Come riconoscere una porta tagliafuoco Il problema è : come avere una prova che il serramento sia stato,al tempo della sua produzione e messa in opera, attestato per il requisito di resistenza al fuoco, secondo una norma tecnica di prova e di classificazione allora vigente. Bisogna partire da degli spartiacque temporali : a) porte costruite prima del 1961, b) porte costruite dal 1961 al 1988 c) porte costruite tra il 1988 ed il 1993 d) porte costruite dal 1993(6) al 2004, e) porte costruite dal 2004 in poi perché queste date sono quelle che vedono l’entrata in vigore di regole di prova e di indicazioni utili o dovute per l’identificazione. I riferimenti : a) sino al 1961 non vigeva, in Italia, alcun sistema per provare, quindi certificare, porte ed altre chiusure ai fini di classificare una loro attitudine a resistere al fuoco; la costruzione si basava su esperienze cumulate nel tempo e, in vario casi, si adottavano accorgimenti e tecnologie di realizzazioni già riconosciute in altri Paesi. b) nel 1961 entra in vigore la “Circolare 91” che prescrive come provare e classificare le porte per la loro resistenza al fuoco ; non da indicazioni di come il produttore deve documentare a terzi la prestazione el suo manufatto. È uso del produttore accompagnare la porta con una copia del certificato di prova Alcuni produttori appongono sulla porta una “targhetta” con una indicazione di riferimento (vedi Fig. 04 – 05 – 06) Vengono commercializzate porte di costruzione estera (D), su queste sono “punzonate” le indicazioni prescritte dai disposti lopcali, nel caso la indicazione U seguita dal numero indicante i minuti di resistenza al fuoco (secondo norma di prova tedesca) ed altro, tra cui l’anno di produzione (Vedi Fig. 05) c) una L.C. del M.I. indica che “il costruttore titolare della certificazione di resistenza al fuoco dovrò sempre attestare, con apposita dichiarazione, la conformità del prototipo fornito al prototipo oggetto di certificazione, per … “; scatta l’obbligo di fornire un documento, con anche indicazione delle variazioni dimensionali del prodotto fornito rispetto quelle del prototipo. [Come riconoscere una porta tagliafuoco] 1 Pagina Questa indicazione è stata del tutto disattesa e rimangono solo le testimonianze b) d) nel 1993 entra in vigore il decreto che definisce le procedure di “omologazione” con la norma tecbicva di prova e classificazione UNI CNVVF 9723 (poi + A1) e per la identificazione ed attestazione della chiusura impone : - l’apposizione del marchio di conformità (= targhetta con estremi di omologazione, anno di costruzione e numero di matricola della porta) + una “dichiarazione di conformità del produttore con gli stessi estremi. Di fatto, per rinvii, ecc. il decreto viene attuato dal 1996 Nel 1998 un decreto impone all’installatore di una porta tagliafuoco di rilasciare una propria “dichiarazione di corretta posa in opera” con allegate la dichiarazione di confomità ed una copia dell’atto di omologazione (forniti dal produttore di essa) Una L.C. del 2001 precisa che la porta deve essere accompagnata dalla 1) dichiarazione di conformità, dalla copia dell’atto 2) di omologazione e di quello 3) della sua estensione (per dimensioni diverse da quelle del prototipo omologato), dal “Libretto 4) di installazione uso e manutenzione” e dalla dichiarazione 5) di corretta posa + sempre l’apposizione del marchio 6) di conformità. Sono diversi documenti “a corredo” della chiusura, il più evidente è il marchio di conformità che si pone come nuova “targhetta” con caratteristiche ben definite per contenuto e per (Vedi Fig 08) A volte vi sono apposizioni non consone (Vedi Fig. 09) quindi non valide Non sempre i marchi di confornità sono rispondenti alla prescrizione, sono non completi (manca l’anno di produzione od il numero progressivo – matricola) e in genere sono poco visibili perché posti neglio spessori delle ante e vicino agli spigoli. e) un decreto del 2004 affianca alla norma nazionale la norma europea UNI EN 1634-1 con le allegate; per quanto riguarda le prescrizioni per il riconoscimento, le attestazioni, dichiarazioni, ecc. nessun mutamento sostanziale sui 6) punti di d) Senza i riferimenti essenziali progressivamente indicati non è possibile riconoscere ad una porta una sua valida qualificazione prestazionale per resistenza al fuoco; che, poi, essa sia stata costruita in modo conforme, sia stata correttamente posta in opera su un supporto adeguato e che sia rimasta integra, in totale funzionalità per sicuro funzionamento e comportamento …. dovrebbe essere dimostrato a parte con un controllo (a freddo) prima della prova di incendio di tenuta al fumo 2 [Come riconoscere una porta tagliafuoco] Pagina Fig. 01 : portone scorrevole con guida inclinata, costruzione anta in legno massello rivestito il banda stagnata, con ritegno con fusibile (2ª metà 1800) Nota: il modello costruttivo è stato utilizzato sino agli anni 80 del 1900 Fig. 02 : lo stesso tipo di portone, in versione attuale, utilizzato in architettura navale con struttura metalli/isolanti e ritegno elettromagnetico [Come riconoscere una porta tagliafuoco] 3 Pagina Fig. 03 : a SX una “porta per muro tagliafuoco” con anta in legno rivestita con lamiera; a DX una “porta notevolmente sicura contro gli incendi secondo le prescrizioni governative germaniche” (la specchiatura inserita è in vetro con una griglia metallica di protezione) – anni 1920 – 30 Fig. 04 : una “targhetta” anni 70 4 [Come riconoscere una porta tagliafuoco] Pagina Fig. 05 : “targhette” (in basso sulle ante) di porta anni 70 Fig. 06 : “targhetta” anno 1982 [Come riconoscere una porta tagliafuoco] 5 Pagina Fig. 07 : porta tedesca U 30 del 1982 Fig. 08 : marchio di una porta prodotta nell’anno 1997 Fig. 09 : un “cartellino” non costituente e non sostitutivo del marchio di conformità 6 [Come riconoscere una porta tagliafuoco] Pagina