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Maggio 2013 - Anno 14 - Numero 4
PERIODICO COMUNISTA D’INFORMAZIONE LOCALE
DIRETTORE RESPONSABILE AURELIA DELFINO -per la vostra pubblicità su sestodomani tel. 0226224651 - registrazione al tribunale di milano n° 416 del 28/05/1999
redazione via don minzoni, 129 sesto san giovanni. Tel. 0222470301 Email [email protected] - stampa: rds Webprinting - arcore (mB)
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il 25 aprile e ilprimo maggio 2013 sollecitano la concreta attuazione della costituzione
Al centro il tema del lavoro
A un anno dall’accordo, finalmente firmata l’intesa per il nuovo polo industriale di Alstom nell’area ex Vulcano
Articolo 1
di Silvio La Corte*
L
’Italia è una Repubblica fondata sui lavoratori, avrebbero voluto
scrivere i comunisti come
art.1 della nostra Costituzione. Le cose andarono in modo leggermente diverso, ma
occorre riconoscere che fu
un ottimo compromesso.
Oggi più che mai il 1° Maggio ha al centro questo articolo, da tanti punti di vista.
Innanzitutto viene quanto
mai disatteso, viste le crescenti percentuali di disoccupati e inoccupati che tutti
noi conosciamo. È impossibile, in questo poco spazio,
ricordare le nude cifre e i
drammi, individuali e collettivi, che ogni giorno si consumano in conseguenza di
questa realtà. I conflitti nei
luoghi di lavoro – e anche le
piccole imprese costrette a
chiudere – si moltiplicano
ma non trovano risposte politiche adeguate, forse ritenuti danni collaterali di un
sistema di subordinazione
della politica all’economia finanziaria che si vuole conservare.
Occorre anche ricordare che
l’art. 1 che afferma che L’Italia è una Repubblica fondata
sul lavoro è stato messo in
discussione dalla ministra
Fornero, la quale in una famosa intervista ha aggiunto
la frase “ammesso che vi siano le condizioni per esigerlo”. Oggi possiamo riconoscere che questi orientamenti e le conseguenti decisioni del governo Monti
hanno contribuito in modo
non secondario al terremoto
elettorale verificatosi il 24
febbraio, che nessun sondaggio ha saputo prevedere.
L’interpretazione di questo
articolo è anche alla base
del terremoto politico che
ha sconvolto il centro sinistra in questi giorni, mettendo in evidenza che l’interpretazione dell’art. 1 delle
forze politiche che hanno
sostenuto il governo Monti
è ben diversa da quella che
avrebbe dato un giurista come Stefano Rodotà. Si vuole
rovesciare il senso dell’art.
1: i lavoratori devono pagare la crisi di cui non sono responsabili, per sostenere un
sistema irresponsabile e non
certo la Repubblica, cioè il
bene comune.
Non è nostra abitudine nascondere errori e limiti,
tant’è vero che nel numero
di marzo, dopo le elezioni, si
legge “Abbiamo perso”. Ma
ognuno deve assumersi le
proprie responsabilità. In
questi giorni si accavallano
ipotesi di uno sconvolgimento ulteriore del quadro politico, di frantumazioni e di
nuove aggregazioni, soprattutto nel centro sinistra. Sono discussioni e decisioni
nazionali nelle quali noi, di
Sesto San Giovanni città del
lavoro, faremo la nostra parte. Per quanto ci riguarda,
continuiamo a pensare che i
lavoratori siano le fondamenta economiche, quindi
anche politiche di una nazione. Partendo da questo presupposto ci confronteremo
con tutti, con schiettezza e
senza inutili recriminazioni.
Questo è anche il senso che
diamo a questo nuovo 25
Aprile e nuovo 1° Maggio,
con la memoria a chi oggi ha
pagato con la vita la nostra
libertà e il nostro diritto al
lavoro, senza per questo dimenticare i martiri di piazzale Loreto come di quelli di
Portella della Ginestra.
*Segretario PRC Circolo “Saverio
Nigretti” Sesto San Giovanni
Primo maggio 1945 a Milano. Sandro Pertini in piazza con i lavoratori
un esempio positivo di recupero delle aree dismesse
L’intesa con Astolm
di Demetrio Morabito
L
a firma della convenzione tra Alstom, gruppo Caltagirone e Comune di Sesto San Giovanni per
realizzare il nuovo polo produttivo e di
ricerca sull'area ex Vulcano è un’ottima
notizia che corona un percorso durato
tre anni, da quando l’azienda Passoni
& Villa (poi acquisita da Alstom) con sede a Milano bussò alle porte del Comune di Sesto per sondare la possibilità
d’insediarsi nella nostra città. L’azienda aveva bisogno di ristrutturare i propri impianti e allontanarsi da una zona
a spiccata vocazione residenziale. Grazie alle previsioni di sviluppo industriale sull’area Vulcano è stato possibile offrire un’opportunità che oggi finalmente si concretizza.
Con questo progetto si conseguono
quattro obiettivi: offrire una sede a
un’azienda che chiedeva nuovi spazi,
consolidare la presenza del presidio
produttivo di Alstom nella nostra città,
far decollare finalmente la previsione
di nuove aziende produttive in un com-
parto urbanistico fermo alla realizzazione del solo centro commerciale, rilanciare il progetto di distretto industriale per le aziende del settore energetico.
Fin dallo scoppio della crisi, Rifondazione Comunista si è battuta perché nelle
aree dismesse si affermassero le previsioni urbanistiche a favore degli investimenti produttivi: la nostra scelta,
che oggi dà i suoi frutti, si muoveva in
rottura con la continua pretesa da parte degli operatori di sviluppare solo e
sempre residenza, evitando sforzi per
favorire l’insediamento di nuove aziende.
Ci sono voluti due anni per gli accordi
economici, progettare il nuovo stabilimento, presentare i documenti in regola all’Amministrazione comunale. È
fuorviante indicare nella lentezza della
macchina amministrativa le ragioni
delle difficoltà delle imprese: per aggredire la crisi economica la discussione va spostata sul tema degli investimenti produttivi, facendo i conti con i
valori di mercato delle aree. Senza una
grossa multinazionale alle spalle, le
ambizioni di Passoni & Villa d’ingrandirsi sarebbero state frustrate, dovendo passare per le forche caudine della
concessione di prestiti per gli investimenti e gestire trattative onerose e
complicate da una legislazione urbanistica che favorisce la rendita fondiaria:
le proprietà utilizzano simili occasioni
per mendicare concessioni di volumetrie o destinazioni d’uso a fini residenziali in altre aree.
Il nuovo polo industriale rafforza il disegno strategico di costituire un distretto industriale dell’energia nel
Nord Milano, affinché non ci si limiti al
pur lodevole intento di sostenere le famiglie che hanno perso il lavoro, ma si
affermino politiche pubbliche che riconducano i lavoratori nei luoghi di lavoro: solo così si esce dalla crisi, contrastando disoccupazione, lavoro precario e dequalificato. Un benvenuto,
dunque, a questo nuova industria, perché sia il segno di un’inversione di tendenza nello sviluppo e recupero territoriale delle aree dismesse.
Lavoro
Amianto
Memoria
Letture
Immagini
Mondo
Prosegue la dura vertenza
dei lavoratori e delle lavoratrici con l’azienda San Raffaele, per difendere la qualità dei servizi sanitari oltre ai
posti di lavoro.
Nei prossimi giorni gli incontri con la Regione potrebbero sbloccare la situazione
Votata all’unanimità in Consiglio provinciale la mozione
presentata da Massimo Gatti, capogruppo di Un’altra
Provincia-PRC-PdCI: impegni
concreti per porre fine alle
morti per amianto. A Sesto
corteo il 27 aprile in memoria delle vittime d’amianto
Un folto pubblico ha seguito
commosso lo spettacolo Un
cielo così rosso da non vedere né la luna né le stelle.
L’attrice Ida Spalla ha rievocato i sacrifici, l’orgoglio e il
coraggio delle operaie sestesi all’epoca dei grandi scioperi del 1943
Una rilettura di Elogio della
bicicletta di Ivan Illich, in occasione della festa del 21
aprile presso la bicistazione.
Il circolo PRC di Sesto invita
a rileggere il Manifesto del
Partito Comunista del 1948
di Marx-Engels nel contesto
dell’attuale crisi globale
Nella rubrica Altri generi Jolanda Guardi commenta la
mostra Donne nella satira
durante gli anni del fascismo
in sala Talamucci.
L’arte e l’ingegno ad Amsterdam nelle impressioni di
viaggio di Zaira Barbone
In Bangladesh esplode la
protesta dei lavoratori tessili
dopo il crollo di una fabbrica
che ha causato numerosi
morti e feriti. Il ricordo di
Vittorio Arrigoni a Gaza nella
testimonianza di Rosa Schiano. In Venezuela è Maduro il
nuovo Presidente
a pag. 2
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a pag.4
2
lavoro e vita cittadina
Maggio 2013
Sestodomani
san raffaele: una vertenza esemplare nel quadro della sanità lomBarda
Una lotta nell’interesse di tutti
di Redazione
O
rmai è un lontano ricordo l’immagine dell’ospedale
San Raffaele come modello della “buona” sanità privata. Dietro l’eccellenza sono emersi dalle inchieste
i comportamenti poco limpidi del fondatore Don Verzè, i fiumi di denaro pubblico arrivati dalla Regione Lombardia grazie a meccanismi discrezionali e in assenza di controlli adeguati. Nonostante ciò il dissesto finanziario, che ora si vuol
far pagare ai lavoratori, in gran parte donne, in lotta da mesi
contro il piano di ristrutturazione che prevede 244 licenziamenti, salvo cedere al ricatto di accettare decurtazione di
stipendi e diritti. Questo da quando l’azienda, acquistata da
Giuseppe Rotelli, fa parte del più grande gruppo sanitario
privato in Italia. I nuovi amministratori puntano a un rapido
pareggio di bilancio ma anche ad aumentare i profitti abbassando il costo del lavoro, senza considerare che ciò va a scapito della qualità del servizio. Perciò la lotta dei lavoratori
del San Raffaele è anche una lotta per difendere il diritto alla
salute, incontrando la solidarietà di molti (ben 125.000 firme raccolte soltanto tra i pazienti).
I primi licenziamenti sono scattati subito dopo l’insediamento della nuova giunta regionale: allo stato attuale siamo in
presenza di 65 licenziati immediati, che hanno colpito persone che rappresentavano l’unica fonte di reddito in famiglia, o coppie di lavoratori entrambi del San Raffaele. La reazione dei lavoratori e delle lavoratrici è stata immediata e
forse inaspettata per la sua unità e combattività. L’accettazione è stata bloccata per ben tre volte, nonostante la presenza in misura notevole delle forze dell’ordine, che hanno
fatto volare i manganelli come non si vedeva da tanto.
Hanno costretto giornali e
tv, compresa Mediaset che si
trova dall’altra parte della
strada, a parlarne: 13 di loro
sono saliti sul tetto, quello
del San Raffaele, con tanto di
voliera per gli uccelli. Si sono
mossi altrettanto bene sul
piano istituzionale tanto che,
dopo qualche difficoltà, i
consiglieri regionali hanno
approvato all’unanimità una
mozione, nella quale in sostanza si chiedono tre cose:
ritiro e reintegro dei licenziati, presentazione del bilancio
2012 per verificare profitti e
perdite, apertura di un tavolo di trattativa.
Insomma, giocando a tutto
campo, hanno rimesso in
piedi una situazione che
sembrava precipitare. Ora siamo a un passaggio cruciale: lunedì 29 aprile la Regione incontrerà separatamente la proprietà e le rappresentanze dei lavoratori. Per questi ultimi
la trattativa deve avere alcuni punti di riferimento precisi:
occorre innanzitutto capire, dai conti che presenterà la proprietà, se davvero vi è una crisi di bilancio, quali sono le cau-
IN PROVINCIA
Vittime di amianto: mozione approvata in
Provincia. Il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità, il 4 aprile scorso la mozione presentata, come primo firmatario,
da Massimo Gatti, capogruppo in Provincia
di Milano per Un’altra Provincia- PRC-PDCI,
in merito alla Giornata mondiale per le vittime di amianto che ricorre il 28 aprile. La
mozione auspica che gli organismi internazionali, a partire dall’ONU, prendano posizione per la cessazione dell’utilizzo dell’amianto in tutto il mondo, invita presidente e giunta provinciale a celebrare la
giornata con il massimo risalto con l’invito
a tutti i comuni di dedicare una via o una
piazza alle vittime d’amianto. In particolare
chiede l’impegno a verificare lo stato del
censimento di siti e bonifiche, completare
la mappatura in raccordo con il Centro Regionale Amianto, definire un piano per lo
smaltimento dei Rifiuti Contenenti Amianto (RCA) attivando con urgenza un tavolo
interistituzionale. Si tratta ora di far seguire atti concreti, un segnale potrebbe arrivare già in fase di discussione del bilancio
provinciale, dando seguito anche ad altre
importanti proposte formulate in Consiglio, ha dichiarato Massimo Gatti. Affinché
di amianto non debba morire più nessuno.
IN CITTÀ
Sabato 27 aprile, alla vigilia della Giornata
mondiale per le vittime di amianto, il corteo organizzato nel pomeriggio dal Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio è sfilato dal CIP di via
Magenta fino a via Carducci, per deporre
fiori davanti alla lapide che ricorda gli operai e i cittadini morti per amianto alla Pirelli, Breda, Falck, Ansaldo, Marelli.
L’Amministrazione Comunale appoggia la
campagna “Adotta un ulivo” proposta dal
presidio di Libera della nostra città. L’obiettivo è raccogliere fondi per l’acquisto di ulivi da piantare nelle terre confiscate alla
mafia, nei comuni di Castelvetrano e Partanna (TP), terre che diedero i natali a Rita
Atria, la giovane assassinata dalla mafia e
alla quale è dedicato il presidio di Libera.
Per le donazioni ci si può rivolgere al CESPI,
Villa Visconti d’Aragona, via Dante 6: da lunedì a venerdì ore 10-13, tel. 022403877,
mail [email protected]
La mostra “Il futuro mette radici”, a sostegno della candidatura di Sesto San Giovanni all’Unesco, sarà inaugurata allo Spazio
MIL in via Granelli il 2 maggio alle 18 e resterà aperta fino all’11 ottobre (chiusura in
agosto), dal lunedì al venerdì h 10-18. La
mostra raccoglie i materiali del progetto
“16 no(n)i per l’Unesco”, immagini della vita di Sesto tra passato e presente, i volti dei
protagonisti delle recenti iniziative in città.
se che hanno determinato questa crisi e solo dopo questi
chiarimenti si potranno definire i provvedimenti più idonei
a riequilibrare i conti economici salvaguardando l’eccellenza
che il San Raffaele ha rappresentato in questi ultimi trent’anni. Nel frattempo i sindacati di base hanno indetto per
l’8 maggio lo sciopero generale della sanità lombarda.
Mercatino dei libri usati
G
rande successo del
mercatino dei libri usati inaugurato domenica 14 aprile nella sede del Circolo PRC “Saverio Nigretti”.
Libri per tutte le età e per tutti i gusti, presentati nei vari locali del circolo, hanno attratto
famiglie e gruppi di giovani,
che dopo aver curiosato a
lungo sono usciti felici di aver
scoperto qualche piccolo tesoro.
Durante la mattina si sono anche raccolte le firme per la
legge d’iniziativa popolare Rifiuti Zero. Proprio il 14 aprile, infatti, era organizzato il primo “firma day” in tutta Italia.
(Per saperne di più, link a http://www.leggerifiutizero.it)
LETTERE A SESTODOMANI
Il giornale è aperto alle lettere di lettori. Aspettiamo commenti, notizie e impressioni su
quanto accade in città, in quartiere e sui luoghi di lavoro e studio. Scrivi all’indirizzo email [email protected] oppure inoltra una lettera in via Don Minzoni,
129 - 20099 Sesto San Giovanni.
ruBrica: la memoria di sesto san giovanni
Il coraggio di un’operaia
di Cristina Renna
Milano, 25 aprile 2013. Alla manifestazione nazionale per ricordare l’anniversario della Liberazione dal
nazismo e dal fascismo,
tanto sole e un lungo corteo. Come sempre in prima fila non poteva mancare il gonfalone di Sesto San
Giovanni, città Medaglia
d’oro al valore militare per
guerra di Liberazione.
Nella foto Monica Chittò,
Sindaco di Sesto San Giovanni, con le assessore Roberta Perego (educazione
e politiche sociali) ed Elena Iannizzi (ambiente, politiche giovanili, cooperazione internazionale, pace e diritti umani).
Il mercatino proseguirà ogni seconda domenica del mese: il prossimo appuntamento sarà il 12 maggio, dalle 9.30 alle 12.
Venite a trovarci e, se volete, portate i vostri libri usati (per contatti: 3335771011).
L
a sera di venerdì 19 aprile, presso la
sala Talamucci gremita di persone, si
è tenuta la rappresentazione teatrale
Un cielo così rosso da non poter vedere né la
luna né le stelle, nell’ambito delle iniziative
in città per ricordare il XXV aprile del 1945.
L’attrice Ida Spalla impersonava l’operaia
della Falck Maria Vanti che, madre vedova
di sette figli, dovette affrontare, durante
l’ultima guerra, non solo le privazioni di carattere materiale ma anche i soprusi e le violenze delle milizie nazifasciste. Nelle sue parole si coglieva il sacrificio della lotta quotidiana per dar da mangiare ai propri figli, ma
anche l’orgoglio di essere diventata operaia
e di contare qualcosa in una società che, fino a quel momento, aveva relegato le don-
ne tra le mura domestiche. Soprattutto questa coscienza si rese manifesta durante gli
scioperi del marzo 1943, quando, con enorme coraggio, Maria e altre operaie decisero
di incrociare le braccia rischiando la fucilazione.
Il passaggio più emozionante della serata è
stato quello in cui sono stati presentati al
pubblico i figli dell’operaia, che hanno raccontato loro momenti di vita vissuta e di come abbiano rivisto, nell’interpretazione
dell’attrice, la loro mamma in carne e ossa.
In conclusione è stato proiettato un video
storico originale della Sesto d’altri tempi, in
cui si vedevano dei bambini che, spinti dalla
povertà, andavano a raccogliere pezzi di ferro da rivendere presso quella che veniva definita “la miniera”.
vita cittadina e cultura
Sestodomani
grande festa alla Bicistazione di sesto
Maggio 2013
3
un saggio di ivan illicH ancora attuale
Mobilità sostenibile Elogio della bicicletta
Associazioni, scuole, amanti della biciletta
hanno dato vita alla festa collettiva organizzata domenica 21 aprile presso la Bicistazione in piazza 1° maggio (stazione FF. SS. di Sesto San Giovanni), all’insegna della mobilità
sostenibile. L’iniziativa è stata promossa e
sostenuta dall’Assessorato all’ambiente e al-
le politiche giovanili, insieme con numerose
associazioni sestesi.
Una bella festa che ha visto diverse generazioni coinvolte in gare, giochi, disegni e murales nel pomeriggio, per poi confluire in serata al Made in Ma.ge in viale Italia dove si
è concluso l’evento.
di Silvio La Corte
I
l breve saggio Elogio della bicicletta fu
scritto da Ivan Illich nel 1973, in concomitanza con l’avvio della crisi energetica.
Non fu una proposta radicale in un momento di emergenza, bensì una critica profonda
al modello di
trasporto, a
prescindere
dall’aumento
del costo del
petrolio.
Il 1973 è stato
anche l’anno
della definitiva sconfitta
degli
Stati
Uniti in Vietnam, subita
da un popolo
che si muoveMurales realizzati dai ragazzi sestesi, alcuni dei quali studenti del De Nicola, presso la Bicistazione va in bicicletta, e anche
questo particolare ha avuto il suo peso.
ruBrica: altri generi
Quello che Illich alla fin fine mette in discussione non è il contrasto tra energie sporche
ed energie pulite, ma tra una società divoratrice di energia e una società che fa dell’autospostamento, cioè lo spostamento con i
di Jolanda Guardi
propri mezzi, le gambe, siano esse usate per
camminare o per pedalare, la sua scelta.
a mostra Giuseppa, GePerché il nostro modello economico ha scelnoveffa e le altre: donne
nell'occhio della satira
durante gli anni del fascismo
(1923-1944) esposta allo Spaimpressioni di viaggio
zio Contemporaneo Carlo Talamucci dal 18 al 28 aprile,
aveva lo scopo di mostrare,
secondo quanto desunto dal
materiale pubblicitario, come
la donna venisse rappresentadi Zaira Barbone
ta nelle vignette delle riviste e
dei giornali del periodo fascidal proprio dovere; alcune vignette ritraggomsterdam
sta. Tra alcune copertine colorate e molte no le donne sposate, in genere brutte, grasè
una città
fotocopie in realtà mi pare sia emerso molto se e foruncolose, in opposizione alle “signoche nasce
di più: certamente un'immagine della don- rine” sempre in forma e ben agghindate. In
na, "presa in giro" non in un modo peculiare qualche modo anche in contrasto con il di- su palafitte di lesolo al fascismo, poiché le battute sull'avve- scorso di regime che identificava nella ma- gno, ed è suddivinenza e la bruttezza sono esattamente le dre italiana l'esempio da seguire. Segno si- sa in sette distretti
stesse che possiamo leggere oggi, a cambia- curamente che tra l'ideologia e la realtà uno cittadini chiamati
stradsdeel. Possiere è solamente il linguaggio. Quello che sfasamento era presente.
emerge è sicuramente un'immagine del ma- Un po' povera l'ambientazione della mostra, de uno dei magschio veicolata dal fascismo e una satira sot- al di là, immagino, della serata di inaugura- giori centri Rinatile, a volte, contro il modello americano, zione: la Sala Talamucci mal si presta alla scimentali di tutta
identificato esso sì come quello che conside- presenza di mostre se i pannelli non posso- Europa, le cui costruzioni risalgono
ra la donna solamente un oggetto.
no essere movimentati per la presenza di al periodo tra XI e
Una serie di vignette ritrae il soldato in licen- spettacoli e altre attività. Scomodo anche il
za, sempre alla ricerca di una compagnia visitarla per la presenza delle sedie. In con- XII secolo, conofemminile, un soldato italiano che, a voler clusione avrebbe meritato più considerazio- sciuto anche come
ben guardare, ben poca voglia ha di andare ne, questa come altre esposizioni visitate Età dell'Oro. La stessa Stazione Centrale,
Amsterdam Ceentral, presenta una sfarzosa
alla guerra e cerca, appena può, di defilarsi nello stesso luogo con le stesse modalità.
facciata neogotica e neorinascimentale, rea-
Donne nell’occhio della satira
L
to l’altra strada? Perché, scrive Illich, questo
sistema di trasporto obbliga a un consumo
maggiore, di tutto, per i maggiori profitti di
chi decide le scelte di produzione. Ma i consumi non sono uguali per tutti, ovviamente:
qualcuno consuma di più e qualcuno di meno. L’autore analizza con lucidità le differenze di classe che con ciò si determinano, fino
a esporre il meccanismo con il quale qualcuno ruba il tempo, cioè la vita, di altri. Illich
non chiede “uguaglianza” nei consumi, cioè
“vogliamo tutti la stessa auto”, ma mostra
come questo inganno porti la maggioranza
a spendere il proprio tempo, cioè la propria
vita, dietro un miraggio irraggiungibile. Si
paga con quello di cui si dispone, cioè il tempo. Quarant’anni prima del film “Time”, Illich aveva visto giusto. Niente importa, a chi
determina le scelte di produzione, negare
anche il diritto a quei rapporti sociali e ambientali che il camminare o il pedalare consentono. La soddisfazione di questi bisogni
si consumerà in palestre sempre più irreali,
se ci sono le opportunità economiche, sennò pazienza! E’ bene essere avvertiti: la lettura di questo libretto è un forte pugno nello stomaco!
Proprio nei primi mesi di quell’anno il sottosegretario alla Giustizia del governo Allende
scrisse: ”Il socialismo può arrivare solo in bicicletta”. Sappiamo anche come finì, perché
finì così e per mano di chi!
L’arte di Amsterdam
A
incontri sul manifesto di marx - engels
Maggio Marxiano
Il Circolo PRC Saverio Nigretti di Sesto San
Giovanni commemora la festa dei lavoratori organizzando una lettura commentata
del Manifesto del Partito comunista di Karl
Marx e Friedrich Engels.
seguenze sociali e politiche che ci investono, rende quanto mai necessario confrontarsi con il contenuto del Manifesto e le
idee guida che ispirano l'azione del Partito
comunista.
A dispetto dell'età (1848) il testo dei due
intellettuali tedeschi, che svela la natura
del nascente capitalismo basato sullo
sfruttamento dell'uomo sull'uomo, mantiene tutta la forza di novità dell'analisi.
La lettura commentata sarà condotta dal
prof. Silvio Morganti, nelle giornate di sabato pomeriggio18 e 25 maggio, alle ore
16 nella sede del PRC di Sesto San Giovanni, via Don Minzoni 129.
Dibattito conclusivo, con i rappresentanti
dei maggiori Partiti comunisti, sabato 1
giugno alla stessa ora.
A distanza di 165 anni, la crisi del sistema
economico e produttivo, con tutte le con-
lizzata fra il 1881 e il 1889 su progetto di
Cuypers, lo stesso architetto che dal 1877 al
1885 realizzò anche il Rijksmuseum, museo
che possiede la più grande collezione di opere del periodo d'oro dell'arte fiamminga e
una considerevole collezione di arte asiatica,
fra cui spicca sicuramente l'imponente Ronda di notte di Rembrandt. Oltre a Rembrandt, Veermer e W. Buytewech, la città
ospita anche le magnifiche opere di Van
Gogh, esposte nell'omonimo museo.
Non serve necessariamente entrare nei musei per gustare l'arte di Amsterdam, basta
passeggiare per le strette vie silenziose, dove da un vicoletto spuntano guglie gotiche
di chiese rinascimentali, accanto a vetrine a
luci rosse e coffee-shop posti al livello terreno di case strettissime e che sembrano pendere verso il malto stradale. Ed è effettivamente così: infatti, nel passato i proprietari
delle case pagavano una tassa in proporzione alla larghezza della facciata e la conseguenza più ovvia fu quella di restringerla il
più possibile. Così facendo i traslochi erano
diventati impossibili, e si ovviò al problema
ponendo una carrucola sui tetti per trasportare i mobili dall'esterno e, per non rovinare
le facciate, gli edifici furono costruiti con
un'inclinazione leggera ma perfettamente
percepibile agli occhi più attenti. Amsterdam è dunque una città che non è solo divertimento, ma anche e soprattutto arte, civiltà, ingegno e storia.
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mondo
Maggio 2013
BangladesH: scoppia la protesta dei tessili
Sestodomani
a gaza city in memoria di vittorio arrigoni
La rivolta degli operai
Migliaia di persone sono scese in
piazza il 26 aprile a Dhaka, in Bangladesh, per protestare contro le condizioni di lavoro nelle fabbriche tessili del paese.
Sono ormai quasi 300 le vittime accertate in seguito al crollo di un palazzo di otto piani a Savar, un quartiere che si trova a una trentina di
chilometri dalla capitale. Nell’edificio lavoravano tremila operai, soprattutto donne, e si continua a scavare perché i dispersi sono ancora
centinaia: anche venerdì alcune persone sono estratte vive dalle macerie. I sopravvissuti raccontano che i proprietari delle
cinque fabbriche che lavoravano nel Rana
Plaza, il palazzo crollato, avevano ignorato
gli allarmi lanciati proprio dagli operai, che
denunciavano delle crepe sospette, e avevano costretto i loro dipendenti a lavorare nonostante il pericolo. In Bangladesh ci sono
più di quattromila fabbriche che producono
vestiti per i principali produttori di capi d’abbigliamento occidentali: Gap, H&M, Benetton e Mango, tra gli altri. Nel Rana Plaza si
producevano vestiti proprio per Mango, e i
responsabili dell’azienda italiana e quelli della statunitense Gap stanno verificando se
Vittorio vive
di Rosa Schiano
G
anche i loro abiti provenissero proprio da
quell’edificio. Il Bangladesh è il secondo
esportatore di prodotti tessili al mondo, e
nel settore lavorano più di tre milioni di persone, di cui il 90 per cento sono donne.
Per mettere fine a questi incidenti, la Campagna abiti puliti (la sezione italiana della
Clean clothes campaign) esorta i marchi che
si riforniscono in Bangladesh a firmare il
Bangladesh fire and building safety agreement, “un programma specifico di azione
che include ispezioni indipendenti negli edifici, formazione dei lavoratori in merito ai loro diritti, informazione pubblica e revisione
strutturale delle norme di sicurezza”.
Elezioni in Venezuela
Nicolas Maduro , indicato da Hugo Chavez come suo possibile successore già nel dicembre
scorso - quando era avanzata la malattia che l’avrebbe portato alla morte, avvenuta il 5 marzo - ha vinto le elezioni presidenziali in Venezuela il 14 aprile, con il 50,78%.
La vittoria di stretta misura continua a essere contestata dal capo dell’opposizione venezuelana Henrique Capriles, che ha ottenuto il 48,95%, nonostante la ratifica del voto da
parte del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE). Il CNE ha escluso il riconteggio manuale, a
cui Maduro non si era opposto, concedendo solo l’audit sulle operazioni elettroniche. Nessuna prova di frode è stata presentata dall’opposizione, che nel frattempo ha scatenato manifestazioni violente con numerosi morti e feriti.
aza, 16 aprile 2013, Nena News. Nel
porto di Gaza city ieri mattina palestinesi e attivisti internazionali hanno ricordato Vittorio Arrigoni, l'attivista per i diritti umani membro dell'International Solidarity Movement, a due anni di distanza
dalla sua uccisione.
L'evento, organizzato dall’Union of Agricultural Work Committees in collaborazione
con diversi attivisti internazionali e palestinesi, ha avuto inizio alle 11 del mattino. Seduti a terra, attivisti internazionali hanno
esposto cartelli che in diversi lingue esprimevano messaggi in ricordo di Vittorio. "Vittorio est vivant. Nous continuons son combat", diceva il cartello di Sarah in francese,
"Vittorio è vivo e lotta insieme a noi", il cartello in italiano. Intorno agli attivisti, una folla di palestinesi, per lo più pescatori, che, insieme agli internazionali, hanno iniziato a
cantare "Unadikum", canzone molto amata
da Vittorio Arrigoni canzone molto amata da
Vittorio Arrigoni, canzone con cui si è aperta
in maniera commovente l'iniziativa.
Successivamente si è tenuta una conferenza
stampa che ha visto la partecipazione di diversi esponenti dell'associazionismo palestinese. [...]
Dopo la conferenza i pescatori sono usciti in
mare sulle loro piccole barche, le "hasaka",
iniziando una marcia in omaggio a Vittorio.
Non vi sarebbe stato di certo un posto migliore per ricordare Vik, il porto di Gaza, e
non avrebbe potuto esserci un modo migliore per ricordarlo, ricordando insieme a lui i
pescatori vittime delle aggressioni militari.
Vittorio infatti usava accompagnare i pescatori sulle loro imbarcazioni e pescherecci, insieme agli altri attivisti internazionali, perché la presenza internazionale potesse fare
Cooperativa Edificatrice Nuova Torretta
da deterrente contro gli attacchi israeliani
sui pescatori.
Attacchi che purtroppo continuano ad avvenire tuttora nonostante gli accordi per il cessate il fuoco raggiunti dopo l'offensiva militare israeliana "Pilastro di Difesa" del Novembre 2012, accordi secondo cui ai pescatori di Gaza avrebbe dovuto essere acconsentito di raggiungere le 6 miglia nautiche
dalla costa. Durante gli attacchi, ai pescatori
viene impedito di pescare anche all'interno
di 3 miglia nautiche dalla costa, e spesso
vengono arrestati, feriti, e le loro barche
confiscate.
L'ultimo pescatore rimasto vittima delle aggressioni militari israeliane si chiama Fahmy
Abu Ryash, aveva 23 anni ed è stato ucciso
sulla spiaggia di Beit Lahiya il 28 settembre
2012 [...].
Andare a pescare a Gaza significa andare ad
affrontare un esercito. Eppure, molti pescatori non demordono e con grande dignità
continuano ad andare in mare cercando di
guadagnare per poter sostenere le proprie
famiglie. Se nella parte interna di Gaza la situazione appare in questi giorni più tranquilla, nonostante il passaggio di aerei militari,
in mare e nelle aree al confine con Israele i
civili continuano a essere vittime di attacchi
israeliani. Situazione che diventa particolarmente pesante in questo periodo, in quanto
i contadini devono raccogliere il grano in
molte aree lungo il confine con Israele.
Vittorio era molto vicino alle famiglie di pescatori, di contadini, alle famiglie che maggiormente soffrono dell'assedio sulla Striscia
di Gaza, Vittorio per questo è amato e ricordato. Basta scambiare alcune parole con
queste famiglie per rendersi conto che qui a
Gaza Vittorio sarà ricordato per sempre. (da
http://nena-news.gobalist.it)
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Sestodomani maggio 2013