quando chi la domina dal diritto della e pretende tenere divino,e sua stessa altri volesse mercè di unisse tutta,pure sotto quel un sovrano, ed zelanti, ed se ai Pio l'autorità natura,dee siccome difensore, colui che nono, che essere pur pria processità nestode cu- pretendefare in l'Italia sgombrata, si da ogni straniero, auspicelui stesso,^ solo colpa, quel diritto, per le veci di Dio. Poniamo terra che di non serbi gelosa né può serbarlo senza opprimerla,in libertà; se dizioni tra- stranieri in gli assurdo finalmente perchè non Italia; alta una che stretto da- mantenere e grande noi invochiamo indipendenzada quellomedesimo gl'interessi fine senza monarca, da lui benedetta, chi malleverebbe od i suoi discendenti rebbero promuove- lenterosi accompagnerebberovo- almeno gli avanzamenti civiliche porta il tempo, qualii popolihanno inalienabile diritto ? E alle giustedomande dalle benedizioni dei e fidati popoli i regnatoriaffice-Dio del Ponte- dagli anatemi rispondesserocolle spie, coli'esilio,colla byGoogk Digitized Ili — chi avrebbe scure, divino il voi lamentarsi? coraggio di si contrasta,non non despota cattolico ha si da ritto Il di- che discute;an- obbedito: essere Polacchi, disse PajpaGregorio,obbedite Czar: è non tiranno,è scismatico, diritto per basta. divino,e confondersi,l'Italia occorre espressionegeograficagè e — la vita superstizione, amico, non caro cesserà V sgombri non de' importa: regna No, non allo preti;se non d'essere ignoranza si faccia indipendentedallo straniero, puntellode' preti; combini non l'ordine del convento r ordine libertà nemici — finora ho di Viva esempio a Pio di e si delle un togliedalla bugie, finché papa, io nulla per bel ne questo in quel poco a mirerò in io rimarrò matto. futuro; e muto, il gnandomi rasse- — circa,le sue parole,tale sentiva,e all'occasione parlava:dando quel coraggio civile avventate mostrare un ci della echeggiare d'ogni parte nono, passare furono,a ei pensava, con fatto,né sentissi quand'anche a mirato son finché l' Italia non non degliequivocie davvero,ho spero. Né Tali cimitero,e al tutto di affidarsi ad cessa grido del implacabili. No, via vergognosa che e e i pretiamano libertà, finché questo delirio, si ria da non colla se o con. facile ad ostentare troppo calcolate imprudenze,difficile senno e vero pericolonella vita. byGoogk Digitized X. PATRIOTTA DAL AL 48 59. Sommario. Guerra lezioni nelle della Molti confortatori tremendo a Odio — Fanciulle Superga Versi — né se il peso gli amici della Silvio cui né la guise adoperandosi suo pensiero cittadini famiglia per durante anni 43 ci si fossero stro mae- — Visita al lico Pel- di borsa al mettere buon gracilità della persona, avrebbero virilmente e si guerra. impedito, opposti, di rassegnò, di testa, esito insieme P aumento la liana, Indipendenza Ita- armacollo, ad meglio potè, pagando fu rate dispe- Scritti vari. — guerra dei suoi non momento Pellegrinaggio — Superga — . col fucile accorrere di : L' Orlandini d'Azeglio far di Pellico e Terzine — vornese lia Livorno — malinconia Cupa — Scoppiata poi la Francesco del V Albo per Epigramma — di guore Lan- — Anarchia — di Missirini pedagogia Lettera — oro Rinunciamento — agli oppressori della Consolazioni di italiano Lettere — d' catena Espugnazione — Sigaro — Fuga — Costituente parte La — Il Cittadino — Persecuzioni — — italiana Indipendenza della e come in mille dell'impresa: e un'associazione di della di volontario Quando, tassa dopo Somma- Digitized by 114 — Non — della parleremo troppo Silvio nella Francesco dei tante dicono,mili- come politica, dire che Basti giornali. alle villanie maligne del Corriere Livornese ei volle opporre di Bomba. da lui stesso,che fu il quelloil nome, Naturalmente » è cacciato colori rimasto nel paese nel manicomio certi romanzi ; e primo poi famoso cupi,ad chi si delizia di intrecci ad affetti aggrovigliolati, della di poco. E sventuratamente impopolaritàche dianzi, è predicaval'Azeglio, po'bizzarramente, ministro per un ove r altra della che possa giunge; è non può cavarsi non esser onore di un pelledel leone che,forte autore letto : ma finalmente pel ricco di contanti di fattorie, palazzi, impunemente di condizione, Thouar per giudiziode' posteri;è Signore che,forte povero tirar la buono contento pauds ledoribus,apcoscienza, pella sua al Re e pur a esotici, troppo anche nostrali, l'amore un « a matti,il savio de' per i D'Omessi Sposisanno convulsi, è il contravveleno altro diario intitolato il Cittadino un Italiano,diretto scrivere in da parte presa ad un efficacia il gusto di stampare per la popolarità giornalista solo,ma non di vita. Il Cittadino pel quale all'Orlandini scriveva il « è alla un giornaleche patria» di buon senso riconforta i buoni che fu acclamato e di gran da molti levatura,resse e fa mini uo- ben byGoogk Digitized 115 — le contro poco Il 25 " ne Il suo intemperanzedell'ignobile popol no, al caffè la le briaca ciurma rea » in via Grande numero un Patria^ond' vogliaavere all'Italia i di buona ei smise que'dì saggio un fautori,se fede,della riandi col nanzi di- di necessità stato nel ne quale in scene, benché passiva,e plebe,la quale,per desimo me- fosse ne le rammenta se solo veramente, con nel- ma dire, fosse vero naturai si astenne calcolo di triviale politica, i diritti della manomettere abbandonandosi però del senz' ordine e senza timore i cittadini di si mostrava, e riosa di fu- ogni eccesso curezza di si- o sorveglianza freno,tenevano in tinuo con- più alieni da ogni tumulto i più audaci rivoltosi villanamente numerosi dal proprietà personale, resto ad demagogia.Comitati credendosi ve eziandio,ogni forza legale,dominava r apparenza probità,0 ancor Livorno. Lo scrivente Cessata,non tutta vivezza. rebbero serbe- detta iniziativa individuale, così quellemiserrime parte solamente di ciò che pur pensierolo funesti si trovava vide una la pubblicazioni. sue Chi sono petitore. com- d'agosto il popolo livornese, solennemente arse — : padroneggiavano, perchè la gente potentissimiperchè dabbene non lasciati eran byGoogk Digitized ^ -116— fare. Gli odii bene ; le uno 0 la per al blico pub- Vendetta,perseguitandoe sbandeggiando più pazze immaginazioniturbavano non e d' amore privatiammantavano notte passava altro che non timore,T vano si i cervelli, gridasse, per allarme. Era un vere vi- angoscioso, inquieto, trepidante ; e specialmente a chi della Il mal famiglia, incomportevole. avesse che,investito repressione Granduca, assunse e, di il colonnello esito pienipoteri dal Cipriani, accrebbe, quasi direi,confermò quellaorribile confusione. E come savi è moderati di quale troppo accade pur ambe presidi vengon le mira di mira preso bitanze quelleesor- : che io Erano proscrizione. r amicizia non esito la relazione col l'essere a egliguida magistratipopoleschi; tre i suoi Ridolfi,allora chiamare e certa una meriti grandi deda quella, canaglia,abborrito; conforto di la massima giovani,per de' qualil'assennato costoro. di lia, all'Ita- e finalmente mitragliatore Cipriani; di a dai nuovi che fosse inchiuso in anzi sembra lista di più sivi dagli ecces- ben prevedendolefuneste livornesi, fu i V Orlandini,il parti contrarie, erasi ristato dal biasimare non che sempre pensare Egli intanto una eletta mano parte già suoi scolari, e operare ceva troppo spia- avvertito per tempo da alcun benevolo,e temendo,non sapreidire se pro- byGoogk Digitized 117 — violenze contro ne si potesse giungerea ragione,che priocon uscì di - giorno (9 lui,un si avviò guardingo,e fratello suo veniva in miglia da Livorno. Leopoldo, unanime per qual però cosa dal nostro ebbe amico ottimo tanto e per dei tre fratelli sotto onde veniva Silvio tutte assai lenito il che le volte lezione passato a Pisa, dando scappate livornesi, e lì gli ei poteva fare V attendere era non tanto del Carme pubblicazione che vide la luce nel Sul da lui per lo Altro più, nimento le- come virilmente, alla aggravato di lezioni, di Ugo Foscolo Alle dell'infausto Grame, 1849. anno toscano latore (re- Bufalini,e confortatoriefficaci il Casiglianoe Giovanni votava Baldasseroni) e poi legge sulla Costituente italiana, in Francesco città nativa e del quale il Senato principiare Maurizio di marzo : parecchiefamiglie soppiattodalla di siderata, de- tetto queir inverno Livorno. a diceva,coi pipistrelli, pur la tanti anni il medesimo a — nione, effetto la riu- faceva qualche corsa, rifugiate, com' ei duca ciato cacclericale, cordogliodi in sco, France- a repubblicano! come per tempo il in tutto della fazione opera 1848) Moricce quel medesimo Colle di Valdelsa da La che giova notare ottobre pedestrealle villa de' signoriCarega, a sette E personali silenzio. Fra i candidati che si discioglieva in conse- byGoogk Digitized 118 - Silvio lesse assemblea, Francesco Arezzo nome suo ; dell'indirizzo che era si il tale popolarmente proposti per vennero guenza — lista di nella onde, biasimatore quel movimento com' avea egli preso, scrivere al direttore del Conciliatore affrettò a la seguente lettera: Preg.""**signor « Coir ultimo » Direttore di posta di questo stesso corso perviene, inviatami giorno mi nota stampa dei candidati a i grato quanto debbo me vita in questa qualitàdei che la consentono non sì grave del Circolo somma alla mia suo Mi mento mo- periodico, di accettare coscienza fossi eletto a tale ufficio, per creda con a renunziarvi. Devotissimo F. S. OrL 22 Marzo sincero distinta stima suo Pisa, un siero pen- V istituto della mia al bene d'Italia sarei costretto )) suo e che perciò^qualora contro ogni incarico; io aspettativa amore protesto esito del mezzo e viglia, mara- mi occasione,non miei studi Popolare rivolto il ha chi a una la. Costituente Mentre nome. dichiarare, per a Arezzo, quali candidati,con ho letto il mio a da per italiana, propostiagliElettori Aretino; fra Conciliatore^ del ANDINI. " 1849, . byGoogk Digitized 119 — la Intanto,per venivano qui Moltissimi ho ritrovato la il qualigiovi V altra Missirini, Signore, libri ho la lucidezza, fede,la buona la venustà che anche candore,e pochi assai in letto,ma stia, modenel veggo classici ragionamento che precede i bellissimi, suo e del le lui a : Prestantissimo « poche,fra non una lettere, di Silvio Pellico )) pubblicazionedel Carme consolazioni riferire due — Inni inspirati ne me sulle Grazie del grazie per questo preziosodono mi monumento ha restituito all'Italia. — drazie del divino Canova di vera Mi ha a ; è mestieri che io le dica che la bontà mai di scrivermi pure su tal scoperto che affezionati allievi.Ho ho ed acquisto, ella venendo le mando fatto pure a un se Firenze mio delle gruppo quando che l'ebbe ho tasse, capi- le linee per tutte la sicurezza libro che di averlo, potrà. — mi finito ri- de' suoi uno ammirarlo mi ella ebbe proposito,non tirato tutta fazione soddis- propositodi da ella poesia che il detto gruppo di ricercare dove ed ho ed pel piacereche ella citato il secondo d'aver farne e procacciato,e similmente,le applaudo per ha quest'inclito più chè per- : le riferisco molte lei,e congratuloseco Foscolo suo Io piace appel- byGoogk Digitized 120 — — lare il mio testamento. Sono che in tanto mescimento delle la nazione ponga i secoli si è lavorato per r io ho si forma V uomo se non datici da natura e un animale,come 0 come istinti, nostre menti si ritorna V E può sperare. la ragione e d'argomento, tende menti Ho giudichi* ne pento.Non ho non è merce per annoverare zione inspiraelementi grandi se pecora feroce se ha i buoni ^ tende e e a infondere la bontà al male. messo simo altìs- ma di la nuovo negli animi. Ella meditarlo,e spassionatamente creduto fare il mio dovere,e ne è l'uomo deglioscurantisti, una belva una vogliaconsiderarlo mo uo- cosa V Questo libretto adunque piccolodi mole ragione nelle molti bizione, dall'aminvidiatici dall'avarizia, dall' arti sùbdole rimane vizi. Per non se : questidue Senza al bene? opinioni, nei nostri cuori le prave detto nell'uomo, nulla che tórte sterpare dalle seminare e per intelletto, abitudini* Ora pettidai agliuomini : se dalle intelligenza si purgano non se e vi non Costituente che solide basi sopra si rettificala non italiane cose non franchigia, ha costituzione, non considerando venuto illibro in non me commercio,perchè venale.Ne ho fatti tirare parecchiesemplari, regalarnegliamici,fra lei,come io tale me i ambisco qualiora le protesto. Melchior Missirini. " byGoogk Digitized 122 — Francesco dell'anno Silvio replicandosotto dì 21 febbraio stesso concludeva : « In queste paróle con il non degni E di questa lettera di Silvio Pellico a sciagurenon se coi morire. non altro modo trovo conversare bene di queir animo nel aveva Non di in che suo Tornato delle ad motto te e patria.La il volontario liana, indipendenzaitalo malediva, il però sgomentarlo.Uomo a mente dominare a cuore. di mature il presente,vagheggiando il futuro;e presaga egli compiaciuto quel tempo alle insistenze di persona il il motto poi verso suo vi ritratto, scrisse sotto Meditans in spe. l'aprilein Livorno a vivere coi fratelli cari,poichéil rimescolio medesimo insieme teneva alla creduto, gli martellavano glichiedeva pugno della quand'altri convinzioni riesciva cara devoto Novara, l'abdicazione quale anco con quei pochi con dico ? l'angoscia, lo strazio alteramente sempre avendo morti, o primo campione valsero di consolazione » alquantoil dolore,che catastrofe di alle presenti mezzo che queste consolazioni alleviassero era esilio del — un plebi rendeva antico dinanzi a di Tacito: firmare animum facile rimanere quadretto che se, In e ea nel nel vati, inosserstudiolo suo scritto il quale aveva tempora ìiatus eSj quibus expediatconstantibus exemplis: byGoogk Digitized 123 — ne in sostituì — altro munito un foglionero, di nel quale, cristallo, delineate aveva bianca con vernice queste parole:Nil desperandum. Se ogni che vi fu non forza d' animo e per quel momento 11 maggio del 1849 austriaci che recchiavasi una difendere : triotta sapeva dei dini non ogni a Dalgas console Silvio che nemico di in del d' onesto pa- dal a suo signor di Francesco Solo figlio. quel frangentele covero ri- case inviolabili del pari nazioni, cui si temeva, fondamento, il saccheggio,ed risoluta,dice vasi, a palmo anzi V opera si ridussero lezioni de' consoli delle diverse all'irruente cuore appa- far voto. I fratelliOrlan- casa sicuro stimavansi mettere ri- a di mura, di Danimarca, amicissimo dava gli degli oppugnatorio prò propugnatoridovesse usciti presto di cerchio armati solo contro munita se Erano quellasciaguratacittà, un ahi ! che contrabbando si udirono Crenneville venivano in senno cinta daziaria Il giorno — cannone. accozzagliaincorapostadi a chiamate, aveva raccolta. colpi di guidatidal e le tutte fin dalle 6 del mattino alcuni ordine un' tutte donarlo: abban- acquisita parve o tremendo, a in Livorno mentre nativa sì che momento, nel quale un pure né alla furibonda senza maglia, ciur- disputarepalmo a il lastrico delle strade. byGoogk Digitized 12^1 — Silvio Francesco là dai condurre andò, rimanevano ne donne alcune militare dal della uomini salirono d' le Verso undici il tempestare de'colpicessò,e in breve via che la deserta alla barriera mena i nostri spettatorividero corrente il scorta primo I due croato. ribrezzo con avanzarsi in ofifesa ogni caseggiatovicino. alto se ospitale: casa , più Molti i bambini e scoperta assicurata terrazza una donne molti e che sottostà persona nelle stanze invece direi si lasciò freddo. silenzioso, Le refugiati. i già erano quasi e come fratelli, inevitabile fato; cupo, ad — per maremmana baldanzoso e fratelli Orlandini, volsero, quell'apparizione, quasi lo sguardo a istintivo, Silvio : Francesco per atto era trafigurato fissi, quasiimpietriti ; irti i capelli, e gliocchi,i lineamenti dimessi la persona si pietosadonna atteggiamento convulso. in tutta del volto contratti, di accorse quel tramutamento, ed avvicinatasi al fratello Leopoldo,glidimandò voce: Chi è Nessuno le quel signore?Pare attrasse il povero Silvio di soffriva davvero di più 'sotto che soffra tanto J rispose:lo spettacolodella soldatesca Una l' attenzione — crescente universale : consapevol rimase,forse,giova supporlo,in- sé, col : lo suo avevano dolore. Povero trafitto di puntura in quella più viva parte del amico ! mortale cuore ove byGoogk Digitized 125 — — . patria;il siede va Tamor egli da tanti anni tributava culto lo davvero Né della piaga,finché la si stanziarono mai rammarginò sé medesimo quali evitare io tema parlo,sperando ai minimi atti spesso dà piccoloinvolto nera, con Nessuno,e avrebbe un come desiderato. cader pensando ai in di zievoli sa- i chi, ed troppo amorosi che renti, pa- ha parte in tutto,ed grande valore. Frugando, — fu fogliper ordinarli, ritrovato di ceralacca carta in sigillato questa iscrizione: Aperto, e' era sìbile. impos- quel compatimento L' anima — lui morto, ne' suoi un in si concede racconterò. è che lodano quei genitori portentide' figliuoletti, pure benigni pur ignote od egliattenne alquanto di minuterie,come dai che gli valse quanto qui, sebbene quei luoghi, pericolosevistosità o in quanto potesse di persone quellapromessa soleva,non chi sofifriva gliAustriaci in alcuno di il contatto villane senza Pure a magini, im- sacre perfettamente.Ei di vivere recarsi mai e non ritirato, E due a quale ! promise a esose, nel turpemente contaminato: avevano Toscana, ne' santuario avanzo nemmeno o 13 ottobre mozzicone lo stesso fratello ed amico Leopoldo, potè comprendere stante però si seppe di 1851. sigaro. intimo nulla. Poco quanto segue. Digitized dby 126 — — Passeggiavaeglinel giorno summentovato Piazza era Grande quando trovato uso, trattenuto col si avvide che non e due ufizialiaustriaci. Uno si avvicinavano dovere un ma che mai più avrebbe l' atto,e vedere dini raccattare D' allora in Or nostro in V Orlan- amico e rinvoltare quel volle badare. non tutti i 14 non anco potè fumò che anni più visse mai. rider volesse di questo fatto del alcuno se sé medesima a vide forse pur poi, per il nostro mente sdegnosa- non badò, o non cusò; ri- fumato. L' austriaco sdegnato,spengere mozzicone,ma ancora, giurò e quali lo non buttò l'altro, del suo, avanzo de' egli,stretto convenienza acceso appena r non di comunal loro a fra i fumatori come sigarospentoin mano, chiese, costuma, all'Orlandini il fuoco. Ed da anni di 20 più conoscente,fu da questo un discorrere ; a da fumando, come per eziandio del Foscolo rida Orlandini, la via del Reno Inghilterra per perchè per arrivare la pigliato via Londra a Nero del Mar e che va dell'Olanda avrebbe,come dice, anjsichè lo stretto di Galais terra di Francia; rida dell'Alfieriche nella sua vita scrive : « Né io né la donna questo frattempo(dal25 abbiamo mai in rifugiati né una piede in messo villa marzo a al 5 mia luglio1799) Firenze Montughi),né in tutto (sierano contaminati byGoogk Digitized 127 — i nostri occhi neppur quando e » volta: e, fuorché che faceva chiusi per ore di mi le di quel tempo, troverà politiche anche in di uomo un tutto appartatie Forse chi — apostasie mezze di ammirare motivo la indomata queste prove minute conda se- necessarie me vedere.... » apostasieo numerose la così dire in casa, ne' luoghipiù faceva mai solo francese.... un tornati passeggiataa ogni mattina non soletto, rammenta i francesi furon .... due la vista di con Mi « — d'acciaro,e costanza d'Un tutto pezzo. scana, Quel fatale ingressodegliAustriaci nella Todettò che a Silvio i Francesco seguentiversi; a que'miseri tempi non riportandosi leggeresenza commozione. OCCUPANDO LE MAGGIO patria!Or Quando fia che lo 1849. s' è voler chi sarà strazio la Star debba, Italia,in servitude E campagne Sol beino limpidisoli,aure non scerna s'arresti? di chi dal ciel governa, de' tiranni tuoi sotto si che empio Che Che TOSCANA vinti,e riedon del servaggioi mesti Giorni alla Oh! LA AUSTRIACHE ARMI NBL Siam si possono mai scure eterna; sì pure, di beltà nude i fabri delle tue sventure; byGoogk Digitized 128 — Che Onde affamato far sazie D'estranei Cosi Di il cultor sempre prodigo banchetto a costoro Perchè tuoi mali Di misero crude; e gaio aspetto sfaville V tentar a del Genio più nel tue figlie beltà sempre cara Che qui sude, sgherriingorde turme delle Che — petto; osceno la fiamma in 4;e scintille, più veggendo, asperga pianto le pupille; « Ultimo Col su noi piuttostos'erga Tirreno, ed e ne sospinga,' a Guardonne Su noi lave ardenti e le sterminar di L'Angel dell'Alpi, : ed ima ascosa mugghiando i frementi sommerga Vesevo, e fornace ciascuna Yersin il Etna Si scuota Da alziam: d'Adria mar Flutti Yoto cui mal genti; la cima daglistranieri insulti, ognor sospinga,e sotto lor ci opprima. * I tiranni ed i servi arsi Cadan esser Meglio perà è il dobbiamo, perircosì sepulti al cosi nel suol dannato Se schiavi Se e e pianto; inulti, sempre che soffrir tanto! mente disingannopotè piegare,indicibil- non travagliandolo, queiranimo altero, virtù di spezzarlo;ne credo mai vi ebbe penetrasseil byGoogk Digitized 130 — gli aveva casa, — spettacolodisgu-, presentato uno ammaestrando stoso,dimenticò, sedere,sgombro dolori,e gli parve ritrovo;perchè un scolarina sua cara i suoi ispirando, o di cure, a o qualche discepolo, suo virtù ebbe, inconsapevole, e stando dall'affetto, dinanzi come fidato,o amico Una cura r educazione sopra di tenero padre! specialissima poneva delle V Orlandini nel- Intendeva giovanette. alle frivolezze che per zarle ad innal- indole da educazione,quale è generalmenteusata tengono, assorte ad e abbassate. insegnando,quei esse ad istillare sensi o per noi,le Quindi prediligeva, classici che più valgono Alfieri, Parini,Pin- come virili, demonte, Foscolo,Niccolini: ed illustrandoli li rendeva ma veramente Quando alunna poi dal solo facili ad non amabili a parlareo parevagliscorgere lo oltrepassato scopo, e leggeree che fosse trovava non Petrarca meditare. ne' concetti netta soverchio dere, inten- od raggiunto, maggior gagliardiae fierezza che quel pendamente, stu- dallo scrivere dell' forma si non quasiin compagnia di maestro, ma a lui con di genza dili- strapparloa quellemestizie,mostrandoglila animata niale ge- addica,temperava a o nella giova- ed anmiorbidiva colle liriche dell'Alighieri e del accuratamente da lui chiosate scelte, e byGoogk Digitized 131 - declamate, e fatte sentimento. Ed con che i nel i più le straviisi acceso, e davasi a e lui tutto che cuore intiero. E affezionate ninna sia tuttora, cóme gli corrispondessero, di quest'operaebbe re, potesse desidera- discorso all'educazione ninna r sua avrebbe, se che non rendesse alunne al tutto madre è la dell'educare anzi bassa non più lore donon consigliere, almeno coadiutore, umile più plare, esem- tributo di gran , non sue fosse,e non pèrdita piangendo che nella difficilissimaopera Veramente è che come e sposa la infingardaggine, nell'alunno poi delle femminile, ch'èi predilesse, alla falso. Rivedendo contro Se che poiché,ristringendoil ed cerdote sa- le freddure ; mo- esagerazionie quel più largo compenso care e severissimo contro i francesismi, il malvolere. ingegno menti senti- dottore talvolta mordace e in lodati scrittori quando li vedeva componimenti,era trovava ispiratodi meno e eglicosì come basso, neir adulatore,nel contro senso, si ristava dal condannare ei non giudice, severamente cadere gentili. Però, non molto duro, facevasi momenti a comunicatore quelleesercitazioni e Poiché bello vedere era austero, sdegnoso,e soavi declamare. pur discepolisuoi leggesseroa che i curava — la e meglioforse si chiamerebbe d'insegnante, prole. professione mestiere, byGoogk Digitized 132 — V abbraccia quand'uomo con — istinto misera o culazione spe- di mercenario, quasitavola unica di scampò dal naufragiodella indigenza ; vi comodo refugioad che quel che a testimoni sieno fanciuUetti non compiacere a di chiameremmo fourist%e noi preudono suoni la nudità della mente dignitàfino a più ampio di atta o non usa la impeto generoso un per bramosia o a sare, pen- propria gini insulsag- chi fu portato alla carriera ma di dell'anima, essere mente vera- patria,seppe scegliere quelle sua della occupazioni;e sudata dottrina si per nutrire le altrui menti ; chi sente dominare,quasi principeeletto consentimento,un volgono ogni tanto a da libero roso amo- e drappellodi giovanetti, poi,mentre può contemplarli e si appellano confondersi colle fastidiose per vocazione giovasoltanto per girondoloni, cheap- non dell'insegnamentoda modeste d'una quelliscioperatiche- insegnantedimentica utile alla di segni onde cuoprirealla meglio e dell'OUendorflf; e oculati più nella infrancesata linguadel buon-tono il povero ranza, igno- una troppo vistose;quando, qualcuno un e genitori inesperti di facile contentatura, e in teatro scoletta,sarebbero in come inettitudine ad una faccia in entra chi avanzandosi primo il viatico dello scabroso nella vita die loro l'itinerario uno pellegrinaggio byGoogk Digitized 133 — che Sguardo e stima, e chiede di si trovò qualile anime si' compongono unione di chi quasi in inno e di uno alla rosi amo- quei momenti di chi sola,e una di apprende fabile quellainef- da virtù,al bello,al dir tutto in parola, una Dio, quale qual professione potrà a nobile più oh ! così fosse dato per fissare in fotografia r in insegnae per della nostra Ed continuazione inno un esce grande, al buono, un vincoli antichi di benevolenza rammenta consigli ; chi nei — volto dilettosa? magistero di nuova durabile,insieme materia atteggiamentodel e e col- le concomitanze, tutte con maginare im- quelle parole e qùe'movimenti che hanno potènzadi scuotere,accendere,svergognare, rire atter- così inunaginazione umana gli animi giovanili; valesse a e foggiare, le ritrarre, a ognoi-achèl'uomo attinenza colla rispetto, per bene, del fonne che insegnando,si 1' anima infiammarsi e ogni terreno memoria, nobile perirebbe,e l'opera tua E come ed eziandio r immagine tua a non pochi fra de' tuoi amici ebbero conforto ne' del amico tore di educa- potente si prolungherebbeefficace alle venture. ogni altrui infiammare nello pen- prende svincola da materia, dimentica solo bene ; la tua nostro,,non o di scaljpello virtù di razioni gene- i tuoi scepoli, di- presente guai,a preservativo byGoogk Digitized 134 — dalle basse suggestioni gioventùavrebbe senza d'un menomare di la essa tasse ten- uomo tali,cui, sìa jota il rispettoche di memoria d' altri lor fu virtù quando alla venerazione devesi alla santa Neri, e così ad perverse, ricorso degno richiamarla detto o - un d' un Calasanzio, veri campioni di Cristo, simili, miranda l'egoismo,santità miracolosa e la singolarità, la spietatezza, e per l'imbecillità, fin r inmiondizia. Anche dalla vita ognor politica, quale in quell'incnidelimento più feroce ei poteva trovarsi, ottenere consolazioni. Il quellaparte d' Italia Gori, ora ristette dal cuor suo ^ lettera che crediamo che poscritto, « Vi avete mi qualerisposeal copiata e ai e in Augusto 49 al fu grato Gori stesso dall' Orlandini, serbata vera e priata appro- tempi nostri,di riportare. Carissimo Gobi, ringraziodelle e che scritte, sono Il opportuno, tanto ci sembra anche « riposavabeato senatore,scrisse nell' agosto del quel magnanimo. una cercare lettera che una zione rea- poteva sventolare ancora d'Azeglio,aggiunse egliun a della pazzesco non ove la tricolore bandiera. In e state di in vero amichevoli parole che mi queste mie difficoltàpresenti conforto. Ringrazioegual- byGoogk Digitized 135 — a fare che di tutto e' è r ultimo che il di volontà ciò basterà,non che lo L'hanno ad Ma E perciò ci giudizio.Ma troppa. Ad Dio amici abbiamo di offrire i miei cam- lo reggevano. non di far che le gambe vuol tempo, e ci rebbe vor- prego dovere, il nostro di ricordarmi ossequiialla Vostro Massimo Neil' occasione tolte le detto gambe facciamo ogni modo credete passionie l'ignoranza è le faccia il resto. Vi e le cordate Vi ri- l'Austria che è schiavo,e gli abbiamo che Se ci tirano ma mano; questioneè dunque lo reggano. e con : repubblicani dispotismoche toccato si è trovato La tentenna. i che, non bensì l'Italia. Noi uno sia operoso se alla prova. persuasiperciò? Non fa paura, catene Si vedrà so. l'Ausjiriae il siano tre ho altra forza non facilmente non io diceva quando addosso? Statuto è battuto in breccia da che partitomoderato, e sapete temevo, ma risoluto sono quel po' di austriaci : poliziotti una mina. salvare Mi — e repubblicano,l'altro sanfedista, poi che P. 8. suo onde rimasto,e eserciti.:uno mi del l'Orlandini mente — agli S. C. di caore D'Azeglio. » versario in cui celebravasi il primo anni- della morte di Carlo Alberto,l'amico byGoogk Digitteed 136 — andò nostro PAlbo in a pellegrinaggio Superga,ove scrisse questa 0 la tua mai Discordia Ha r italica speme Ne che te fia saldo il se salveran adorar terra, venuto. più santa guerra combattesse^io ti salutò. La Ma spinsesotterra abbattuto; anco il consiglio, braccio,uno la tua memoria e il Figlio. 1850. luglio, 22 che re tosca della Gampion gran Che polvead nel- ottava: sua Pellegrinandodalla Son — l'Arcangelitradusse poi ne' seguentiesametri ' Alberti Ut cólerem « veni^ voti Huc Salve reus: Primus Etnisco lìbertate, tyrannis prò indixti qui Eegum Utore a salve, fortissime, o iterum,ItaUa cineres r memcràbile hellum. discordia funera, ademit Qtue tua pracipitat Spes itàlùm ingentes:ast erit,Alberti Mens ItaluB, Natusque L' a traduzioùe « sabaudi Magna ne aususì Molt'osa;e Esul una salutem heres. " pregato 1'Orlandinì per lui aveva fatto questodistico colla, Salvagnoli: reponit fato oppressus, profugusque Sceptrapatrum, " nominis aveva queirAlbo che pectus et unum feretolim fama Arcangelistesso scrivere in si vinto et moriens dal che re, pensa cogitatItaliam^ " destin,maggiore alla e patria, muore. » byGoogk Digitized 138— — , meno potreiripetereneppure volessi, se quinto un ' delle delle e di cui cose come parlammo. Mi dimandò condizioni. Ella nostre clie dapprima venilmente delle e quasigio- e colpe di cui mone, testi- stato era mani ed esclamava: E toccando della brutale mania Italia! — lunghi mesi che travx)ltoquasitutti i aveva denigrarela riputazionedegli uomini a onesti,e dire una vari tempi di sono stato, e calunnie. Voi io gesuitismo, il perchè?Dacché avuto la meno congiunti, e per latissima, fratello un e io, mi più sono chiamato disgraziadi perdere una venne ad gesuita.Io perciò in questo amo e pete sa- tutti i miei è ma- ogni momento, stimo secolo di sato accu- Spielberg, la quale però sorella, la cui vita tremo a bersaglio gesuita.E dallo tornato altro, stato sono a disse, in tuttavia sono vedete; io sono T 1' un ei italiana, di sé. Ed parola anco di molte mordersi disfatta gente propriadella velli cer- altresì della funesta tendenza toccando questa rabbia malvagia di ed animato e congiungeva le sospirava, io ho e quasi placido, Pellico visibilmente si commuoveva, il povero Povera nostro tempestoso. Raccontandogli io parte delle insanie sì può immaginarsi stato era verecondo,ben presto divenne per Toscana, questo,tocco oscillarono le corde. Il a conversare e di il mio esorbitanze tello, fraio byGoogk Digitized 139 — presiin di me, uggia gesuita.Anni come la penna, mano far io in avuto sono — scrissi e libro che doveva un In seguitoalle Mie Prigioni. de' casi della mia lungamente parlavo esso vita,delle relazioni che la fortuna avuto aveva di fare di mantenere e e mi personaggidistinti, con delle taccio che mi io sono date state erano purgavo da le tutte fazioni. » Or bene, rispos' io,leggeranno,quando che — sia,questo libro,e imparerannoa vergognarsi. a » — » — » — No, lo nessuno Oh, perchè mai? Poca la mia di dover non stati cangiartenore. che Dio abbia loro bruciai aveva perchè, potuto fare amici,avevano E siccome perdonatoi torti che fatto,quindi io memoria dispiace che io essermi che, dopo l'ho bruciato. gettare ilbiasimo sul sepolcro apologiasenza di tali Mi perdita:io lo 0 nessuna conobbi finito, lavoro aver leggeràperchè io non doveva davanti al tribunale duto cre- io spero mi possono chiamare la loro degliuomini; e bruciai il libro. » A queste parole io le carte,se cose non sacre, i e lo gli dimandai se contemporanei,almeno leggerebberoaltro onde si guardano guardai come fra le i posteri, vieppiùaffezionarsi a Digitizedby sue lui. 140 — Non — patitotroppo,ed aveva anni vi fu in disgraziadi lui,e in Inghilterra per suo cruccio meco, dimandai se Sventura;e fu quando io ma dirmi squarcidi quel dalla bocca dell' autore, e dime tuttavia conosceva di negrinni, e di già che con cui mi disse partiredalla Carme sulla mi aveva scritto, gli aveva uditi sembrati dopo lungo meditare giudizisuoi dessa deve che non e gli sapeva lodò gli Toscana circa la forma, ricercarsi nelle cielo a alcune io dovuto aveva il nòstro il Foscolo quellamia fatica. Allora prima del divina,ma negligenza.Mi eletta — poema produzionidegli antichi,e peccava dispiacente. Gli. lungo degliartifizipoetici, a modificare in parte certi ora il lampo un glierano cosa altro. Parlammo ed èi mi disse che fece cadere poteiandare non Fu nulla che alcuni sembravano fui che ripetèciò io seco. ne favellò ne Eppure, ripigliò, amore. conviver sapeva mi ei qualchegiorno mi chi per ancora Foscolo, ed ed reverenza con di tentare affatto letterarie. Parlammo cose del lungamente sempre disse)per bello. Qui digredimmo in » troppo inoltrato negli era sessantun' anno, (ho riprodurreil che mi disse che oramai ma risposedirettamente, secolo niera quellama- poetato aveva parole gentilisu feci sapere aveva come rivedute le byGoogk Digitized 141 — tre suoi discorsi stampe dei sinora che Milano, e si credevano sulle sètte il discorso disse calde e Re, nostri,ad e conchiuse inteme cause nostro misura. E e onta e povera dei molti errori sarà danno. voi,se voi che e agitazionie di salvazione se che mi non Ora peraltroci vuol di quiete e avete alcuna influenza sopra animi la temperanza buoni e i buoni costumi; i maturerà sopravviverete, siccome parlareanimato speranza pure ancora patria: lito so- Francia,prima cagione sempre La nostra conversazione mezzo; Alberto, io,non straniere, studi,e principalmentei Dio, per » ad cadrà, e non raccomandate giovanili, forti Carlo Piemonte, per povero la tremare ogni : italiane per la nostra fa Piemonte; deplorò con ho pascermi d' illusioni, il nostro che alla malvagità, delle perfidie, delle onta a tornare a di e si dovesse dubitare della lealtà del delle ubriachezze più di Tacito parole il sacrifiziodi non parergli novello se particolarmente il campo del e parlammo politica, a perduti;e degno era Macliiavello, e ciò aperse nobili cominciati politici lietissimo. Gli dissi che mostrò ne - io aveva tossiva,e alzai per era e e tempi. durata circa un'ora che notato sentendomi eglinel anche molto licenziarmi. E commosso, mi venerando spontanep-mentemi gettòle braccia quell'uomo al byGoogk DigitizecI 142 — collo,e baciandomi della cbe disse: Per mi ebbi da mia — in madre le comuni io poi non provato ciò che provai allora;ma rispondere.Ed quando la egli tornerete permissionedi Nemmeno » ciò a quello che bene le scale di che saliva,e casa che so di comunicare anco ima chi non mi come Barolo,incontrai avendo e mi non so dassi conge- che giù il Portiere il mio notato a darmi, guar- dimandarmi non dileguai, quasi geloso avrebbe piccolaparte conversazione una per visitare. aprirbocca,e a più solo che trovatomi io scesi e : chiedete si fermò scompigliato, e Ma mi non che certamente fu lì lì per cosa. gli potei sorridendo né facessi, rammento aspetto commosso e a mai : anzi poteirispondere mi da lui. Mi per venirmi bacio aveva non soavemente Torino, a ranze spe- Dall'ultimo patria! nostra cara — dermi, potuto inten- della mia ^mozione starà sempre mi nel cuore. » e Pellico è le sue che piuttostopiccolo gambe, mi lunghe di quelloche capo sono traverso e vivaci, per quanto mi gli occhiali;naso alquantopiù il busto. Ha noi consenta piuttostovoluminoso, fronte occhi neri a parve, basso di statura, alta e il serena, fu dato scorgere sottile ed alquanto aguzzo, labbra sottilied argute,denti tuttavia can- byGoogk Digitized 143 — didi; e glienemancano due o ninno senza tagliati e qualche leggera con artifizio.Il vestire è taglioalla buona,quasidi di mondezza. squisita che alla più macilento. col delle del cuore convinzioni sue soave maniera alla lombarda. e oggimai a della mente dietro la più mi della mi ma legge Siccardi, il segreto di » guida tentissime, po- sul una su meco volta proposito la respinsiindietro, che queiruomo su centemente, inno- certi particolari. — Queste ed altrettali commozioni mitigavano alquanto,non avevano comprimere lo sdegno nelP anima amico, la n che profanitàlo scrutare,ancorché una parve domanda una lare rego- venerabili. E delicato. Confesso sulle labbra venne tire mar- sono questo propositoio posso asserire che eglifu e temperatissimo una che è un in lui scana, to- Ha assuefatto che religiose, ma nuante, insi- e Lambruschini,meno perciò tanto e simo, semplicis- Pellico ha l'aria dì galantuomo,d' uno i moti è voce e corti, quacquero, alla piuttosto piemonteseo somiglianzalontana molto sua accentando va e La dalle volto,i capellisono di canizie;gli porta moderatamente aura di sul color castagno cupo, di folti, uno appena porta barba parti.Non — quale,nonostante soavi però,se però virtù di altera del nostro perversitàde' tempi. byGoogk Digitized 144 — afferrava occasione le boriose senza per tuonare il citare sterili contro cui giubbe rivolte, Basti o -: e gliapostatipolitici lanciava quello mandato quale chiedeva cocenti al Padre epigrammi. Dal Pozzo, l'opinionedi lui sul conto tavole girantiallora in gran I tavolini Ornai la Tu imprudenze ogni un delle voga. girano: è certa. cosa fermo uomo additami; Questa sarà scoperta! Ai dolori nel 1854 suo e Giuseppe Vaselli, da lui sulla terra. I amata in tale sta^todi cupa della salute. Fu sua ogni consorzio da nella 0 sonno, sera 0 allo un in anco nella o e a Firenze la donna sero qualicolpilo ridusfar temere da melanconia, quel tempo veduto domestico,e per mattina,o prima ore di ritirarsi intiere, prender momento sollievoa tanta angosciagliapparve versare V anima lavori che da molti anni andava uopo à Siena ramente. piangeree piangereamasvegliarsi, Unico per aggiunsero ne .alcuniprivatiatrocissimi. Morì r amico più pubbliciperò gli se intendeva ritirarsiin una propriain Al meditando. alcuni quale • solitaria campagna « Sceglierò, o per megliodire, tranquilla: scriveva, ho un già scelto, sito mestamente ameno da cui vedrà byGoogk Digitized 146 — in noi r effetto che — fa nelle buone r elasticità.Se fra i tuoi libri hai gli esempiidi fortezza al mondo che quei morirono santi sotto e molle d' acciaio Tacito,rileggi di costanza seguacidella Nerone, e che diedero filosofiastoica prato* ti sentirai ritem- » byGoogk Digitized XI. PADRE DELLA STATUA DANTE. DI Sommario. Locuzione del cavalier Tentativi -- di lettera La dini sul panico Gli Spettatore— trionfale gli della La figlie: » amici di del Pol- dell' Orlan- della Pio nono gloria: sua di vittoria Il nostro biografia Timor — o La Santa Croce. di statua — degli sappia gloria E Dante se e con adorna io lettori non è un dello di glielo non egual parlo: che la vittoria verità, lascio la questa denominazione amici che lasciasse figliolanza l'umiltà se non lui presso Lascio, rispose l'eroe, Platea, dire minore maggior « amico, conteso, poteva figlia: Epaminonda di celibe,non avesse alcuno Lettera brani Due • — zione Costitu- Livorno. a erede Mantinea. — — Lettera — statua eseguire data simbolico sanesi della farla per commissione esuli ch'egli morendo morente, ad e Passeggiata — Dolendosi, due : nello pubblicata Vaselli del sonetto la Spillone -— Bozzetto — società una riscossa, società Piramide — formare non della lastrini Pazzi po' strana una piazza di sembra od scrivente, ma Digitized di gerata, esa- di byGoogk 148 — quel solo che poteva ragionevolmente assumere autorità di trovarla cavalier Enrico che scolpìquella statua nostro 1845 di o tempo appunto, Pio dava non un coli'intimo solo e pensiero, alimento,comparve Aggiornatopoi dalla confortatore del gran parolacoU'in- suo che Vaselli, verso volse le menti nono destini d' Italia, morto numentale. piramidemo- Ma ineseguibile. lo trovassero tutto giovane scultore un ivi,fra glialtri, n quel liani degl'Ita- ciò che a quello futileo intempestivo. sventura il compimento dei nel 54 V amico é depositario concetto,l'Orlandìni rimase finché nel 1855,visitando solo; vagheggiarlo del erigere mezzi fomiti da tutti gli sterminata globo una signe scultore Duprè, e ad il di ridurle no di sublimi: Di questo concetto ei tenne non : balenata alla mente permiseroo con queldivino, uomini civilidel sembra l' del- secondo quelleidee,le quali, di pazze ad atto,prendonnome onore era di una che le circostanze in voglio dire Pazzi. fin dall'anno dell'amico farne uso; e egregio medesimo Già — Enrico Pazzi di bozzetto di statua a lo studio Ravenna,vide dell'Alighieri, quale glipiacque assai,e trattenutosia parlare coir ottimo suir mutazioni statuario, gli suggerì certe Delle qualialcune atteggiamentodella figura. che il Pazzi mossero accettò, per avventura il Muni- byGoogk Digitized 149 — — allora cipioRavennate,soggettoal Governo de'Preti, fra i furori della debaccante che commissione ne che veniva al ne nobilissima già data aveva Del che Francesco reazione,a Silvio al bravo d' incarnare d' Y antica idea all'adorato poeta; e diedesi sua costanza per lo dal alacrità scolpimentoin Ma stato ed con quellatutta soci-proprietari dell' ammirato marmo eletti forse e zetto. boz- anco chiusi d'Italia, ond' egli, gravi difficoltà; preso impazienza,scrisse doveva lo allora intendeva egli solo r bianchissimo marmo impegno egli scriveva in Noi difetto di una di colossale Carrara;e darglienecommissione,ed il prezzo di pagarne : intanto già che sumer as- vorasse; la- occorrendogli danaro, il Vieusseux,cui ed — di generosa allo scultore che la statua fatta,dell'altezza esser di stabilita, nistrato. sommi- proposito,gliene avrebbe già'vedemmo due' crazie come non moneta poterlarendere, ritardò quindicigiorni,una nuova l' amico avendo e sdegnando lettera, quellamisera di mento monu- disingannoad ogni bell'impetodi entusiasmo, gli opposero per quella gran cercar a in un la vistosità della spesa, degli animi più artista. anche pel danno dolente, Pazzi,risolvè statua ritirar la a sé potuto chiedere perchè non nostro era in prestanza sicuro stesso, per ansiosamente scuotere ri- ben aspettata; byGoogk Digitized 150 — dopo ora, e anni,ritroviamo trentasette che avendo uomo, lunghe fatiche un — insieme messo capitale,nelP di assicurare alla simo quel medecon improbe onesto mento intendi- declinante sua età una modesta agiatezza,si spoglia repentinamentedi tutto,e tutto d' una se depone pronto idea tutta pura, tutta generosa, è questa:non io davvero gli eroi non Largo grandezzavera, ed imitazione però l'amico era prodigo;onde,preso risoluto naturalmente, dall' adoperarsiper le aderenze fatte e lo più della la sì,ma nostro — Cav. Barellai Carlo — — — Conte Enrico Moretti Mater— Avv. Ottaviano si ristava Paolo statua la posta, com- venne già immaginata: i nomi Targioni Giuseppe Dottore — Emiliani Francesco — mercè aggravato di quelche Fbnzt, Cassiere Giuseppe Fabbricotti impegno, Professore Adolfo Professore mente cieca- non desiderato: potevasiprevedere.Di quei soci,ecco — alla riputazione gliaveva sua di quella Professore Luigi Paganucoi grandi, società;e lo scopo meno eroismo, sì grave scolpimentodella quindiogni singolofu : or gioventùnostra. costituire la numerosa è non non compierlo, a cospicueche sublime ideale modello pure ottenne acquistare, società per se e rintracciare i dove più so come presentarli per ammirazione e, lieto sulP altare e Giacinto Targioni— Giudici — Silvio Oblandini Mioalt — Angiolo Enrico Uziblli. byGoogk Digitized 151 — Ad il poeta altissimo operava onorare così il nostro Orlandini educatore^ del solo non d' un motivo ogni nazione che la natura Alberto dell'animo, puranco il precursore era gli per particolare. tutto e il battista de' tempi esser libertà, primo Onde, venuto martire in vedemmo doveva una iniziata da Carlo il primo grande Livorno a profeta, innovazione. un pietredure,glicommise le gemma della dianzi aggiungersi pur era quel tempo lavoratore in in alle quali nell'indipendenza, e l'uno per l'Orlandini : l'altro il del trovano,ma chiamerei neir unità la e sceva ricono- lia, d'Itae redintegrazione quellarigenerazione che per posa in Ini tuttociò che ci lui senza perchè lo proprioingegno e L'Alighieriper di solo non perchè ammirava uomini suo — tissimo valend' incidere immagini del poeta fiorentino sabaudo. In tre mesi il lavoro fu monarca strevolmente mae- ma fore l'amico nostro, datagli eseguito, e ufficio di spillo, la tenne nodo della corvatta. E A DANTE INTAGLIATI 0 due ne E NELLA famose poi finché visse,al scrisse il seguente sonetto: CARLO ALBERTO STESSA GEMMA. fronti,incoronate Qual del lauro febeo, qual del diadema, Sul mio Per la cor, finche gloriae la batta, e fin che frema patria,ognor posate. byGoogk Òigitized 152 — Tu salPalme — in servii prostrate sonno Levasti il sole del divin poema, E tu, quelloonde V Istro anch' di libertate. Segnacolo immortai Vostra Fu n vita 0 la la costanza, il duol,la fé,l'esilio, Dante, o Carlo! Imperversinle Splende1*astro Furie ritorte nostre spezzar in voi par tutta: sacra cor, a oggi trema. morte. in vostra e V d' Italia alta sembianza, empia sorte. e la speranza. Giugno,2855, intanto alle Vacava e zelo che mai, scrisse né trascurava dire dal 55 questianni, vo' col lezioni sue Mayer V più assiduità con i lavori al 57, proseguì alacremente edizione delle opere del dell'illustre avvocato biografia una Barbèra Capei, ordinò pel tipografo del scrisse del Tasso mettendovi bel sonetto un ordinò PoUastrini, di Salvatore e Viale,e e Vaselli. Fra le Ve' che finalmente raccolse suo valor no, turba che a la città ma di dal senesi prose gliscritti Giuseppe carissimo noi che meggi pri- : qui riportiamo sublime il Genio Abbandonando nori poesie mi- pubblicòle poesiee summentovato scena Gaspero Gli estdi qualiproduzionipare il sonetto Mista le Foscolo, apposita prefazione^ pel quadro pubblicòla biografiadel Dal In geniali. ha pinta! natia, digiuno vinta. prodi ecco s'avvia. byGoogk Digitized 151 — gato il d' cuore dimostrano mi un poeta ; ad evidenza fiera,la rifiuto del il nobile odia,furono i gli Esuli signorFrancesco viva mia più che egliebbe per di il cosa me. che mi l'impetod'un l'oppresso, nemico un ad che si nel trattar offrire al tuo Orlandini i sentimenti della il per Abbiti tu gentilepensiero pure esserti fatto organo lusingaassai ; e pittoreossequieràun Patria una per animarono mi prego riconoscenza per d' soccorso senesi. Ti il Poeta di cittadini vinti che conforta pensieriche presi com- del Pittore. I sofferti addolcisce speranza rare ispi- perchè ben questo caso V amor affetto filiale, che la religione tradita, amico in il dolore lungo assedio, domi, V anima furono che sco cono- d' capace contento sono e le segrete emozioni affanni di non pensierofu e che concetti, i miei indovinò proprio,perchè amor essi che il mio per e il mio poco non — graziamenti i miei rinverso di che nella speranza giorno il poeta,mi è me caro segnarmi fuo aff. amico Enrico Firenze, SO Al agosto Signore Enbioo Pollastbini. " 1856. Chibllini Livorno. byGoogk Digitized 155 — — Gagliardaimpressionepoi fece troppo disabituato pur sensi giornali, ne' la seguente lettera arditi, cotanto più sfrenata pubblico, leggere, specialmente a pubblicatadalP Orlandini mentre nel nello Spettatore^ proprio in Toscana gavazzava siastico-polit la eccle- reazione. Quale V argomento, lo scopo, e quale T occasione di questo nobile rileverà il lettore amico Al Caro a » già Signor G. queiregregioe L. amico, pregiatissimo contrassi scritto, dalla lettera stessa. lei debito di con ella procurato la avermi per di Io e personaleconoscenza nostro,V carissimo gratitudine abate Matteo Trenta,del quale a ragione deploriamola perdita;ed a lei pure debbo opuscolitesté pubblicatiin dei funebre pregi e del C. r uno manifesti r impressioneche altro,le intendo cognizionedei Lucca a due zione commemora- lui,cioè Minutoli co' miei Né recente il discorso Augusto Conti,e quello signorprofessor dunque che,mentre r la delle virtù di biograficodel signor e quale già di hanno : mi permetta le ringraziamenti con rinvio tutta schiettezza prodotto nell'animo mio. sotto l'aspetto meramente parlargliene che vogliadirsi; o filologico letterario, perchè, siccome relativamente ad esso gli autori dei byGoogk Digitized 156 — libretti di che due al pubblico,mi mi sembra è dichiarare essi avere scemato sé a forbiti scrittori. Ma la forse e che in queste con meritata a generale dirò ne duzioni pro- reputazionedi certi ai giorni argomenti, logi de' filo- colle semplicinorme giudicarsi dei retori? Io le noti nuove chi eserciti la penna nostri,particolarmenteintorno vuol abbastanza parolasodo basterà non — alcuna cosa in relazione alla civile letteratura^ perchè il soggetto di quegliscritti sola io ho essa almeno » modo gloriosaper di non con un sione, profes- designareil solo motto questi scrittori della vita dell'abate Trenta trattano che,per generosamente operativa,fu lui con discepolato. cui ambedue stata e perchè civile, se qualcheattinenza, di quellaparte ne altamente Se io dovessi con essere è e potrei usare la più cara più uno al nostro calzante la cuore, di più non quel verso dell'Alighieri; " Uno Difatti il la fugge,e " che mi signor professorConti,nel tempo parla abbondantemente amico 3 e l'altro la coarta. nostro,e come delle buone come scrittore qualitàdel sacerdote e come come e funto detedratico cat- gri d'inte- uomo soavissimi costumi,guardi il cielo che mi dica byGoogk Digitized 157 — parola de' suoi sola una italiano ; come armi, sono solo non e eglicuopre chi di amicissima sé; cioè che, dopo aver quellain gittatovia aveva cui essi indubitatamente il libro,concludendo dettato sarebbero stati dell'altro collocato da a custodia del anzi ei cattivasi vita non della dottrina rumoresfuge^che di quella cetto profondocon- Dante, con Purgatorio. Il signore.Minutoli periodo della che il filosofoche piuttostoseguace era dal bel pagine di avidità,onde giungere crescente quel Catone di » le accennati,nel trovarsi affatto delusa,avea almeno lo accaduto essere divorato accade ingegno ed ornato narrava il alle reca opuscolo,facilmente mi ciò chi conobbe a fatti di lui,e si del Trenta quelloscritto con a che di gentildònna ima impresa una l' autorità. Tutto velo,tanto un fra le anche sancita allora avea ne il rammentato quello che a prò di anni,a quei laudabili e mani fece cittadina, in sé,ma giustissima da menti, senti- magnanimi e più, di quanto egli,eletto e otto appena comandata Trenta caldi Guardia cappellanodella a — non dissimula né tace quel operativadell' abate Trenta; poco l'animo dei lettori nel quantunque forse troppo compendiosamente, riferire, la storia di egli fece quello che poi a Sommacampagna, e come a Curtatone,e tornasse in patria byGoogk Digitized 158 — ultimo de' volontari! — toscani,secondo che avea giurato. ahimè Ma, » ! viene,viene poi la pioggiache converte In bozzacchioni « che, dopo avervi dipintoil disdetta,ardente la le susine vere; Trenta di nòbile di umiliò e le Cristo,levò nella brev'ora disertato accesissimo affetto: amante, » A come chiese « poi il perdono a riportato ; ma solo,parmi che vi se Questo infatti ma un aveva questo caso? la si . , bene ; signor Dio di aver impeto un di perdonava a queir anima Maddalena! » queste parole l'autore fa seguireil segno ho motivo . lui. Ma ortografico dell'ammirazione,che cento. . va perdonato alla aveva sacer-* « qui l'altare in Dio e al cielo per le sorti Fin polvere e pianse.» aggiunge: che dice che » sguardo migliaiapiansero con Minutoli per lo accorato « sdegno d'Italia fosser volte in rovina dote " Maddalena. sconvolgele confesso è abbassarsi paragone E nostre dove xan nel egli l'abate che che,invece dovrebbero ne non io pure di uno aggiungere umiliarsi nella pólvere, fango. Perchè, qual Trenta può siamo idee,i mente esatta- di pentirsiin esistere fra noi? nostri che esso e vertigine E chi principii? Digitized by 159 — vi è mai che,avepdo sé stesso col la sorte avuto parteciparealla purità di indipendenzacon coff — di aver combattuto? d'uopo di pentirsi conseguenze?Certo Giulio il. Or al buono da non Trenta? abate le sovraccitate eglitanta a dà ilbiasimo ne eglinon è so con sante nel calamaio tanto dunque trovava egli che gli dizione, gratuitamentesiffatta contrad- dire viltà,all'amico nostro e suo, piÌLquando questiera già pervenuto in luogo « un non generosa e quellastilla d'inchiostro attribuire per non di certa scienza intenzioni operarono nel 48. Come valse ad assolutamente chi lo merita? Io a costanza suo poi di coloro che reputano peccato uno quelloche nel 56 Se prova? perchèapertamente il signorMinutoli, ma conosco amico! fatto preparatoforse un lo tezza stol- che in ciò Davvero parole (dato e concesso)egliallude non Se quelleprofessate attribuisce come nelle tenebre,perchè non che il signoreMinutoli siffatte egregiamente le parti di.caldo con non operositàe con cuore, E da qualidottrine desume fa giierra della italica condizione sociale apparcostanza,a qu^-lunque tenga,' abbia da di nobilitare Dove folgored'aquilenon biografo non coraggiopar tessere si sente la vera giunge? » fornito di bastante storia del suo subiet- byGoogk Digitized IGO — — la coarti. e non to,la taccia anch' egliintieramente, Che vale V il saper cucire artatamente ingegno ed la saldezza parole,senza fuorché del carattere, chiarirci, qualinoi siamo,pur troppo! non dal campo, che parve raccontato r tanto dei civilistudii, aveva aspettando, il tutto questo particolare Maddalena quando dell'ottavo in fatale, mai andava il vero ; eccita penitente, egliescogitandosì non anniversario di cui anche erano andati portuno op- la coincidenza quel giorno gloriosoe alla guerra col fatto sacra per vana quando in Toscana,nel segretode' cuori, e altrove pubblicamente,si erana verso i Toscani mostrarono mostra, ne e stupore e sdegno,che vince la parola. paragone? appunto che smarrito, come e ripresegli antichi spiriti, alla assomigliarlo E » su alcun tempo per appoco tornò alla pace Trenta,che, tornato oppresso dall'angoscia, si sentì V animo finché appoco ma dell'abate narrato aveva tanto goni, tetra- ciottolirotolati? Quando il signoreMinu- ma toli a pregava per che coloro caduti vittime onorevoli ed onorate!!! F. S. Oblandini. " 27 giugno 1856. LivorìiOi Ma ttittatutta l'anima dell'Orlandini dolorosamente nella festa si mani- di Giuseppe biografia byGoogk Digitized 162 — — Principe di Carignano,da alla Corte Siena. I con esso superioridel allora pur non suocero, spiato,andò come ove del di H doveva rettorica, che uno sonora; mio, vollero letteraria dei primi fra di quellarecita,si da siffatta declamazione, più potesse due cui,parlandosideir antica insegnaromana, seminaristica « la sull'Istro a fabbricarsi il nido se dei spuntasse il sorriso del benestà guardò prima regaliascoltatori, Ferdinando il Granduca vide altro che due III, ma non in vi passò a guardare il Sabaudo, lesse nulla. Quando e " pronunciarequestidue versi,egli,glorioso, sul labbro non musa cantava Andò adocchiando volto pollosa am- versi in L'Aquila altera. Nel ponimento com- bicipiteaugello. specialmenteda e Giorgio, recitare certo di fare quanto si proponeva e di San le lodi del piccolalode aspettavanon feste di il cui argomento, saffici, mio, infatuato amico povero ospiteo come alle consuete Vaselli,come dirlo?,erano dimorante un' Accademia italiano in versi occorre se Seminario i principicon festeggiare gli scolari so convittore V amico era dei loro alunni. Il mesi alcuni un occhi incavati paio di nerissimi che intenti, da mustacchi, una faccia di byGoogk Digitized 163 — si fissavano sopra marmo r di lui in modo ventosa quell'enfasi che anni — fu inteso.il dopo sette cagliò.Venti- di quelsignificato inesplicabile sguardo.» Notevole brano « Intanto casa : alcune funestarlo altre a vennero del compagna e proprie, sue suo cuore, paterna il lutto la madre per amatissimi. questi dolori;ma fu la l' efficace parsimonia del mi pare poi seguente sventure: la di marzo inconsapevoledi recato senza ripartirne oltre la metà In tanto dolore per i fiori. Ed levare un mese mente maggior- averlo per io lo vidi il a mio, Siena,non sendomi es- volli battei ialla sua casa e avvisatomi incontro, venne nuovo mi affanno, viso di spasmodicamentecorrugata,e senza condusse tra per sempre quel padre! sul morto Dio, a istante riabbracciato; un della notte mi rivolò dell'amico giacevaaddormentata lume celestialmente quel giorno,io, tuttora accidente negliamplessidi quel ella Giuseppe a lo straziò sguardo azzurro 1842. chiesi di lui. Ei là dove sua Clara,angioperditadella figliuolina vigesimo suo ed della dolce acerbi quelloche soave, che nel di alcune e poscia per fratello, Furono e primo più intense e quale vide nella un letta bellissima e sì sgomentante, dinanzi lei,e a me colla faccia parolee senza byGoogk Digitized 164 — lagrime additarmela; ed L' a me trionfai passeggiatain della sentimento del clero a cuore, e de' onde la tenacissimi ei un si trova che rappresenta uomo sé a a medesimo, di quella farlo ricredere ; di Cristo legataal cuore potè non in errore non errore, ne l'avrebbe, con é del Sillabo stesse umano, poiché r coli vin- con che fu detto profonda sapienza,naturalmente perciò,con lui imperizia cotanta deplorandaaberrazione religionedi di di sì grande rilievo. Né, poi, passando fino alla il obliquifini troppo in appena ostentazione valse se colpa tempi ne' qualiuno alcuno dissimulare d' allora in sceso per che più strana, l'inefficacia, ancora fumosa ravvivare a rità, rispettoall' auto- Veramente interessi morali in modo il lui per a vivere,è credibile cosa ma provossicon nono parte gran nei pettinostri. ligio, dell' uman muto, pur Toscana religionee ammortiti,in stesso, e bracciarmi ab- nel quale veniva in luce il volume Pio degliscritti vaselliani, una momenti dal beneficio del pianto.» medesimo anno alcuni dopo e involarsi muto confortato almeno — stiano, cri- que' suoi procedimenti divelta. incauti,irreparabilmente Il nostro alto amico, essendosi,per prudenza dalla disdegno,assentato quel giorno medesimo in o per città di Livorno, in cui 1' onorò di sua pre- byGoogk Digitized 165 — il senza di Papa, un fu non gran — o sospettocomplice testimone, l'Oli dui tenui!;ino del Palazzo teticej far discendere a atteggiavasi sua e benedizione; già solennemente sua voce aveva intonata troppo si compiace,ed è ammirato, e pmiuDgato fischiosparse clic la calca si ruppe, si nella grande,la fuori quella di cui forse messo stentorea e chio vec- granducale njoltitudine de' curiosi, stipatain Piazza bene il Poiché,mentre parapiglia. acutissimo un d*un tratto tale spavento, a furia sparpagliò per diverse vie,le qualisboccano in quellapiazza: molte caddero,molte persone anzi castigo, sopra un che per non meno a chi troppolieve, lo dirò pure, Lieve presentare per rap- d'un falegname ebreo,nato Figlio vissuto stalla, una e il Papa incompiuta, d'animo,e, dicono,si svenne. ilpovero in perdute; gemme — Così la benedizione rimase si ritiròsmarrito e vesti,specialmente molte furono stracciate, femminili, molte le lividure. le casa senza mentiva patibolo, a festeggiare lui,uomo con deglialtri, uè morto tetto,e segno da x^ermettcre peccatoree mendace pranzilauti,e luminarie, sontuosi il pane di i poverisi togliesscro apparati, bocca. che questo municipiodi Sappiate, lettori, — Firenze per ricevere il centomila lire. Che, se Papa stanziò non meno che v' è alcuno fra voi fervente byGoogk Digitized 166 — e ve cattolico, debbono ne legami di strinse virtù Avrebb' quelle lire di pubblicasotto colpe,e le accorse e lui mi coraggiodi nel bilancio che per mando volgo,e gli domettere una efficacia o per tuono, i toscani,ed questi si trattenne d' allora in E se A si coloro che per gusto dalla i fiorentini in corte edificante dovere prendono o il poichéfra ispecie, ed ufiziòil Papa, si mostrassero poi più devoti,più gravi,più veritieri? al morale non Chi siffatte spettacolose funzioni, la corte,e raccoglimento, calcolo sola prevenire santificare i costumi? alle qualiassistevano, con e bisognadirlo, per con dell'amministrazione il titolo: Mezzi e Orlandini di stima scambievole ella rialzare mai perchè V essere gente d' ogni credenza,a : — miglioramentodegli uomini A giova,a chela religione? che il Pontefice sommo, gione la reli- che il culto? i vescovi, i preti? byGoogk Digitized COOPERATORE DELLA RIVOLUZIONE CIVTLK Parole t\ìX^iiioìeono i^ di ViUnno F]uianuolt" L'Orlandini a — FlrcnìtP— IJ '27Aprile*Consìglie^ie a Livoinn di Hk'iisnJì, — — Lottem Ma per e giàsi appressanoavvenimenti de'quali clicancora se ne veggono, e per la glieffetti massima loro rilevanza vive senza dubbio nella ondMo lettori, Timmagiue; dal narrarlipartitamente. Siamo all' mi dispenso solennideirImperatore 1859. Le parole anno cari memoria vostra, al corpo diplomatico, Emanuele e diVittorio Napoleone al Parlamento Subalpino, hanno intianimato di speranzegrandissime i cuori. Incominciauna sofferenti vita semilatentedie aftatica glianimi nostriin- mal oramai de] mistero, l' alrassegnati aspettativa. Ogni domane airaccesa speranza Sembra dover essere il giorno del trionfo. Né troppo, domane tardò. come quella sappiamo, byGoogk Digitized 168 — Il 24 e la Francesco aprile venne fu dei promotori che — concorde levare dal a dominio, un Ciò che giorno per ridire,che neppure fratello, potè dell'usato incontrammo e un cosa po' nelle spine: voti di fra comune qua in mezzo non lo saprei folla una gente che trova mi più sa, letizia, quando liberale del 48, ora vasi,poveretto!,un discorreva abbordò, e il Granduca perchè tutti lega,come ci di rivoluzione. nome Pasqua),passeggiavo viva, come tale,caldo impiegato prudente,che si con noi, in stringesse col Piemonte,quando desideravano, spuntare dalla Piazza della Signoriauna vedemmo nella carrozza insieme 0 festa di seconda suppone il e suo ragguaglio.Il giorno 26, numerosa indovina,o cacciar dal io Orlandini, lui in Vacchereccia con facendo dato uso, dal eglimedesimo, interrogato dame (era la rammento seggio e giornofacesse V quei commovimenti vinse mai cui, per giuliva, venne sovrano, non golatori re- zione di quella manifesta- — perchè bastò Firenze, a e dei più savi più efficaci, all'accorgimento mano Silvio in lui r entusiasmo numerosa a — fossero quale ad altre due ignare della signore;e parlando, imminenza scellerata speranza chessa, Grandu- la borbonica sedeva o nutrissero gravissima, del Forte ne'preparativi byGoogk Digitized nò- — Domani quest'ora su tiitta col granduca e voialtre, sollevati, saranno gli arciduchi,e e detto dovrà detto? lui da noi poveriliberali, aveva tornar s' interroghibene l'imperatore ; che avrebbe far la barba a qua egli a tutti allestito pertno i proclami? nulla. E vai ferino, Sol- della vittoria, aveva franco,e pur il avesse e buscherà,e ne sicurissimo i soldati per di vigilia Ferdinando austriaco già non la fuggirea gambe che, Vada famigliabatterete E risposto? fosse andato L' esercito : la tutta tacco; che avrebbero chi tadini, Firenze,il fiore de' cit- poi neir anima, di fuori le dice la loro sicurezza tema: non si guardi intorno, se e voce di dentro o Landucci ripiglieràil potere, e passeggerà con quella grinta per : granduca tornerà, Firenze;e Leopoldo i sorrisi, i salamelecchi gì'inchini, avrà ma le vie di Il sola una che! » Impossibile. ove V autorità Silvio ripartire per lo provvisoria insieme di prefettura consigliere Giovanni d'un mese Fabrizj,e durò seguente lettera che, — Il giorno 28 dovè Francesco Livorno ma aveva all'avvocato al dottor Sirio Fazzi. in tale tutta di nato nomi- Meno che gli meritò ufficio, la del barone propriopugno Ricasoli. byGoogk Digitized 171 — — (Ministerodell'Interno.) (( In momenti » e coadiuvando difficili, coir opera V autorità Ella ha compiuto un i alla S. V. lieto che sia un col venir che sarà non ed sapreicome quale ho del mio stero Mini- il leale suo e al Governo mancare per accetto ; teressato disin- eccezionali giacché,se sopra io coloro che dovuto riuscire nell'ufficio gravissimoal sobbarcarmi. air efficacia dell'azione poter condurre la amministrazione Non isolata del Toscana in ad ho mai creduto Governo,e ordinare guisa che ogni rei vor- terna T in- influenza il legittimamenteacquistatapotesse avere campo d'azione; ed al potere centrale rimanesse altro compito che d' indirizzare comune di ineritarsi la fiducia dei loro concittadini, seppero suo dovere alla virtù civile dei potessi fare assegnamento locale loro scenza, pubblica ricono- delle circostanze meno lo fecero necessario non mio per primi atti omaggio debito città, cotesta riprendonola IH."* la dei uno concorso mal che consiglio e ben cittadino, di buon Confido compatriotti. miei che atto poteriregolari, tengo manifestare col governativadi della patria.Ora meritato azione Signore, Illustrissimo secondo gli atti individuali, le norme Digitized by non al bene della 172 — legge. Con questi concetti facilmente quanto io cadeva per illuminata dei ricambio di fiducia » render a Mi è d' ogniautorità mie e di libera e stituita co- mi mi metta ripro- sia dato di tirò sencooperazione, forze;ed che tutti che nione appoggionell' opi- e quanto cittadini, ci fallirà la speranza finalmente comprenderà apprezzi ciò ed l'avvenire. Ove raddoppiarele verace stimi mancanza Lei per da nostra. la S. V. fatto in passato,quando Ella ha ottenere — insieme uniti abbiamo, di non riuscire la patria indipendente grato frattanto di con professarmi estimazione. Della S. V. Illustrissima devotissimo RlCASOLI. Li 19 maggio, servo » 1859. byGoogk Digitized XIU. BIRETTORE DEL LICEO FIORENTINO. SOSOIARIO, Fallacia dei pmgnostiiH Direttore canti Esortiiziom? — fJi Dante Kjrma ad di D^^nte Se « alla vita Due — Molestie — re voli di autorità — ad ni re dt aitimi Dìscdjsu — — statua PubbUcazìtine morate mi la sLatua per alla Canionp — in fatti etM- tentare bisogno di nel Monitore a nostro amico quaranta abituale,ricevè presto, P vorranno intanto è stato nomina per neeessaric ìnauj^rmiKÌone Jella — imo Docmnento — bttono,avremo E solenne' Teslimonianze — V ulUiu siiIIp persomi lettera del buon nostro, ena nome lasciar a Doti — rOiIandini avesse sul RE. Tornato vagli; atto un vei'si I"OVE ne Sii É"ndù — TribolaKicini — Quante — accettò. anni prima le sorti della Silvio,non il di far qualche molti e del 20 del Ne di cosa validi aiuti. Il tuo giugno regio Liceo noi. si lesse la presagi che — sua come si fecero famigliaOrlandini,quando passato al secondo i) fiorentino. Il poteva altrimenti* Ma i mali dice- quale proferitode' primi fra toscano Direttore Thouar, amico esame cesco Fran- di uni- 174—^ — la versità,abbandonò promettente carriera legale, lietissimi quei prognostici cosi formavano sventuratamente smentiti dal essere quelloun impiegoche,al sostanziale pregio alla campo Era gran Mayer, da pari, gliene scrisse: suo tempo eh' io non non leggerela e poteva meglio assegnarsi, conforme sarà stato pur Firenze. a tentarmi a In appunto io mi le dico che al questa parte Ella il vuoto Ma più riempirsi. da questo suo sarebbe un secondo Canonico, come di sostituirsi Ma atto a vediaino un come V che egoismo mia lascia Livorno lasciato colpa il torno a rebbe vor- disfazione, sod- quando tornarci;e col Lei e questa considerazione, Quel posto alquantola a preparava sera dubito non un dursi desiderio di ricon- suo moderare giacché ad risentito ieri nel Monitore. nomina sua provato aveva ho piacereeguale a quelloche nel fosse finalmente e vita faticosissima di tanti anni ; onde il riposod' una « largo nostro,un operositànel bene, r invariabile Parve successo. unisse, pel titolare, decoro V amico per tutti doveano collocamento, questo nuovo per gli amici che cuore potrà non trattenermi su rallegrarmidi rivoluzionario di succedere già mi del primo rallegrai di Consigliere l'esito non Governo. » — risposealle ranze. spe- byGoogk Digitized 176 — . — Il Liceo fiorentino recente istituzione d' che, forzato dai tempi, curava per negligereimpunemente dieci anni in vita una la le apparenze realtà,durato tantoché tisica, fosse impiegatipubblici, verno Go- un il poco per perfinogli pregio in che tenevano e que' metodi,o più sottile quegP insegnanti interpretazione degl'intendimentidel principale, altrove mandavano di e pianta.Ma sana gravissime.Dipendente dal e Municipio, autorità che di subordinati rado colle Scuole angustie del gran : la di lo lotta naturale talvolta trasferimento volte in cinqueanni; dagli sbalzi della governativae dagliavvenimenti l'avvedutezza il ad vita;costretto prima dalle mantenerlo e ricostituirlo, coraggioe la costanza secondo accinse, santo. il litici po- ordinato pratica dell'uomo pazienzae l'annegazionedel Orlandini vi si che splendoree nell'interno andamento a con e inesperti quelletradizioni danno esse, la volevasi rigoglioso, eroe, antichi: fede,se locale antico, poi dal macchina due — — a sgomberare tre capitale turbato Ginnasiale la sezion per molte procedono d'accordo; Pie,ricche mantengono, sole della le difficoltàerano dominare,se nuovi; in istitutidi simil natura stituito rico- essere per la Liceale dal Ministero di dubbia facili a non voleva figli, i loro E e l' del- d'affari, il povero con solito, tutto Cookie D-lgitized by 176 — r animo mi si ; talché nella vita dura quanto sembri chi a fiorentina sua sero l'ara,rima- e ei vivesse com' sa lo io impossibile, fu la vita cangiati, ma il sacrifizio e la vitti- gli stessi però anzi, per Livorno vero: furon se sua, il tempio passi l'espressione, sempre : — dirò,perchè a è della livornese più angustiata. e Inoltre, perchè tacerlo?,quellacalma abituale, quegli accorgimentiminuti, quellapieghevolezza bonaria ed anche in apparenza molle,ma in verità ordine rigidaed avveduta, e soprattuttoquell' che per siffattipostison nel abbondavano spesso quel suo generosi,fervido non necessarie, doti Alla amico. nostro animo, sempre in d' ogni più la stoica inflessibilità:1' ordine tutto o interiore, a facile orientarsi altri,non alcuna,subito 0 perchè quel dannevole sua si in fini menti, accorgi- poi pieghevolezza, lo egli aveva locale;onde caos un avendo per l' meglio dire,supplivaal- ordine colla ferrea memoria ove vero ceva nuo- fuggevoleapparenza di artifizioo simulazione ; alla sì,ma calma ai minuti ed accensibile; r aborrimento teriale ma- a di libri sciva gli riue gli, di fo- seguiredistribuzione perdeva.Anzi negliultimi tempi, disordine finché cameretta, con abituale,poco l' Orlandini viveva pochi libri e avvertito e nella romita fogli,trattandosi byGoogk Digitized 178 — tonante voce con sapeva visto così rho Saputo che avrebbe e Ne — in tutto e di mancanza gV insegnanti ; e li incuorò mensile rinunziato ad un punto, ed coli'esempio colla parola e contribuzione più, e poco innanzi medesimo,ma del campava fatto di certamente terzo non studi all'Università, quellafamigliache sulle braccia. Avrebbe se gistri re- mezzi,continuare tassarsi d'una a in sussidio di forse tutto da dai splendidoesame, uno con potuto,per il massimo sempre compieredegnamente i suoi radunò citerò due. del Liceo riscontravasi, aveva e dal Liceo usciva virtù. che qual- a il quale,come giovinetto un del Ginnasio ottenuto scuotere, e svergognare, lagrimaresoavissimamente insignedi atto — aveva stipendioin suo prò delle spese occorrenti alia guerra. Accadde, anno un due o del Liceo,per obbedienza legge doverono al quale si di se mentre il favore dell'evidente così recente di esame fisica, sala il trattato scolastico chiudeva regolamenti, passavano, un giovani Un preparatiin pochi giorni. quellascienza,che in gligendo, dei subire prò forma erano che i alla lettera d'una portò nella esaminando dopo, un ne-, sorvegliante, equità,la lettera occhio,i giovanisi di soppiatto : uno può dirsi, rifiutò sdegnosamentedi solo prenderparte a quellapia byGoogk Digitized 179 — frode,e il solo nella nota nome — mancò suo dipoi meravigliaa tutti Fece la mattina degli ammessi. quel mal esito, perchè il giovanettoera benvoluto V attribuirono assai,ma smarrimenti di rendono spiritoche tanto fallace la prova di V eroico ed incerto si lo baciò. Tutti son alcuno, non se venuto chiaro e ivi dell'amico figliola confuso gli incominciò del mia, ve dovuto quel bravo, fu Ma dato con una poi, compenso. l'Orlandini. Preside volesse di ciò che stringerei panni insomma, parlatemi mento nell'anda- ebbero la Liceo, sotto n'ebbe a cendolo, vin- presidenza vostro,le difficoltà di que'tempi quanta alla volta suo appieno soddisfatto dicendo,mi buono il padre collo di preciso:quanta parte non che mossi. profondamentecom- operò come col dimandarmi: addosso nati degliesami- tutto mortificazione il ragionilegali, tale al rimanemmo All'immeritata fu,.e ne' migliori, e presto la commozione le braccia buttò Che noi: presentò a quelli l' egregio Direttore. discepolo,che parlare del fatto,ma Tal da e ri, collegiodei professo- il quale, adunato salve le non affrettò d' informarne chiamò e ninno queglialunni,saputa verità,si Il : di un spesso Se fiatò,ed egli taceva. d'uno ad stimato l'uomo? domanda: io In cissimi; criti- risponderei, questiultimi byGoogk Digitized 180 — lei di pensare, Cavour ! vivesse se rammarico avrebbe uomo da speranza? o impaziente d'esame? i solo col nostro caro almeno per conosce e sua rammento aveva Caro ama : non ve reclinata in la malattia le vacare dinanzi al quale era faticato sofferto questo punto: ora mi forze,io vi governo di sicuro : rimesso all'ufficio. — la testa guancialesul che tavolino seduto,voi sapete quanto e mi combattuto pare che le ho giungere a per finalmente sien bene avviate, e spero se ne chiedete, riposo?Il lo nega un vandomi Tro- — perchè non il plice sem- timane infelice, poche.set- alzando amico,mi rispose, tenuta e Ma : in forze,potrete meglio — dire ?» per morte, mentre qualche mese, vi una abbassare dal giornoper giorno visibilmente mi gli dissi, tito conver- di trovare finalmente o dico demoliva sto que- impedito,prevenuto, prurito di da o nostro innanzi la : solo desiderio « brutto Ah : assoluta certezza bisogno contemporanei viventi? e volte acquietilo spiritoincapace o in cui si formola dal più le domanderò Ebbene, — ovveramente riparato, in dire dipartivadalla si quel grande che forse anche e tica poli- sarà forse accaduto giovane regno, del nostro vita la trepidazione sei anni, seguitandocon a — del Liceo cose damento; miglioran- un altri mieterebbe,e ritirassi, chi byGoogk Digitized 181 — sa come!, quelloche ho Credo il capo, che e io seminato. a quel punto eglitoccata quelladi e più volte, le sole brighe,per Era essa la : al cuore, nel vulnerato di Dante. disputa sul luogo opinando alcuni eziandio per marmo, ad altre cui convenisse alzarla la piazza della Croce. E la penna. — Debbo il nostro mancò non queiropera, passionidivenne tanto Silvio la tesa, con- amareggiò che,non esito la morte. Qui però io mi sento,per incominciato pendenza, Indi- la faccia del sole. La Francesco asseverarlo, gli accelerò ebbi gliò quando si sve- in e inimicizia, persecuzione: del nostro l' avanzata favorito concetto addirittura vedere disputaavvelenata da l'animo inciprignire debole per suo Santa chi,biasimando giudicavaindegna di a pente primo irrom- questi si^ schierò con amico, per quella di profonda — già scolpitain e altri, mende, tre- ferita simile una più vero ferita che questa ebbe ad lo trovò anche età: fu della Statua non bassai Ab- — l'avevano pur troppo non cui fu trafittoalla vista del croato. Se patitemi. com- insistei più oltre. non dell'ufficiodi Preside. Una aveva Capite,e potràbastare. aiuto un Ahi! povero Orlandini! ridotto ^ — la questo prima caro ché volta dac- stare lavoro,arre- io, di siffattaincresciosa byGoogk Digitized 182 — lite trattando,entrare persone? Qual defunto? caro ne prò calmati solenne vista d'una ebbe non nominare e particolari alla memoria verrebbe del causa del gliare Risve- bene? dalla oramai,giova crederlo, tomba, sarebbe cristiano? D'altronde: riparare?o in Quale alla rancori — rimane utile? sarebbe forse alcun che da l'amico nostro,dallo spontaneo ripetutosuffragiode' buoni,dall' opinione e dall'esito medesimo pubblica, esuberante? com' dell'impresa, razione ripa- Io stesso l'ho udito,generoso egliera, esclamare,dopo contro l'apertoavversario alcun : è troppo; giornale suo letto ciò che aver scritto in trovavasi la pena di gran supera Più: né l'offesa. lungala colpa;la vendetta, — io,né alcuno di si sarà,credo,avveduto voi,amici lettori, che ostilità quelledeplorevoli per l'Orlandini la stima verso se chi lo pagine,sentisse di potesseindurre di lui. occuparsi — avevano minimo suglio rima- gionevole sapreiqual ra- non un onesto ad uomo nella vita dell'amico deperimento della fin da' queste Megliosarà dunque tacerne,e alquantoindietro cause, me letto aver queirangeloun io per malevolenza, motivo Al l'affettode' migliori. nalmente, Fi- e avversò,dopo verso mai scemasse primi anni sua della nostro. salute molte sua nare tor- altre traslocazione, e divenuti, specooperato.Abiti inveterati, byGoogk Digitized 183 - cialmente nella vita cambiati ora — al tutto vita la quasi uniforme; le i e i maestri del salubre men della marina Lucignano, e le cupazione l'oc- e bronica; la- beghe giornaliere Ginnasio,coi giovani del Liceo,cogl' coi geniprofessori inservienti, tori, col municipio,col agli esami tutte germi della vecchio nelle giornatedi al sepolcro.Martire gli rimanevano bene era : sentendo avvedeva: ne contrasti. Già senza la vita ebbe spengesse; quindi,per conforto il martirio qualchetempo prima, desio che la uscirebbe fu dal sparitadall'occhio di dell' amor la non si sima, amicis- persona celibato. cara per provetto de' meno era possibile: Allora, un'immagine tutta caro, famigliasua mezzo il interpellare non onde ogni oggetto più prima volta fratelli se il dono. affannosamente veloce,e fuggirgli sparirglidinanzi fece friva dovere, egli of- 1' offerta stremava eglise ancor non le forze vitali che nume suo svolgevano in e del afoso: caldo che lo trasse malattia questo primo a E ministero ; il tedio dell'assistere queste cagioni ponevano i esso non sedentaria Firenze inquietudini per coi fanciulli e di natura, al moto, alla varietà delle : occupazioni,successa della campagna seconda una livornese, e — Dargli tardi per tutta pura, suo non suoi sto que- tutti. mai gli ricomparve byGoogk Digitized 184 — — ^ . in lei concentrò viepiùgentile,ed anima devota. la morte di lei della L'anno — Quindi,come sulla meta volesse se cui a dedicava alla memoria ispirata. veramente canzone una ingannarese rapidamente,suo medesima reva, malgrado, cor- riandò la via trascorsa,trovò- che sparso e lasciato qua là e quei fiori amorosamente, colla sieme qual r originedel lontana canzone, Qui le ciglianel Chiuse E la madre la mente Dal i eh' io ho mai non CINQOANT'aNNI SPIRAVA ELLA sacro ultimo vale mìa, immortale pensierde' suoi Quinci disparvea me cari al Ciel salia. fanciullo: spesso Qui la cercai bramoso, E il letta in Io dissi: Ma contemplardel Altrove suo riposo. Egli è quel desso, la madre ancor, non ma v'è. La più non si versi,fra quali MADRE OV' CAMERA che pianto. MIA A NELLA ed ai benevoli ignota regione. libro : Alcuni potuta rileggeresenza RIENTRANDO agliamici affettuoso di persona primeggiaquest'ultima aveva li unì, e li presentòin-, e apparecchiaa partireper Ecco ci qualche fiore,raccolse stupenda canzone ricordo l' del- anni dopo 1863, cinquant' madre, sua il culto ricercai' la mirai. Digitized by PRIMA. 186 — — noi salìo Sperava pur, quando con tempio il genitore. Al Fervido voto un rivederla Per Dio a Ei, fermo intanto Con dolorosa: voce Preghiam Ahi! da pace Che per lei,disse;qui posa. sasso ne' versi miei L'affettuoso accento! Una che Presso allor L' ultimo E so: madre, qual era anco sciogliesti memorie? d' una rammento. i lidi ti vidi sparger fior che morta poi t' ornare; fanciullo piango,mentre ancora cameretta ? amata persona piansianch'io,sebben Tua perenne. sera care addio piantoi E venne, ov' eri nata ? Cantavi Non a a' tuoi fior Moveanti Di il passo, sepolcro un del duolo, in te pur, canzon core. tristezza allor mi una poi sgorgò E ad quel sacro Neir alma uscia dal già m' e ignaro. questa un a io riedo. Scorser dal fero giorno Tanti anni, e lagrimosoio la rivedo. Perchè non te ? Mi amavi tanto ! In fasce Me, altrove nato, quivi Portavi,e del Quai Per cure, me tuo sen, pia,mi .nutrivi. qualiambasce qui non soffristi! Ed io che fei. Madre, per te? Ah, nulla far potei! Digitized by giorno 187 — Ma benedetta Fia tua In — entro sempre memoria il mio canto amata^ possentequanto Degliangeliil sorriso in te, beata. me dar Oh, versi dolenti a^ miei sapessi Parte del dolce almeno Che *1 nome K 1 e forse udrei le Dir mi peasiertuo piovein i\lVanima core Amore. epirasse mia in pie suHuoi pargolo, intese Con le pupille In queidolcissimi occhi, Daccli'io E le S ^euti questoil più gentilsfogodel CU' unqua seno glnoochi, ai fidi orecchi ftppreae, manucce Dalla sorrisa bocca elaborante 11 bocconciDo usato, Quel don chiedeva E so che mi fea i)er qualcheistante Talor. a^ miei deair giocosa, Tu *i contendevi,oran Oh! ciò che ogni dolcezza mtkrtale, al par che vale ? tesoro Anzi credMo che il ben Sia del bacio Deh, i bacì. più s'apprezza. Di cotanto L* imago vivaci compenso 1 baci della madre! D' està vita E beato, in a di paradiso ter no impressadel suggelloeterno. tosto al viso caro Possa io tornar 1 — Te, madre* e Italia amai i Tu in ciel m^ aspetti» e V altra è salva ornai. byGoogk Digitized 188 — Tutti glivennero. entrò non in ebbe mandato tali e parole di umiltà medesima più,che tanto d' affetto che alla e fatto siccome da tante in lui l'animo in nelle idee fratello lettere che ricevo da ricevuti Torino e dubbie. vedi che non Ma di cui gli serbava non Iddio vita oramai devota una un' altra consolazione al Il 14 vero : da per stare stati sono fatte in cose l'altra.» e una soavissima, compenso declinante a alle Palermo, da lezione poteva desiderar degno veva scri- non congratulazioni è poco parte per le strade fra gran ne il pensieri, debbo Milano, da altri luoghiricevo Tu com' ei parecchia gente, favore. Da con la lode mento assenti- un intimi anche era del 1864: Leopoldo,nel maggio Quei miei poveriversi,se « alle lodi; dolce caso, Ecco predilette. de' suoi più depositario al una quel la tante e più trattabile così gli era superioreall'ingegno, quando esprimeva,come sua ecceàsive: oramai avvalorata aveva perchè sero commercio,glienescris- parvero coscienza del merito voci autorevoli lo dico in dono dono,e stima non lazioni conso- ai coloro,centocinquanta, si trova in non molte volumetto del pubblicazione Dalla qualir — la solazione con- maggiore ai dolori di vecchiezza, sempre ed al bene. Maggio del 1865 ei potè mettere la prò- byGoogk Digitized 189 — priafirma col de' quelladel sotto quale la — solenne Re,4ieiratto suo di Dante statua promotorie padroniceduta Oh perchè non mi al municipiodi è dato dei primitempi risorgimento, quando nelle parolemagiche: l'Italia è ha libera,indipendente; flotta che la faranno una esercito, parolepareva si chiudesse pronto,duraturo costume, un renze. Fi- riprenderetutta quanta la gioiaintiera abbandonata del nostro dalla società Veniva tutto Re, un un in queste una; sistema loelVe un di ordinamenti; di leggi, sapiente, e una religione, educazione,una una ed esemplarea tutte le nazioni concordia invidiabile, civili? Un .paese? — nuovo e Mirabile Primato vero che nell'amico nostro cosa sorgente di vergine entusiasmo fra tante Il durasse scosse, fino all'estremo giorno del tutto il mondo centenario presenza del Re di d' Patria di il nostro Italia, modo, .. a nella cui contribuissero tutti i — come Quel giorno persona ei fu che ha della vita ! — da quel Div.ino,alla fabile amico ebbe l'inef- solennemente quale veniva,in compiersil' antico inesausta de' suoi eletti rappresentanti consolazione di vedere la statua quella Dante, celebrato civile per mezzo qui nella di questo amato suo voto : certo gurata inau- qual monumento so. popoli civili dell'univer- più serio compiuto ujia e concentrato, ceremonia so- byGoogk Digitized 190 — lennissima. Io lo vidi quando ne più gagliardamentedel Sono — mi strinse solito la mano, dicendo: contento. E non dire vorremo consolazione che Quel compensa l'ambizioso,è deir onesto,il quale con uomo in modo bene,seppe fiducia altrui da dirla dell'aura e pura consapevolezza saper di potere che guiderdone degno pur lunga vita operosa conciliarsi la stima consolari che autorità od e assumere, insegne,ad popolare.Veramente acquistatoun' grande la deporre non Orazio,le con di gli fosse eziandio deir acquistataautorità? nel tornava: i per arbitrio l'Orlandini neppure erasi più ganti arro- potevano disconoscere. Ne porteròa prova solo Fu eletto nel 1865 esempio. — Ghivizzani di consigliere a quell'uomo era stato amico Leonida Landucci,e certe sue maniere appiglioalla difese. tal nomina. « Ho suo, di levar il Il nostro creduto,così voce contro ducale gran- perchè con gravi dava qualche ciarono malevoli,incomin- declamare giornalia Ora, perchè Stato. forse anche sejnpre un nio signorAnto- dell'ex-ministro critica de' suoi alcuni contro non il la amico furiosamente ne scriveva ad assunse un le intimo siffatteribalderie, perchè a Livorno,e e quando era consigliere Ghivizzani, poi a Firenze,ha reso molti e servigiai liberali, byGoogk Digitized 191 — — più d'una volta ha quasi compromessosé medesimo. È una nuova ingratitudine di certi scrittorellisbarbati che fanno da distribuendo panegirici e tribuni, chi loro a vituperi piace.» colla firma del nostro — Poche amico in difesa del nel giornaleL'Avvenire consigliere dell'anno bersagliato del 30 giugno lenzio summentovato, bastarono ad imporre si- redintegrarene' tutti,e a parolestampate suoi diritti la ragione. — io penso Quando questiprodigioperatipur a sté, te- nel paese nostro, dall'autorità morale, io dimando a medesimo me la decadenza se dell'autorità debbasi attribuire alla cresciuta fanno ascoltare più che ad altri e 0 nel delle intieramente ai caricature, parlamento leggere,alle un coloro,in e molitori de- fuori si di tali cui storture spetterebbemostrarsi nella condotta vi abbiano non eziandio a e tutta petulanza del volgo,alle de' giornali e sguaiataggini perpetui che poi del prestigio e segnamenti, negl'in- santamente esemplari; po' di colpa,non dico tutta, fondo buoni,i quali,servendo diedero o atteggiandosi, qualchepassioncella, alla censura, che uomini le pur piglio ap- ed all'epigramma. Immaginate si veggano pariall'Orlandini, seri, gere reg- i dicasteri, i battaglioni, e diciamo famiglie, anco le diocesi e le e parrocchie, vedrete di byGoogk Digitized 192 — per sé medesima 1' autorità vera,, tutta la bene,in forza morale, è il gioventùvenisse guarirebbe.E la rado fece che tempo fatto quale se ne' debiti modi la tata esor- lo sentì l'Orlandini ; e in favore mano a TINO ALUNNI MATTINA LA Eseguito un munificenza Sezione da chi DELLA DEL dei l'amor sizione quasidispo- giovanettialle parole,che poi perché, riportiamo, GENNAIO tendo met- dopo AL la DOVERE. solenne GINNASIALE dei distbibozionb DEL LICEO B. FIOBEK- 1863. il qualela sapiente ufficiosolenne, il rappresentanti Ginnasiale ne SEZIONE 18 esso lavoro,ci siamo proposti. SACRIFIZIO F. S. ORLANDINI ©a AGLI DI le noi questo caro ESEMPIO ©ettb fortare con- quel- che rispondereai fini, altamente ci sembrano de' lesse loro ne affidati, pubblicate.E PBEUI perfinotacere le anime giovanili, vo'dire traviare, cure vennero si volesse né di tempo tiranneggiò, tanto testamentaria • e siffatto culto a per ben gloria, Pabole al culto del : e rispetto, che amore sue d'ogni altra generazionecrescente,posposto ad altro della ogni essa risorgere. di questa, come dovere per con e condotta,ogni piaga sociale più invecchiata e r forza sua però Fondamento ogni — governa di questo R. i Comune Liceo verso la volle,che procedimentifosse Digitized by rinnovato 194 — nello stadio della la ne sani intieramente forte popolo sarà il dovere considerando felice; e libero e né vagando dottrine, e che famose; ma a prò quanto a voi,mentre cara me vi darò sacrificioal dovere, tributo di di elettissima, ma il Disceso da e cui forse che vive una immagine veneranda piaceròdi onoranza quale tuttavia città di mi adesso tuario san- ha in andate tanto desta, mo- ritraendola ;e luminoso im nel ogni adulto futuro una e per la erudizione scendendo che vostro trarrò ne raccogliendo), tarvi inci- per degli affetti dei più e (salutaretesoro voi porrà non spaziando tra filosofiche delle rimembranze verdi anni grande, se diritto. Né del io andrò delle antiche storie un ciò, tutto opportunamente ai tempi col mai tanto astrazioni a prole che una mente la faccia solida- piaghe,e fondamento a a sé, e di di siffattoargomento, giacché né individuo toccare né tiamo partirnecommet- alle mani le di consultare stimo di vita,prima patriastessa una, — esempio di finalmente pagare di affezione ad un'anima più corda, ninno sulla terra si ri- gloriosain l'ammira e Dio e nel mio cuore, la benedice. nella famigliaragguardevole origine,Colle alto di Valdelsa,ma maschio, per quanto io mi Trento, mentre questicol so, al unico nato padre titolo di Pretore sua suo vi in eser- byGoogk Digitized 195 — citava la — tanto ardore con alla parte più elevata che degli studi letterarii, il Di ingegno ciò a si rilegatoed gina nel e del luzzi. » Era di in Ciò Monti la traduzione la mia il libro mano uno al « propriamano quel poeta. lui ritornato la mia a cortese che anche tuoso affet- Ricordo della Iliade di esultanza;ma con caso, nella retropa- Tassino,LuigiChe- suo i raviglia me- egli,togliendomi e riponendolo insistenza, scrigno,mestamente vi prova dire dei temente elegan- volta,Jui in una di Bassville potei nascondere e libro un scritto di trovai frontespizio di Vincenzo non che quale,apertoloa dall'illustre cantore Io adomo risultati. assente, vidi sul tavolino del mio quel momento Amico, celebre dei ripromettevanobilissimi fu indizio manifesto me più Monti, dal felice Vincenzo poetidell'età trascorsa, suo Gian cui vi favello di Romagnosi, il giovinetto vacò in Milano quel fu italianissimo intelletto che portentoso e Domenico di magistratura,successore somma sorridendo grandi uomini disse : possono grandi spropositi. Questo è dei uno pochissimifatti relativi a' suoi che io abbia studi letterarii, potuto conoscere r mi resto,quantunque taluno de' suoi congiunti dicendo egregieprose che e egliprematuramente nulla versi, mai del dasse an- scritto aveva poteileggeredi suo; byGoogk Digitized 196 — COSÌ che delle letterarie sue affatto digiuno, senza in qualchemodo ad certo uomo nella versato lingua,in io aspirazioni la notizia di due il primo come privodi non proprietàe aneddoti che accaduto nelle ben onde sette trovare suo ombre le anni Parini parola da una poema il gran II nostra circa alla cui tratto dipingele smilze lamentando finalmente palagiodi lui, uscito parolasmihe; tenerezza e prima d'impaccio,prima abate della qual cosa egli,per mi senza volta che l'Amico mio Clasio di cui sì popolarie sì Venendo buon si riferisce alla quel Luigi conobbe care filiale cimento. compia- consapevoleil fece e questo Missirini; Italia le Favole. che il resca glisuggerissequellapitto- riverenza, parlavanon Dell'altro vecchio » padre suo rammentato vanno i sobri pasti. vigilie, spese era deriso eroe, suo quali,aggirandosi pel suntuoso mal pensato avea quel del degliavari progenitori Le diceva,che in porre Mattino,in « Né molto e di squisitezze mi efficaciadelle poetichelocuzioni, del padre di raggiungerela eccellenza nella difficoltà sonmia per al lettere buone che, favellando meco occasione mi sarei si riferiscono. Da lui medesimo esse erami narrato suo, — sono il Cheluzzi in la tutta prima byGoogk Digitized 197 — volta con aio dalla Lombardia suo un visitati dall' aureo furono secondo antica — in Favolista,che amicizia,e a vecchi; ma quando nel braccia poi ai piedi, pregandoloche quellamano Ei di dunque alla università di in Toscana e dai io lo conobbi. dì in Cielo. era coli'intendimento nella scienza del diritto Siena; ma affranto della venne condannato propripresentimentiad nel fine. In quellacittà, suo terzo anno inmiaturo studi, di sarebSolingo,pensieroso, taciturno, besi detto salvaticamente avessero poesia e presso che irrimediabilmente dai medici ed i queiversi, di sua, che allora finire d'addottrinarsi salute,e le lo benedicesse scritto aveva primi documenti madre venne glisi gettò fra quando glieli imparatida fanciullo, avesse spiegavala cui con stati i morale che lacrimando ai da entusiasmo, che affetto, qualierano quel con scoperse nel conversare sì tenero con per tutti ei portava,e massimamente fiipreso da sì vivo Fiacchi il Clasio, e col avea si annunziò che l'abate Fiacchi. Il giovinettolo accolse rispettoche Firenze, estenuato,ed lido ritroso,se l'aspettopal- il passo fatto ravvisare per ei non conosceva di la sua cameretta e vacillante lo gravemente infermo la scuola. Rare della : città altro che queiramena fuori e quelle, passeggiare, non volte usciva più vicina a porta byGoogk Digitized 198 — E urbana. in di tali passeggiate io,pur una solo,lo raggiunsi,e reiterati con dei che piùnobili spiriti di lì in sua memoria. non so se amicizia per di sentire circa o uno giammai; ed il segreto culto alla Quanta altezza morale più candida dei sebbene inviti, io abbia conosciuto V ammirazione me Uno lì la mia compagnia.Di sua tutto alfinead essermi cortese lo indussi alquantoesitasse, della — modesta agliumani ! in queiranima Quanta sublimità doveri! che da Omero tratti con più magistrali il carattere di Achille è quedivino viene effigiato sto, cioè,che il giovineeroe i più ardui ed affronta incessantemente pugna prò de'suoi a certissimo eh' ei e che r Amico natura mio dottrine e sapeva, a nel fiore egli perire avanti tempo tanto con acquistare, glisarebbero ogni uomo, ch'ei possa le vale sue a consente, così io studio ed intendo di laurearmi come la sapeva che incombe il il Cielo meglio so in diritto. E di Poiché — l'esercitare facoltà finche : cercava state inutili; ma: dire che E scienza, quelle ardore questo, mi soggiungeva,è il dovere ad degli anni. lo disse sempre, me della tutti i pronunziati che della perigli quellaimpresa, tornerà vivo da non lo destinava che,secondo Troja sotto connazionali, quantunque sappia lo attende morte combatte meglio glielo e posso, un altro byGoogk Digitized 199 — motivo ciò mi a padre mio, che — obbedire spinge;l'obbligodi è non più; ma mortale tutto la im- sopra che io nutro, ad speranza de' miei onta di poter operare anch' io tristipresentimenti, a cosa Oh prò della patria.Sì ho io perchè non anime vostre,e farvi tutto della i più che quadrilustre? — sono alla da Erano Italia, pronunziata giovinetto un cinque anni che della Italia generositentativi del Piemonte,e quelli meridionale stati soffocatidalla irruzione delle erano orde austriache. Tutto si mostrato era penisolaera vinto a della « tutto Francato con Maratona il mondo e ottomane di nazionale e i magnaconculcato, nimi, segnatiin Perfino disperazione. di Sant' in occidente spezzate le e Waterloo,celandosi piangentesalice e istante nella infelice nostra sgomenti,sembravano e fronte dal marchio il un ciò che di libero stato represso ammutoliti e la penetrare nelle per relativamente parola fatbia patria. comprendereilsignificato circa quarant'anni or poco della che qual- tutta qui, o Giovinetti, potenza ed efficacia che vorrei al sotto per sempre Elena, avea della sua paura finito. Solo parca midabile il for- » Grecia, la catene,facea stupirela prodigi di di Salamina. valore Il stianità cri- egualia quellidi grido di quei trionfi byGoogk Digitized 200 — tutti i scotea per le — in cuori,ma pochi ridestava italiche.Pure cose di uno quellodell'Amico mio, o trice preveggenza o glieloinsegnasse, ardentissima avea nei nel suo, per anni ed che Virgilio, viam nel e confessasse anni tuttavia conchiudeva di vero non non corché giusto.Egli,an- ebbe che parlavamo: che non vedrò meco che, anco le sue a su parer da sperare, parolecon quel quasi in proverbio:Fata alludendo due la fede che avevamo sempre usava invenient, E questiera qual divina- so frequenticolloquiche propositomi tanto che la speranza — sovente anco bene Io, mi diceva,sento r noi a sia nulla di tutto questo,ancorché risoluto di fare il mio dovessi vivere cento dovere anni; ma studiando,come voi,se, come se spero, camperete la ordinaria vita degliuomini, vedrete il mondo E e rinnovato, saldo in studi i morti che risorgeranno. attese questiprincipii legali;e quando fu sempre chiamato agli darne a il saggiofinale nel pubblicoesperimentodella laurea, lo porse tale che ninno gli andarono condiscepoli dottore in quindinella sue lo superò,pochissimidei del pari.Ebbe leggi nel lugliodel 1825, sua paterna città,ove. dolorose preveggenze dopo gli venne meno tosto si l'ultimo titolo di e si troppo le pur avverarono. avanzo riparò Poco delle forze byGoogk Digitized voce e sdegnose parole,eh' sì e doveva, che chiedere,com'io Del eh' ei mi breve una donò ; lettera mesta perchè vi sia ricordo di poco pagine, nato ma piuttostonato alcune immagine mio morale devoto 0 vivere quel religionedel la per tale al di io l'ho venerato ai vostri narrato a che in dò, mi disse, È disadorno, sue lungamente, io. o Il libro — Girolamo Pompei, greche poesie. parte della libro formano cuore. di giovinesì un dinariamente straor- propriodovere, formi parte, potessi sperare spazio di tempo questo antico nelle sono della religionedel Giovinetti, se libro un è il colore della come pastoralidi e lo me. sapore traduzioni sue di buon E morto. Quella lettera E simbolo non le canzoni contiene intima e privo di non speranza, ed gentile.Ve verde ed dipinga queir anima e pregio,tutto fra mente per dire di sono libro sia V ultimo tratto che vi sovranamente cambio ri- non epistolare, sua quelloche e arrossire, perdonasse. giovanilidella di elucubrazioni noi. Possiedo mi commercio resto, non fece ei mi non fra che, anche sia stato voi silenzio, ne Sarei vostro. tento con- minore quello dacché narraste ai figli fratelli, vostri,come l' esempio io 1'ho voi adorando. byGoogk Digitized MALATTIA E MORTE. Sommàrio. Pj^lmistnlomidi malOJ'e AI l-uni versi — — — -^ Pensieridi religione Seduta tempestosa—Aiuto-direttore Infermitàmortale — momenti— Postremi role PaEsequieIscnzione sepolci'ale— — sul feretro. pronunziate Ma oramai si avvicinaal suo termine questa alle lettere, vita agli alla educazione, ai amici^ morali e civili del nostro paese preziosa. bisogni Già da qualche affettuosi Piero tempogli coniugi che ospitava e AdeleCapei do T amico nostro avevan notatoinluiuna disappetenza, una taciturnità mesta assai piùdeirusato; la mattina dei 17 Febbraio quando 1861 mentr' ei radevasi, come mente quotidianaj in camera la barba, fu presoda bri* soleva, Erano e da un lieve doloreal costatodestro. Tidi^ i preludi d'un mal di petto, cuipresto siaggiunse ima cliepiùo tremenda eruzionemiliarica, grave, feceil suo corso meno crudele.Gli amorosi fra- 204 — medici,V telliambedue Poggibonsivennero mercè e le di sé segno con L'ultima d'una solo andai innanzi la da col tavolino, appoggiatoa un Non guanciale. gli ebbi ** Come dopo mi " : più lui,poco ** lo sollevò finche Come risposecon va, sole- come capo, va voce ? " fioca.Poi, savo momento, aflfannosamente riprese Pen** un appunto a nella mia mente nelle domandato vedete fu non morte, lo trovai sua un non mi ch'io ad seduto e covava, dando del tutto. volta settimana malattia, ostinata,che tosse una da Ghinozzi,fu superata; quellainsidiosa vincer possibile mai vederlo. La a dell'illustre cure Livorno,l'altro da uno spesso ma guarito, parve — che cosa interessarvi. Riandavo può della le credenze cattolica religione relazioni colla vita civile.Sette sacramenti sue paion troppi:io li ridurrei a tre, gli altri mi " paiono,per quellavita,dico, inutili affatto. Io di — e incapace, stupefatto, funestato, per ne di e comuni, l'amico parolesuperficiali discussione che per a difetto appositascienza,di rispondereadeguatamente sarebbesi appagato un — assalto dì — e prima cosa quellatosse lui,penosissimaper perchè vi date a volendo non chi impegnareuna gli avrebbe dolorosa mio e eccitato dannosissima l'udiva,risposi:''Ma questipensieri?Curate ora la byGoogk Digitized 205 — vostra salute. Sul resto — discuteremo sapete quanto volentieri mi comodo, e con di tali argomenti. occupo " — Trattenutomi né parlare, senza così mi farlo dicevano che il altro qualche lo parlare, riposoe lasciai ; sentenziato avere i lui da momento sperando, il medico riguardil'avrebbero rante, cu- fatto e presto guarire. migliorare, Uscii maravigliato, pensoso, Sarebbero Forse questii queiranimo sempre più lo trova: il pensieridella alto gagliardo,ritraendosi e perversinon sepolcro,e quei suoi gli avessero che Se la Santi sa se ignoranti intorbidato le sorgenti finisce che mai, cresce ad aspetfedele, tarci, quando donarono! tutti ci abban- cattolica degliApostoli, "religione del Rosmini, Padri, dell'Alighieri, Manzoni,gliavesse chi cosa qual- sfratati maestri si trova,quasiamico amorosa accoglierci dei non vedere nulla. Oh vede non mondo ai suoi occhi ; ei lo vorrebbe affannoso, della consolazione noi,che della il bisognod'un fido ricovero, e non brancolando fin dall'infanzia con e ponte misterioso che unisce il di là dal 0 tomba? dell'infermità visibile coir invisibileè nascosto cerca quasi impaurito. solenni nella solitudine sente vecchiezza, e rivelato le sue bellezze quelche* avrebbe potuto operare in del ineffabili, quell'animo byGoogk Digitized 206 — invitto! Chi che notarono di Dio li quel r uomo, amore qual bene tutto d' uomo di questo terribile danno qualidovrebbero scrivere ne' care ragionied un pezzo è da consacrò a si la scienza co- pudia; la civiltà invincibilmente ri- resero inetti ad grande che stessa una alla cerchia e presso la cristiano, dovi imparan- non d' ogni ogni materialità, l'amor sia,e ragioneche quelli appagare anelano bassezza,di ogni simulazione, della Patria riscono qualirifio- le smarrirono che del non fra noi che insofferenti d' più alto coloro a e degnamente parlaredall'alto, oramai onde ? Or quanta parte imputare Infelici! nei seminari dell'uomo sé quelmodo possentinella sventura,e e nel potuto fare sovrumane verginicuori quellenote ciò che tempo un avrebbe non di che in accordo lo scrittore trovare che strazia il cuore! Rammarico entusiasmi V V amore, quelleverità morali, cui medesimo, un intemerato potuta avesse que'veri grandi In amore? santo patria,confortando 'tomba? di quando rado accade eccitamenti i non a quel modo spirava,e significarono quale tanto e mio piccolnmnero veracemente loro dettava alla che T amico sa inserito nel essere — della ad un siero pen- anzi gloria, vorrebbero al vivere venisse d' oltre e sopra de' ragionamentie degli degl'istinti, terreni ! E dall'altra parte potràl'Ita- byGoogk Digitized 207 — lìa divenir ? E grande la potenza de' scemerà 0 forse e lo amico caro luce di abbellita da tanta devota bello etemo, al mio- Ma Dio vita del e addolcire estremi. a a casa, simo, mede- i momenti quell'animastanca E tornato — vita, una vorrà rivelargli sé esempio il suo Figlio, ed del predicarecol precetto e a venne nedetto, be- illibata, vero sdegnosad'ognibassezza;ad insomma, quale mento mo- tamente sconfina- egregie opere, bene, sitibonda che questo lunga una delle tremendi in amareggiano riguardando ad coir dalla forza migliori?Problemi spiritodel polo, po- dififondersidell'istruzione? vinti essi medesimi affaticano ed na cristia- preti,specialmentenel coli'avanzare diverranno cose si fa altamente non se — pregai di tutto cuore piangendo. Ma credevo non r ultima novembre del 1865 grave, del forze mio per Nei — poco dovuto primi di in salute sostenere tempestosissimadiscussione, e all'autorità le sue riforme delle Liceo, del Ginnasio,e tecniche. Tornò di aveva vacanze, lunga sull' andamento esausto l'amico rimesso egli un propugnando dinanzi scuole veduto aver volta. Pur troppo fu così! pel riposo delle una d' per neir abbattere tutte le da la quella seduta affatto vociferazione concitata che obiezioni, in si consiglio byGoogk Digitized .208 — fecero contro Gli lettera queldisegnolungamenteda la febbre. Il ministro venne del mezzo — Nicomede segretario dalle fatiche dell'impiego, con il Prof. Del Beccaro. che gli si finalmente adottato Fu ove il questa l'ultima quellafebbre al metteva suo costretto la metà levarsi non fratelli medici la Il mai. chiamati r altro Poggibonsi, videro sonni brevi da per Vannetti al Prof. natura del male amicissimo di riordinamento. Perduto curvo. e rito gaiezzadi spi- : più e interrotti. telegramma Ghinozzi,nascosta. aggravandosi;la il e più secca, nuovo i suoi diciotto, rimase suo, letto giacereper Appena loro,al consueto Il male da disperato:ma caso a due l'uno Livorno,accorsero. conobbero l'infermo, vera a cora an- aveva si allettò di di dicembre più della e muto, cupo, riconcentrato Verso per la scelta consolazione. Dal sua l'aveva frequentela tosse,i gradì nostro programma perduta ogni alacrità appetito, : aiuto e fianco, più quattro giorni,si alzò emaciato r dargliad il Ministero che gli piacque sapere mente temporanea- L'amico provvedimento governativo,e persona Natoli,per Bianchi,gli scrisse amorevolissima,sollevandolo il Cav. lui meditato. dottor curante, ed andò samente spavento- al 24 notte dal 23 quel- byGoogk Digitized 210 — il prova San alle concorso — esequienella Chiesa sue ha scritto queste dolenti pagine, Remigio. Ivi^chi fu ufficialmentepregato a dime ei le aveva le lagrime,e alcune prqnunziòfrenando parole: più volte insieme interrotto messe di dalle fatica il pianta. a commossi tutti: gli alunni del Ginnasio,del Erano Liceo,delle scuole Tecniche piangevanoun padre; i Maestri,i Professori un fratello; molti degliaccorsi un benefattore, un tutti consigliere; grande,per ingegno valente cuore di Le del sesta di San scolpitein Enrico al Monte; le marmo berale, li- settantesima spartimento della necropoli sedicesimo Miniato per — giacciononella tomba ossa uomo specchiodi : galantuomo,di educatore. sue un sulla e lapideleggonsi seguentiparole scritte da Mayer. RIPOSA QUI LA SALMA DI FRANCESCO PRESIDE SILVIO REGIO DEL ORLANDINI LICEO FIRENZE DI CHE ALLA PATRIA CONSACRANDO re NELLA IL OPEROSA ANNI MORÌ ALLE CUORE IL MESI 25 l'INGEGNO E IMMEMORE LX. LETTERE. TRAVAGLIATA E SOLTANTO VISSE AMICI AGLI DI VH. DECEMBRE SE SUA VITA STESSO. GIORNI XIV. . 18G5. byGoogk Digitized — Consuetudine di estinto: caro il ritratto r animo è che il e si nelle parole narrate. giornaleLa bastante; da Aggiungerò soltanto ciò funebre Nazione da cui lo sua tolgo nella fretta sola àwene.una sulla e ch'io volessi dopo quasi tre anni,modificare;ninna,spero, ora, dagli amici lettori sarà trovata Un' amicizia questa solenne la venticinquennemi i pregidi in scusi,se mie ammirazione piena di Silvio di Francesco aveste suppliscaalle giusta e luttuosa occasione accettai di parlare; e conoscenza radunati parole,che per che voi Orlandini, stiche, quanto encomia- riesciranno né potranno parere esagerate, non che che cuori nostri. quell'uomo nei « men profondaimpronta lasciarono tanto vera: e è riori, este- nelle opere e pubblicava.Di queste parolescritte qui io qui dice, l'etopea al libro premesso non nell'angoscia, che quanto alle fattezze dissi nella solennità già bara, biografovorrebbe ma tutto riportateo me — in rettorica aggiungessi,come del 211 intenso per dolore incomposte saranno e brevi. » Noi abbiamo medesimo uomo, un grande per nella singolare per ingegno e dottrina, animo, raro costanza perduto del consacrare questa e alla Patria ed al bene. quello,e tutto Lampeggiavano sé a byGoogk Digitized *^. 212 — queiranima intemerata . — ei glialti concetti; bramoso,li conformava,ove nel ne fosse, uopo virtù educatrice, e se proprioa gentile cuore, faceva sprone acuto e norma ogni lodevole con discendere ai a sdegnando non mezzo, La sua piùminuti particolari. propridifetticon l'attuazione promuoverne un'educazione continua di sé stesso: vita fu i conosceva sinceritàintiera, liconfessava dignitosaumiltà,accettava e nulla consigli, e li afferrava e mai chiedeva menti suggeri- pubblicòsenza qualcheamico; saldissimo nei con sultare con- nel principii, resto arrendevole. morali principii I » ed amore a civilierano e lui per un culto;e chiunqueper essi trovavasi un pugnare, potevacontare sopra di lui come strenuo lo volesse duce,commilitone, dinato o suborbattagliero, : ne, se avrebbe si accendeva e piaghesue » Ma d' un indietreggiato e Tho passo. E visto,e non come quità ogni inidi rado, lagrimare, quando gli mostrava l'immeritata qualcheatto di sventura,o udiva o le geva leg- bontà. singolare quale fosse l'Orlandini, appariràdalla narrazione che altrifarà, e, spero, agio: al martirio, correre di magnanima ira contro così codardia; commoversi di trattato si fosse di con degnamente, io fra i molti fattiche in tanta concitazione byGoogk Digitized 213 — citerò ne ma tumultuosamente la memoria di animo — bastante a » Un onesto non mai voluto nulla ricevere,passato il 59, aspettava un e non L' l'uomo prospera, avendo impiego,a lui,non promesso. indugiava,e ed che, in prò operare movimento, qualche lucro,attendeva mosso come comune, lo sapreicome, impiego,non dabbene chiedente, in condizione domestici aggravata di doveri perduto,per anzi i cittadino che dall'antinazionale governo aveva proposto indovinava sollevarli. a correva parmi e fetto gentilezzad'af- quale V Orlandini in virtù della patimentie la provare risce, sugge- rilevanza, sua fui testimone ; perchè,posso dire,ne documento per la solo ; non uno mi dalla nobile sentiva di del nazionale questo laborare, di col- ambizione capace, al esser e raccolto desiderava, in penso; com- vantaggio lenzio, dignitososi- un soffriva ; troppo a lui ripugnandodi stancar le anticamere. benché L'Orlandini, frequentasse quel tale,colla indovinò penetrantissima, dire fra sé si recò » : ebbe non quei patimenti,e a trovarlo. dovè — E lui. patriottasi non risolutamente, tempo vista del cuore, in lui andiamo queglisoffre, improvvisoda Il buon da molto commosse, cuor stato interiore. Tanto e interrogato di nascondere il proprio perchè 1' Orlane bastò byGoogk Digitized 214 - dini prendesse la cosa egli che opera, — di sopra sé per non sé; aveva l' postosial- e chiesto mai colo, nulla,presto seppe togliere ogni dimora,ogni osta- ed ottenere Ma » l'intento. il tempo — it cuore stringe, pendieròi pregi del compianto uomo e colle opere, nella vita e pubblicofunzionario, Che » dimandasse: voi affermate,e era ella fede in premi fuori Dio, e come le straniera non so suo ; che stabilite nel custodire intatta risplendere abbandonate santuario di e pene con rispettoso scrupolosamente non ingerenzala libertà, più aveva coltivarle più ragionevole quelle convinzioni dee periore su- Quali poi fossero le nell' intimo qualipiù fra le piede nel di dispensatrice lui paresse io manifestarle, motivi di l'Orlandini risponderei: Io aveva a di da compiuta e di questa terra. relazioni che questa virtù,come sublime^ può contradirvi, Provvidenza una parola,esemplare. in cui ci troviamo Ma ninno poi confortata natura? tenne, man- . occasione,e del luogo medesimo adunati,mi si facendosi forte della funesta alcuno se parole, colle parole privato,ei come com- come negliscritti, e in tutta l'estensiouedella e in due dirò: l'Orlandini fu mirabile educatore: e Io manca: mi o da lesare pa- ogni attentai, pure nep- di espansioni, metter quellaillibata coscienza: in- byGoogk Digitized 215 — di ritrovare le vece della robusta e le più ripostee profonderadici dai frutti, piantafeconda,la giudicai Suprema virtù sue la debita Giustizia, la lasciate senza ricompensa, questa fede io se salda, mancherebbe ancor quale egliadorava, sarebbero non singolari Veramente » presi fede è cristiano.E conchiusi: TOrlandini che dalla — al dolore acerbo Povero amico più efficace. provo, il balsamo — Quarantanni, i due terzi della una con fatiche solo credibili fino a dare chi a giornalmente, per che mio! vita,passati sua che si avvicinava alla modestia con serbassi non indigenza, fu testimone, ne intiera estate una a Livorno,diciassette lezioni, perchè del largheggiare in prò di ogni beneficenza da finire la più vecchiezza, sempre affaticato: e e indipendente, doveva la morte glirimanesse tanto pure sul ! Ah rapirlo appunto deglianni senili, che nella vita del pensieroe quella,suo grandi consolazioni, mirare e composta degno monarca in delle non e V voto delle gioie due di supremo, sotto un solo altra,di cui,se avesse glielo vanto, di veder sorgere grandimemorie videnza certo la Prov- gli concesse nazione,e V Italia ; soverchia modestia menar una principiare gli fu prodiga dell'affetto: che non la conteso, potea dinanzi al tempio quellastatua,per promuovere byGoogk Digitized 216 — e far che operò, e — ebbe tanto lottare,e, a soffrire V la Provvidenza che nelle velò benignamente la luce dovesse non a la giungessea compimento quale,tanta troppo! a pur gli estreme ore dello intelletto, chè perda contemplare troppo lungo il re deglispaventi,lo vicino ed avrà accolto qual'ei meritava. » E noi pure cizia, l'amiquantiqui la gratitudine, il l'ammirazione, di tutto per la Orlandini, supporre ogni più volta accetto che al tuo alcuno da nel modo un' cuore : esacerbato empia -e precoce — mondo dei perversinon quanto a da crudeli — timido alcuno mi dirà cause : che perte, sco- col o ottenere di te : nome, codardo da non forza simo, te mede- in oggipiù si trovano,pronunzieròfrancamente,a smentire tuo nome. Nel degne,daglialtri;e glieroi,i santi ingiustasentenza,il lusioni il- insegnando tu colla indomita come potestitutto molto, per dirà mi parlo pronunziareun della volontà me scambiare si trova,gliciterò il tuo non mi riesce, io mostrerò se e quei disinganniche precedono le la virtù sentirò possiamo disperatafilosofia, gliparteròdella,tua vita;ogni volta mi Francesca che di orgoglioche gli fa folleggiante senno remo radunati,fa- ci ha consolarti, onorando,o tua memoria traviato 0 dovere E non la statuario come byGoogk Digitized byGoogk Digitized APPENDICE. t Digitized by byGoogk Digitized A radunare fronde vieppiù compitamente dell' amata amici pianta abbattuta,sarà dell' Orlandini, e de' le giovani,né non avventura per agli caro alla disutile sparse zione educa- alle lettere italiane, aggiunger in primo luogo il catalogodelle più di ebbe la morte; vivendo alcuni che il dei e dopo migliorifra compilatore de' occasione i suoi altre Silvio, luogo ha- trovato non libro;finalmente ragguardevoli scritte di lui medesimo. è dell' amoroso in secondo componimenti poetici suoi ricordi d'inserire nel di uomini onore amico che il comune notevoli testimonianze La a alcune tere let- Francesco scelta delle lettere fratello Leopoldo. byGoogk Digitized byGoogk Digitized I. ONORIFICENZE. Silvio Francesco dei 2. Socio di nell'anno Tegei fu 33® 3. Socio ed nel Arti Ordinario dalla della Corrispondente Scienze, Lettere della Decuriale Socio 1. Nominato Senese Orlandini I. 1833 Società Letteraria istituzione; sua Aretina R. Società e ; nell'Accademia Labronica: 28 braio feb- 1839; 4. Socio Ì9 settembre 5. Socio del 20 ottobre 21 Società R. I. stoiese: Pi- Accadèmia dell'Accademia Casentinese 1840; libero: Socio Torinese Agraria 1842; maggio Segretario dell'Accademia 7. R. e 1839; Corrispondente Buonarroti: 6. Della della Corrispondente Labronica: 20 gio mag- 1840; 8. Socio P dicembre dicembre ed 1842 10. Socio 11. Ateneo della Arti Italiano: Valle R. il 20 Tiberina di Toscana; degli Euteleti 12 maggio maggio 1840 1843; e Bibliotecario dell'Accademia ; Corrispondente dell' Accademia Scienze, Lettere Accademia ; Segretario Perpetuo 12. Socio e Corrispondente dell' Accademia Miniato: Labronica dell'I, Corrispondente Scienze, Lettere di San R. e 1842; 9. Socio 17 dell'I, Corrispondente ed Arti: 7 giugno 1844 Valdarnese di ; Digitized byGoogk 224 — 13. Socio — dei dell'Accademia Col-rispondente di Città della Pieve: 3 tosi Neghit- 1849; marzo 14. Membro di Corrispondentedella Società di Statistica Marsiglia:6 giugno 1850; 15. Socio Onorario dell'Ateneo di Scienze,Lettere ed Arti Belle in Bassano: 16 novembre 1853; 16. Socio Ordinario dell'Accademia Valdarnese : 2 zo mar- 1855; 17. Socio Colombario Fiorentina: 18. Socio 25 della Corrispondente 23 maggio 1836; dell'I, e Corrispondente gennaio 1857 R. Ateneo Italiano: ; perla Classe 12^ nella Grande 19. Giurato lombaria Co- Società Esposizione Italiana del 1861 ; 20. Socio della Società di Mutuo Onorario 1° febbraio gliOperaidi Firenze: 21. Socio 1863; della Corrispondente sotto mico-Agrariadei Georgofili R. maggio Gli amici in e agosto 1863; Valdarnese dell'Orlandini discepoli dell'illustre mano Achille Coen in tavola di gio: Pog- dell'Accademia ed fattone di questo, e gurazione l'inau- Labronica; dettò la marmo scolpire Pazzi,e al nella Biblioteca r Aw. del fecero ne uno degliAssessori Municipiolivornese, signor Avv. Borghini,ne curò il collocamento dono Econo- 1864. il busto per marmo Accademia dì 31 22. Presidente della R. Accademia 4 Soccorso fra che sotto ad iscrizione, caratteri dorati,si legge: a e esso A FRANCESCO PER VIBTÙ SILVIO E CITTADINA ORLANDINI BETTITUDINE ANTICA ESEMPLARE PER CHIARO DEGLI STUDI DOTTRINA CULTORE FOSCOLIANI GLI E INGEGNO AMICI E P. BENEMERITO DISCEPOLI P, byGoogk Digitized 226 — Ta' fugarlo:al non Chi a' suoi pur serba Dell' uomo in core lo E cancellar chi sei n H caro A è non spergiura amor: stampò natura ; che sull'ara Dio a beltà, sua ed il terren cespo Dimenticar Ciel potriadal cor? fiore anch'esso Offre la — non natio sa. verginettache ne' sogni aurati Mistiche vagheggiò Nozze immortali, che a' congiuntiamati Porse r estremo amplessoe glilasciò, Incontro,cinta della si fa, ReligÌLon diva,ma che pur Quest'egraumanità. Costei ti guida onde Severa Di ritrarre il mai Come stola, sacra consola è speranza non pie. chi scende nell'eterna stanza, ^ Doniamti vale un Così d'astro e al lacrimiam su che partir, te. in ciel riluce Sol dopo lunga età, Ciascun saluta queiramabil Che A più non rivedrà. Astro gentil, quando i tuoi vaghi rai splendertorneran, Vivo E luce di tanti ignote facce Pur nelle sol un più non te cercando genti rinnovate spirerà da il dipartirsi vedrai, andran; amore Eterno E Ahi! duro ognor chi s' ama, al core. sarà. (1826) byGoogk Digitized 227 — AD ROSA UNA COLTA l» IL CAMPOSANTO NEL DI Purpureogerme PISA dS F. Benedetti dfillimoria d' DI 1836 MAGGIO HimÌTBrwiTk DwimoquLub — sacra una terra D^Eiltimisteri campo e di valore, Portata air Arno su vìttrici in guerra Libere che Rosa C bau Ah, sei,benché mi Io sento E spiri quiviappio del tu Nella prore; V odor dei forti ancor r aur-Ti il tuo iniquo giusto,al grande. Non copre Ei nel vieni dove meco il Yate aospirdì iu un Libertà DATANTI Ah pio sasso fossa.. i^egletta sua morio: Placane L spande^ seno questo lezzo da Al Deh, riposo, fra' morti, Fior gra2Ìoso. di quel tempo antiquo fragranzache m' alza il cor tuo cespo nato l'ossa. C. L. DE^SISMONDI M03nrUÉS*T(J III CINZIÙA Perchè al tuo marmo, o TN PISA* Cinzìca, Quel venerando Antico Arresta^in volto amico Oltra l'usato,il pie? E poi che ha Pupille a in te lungo V avide pasciuto, byGoogk Digitized 228 — Perchè E le inchina medita Stanno i in che del Fatti i forti d'un' altra età, del tosco Quando Sedeva Alfea Nudrita Aura regina, di libertà. l'Italo sovente Per la natal terra, sua grido sol un Si scosse, E Quel di guerra fulminò. e ben Pirata lo seppe dì che il Dal al suol tirreno sardo lito movesi il fero pini suoi Per stuolo, è il volo taciturno sul l'Amo mar. ascende, e vigile trova, in niun Già perfido pie drizzò. Coli'ombre Niun il saraceno Audace De' pelago alla divina AUor A Veglio pensieriassorti: volve in mente Ei E muto, sé? con Intendo — Pisa invade. Chi puote omai s'avvisa: Ahi ! Pisa salvar? Tu, Donna: tu che intrepida Scioglidi guerra il carme: all'arme! Su, cittadini; I barbari A son qui. quellavoce un fremito [Jniversal si desta; Par mugghio di tempesta Poscia Già Da che il tuon corrono, tutte le s'udì. s'affollano contrade; byGoogk Digitized 229 — — Scintillano le spade dei guerrier: Nel pugno s' incuorano, S'interrogan, S' abbracciano, giurando 0 vincere,o Sul pugnando patriosuol E vinser. cader. Ma — a te, Cinzica, Di quel trionfo altero Porgea V onor primiero La città salva Che quiviin Di ravvisar Di mover Dei allor. T atto sculseti infido, fiero il grido prodi eccitator. Tal fosti tuba agl'Itali. Ma tu che a lei se' figlio, Rialza,o grande, il ciglio, E dille omai Ve' così: Donna; anch'oggiei dormono: l'usato Tuona carme: Su, cittadini;all'arme! 1 barbari son qui. Dicembre, 1837. ALLA DI MEMORIA ALLE BAPITO COMPIUTO APPENA DIPINTO IL FRANCESCO ARTI E DELLA ALLA SABATEIJil PATBIA BATTAGLIA DSL SEBCIIIO. Nelle felici o misere Vicende della vita Io non ti crebbi Io non ti Alla tua gioia. porsi aita: coltre vigile byGoogk Digitized 230 — Non — sn te, palpitai Né il tuo ciglio morente Chiudesti in braccio me a Eppur Spirtoche ti Di luce,e rapido nuova ; nobile piango,o Italia ornasti grembo a Dio volasti. 0 di più stabil gloria Speme air afflitta età, Tu cadi; io mando un gemito di pietà. Di amore e Grande eri tu ! Qual'anima In dura Più Scossa Sorgi,0 Del fero Sorgi con al Bello e fu dal non del tuo Poter A all'Arte magico pennello? tremenda imagine traditor; la tua vittima sgomentare i cor! Orrida scena! spade in Itale scontransi guerra: Italo sangue versano: H beve itala terra. Fuggono Garzone al della tua Son Ed di supplice pie rista Farinata: Di E i Guelfi: oh, salvami! città. egliin groppa accoglielo. so fagliusbergo. L' immane Pier V adocchia : glisprona a tergo: n giunge,e a lui che medita Grato un pensierd^amor. Esterrito Spezza la tempia Batto — Lanciasi il corridor. Volgesi,e indarno — al subito byGoogk Digitized 231 — — Colpo col grido il brando Oppon l'Eroe.... precipita riverso urlando. L'altro regge all'ineffabile Vista di quel morir? Chi Quei fredda con pur Protendesi rabbia colpir. a Or va'; della discordia A córre i frutti amari Così tu, invan 0 magnanimo, impari. Farinata Ma tu solo: ai non L'infame posteri eredità degliodj: e Italia, Ch'anco ne plora,il sa. Passò Degno e Chi pose d'eterno il tergere a core o fervido splendi, lor tu Di canto infeliceil pianto! Della Fra de' secoli dell'amor Oh tele Pur animator; tanta laude, misero, Solvesi nel dolor 1 Non ti arrideva lunghi di Di Oh! rado Pur A ei quando mezzo beati. arrise Pel mondo del auspicio agl'incliti: non nati; son prostrali morte sentier, L' anima s' auge, trepido Si smarrisce il pensier. Fremeano Tuttor a di te dell'Amo i plauso lidi, E al tumulo trarti esangue 1 mesti amici io vidi. Presso al fraterno cenere byGoogk Digitized 232 — Con fato La cara Lutto egual posò salma, e gemino sui piombò. spinsea cor Di lui che Volo Fu — civico dell'Arte i vanni dato ad ambo Perchè sì brevi Forse Del il genio. gli anni! all'Italiavedova regioantiquo onor, il mite imperio Dell'Arti Invidia il cielo ancor? (1843) FRATE IN Non ai re GIROLAMO SAVONAROLA POGQIBONSI NEL 1495. della terra, al Re Sol fu visto chinar l'austera de' regi faccia, Sempre ugual per lusinghee per dispregi. E tal qui stette al sir de' Galli in faccia, E a' mille Italia E La a le seco addutti depredarsulla sua traccia; i lutti, rapine improverogli, Di nostra Corse mille ch'avea tradita,il conculcato fé E e dritto gente, indi mancipio a tutti. quelsuperboche per cammin dalle gelateAlpi all'ardente Yesevo, e trionfò senza dritto conflitto, al favellar possente Dell'ispirato D'umiltà si dipinsee di rossore, E a più miti pensiérschiuse la mente! Ma l'uom di Dio nel più profondoorrore Di che il gran dì precesse, innanzi a Lui che per amore quellanotte Orando byGoogk Digitized 234 — — Questa col suo fiato crudele accese I roghi u' tante vittime fùr arse, di Dio le offese. Cui '1 ver fu colpa e non Questa per lunghe età le menti ha sparse » » » " :«? questa ha sovente prò le genti a trucidarse. tenebrìa: D'insana Spinto a suo ]^a dagliabissi » Novo » Tu » raggio ecco scende e virtù nova : riedi,o Cristo,e V alma mia ti sente. n' esultan le terre Già » » Già » Gerusalemme sovrasta Del » Chi mal Ma il mostro a prova : guizzo estremo : tua del primo sacro il Pier scordava remo. è di sangue ampio lavacro alba splenda, Oh ! se quell' forse uopo colpe. il mio capo consacro. Io primo a morte Sol fa',mio Dio, che allor l'imago orrenda Del mondo ingrato a me non turbi il seno, te lo spirtoascenda E dal supplizio a A » i m"ri regio serto, tutto al Ciel fia » » al gran e già si rinnova. Quel giorno spunterà tosto che, scemo » » Mente dell'eterna » tante — » * » » NeU' alta fede muto sua e sereno. " (16 Settembre, 184i) SUL In D' un' questa tomba Angiolettadi Quanta speme Oh DI SEPOLCRO dolore! Oh è UNA GIOVINETTA. che le belle tre lustri spoglie accoglie, e quanto sepolta, amore! dolore! (1854) byGoogk Digitized 235 — LA Deh! AMMALATA. ALLA MADRE o piangermi, madre: MORTA FIGLIA non — io non Ma, dall^affetto scorfii, Per mia^ nel memorabil giorno, Tfinto salì presso ai celesti còri, Che a te mi chiuser gliAngeli il ritorno. Ora ti aspetto in Dio, Jlè per gliAngeli purj madre, t' oblio, NOZZE. PER ÀhhA SPOSA, Quella che air alme ingenue Parla si dolce,quella Che alla Di pietàtempravati e di gorella, figlia Natura, a nuovi palpiti Ornai ti schiuse il petto, E v^ ispiròr Tirtù di Or Le ludi E iin incognita altro affetto. leva al sacro talamo disiose, e di grazia di beltà le apose. Felice chi fea sorge fra Risplendi Per suo Dal aen Primo E morta; ^ implorarquietea'tttoi dolori, L' aoima son re » gentilvalore, d' eletta Tergine il sospird' amore! L' opra di Dio più amabile bella dcaina onesta: 1 " 236 — — lo sguardo ammirane, ha posa in questa. il core Quando abbellì a, creandola, Molte Ma d'un L'Eden riso. nuovo Brillò più vivo agli Angeli Fraterno gaudio in viso. E Ei sensi mortali! propagò quel fremito in petto ai figli: Si Soave Essi disio non provano tal disio Ah somigli. ; la terra no hanno Non dovettero, esser padre dei Che attonito dono, oh quali fé ne Tuoi 0 all'uomo quando in sé e il pelago nascosa agguagli in pregio leggiadrasposa. che Gemma Santa e voi, cui die sì tenere Tempre di cor. Natura, Ma a Figlie,onde alla Gioia madre, tolto i E più vien intima pura, e giornicompiere sede, Nella materna spesso, ahi! dalla patria Lontan volgeteil piede. E allora,nel disvellervi Dal sen che v'ha portate^ in lacrime, Vi distruggete Se Chi mai Ah! A S' che il mio quel di Mover anco E Nel n'ha non non d' pietate? canto è simile tortorella: sa che favella. amor deggio,io dì del tuo gemito, vate pronubo. contento, byGoogk Digitized 237 — Sposa,il tuo A te lieve sull'anima : no de' tuoi ti scenda L' addio A rivolgere cor sentimento? mesto Oh — Dell' alme Fior Angelo V soave : il renda. nozze cui la separa dov' è nato, Dal man cespo Acciò gliolenti effluvii Non spanda invano arricchir la chioma Ad In una Delle terra Tal estranea speratepoma; Tal' è A prato; traggesi gentilche Arbor Né al sposa : immagine a' suoi costei. .una porga primieroggi apprendano per lei. lacrimar Finga lor L' alba del mente in ritorno suo roseo : Veggi^n sui cari bamboli attorno. Pargoleggiarsi Si, tu che levi al talamo Le luci disìose, E di beltà di e grazia le spose. sarai;tal gioia Risplendifra Madre serbata, A te fia pur E al Ti beata. stringerai, Li crescerai magnanimi un giorno a lor dirai: E seno più d' un figlio ! Ite,il Ticino appellavi — Né allor tu piangerai. (Loglio,1857) byGoogk Digitized 238 — VITTORIO RE SENATORI AI KD AI — EMANUELE DEPC7TATI DEL REGNO SUBALPINO. Il sole che all'anno le porte disserra, sorge foriero di pace alla terra; voi che reggendo qui meco sedete, Non Pur Seguitevostr'opra con Tempratialla Moviam E vivido scuola dei risoluti incontro desso fia bello di sorti Ch'è nostra Di noi Indomito ardor. giorniche furo, al futuro ; più liete, divisa Criustizia ed Onor, Subalpininel libero petto ferve di patria1' affetto; E patrian'è il suolo del E fiamma che in fronte ci appar. è questa via. non perigli priscovalore, Cui r Alpe fa siepee il triplice mar. Siam picciola parte di tanta famiglia; Ma fisse in noi tiene Europa le ciglia : nostri rispondeogni core, Ai palpiti Pur Che è Tidea senza forza grava n' è solo Ma sacro Dei popolioppressia Noi forti in pattidi pria; quel grido,che il duolo coi ne — noi sollevò. concordia,nel Dritto fidenti Nel Dritto supremo donato alle genti, Stiam cauti aspettando col pugno sul brando Quai fati all'Italia l'Eterno fermò. — (3 Gennaio, 1859) byGoogk Digitized 239 — NKL DI GIORNO S. M. LA E Ho core e Che iu me, può r imniicciar coverto airitala salute se aura stessa offerto ? me il Lagìiord' un e Miaeri vanti dell'età Dì mie " stemprar virtute tutta maa, ISGO MARZO palesee ponno EMANUELE TOSCANA. Parte leota di Che NATAUZIO VITTORIO 14 Blandir — trono inctìiio? I perdute cittù.dai lurchi ognor pollute fango che il servii mio serto. Più vale il A te, leale Eroe, germe del bello Arbor sabaudo, e eh' agliAui^ouì aei Prence,campione,cittadin,fratello; Nel sacro di che pria t'accolse in fasce il giuro coti ohe tua mi fei: Sigillo in te muore, Etruria Italia nasce. Oggi FEB DI 3, M, RE * L IKGlìEaaO VITTORIO EMANUELE Folices q^uitaleui videro Qteturitira I annum ViROiL. in. Ci'r. Giunge il Ke: del La sublime lealt^\ Gli dipingeil viso Di serena cor sincero altero maestà. byGoogk Digitized 240 — il Re: Giunge del ardito core L'idomabile valor Sulla fronte gli ha scolpito: Son d'Italia il redentor. Salve,o Si riscote Alla e Dio pie possente aura destarne tempi nuovi la spirò: e tu spirolla, vuol H Quel la movi mendace spinsea terra sir estranio invilì quest'almaterra: Che niun Cadde, e gli die Etruria Dona Sul diadema Lieta gemma L'atro fato età: splenderà. augel dal doppio rostro insanguinò, il lite nostro. cesse ne gran te serbato a Che tuo ferro Pur sospiri un al tuo d'altre I suoi vanti all'Adria Ed Ahi! Non là mai Ma A Fole riparò. gemina l'infame crudeltà; sazia preda all'empia la Tosto 0 ^ chi t'inviò. fiato suo te. a i sul mondo Come gente in surge diffondi intorno A Ei Re ! r ausonia sacra Che , — o tardi fame sfuggirà, che fremi, a che rammenti antiquee regiionor, di fulmini già spenti lanciatorV Sconsigliato Pria colomba Col felice Or sei Male all'arca errante ramoscel. nibbio,e del Tonante imiti il priscoaugel. byGoogk Digitized 242 — — Oh, quai,dice,alteri eventi Per volle Iddio me compir! Quanti popoliredenti Mi benedir! dovranno il lieto Dell' Etruria dagliastri Fin E Re ti venni in d'Italia Riedo a udii sonar, questo lido salutar. al ciel: la mia Fia cantata E insiem talor n disio di cento Tutta gloria. ripensaa Sì,Vittorio,in in Italia, memoria te: con tu, Sire,in tanta Deh! grido me. te s' appunta età: te congiunta, possa e libertà. Già quel di mi fulgeinnanti Avrà In che, spenta servitù, Sovra a tutto a noi fien santi Dio, la patriae tua virtù. (16 AprUe 1860) RICASOLI. BETTINO A Niccolò Là, donde movea proscritto. libertà per cui pugnava. volgendo nel gran core afflitto: Spenta la Muto, almen d'un solo schiava! Oh fossi, Italia, Là sedevi,o Signor,quando al conflitto Dio E le nitrici quando un — basta — che sembrò delitto alme prostrava. più secure Ma non piegavitu l'altero ingegno, la volente Etruria ergevia farse Anco E congiuntearmi chiamava, Primo le incremento al forte italo regno. byGoogk Digitized 243 — — fortuna Senno» audacia, virtù, favor, D' Italiaravvivarle membra uparse: Tu la spingesti a ricomporsi in ima, Ì2GFebbiaìtì, ÌML} DELLA MORTE DI àCflìLLE LUCCHESL il pensier: muta nel cor$ Lauguein ceppi È quella che dal cielfavella, voce Ed i mortaliappella A muglianime imprese: in tuttiè spento Di libertà^ di patria ilsanto amore. Non piùpopolo qui; lo fecearmento La vaticauaCirce, e TAustro-Ibero si fero Flagellator Di Clemente, luipriaseidivi"e, con Ed a acettratiserviindi'1commise* Frjiudiovunque e rapine E roghi e pianto e sangue E abb omino se. laìd'opre superbsj Così r Italiaesangue Cadde ; e T Angelosuo fra le mine Gemendo la compose, E Giacidisseper la terza : volta, Gbò piùsecoliancor staraisepolta, Presso a quella gran tomba addolorato Sol uno Emù io veggio, a cui 1 US ero anni vigordegli gliafianni, Si che pai"dellavita sazio o stanco. In avvoltoe '1 crinmitrato. spoglie A spezzata colonnaappoggia il fianco, E tinge ilvoltoor di vergogna or d'ira; lì cielguarda e sospira, sacre byGoogk Digitized 244 — E un scioglie Appena per canto a cui dalPerme sponde risponde. eco paura — Oh, chi sei,portentoso, Fra' leviti, chi sei Tu sul fato della che patriaspandi Si generosiomei? Ah, ravviso,Giudiccion ti E t' onoro E sul fra i pietoso, grandi; ove sepolcro, dai mali affranto sparsifiori e pianto. E tu, dal cerchio più lucente e bello^ nutrirò Ove, fra quei che 1 patrioamor Tosto scendesti,io perpetuo martiro, Con beato,adesso apri le braccia spirtonovello. questo pellegrin Godi A Vedi? ricercando Te Ch'ei pur Ed un Per limitar s'affaccia All'eterno avido con del Serchio intenso affetto figlio. è a dirti : Italia nostra Ardente ciglio, te lo porta è alfin risorta l alma gentile Che fin dal tempo primo col pensiersi volse, A lei col cuore e per ritorla all'imo Ov' era scesa, al mondo E ed a sé vile. Ogni poter rivolse; E splendervide Ma non Tutta Primavera Più Che cara il Sol del suo disio pien meriggio Iddio^ raggiantedi vital sorriso serboUo al affrettava il da suo ritorno. quel giorno '1 fior di libertà sui nostri lidi Dagli orti trapiantòdi paradiso; stridi E fra' singulti e gli amorosi udissi^ E '1 pianto cittadin eh' ovunque Tenendo i lumi fissi byGoogk Digitized 245 — Sovra al l'Italia, cielo Lei contemplandoper Pur declinava Donde Coir E il cent' orde — eglisalia, la via. tutta guardo ladre di stultizia il Tebro oro dove altere Guardano appresta, squadre invise la testa secura D'imprecantevegliardo, ^ Che serto forza vi sostien;né prego Né ragion fa ch'il lasci, immoto al nego. un Ma a quel per sé glicade.... Ed a te noi d' Adria, o re superbo Strappereml'altro Dell' Istro. Addoppia il nerbo Di schiere: tue Tutto Ma ciò che ergi moli ardue puoi mostra di te smorberai Iddio,Vittorio e Ritemprataalle e la nostra terra. Italia tutta il Cui vostr'arte Or, anzi che vuole, scuole virtù che il mondo Dell'antica assopì,ma vinse. estinse. non all'estrema il dì fausto vegna, sia tra noi, niun sia che d' altro Lotta Niun A di guerra: ciò che vuoi; nostra eletta Fede intera ci Tenti in noi se alcun scema farla,oppure L'iniquaface Passi insegna stringa;e cure. oltre il di Discordia accenda. Mincio, e lì fra' suoi ne attenda. Canzon, l'italo regno Omai Ch' forza a sua non teme o stranio inganno, difesa stanno Duce armato, Popol,guerrierie '1 sovran La cui spada ed il cor valgono il fato. Pur, Osasse Del ingegno orgogliosoirrequieto se di turbar l'alta armonia sacro verbo che le sparse unia byGoogk Digitized 246 — della gran Membra — Donna, e lei nel a seno (Meravìgliainaudita!) Spirava il soffio della quarta vita, Digliche sorgerièno, Tutti in un'ira I vivi a accolti, sgomentarloed i sepolti. (Giugno 1862.) NEL MEMORIE DA LIBRO LA Io la non nel mio DI come NOVELLA. SEDOTTA. la conobbi, ma cuore, SPOSA UNA sopra E piansi. — poi che sepolcro,scrissi un in fu morta, suo nome questi versi: Sedotta « da perfido un » Negli anni fiorenti, » Del » Mi mondo al ludibrio toglieil morir. Non » » Delle alme » Né » Darammi innocenti, il labbro » Nel » Al mar dell'empio sospir. un Affranta » " le lacrime merto dai turbini della vita, porto dei miseri Ricovro, o Signor. Cor » tenero e incauto, " Amai, fui tradita: » Ahi, fu quest'angoscia " Del fallo maggior ! » Laura, cui glialti esempi Innocente guidaro e e il cor bennato virtuosa byGoogk Digitized 247 — Ove di rose — gigliincoronato e t'apprestail sacro Amor Giunta Dona vel di sposa, al confin sì desiato, presso sospiroa questa dolorosa; seguir più salda il tuo sentiero, ai caduti un memore pensiero. un E per Serba (1863) ALLA CHIESA di Sei la Chiesa Ove La Che ROMANA. Cristo,o l'officina pensieroordisce e tende vaticana fraude, e sì gli affina, quasi opra del Cielo all'uom glivende lacci al Sei tuttor la barbarica offende, alla virtù latina che il mondo Tanto sentina che le menti il morbo Ond'esce ? e libera contende? Risorger una Ah sì,tale tu sei; ne il ver dissolve Tua che pervicacia, a vii fine e tristo ti travolve. Irreparabilmente Ma Le Che sulle tue amorose mine raggiar luci ti restaura e vegg'io ecco di Cristo ti rinnova in Dio. (Agosto 1863) byGoogk Digitized III. ALCUNE FRANCESCO DI 1. Al — Profitto la della volte ben ma il il miglior la prosa, del fìsonomia scabrosità. animò la Ora tale Testo, questo sullodata io nel mio in modo modo disegno sua Italiani ci siamo di sarebbe lavoro, che a rendere in questa intelligibilee farne una zione tradu- al possibile le spianarne frequenti già qualche volta mi come che sovrano vogUono non accordati di Divina coli' ingolfarsi signora Madre, far questo che, conservando venisse migliore di di il sentimento mezzo Poema quasi popolare quel in stessi ottundere e di tutto prima e dagli Inglesi studiosi dagli farle per intelligenzadella nella dei comentatori, che opinione Hoste quindi pregarla d^ un colla sua signora Madre discorrendo anco tempo lettura Londra. a signore amicizia, sua s' incontra solo non perdere nella alla difficoltà che lavoro, CARTE. Craufurd delle cortesia SUB LI presente, colla quale intendo Varie Commedia TRA signore Odoardo rammentarmi favore. MINUTA IK della pervenire ORLANDINI SILVIO TROVATE di LETTERE mi fosse penserei di possibile,e precedere ogni Canto Digitized da guirlo eserebbe saun byGoogk 250 — compiego Le mia stima versi suo che inviai qualirisposecon come qui pregandoladei miei più distinti ossesignorPadre, passo al piaceredi dichiararmi E presa. dev. obb. Suo Al — chiarissimo ed ser. F. S. ObL Livorno, 6 febbraio 2. al della pegno sincero. Perdoni la libertà ed attaccamento verace son al mÌ3Ì deir anno, ed ai lettera. Ella gliaccetti cortesissima che mi poveri al cominciare Sismondi una certi — amico ANDINI. 1838. signor Abate Atto Vanriucci a Prato, pel gradito dono che ringraziarla fia tempo fa le piacque inviarmi,cioè della sua bella Biogradel consigliere Nobili. Io ritengo quel libretto, non molto solo fra quelliche mi sono accetti pel loro pregio fra quelliche mi sì di pensieroche di forma, ma ancora uomini cui mi compiaccio sono più cari,perchèmi rammentano Sono in dovere d'aver Non già di conosciuti. per renderle contraccambio, ma il solo per grato, la prego ad accettare che colla presente le indirizzo. Dell'uno i due opuscoletti Ella può vedere,comprende intiero, tacerò. L' altro,come dimostrarle sebbene quanto e osato e dirne manifestazione come sia povero eccellenti lavori sopra i versi di Orazio. Desidero vivamente che dei suoi Ovidio, di Fedro quanto ho ne qualche svista tipografica, quel mio con articolo che trattò di le sia da Lei ricevuto in buon d'un animo produzionidegli egregi,loda con grado ; che^ giudicando delle sincerità,dubita con reverenza. Nella speranza che insieme discara l'ofierta della mia a con essi non sia per serle es- amicizia, rispettosa passo dichiararmi Sqo ossequiosissimo F. S. Oblandini. Livorno, 17 novembre 1842. byGoogk Digitized 251 — 3. Mi Al — Guicciardini Piero conte rallegromolto che Firenze, Ella sia vicino dell'unico monumento possesso a che conseguire il a esista,eccetto le opere stampa, del celebre ed infelice Paleario. Auguro che a ciò non sieno per frapporsi ostacoli,e La ringrazionon tanto per l'avviso che si è compiaciutodarmene, quanto a le per le cortesi espressioni mio. Mi farò un pregio,per qualiElla adopra sul conto la mia erudizione, quanto sia scarsa che possono di accennarle in seguito i documenti avere appartenuto quelmarmo provare incontrastabilmente alla fonte fatta edificare da villetta presso quelpersonaggioin Qolle. Intanto a circa al motto una sua Aonia " ciò che posso dirle. Ella sa che Antonio che insegnò letteratura Della Paglia nativo di VeroK, ma Aganippe, ecco » e Toscana,ed filosofiain il battesimale nome Yaldelsa,secondo dei tempi in cui visse, modificò il suo accademico vezzo Essendo Aonie. abitò in Colle di quellod' Aonio venuto poi nella in per alludere alle Muse di far determinazione la fabbricare motto sopraccennata fonte,prése da Virgilioil Aonia Aganippe con felicissima allusione; mostrando come quellafontana Queste cose, e doveva molte più (senon erro, lettera al sua una disegno della del Sono suo rammentata incerto, ed cioè di dettare tramandi a alla sua proverò, ma o passo nelle sue fontana e debba semplicee certa cito ora di cui Ella sì una lui T Aganippe. sotto silenzio, opere, a e specialmente memoria) in fattore,nella quale parla ragione,se posterila quel marmo. modo ci ai stesso agente per adesso perchèper onorevole commissione di che attestate dal Paleario sono essere di quel motto. accettare l'altra compiace farmi breve rola, paiscrizione che del traslocamento memoria in qualche Nondimeno, per corrispondere bontà che verso se non di mi me, le sarà prometto dato che di far mi cosa byGoogk Digitized 252.— — buona, io la pregherò,signor Conte, a valersi di miglior penna. Accolga frattanto le sincere che ho con gratitudine V onore protestedi rispettoe di ripetermi Devotissimo di suo F. S. Oblandiniv Livorno .... 5. Le mi Dicembre AUa — signora Luisa Ercolani, Ca/rpineto presso Siena, nòbile dei qualiella mi favori, e che libretti, La piaciutiassai. Monacologia è veramente rinvio i due sono — lavoro spiritoso, ma il a e 1842. forse più adattato vivo mantenere a delle moltitudini verso quellamala genìa,che disprezzo promoverlo. L' altro è lavoro di ben diversa natura, di ben altro polso. Il disegno di questo componimento — mi pare ed il modo eccellente, con cui è trattato pieno brano vigore e di altissimo sdegno. Parecqhi tratti mi semmaravigliosianco per ciò che spettaalla ragione dell'arte;e segnatamente gli ultimi quattro versi della di pag. 9 di sono tal sublimità che lo stesso forse Dante tremore) nelle sue speciedi religioso formidabili invettive non è giunto a tanto. Peccato che qua e là vi appariscanoalcune licenze o inesattezze di che dopo il tratto sowaccennato lingua!Peccato ancora il componimento vada, a parer mio, un poco illanguidendo, specialmente per le due pagine 10 ed 11 ! Ma questodifetto chiudere il Canto non probabilmente poteva evitarsi senza (lo scrivo con una paroledi Cristo,dopo del qualechi potrebbe vere? Non forti cose e più più pronunziare colle tremende mai ostante, tutto considerato,questiversi degni di Tir- grande autore àeW Arnaldo non que sdegnerebbeper suoi. Io però suoi non li credo. Comundei primi uno sia,il loro autore certo deve reputarsi teo; ed io credo li sono che il byGoogk Digitized 253 — ingegni viventi;ed fatto avermi per Mi grato a lei,anco sì nobile preso la libertà di trame ponimento. com- copia,e spero scusarmene. queste poche linee,mi permetta di conchiudere di raccomandarle Piccolomini,la Lau- la Laura nuovamente Fortiguerrae la domia infinitamente sono cognizione di acquistare sono che ella von'à Prima io — I nomi Fausta. lAvia loro e la neranda ve- risorgereal mondo, Sanesi debbono finalmente espiareV ingratie le donne tudine di tre secoli. A lei, gentilissima Signora,la gloria di eccitare le sue concittadine alla bella impresa!Firenze al Ferruccio,e le tre prime donne inalza il suo monumento meritano memoria oramai di * di abbiano Siena, anzi d'Italia, che attesti in le tarde come anch'esse monumento, un generazionianco rano qui remune- la virtù antica che sacrificò se stessa qualchemodo e come, se elleno non per la libertà e per la patria; sono posalcuna per migliorarele condizioni del prefar cosa sente, dimenticano non già di pagare i debiti del passato. Frattanto pregandoladei miei Consorte,passo ad offerirmele con Di lei gentilissima Signora ossequiial suo signor tutto il rispetto Dev. obb. servitore F. S. Oblandini. Siena, 31 ottobre 1845. 6. 8, A. B. A — Leopoldo II. Altezza Reale, Ugo Prenci Foscolo invocava riordinare e libero quell'alto diritto intento bontà grazie acciò sorridessero e perciòio che dalla fortuna indulgenti; presceltoa di le i bellissimi Inni alle tre Intelletto cantava, crederei stato Dee mancare che al facessi omagnon lui,se, pubblicandoli, gio copiadi essi all'A. R. della cui virtù dirà la Storia. Ciò per quelloche una e di sono ai V. perpetua concerne il Poeta. byGoogk Digitized 25i — da Ma bella giustacagione sono compiere quest'atto di reverenza men non individualmente a la R. A. V. Io che e avrei non prima del giorno in poi mi al Trono — chiamato verso le Muse 15 febbraio vostro io mosso intorno morabile 1848, da quel me- sento trasportatoa venerare il Principato Civile nella più illibata nella V. R. Persona dignità;e desidero vivamente che la benignitàvostra si il presentemio ufficio in tal guisa degni d'interpretare e altrimenti. non Supplicandola pertantodi ancorché a tenui voi ottimo avere non sdegno questo, a ssimo, attestato della mia sincera devozione formando termino Principe, italiano i più caldi voti per la felicitàdell'A. V. R. che, secondo le mie convinzioni,è intimamente legata con quellade' vostri popoli. E col più profondo rispettoho DeUa l'onore di dichiararmi R. A. V. Umilìss. servo e suddito F. S. Orlandini. Livorno, a dì 7. del 1849. 15 A. S. A, B, Amalia — Monaco a Dalle ventun reliquiedella anno dopo alle tre la mente sua AugiMta di Leuchtemherg (Baviera), d'un Poeta gran morte, sorge un Dee, che, maravigliosaopera abbelliscono i vostri circondato dalla luce italiano, Canto crato consa- del Canova, In questo Canto è regiipenetrali. l' delpiù amabile delle Muse il nome virtù molti e domestiche R., delle cui personali serbano tuttavia ricordanza le portò semin Italia, pre come il Poeta stesso anco nella terra dell'esilio, ove preferì morire nella povertà e nel dolore,anziché lasciare ai posteri A. V. contaminata sua. lode In la immagine della questo canto finalmente il valore che il vostro forte e si adorna consorte sdegnosaanima di nobilissima d'illustre memoria byGoogk Digitized 255 — dimostrò - in tempi particolarmente tanto gloriosiquanto per le armi francesi ed italiane. Questi titoli a me, dalla fortuna destinato sventurati e gì'Inni pubblicare di Ugo validi abbastanza Foscolo a riordinare alle Grazie,sono ardire perchèio prendessi brati sem- ad inviarne dei dodici stampatiin carta alla B. A. Y.; la cui benignitàconfido che sarà distinta) ta, il Poene per accettarlo di buon animo, tanto più perchè, essendo in grado di ricever né rumile' mia persona favori dalla R. A. Y. medesima, io posso quasi a nome ressate di lui,farle questa offerta,senza sospettodi mire inte- esemplare(ilterzo un ed Ho oblique. di dichiararmi l'onore Di Y. A. R. Devotiss. servo F. S. Orlandini. del 1819. di 15 Livorno, a 8. Al — intimo Segretario Desiderando esemplaredel me riordinato nella B, Bittheuser il Granduca a Firenze, presentare a S. A. R. il Granduca Carme di Ugo Foscolo alle Grazie da testé pubblicato, mi e integrità, S. illustrissima affinchè a Y. dirigerlo farlo pervenirealle Regie Mani unitamente sua prendo la libertà di si compiacciadi alla lettera Matteo di S, A. io di un cav, con cui T accompagno. siccome Inoltre, io ho quelloche concerne questa pubblicazione, dovuto quasifarmi interprete ed esecutore delle intenziopi del gran Poeta; e siccome in tale qualitàdebbo spedire in tutto una copiadel Carme stesso in carta distinta alla signora PrincipessaAmalia Augusta di Leuchtemberg, così mi forse soverchio,d'inviare anco essa sono preso l'ardire, copia a Y. S. illustrissima nella speranza che, a cagione deglistretti rapportiesistenti fra la Corte di Toscana e quando vogliafarmi un tal favore. quelladi Monaco, ella, byGoogk Oigitized — possa facilmente farlo stino. Se in questo ho che nelle mie altro 256 — giungere con sicurezza al suo detroppo osato,ella me ne scusi,pensando condizioni mi è non alla mente occorso consiglio. Intanto creda mi quale con T tutto ossequiopasso a dichiararmi Di Lei illustriss.signore Devotiss. servo F. S. Oblandini. LÌTorno, 17 gennaio 1849. 9. — Già. Batt A onorando Mio Niccolini Firenze, a signore, Accolga,la prego, con lieto animo questo esemplare di Ugo Foscolo alle Grazie, stampato in carta del Carme distinta,e fregiatodelP illustre suo nome. Se a lei sembrerà questiaurei versi non che le da cure sieno di me troppo a spese intomo inferiori al merito ed alla fama del suo autore,io sarò contento: dell'Opera dello stessa verrà cara che la sua approvazione come quella Foscolo. Mi creda sempre Suo ammiratore ed amico F. S. Oklandini. Livorno, 17 gennaio 1849. 10. Mio — Al venerando Se la fortuna di di conte Alessandro avesse aver a Milano, signore. ad concesso quest'Inni,certamente mandare una copia al suo non Manzoni titoliper fare non Ugo Foscolo si sarebbe Manzoni. seco Intelletto; nondimeno, per l'amore lei le di blicare pub- dimenticato Io sento veramente partidi quelFalto grandissimoche io porto byGoogk Digitized — 258 — che ella si è mune compiaciutadi accettare dalle mani del coamico signorE. Mayer. Io debbo ringraziarla que, duncome faccio;e più la ringraziodella cortese lettera che ha voluto inoltre onorarmi. Il suo gio con gentilesuffracirca le povere, quantunque amorose, da me spese cure intorno a que'versi che per me credo nati immortali,mi oltre ogni credere,e tempra nell'animo mio in è caro onde è afflitta la vita di ognuno parte le tante amarezze che ama P Italia, ed oramai disperadi vederla redenta. Subito che le mie occupazionimi consentiranno di trattenermi in Pisa qualcheora di più di quelleche sono strettamente farò mi al dei miei obblighi, per la esecuzione debito di venire ad ossequiarla mente unita- necessarie un signor consorte, cui pure la scritti mi insegnano da tempo a reverire. Frattanto la prego a gradirei sentimenti con suo cui ho r fama di gli e ossequio di dichiararmi onore Devotiss. F. S. Orlandini. Livorno, 1° febbraio 1849. 13. Onorando La r animo una Torino, signor mio. volta che ho e venero che mi a caratteri mi ha destato nelpreziosi e di affetti cosi mesti e quantitàdi memorie è questa la mi ha forzato al pianto.Ma non da leidettate. la Silvio Pellico lettura de' suoi soavi, che prima A — versato Oh, quantianni l'amo! E per lei e per parole che io,ancorché oscuro, giungereuna sua lettera lacrime sono il vedermi parlad' Ugo Foscolo, e mi ringrazia 3Iio caro faccio con tutto signore, debbo io ringraziarlei,come di un l'animo; che il presentarla esemplaredel Carme di poterlo la fortuna avuto immortale, poichéio aveva debito e non altro : sì la ringradare in luce,era in me zio della sua della dolcissima commozione lettera, che per byGoogk Digitized 259 — — fatto provare, e delle benigneparole Benedetta stilladi balsamo d' approvazioneche mi dirige. di mezzo sulle mille ha mi essa piaghedel Ora,poichéfra per cominciare d'Ugo, che corrono! tempi il tipografo Le Mounier molto non edizione una poichéfra e nei cuore essi completa di avranno luogo le chiederei facoltà di valermi quindiio lettera per aggiungerealcuna cosa dell'Inno Alla sventura; e io tocco Ove testimonianza. poi la sua sarà gli scritti tutti Le anco Grazie, della cortese quellanoterella a citerei la bontà sua ove vole autore- sua volesse favorirmi qualcheavvertenza circa le mende che potesseroessere nella .prefazione nelle mie note, mi farebbe una e corse di grazia singolare;e se ardisco non la prego troppo, ne caldamente. del : Tra le reliquie vogliopregarla parecchielettere a lui scritte da un tale di un' altra E cosa Ugo sono Giuseppe Visconti,credo avvocato, in data di Lodi, e dalle povero qualirisulta chiaro chi le dettava come nobili cuori che sia dato fosse dei uno più sulla terra. Egli spontaneo lungo tempo conoscere e per ragguardevolisomme la madre d' amicizia tanto entusiasmo e la sorella d' Ugo con da fare intenerire e maravigliare. per quest'ultimo, tavia, Vorrei dunque sapere se uomo quest' generoso vive tutcon soccorse dove, perché vorrei e copia del Se un « Carme. Io caso ella ne a ne ho ad anco chiesto a esso inviare piìid'uno, qualchenotizia,mi avesse vano. in- farebbe E della fandgliaGiovio regalo a comunicarmela. 4i quelladi Ugo Brunetti potrebbeelladirmi nulla per vero lo stesso Io scopo? non ho potutovedere l'egregioBerchet,quantunque noi, ma intanto gliho mandato di un coi miei ringraziamentiper mezzo Lo sua Temo i suoi fra sia tuttora la ma una amico luti samune. co- ed allora eseguiròmeglio presto peraltro, vedrò commissione. di cortesia. Me avere ne abusato scusi,mentre del in suo mezzo tempo aUe della e sua sciapresenti byGoogk Digitized 260 — gure coi morti, o creda Mi altro modo trovo non di — di consolazione se quei pochidegni di con il conversare non morire. non cuore Tutto suo F. S. Orlandini. Pisa, a febbraio 1849. dì 21 14. Ad — Hudson Gurney Liverpool. a Signormio, Si deve alla vostra a cui Sepolcri, Che ed in anco vita,sono dei trassegnate con- lapida una le disting^na che in terra Ossa le ceneri del Cantore foste sì leale amico da € pietàse sue e dalle infinite in mar semina morte; » gP Italiani che visitano la vostra Isola possono piangeree pregar pace al loro grande ed infelice concittadino sul luogo ov' egliriposa. que A voi dunla gratitudine ed al vostro nome sarà sempre sacra mercè è vostra se per darvene esemplaredistinto Io frattanto degl'Italiani. vi offro il decimo da riordinati me del loro autore. e ventun pubblicati attestato, piccolo un degP Inni alle Grazie dopo la anno colla cordialità Accoglietelo con cui morte ve ne presento. Io sono F. S. ObL Italia,Livorno,a 15. di 28 gennaio 1849. J. S. A, il Duca — ANDINI. di Bedford a Londra, Altezza, Quando la cortesie e vostra confortava illustrefamiglia di liberali Ugo Foscolo, acquistavaun di tutti i concittadinidi perpetua gratitudine di leale amicizia diritto alla byGoogk Digitized 261 — ed infelice quell'alto presceltoa riordinare dalla anni Dee le tre morte le di dare e adornano Canova pregio un egli cantava la di tributarne V. coli'offrirvi Vundedmo che se di buon già vi fu caro, è lecito mi delle intenzioni stra voun esemplare con moria per la mela eccellenza animo e e per aggiungerlo,anco cui ho per di presen- l'onore rispettosamentemi dichiaro ; mentre tarvene che con oltre venti Carme. questa poesia,e, la purezza fo accoglierete, spero, dell'autore luce,dopo lui,il Carme all'A. distinto dello stesso di in dal quali scolpite lieve attestato lo Quindi io dalla fortuna scrittore. insigne Galleria,mi Voi — DeU'A.-V. Devotiss. F. S. Oelandini. Italia,LlTorno, a 16. Al — a gennaio 1849. Prof, Griovacchino Schouw Onorando A di 28 Copenaga. a signore, Teiconoscitore della linguae della letteratura italiana, lei che conserva in Italia soavi relazioni di d'amicizia,io prendo ardire d'inviare d'Ugo Foscolo anno dopo la Inni ventun alle Grazie morte da me dell'autore due parentelae gi' esemplarido- riordinati ed editi : l'uno è per lei, l'altro per la pubblica biblioteca di cotesta capitale. Spero che ella accoglierà volentieri questo ancorché tenue pegno della mia la nobile persona, e verso Nazione Danese, non tanto per la bellezza del poema, quanto perchè se ella si compiacerà di dare un'occhiata alla mia estimazione la sua vi leggerà un prefazione, neir animo gradite reminiscenze che pari agl'Italiani a nome causa che di un le desterà fatto revole ono- vole Danesi, ma più onoredi cui individualmente a lei. Quella Quirina Mocenni al si favella, e che la prima pose mano essa prefazione del in verso ai byGoogk Digitized 262 .- riordinamento del Carme quel maggiore Mocenni di dover fare appelloal di cui è individuo di tutto Io mi prò del delicato sentimento riferito perchè nei di signor console Dalgas suo cognato questo fatto che io finora ignorava, e il con Di si riconforta mali presentil'anima virtù,e perchè egliin il campo a mostrarle Italiano. come E cortesia di lodevole della della nazionale riparato colla esemplar magnanimità lieto che abbia qualeella credè popolo. un sono esempi fosse sorella di parola,era a senese, Danimarca, affinchè all^abuso un — questo ho la mia il lei onorando guisa mi e la mia gratitudine tal simili a ha aperto riverenza dichiararmi piaceredi signore Devotìss. serv. F. S. Oblandini. Italia,Livorno, 11.-' A Chiarissimo Ella stimerei ha di una di l» febbraio Carlo 1849. Witte, Halle {Prussia) signore, tanti meriti ad mancare letteratura,che debito di giustizia, cando se, pubbli- verso un T italiana colto racUgo Foscolo alle Grazie, da me riordinato sugliautografi, nella sua non e integrità, di di un come esemplare V. S. chiarissima, presentassi che ella saprà tenere nel meritato pregio. gemma animo Si degni dunque di accoglierlo benevolo, con il Carme ne a di quasipegno d' Italiana osservanza quale ho l'onore di dichiararmi Di lei chiarissimo e di e mi creda affetto, signore Devotiss. F. S. Oblandini. Italia,Livorno, a di 2 febbraio 1849. byGoogk Digitized 263 — 18. Al — di Stato Prof, MittermayerConsigliere a Heidelberg. Chiarissimo Dair — signore, Mayer io ho imparato a riverire il suo nome come quellodi tale,che mentre grandemente la illustra il sapere germanico, ama mia pure Italia egregio signorEnrico pregio la sua linguae la sua letteratura. Perciò,avendo io poco fa pubblicatogl'Innid' Ugo Foscolo alle Grazie da me riordinati sugliautografioltre vent' anni dopo la morte del poeta,sono lieto di offrirlene in dono un esemplare.Lo accetti,la prego, di buon grado,e come ricordo di affetto per parte del prelodatocomune amico, e e tiene in pegno d' osservanza Di lei chiarissimo come di chi ha V di dichiararsi onore signore Devotiss. F. S. Oblandini. dì 2 febbraio Italia,Livorno, a 19. Al — signor Antonio bibliotecario del Museo primo 1849. Panizzi, Britannico a Londra, Signormio onorandissimo, Non mi parrebbedi che per alle Grazie,se a Poeta meco dei adempito nel migliormodo si possa al solenne, e difficileincarico di raccoglitore ed editore del nobilissimo Carme di Ugo Foscolo me non ne facessi subito pervenire un plare esem- lei che sì grande Nazione uno avere degnamente rappresenta presso cotesta il sapere e la virtù Italiana,a lei che fu più caldi e fino all'ultimo costanti amici dell'illustre ed infelice suo E respiro. stesso,pensando alla soave certo io mi commozione compiaccio onde il suo sarà compreso quando le perverrà questo libretto, di rivivere in quegli sicché le parrà forse per un momento cuore byGoogk Digitized 264 — anni — dolci ed amari, nei qualiella ebbe seco lui si stretta nedico motivo io beconsuetudine; ed anco per questo speciale le poche non fatiche da me attorno spese a questo figliodell'arce poema. Ella lo troverà, spero, veramente antica,cioè,a senso mio, in sommo grado eccellente;e degno tanto di del Foscolo,che temo io per questa parte non le gloriosesue ced' irriverenza verso neri, accusato essere che per averlo dato in luce. Cosi potessinutrire qualfiducia che le povere parole della mia prefazione, e cui ho cercato di supplirealle note fossero per con quelle sembrare affatto indegne del rimanente! Ma checche sia di ciò,ella accolgacon benigno animo V esemplarea lei destinato, guardando unicamente alla bellezza dei versi del suo memoria amico: per gli stessi titoli e alla sacra si compiacciadi deporre l'altro esemplare,che pure le non invio,fra i libri del Museo Britannico cui ella meritamente a ed io sarò pago d' esser reputatoin dà lei,signormio onorandissimo. ogni presiede; occasione Suo devoto servitore F. S. Oblandini. Italia,Livorno, a 20. A — Onorando dì 4 febbraio 1849. Holland Lord a Londra, signore, io vi rammento Ugo Foscolo (qualnome signore!) che da quel giorno in cui le Grazie Cantava ai mortali « Fu la celeste più soave rando ono- gnarono inse- armonia, la fatica e il pianto, Più liberale il benefìcio, e grata Del beneficio la memoria E i chi sa .... » versi mentre quante volte egli ripetèquesti dell'esiliogliparlavapiù dolce al guai inseparabili la verso gratitudine la famigliaHolland! fra cuore le liberali Che byGooglé Digitized — sibile libertà,siamo L' animo tale è pur mi mio da è oppresso nostro più tremendo e nuovo in che ci dovessimo vaggio. ser- e profondatristezza, che ieri a Pisa Mayer, amico di salutarli caramente avrei creduto Oh, nome. suo ridurre io questiferri! a cuno che, nel servirmi per iscrivere ad aldella famigliaCraufdrd,diquelcalamaio che la gentile Non avrei creduto signora Caterina anni sono dovuto la — prossimia quellodel commise non 266 per sua mezzo Figlia mi del medesimo gettare sulla carta pur troppo è così. tristi eventi mi creda memore cosa qualila mentre pre^o passo di al mandò piaceredi donare alcuni amico parole di Ella però di lei presentare i a miei Mayer, io avrei tanto cordoglio! Ma sì nei lieti che di tutti i e più cordiali nei suoi, ai ossequii, dichiararmi Suo dev. F. S. Oblandini. Italia, Livorno,a dì 11 febbraio 1849. 22. — A Sua Eccellenza il Lord delle Isole Joniche a Alto Commissario Corfò,, Eccellenza, Il libro piccolo che ho l'onore' d'inviare all'Eccellenza Vostra in doppioesemplarecontiene Le Grazie,la più lunga e forse la più perfetta poesiaoriginaledi Ugo Foscolo,e quellanella qualecon più nobili ed affettuosi versi Egli abbia salutato la sua Zacinto. Quindi io a cui, materna la fortuna ha concesso dopo lunghi studi sugliautografi, oltre di pubblicarla integrità, per la prima volta nella sua vent' anni dacché queirillustre infelice discese nel sepolcro, dovere di offrirla ho reputatoesser quasiun religioso per me dov' eglinacque. E per in dono alla gloriosaTerra raggiungere prontamente e con piena sicurezza questo alla Eccellenza Vostra, pregandola scopo, ardisco dirigerla di essi esemplarivenga acciò si degni ordinare che uno Digitized by 267 ?^ — nella Biblioteca del depositato quelladi cotesta Capitale. E non Liceo di Zante, l'altro in Eccellenza nella speranza che alla bontà di Vostra sarà discaro di accogliere queste mie preci,passo a dichiararmi col più profondorispetto Deir Eccellenza Vostra Dev. sery. F. S. Orlandini. Toscana, Livorno,a di 21 giugno 1849. 23. Al — Professor Silvestro Centofantia Pisa. Onorando In signor mio, ai tanti mezzo finalmente torno a sapienza nella dallo pubblicata si miserandi e sentire sfida di G. Montanelli. di voce Dichiarazione sua Statuto una delirii di e Ne pi, questitem- vera del e 15 nima magna- corrente, dalla Biforma, in rispostaalla ringrazioDio, e dico fra me è quaggiuso ogni valore compiacenza:«Non pio esemRingrazio altresì Lei per questo nuovo spento, di costanza in quei principii di civiltà, veranno che, spero, salil mondo da una novella barbarie più schifosa anche dell'antica, perchèperpetuamente contestata dalla coscienza di queglistessi che la professano. Io sentiva il bisogno di attestarle in questa solenne stesso con » — i miei occasione accolgacon sentimenti di riverenza di affetto. Gli e benevolenza,e mi creda sempre Suo aff. F. S. Oelandini. Livorno, 16 novembre 24. — HI. Al Console di S. M, Sarda in Livorno. signor cavaliere. Desiderando Monumento B, 1849. io di contribuire Nazionale che è per come posso al Torino alla meglio inalzarsi in byGoogk Digitized 268 — del memoria Magnanimo Re — ardisco IndipendenzaItaliana, insieme inviare della martire inauguratoree V. S. illustrissima a questa la mia caténa d' oro da orologio, pregandola lo crede inopportuno, mi faccia il favore che, se non con di farla alla Commissione che ha cura o pervenire, le offerte per detto Monumento tri o a chi alraccogliere sente più le sarà in grado,purché l'effetto sia che il valdi questa venga erogatopel detto sacrosanto scopo. di Ed questo ove fosse creduto dirne con dell'animo voto inutile destare non parolain alcuno una mio venisse in altri lo stesso « Poiché a agi'Italiani dee y" mento che desti accordo y" » di denari venti lutto,che sole e di odiosi cosa al Monumento d' oro catena ogni orna- colori,il sottoscritto Nazionale da del Re del orologio, peso mezzo. " Un l'onore, signorConsole,di dichiararmi Ho la convengono ora sbandirsi particolarmente offre per contributo Carlo Alberto la sua » e nome, dipressocosì: un dalle vesti di y" pensiero subalpini, periodici deglionesti desidererei che fosse celato il mio fosse accennata appagato, e Toscano. " profondo con rispètto Di V. S. illustrissima Dev. serv. F. S. Orlandini. Livorno, 28 25. Alla — da Ì849. signora Rubina Onorevole Fino novembre Foscolo-Molletta a Venezia, signora. quando la Fortuna mi di raccogliere riordinare nella loro integrità i maravigliosi € Inni, coi pii quali l'illustre suo Fratello Ugo cantava le Grazie,conceil pensierodi consacrarne un a lei, esemplarespeciale onorevole signora,sola,per quel ch'io sappia,superstite concesse Digitized dby 269 — della scrittore. Di famigliadi queiralto feci pubblicai, tirare — appositamente pev fatto,quando gli lei quelloche le stinti, questa mia, che è il secondo dei dodici disecondo il costume destinati, già tenuto da Ugo, ad perverrà con altrettanti congiuntidi o Le dolorose lui vicende della amicissimi o d' Italia mi hanno sua moria. me- impedito finora di farlo pervenirealle sue mani. Ora finalmente io la prego ad accoglierlo ricordo di glorie e gradirlo come di affezioni domestiche,rispetto e a lei;e rispettoa me, tributo di riverenza alle ceneri d'Ugo e alle virtù, come di Vostra Signoria. Colgo questa favorevole occasione per ofirirmele ora e sempre fortunato animo con caldo e potessifare ove piacere. Si degni di sincero; che alcuna mi reputerei le che cosa recasse credermi Di lei onorevole signora Tatto suo F. S. Oblandini. dì 1^ Livorno, a 26. — aprile1850. Al signorFrancia a Casale, Signormio pregiatissimo, Tant'è, io se non coi corrispondenza epistolare la cui princon Santi,e particolarmente quelli cipale non virtù è la tantino mi posso avere pazienza.Anche dMntolleranza,certamente volterà le diploma di spalledopo malcreato avermi un che santo fino dalle speditoun villano. Ella vede sappiaun belle prime amplissimo- adunque, signor V ho difatti, che se io ho la fiducia, come pregiatissimo, che ella sia per accogliere questa mia, scritta quasi un mese dopo che da lei mi fu inviata la graditasua del dichiararle che io la 1° gennaio,vengo implicitamente a Davvero, per lasciare lo reputo un santo,e de' più perfetti. mio byGoogk Digitized 270 — — scherzo,forse inopportuno,prima di rispondereal precitato debbo foglio, suo al al quale sono scusarmi forzato stato più presto che fosse fosse per non di ed ultimo timore che l'indugio gillo il si- mettere a altre ed sopravvennero tolto di corrispondere, come accuso me tantoché finora mi è stato altre, io doveva, alla sua gentilezza; ne del che mi lenzio, si- blicare, pub- Sciolto poi da quellacura, quellacompilazione. a di come una colpa,e la prego che perdoni. Accetto r il terzo possibile, impedimento recare lungo dalla necessità del Foscolo,per dell'Epistolario volume mi lei del si seco che ha anno i suoi felici suo Del resto, siccome a anche le costanza e con quanto la Provvidenza consigli. buona Ella m' invita a dirle se miri a le mi- le sono piacciadi ceri. sin- meno necessarie procellesono partidella Natura, così nudrito cuore sembra di speranza nei suoi maturare in Toscana si usi alcuna che equivalgaall'intercalar speciale ripetein ogni suo esprimere ciò che uom di tutto auguri!per traverso che non serotini, nelle per ristabilire l'equilibrio aspettiamocon corso e desidero procelle, miei, che sebbene i accettare il incominciato d'imminenti naccie V animo tutto con rola pa- del Piemonte discorso. intendere che pare di dovere certi viziosi riempitivi, dei quali usa mi Ella per Prima con ciò sovente chi è tanto o quanto incolto o stentato se parla,specialmente nel favellare; come, per esempio,la parola dice ripetuta infinite volte entri essa dunque a su chi racconta da { ragionamenti altrui,ci la parola mira sulla bocca de' Senesi;il il figurisi lei; il per dirla quellade' Fiorentini; o no; lei; il m'intendo da me; il siamo picchiae martella ecc. propositoche generale noi quelloche io ne in ecc. ecc. di Ora il dagli, conto; io le dirò su sto que- pure in Toscana, per soliti a chiamare intercalare so, siamo questiviziosi riempitivi ; nel qual senso che il detto termine buon non è usato simo per altro è verisnei Dizionarii. Ma byGoogk Digitized 271 — — tutto, trattisi è, né può esser pur troppo, nei libri non delle linguevive, o, più,delle morte. La parolaripetizione anch' io che penso che forse è non Comunque ritornello. sia di Firenze e che da ov' io (per dirlo alla me festiva veramente cosa parolee frasi di lungo discorso un e un tutto ameno capo era minciava Cooriginalità. Figurisilei,m'intendo non opportunamente mi sorridere. Anzi senza — ecc. Paulo majora canamus, — Vidi nella Gazzetta Piemontese la lettera diretta dal nuzzi nato, per son alle labbra di moltissimi,ed fiorentina) molto da dir di taliviziosi riempitivi, da rapiti formato una giovinettolessi tercalare, parolain- anche spessissimo, sentita esprimerequellaviziosa abitudine di mero riempimento,che spesso ci fanno rammento della ciò, sul conto d'averla fra Siena nelle campagne spiegatodella parola bene nemmeno ricordo mi cesi, il refraindei fran- a dovere spieghi non sulla professorParavia del verso interpretazione nuova all'abate di Dante Ma« ché Sic- il pie fermo una il più basso. » Anzi ai dì pasera sempre sati gentildonnache abita in Torino mi scrisse su anch' essa questo argomento, richiedendomi Risposiche,per quanto ingegnosa,non vera la nuova del interpretazione io dico lo stesso di addurre a ragioniche mi parere. sembrava chiarissimo Paravia. Ora lei,signor mio le del mio e pregiatissimo, fanno mi curerò proin opinare tal guisa. Premetto che la decisione siccome d' un il professore Torinese valentissimo Manuzzi, io lascio d' esaminare ha cato invo- filologo qual è l'abate la questionesotto l'aspetto che pie fermo possa significare e suppongo non filologico, solamente pie che non si muove, ma anco (antonomasticamente) pie destro,cioè il più vigoroso dei due piedi.E che avrà fatto per avventura un gno, guadaperciò?La filologia la filosofia che nel caso vorrà ma non contemplato pie destro, pie fermo significhi della vita si ritrovò in Dante — una nel selva ove del mezzo mino cam- smarrita era byGoogk Digitized 272 — la via diritta. Finché necessità andare per questa selva,dovè per le tortuosità del malagevole cammino eglivagò dove lo conducevano. andirivieni che le vede giunge — Finalmente quei serpeggianti colle,e guardando in alto pie d^un a spalledi da già illuminate sono esso dal sole nel egli,non senza opportunitàsomma drittoaltrui caso presente,appella ilpianeta Che mena Allora riconfortato si volge indietro a per ogni calle. rimirare il periglioso oggipasso, da cui spera di essere mai salvo: si riposa, salire al la via e posciariprende per monte. Questo è il massimo punto. Nel riprenderla via, s^ avanza eglia dirittura su per la pendiceper giungere quanto ovvero più presto allo scopo de' suoi desiderii, piega alil passo obliquamentee quasi a destra,e move sicché il pie destro rimanga semin modo semicircolare, pre dritto io penso né più basso del sinistro? Cammina dritto: 1® ^perchèil viaggiatore può essere altrimenti. Cammina animoso dei luoghiquale e privo della esperienza T Alighieri, si sente naturalmente era poeticamente tato porla linea alla retta a preferire pre (Occorresemobliqua. sforzo della riflessione per agire altrimenti, ma uno Dante non era e per anche addottrinato dalla esperienza, chè 2° Pera consigliarlo.) Virgilionon era venuto ancora del viaggiarein senso obliquoDante ne aveva avuto che spunta,e che " — » — più che selva abbastanza, finché selvaggiaed aspra e egliriconfortato per che mena andarvi avesse forte. preso — venisse errare 3° Perché veduto aver dritto altrui per raggi il dilettoso monte, dovuto aveva sersi dopo esfinalmente il pianeta se ogni calle vestire a per la narrarci che dei suoi egliper obliquo,ci direbbe natura, la quale vuole il cammino cosa che leggi eterne di quando un oggettoc'interessa e ci esalta,e crediamo di avvicinarci a conseguirlo, diamo prenper arrivare alla méta non la via più lunga. 4° Perchè se dopo essere uscito dalla valle riposòil corpo lasso, si può né si dee ragionevolmente non fresco di novella lena, supporre che egli, contraria alle — byGoogk Digitized 274 — — miglioramentointerno (Pargatorio) per giungerea Bene il (Paradiso.) conseguire sommo zùme o Livorno, gennaio 1854. 27. JI — Francesco cav. De-Larderel in Livorno. Pregiatiss. signorcavaliere, Debbo cominciare dal chiedere la sua indulgenzaa mio colla presente; per l'ardire che ho d'incomodarla siccome io credo che fra le lettere e le arti esista un favore ma poichéquesteultime vincolo molto stretto,e la se prosperare ad scriverle. a Negliultimi mesi in Firenze conoscere del decorso un Pazzi,il quale si più possono loro la non mano, porge duce esporleil motivo che m'in- saggia dovizia più,vengo perciò,senza non anno ebbi occasione di gnor giovinescultore Ravennate, il siè proposto il bel disegnodi modellare in gesso per suo piacereed esercizio il busto dei illustri Poeti e Filosofi Italiani di questo secolo, ed fieri, già eseguitial naturale,come quellodi AlQuesti gessi quellodel Foscolo e quellodel Leopardi. alcuni ha ne da stati veduti sono molti,ed a tutti sono sembrati vori la- Anzi alcuni amici pregio assai più che comune. il pensierodi farli dello scultore glihanno fatto nascere in mano tografìa, intanto in lidisegnare di mano per riprodurli onde adomarne poi un libretto di componimenti di che dovrebbe ed — far stamattina ed palazzo, sempre avendo delle più quanto, anche benemerita dell'artista, letti. più la memoria di quegliintelnarrarle ingenuamentecome io proseguirò a del suo passandodavanti alla porta principale onorare Ora al pubblico il concetto conoscere non cubito sentito nei scorto a belle statue popolatodi parecchie altresì moderne, e sapendo caso l'atrio tempi passatila sua solo dei mestieri,ma nascere in me famigliasia stata anche delle arti,ho il desiderio di richiamare la byGoogk Digitized 275 — sua sopra il concetto attenzione dello affinchè scultore, le piacessedi adomare avventura per — sala della se stanza, per una splendidadimora, con antico costume, si compiacciadi pensare un momento signorile la detta speciedi busti eseguita in marmo se potrebbe esempiouna al essere In caso. quanto al signor Pazzi,ho tutte le di credere piacere,e vero da che T sua la accoglierebbe eseguirebbecon gioni ra- commissione impegno sommo con e non artista venale. A lei,signor cavaliere, soprabbondanoi mezzi per fare riscontrare in Firenze se quanto ho osato scriverle a questo propositosia che tornare ad a vero chiederle sicché no; o altro del mio scusa mi non resta ardire,del quale della purezza delle mie ogni modo, consapevole e della sua gentilebontà, non so pentirmi. Si degni di credermi Suo zioni inten- devotis5. F. S. Oblandini. Livorno, 11 febbraio 1856. 28. Mìo €rio, Batt. Niccolini A ed onorando caro quando io ed il l'Epistolario d' Ugo Fino da raccolto deUe — più grate signore. mio amico Foscolo Mayer avevamo la stampa, una per imagini che ci arrìdesse èra offerto avremmo Firenze, a un esemplarea lei,e quellache ne che ella lo avrebbe lissimo uno specchiobelbenignamente,non tanto come del cuore e dell'ingegnodi quel grande che la accolto chiamava fratello,quanto perpetua affezione e ancora reverenza come un verso stra pegno della nodi lei,nostro padree maestro. Mi gode V animo di poterealmeno adesso del rammentato adempiereil primo voto, pure in nome mio amico, nella speranza che a lei piacciadi appagare anche il secondo,accettando con la usata sua benevolenza byGoogk Digitized 276 — — del signor D. Giche le invio per mezzo di riveChe se un giorno mi fosse concesso derla, i tre volumetti nanneschi. di toccare e alti io — quellamano ministra sì operosa , degli pensieridella fra le apparenze delP ozio, mente sua di quelle consolazioni che valgonoa compensare provereiuna molti avuti in dolori. E molti,oltre questiultimi tempi ; rinnovano appunto in e io pubblici, i ^ ora questo giorno,e quest' del la memoria me ho ne più acerbo di tutti. Or io le gratoanche sono permettendomidi scriverle Suo del conforto che mi procura di confermarmi e affezionatiss. e sincero ammiratore F. S. Oblandini. Livorno, 25 febbraio 1855. 29. AUa — Onorevoliss. Del de' versi mi arte Bon-Brenzoni Verona. a signora. ingegno,del suo divina Caterina Marchesa suo son cuore e sapere nella i suoi Canti Dante del testimoni suo Cieli,componimenti,a parer mio, de' più belli che abbia veduto l'Italia in questo secolo;e questo e Beatrice i e cominciassi bastava, perchèfino da quando io glilessi, tributare lei nel mio a sacri intelletti.Ma io onore segreto quell' non Giuliani e suo ignotied Ed bontà il dottor Alessandro versione Torri della mi non avessero gentilebontà i segnidi riverenza nell'accogliere anche l' del- degli oscuri. io ho ora sti que- se il signorprofeslealissimi, sor incoraggitoa farlo,narrandomi animo che è dovuto ai avrei osato mai manifestarle sentimenti,ancorché miei a bisogno d'invocare tutta questa sua che ardisco inoltre inviarle certo mio delle gentile saggiodi Georgiche di Virgilio.Colle brevi parole ho annunziato che vi ho premesse schiettamente ilmotivo di tale pubblicazione; in quanto a lei,mia signora, ma byGoogk Digitized 277 — stimerò fortunato lo fantasia, farà Si conservi lavoro,se, in tanta della seconda degno al decoro creda mi e il mio — del suo lettura. della Patria e sesso candidamente creatrice sua quale le offro me mune, cocon tutto l'animo Di lei,onorevoliss. signora, Devotiss. ammiratore F. S. Oblandini. Livorno, 6 30. Mio Lessi del 28 luglio 1856. Al — caro con e signor Mercantini stimatissimo signore, affettuosa gratitudine la cordiale novembre, pervenutami per amico Mayer, ma ho non d'ora; la prego a scusarmene. fama, e nei suoi bei versi isperavache di se all'invito del ella m' inviterebbe mi occupazioni alla famiglia,alla Patria farò di tutto onde mia più Ho delicato più spesso ricevuto e forse migliore. di avere non pia sap- corrispondere parecchieore edizione di tre opere: del amico mio pocanzirapito ed alle Lettere. Nondimeno, io inviarle per il suo giornalealcuna potrò. meglio che poi il primo numero e nella santa cortesia,ancorché aUa un peraltronon coadiuvarla a quanto pure vorreL Oltre ad Benedetti,del Foscolo, e di la nobiltà della cuore; suo permetteranno giornooccupate,attendo il mune co- già per conosceva veduto aveva scrivere le mie del nostro mezzo Io la per il sesso Io la ringraziodi tanta opera lettera sua prima potuto risponderle mente,, e la gentilezzadel sua Genova, a della Donna anno cosa II, la di cuore ringrazioveramente ciuto per quanto si è piadi dire de' miei poveri versi ivi riportati, e più di quellidella povera Amata, anima carissima e rara di cui le manderò presto un racconto intitolato le Bugìe, scritto e pure non da essa verso il sarà da lei stimato sarà tenuto ad suo tredicesimo degno ogni modo di aver caro anno, ed il qualese luogo nel come le suo più care dico, Periocose. byGoogk Digitized 278 — Intanto ella mi scriva — gli associati alla Donna, e faccia inviare i numeri me ne qui a Livorno ove abito, Via delle Galere n**2, 2^ piano.E qui pure ella mi cerchi mai io potessifar per lei alcuna cosa che le riuscisse se gradita.Mi abbia per leale ora e fra ammiratore suo nell'amore sempre ed amico delle lettere e sincero e dell'Italia. F. S. Orlandini. Livorno 31. Alla — Mia In dicembre .... giovinesignora Corinna alle ben sue richiamare melanconica Vi Donna, La e il ben nati amici sue troverà tutto una moria me- gli ultimi versi somigliò,e che se una arriderebbe arride ad certo come nozze, buoni, mi dico inviandole il n** 9 del Perio- soave, sulla terra ancora dei spiritoad gentilesuo e prosa che le volle bene e la di un' angioletta fosse cui prendono augurate contentezze,a parte tutti gli animi permetto di Dussauge, Livorno. signoraCorinna, cara mezzo 1856. visibilmente alle felici dal cielo in modo esse alieno dai sensi mortali. Ella forse farà giorno tanto a il racconto compierela sua leggereun che la canzoncina ai figli che verranno felicità e quella suo dell'egregio sposo; ed ella si ricorderà anche allora della povera Mariannina Amata, e si ricorderà pure di me, che se ora la richiamo se estranea meste a è vero rimembranze, credo di che un'aura di mesta alla letizia delle anime Accolga dell'Adelina i saluti e farle grata: in- cosa pietànon è cosa elette. le felicitazioni Puccioni; mi non rammenti più schiette anche alla e famiglia, mi creda sempre Suo affezionatiss. osseqaiosiss. F. S. Orlandini. Livorno, di casa, 3 marzo 1857. byGoogk Digitized — 32. Cara — giovinasignora CHulia Niccólai, AUa — 279 signorina, pervieneil fascicoletto delle Letture di stampato il suo componimentosui doveri Stasera mi Fa^ dei migliaove è che le ha fatto conseguireil premio,e subito le fanciulli, Le lo mando. dissi io desiderava che ella lo già come cettasse ac- ed cambio di proposito, da me; ma ora da chi ha auinvece la prego ad ottenermi la permissione torità frirle sopra di lei,ed a permettermiella medesima, di ofin dono in dono tutto ilvolume tostochè sarà avverrà 111 di questa collezione. il numero pubblicato seguente.Io, ne degli azionisti di questo Periodico, regolarmentetre copie; sicché ella vede che senza uno come incomodo Le posso il ranmientato della mia ricevo mio offerta. farle sì tenue grato dunque sarò Ciò di tal volume favore;e più se come ella cetterà ac- attestato piccolo un soddisfazione per Y aggraziatadiligenza con cui ella procura di esporre in carta i suoi pensieri ; ilche mi in cui ella è stata ammaestrata porge un ottimo concetto del modo di addietro,e mi fa ottimamente augurare lei per l'avvenire,se continuerà per la stessa strada. in Mi creda intanto candidamente Suo affezionatiss. F. S. Oblandini. Livorno, di 33. Al — Onorando casa 20 giugno 1857. marchese Gino Capponi a Firenze. signormarchese, Ardisco inviarle copia di un voto in versi, quattordici cui io accompagnava le bene auspicatenozze signornipotecon la figliadel signor Marchese del con tìco. Non che il voto so ciò che ella penseràdei non le versi;ma parrà indegno delle due suo di Laiasono certo Prosapie,di byGoogk Digitized — Lei,e di questoconnubio. 280 Ho — fiducia pertantoche ella sia tanto più animo con cui io V offiro, per accettarlo con quell' che come di ofiErirloanche a Lei, intendo implicitamente alla signora marchesa Marianna; mentre d'ambedue mi dichiaro riverentemente Devotiss. servitore F. S. Oblandini. Livorno, 16 del 1858. 34. giovanesignora Ottavia De-Larderéi,Livorno. Alla — Gentilissima Nelle venuto vagliata gravi sventure onde la sua famigliaè stata traa questiultimi tempi,il mio pensieroè spesso tacitamente a lei,ed ho fatto voti perchè se il tanti cielo le dava si che fiore della r signorina, non le desse anche dolori, ne rimanesse giovinezza.Ma sua la forza di portarli, sopoffeso il troppo più bel poiché non ho avuto mai di manifestarle direttamente questimiei sentimenti, opportunità ultimamente il io pregai suo mentarmi signorpadre a rama avo. suo per sommi lei in occasione Ora dell'acerba perditadell'egregio tentato di raccogliere avendo io peraltro, lodi versi le principali capi in quattordici che cittadino,ardisco quest'ultimocome al ramd' inviarli a lei,acciò si degni offrirliin mio nome mentato suo signorpadre,giacchého fiducia che, presentati in tal guisada una mano luì sì cara, gliriesciranno a graditi. ella intanto accetti le ingenue Coi miei ringi*aziamenti di protestedi quellariverenza,con cui passo alP onore io credo dovute a dichiararmi Di . lei,gentilissima signora Ottavia, Devotiss. servitore F. S. Oblandini. Livorno,25 luglio1858. byGoogk Digitized 282 — di — di quel Poeta giustala bella espressione immortale che primo preparò questo mirabile risorgimento, si appresta a festeggiare il e di cui r italica gratitudine valore havvì sesto centenario. £ poichéfra le partidi esso in vaso, vaso la pure protezionedelle questola Società Promotrice più desidera civile, per scopo del monumento che d* implorareanco del monumento a a Dante l'alto Vostro nulla nio Patroci- stesso. Ed è lieta cosi di gervi porche le ranno occasione, quando generazionifuture si riuni- a e arti intente prò per celebrare il settimo secolo dalla nascita del Poeta, della fama di quelleopere illustri V Italia risuonerà ancora di cui date,si nobile di quel tempo gl'Italiani presagio, allora nel fiore potranno dir riverenti : Anco quelPrincipe, di deglianni, contribuì ad innalzare il primo monumento espiazionenazionale alla sacra ombra dell'Alighieri. Firenze, 1 aprile1864. 37. -^AS.A. n la B, il Altezza Reale, modello della statua cooperazionedi scultore Enrico sarà innalzata del tutta Principedi Carignano, monumentale Italia si sta a ora Dante, che compiendo dallo Pazzi, e che nel maggio del futuro per celebrare il sesto con centenario anno dalla scita na- Poeta,fu per la prima volta espostoai pubbliconelle sale della E. Accademia di belle Arti in sommo questa città nella fausta occasione lieta della congiunto e cui ceva Y. R. fa- prossimo presenza la Toscana, come di quell'Augusto Monarca, alla rappresentante sua italica Corona perba questa provinciaanderà sempre suavanti di ogni altra, ceduto il proprioserto. di avere, ben giusto che la rammentata impresa facesse il che di un Principe primo passo sotto gliauspicii generoso aglialtri suoi titolidi gloriaaggiunge pur quellodi splendido protettoredelle Arti. Da questo complessodi ben della squi« nonché dalla esperienza auguriose circostanze, Ed . in cui TA. era byGoogk Digitized 283 — sita benignitàdell'A. toglieardire il vostro alto il concorso — V, R. la Società numento promotricedel mopresentarsia Voi, per implorare di ad patrocinio un' opera, che dovendo di tutta la Nazione ad onorare la che non meno dell'Alighieri, legame che novellamente Real Prosapiache da a confermare uni Italia anticipate speranze ria memo- quell'indissolubile tutta a quella porta in fronte l'astro della secoli redenzione,Voi,nobilissimo germe sua mere espri- che i nostri voti di essa, ne porgete ascoltati. saranno Firenze,1 aprile 1864. dS.— Al delle Corrispondenze signorFrancesco Martini Segretario della B. Accademia Valdarnese del Poggio a tevarchi. Mon- Illustrissimo signore, Quantunque che io senta cotesta di sentimento l'onorevole meritare illustre Accademia ficio uf- compiacque di si parte la sì alto favore, faccio in me tacere quelgiusto il condi verecondia che mi consiglierebbe trario, commettermi, tuttavia,per gratitudinedi non ed accetto l'incarico di Presidente medesima a tenore della in almeno mostrare cademia della illustre Ac- uf"ciale partecipazione della S. Y. illustrissima del di 6 del decorso Mi che le condizioni della mia auguro del mio impiego mi consentano maggio 1864. salute e gliobblighi di corrispondere meglio che per me si possa a tanta benignitàdel Corpo di preAccademico,al quale la prego, signorSegretario, sentare frattanto i miei più caldi ringraziamenti. Frattanto mi pregio di dichiararmi riverentemente ? Di Lei, illustrissimo signore, * Devotiss. obbligatiss. servitore F. S. Orlandini. Firenze,a dì 18 giugno 1864. byGoogk Digitized IV. LETTERE Mio Non buon amico, avevi mi doppiamente : e questo per sono piacere, perchè opera al Oh! a storo? Sotto Povera terio!... Addio. la tali che cui, a Oh italiano tu dei men col simo mas- eccellente ed mente e cote- sembran lingua e il migliori 'illuminerà volendo, volti? ri- più cri- il Tuo affeziònatiss. Amico De Massa la veri Iddio non avessi e ciuto compia- mente amorosa- da essere e ti sei leggerò dicono, d'Italia Quand'è catena Ama si ringrazio ne che egregio primitivo danno Italia! quel dono per di suo figlimaneggiano! l Te gratissimo. Lo che quanti le labbra e suoi e farmi, di cui ti italiano. cuore dimenticato dunque ricondotta ' ORLANDINI. SILVIO FRANCESCO A Laugieiu 21, 1849. 2. Pregiatissimo amico, Ricevei bravo a Prato le carissima Bianciardi, che ancora vostra non ho acclusa veduto in perchè Digitized del una a Fi- byGoogk 285 — — ho potuto trattenermi che per poche ore; ma che vedrò presto e con piaceregrandissimo.Anche Lambruschini ha cercato di me. Sarebb'egliper un progetto comune? A questigiornibisogna che i liberali onesti si insieme per fare qualcosaa prò di questopovero mettano del quale si parla e si scrive tutta quella popolo,in nome non renze bella roba che voi Avrei lettera la vostra voluto che voi con sapete. tanto nermi più lunga per tratterispettoper le qualità e amo sincero che avete del cuore, e per l'amore mostrato per la morale istruzione del popolo: ma della mente sempre e parrà di parlarcon voi, e mi lunga e piacevole conversazione. E prometto già una mile Mayer, l'ottimo Mayer che fa? Già me l'immagino.Siè corso sui campi lombardi per la ai grandi antichi, miglia fae poi si è ritirato nella sua guerra dell'indipendenza: quando vedrò Bianciardi mi aspettandol'occasione di patrialo chiama. Chi nulla fece tiene adesso che Ah il campo. di correr se mi non urlare care impre- e sanguina il cuore amicissimo qualche nostro dove la nuovo sksi messo pensando nella loro schiera. ' Scrivetemi,se potete,lungamente.Affogato come in tante faccènde di due scuole non cruschevole, lettera dei parivostri,e perchèsenza il Vannucci State sano: salutate e per «sono cademia aggiunta nell'Ac- di ricever qualche par vero ne consolo adesso più che mai, mi me mi pare Mayer, e d'esser solo credetemi con e diserto. stima ed affetto grandissimo Vostro affezionatiss. amico G. Arcangeli. Pi»to 15, del 1849. 3. Chiarissimo Le trovo sono nella signore. di benevolenza grato delle espressioni gentilesua e lettera, che tali non che potrebbero DigitizedbyVjOOQlC 286 — uscire da cuore per ìndole e per misero esperimento Ella mi chiede,ad una zione prossimaedi- buono non di dolori. — degliscritti d^Ugo, lettera,nella mia facoltà di valisi relativa al nota che ho detto Ciò Sventura. — è così della dente precedella Carme che semplice, non vi vedo pregio;ma ella,o signore,è padrone di valersene. La sua prefazionee le note dicono egregiamente,ne L'aw. m'accorgo di cose da mutarsi. GiuseppeVisconti di Lodi era simo amicisuomo giovane con moglie e figliuoli, del povero Ugo, e lo trasse talora d'impiccio con — — fraterna generosità.Stava ma ebbi occasione non momenti. Dopo — — Foscolo Lodi ebbe il conte seco venne se a detto Giovio lano, Mi- non per dai diman- ch'egli della particolari Benedetto militava,ed più cari. Benedetto mi noti i son spesso di lontananza lunghianni mi veniva e di trovarmi Visconti,e i defunti. Non tra vita. i miei dell'aw. contezza era a sua fra i suoi valente, pienod' onore. delle vittime della guerra di Russia;aveva Fu ima rato supele battaglie, ritirata nella estremi sforzi ma gli non dove. Ugo lo so erano adeguatial ferito,e cadde non chio, piansedirottamente,e lo pianse tra le braccia del vecvenerando di saGiambattista Giovio, uomo conte pere, di cristiane virtù. Il vecchio era, di gentilezza e di que'piissimi Alessandro Volta, uno come sapientiche volentieri colla contro l'uso di que'giorni si misuravano tori in luce il Vangelo.Dotcredente filosofia, e ponevano non era forti di zelo,ispiravano dolci per affetto, ma rispetto anche aglispìriti più scettici. Il vecchio Giovio godeva fosse l'amicizia che tanta d'Ugo e Benedetto, e quando, lui,li benediceva con di congedandosida Il padre sopravvisse tenerezza. più religiosa l'abbracciavano — La figlio. una casa dei Giovio è di Como; sorella di Benedetto, la marchesa colta assai. —La falce del Il colonnello crollata la Ugo Tempo Brunetti è io conobbi mesi al molto Porro,donna tuto!*— passata,ed ha mieFelicia era uno dei e prodi, fu di quelliche mal potenza napoleonica, si 287 — — del Involto nelle corrispondenze pericolose rassegnavano. 1815, fu processatocon Rasori,Lecchi, Gasparinetti ecc. ed uscì altri per graziadopo breve pena. Non ho da alcuni anni: presumo che sarà sceso nome con — inteso il suo Que' nobili spiritivivono grande fiducia,ed hanno palma di virtù nella tomba. i difetti. superavano La saluto distintamente le e Dio, in ho ne che di molto vere sono servitore Obbligatiss. Silvio Pellico. Torino, 28 febbraio 1849. Grazie,mio signore ed amico. Davvero che maravigliosa,e sulla riuscita della avrei saputo contare. Per quanto non riverito ella ha fatto opera quale confesso che ho fosse mandato veduto,ilPoema è lì tutto intero come alle stampe dall'autore. E davvero que quellapoesia,comuntanto diversa da ogni nostro e sentire,che pensare fra essa e noi sembrano correre dugent'anni, è poi bella veramente, al e vi si torna pensierodelle cose bene meritato e meco Di volentieri come, morte. delle nostre lettere al e dell'onore nuovo dunque la ringrazioe ella ha molto del Foscolo; tese. troppo cor- solito ben è mostrato Suo questa disperazione, Dunque poi si suo in mi confermo di cuore devotiss. servitore ed amico G. Capponi. Firenze,25 gennaio 1849. 5. Chiarissimo Ho ricevuto in signore. questigiorni,per Vieusseux,una copia del Carme di le Grazie,che ella ha favorito del sig.G. P. lato Ugo Foscolo,intitomezzo mandare ' in dono a byGoogk Digitized 288 - — è mìo dovere, questaBiblioteca Laui'enziana. Io, come solo la ringrazioquanto so e posso di quest^attodi non mi congratulo nel tempo stesso con sua ma gentilezza, lei del bell'onore che meritamente si è procacciato, dando mansi bel parto di quel nobilissimo ingein luce un gno. Ho letto questiversi pieni di dottrina e di concetti sublimi con veramente e di questo piapiacereindicibile, cere mi professoa lei infinitamente obbligato. Mi è cosa bia gratissimache questa circostanza mi abverenza procuratoil bene di dichiararmi,quale con ogni ried ossequiomi pregio d'essere Di V. S. chiarissima DeTotiss. Fbanobsco servitore obbligatiss. del Fubia Bibliotecabio. Firenze,31 gennaio 1849. 6. Carissimo dei Pisani L'offerta del signor Orlandini, prof.Berruti destinano ad veramente V che doveva a innalzare la salma del pochezza del le raccoglie per che somme monumento un a Cari' Alberto colletta fatta Torino di avevo nelle mani Magnanimo, Siamo e e feci le sempre mandare avanti scuse in mezzo gl'Italiani è pelfunerale — amico dono. trasmessa nell'agosto.Mi detti cura celebrarsi che Livornesi della nostra avanzo quelmio somma chi a e di scrivere quellapiccola che giugesselà nostre per la tempo, amico, ad dai nostri concitaggiungerviquelpiùche potremo avere ta. la colletsi vogliaorganizzare in qualunquemodo tisidini Ditemelo,ed io son pronto. n Rancini,che ritratto,era oggi a è che quell'incisore Livorno Così mi ha riferito chi rammentargli che lo avevo ha fatto il noto per distribuirlo ai soscrittori. incaricato di ricercarlo per Centofanti aspettavi. è afflitto per byGoogk Digitized 290 — questa mìsera in dobbiamo terra — ed intellettoitaliano, cuore con del ringraziarla. Questo lavoro di ciò Foscolo ciò quelloche fummo, e fare pensare a che noi siamo. Ma forse i più sono incapacial presente di simili riflessioni. Ella ha tuttavia adempiuto a un tanto dovrebbe la ricordarci dovere patria:onde quelbene colpanon sua, — Sono voluto onde dalla se se ne ma de' tempi anche oltre fiacchezza non la sarà aspettare,ne se verso dei nostri fossi stata indisposta. ho assai; pure non la mia gratitudine,, significarle a a avesse volta in Pisa scortesia. Ove parere ella scerla procuri l'onore di conoaggiungerà con questo un nuovo già le porto.E senza più alla sua di persona: si obbligoaglialtri che mi gentilezza e all^universale verrà non deUa e Foscolo, infreddata oggi più l'indugionon alcuna dovrebbe le avrei scritto tardare venga del fatica sua che Prima ingegni. la memoria verso mi raccomando. DeTotiss. obbligatiss. serra C. Febbucci. Pisa 29, del 1849. 9. Spero che tenermi vorrà signor Orlandini,se che ella mi al bel dono non per isc usato, mio prima di fece del Poema oggi ho gentilissimo risposto delle Grazie del Foscolo. Non ella lo Vieusseux, io ero partitoper il ritorno di Sua Santità,solamente adesso mi ha d'ora l'ho avuto consegnò per Gaeta, e fatto tornare il dono La abbia prima ore vato Roma, dove con molte altre cose ho troda lei favoritomi, di cui le rendo graziemoltissime. a sua è prefazione onde tranquille poesiala quale destato tanto Allorché al me potutoleggere:essa alcune nelle mani. deve mi l'unica fa cosa che finora io impazienza aspettarecon occuparmidella lettura d'una al certo essere avendo bellissima, interesse in lei che è del bello. Intanto non ho voluto profondoconoscitore indugiarea porgerlei byGoogk Digitized 291 — — miei da Passando ultimamente più sinceri ringraziamenti. Firenze comprai la nuova edizione degli Scritti del procurata dal Le Mounier di molti parlarepiù anni ammiro, creda forse fra poco avrò distesa di questo autore che a : sempre obb. dev. A. Roma, da tati tempi più aglistudi adatdei Sepolcri. il maravigliosoPoema Sno 18 casione oc- di cui in e cercai di tradurre Mi scolo Fo- soft. Rbumont. aprile 1850. 10. Chiarissimo A signore, dell'amico mezzo ch'ella ebbe Emilio la bontà Tipaldoho d'inviarmi, assieme anno gentilissimalettera del 1 aprile Ed — oh affetti! In lei trovo il Fratello,l'amico alla Signore,la fatica e amico della del la con lo pagna. accom- da mossa santi pitomi troppo presto ra- memoria, per cooperare sua impresa s' accinse e con esito sì felice al suo compimento. Ella si abbia,chiarissimo mia più viva riconoscenza la sostenuta e per quale ad la condusse vero che corr. sentii l'anima mi come ricevuto l'esemplare ardua pe'ldono fattomi che mi riuscì oltre non carissimo,e pe '1 quale,altro titolo in me che quellod'esser sorella dell'Autore, crescono ogni dire trovando vieppiùe la di lei gentilezzae le mie obbligazioni. Aggiunga questo sentimento ben dovuto dell'animo mio di lei a quellagratitudineche per un tanto lavoro verso le professal'Italia le sincere colla qualeho Di e tutta la letteraria ceva ri- protestedi quellarispettosaconsiderazione l'onore di essere lei,chiarissimo signore, Obbl. Rubina Santa Repubblica,e Maria di e sempre Foscolo Mollena. Sala, 9 luglio1850. byGoogk Digitized 292 — — 11. Chiarissimo n ritardo è stato pregata di costà nel signore, risponderealia involontario. fornire al — lettera del 25 gio magV hanno le persone che sua Poiché Bisorgimento le notizie toscane, che potrebberopubblicarsi, professanoi nostri prinnon rispondenza; cipiipolitici, può esserci che utile di avere la loro cornon e la sollecitìidinee con debba non le notizie che all'una o ella ci fornirà del buon di mare, all'altra derogarsiper giudiziodi volere. La Corrispondapure valga del mio nome. si e blicate pub- che desidera, in quanto integrità questa Direzione. Le si rispondeinsomma e saranno dell'attenzione vuole,per la via come saluto distintamente la Direzione Per Obbl. Filippo Torino, 6 giugno dd Risorgimento servo Cordova. 1850. 12. Pregiatissimosignor Orlandini, La traduzione del libro mia su Parga è finita, sta compo- impaginata.Innanzi che si cominci a tirare avendo bisogno di consultare i Mss. di Foscolo, io aspetto che Ella mi assegni un giorno in cui io possa, colla prima a partenza del vapore, venire a, Livorno, e tornarmene e Firenze con uno l'ultima. Vorrebbe o due ha bisogno di ella mi taccerà la bontà di scrivermelo signorLe il volume, pubblicare prestissimo giorni prima? E Mounier non ella avere di audacia se la dacché il pregheròdi favorirmi sollecitamente. Mi creda Aif. amico Paolo Emiliani-Giudici. Firenze, 17 agosto 1850. byGoogk Digitized — 293 — 13. Signor Orlandini stimatissimo, Non lascio partireV ottimo signorBarbèra,di cui feci senza questigiornila carissima conoscenza personale, di farsi di pregarlo portatore alquantemie righeper lei. Io le sono debitore di molti ringraziamenti peldono gentile, fattomi già da tempo,delle Grazie Foscoliane; o a glio medire i ringraziamenti che ho fatti nel mio intemo, a ricevuto appena letto il e suo libro,voleva, quando che o in voce o in iscritto secondo fosse,ripeterglieli tunità l'oppordatami, direttamente. Ecco qui,che l'opportunità mi si mostra ed io Y abbraccio di tutto cuore. bellissima, eUa deve avere Non pure i miei, ma avuto i ringraziamenti i ladi quanti amano il bello,e sanno vori apprezzare critici condotti con amorosa fossevi chi nell'ordinamento altro o uno che perseveranza. Quand'anin del Carme preferisse da quellada luogo altra disposizione chi si attenterebbe starsene sicuro del lei adottata, dizio propriogiu- prima esaminato lungamente l'intralciamanoscritto? Questo lo dico,perchènon creda che aver senza tissimo dal che sono alienìscomplimento, chi coltiva con chicchessia e specialmente simo con con i nobili e ingenuistudi. Ne' qualiè inutile che io la onore infervori a continuare,perchèassai più efficace della meschina dee in lei parlare mia voce della felice natura. quella La pregheròinvece d'altra cosa. Odo che ella sia le mie lodi sentano amico del credermi del Mayer. Questo signore dee un malcreato,non lettera scrittami sua del Foscolo. E pure che ne quanto quellalettera e non poco avendo dopo io mai ch'io ragione rispostoad una tutta la pubblicai Vita vuol sapere la cagione?Rida, ma creda le scrivo è verità pretta.Quando ricevei seppi decifrare non con il carattere della sottoscrizione, cui indirizzare conseguenza rimasi silenzioso.Mi sopravvennero poi sapendoper la me risposta, le infermità,quindiglisconvolgimenti politici ; la lettera ne byGoogk Digitized 294 — rimase ho dimenticata e più guardati, non a pur che non foscoliani, nominare il signorMayer, scritto. Soltanto aveva que'manoscritti,ed nuovo lettera,giunsi a decifrarne essa pormi sentendo di bel ora e tra i manoscritti foss' egliche mi pensava in — nella tomi abbattu- la sottoscrizione di purgarmi,se possibilità, la gentilezza nel fondo, sua meritata assiste,da una taccia non la apparentemente piùche meritatissìma. Faccia quindi, mi ma teggiando car- ilfatto col signorMayer, ripetendogli prego, le mie scuse tal qualeglielo lo riverisca. Scusi poiella tanto e me scrissi, questo mio cicaleccio, proprioda debole convalescente e. mi sono, creda coli'animo qual meglio che colla penna Aff. suo L. Cabber. Venezia, 3 agosto 1850. 14. Carissimo Sento e amico, pregiatissimo da Le Mounier la tomba del che andate Eccovi ? che visiterete Carlo Alberto. Io vi seguo col che mi dicono scrivere neW Album visitatori questodistico mio fato oppressus, profugusquereponit Sceptra patrum, et moriens cogitatItaliani.» Magna ausus, la traduzione Molt'osa, e Esul Né e Magnanimo e vi prego a desiderio, esser preparatoall'affetto dei € Torino a che vinto re, pensa qui finisce la mia del Salvagnoli dal destin, maggiore alla patria,e muore. Vorrei preghiera. » che mi ste porta- metti Vannucci,due voluTorino. Voi saprete che il povero Atto a pubblicati la seconda se n'è andato edizione de' Martiri in maestro Inghilterra del vinetto temperarlod'un gio- lombardo. È un nuove autore pezzo che non vostre l'ebbi,un gran di quellemelodie sacre ci siamo più veduti. Le time ul- bel pezzo fa,dal Bianciardi per le qualiscrissi poche byGoogk Digitized 295- — Costituzionale,Se lo parolenel salutate T ottimo vedete,salutatelo: come pure Mayer. Il V. afp. amico G. Arcangeli. luglio1850. Firenze,22 15. Mio Ho carissimo letto signore, piacere(o riletto che al Carmagnola e come con la critica opera altro tempo, m'ha roba d'un ingegno,e come ; e giova leggeredi questa roba perchè alla fine ogni tempo ha l'articolo Quanto al pubblicare alcuno da : è ma severo ha compreso nel dramma non non che le vi ed ingiurioso, davo) ricor- ne d'un forte fatto sare pengua, linaltra parla sue può corbellerie. dubbio essere essendo conosciuto si molti, non d'infedeltà. me non accusa avere potrebbeomettere senza La colpadel Foscolo è in certi silenzi: non che è voluto comprenderela poesia vera o del Manzoni; non ha fatto paroladegliInni, gelosiapoco schietta. Quelloche eglidice del fare Tragedieo Poesia qualunqueper seguitare un sistema, temente la critica è fordell'ammazzarsi in corpo la poesiacon e il che sa di detto : e quanto al Manzoni le confesso che miratore am- grandissimocome io sono di lui,non credo troppo il genio drammatico. che eglipossieda Ma perchèsi vuole quanto averglida noi riverenza,e perchèil Foscolo si palesaaldi lui,aggiungereiall'articolo una ingiustoverso breve dell'editore il nota se qualedicesse il poeta delle Grazie venne a : che è non mostrarsi viglia mara- troppo degliInni Sacri ; sia che il primo esecutore testamentario di una grande Poeche finiva e della qualeraccoglieva in sé gli estremi poesia lampi,non doveva poi fare buon viso alla nuova che nasceva; e che per qualunquegiudiziosi vogliafare severo del ed anche dramma era pur o ingiustoverso il Poeta piuttosto degliassiomi tragici del debito ricordare zoni, Man- gliInni. Questo all'incirca byGoogk Digitized 296 — l'editore sul vero, imputazione.Tutto questo poi pare che sani o^i cosa lo assolva da ogni odiosa mi e — che ponga e fare, giudicheràe farà meglio assai eh' io non potessi schiettamente mi confermo di nuovo ringraziandola ella e Suo ^ dev. seryit. G. Capponi. 1851. Firenze, 1 agosto 16. Stimatissimo signore, del signorLuigi Pini negoziante rimetto per mezzo amico due liste e due ricevute senese, e mio particolare dei soscrittori all'opera del Monumento una Pianigiani, Le delle qualiè col nome signorBastogi. del Non ho creduto di V. di né la quantitàdi pagate saranno Lascio esso. il carico di porre se l'altra quello con riempirei vuoti delle ricevute sapendo né quando sarebbe non Così Signoriae in dette sud- stato fatto il mento, pagagnoria perciòa Vostra Si- quei vuoti quelche manca. rate (giàscadute)segnarvi — due prima e seconda rata. Se fosse pagato il totale della somma mettervi per saldo sottoscritta, più il giorno del pagamento. — Come ella vede rata quanto per tutte per una forse con troppa confidenza,ma che ho di persone, Quando di servirmi com' ella avrà può bastare tanto quattro.Io uso con lei sola ricevuta una in me ne scusi colla e senza eccezione tutta nessuna. qualchedenaro,"potrà farmelo fiducia. pagare qua per persona di sua Mi conservi la sua benevolenza, mi comandi con sità neces- questa delicatissima faccenda è,onorate riscosso e e mi creda la considerazione Suo dev. e Milanesi. Gaetano Di Siena,li 21 obbl. servit. 1851. lu^^lio byGoogk Digitized 298 — tirete. Ma rinnuovo almeno la — preghieradi corrispondenze politiche settimanali. Toglimi bene credimi e Tno aff. amico L. Galeotti. Firenze, 11 1851. marzo « 18. Mio antico miei Annali Nei quanto amico, particolare e ha luogo un Livorno capitolosu cialmente. spe- Vi prego a scrivermene il vostro giudizioin si faceva nel 1848 sia per la parte morale e religiosa, sia per la Ve parte politica. ne gratissimo. sarò Il vostro Vincenzo amico Salvagnoli. agosto 1852. Firenze,29 19. Orlandini gentilissimo, grazie dell'unita predicadel Padre Zappata.La Pavrà ringraziata da mia parte delle signoraMarianna Mille notizie datemi. signoraRegina le farà avere un ritratto da Morghen, che lo prego gradire. La inciso dell'Alfieri creda Mi Gio. RosiNi. Di PS. Pisa, 17 agosto 1852. — Ella saprà che pochissimagente. Di si spiega? alla 300 prima seduta in Firenze postinelle Gallerie 25. — andò Come 20. Signore ed amico Quand' ella ultimamente chMo la vidi,le dissi,mi gentilissimo, fu qui,o pare, che l'ultima volta almeno sarebhesi prossima- byGoogk Digitized 299 — nelP appendice all'Archivio pubblicato mente il Giornale da — delV Assedio di Montàlcino Storico Italiano nel 1553, già lei di esso proposto e donato alla società compilatrice di quellapregevole Archivio. La composizionetipografica di sapere colla istorietta è già cominciata, ma occorre sollecitudine d' ond'ella già la esemplasse, maggior possibile dai manoscritti Lucignanesi(dellaBiblioteca dei capse puccini?) dalle da ben chiaro c iò o altri; non raccogliendosi lettere a me scritte fino dal 1841. Attendo,adunque, sue rimento siffatto schiacerta impazienzadalla sua un con gentilezza di aggiungeretutto ciò ; al qualela prego ancora che avesse di tale pubblicazione ché a dirmi in proposito ; bensi attenda solo alla per ora le notizie ed ogni avvertenza alla dosi serbanstampa del i;esto, desiderabile pei lettori che dovrà stare in fronte di questo fascicolo, prefazione il qualeper mole gareggeràxoi tomi di serie dell'Archivio Ripensi altresì se mai le venne sospetto che quelGiornale fosse già stampato, e possa essere opera di un dal Gaye (Carteggio ec. Giulio Laudi, nominato Tom. n, pag. 382), autore d'un racconto simile,del quale medesimo. si ha, secondo Mi è poi il Moreni, una caro, edizione sincrona e rarissima. far fede questa occasione,il poterle con della stima sincera ed affettuosa Suo con che mi professo deditissimo ed obbligaliss. Polidoei. Filippo-Luigi ^ Firenze, 14 1852. marzo 21, Pregiatissimoe Ricevo amorevole affettuose del dono qui,in una lettera del carissimo signor Orlandini, delle mie solite 4, e le rendo la sua apparizioni, grazie delle della Ricasoli, e sincere paroleintorno al mio Bicordo di quellasingolarefalda di seta, tessuta di insetti, che pare opera pensata d'arte. Il maravigliososta in questo che siasi trovato modo, non già di far disten- byGoogk Digitized 300 — — piana,anziché avvolgerlo nelPaver sottoposti in bozzolo;ma a quellestrettezze più bachi insieme,e avergliobbligati tanto aca lavorare con cordo, gegnosa che paia lavoro d'un solo. La cosa però è più inche utile a quelche mi apparisce, e strana ché giacla di bozzolo la è trarre forma seta, più adatta; per si vuole trovar intrecciati più filidi più bachi;e il e non dere il filo della seta in peso del bacaccio tela una racchiuso nel bozzolo aiuta a far nare dipa- il filo aggomitolato. La ringraziograndemente curiosità di e d' avermi questo miracolo fatto vedere sta que- d'ingegno,di destrezza e pazienza. Mi conservi il suo e mi a£Fetto, Suo abbia sempre affezionato devoto e per amico Lambeuschini. Raffaello Firenze, 10 luglio1853. 22. Chiarissimo Fui due mesi signore. in villa: tornato, trovai gratissima del 27 ottobre non chiedeva le la sua lettera Nel settembre rispondo. colla qualeella mi ebbi alcuna di lei lettera, lettere di vari ad Ugo Foscolo pubblicate per p. p. cui tosto del Tipaldo.Se l'avessi avuta, avrei figlia ben tosto speditoa lei le lettere stesse. Gliele mando adesso, dirette al signorLo Mounier, com'ella m'indica,giacchéle ]^ nozze ho della pronte,donatemi dal plare Tipaldomio amico,che altro esemLe spedisco sotto fascia. Conobbi ai poi ne donerà. lEbscolo Molena madre di passatila sorella di Ugo Buòina dell'arciprete PasqualeMolena, ora parroco di MagUano nella Diogesi di Treviso. Da essa noscere signora io venni a coquantiabbaglicommise il Carrer nella vita di Ugo, in seguito far nota, quando alla e di alcuni anzi vorrò buona alla villeggiatura. venturo stagionetornerò l'anno H Molena alcune lettere di Ugo tutte di suddetto conserva byGoogk Digitized 301 — — le qualieglivorrà scegliere, e corrispondenzafamigliare, non so qual uso poi farne. Non le crederà forse meritevoli stampa. Le affatto della lume; e solo per suo ch'ella che T edizione dell'Epistolario, perchèveggo questa accenno cosa non se ne potrà compie, non se ne potrà giovare,come che egualmente giovare di quelle(e con maggiore scapito) il cavaliere Albrini gelosamentee goffamentequi a Venezia or custodisce. Me le tutta protesto con la stima Deyotiss. Francesco Yenezia, 9 novembre servitore Scipione Fapanni. 1853. 23. Amico pregiatissimo. In cosi del 5 corrente quellasera di piacevole della vostra vedervi in che l'occasione per cui vi aveva Quei versi furono letti e di chi li pensieroprudenteche alta voce. Vedete d'animi! mia casa mi vien fatto assenza, l'animo in cui mi e mentre tristizia di stato mi dolevo il bel recapitare sonetto fatto invitare vi ammirati, e gustava, destavan facevan sarebbe tempi,e riva. suggescaldavano rammarico di nascere mentre sul ad leggerli non forse anche chezza fiac- di non dar presa a chi volesse premeva della sullo e d mab'gnare riunione, a malincuore scopo dovei convenire Ma che bisognavafar suonar troppo forte le vostre rime. Io ve ne ringrazioperaltro, e le conserverò unite al discorso del SalvagnoU e ad altri versi che mi furono offerti in un che starà sempre libretto, appiè non della statua del nostro che gli fu economista a testimonianza del culto reso. Credetemi veramente Yostro affezìonatiss. amico Cosimo Meleto, 13 Ridolfi. giugno 1853. Digitizedby 302 — — 24. Gentilissimo Eccovi avete non mai amico, l'olio di Romagna, ossia i miei caratteri da qualche secolo;non perchèio vi che veduti bia ab- potuto dimenticare,ma d'incomodarvi. Colla perchènon presente vi ho avuto raccomando cessità ne- damente cal- il latore che è il bravo Ciardi,celebratissimo per le sue illustrazioni e cementi alla'Divina Commedia, ilquale vorrebbe dare in codesta città delle Lezioni Dantesche;né del dubito pubblicofavore il per lui gusto suo quel che e fareste la subito che si comincerà pel antico e Coraini,9 fervido amico sempre Casimibo casa saporare as- squisitaerudizione. Fate sua Vostro Firenze, di ad Basi. 1853. marzo 25. Pregiatissimo signoreOrlandini, già innanzi nella traduzione Ugo Foscolo,il signorLe Mounier Trovandomi su Parga di del bel libro mi ha tato esor- per esaminarvi i diversi raccolti per scriche il grande scrittore aveva documenti vere quellastoria. Non potendoper ora allontanarmi da di fare una corsa a Livorno Firenze, e nel tempo medesimo sapendocon quanto alla bellissima edizione delle opere che le anime che dicerto è il migliormonumento amore di Foscolo ella lavora veramente temo di pregarlaperchè non gli possono inalzare,, data ella mi agevolila via in questa parte di lavoro che è affide' quali nota di queidocumenti Le accludo una a me. mi fanno mestieri glioriginali, e che con impreteribilmente italiane molta debbono probabilità trovarsi tra i Mss. della Labronica. Io spero che la indicazione di ciascuno,così come traducendo letteralmente dall'Inglese, è stata notata da me byGoogk Digitized 303 - le porga lume di Foscolo con bastevole — frugare fra le molte quel resultamento che ella,non a scritture mono che desiderare. La prego di far prestoperchèil io,dobbiamo tende (s'intempo urge, la stampa è incominciata,e il mondo ella col culto di Foscolo seri pochissimiche come bano l'affetto puro e vero in cuore delle lettere italiane) aspettacon ansietà di leggereun' opera tanto calunniata, celebrata tanto tanto e in Italia ha nessuno Mi creda vera con sostanzialmente e che pregevole, potuto vedere. amicizia Sno Emiliani Paolo Firenze, 13 affezionatiss. Giudici. luglio1853. 26. Orlandini, Carissimo quasi sempre colle lacrime agliocchi,tanto fatta ho dovuto piangereper la perditache noi abbiamo ! Noi lo abbiamo dell' amico Vaselli. Povero professore perdutoper sempre questa notte alle tre, dopo quattro giornidi malattia. Non ti so dire in che stato sarà la sua ho coraggio di salire le scale. In Per ora non famiglia. questa vita ci abbisognamolta rassegnazione,e tu in poco tempo hai dovuto fare grande esperienzadi questa verità. Io ti scrìvo Addio. Perdona le poche paroleal gran Tao dolore. aifezionatiss. amico Aurelio ? Siena, 11 Gotti. maggio 1854. Giovedì. 27. Amico Se fossimo il bisogno che darvi. Il ratissima caro. insieme,piangereivolentieri mi con voi: ecco sento, e l'unica consolazione che potrei è la procolpoè troppo forte,e troppo terribile, spettiva che pur troppo ci sta dinanzi per quella sventuLa Tefamiglia,che quasinon è più famiglia. byGoogk Digitized — ed io resa ne è discorso avanzo 304 — al mondo figliuoli terribile. Quanto a me, più mi la capisco,ne so come debbansi parliamosempre per ogni verSo nella vita,meno sei : con plice! riguardarequestiavvenimenti : felicechi ha la fede del semE a' miei figliuoli che dirò io? Forse la impressionepiiiforte che io abbia avuta là,fu dall^Adelina, la una gagliardae tenace stretta di mano l' prima volta che ci vedemmo dopo il fatto crudele;del- Adelina tanto indocile alla commozione ! riservata, e quanto soffre, Quanto ha sofi^erto, e pur troppo quanto soffrirà ! Ella forse è la sola che abbia,là in quella famiglia, tanto la di tutta la sua sventura, e tutta la piena consapevolezza senta: oh quanto,quanto deve soffrire! Della madre non parloperchènon vi son parole,e perchèso pur troppo.... Ho trovato qualchelettera di quell' angiolo: ma le bozze le ho più,e mi pare le riavesse raccontino non del caro dal Gigli. Non lei. Bisognerà prenderle c'è quasi sera che studiando qui solo solo non me la vegga dinanzi. Addio, mio caro; vorrei dare a voi,vorrei,e la Teresa divide proprio di tutto cuore questo mio desiderio,dare a quellagente qualcheconforto che fosse più giovevoledel incatenati dai pensieri assidui, stringenti pianto,ma legati, della proprianostra famiglia, ci resta mezzo di seconnon dare fuor delle paretidomestiche del cuore. gl'impulsi il dolore,e pensate,mio caro, Voi fate di dominare — pensate che se io debbo me la mente, la penna e l'opera stesso sei a tanti voi figli, dovete tanti che guardano deferenza di figlio, voi con e da voi aspettano a e possono la paroladi vita in questitempi di morte. ottenere La iscrizione vostra mi piace:è la voce dell'affetto: è una mia stiticaggine, invece ma più mi piacerebbe, se di accogliele belle spoglietrovaste parolenobili sì,ma più usuali: ne intendete il perchè. a e Addio. Il Tostro S. BiÀNGIABDI. byGoogk Digitized 306 — ufficio? Venite — parleremo:io e do il tratto aUa bilancia. Addio. L'antico collegae amico immutabile V. Salvagnoli. Firenze, 17 luglio1854. PS. Scrivo male — perchè ho di penna ferro,e odio il ferro fuori del campo. 30. Mio Duolmi da in di proposta una signore, caro avere non e la un da nome alla risposta scrivere il qualesia lettera Tutte sua. le persone e non conosciute, indegneche un padrepotesse cazione parte aspettarda loro una buona istruzione ed edudi figliuoli furono già collocate ad esercitare questo me nobile officio.Ne s'ella dentro ho parlatocon pochi giorninon lettera,segno sarà che ogni amico un vede mio; giungersiuna ricerca nosti'a è ma mia tornata indamo. La di salutarmi prego al nostro Enrico che io ho lui delle Storie Veneziane Mi vogliabene i caramente Mayer, e presso di me del Romanin. sempre, e mi creda di dire fascicolo per un tutta V anima con Obbligatissimosuo S. Cbntofanti. Fisa, 11 agosto 1854. 31. Mio Mi buono due faceste tissima vostra Rare Orlandini, caro volte mi e e la è cortesie in una; gra- delVavvocato Achille Carmi. conoscenza accaduto compito.Fate qualiritengola incontrarmi le mie in giovinecosi alla sua congratulazioni byGoogk Digitized 307 — tale da formarne compagno questa è riserbata sulla terra alla virtù. egregia fidanzata la se felicità, Poco al feci — che sorti poteiper rispondereaUa vostra fiducia e zione debito mio verso quel giovine al qualeho posto affenelle sincera si appalesala sua grandissima,come e lettere di che fece lietissimo mi onorato. e finito è aggiornataall'instampa della edizione epigrafica La deve se effetto per avere la inettezza 7 mesi i quali in degli intraprenditori; fatto nulla nel A della senso vero hanno non parola. ho tardato gliincomodi, moltiplicarvi non bile incomprensi- a dervi rispon- che fosse escito alla luce Fumile accetterete Io come So e sincero povero ma che scrivo al modo come penso e credo possa vedo Con né detta il cuore, e giovareai vìvi la ricordazione dei buoni. che ai tempi nostri Ma che io seguo. grande scritto che spero segno di affetto. a piccolada è ingratae questa età chi nulla soddisfazione dell'animo vera sensibilissimo del colèra ritorni intera e irrisa la scuola si muta non vuol non mi in né cosa dagliuomini. intendo il declinare che per mi tenne ogni rispetto voi. Voglia Dio che a agitato,pensando principalmente mi Non e la perfettala tranquillità siate così poche consolazioni Sono di salute dei vostri caratteri. Ho avaro nel mondo da blica. pubtante meritarli. cuore Affezionatissimo P. Pistoia,12 settembre PlBTRO vostro CONTRUCOI. 1854. 52. Chiarissimo Do con tutta signore. V anima capo d' anno, valendomi ella dai Romani, come alla S. Y. Chiarissima d' una buona il buon costumanza, venga da Lucilio, possiamoraccogliere byGoogk Digitized 303 — Ovidio Plinio e stati aboliti dalla adottati medio dal o Chiesa tollerati alcuni o cristiane cerimonie con natalizie che — molti sarebbero quale ed perchè romani, usi combinare perchè si potevano ste come ricordanze, appunto le fetutto il giorno d'oggi; e con e durano poi dell'opportunitàla valendomi nel evo, volermi prego tere permet- di manifestarle i miei dubii e letterari in linguistici ad importunarmi,siccome genere, tuttavolta che sorgano mi arriva di presente. da di sapere Si desidera me a quellache corrispondente toscana ciò che una non o voce abbiamo ripetein ogni uom intercalar,e che i Francesi dire siavi se noi per significare discorso,vale a suo refrain,vocabolo dicono nell'Alberti che mentre corrisponderebbea ripetizione, si vuole che ripetizione non valga il nostro intercalar ; ed il Crocchietto (dicui parlo io non sapendocome appagare nella mia lettera a De- Agostini)ricorro a V. S. perchè la bontà di venire in mio aiuto. vogliaavere Il chiarissimo P. nella Paravia pretenderebbeche il nel Dante [Iniversità di Torino R. verso suo abbia pie fermo sempre era il più basso del pie destro,onde il dire pie fermo « Sì che inteso " lare par- pie destro e torni allo stesso. Ne scrive al C. abate insinuarglidi edizione nuova Ella nella interpretazione sua del Vocabolario Toscano. trovasi in cui La lettera al l'anzidetta nella potrà vederla sembrerebbe e Gazzetta interpretazione Piemontese, 311. Tale d' della caso col brano Manuzzi N° far GiuseppeManuzzi, avere Non ci torna, non interpretazione l'autorevole di lei disturberà,a fare colla giudiziosopra lieti saremmo la medesima. siffatto propositoper se soverchiamente;e pregandola, però non entro attediarla in discussione e volere usare sua gentilissima cioè colla cara a meco, come delli 11 ultimo ebbe non la bontà la di settembre,spiegandosi loquacitàche cagionò a me ed byGoogk Digitized al 309 - Crocchietto — piacere, inesprimibile passo un a dichiararmi coi sensi di stima particolare lei;chiarissimo signore, Di T)ev. obb. servitore G. S. Francia. Gasale,primo dell'anno 1854. 33. Mio La carissimo lettera mi vostra che intiero,senza lagrima di ha turbato quanta V anima tutta per Orlandini. : io essere V insanabile ferita da cui fu cuore, se bastò a vostra correre gronda sangue ed interrotte quanto profondadebba il vostro colpito tuttavia;se disacerbare V immenso gliata scompi- potuta legger agliocchi una compassione.Dalle paroletronche che mi scriveste io rilevo con V ho non sentissi mi fieramente e povero consolazione veruna a£Fanno ; se V anima da tanta iattura,quasida fulmine atterrata, amò meglio abbandonarsi vostro alla desolazione d^ una trista solitudine.Oh mio carissimo ! il vostro sublime e cupa entusiasmo dolore,questavostra quasidipartita daglistudi,dagli dal mondo soli e sovrani amici, quegli per idoleggiarvi vita migliore, esseri adorati che vivono una nare per soggiorin ispirito con essoloro,che mi fa ben manifesto sempre nel qualesia siete divenuto lo di cuore tempera affettuosa. £d nobilmente se la assai assai dell^anima vostra sensibile eccovi la più caro, e ragione perchè mi infinitamente più che della fortuna vi sorridesse splendorpiù lusinghiero di tutto io sarò povero, ma non perchè di tutto, se volete, e d' affetti.Scusatemi, mio questa volta uso voi d' con e uno buon ; Orlandini,se in stile piùfamigliare ; ma il commovimento mia non È toscana ch'io provo in questopunto entro l'anima assentirebbe che mi servissi di altro linguaggio. inutile che mi vi raccomandi di cui vi scrissi.Se non è per la nuovamente trovarla possibile sanese byGoogk Digitized 310 — sarà — meglio pistoieseod una Insomma io mi commetto superiore. giovinedel Yaldarno pur che Voi avete un'anima tutto all'amor vostro. bella ed affettuosa farete tanto del vostro meglio, in sul pensieroche debbo essa servir tutto dilettissima.E senza per la famigliaeh' io ho sovra più,pregandovi di scrivermi qualchevolta,di serbarmi tra i vostri amorevoli,ed abbracciandovi un posticino di mi cuore, vi ripetosempre e poi sempre Affettuosissimo vostro J. FlNAZZI. Bassano, 15 giugno 1855. 34. Carissimo Odoardo mi signoreOrlandini, fatto aveva un della lettera del cenno ed io stava per rallegrarmeneseco Niccolini, lei,e pensava di far altrettanto al quasi riguardo Niccolini pure mente stesso,quando giungemi la sua che mi trascrive esattaquellalettera. Essa è un documento preziosoper chi sappia valutarlo a dovere, ripensandoaglianni che sono passatitenebrosi e solitarj pelnostro illustre amico. Io vogliolasciare a lei là cura di ringraziarlo ancora per le confesso usate me a gentili e mio, riguardo p arole per poi che aspettoora con impazienzala prossima sua gita Firenze per aver a poi precisacontezza dello stato in cui ella lo avrà prego altresì quando ella verrà di quellerighe,ond' io riveda di portarmi l'originale qui que' caratteri amici strada mezzo a ritrovato. La che per desideravano ferrata si per compagna; non più antichi di rivedere. Sento che la tempo vanamente riapredomani, eh' ella verrà Vittorina,ma tanto qui oso venerdì. sperare ed io scrivendole — i suoi sicché sarà per questo Lo dica se eh' ella abbia non le ne ne ha ad tempo averla faccio neppur byGoogk Digitized -311 ha parola,sapendo che — che la tratterranno cose ancora questa settimana. costi al Comunicherò amico comune e Centofanti professor maestro mi intanto e Suo del la lieta nuova confermo sempre affezionatissimo amico £. Mayj:b. Fisa, 7 1855. marzo 35. signor Orlandini, Caro Questiquattro umilissimi fiorellinibianchi sono ii^soli che all'orlo del sasso che io abbia trovati e potuticogliere il luogo ove ripola pietà d*un Ingleseponeva a segnare sano le ossa di Ugo Foscolo nel cimitero di Chiswick presso Londra. stessa Le felci e piccole Sebbene tomba. sacra le erbette ella cresciute liquie, re- culto alla memoria d' affetto del suo di noscente rico- amico Dalgas. Gustavo LÌTorpo, 17 sulla di tali già possegga gradiscaqueste pui*e, per dimostrazione quel Grande, e come e discepolo sono agosto 1856. 36. Gentilissimo La signore, ringraziosenza titolo di cortesia la libro delle con sua fine d' avermi traduzione pregiabile Io GeorgicheVirgiliane. lode, e quantunque mi confronto Mi creda Di manchi coli'originale, nonostante sta, mi è sembrata una mandato bella ho il per solo del primo sentito parlarne tempo di farne avendola letta il come poesia. sinceramente lei servitore Devotiss. obbligatiss. Filippo Ugolini. byGoogk Digitized 312 — — 37. Carissimo Dopo sua letto nello aver non lettera, vivissimo signor Francesco, che ho provato.Io scoli in commemorazione che gli scrittori non buono si mostrò bravo viva la memoria imitabile esempio aveva e le gloriedel pericoli averlo veduto né doveva era certo masta ri- era con pensiero di ricorreva al E il Conti pure a che i buoni i le volte che udivo tutte e non poteva perdutola ricordanza,perchèanch' averne son cui m dividere co' suoi amici voluto in Lombardia. Trenta senqpre che generoso me queiruomo là. Ella ha fatto benissimo e del della vita campo ; di lui mi pronunziareil nome i due ot»u- e cittadino. A di piacele per certo pensavo gne lasciato di parlarecoi de- avessero e generos» e ho veduto non del Trenta ; paroledi quellaparte bella dal manifestarle il tenermi posso ne la Spettatore la muovere tutti le voce saranno con egli raggio: co- scenti ricono- questa protesta che ella ha fatto contro le presenti E caro una disgrazia, signor Francesco, vergogne* che alcuni letterati dei nostri giorniseparinolo scrittore ed è maggiore,e dirò anche è infamia quando dal cittadino, Vorrei che l'esempiodel lo fanno per interesse personale. coraggio fosse imitato da molti, e che si udissero più suo spesso questigiustirimproveriper il bene delle lettere e di della patria:i qualiancorché sarebbero scusi Mi se almeno l'ho una bella tutta avessero cacia, l'effi- protesta. importunatocon questa chiacchieratina: potuto farne a meno. benevolenza,e mi creda non non ho Stia bene,mi conservi la sua affezionatìss. Suo A. Gelli. Firenze, 4 luglio1856. byGoogk Digitized -314 — 39. Egregio caro e signore, prima d'ora così per la gentilezzaond' ella ha rispostoa qualchemio desiderio, affetto eh' ella ha come parte di quell' per dimandarle una Era debito di scriverle mio i buoni studi. quelliche coltivano con amore cominciato signorMayer ha già in certo modo a muovere questa corrispondenzafra noi due, ed ora egli le presenteràquesta carta in cui io, per dirla col Caro, le fo obbligo della mia sincera stima ed amicizia. E come mento se questa fosse già da lei accettata,io con iscusabile ardi- per tutti L'ottimo affretto subito mi volere a quando a a farne mio pregandolaa qualchesua bella prò, quando mandarmi di cui io ai prosa e poesia pel Giornale La Donna ad essere di dicembre incomincierò il Direttore. E eh' ella mi darà benevolenza? una che Mi ami questo bel paroladi preghiera,e aspettareuna che il mio sua desiderio è creda mi e vero segno della sua graziosa se io aggiunparrebbedi farle ingiuria, gessi tosto Mi primi Suo non mi rimane lettera la qualemi adempiuto. con molta stima anzi altro assicuri col fatto ed affetto obbligatiss., affezionatiss, serv. ed amico L. Mkroantini. Genova, 25 novembre 1856. 40. Ricevo dopo l'appunto ho sua in cui mi la partenza delle scritto all'amico dimanda 4 la vostra Enrico l'indirizzo del d' ieri : per ad una in replica Buoncompagni per in propositodel De-Sanctis. Ho saputoche,morto scrivergli in Paravia, per la cattedra di eloquenza italiana erano byGoogk Digitized 315 — il Mamiani predicazione non vuol ne vuol sentir sapere, so non critico; poi come mi nasce di del non mi pare quest'ultimo. Addio. non Governo. Il scrittore come il sia ne però Buoncompagni la vi comandazione rac- Majer. Certo,tutto considerato, gareggiarecol De-Sanctis,soprattutto e Tommaseo non So d'uno concorrono. merito, e pel quale Tistesso Mamiani eh' è ma dal numeri svizzere. Checché appoggiare presso chi possa che Mamiani che ha che il Tommaseo quelche valga per una cattedra: non fine stia nei panni del ministero piemontese;inil dubbio s' eglipotrebbecosi su due piedi so dopo molti il Mamiani ma so che farà il non ancora meno dubbio senza lasciare le università prometto Tommaseo; parlared'impieghisalariati De-Sanctis ha e e il e — pera; si ado- lungi di valere il De-Sanctis. Del resto, punto strano l'interesse che prendete a Amate il Vostro G. P. ViEUSSEUX. Firenze,li 2 aprile1857. 41. signorFrancesco, Pregiatissimo Con la adempio che più viva per la mezzo emozione di dell'animo queste due righe del e al cuor mio dovere sacro m'incombe di renderle persona le graziele più distinte e sincere del gentilissimo nimento propoverso degna sua cosi apprezzabilenel suo primo concetto, e con ed esquisitezza tanta cura condotto per uli»mo ad ottimo steva termine, di render di pubblicodiritto tutto quanto esidi edito ed inedito in fatto di produzionidi ingegno del dilettissimo mio nipoteGiuseppe.Qualunque poi sia il giudizioche ne emett^anno i pochi veri e idonei conoscitori in tale argomento, egliè fuor di dubbio che byGoogk Digitized 316 -- in agliozj domestici seno — ed alla vita di famiglia,quel libro avrà immenso sempre per i miei pronipotiun lore, vaed essi potranno trovarvi un tristo pur troppo, ma al tempo medesimo dolcissimo lenitivo alla crudele fatalità che si immaturamente gliprivò del preziosoconforto della parolae degliammaestramenti Ella si in alcuna ove patemi. comandi colla più intiera libertà, e con possa obbedirla, perfettastima conservi,mi io cosa ed affettuosa amicizia mi creda Il suo sempre . (levotiss.obbligatiss. servitore Gio. Battista Vaselli. Siena, 12 maggio 1857. 42. Mio signore, caro Crederei fallireal debito verso la S. Y. s4o molte che gentilezze punto in gravissimoche mi corre affrettassi a ringraziarla delle mi non usa, le mi che nulla feci per ricevuto con moltissimo a me si convengono qualinon meritarmele. liano piacerel'AutografoFoscodel quale io la ringrazio infinitamente. Qualche di non tempo fa trovandomi possessore di altri autografi di farne una minor pregio dell'ultimo, io mi proponevo Ho raccolta e di formare presagiredovesse riuscir ora rispettabile: però facea mi sono si affacciano ognor più difficoltose riuscir nelP intento,si che mi son quasipienamentesconfortato. accorto a che il desiderio mi museo un che molte Per cose potere,forse in farebbe dei miei desiderii, qualchetempo a nido da questo visitare cotesto di sapere di conoscere la e parte,giungereal compimento d' uopo natio eh' io mi borgo selvaggio,e mi bel suolo Toscano Oh, gentilezza. patria di Dante togliessi per è e pur di che cassi re- fu sempre ch'io amo molto Michelangelo!Più byGoogk Digitized 317 — volte fui sul punto di porre ma infermità continue dalle qualinon e in effetto il mio da cui fui proposto, e afflitto, quasi sempre libero ancora, yo Presentemente — lo hanno me impedito. buona ad una promessa giovane,la qualefu V unica mia consolazione gentilissima legatocon sono una neglianni della sventura,ed alla qualepotrò unirmi (piacendo a cherò Dio) nel venturo settembre. In allora forse io varfra le molte TApennino, e la S. Y. di persona conoscer Per avere nuova una dolcezze che ed stimo quelladi mente. grande- avrò amo di lei io accetto di buon memoria di cui vuol farmi grado il volume delle poesiefoscoliane, graditodono. Circa alla maniera di mandarmelo, io non Dimora in Borgo Santrovo miglioreoccasione di questa. Giuseppa Sepolcroil marito d^una mia cugina per nome dal qualericevo spessissimo libri ed altri ogGiovagnoli, getti in breve tempo. Ove un tal libro potesse avere la preghereia dirigerlo al medesimo circolazione, libera per la quest'ora avvisato. Dovendosi ella fra breve in Firenze, potrà di quiviimpostare il recare di aggiunger preziosovolume. Perdoni V ardire,o signore, fa piccolosacrifìcio di mandarmi brighe a lei che non avrei risparcreda che gliele un' opera di tanto valore ; ma miate l a fosse in è prepotente, brama me se minore, come posta, avendolo io a di ricevere i canti divini del mio Son Foscolo. lieto di sentire eh' ella abbia di donare in animo all'Italia una compiuta biografiadi quel sommo. che il Carrer ne vedo bene dovrebb' che essere. scrivesse la vita molto con gli valse questo non Forse,anzi certamente far a Dicesi ma affetto, l'operaquale mancargli dovettero eccelso sventurato risguardantiquell' ingegno.Io attendo con ansietà questosuo lavoro,e credo che le frutterà non piccolagloria. tante notizie necessarie Fatto animoso quiappresso mia. Creda però dalla bontà il sonetto del suo cuore, di cui le tenni eh' io lo faccio con io le trascriverò parolanell'ultima vergogna. byGoogk Digitized 318 DOPO LA DI UGO GRAZIE ALLE DEGL'INNI LETTUKA — FOSCOLO. Sonetto. Quel leggiadrocantor,cai Greca Carmi Con È ispirònell'itala favella. delicato verso, mente nostra dod disviata usa fella, e delle Grazie infusa e DesYanza gentil qnanto più bella, Che men ogni mente dolce Erudito Cercan Che sien core e cortesia arte, con lira, vezzosa ogni più quest'opre parte. oscura sta4} sprone nuovi a tutto il bel che dentro vi s'ammira Vince le grazie istesse al paragone. S' ella mi manda il suo saver, del Ah! ornai ricusa cosa mia, meravigliandoin quella. Amor, pudore di mettervi che a si d'Amore M'ha La masa faccia delle poesie, il volume nome. Mi ami e mi creda con grazia tutta la stima Di lei servitore Devotiss.,obbligatis. Albini. Amato Salcedecio (pressoBimini),11 maggio 1857. 43. amico, Pregiatiss. * Anch^ io ho 14,anzi 28 versi per nozze da farvi sentire. ì nostri versi, se posteri, pure a' posterianderanno si maraviglierannoche in questitempi verseggiassimo. cizio Ma saranno posteriminchioni, perchè non vi è un eserintellettuale che più sia degno de* tempi grandi o miseri quanto quellodel poetare con animo cittadino. Alla I byGoogk Digitized 319 — fin fine diranno quel che - noi vorranno: ce non remo. cure- ne Addio, carissimo fratello in Apolline. V. Salvagnoli. PS. r ultimo ma A Del — meglio mi scordavo. Bellissimo è il sonetto, pensieromi lascia alcunché da desiderare.... il resto. voce « Firenze, 23 del 1858. 44. Mio Ieri il caro e amico, pregiatiss. signor Felice Le Mounier la bozza mi trasmesse cesco stampata della sua bellissima Biografiadel nostro FranBenedetti,che lessi con indescrivibile piacere.La trovai egregiamente scritta con fluidissimo e vago stile, ottima lingua,e con amena tura. disinvolcon e piacevolissima Nulla ordine ed dirò dei fatti stati descritti evidenza. Insomma alle opere del nostro mio Orlandini! Ma quei due destare alla sua insieme tutto lavoro,e merita assolutamente con di esser ammirabile è simo bellis- un posto accanto illustree sfortunato amico. Bravo sonetti su Roma e qualcheosservazione? Non prudenza ed esperienza. sulla Italia Mi non rimetto su il potranno ciò vorrei.... signorLe Mounier la bozza V ho pregato mi avesse fatto il piaceredi favorirmi, oltre i due se delle opere del Benedetti promessimiper quanto esemplari io ho contribuito alla edizione, un' altra copiaper questo nepote dell'Autore Giuseppe Benedetti,a cui io povero vorrei fare un ne presente,onde la potessetenere per del suo illustre parente. Una delle due copieme memoria la riterrò, V altra la passeròalla Biblioteca dell'Accademia Se Etrusca,di cui il nostro Benedetti era socio. Nel rimettere al — byGoogk Digitized il potesse patrocinarmi presso signor Le Monnier questo favore,mi farebbe piacere. Intanto mi confermo sincera con Sao stima attaccamento e affezionatiss. amico ed serro A. LOBINI. PS, Nel Nella — luogo corretto tolta la Non ho che voluto di errore il L6rini la traduzione parola Lorini risentire della mia Cortona, un parla che raffazzonava Caselli,ho amico. ho il discorso ove ohe bozza gli eredi nedetti vide il Be- del d^Anacreonte vi ho e stampa. del sostituito Caselli si un sero potes- testimonianza. maggio 1858. 4 45. Pregiatiss. signor Orlandini. Le scrivo epigrafie in breve il per bel suo per le belle riletto con un ringraziandolamolto che sonetto ho toscani manca piacere,e a cui pei lettori non qualchenota appiè di pagina; e questa darebbe nuovo rilievo air ultima Le mando in affinchè ella ci dia per mezzo m' indichi i del scritte poesiegiocose mano- buona una signor occhiata, e nel Giov. volume me esclusi e scritto, mano- le parranno al caso, la prego d^ accennarmi le poesie chMo fra le stampate a lei già da me correggere deve far conto nel manoscritto dei annesso da il Fabrizzi mandarmi ri- componimentiche end' io possa correggerli. Intanto medesimo per il signor Fabrizzi già gior mag- chiusa. libretto le mie un tanto sol- designaticol dovrei Non rimesse. componimenti lapiso già compresinel stampato. Qui fa ora I libri del molto freddo : ella signor Alessandro tissimi,poich^egliha avuto se guardi e ne Torri la mi bontà stia sano. sarebbero gra- di offrirmene byGoogk Digitized un byGoogk Digitized NOMI A CUI FURONO Bittheuser DELLE INDIRIZZATE ALCUNE Matteo, Pag. Bon-Brenzoni Caterina, 255. LETTERE PRANCESOO DA Muzio-Salvo ORLANDINI. Rosina, Pag. 281. 276. Capponi Gino, 257, 279. Centofanti PERSONE Niccolai Giulia, 279. Niccolini Gio. Batt, 256, 275. Silvestro,267. Panizzi Craufurd Giovanni, 265. Craufurd Odoardo, 248. Antonio, Pellico R. De-Larderol Francesco, 274. De-Larderel Ottavia, 280. 263. Silvio, 258. Console di S. M. Sarda in vorno, Li- 267. Dussauge Corinna, 278. Ercolani Luisa, 252. Ferrucci Caterina, 257. S. A. R. Amalia Augusta di Leuch- temberg, 254. S. A. R. il Prìncipe di Carìgnano,282. Foscolo-Molena Rubina, 268. Francia, 269. Guicciardini S. A. A. R. Sua Leopoldo II, 258. Eccellenza missarìo Holland, Hudson Manzoni Martini 264. d* I- talia,281. S. Piero, 251. R. il Prìncipe Ereditario il Lord delle Alto Isole Com- Joniche a Corfù, 266. Gurney, 260. Alessandro, 256. S. A. il Duca Schouw di Bedford, 260. Giovacchino, 261. Francesco, 283. Vannucci Mercantini, Mittermayer, Atto, 250. 277. 263. Witte Carìo, 262. byGoogk Digitized NOMI CHE Albini INDIRIZZARONO Amato, Casimiro, Bianciardi S., ALCUNE Pag. Arcangeli G., 285, Basi DELLE 29+. 303. Castinelli Centofanti A., 319. Mayer E., 310. Mutti Dalgas De Francesco, Laugier, Bidolfi Cosimo, 301. Gio., 298. Bosini 288. Paolo, 292. 302. Pietro, 289. Thouar Scipione, 300. Alessandro, 318. Torri C, 290. J., 309. Ugolini Filippo, Bubina, Foscolo-Molena G. S., 307. L., 297. 311. 291. Battista, 315. Gio. Vaselli Viale Galeotti Filippo-Luigi,298. Salvagnoli Vincenzo, 298, 305, 318. Fapanni Fra"cesco Francia 305. 284. Emiliani-Giudici Finazzi 296. Gaetano, A., 291. Beumont 311. Gustavo, Ferrucci 314. Pietro, 306. Filippo, 292. Furia Del 299. Silvio, 287. Polidori Cordova L., Giacomo, Pellico ANDINI. 306. . Contrucci ORL BaflFaello,Pag. Lorini Milanesi 295. B., 289. S., FRANCESCO A Mercantini L., 293. Carrer LETTERE Lambruschini 316. 302. Capponi G., 287, PERSONE S., 321. Vieusseux G. P., 314. Gelli A., 312. Gotti Aurelio, 303. Zobi A., 321. Digitized byGoogk INDICE. Proemio I. Pag. Fanciullo — 1 Emigrazione Ginnastica H. Estero — al Giglio e Studente — madre. Ex-frate — Zio nerbatore prete poesie del Sannazzaro Il — La — Benedetti Protesta — Buon — secondo del di esito del Sonetto — — primo il contro Lettera famiglia panello cam- riscossa non crazie. di due mancanza Maestro 17 Dissesti — — della silio Ba- 11 aglistudi legali malo esame, IV. — Don Siena a Avversione per natale Lo — Le — puerilità sfratati gli stranieri. contro — tiranneggiati il Metastasio e alle Colle di ausiliatrice povera Maestri — la terra Seminario Fanciulli ITI. — spensierata 11 — Guerra patriarcale Lucignano a Miracolo '22 morale sulle contese Capei Scuola — letterarie Amore — — cinto Gia- — Sonetto — tera Let- frequentata d' Italia Elegia per poco al padre Addio — a Lucignano. V. Professore — I tempi educatori — VI. — Livorno a nuovi — scuole due Servilità alla Francia — liberali di — I padri Gli — israeliti I debiti. Maestro libero Vaselli a economico Conoscenza — Colle — Controversia — del Articolo su — Giusti Sapiente - Virgilioe amicizia Letture le sue dei del sici Clas- opere — fra l'Orlandini, l'Arcangeli, il Vannucci il Tommaseo ignobili 41 scrittore e Pareggiamento e 35 Le Tre — Crestomazia periodi eccellenti d' autori — ignoti, non Traduzione delle byGoogk Digitized Georgiche travagliata Sonetto — scultore VII. del Consolazioni di scoperta Fatiche improbe Scritti fuggevoli. — VITI. — Poeta — Patriotta grazie Gentile Scoperta — Difficoltà del — Voli della lirica foscoliana — Vaselli del Collaborazione — 8H Pag. — 90 del fino Pio Nono 48 96 il Primato e Visita — V Ardoino. poema: al V Arnaldo Capogiro universale -— al Niccolini Gabriele Rossetti Medaglia a Dialogo — dell' illustre Lettera — civile Frammento IX. — del Foscolo Donna La — Nuova — le carme Manoscritti — frammenti lavoro Bartolini a Vita famiglia una Anacreontica. — Redintegratore — d' salvazione Eroica — benemerenze sulle — al Niccolini Sonetto — de' per Triregno al Inno — Papi verso r Italia. X. Patriotta — 48 dal Guerra d' oro della Anarchia lezioni livornese Rinunciamento Lettere italiana Indipendenza Languore nelle •— — — 112 59 al di Missirini Persecuzioni — di Pellico e — tremendo — disperate — della Fuga — Molti confortatori — Espugnazione di Livorno : momento Odio Terzine agli oppressori Sigaro — liano ita- Costituente — Consolazioni catena Il Cittadino — parte della far a La — — L' Orlandini maestro pedagogia di Fanciulle Lettera del d'Azeglio Pellegrinaggio Versi per l'Albo di Superga a Visita al Superga Pellico Scritti Cupa malinconia Epigramma — — — — — — — — vari. XI. — Padre della Locuzione del della statua farla per commissione esuli nello cavalier — sanesi Due Piramide — di formare lettera della società trionfale della di Pio zetto Boz- società una la — lone Spil- sul sonetto dell' Orlandini brani -— riscossa,e non del Pollastrini Lettera — Passeggiata a La Lettera — — panico Pazzi data —Costituzione Spettatore — 147 Tentativi — eseguire simbolico Gli Dante di statua pubblicata biografìadel nono : — selli Va- Timor Livorno. byGoogk Digitized 327 — XII. Cooperatore — di Napoleone L' Orlandini a XIII. — Livorno Firenze a Lettera — Direttore dei in Vittorio Il 27 Emanuele Aprile 167 — Consigliere — di Ricasoli. Fiorentino 173 prognostici Tribolazioni — Direttore un Due Pag. civile di e — Liceo del Fallacia — rivoluzione della Parole — Quante — fatti edificanti ne Doti — avesse Esortazione — cessarie ne- dini 1'Orlanlasciar a l'ufizio Silenzio Molestie per la statua di Dante sulle persone Canzone alla madre Firma ad un — — — atto solenne — Inaugurazione della — Testimonianze — versi — onorevoli Documento di -— di Dante statua Pubblicazione autorità morale di alcuni Discorso — sul dovere. XIV. — Malattia Primi di e religione — Infermità — 203 morte sintomi di malore Seduta mortale tempestosa Estremi — versi — Pensieri — Aiuto-direttore momenti Esequie Parole pronunziate sul feretro. Iscrizione sepolcrale — Alcuni — — — APPENDICE. 223 I. Onorificenze II. Versi scelti III. Alcune Lettere Nomi minuta fra Francesco delle persone da Nomi a Francesco di Francesco delle persone Orlandini a 225 Silvio Orlandini Francesco lettere in IV. di le Silvio sue Orlandini vate tro- 248 carte 284 Silvio Orlandini cui furono indirizzate lettere alcune 323 Orlandini che indirizzarono alcune lettere a cesco Fran324 byGoogk Digitized byGoogk Digitized