Notiziario
Provincia italiana dei religiosi sacramentini
Fratelli miei carissimi,
Nr.7 / Giugno 2008
certamente qualcuno troverà questa mia lettera piuttosto strana o forse
anche inadeguata. In effetti, stavo lavorando ad una riflessione sulla carità che sgorga dalla
Celebrazione Eucaristica; ma ultimamente ho invece deciso di mettere da parte quegli
appunti ed affrontare un problema con il quale in questi mesi mi sto confrontando più
volte.
Però desidero che questa mia lettera sia accolta non come qualcosa che è consegnato
a voi d’autorità, ma come una proposta per aprire una riflessione personale e comunitaria. Ci sta d’innanzi
l’estate e tutti noi potremo avere alcuni giorni di calma e serenità. In qualche spazio di quelle giornate
proviamo a ritornare sulle tematiche di questa lettera… ci potranno far bene.
Venendo ad affrontare l’argomento, sono certo che anche voi avrete esperimentato ciò che con
troppa frequenza anch’io incontro nei miei passaggi nelle comunità. Cerco di spiegarmi: in molte comunità si
respira un’aria di insoddisfazione, tristezza, pessimismo, critica, individualismo… (e, di conseguenza, la stessa
cosa si ritrova anche in alcuni – troppi – religiosi). È un carico di sofferenza e di disagio! Cerco di descriverlo un
po’ di più.
C’è insoddisfazione per la vita comunitaria: ognuno ha da ridire su questo o quel confratello, sulla
propria o su altre comunità, su questa o quell’altra scelta di Provincia. Probabilmente si sono coltivati in cuore
forti attese e bisogni (di dialogo, di stima, di realizzazione personale, di collaborazione, di comprensione…)
attese e bisogni che in buona parte non trovano reale attuazione.
Probabilmente abbiamo in cuore anche attese di vita spirituale autentica (ritmi e pratiche di preghiera
e di vita comunitaria…) che la nostra stessa comunità non esprime più perché così ha scelto o perché così in
pratica si fa.
O forse ci stanno stretti ritmi, orari, impegni, tante cose che ‘si devono fare’. E abbiamo la sensazione
che le strutture che dovevano essere lo scheletro per una sana vita spirituale e comunitaria, in effetti stanno
diventando una gabbia che ci impedisce il volo…
Accanto a queste insoddisfazioni, emergono anche richieste di esperienze personali (riconosciamo di
avere particolari capacità, propensioni sensibilità…) e conseguentemente proviamo disagio e mortificazione
allorché ci vengono proposti altri tipi o luoghi di servizio. È facile per me ascoltare decise controproposte o
rifiuti di fronte a qualche richiesta di servizio, adducendo una serie di ragioni (età, salute, problemi personali,
legami psicologici, desideri coltivati da lungo tempo…). Ascolto con preoccupazione e sofferenza anche
richieste di abbandono temporaneo dall’Istituto per percorrere un’esperienza o un’altra. Certamente tutte
quelle richieste e ragioni sono valide e motivate, ma voi capite bene anche la conseguente difficoltà a portare
avanti scelte, progetti e presenze di Provincia.
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1
Vi confesso che per me è una sofferenza il cercare di armonizzare le richieste personali e le esigenze di
missione della Provincia. Il discernimento non è facile; anzi, spesso è sofferto. È impegnativo accompagnare le
persone e le comunità a riconoscere la volontà di Dio e i sui progetti su di noi.
Ma la cosa che maggiormente mi dà da pensare è il nostro stile di vita, sia a livello personale che
comunitario. Perdonatemi la franchezza; e se sono in errore, fraternamente correggetemi, perché spero di
sbagliare nel definire il problema. Troppi di noi hanno una vita spirituale flebile: preghiamo poco e male,
ascoltiamo la Parola di Dio con la paura che ci butti in crisi e ci costringa a cambiare, viviamo il tempo
dell’adorazione non come tempo per entrare in comunione con il Signore Gesù e lasciarci trasformare da Lui
ma ne approfittiamo per confessare, per leggere, per gironzolare in chiesa e fuori chiesa, per sistemare i
fiori…, la stessa Celebrazione Eucaristica potrebbe avere come parole di congedo: «Anche questa è fatta!
Anche questo obbligo è assolto».
La nostra vita individuale e di comunità in più di un caso è ‘borghese’. A livello tecnologico, informatico
e digitale in casa e in camera non ci manca nulla… Sì, abbiamo i nostri tempi di lavoro, ma anche spazi ampi di
riposo (es. una lunga pennechella pomeridiana e mal gli colga a colui che ci viene a disturbare per qualcosa
dopo cena!).
Siamo chiamati a vivere, come Cristo, poveri e capaci di condividere vita e beni. Ma a livello
tecnologico, informatico e digitale in casa e in camera non ci manca nulla… Il nostro rendiconto economico
mensile al superiore basta che sia formalmente corretto e matematicamente esatto… Le uscite per ragione di
‘ministero’ hanno molti risvolti extra. Nelle relazioni economiche di comunità a fine mese e a fine anno le
uscite per i poveri talvolta mi danno l’idea di un tentativo di tacitare la coscienza in ordine alla carità. E gli
esempi potrebbero allungarsi di molto.
Certamente, anche il contesto sociale ed ecclesiale in cui siamo inseriti è difficile e complesso e noi ne
respiriamo il fascino, le tensioni e le provocazioni. È difficile essere ‘testimoni e profeti del Vangelo’ oggi; ma è
anche esaltante!
Non voglio fare alcuna requisitoria, ma solo rivolgere un invito a riflettere. Anche perché se da parte
nostra c’è questa sofferenza e difficoltà, invece ci stimano assai i vescovi, i sacerdoti e i laici con i quali
collaboriamo. Tutti parlano molto bene di noi, del nostro lavoro e delle nostre proposte… Tutti fanno un
elenco di mille cose per le quali si dicono grati verso noi sacramentini. Qualche volta mi chiedo chi stia
sbagliando nella valutazione: io o loro? Forse nessuno dei due, ma la difficoltà e il disagio sono sintomo di
quell’esigenza che tutti avvertiamo di compiere un salto di qualità. C’è da fare un balzo in avanti, o – meglio –
c’è da ritornare alle nostre radici.
Il nostro Istituto già da parecchi anni sta parlando di ‘rifondazione’. In certi momenti questa
espressione è stata anche criticata perché – si diceva – in effetti già abbiamo un Fondatore e una Regola di
Vita. Ma c’è bisogno di compiere nuovamente una “rifondazione” interiore. Dobbiamo convertirci alla
radicalità del Vangelo. C’è bisogno di rinnovare il patto di alleanza fra noi e il Signore, come nell’assemblea di
Sikem (Gios 24,1-28).
Più volte in questi 16 mesi del mio servizio come Provinciale mi sono chiesto se la causa di quel
malessere diffuso fosse imputabile a me e a ciò che non so fare e trasmettere… Ho chiesto anche consiglio ai
miei predecessori ed a persone sagge e di fede. E ritorno sempre alla stessa risposta: la colpa ha molte origini,
ma la soluzione è una sola e coinvolge ogni religioso nella sua identità ed interiorità: dobbiamo tutti, in prima
persona, ogni giorno ed ogni momento, ritornare a scegliere di vivere il Vangelo, in fraternità.
Cosa significa ciò? Perché non possiamo prevedere, durante questo tempo estivo, un discernimento
coraggioso, a livello personale e comunitario, in vista del nuovo anno pastorale? Quali sono le sfide e i modi
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nuovi di vivere il Vangelo secondo la Regola di Vita che oggi ci sono richiesti? Spetta a ciascuno di noi e ad ogni
comunità determinare come realizzare ciò. La sete in cuore ce l’abbiamo… la strada pure: la Regola di Vita.
Leggiamola, meditiamola, preghiamola… e alla fine firmiamola, pagina per pagina. E viviamola!
Fraternamente,
Superiore Provinciale
DAL CONSIGLIO PROVINCIALE – CPO nn. 11-12 e CPA n. 2
Verbale CPO n. 11 del 10-11 marzo 2008 – Prato
Relazione sulle visite fatte ad alcune comunità e gli incontri avuti con i religiosi
Il Superiore Provinciale informa il Consiglio sulle visite compiute presso le comunità di Mogliano, Modugno,
Piano di Sorrento, Caserta…
Autorizzazioni
E’ stata considerata la domanda presentata per iscritto da p. Maranta con la quale chiede che gli sia rinnovata
l’autorizzazione a vivere fuori comunità per un altro anno. Il CPO conviene di rinnovare l’autorizzazione.
Nomina dei membri della Commissione Europea Formazione Permanente
Vengono confermati i pp. Moretti e Pedretti.
Missioni:
Il Consiglio prende visione delle lettere che il Superiore Provinciale ha preparato per il Consiglio Regionale del
Senegal e il Consiglio Provinciale del Congo, al termine della sua visita in quelle Missioni. Dopo un ampio
dialogo, si approva quanto in esse deciso ed espresso.
Camerun
Si prende in considerazione l’e-mail della Comunità di Ndoumbi nella quale si riferisce dello scambio di parere
avuto nell’incontro di comunità, circa l’eventuale nostra nuova presenza nella capitale.
Le ragioni che spingono ad una risposta favorevole sono:
- la necessità di un riferimento, di appoggio a Yaoundé;
- l’importanza di una struttura di accoglienza per i fratelli che vengono a far visita in Camerun, per i
candidati alla vita religiosa e per i confratelli che voglio frequentare l’università;
- la possibilità per un futuro per la nostra Congregazione
- la vicinanza delle Università filosofica e teologica;
In particolare, dopo il sopraluogo da loro compiuto, sono convenuti per le seguenti proposte:
- l’attuale struttura esistente di proprietà della diocesi sia riservata alle opere parrocchiali;
- si acquisti un terreno a nome dell’Istituto, in prossimità delle opere parrocchiali, per potere realizzare
quanto sopra. Su questo terreno bisogna prevedere locali per i religiosi che hanno la parrocchia, locali
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per l’accoglienza di parenti o confratelli in passaggio, locali per eventuali vocazioni camerunensi, locali
per eventuali studenti sacramentini.
Il CPO, visto il parere favorevole, intende procedere nei contatti preliminari. Resta però il grosso problema del
personale. Si fanno alcune considerazioni e si decide anche di interpellare la Conferenza inter-africana. Se però
non si trova disponibilità e le risposte sono negative, con rammarico si dovrà riconoscere che per il momento
non siamo in grado di rispondere a questa opportunità.
India
Il p. Provinciale dell’India ha presentato una richiesta di aiuto economico per la comunità di formazione. Il
CPO, risponde affermativamente alla richiesta, autorizzando il prelievo di € 7.500,00 dal Fondo Borse di Studio.
Preparazione del CPA:
Si decide la data , il luogo e l’OdG del prossimo CPA: si riunirà il 23 aprile a Milano S. Angela.
All’Ordine del Giorno si prevedono i seguenti punti:
Risposta al questionario in preparazione al CGA.
Economia:
* Convenzione a Modugno fra la Diocesi di Bari e la nostra Provincia,
* Convenzione con il comune di Ponteranica,
* Tarquinia: una casa di nostra proprietà,
* Case di Vacanza: loro gestione.
Informazioni: * Missione del Camerun,
* Conferenza Europea.
Questioni di Economia
Il p. Economo Provinciale:
- presenta la cartella delle Borse di studio. Si considera che per incrementarle si potrebbe pensare a
pubblicizzare la cosa chiedendo la collaborazione al Il Cenacolo e al Centro missionario.
- aggiorna circa la Casa di Vacanza di Domegge: si sta terminando l’imbiancatura; resta poi da completare
l’arredamento. Per l’estate dovrebbe essere pronta.
L’immobile è costituito:

Piano terra: cucina, refettorio e una stanza.

Piano primo e secondo: due piccoli appartamenti per ogni piano.

Mansarda: arredata con letti a castello.
Primo orientamento su cambiamenti del Personale (Parroci ed altri…)
Viene fatto un primo scambio di idee circa la composizione delle comunità e nuove nomine.
Prossimi impegni
Il Vicario Provinciale chiede di fare una verifica sulla nostra animazione, in particolare chiede se gli strumenti
pubblicati e inviati alle comunità sono stati usati…
Si è a conoscenza che qualche comunità lì sta certamente usando, anche se non tutto il sussidio.
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Propone, inoltre, di prevedere all’OdG dei prossimi consigli la questione dell’accompagnamento dei superiori,
insistendo di più sul ruolo del superiore come animatore che come organizzatore. In questo senso si tratterà di
scegliere meglio gli strumenti da offrire sottolineando alcune indicazioni specifiche per il servizio di animatore
di comunità .
Per il tempo di Pasqua si decide di presentare come sussidio di animazione un aiuto per la riunione di
comunità a partire dal documento teologico di base del Congresso Eucaristico Internazionale, secondo
capitolo della prima parte (pp. 23-28): L’eucarestia, memoriale del mistero pasquale e sul quarto capitolo della
terza parte (pp. 41-49): Per la vita del mondo. La proposta sarà curata da p. Bettoni.
Verbale CPO n. 12 del 22 - 24 aprile 2008 – Milano (S. Angela Merici)
Relazione Finanziaria Annuale: approvazione
Il p. Economo Provinciale presenta e commenta la Relazione Finanziaria dell’Anno 2007 della Provincia:
Curia Provinciale
I fondi provinciali: Fondo solidarietà, Fondo assistenza sanitaria, Fondo comunitario, Personale dipendente,
Assicurazione interna.
- Fondo comunitario: non tutte le comunità contribuiscono.
- Personale dipendente: non ci sono le comunità del ex sud-Tirolo perché hanno un loro sistema. Non tutte le
comunità, qualora dovessero licenziare i propri dipendenti, hanno credito sufficiente per il TFR.
Depositi vincolati: Legati, Depositi nostri religiosi e benefattori.
Viene sottolineato che tutti gli investimenti sono tranquilli e bilanciati.
La Relazione Finanziaria Annuale è approvata.
Preparazione del CPA
Il CPO prende visione dell’OdG del CPA n. 2 e fa una prima panoramica sugli argomenti da trattare.
Sede e compiti del Vicario Provinciale e dei membri del Consiglio
Il Superiore Provinciale informa del suo lavoro di discernimento in ordine alla scelta della sede e dei compiti
del Vicario.
Tutto il suo lavoro di valutazione alla fine è stato affidato a p. Bettoni perché fosse lui a valutare l’opzione
migliore. P. Bettoni ha rinnovato la sua disponibilità. Resta però da individuare la persona che lo potrebbe
sostituire come parroco. Perciò, al termine del confronto, il p. Provinciale decide di confermare il p. Bettoni
come parroco di S. Angela Merici ancora per un anno, in attesa di poter inserire il sostituto.
Secondo il p. Provinciale gli ambiti di lavoro sui quali p. Bettoni potrebbe operare, al di là della sede, sono i
seguenti:
- circa le nostre parrocchie: il rapporto parrocchia - realtà sociale e ecclesiale; rapporto comunitàparrocchia; il coinvolgimento dei laici a livello di condivisione e di formazione.
- un suo apporto nella pastorale vocazionale, nell’animazione dei superiori, nell’ambito eucarestia-carità.
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Viene anche ribadito che gli altri membri del Consiglio sono invitati a seguire i settori a loro affidati con una
certa autonomia suscitando occasioni di animazione, fermo restando il criterio di collegialità nel valutare le
priorità e le scelte qualificanti.
Visite alle comunità e ricomposizione delle medesime
Il Superiore Provinciale presenta la relazione sulle visite fatte ad alcune comunità e gli incontri avuti con alcuni
religiosi, in ordine ai possibili trasferimenti nelle varie comunità.
Incardinazione nella diocesi di Bergamo di Locatelli Luciano
Con lettera del 14 aprile 2008, il cancelliere della Curia diocesana di Bergamo informa che il Vescovo con
Decreto n. 2154 incardina nella diocesi di Bergamo il sac. Luciano Locatelli.
Convegno dei Superiori: quando, dove, tema…
1. Il CPO decide di riunire tutti i superiori in Convegno (orientativamente nei giorni 23-24 settembre 2008
oppure 6-8 ottobre 2008), presso la casa di Spiritualità di Malmantile.
Si propone durante la prima giornata di continuare il discorso sulla figura spirituale del Superiore, invitando
Michelina Tenace o altro relatore.
Nella seconda giornata si ritiene opportuno di lasciare che i superiori si esprimano e raccontino l’esperienza
della loro animazione in comunità, anche in riferimento al tema della adorazione (es. cosa fa la comunità,
come pregano i religiosi, che cosa si fa con la gente, quali sono le sollecitazioni della chiesa locale).
La condivisione sul percorso delle comunità permetterà al CPO di raccogliere elementi per lanciare alcune
coordinate in vista della programmazione e per introdurre il tema dell’adorazione che sarà poi trattato
ampiamente nella sessione di gennaio 2009 (12-13 gennaio 2009), aperta a tutti.
A P. Bettoni è affidato il compito di pensare alla proposta di animazione da offrire per il prossimo anno.
2. Il CPO ritiene che il tema delle relazione fraterne, per essere capillare ed efficace, (cf Verbale n. 10, 11–12
febbraio 2008) venga diluito durante l’arco dell’anno come animazione e sia affrontato nelle singole comunità
o in comunità raggruppate per poter raggiungere tutti.
Ai relatori del Convegno di Parigi si può chiedere quali strumenti possono consigliarci e anche le loro
disponibilità ad accompagnare le comunità.
3. Circa il Convegno dei sacramentini con i laici, il CPO conviene di dare continuità a quello celebrato ad Assisi.
Si tratta di definire prima dell’estate la data, il luogo, il tema e l’impostazione della fase preparatoria al
Convegno.
P. Bettoni interpellerà per via e-mail tutti religiosi che hanno partecipato ad Assisi per chiedere su quali aspetti
intendono approfondire il discorso.
Il CPO deciderà sul tema dopo aver preso visione delle risposte.
Il verbalista del CPO
p. Domenico Avogadro sss
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Verbale del Consiglio Provinciale Ampliato n° 2
Il giorno 23 aprile 2008 si riunisce a Milano sant’Angela Merici il Consiglio Provinciale Ampliato. È assente per
motivi di salute l’Economo Provinciale, padre Adriano Quinzi.
Questi gli argomenti all’ordine del giorno
A.
RISPOSTA AL QUESTIONARIO DEL CONSIGLIO GENERALE
IN PREPARAZIONE AL CONSIGLIO GENERALE AMPLIATO
Premessa
Il Consiglio Generale, in preparazione al CGA di settembre, ha inviato ad ogni Consiglio Provinciale un
questionario, allo scopo di avviare la riflessione e di preparare l’incontro di Madrid. L’evoluzione della nostra
Congregazione, almeno dopo il Capitolo Generale del 1999, mostra una costante accentuazione di due temi
intimamente legati fra di loro : il valore della comunità religiosa e l’importanza di una missione specifica
eucaristica nella chiesa.
La risposta della nostra Provincia è stata maturata nel CPA.
Una relazione chiara, attendibile e completa che legge in modo reale il coinvolgimento delle comunità della
Provincia Italiana, per quanto riguarda la comunità SSS, la missione SSS e la comunità in missione SSS, si può
trovare nel secondo Volume degli Atti Capitolari/Appendice dell’ultimo Capitolo Provinciale pp. 6-41, e nella
relazione del Provinciale di allora Padre M. Barbiero sss sullo Stato della Provincia tenuta sempre nell’ultimo
Capitolo (Atti Capitolari, vol. I, pagg. 5-26).
Domanda 1 a e b
Alcune reazioni che fanno da premesse alla prima domanda:
La realtà delle nostre comunità e della missione SSS vista dai laici è buona; invece la fraternità vista dai religiosi
è giudicata carente e a volte problematica. Si può racchiudere qui la nostra ricchezza e anche la nostra
debolezza nella vita fraterna e nella missione: dall’esterno le nostre attività sono ben viste e giudicate
qualificate, ma sono sorrette da un’ossatura di vita evangelica fraterna forse un po’ debole. Il Capitolo
Generale aveva proposto un legame forte fra vita fraterna e missione, ma questo ancora è il nostro problema:
abbiamo tante belle attività, ma la vita fraterna come missione è ancora poco sentita.
1a
Nella Provincia i nostri religiosi quale visione hanno di una comunità SSS (fisionomia, composizione,
criteri)?
Manca una chiara identità SSS forse perché si è persa di vista la forza ideale e di tensione della RV e del cuore
nuovo che essa comporta.
Alcune comunità manifestano stanchezza, delusione, forse questo è segno di mancanza di fede?
Non sempre la comunità è luogo di vita che offre ragioni per vivere la chiamata vocazionale. C’è scollatura fra
la preghiera (poca) e le opere apostoliche, con la conseguenza che questo non ci fa star bene come consacrati.
È necessario ripartire dalla centralità reale della Parola di Dio, per evitare le scollature tra fedeltà ad una
vocazione e missione come risposta a questa chiamata.
1b
Dopo il Capitolo del 2005 e il suo messaggio, quale evoluzione c’è stata in ciò che concerne la vita
comunitaria (quali i punti forti e quali i punti deboli)?
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7
Non si colgono grandi evoluzioni nella vita comunitaria, facilmente emerge la stanchezza e a volte la tristezza…
I nostri religiosi si dichiarano contenti della propria vocazione sacramentina, ma un po’ meno della propria
comunità sacramentina.
Forse manca l’entusiasmo di condividere i doni che comunque ci riconoscono e ci riconosciamo. Spesso
dovremmo dire: “Apprezzo il tuo lavoro, ma mi è difficile condividerlo con te”.
È necessario recuperare la fisionomia delle nostre comunità come comunità di servizio, preghiera e fraternità,
ritrovando la sobrietà della vita e della gestione dei beni e domandandoci quali criteri evangelici veramente ci
ispirano e ci guidano.
Vanno ripensate le figure dei superiori e degli economi per farne figure spirituali, di animazione, di sostegno
alla comunicazione nella fede… ad animatori di una comunità SSS. Va riscoperta pure la saggezza di alcuni
confratelli anche se non coincidono con la figura istituzionale del superiore o dell’economo.
Ma non dobbiamo perdere la speranza.
Domanda 2 a e b
2a
Nella Provincia, i nostri religiosi quale visione hanno della nostra missione sss (identità, specificità della
nostra missione e mezzi per realizzarla) ?
“Chiamati a … dare una testimonianza più esplicita della vita del Cristo che sgorga da questo Sacramento” (RV
21): questo è il pensiero di tutti i nostri religiosi. Ma da dove troviamo l’entusiasmo per tutto ciò? Siamo
capaci di entrare nei ‘nodi’ e nelle ‘sfide’ della vita pastorale?
C’è poca chiarezza sulla nostra missione: tutti diciamo che al centro della nostra vita e del nostro annunzio sta
un’Eucaristia celebrata, pregata e vissuta. Ma come va celebrata, pregata e vissuta l’Eucaristia? Le proposte
sono tante, ma non tutte hanno valore.
La missione risulta a volte essere più cultuale che inculturata nella storia degli uomini. Abbiamo molte
esperienze positive, ma non sempre queste sono accolte nel sentire comune (per cui ci sono giudizi e
pregiudizi su ciò che singoli e comunità stanno compiendo). La nostra missione porterà frutto nella misura in
cui nascerà da un’esperienza di comunione reale e non solo ideale. Le iniziative di missione devono nascere da
un cammino progettato insieme.
2b
Dopo il Capitolo del 2005 e il suo messaggio, quale evoluzione c’è stata in ciò che concerne
l’accoglienza della nostra missione specifica sss (quali i punti forti e quali i punti deboli) ?
Il Capitolo Generale ci ha reso consapevoli che sono tre gli ambiti della nostra missione: comunità fraterna, di
preghiera e di servizio. Questo ci ha aiutato ad avere una visione ampia e unitaria sulla nostra missione.
Un punto forte e comune a tutte le Comunità e a tutte le Province è la condivisione della nostra vita con i laici:
questa è una vera opportunità da sfruttare per il futuro. Però in passato eravamo maggiormente provocati dai
laici su un’Eucaristia che si fa vita; ora invece la Chiesa vive un tempo di riflusso e noi siamo provocati da laici
che hanno richieste riferite soprattutto ad un’Eucaristia cultuale, o che hanno richieste di specifici servizi (al
‘loro’ gruppo o alla ‘loro’ liturgia).
Noi non abbiamo il monopolio dell’Eucaristia, ma il nostro stile di vita può essere certamente carismatico.
Ci manca il coraggio di investire su esperienze nuove di Eucaristia: Sacramento di unità e unità dei cristiani,
Eucaristia e creato, Eucaristia e carità, Comunità cristiane senza Eucaristia domenicale… Come pure sarebbe
utile riflettere insieme su come possiamo essere voce propositiva, con percorsi formativi, per quelle comunità
8
Notiziario nr. 7
cristiane che non hanno il Presbitero e la Messa festiva. È anche questa la nostra missione: Eucaristia ed
educazione dei cristiani alla Celebrazione del Giorno del Signore.
Domanda 3 a e b
3a
Nella Provincia, i nostri religiosi come percepiscono l’interazione comunità-missione e missionecomunità ?
3b
Dopo il Capitolo del 2005 e il suo messaggio, quale evoluzione c’è stata nel vissuto di questa
interazione (effetti desiderati e sfide incontrate) ?
Il documento finale del Capitolo Generale trova al momento riscontro nelle scelte operative del progetto di
Provincia per il cammino 2007-2011.
Il legame comunità-missione, appare ancora un po’ debole e fiacco. Forse deve rinnovarsi nel rileggere e
attuare il triplice percorso e ideale di giungere ad essere comunità di servizio, preghiera e fraternità. Questo
aiuterebbe a superare quel clima di ansia che cresce per difficoltà oggettive quali l’età, le difficoltà relazionali,
ecc. Riscoprire come la prima missione è essere comunità che vivono l’Eucaristia, che vivono quanto celebrano
e propongono come stile di vita.
Dobbiamo riappropriarci della consapevolezza che la comunità è significativa già in se stessa (al di là dell’età,
del numero dei religiosi, del servizio svolto…). ‘Riuniti come fratelli nel nome del Signore’: questo è il dono
ricevuto, questa è la nostra prima testimonianza. Una tale sensibilità esprime, di conseguenza, comunità
significative e serene.
B.
ECONOMIA:
1.
Proposta di Convenzione a Modugno fra la Diocesi di Bari e la nostra Provincia Religiosa.
La comunità di Modugno e la Diocesi di Bari chiedono di stilare e firmare la Convenzione. Il Padre Provinciale
illustra brevemente la storia della nostra presenza a Modugno. Di seguito p. Guglielmo presenta le reazioni
della commissione economia riunitasi a Ponteranica il 7 aprile 2008.
Il nucleo di riflessione e discussione è al n. 8 della bozza e riguarda le proprietà reciproche. Attualmente è di
proprietà dell’Istituto solo il campo sportivo; il restante è realizzato su terreno di proprietà della Diocesi, con
contributi offerti in buona parte da don Vacca.
Nelle reazioni del CPA alcuni interventi suggeriscono di chiedere la casa come proprietà sss e intervenire a
spese nostre per i lavori, offrendo in cambio il campo sportivo alla Diocesi che si impegnerà però ad
intervenire con i lavori su tutto il resto. Altri invece propongono di lasciare tutto l’immobile (casa e opere
parrocchiali) alla Diocesi la quale dovrà impegnarsi a fare tutti i lavori, conservando invece il campo sportivo
come proprietà sss.
Ma tutti ribadiscono che per una serenità completa, oltre alla convezione Diocesi–Sacramentini, è necessaria
anche una “convenzione” parrocchia–comunità.
Nel voto, per alzata di mano, ottiene la maggioranza la proposta di conservare le proprietà come sono a
tutt’oggi, cioè il campo sportivo resta di proprietà dell’Istituto, mentre tutto il resto è di proprietà della
Diocesi.
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9
2.
Convenzione con il comune di Ponteranica
È finalmente giunto il momento di firmare la convenzione con il Comune di Ponteranica. La richiesta iniziale
del Comune di Ponteranica era di avere in contropartita del cambio della destinazione d’uso della ex casa dei
padri, la disponibilità di 15.000 mq arrivando fino a dietro il vecchio Centro Eucaristico. Poi, con trattative
successive, il terreno concesso al Comune è stato ridotto a 5.000 mq e si è ottenuta anche la possibilità di
lottizzare una parte della nostra proprietà (2.500 mq) per edilizia convenzionata. Gli oneri tributari per la
vendita della “casa nuova” oggi disabitata e del terreno per edilizia popolare ammontano a euro 235.000,00,
metà a carico dell’acquirente metà a carico nostro. Questo progetto è in fase conclusiva presso il Comune e la
Provincia di Bergamo.
Il Padre Provinciale chiede al CPA di esprimersi in merito all’approvazione della firma della Convenzione
secondo i termini stabiliti. Il CPA esprime parere favorevole.
3.
Tarquinia: una casa di nostra proprietà.
La commissione Economia suggerisce di risolvere le questioni legali e vendere l’appartamento utilizzando il
ricavato per le opere sss.
Il Padre Provinciale chiede di esprimersi sul suggerimento della Commissione Economia. Il risultato della
votazione è favorevole alla proposta.
C. CASE DI VACANZA: loro gestione
Serina:
è finita e pronta (è già stata utilizzata come casa di vacanza l’estate 2007)
Domegge:
lavori finiti, a breve potrà essere utilizzata.
Su indicazione della Commissione Economia la gestione di queste due case potrebbe essere affidata in prova
per due anni alle comunità più vicine.
Si dovranno sentire le singole comunità per vedere se condividono l’orientamento e se sono disponibili alla
gestione e nel caso di affitto, che questo sia quantificato per le persone che non sono religiosi o che non
provengono comunque dalle nostre realtà
Il CPA prende atto di quanto emerso dalla Commissione Economia e sceglie all’unanimità di procedere in
questa direzione.
D.
INFORMAZIONI:
1.
Missione del Camerun
Il Padre Provinciale ed espone la questione: il Nunzio in Camerun, d’accordo con il vescovo di Yaoundé, chiede
alla nostra Provincia Sacramentina di assumere l’incarico di una parrocchia molto vicina alla Nunziatura.
L’attuale comunità in Camerun è a Ndoumbi a circa 300 km di distanza da Yaoundé e vicina a Bertoua. La
parrocchia in questione è situata in una realtà di baraccopoli sulla collina ma in essa si trovano anche la
Nunziatura, l’ambasciata di Grecia, un organismo internazionale, ecc. La parrocchia era nata per opera degli
Oblati i quali l’hanno poi consegnata alla Diocesi; oggi è seguita dal priore di un vicino monastero benedettino,
ma per gravi motivi deve essere assegnata ad altri. I locali a disposizione della parrocchia sono una sala
polivalente, con annessa spartana casa parrocchiale, e un pozzo. Davanti ai locali parrocchiali c’è una spianata
sulla quale il Nunzio vorrebbe costruire la chiesa parrocchiale.
10
Notiziario nr. 7
Il Padre Provinciale comunica le sue reazioni positive alla proposta del Nunzio, pensando alla attuale comunità
di Ndoumbi, dove, per motivi pastorali di servizio ai villaggi piuttosto distanti fra loro, non è possibile fare una
vera pastorale vocazionale, e nemmeno sarebbe possibile seguire le eventuali vocazioni, che dovrebbero
essere mandate nel seminario di Bertoua con alcuni problemi non indifferenti. A Yaoundé la parrocchia
potrebbe diventare una sorta di Foyer vocazionale, tra l’altro sempre a Yaoundé ci sono due facoltà
teologiche, una della Conferenza Episcopale e una retta da Religiosi, che distano dalla parrocchia un quarto
d’ora. Questa nuova comunità potrebbe essere un punto di riferimento per i viaggi e i soggiorni nella capitale.
Ai sacramentini resterebbe l’onere di completare la casa e l’eventuale sede del foyer. Inoltre potrebbe
divenire anche casa di specializzazione negli studi filosofici e teologici per studenti sacramentini africani.
Le persone per questa nuova comunità? Hanno dato la loro disponibilità un religioso della Provincia, un
sacerdote diocesano come fidei donum e si sta cercando una persona valida nel contesto della Conferenza
Interafricana.
Reazioni: il problema del personale non è da sottovalutare anche se la proposta in sé è buona, audace e
positiva; però l’apertura alla missione è una sfida. Le buone premesse non devono far dimenticare che è anche
necessario verificare e valutare bene la scelta: siamo solo ad un inizio molto abbozzato!
Il parere dei confratelli che già operano in Camerun è positivo, per le ragioni già espresse.
La proposta è buona, e allora perché non valorizzare anche per queste esperienze i laici, visto che c’è tempo
per identificarli e prepararli?
Il Provinciale chiude il momento della condivisione dicendo che luci e ombre sulla proposta ci sono, ma anche
ricordando che non si devono ignorare le decisioni di due Capitolo Provinciali circa la continuità
dell’esperienza di missione.
2.
Conferenza Europea.
Il Padre Provinciale informa il CPA circa l’ultimo incontro del Consiglio della Conferenza Europea che si è
tenuto lo scorso gennaio a Parigi e al quale hanno partecipato anche i padri Luca Zanchi per la revisione degli
Statuti e padre Antonio Pedretti per il Sito Europeo sss.
Presenta le prospettive future emerse da quell’incontro: come Europa sss, per ora, più che pensare a date di
fusione, si è cominciato a pensare a dei progetti comuni realizzabili, quali ad esempio:
–
formazione unitaria: noviziato e studentato europeo: chi farà il maestro, dove avranno le loro sedi
questi luoghi di formazione?
–
Fondazione di La Mure: situazione attuale e suo futuro; inizi non facili, ma si cammina.
–
Sito Europeo sss: per un maggiore interscambio e una reale conoscenza.
–
Il rapporto con i laici è una realtà presente in tutte le Province, è da valorizzare.
–
Perché non pensare in Europa un centro di formazione eucaristica e di condivisione tra religiosi e
laici? Questa proposta verrà valutata dai religiosi sss under 50 che si riuniranno a Parigi dal 7 al 10
luglio.
Reazioni: Queste proposte sono un po’ povere e vaghe o comunque non rispondenti a quello che si potrebbe
fare. Si può pensare una forma di collegamento o consacrazione più chiara per e con i laici? Si risponde subito
che sarà oggetto di riflessione al prossimo CGA di Madrid a settembre.
Notiziario nr. 7
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Se davvero si deve pensare a qualcosa per l’Europa, ci si è mai domandati di che cosa ha davvero bisogno
l’Europa? E allora andiamo alle sorgenti, invece di un centro di formazione in Europa, fondiamo piuttosto una
comunità a Gerusalemme!
Prima di pensare a cosa fare, creiamo una mentalità di comunione perché ora non siamo pronti per una realtà
di formazione comune (noviziato e studentato).
Tanto ci sarebbe certo ancora da dire ma il tempo fugge, e il Padre Provinciale ringraziando tutti per la
presenza e la serena condivisione chiude il CPA.
Il verbalista del CPA
p. Luca Zanchi sss
UN RICHIAMO SU NORME SEMPRE NOTE
MA MAI SUFFICIENTEMENTE RICORDATE
Ho dovuto partecipare ad un Convegno CISM-USMI e mi sono trovato dentro a questioni legali e
amministrative la cui rilevanza non conoscevo affatto e che mi hanno preoccupato. Nel 2001, un Decreto dello
Stato – il Decreto Legislativo 231/2001 – sancisce per alcuni reati, oltre alla responsabilità penale della
persona fisica che ha commesso il reato, anche la responsabilità amministrativa della Società o dell’Istituto nel
cui interesse e/o vantaggio lo stesso reato è stato perpetrato. Detto in altre parole, alla fin dei conti io sono
responsabile di quanto nelle nostre comunità è amministrativamente scorretto e quindi civilmente
sanzionabile. E le conseguenti verifiche amministrative possono coinvolgere ogni casa della Provincia.
Da questo Decreto prendo le mosse per richiamare alcune norme ad esso legate, ma anche per
ribadirne altre, più in generale, riguardanti la nostra vita.
Chiedo ai Superiori e agli Economi locali di fare il possibile affinché il nostro personale dipendente sia
in regola: nell’assunzione, nei contributi, nella remunerazione, nel rispetto delle ore lavorative e di riposo…
Come pure vi chiedo di vigilare affinché i luoghi e gli spazi che sono frequentati dalla gente - e che noi
abbiamo in proprietà, in affitto o in comodato – siano rispondenti alle norme di sicurezza e di antiinfortunistica.
Inoltre vi chiedo che sia le persone che vengono ospitate presso le nostre comunità (sacerdoti o laici)
per un tempo più o meno prolungato, sia i gruppi ai quali affidiamo in gestione locali, attività o spazi della
comunità… abbiano regolato questo rapporto con opportune convenzioni scritte aventi anche valore legale.
Questi richiami vi sono fatti perché purtroppo già siamo rimasti scottati e non vorremmo incorrere in
guai peggiori.
Permettetemi di allargare ulteriormente il discorso; sono sempre questioni economiche, ma alla fine
queste coinvolgono anche il nostro stile di vita religiosa e il clima interno alle comunità.
I conti correnti bancari o postali, che per qualsiasi ragione sono stati aperti con intestazione personale,
devono essere autorizzati e devono avere, oltre la firma dell’interessato, anche quella del Superiore o
dell’Economo.
Le pensioni e gli stipendi percepiti a vario titolo sono della comunità e dell’Istituto, e quindi vanno
consegnati al Superiore (cfr. RV 18).
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Notiziario nr. 7
Così pure, le autovetture o altra strumentazione particolare in uso (non esclusivo) ai singoli vanno
intestate all’Istituto.
Consentitemi anche altre considerazioni: facciamo bene attenzione perché, oltre alla dipendenza
dall’alcool e dal fumo, ho il timore che si stia insinuando un’altra dipendenza: quella dal computer. Ed anche la
TV in camera è proprio una buona cosa?
Infine, sento il dovere morale di ribadire a tutti l’essenzialità dell’Adorazione quotidiana (cfr. RV 29):
“Questa preghiera fa parte della missione della Congregazione”.
Fratelli, perdonatemi se ho avuto l’ardire di ribadire queste cose. Non lo faccio per spirito di legalismo,
ma per aiutare e sostenere la nostra vita religiosa e le scelte ad essa conseguenti. So bene che il voto di
povertà merita un’attenzione e una riflessione molto più ampie; lo faremo. Ma per il momento almeno
proviamo ad osservare queste norme basilari.
p. Santi Rizieri sss
I NOSTRI DEFUNTI
IN MEMORIA DI Fra UGO GOI
“Non ho molte occasioni per incontrarmi con la gente che viene e spesso neanche sapranno della mia
presenza, ma sono convinto che il mio lavoro, anche se sconosciuto agli uomini è gradito al Signore.
I frutti dello Spirito maturano nell’unione con il Signore come lui ha detto e come la presenza di Gesù
nell’Eucaristia mi insegna: una presenza povera e nascosta, ma ricca di grazia.”
Vogliamo iniziare la memoria di Fratel Ugo con questo suo pensiero comunicato nella riunione di comunità
con il Card. Piovanelli in occasione della visita pastorale del 25 febbraio 1992.
Le parole qui riportate costituiscono un quadro vero della vita di Ugo così come noi l’abbiamo sperimentato.
Potremmo dire che l’unica smentita riguarda la percezione della gente. Tutti si sono accorti della sua presenza
e hanno colto la ricchezza spirituale della sua vita.
Presenza povera e nascosta, ma ricca di grazia accolta e vissuta, trasmessa e riconosciuta.
La semplicità, l’umiltà, il silenzio, il sorriso, l’accoglienza e la fedeltà sono i termini pregnanti che sono ricorsi
nei giorni seguiti la sua morte. Sono stati ascoltati come preghiera di ringraziamento dalla bocca dei nipoti
durante la liturgia funebre; lo hanno detto i Sacerdoti della sua terra e qui di Firenze, li abbiamo sentiti dalla
gente semplice, nei negozi, nei luoghi vari dove Ugo si recava per le infinite commissioni:
Questa eco può essere riassunta dalla testimonianza di una persona a noi vicina che lo ha conosciuto bene:
“Ciao, carissimo fratello e amico! Sai , ci sono persone, a volte, che fanno parte della nostra vita in modo
strano, come se rimanessero ai margini, come se non sapessero quanto importanti sono per noi.
Così eri tu caro fratello Ugo, una persona che, pur senza saperlo, ci hai dato molto, insegnandoci che si può
essere privi di cattiveria e donare agli altri la serenità di cui hanno bisogno…
Nulla mai potrà tenerci lontano da tutto ciò che tu, grande, speciale fratello e amico Ugo hai distribuito con
tutto il tuo amore sempre rorido della presenza del Signore. Mai dimenticheremo che quotidianamente hai
interpretato per noi il mistero pasquale come mistero di misericordia”.
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“La gioia pasquale matura nel silenzio, come chicco di grano che porta frutto morendo, marcendo nel
nascondimento silenzioso della terra” (Dall’omelia del P. Provinciale nell’Eucaristia di commiato a Summaga)..
“Questo pensiero di vita si trova negli appunti di F. Ugo: “La mia fedeltà quotidiana all’adorazione e il mio
lavoro manuale sono il modo concreto di contribuire al fine spirituale di questa casa e della sua presenza
sacramentina, con la comunità, nella diocesi di Firenze”
A noi rimane proprio questa immagine: La preghiera di adorazione immancabile, quasi sempre alle ore 16,00,
è la stessa testimonianza dei Sacerdoti della sua parrocchia per il tempo trascorso in famiglia.
Il Suo lavoro dedicato alle mille cose che una casa come quella di Lecceto comporta, compresa la cura dei
canarini e dei fiori, sue grandi passioni.
Positivamente disarmato di fronte agli imprevisti e difficoltà, ai limiti vari, problema di udito compreso.
Vogliamo ancora far parlare i suoi pochi, ma preziosi appunti: “Prendere la vita di giorno in giorno come la
manda il Signore, non angustiatevi per il domani. Egli provvede anche ai passeri. Quando si fa ogni sforzo e non
si riesce, vuol dire che la Provvidenza, per i suoi disegni imperscrutabili, ha disposto così e preghiamo perché ne
ricavi (bene) per noi e per gli altri. Iddio non può essere né ingiusto né crudele. Egli ci ama e fa di noi qualcosa
che oggi non comprendiamo.
Dei suoi anni e degli acciacchi così scriveva: “I miei anni sono 79 ed è sempre un ringraziamento per quanto si è
avuto nella vita religiosa. E come ogni momento mi richiama alla perfezione, alla speranza a partire dalla
propria povertà e dal proprio limite e dire con coraggio: tutto posso in colui che mi dà forza”.
Fratel Ugo non ha lasciato scritto un testamento spirituale strutturato e preparato appositamente, ma noi
consideriamo come suo testamento spirituale l’ultimo pensiero scritto e destinato alla festa dell’ottantesimo
di vita: “Sono felice e ringrazio il Signore per essere giunto al mio ottantesimo di vita. Un percorso segno di
risposta alla volontà di Dio.
Egli mi ha chiamato a far parte della grazia della vocazione sacramentina. Da sessantadue anni vivo la vita
consacrata.
Grazie, Signore!
E se nel cammino degli anni futuri dovessi rallentare il mio passo e scordarmi dei tuoi doni, richiamami, perché
non venga meno il mio amore per te”.
Noi ringraziamo il Signore per avercelo dato e posto accanto e ci sembra appropriato esprimere la lode con le
parole di Gesù: “Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri
del regno dei cieli” (Mt 11, 25).
Curriculum
Fratel Ugo è nato il 2 aprile del 1928 a Summaga di Portogruaro, in diocesi di Concordia e provincia di Venezia,
da Sante e Veronica Minuzzo.
Avviò la sua esperienza religiosa nella comunità sacramentina di Ponteranica (Bg) entrando in Postulandato il
giorno di Natale del 1946, all’età di 18 anni. Sempre a Ponteranica compì anche il suo Noviziato emettendo la
professione dei consigli evangelici il 29 settembre del 1949.
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Notiziario nr. 7
In qualità di fratello, non Sacerdote, realizzò la sua consacrazione a Dio e ai fratelli attraverso gli impegni di
sacrista e portinaio prima a Torino fino al 1960 poi a Roma S. Claudio per due anni, per poi ritornare a Torino
nel 1962 come anche collaboratore delle “Opere eucaristiche”.
Nel 1988, insieme con il P. Albino, diede inizio alla presenza Sacramentina all’Eremo di Lecceto con l’ufficio di
aiuto economo. In questa piccola comunità, con la sua presenza semplice, silenziosa e mite, ha continuato il
suo generoso servizio, nella preghiera e nel lavoro, fino al 24 del mese di marzo 2008 quando ha reso la sua
anima a Dio all’alba del giorno del Lunedì dell’Angelo, dopo aver celebrato con tutti i suoi cari la gioia della
festa della Pasqua.
IN MEMORIA DI Fra ARMANDO CRESSERI
Le date:
Nacque a Ponte di Legno (Bs) il 10 marzo del 1930.
I suoi genitori furono: Cresseri Giuseppe e Soggetti Lina (zia paterna di P. Ottavio).
Ricevette il battesimo nella chiesa parrocchiale di Ponte di Legno il 16 marzo. Nelle detta chiesa
parrocchiale ricevette la S. Cresima il 2 agosto del 1942.
Da giovane lavorò come muratore nella ditta del padre. Prima di terminare il suo lavoro a volte rivedeva
quello degli operai e lo perfezionava per evitare che il padre sgridasse qualcuno.
Fece il militare a Orvieto e a Roma dal settembre del 1951 al giugno del 1952. Dopo la morte del padre
lavorò in diversi posti.
All’inizio del 1961 fu invitato dal cugino P. Ottavio a Castelvecchio di Moncalieri (TO) dove divenne
postulante il 19 marzo dello stesso anno. Entrò in noviziato il 29 settembre del 1961
Fece la professione religiosa il 29 settembre del 1963.
La professione perpetua a Ponteranica il 29 settembre del 1966.
I primi anni di professione li passò a Castelvecchio . Dopo un breve periodo a Prato, per diversi anni fu a
Casier. Da qui passò a S. Benedetto del Tronto dove vi rimase per 19 anni.
Da S. Benedetto passò a Mogliano Marche nel mese di ottobre del 1995 . Da qui è passato alla casa del
Padre Celeste il 9 maggio del 2008.
La memoria
Aveva fatto della disponibilità il suo programma di vita.
La sua forza e la sua competenza come muratore lo hanno portato in diverse case per piccoli lavori.
E’ sempre stato fedele alle esigenze della vita religiosa , soprattutto all’adorazione. Negli ultimi anni per
l’adorazione metteva sempre il camice.
Notiziario nr. 7
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Le persone di Mogliano così hanno ricordato il caro F. Armando nel giorno del suo funerale:
“Noi vogliamo ringraziare il Signore per avere inviato in questa comunità dei PP. Sacramentini il carissimo
fratello fra Armando, persona umile e servo docile di Dio, che con tanta dedizione ed impegno si è
adoperato al buon andamento della vita di questo bellissimo Santuario tenuto con tanta dedizione, ordinato
e pulito.
Sempre:

presente a tutte le funzioni religiose.

orgoglioso di arricchirle e renderle più gioiose con inni e canti,

vigile poiché prima delle celebrazioni delle messe domenicali cercavi fra i presenti fratelli e
sorelle disposte a proclamare le letture e le preghiere dei fedeli, senza mai dimenticarsi , poi, di
ringraziare coloro che si rendevano disponibili.

disponibile a qualsiasi servizio.
Mancherai moltissimo a tutti coloro che ti hanno conosciuto e sono stati in questi anni insieme a te”.
Diverse persone avevano i fazzoletti agli occhi nel giorno del funerale.
Ultimamente aveva un pena nel cuore… la chiusura di questa comunità e non ne faceva mistero. Era
passato dall’arte del muratore a quella dell’ortolano.
Amava la Madonna; era lui che tutte le sere intonava il santo rosario in chiesa.
Una settimana passata a Medjugurie alla fina di marzo l’aveva preparato al grande viaggio del cielo.
Il giorno 8 maggio nel pomeriggio fu nell’orto a piantare pomodori e altre verdure.
Alla sera si era rilassato assistendo a una partita di calcio alla televisione (gli piaceva lo sport). Aveva un animo
giovanile e un’ingenuità ancora fanciullesca.
Ciao Armando e arrivederci in Paradiso.
un tuo confratello
FORMAZIONE PERMANENTE
SUGGERIMENTI DI LETTURA PER L’ESTATE
Senza la pretesa di essere esaustivo, offro di seguito alcune indicazioni di lettura, perché il tempo dell’estate,
nella sua distensione, possa costituire un’occasione di approfondimento.
Benoit Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto, Vita e Pensiero 2007
Il monaco benedettino dell’abbazia belga di Zevenkerken, in un’epoca come la nostra, pesantemente segnata
dal primato dell’economia e della tecnica, propone una sorta di manuale di novantanove voci per rilanciare il
fascino della vita spirituale.
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Notiziario nr. 7
Xavier Léon-Dufour, Condividere il pane eucaristico secondo il NT, LDC
Si tratta di una ristampa integrale dell’edizione del 1983 del grande biblista recentemente scomparso che
cerca di collocare il mistero dell’Eucaristia nello sviluppo della rivelazione biblica.
Jean-Louis Ska, I volti insoliti di Dio, EDB
Il gesuita belga, professore al Pontificio Istituto Biblico, offre alcune suggestive meditazioni bibliche a partire
da alcune pagine della Genesi fino all’Apocalisse.
Giancarlo Bruni, Il Padrenostro compendio di tutto il vangelo, Servitium
Il frate dei Servi di Maria e fratello della comunità di Bose propone un’articolata riflessione sulla preghiera del
Signore, facendo attenzione alle illuminazioni che vengono donate su Dio e sull’uomo.
Francesco Rossi de Gasperis, Paolo di Tarso evangelo di Gesù, Lipa
Tra le innumerevoli pubblicazioni su Paolo nell’imminenza dell’anno paolino, ho preferito rispolverare questo
libretto di dieci anni fa, che trovo suggestivo in quanto permette di conoscere l’Apostolo nella sua formazione
farisaica prima e poi nella sua sequela di Gesù, con alcune interessanti intuizioni.
Pietro Scoppola, Un cattolico a modo suo, Morcelliana
È il testamento spirituale di uno storico che ha lasciato il segno nella cultura italiana e di un maestro che ha
formato le coscienze di più di una generazione. È un libro fuori da ogni schema, ricco di suggestioni, amaro e
fiducioso, autobiografico e insieme universale.
NOTIZIE IN BREVE
CELEBRET
Sempre con maggiore frequenza, in occasione di
pellegrinaggi o viaggi, quando chiediamo di poter
Celebrare o Concelebrare, ci viene domandato di
esibire il “Celebret”. E, di conseguenza, sempre
con maggiore frequenza alla Curia Provinciale
viene chiesto di risolvere il problema.
P. GIUSEPPE PULECCHI e P. LUCIANO
LOCATELLI sono stati incardinati nella Diocesi
di Bergamo.
Auguriamo di cuore ad entrambi un sereno e
proficuo lavoro pastorale, assicurando che i
legami di amicizia e di stima reciproca costruiti
negli anni continueranno anche in futuro.
Abbiamo deciso di intervenire nella soluzione del
problema, però per preparare questi cartellini PROSSIMO CPO:
abbiamo bisogno che ogni comunità faccia 24-25 luglio a Milano S. Angela.
pervenire in Curia la foto di ogni religioso
sacerdote (in tre copie se su supporto cartaceo, VISITA AI CONFRATELLI
oppure in file se su supporto digitale), e la Il Padre Provinciale, insieme a p. Ugo Presazzi e
al suo Parroco, sarà in Camerun dal 23 giugno
rispettiva firma (leggibile) su un foglio bianco.
al 4 luglio.
Notiziario nr. 7
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DALLE ALTRE PROVINCE
da “Le bulletin”, giugno 2008
Foglio informativo della Provincia San Giovanni Battista
Lettera del Provinciale della Provincia Canadese
Durante il ritiro annuale, il nostro predicatore ha fatto brevemente allusione alla figura del profeta
Elia. È proprio questo profeta che avevo presentato come animazione spirit uale al Capitolo
provinciale delle Ancelle del SS.mo Sacramento a Quebec nell'aprile scorso. Questa figura profetica
mi sembra che descriva bene l'esperienza che viviamo nella vita religiosa e nella chiesa, qui e adesso.
Elia non aveva risparmiato i suoi sforzi, e si era dato da fare con molta generosità. Ma ecco che nel
momento del suo più grande successo - la sua vittoria sui profeti di Baal - tutto crolla per lui (cfr 1 Re
19, 1-15a) Egli era ricercato per essere messo a morte e dovette fuggire. La paura l'aveva afferrato.
Abbattuto, completamente scoraggiato, voleva morire.
Ma Dio venne in suo soccorso mandandogli un cibo misterioso e guidandolo fino a lui, sul Monte
Oreb. Arrivato all' Oreb, Elia entra in una caverna per passare la notte, ma la voce di Dio gli chiede: «
Perché sei qui, Elia? » (v. 9). Parola strana, domanda dura! Ritorna a chiedere: « Che cosa cerchi? »
(cf. Gen 1, 38). Dio gli chiede di ripensare più profondamente a ciò che sostiene la sua vita: « Perché
sei qui, Elia? ». Elia risponde: « Sono appassionato per il Signore... » (v. 10). Là, Dio si manifestò ad
Elia non in un vento forte e potente, un terremoto o un fuoco ma in un 'soffio sottile', una 'brezza
leggera'. Le teofanie che Elia conosceva attraverso la tradizione dei padri eran o tutte violente: fuoco,
terremoto, vento impetuoso, tuono e lampi, ma Dio si rivela per Elia in un modo nuovo: in un soffio
sottile, una brezza leggera. Si può pensare che davanti a questo soffio, Elia abbia compreso che Dio,
fuoco insaziabile, Spirito impetuoso, è anche pace, silenzio, tenerezza.
Elia si vela il viso e questo gesto prova che riconosce in modo inaspettato il Dio imprevedibile, ma
mostra anche la sua umiltà di peccatore: non è degno di vedere Dio. Non è chiesto ad Elia di avere
delle idee su di lui, ma di restare davanti a questo Dio vivente che, in questo istante, è per lui pace e
silenzio. Elia non sarebbe potuto essere il grande il grande profeta che fu, se non avesse fatto questa
esperienza dell'oscurità.
Anche noi conosciamo oggi di numerose difficoltà: come Chiesa e come religiosi, attraversiamo un
momento di grande fragilità, e insieme di oscurità. Dio che cosa ha da dirci? Che cosa si nasconde?
C'è una Parola di Dio per noi in tutto ciò?
Come Elia, penso che anche noi abbiamo bisogno di una pausa. Una pausa che ci permetta di
scendere più in profondità. Che cosa significa ciò? Anche nel momento in cui i religiosi davano il
migliore di loro stessi attraverso le opere, compiendo spesso delle cose straordinarie, il compito che
svolgevano, particolarmente attraverso le opere, era di rinviare ad altro, al mistero di Dio, alla
dimensione specificamente religiosa della vita.
Il 'più in profondità' rinvia precisamente a ciò: l'esperienza di Dio nel mistero eucaristico. È là, mi
sembra, dove tutto si gioca. Ciò che ci manca, è un'esperienza di Dio sufficientemente forte per
sostenere il nostro progetto di vita e fare in modo che dia frutto. Senza questa esperienza di Dio, la
nostra vita religiosa si svuota del suo senso. Ecco come l'esperienza d i Elia può rischiarare il nostro
oggi!
Ghislain Cossette, s.s.s.
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Notiziario nr. 7
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Provincia italiana dei religiosi sacramentini