EDITORIALE
Nei giovani stat virtus
S
enza terra è difficile fare
l’agricoltore. Lapalissiano.
Ma anche farlo con poca terra
e senza la possibilità di aggregare
superfici è cosa ardua.
Da anni si dice che l’imprenditoria
agricola è vecchia, che manca
il ricambio generazionale e che
essere giovani agricoltori senza
avere qualcuno alle spalle con
una solida, e già strutturata
impresa, è cosa ardua.
Tutto vero. Entrare nel settore
agricolo tout court è davvero
complesso: la burocrazia straborda,
la frammentazione fondiaria impera,
i problemi di successione
e prelazione non si contano.
Tanto che gli under 40 nel comparto
primario rimangono una minoranza.
Ancora silenziosa.
Ma sempre meno silenziosa.
Poichè qualcosa sta cambiando.
In termini di agevolazioni
al neoimprenditore.
Di eliminazione delle barriere
all’entrata.
Ma, soprattutto, di feeling
con il settore. Ossia, per dirla in altri
termini, è tornata, anche fra le nuove
generazioni, la voglia di essere
agricoltore. Di lavorare i campi.
Di avere idee innovative e di poterle
sviluppare all’aria aperta.
Magari guadagnandoci qualcosa.
Al di là della demagogia spicciola
e del ‘bucolismo’ a oltranza
il fenomeno appare evidente.
L’imprenditore agricolo,
che qualche anno fa era visto
quasi con un certo fastidio,
oggi è tornato a essere cool.
E così l’intero sistema prova
a risollevarsi. Da alcuni anni
tornano ad aumentare le iscrizioni
agli istituti superiori e ai corsi
di laurea agrari.
Il settore primario perde
occupazione meno degli altri.
L’innovazione diventa un punto
di forza di un comparto
m&ma
- n. 5 - 2014
sempre associato
di Gianni Gnudi
non positivamente al tradizionalismo
e alla conservazione.
E le istituzioni cominciano
ad accorgersene con una certa
continuità.
Da un po’ di tempo a livello
regionale, Psr e dintorni per
intenderci, prevedono contributi
spesso a fondo perduto per
i neofiti agricoli.
E, sul fronte comunitario,
dalla nuova Pac 2014-2020
arriva una scossa generazionale,
con l’inserimento
di uno stanziamento ad hoc
per i giovani agricoltori.
Tanto che a livello di singoli Stati
alcuni Paesi (l’Italia sta ancora
decidendo) hanno già stabilito
quanto destinare loro: Austria,
Bulgaria, Finlandia, Irlanda, Spagna
e Galles il 2% della dotazione.
La Germania l’1%.
Anche il mondo della meccanizzazione
è rimasto ammaliato dalle sirene
giovanili. È recente la collaborazione
fra uno dei principali marchi
trattoristici e il Ceja (il Consiglio
europeo dei giovani agricoltori)
attualmente guidato dall’italiano
Matteo Bartolini.
Solo spot? Può anche darsi.
Ma più verosimilmente si tratta
della consapevolezza che il futuro
del comparto passa da chi
nei campi c’è da non troppi anni.
E ci starà per almeno un altro
ventennio.
È a questi personaggi che occorre
dare il maggior numero possibile
di strumenti per rimanere
competitivo.Per completare
un significativo processo
di maturazione.
Perchè, come diceva Italo Calvino
ne “Il visconte dimezzato”
del 1952, «alle volte uno si
crede incompleto
ed è soltanto giovane».
Calvino. Non uno qualunque.
1
N. 5 - MAGGIO 2014
SOMMARIO
in questo numero
EDITORIALE
1
NEI GIOVANI STAT VIRTUS
di Gianni Gnudi
INTERVISTA
4
PROVA IN CAMPO
13
di Gianni Gnudi
ECONOMIA E MERCATI
6
TRATTORE VALTRA N123 VERSU
QUATTRO PRIORITÀ
PER NEW HOLLAND
TRATTORI, MERCATO EUROPEO
A DUE VELOCITÀ
di Francesco Bartolozzi
8
9
PROVA IN CAMPO
21
PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
NUOVO RECORD PER KRONE
BUSINESS IN RUSSIA PER
L’AGROINDUSTRIA DI QUALITÀ
9
10
LANDINI APRE IN BRASILE
10
JOHN DEERE VENDE
IL RAMO IRRIGAZIONE
LIEBHERR E COMER INDUSTRIES
RAFFORZANO LA PARTNERSHIP
MANIFESTAZIONI
11
A GIUGNO È L’ORA DI ENOVITIS IN CAMPO
PROVA IN CAMPO
13
TRATTORE VALTRA N123 VERSU
di Ottavio Repetti
21
PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION
3800 SADDLE TRAC
di Ottavio Repetti
SPECIALE
PNEUMATICI
30
SPECIALE PNEUMATICI
30
MERCATO, LA QUIETE DOPO
LA TEMPESTA
di Francesco Bartolozzi
33
COME IDENTIFICARE LE GOMME
di Roberto Guidotti
INTERVISTA
Quattro priorità per New Holland
La visione di Carlo
Lambro, al vertice
del marchio
da settembre 2013
di Gianni Gnudi
e idee sembra davvero averle chiare. Carlo Lambro, presidente
globale di New Holland
Agriculture da settembre
2013, analizza con dovizia
di particolari l’andamento
dei mercati mondiali, ma
soprattutto identifica le
linee di sviluppo del marchio che fa parte di Cnh
Industrial.
«Sul fronte brand - evidenzia - penso a quattro
priorità strategiche. In primis, occorre consolidare
la presenza New Holland
nel più importante mercato mondiale per la meccanizzazione agricola, quello europeo, che peraltro
ancora oggi è quello a più
alta marginalità. Ciò significa arrivare al 20% di quota
sul fronte trattori e al 30%
su quello delle mietitrebbie
incrementando di alcuni
punti percentuali le attuali
quote. Seconda priorità:
l’Italia. Che per noi rimane
un Paese-chiave. Dopo
un 2013 complesso dobbiamo ritornare sopra al
25% di quota nei trattori e
al 30% nelle mietitrebbie».
Allargando
l’orizzonte
Lambro identifica le altre
due priorità del marchio a
livello mondiale: «Dobbiamo continuare la nostra
espansione in America
Latina, area strategica e
L
4
nella quale abbiamo radici
consolidate. Poi abbiamo
l’ambizione di rafforzarci
sensibilmente nel comparto delle mietitrebbie in
India e Cina». E qui arriva
la prima notizia di rilievo.
«Stiamo investendo - continua il manager New Holland - in un secondo stabilimento indiano che sarà
destinato alla produzione
di mietitrebbie di piccola
taglia, sotto alla gamma
TC per intenderci, di potenza compresa fra i 150 e
180 CV, con o senza cabina, che oltre a essere ideali per il subcontinente indiano, potrebbero essere
adattate al comparto riso
sul mercato cinese. Contiamo di entrare in produzione nell’arco di tre anni,
nei primi mesi del 2017.
L’obiettivo di medio periodo è ambizioso ma realizzabile: il 20% di quota in un
mercato oggi molto polverizzato che richiede questa tipologia di macchine».
Obiettivo full-line
Le novità non sono solo
sul fronte dei mercati, ma
anche su quella che Lambro definisce ‘espansione
di business’.
Il riferimento all’obiettivo
di essere sempre più fullliner è evidente e il presidente New Holland non si
nasconde: «Al di là delle
gamme trattori, mietitrebbie e big-baler nelle quali
oggettivamente ci manca
davvero poco, guardiamo
con attenzione alle attrezzature. In questo comparto staremo senz’altro fuori
dall’irrigazione, non ci inte-
ressa il segmento carri miscelatori e dintorni, siamo
vigili sul fronte lavorazione
terreno e protezione piante, mentre abbiamo come
primo obiettivo la cutting
preparation (fienagione e
affini)». Per Lambro è questa la prima vera mossa
da compiere e conferma
che molto probabilmente già nel 2014 New Holland si muoverà. Come?
«Senz’altro - sottolinea
Lambro - non sarà un’intesa commerciale. Molto più
probabilmente si tratterà
di un’acquisizione o di un
partecipazione importante
in una società di rilievo in
questo segmento».
Accordi commerciali
E a proposito di accordi
Lambro fa il punto su ciò
che New Holland ha in essere, evidenziando a più riprese che sono sempre di
più le cose che il marchio
del gruppo Cnh Industrial
si fa in casa.
«A livello di trattori abbiamo appena rinnovato per
altri 5 anni il contratto con
i coreani della Ls. Un accordo importante da oltre
4mila macchine all’anno
nel segmento delle piccole
potenze, collocate per lo
più sul mercato nordamericano e, in Europa, nel Regno Unito e nel Benelux (in
Italia per ora non si sono
ancora viste, ndr)».
«È stato confermato anche per quest’anno - continua il presidente New
Holland - l’accordo con
Goldoni per la produzione
di circa 250 isodiametrici,
mentre nelle attrezzature
Carlo Lambro, presidente
di New Holland.
abbiamo in essere un’intesa con Kverneland per la
fornitura di falciatrici anteriori e, soprattutto, prosegue la collaborazione con
Semeato per le seminatrici dirette. Un’intesa ormai
operativa anche in Europa
visto che sono già al lavoro le prime attrezzature ‘in
blu’ in Francia e l’obiettivo
è di arrivare nel 2014 a un
centinaio di seminatrici in
campo».
Rapporti con Case IH
Sui rapporti con i cugini di
Case IH Lambro appare
sereno: «Spesso si parla di
forte concorrenza, mentre
io la definirei ‘light’. Intanto bisogna ricordare che
Case IH è più nordamericana e New Holland è più
europea, quindi le areeobiettivo sono diverse.
In ogni caso molti servizi
sono integrati e, soprattutto, sui grandi investimenti (penso allo sviiluppo motori o all’apertura di
nuovi stabilimenti) e sulle
strategie, il gruppo è unito e le decisioni vengono
prese dal Group Executive
Council (GEC), che è il più
m&ma
- n. 5 - 2014
INTERVISTA
alto organismo decisionale in Cnh Industrial dopo il
Consiglio di Amministrazione».
Ammiraglia in arrivo
Capitolo prodotti. «Sui
trattori il 2014 sarà l’anno
del consolidamento delle
grandi potenze, il primo
vero anno di commercializzazione del T8 Autocommand, e dovrebbe
vedere il debutto (probabilmente a fine autunno)
del T4 Medium Tier IVi da
75 a 115 CV di potenza. Ma
la vera novità arriva dalle
mietitrebbie, con l’esordio
(si dovrebbe vedere all’Eima, ndr) della nuova CR,
l’ammiraglia di casa New
Holland, potenza monstre
di 650 CV, motorizzata
con un nuovo motore di
FPT Industrial».
Il passaggio sui motori aiuta a confermare la tesi che
Lambro ha portato all’ultima Agritechnica 2013: «L’idrogeno rimarrà in standby fino a quando non
sarà possibile abbassare
sensibilmente i costi di industrializzazione, mentre
il metano contiamo di poterlo sviluppare nel medio
periodo. Già oggi siamo
arrivati a un trattore da oltre 140 CV con un’autonomia di circa 6 ore».
Scenari e prospettive
Torniamo dove eravamo
partiti, l’analisi dei mercati. «Il Nafta (Stati Uniti, Canada, Messico), area da
200mila trattori e 12mila
mietitrebbie,
dovrebbe
registrare un lieve calo,
tuttavia concentrato nelle
alte potenze, per cui New
Holland, che in quel bacino è più concentrata sulle
medie potenze, dovrebbe mantenere le quote.
Più complessa - precisa
Lambro - è la situazione
in America Latina, dopo
un 2013 straordinario con
mercati in crescita del 20%
e un aumento di quota per
New Holland di quasi due
punti. I primi tre mesi 2014
si sono chiusi in sensibile
calo (-15%) e la svalutazione del peso sta di fatto
bloccando l’intero mercato argentino. New Holland
si sta salvando con la produzione interna realizzata a Cordoba, ma prevediamo un anno difficile».
Dall’altra parte del mondo
per Lambro l’India continuerà a crescere e andare ben oltre le 500mila
trattrici annue, mentre si
dovrebbe stabilizzare il
mercato cinese. Preoccupa anche l’incertezza sulla
situazione russo-ucraina,
mercati da alte potenze,
Il 2014 sarà l’anno del consolidamento dei trattori di alta
potenza, primo fra tutti il T8 Autocommand.
m&ma
- n. 5 - 2014
Dopo il lancio delle nuove piccole TC (nella foto) il 2014
sarà l’anno dell’esordio della nuova CR.
in cui con un numero non
elevato di macchine si riescono a realizzare fatturati
rilevanti.
Ma è l’Europa la chiave del
ragionamento.
«Finalmente i Paesi del bacino mediterraneo, Spagna in primis, Portogallo
e Grecia, stanno dando
segni di ripresa. Purtroppo
l’Italia è ancora in sofferenza e temiamo che anche il 2014 possa essere
un anno da 19mila trattori
e meno di 400 mietitrebbie. Qualche timido segnale di risveglio anche
nel nostro Paese sembra
esserci, ma pare ancora
poca cosa».
«La Germania - continua
Lambro - pur rallentando
leggermente la propria
corsa, rimane un mercato in salute che dovrebbe
chiudere poco sotto (fra
il -2 e il -4%) i livelli record
dello scorso anno. Mentre
le mietitrebbie sono viste
ancora in aumento (+5%).
E in questo caso siamo
particolarmente soddisfatti per essere diventati il secondo player di mercato,
dopo Claas».
I problemi possono arrivare invece da Francia, Polonia e Turchia.
«Oltralpe i i primi tre mesi
2014 hanno registrato un
calo notevole. Avevamo
previsto un rallentamento
del 10% ma forse sarà più
considerevole, cosa naturalmente negativa vista
l’importanza della Francia
nello scacchiere europeo.
In Polonia il mercato è fermo a causa del blocco dei
fondi europei. New Holland è leader di mercato a
Varsavia e dintorni e questo naturalmente ci penalizza maggiormente. Analogo ragionamento si può
fare in Turchia dove invece stanno soffrendo più le
mietitrebbie che i trattori
che rimarranno fra le 40 e
le 45mila unità. Il mercato
delle mietitrebbie sta perdendo il 40% e, considerando che New Holland
aveva una quota di mercato superiore al 70%, si
può comprendere quanto
sia delicata la situazione».
Jesi strategico
L’ultimo passaggio è una
chiosa sullo stabilimento
marchigiano di Jesi. «Per
noi - conclude Lambro - si
tratta di una fabbrica strategica, ben funzionante,
che sta operando a pieno
regime. Gli attuali, lievi, ritardi di lavorazione sono
dovuti alla concentrazione di lanci di nuovi trattori
delle gamme T4 e T5. Si
tratta quindi di un momento contingente e non di un
problema strutturale». 5
ECONOMIA E MERCATI
Trattori, mercato europeo
a due velocità
Immatricolazioni trattori in Europa (gen-mar)
9.000
8.000
Primo trimestre
2014 in negativo
per Italia e Francia.
Bene Germania,
Inghilterra e Spagna,
stabile l’Austria
di Francesco Bartolozzi
l mercato delle macchine agricole cresce
nell’Europa comunitaria,
sia pure in modo non
omogeneo. I primi tre
mesi hanno infatti registrato dati discordanti a
I
+8,9%
2013
2014
-24,9%
7.000
seconda dei paesi. Per
quanto riguarda l’Italia,
secondo i dati di immatricolazione elaborati da FederUnacoma sulla base
delle registrazioni fornite
dal Ministero dei Trasporti,
il primo trimestre del 2014
ha visto, infatti, nel Paese,
una flessione per le trattrici (-2,9% rispetto allo
stesso trimestre 2013).
Nello stesso trimestre
2014 la Germania è risultata in crescita dell’8,9%, il
Regno Unito del 9,6% e la
Spagna del 27,6%, mentre in calo di quasi il 25% è
risultata la Francia, in fase
di assestamento dopo i
6.000
-2,9%
5.000
4.000
+9,6%
3.000
+27,6%
2.000
-0,6%
1.000
0
GERMANIA
FRANCIA
ITALIA
consistenti incrementi degli ultimi anni.
«Mai come in questo
momento sono i mercati esteri a spingere la
produzione italiana di
macchine e attrezzature
agricole, che si attesta
su un valore di oltre 7,7
miliardi di euro – spiega il
UK
SPAGNA
AUSTRIA
presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – e dobbiamo essere
orgogliosi della capacità
che hanno le nostre imprese di competere sui
mercati di tutto il mondo,
dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Australia all’Estremo oriente». I dati Istat
COMPONENTISTICA, IN RIPRESA IL MERCATO NAZIONALE
Primo quarto dell’anno in attivo per l’industria italiana della componentistica destinata alle macchine agricole e per movimento terra. Dopo aver chiuso il 2013 con un incremento complessivo delle
vendite sui mercati esteri pari al 5%, ma con un mercato interno
stagnante, che non ha dato segnali di ripresa rispetto alla flessione netta (-10%) subita nel 2012, nei primi tre mesi del 2014 le
industrie del settore registrano incrementi tanto all’estero quanto
in Italia.
Le stime diffuse da Comacomp, l’Associazione italiana dei costruttori di componenti aderente a FederUnacoma, indicano infatti un
incremento delle esportazioni del 7% sia nel segmento Oem (Original Equipment Manufacturer), che riguarda le forniture dirette alle
aziende, sia in quello Am (After Market), che riguarda i ricambi e gli
accessori. Analogo incremento (+ 7%) è stimato sul mercato nazionale per entrambe le categorie di prodotti (Oem e Am). Pur in presenza degli stessi incrementi percentuali, il peso economico delle
esportazioni è nettamente prevalente rispetto al quello del mercato
interno, giacché l’industria italiana di settore – che produce una
gamma molto vasta di prodotti, dagli assali agli pneumatici, dalle
cabine alle centraline elettroniche, fino agli accessori e alle parti più
minute degli ingranaggi meccanici – destina all’estero oltre l’80%
della propria produzione, che assomma a un valore complessivo di
1,7 miliardi di euro. Le previsioni per il primo semestre di quest’an-
6
no sono ancora in positivo, con incrementi complessivi stimati intorno al 3%, per tutte le categorie di prodotto, tanto in Italia quanto
all’estero; mentre un rallentamento – secondo le stime Comacomp
– è possibile si verifichi nel secondo semestre dell’anno.
«La richiesta di componentistica italiana da parte dei Paesi esteri
è in crescita – commenta il presidente di Comacomp Alessandro
Malavolti – perché l’industria della meccanizzazione agricola è in
fase di sviluppo nelle più importanti aree economiche del mondo, e i
prodotti della componentistica made in Italy sono molto apprezzati,
innovativi, e spesso in grado di migliorare in modo decisivo la qualità dei mezzi meccanici prodotti nei Paesi esteri». Il settore della
componentistica sarà, del resto, uno dei poli di maggiore interesse
nella prossima Eima International, che si terrà a Bologna dal 12
al 16 novembre e che comprende il Salone specializzato di “Eima
Componenti”, oltre 30 mila metri quadrati netti di superficie e più
di 750 industrie costruttrici a copertura di circa 350 voci merceologiche. «Per le imprese italiane – conclude Malavolti – Eima Componenti è un evento di fondamentale importanza, all’interno di una
strategia associativa che punta sempre più a sviluppare i contatti
con gli operatori internazionali per promuovere le relazioni d’affari
e la cooperazione su mercati importanti come quelli del Giappone
e su mercati emergenti come quelli dell’Iran, dell’Indonesia, della
Tailandia e dell’Argentina».
m&ma
- n. 5 - 2014
ECONOMIA E MERCATI
I dati in dettaglio
Immatricolazioni Italia (gen-mar)
Trattori
Mietitrebbuie
Trattrici con
pianali di carico
Rimorchi
2014
4.616
32
217
1.992
2013
4.753
45
244
2.034
-2,9%
-28,9%
-11,1%
-2,1%
sul commercio estero
indicano, infatti, una crescita dell’export di trattrici nel 2013 pari al 3,4%
in valore (oltre 1,7 miliardi
di euro), e una crescita
anche delle altre tipologie di macchine pari al
7% (quasi 2,9 miliardi di
euro).
«Il sistema agricolo italiano si sta indebolendo
molto rispetto a quello
dei principali Paesi europei – ha osservato Goldoni – e una ripresa degli
investimenti nella meccanizzazione costituisce
uno dei fattori chiave per
la competitività della nostra economia primaria,
oltre che per una piena
ripresa della meccanica
di comparto. Proprio a
questo fine abbiamo avviato con il Ministro delle
Politiche agricole Maurizio Martina un importante e positivo confronto sulle priorità e sulle
possibili politiche per il
settore».
Guardando nel dettaglio
i dati degli altri paesi, in
Germania il dato positivo
va ascritto in particolare
al comparto della medioalta potenza (+23,6% per
il segmento sopra i 150
cavalli e +10,9% per quello
tra 101 e 150 cv), mentre
sotto i 100 cavalli il primo
trimestre è stato negativo (-2,3% nel segmento
51-100 cv e -5,3% sotto i 50 cavalli). In Spagna
continua il trend decisamente positivo iniziato a
fine 2013: da segnalare in
particolare John Deere al
primo posto della classifica (23% circa di quota),
seguita da New Holland
(19% circa) e molto distanziati Case IH (7,5%) e
Fendt (7,3%). Nei mercati
in calo, la Francia segna
probabilmente un caso
fisiologico dopo l’exploit
del 2013: reagiscono bene
solo i trattori specializzati
(+9,2%) e l’altissima potenza (+28%, ma parliamo
di numeri bassi), mentre il calo più significativo
(-30% circa) lo registra
tutto il segmento piccola
e media potenza. Chiudiamo con l’Austria, dove
il dato dei primi tre mesi è
sostanzialmente stabile,
con i trattori standard che
perdono l’1,1%, mentre
crescono i vigneto-frutteto (+13,7%). Come quote
mercato leader indiscusso è Steyr (24% di quota),
seguita da New Holland
(17%), John Deere (13,3%)
e Lindner (11,4%).
Nuovo record per Krone
Fatturato 2013
a quota 1,5 miliardi
di euro, di cui 564
milioni arrivano
dalle macchine
agricole
ncora buone notizie
dal paesino di Spelle, quartier generale del
gruppo Krone. L’azienda
tedesca ha infatti raggiunto nell’anno fiscale
2012/2013 un fatturato
record di 1,5 miliardi di
euro con un incremento
del sette per cento rispetto agli 1,39 miliardi
dell’anno precedente. Il
30% del fatturato è stato raggiunto sul mercato
tedesco, mentre il restante 70% è costituto da
A
8
esportazioni (nel periodo
precedente le quote erano rispettivamente 33% e
67%).
La divisione Veicoli Industriali rimane il settore
principale del gruppo, con
fatturato pari a 925 milioni di euro, in crescita del
5% circa rispetto al periodo precedente (Krone ha
prodotto nell’ultimo anno
fiscale 35.000 unità). Ma
anche la divisione macchine agricole ha ancora
una volta raggiunto risultati record, con la crescita del fatturato dai 512
milioni di euro dell’anno
precedente ai 564 milioni dell’ultimo anno fiscale. Nella fabbrica di Spelle
sono state prodotte più di
25.000 macchine. Il 29%
circa del fatturato di questa divisione è stato otte-
nuto sul mercato tedesco, il 21% in Europa centrale,
il 3% in Scandinavia e il
17% in Europa orientale. Il
restante 30% è stato generato nei mercati oltre
oceano (principalmente
Giappone, Australia, Usa,
Nuova Zelanda e Cina).
I principali investimenti effettuati dal gruppo nell’ultimo
esercizio
fiscale
sono da imputare proprio
alla divisione macchine
agricole, nell’ambito del
piano di sviluppo “MBK
2015” iniziato già nel 2010,
che ha come principale
obiettivo la riorganizzazione dei processi produttivi. Nel passato anno
fiscale, come da previsione, sono stati effettuati
investimenti nella costruzione di un nuovo centro
di formazione, nel com-
pletamento della nuova
catena di montaggio per
le trincia BiG X e nell’avvio
dei lavori di costruzione di
un nuovo centro tecnologico.
Per l’esercizio in corso
i vertici del gruppo si attendono un lieve incremento del fatturato.
m&ma
- n. 5 - 2014
ECONOMIA E MERCATI
Business in Russia
per l’agroindustria di qualità
Si è conclusa una
missione di 18
imprese
a Krasnodar
i rafforzano la presenza e l’immagine
della filiera della meccanica agricola e dell’agroindustria in Russia.
Una missione imprenditoriale ha portato 18
aziende (17 emiliano-romagnole) a Krasnodar,
città della Russia europea non lontana dalle
coste del Mar Nero e dai
monti del Caucaso.
S
L’iniziativa è stata organizzata all’interno del
progetto “Opportunità di
business in Russia per
le imprese emiliano-romagnole della meccanica agricola”, finanziato
dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del
programma Programma
2013-2015
Bricst-plus,
promosso da Unioncamere regionale e Promec - azienda speciale
della Camera di commercio di Modena, in
collaborazione con il
Cermac (Consorzio di
produttori di tecnologie
e prodotti per l’agricol-
tura, l’agroindustria e la
zootecnia) per far conoscere le tecnologie innovative proposte dalle imprese italiane del settore
promuovendo
contatti
con il mercato locale per
sviluppare rapporti commerciali stabili e partnership produttive.
Le imprese partecipanti rappresentavano una
filiera
quasi
completa, dalla lavorazione in
campo del prodotto fino
alla sua esposizione nei
punti vendita (“dal campo alla tavola”), andando
a coprire vari segmenti:
macchinari e attrezzatu-
Landini apre in Brasile
Un’unità produttiva
a Belo Horizonte
servirà i mercati
locali
andini, marchio storico di proprietà del
gruppo italiano Argo
Tractors, presente da
130 anni nel mercato
mondiale di trattori, ha
deciso di aprire un’unità
di produzione in Brasile
per servire i mercati locali.
Con questo obiettivo lo
scorso 27 marzo Landini ha firmato a Belo
Horizonte (MG), con il
Governo dello Stato di
Minas Gerais, un protocollo di intenti per la co-
L
m&ma
- n. 5 - 2014
struzione di una struttura
produttiva, che sorgerà
nella regione metropolitana della capitale dello
stato. L’investimento iniziale previsto è di 13 milioni di dollari. «Lo Stato
di Minas Gerais si pone
come un’area geografica privilegiata per favorire l’attività di produzione
di attrezzature agricole, grazie all’importante
rete di produttori di componenti e manodopera
qualificata», ha dichiarato il brasiliano Tiago
Bonomo, Ceo di Argo
Tractors Latin America.
Il progetto dell’impianto
prevede la produzione
di trattori da 60 a 180
re per l’agricoltura, tecnologie e prodotti pre e
post raccolta per l’ortofrutta e macchine confezionamento, lavorazione
e conservazione di prodotti agroalimentari.
«Cermac,
in
quanto
partner di progetto, si
è occupato dell’organizzazione degli aspetti
logistici e dell’individuazione e selezione degli
operatori russi per gli incontri bilaterali – ha detto il presidente Enrico
Turoni –. Grazie a progetti articolati e di respiro pluriennale avviati in
mercati emergenti quali
la Russia, può vantare oggi un’approfondita
conoscenza delle dinamiche del settore, ma
anche non meno importanti relazioni istituzionali
e commerciali».
CV, partendo inizialmente dalle gamme tra i 100
e i 180 CV. L’obiettivo di
Landini è quello di essere
presente in tutto il mercato brasiliano, offrendo
trattori di elevata qualità
tecnologica e di costruire
un’adeguata rete di distributori. «Diversamente da altri grandi gruppi
che producono trattori
- ha spiegato Bonomo Landini ha puntato sullo
sviluppo di macchine ad
alta efficienza produttiva. Questo è il risultato
del costante investimento in ricerca e sviluppo
da parte di Landini, che
permette oggi un’offerta di soluzioni particolarmente flessibile per i
clienti».
Inizialmente la fabbrica
dovrebbe garantire una
produzione di 1.200 trattori/anno.
9
ECONOMIA E MERCATI
Liebherr e Comer Industries
rafforzano la partnership
Il gruppo reggiano
fornisce i propri
assali S - 128
per le nuove pale
gommate compatte
austriache
omer Industries e
Liebherr hanno deciso di stringere ulteriormente la loro partnership,
come evoluzione dei rapporti già instaurati con
successo per lo sviluppo e
la produzione di serie della
nuova generazione di pale
gommate compatte.
I rappresentanti del top
management di entrambe le società si sono riuniti lo scorso dicembre a
Bischofshofen, in Austria,
per condividere i progressi e gli obiettivi futuri della
C
relazione. «Ricerchiamo
unicamente i migliori partner e aziende che sono
totalmente impegnati a
soddisfare le esigenze e
le aspettative dei nostri
clienti e che intendono
adattare e rendere flessibile la loro organizzazione
per arrivare ad obiettivi di
vasta portata» – ha spiegato Manfred Santner,
Managing Director Finance and Administration di
Liebherr Bischofshofen.
La partnership di Comer
Industries con Liebherr
ha avuto inizio nel 2010 e
ha portato alla validazione degli assali S - 128 sul
nuovo caricatore frontale
compatto, dopo due anni
di test sul campo. «I progressi con Liebherr sono
il risultato dell’esecuzione
della strategia a lungo termine di Comer Industries,
recentemente
sviluppata e comunicata, che verte sulla missione
aziendale di diventare fornitore preferito per gli OEM
globali» – ha affermato
Matteo Storchi, direttore
Sales and Marketing di Comer Industries –. Fin dall’inizio Liebherr ha apprezzato
la nostra continua ricerca
dell’eccellenza nei prodotti
e processi, che combacia
perfettamente con la loro
strategia e la loro capacità
di utilizzare con la massima
efficacia le nostre soluzioni
innovative per le loro macchine».
«Il successo di questi nuovi veicoli ha permesso
alla nostra azienda di aumentare, oltre le nostre
migliori stime, la quota di
mercato in questa fascia –
ha chiarito Johann Stickler, Managing Director
L’assale S - 128 di Comer
Industries.
Engineering di Liebherr
Bischofshofen –. La progettazione e le prestazioni delle macchine si sono
dimostrate di livello superiore in termini di robustezza e versatilità. Questo è
esattamente ciò che il nostro cliente ricerca quando
seleziona una macchina di
questa gamma».
La nuova gamma di pale
compatte
gommate
Liebherr rappresenta una
completa riprogettazione,
secondo un’impostazione
altamente efficiente e performante, con nuovi assali
potenti e affidabili: un importante completamento
della linea di prodotti per
uno dei leader di mercato
per le pale gommate.
John Deere vende il ramo Irrigazione
Accordo definitivo
per la cessione
all’israeliana Fimi
Opportunity Funds
opo aver operato
con successo nella
produzione di soluzioni
per l’irrigazione per sette
anni, Deere ha annunciato nel mese di settembre
l’intenzione di valutare
nuove opzioni strategiche per il ramo irrigazione John Deere Water.
La conclusione dell’ac-
D
10
cordo è prevista per il secondo trimestre del 2014.
Le condizioni di vendita non sono state rese
note. BofA Merrill Lynch
ha partecipato in qualità
di consulente finanziario
esclusivo per John Deere alla revisione strategica dell’accordo. Parallelamente alla cessione
di John Deere Water, in
conformità alla strategia
John Deere FarmSight,
la società continuerà a
sviluppare e offrire prodotti e servizi per aiutare
i clienti a migliorare i risul-
tati delle loro attività, fra
cui l’attuale tecnologia di
rilevamento di umidità e
clima in campo John Deere Field Connect.
John Deere Water è fra
i maggiori produttori di
linee complete di irrigazione a goccia a livello
mondiale, con una importante rete di distribuzione
in Nord e Sud America,
Asia, Europa e Africa.
Opportunity Fund Fimi è
il più grande e principale
fondo di private equity in
Israele, con più di 2 miliardi di dollari di capita-
le investito. Negli ultimi
17 anni Fimi ha concluso
73 partecipazioni e 45
acquisizioni. Fimi sta attualmente
investendo
attraverso il suo quinto
fondo su aziende israeliane consolidate o legate
a Israele con forte potenziale di crescita e una
presenza globale. Fimi
ha una vasta esperienza
nella crescita e miglioramento delle performance
aziendali, con una presenza globale attraverso
attività mirate di sviluppo
del business.
m&ma
- n. 5 - 2014
MANIFESTAZIONI
A giugno è l’ora di Enovitis in campo
La nona edizione
della manifestazione,
dal 19 al 20 giugno,
torna a Roncade (Tv)
nel pieno dell’organizzazione la 9a edizione
di Enovitis In Campo, Salone Internazionale delle
Tecniche per la Viticoltura
e Olivicoltura, che si terrà
dal 19 al 20 giugno presso
l’azienda Cattolica Agricola
– Cà Tron a Roncade (Tv).
La sua unicità consiste
nell’essere dinamica perché a fianco dell’esposizione classica di macchinari
gli stessi saranno messi
alla prova direttamente in
vigneto. Questa edizione
di Enovitis in Campo è il
primo appuntamento della
partnership recentemente
siglata tra Unione Italiana
Vini e Fieragricola con l’obiettivo di sviluppare, sotto
il brand Enovitis, diverse
iniziative a supporto della
viticoltura italiana ed europea. Per la prima volta la
manifestazione, che è per
sua natura itinerante, torna
in una location in cui si era
svolta una precedente edizione (nel 2010). La scelta
di tornare a Cà Tron è dovuta alle caratteristiche dei
vigneti dell’azienda, che
saranno palcoscenico delle
prove in campo, alla possibilità di ospitare adeguatamente l’evento principale e
quelli collaterali ma anche di
accogliere comodamente
visitatori ed espositori. Non
di meno la sua centralità
logistica: è vicina ad alcuni
importanti mercati esteri
(Austria, Slovenia, Croazia)
e nello stesso tempo è nel
È
m&ma
- n. 5 - 2014
cuore del nostro Nordest,
dove il vino è un business
primario.
È territorio di Prosecco,
vero fenomeno degli ultimi
anni cui, proprio durante la
prima giornata di Enovitis
In Campo, sarà dedicato il Convegno “Prosecco
Doc e Prosecco Superiore
Docg: il territorio che diventa stile”. Produttori e istituzioni si confronteranno su
problemi, opportunità, interventi normativi e politici
in merito a un vino che ha
trasceso la sua identità di
prodotto per diventare uno
stile di consumo internazionale targato Made in Italy.
Fulcro della manifestazione è la tecnologia che viene messa in mostra e alla
prova. In maniera del tutto originale rispetto a una
classica fiera, Enovitis In
Campo permette ai visitatori di vedere il meglio delle
attrezzature e dei macchinari destinati al vigneto in
opera sul campo per valutarne personalmente la
reale efficacia e funzionalità per la propria azienda.
Trattori per frutteto e vigneto, macchine per irrorazione sia tradizionali che con
pannelli di recupero (alcune presentate in anteprima
proprio a Enovitis In Campo), erpici, frese, vangatrici
e zappatrici, macchine per
la potatura: questi e molti
altri i macchinari saranno
esposti e provati nei vigneti
di Cà Tron.
Innovation Challenge
e Vota il Trattore
L’innovazione sarà protagonista durante tutta Enovitis In Campo e la migliore
sarà premiata: l’Innovation
Challenge infatti è il concorso che assegnerà un
riconoscimento alle idee
che saranno giudicate più
all’avanguardia da un Comitato Tecnico Scientifico
istituito per l’occasione,
mentre a “Vota il Trattore”
sarà il pubblico presente a
eleggere il Trattore Enovitis in Campo 2014 tra i vari
modelli in prova.
Enovitis In Campo è dedicata agli addetti ai lavori,
professionisti del settore vitivinicolo, che possono valutare macchinari, sistemi,
prodotti vedendoli direttamente all’opera, ma anche
aggiornarsi sul settore partecipando ai vari appuntamenti in calendario, ma
la prossima edizione darà
spazio anche a iniziative
collaterali dedicate a un
pubblico allargato. Enovitis
Junior sarà lo spazio dedicato ai bambini che accompagneranno i genitori
in fiera: anche loro, come
i più grandi, potranno cimentarsi a guidare trattori
a loro misura, a pedali, in
completa sicurezza.
Durante le due giornate di
Enovitis In Campo saranno
organizzate visite guidate ad alcune delle migliori
macchine irroratrici. Due le
sessioni previste: la prima
per il gruppo di viticoltori,
contoterzisti e tecnici giovedì 19 giugno e la seconda dedicata agli studenti il
20 giugno, sempre alle 10.
Entrambe i gruppi saranno
guidati da Paolo Balsari dell’Università di Torino
che illustrerà direttamente
tra i filari di Cà Tron tutte le
caratteristiche tecniche dei
macchinari con specifico
riferimento ai loro pregi in
termini di sostenibilità ed
efficienza.
Se la manifestazione è rivolta al futuro della viticoltura e ha come protagonista
la tecnologia più avanzata,
c’è comunque spazio per
un’interessante panoramica sul passato: sarà allestita infatti in collaborazione con Gamae (Gruppo
Amatori Macchine Agricole
d’Epoca) una mostra di affascinanti trattori d’epoca.
Unione Italiana Vini porterà
a Cà Tron anche il progetto
Tergeo: in un’area dedicata
le aziende partner potranno illustrare il loro percorso verso la sostenibilità di
filiera, dalla difesa alla nutrizione, dall’uso di varietà
resistenti ai protocolli enologici innovativi. Per restare aggiornati su iniziative,
appuntamenti, espositori
consultare www.enovitisincampo.it.
11
Massima resistenza negli impieghi più intensivi.
LSB 1290, l’affidabilità prima di tutto.
VERUCCHI ACHILLE & C. Snc, contoterzista, Anzola
dell’Emilia BO
“Il prodotto raccolto è destinato
prevalentemente alle stalle. La
qualità è dunque fondamentale”
“Per mantenere inalterate le caratteristiche nutritive, il
foraggio deve essere imballato a regola d’arte. Il rotore
integrale e l’infaldatore professionale della LSB 1290
assicurano un trattamento delicato del prodotto e la
produzione di balle omogenee. Indipendentemente dalle
dimensioni dell’andana il risultato è impeccabile.”
0611-PROD-AXIS-210-297-IT
“Oltre 7000 balle all’anno senza mai
fermarsi”
“Il lavoro della big baler su paglia ed erba medica è
continuo per tutta la durata della stagione di raccolta.
Fermarsi anche un solo giorno sarebbe un grave danno. La
LSB 1290 non teme nessuna sollecitazione ed è
estremamente affidabile in ogni condizione di lavoro.”
www.kuhn.it
coltivazioni l allevamento l paesaggio
be strong, be KUHN
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
PROVA IN CAMPO
Trattore Valtra N123 Versu
di
Ottavio Repetti
Valtra amplia la serie N con
un 123 Versu:
in tutto identico al 143,
ma più economico.
Dotazione tecnologica
di primo livello, sollevatore
anteriore sterzante, fino
a nove distributori, doppia
sospensione per ponte
e cabina e tanto altro
per un trattore adatto
a chi vuole comfort anche
sotto i 150 cavalli di potenza
m&ma
- n. 5 - 2014
a serie N è la più ampia del
listino Valtra e anche, probabilmente, una delle più
articolate dell’intero mercato, dal
momento che comprende il piccolo N93 da 99 cv e cambio a tre
rapporti powershift, ma anche
l’N163, da 171 cavalli di potenza
massima e trasmissione a variazione continua. Offre due motorizzazioni – entrambe a quattro
cilindri – e quattro scelte per la
trasmissione: Hitech, in versione
normale o 5 (dal numero di rapporti powershift), Versu e Direct.
Recentemente la serie si è arricchita di un nuovo modello, N123
Versu, che amplia l’offerta sul
segmento più equipaggiato della
gamma. In altre parole, Valtra ha
realizzato una versione “lusso”,
quanto ad allestimento e cambio, anche per un trattore che
finora era offerto soltanto nelle
L
due dotazioni più di base. L’obiettivo è evidente, dal momento
che sempre più l’agricoltura si
sta orientando verso macchine
leggere, versatili e con un elevato rapporto peso-potenza. In
questo senso, il 123 N, con i suoi
52 quintali di peso (a vuoto) per
4,6 m di lunghezza e 2,6 m di
passo, è assai interessante. Realizzandone una versione molto
ben equipaggiata, con un cambio efficiente e che si avvicina,
per prestazioni, a una Cvt, Valtra vuol offrire agli agricoltori un
prodotto di primo livello quanto
a comfort e prestazioni restando però su una fascia di potenza
media, così da assicurare, tra le
altre cose, consumi ridotti e un
prezzo abbordabile. Sul versante opposto, l’operazione si può
vedere come la volontà di offrire
un N143 – che è in tutto uguale
13
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
Un nuovo modello per la già vasta serie N: è il 123 Versu, versione
depotenziata – anche nel prezzo – del 143
1
2
3
4
al nuovo N123, potenza a parte
– a un prezzo più competitivo, rinunciando però a 20 cavalli. Vediamo i risultati di questo tentativo con il nostro test in campo,
realizzato con un coltivatore ad
ancore su terreno mediamente
impegnativo.
Motore e trasmissione
Cominciamo dal motore che,
come indicano le caratteristiche tecniche fornite dalla casa
madre, è un 4,9 litri a 4 cilindri,
turbo intercooler: lo stesso degli N143 e 163, dunque. In sigla,
49Awi, prodotto dalla finlandese
Sisu (oggi Agco Power) e dotato
di tecnologia Scr, ovvero riduttore catalitico dei gas di scarico
con additivo all’urea. La potenza
massima, per la macchina che
prendiamo in considerazione,
si ferma a 135 cavalli (99 kW) a
duemila giri di motore, ma con
l’extrapotenza si arriva a 143 cv
(105 kW). Lo stesso motore, ricordiamolo, arriva però a 171
cavalli complessivi sugli N163.
14
In altre parole, per la macchina
che prendiamo in considerazione non è certamente un motore
“tirato”, pur essendo un quattro
cilindri. Superfluo sottolineare
abbiamo una gestione totalmente elettronica della potenza,
detta SisuTronic EEM3 la quale
– spiega il costruttore – regola
l’iniezione del carburante fino a
cinque volte per combustione.
Grazie a essa e alla tecnologia
Scr, secondo Valtra si hanno
consumi ridotti fino al 10% rispetto ai motori precedenti di stessa
potenza. Tra gli automatismi – e
vedremo più avanti che su questo trattore sono davvero tanti –
ricordiamo per ora la memoria di
regime motore, utile soprattutto
per i lavori con la presa di potenza.
Il cambio. Come abbiamo anticipato, il Versu monta un sistema
a cinque marce sotto carico per
quattro gamme, per un totale di
20 rapporti in avanzamento e
altrettanti in retromarcia. Se ne
aggiungono altri 10 con il superiduttore, montato a richiesta,
come tutte le altre componenti
del trattore, secondo la ben nota
filosofia del Valtra “à la carte”,
ovvero realizzato su misura per
il cliente.
Il cambio si controlla con tre tasti: due per variare i rapporti e
1. Il sollevatore anteriore è integrato
nella fusione dell’assale, ma ruba
qualche centimetro di luce.
2. Ampia dotazione di distributori:
fino a nove tra posteriori e anteriori.
3. Sollevatore elettronico
con un efficiente controllo dello sforzo
e radar antipattinamento.
4. Controlli esterni per sollevatore,
presa di forza e distributore. Sono
ormai comuni sulle macchine di fascia
alta, meno su quelle sotto i 150 cavalli.
uno che, premuto, consente il
passaggio di gamma. Questo,
in modalità manuale. Esistono
però diverse soluzioni per automatizzare la trasmissione, trasformando in pratica il Versu in
un valido imitatore del cambio a
variazione continua. La modalità
1, per esempio, fornisce un buon
mix tra efficienza e comfort di
guida ed è pre-impostata in fabbrica. La 2, invece, può essere
personalizzata
dall’operatore;
infine, il cambio automatico tra le
gamme C e D permette di usare in libertà i 10 rapporti che comunemente servono su strada.
Posso inoltre gestire il cambio in
modalità semi-automatica (sola
variazione dei rapporti, mentre
la velocità è impostata dal conducente) o full-auto, dove grazie
al controllo dello sforzo e al radar
che rileva la traslazione effettiva,
è il sistema a scegliere sia la velocità sia la marcia.
Altre due funzioni molto utili e favorite dall’elettronica sono
l’Auto-traction e l’Eco. La prima,
resa possibile dal turbogiunto,
si innesta tramite apposito pulsante e permette di controllare
il trattore soltanto con l’acceleratore e, al limite, i freni: in questa impostazione, la macchina si
ferma quando si lascia il pedale
dell’acceleratore o si premono
m&ma
- n. 5 - 2014
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
Motore da 4.9 litri, turbo intercooler, del tutto identico a quello
che su N 163 supera i 170 cavalli di potenza massima
i freni e riparte quando do gas,
comportandosi dunque come
una Cvt. Grazie al turbogiunto,
che è poi una turbina ad azionamento idraulico che si affianca
alla trasmissione normale migliorando il trasferimento di potenza a bassi regimi, possiamo
insomma controllare la macchina senza ricorrere a frizione o
inversore. Sul quale troviamo,
peraltro, una interessante funzione di regime di stazionamento, che abbassa i giri fino a 650 al
minuto quando inserisco il freno
idraulico di stazionamento (posizione di neutra sull’inversore). In
tema di trasmissione, dobbiamo
ancora descrivere la funzione
Eco: permette, quando si preme
il tasto corrispondente, di ridurre
il regime motore a circa 1.600 giri
e pertanto di arrivare alla velocità
massima, nei rapporti da strada,
con consumi di carburante contenuti.
Il ponte anteriore, per concludere, può essere fisso o (a richiesta) sospeso. La sterzata è
buona: la macchina gira in circa
4 metri e mezzo, grazie anche a
un passo di soli 2,6 metri.
Idraulica e comfort
Per Valtra l’idraulica è da sempre uno degli apparati principali.
Il nostro N123 Versu non smen-
1
2
3
4
1. Il ponte sospeso offre un surplus
di comfort durante i trasferimenti
e i trasporti, attività caratteristica
per una macchina di questa categoria.
2. Il bracciolo brevettato Arm raggruppa
i comandi utilizzati più di frequente, ma anche qualcuno che forse poteva essere
lasciato sulla consolle.
3. Un esempio di impostazione del terminale: nella parte in basso, a sinistra
informazioni sui consumi e a destra la taratura dei distributori in una delle tre memorie
dedicate.
4. Luce a led per facilitare salita e discesa dalla scaletta nelle ore notturne.
m&ma
- n. 5 - 2014
tisce la tradizione, dal momento
che monta, di base, una pompa
da 115 litri al minuto, che può essere sostituita però da una con
160 litri di portata. In ogni caso,
l’olio della trasmissione e quello
idraulico scorrono in due circuiti
separati. Il numero di distributori
è proporzionato alla fama Valtra: cinque posteriori di serie,
tutti con regolazione del flusso
e della portata, con possibilità di
arrivare a sei (o in alternativa di
montare un motore idraulico) e
di aggiungerne tre anteriori, per
un totale dunque di nove servizi.
La regolazione della portata avviene grazie a un potenziometro
che descriveremo in seguito;
sono inoltre presenti tre memorie di flusso, grazie alle quali si
possono salvare facilmente le
impostazioni più comunemente
utilizzate.
Il sollevatore posteriore, dotato di radar antipattinamento e
compensatore di oscillazioni,
ha una capacità di 81 quintali,
mentre quello anteriore arriva a
35 quintali. È optional e integrato nella fusione del trattore. Per
particolari necessità, come quelle della fienagione, si può inoltre
richiedere il sollevatore sterzante: una particolarità che offrono
pochi costruttori e che permette
all’attrezzo portato sull’attacco
anteriore di anticipare la carreggiata del trattore, evitando così
che le ruote calpestino prodotto non ancora trattato. Quando
presente, può essere usato in
tre modalità: fisso, totalmente
sterzante, o con angolazione
pari al 50% dell’angolo di curvatura delle ruote.
Concludiamo la sezione con
una breve descrizione del nuovo sistema di registrazione delle
manovre di fine campo U-Pilot.
Rispetto al precedente, sostie15
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
PREZZO D
’ACQUIST
O
MACCHIN
A PROVAT
A
€
2
1
1
Fisso o sterzante
Un optional che non tutti offrono: il sollevatore anteriore sterzante. Realizzato nella fusione del ponte anteriore, si
muove in solido con le ruote oppure con
un angolo pari alla metà di quello di sterzo. Molto utile per attrezzi che aprono la
pista al trattore, come la falciacondizionatrice. La portata è di 35 quintali
16
2
Agco Power da 4,9 litri
Una vecchia conoscenza, il Sisu Agco
Power da 4.9 litri Awi. Motore quadricilindrico, turbo intercooler, con tecnologia Scr e consumi particolarmente
contenuti, come si è visto durante il test.
Lo stesso propulsore, su altre macchine
del gruppo, supera i 180 cavalli, un vero
record per un quattro cilindri
m&ma
- n. 5 - 2014
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
I PREGI
Motore elastico e con buona coppia ai bassi regimi
Maneggevolezza elevata
Alta possibilità di automazione delle funzioni: dalla trasmissione al fine campo
I DIFETTI
4
Ripresa non eccezionale, almeno con la taratura da noi usata per il test
Il sollevatore anteriore ruba qualche centimetro alla luce da terra, comunque sufficiente
Tanta tecnologia, forse troppa: il primo impatto rischia di essere spiazzante, poi ci si abitua
3
5
3
4
Un nuovo Versu
Il cambio del nuovo 123 è di tipo Versu,
con quattro gamme, cinque rapporti sotto carico e la possibilità di passare dalla prima alla ventesima velocità senza
toccare la frizione. Possibili diversi automatismi e anche la funzione Eco, per
arrivare ai 40 orari a poco più di 1600
giri motore
m&ma
- n. 5 - 2014
Tecnologia al top
Come sempre, Valtra stupisce per la dotazione tecnologica delle sue macchine. Si
possono memorizzare operazioni di fine
campo per 30 attrezzi senza doverle riprogrammare ogni anno. Inoltre abbiamo
3 modalità diverse di cambio automatico
dei rapporti, impostazioni plurime per i distributori, funzione turbogiunto ecc.
5
Idraulica eccellente
Non è una notizia il fatto che Valtra punti
tutto sull’idraulica. Lo fa anche in questo
caso, con 115 l di portata e circuiti indipendenti per trasmissione e distributori.
Inoltre si può avere, a richiesta, la pompa
da 160 l/min. I distributori possono arrivare a 9, regolabili in portata e tempo. E le
impostazioni possono essere salvate
17
1
7
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
Tra i tanti automatismi della trasmissione ricordiamo il tasto Eco:
permette di arrivare alla velocità massima a 1.600 giri
1
4
2
5
ne Valtra, di uguale è rimasto
soltanto il nome: il nuovo software consente non soltanto di
registrare un numero infinito di
manovre, ma anche di salvare le
impostazioni specifiche di 30 attrezzi diversi. In questo modo è
possibile richiamare le sequenze
di anno in anno, senza doverle
ogni volta riprogrammare.
Il test
Abbiamo testato l’N123 Versu
con un coltivatore ad ancore da
tre metri della Lemken, solitamente utilizzato con trattori da
150 cavalli. Per mettere maggiormente in difficoltà la nostra
macchina, abbiamo affondato le
ancore fino al massimo consentito dal sollevatore in un terreno,
precedente pomodori, non ancora lavorato e di media tenacità. Il test è stato effettuato, come
già in molte altre occasioni, pres18
3
1. I comandi secondari – pochi per la verità – sono sistemati sulla
classica consolle. Da sinistra abbiamo il bloccaggio automatico dei
differenziali, gli automatismi della trasmissione e poi le regolazioni
del sollevatore. Sotto, il controllo automatico della presa di potenza
(anteriore e posteriore) e quello del ponte anteriore sospeso.
2. Giri, consumi, velocità di avanzamento, livello del carburante
e temperatura sono come sempre riportati sul cruscotto.
3. Motore da 4,9 litri, quadricilindrico, turbo intercooler.
4. Apertura più che sufficiente per il cofano motore, ma per accedere
a filtri e simili occorre smontare le coperture laterali. I radiatori si aprono
per una pulizia facilitata.
5. Come sempre i progettisti hanno dovuto inventarsi dove collocare
il filtro Scr senza pregiudicare la visibilità dalla cabina.
so Adriano Riccardi, agricoltore
e contoterzista di Broni (Pv).
Con le ancore interrate per circa due terzi, dunque con 30 cm
buoni di profondità, il Valtra ha lavorato a circa 5 km orari di velocità, con un consumo istantaneo
compreso tra i 20 e i 25 litri l’ora.
Affondando ulteriormente l’attrezzo siamo arrivati ad arrestare il
trattore, ma va detto che a questo
punto le condizioni di lavoro erano
davvero proibitive. La macchina,
infatti, ha espresso nel complesso
una buona aderenza, superiore
a quanto ci si aspetterebbe dalla
lunghezza e dal passo.
Uscendo dalla rigorosità dei
dati, diciamo che l’N123 Versu ha mostrato una buona elasticità, scendendo fino a circa
1.100 giri senza spegnersi; non
è poco, per un motore a 4 cilindri da nemmeno 5 litri. Non ci ha
entusiasmato, invece, la ripresa:
vero che la macchina scendo
In prova è stato usato il coltivatore
Lemken sia per una lavorazione leggera
sia interrandolo fino al massimo possibile.
molto di regime, continuando a
lavorare con discrete prestazioni e mostrando quindi un’ottima
coppia a bassi regimi, ma quando si dà rapidamente gas fino al
massimo, il recupero non è così
veloce. Si tratta, probabilmente,
anche di un peccato di gioventù,
nel senso che dopo un migliaio
di ore il motore è senz’altro destinato a sbloccarsi; inoltre la risposta del motore, come molti
altri parametri, può essere mom&ma
- n. 5 - 2014
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
In prova la macchina ha mostrato buona coppia a bassi regimi,
ma qualche incertezza sulla ripresa
dificata attraverso il terminale.
Resta comunque un ricordo non
proprio travolgente, sotto questo profilo. Il motore ci è piaciuto,
invece, per i consumi: 25 litri l’ora
come massimo, è senza dubbio
un buon valore.
La trasmissione ha sicuramente
il pregio della morbidezza: il passaggio tra i rapporti powershift
è davvero inavvertibile, più netto invece quello tra le gamme:
la macchina rallenta un attimo,
stacca e riparte, tuttavia non si
prendono scossoni né abbiamo
riscontrato problemi di altro tipo.
Diciamo, forse, che il passaggio da un rapporto all’altro – e
soprattutto il cambio di gamma
– potrebbe essere un po’ più veloce, ma anche in questo caso si
può intervenire attraverso il terminale, rendendo la trasmissione più aggressiva. Interessante
e opportuno l’automatismo che,
al passaggio di gamma, innesta il rapporto più adeguato a
mantenere la velocità che si ha
in quel momento. In altre parole,
se procedo a velocità spedita in
B5, passando alla gamma C il sistema non inserisce il rapporto 1,
ma il 2 o il 3, a seconda di quale
sia più adatto a evitare scossoni.
Sempre in tema di trasmissione
abbiamo notato un eccellente
sterzo, che unito al passo assai
corto rende la macchina davvero
maneggevole. Presenti anche,
naturalmente, l’automatismo per
il bloccaggio dei differenziali e il
disinnesto della doppia trazione.
Passiamo
allora
all’impianto
idraulico, che come abbiamo
visto in precedenza, sfrutta una
pompa da 115 litri al secondo.
Anche se non abbiamo usato il
trattore per l’aratura, abbiamo riscontrato un efficiente controllo
dello sforzo, mentre non abbiamo attivato l’antipattinamento.
m&ma
- n. 5 - 2014
La portata massima è più che
buona in rapporto alla potenza.
Abbiamo avuto qualche problema soltanto con i comandi e in
particolare con il tasto di abbassamento rapido, che non è così
ben segnalato come potrebbe.
Ci si arriva, alla fine, per esclusione e sempre per esclusione si
impara a capire come farlo funzionare correttamente, dopodiché non si hanno più problemi.
I comandi, in genere, sono comunque ben disposti, grazie soprattutto al bracciolo multifunzioni. Troviamo, sul lato esterno del
medesimo, il terzo e quarto distributore e, subito davanti, la regolazione di profondità e il tasto
di alzata rapida del sollevatore.
Ancora avanti, ma sulla facciata
superiore del bracciolo, i tasti powershift, mentre sul lato inferiore
abbiamo il consenso per attivare
il cambio di gamma. Nella stessa zona ecco i comandi per registrare le attività di fine campo e
anche le due velocità cruise control. Il comando più evidente del
bracciolo è comunque il joystick
del primo e secondo distributore,
che controlla anche il sollevatore
anteriore. Ai distributori sono dedicati anche i due selettori a rotella che troviamo subito davanti
al terminale. Con il primo si può
scegliere se usare il joystick per
i distributori anteriori, posteriori,
uno anteriore e uno posteriore,
oppure se tenerlo disattivato. Il
secondo permette di impostare
tre memorie con portata e tempo
di erogazione e infine di scegliere
la portata massima dell’olio.
Siamo arrivati, dunque, al terminale, che in passato ha dato
parecchi grattacapi agli agricoltori italiani. Motivo: la differenza
di luce tra la Finlandia e le nostre
latitudini. Il terminalino, con scritte luminose su fondo nero, risul-
Abitacolo sufficientemente spazioso,
vista la categoria, e ben insonorizzato.
La cabina è sospesa su ammortizzatori
pneumatici.
tava illeggibile sotto la luce solare
del sud Europa. Bene, la nuova
versione ha risolto il problema:
abbiamo ancora uno sfondo
scuro, ma testi e icone appaiono più contrastati. Inoltre, si ha la
possibilità di passare dalla modalità notturna alla diurna, che
definiremmo piuttosto “mediterranea”, visto che prevede testi in
nero su fondo bianco. Ora che il
terminale è leggibile, viene anche voglia di conoscerlo meglio.
A dispetto della sua dimensione
ridotta, è abbastanza completo
e permette di vedere e modificare i parametri principali della
macchina, come le manovre di
fine campo e la portata dei distributori, ma anche la risposta
del motore e della trasmissione.
Il grosso delle azioni, comunque, resta legato ai tasti fisici.
All’interno del software troviamo
tre settori, il primo dei quali apre
due pagine di gestione della
macchina e quella specifica per
i distributori. Il secondo, invece,
19
PROVA IN CAMPO TRATTORE VALTRA N123 VERSU
LA PAGELLA
LA PAGELLA
Impianto idraulico 8: come standard abbiamo una pompa
da 115 litri al minuto, che possono diventare 160 con la
pompa maxi, optional. Eccellente dotazione di distributori,
tutti personalizzabili e con memoria per le impostazioni
scelte
Motore 7,5: quasi cinque litri per quattro cilindri, una
delle soluzioni più riuscite di Agco Power. Sull’N123 Versu
dimostra elasticità ma non brilla per ripresa, almeno con il
settaggio standard della curva di potenza.
Trasmissione 7: cambio full powershift, con 20 rapporti
divisi in quattro gamme e passaggio automatico tra le medesime. Presenti diverse possibilità di impostazione di impostazione per quest’ultimo
Freni 7: frenata efficiente e sicura anche in condizioni
difficili
Sollevatore 7: buono per portata e controllo dello sforzo.
Da notare la possibilità di montare il sollevatore anteriore
sterzante
Maneggevolezza 7: con 2,6 metri di passo, curva in 4 metri e mezzo. Molto utile per chi deve lavorare sullo stretto
Presa di potenza sv: nessun test specifico eseguito
Prestazioni 7
Macchina interessante sotto tanti punti di vista. Maneggevole e
ben costruita, con un cambio morbido e performante. Potrebbe
dare qualcosa di più dal punto di vista della briosità, forse
Equipaggiamento 7,5: davvero ricco. A parte la dotaziodà accesso alle memorie di fine
campo e al settaggio dei parametri di lavoro, mentre il terzo
permette di impostare le unità di
misura e altri valori del terminale
stesso, come luminosità e lingua, oltre che di avere accesso
ai codici di errore.
Completiamo la descrizione della cabina con la visibilità, buona
davanti e dietro, e la silenziosità,
elevata in ogni condizione. Il climatizzatore ci è sembrato lavorare abbastanza bene, anche se
la giornata non particolarmente
calda non era adatta a questo
tipo di valutazione.
Conclusioni
Valtra ci ha abituato alle sorprese, dal momento che le sue
macchine, che all’apparenza
non si discostano poi tanto dallo
20
LA PAGELLA
ne di base, che comprende il sedile pneumatico, la cabina
sospesa e ben cinque distributori posteriori, si possono
avere, a richiesta, il sollevatore anteriore, anche in versione
sterzante, e poi la guida retroversa, tre distributori anteriori
e tanto altro
Cabina 7: non enorme, ma con 5,7 metri quadrati di superficie vetrata e una buona insonorizzazione
Visibilità 7: buona su ogni fronte
Comfort di lavoro 7: cabina con sospensioni e sedile
pneumatico di serie, mentre il ponte anteriore ammortizzato è optional
Disposizione comandi 7: il bracciolo Arm, brevettato, è
davvero ben costruito. Tuttavia i comandi sono tanti, quasi
troppi e non tutti di immediata comprensione
Estetica 7: macchina corta, compatta, ben strutturata
Condizioni di lavoro 7
Ricca dotazione, attenzione ai dettagli e cabina ben organizzata,
con un bracciolo multifunzioni molto funzionale
Consumi 7,5: i consumi massimi registrati, durante il test,
sono stati di 25 litri l’ora; quelli medi erano ben inferiori
Prezzo d’acquisto 6: non è un trattore economico: la
versione di base costa circa 81mila euro, ma con sollevatore
anteriore e ponte sospeso si arriva vicino ai 90mila. Con
altri 4.500 si ha anche la guida retroversa
Costi 7
Prezzo un po’ alto, consumi molto buoni
standard di categoria, nascondono sempre qualche segreto:
vuoi nell’idraulica, vuoi nel motore a sbalzo sull’assale anteriore
o nel telaio impiegato anche in
situazioni nelle quali la larghissima parte della concorrenza opta
per la trasmissione portante. Nel
caso dell’N123 Versu, la tradizione è stata rispettata con una dotazione idraulica di prim’ordine e
con una dose molto alta – a taluni
parrà eccessiva – di tecnologia.
Nel complesso, quella che abbiamo messo al lavoro è decisamente una buona macchina,
che ha nelle dimensioni e nell’equipaggiamento i suoi punti di
forza. Un trattore che arriva, in
potenza massima, a superare i 140 cavalli, essendo lungo
4 metri e mezzo e pesando 54
quintali con serbatoio pieno, ha
certamente buone potenzialità
dal punto di vista della versatilità e del rapporto peso-potenza.
Inoltre, la serie Versu vanta un
cambio powershift di primo livello, con 20 rapporti divisi in quattro gamme e la possibilità di andare dal primo all’ultimo senza
toccare la frizione. In più, il passaggio tra i rapporti powershift è
praticamente impercettibile, anche se lo avremmo voluto un po’
più grintoso.
Pertanto abbiamo sicuramente
un trattore interessante, con un
motore assai elastico, per essere un quattro cilindri, anche
se non eccezionale per spunto.
Un mezzo, insomma, che si inserisce appieno nel nuovo corso
delle macchine di potenza medio-piccola: quattro cilindri, molti
cavalli, maneggevolezza estrema e dotazioni degne di una categoria superiore.
m&ma
- n. 5 - 2014
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
PROVA IN CAMPO
Porta-attrezzi Claas
Xerion 3800 Saddle Trac
di
Ottavio Repetti
La sempre maggior
disponibilità di liquami e
digestato rende interessanti
macchine come lo Xerion
Saddle Trac, allestito con
botte Sgt. Lo abbiamo
provato nel Lodigiano,
grazie a una ditta
agromeccanica vicentina.
Si lavora su mais alto fino
a 20 cm con danni minimi
alle piante e un’eccellente
produttività oraria
m&ma
- n. 5 - 2014
mmaginate di distribuire 95
metri cubi di reflui su un ettaro di
terreno, a velocità prossime ai
dieci km orari. Fantascienza? No,
semplicemente le prestazioni che
Claas dichiara per il suo Xerion allestito con la botte per liquami Sgt.
Vale a dire uno dei due sistemi più
efficienti attualmente sul mercato
per la gestione dei reflui aziendali
e del digestato. Una combinazione lanciata nel nostro paese già
da tempo, ma diventata davvero
interessante negli ultimi due anni,
grazie al boom dei biodigestori
e alla conseguente necessità di
smaltire enormi quantità di digestato liquido in breve tempo.
Claudio Riva, vicentino, titolare
della Linea Verde, ha scelto proprio la gestione dei reflui – in particolare quelli frutto di digestione
anaerobica – come uno dei core
business della sua azienda. E ha
I
scelto, anche, uno Xerion della
classe 3800 Saddle Trac, portando così in Italia uno dei primi esemplari di questa gamma.
Grazie alla sua collaborazione lo
abbiamo potuto vedere al lavoro, su mais alto già una ventina di
centimetri; vale a dire in una delle
applicazioni più interessanti per
le potenzialità che offre. Prima
di trattare nei dettagli il funzionamento della macchina, vediamo
allora cosa differenzia i Saddle
Trac dai normali Xerion.
Cabina avanzata, sollevatore sterzante
Cominciamo dagli aspetti comuni,
che sono la maggioranza: motore, trasmissione, sterzo e freni,
telaio, comandi e cabina sono gli
stessi dello Xerion 3800 tradizionale. Cambia, invece, la collocazione della cabina, che non è
21
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
Cabina spostata sul motore e sollevatore sterzante sono
le caratteristiche specifiche dello Xerion in allestimento Saddle Trac
1
3
4
5
2
centrale, ma spostata in avanti,
sul motore. In questo modo resta, alle spalle dell’abitacolo, più
spazio per ospitare carichi portati che, nel nostro caso, sono
rappresentati dalla cisterna dei liquami. La quale è di 16 metri cubi
contro i 12,5 di quella dello Xerion
“convenzionale”. Oltre a essere
avanzata, la cabina è anche fissa, mentre sullo Xerion VC, come
noto, può ruotare di 180°, trasformando il trattore in una macchina
reversibile. Ed è infatti in questo
assetto che si usa, normalmente,
con l’applicazione spandi-liquami.
Il Saddle Trac, invece, lavora nella
direzione di marcia normale e aggancia l’attrezzo – che sia barra
con calate, interratore o sarchiatore – sul sollevatore posteriore.
Quest’ultimo rappresenta un altro elemento distintivo del Saddle
Trac: è infatti sterzante, per consentire di ruotare con le quattro
ruote (la sterzata sui due assi è
una caratteristica tipica di Xerion)
continuando a lavorare il terreno,
senza che l’attrezzo e il sollevatore siano sottoposti a pericolose
22
1. Comandi come sempre raggruppati sul lato destro, anche se manca un bracciolo
multifunzioni vero e proprio.
2. Telecamera per il controllo dell’attrezzo posteriore: su una macchina con questo
ingombro è praticamente indispensabile.
3. Il terminale dell’impianto Sgt permette di controllare facilmente tutto il circuito
di distribuzione, impostare i dosaggi ed escludere parzialmente la barra di interramento.
4. La leva multifunzioni non è la C-Motion di ultima generazione, ma è comunque
ben organizzata e completa.
5. Grazie alla pompa ad alta capacità, il caricamento del liquame avviene in pochi minuti.
torsioni. Dunque, per riassumere:
cabina fissa e avanzata, maggior
capacità di carico e sollevatore
sterzante sono i principali aspetti che caratterizzano la versione
Saddle Trac rispetto alla VC.
Motore e trasmissione
Passiamo allora in rassegna gli
aspetti principali del trattore. Cominciando dal motore: un Caterpillar C9 6 cilindri, turbo intercooler, da 8,8 litri, con 364 cv (268
kW) di potenza nominale e 388
cavalli (285 kW) di potenza massima, secondo gli standard Ece
R120. La coppia massima, a 1.400
giri, è invece di 1.620 Nm. Ed è,
fa notare Claas, un valore molto importante, perché permette
di lavorare mantenendo basso
il regime motore e sfatando uno
dei miti che affliggono Caterpillar:
ovvero che, pur essendo un eccellente motore, ha consumi mediamente più elevati della concor-
renza. Ci torneremo più avanti,
valutando il comportamento della macchina in campo. Secondo
Claas, comunque, il fabbisogno
medio in questo tipo di lavorazioni
va dai 23 ai 28 litri all’ora, grazie
soprattutto al Cebis, il sistema di
gestione elettronica, che abbassa il regime motore fino al minimo
possibile a parità di prestazioni.
Sempre a proposito del motore,
segnaliamo la ventola reversibile
di serie, molto utile per ridurre gli
interventi di pulizia dei radiatori. Bisogna infatti ricordare che la cabina fissata sopra al motore non
è certo d’aiuto per l’accessibilità
al medesimo: quando si devono
fare interventi importanti l’abitacolo va ribaltato, esattamente
come si fa per le cabine degli autoarticolati. Per le normali manutenzioni – filtri, olio, pulizia radiatori
e poco altro – si possono invece
raggiungere le parti interne grazie
agli sportelli laterali del cofano.
La trasmissione, naturalmente, è
m&ma
- n. 5 - 2014
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
Per l’equipaggiamento con botte da liquami, la macchina monta
un terzo circuito idraulico con pompa da 235 litri al minuto
parte integrante del sistema che
porta ad avere gli ottimi consumi
dichiarati dal costruttore. Sullo Xerion troviamo una ZF Eccom 3.5
a variazione continua con velocità massima di 50 km orari (40,
come risaputo, per il nostro paese). Si tratta di un cambio a quattro stadi gestiti, naturalmente, in
automatico, di modo che all’operatore non resti che accelerare
per aumentare la velocità fino al
massimo consentito.
Il cambio si può usare secondo
diverse strategie. Con il Tempomat, per esempio, per ridurre i giri
al minimo indispensabile. Oppure
in manuale, dove con la cloche si
regola la velocità e con l’acceleratore il regime motore. Altre opzioni sono la modalità Automotiv,
ovvero controllo con il solo pedale
della velocità, ed E-gas, che consente di mantenere costanti i giri
ed è dunque il metodo migliore
per lavorare con la presa di potenza. La quale naturalmente
opera a mille giri, come quella anteriore.
La sterzata, come anticipato, av-
1
viene sulle quattro ruote, con sei
programmi possibili. Da notare la
portata, davvero eccellente, degli
assali: 18 tonnellate ciascuno, per
un totale, dunque, di 360 quintali.
Ovviamente, trattore compreso,
ma non c’è dubbio che la capacità di carico di questo porta-attrezzi sia tra le migliori del mercato.
Idraulica
Quando parliamo di idraulica
dobbiamo precisare che tipo di
Xerion stiamo usando e con che
applicazione. In versione tradizionale, infatti, il trattore dispone
di due pompe a portata variabile
da 190 litri al minuto e 200 bar di
pressione. Una alimenta il sollevatore e i distributori – fino a cinque
posteriori – e l’altra i servizi della
macchina, compresa la rotazione
della cabina, quando prevista. Per
impieghi speciali – e l’uso con l’impianto Sgt è senz’altro uno di essi
– abbiamo però un terzo circuito
idraulico, alimentato da una pompa dedicata che ha una portata
2
1. Lo Xerion Saddle Trac è dotato di sterzo sulle quattro ruote. Quando
si opera con due sole ruote sterzanti la manovrabilità risulta piuttosto limitata.
2. L’interratore-sarchiatore richiede una velocità di avanzamento ridotta
a 6 km orari.
3. Grazie alla capacità della pompa principale, l’impianto Sgt può interrare
elevatissime quantità di liquame per ettaro.
4. Grazie alla sua conformazione lo Xerion con impianto Sgt è in grado di distribuire
liquami o digestato su mais già piuttosto alto e rappresenta quindi una soluzione
molto interessante per quelle aziende che hanno problemi di stoccaggio dei reflui.
m&ma
- n. 5 - 2014
di 235 litri al minuto, per una potenza massima di 90 kW (130 cv).
Questo impianto serve ad azionare, attraverso due motori idraulici,
la potentissima pompa a lobi del
sistema di distribuzione dei liquami. Costruita da Vogelsang, ha
una capacità di 9.200 litri al minuto ed è fornita di un sistema a
griglia che impedisce il passaggio
di sassi e corpi estranei del diametro maggiore di 4 cm. Abbiamo poi un trituratore – annesso
alla griglia – che macina piccoli
sassi e naturalmente paglia e residui, inviando poi il tutto al circuito di distribuzione. Il blocco – che
come si può immaginare ha peso
e dimensioni non indifferenti – è
montato sul sollevatore anteriore,
come si vede dalle foto. Qui trova
spazio anche la “proboscide”, ovvero il tubo orientabile che serve a
pescare il prodotto dalla vasca o,
attraverso un innesto in gomma,
da una botte per liquami.
La cisterna, come abbiamo anticipato, ha una capacità di 16 metri
cubi e invia il materiale a un distributore che, a sua volta, lo indiriz-
3
4
23
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
PREZZO D
’ACQUIST
O
MACCHIN
A PROVAT
A
Curve caratteristiche motore Xerion 3800
1.700
Coppia motore Nm
P tenzza moto
Pot
Po
ttore
re CVV
388
3380
1.500
36600
360
1.400
340
334
4
40
1.300
32
320
1.200
30
300
30
1.100
280
280
28
1.000
1.400
Giri
1.500
1.600
1.700
Coppia motore ECE R 24
1.800
1.900
2.0000
€
400
40
400
1.600
260
600
2.1100
00
1
Potenza motore ECE R 24
2
3
1
Sopra il motore
La particolarità dello Xerion Saddle è nel
collocamento della cabina: spostata avanti, sopra il motore, in modo da lasciare più
spazio di carico sugli assali. Infatti questi
ultimi portano 18 tonnellate ciascuno
(compreso il trattore) e rendono possibili
applicazioni davvero interessanti, non soltanto per la distribuzione dei liquami
24
2
Cvt: molto comfort, pochi consumi
Il cambio a variazione continua ZF Eccom 3.5 è una certezza, in fatto di integrazione con il motore e gestione della
potenza. Sullo Xerion non si smentisce,
riuscendo a garantire una marcia fluida
e al tempo stesso consumi davvero interessanti: anche meno di 20 litri l’ora con
applicazioni mediamente impegnative
m&ma
- n. 5 - 2014
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
I PREGI
Consumi sorprendentemente contenuti: con applicazioni leggere si resta sotto i 20 litri orari
Motore potente e perfettamente integrato con la trasmissione a variazione continua ZF
Eccellente capacità di lavoro: si superano i mille metri cubi in un giorno
Sollevatore sterzante, per mantenere le prestazioni anche in curva
I DIFETTI
Costo di acquisto piuttosto elevato
Raggio di sterzata ampio, soprattutto quando si sterza con due sole ruote
La versatilità non è eccezionale: occorrono attrezzi realizzati appositamente per questo trattore
4
3
4
Pompa e trituratore
Maxi pompa con proboscide sul sollevatore anteriore, mentre sull’attacco a tre
punti posteriore troviamo l’attrezzo per
l’interramento o la distribuzione superficiale. Così lo Xerion ottimizza gli spazi e
realizza un allestimento completo per la
distribuzione dei reflui. Pompa anteriore
da 9.200 l/min dotata di trituratore
m&ma
- n. 5 - 2014
Sedici metri cubi
La botte Sgt ha una capacità di 16 mc.
Facendo una distribuzione razionale (70
mc/ha), è sufficiente per circa 2.300 mq.
Con una barra da 6,5 m, pertanto, si possono percorrere quasi 360 metri prima
di tornare a caricare. Buona superficie di
appoggio e avanzamento a granchio permettono di contenere il compattamento
25
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
Capacità di carico fino a 16 metri cubi: sufficienti per oltre 350 metri
di lavoro con barra da 6,5 metri
1
1
3
2
4
za alle diverse calate dell’attrezzo. Quest’ultimo può essere di
varia natura: si va dalla barra con
calate per la distribuzione al suolo
all’interratore con sarchiatore oppure ancore che lavorano più in
profondità. Il tutto, chiaramente,
agganciato all’attacco a tre punti posteriore, che ha una portata
di 11,7 tonnellate e controllo dello
sforzo elettronico.
Il test con Sgt
Lo abbiamo anticipato in apertura
del servizio: una delle applicazioni
più interessanti per questa macchina – oltre che l’unica, forse,
che ne giustifica il costo certa26
mente non indifferente – è la distribuzione di liquami e digestato
con botte montata sulle larghe
spalle del Saddle. Ci dilunghiamo
un momento sulla botte per liquami, allora, dal momento che costituisce una parte integrante dello
Xerion Saddle, sebbene quest’ultimo possa essere usato anche
con altre attrezzature.
Come anticipato, il sistema è
composto da una cisterna con
16 metri cubi di capacità, una potentissima pompa volumetrica
con trituratore e un sistema di
distribuzione cui si possono abbinare diversi attrezzi, per operare
su terreno in preparazione o su
colture già emerse. Oppure – ed
è forse l’aspetto più interessante
– su piante già alte oltre 20 cm,
come nel caso del nostro test.
Aggiungiamo ora che la cisterna
è facilmente asportabile grazie
a due innesti che permettono di
sollevarla o posarla con le forche
da pallet di un normale telescopico o carrello elevatore. In questo modo, montare e smontare
l’equipaggiamento per reflui non
richiede più di un paio d’ore, un
1. Il passaggio del sarchiatore lascia il
mais praticamente intatto. Si ha un po’
di calpestamento in capezzagna, dove
si rende necessaria la svolta.
2. Pompa da 9.200 litri al minuto,
montata sulla parte anteriore
dello Xerion per esigenze di spazio
e bilanciamento. Permette le ottime
prestazioni descritte dai proprietari.
3. Oltre che per la distribuzione
dei reflui, lo Xerion è stato impiegato
nel compattamento della trincea, altra
attività per la quale si è dimostrato
particolarmente versato.
4. Il Saddle Trac di Claudio Riva
attrezzato con l’erpice ad ancore
per interrare i liquami durante
la lavorazione del terreno.
tempo tutto sommato accettabile.
Altri dettagli interessanti sono
il fatto che il trituratore inverte il
senso di rotazione ogni volta che
si riavvia la pompa e che sulla medesima è presente un gruppo di
valvole che chiude l’erogazione
ma permette alla pompa di continuare a funzionare anche durante
le svolte in capezzagna, per essere pronta – e soprattutto non
intasata – quando si ricomincia a
lavorare. Il sistema di pescaggio,
infine, arriva a un’altezza di 5 metri e a 8,5 metri di distanza dall’attrezzo e può pertanto raccogliere
i liquami anche da una cisterna
posta in capezzagna e con in
mezzo un canale di irrigazione o
di scolo.
Passiamo alla prova vera e propria. Abbiamo visto lavorare la
macchina in provincia di Lodi,
sfruttando la notevole propensione alle trasferte del gruppo
Riva, che si sposta per centinaia
di chilometri con il suo Xerion. Nel
nostro caso, si è lavorato su mais
alto una ventina di centimetri, con
un sarchiatore ad ancore che inm&ma
- n. 5 - 2014
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
In prova la macchina ha dimostrato ottime prestazioni e un buon
comfort di lavoro. Peccato per la maneggevolezza ridotta
terrava il prodotto tra una fila e a
l’altra, a una profondità di 15-20
cm. In questo modo, lo Xerion
è in grado di mettere il prodotto
là dove le radici lo possono facilmente raggiungere e pertanto
ottimizza le potenzialità di fertilizzazione del digestato. Si tratta insomma di un sistema altamente
efficiente e razionale di sfruttare
un sottoprodotto della digestione
anaerobica.
Vediamo però come si comporta la macchina, cominciando
dalla produttività. Che, come si
immagina, è ovviamente alta.
Claas dichiara che con un dosaggio di 70 metri cubi per ettaro si possono raggiungere velocità di 13 km/h, che scendono
a circa 11 se si fa sarchiatura e
si ha dunque l’esigenza di non
danneggiare il mais. Nel corso
del test siamo arrivati a 10 km
orari senza difficoltà e l’operatore della ditta ci conferma questi valori, spiegandoci che con
il sarchiatore, dunque dovendo
limitare un po’ la velocità, si riescono a distribuire 1.100 metri cubi in circa 14 ore di lavoro.
Per ottenere questo risultato è
importante che la macchina sia
ben servita – ovviamente non
deve andarsi a prendere il liquame in azienda, ma deve trovarlo
a bordo campo – e in più il mais
deve essere seminato con regolarità. Il massimo sarebbe,
ovviamente, aver fatto la semina
con un sistema di guida satellitare. A queste condizioni, si lavora senza troppe preoccupazioni
e i danni alle piante – che sono
presenti, diciamolo – sono comunque molto contenuti: limitati, praticamente, al fine campo,
visto che per il resto del tragitto
la macchina passa prevalentemente nell’interfila del mais.
Per quanto riguarda il motore,
m&ma
- n. 5 - 2014
Per avere una elevata produttività oraria è indispensabile che lo Xerion sia
ben servito. In questo caso si è scelto di lavorare con un carro che funziona
da serbatoio. Le botti vi scaricano i liquami che saranno poi pescati dallo Xerion.
un’applicazione di questo tipo risulta mediamente impegnativa
per il Caterpillar e di conseguenza
è possibile lavorare a un regime
ridotto. Ne beneficiano i consumi,
come ci conferma il proprietario della macchina, Claudio Riva:
«Noi stessi siamo rimasti stupiti da
quanto poco carburante richieda
lo Xerion, perché ci aspettavamo
livelli ben superiori visti cavalli e cilindrata. Con il sarchiatore, quindi
un attrezzo piantato nel terreno, richiede più o meno 150 litri
al giorno». Secondo l’operatore
salito a bordo con noi, una giornata di lavoro con il preparatore a
dischi da 6,5 metri permette di restare, in media, sotto i 20 litri l’ora,
avanzando a una velocità di circa
6 km/h.
La trasmissione, a variazione continua, aiuta naturalmente a risparmiare gasolio e assieme migliora
la comodità di impiego. «Il cambio è ottimo – spiega il proprietario – e tiene la macchina giù di
giri in modo da ridurre i consumi.
La differenza tra l’uso in modalità
manuale e quello in automatico lo
dimostra: se si lavora con pedale
e leva, la macchina resta sempre
un po’ su di giri. Se invece si im-
posta la velocità di avanzamento
sul Tempomat, il computer abbassa gradualmente il regime fino
al minimo possibile».
Anche lo sterzo lavora bene,
grazie alle quattro ruote direzionabili. «È sufficientemente maneggevole quando si usano tutte
e quattro le ruote, si riesce a girare senza fare troppi danni. Quando si sterza con due sole ruote,
invece, si sente che la macchina è lunga e quindi ci vuole un
certo spazio. Però noi abbiamo
pneumatici da 900, con le 700
andrebbe già meglio», spiega
l’operatore. In effetti il raggio di
svolta dichiarato da Claas è, per
la sterzatura a quattro ruote, di 7
metri circa, che chiaramente aumentano quando si blocca l’assale posteriore.
Cabina e condizioni di lavoro
Un trattore di alta fascia come
lo Xerion non può, per principio,
essere scomodo o mal progettato nell’interfaccia con l’operatore. Infatti troviamo, nella cabina
che è ovviamente ammortizzata,
abbondanza di spazio, visibilità
anteriore molto buona (data la
27
PROVA IN CAMPO PORTA-ATTREZZI CLAAS XERION 3800 SADDLE TRAC
LA PAGELLA
LA PAGELLA
Impianto idraulico 8: due pompe come standard, più una terza per le applicazioni speciali che richiedono elevati quantitativi
di olio. Sollevatore da 117 quintali di portata massima, sterzante
Motore 7: Caterpillar C9 con quasi 390 cavalli di potenza
massima. Non si resta mai a secco di cavalli
Trasmissione 7: ZF Eccom 3.5. Un cambio a variazione
continua a quattro stadi perfettamente integrato con la gestione elettronica del motore. Consente di ridurre il regime
risparmiando molto sui consumi
Freni 7: molta attenzione riservata ai freni da parte del
costruttore
Sollevatore 7: buono per portata e controllo dello sforzo.
Da notare la possibilità di montare il sollevatore anteriore
sterzante
Maneggevolezza 6: con lo sterzo su quattro ruote si
gira ancora, ma quando si passa alla sterzata singola ci vuole
parecchio spazio
Presa di potenza sv: nessun test specifico eseguito
Prestazioni 7,5
Eccezionale capacità di lavoro con l’applicazione Sgt: si superano
i mille metri cubi in una giornata (non di otto ore, ovviamente).
Degne di rispetto anche le prestazioni in trincea. Motore efficiente, buona trasmissione, sollevatore potente. Pecca soltanto la
maneggevolezza
Cabina spaziosa, silenziosa e dotata
di un buon sistema di climatizzazione.
Decisamente una postazione di lavoro
confortevole.
posizione dell’abitacolo sarebbe
impossibile il contrario) e un rumore contenuto, sebbene ci si
trovi sostanzialmente seduti sul
motore. Unica pecca, da quando
abbiamo visto, è la visibilità posteriore: totalmente impedita dalla
cisterna. È in casi come questo
che si capisce quanto sia utile la
tecnologia, che con una piccola
28
LA PAGELLA
Cabina 7: cabina confortevole, molto spaziosa, abbastanza
insonorizzata. Climatizzatore efficiente
Visibilità 7: buona davanti, assente – quando si monta l’allestimento Sgt – dietro; dove, per fortuna, c’è la telecamera
Comfort di lavoro 7: cabina con sospensioni pneumatiche,
molto efficiente
Equipaggiamento 7: completo, come si conviene a un
trattore di alta fascia
Disposizione comandi 6,5: la leva multifunzioni non è
ancora la C-Motion, ma è comunque completa e permette
di gestire le operazioni principali del porta-attrezzi
Estetica 6: non è certamente il pregio principale dello Xerion
Condizioni di lavoro 7
Macchina confortevole, ben organizzata, con ampio spazio in
cabina
Consumi 7,5: senza dubbio meglio di quanto ci si potrebbe
aspettare. Con il sarchiatore si scende anche sotto i 20 litri l’ora
Prezzo d’acquisto 6: macchina indubbiamente costosa
Costi 6,5
Potrebbe essere la nota dolente, invece grazie all’eccellente
gestione elettronica del motore, i consumi sono davvero contenuti.
Naturalmente il costo di acquisto è importante, sebbene inferiore
a quello della versione con cabina girevole
telecamera risolve un problema
altrimenti assai grave.
Gli operatori della ditta promuovono il climatizzatore elettronico
e la disposizione dei comandi.
Riguardo a questi ultimi, bisogna
sottolineare che il Saddle Trac
appartiene alla penultima generazione di Xerion e pertanto non
monta l’indovinatissima leva CMotion che Claas sta proponendo su tutti i suoi trattori di recente
costruzione e di fascia alta. Troviamo, comunque, una leva multifunzioni che raggruppa avanzamento, sollevatore, quattro tasti
di funzione, distributore, memoria
di giri-motore e attivazione della guida satellitare. Dunque, quel
che serve per le normali attività.
Riassumendo, lo Xerion Saddle
Trac è un trattore assai particolare, che dà il meglio con dotazioni
dedicate. Come, appunto, l’equipaggiamento per liquami. Con il
tempo, tuttavia, stanno nascendo
nuove applicazioni pensate per
questo attrezzo. Per esempio,
una specifica per la semina, creata da Lemken; ma non dubitiamo
che presto altre nel seguiranno.
Con ciò, va detto che nel nostro
paese l’attività principale per questo mezzo resterà, per diverso
tempo ancora, la distribuzione dei
liquami. Un settore comunque in
forte espansione e che pertanto
può assicurare lavoro sufficiente,
a condizione di seguirlo con continuità e competenza.
Vale dunque la pena dotarsi di
uno Xerion Saddle Trac? Se si fa
contoterzismo e si ha voglia di
scommettere sul futuro, probabilmente sì. Se si ha soltanto un biodigestore, per quanto grande, è
bene fare i conti con attenzione o
quantomeno cercare di sfruttare
questo maxi-trattore anche per
lavorazione del terreno, semine
e, naturalmente, il compattamento delle trincee, altra attività che
sembra fatta su misura per Xerion.
m&ma
- n. 5 - 2014
Speciale
PNEUMATICI
Mercato, la quiete dopo la tempesta
PAG. 30
Come identificare le gomme
PAG. 33
Modelli e misure per tutte le necessità
PAG. 36
SPECIALE PNEUMATICI
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
Dopo un 2012 difficile, il volume
di pneumatici nel 2013 in Europa
si è mantenuto sugli stessi livelli dell’anno
precedente. Segnali di ripresa per il 2014
di Francesco Bartolozzi
ontinua a manifestarsi vivace il mercato dei pneumatici agricoli (vedi anche articolo di pag. 36), nonostante gli alti e bassi degli ultimi anni. Lo scorso anno
avevamo sottolineato la difficoltà nelle vendite, con un
calo significativo rispetto all’anno precedente, ma per
fortuna questa “emorragia” si è fermata nel 2013 e a
livello europeo il mercato dei ricambi ha segnato una
sostanziale stabilità (+1%, dati EuroPool), anche se l’Italia ha registrato una leggera flessione.
Come sempre cerchiamo di entrare un pochino di
più nel dettaglio del mercato nostrano, affidandoci
quest’anno al prezioso commento di due dei marchi
più importanti che sono presenti sul territorio italiano e
che hanno gentilmente risposto alle nostre domande
(vedi box sottostante).
C
Bridgestone-Firestone
1) Secondo i dati Europool – risponde Andrea Marconcini, Director, Commercial Product Bridgestone –
la domanda di mercato per l’anno 2013 si è dimostrata
in linea con l’anno precedente. Il mercato si è mantenuto stabile a fronte di un 2012 davvero impegna-
SCENARIO E PROSPETTIVE
LE NOSTRE DOMANDE
1) Come si è chiuso il 2013 e come è iniziato il 2014?
2) Quante unità complessivamente sono state vendute in Italia
nel 2013? In percentuale quanti radiali e quanti convenzionali?
Quanti come primo equipaggiamento e quanti come ricambi? Ci
sono stati dei cambiamenti per quanto riguarda queste ripartizioni
(radiali/convenzionali e primo equipaggiamento/ricambi)?
3) Qual è la vostra quota di mercato in Italia?
4) Quali sono i mercati emergenti dove lo pneumatico agricolo ha
i maggiori spazi di crescita?
5) Quanto è cresciuta negli ultimi tempi l’attenzione che il cliente
agricolo dedica a un componente importante come lo pneumatico?
6) Potete anticipare le eventuali novità che presenterete in
occasione di Eima 2014?
30
tivo e sfidante, ma abbiamo avuto una crescita nella
richiesta dei prodotti radiali. Bridgestone South Region
ha assistito ad una radializzazione dei mercati dell’Est,
soprattutto in Romania. Le previsioni per il 2014 fanno
intravedere cenni di ripresa sia a livello italiano sia europeo; l’incremento della domanda nel ricambio resta
comunque sotto al 5%, ma lascia ben sperare per un
anno che sia decisamente più positivo rispetto al 2013.
2) Il 2012 è stato un anno negativo e il 2013 si è chiuso a
pareggio. Le vendite Firestone per l’anno passato hanno
visto una maggiore percentuale di prodotto radiale rispetto al convenzionale, con un aumento rispetto al 2012.
Per quanto riguarda il mercato del primo equipaggiamento, Firestone fornisce da diversi anni lo stabilimento Cnh di Jesi con volumi decisamente in crescita . La
strategia perseguita a livello europeo si concentra su
un forte impegno nel business del primo equipaggiamento, focalizzando l’attenzione non solo sui clienti già
acquisiti, ma ampliando anche la rete dei prospect.
3) La strategia del marchio Firestone è quella di focalizzarsi sul segmento radiale; nel 2013, a fronte di un mercato stagnante, Firestone è stata in grado di mantenere stabile la propria quota di mercato. A livello europeo
abbiamo invece assistito a un incremento (oltre 20%)
anche grazie ai nuovi prodotti come Combine e XL.
4) I mercati dell’Europa dell’Est sono sicuramente quelli
a più alto potenziale di crescita anche grazie al supporto
delle politiche agricole europee che stimolano e sostengono l’avvio di attività agricole, favorendo l’arrivo di investitori esteri e garantendo quindi un’espansione del mercato e l’evoluzione nella richiesta del prodotto radiale.
5) L’attenzione nei confronti dei pneumatici è cresciuta proporzionalmente all’attenzione alla redditività e
alla efficienza produttiva, soprattutto nelle aziende più
organizzate che hanno un’impronta decisamente imprenditoriale. Le performance del pneumatico incidono
m&ma
- n. 5 - 2014
SPECIALE PNEUMATICI
Vendite pneumatici agricoli in Europa nel 2013 (.000 unità)
350
300
250
200
150
100
50
0
Bo
sn
ia-
Erz
eg
ov
Bu ina
l
Re gari
p. a
C
Es eca
to
Cr nia
oa
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Lit aria
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Slo sovo
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Gr Fr dia
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Gr a
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Eir
Ita e
Ola lia
No nda
rv
Po egia
rto
ga
Sv llo
ez
ia
Agro 2010
Agro 2011
Agro 2012
Agro 2013
tecnologie che garantiscano un ottimo rapporto qualità/prezzo. Inoltre,
Firestone veicola i propri
servizi e prodotti attraverso una selezione di rivenditori dettaglianti specializzati nella vendita dei
pneumatici agricoltura. I
dealer sono selezionati in
base a determinati criteri
e parametri di eccellenza
che li rendono dei veri e
propri opinion leader nella
zona di competenza.
6) Abbiamo grandi novità quest’anno. Dopo una fervente attesa il marchio Bridgestone sarà introdotto
anche nel mercato Agricoltura. Il lancio europeo avverrà a maggio durante il Reifen di Essen, mentre per
il mercato italiano abbiamo appunto scelto la rassegna
bolognese. La gamma Bridgestone in Agricoltura si affiancherà a quella Firestone, andando a coprire la fascia alta di mercato caratterizzata da una crescente
richiesta tecnologica e da prodotti innovativi; la gamma
Firestone rimarrà elemento fondamentale della nostra
offerta di prodotto grazie al vasto line-up e all’ottimo
rapporto qualità/prezzo.
Fonte: Europool ETRMA.
Mercato ricambi pneumatici agricoli negli ultimi anni (unità)*
2010
2011
2012
2013
Italia
137.000
135.700
113.595
112.500
Europa
1.942.135
1.874.820
1.652.397
1.668.921
* dati Europool
su elementi che influenzano i costi delle aziende agricole e oggi le aziende e i contoterzisti sono attentissimi
alla riduzione dei costi operativi, causa anche la sfavorevole congiuntura. Firestone lavora già da anni in questo senso, proponendo soluzioni di business e nuove
m&ma
- n. 5 - 2014
31
SPECIALE PNEUMATICI
In quest’ottica i prodotti della gamma Bridgestone
avranno un altissimo contenuto tecnologico: nello sviluppo si è puntato molto sull’ecosostenibilità, in particolare sulla bassa compattazione del terreno grazie
all’innovativa tecnologia VF specificamente studiata
per carichi molto elevati. Il risultato finale è un perfetto bilanciamento tra efficienza produttiva e rispetto del
suolo, volto a diminuire i costi operativi delle aziende
agricole di oggi e di domani.
Bridgestone è il primo produttore di pneumatici al mondo
e la scelta di entrare con il proprio marchio di riferimento
nel mercato Agricolo testimonia chiaramente la volontà
di investire in questo importante settore dell’economia.
Michelin
1) La congiuntura economica negativa del 2012 è proseguita nel 2013 – risponde Ernesto Meroni, responsabile Marketing Operativo settore Pneumatici Agricoli – condizionando anche il mercato degli pneumatici
per agricoltura. Ci sono stati deboli segnali di ripresa
del mercato nella prima parte del 2013, controbilanciati
però dalle difficoltà finanziarie. Si può dire comunque
che il mercato è rimasto stabile rispetto al 2012 e che i
primi mesi del 2014 mostrano segnali di ripresa.
2) Lasciando da parte i dati sensibili, possiamo dire che
il rapporto tra pneumatici radiali e convenzionali è stabilizzato e dell’ordine di 90 a 10. Bisogna comunque tener conto delle variazioni legate alle gamme: le gamme
più tecniche, infatti, sono totalmente radiali. Per quanto
riguarda il mercato del primo equipaggiamento, è leggermente in calo rispetto al 2012.
3) Il gruppo mantiene la leadership.
4) I mercati emergenti sono il Sudamerica e i mercati
orientali. Tra i principali, Brasile, India e Cina.
5) Le imprese agricole sollecitano sempre più i fornitori per trovare soluzioni capaci di soddisfare le specifiche esigenze e che offrano il miglior ritorno possibile
sull’investimento. Michelin continua a impegnarsi nello
sviluppo di gamme capaci di rispondere alle loro attese. Il gruppo, che investe annualmente oltre 600 milioni
di euro nel settore Ricerca e Sviluppo, ottiene risultati
sempre più rilevanti nelle gamme tecnologiche. Si pensi ai prodotti Michelin a tecnologia Ultraflex, capaci di
incidere sui rendimenti sia in termini di resa agronomica, sia di risparmio di tempo e carburante.
6) Proprio grazie alla costante attività di ricerca di Michelin, i nostri prodotti sono in continua evoluzione. Le
tempistiche sono legate alle esigenze prioritarie del
mercato ed alle pianificazioni industriali. Non saremo
presenti a Eima, ma potremmo avere in corso d’anno
delle novità prodotto.
Trelleborg Wheel System
1-3) Il 2013 – risponde Paolo Fogagnolo, Country
Manager – Italy & Greece BU Agricultural & Forest32
ry Tyres – ha registrato ancora un calo del mercato se consideriamo l’andamento di tutte le tipologie,
in linea con le aspettative; possiamo affermare con
certezza che la domanda di prodotto radiale soffre
meno. Continuano a manifestarsi le problematiche
segnalate negli ultimi anni, come la mancanza di liquidità, che influenza le scelte d’acquisto degli utilizzatori finali, aumentando la ricerca di prodotti qualitativamente meno performanti, ma più economici.
Se scendiamo nel dettaglio della realtà globale Trelleborg, il 2013 si è chiuso con segno positivo rispetto
all’anno precedente, con un ruolo importante svolto
dai mercanti extraeuropei. Non registriamo un cambiamento nella distribuzione tra radiale e convenzionale, così come sostanzialmente invariata è rimasta
la distribuzione delle vendite tra il canale ricambi e il
primo equipaggiamento.
4) L’Europa continua a essere un mercato sostanzialmente molto stabile, come ci testimoniano i dati relativi alle immatricolazioni. I mercati in forte sviluppo oggi
sono ancora quelli in cui il livello di meccanizzazione
agricola è in crescita, come la Cina, o i paesi in cui il
processo di conversione dal convenzionale al radiale
ha trend di crescita significativi (vedi gli Stati Uniti).
5) Oggi i professionisti dell’agricoltura, siano essi contoterzisti o agricoltori, sono sempre più sensibili ai costi
di gestione; all’interno di questi, una parte importante è
rappresentata dal pneumatico e dalle sue prestazioni.
Oggi la qualità di un pneumatico si misura anche attraverso la sua capacità di incidere sul consumo di carburante, che è la maggiore voce di spesa giornaliera.
L’efficienza del pneumatico in termini di riduzione dei
consumi di carburante, dato che a parità di lavoro svolto riduce il tempo impiegato, ha anche un importante
impatto sulle scadenze della manutenzione programmata, quindi diventa la chiave del successo.
6) L’Eima 2014 sarà l’occasione per ripresentare al
mercato tutte le novità messe in pista negli ultimi mesi,
in cui Trelleborg ha dimostrato di perseguire l’innovazione nel pieno rispetto dell’ambiente. Riprenderemo,
quindi, il tema a noi molto caro dell’agricoltura sostenibile, testimoniando l’impegno dell’azienda nel fornire soluzioni che offrono valore aggiunto al cliente nel
pieno rispetto dell’ambiente. Sarà anche l’occasione
per far toccare con mano agli utenti italiani l’innovativo pneumatico ProgressiveTraction, un concetto di
pneumatico agricolo specificatamente progettato per
migliorare l’efficienza in agricoltura grazie a un doppio
rampone che, operando sul terreno in tempi diversi,
rilascia progressivamente una maggiore trazione dove
e quando richiesto. Ribadiremo, inoltre, il nostro impegno nei confronti degli strumenti digitali e della comunicazione mobile lanciando una nuova app, Tire Efficiency, e ricordando ai professionisti dell’agricoltura
l’utilità della nostra presistente offerta, attraverso le
app Load Calculator, Tire Book, Tire iBrochure, Dealer
Locator e Attraction.
m&ma
- n. 5 - 2014
SPECIALE PNEUMATICI
COME IDENTIFICARE LE GOMME
Per orientare l’utilizzatore nella scelta del
miglior treno di pneumatici è stata adottata
una codifica internazionale che descrive
le loro caratteristiche di massima
di Roberto Guidotti
e caratteristiche più evidenti di uno pneumatico sono
le dimensioni, fattore che ne condiziona significativamente le prestazioni, la resistenza all’avanzamento e la
capacità di sopportare i carichi statici e dinamici. Chi regge
il peso è infatti, principalmente, il volume d’aria contenuto
all’interno della copertura, esattamente come in un’imbarcazione: qui è il volume dello scafo che permette il galleggiamento e consente di sopportare e trasportare pesi di
decine di migliaia di tonnellate, più di ogni altro mezzo di
trasporto.
Oltre al volume d’aria che può contenere, e alla sua pressione, la capacità di carico di una gomma è influenzata
dalla resistenza alle sollecitazioni esterne e quindi dalla
struttura della carcassa. Questa si comporta come uno
scheletro elastico, composto da fibre sintetiche ad alta
resistenza e di cavi d’acciaio intrecciati e e collegati fra di
loro, annegati in una fusione di gomma sintetica – la migliore è quella a base butilica – capace di deformarsi con il
minimo attrito interno possibile. Quest’ultimo è un carattere fondamentale, anche se poco conosciuto: più è basso,
meno la gomma si scalderà per effetto delle deformazioni
cicliche dovute al rotolamento. Quando si parla di pneumatici a basso coefficiente di attrito ci si riferisce alla resistenza della carcassa ai cicli di deformazione, che può
essere determinata da una maggiore o minore rigidità della struttura interna, nelle gomme da trasporto, ovvero da
una combinazione di mescole speciali, per gli pneumatici
di impiego agricolo, che si devono deformare molto per
assicurare la massima superficie di appoggio.
L
Carico unitario
Il terreno agrario sopporta carichi molto limitati, dell’ordine di circa 1 kg/cmq, che scendono anche a 0,3-0,5 kg/
cmq dopo la lavorazione o in condizioni di forte umidità.
Nel primo caso l’aria, nel secondo l’acqua, costituiscono
una sorta di lubrificante che facilita lo scorrimento delle
particelle terrose una sull’altra, consentendone la deformazione, che fa affondare la ruota che vi passa sopra.
Di norma, quando una ruota affonda nel terreno, la superficie di contatto del battistrada aumenta, insieme con
l’aumento dell’arco di circonferenza con cui la ruota tocca
il terreno: fino a un certo angolo, questo fattore determina
m&ma
- n. 5 - 2014
L’attrito è un carattere fondamentale, anche se poco
conosciuto: più è basso, meno la gomma si scalderà
per effetto delle deformazioni cicliche dovute al rotolamento.
un allungamento dell’area di contatto, riducendo la pressione e quindi il carico unitario sul terreno. Superato un
certo valore, che dipende dalle caratteristiche della gomma, ma soprattutto dalla sua deformabilità, la resistenza
opposta al rotolamento si oppone progressivamente al
movimento della ruota, fino al punto di non consentire più
l’avanzamento. A parità di condizioni, una ruota di grande
diametro permette di racchiudere, nell’angolo di massimo
contatto e di minimo attrito, una maggiore lunghezza di
contatto con il suolo che, moltiplicata per la larghezza di
appoggio, dà la misura della superficie; sommando la superficie media di appoggio di tutte le ruote si arriva alla
superficie totale: dividendo il peso della macchina per il
valore calcolato, si ottiene il carico unitario o pressione sul
terreno. È significativo il fatto che una trattrice di grande
potenza, se dotata delle gomme giuste, può restare ben
al di sotto del valore di 1 kg/cmq, con una superficie complessiva di appoggio di quasi 2 metri quadrati: molto meno
del carico trasmesso al suolo da un isodiametrico di 40
cavalli, che pure può vantare un grande galleggiamento
per effetto dell’ottimale distribuzione dei pesi.
Sui rimorchi l’effetto è più evidente perché le gomme da
carico sono progettate soprattutto per l’uso su fondo solido, come il piano stradale: la resistenza minima della pavimentazione è di 8 kg/cmq e può aumentare parecchio in
relazione al tipo di sottofondo, al materiale inerte impiegato, agli additivi aggiunti alla frazione bituminosa, in particolare quelli contro il rammollimento con le alte temperature.
Sezione
Uno pneumatico da carico, idoneo alla marcia sul campo, deve ovviamente avere una sezione assai maggiore
rispetto a uno stradale: questo è uno dei motivi per cui i
rimorchi agricoli hanno molta più gomma rispetto ad un
veicolo stradale. Se un carro botte da 30 metri cubi ha
33
SPECIALE PNEUMATICI
Tab. 1 - Indici di carico (IC)
IC
kg
IC
kg
IC
kg
IC
kg
IC
kg
100
800
116
1.250
132
2.000
148
3.150
164
5.000
101
825
117
1.285
133
2.060
149
3.250
165
5.150
102
850
118
1.320
134
2.120
150
3.350
166
5.300
103
875
119
1.360
135
2.180
151
3.450
167
5.450
104
900
120
1.400
136
2.240
152
3.550
168
5.600
105
925
121
1.450
137
2.300
153
3.650
169
5.800
106
950
122
1.500
138
2.360
154
3.750
170
6.000
107
975
123
1.550
139
2.430
155
3.875
171
6.150
108
1.000
124
1.600
140
2.500
156
4.000
172
6.300
109
1.030
125
1.650
141
2.575
157
4.125
173
6.500
110
1.060
126
1.700
142
2.650
158
4.250
174
6.700
111
1.090
127
1.750
143
2.725
159
4.375
175
6.900
112
1.120
128
1.800
144
2.800
160
4.500
176
7.100
113
1.150
129
1.850
145
2.900
161
4.625
177
7.300
114
1.180
130
1.900
146
3.000
162
4.750
178
7.500
115
1.215
131
1.950
147
3.075
163
4.875
179
7.750
un peso complessivo prossimo alle 40 t (ovviamente in
campo, visto che su strada gli antiquatissimi ganci Cuna
ne limitano il peso a sole 20 t), con le gomme di grande
sezione, il carico trasmesso al suolo può superare, nella
prima fase della distribuzione, il valore limite di 1,5-2 kg/
cmq. Può sembrare tanto, ma è nulla rispetto a un carro
botte monoasse da 3,5 mc equipaggiato con pneumatici
tradizionali che, a dispetto dell’apparenza dimessa e “minimalista”, scarica sul terreno un peso unitario quasi doppio, lasciando tracce inequivocabili del proprio passaggio. D’altra parte la rigidità strutturale di una gomma aiuta a
ridurre il surriscaldamento dovuto all’attrito interno che,
a meno di non impiegare mescole particolare e di costo
elevato, tende a surriscaldare l’intero pneumatico fino al
punto di determinare il distacco del battistrada o il collasso dell’intera struttura: un effetto evidente soprattutto sugli
autocarri pesanti e specialmente nella marcia ad alta velocità, come sulle autostrade.
Qui è la frequenza dei cicli di deformazione e ritorno, do-
Nei migliori pneumatici per uso agricolo il profilo trasversale è
praticamente piatto.
34
vuta alla velocità, a determinare il riscaldamento: è sufficiente che una gomma sia
IC
kg
un po’ più caricata delle altre (il carico non
180 8.000
sempre può essere distribuito uniforme181 8.250
mente) o sia un po’ sgonfia, o abbia su182 8.500
bito qualche trauma (contatto con cordoli,
183 8.750
buche o ostacoli) per determinarne il surriscaldamento e il cedimento.
184 9.000
Nel passato, quando gli pneumatici ave185 9.250
vano struttura a tele diagonali incrociate
186 9.500
(inizialmente in fibre naturali), la resistenza
187 9.750
veniva indicata in base a un numero di tele
188 10.000
convenzionale (2-6 tele per le auto, 6-12
189 10.300
per gli agricoli e 12-20 per i veicoli industriali e da cantiere) che dava una misu190 10.600
ra, seppure approssimata, della rigidità e
191 10.900
della resistenza della carcassa; il numero
192 11.200
di “tele” seguiva la dizione inglese (ply ra193 11.500
ting) e questo spiega perché sul fianco
194 11.800
della gomma veniva indicata la sigla “PR”
195 12.150
seguita da un numero. In seguito il metodo
costruttivo è cambiato e così la distribuzione e la stratificazione delle fibre che costituiscono la carcassa, passando dalla struttura diagonale a quella radiale,
che consente di scaricare meglio i pesi al suolo, grazie alla
migliore deformazione trasversale.
Nei migliori pneumatici per uso agricolo il profilo trasversale
è praticamente piatto (quasi come un cingolo) in modo da
ripartire il peso uniformemente e sulla massima larghezza
possibile, che in qualche caso è addirittura superiore alla
sezione nominale. Il battistrada ricurvo rimane confinato a
pochi pneumatici “da tiro”, nei quali è necessario assicurare la penetrazione dei talloni nel terreno per rendere massima la capacità di trazione. Le gomme di tipo universale
rappresentano un compromesso fra i due estremi, che si
può ritenere soddisfacente solo in parte: il profilo ricurvo
calpesta sempre più di quello piatto, inoltre nelle piccole e
medie potenze lo sforzo di trazione è comunque limitato
dallo scarso peso aderente.
Codifica internazionale
Da molti anni, per orientare l’utilizzatore nella scelta del
miglior treno di pneumatici – anche se il consiglio del
gommista è fondamentale – è stata adottata una codifica
internazionale che consente di identificare le gomme, descrivendone almeno le caratteristiche di massima.
1. Larghezza della sezione: larghezza media approssimata in pollici (1 pollice = 25,4 mm) o in millimetri, del pneumatico gonfio, a vuoto.
2. Rapporto di aspetto (indicato con la barra “/” seguita da
un numero di 2 cifre): indica il rapporto fra l’altezza del tubolare e la sua larghezza, ovviamente a vuoto; un rapporto di aspetto “/70” indica che la larghezza del pneumatico
è circa il 70% dell’altezza del fianco; più questo rapporto è
basso, più la gomma è “piatta”: in questi casi la struttura
della carcassa deve essere estremamente flessibile per
m&ma
- n. 5 - 2014
SPECIALE PNEUMATICI
mantenere una buona trazione e qui entrano in gioco la
tecnologia e la capacità di innovazione del costruttore.
3. Diametro nominale del cerchio (tuttora indicato in pollici), a cui corrisponde il diametro di calettamento, misurato in corrispondenza del tallone che determina la tenuta
dell’aria (nei tipi senza camera d’aria); viene preceduto da
un trattino nei pneumatici con struttura diagonale, oppure
dalla lettera “R” in quelli con carcassa radiale.
4. Indice di carico (vedi Tab. 1): non indica ovviamente la
reale portata delle gomma ma una classe di peso che può
essere sostenuto in relazione al codice di velocità indicato.
5. Codice di velocità (vedi Tab. 2): anche in questo caso, a
ciascun codice corrisponde un certo valore della velocità
massima ammissibile con il carico corrispondente al codice precedente; nonostante i due valori siano strettamente
interdipendenti, ogni veicolo viene omologato con pneumatici aventi un codice di velocità non inferiore alla velocità
massima tecnicamente raggiungibile. Guardando il fianco di una copertura di tipo agricolo, possiamo facilmente
trovare la codifica che esprime le sue caratteristiche, per
esempio la “800/65R32 167 A8” e “164 B”. Il primo gruppo di cifre e lettere ci informa che lo pneumatico è largo
circa 800 mm, e che ha un basso rapporto di aspetto, con
un fianco che è solo il 65% della misura della larghezza
nominale (circa 520 mm); la struttura è ovviamente ad andamento radiale (lettera R) e il cerchio ha un diametro di
calettamento di 32 pollici; il diametro a vuoto della gomma
m&ma
- n. 5 - 2014
Tab. 2 - Codici di velocità
Cod.
km/h
Cod.
km/h
Cod.
km/h
Cod.
km/h
A1
5
B
50
M
130
H
210
A2
10
C
60
N
140
V
240
A3
15
D
65
P
150
ZR
Oltre 240
A4
20
E
70
Q
160
W
270
A5
25
F
80
R
170
Y
300
A6
30
G
90
S
180
-
-
A7
35
J
100
T
190
-
-
A8
40
K
110
U
200
-
-
montata è di circa 1.853 mm (800 x 65% x 2) + (32 x 25,4).
In teoria, per ogni giro della ruota la macchina dovrebbe
percorrere quasi 6 metri, che si riducono però per effetto
della deformazione sotto carico: una misura convenzionale della circonferenza di rotolamento può essere fornita
dal costruttore, anche se il valore esatto dipende in realtà
dal carico e dalla pressione di gonfiaggio. Dalla Tab. 1 possiamo verificare che all’indice 167 corrisponde un carico massimo per ruota di 5.450 kg, alla velocità A8: la Tab. 2 ci informa che siamo al di sotto dei 40
km/h. I due indici aggiuntivi (164 B) ci dicono invece che,
qualora la trattrice potesse raggiungere la velocità massima di 50 km/h (ovviamente non in Italia), la portata della
gomma scenderebbe a 5.000 kg.
35
SPECIALE PNEUMATICI
MODELLI E MISURE
PER TUTTE LE NECESSITÀ
L’ultima edizione
di Agritechnica 2013
ha visto tutti i player attivi
con diverse novità
di Federico Mercurio
on è ormai una novità che il settore dei pneumatici
abbia guadagnato un ruolo di primo piano nel mondo
delle macchine agricole. E ne è stata una riprova l’ultima
edizione di Agritechnica ad Hannover, che ha visto tutti i
player più importanti del settore adoperarsi per presentare le proprie novità. Ve ne forniamo una rapida sintesi.
N
Bkt
Il gruppo indiano ha presentato due nuove gamme di
prodotti in anteprima europea e ampliamenti di misure.
La prima novità è Constar, pneumatico progettato per
mezzi agro-industriali di movimentazione (sollevatori telescopici, pale gommate) capace di conferire grande
stabilità verticale e laterale. È dotato di ampi ramponi che
aumentano l’area di contatto con la superficie e consentono di sopportare carichi particolarmente pesanti. La
specifica mescola utilizzata ne esalta le caratteristiche di
resistenza a tagli e impatti che contribuiscono ad allungare il suo ciclo di vita. Quanto alla seconda new entry ci
limitiamo a indicarne il nome (Star Trac) visto che non ha
un grande interesse per il mercato italiano (è un pneumatico per macchine adibite alla raccolta nelle piantagioni
di cotone). Dopo la presentazione ad Hannover le due
new entry saranno disponibili sui mercati di riferimento a
partire dalla fine di quest’anno.
Inoltre, sono stati annunciati numerosi ampliamenti di
misure. In primis AgrimaxForce, pneumatico radiale per
trattori da 250 CV in su, che si arricchisce delle misure IF
Bkt Constar (a sinistra) e Agrimax Elos.
600/70 R 30, IF 650/65 R 34, IF 650/85 R 38, IF 800/70 R
38 e IF 710/70 R 42 in aggiunta alle esistenti IF 710/60 R
30, IF 710/60 R 34 e IF 900/60 R 38. Anche Agrimax Spargo (per irroratrici e colture in filare) si estende con la nuova misura VF480/80 R 50, aggiungendosi alla VF380/90
R 46 già in commercio, così come nell’ambito dell’utilizzo
su manti erbosi e terreni soffici, la gamma Agrimax RT
600 si allarga con la nuova misura 1050/50 R 32. Per i
rimorchi, Bkt ha esposto la misura 750/60 R 30.5 dello
pneumatico FL 630 Super.
Infine, Agritechnica ha ospitato l’inedito 480/80 R 42 per
Agrimax Elos, pneumatico per trattori che operano su
terreni bagnati e paludosi. La nuova misura si aggiunge
alla 420/85 R 38, 340/85 R 38 e 380/85 R 38 già in distribuzione, mentre a breve saranno disponibili sul mercato
due nuove varianti:16.9 R 28 e 520/85 R 42.
Bridgestone/Firestone
Nessuna novità di prodotto, ma l’annuncio di una importante strategia per il gruppo nippo-americano. In futuro,
infatti, il marchio Bridgestone entrerà anche nel mercato
dei pneumatici per l’agricoltura in Europa. I pneumatici
agricoli Bridgestone saranno destinati al segmento “finale” del mercato europeo, cioè equipaggeranno le macchine agricole più
potenti. In linea con la strategia multimarchio del gruppo, la nuova gamma
Bridgestone integrerà l’esistente business Firestone nei pneumatici agricoli.
Firestone ha investito fortemente per
rinnovare il suo portafoglio prodotti e
si è guadagnato una posizione solida nel mercato europeo, offrendo a
molti agricoltori alti livelli prestazionali
Il Maxi Traction IF 800/70R38 di Firestone. A sinistra il logo del nuovo marchio
e di produttività. Con Bridgestone che
Bridgestone per l’agricoltura.
36
m&ma
- n. 5 - 2014
SPECIALE PNEUMATICI
si concentrerà sulle macchine più grandi ai livelli top del
mercato, il gruppo intende evitare sovrapposizioni di misure e di standard tra i due marchi.
«I marchi Bridgestone e Firestone hanno diversi punti di
forza e diverse caratteristiche – ha detto Lothar Schmitt,
direttore pneumatici agricoli e fuori strada di Bridgestone Europe –. Insieme al nostro approccio multi-marchio
possono fornire agli agricoltori la soluzione ottimale in tutti
i segmenti di potenza». Secondo Bridgestone l’agricoltura in Europa sta aumentando in termini di dimensioni
aziendali e le macchine agricole stanno diventando più
grandi e più potenti: questa evoluzione rappresenta una
sfida seria per i costruttori di pneumatici agricoli e Bridgestone la sta cogliendo con una gamma prodotti multimarchio su misura per i clienti che soddisferà le necessità
di tutti gli operatori nel settore agricolo.
Michelin
Nel 2014 Michelin ampia la propria gamma per coprire
completamente tutte le fasi del ciclo colturale e adattarla ai nuovi tipi di utilizzo. In particolare ad Agritechnica
sono stati presentati due nuovi pneumatici, lo SprayBib
VF 420/95R50 e il BibLoad Hard Surface. Il primo va a
integrare la tecnologia Ultraflex di Michelin in una nuova
dimensione per le irroratrici, a fianco della già presente
VF380/90R46. All’interno del ciclo colturale, sostiene Michelin, le diverse fasi colturali sono fondamentali per un
raccolto di successo. Proteggere le colture e allo stesso
tempo il terreno è difficile e questo compito spesso va
svolto in periodi sempre più brevi a causa delle condizioni
climatiche. Questo nuovo pneumatico opera in campo a
basse pressioni e quindi protegge in modo più efficace il
terreno, migliorando anche la stabilità della macchina che
deve portare carichi pesanti.
La seconda novità riguarda una nuova gamma di pneumatici per pale gommate e caricatori telescopici. Secondo Michelin alcuni agricoltori passano fino al 50% del loro
tempo lavorativo su superfici dure, per cui questo pneumatico è dedicato proprio a loro, grazie a un nuovo battistrada con ramponi a forma di diamante smussato che
Lo SprayBib VF 420/95R50 (a sinistra)
e l’AxioBib IF 900/65R46 di Michelin.
m&ma
- n. 5 - 2014
Mitas PneuTrac (a sinistra) e SFT 900/60R42.
migliorano la tenuta di strada e la resistenza quando ci si
sposta lateralmente.
Oltre a questi due modelli, Michelin ha esposto quello che
definisce il più grande pneumatico per trattori, l’AxioBib
IF 900/65R46. La gomma ha una larghezza di 900 mm,
un diametro di 2,32 m, una capacità di carico di 10.600
kg e la capacità di operare a 65 km/h (ove concesso).
Ad Hannover questo pneumatico era montato sul T9 di
New Holland, sulla serie 11 di Deutz-Fahr. Anche Krone
ha annunciato che equipaggerà la prossima generazione di macchine da raccolta da oltre 1.100 CV con questo
pneumatico.
Mitas
Il marchio ceco del gruppo Cgs ha presentato il nuovo
concetto produttivo PneuTrac, montato su un cerchio da
38”, sviluppato in collaborazione con l’israeliana Galileo
Wheel. Mitas ha già iniziato a testare la produzione anche
su cerchi da 18” e i test stanno dimostrando i vantaggi di
questo innovativo prodotto: tra i più importanti, una maggiore impronta a terra, migliore stabilità laterale e aumentata forza trattiva con pressioni di gonfiaggio inferiori, se
confrontata con i pneumatici standard. «Mitas PneuTrac
è sinonimo di maggiore produttività e minori costi operativi, grazie ai notevoli miglioramenti che permettono un
più agevole trasferimento della forza trattiva sul terreno
– ha detto Andrew Mabin, direttore marketing e vendite di Mitas –. PneuTrac inoltre può essere montato su
cerchi standard, senza bisogno di alcuna modifica». «Il
nostro fine era quello di progettare un pneumatico con
un’impronta a terra più larga e una pressione di gonfiaggio inferiore – ha aggiunto Alon Hayka, amministratore
delegato di Galileo Wheel, che mantenesse però un’omogenea distribuzione della pressione stessa sul terreno
e determinasse un minore compattamento».
Mitas riferisce che PneuTrac ha un’impronta a terra maggiore del 53% rispetto a un pneumatico standard e una
stabilità laterale fino al 167% più alta. Mitas PneuTrac non
è attualmente in commercio.
Altra novità presentata da Mitas è stata l’estensione di
gamma del modello Super Flexion Tyres (SFT) per trat37
SPECIALE PNEUMATICI
tori di alta potenza (oltre i 180 CV), venduto nel mercato
nord-americano.
Trelleborg
Prodotti e tecnologie al centro delle novità proposte da
Trelleborg ad Agritechnica 2013. Tra i prodotti spiccava
sicuramente il gigantesco IF900/65R46 TM1000 High Power, un innovativo disegno che massimizza l’ampiezza
del battistrada e, sostiene il gruppo italo-svedese, garantisce l’impronta più ampia presente sul mercato, fornendo un’ottima distribuzione della pressione e un estremo rispetto del suolo. «Il battistrada BlueTire technology
sviluppato per il nostro ultimo gigantesco pneumatico
– ha detto Piero Mancinelli, direttore Ricerca e sviluppo
dei pneumatici agricoli e forestali di Trelleborg Wheel Systems – è il potente risultato dei nostri avanzati processi
ingegneristici. Il nuovo battistrada BlueTire aumenta significativamente l’ampiezza del battistrada e, quando
applicato alla misura IF900/65R46 TM1000 High Power,
assicura un’impronta extra- larga a bassa pressione e
una prestazione imbattibile in termini di galleggiamento.
Questo si traduce in un’ottima distribuzione della pressione sul suolo, che incrementa le rese e preserva il suolo
da compattamento ed erosione».
Trelleborg offre due alternative di diametro 2,3 m per
il segmento dei 46 pollici, nelle misure IF750/75R46 e
IF900/65R46, entrambe disponibili in soluzione ruota
completa con i cerchi Trelleborg THK. «L’estensione della
linea TM1000 High Power e la sua offerta di cerchi THK
– ha aggiunto Lorenzo Ciferri, direttore Marketing pneumatici agricoli e forestali di Tws – è stata guidata da due
obiettivi chiave, aumentare la prestazione del pneumatico e avere più cura dell’ambiente».
A livello di tecnologia, dopo due anni di test indoor e
outdoor, Trelleborg ha applicato per la prima volta a un
pneumatico agricolo la sua ProgressiveTraction technology nella misura 650/65R38. Il doppio rampone del nuovo battistrada opera sul suolo in tempi diversi, rilasciando
progressivamente maggiore trazione quando e dove è
necessario, e fornisce migliore capacità di galleggiamento, assicurando un’uniforme distribuzione della pressio-
Vredestein Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO (a sinistra) e
Traxion XXL 710/75R38.
38
Trelleborg IF900/65R46 TM1000 High Power (a sinistra) e
prototipo per la ProgressiveTraction technology.
ne, oltre a un’impronta extra-large. Il progetto ProgressiveTraction è giunto alla sua fase finale e i primi risultati
hanno superato le iniziali aspettative.
Vredestein
La crescente domanda di pneumatici per uso agricolo
del marchio Vredestein ha portato quest’anno il gruppo
olandese alla decisione di aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti in Europa e India, in particolare per
gli pneumatici per trattori e gli pneumatici radiali per uso
agricolo delle gamme Traxion e Flotation. Gli investimenti
previsti consentiranno ad Apollo Vredestein di produrre
pneumatici ancora più grandi e larghi. Inoltre, l’aumento
della produzione di pneumatici per uso agricolo consentirà a Vredestein di concentrarsi su nuovi mercati geografici, come l’America e l’Asia.
In occasione di Agritechnica 2013 Vredestein ha presentato diverse novità, tra cui le più significative sono state:
- Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO: pneumatico per
mietitrebbie che garantisce il 20% in più di flessione grazie alla tecnologia Vredestein F+;
- TraxionXXL 710/75R38 (pneumatico dalla superficie ampia per una maggiore trazione e una minore resistenza
al rotolamento, che permette di non dovere installare
cerchi più grandi) e 710/60R30 (misura molto diffusa sia
sull’asse anteriore dei trattori pesanti che sull’asse sterzante delle trince semoventi);
- Flotation Trac 520/50R17 (sostituisce il 500/50R17 Flotation Pro e viene montato su molte presse, avvolgitori per
balle e rimorchi), 520/55R22,5 (pneumatico radiale con
diametro da 1.140 mm e 500 mm di larghezza, richiesto
per presse, rimorchi con caricamento automatico e ruote di supporto macchinari agricoli di grandi dimensioni),
560/60 R 22,5 161D (questo modello farà presto parte
della gamma Flotation Trac, particolarmente indicata per
le superfici arabili) e 650/40R22,5 (questo pneumatico
amplia la gamma 620/40R22.5 con un diametro di 1.085
mm ed è particolarmente indicato per rimorchi con caricamento automatico);
- Traxion+ 540/65 R 34 TL 152D, ideale per trattori ad alta
velocità;
- 210/60-10 Greentrax e 270/50-12 Greentrax, nuovi
pneumatici per tagliaerba professionali.
m&ma
- n. 5 - 2014
TECNICA
PRECISION FARMING
FUNZIONA ANCHE IN ITALIA
L’analisi del metodo applicato a una tipica
azienda italiana, con i problemi
e le specificità della nostra agricoltura
di Ottavio Repetti
i parla tanto di precision farming e dei
benefici che essa può
apportare alle produzioni.
Quasi sempre, tuttavia, si
citano esempi che vengono dall’estero, spesso
da paesi con condizioni
di partenza assai diverse
dalle nostre. Per esempio, in termini di superfici
aziendali. In questo caso,
invece, siamo in grado di
proporvi l’analisi del metodo applicato a una tipica azienda italiana, con i
problemi e le specificità
della nostra agricoltura.
Lo facciamo grazie a Daniele Manzo, uno tra i
primi in Italia ad applicare
radicalmente l’agricoltura
di precisione per coltivare
sia i 250 ettari della sua
proprietà a Casalino, pochi chilometri a est di Vercelli, sia i 180 ettari che ha
S
in conduzione da altri agricoltori. E sostenendo che
applica la precision farming, intendiamo dire che
fa tutto – dalla prima lavorazione del terreno alla
raccolta – sotto controllo
satellitare e con una rigida
e meticolosa applicazione del dosaggio variabile:
per le semine, la concimazione, ma anche (ed è la
prima volta che ci capita di
sentirlo) per i trattamenti.
Nessun integralismo
Dobbiamo però precisare
che Manzo non è un precision farmer integralista:
è il primo a riconoscere,
per esempio, che in alcuni
casi il controllo satellitare
non è utile. «Per ottenere
risultati, in termini di maggior produzione o risparmio sui costi, è necessa-
Pesatura elettronica con sistema di riconoscimento radar.
40
La trincia rileva i parametri qualitativi del prodotto.
rio che i terreni abbiano
una fertilità variabile. Per
questo, ed è un’ulteriore
condizione, i campi devono avere una misura adeguata, visto che se sono
troppo piccoli difficilmente presentano condizioni
sensibilmente diverse al
loro interno» ci spiega l’agricoltore.
La variabilità è necessaria, aggiunge, semplicemente perché un terreno
uniforme è già in condizione di produrre al meglio
e dunque l’agricoltura di
precisione – o piuttosto il
dosaggio variabile – non
apporterebbe grandi be-
Con la densità variabile
nessuna area di campo
rimane scoperta.
nefici né in termini di risparmio né per quanto
riguarda le rese produttive. «Bisogna valutare
caso per caso. Noi, per
esempio, non applichiamo questo metodo ad
alcuni campi di piccole
dimensioni che abbiamo
intorno alla sede aziendale. Per avere un minimo di
variabilità interna occorrono almeno tra gli otto
e i dieci ettari. Questo in
linea teorica; nella pratica
vi sono anche campi più
grandi altamente uniformi, oppure più piccoli, ma
molto eterogenei. Perché,
per esempio, si sono fatm&ma
- n. 5 - 2014
TECNICA
Il taglio varia con l’umidità del mais.
ti sbancamenti oppure la
tessitura del suolo cambia
drasticamente nel giro di
pochi metri».
Il metodo Manzo
Stabilite quali sono le condizioni iniziali, vediamo più
nel dettaglio che pratiche
adotta Daniele Manzo
che, essendo in provincia
di Vercelli, coltiva in primo
luogo riso. Accanto a esso,
m&ma
- n. 5 - 2014
Tutti i trattori sono dotati di antenna Gps.
da un paio d’anni è sempre più presente il mais: in
azienda è infatti sorto un
biodigestore da 1 MW e
pertanto una parte di Sau
è dedicata a cereali ed erbai. Sempre in doppio raccolto, per massimizzare la
produzione e sfruttare il più
possibile le potenzialità dei
terreni. Concludendo, le
coltivazioni praticate sono,
oltre al riso, mais, cereali
vernini e qualche erbaio –
per esempio loietto – che
finiscono in trincea e poi
nel digestore. Ciò detto,
passiamo alla tecnica colturale.
«Come premessa diciamo che tutte le lavorazioni sono svolte con guida
automatica centimetrica,
resa possibile da una base
Rtk di nostra proprietà e
che copre tutta la superficie aziendale. Pertanto,
per qualsiasi intervento,
decidiamo a tavolino non
soltanto i dosaggi, ma anche il punto di inizio e la
direzione delle passate. In
seguito carichiamo tutte
le mappe sul trattore, in
modo che il conducente
non possa sbagliare». Vediamo allora le tecniche
agronomiche per le coltivazioni principali.
Colture vernine su mais.
Per prima cosa, ci spiega
l’agricoltore, si deve tenere in considerazione la natura del terreno. «Siamo
su ex risaie, quindi il suolo
è piuttosto compatto e richiede un passaggio con il
ripuntatore ad ancore, per
rompere le cotiche sotterranee ed evitare ristagni». Le passate, spiega
Manzo, si fanno in senso
diagonale alle file del mais.
Nel raccolto successivo si
procederà ancora diago-
41
TECNICA
Base Rtk aziendale.
nalmente, ma sul percorso del raccolto precedente. «In pratica lavoriamo il
terreno in una direzione
per il mais e in un’altra per
triticale e cereali vernini.
Nel corso degli anni, spostiamo le linee di passaggio di qualche centimetro,
in modo da lavorare un po’
tutto il terreno».
Una simile precisione è
resa possibile, ovviamente, dalla guida automatica
assistita dal sistema Rtk.
Il quale interviene anche
nella fase successiva: la
distribuzione del digestato. «Per le coltivazioni autunnali facciamo un interramento con Terragator
e testata della Maag, con
ancore a 30 cm circa di
distanza.
Naturalmente,
lavoriamo con dosaggio
variabile, impostando le
quantità in base alle mappe di produzione e all’esperienza che ci siamo
fatti in questi anni».
Subito dietro al Terragator
arriva la seminatrice. «Seminiamo su sodo. Il contoterzista ha una macchina
che fa una minima lavorazione per bande, lasciando tra una e l’altra uno
spazio di circa 10 cm sul
quale andremo a interrare,
a primavera, la seconda
dose di digestato, usando una testata a dischetti
che grazie alla precisione
del satellite può lavorare a
una distanza inferiore ai 5
cm da ciascuna fila senza
nessun problema».
Mais. La precision farming
si manifesta in tutte le sue
potenzialità nella coltivazione del mais. Una volta
raccolto il triticale, ci dice
Daniele Manzo, si passa
con il ripuntatore e poi si
interra nuovamente il digestato; stavolta, tuttavia,
oltre che variare il dosaggio si localizza anche l’intervento. «Da quest’anno
usiamo un attrezzo della
Vogelsang che effettua
interramento e contemporanea lavorazione per
bande.
Naturalmente
sfruttiamo le linee in cui
è passato il ripuntatore e
sulle medesime, sfalsate
di circa 5 cm, andremo
poi a seminare il mais con
una Kinze da sodo, con la
certezza che le radici troveranno, nel sottosuolo, i
nutrienti forniti dai liquami.
Lo scopo è massimizzare l’efficacia del digestato collocandolo nei pressi
delle radici invece di spargerlo acriticamente su tutta la superficie del campo».
Riso. La risicoltura occupa uno spazio di primo
piano in azienda. Manzo
fa semina tradizionale, in
acqua, e due concimazioni, sempre con lenta cessione. «Per l’agricoltura di
precisione è fondamentale usare concimi a rilascio
graduale», dice. In questo
caso, la precision farming
riguarda concimazioni e,
come vedremo più avanti,
trattamenti, che possono
anch’essi essere differenziati per adeguarsi alle
condizioni
microclimatiche.
Dosaggi variabili
La distribuzione di tutti i
mezzi tecnici si fa a dosaggio variabile. Idem la semina: «Applichiamo, mediamente, un’alta densità:
diciamo da 8 a 10 piante per metro quadrato.
Ne mettiamo di più dove
sappiamo esservi terreno forte oppure ristagni,
in questo caso perché è
più probabile che qualche
seme non nasca. In questo modo riusciamo a produrre in tutte le zone del
campo: in qualche punto
di più e in qualcuno meno,
ma non ci resta nessuna
area totalmente scoperta. Massimizzare le rese,
come facciamo noi, è una
delle possibili applicazioni
dell’agricoltura di precisione. Un’altra potrebbe essere di non investire semi
e concime nelle aree poco
produttive, per risparmiare
sui costi».
Per quanto riguarda la
concimazione, si è già
detto che in azienda si
varia la quantità di liquami. «Con il digestato è più
semplice, perché è ammesso un certo margine
di errore. Fino a due anni
fa facevamo il dosaggio
variabile con il concime
chimico, ma in quel caso
si deve stare molto attenti,
visto che un piccolo errore nei dosaggi può compromettere il raccolto». I
fertilizzanti minerali sono
usati, invece, sul riso.
«Adottiamo una variabilità
che arriva al 25-30% sulla
concimazione di fondo e
Con un laboratorio Nir a bordo si può sapere in anticipo che cosa si avrà nella trincea e adeguare di conseguenza la ricetta
del digestore o della razione alimentare.
42
m&ma
- n. 5 - 2014
La mietitrebbia fornisce le mappe di resa per ogni campo.
attorno al 15% per quella
di copertura, fatta con solfato ammonico e urea».
Ultimo campo di applicazione del dosaggio variabile è la difesa. Perché a
Casalino anche quest’ultima dipende dalle mappe
di prescrizione. «Sui cereali soggetti a malattie fungine, come il riso, usiamo
il dosaggio variabile per
dare più prodotto nelle
aree in cui vi sono maggiori attacchi di malattia. Per
esempio, dove sappiamo
esservi più aggressività
del brusone, aumentiamo la dose di antifungino,
mentre in quelle dove gli
attacchi sono sporadici,
ne diamo meno di quanto
sarebbe consigliato. Non
siamo ancora arrivati ad
azzerare il dosaggio, perché sarebbe comunque
una scelta un po’ azzardata; tuttavia in questo
modo controlliamo bene
le malattie e risparmiamo
sui trattamenti».
In questi casi, continua
l’agricoltore, è importante
interpretare correttamente le mappe produttive.
«Per esempio, quando
troviamo una zona con
scarsa produzione bisogna capirne bene la causa: può essere dovuta a
una carenza del terreno,
m&ma
- n. 5 - 2014
ma anche a un attacco
fungino
particolarmente
forte. Per avere qualche
elemento di conoscenza
in più ho deciso di mirare
le analisi periodiche del
terreno proprio in queste
aree, così da capire la natura del problema: carenza strutturale del terreno,
condizioni favorevoli agli
attacchi fungini o anche,
per esempio, una carenza
nutrizionale compensata
con un eccesso di concimazione che finisce col
favore le malattie».
La raccolta
Inutile dire che la mappatura entra in gioco anche
al momento della raccolta.
Vediamo come.
Riso. Manzo ha una mietitrebbia di sua proprietà:
una S 670i di John Deere.
Tutta l’azienda si basa su
John Deere, a dire il vero.
«Sono convinto che sulla
precision farming abbiano
davvero pochi rivali. I loro
sistemi di guida automatica satellitare sono indubbiamente tra i migliori in
circolazione e lo stesso
vale per la capacità di raccogliere dati durante trebbiatura o trinciatura». Per
il riso, tuttavia, ci si limita
a umidità e peso. «Questi
43
TECNICA
Daniele Manzo.
due valori, combinati con
le nostre conoscenze dei
terreni, bastano per valutare le rese nelle diverse
aree del campo. È importante, però, che i rilievi siano corretti e dunque
almeno un paio di volte al
giorno si deve fare la taratura della bilancia elettronica della mietitrebbia.
In più, per essere assolutamente certi del risultato,
pesiamo tutto quello che
arriva in azienda con una
bilancia elettronica dotata
di un sistema di riconoscimento automatico del
trattore che ricorda un po’
il Telepass autostradale.
Questo perché la valenza
della pesatura sulla mietitrebbia, per quanto precisa, è comunque relativa:
non possiamo pretendere
che una pesa volumetrica
non faccia errori di misurazione. Diciamo che serve
come indicatore – peraltro
accurato – delle variazioni
di produzione. Per avere
certezza delle rese, però,
si devono valutare i risultati negli anni; così facendo, per esempio, si elimina l’errore dovuto a un
evento sporadico, come
un ristagno idrico o un attacco fungino».
Procedendo in questo
modo, conclude Manzo,
44
nel giro di poche campagne si ottengono mappe
accurate. «A distanza di
anni, ormai i miei piani di
concimazione variano di
pochissimo. Mi limito a
confermare quelli dell’anno precedente alla luce
delle produzioni riscontrate e, se mai, ad apportare piccole modifiche dove
vedo che vi sono scostamenti sensibili dalle medie
precedenti».
Insilati. Discorso diverso
per la trincia: sempre John
Deere, ma dotata di un
vero laboratorio Nir di bordo, concentrato sul tubo
di lancio. «Grazie a esso
possiamo sapere tutto del
prodotto trinciato: peso,
sostanza secca, amidi,
proteine, percentuale di
cellulosa digeribile eccetera. Tutti questi parametri
finiscono su una mappa
geo-referenziata dell’appezzamento».
In questo caso, l’utilità è
più a valle che a monte
del processo produttivo.
«Il grosso vantaggio è che
possiamo sapere in anticipo che cosa avremo nella trincea e adeguare di
conseguenza la ricetta del
digestore o della razione
alimentare, nel caso di un
allevamento di bovini. Tuttavia – continua Manzo – vi
sono anche applicazioni
agronomiche. Per esempio, le informazioni aiutano
a scegliere l’ibrido di mais
più adatto per ciascun
campo, oppure a stabilire il momento giusto per
la trinciatura. Inoltre, possono misurare quanto un
ritardo di un paio di giorni
nella raccolta permette di
aumentare il peso della
granella e, dunque, dell’amido».
O, ancora, quanto un anticipo di fertilizzazione può
aver influito sulla pianta al
momento della raccolta.
«A volte spingere troppo
la pianta nella prima fase è
controproducente, perché
porta a sviluppare troppo
la parte verde a scapito della spiga. Un’analisi
qualitativa della produzione consente di cogliere
dettagli di questo tipo».
C’è però un altro aspetto importante che lega la
trinciatura la precision farming. «La lunghezza di taglio non è decisa dall’operatore, ma pre-impostata
da noi in base all’umidità.
In pratica, scegliamo degli
intervalli di umidità e a essi
assegniamo una determinata lunghezza di taglio.
Quando rileva una variazione di umidità, la trincia
adegua il taglio. Non si rischiano errori e si ha sempre la miglior lunghezza
possibile».
I risultati
La domanda, scontata,
ma doverosa, è sempre
la solita: qual è il ritorno
di tutti questi investimenti
in tecnologia, nonché del
tempo perso per imparare
a usarli? «Un ritorno c’è, indubbiamente. La differenza produttiva tra le aree è
sparita: siamo partiti con
mappe di resa che sembravano un arcobaleno e
oggi sono quasi monocolori, livellate verso l’alto. Per
il mais – continua Manzo –
abbiamo soltanto due anni
di esperienza e quindi è un
po’ presto per fare valutazioni. Discorso diverso per
il riso, che è già al sesto
anno di precision farming.
La variazione più evidente
è sulle varietà da interno,
che sono più delicate e
dunque più sensibili all’influenza del terreno e delle
patologie. Applicando il nostro metodo siamo arrivati,
in certi appezzamenti, a 94
quintali di media con riso
Augusto. Parlo di prodotto
secco, ovviamente. Ragionando a livello di azienda,
posso dire che si riesce
sicuramente a ottenere
un 10-15% in più di produzione media». Come si è
detto all’inizio, naturalmente, gli incrementi produttivi
sono maggiori laddove vi
siano, in origine, forti variazioni produttive. Sui terreni omogenei l’aumento di
resa è invece più modesto.
Un secondo risultato riguarda i costi di produzione: grazie al dosaggio
variabile è possibile impiegare meglio i mezzi tecnici. «Non si tratta tanto di
risparmiare – perché bene
o male le dosi complessive
restano le stesse – quanto
di massimizzare l’efficienza dei prodotti utilizzati, impiegandoli soltanto là dove
servono e non dove sarebbero sprecati». Dunque,
miglioramento dell’efficienza piuttosto che risparmio
economico. Con una eccezione: il digestato. «Utilizzandolo nel modo migliore possibile – ed è chiaro
che la precision farming è
un grosso aiuto – riteniamo
che sia possibile coltivare il
mais con “urea zero”, ovvero esclusivamente con
digestato e ammendanti,
senza ricorso ai prodotti
minerali. In questo modo,
peraltro, si realizzerebbe
un ciclo virtuoso nelle coltivazioni energetiche, perché con il solo digestato,
unito ad acqua e sole, riusciremmo a far crescere il
mais da impiegare poi per
produrre elettricità e anche il digestato che servirà
a coltivare nuovamente il
mais».
m&ma
- n. 5 - 2014
TECNICA
AGRICOLTURA DI PRECISIONE
OPPORTUNITÀ E PROSPETTIVE
La disponibilità di tecnologie innovative
apre scenari interessanti.
Anche in Italia
di Roberta Martelli, Giovanni Molari
utti i componenti inerenti
l’applicazione
delle tecniche di agricoltura di precisione (AP), da
quelli hardware (ricevitori, sensori, attuatori) agli
applicativi software per la
gestione dei dati e la visualizzazione delle informazioni, sono stati oggetto, in questi ultimi anni, di
un’importante evoluzione
tecnologica.
Dopo una prima fase di entusiasmo, seguita da una
diffusione inferiore alle attese, l’AP è ora caratterizzata da un grande interesse confermato dai notevoli
investimenti delle più importanti multinazionali che
sviluppano servizi e tecnologie per l’agricoltura.
Da questo nuovo impulso
sono attese importanti
implicazioni ed evoluzioni per quelle aziende che
avranno le opportunità e
competenze per cogliere
le innovazioni che il mercato mette a disposizione.
T
L’AP ha avuto origine negli Stati Uniti all’inizio degli
anni ‘90, ma è con l’affermarsi di strumenti come
il Gis, la componentistica
elettronica e sensoristica, i sistemi automatici di
controllo, l’informatica e
le telecomunicazioni che
le tecnologie dell’AP hanno potuto affermarsi. Una
delle più importanti applicazioni dell’AP è la possibilità di gestire la variabilità degli appezzamenti
o della coltura attraverso
l’applicazione variabile degli input Vrt (Variable Rate
Technology) in risposta al
cambiamento delle condizioni locali. Le maggiori
applicazioni si sono diffuse nella fertilizzazione,
nel diserbo selettivo, nella
distribuzione differenziata
delle sementi e, più recentemente, nell’impiego
di tecniche di irrigazione
che tengono conto della
diverse condizioni di permeabilità e caratteristiche
2 - Dispositivo per il monitoraggio del contenuto d’azoto;
il livello di fertilizzante può essere variato in base alle esigenze
(Fonte: Yara).
46
1- Rappresentazione della mappatura delle rese
(Fonte: www.innovativegis.com).
del suolo. Presupposto
per l’adozione della Vrt
è la conoscenza della
variabilità aziendale che
può avvenire sulla base di
mappe di prescrizione o,
in tempo reale, sulla base
delle informazioni fornite
da sensori.
L’impiego di mappe prevede
la
suddivisione
dell’appezzamento
in
aree che possono ritenersi omogenee per il parametro analizzato, come
rese produttive, caratteristiche del suolo, distribuzione delle infestanti (foto
1). L’interpretazione dei
dati consente la creazione
di mappe di prescrizione
impiegate per l’applicazione variabile degli input.
L’uso di tecniche di acquisizione in real-time non
necessariamente richiede
l’impiego di sistemi di posizionamento, ma utilizza
sensori in grado di valutare in tempo reale lo stato
della coltura o del suolo e,
sulla base delle informazioni fornite, è effettuata,
3- Sistema di guida assistita
Trimble EZ-Steer.
tramite specifici attuatori, l’applicazione variabile
del prodotto. Sono infatti
disponibili sensori, basati sullo spettro di riflessone del suolo, in grado
di valutare il contenuto
di sostanza organica, di
umidità e diversi sensori ottici che identificano la
presenza di infestanti in
campo. La tecnologia è
già matura anche per sistemi in grado di valutare il
contenuto di clorofilla delle colture (foto 2) e, anche
se spesso gli agricoltori
sono ancora scettici circa
la loro reale efficacia, tali
dispositivi, collegati a specifici attuatori, consentono
m&ma
- n. 5 - 2014
TECNICA
di dosare il fertilizzante in
relazione alle diverse esigenze colturali.
Tra le diverse applicazioni dell’AP quella che ha
incontrato maggior successo in Italia è la guida
assistita (foto 3), diffusasi soprattutto in aziende agromeccaniche e in
quelle a conduzione diretta di grandi dimensioni. I
nuovi sistemi Gps possono fornire livelli di precisione a livello sub-centimetrico e, grazie a sistemi
Rtk (Real Time Kinematic),
questa accuratezza può
essere mantenuta per la
guida automatica dei veicoli in campo. I vantaggi
sono principalmente riconducibili ai risparmi dovuti alla riduzione delle sovrapposizioni e delle fasce
non lavorate. Nonostante
non sia semplice quantificare tali vantaggi, prove
di campo stimano una riduzione dei tempi di esecuzione legata alla minore
sovrapposizione pari a
5-12%, con conseguente
riduzione dei costi di manodopera, carburante e
materia prima.
Diffusione inferiore
alle attese, ma in crescita
Una buona diffusione
nell’impiego dell’AP si è
riscontrata negli Usa e in
Canada. Negli Usa, in particolare, le colture maggiormente
interessate
sono il mais, la soia e, più
recentemente, il cotone.
Per quanto riguarda l’Europa in Danimarca, Regno
Unito, Svezia, Francia e
Germania le pratiche di
AP hanno avuto una maggiore diffusione mentre
interessanti
prospettive
si segnalano per i Paesi
dell’Est Europeo caratterizzati da ampie superfici
aziendali. L’adozione della AP è stata molto più
rapida in Nord America
rispetto all’Europa anche
a causa della maggiore
dimensione media aziendale e specializzazione
colturale. Secondo indagini abbastanza recenti
si stima che in Italia siano
presenti circa 1.000 sistemi di guida assistita e
circa 100 mietitrebbie allestite con sistemi di mappatura delle rese, e si prevede che nel 2024 circa il
48% delle mietitrebbie e
dei trattori ad elevata potenza commercializzati in
Europa siano allestiti con
sistemi di navigazione. In
generale comunque gli
agricoltori che praticano
l’AP conducono aziende
di dimensioni superiori a
quelle medie.
4- Rappresentazione di applicativo per la gestione integrata
delle operazioni aziendali (Fonte: Trimble).
Le tecnologie dell’agricoltura di precisione hanno
comunque registrato una
diffusione inferiore alle
aspettative. La ragione
di questo è stata ampiamente discussa e diversi
studi sono stati infatti condotti per comprendere
questo fenomeno. Le ricerche più interessanti riguardano interviste rivolte
ad agricoltori e utilizzatori
che operano in paesi in cui
le tecniche dell’AP sono
maggiormente utilizzate.
È emerso come la scarsa
diffusione sia in gran parte
attribuibile alla limitata conoscenza delle tecnologie
dell’AP e al tempo necessario per adottare efficacemente tali tecniche, che
comprende sia il tempo
che occorre dedicare per
acquisire le competenze
tecniche sia quello richiesto per la gestione e interpretazione dei dati. Altri
motivi di scarsa diffusione
sono riconducibili all’elevato costo dei sistemi di
AP, anche se è necessario sottolineare come negli
ultimi anni vi sia stata una
progressiva e continua
riduzione dei prezzi che
stanno incoraggiando gli
investimenti.
L’introduzione
aziendale delle tecniche di AP
comporta la produzione
di enormi flussi di informazioni che devono essere
archiviati, gestiti e, soprattutto interpretati. Mentre
lo sviluppo delle tecniche
di AP è stato considerevole, sono spesso mancate le metodologie per
5- Drone per la mappatura degli appezzamenti:
le aree gialle-rosse identificano zone di terreno
limoso con maggior contenuto di sostanza
organica (Fonte: Farm-Equipment).
m&ma
- n. 5 - 2014
47
TECNICA
supportare
l’agricoltore
nelle scelte legate alla
definizione degli input.
Se può risultare relativamente semplice ottenere
mappe di produzione per
diverse colture, più difficile risulta l’interpretazione
corretta dei dati.
I software per la gestione
dei dati presentano infatti
diversi livelli di complessità: i più comuni generano
mappe, altri sono in grado di elaborare mappe di
prescrizione per la distribuzione differenziata di
fertilizzanti e agrofarmaci.
In commercio sono disponibili anche applicativi in
grado di sovrapporre le informazioni di diverse mappe e di fornire informazioni
basate su elaborazioni geostatistiche. Molte aziende
hanno inoltre sviluppato
software commerciali basati su piattaforme Gis che
interagiscono con i sistemi
di rilevamento della posizione e con i sensori per
acquisire in tempo reale
la localizzazione e i dati,
per esempio delle rese,
oppure che consentono
di gestire le informazioni
dell’intera flotta aziendale
spesso con la trasmissione wireless delle informazioni.
In molti software di più recente introduzione sono
stati implementati infine
applicativi gestionali che
supportano gli agricoltori negli aspetti decisionali
tramite l’elaborazione delle informazioni registrate
(foto 4). Alcuni gestionali sono inoltre in grado
di guidare l’agricoltore
nelle scelte aziendali attraverso la elaborazione
di scenari alternativi che
possono derivare da impieghi diversi delle risorse
e la generazione di map48
pe di prescrizione, anche
se, nella maggioranza dei
casi, i pacchetti applicativi
non implementano veri e
propri sistemi di supporto
alle decisioni.
Ampi margini di crescita
Grande impulso alla diffusione dell’AP è atteso
dall’applicazione dei protocolli di standardizzazione per la comunicazione.
Sono stati infatti messi a
punto standard internazionali in grado di regolamentare il protocollo di
comunicazione per i veicoli impiegati in agricoltura
e lo standard del formato
dei file e dei dati.
Il protocollo Isobus consentirà inoltre di standardizzare la comunicazione
tra trattrice e attrezzature collegate assicurando
compatibilità delle componenti prodotte da diversi costruttori. Un ulteriore
aspetto positivo è la progressiva semplificazione
nell’uso dei software che
si stanno arricchendo di
utili opzioni e di applicativi
per tablet con la possibilità di trasferimento dei dati
tra i diversi applicativi. Infine, la progressiva riduzione del costo delle componenti hardware e software
necessarie per le applicazioni AP sta incoraggiando comunque, anche in
Italia, una maggiore adozione delle pratiche di AP.
Le prospettive future
Recentemente le tecniche
basate sul telerilevamento
hanno favorito lo sviluppo di sistemi a supporto
dell’AP attraverso l’impiego di foto aeree o da
satellite per fornire informazioni circa le rese po-
6- FieldScripts, applicativo tablet Monsanto per la gestione
sito specifica della semina basato su un sistema informativo
agricolo integrato (archivio Monsanto).
tenziali, lo stato di stress di
una coltura o le condizioni
del suolo. In alcuni Paesi
sono stati attivati servizi di
supporto per gli agricoltori
che impiegano le tecniche
di AP come ad esempio il
FarmStar service francese, che fornisce un servizio di telerilevamento dei
parametri biofisici delle
colture integrato da raccomandazioni
agronomiche per la corretta gestione differenziata della
coltura. Il servizio ha avuto una rapida diffusione e
iniziative analoghe si sono
diffuse in Gran Bretagna,
Germania, Canada e Australia.
Anche aziende impegnate
nell’information tecnology
come Ibm stanno sviluppando progetti legati al
precision farming e in particolare stanno sviluppando un sistema di analisi
predittiva delle condizioni
agricole per supportare
le decisioni degli agricoltori attraverso l’impiego
di sensori e droni (foto 5)
che forniscono in anticipo
informazioni sulle condizioni della coltura come la
distribuzione del livello di
maturità in campo e sulle
condizioni del suolo. Tali
informazioni, elaborate in
tempo reale da centri di
controllo e incrociate con
modelli previsionali agro
meteorologici
possono
fornire agli agricoltori utili
indicazioni agronomiche.
Anche la Nasa statunitense guarda con interesse
alle possibili evoluzioni
dell’AP in ambito agricolo, finanziando uno studio basato sul concetto
di fattoria digitale. Questo parte dalla premessa
che i servizi e sistemi informativi digitali possano
essere integrati in molte
funzioni agricole automatizzate. Lo studio prevede
l’integrazione con sistemi
intelligenti che forniscono informazioni attendibili
sulle produzioni a livello di
aziende aggregate. Il quadro e le prospettive sono
estremamente
interessanti e non a caso le principali multinazionali che si
occupano di agricoltura
stanno investendo per
ampliare le proprie proposte commerciali (foto 6). m&ma
- n. 5 - 2014
TECNICA
AGRIUMBRIA PREMIA LA SICUREZZA
Alle forbici anti-taglio della Infaco
il primo riconoscimento da parte
della fiera di Bastia Umbra (Pg)
stata la francese Infaco, con il dispositivo
elettronico Dses, ad aggiudicarsi l›edizione 2014
del Concorso Sicurezza organizzato da Umbriafiere ed Enama con
l›obiettivo di premiare le
soluzioni tecniche più innovative nel campo della
prevenzione degli infortuni in agricoltura. Applicato alle forbici Electrocoup
per la potatura, il Dses
- si tratta di un guanto indossato sulla mano libera
dell›operatore e collegato
a una centralina elettrica – permette di bloccare le lame dell›utensile in
caso di pericolo e, quindi,
di ridurre gli incidenti da
taglio; incidenti che con
questo tipo di lavorazioni
continuano a essere molto diffusi. Menzione speciale, invece, per le soluzioni tecnologiche messe
a punto dalle ditte Caffini,
Dondi, Marinelli e Sfoggia.
«Negli ultimi anni – ha
detto il direttore
dell’Enama, Sandro Liberatori
È
nel corso della cerimonia
di premiazione – i progressi della tecnologia
applicata alle macchine
ed agli utensili agricoli, insieme alla formazione degli operatori, hanno dato
un contributo fondamentale al miglioramento della sicurezza sul lavoro nel
settore primario».
Come testimoniano, del
resto, i dati dell›Inail relativi agli infortuni denunciati
in Italia, i quali evidenziano una tendenza decisamente positiva negli ultimi
cinque anni passando
dagli oltre 53mila eventi del 2008 ai 42.879 del
2012, con una diminuzione percentuale a doppia
cifra. «Il fatto poi che la
premiazione avvenga nel
contesto di una rassegna fieristica da sempre
attenta al tema della sicurezza e nel contesto di
una delle regioni
italiane più virtuose – ha
proseguito Liberatori –
conferisce al premio
sicurezza una valenza particolare,
anche dal punto di
vista simbolico».
Nel quinquennio
considerato, infatti,
La francese Infaco si
è aggiudicata
aggiudica l’Edizione
2014
4 del Concorso
Co
Sicurezza
Sicurezza ad
a Agriumbria.
50
l›Umbria ha visto calare addirittura del 24% gli incidenti
in agricoltura, dai 1681 casi
del 2008 ai 1.277 del 2012,
con una riduzione in valore
assoluto pari a più di 400
eventi. Insomma, da questo punto di vista, l›Umbria
si conferma come la regione più sicura del Centro Italia ed una di quelle “meno a
rischio” del Paese. Tuttavia
– avverte l’Ente Nazionale
Meccanizzazione Agricola – il trend favorevole non
deve assolutamente farci abbassare la guardia.
Il settore infatti presenta
tuttora diversi fattori di criticità, come quelli legati
all›obsolescenza del parco
macchine, il cui rinnovamento permetterebbe invece di avere a disposizione strumenti di lavoro non
solo meno inquinanti e più
produttivi ma, soprattutto,
equipaggiati con dispositivi
di sicurezza di ultima generazione. Insomma, anche in tema di sicurezza, il
settore primario presenta
ancora ampi margini di miglioramento che possono
essere raggiunti grazie alla
collaborazione sinergica di
tutta la filiera.
Tutti i premiati
Ma ecco in dettaglio le
soluzioni costruttive che
hanno ottenuto la menzione del Concorso Sicurezza 2014.
Caffini - Dispositivo ad
alta efficienza per atomizzatori composto da un
gruppo ventola e da un
distributore a elevato contenimento della deriva,
che permette di realizzare
significativi risparmi di pro-
Sicurezza in primo piano
nella giornata inaugurale
della fiera umbra.
dotto. La soluzione progettata dalla Caffini può
essere applicata anche a
macchine già in uso presso le aziende.
Dondi - Coltivatore combinato per lavorazione su
fila “Strip Work”. La macchina consente di ridurre
la superficie lavorata riducendo i consumi di carburante e ottimizzando
l’efficacia delle successive
lavorazioni.
F.lli Marinelli - Telaio di
protezione anteriore – abbattibile – con agevolatore
brevettato, che rende ancora più sicuro l’uso della
trattrice.
Sfoggia Agriculture Division - Dispositivo che
permette all’operatore di
gestire le principali funzioni della seminatrice direttamente dal posto guida
della trattrice. Grazie al
pannello di controllo posizionato all’interno della
cabina non solo la gestione della macchina diventa ancora più agevole e
precisa, ma – soprattutto
– vengono limitati gli interventi a terra dell’operatore che così non si vede
esposto a potenziali fattori
di rischio.
m&ma
- n. 5 - 2014
NOVITÁ MATERMACC
LA MS TWIN DIVENTA 8250
La nuova seminatrice della ditta friulana:
8 file binate, telaio pieghevole
e 3 m di ingombro stradale
lta densità di semina (e conseguente
aumento produttivo), 8
file binate (per 3 metri di
ingombro stradale): questi sono i tratti somatici
che contraddistinguono
la nuova seminatrice a file
binate di MaterMacc, definita dall’azienda pordenonese una vera e propria
A
esclusività mondiale.
Avevamo già sottoposto a
una prova in campo (vedi
Macchine e Motori Agricoli n. 10/2013) il modello
MS 8200 Twin. E adesso
Matermacc ha praticamente applicato il sistema
Twin alla sua MS 8250.
La nuova MS 8250 Twin,
macchina a 8 file bina-
La MS 8250 si caratterizza per la possibilità di lavorare
su grosse estensioni, con scarso ingombro stradale.
te con telaio pieghevole
verticale (era fisso invece
nel modello 8220), 3 metri sulla strada e 6 metri
di larghezza di lavoro in
campo, rappresenta secondo Matermacc il futuro delle semine.
I vantaggi
Questi in sintesi i vantaggi
dell’elemento MS Twin:
- gli elementi sono montati
in asse e non sfasati fra di
loro;
- non si ha nessun impedimento fra le ruote di profondità;
- distanza contenuta tra
telaio ed elemento di se-
L’ingombro stradale è ridotto a 3 m.
La MS 8250 Twin aveva già
lavorato a fine aprile su 400
ettari nel Novarese, attrezzata
anche con tramoggia per
la concimazione, vasca per
diserbo e microgranulatore.
Caratteristiche tecniche principali della MS Twin 8250
N° File
8x2
m&ma
Interfila
(cm)
telaio (cm)
70/75
300/600
- n. 5 - 2014
Peso (kg)
base
micro
2.890
3.240
Potenza
richiesta (HP)
150
Capacità (l)
semi
micro
ferti
560
96
-
Gli elementi della MS Twin
sono montati in asse.
mina con conseguente
minor carico sul sollevatore;
- mantenimento costante
del sincronismo tra le bine
al variare della distanza di
semina;
- possibilità di escludere la
semina sulle file.
51
REPORTAGE
A TUTTO RADIALE
Mitas spinge sui modelli che ormai stanno
soppiantando i convenzionali.
Come conferma il nuovo stabilimento
di Otrokovice
di Francesco Bartolozzi
Il nuovo stabilimento di Otrokovice è costato 40 milioni di euro.
a velocità con cui è stato costruito (meno di
un anno) lascia facilmente
intendere la direzione che
Mitas ha deciso di intraprendere per il prossimo
futuro. Il nuovo stabilimento di Otrokovice, infatti,
da luglio 2013 produce e
produrrà esclusivamente
pneumatici radiali per l’agricoltura, come ha confermato Andrew Mabin,
direttore vendite di Mitas,
L
in occasione di una delle varie presentazioni alla
stampa di questo nuovo
gioiello del brand cecoslovacco. «Al momento i
pneumatici convenzionali sono ancora una parte importante del nostro
fatturato – ha detto Mabin
– ma si tratta di una tecnologia destinata a morire,
per questo motivo i nostri
investimenti
riguardano
solo i pneumatici radiali».
FORSE NON TUTTI SANNO CHE...
Nel gennaio 1933 la prima fabbrica di Mitas a nascere in quel
di Praga fu in realtà una sorta di filiale di Michelin, la Pneu
Michelin, che solo tredici anni più tardi, nel 1946, cambiò nome
in Mitas, dalla fusione tra le parole Michelin e Veritas. Dal 1991
la società ceca è stata privatizzata, entrando nell’orbita della
holding Cgs (di cui rappresenta il 70% del fatturato), ed è di
proprietà di due soci cechi.
Da Otrokovice esce la maggior parte dei pneumatici Mitas
a marchio Continental.
52
40 milioni di euro
Dunque, un investimento, quello di Otrokovice, di
circa 40 milioni di euro per
una superficie di 24mila
metri quadrati, su un’area
totale di 78.000 m2 (il che
lascia spazio a eventuali
ampliamenti futuri, ndr) e
una produzione complessiva di 42mila t di pneumatici per l’agricoltura, a
marchio Mitas e Continental. A proposito di Continental, Mitas acquisì nel
2004 il business agricolo
del marchio tedesco e lo
scorso anno ha prolungato la licenza di produzione fino al 2019. Dal 2004
Mitas ha prodotto qualcosa come 300mila t di
pneumatici Continental e
offre oltre 200 diversi modelli di pneumatici (oltre ai
400 come marchio Mitas),
concentrandosi su quelli
per trattori di alta potenza
e per macchine da raccolta (quello dell’alta potenza è un trend in continua
crescita, secondo Mitas).
Non solo, Continental
rappresenta una quota di
mercato importante tra gli
Oem, stimata tra il 28 e il
30%. Le vendite di pneumatici Mitas e Continental
sono andate in crescendo
dal 2009 a oggi (fatta eccezione per il 2012), ma il
brand ceco ha ormai rag-
Il primo pneumatico
prodotto a Otrokovice
è datato 2 luglio 2013.
giunto il marchio tedesco,
tanto che nel 2014 la vendita di pneumatici Mitas
dovrebbe superare per la
prima volta quella di Continental. E questo Mabin
lo ha sottolineato: «Mitas
ha un’esperienza di 80
anni nella produzione di
pneumatici e oggi siamo
il secondo costruttore in
Ue (dopo Michelin), il primo nelle vendite di gomme per le macchine da
raccolta in Ue (soprattutto per Claas e John Deere), il primo come quota
mercato in Germania e il
terzo mettendo insieme i
mercati di Europa e Nord
America. L’Europa rappresenta ancora il nostro
mercato principale (80%
del fatturato), seguita da
m&ma
- n. 5 - 2014
REPORTAGE
i marchi Mitas, Cultor e
Continental), seguito da
industria (19%) e motocicli (2%), mentre il resto
proviene da altri prodotti e
servizi.
UN PROGETTO INNOVATIVO
Presentato in anteprima in occasione di Agritechnica
2013, il PneuTrac è un pneumatico sviluppato in collaborazione con l’israeliana Galileo Wheel e ancora in
fase di studio, ma su cui Mitas continua a investire.
«Siamo consapevoli che questo prototipo sia stato
presentato anche ad altri costruttori di pneumatici e che
sia stato da loro “scartato” –
ha precisato Mabin – ma noi
crediamo nelle sue potenzialità e per questo ci stiamo lavorando. Al momento lo scoglio maggiore sembra essere
la durabilità». Montabile su
cerchi standard, i risultati dei
Tre impianti in Cechia
test effettuati sono secondo Mitas promettenti:
superficie
d’impronta
molto maggiore (53%),
stabilità laterale superiore (167%) e forza di trazione significativamente
superiore (48%).
Fatturato e utile Mitas (mln euro)
500
50
Fatturato
450
Utile
47
449
400
423
412
36
350
300
30
25
248
20
16
150
100
50
40
35
320
250
200
45
15
10
10
5
6
0
0
2009
2010
2011
Nord America (11%), Russia (5%) e resto del mondo (4%)». A proposito di
fatturato, nel 2013 ha su-
2012
2013
bito una battuta d’arresto scendendo a quota
423 milioni di euro, ma nel
2014 dovrebbe tornare ai
Le presse per la vulcanizzazione che lavorano a Otrokovice
sono 70.
m&ma
- n. 5 - 2014
livelli record del 2011, cioè
intorno a 450 milioni. In
ogni caso, il margine operativo è risultato in crescita
anche nel 2013, toccando
quota 47 milioni di euro
(+5% sul 2012). Le quote
mercato in Europa di Mitas sono stimate al 34,8%
(dati Etrma, esclusi quindi
costruttori cinesi e indiani),
per cui in pratica 1 pneumatico su 3 venduto in
Europa da costruttori europei è marchiato Mitas.
L’agricoltura rimane anche
il settore più importante
per Mitas, rappresentando il 72% del fatturato (con
Tornando agli stabilimenti,
Mitas produce pneumatici
non solo nell’impianto di
Otrokovice, ma anche a
Praga (pneumatici flotation e industriali) e a Zlín
(industriali e per motocicli)
per rimanere in Repubblica Ceca, a Ruma in Serbia (per macchine da raccolta, soprattutto modelli
convenzionali, destinati al
mercato russo grazie ai
buoni rapporti commerciali tra i due paesi) e a
Charles City (in Iowa,
Stati Uniti, dove vengono
prodotti solo pneumatici
radiali per l’agricoltura).
Un ulteriore stabilimento
è quello della Savatech a
Kranj, in Slovenia, dove
si producono pneumatici
per motocicli in complementarietà con Zlín. Last
but not least, Mitas produce in casa anche gli stampi, cosa non da poco.
Mitas costruisce e vende
pneumatici con tre brand
diversi: Mitas (pneumati-
Otrokovice è lo stabilimento più avanzato tecnologicamente
tra tutti quelli di Mitas.
53
REPORTAGE
CERTIFICAZIONE IGTT
Come accennato nell’articolo, Mitas si fa anche gli stampi in
casa e questo grazie alla collaborazione con l’Igtt (Istituto per la
tecnologia della gomma e la sperimentazione), che ha sede a
Zlín e produce appunto stampi segmentati e a due parti, oltre a
effettuare misurazioni e a testare pneumatici in laboratori indoor
attrezzati. Nel 2013 ha effettuato 6.095 test su 2.495 pneumatici,
per complessive 195 tonnellate.
Vendite pneumatici agricoli Mitas e Continental (t)
70.000
60.000
35,1%
50.000
40.000
37,5%
39,5%
38,7%
47,5%
30.000
20.000
10.000
0
2009
2010
2011
Con nental
Il pneumatico Continental
più venduto da Mitas è l’AC85
420/85 R34.
ci agricoli, industriali, per
motociclette e per aerei),
Cultor (agricoli e industriali) e Continental (agricoli).
In particolare, il brand Mitas comprende un vasto
numero di modelli sia radiali che convenzionali per
trattori, rimorchi e macchine industriali e movi54
2012
2013
Mitas
mento terra, con un occhio rivolto in particolare
allo sviluppo della tecnologia VHF (very high flexion). Cultor, invece, offre
un ampio assortimento
di gomme per l’agricoltura e un portafoglio base
per macchine industriali a
prezzo ragionevole (da ricordare i Cultor radiali serie 65, 70 e 85 introdotti di
recente). Continental, infine, si dedica a pneumatici
matici
per trattori e macchine
e da
raccolta, concentrandosi
dosi
sempre più sull’alta potenza: in questo ambito,
o,
dal 2009 al 2012 Mitas
s
ha triplicato la pro-duzione del modello
o
Svt, le cui misure più
Il 1250/50 R32 SFT
188 A8 è il più grande
pneumatico agricolo
radiale: pesa 560 kg, porta
ta
10 t a 40 km/h (2,4 bar) ed
è prodotto a Charles City..
larghe sono la 710/75R42
(diametro di circa 2,15 m,
prodotta a Charles City) e
la 1050/50R32 (circa 1,9
m di diametro).
Vendite pneumatici agricoli
Continental nel 2013 (t)
Prodotti per tutte
le necessità
Chiudiamo tornando sullo
stabilimento di Otrokovice. «A oggi ci lavorano 600 dipendenti, di cui
51 tecnici – ha precisato
Vladimir Jurčík, direttore dello stabilimento
– e vi abbiamo trasferito
la manodopera specializzata che lavorava nella
precedente location non
distante da qui. Otrokovice è lo stabilimento più
avanzato
tecnologicamente tra tutti quelli di Mitas e di quelli che producono pneumatici agricoli
radiali nel mondo. Abbiamo, infatti, effettuato
massicci investimenti in
nuove tecnologie, tra cui
il ricorso a corde d’acciaio per le cinture dei pneumatici». Mitas segue con
molta attenzione i trend
e gli sviluppi nelle macchine agricole, per adeguare i propri prodotti alle
esigenze dei costruttori
e dei clienti. «Per quanto riguarda i trattori – ha
spiegato Karel Štefek,
responsabile dello svi-
Germania
12.034
Italia
4.850
Francia
4.741
Regno Unito
2.681
Austria
2.372
Finlandia
2.056
Belgio
722
Russia
636
Spagna
535
Usa
463
Altri
2.447
Totale
33.537
luppo prodotti – le specifiche richieste riguardano una coppia elevata
e una maggiore velocità
su strada, per cui le soluzioni che proponiamo
sono i modelli SFT, SST e
HC 2000. Nelle irroratrici
semoventi servono invece un’elevata capacità
di trasporto e una ridotta
larghezza delle sezioni,
per cui noi proponiamo
la serie HC 1000. Nelle
mietitrebbie i pneumatici
anteriori sono sottoposti
a carichi ciclici nel campo
e alle curve sulla strada,
e poi bisogna sempre rispettare i limiti di circolazione stradale, per cui noi
rispondiamo con i modelli
CHO SFT e HC 3000; per
i pneumatici posteriori, invece, si tratta di ridurre il
compattamento e di reggere gli elevati carichi su
strada, per cui Mitas propone la tecnologia IMP
SFT. Infine, per quanto riguarda i rimorchi, si tratta
di rispondere alle elevate
capacità di trasporto, di
ridurre il calpestamento
dell’erba e di aumentare
il grado di autopulitura del
pneumatico: la nostra risposta in questo caso si
chiama Agriterra».
m&ma
- n. 5 - 2014
LQFROODERUD]LRQHFRQ
TRATTORI D’EPOCA
DA SEMPRE IN PRIMA LINEA
Renzo Nicolini, segretario Gamae,
fin da giovane ha difeso la cultura
dei mezzi agricoli d’epoca.
E ovviamente colleziona lui stesso
di Francesco Bartolozzi
Castelnovo di Sotto,
in provincia di Reggio
Emilia, le macchine agricole d’epoca sono sempre
state di casa. Le prime manifestazioni dedicate che si
sono svolte in questo paesino della bassa Reggiana risalgono alla fine degli
anni 70. E tra i partecipanti
c’è sempre stato Renzo
Nicolini, che da lì a pochi
anni, nel 1984 per la precisione, sarebbe diventato
presidente del Gamae, il
Gruppo amatori macchine
agricole d’epoca, fondato
nel 1980, che ora ha sede
a Bagnolo in Piano, sempre nel Reggiano.
Il nome di Nicolini è praticamente da sempre stretto a
doppio nodo con il Gamae.
Lo si capisce dalla risposta
che ci dà alla classica domanda su come è nata la
passione per i trattori d’epoca. «Forse ce l’avevo
già nel Dna. In ogni caso
ho sposato la figlia del motoaratore Lisdeo Giova-
A
nardi, persona di grosso
spessore che amava in
modo viscerale il suo lavoro e che è stato anche
socio fondatore e primo
presidente del Gamae. È
stato sicuramente lui a fare
esplodere in me la passione, anche se la mia famiglia era comunque di origine contadina. Io, infatti, mi
sono affacciato sul mondo
del lavoro a 14 anni proprio
facendo il contadino, per
cui di agricoltura e trattori
a casa mia se n’è sempre
parlato. Poi, negli anni Sessanta tutti i giovani sognavano cose diverse dal duro
lavoro della terra e io sono
stato uno di quelli che ha
seguito questi richiami, non
so se nel bene o nel male.
Mi sono così allontanato
dal mondo agricolo, ma
con il matrimonio ci sono
tornato a contatto perché
in brevi periodi estivi seguivo mio suocero nel suo
lavoro. Devo ammettere
che quegli anni sono stati
Renzo Nicolini (a sinistra) con l’amico Franco Montermini.
bellissimi, perché grazie al
mondo rurale ho riscoperto quei rapporti umani che
avevo smarrito frequentando altri ambienti».
È stato quindi inevitabile
che, venendo a mancare
il suocero, Nicolini continuasse a seguire il mondo
delle macchine agricole
attraverso il Gamae e conservando tutto quello che
gli era stato lasciato in eredità. «Come collezionista
mio suocero aveva appena cominciato; parliamo di
40 anni fa e io ho sempre
partecipato nel mio piccolo alle spese. Mi riferisco
in particolare al Fordson E
27 N preso poco lontano
da qui e alla locomobile a
vapore acquistata a Bologna, dove ho comperato
anche un carro in legno.
Così anno dopo anno sono
sempre rimasto a contatto
con il mondo agricolo, per-
Il Fordson E 27 N del 1923. A destra particolare delle incisioni sotto il volante.
m&ma
- n. 5 - 2014
Fiat 600 del 1951,
prodotta nello stabilimento
Oci di Modena.
ché mi sono sempre lasciato coinvolgere da quelli
che ora vengono definiti
collezionisti, ma che allora erano semplici amatori
delle macchine agricole».
Il ruolo del Gamae
Dopo la scomparsa del
suocero, Nicolini venne
eletto presidente del Gamae; allora l’associazione
contava una trentina di
soci e Nicolini (tessera n.
26) fu presidente per tre
mandati, 9 anni, facendo poi posto al maestro
Amos Fontanesi, altro
grande presidente del Gamae, di cui Nicolini fu vice.
«Fontanesi diede un volto
nuovo e importante al Gamae – sottolinea Nicolini
– e soprattutto aveva una
profonda conoscenza di
questo mondo, se non
55
TRATTORI D’EPOCA
altro perché aveva lavorato tutta la vita alla Landini.
Mi ricordo che accompagnava sempre alle nostre
manifestazioni uno dei figli
di Landini, James Landini, che in quelle occasioni incontrava il Cavalier
Luigi Slanzi e Rainiero Lombardini (ci sono
fotografie molto belle a
testimonianza di questi
incontri). Fu un periodo
caratterizzato da grande
classe e signorilità e Fontanesi rimase presidente fino al festeggiamento
del 25esimo anniversario
del Gruppo a Novellara. In
questa sequenza di presidenti Gamae non vorrei
dimenticare la straordinaria figura del Cavalier
Giovanni
Magnanini,
segretario Gamae dalla
prima ora fino alla morte, un uomo che ha fatto
tanto per il collezionismo
delle macchine agricole. Nel 2005 al maestro
Fontanesi subentrò Nello Salsapariglia, attuale presidente, insieme al
quale abbiamo apportato importanti innovazioni,
tra cui la modifica dello
statuto e l’introduzione di
regole per i soci. Mi piace
citare in particolare il banco vendita che predisponiamo in occasione di alcune manifestazioni e che
Fiat Piccola a benzina.
Super Landini.
noi chiamiamo “diffusione
culturale”, dove vendiamo
fotocopie dei libretti di uso
e manutenzione di tutti i
trattori che riusciamo a recuperare. Il banco vendita
è nato proprio pensando
di cominciare a mostrare
nelle varie manifestazioni
i depliant dei trattori che
stavamo esponendo. Per
fare questo avevamo bisogno ovviamente della
collaborazione dei soci e
in tal senso eravamo preoccupati, perché allora i
collezionisti erano molto
gelosi del loro materiale. E invece alcuni soci
ci hanno sorpreso per la
loro disponibilità. Sicuramente questa iniziativa è
servita a far crescere culturalmente l’ambiente dei
collezionisti». Attualmente
i soci Gamae sono circa
700 tra paganti e “sim-
patizzanti”, il che significa
che si tratta dell’associazione più importante in
Italia. «Ma se non troppo
vicine tra di loro e ben distribuite sul territorio, più
associazioni ci sono, meglio è – precisa Nicolini – e
starà alla nostra intelligenza e sensibilità collaborare
per continuare a crescere.
Stiamo infatti gestendo un
valore storico e culturale
di grande importanza e
non possiamo permettere
che finisca con la nostra
generazione».
Nicolini è anche la persona giusta per ragionare su
come è cambiato il mercato delle macchine agricole d’epoca negli ultimi
10-15 anni. «I prezzi sono
sicuramente
aumentati – risponde senza incertezze – ma proprio recentemente mi è capitato
Due Lesa: Super Titano 25 (a sinistra) e LDV 25.
56
Motore Slanzi D06.
Fiat Balilla da restaurare.
Del Monte, non certo
comune nelle collezioni
di trattori d’epoca.
di leggere un resoconto
su un quotidiano importante dove si evidenziava
come l’investimento più
redditizio degli ultimi anni
sia stato quello nelle auto
d’epoca, perché ha reso
il 3-4%. Penso quindi che
in analogia lo stesso valga anche per i trattori, ma
l’obiettivo non è quello di
non permettere ai giovani
di comprarsi da grandi un
trattore d’epoca e di restaurarlo per poi poterlo
orgogliosamente mostrare agli amici o in qualche
manifestazione. Vorrei che
fosse chiaro che il mercato
è ancora avvicinabile e tale
deve rimanere, anche se è
fisiologico che negli anni ci
sia stato un miglioramento
della capacità di restauro
(non si vedono più trattori
verniciati con la scopa) e di
conservazione, e pertanto
anche un leggero aumento di prezzo».
m&ma
- n. 5 - 2014
TRATTORI D’EPOCA
La collezione
Veniamo quindi alla collezione. La maggior parte dei
pezzi proviene dal rapporto
con il suocero, ma Nicolini
ha comprato altri esemplari successivamente, anche se quelli ai quali è più
affezionato sono i primi. A
cominciare da un Fordson
E 27N del 1923. «Era stato
verniciato di nero – racconta Nicolini – e il mio amico
Franco Montermini l’ha
restaurato
meccanicamente, ripristinando il colore originale. Adesso è un
gioiellino e vorrei partecipare a qualche sfilata, per cui
sto pensando di applicare
della gomma sui cerchi in
ferro per poterlo utilizzare
anche su strada».
Nel complesso i trattori in
collezione sono una decina e, Fordson a parte,
sono tutti italiani, tra cui la
Locomobile Ruston Proctor
& Co del 1901.
Pressa OM Suzzara
(a sinistra) e trebbia Hofherr
Schrantz.
m&ma
- n. 5 - 2014
Sotto un telo si cela uno splendido carro del 1879.
I due gioielli di Montermini: Lombardini TL 25 (a sinistra) e Oto Melara 20 (1959).
pietra miliare del Fiat 600,
un modello speciale, con
una storia particolare dietro, anche questo rimesso
a nuovo grazie all’aiuto di
Montermini. Meritano inoltre di essere citati un Lesa
Super Titano 25, comprato
da Nicolini perché gli era
sempre piaciuto da ragazzino, un Lesa LDV 25, un
raro Del Monte (dove lo
stemma DT sull’anteriore sta probabilmente per
doppia trazione), un Balilla da restaurare, una Fiat
Piccola (particolare perché
a benzina) e un Super Landini, vero e proprio orgoglio del proprietario.
Oltre ai trattori la collezione di Nicolini comprende
anche una locomobile a
vapore Ruston Proctor &
Co. del 1901, presa con il
suocero nel Bolognese, 40
anni fa circa, una mietilega
ben conservata Laverda,
due falciatrici (Fahr e Lanz)
mai usate, una sgranatrice da mais Pavesi e Bosi
di Cremona, montata sopra un Fiat Spa 38R (un
vero e proprio “trapianto”
d’epoca, omologato Asi),
una pressa OM Suzzara e
relativa trebbia ungherese
Hofherr Schrantz, e un carro agricolo. Altri pezzi da
segnalare sono inoltre un
motore fisso Slanzi D06 da
6 cavalli, restaurato da un
parente della famiglia Slanzi su sollecitazione dello
stesso Cavalier Luigi Slanzi,
e un carrello irroratore con
motore Ruggerini e relativa
pompa del 1948.
Concludiamo segnalando
anche che il capannone di
Nicolini ospita un Fiat 700
del Gamae e un OM Super utilizzato per i raduni
Il veicolo militare Fiat
trasformato da Pavesi e Bosi,
degli anni ’60.
in montagna, ma soprattutto due gioielli di proprietà dell’amico Montermini.
Il primo è un Oto Melara
20 del 1959, particolare
perché costruito quando
l’azienda spezzina era già
stata chiusa e quindi montato dal rappresentate di
La Spezia (infatti nella targhetta manca il numero di
matricola); il secondo è un
Lombardini TL 25 N Diesel
del 1956, usato da Montermini fin dall’età di 12-13
anni.
57
MONDO DELL’INDUSTRIA
Cromata per la storia
Maschio Gaspardo
celebra i 50 anni
con un’edizione
speciale della fresa
C 300
ondato nel 1964 dai fratelli Egidio e Giorgio
Maschio, il gruppo Maschio Gaspardo opera da
50 anni nel settore dell’agricoltura,
presentando
una gamma completa di
attrezzature agricole per la
lavorazione del terreno, la
semina, il trattamento delle colture, la manutenzione
del verde e la fienagione.
50 anni di successi che
il gruppo celebra con
un’edizione speciale della fresa C 300 in versione totalmente cromata,
presentata a Fieragricola
Verona 2014. Una versio-
F
ne top di gamma per un
prodotto che ha segnato
la storia e la crescita della
Maschio Gaspardo, diventando sinonimo di qualità
e resa, e per un attrezzo
che rappresenta ancora
oggi un best seller in tutto
il mondo. La fresa, infatti, è il primo prodotto con
il quale il gruppo è entrato nel mercato agricolo e
il modello C, nato alla fine
degli anni Sessanta, interpreta appieno il processo
di
internazionalizzazione
del gruppo, che dalla produzione delle prime frese
ha raggiunto una gamma
completa di attrezzature
di elevata qualità e contenuto tecnologico in grado
di coprire tutte le fasi della
meccanizzazione agricola.
Principalmente la zappatrice rotativa trova impiego
per applicazioni speciali
quali colture orticole, frut-
teti e situazioni di lavoro
in cui è richiesto un ottimo
affinamento del terreno,
incorporazione del residuo
e profondità di lavoro che
in determinati contesti può
superare i 20 cm. Inoltre è
un prodotto che sta riscontrando un enorme successo in Asia, dove la coltivazione delle risaie viene
gestita tramite l’utilizzo di
frese. In particolare la fresa
C è la versione heavy-duty
della gamma di zappatrici
fisse Maschio, sviluppata per aziende agricole di
medio-grandi
dimensioni che necessitano di uno
strumento versatile per la
rapida preparazione del
letto di semina.
Il modello C è disponibile con larghezze di lavoro
comprese tra 2,1 e 3,1 m
e compatibili con trattrici da 60-130 HP. Grazie al
cambio di velocità, questa
zappatrice è applicabile
con successo in molteplici condizioni operative, dal
tradizionale affinamento di
terreno precedentemente
lavorato, alla messa in coltura di suoli sodi. La versione C è completamente
‘maintenance-free’ essendo equipaggiata con le
speciali tenute metalliche
anfibie Duo-Cone sui mozzi di supporto del rotore.
La trasmissione laterale è
garantita da tre ingranaggi
lubrificati a olio allo scopo
di garantire le massime
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m&ma
- n. 5 - 2014
MONDO DELL’INDUSTRIA
Centomila trattori per Claas
La fabbrica
di Le Mans
ha festeggiato
la produzione del
trattore n. 100.000
ella fabbrica francese
di trattori Claas sita
in Le Mans, il 100.000.mo
trattore Claas ha lasciato
la linea produttiva. A Le
Mans ogni anno vengono costruiti fino a 13.000
trattori, a partire dall’Axos
310 fino al grande trattore convenzionale Claas
Axion 950 da 410 cv.
Centomila trattori in dieci anni sono la testimonianza del riconoscimento della competenza del
marchio da parte della
clientela mondiale. «Lavoriamo a stretto contatto
con gli agricoltori e con i
contoterzisti allo scopo di
sviluppare costantemente l’evoluzione tecnica dei
nostri trattori. Dal 2003 a
oggi sono stati investiti 400 milioni di euro nella
ricerca e sviluppo e nella produzione dei trattori», ha dichiarato Lothar
Kriszun, membro della di-
N
rigenza, nonché responsabile del business trattori
Claas.
Nel 2008 nella fabbrica di
Le Mans è stata installata
una nuova linea di montaggio per le cabine e solo
due anni dopo è stato inaugurato un nuovo reparto di
verniciatura. A metà 2012
è stato aperto in Trangé il
nuovo centro di collaudo
e convalida. La vicinanza
geografica di questo centro alla catena di montaggio facilita la sinergia con i
responsabili dello sviluppo
prodotti, produzione industriale e servizio assistenza
della Claas Tractor. Questa
intensiva collaborazione,
inoltre, permette di beneficiare delle competenze
già esistenti in materia di
trattori.
Il più recente e importante investimento Claas
riguarda lo sviluppo e la
fabbricazione di una nuova trasmissione a variazione continua, destinata
alla gamma Arion 500 e
600. Questa trasmissione
è stata presentata l’anno
scorso e sviluppata congiuntamente da Claas
Tractor e Claas Industrietechnik (Cit), una filiale del
Nel 2008 nella fabbrica di Le Mans è stata
installata una nuova linea di montaggio
per le cabine.
m&ma
- n. 5 - 2014
Fra il primo trattore Atles 900 e l’ultimo modello Axion 800
sono stati venduti più di 100.000 trattori Claas.
A Le Mans ogni anno vengono costruiti fino a 13.000 trattori.
gruppo Claas. Essa viene
prodotta e collaudata nella fabbrica di Paderborn,
sede della Cit.
A partire dal suo ingresso
avvenuto nell’anno 2003
nel settore dei trattori,
CLAAS non solo ha raggiunto la quota produttiva
di 100.000 trattori, ma ha
approfondito e affinato
Dal 2003 a oggi sono stati investiti 400
milioni di euro nella ricerca e sviluppo
e nella produzione dei trattori.
le proprie competenze
tecniche ampliando l’offerta prodotto. Seguendo le esigenze di coloro
che lavorano sul campo,
sono stati immessi sul
mercato 34 modelli da 72
a 524 cv, tutti rispondenti
alle esigenze dell’agricoltura moderna. Questo è
il motivo per cui il nuovo
Axion 800 ha ricevuto il
titolo di Machine of the
Year 2014, Tractor of the
Year 2014 e, non ultimo,
il riconoscimento d’oro iF
Product Design 2014 assegnato in base al test Dlg
PowerMix, secondo la categoria di appartenenza.
Per quanto riguarda l’anno in corso, nuovi modelli
di trattori ancora più interessanti e innovativi lasceranno la linea produttiva di
Le Mans.
59
MONDO DELL’INDUSTRIA
John Deere protagonista a Fieragricola
Due ampi spazi
espositivi, tutte
le più recenti
novità, eventi demo
e momenti
di incontro
con i contoterzisti
stato un successo
nel successo quello
che ha visto protagonista
John Deere all’ultima edizione di Fieragricola, che
ha avuto luogo a Verona
dal 6 al 9 febbraio 2014.
All’eccellente
affluenza della manifestazione
giunta alla 111ª edizione
ha infatti fatto riscontro il
grande interesse manifestato dai numerosissimi
visitatori che nei quattro
giorni dell’evento fieristico hanno affollato i due
stand allestiti per l’occasione dal costruttore
americano nei padiglioni
6 e 4 del quartiere di Veronafiere, affiancati da un
ulteriore spazio nell’area
esterna.
A rappresentare in questa
occasione John Deere è
stata un’ampia selezione
È
Folla di visitatori ai due stand allestiti per l’occasione dal costruttore americano
nei padiglioni 6 e 4 del quartiere di Veronafiere.
delle più recenti e innovative creazioni del marchio
del cervo, che hanno polarizzato l’attenzione e la
curiosità degli operatori
giunti in gran numero al
tradizionale appuntamento veronese. Puntualmente assistiti e supportati dal
nutrito staff messo anche
questa volta in campo da
John Deere a Fieragricola, i visitatori hanno potuto toccare con mano i
numerosi modelli presenti
all’interno del padiglione
6, che ha ospitato una
ricca rappresentanza delle linee di prodotto parte
dell’ampia gamma del
marchio statunitense.
I riflettori si sono in particolare puntati sui trattori
della Serie 6, nell’occasione rappresentata da
Anche le aree esterne del quartiere fieristico veronese
hanno visto protagoniste le macchine John Deere.
60
un 6110MC e un 6100RC,
esponenti della nuova
gamma di trattori compatti John Deere che
concentra in un formato più compatto e manovrabile le qualità e le
capacità dei modelli di
grandi dimensioni, affiancato da un altro best
seller come il 6150 R che
propone un concentrato
delle più avanzate tecnologie oggi utilizzate dal gigante americano. Nutrita
anche la rappresentanza
dei modelli della Serie 5,
in questo caso affidata a
un esponente della nuova linea 5M presentata in
anteprima lo scorso settembre a Berlino, il 5115M,
affiancato dai due versatili
e collaudati multifunzione 5095E e 5090G; altra
anteprima berlinese presente allo stand, uno degli
esponenti della Serie 7R
versione 2014, il 7290R,
equipaggiato con l’innovativa trasmissione e23 a
23 marce avanti e 11 marce indietro con Efficiency
Manager. A completare lo
schieramento allestito nel
Padiglione 6 uno dei top di
gamma della serie 7080
di trince semoventi John
Deere, la 7780i, equipag-
giata dal 2013 con il rivoluzionario sistema rompigranella KernelStar.
Interamente dedicato alla
coltivazione di vigneti e
frutteti è stato invece lo
stand allestito da John
Deere nel padiglione 4.
Protagonisti degli accoglienti spazi approntati
per l’occasione un 5100
GF, ideale per operazioni
in coltivazioni caratterizzate da ampie larghezze
interfilari, e un 5085GL,
che grazie al profilo ribassato è in grado di operare con la massima agilità
anche in spazi contenuti
e al di sotto di alberi da
frutta o vigne di altezza
ridotta.
Anche in occasione di
Fieragricola, infine, John
Deere ha voluto sottolineare quella tradizionale
attenzione e sensibilità
verso i propri clienti che
da sempre rappresenta
uno dei principali punti di
riferimento della sua filosofia. Un’attenzione che
a Verona si è concretizzata nell’organizzazione di
un incontro con un panel
di 80 clienti dedicato alle
macchine da raccolta e ai
servizi offerti da John Deere alla clientela italiana. m&ma
- n. 5 - 2014
MONDO DELL’INDUSTRIA
In viaggio con un telescopico Merlo
Dall’Italia
alla Finlandia: 4.000
km di entusiasmo
e passione
entusiasmo
e
la
competenza
sono
da sempre le carte vincenti del Gruppo Merlo,
che ha nella preparazione
e nell’impegno dei propri
dipendenti alcuni dei suoi
punti di forza. Non c’è infatti modo migliore di vivere e lavorare che fare ciò
che si ama ed amare ciò
che si fa. Si sa che l’entusiasmo è fortemente contagioso e si è trasmesso
dai dipendenti ai telescopici Merlo per poi travalicare i confini nazionali ed
animare anche i partner
mondiali, le filiali e gli importatori che rappresentano il Gruppo Merlo nel
mondo.
Leo Terqujeff (per gli
amici Manne) è una delle persone che meglio
esprime l’anima Merlo
ed ha fatto della propria
passione un lavoro. Responsabile dell’assistenza
L’
post-vendita di Rotator,
importatore Merlo in Finlandia da quasi venti anni,
Leo è un tecnico
esperto e stimato che si
è innamorato del proprio
mestiere e dei sollevatori
telescopici Merlo. Tanto
da portare inciso il proprio
amore sulla pelle. Sulla
spalla sinistra infatti, Leo
Terqujeff ha tatuato il logo
Merlo, simbolo di un legame lavorativo che è diventata una passione. Mentre
si avvicinava il momento
della pensione, Manne ha
pensato a lungo a come
poter festeggiare questo
importante traguardo fino
a partorire un’idea quasi folle: un lungo viaggio
dall’Italia alla Finlandia a
bordo dei telescopici Merlo che tanto ama. L’idea si
è presto trasformata in un
ambizioso progetto che è
stato accolto e sostenuto
con entusiasmo dapprima
dai suoi colleghi di Rotator
e poi dalla Merlo.
I preparativi sono così cominciati fino ad arrivare
ad elaborare l’itinerario di
viaggio. Partenza da Cuneo il 28 di aprile ed arrivo
in Finlandia in meno di due
mesi percorrendo 4.000
km
ed
attraversando
mezza Europa: Italia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca,
Germania, Danimarca e
Svezia. Un viaggio molto
lungo e ricco di passaggi
insidiosi, a partire dai passi montani al confine tra
l’Italia e la Slovenia fino agli
attraversamenti marittimi
nel nord Europa. Nulla che
possa però impensierire il
telescopici Merlo, famosi
non solo per la tecnologia
e le prestazioni, ma soprattutto per l’affidabilità.
Questa dote sarà fondamentale per il tragitto più
lungo mai percorso da un
sollevatore telescopico.
Il telescopico scelto per
l’impresa è il P25.6, che
con i suoi 1,80 m di larghezza e 1,92 m di altezza
il più compatto della gamma Merlo, una scelta che
potrebbe sembrare strana, ma che non sorprende chi i telescopici Merlo
li conosce bene. Il 25.6 è
infatti dotato della cabina
più grande della categoria, che ha le stesse dimensioni di quella montata sulle macchine più
grandi ed offre un confort
Top di gamma. Questo
modello poi è l’unico della categoria a raggiungere i 36 km/h, garantendo
quindi una marcia su strada più rapida.
Un itinerario lungo e sicuramente pieno di emozioni, un po’ come questi
anni di lavoro di Leo Terqujeff nell’assistenza alle
macchine Merlo.
Le avventure di Leo “Manne” Terqujeff possono essere seguite sul sito Merlo
(www.merlo.com), su Facebook (https://www.facebook.com/merlomanne) o su Twitter (https://
twitter.com/LeoTergujeff).
A Lamborghini al vertice del design
amborghini Trattori arricchisce il proprio medagliere con il Red Dot Product Design Award 2014,
assegnato a Lamborghini
Nitro. Il Red Dot Design
Award, considerato uno
dei più importanti riconoscimenti di design a livello
mondiale, premia dal 1955
l’eccellente qualità di pro-
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gettisti e produttori. Questo
riconoscimento riconferma
Lamborghini Nitro come
perfetta sintesi tra innovazione e prestazioni in agricoltura. Un trattore di media
potenza che si caratterizza
per il design moderno, sviluppato in collaborazione
con Giugiaro Design. «Vincere il Red Dot Product De-
sign Award 2014 è motivo
di grande soddisfazione
per il nostro Gruppo – ha
commentato
Lodovico
Bussolati, amministratore
delegato Same Deutz-Fahr
– e il fatto di ricevere per il
secondo anno consecutivo
un così prestigioso premio,
dopo il successo ottenuto
nel 2013 con il Deutz-Fahr
7250 TTV Agrotron, rappresenta il miglior riconoscimento dei nostri sforzi». 61
MONDO DELL’INDUSTRIA
Tempo, nuovo record con il girasole
La macchina
di Väderstad ha
seminato 306 ettari
a una velocità
media di 19 km/h
n una gara di 24 ore
il 4 aprile scorso una
seminatrice Tempo R 12
di Väderstad ha seminato 306 ettari di girasole
a una velocità media di
19 km/h. La gara si è tenuta vicino a Pleven, a
nord di Sofia in Bulgaria,
assieme all’importatore
I
per la Bulgaria di Väderstad “Titan Machinery”.
«Questo mostra la capacità della Tempo R di
seminare con grande
precisione ad alte velocità – ha detto il product marketing manager Lars Thylén –». Il
tentativo di record è co-
minciato alle 13.45 del
3 Aprile e sono finiti 24
ore dopo. Quattro operatori hanno seminato
un totale di 306 ettari di
girasole a una velocità
media di 19 km/h nella
tenuta Agrotrade Commerce vicino a Pleven. Il
campo è stato semina-
to a una dose di 62.500
semi per ettaro, collocati
a circa 5 cm di profondità. «Mi sento veramente
orgoglioso del team che
ha reso possibile questo
avvenimento e dei nostri
colleghi che hanno sviluppato la macchina» ha
concluso Thylén.
Dieci-Manatech Tour 2014 da guinness
un modo decisamente non convenzionale
per testare la qualità di
una macchina quello scelto dalla Dieci e dal suo
importatore ceco, la Manatech CZ: è il Dieci-Manatech Tour 2014, in cui
un Agri Plus 40.7 VS EVO2
ha percorso ben 878 chilometri in trasferimento
autonomo, direttamente
dallo stabilimento Dieci di
Montecchio Emilia (Re)
fino a Humpolec, in Boemia. Durante tutto il tragitto, la macchina è stata
monitorata dai giudici del
È
Guinness World Record,
che hanno certificato l’impresa come il più lungo
trasferimento mai effettuato da un elevatore telescopico.
Il Dieci-Manatech Tour
2014 ha avuto inizio dal
piazzale dello stabilimento Dieci nella mattinata del
17 marzo scorso. Miloš
Lesina, titolare della Manatech CZ, si è alternato
alla guida dell’Agri Plus
con Miroslav Apron e
František Fiala, per un
tempo effettivo di guida di 36 ore, 32 minuti e
Partenza, tappa intermedia e arrivo del Dieci-Manatech Tour.
62
5 secondi, suddivisi in 5
tappe variabili dai 140 ai
160 chilometri giornalieri
attraverso 4 stati, Italia,
Austria, Germania e infine
Repubblica Ceca.
La macchina utilizzata è
un Agri Plus 40.7 VS EVO2
con dotazioni strettamente di serie. I tratti più impegnativi del percorso (il
passo del Brennero e le
Alpi) hanno confermato
le ottime doti di comfort
e affidabilità, grazie all’innovativo motore Fpt Stage 3B al passo con le più
recenti normative antiin-
quinamento a cui è abbinata una Trasmissione
Dieci Vario System EVO
2 a variazione continua
di velocità, che offre una
funzionalità Cvt in continuo senza interruzioni di
erogazioni di coppia.
Il Tour ha avuto termine alla fiera Techagro di
Brno, dove la macchina
è stata esposta al pubblico e dove hanno avuto
luogo la consegna degli
attestati e le celebrazioni
finali. Il record ha avuto
anche un risvolto sociale: abbinata al Dieci-Manatech Tour 2014 infatti,
era anche l’iniziativa “1
km =1 euro per una buona causa”: per ogni chilometro percorso, è stato devoluto 1 euro alla
“Tango Havlíčkův Brod”,
associazione ceca che si
occupa di progetti di assistenza e recupero per
disabili.
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MONDO DELL’INDUSTRIA
Faresin sempre sulle orme
del rinnovamento e dell’innovazione
La società
breganzese
presenta il Leader
Compact
ualsiasi prodotto basato sulla tecnologia è sempre soggetto
a una continua ricerca
innovativa che mette al
centro del suo interesse
la comodità del cliente
e la sua soddisfazione,
rispondendo a tutte le
sue esigenze, in modo
da metterlo in condizioni ottimali per operare
perfettamente. Faresin
Industries che si afferma sempre più leader
internazionale, non
potrà mai mancare in que-
Q
sto processo che rende
il made in Italy agricolo
oltre che un punto di forza anche un riferimento
indiscutibile.
Con i carri miscelatori
Faresin, l’azienda è sempre stata la prima a lanciare le novità assolute
che fanno movimentare il
mercato e segnano con
forza l’avanguardia dei
prodotti della casa breganzese. E oggi presenta un altro prodotto che
rende ulteriormente tangibile i grandi investimenti
del brand per arricchire la
propria gamma.
Leader Compact: un
carro miscelatore impressionante per le sue
enormi prestazioni. Questa volta si potrebbe dire
che si tratta di una macchina nata nella stalla
e per la stalla, essendo
stata richiesta da tanti allevatori. Tutto ciò rende
Leader Compact conforme a una tipologia di farm
con determinate caratteristiche.
Se avete una stalla medio–piccola con delle porte basse o molto basse,
dove però il carro miscelatore è indispensabile,
allora Leader Compact
è fatto per voi. Questa
macchina è più piccola della sorella maggiore
Leader Standard, più agile e perfettamente adatta
per stalle con piccole dimensioni. L’idea di produrre questa macchina è
arrivata dalla filiale tedesca Faresin Deutschland
come conferma dell’ottimo lavoro di squadra e
l’eccezionale sintonia tra
tutti per risolvere qualsiasi tipo di problema che il
cliente può affrontare.
L’elemento premiante di
questo modello consiste
nel fatto che finalmente i
clienti potranno disporre
di tutti i vantaggi e della tecnologia dei modelli
Standard ed Ecomix in
questa nuova versione
compatta. Oltre a questo
è anche una risposta per
i clienti che per problemi
dimensionali delle loro
stalle fino a oggi hanno
dovuto dotarsi di mezzi
meno performanti a causa di questo gap.
Il nuovo Leader Compact si presenta come
segue: un nuovo telaio, dimensioni più ridotte
(altezza max 2,55 m per
le versioni 12 e 14 mc e
di 2,80 m per la versione 16 mc), mantenimento delle geometrie che
permettono una miscelata migliore, un raggio di
sterzata di 3 metri con la
possibilità di mantenere
le quattro ruote sterzanti, il canale fresa da 800
mm e un potenza di 130
cv. Questa è la carta d’identità del nuovo gioiello nato in casa Faresin
Industries. È un Leader
Compact passe par tout.
Faresin Industries ha ormai un altro elemento per
dirsi ancora Leader, ma
in questo caso non Com
pact.
Il nuovo portale dell’agricoltura
www.agricoltura24.com
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