EDITORIALE Nei giovani stat virtus S enza terra è difficile fare l’agricoltore. Lapalissiano. Ma anche farlo con poca terra e senza la possibilità di aggregare superfici è cosa ardua. Da anni si dice che l’imprenditoria agricola è vecchia, che manca il ricambio generazionale e che essere giovani agricoltori senza avere qualcuno alle spalle con una solida, e già strutturata impresa, è cosa ardua. Tutto vero. Entrare nel settore agricolo tout court è davvero complesso: la burocrazia straborda, la frammentazione fondiaria impera, i problemi di successione e prelazione non si contano. Tanto che gli under 40 nel comparto primario rimangono una minoranza. Ancora silenziosa. Ma sempre meno silenziosa. Poichè qualcosa sta cambiando. In termini di agevolazioni al neoimprenditore. Di eliminazione delle barriere all’entrata. Ma, soprattutto, di feeling con il settore. Ossia, per dirla in altri termini, è tornata, anche fra le nuove generazioni, la voglia di essere agricoltore. Di lavorare i campi. Di avere idee innovative e di poterle sviluppare all’aria aperta. Magari guadagnandoci qualcosa. Al di là della demagogia spicciola e del ‘bucolismo’ a oltranza il fenomeno appare evidente. L’imprenditore agricolo, che qualche anno fa era visto quasi con un certo fastidio, oggi è tornato a essere cool. E così l’intero sistema prova a risollevarsi. Da alcuni anni tornano ad aumentare le iscrizioni agli istituti superiori e ai corsi di laurea agrari. Il settore primario perde occupazione meno degli altri. L’innovazione diventa un punto di forza di un comparto m&ma - n. 5 - 2014 sempre associato di Gianni Gnudi non positivamente al tradizionalismo e alla conservazione. E le istituzioni cominciano ad accorgersene con una certa continuità. Da un po’ di tempo a livello regionale, Psr e dintorni per intenderci, prevedono contributi spesso a fondo perduto per i neofiti agricoli. E, sul fronte comunitario, dalla nuova Pac 2014-2020 arriva una scossa generazionale, con l’inserimento di uno stanziamento ad hoc per i giovani agricoltori. Tanto che a livello di singoli Stati alcuni Paesi (l’Italia sta ancora decidendo) hanno già stabilito quanto destinare loro: Austria, Bulgaria, Finlandia, Irlanda, Spagna e Galles il 2% della dotazione. La Germania l’1%. Anche il mondo della meccanizzazione è rimasto ammaliato dalle sirene giovanili. È recente la collaborazione fra uno dei principali marchi trattoristici e il Ceja (il Consiglio europeo dei giovani agricoltori) attualmente guidato dall’italiano Matteo Bartolini. Solo spot? Può anche darsi. Ma più verosimilmente si tratta della consapevolezza che il futuro del comparto passa da chi nei campi c’è da non troppi anni. E ci starà per almeno un altro ventennio. È a questi personaggi che occorre dare il maggior numero possibile di strumenti per rimanere competitivo.Per completare un significativo processo di maturazione. Perchè, come diceva Italo Calvino ne “Il visconte dimezzato” del 1952, «alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane». Calvino. Non uno qualunque. 1 N. 5 - MAGGIO 2014 SOMMARIO in questo numero EDITORIALE 1 NEI GIOVANI STAT VIRTUS di Gianni Gnudi INTERVISTA 4 PROVA IN CAMPO 13 di Gianni Gnudi ECONOMIA E MERCATI 6 TRATTORE VALTRA N123 VERSU QUATTRO PRIORITÀ PER NEW HOLLAND TRATTORI, MERCATO EUROPEO A DUE VELOCITÀ di Francesco Bartolozzi 8 9 PROVA IN CAMPO 21 PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC NUOVO RECORD PER KRONE BUSINESS IN RUSSIA PER L’AGROINDUSTRIA DI QUALITÀ 9 10 LANDINI APRE IN BRASILE 10 JOHN DEERE VENDE IL RAMO IRRIGAZIONE LIEBHERR E COMER INDUSTRIES RAFFORZANO LA PARTNERSHIP MANIFESTAZIONI 11 A GIUGNO È L’ORA DI ENOVITIS IN CAMPO PROVA IN CAMPO 13 TRATTORE VALTRA N123 VERSU di Ottavio Repetti 21 PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC di Ottavio Repetti SPECIALE PNEUMATICI 30 SPECIALE PNEUMATICI 30 MERCATO, LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA di Francesco Bartolozzi 33 COME IDENTIFICARE LE GOMME di Roberto Guidotti INTERVISTA Quattro priorità per New Holland La visione di Carlo Lambro, al vertice del marchio da settembre 2013 di Gianni Gnudi e idee sembra davvero averle chiare. Carlo Lambro, presidente globale di New Holland Agriculture da settembre 2013, analizza con dovizia di particolari l’andamento dei mercati mondiali, ma soprattutto identifica le linee di sviluppo del marchio che fa parte di Cnh Industrial. «Sul fronte brand - evidenzia - penso a quattro priorità strategiche. In primis, occorre consolidare la presenza New Holland nel più importante mercato mondiale per la meccanizzazione agricola, quello europeo, che peraltro ancora oggi è quello a più alta marginalità. Ciò significa arrivare al 20% di quota sul fronte trattori e al 30% su quello delle mietitrebbie incrementando di alcuni punti percentuali le attuali quote. Seconda priorità: l’Italia. Che per noi rimane un Paese-chiave. Dopo un 2013 complesso dobbiamo ritornare sopra al 25% di quota nei trattori e al 30% nelle mietitrebbie». Allargando l’orizzonte Lambro identifica le altre due priorità del marchio a livello mondiale: «Dobbiamo continuare la nostra espansione in America Latina, area strategica e L 4 nella quale abbiamo radici consolidate. Poi abbiamo l’ambizione di rafforzarci sensibilmente nel comparto delle mietitrebbie in India e Cina». E qui arriva la prima notizia di rilievo. «Stiamo investendo - continua il manager New Holland - in un secondo stabilimento indiano che sarà destinato alla produzione di mietitrebbie di piccola taglia, sotto alla gamma TC per intenderci, di potenza compresa fra i 150 e 180 CV, con o senza cabina, che oltre a essere ideali per il subcontinente indiano, potrebbero essere adattate al comparto riso sul mercato cinese. Contiamo di entrare in produzione nell’arco di tre anni, nei primi mesi del 2017. L’obiettivo di medio periodo è ambizioso ma realizzabile: il 20% di quota in un mercato oggi molto polverizzato che richiede questa tipologia di macchine». Obiettivo full-line Le novità non sono solo sul fronte dei mercati, ma anche su quella che Lambro definisce ‘espansione di business’. Il riferimento all’obiettivo di essere sempre più fullliner è evidente e il presidente New Holland non si nasconde: «Al di là delle gamme trattori, mietitrebbie e big-baler nelle quali oggettivamente ci manca davvero poco, guardiamo con attenzione alle attrezzature. In questo comparto staremo senz’altro fuori dall’irrigazione, non ci inte- ressa il segmento carri miscelatori e dintorni, siamo vigili sul fronte lavorazione terreno e protezione piante, mentre abbiamo come primo obiettivo la cutting preparation (fienagione e affini)». Per Lambro è questa la prima vera mossa da compiere e conferma che molto probabilmente già nel 2014 New Holland si muoverà. Come? «Senz’altro - sottolinea Lambro - non sarà un’intesa commerciale. Molto più probabilmente si tratterà di un’acquisizione o di un partecipazione importante in una società di rilievo in questo segmento». Accordi commerciali E a proposito di accordi Lambro fa il punto su ciò che New Holland ha in essere, evidenziando a più riprese che sono sempre di più le cose che il marchio del gruppo Cnh Industrial si fa in casa. «A livello di trattori abbiamo appena rinnovato per altri 5 anni il contratto con i coreani della Ls. Un accordo importante da oltre 4mila macchine all’anno nel segmento delle piccole potenze, collocate per lo più sul mercato nordamericano e, in Europa, nel Regno Unito e nel Benelux (in Italia per ora non si sono ancora viste, ndr)». «È stato confermato anche per quest’anno - continua il presidente New Holland - l’accordo con Goldoni per la produzione di circa 250 isodiametrici, mentre nelle attrezzature Carlo Lambro, presidente di New Holland. abbiamo in essere un’intesa con Kverneland per la fornitura di falciatrici anteriori e, soprattutto, prosegue la collaborazione con Semeato per le seminatrici dirette. Un’intesa ormai operativa anche in Europa visto che sono già al lavoro le prime attrezzature ‘in blu’ in Francia e l’obiettivo è di arrivare nel 2014 a un centinaio di seminatrici in campo». Rapporti con Case IH Sui rapporti con i cugini di Case IH Lambro appare sereno: «Spesso si parla di forte concorrenza, mentre io la definirei ‘light’. Intanto bisogna ricordare che Case IH è più nordamericana e New Holland è più europea, quindi le areeobiettivo sono diverse. In ogni caso molti servizi sono integrati e, soprattutto, sui grandi investimenti (penso allo sviiluppo motori o all’apertura di nuovi stabilimenti) e sulle strategie, il gruppo è unito e le decisioni vengono prese dal Group Executive Council (GEC), che è il più m&ma - n. 5 - 2014 INTERVISTA alto organismo decisionale in Cnh Industrial dopo il Consiglio di Amministrazione». Ammiraglia in arrivo Capitolo prodotti. «Sui trattori il 2014 sarà l’anno del consolidamento delle grandi potenze, il primo vero anno di commercializzazione del T8 Autocommand, e dovrebbe vedere il debutto (probabilmente a fine autunno) del T4 Medium Tier IVi da 75 a 115 CV di potenza. Ma la vera novità arriva dalle mietitrebbie, con l’esordio (si dovrebbe vedere all’Eima, ndr) della nuova CR, l’ammiraglia di casa New Holland, potenza monstre di 650 CV, motorizzata con un nuovo motore di FPT Industrial». Il passaggio sui motori aiuta a confermare la tesi che Lambro ha portato all’ultima Agritechnica 2013: «L’idrogeno rimarrà in standby fino a quando non sarà possibile abbassare sensibilmente i costi di industrializzazione, mentre il metano contiamo di poterlo sviluppare nel medio periodo. Già oggi siamo arrivati a un trattore da oltre 140 CV con un’autonomia di circa 6 ore». Scenari e prospettive Torniamo dove eravamo partiti, l’analisi dei mercati. «Il Nafta (Stati Uniti, Canada, Messico), area da 200mila trattori e 12mila mietitrebbie, dovrebbe registrare un lieve calo, tuttavia concentrato nelle alte potenze, per cui New Holland, che in quel bacino è più concentrata sulle medie potenze, dovrebbe mantenere le quote. Più complessa - precisa Lambro - è la situazione in America Latina, dopo un 2013 straordinario con mercati in crescita del 20% e un aumento di quota per New Holland di quasi due punti. I primi tre mesi 2014 si sono chiusi in sensibile calo (-15%) e la svalutazione del peso sta di fatto bloccando l’intero mercato argentino. New Holland si sta salvando con la produzione interna realizzata a Cordoba, ma prevediamo un anno difficile». Dall’altra parte del mondo per Lambro l’India continuerà a crescere e andare ben oltre le 500mila trattrici annue, mentre si dovrebbe stabilizzare il mercato cinese. Preoccupa anche l’incertezza sulla situazione russo-ucraina, mercati da alte potenze, Il 2014 sarà l’anno del consolidamento dei trattori di alta potenza, primo fra tutti il T8 Autocommand. m&ma - n. 5 - 2014 Dopo il lancio delle nuove piccole TC (nella foto) il 2014 sarà l’anno dell’esordio della nuova CR. in cui con un numero non elevato di macchine si riescono a realizzare fatturati rilevanti. Ma è l’Europa la chiave del ragionamento. «Finalmente i Paesi del bacino mediterraneo, Spagna in primis, Portogallo e Grecia, stanno dando segni di ripresa. Purtroppo l’Italia è ancora in sofferenza e temiamo che anche il 2014 possa essere un anno da 19mila trattori e meno di 400 mietitrebbie. Qualche timido segnale di risveglio anche nel nostro Paese sembra esserci, ma pare ancora poca cosa». «La Germania - continua Lambro - pur rallentando leggermente la propria corsa, rimane un mercato in salute che dovrebbe chiudere poco sotto (fra il -2 e il -4%) i livelli record dello scorso anno. Mentre le mietitrebbie sono viste ancora in aumento (+5%). E in questo caso siamo particolarmente soddisfatti per essere diventati il secondo player di mercato, dopo Claas». I problemi possono arrivare invece da Francia, Polonia e Turchia. «Oltralpe i i primi tre mesi 2014 hanno registrato un calo notevole. Avevamo previsto un rallentamento del 10% ma forse sarà più considerevole, cosa naturalmente negativa vista l’importanza della Francia nello scacchiere europeo. In Polonia il mercato è fermo a causa del blocco dei fondi europei. New Holland è leader di mercato a Varsavia e dintorni e questo naturalmente ci penalizza maggiormente. Analogo ragionamento si può fare in Turchia dove invece stanno soffrendo più le mietitrebbie che i trattori che rimarranno fra le 40 e le 45mila unità. Il mercato delle mietitrebbie sta perdendo il 40% e, considerando che New Holland aveva una quota di mercato superiore al 70%, si può comprendere quanto sia delicata la situazione». Jesi strategico L’ultimo passaggio è una chiosa sullo stabilimento marchigiano di Jesi. «Per noi - conclude Lambro - si tratta di una fabbrica strategica, ben funzionante, che sta operando a pieno regime. Gli attuali, lievi, ritardi di lavorazione sono dovuti alla concentrazione di lanci di nuovi trattori delle gamme T4 e T5. Si tratta quindi di un momento contingente e non di un problema strutturale». 5 ECONOMIA E MERCATI Trattori, mercato europeo a due velocità Immatricolazioni trattori in Europa (gen-mar) 9.000 8.000 Primo trimestre 2014 in negativo per Italia e Francia. Bene Germania, Inghilterra e Spagna, stabile l’Austria di Francesco Bartolozzi l mercato delle macchine agricole cresce nell’Europa comunitaria, sia pure in modo non omogeneo. I primi tre mesi hanno infatti registrato dati discordanti a I +8,9% 2013 2014 -24,9% 7.000 seconda dei paesi. Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati di immatricolazione elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, il primo trimestre del 2014 ha visto, infatti, nel Paese, una flessione per le trattrici (-2,9% rispetto allo stesso trimestre 2013). Nello stesso trimestre 2014 la Germania è risultata in crescita dell’8,9%, il Regno Unito del 9,6% e la Spagna del 27,6%, mentre in calo di quasi il 25% è risultata la Francia, in fase di assestamento dopo i 6.000 -2,9% 5.000 4.000 +9,6% 3.000 +27,6% 2.000 -0,6% 1.000 0 GERMANIA FRANCIA ITALIA consistenti incrementi degli ultimi anni. «Mai come in questo momento sono i mercati esteri a spingere la produzione italiana di macchine e attrezzature agricole, che si attesta su un valore di oltre 7,7 miliardi di euro – spiega il UK SPAGNA AUSTRIA presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – e dobbiamo essere orgogliosi della capacità che hanno le nostre imprese di competere sui mercati di tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Australia all’Estremo oriente». I dati Istat COMPONENTISTICA, IN RIPRESA IL MERCATO NAZIONALE Primo quarto dell’anno in attivo per l’industria italiana della componentistica destinata alle macchine agricole e per movimento terra. Dopo aver chiuso il 2013 con un incremento complessivo delle vendite sui mercati esteri pari al 5%, ma con un mercato interno stagnante, che non ha dato segnali di ripresa rispetto alla flessione netta (-10%) subita nel 2012, nei primi tre mesi del 2014 le industrie del settore registrano incrementi tanto all’estero quanto in Italia. Le stime diffuse da Comacomp, l’Associazione italiana dei costruttori di componenti aderente a FederUnacoma, indicano infatti un incremento delle esportazioni del 7% sia nel segmento Oem (Original Equipment Manufacturer), che riguarda le forniture dirette alle aziende, sia in quello Am (After Market), che riguarda i ricambi e gli accessori. Analogo incremento (+ 7%) è stimato sul mercato nazionale per entrambe le categorie di prodotti (Oem e Am). Pur in presenza degli stessi incrementi percentuali, il peso economico delle esportazioni è nettamente prevalente rispetto al quello del mercato interno, giacché l’industria italiana di settore – che produce una gamma molto vasta di prodotti, dagli assali agli pneumatici, dalle cabine alle centraline elettroniche, fino agli accessori e alle parti più minute degli ingranaggi meccanici – destina all’estero oltre l’80% della propria produzione, che assomma a un valore complessivo di 1,7 miliardi di euro. Le previsioni per il primo semestre di quest’an- 6 no sono ancora in positivo, con incrementi complessivi stimati intorno al 3%, per tutte le categorie di prodotto, tanto in Italia quanto all’estero; mentre un rallentamento – secondo le stime Comacomp – è possibile si verifichi nel secondo semestre dell’anno. «La richiesta di componentistica italiana da parte dei Paesi esteri è in crescita – commenta il presidente di Comacomp Alessandro Malavolti – perché l’industria della meccanizzazione agricola è in fase di sviluppo nelle più importanti aree economiche del mondo, e i prodotti della componentistica made in Italy sono molto apprezzati, innovativi, e spesso in grado di migliorare in modo decisivo la qualità dei mezzi meccanici prodotti nei Paesi esteri». Il settore della componentistica sarà, del resto, uno dei poli di maggiore interesse nella prossima Eima International, che si terrà a Bologna dal 12 al 16 novembre e che comprende il Salone specializzato di “Eima Componenti”, oltre 30 mila metri quadrati netti di superficie e più di 750 industrie costruttrici a copertura di circa 350 voci merceologiche. «Per le imprese italiane – conclude Malavolti – Eima Componenti è un evento di fondamentale importanza, all’interno di una strategia associativa che punta sempre più a sviluppare i contatti con gli operatori internazionali per promuovere le relazioni d’affari e la cooperazione su mercati importanti come quelli del Giappone e su mercati emergenti come quelli dell’Iran, dell’Indonesia, della Tailandia e dell’Argentina». m&ma - n. 5 - 2014 ECONOMIA E MERCATI I dati in dettaglio Immatricolazioni Italia (gen-mar) Trattori Mietitrebbuie Trattrici con pianali di carico Rimorchi 2014 4.616 32 217 1.992 2013 4.753 45 244 2.034 -2,9% -28,9% -11,1% -2,1% sul commercio estero indicano, infatti, una crescita dell’export di trattrici nel 2013 pari al 3,4% in valore (oltre 1,7 miliardi di euro), e una crescita anche delle altre tipologie di macchine pari al 7% (quasi 2,9 miliardi di euro). «Il sistema agricolo italiano si sta indebolendo molto rispetto a quello dei principali Paesi europei – ha osservato Goldoni – e una ripresa degli investimenti nella meccanizzazione costituisce uno dei fattori chiave per la competitività della nostra economia primaria, oltre che per una piena ripresa della meccanica di comparto. Proprio a questo fine abbiamo avviato con il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina un importante e positivo confronto sulle priorità e sulle possibili politiche per il settore». Guardando nel dettaglio i dati degli altri paesi, in Germania il dato positivo va ascritto in particolare al comparto della medioalta potenza (+23,6% per il segmento sopra i 150 cavalli e +10,9% per quello tra 101 e 150 cv), mentre sotto i 100 cavalli il primo trimestre è stato negativo (-2,3% nel segmento 51-100 cv e -5,3% sotto i 50 cavalli). In Spagna continua il trend decisamente positivo iniziato a fine 2013: da segnalare in particolare John Deere al primo posto della classifica (23% circa di quota), seguita da New Holland (19% circa) e molto distanziati Case IH (7,5%) e Fendt (7,3%). Nei mercati in calo, la Francia segna probabilmente un caso fisiologico dopo l’exploit del 2013: reagiscono bene solo i trattori specializzati (+9,2%) e l’altissima potenza (+28%, ma parliamo di numeri bassi), mentre il calo più significativo (-30% circa) lo registra tutto il segmento piccola e media potenza. Chiudiamo con l’Austria, dove il dato dei primi tre mesi è sostanzialmente stabile, con i trattori standard che perdono l’1,1%, mentre crescono i vigneto-frutteto (+13,7%). Come quote mercato leader indiscusso è Steyr (24% di quota), seguita da New Holland (17%), John Deere (13,3%) e Lindner (11,4%). Nuovo record per Krone Fatturato 2013 a quota 1,5 miliardi di euro, di cui 564 milioni arrivano dalle macchine agricole ncora buone notizie dal paesino di Spelle, quartier generale del gruppo Krone. L’azienda tedesca ha infatti raggiunto nell’anno fiscale 2012/2013 un fatturato record di 1,5 miliardi di euro con un incremento del sette per cento rispetto agli 1,39 miliardi dell’anno precedente. Il 30% del fatturato è stato raggiunto sul mercato tedesco, mentre il restante 70% è costituto da A 8 esportazioni (nel periodo precedente le quote erano rispettivamente 33% e 67%). La divisione Veicoli Industriali rimane il settore principale del gruppo, con fatturato pari a 925 milioni di euro, in crescita del 5% circa rispetto al periodo precedente (Krone ha prodotto nell’ultimo anno fiscale 35.000 unità). Ma anche la divisione macchine agricole ha ancora una volta raggiunto risultati record, con la crescita del fatturato dai 512 milioni di euro dell’anno precedente ai 564 milioni dell’ultimo anno fiscale. Nella fabbrica di Spelle sono state prodotte più di 25.000 macchine. Il 29% circa del fatturato di questa divisione è stato otte- nuto sul mercato tedesco, il 21% in Europa centrale, il 3% in Scandinavia e il 17% in Europa orientale. Il restante 30% è stato generato nei mercati oltre oceano (principalmente Giappone, Australia, Usa, Nuova Zelanda e Cina). I principali investimenti effettuati dal gruppo nell’ultimo esercizio fiscale sono da imputare proprio alla divisione macchine agricole, nell’ambito del piano di sviluppo “MBK 2015” iniziato già nel 2010, che ha come principale obiettivo la riorganizzazione dei processi produttivi. Nel passato anno fiscale, come da previsione, sono stati effettuati investimenti nella costruzione di un nuovo centro di formazione, nel com- pletamento della nuova catena di montaggio per le trincia BiG X e nell’avvio dei lavori di costruzione di un nuovo centro tecnologico. Per l’esercizio in corso i vertici del gruppo si attendono un lieve incremento del fatturato. m&ma - n. 5 - 2014 ECONOMIA E MERCATI Business in Russia per l’agroindustria di qualità Si è conclusa una missione di 18 imprese a Krasnodar i rafforzano la presenza e l’immagine della filiera della meccanica agricola e dell’agroindustria in Russia. Una missione imprenditoriale ha portato 18 aziende (17 emiliano-romagnole) a Krasnodar, città della Russia europea non lontana dalle coste del Mar Nero e dai monti del Caucaso. S L’iniziativa è stata organizzata all’interno del progetto “Opportunità di business in Russia per le imprese emiliano-romagnole della meccanica agricola”, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del programma Programma 2013-2015 Bricst-plus, promosso da Unioncamere regionale e Promec - azienda speciale della Camera di commercio di Modena, in collaborazione con il Cermac (Consorzio di produttori di tecnologie e prodotti per l’agricol- tura, l’agroindustria e la zootecnia) per far conoscere le tecnologie innovative proposte dalle imprese italiane del settore promuovendo contatti con il mercato locale per sviluppare rapporti commerciali stabili e partnership produttive. Le imprese partecipanti rappresentavano una filiera quasi completa, dalla lavorazione in campo del prodotto fino alla sua esposizione nei punti vendita (“dal campo alla tavola”), andando a coprire vari segmenti: macchinari e attrezzatu- Landini apre in Brasile Un’unità produttiva a Belo Horizonte servirà i mercati locali andini, marchio storico di proprietà del gruppo italiano Argo Tractors, presente da 130 anni nel mercato mondiale di trattori, ha deciso di aprire un’unità di produzione in Brasile per servire i mercati locali. Con questo obiettivo lo scorso 27 marzo Landini ha firmato a Belo Horizonte (MG), con il Governo dello Stato di Minas Gerais, un protocollo di intenti per la co- L m&ma - n. 5 - 2014 struzione di una struttura produttiva, che sorgerà nella regione metropolitana della capitale dello stato. L’investimento iniziale previsto è di 13 milioni di dollari. «Lo Stato di Minas Gerais si pone come un’area geografica privilegiata per favorire l’attività di produzione di attrezzature agricole, grazie all’importante rete di produttori di componenti e manodopera qualificata», ha dichiarato il brasiliano Tiago Bonomo, Ceo di Argo Tractors Latin America. Il progetto dell’impianto prevede la produzione di trattori da 60 a 180 re per l’agricoltura, tecnologie e prodotti pre e post raccolta per l’ortofrutta e macchine confezionamento, lavorazione e conservazione di prodotti agroalimentari. «Cermac, in quanto partner di progetto, si è occupato dell’organizzazione degli aspetti logistici e dell’individuazione e selezione degli operatori russi per gli incontri bilaterali – ha detto il presidente Enrico Turoni –. Grazie a progetti articolati e di respiro pluriennale avviati in mercati emergenti quali la Russia, può vantare oggi un’approfondita conoscenza delle dinamiche del settore, ma anche non meno importanti relazioni istituzionali e commerciali». CV, partendo inizialmente dalle gamme tra i 100 e i 180 CV. L’obiettivo di Landini è quello di essere presente in tutto il mercato brasiliano, offrendo trattori di elevata qualità tecnologica e di costruire un’adeguata rete di distributori. «Diversamente da altri grandi gruppi che producono trattori - ha spiegato Bonomo Landini ha puntato sullo sviluppo di macchine ad alta efficienza produttiva. Questo è il risultato del costante investimento in ricerca e sviluppo da parte di Landini, che permette oggi un’offerta di soluzioni particolarmente flessibile per i clienti». Inizialmente la fabbrica dovrebbe garantire una produzione di 1.200 trattori/anno. 9 ECONOMIA E MERCATI Liebherr e Comer Industries rafforzano la partnership Il gruppo reggiano fornisce i propri assali S - 128 per le nuove pale gommate compatte austriache omer Industries e Liebherr hanno deciso di stringere ulteriormente la loro partnership, come evoluzione dei rapporti già instaurati con successo per lo sviluppo e la produzione di serie della nuova generazione di pale gommate compatte. I rappresentanti del top management di entrambe le società si sono riuniti lo scorso dicembre a Bischofshofen, in Austria, per condividere i progressi e gli obiettivi futuri della C relazione. «Ricerchiamo unicamente i migliori partner e aziende che sono totalmente impegnati a soddisfare le esigenze e le aspettative dei nostri clienti e che intendono adattare e rendere flessibile la loro organizzazione per arrivare ad obiettivi di vasta portata» – ha spiegato Manfred Santner, Managing Director Finance and Administration di Liebherr Bischofshofen. La partnership di Comer Industries con Liebherr ha avuto inizio nel 2010 e ha portato alla validazione degli assali S - 128 sul nuovo caricatore frontale compatto, dopo due anni di test sul campo. «I progressi con Liebherr sono il risultato dell’esecuzione della strategia a lungo termine di Comer Industries, recentemente sviluppata e comunicata, che verte sulla missione aziendale di diventare fornitore preferito per gli OEM globali» – ha affermato Matteo Storchi, direttore Sales and Marketing di Comer Industries –. Fin dall’inizio Liebherr ha apprezzato la nostra continua ricerca dell’eccellenza nei prodotti e processi, che combacia perfettamente con la loro strategia e la loro capacità di utilizzare con la massima efficacia le nostre soluzioni innovative per le loro macchine». «Il successo di questi nuovi veicoli ha permesso alla nostra azienda di aumentare, oltre le nostre migliori stime, la quota di mercato in questa fascia – ha chiarito Johann Stickler, Managing Director L’assale S - 128 di Comer Industries. Engineering di Liebherr Bischofshofen –. La progettazione e le prestazioni delle macchine si sono dimostrate di livello superiore in termini di robustezza e versatilità. Questo è esattamente ciò che il nostro cliente ricerca quando seleziona una macchina di questa gamma». La nuova gamma di pale compatte gommate Liebherr rappresenta una completa riprogettazione, secondo un’impostazione altamente efficiente e performante, con nuovi assali potenti e affidabili: un importante completamento della linea di prodotti per uno dei leader di mercato per le pale gommate. John Deere vende il ramo Irrigazione Accordo definitivo per la cessione all’israeliana Fimi Opportunity Funds opo aver operato con successo nella produzione di soluzioni per l’irrigazione per sette anni, Deere ha annunciato nel mese di settembre l’intenzione di valutare nuove opzioni strategiche per il ramo irrigazione John Deere Water. La conclusione dell’ac- D 10 cordo è prevista per il secondo trimestre del 2014. Le condizioni di vendita non sono state rese note. BofA Merrill Lynch ha partecipato in qualità di consulente finanziario esclusivo per John Deere alla revisione strategica dell’accordo. Parallelamente alla cessione di John Deere Water, in conformità alla strategia John Deere FarmSight, la società continuerà a sviluppare e offrire prodotti e servizi per aiutare i clienti a migliorare i risul- tati delle loro attività, fra cui l’attuale tecnologia di rilevamento di umidità e clima in campo John Deere Field Connect. John Deere Water è fra i maggiori produttori di linee complete di irrigazione a goccia a livello mondiale, con una importante rete di distribuzione in Nord e Sud America, Asia, Europa e Africa. Opportunity Fund Fimi è il più grande e principale fondo di private equity in Israele, con più di 2 miliardi di dollari di capita- le investito. Negli ultimi 17 anni Fimi ha concluso 73 partecipazioni e 45 acquisizioni. Fimi sta attualmente investendo attraverso il suo quinto fondo su aziende israeliane consolidate o legate a Israele con forte potenziale di crescita e una presenza globale. Fimi ha una vasta esperienza nella crescita e miglioramento delle performance aziendali, con una presenza globale attraverso attività mirate di sviluppo del business. m&ma - n. 5 - 2014 MANIFESTAZIONI A giugno è l’ora di Enovitis in campo La nona edizione della manifestazione, dal 19 al 20 giugno, torna a Roncade (Tv) nel pieno dell’organizzazione la 9a edizione di Enovitis In Campo, Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura e Olivicoltura, che si terrà dal 19 al 20 giugno presso l’azienda Cattolica Agricola – Cà Tron a Roncade (Tv). La sua unicità consiste nell’essere dinamica perché a fianco dell’esposizione classica di macchinari gli stessi saranno messi alla prova direttamente in vigneto. Questa edizione di Enovitis in Campo è il primo appuntamento della partnership recentemente siglata tra Unione Italiana Vini e Fieragricola con l’obiettivo di sviluppare, sotto il brand Enovitis, diverse iniziative a supporto della viticoltura italiana ed europea. Per la prima volta la manifestazione, che è per sua natura itinerante, torna in una location in cui si era svolta una precedente edizione (nel 2010). La scelta di tornare a Cà Tron è dovuta alle caratteristiche dei vigneti dell’azienda, che saranno palcoscenico delle prove in campo, alla possibilità di ospitare adeguatamente l’evento principale e quelli collaterali ma anche di accogliere comodamente visitatori ed espositori. Non di meno la sua centralità logistica: è vicina ad alcuni importanti mercati esteri (Austria, Slovenia, Croazia) e nello stesso tempo è nel È m&ma - n. 5 - 2014 cuore del nostro Nordest, dove il vino è un business primario. È territorio di Prosecco, vero fenomeno degli ultimi anni cui, proprio durante la prima giornata di Enovitis In Campo, sarà dedicato il Convegno “Prosecco Doc e Prosecco Superiore Docg: il territorio che diventa stile”. Produttori e istituzioni si confronteranno su problemi, opportunità, interventi normativi e politici in merito a un vino che ha trasceso la sua identità di prodotto per diventare uno stile di consumo internazionale targato Made in Italy. Fulcro della manifestazione è la tecnologia che viene messa in mostra e alla prova. In maniera del tutto originale rispetto a una classica fiera, Enovitis In Campo permette ai visitatori di vedere il meglio delle attrezzature e dei macchinari destinati al vigneto in opera sul campo per valutarne personalmente la reale efficacia e funzionalità per la propria azienda. Trattori per frutteto e vigneto, macchine per irrorazione sia tradizionali che con pannelli di recupero (alcune presentate in anteprima proprio a Enovitis In Campo), erpici, frese, vangatrici e zappatrici, macchine per la potatura: questi e molti altri i macchinari saranno esposti e provati nei vigneti di Cà Tron. Innovation Challenge e Vota il Trattore L’innovazione sarà protagonista durante tutta Enovitis In Campo e la migliore sarà premiata: l’Innovation Challenge infatti è il concorso che assegnerà un riconoscimento alle idee che saranno giudicate più all’avanguardia da un Comitato Tecnico Scientifico istituito per l’occasione, mentre a “Vota il Trattore” sarà il pubblico presente a eleggere il Trattore Enovitis in Campo 2014 tra i vari modelli in prova. Enovitis In Campo è dedicata agli addetti ai lavori, professionisti del settore vitivinicolo, che possono valutare macchinari, sistemi, prodotti vedendoli direttamente all’opera, ma anche aggiornarsi sul settore partecipando ai vari appuntamenti in calendario, ma la prossima edizione darà spazio anche a iniziative collaterali dedicate a un pubblico allargato. Enovitis Junior sarà lo spazio dedicato ai bambini che accompagneranno i genitori in fiera: anche loro, come i più grandi, potranno cimentarsi a guidare trattori a loro misura, a pedali, in completa sicurezza. Durante le due giornate di Enovitis In Campo saranno organizzate visite guidate ad alcune delle migliori macchine irroratrici. Due le sessioni previste: la prima per il gruppo di viticoltori, contoterzisti e tecnici giovedì 19 giugno e la seconda dedicata agli studenti il 20 giugno, sempre alle 10. Entrambe i gruppi saranno guidati da Paolo Balsari dell’Università di Torino che illustrerà direttamente tra i filari di Cà Tron tutte le caratteristiche tecniche dei macchinari con specifico riferimento ai loro pregi in termini di sostenibilità ed efficienza. Se la manifestazione è rivolta al futuro della viticoltura e ha come protagonista la tecnologia più avanzata, c’è comunque spazio per un’interessante panoramica sul passato: sarà allestita infatti in collaborazione con Gamae (Gruppo Amatori Macchine Agricole d’Epoca) una mostra di affascinanti trattori d’epoca. Unione Italiana Vini porterà a Cà Tron anche il progetto Tergeo: in un’area dedicata le aziende partner potranno illustrare il loro percorso verso la sostenibilità di filiera, dalla difesa alla nutrizione, dall’uso di varietà resistenti ai protocolli enologici innovativi. Per restare aggiornati su iniziative, appuntamenti, espositori consultare www.enovitisincampo.it. 11 Massima resistenza negli impieghi più intensivi. LSB 1290, l’affidabilità prima di tutto. VERUCCHI ACHILLE & C. Snc, contoterzista, Anzola dell’Emilia BO “Il prodotto raccolto è destinato prevalentemente alle stalle. La qualità è dunque fondamentale” “Per mantenere inalterate le caratteristiche nutritive, il foraggio deve essere imballato a regola d’arte. Il rotore integrale e l’infaldatore professionale della LSB 1290 assicurano un trattamento delicato del prodotto e la produzione di balle omogenee. Indipendentemente dalle dimensioni dell’andana il risultato è impeccabile.” 0611-PROD-AXIS-210-297-IT “Oltre 7000 balle all’anno senza mai fermarsi” “Il lavoro della big baler su paglia ed erba medica è continuo per tutta la durata della stagione di raccolta. Fermarsi anche un solo giorno sarebbe un grave danno. La LSB 1290 non teme nessuna sollecitazione ed è estremamente affidabile in ogni condizione di lavoro.” www.kuhn.it coltivazioni l allevamento l paesaggio be strong, be KUHN PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU PROVA IN CAMPO Trattore Valtra N123 Versu di Ottavio Repetti Valtra amplia la serie N con un 123 Versu: in tutto identico al 143, ma più economico. Dotazione tecnologica di primo livello, sollevatore anteriore sterzante, fino a nove distributori, doppia sospensione per ponte e cabina e tanto altro per un trattore adatto a chi vuole comfort anche sotto i 150 cavalli di potenza m&ma - n. 5 - 2014 a serie N è la più ampia del listino Valtra e anche, probabilmente, una delle più articolate dell’intero mercato, dal momento che comprende il piccolo N93 da 99 cv e cambio a tre rapporti powershift, ma anche l’N163, da 171 cavalli di potenza massima e trasmissione a variazione continua. Offre due motorizzazioni – entrambe a quattro cilindri – e quattro scelte per la trasmissione: Hitech, in versione normale o 5 (dal numero di rapporti powershift), Versu e Direct. Recentemente la serie si è arricchita di un nuovo modello, N123 Versu, che amplia l’offerta sul segmento più equipaggiato della gamma. In altre parole, Valtra ha realizzato una versione “lusso”, quanto ad allestimento e cambio, anche per un trattore che finora era offerto soltanto nelle L due dotazioni più di base. L’obiettivo è evidente, dal momento che sempre più l’agricoltura si sta orientando verso macchine leggere, versatili e con un elevato rapporto peso-potenza. In questo senso, il 123 N, con i suoi 52 quintali di peso (a vuoto) per 4,6 m di lunghezza e 2,6 m di passo, è assai interessante. Realizzandone una versione molto ben equipaggiata, con un cambio efficiente e che si avvicina, per prestazioni, a una Cvt, Valtra vuol offrire agli agricoltori un prodotto di primo livello quanto a comfort e prestazioni restando però su una fascia di potenza media, così da assicurare, tra le altre cose, consumi ridotti e un prezzo abbordabile. Sul versante opposto, l’operazione si può vedere come la volontà di offrire un N143 – che è in tutto uguale 13 PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU Un nuovo modello per la già vasta serie N: è il 123 Versu, versione depotenziata – anche nel prezzo – del 143 1 2 3 4 al nuovo N123, potenza a parte – a un prezzo più competitivo, rinunciando però a 20 cavalli. Vediamo i risultati di questo tentativo con il nostro test in campo, realizzato con un coltivatore ad ancore su terreno mediamente impegnativo. Motore e trasmissione Cominciamo dal motore che, come indicano le caratteristiche tecniche fornite dalla casa madre, è un 4,9 litri a 4 cilindri, turbo intercooler: lo stesso degli N143 e 163, dunque. In sigla, 49Awi, prodotto dalla finlandese Sisu (oggi Agco Power) e dotato di tecnologia Scr, ovvero riduttore catalitico dei gas di scarico con additivo all’urea. La potenza massima, per la macchina che prendiamo in considerazione, si ferma a 135 cavalli (99 kW) a duemila giri di motore, ma con l’extrapotenza si arriva a 143 cv (105 kW). Lo stesso motore, ricordiamolo, arriva però a 171 cavalli complessivi sugli N163. 14 In altre parole, per la macchina che prendiamo in considerazione non è certamente un motore “tirato”, pur essendo un quattro cilindri. Superfluo sottolineare abbiamo una gestione totalmente elettronica della potenza, detta SisuTronic EEM3 la quale – spiega il costruttore – regola l’iniezione del carburante fino a cinque volte per combustione. Grazie a essa e alla tecnologia Scr, secondo Valtra si hanno consumi ridotti fino al 10% rispetto ai motori precedenti di stessa potenza. Tra gli automatismi – e vedremo più avanti che su questo trattore sono davvero tanti – ricordiamo per ora la memoria di regime motore, utile soprattutto per i lavori con la presa di potenza. Il cambio. Come abbiamo anticipato, il Versu monta un sistema a cinque marce sotto carico per quattro gamme, per un totale di 20 rapporti in avanzamento e altrettanti in retromarcia. Se ne aggiungono altri 10 con il superiduttore, montato a richiesta, come tutte le altre componenti del trattore, secondo la ben nota filosofia del Valtra “à la carte”, ovvero realizzato su misura per il cliente. Il cambio si controlla con tre tasti: due per variare i rapporti e 1. Il sollevatore anteriore è integrato nella fusione dell’assale, ma ruba qualche centimetro di luce. 2. Ampia dotazione di distributori: fino a nove tra posteriori e anteriori. 3. Sollevatore elettronico con un efficiente controllo dello sforzo e radar antipattinamento. 4. Controlli esterni per sollevatore, presa di forza e distributore. Sono ormai comuni sulle macchine di fascia alta, meno su quelle sotto i 150 cavalli. uno che, premuto, consente il passaggio di gamma. Questo, in modalità manuale. Esistono però diverse soluzioni per automatizzare la trasmissione, trasformando in pratica il Versu in un valido imitatore del cambio a variazione continua. La modalità 1, per esempio, fornisce un buon mix tra efficienza e comfort di guida ed è pre-impostata in fabbrica. La 2, invece, può essere personalizzata dall’operatore; infine, il cambio automatico tra le gamme C e D permette di usare in libertà i 10 rapporti che comunemente servono su strada. Posso inoltre gestire il cambio in modalità semi-automatica (sola variazione dei rapporti, mentre la velocità è impostata dal conducente) o full-auto, dove grazie al controllo dello sforzo e al radar che rileva la traslazione effettiva, è il sistema a scegliere sia la velocità sia la marcia. Altre due funzioni molto utili e favorite dall’elettronica sono l’Auto-traction e l’Eco. La prima, resa possibile dal turbogiunto, si innesta tramite apposito pulsante e permette di controllare il trattore soltanto con l’acceleratore e, al limite, i freni: in questa impostazione, la macchina si ferma quando si lascia il pedale dell’acceleratore o si premono m&ma - n. 5 - 2014 PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU Motore da 4.9 litri, turbo intercooler, del tutto identico a quello che su N 163 supera i 170 cavalli di potenza massima i freni e riparte quando do gas, comportandosi dunque come una Cvt. Grazie al turbogiunto, che è poi una turbina ad azionamento idraulico che si affianca alla trasmissione normale migliorando il trasferimento di potenza a bassi regimi, possiamo insomma controllare la macchina senza ricorrere a frizione o inversore. Sul quale troviamo, peraltro, una interessante funzione di regime di stazionamento, che abbassa i giri fino a 650 al minuto quando inserisco il freno idraulico di stazionamento (posizione di neutra sull’inversore). In tema di trasmissione, dobbiamo ancora descrivere la funzione Eco: permette, quando si preme il tasto corrispondente, di ridurre il regime motore a circa 1.600 giri e pertanto di arrivare alla velocità massima, nei rapporti da strada, con consumi di carburante contenuti. Il ponte anteriore, per concludere, può essere fisso o (a richiesta) sospeso. La sterzata è buona: la macchina gira in circa 4 metri e mezzo, grazie anche a un passo di soli 2,6 metri. Idraulica e comfort Per Valtra l’idraulica è da sempre uno degli apparati principali. Il nostro N123 Versu non smen- 1 2 3 4 1. Il ponte sospeso offre un surplus di comfort durante i trasferimenti e i trasporti, attività caratteristica per una macchina di questa categoria. 2. Il bracciolo brevettato Arm raggruppa i comandi utilizzati più di frequente, ma anche qualcuno che forse poteva essere lasciato sulla consolle. 3. Un esempio di impostazione del terminale: nella parte in basso, a sinistra informazioni sui consumi e a destra la taratura dei distributori in una delle tre memorie dedicate. 4. Luce a led per facilitare salita e discesa dalla scaletta nelle ore notturne. m&ma - n. 5 - 2014 tisce la tradizione, dal momento che monta, di base, una pompa da 115 litri al minuto, che può essere sostituita però da una con 160 litri di portata. In ogni caso, l’olio della trasmissione e quello idraulico scorrono in due circuiti separati. Il numero di distributori è proporzionato alla fama Valtra: cinque posteriori di serie, tutti con regolazione del flusso e della portata, con possibilità di arrivare a sei (o in alternativa di montare un motore idraulico) e di aggiungerne tre anteriori, per un totale dunque di nove servizi. La regolazione della portata avviene grazie a un potenziometro che descriveremo in seguito; sono inoltre presenti tre memorie di flusso, grazie alle quali si possono salvare facilmente le impostazioni più comunemente utilizzate. Il sollevatore posteriore, dotato di radar antipattinamento e compensatore di oscillazioni, ha una capacità di 81 quintali, mentre quello anteriore arriva a 35 quintali. È optional e integrato nella fusione del trattore. Per particolari necessità, come quelle della fienagione, si può inoltre richiedere il sollevatore sterzante: una particolarità che offrono pochi costruttori e che permette all’attrezzo portato sull’attacco anteriore di anticipare la carreggiata del trattore, evitando così che le ruote calpestino prodotto non ancora trattato. Quando presente, può essere usato in tre modalità: fisso, totalmente sterzante, o con angolazione pari al 50% dell’angolo di curvatura delle ruote. Concludiamo la sezione con una breve descrizione del nuovo sistema di registrazione delle manovre di fine campo U-Pilot. Rispetto al precedente, sostie15 PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU PREZZO D ’ACQUIST O MACCHIN A PROVAT A € 2 1 1 Fisso o sterzante Un optional che non tutti offrono: il sollevatore anteriore sterzante. Realizzato nella fusione del ponte anteriore, si muove in solido con le ruote oppure con un angolo pari alla metà di quello di sterzo. Molto utile per attrezzi che aprono la pista al trattore, come la falciacondizionatrice. La portata è di 35 quintali 16 2 Agco Power da 4,9 litri Una vecchia conoscenza, il Sisu Agco Power da 4.9 litri Awi. Motore quadricilindrico, turbo intercooler, con tecnologia Scr e consumi particolarmente contenuti, come si è visto durante il test. Lo stesso propulsore, su altre macchine del gruppo, supera i 180 cavalli, un vero record per un quattro cilindri m&ma - n. 5 - 2014 PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU I PREGI Motore elastico e con buona coppia ai bassi regimi Maneggevolezza elevata Alta possibilità di automazione delle funzioni: dalla trasmissione al fine campo I DIFETTI 4 Ripresa non eccezionale, almeno con la taratura da noi usata per il test Il sollevatore anteriore ruba qualche centimetro alla luce da terra, comunque sufficiente Tanta tecnologia, forse troppa: il primo impatto rischia di essere spiazzante, poi ci si abitua 3 5 3 4 Un nuovo Versu Il cambio del nuovo 123 è di tipo Versu, con quattro gamme, cinque rapporti sotto carico e la possibilità di passare dalla prima alla ventesima velocità senza toccare la frizione. Possibili diversi automatismi e anche la funzione Eco, per arrivare ai 40 orari a poco più di 1600 giri motore m&ma - n. 5 - 2014 Tecnologia al top Come sempre, Valtra stupisce per la dotazione tecnologica delle sue macchine. Si possono memorizzare operazioni di fine campo per 30 attrezzi senza doverle riprogrammare ogni anno. Inoltre abbiamo 3 modalità diverse di cambio automatico dei rapporti, impostazioni plurime per i distributori, funzione turbogiunto ecc. 5 Idraulica eccellente Non è una notizia il fatto che Valtra punti tutto sull’idraulica. Lo fa anche in questo caso, con 115 l di portata e circuiti indipendenti per trasmissione e distributori. Inoltre si può avere, a richiesta, la pompa da 160 l/min. I distributori possono arrivare a 9, regolabili in portata e tempo. E le impostazioni possono essere salvate 17 1 7 PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU Tra i tanti automatismi della trasmissione ricordiamo il tasto Eco: permette di arrivare alla velocità massima a 1.600 giri 1 4 2 5 ne Valtra, di uguale è rimasto soltanto il nome: il nuovo software consente non soltanto di registrare un numero infinito di manovre, ma anche di salvare le impostazioni specifiche di 30 attrezzi diversi. In questo modo è possibile richiamare le sequenze di anno in anno, senza doverle ogni volta riprogrammare. Il test Abbiamo testato l’N123 Versu con un coltivatore ad ancore da tre metri della Lemken, solitamente utilizzato con trattori da 150 cavalli. Per mettere maggiormente in difficoltà la nostra macchina, abbiamo affondato le ancore fino al massimo consentito dal sollevatore in un terreno, precedente pomodori, non ancora lavorato e di media tenacità. Il test è stato effettuato, come già in molte altre occasioni, pres18 3 1. I comandi secondari – pochi per la verità – sono sistemati sulla classica consolle. Da sinistra abbiamo il bloccaggio automatico dei differenziali, gli automatismi della trasmissione e poi le regolazioni del sollevatore. Sotto, il controllo automatico della presa di potenza (anteriore e posteriore) e quello del ponte anteriore sospeso. 2. Giri, consumi, velocità di avanzamento, livello del carburante e temperatura sono come sempre riportati sul cruscotto. 3. Motore da 4,9 litri, quadricilindrico, turbo intercooler. 4. Apertura più che sufficiente per il cofano motore, ma per accedere a filtri e simili occorre smontare le coperture laterali. I radiatori si aprono per una pulizia facilitata. 5. Come sempre i progettisti hanno dovuto inventarsi dove collocare il filtro Scr senza pregiudicare la visibilità dalla cabina. so Adriano Riccardi, agricoltore e contoterzista di Broni (Pv). Con le ancore interrate per circa due terzi, dunque con 30 cm buoni di profondità, il Valtra ha lavorato a circa 5 km orari di velocità, con un consumo istantaneo compreso tra i 20 e i 25 litri l’ora. Affondando ulteriormente l’attrezzo siamo arrivati ad arrestare il trattore, ma va detto che a questo punto le condizioni di lavoro erano davvero proibitive. La macchina, infatti, ha espresso nel complesso una buona aderenza, superiore a quanto ci si aspetterebbe dalla lunghezza e dal passo. Uscendo dalla rigorosità dei dati, diciamo che l’N123 Versu ha mostrato una buona elasticità, scendendo fino a circa 1.100 giri senza spegnersi; non è poco, per un motore a 4 cilindri da nemmeno 5 litri. Non ci ha entusiasmato, invece, la ripresa: vero che la macchina scendo In prova è stato usato il coltivatore Lemken sia per una lavorazione leggera sia interrandolo fino al massimo possibile. molto di regime, continuando a lavorare con discrete prestazioni e mostrando quindi un’ottima coppia a bassi regimi, ma quando si dà rapidamente gas fino al massimo, il recupero non è così veloce. Si tratta, probabilmente, anche di un peccato di gioventù, nel senso che dopo un migliaio di ore il motore è senz’altro destinato a sbloccarsi; inoltre la risposta del motore, come molti altri parametri, può essere mom&ma - n. 5 - 2014 PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU In prova la macchina ha mostrato buona coppia a bassi regimi, ma qualche incertezza sulla ripresa dificata attraverso il terminale. Resta comunque un ricordo non proprio travolgente, sotto questo profilo. Il motore ci è piaciuto, invece, per i consumi: 25 litri l’ora come massimo, è senza dubbio un buon valore. La trasmissione ha sicuramente il pregio della morbidezza: il passaggio tra i rapporti powershift è davvero inavvertibile, più netto invece quello tra le gamme: la macchina rallenta un attimo, stacca e riparte, tuttavia non si prendono scossoni né abbiamo riscontrato problemi di altro tipo. Diciamo, forse, che il passaggio da un rapporto all’altro – e soprattutto il cambio di gamma – potrebbe essere un po’ più veloce, ma anche in questo caso si può intervenire attraverso il terminale, rendendo la trasmissione più aggressiva. Interessante e opportuno l’automatismo che, al passaggio di gamma, innesta il rapporto più adeguato a mantenere la velocità che si ha in quel momento. In altre parole, se procedo a velocità spedita in B5, passando alla gamma C il sistema non inserisce il rapporto 1, ma il 2 o il 3, a seconda di quale sia più adatto a evitare scossoni. Sempre in tema di trasmissione abbiamo notato un eccellente sterzo, che unito al passo assai corto rende la macchina davvero maneggevole. Presenti anche, naturalmente, l’automatismo per il bloccaggio dei differenziali e il disinnesto della doppia trazione. Passiamo allora all’impianto idraulico, che come abbiamo visto in precedenza, sfrutta una pompa da 115 litri al secondo. Anche se non abbiamo usato il trattore per l’aratura, abbiamo riscontrato un efficiente controllo dello sforzo, mentre non abbiamo attivato l’antipattinamento. m&ma - n. 5 - 2014 La portata massima è più che buona in rapporto alla potenza. Abbiamo avuto qualche problema soltanto con i comandi e in particolare con il tasto di abbassamento rapido, che non è così ben segnalato come potrebbe. Ci si arriva, alla fine, per esclusione e sempre per esclusione si impara a capire come farlo funzionare correttamente, dopodiché non si hanno più problemi. I comandi, in genere, sono comunque ben disposti, grazie soprattutto al bracciolo multifunzioni. Troviamo, sul lato esterno del medesimo, il terzo e quarto distributore e, subito davanti, la regolazione di profondità e il tasto di alzata rapida del sollevatore. Ancora avanti, ma sulla facciata superiore del bracciolo, i tasti powershift, mentre sul lato inferiore abbiamo il consenso per attivare il cambio di gamma. Nella stessa zona ecco i comandi per registrare le attività di fine campo e anche le due velocità cruise control. Il comando più evidente del bracciolo è comunque il joystick del primo e secondo distributore, che controlla anche il sollevatore anteriore. Ai distributori sono dedicati anche i due selettori a rotella che troviamo subito davanti al terminale. Con il primo si può scegliere se usare il joystick per i distributori anteriori, posteriori, uno anteriore e uno posteriore, oppure se tenerlo disattivato. Il secondo permette di impostare tre memorie con portata e tempo di erogazione e infine di scegliere la portata massima dell’olio. Siamo arrivati, dunque, al terminale, che in passato ha dato parecchi grattacapi agli agricoltori italiani. Motivo: la differenza di luce tra la Finlandia e le nostre latitudini. Il terminalino, con scritte luminose su fondo nero, risul- Abitacolo sufficientemente spazioso, vista la categoria, e ben insonorizzato. La cabina è sospesa su ammortizzatori pneumatici. tava illeggibile sotto la luce solare del sud Europa. Bene, la nuova versione ha risolto il problema: abbiamo ancora uno sfondo scuro, ma testi e icone appaiono più contrastati. Inoltre, si ha la possibilità di passare dalla modalità notturna alla diurna, che definiremmo piuttosto “mediterranea”, visto che prevede testi in nero su fondo bianco. Ora che il terminale è leggibile, viene anche voglia di conoscerlo meglio. A dispetto della sua dimensione ridotta, è abbastanza completo e permette di vedere e modificare i parametri principali della macchina, come le manovre di fine campo e la portata dei distributori, ma anche la risposta del motore e della trasmissione. Il grosso delle azioni, comunque, resta legato ai tasti fisici. All’interno del software troviamo tre settori, il primo dei quali apre due pagine di gestione della macchina e quella specifica per i distributori. Il secondo, invece, 19 PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU LA PAGELLA LA PAGELLA Impianto idraulico 8: come standard abbiamo una pompa da 115 litri al minuto, che possono diventare 160 con la pompa maxi, optional. Eccellente dotazione di distributori, tutti personalizzabili e con memoria per le impostazioni scelte Motore 7,5: quasi cinque litri per quattro cilindri, una delle soluzioni più riuscite di Agco Power. Sull’N123 Versu dimostra elasticità ma non brilla per ripresa, almeno con il settaggio standard della curva di potenza. Trasmissione 7: cambio full powershift, con 20 rapporti divisi in quattro gamme e passaggio automatico tra le medesime. Presenti diverse possibilità di impostazione di impostazione per quest’ultimo Freni 7: frenata efficiente e sicura anche in condizioni difficili Sollevatore 7: buono per portata e controllo dello sforzo. Da notare la possibilità di montare il sollevatore anteriore sterzante Maneggevolezza 7: con 2,6 metri di passo, curva in 4 metri e mezzo. Molto utile per chi deve lavorare sullo stretto Presa di potenza sv: nessun test specifico eseguito Prestazioni 7 Macchina interessante sotto tanti punti di vista. Maneggevole e ben costruita, con un cambio morbido e performante. Potrebbe dare qualcosa di più dal punto di vista della briosità, forse Equipaggiamento 7,5: davvero ricco. A parte la dotaziodà accesso alle memorie di fine campo e al settaggio dei parametri di lavoro, mentre il terzo permette di impostare le unità di misura e altri valori del terminale stesso, come luminosità e lingua, oltre che di avere accesso ai codici di errore. Completiamo la descrizione della cabina con la visibilità, buona davanti e dietro, e la silenziosità, elevata in ogni condizione. Il climatizzatore ci è sembrato lavorare abbastanza bene, anche se la giornata non particolarmente calda non era adatta a questo tipo di valutazione. Conclusioni Valtra ci ha abituato alle sorprese, dal momento che le sue macchine, che all’apparenza non si discostano poi tanto dallo 20 LA PAGELLA ne di base, che comprende il sedile pneumatico, la cabina sospesa e ben cinque distributori posteriori, si possono avere, a richiesta, il sollevatore anteriore, anche in versione sterzante, e poi la guida retroversa, tre distributori anteriori e tanto altro Cabina 7: non enorme, ma con 5,7 metri quadrati di superficie vetrata e una buona insonorizzazione Visibilità 7: buona su ogni fronte Comfort di lavoro 7: cabina con sospensioni e sedile pneumatico di serie, mentre il ponte anteriore ammortizzato è optional Disposizione comandi 7: il bracciolo Arm, brevettato, è davvero ben costruito. Tuttavia i comandi sono tanti, quasi troppi e non tutti di immediata comprensione Estetica 7: macchina corta, compatta, ben strutturata Condizioni di lavoro 7 Ricca dotazione, attenzione ai dettagli e cabina ben organizzata, con un bracciolo multifunzioni molto funzionale Consumi 7,5: i consumi massimi registrati, durante il test, sono stati di 25 litri l’ora; quelli medi erano ben inferiori Prezzo d’acquisto 6: non è un trattore economico: la versione di base costa circa 81mila euro, ma con sollevatore anteriore e ponte sospeso si arriva vicino ai 90mila. Con altri 4.500 si ha anche la guida retroversa Costi 7 Prezzo un po’ alto, consumi molto buoni standard di categoria, nascondono sempre qualche segreto: vuoi nell’idraulica, vuoi nel motore a sbalzo sull’assale anteriore o nel telaio impiegato anche in situazioni nelle quali la larghissima parte della concorrenza opta per la trasmissione portante. Nel caso dell’N123 Versu, la tradizione è stata rispettata con una dotazione idraulica di prim’ordine e con una dose molto alta – a taluni parrà eccessiva – di tecnologia. Nel complesso, quella che abbiamo messo al lavoro è decisamente una buona macchina, che ha nelle dimensioni e nell’equipaggiamento i suoi punti di forza. Un trattore che arriva, in potenza massima, a superare i 140 cavalli, essendo lungo 4 metri e mezzo e pesando 54 quintali con serbatoio pieno, ha certamente buone potenzialità dal punto di vista della versatilità e del rapporto peso-potenza. Inoltre, la serie Versu vanta un cambio powershift di primo livello, con 20 rapporti divisi in quattro gamme e la possibilità di andare dal primo all’ultimo senza toccare la frizione. In più, il passaggio tra i rapporti powershift è praticamente impercettibile, anche se lo avremmo voluto un po’ più grintoso. Pertanto abbiamo sicuramente un trattore interessante, con un motore assai elastico, per essere un quattro cilindri, anche se non eccezionale per spunto. Un mezzo, insomma, che si inserisce appieno nel nuovo corso delle macchine di potenza medio-piccola: quattro cilindri, molti cavalli, maneggevolezza estrema e dotazioni degne di una categoria superiore. m&ma - n. 5 - 2014 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC PROVA IN CAMPO Porta-attrezzi Claas Xerion 3800 Saddle Trac di Ottavio Repetti La sempre maggior disponibilità di liquami e digestato rende interessanti macchine come lo Xerion Saddle Trac, allestito con botte Sgt. Lo abbiamo provato nel Lodigiano, grazie a una ditta agromeccanica vicentina. Si lavora su mais alto fino a 20 cm con danni minimi alle piante e un’eccellente produttività oraria m&ma - n. 5 - 2014 mmaginate di distribuire 95 metri cubi di reflui su un ettaro di terreno, a velocità prossime ai dieci km orari. Fantascienza? No, semplicemente le prestazioni che Claas dichiara per il suo Xerion allestito con la botte per liquami Sgt. Vale a dire uno dei due sistemi più efficienti attualmente sul mercato per la gestione dei reflui aziendali e del digestato. Una combinazione lanciata nel nostro paese già da tempo, ma diventata davvero interessante negli ultimi due anni, grazie al boom dei biodigestori e alla conseguente necessità di smaltire enormi quantità di digestato liquido in breve tempo. Claudio Riva, vicentino, titolare della Linea Verde, ha scelto proprio la gestione dei reflui – in particolare quelli frutto di digestione anaerobica – come uno dei core business della sua azienda. E ha I scelto, anche, uno Xerion della classe 3800 Saddle Trac, portando così in Italia uno dei primi esemplari di questa gamma. Grazie alla sua collaborazione lo abbiamo potuto vedere al lavoro, su mais alto già una ventina di centimetri; vale a dire in una delle applicazioni più interessanti per le potenzialità che offre. Prima di trattare nei dettagli il funzionamento della macchina, vediamo allora cosa differenzia i Saddle Trac dai normali Xerion. Cabina avanzata, sollevatore sterzante Cominciamo dagli aspetti comuni, che sono la maggioranza: motore, trasmissione, sterzo e freni, telaio, comandi e cabina sono gli stessi dello Xerion 3800 tradizionale. Cambia, invece, la collocazione della cabina, che non è 21 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC Cabina spostata sul motore e sollevatore sterzante sono le caratteristiche specifiche dello Xerion in allestimento Saddle Trac 1 3 4 5 2 centrale, ma spostata in avanti, sul motore. In questo modo resta, alle spalle dell’abitacolo, più spazio per ospitare carichi portati che, nel nostro caso, sono rappresentati dalla cisterna dei liquami. La quale è di 16 metri cubi contro i 12,5 di quella dello Xerion “convenzionale”. Oltre a essere avanzata, la cabina è anche fissa, mentre sullo Xerion VC, come noto, può ruotare di 180°, trasformando il trattore in una macchina reversibile. Ed è infatti in questo assetto che si usa, normalmente, con l’applicazione spandi-liquami. Il Saddle Trac, invece, lavora nella direzione di marcia normale e aggancia l’attrezzo – che sia barra con calate, interratore o sarchiatore – sul sollevatore posteriore. Quest’ultimo rappresenta un altro elemento distintivo del Saddle Trac: è infatti sterzante, per consentire di ruotare con le quattro ruote (la sterzata sui due assi è una caratteristica tipica di Xerion) continuando a lavorare il terreno, senza che l’attrezzo e il sollevatore siano sottoposti a pericolose 22 1. Comandi come sempre raggruppati sul lato destro, anche se manca un bracciolo multifunzioni vero e proprio. 2. Telecamera per il controllo dell’attrezzo posteriore: su una macchina con questo ingombro è praticamente indispensabile. 3. Il terminale dell’impianto Sgt permette di controllare facilmente tutto il circuito di distribuzione, impostare i dosaggi ed escludere parzialmente la barra di interramento. 4. La leva multifunzioni non è la C-Motion di ultima generazione, ma è comunque ben organizzata e completa. 5. Grazie alla pompa ad alta capacità, il caricamento del liquame avviene in pochi minuti. torsioni. Dunque, per riassumere: cabina fissa e avanzata, maggior capacità di carico e sollevatore sterzante sono i principali aspetti che caratterizzano la versione Saddle Trac rispetto alla VC. Motore e trasmissione Passiamo allora in rassegna gli aspetti principali del trattore. Cominciando dal motore: un Caterpillar C9 6 cilindri, turbo intercooler, da 8,8 litri, con 364 cv (268 kW) di potenza nominale e 388 cavalli (285 kW) di potenza massima, secondo gli standard Ece R120. La coppia massima, a 1.400 giri, è invece di 1.620 Nm. Ed è, fa notare Claas, un valore molto importante, perché permette di lavorare mantenendo basso il regime motore e sfatando uno dei miti che affliggono Caterpillar: ovvero che, pur essendo un eccellente motore, ha consumi mediamente più elevati della concor- renza. Ci torneremo più avanti, valutando il comportamento della macchina in campo. Secondo Claas, comunque, il fabbisogno medio in questo tipo di lavorazioni va dai 23 ai 28 litri all’ora, grazie soprattutto al Cebis, il sistema di gestione elettronica, che abbassa il regime motore fino al minimo possibile a parità di prestazioni. Sempre a proposito del motore, segnaliamo la ventola reversibile di serie, molto utile per ridurre gli interventi di pulizia dei radiatori. Bisogna infatti ricordare che la cabina fissata sopra al motore non è certo d’aiuto per l’accessibilità al medesimo: quando si devono fare interventi importanti l’abitacolo va ribaltato, esattamente come si fa per le cabine degli autoarticolati. Per le normali manutenzioni – filtri, olio, pulizia radiatori e poco altro – si possono invece raggiungere le parti interne grazie agli sportelli laterali del cofano. La trasmissione, naturalmente, è m&ma - n. 5 - 2014 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC Per l’equipaggiamento con botte da liquami, la macchina monta un terzo circuito idraulico con pompa da 235 litri al minuto parte integrante del sistema che porta ad avere gli ottimi consumi dichiarati dal costruttore. Sullo Xerion troviamo una ZF Eccom 3.5 a variazione continua con velocità massima di 50 km orari (40, come risaputo, per il nostro paese). Si tratta di un cambio a quattro stadi gestiti, naturalmente, in automatico, di modo che all’operatore non resti che accelerare per aumentare la velocità fino al massimo consentito. Il cambio si può usare secondo diverse strategie. Con il Tempomat, per esempio, per ridurre i giri al minimo indispensabile. Oppure in manuale, dove con la cloche si regola la velocità e con l’acceleratore il regime motore. Altre opzioni sono la modalità Automotiv, ovvero controllo con il solo pedale della velocità, ed E-gas, che consente di mantenere costanti i giri ed è dunque il metodo migliore per lavorare con la presa di potenza. La quale naturalmente opera a mille giri, come quella anteriore. La sterzata, come anticipato, av- 1 viene sulle quattro ruote, con sei programmi possibili. Da notare la portata, davvero eccellente, degli assali: 18 tonnellate ciascuno, per un totale, dunque, di 360 quintali. Ovviamente, trattore compreso, ma non c’è dubbio che la capacità di carico di questo porta-attrezzi sia tra le migliori del mercato. Idraulica Quando parliamo di idraulica dobbiamo precisare che tipo di Xerion stiamo usando e con che applicazione. In versione tradizionale, infatti, il trattore dispone di due pompe a portata variabile da 190 litri al minuto e 200 bar di pressione. Una alimenta il sollevatore e i distributori – fino a cinque posteriori – e l’altra i servizi della macchina, compresa la rotazione della cabina, quando prevista. Per impieghi speciali – e l’uso con l’impianto Sgt è senz’altro uno di essi – abbiamo però un terzo circuito idraulico, alimentato da una pompa dedicata che ha una portata 2 1. Lo Xerion Saddle Trac è dotato di sterzo sulle quattro ruote. Quando si opera con due sole ruote sterzanti la manovrabilità risulta piuttosto limitata. 2. L’interratore-sarchiatore richiede una velocità di avanzamento ridotta a 6 km orari. 3. Grazie alla capacità della pompa principale, l’impianto Sgt può interrare elevatissime quantità di liquame per ettaro. 4. Grazie alla sua conformazione lo Xerion con impianto Sgt è in grado di distribuire liquami o digestato su mais già piuttosto alto e rappresenta quindi una soluzione molto interessante per quelle aziende che hanno problemi di stoccaggio dei reflui. m&ma - n. 5 - 2014 di 235 litri al minuto, per una potenza massima di 90 kW (130 cv). Questo impianto serve ad azionare, attraverso due motori idraulici, la potentissima pompa a lobi del sistema di distribuzione dei liquami. Costruita da Vogelsang, ha una capacità di 9.200 litri al minuto ed è fornita di un sistema a griglia che impedisce il passaggio di sassi e corpi estranei del diametro maggiore di 4 cm. Abbiamo poi un trituratore – annesso alla griglia – che macina piccoli sassi e naturalmente paglia e residui, inviando poi il tutto al circuito di distribuzione. Il blocco – che come si può immaginare ha peso e dimensioni non indifferenti – è montato sul sollevatore anteriore, come si vede dalle foto. Qui trova spazio anche la “proboscide”, ovvero il tubo orientabile che serve a pescare il prodotto dalla vasca o, attraverso un innesto in gomma, da una botte per liquami. La cisterna, come abbiamo anticipato, ha una capacità di 16 metri cubi e invia il materiale a un distributore che, a sua volta, lo indiriz- 3 4 23 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC PREZZO D ’ACQUIST O MACCHIN A PROVAT A Curve caratteristiche motore Xerion 3800 1.700 Coppia motore Nm P tenzza moto Pot Po ttore re CVV 388 3380 1.500 36600 360 1.400 340 334 4 40 1.300 32 320 1.200 30 300 30 1.100 280 280 28 1.000 1.400 Giri 1.500 1.600 1.700 Coppia motore ECE R 24 1.800 1.900 2.0000 € 400 40 400 1.600 260 600 2.1100 00 1 Potenza motore ECE R 24 2 3 1 Sopra il motore La particolarità dello Xerion Saddle è nel collocamento della cabina: spostata avanti, sopra il motore, in modo da lasciare più spazio di carico sugli assali. Infatti questi ultimi portano 18 tonnellate ciascuno (compreso il trattore) e rendono possibili applicazioni davvero interessanti, non soltanto per la distribuzione dei liquami 24 2 Cvt: molto comfort, pochi consumi Il cambio a variazione continua ZF Eccom 3.5 è una certezza, in fatto di integrazione con il motore e gestione della potenza. Sullo Xerion non si smentisce, riuscendo a garantire una marcia fluida e al tempo stesso consumi davvero interessanti: anche meno di 20 litri l’ora con applicazioni mediamente impegnative m&ma - n. 5 - 2014 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC I PREGI Consumi sorprendentemente contenuti: con applicazioni leggere si resta sotto i 20 litri orari Motore potente e perfettamente integrato con la trasmissione a variazione continua ZF Eccellente capacità di lavoro: si superano i mille metri cubi in un giorno Sollevatore sterzante, per mantenere le prestazioni anche in curva I DIFETTI Costo di acquisto piuttosto elevato Raggio di sterzata ampio, soprattutto quando si sterza con due sole ruote La versatilità non è eccezionale: occorrono attrezzi realizzati appositamente per questo trattore 4 3 4 Pompa e trituratore Maxi pompa con proboscide sul sollevatore anteriore, mentre sull’attacco a tre punti posteriore troviamo l’attrezzo per l’interramento o la distribuzione superficiale. Così lo Xerion ottimizza gli spazi e realizza un allestimento completo per la distribuzione dei reflui. Pompa anteriore da 9.200 l/min dotata di trituratore m&ma - n. 5 - 2014 Sedici metri cubi La botte Sgt ha una capacità di 16 mc. Facendo una distribuzione razionale (70 mc/ha), è sufficiente per circa 2.300 mq. Con una barra da 6,5 m, pertanto, si possono percorrere quasi 360 metri prima di tornare a caricare. Buona superficie di appoggio e avanzamento a granchio permettono di contenere il compattamento 25 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC Capacità di carico fino a 16 metri cubi: sufficienti per oltre 350 metri di lavoro con barra da 6,5 metri 1 1 3 2 4 za alle diverse calate dell’attrezzo. Quest’ultimo può essere di varia natura: si va dalla barra con calate per la distribuzione al suolo all’interratore con sarchiatore oppure ancore che lavorano più in profondità. Il tutto, chiaramente, agganciato all’attacco a tre punti posteriore, che ha una portata di 11,7 tonnellate e controllo dello sforzo elettronico. Il test con Sgt Lo abbiamo anticipato in apertura del servizio: una delle applicazioni più interessanti per questa macchina – oltre che l’unica, forse, che ne giustifica il costo certa26 mente non indifferente – è la distribuzione di liquami e digestato con botte montata sulle larghe spalle del Saddle. Ci dilunghiamo un momento sulla botte per liquami, allora, dal momento che costituisce una parte integrante dello Xerion Saddle, sebbene quest’ultimo possa essere usato anche con altre attrezzature. Come anticipato, il sistema è composto da una cisterna con 16 metri cubi di capacità, una potentissima pompa volumetrica con trituratore e un sistema di distribuzione cui si possono abbinare diversi attrezzi, per operare su terreno in preparazione o su colture già emerse. Oppure – ed è forse l’aspetto più interessante – su piante già alte oltre 20 cm, come nel caso del nostro test. Aggiungiamo ora che la cisterna è facilmente asportabile grazie a due innesti che permettono di sollevarla o posarla con le forche da pallet di un normale telescopico o carrello elevatore. In questo modo, montare e smontare l’equipaggiamento per reflui non richiede più di un paio d’ore, un 1. Il passaggio del sarchiatore lascia il mais praticamente intatto. Si ha un po’ di calpestamento in capezzagna, dove si rende necessaria la svolta. 2. Pompa da 9.200 litri al minuto, montata sulla parte anteriore dello Xerion per esigenze di spazio e bilanciamento. Permette le ottime prestazioni descritte dai proprietari. 3. Oltre che per la distribuzione dei reflui, lo Xerion è stato impiegato nel compattamento della trincea, altra attività per la quale si è dimostrato particolarmente versato. 4. Il Saddle Trac di Claudio Riva attrezzato con l’erpice ad ancore per interrare i liquami durante la lavorazione del terreno. tempo tutto sommato accettabile. Altri dettagli interessanti sono il fatto che il trituratore inverte il senso di rotazione ogni volta che si riavvia la pompa e che sulla medesima è presente un gruppo di valvole che chiude l’erogazione ma permette alla pompa di continuare a funzionare anche durante le svolte in capezzagna, per essere pronta – e soprattutto non intasata – quando si ricomincia a lavorare. Il sistema di pescaggio, infine, arriva a un’altezza di 5 metri e a 8,5 metri di distanza dall’attrezzo e può pertanto raccogliere i liquami anche da una cisterna posta in capezzagna e con in mezzo un canale di irrigazione o di scolo. Passiamo alla prova vera e propria. Abbiamo visto lavorare la macchina in provincia di Lodi, sfruttando la notevole propensione alle trasferte del gruppo Riva, che si sposta per centinaia di chilometri con il suo Xerion. Nel nostro caso, si è lavorato su mais alto una ventina di centimetri, con un sarchiatore ad ancore che inm&ma - n. 5 - 2014 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC In prova la macchina ha dimostrato ottime prestazioni e un buon comfort di lavoro. Peccato per la maneggevolezza ridotta terrava il prodotto tra una fila e a l’altra, a una profondità di 15-20 cm. In questo modo, lo Xerion è in grado di mettere il prodotto là dove le radici lo possono facilmente raggiungere e pertanto ottimizza le potenzialità di fertilizzazione del digestato. Si tratta insomma di un sistema altamente efficiente e razionale di sfruttare un sottoprodotto della digestione anaerobica. Vediamo però come si comporta la macchina, cominciando dalla produttività. Che, come si immagina, è ovviamente alta. Claas dichiara che con un dosaggio di 70 metri cubi per ettaro si possono raggiungere velocità di 13 km/h, che scendono a circa 11 se si fa sarchiatura e si ha dunque l’esigenza di non danneggiare il mais. Nel corso del test siamo arrivati a 10 km orari senza difficoltà e l’operatore della ditta ci conferma questi valori, spiegandoci che con il sarchiatore, dunque dovendo limitare un po’ la velocità, si riescono a distribuire 1.100 metri cubi in circa 14 ore di lavoro. Per ottenere questo risultato è importante che la macchina sia ben servita – ovviamente non deve andarsi a prendere il liquame in azienda, ma deve trovarlo a bordo campo – e in più il mais deve essere seminato con regolarità. Il massimo sarebbe, ovviamente, aver fatto la semina con un sistema di guida satellitare. A queste condizioni, si lavora senza troppe preoccupazioni e i danni alle piante – che sono presenti, diciamolo – sono comunque molto contenuti: limitati, praticamente, al fine campo, visto che per il resto del tragitto la macchina passa prevalentemente nell’interfila del mais. Per quanto riguarda il motore, m&ma - n. 5 - 2014 Per avere una elevata produttività oraria è indispensabile che lo Xerion sia ben servito. In questo caso si è scelto di lavorare con un carro che funziona da serbatoio. Le botti vi scaricano i liquami che saranno poi pescati dallo Xerion. un’applicazione di questo tipo risulta mediamente impegnativa per il Caterpillar e di conseguenza è possibile lavorare a un regime ridotto. Ne beneficiano i consumi, come ci conferma il proprietario della macchina, Claudio Riva: «Noi stessi siamo rimasti stupiti da quanto poco carburante richieda lo Xerion, perché ci aspettavamo livelli ben superiori visti cavalli e cilindrata. Con il sarchiatore, quindi un attrezzo piantato nel terreno, richiede più o meno 150 litri al giorno». Secondo l’operatore salito a bordo con noi, una giornata di lavoro con il preparatore a dischi da 6,5 metri permette di restare, in media, sotto i 20 litri l’ora, avanzando a una velocità di circa 6 km/h. La trasmissione, a variazione continua, aiuta naturalmente a risparmiare gasolio e assieme migliora la comodità di impiego. «Il cambio è ottimo – spiega il proprietario – e tiene la macchina giù di giri in modo da ridurre i consumi. La differenza tra l’uso in modalità manuale e quello in automatico lo dimostra: se si lavora con pedale e leva, la macchina resta sempre un po’ su di giri. Se invece si im- posta la velocità di avanzamento sul Tempomat, il computer abbassa gradualmente il regime fino al minimo possibile». Anche lo sterzo lavora bene, grazie alle quattro ruote direzionabili. «È sufficientemente maneggevole quando si usano tutte e quattro le ruote, si riesce a girare senza fare troppi danni. Quando si sterza con due sole ruote, invece, si sente che la macchina è lunga e quindi ci vuole un certo spazio. Però noi abbiamo pneumatici da 900, con le 700 andrebbe già meglio», spiega l’operatore. In effetti il raggio di svolta dichiarato da Claas è, per la sterzatura a quattro ruote, di 7 metri circa, che chiaramente aumentano quando si blocca l’assale posteriore. Cabina e condizioni di lavoro Un trattore di alta fascia come lo Xerion non può, per principio, essere scomodo o mal progettato nell’interfaccia con l’operatore. Infatti troviamo, nella cabina che è ovviamente ammortizzata, abbondanza di spazio, visibilità anteriore molto buona (data la 27 PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC LA PAGELLA LA PAGELLA Impianto idraulico 8: due pompe come standard, più una terza per le applicazioni speciali che richiedono elevati quantitativi di olio. Sollevatore da 117 quintali di portata massima, sterzante Motore 7: Caterpillar C9 con quasi 390 cavalli di potenza massima. Non si resta mai a secco di cavalli Trasmissione 7: ZF Eccom 3.5. Un cambio a variazione continua a quattro stadi perfettamente integrato con la gestione elettronica del motore. Consente di ridurre il regime risparmiando molto sui consumi Freni 7: molta attenzione riservata ai freni da parte del costruttore Sollevatore 7: buono per portata e controllo dello sforzo. Da notare la possibilità di montare il sollevatore anteriore sterzante Maneggevolezza 6: con lo sterzo su quattro ruote si gira ancora, ma quando si passa alla sterzata singola ci vuole parecchio spazio Presa di potenza sv: nessun test specifico eseguito Prestazioni 7,5 Eccezionale capacità di lavoro con l’applicazione Sgt: si superano i mille metri cubi in una giornata (non di otto ore, ovviamente). Degne di rispetto anche le prestazioni in trincea. Motore efficiente, buona trasmissione, sollevatore potente. Pecca soltanto la maneggevolezza Cabina spaziosa, silenziosa e dotata di un buon sistema di climatizzazione. Decisamente una postazione di lavoro confortevole. posizione dell’abitacolo sarebbe impossibile il contrario) e un rumore contenuto, sebbene ci si trovi sostanzialmente seduti sul motore. Unica pecca, da quando abbiamo visto, è la visibilità posteriore: totalmente impedita dalla cisterna. È in casi come questo che si capisce quanto sia utile la tecnologia, che con una piccola 28 LA PAGELLA Cabina 7: cabina confortevole, molto spaziosa, abbastanza insonorizzata. Climatizzatore efficiente Visibilità 7: buona davanti, assente – quando si monta l’allestimento Sgt – dietro; dove, per fortuna, c’è la telecamera Comfort di lavoro 7: cabina con sospensioni pneumatiche, molto efficiente Equipaggiamento 7: completo, come si conviene a un trattore di alta fascia Disposizione comandi 6,5: la leva multifunzioni non è ancora la C-Motion, ma è comunque completa e permette di gestire le operazioni principali del porta-attrezzi Estetica 6: non è certamente il pregio principale dello Xerion Condizioni di lavoro 7 Macchina confortevole, ben organizzata, con ampio spazio in cabina Consumi 7,5: senza dubbio meglio di quanto ci si potrebbe aspettare. Con il sarchiatore si scende anche sotto i 20 litri l’ora Prezzo d’acquisto 6: macchina indubbiamente costosa Costi 6,5 Potrebbe essere la nota dolente, invece grazie all’eccellente gestione elettronica del motore, i consumi sono davvero contenuti. Naturalmente il costo di acquisto è importante, sebbene inferiore a quello della versione con cabina girevole telecamera risolve un problema altrimenti assai grave. Gli operatori della ditta promuovono il climatizzatore elettronico e la disposizione dei comandi. Riguardo a questi ultimi, bisogna sottolineare che il Saddle Trac appartiene alla penultima generazione di Xerion e pertanto non monta l’indovinatissima leva CMotion che Claas sta proponendo su tutti i suoi trattori di recente costruzione e di fascia alta. Troviamo, comunque, una leva multifunzioni che raggruppa avanzamento, sollevatore, quattro tasti di funzione, distributore, memoria di giri-motore e attivazione della guida satellitare. Dunque, quel che serve per le normali attività. Riassumendo, lo Xerion Saddle Trac è un trattore assai particolare, che dà il meglio con dotazioni dedicate. Come, appunto, l’equipaggiamento per liquami. Con il tempo, tuttavia, stanno nascendo nuove applicazioni pensate per questo attrezzo. Per esempio, una specifica per la semina, creata da Lemken; ma non dubitiamo che presto altre nel seguiranno. Con ciò, va detto che nel nostro paese l’attività principale per questo mezzo resterà, per diverso tempo ancora, la distribuzione dei liquami. Un settore comunque in forte espansione e che pertanto può assicurare lavoro sufficiente, a condizione di seguirlo con continuità e competenza. Vale dunque la pena dotarsi di uno Xerion Saddle Trac? Se si fa contoterzismo e si ha voglia di scommettere sul futuro, probabilmente sì. Se si ha soltanto un biodigestore, per quanto grande, è bene fare i conti con attenzione o quantomeno cercare di sfruttare questo maxi-trattore anche per lavorazione del terreno, semine e, naturalmente, il compattamento delle trincee, altra attività che sembra fatta su misura per Xerion. m&ma - n. 5 - 2014 Speciale PNEUMATICI Mercato, la quiete dopo la tempesta PAG. 30 Come identificare le gomme PAG. 33 Modelli e misure per tutte le necessità PAG. 36 SPECIALE PNEUMATICI LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA Dopo un 2012 difficile, il volume di pneumatici nel 2013 in Europa si è mantenuto sugli stessi livelli dell’anno precedente. Segnali di ripresa per il 2014 di Francesco Bartolozzi ontinua a manifestarsi vivace il mercato dei pneumatici agricoli (vedi anche articolo di pag. 36), nonostante gli alti e bassi degli ultimi anni. Lo scorso anno avevamo sottolineato la difficoltà nelle vendite, con un calo significativo rispetto all’anno precedente, ma per fortuna questa “emorragia” si è fermata nel 2013 e a livello europeo il mercato dei ricambi ha segnato una sostanziale stabilità (+1%, dati EuroPool), anche se l’Italia ha registrato una leggera flessione. Come sempre cerchiamo di entrare un pochino di più nel dettaglio del mercato nostrano, affidandoci quest’anno al prezioso commento di due dei marchi più importanti che sono presenti sul territorio italiano e che hanno gentilmente risposto alle nostre domande (vedi box sottostante). C Bridgestone-Firestone 1) Secondo i dati Europool – risponde Andrea Marconcini, Director, Commercial Product Bridgestone – la domanda di mercato per l’anno 2013 si è dimostrata in linea con l’anno precedente. Il mercato si è mantenuto stabile a fronte di un 2012 davvero impegna- SCENARIO E PROSPETTIVE LE NOSTRE DOMANDE 1) Come si è chiuso il 2013 e come è iniziato il 2014? 2) Quante unità complessivamente sono state vendute in Italia nel 2013? In percentuale quanti radiali e quanti convenzionali? Quanti come primo equipaggiamento e quanti come ricambi? Ci sono stati dei cambiamenti per quanto riguarda queste ripartizioni (radiali/convenzionali e primo equipaggiamento/ricambi)? 3) Qual è la vostra quota di mercato in Italia? 4) Quali sono i mercati emergenti dove lo pneumatico agricolo ha i maggiori spazi di crescita? 5) Quanto è cresciuta negli ultimi tempi l’attenzione che il cliente agricolo dedica a un componente importante come lo pneumatico? 6) Potete anticipare le eventuali novità che presenterete in occasione di Eima 2014? 30 tivo e sfidante, ma abbiamo avuto una crescita nella richiesta dei prodotti radiali. Bridgestone South Region ha assistito ad una radializzazione dei mercati dell’Est, soprattutto in Romania. Le previsioni per il 2014 fanno intravedere cenni di ripresa sia a livello italiano sia europeo; l’incremento della domanda nel ricambio resta comunque sotto al 5%, ma lascia ben sperare per un anno che sia decisamente più positivo rispetto al 2013. 2) Il 2012 è stato un anno negativo e il 2013 si è chiuso a pareggio. Le vendite Firestone per l’anno passato hanno visto una maggiore percentuale di prodotto radiale rispetto al convenzionale, con un aumento rispetto al 2012. Per quanto riguarda il mercato del primo equipaggiamento, Firestone fornisce da diversi anni lo stabilimento Cnh di Jesi con volumi decisamente in crescita . La strategia perseguita a livello europeo si concentra su un forte impegno nel business del primo equipaggiamento, focalizzando l’attenzione non solo sui clienti già acquisiti, ma ampliando anche la rete dei prospect. 3) La strategia del marchio Firestone è quella di focalizzarsi sul segmento radiale; nel 2013, a fronte di un mercato stagnante, Firestone è stata in grado di mantenere stabile la propria quota di mercato. A livello europeo abbiamo invece assistito a un incremento (oltre 20%) anche grazie ai nuovi prodotti come Combine e XL. 4) I mercati dell’Europa dell’Est sono sicuramente quelli a più alto potenziale di crescita anche grazie al supporto delle politiche agricole europee che stimolano e sostengono l’avvio di attività agricole, favorendo l’arrivo di investitori esteri e garantendo quindi un’espansione del mercato e l’evoluzione nella richiesta del prodotto radiale. 5) L’attenzione nei confronti dei pneumatici è cresciuta proporzionalmente all’attenzione alla redditività e alla efficienza produttiva, soprattutto nelle aziende più organizzate che hanno un’impronta decisamente imprenditoriale. Le performance del pneumatico incidono m&ma - n. 5 - 2014 SPECIALE PNEUMATICI Vendite pneumatici agricoli in Europa nel 2013 (.000 unità) 350 300 250 200 150 100 50 0 Bo sn ia- Erz eg ov Bu ina l Re gari p. a C Es eca to Cr nia oa Un zia g Lit aria ua Le nia tto Po nia Se R loni rbi om a a + an Ko ia Slo sovo Slo ven va ia cc h Be Aus ia lgi tri o/L a u Sv ss. i Ge zzer r a Da man nim ia a Sp rca ag Fin na lan Gr Fr dia an an Br cia eta gn Gr a ec ia Eir Ita e Ola lia No nda rv Po egia rto ga Sv llo ez ia Agro 2010 Agro 2011 Agro 2012 Agro 2013 tecnologie che garantiscano un ottimo rapporto qualità/prezzo. Inoltre, Firestone veicola i propri servizi e prodotti attraverso una selezione di rivenditori dettaglianti specializzati nella vendita dei pneumatici agricoltura. I dealer sono selezionati in base a determinati criteri e parametri di eccellenza che li rendono dei veri e propri opinion leader nella zona di competenza. 6) Abbiamo grandi novità quest’anno. Dopo una fervente attesa il marchio Bridgestone sarà introdotto anche nel mercato Agricoltura. Il lancio europeo avverrà a maggio durante il Reifen di Essen, mentre per il mercato italiano abbiamo appunto scelto la rassegna bolognese. La gamma Bridgestone in Agricoltura si affiancherà a quella Firestone, andando a coprire la fascia alta di mercato caratterizzata da una crescente richiesta tecnologica e da prodotti innovativi; la gamma Firestone rimarrà elemento fondamentale della nostra offerta di prodotto grazie al vasto line-up e all’ottimo rapporto qualità/prezzo. Fonte: Europool ETRMA. Mercato ricambi pneumatici agricoli negli ultimi anni (unità)* 2010 2011 2012 2013 Italia 137.000 135.700 113.595 112.500 Europa 1.942.135 1.874.820 1.652.397 1.668.921 * dati Europool su elementi che influenzano i costi delle aziende agricole e oggi le aziende e i contoterzisti sono attentissimi alla riduzione dei costi operativi, causa anche la sfavorevole congiuntura. Firestone lavora già da anni in questo senso, proponendo soluzioni di business e nuove m&ma - n. 5 - 2014 31 SPECIALE PNEUMATICI In quest’ottica i prodotti della gamma Bridgestone avranno un altissimo contenuto tecnologico: nello sviluppo si è puntato molto sull’ecosostenibilità, in particolare sulla bassa compattazione del terreno grazie all’innovativa tecnologia VF specificamente studiata per carichi molto elevati. Il risultato finale è un perfetto bilanciamento tra efficienza produttiva e rispetto del suolo, volto a diminuire i costi operativi delle aziende agricole di oggi e di domani. Bridgestone è il primo produttore di pneumatici al mondo e la scelta di entrare con il proprio marchio di riferimento nel mercato Agricolo testimonia chiaramente la volontà di investire in questo importante settore dell’economia. Michelin 1) La congiuntura economica negativa del 2012 è proseguita nel 2013 – risponde Ernesto Meroni, responsabile Marketing Operativo settore Pneumatici Agricoli – condizionando anche il mercato degli pneumatici per agricoltura. Ci sono stati deboli segnali di ripresa del mercato nella prima parte del 2013, controbilanciati però dalle difficoltà finanziarie. Si può dire comunque che il mercato è rimasto stabile rispetto al 2012 e che i primi mesi del 2014 mostrano segnali di ripresa. 2) Lasciando da parte i dati sensibili, possiamo dire che il rapporto tra pneumatici radiali e convenzionali è stabilizzato e dell’ordine di 90 a 10. Bisogna comunque tener conto delle variazioni legate alle gamme: le gamme più tecniche, infatti, sono totalmente radiali. Per quanto riguarda il mercato del primo equipaggiamento, è leggermente in calo rispetto al 2012. 3) Il gruppo mantiene la leadership. 4) I mercati emergenti sono il Sudamerica e i mercati orientali. Tra i principali, Brasile, India e Cina. 5) Le imprese agricole sollecitano sempre più i fornitori per trovare soluzioni capaci di soddisfare le specifiche esigenze e che offrano il miglior ritorno possibile sull’investimento. Michelin continua a impegnarsi nello sviluppo di gamme capaci di rispondere alle loro attese. Il gruppo, che investe annualmente oltre 600 milioni di euro nel settore Ricerca e Sviluppo, ottiene risultati sempre più rilevanti nelle gamme tecnologiche. Si pensi ai prodotti Michelin a tecnologia Ultraflex, capaci di incidere sui rendimenti sia in termini di resa agronomica, sia di risparmio di tempo e carburante. 6) Proprio grazie alla costante attività di ricerca di Michelin, i nostri prodotti sono in continua evoluzione. Le tempistiche sono legate alle esigenze prioritarie del mercato ed alle pianificazioni industriali. Non saremo presenti a Eima, ma potremmo avere in corso d’anno delle novità prodotto. Trelleborg Wheel System 1-3) Il 2013 – risponde Paolo Fogagnolo, Country Manager – Italy & Greece BU Agricultural & Forest32 ry Tyres – ha registrato ancora un calo del mercato se consideriamo l’andamento di tutte le tipologie, in linea con le aspettative; possiamo affermare con certezza che la domanda di prodotto radiale soffre meno. Continuano a manifestarsi le problematiche segnalate negli ultimi anni, come la mancanza di liquidità, che influenza le scelte d’acquisto degli utilizzatori finali, aumentando la ricerca di prodotti qualitativamente meno performanti, ma più economici. Se scendiamo nel dettaglio della realtà globale Trelleborg, il 2013 si è chiuso con segno positivo rispetto all’anno precedente, con un ruolo importante svolto dai mercanti extraeuropei. Non registriamo un cambiamento nella distribuzione tra radiale e convenzionale, così come sostanzialmente invariata è rimasta la distribuzione delle vendite tra il canale ricambi e il primo equipaggiamento. 4) L’Europa continua a essere un mercato sostanzialmente molto stabile, come ci testimoniano i dati relativi alle immatricolazioni. I mercati in forte sviluppo oggi sono ancora quelli in cui il livello di meccanizzazione agricola è in crescita, come la Cina, o i paesi in cui il processo di conversione dal convenzionale al radiale ha trend di crescita significativi (vedi gli Stati Uniti). 5) Oggi i professionisti dell’agricoltura, siano essi contoterzisti o agricoltori, sono sempre più sensibili ai costi di gestione; all’interno di questi, una parte importante è rappresentata dal pneumatico e dalle sue prestazioni. Oggi la qualità di un pneumatico si misura anche attraverso la sua capacità di incidere sul consumo di carburante, che è la maggiore voce di spesa giornaliera. L’efficienza del pneumatico in termini di riduzione dei consumi di carburante, dato che a parità di lavoro svolto riduce il tempo impiegato, ha anche un importante impatto sulle scadenze della manutenzione programmata, quindi diventa la chiave del successo. 6) L’Eima 2014 sarà l’occasione per ripresentare al mercato tutte le novità messe in pista negli ultimi mesi, in cui Trelleborg ha dimostrato di perseguire l’innovazione nel pieno rispetto dell’ambiente. Riprenderemo, quindi, il tema a noi molto caro dell’agricoltura sostenibile, testimoniando l’impegno dell’azienda nel fornire soluzioni che offrono valore aggiunto al cliente nel pieno rispetto dell’ambiente. Sarà anche l’occasione per far toccare con mano agli utenti italiani l’innovativo pneumatico ProgressiveTraction, un concetto di pneumatico agricolo specificatamente progettato per migliorare l’efficienza in agricoltura grazie a un doppio rampone che, operando sul terreno in tempi diversi, rilascia progressivamente una maggiore trazione dove e quando richiesto. Ribadiremo, inoltre, il nostro impegno nei confronti degli strumenti digitali e della comunicazione mobile lanciando una nuova app, Tire Efficiency, e ricordando ai professionisti dell’agricoltura l’utilità della nostra presistente offerta, attraverso le app Load Calculator, Tire Book, Tire iBrochure, Dealer Locator e Attraction. m&ma - n. 5 - 2014 SPECIALE PNEUMATICI COME IDENTIFICARE LE GOMME Per orientare l’utilizzatore nella scelta del miglior treno di pneumatici è stata adottata una codifica internazionale che descrive le loro caratteristiche di massima di Roberto Guidotti e caratteristiche più evidenti di uno pneumatico sono le dimensioni, fattore che ne condiziona significativamente le prestazioni, la resistenza all’avanzamento e la capacità di sopportare i carichi statici e dinamici. Chi regge il peso è infatti, principalmente, il volume d’aria contenuto all’interno della copertura, esattamente come in un’imbarcazione: qui è il volume dello scafo che permette il galleggiamento e consente di sopportare e trasportare pesi di decine di migliaia di tonnellate, più di ogni altro mezzo di trasporto. Oltre al volume d’aria che può contenere, e alla sua pressione, la capacità di carico di una gomma è influenzata dalla resistenza alle sollecitazioni esterne e quindi dalla struttura della carcassa. Questa si comporta come uno scheletro elastico, composto da fibre sintetiche ad alta resistenza e di cavi d’acciaio intrecciati e e collegati fra di loro, annegati in una fusione di gomma sintetica – la migliore è quella a base butilica – capace di deformarsi con il minimo attrito interno possibile. Quest’ultimo è un carattere fondamentale, anche se poco conosciuto: più è basso, meno la gomma si scalderà per effetto delle deformazioni cicliche dovute al rotolamento. Quando si parla di pneumatici a basso coefficiente di attrito ci si riferisce alla resistenza della carcassa ai cicli di deformazione, che può essere determinata da una maggiore o minore rigidità della struttura interna, nelle gomme da trasporto, ovvero da una combinazione di mescole speciali, per gli pneumatici di impiego agricolo, che si devono deformare molto per assicurare la massima superficie di appoggio. L Carico unitario Il terreno agrario sopporta carichi molto limitati, dell’ordine di circa 1 kg/cmq, che scendono anche a 0,3-0,5 kg/ cmq dopo la lavorazione o in condizioni di forte umidità. Nel primo caso l’aria, nel secondo l’acqua, costituiscono una sorta di lubrificante che facilita lo scorrimento delle particelle terrose una sull’altra, consentendone la deformazione, che fa affondare la ruota che vi passa sopra. Di norma, quando una ruota affonda nel terreno, la superficie di contatto del battistrada aumenta, insieme con l’aumento dell’arco di circonferenza con cui la ruota tocca il terreno: fino a un certo angolo, questo fattore determina m&ma - n. 5 - 2014 L’attrito è un carattere fondamentale, anche se poco conosciuto: più è basso, meno la gomma si scalderà per effetto delle deformazioni cicliche dovute al rotolamento. un allungamento dell’area di contatto, riducendo la pressione e quindi il carico unitario sul terreno. Superato un certo valore, che dipende dalle caratteristiche della gomma, ma soprattutto dalla sua deformabilità, la resistenza opposta al rotolamento si oppone progressivamente al movimento della ruota, fino al punto di non consentire più l’avanzamento. A parità di condizioni, una ruota di grande diametro permette di racchiudere, nell’angolo di massimo contatto e di minimo attrito, una maggiore lunghezza di contatto con il suolo che, moltiplicata per la larghezza di appoggio, dà la misura della superficie; sommando la superficie media di appoggio di tutte le ruote si arriva alla superficie totale: dividendo il peso della macchina per il valore calcolato, si ottiene il carico unitario o pressione sul terreno. È significativo il fatto che una trattrice di grande potenza, se dotata delle gomme giuste, può restare ben al di sotto del valore di 1 kg/cmq, con una superficie complessiva di appoggio di quasi 2 metri quadrati: molto meno del carico trasmesso al suolo da un isodiametrico di 40 cavalli, che pure può vantare un grande galleggiamento per effetto dell’ottimale distribuzione dei pesi. Sui rimorchi l’effetto è più evidente perché le gomme da carico sono progettate soprattutto per l’uso su fondo solido, come il piano stradale: la resistenza minima della pavimentazione è di 8 kg/cmq e può aumentare parecchio in relazione al tipo di sottofondo, al materiale inerte impiegato, agli additivi aggiunti alla frazione bituminosa, in particolare quelli contro il rammollimento con le alte temperature. Sezione Uno pneumatico da carico, idoneo alla marcia sul campo, deve ovviamente avere una sezione assai maggiore rispetto a uno stradale: questo è uno dei motivi per cui i rimorchi agricoli hanno molta più gomma rispetto ad un veicolo stradale. Se un carro botte da 30 metri cubi ha 33 SPECIALE PNEUMATICI Tab. 1 - Indici di carico (IC) IC kg IC kg IC kg IC kg IC kg 100 800 116 1.250 132 2.000 148 3.150 164 5.000 101 825 117 1.285 133 2.060 149 3.250 165 5.150 102 850 118 1.320 134 2.120 150 3.350 166 5.300 103 875 119 1.360 135 2.180 151 3.450 167 5.450 104 900 120 1.400 136 2.240 152 3.550 168 5.600 105 925 121 1.450 137 2.300 153 3.650 169 5.800 106 950 122 1.500 138 2.360 154 3.750 170 6.000 107 975 123 1.550 139 2.430 155 3.875 171 6.150 108 1.000 124 1.600 140 2.500 156 4.000 172 6.300 109 1.030 125 1.650 141 2.575 157 4.125 173 6.500 110 1.060 126 1.700 142 2.650 158 4.250 174 6.700 111 1.090 127 1.750 143 2.725 159 4.375 175 6.900 112 1.120 128 1.800 144 2.800 160 4.500 176 7.100 113 1.150 129 1.850 145 2.900 161 4.625 177 7.300 114 1.180 130 1.900 146 3.000 162 4.750 178 7.500 115 1.215 131 1.950 147 3.075 163 4.875 179 7.750 un peso complessivo prossimo alle 40 t (ovviamente in campo, visto che su strada gli antiquatissimi ganci Cuna ne limitano il peso a sole 20 t), con le gomme di grande sezione, il carico trasmesso al suolo può superare, nella prima fase della distribuzione, il valore limite di 1,5-2 kg/ cmq. Può sembrare tanto, ma è nulla rispetto a un carro botte monoasse da 3,5 mc equipaggiato con pneumatici tradizionali che, a dispetto dell’apparenza dimessa e “minimalista”, scarica sul terreno un peso unitario quasi doppio, lasciando tracce inequivocabili del proprio passaggio. D’altra parte la rigidità strutturale di una gomma aiuta a ridurre il surriscaldamento dovuto all’attrito interno che, a meno di non impiegare mescole particolare e di costo elevato, tende a surriscaldare l’intero pneumatico fino al punto di determinare il distacco del battistrada o il collasso dell’intera struttura: un effetto evidente soprattutto sugli autocarri pesanti e specialmente nella marcia ad alta velocità, come sulle autostrade. Qui è la frequenza dei cicli di deformazione e ritorno, do- Nei migliori pneumatici per uso agricolo il profilo trasversale è praticamente piatto. 34 vuta alla velocità, a determinare il riscaldamento: è sufficiente che una gomma sia IC kg un po’ più caricata delle altre (il carico non 180 8.000 sempre può essere distribuito uniforme181 8.250 mente) o sia un po’ sgonfia, o abbia su182 8.500 bito qualche trauma (contatto con cordoli, 183 8.750 buche o ostacoli) per determinarne il surriscaldamento e il cedimento. 184 9.000 Nel passato, quando gli pneumatici ave185 9.250 vano struttura a tele diagonali incrociate 186 9.500 (inizialmente in fibre naturali), la resistenza 187 9.750 veniva indicata in base a un numero di tele 188 10.000 convenzionale (2-6 tele per le auto, 6-12 189 10.300 per gli agricoli e 12-20 per i veicoli industriali e da cantiere) che dava una misu190 10.600 ra, seppure approssimata, della rigidità e 191 10.900 della resistenza della carcassa; il numero 192 11.200 di “tele” seguiva la dizione inglese (ply ra193 11.500 ting) e questo spiega perché sul fianco 194 11.800 della gomma veniva indicata la sigla “PR” 195 12.150 seguita da un numero. In seguito il metodo costruttivo è cambiato e così la distribuzione e la stratificazione delle fibre che costituiscono la carcassa, passando dalla struttura diagonale a quella radiale, che consente di scaricare meglio i pesi al suolo, grazie alla migliore deformazione trasversale. Nei migliori pneumatici per uso agricolo il profilo trasversale è praticamente piatto (quasi come un cingolo) in modo da ripartire il peso uniformemente e sulla massima larghezza possibile, che in qualche caso è addirittura superiore alla sezione nominale. Il battistrada ricurvo rimane confinato a pochi pneumatici “da tiro”, nei quali è necessario assicurare la penetrazione dei talloni nel terreno per rendere massima la capacità di trazione. Le gomme di tipo universale rappresentano un compromesso fra i due estremi, che si può ritenere soddisfacente solo in parte: il profilo ricurvo calpesta sempre più di quello piatto, inoltre nelle piccole e medie potenze lo sforzo di trazione è comunque limitato dallo scarso peso aderente. Codifica internazionale Da molti anni, per orientare l’utilizzatore nella scelta del miglior treno di pneumatici – anche se il consiglio del gommista è fondamentale – è stata adottata una codifica internazionale che consente di identificare le gomme, descrivendone almeno le caratteristiche di massima. 1. Larghezza della sezione: larghezza media approssimata in pollici (1 pollice = 25,4 mm) o in millimetri, del pneumatico gonfio, a vuoto. 2. Rapporto di aspetto (indicato con la barra “/” seguita da un numero di 2 cifre): indica il rapporto fra l’altezza del tubolare e la sua larghezza, ovviamente a vuoto; un rapporto di aspetto “/70” indica che la larghezza del pneumatico è circa il 70% dell’altezza del fianco; più questo rapporto è basso, più la gomma è “piatta”: in questi casi la struttura della carcassa deve essere estremamente flessibile per m&ma - n. 5 - 2014 SPECIALE PNEUMATICI mantenere una buona trazione e qui entrano in gioco la tecnologia e la capacità di innovazione del costruttore. 3. Diametro nominale del cerchio (tuttora indicato in pollici), a cui corrisponde il diametro di calettamento, misurato in corrispondenza del tallone che determina la tenuta dell’aria (nei tipi senza camera d’aria); viene preceduto da un trattino nei pneumatici con struttura diagonale, oppure dalla lettera “R” in quelli con carcassa radiale. 4. Indice di carico (vedi Tab. 1): non indica ovviamente la reale portata delle gomma ma una classe di peso che può essere sostenuto in relazione al codice di velocità indicato. 5. Codice di velocità (vedi Tab. 2): anche in questo caso, a ciascun codice corrisponde un certo valore della velocità massima ammissibile con il carico corrispondente al codice precedente; nonostante i due valori siano strettamente interdipendenti, ogni veicolo viene omologato con pneumatici aventi un codice di velocità non inferiore alla velocità massima tecnicamente raggiungibile. Guardando il fianco di una copertura di tipo agricolo, possiamo facilmente trovare la codifica che esprime le sue caratteristiche, per esempio la “800/65R32 167 A8” e “164 B”. Il primo gruppo di cifre e lettere ci informa che lo pneumatico è largo circa 800 mm, e che ha un basso rapporto di aspetto, con un fianco che è solo il 65% della misura della larghezza nominale (circa 520 mm); la struttura è ovviamente ad andamento radiale (lettera R) e il cerchio ha un diametro di calettamento di 32 pollici; il diametro a vuoto della gomma m&ma - n. 5 - 2014 Tab. 2 - Codici di velocità Cod. km/h Cod. km/h Cod. km/h Cod. km/h A1 5 B 50 M 130 H 210 A2 10 C 60 N 140 V 240 A3 15 D 65 P 150 ZR Oltre 240 A4 20 E 70 Q 160 W 270 A5 25 F 80 R 170 Y 300 A6 30 G 90 S 180 - - A7 35 J 100 T 190 - - A8 40 K 110 U 200 - - montata è di circa 1.853 mm (800 x 65% x 2) + (32 x 25,4). In teoria, per ogni giro della ruota la macchina dovrebbe percorrere quasi 6 metri, che si riducono però per effetto della deformazione sotto carico: una misura convenzionale della circonferenza di rotolamento può essere fornita dal costruttore, anche se il valore esatto dipende in realtà dal carico e dalla pressione di gonfiaggio. Dalla Tab. 1 possiamo verificare che all’indice 167 corrisponde un carico massimo per ruota di 5.450 kg, alla velocità A8: la Tab. 2 ci informa che siamo al di sotto dei 40 km/h. I due indici aggiuntivi (164 B) ci dicono invece che, qualora la trattrice potesse raggiungere la velocità massima di 50 km/h (ovviamente non in Italia), la portata della gomma scenderebbe a 5.000 kg. 35 SPECIALE PNEUMATICI MODELLI E MISURE PER TUTTE LE NECESSITÀ L’ultima edizione di Agritechnica 2013 ha visto tutti i player attivi con diverse novità di Federico Mercurio on è ormai una novità che il settore dei pneumatici abbia guadagnato un ruolo di primo piano nel mondo delle macchine agricole. E ne è stata una riprova l’ultima edizione di Agritechnica ad Hannover, che ha visto tutti i player più importanti del settore adoperarsi per presentare le proprie novità. Ve ne forniamo una rapida sintesi. N Bkt Il gruppo indiano ha presentato due nuove gamme di prodotti in anteprima europea e ampliamenti di misure. La prima novità è Constar, pneumatico progettato per mezzi agro-industriali di movimentazione (sollevatori telescopici, pale gommate) capace di conferire grande stabilità verticale e laterale. È dotato di ampi ramponi che aumentano l’area di contatto con la superficie e consentono di sopportare carichi particolarmente pesanti. La specifica mescola utilizzata ne esalta le caratteristiche di resistenza a tagli e impatti che contribuiscono ad allungare il suo ciclo di vita. Quanto alla seconda new entry ci limitiamo a indicarne il nome (Star Trac) visto che non ha un grande interesse per il mercato italiano (è un pneumatico per macchine adibite alla raccolta nelle piantagioni di cotone). Dopo la presentazione ad Hannover le due new entry saranno disponibili sui mercati di riferimento a partire dalla fine di quest’anno. Inoltre, sono stati annunciati numerosi ampliamenti di misure. In primis AgrimaxForce, pneumatico radiale per trattori da 250 CV in su, che si arricchisce delle misure IF Bkt Constar (a sinistra) e Agrimax Elos. 600/70 R 30, IF 650/65 R 34, IF 650/85 R 38, IF 800/70 R 38 e IF 710/70 R 42 in aggiunta alle esistenti IF 710/60 R 30, IF 710/60 R 34 e IF 900/60 R 38. Anche Agrimax Spargo (per irroratrici e colture in filare) si estende con la nuova misura VF480/80 R 50, aggiungendosi alla VF380/90 R 46 già in commercio, così come nell’ambito dell’utilizzo su manti erbosi e terreni soffici, la gamma Agrimax RT 600 si allarga con la nuova misura 1050/50 R 32. Per i rimorchi, Bkt ha esposto la misura 750/60 R 30.5 dello pneumatico FL 630 Super. Infine, Agritechnica ha ospitato l’inedito 480/80 R 42 per Agrimax Elos, pneumatico per trattori che operano su terreni bagnati e paludosi. La nuova misura si aggiunge alla 420/85 R 38, 340/85 R 38 e 380/85 R 38 già in distribuzione, mentre a breve saranno disponibili sul mercato due nuove varianti:16.9 R 28 e 520/85 R 42. Bridgestone/Firestone Nessuna novità di prodotto, ma l’annuncio di una importante strategia per il gruppo nippo-americano. In futuro, infatti, il marchio Bridgestone entrerà anche nel mercato dei pneumatici per l’agricoltura in Europa. I pneumatici agricoli Bridgestone saranno destinati al segmento “finale” del mercato europeo, cioè equipaggeranno le macchine agricole più potenti. In linea con la strategia multimarchio del gruppo, la nuova gamma Bridgestone integrerà l’esistente business Firestone nei pneumatici agricoli. Firestone ha investito fortemente per rinnovare il suo portafoglio prodotti e si è guadagnato una posizione solida nel mercato europeo, offrendo a molti agricoltori alti livelli prestazionali Il Maxi Traction IF 800/70R38 di Firestone. A sinistra il logo del nuovo marchio e di produttività. Con Bridgestone che Bridgestone per l’agricoltura. 36 m&ma - n. 5 - 2014 SPECIALE PNEUMATICI si concentrerà sulle macchine più grandi ai livelli top del mercato, il gruppo intende evitare sovrapposizioni di misure e di standard tra i due marchi. «I marchi Bridgestone e Firestone hanno diversi punti di forza e diverse caratteristiche – ha detto Lothar Schmitt, direttore pneumatici agricoli e fuori strada di Bridgestone Europe –. Insieme al nostro approccio multi-marchio possono fornire agli agricoltori la soluzione ottimale in tutti i segmenti di potenza». Secondo Bridgestone l’agricoltura in Europa sta aumentando in termini di dimensioni aziendali e le macchine agricole stanno diventando più grandi e più potenti: questa evoluzione rappresenta una sfida seria per i costruttori di pneumatici agricoli e Bridgestone la sta cogliendo con una gamma prodotti multimarchio su misura per i clienti che soddisferà le necessità di tutti gli operatori nel settore agricolo. Michelin Nel 2014 Michelin ampia la propria gamma per coprire completamente tutte le fasi del ciclo colturale e adattarla ai nuovi tipi di utilizzo. In particolare ad Agritechnica sono stati presentati due nuovi pneumatici, lo SprayBib VF 420/95R50 e il BibLoad Hard Surface. Il primo va a integrare la tecnologia Ultraflex di Michelin in una nuova dimensione per le irroratrici, a fianco della già presente VF380/90R46. All’interno del ciclo colturale, sostiene Michelin, le diverse fasi colturali sono fondamentali per un raccolto di successo. Proteggere le colture e allo stesso tempo il terreno è difficile e questo compito spesso va svolto in periodi sempre più brevi a causa delle condizioni climatiche. Questo nuovo pneumatico opera in campo a basse pressioni e quindi protegge in modo più efficace il terreno, migliorando anche la stabilità della macchina che deve portare carichi pesanti. La seconda novità riguarda una nuova gamma di pneumatici per pale gommate e caricatori telescopici. Secondo Michelin alcuni agricoltori passano fino al 50% del loro tempo lavorativo su superfici dure, per cui questo pneumatico è dedicato proprio a loro, grazie a un nuovo battistrada con ramponi a forma di diamante smussato che Lo SprayBib VF 420/95R50 (a sinistra) e l’AxioBib IF 900/65R46 di Michelin. m&ma - n. 5 - 2014 Mitas PneuTrac (a sinistra) e SFT 900/60R42. migliorano la tenuta di strada e la resistenza quando ci si sposta lateralmente. Oltre a questi due modelli, Michelin ha esposto quello che definisce il più grande pneumatico per trattori, l’AxioBib IF 900/65R46. La gomma ha una larghezza di 900 mm, un diametro di 2,32 m, una capacità di carico di 10.600 kg e la capacità di operare a 65 km/h (ove concesso). Ad Hannover questo pneumatico era montato sul T9 di New Holland, sulla serie 11 di Deutz-Fahr. Anche Krone ha annunciato che equipaggerà la prossima generazione di macchine da raccolta da oltre 1.100 CV con questo pneumatico. Mitas Il marchio ceco del gruppo Cgs ha presentato il nuovo concetto produttivo PneuTrac, montato su un cerchio da 38”, sviluppato in collaborazione con l’israeliana Galileo Wheel. Mitas ha già iniziato a testare la produzione anche su cerchi da 18” e i test stanno dimostrando i vantaggi di questo innovativo prodotto: tra i più importanti, una maggiore impronta a terra, migliore stabilità laterale e aumentata forza trattiva con pressioni di gonfiaggio inferiori, se confrontata con i pneumatici standard. «Mitas PneuTrac è sinonimo di maggiore produttività e minori costi operativi, grazie ai notevoli miglioramenti che permettono un più agevole trasferimento della forza trattiva sul terreno – ha detto Andrew Mabin, direttore marketing e vendite di Mitas –. PneuTrac inoltre può essere montato su cerchi standard, senza bisogno di alcuna modifica». «Il nostro fine era quello di progettare un pneumatico con un’impronta a terra più larga e una pressione di gonfiaggio inferiore – ha aggiunto Alon Hayka, amministratore delegato di Galileo Wheel, che mantenesse però un’omogenea distribuzione della pressione stessa sul terreno e determinasse un minore compattamento». Mitas riferisce che PneuTrac ha un’impronta a terra maggiore del 53% rispetto a un pneumatico standard e una stabilità laterale fino al 167% più alta. Mitas PneuTrac non è attualmente in commercio. Altra novità presentata da Mitas è stata l’estensione di gamma del modello Super Flexion Tyres (SFT) per trat37 SPECIALE PNEUMATICI tori di alta potenza (oltre i 180 CV), venduto nel mercato nord-americano. Trelleborg Prodotti e tecnologie al centro delle novità proposte da Trelleborg ad Agritechnica 2013. Tra i prodotti spiccava sicuramente il gigantesco IF900/65R46 TM1000 High Power, un innovativo disegno che massimizza l’ampiezza del battistrada e, sostiene il gruppo italo-svedese, garantisce l’impronta più ampia presente sul mercato, fornendo un’ottima distribuzione della pressione e un estremo rispetto del suolo. «Il battistrada BlueTire technology sviluppato per il nostro ultimo gigantesco pneumatico – ha detto Piero Mancinelli, direttore Ricerca e sviluppo dei pneumatici agricoli e forestali di Trelleborg Wheel Systems – è il potente risultato dei nostri avanzati processi ingegneristici. Il nuovo battistrada BlueTire aumenta significativamente l’ampiezza del battistrada e, quando applicato alla misura IF900/65R46 TM1000 High Power, assicura un’impronta extra- larga a bassa pressione e una prestazione imbattibile in termini di galleggiamento. Questo si traduce in un’ottima distribuzione della pressione sul suolo, che incrementa le rese e preserva il suolo da compattamento ed erosione». Trelleborg offre due alternative di diametro 2,3 m per il segmento dei 46 pollici, nelle misure IF750/75R46 e IF900/65R46, entrambe disponibili in soluzione ruota completa con i cerchi Trelleborg THK. «L’estensione della linea TM1000 High Power e la sua offerta di cerchi THK – ha aggiunto Lorenzo Ciferri, direttore Marketing pneumatici agricoli e forestali di Tws – è stata guidata da due obiettivi chiave, aumentare la prestazione del pneumatico e avere più cura dell’ambiente». A livello di tecnologia, dopo due anni di test indoor e outdoor, Trelleborg ha applicato per la prima volta a un pneumatico agricolo la sua ProgressiveTraction technology nella misura 650/65R38. Il doppio rampone del nuovo battistrada opera sul suolo in tempi diversi, rilasciando progressivamente maggiore trazione quando e dove è necessario, e fornisce migliore capacità di galleggiamento, assicurando un’uniforme distribuzione della pressio- Vredestein Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO (a sinistra) e Traxion XXL 710/75R38. 38 Trelleborg IF900/65R46 TM1000 High Power (a sinistra) e prototipo per la ProgressiveTraction technology. ne, oltre a un’impronta extra-large. Il progetto ProgressiveTraction è giunto alla sua fase finale e i primi risultati hanno superato le iniziali aspettative. Vredestein La crescente domanda di pneumatici per uso agricolo del marchio Vredestein ha portato quest’anno il gruppo olandese alla decisione di aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti in Europa e India, in particolare per gli pneumatici per trattori e gli pneumatici radiali per uso agricolo delle gamme Traxion e Flotation. Gli investimenti previsti consentiranno ad Apollo Vredestein di produrre pneumatici ancora più grandi e larghi. Inoltre, l’aumento della produzione di pneumatici per uso agricolo consentirà a Vredestein di concentrarsi su nuovi mercati geografici, come l’America e l’Asia. In occasione di Agritechnica 2013 Vredestein ha presentato diverse novità, tra cui le più significative sono state: - Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO: pneumatico per mietitrebbie che garantisce il 20% in più di flessione grazie alla tecnologia Vredestein F+; - TraxionXXL 710/75R38 (pneumatico dalla superficie ampia per una maggiore trazione e una minore resistenza al rotolamento, che permette di non dovere installare cerchi più grandi) e 710/60R30 (misura molto diffusa sia sull’asse anteriore dei trattori pesanti che sull’asse sterzante delle trince semoventi); - Flotation Trac 520/50R17 (sostituisce il 500/50R17 Flotation Pro e viene montato su molte presse, avvolgitori per balle e rimorchi), 520/55R22,5 (pneumatico radiale con diametro da 1.140 mm e 500 mm di larghezza, richiesto per presse, rimorchi con caricamento automatico e ruote di supporto macchinari agricoli di grandi dimensioni), 560/60 R 22,5 161D (questo modello farà presto parte della gamma Flotation Trac, particolarmente indicata per le superfici arabili) e 650/40R22,5 (questo pneumatico amplia la gamma 620/40R22.5 con un diametro di 1.085 mm ed è particolarmente indicato per rimorchi con caricamento automatico); - Traxion+ 540/65 R 34 TL 152D, ideale per trattori ad alta velocità; - 210/60-10 Greentrax e 270/50-12 Greentrax, nuovi pneumatici per tagliaerba professionali. m&ma - n. 5 - 2014 TECNICA PRECISION FARMING FUNZIONA ANCHE IN ITALIA L’analisi del metodo applicato a una tipica azienda italiana, con i problemi e le specificità della nostra agricoltura di Ottavio Repetti i parla tanto di precision farming e dei benefici che essa può apportare alle produzioni. Quasi sempre, tuttavia, si citano esempi che vengono dall’estero, spesso da paesi con condizioni di partenza assai diverse dalle nostre. Per esempio, in termini di superfici aziendali. In questo caso, invece, siamo in grado di proporvi l’analisi del metodo applicato a una tipica azienda italiana, con i problemi e le specificità della nostra agricoltura. Lo facciamo grazie a Daniele Manzo, uno tra i primi in Italia ad applicare radicalmente l’agricoltura di precisione per coltivare sia i 250 ettari della sua proprietà a Casalino, pochi chilometri a est di Vercelli, sia i 180 ettari che ha S in conduzione da altri agricoltori. E sostenendo che applica la precision farming, intendiamo dire che fa tutto – dalla prima lavorazione del terreno alla raccolta – sotto controllo satellitare e con una rigida e meticolosa applicazione del dosaggio variabile: per le semine, la concimazione, ma anche (ed è la prima volta che ci capita di sentirlo) per i trattamenti. Nessun integralismo Dobbiamo però precisare che Manzo non è un precision farmer integralista: è il primo a riconoscere, per esempio, che in alcuni casi il controllo satellitare non è utile. «Per ottenere risultati, in termini di maggior produzione o risparmio sui costi, è necessa- Pesatura elettronica con sistema di riconoscimento radar. 40 La trincia rileva i parametri qualitativi del prodotto. rio che i terreni abbiano una fertilità variabile. Per questo, ed è un’ulteriore condizione, i campi devono avere una misura adeguata, visto che se sono troppo piccoli difficilmente presentano condizioni sensibilmente diverse al loro interno» ci spiega l’agricoltore. La variabilità è necessaria, aggiunge, semplicemente perché un terreno uniforme è già in condizione di produrre al meglio e dunque l’agricoltura di precisione – o piuttosto il dosaggio variabile – non apporterebbe grandi be- Con la densità variabile nessuna area di campo rimane scoperta. nefici né in termini di risparmio né per quanto riguarda le rese produttive. «Bisogna valutare caso per caso. Noi, per esempio, non applichiamo questo metodo ad alcuni campi di piccole dimensioni che abbiamo intorno alla sede aziendale. Per avere un minimo di variabilità interna occorrono almeno tra gli otto e i dieci ettari. Questo in linea teorica; nella pratica vi sono anche campi più grandi altamente uniformi, oppure più piccoli, ma molto eterogenei. Perché, per esempio, si sono fatm&ma - n. 5 - 2014 TECNICA Il taglio varia con l’umidità del mais. ti sbancamenti oppure la tessitura del suolo cambia drasticamente nel giro di pochi metri». Il metodo Manzo Stabilite quali sono le condizioni iniziali, vediamo più nel dettaglio che pratiche adotta Daniele Manzo che, essendo in provincia di Vercelli, coltiva in primo luogo riso. Accanto a esso, m&ma - n. 5 - 2014 Tutti i trattori sono dotati di antenna Gps. da un paio d’anni è sempre più presente il mais: in azienda è infatti sorto un biodigestore da 1 MW e pertanto una parte di Sau è dedicata a cereali ed erbai. Sempre in doppio raccolto, per massimizzare la produzione e sfruttare il più possibile le potenzialità dei terreni. Concludendo, le coltivazioni praticate sono, oltre al riso, mais, cereali vernini e qualche erbaio – per esempio loietto – che finiscono in trincea e poi nel digestore. Ciò detto, passiamo alla tecnica colturale. «Come premessa diciamo che tutte le lavorazioni sono svolte con guida automatica centimetrica, resa possibile da una base Rtk di nostra proprietà e che copre tutta la superficie aziendale. Pertanto, per qualsiasi intervento, decidiamo a tavolino non soltanto i dosaggi, ma anche il punto di inizio e la direzione delle passate. In seguito carichiamo tutte le mappe sul trattore, in modo che il conducente non possa sbagliare». Vediamo allora le tecniche agronomiche per le coltivazioni principali. Colture vernine su mais. Per prima cosa, ci spiega l’agricoltore, si deve tenere in considerazione la natura del terreno. «Siamo su ex risaie, quindi il suolo è piuttosto compatto e richiede un passaggio con il ripuntatore ad ancore, per rompere le cotiche sotterranee ed evitare ristagni». Le passate, spiega Manzo, si fanno in senso diagonale alle file del mais. Nel raccolto successivo si procederà ancora diago- 41 TECNICA Base Rtk aziendale. nalmente, ma sul percorso del raccolto precedente. «In pratica lavoriamo il terreno in una direzione per il mais e in un’altra per triticale e cereali vernini. Nel corso degli anni, spostiamo le linee di passaggio di qualche centimetro, in modo da lavorare un po’ tutto il terreno». Una simile precisione è resa possibile, ovviamente, dalla guida automatica assistita dal sistema Rtk. Il quale interviene anche nella fase successiva: la distribuzione del digestato. «Per le coltivazioni autunnali facciamo un interramento con Terragator e testata della Maag, con ancore a 30 cm circa di distanza. Naturalmente, lavoriamo con dosaggio variabile, impostando le quantità in base alle mappe di produzione e all’esperienza che ci siamo fatti in questi anni». Subito dietro al Terragator arriva la seminatrice. «Seminiamo su sodo. Il contoterzista ha una macchina che fa una minima lavorazione per bande, lasciando tra una e l’altra uno spazio di circa 10 cm sul quale andremo a interrare, a primavera, la seconda dose di digestato, usando una testata a dischetti che grazie alla precisione del satellite può lavorare a una distanza inferiore ai 5 cm da ciascuna fila senza nessun problema». Mais. La precision farming si manifesta in tutte le sue potenzialità nella coltivazione del mais. Una volta raccolto il triticale, ci dice Daniele Manzo, si passa con il ripuntatore e poi si interra nuovamente il digestato; stavolta, tuttavia, oltre che variare il dosaggio si localizza anche l’intervento. «Da quest’anno usiamo un attrezzo della Vogelsang che effettua interramento e contemporanea lavorazione per bande. Naturalmente sfruttiamo le linee in cui è passato il ripuntatore e sulle medesime, sfalsate di circa 5 cm, andremo poi a seminare il mais con una Kinze da sodo, con la certezza che le radici troveranno, nel sottosuolo, i nutrienti forniti dai liquami. Lo scopo è massimizzare l’efficacia del digestato collocandolo nei pressi delle radici invece di spargerlo acriticamente su tutta la superficie del campo». Riso. La risicoltura occupa uno spazio di primo piano in azienda. Manzo fa semina tradizionale, in acqua, e due concimazioni, sempre con lenta cessione. «Per l’agricoltura di precisione è fondamentale usare concimi a rilascio graduale», dice. In questo caso, la precision farming riguarda concimazioni e, come vedremo più avanti, trattamenti, che possono anch’essi essere differenziati per adeguarsi alle condizioni microclimatiche. Dosaggi variabili La distribuzione di tutti i mezzi tecnici si fa a dosaggio variabile. Idem la semina: «Applichiamo, mediamente, un’alta densità: diciamo da 8 a 10 piante per metro quadrato. Ne mettiamo di più dove sappiamo esservi terreno forte oppure ristagni, in questo caso perché è più probabile che qualche seme non nasca. In questo modo riusciamo a produrre in tutte le zone del campo: in qualche punto di più e in qualcuno meno, ma non ci resta nessuna area totalmente scoperta. Massimizzare le rese, come facciamo noi, è una delle possibili applicazioni dell’agricoltura di precisione. Un’altra potrebbe essere di non investire semi e concime nelle aree poco produttive, per risparmiare sui costi». Per quanto riguarda la concimazione, si è già detto che in azienda si varia la quantità di liquami. «Con il digestato è più semplice, perché è ammesso un certo margine di errore. Fino a due anni fa facevamo il dosaggio variabile con il concime chimico, ma in quel caso si deve stare molto attenti, visto che un piccolo errore nei dosaggi può compromettere il raccolto». I fertilizzanti minerali sono usati, invece, sul riso. «Adottiamo una variabilità che arriva al 25-30% sulla concimazione di fondo e Con un laboratorio Nir a bordo si può sapere in anticipo che cosa si avrà nella trincea e adeguare di conseguenza la ricetta del digestore o della razione alimentare. 42 m&ma - n. 5 - 2014 La mietitrebbia fornisce le mappe di resa per ogni campo. attorno al 15% per quella di copertura, fatta con solfato ammonico e urea». Ultimo campo di applicazione del dosaggio variabile è la difesa. Perché a Casalino anche quest’ultima dipende dalle mappe di prescrizione. «Sui cereali soggetti a malattie fungine, come il riso, usiamo il dosaggio variabile per dare più prodotto nelle aree in cui vi sono maggiori attacchi di malattia. Per esempio, dove sappiamo esservi più aggressività del brusone, aumentiamo la dose di antifungino, mentre in quelle dove gli attacchi sono sporadici, ne diamo meno di quanto sarebbe consigliato. Non siamo ancora arrivati ad azzerare il dosaggio, perché sarebbe comunque una scelta un po’ azzardata; tuttavia in questo modo controlliamo bene le malattie e risparmiamo sui trattamenti». In questi casi, continua l’agricoltore, è importante interpretare correttamente le mappe produttive. «Per esempio, quando troviamo una zona con scarsa produzione bisogna capirne bene la causa: può essere dovuta a una carenza del terreno, m&ma - n. 5 - 2014 ma anche a un attacco fungino particolarmente forte. Per avere qualche elemento di conoscenza in più ho deciso di mirare le analisi periodiche del terreno proprio in queste aree, così da capire la natura del problema: carenza strutturale del terreno, condizioni favorevoli agli attacchi fungini o anche, per esempio, una carenza nutrizionale compensata con un eccesso di concimazione che finisce col favore le malattie». La raccolta Inutile dire che la mappatura entra in gioco anche al momento della raccolta. Vediamo come. Riso. Manzo ha una mietitrebbia di sua proprietà: una S 670i di John Deere. Tutta l’azienda si basa su John Deere, a dire il vero. «Sono convinto che sulla precision farming abbiano davvero pochi rivali. I loro sistemi di guida automatica satellitare sono indubbiamente tra i migliori in circolazione e lo stesso vale per la capacità di raccogliere dati durante trebbiatura o trinciatura». Per il riso, tuttavia, ci si limita a umidità e peso. «Questi 43 TECNICA Daniele Manzo. due valori, combinati con le nostre conoscenze dei terreni, bastano per valutare le rese nelle diverse aree del campo. È importante, però, che i rilievi siano corretti e dunque almeno un paio di volte al giorno si deve fare la taratura della bilancia elettronica della mietitrebbia. In più, per essere assolutamente certi del risultato, pesiamo tutto quello che arriva in azienda con una bilancia elettronica dotata di un sistema di riconoscimento automatico del trattore che ricorda un po’ il Telepass autostradale. Questo perché la valenza della pesatura sulla mietitrebbia, per quanto precisa, è comunque relativa: non possiamo pretendere che una pesa volumetrica non faccia errori di misurazione. Diciamo che serve come indicatore – peraltro accurato – delle variazioni di produzione. Per avere certezza delle rese, però, si devono valutare i risultati negli anni; così facendo, per esempio, si elimina l’errore dovuto a un evento sporadico, come un ristagno idrico o un attacco fungino». Procedendo in questo modo, conclude Manzo, 44 nel giro di poche campagne si ottengono mappe accurate. «A distanza di anni, ormai i miei piani di concimazione variano di pochissimo. Mi limito a confermare quelli dell’anno precedente alla luce delle produzioni riscontrate e, se mai, ad apportare piccole modifiche dove vedo che vi sono scostamenti sensibili dalle medie precedenti». Insilati. Discorso diverso per la trincia: sempre John Deere, ma dotata di un vero laboratorio Nir di bordo, concentrato sul tubo di lancio. «Grazie a esso possiamo sapere tutto del prodotto trinciato: peso, sostanza secca, amidi, proteine, percentuale di cellulosa digeribile eccetera. Tutti questi parametri finiscono su una mappa geo-referenziata dell’appezzamento». In questo caso, l’utilità è più a valle che a monte del processo produttivo. «Il grosso vantaggio è che possiamo sapere in anticipo che cosa avremo nella trincea e adeguare di conseguenza la ricetta del digestore o della razione alimentare, nel caso di un allevamento di bovini. Tuttavia – continua Manzo – vi sono anche applicazioni agronomiche. Per esempio, le informazioni aiutano a scegliere l’ibrido di mais più adatto per ciascun campo, oppure a stabilire il momento giusto per la trinciatura. Inoltre, possono misurare quanto un ritardo di un paio di giorni nella raccolta permette di aumentare il peso della granella e, dunque, dell’amido». O, ancora, quanto un anticipo di fertilizzazione può aver influito sulla pianta al momento della raccolta. «A volte spingere troppo la pianta nella prima fase è controproducente, perché porta a sviluppare troppo la parte verde a scapito della spiga. Un’analisi qualitativa della produzione consente di cogliere dettagli di questo tipo». C’è però un altro aspetto importante che lega la trinciatura la precision farming. «La lunghezza di taglio non è decisa dall’operatore, ma pre-impostata da noi in base all’umidità. In pratica, scegliamo degli intervalli di umidità e a essi assegniamo una determinata lunghezza di taglio. Quando rileva una variazione di umidità, la trincia adegua il taglio. Non si rischiano errori e si ha sempre la miglior lunghezza possibile». I risultati La domanda, scontata, ma doverosa, è sempre la solita: qual è il ritorno di tutti questi investimenti in tecnologia, nonché del tempo perso per imparare a usarli? «Un ritorno c’è, indubbiamente. La differenza produttiva tra le aree è sparita: siamo partiti con mappe di resa che sembravano un arcobaleno e oggi sono quasi monocolori, livellate verso l’alto. Per il mais – continua Manzo – abbiamo soltanto due anni di esperienza e quindi è un po’ presto per fare valutazioni. Discorso diverso per il riso, che è già al sesto anno di precision farming. La variazione più evidente è sulle varietà da interno, che sono più delicate e dunque più sensibili all’influenza del terreno e delle patologie. Applicando il nostro metodo siamo arrivati, in certi appezzamenti, a 94 quintali di media con riso Augusto. Parlo di prodotto secco, ovviamente. Ragionando a livello di azienda, posso dire che si riesce sicuramente a ottenere un 10-15% in più di produzione media». Come si è detto all’inizio, naturalmente, gli incrementi produttivi sono maggiori laddove vi siano, in origine, forti variazioni produttive. Sui terreni omogenei l’aumento di resa è invece più modesto. Un secondo risultato riguarda i costi di produzione: grazie al dosaggio variabile è possibile impiegare meglio i mezzi tecnici. «Non si tratta tanto di risparmiare – perché bene o male le dosi complessive restano le stesse – quanto di massimizzare l’efficienza dei prodotti utilizzati, impiegandoli soltanto là dove servono e non dove sarebbero sprecati». Dunque, miglioramento dell’efficienza piuttosto che risparmio economico. Con una eccezione: il digestato. «Utilizzandolo nel modo migliore possibile – ed è chiaro che la precision farming è un grosso aiuto – riteniamo che sia possibile coltivare il mais con “urea zero”, ovvero esclusivamente con digestato e ammendanti, senza ricorso ai prodotti minerali. In questo modo, peraltro, si realizzerebbe un ciclo virtuoso nelle coltivazioni energetiche, perché con il solo digestato, unito ad acqua e sole, riusciremmo a far crescere il mais da impiegare poi per produrre elettricità e anche il digestato che servirà a coltivare nuovamente il mais». m&ma - n. 5 - 2014 TECNICA AGRICOLTURA DI PRECISIONE OPPORTUNITÀ E PROSPETTIVE La disponibilità di tecnologie innovative apre scenari interessanti. Anche in Italia di Roberta Martelli, Giovanni Molari utti i componenti inerenti l’applicazione delle tecniche di agricoltura di precisione (AP), da quelli hardware (ricevitori, sensori, attuatori) agli applicativi software per la gestione dei dati e la visualizzazione delle informazioni, sono stati oggetto, in questi ultimi anni, di un’importante evoluzione tecnologica. Dopo una prima fase di entusiasmo, seguita da una diffusione inferiore alle attese, l’AP è ora caratterizzata da un grande interesse confermato dai notevoli investimenti delle più importanti multinazionali che sviluppano servizi e tecnologie per l’agricoltura. Da questo nuovo impulso sono attese importanti implicazioni ed evoluzioni per quelle aziende che avranno le opportunità e competenze per cogliere le innovazioni che il mercato mette a disposizione. T L’AP ha avuto origine negli Stati Uniti all’inizio degli anni ‘90, ma è con l’affermarsi di strumenti come il Gis, la componentistica elettronica e sensoristica, i sistemi automatici di controllo, l’informatica e le telecomunicazioni che le tecnologie dell’AP hanno potuto affermarsi. Una delle più importanti applicazioni dell’AP è la possibilità di gestire la variabilità degli appezzamenti o della coltura attraverso l’applicazione variabile degli input Vrt (Variable Rate Technology) in risposta al cambiamento delle condizioni locali. Le maggiori applicazioni si sono diffuse nella fertilizzazione, nel diserbo selettivo, nella distribuzione differenziata delle sementi e, più recentemente, nell’impiego di tecniche di irrigazione che tengono conto della diverse condizioni di permeabilità e caratteristiche 2 - Dispositivo per il monitoraggio del contenuto d’azoto; il livello di fertilizzante può essere variato in base alle esigenze (Fonte: Yara). 46 1- Rappresentazione della mappatura delle rese (Fonte: www.innovativegis.com). del suolo. Presupposto per l’adozione della Vrt è la conoscenza della variabilità aziendale che può avvenire sulla base di mappe di prescrizione o, in tempo reale, sulla base delle informazioni fornite da sensori. L’impiego di mappe prevede la suddivisione dell’appezzamento in aree che possono ritenersi omogenee per il parametro analizzato, come rese produttive, caratteristiche del suolo, distribuzione delle infestanti (foto 1). L’interpretazione dei dati consente la creazione di mappe di prescrizione impiegate per l’applicazione variabile degli input. L’uso di tecniche di acquisizione in real-time non necessariamente richiede l’impiego di sistemi di posizionamento, ma utilizza sensori in grado di valutare in tempo reale lo stato della coltura o del suolo e, sulla base delle informazioni fornite, è effettuata, 3- Sistema di guida assistita Trimble EZ-Steer. tramite specifici attuatori, l’applicazione variabile del prodotto. Sono infatti disponibili sensori, basati sullo spettro di riflessone del suolo, in grado di valutare il contenuto di sostanza organica, di umidità e diversi sensori ottici che identificano la presenza di infestanti in campo. La tecnologia è già matura anche per sistemi in grado di valutare il contenuto di clorofilla delle colture (foto 2) e, anche se spesso gli agricoltori sono ancora scettici circa la loro reale efficacia, tali dispositivi, collegati a specifici attuatori, consentono m&ma - n. 5 - 2014 TECNICA di dosare il fertilizzante in relazione alle diverse esigenze colturali. Tra le diverse applicazioni dell’AP quella che ha incontrato maggior successo in Italia è la guida assistita (foto 3), diffusasi soprattutto in aziende agromeccaniche e in quelle a conduzione diretta di grandi dimensioni. I nuovi sistemi Gps possono fornire livelli di precisione a livello sub-centimetrico e, grazie a sistemi Rtk (Real Time Kinematic), questa accuratezza può essere mantenuta per la guida automatica dei veicoli in campo. I vantaggi sono principalmente riconducibili ai risparmi dovuti alla riduzione delle sovrapposizioni e delle fasce non lavorate. Nonostante non sia semplice quantificare tali vantaggi, prove di campo stimano una riduzione dei tempi di esecuzione legata alla minore sovrapposizione pari a 5-12%, con conseguente riduzione dei costi di manodopera, carburante e materia prima. Diffusione inferiore alle attese, ma in crescita Una buona diffusione nell’impiego dell’AP si è riscontrata negli Usa e in Canada. Negli Usa, in particolare, le colture maggiormente interessate sono il mais, la soia e, più recentemente, il cotone. Per quanto riguarda l’Europa in Danimarca, Regno Unito, Svezia, Francia e Germania le pratiche di AP hanno avuto una maggiore diffusione mentre interessanti prospettive si segnalano per i Paesi dell’Est Europeo caratterizzati da ampie superfici aziendali. L’adozione della AP è stata molto più rapida in Nord America rispetto all’Europa anche a causa della maggiore dimensione media aziendale e specializzazione colturale. Secondo indagini abbastanza recenti si stima che in Italia siano presenti circa 1.000 sistemi di guida assistita e circa 100 mietitrebbie allestite con sistemi di mappatura delle rese, e si prevede che nel 2024 circa il 48% delle mietitrebbie e dei trattori ad elevata potenza commercializzati in Europa siano allestiti con sistemi di navigazione. In generale comunque gli agricoltori che praticano l’AP conducono aziende di dimensioni superiori a quelle medie. 4- Rappresentazione di applicativo per la gestione integrata delle operazioni aziendali (Fonte: Trimble). Le tecnologie dell’agricoltura di precisione hanno comunque registrato una diffusione inferiore alle aspettative. La ragione di questo è stata ampiamente discussa e diversi studi sono stati infatti condotti per comprendere questo fenomeno. Le ricerche più interessanti riguardano interviste rivolte ad agricoltori e utilizzatori che operano in paesi in cui le tecniche dell’AP sono maggiormente utilizzate. È emerso come la scarsa diffusione sia in gran parte attribuibile alla limitata conoscenza delle tecnologie dell’AP e al tempo necessario per adottare efficacemente tali tecniche, che comprende sia il tempo che occorre dedicare per acquisire le competenze tecniche sia quello richiesto per la gestione e interpretazione dei dati. Altri motivi di scarsa diffusione sono riconducibili all’elevato costo dei sistemi di AP, anche se è necessario sottolineare come negli ultimi anni vi sia stata una progressiva e continua riduzione dei prezzi che stanno incoraggiando gli investimenti. L’introduzione aziendale delle tecniche di AP comporta la produzione di enormi flussi di informazioni che devono essere archiviati, gestiti e, soprattutto interpretati. Mentre lo sviluppo delle tecniche di AP è stato considerevole, sono spesso mancate le metodologie per 5- Drone per la mappatura degli appezzamenti: le aree gialle-rosse identificano zone di terreno limoso con maggior contenuto di sostanza organica (Fonte: Farm-Equipment). m&ma - n. 5 - 2014 47 TECNICA supportare l’agricoltore nelle scelte legate alla definizione degli input. Se può risultare relativamente semplice ottenere mappe di produzione per diverse colture, più difficile risulta l’interpretazione corretta dei dati. I software per la gestione dei dati presentano infatti diversi livelli di complessità: i più comuni generano mappe, altri sono in grado di elaborare mappe di prescrizione per la distribuzione differenziata di fertilizzanti e agrofarmaci. In commercio sono disponibili anche applicativi in grado di sovrapporre le informazioni di diverse mappe e di fornire informazioni basate su elaborazioni geostatistiche. Molte aziende hanno inoltre sviluppato software commerciali basati su piattaforme Gis che interagiscono con i sistemi di rilevamento della posizione e con i sensori per acquisire in tempo reale la localizzazione e i dati, per esempio delle rese, oppure che consentono di gestire le informazioni dell’intera flotta aziendale spesso con la trasmissione wireless delle informazioni. In molti software di più recente introduzione sono stati implementati infine applicativi gestionali che supportano gli agricoltori negli aspetti decisionali tramite l’elaborazione delle informazioni registrate (foto 4). Alcuni gestionali sono inoltre in grado di guidare l’agricoltore nelle scelte aziendali attraverso la elaborazione di scenari alternativi che possono derivare da impieghi diversi delle risorse e la generazione di map48 pe di prescrizione, anche se, nella maggioranza dei casi, i pacchetti applicativi non implementano veri e propri sistemi di supporto alle decisioni. Ampi margini di crescita Grande impulso alla diffusione dell’AP è atteso dall’applicazione dei protocolli di standardizzazione per la comunicazione. Sono stati infatti messi a punto standard internazionali in grado di regolamentare il protocollo di comunicazione per i veicoli impiegati in agricoltura e lo standard del formato dei file e dei dati. Il protocollo Isobus consentirà inoltre di standardizzare la comunicazione tra trattrice e attrezzature collegate assicurando compatibilità delle componenti prodotte da diversi costruttori. Un ulteriore aspetto positivo è la progressiva semplificazione nell’uso dei software che si stanno arricchendo di utili opzioni e di applicativi per tablet con la possibilità di trasferimento dei dati tra i diversi applicativi. Infine, la progressiva riduzione del costo delle componenti hardware e software necessarie per le applicazioni AP sta incoraggiando comunque, anche in Italia, una maggiore adozione delle pratiche di AP. Le prospettive future Recentemente le tecniche basate sul telerilevamento hanno favorito lo sviluppo di sistemi a supporto dell’AP attraverso l’impiego di foto aeree o da satellite per fornire informazioni circa le rese po- 6- FieldScripts, applicativo tablet Monsanto per la gestione sito specifica della semina basato su un sistema informativo agricolo integrato (archivio Monsanto). tenziali, lo stato di stress di una coltura o le condizioni del suolo. In alcuni Paesi sono stati attivati servizi di supporto per gli agricoltori che impiegano le tecniche di AP come ad esempio il FarmStar service francese, che fornisce un servizio di telerilevamento dei parametri biofisici delle colture integrato da raccomandazioni agronomiche per la corretta gestione differenziata della coltura. Il servizio ha avuto una rapida diffusione e iniziative analoghe si sono diffuse in Gran Bretagna, Germania, Canada e Australia. Anche aziende impegnate nell’information tecnology come Ibm stanno sviluppando progetti legati al precision farming e in particolare stanno sviluppando un sistema di analisi predittiva delle condizioni agricole per supportare le decisioni degli agricoltori attraverso l’impiego di sensori e droni (foto 5) che forniscono in anticipo informazioni sulle condizioni della coltura come la distribuzione del livello di maturità in campo e sulle condizioni del suolo. Tali informazioni, elaborate in tempo reale da centri di controllo e incrociate con modelli previsionali agro meteorologici possono fornire agli agricoltori utili indicazioni agronomiche. Anche la Nasa statunitense guarda con interesse alle possibili evoluzioni dell’AP in ambito agricolo, finanziando uno studio basato sul concetto di fattoria digitale. Questo parte dalla premessa che i servizi e sistemi informativi digitali possano essere integrati in molte funzioni agricole automatizzate. Lo studio prevede l’integrazione con sistemi intelligenti che forniscono informazioni attendibili sulle produzioni a livello di aziende aggregate. Il quadro e le prospettive sono estremamente interessanti e non a caso le principali multinazionali che si occupano di agricoltura stanno investendo per ampliare le proprie proposte commerciali (foto 6). m&ma - n. 5 - 2014 TECNICA AGRIUMBRIA PREMIA LA SICUREZZA Alle forbici anti-taglio della Infaco il primo riconoscimento da parte della fiera di Bastia Umbra (Pg) stata la francese Infaco, con il dispositivo elettronico Dses, ad aggiudicarsi l›edizione 2014 del Concorso Sicurezza organizzato da Umbriafiere ed Enama con l›obiettivo di premiare le soluzioni tecniche più innovative nel campo della prevenzione degli infortuni in agricoltura. Applicato alle forbici Electrocoup per la potatura, il Dses - si tratta di un guanto indossato sulla mano libera dell›operatore e collegato a una centralina elettrica – permette di bloccare le lame dell›utensile in caso di pericolo e, quindi, di ridurre gli incidenti da taglio; incidenti che con questo tipo di lavorazioni continuano a essere molto diffusi. Menzione speciale, invece, per le soluzioni tecnologiche messe a punto dalle ditte Caffini, Dondi, Marinelli e Sfoggia. «Negli ultimi anni – ha detto il direttore dell’Enama, Sandro Liberatori È nel corso della cerimonia di premiazione – i progressi della tecnologia applicata alle macchine ed agli utensili agricoli, insieme alla formazione degli operatori, hanno dato un contributo fondamentale al miglioramento della sicurezza sul lavoro nel settore primario». Come testimoniano, del resto, i dati dell›Inail relativi agli infortuni denunciati in Italia, i quali evidenziano una tendenza decisamente positiva negli ultimi cinque anni passando dagli oltre 53mila eventi del 2008 ai 42.879 del 2012, con una diminuzione percentuale a doppia cifra. «Il fatto poi che la premiazione avvenga nel contesto di una rassegna fieristica da sempre attenta al tema della sicurezza e nel contesto di una delle regioni italiane più virtuose – ha proseguito Liberatori – conferisce al premio sicurezza una valenza particolare, anche dal punto di vista simbolico». Nel quinquennio considerato, infatti, La francese Infaco si è aggiudicata aggiudica l’Edizione 2014 4 del Concorso Co Sicurezza Sicurezza ad a Agriumbria. 50 l›Umbria ha visto calare addirittura del 24% gli incidenti in agricoltura, dai 1681 casi del 2008 ai 1.277 del 2012, con una riduzione in valore assoluto pari a più di 400 eventi. Insomma, da questo punto di vista, l›Umbria si conferma come la regione più sicura del Centro Italia ed una di quelle “meno a rischio” del Paese. Tuttavia – avverte l’Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola – il trend favorevole non deve assolutamente farci abbassare la guardia. Il settore infatti presenta tuttora diversi fattori di criticità, come quelli legati all›obsolescenza del parco macchine, il cui rinnovamento permetterebbe invece di avere a disposizione strumenti di lavoro non solo meno inquinanti e più produttivi ma, soprattutto, equipaggiati con dispositivi di sicurezza di ultima generazione. Insomma, anche in tema di sicurezza, il settore primario presenta ancora ampi margini di miglioramento che possono essere raggiunti grazie alla collaborazione sinergica di tutta la filiera. Tutti i premiati Ma ecco in dettaglio le soluzioni costruttive che hanno ottenuto la menzione del Concorso Sicurezza 2014. Caffini - Dispositivo ad alta efficienza per atomizzatori composto da un gruppo ventola e da un distributore a elevato contenimento della deriva, che permette di realizzare significativi risparmi di pro- Sicurezza in primo piano nella giornata inaugurale della fiera umbra. dotto. La soluzione progettata dalla Caffini può essere applicata anche a macchine già in uso presso le aziende. Dondi - Coltivatore combinato per lavorazione su fila “Strip Work”. La macchina consente di ridurre la superficie lavorata riducendo i consumi di carburante e ottimizzando l’efficacia delle successive lavorazioni. F.lli Marinelli - Telaio di protezione anteriore – abbattibile – con agevolatore brevettato, che rende ancora più sicuro l’uso della trattrice. Sfoggia Agriculture Division - Dispositivo che permette all’operatore di gestire le principali funzioni della seminatrice direttamente dal posto guida della trattrice. Grazie al pannello di controllo posizionato all’interno della cabina non solo la gestione della macchina diventa ancora più agevole e precisa, ma – soprattutto – vengono limitati gli interventi a terra dell’operatore che così non si vede esposto a potenziali fattori di rischio. m&ma - n. 5 - 2014 NOVITÁ MATERMACC LA MS TWIN DIVENTA 8250 La nuova seminatrice della ditta friulana: 8 file binate, telaio pieghevole e 3 m di ingombro stradale lta densità di semina (e conseguente aumento produttivo), 8 file binate (per 3 metri di ingombro stradale): questi sono i tratti somatici che contraddistinguono la nuova seminatrice a file binate di MaterMacc, definita dall’azienda pordenonese una vera e propria A esclusività mondiale. Avevamo già sottoposto a una prova in campo (vedi Macchine e Motori Agricoli n. 10/2013) il modello MS 8200 Twin. E adesso Matermacc ha praticamente applicato il sistema Twin alla sua MS 8250. La nuova MS 8250 Twin, macchina a 8 file bina- La MS 8250 si caratterizza per la possibilità di lavorare su grosse estensioni, con scarso ingombro stradale. te con telaio pieghevole verticale (era fisso invece nel modello 8220), 3 metri sulla strada e 6 metri di larghezza di lavoro in campo, rappresenta secondo Matermacc il futuro delle semine. I vantaggi Questi in sintesi i vantaggi dell’elemento MS Twin: - gli elementi sono montati in asse e non sfasati fra di loro; - non si ha nessun impedimento fra le ruote di profondità; - distanza contenuta tra telaio ed elemento di se- L’ingombro stradale è ridotto a 3 m. La MS 8250 Twin aveva già lavorato a fine aprile su 400 ettari nel Novarese, attrezzata anche con tramoggia per la concimazione, vasca per diserbo e microgranulatore. Caratteristiche tecniche principali della MS Twin 8250 N° File 8x2 m&ma Interfila (cm) telaio (cm) 70/75 300/600 - n. 5 - 2014 Peso (kg) base micro 2.890 3.240 Potenza richiesta (HP) 150 Capacità (l) semi micro ferti 560 96 - Gli elementi della MS Twin sono montati in asse. mina con conseguente minor carico sul sollevatore; - mantenimento costante del sincronismo tra le bine al variare della distanza di semina; - possibilità di escludere la semina sulle file. 51 REPORTAGE A TUTTO RADIALE Mitas spinge sui modelli che ormai stanno soppiantando i convenzionali. Come conferma il nuovo stabilimento di Otrokovice di Francesco Bartolozzi Il nuovo stabilimento di Otrokovice è costato 40 milioni di euro. a velocità con cui è stato costruito (meno di un anno) lascia facilmente intendere la direzione che Mitas ha deciso di intraprendere per il prossimo futuro. Il nuovo stabilimento di Otrokovice, infatti, da luglio 2013 produce e produrrà esclusivamente pneumatici radiali per l’agricoltura, come ha confermato Andrew Mabin, direttore vendite di Mitas, L in occasione di una delle varie presentazioni alla stampa di questo nuovo gioiello del brand cecoslovacco. «Al momento i pneumatici convenzionali sono ancora una parte importante del nostro fatturato – ha detto Mabin – ma si tratta di una tecnologia destinata a morire, per questo motivo i nostri investimenti riguardano solo i pneumatici radiali». FORSE NON TUTTI SANNO CHE... Nel gennaio 1933 la prima fabbrica di Mitas a nascere in quel di Praga fu in realtà una sorta di filiale di Michelin, la Pneu Michelin, che solo tredici anni più tardi, nel 1946, cambiò nome in Mitas, dalla fusione tra le parole Michelin e Veritas. Dal 1991 la società ceca è stata privatizzata, entrando nell’orbita della holding Cgs (di cui rappresenta il 70% del fatturato), ed è di proprietà di due soci cechi. Da Otrokovice esce la maggior parte dei pneumatici Mitas a marchio Continental. 52 40 milioni di euro Dunque, un investimento, quello di Otrokovice, di circa 40 milioni di euro per una superficie di 24mila metri quadrati, su un’area totale di 78.000 m2 (il che lascia spazio a eventuali ampliamenti futuri, ndr) e una produzione complessiva di 42mila t di pneumatici per l’agricoltura, a marchio Mitas e Continental. A proposito di Continental, Mitas acquisì nel 2004 il business agricolo del marchio tedesco e lo scorso anno ha prolungato la licenza di produzione fino al 2019. Dal 2004 Mitas ha prodotto qualcosa come 300mila t di pneumatici Continental e offre oltre 200 diversi modelli di pneumatici (oltre ai 400 come marchio Mitas), concentrandosi su quelli per trattori di alta potenza e per macchine da raccolta (quello dell’alta potenza è un trend in continua crescita, secondo Mitas). Non solo, Continental rappresenta una quota di mercato importante tra gli Oem, stimata tra il 28 e il 30%. Le vendite di pneumatici Mitas e Continental sono andate in crescendo dal 2009 a oggi (fatta eccezione per il 2012), ma il brand ceco ha ormai rag- Il primo pneumatico prodotto a Otrokovice è datato 2 luglio 2013. giunto il marchio tedesco, tanto che nel 2014 la vendita di pneumatici Mitas dovrebbe superare per la prima volta quella di Continental. E questo Mabin lo ha sottolineato: «Mitas ha un’esperienza di 80 anni nella produzione di pneumatici e oggi siamo il secondo costruttore in Ue (dopo Michelin), il primo nelle vendite di gomme per le macchine da raccolta in Ue (soprattutto per Claas e John Deere), il primo come quota mercato in Germania e il terzo mettendo insieme i mercati di Europa e Nord America. L’Europa rappresenta ancora il nostro mercato principale (80% del fatturato), seguita da m&ma - n. 5 - 2014 REPORTAGE i marchi Mitas, Cultor e Continental), seguito da industria (19%) e motocicli (2%), mentre il resto proviene da altri prodotti e servizi. UN PROGETTO INNOVATIVO Presentato in anteprima in occasione di Agritechnica 2013, il PneuTrac è un pneumatico sviluppato in collaborazione con l’israeliana Galileo Wheel e ancora in fase di studio, ma su cui Mitas continua a investire. «Siamo consapevoli che questo prototipo sia stato presentato anche ad altri costruttori di pneumatici e che sia stato da loro “scartato” – ha precisato Mabin – ma noi crediamo nelle sue potenzialità e per questo ci stiamo lavorando. Al momento lo scoglio maggiore sembra essere la durabilità». Montabile su cerchi standard, i risultati dei Tre impianti in Cechia test effettuati sono secondo Mitas promettenti: superficie d’impronta molto maggiore (53%), stabilità laterale superiore (167%) e forza di trazione significativamente superiore (48%). Fatturato e utile Mitas (mln euro) 500 50 Fatturato 450 Utile 47 449 400 423 412 36 350 300 30 25 248 20 16 150 100 50 40 35 320 250 200 45 15 10 10 5 6 0 0 2009 2010 2011 Nord America (11%), Russia (5%) e resto del mondo (4%)». A proposito di fatturato, nel 2013 ha su- 2012 2013 bito una battuta d’arresto scendendo a quota 423 milioni di euro, ma nel 2014 dovrebbe tornare ai Le presse per la vulcanizzazione che lavorano a Otrokovice sono 70. m&ma - n. 5 - 2014 livelli record del 2011, cioè intorno a 450 milioni. In ogni caso, il margine operativo è risultato in crescita anche nel 2013, toccando quota 47 milioni di euro (+5% sul 2012). Le quote mercato in Europa di Mitas sono stimate al 34,8% (dati Etrma, esclusi quindi costruttori cinesi e indiani), per cui in pratica 1 pneumatico su 3 venduto in Europa da costruttori europei è marchiato Mitas. L’agricoltura rimane anche il settore più importante per Mitas, rappresentando il 72% del fatturato (con Tornando agli stabilimenti, Mitas produce pneumatici non solo nell’impianto di Otrokovice, ma anche a Praga (pneumatici flotation e industriali) e a Zlín (industriali e per motocicli) per rimanere in Repubblica Ceca, a Ruma in Serbia (per macchine da raccolta, soprattutto modelli convenzionali, destinati al mercato russo grazie ai buoni rapporti commerciali tra i due paesi) e a Charles City (in Iowa, Stati Uniti, dove vengono prodotti solo pneumatici radiali per l’agricoltura). Un ulteriore stabilimento è quello della Savatech a Kranj, in Slovenia, dove si producono pneumatici per motocicli in complementarietà con Zlín. Last but not least, Mitas produce in casa anche gli stampi, cosa non da poco. Mitas costruisce e vende pneumatici con tre brand diversi: Mitas (pneumati- Otrokovice è lo stabilimento più avanzato tecnologicamente tra tutti quelli di Mitas. 53 REPORTAGE CERTIFICAZIONE IGTT Come accennato nell’articolo, Mitas si fa anche gli stampi in casa e questo grazie alla collaborazione con l’Igtt (Istituto per la tecnologia della gomma e la sperimentazione), che ha sede a Zlín e produce appunto stampi segmentati e a due parti, oltre a effettuare misurazioni e a testare pneumatici in laboratori indoor attrezzati. Nel 2013 ha effettuato 6.095 test su 2.495 pneumatici, per complessive 195 tonnellate. Vendite pneumatici agricoli Mitas e Continental (t) 70.000 60.000 35,1% 50.000 40.000 37,5% 39,5% 38,7% 47,5% 30.000 20.000 10.000 0 2009 2010 2011 Con nental Il pneumatico Continental più venduto da Mitas è l’AC85 420/85 R34. ci agricoli, industriali, per motociclette e per aerei), Cultor (agricoli e industriali) e Continental (agricoli). In particolare, il brand Mitas comprende un vasto numero di modelli sia radiali che convenzionali per trattori, rimorchi e macchine industriali e movi54 2012 2013 Mitas mento terra, con un occhio rivolto in particolare allo sviluppo della tecnologia VHF (very high flexion). Cultor, invece, offre un ampio assortimento di gomme per l’agricoltura e un portafoglio base per macchine industriali a prezzo ragionevole (da ricordare i Cultor radiali serie 65, 70 e 85 introdotti di recente). Continental, infine, si dedica a pneumatici matici per trattori e macchine e da raccolta, concentrandosi dosi sempre più sull’alta potenza: in questo ambito, o, dal 2009 al 2012 Mitas s ha triplicato la pro-duzione del modello o Svt, le cui misure più Il 1250/50 R32 SFT 188 A8 è il più grande pneumatico agricolo radiale: pesa 560 kg, porta ta 10 t a 40 km/h (2,4 bar) ed è prodotto a Charles City.. larghe sono la 710/75R42 (diametro di circa 2,15 m, prodotta a Charles City) e la 1050/50R32 (circa 1,9 m di diametro). Vendite pneumatici agricoli Continental nel 2013 (t) Prodotti per tutte le necessità Chiudiamo tornando sullo stabilimento di Otrokovice. «A oggi ci lavorano 600 dipendenti, di cui 51 tecnici – ha precisato Vladimir Jurčík, direttore dello stabilimento – e vi abbiamo trasferito la manodopera specializzata che lavorava nella precedente location non distante da qui. Otrokovice è lo stabilimento più avanzato tecnologicamente tra tutti quelli di Mitas e di quelli che producono pneumatici agricoli radiali nel mondo. Abbiamo, infatti, effettuato massicci investimenti in nuove tecnologie, tra cui il ricorso a corde d’acciaio per le cinture dei pneumatici». Mitas segue con molta attenzione i trend e gli sviluppi nelle macchine agricole, per adeguare i propri prodotti alle esigenze dei costruttori e dei clienti. «Per quanto riguarda i trattori – ha spiegato Karel Štefek, responsabile dello svi- Germania 12.034 Italia 4.850 Francia 4.741 Regno Unito 2.681 Austria 2.372 Finlandia 2.056 Belgio 722 Russia 636 Spagna 535 Usa 463 Altri 2.447 Totale 33.537 luppo prodotti – le specifiche richieste riguardano una coppia elevata e una maggiore velocità su strada, per cui le soluzioni che proponiamo sono i modelli SFT, SST e HC 2000. Nelle irroratrici semoventi servono invece un’elevata capacità di trasporto e una ridotta larghezza delle sezioni, per cui noi proponiamo la serie HC 1000. Nelle mietitrebbie i pneumatici anteriori sono sottoposti a carichi ciclici nel campo e alle curve sulla strada, e poi bisogna sempre rispettare i limiti di circolazione stradale, per cui noi rispondiamo con i modelli CHO SFT e HC 3000; per i pneumatici posteriori, invece, si tratta di ridurre il compattamento e di reggere gli elevati carichi su strada, per cui Mitas propone la tecnologia IMP SFT. Infine, per quanto riguarda i rimorchi, si tratta di rispondere alle elevate capacità di trasporto, di ridurre il calpestamento dell’erba e di aumentare il grado di autopulitura del pneumatico: la nostra risposta in questo caso si chiama Agriterra». m&ma - n. 5 - 2014 LQFROODERUD]LRQHFRQ TRATTORI D’EPOCA DA SEMPRE IN PRIMA LINEA Renzo Nicolini, segretario Gamae, fin da giovane ha difeso la cultura dei mezzi agricoli d’epoca. E ovviamente colleziona lui stesso di Francesco Bartolozzi Castelnovo di Sotto, in provincia di Reggio Emilia, le macchine agricole d’epoca sono sempre state di casa. Le prime manifestazioni dedicate che si sono svolte in questo paesino della bassa Reggiana risalgono alla fine degli anni 70. E tra i partecipanti c’è sempre stato Renzo Nicolini, che da lì a pochi anni, nel 1984 per la precisione, sarebbe diventato presidente del Gamae, il Gruppo amatori macchine agricole d’epoca, fondato nel 1980, che ora ha sede a Bagnolo in Piano, sempre nel Reggiano. Il nome di Nicolini è praticamente da sempre stretto a doppio nodo con il Gamae. Lo si capisce dalla risposta che ci dà alla classica domanda su come è nata la passione per i trattori d’epoca. «Forse ce l’avevo già nel Dna. In ogni caso ho sposato la figlia del motoaratore Lisdeo Giova- A nardi, persona di grosso spessore che amava in modo viscerale il suo lavoro e che è stato anche socio fondatore e primo presidente del Gamae. È stato sicuramente lui a fare esplodere in me la passione, anche se la mia famiglia era comunque di origine contadina. Io, infatti, mi sono affacciato sul mondo del lavoro a 14 anni proprio facendo il contadino, per cui di agricoltura e trattori a casa mia se n’è sempre parlato. Poi, negli anni Sessanta tutti i giovani sognavano cose diverse dal duro lavoro della terra e io sono stato uno di quelli che ha seguito questi richiami, non so se nel bene o nel male. Mi sono così allontanato dal mondo agricolo, ma con il matrimonio ci sono tornato a contatto perché in brevi periodi estivi seguivo mio suocero nel suo lavoro. Devo ammettere che quegli anni sono stati Renzo Nicolini (a sinistra) con l’amico Franco Montermini. bellissimi, perché grazie al mondo rurale ho riscoperto quei rapporti umani che avevo smarrito frequentando altri ambienti». È stato quindi inevitabile che, venendo a mancare il suocero, Nicolini continuasse a seguire il mondo delle macchine agricole attraverso il Gamae e conservando tutto quello che gli era stato lasciato in eredità. «Come collezionista mio suocero aveva appena cominciato; parliamo di 40 anni fa e io ho sempre partecipato nel mio piccolo alle spese. Mi riferisco in particolare al Fordson E 27 N preso poco lontano da qui e alla locomobile a vapore acquistata a Bologna, dove ho comperato anche un carro in legno. Così anno dopo anno sono sempre rimasto a contatto con il mondo agricolo, per- Il Fordson E 27 N del 1923. A destra particolare delle incisioni sotto il volante. m&ma - n. 5 - 2014 Fiat 600 del 1951, prodotta nello stabilimento Oci di Modena. ché mi sono sempre lasciato coinvolgere da quelli che ora vengono definiti collezionisti, ma che allora erano semplici amatori delle macchine agricole». Il ruolo del Gamae Dopo la scomparsa del suocero, Nicolini venne eletto presidente del Gamae; allora l’associazione contava una trentina di soci e Nicolini (tessera n. 26) fu presidente per tre mandati, 9 anni, facendo poi posto al maestro Amos Fontanesi, altro grande presidente del Gamae, di cui Nicolini fu vice. «Fontanesi diede un volto nuovo e importante al Gamae – sottolinea Nicolini – e soprattutto aveva una profonda conoscenza di questo mondo, se non 55 TRATTORI D’EPOCA altro perché aveva lavorato tutta la vita alla Landini. Mi ricordo che accompagnava sempre alle nostre manifestazioni uno dei figli di Landini, James Landini, che in quelle occasioni incontrava il Cavalier Luigi Slanzi e Rainiero Lombardini (ci sono fotografie molto belle a testimonianza di questi incontri). Fu un periodo caratterizzato da grande classe e signorilità e Fontanesi rimase presidente fino al festeggiamento del 25esimo anniversario del Gruppo a Novellara. In questa sequenza di presidenti Gamae non vorrei dimenticare la straordinaria figura del Cavalier Giovanni Magnanini, segretario Gamae dalla prima ora fino alla morte, un uomo che ha fatto tanto per il collezionismo delle macchine agricole. Nel 2005 al maestro Fontanesi subentrò Nello Salsapariglia, attuale presidente, insieme al quale abbiamo apportato importanti innovazioni, tra cui la modifica dello statuto e l’introduzione di regole per i soci. Mi piace citare in particolare il banco vendita che predisponiamo in occasione di alcune manifestazioni e che Fiat Piccola a benzina. Super Landini. noi chiamiamo “diffusione culturale”, dove vendiamo fotocopie dei libretti di uso e manutenzione di tutti i trattori che riusciamo a recuperare. Il banco vendita è nato proprio pensando di cominciare a mostrare nelle varie manifestazioni i depliant dei trattori che stavamo esponendo. Per fare questo avevamo bisogno ovviamente della collaborazione dei soci e in tal senso eravamo preoccupati, perché allora i collezionisti erano molto gelosi del loro materiale. E invece alcuni soci ci hanno sorpreso per la loro disponibilità. Sicuramente questa iniziativa è servita a far crescere culturalmente l’ambiente dei collezionisti». Attualmente i soci Gamae sono circa 700 tra paganti e “sim- patizzanti”, il che significa che si tratta dell’associazione più importante in Italia. «Ma se non troppo vicine tra di loro e ben distribuite sul territorio, più associazioni ci sono, meglio è – precisa Nicolini – e starà alla nostra intelligenza e sensibilità collaborare per continuare a crescere. Stiamo infatti gestendo un valore storico e culturale di grande importanza e non possiamo permettere che finisca con la nostra generazione». Nicolini è anche la persona giusta per ragionare su come è cambiato il mercato delle macchine agricole d’epoca negli ultimi 10-15 anni. «I prezzi sono sicuramente aumentati – risponde senza incertezze – ma proprio recentemente mi è capitato Due Lesa: Super Titano 25 (a sinistra) e LDV 25. 56 Motore Slanzi D06. Fiat Balilla da restaurare. Del Monte, non certo comune nelle collezioni di trattori d’epoca. di leggere un resoconto su un quotidiano importante dove si evidenziava come l’investimento più redditizio degli ultimi anni sia stato quello nelle auto d’epoca, perché ha reso il 3-4%. Penso quindi che in analogia lo stesso valga anche per i trattori, ma l’obiettivo non è quello di non permettere ai giovani di comprarsi da grandi un trattore d’epoca e di restaurarlo per poi poterlo orgogliosamente mostrare agli amici o in qualche manifestazione. Vorrei che fosse chiaro che il mercato è ancora avvicinabile e tale deve rimanere, anche se è fisiologico che negli anni ci sia stato un miglioramento della capacità di restauro (non si vedono più trattori verniciati con la scopa) e di conservazione, e pertanto anche un leggero aumento di prezzo». m&ma - n. 5 - 2014 TRATTORI D’EPOCA La collezione Veniamo quindi alla collezione. La maggior parte dei pezzi proviene dal rapporto con il suocero, ma Nicolini ha comprato altri esemplari successivamente, anche se quelli ai quali è più affezionato sono i primi. A cominciare da un Fordson E 27N del 1923. «Era stato verniciato di nero – racconta Nicolini – e il mio amico Franco Montermini l’ha restaurato meccanicamente, ripristinando il colore originale. Adesso è un gioiellino e vorrei partecipare a qualche sfilata, per cui sto pensando di applicare della gomma sui cerchi in ferro per poterlo utilizzare anche su strada». Nel complesso i trattori in collezione sono una decina e, Fordson a parte, sono tutti italiani, tra cui la Locomobile Ruston Proctor & Co del 1901. Pressa OM Suzzara (a sinistra) e trebbia Hofherr Schrantz. m&ma - n. 5 - 2014 Sotto un telo si cela uno splendido carro del 1879. I due gioielli di Montermini: Lombardini TL 25 (a sinistra) e Oto Melara 20 (1959). pietra miliare del Fiat 600, un modello speciale, con una storia particolare dietro, anche questo rimesso a nuovo grazie all’aiuto di Montermini. Meritano inoltre di essere citati un Lesa Super Titano 25, comprato da Nicolini perché gli era sempre piaciuto da ragazzino, un Lesa LDV 25, un raro Del Monte (dove lo stemma DT sull’anteriore sta probabilmente per doppia trazione), un Balilla da restaurare, una Fiat Piccola (particolare perché a benzina) e un Super Landini, vero e proprio orgoglio del proprietario. Oltre ai trattori la collezione di Nicolini comprende anche una locomobile a vapore Ruston Proctor & Co. del 1901, presa con il suocero nel Bolognese, 40 anni fa circa, una mietilega ben conservata Laverda, due falciatrici (Fahr e Lanz) mai usate, una sgranatrice da mais Pavesi e Bosi di Cremona, montata sopra un Fiat Spa 38R (un vero e proprio “trapianto” d’epoca, omologato Asi), una pressa OM Suzzara e relativa trebbia ungherese Hofherr Schrantz, e un carro agricolo. Altri pezzi da segnalare sono inoltre un motore fisso Slanzi D06 da 6 cavalli, restaurato da un parente della famiglia Slanzi su sollecitazione dello stesso Cavalier Luigi Slanzi, e un carrello irroratore con motore Ruggerini e relativa pompa del 1948. Concludiamo segnalando anche che il capannone di Nicolini ospita un Fiat 700 del Gamae e un OM Super utilizzato per i raduni Il veicolo militare Fiat trasformato da Pavesi e Bosi, degli anni ’60. in montagna, ma soprattutto due gioielli di proprietà dell’amico Montermini. Il primo è un Oto Melara 20 del 1959, particolare perché costruito quando l’azienda spezzina era già stata chiusa e quindi montato dal rappresentate di La Spezia (infatti nella targhetta manca il numero di matricola); il secondo è un Lombardini TL 25 N Diesel del 1956, usato da Montermini fin dall’età di 12-13 anni. 57 MONDO DELL’INDUSTRIA Cromata per la storia Maschio Gaspardo celebra i 50 anni con un’edizione speciale della fresa C 300 ondato nel 1964 dai fratelli Egidio e Giorgio Maschio, il gruppo Maschio Gaspardo opera da 50 anni nel settore dell’agricoltura, presentando una gamma completa di attrezzature agricole per la lavorazione del terreno, la semina, il trattamento delle colture, la manutenzione del verde e la fienagione. 50 anni di successi che il gruppo celebra con un’edizione speciale della fresa C 300 in versione totalmente cromata, presentata a Fieragricola Verona 2014. Una versio- F ne top di gamma per un prodotto che ha segnato la storia e la crescita della Maschio Gaspardo, diventando sinonimo di qualità e resa, e per un attrezzo che rappresenta ancora oggi un best seller in tutto il mondo. La fresa, infatti, è il primo prodotto con il quale il gruppo è entrato nel mercato agricolo e il modello C, nato alla fine degli anni Sessanta, interpreta appieno il processo di internazionalizzazione del gruppo, che dalla produzione delle prime frese ha raggiunto una gamma completa di attrezzature di elevata qualità e contenuto tecnologico in grado di coprire tutte le fasi della meccanizzazione agricola. Principalmente la zappatrice rotativa trova impiego per applicazioni speciali quali colture orticole, frut- teti e situazioni di lavoro in cui è richiesto un ottimo affinamento del terreno, incorporazione del residuo e profondità di lavoro che in determinati contesti può superare i 20 cm. Inoltre è un prodotto che sta riscontrando un enorme successo in Asia, dove la coltivazione delle risaie viene gestita tramite l’utilizzo di frese. In particolare la fresa C è la versione heavy-duty della gamma di zappatrici fisse Maschio, sviluppata per aziende agricole di medio-grandi dimensioni che necessitano di uno strumento versatile per la rapida preparazione del letto di semina. Il modello C è disponibile con larghezze di lavoro comprese tra 2,1 e 3,1 m e compatibili con trattrici da 60-130 HP. Grazie al cambio di velocità, questa zappatrice è applicabile con successo in molteplici condizioni operative, dal tradizionale affinamento di terreno precedentemente lavorato, alla messa in coltura di suoli sodi. La versione C è completamente ‘maintenance-free’ essendo equipaggiata con le speciali tenute metalliche anfibie Duo-Cone sui mozzi di supporto del rotore. La trasmissione laterale è garantita da tre ingranaggi lubrificati a olio allo scopo di garantire le massime prestazioni anche nelle applicazioni più gravose. Le zappe sono sviluppate e forgiate direttamente negli stabilimenti Maschio per garantire i migliori standard qualitativi. WD-40, il multifunzione n. 1 al mondo È ideale in casa, in garage, in giardino, nelle attività del tempo libero e in molte altre situazioni inalmente puoi tornare all’aria aperta e WD40 è il tuo valido alleato nello sport. Un colpo di spray evita l’accumulo di fango ed erba sulla suola delle scarpe da calcio e lubrifica le ruote di roller e F 58 pattini. Applicato alla tua bici o alla tua moto, rende e mantiene brillanti le parti cromate, mentre la sua azione lubrificante e idrorepellente assicura il buon funzionamento di ogni gni componente meccaca anico ed elettrico. WD-40 pulisce e protegge le attrezzature da giardino. 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Dal 2003 a oggi sono stati investiti 400 milioni di euro nella ricerca e sviluppo e nella produzione dei trattori», ha dichiarato Lothar Kriszun, membro della di- N rigenza, nonché responsabile del business trattori Claas. Nel 2008 nella fabbrica di Le Mans è stata installata una nuova linea di montaggio per le cabine e solo due anni dopo è stato inaugurato un nuovo reparto di verniciatura. A metà 2012 è stato aperto in Trangé il nuovo centro di collaudo e convalida. La vicinanza geografica di questo centro alla catena di montaggio facilita la sinergia con i responsabili dello sviluppo prodotti, produzione industriale e servizio assistenza della Claas Tractor. Questa intensiva collaborazione, inoltre, permette di beneficiare delle competenze già esistenti in materia di trattori. Il più recente e importante investimento Claas riguarda lo sviluppo e la fabbricazione di una nuova trasmissione a variazione continua, destinata alla gamma Arion 500 e 600. Questa trasmissione è stata presentata l’anno scorso e sviluppata congiuntamente da Claas Tractor e Claas Industrietechnik (Cit), una filiale del Nel 2008 nella fabbrica di Le Mans è stata installata una nuova linea di montaggio per le cabine. m&ma - n. 5 - 2014 Fra il primo trattore Atles 900 e l’ultimo modello Axion 800 sono stati venduti più di 100.000 trattori Claas. A Le Mans ogni anno vengono costruiti fino a 13.000 trattori. gruppo Claas. Essa viene prodotta e collaudata nella fabbrica di Paderborn, sede della Cit. A partire dal suo ingresso avvenuto nell’anno 2003 nel settore dei trattori, CLAAS non solo ha raggiunto la quota produttiva di 100.000 trattori, ma ha approfondito e affinato Dal 2003 a oggi sono stati investiti 400 milioni di euro nella ricerca e sviluppo e nella produzione dei trattori. le proprie competenze tecniche ampliando l’offerta prodotto. Seguendo le esigenze di coloro che lavorano sul campo, sono stati immessi sul mercato 34 modelli da 72 a 524 cv, tutti rispondenti alle esigenze dell’agricoltura moderna. Questo è il motivo per cui il nuovo Axion 800 ha ricevuto il titolo di Machine of the Year 2014, Tractor of the Year 2014 e, non ultimo, il riconoscimento d’oro iF Product Design 2014 assegnato in base al test Dlg PowerMix, secondo la categoria di appartenenza. Per quanto riguarda l’anno in corso, nuovi modelli di trattori ancora più interessanti e innovativi lasceranno la linea produttiva di Le Mans. 59 MONDO DELL’INDUSTRIA John Deere protagonista a Fieragricola Due ampi spazi espositivi, tutte le più recenti novità, eventi demo e momenti di incontro con i contoterzisti stato un successo nel successo quello che ha visto protagonista John Deere all’ultima edizione di Fieragricola, che ha avuto luogo a Verona dal 6 al 9 febbraio 2014. All’eccellente affluenza della manifestazione giunta alla 111ª edizione ha infatti fatto riscontro il grande interesse manifestato dai numerosissimi visitatori che nei quattro giorni dell’evento fieristico hanno affollato i due stand allestiti per l’occasione dal costruttore americano nei padiglioni 6 e 4 del quartiere di Veronafiere, affiancati da un ulteriore spazio nell’area esterna. A rappresentare in questa occasione John Deere è stata un’ampia selezione È Folla di visitatori ai due stand allestiti per l’occasione dal costruttore americano nei padiglioni 6 e 4 del quartiere di Veronafiere. delle più recenti e innovative creazioni del marchio del cervo, che hanno polarizzato l’attenzione e la curiosità degli operatori giunti in gran numero al tradizionale appuntamento veronese. Puntualmente assistiti e supportati dal nutrito staff messo anche questa volta in campo da John Deere a Fieragricola, i visitatori hanno potuto toccare con mano i numerosi modelli presenti all’interno del padiglione 6, che ha ospitato una ricca rappresentanza delle linee di prodotto parte dell’ampia gamma del marchio statunitense. I riflettori si sono in particolare puntati sui trattori della Serie 6, nell’occasione rappresentata da Anche le aree esterne del quartiere fieristico veronese hanno visto protagoniste le macchine John Deere. 60 un 6110MC e un 6100RC, esponenti della nuova gamma di trattori compatti John Deere che concentra in un formato più compatto e manovrabile le qualità e le capacità dei modelli di grandi dimensioni, affiancato da un altro best seller come il 6150 R che propone un concentrato delle più avanzate tecnologie oggi utilizzate dal gigante americano. Nutrita anche la rappresentanza dei modelli della Serie 5, in questo caso affidata a un esponente della nuova linea 5M presentata in anteprima lo scorso settembre a Berlino, il 5115M, affiancato dai due versatili e collaudati multifunzione 5095E e 5090G; altra anteprima berlinese presente allo stand, uno degli esponenti della Serie 7R versione 2014, il 7290R, equipaggiato con l’innovativa trasmissione e23 a 23 marce avanti e 11 marce indietro con Efficiency Manager. A completare lo schieramento allestito nel Padiglione 6 uno dei top di gamma della serie 7080 di trince semoventi John Deere, la 7780i, equipag- giata dal 2013 con il rivoluzionario sistema rompigranella KernelStar. Interamente dedicato alla coltivazione di vigneti e frutteti è stato invece lo stand allestito da John Deere nel padiglione 4. Protagonisti degli accoglienti spazi approntati per l’occasione un 5100 GF, ideale per operazioni in coltivazioni caratterizzate da ampie larghezze interfilari, e un 5085GL, che grazie al profilo ribassato è in grado di operare con la massima agilità anche in spazi contenuti e al di sotto di alberi da frutta o vigne di altezza ridotta. Anche in occasione di Fieragricola, infine, John Deere ha voluto sottolineare quella tradizionale attenzione e sensibilità verso i propri clienti che da sempre rappresenta uno dei principali punti di riferimento della sua filosofia. Un’attenzione che a Verona si è concretizzata nell’organizzazione di un incontro con un panel di 80 clienti dedicato alle macchine da raccolta e ai servizi offerti da John Deere alla clientela italiana. m&ma - n. 5 - 2014 MONDO DELL’INDUSTRIA In viaggio con un telescopico Merlo Dall’Italia alla Finlandia: 4.000 km di entusiasmo e passione entusiasmo e la competenza sono da sempre le carte vincenti del Gruppo Merlo, che ha nella preparazione e nell’impegno dei propri dipendenti alcuni dei suoi punti di forza. Non c’è infatti modo migliore di vivere e lavorare che fare ciò che si ama ed amare ciò che si fa. Si sa che l’entusiasmo è fortemente contagioso e si è trasmesso dai dipendenti ai telescopici Merlo per poi travalicare i confini nazionali ed animare anche i partner mondiali, le filiali e gli importatori che rappresentano il Gruppo Merlo nel mondo. Leo Terqujeff (per gli amici Manne) è una delle persone che meglio esprime l’anima Merlo ed ha fatto della propria passione un lavoro. Responsabile dell’assistenza L’ post-vendita di Rotator, importatore Merlo in Finlandia da quasi venti anni, Leo è un tecnico esperto e stimato che si è innamorato del proprio mestiere e dei sollevatori telescopici Merlo. Tanto da portare inciso il proprio amore sulla pelle. Sulla spalla sinistra infatti, Leo Terqujeff ha tatuato il logo Merlo, simbolo di un legame lavorativo che è diventata una passione. Mentre si avvicinava il momento della pensione, Manne ha pensato a lungo a come poter festeggiare questo importante traguardo fino a partorire un’idea quasi folle: un lungo viaggio dall’Italia alla Finlandia a bordo dei telescopici Merlo che tanto ama. L’idea si è presto trasformata in un ambizioso progetto che è stato accolto e sostenuto con entusiasmo dapprima dai suoi colleghi di Rotator e poi dalla Merlo. I preparativi sono così cominciati fino ad arrivare ad elaborare l’itinerario di viaggio. Partenza da Cuneo il 28 di aprile ed arrivo in Finlandia in meno di due mesi percorrendo 4.000 km ed attraversando mezza Europa: Italia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca e Svezia. Un viaggio molto lungo e ricco di passaggi insidiosi, a partire dai passi montani al confine tra l’Italia e la Slovenia fino agli attraversamenti marittimi nel nord Europa. Nulla che possa però impensierire il telescopici Merlo, famosi non solo per la tecnologia e le prestazioni, ma soprattutto per l’affidabilità. Questa dote sarà fondamentale per il tragitto più lungo mai percorso da un sollevatore telescopico. Il telescopico scelto per l’impresa è il P25.6, che con i suoi 1,80 m di larghezza e 1,92 m di altezza il più compatto della gamma Merlo, una scelta che potrebbe sembrare strana, ma che non sorprende chi i telescopici Merlo li conosce bene. Il 25.6 è infatti dotato della cabina più grande della categoria, che ha le stesse dimensioni di quella montata sulle macchine più grandi ed offre un confort Top di gamma. Questo modello poi è l’unico della categoria a raggiungere i 36 km/h, garantendo quindi una marcia su strada più rapida. Un itinerario lungo e sicuramente pieno di emozioni, un po’ come questi anni di lavoro di Leo Terqujeff nell’assistenza alle macchine Merlo. Le avventure di Leo “Manne” Terqujeff possono essere seguite sul sito Merlo (www.merlo.com), su Facebook (https://www.facebook.com/merlomanne) o su Twitter (https:// twitter.com/LeoTergujeff). A Lamborghini al vertice del design amborghini Trattori arricchisce il proprio medagliere con il Red Dot Product Design Award 2014, assegnato a Lamborghini Nitro. Il Red Dot Design Award, considerato uno dei più importanti riconoscimenti di design a livello mondiale, premia dal 1955 l’eccellente qualità di pro- L m&ma - n. 5 - 2014 gettisti e produttori. Questo riconoscimento riconferma Lamborghini Nitro come perfetta sintesi tra innovazione e prestazioni in agricoltura. Un trattore di media potenza che si caratterizza per il design moderno, sviluppato in collaborazione con Giugiaro Design. «Vincere il Red Dot Product De- sign Award 2014 è motivo di grande soddisfazione per il nostro Gruppo – ha commentato Lodovico Bussolati, amministratore delegato Same Deutz-Fahr – e il fatto di ricevere per il secondo anno consecutivo un così prestigioso premio, dopo il successo ottenuto nel 2013 con il Deutz-Fahr 7250 TTV Agrotron, rappresenta il miglior riconoscimento dei nostri sforzi». 61 MONDO DELL’INDUSTRIA Tempo, nuovo record con il girasole La macchina di Väderstad ha seminato 306 ettari a una velocità media di 19 km/h n una gara di 24 ore il 4 aprile scorso una seminatrice Tempo R 12 di Väderstad ha seminato 306 ettari di girasole a una velocità media di 19 km/h. La gara si è tenuta vicino a Pleven, a nord di Sofia in Bulgaria, assieme all’importatore I per la Bulgaria di Väderstad “Titan Machinery”. «Questo mostra la capacità della Tempo R di seminare con grande precisione ad alte velocità – ha detto il product marketing manager Lars Thylén –». Il tentativo di record è co- minciato alle 13.45 del 3 Aprile e sono finiti 24 ore dopo. Quattro operatori hanno seminato un totale di 306 ettari di girasole a una velocità media di 19 km/h nella tenuta Agrotrade Commerce vicino a Pleven. Il campo è stato semina- to a una dose di 62.500 semi per ettaro, collocati a circa 5 cm di profondità. «Mi sento veramente orgoglioso del team che ha reso possibile questo avvenimento e dei nostri colleghi che hanno sviluppato la macchina» ha concluso Thylén. Dieci-Manatech Tour 2014 da guinness un modo decisamente non convenzionale per testare la qualità di una macchina quello scelto dalla Dieci e dal suo importatore ceco, la Manatech CZ: è il Dieci-Manatech Tour 2014, in cui un Agri Plus 40.7 VS EVO2 ha percorso ben 878 chilometri in trasferimento autonomo, direttamente dallo stabilimento Dieci di Montecchio Emilia (Re) fino a Humpolec, in Boemia. Durante tutto il tragitto, la macchina è stata monitorata dai giudici del È Guinness World Record, che hanno certificato l’impresa come il più lungo trasferimento mai effettuato da un elevatore telescopico. Il Dieci-Manatech Tour 2014 ha avuto inizio dal piazzale dello stabilimento Dieci nella mattinata del 17 marzo scorso. Miloš Lesina, titolare della Manatech CZ, si è alternato alla guida dell’Agri Plus con Miroslav Apron e František Fiala, per un tempo effettivo di guida di 36 ore, 32 minuti e Partenza, tappa intermedia e arrivo del Dieci-Manatech Tour. 62 5 secondi, suddivisi in 5 tappe variabili dai 140 ai 160 chilometri giornalieri attraverso 4 stati, Italia, Austria, Germania e infine Repubblica Ceca. La macchina utilizzata è un Agri Plus 40.7 VS EVO2 con dotazioni strettamente di serie. I tratti più impegnativi del percorso (il passo del Brennero e le Alpi) hanno confermato le ottime doti di comfort e affidabilità, grazie all’innovativo motore Fpt Stage 3B al passo con le più recenti normative antiin- quinamento a cui è abbinata una Trasmissione Dieci Vario System EVO 2 a variazione continua di velocità, che offre una funzionalità Cvt in continuo senza interruzioni di erogazioni di coppia. Il Tour ha avuto termine alla fiera Techagro di Brno, dove la macchina è stata esposta al pubblico e dove hanno avuto luogo la consegna degli attestati e le celebrazioni finali. Il record ha avuto anche un risvolto sociale: abbinata al Dieci-Manatech Tour 2014 infatti, era anche l’iniziativa “1 km =1 euro per una buona causa”: per ogni chilometro percorso, è stato devoluto 1 euro alla “Tango Havlíčkův Brod”, associazione ceca che si occupa di progetti di assistenza e recupero per disabili. m&ma - n. 5 - 2014 MONDO DELL’INDUSTRIA Faresin sempre sulle orme del rinnovamento e dell’innovazione La società breganzese presenta il Leader Compact ualsiasi prodotto basato sulla tecnologia è sempre soggetto a una continua ricerca innovativa che mette al centro del suo interesse la comodità del cliente e la sua soddisfazione, rispondendo a tutte le sue esigenze, in modo da metterlo in condizioni ottimali per operare perfettamente. Faresin Industries che si afferma sempre più leader internazionale, non potrà mai mancare in que- Q sto processo che rende il made in Italy agricolo oltre che un punto di forza anche un riferimento indiscutibile. Con i carri miscelatori Faresin, l’azienda è sempre stata la prima a lanciare le novità assolute che fanno movimentare il mercato e segnano con forza l’avanguardia dei prodotti della casa breganzese. E oggi presenta un altro prodotto che rende ulteriormente tangibile i grandi investimenti del brand per arricchire la propria gamma. Leader Compact: un carro miscelatore impressionante per le sue enormi prestazioni. Questa volta si potrebbe dire che si tratta di una macchina nata nella stalla e per la stalla, essendo stata richiesta da tanti allevatori. Tutto ciò rende Leader Compact conforme a una tipologia di farm con determinate caratteristiche. Se avete una stalla medio–piccola con delle porte basse o molto basse, dove però il carro miscelatore è indispensabile, allora Leader Compact è fatto per voi. Questa macchina è più piccola della sorella maggiore Leader Standard, più agile e perfettamente adatta per stalle con piccole dimensioni. L’idea di produrre questa macchina è arrivata dalla filiale tedesca Faresin Deutschland come conferma dell’ottimo lavoro di squadra e l’eccezionale sintonia tra tutti per risolvere qualsiasi tipo di problema che il cliente può affrontare. L’elemento premiante di questo modello consiste nel fatto che finalmente i clienti potranno disporre di tutti i vantaggi e della tecnologia dei modelli Standard ed Ecomix in questa nuova versione compatta. Oltre a questo è anche una risposta per i clienti che per problemi dimensionali delle loro stalle fino a oggi hanno dovuto dotarsi di mezzi meno performanti a causa di questo gap. Il nuovo Leader Compact si presenta come segue: un nuovo telaio, dimensioni più ridotte (altezza max 2,55 m per le versioni 12 e 14 mc e di 2,80 m per la versione 16 mc), mantenimento delle geometrie che permettono una miscelata migliore, un raggio di sterzata di 3 metri con la possibilità di mantenere le quattro ruote sterzanti, il canale fresa da 800 mm e un potenza di 130 cv. Questa è la carta d’identità del nuovo gioiello nato in casa Faresin Industries. È un Leader Compact passe par tout. Faresin Industries ha ormai un altro elemento per dirsi ancora Leader, ma in questo caso non Com pact. Il nuovo portale dell’agricoltura www.agricoltura24.com m&ma - n. 5 - 2014 63