Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale -70% - CN/RE - Trimestrale del Credito Cooperativo Reggiano Anno 2013
il giornale della banca
LUGLIO 2013
L’Assemblea
dei Soci
per il rinnovo
del board
a pag. 14
CCR News Il giornale della Banca
Periodico trimestrale di informazione reggiano
Autorizzazione del Tribunale
di Reggio Emilia N. 2098/2011
Proprietario/Editore:
Credito Cooperativo Reggiano via Prediera, 2a
S. Giovanni di Q.la – Viano (RE)
Redazione presso la sede di Scandiano
Via Pellegrini, 16 - Scandiano (RE)
Tel 0522 764711 - Fax 0522 859390
[email protected]
Credito Cooperativo Reggiano:
approvato dai soci il
bilancio 2012
Direttore responsabile:
Michele Campani
Coordinamento editoriale:
Piergiorgio Munarini
16
Capo redazione:
Giulia Sacchi
Economia
Sommario
Assistente redazione:
Luca Marconi
Fotografie:
James Bragazzi, Virginio Spalanzani,
Paola Morini, Pietro Margini,
Foto Studio Artioli
Progetto grafico e impaginazione:
Partner Comunicazione e Marketing
Stampa:
Tipolitografia Moderna – Rivalta (RE)
8
Imprese e mercati
4 Editoriale del Presidente
5 Scelta di continuità
6 Le linee guida Federcasse per la definizione del catalogo
dei prodotti finanziari
8 L’ABC della finanza, alcune regole basilari per investire i propri risparmi
Riproduzione vietata senza
l’autorizzazione in forma scritta dell’editore.
NUMERO 5 – LUGLIO 2013
Focus on
12
Il personaggio del mese
10 Vasco Montecchi
L’azienda del mese
12 Casa della Sposa di Viano
Attualità
14 L’Assemblea dei Soci per il rinnovo del board
16 Credito Cooperativo Reggiano: approvato dai soci il bilancio 2012
14
Arte e cultura
18 1° Cammino del Perdono 2013
20 Matilde di Canossa: regina potente, donna infelice
Spazio giovani
20
24 CCR torna a scuola...
26 Il Credito Cooperativo Reggiano incontra il Liceo Spallanzani
27 Una stagista...coi numeri!
Eventi
30 I Cronisti in classe del Resto del Carlino diventano...banchieri!
31 CCR e A.N.P.AS. Emilia Romagna, insieme per aiutare i territori
30
colpiti dal sisma
32 Fiera di S. Giuseppe a Scandiano
33 Mercatini di Natale Roteglia 8 Dicembre 2012
34 L’Acquedotto Rurale
35 CCR al Patrono di Reggio Emilia 24 novembre 2012... S. Prospero
il giornale della banca
Al servizio
del nostro territorio
Le cronache economiche di queste settimane portano alla ribalta il tema della qualità
e della competitività del nostro territorio. Esso è alle prese con pressanti esigenze di
ammodernamento richieste da un mercato sempre più globale e selettivo. Siamo realisti: il momento è difficile per le nostre imprese, in particolare per le piccole, dietro le
quali abbiamo sempre delle famiglie con le loro speranze e i loro progetti.
Cari Soci permettetemi ora di provare ad uscire dalla quotidiana retorica del declino.
Etimologicamente crisi significa decisione, scelta. Ecco allora che la nostra banca,
definita da uno slogan “differente per forza” ha deciso di essere “differenze per scelta”. La scelta è quella della piccola dimensione e della autonomia, che coltiva in via
prioritaria il rapporto con la famiglia, che ci affida i suoi risparmi, e l’impresa che
ci racconta i suoi progetti. Noi vogliamo continuare a fare “Banca del territorio” per
scelta e non per forza, sostenendo quelle persone che da sempre fanno parte e fanno
grande la nostra reggianità, tutt’altro che decaduta ed orgogliosamente vitale. Certo,
i tempi sono cambiati: se il vino di ieri non era molto lontano dalla mano che aveva
vendemmiato, quello stesso vino viene oggi esportato in tutto il mondo grazie alla
creazione di nuove filiere distributive rese possibili dalle reti d’imprese. In tutto questo la nostra Banca deve avere un ruolo chiave nel sostenere l’eccellenza del piccolo
imprenditore locale e la capacità progettuale che le reti d’imprese possono esprimere. Raffaele Mattioli ricordava sempre ai suoi collaboratori: “Prima viene l’impresa,
la finanza segue sempre”. Questo vuol dire davvero fare banca del territorio per lo
sviluppo della sua economia reale e non della finanza fine a se stessa, che tanti danni
ha fatto negli ultimi decenni.
“Differente per scelta” significa anche dissentire dal pensiero a senso unico che la
grande dimensione sia la soluzione all’uscita dalla crisi. La grande dimensione non
è garanzia di efficienza allocativa delle risorse. Occorre piuttosto ricercare economie
di scala e solidità patrimoniale. Per questo la nostra banca, da sempre, aderisce al
Sistema Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo che, con le sue 394 banche e
i 3 istituti centrali di categoria, garantisce l’erogazione del 10% di tutti i prestiti alle
famiglie e alle imprese italiane. Una adesione che permette di coniugare il rispetto
della totale ed assoluta indipendenza decisionale e di allocazione delle risorse proprie della Banca del territorio con la solidità patrimoniale della holding. Un sistema
a rete che garantisce e garantirà relazioni, coesione sociale e rapporti di fiducia, nel
solco dei valori, dei principi mutualistici e degli scopi statutari della nostra Banca
Cooperativa di Credito.
Il mio impegno e quello del Consiglio di Amministrazione sarà quello di continuare
ad essere attenti interpreti delle esigenze territorio, affiancandolo e sostenendo nel
processo di trasformazione delle idee in progetti concreti.
Pierluigi
Ganapini
Direttore Generale
Il 3 giugno 2013 ha segnato il passaggio
di consegne alla nuova Direzione della
nostra Banca, che guardando con attenzione al futuro, valorizza il suo passato
attraverso una precisa scelta di “continuità” nella gestione della sua struttura, dato che il nuovo Direttore Generale
Pierluigi Ganapini vive la nostra realtà
da ben 17 anni ed è consapevole che
l’obiettivo primario è quello di consolidare e dare ulteriore impulso al ruolo
che la nostra Banca deve avere per la
conservazione e lo sviluppo del territorio di cui siamo espressione.
squadra coesa, dinamica e determinata
a sostenere l’identità territoriale della
nostra banca. Ringrazio la Presidenza
e il Consiglio di Amministrazione per la
fiducia che mi è stata accordata e assicuro il mio massimo impegno nel contribuire al successo della nostra Banca e
alla crescita dei Collaboratori, dei Soci,
dei Clienti e di tutta la realtà economica
e sociale del nostro territorio.
Economia Imprese e mercati
Editoriale
Carlo Maffei
Presidente CCR
Scelta di continuità
Mio compito sarà quello di proseguire
nel percorso delineato, volto a ricercare sempre maggiore efficienza della
Banca, anche attraverso una prudente
gestione e riduzione dei costi che contribuisca in maniera incisiva nel ritornare ad un risultato d’esercizio positivo
che, d’altro canto, non potrà non tenere
conto della difficile congiuntura economico-finanziaria che stiamo vivendo e,
specificatamente, la crisi del lavoro che
penalizza soprattutto le nuove idee imprenditoriali e i giovani. Nel quinto anno
consecutivo di crisi congiunturale, CCR
si accinge a mantenere e consolidare la
posizione conquistata in questi 25 anni
di storia dell’Istituto, in particolar modo
attraverso l’incremento della compagine sociale. Oggi, possiamo contare su
oltre 6.300 Soci che rappresentano un
patrimonio fondamentale: sono i nostri
principali clienti e i loro suggerimenti
sono preziosi per migliorare l’attività
della Banca. Dedicata a loro è la prima
delle nuove iniziative che presentiamo
nel magazine per premiare la fedeltà e
la fiducia che hanno riposto in noi. Affronto questa nuova sfida con ottimismo
e fiducia, sicuro di poter contare su una
Carlo Maffei
Il Presidente
il giornale della banca
5
La Consob ha
richiamato l’attenzione
degli
operatori affinché
nella definizioResponsabile
Servizio Controlli Interni
ne della propria
politica commerciale
avessero
cura di valutare la compatibilità dei singoli
strumenti inseriti nel catalogo prodotti, avuto riguardo alla loro complessiva configurazione, con le caratteristiche ed i bisogni
della clientela a cui vengono offerti. Inoltre,
la stessa Autorità di Vigilanza ha più volte
posto enfasi sul principio, disciplinato dal
Testo Unico della Finanza, di tutela degli interessi degli investitori e sulla definizione di
efficaci modelli relazionali fra intermediario
e cliente. Per far ciò le banche devono attuare il passaggio da un modello relazionale con
il cliente di tipo transazionale (di distribuzione/vendita) ad un modello relazionale basato
sui contenuti e sulle modalità di prestazione dei servizi. In tal modo le banche, salvaguardando le proprie esigenze di raccolta,
possono garantire un maggiore livello di
tutela degli interessi della propria clientela.
Affinché il citato modello possa tradursi in
un radicamento operativo, ovvero in proce-
Mario Mauro
Montecchi
6
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attuare un comportamento concreto nella
singola transazione, gli intermediari devono
adottare scelte strategiche che abbiano ad
oggetto precisi indirizzi quali, ad esempio,
l’analisi e la segmentazione della clientela
(principio del Know your Customer – Conosci il tuo Cliente), la definizione dei servizi e
della gamma dei prodotti offerti, la selezione
dei canali distributivi, la definizione di sistemi
di budgeting/retributivi/incentivanti in linea
con il citato principio di tutela. Le Linee Guida interassociative ABI-Assosim-Federcasse
in tema di rapporti tra la funzione di compliance e le funzioni commerciali orientano
l’architettura del processo decisionale delle
banche volto a definire politiche commerciali
rispettose della ratio del quadro normativo
vigente. Il presidio del potenziale conflitto tra
obiettivi commerciali, di liquidità e di raccolta
delle banche e conformità agli orientamenti dell’Autorità di Vigilanza ed alla normativa
di riferimento trae necessariamente origine
da una corretta pianificazione finanziaria che
bilanci politiche commerciali e interessi della
clientela. In particolare, le banche sono chiamate a definire, nel rispetto degli obiettivi
strategici prefissati, un corretto piano delle
emissioni obbligazionarie che tenga conto
degli effettivi profili di rischiosità e di conoscenza ed esperienza della propria clientela.
Pertanto, gli intermediari devono definire i
processi aziendali idonei a consentire, già in
astratto, lo svolgimento di valutazioni circa
le esigenze finanziarie che i prodotti inseriti nella propria offerta dovranno soddisfare.
Questo potrà avvenire utilizzando semplici
strumenti di organizzazione ed analisi delle
informazioni già in possesso delle banche,
riducendo in tal modo i rischi reputazionali,
legali e di vigilanza legati a comportamenti
non conformi con la normativa di riferimento.
A tal fine, il documento emanato da Federcasse (Federazione Italiana delle Banche di
Credito Cooperativo Casse Rurali ed Artigiane) fornisce principi ed importanti linee di indirizzo per consentire alle Banche di Credito
Cooperativo di attuare i sopra citati processi,
focalizzandosi sull’analisi della clientela e dei
prodotti al fine di definire la propria offerta
commerciale e quindi il proprio catalogo prodotti in linea con le esigenze degli investitori.
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INFORMAZIONE
• Invio CCR NEWS, periodico
di informazione redatto dalla
Banca.
il giornale della banca
7
distinto, è indispensabile cercare di capire per quanto tempo i soldi non servano e
debbano rimanere investiti per raggiungere
l’obiettivo. E qui entra in gioco una seconda
regola basilare per chi si vuole approcciare
in maniera corretta ai mercati finanziari, e
cioè DEFINIRE PREVENTIVAMENTE QUAL
E’ IL PERIODO DI TEMPO PER IL QUALE SI
DESIDERA MANTENERE L’INVESTIMENTO.
Se si sta accantonando parte dei risparmi
che serviranno tra 10/15 anni in un prodotto azionario, ad esempio un PAC (piano di
accumulo del capitale), l’obiettivo di investimento è la crescita del capitale nel medio/
lungo periodo, quindi non bisogna preoccuparsi troppo se nel breve periodo l’investimento potrebbe avere oscillazioni di valore.
Risulta logico che se si ha in programma
una spesa tra 6/12 mesi l’obiettivo dell’investimento deve essere la conservazione del
capitale, quindi l’investimento sarà indirizzato su operazioni monetarie a basso rischio
e rendimento. Una volta chiariti gli obiettivi
d’investimento e il periodo nel quale lo stesso rimarrà in vita, è importante analizzare il
proprio PROFILO DI RISCHIO, ovvero quanto si è disposti a sopportare la volatilità dei
differenti mercati finanziari. Rischio e rendimento sono indissolubilmente connessi,
ed una variabile che mitiga molto il rischio
di portafoglio è il fattore tempo. Più a lungo viene detenuto un portafoglio finanziario,
più alte sono le possibilità di avere un rendimento virtuoso. Nel costruire un portafoglio
è decisivo considerare il grado di correlazione tra le asset class (asset class possono
essere azioni, obbligazioni, valute, materie
Direzione Commerciale
Amministrare i propri capitali personali non
sempre può risultare semplice, soprattutto
se di finanza non si conoscono molti termini
e nozioni. Ecco perché è buona norma, nella
maggior parte dei casi, affidarsi a persone
esperte del settore, Consulenti che possano
dare quell’aiuto in più, utile a non commettere errori e ad investire in maniera efficace i
propri risparmi. È comunque indispensabile
avere chiare alcune delle regole di base e gli
elementi fondamentali per poter gestire il
proprio patrimonio con criterio, nonché affidarsi consapevolmente ad una Banca e ad
un Consulente di provata e conosciuta serietà e professionalità. Integrare le decisioni economiche personali ad una qualificata
consulenza porta a buoni risultati e rende
più indipendente e consapevole l’investitore.
Il motto è “imparare, investire consapevolmente e guadagnare”: un perfetto esempio
di come, con l’aiuto e la consulenza opportuni, sia possibile prendere in mano le proprie
finanze e farle fruttare al meglio. Per prima
cosa, è necessario focalizzare chiaramente
8
perché si investe, i c.d. OBIETTIVI D’INVESTIMENTO, e suddividere il patrimonio secondo i diversi bisogni reali. Potrà sembrare
banale, ma i principali problemi accadono
proprio perché non è chiaro come si vuole
e a che fine vengono investiti i propri patrimoni. I risparmi non vanno considerati come
un unico indistinto portafoglio, ma spezzettati secondo le concrete e future esigenze. In
secondo luogo, occorre porsi degli obiettivi
raggiungibili: non ha senso definire obiettivi
fantasiosi e irrealizzabili, se non per sognarli e risvegliarsi all’improvviso scoprendo che
non si sono realizzati. Gli obiettivi non devono essere astratti, ma legati ad esigenze
reali. Non bisogna investire solo per fare più
soldi, perché questa non è una motivazione
che aiuta a razionalizzare e capire. Certo, si
investe per guadagnare, ma occorre fare un
passo successivo, che è fondamentale per
trovare il giusto mix di prodotti e per non ritrovarsi in balia dell’emotività e dei mercati.
Si diceva che è opportuno considerare le diverse parti del proprio portafoglio in modo
prime ecc.). Va, infatti, verificato se le stesse
tendono a muoversi assieme, nella stessa
direzione o in direzione contraria, o se sono
indipendenti tra loro. Minore è la correlazione, minore è il rischio e maggiori le possibilità di rendimento. E qui entra in gioco il
ruolo del Consulente e un’altra importantissima regola, la DIVERSIFICAZIONE del portafoglio. Diversificare il portafoglio tra asset
class non correlate porta a ridurre il rischio
e ad aumentare i rendimenti. Semplificando
ed a puro scopo di esempio la diversificazione di un portafoglio si può realizzare affiancando una piccola percentuale di azioni
e di valute a un portafoglio obbligazionario,
la de-correlazione tra le diverse asset class
(storicamente quando le azioni guadagnano le obbligazioni perdono e viceversa) può
aumentare i rendimenti, ed al tempo stesso
ridurre rischio. Per raggiungere un maggior profitto è necessario anche RIVEDERE
E RIBILANCIARE periodicamente il portafoglio, in modo da averlo sempre investito in
modo coerente con la propria propensione al
rischio ed i propri obiettivi di investimento.
L’ultima regola, ma di grande importanza,
è la DISCIPLINA. Rimanere coerenti con le
scelte assunte, confrontarsi periodicamente
col proprio Consulente, rivedere e ribilanciare il portafoglio quando necessita, aumenta
le possibilità di maggiori rendimenti e assicura la necessaria coerenza nell’esecuzione
della propria strategia.
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9
Vasco, la sua arte è stata riconosciuta e premiata anche attraverso collaborazioni con illustri colleghi d’oltreoceano, tra
i quali l’architetto Phillipe Starck . Dove ha studiato, quali le sue basi formative?
“Ho fatto l’università a Castagneto di Baiso. Dove ho le mie radici, dove la mia mente si nutre di schiettezza, semplicità, naturalezza. Tengo ben a mente una frase, che ricordo spesso ai miei allievi della Scuola di Canossa: “set vo’ ander avanti smesda
poc la còva!” Queste sono le mie origini, umili. E questo è il mio approccio alla vita e all’arte.“
La scultura, rispetto alla pittura, esercita su di lui il richiamo più forte. Inizia così a modellare la creta e la sua ricerca plastica evolve rapidamente, così come al suo “primo materiale” si aggiungono, via via, il legno, la pietra, il cemento e, infine, il marmo. E’ il 1980 quando
viene iniziato a Carrara nel Laboratorio di Luigi Corsanini e nel marmo trova il mezzo espressivo ideale per i suoi nuovi volumi plastici,
tendenti all’astrazione. Da quel momento inizia la pioggia di commissioni per opere pubbliche da svariate nazioni così come cresce, al
contempo, il numero delle mostre personali, in Italia e all’estero. Gli anni Novanta sono quelli della sua consacrazione.
Cosa ricorda con maggiore nostalgia del periodo e quale progetto l’ha più entusiasmato?
L’emozione di vedere che la tua arte viene osservata, studiata, compresa è impagabile. Questo di Carrara, è il periodo dove ho
aperto la mia mente alla creatività uscendo dal mio paese, ricevendo e facendo mie le energie che incontravo lungo il percorso.
Lavoravo giorno e notte, senza sosta; appagato dalla creatività che fluiva e mostrava sempre nuove forme di espressione.
Una sera, davanti al Tg con mia moglie, ascolto una triste vicenda avvenuta in un condominio. L’acre odore derivante dall’appartamento aveva destato l’attenzione dei vicini di piano che, chiamando i soccorsi, avevano confermato l’atroce morte dell’uomo, dopo numerosi giorni. Le interviste mi lasciarono un profondo vuoto dentro: pare fosse un tipo solitario, nessuno lo conosceva, nessuno sapeva di lui. Mia moglie esclamò: “E’ una morte assurda!”. Oggi la tecnologia ci permette di comunicare con
l’altra parte del mondo e noi nemmeno conosciamo il vicino di casa. Mi sono rifugiato in silenzio a creare, nel mio laboratorio,
per tutta la notte. L’indomani mattina mia moglie osservò l’opera: “E’ una denuncia!”. Aveva compreso il senso del mio lavoro.
Quest’opera, visibile ora lungo la passeggiata del Lido di Camaiore, forse arriverà a mostrarsi in una piazza a Scandiano.
Il personaggio del mese
L’intervista
“Il Silenzio”
Marmo Bardiglio e Bianco di Carrara
Espone, promuove simposi e realizza opere monumentali a Napoli, Reggio Emilia, Brno (Repubblica Ceca), Almansa Albacete (Spagna).
Del 1992 è l’opera “Migratori” in marmo bianco di Carrara e rosso Francia, una stele alta più di tre metri collocata nella piazza di Montecavolo. Nel 1999, nell’ambito della X edizione di “Etruria arte” a Venturina (LI) vince il concorso artistico Internazionale per la realizzazione di un importante monumento in marmo bianco di Carrara sul tema “La pace, la santità e l’apertura del III millennio”, collocato nella
città di Piombino (LI) che l’8 ottobre del 2000 viene inaugurato dal Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Soltanto un
mese dopo una sua importante opera in marmo dal titolo “Forma” è inaugurata negli ambienti del Parlamento Europeo di Bruxelles.
Vasco Montecchi
Roberta
Ferrari
Gli occhi brillano quando si riprende a parlare del suo libro: “Il Castagneto visto da un bambino”. Ci parli di questa esperienza che ha riscontrato successo e grande approvazione da parte dei concittadini e del Territorio.
L’opera, che dedico a chi mi ha spronato nel dargli vita, Silvia Serri Prati, mostra e racconta i posti più cari alla mia memoria.
Qui ci sono le mie radici. Qui racconto la vita e i momenti della mia infanzia nel Borgo. E proprio al Borgo sto dedicando un
progetto culturale per valorizzarlo e promuoverlo: la ristrutturazione della casa in cui ho avuto i natali. E la mia gioia è immensa nel constatare la partecipazione e il sostegno da parte dei miei concittadini. L’opera, una volta realizzata, farà parte della
Fondazione di Renza e Vasco Montecchi.
Ascoltarla nel racconto della sua vita è un’emozione continua che cresce e trae linfa e suggestioni sempre nuove. C’è qualcosa che si rimprovera o che sente di non aver compiuto?
L’unica cosa che mi rimprovero è non aver saputo dedicare il giusto tempo a mia moglie. Mi ha seguito in ogni luogo e sostenuto in ogni battaglia. Con la sua sensibilità e moderazione mi ha permesso di superare la visione comune e di oltrepassare
gli ostacoli che la vita ci poneva di fronte. Il suo freno timoroso era lo sprone per farmi proseguire, perché sapevo che la sua
prudenza ci avrebbe guidato. Questo il mio più grande rammarico.
Prima di congedarla, ci racconta come nasce l’esperienza con Padre Marco?
Lo conoscevo come amico, è sempre stata una persona pratica. Un gruppo di concittadini decide di formare un’associazione
per la raccolta di fondi per l’Uganda e in quell’occasione mi chiedono di divenirne Presidente. Sono al secondo mandato e lo
dico con fierezza e orgoglio, perché attraverso questa esperienza ho avuto la possibilità di appagare un bisogno che ho sempre
sentito forte in me, quello di aiutare il prossimo. Ricordo i discorsi che si facevano con Padre Raffaele negli anni ‘68/’70, il quale
mi ripeteva spesso: “Ricorda Vasco che far del bene non fa mai male”. Mi gratifica poter contribuire, assieme all’Associazione,
a questo progetto. Sono un gruppo di persone, uomini e donne, sempre presenti ed estremamente disponibili con cui ho stretto
un rapporto umano vero e stimolante.
Ci congediamo con la sensazione di aver incontrato un uomo di un’umiltà e “grinta” non comuni, un uomo le cui mani possenti
plasmano la tenace materia in forme lievi e sinuose, in una danza spirituale ed eterea che continua a forgiare il suo cammino.
Vicedirettrice
Filiale di Scandiano
Nasce nel 1938 a Baiso e trascorre l’infanzia a contatto con un mondo contadino
tanto aspro quanto ricco di tradizioni e genuini valori che non mancheranno di
riemergere puntuali nella sua scultura e nella sua pittura. Nel dopoguerra è
costretto a emigrare in Francia ancora adolescente. E ritornando in Italia si
stabilisce a Scandiano, dove comincia a disegnare e a dar corpo alla passione
per la scultura che aveva manifestato fin dall’infanzia. Seguono anni di altre
migrazioni in tutta Europa fino al rientro, nel 1963, a Scandiano. E torna
realizzando la sua prima mostra personale di pittura nel 1970. Lo incontriamo
negli uffici della nostra Sede per iniziare con lui un dialogo che ben presto si
mostra colmo di suggestioni, in un susseguirsi e rincorrersi di reminiscenze
nostalgiche e generosi slanci rivolti al presente e al futuro prossimo.
10
Roberta Ferrari
Vicedirettrice Filiale di Scandiano
Piombino, 8-10-2000
Il Presidente Ciampi dopo l’inaugurazione
del monumento dedicato alla Pace,
realizzato dallo scultore
il giornale della banca
11
L’azienda del mese
Casa
della Sposa
di Viano
Cristian
Silvestri
L’intervista
Direttore Filiale
di Viano
Con Ugo e Paola titolari
della Casa della Sposa di
Viano abbiamo fatto quattro chiacchiere per scoprire più da vicino il mondo
del matrimonio.
Quando è stata fondata la “Casa della Sposa”?
La “Casa della Sposa” nasce nell’agosto del 1986 nel negozio in piazza Roma a Viano.
Anima della Casa della Sposa sono Ugo e Paola, allora giovanissimi, che intraprendono
l’attività supportati dai genitori, gestori del Ristorante “La Villetta”, famoso per i matrimoni, con il quale fu un abbinamento vincente. Il primo giorno, mi ricordo benissimo, fu
un sabato mattina in cui vestii la mia prima sposa…. Da lì è stato un crescendo; non ci
siamo più fermati…. Qualche anno dopo, nel 1989, il negozio non bastava più e ci siamo
quindi allargati nei due appartamenti nei piani di sopra. Nel 1990 abbiamo aperto anche
il settore uomo nel negozio sul retro e nel 1998 ci siamo trasferiti nella sede attuale della
quale è in fase di ultimazione l’ampliamento.
per lavoro, avendo in programma il matrimonio, vengono da noi ed acquistano l’abito. La nostra filosofia è l’abilità di confezionare
un abito su misura anche in pochissimo tempo: infatti tante sono le spose che ritirano l’abito anche in giornata arrivando da paesi
lontani. Abbiamo molti clienti esteri, in particolare vengono dagli Emirati Arabi e dalla Russia, però abbiamo vestito anche spose
Newyorkesi, nordamericane e brasiliane. Fra la nostra clientela possiamo anche annoverare personalità importanti non solo italiane
e cantanti famosi.
Quanto è grande la vostra struttura?
La “Casa della Sposa” sorge su un’ area di 1.900 mq disposta su 3 piani, di cui l’ ultimo è
interamente dedicato allo sposo.
La Casa della Sposa come ha pensato di abbattere la crisi?
In un momento storico come questo, avere tanto lavoro lo consideriamo un lusso e per questo abbiamo pensato di realizzare delle
prime linee, per offrire la possibilità a tutti gli sposi che entrano alla “Casa della Sposa” di realizzare il loro progetto di matrimonio…
abbiamo pensato di eliminare i costi pubblicitari, riuscendo così a rimanere ancora più competitivi, poi abbiamo pensato ad un esperimento: come si faceva nell’alta moda degli anni ’50 e ’60 invitare nelle nostre sartorie le future coppie di sposi accogliendoli con
una piacevole sfilata e questa è diventata per noi una fonte di pubblicità ancora più efficace anche se la pubblicità più importante è
quella che arriva dai nostri clienti e dal passaparola.
Qual’è secondo Voi il segreto per essere rimasti in tutti questi anni il punto di riferimento per le coppie di sposi?
Avere degli obiettivi da raggiungere: fondamentale sapersi evolvere, seguire le correnti
e soprattutto mettersi in sintonia con le nuove generazioni. La competitività, la continua
ricerca di nuovi modelli orientata alla soddisfazione del cliente, grazie ad un servizio
completo e “su misura”, a seconda delle diverse esigenze di stile ed originalità. Il nostro Staff e la nostra sartoria interna, cuore pulsante della Casa della Sposa di Viano,
puntano alla valorizzazione artigianale, alla cura dei dettagli e sull’unicità dell’approccio sartoriale che
rende ogni abito un’opera unica ed esclusiva. Questo penso che sia la nostra forza, oltre all’amore ed
alla passione per il nostro lavoro.
Il Vostro bacino d’utenza esce anche dalla nostra provincia, vero?
La Casa della Sposa è ben conosciuta: oltre che dalle nostre province di Reggio Emilia, Modena, Parma
e Bologna arrivano anche clienti da tutte le parti d’Italia e non solo. Ci sono clienti che arrivano in Italia
12
“Come una poesia, felice di essere
sposa, protagonista di un giorno
speciale, unico ed indimenticabile:
“Casa della Sposa” di Viano.
Quanti sono stati secondo Voi gli sposi che sono entrati alla “Casa della Sposa” di Viano?
Direi tantissimi…. Non saprei quantificarli… dovrei fare una rapida indagine…. In ogni caso, la verità e che per noi questo lavoro oltre
che una passione è un vero e proprio divertimento; finchè non smetteremo di divertirci, probabilmente non smetteremo di realizzare
abiti!!!
La “Casa della Sposa” prepara il matrimonio a 360°?
In un prestigioso e moderno atelier accogliamo le spose con le nostre 62 griffes dal mondo dell’alta moda nazionale ed internazionale
con oltre 1.200 abiti in esposizione, sempre presentati in negozio con un occhio rivolto all’alta moda italiana, con la collezione privata
“Le Spose di Paola” interamente disegnata da Valentina Bertoni e prodotta dalla stessa Casa della Sposa di Viano realizzandola con
sete pure di Como e pizzi pregiatissimi. Impeccabile l’uomo Casa della Sposa di Viano che si riconosce per stile ed eleganza, curato
direttamente da Ugo Bertoni ed il suo staff. Abiti da cerimonia per testimoni e genitori, damigelle e paggetti. Partecipazioni e bomboniere con tante soluzioni equo-solidali o abbinamenti a prodotti tipici locali per valorizzare il nostro stupendo territorio.
Un sogno nel cassetto?
Riuscire a creare una scuola di moda aperta a tutti coloro che hanno voglia di riscoprire la bellezza di creare con le proprie mani.
il giornale della banca
13
Presidente CDA
Vicepresidente CDA
Carlo Maffei
Emanuele Guidetti
Consiglieri
Giuliano Anceschi
Enrico Cocchi
Tiberio Filippi
L’Assemblea dei Soci
per il rinnovo del board.
I Soci del Credito Cooperativo Reggiano, riuniti in Assemblea domenica 10 marzo, hanno
provveduto al rinnovo integrale delle cariche sociali. Il nuovo Consiglio e il nuovo Collegio
Sindacale, eletti dalla maggioranza dei Soci presenti, sono degna espressione imprenditoriale e professionale del Territorio.
“
Qui a fianco si riportano le nuove nomine >
Massimiliano Fontani
Francesco Fontanili
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Ivano Scianti
Presidente Consiglio Sindacale
Negli anni, questa banca si è rinnovata in funzione delle esigenze espresse dal territorio, – ha
affermato il Direttore Generale di CCR, Claudio Gianferrari - mantenendo sempre la propria
identità e il proprio spirito di servizio verso la comunità locale; e sarà anche in futuro questo
aspetto, imprescindibile, a rappresentare il valore aggiunto determinante della nostra BCC.
”
All’Assemblea, la cui rilevante affluenza di Soci ha riconfermato la solidità della compagine
su cui poggia la Banca, hanno partecipato anche l’Ing. Giulio Magagni, e il Dr. Daniele Quadrelli, rispettivamente Presidente e Direttore Generale della Federazione delle BCC dell’Emilia Romagna, cui l’Istituto da sempre aderisce in maniera convinta. Gli interventi hanno posto
l’accento sulla valenza della Banca del territorio quale protagonista nella crescita e sviluppo
dello stesso, ricordando più in generale gli obiettivi e il ruolo delle BCC che non mancano di
concedere credito all’economia reale, nonostante il difficile scenario attuale.
Davide Frascari
Renzo Bartoli
Sindaci Effettivi
Alberto Bertolani
Paolo Chiussi
il giornale della banca
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Credito Cooperativo Reggiano:
approvato dai soci il bilancio 2012
I Soci del Credito Cooperativo Reggiano, riuniti in Assemblea il 19 maggio, hanno approvato i risultati del bilancio 2012. Risultati
soddisfacenti, conseguiti in un periodo non
facile per il settore, durante il quale la Banca
ha continuato ad assicurare il proprio sostegno creditizio all’economia locale, nel rispetto di una oculata e prudente gestione, unita
a un sempre maggiore controllo dei costi.
Dati che confermano la fiducia che i Soci e i
Clienti risparmiatori ripongono nella Banca,
così come ampiamente dimostrato durante
l’ultima assemblea di marzo per il rinnovo
del board. Un volto nuovo, quello di CCR, che
ha mostrato da subito nei fatti grande unità,
compattezza e valore professionale. Il bilancio si chiude con impieghi alla clientela in
crescita del 4,74%, nonostante la diminuita
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capacità di risparmio delle famiglie e le difficoltà finanziarie delle
imprese. I risultati di gestione evidenziano una raccolta diretta che
cresce del 13,45%. In aumento anche il capitale sociale attestatosi
a 27,9 milioni (+4,5%), accompagnato dalla crescita contestuale del
numero dei Soci, giunti a quota 6.179 a fine 2012 (+8,40%), a testimonianza della fiducia riscossa derivante dalle numerose iniziative
loro dedicate. “Il bilancio sociale riferisce di un esercizio in cui i
Soci, gli Organi di Governo e la Struttura Tecnica sono stati impegnati, ciascuno nel proprio ruolo, a sostenere e a risolvere situazioni di particolare delicatezza e complessità, con crescente intensità
rispetto agli ultimi esercizi. – ha affermato durante l’assemblea il
Presidente Carlo Maffei – In questo contesto, fondamentale è stata
la fiducia che i Soci e i Clienti mai hanno fatto mancare alla nostra
Banca. Essa ha potuto continuare a stabilizzare e a sostenere le
famiglie e le imprese del territorio Reggiano, coniugando un’ulteriore crescita nella erogazione del credito con la necessità di salvaguardare la sua stabilità patrimoniale, così come richiesto dai
regolamenti nazionali ed europei sempre più rigorosi.”
il giornale della banca
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1° Cammino del Perdono
2013
L’atmosfera era davvero magica, quello che si è svolto il 27 gennaio non è
stato solo uno spettacolo, ma davvero
un qualcosa che si avvicina a ciò di cui
oggi abbiamo più che mai fame: un rito,
e dunque si avvicina alle origini, al vero
senso del teatro. Gabriele Parrillo, dopo
aver frequentato i teatri di tutta Italia
per più di 25 anni, ideando questo progetto, cerca di ritrovare la forza essenziale di questa antichissima forma di
incontro fra gli esseri umani, nella felice
comunione di paesaggio, uomo, e storia,
che il castello di Canossa offre in tutta
la sua bellezza. Il percorso che partiva
dalle basi della strada per il castello e
ritorno nella calda ed accogliente sala
del centro info, culminava nella possibilità dei nostri camminatori di lasciare
tracce del loro passaggio: sono disegni,
pensieri, emozioni, riflessioni preziose,
perchè l’incontro, il fare piazza, è l’altro
senso primo, che Il CAMMINO si propone di riattivare; risvegliare il nostro
essere animali sociali, così mortificato,
dal proliferare di centri commerciali,
dove l’uomo solo, dialoga con i prodotti.
Parrillo invoca la musa con le strofe del
primo canto del Paradiso, e invita i camminatori a portare con sè una domanda
nel principiare l’ascesa, insieme al danzatore Ambrose Laudani, fido compagno
di viaggio, custode del silenzio. Sì c’è
silenzio in questa giornata, benedetta
dal sole, e gli uomini e le donne che salgono fra il sentiero ricavato nella neve,
hanno voglia di ascoltarlo, si rendono
conto da subito di essere loro stessi i
protagonisti di questo evento, insieme
a Parrrilo e Laudani. Arrivati in cima,
abbagliati dalla luce a trecentosessanta gradi della vista, dall’alto della maestosa rupe, ecco i camminatori giunti in
un teatro naturale scolpito nella neve,
dove vengono invitati a lanciare in cielo la loro domanda, con un esercizio di
vocali insieme a movimenti, semplice
quanto efficace, per cominciare il viaggio all’interno del museo, e all’interno
dell’animo dei personaggi che Parrillo
interpreta: i due fratelli di Pascoli, Franz
Kafka che scrive al padre per cercare un
dialogo quanto mai necessario, ed infine
il Renzo e il Frà Cristoforo di Manzoni,
che ascoltandoli verrebbe voglia di riaprire il libro persino a un Lucignolo delle
scuole superiori.
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Ed eccoci arrivati al momento più toccante
dello spettacolo, affrontando il monologo
del Re Claudio dell’Amleto. Parrillo si toglie gli stivali, li depone sotto il gigantesco
arazzo di Enrico IV, e parte con i piedi nudi
sulla neve, alla ricerca del perdono e del
pentimento, ma con sua grande amarezza
scopre che “parole vuote di pensiero non
arrivano al cielo”. In questo vero e proprio
rituale dei calzari, mentre il re è costretto
a tornare al suo stivale del potere, Ambrose Laudani, si scalza e danza la sua anima,
che fra la neve lanciata in cielo assapora
la libertà di sentirsi tutt’uno con la natura.
Scendiamo giù e al caldo, e qui accompagnati da una tisana, corroborante quanto
la voce e la forza delle parole di Marco
Mete, voce di Robin Williams, primo ospite dell’edizione 2013 del CAMMINO, siamo
invitati a lasciare tracce del nostro sentiero. Leggendole ci rendiamo conto che
quella del 27 gennaio è stata una giornata
indimenticabile per molti, degno prologo
della prima edizione del CAMMINO 2013
ideato da Gabriele Parrillo.
Aldo Gatri
il giornale della banca
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Matilde di Canossa:
regina potente, donna infelice
Gossip medioevali
Piergiorgio
Munarini
Matilde di Canossa è un personaggio la cui
fama ha valicato i secoli ed è entrata nella
leggenda. Fu proclamata vice regina d’Italia,
dal 1632 è sepolta nella cattedrale di San Pietro in Roma con un grandioso monumento,
opera del Bernini. Il padre Bonifacio III era di
statura gigantesca, bruno di capelli e di barba.
Potente altezzoso e originale. All’ingresso del
suo palazzo di Mantova
teneva due leoni legati
alla catena. Era il vicario in Italia dell’imperatore Enrico III.
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L’imperatore gradiva quel particolarissimo
aceto balsamico, che i monaci con procedimenti segreti preparavano nella cantina di
Canossa. Bonifacio provvedeva inviando una
botte di quel denso nettare su un carro d’argento. Aveva anche numerosi nemici, tant’è
che durante una battuta di caccia fu ferito
al collo da una freccia avvelenata. La vedova Beatrice, bella e di nobili natali tedeschi,
è costretta per ragioni dinastiche a fare un
contratto con Goffredo il barbuto di Lorena.
Il matrimonio non sarà consumato ma la figlia Matilde dovrà sposare il figlio del barbuto
Goffredo il Gobbo. Beatrice e Matilde vengono
condotte prigioniere in Germania alla corte di
Enrico III. Vengono trattate con
deferenza e Matilde ricorderà con nostalgia quel cuginetto,
suo compagno di
giochi, che diventerà Enrico
IV. Goffredo il
Gobbo è piccolo e deforme.
Dal matrimonio nasce una figlia che muore in
fasce. Matilde disgustata fugge in Italia. Una
notte mentre tutti dormivano, Goffredo si recò
in un bosco e, colto di sorpresa, una spia in
agguato lo colpì tra le natiche, lasciandogli la
spada nella ferita. Matilde non portò il lutto.
Nel 1073 Matilde e Beatrice vanno a Roma ad
assistere all’elezione del nuovo Papa. Gregorio, né vescovo né prete, viene eletto a furor
di popolo. E’ piccolo, magro, occhi nerissimi.
Matilde ne rimane affascinata. Tra i due nascerà un rapporto molto intenso. Si vedevano
spesso. Si ricorda che il Papa le scriveva lettere affettuose. Nelle corti d’Europa si alimentavano però le maldicenze. Ma il loro misticismo religioso, che raggiungeva sublimazioni
estatiche, porta ad escludere ogni debolezza
umana. Nel 1088 è costretta ad un secondo
matrimonio, Guelfo di Baviera, detto Il Pingue, ha diciassette anni. Si narra che fosse
di scarsa virilità. A conferma di quanto, una
sera Matilde si fa trovare in camera da letto in
deshabillé, ma il marito scoppia in un pianto
dirotto. Per questo, umiliato, fugge in Germania e non si vedranno più. Matilde è bella, e
la vicinanza continua del giovane e prestante
Arduino della Palude, capitano delle sue milizie, le fa trovare la sua dimensione di donna.
Il loro rapporto fu intenso e ricco di passione,
ma la contessa volle tenerlo riservato e non
era felice. Un giorno, immersa nella vasca da
bagno, la dama di compagnia le chiese: “Una
donna così bella non è mai stata innamorata?
Lo sono sempre stata di un uomo bello, allegro e coraggioso. Fin da quando ero bambina
giocavo con lui alla corte di Germania. Sono
innamorata del mio acerrimo nemico Enrico
IV.” Matilde aveva una buona cultura. Sapeva il
tedesco, francese, italiano e scriveva in latino.
Viaggiava moltissimo, in media trenta chilometri al giorno. Visitava castelli, chiese, città,
conventi. Ogni evento la vedeva partecipe. Nel
1098 Goffredo di Buglione conquista Gerusalemme, Matilde vi partecipa inviando una
flotta da Pisa. Nel 1106 era presente alla consacrazione del Duomo di Modena e alla riesumazione del corpo di San Geminiano. La gran
donna aveva una veste di seta vermiglia, sopra
lo strascico regale un manto di colore verde.
Sul capo un pileo cerchiato di gemme. Il Papa,
al suo fianco, mette nel sarcofago gli oggetti
preziosi donati da Matilde. Un giorno a Marola dopo aver pregato con l’abate nella grande
abbazia da lei fatta costruire volle conoscere
il monaco benedettino che nella cucina del
monastero faceva cuocere il latte di vari coloni
e produceva il formadio, che confezionava in
contenitori di vimini. Matilde intuì l’importanza della scoperta e lo nominò “Magister Formadarius”, era nato il miglior formaggio del
mondo. Intenzionata a regalare al Papa una
tovaglia ricamata per l’altare di San Pietro,
commissionò l’opera a due ricamatrici espertissime: Cunegonda di Beleo e Angelberga di
Bergogno. Matilde curava molto il suo corpo
e la salute dei suoi soldati. Lei e Arduino erano sempre in prima fila nelle numerose battaglie. Il barbiere-cerusico estraeva la punta
delle lance con fasce imbevute di aceto e sale.
Quando una vena non cessava di sanguinare
veniva applicata una polvere che conteneva
sangue umano, peli di lepre e sterco di mulo.
Mentre era assediata nel castello di Monteveglio, Matilde fu colta da una febbre violentissima. Un villano fece bollire dell’acqua in una
ciotola con dentro una grossa biscia. Per Matilde ignara quel brodo fu miracoloso. Al suo
seguito erano sempre presenti “medichesse”
che le confezionavano medicamenti di erbe.
Il vescovo Anselmo di Lucca, noto pranoterapeuta, le alleviava i dolori cervicali. Il casto
abate Donizone di giorno, con la penna d’oca,
scriveva madrigali per la sua contessa e nelle
notti insonni intingeva la piuma in un denso
nettare balsamico per lenirne le prurigini epidermiche. Matilde non cacciava ma nei ricchi
banchetti mangiava molta carne, selvaggina e
pavoncelle selvatiche. La fine giunse nel 1115
per cedimento del cuore, dovuto alla gotta e
all’artrosi. Aveva quasi settant’anni. Venne sepolta nel cenobio di San Benedetto Polirone.
L’incontro famoso del 1077 tra il Papa Gregorio e l’Imperatore Enrico, gli uomini più potenti del mondo, fu un capolavoro di diplomazia,
ma per Matilde fu il coronamento di un sogno:
vedere a Canossa al suo cospetto, stretti in un
abbraccio di pace, i due soli uomini che aveva
sempre amato nella sua vita.
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il giornale della banca
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...e i colleghi fanno scuola!
Per i colleghi sono stati tre giorni di intensi incontri con oltre 125 studenti della
scuola primaria di Arceto e dell’Istituto
Motti di Reggio Emilia. Hanno dialogato con loro in merito ai valori fondanti
della nostra Bcc, toccando argomenti
come la solidarietà, la mutualità e la cooperazione, l’educazione al risparmio e
agli strumenti finanziari di base. Al Motti
abbiamo sposato la partnership con una
associazione che ha lo scopo di “educare ai sentimenti contro la violenza, la
prostituzione e l’intolleranza”, operando da 12 anni con l’obiettivo di generare
riflessioni su temi quali la tolleranza, il
rispetto della diversità, la non discriminazione e le relazioni. Attraverso incontri
con le scuole superiori, conferenze nel
Luca
Marconi
Consulente
Filiale Reggio Ovest
giovani
CCR torna a scuola...
territorio e laboratori artistici e teatrali,
l’associazione si avvale anche di professionalità legate alla psicologia, alle discipline giuridiche, alla medicina e alla
sessuologia. Nell’ambito di questo progetto, che ha avuto spazio presso l’Istituto Motti, CCR ha voluto portare la propria
voce attraverso l’espressione dei propri
valori e ideali fondanti. Diversi gli alunni
che hanno riconosciuto la nostra banca,
che hanno i genitori clienti o sono loro
stessi titolari di rapporti. Grande la partecipazione e l’interesse riscontrato verso le forme di risparmio e finanziamento
loro dedicate. Sono poi stati consegnati
loro i libri del “Credito Cooperativo” per
erudire i più giovani al risparmio e tanti
piccoli omaggi a ricordo delle giornate.
Ringraziamo i colleghi che si sono prodigati per rendere possibili - e divertenti - queste attività in classe:
Ganassi Stefano, Giordano Elena, Righi Elena e Alvaro Vitali ... pardon Berselli Fabio!
Sabato 23 marzo il CCR è tornato a scuola…
e ha fatto scuola!
Grazie ad una bella iniziativa denominata
“La Banca al Liceo!”, organizzata dal Liceo
Classico e Scientifico Ariosto - Spallanzani
di Reggio, i colleghi della filiale di Reggio
Emilia Ovest Luca Marconi e Simone Giovani, capitanati dal direttore Ariano Vacondio, hanno potuto incontrare 100 ragazzi e
ragazze del 4° anno nelle aule dei due licei
reggiani. Gli incontri hanno permesso di
presentare il CCR e il movimento del Credito
Cooperativo, spiegando perché siamo, e non
è solo uno slogan, una “banca differente”.
Non sono mancate nozioni di tecnica bancaria, soprattutto relativamente alle nuove
possibilità offerte da internet, e consigli su
come risparmiare qualche soldino, imparando a dare il giusto valore al denaro. Vivace e
molto apprezzato è stato l’interesse da parte
dei ragazzi: più interessati al lato umano e
alle esperienze personali i ragazzi e le ragazze del Liceo Classico; più concentrati sui
contenuti gli studenti dello Scientifico, che
non hanno risparmiato ai nostri domande
più tecniche e perfino un po’“spinose”. I più
attivi nell’interagire sono stati premiati con
i nostri maialini salvadanaio e con il bellissimo peluche CCR Cuor di Leone. Bilancio
dunque ampiamente positivo per questa prima collaborazione con i licei reggiani, che
speriamo possa aver insegnato ai ragazzi
qualcosa di utile e costruttivo per il loro presente e il loro futuro.
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il giornale della banca
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Una stagista...coi numeri!
Esperienze di stage in CCR
Massa
Laura
Menozzi
4a D Liceo Spallanzani
Stagista CCR
Dopo essermi laureata, nell’ottobre 2010,
con un punteggio di 107 su 110, in Scienze della Comunicazione, corso di laurea
triennale della facoltà di Scienze della
Comunicazione e dell’Economia, presso
l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ho avvertito il bisogno di dare
un taglio probabilmente più “pratico” in
senso professionale e in chiave economica alla mia formazione. Ho deciso, così,
di iscrivermi al corso di laurea magistrale
in Economia e Diritto per le Imprese e le
Pubbliche Amministrazioni, offerto dalla
stessa università. Le aspettative che avevo
in riferimento a tale corso di studi si sono
realizzate e, mese dopo mese, ho ampliato
le mie conoscenze, soprattutto in ambito
economico, aziendale e amministrativo.
Una preparazione teorica senza una prova
pratica resta, però, incompleta; fortunatamente, nell’autunno del 2012, ho avuto
la possibilità di svolgere uno stage universitario all’interno di Credito Cooperativo
Reggiano, grazie innanzitutto a Fabio Berselli, con cui ho avuto il primo contatto, e
a Pierluigi Ganapini. La mia esperienza si
è svolta, precisamente, all’interno dell’Ufficio Anagrafe e Documentazione Formale,
al secondo piano della filiale Reggio Est,
in via Emilia Ospizio. Fin da subito ho respirato un clima informale e amichevole,
più di quanto (perdonatemi!) mi aspettassi
entrando nell’ambito bancario. Ciò è stato
possibile, innanzitutto, grazie alle simpaticissime Ilaria Ruozzi, Cristina Gorieri e
Gianna Franzoni, le quali mi hanno illustrato e affiancato in quelle che sono le
loro mansioni lavorative quotidiane. Nel
corso dello stage ho poi avuto occasione di
conoscere i simpaticissimi ragazzi dei crediti, Antonella Scalabrini, e tutti gli addetti
allo sportello, oltre al direttore della filiale Alessandro Franzoni e al suo vice Dario
Ovi. Con la maggior parte delle persone
conosciute sono rimasta in contatto anche
dopo che lo stage si è concluso e anche
dopo il conseguimento della laurea magistrale, avvenuta lo scorso 18 aprile 2013
con un punteggio di 105 su 110. Alla laurea
ho discusso la tesi dal titolo “Mutualità e
Competitività nelle banche di Credito Cooperativo: le BCC operanti nelle province di
Reggio Emilia e Modena”. Ho fatto questa
scelta proprio in seguito al proficuo stage
svolto all’interno di Credito Cooperativo
giovani
Il Credito Cooperativo
Reggiano incontra
Gianluca il Liceo Spallanzani
Reggiano e grazie al prezioso aiuto del mio
docente e relatore Mario Minoja. Durante
la mia permanenza all’interno della banca
è, infatti, sorta in me una spontanea curiosità sulle banche di Credito Cooperativo e, in particolare, sul peculiare rapporto
che esse puntano ad instaurare coi propri
soci e clienti, sul forte legame che le lega
al territorio di riferimento e sulla loro avversione nei confronti della finanza speculativa. Sul loro essere, in fine dei conti,
banche “genuine”. La mia tesi parte da un
capitolo generale sul sistema del Credito
Cooperativo, sulla sua storia e sulle sue
caratteristiche particolari, con un’attenzione specifica alla sua triplice vocazione, composta da mutualità, localismo e
cooperazione. Ho poi svolto un’analisi di
bilancio volta ad indagare il recente andamento economico, ma non solo, delle BCC
(in particolare quelle operanti nelle province di Reggio Emilia e Modena, tra cui
ovviamente Credito Cooperativo Reggiano)
mettendole a confronto col sistema bancario italiano nel suo complesso. Infine, ho
terminato la mia trattazione intervistando
tre rappresentanti di altrettante BCC, ossia Fabio Berselli per Credito Cooperativo
Reggiano, Roberto Bellini di Banca Reggiana e Giuliana Braido di Emil Banca, interviste volte ad approfondire il tema della
mutualità, della crisi e delle prospettive di
sviluppo futuro. Ciò che emerso dalla mia
analisi ha confermato quelle che erano le
mie ipotesi iniziali, ossia che le banche di
Credito Cooperativo traggono la loro forza,
anche in tempo di crisi, dalla loro stessa
vocazione mutualistica, vocazione che non
è stata trascurata neppure in tempo di crisi, in quanto rappresenta parte di ciò che
differenzia tali istituti di credito dagli altri
e che attrae costantemente nuovi soci e
nuovi clienti. Mi riferisco in particolar modo
al costante sostegno che le BCC rivolgono
alla comunità e al territorio di riferimento,
ai servizi e ai prodotti dedicati ai soci e alla
sicurezza offerta a quest’ultimi e ai clienti. In definitiva, quella vissuta all’interno di
Credito Cooperativo Reggiano è stata per
me una proficua esperienza, la quale, oltre ad avermi dato un prezioso spunto per
la tesi di laurea, valutata con ben 7 punti
su un massimo di 9, mi ha permesso di
conoscere delle bellissime persone e un
bell’ambiente lavorativo.
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soci
soci
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CCR e A.N.P.AS. Emilia Romagna,
insieme per aiutare i territori
colpiti dal sisma
I Cronisti in classe
del Resto del Carlino
diventano...banchieri!
Per il terzo anno consecutivo la nostra banca è
stata sponsor dell’iniziativa a carattere nazionale “Cronisti in
classe”, promossa da
“Il Resto del Carlino”. Le premiazioni,
tenutesi presso il Centro
Malaguzzi di Reggio, sono culminate in una
vera e propria festa carica di entusiasmo,
al termine di un lavoro durato l’intero anno
scolastico, durante il quale le scuole della
provincia sono state protagoniste sulle pagine del quotidiano esprimendo il loro pensiero e offrendo un punto di vista acuto e
disincantato sulle vicende del nostro Terri-
30
torio. Il Campionato di giornalismo è molto
sintonico con la mission del nostro Istituto, perché pone le basi di una buona abitudine: quella di partecipare attivamente
alla vita del proprio territorio. E’ un’esperienza formativa che resterà patrimonio di
ogni studente, utile per qualunque tipo di
professione si intenda intraprendere. CCR
quest’anno ha dato loro uno spunto in più,
offrendo la possibilità agli studenti di immedesimarsi nel ruolo di direttore generale della banca. La scuola media Guglielmo
Marconi di Correggio è stata premiata per
l’articolo “Se fossi Banca…aiuterei i giovani” che ha saputo cogliere importanti e
attuali tematiche presentando un progetto
dettagliato e ben costruito.
I risultati raggiunti.
Giulia
Sacchi
Comunicazione
e Relazioni Esterne
A.N.P.AS. Emilia Romagna è formata da 111 Pubbliche Assistenze e quasi 20.000 volontari e fa parte di A.N.P.AS. Nazionale che, grazie alle oltre 860 Pubbliche Assistenze operanti
soprattutto in ambito socio-sanitario presenti in 19 Regioni,
è la più grande Associazione Nazionale di Volontariato. La
missione etica del CCR è da sempre quella di valorizzare e
sostenere l’economia, la cultura e i valori del nostro territorio. Insieme, una banca e un’associazione di volontariato
possono fare molto. Dando il loro contributo, prima di tutto ponendosi obiettivi razionali, ponderati e possibili. In un
lasso di tempo davvero limitatissimo l’impegno del Credito
Cooperativo Reggiano si è focalizzato nel realizzare, in un
doppio abbinamento, due iniziative capaci di assicurare, nell’immediato, la raccolta di generi di prima necessità per le terre colpite dal sisma e, al
contempo, prevedere l’apertura di un conto corrente per la raccolta di fondi mirata a ricostituire,
attraverso le donazioni, i danni cagionati dal sisma negli edifici delle pubbliche assistenze. Tutto
questo attraverso un messaggio semplice e diretto a tutti: “Aiutiamo ANPAS ad aiutarci”. Questi i
numeri della raccolta dei generi che ha visto come nostri partner nomi illustri tra i quali: Cattolica Assicurazioni, Comics for Emilia, Polizia Municipale di Scandiano e tanti altri. Più di 1.000 kg
tra pasta, verdure in scatola e omogenizzati; più di 500 litri di detersivo, the e succhi; 27 quintali
di acqua minerale. E poi ancora tanti giochi e decine di kg di Nutella per i più piccini, anche un 1
generatore di corrente. Con la raccolta fondi invece abbiamo voluto mirare a un obiettivo preciso
e tracciabile: un unico progetto da monitorare in maniera diretta ed efficace, attraverso i medesimi soggetti con cui abbiamo collaborato nelle attività di questi mesi, in un filo diretto denso di
costanti aggiornamenti con ANPAS EMILIA ROMAGNA. Abbiamo raccolto la cifra ragguardevole di
50 mila euro, che verrà ripartita tra le pubbliche assistenze colpite dal terremoto con le seguenti
sedi danneggiate o distrutte: Croce Blu Mirandola; A.V.PA. Croce Blu Concordia; Croce Blu San
Prospero; Croce Blu Cavezzo; A.V.PA. Croce Blu San Felice sul Panaro – Medolla – Massa Finalese. Un particolare ringraziamento alla Famiglia Canelli, nella figura del nostro ex Presidente
Emmore e di suo figlio Simone, consigliere regionale ANPAS Emilia Romagna e ad Alessandro
Bertoldi, coordinatore di Reggio Emilia, nonché vicepresidente regionale.
il giornale della banca
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Fiera di S. Giuseppe
a Scandiano
CCR Cuor di Leone:
la star incontrastata della giornata!
Luca
Marconi
Consulente
Filiale Reggio Ovest
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CCR presente come sempre alla Fiera di San Giuseppe a Scandiano!
Il Santo Patrono, celebrato ogni anno il 19 marzo, è un appuntamento
importante per tutti gli Scandianesi e non solo, vista la forte affluenza di
persone da tutta la provincia. Non poteva mancare la casetta del CCR, tra
l’altro a pochi passi dalla storica filiale di Scandiano, presidiata costantemente da volenterosi colleghi, che hanno sfidato le intemperie di un
meteo inclemente, per portare omaggi e sorrisi a grandi e piccini. L’attenzione è stata calamitata come spesso accade dalla nostra mascotte,
l’ormai celebre “CCR Cuor di Leone”, protagonista di innumerevoli scatti
con tantissimi bambini! Ovviamente non sono mancati i regali, palloncini
colorati targati CCR e i nostri utilissimi maialini salvadanaio, primo incentivo a tutti i bimbi a iniziare a risparmiare, anche partendo da poche
monetine! Ma la Fiera di Scandiano è anche shopping e tanta, ottima,
gastronomia, grazie ai numerosi espositori, che ci hanno piacevolmente stuzzicato per tutto il giorno con i profumi più invitanti che esistano.
Un’ultima nota di colore: diversi visitatori si sono divertiti a indossare i
panni di CCR Cuor di Leone, e a farsi fotografare con i propri bambini,
felici più che mai del loro papà, Re della foresta per un giorno!
MERCATINI DI NATALE
Roteglia 8 Dicembre 2012
Questo appuntamento molto atteso dalla comunità di Roteglia e non solo, ha visto la numerosa presenza di famiglie provenienti dalle
frazioni del comune di Castellarano e dai paesi limitrofi che hanno partecipato agli eventi
organizzati dall’Associazione Commercianti e
Artigiani di Roteglia grazie anche al supporto
del Credito Cooperativo Reggiano sempre attivo verso le iniziative promosse all’interno della
comunità locale. L’allegra giornata è iniziata
Direttore Filiale di Roteglia
avvolta in una cornice tipicamente natalizia, imbiancata
da una spolverata di neve che
nella notte ha decorato tutto
il paese, senza però compromettere l’incessante lavoro di
allestimento dei gazebi e delle
bancarelle. Nel giro di un paio
d’ore Piazza Pertini, Piazza
S.Anna ed il sagrato della chiesa si sono trasformate in luoghi
conviviali dove i commercianti,
hobbisti e volontari, con i loro
banchi addobbati, insieme agli
stand gastronomici e ai chioschi
musicali, hanno mostrato tutta
la loro bravura ed il loro impegno per garantire una giornata
davvero piacevole e “low cost”
a tutti i visitatori. Particolare
attenzione è stata dedicata ai
più piccini, infatti, il pezzo forte dei mercatini è stato senza
dubbio il trenino di babbo natale; il magico convoglio, condotto da un Babbo Natale autista,
ha transitato lungo il centro
del paese, chiuso al traffico
per l’occasione, per tutta la giornata fino a sera, garantendo divertimento e socializzazione a grandi e piccini i quali hanno potuto godere
gratuitamente dell’attrazione straordinaria. Molto graditi gli stand gastronomici che offrivano gnocco fritto, frittelle di baccalà, la rinomata
stria con la panna, i ciacci farciti in diversi modi e le caldarroste, tutte
prelibatezze gustate in compagnia di vin brulé, parampampoli, lambrusco e prosecco, senza dimenticare la cioccolata calda per i bambini. Sempre molto scenografica la preparazione dei ciccioli e la classica grigliata di carne, che tra aromi e battute in compagnia segnano
sempre in modo positivo i ricordi dei presenti. Ha esordito in mostra
lo spazio delle moto d’epoca, ricca di esemplari molto belli e di valore,
angolo in cui gli
appassionati hanno avuto modo di
scambiare le loro
impressioni
e
commenti potendo ammirare e
toccare con mano
Marco
Landini
“ingegneria di altri tempi”. Un ulteriore spazio magico è stato creato a
Casa Maffei, dove, all’interno di due
sale distinte, hanno trovato posto la
mostra dei “Presepisti da Oriente” con presepi
di vari autori fra cui il Maestro Pigozzi e il 1° Palio dei presepi, concorso riservato alle Scuole
primarie di vari paesi limitrofi delle colline del
Secchia. Le due mostre sono state frequentate
da più di un migliaio di persone. Questa partecipazione così numerosa e’ stata segno di grande
interesse da parte del pubblico che ha potuto
votare i presepi realizzati dai bimbi e determinare la classifica finale. Oltre a queste due
mostre si poteva visitare anche l’esposizione
fotografica del presepe vivente di Bebbio 2011,
un appuntamento biennale molto seguito nelle nostre zone. Casa Maffei ha lasciato spazio
ai visitatori anche Domenica 9 Dicembre, dove
nel pomeriggio si è tenuta la premiazione delle scuole partecipanti con attribuzione dei vari
premi a sostegno delle attività didattiche, consegnati alla presenza del sindaco Gianluca Rivi
e del nostro Direttore della Filiale di Roteglia
Marco Landini. Bilancio quindi molto positivo
per tutti, espositori, volontari, visitatori, genitori
e bambini, che hanno potuto fare tesoro di una
splendida giornata, organizzata in modo molto
accurato dall’Associazione Commercianti e Artigiani di Roteglia con il Patrocinio del Comune
di Castellarano e della Proloco di Roteglia. Ci
preme ricordare ancora che la riuscita di questa
iniziativa si deve anche al contributo del Credito
Cooperativo Reggiano Filiale di Roteglia ed altri
sponsor locali che hanno potuto dare un forte
slancio a questo evento che si e’ dimostrato poter diventare un classico nell’agenda del paese.
Senza la presenza, il contributo ed il lavoro di
chi sostiene in modo continuativo queste iniziative non avremmo potuto far assaporare alla
comunità di Roteglia e a tutti i partecipanti questa meravigliosa atmosfera pre natalizia piena
di cultura e divertimento.
La Squadra CCR col Sindaco di Scandiano, Alessio Mammi
il giornale della banca
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L’Acquedotto Rurale
Con CCR, un sodalizio di oltre 20 anni
L’acquedotto Rurale di Roteglia è nato nei
lontani anni ‘60 per volere del Prof. Dario
Gino Ovi che, recepita l’esigenza di alimentare con acqua potabile le abitazioni di
Roteglia (suo paese natale) e le numerose
stalle della campagna, riesce, tramite l’allora Ente di Bonifica, a realizzare le prime
strutture di pozzi e depositi di quello che
diventerà il futuro “Acquedotto Rurale di
Roteglia”. In seguito, gli abitanti di Roteglia
si sono costituiti in cooperativa per gestire le strutture e continuare lo sviluppo e
l’espansione dell’acquedotto. Nel tempo,
l’acquedotto, da poche centinaia di persone servite, ora distribuisce acqua a più
di tremila abitanti di Roteglia oltre ai vari
complessi artigianali e industriali.
Nel corso degli anni, l’acquedotto, grazie
anche alla fattiva e dedita direzione del
presidente Ovi Licino Rossano ed all’impegno e disponibilità del Sig. Piccinini Pietro,
artigiano locale, si è costantemente migliorato per offrire all’utente un servizio
sempre più efficiente. L’acquedotto collabora attivamente anche con le scuole di
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Roteglia acquistando ogni anno attrezzature didattiche quali computer per le scuole
elementari e medie o ludiche per la scuola
materna. Attualmente l’acquedotto è gestito da un consiglio d’Amministrazione ed è
composto da undici consiglieri di Roteglia
e dal presidente Ovi Licino Rossano. Sono
ormai oltre 20 anni, da quando nel 1988 il
CCR ha aperto la propria sede a Roteglia,
che continua la proficua collaborazione tra
l’Acquedotto Rurale e la Banca che attraverso una convenzione permette l’incasso
dei canoni d’acqua e offre un servizio all’intera cittadinanza e ai numerosi soci BCC. Si
può quindi affermare che il Credito Cooperativo Reggiano e l’Acquedotto Rurale hanno svolto un ruolo di rilievo nello sviluppo
economico di Roteglia e del Comune di
Castellarano, valorizzando un paese e una
cittadinanza che sicuramente lo meritava.
CCR al Patrono di Reggio Emilia
24 novembre 2012... S. Prospero
Anche quest’anno il team del CCR ha partecipato alla festa per eccellenza della
città di Reggio Emilia, il suo Patrono, San
Prospero. Un’intera giornata a contatto
con la popolazione reggiana che, come
sempre, ci ha accompagnato con la sua
inconfondibile cordialità. L’installazione
della ormai storica casetta gonfiabile in
corso Garibaldi, a fianco della Basilica
della Madonna della Ghiara, ha suscitato
molta curiosita’ tra la folla, ed ha soprattutto attirato tanti bambini, che grazie
alla vista dei palloncini CCR hanno fatto
sì che i loro genitori si avvicinassero a
noi, dandoci così la possibilità di farci conoscere a chi ancora non lo avesse fatto.
Questa è stata una grande occasione per
promuovere il marchio CCR sul territorio
reggiano che i dipendenti hanno colto al
volo, ritenendosi infatti molto soddisfatti
dei risultati ottenuti. Non rimane che ringraziare tutti i partecipanti alla bella giornata passata insieme e dare l’arrivederci
al prossimo Patrono di Reggio Emilia.
Il collega Paolo Carobbi...
un goleador ...con tutti i numeri!
Marco Landini
Direttore Filiale di Roteglia
Ovi Licinio Rossano
Presidente Acquedotto Rurale di Roteglia
il giornale della banca
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Grazie bimbi!
Bravi bimbi!!!
Sono proprio tutti
bellissimi!!!
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CCR Cuor di Le
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L`Assemblea dei Soci per il rinnovo del board