ORLANDINI
FRANCESCO
NELLA
SUA
VITA
E
NEI
SUOI
SCKITTI.
Digitized
byGoog
FRANCESCO
NELLA
ORLANDINl
SUA VITA
E NEI SUOI SCRITTI
(COMPILAZIONE
STANISLAO
BIANCIARDI.
-•ot*»;»
FIRENZE,
TIPOGRAFIA
DI
G.
BARBÈRA.
1868.
byGoogk
Digitized
^»
T~t^^Ut.3.
HARVARD
COLLEGE
NASH
rJi^D
LIBRARY
^
byGoogk
Digitized
dottor
e
la
confortano
il
come
e
a
sapeva
egregio,
difficile.
non
panni
la
pubbHco
letta
al-
e
mi
io
dere,
preten-
esporre
altro.
non
zia
amici-
gagliarda
ed
riescire
le
luogo
troppo
seguenti
riuscire,
che
quel-
alimentare
debba
per
ed
voglio;
ispirare
sieno
al
io
sentì
secondo
In
comunque
destinate
chi
può
me
narrare
;
detta,
cuore
amicizia,
da
arte
mi
Primieramente
:
nessuno
d'
poldo
Leo-
fratelli,
cara
una
pensieri
opera
questo,
che
r
d'
due
un'
suoi
Or-
dottor
signori
Antonio
compongo,
non
i
memoria
Silvio
Francesco
cav.
m'invitarono
landini
E
del
parlare
A
non
acquista,
Digitized
ne,
pagisono
com-
byGoogk
VI
—
prando, ogni diritto a
agliamici.
il devoto
sata
in
Per
chi
che
sa
amico
la
di latta
di gemme
e
gli è
assai.
e
mio,
degnamente
attingaforza
ai
nuovi
;
E
—
l'
del-
gradiscajpure
non
qualunque siasi lavoro?
vi
non
oro
incas-
amore
gioventù italiana,
estinto
questo mio
che
reliquia,
l'insigne
d'
reliquiario
un
dedicate
; son
bisogno di vederla
sempliceteca
una
censura
venerare
ha
non
—
di
Chi
sa
apparecchiarsi
destini,leggendo di
queste peregrine virtù nobilitate da
una
scienza tanto
desta,
mo-
e
vasta
e
addolcite da
profonda quanto
una
rarissima
lezza
genti-
di affetto?
byGoogk
Digitized
FRANCESCO
ORLANDINI.
Digitized
byGoogk
byGoogk
Digitized
ORLANDINL
FRANCESCO
i.
FANCIULLO.
SOMBIABIO.
Emigrazione patriarcale
Maestri
spensierata
—
la terra
natale
Guerra
—
alla
sfratati
—
Don
—
Ginnastica
puerilità
BasiliQ
Il
—
Giglio e
del 'a madre.
.
In
si fosse trovato
a
avrebbe
Un
piccolacarovana.
quadrato
uomo
e
chiudeva, a
bella, con
poi
vedevasi
un
due
fra
un
Oelandini.
e
i 50
seduta
donna
asino
della
in due
cinandoti
Avvi-
guidato a
avresti distinto,
carovana,
cestini
mano
a
da
la
giovane
—
al centro
e
tirato da
carro
una
un
anni,
fanciuUetto,l'apriva;
bambinetti, manifestamente
.
i 40
in
da
montato
figliuolosulle ginocchia.
accomodati
di
potuto imbattersi
qualche distanza,un
buoi, sul quale
su
celle,
un
chi
1806
Poggibonsi mena
calessino
robusto
al fianco
cui sedeva
dell' anno
per la via che da
Gemignano,
San
una
e
di autunno
mattina
una
guisa
un
di bar-
contadino,
gemelli.
1
2
—
Era
la
famigliaOrlandini
in San
dimora
la
sua
di
Poggibonsi,sulla
a
strada
andava
che
risoluto
di
e
schiettezza,
e
da
ma
fiero,
molti
di
lodevolmente
amministrata, stanco
i
possedeva beni
di
fabbricare
modesta
una
contrista
tano,
Gae-
era
di antica
da
anni
Il bambino
ove
fatto
sulle
nocchia
gi-
era
parlaredeglialtri,
non
tura
quale la perditaimma-
(benché sia passatopiù di
ancora
lui
di fare i fatti
di recente
aveva
casa.
Silvio del
quel Francesco
conduce
penati a San Martino
suolo,ed
materne, per
fissare
largo.Il quale
dalla tenuta
trasportavaora
altrui,
Siena
calesse
cuore
Pietrafitta,
per
a
Colli,nei pressi
ai
guidatoredel
padre: uomo
probità e
che
Martino
Firenze. L' atletico
il
—
un
gli amici, gli antichi scolari,
gli
anno) i fratelli,
ammiratori.
l'ho
non
Questo bozzetto,quasi direi patriarcale,
io
come
ma
perfettadi
cuore
Orlandini;onde
narrando
i suoi
Dio
lusso povero
qui per
già messo
compendio
che
non
è
regnò
della unità
simbolo
sempre
nella
famiglia
lo vedrai,
dato,e tu,lettore,
di Francesco
genitorie
e
di rettorici ornamenti,
Silvio,
perderemai
di vista
i fratelli.Famigliesiffatte,
voglia
che
moltiplicarle,
non
saranno
mai
troppe,
fra noi.
Nella
nuova
dimora
gli
Orlandini
menarono
byGoogk
Digitized
3
—
vita
una
i
i
accudivano
genitori
aiutavano
saltando
rigogliosi,
alla ruzzola.
subentravano
Il solo
e
futile
starsene
si
trastullo,
sé: onde
corse
Un
cappella,e lì, non
vedeva
paratorie
di
d'
ogni incomposto
spesso raccolto
della
fiori
e
atterrato
gliorpelli,
serio
e
quale talora piacquegli
maggiori con
curando
de'
di
lungo
gli
studio
un
tratto
e
a
in terra
cartoni,sciupati
il campanile,e frantumate
campanette di coccio.
—
Così
nare
me-
candelieri
caddero
carte-glorie
i
in
canti,
strilli de' fabbri-
cominciò
sacerdoti,
in
pertica,
d' agrumi trasformata
stanza
sfiaccolatee disperse;sfondati
con
cattivo tempo,
era
sui
acquistava,
inconsapevole,
botte spietate
: onde
vasi
sassi,o giocando a
Quando
forno d' una
dai fratelli
e
prosperie
armatosi
giornofra glialtri,
al vecchio
de'
della natura, che
cresceva
Cecchino,sdegnoso
a
napoleonica.
gli altarini.
fratelli un' autorità
fare uso.
li
tirando
o
i tempi
alle faccende di casa,
V opera
quellalibertà campestre
palla,0
bufera
dalla
travagliati
maschi
figli
in
lo consentivano
tranquilla
quanto
terribilmente
Mentre
—
avesse
due
egli potuto,
abbattere, senza
quellaperticasterminatrice,
riparo,tutti
i
nelle
giuochisimili,a
siffattestupideprofanazioni
a qne'tempi,
qualila fanciullezza,
rimbambiniva,e quasi imbozzacchiva;né
ancora.
byGoogk
Digitized
•
4
—
caddero
sventuratamente,
il
di tempo
ordine
per
panni opportuno
dire
di
ma
già adulto,saputo
nel
che
fu visto mai,
non
,
carte
giocarea
pronunziò in
e
parlassea
lui
Ah!
di orrore, che il
da
vederne
altri
giorno,
terzo,forse
»
forza
tanta
con
tapino,benché
allibbì;e
direttamente,
lui
deva
spen-
del
un
di tale malattia per tutta la vita:
avremo
caro
quel biasimevole
rammentato
repentino«
passatempo, un
Anzi,avendo,
qualche ora
presenza, mentre
sua
bella posta, aveva
di biasimo
giovanea
un
pensiero,
Silvio aborrì
la vita sua, toccare le carte.
in tutta
ed
oblio presso
Francesco
come
ogni giuoco d' azzardo,e
sempre
si
nel meritato
popolo nostro.
Qui, non
a
—
esempi
vera
non
fu guarito
potenza,
di
pocói,
non
educatore.
A
rabbonire
ciuUetto
distruttore mise
nella
aveva
il fanperò gì'impermalitifratelli,
nientemeno
ricorderò sempre
che
e
capocomico,
tutti,serbando
quella di. re.
quel paludamento
messo,
ombrelli. La
dei
con
se
mi
Io
«
reale di cartone
insieme
a
fratello
(sonparoledell'amoroso
Leopoldo)di quellacorona
altri fratelli e
scenica rappresentanza,
una
qualeegli,inventore
assegnato le parti a
medesimo
vecchi
su
e
dì
incerati di
cioè degli
parte dei sudditi^
contadinetti del vicinato,era
byGoogk
Digitized
di
quella
dietro,e
correre
panni, al
consueti
obbedire, vestiti
dei
monarca.»
Probabilmente
quella
per
ripugnanza
sua
alla
spensierata ginnasticadella ruzzola,della palla e
del
sassi,Cecchino
tirar
le proprie fisiche
fratelli,
fin
forme
di
armonia
d'allora
onde, s'egliebbe
ordito, annunziò
gracilità,che
certa
una
forze:
buon
e
degli altri
svolse,meno
pure
poi,
pur
troppo, manifestossi negli ultimi suoi anni.
Il
intanto
padre
d' ordine
po'
in
oramai
pensava
di mettere
un
apparecchiareai
quella vita, ed
cui sopratutto, e più
figliil pascolo intellettuale,
assai che
ma
in
e
molto
1'età
una
meno
ei
maestro, id-est
in
casa
Erano
'
essere
recossi
in
Un
sua,
e
la
a
;
facile ora,
il
un
cercare
vere
prete pedagogo, che volesse vi-
facendo
lezione
la
figli.
ai suoi
in Toscana
capitaleformicolava
per
Francesco
allora,trovarne
Firenze
di costoro, movendolo
soggiorno,che
è tanto
non
doveva
stati di recente
conventi,
Uno
isolata
campagna
Ond'
modo.
lo portasse,anelava
non
soppressii
di frati sfratati.
forse il desiderio
del ritiro,
e
tranquillità
di
un
l'assicurata
larghezza della cucina,potesse in qualche
modo
le
rammentargli
la cella
e
il
accettò
refettorio,
profertedell' agiatopossidente.
Irreprensibiledi condotta, piacevoled'aspetto
byGoogk
Digitized
6
—
e
frate,fors' anche
di raodi,e, per
Don
assai
Basilio,si
presto
chiamava
bene
e
—
proprio così,ebbe
insegnatoagli alunni
che preparava,
parte dello scibile,
allora,ai
di
giungeva la
Silvio serbò
e
d'amore,
V antico
di costui
che
nel
che
maestri
De'
buoni.
In
troce
uno
dente
ca-
mano,
dei fratelli.
crebbe
anche
più
dei
Basilio. Furono
Don
a
qualisappiamo
a
dire,tutti
non
frati sfratati.
timo,
1'ul-
segnatamente
come,
condotta,piena ragione
loro
ad
popolareche, somigliandoli
condanna
inai
essere
non
a
una
^
questo tempo
sventura.
compleanno
di bontà
*
vecchio
la
stringergli
a
ad
giubbilante
successero
lì
gratitudine
dell' alunno, pel contrasto
cuore
pietanza,li
magra
di
ormai
quella ricordanza
dettato
Fin
più tardi ricercò del-
trovatolo
diedero,colla
q^el
l'uso
lingua latina.
di quattro,e, curioso
meno
a
anni
e
lettera
Veramente
amorosa
;
secondo
tal memoria
molti
quella
l' impegno. Francesco
e
Fucecchio, corse
scriveva
ne
della
scienza
maestro
in
e
rudimenti
sua
po' giacobino,
un
Frate
e
la
famigliafu colpitada
Il dì 11
—
di Francesco
di senno,
sfratato
e
cavolo
maggio 1813,
la
Silvio,
madre
dovè, giovane
risc«aldato
non
un'
settimo
sua, fiore
ancora,
fu mai
a-
buono.
soc-
'
7
—
d'un
alle conseguenze
combere
di morire
Prima
—
ella voluto
aveva
e si dee
cinque figli;
da
culto per
Che
la memoria
altri che
al sonetto
di
me
Mia
gigliofra
la
del defunto io
di
mano,
una
ella
non
mio
si ricordò
n' ebbi
fui costretto
annesso
presso
suo
bolica,
iper-
la
di
mondo
quel
un
pianta
teneva
padre,che
mio
forse due mesi
migliore,e
desiderio.
finché col
trovarle
veranno.
pronota
una
una
nuovo
alla villa suburbana
Dopo
nel
il
sciagura,
tanta
ospitediletta
cura;
a
un
ad
di averla nell'orto
da
sopraffatto
più
anni, io raccolsi
e
a
espresse
passata in
padre
povero
scorta
ma
glialtri suoi fiori;
era
in
siepe,mentre
passeggiavacon noi,il desiderio
dopo
è
non
lo
parlassi,
(cosìegliscrive
i bronchi
fra
;
religioso
vita,un
avendo
riportiamo)
fanciullo per
domestico
nel
egliistituì
tutta
stasse
re-
Francesco
culto qui
religioso
madre
che
bacio
seguenti,forse troppo minuti,se
agli amici
«
quel
di lei.
la locuzione
i fatti
baciare i suoi
di
mente
momento
poi
mantenne
e
cuore,
quel
che
credere
incancellabile nella
poiché sin
parto immaturo.
alcuni
luogo
gnato,
desi-
volger del tempo
asilo nel
detta
Siena, già appartenente al primo
dino
giar-
il Frato
dei miei
amici.Professore Giuseppe Vaselli,ed oggi a'suoi
figlied
eredi.
»
byGoogk
Digitized
8
-
Ecco
il sonetto:
La
dolce madre
fra i
Spuntar
Ma
mia
dumi,
e
MADRE.
ti vide altero
desio;
sentì
ne
pensiero
suo
nell'orticello mio.
trapiantai
poi che
In bando
Qui
ti
amico
Questa
lui
al mio
donato
avea
tragge
a
Sii sempre
in tuo
vero
un
Iddìo.
Ed
far lieta altra
me
Fossa
onorar
sempre
core
or
che
*
amore
togliealla madre,
Prego che,quale a
Onde
impero
natio,
piansiestinto !
di luì
nata
il crudo
cacciò dal suol
portai,dove
Anche
la
di fortuna
mi
santo
E
MIA
tosto, ahi! giacque;io pien del
E
E
DI
GIGLIO
AL
Ti
—
candor
ti
famiglia;
pòrgi,o fiore,
del
padre.
specchioalla figlia.
Ottobre,1858.
L' altro fatto è la
nel
volle
1820
terra di
che
o il pellegrinaggio
visita,
fare,quasi sempre
Sovigliana,
presso Empoli,luogo di
di
quellamadre
idolatrata. Alcune
si
noti,25
anni
dopo) dipingonoal
iti cui vi si
*
n
pedestre,alla
sonetto
sestine
vivo
pubblicato in
occasione
di
(scritte,
quelgiorno
portò pellegrinando.
fu
nascita
nozze.
10
-
Co' santi
da
stava
lunghi anni:
V umile
Gli siede incontro
Ove
del
Ove
pria che
già
propripsen
L'ultimo
mi
ascendesse
donò
bacio
Dopo qualche tempo
solo
undicenne,piuttosto
per
nutriva;
all'Eterno,
anzi
-
materno.
il vedovo
nozze.
rendere
medesimo
Vedendo
ornai venuto
della
di Val
sé
a
altre
era
mi
trovandosi
genitore,
dei
il maggiore
cinque figli,
con
madre, che
casetta
1845.
Settemlre,
29
maschi
in vetta
colle solitarioella dormiva.
D'un
passò ad
—
a
una
loro
il tempo
seconda
una
seconda
poi che
quattro
di entrare
9 chilometri da San
perchè vi frequentassero,
come
moglie,
per i
pubblicaeducazione,limandò
d'Elsa,distante
le
esteri,
quali
a
al tirocinio
Colle
Martino,
scuole del
seminario.
Digitized
tizedby
II.
ESTERO
AL
SEMINARIO
DI
COLLE.
SOMMABIO.
Fanciulli
tiranneggiati
liatrice
Le
poesie
Narrare
e
Zio
Lo
—
Ex-frate
—
prete
Benedetti
del
tutte
le
del
senza
corrispondente
i fanciulli
dalla
non
sapevano
alle
sevizie
e
affetti
domestici, presumevano
alla
cuore
deliziosa
il torto, così
la
presentendo
ragione.
con
quasi
come
i
ciechi, serbando
il
troppo
Intanto
gran
tempo
un
divampata
; mentre
chiuso
credono
Era
più rassegnarsi,
tormentatori
in
quel
lunga, spiacevole,
cosa
utilità.
scolastiche
stranieri.
Cecchino,
povero
fiamma
gli
—
dei quattro fratelli,
italiani,scaldati
nuova
ausi-
povera
il Metastasio
contro
vicende
triste
soggiorno, sarebbe
e
Protesta
—
segnatamente
La
—
11 Sannazzaro
—
nuovo
quale
nerbatone
nel
bero,
river-
per
in
Europa,
mute,
pecore
tati
genitori,tormen-
pertinacemente
degli
vicendevolezza
ne'
figliverso
facilmente,
certi
dispetto
e
i
come
maestri
nuovi
i precettori
oggi
tunicati,
tempi,
Digitized
a
byGoogk
12
7-
—
guisa d'aguzzino che più strapazza,quando se
senta
ferocia
con
di mano,
scappar
maggiore
Furono
i nostri
zio
"
scolaretti collocati presso
con
belle
omelie;
in
riandandole
mai
più
Il frate
quali però
età matura,
benché
sfratato,
largadozzina,faceva
il
cibo, spesso
mal
condita
conoscenza);e
sua
amministrate
propria di
dovè
Cecchino
ad
una
sa
povera
varrebbe,per avventura, a
di
coloro,che,
sentenziando
sui tentativi di certi laici
cocoUare
di
nuovo
tissime
frequenluttà
vo-
viscere di
altri argomenti,
dimostrare
il
troppo presto
dabbene,vorrebbero
l'educazione
più
donna
larghezzae
sieno
cosa
poco
di campo
padre. La quale,quand'anche mancassero
torto
aver
scarsi,una
ristoro busse
per
non
non
quei miserelli :
coli'efferata
chi
Silvio,
quelli.
a
correvaiio
il nostro
volte,per sfamarsi,ricorrere
di
dire
sola insalata
a
dei
e per verità,
esigesse,
stentare
ristretto
(onde
anche
prò,
Francesco
soleva
ragione,perchè i tempi
con
ad
nella diocesi per certe
simili
vaniloquii
udito
bene
prelato,Stanislao
decantato
delle
un
genitorecercò propiziarsi
quel buon
era
Gentili,
alcun
senza
lauto desinare. Quel
un
Conti
cui
ben
raccomandati
prete, e sebbene
al vescovo,
forzato,incrudelivano
que'ribelli impotenti.
su
ex-frate là parroco,
uno
il
lo
in-
fra noi.
byGoogk
Digitized
13
—
Un
bel
ad
giornoFrancesco,per {sfuggire
maledetta
r ultima
di casa,
nerbatura,scappò
volta dalla
in tal modo
di
toglierein
Della
ritornò
padre; il quale,chiarito
quelleincredibili angherie,risolvè
tronco
povera
Silvio serbò
dal
una
rifugiossi
e
donde
protettrice,
sua
San Martino
pedestrea
di
—
i suoi
queir inumano
a
donna
Francesco
protettrice
sua
incancellabile
figli.
ricordanza;e saputo in
Livorno, quando trovavasi qualche agio di spendere,
che
eir
era
si affrettò
un
sempre
a
prete dabbene
denaro,
viva
vecchia
é
farle pervenire, per
amico,
suo
gruzzolettodi
un
servigiresi
ignota,per
molti anni
addietro.
Così tenace
viveva nel nostro
Erano
—
di
mezzo
questa semplice direzione.
con
gnosa,
biso-
e
ad
Di
—
venienza
pro-
giovanetto
un
anni!
passati 35
la memoria
Francesco
d;elcuore.
E
lo zio prete di Colle?
nipotiei
diede,primo
di lettere.
dei
non
Vagliata e
con
Francesco
stacciata
volumi
i
certo
un
ben
male, purQ
della
bramoso
numerosa
sua
Metastasio
del
poetiprediletti
buon
gusto
la questione
b«ne
Sannazzaro,che questilesse
piaceregrandissimo.Il
erano
né
dati
raccoman-
offerse egli al
proibiti,
nipotino,fra gli altri
un
biblioteca,
ai
ben
facesse né
di tutti,a
libri
Sebbene
e
e
rilesse
zaro
il Sannaz-
canonico,e
byCoogk
Digitized
14
—
in
delle scuole
genere
quei tempi. Poche
—
dava
ombra
della diletta
E
costoro.
a
Comunque siasi,le
napoletanodiedero
che
poetici,
do!cirono
poi
e
ad
bel
un
circa in
il solito nerbo.
anno
a
dello
all'insaputa
e
che
nostra
di
zio
V umile
italiano dovea
era,
tuttora.
Il
e personetti,
sino
e
Silvio ebbe per
vere
nello scri-
emulo
studi,ed
Salvagnoli.
certo
prete) procurarsile poesie
Francesco
Benedetti
imparò quasi tutte
nel 1811
lui,come
potuto (come, s' ignora,ma
aveva
ad-.
solitiversi latini
anni,i
Lì, Francesco
versi,Vincenzio
di
patriottiche
fu per
le solite odi
compagno
Intanto
impulso a quelli
troppiluoghi è
tre
per
imparatia memoria,
un
colico
bu-
Silvio nobilmente
di seminario
solito De-Colonia
leccato
la vita.
tutta
L' educazione
il primo
agli
l'evirata dolcezza.
del
rime
Francesco
a
abbrancavano
ritraevano
ne
sui destini
o come
istinto,
certo
un
si
spiritodi corporazione,
dicesi,
studi
allor venerate,
già,tremando
Arcadia,per
i qualipiù
scrittori,
a
scompigliata,
zione
emancipa-
regole fino
tante
e
sfera
fino al Cesarotti: che
salivano
quellasua maschia, benché
da tante
bassa
pretine di
raccomandava
fortuna »
a
e
sottrarre la
a
eh' ei lesse avidamente,
memoria.
Il poeta
Napoleone « D'Italia^
gli ricordava
penisola«
che nato
del Franco
al
byGoogk
Digitized
15
—
»
artiglio
per comporla
crudo
delle odi liberissime
a
Lord
calde di
prima
a Murat,
patriottismo
mente
forte-
III, scosse
Silvio,che
Francesco
volta sentì di
avere
patria;
una
lo portava la tempra schietta virile ardente
come
dell'animo
suo,
onde
il culto
più
solo. Del
quel sentimento
della
Che diede
quasi incredibile
ed in
in
Passavano,tornando
ch'era
di
atto,
un
allegraservitù,
i campagnoli.
e
striaci
Napoli nel 22, gliAu-
folla di
del
Campo,
e di
cittadini,
Romana
ad
denti
stu-
trarli
incon-
solo
da
quella gazzarra.
si
la gente
le bande
ove
uno
giovinetto,
nostro
poi
musicali
sogliono,
egregiamente.
come
un
né
vita,con
sì poco. Formicolava
suonarono,
arrivo,1'amico
vedere
fu
non
cuore
godere deljo spettacolodi quel trionfo
sulla Piazza
Forse
sua
fuori della Porta
costato
austriache
suo
fra i chierici
da
Siena. Gran
accorse
per
la
:
religione
divenne
pronunziandopure
prova,
quei tempi
giovine cresciuto
per
nel
madre,
auspicandotutta quanta
solo si astenne
Saputo
tappò
in
udire,e disapprovòpoi
quei suoi compagni che
lui. E
nazione;l'autore
in
Ferdinando
immaginazione di
allora per la
ed
e
Bentink, a
r
e
—
non
taneo
spon-
dell'imminente
volle
casa
: non
con
acerbe
avevano
fatto
quante volte l'ho udito io medesimo
role
pacome
deplo-
byGoogk
Digitized
—
gli affollamenti
16
—
tempi
assai
d'infaustissima ricordanza,qui nelle
posteriori
città
rare
di
Toscana,
ad
ogni mostra
e
il
inconsulti
vedevansi
r indifferenza
ad
che in
ogni
di milizia straniera!
»
ei soleva
«
a
mostrarci
alla fine il nemico
indomabili
banda,
L'astinenza
dire,accordando,giusta
costume, colle parole 1'esempio
suo
di
suonata
e
a
bero
bastereb-
incorruttibili: onde
disperatoabbandonerebbe
»
Digitized
by
presa.
l'im-
18
—
In
Sto
e
un
e
leggiio
non
m'invisco,
Poco
studio
men
capisco.
e
finiva
salute stiam
D' altro
Veramente
nelle
V
ai
comune
cari studi
pagine
d'
nelV
poi,così
così.
la
antipatiaverso
giovani di
poco
Giurisprudenza
svegliatache
mente
d'
allettevoli di Giustiniano
Francesco,vuoi
con
plauso
avendo
di persone
primo
anno,
erasi preparato, che invece
campanellofatale,avrebbe
A
lui venendo
per
come
Dio
poco
con
rara
quellescienze,
avversione
e
fatto
afdel
svogliatamente
di udire il
suono
del
visto il bidello :
in tortuosi
Susurrargliall'orecchio
Pure,
inoltrato
all'esame
presentossi
quasi certo,così
di
lodate,perfino
goffamenteallora insegnate,un
Ond' ei
e
lare
tempra partico-
per
giogo del Pindo, nutriva
indomabile.
dai
trabalzati
tratto
un
letteratura,tentato
amena
r erto
anno
qui;
ingegno,vuoi perchè troppaerasi
e
felicità,
così
ben
classici trovansi
Graziano;ma
r
Tonino:
con
Nelle
Di
è
pìccolcaiderìno
Poldo
con
—
un:
giri
Si ritiri.
volle,il campanellosuonò.
—
Nel-
seguente però la ripugnanzain lui cresciuta
byGoogk
Digitized
19
—
contro
quelliesosi
studi
dalle
sottrarre,
gliconcesse
genialioccupazioni,
per prepararsiall'esame,
sue
soli venti
volta il
paura. Ma
presentòsenza
camf"anellorimase
che rimase
bile,gliazzeccò questo
nelle tradizioni scolaresche
poi
l'uso di
quellaUniversità; e forse,seppure
è
dura, non
suono
Ben
Fuse,
E
bronzo
o
alla fucina
nera
esecrato, iniqua mano;
ti tuffò neirinfernal
Draghignazzo
quel
dimenticato.
ancora
te di Pluto
questa
davvero; onde lo
muto
di subitanea
scolare,preso
sonetto
del passato
giorni:pur nondimeno, memore
successo, ei si
di
—
riviera
vestito da magnano.
r
,
Campana
Poscia
a
del
danno
Bargel,qualcheversiera
ti fé del germe
umano,
Finche, addolcita V indole primiera,
A
asino
un
Ed
Deir
titol mutando
or,
Università sei
Oh.
cresci sempre
E
Me
servisti per
se
or
chiami
Che
e
subietto,
non
campanello:
maggior gloriaeletto;
Purgatorio,oh
!
giocondo
suona
quello
al Cielo il professor
più tondo.
Eppure, questo,
Francesco
e
col dolce tintinnio
al
chiami
a
campano.
della
che
sua
deludendo
le speranze
famiglia,
parve
di
infortunio.
byGoogk
Digitized
^D
—
riesci,così
manifesto
le cose,
vanno
spesso
-
—
che
sapere
ristaurato nel
granducalein Toscana,
del
commissario
non
cambiale
vera
fossero fra
fra le anteriori
Orlandini
cambio
un
che
di
tratto,*
le
e
che
buona
videsi
avventura
per
una
parte dell' aver
anche
ad
suo.
genitore,più amoroso
peritatodi
carriera
più grave,
molto
contraria
alle avverate
lunga, ed
incerta. Bene
Orlandini
che
mandare
quattro
ogni
tratto
allora fermò
l'abborrita
iii vero,
inclinazioni
del
fu
dunque
per
la
ma
giovane,
famiglia
sasse
quel campanello ces-
illusione ed
Y animo
ogni tormento.
nella risoluzione di
cupazione
un'oclegge,e scegliersi
che
glidesse
dal mantenimento
esonerare
Francesco
il nostro
promettente
il silenzio di
più omogenea,
di
spogliato,così
a
avviando,errore
tempo alla Università;
per
abbandonare
far differenza
appunto impiegato
aveva
erasi
Francesco
cambio, le quali
tano
all'Editto;e Gaeposteriori
provvido,non
un
il governo
1816
tolse il valore
commercianti,senza
quel buon
d'
e
gliosi,
principe Rospi-
Granduca,
Ciononostante
un
il
alle scritte di
egregie somme,
ad
figli
vero
un
bene.
Bisogna
di
ad
di
modo
dio
ezian-
sé, la
mata
stre-
famiglia.
L' occasione
non
tardò. Nella
GasseUa
di Fi-
byGoogk
Digitized
-21
dell'anno
?renze
1624
dei
di maestro
nitativa di
lire 800
molto
potevano esser
vi
non
accadeva
coli'annuo
le condizioni
Certo
pel nostro
cesco
Fran-
andavano
più
ognor
stando:
disse-
Francesco
che, siccome
negli
compiacevasidi raccontare,spesso gli
ei
altre,
riscuoterla di due
imitabile
così
comu-
fari
tempo da perdere,poichégliaf-
era
lettera
una
mancare
toscane.
T impiego
di trovarsi le tasche del tutto vuote. Una
volta fra le
posta
scuola
Valdichiana
in
ma
migliori,
tal segno,
ultimi anni
vacante
Maggiori nella
famigliasi
della
a
fu annunziato
Lucignano
stipendiodi
—
al
dovè
lasciare più giornialla
perchè
crazie
per
non
poteva disporrea
ed
(14 centesimi),
tutti coloro che
rispettodi
sé medesimi
era
sicuro di
credono
non
contraendo
leggermente,
vergognavasidi
prestanza,perchènon
plare
esem-
biti
de-
chiederle in
poterlerestituire.
byGoogk
Digitized
IV.
MAESTRO
LUCIGNANO.
A
Sommario.
Miracolo
morale
Amore
lettera
alla
colla
la
di
un
di
gola
da
esame
comunale
a
ci si presenta
Ora
fatti
quei
ai
giovani,
il codardo
:
lui
^ra
giovane
Capei
due
non
che
maestro
Foiano
al
giovine
in
virtù
dinanzi
al
conferito
il posto
dell' amico
nostro
gli era
Lucignano.
vita
nella
smentiscono
per
indole
mi
riesce.
ignoto
dato, potè offrire
~
mane
setti-
di
sostenuto
o
per
—
Con
ancora,
al fratello
ricacciano
e
educazione
cfuelle
in
(franchi672), e industriandosi,come
a
ben
portava
e
sulle
Lucignano.
a
cancelleria
dalla
Montesansavino,
maestro
Giacinto
per
giacque per
così
Lettera
—
partecipazione officiale che,
splendido
Vicario
—.Addio
luglio 1823,
11
Francesco
di
che
Elegia
—
padre
posta veniva
data
dello
al
Sonetto
—
frequentata
poco
d' Italia
letterarie
contese
La
Scuola
—
e
molli,
800
lire
piccolo paese,
in
Antonio
in
quei tempi,
i mezzi
Digitized
per
byGoogk
23
-
-
,
laurearsi
e
matricolarsi in
studi,prima
da
sé
medicina;mantenere
solo,poi
coir aiuto di
l' altro fratello Leopoldo :
la
Farmacia.
la
al fratello Giuseppe
sua
Firenze
compiere in
Così,grazie a
dini si riebbe.
veramente
di
F.
il forte
costante
e
medesima
natura
V
glistudi
di
S., la famigliaOrlan-
^Miracoli morali
—
tonio,
An-
esso
con
finalmente,
e
cooperazionedi entrambi,dare
il modo
agii
a
paionoquesti:
me
volere innalza sopra
uomo.
Scandalizzati assai videro i pretidi Lucignano un
ribile,
e cosa
forestiero,
piùorgiovanotto
neppur dottorato,
in fama
di
di
intruso
liberale,
quel posto
che
secondo loro,
spettavaa qualchetonsurato
diritto,
del paese.
suol dirsi
Quindi
dotta
persecuzionesorda,o
una
Silvio ; il
contro
gesuitica,
insegnare,mentre
avrebbe
infiammata
e
a
come
quale,nato
graditodi volgerla
buon
sofiferseil rammarico
giovanetti,
sua
in
ad
rola
pa-
di attenti
numero
di vedere la scuola
A quel tedio però,ed
pochissimofrequentata.
che sentivasi
maltalento
que'preti,ei
sarà discaro né
onorevole
in
quel tempo
disutile
alla memoria
assai brani di
giovane che
una
lo
sua
aveva
nelP animo
rifugioneglistudi
trovava
Si diede
crescere
verso
suoi prediletti.
alla storia. E
non
né
agli amici lettori,
di
al
poco
lui, eh' io qui riporti
lettera scritta nel 1833
consultato
sulla
ad
un
sequelaver-
byGoogk
Digitized
24
—
gognosa
delle
—
dispute,
degeneratein
contese
risse,
e
fra i letterati italiani.
Caro
«
))
Ufficio della
altre arti
vi è
Amico,
come
letteratura,
sia maledetta. Ma
non
serva
i letterati sono
perchè più specialmenteavvezzi
ilbello,
contraggonouna
di
o
disprezzare,
almeno
piccolomondo,
vive
e
e
si crea
a
cercare
e
lare
specu-
delle
degli
idee
sue
esso.
un
Quindi
regna troppo buona
fetto
questo di-
e
civiltà minorarsi, estinguersi
mai.
altre
Due
forse i
cagionihanno
reso
più ringhiosidi
P intolleranza
la
religione;
rabbia
dei
gP
tutti
Italiani letterati
gli altri
passatitempi in
del
fatto di
delle fazioni civili.
Circa alla,prima, bisogna riflettere ch^ altre
scientificoera
volte tutto il patrimonio
ed
cherci,
così
irritàbile^
i trovati
si delizia in
dalla crescente
non
»
genus
circa al fatto dell'arte loro ;
può
mondo:
un
curare
fra i letterati generalmentenon
»
questo sco^o,
a
certa viziosa abitudine
non
che ognuno
emuli,mentre
armonia
le
scienze,è di miglioraregliuomini. Se
o
letteratura che
una
di tutte
in
fieri nelle
stessi modi
loro pure
mano
il Santo
in
mano
dei
Ufizio.Uomini
dispute teologicheportavano gli
nelle
cose
letterarie,
seppure
talora
ne
byGoogk
Digitized
26
—
scuole
gliargomenti in
vide solo i
—
barbara
in
e
roghi deglieretici
e
baralipton^
condannati
per
cose
teologiche.
Verso
»
il 1400
Medici
dei
mente.
Il
di Cosimo
per opera
il platonismovenne
si
peripateticismo
le menti,ed eccoci al
.
risentì: si riscaldarono
delle
principio
vero
fu atteso
non
o
secolo
con
vergogna
del Padre
alÌQ
di
se
femose
Claudio
o
letterati di
dovesse
si strapazzarono
fra
talvolta fra loro
Apollo,venner
del
italiano. Ebbe
vari
prin-
il
GiorgioMerula,letterato milanese,circa
lettere che
nuove
altri nei
ferocemente
dopo questionajpono
miscellanee
furono
ed
con
più accanito; e questi letterati,
Poco
e
Valla
grossolanevillanie. Il Poggio
il
Poliziano
detto il Petrarca
decimoquintoacerbamente
questi fu
iiUe mani.
rarie.
risse lette-
fu inteso. Il Poggio,il Filelfo,
non
Giorgio di Trebisonda,il
cipiidel
Lorenzo
insegnatopubblica-
Ciò che di platonismoaveva
o
e
primo. Nel
sto
secolo decimose-
(sebbenepiù moderate) le
Tolomei
col
volevansi
^
chiamarsi
Trissino,per
altra
questionecon
secolo sulla nostra
italiana
le
beto
aggiungere all'alfa-
il Tolomei
quel
stioni
que-
o
lingua,
toscana, fiorentina
senese.
»
Quasi contemporaneamenteil Castelvetro
contro
il
Caro, per
la
canzone
a
veva
mo-
Venite al-
Digitized
by
27
—
r ombra
veduto
aveva
in
dei gran
giglid' oro.
perire ogni
cui tutto si decideva
la
Ufizio,
Varchi
e
—
italica
dal
del
indipendenzaed
colla totale oppressione
stato
dai terrori della
contro
Inquisizione
concitatigli
dal
è infame
Il secolo decimosettimo
della Crusca
rabbiose
parte il
troppo pedante Castel-
ma
vetro, ridotto in miserando
santa
del Santo
cui prese
terminò
illustri,
più debole
secolo che
un
tribunale
lite sopraccennata,a
vari altri
In
»
suo
mico.
ne-
le
per
lunnie
ca-
il Tasso ; ci
contro
.
richiama
alla memoria
le
accuse
le difese del
e
le questionidi
SegretarioFiorentino,
fiorentine fra
della
Crusca; ed
condanna
»
San
primo
loro,onde
Pio
poi per
l'accusa
e
avevano
dato
già
notarsi
cantra
vigoreal
nuovo
ancora
detto secolo le questionidel Tassoni
e
Cosimo
Quinto,Filippodi Spagna,e
Santo Ufizio. Debbono
tavo
V accademia
nacque
è infamissimo
demie
acca-
del divino Galileo.
Granduca
prò
alcune
sulla fine di
e
di altri letterati
il Petrarca. Al secolo decimot-
vina
si riferiscono le risse che ebbe V illustre Gracon
vari suoi
Settano dettò le
sue
contemporanei,e
satire:
non
Arcadia, le questiónifra
impotentiatleti
lustre P. Grandi
i
per
le
quali
l'
che le scissure del-
gesuiti,ultimi
ed
coli'il-^
dslla filosofia aristotelica,
e
coli'abate Lami
(che in questa
byGoogk
Digitized
^8
—
occasione
gatorie
dettò le
Menippee)ed
sue
purè, sebbene
secolo
giunto alla metà,
ha
di
più
lingua,per
lo
il Monti
futili ed
ira- ha
senza
criticare vilmente
udito il
non
omai
ricevuto il
che il dolor
Uccelli
supplantatodal
Da
»
mai
hanno
sembra
suo
avere
mignani
visto il Carverso
e
il
«
Poscia
professor
emulo
deve
alla
nella
fratellanza,
tendere
Componeva
servito in Italia allo scopo
la letteratura,cioè
cui
a
digiuno,»
del
e
tuttociò si può asserire che le questioni
letterarie non
tratto
il
tato
ten-
Zoilo. Ha
Classicismo
primo
il
riso
prima
aver
questionaresul
potè
nuove
senza
colpo di grazia.Ha
ed il Rosini
più
il
duto
ve-
Carmignani
nel fare da
la questione del
Romanticismo,nella quale
ed
provocare
e
l'Alfieri;
cogliereil premio
visto sorgere
ancora
orgogliose
; ha
Coureille rispondergli,
dopo
di
non
sentito rinnovellare questioni
scandalosamente
non
dissensioni;
De
altri promul-
sostenitori della novella filosofia.
Il nostro
»
—
pure
verità.
il nostro
»
all'unione,
—
Silvio di
tratto
in
versi,ispirandosia qualche occasione;
dei
questo tempo appartienela seguente elegia
in morte
di Giacinto
da
diritto,
lui
Capei, che poi venne,
ristampata.
a
buon
29
—
IN
MORTE
DI
GIOVINETTO
Neir
DI
umane
facile il
e
cose,
Ingenue
tutte
in
a
quellaetate
rimembrarsi
a
crede
cor
se
le
di virtude
e
Oggetto
nel
Oh!
al
padre d'un
di Dio
sonno
Oh, trasfonder
La
ornate;
Che
E
Di
moverebber
direbbero
ai
duol
che
per tanto
ciglia.
del duol
il mio
paterno!
canto
sospirmaterno!
tutti i
padre; or
sì V alma
tempo
padri al pianto,
i miei
sien -amati
Piangi misero
H
eterno,
chiudi le
anco
figli
quale affetto
Sfogar il duol
famiglia,
potessientro
del
tenerezza
beate
amore
interpretefoss'io
amara;
rassomiglia,
Delizia dolce della tua
Tu
ANNI.
QUINDICI
speranze,
dell'altre
men
Quando
Le
GIACINTO
apriidella vita, in quellacara
Stagion delle
Ch'è
—
in
versi
quanto.
e
t'è
concesso
ti grava,
sen
represso.
Googk
30
—
—
Sollievo è '1 pianto e il Cielo a' guai qel
Ma
fìnor sulle tue
Che
trista
una
Languian
E
breve
pietàlo
due
Partia,donde
chi
e
Darne
afflitto il viso
Tremare
Ch'altri
ad
ogni
in tornar
Ostentar
Ma
tu n'avesti
E
si fu
Movea
Del
tuo
Si
ad
ogni moto.
facesse
padre!
un
che
una
Oh
angoscia fera!
l'avanza;
pur
l'ultima
il
noto.
speranza
preghiera
sacerdote,e
chiedesti....
e più
figlio
a
non
lui
era!
si bello,a cui
amabil, si gentil,
In fronte
Che
il sorriso:
arcai)
quando
sommesso
volto immoto
a
accento
securissima
lutto
tanto
avviso
dalla ferale stanza.
Malcauto, il crudo
In
lor mendace
simularne,ora
or
sorse.
fratello?
dovesti,e
spesso
I detti
a
non
potea novello
Alle chiedenti del minor
la madre
forse;
quello
Giacinto,ahi! più
dar, mostrando
con
di vita in
figlie
pur
Alle amorose,
Tu
scorse,
ti negava.
il letto lor da
muro
Tormento
non
guance
sua
traspariaplacida1' alma
pace
dava;
istillava in
core
altrui.
Digitized
dby
31
—
Men
Del
che la fredda
infelice,
tu
tuo
salma
rimirando,avesti.
germano
Priva de' sensi,almen
Ma
—
breve
calma.
una
egual chi può pregarvi,o mesti.
calma
Quando della fatai soglial'aspetto
in
che novella ambascia
Fia
E
quando
Che
lui fu
a
Farete
ai
alcun
rivedrete
caro,
oggetto
lui ritorno
senza
e
vi desti?
sen
tempi usati,al patriotetto?
Talor, volgendo i languidiocchi attorno.
Il disio del garzon
Ma
allor
Oh
il
giorno.
in tanto
acerbo
E
questo
Perciò
vi sacro,
Ignotoè
ver,
Asciutto
Anche,
tributo air
verso
che
carme
che
ebbi mai
non
cigliosull'altrui
quel tempo
degnamente
credè
alzai
Giacinto
ei
agitatoreperpetuo
eglimedesimo
sanno.
ignoto altrui cantore;
ma
il
a
affanno
lai,
d' armonizzati
consolar,solo compianger
Non
amando
piangete!
i testor
Anco
inganno;
di rivederlo
verrà
non
faravvi
un
dolore.
pagò
il suo
de' cuori
oggetto degno;
ben
fatto di
non
poetico
giovanili,
come
ma
accogliere
byGoogk
Digitizpd
32
-^
nel volume
in età matura
d' amore,
verso
lui
da
passione: che
alcun
pubblicato,
dall' entrare
così noi ci passeremo
particolari
drammatici,sulle
in
intendiamo
non
ne
incentivo ai
italiane
vorremmo
lettere,
«
—
vicende
dar
di
quella
pascolo ai
decoro
e per
collegiali;
riosi,
cu-
delle
dalle biblioteche,
togliere
cancellar dalla memoria
tutti i
degliitaliani,
zonieri
can-
dal Conti fino al Missirini inclusive : serbando
per
forma,e
gloria,l'unico
di
jnento
Solo diremo
:suo
della
r eccellenza
che
il 1835
la
quellamalattia
vi lasciò tracce
morale
padre, e
che verso
profonde;e
donna
amata,
de'
pretidi
obliquemene
le
all'animo
crudelissimamente
separazione
repentinadalla
del
la morte
monu-
Petrarca.
serio,impetuoso,devoto,fu
dolorosa,e
antico
come
Lucignano,gli ebbero amareggiata quasiinsopportabilmente
la vita.
COSI
((
Ho
nella notte
avuto
scriveva al fratello nel settembre
assalto di
profondissimamalinconia
del povero babbo. Mi
occhi,ho
Ah, ti perdei!ne
DI
MIO
che
giunsi:eri sotterra;
E
poteipur
inondar
sasso,
o
ti mando
da te colsi il santo
bacio. Io
Quel
la morte
PADRE.
Ultimo
non
un
alzato,e colle lacrime agli
sono
MEMORIA
CARA
del 35,
per
scritto il seguente sonetto
ALLA
passata,
padre,che
di
pianto
il tao
fral rinserra.
34
—
ghano
cattedra
una
:
d'
eloquenza a
il Marchese
posto di precettorepresso
di umanità
di
dovè
Arezzo; ma
o
nel
per
glipotè
di Letteratura
dei
Francesco
il
uno
nel 1836
V
Italiana
accettò. Così
ei
e
altra,
per
seppe
Giu-
V amico
impiego di
LatinU
cettore
pre-
tuto
neir isti-
la
posto fu
potè
diceva, dalla
finalmente
guerra
sua
tosto
pretidi Lucignano.I quali
rinunzia sulla
soppresso,
la soddisfazione
pare,
scam-
undecennale,
però impuniti,poiché avendo
andarono
ebbero
segnamento
V inRidolfi,
ragioneo
una
proporre
cioè più che troiana,dei
motivata
il
di Livorno;
padri di famigliaisraelitici,
come
non
Ravenna,
Leopoldo
prossimo collegio
rinunziarvi. Finalmente
Vaselli
e
-
di
e
mancanza
quei
Silvio
di scolari,
chercuti
collocare sulla
dei loro.
Digitized
by
non
seggiola
PROFESSORE
LIVORNO.
A
SOMMABIO.
I
nuovi
tempi
Servilità
Il
alla
civile
La
diretto
men
dei
civile
critica
col
penna
Ma
Gioia,
francese;
avevano
; la
la
infusa
i liberali
col
alla
(vocabolo
di
liana.
itaquieto
in-
La
la
e
politica
col
e
animi
negli
e
col
italiano
cuore
Botta,
poesia
Manzoni;
col
e
o
operosità
artisti.
antica
più
scopo,
Sismondi,
vita
meno
farsi
istancabile
col
o
pensiero
a
era
filosofia
storia
nuova
del
quelle
presentimento
Alfieri, col Leopardi
Foscolo
più
municipale
politica,
aperto,
coli'
col
Romagnosi,
e
ed
nostro
di
una
come
—
debiti.
amico
vita
filantropi,degli scrittori,degli
fatta
la
di
la
trasformazione,
dominante
della
quali,
nelle
già,
quale
ad
paesetto
educatori.
I
—
T
passò
penisola,
incominciava
Gli
israeliti
padri
1836
d'un
della
altra
I
del
liberali
—
—
città nostre,
ogni
di
scuole
Francia
solitudine
romorose
in
due
dicembre
12
dalla
Le
—
nostri.
bella
Digitized
letta,
Col-
origine
byGoogk
36
-^
allora
torto
di
ristrétto
e
-
quegli uomini
significare
a
volgareingegno,che apparecchiavanoe
non
correvano
pre-
la civiltànuova) dividevansi in due schiere.
Volevano
gli uni
rapida corsa,
ne
toccar
la meta
dopo
da violenze
abborrivano
congiurando,fremendo,minacciando
fidavapògli altri
naturalmente
zelo
in
adduce
brevissima
pericoli,
e
altari
troni;
e
quei miglioramentimorali
il
seco
tempo, aiutando
e
limato
governi.Era,
che
in
facciamo
ora
r Italia ;
politicoe quanta
vi abbiamo
fra le due
se
carità di
aggiunto gli
Iddio
—
distinzione
grandi parti che
che,,con
non
essi,
de' mali
pretie
fondo,quellamedesima
e
livore,le persecuzioni:
calunnie.
de' mali
le catene
quanto
patria ognun
acerbi
per
che
con
prudente i quali,avrebbero, speravano
allentato
e
vidono
di-
senno
vede, ora
il
rinfacciamenti,
compire l'opera,le
il buon
benedetto,e
nativo
senso
del
anche
popolo nostro,salveranno,
giovasperarlo,
da
l'Italia.
questo flagello,
Fra
più
sano
queste due
partinon
alcuni dì
mancavano
desiderosi
e
intelletto,
del
qualisceverando,ed appropriando a
ciò che di buono
trovavasi da
un
minaccia
ma,
in
dai feroci delle duB
fondo,avuti
nel debito
sé
lato
un
professavano
sapienteeclettismo
:
solo-
bene,
i
medesimi
dall' altro,
e
espostia qualche
gabbie contrarie,
pregio da
tutti. E
byGoogk
Digitized
37
—
fu tratto dall'animo
fra costoro
prender posto
a
libero
e
del
zoni^
un' altissima stima al Mani frementi
come
vessillifero,
retto
suo
Silvio. Ammiratore
Francesco
tributava pure
Niccolini,
lo
—
d' allora scioccamente
fiacchi
chiamavano, dei
dei codardamente
e
apostolodella pazienza,arredo
rassegnati,
logoro di sagrestia.
A
più
questieclettici operosi
efficace per
ed
della
gnamente
dee disporre
servitù,
preconizzatalibertà
altrui, parve
mezzo
gli animi
rialzare
e
risvegliare
nell'abito
anneghittiti
alla
il
sinceri,
e
civile sé stessi
della
generalmente l'educazione
gioventùe del popolo.Il Lambruschini,in Toscana,
diede
le mosse,
fondando
pensione,ove
una
delle
con
nel
Milano
Aporti, in
Veneto,
il Rosi
nobile gara
in breve
cultura
se
cune
figlial-
il Sacchi, il Parrà vicini nel
nell' Umbria,
onde
sorgesse
imitarono
alcuni
noi. L'
adoperando
tutti
.
una
meglio piaccia,alla
popolare fra
acquistò
ora
pubblico; seguì in Cremona
la quale doveva
italiana,
forma, o
cesi,
di-
prime famìglied'Italia,e pubblicando
grandissimofavore
r
come
i loro
mandarono
giornalepedagogico che
un
o
istituto,
un
scuola di
conduri-e
alla ri-^
istaurazione
esempio
di
gogia
peda-
della
quei generosi
nel Piemonte, altri,
come
glio
me-
Era
poterono,neglistati papalie napoletani.
byGoogk
Digitized
38
—
tutta
per
la
un
Penisola,
un'intesa,un'armonia
sé
la
e
scaldati
diari,
e
o
tanto
talora
e
dietro lei
non
I frutti della bella scuola
imitata
si colsero
del
del
Boncompagni,
e
precipuamente
ella mise
di altri
che
non
impulso patriottico,
diedesi di tutto buon
di
aver
la
trovato
qualcheanno,
e
e
il
fecero
lezioni,
una
dente,
indipen-
e
il nostro
vero
per
cesco
Fran-
gli parve
dri
che que'Pa-
po'pregare
a
che
firmare
glidiede
presto poi le dimostrazioni
di affetto che
successo
un
È
cosa
professore,
nuovo
alquanto sui nervi; ma
di stima
animo
nicchia.
sua
e
assicurarsi
per
collocamento
nuovo
dell'Istituto si fecero
il contratto col
riosa
glo-
e
zione
inclina-
nativa
per
vita il più che allor si potesse,libera
nel
fonde
pro-
pochi.
non
afforzata dall' esercizio di
e
più
Rayneri,del Berti,del Troya,
All'insegnamentoadunque,
Silvio ;
senza,
osiamo.
sappiamo, né
vegeta ubertosissima
tuttora
opera
per
noi, che
da
andare, e
nelle Provincie subalpine,ove
e
radici,
coi
giornatedi Luglio,
vorremmo
innanzi,non
meno
calore
quel
degnamente abborrita,
vagheggiata e
sempre
insieme
più consapevoledi
sempre
al sole delle
Francia;sempre,
pur
affaccendamenti,
comune
potente. Alimentava
stessa,e
suoi
—
gli furono
plicate,
da loro molti-
splendidoveramente
dimenticare
quelleprime
delle
sue
difficoltà.
39
—
Del
qual
V ottimo
successo
chi lo ha
solamente
non
nel
((
1837
«
Alle 12 di questo
mi
che
di memorie
casa, V ho corretta
a
quellagente
in data del
alla
meglio. Alle
ha
detto
:
neschi allori. »
ho
a
E
riscosso la mia
quando
Anche
com'
ho
però,
più
stesso,di mandare
a
poche, altro
ho.
»
operosissimo
volte
il pagamento del
la
mese:
pazienza di Silvio,
scrive
tentato,come
queisignoriin
Sopraggiuntopoi
il
lire
120
e
i padridell'Istituto cominciarono
po'alla prova
un
il quale si sentì
in Livorno
mani
Sta-
«
avrebbe ripaparticolari,
rato
lezioni
ritardargli
spesso
lo che mise
letta
affollatoda quelliopulentie splendidi
e
sventuratamente
a
febbraio:
ed
parco
tornato
ciarlata-^
ripensatoa quanti debiti
livornesi per
; ma
i miei
parse
son
zione;
le-
liti
dagliIsrae-
bella mesata,
mi
non
ai debiti
egli era,
prima
bravo !....Alle 9
godere
a
data del 23
in
100. 80)
(franchi
che
casa,
naio
gen-
8 l' ho
ho fatto il riepilogo,
e accompagnato
tornato
legge
13
terminata; alle 24,
mi
che
zioni
le-
sue
così si
giórno»
risoluto di scrivere la
son
a
sono
le
ravigliava
me-
sero
meritasprime, improvvisate)
alle 3 l'avevo
ne
credendo
non
le
quaderno
suo
umile quanto,
uomo,
conosciuto,
può credere,si
poco,
meno
(tutte,
tanto.
—
dono
lunario.
un
nell' estate per la terza
cholera,parecchiefra
le
egli
volta
agiate fa-
byGoogk
Digftized
40—
—
^
,
iniglieisraelìtiche n'emigrarono;e
amato
anche
e
T onorario dell'
professorevenne
glorificato
e
regolarmente,
meno
corrisposto
ristretto a
più angusti
confini.
Cionnonostante
air
impegno
nell'anno
per
Francesco
tutto il convenuto
scolastico
precettore,o
come
d' Eloquenza italiana
Padri
di
e
rosa
trovavasi
direbbesi,di professore
latina all'altro Istituto dei
dignitosopiù
armata
onde, ancorché
assai dei
di
un
anno,
la
precedenti;ma
spine lunghe,forti
la classe per
superioreinsegnamentovenne
dopo
Quindi,
famigliacristiani: posto apparentemente
bello
acute:
e
triennio.
accettò il posto di
1838-39
ora
fedele
Silvio rimase
la
quale quel
non
istituito,
disciolta,
egliavrebbe
ed
si
fosse,
come
lasciato,
fece,quellascuola,
byGoogk
Digitized
*
42
—
—
vita di travaglio
Pure, sijffatta
e di sacrifiziocontinuo
gli fruttò questo
era
già riescito
nel 1843
44
e
offrir denaro
per
Ma
specie se
di
patria;
toccate
e
glisi
Presso
frutto
quel
Francesco
di
fosse
sventure,
amore
di
profertodi riceverli via
legale.
brevissimo
; e
landini ebbero
le
reggere
vacanze
una
autunnali
al
ivi ebbe
la
ed
del Vaselli. Dalla
conoscenza
calda amicizia,fu il
forse 1' esempio
virtù,se
il Giusti
il nostro
leggiante
Giuseppe Giusti,ospite vil-
di
non
deve ai Promessi
gloriasi
soleva
uomo
pressidi Siena;
conoscere
all' amicizia,
ad
Nel
facilmente divenuti
d'immeritate
bravissimo
egli pure
che
strettezze.
penose
Vaselli,
angelo tutelare
Silvio passare
villa nei
fortuna
più
potè
trovavasi
soverchiò ed incauto
per
e
serbarli in deposito,pagandogliene,amico
sapiente,il
Prato,
sarebbero
l' ottimo
ove
Francesco,non
€
da parte,che
messo
simulatori
gli
la spesa,
Thouar, il quale
all'amico
quegli avanzi
in
via
tanto
aveva
ai furbi
nel 1842
che
:
pareggiarecoli'entrata
iniqua persecuzione in
una
preda
di
di bene
nella
e
le
tragitto
parole dell'Or-
svegliare
(chequesta
di confermare
Sposi)ma
educazione,ardua
tanto
serotina,di sé stesso, a poeta civile.
1844
spiritoper
poi
il Giusti
lo spavento
(da
affranto di
lui stesso
corpo
e
di
riconosciuto
byGoogk
Digitized
43
—
ragione)di
senza
—
stato
essere
da
morso
gatto
un
in
affin di riaversi,
a Livorno,
idrofobo,
recatosi,
Maycr, ebbe
Francesco
con
su quei
colloquii
frequenti
Versi di serio argomento ch'ei
Alla
pubblicòpoco dopo.
questepaginepuò farne testimonianza de audi-
dell'amico: profondoconoscitore
tu, i consigli
di benemerenza, Francesco
Giusti,e
conservò
libretto zeppa
di
Nell'ottobre
poi
rimise del tutto
medesimo
dalla
che
dÌ4ivarono
seppe
Studiavano
il Giusti
si
Colle
di
Leopoldo
confortarlo. Coae
Francesco
di bello ed
alto sentire
essi insieme
i
il
Mayer,
là
vegno
Silvio;con-
e
operare.
poeti,e segnatamente
Da leggentefaceva,
non
Virgilio.
come, per
quel
ad
aperte ad ogni gentileaiffetto,
di anime
ogni maniera
e
di
dal
postille.
medico
dal
il Thouar,
col nostro
insieme
capitati,
anno,
intenderlo
quella cura
e
fissazione in
sua
d' Elsa, ov' erasi recato
Grandini
copia
autografevarianti
del
cordo
ri-
a
Silvio ebbe
una
sempre,
dice
giu-
e
d' ogni più squisita
finezza di stile.Quasi
il dottore
Leopoldo,
afferma ilbuon Frassi nella biografia
svista,
del Giusti
(pag.81), ma
quale s'internava
in
chi
assai gli giovarono,
e
quale pubblicazione
scrive
Val
casa
e
sì il nostro
s'infiammava
E
quei versi stupendi.
forse
Francesco,il'
maravigliosamente
assaporandocon
pensò quellavoro
compagni la poesiavirgiliana,
tali
:
Bi
byGoogk
Digitized
44
—
e delle sm
Virgilio
—
opere che Tanno
nella Cruida délV
Educatore,e
di scandalo
dipoivide
fu innocente
che
e da
letterario,
di educatore
Nel
giornaleEuganeo
cui r Orlandini
su
quel lavoro,e quel
qualifino
Le
a
onesti,vogliamo che
lettera
Tommaseo
ho
che
il Tommaseo,
faceva
non
fatto scrivere
degno
men
e
di approvazione,
paroledi
simo.
bia-
qual segno dispiacessero
agli
il lettore lo deduca
scrisse
ne
ben
è
che l' ottimo
Tommaseo,
raccontare.
articolo
suo
di esso, alcune
suir autore
e
biografo,
obbligaa
crédè
allusione,
menoma
di
dell'aprile 1845
nel
la
del
mi
gione
ca-
ultimo di nobile
soddisfazione all'amico nostro. Debito
intendimento
la luce
scritto da
dalla
guente
se-
Vieusseux,amicissimo
a
Francesco
Silvio :
A
«
colla massima
amico,cioè
schiettezza,rimproverandoglila leggerezzacolla
quale egli scrive
gliho
non
e
di persone
dissimulato
mi ha fatto provare.
Qui
V
ch'eglinon
conosce;
eh' egli
dispiacere
amaro
vi mando
annessa
la
di
Ma
queldisgraziato
paragrafo.
e
complicatoargomento parleremo meglio a
Una
seduta
schini: la
r
questo doloroso
sarà necessaria
collegiale
prima volta
che vi troverete
faremo, se occorrerà,una
Non
di
gita a
le
censure
con
voce.
Lambrn-
quicon Mayer,
Gerbone.
San
basta. L' ottimo Pietro Thouar
Euganeo contro
copia
»
pubblicònel-
fatte all'Orlandini
una
byGoogk
Digitized
45
—
—
energicaprotesta;^ e quel che più conta,TArcangeli
stesso dall'Orlandini
se
liberamente,
criticato,
rigettòeglipure
dal
Tommaseo,
propriocensore:
le lodi a lui tributate
maggio 1845, Atto
nucci scriveva all'amico nostro:
a
del
Sapetel'atto generosissimo
Arcangelifa altrettanto,
e
Carissimo amico.
nostro
in
Van-
Pietro
caro
propositodi
Mi
seguentiparole:
—
mi dà di traverso,per
di dare addosso all'Orlandini. Al
fosse noto
che
me
sorga per
credesse
non
mi
cresciute
rin-
son
di avermi
neir
un
fra i
Editori
considerazioni
giudicadi
due
non
miei
Francesco
spiace.Perciò
il suddetto
megliodi ogni
»
Eagaxieo
lodi
e
inserito
ultimamente
piaciutoal signorNiccolò
è
alcune
le lodi :
accetto
maseo
Tomai miei
intorno
avvertenze
Ringrazio delle avvertenze, non
ilsignorTommaseo,
e
deir
(Marzo 4845)
di fare alcune
nucci
sai
suoi,tu
articolo di Critica Letteraria
Euganeo
Racconti.
quale vorrei
la lettera:
Agli
In
sione
occa-
avere
paladinodi questa fatta.Se egli
un
—
Ecco
lodi
che
punto rallegrato
sono
altro quanto s' ingannerebbe.
*
:
ciò
profondamente quellemalaugurate
che il Tommaseo
col
è potente la schietta yirtù!
tanto
mi ha scritto ieri le
ramente
ama-
spontaneo strinse amicizia
e
Ecco come, in data del 2
r
forse
non
perchè,
dove le sue
in questo medesimo
e
articolo,
si riferiscono soltanto al merito
letterario,
carissimi
e
stimabilissimi
Silvio Orlandini,in
desidero
che lo stesso
articolo contenga
Firenze, 2 maggio.
un
amici, Atto
che
modo
giornaleche
questa
mia
ha
molto
mi
pubblicato
dichiarazione.
PlETHO
Van-
ThOUAR.
Digitized
by
46
-
—
lette le qualiparole,l'Orlandini si credè
Appena
in dovere
eh' ei
di scrivere all'Arcangeli,
mente
personal-
non
conosceva, la nobilissima lettera
seguente:
»
al
Signore,
Pkegiatissuio
«
Io
signor Tommaseo
è
parole con
le generose
solo ha
deWJEuganeOjdopo
Vannucci
amico
nostro
ha
mi
che il
partecipato
non
scrivendogli,
cui Ella
di rifiutar le lodi
dichiarato
sul conto
piaciutoscrivere
mio nell'ultimo fascicolo
comune
ciò che
sapreiquasi più lagnarmidi
non
heì
a
temporaneamente
con-
date da quelloscrittore,
ma
mostrato
il
anco
fatto noto,come
verso
di
che possa
Ella disapprovai modi
tutta
esprimere,
la nobiltà
di questo tratto da cui mi viene
fa andar
mi
qualchemodo
da lui usati
che
onore
un
mi
superbo; e
di meritare
la cortesia
e
stamente
giu-
parrebbe in
se
queivilipendi
lasciassi
tizia
questa giornatastessa in cui mi giunge no-
passare
sì
a
fosse
mi
e più di quello
vivissimamente,
Io sento
me.
che
gentile desiderio
ha
gettare sulla carta, diretto
graditasenza
Lei,
lieve,ma
un
dell'affetto che
gratitudinee
io
non
la
conosca
molto anche
e
schiettissimo attestato
Sebbene
professo.
personalmente,
pure
prima
del cuore,
le
d'ora
della
la stimava
gegno
per le doti dell'in-
che io vedeva
come
reflessenei
Digitized
by
47
—
suoi
rirmele
amico
della
di alcune
ora
io medesimo
virtù. E
sua
Ella
letteraria,
maniera
che
mio
non
dall' of-
ho
vile,
un
leale offerta. Sì,.
essersi manifestata
manifestarsi
a
fra noi
qualche discrepanzad' opinionecirca
ma
argomenti letterari,
luogo,0
per
presunzionein
me
essa
sarebbe
o
stolta)
in
ad
né avrà
mai
ebbe
non
d'ingegno (lascioche
gara
m
in sì alta,
tristo né
isdegneràquesta
cera
sin-
fra noi
essere
mi ha dimostrato
un
recchi
pa-
/che ad onta,
penso
possono
mi reputa né
forsanco
tornare
avvenire
mai
quando
signorArcangeli,
può
caro
può
non
dicevano
ammirazione
per
divergenzeche
fiducia che
di lei mi
posso astenermi
non
materia
e
che
e pel bene
scritti,
amici,ma
—
tal
pruritodi
per
gno
altro obliquofine indeo per
litigare,
qualsivoglia
della intemerata
desiderio
onesto
unicamente
Ora
se
di
a
avrà
mi
il
cercare
franchezza
con
Ella mi
santità delle
e
lettere,
vero
di
e
marmi
In ciò
vantaggiodella patriacomune.
spero,
reputeràdegno
non
anche
indegno di
Lei.
della
chevole
ami-
corrispondenza,
acquisterànuovi
mia
garlo
promul-
disgiuntada urbanità^
non
sempre,
l'
del-
perchè mi apriràla
gratitudine,
via
sua
titolialla
a
confe-
coi fatti.
"
Suo
»
Aff."»
obbligatis.™»
F. S. Orlandini.
Amico
"
byGoogk
Digitized
48
—
—
mandò
Arcangeli,ricevuta questa lettera,
L'
Orlandini
cliilideAlla
Silvio
traduzione
sua
una
Pace,con
queste parole:
Orlandini,carissimo
-
A Francesco
questo libretto
come
rispostaa quellenobili paroleche glisuonano
una
gli suoneranno
può
contrarietà di
non
diversità,
essere
sì nobile
insieme
aver
premio
soavissimo
altro
non
se
»
opinioni.
—
alla virtù
toccasse
noi pensare,
pel lungo tempo
attori
quelleire,de' due principali
controversia?
glionesti
lettor caro, che
esultato,
dell'amico nostro,che dovremo
oramai,
Fra
nelP animo.
sempre
Ora, dopo
un
«
di Bac-
amico,
pregiatissimo
e
Giuseppe Arcangeli manda
e
dell'inno
l'
al-
decorso,
di quelladeplorevole
apriròfrancamente
Io
sopite
l'animo
mio, dicendo:
L' Orlandini
e
r
uno*
e
r
e
fa
che
scrive queste
Come
al bene
altro,secondo
nato, mise
modo
il Tommaseo
cooperare
forze,fece
in
e
onore.
esporre
e
proprie
tore
Vieusseux,concilia-
e
suo
lo tentò ;
ma
degeneriispesso
io che
non
dipingere,non
fare
per
si amassero,
è che la costanza
raro
talvolta in ostinazione. Ed
ma
delle
ogni poter
pagine eziandio
la facilità di natura
questa Italia,cui
la misura
s'intendessero
così
di
Il buon
in opera
marsi,
fatti per sti-
erano
e
chi
invano.
benaggine,
in dabtrasmodi
non
intendo
giare
elo-
assolverò da
byGoogk
Digitized
ma
so-
—
si
poltronecompiacenzeed
sventura
potere il discente dalle
tutto
premunisca a
illusionidella semidottrina;
minaccia de' tempi.
e
Ma, dicono
—
studenti,generalmenteparlando,non
libri nelle scuole si
sciupano,e
noi,presen-^
accrescere
temente, sia savio consiglio
discreto lo
deglistudi,ogni
Ora, quanto
chi proponesse
a
termine
un
aprendo
che
medio:
addestrando
e
la difficoltà,
sa.
credo
non
me,
sbaglierebbe
la mente
confortando
vanno
lari
deglisco-
bellezze
si compilinocrestomazie.
intierezza,
che
debbano
sostenere
in dubbio;
l'ottimo
che
pochi sci^ittori
unanime
dei
ad
macchie
il
il
anima
potrebbeun
cercare
aflfetti
e
dichiarato
alcuna
la luna in
folgoreggiapomposa,
non
amico
ride
i volumi
non
non
si
ha
pre
sem-
dissolubil
léga insue
quintadecima,se
non
cara.
—
gioventùnostra
ove
quei
le
gentilee
della
in
esemplari.Il
mortale:
Perchè
samente
amoro-
depositaronoi
cui
pensieritanti e tanti,
in vita r
quali
vorrà-
pure
consentimento,
pur
quando vuole;
e
sole,e
ninno
ma
si trovi solamente
ha
secoli,
genio spiradove
Le
composte di brani ottimi,nou
essere
che
dei
nella,
percorrerli
a.
loro
è chi lo metta
i professori,
mentre
affinchè gustinole più recondite
li
classici,
i
ricchi,
son
fra
se
altri:gli
le circostanze
omaggio, e dopo
morti
la
loro
tesero,
con-
gloria?
byGoQgle
Digitized
51
-^
quanti frammenti
Quanti' e
ignoratie neglettifra
'
Che
vorrei io
non
que'libri
di
fra la
di veder
a
rinvoltar mercerie:
a
della
patriae
salvarli dall'immeritata
così
intesa,e
con
obliati per
e
abbiamo
ne
approvazionedel
nei
ginnasie
crestomazia
nei liceinostri,
fra i versi
è
forzato
a
rinvenire
giacere sul
nel quale i
in
meno
sé alti
concatenati fra loro, che la mente
serbi duratura
che
se
suo
l'impronta.Ora
r affetto mi
quasi a
con
a
zione,
perfenon
Procuste,
fecondi,e significati
e
parole,procedano
e
gli afferri,
tesoro.
periodo,pur
un
letto orribile di
pensieri
per
acconce
tirato
sonetto
un
nostro,io
potrebbe far
eziandio
Difficile è trovare
stero
magi-
supremo
dell'amicò
contenerne
credo che delle prose
non
troppe.
del bene ci dee spronare
sarebbe,io credo,utilissima. La quale,se
ma
chiere
chiac-
pulimentatea regola
oblivione. Una
adottata
scolastico,
miglioridDvrebbe
blioteche,
bi-
nòbili sensi vestiti di eletta
quando vediamo
forma,l'amor
frasi soltanto,
parole e
d' arte,nella letteratura nostra
Ma
valsente!
di poco
polvere infeltrita delle
sozzure, lavorate
e
preziosometallo,
minerali
dolermi
straziati
0
di
pregio fosse
il
se
sempre
—
così bene
e
del lettore agevolmente
prò
io
non
riceva
ne
ctedo
e
vero
dav-
to,
faccia velo al discernimen-
le mie
giustificare
paròle,qui
ne
byGoogk
Digitized
52
—
tratti
riporto alcuni
rammentato
in
come
dini tutti
dai
e
Virgilio
solo
periodo sa
pregi del
i
dal
Di
:
un
—
discorso
ultimamente
delle
opere.
sue
compendiare TOrlan-
mantovano
poeta :
contemporanei salutato maggiore
'
la
(sicondoni
di
alla
oltre
fantasia,
naturalezza
grandissimaattitudine
e
tu
gli affetti,
a
alla nobiltà dei
cuore
nella
la
della
più
romana
anzi
umano,
fiorita e
verso
tutto
quasi,anello
ed eroica del
e
eleganzafra
l'arte
del-
le pompe
soprattutto certa
ciò che
mantovano
del ciclo omerico,e la
stigatezza
lingua,ca-
que
dovunispirazione,
poetica tenerezza
qualeil cantore
diremmo
e
di
T assennatezza
della
scelta
maestà;
alla
elaboratissima
d'armonia
al fervore
di
vena
la
varietà
stile,
mezzo
umano,
splendore di locuzione,
rinvieni
dovunque
verseggiatura:
in
imagini,
rappresentarnele passioni
padronanza
temperanza di colorito,
di
al calore
vivacità delle
e
piccolacognizionedel
non
Omero
e dai
iperbolealla.boria nazionale),
alla vastità della
concetti,alla
In lui
«
posteriprincipedei poetidel Lazio,oltre
e
Ecco
va
quale fa
intermedio
il genere
verso
sente
spira,per
o
distinto
essere
conica
melan-
daglialtri
i suoi
fra la
versi,
suale
poesiasen-
e quellasentimentale
politeismo,
civile del Cristianesimo. »
E
si noti che
l'egregiocritico poteva
corre-
byGoogk
Digitized
53
—
(lare
ogni
in
mi
affermazione
sua
volta il
una
noi, i quali chiamar
dottrina altro
studio di
può
od
nuovo
Più
:
lungo e paziente
con
esaminarli
d'Augusto, onde
la
ipotesi,
per
che
dall'Arcangeli,
dell'allegoriale
,
a
V umanità
Orlandini
dopo
poeta, fattosi
di
detta
a
più
imitare
avvenimenti
civili
miti
e
si andava
La
nostro
tava
poe-
pur
all'arte, e
voglionosupporre
generazioneche
e
avea
la
triumvirali,
prestamente
pel più bestiale dispotismo
;
mulinavano
ri-
politicide' tempi suoi,
il jfìnecui
: «
a
il mantovano
come
Teocrito,mentre
le atrocità duumvirali
che
tatore
commen-
pensieri:il
,
eh' eglimirasse,scrive
rente
traspa-
capocce
piacenteggiavacoi potenti,nocque
sé medesimo
nelle Bucoliche
quel dabbene
dimostrato
aver
un
pubblichesciagurede' tempi
ad
veduto
di
verità
sotto il velo assai
potevasitrovare poesiapiù
chiamare
a
la
pur
esporlialtrui.
si nascondessero
contese
se
smi
pensato di afori-
richiamare,
per
piacer suo
po' strana, ammessa
e
dotti
ordine
insieme
messe
egli era,
come
de' pochissimifra
si possano
sotto,combattendo
non
così
di autorità
dall'ingegno che quei fatti medesimi
fatti,
tutto
a
ragionie
Viale,un
sia che
non
sentenze
e
di
; mostrando
buondato
disse
—
nerazione
ge-
maturando
coloro che soltanto
ricchezze,onori,e,
per
tutta
Digitizedby
mai
or-
vita,
-54
•
ventre; coloro la cui fisonomia poteva
la vita del
in
scattare
subito dall'arieggiareil
un
il Triumviro
coniglioverso
della
—
in cui i rari mariti
i
mogli, e queste
il
glianni
contavano
di
giorni dagli adulterii:
di Varo
pastoridel
pastori,che, per
si mostrano
e
di loro sopra
passare
letto di verdi
un
Dio
aver
Augusto
mondo,
corte, di
ed
averne
dolce
possono,
dell'oro,
vuole,dopo
avere
avere
avuto
aver
ottenuto
sì
con
dei
veduto
la fortuna
umiliato
la notte
di
aver
profumate
boleggiare
sim-
commentatori)
Galatea;
la
o,
se
capitaledel
stati
essere
a
supplicaad Augusto,
una
benigno favorevole
di pueri?
appellativo
presso
fronde,dopo
in
Mantova
Aniarillide,
si
singolari
sì raffinatamente
saputo
(come voglionoi più
non
certi
propria dell'età
a
fuggitivo
adulazioni,dopo
ciò
sto,
Augu-
in maschera
uomini,che
tanto dabbene
saputo parlaredel
in
Di
quanto
altro pastore miserello,spogliatodei
un
suoi campi
Roma
o
sti,
altri sconci contra-
addurre
non
ospitaleamorevolezza
invitare
Mincio?
cietà
so-
qualcheragionevole
di Gallo
e
nuove
una
canti di certi incensatori di
PoUione,
d'innamorati
con
dalle
che fosse per ricevere tanto
impressionedai
società
plebeo; una
siffatta poteva ella porgere
speranza
il ceffo
ed
trionfatore,
il cliente o
tigreverso
del
muso
rescritto col
»
byGoogk
Digitized
55
—
finalmente
Ecco
r Orlandini
Quando
«
trovare nelle
tolga
tu
adulazioni,cui
quando
del
-certi particolari,
può
non
badi
non
favellare
anco
per
Virgiliocerta, che
a
angustia nel
dettare i suoi
apparisca chiaro
piuttostoalla
che
mirare
cultura
delle pianure,che
finalmente
vi
non
a
quando
vi si rinviene
rilevanti in
quando tu
chiameremo
egli,pel
lato
precettivo,
altre parti,e
più
a
lia,
d'Ita-
quella
quelladei monti; quando
carico
(e
certo
iHavoro
umana
certo
non
abbia
ogni
conto
il
non
cose
egualmente utilinemmeno
tu
contemporanei,
per
tu
lissità
pro-
cui nel quarto libro si diffonde in
a' suoi
doni
con-
insegnamenti,comecché
glivogliadar
vaghissimesì,ma
nel
topografica
abbisogna grande sforzo)della soverchia
con
tu
tura,
agricol-
della parte meridionale
quelladelle
a
tore
nostro,l'au-
parer
Italiani ;
gli antichi
mentate
ram-
perdonare;
assolversi ;
capi molto
le
di disordine in
poco
pochezza che
di alcuni
giliane
Georgichevir-
dall' opera
quale, a
intieramente
certa
a
un
critica
una
si vuole
non
ad
passi sopra
tu
dere
chiu-
poche parole sa
gliappunti che
sapientee giustapuò
:
in
come
tutti
—
hai nelle
Georgiche
più perfettoche
prodottofinora,e
che
l'arte
sia forse per*
produrre giammai. »
Ora,
se
quello stile che chiudendo
idee molte
byGoogk
Digitized
66
—
in
anche
materia
a
di
tempi, come
necessario operare
in
sé, vuoisi
natura
di
chinati
popoli,in-
siamo, alle
il nostro
soverchia
i maestri
la
i
e
malgrado
o
le scuole;io
tiranneggia
in
qualiagguerrissero
stro,
no-
affermo che
fatto
periodaresif-
un
gioventù,preparerebberoil risorgimento,
voglia dirsi,la
non
la durata
forze,e
le
chiere;
chiac-
è, nei qualiil
buono
vivere,e l'enciclopedia,
invade
mento
eccita-
ottimo
noi
po'troppo, come
e
del
pensare,
attemperato alla
il più
un
se
al lettore occasione
poche parole,porge
e
—
ultimo
non
fra i
della prosa
creazione
bisogninostri.
tanti
gravie
Oltreché,questitre squarci sono
uno
dele
specchiofeSii-
di Francesco
dell'animo,e degli studi
liana:
ita-
vio; il quale così attingeva,
per spanderline' suoi
fortunati
dove
il
insegnamentidi
scolari,
volgo
de' retori altro
e
belline,
il
che locuzioni
trova
non
brillantare
brunire
e
componimento.
Veramente
quando
cose, credeva
.
frasette da
là
filosofia,
grave
berta,e
egli,e
l'educazione
bastate sarebbero
tempo;
basteranno
ma
lo credevo
scriveva
io pure,
informata
a
quelle
che la li-
civili
propositi
perchè l'Italia,
risorgendo,
prein-
desse fra le nazioni
E
l'Orlandini
d'Europa
il posta che le
forse, non
di più che
l'esperienza
pete.
com-
contrastate,col
un
lustro ebbe
byGoogk
Digitized
-«-58
'
sormontarle
di tutto per
ne
svoglia,le
abbondano;
arti
da
mai
senza
agli altri,
inondarla
le
la
nei
in
quellelotte
qualiV
obbligano la
intomo
a
a
cristiana' tolse
forse
plauso,appena
perchè non
comparve,
rOrlandini. Nella
avesse
corrisposto
i
giovaniun
sua
al
lo
la
render
questitien
a
civile
pochi
certo
iniziatore
in
cui
gli
sapienza.
intendenti
fecero
delquesta pubblicazione
infatti,
quando tutta
saggiostampato,trovato
sentimento
l'immagine;una
e
parola;i quali
stile,e
traduzione
bellezze ; ilmodo
rerie
cor-
e
riflettere,
sveglianogentili
piacque di simboleggiarela
Ecco
bondargli
ab-
driti,
queigrandiarchiman-
primo posto colui,dal quale il poeta
dell'arte
roboranti,
cor-
schierarsi umile
a
idea sopravanza
mente
e
mare,
consu-
nelle
valore generoso
ed alti affetti nell'animo. Fra
il
di
gioventù nostra, invece
pensosa
se
inalzandosi,dal
.sceverarsi,
a
andrebbe
giornalistiche,
lietamente
a
ed
gioiemaravigliosedel pensiero,
il
sparpagliare
e
far bene
stillare nelP anima,-quindi
prima
i conforti
volgo. Così
strare
ammini-
spiegatoOrazio
avere
Se poi prende gusto
Virgilio.
sentirà
agiati
pei non
benissimo
può
saggiamente gli averi suoi,e
ed
Se e' se
sé medésimo.
le industrie
e
ricco
un
e
—
bero
avreb-
profondo delle virgiliane
italiano che
fedeltà
meglione potesse
e
scrupolosa,
final-
byGoogk
Digitized
mente
se-
—
linguaggioagricolanobile
un
onde
tempo:
un
di
quei termini,troppo
volendo
ignoratidai giovaniculti,
potuto avrebbero
più
sovente
il
accertare
sicuramente
vocabolario,consultare
monco
proprioad
e
qualche
lore,
va-
che
buon
un
tadino
con-
toscano.
Però, da
avendo
come
si
sentirvi,come
e
r
V arte
:
più volte
panegirista,
gerò
soggiun-
letto i suoi
direbbe,un
vela abbastanza
non
nella
si
traduzione
minuto
dai
conto
collo
finora stimavasi
è parso
posso
avajiza
rapido, e
:
via,
molto
e
medesima,
si
farmi
a
fredda.
È
potrei
meglio
tender
in-
nel paragonare
traduzione
e
quello.Lo
del
quale
'
apriva
spesso
delle
sue
e
discernimento,
al lettore,ma
Strocchi,se
immagine, viaggiaa
presto,
travede-,o
1'Orlandini cammina
guarda,
molto
di
di questa
trascura
di
tutte le italiane-superiore,
questi
valermi
per
con
la
Strocchi,
più poeta
osserva
tutto
a
odore
difficilmente
giovani,io dirò, che
r Orlandini
mi
sé
e
solo,per
:
di
cotal. poco
smorza
questa un'impressione di cui
render
è parso
po' troppo
ardore poetico virgilianoun
volte
versi,e più
confrontati col testo,mi
volte avendoli
lucerna
amico,non
verace
per
le comunica
procede
un
ma
poco
del
tutto
diletto
osservazioni
pore,
va-
a
piedi,
fa tesoro
con
garbò
po'troppo lento.
Digitizedby
60
—
e
guardingo,e
Valgano
alcune
avventura
per
citazioni di
fedeltà mi
suol
Ed
uom
tragge alcun prò
Lo
stesso
Giove
ben
gV ingannò
il testo
ha
nuoce
verso
inculta
terra
fosse.
messe
con
pure
spighe.
vacue
imitativa forse
dell'armonia
nel
mille
Tempra
e
mutando
difficildura
l'assetata
mostra,
da
coltivar volle che
lo studio
con
via
Ma
come
fedeltà,
E
di
colono
riposail suol germi
Talvolta
dico
:
prosaici
o
men
Anche
alla
bassi
Né
—
ch'io
risponderàseminativa
Quella del
si
renda
voti alfin dell*avido
Quel
troppo
impacciato.
il troppo studio
versi,cui
che
pare
—^Ai
—
volte
a
ciò
spiegare,e giustificare
a
—
—
alla concisione,e
:
spillanti
zampilletti
dell'erba
Tardor
che la
bee;
arentia
semplicemente: Scatébrisque
temperai arva.
0
per
l'ombra
tradurre
che l'occupa, e te l'aduggia
umbra
iiocet.
Quindi l'orecchie
lo stridio ferio
Dell'asproferro (ferririgor)
Perchè
gli antichi
Soltanto
(Nam
il
con
forzate zeppe
fendeano,
legno facile,
primi
cuneis
scindebant
fissile
lignunu)
byGoogk
Digitized
61
—
Qui mi sia
al
perchè
si
usar
permesso,
vogKono
nostra,cui
mi
di
•continuare
una
mai
perder
di
dodici anni
un
uno
noterella,
di scuola da
lettere
e
ad
studio
non
meno
volta
una
i
che
la carriera
con
studio
uno
militare,si
alle
insigne
rese
che combattendo,
patriebattaglie,
della
tro
vita,con-
si rammenti
sempre
presentissimorischio
—
Per
compito
per
gentili,
occupazioni
presa
briganti.* Leggendo,
parla uno
«
di
non
giornale
un
Il quale,nato
giovanetto.
ognimaniera
nelle
classica
qualchemia
pubblicaicon
comparativofatto
nobile
un
nel 1860
poi
fa lo
che
le
gretterie,
principali
linguemoderne, riportareda
ove
e
gioventù
di vista,per
catena
vergognosa
la
nuovo
alla
scrivendo,
tanto spesso penso
senza
letteratura,
la penna,
regge
troppigli eccitamenti
animare
per
rente
revequell'affetto
per
che
mai
sono
non
e
estinto
caro
—
scolare
di sedici anni.
obbedienza,e
piaceremi
per
comparativofra
metto
a
le varie traduzioni
fare
delle
Georgiche.
((
Dirò
subito
deir Orlandini
che
a
confrontata
con
quelledel Daniello,
Mancini, del Leoni, del Biondi
del
chi è
quellache meglio esprime
del
significato
*
in
testo
Luigi Matteucci
tutte
ufAziale
ora
^
e
dello Stroc-
in italiano il
le
sue
vero
più minute
di cavalleria.
'
.
la traduzione
mio
parer
DigitizedbyVjOOQl
62-
—
parti.Ma
nel
e
tacendo
quasi fra
i
il medesimo
ma
qualchebellezza,
quattro sunnominati
confronto
il
tratto
e
meglioSpiegareciò
mo
spiegam-
Omero)
e
io paragonerò,
che io penso, tratto
saggio dell' Orlandini,colla traduzione,
dello
Strocchi,
riputatafinora
delle
di Virgilio
Georgiche
; e qualche volta
la francese di Delille
con
»
Nel
la
Ingemere,et
sidco attritùs
che al temon
Sudino
del
gioghisudano
è
lo
il
vomere
aratro
cigolantearatro,
splenda
mi
mi
difettosa. Dire
sembra
parlando del
Strocchi,
poiché quando
blinkt die Schar
Lampeggia,
taurus
ma
brilla,
non
è
il
vomere
vomere
imbrunito,*
il Voss:
Ottimamente
Es
sciata
(la-
figuratroppo ardita,e troppo
ha strisciatonel terreno
e
V autore
:
dall'autore. Anche
spiega male
*
inglesedi Dryden.
dal solco.
Questa traduzione
si scosta
ancora
vomer,
splendescere
gioghi,e. il vomero
i
Imbrunito
che i
miglioreitaliana,
:
mihi
tum
Lo Strocchi traduce
»
T
con
dedica)dice
jam
Depresso incipiat
Vuò
e
la
principio,
per esempio,dove
addietro
»
rei
fa-
lo Strocchi,
Orazio,come
che
giorni sono, fa fra Cherilo
per
nel Biondi
deglialtri (non che
si trovi
Leoni, non
^
o
in der
Forche
gescheuert.»
o
argenteggia
quasi chi dicesse,biancheggia,
forbito dal solco.
byGoógle
Digitized
che
es-
—
anzi,se prima
di color
era
diviene chiaro
imbrunito
preso
un
e
per
come
levigare^
non
di metalli.
r Orlandini
Per
A
sotto
gemer
sembra
hnto
il presso
Oltre il bel modo
di lode
r armonia
del
senso
bruno
abbia
spiegato
dei
cominci
nel solco.
cui
con
questiha saputo
testo, mi
sembra
ha
che
riportativersi (come
altri)in
cui
è benissimo
degna
saputo dare
in
seguito a
tezza
descritta la len-
dove
peraltroV Orlandini,
:
Ai voti alfin dell'avido
Quel
Che
suol
Il
star
due
fiate
lui per T
a
colono,
risponderàseminativo,
provò
Sempre
per
è
aratro, e luccichi
imitativa
del bue. Qui sotto
dice
questo
col brunitoio i lavoratori
mi
allora il bue
nel
molti
ha
:
me
primo
fricazione,
con-
egli
render
significa
fanno
Meglio
entrare
al
anche
brunito,ma
Dirugginitoil vomere
))
Jucido. Forse
e
perchè imbrunire
errore,
la
bruno,per
e
caldo
e
gelo;
amplissima ricolta,
granaio scricchiò;
troppo
attaccato
mi pare
all'originale
fatto un' ellissitroppo ardita,dimodoché
un
poco
offuscato il
ne
bia
abmane
ri-
senso.
byGoogk
Digitized
64^
—
))
In
quel
traduca
non
molta
il
Fa
di
La
qualitàdel ciel,le patrie leggi,
ignoto piano,
spiarla regola dei venti,
osservate.
usanze
ha
che
significato
s' intende
voluto
dare
a
prima
male, poiché infatti
la
qualità del terreno, o
zioni che
vi
leggi abbia
sarebbe
hanno
cosa
intendere
voluto
difettoso per
L' Orlandini
ha
colle varie
le
suona
far le
che
prosperare? Meno
possono
sta
vi-
sAVignoto
no;
pia-
quindi le patrie leggipatrios cultus
e
»
V
di tentar
prùna
le
che
esattezza:
Già,primieramente mal
»
mi sembra
Tu
E
con
lo Strocchi
che segue
con
—
leggi
piantache
costumanze
per
: ma
ambiguità.
detto invece
Ma
pria che
:
'1 ferro
il seno,
Squarciall'ignota superficie
De' venti il
vari
climi.
Il far
degliavi^ le
E
ch'ogni terren produca o nieghi,
ciò
Sia tua
»
predominio,i
cura
locali usanze,
saper.
in cui forse posson
In questa traduzione,
le
e predominio
parolesuperficie
j
poetiche,quantunque* adattate
è benissimo
entrato
nei
al
caso,
come
ticarsi
cripoco
il traduttore
dell'òriginaripieghi
byGoogk
Digitized
66
—
posto
mente
cede
thura,
«
al
ancora
e
ha
Non
»
mi
sembra
castori,mentre
però troppo
chi
sa
stesso
di
è
come
muschio,
parola fragranza.Meglio
verso
felicemente
l'epitetodi
ha
mi
di
cui
tradotto
plicato
ap-
fragranti
appunto,
non
spirare quella soavità
possa
proprietà;
animale, quantunque
un
odoroso,
piace,
bella
pre^
»
dall'Orlandini
ai
nell'autore
che
sua
spiegato con
speziaiclono.
suo
—
devolmente
gra-
chi
per
che
pare
dà
idea
più
sotto
la
il
:
Eliadum
pcUmas Epirus equarum
lo Strocchi l'ha
mentre
spiegatoin
modo
che
chi
bisognache pensi per
può leggere l'originale,
non
intendere,e probabilmenteintende male. Cosa
vuol
direinfatti :
Alla
palestraElea
Vittorie di corsier manda
fatto di credere
Vien
l'Epiro mandi,
premi pei vincitori
ma
))
che
Mi sembra
delle
che l' Orlandini
meglio
verso
l'Epiro?
non
valli,
ca-
corse.
abbia
spiegatoquesto
eh' altri mai. Infatti trovo
nella
francese di Delille:
,
...
et datis 868
UEpire
pour
champs guerriers
VElide
eocerce
ses
coursiers.
byGoogk
Digitized
67
—
Il
Dryden,
la
usato
e
palme
anteriore
di
trascurato
{In hopesof palms) a
son
qualispiegazioni
dini
lungo circuito
averla poco
di
hreeds
quelladell'Orlan-
a
travisato
aver
per
ad
usato
aver
per
parole,la
l'idea,
esprimerlatroppo
finalmente per
terza
essendosi tenuta
espressa
l'idea delle
of running steeds,^
race
tutte
la prima
inferiori;
la seconda
di esercitare,
Virgilio.
Epirus fot ih'Elean chariots
Le
ha
Delille,
(breeds)invece
ha
non
bella in
tanto
secolo al
mezzo
parola generare
saviamente
—
letteralmente
al testo.
»
Dando
ora
un' occhiata
a
ciò che segue nelle due
sopraccitate
traduzioni,dello
nei
landini,
confini del
sembra
st' ultimo,mi
in alcun
essere
quellaa questa non
paragonata
sicché di questa solamente
innanzi,fermandomi
*
Lo
Strocchi
Eliadum
ad
medesimo
palmas
dell'Or-
e
saggio pubblicatoda
che
modo
Strocchi
ora
nelle
Epirus
mi
ad
sue
equarum,
volume
di
possa
che
non
que-
sta,
prepo-
occuperòda
ora
ora
sulle espres-
annotazioni,alla
dice
:
«
Non
zione
locuso
se
chiudere
lingua
segni possa
I due saggi
di idee ; certo no
la italiana. »
maggior numero
e
inglesee francese recati sopra danno ragioneallo Strocclii,
dà
il
Voss
che
traduce
die
: Epiros [sendet]
gliela più ancora
Stuten
elischer
traduzione
infedele
:
Palmzweige
per la sua
moderna
in
minor
-—
stessa
servilità.
byGoogk
Digitized
68
—
sioni
e
versi
:
sui
a
passi più notabili,
le zolle
presto incuoca
E
—
Co' suoi stellon la
mio.
parer
Nei
giacenti
polverosaestate,
Glébasquejacentes
Pulverulenta
la
parolastelloni,
esprime
sole d' estate.
solibus astas,
coquat maturis
Bella
l'infuocato
bene
tanto
imitativa
è l'armonia
ancora
.
del
che poco
verso
segue
:
balzellanti entro
Legumi
Non
dopo
il baccello.
proprio nel leggerlodi
par
fesso
quel suono
fave secche
udirsi
tremolante
e
che rendono
nei baccelli ? Non
scosse
propriamente l'armonia
chi
negliorec-
fa
del
virgiliangi
le
egli sentire
Lcetum
liqua
si-
quassante legumen?
»
Anche
E
v' è molta
nel
che
verso
tritarle vi trae
a
armonia
dopo
poco
V
dice
:
erpicesopra,
Ed
imitativa.
in
quelliche
guono
se-
:
Volto
l'aratro
Gli enormi
è bella
e
bene
sfracellar ritorna
dossi eh' avea
Sullo sbranato
com'
a
spazzo;
cellare
appropriataV espressionesfra-
e come
glienormi dossi,
dell'aratro
in
un
sollevato,
dipingebene
l'azione
campo!
byGoogk
Digitized
»
Né
questa è
esprimenti la
trovano
e
forse
più. Infatti
nel
vispo topo
Fuori
Che
chi
stridulo
i due
piantò
del
'e
:
granaio?
leggendo gli altri:
lavorio
suo
si consola?
—
qualche squarciodi
a
forza
assai
il seguente pezzo
tradotto
un
pettine percorrere
trattati. Con
già
ne
schizza,
telaio
un
prolungatocanto
ora
versi
casa
se
saltar fuori
vede
non
altre vi
vivo, quanto questa
topolìnne
strigato,e
Passiamo
dai
il
stridere
lo
Col
vi
sotto
Allo
Fa
leggere
molte
al
cosa
chi
sovente
ode
non
»
ultima,che
V
che
e
descrive
rente
stile diffemaestà
una
è
pesta
tem-
:
Lo
E
folto de* nemhi
dal tenebrar
Cinto
Giove
stesso
della
Scossa
il
rovente
man
a
lo ciel
per
quel
viaggia,
folgorvibra.
la terrestre
moto
trema
.
Immensa
E
fuggono
massa;
l'orgogliodegli uomini
Ei
col telo
D'Àto,
Degli
or
acuti
Gli austri
Densissima
Ed
Ora
fiammante,
Ceraunii
intanto
ora
le vette
la
infuriar
i boschi
ed
quelle
or
scoscende.
al soffiar
rovesciasi
fiere,
si adima.
quelle di Rodope
all'immane
gemono
le
ed
van
raddoppiando.
pioggia,
del vento
ora
i liti.
byGoogk
bigitized
70
-
La
parola viaggia,benché
ben
onde
credo
che
mette
creduto
parola a
travedere
la intenda
Dans
Le
cielo.
s'assied
di
from the middle
deals
Infatti il dir che
l'idea che
d'éclairs,
airs;
sembra
mi
che
vi
dini.
idea che ha preso V Orlan-
scorrendo
his
debba
fierghólts
è
cielo
e
night of clouds;
flashingout,
aòout.
involto
correre,
coi venti;
pervela scorgere,
a
darJcness
Giove
viaggiarepel
o
nelle tempeste
dini
dice T Orlan-
come
pel quale
la
burrasca
va
questa idea bisogna sa-
ma
forse il poeta
fatto apposta, affinchè
»
non
così:
By fttahe
e
Delille
che
father of the Grods his glory shrouds
And
sanno
o
di Giove
le tròne dea
sur
Dryden
Involved in tempest and
dà
giudizio,
traveduto
che
environné
affreuse^
sia,quasiin embrione, V
The
:
dice:
così,mentre
roi des Dieux
Dice
abbia
Peraltro,sembra
cette nuit
mio
a
l' idea
testo
segue
tremit
caso,
nel
nella traduzione
ma
terra
motti
che
quel
con
1'Orlandini,che
mai
pel
muove
sia nel testo,pure
non
vi sta ; che anzi accorda
Quo maxima
non
-
la
vedano
inglese lo
ha
quelli soli
che
voglionvedere.
Bene
spiegatacon
la
parolarovente
mi
sembra
byGoogk
Digitized
71
—
il
delP
corusca
—
originale
; anzi quasiquasidireiche
robustezza.
quellaquesta abbia sorpassatonella
»
Ma
mi
ora
ad
passare
E
conviene
chi oserà
Anzi
fallace il sole?
cliiamar
eglispesso
ciechi
sovrastarne
Popolaritumulti,e fraudi,e
sobbollir
Covertamente
Ed
Capo,
E
guerre
avvisa.
ne
ei,Cesare spento, anche
Roma, quando il
Pietà di
di
temè
empio
sentio
ravvolse;
notte eterna.
Quantunque in quellaetade
E
infausti
di Torme
allor V
A
trabocco
E
torrenti tra voi vere
eruttar
tutta
rintronar
Un
Anche
Boschi
una
i
cagne.
Ciclopi
voce
rompea
ondeggianteEtna
globi di fiamme,
di lava!
per T
ampio
di cozzanti
TAlpe
Scossero
turbato
stampar, delle squarciate
Gole vedemmo
Germania
ove
la terra
anco
e lamentose
augelli,
volte ne' campi
Quante
Un
Tocean
desse,e
Segni ne
lucente
suo
ferrugignaombra
'1 secol
per
quali finirò :
dei
altri,
dopo
questiversi
lasciare
cielo
suo
armi
udìo ;
insoliti tremoti,
il silenzio de' sacri
con
reboato
immenso;
in che l'aer s'infosca.
quell'ora
larve in foggie
Vedute fur pallide
E
su
Meravigliosevagolar;le belve,
A
Le
dirsi orrendo !
parlano;ristanno
la terra.
correnti;spalancasi
byGoogk
Digitized
?
72
—
E
versah
Sudano.
Corno
simulacri,e quei di bronzo
Dilagò col
furibondo
abbattendole,le selve,
forza
a
Re
de' fiumi T
Eridano,
Le
campagne
travolse
Ed
in
quel tempo
Nelle
e
armenti
Destò
per
le
vene
bravura
nel
le fibre
e
i
pozzi
le città
superbe
lupi.
leggere questo
sentiamo
certo ribrezzo. Dirà taluno
un
quiè
mai
cessar
1' ululo dei
notturno
Eppure
»
sangue;
stalle;
e
non
ancor
maligne viscere
mandar
tutte
per
D'apparirminacce voli;ne
Dal
i delubri
pianto entro
mesto
Gli eburnei
—
dell'autore
correre
:
tutta la
che ha saputo porgercialla
fantasia idee tanto vive per cui restiamo così
Le
date l'autore:
idee le ha
non
v' è per
è vero,
nulla? Una
questa dell'Orlanditìi
ce
vuole l'anima
»
Andando
boato
ora
che mi
Ed
il
anche
cose,
e
ad
le
esaminar
bene
il rimbombo
incerto
le
conducenda
paroletrovo
ed
ombre, se
rè"
scelta,in quanto che
di
lontana.
voce
una
quel vagolaremi piace,come
muovere
avessero
mentre
Virgilio,
del lettore.
pare molto
fa subito udire
mal fatta
io fa comprendere e
gustare dipingendo al vivo le
ove
la traduzione
ma
traduzione
il bello di
potrebbe guastare tutto
colpiti.
ondeggianteche
esprimente
io crederei
vi fossero.
byGoògk
Digitized
74
—
Tornando
che
alla
ora
—
dirò
narrazione,
interrotta
Silvio fu
Francesco
dopo queir Ottobre
dejipo-
Voss.
Wer
die Sonne
mag
der
Falschheit
Schnldigen? Sie hat die Gefahr des verborgenon Aufrulirs
Angesagt, und Verrath, und heimlich gftrendeKriegA.
Jene
blìckt
Als
auch
sie das
Unii
ewiger
vor
Koma,
anf
strablende
Nacht
Cesars
nach
la dunkle
Haupt
Fall
mitt
Vólker.
frevelnde
sìcb fùrcbtetea
Erbarmang.
verhfiUte»
Brftane
questi piccoli saggi ritraggono quasi
direi l'indole delle tre letterature. Il francese
adorno, sciolto
si delizia d' infronzire con
il suo
qualche rettorico ornamento
Vedi,
o
stesso
originale
; il
lettore
come
obbliga e
tedesco
spaventevole difOcoltà
di rendere
sé medesimo
coarta
nella
alla
propria lingua in
trettanti
al-
il concetto
l'
delvirgiliani
; V inglese medita
autore, interrogalo spiritogeneraledell' opera su cui lavora,
e
svolge con sapiente
e traducendo, quasi direi, commenta,
solamente
accennò.
i
che
l'autore
larghezza pensieri
della
Così il Delille- aggiunge a Virgilioil secondo
verso
versi i
sua
e
sentire;
«
when
il
e
Dryden
Rome
fa sentire
in Caesar
fell
la forza del testo.
air afflittaVenere, che
Giove
verrebbe, quasi complemento
Cesare
Anche
»
"
il sole vien
egregiamente
del
traduce,
I" dell' Eneide
dopo
e
tanti secoli
conferma
di
di
e
quinto
verso
spiega e
ma
che
fece
tante
Cesare
dire
vicende,
grandezza,il
splendore e
di
da
bel
pafce sicura.
verso
And
who
dares
fosse notata
vorremmo
solo
nel
apportatore di possanza,
nel
fanno
emistichio
non
obscceni
epitetidi
Certo,Virgiliopensava
di che
rappresentasse Roma,
traduttori
secondo
nel
belli
i due
omette
traduzione, mentre
importuncB, che gli altri due
chiamato
give the
source
of llgbt the Ile?
»
proprietàdella perifrasi,
per la quale
sorgente di luce : lo che forse interpreta,
la
afforza,la interrogazionedi Virgilio,facendoglidire
dalla luce vengan
in certo qual modo
le
: È egli possibileche
da quel savio gentil che tutto
Invitato a pensare
tenebre ?
seppe, l'egregioinglesepensa, e fa pensare il lettore. Cosi vorrei
e
certo
—
che
i traduttori
nostro.
facessero:
e
forse tale
era
la mente
dell'amico
—
byGoogk
Digitized
75
—
—
s' intendesse.
chissimi coi qualiil Giusti veramente
((
Non
giorno,gliscriveva quelpopolarepoeta
passa
qualcheanno
dopo, che
in
compagnia
a
stare
del
o
di
inteso
sono
una
te
o
di
Mayer,
mio
r animo
pentimenti,da
o
pochi, coi
d'altri
volta per
posso,
sempre
;
che
e
lare
debolezze, conso-
raggiamenti
d' inco-
dolori,fortificare di consiglie
i miei
mille
come
venga,
saputo compatire le mie
hanno
da
non
o
Beppe (Vaselli)
nostro
quali mi
io
agitato da
mille
mille
di mille
cose
dubbi,
niere.
ma-
»
parte delle
Un'altra
alla villa del Prato le
fatto di
genialiletture classiche,
traggo da certi appunti suoi
certo
veder
a
lettera
una
luce della
la
delle
più
che i lettori
morale
quel valore
vedranno, nelle parole medesime
Le
renze.
Fi-
ciate
in cui furono incomin-
Ivi nell'anno medesimo
un
soleva
passarlaa Varlungo nei pressidi
l'amico nostro
accadde
autunnali
vacanze
di chi lo
non
compiè.
destinati per
pubblicazione;e
intime
scritte
da
fratello
al
Leopoldo.
«
A' dì
2
novembre
1844, alle
partiida Poggibonsi.Giunsi
andai
Alle
a
6
desinare
in Firenze
nell'antica locanda
partiiper Varlungo. La
alle 8 mi
fu detto
che
10
di
mattina
cinque individui
di mattina
alle 5, ed
Marco.
san
del
dì
della
3
fa-
byGoogk
Digitized
•—
contadino
miglia d'un
—
(Luigi Paoletti
dei frati della
Balbetti,ossia
dai
76
casa
dell'Arno
Subito
straripato.
andai
che
quellospettacolo,
terribile. Sulla
sponda
Tornando
della fiumana
indietro
parlaial
quegli infelici. Ne
nulla
le
più.Dopo
tornando
spettacolo,e
nella
•giovaniche
colle bestie.
che
madre
volendo
sorda
e
cresceva:
supplirealle
e
e
i loro
in che
di
tornare
eccitai
salvare
sempre
per.
rispostevaghe
rivedere
a
i
indietro, incontrai
precedentesi
le bestie
malata, ciò
piena.Gli
per
qualchecosa
e
lo
due
vati
sal-
erano
le quattro
verso
a
il loro
presso
condur
via il
sorelle,delle quali una
tre
e
del
Mi dissero che
condotto
poi
trovai solitudine.
tornai solo
notte
—
parve
dalla subita piena,
medesima, svegliati
della notte
avevano
nove
mi
a
vecchio Doro
fare
ebbi
piena
PeccKiolo
con
veramente
Vannuccio,della necessità di
salvare
Missione)erano
circondati ed assediati dalla
nella loro
vedere
lavoratore
era
stato
a
modo
spese.
dicendomi
cieca,
qualchecosa
la
essi che
piena pur
non
vano
sape-
provvederci,io promisi loro
Fu
d'un
cercato
Rovezzano,praticodell' acqua,
di
provvedesse.Consigliò
di barili vuoti.
era
fare
congiunti,mentre
e
padre,la
impedito*dalla
loro
gli animai
vicino^
fare
Questi furono
acciò
una
certo
Borsa
consigliasse
speciedi
cercati
di
e
zatta
soihmini-
byGoogk
Digitized
77
—
strati da
Andò
francamente
il
lungo,e
non
cercare
un
d'
parole
di
il rimedio
della
Fu
barchette.
del
che
desinare
dirmi
tal Rossi
Poniatowski,e
il barchette
alle quattro
prietariodel
dalla mattina
)"
messa
Il
da
di
certo Criu-
un
villane
con
fossero
promesse
erano
a
d'un altro
cercare
detto
tadino
Girugìiacon-
dietro l'indicazione d'uno
aia.
peli'
Io
era^
del Vannuccio
venne
giunto.Andai
ad
tutti salvi.
a
a
stere:
assi-
Pagai il prò-'
che fu contento
di 15 fran-
frattempo la pioggia non
cessò
del dì precedente.
disse
prioredi Varlungo Giuseppe Bettini,
alle 8, fece
rammentò
era
barchette
cesconi. In questo
mai
altri
quando il vecchio
che
da alcuni accorsi
zatta,commisi
gli
detto averlo veduto
aveva
barili.
questo espediente,mandai
con
un
e
rifiutò
che
darlo, ancorché
presso
il tristo
legarei
e
cercato
Martini
giovine Paoletti
barchette
la zatta
tempo
Angiolo
Var-
Intanto furono provvedute
ore.
tanto
lire. Fallito anche
40
il
formare
Passato invano
riputatofatale
18.
mai, sicché furono perdute in
comparve
funi per
seppe
Cecco da
giovinePaoletti. Vennero, ma
circa due
questaaspettativa
»
prestò
ne
prendergliil prestatorecon
a
Borsa
tale che
un
—
per
gli occhi,né
un
nulla
disse
lungo vangelo,nel qualenon
l'infortunio
una
sola
che
sotto
aveva
parola per
esortare
byGoogk
Digitized
78
—
al caritatevole aiuto. Di
il
tutto
—
più, questo pretàccioin
si fece vedere
giorno non
alcuno.
ad
»
Qui finiscono gliappuntidestinati probabilmente
servire di
per
semplice pro-memoria; giacché
un
sembra
che
da
non
so
un
largo sussidio.
In
qual comitato
lettera
una
poi
Silvio narrando
dice
col
pericolanti,
mie
che
notte
portòin
non
La
ima
me
;
noleggiatoa
finestra del
d'un
casa
pescare
a
in Arno
della
offrirmi. Lo
sua
non
gratitudine,
accettai di cuore,
in
famiglia,
disgraziata
tanto
in viveri
essendosi
PS.
podere. È
—
un
seguente
e
occasione di questa
ha perduto quasitutto quelloche
inondazione,
il loro
condo
se-
contadino.
difattila mattina
e
e
mangiato vivanda più squisitadi quella.
ho mai
detta
glistessi fatti,
giovinedella famiglia
un
attestato
altro da
avendo
salvati da
parecchieore
poco di pesce per
lo
poco
barchetto
d'un
successe,
liberata stette
me
beneficenza,
cesco
Franfratello,
suo
a
a
presso
ricettati in
piano, e
La
diretta
mezzo
furono
spese,
di
livornese
famiglia,
pomeridianequei cinque rinchiusi
alle 4
«
:
per la disertata
egliottenesse
«
quanto
ritirata la
cosa
una
Ti prego
a
non
sedeva,
pos-
in mobili. Il dì
piena,andai
da far
a
guente,
se-
visitare
pietà.»
lasciarti uscire di
mano
questa mia, specialmentea cagione del fatto che
byGoogk
Digitized
mi
To-
—
»
riguarda personalmente.
secreto,e quasi abbujatoin modo
infatti rimase
medesimo,
io
quanto
per
dai comuni
né
avere
che
dimandassi,avendone
ne
giunsi mai
parlarecosì confusamente,non
sentito
ad
Quest'atto eroico
—
amici,né, tanto
da
meno
Francesco, ragguaglionessuno.
Intanto la
coi notturni studi. Cessate
alternate
lezioni,
ad
umiltà di scolaretto ed
con
apriri
volumi
di
e
secoli,
il
e
sulla sostanza
di
delle lezioni loro
sulla forma
mento
ammaestra-
di vita; Tacito,da lui chiamato
aperse
dai
umana,
dell' universo ;
gran
civili ebbe
all'animo
suo
di Roma, gliarcani
precipitosa
della natura
morale
grandi
discepolicolle generazioni
degli studi
parolee
decadenza
più
i
della Storia
il Dante
e
contano
tempo
PrediligevaDante, dal quale e
umane.
sera
ingegno di emulo,
quei pochi veramente
maestri, che misurano
coi
a
funzioni dell'insegnatoreambulante,fa-
le modeste
cevasi
delle
procedevanel travàglio
vita
sua
nella
de' regni
qualidipende 1' ordine
Vico,
eh'
egli appellava il
gere
discepolodell'Alighieri,
gì'insegnòa leg-
con
alti
vaticinarne
il nostro
e
nuovi
intendimenti
il futuro. Ne' volumi
il passato, e
di que' grandissimi,
solitario studente,che forse solo
gliava
ve-
tutti in quella,
mentre, stanchi degliaffai;i,
città commerciante
operosa
dormivano, animosa-
byGoogk
Digitized
80
—
li sviscerava,
e trovava
addentravasi,
mente
recondite
de' loro
analogie,e
al
applicazioni
Dava
tutto
;
della
Machiavelli
le
società
del
l'alme
Che
Ahi!
assonna,
conturban
Che
la immagine
scolpire
a
le
ricusato. Eccolo.
salmodia
e
e
Dio
a
sacre
tu in
Che
mentisce
dei
ossa
onta, Lorenzo,
Del
tuo
a
marmo
regnar
seppe
Oh, mal
prodi
la via.
tal genia
a
colui che
tutti,e
t'adiri,e male
e
patria,o
violento
Che
a
vendetta
aneli,e
se
gliempi
insieme
te
non
genio tuo,
sol
ApriU
tu
col mio
vendicherai,ma
1844.
unisci
ingegnol
quel sottil mastro
Scolpisci
Col suo, col
modi
noijgliapria?
a
Nemici
E
lodi,
sprezzò l'opre tue, la patria frodi
D'un
di
altre d'illustritoscani
con
all'italo pensierschiuser
E
il seguente
compose
Vasari,aveva
lezzo
Cenobitico
tellettuale
in-
il quale,invitato
Bartolini,
da collocare
logge
teraria
repubblicalet-
vita
rigogliosa
sua
questo tempo
lodevole
una
sotto
in
e
allo statuario
sonetto
insegnamentifaceva
di tanto in tanto alla
pure
fra loro
nuove.
qualche segno
da
—
scolpisci:
profondo
disdegno;
il mondo.
3-82Nè
dispiacciaal lettore amico
di vedere
al tempo medesimo, d'
appartenenti
diverso,ma
di
palesatori
animo
un
belli,e
meno
non
un
affettuoso
e
qui,
genere
non
fatto
af-
meno
gentile,i
guenti
se-
anacreontici:
ALLA
SUA
UNA
BAMBINA,
MADRE.
Baciami,baciami,
Caro
angioletto;
Baciami, baciami.
Stringimia
te.
Dio, che ineffabile
d'affetto!
Piena
No,
gioia
tanta
non
è.
Pegno
d'un
Mortai
Che
ordio,
amore
Conforto
vincolo
e
,
gaudio
chi ti le,
Di
Belli
Che
son
gliAngioli
Dio,
se'un
Angiolo
creò
Ma
tu
Nato
da
me.
Baciami,baciami.
Angiolo mio;
Baciami, baciami,
Stringimia
20
Maggio
te.
1844.
byGoogk
Digitized
VII.
REDINTEGRATORE
DEL
CARME
LE
GRAZIE.
Sommario.
Consolazioni
La
—
Manoscritti
—
Gentile
Donna
Voli
—
della
Collaborazione
In
V amico
nostro
gli
la
cui
mento
debito
tutta
la
della
in
la
—-
sano
e
all'
preparato,
povero
l' affetto
scolari, gli amici,
città, e potrei dire
senza
tutta
suo,
i
V Italia,
volesse
eh' ei
dell' ingegno
:
improbo
vecchiezza,
o
delle
virtù.
questi tempi appunto
i lavori
nostro
giulivo
nobilissimi
i suoi
spargersi la fama
improbe
quasi moltiplicata,ser-
quale incominciava,
a
perta
sco-
fuggevoli.
trovarsi
per
ricambiavano
lo
nella
Ma
di
Nuova
—
Fatiche
—
Scritti
e
lavoro
abitualmente
riposo
un
conoscenti,
sapesse,
piena,
speranza
!
—
compensi
erano
Orlandini
opere,
Vaselli
vita
lavoro
di
del
del
foscoliana
lirica
di frammenti
Scoperta
—
Difficoltà
—
quella sua
bavasi
che
del Foscolo
sul
Carme
parlare
con
alle
ebbero-
incomincia-
Grazie, dei
quali è
qualche ampiezza.
Digitized
byGoogk
84
—
da
acquistati
e
al Canonico
Floriana,e poi
figlia
dell'esule in
soccorritore
fra
italiani,
tre
Labronica.
fino dal 1833
che
di tutti
dei
Sepolcriun
seppe
da
Mayer,
Silvio,
di
quel grande, a spèse
mausuleo
di
innalzare
ora
al gran cantore
più duraturo
non
affrancarle,
e
prezioso.
alcune
trovaronsi
Ugo
in Santacroce,
marmo
Londra, ma, forse per
scritte da
danaro
per
monumento
le carte
Fra
qualiEnrico
tologia,
lettera al direttore dell'An-
con
un
gì'Italiani,
potè e
furono
Inghilterra)
Il bibliotecario Francesco
proposto
aveva
i
Riego (ilgeneroso
demia
nella biblioteca dell'Acca-
Livorno
depositatia
alla
lui morto,
Foscolo,passati,
I manoscritti* di
sua
—
tere
let-
sue
di
mancanza
speditemai,
a
quella
Quirina Magiotti nata Mocenni, ch'eglisempre,
meritamente, chiama
per
antonomasia, la Donna
Gentile; nelle qualiparlavasidel
di
zie^come
che
ella sola
Dopo
i frammenti
di
e
depositaria
del carme,
da lei. Commossa
corre
anni
fosse
col
Gra-
desiderio
custode.
tale scoperta,l'Orlandini,
riuniti L reperibili
frammenti
Firenze
ne
Le
carme
figlioprediletto,e
un
e
ella tosto
a
e
raccolti,
seguito,daM843
recossi
appositamentea
oltremodo
per
tale
perta,,
sco-
Livorno,riceve giubbilante
tornata
a
Firenze,per
al 1846, si
comporli nella nativa unità. Credendo
adopra
tre
ari-
alfine di
es-
byGoogk
Digitized
glirimandò, così ricomposti,al
quasiriescita,
servi
benemerito
discuopritore,
perchè a
di lei
spese
gli
pubblicasse.
«
Ma
tante
Francesco
poi
ne
Silvio nella
fece,tante
la locuzione
che
di
tuttavia le
erano
prefazionealla stampa
in
poetica,tanta
per dir così,la faccia
ancora,
V occhio
quellaignotaregione,ancorché
contemplare qualche
pianura;»
insomma,
veracemente,
e
superba
vetta
tante
difficoltà
le
prima
impresa
e
fu la
quale non
che
cinquanta
!
degl'Inni
—
avvertì
la Quirina
di
sigliare
scon-
Gentile. Però,
disperato
frammenti
lirico,come
troppo recondita
tutto
varianti
e
ne
possibile,
era
da
lei,prese
pubblicarel'aureo
grandi, anzi grandissime
di
nelle
quegl'/wm
sua
niente
d'interessi,
Magiotti,e pregato
e
la
meravigliae
certe note
nuovi
compiere
difficoltà.Prima
del
sua
Visto così che illavoro
l'impegno di
Ma
ancora
facci
scartae geroglifici
quelliscompigliati
gioia,quando trovò,fra
meno
non
ultimo
un
dente
ri-
camente
noi, fran-
tentato
la Donna
di risolversi,
volle fare
tentativo in
;
tale
potesse
qualche
e
diremo
superate,che Francesco Silvio fu
da
gine
la cali-
parola
una
che
circa
ogni genere
le incertezze di
ingombrava
scrive
lacune,così
erano
carme.
sempre
poesie che
le
hanno
alle Grazie, l'unità è
perchè si possa agevolmente com-
?
byGoogk
Digitized
86
—
—
prenderequando già v' è, e
quando
è disfatta. E
r unità di
tanto
recondita
quelCarme,
ricomporla
meno
in
grado
sommo
in cui ti trovi
è
rapidamente
alle
trasportatodagli aerei poggi di Bellosguardo
della bella Zacinto
aure
del felice arancio
Tutte
e
odorate
poi all'Islanda e
e
dei
perpetuicedri,
all'Aurora
Boreale,sotto
la cui
luce infausta
Rosseggiaimmensa
e
più
là si passa,
immagine
al
tempiettodelle
al
quadro
le
fiamme, e
omerico
COSÌ via
tante
tratto,dalla vaga
Grazie
in Cielo Ebe
succinta,
fra
d'Ajacesolo giganteggiante
col
guardo
ivi
perplesso
si tenne.
via, ti vedi pasàare davanti
come
pitture,
;
nuta
veEugenio Beauharnais,
fulminante
Ettore che
iperboreaterra
quasi d'un
della sposa di
Agile,come
E
V
dice il Foscolo
e formanti
dall'altra,
può comprendere
non
un
tanto
agli occhi
stesso,una
tutto
nel
ferente
dif-
che il lettore
ricordarsi i
r
fatti
narrati,quanto
gli affetti e
A
le
nel
vivamente
rappresentarsi
immagini.
questa prima difficoltà che potremmo
chia-
byGpogk
Digitized
87
—
nell'accrescer
ideale,
mare
per avventura
la
qua-le,
perchè tacerlo?
adeguata ragione,e
senza
detrimento
—
dell' arte,
che
qual-
con
compiacquesi V egregio
poeta, è da aggiungere la difficoltàmateriale
rinvenirsi in
al labirinto di tutti
mezzo
ciascuno di
o
sei,di dieci,
scritti con
versi,e
al
quei caratteracci
di
menti
quei fram-
più di quindici
mava
gli chia-
come
il Foscolo,così frettolosi
e bistorti che neppure
Di più:
astrologoli leggerebbe.
un
i
intuonati
e
poi
fatti
e
far
così
molti,se
a
bello studio per
bussola
rianti,
va-
può dirsi,motivi poetici,
lasciati in tronco
perdere la
le molte
al
dall' autore, parevano
la
stancar
pazienza,
più espertoed
cabile
instan-
pilota.
Non
«
nella
e' è da
s'incontra:
tu
tu
non
va
più credessi
che
altro,
per
di mano
più
egliha
alla
di
e
abbandonare
che talvolta
beffato,poiché
che
quel
per
leggendo ancora
creduto
Silvio
sicuro di lui
esser
tratto
un
a
avanti ;
in mano,
forte
rimarresti
ne
stesso,vedresti
ei
Francesco
dell'addentellato
prefazione,
sua
quando
scriveva
fidarsi,
più
utile
di te
e
sentiero
ti
geresti
accor-
prenderneun
poi fors'anche questo,e
finché l'animo
suo
non
perfezionedell'arte,
inquietoe
trovi ^ove
così
lante
ane-
posarsi.
ri-
))
«
Per vincere difficoltàcòsi
gravi bisognòprima
byGaogk
Digitized
di
se-
—
tutto
i
ridurre
e
interpretare
forma
in
leggibile
fortemente
frammenti,quindi scolpirsi
tutti i versi
tralasciare
senza
alcuna,affine
conversando
solitudine del
nella
E
due
forza di
lui,convertendo,a
succo
e
ciò fece l'amico
anni;
lavoro
mentre
erano
lità,nelle
lui
da
tante
sue
le
sedutosi nelle stanze
dinanzi al tavolino
senz'
rimase, certo
ore:
ben
si reggeva
sua
se
ne
in
casa, di lì
non
gli fu
una
di
di
continue dodici
che
alzandosi,
fatica
durò
a
non
alla
tornare
lontana.
però,che
aiuto l'amico
parte del merito
nella egregia
di sottile assiduo
pazienza e
grande
vi
foscoliane,
delle carte
Giustizia vuol che si dica
opera
nica,
dome-
nica,
della biblioteca Labro-
awedere
piedi;e
per
de' giornidi
lezioni. Una
avvedersene,
per
dovè
suoi scritti. »
colla solita immancabi-
sì varie
e
quasi
gerli,
leggerlie rileg-
diurne
ore
lo
pensiero con
infaticabilmente
nostro
pure
spese
poter provare
Carme, quasi
proprio,tutti i
sangue
moria
me-
loro,
infine immedesimarsi
e
spiritodell'autore,
in
di
del
riprovareil riordinamento
e
con
le varianti
degl'Innicon
cosa
nella
Vaselli,cui
nella ricostruzione
lavoro,
si deve
del
condo
se-
lunghissimoInno.
Questo redintegramentodello stupendo
di
Ugo Foscolo,non
che
la
carme
pubblicazionedi
tutti
byGoogk
Digitized
vili.
POETA
CIVILE.
SOMMABIO.
del
Frammento
Meditava
e
egli bene,
qualche
VArdoinOy
suo
ne
avrebbe
inteso
a
più
me
ne
a
volte
me
lesse,
di
Italiani.
Il seguente
sufficiente ampiezza
stirpe sabauda,
e
frammento,
fra
esempi
col mostrarne
essa,
in
poema
antichi
con
la
un
iie parlò,
titolo,credo,
portato per
confermare
prò
Ardoino.
pregio, la gratitudine
tanto
darà
e
intendimento
ancora
di
di
che
nobile
crescere
degP
pure
rima,
terza
nel
brano
V
poema:
le carte
la
nati
ante-
devozione
unico
dell'
e
trovato
Orlandini,
un'idea.
«
n
Re
*
gemea
Fiero
Umberto*
Tutto
in
*
Ardoino.
?
Biancamano.
noi
di
quella vista; quando
gridò,
col
gran
levato
cor
il
braccio,
s' infuturando
:
.
Digitized
byGoogk
91
—
Dunque
il
tradito,o la cervice al laccio
al
Porgerà dei tiranni,o
Cercherà
Veggio gli Umbri
Pur, della
Non
han
in
di Francia
Mirali
La
possa
Ma
Versi l'alma
poi,se
il
Si, la
nave
Ebbe
da
dappresso.
in insidia colti
in
il furore.
spoglie,
sacre
gli occhi
e
mano,
chi restò
può, di
Scorra di sangue
che
valicare
in
volti;
infedele,
libertà s'invoglie.
di Pier
a
al cielo ha
le nitrici voglie;
està vii ciurma
Cristo
al core,
Re, voi d- ostro avvolti
tu, mitrato
Sbramate, in
presia gioco;
e
pietà e terrore;
perdon si,non
all'or la
foco,
disperaoppresso;
in volto: dan
Satanica congrega
Che
il
ciglio
loco.
securo
rampognar
lioni,che
Sembran
E
più
chi
il mendace
cui nel
adesso
fuor, gl'Itali
ei cui nobil cruccio è sprone
Vonno
a
Tesiglio.
traditi
gliha
tomba
Dio maledice
Ed
di libertade
mendicar
cb^ei
san
in braccio?
i Piceni
e
in sen,
Appressoil Gallo
Ben
periglio
suo
al traditore
scampo
Arde, e più
—
novo
antenne
e
vele
altr'onda.
mar
crudele.
byGoogk
Digitized
92
—
—
Su, leva,o Vice-Dio^
lungo le sponde
Della
misera
Siepedi
abhian
di Dio
causa
l'abbia
Così d'un
dura:
e
così si serve;
Così il Cherco
la fé che
mantien
giura;
popol riottoso ingrato,
liO finte angosce
alleviar procura
Dunque gliempi
Lor
serve
gliaudaci;e qualpiù.ferve
patriozel più lunga
Alla
te
a
croci tal che la circonde.
Li morte
Di
che
terra
sì tosto
al
!
E non
supplizio.
ma
sepolcro,
sia dato
pendenti
Stien,agl'Itali
piispettacolgrato.
N'àbbian
sollazzo anche
Venga l'Austriaco,e
come
Sollevi,
A
Rimini
Per
le
dica:
e
gambe
qui fermarle!
e
Poi bestemmiando
Eroe
da
remo,
Quinci tornar
'
onde
in
or
fuga
i denti.
ve', sì pronte
diero
colpialterni
li
genti:
lor la fronte
Verso
mostrando
can
Alzi la verga
P estranio
ed onte.
vero
dispogli,
sull'Istro ei possa
de' nostri cenci altero,
Venga il signor de' mari, alla cui possa
S'inchina
Avido
Europa, il mercator
incettator fin d'umane
tiranno.
ossa:
byGÒOgk
Digitized
ch'abbassava
Ei
Ed
chi anela
or
Libertà
Ne
Ma
a.
libertade
delFuom,
cb'è
tolga
i
corpi
degna mèsse,
del Britanno.
fecondar
a
che
ove
sia
quindi la
Torci
Se
il Gallo...
anco
0
d'Italia!
ferma
E
a
Or
quale effetto
di boUor
spene?
se
scure
e
avverrà
grido
r acciaro
le vene.
ci avria
man
catene?
calcar
a
al tuo
il
la
giurar
d'Italia
romana
te
o
via
ritorca?
seguia
ti
!
corca
fa lieti assai
noi
che
tua
pie
leal, vanne,
Tranquillae dormì;
.L'estense
tua
tu, chi fia che
Yanne, Francia
Ma
solo
nutrita
dico
grìdapoimo:se
incuori
il
mal
o
nostre
spezzar
Ne
Non
diss'io? Tu
oh, che
di duolo.
che
ma
colmo
e
noi
Pur
guerra.
sbigottita,
giurasti che
Aiutato
quel suolo,
fidanza, e l'hai tradita.
Libero
Di', non
la terra;
.
infelici desiri !
Speme
Era
faccia
di rossor,
sei capace
atterra,
non
Frutteràgli,perdio! libera
Venga
lo scanno,
a' regi suoi
forca.
risveglimai
la rampogna,
tedesco,allor vedrai,
byGoogk
Digitized
94
—
Malaccorta, vedrai
Solo
A
danno
tuo
0
chi il tuo
Lo
fu vergogna
se
il porre
sangue
tu cosi dal
E
—
in abbandono
il nostro
come
agogna.
speratotrono
non
scettro,cui sol libertà ti porse,
Reggi, Filippo?0
Inerme
locato dono!
Gallia?
forse è la tua
Incerta Italia?
A'tuoi
ben
or
tua
forse
in che
possa
guisa
fratelli in libertà soccorse?
onde
L'indìzio
Stimi
il sembiante
È liber'aUna,e
Una
è la
fratelloor
un
uman?
si ravvisa
folle,t'inganni;
libera divisa.
nostra:
causa
ì tiranni
arma
Quei che la scinde. Essi di noi "piùscorti
Stanno
ai
Noi
stimi imbelli?
Se dato
n'era
Saremmo
Chi la
Del
di
Rimini, qual pegno
fuga
cherci
a
noi
va
rimembrando
dal dolor vinto lo
che
sorti
segno,
pugnando,morti.
bastò
T'avesse
un
forse,ma
quivi è
Non
a' danni.
ah, poi ch'eravam
d'aiuto
pur
valor nostro,
Ahi!
Di
e
vantaggi congiurati,
?
sdegno.
il
spezzato,o Italia,
brando
Iddio, per lunghi anni al furore
e
re
non
tuoi
t'abbandonando,
byGoogk
Digitizedt
95
—
Sbanco. fra
quei che
—
amore
generoso
dagl'infamiartigli,
Spinsea strapparti
Non
lasciava
ordir consigli
tenti,infelice,
Come
Di libertà?
T'
il traditore.*
appiattarsi
noi puoi
se
affidi,
Or
ai
nemmeno
qual alma poteva
Compra
quellanera
a
il duce
sostegno alla bandiera?
esser
Ahi, ch^"essa
in
cade!
ceppi; ed
I nostri
tu
schiavo
me
dietro
Un
grido osasti
Tu
obbrobrio
vile,e dell'Europa
a
ti caccia per sempre,
Che
tu sii
Ma
no:
lupo ai
quei non
dentro
Non
^
già sparsi:
scerno
celarsi.
dell'Istro,alzar di scherno
Dell' Europa che
*
ecco
fatale io
uom
Fuggir coglialtri,e posciaa
E
figli?
scelerità salda restarsi?
Qual destra
E
alla fé straniera
come
vili?
eterno.
a'tuoi covili
e
non
contrasta
sette ìtali ovili....
l'Italia e la mia
stirpebasta.»
Sercognani.
byGoogk
Digitized
IX.
PATRIOTTA
FINO
AL
48.
Sommario.
L^ Arnaldo
il Primato
e
al
Visita
Niccolini
Rossetti
de'
Ma
fra i
tappato
e
un
«
ai
Triregno
Pio
Medaglia
—
—
briele
Ga-
a
nemerenze
be-
sulle
Dialogo
—
Nono
l' Italia.
tempi
incominciarono
studi
liberali
non
all' altro, al
grido di
rere
cor-
pacifica
restarsene
V Italia
tutta
a
della
da
uomo
era
libri,quando
capo
per
viva
commove-
la libertà
di fuoì'i lo straniero.
diali'apparizione,
Fino
del
V Arìialdo
ei si
lotte
coi
i
universale
Niccolini
al
vereo
L' Orlandini
»
vasi, da
Papi
al
Inno
Sonetto
—,
propizi
poco
'Musa.
—
il 1847
verso
Capogiro
—
non
voti.
era
Niccolini,
accorto
poteva
Ma
fra
quali si schieravano
•Niccolini
gli
parve
del
il
Primato
e
bandiere
liberali
berti,
Gio-
del
giorno delle
lontano,
due
i
e
che
esser
le
simultanea, àéi-
quasi
lo
grandi
affrettava
intorno
alle
italiani^quella
più saggia; ed
ei prese
Digitized
a
del
se-
byGoogk
di filosofo
mente
ipaese (pochiho
suo
e
nel
Y animo
tenne
che
col
nostro
già
da
strinse relazioni
Francesco
qualche
Jandini
veniva
il
vecchio
dal
Firenze
a
le visite
quelle nuove
a
quali,senza
in
quel tempo
veneranda
dal
conforti
di
1' Or-
che
volte
andava
amicizia
conosciuti
erano
le
largo
i
sigli.
con-
e
tire
spesseggiarono;e gioverà sen-
medesimo
nostro
caro
Si
tutte
e
anno,
bene
tanto
cordiale
di
Silvio.
quale gli era
Ora
il
ragguaglio d' una
esse.
«
Era
il settembre
secondo
il
Una
casa.
disse
:
di
solito,andai
e' è,
e' non
mano
udii là dentro
e
poi
:
un
uno
alla
avvicinava
dopo
a
;
io,venuto
lo
che
giù in
mi
nessuno
A
un
tratto
la porta si
la
di tuono
di
si tacque,
mi
tananza,
in lon-
si
piedi che
sempre
più
momento
un
ma
volta,,
terza
il brontolio
spalancò,e
la
rispose.Ripicchiai,^
stropicciolento
e
Picchi,e
picchiai con
brontolio,come
porta,
in
servivano,mi
libreria.
fatto, e
di
ze,
Firen-
a
il Niccolini
trovare
allora silenzio. Picchiato
anco
cresceva.
sarà
ma
Scesi
—
palma della
del 1849
quelle vecchine
gli aprirà.
ma
chiuso
costantemente
mai
storia del
la possedessero)
particolari,
che
giganteggia il Niccolini,
più
di
che
Egli e pochissimialtri,fra
speranze.
dubbio
la
patriotta,
io conosciuto
ne'
insieme,e
suo
di
cuor
e
addosso
venne
si
byGoogk
Digitized
99
—
violenta
appellativi,
tempesta d'ingiuriosi
gridati
alta
ad
voce
il capo,
che
interruzione,
senza
e
stetti ad
e
Quando
aspettare se
sentii concludere
davanti!
e
:
prima che eglimi
—
viso, levai
sul
—
il
guardo
altro ?-^
un
vi
aveva
viene
la
preso
dissi : ma,
e
vecchi
pel Montanelli
vi prego
E
—
che
te,
scusa-
ogni giorno
dei miei
e
piacere,
di
ripigliava
giando
passeg-
appoggiatoal
pazienza con
che lascian^ipigliarealla rete
mio braccio:
questibuffoni,
tanti
come
pesciacci
che la
prete ciurmatore, e pretenderebbero
un
ragioneumana
per
un
sogno
di diciotto
la storia di diciotto
ma
solecchio,
''Oh !
:
voi mi fate
di scusarmi.
chi potrebbe aver
rotta
il
per
detta.
affogatinell'acqua bene-
sono
per la biblioteca
da
preso
quegl'imbecilli
tutti
Passate,passate,che
Ma
m'abbia
fronte,esclamò
quasi
amici,che
nuovo
signor Gio-
esorcizzarmi,
perchè diventi papista,come
a
divenuti
sono
si levi subito
guardò fisso facendosi
Mi
poi,battendosi
e
mi
venisse la fine.
sbatacchiasse la porta
c'è pericoloche
Battista,
van
ne
io abbassai
tutti. So
con
che
discepolodi Dante,
ultimo
parte da
a
me
mente:
stesso.... e
o
secoli? Io
si ricrederanno
perciò gli vorrò più
non
cellasse
giornican-
lui mi
terminava
l'Italia sarà
Sebbene
sono
dicendomi:
una,
o
in
presto,
e
dintorno.
con
sono
per
fatto
nete
Tesecoli
byGoogk
Digitized
100
—
ancora
sarà nulla. Io
non
in Dio
nell'umana
e
furono
parole
memorando;
virtù. "
io
se
venerando
uomo
Dirà
qui
forse
Deviò
que'tempi:
scelto,e
che posto in musica
rispostareco
in
qui
quell'innoparmi
perchè può
in
mai.
INNO
Bagnato
0
de'
dal
Serto,a
popolo.Per
del delitto:
chi Io
e
perchè
e
scrisse,
gioventù nostra
bene
più
i versi
Tessuto
Alessandro
più
l'entusiasmo
un
incrollabile
e
come,
generoso
e
dell'ignoranza,
transigereapparentemente,e
verità
Ecco
—
alla
sé
a
regno,
al Tri-
inno
dal
indegno di
non
mentì
dal maestro
il corpo
volgerea
e
in
susurrato
un
quei tempi
mostrare
cedere
si prepara
forse
difficilioccasioni,
l'uomo
leale possa
esse
con
altro dal sentiero virilmente
e
finallora,
cantato
me
»
fu
1' Orlandini,
scrivendo
Biagi,fu
che
Santa Croce,
taluno, anzi
per
percorso
medesimo
in certe
quel colloquioper
potessi,vorrei
in
credo
ma
Queste sacramentali
—
l'epilogo di
e
vecchio
sono
che meritamente
l'epitaffio
terminasse
air
—
tenersi
man-
indomato
che
:
AL
TRIREGNO.
popolifra
pianto di
di
sua
raine,
Tetà:
tutte
Magnanimo
Segnacoloal'Mondo
mille
or
brilli sul
crine,
libertà.
byGoógk
Digitized
101
—
—
di
Beir Iri all'Italia in fronte
che
folgoreall'Aquila
Sii
E
solo
un
Brandendo
Te
pure
grida de'
dimandiamo
che
serti il
noi
al
irti di
sieno
fJon
sacerdotale?
Non
ti pare
innanzi
di
scemare
all'Orlandini,mi
debita
egliche
Roma
a
lodi
assai che
sieno,
dolcezza
di censura?
documento
quel
per
punte
quelle
che
stilliamaritudine
encomio,ne
ti pare
acutissime
e più
quasi dissi,condizionali,
di
maggior.
lettore,supponendo
fosse benevolo:
non
que'versi
priscovalor,
de' secoli Italia cancella ;
te
onora,
Ora
del
affratella,
te ci
pensieroper
l'acciaro
r odio
Già
sbranò;
destò.
di morte
vita dal centro
Se
le
sen
s'adempia consigliod'Iddio
Palio
Che
il
Pio,
Più:
la
sappia dire
renza
reve-
alcuno
qual premio personaleebbe,quale,scrivendo,
sperò
alle
lodi il
sue
avrebbe
nono
a
chi
poeta? Anzi, credete
quei versi,ed
accettato
ardito
avesse
versi,rOrlandini
del Procida
sarebbe
mostrossi
avrebbe
farglieneomaggio?
d'indebita devozione
accusare
voi che
a
Pio
lo stesso
poco
nono, per
Pio
riso
sor-
Voler
quei
che dire: L'autor
italiano
quando offerse
amplesso di fratellanza aglistranieri esosi,scrivendo
colle
paroleai Francesi,e
quel
verso
«
suo
coU'animo
agliAustrìaci,
memorando
Ripassinl'Alpe, e
'
"
torneran
fratelli.»
DigitizédbyVjOOQlC
102
—
Che
del resto, a
malevolo
—
basterebbe
dubbio,
appunto piegavasi a scrivere
rifulgeva tutto
neità,in
quanto
quei versi,V
al
colmo, egli promosse,
altri i
quali lo secondarono, una
suo
medaglia
una
tutti
Cerbara
lini le
infatti
furono
di
Roma,
parole da
Che
da
e
a
Forse
Italia
appunto
nel rovescio ;
per
non
poi
pochi giornidopo
veri
Muratori
il
sdegno
contro
gridarono
magnanimo
1847.
questo parlare,sì forte
parve
dell' anno
frutto di
medésimo
e
stagione.
1847, cipè
cesco
Francolloquiotesté riferito,
Silvio indirizzava al Niccolini
di
.
si
riconoscente.
chiaro,la medaglia
Neir ottobre
scritte dal Nicco-
furono
Rossetti
Propugnatore
La
Rossetti,al più
sappiamo, dei Papi. E
invidiosi
Dante
far
,
incidere
Degli
trovò
sore
eseguitidall' egregioinci-
Gabriele
A
e
società per
Gabriele
a
come
avversario,
ne
.
1847, qtiandol'illusione'
nel
era
i conii
animo
intiera sponta-
con
e
comune
fiero
mentre
altro atto.
un
Poiché, appunto
coniare
la vita
che
sapere
più
e
intiera
tutta
dell' Orlandini ; anzi basterebbe
suo
minimo
dileguareogni
un
che,
gl'Italiani
Sonetto
lasciato
pieno
solo il
103
—
gran
poeta civile
a
—
facevano abbindolare
si
utopie di papi-reliberali
nuove
Eccolo
GIOVAN
BATTISTA
sei
Sorgi,ma
E
alterameate
tuoni invano,
Non
ti die
invan
e
la tua
odi attorno
di lui che
Italia,e
Era
almen
molto
Ma
gente
aperto.
chi
e
a
stessa
se
salute aspetta^
pontefice-re
Oh,
per
Questo
sonetto
bellissimo
€h' io
se
finirà,
come
ogni più scrupoloso,
di
ancor,
non
pur
freme,
alla speme.
Dal
lunghi anni
*
vendetta.
molto
vero
mente,
farsel certo ?
e
alla
all'onor,
poi eh' al
viso
fìnor,come
ciò poco
se
patriail serto.
Cristo in terra
riscatto augurarne,
Doleasì
possente
novella
una
suoi sogni a
Sillogizzar
In prò
deserto ;
piramidein
Ingegno il Cielo,e
mai
»
NICCOLINI.
Sei solo,0 generoso:
mi
mendace,
misera,giace!
mare
rattengo dal chia-
è d' uopo, di chiarire
il nostro amico
non
frisse
sof-
quellaquasiinevitabile epidemia,che
imperversava allora
s' ei
riformatori.
e
:
A
E
dalle
nei cervelli
degl'Italiani. Ma
sdegnava apertamenteripeterequel gridouni-
byGoogk
Digitized
lai
—
si esponeva
versale,non
cogl'intimi
formato,secondo
a
neppure
di
contento
e
pago
:
—
sterili imprudenze
apriresu
suoi le convinzioni eh'
il
tale argomento
eglierasi
costume, riandando
suo
e
ditando
me-
la storia.
sera, mi
Una
rammento,
insieme
non
tanto per attaccar
mesto
e
L' amico
del consueto, ed
meditabondo
più
Grande.
Piazza
per
era
queitempi,passeggiavamo
verso
discorso
sfogodell'animo
a
mio, quanto per sollevare ed eccitare al tempo
solevo
come
certi
:
ad
riforma
mettesse
gran frate
:
Ecclesia
io gridereivolentieri : Viva
reformatione,
Figliod'un prete!
conoscessi da tanto
farvi
tempo,
offeso da
nulla
naturale necessità mi
Papa
Ma
sorrise
e
mi
—
Pio
se
nono.
non
sentirei tentato
che
queirappellazione,
si
vi
di
sia tuttora
gli
perchè Pio
va
nono
una
:
e
gran
chi
dietro
di certi suoi
non
credete voi che il
potenza? Se
non
come
ha fatto
di
:
conviene,soggiunsi
dall'altra parte
nelle campagne
umano
—
hidigct
qualchebrutto complimento.
Per
—
mano
Chiesa,giacche,si potrebbe
della
ripetereanche oggi col
—
désimo,
me-
momenti, l'amico,
Eppure, se questo Papa
esclamai
una
in
io,
cenno
non
l'obbedisce
ad
come
altro
pitano,
ca-
alfiere.Solamente
di voler
essere
più
e concedere qualpredecessori,
by^Googk
Digitized
106
—
misterioso terrore,disse
quasiun
teva
rimasero
impresse incancellabilmente
Altri sogni:
—
—
potrebbe Dio
che
modo
cancellare i
nelP anima.
menti
deglinomini
fatti,non
accaduti.
sieno
non
però
fare in
sono
Inappellabili
della stòria. Quella del Pontificato per
sentenze
si divide in
cinque grandi epoche: la prima
quali finisce
a
settimo,la
Carlomagno,la
terza
Leone
a
Ora
Cappellari.
se
affatto affatto fuoco
tolta la parte
della
gustare
siderare
come
o
nulla che
concordi
dovrebbe
pur
essere
dei vicari del gran
patria,nulla
stato
maestro
Infatti: che troviamo
di
io considero
davvero
sarà
non
queste,
missimi
pri-
eh' io lascio apprezzare
il papa,
a
trovo
Roma,
di
la
con-r
buono;
coli'Evangelo.Il
sempre
come
la quale,
Italia,
ho, doveva, risedendo
sua
abbaglia
forse fu^ bella ne'
Chiesa,e
voi; se
Pio
sta,
se-
una
in tutte
cittadino di questa
galantuomo,e
ci fosse nato
a.
che
numerus,
paglia.E
che
religiosa,
tempi
e
di
Gregorio
forse
incomincia
est
infinitus
quorum
a
me
quel grettoe spietato
a
questo incerto chiarore
pure
i minchioni
ne
seconda
le
delle
decimo, la quarta a
sesto, la quinta finalmente
papa
mi
chi avrà mai possanza che basti
ma
disfare il passato? Dalle
a
che
cose
Magna
quale
carta
di Galilea.
noi nei Pontefici?
possedqreintieramente,fatta
zione
Ambi-
contennen-
byGoogk
Digitized
107
—
—
dall' impotenza
da, anzi spesso ridicola,
:
delle
ambizione
quale
il
genti a portare
Cristo ?
ebbe
stranieri armati
lo aiutassero
dai suoi nemici?
l'impero per
e
Carlo
fece
mai
le
di
qual dispotismoservì
ii Vangelo,
impronta
non
ma
questo
pure
a
a
puntello?
m' è
fare il solito loro
neutrale,accendesi
che
ora
nelle
e
alla
ritarda 1' opera
ammiratore
quel ch'io
anche
corte
non
sono,
cialmente
spe-
mo
dovrem-
scotta è vedere
pagine
di
almeno
prete
un
causa
una
della civiltà. Ditemi
de' Promessi
corso
per-
pretiseguissero
di serbarsi
ed
vrano
so-
romana.
storia,stravolgeil buon
più. caldo,
A
trovarvi
che regnano,
i
chi
qual
mestiere,noi
invece
vano
tenta-
l'ho
sofista eloquente,
il quale,per servire ad
buona, mentisce
leanza
al-
con
riescito
Quel che più mi
gioventù italiana
Con
ridotta,nella
è
cerdozio
sa-
Cristo ?
Anch'io
nulla monterebbe:
fare il nostro.
la
popoli,che
alleanza
delle massime
nessuna
quale ora
Ma
ai
concordato?
un
il
investiture,
quindi
strinse
e
dere:
divi-
affinchè
quinto di emanciparsi;
guerra,
concluse
Cristo
sanguinosafra
fra loro per contrastare
sotto
e
secutive-chiamat
con-
gli ebrei, o difendersi
Guerra
—
Ritrosia
—
domare
chiamò
convertire
a
guire
conse-
e
giogo sacerdotale,
di stranieri per
che
di
è tutto
un
so,
sen-
pò
:
dire,di
Sposi^vi
Digitizedby
ram-
108
—
voi
mentate
Lucia
come
ingannare con
Cristoforo;il quale
Agnese
direttamente
la
e
figlia
sua
da casa, mentre
un'
tentato
crescono,
coir
noi che
e
la
Ma
in
si fa ai
come
landrini che
d' aver
l'annunziano
la veste
il mondo
L'
li
causa
nostri
qual prò
la
della sventura,
in Italia
fischi
e
dono
cre-
la mettono
sotto
presto
ma
sassate.
è promuovere
sture
spacciandoimpociviltà fomentando
nel
superstizione
si affaticarono
Ca-
zosi
baldan-
cercando. Assurdo
verità
!
sperare
Anzi
li veda ;
nessuno
della
a
nono
questinuovi
mondo, poise
che
Pio
eutropia:e
bugie, e quella della
l'ignoranzae
e
della
intatta per
l'assurdo?
nuova
assurdo,dico,vanno
e
silenzio
veggono
la
piglieràa
la
A
non
al
credono
e
tempi
trovato
brogli:
degV im-
timidezza
di serbare
cercando
vanno
aver
coli'amore,
all'allegria
: Viva
? Come
Papa
un
nissero
ve-
dovuto
avevan
la notte
colla naturai
dignitàdel
ci abbandoniamo
lo sposo,
possiamo scusarci
non
fanciulla montanara, invece
ogni evento
l'
dal-
3i prolunga, gì'imbrogli
notte
ignoranza,e
mossi
angelica fanciulla
L'
tacque, perchè^dice Manzoni, era
qui però la
dre
Pa-
Abbondio,dopo
?
impresa illegale
di
il buon
che
credeva
dalla canonica di don
scappare
malincuore
sopportò a
equivocoinvolontario
un
avviso di lui
—
popolo.
povero
dall' Alighierial
.
Ma-
byGoogk
Digitized
109
—
Machiavelli
e dal
chiavelli,
gli scrittori
da loro
far
nostri
de' frati
salmodie
di
rintronare
e
ogni modo
la gente?
scenate
altri
Galileo,e gli
preti,si
là
dormano
umano
genere
ogni giorno le
de'
e
ad
si doveva
mio, che
grandi emancipatoridel
giungereal fine
per
queste cabale
Sentite,amico
odonsi
all'Alfieried al Foscolo,
se
civili,
degnamente mirato
ingruUirecon
dove
—
stucchevoli
di
tratta
ossa
lo capisco;
pietre,egualmente insensibili,
Galileo
effigiasse
chi
a
braccetto
con
un
e
ma
Papa,
e
e cherseguitoda lunga processioned' incappucciati
cuti
animosi
correre
a
spezzare i ceppi postidalla
tirannia laica ed ecclesiastica al genere
farebbe deridere
acclamando
Assurdo, perchè
compatire.
—
duce, veniamo
la milizia del
ora
a
il
o
tutti i nostri
ad
Papa
applaudirela
lo diranno ;
noi lo vede
da sé
ciando
cominpensatorie scrittori,
ecco
il
la
di
:
famiglia,senza
gente senza
gli uomini
dai
famigliapotesse esser
se
la
altro che
personalità
potesse esser
strumenti
di
tria,
pabieco
qualil'Italia deve
risorgimentomorale:
società;come
e
Niccolini,
al
chiunque ha. gli occhi apertifra
ciechi
personalità;
senza
artefice :
e
lizia;
mi-
tene
Dimanda-
chi sono?
terminando
e
dall'Alighieri,
ve
si
umano,
come
se
altro che
pietraangolare
un
robusto
la base
tendere
at-
della
sentimento
dell'uomo
ri-
byGoogk
Digitized
110
—
a
spettabile
ed
stesso
se
—
altrui:
la milizia di
ecco
quel capitanocui questi giucchiurlano
l'Evviva.
Assurdo, perchè
—
nazione,se
r
sia
non
è
non
e
indipendente,
e
autorizzato
chiamare
dee
da
lunga sequela di
risorgee
dura
nan
e
nazione
possente una
il diritto di
se
rivendicarsi,
quando
chi la domina
dal diritto
della
e
pretende tenere
divino,e
sua
stessa
altri volesse
mercè
di
unisse tutta,pure
sotto
quel
un
sovrano,
ed
zelanti,
ed
se
ai
Pio
l'autorità
natura,dee
siccome
difensore,
colui che
nono,
che
essere
pur
pria
processità
nestode
cu-
pretendefare in
l'Italia sgombrata,
si
da ogni straniero,
auspicelui stesso,^
solo
colpa,
quel diritto,
per
le veci di Dio. Poniamo
terra
che
di
non
serbi gelosa
né può serbarlo senza
opprimerla,in libertà;
se
dizioni
tra-
stranieri in
gli
assurdo finalmente perchè non
Italia;
alta
una
che stretto da-
mantenere
e
grande
noi invochiamo
indipendenzada quellomedesimo
gl'interessi
fine
senza
monarca,
da
lui benedetta,
chi malleverebbe
od i suoi discendenti
rebbero
promuove-
lenterosi
accompagnerebberovo-
almeno
gli avanzamenti
civiliche porta il tempo,
qualii popolihanno
inalienabile diritto ? E
alle
giustedomande
dalle benedizioni
dei
e
fidati
popoli i regnatoriaffice-Dio
del Ponte-
dagli anatemi
rispondesserocolle spie, coli'esilio,colla
byGoogk
Digitized
Ili
—
chi avrebbe
scure,
divino
il
voi
lamentarsi?
coraggio di
si contrasta,non
non
despota
cattolico
ha
si
da
ritto
Il di-
che
discute;an-
obbedito:
essere
Polacchi, disse PajpaGregorio,obbedite
Czar:
è
non
tiranno,è scismatico,
diritto
per
basta.
divino,e
confondersi,l'Italia
occorre
espressionegeograficagè
e
—
la
vita
superstizione,
amico, non
caro
cesserà
V
sgombri
non
de'
importa: regna
No,
non
allo
preti;se
non
d'essere
ignoranza
si faccia
indipendentedallo straniero,
puntellode' preti;
combini
non
l'ordine
del convento
r ordine
libertà nemici
—
finora ho
di Viva
esempio
a
Pio
di
e
si
delle
un
togliedalla
bugie, finché
papa, io nulla
per
bel
ne
questo in quel poco
a
mirerò
in
io rimarrò
matto.
futuro; e
muto,
il
gnandomi
rasse-
—
circa,le
sue
parole,tale
sentiva,e all'occasione parlava:dando
quel coraggio civile
avventate
mostrare
un
ci
della
echeggiare d'ogni parte
nono,
passare
furono,a
ei pensava,
con
fatto,né
sentissi
quand'anche
a
mirato
son
finché l' Italia non
non
degliequivocie
davvero,ho
spero. Né
Tali
cimitero,e
al tutto di affidarsi ad
cessa
grido
del
implacabili. No,
via vergognosa
che
e
e i pretiamano
libertà,
finché
questo delirio,
si ria da
non
colla
se
o
con.
facile ad ostentare
troppo calcolate imprudenze,difficile
senno
e
vero
pericolonella
vita.
byGoogk
Digitized
X.
PATRIOTTA
DAL
AL
48
59.
Sommario.
Guerra
lezioni
nelle
della
Molti
confortatori
tremendo
a
Odio
—
Fanciulle
Superga
Versi
—
né
se
il peso
gli amici
della
Silvio cui né
la
guise adoperandosi
suo
pensiero
cittadini
famiglia
per
durante
anni
43
ci si fossero
stro
mae-
—
Visita
al
lico
Pel-
di borsa
al
mettere
buon
gracilità della persona,
avrebbero
virilmente
e
si
guerra.
impedito,
opposti, di
rassegnò,
di testa,
esito
insieme
P aumento
la
liana,
Indipendenza Ita-
armacollo,
ad
meglio potè, pagando
fu
rate
dispe-
Scritti vari.
—
guerra
dei suoi
non
momento
Pellegrinaggio
—
Superga
—
.
col fucile
accorrere
di
:
L' Orlandini
d'Azeglio
far
di Pellico
e
Terzine
—
vornese
lia
Livorno
—
malinconia
Cupa
—
Scoppiata poi la
Francesco
del
V Albo
per
Epigramma
—
di
guore
Lan-
—
Anarchia
—
di Missirini
pedagogia
Lettera
—
oro
Rinunciamento
—
agli oppressori
della
Consolazioni
di
italiano
Lettere
—
d'
catena
Espugnazione
—
Sigaro
—
Fuga
—
Costituente
parte
La
—
Il Cittadino
—
Persecuzioni
—
—
italiana
Indipendenza
della
e
come
in mille
dell'impresa:
e
un'associazione
di
della
di
volontario
Quando,
tassa
dopo Somma-
Digitized by
114
—
Non
—
della
parleremo troppo
Silvio nella
Francesco
dei
tante
dicono,mili-
come
politica,
dire che
Basti
giornali.
alle villanie maligne
del Corriere Livornese ei volle opporre
di
Bomba.
da lui stesso,che fu il
quelloil nome,
Naturalmente
»
è cacciato
colori
rimasto
nel paese
nel manicomio
certi romanzi
;
e
primo
poi famoso
cupi,ad
chi si delizia di
intrecci
ad affetti
aggrovigliolati,
della
di poco. E sventuratamente
impopolaritàche dianzi,
è
predicaval'Azeglio,
po'bizzarramente,
ministro
per
un
ove
r altra
della
che possa
giunge; è
non
può
cavarsi
non
esser
onore
di
un
pelledel
leone
che,forte
autore
letto :
ma
finalmente
pel ricco
di contanti
di fattorie,
palazzi,
impunemente
di
condizione,
Thouar
per
giudiziode' posteri;è
Signore che,forte
povero
tirar la
buono
contento pauds ledoribus,apcoscienza,
pella
sua
al
Re
e pur
a
esotici,
troppo anche nostrali,
l'amore
un
«
a
matti,il savio
de'
per
i D'Omessi Sposisanno
convulsi,
è
il contravveleno
altro diario intitolato il Cittadino
un
Italiano,diretto
scrivere in
da
parte presa
ad
un
efficacia
il gusto di stampare per
la popolarità
giornalista
solo,ma
non
di vita. Il
Cittadino pel quale all'Orlandini scriveva il
«
è
alla
un
giornaleche
patria»
di buon
senso
riconforta i buoni
che fu acclamato
e
di gran
da molti
levatura,resse
e
fa
mini
uo-
ben
byGoogk
Digitized
115
—
le
contro
poco
Il 25
"
ne
Il
suo
intemperanzedell'ignobile
popol no,
al caffè la
le
briaca
ciurma
rea
»
in via Grande
numero
un
Patria^ond'
vogliaavere
all'Italia i
di buona
ei smise
que'dì
saggio
un
fautori,se
fede,della
riandi col
nanzi
di-
di necessità
stato nel
ne
quale in
scene, benché
passiva,e
plebe,la quale,per
desimo
me-
fosse
ne
le rammenta
se
solo veramente,
con
nel-
ma
dire, fosse
vero
naturai
si astenne
calcolo di triviale politica,
i diritti della
manomettere
abbandonandosi
però del
senz' ordine
e
senza
timore i cittadini
di
si mostrava,
e
riosa
di fu-
ogni eccesso
curezza
di si-
o
sorveglianza
freno,tenevano
in
tinuo
con-
più alieni da ogni tumulto
i più audaci rivoltosi villanamente
numerosi
dal
proprietà personale,
resto ad
demagogia.Comitati
credendosi
ve
eziandio,ogni forza legale,dominava
r apparenza
probità,0
ancor
Livorno. Lo scrivente
Cessata,non
tutta vivezza.
rebbero
serbe-
detta iniziativa individuale,
così
quellemiserrime
parte solamente
di ciò che
pur
pensierolo
funesti si trovava
vide
una
la
pubblicazioni.
sue
Chi
sono
petitore.
com-
d'agosto il popolo livornese,
solennemente
arse
—
:
padroneggiavano,
perchè la gente
potentissimiperchè
dabbene
non
lasciati
eran
byGoogk
Digitized
^
-116—
fare. Gli odii
bene
; le
uno
0
la
per
al
blico
pub-
Vendetta,perseguitandoe sbandeggiando
più pazze immaginazioniturbavano
non
e
d' amore
privatiammantavano
notte
passava
altro
che
non
timore,T
vano
si
i cervelli,
gridasse,
per
allarme. Era
un
vere
vi-
angoscioso,
inquieto,
trepidante
; e specialmente
a
chi
della
Il mal
famiglia,
incomportevole.
avesse
che,investito
repressione
Granduca, assunse
e,
di
il colonnello
esito
pienipoteri dal
Cipriani,
accrebbe,
quasi direi,confermò quellaorribile confusione.
E
come
savi è moderati
di
quale
troppo accade
pur
ambe
presidi
vengon
le
mira
di mira
preso
bitanze
quelleesor-
:
che io
Erano
proscrizione.
r amicizia
non
esito
la relazione col
l'essere
a
egliguida
magistratipopoleschi;
tre i suoi
Ridolfi,allora
chiamare
e
certa
una
meriti
grandi deda
quella,
canaglia,abborrito;
conforto di
la massima
giovani,per
de'
qualil'assennato
costoro.
di
lia,
all'Ita-
e finalmente
mitragliatore
Cipriani;
di
a
dai nuovi
che fosse inchiuso in
anzi sembra
lista di
più
sivi
dagli ecces-
ben prevedendolefuneste
livornesi,
fu
i
V Orlandini,il
parti contrarie,
erasi ristato dal biasimare
non
che
sempre
pensare
Egli intanto
una
eletta
mano
parte già suoi scolari,
e
operare
ceva
troppo spia-
avvertito per tempo da
alcun benevolo,e temendo,non
sapreidire
se
pro-
byGoogk
Digitized
117
—
violenze contro
ne
si potesse giungerea
ragione,che
priocon
uscì
di
-
giorno (9
lui,un
si avviò
guardingo,e
fratello
suo
veniva
in
miglia da
Livorno.
Leopoldo, unanime
per
qual
però
cosa
dal nostro
ebbe
amico
ottimo
tanto
e
per
dei tre fratelli sotto
onde
veniva
Silvio tutte
assai lenito il
che
le volte
lezione
passato a Pisa, dando
scappate
livornesi,
e
lì
gli
ei poteva fare
V attendere
era
non
tanto
del Carme
pubblicazione
che vide la luce nel
Sul
da lui
per lo
Altro
più,
nimento
le-
come
virilmente,
alla
aggravato di lezioni,
di
Ugo
Foscolo Alle
dell'infausto
Grame,
1849.
anno
toscano
latore
(re-
Bufalini,e confortatoriefficaci il
Casiglianoe
Giovanni
votava
Baldasseroni)
e poi
legge sulla Costituente italiana,
in
Francesco
città nativa
e
del quale il Senato
principiare
Maurizio
di
marzo
:
parecchiefamiglie
soppiattodalla
di
siderata,
de-
tetto
queir inverno
Livorno.
a
diceva,coi pipistrelli,
pur
la
tanti anni
il medesimo
a
—
nione,
effetto la riu-
faceva qualche corsa,
rifugiate,
com' ei
duca
ciato
cacclericale,
cordogliodi
in
sco,
France-
a
repubblicano!
come
per
tempo il
in tutto
della fazione
opera
1848)
Moricce
quel medesimo
Colle di Valdelsa
da
La
che
giova notare
ottobre
pedestrealle
villa de' signoriCarega, a sette
E
personali
silenzio. Fra
i candidati
che
si discioglieva
in
conse-
byGoogk
Digitized
118
-
Silvio lesse
assemblea, Francesco
Arezzo
nome
suo
;
dell'indirizzo che
era
si
il
tale
popolarmente proposti per
vennero
guenza
—
lista di
nella
onde, biasimatore
quel movimento
com'
avea
egli
preso,
scrivere al direttore del Conciliatore
affrettò a
la seguente lettera:
Preg.""**signor
«
Coir ultimo
»
Direttore
di posta di questo stesso
corso
perviene, inviatami
giorno
mi
nota
stampa dei candidati
a
i
grato quanto debbo
me
vita
in questa
qualitàdei
che la
consentono
non
sì grave
del Circolo
somma
alla mia
suo
Mi
mento
mo-
periodico,
di accettare
coscienza
fossi eletto
a
tale
ufficio,
per
creda
con
a
renunziarvi.
Devotissimo
F. S. OrL
22
Marzo
sincero
distinta stima
suo
Pisa,
un
siero
pen-
V istituto della mia
al bene d'Italia sarei costretto
))
suo
e che perciò^qualora contro
ogni
incarico;
io
aspettativa
amore
protesto
esito
del
mezzo
e
viglia,
mara-
mi
occasione,non
miei studi
Popolare
rivolto il
ha
chi
a
una
la. Costituente
Mentre
nome.
dichiarare,
per
a
Arezzo,
quali candidati,con
ho letto il mio
a
da
per
italiana,
propostiagliElettori
Aretino; fra
Conciliatore^
del
ANDINI.
"
1849,
.
byGoogk
Digitized
119
—
la
Intanto,per
venivano
qui
Moltissimi
ho ritrovato la
il
qualigiovi
V altra
Missirini,
Signore,
libri ho
la
lucidezza,
fede,la
buona
la venustà che
anche
candore,e
pochi assai
in
letto,ma
stia,
modenel
veggo
classici
ragionamento che precede i bellissimi,
suo
e
del
le
lui
a
:
Prestantissimo
«
poche,fra
non
una
lettere,
di Silvio Pellico
))
pubblicazionedel Carme
consolazioni
riferire due
—
Inni
inspirati
ne
me
sulle Grazie
del
grazie per questo preziosodono
mi
monumento
ha restituito all'Italia.
—
drazie del divino Canova
di
vera
Mi
ha
a
;
è mestieri che io le dica che
la bontà
mai
di scrivermi
pure
su
tal
scoperto che
affezionati allievi.Ho
ho
ed
acquisto,
ella venendo
le mando
fatto pure
a
un
se
Firenze
mio
delle
gruppo
quando
che
l'ebbe
ho
tasse,
capi-
le linee per
tutte
la sicurezza
libro che
di
averlo,
potrà.
—
mi
finito
ri-
de' suoi
uno
ammirarlo
mi
ella ebbe
proposito,non
tirato
tutta
fazione
soddis-
propositodi
da
ella
poesia che
il detto gruppo
di ricercare dove
ed ho
ed
pel piacereche
ella citato il secondo
d'aver
farne
e
procacciato,e similmente,le applaudo per
ha
quest'inclito
più
chè
per-
:
le riferisco molte
lei,e
congratuloseco
Foscolo
suo
Io
piace appel-
byGoogk
Digitized
120
—
—
lare il mio
testamento.
Sono
che in tanto
mescimento
delle
la nazione
ponga
i
secoli si è lavorato per
r
io ho
si
forma
V
uomo
se
non
datici da natura
e
un
animale,come
0 come
istinti,
nostre menti
si ritorna V
E
può
sperare.
la
ragione e
d'argomento, tende
menti
Ho
giudichi*
ne
pento.Non ho
non
è
merce
per
annoverare
zione
inspiraelementi
grandi
se
pecora
feroce
se
ha i buoni
^
tende
e
e
a
infondere
la bontà
al male.
messo
simo
altìs-
ma
di
la
nuovo
negli animi.
Ella
meditarlo,e spassionatamente
creduto fare il mio dovere,e
ne
è
l'uomo
deglioscurantisti,
una
belva
una
vogliaconsiderarlo
mo
uo-
cosa
V
Questo libretto adunque piccolodi mole
ragione nelle
molti
bizione,
dall'aminvidiatici dall'avarizia,
dall' arti sùbdole
rimane
vizi. Per
non
se
:
questidue
Senza
al bene?
opinioni,
nei nostri cuori le prave
detto
nell'uomo, nulla
che
tórte
sterpare dalle
seminare
e per
intelletto,
abitudini* Ora
pettidai
agliuomini
: se
dalle
intelligenza
si purgano
non
se
e
vi
non
Costituente che
solide basi
sopra
si rettificala
non
italiane
cose
non
franchigia,
ha costituzione,
non
considerando
venuto
illibro in
non
me
commercio,perchè
venale.Ne ho fatti tirare parecchiesemplari,
regalarnegliamici,fra
lei,come
io tale
me
i
ambisco
qualiora
le protesto.
Melchior
Missirini.
"
byGoogk
Digitized
122
—
Francesco
dell'anno
Silvio replicandosotto dì 21 febbraio
stesso
concludeva
: « In
queste paróle
con
il
non
degni
E
di
questa lettera di Silvio Pellico
a
sciagurenon
se
coi
morire.
non
altro modo
trovo
conversare
bene
di queir animo
nel
aveva
Non
di
in
che
suo
Tornato
delle
ad
motto
te
e
patria.La
il volontario
liana,
indipendenzaitalo malediva,
il
però
sgomentarlo.Uomo
a
mente
dominare
a
cuore.
di mature
il presente,vagheggiando
il futuro;e
presaga
egli
compiaciuto
quel tempo alle insistenze di persona
il
il motto
poi
verso
suo
vi
ritratto,
scrisse sotto
Meditans
in spe.
l'aprilein
Livorno
a
vivere
coi fratelli cari,poichéil rimescolio medesimo
insieme
teneva
alla
creduto, gli martellavano
glichiedeva
pugno
della
quand'altri
convinzioni riesciva
cara
devoto
Novara, l'abdicazione
quale anco
con
quei pochi
con
dico ? l'angoscia,
lo strazio
alteramente
sempre
avendo
morti, o
primo campione
valsero
di consolazione
»
alquantoil dolore,che
catastrofe di
alle presenti
mezzo
che queste consolazioni alleviassero
era
esilio del
—
un
plebi rendeva
antico
dinanzi
a
di Tacito:
firmare animum
facile rimanere
quadretto che
se,
In
e
ea
nel
nel
vati,
inosserstudiolo
suo
scritto il
quale aveva
tempora
ìiatus eSj
quibus
expediatconstantibus exemplis:
byGoogk
Digitized
123
—
ne
in
sostituì
—
altro munito
un
foglionero,
di
nel quale,
cristallo,
delineate
aveva
bianca
con
vernice
queste parole:Nil desperandum.
Se
ogni
che vi fu
non
forza d' animo
e
per
quel momento
11
maggio
del 1849
austriaci che
recchiavasi
una
difendere
:
triotta
sapeva
dei
dini
non
ogni
a
Dalgas
console
Silvio che
nemico
di
in
del
d' onesto
pa-
dal
a
suo
signor
di Francesco
Solo
figlio.
quel frangentele
covero
ri-
case
inviolabili del pari
nazioni,
cui
si temeva,
fondamento, il saccheggio,ed
risoluta,dice vasi, a
palmo
anzi
V opera
si ridussero
lezioni
de' consoli delle diverse
all'irruente
cuore
appa-
far voto. I fratelliOrlan-
casa
sicuro stimavansi
mettere
ri-
a
di mura,
di Danimarca, amicissimo
dava
gli
degli oppugnatorio
prò
propugnatoridovesse
usciti presto di
cerchio
armati
solo contro
munita
se
Erano
quellasciaguratacittà,
un
ahi ! che
contrabbando
si udirono
Crenneville venivano
in
senno
cinta daziaria
Il giorno
—
cannone.
accozzagliaincorapostadi
a
chiamate,
aveva
raccolta.
colpi di
guidatidal
e
le
tutte
fin dalle 6 del mattino
alcuni
ordine
un'
tutte
donarlo:
abban-
acquisita
parve
o
tremendo, a
in Livorno
mentre
nativa
sì che
momento, nel quale
un
pure
né
alla furibonda
senza
maglia,
ciur-
disputarepalmo
a
il lastrico delle strade.
byGoogk
Digitized
12^1
—
Silvio
Francesco
là dai
condurre
andò,
rimanevano
ne
donne
alcune
militare dal
della
uomini
salirono
d'
le
Verso
undici il tempestare de'colpicessò,e in breve
via che
la deserta
alla barriera
mena
i nostri
spettatorividero
corrente
il
scorta
primo
I due
croato.
ribrezzo
con
avanzarsi
in
ofifesa
ogni
caseggiatovicino.
alto
se
ospitale:
casa
,
più
Molti
i bambini
e
scoperta assicurata
terrazza
una
donne
molti
e
che sottostà
persona
nelle stanze
invece
direi si lasciò
freddo.
silenzioso,
Le
refugiati.
i
già
erano
quasi
e
come
fratelli,
inevitabile fato; cupo,
ad
—
per
maremmana
baldanzoso
e
fratelli Orlandini,
volsero,
quell'apparizione,
quasi
lo sguardo a
istintivo,
Silvio :
Francesco
per
atto
era
trafigurato
fissi,
quasiimpietriti
; irti i capelli,
e
gliocchi,i lineamenti
dimessi
la persona
si
pietosadonna
atteggiamento convulso.
in
tutta
del volto contratti,
di
accorse
quel tramutamento, ed
avvicinatasi al fratello Leopoldo,glidimandò
voce:
Chi è
Nessuno
le
quel signore?Pare
attrasse
il povero
Silvio
di
soffriva davvero
di
più
'sotto
che soffra tanto J
rispose:lo spettacolodella
soldatesca
Una
l' attenzione
—
crescente
universale
:
consapevol
rimase,forse,giova supporlo,in-
sé, col
:
lo
suo
avevano
dolore. Povero
trafitto di
puntura in quella più viva parte del
amico
!
mortale
cuore
ove
byGoogk
Digitized
125
—
—
.
patria;il
siede va
Tamor
egli da
tanti anni tributava culto
lo
davvero
Né
della
piaga,finché
la
si
stanziarono
mai
rammarginò
sé medesimo
quali evitare
io tema
parlo,sperando
ai minimi
atti spesso dà
piccoloinvolto
nera,
con
Nessuno,e
avrebbe
un
come
desiderato.
cader
pensando
ai
in
di
zievoli
sa-
i
chi, ed
troppo amorosi
che
renti,
pa-
ha parte in tutto,ed
grande valore.
Frugando,
—
fu
fogliper ordinarli,
ritrovato
di
ceralacca
carta
in
sigillato
questa iscrizione:
Aperto, e' era
sìbile.
impos-
quel compatimento
L' anima
—
lui morto, ne' suoi
un
in
si concede
racconterò.
è
che lodano
quei genitori
portentide' figliuoletti,
pure
benigni pur
ignote od
egliattenne
alquanto di
minuterie,come
dai
che
gli valse quanto
qui, sebbene
quei luoghi,
pericolosevistosità
o
in
quanto potesse
di persone
quellapromessa
soleva,non
chi
sofifriva
gliAustriaci
in alcuno di
il contatto
villane
senza
Pure
a
magini,
im-
sacre
perfettamente.Ei
di vivere
recarsi mai
e non
ritirato,
E
due
a
quale
!
promise a
esose,
nel
turpemente contaminato:
avevano
Toscana,
ne'
santuario
avanzo
nemmeno
o
13
ottobre
mozzicone
lo stesso
fratello ed
amico
Leopoldo, potè comprendere
stante
però
si seppe
di
1851.
sigaro.
intimo
nulla. Poco
quanto segue.
Digitized
dby
126
—
—
Passeggiavaeglinel giorno summentovato
Piazza
era
Grande
quando trovato
uso,
trattenuto
col
si avvide che
non
e
due ufizialiaustriaci. Uno
si avvicinavano
dovere
un
ma
che mai
più
avrebbe
l' atto,e
vedere
dini raccattare
D' allora in
Or
nostro
in
V Orlan-
amico
e
rinvoltare
quel
volle badare.
non
tutti i 14
non
anco
potè
fumò
che
anni
più
visse
mai.
rider volesse di questo fatto del
alcuno
se
sé medesima
a
vide forse pur
poi, per
il nostro
mente
sdegnosa-
non
badò, o
non
cusò;
ri-
fumato. L' austriaco
sdegnato,spengere
mozzicone,ma
ancora,
giurò
e
quali
lo
non
buttò
l'altro,
del suo,
avanzo
de'
egli,stretto
convenienza
acceso
appena
r
non
di comunal
loro
a
fra i fumatori
come
sigarospentoin mano, chiese,
costuma, all'Orlandini il fuoco. Ed
da
anni
di 20
più
conoscente,fu da questo
un
discorrere ;
a
da
fumando, come
per
eziandio del Foscolo
rida
Orlandini,
la via del Reno
Inghilterra
per
perchè per
arrivare
la
pigliato
via
Londra
a
Nero
del Mar
e
che
va
dell'Olanda
avrebbe,come
dice,
anjsichè lo stretto di
Galais terra di Francia; rida dell'Alfieriche nella
sua
vita scrive :
«
Né
io né la donna
questo frattempo(dal25
abbiamo
mai
in
rifugiati
né
una
piede in
messo
villa
marzo
a
al 5
mia
luglio1799)
Firenze
Montughi),né
in tutto
(sierano
contaminati
byGoogk
Digitized
127
—
i nostri occhi neppur
quando
e
»
volta:
e, fuorché
che faceva
chiusi per
ore
di
mi
le
di quel tempo, troverà
politiche
anche
in
di
uomo
un
tutto
appartatie
Forse chi
—
apostasie
mezze
di ammirare
motivo
la indomata
queste prove minute
conda
se-
necessarie
me
vedere.... »
apostasieo
numerose
la
così dire in casa,
ne' luoghipiù
faceva mai
solo francese....
un
tornati
passeggiataa
ogni mattina
non
soletto,
rammenta
i francesi furon
....
due
la vista di
con
Mi
«
—
d'acciaro,e
costanza
d'Un
tutto
pezzo.
scana,
Quel fatale ingressodegliAustriaci nella Todettò
che
a
Silvio i
Francesco
seguentiversi;
a que'miseri tempi non
riportandosi
leggeresenza
commozione.
OCCUPANDO
LE
MAGGIO
patria!Or
Quando fia che lo
1849.
s' è voler
chi sarà
strazio
la
Star
debba, Italia,in servitude
E
campagne
Sol beino
limpidisoli,aure
non
scerna
s'arresti?
di chi dal ciel governa,
de' tiranni tuoi sotto
si
che
empio
Che
Che
TOSCANA
vinti,e riedon del servaggioi mesti
Giorni alla
Oh!
LA
AUSTRIACHE
ARMI
NBL
Siam
si possono
mai
scure
eterna;
sì pure,
di beltà nude
i fabri delle tue
sventure;
byGoogk
Digitized
128
—
Che
Onde
affamato
far sazie
D'estranei
Cosi
Di
il cultor sempre
prodigo banchetto
a
costoro
Perchè
tuoi mali
Di
misero
crude;
e
gaio aspetto
sfaville
V
tentar
a
del Genio
più
nel
tue
figlie
beltà sempre
cara
Che
qui sude,
sgherriingorde turme
delle
Che
—
petto;
osceno
la fiamma
in 4;e
scintille,
più veggendo, asperga
pianto le pupille;
«
Ultimo
Col
su
noi
piuttostos'erga
Tirreno, ed
e ne
sospinga,'
a
Guardonne
Su
noi
lave ardenti
e
le
sterminar
di
L'Angel dell'Alpi,
:
ed ima
ascosa
mugghiando
i frementi
sommerga
Vesevo,
e
fornace
ciascuna
Yersin
il
Etna
Si scuota
Da
alziam:
d'Adria
mar
Flutti
Yoto
cui mal
genti;
la cima
daglistranieri insulti,
ognor
sospinga,e
sotto
lor ci
opprima.
*
I tiranni ed i servi arsi
Cadan
esser
Meglio
perà
è
il
dobbiamo,
perircosì
sepulti
al
cosi nel suol dannato
Se schiavi
Se
e
e
pianto;
inulti,
sempre
che soffrir tanto!
mente
disingannopotè piegare,indicibil-
non
travagliandolo,
queiranimo altero,
virtù di
spezzarlo;ne
credo
mai
vi
ebbe
penetrasseil
byGoogk
Digitized
130
—
gli aveva
casa,
—
spettacolodisgu-,
presentato uno
ammaestrando
stoso,dimenticò,
sedere,sgombro
dolori,e gli parve
ritrovo;perchè un
scolarina
sua
cara
i suoi
ispirando,
o
di cure,
a
o qualche
discepolo,
suo
virtù
ebbe, inconsapevole,
e stando
dall'affetto,
dinanzi
come
fidato,o
amico
Una
cura
r educazione
sopra
di tenero
padre!
specialissima
poneva
delle
V Orlandini nel-
Intendeva
giovanette.
alle frivolezze che
per
zarle
ad innal-
indole
da
educazione,quale è generalmenteusata
tengono, assorte
ad
e
abbassate.
insegnando,quei
esse
ad istillare sensi
o
per
noi,le
Quindi prediligeva,
classici che
più valgono
Alfieri,
Parini,Pin-
come
virili,
demonte, Foscolo,Niccolini: ed illustrandoli
li rendeva
ma
veramente
Quando
alunna
poi
dal
solo facili ad
non
amabili
a
parlareo
parevagliscorgere
lo
oltrepassato
scopo,
e
leggeree
che fosse
trovava
non
Petrarca
meditare.
ne' concetti
netta
soverchio
dere,
inten-
od
raggiunto,
maggior gagliardiae fierezza che
quel
pendamente,
stu-
dallo scrivere dell'
forma
si
non
quasiin compagnia di
maestro, ma
a
lui
con
di
genza
dili-
strapparloa quellemestizie,mostrandoglila
animata
niale
ge-
addica,temperava
a
o
nella
giova-
ed anmiorbidiva
colle liriche dell'Alighieri
e del
accuratamente
da
lui
chiosate
scelte,
e
byGoogk
Digitized
131
-
declamate, e fatte
sentimento. Ed
con
che
i
nel
i
più
le
straviisi acceso,
e
davasi
a
e
lui tutto
che
cuore
intiero. E
affezionate ninna
sia tuttora,
cóme
gli corrispondessero,
di
quest'operaebbe
re,
potesse desidera-
discorso all'educazione
ninna
r
sua
avrebbe, se
che
non
rendesse
alunne
al tutto
madre
è
la
dell'educare
anzi
bassa
non
più
lore
donon
consigliere,
almeno
coadiutore,
umile
più
plare,
esem-
tributo di gran
,
non
sue
fosse,e
non
pèrdita piangendo che
nella difficilissimaopera
Veramente
è che
come
e
sposa
la infingardaggine,
nell'alunno
poi
delle
femminile, ch'èi predilesse,
alla
falso. Rivedendo
contro
Se
che
poiché,ristringendoil
ed
cerdote
sa-
le freddure ; mo-
esagerazionie
quel più largo compenso
care
e
severissimo contro i francesismi,
il malvolere.
ingegno
menti
senti-
dottore
talvolta mordace
e
in
lodati scrittori quando li vedeva
componimenti,era
trovava
ispiratodi
meno
e
eglicosì
come
basso, neir adulatore,nel
contro
senso,
si ristava dal condannare
ei non
giudice,
severamente
cadere
gentili.
Però, non
molto
duro, facevasi
momenti
a
comunicatore
quelleesercitazioni
e
Poiché
bello vedere
era
austero, sdegnoso,e
soavi
declamare.
pur
discepolisuoi leggesseroa
che i
curava
—
la
e meglioforse si chiamerebbe
d'insegnante,
prole.
professione
mestiere,
byGoogk
Digitized
132
—
V abbraccia
quand'uomo
con
—
istinto
misera
o
culazione
spe-
di mercenario,
quasitavola unica di scampò
dal
naufragiodella indigenza
; vi
comodo
refugioad
che
quel che
a
testimoni
sieno fanciuUetti
non
compiacere a
di
chiameremmo
fourist%e
noi
preudono
suoni
la nudità
della mente
dignitàfino
a
più ampio
di
atta
o
non
usa
la
impeto generoso
un
per bramosia
o
a
sare,
pen-
propria
gini
insulsag-
chi fu portato alla carriera
ma
di
dell'anima,
essere
mente
vera-
patria,seppe scegliere
quelle
sua
della
occupazioni;e
sudata
dottrina
si
per nutrire le altrui menti ; chi sente
dominare,quasi principeeletto
consentimento,un
volgono ogni tanto
a
da libero
roso
amo-
e
drappellodi giovanetti,
poi,mentre
può contemplarli
e
si appellano
confondersi colle fastidiose
per vocazione
giovasoltanto
per
girondoloni,
cheap-
non
dell'insegnamentoda
modeste
d'una
quelliscioperatiche-
insegnantedimentica
utile alla
di
segni onde cuoprirealla meglio
e
dell'OUendorflf;
e
oculati
più
nella infrancesata linguadel buon-tono
il povero
ranza,
igno-
una
troppo vistose;quando,
qualcuno
un
e genitori
inesperti
di facile contentatura,
e in teatro
scoletta,sarebbero
in
come
inettitudine ad
una
faccia
in
entra
chi
avanzandosi
primo
il viatico dello scabroso
nella vita
die loro l'itinerario
uno
pellegrinaggio
byGoogk
Digitized
133
—
che
Sguardo
e
stima, e chiede
di
si trovò
qualile anime
si' compongono
unione
di chi
quasi in
inno
e
di
uno
alla
rosi
amo-
quei momenti
di chi
sola,e
una
di
apprende
fabile
quellainef-
da
virtù,al bello,al
dir tutto
in
parola,
una
Dio, quale qual professione
potrà
a
nobile
più
oh ! così fosse dato per
fissare in
fotografia
r
in
insegnae
per
della nostra
Ed
continuazione
inno
un
esce
grande, al buono,
un
vincoli antichi di benevolenza
rammenta
consigli
; chi
nei
—
volto
dilettosa?
magistero di
nuova
durabile,insieme
materia
atteggiamentodel
e
e
col-
le concomitanze,
tutte
con
maginare
im-
quelle parole e qùe'movimenti
che
hanno
potènzadi scuotere,accendere,svergognare,
rire
atter-
così inunaginazione
umana
gli animi giovanili;
valesse
a
e
foggiare,
le
ritrarre,
a
ognoi-achèl'uomo
attinenza
colla
rispetto,
per
bene, del
fonne
che
insegnando,si
1' anima
infiammarsi
e
ogni
terreno
memoria, nobile
perirebbe,e l'opera tua
E
come
ed eziandio
r
immagine tua
a
non
pochi fra
de' tuoi amici ebbero
conforto ne'
del
amico
tore
di educa-
potente si prolungherebbeefficace alle
venture.
ogni
altrui
infiammare
nello
pen-
prende
svincola da
materia, dimentica
solo bene ; la tua
nostro,,non
o di
scaljpello
virtù di
razioni
gene-
i tuoi
scepoli,
di-
presente
guai,a preservativo
byGoogk
Digitized
134
—
dalle
basse
suggestioni
gioventùavrebbe
senza
d'un
menomare
di
la
essa
tasse
ten-
uomo
tali,cui, sìa
jota il rispettoche
di
memoria
d' altri lor
fu virtù
quando
alla venerazione
devesi alla santa
Neri, e
così ad
perverse,
ricorso
degno
richiamarla
detto
o
-
un
d' un
Calasanzio,
veri campioni di Cristo,
simili,
miranda
l'egoismo,santità
miracolosa
e
la singolarità,
la spietatezza,
e per
l'imbecillità,
fin r inmiondizia.
Anche
dalla vita
ognor
politica,
quale in quell'incnidelimento
più feroce
ei
poteva trovarsi,
ottenere
consolazioni. Il
quellaparte d' Italia
Gori, ora
ristette dal
cuor
suo
^
lettera che
crediamo
che
poscritto,
«
Vi
avete
mi
qualerisposeal
copiata e
ai
e
in
Augusto
49
al
fu grato
Gori
stesso
dall' Orlandini,
serbata
vera
e
priata
appro-
tempi nostri,di riportare.
Carissimo
Gobi,
ringraziodelle
e che
scritte,
sono
Il
opportuno, tanto ci sembra
anche
«
riposavabeato
senatore,scrisse nell' agosto del
quel magnanimo.
una
cercare
lettera che
una
zione
rea-
poteva sventolare
ancora
d'Azeglio,aggiunse egliun
a
della
pazzesco
non
ove
la tricolore bandiera. In
e
state di
in
vero
amichevoli
parole che
mi
queste mie difficoltàpresenti
conforto.
Ringrazioegual-
byGoogk
Digitized
135
—
a
fare
che
di tutto
e' è
r ultimo
che il
di
volontà
ciò
basterà,non
che
lo
L'hanno
ad
Ma
E
perciò ci
giudizio.Ma
troppa. Ad
Dio
amici
abbiamo
di offrire i miei
cam-
lo reggevano.
non
di far che le gambe
vuol tempo,
e
ci
rebbe
vor-
prego
dovere,
il nostro
di ricordarmi
ossequiialla
Vostro
Massimo
Neil' occasione
tolte le
detto
gambe
facciamo
ogni modo
credete
passionie l'ignoranza è
le
faccia il resto. Vi
e
le
cordate
Vi ri-
l'Austria che
è
schiavo,e gli abbiamo
che
Se
ci tirano
ma
mano;
questioneè dunque
lo reggano.
e
con
:
repubblicani
dispotismoche
toccato
si è trovato
La
tentenna.
i
che, non
bensì l'Italia. Noi
uno
sia operoso
se
alla prova.
persuasiperciò? Non
fa paura,
catene
Si vedrà
so.
l'Ausjiriae il
siano
tre
ho altra forza
non
facilmente
non
io diceva
quando
addosso?
Statuto
è battuto in breccia da
che
partitomoderato, e sapete
temevo, ma
risoluto
sono
quel po' di
austriaci :
poliziotti
una
mina.
salvare
Mi
—
e
repubblicano,l'altro sanfedista,
poi
che
P. 8.
suo
onde
rimasto,e
eserciti.:uno
mi
del
l'Orlandini
mente
—
agli
S. C.
di caore
D'Azeglio.
»
versario
in cui celebravasi il primo anni-
della morte
di
Carlo
Alberto,l'amico
byGoogk
Digitteed
136
—
andò
nostro
PAlbo
in
a
pellegrinaggio
Superga,ove
scrisse questa
0
la tua
mai
Discordia
Ha
r italica speme
Ne
che te
fia saldo il
se
salveran
adorar
terra,
venuto.
più
santa
guerra
combattesse^io ti salutò.
La
Ma
spinsesotterra
abbattuto;
anco
il consiglio,
braccio,uno
la tua
memoria
e
il
Figlio.
1850.
luglio,
22
che
re
tosca
della
Gampion
gran
Che
polvead
nel-
ottava:
sua
Pellegrinandodalla
Son
—
l'Arcangelitradusse poi ne' seguentiesametri
'
Alberti
Ut cólerem
«
veni^ voti
Huc
Salve
reus:
Primus
Etnisco
lìbertate,
tyrannis
prò
indixti
qui Eegum
Utore
a
salve,
fortissime,
o
iterum,ItaUa
cineres
r
memcràbile
hellum.
discordia funera, ademit
Qtue tua pracipitat
Spes itàlùm ingentes:ast
erit,Alberti
Mens
ItaluB, Natusque
L'
a
traduzioùe
«
sabaudi
Magna
ne
aususì
Molt'osa;e
Esul
una
salutem
heres.
"
pregato 1'Orlandinì
per lui
aveva
fatto
questodistico colla,
Salvagnoli:
reponit
fato oppressus, profugusque
Sceptrapatrum,
"
nominis
aveva
queirAlbo
che
pectus et
unum
feretolim fama
Arcangelistesso
scrivere in
si
vinto
et moriens
dal
che re, pensa
cogitatItaliam^ "
destin,maggiore
alla
e
patria,
muore.
»
byGoogk
Digitized
138—
—
,
meno
potreiripetereneppure
volessi,
se
quinto
un
'
delle
delle
e
di cui
cose
come
parlammo. Mi
dimandò
condizioni. Ella
nostre
clie dapprima
venilmente
delle
e
quasigio-
e
colpe di
cui
mone,
testi-
stato
era
mani
ed esclamava:
E toccando della brutale mania
Italia!
—
lunghi mesi
che
travx)ltoquasitutti i
aveva
denigrarela riputazionedegli uomini
a
onesti,e
dire
una
vari
tempi
di
sono
stato, e
calunnie. Voi
io
gesuitismo,
il perchè?Dacché
avuto
la
meno
congiunti,
e per
latissima,
fratello
un
e
io, mi
più
sono
chiamato
disgraziadi perdere
una
venne
ad
gesuita.Io
perciò in questo
amo
e
pete
sa-
tutti i miei
è
ma-
ogni momento,
stimo
secolo di
sato
accu-
Spielberg,
la quale però
sorella,
la cui vita tremo
a
bersaglio
gesuita.E
dallo
tornato
altro,
stato
sono
a
disse, in
tuttavia
sono
vedete; io
sono
T
1' un
ei
italiana,
di sé. Ed
parola anco
di molte
mordersi
disfatta gente
propriadella
velli
cer-
altresì della funesta tendenza
toccando
questa rabbia malvagia di
ed
animato
e congiungeva le
sospirava,
io ho
e quasi
placido,
Pellico visibilmente si commuoveva,
il povero
Povera
nostro
tempestoso. Raccontandogli io parte
delle insanie
sì
può immaginarsi
stato
era
verecondo,ben presto divenne
per
Toscana,
questo,tocco oscillarono le corde. Il
a
conversare
e
di
il mio
esorbitanze
tello,
fraio
byGoogk
Digitized
139
—
presiin
di me,
uggia
gesuita.Anni
come
la penna,
mano
far
io
in
avuto
sono
—
scrissi
e
libro che doveva
un
In
seguitoalle Mie Prigioni.
de' casi della mia
lungamente
parlavo
esso
vita,delle relazioni che
la fortuna
avuto
aveva
di fare
di mantenere
e
e mi
personaggidistinti,
con
delle taccio che mi
io
sono
date
state
erano
purgavo
da
le
tutte
fazioni.
»
Or bene, rispos'
io,leggeranno,quando che
—
sia,questo libro,e imparerannoa vergognarsi.
a
»
—
»
—
»
—
No,
lo
nessuno
Oh, perchè mai?
Poca
la mia
di dover
non
stati
cangiartenore.
che Dio abbia loro
bruciai
aveva
perchè,
potuto fare
amici,avevano
E
siccome
perdonatoi torti che
fatto,quindi io
memoria
dispiace
che io
essermi
che, dopo
l'ho bruciato.
gettare ilbiasimo sul sepolcro
apologiasenza
di tali
Mi
perdita:io lo
0 nessuna
conobbi
finito,
lavoro
aver
leggeràperchè io
non
doveva
davanti al tribunale
duto
cre-
io spero
mi possono
chiamare
la loro
degliuomini; e
bruciai
il libro.
»
A
queste parole io
le
carte,se
cose
non
sacre,
i
e
lo
gli dimandai
se
contemporanei,almeno
leggerebberoaltro
onde
si guardano
guardai come
fra le
i
posteri,
vieppiùaffezionarsi a
Digitizedby
sue
lui.
140
—
Non
—
patitotroppo,ed
aveva
anni
vi fu
in
disgraziadi lui,e
in
Inghilterra
per
suo
cruccio meco,
dimandai
se
Sventura;e
fu
quando
io
ma
dirmi
squarcidi quel
dalla bocca
dell' autore, e
dime
tuttavia
conosceva
di
negrinni,
e
di
già
che
con
cui
mi
disse
partiredalla
Carme
sulla
mi aveva
scritto,
gli aveva
uditi
sembrati
dopo lungo meditare
giudizisuoi
dessa
deve
che
non
e
gli
sapeva
lodò
gli
Toscana
circa la
forma,
ricercarsi nelle
cielo
a
alcune
io
dovuto
aveva
il nòstro
il Foscolo
quellamia fatica. Allora
prima
del
divina,ma
negligenza.Mi
eletta
—
poema
produzionidegli antichi,e
peccava
dispiacente. Gli.
lungo degliartifizipoetici,
a
modificare in parte certi
ora
il
lampo
un
glierano
cosa
altro. Parlammo
ed èi mi disse che
fece cadere
poteiandare
non
Fu
nulla
che alcuni
sembravano
fui
che
ripetèciò
io
seco.
ne
favellò
ne
Eppure, ripigliò,
amore.
conviver
sapeva
mi
ei
qualchegiorno mi
chi per
ancora
Foscolo, ed
ed
reverenza
con
di
tentare
affatto letterarie. Parlammo
cose
del
lungamente
sempre
disse)per
bello.
Qui digredimmo in
»
troppo inoltrato negli
era
sessantun' anno,
(ho
riprodurreil
che
mi disse che oramai
ma
risposedirettamente,
secolo
niera
quellama-
poetato
aveva
parole gentilisu
feci sapere
aveva
come
rivedute
le
byGoogk
Digitized
141
—
tre suoi discorsi
stampe dei
sinora
che
Milano, e
si credevano
sulle sètte
il discorso
disse
calde
e
Re,
nostri,ad
e
conchiuse
inteme
cause
nostro
misura. E
e
onta
e
povera
dei molti errori
sarà
danno.
voi,se
voi che
e
agitazionie
di salvazione
se
che mi
non
Ora
peraltroci
vuol
di
quiete e
avete alcuna influenza sopra animi
la temperanza
buoni
e
i buoni
costumi;
i
maturerà
sopravviverete,
siccome
parlareanimato
speranza
pure
ancora
patria:
lito
so-
Francia,prima cagione sempre
La nostra conversazione
mezzo;
Alberto,
io,non
straniere,
studi,e principalmentei
Dio, per
»
ad
cadrà, e
non
raccomandate
giovanili,
forti
Carlo
Piemonte, per
povero
la
tremare
ogni
:
italiane
per la nostra
fa
Piemonte; deplorò con
ho
pascermi d' illusioni,
il nostro
che
alla
malvagità, delle perfidie,
delle
onta
a
tornare
a
di
e
si dovesse dubitare della lealtà del
delle ubriachezze
più
di Tacito
parole il sacrifiziodi
non
parergli
novello
se
particolarmente
il campo
del
e
parlammo
politica,
a
perduti;e
degno
era
Macliiavello,
e ciò aperse
nobili
cominciati
politici
lietissimo. Gli dissi che
mostrò
ne
-
io
aveva
tossiva,e
alzai per
era
e
e
tempi.
durata circa un'ora
che
notato
sentendomi
eglinel
anche molto
licenziarmi. E
commosso,
mi
venerando
spontanep-mentemi gettòle braccia
quell'uomo
al
byGoogk
DigitizecI
142
—
collo,e
baciandomi
della
cbe
disse: Per
mi
ebbi da mia
—
in
madre
le comuni
io
poi
non
provato ciò che provai allora;ma
rispondere.Ed
quando
la
egli
tornerete
permissionedi
Nemmeno
»
ciò
a
quello che
bene
le scale di
che
saliva,e
casa
che
so
di comunicare
anco
ima
chi
non
mi
come
Barolo,incontrai
avendo
e
mi
non
so
dassi
conge-
che
giù
il Portiere
il mio
notato
a
darmi,
guar-
dimandarmi
non
dileguai,
quasi geloso
avrebbe
piccolaparte
conversazione
una
per
visitare.
aprirbocca,e
a
più
solo che trovatomi
io scesi
e
:
chiedete
si fermò
scompigliato,
e
Ma
mi
non
che certamente
fu lì lì per
cosa.
gli potei
sorridendo
né
facessi,
rammento
aspetto commosso
e
a
mai
: anzi
poteirispondere
mi
da lui. Mi
per
venirmi
bacio
aveva
non
soavemente
Torino,
a
ranze
spe-
Dall'ultimo
patria!
nostra
cara
—
dermi,
potuto inten-
della mia
^mozione
starà sempre
mi
nel
cuore.
»
e
Pellico è
le
sue
che
piuttostopiccolo
gambe, mi
lunghe di quelloche
capo
sono
traverso
e
vivaci,
per quanto mi
gli occhiali;naso
alquantopiù
il busto. Ha
noi consenta
piuttostovoluminoso, fronte
occhi neri
a
parve,
basso di statura,
alta
e
il
serena,
fu dato scorgere
sottile ed alquanto
aguzzo, labbra sottilied argute,denti tuttavia
can-
byGoogk
Digitized
143
—
didi; e glienemancano
due
o
ninno
senza
tagliati
e
qualche leggera
con
artifizio.Il vestire è
taglioalla buona,quasidi
di
mondezza.
squisita
che alla
più macilento.
col
delle
del
cuore
convinzioni
sue
soave
maniera
alla lombarda.
e
oggimai a
della mente
dietro la
più
mi
della
mi
ma
legge Siccardi,
il segreto di
»
guida
tentissime,
po-
sul
una
su
meco
volta
proposito
la respinsiindietro,
che
queiruomo
su
centemente,
inno-
certi particolari.
—
Queste
ed
altrettali commozioni
mitigavano alquanto,non
avevano
comprimere lo sdegno nelP
anima
amico,
la
n
che
profanitàlo scrutare,ancorché
una
parve
domanda
una
lare
rego-
venerabili. E
delicato. Confesso
sulle labbra
venne
tire
mar-
sono
questo propositoio posso asserire che eglifu
e
temperatissimo
una
che è
un
in lui
scana,
to-
Ha
assuefatto
che
religiose,
ma
nuante,
insi-
e
Lambruschini,meno
perciò tanto
e
simo,
semplicis-
Pellico ha l'aria dì
galantuomo,d' uno
i moti
è
voce
e
corti,
quacquero,
alla
piuttosto
piemonteseo
somiglianzalontana
molto
sua
accentando
va
e
La
dalle
volto,i capellisono
di canizie;gli porta moderatamente
aura
di
sul
color castagno cupo,
di
folti,
uno
appena
porta barba
parti.Non
—
quale,nonostante
soavi
però,se
però
virtù di
altera del nostro
perversitàde' tempi.
byGoogk
Digitized
144
—
afferrava
occasione
le
boriose
senza
per tuonare
il
citare
sterili
contro
cui
giubbe rivolte,
Basti
o
-:
e
gliapostatipolitici
lanciava
quello mandato
quale chiedeva
cocenti
al Padre
epigrammi.
Dal
Pozzo,
l'opinionedi lui sul conto
tavole girantiallora in gran
I tavolini
Ornai la
Tu
imprudenze ogni
un
delle
voga.
girano:
è certa.
cosa
fermo
uomo
additami;
Questa sarà scoperta!
Ai
dolori
nel 1854
suo
e
Giuseppe Vaselli,
da lui sulla terra. I
amata
in tale sta^todi cupa
della
salute. Fu
sua
ogni consorzio
da
nella
0
sonno,
sera
0
allo
un
in
anco
nella
o
e
a
Firenze la donna
sero
qualicolpilo ridusfar temere
da
melanconia,
quel tempo
veduto
domestico,e
per
mattina,o prima
ore
di
ritirarsi
intiere,
prender
momento
sollievoa tanta angosciagliapparve
versare
V anima
lavori che da molti anni andava
uopo
à Siena
ramente.
piangeree piangereamasvegliarsi,
Unico
per
aggiunsero
ne
.alcuniprivatiatrocissimi. Morì
r amico
più
pubbliciperò gli se
intendeva
ritirarsiin
una
propriain
Al
meditando.
alcuni
quale
•
solitaria
campagna
« Sceglierò,
o per megliodire,
tranquilla:
scriveva,
ho
un
già scelto,
sito mestamente
ameno
da cui vedrà
byGoogk
Digitized
146
—
in noi r effetto che
—
fa nelle buone
r elasticità.Se fra i tuoi libri hai
gli esempiidi fortezza
al mondo
che
quei
morirono
santi
sotto
e
molle d' acciaio
Tacito,rileggi
di costanza
seguacidella
Nerone, e
che diedero
filosofiastoica
prato*
ti sentirai ritem-
»
byGoogk
Digitized
XI.
PADRE
DELLA
STATUA
DANTE.
DI
Sommario.
Locuzione
del
cavalier
Tentativi
--
di
lettera
La
dini
sul
panico
Gli
Spettatore—
trionfale
gli
della
La
figlie:
»
amici
di
del
Pol-
dell' Orlan-
della
Pio
nono
gloria:
sua
di
vittoria
Il nostro
biografia
Timor
—
o
La
Santa
Croce.
di
statua
—
degli
sappia
gloria
E
Dante
se
e
con
adorna
io
lettori
non
è
un
dello
di
glielo
non
egual
parlo:
che
la vittoria
verità,
lascio
la
questa denominazione
amici
che
lasciasse figliolanza
l'umiltà
se
non
lui
presso
Lascio, rispose l'eroe,
Platea,
dire
minore
maggior
«
amico,
conteso, poteva
figlia:
Epaminonda
di
celibe,non
avesse
alcuno
Lettera
brani
Due
•
—
zione
Costitu-
Livorno.
a
erede
Mantinea.
—
—
Lettera
—
statua
eseguire
data
simbolico
sanesi
della
farla
per
commissione
esuli
ch'egli morendo
morente,
ad
e
Passeggiata
—
Dolendosi,
due
:
nello
pubblicata
Vaselli
del
sonetto
la
Spillone
-—
Bozzetto
—
società
una
riscossa,
società
Piramide
—
formare
non
della
lastrini
Pazzi
po' strana
una
piazza
di
sembra
od
scrivente, ma
Digitized
di
gerata,
esa-
di
byGoogk
148
—
quel
solo
che
poteva ragionevolmente assumere
autorità di trovarla
cavalier Enrico
che
scolpìquella statua
nostro
1845
di
o
tempo appunto, Pio
dava
non
un
coli'intimo
solo
e
pensiero,
alimento,comparve
Aggiornatopoi dalla
confortatore del gran
parolacoU'in-
suo
che
Vaselli,
verso
volse le menti
nono
destini d' Italia,
morto
numentale.
piramidemo-
Ma
ineseguibile.
lo trovassero
tutto
giovane scultore
un
ivi,fra glialtri,
n
quel
liani
degl'Ita-
ciò che
a
quello
futileo intempestivo.
sventura
il compimento dei
nel 54 V amico
é
depositario
concetto,l'Orlandìni rimase
finché nel 1855,visitando
solo;
vagheggiarlo
del
erigere
mezzi fomiti da tutti gli
sterminata
globo una
signe scultore Duprè, e
ad
il
di ridurle
no
di sublimi:
Di questo concetto ei tenne
non
:
balenata alla mente
permiseroo
con
queldivino,
uomini civilidel
sembra
l'
del-
secondo
quelleidee,le quali,
di pazze
ad atto,prendonnome
onore
era
di
una
che le circostanze
in
voglio dire
Pazzi.
fin dall'anno
dell'amico
farne uso;
e
egregio medesimo
Già
—
Enrico Pazzi di
bozzetto di statua
a
lo studio
Ravenna,vide
dell'Alighieri,
quale glipiacque assai,e trattenutosia parlare
coir ottimo
suir
mutazioni
statuario,
gli suggerì certe
Delle qualialcune
atteggiamentodella figura.
che il Pazzi
mossero
accettò,
per avventura
il Muni-
byGoogk
Digitized
149
—
—
allora
cipioRavennate,soggettoal Governo de'Preti,
fra i furori della
debaccante
che
commissione
ne
che
veniva al
ne
nobilissima
già data
aveva
Del che Francesco
reazione,a
Silvio
al bravo
d' incarnare
d'
Y antica idea
all'adorato poeta; e diedesi
sua
costanza
per
lo
dal
alacrità
scolpimentoin
Ma
stato
ed
con
quellatutta
soci-proprietari
dell' ammirato
marmo
eletti
forse
e
zetto.
boz-
anco
chiusi
d'Italia,
ond' egli,
gravi difficoltà;
preso
impazienza,scrisse
doveva
lo
allora
intendeva
egli solo
r
bianchissimo
marmo
impegno
egli scriveva
in
Noi
difetto di
una
di
colossale
Carrara;e
darglienecommissione,ed
il prezzo
di pagarne
:
intanto
già
che
sumer
as-
vorasse;
la-
occorrendogli
danaro, il Vieusseux,cui
ed
—
di generosa
allo scultore che la statua
fatta,dell'altezza
esser
di
stabilita,
nistrato.
sommi-
proposito,gliene avrebbe
già'vedemmo
due' crazie
come
non
moneta
poterlarendere, ritardò
quindicigiorni,una
nuova
l' amico
avendo
e sdegnando
lettera,
quellamisera
di
mento
monu-
disingannoad ogni bell'impetodi entusiasmo,
gli opposero
per
quella
gran
cercar
a
in
un
la vistosità della spesa,
degli animi più
artista.
anche pel danno
dolente,
Pazzi,risolvè
statua
ritirar la
a
sé
potuto
chiedere
perchè non
nostro
era
in prestanza
sicuro
stesso, per
ansiosamente
scuotere
ri-
ben
aspettata;
byGoogk
Digitized
150
—
dopo
ora,
e
anni,ritroviamo
trentasette
che avendo
uomo,
lunghe fatiche
un
—
insieme
messo
capitale,nelP
di assicurare alla
simo
quel medecon
improbe
onesto
mento
intendi-
declinante
sua
età
una
modesta
agiatezza,si spoglia repentinamentedi
tutto,e
tutto
d' una
se
depone pronto
idea tutta pura, tutta generosa,
è
questa:non
io davvero
gli eroi
non
Largo
grandezzavera,
ed
imitazione
però l'amico
era
prodigo;onde,preso
risoluto
naturalmente,
dall' adoperarsiper
le aderenze
fatte
e
lo
più
della
la
sì,ma
nostro
—
Cav.
Barellai
Carlo
—
—
—
Conte Enrico Moretti
Mater—
Avv. Ottaviano
si ristava
Paolo
statua
la
posta,
com-
venne
già immaginata:
i nomi
Targioni
Giuseppe
Dottore
—
Emiliani
Francesco
—
mercè
aggravato di quelche
Fbnzt, Cassiere
Giuseppe Fabbricotti
impegno,
Professore Adolfo
Professore
mente
cieca-
non
desiderato:
potevasiprevedere.Di quei soci,ecco
—
alla
riputazione
gliaveva
sua
di quella
Professore Luigi Paganucoi
grandi,
società;e
lo scopo
meno
eroismo,
sì grave
scolpimentodella
quindiogni singolofu
: or
gioventùnostra.
costituire la
numerosa
è
non
non
compierlo,
a
cospicueche
sublime
ideale modello
pure
ottenne
acquistare,
società per
se
e
rintracciare i
dove
più
so
come
presentarli
per
ammirazione
e,
lieto sulP altare
e
Giacinto
Targioni—
Giudici
—
Silvio Oblandini
Mioalt
—
Angiolo
Enrico
Uziblli.
byGoogk
Digitized
151
—
Ad
il poeta altissimo operava
onorare
così il nostro
Orlandini
educatore^ del
solo
non
d'
un
motivo
ogni nazione
che
la natura
Alberto
dell'animo,
puranco
il precursore
era
gli
per
particolare.
tutto
e
il battista
de'
tempi
esser
libertà,
primo
Onde, venuto
martire
in
vedemmo
doveva
una
iniziata da Carlo
il primo
grande
Livorno
a
profeta,
innovazione.
un
pietredure,glicommise
le
gemma
della
dianzi aggiungersi
pur
era
quel tempo
lavoratore in
in
alle quali
nell'indipendenza,
e
l'uno per l'Orlandini
:
l'altro il
del
trovano,ma
chiamerei
neir unità
la
e
sceva
ricono-
lia,
d'Itae redintegrazione
quellarigenerazione
che
per
posa
in Ini tuttociò che
ci
lui
senza
perchè lo
proprioingegno e
L'Alighieriper
di
solo
non
perchè ammirava
uomini
suo
—
tissimo
valend' incidere
immagini del poeta fiorentino
sabaudo. In tre mesi il lavoro fu
monarca
strevolmente
mae-
ma
fore l'amico nostro, datagli
eseguito,
e
ufficio di spillo,
la tenne
nodo della corvatta. E
A
DANTE
INTAGLIATI
0
due
ne
E
NELLA
famose
poi
finché
visse,al
scrisse il seguente sonetto:
CARLO
ALBERTO
STESSA
GEMMA.
fronti,incoronate
Qual del lauro febeo, qual del diadema,
Sul mio
Per
la
cor,
finche
gloriae
la
batta, e fin che frema
patria,ognor
posate.
byGoogk
Òigitized
152
—
Tu
salPalme
—
in servii
prostrate
sonno
Levasti il sole del divin poema,
E
tu, quelloonde
V Istro anch'
di libertate.
Segnacolo immortai
Vostra
Fu
n
vita
0
la
la costanza,
il duol,la
fé,l'esilio,
Dante, o Carlo!
Imperversinle
Splende1*astro
Furie
ritorte
nostre
spezzar
in voi par
tutta:
sacra
cor,
a
oggi trema.
morte.
in vostra
e
V
d' Italia
alta
sembianza,
empia sorte.
e
la speranza.
Giugno,2855,
intanto alle
Vacava
e
zelo che
mai,
scrisse
né trascurava
dire dal 55
questianni, vo'
col
lezioni
sue
Mayer V
più assiduità
con
i lavori
al 57, proseguì alacremente
edizione delle opere del
dell'illustre avvocato
biografia
una
Barbèra
Capei, ordinò pel tipografo
del
scrisse
del
Tasso
mettendovi
bel sonetto
un
ordinò
PoUastrini,
di Salvatore
e
Viale,e
e
Vaselli. Fra le
Ve' che
finalmente raccolse
suo
valor no,
turba
che
a
la città
ma
di
dal
senesi
prose
gliscritti
Giuseppe
carissimo
noi che
meggi
pri-
:
qui riportiamo
sublime il Genio
Abbandonando
nori
poesie mi-
pubblicòle poesiee
summentovato
scena
Gaspero
Gli estdi
qualiproduzionipare
il sonetto
Mista
le
Foscolo,
apposita prefazione^
pel quadro
pubblicòla biografiadel
Dal
In
geniali.
ha
pinta!
natia,
digiuno vinta.
prodi ecco
s'avvia.
byGoogk
Digitized
151
—
gato
il
d'
cuore
dimostrano
mi
un
poeta ;
ad
evidenza
fiera,la
rifiuto del
il nobile
odia,furono
i
gli Esuli
signorFrancesco
viva
mia
più
che
egliebbe
per
di
il
cosa
me.
che mi
l'impetod'un
l'oppresso,
nemico
un
ad
che
si
nel trattar
offrire al tuo
Orlandini i sentimenti della
il
per
Abbiti
tu
gentilepensiero
pure
esserti fatto organo
lusingaassai ; e
pittoreossequieràun
Patria
una
per
animarono
mi
prego
riconoscenza
per
d'
soccorso
senesi. Ti
il Poeta
di cittadini vinti
che conforta
pensieriche
presi
com-
del Pittore. I sofferti
addolcisce
speranza
rare
ispi-
perchè
ben
questo caso
V amor
affetto filiale,
che
la religione
tradita,
amico
in
il dolore
lungo assedio,
domi, V
anima
furono
che
sco
cono-
d'
capace
contento
sono
e
le segrete emozioni
affanni di
non
pensierofu
e che
concetti,
i miei
indovinò
proprio,perchè
amor
essi che il mio
per
e
il mio
poco
non
—
graziamenti
i miei rinverso
di
che
nella speranza
giorno il poeta,mi
è
me
caro
segnarmi
fuo aff. amico
Enrico
Firenze, SO
Al
agosto
Signore Enbioo
Pollastbini.
"
1856.
Chibllini
Livorno.
byGoogk
Digitized
155
—
—
Gagliardaimpressionepoi fece
troppo disabituato
pur
sensi
giornali,
ne'
la seguente lettera
arditi,
cotanto
più sfrenata
pubblico,
leggere, specialmente
a
pubblicatadalP Orlandini
mentre
nel
nello
Spettatore^
proprio
in Toscana
gavazzava
siastico-polit
la eccle-
reazione. Quale V argomento,
lo scopo,
e
quale T
occasione di questo nobile
rileverà il lettore amico
Al
Caro
a
»
già
Signor G.
queiregregioe
L.
amico,
pregiatissimo
contrassi
scritto,
dalla lettera stessa.
lei debito di
con
ella procurato la
avermi
per
di
Io
e
personaleconoscenza
nostro,V
carissimo
gratitudine
abate Matteo
Trenta,del quale a ragione deploriamola
perdita;ed
a
lei pure debbo
opuscolitesté pubblicatiin
dei
funebre
pregi e
del
C.
r
uno
manifesti
r
impressioneche
altro,le
intendo
cognizionedei
Lucca
a
due
zione
commemora-
lui,cioè
Minutoli
co' miei
Né
recente
il discorso
Augusto Conti,e quello
signorprofessor
dunque che,mentre
r
la
delle virtù di
biograficodel signor
e
quale
già
di
hanno
:
mi
permetta
le
ringraziamenti
con
rinvio
tutta schiettezza
prodotto nell'animo
mio.
sotto l'aspetto
meramente
parlargliene
che vogliadirsi;
o filologico
letterario,
perchè,
siccome
relativamente
ad
esso
gli autori
dei
byGoogk
Digitized
156
—
libretti di che
due
al
pubblico,mi
mi
sembra
è
dichiarare
essi
avere
scemato
sé
a
forbiti scrittori. Ma
la
forse
e
che in
queste
con
meritata
a
generale
dirò
ne
duzioni
pro-
reputazionedi
certi
ai
giorni
argomenti,
logi
de' filo-
colle semplicinorme
giudicarsi
dei retori? Io le
noti
nuove
chi eserciti la penna
nostri,particolarmenteintorno
vuol
abbastanza
parolasodo
basterà
non
—
alcuna
cosa
in
relazione alla civile letteratura^
perchè il soggetto
di
quegliscritti
sola io ho
essa
almeno
»
modo
gloriosaper
di
non
con
un
sione,
profes-
designareil
solo motto
questi scrittori
della vita dell'abate
Trenta
trattano
che,per
generosamente operativa,fu
lui
con
discepolato.
cui ambedue
stata
e perchè
civile,
se
qualcheattinenza,
di
quellaparte
ne
altamente
Se io dovessi
con
essere
è
e
potrei usare
la
più cara
più
uno
al nostro
calzante
la
cuore,
di
più
non
quel verso
dell'Alighieri;
"
Uno
Difatti il
la
fugge,e
"
che mi
signor professorConti,nel tempo
parla abbondantemente
amico
3
e
l'altro la coarta.
nostro,e
come
delle buone
come
scrittore
qualitàdel
sacerdote
e
come
come
e
funto
detedratico
cat-
gri
d'inte-
uomo
soavissimi costumi,guardi il cielo che mi dica
byGoogk
Digitized
157
—
parola de' suoi
sola
una
italiano ;
come
armi, sono
solo
non
e
eglicuopre
chi
di
amicissima
sé;
cioè
che, dopo
aver
quellain
gittatovia
aveva
cui essi indubitatamente
il
libro,concludendo
dettato
sarebbero
stati
dell'altro collocato
da
a
custodia
del
anzi ei cattivasi
vita
non
della dottrina
rumoresfuge^che
di
quella
cetto
profondocon-
Dante, con
Purgatorio.
Il signore.Minutoli
periodo della
che il filosofoche
piuttostoseguace
era
dal
bel
pagine di
avidità,onde giungere
crescente
quel Catone
di
»
le
accennati,nel trovarsi affatto delusa,avea
almeno
lo
accaduto
essere
divorato
accade
ingegno ed
ornato
narrava
il
alle
reca
opuscolo,facilmente
mi
ciò
chi conobbe
a
fatti di lui,e si
del Trenta
quelloscritto con
a
che
di
gentildònna
ima
impresa
una
l' autorità. Tutto
velo,tanto
un
fra le
anche sancita allora
avea
ne
il rammentato
quello che
a
prò di
anni,a
quei laudabili
e
mani
fece
cittadina,
in sé,ma
giustissima
da
menti,
senti-
magnanimi
e
più, di quanto egli,eletto
e
otto
appena
comandata
Trenta
caldi
Guardia
cappellanodella
a
—
non
dissimula né tace
quel
operativadell' abate Trenta;
poco
l'animo
dei lettori nel
quantunque forse troppo compendiosamente,
riferire,
la storia di
egli fece
quello che
poi a Sommacampagna,
e
come
a
Curtatone,e
tornasse
in
patria
byGoogk
Digitized
158
—
ultimo
de' volontari!
—
toscani,secondo
che
avea
giurato.
ahimè
Ma,
»
!
viene,viene poi
la
pioggiache
converte
In bozzacchioni
«
che, dopo
avervi
dipintoil
disdetta,ardente
la
le susine vere;
Trenta
di nòbile
di
umiliò
e
le
Cristo,levò
nella
brev'ora
disertato
accesissimo affetto:
amante,
»
A
come
chiese
«
poi
il
perdono a
riportato
; ma
solo,parmi
che
vi
se
Questo infatti
ma
un
aveva
questo caso?
la
si
.
,
bene ;
signor
Dio di
aver
impeto
un
di
perdonava a queir anima
Maddalena!
»
queste parole l'autore fa seguireil segno
ho
motivo
.
lui. Ma
ortografico
dell'ammirazione,che
cento.
.
va
perdonato alla
aveva
sacer-*
«
qui
l'altare in
Dio
e
al cielo
per
le sorti
Fin
polvere e pianse.»
aggiunge:
che
dice che
»
sguardo
migliaiapiansero con
Minutoli
per
lo
accorato
«
sdegno
d'Italia fosser volte in rovina
dote
"
Maddalena.
sconvolgele
confesso
è
abbassarsi
paragone
E
nostre
dove
xan
nel
egli l'abate
che
che,invece
dovrebbero
ne
non
io pure
di
uno
aggiungere
umiliarsi nella pólvere,
fango. Perchè, qual
Trenta
può
siamo
idee,i
mente
esatta-
di
pentirsiin
esistere fra
noi?
nostri
che
esso
e
vertigine
E chi
principii?
Digitized
by
159
—
vi è mai
che,avepdo
sé stesso col
la sorte
avuto
parteciparealla
purità di
indipendenzacon
coff
—
di aver combattuto?
d'uopo di pentirsi
conseguenze?Certo
Giulio il. Or
al buono
da
non
Trenta?
abate
le sovraccitate
eglitanta
a
dà ilbiasimo
ne
eglinon
è
so
con
sante
nel
calamaio
tanto
dunque trovava egli
che
gli
dizione,
gratuitamentesiffatta contrad-
dire
viltà,all'amico
nostro
e
suo,
piÌLquando questiera già pervenuto in luogo
«
un
non
generosa
e
quellastilla d'inchiostro
attribuire
per
non
di certa scienza
intenzioni
operarono nel 48. Come
valse ad
assolutamente
chi lo merita? Io
a
costanza
suo
poi
di coloro che reputano peccato
uno
quelloche
nel 56
Se
prova? perchèapertamente
il signorMinutoli,
ma
conosco
amico!
fatto preparatoforse
un
lo
tezza
stol-
che in ciò
Davvero
parole (dato e
concesso)egliallude
non
Se
quelleprofessate
attribuisce
come
nelle tenebre,perchè non
che
il signoreMinutoli siffatte
egregiamente le parti di.caldo
con
non
operositàe
con
cuore,
E da qualidottrine desume
fa
giierra della italica
condizione sociale apparcostanza,a qu^-lunque
tenga,'
abbia
da
di nobilitare
Dove
folgored'aquilenon
biografo non
coraggiopar
tessere
si sente
la
vera
giunge?
»
fornito di bastante
storia del
suo
subiet-
byGoogk
Digitized
IGO
—
—
la coarti.
e non
to,la taccia anch' egliintieramente,
Che
vale V
il saper cucire artatamente
ingegno ed
la saldezza
parole,senza
fuorché
del carattere,
chiarirci,
qualinoi siamo,pur troppo! non
dal campo,
che
parve
raccontato
r
tanto
dei civilistudii,
aveva
aspettando,
il tutto
questo particolare
Maddalena
quando
dell'ottavo
in
fatale,
mai andava
il vero
;
eccita
penitente,
egliescogitandosì
non
anniversario di
cui anche
erano
andati
portuno
op-
la coincidenza
quel giorno gloriosoe
alla guerra
col fatto
sacra
per
vana
quando in Toscana,nel segretode' cuori,
e
altrove
pubblicamente,si
erana
verso
i Toscani mostrarono
mostra,
ne
e
stupore e sdegno,che vince la parola.
paragone? appunto
che
smarrito,
come
e
ripresegli antichi spiriti,
alla
assomigliarlo
E
»
su
alcun tempo
per
appoco
tornò alla pace
Trenta,che, tornato
oppresso dall'angoscia,
si sentì V animo
finché appoco
ma
dell'abate
narrato
aveva
tanto
goni,
tetra-
ciottolirotolati? Quando il signoreMinu-
ma
toli
a
pregava
per
che
coloro
caduti vittime onorevoli ed onorate!!!
F. S. Oblandini.
"
27 giugno 1856.
LivorìiOi
Ma
ttittatutta l'anima dell'Orlandini
dolorosamente
nella
festa
si mani-
di Giuseppe
biografia
byGoogk
Digitized
162
—
—
Principe di Carignano,da
alla Corte
Siena.
I
con
esso
superioridel
allora
pur
non
suocero,
spiato,andò
come
ove
del
di
H
doveva
rettorica,
che
uno
sonora;
mio, vollero
letteraria
dei
primi fra
di
quellarecita,si
da siffatta declamazione,
più potesse
due
cui,parlandosideir antica insegnaromana,
seminaristica
«
la
sull'Istro
a
fabbricarsi
il nido
se
dei
spuntasse il sorriso del benestà
guardò prima
regaliascoltatori,
Ferdinando
il Granduca
vide altro che
due
III, ma
non
in
vi
passò a guardare il Sabaudo,
lesse nulla. Quando
e
"
pronunciarequestidue versi,egli,glorioso,
sul labbro
non
musa
cantava
Andò
adocchiando
volto
pollosa
am-
versi in
L'Aquila altera.
Nel
ponimento
com-
bicipiteaugello.
specialmenteda
e
Giorgio,
recitare certo
di fare quanto
si proponeva
e
di San
le lodi del
piccolalode
aspettavanon
feste di
il cui argomento,
saffici,
mio, infatuato
amico
povero
ospiteo
come
alle consuete
Vaselli,come
dirlo?,erano
dimorante
un' Accademia
italiano in versi
occorre
se
Seminario
i principicon
festeggiare
gli scolari
so
convittore V amico
era
dei loro alunni. Il
mesi
alcuni
un
occhi incavati
paio
di nerissimi
che
intenti,
da
mustacchi,
una
faccia di
byGoogk
Digitized
163
—
si fissavano sopra
marmo
r
di lui in modo
ventosa
quell'enfasi
che
anni
—
fu inteso.il
dopo
sette
cagliò.Venti-
di quelsignificato
inesplicabile
sguardo.»
Notevole
brano
«
Intanto
casa
:
alcune
funestarlo altre
a
vennero
del
compagna
e
proprie,
sue
suo
cuore,
paterna il lutto
la madre
per
amatissimi.
questi dolori;ma
fu la
l' efficace parsimonia del
mi pare
poi
seguente
sventure:
la
di
marzo
inconsapevoledi
recato
senza
ripartirne
oltre la metà
In
tanto
dolore
per
i fiori. Ed
levare
un
mese
mente
maggior-
averlo per
io lo vidi
il
a
mio,
Siena,non
sendomi
es-
volli
battei
ialla sua
casa
e avvisatomi
incontro,
venne
nuovo
mi
affanno,
viso di
spasmodicamentecorrugata,e
senza
condusse
tra
per sempre
quel padre!
sul morto
Dio,
a
istante riabbracciato;
un
della notte
mi
rivolò
dell'amico
giacevaaddormentata
lume
celestialmente
quel giorno,io, tuttora
accidente
negliamplessidi quel
ella
Giuseppe
a
lo straziò
sguardo azzurro
1842.
chiesi di lui. Ei
là dove
sua
Clara,angioperditadella figliuolina
vigesimo suo
ed
della dolce
acerbi
quelloche
soave, che nel
di
alcune
e poscia per
fratello,
Furono
e
primo
più intense
e
quale vide nella
un
letta bellissima
e
sì sgomentante,
dinanzi
lei,e
a
me
colla faccia
parolee
senza
byGoogk
Digitized
164
—
lagrime additarmela;
ed
L'
a
me
trionfai
passeggiatain
della
sentimento
del
clero
a
cuore,
e
de'
onde
la
tenacissimi
ei
un
si trova
che rappresenta
uomo
sé
a
a
medesimo, di quella
farlo ricredere ;
di
Cristo
legataal
cuore
potè
non
in
errore
non
errore,
ne
l'avrebbe, con
é
del Sillabo
stesse
umano,
poiché
r
coli
vin-
con
che fu detto
profonda sapienza,naturalmente
perciò,con
lui
imperizia
cotanta
deplorandaaberrazione
religionedi
di
di sì grande rilievo. Né,
poi, passando
fino alla
il
obliquifini troppo
in
appena
ostentazione valse
se
colpa
tempi ne' qualiuno
alcuno dissimulare
d' allora in
sceso
per
che
più strana, l'inefficacia,
ancora
fumosa
ravvivare
a
rità,
rispettoall' auto-
Veramente
interessi morali
in modo
il
lui per
a
vivere,è credibile
cosa
ma
provossicon
nono
parte
gran
nei pettinostri.
ligio,
dell' uman
muto,
pur
Toscana
religionee
ammortiti,in
stesso, e
bracciarmi
ab-
nel quale veniva in luce il volume
Pio
degliscritti vaselliani,
una
momenti
dal beneficio del pianto.»
medesimo
anno
alcuni
dopo
e
involarsi muto
confortato
almeno
—
stiano,
cri-
que' suoi procedimenti
divelta.
incauti,irreparabilmente
Il nostro
alto
amico, essendosi,per prudenza
dalla
disdegno,assentato
quel giorno medesimo
in
o
per
città di Livorno, in
cui 1' onorò
di
sua
pre-
byGoogk
Digitized
165
—
il
senza
di
Papa,
un
fu
non
gran
—
o sospettocomplice
testimone,
l'Oli
dui tenui!;ino del Palazzo
teticej
far discendere
a
atteggiavasi
sua
e
benedizione;
già
solennemente
sua
voce
aveva
intonata
troppo si compiace,ed è ammirato,
e
pmiuDgato fischiosparse
clic la calca si ruppe, si
nella
grande,la
fuori
quella
di cui
forse
messo
stentorea
e
chio
vec-
granducale
njoltitudine de' curiosi,
stipatain Piazza
bene
il
Poiché,mentre
parapiglia.
acutissimo
un
d*un tratto tale spavento,
a furia
sparpagliò
per
diverse vie,le
qualisboccano in quellapiazza:
molte
caddero,molte
persone
anzi
castigo,
sopra
un
che per
non
meno
a chi
troppolieve,
lo dirò pure,
Lieve
presentare
per rap-
d'un falegname
ebreo,nato
Figlio
vissuto
stalla,
una
e il Papa
incompiuta,
d'animo,e, dicono,si svenne.
ilpovero
in
perdute;
gemme
—
Così la benedizione rimase
si ritiròsmarrito
e
vesti,specialmente
molte
furono stracciate,
femminili,
molte le lividure.
le
casa
senza
mentiva
patibolo,
a
festeggiare
lui,uomo
con
deglialtri,
uè
morto
tetto,e
segno da
x^ermettcre
peccatoree
mendace
pranzilauti,e
luminarie,
sontuosi
il pane di
i poverisi togliesscro
apparati,
bocca.
che questo municipiodi
Sappiate,
lettori,
—
Firenze per ricevere il
centomila lire. Che, se
Papa stanziò
non
meno
che
v' è alcuno fra voi fervente
byGoogk
Digitized
166
—
e ve
cattolico,
debbono
ne
legami di
strinse
virtù
Avrebb'
quelle lire
di
pubblicasotto
colpe,e
le
accorse
e
lui mi
coraggiodi
nel
bilancio
che
per
mando
volgo,e gli domettere
una
efficacia
o
per
tuono, i toscani,ed
questi si
trattenne
d' allora in
E
se
A
si
coloro che per
gusto dalla
i fiorentini in
corte
edificante
dovere
prendono
o
il
poichéfra
ispecie,
ed ufiziòil Papa, si mostrassero
poi più devoti,più gravi,più veritieri?
al morale
non
Chi
siffatte spettacolose
funzioni,
la corte,e
raccoglimento,
calcolo
sola
prevenire
santificare i costumi?
alle qualiassistevano,
con
e bisognadirlo,
per
con
dell'amministrazione
il titolo: Mezzi
e
Orlandini
di stima scambievole
ella
rialzare
mai
perchè V
essere
gente d' ogni credenza,a
:
—
miglioramentodegli uomini
A
giova,a chela religione?
che il Pontefice
sommo,
gione
la reli-
che il culto?
i vescovi, i
preti?
byGoogk
Digitized
COOPERATORE
DELLA
RIVOLUZIONE
CIVTLK
Parole t\ìX^iiioìeono
i^ di ViUnno F]uianuolt" L'Orlandini a
—
FlrcnìtP— IJ '27Aprile*Consìglie^ie
a Livoinn
di Hk'iisnJì,
—
—
Lottem
Ma
per
e
giàsi appressanoavvenimenti de'quali
clicancora se ne veggono, e per la
glieffetti
massima loro rilevanza vive
senza
dubbio nella
ondMo
lettori,
Timmagiue;
dal narrarlipartitamente.
Siamo all'
mi dispenso
solennideirImperatore
1859. Le parole
anno
cari
memoria vostra,
al corpo diplomatico,
Emanuele
e diVittorio
Napoleone
al Parlamento Subalpino,
hanno intianimato
di speranzegrandissime
i cuori. Incominciauna
sofferenti
vita semilatentedie aftatica
glianimi nostriin-
mal
oramai de] mistero,
l'
alrassegnati
aspettativa.
Ogni domane airaccesa speranza
Sembra dover essere il giorno
del trionfo.
Né troppo,
domane tardò.
come
quella
sappiamo,
byGoogk
Digitized
168
—
Il 24
e
la
Francesco
aprile venne
fu dei promotori
che
—
concorde
levare dal
a
dominio, un
Ciò che giorno per
ridire,che
neppure
fratello,
potè
dell'usato
incontrammo
e
un
cosa
po' nelle spine:
voti
di
fra
comune
qua
in
mezzo
non
lo
saprei
folla
una
gente che
trova
mi
più
sa,
letizia,
quando
liberale del 48,
ora
vasi,poveretto!,un
discorreva
abbordò, e
il Granduca
perchè
tutti
lega,come
ci
di rivoluzione.
nome
Pasqua),passeggiavo
viva, come
tale,caldo
impiegato prudente,che
si
con
noi,
in
stringesse
col Piemonte,quando
desideravano,
spuntare dalla Piazza della Signoriauna
vedemmo
nella
carrozza
insieme
0
festa di
seconda
suppone
il
e
suo
ragguaglio.Il giorno 26,
numerosa
indovina,o
cacciar dal
io
Orlandini,
lui in Vacchereccia
con
facendo
dato
uso,
dal
eglimedesimo, interrogato
dame
(era la
rammento
seggio e
giornofacesse
V
quei commovimenti
vinse mai
cui, per
giuliva,
venne
sovrano,
non
golatori
re-
zione
di quella manifesta-
—
perchè bastò
Firenze,
a
e dei più savi
più efficaci,
all'accorgimento
mano
Silvio
in lui r entusiasmo
numerosa
a
—
fossero
quale
ad
altre due
ignare della
signore;e parlando,
imminenza
scellerata speranza
chessa,
Grandu-
la borbonica
sedeva
o nutrissero
gravissima,
del Forte
ne'preparativi
byGoogk
Digitized
nò-
—
Domani
quest'ora
su
tiitta
col granduca
e voialtre,
sollevati,
saranno
gli arciduchi,e
e
detto
dovrà
detto?
lui
da
noi
poveriliberali, aveva
tornar
s' interroghibene
l'imperatore
; che avrebbe
far la barba
a
qua
egli
a
tutti
allestito pertno i proclami?
nulla. E
vai
ferino,
Sol-
della vittoria,
aveva
franco,e
pur
il
avesse
e
buscherà,e
ne
sicurissimo
i soldati per
di
vigilia
Ferdinando
austriaco
già
non
la
fuggirea gambe
che,
Vada
famigliabatterete
E
risposto?
fosse andato
L' esercito
:
la
tutta
tacco; che avrebbero
chi
tadini,
Firenze,il fiore de' cit-
poi
neir anima,
di fuori le dice
la loro sicurezza
tema:
non
si
guardi intorno,
se
e
voce
di dentro
o
Landucci
ripiglieràil potere, e passeggerà con
quella grinta per
:
granduca tornerà,
Firenze;e Leopoldo
i sorrisi,
i salamelecchi
gì'inchini,
avrà
ma
le vie di
Il
sola
una
che!
»
Impossibile.
ove
V autorità
Silvio
ripartire
per
lo
provvisoria
insieme
di prefettura
consigliere
Giovanni
d'un
mese
Fabrizj,e
durò
seguente lettera
che,
—
Il giorno 28 dovè Francesco
Livorno
ma
aveva
all'avvocato
al dottor Sirio Fazzi.
in tale
tutta di
nato
nomi-
Meno
che gli meritò
ufficio,
la
del barone
propriopugno
Ricasoli.
byGoogk
Digitized
171
—
—
(Ministerodell'Interno.)
((
In momenti
»
e
coadiuvando
difficili,
coir opera V autorità
Ella ha
compiuto un
i
alla S. V.
lieto che
sia
un
col venir
che
sarà
non
ed
sapreicome
quale ho
del mio
stero
Mini-
il
leale
suo
e
al Governo
mancare
per
accetto ;
teressato
disin-
eccezionali
giacché,se
sopra
io
coloro che
dovuto
riuscire nell'ufficio gravissimoal
sobbarcarmi.
air efficacia dell'azione
poter condurre
la
amministrazione
Non
isolata del
Toscana
in
ad
ho mai
creduto
Governo,e
ordinare
guisa che ogni
rei
vor-
terna
T in-
influenza
il
legittimamenteacquistatapotesse avere
campo
d'azione;
ed
al potere centrale
rimanesse altro compito che d' indirizzare
comune
di
ineritarsi la fiducia dei loro concittadini,
seppero
suo
dovere
alla virtù civile dei
potessi fare assegnamento
locale
loro
scenza,
pubblica ricono-
delle circostanze
meno
lo fecero necessario
non
mio
per
primi atti
omaggio debito
città,
cotesta
riprendonola
IH."* la
dei
uno
concorso
mal
che
consiglio
e ben
cittadino,
di buon
Confido
compatriotti.
miei
che
atto
poteriregolari,
tengo
manifestare
col
governativadi
della patria.Ora
meritato
azione
Signore,
Illustrissimo
secondo
gli atti individuali,
le
norme
Digitized
by
non
al bene
della
172
—
legge. Con
questi concetti
facilmente quanto io
cadeva
per
illuminata
dei
ricambio
di fiducia
»
render
a
Mi
è
d'
ogniautorità
mie
e
di
libera
e
stituita
co-
mi
mi
metta
ripro-
sia dato
di
tirò
sencooperazione,
forze;ed
che tutti
che
nione
appoggionell' opi-
e quanto
cittadini,
ci fallirà la speranza
finalmente
comprenderà
apprezzi ciò
ed
l'avvenire. Ove
raddoppiarele
verace
stimi
mancanza
Lei per
da
nostra.
la S. V.
fatto in passato,quando
Ella ha
ottenere
—
insieme uniti
abbiamo, di
non
riuscire
la patria
indipendente
grato frattanto
di
con
professarmi
estimazione.
Della S. V. Illustrissima
devotissimo
RlCASOLI.
Li 19
maggio,
servo
»
1859.
byGoogk
Digitized
XIU.
BIRETTORE
DEL
LICEO
FIORENTINO.
SOSOIARIO,
Fallacia
dei
pmgnostiiH
Direttore
canti
Esortiiziom?
—
fJi Dante
Kjrma
ad
di D^^nte
Se
«
alla vita
Due
—
Molestie
—
re
voli
di autorità
—
ad
ni
re
dt aitimi
Dìscdjsu
—
—
statua
PubbUcazìtine
morate
mi
la sLatua
per
alla
Canionp
—
in
fatti etM-
tentare
bisogno di
nel Monitore
a
nostro
amico
quaranta
abituale,ricevè presto, P
vorranno
intanto è stato
nomina
per
neeessaric
ìnauj^rmiKÌone Jella
—
imo
Docmnento
—
bttono,avremo
E
solenne'
Teslimonianze
—
V ulUiu
siiIIp persomi
lettera del buon
nostro, ena
nome
lasciar
a
Doti
—
rOiIandini
avesse
sul
RE.
Tornato
vagli;
atto
un
vei'si
I"OVE
ne
Sii É"ndù
—
TribolaKicini
—
Quante
—
accettò.
anni
prima
le sorti della
Silvio,non
il
di far qualche
molti
e
del 20
del
Ne
di
cosa
validi aiuti. Il tuo
giugno
regio Liceo
noi.
si lesse la
presagi che
—
sua
come
si fecero
famigliaOrlandini,quando
passato al secondo
i)
fiorentino. Il
poteva altrimenti* Ma
i mali
dice-
quale
proferitode' primi fra
toscano
Direttore
Thouar,
amico
esame
cesco
Fran-
di uni-
174—^
—
la
versità,abbandonò
promettente carriera legale,
lietissimi
quei prognostici
cosi
formavano
sventuratamente
smentiti dal
essere
quelloun impiegoche,al
sostanziale
pregio
alla
campo
Era
gran
Mayer,
da
pari, gliene scrisse:
suo
tempo eh' io
non
non
leggerela
e
poteva meglio assegnarsi,
conforme
sarà stato pur
Firenze.
a
tentarmi
a
In
appunto
io mi
le dico che
al
questa parte
Ella
il vuoto
Ma
più riempirsi.
da
questo suo
sarebbe
un
secondo
Canonico, come
di sostituirsi
Ma
atto
a
vediaino
un
come
V
che
egoismo
mia
lascia Livorno
lasciato
colpa il
torno
a
rebbe
vor-
disfazione,
sod-
quando
tornarci;e col
Lei
e
questa considerazione,
Quel posto
alquantola
a
preparava
sera
dubito
non
un
dursi
desiderio di ricon-
suo
moderare
giacché
ad
risentito ieri
nel Monitore.
nomina
sua
provato
aveva
ho
piacereeguale a quelloche
nel
fosse finalmente
e
vita faticosissima di tanti anni ; onde
il riposod' una
«
largo
nostro,un
operositànel bene,
r invariabile
Parve
successo.
unisse,
pel titolare,
decoro
V amico
per
tutti
doveano
collocamento,
questo nuovo
per
gli amici
che
cuore
potrà
non
trattenermi
su
rallegrarmidi
rivoluzionario di succedere
già
mi
del primo
rallegrai
di
Consigliere
l'esito
non
Governo.
»
—
risposealle
ranze.
spe-
byGoogk
Digitized
176
—
.
—
Il Liceo fiorentino recente
istituzione d'
che, forzato dai tempi, curava
per
negligereimpunemente
dieci anni
in
vita
una
la
le apparenze
realtà,durato
tantoché
tisica,
fosse
impiegatipubblici,
verno
Go-
un
il poco
per
perfinogli
pregio in
che tenevano
e que' metodi,o più sottile
quegP insegnanti
interpretazione
degl'intendimentidel principale,
altrove
mandavano
di
e
pianta.Ma
sana
gravissime.Dipendente
dal
e
Municipio,
autorità che di
subordinati
rado
colle Scuole
angustie del
gran
:
la
di
lo
lotta naturale
talvolta
trasferimento
volte in
cinqueanni;
dagli sbalzi
della
governativae dagliavvenimenti
l'avvedutezza
il
ad
vita;costretto prima dalle
mantenerlo
e
ricostituirlo,
coraggioe
la costanza
secondo
accinse,
santo.
il
litici
po-
ordinato
pratica dell'uomo
pazienzae l'annegazionedel
Orlandini vi si
che
splendoree
nell'interno andamento
a
con
e
inesperti
quelletradizioni
danno
esse, la
volevasi
rigoglioso,
eroe,
antichi:
fede,se
locale antico, poi dal
macchina
due
—
—
a sgomberare tre
capitale
turbato
Ginnasiale
la sezion
per
molte
procedono d'accordo;
Pie,ricche
mantengono, sole
della
le difficoltàerano
dominare,se nuovi; in
istitutidi simil natura
stituito
rico-
essere
per la Liceale dal Ministero
di dubbia
facili a
non
voleva
figli,
i loro
E
e
l'
del-
d'affari,
il povero
con
solito,
tutto
Cookie
D-lgitized
by
176
—
r animo
mi
si
; talché nella vita
dura
quanto
sembri
chi
a
fiorentina
sua
sero
l'ara,rima-
e
ei vivesse
com'
sa
lo
io
impossibile,
fu la vita
cangiati,
ma
il sacrifizio e la vitti-
gli stessi però
anzi, per
Livorno
vero:
furon
se
sua,
il tempio
passi l'espressione,
sempre
:
—
dirò,perchè
a
è
della livornese
più
angustiata.
e
Inoltre,
perchè tacerlo?,quellacalma abituale,
quegli accorgimentiminuti, quellapieghevolezza
bonaria
ed anche
in apparenza
molle,ma
in verità
ordine
rigidaed avveduta, e soprattuttoquell'
che per siffattipostison
nel
abbondavano
spesso
quel suo
generosi,fervido
non
necessarie,
doti
Alla
amico.
nostro
animo, sempre
in
d' ogni più
la stoica inflessibilità:1' ordine
tutto
o
interiore,
a
facile orientarsi
altri,non
alcuna,subito
0
perchè quel
dannevole
sua
si
in
fini
menti,
accorgi-
poi
pieghevolezza,
lo
egli
aveva
locale;onde
caos
un
avendo
per
l'
meglio dire,supplivaal-
ordine colla ferrea memoria
ove
vero
ceva
nuo-
fuggevoleapparenza
di artifizioo simulazione ; alla
sì,ma
calma
ai minuti
ed accensibile;
r aborrimento
teriale
ma-
a
di libri
sciva
gli riue
gli,
di fo-
seguiredistribuzione
perdeva.Anzi negliultimi tempi,
disordine
finché
cameretta, con
abituale,poco
l' Orlandini
viveva
pochi libri
e
avvertito
e
nella romita
fogli,trattandosi
byGoogk
Digitized
178
—
tonante
voce
con
sapeva
visto
così rho
Saputo che
avrebbe
e
Ne
—
in tutto
e
di
mancanza
gV insegnanti
; e
li incuorò
mensile
rinunziato ad
un
punto, ed
coli'esempio
colla parola
e
contribuzione
più, e
poco innanzi
medesimo,ma
del
campava
fatto di
certamente
terzo
non
studi all'Università,
quellafamigliache
sulle braccia. Avrebbe
se
gistri
re-
mezzi,continuare
tassarsi d'una
a
in sussidio di
forse tutto da
dai
splendidoesame,
uno
con
potuto,per
il massimo
sempre
compieredegnamente i suoi
radunò
citerò due.
del Liceo riscontravasi,
aveva
e
dal Liceo
usciva
virtù.
che
qual-
a
il quale,come
giovinetto
un
del Ginnasio
ottenuto
scuotere, e svergognare,
lagrimaresoavissimamente
insignedi
atto
—
aveva
stipendioin
suo
prò
delle spese occorrenti alia guerra.
Accadde,
anno
un
due
o
del Liceo,per obbedienza
legge doverono
al
quale
si
di
se
mentre
il
favore dell'evidente
così
recente
di
esame
fisica,
sala il trattato scolastico
chiudeva
regolamenti,
passavano,
un
giovani
Un
preparatiin pochi giorni.
quellascienza,che
in
gligendo,
dei
subire prò forma
erano
che i
alla lettera d'una
portò nella
esaminando
dopo,
un
ne-,
sorvegliante,
equità,la
lettera
occhio,i giovanisi
di soppiatto
: uno
può dirsi,
rifiutò sdegnosamentedi
solo
prenderparte a quellapia
byGoogk
Digitized
179
—
frode,e
il solo
nella nota
nome
—
mancò
suo
dipoi
meravigliaa
tutti
Fece
la mattina
degli ammessi.
quel mal esito,
perchè il giovanettoera
benvoluto
V attribuirono
assai,ma
smarrimenti
di
rendono
spiritoche
tanto
fallace la prova
di
V eroico
ed incerto si
lo baciò. Tutti
son
alcuno, non
se
venuto
chiaro
e
ivi
dell'amico
figliola
confuso
gli incominciò
del
mia,
ve
dovuto
quel bravo,
fu
Ma
dato
con
una
poi,
compenso.
l'Orlandini.
Preside
volesse
di ciò che
stringerei panni
insomma, parlatemi
mento
nell'anda-
ebbero
la
Liceo, sotto
n'ebbe
a
cendolo,
vin-
presidenza
vostro,le difficoltà di que'tempi
quanta
alla volta
suo
appieno soddisfatto
dicendo,mi
buono
il padre
collo di
preciso:quanta parte
non
che
mossi.
profondamentecom-
operò come
col dimandarmi:
addosso
nati
degliesami-
tutto
mortificazione
il
ragionilegali,
tale
al
rimanemmo
All'immeritata
fu,.e
ne' migliori,
e
presto la commozione
le braccia
buttò
Che
noi:
presentò a
quelli
l' egregio Direttore.
discepolo,che
parlare del fatto,ma
Tal
da
e
ri,
collegiodei professo-
il
quale, adunato
salve le
non
affrettò d' informarne
chiamò
e
ninno
queglialunni,saputa
verità,si
Il
:
di
un
spesso
Se
fiatò,ed egli taceva.
d'uno
ad
stimato
l'uomo?
domanda:
io
In
cissimi;
criti-
risponderei,
questiultimi
byGoogk
Digitized
180
—
lei di pensare,
Cavour !
vivesse
se
rammarico
avrebbe
uomo
da
speranza?
o
impaziente d'esame?
i
solo col nostro
caro
almeno
per
conosce
e
sua
rammento
aveva
Caro
ama
: non
ve
reclinata in
la malattia
le
vacare
dinanzi al
quale era
faticato
sofferto
questo punto:
ora
mi
forze,io
vi
governo
di sicuro
:
rimesso
all'ufficio.
—
la testa
guancialesul
che
tavolino
seduto,voi sapete quanto
e
mi
combattuto
pare
che
le
ho
giungere a
per
finalmente sien bene avviate,
e spero
se
ne
chiedete,
riposo?Il
lo nega
un
vandomi
Tro-
—
perchè non
il
plice
sem-
timane
infelice,
poche.set-
alzando
amico,mi rispose,
tenuta
e
Ma
:
in forze,potrete meglio
—
dire ?»
per
morte, mentre
qualche mese,
vi
una
abbassare
dal
giornoper giorno visibilmente
mi
gli dissi,
tito
conver-
di trovare
finalmente
o
dico
demoliva
sto
que-
impedito,prevenuto,
prurito di
da
o
nostro
innanzi la
:
solo desiderio
«
brutto
Ah
:
assoluta certezza
bisogno
contemporanei viventi?
e
volte
acquietilo spiritoincapace o
in cui si
formola
dal
più
le domanderò
Ebbene,
—
ovveramente
riparato,
in
dire
dipartivadalla
si
quel grande
che
forse anche
e
tica
poli-
sarà forse accaduto
giovane regno,
del nostro
vita
la
trepidazione
sei anni, seguitandocon
a
—
del Liceo
cose
damento;
miglioran-
un
altri mieterebbe,e
ritirassi,
chi
byGoogk
Digitized
181
—
sa
come!, quelloche ho
Credo
il capo,
che
e
io seminato.
a
quel punto
eglitoccata
quelladi
e
più volte,
le sole
brighe,per
Era
essa
la
:
al cuore,
nel
vulnerato
di Dante.
disputa sul luogo
opinando alcuni
eziandio
per
marmo,
ad
altre
cui convenisse alzarla
la
piazza della
Croce. E
la penna.
—
Debbo
il nostro
mancò
non
queiropera,
passionidivenne
tanto
Silvio
la
tesa,
con-
amareggiò
che,non
esito
la morte.
Qui però io mi sento,per
incominciato
pendenza,
Indi-
la faccia del sole. La
Francesco
asseverarlo,
gli accelerò
ebbi
gliò
quando si sve-
in
e
inimicizia,
persecuzione:
del nostro
l' avanzata
favorito concetto
addirittura
vedere
disputaavvelenata da
l'animo
inciprignire
debole per
suo
Santa
chi,biasimando
giudicavaindegna di
a
pente
primo irrom-
questi si^ schierò
con
amico, per quella di
profonda
—
già scolpitain
e
altri,
mende,
tre-
ferita simile
una
più
vero
ferita
che questa ebbe ad
lo trovò anche
età: fu
della Statua
non
bassai
Ab-
—
l'avevano pur troppo
non
cui fu trafittoalla vista del
croato. Se
patitemi.
com-
insistei più oltre.
non
dell'ufficiodi Preside. Una
aveva
Capite,e
potràbastare.
aiuto
un
Ahi! povero Orlandini!
ridotto
^
—
la
questo
prima
caro
ché
volta dac-
stare
lavoro,arre-
io, di siffattaincresciosa
byGoogk
Digitized
182
—
lite
trattando,entrare
persone? Qual
defunto?
caro
ne
prò
calmati
solenne vista d'una
ebbe
non
nominare
e
particolari
alla memoria
verrebbe
del
causa
del
gliare
Risve-
bene?
dalla
oramai,giova crederlo,
tomba, sarebbe
cristiano? D'altronde:
riparare?o
in
Quale alla
rancori
—
rimane
utile? sarebbe
forse alcun
che
da
l'amico nostro,dallo spontaneo
ripetutosuffragiode' buoni,dall' opinione
e dall'esito medesimo
pubblica,
esuberante?
com'
dell'impresa,
razione
ripa-
Io stesso l'ho udito,generoso
egliera, esclamare,dopo
contro
l'apertoavversario
alcun
: è troppo;
giornale
suo
letto ciò che
aver
scritto in
trovavasi
la pena
di gran
supera
Più: né
l'offesa.
lungala colpa;la vendetta,
—
io,né
alcuno di
si sarà,credo,avveduto
voi,amici lettori,
che
ostilità
quelledeplorevoli
per
l'Orlandini la stima
verso
se
chi lo
pagine,sentisse
di
potesseindurre
di lui.
occuparsi
—
avevano
minimo
suglio
rima-
gionevole
sapreiqual ra-
non
un
onesto ad
uomo
nella vita dell'amico
deperimento della
fin da'
queste
Megliosarà dunque tacerne,e
alquantoindietro
cause,
me
letto
aver
queirangeloun
io per
malevolenza,
motivo
Al
l'affettode' migliori.
nalmente,
Fi-
e
avversò,dopo
verso
mai
scemasse
primi anni
sua
della
nostro.
salute molte
sua
nare
tor-
altre
traslocazione,
e divenuti,
specooperato.Abiti inveterati,
byGoogk
Digitized
183
-
cialmente
nella vita
cambiati
ora
—
al tutto
vita
la
quasi uniforme;
le
i
e
i maestri
del
salubre
men
della marina
Lucignano, e
le
cupazione
l'oc-
e
bronica;
la-
beghe giornaliere
Ginnasio,coi giovani
del Liceo,cogl'
coi geniprofessori
inservienti,
tori,
col
municipio,col
agli esami
tutte
germi della
vecchio
nelle
giornatedi
al
sepolcro.Martire
gli rimanevano
bene
era
:
sentendo
avvedeva:
ne
contrasti. Già
senza
la vita
ebbe
spengesse;
quindi,per
conforto
il martirio
qualchetempo prima,
desio che la
uscirebbe
fu
dal
sparitadall'occhio
di
dell' amor
la
non
si
sima,
amicis-
persona
celibato.
cara
per
provetto de'
meno
era
possibile:
Allora,
un'immagine tutta
caro,
famigliasua
mezzo
il
interpellare
non
onde
ogni oggetto più
prima volta
fratelli se
il dono.
affannosamente veloce,e
fuggirgli
sparirglidinanzi
fece
friva
dovere, egli of-
1' offerta stremava
eglise
ancor
non
le forze vitali che
nume
suo
svolgevano in
e
del
afoso:
caldo
che lo trasse
malattia
questo primo
a
E
ministero ; il tedio dell'assistere
queste cagioni ponevano
i
esso
non
sedentaria
Firenze
inquietudini
per
coi fanciulli
e
di
natura,
al moto, alla varietà delle
:
occupazioni,successa
della campagna
seconda
una
livornese,
e
—
Dargli
tardi per
tutta pura,
suo
non
suoi
sto
que-
tutti.
mai
gli ricomparve
byGoogk
Digitized
184
—
—
^
.
in lei concentrò
viepiùgentile,ed
anima
devota.
la morte
di lei
della
L'anno
—
Quindi,come
sulla meta
volesse
se
cui
a
dedicava
alla memoria
ispirata.
veramente
canzone
una
ingannarese
rapidamente,suo
medesima
reva,
malgrado, cor-
riandò la via trascorsa,trovò- che
sparso
e
lasciato qua
là
e
quei fiori amorosamente,
colla
sieme
qual
r
originedel
lontana
canzone,
Qui le ciglianel
Chiuse
E
la madre
la mente
Dal
i
eh' io
ho mai
non
CINQOANT'aNNI
SPIRAVA
ELLA
sacro
ultimo
vale
mìa,
immortale
pensierde' suoi
Quinci disparvea
me
cari al Ciel salia.
fanciullo: spesso
Qui la cercai bramoso,
E
il letta in
Io dissi:
Ma
contemplardel
Altrove
suo
riposo.
Egli è quel desso,
la madre
ancor,
non
ma
v'è. La
più
non
si
versi,fra
quali
MADRE
OV'
CAMERA
che
pianto.
MIA
A
NELLA
ed ai benevoli
ignota regione.
libro : Alcuni
potuta rileggeresenza
RIENTRANDO
agliamici
affettuoso di persona
primeggiaquest'ultima
aveva
li unì, e li presentòin-,
e
apparecchiaa partireper
Ecco
ci
qualche fiore,raccolse
stupenda canzone
ricordo
l'
del-
anni dopo
1863, cinquant'
madre,
sua
il culto
ricercai'
la mirai.
Digitized
by
PRIMA.
186
—
—
noi salìo
Sperava pur, quando con
tempio il genitore.
Al
Fervido
voto
un
rivederla
Per
Dio
a
Ei, fermo
intanto
Con
dolorosa:
voce
Preghiam
Ahi!
da
pace
Che
per
lei,disse;qui posa.
sasso
ne' versi miei
L'affettuoso
accento!
Una
che
Presso
allor
L' ultimo
E
so:
madre, qual era
anco
sciogliesti
memorie?
d' una
rammento.
i lidi
ti vidi
sparger
fior che morta
poi t' ornare;
fanciullo
piango,mentre
ancora
cameretta
?
amata
persona
piansianch'io,sebben
Tua
perenne.
sera
care
addio
piantoi
E
venne,
ov' eri nata ?
Cantavi
Non
a
a' tuoi fior
Moveanti
Di
il passo,
sepolcro
un
del duolo, in te pur,
canzon
core.
tristezza allor mi
una
poi sgorgò
E
ad
quel sacro
Neir alma
uscia dal
già m'
e
ignaro.
questa un
a
io riedo.
Scorser dal fero giorno
Tanti
anni, e lagrimosoio la rivedo.
Perchè
non
te ? Mi
amavi
tanto
! In fasce
Me, altrove nato, quivi
Portavi,e del
Quai
Per
cure,
me
tuo
sen,
pia,mi .nutrivi.
qualiambasce
qui non
soffristi! Ed
io che
fei.
Madre, per te? Ah, nulla far potei!
Digitized
by
giorno
187
—
Ma
benedetta
Fia tua
In
—
entro
sempre
memoria
il mio
canto
amata^
possentequanto
Degliangeliil sorriso in te, beata.
me
dar
Oh,
versi dolenti
a^ miei
sapessi
Parte del dolce almeno
Che *1 nome
K
1
e
forse udrei le
Dir
mi
peasiertuo
piovein
i\lVanima
core
Amore.
epirasse
mia
in pie suHuoi
pargolo,
intese
Con le pupille
In queidolcissimi occhi,
Daccli'io
E
le
S
^euti
questoil più gentilsfogodel
CU' unqua
seno
glnoochi,
ai fidi orecchi ftppreae,
manucce
Dalla sorrisa bocca elaborante
11 bocconciDo
usato,
Quel don chiedeva
E
so
che mi fea
i)er qualcheistante
Talor.
a^ miei deair
giocosa,
Tu *i contendevi,oran
Oh!
ciò che
ogni dolcezza
mtkrtale,
al par che vale ?
tesoro
Anzi credMo
che il ben
Sia del bacio
Deh,
i bacì.
più s'apprezza.
Di cotanto
L* imago
vivaci
compenso
1 baci della madre!
D' està vita
E
beato,
in a
di
paradiso
ter no
impressadel suggelloeterno.
tosto al
viso
caro
Possa io tornar 1
—
Te, madre*
e
Italia amai
i
Tu in ciel m^ aspetti»
e V altra è salva ornai.
byGoogk
Digitized
188
—
Tutti
glivennero.
entrò
non
in
ebbe mandato
tali
e
parole di
umiltà
medesima
più,che
tanto
d' affetto che alla
e
fatto
siccome
da
tante
in lui
l'animo
in
nelle idee
fratello
lettere che ricevo da
ricevuti
Torino
e
dubbie.
vedi che
non
Ma
di cui
gli serbava
non
Iddio
vita oramai
devota
una
un' altra consolazione
al
Il 14
vero
:
da
per
stare
stati
sono
fatte in
cose
l'altra.»
e
una
soavissima,
compenso
declinante
a
alle
Palermo, da
lezione
poteva desiderar
degno
veva
scri-
non
congratulazioni
è poco
parte per le strade fra
gran
ne
il
pensieri,
debbo
Milano,
da altri luoghiricevo
Tu
com' ei
parecchia gente,
favore. Da
con
la lode
mento
assenti-
un
intimi
anche
era
del 1864:
Leopoldo,nel maggio
Quei miei poveriversi,se
«
alle lodi;
dolce
caso,
Ecco
predilette.
de' suoi più
depositario
al
una
quel
la
tante
e
più trattabile
così gli era
superioreall'ingegno,
quando esprimeva,come
sua
ecceàsive: oramai
avvalorata
aveva
perchè
sero
commercio,glienescris-
parvero
coscienza del merito
voci autorevoli lo
dico in dono
dono,e
stima
non
lazioni
conso-
ai
coloro,centocinquanta,
si trova in
non
molte
volumetto
del
pubblicazione
Dalla
qualir
—
la
solazione
con-
maggiore
ai dolori di
vecchiezza,
sempre
ed al bene.
Maggio
del 1865
ei
potè mettere
la prò-
byGoogk
Digitized
189
—
priafirma
col
de'
quelladel
sotto
quale la
—
solenne
Re,4ieiratto
suo
di Dante
statua
promotorie padroniceduta
Oh
perchè non
mi
al
municipiodi
è dato
dei
primitempi
risorgimento,
quando nelle parolemagiche:
l'Italia è
ha
libera,indipendente;
flotta che la faranno
una
esercito,
parolepareva
si chiudesse
pronto,duraturo
costume,
un
renze.
Fi-
riprenderetutta
quanta la gioiaintiera abbandonata
del nostro
dalla società
Veniva
tutto
Re,
un
un
in queste
una;
sistema loelVe
un
di ordinamenti;
di leggi,
sapiente,
e
una
religione,
educazione,una
una
ed esemplarea tutte le nazioni
concordia invidiabile,
civili? Un
.paese?
—
nuovo
e
Mirabile
Primato
vero
che nell'amico nostro
cosa
sorgente di vergine entusiasmo
fra tante
Il
durasse
scosse, fino all'estremo
giorno del
tutto il mondo
centenario
presenza del Re
di
d'
Patria
di
il nostro
Italia,
modo,
..
a
nella
cui contribuissero tutti i
—
come
Quel giorno
persona
ei fu
che ha
della vita !
—
da
quel Div.ino,alla
fabile
amico ebbe l'inef-
solennemente
quale veniva,in
compiersil' antico
inesausta
de' suoi eletti rappresentanti
consolazione di vedere
la statua
quella
Dante, celebrato
civile per mezzo
qui nella
di questo amato
suo
voto
:
certo
gurata
inau-
qual
monumento
so.
popoli civili dell'univer-
più
serio
compiuto ujia
e
concentrato,
ceremonia
so-
byGoogk
Digitized
190
—
lennissima. Io lo vidi
quando ne
più gagliardamentedel
Sono
—
mi strinse
solito la mano,
dicendo:
contento.
E
non
dire
vorremo
consolazione
che
Quel
compensa
l'ambizioso,è
deir
onesto,il quale con
uomo
in modo
bene,seppe
fiducia altrui da
dirla
dell'aura
e
pura
consapevolezza
saper
di potere che
guiderdone degno
pur
lunga vita
operosa
conciliarsi la stima
consolari
che
autorità
od
e
assumere,
insegne,ad
popolare.Veramente
acquistatoun'
grande
la
deporre
non
Orazio,le
con
di
gli fosse
eziandio
deir acquistataautorità?
nel
tornava:
i
per
arbitrio
l'Orlandini
neppure
erasi
più
ganti
arro-
potevano disconoscere. Ne porteròa prova
solo
Fu eletto nel 1865
esempio.
—
Ghivizzani
di
consigliere
a
quell'uomo era
stato amico
Leonida
Landucci,e
certe
sue
maniere
appiglioalla
difese.
tal nomina.
«
Ho
suo, di levar
il
Il nostro
creduto,così
voce
contro
ducale
gran-
perchè con
gravi dava qualche
ciarono
malevoli,incomin-
declamare
giornalia
Ora, perchè
Stato.
forse anche
sejnpre
un
nio
signorAnto-
dell'ex-ministro
critica de' suoi
alcuni
contro
non
il
la
amico
furiosamente
ne
scriveva ad
assunse
un
le
intimo
siffatteribalderie,
perchè
a Livorno,e
e quando era
consigliere
Ghivizzani,
poi a Firenze,ha
reso
molti
e
servigiai liberali,
byGoogk
Digitized
191
—
—
più d'una volta ha quasi compromessosé medesimo.
È una nuova ingratitudine
di certi scrittorellisbarbati
che fanno da
distribuendo panegirici
e
tribuni,
chi loro
a
vituperi
piace.»
colla firma del nostro
—
Poche
amico in difesa del
nel giornaleL'Avvenire
consigliere
dell'anno
bersagliato
del 30
giugno
lenzio
summentovato, bastarono ad imporre si-
redintegrarene'
tutti,e
a
parolestampate
suoi
diritti la
ragione.
—
io penso
Quando
questiprodigioperatipur
a
sté,
te-
nel paese nostro, dall'autorità morale, io dimando
a
medesimo
me
la decadenza
se
dell'autorità debbasi
attribuire alla cresciuta
fanno ascoltare
più
che ad
altri
e
0
nel
delle
intieramente
ai
caricature,
parlamento
leggere,alle
un
coloro,in
e
molitori
de-
fuori si
di tali cui
storture
spetterebbemostrarsi
nella condotta
vi abbiano
non
eziandio
a
e
tutta
petulanza del volgo,alle
de' giornali
e
sguaiataggini
perpetui che
poi
del prestigio
e
segnamenti,
negl'in-
santamente
esemplari;
po' di colpa,non
dico tutta,
fondo
buoni,i quali,servendo
diedero
o atteggiandosi,
qualchepassioncella,
alla censura,
che uomini
le
pur
piglio
ap-
ed all'epigramma. Immaginate
si veggano
pariall'Orlandini,
seri,
gere
reg-
i dicasteri,
i battaglioni,
e diciamo
famiglie,
anco
le diocesi
e
le
e
parrocchie,
vedrete
di
byGoogk
Digitized
192
—
per sé medesima
1' autorità vera,,
tutta la
bene,in
forza morale, è il
gioventùvenisse
guarirebbe.E
la
rado fece
che
tempo
fatto
quale se
ne' debiti modi
la
tata
esor-
lo sentì l'Orlandini ; e
in favore
mano
a
TINO
ALUNNI
MATTINA
LA
Eseguito un
munificenza
Sezione
da chi
DELLA
DEL
dei
l'amor
sizione
quasidispo-
giovanettialle
parole,che poi
perché,
riportiamo,
GENNAIO
tendo
met-
dopo
AL
la
DOVERE.
solenne
GINNASIALE
dei
distbibozionb
DEL
LICEO
B.
FIOBEK-
1863.
il qualela sapiente
ufficiosolenne,
il
rappresentanti
Ginnasiale
ne
SEZIONE
18
esso
lavoro,ci siamo proposti.
SACRIFIZIO
F. S. ORLANDINI
©a
AGLI
DI
le
noi
questo caro
ESEMPIO
©ettb
fortare
con-
quel-
che
rispondereai fini,
altamente
ci sembrano
de'
lesse loro
ne
affidati,
pubblicate.E
PBEUI
perfinotacere
le anime giovanili,
vo'dire
traviare,
cure
vennero
si volesse
né di
tempo tiranneggiò,
tanto
testamentaria
•
e
siffatto culto
a
per
ben
gloria,
Pabole
al culto del
:
e
rispetto,
che
amore
sue
d'ogni altra
generazionecrescente,posposto ad
altro
della
ogni
essa
risorgere.
di questa, come
dovere
per
con
e
condotta,ogni piaga sociale più invecchiata
e
r
forza
sua
però
Fondamento
ogni
—
governa
di questo R.
i
Comune
Liceo
verso
la
volle,che
procedimentifosse
Digitized
by
rinnovato
194
—
nello stadio della
la
ne
sani intieramente
forte
popolo sarà
il dovere
considerando
felice;
e
libero
e
né vagando
dottrine,
e
che
famose; ma
a
prò
quanto
a
voi,mentre
cara
me
vi darò
sacrificioal dovere,
tributo di
di
elettissima,
ma
il
Disceso da
e
cui forse
che vive
una
immagine
veneranda
piaceròdi
onoranza
quale tuttavia
città di
mi
adesso
tuario
san-
ha in
andate
tanto
desta,
mo-
ritraendola
;e
luminoso
im
nel
ogni adulto
futuro
una
e
per la erudizione
scendendo
che
vostro
trarrò
ne
raccogliendo),
tarvi
inci-
per
degli affetti dei più
e
(salutaretesoro
voi
porrà
non
spaziando tra filosofiche
delle rimembranze
verdi anni
grande, se
diritto. Né
del
io andrò
delle antiche storie
un
ciò,
tutto
opportunamente ai tempi col
mai
tanto
astrazioni
a
prole che
una
mente
la faccia solida-
piaghe,e
fondamento
a
a
sé, e
di
di siffattoargomento, giacché né individuo
toccare
né
tiamo
partirnecommet-
alle mani
le
di consultare
stimo
di
vita,prima
patriastessa
una,
—
esempio di
finalmente
pagare
di affezione ad un'anima
più
corda,
ninno sulla terra si ri-
gloriosain
l'ammira
e
Dio
e
nel mio cuore,
la benedice.
nella
famigliaragguardevole
origine,Colle
alto
di Valdelsa,ma
maschio, per
quanto io mi
Trento, mentre
questicol
so, al
unico
nato
padre
titolo di Pretore
sua
suo
vi
in
eser-
byGoogk
Digitized
195
—
citava la
—
tanto ardore
con
alla parte più elevata
che
degli studi letterarii,
il
Di
ingegno
ciò
a
si
rilegatoed
gina
nel
e
del
luzzi. » Era
di
in
Ciò
Monti
la traduzione
la mia
il libro
mano
uno
al
«
propriamano
quel poeta.
lui ritornato la mia
a
cortese
che anche
tuoso
affet-
Ricordo
della Iliade di
esultanza;ma
con
caso, nella retropa-
Tassino,LuigiChe-
suo
i
raviglia
me-
egli,togliendomi
e riponendolo
insistenza,
scrigno,mestamente
vi prova
dire dei
temente
elegan-
volta,Jui in
una
di Bassville
potei nascondere
e
libro
un
scritto di
trovai
frontespizio
di Vincenzo
non
che
quale,apertoloa
dall'illustre cantore
Io
adomo
risultati.
assente, vidi sul tavolino del mio
quel momento
Amico,
celebre dei
ripromettevanobilissimi
fu indizio manifesto
me
più
Monti, dal felice
Vincenzo
poetidell'età trascorsa,
suo
Gian
cui vi favello
di
Romagnosi, il giovinetto
vacò in Milano
quel
fu
italianissimo intelletto che
portentoso e
Domenico
di
magistratura,successore
somma
sorridendo
grandi
uomini
disse
:
possono
grandi spropositi.
Questo è
dei
uno
pochissimifatti relativi a' suoi
che io abbia
studi letterarii,
potuto conoscere
r
mi
resto,quantunque taluno de' suoi congiunti
dicendo
egregieprose
che
e
egliprematuramente
nulla
versi,
mai
del
dasse
an-
scritto
aveva
poteileggeredi
suo;
byGoogk
Digitized
196
—
COSÌ che delle
letterarie
sue
affatto digiuno,
senza
in
qualchemodo
ad
certo
uomo
nella
versato
lingua,in
io
aspirazioni
la notizia di due
il primo come
privodi
non
proprietàe
aneddoti che
accaduto
nelle
ben
onde
sette
trovare
suo
ombre
le
anni
Parini
parola da
una
poema
il gran
II
nostra
circa alla
cui
tratto
dipingele
smilze
lamentando
finalmente
palagiodi lui,
uscito
parolasmihe;
tenerezza
e
prima
d'impaccio,prima
abate
della
qual cosa
egli,per
mi
senza
volta che l'Amico
mio
Clasio di cui sì popolarie sì
Venendo
buon
si riferisce alla
quel Luigi
conobbe
care
filiale
cimento.
compia-
consapevoleil
fece
e questo
Missirini;
Italia le Favole.
che il
resca
glisuggerissequellapitto-
riverenza,
parlavanon
Dell'altro
vecchio
»
padre suo
rammentato
vanno
i sobri pasti.
vigilie,
spese
era
deriso eroe,
suo
quali,aggirandosi
pel suntuoso
mal
pensato
avea
quel
del
degliavari progenitori
Le
diceva,che
in
porre
Mattino,in
«
Né
molto
e
di
squisitezze
mi
efficaciadelle poetichelocuzioni,
del
padre
di raggiungerela eccellenza nella
difficoltà
sonmia
per
al
lettere
buone
che, favellando meco
occasione
mi sarei
si riferiscono. Da lui medesimo
esse
erami narrato
suo,
—
sono
il Cheluzzi
in
la
tutta
prima
byGoogk
Digitized
197
—
volta
con
aio dalla Lombardia
suo
un
visitati dall' aureo
furono
secondo
antica
—
in
Favolista,che
amicizia,e
a
vecchi; ma
quando
nel
braccia
poi ai piedi,
pregandoloche
quellamano
Ei
di
dunque
alla università di
in Toscana
e
dai
io lo conobbi.
dì
in Cielo.
era
coli'intendimento
nella scienza del diritto
Siena; ma
affranto della
venne
condannato
propripresentimentiad
nel
fine. In quellacittà,
suo
terzo
anno
inmiaturo
studi,
di
sarebSolingo,pensieroso,
taciturno,
besi detto salvaticamente
avessero
poesia e
presso che irrimediabilmente
dai medici
ed
i
queiversi,
di
sua, che allora
finire d'addottrinarsi
salute,e
le
lo benedicesse
scritto
aveva
primi documenti
madre
venne
glisi gettò fra
quando glieli
imparatida fanciullo,
avesse
spiegavala
cui
con
stati i
morale che
lacrimando
ai
da
entusiasmo,
che
affetto,
qualierano
quel
con
scoperse nel
conversare
sì tenero
con
per
tutti ei portava,e massimamente
fiipreso da sì vivo
Fiacchi il Clasio,
e
col
avea
si annunziò
che
l'abate Fiacchi. Il giovinettolo accolse
rispettoche
Firenze,
estenuato,ed
lido
ritroso,se l'aspettopal-
il passo
fatto ravvisare per
ei
non
conosceva
di
la
sua
cameretta
e
vacillante
lo
gravemente infermo
la scuola. Rare
della
:
città altro che
queiramena
fuori
e quelle,
passeggiare,
non
volte usciva
più
vicina
a
porta
byGoogk
Digitized
198
—
E
urbana.
in
di tali passeggiate
io,pur
una
solo,lo raggiunsi,e
reiterati
con
dei
che
piùnobili spiriti
di lì in
sua
memoria.
non
so
se
amicizia per
di sentire circa
o
uno
giammai;
ed il segreto culto alla
Quanta altezza morale
più candida
dei
sebbene
inviti,
io abbia conosciuto
V ammirazione
me
Uno
lì la mia
compagnia.Di
sua
tutto
alfinead essermi cortese
lo indussi
alquantoesitasse,
della
—
modesta
agliumani
!
in
queiranima
Quanta sublimità
doveri!
che da Omero
tratti con
più magistrali
il carattere di Achille è quedivino viene effigiato
sto,
cioè,che
il giovineeroe
i più ardui
ed affronta incessantemente
pugna
prò de'suoi
a
certissimo eh' ei
e
che
r Amico
natura
mio
dottrine
e
sapeva,
a
nel
fiore
egli
perire avanti tempo
tanto
con
acquistare,
glisarebbero
ogni uomo,
ch'ei
possa
le
vale
sue
a
consente, così io studio
ed
intendo
di laurearmi
come
la
sapeva
che
incombe
il
il Cielo
meglio so
in diritto. E
di
Poiché
—
l'esercitare
facoltà finche
:
cercava
state inutili; ma:
dire
che
E
scienza,
quelle
ardore
questo, mi soggiungeva,è il dovere
ad
degli anni.
lo disse sempre,
me
della
tutti i pronunziati
che
della
perigli
quellaimpresa,
tornerà vivo da
non
lo destinava
che,secondo
Troja
sotto
connazionali,
quantunque sappia
lo attende
morte
combatte
meglio
glielo
e
posso,
un
altro
byGoogk
Digitized
199
—
motivo
ciò mi
a
padre mio,
che
—
obbedire
spinge;l'obbligodi
è
non
più; ma
mortale
tutto la im-
sopra
che io nutro, ad
speranza
de' miei
onta
di poter operare anch' io
tristipresentimenti,
a
cosa
Oh
prò della
patria.Sì
ho io
perchè non
anime vostre,e farvi tutto
della
i
più che quadrilustre?
—
sono
alla
da
Erano
Italia,
pronunziata
giovinetto
un
cinque anni che
della Italia
generositentativi del Piemonte,e quelli
meridionale
stati soffocatidalla irruzione delle
erano
orde austriache. Tutto
si
mostrato
era
penisolaera
vinto
a
della
«
tutto
Francato
con
Maratona
il mondo
e
ottomane
di nazionale
e i magnaconculcato,
nimi,
segnatiin
Perfino
disperazione.
di Sant'
in occidente
spezzate le
e
Waterloo,celandosi
piangentesalice
e
istante nella infelice nostra
sgomenti,sembravano
e
fronte dal marchio
il
un
ciò che di libero
stato represso
ammutoliti
e
la
penetrare nelle
per
relativamente
parola fatbia
patria.
comprendereilsignificato
circa quarant'anni
or
poco
della
che
qual-
tutta
qui, o Giovinetti,
potenza ed efficacia che vorrei
al
sotto
per sempre
Elena, avea
della
sua
paura
finito. Solo
parca
midabile
il for-
»
Grecia,
la
catene,facea stupirela
prodigi di
di Salamina.
valore
Il
stianità
cri-
egualia quellidi
grido
di
quei
trionfi
byGoogk
Digitized
200
—
tutti i
scotea
per le
—
in
cuori,ma
pochi ridestava
italiche.Pure
cose
di
uno
quellodell'Amico
mio, o
trice preveggenza
o
glieloinsegnasse,
ardentissima
avea
nei
nel
suo,
per
anni
ed
che
Virgilio,
viam
nel
e
confessasse
anni
tuttavia conchiudeva
di
vero
non
non
corché
giusto.Egli,an-
ebbe
che
parlavamo:
che
non
vedrò
meco
che, anco
le
sue
a
su
parer
da sperare,
parolecon quel
quasi in proverbio:Fata
alludendo
due
la fede che
avevamo
sempre
usava
invenient, E
questiera
qual divina-
so
frequenticolloquiche
propositomi
tanto
che
la speranza
—
sovente
anco
bene
Io, mi diceva,sento
r
noi
a
sia
nulla di tutto questo,ancorché
risoluto di fare il mio
dovessi vivere cento
dovere
anni; ma
studiando,come
voi,se, come
se
spero,
camperete la ordinaria vita degliuomini, vedrete
il mondo
E
e
rinnovato,
saldo in
studi
i morti
che
risorgeranno.
attese
questiprincipii
legali;e quando
fu
sempre
chiamato
agli
darne
a
il
saggiofinale nel pubblicoesperimentodella laurea,
lo porse
tale che
ninno
gli andarono
condiscepoli
dottore
in
quindinella
sue
lo
superò,pochissimidei
del
pari.Ebbe
leggi nel lugliodel 1825,
sua
paterna città,ove.
dolorose preveggenze
dopo gli venne
meno
tosto si
l'ultimo
titolo di
e
si
troppo le
pur
avverarono.
avanzo
riparò
Poco
delle forze
byGoogk
Digitized
voce
e
sdegnose parole,eh'
sì
e
doveva, che
chiedere,com'io
Del
eh' ei mi
breve
una
donò ;
lettera
mesta
perchè
vi sia ricordo
di poco
pagine,
nato
ma
piuttostonato
alcune
immagine
mio
morale
devoto
0
vivere
quel
religionedel
la
per
tale
al
di
io l'ho venerato
ai vostri
narrato
a
che
in
dò, mi disse,
È disadorno,
sue
lungamente,
io.
o
Il libro
—
Girolamo
Pompei,
greche poesie.
parte della
libro formano
cuore.
di
giovinesì
un
dinariamente
straor-
propriodovere, formi parte,
potessi sperare
spazio di tempo
questo
antico nelle
sono
della religionedel
Giovinetti,
se
libro
un
è il colore della
come
pastoralidi
e
lo
me.
sapore
traduzioni
sue
di
buon
E
morto.
Quella lettera
E
simbolo
non
le canzoni
contiene
intima
e
privo di
non
speranza,
ed
gentile.Ve
verde
ed
dipinga queir anima
e
pregio,tutto
fra
mente
per dire di
sono
libro sia V ultimo tratto che vi
sovranamente
cambio
ri-
non
epistolare,
sua
quelloche
e
arrossire,
perdonasse.
giovanilidella
di elucubrazioni
noi. Possiedo
mi
commercio
resto, non
fece
ei mi
non
fra
che, anche
sia stato
voi
silenzio,
ne
Sarei
vostro.
tento
con-
minore
quello dacché
narraste
ai figli
fratelli,
vostri,come
l' esempio
io 1'ho
voi adorando.
byGoogk
Digitized
MALATTIA
E MORTE.
Sommàrio.
Pj^lmistnlomidi malOJ'e AI l-uni versi
—
—
—
-^
Pensieridi religione
Seduta tempestosa—Aiuto-direttore Infermitàmortale
—
momenti—
Postremi
role
PaEsequieIscnzione sepolci'ale—
—
sul feretro.
pronunziate
Ma oramai si avvicinaal
suo
termine questa
alle lettere,
vita agli
alla educazione,
ai
amici^
morali e civili
del nostro paese preziosa.
bisogni
Già da qualche
affettuosi
Piero
tempogli
coniugi
che ospitava
e AdeleCapei
do T amico nostro avevan
notatoinluiuna disappetenza,
una taciturnità
mesta
assai piùdeirusato;
la mattina dei 17 Febbraio
quando
1861 mentr' ei radevasi,
come
mente
quotidianaj
in camera la barba,
fu presoda bri*
soleva,
Erano
e da un lieve
doloreal costatodestro.
Tidi^
i preludi
d'un mal di petto,
cuipresto
siaggiunse
ima
cliepiùo
tremenda eruzionemiliarica,
grave, feceil
suo
corso
meno
crudele.Gli amorosi fra-
204
—
medici,V
telliambedue
Poggibonsivennero
mercè
e
le
di sé
segno
con
L'ultima
d'una
solo
andai
innanzi la
da
col
tavolino,
appoggiatoa
un
Non
guanciale.
gli ebbi
**
Come
dopo
mi
"
:
più
lui,poco
**
lo sollevò finche
Come
risposecon
va,
sole-
come
capo,
va
voce
?
"
fioca.Poi,
savo
momento, aflfannosamente riprese Pen**
un
appunto
a
nella mia mente
nelle
domandato
vedete
fu
non
morte, lo trovai
sua
un
non
mi
ch'io
ad
seduto
e
covava, dando
del tutto.
volta
settimana
malattia,
ostinata,che
tosse
una
da
Ghinozzi,fu superata;
quellainsidiosa
vincer
possibile
mai
vederlo. La
a
dell'illustre
cure
Livorno,l'altro
da
uno
spesso
ma
guarito,
parve
—
che
cosa
interessarvi. Riandavo
può
della
le credenze
cattolica
religione
relazioni colla vita civile.Sette sacramenti
sue
paion troppi:io
li ridurrei
a
tre, gli altri mi
"
paiono,per quellavita,dico, inutili affatto.
Io
di
—
e incapace,
stupefatto,
funestato,
per
ne
di
e comuni, l'amico
parolesuperficiali
discussione che per
a
difetto
appositascienza,di rispondereadeguatamente
sarebbesi appagato
un
—
assalto dì
—
e
prima cosa
quellatosse
lui,penosissimaper
perchè
vi date
a
volendo
non
chi
impegnareuna
gli avrebbe
dolorosa
mio
e
eccitato
dannosissima
l'udiva,risposi:''Ma
questipensieri?Curate
ora
la
byGoogk
Digitized
205
—
vostra salute. Sul resto
—
discuteremo
sapete quanto volentieri
mi
comodo, e
con
di tali argomenti.
occupo
"
—
Trattenutomi
né
parlare,
senza
così mi
farlo
dicevano
che il
altro
qualche
lo
parlare,
riposoe
lasciai ;
sentenziato
avere
i
lui
da
momento
sperando,
il medico
riguardil'avrebbero
rante,
cu-
fatto
e presto guarire.
migliorare,
Uscii
maravigliato,
pensoso,
Sarebbero
Forse
questii
queiranimo
sempre
più
lo trova:
il
pensieridella
alto
gagliardo,ritraendosi
e
perversinon
sepolcro,e
quei suoi
gli avessero
che
Se la
Santi
sa
se
ignoranti
intorbidato
le
sorgenti
finisce
che
mai,
cresce
ad aspetfedele,
tarci,
quando
donarono!
tutti ci abban-
cattolica degliApostoli,
"religione
del Rosmini,
Padri, dell'Alighieri,
Manzoni,gliavesse
chi
cosa
qual-
sfratati maestri
si trova,quasiamico
amorosa
accoglierci
dei
non
vedere
nulla. Oh
vede
non
mondo
ai suoi occhi ; ei lo
vorrebbe
affannoso,
della consolazione
noi,che
della
il bisognod'un fido ricovero,
e non
brancolando
fin dall'infanzia
con
e
ponte misterioso che unisce il
di là dal
0
tomba?
dell'infermità
visibile coir invisibileè nascosto
cerca
quasi impaurito.
solenni
nella solitudine
sente
vecchiezza,
e
rivelato le
sue
bellezze
quelche* avrebbe potuto operare
in
del
ineffabili,
quell'animo
byGoogk
Digitized
206
—
invitto! Chi
che notarono
di Dio li
quel
r uomo,
amore
qual bene
tutto d'
uomo
di questo terribile danno
qualidovrebbero
scrivere ne'
care
ragionied
un
pezzo
è da
consacrò
a
si
la
scienza
co-
pudia;
la civiltà invincibilmente ri-
resero
inetti ad
grande che
stessa
una
alla cerchia
e
presso la
cristiano,
dovi
imparan-
non
d' ogni
ogni materialità,
l'amor
sia,e
ragioneche
quelli
appagare
anelano
bassezza,di ogni simulazione,
della Patria
riscono
qualirifio-
le
smarrirono
che del
non
fra noi che insofferenti d'
più alto
coloro
a
e
degnamente parlaredall'alto,
oramai
onde
?
Or quanta parte
imputare
Infelici! nei seminari
dell'uomo
sé
quelmodo
possentinella sventura,e
e
nel
potuto fare
sovrumane
verginicuori quellenote
ciò che
tempo
un
avrebbe
non
di
che
in accordo lo scrittore
trovare
che strazia il cuore!
Rammarico
entusiasmi
V
V amore,
quelleverità morali, cui
medesimo, un
intemerato
potuta
avesse
que'veri grandi
In
amore?
santo
patria,confortando
'tomba?
di
quando
rado accade
eccitamenti
i
non
a quel modo
spirava,e significarono
quale tanto
e
mio
piccolnmnero
veracemente
loro dettava
alla
che T amico
sa
inserito nel
essere
—
della
ad
un
siero
pen-
anzi
gloria,
vorrebbero
al vivere
venisse d' oltre
e
sopra
de' ragionamentie degli
degl'istinti,
terreni ! E
dall'altra parte potràl'Ita-
byGoogk
Digitized
207
—
lìa divenir
? E
grande
la potenza de'
scemerà
0
forse
e
lo
amico
caro
luce di
abbellita da tanta
devota
bello etemo,
al
mio-
Ma
Dio
vita
del
e
addolcire
estremi.
a
a
casa,
simo,
mede-
i momenti
quell'animastanca
E tornato
—
vita,
una
vorrà rivelargli
sé
esempio il suo Figlio,
ed
del
predicarecol precetto e
a
venne
nedetto,
be-
illibata,
vero
sdegnosad'ognibassezza;ad
insomma, quale
mento
mo-
tamente
sconfina-
egregie opere,
bene, sitibonda
che
questo
lunga
una
delle
tremendi
in
amareggiano
riguardando ad
coir
dalla forza
migliori?Problemi
spiritodel
polo,
po-
dififondersidell'istruzione?
vinti essi medesimi
affaticano ed
na
cristia-
preti,specialmentenel
coli'avanzare
diverranno
cose
si fa altamente
non
se
—
pregai di
tutto
cuore
piangendo.
Ma
credevo
non
r ultima
novembre
del 1865
grave,
del
forze
mio per
Nei
—
poco
dovuto
primi di
in salute
sostenere
tempestosissimadiscussione,
e
all'autorità
le
sue
riforme
delle
Liceo, del Ginnasio,e
tecniche. Tornò
di
aveva
vacanze,
lunga
sull' andamento
esausto
l'amico
rimesso egli un
propugnando dinanzi
scuole
veduto
aver
volta. Pur troppo fu così!
pel riposo delle
una
d'
per
neir abbattere tutte le
da
la
quella seduta
affatto
vociferazione concitata
che
obiezioni,
in
si
consiglio
byGoogk
Digitized
.208
—
fecero contro
Gli
lettera
queldisegnolungamenteda
la febbre. Il ministro
venne
del
mezzo
—
Nicomede
segretario
dalle fatiche dell'impiego,
con
il
Prof. Del
Beccaro.
che
gli si
finalmente adottato
Fu
ove
il
questa l'ultima
quellafebbre
al
metteva
suo
costretto
la metà
levarsi
non
fratelli medici
la
Il
mai.
chiamati
r altro
Poggibonsi,
videro
sonni brevi
da
per
Vannetti
al Prof.
natura
del male
amicissimo
di riordinamento.
Perduto
curvo.
e
rito
gaiezzadi spi-
:
più
e
interrotti.
telegramma
Ghinozzi,nascosta.
aggravandosi;la
il
e
più
secca,
nuovo
i suoi
diciotto,
rimase
suo,
letto
giacereper
Appena
loro,al
consueto
Il male
da
disperato:ma
caso
a
due
l'uno
Livorno,accorsero.
conobbero
l'infermo,
vera
a
cora
an-
aveva
si allettò di
di dicembre
più
della
e
muto, cupo, riconcentrato
Verso
per
la scelta
consolazione. Dal
sua
l'aveva
frequentela tosse,i
gradì
nostro
programma
perduta ogni alacrità
appetito,
:
aiuto
e
fianco,
più
quattro giorni,si alzò emaciato
r
dargliad
il Ministero
che
gli piacque sapere
mente
temporanea-
L'amico
provvedimento governativo,e
persona
Natoli,per
Bianchi,gli scrisse
amorevolissima,sollevandolo
il Cav.
lui meditato.
dottor
curante, ed
andò
samente
spavento-
al 24
notte dal 23
quel-
byGoogk
Digitized
210
—
il
prova
San
alle
concorso
—
esequienella Chiesa
sue
ha scritto queste dolenti pagine,
Remigio. Ivi^chi
fu ufficialmentepregato a dime
ei le
aveva
le
lagrime,e
alcune
prqnunziòfrenando
parole:
più volte
insieme interrotto
messe
di
dalle
fatica il pianta.
a
commossi tutti: gli alunni del Ginnasio,del
Erano
Liceo,delle scuole
Tecniche
piangevanoun
padre; i
Maestri,i Professori un fratello; molti degliaccorsi
un
benefattore,
un
tutti
consigliere;
grande,per ingegno valente
cuore
di
Le
del
sesta
di San
scolpitein
Enrico
al
Monte;
le
marmo
berale,
li-
settantesima
spartimento della necropoli
sedicesimo
Miniato
per
—
giacciononella tomba
ossa
uomo
specchiodi
:
galantuomo,di educatore.
sue
un
sulla
e
lapideleggonsi
seguentiparole scritte
da
Mayer.
RIPOSA
QUI
LA
SALMA
DI
FRANCESCO
PRESIDE
SILVIO
REGIO
DEL
ORLANDINI
LICEO
FIRENZE
DI
CHE
ALLA
PATRIA
CONSACRANDO
re
NELLA
IL
OPEROSA
ANNI
MORÌ
ALLE
CUORE
IL
MESI
25
l'INGEGNO
E
IMMEMORE
LX.
LETTERE.
TRAVAGLIATA
E
SOLTANTO
VISSE
AMICI
AGLI
DI
VH.
DECEMBRE
SE
SUA
VITA
STESSO.
GIORNI
XIV.
.
18G5.
byGoogk
Digitized
—
Consuetudine
di
estinto:
caro
il ritratto
r animo
è
che
il
e
si
nelle parole
narrate.
giornaleLa
bastante;
da
Aggiungerò soltanto
ciò
funebre
Nazione
da
cui lo
sua
tolgo
nella fretta
sola
àwene.una
sulla
e
ch'io volessi
dopo quasi tre anni,modificare;ninna,spero,
ora,
dagli amici
lettori sarà trovata
Un' amicizia
questa solenne
la
venticinquennemi
i
pregidi
in
scusi,se
mie
ammirazione
piena di
Silvio
di Francesco
aveste
suppliscaalle
giusta e
luttuosa occasione accettai di parlare;
e
conoscenza
radunati
parole,che
per
che
voi
Orlandini,
stiche,
quanto encomia-
riesciranno né potranno parere esagerate,
non
che
che
cuori nostri.
quell'uomo nei
«
men
profondaimpronta lasciarono
tanto
vera:
e
è
riori,
este-
nelle opere
e
pubblicava.Di queste parolescritte
qui
io qui
dice, l'etopea
al libro
premesso
non
nell'angoscia,
che
quanto alle fattezze
dissi nella solennità
già
bara,
biografovorrebbe
ma
tutto
riportateo
me
—
in rettorica
aggiungessi,come
del
211
intenso
per
dolore
incomposte
saranno
e
brevi.
»
Noi
abbiamo
medesimo
uomo,
un
grande
per
nella
singolare
per ingegno e dottrina,
animo, raro
costanza
perduto
del
consacrare
questa
e
alla Patria ed al bene.
quello,e
tutto
Lampeggiavano
sé
a
byGoogk
Digitized
*^.
212
—
queiranima
intemerata
.
—
ei
glialti concetti;
bramoso,li conformava,ove
nel
ne
fosse,
uopo
virtù educatrice,
e se
proprioa gentile
cuore,
faceva
sprone acuto
e
norma
ogni lodevole
con
discendere ai
a
sdegnando
non
mezzo,
La sua
piùminuti particolari.
propridifetticon
l'attuazione
promuoverne
un'educazione continua di sé stesso:
vita fu
i
conosceva
sinceritàintiera,
liconfessava
dignitosaumiltà,accettava
e nulla
consigli,
e
li afferrava
e
mai
chiedeva
menti
suggeri-
pubblicòsenza
qualcheamico; saldissimo
nei
con
sultare
con-
nel
principii,
resto arrendevole.
morali
principii
I
»
ed
amore
a
civilierano
e
lui
per
un
culto;e chiunqueper essi trovavasi
un
pugnare, potevacontare sopra di lui come
strenuo
lo volesse duce,commilitone,
dinato
o suborbattagliero,
:
ne,
se
avrebbe
si accendeva
e
piaghesue
»
Ma
d' un
indietreggiato
e
Tho
passo. E
visto,e
non
come
quità
ogni inidi
rado,
lagrimare,
quando gli mostrava
l'immeritata
qualcheatto
di
sventura,o udiva
o
le
geva
leg-
bontà.
singolare
quale fosse l'Orlandini,
appariràdalla
narrazione che altrifarà,
e, spero,
agio:
al martirio,
correre
di magnanima ira contro
così
codardia;
commoversi
di
trattato si fosse di
con
degnamente,
io fra i molti fattiche in tanta concitazione
byGoogk
Digitized
213
—
citerò
ne
ma
tumultuosamente
la memoria
di animo
—
bastante
a
»
Un
onesto
non
mai voluto nulla ricevere,passato
il 59, aspettava un
e
non
L'
l'uomo
prospera,
avendo
impiego,a lui,non
promesso.
indugiava,e
ed
che,
in prò
operare
movimento, qualche lucro,attendeva
mosso
come
comune,
lo
sapreicome,
impiego,non
dabbene
chiedente,
in condizione
domestici
aggravata di doveri
perduto,per
anzi
i
cittadino che dall'antinazionale governo
aveva
proposto
indovinava
sollevarli.
a
correva
parmi
e
fetto
gentilezzad'af-
quale V Orlandini
in virtù della
patimentie
la
provare
risce,
sugge-
rilevanza,
sua
fui testimone ;
perchè,posso dire,ne
documento
per la
solo ; non
uno
mi
dalla nobile
sentiva di
del nazionale
questo
laborare,
di col-
ambizione
capace, al
esser
e raccolto
desiderava,
in
penso;
com-
vantaggio
lenzio,
dignitososi-
un
soffriva
; troppo a lui ripugnandodi stancar le
anticamere.
benché
L'Orlandini,
frequentasse
quel tale,colla
indovinò
penetrantissima,
dire fra sé
si recò
»
:
ebbe
non
quei patimenti,e
a
trovarlo.
dovè
—
E
lui.
patriottasi
non
risolutamente,
tempo
vista del cuore, in lui
andiamo
queglisoffre,
improvvisoda
Il buon
da molto
commosse,
cuor
stato interiore. Tanto
e
interrogato
di nascondere
il proprio
perchè
1' Orlane
bastò
byGoogk
Digitized
214
-
dini
prendesse la
cosa
egli che
opera,
—
di
sopra
sé
per
non
sé;
aveva
l'
postosial-
e
chiesto
mai
colo,
nulla,presto seppe togliere
ogni dimora,ogni osta-
ed ottenere
Ma
»
l'intento.
il tempo
—
it cuore
stringe,
pendieròi pregi del compianto uomo
e
colle opere, nella vita
e
pubblicofunzionario,
Che
»
dimandasse:
voi
affermate,e
era
ella
fede
in
premi fuori
Dio, e
come
le
straniera
non
so
suo
; che
stabilite
nel custodire
intatta
risplendere
abbandonate
santuario di
e
pene
con
rispettoso
scrupolosamente
non
ingerenzala libertà,
più
aveva
coltivarle
più ragionevole
quelle convinzioni
dee
periore
su-
Quali poi fossero le
nell' intimo
qualipiù
fra le
piede nel
di
dispensatrice
lui paresse
io
manifestarle,
motivi di
l'Orlandini
risponderei:
Io
aveva
a
di
da
compiuta
e
di questa terra.
relazioni che
questa virtù,come
sublime^
può contradirvi,
Provvidenza
una
parola,esemplare.
in cui ci troviamo
Ma
ninno
poi confortata
natura?
tenne,
man-
.
occasione,e del luogo medesimo
adunati,mi
si
facendosi forte della funesta
alcuno
se
parole,
colle parole
privato,ei
come
com-
come
negliscritti,
e
in tutta l'estensiouedella
e
in due
dirò: l'Orlandini fu mirabile educatore:
e
Io
manca:
mi
o
da
lesare
pa-
ogni
attentai,
pure
nep-
di
espansioni,
metter
quellaillibata coscienza:
in-
byGoogk
Digitized
215
—
di ritrovare le
vece
della robusta
e
le
più ripostee profonderadici
dai frutti,
piantafeconda,la giudicai
Suprema
virtù
sue
la debita
Giustizia, la
lasciate
senza
ricompensa,
questa fede io
se
salda, mancherebbe
ancor
quale egliadorava,
sarebbero
non
singolari
Veramente
»
presi fede
è cristiano.E
conchiusi: TOrlandini
che dalla
—
al
dolore
acerbo
Povero
amico
più efficace.
provo, il balsamo
—
Quarantanni, i due terzi della
una
con
fatiche solo credibili
fino
a
dare
chi
a
giornalmente,
per
che
mio!
vita,passati
sua
che si avvicinava alla
modestia
con
serbassi
non
indigenza,
fu testimone,
ne
intiera estate
una
a
Livorno,diciassette lezioni,
perchè del largheggiare
in prò di
ogni beneficenza
da finire la
più
vecchiezza,
sempre
affaticato:
e
e
indipendente,
doveva
la morte
glirimanesse
tanto pure
sul
! Ah
rapirlo
appunto deglianni senili,
che nella vita
del
pensieroe
quella,suo
grandi consolazioni,
mirare
e
composta
degno
monarca
in
delle
non
e
V
voto
delle
gioie
due
di
supremo,
sotto
un
solo
altra,di cui,se
avesse
glielo
vanto, di veder sorgere
grandimemorie
videnza
certo la Prov-
gli concesse
nazione,e
V Italia ;
soverchia modestia
menar
una
principiare
gli fu prodiga
dell'affetto: che
non
la
conteso, potea
dinanzi
al
tempio
quellastatua,per promuovere
byGoogk
Digitized
216
—
e
far che
operò, e
—
ebbe
tanto
lottare,e,
a
soffrire
V la Provvidenza
che nelle
velò benignamente la luce
dovesse
non
a
la
giungessea compimento
quale,tanta
troppo! a
pur
gli
estreme
ore
dello intelletto,
chè
perda
contemplare troppo
lungo il re deglispaventi,lo
vicino ed
avrà accolto
qual'ei
meritava.
»
E
noi pure
cizia,
l'amiquantiqui la gratitudine,
il
l'ammirazione,
di tutto per
la
Orlandini,
supporre
ogni
più
volta
accetto
che
al tuo
alcuno
da
nel modo
un'
cuore
:
esacerbato
empia
-e
precoce
—
mondo
dei
perversinon
quanto a
da
crudeli
—
timido
alcuno mi dirà
cause
:
che
perte,
sco-
col
o
ottenere
di te
:
nome,
codardo
da
non
forza
simo,
te mede-
in
oggipiù
si trovano,pronunzieròfrancamente,a smentire
tuo
nome.
Nel
degne,daglialtri;e
glieroi,i santi
ingiustasentenza,il
lusioni
il-
insegnando
tu colla indomita
come
potestitutto
molto, per
dirà
mi
parlo
pronunziareun
della volontà
me
scambiare
si trova,gliciterò il tuo
non
mi riesce,
io mostrerò
se
e
quei disinganniche precedono le
la virtù
sentirò
possiamo
disperatafilosofia,
gliparteròdella,tua vita;ogni volta
mi
Francesca
che
di orgoglioche gli fa
folleggiante
senno
remo
radunati,fa-
ci ha
consolarti,
onorando,o
tua memoria
traviato
0
dovere
E
non
la
statuario
come
byGoogk
Digitized
byGoogk
Digitized
APPENDICE.
t
Digitized
by
byGoogk
Digitized
A
radunare
fronde
vieppiù compitamente
dell' amata
amici
pianta abbattuta,sarà
dell' Orlandini, e
de'
le
giovani,né
non
avventura
per
agli
caro
alla
disutile
sparse
zione
educa-
alle lettere italiane,
aggiunger in primo luogo il catalogodelle più
di
ebbe
la morte;
vivendo
alcuni
che
il
dei
e
dopo
migliorifra
compilatore de'
occasione
i suoi
altre
Silvio,
luogo
ha- trovato
non
libro;finalmente
ragguardevoli scritte
di lui medesimo.
è dell' amoroso
in secondo
componimenti poetici
suoi ricordi
d'inserire nel
di uomini
onore
amico
che il comune
notevoli testimonianze
La
a
alcune
tere
let-
Francesco
scelta delle lettere
fratello Leopoldo.
byGoogk
Digitized
byGoogk
Digitized
I.
ONORIFICENZE.
Silvio
Francesco
dei
2. Socio
di
nell'anno
Tegei
fu
33®
3. Socio
ed
nel
Arti
Ordinario
dalla
della
Corrispondente
Scienze, Lettere
della
Decuriale
Socio
1. Nominato
Senese
Orlandini
I.
1833
Società
Letteraria
istituzione;
sua
Aretina
R. Società
e
;
nell'Accademia
Labronica:
28
braio
feb-
1839;
4. Socio
Ì9
settembre
5. Socio
del
20
ottobre
21
Società
R.
I.
stoiese:
Pi-
Accadèmia
dell'Accademia
Casentinese
1840;
libero:
Socio
Torinese
Agraria
1842;
maggio
Segretario dell'Accademia
7.
R.
e
1839;
Corrispondente
Buonarroti:
6. Della
della
Corrispondente
Labronica:
20
gio
mag-
1840;
8. Socio
P
dicembre
dicembre
ed
1842
10. Socio
11.
Ateneo
della
Arti
Italiano:
Valle
R.
il 20
Tiberina
di
Toscana;
degli Euteleti
12
maggio
maggio
1840
1843;
e
Bibliotecario
dell'Accademia
;
Corrispondente dell' Accademia
Scienze, Lettere
Accademia
;
Segretario Perpetuo
12. Socio
e
Corrispondente dell' Accademia
Miniato:
Labronica
dell'I,
Corrispondente
Scienze, Lettere
di San
R.
e
1842;
9. Socio
17
dell'I,
Corrispondente
ed
Arti:
7
giugno
1844
Valdarnese
di
;
Digitized
byGoogk
224
—
13. Socio
—
dei
dell'Accademia
Col-rispondente
di Città della Pieve:
3
tosi
Neghit-
1849;
marzo
14. Membro
di
Corrispondentedella Società di Statistica
Marsiglia:6 giugno 1850;
15. Socio Onorario dell'Ateneo di Scienze,Lettere ed
Arti Belle in Bassano:
16 novembre
1853;
16. Socio Ordinario dell'Accademia Valdarnese
:
2
zo
mar-
1855;
17. Socio Colombario
Fiorentina:
18. Socio
25
della
Corrispondente
23
maggio 1836;
dell'I, e
Corrispondente
gennaio 1857
R. Ateneo
Italiano:
;
perla Classe 12^ nella Grande
19. Giurato
lombaria
Co-
Società
Esposizione
Italiana del 1861 ;
20. Socio
della Società di Mutuo
Onorario
1° febbraio
gliOperaidi Firenze:
21. Socio
1863;
della
Corrispondente
sotto
mico-Agrariadei Georgofili
R.
maggio
Gli amici
in
e
agosto 1863;
Valdarnese
dell'Orlandini
discepoli
dell'illustre
mano
Achille Coen
in tavola di
gio:
Pog-
dell'Accademia
ed
fattone
di
questo,
e
gurazione
l'inau-
Labronica;
dettò la
marmo
scolpire
Pazzi,e
al
nella Biblioteca
r Aw.
del
fecero
ne
uno
degliAssessori
Municipiolivornese,
signor Avv. Borghini,ne curò il collocamento
dono
Econo-
1864.
il busto per
marmo
Accademia
dì 31
22. Presidente della R. Accademia
4
Soccorso fra
che sotto ad
iscrizione,
caratteri dorati,si legge:
a
e
esso
A
FRANCESCO
PER
VIBTÙ
SILVIO
E
CITTADINA
ORLANDINI
BETTITUDINE
ANTICA
ESEMPLARE
PER
CHIARO
DEGLI
STUDI
DOTTRINA
CULTORE
FOSCOLIANI
GLI
E
INGEGNO
AMICI
E
P.
BENEMERITO
DISCEPOLI
P,
byGoogk
Digitized
226
—
Ta'
fugarlo:al
non
Chi a' suoi pur serba
Dell' uomo
in core
lo
E
cancellar chi sei
n
H
caro
A
è
non
spergiura
amor:
stampò
natura
;
che sull'ara
Dio
a
beltà,
sua
ed il terren
cespo
Dimenticar
Ciel
potriadal cor?
fiore anch'esso
Offre la
—
non
natio
sa.
verginettache ne' sogni aurati
Mistiche
vagheggiò
Nozze
immortali, che a' congiuntiamati
Porse
r estremo
amplessoe glilasciò,
Incontro,cinta della
si fa,
ReligÌLon
diva,ma che pur
Quest'egraumanità.
Costei ti guida onde
Severa
Di
ritrarre il
mai
Come
stola,
sacra
consola
è speranza
non
pie.
chi scende nell'eterna stanza,
^
Doniamti
vale
un
Così d'astro
e
al
lacrimiam
su
che
partir,
te.
in ciel riluce
Sol
dopo lunga età,
Ciascun saluta queiramabil
Che
A
più non rivedrà.
Astro gentil,
quando
i tuoi
vaghi
rai
splendertorneran,
Vivo
E
luce
di tanti
ignote facce
Pur
nelle
sol
un
più
non
te cercando
genti rinnovate
spirerà
da
il dipartirsi
vedrai,
andran;
amore
Eterno
E
Ahi!
duro
ognor
chi s' ama,
al core.
sarà.
(1826)
byGoogk
Digitized
227
—
AD
ROSA
UNA
COLTA
l»
IL
CAMPOSANTO
NEL
DI
Purpureogerme
PISA
dS F. Benedetti
dfillimoria
d'
DI
1836
MAGGIO
HimÌTBrwiTk
DwimoquLub
—
sacra
una
terra
D^Eiltimisteri
campo e di valore,
Portata air Arno su vìttrici in guerra
Libere
che
Rosa
C bau
Ah,
sei,benché
mi
Io sento
E
spiri
quiviappio del
tu
Nella
prore;
V odor dei forti
ancor
r
aur-Ti
il tuo
iniquo
giusto,al grande.
Non
copre
Ei nel
vieni dove
meco
il Yate
aospirdì
iu
un
Libertà
DATANTI
Ah
pio
sasso
fossa..
i^egletta
sua
morio:
Placane
L
spande^
seno
questo lezzo
da
Al
Deh,
riposo,
fra' morti,
Fior gra2Ìoso.
di quel tempo antiquo
fragranzache
m' alza il cor
tuo
cespo
nato
l'ossa.
C. L. DE^SISMONDI
M03nrUÉS*T(J
III
CINZIÙA
Perchè al tuo marmo,
o
TN
PISA*
Cinzìca,
Quel venerando Antico
Arresta^in volto amico
Oltra l'usato,il pie?
E
poi che
ha
Pupille
a
in te
lungo V
avide
pasciuto,
byGoogk
Digitized
228
—
Perchè
E
le inchina
medita
Stanno
i
in che
del
Fatti
i forti
d'un' altra età,
del tosco
Quando
Sedeva
Alfea
Nudrita
Aura
regina,
di libertà.
l'Italo
sovente
Per la natal
terra,
sua
grido sol
un
Si scosse,
E
Quel
di guerra
fulminò.
e
ben
Pirata
lo seppe
dì che
il
Dal
al suol tirreno
sardo
lito movesi
il fero
pini suoi
Per
stuolo,
è il volo
taciturno
sul
l'Amo
mar.
ascende, e vigile
trova, in niun
Già
perfido
pie drizzò.
Coli'ombre
Niun
il
saraceno
Audace
De'
pelago
alla divina
AUor
A
Veglio
pensieriassorti:
volve in mente
Ei
E
muto,
sé?
con
Intendo
—
Pisa
invade.
Chi puote omai
s'avvisa:
Ahi
! Pisa
salvar?
Tu, Donna:
tu
che
intrepida
Scioglidi guerra il carme:
all'arme!
Su, cittadini;
I barbari
A
son
qui.
quellavoce
un
fremito
[Jniversal si
desta;
Par mugghio di tempesta
Poscia
Già
Da
che il tuon
corrono,
tutte le
s'udì.
s'affollano
contrade;
byGoogk
Digitized
229
—
—
Scintillano le
spade
dei guerrier:
Nel pugno
s' incuorano,
S'interrogan,
S' abbracciano, giurando
0 vincere,o
Sul
pugnando
patriosuol
E
vinser.
cader.
Ma
—
a
te, Cinzica,
Di
quel trionfo altero
Porgea V onor primiero
La
città salva
Che
quiviin
Di
ravvisar
Di
mover
Dei
allor.
T
atto sculseti
infido,
fiero il
grido
prodi eccitator.
Tal
fosti tuba
agl'Itali.
Ma
tu che a lei se' figlio,
Rialza,o grande, il ciglio,
E
dille omai
Ve'
così:
Donna; anch'oggiei dormono:
l'usato
Tuona
carme:
Su, cittadini;all'arme!
1 barbari
son
qui.
Dicembre, 1837.
ALLA
DI
MEMORIA
ALLE
BAPITO
COMPIUTO
APPENA
DIPINTO
IL
FRANCESCO
ARTI
E
DELLA
ALLA
SABATEIJil
PATBIA
BATTAGLIA
DSL
SEBCIIIO.
Nelle felici o misere
Vicende
della vita
Io
non
ti crebbi
Io
non
ti
Alla tua
gioia.
porsi aita:
coltre vigile
byGoogk
Digitized
230
—
Non
—
sn
te,
palpitai
Né
il tuo
ciglio
morente
Chiudesti in braccio
me
a
Eppur
Spirtoche
ti
Di
luce,e rapido
nuova
;
nobile
piango,o
Italia ornasti
grembo a Dio volasti.
0 di più stabil gloria
Speme air afflitta età,
Tu cadi; io mando
un
gemito
di pietà.
Di amore
e
Grande eri tu ! Qual'anima
In
dura
Più
Scossa
Sorgi,0
Del fero
Sorgi con
al Bello
e
fu dal
non
del tuo
Poter
A
all'Arte
magico
pennello?
tremenda
imagine
traditor;
la tua
vittima
sgomentare i cor!
Orrida
scena!
spade in
Itale
scontransi
guerra:
Italo sangue versano:
H beve itala terra.
Fuggono
Garzone
al
della tua
Son
Ed
di
supplice
pie rista
Farinata:
Di
E
i Guelfi:
oh, salvami!
città.
egliin groppa accoglielo.
so fagliusbergo.
L' immane
Pier V adocchia
:
glisprona a tergo:
n giunge,e a lui che medita
Grato un pensierd^amor.
Esterrito
Spezza la tempia
Batto
—
Lanciasi il corridor.
Volgesi,e
indarno
—
al subito
byGoogk
Digitized
231
—
—
Colpo col grido il brando
Oppon l'Eroe.... precipita
riverso urlando.
L'altro
regge all'ineffabile
Vista di quel morir?
Chi
Quei
fredda
con
pur
Protendesi
rabbia
colpir.
a
Or va'; della discordia
A
córre i frutti amari
Così tu, invan
0
magnanimo,
impari.
Farinata
Ma
tu
solo: ai
non
L'infame
posteri
eredità
degliodj: e Italia,
Ch'anco
ne
plora,il sa.
Passò
Degno
e
Chi pose
d'eterno
il
tergere
a
core
o fervido
splendi,
lor tu
Di
canto
infeliceil pianto!
Della
Fra
de' secoli
dell'amor
Oh
tele
Pur
animator;
tanta laude, misero,
Solvesi nel dolor 1
Non
ti arrideva
lunghi di
Di
Oh!
rado
Pur
A
ei
quando
mezzo
beati.
arrise
Pel mondo
del
auspicio
agl'incliti:
non
nati;
son
prostrali
morte
sentier,
L' anima
s' auge, trepido
Si smarrisce il pensier.
Fremeano
Tuttor
a
di
te
dell'Amo
i
plauso
lidi,
E
al tumulo
trarti esangue
1 mesti amici io vidi.
Presso
al fraterno
cenere
byGoogk
Digitized
232
—
Con
fato
La
cara
Lutto
egual posò
salma, e gemino
sui
piombò.
spinsea
cor
Di lui che
Volo
Fu
—
civico
dell'Arte i vanni
dato
ad ambo
Perchè
sì brevi
Forse
Del
il genio.
gli anni!
all'Italiavedova
regioantiquo onor,
il mite imperio
Dell'Arti
Invidia il cielo ancor?
(1843)
FRATE
IN
Non
ai
re
GIROLAMO
SAVONAROLA
POGQIBONSI
NEL
1495.
della terra, al Re
Sol fu visto chinar
l'austera
de' regi
faccia,
Sempre ugual per lusinghee per dispregi.
E tal qui stette al sir de' Galli in faccia,
E
a' mille
Italia
E
La
a
le
seco
addutti
depredarsulla sua traccia;
i lutti,
rapine improverogli,
Di nostra
Corse
mille ch'avea
tradita,il conculcato
fé
E
e
dritto
gente, indi mancipio a tutti.
quelsuperboche per cammin
dalle gelateAlpi all'ardente
Yesevo,
e
trionfò
senza
dritto
conflitto,
al favellar possente
Dell'ispirato
D'umiltà
si dipinsee di rossore,
E a più miti pensiérschiuse la mente!
Ma l'uom di Dio nel più profondoorrore
Di
che il gran dì precesse,
innanzi a Lui che per amore
quellanotte
Orando
byGoogk
Digitized
234
—
—
Questa col suo fiato crudele accese
I roghi u' tante vittime fùr arse,
di Dio le offese.
Cui '1 ver fu colpa e non
Questa per lunghe età le menti ha sparse
»
»
»
"
:«?
questa ha sovente
prò le genti a trucidarse.
tenebrìa:
D'insana
Spinto a suo
]^a dagliabissi
»
Novo
»
Tu
»
raggio ecco scende e virtù nova :
riedi,o Cristo,e V alma mia ti sente.
n' esultan le terre
Già
»
»
Già
»
Gerusalemme
sovrasta
Del
»
Chi mal
Ma
il
mostro
a
prova
:
guizzo estremo
:
tua
del
primo
sacro
il
Pier scordava
remo.
è di sangue ampio lavacro
alba splenda,
Oh ! se quell'
forse uopo
colpe.
il mio capo consacro.
Io primo a morte
Sol fa',mio Dio, che allor l'imago orrenda
Del mondo
ingrato a me non turbi il seno,
te lo spirtoascenda
E dal supplizio
a
A
»
i m"ri
regio serto, tutto al Ciel fia
»
»
al gran
e
già si rinnova.
Quel giorno spunterà tosto che, scemo
»
»
Mente
dell'eterna
»
tante
—
»
*
»
»
NeU' alta fede
muto
sua
e
sereno.
"
(16 Settembre, 184i)
SUL
In
D' un'
questa tomba
Angiolettadi
Quanta speme
Oh
DI
SEPOLCRO
dolore! Oh
è
UNA
GIOVINETTA.
che le belle
tre lustri
spoglie
accoglie,
e quanto
sepolta,
amore!
dolore!
(1854)
byGoogk
Digitized
235
—
LA
Deh!
AMMALATA.
ALLA
MADRE
o
piangermi,
madre:
MORTA
FIGLIA
non
—
io
non
Ma, dall^affetto scorfii,
Per
mia^ nel memorabil
giorno,
Tfinto salì presso ai celesti còri,
Che a te mi chiuser
gliAngeli il ritorno.
Ora
ti
aspetto in Dio,
Jlè per gliAngeli purj madre, t' oblio,
NOZZE.
PER
ÀhhA
SPOSA,
Quella che air alme ingenue
Parla si dolce,quella
Che alla
Di
pietàtempravati
e di gorella,
figlia
Natura, a nuovi palpiti
Ornai ti schiuse il petto,
E
v^ ispiròr
Tirtù di
Or
Le ludi
E
iin
incognita
altro affetto.
leva al
sacro
talamo
disiose,
e di grazia
di beltà
le apose.
Felice chi fea sorge
fra
Risplendi
Per
suo
Dal
aen
Primo
E
morta;
^
implorarquietea'tttoi dolori,
L' aoima
son
re
»
gentilvalore,
d' eletta Tergine
il sospird' amore!
L' opra di Dio più amabile
bella dcaina onesta:
1
"
236
—
—
lo
sguardo ammirane,
ha posa in questa.
il core
Quando abbellì a, creandola,
Molte
Ma
d'un
L'Eden
riso.
nuovo
Brillò
più vivo agli Angeli
Fraterno gaudio in viso.
E
Ei
sensi
mortali!
propagò quel fremito
in petto ai figli:
Si
Soave
Essi disio
non
provano
tal disio
Ah
somigli.
; la terra
no
hanno
Non
dovettero,
esser
padre dei
Che
attonito
dono, oh quali
fé
ne
Tuoi
0
all'uomo
quando
in sé
e
il
pelago
nascosa
agguagli in pregio
leggiadrasposa.
che
Gemma
Santa
e
voi, cui die sì tenere
Tempre di cor. Natura,
Ma
a
Figlie,onde
alla
Gioia
madre,
tolto i
E
più
vien
intima
pura,
e
giornicompiere
sede,
Nella materna
spesso, ahi! dalla patria
Lontan
volgeteil piede.
E
allora,nel disvellervi
Dal sen che v'ha portate^
in lacrime,
Vi distruggete
Se
Chi mai
Ah!
A
S'
che il mio
quel di
Mover
anco
E
Nel
n'ha
non
non
d'
pietate?
canto
è simile
tortorella:
sa
che
favella.
amor
deggio,io
dì del tuo
gemito,
vate
pronubo.
contento,
byGoogk
Digitized
237
—
Sposa,il tuo
A
te
lieve sull'anima
:
no
de' tuoi ti scenda
L' addio
A
rivolgere
cor
sentimento?
mesto
Oh
—
Dell' alme
Fior
Angelo
V
soave
:
il renda.
nozze
cui la
separa
dov' è nato,
Dal
man
cespo
Acciò gliolenti effluvii
Non
spanda invano
arricchir la chioma
Ad
In
una
Delle
terra
Tal
estranea
speratepoma;
Tal' è
A
prato;
traggesi
gentilche
Arbor
Né
al
sposa : immagine
a' suoi costei.
.una
porga
primieroggi apprendano
per lei.
lacrimar
Finga lor
L' alba del
mente
in
ritorno
suo
roseo
:
Veggi^n sui cari bamboli
attorno.
Pargoleggiarsi
Si, tu che levi al talamo
Le luci disìose,
E
di beltà
di
e
grazia
le spose.
sarai;tal gioia
Risplendifra
Madre
serbata,
A
te fia pur
E
al
Ti
beata.
stringerai,
Li crescerai magnanimi
un
giorno a lor dirai:
E
seno
più d' un
figlio
!
Ite,il Ticino appellavi
—
Né
allor tu
piangerai.
(Loglio,1857)
byGoogk
Digitized
238
—
VITTORIO
RE
SENATORI
AI
KD
AI
—
EMANUELE
DEPC7TATI
DEL
REGNO
SUBALPINO.
Il sole che all'anno le
porte disserra,
sorge foriero di pace alla terra;
voi che reggendo qui meco
sedete,
Non
Pur
Seguitevostr'opra
con
Tempratialla
Moviam
E
vivido
scuola dei
risoluti incontro
desso fia bello di sorti
Ch'è
nostra
Di noi
Indomito
ardor.
giorniche furo,
al futuro ;
più liete,
divisa Criustizia ed Onor,
Subalpininel libero petto
ferve di
patria1' affetto;
E
patrian'è
il suolo del
E
fiamma
che in fronte ci appar.
è questa via.
non
perigli
priscovalore,
Cui r Alpe fa siepee il triplice
mar.
Siam picciola
parte di tanta famiglia;
Ma fisse in noi tiene Europa le ciglia
:
nostri rispondeogni core,
Ai palpiti
Pur
Che
è Tidea
senza
forza
grava
n' è solo
Ma
sacro
Dei
popolioppressia
Noi
forti in
pattidi pria;
quel grido,che il duolo
coi
ne
—
noi sollevò.
concordia,nel Dritto fidenti
Nel Dritto supremo
donato alle genti,
Stiam cauti aspettando col pugno sul brando
Quai fati all'Italia l'Eterno fermò.
—
(3 Gennaio, 1859)
byGoogk
Digitized
239
—
NKL
DI
GIORNO
S. M.
LA
E
Ho
core
e
Che
iu me,
può
r
imniicciar coverto
airitala salute
se
aura
stessa offerto ?
me
il Lagìiord' un
e
Miaeri vanti dell'età
Dì mie
"
stemprar virtute
tutta
maa,
ISGO
MARZO
palesee
ponno
EMANUELE
TOSCANA.
Parte leota di
Che
NATAUZIO
VITTORIO
14
Blandir
—
trono
inctìiio?
I
perdute
cittù.dai lurchi ognor pollute
fango che il servii mio serto.
Più vale il
A
te, leale Eroe, germe
del bello
Arbor
sabaudo, e eh' agliAui^ouì aei
Prence,campione,cittadin,fratello;
Nel
sacro
di che
pria t'accolse
in fasce
il giuro coti ohe tua mi fei:
Sigillo
in te muore,
Etruria
Italia nasce.
Oggi
FEB
DI 3, M, RE
*
L
IKGlìEaaO
VITTORIO
EMANUELE
Folices q^uitaleui
videro Qteturitira
I
annum
ViROiL. in. Ci'r.
Giunge il Ke:
del
La
sublime lealt^\
Gli
dipingeil viso
Di
serena
cor
sincero
altero
maestà.
byGoogk
Digitized
240
—
il Re:
Giunge
del
ardito
core
L'idomabile
valor
Sulla fronte
gli ha scolpito:
Son
d'Italia il redentor.
Salve,o
Si riscote
Alla
e
Dio
pie
possente
aura
destarne
tempi nuovi
la spirò:
e tu
spirolla,
vuol
H
Quel
la movi
mendace
spinsea
terra
sir
estranio
invilì quest'almaterra:
Che
niun
Cadde, e
gli die
Etruria
Dona
Sul diadema
Lieta gemma
L'atro
fato
età:
splenderà.
augel dal doppio rostro
insanguinò,
il lite nostro.
cesse
ne
gran
te serbato
a
Che tuo ferro
Pur
sospiri
un
al tuo
d'altre
I suoi vanti
all'Adria
Ed
Ahi!
Non
là
mai
Ma
A
Fole
riparò.
gemina l'infame
crudeltà;
sazia
preda all'empia
la
Tosto
0
^
chi t'inviò.
fiato
suo
te.
a
i
sul mondo
Come
gente
in
surge
diffondi intorno
A
Ei
Re ! r ausonia
sacra
Che
,
—
o
tardi
fame
sfuggirà,
che fremi,
a
che rammenti
antiquee regiionor,
di fulmini
già spenti
lanciatorV
Sconsigliato
Pria
colomba
Col felice
Or
sei
Male
all'arca errante
ramoscel.
nibbio,e del Tonante
imiti il
priscoaugel.
byGoogk
Digitized
242
—
—
Oh, quai,dice,alteri eventi
Per
volle Iddio
me
compir!
Quanti popoliredenti
Mi
benedir!
dovranno
il lieto
Dell' Etruria
dagliastri
Fin
E
Re
ti venni
in
d'Italia
Riedo
a
udii sonar,
questo lido
salutar.
al ciel: la mia
Fia cantata
E
insiem
talor
n
disio di cento
Tutta
gloria.
ripensaa
Sì,Vittorio,in
in
Italia,
memoria
te:
con
tu, Sire,in tanta
Deh!
grido
me.
te s' appunta
età:
te
congiunta,
possa e libertà.
Già quel di mi fulgeinnanti
Avrà
In
che, spenta servitù,
Sovra
a
tutto
a
noi fien santi
Dio, la patriae
tua
virtù.
(16 AprUe 1860)
RICASOLI.
BETTINO
A
Niccolò
Là, donde
movea
proscritto.
libertà per cui pugnava.
volgendo nel gran core afflitto:
Spenta la
Muto,
almen d'un solo schiava!
Oh fossi,
Italia,
Là sedevi,o Signor,quando al conflitto
Dio
E
le nitrici
quando un
—
basta
—
che sembrò
delitto
alme prostrava.
più secure
Ma non
piegavitu l'altero ingegno,
la volente Etruria ergevia farse
Anco
E
congiuntearmi chiamava,
Primo
le
incremento
al forte italo regno.
byGoogk
Digitized
243
—
—
fortuna
Senno»
audacia,
virtù,
favor,
D' Italiaravvivarle membra uparse:
Tu la spingesti
a ricomporsi
in ima,
Ì2GFebbiaìtì,
ÌML}
DELLA
MORTE
DI àCflìLLE LUCCHESL
il pensier:
muta nel cor$
Lauguein ceppi
È quella
che dal cielfavella,
voce
Ed
i
mortaliappella
A muglianime imprese:
in tuttiè spento
Di libertà^
di patria
ilsanto amore.
Non
piùpopolo
qui; lo fecearmento
La vaticauaCirce,
e TAustro-Ibero
si fero
Flagellator
Di Clemente,
luipriaseidivi"e,
con
Ed a acettratiserviindi'1commise*
Frjiudiovunque e rapine
E roghi
e pianto
e sangue
E
abb omino se.
laìd'opre
superbsj
Così r Italiaesangue
Cadde ; e T Angelosuo fra le mine
Gemendo la compose,
E
Giacidisseper la terza
:
volta,
Gbò
piùsecoliancor staraisepolta,
Presso a quella
gran tomba addolorato
Sol uno
Emù
io veggio,
a cui 1
US ero
anni
vigordegli
gliafianni,
Si che pai"dellavita sazio o stanco.
In
avvoltoe '1 crinmitrato.
spoglie
A spezzata
colonnaappoggia
il fianco,
E tinge
ilvoltoor di vergogna or d'ira;
lì cielguarda
e sospira,
sacre
byGoogk
Digitized
244
—
E
un
scioglie
Appena per
canto
a
cui dalPerme
sponde
risponde.
eco
paura
—
Oh, chi sei,portentoso,
Fra' leviti,
chi sei
Tu
sul fato della
che
patriaspandi
Si generosiomei?
Ah,
ravviso,Giudiccion
ti
E
t' onoro
E
sul
fra i
pietoso,
grandi;
ove
sepolcro,
dai mali
affranto
sparsifiori e pianto.
E tu, dal cerchio più lucente e bello^
nutrirò
Ove, fra quei che 1 patrioamor
Tosto scendesti,io
perpetuo martiro,
Con
beato,adesso apri le braccia
spirtonovello.
questo pellegrin
Godi
A
Vedi?
ricercando
Te
Ch'ei pur
Ed
un
Per
limitar s'affaccia
All'eterno
avido
con
del Serchio
intenso
affetto
figlio.
è
a
dirti : Italia nostra
Ardente
ciglio,
te lo
porta
è alfin risorta l
alma
gentile
Che fin dal tempo primo
col pensiersi volse,
A lei col cuore
e
per ritorla all'imo
Ov' era scesa, al mondo
E
ed
a
sé
vile.
Ogni poter rivolse;
E
splendervide
Ma
non
Tutta
Primavera
Più
Che
cara
il Sol del
suo
disio
pien meriggio Iddio^
raggiantedi vital sorriso
serboUo
al
affrettava il
da
suo
ritorno.
quel giorno
'1 fior di libertà sui nostri lidi
Dagli orti trapiantòdi paradiso;
stridi
E fra' singulti
e gli amorosi
udissi^
E '1 pianto cittadin eh' ovunque
Tenendo
i lumi
fissi
byGoogk
Digitized
245
—
Sovra
al
l'Italia,
cielo
Lei
contemplandoper
Pur
declinava
Donde
Coir
E
il
cent' orde
—
eglisalia,
la via.
tutta
guardo
ladre
di stultizia il Tebro
oro
dove
altere
Guardano
appresta,
squadre
invise la
testa
secura
D'imprecantevegliardo,
^
Che
serto
forza vi
sostien;né prego
Né ragion fa ch'il lasci,
immoto
al nego.
un
Ma
a
quel per
sé
glicade.... Ed a te noi
d' Adria, o re superbo
Strappereml'altro
Dell' Istro. Addoppia il nerbo
Di
schiere:
tue
Tutto
Ma
ciò che
ergi moli ardue
puoi mostra
di te smorberai
Iddio,Vittorio
e
Ritemprataalle
e
la nostra
terra.
Italia tutta il
Cui
vostr'arte
Or,
anzi che
vuole,
scuole
virtù che il mondo
Dell'antica
assopì,ma
vinse.
estinse.
non
all'estrema
il dì fausto vegna,
sia tra noi, niun sia che d' altro
Lotta
Niun
A
di guerra:
ciò che vuoi;
nostra
eletta
Fede
intera ci
Tenti
in noi
se
alcun
scema
farla,oppure
L'iniquaface
Passi
insegna
stringa;e
cure.
oltre il
di Discordia
accenda.
Mincio, e lì fra' suoi
ne
attenda.
Canzon, l'italo regno
Omai
Ch'
forza
a
sua
non
teme
o
stranio
inganno,
difesa stanno
Duce armato,
Popol,guerrierie '1 sovran
La cui spada ed il cor valgono il fato.
Pur,
Osasse
Del
ingegno
orgogliosoirrequieto
se
di turbar l'alta armonia
sacro
verbo
che le sparse
unia
byGoogk
Digitized
246
—
della gran
Membra
—
Donna,
e
lei nel
a
seno
(Meravìgliainaudita!)
Spirava il soffio della quarta vita,
Digliche sorgerièno,
Tutti in un'ira
I vivi
a
accolti,
sgomentarloed
i
sepolti.
(Giugno 1862.)
NEL
MEMORIE
DA
LIBRO
LA
Io
la
non
nel mio
DI
come
NOVELLA.
SEDOTTA.
la
conobbi, ma
cuore,
SPOSA
UNA
sopra
E
piansi.
—
poi che
sepolcro,scrissi
un
in
fu morta,
suo
nome
questi versi:
Sedotta
«
da
perfido
un
»
Negli anni fiorenti,
»
Del
»
Mi
mondo
al ludibrio
toglieil morir.
Non
»
»
Delle alme
»
Né
»
Darammi
innocenti,
il labbro
»
Nel
»
Al
mar
dell'empio
sospir.
un
Affranta
»
"
le lacrime
merto
dai turbini
della
vita,
porto dei miseri
Ricovro, o Signor.
Cor
»
tenero
e
incauto,
"
Amai, fui tradita:
»
Ahi, fu quest'angoscia
"
Del
fallo maggior !
»
Laura, cui glialti esempi
Innocente
guidaro e
e
il
cor
bennato
virtuosa
byGoogk
Digitized
247
—
Ove
di
rose
—
gigliincoronato
e
t'apprestail sacro
Amor
Giunta
Dona
vel di sposa,
al confin sì desiato,
presso
sospiroa questa dolorosa;
seguir più salda il tuo sentiero,
ai caduti un
memore
pensiero.
un
E
per
Serba
(1863)
ALLA
CHIESA
di
Sei la Chiesa
Ove
La
Che
ROMANA.
Cristo,o l'officina
pensieroordisce e tende
vaticana fraude, e sì gli affina,
quasi opra del Cielo all'uom glivende
lacci al
Sei tuttor
la barbarica
offende,
alla virtù latina
che il mondo
Tanto
sentina
che le menti
il morbo
Ond'esce
?
e libera contende?
Risorger una
Ah sì,tale tu sei; ne il ver
dissolve
Tua
che
pervicacia,
a
vii fine
e
tristo
ti travolve.
Irreparabilmente
Ma
Le
Che
sulle tue
amorose
mine
raggiar luci
ti restaura
e
vegg'io
ecco
di Cristo
ti rinnova
in Dio.
(Agosto 1863)
byGoogk
Digitized
III.
ALCUNE
FRANCESCO
DI
1.
Al
—
Profitto
la
della
volte
ben
ma
il
il
miglior
la
prosa,
del
fìsonomia
scabrosità.
animò
la
Ora
tale
Testo,
questo
sullodata
io nel
mio
in modo
modo
disegno
sua
Italiani
ci siamo
di
sarebbe
lavoro,
che
a
rendere
in
questa
intelligibilee
farne
una
zione
tradu-
al
possibile
le
spianarne
frequenti
già qualche volta mi
come
che
sovrano
vogUono
non
accordati
di
Divina
coli' ingolfarsi
signora Madre,
far
questo
che, conservando
venisse
migliore
di
di
il sentimento
mezzo
Poema
quasi popolare quel
in
stessi
ottundere
e
di tutto
prima
e
dagli Inglesi studiosi
dagli
farle
per
intelligenzadella
nella
dei comentatori,
che
opinione
Hoste
quindi pregarla d^ un
colla sua
signora Madre
discorrendo
anco
tempo
lettura
Londra.
a
signore
amicizia,
sua
s' incontra
solo
non
perdere
nella
alla
difficoltà che
lavoro,
CARTE.
Craufurd
delle
cortesia
SUB
LI
presente, colla quale intendo
Varie
Commedia
TRA
signore Odoardo
rammentarmi
favore.
MINUTA
IK
della
pervenire
ORLANDINI
SILVIO
TROVATE
di
LETTERE
mi
fosse
penserei
di
possibile,e
precedere ogni
Canto
Digitized
da
guirlo
eserebbe
saun
byGoogk
250
—
compiego
Le
mia stima
versi
suo
che
inviai
qualirisposecon
come
qui
pregandoladei miei più distinti ossesignorPadre, passo al piaceredi dichiararmi
E
presa.
dev. obb.
Suo
Al
—
chiarissimo
ed
ser.
F. S. ObL
Livorno, 6 febbraio
2.
al
della
pegno
sincero. Perdoni la libertà
ed attaccamento
verace
son
al
mÌ3Ì
deir anno, ed ai
lettera. Ella gliaccetti
cortesissima
che mi
poveri
al cominciare
Sismondi
una
certi
—
amico
ANDINI.
1838.
signor Abate
Atto
Vanriucci
a
Prato,
pel gradito dono che
ringraziarla
fia
tempo fa le piacque inviarmi,cioè della sua bella Biogradel consigliere
Nobili. Io ritengo quel libretto,
non
molto
solo fra quelliche mi sono
accetti pel loro pregio
fra quelliche mi
sì di pensieroche di forma, ma
ancora
uomini cui mi compiaccio
sono
più cari,perchèmi rammentano
Sono
in dovere
d'aver
Non
già
di
conosciuti.
per
renderle
contraccambio, ma
il
solo per
grato, la prego ad accettare
che colla presente le indirizzo. Dell'uno
i due opuscoletti
Ella può vedere,comprende intiero,
tacerò. L' altro,come
dimostrarle
sebbene
quanto
e
osato
e
dirne
manifestazione
come
sia
povero
eccellenti lavori sopra i versi
di Orazio. Desidero vivamente
che
dei suoi
Ovidio, di Fedro
quanto ho
ne
qualche svista tipografica,
quel mio
con
articolo che trattò
di
le
sia da Lei ricevuto in buon
d'un
animo
produzionidegli egregi,loda
con
grado ;
che^ giudicando delle
sincerità,dubita
con
reverenza.
Nella
speranza che insieme
discara l'ofierta della mia
a
con
essi
non
sia per
serle
es-
amicizia,
rispettosa
passo
dichiararmi
Sqo
ossequiosissimo
F. S. Oblandini.
Livorno, 17 novembre
1842.
byGoogk
Digitized
251
—
3.
Mi
Al
—
Guicciardini
Piero
conte
rallegromolto
che
Firenze,
Ella sia vicino
dell'unico monumento
possesso
a
che
conseguire il
a
esista,eccetto le opere
stampa, del celebre ed infelice Paleario. Auguro che a
ciò non
sieno per frapporsi
ostacoli,e La ringrazionon
tanto per l'avviso che si è compiaciutodarmene, quanto
a
le
per le cortesi espressioni
mio. Mi farò un
pregio,per
qualiElla adopra sul
conto
la mia erudizione,
quanto sia scarsa
che possono
di accennarle in seguito i documenti
avere
appartenuto
quelmarmo
provare incontrastabilmente
alla fonte fatta edificare da
villetta presso
quelpersonaggioin
Qolle. Intanto
a
circa
al motto
una
sua
Aonia
"
ciò che posso dirle. Ella sa che Antonio
che insegnò letteratura
Della Paglia nativo di VeroK, ma
Aganippe,
ecco
»
e
Toscana,ed
filosofiain
il
battesimale
nome
Yaldelsa,secondo
dei tempi in cui visse,
modificò il suo
accademico
vezzo
Essendo
Aonie.
abitò in Colle di
quellod' Aonio
venuto
poi nella
in
per alludere alle Muse
di far
determinazione
la
fabbricare
motto
sopraccennata fonte,prése da Virgilioil
Aonia Aganippe con felicissima allusione;
mostrando
come
quellafontana
Queste
cose,
e
doveva
molte
più
(senon
erro,
lettera al
sua
una
disegno della
del
Sono
suo
rammentata
incerto, ed
cioè di dettare
tramandi
a
alla
sua
proverò, ma
o
passo
nelle sue
fontana
e
debba
semplicee
certa
cito
ora
di cui Ella sì
una
lui T
Aganippe.
sotto
silenzio,
opere,
a
e
specialmente
memoria) in
fattore,nella quale parla
ragione,se
posterila
quel marmo.
modo
ci
ai
stesso
agente
per
adesso
perchèper
onorevole commissione
di
che
attestate dal Paleario
sono
essere
di
quel motto.
accettare
l'altra
compiace farmi
breve
rola,
paiscrizione che
del traslocamento
memoria
in qualche
Nondimeno, per corrispondere
bontà
che
verso
se
non
di
mi
me,
le
sarà
prometto
dato
che
di far
mi
cosa
byGoogk
Digitized
252.—
—
buona, io la pregherò,signor Conte, a valersi di miglior
penna.
Accolga
frattanto
le sincere
che ho
con
gratitudine
V
onore
protestedi rispettoe
di ripetermi
Devotissimo
di
suo
F. S. Oblandiniv
Livorno
....
5.
Le
mi
Dicembre
AUa
—
signora Luisa Ercolani,
Ca/rpineto
presso Siena,
nòbile
dei qualiella mi favori,
e che
libretti,
La
piaciutiassai.
Monacologia è veramente
rinvio i due
sono
—
lavoro spiritoso,
ma
il
a
e
1842.
forse
più
adattato
vivo
mantenere
a
delle moltitudini verso
quellamala genìa,che
disprezzo
promoverlo. L' altro è lavoro di ben diversa natura,
di ben altro polso.
Il disegno di questo componimento
—
mi
pare
ed il modo
eccellente,
con
cui è trattato
pieno
brano
vigore e di altissimo sdegno. Parecqhi tratti mi semmaravigliosianco
per ciò che spettaalla ragione
dell'arte;e segnatamente gli ultimi quattro versi della
di
pag.
9
di
sono
tal sublimità
che
lo stesso
forse
Dante
tremore) nelle sue
speciedi religioso
formidabili invettive non
è giunto a tanto. Peccato che
qua e là vi appariscanoalcune licenze o inesattezze di
che dopo il tratto sowaccennato
lingua!Peccato ancora
il componimento vada, a parer mio, un poco illanguidendo,
specialmente
per le due pagine 10 ed 11 ! Ma questodifetto
chiudere il Canto
non
probabilmente
poteva evitarsi senza
(lo scrivo
con
una
paroledi Cristo,dopo del qualechi potrebbe
vere?
Non
forti
cose
e
più
più
pronunziare
colle tremende
mai
ostante, tutto considerato,questiversi
degni di
Tir-
grande autore àeW Arnaldo non
que
sdegnerebbeper suoi. Io però suoi non li credo. Comundei primi
uno
sia,il loro autore certo deve reputarsi
teo; ed io credo
li
sono
che il
byGoogk
Digitized
253
—
ingegni viventi;ed
fatto
avermi
per
Mi
grato
a
lei,anco
sì nobile
preso la libertà di trame
ponimento.
com-
copia,e
spero
scusarmene.
queste poche linee,mi permetta
di conchiudere
di raccomandarle
Piccolomini,la Lau-
la Laura
nuovamente
Fortiguerrae la
domia
infinitamente
sono
cognizione di
acquistare
sono
che ella von'à
Prima
io
—
I nomi
Fausta.
lAvia
loro
e
la
neranda
ve-
risorgereal mondo,
Sanesi debbono
finalmente espiareV ingratie le donne
tudine
di tre secoli. A lei,
gentilissima
Signora,la gloria
di eccitare le sue
concittadine alla bella impresa!Firenze
al Ferruccio,e le tre prime donne
inalza il suo monumento
meritano
memoria
oramai
di
*
di
abbiano
Siena, anzi d'Italia,
che
attesti
in
le tarde
come
anch'esse
monumento,
un
generazionianco
rano
qui remune-
la virtù antica che sacrificò se stessa
qualchemodo
e
come, se elleno non
per la libertà e per la patria;
sono
posalcuna per migliorarele condizioni del prefar cosa
sente,
dimenticano
non
già di pagare i debiti del passato.
Frattanto
pregandoladei
miei
Consorte,passo ad offerirmele con
Di lei gentilissima
Signora
ossequiial suo signor
tutto il rispetto
Dev.
obb. servitore
F. S. Oblandini.
Siena, 31 ottobre 1845.
6.
8, A. B.
A
—
Leopoldo II.
Altezza Reale,
Ugo
Prenci
Foscolo
invocava
riordinare
e libero
quell'alto
diritto intento
bontà
grazie acciò
sorridessero
e perciòio che dalla fortuna
indulgenti;
presceltoa
di
le
i bellissimi Inni alle tre
Intelletto cantava, crederei
stato
Dee
mancare
che
al
facessi omagnon
lui,se, pubblicandoli,
gio
copiadi
essi all'A.
R.
della cui
virtù dirà la Storia. Ciò per
quelloche
una
e
di
sono
ai
V.
perpetua
concerne
il Poeta.
byGoogk
Digitized
25i
—
da
Ma
bella
giustacagione sono
compiere quest'atto di reverenza
men
non
individualmente
a
la R. A. V. Io che
e
avrei
non
prima del
giorno in poi mi
al Trono
—
chiamato
verso
le Muse
15 febbraio
vostro
io
mosso
intorno
morabile
1848, da quel me-
sento
trasportatoa venerare
il Principato
Civile nella più illibata
nella V. R. Persona
dignità;e desidero vivamente che la benignitàvostra si
il presentemio ufficio in tal guisa
degni d'interpretare
e
altrimenti.
non
Supplicandola
pertantodi
ancorché
a
tenui
voi ottimo
avere
non
sdegno questo,
a
ssimo, attestato della mia sincera devozione
formando
termino
Principe,
italiano
i
più
caldi voti per la felicitàdell'A. V. R. che, secondo le mie
convinzioni,è intimamente
legata con quellade' vostri
popoli.
E
col
più profondo rispettoho
DeUa
l'onore di dichiararmi
R. A. V.
Umilìss.
servo
e
suddito
F. S. Orlandini.
Livorno, a dì
7.
del 1849.
15
A. S. A, B, Amalia
—
Monaco
a
Dalle
ventun
reliquiedella
anno
dopo
alle tre
la
mente
sua
AugiMta di Leuchtemherg
(Baviera),
d'un
Poeta
gran
morte, sorge
un
Dee, che, maravigliosaopera
abbelliscono i vostri
circondato dalla luce
italiano,
Canto
crato
consa-
del
Canova,
In questo Canto è
regiipenetrali.
l'
delpiù amabile delle Muse il nome
virtù molti
e domestiche
R., delle cui personali
serbano tuttavia ricordanza
le portò semin Italia,
pre
come
il Poeta stesso anco
nella terra dell'esilio,
ove
preferì
morire nella povertà e nel dolore,anziché lasciare ai posteri
A.
V.
contaminata
sua.
lode
In
la
immagine della
questo canto finalmente
il valore
che il vostro
forte
e
si adorna
consorte
sdegnosaanima
di nobilissima
d'illustre memoria
byGoogk
Digitized
255
—
dimostrò
-
in tempi
particolarmente
tanto
gloriosiquanto
per le armi francesi ed italiane.
Questi titoli a me, dalla fortuna destinato
sventurati
e
gì'Inni
pubblicare
di
Ugo
validi
abbastanza
Foscolo
a
riordinare
alle Grazie,sono
ardire
perchèio prendessi
brati
sem-
ad inviarne
dei dodici
stampatiin carta
alla B. A. Y.; la cui benignitàconfido che sarà
distinta)
ta,
il Poene
per accettarlo di buon animo, tanto più perchè,
essendo in grado di ricever
né rumile' mia persona
favori dalla R. A. Y. medesima, io posso quasi a nome
ressate
di lui,farle questa offerta,senza
sospettodi mire inte-
esemplare(ilterzo
un
ed
Ho
oblique.
di dichiararmi
l'onore
Di Y. A. R.
Devotiss.
servo
F. S. Orlandini.
del 1819.
di 15
Livorno, a
8.
Al
—
intimo
Segretario
Desiderando
esemplaredel
me
riordinato
nella
B,
Bittheuser
il Granduca
a
Firenze,
presentare a S. A. R. il Granduca
Carme
di
Ugo
Foscolo
alle Grazie
da
testé pubblicato,
mi
e
integrità,
S. illustrissima affinchè
a Y.
dirigerlo
farlo pervenirealle Regie Mani unitamente
sua
prendo la libertà di
si compiacciadi
alla lettera
Matteo
di S, A.
io di
un
cav,
con
cui T accompagno.
siccome
Inoltre,
io ho
quelloche concerne
questa pubblicazione,
dovuto quasifarmi interprete
ed esecutore delle intenziopi
del gran Poeta; e siccome in tale qualitàdebbo
spedire
in tutto
una
copiadel
Carme
stesso in carta
distinta alla
signora
PrincipessaAmalia Augusta di Leuchtemberg, così mi
forse soverchio,d'inviare anco
essa
sono
preso l'ardire,
copia a Y. S. illustrissima nella speranza che, a cagione
deglistretti rapportiesistenti fra la Corte di Toscana e
quando vogliafarmi un tal favore.
quelladi Monaco, ella,
byGoogk
Oigitized
—
possa facilmente farlo
stino. Se in questo ho
che nelle mie
altro
256
—
giungere con sicurezza al suo detroppo osato,ella me ne scusi,pensando
condizioni
mi è
non
alla mente
occorso
consiglio.
Intanto
creda
mi
quale con
T
tutto
ossequiopasso
a
dichiararmi
Di
Lei illustriss.signore
Devotiss.
servo
F. S. Oblandini.
LÌTorno, 17 gennaio 1849.
9.
—
Già. Batt
A
onorando
Mio
Niccolini
Firenze,
a
signore,
Accolga,la prego, con lieto animo questo esemplare
di Ugo Foscolo alle Grazie, stampato in carta
del Carme
distinta,e fregiatodelP illustre suo nome.
Se
a
lei sembrerà
questiaurei
versi
non
che le
da
cure
sieno di
me
troppo
a
spese intomo
inferiori al merito
ed alla fama del suo
autore,io sarò contento:
dell'Opera
dello stessa
verrà cara
che la sua approvazione
come
quella
Foscolo.
Mi
creda
sempre
Suo
ammiratore
ed amico
F. S. Oklandini.
Livorno, 17 gennaio 1849.
10.
Mio
—
Al
venerando
Se la fortuna
di
di
conte Alessandro
avesse
aver
a
Milano,
signore.
ad
concesso
quest'Inni,certamente
mandare
una
copia al suo
non
Manzoni
titoliper fare
non
Ugo Foscolo
si sarebbe
Manzoni.
seco
Intelletto; nondimeno, per l'amore
lei le
di
blicare
pub-
dimenticato
Io sento veramente
partidi quelFalto
grandissimoche
io
porto
byGoogk
Digitized
—
258
—
che ella si è
mune
compiaciutadi accettare dalle mani del coamico signorE. Mayer. Io debbo ringraziarla
que,
duncome
faccio;e più la ringraziodella cortese lettera
che ha voluto inoltre onorarmi. Il suo
gio
con
gentilesuffracirca le povere, quantunque amorose,
da me spese
cure
intorno a que'versi che per me
credo nati immortali,mi
oltre ogni credere,e tempra nell'animo mio in
è caro
onde è afflitta la vita di ognuno
parte le tante amarezze
che ama
P Italia,
ed oramai disperadi vederla redenta.
Subito
che le mie occupazionimi consentiranno
di
trattenermi in Pisa qualcheora
di più di quelleche sono
strettamente
farò
mi
al
dei miei obblighi,
per la esecuzione
debito di venire ad ossequiarla
mente
unita-
necessarie
un
signor consorte, cui pure la
scritti mi insegnano da tempo a reverire.
Frattanto
la prego a gradirei sentimenti
con
suo
cui ho r
fama
di
gli
e
ossequio
di dichiararmi
onore
Devotiss.
F. S. Orlandini.
Livorno, 1° febbraio 1849.
13.
Onorando
La
r animo
una
Torino,
signor mio.
volta che ho
e
venero
che mi
a
caratteri mi ha destato nelpreziosi
e di affetti cosi mesti e
quantitàdi memorie
è questa la
mi ha forzato al pianto.Ma
non
da leidettate.
la
Silvio Pellico
lettura de' suoi
soavi, che
prima
A
—
versato
Oh, quantianni
l'amo!
E
per lei e per parole
che io,ancorché oscuro,
giungereuna sua lettera
lacrime
sono
il vedermi
parlad' Ugo Foscolo, e
mi
ringrazia
3Iio
caro
faccio con
tutto
signore, debbo io ringraziarlei,come
di un
l'animo; che il presentarla
esemplaredel Carme
di poterlo
la fortuna
avuto
immortale, poichéio aveva
debito e non
altro : sì la ringradare in luce,era in me
zio
della
sua
della dolcissima commozione
lettera,
che per
byGoogk
Digitized
259
—
—
fatto provare, e delle benigneparole
Benedetta stilladi balsamo
d' approvazioneche mi dirige.
di
mezzo
sulle mille
ha
mi
essa
piaghedel
Ora,poichéfra
per cominciare
d'Ugo,
che corrono!
tempi
il tipografo
Le Mounier
molto
non
edizione
una
poichéfra
e
nei
cuore
essi
completa di
avranno
luogo
le chiederei facoltà di valermi
quindiio
lettera per aggiungerealcuna cosa
dell'Inno Alla sventura; e
io tocco
Ove
testimonianza.
poi la sua
sarà
gli scritti
tutti
Le
anco
Grazie,
della cortese
quellanoterella
a
citerei la
bontà
sua
ove
vole
autore-
sua
volesse favorirmi
qualcheavvertenza circa le mende che potesseroessere
nella .prefazione
nelle mie note, mi farebbe una
e
corse
di
grazia singolare;e
se
ardisco
non
la prego
troppo, ne
caldamente.
del
: Tra le reliquie
vogliopregarla
parecchielettere a lui scritte da un tale
di un' altra
E
cosa
Ugo sono
Giuseppe Visconti,credo avvocato, in data di Lodi, e dalle
povero
qualirisulta
chiaro
chi le dettava
come
nobili cuori che sia dato
fosse
dei
uno
più
sulla terra.
Egli spontaneo
lungo tempo
conoscere
e per
ragguardevolisomme
la madre
d' amicizia
tanto entusiasmo
e la sorella d' Ugo con
da fare intenerire e maravigliare.
per quest'ultimo,
tavia,
Vorrei dunque sapere se
uomo
quest'
generoso vive tutcon
soccorse
dove, perché vorrei
e
copia del
Se
un
«
Carme.
Io
caso
ella ne
a
ne
ho
ad
anco
chiesto
a
esso
inviare
piìid'uno,
qualchenotizia,mi
avesse
vano.
in-
farebbe
E della fandgliaGiovio
regalo a comunicarmela.
4i quelladi Ugo Brunetti potrebbeelladirmi nulla per
vero
lo stesso
Io
scopo?
non
ho
potutovedere
l'egregioBerchet,quantunque
noi, ma intanto gliho mandato
di un
coi miei ringraziamentiper mezzo
Lo
sua
Temo
i suoi
fra
sia tuttora
la
ma
una
amico
luti
samune.
co-
ed allora eseguiròmeglio
presto peraltro,
vedrò
commissione.
di
cortesia. Me
avere
ne
abusato
scusi,mentre
del
in
suo
mezzo
tempo
aUe
della
e
sua
sciapresenti
byGoogk
Digitized
260
—
gure
coi
morti, o
creda
Mi
altro modo
trovo
non
di
—
di consolazione
se
quei pochidegni di
con
il conversare
non
morire.
non
cuore
Tutto
suo
F. S. Orlandini.
Pisa, a
febbraio 1849.
dì 21
14.
Ad
—
Hudson
Gurney
Liverpool.
a
Signormio,
Si deve alla vostra
a cui
Sepolcri,
Che
ed
in
anco
vita,sono
dei
trassegnate
con-
lapida
una
le
disting^na
che in terra
Ossa
le ceneri del Cantore
foste sì leale amico
da
€
pietàse
sue
e
dalle infinite
in
mar
semina
morte;
»
gP Italiani che visitano la vostra
Isola possono piangeree pregar pace al loro grande ed
infelice concittadino sul luogo ov' egliriposa.
que
A voi dunla gratitudine
ed al vostro nome
sarà sempre
sacra
mercè
è vostra
se
per darvene
esemplaredistinto
Io frattanto
degl'Italiani.
vi offro il decimo
da
riordinati
me
del loro autore.
e
ventun
pubblicati
attestato,
piccolo
un
degP Inni
alle Grazie
dopo la
anno
colla cordialità
Accoglietelo
con
cui
morte
ve
ne
presento.
Io
sono
F. S. ObL
Italia,Livorno,a
15.
di 28
gennaio 1849.
J. S. A, il Duca
—
ANDINI.
di
Bedford
a
Londra,
Altezza,
Quando la
cortesie
e
vostra
confortava
illustrefamiglia
di liberali
Ugo Foscolo, acquistavaun
di tutti i concittadinidi
perpetua gratitudine
di leale amicizia
diritto alla
byGoogk
Digitized
261
—
ed infelice
quell'alto
presceltoa riordinare
dalla
anni
Dee
le tre
morte
le
di
dare
e
adornano
Canova
pregio
un
egli cantava
la
di tributarne
V. coli'offrirvi Vundedmo
che
se
di buon
già vi fu
caro,
è lecito
mi
delle intenzioni
stra
voun
esemplare
con
moria
per la mela eccellenza
animo
e
e
per
aggiungerlo,anco
cui ho
per
di presen-
l'onore
rispettosamentemi dichiaro
; mentre
tarvene
che
con
oltre venti
Carme.
questa poesia,e,
la purezza
fo
accoglierete,
spero,
dell'autore
luce,dopo
lui,il Carme
all'A.
distinto dello stesso
di
in
dal
quali scolpite
lieve attestato
lo
Quindi io dalla fortuna
scrittore.
insigne Galleria,mi
Voi
—
DeU'A.-V.
Devotiss.
F. S. Oelandini.
Italia,LlTorno, a
16.
Al
—
a
gennaio 1849.
Prof, Griovacchino Schouw
Onorando
A
di 28
Copenaga.
a
signore,
Teiconoscitore della linguae della letteratura italiana,
lei che
conserva
in Italia soavi
relazioni di
d'amicizia,io prendo ardire d'inviare
d'Ugo Foscolo
anno
dopo la
Inni
ventun
alle Grazie
morte
da
me
dell'autore
due
parentelae
gi'
esemplarido-
riordinati ed editi
:
l'uno
è per
lei,
l'altro per la pubblica
biblioteca di cotesta capitale.
Spero
che ella accoglierà
volentieri questo ancorché tenue pegno
della mia
la nobile
persona, e verso
Nazione
Danese, non tanto per la bellezza del poema,
quanto perchè se ella si compiacerà di dare un'occhiata
alla mia
estimazione
la
sua
vi leggerà un
prefazione,
neir animo
gradite reminiscenze
che
pari agl'Italiani
a
nome
causa
che
di
un
le desterà
fatto
revole
ono-
vole
Danesi, ma più onoredi cui
individualmente a lei. Quella Quirina Mocenni
al
si favella,
e che la prima pose mano
essa
prefazione
del
in
verso
ai
byGoogk
Digitized
262
.-
riordinamento
del Carme
quel maggiore Mocenni
di dover fare appelloal
di cui è
individuo
di tutto
Io
mi
prò del
delicato sentimento
riferito
perchè nei
di
signor console Dalgas suo cognato
questo fatto che io finora ignorava, e
il
con
Di
si riconforta
mali
presentil'anima
virtù,e perchè egliin
il campo
a mostrarle
Italiano.
come
E
cortesia di
lodevole
della
della
nazionale
riparato colla esemplar magnanimità
lieto che
abbia
qualeella credè
popolo.
un
sono
esempi
fosse
sorella di
parola,era
a
senese,
Danimarca, affinchè all^abuso
un
—
questo ho
la mia
il
lei onorando
guisa mi
e la mia
gratitudine
tal
simili
a
ha
aperto
riverenza
dichiararmi
piaceredi
signore
Devotìss.
serv.
F. S. Oblandini.
Italia,Livorno,
11.-' A
Chiarissimo
Ella
stimerei
ha
di
una
di l» febbraio
Carlo
1849.
Witte, Halle
{Prussia)
signore,
tanti
meriti
ad
mancare
letteratura,che
debito di giustizia,
cando
se, pubbli-
verso
un
T italiana
colto
racUgo Foscolo alle Grazie, da me
riordinato sugliautografi,
nella sua
non
e
integrità,
di
di un
come
esemplare V. S. chiarissima,
presentassi
che ella saprà tenere nel meritato pregio.
gemma
animo
Si degni dunque di accoglierlo
benevolo,
con
il Carme
ne
a
di
quasipegno d' Italiana osservanza
quale ho l'onore di dichiararmi
Di
lei chiarissimo
e
di
e mi creda
affetto,
signore
Devotiss.
F. S. Oblandini.
Italia,Livorno, a di 2 febbraio 1849.
byGoogk
Digitized
263
—
18.
Al
—
di Stato
Prof, MittermayerConsigliere
a
Heidelberg.
Chiarissimo
Dair
—
signore,
Mayer io ho imparato a
riverire il suo
nome
come
quellodi tale,che mentre grandemente
la
illustra il sapere germanico, ama
mia
pure
Italia
egregio signorEnrico
pregio la sua linguae la sua letteratura.
Perciò,avendo io poco fa pubblicatogl'Innid' Ugo Foscolo
alle Grazie da me
riordinati sugliautografioltre vent' anni
dopo la morte del poeta,sono lieto di offrirlene in dono
un
esemplare.Lo accetti,la prego, di buon grado,e come
ricordo di affetto per parte del prelodatocomune
amico,
e
e
tiene in
pegno d' osservanza
Di lei chiarissimo
come
di chi ha V
di dichiararsi
onore
signore
Devotiss.
F. S. Oblandini.
dì 2 febbraio
Italia,Livorno, a
19.
Al
—
signor Antonio
bibliotecario del Museo
primo
1849.
Panizzi,
Britannico
a
Londra,
Signormio onorandissimo,
Non
mi
parrebbedi
che
per
alle
Grazie,se
a
Poeta
meco
dei
adempito nel migliormodo
si possa al solenne, e difficileincarico di raccoglitore
ed editore del nobilissimo Carme
di Ugo Foscolo
me
non
ne
facessi subito
pervenire un
plare
esem-
lei che sì
grande Nazione
uno
avere
degnamente rappresenta presso cotesta
il sapere e la virtù Italiana,a lei che fu
più caldi
e
fino all'ultimo
costanti amici dell'illustre ed infelice
suo
E
respiro.
stesso,pensando alla
soave
certo io mi
commozione
compiaccio
onde il suo
sarà compreso
quando le perverrà questo libretto,
di rivivere in quegli
sicché le parrà forse per un momento
cuore
byGoogk
Digitized
264
—
anni
—
dolci ed
amari, nei qualiella ebbe seco lui si stretta
nedico
motivo
io beconsuetudine; ed anco
per questo speciale
le
poche
non
fatiche da
me
attorno
spese
a
questo
figliodell'arce
poema. Ella lo troverà, spero, veramente
antica,cioè,a senso
mio, in sommo
grado eccellente;e
degno
tanto
di
del
Foscolo,che
temo
io per questa parte non
le gloriosesue ced' irriverenza verso
neri,
accusato
essere
che
per averlo dato in luce. Cosi potessinutrire qualfiducia che le povere parole della mia prefazione,
e
cui ho cercato di supplirealle note fossero per
con
quelle
sembrare
affatto
indegne del rimanente! Ma checche
sia di ciò,ella accolgacon
benigno animo V esemplarea
lei destinato,
guardando unicamente alla bellezza dei versi
del suo
memoria
amico: per gli stessi titoli
e alla sacra
si compiacciadi deporre l'altro esemplare,che pure le
non
invio,fra i libri del Museo
Britannico
cui ella meritamente
a
ed io sarò pago d' esser
reputatoin
dà lei,signormio onorandissimo.
ogni
presiede;
occasione
Suo
devoto
servitore
F. S. Oblandini.
Italia,Livorno, a
20.
A
—
Onorando
dì 4 febbraio
1849.
Holland
Lord
a
Londra,
signore,
io vi rammento
Ugo Foscolo (qualnome
signore!) che da quel giorno in cui le Grazie
Cantava
ai mortali
«
Fu
la celeste
più soave
rando
ono-
gnarono
inse-
armonia,
la fatica
e
il pianto,
Più liberale il benefìcio,
e grata
Del beneficio la memoria
E
i
chi
sa
....
»
versi mentre
quante volte egli ripetèquesti
dell'esiliogliparlavapiù dolce al
guai inseparabili
la
verso
gratitudine
la
famigliaHolland!
fra
cuore
le liberali
Che
byGooglé
Digitized
—
sibile libertà,siamo
L' animo
tale è pur
mi
mio
da
è oppresso
nostro
più tremendo
e
nuovo
in
che ci dovessimo
vaggio.
ser-
e
profondatristezza,
che ieri a Pisa
Mayer,
amico
di salutarli caramente
avrei creduto
Oh,
nome.
suo
ridurre
io
questiferri!
a
cuno
che, nel servirmi per iscrivere ad aldella famigliaCraufdrd,diquelcalamaio che la gentile
Non
avrei creduto
signora Caterina
anni
sono
dovuto
la
—
prossimia
quellodel
commise
non
266
per
sua
mezzo
Figlia mi
del medesimo
gettare sulla carta
pur troppo è così.
tristi eventi mi creda memore
cosa
qualila
mentre
pre^o
passo
di
al
mandò
piaceredi
donare
alcuni
amico
parole di
Ella però
di lei
presentare i
a
miei
Mayer, io avrei
tanto cordoglio!
Ma
sì nei
lieti che
di tutti i
e
più
cordiali
nei
suoi, ai
ossequii,
dichiararmi
Suo
dev.
F. S. Oblandini.
Italia,
Livorno,a dì 11 febbraio 1849.
22.
—
A
Sua
Eccellenza
il Lord
delle Isole Joniche
a
Alto
Commissario
Corfò,,
Eccellenza,
Il
libro
piccolo
che ho l'onore'
d'inviare
all'Eccellenza
Vostra in
doppioesemplarecontiene Le Grazie,la più lunga
e forse la più perfetta
poesiaoriginaledi Ugo Foscolo,e
quellanella qualecon più nobili ed affettuosi versi Egli
abbia salutato la sua
Zacinto. Quindi io a cui,
materna
la fortuna ha concesso
dopo lunghi studi sugliautografi,
oltre
di pubblicarla
integrità,
per la prima volta nella sua
vent' anni dacché queirillustre infelice discese nel sepolcro,
dovere di offrirla
ho reputatoesser
quasiun religioso
per me
dov' eglinacque. E per
in dono alla gloriosaTerra
raggiungere prontamente e con piena sicurezza questo
alla Eccellenza Vostra, pregandola
scopo, ardisco dirigerla
di essi esemplarivenga
acciò si degni ordinare che uno
Digitized
by
267
?^
—
nella Biblioteca del
depositato
quelladi cotesta Capitale.
E
non
Liceo
di
Zante, l'altro in
Eccellenza
nella speranza che alla bontà di Vostra
sarà discaro di accogliere
queste mie preci,passo a
dichiararmi
col
più profondorispetto
Deir Eccellenza
Vostra
Dev.
sery.
F. S. Orlandini.
Toscana, Livorno,a di 21 giugno 1849.
23.
Al
—
Professor Silvestro Centofantia Pisa.
Onorando
In
signor mio,
ai tanti
mezzo
finalmente
torno
a
sapienza nella
dallo
pubblicata
si miserandi
e
sentire
sfida di G. Montanelli.
di
voce
Dichiarazione
sua
Statuto
una
delirii di
e
Ne
pi,
questitem-
vera
del
e
15
nima
magna-
corrente,
dalla
Biforma, in rispostaalla
ringrazioDio, e dico fra me
è quaggiuso ogni valore
compiacenza:«Non
pio
esemRingrazio altresì Lei per questo nuovo
spento,
di costanza in quei principii
di civiltà,
veranno
che, spero, salil mondo
da una
novella barbarie più schifosa
anche dell'antica,
perchèperpetuamente contestata dalla
coscienza di queglistessi che la professano.
Io sentiva il bisogno di attestarle in questa solenne
stesso
con
»
—
i miei
occasione
accolgacon
sentimenti
di riverenza
di affetto. Gli
e
benevolenza,e mi creda sempre
Suo
aff.
F. S. Oelandini.
Livorno, 16 novembre
24.
—
HI.
Al
Console di S. M,
Sarda
in Livorno.
signor cavaliere.
Desiderando
Monumento
B,
1849.
io di contribuire
Nazionale
che
è per
come
posso al
Torino alla
meglio
inalzarsi in
byGoogk
Digitized
268
—
del
memoria
Magnanimo
Re
—
ardisco
IndipendenzaItaliana,
insieme
inviare
della
martire
inauguratoree
V. S. illustrissima
a
questa la mia caténa d' oro da orologio,
pregandola
lo crede inopportuno,
mi faccia il favore
che, se non
con
di farla
alla Commissione
che ha cura
o
pervenire,
le offerte per detto Monumento
tri
o a chi alraccogliere
sente
più le sarà in grado,purché l'effetto sia che il valdi questa venga erogatopel detto sacrosanto
scopo.
di
Ed
questo
ove
fosse creduto
dirne
con
dell'animo
voto
inutile destare
non
parolain alcuno
una
mio
venisse
in altri lo stesso
«
Poiché
a
agi'Italiani dee
y"
mento
che
desti accordo
y"
»
di denari
venti
lutto,che sole
e
di odiosi
cosa
al Monumento
d' oro
catena
ogni
orna-
colori,il sottoscritto
Nazionale
da
del Re
del
orologio,
peso
mezzo.
"
Un
l'onore,
signorConsole,di dichiararmi
Ho
la
convengono
ora
sbandirsi
particolarmente
offre per contributo
Carlo Alberto la sua
»
e
nome,
dipressocosì:
un
dalle vesti di
y"
pensiero
subalpini,
periodici
deglionesti
desidererei che fosse celato il mio
fosse accennata
appagato, e
Toscano.
"
profondo
con
rispètto
Di
V. S. illustrissima
Dev.
serv.
F. S. Orlandini.
Livorno, 28
25.
Alla
—
da
Ì849.
signora Rubina
Onorevole
Fino
novembre
Foscolo-Molletta
a
Venezia,
signora.
quando
la Fortuna
mi
di
raccogliere
riordinare nella loro integrità i maravigliosi
€
Inni, coi
pii
quali l'illustre suo Fratello Ugo cantava le Grazie,conceil pensierodi consacrarne
un
a
lei,
esemplarespeciale
onorevole
signora,sola,per quel ch'io sappia,superstite
concesse
Digitized
dby
269
—
della
scrittore. Di
famigliadi queiralto
feci
pubblicai,
tirare
—
appositamente
pev
fatto,quando gli
lei
quelloche
le
stinti,
questa mia, che è il secondo dei dodici disecondo il costume
destinati,
già tenuto da Ugo, ad
perverrà con
altrettanti
congiuntidi
o
Le
dolorose
lui
vicende
della
amicissimi
o
d' Italia mi
hanno
sua
moria.
me-
impedito
finora di farlo
pervenirealle sue mani. Ora finalmente io
la prego ad accoglierlo
ricordo di glorie
e gradirlo
come
di affezioni domestiche,rispetto
e
a
lei;e rispettoa me,
tributo di riverenza alle ceneri d'Ugo e alle virtù,
come
di Vostra Signoria.
Colgo questa favorevole occasione per ofirirmele ora
e
sempre
fortunato
animo
con
caldo
e
potessifare
ove
piacere.
Si degni di
sincero; che
alcuna
mi
reputerei
le
che
cosa
recasse
credermi
Di lei onorevole
signora
Tatto
suo
F. S. Oblandini.
dì 1^
Livorno, a
26.
—
aprile1850.
Al
signorFrancia
a
Casale,
Signormio pregiatissimo,
Tant'è, io
se
non
coi
corrispondenza
epistolare
la cui princon
Santi,e particolarmente
quelli
cipale
non
virtù è la
tantino
mi
posso
avere
pazienza.Anche
dMntolleranza,certamente
volterà le
diploma di
spalledopo
malcreato
avermi
un
che
santo
fino dalle
speditoun
villano. Ella vede
sappiaun
belle prime
amplissimo-
adunque, signor
V ho difatti,
che se io ho la fiducia,
come
pregiatissimo,
che ella sia per accogliere
questa mia, scritta quasi un
mese
dopo che da lei mi fu inviata la graditasua del
dichiararle che io la
1° gennaio,vengo implicitamente
a
Davvero, per lasciare lo
reputo un santo,e de' più perfetti.
mio
byGoogk
Digitized
270
—
—
scherzo,forse inopportuno,prima di rispondereal precitato
debbo
foglio,
suo
al
al
quale sono
scusarmi
forzato
stato
più presto che
fosse
fosse per
non
di
ed ultimo
timore
che l'indugio
gillo
il si-
mettere
a
altre ed
sopravvennero
tolto di corrispondere,
come
accuso
me
tantoché finora mi è stato
altre,
io doveva, alla sua
gentilezza;
ne
del che mi
lenzio,
si-
blicare,
pub-
Sciolto poi da quellacura,
quellacompilazione.
a
di
come
una
colpa,e
la prego
che
perdoni.
Accetto
r
il terzo
possibile,
impedimento
recare
lungo
dalla necessità
del Foscolo,per
dell'Epistolario
volume
mi
lei del si
seco
che ha
anno
i suoi felici
suo
Del resto, siccome
a
anche
le
costanza
e
con
quanto la Provvidenza
consigli.
buona
Ella m' invita
a
dirle
se
miri
a
le mi-
le
sono
piacciadi
ceri.
sin-
meno
necessarie
procellesono
partidella Natura, così
nudrito
cuore
sembra
di speranza
nei suoi
maturare
in Toscana
si usi alcuna
che equivalgaall'intercalar
speciale
ripetein ogni suo
esprimere ciò che uom
di tutto
auguri!per
traverso
che
non
serotini,
nelle
per ristabilire l'equilibrio
aspettiamocon
corso
e desidero
procelle,
miei, che sebbene
i
accettare
il
incominciato
d'imminenti
naccie
V animo
tutto
con
rola
pa-
del Piemonte
discorso.
intendere
che
pare di dovere
certi viziosi riempitivi,
dei quali usa
mi
Ella
per
Prima
con
ciò
sovente
chi
è tanto o quanto incolto o stentato
se
parla,specialmente
nel favellare;
come,
per esempio,la parola dice ripetuta
infinite volte
entri
essa
dunque
a
su
chi racconta
da
{ ragionamenti altrui,ci
la
parola mira sulla bocca de' Senesi;il
il figurisi
lei; il per dirla
quellade' Fiorentini;
o
no;
lei; il m'intendo
da
me;
il siamo
picchiae martella
ecc.
propositoche
generale noi
quelloche
io
ne
in
ecc.
ecc.
di
Ora
il dagli,
conto;
io le dirò
su
sto
que-
pure in Toscana, per
soliti a chiamare
intercalare
so, siamo
questiviziosi riempitivi
; nel qual senso
che il detto termine
buon
non
è usato
simo
per altro è verisnei Dizionarii. Ma
byGoogk
Digitized
271
—
—
tutto, trattisi
è, né può esser
pur troppo, nei libri non
delle linguevive, o, più,delle morte. La parolaripetizione
anch' io che
penso
che forse
è
non
Comunque
ritornello.
sia di
Firenze
e
che da
ov' io
(per dirlo
alla
me
festiva
veramente
cosa
parolee
frasi di
lungo discorso
un
e
un
tutto
ameno
capo
era
minciava
Cooriginalità.
Figurisilei,m'intendo
non
opportunamente
mi
sorridere. Anzi
senza
—
ecc.
Paulo
majora
canamus,
—
Vidi nella Gazzetta Piemontese
la lettera diretta dal
nuzzi
nato, per
son
alle labbra di moltissimi,ed
fiorentina)
molto
da
dir
di taliviziosi riempitivi,
da
rapiti
formato
una
giovinettolessi
tercalare,
parolain-
anche
spessissimo,
sentita
esprimerequellaviziosa abitudine di
mero
riempimento,che spesso ci fanno
rammento
della
ciò, sul conto
d'averla
fra Siena
nelle campagne
spiegatodella parola
bene
nemmeno
ricordo
mi
cesi,
il refraindei fran-
a dovere
spieghi
non
sulla
professorParavia
del verso
interpretazione
nuova
all'abate
di Dante
Ma«
ché
Sic-
il pie fermo
una
il più basso. » Anzi ai dì pasera
sempre
sati
gentildonnache abita in Torino mi scrisse su
anch' essa
questo argomento, richiedendomi
Risposiche,per quanto ingegnosa,non
vera
la
nuova
del
interpretazione
io dico lo stesso
di addurre
a
ragioniche
mi
parere.
sembrava
chiarissimo Paravia. Ora
lei,signor mio
le
del mio
e
pregiatissimo,
fanno
mi
curerò
proin
opinare tal
guisa.
Premetto
che
la decisione
siccome
d' un
il professore
Torinese
valentissimo
Manuzzi, io lascio d' esaminare
ha
cato
invo-
filologo
qual è l'abate
la
questionesotto l'aspetto
che pie fermo possa significare
e suppongo
non
filologico,
solamente pie che non
si muove,
ma
anco
(antonomasticamente) pie destro,cioè il più vigoroso dei due piedi.E che
avrà fatto per avventura
un
gno,
guadaperciò?La filologia
la
filosofia
che nel caso
vorrà
ma
non
contemplato
pie destro,
pie fermo significhi
della vita si ritrovò in
Dante
—
una
nel
selva
ove
del
mezzo
mino
cam-
smarrita
era
byGoogk
Digitized
272
—
la via diritta. Finché
necessità
andare
per questa selva,dovè per
le tortuosità del malagevole cammino
eglivagò
dove
lo conducevano.
andirivieni
che le
vede
giunge
—
Finalmente
quei serpeggianti
colle,e guardando in alto
pie d^un
a
spalledi
da
già illuminate
sono
esso
dal sole
nel
egli,non senza opportunitàsomma
drittoaltrui
caso
presente,appella ilpianeta Che mena
Allora riconfortato si volge indietro a
per ogni calle.
rimirare il periglioso
oggipasso, da cui spera di essere
mai salvo: si riposa,
salire
al
la
via
e posciariprende
per
monte.
Questo è il massimo punto. Nel riprenderla via,
s^ avanza
eglia dirittura su per la pendiceper giungere
quanto
ovvero
più presto allo scopo de' suoi desiderii,
piega alil passo obliquamentee quasi
a
destra,e move
sicché il pie destro rimanga semin modo
semicircolare,
pre
dritto io penso né
più basso del sinistro? Cammina
dritto: 1® ^perchèil viaggiatore
può essere altrimenti. Cammina
animoso
dei luoghiquale
e privo della esperienza
T Alighieri,
si sente naturalmente
era
poeticamente
tato
porla
linea
alla
retta
a preferire
pre
(Occorresemobliqua.
sforzo della riflessione per agire altrimenti,
ma
uno
Dante non
era
e
per anche addottrinato dalla esperienza,
chè
2° Pera
consigliarlo.)
Virgilionon era venuto ancora
del viaggiarein senso
obliquoDante ne aveva avuto
che
spunta,e
che
"
—
»
—
più
che
selva
abbastanza, finché
selvaggiaed aspra e
egliriconfortato per
che
mena
andarvi
avesse
forte.
preso
—
venisse
errare
3° Perché
veduto
aver
dritto altrui per
raggi il dilettoso monte,
dovuto
aveva
sersi
dopo esfinalmente il pianeta
se
ogni calle vestire
a
per la
narrarci
che
dei suoi
egliper
obliquo,ci direbbe
natura, la quale vuole
il cammino
cosa
che
leggi eterne di
quando un oggettoc'interessa e ci esalta,e crediamo di
avvicinarci a conseguirlo,
diamo
prenper arrivare alla méta non
la via più lunga. 4° Perchè se dopo essere
uscito
dalla valle riposòil corpo lasso,
si può né si dee ragionevolmente
non
fresco di novella lena,
supporre che egli,
contraria
alle
—
byGoogk
Digitized
274
—
—
miglioramentointerno (Pargatorio)
per giungerea
Bene
il
(Paradiso.)
conseguire sommo
zùme
o
Livorno, gennaio 1854.
27.
JI
—
Francesco
cav.
De-Larderel
in Livorno.
Pregiatiss.
signorcavaliere,
Debbo
cominciare
dal chiedere
la
sua
indulgenzaa
mio
colla presente;
per l'ardire che ho d'incomodarla
siccome io credo che fra le lettere e le arti esista un
favore
ma
poichéquesteultime
vincolo molto stretto,e
la
se
prosperare
ad
scriverle.
a
Negliultimi
mesi
in Firenze
conoscere
del decorso
un
Pazzi,il quale si
più
possono
loro
la
non
mano,
porge
duce
esporleil motivo che m'in-
saggia dovizia
più,vengo
perciò,senza
non
anno
ebbi occasione
di
gnor
giovinescultore Ravennate, il siè proposto il bel disegnodi modellare
in gesso per suo piacereed esercizio il busto dei
illustri Poeti e Filosofi Italiani di questo secolo,
ed
fieri,
già eseguitial naturale,come
quellodi AlQuesti gessi
quellodel Foscolo e quellodel Leopardi.
alcuni
ha
ne
da
stati veduti
sono
molti,ed
a
tutti
sono
sembrati
vori
la-
Anzi alcuni amici
pregio assai più che comune.
il pensierodi farli
dello scultore glihanno fatto nascere
in mano
tografìa,
intanto in lidisegnare di mano
per riprodurli
onde adomarne
poi un libretto di componimenti
di
che dovrebbe
ed
—
far
stamattina
ed
palazzo,
sempre
avendo
delle
più
quanto, anche
benemerita
dell'artista,
letti.
più la memoria di quegliintelnarrarle ingenuamentecome
io proseguirò
a
del suo
passandodavanti alla porta principale
onorare
Ora
al pubblico
il concetto
conoscere
non
cubito sentito
nei
scorto
a
belle statue
popolatodi parecchie
altresì
moderne, e sapendo
caso
l'atrio
tempi passatila
sua
solo dei mestieri,ma
nascere
in
me
famigliasia
stata
anche delle arti,ho
il desiderio di richiamare la
byGoogk
Digitized
275
—
sua
sopra il concetto
attenzione
dello
affinchè
scultore,
le piacessedi adomare
avventura
per
—
sala della
se
stanza, per
una
splendidadimora, con antico
costume, si compiacciadi pensare un momento
signorile
la detta speciedi busti eseguita in marmo
se
potrebbe
esempiouna
al
essere
In
caso.
quanto al signor Pazzi,ho tutte le
di credere
piacere,e
vero
da
che
T
sua
la
accoglierebbe
eseguirebbecon
gioni
ra-
commissione
impegno
sommo
con
e
non
artista venale.
A
lei,signor cavaliere,
soprabbondanoi mezzi per fare
riscontrare in Firenze se quanto ho osato scriverle a questo
propositosia
che tornare
ad
a
vero
chiederle
sicché
no;
o
altro
del mio
scusa
mi
non
resta
ardire,del quale
della purezza
delle mie
ogni modo, consapevole
e della sua
gentilebontà, non so pentirmi.
Si degni di credermi
Suo
zioni
inten-
devotis5.
F. S. Oblandini.
Livorno, 11 febbraio 1856.
28.
Mìo
€rio, Batt. Niccolini
A
ed onorando
caro
quando io ed il
l'Epistolario
d' Ugo
Fino
da
raccolto
deUe
—
più grate
signore.
mio
amico
Foscolo
Mayer avevamo
la stampa, una
per
imagini che ci arrìdesse èra
offerto
avremmo
Firenze,
a
un
esemplarea lei,e
quellache
ne
che ella lo avrebbe
lissimo
uno
specchiobelbenignamente,non tanto come
del cuore
e
dell'ingegnodi quel grande che la
accolto
chiamava
fratello,quanto
perpetua
affezione
e
ancora
reverenza
come
un
verso
stra
pegno della nodi lei,nostro
padree maestro. Mi gode V animo di poterealmeno adesso
del rammentato
adempiereil primo voto, pure in nome
mio amico, nella speranza che a lei piacciadi appagare
anche
il
secondo,accettando
con
la usata
sua
benevolenza
byGoogk
Digitized
276
—
—
del signor D. Giche le invio per mezzo
di riveChe se un giorno mi fosse concesso
derla,
i tre volumetti
nanneschi.
di toccare
e
alti
io
—
quellamano
ministra
sì operosa
,
degli
pensieridella
fra le apparenze
delP ozio,
mente
sua
di quelle
consolazioni che valgonoa compensare
provereiuna
molti
avuti in
dolori. E
molti,oltre
questiultimi tempi ;
rinnovano
appunto
in
e
io
pubblici,
i
^
ora
questo giorno,e quest'
del
la memoria
me
ho
ne
più
acerbo
di
tutti.
Or io le
gratoanche
sono
permettendomidi
scriverle
Suo
del conforto
che mi procura
di confermarmi
e
affezionatiss. e sincero ammiratore
F. S. Oblandini.
Livorno, 25 febbraio 1855.
29.
AUa
—
Onorevoliss.
Del
de' versi mi
arte
Bon-Brenzoni
Verona.
a
signora.
ingegno,del
suo
divina
Caterina
Marchesa
suo
son
cuore
e
sapere nella
i suoi Canti Dante
del
testimoni
suo
Cieli,componimenti,a parer mio, de' più
belli che abbia veduto l'Italia in questo secolo;e questo
e
Beatrice
i
e
cominciassi
bastava, perchèfino da quando io glilessi,
tributare
lei nel mio
a
sacri intelletti.Ma
io
onore
segreto quell'
non
Giuliani
e
suo
ignotied
Ed
bontà
il dottor Alessandro
versione
Torri
della
mi
non
avessero
gentilebontà
i segnidi riverenza
nell'accogliere
anche
l'
del-
degli
oscuri.
io ho
ora
sti
que-
se il signorprofeslealissimi,
sor
incoraggitoa farlo,narrandomi
animo
che è dovuto ai
avrei osato mai manifestarle
sentimenti,ancorché
miei
a
bisogno d'invocare
tutta
questa sua
che ardisco inoltre inviarle certo mio
delle
gentile
saggiodi
Georgiche di Virgilio.Colle brevi parole
ho annunziato
che vi ho premesse
schiettamente ilmotivo
di tale pubblicazione;
in quanto a lei,mia signora,
ma
byGoogk
Digitized
277
—
stimerò fortunato
lo
fantasia,
farà
Si conservi
lavoro,se,
in tanta
della seconda
degno
al decoro
creda
mi
e
il mio
—
del
suo
lettura.
della Patria
e
sesso
candidamente
creatrice
sua
quale
le offro
me
mune,
cocon
tutto l'animo
Di
lei,onorevoliss. signora,
Devotiss.
ammiratore
F. S. Oblandini.
Livorno, 6
30.
Mio
Lessi
del 28
luglio 1856.
Al
—
caro
con
e
signor Mercantini
stimatissimo
signore,
affettuosa gratitudine
la cordiale
novembre, pervenutami per
amico
Mayer,
ma
ho
non
d'ora; la prego a scusarmene.
fama, e nei suoi bei versi
isperavache
di
se
all'invito
del
ella m' inviterebbe
mi
occupazioni
alla
famiglia,alla Patria
farò di tutto onde
mia
più
Ho
delicato
più
spesso
ricevuto
e
forse migliore.
di
avere
non
pia
sap-
corrispondere
parecchieore
edizione di tre opere: del
amico mio pocanzirapito
ed alle Lettere.
Nondimeno, io
inviarle per il suo
giornalealcuna
potrò.
meglio che
poi il primo numero
e
nella santa
cortesia,ancorché
aUa
un
peraltronon
coadiuvarla
a
quanto pure vorreL Oltre ad
Benedetti,del Foscolo, e di
la nobiltà della
cuore;
suo
permetteranno
giornooccupate,attendo
il
mune
co-
già per
conosceva
veduto
aveva
scrivere
le mie
del nostro
mezzo
Io la
per il sesso
Io la ringraziodi tanta
opera
lettera
sua
prima
potuto risponderle
mente,, e la gentilezzadel
sua
Genova,
a
della Donna
anno
cosa
II,
la
di cuore
ringrazioveramente
ciuto
per quanto si è piadi dire de' miei poveri versi ivi riportati,
e più di
quellidella povera Amata, anima carissima e rara di cui
le manderò
presto un racconto intitolato le Bugìe, scritto
e
pure
non
da
essa
verso
il
sarà da lei stimato
sarà tenuto ad
suo
tredicesimo
degno
ogni modo
di
aver
caro
anno,
ed il qualese
luogo nel
come
le
suo
più care
dico,
Periocose.
byGoogk
Digitized
278
—
Intanto
ella mi
scriva
—
gli associati alla Donna, e
faccia inviare i numeri
me
ne
qui a Livorno ove abito,
Via delle Galere n**2, 2^ piano.E qui pure ella mi cerchi
mai io potessifar per lei alcuna cosa
che le riuscisse
se
gradita.Mi abbia per
leale
ora
e
fra
ammiratore
suo
nell'amore
sempre
ed amico
delle lettere
e
sincero
e
dell'Italia.
F. S. Orlandini.
Livorno
31.
Alla
—
Mia
In
dicembre
....
giovinesignora Corinna
alle
ben
sue
richiamare
melanconica
Vi
Donna,
La
e
il
ben
nati amici
sue
troverà
tutto
una
moria
me-
gli ultimi versi
somigliò,e che se
una
arriderebbe
arride ad
certo
come
nozze,
buoni, mi
dico
inviandole il n** 9 del Perio-
soave,
sulla terra
ancora
dei
spiritoad
gentilesuo
e
prosa
che le volle bene e la
di un' angioletta
fosse
cui prendono
augurate contentezze,a
parte tutti gli animi
permetto di
Dussauge, Livorno.
signoraCorinna,
cara
mezzo
1856.
visibilmente
alle felici
dal cielo in modo
esse
alieno dai sensi mortali. Ella forse farà
giorno
tanto
a
il racconto
compierela
sua
leggereun
che la canzoncina ai figli
che verranno
felicità e quella
suo
dell'egregio
sposo; ed ella si ricorderà anche allora della povera Mariannina Amata, e si ricorderà pure di me, che se ora la
richiamo
se
estranea
meste
a
è
vero
rimembranze, credo di
che un'aura
di mesta
alla letizia delle anime
Accolga
dell'Adelina
i saluti
e
farle
grata:
in-
cosa
pietànon
è
cosa
elette.
le felicitazioni
Puccioni; mi
non
rammenti
più
schiette anche
alla
e
famiglia,
mi
creda sempre
Suo
affezionatiss. osseqaiosiss.
F. S. Orlandini.
Livorno, di
casa,
3 marzo
1857.
byGoogk
Digitized
—
32.
Cara
—
giovinasignora CHulia Niccólai,
AUa
—
279
signorina,
pervieneil fascicoletto delle Letture di
stampato il suo componimentosui doveri
Stasera mi
Fa^
dei
migliaove è
che le ha fatto conseguireil premio,e subito le
fanciulli,
Le
lo mando.
dissi
io desiderava che ella lo
già come
cettasse
ac-
ed
cambio di proposito,
da me; ma
ora
da chi ha auinvece la prego ad ottenermi la permissione
torità
frirle
sopra di lei,ed a permettermiella medesima, di ofin dono
in dono tutto ilvolume
tostochè sarà
avverrà
111 di
questa collezione.
il numero
pubblicato
seguente.Io,
ne
degli azionisti di questo Periodico,
regolarmentetre copie; sicché ella vede che senza
uno
come
incomodo
Le
posso
il ranmientato
della mia
ricevo
mio
offerta.
farle sì tenue
grato dunque
sarò
Ciò
di tal
volume
favore;e più se
come
ella
cetterà
ac-
attestato
piccolo
un
soddisfazione per Y aggraziatadiligenza
con
cui
ella procura di esporre in carta i suoi pensieri
; ilche mi
in cui ella è stata ammaestrata
porge un ottimo concetto del modo
di
addietro,e mi fa ottimamente
augurare
lei per l'avvenire,se continuerà per la stessa strada.
in
Mi
creda intanto candidamente
Suo
affezionatiss.
F. S. Oblandini.
Livorno, di
33.
Al
—
Onorando
casa
20 giugno 1857.
marchese
Gino
Capponi a
Firenze.
signormarchese,
Ardisco inviarle
copia di
un
voto
in
versi,
quattordici
cui io accompagnava
le bene auspicatenozze
signornipotecon la figliadel signor Marchese
del
con
tìco. Non
che il voto
so
ciò che ella penseràdei
non
le
versi;ma
parrà indegno delle
due
suo
di Laiasono
certo
Prosapie,di
byGoogk
Digitized
—
Lei,e di questoconnubio.
280
Ho
—
fiducia
pertantoche
ella sia
tanto più
animo con cui io V offiro,
per accettarlo con quell'
che come
di ofiErirloanche
a
Lei, intendo implicitamente
alla
signora marchesa
Marianna;
mentre
d'ambedue
mi
dichiaro riverentemente
Devotiss. servitore
F.
S. Oblandini.
Livorno, 16 del 1858.
34.
giovanesignora Ottavia De-Larderéi,Livorno.
Alla
—
Gentilissima
Nelle
venuto
vagliata
gravi sventure onde la sua famigliaè stata traa
questiultimi tempi,il mio pensieroè spesso
tacitamente
a
lei,ed ho fatto voti perchè se il
tanti
cielo le dava
si che
fiore della
r
signorina,
non
le desse anche
dolori,
ne
rimanesse
giovinezza.Ma
sua
la forza di portarli,
sopoffeso
il
troppo
più bel
poiché non
ho avuto
mai
di manifestarle direttamente questimiei sentimenti,
opportunità
ultimamente
il
io pregai
suo
mentarmi
signorpadre a rama
avo.
suo
per
sommi
lei in occasione
Ora
dell'acerba
perditadell'egregio
tentato di raccogliere
avendo io
peraltro,
lodi
versi le principali
capi in quattordici
che
cittadino,ardisco
quest'ultimocome
al ramd' inviarli a lei,acciò si degni offrirliin mio nome
mentato
suo
signorpadre,giacchého fiducia che, presentati
in tal guisada una mano
luì sì cara, gliriesciranno
a
graditi.
ella intanto accetti le ingenue
Coi miei ringi*aziamenti
di
protestedi quellariverenza,con cui passo alP onore
io
credo
dovute
a
dichiararmi
Di
.
lei,gentilissima
signora Ottavia,
Devotiss. servitore
F. S. Oblandini.
Livorno,25
luglio1858.
byGoogk
Digitized
282
—
di
—
di quel Poeta
giustala bella espressione
immortale che primo preparò questo mirabile risorgimento,
si appresta a festeggiare
il
e di cui r italica gratitudine
valore havvì
sesto centenario. £ poichéfra le partidi esso
in vaso,
vaso
la
pure
protezionedelle
questola
Società Promotrice
più desidera
civile,
per
scopo
del monumento
che d* implorareanco
del monumento
a
a
Dante
l'alto Vostro
nulla
nio
Patroci-
stesso. Ed
è lieta cosi di gervi
porche
le
ranno
occasione,
quando generazionifuture si riuni-
a
e
arti intente
prò
per celebrare il settimo secolo dalla nascita del Poeta,
della fama di quelleopere illustri
V Italia risuonerà ancora
di cui date,si nobile
di quel tempo
gl'Italiani
presagio,
allora nel fiore
potranno dir riverenti : Anco quelPrincipe,
di
deglianni, contribuì ad innalzare il primo monumento
espiazionenazionale alla sacra ombra dell'Alighieri.
Firenze, 1 aprile1864.
37. -^AS.A.
n
la
B, il
Altezza
Reale,
modello
della statua
cooperazionedi
scultore Enrico
sarà
innalzata
del
tutta
Principedi Carignano,
monumentale
Italia si sta
a
ora
Dante, che
compiendo dallo
Pazzi, e che nel maggio del futuro
per
celebrare il sesto
con
centenario
anno
dalla
scita
na-
Poeta,fu
per la prima volta espostoai
pubbliconelle sale della E. Accademia di belle Arti in
sommo
questa città
nella fausta occasione
lieta della
congiunto e
cui
ceva
Y. R. fa-
prossimo
presenza la Toscana, come
di quell'Augusto
Monarca, alla
rappresentante
sua
italica Corona
perba
questa provinciaanderà sempre suavanti di ogni altra,
ceduto il proprioserto.
di avere,
ben giusto che la rammentata
impresa facesse il
che
di un Principe
primo passo sotto gliauspicii
generoso
aglialtri suoi titolidi gloriaaggiunge pur quellodi splendido protettoredelle Arti. Da
questo complessodi ben
della squi«
nonché dalla esperienza
auguriose circostanze,
Ed
.
in cui TA.
era
byGoogk
Digitized
283
—
sita
benignitàdell'A.
toglieardire
il vostro
alto
il
concorso
—
V, R. la Società
numento
promotricedel mopresentarsia Voi, per implorare
di
ad
patrocinio
un' opera, che dovendo
di tutta la Nazione ad onorare
la
che
non
meno
dell'Alighieri,
legame che novellamente
Real
Prosapiache
da
a
confermare
uni Italia
anticipate
speranze
ria
memo-
quell'indissolubile
tutta a quella
porta in fronte l'astro della
secoli
redenzione,Voi,nobilissimo germe
sua
mere
espri-
che i nostri voti
di essa,
ne
porgete
ascoltati.
saranno
Firenze,1 aprile 1864.
dS.—
Al
delle Corrispondenze
signorFrancesco Martini Segretario
della B. Accademia
Valdarnese
del
Poggio
a
tevarchi.
Mon-
Illustrissimo signore,
Quantunque
che
io senta
cotesta
di
sentimento
l'onorevole
meritare
illustre Accademia
ficio
uf-
compiacque di
si
parte la
sì alto favore,
faccio in me
tacere quelgiusto
il condi verecondia che mi consiglierebbe
trario,
commettermi, tuttavia,per
gratitudinedi
non
ed accetto l'incarico di Presidente
medesima
a
tenore
della
in
almeno
mostrare
cademia
della illustre Ac-
uf"ciale
partecipazione
della S. Y. illustrissima del di 6 del decorso
Mi
che le condizioni della mia
auguro
del mio impiego mi consentano
maggio 1864.
salute e gliobblighi
di corrispondere
meglio che per me si possa a tanta benignitàdel Corpo
di preAccademico,al quale la prego, signorSegretario,
sentare
frattanto i miei più caldi ringraziamenti.
Frattanto mi pregio di dichiararmi riverentemente
?
Di
Lei, illustrissimo signore,
*
Devotiss. obbligatiss.
servitore
F. S. Orlandini.
Firenze,a dì 18 giugno 1864.
byGoogk
Digitized
IV.
LETTERE
Mio
Non
buon
amico,
avevi
mi
doppiamente
: e
questo
per
sono
piacere, perchè
opera
al
Oh!
a
storo?
Sotto
Povera
terio!... Addio.
la
tali
che
cui,
a
Oh
italiano
tu
dei
men
col
simo
mas-
eccellente
ed
mente
e
cote-
sembran
lingua
e
il
migliori
'illuminerà
volendo,
volti?
ri-
più
cri-
il
Tuo
affeziònatiss. Amico
De
Massa
la
veri
Iddio
non
avessi
e
ciuto
compia-
mente
amorosa-
da
essere
e
ti sei
leggerò
dicono,
d'Italia
Quand'è
catena
Ama
si
ringrazio
ne
che
egregio
primitivo
danno
Italia!
quel dono
per
di
suo
figlimaneggiano!
l Te
gratissimo. Lo
che
quanti
le labbra
e
suoi
e
farmi, di cui ti
italiano.
cuore
dimenticato
dunque
ricondotta
'
ORLANDINI.
SILVIO
FRANCESCO
A
Laugieiu
21, 1849.
2.
Pregiatissimo amico,
Ricevei
bravo
a
Prato
le carissima
Bianciardi, che
ancora
vostra
non
ho
acclusa
veduto
in
perchè
Digitized
del
una
a
Fi-
byGoogk
285
—
—
ho
potuto trattenermi che per poche ore; ma
che vedrò presto e con
piaceregrandissimo.Anche Lambruschini ha cercato di me.
Sarebb'egliper un progetto
comune?
A questigiornibisogna che i liberali onesti si
insieme per fare qualcosaa prò di questopovero
mettano
del quale si parla e si scrive tutta quella
popolo,in nome
non
renze
bella roba
che voi
Avrei
lettera
la vostra
voluto
che
voi
con
sapete.
tanto
nermi
più lunga per tratterispettoper le qualità
e
amo
sincero che avete
del cuore, e per l'amore
mostrato
per la morale istruzione del popolo: ma
della mente
sempre
e
parrà di parlarcon voi, e mi
lunga e piacevole conversazione. E
prometto già una
mile
Mayer, l'ottimo Mayer che fa? Già me l'immagino.Siè corso
sui campi lombardi per la
ai grandi antichi,
miglia
fae poi si è ritirato nella sua
guerra dell'indipendenza:
quando vedrò
Bianciardi
mi
aspettandol'occasione di
patrialo chiama. Chi nulla fece
tiene adesso
che
Ah
il campo.
di
correr
se
mi
non
urlare
care
impre-
e
sanguina il cuore
amicissimo
qualche nostro
dove la
nuovo
sksi
messo
pensando
nella
loro schiera.
'
Scrivetemi,se potete,lungamente.Affogato come
in tante
faccènde
di due
scuole
non
cruschevole,
lettera dei
parivostri,e
perchèsenza
il Vannucci
State
sano:
salutate
e
per
«sono
cademia
aggiunta nell'Ac-
di ricever qualche
par vero
ne consolo adesso più che mai,
mi
me
mi
pare
Mayer, e
d'esser solo
credetemi
con
e
diserto.
stima
ed
affetto grandissimo
Vostro
affezionatiss. amico
G. Arcangeli.
Pi»to 15, del 1849.
3.
Chiarissimo
Le
trovo
sono
nella
signore.
di benevolenza
grato delle espressioni
gentilesua
e
lettera,
che tali
non
che
potrebbero
DigitizedbyVjOOQlC
286
—
uscire da
cuore
per ìndole e per misero esperimento
Ella mi chiede,ad una
zione
prossimaedi-
buono
non
di dolori.
—
degliscritti d^Ugo,
lettera,nella
mia
facoltà di valisi
relativa al
nota
che ho detto
Ciò
Sventura.
—
è così
della dente
precedella
Carme
che
semplice,
non
vi
vedo
pregio;ma ella,o signore,è padrone di valersene.
La sua
prefazionee le note dicono egregiamente,ne
L'aw.
m'accorgo di cose da mutarsi.
GiuseppeVisconti
di Lodi era
simo
amicisuomo
giovane con moglie e figliuoli,
del povero Ugo, e lo trasse talora d'impiccio
con
—
—
fraterna
generosità.Stava
ma
ebbi occasione
non
momenti.
Dopo
—
—
Foscolo
Lodi
ebbe il conte
seco
venne
se
a
detto
Giovio
lano,
Mi-
non
per
dai
diman-
ch'egli
della
particolari
Benedetto
militava,ed
più cari. Benedetto
mi
noti i
son
spesso
di lontananza
lunghianni
mi
veniva
e
di trovarmi
Visconti,e
i defunti. Non
tra
vita.
i miei
dell'aw.
contezza
era
a
sua
fra i suoi
valente,
pienod' onore.
delle vittime della guerra di Russia;aveva
Fu ima
rato
supele battaglie,
ritirata
nella
estremi
sforzi
ma
gli
non
dove. Ugo lo
so
erano
adeguatial ferito,e cadde non
chio,
piansedirottamente,e lo pianse tra le braccia del vecvenerando
di saGiambattista Giovio, uomo
conte
pere,
di cristiane virtù. Il vecchio era,
di gentilezza
e
di que'piissimi
Alessandro
Volta, uno
come
sapientiche
volentieri colla
contro l'uso di que'giorni si misuravano
tori
in luce il Vangelo.Dotcredente filosofia,
e ponevano
non
era
forti di zelo,ispiravano
dolci per affetto,
ma
rispetto
anche aglispìriti
più scettici. Il vecchio Giovio godeva
fosse l'amicizia
che tanta
d'Ugo
e
Benedetto, e quando,
lui,li benediceva con
di
congedandosida
Il padre sopravvisse
tenerezza.
più
religiosa
l'abbracciavano
—
La
figlio.
una
casa
dei
Giovio
è di
Como;
sorella di Benedetto, la marchesa
colta assai. —La
falce del
Il colonnello
crollata la
Ugo
Tempo
Brunetti
è
io conobbi
mesi
al
molto
Porro,donna
tuto!*—
passata,ed ha mieFelicia
era
uno
dei
e
prodi,
fu di quelliche mal
potenza napoleonica,
si
287
—
—
del
Involto nelle corrispondenze
pericolose
rassegnavano.
1815, fu processatocon Rasori,Lecchi, Gasparinetti
ecc.
ed uscì
altri per graziadopo breve pena.
Non ho
da alcuni anni: presumo
che sarà sceso
nome
con
—
inteso il suo
Que' nobili spiritivivono
grande fiducia,ed hanno palma di virtù
nella tomba.
i difetti.
superavano
La saluto distintamente
le
e
Dio,
in
ho
ne
che di molto
vere
sono
servitore
Obbligatiss.
Silvio Pellico.
Torino, 28 febbraio 1849.
Grazie,mio
signore ed amico. Davvero che
maravigliosa,e sulla riuscita della
avrei saputo contare. Per quanto
non
riverito
ella ha fatto opera
quale confesso che
ho
fosse mandato
veduto,ilPoema è lì tutto intero come
alle stampe dall'autore. E davvero
que
quellapoesia,comuntanto diversa da ogni nostro
e
sentire,che
pensare
fra essa e noi sembrano
correre
dugent'anni, è poi bella
veramente,
al
e
vi si torna
pensierodelle cose
bene meritato
e
meco
Di
volentieri come,
morte.
delle nostre lettere
al
e
dell'onore
nuovo
dunque la ringrazioe
ella ha molto
del
Foscolo;
tese.
troppo cor-
solito ben
è mostrato
Suo
questa disperazione,
Dunque
poi si
suo
in
mi confermo
di
cuore
devotiss. servitore ed amico
G. Capponi.
Firenze,25 gennaio 1849.
5.
Chiarissimo
Ho
ricevuto
in
signore.
questigiorni,per
Vieusseux,una copia del Carme di
le Grazie,che ella ha favorito
del
sig.G. P.
lato
Ugo Foscolo,intitomezzo
mandare
'
in dono
a
byGoogk
Digitized
288
-
—
è mìo
dovere,
questaBiblioteca Laui'enziana. Io, come
solo la ringrazioquanto so e posso di quest^attodi
non
mi congratulo nel tempo stesso con
sua
ma
gentilezza,
lei del bell'onore che meritamente
si è procacciato,
dando
mansi bel parto di quel nobilissimo ingein luce un
gno.
Ho letto questiversi pieni di dottrina e di concetti
sublimi con
veramente
e di questo piapiacereindicibile,
cere
mi professoa lei infinitamente obbligato.
Mi è cosa
bia
gratissimache questa circostanza mi abverenza
procuratoil bene di dichiararmi,quale con ogni ried ossequiomi pregio d'essere
Di
V. S. chiarissima
DeTotiss.
Fbanobsco
servitore
obbligatiss.
del
Fubia
Bibliotecabio.
Firenze,31 gennaio 1849.
6.
Carissimo
dei Pisani
L'offerta
del
signor Orlandini,
prof.Berruti
destinano
ad
veramente
V
che doveva
a
innalzare
la salma
del
pochezza del
le
raccoglie
per
che
somme
monumento
un
a
Cari' Alberto
colletta fatta
Torino
di
avevo
nelle mani
Magnanimo,
Siamo
e
e
feci le
sempre
mandare
avanti
scuse
in
mezzo
gl'Italiani
è
pelfunerale
—
amico
dono.
trasmessa
nell'agosto.Mi detti cura
celebrarsi
che
Livornesi
della nostra
avanzo
quelmio
somma
chi
a
e
di scrivere
quellapiccola
che
giugesselà
nostre
per
la
tempo, amico, ad
dai nostri concitaggiungerviquelpiùche potremo avere
ta.
la colletsi vogliaorganizzare
in qualunquemodo
tisidini
Ditemelo,ed io son pronto.
n
Rancini,che
ritratto,era
oggi a
è
che
quell'incisore
Livorno
Così mi ha riferito chi
rammentargli che
lo
avevo
ha
fatto
il noto
per distribuirlo ai soscrittori.
incaricato di ricercarlo per
Centofanti
aspettavi.
è afflitto per
byGoogk
Digitized
290
—
questa mìsera
in
dobbiamo
terra
—
ed intellettoitaliano,
cuore
con
del
ringraziarla.
Questo lavoro
di ciò
Foscolo
ciò
quelloche fummo, e fare pensare a
che noi siamo. Ma forse i più sono
incapacial presente
di simili riflessioni. Ella ha tuttavia adempiuto a
un
tanto
dovrebbe
la
ricordarci
dovere
patria:onde
quelbene
colpanon sua,
—
Sono
voluto
onde
dalla
se
se
ne
ma
de'
tempi
anche
oltre
fiacchezza
non
la
sarà
aspettare,ne
se
verso
dei nostri
fossi stata indisposta.
ho
assai; pure non
la mia gratitudine,,
significarle
a
a
avesse
volta in Pisa
scortesia. Ove
parere
ella
scerla
procuri l'onore di conoaggiungerà con questo un nuovo
già le porto.E senza
più alla sua
di persona: si
obbligoaglialtri che
mi
gentilezza
e
all^universale
verrà
non
deUa
e
Foscolo,
infreddata
oggi
più
l'indugionon
alcuna
dovrebbe
le avrei scritto
tardare
venga
del
fatica
sua
che
Prima
ingegni.
la memoria
verso
mi
raccomando.
DeTotiss. obbligatiss.
serra
C. Febbucci.
Pisa 29, del 1849.
9.
Spero
che
tenermi
vorrà
signor Orlandini,se
che ella mi
al bel dono
non
per
isc usato, mio
prima
di
fece del Poema
oggi ho
gentilissimo
risposto
delle Grazie
del
Foscolo.
Non
ella lo
Vieusseux, io ero partitoper
il ritorno di Sua Santità,solamente
adesso mi ha
d'ora l'ho avuto
consegnò per
Gaeta, e
fatto tornare
il dono
La
abbia
prima
ore
vato
Roma, dove con molte altre cose ho troda lei favoritomi,
di cui le rendo graziemoltissime.
a
sua
è
prefazione
onde
tranquille
poesiala quale
destato
tanto
Allorché
al
me
potutoleggere:essa
alcune
nelle mani.
deve
mi
l'unica
fa
cosa
che
finora io
impazienza
aspettarecon
occuparmidella lettura d'una
al certo
essere
avendo
bellissima,
interesse in lei che è
del bello. Intanto
non
ho
voluto
profondoconoscitore
indugiarea porgerlei
byGoogk
Digitized
291
—
—
miei
da
Passando
ultimamente
più sinceri ringraziamenti.
Firenze comprai la nuova
edizione degli Scritti del
procurata dal Le Mounier
di
molti
parlarepiù
anni
ammiro,
creda
forse fra poco avrò
distesa di questo autore
che
a
:
sempre
obb. dev.
A.
Roma,
da
tati
tempi più aglistudi adatdei Sepolcri.
il maravigliosoPoema
Sno
18
casione
oc-
di cui in
e
cercai di tradurre
Mi
scolo
Fo-
soft.
Rbumont.
aprile 1850.
10.
Chiarissimo
A
signore,
dell'amico
mezzo
ch'ella ebbe
Emilio
la bontà
Tipaldoho
d'inviarmi, assieme
anno
gentilissimalettera del 1 aprile
Ed
—
oh
affetti! In lei trovo
il
Fratello,l'amico
alla
Signore,la
fatica
e
amico
della
del
la
con
lo
pagna.
accom-
da
mossa
santi
pitomi
troppo presto ra-
memoria, per cooperare
sua
impresa s' accinse e con esito sì felice
al suo
compimento. Ella si abbia,chiarissimo
mia più viva riconoscenza
la sostenuta
e per
quale ad
la condusse
vero
che
corr.
sentii l'anima
mi
come
ricevuto l'esemplare
ardua
pe'ldono
fattomi
che
mi
riuscì oltre
non
carissimo,e pe '1 quale,altro titolo in me
che quellod'esser sorella dell'Autore, crescono
ogni dire
trovando
vieppiùe
la di lei
gentilezzae le mie obbligazioni.
Aggiunga questo sentimento ben dovuto dell'animo mio
di lei a quellagratitudineche per un tanto lavoro
verso
le
professal'Italia
le sincere
colla
qualeho
Di
e
tutta
la letteraria
ceva
ri-
protestedi quellarispettosaconsiderazione
l'onore
di
essere
lei,chiarissimo signore,
Obbl.
Rubina
Santa
Repubblica,e
Maria
di
e
sempre
Foscolo
Mollena.
Sala, 9 luglio1850.
byGoogk
Digitized
292
—
—
11.
Chiarissimo
n
ritardo
è stato
pregata di
costà
nel
signore,
risponderealia
involontario.
fornire al
—
lettera del 25 gio
magV
hanno
le persone che
sua
Poiché
Bisorgimento le notizie toscane, che
potrebberopubblicarsi,
professanoi nostri prinnon
rispondenza;
cipiipolitici,
può esserci che utile di avere la loro cornon
e
la sollecitìidinee
con
debba
non
le notizie che
all'una
o
ella ci fornirà
del buon
di mare,
all'altra
derogarsiper giudiziodi
volere.
La
Corrispondapure
valga del mio nome.
si
e
blicate
pub-
che desidera,
in quanto
integrità
questa Direzione. Le si rispondeinsomma
e
saranno
dell'attenzione
vuole,per la via
come
saluto distintamente
la Direzione
Per
Obbl.
Filippo
Torino, 6 giugno
dd
Risorgimento
servo
Cordova.
1850.
12.
Pregiatissimosignor Orlandini,
La
traduzione del libro
mia
su
Parga è finita,
sta
compo-
impaginata.Innanzi che si cominci a tirare avendo
bisogno di consultare i Mss. di Foscolo, io aspetto che
Ella mi assegni un
giorno in cui io possa, colla prima
a
partenza del vapore, venire a, Livorno, e tornarmene
e
Firenze
con
uno
l'ultima. Vorrebbe
o
due
ha
bisogno di
ella
mi
taccerà
la bontà
di scrivermelo
signorLe
il volume,
pubblicare
prestissimo
giorni prima? E
Mounier
non
ella avere
di audacia
se
la
dacché
il
pregheròdi
favorirmi
sollecitamente.
Mi
creda
Aif. amico
Paolo
Emiliani-Giudici.
Firenze, 17 agosto 1850.
byGoogk
Digitized
—
293
—
13.
Signor Orlandini stimatissimo,
Non
lascio partireV ottimo
signorBarbèra,di
cui feci
senza
questigiornila carissima conoscenza
personale,
di
farsi
di
pregarlo
portatore alquantemie righeper lei.
Io le sono
debitore di molti ringraziamenti
peldono gentile,
fattomi già da tempo,delle Grazie Foscoliane;
o a
glio
medire i ringraziamenti
che ho fatti nel mio intemo,
a
ricevuto
appena
letto il
e
suo
libro,voleva, quando che
o in voce
o in iscritto secondo
fosse,ripeterglieli
tunità
l'oppordatami, direttamente. Ecco qui,che l'opportunità
mi si mostra
ed io Y abbraccio di tutto cuore.
bellissima,
eUa deve avere
Non pure i miei, ma
avuto i ringraziamenti
i ladi quanti amano
il bello,e sanno
vori
apprezzare
critici condotti
con
amorosa
fossevi chi nell'ordinamento
altro
o
uno
che
perseveranza. Quand'anin
del Carme
preferisse
da quellada
luogo altra disposizione
chi si attenterebbe starsene
sicuro del
lei adottata,
dizio
propriogiu-
prima esaminato lungamente l'intralciamanoscritto?
Questo lo dico,perchènon creda che
aver
senza
tissimo
dal che sono
alienìscomplimento,
chi coltiva con
chicchessia e specialmente
simo con
con
i nobili e ingenuistudi. Ne' qualiè inutile che io la
onore
infervori a continuare,perchèassai più efficace della meschina
dee in lei parlare
mia voce
della
felice natura.
quella
La pregheròinvece d'altra cosa.
Odo
che ella sia
le mie
lodi sentano
amico
del
credermi
del
Mayer. Questo signore dee
un
malcreato,non
lettera scrittami
sua
del Foscolo. E
pure
che
ne
quanto
quellalettera
e
non
poco
avendo
dopo
io mai
ch'io
ragione
rispostoad una
tutta
la
pubblicai
Vita
vuol sapere la cagione?Rida, ma
creda
le scrivo è verità pretta.Quando ricevei
seppi decifrare
non
con
il carattere
della sottoscrizione,
cui indirizzare
conseguenza
rimasi silenzioso.Mi sopravvennero
poi
sapendoper
la
me
risposta,
le
infermità,quindiglisconvolgimenti
politici
; la lettera
ne
byGoogk
Digitized
294
—
rimase
ho
dimenticata
e
più guardati,
non
a
pur
che non
foscoliani,
nominare
il signorMayer,
scritto. Soltanto
aveva
que'manoscritti,ed
nuovo
lettera,giunsi a decifrarne
essa
pormi
sentendo
di bel
ora
e
tra i manoscritti
foss' egliche mi
pensava
in
—
nella
tomi
abbattu-
la sottoscrizione
di purgarmi,se
possibilità,
la
gentilezza
nel fondo,
sua
meritata
assiste,da una taccia non
la
apparentemente piùche meritatissìma. Faccia quindi,
mi
ma
teggiando
car-
ilfatto
col signorMayer, ripetendogli
prego, le mie scuse
tal qualeglielo
lo riverisca. Scusi poiella tanto
e me
scrissi,
questo mio cicaleccio,
proprioda debole convalescente
e. mi
sono,
creda
coli'animo
qual
meglio che colla penna
Aff.
suo
L. Cabber.
Venezia, 3 agosto 1850.
14.
Carissimo
Sento
e
amico,
pregiatissimo
da Le Mounier
la tomba
del
che andate
Eccovi
?
che visiterete
Carlo Alberto. Io vi seguo col
che mi dicono
scrivere neW Album
visitatori questodistico mio
fato oppressus, profugusquereponit
Sceptra patrum, et moriens cogitatItaliani.»
Magna
ausus,
la traduzione
Molt'osa, e
Esul
Né
e
Magnanimo
e vi prego
a
desiderio,
esser
preparatoall'affetto dei
€
Torino
a
che
vinto
re, pensa
qui finisce la
mia
del
Salvagnoli
dal destin, maggiore
alla
patria,e
muore.
Vorrei
preghiera.
»
che mi
ste
porta-
metti
Vannucci,due voluTorino. Voi saprete che il povero Atto
a
pubblicati
la seconda
se
n'è andato
edizione de' Martiri
in
maestro
Inghilterra
del
vinetto
temperarlod'un gio-
lombardo.
È
un
nuove
autore
pezzo che non
vostre l'ebbi,un
gran
di
quellemelodie
sacre
ci siamo
più
veduti. Le
time
ul-
bel pezzo fa,dal Bianciardi
per le qualiscrissi poche
byGoogk
Digitized
295-
—
Costituzionale,Se lo
parolenel
salutate T ottimo
vedete,salutatelo:
come
pure
Mayer.
Il
V.
afp. amico
G. Arcangeli.
luglio1850.
Firenze,22
15.
Mio
Ho
carissimo
letto
signore,
piacere(o riletto che
al Carmagnola e come
con
la critica
opera
altro tempo, m'ha
roba d'un
ingegno,e come
; e giova leggeredi questa roba
perchè alla fine ogni tempo ha
l'articolo
Quanto al pubblicare
alcuno
da
:
è
ma
severo
ha
compreso
nel dramma
non
non
che
le
vi
ed
ingiurioso,
davo)
ricor-
ne
d'un
forte
fatto sare
pengua,
linaltra
parla
sue
può
corbellerie.
dubbio
essere
essendo conosciuto
si
molti, non
d'infedeltà.
me
non
accusa
avere
potrebbeomettere senza
La colpadel Foscolo è in certi silenzi: non
che è
voluto comprenderela poesia vera
o
del Manzoni; non
ha fatto paroladegliInni,
gelosiapoco schietta. Quelloche eglidice del
fare Tragedieo Poesia qualunqueper seguitare
un
sistema,
temente
la critica è fordell'ammazzarsi in corpo la poesiacon
e
il che
sa
di
detto
: e
quanto al Manzoni
le confesso
che
miratore
am-
grandissimocome io sono di lui,non credo troppo
il genio drammatico.
che eglipossieda
Ma perchèsi vuole
quanto
averglida noi riverenza,e perchèil Foscolo si palesaaldi lui,aggiungereiall'articolo una
ingiustoverso
breve
dell'editore il
nota
se
qualedicesse
il poeta delle Grazie
venne
a
:
che
è
non
mostrarsi
viglia
mara-
troppo
degliInni Sacri ;
sia
che il primo esecutore testamentario
di una
grande Poeche finiva e della qualeraccoglieva
in sé gli estremi
poesia
lampi,non doveva poi fare buon viso alla nuova
che nasceva;
e che per
qualunquegiudiziosi vogliafare
severo
del
ed anche
dramma
era
pur
o
ingiustoverso
il Poeta
piuttosto
degliassiomi tragici del
debito ricordare
zoni,
Man-
gliInni. Questo all'incirca
byGoogk
Digitized
296
—
l'editore sul vero,
imputazione.Tutto questo poi
pare che sani o^i cosa
lo assolva da ogni odiosa
mi
e
—
che ponga
e
fare,
giudicheràe farà meglio assai eh' io non potessi
schiettamente
mi confermo
di nuovo
ringraziandola
ella
e
Suo
^
dev. seryit.
G. Capponi.
1851.
Firenze, 1 agosto
16.
Stimatissimo
signore,
del signorLuigi Pini negoziante
rimetto per mezzo
amico due liste e due ricevute
senese, e mio particolare
dei soscrittori all'opera
del Monumento
una
Pianigiani,
Le
delle
qualiè col nome
signorBastogi.
del
Non
ho
creduto
di V.
di
né la
quantitàdi
pagate
saranno
Lascio
esso.
il carico di porre
se
l'altra
quello
con
riempirei vuoti delle ricevute
sapendo né quando sarebbe
non
Così
Signoriae
in
dette
sud-
stato fatto il mento,
pagagnoria
perciòa Vostra Si-
quei vuoti quelche manca.
rate (giàscadute)segnarvi
—
due
prima e seconda rata. Se fosse pagato il totale della somma
mettervi per saldo
sottoscritta,
più il giorno del pagamento.
—
Come
ella vede
rata quanto per tutte
per una
forse con
troppa confidenza,ma
che ho
di persone,
Quando
di servirmi
com' ella
avrà
può bastare tanto
quattro.Io uso con lei
sola ricevuta
una
in
me
ne
scusi colla
e
senza
eccezione
tutta
nessuna.
qualchedenaro,"potrà farmelo
fiducia.
pagare qua per persona di sua
Mi conservi la sua benevolenza,
mi comandi
con
sità
neces-
questa delicatissima faccenda
è,onorate
riscosso
e
e
mi creda
la considerazione
Suo
dev.
e
Milanesi.
Gaetano
Di Siena,li 21
obbl. servit.
1851.
lu^^lio
byGoogk
Digitized
298
—
tirete. Ma
rinnuovo
almeno
la
—
preghieradi corrispondenze
politiche
settimanali.
Toglimi bene
credimi
e
Tno
aff. amico
L. Galeotti.
Firenze, 11
1851.
marzo
«
18.
Mio
antico
miei Annali
Nei
quanto
amico,
particolare
e
ha
luogo un
Livorno
capitolosu
cialmente.
spe-
Vi prego a scrivermene
il vostro
giudizioin
si faceva nel 1848 sia per la parte morale e religiosa,
sia per
la
Ve
parte politica.
ne
gratissimo.
sarò
Il vostro
Vincenzo
amico
Salvagnoli.
agosto 1852.
Firenze,29
19.
Orlandini
gentilissimo,
grazie dell'unita predicadel Padre Zappata.La
Pavrà ringraziata da mia parte delle
signoraMarianna
Mille
notizie datemi.
signoraRegina le farà avere un ritratto
da Morghen, che lo prego gradire.
La
inciso
dell'Alfieri
creda
Mi
Gio. RosiNi.
Di
PS.
Pisa, 17 agosto 1852.
—
Ella
saprà che
pochissimagente. Di
si spiega?
alla
300
prima
seduta in Firenze
postinelle
Gallerie 25.
—
andò
Come
20.
Signore ed
amico
Quand' ella ultimamente
chMo
la
vidi,le dissi,mi
gentilissimo,
fu
qui,o
pare,
che
l'ultima volta almeno
sarebhesi
prossima-
byGoogk
Digitized
299
—
nelP appendice all'Archivio
pubblicato
mente
il Giornale
da
—
delV Assedio
di Montàlcino
Storico Italiano
nel
1553, già
lei
di esso
proposto e donato alla società compilatrice
di quellapregevole
Archivio. La composizionetipografica
di sapere colla
istorietta è già cominciata, ma
occorre
sollecitudine d' ond'ella già la esemplasse,
maggior possibile
dai manoscritti Lucignanesi(dellaBiblioteca dei capse
puccini?)
dalle
da
ben
chiaro
c
iò
o
altri; non raccogliendosi
lettere a me
scritte fino dal 1841. Attendo,adunque,
sue
rimento
siffatto schiacerta impazienzadalla sua
un
con
gentilezza
di aggiungeretutto ciò
; al qualela prego ancora
che avesse
di tale pubblicazione
ché
a dirmi in proposito
; bensi attenda solo alla
per ora
le notizie ed ogni avvertenza
alla
dosi
serbanstampa del i;esto,
desiderabile
pei lettori
che dovrà stare in fronte di questo fascicolo,
prefazione
il qualeper mole gareggeràxoi tomi di serie dell'Archivio
Ripensi altresì se mai le venne
sospetto
che quelGiornale fosse già stampato, e possa essere
opera
di un
dal Gaye (Carteggio ec.
Giulio Laudi, nominato
Tom.
n, pag. 382), autore d'un racconto simile,del quale
medesimo.
si ha, secondo
Mi
è
poi
il Moreni, una
caro,
edizione sincrona
e
rarissima.
far fede
questa occasione,il poterle
con
della stima sincera ed affettuosa
Suo
con
che mi
professo
deditissimo ed obbligaliss.
Polidoei.
Filippo-Luigi
^
Firenze, 14
1852.
marzo
21,
Pregiatissimoe
Ricevo
amorevole
affettuose
del dono
qui,in
una
lettera del
carissimo
signor Orlandini,
delle mie
solite
4,
e
le rendo
la sua
apparizioni,
grazie delle
della Ricasoli,
e
sincere
paroleintorno al mio Bicordo
di quellasingolarefalda di seta, tessuta
di insetti,
che pare opera pensata d'arte. Il maravigliososta
in questo che siasi trovato modo, non
già di far disten-
byGoogk
Digitized
300
—
—
piana,anziché avvolgerlo
nelPaver sottoposti
in bozzolo;ma
a
quellestrettezze più
bachi insieme,e avergliobbligati
tanto aca lavorare con
cordo,
gegnosa
che paia lavoro d'un solo. La cosa
però è più inche utile a quelche mi apparisce,
e strana
ché
giacla
di
bozzolo
la
è
trarre
forma
seta,
più adatta;
per
si vuole trovar intrecciati più filidi più bachi;e il
e non
dere il filo della seta in
peso
del bacaccio
tela
una
racchiuso
nel bozzolo
aiuta
a
far
nare
dipa-
il filo aggomitolato.
La
ringraziograndemente
curiosità
di
e
d' avermi
questo miracolo
fatto vedere
sta
que-
d'ingegno,di destrezza
e
pazienza.
Mi
conservi
il
suo
e mi
a£Fetto,
Suo
abbia
sempre
affezionato
devoto
e
per
amico
Lambeuschini.
Raffaello
Firenze, 10 luglio1853.
22.
Chiarissimo
Fui
due
mesi
signore.
in villa: tornato, trovai
gratissima del 27 ottobre
non
chiedeva le
la
sua
lettera
Nel settembre
rispondo.
colla qualeella mi
ebbi alcuna di lei lettera,
lettere di vari ad Ugo Foscolo pubblicate
per
p. p. cui tosto
del Tipaldo.Se l'avessi avuta, avrei
figlia
ben tosto speditoa lei le lettere stesse. Gliele mando
adesso,
dirette al signorLo Mounier, com'ella m'indica,giacchéle
]^ nozze
ho
della
pronte,donatemi
dal
plare
Tipaldomio amico,che altro esemLe spedisco
sotto fascia. Conobbi ai
poi ne donerà.
lEbscolo Molena
madre
di passatila sorella di Ugo Buòina
dell'arciprete
PasqualeMolena, ora parroco di MagUano
nella Diogesi di Treviso. Da essa
noscere
signora io venni a coquantiabbaglicommise il Carrer nella vita di Ugo,
in seguito far nota, quando alla
e di alcuni anzi vorrò
buona
alla villeggiatura.
venturo
stagionetornerò l'anno
H Molena
alcune lettere di Ugo tutte di
suddetto conserva
byGoogk
Digitized
301
—
—
le qualieglivorrà scegliere,
e
corrispondenzafamigliare,
non
so
qual uso poi farne. Non le crederà forse meritevoli
stampa. Le
affatto della
lume;
e
solo per suo
ch'ella
che T edizione dell'Epistolario,
perchèveggo
questa
accenno
cosa
non
se ne
potrà
compie, non se ne potrà giovare,come
che
egualmente giovare di quelle(e con maggiore scapito)
il cavaliere Albrini gelosamentee goffamentequi a Venezia
or
custodisce.
Me
le
tutta
protesto con
la stima
Deyotiss.
Francesco
Yenezia, 9 novembre
servitore
Scipione
Fapanni.
1853.
23.
Amico
pregiatissimo.
In
cosi
del 5 corrente
quellasera
di
piacevole
della vostra
vedervi in
che l'occasione per cui vi aveva
Quei versi furono letti e
di chi li
pensieroprudenteche
alta
voce.
Vedete
d'animi!
mia
casa
mi vien fatto
assenza,
l'animo
in cui mi
e
mentre
tristizia di
stato
mi dolevo
il bel
recapitare
sonetto
fatto invitare vi
ammirati,
e
gustava, destavan
facevan
sarebbe
tempi,e
riva.
suggescaldavano
rammarico
di
nascere
mentre
sul
ad
leggerli
non
forse anche
chezza
fiac-
di non
dar presa a chi volesse
premeva
della
sullo
e
d
mab'gnare
riunione, a malincuore
scopo
dovei convenire
Ma
che
bisognavafar suonar
troppo forte
le vostre rime. Io ve ne ringrazioperaltro,
e le conserverò
unite al discorso del SalvagnoU e ad altri versi che
mi furono offerti in un
che starà sempre
libretto,
appiè
non
della statua del nostro
che
gli fu
economista
a
testimonianza
del culto
reso.
Credetemi
veramente
Yostro
affezìonatiss. amico
Cosimo
Meleto,
13
Ridolfi.
giugno 1853.
Digitizedby
302
—
—
24.
Gentilissimo
Eccovi
avete
non
mai
amico,
l'olio di
Romagna, ossia i miei caratteri
da qualche secolo;non
perchèio vi
che
veduti
bia
ab-
potuto dimenticare,ma
d'incomodarvi.
Colla
perchènon
presente vi
ho avuto
raccomando
cessità
ne-
damente
cal-
il latore che è il bravo
Ciardi,celebratissimo per
le sue illustrazioni e cementi alla'Divina Commedia, ilquale
vorrebbe
dare in codesta città delle Lezioni Dantesche;né
del
dubito
pubblicofavore
il
per
lui
gusto
suo
quel che
e
fareste
la
subito che si comincerà
pel
antico
e
Coraini,9
fervido amico
sempre
Casimibo
casa
saporare
as-
squisitaerudizione. Fate
sua
Vostro
Firenze, di
ad
Basi.
1853.
marzo
25.
Pregiatissimo
signoreOrlandini,
già innanzi nella traduzione
Ugo Foscolo,il signorLe Mounier
Trovandomi
su
Parga
di
del bel libro
mi ha
tato
esor-
per esaminarvi i diversi
raccolti per scriche il grande scrittore aveva
documenti
vere
quellastoria. Non potendoper ora allontanarmi da
di fare
una
corsa
a
Livorno
Firenze, e nel tempo medesimo
sapendocon
quanto
alla bellissima edizione delle opere
che le anime
che dicerto è il migliormonumento
amore
di Foscolo
ella lavora
veramente
temo di pregarlaperchè
non
gli possono inalzare,,
data
ella mi agevolila via in questa parte di lavoro che è affide' quali
nota di queidocumenti
Le accludo una
a me.
mi fanno mestieri glioriginali,
e che con
impreteribilmente
italiane
molta
debbono
probabilità
trovarsi
tra
i Mss.
della Labronica.
Io spero che la indicazione di ciascuno,così come
traducendo letteralmente dall'Inglese,
è stata notata da me
byGoogk
Digitized
303
-
le porga lume
di Foscolo con
bastevole
—
frugare fra le molte
quel resultamento che ella,non
a
scritture
mono
che
desiderare. La prego di far prestoperchèil
io,dobbiamo
tende
(s'intempo urge, la stampa è incominciata,e il mondo
ella col culto di Foscolo seri pochissimiche come
bano
l'affetto puro e vero
in cuore
delle lettere italiane)
aspettacon ansietà di leggereun' opera tanto calunniata,
celebrata
tanto
tanto
e
in Italia ha
nessuno
Mi
creda
vera
con
sostanzialmente
e che
pregevole,
potuto vedere.
amicizia
Sno
Emiliani
Paolo
Firenze, 13
affezionatiss.
Giudici.
luglio1853.
26.
Orlandini,
Carissimo
quasi sempre colle lacrime agliocchi,tanto
fatta
ho dovuto piangereper la perditache noi abbiamo
! Noi lo abbiamo
dell' amico
Vaselli. Povero
professore
perdutoper sempre questa notte alle tre, dopo quattro
giornidi malattia. Non ti so dire in che stato sarà la sua
ho coraggio di salire le scale. In
Per ora
non
famiglia.
questa vita ci abbisognamolta rassegnazione,e tu in poco
tempo hai dovuto fare grande esperienzadi questa verità.
Io ti scrìvo
Addio.
Perdona
le
poche paroleal
gran
Tao
dolore.
aifezionatiss. amico
Aurelio
?
Siena, 11
Gotti.
maggio 1854. Giovedì.
27.
Amico
Se fossimo
il
bisogno che
darvi. Il
ratissima
caro.
insieme,piangereivolentieri
mi
con
voi:
ecco
sento, e l'unica consolazione che potrei
è la procolpoè troppo forte,e troppo terribile,
spettiva
che pur troppo ci sta dinanzi per quella
sventuLa Tefamiglia,che quasinon è più famiglia.
byGoogk
Digitized
—
ed io
resa
ne
è discorso
avanzo
304
—
al mondo
figliuoli
terribile. Quanto a me, più mi
la capisco,ne so come
debbansi
parliamosempre
per ogni verSo
nella vita,meno
sei
: con
plice!
riguardarequestiavvenimenti : felicechi ha la fede del semE a' miei figliuoli
che dirò io?
Forse la impressionepiiiforte che io abbia avuta là,fu
dall^Adelina, la
una
gagliardae tenace stretta di mano
l'
prima volta che ci vedemmo
dopo il fatto crudele;del-
Adelina
tanto indocile alla commozione
!
riservata,
e quanto soffre,
Quanto ha sofi^erto,
e pur
troppo quanto
soffrirà ! Ella forse è la sola che abbia,là in quella
famiglia,
tanto
la
di tutta la sua sventura, e tutta la
piena consapevolezza
senta: oh quanto,quanto deve soffrire! Della madre
non
parloperchènon vi son parole,e perchèso pur troppo....
Ho trovato qualchelettera di quell'
angiolo: ma le bozze
le ho più,e mi pare le riavesse
raccontino non
del caro
dal Gigli. Non
lei. Bisognerà prenderle
c'è quasi sera
che studiando
qui solo solo non me la vegga dinanzi.
Addio, mio caro; vorrei dare a voi,vorrei,e la Teresa
divide proprio di tutto cuore
questo mio desiderio,dare
a
quellagente qualcheconforto che fosse più giovevoledel
incatenati dai pensieri
assidui,
stringenti
pianto,ma legati,
della proprianostra famiglia,
ci resta mezzo
di seconnon
dare
fuor delle paretidomestiche
del cuore.
gl'impulsi
il dolore,e pensate,mio caro,
Voi fate di dominare
—
pensate che se io debbo me
la mente, la penna
e l'opera
stesso
sei
a
tanti
voi
figli,
dovete
tanti che
guardano
deferenza di figlio,
voi con
e da voi aspettano
a
e possono
la paroladi vita in questitempi di morte.
ottenere
La iscrizione vostra mi piace:è la voce
dell'affetto:
è una
mia stiticaggine,
invece
ma
più mi piacerebbe,
se
di accogliele belle spoglietrovaste parolenobili sì,ma
più
usuali: ne intendete il perchè.
a
e
Addio.
Il Tostro
S. BiÀNGIABDI.
byGoogk
Digitized
306
—
ufficio? Venite
—
parleremo:io
e
do il tratto aUa
bilancia.
Addio.
L'antico
collegae
amico
immutabile
V. Salvagnoli.
Firenze, 17 luglio1854.
PS.
Scrivo male
—
perchè ho
di
penna
ferro,e odio il
ferro fuori del campo.
30.
Mio
Duolmi
da
in
di
proposta
una
signore,
caro
avere
non
e
la
un
da
nome
alla
risposta
scrivere il qualesia
lettera
Tutte
sua.
le persone
e non
conosciute,
indegneche un padrepotesse
cazione
parte aspettarda loro una buona istruzione ed edudi figliuoli
furono già collocate ad esercitare questo
me
nobile
officio.Ne
s'ella dentro
ho
parlatocon
pochi giorninon
lettera,segno
sarà
che
ogni
amico
un
vede
mio;
giungersiuna
ricerca
nosti'a
è
ma
mia
tornata
indamo.
La
di salutarmi
prego
al nostro Enrico che io ho
lui delle Storie Veneziane
Mi
vogliabene
i
caramente
Mayer, e
presso di me
del Romanin.
sempre,
e
mi
creda
di dire
fascicolo per
un
tutta V anima
con
Obbligatissimosuo
S. Cbntofanti.
Fisa, 11 agosto 1854.
31.
Mio
Mi
buono
due
faceste
tissima vostra
Rare
Orlandini,
caro
volte mi
e
e
la
è
cortesie in una;
gra-
delVavvocato Achille Carmi.
conoscenza
accaduto
compito.Fate
qualiritengola
incontrarmi
le mie
in
giovinecosi
alla sua
congratulazioni
byGoogk
Digitized
307
—
tale da formarne
compagno
questa è riserbata sulla terra alla virtù.
egregia fidanzata
la
se
felicità,
Poco
al
feci
—
che
sorti
poteiper rispondereaUa vostra fiducia e
zione
debito mio verso
quel giovine al qualeho posto affenelle
sincera si appalesala sua
grandissima,come
e
lettere di che
fece lietissimo
mi
onorato.
e
finito
è aggiornataall'instampa della edizione epigrafica
La
deve
se
effetto per
avere
la inettezza
7 mesi
i quali in
degli intraprenditori;
fatto nulla nel
A
della
senso
vero
hanno
non
parola.
ho tardato
gliincomodi,
moltiplicarvi
non
bile
incomprensi-
a
dervi
rispon-
che fosse escito alla luce Fumile
accetterete
Io
come
So
e
sincero
povero ma
che
scrivo al modo
come
penso e
credo possa
vedo
Con
né
detta il cuore,
e
giovareai vìvi la ricordazione dei buoni.
che ai
tempi nostri
Ma
che io seguo.
grande
scritto che spero
segno di affetto.
a
piccolada
è
ingratae
questa età
chi
nulla
soddisfazione dell'animo
vera
sensibilissimo
del colèra
ritorni intera
e
irrisa la scuola
si muta
non
vuol
non
mi
in
né
cosa
dagliuomini.
intendo il declinare
che per
mi tenne
ogni rispetto
voi. Voglia Dio che
a
agitato,pensando principalmente
mi
Non
e la
perfettala tranquillità
siate così
poche consolazioni
Sono
di
salute
dei vostri caratteri. Ho
avaro
nel mondo
da
blica.
pubtante
meritarli.
cuore
Affezionatissimo
P.
Pistoia,12
settembre
PlBTRO
vostro
CONTRUCOI.
1854.
52.
Chiarissimo
Do
con
tutta
signore.
V anima
capo d' anno, valendomi
ella dai Romani, come
alla S. Y. Chiarissima
d' una
buona
il buon
costumanza, venga
da Lucilio,
possiamoraccogliere
byGoogk
Digitized
303
—
Ovidio
Plinio
e
stati aboliti dalla
adottati
medio
dal
o
Chiesa
tollerati alcuni
o
cristiane cerimonie
con
natalizie che
—
molti
sarebbero
quale
ed
perchè romani,
usi
combinare
perchè si potevano
ste
come
ricordanze,
appunto le fetutto il giorno d'oggi; e
con
e
durano
poi dell'opportunitàla
valendomi
nel
evo,
volermi
prego
tere
permet-
di manifestarle i miei dubii
e letterari in
linguistici
ad importunarmi,siccome
genere, tuttavolta che sorgano
mi arriva di presente.
da
di sapere
Si desidera
me
a
quellache
corrispondente
toscana
ciò che
una
non
o
voce
abbiamo
ripetein ogni
uom
intercalar,e che i Francesi
dire
siavi
se
noi per significare
discorso,vale a
suo
refrain,vocabolo
dicono
nell'Alberti
che
mentre
corrisponderebbea ripetizione,
si vuole che ripetizione
non
valga il nostro intercalar ; ed
il Crocchietto (dicui parlo
io non
sapendocome
appagare
nella mia lettera a De- Agostini)ricorro a V. S. perchè
la bontà di venire in mio aiuto.
vogliaavere
Il chiarissimo
P. nella
Paravia
pretenderebbeche
il
nel
Dante
[Iniversità di Torino
R.
verso
suo
abbia
pie fermo sempre era il più basso
del pie destro,onde il dire pie fermo
«
Sì
che
inteso
"
lare
par-
pie destro
e
torni allo stesso.
Ne
scrive al C. abate
insinuarglidi
edizione
nuova
Ella
nella
interpretazione
sua
del Vocabolario
Toscano.
trovasi
in cui
La
lettera al
l'anzidetta
nella
potrà vederla
sembrerebbe
e
Gazzetta
interpretazione
Piemontese,
311.
Tale
d'
della
caso
col brano
Manuzzi
N°
far
GiuseppeManuzzi,
avere
Non
ci torna,
non
interpretazione
l'autorevole di lei
disturberà,a
fare colla
giudiziosopra
lieti
saremmo
la medesima.
siffatto
propositoper
se
soverchiamente;e pregandola,
però non
entro
attediarla
in discussione
e
volere
usare
sua
gentilissima
cioè colla
cara
a
meco,
come
delli 11 ultimo
ebbe
non
la bontà
la
di
settembre,spiegandosi
loquacitàche cagionò a
me
ed
byGoogk
Digitized
al
309
-
Crocchietto
—
piacere,
inesprimibile
passo
un
a
dichiararmi
coi sensi di
stima
particolare
lei;chiarissimo signore,
Di
T)ev. obb.
servitore
G. S. Francia.
Gasale,primo dell'anno 1854.
33.
Mio
La
carissimo
lettera mi
vostra
che
intiero,senza
lagrima
di
ha
turbato
quanta V anima
tutta
per
Orlandini.
:
io
essere
V insanabile ferita da cui fu
cuore,
se
bastò
a
vostra
correre
gronda
sangue
ed interrotte
quanto profondadebba
il vostro
colpito
tuttavia;se
disacerbare V immenso
gliata
scompi-
potuta legger
agliocchi una
compassione.Dalle paroletronche
che mi scriveste io rilevo
con
V ho
non
sentissi
mi
fieramente
e
povero
consolazione
veruna
a£Fanno ; se V anima
da tanta iattura,quasida fulmine atterrata,
amò
meglio abbandonarsi
vostro
alla desolazione
d^ una
trista
solitudine.Oh mio carissimo ! il vostro sublime
e
cupa
entusiasmo
dolore,questavostra quasidipartita
daglistudi,dagli
dal
mondo
soli
e sovrani
amici,
quegli
per idoleggiarvi
vita migliore,
esseri adorati che vivono una
nare
per soggiorin ispirito
con
essoloro,che mi fa ben manifesto
sempre
nel
qualesia
siete divenuto
lo
di
cuore
tempera
affettuosa. £d
nobilmente
se
la
assai assai
dell^anima
vostra sensibile
eccovi la
più caro,
e
ragione perchè mi
infinitamente più che
della fortuna vi sorridesse
splendorpiù lusinghiero
di tutto io sarò povero, ma
non
perchè di tutto, se volete,
e
d' affetti.Scusatemi,
mio
questa volta
uso
voi d'
con
e
uno
buon
;
Orlandini,se in
stile piùfamigliare
; ma
il
commovimento
mia
non
È
toscana
ch'io provo in questopunto entro l'anima
assentirebbe che mi servissi di altro linguaggio.
inutile
che
mi
vi raccomandi
di cui vi scrissi.Se
non
è
per la
nuovamente
trovarla
possibile
sanese
byGoogk
Digitized
310
—
sarà
—
meglio pistoieseod una
Insomma
io mi commetto
superiore.
giovinedel Yaldarno
pur
che
Voi
avete
un'anima
tutto all'amor
vostro.
bella ed affettuosa farete
tanto
del vostro
meglio, in sul pensieroche debbo essa servir
tutto dilettissima.E senza
per la famigliaeh' io ho sovra
più,pregandovi di scrivermi qualchevolta,di serbarmi
tra i vostri amorevoli,ed abbracciandovi
un
posticino
di
mi
cuore,
vi
ripetosempre
e
poi sempre
Affettuosissimo
vostro
J. FlNAZZI.
Bassano, 15 giugno 1855.
34.
Carissimo
Odoardo
mi
signoreOrlandini,
fatto
aveva
un
della lettera del
cenno
ed io stava per rallegrarmeneseco
Niccolini,
lei,e pensava
di
far
altrettanto
al
quasi
riguardo Niccolini
pure
mente
stesso,quando giungemi la sua che mi trascrive esattaquellalettera. Essa è un documento
preziosoper
chi sappia valutarlo a dovere, ripensandoaglianni che
sono
passatitenebrosi e solitarj
pelnostro illustre amico.
Io vogliolasciare a lei là cura
di ringraziarlo
ancora
per
le
confesso
usate
me
a
gentili
e
mio,
riguardo
p
arole
per
poi che aspettoora con impazienzala prossima sua gita
Firenze per aver
a
poi precisacontezza dello stato in cui
ella lo avrà
prego altresì quando ella verrà
di quellerighe,ond' io riveda
di portarmi l'originale
qui
que'
caratteri
amici
strada
mezzo
a
ritrovato. La
che
per
desideravano
ferrata
si
per compagna;
non
più
antichi
di rivedere. Sento
che la
tempo
vanamente
riapredomani,
eh' ella verrà
Vittorina,ma
tanto
qui
oso
venerdì.
sperare
ed io scrivendole
—
i suoi
sicché sarà per questo
Lo dica
se
eh' ella abbia
non
le
ne
ne
ha
ad
tempo
averla
faccio neppur
byGoogk
Digitized
-311
ha
parola,sapendo che
—
che la tratterranno
cose
ancora
questa settimana.
costi
al
Comunicherò
amico
comune
e
Centofanti
professor
maestro
mi
intanto
e
Suo
del
la lieta nuova
confermo
sempre
affezionatissimo amico
£. Mayj:b.
Fisa, 7
1855.
marzo
35.
signor Orlandini,
Caro
Questiquattro umilissimi fiorellinibianchi sono ii^soli
che
all'orlo del sasso
che io abbia trovati e potuticogliere
il luogo ove ripola pietà d*un Ingleseponeva
a segnare
sano
le ossa di Ugo Foscolo nel cimitero di Chiswick presso
Londra.
stessa
Le
felci e
piccole
Sebbene
tomba.
sacra
le erbette
ella
cresciute
liquie,
re-
culto alla memoria
d' affetto del
suo
di
noscente
rico-
amico
Dalgas.
Gustavo
LÌTorpo, 17
sulla
di tali
già possegga
gradiscaqueste pui*e, per
dimostrazione
quel Grande, e come
e
discepolo
sono
agosto 1856.
36.
Gentilissimo
La
signore,
ringraziosenza
titolo di cortesia la
libro delle
con
sua
fine d' avermi
traduzione
pregiabile
Io
GeorgicheVirgiliane.
lode, e quantunque mi
confronto
Mi
creda
Di
manchi
coli'originale,
nonostante
sta, mi è sembrata
una
mandato
bella
ho
il
per solo
del primo
sentito
parlarne
tempo di farne
avendola
letta
il
come
poesia.
sinceramente
lei
servitore
Devotiss. obbligatiss.
Filippo
Ugolini.
byGoogk
Digitized
312
—
—
37.
Carissimo
Dopo
sua
letto nello
aver
non
lettera,
vivissimo
signor Francesco,
che
ho
provato.Io
scoli in commemorazione
che
gli scrittori
non
buono
si mostrò
bravo
viva la memoria
imitabile
esempio aveva
e le gloriedel
pericoli
averlo veduto
né doveva
era
certo
masta
ri-
era
con
pensiero di
ricorreva al
E
il Conti pure
a
che i buoni
i
le volte che udivo
tutte
e
non
poteva
perdutola ricordanza,perchèanch'
averne
son
cui
m
dividere co' suoi amici
voluto
in Lombardia.
Trenta
senqpre
che
generoso
me
queiruomo
là. Ella ha fatto benissimo
e
del
della vita
campo ;
di lui mi
pronunziareil nome
i due ot»u-
e
cittadino. A
di
piacele
per certo pensavo
gne
lasciato di parlarecoi de-
avessero
e
generos»
e
ho veduto
non
del Trenta ;
paroledi quellaparte
bella
dal manifestarle il
tenermi
posso
ne
la
Spettatore
la
muovere
tutti le
voce
saranno
con
egli
raggio:
co-
scenti
ricono-
questa protesta che ella ha fatto contro le presenti
E
caro
una
disgrazia,
signor Francesco,
vergogne*
che alcuni letterati dei nostri giorniseparinolo scrittore
ed è maggiore,e dirò anche è infamia quando
dal cittadino,
Vorrei che l'esempiodel
lo fanno per interesse personale.
coraggio fosse imitato da molti, e che si udissero più
suo
spesso questigiustirimproveriper il bene delle lettere e
di
della
patria:i qualiancorché
sarebbero
scusi
Mi
se
almeno
l'ho
una
bella
tutta
avessero
cacia,
l'effi-
protesta.
importunatocon questa chiacchieratina:
potuto farne a meno.
benevolenza,e mi creda
non
non
ho
Stia
bene,mi
conservi la
sua
affezionatìss.
Suo
A. Gelli.
Firenze, 4 luglio1856.
byGoogk
Digitized
-314
—
39.
Egregio
caro
e
signore,
prima d'ora così per la
gentilezzaond' ella ha rispostoa qualchemio desiderio,
affetto eh' ella ha
come
parte di quell'
per dimandarle una
Era
debito di scriverle
mio
i buoni
studi.
quelliche coltivano con amore
cominciato
signorMayer ha già in certo modo
a
muovere
questa corrispondenzafra noi due, ed ora egli
le presenteràquesta carta in cui io, per dirla col Caro,
le fo obbligo della mia sincera stima ed amicizia. E come
mento
se
questa fosse già da lei accettata,io con iscusabile ardi-
per tutti
L'ottimo
affretto subito
mi
volere
a
quando
a
a
farne
mio
pregandolaa
qualchesua bella
prò,
quando mandarmi
di cui io ai
prosa e poesia pel Giornale La Donna
ad essere
di dicembre
incomincierò
il Direttore. E
eh' ella mi darà
benevolenza?
una
che
Mi
ami
questo bel
paroladi preghiera,e
aspettareuna
che il mio
sua
desiderio è
creda
mi
e
vero
segno della sua graziosa
se io aggiunparrebbedi farle ingiuria,
gessi
tosto
Mi
primi
Suo
non
mi rimane
lettera la
qualemi
adempiuto.
con
molta
stima
anzi altro
assicuri col fatto
ed affetto
obbligatiss.,
affezionatiss,
serv.
ed
amico
L. Mkroantini.
Genova,
25
novembre
1856.
40.
Ricevo
dopo
l'appunto ho
sua
in cui mi
la
partenza delle
scritto all'amico
dimanda
4 la vostra
Enrico
l'indirizzo del
d' ieri : per
ad una
in replica
Buoncompagni per
in propositodel De-Sanctis. Ho saputoche,morto
scrivergli
in
Paravia, per la cattedra di eloquenza italiana erano
byGoogk
Digitized
315
—
il Mamiani
predicazione
non
vuol
ne
vuol
sentir
sapere,
so
non
critico;
poi come
mi
nasce
di
del
non
mi
pare
quest'ultimo.
Addio.
non
Governo.
Il
scrittore
come
il
sia
ne
però
Buoncompagni
la
vi
comandazione
rac-
Majer. Certo,tutto considerato,
gareggiarecol De-Sanctis,soprattutto
e
Tommaseo
non
So d'uno
concorrono.
merito, e pel quale Tistesso Mamiani
eh' è
ma
dal
numeri
svizzere. Checché
appoggiare presso
chi possa
che Mamiani
che ha
che
il Tommaseo
quelche valga per una cattedra: non
fine
stia nei panni del ministero piemontese;inil dubbio s' eglipotrebbecosi su due piedi
so
dopo
molti
il Mamiani
ma
so
che farà il
non
ancora
meno
dubbio
senza
lasciare le università
prometto
Tommaseo;
parlared'impieghisalariati
De-Sanctis ha
e
e
il
e
—
pera;
si ado-
lungi di valere il De-Sanctis. Del resto,
punto strano l'interesse che prendete a
Amate
il
Vostro
G. P. ViEUSSEUX.
Firenze,li
2
aprile1857.
41.
signorFrancesco,
Pregiatissimo
Con
la
adempio
che
più viva
per
la
mezzo
emozione
di
dell'animo
queste due
righe
del
e
al
cuor
mio
dovere
sacro
m'incombe
di renderle
persona
le graziele più distinte e sincere del gentilissimo
nimento
propoverso
degna
sua
cosi
apprezzabilenel suo primo concetto, e con
ed esquisitezza
tanta cura
condotto per uli»mo ad ottimo
steva
termine, di render di pubblicodiritto tutto quanto esidi edito ed inedito in fatto di produzionidi ingegno
del dilettissimo mio nipoteGiuseppe.Qualunque poi
sia il giudizioche ne emett^anno
i pochi veri e idonei
conoscitori in tale argomento, egliè fuor di dubbio che
byGoogk
Digitized
316
--
in
agliozj domestici
seno
—
ed alla vita
di
famiglia,quel
libro avrà
immenso
sempre per i miei pronipotiun
lore,
vaed essi potranno trovarvi un tristo
pur troppo, ma
al
tempo medesimo
dolcissimo lenitivo alla crudele fatalità
che si immaturamente
gliprivò del preziosoconforto
della
parolae degliammaestramenti
Ella si
in alcuna
ove
patemi.
comandi
colla più intiera libertà,
e con
possa obbedirla,
perfettastima
conservi,mi
io
cosa
ed affettuosa amicizia
mi
creda
Il suo
sempre
.
(levotiss.obbligatiss.
servitore
Gio. Battista
Vaselli.
Siena, 12 maggio 1857.
42.
Mio
signore,
caro
Crederei fallireal debito
verso
la S. Y. s4o
molte
che
gentilezze
punto
in
gravissimoche mi corre
affrettassi a ringraziarla
delle
mi
non
usa, le
mi
che nulla feci per
ricevuto con moltissimo
a
me
si convengono
qualinon
meritarmele.
liano
piacerel'AutografoFoscodel quale io la ringrazio infinitamente. Qualche
di non
tempo fa trovandomi
possessore di altri autografi
di farne una
minor pregio dell'ultimo,
io mi proponevo
Ho
raccolta
e
di formare
presagiredovesse
riuscir
ora
rispettabile:
però
facea
mi
sono
si affacciano ognor più difficoltose
riuscir nelP intento,si che mi son quasipienamentesconfortato.
accorto
a
che il desiderio mi
museo
un
che molte
Per
cose
potere,forse
in
farebbe
dei miei desiderii,
qualchetempo
a
nido
da
questo
visitare cotesto
di sapere
di conoscere
la
e
parte,giungereal compimento
d' uopo
natio
eh' io mi
borgo selvaggio,e mi
bel suolo Toscano
Oh,
gentilezza.
patria di Dante
togliessi
per
è
e
pur
di
che
cassi
re-
fu
sempre
ch'io amo
molto
Michelangelo!Più
byGoogk
Digitized
317
—
volte fui sul punto di porre
ma
infermità
continue
dalle
qualinon
e
in effetto il mio
da cui fui
proposto,
e
afflitto,
quasi sempre
libero ancora,
yo
Presentemente
—
lo hanno
me
impedito.
buona
ad una
promessa
giovane,la qualefu V unica mia consolazione
gentilissima
legatocon
sono
una
neglianni della sventura,ed alla qualepotrò unirmi (piacendo
a
cherò
Dio) nel venturo settembre. In allora forse io varfra le molte
TApennino, e
la S. Y.
di persona
conoscer
Per
avere
nuova
una
dolcezze
che
ed
stimo
quelladi
mente.
grande-
avrò
amo
di lei io accetto di buon
memoria
di cui vuol farmi
grado il volume delle poesiefoscoliane,
graditodono. Circa alla maniera di mandarmelo, io non
Dimora
in Borgo Santrovo miglioreoccasione di questa.
Giuseppa
Sepolcroil marito d^una mia cugina per nome
dal qualericevo spessissimo
libri ed altri ogGiovagnoli,
getti
in breve
tempo. Ove
un
tal libro
potesse avere
la preghereia dirigerlo
al medesimo
circolazione,
libera
per
la
quest'ora avvisato. Dovendosi ella
fra breve in Firenze, potrà di quiviimpostare il
recare
di aggiunger
preziosovolume. Perdoni V ardire,o signore,
fa piccolosacrifìcio di mandarmi
brighe a lei che non
avrei risparcreda che gliele
un' opera di tanto valore ; ma
miate
l
a
fosse
in
è prepotente, brama
me
se
minore, come
posta, avendolo io
a
di ricevere i canti divini del mio
Son
Foscolo.
lieto di sentire eh' ella abbia
di donare
in animo
all'Italia una
compiuta biografiadi quel sommo.
che il Carrer
ne
vedo bene
dovrebb'
che
essere.
scrivesse la vita
molto
con
gli valse
questo non
Forse,anzi certamente
far
a
Dicesi
ma
affetto,
l'operaquale
mancargli
dovettero
eccelso sventurato
risguardantiquell'
ingegno.Io attendo con ansietà questosuo lavoro,e
credo che le frutterà non
piccolagloria.
tante
notizie necessarie
Fatto
animoso
quiappresso
mia. Creda
però
dalla bontà
il sonetto
del
suo
cuore,
di cui le tenni
eh' io lo faccio
con
io le trascriverò
parolanell'ultima
vergogna.
byGoogk
Digitized
318
DOPO
LA
DI UGO
GRAZIE
ALLE
DEGL'INNI
LETTUKA
—
FOSCOLO.
Sonetto.
Quel leggiadrocantor,cai Greca
Carmi
Con
È
ispirònell'itala favella.
delicato verso,
mente
nostra
dod
disviata
usa
fella,
e
delle Grazie infusa
e
DesYanza
gentil qnanto più bella,
Che
men
ogni
mente
dolce
Erudito
Cercan
Che
sien
core
e
cortesia
arte,
con
lira,
vezzosa
ogni più
quest'opre
parte.
oscura
sta4} sprone
nuovi
a
tutto il bel che dentro vi s'ammira
Vince
le grazie istesse al paragone.
S' ella mi manda
il suo
saver,
del
Ah!
ornai ricusa
cosa
mia, meravigliandoin quella.
Amor, pudore
di mettervi
che
a
si d'Amore
M'ha
La
masa
faccia
delle poesie,
il volume
nome.
Mi
ami
e
mi
creda
con
grazia
tutta
la
stima
Di lei
servitore
Devotiss.,obbligatis.
Albini.
Amato
Salcedecio (pressoBimini),11 maggio 1857.
43.
amico,
Pregiatiss.
*
Anch^ io ho 14,anzi 28 versi per
nozze
da farvi sentire.
ì nostri versi,
se
posteri,
pure a' posterianderanno
si maraviglierannoche in questitempi verseggiassimo.
cizio
Ma
saranno
posteriminchioni, perchè non vi è un eserintellettuale che più sia degno de* tempi grandi o
miseri quanto quellodel poetare con animo cittadino. Alla
I
byGoogk
Digitized
319
—
fin fine diranno
quel che
-
noi
vorranno:
ce
non
remo.
cure-
ne
Addio, carissimo fratello in Apolline.
V. Salvagnoli.
PS.
r ultimo
ma
A
Del
—
meglio mi scordavo. Bellissimo è il sonetto,
pensieromi lascia alcunché da desiderare....
il resto.
voce
«
Firenze, 23 del 1858.
44.
Mio
Ieri il
caro
e
amico,
pregiatiss.
signor Felice Le Mounier
la bozza
mi trasmesse
cesco
stampata della sua bellissima Biografiadel nostro FranBenedetti,che lessi con indescrivibile piacere.La
trovai egregiamente scritta con
fluidissimo e vago stile,
ottima lingua,e con amena
tura.
disinvolcon
e piacevolissima
Nulla
ordine
ed
dirò dei fatti stati descritti
evidenza.
Insomma
alle opere del nostro
mio Orlandini!
Ma
quei
due
destare
alla
sua
insieme
tutto
lavoro,e merita assolutamente
con
di
esser
ammirabile
è
simo
bellis-
un
posto
accanto
illustree sfortunato amico. Bravo
sonetti
su
Roma
e
qualcheosservazione?
Non
prudenza ed esperienza.
sulla Italia
Mi
non
rimetto
su
il
potranno
ciò
vorrei....
signorLe Mounier la bozza V ho pregato
mi avesse
fatto il piaceredi favorirmi,
oltre i due
se
delle opere del Benedetti promessimiper quanto
esemplari
io ho contribuito alla edizione,
un' altra copiaper questo
nepote dell'Autore Giuseppe Benedetti,a cui io
povero
vorrei fare un
ne
presente,onde la potessetenere per
del suo illustre parente. Una delle due copieme
memoria
la riterrò,
V altra la passeròalla Biblioteca dell'Accademia
Se
Etrusca,di cui il nostro Benedetti era socio.
Nel rimettere
al
—
byGoogk
Digitized
il
potesse patrocinarmi
presso
signor Le
Monnier
questo
favore,mi farebbe piacere.
Intanto
mi
confermo
sincera
con
Sao
stima
attaccamento
e
affezionatiss.
amico
ed
serro
A. LOBINI.
PS,
Nel
Nella
—
luogo
corretto
tolta la
Non
ho
che
voluto
di
errore
il L6rini
la traduzione
parola Lorini
risentire della mia
Cortona,
un
parla che
raffazzonava
Caselli,ho
amico.
ho
il discorso
ove
ohe
bozza
gli eredi
nedetti
vide il Be-
del
d^Anacreonte
vi ho
e
stampa.
del
sostituito
Caselli
si
un
sero
potes-
testimonianza.
maggio 1858.
4
45.
Pregiatiss.
signor Orlandini.
Le
scrivo
epigrafie
in breve
il
per
bel
suo
per le belle
riletto con
un
ringraziandolamolto
che
sonetto
ho
toscani manca
piacere,e a cui pei lettori non
qualchenota appiè di pagina; e questa darebbe
nuovo
rilievo air ultima
Le
mando
in
affinchè
ella ci dia
per mezzo
m' indichi i
del
scritte
poesiegiocose mano-
buona
una
signor
occhiata, e nel
Giov.
volume
me
esclusi
e
scritto,
mano-
le parranno
al caso,
la prego
d^ accennarmi
le
poesie chMo
fra le stampate a lei già da me
correggere
deve far conto nel manoscritto
dei
annesso
da
il
Fabrizzi
mandarmi
ri-
componimentiche
end' io possa correggerli.
Intanto
medesimo
per il signor Fabrizzi
già
gior
mag-
chiusa.
libretto le mie
un
tanto
sol-
designaticol
dovrei
Non
rimesse.
componimenti
lapiso già compresinel
stampato.
Qui fa
ora
I libri del
molto freddo
:
ella
signor Alessandro
tissimi,poich^egliha
avuto
se
guardi e
ne
Torri
la
mi
bontà
stia
sano.
sarebbero
gra-
di offrirmene
byGoogk
Digitized
un
byGoogk
Digitized
NOMI
A
CUI
FURONO
Bittheuser
DELLE
INDIRIZZATE
ALCUNE
Matteo, Pag.
Bon-Brenzoni
Caterina,
255.
LETTERE
PRANCESOO
DA
Muzio-Salvo
ORLANDINI.
Rosina, Pag. 281.
276.
Capponi Gino, 257, 279.
Centofanti
PERSONE
Niccolai
Giulia, 279.
Niccolini
Gio. Batt,
256, 275.
Silvestro,267.
Panizzi
Craufurd
Giovanni, 265.
Craufurd
Odoardo, 248.
Antonio,
Pellico
R.
De-Larderol
Francesco, 274.
De-Larderel
Ottavia, 280.
263.
Silvio, 258.
Console
di
S. M.
Sarda
in
vorno,
Li-
267.
Dussauge
Corinna,
278.
Ercolani
Luisa, 252.
Ferrucci
Caterina, 257.
S. A. R.
Amalia
Augusta
di Leuch-
temberg, 254.
S. A. R. il Prìncipe di Carìgnano,282.
Foscolo-Molena
Rubina, 268.
Francia, 269.
Guicciardini
S. A.
A. R.
Sua
Leopoldo II, 258.
Eccellenza
missarìo
Holland,
Hudson
Manzoni
Martini
264.
d* I-
talia,281.
S.
Piero, 251.
R. il Prìncipe Ereditario
il Lord
delle
Alto
Isole
Com-
Joniche
a
Corfù, 266.
Gurney, 260.
Alessandro, 256.
S. A.
il Duca
Schouw
di
Bedford, 260.
Giovacchino, 261.
Francesco, 283.
Vannucci
Mercantini,
Mittermayer,
Atto, 250.
277.
263.
Witte
Carìo, 262.
byGoogk
Digitized
NOMI
CHE
Albini
INDIRIZZARONO
Amato,
Casimiro,
Bianciardi
S.,
ALCUNE
Pag.
Arcangeli G., 285,
Basi
DELLE
29+.
303.
Castinelli
Centofanti
A.,
319.
Mayer
E.,
310.
Mutti
Dalgas
De
Francesco,
Laugier,
Bidolfi Cosimo,
301.
Gio., 298.
Bosini
288.
Paolo, 292.
302.
Pietro, 289.
Thouar
Scipione, 300.
Alessandro, 318.
Torri
C, 290.
J., 309.
Ugolini Filippo,
Bubina,
Foscolo-Molena
G. S., 307.
L.,
297.
311.
291.
Battista, 315.
Gio.
Vaselli
Viale
Galeotti
Filippo-Luigi,298.
Salvagnoli Vincenzo, 298, 305, 318.
Fapanni Fra"cesco
Francia
305.
284.
Emiliani-Giudici
Finazzi
296.
Gaetano,
A., 291.
Beumont
311.
Gustavo,
Ferrucci
314.
Pietro, 306.
Filippo, 292.
Furia
Del
299.
Silvio, 287.
Polidori
Cordova
L.,
Giacomo,
Pellico
ANDINI.
306.
.
Contrucci
ORL
BaflFaello,Pag.
Lorini
Milanesi
295.
B., 289.
S.,
FRANCESCO
A
Mercantini
L., 293.
Carrer
LETTERE
Lambruschini
316.
302.
Capponi G., 287,
PERSONE
S., 321.
Vieusseux
G. P., 314.
Gelli A., 312.
Gotti
Aurelio, 303.
Zobi
A., 321.
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INDICE.
Proemio
I.
Pag.
Fanciullo
—
1
Emigrazione
Ginnastica
H.
Estero
—
al
Giglio e
Studente
—
madre.
Ex-frate
—
Zio
nerbatore
prete
poesie del
Sannazzaro
Il
—
La
—
Benedetti
Protesta
—
Buon
—
secondo
del
di
esito del
Sonetto
—
—
primo
il
contro
Lettera
famiglia
panello
cam-
riscossa
non
crazie.
di due
mancanza
Maestro
17
Dissesti
—
—
della
silio
Ba-
11
aglistudi legali
malo
esame,
IV.
—
Don
Siena
a
Avversione
per
natale
Lo
—
Le
—
puerilità
sfratati
gli stranieri.
contro
—
tiranneggiati
il Metastasio
e
alle
Colle
di
ausiliatrice
povera
Maestri
—
la terra
Seminario
Fanciulli
ITI.
—
spensierata
11
—
Guerra
patriarcale
Lucignano
a
Miracolo
'22
morale
sulle contese
Capei
Scuola
—
letterarie
Amore
—
—
cinto
Gia-
—
Sonetto
—
tera
Let-
frequentata
d' Italia
Elegia per
poco
al
padre
Addio
—
a
Lucignano.
V.
Professore
—
I
tempi
educatori
—
VI.
—
Livorno
a
nuovi
—
scuole
due
Servilità alla Francia
—
liberali
di
—
I
padri
Gli
—
israeliti
I debiti.
Maestro
libero
Vaselli
a
economico
Conoscenza
—
Colle
—
Controversia
—
del
Articolo
su
—
Giusti
Sapiente
-
Virgilioe
amicizia
Letture
le
sue
dei
del
sici
Clas-
opere
—
fra l'Orlandini, l'Arcangeli, il Vannucci
il Tommaseo
ignobili
41
scrittore
e
Pareggiamento
e
35
Le
Tre
—
Crestomazia
periodi
eccellenti
d' autori
—
ignoti, non
Traduzione
delle
byGoogk
Digitized
Georgiche
travagliata
Sonetto
—
scultore
VII.
del
Consolazioni
di
scoperta
Fatiche
improbe
Scritti fuggevoli.
—
VITI.
—
Poeta
—
Patriotta
grazie
Gentile
Scoperta
—
Difficoltà del
—
Voli della lirica foscoliana
—
Vaselli
del
Collaborazione
—
8H
Pag.
—
90
del
fino
Pio
Nono
48
96
il Primato
e
Visita
—
V Ardoino.
poema:
al
V Arnaldo
Capogiro universale
-—
al
Niccolini
Gabriele
Rossetti
Medaglia a
Dialogo
—
dell' illustre
Lettera
—
civile
Frammento
IX.
—
del Foscolo
Donna
La
—
Nuova
—
le
carme
Manoscritti
—
frammenti
lavoro
Bartolini
a
Vita
famiglia
una
Anacreontica.
—
Redintegratore
—
d'
salvazione
Eroica
—
benemerenze
sulle
—
al Niccolini
Sonetto
—
de'
per
Triregno
al
Inno
—
Papi
verso
r Italia.
X.
Patriotta
—
48
dal
Guerra
d' oro
della
Anarchia
lezioni
livornese
Rinunciamento
Lettere
italiana
Indipendenza
Languore nelle
•—
—
—
112
59
al
di Missirini
Persecuzioni
—
di Pellico
e
—
tremendo
—
disperate
—
della
Fuga
—
Molti confortatori
—
Espugnazione di Livorno : momento
Odio
Terzine
agli oppressori
Sigaro
—
liano
ita-
Costituente
—
Consolazioni
catena
Il Cittadino
—
parte della
far
a
La
—
—
L' Orlandini maestro
pedagogia
di Fanciulle
Lettera del d'Azeglio Pellegrinaggio
Versi per l'Albo di Superga
a
Visita al
Superga
Pellico
Scritti
Cupa malinconia
Epigramma
—
—
—
—
—
—
—
—
vari.
XI.
—
Padre
della
Locuzione
del
della
statua
farla
per
commissione
esuli
nello
cavalier
—
sanesi
Due
Piramide
—
di formare
lettera
della società
trionfale
della
di
Pio
zetto
Boz-
società
una
la
—
lone
Spil-
sul sonetto
dell' Orlandini
brani
-—
riscossa,e
non
del Pollastrini
Lettera
—
Passeggiata
a
La
Lettera
—
—
panico
Pazzi
data —Costituzione
Spettatore
—
147
Tentativi
—
eseguire
simbolico
Gli
Dante
di
statua
pubblicata
biografìadel
nono
:
—
selli
Va-
Timor
Livorno.
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327
—
XII.
Cooperatore
—
di
Napoleone
L' Orlandini
a
XIII.
—
Livorno
Firenze
a
Lettera
—
Direttore
dei
in
Vittorio
Il 27
Emanuele
Aprile
167
—
Consigliere
—
di Ricasoli.
Fiorentino
173
prognostici Tribolazioni
—
Direttore
un
Due
Pag.
civile
di
e
—
Liceo
del
Fallacia
—
rivoluzione
della
Parole
—
Quante
—
fatti edificanti
ne
Doti
—
avesse
Esortazione
—
cessarie
ne-
dini
1'Orlanlasciar
a
l'ufizio
Silenzio
Molestie per la statua di Dante
sulle persone
Canzone
alla madre
Firma
ad un
—
—
—
atto
solenne
—
Inaugurazione della
—
Testimonianze
—
versi
—
onorevoli
Documento
di
-—
di Dante
statua
Pubblicazione
autorità
morale
di alcuni
Discorso
—
sul dovere.
XIV.
—
Malattia
Primi
di
e
religione
—
Infermità
—
203
morte
sintomi
di malore
Seduta
mortale
tempestosa
Estremi
—
versi
—
Pensieri
—
Aiuto-direttore
momenti
Esequie
Parole pronunziate sul feretro.
Iscrizione sepolcrale
—
Alcuni
—
—
—
APPENDICE.
223
I. Onorificenze
II. Versi
scelti
III. Alcune
Lettere
Nomi
minuta
fra
Francesco
delle persone
da
Nomi
a
Francesco
di
Francesco
delle persone
Orlandini
a
225
Silvio Orlandini
Francesco
lettere
in
IV.
di
le
Silvio
sue
Orlandini
vate
tro-
248
carte
284
Silvio Orlandini
cui
furono
indirizzate
lettere
alcune
323
Orlandini
che
indirizzarono
alcune
lettere
a
cesco
Fran324
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