DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA LUCANIA In the Italian legal system Deputazioni or Società di storia patria are public institutions which further regional historical research. In 1935 was established the Deputazione di storia patria per la Calabria e la Lucania (the latter was the ancient name of the land, partly coinciding with Basilicata); in 1957 it was split up by law into two delegations, and so Deputazione di storia patria per la Lucania was started. From 1985 the Deputazione yearly publishes the journal.”Bollettino storico della Basilicata”; it has three series of monographs too: Fonti e studi per la storia della Basilicata, Quaderni di archeologia e storia antica, Archivi della Basilicata. Current researches are: “Inventory of parchments kept in diocesan and parish archives of Basilicata” (in collaboration with the Ministry of Cultural Heritage – Central Office of Archives) and “Index of the sources of the history of emigration from Basilicata after the Unity of Italy” (in collaboration with the Region of Basilicata). L a Deputazione di storia patria per la Lucania fu istituita con la legge 18 ottobre 1957, n. 1026, come Deputazione autonoma rispetto a quella per la Calabria e la Lucania, istituita con regio decreto 20 giugno 1935, n. 1176, tuttora attiva. La nostra è quindi una delle più giovani Deputazioni d’Italia. Le origini di tali organismi sono da rintracciare nel clima culturale dei primi decenni dell’Unità nazionale, quando i più antichi di essi sorsero, fondamentalmente sulla base degli antichi stati preunitari, con lo scopo di promuovere gli studi storici regionali in una prospettiva risorgimentale e unitaria. È stato notato che le prime Deputazioni ebbero un ruolo importante nel costruire una più profonda consapevolezza del ruolo delle nuo- ve classe dirigenti e nel creare i presupposti della loro egemonia culturale. Esemplare il caso della Società napoletana, la più antica del Mezzogiorno, che soprattutto sotto l’impulso di Benedetto Croce dilatò la nozione di storia fino a comprendere un amplissimo ventaglio di aspetti culturali, dal teatro alla letteratura, dall’archeologia alle scienze ausiliarie, come fa fede la rivista “Archivio storico per le province napoletane” che dal 1876 costituì un punto di riferimento fondamentale per gli studiosi italiani. Il progetto implicito che sottese alla nascita della Deputazione lucana fu, in analogia con la storia di tali organismi e con riferimento ai principi della Costituzione repubblicana, di creare un sodalizio all’interno del quale le migliori energie intellettuali della Basilicata potessero essere raccolte e coordinate nello sforzo di costruire una nuova storiografia regionale. La paternità di questa intuizione va attribuita a Raffaele Ciasca, storico e uomo politico rionerese, che fu il primo presidente della Deputazione (1966 – 1972). Gli fu vicino, in qualità di vice presidente, con impegnato fervore, il Maestro degli studi storici napoletani, Ernesto Pontieri. Accanto a questi luminari operò un ristretto gruppo di intellettuali e studiosi lucani o attivi in Basilicata, da Emilio Magaldi a Tommaso Pedio, da Dinu Adamesteanu a Rocco Mazzarone, da Giovanni Battista Bronzini a Gaetano Ambrico e Vincenzo Verrastro: quest’ultimo ha presieduto la Deputazione dal 1973 al 1994. Essi si distinguevano in quegli anni non solo per i loro contri- — 327 — di Giovanni B. Bronzini buti storiografici, ma soprattutto per l’azione concreta esplicata per indagare le cause dell’arretratezza della Basilicata e proporre i rimedi. Un impegno civile e sociale che la Basilicata non dovrebbe mai dimenticare. Lo statuto della Deputazione, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1966, n. 387, così riassume le finalità dell’ente: “La Deputazione (…) ha il compito di promuovere gli studi storici relativi alla regione, con l’eventuale collaborazione di altri istituti di immediato interesse nel campo della cultura. A questo fine, essa attende alla pubblicazione di monografie e di un proprio organo sociale, e all’edizione di fonti e documenti relativi alla storia delle città e delle campagne, alle attività economiche, culturali, religiose della regione lucana”. Nel tempo il ruolo della Deputazione si è ampliato in prospettiva di nuovi apporti. In particolare la nascita dell’Università della Basilicata dopo il terremoto del 1980 e il sorgere degli istituti del Ministero per i Beni Culturali nella regione hanno risvegliato gli interessi culturali di una pluralità di soggetti autorevolmente e istituzionalmente preposti alla ricerca storica. La Deputazione, presidente Verrastro, affrontò la nuova situazione stabilendo proficui rapporti di collaborazione, in primo luogo con l’Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell’area mediterranea, che dalla metà degli anni Settanta, presidente Gabriele De Rosa, segretario generale Antonio Cestaro, aveva avviato un me- ritorio lavoro di formazione di giovani laureati lucani e di ricognizione delle fonti documentarie; successivamente con gli istituti archivistici della regione e, attraverso l’instancabile opera di Dinu Adamesteanu, con gli archeologi che in questi decenni hanno riscritto con lui la storia della Basilicata antica. A partire dalla metà degli anni Ottanta i frutti di questo lavoro sono stati raccolti in una vivace e pregevole produzione editoriale, costituita dalla rivista “Bollettino storico della Basilicata”, che si pubblica con cadenza annuale dal 1985; da tre collane di monografie: “Fonti e studi per la storia della Basilicata” (dal 1971), “Quaderni di archeologia e storia antica” (dal 1991), “Archivi della Basilicata” (dal 1990). Nel 1992 è stata deliberata l’istituzione di una sezione a Matera, presieduta dallo storico Raffaele Giura Longo, che ha raccolto adesioni anche al di là del ristretto numero dei deputati, divenendo una feconda sede di dibattito e di impegno civile. Negli ultimi anni la Deputazione ha dato vita, per la prima volta nella sua storia, a due rilevanti progetti di ricerca sulle fonti della storia lucana. Il censimento delle pergamene conservate negli archivi diocesani e in alcuni archivi parrocchiali della — 328 — regione, approvato dalla Soprintendenza Archivistica per la Basilicata e finanziato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, si è avvalso della prestigiosa consulenza scientifica di Cosimo Damiano Fonseca e di Francesco Magistrale. Finalizzato a censire le fonti membranacee tuttora esistenti nella regione, nonostante il depauperamento subìto negli anni, esso ha portato alla creazione di una banca dati di oltre 2.000 schede, che costituisce uno strumento essenziale sia per la successiva edizione di un codice diplomatico regionale, sia per una efficace tutela del patrimonio archivistico. Già oggi i dati raccolti e in corso di revisione permettono di avviare nuove ricerche grazie anche alle possibilità di impegno scientifico e finanziario che si sono ottenute: tra queste si segnala l’assegnazione di un dottorato di ricerca presso l’Università di Bari ad una delle giovani paleografe che hanno collaborato al lavoro per l’edizione delle pergamene medievali di Marsiconuovo. Gli archivi interessati dal progetto sono stati quelli delle diocesi di Potenza-Marsiconuovo-Muro Lucano, Acerenza, MelfiRapolla-Venosa, Tricarico, Tursi-Lagonegro, MateraIrsina e gli archivi parrocchiali di Albano di Lucania, Armento, Atella, Brienza, Castelluccio Inferiore, Grumento Nova, Lavello, Montescaglioso, Pignola, Pomarico, SS. Trinità di Potenza, Vietri, Viggiano. È attualmente in corso, con un finanziamento della Regione Basilicata, un progetto di ricerca sull’emigrazione lucana dall’Unità d’Italia al secondo dopo- guerra. Anche in questo caso si sta costituendo una banca dati articolata nelle seguenti aree tematiche: repertorio delle fonti archivistiche conservate negli archivi di Stato e archivio onomastico; repertorio delle fonti fotografiche, letterarie e demoantropologiche; repertorio bibliografico; censimento degli istituti ed enti che conservano fonti sull’emigrazione. Il progetto, che nel corso della sua articolazione biennale prevede alcuni seminari di approfondimento, si concluderà nel 1999 con la realizzazione di una giornata di studi, che servirà a trarre e valutare il consuntivo della ricerca. La banca dati confluirà in un ipertesto che, attraverso Internet, sarà consultabile in tutto il mondo. Non sarà quindi un prodotto finito, ma un archivio che potrà essere continuamente arricchito anche con l’apporto delle associazioni dei lucani e dei ricercatori in Italia e all’estero. È intento, inoltre, della Deputazione assolvere al ruolo istituzionale di promotrice degli studi di storia locale, che sono oggi, con non poche lodevoli eccezioni, per lo più avviliti da difetti di campanilismo municipale oltre che da approssimazione e carenza di impostazione scientifica. A tal fine si conta di organizzare seminari formativi, tenuti da docenti e ricercatori universitari, che incoraggino e coltivino le vocazioni, nonché di stabilire una stretta collaborazione con gli enti locali, che generalmente patrocinano tali iniziative editoriali, affinché i lavori da pubblicare siano sottoposti ad un preventivo vaglio critico da parte della Deputazione. Infine la Deputazione intende sviluppare il settore di ricerche demo-antropologiche, per una sistematica rilevazione di documenti scritti e orali, strumentali e oggettuali della cultura spirituale e materiale delle singole comunità. I risultati di tali indagini possono costituire una essenziale integrazione delle ricerche specificamente letterarie, linguistiche, storiche, sociologiche, archeologiche e iconografiche, nella consapevolezza che la storia, secondo la lezione delle “Annales”, comprende tutte le espressioni della civiltà di un popolo e che il suo studio non può che essere condotto in modo interdisciplinare. Libretto di lavoro di Giulio Pignatello, musicista ambulante di Paterno, rilasciato dal comune di Coulommiers, Francia, 1 agosto 1868 — 329 — Pergamena n. 3 di Marsiconuovo, gennaio 1268, dall’archivio dell’arcidiocesi di Potenza, Marsiconuovo e Muro Lucano — 330 —